Stay, stay, stay.

di _Milla3
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Come restare a galla, pur imbarcando acqua. ***
Capitolo 2: *** Com'è iniziata la storia. ***



Capitolo 1
*** Come restare a galla, pur imbarcando acqua. ***


Prologo - Follia.
 

La ragazza strofinò il suo naso contro quello di lui, prima di gettargli le braccia al collo. I suoi occhi nocciola si chiusero, mentre si sporgeva per baciarlo, e lui l'attirava a sé stringendole le mani sui fianchi.
Lei passò al suo collo, e per un attimo i suoi capelli furono sul viso di lui, che inspirò profondamente. Cosa avrebbe dato perché durasse per sempre!
Un pensiero balenò nella mente di lui, e mentre la baciava lo disse. Lo disse perché doveva, non perché s'aspettasse una risposta, ma perché un qualcosa - successivamente lui pensò fosse stata una forza sovrannaturale - lo spinse a farlo.

«Sposami, Valeria.» sussurrò, nel suo orecchio, meravigliandosi di sé stesso.
Lei si allontanò, guardandolo con un'aria divertita. Il ragazzo sospirò: Almeno non l'aveva picchiato. Ma cosa aveva in testa?
«E' una follia.» Rise lei, prima di baciarlo ancora una volta.
Lui annuì, ridendo insieme a lei, rendendosi conto delle parole che aveva appena pronunciato.
«Un giorno succederà.» Asserì lei, convinta, guadagnandosi un'espressione stupita da parte del fidanzato, che si stava chiedendo per quale strano allineamento dei pianeti, quel giorno la ragazza fosse così dolce.
«Io, Ramiro Ordoñez, giuro di fronte a Dio che un giorno ti sposerò, Valeria Gutierrez.»
E per quanto il passato della ragazza l'avesse portata ad una sorta di cinismo, e ad una totale sfiducia nell'amore, per qualche motivo lei ci credette.

 

Capitolo 1 - Come restare a galla, pur imbarcando acqua.
 

La bionda entrò irritata nella stanza, sbattendo la porta e gettando il cellulare sopra il suo letto, chiedendosi perché i maschi fossero tutti così assolutamente inetti e senza cervello.
«Litigato con il tuo "principe azzurro", Valeria?» Le aveva chiesto l'amica, seduta sul letto di fianco al suo, sollevando un sopracciglio e alzando la stessa espressione con cui Valeria definiva Rama nei momenti di estasi.
La ragazza ringhiò, seguendo il percorso del suo telefono poco prima e gettandosi sul morbido materasso, coprendosi il viso con le mani.

«Lo prendo come un sì.» disse diplomatica la mora, sollevando le spalle, e tornando a limarsi le unghie, come stava facendo prima dell'ingresso dell'amica.
Ovviamente fu subito interrotta dalla bionda che, anche senza voler dare risposte, pretendeva attenzione, e che iniziò a scalciare sul materasso come una forsennata.

«Si può sapere che ti prende, Gutierrez?» Strillò la mora, in uno dei suoi acuti che ormai erano famosissimi in tutta la Casa Magica - quello era il nome del posto in cui vivevano - e in generale praticamente in tutta Buenos Aires.
Si può dire, effettivamente, che chiunque conoscesse Estefania Elordi, l'associasse ad uno strillo che sfiorava gli ultrasuoni. Valeria, pur vivendo lì da diversi anni, non s'era ancora abituata, e si portò una mano all'orecchio, guardandola in cagnesco, per poi rispondere.

«Il mio ragazzo è un idiota totale.» Sbottò, secca, come se questo spiegasse ogni cosa. 
Estefania sospirò: Lei non era brava in cose del genere. In quel momento sarebbe servita Mar, o Caridad, o Jazmin. Ma non lei, che aveva sempre la battuta pronta, e che non sapeva essere quasi mai seria.
Tentò di ricordare quello che le tre "consolatrici ufficiali" sopracitate dicevano in queste situazioni, e azzardò, con voce tentennante, una domanda.

«Che è successo? Raccontami tutto, vedrò cosa posso fare.»
Il volto della bionda si illuminò, mentre si metteva a sedere sul letto e incrociava le gambe, iniziando a raccontare. Tefi si chiese perché accidenti non aveva tenuto chiusa quella boccaccia che si ritrovava. Appoggiò la limetta per le unghie sul comodino, e tentò di mostrare interesse verso la storia dell'amica.

«Stamattina, quando sono uscita da casa per andare a scuola» iniziò Valeria, presa nel discorso «Lui era già uscito. Allora mi sono affrettata per raggiungerlo, e - indovina? - stava parlando con una ragazza. Una ragazza! Allora non ci ho visto più, e gli ho fatto una scenata. Lui si è arrabbiato - come se fosse lui quello che doveva arrabbiarsi - e se n'è andato, lasciandomi lì. E' uno stupido!»
Con l'ultima esclamazione in tono teatrale, la ragazza tornò a stendersi sul letto, abbracciando il cuscino. Estefania era perplessa, non sapeva cosa dire o fare. Inoltre, con suo grande disappunto, aveva una scarsissima capacità di concentrazione, e iniziò subito a pensare a Luca, il suo ragazzo, dicendosi che lui mai e poi mai avrebbe compiuto un gesto del genere.
In quel momento la porta si aprì, ed entrò proprio lui, Ramiro. Aveva in mano un tramezzino al prosciutto, e la bionda, nel vederlo, gli si fiondò letteralmente addosso.

«Oddio amore!» Strillò, decisamente emozionata, strappandogli il cibo dalle mani «Come sei dolce! Ti perdono!»
E Rama, ch'era venuto solo a cercare il suo mp3 e che stava morendo di fame, non trovò nient'altro da fare che uscire con una scusa per andare a prepararsi un altro tramezzino.

Nota dell'autrice:
Allooora. questo è un capitolo - prologo escluso - piuttosto breve e a sfondo comico, che però introduce bene l'argomento della storia: I loro litigi, gli alti e bassi, i momenti belli e quelli brutti, che si ricollegano sempre ad una sola cosa.
Si ricollegano a quell' "Un giorno succederà". Riusciranno a mantenere quella promessa? è questa la domanda di tutta la storia, e sinceramente ancora non so darvi una risposta.
Il personaggio di Valeria è un po' OOC nell'ultima parte, lo ammetto, e la storia prosegue come se loro non fossero mai andati nel futuro. è un'idea un po' stupida, lo ammetto, ma spero vi piaccia. Un bacione forte forte belli.<3
_Milla3

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Capitolo 2
*** Com'è iniziata la storia. ***


Capitolo 2 - Com'è iniziata la storia.
 
Rama girava per le stanze della casa, chiedendosi dove accidenti fosse finita la sua fidanzata. E già s'immaginava i più orribili scenari - primo fra tutti il rapimento con stupro da parte del suo ex, Gabo, fino ad arrivare a cose meno gravi, come essere finita in prigione -, quando finalmente la trovò.
«Hei Vale. Mi hai fatto spaventare, non ti trovavo.»
La bionda sollevò un sopracciglio, guardandosi intorno nella grande cucina della Casa Magica.

«Oh.» Disse alla fine, alzando gli occhi al cielo «Perdonami, non ricordavo che la cucina si fosse trasferita al Polo Nord.»
«Andiamo, Rama.» Intervenne una bambina mora che lui, preso com'era nel desiderio d'essere la mela che la sua ragazza stava mangiando, non aveva neanche notato nella stanza «Devi ammettere che, quando c'è di mezzo Valeria, diventi un po' apprensivo.»
Rama guardò con tenerezza la sua sorellina, notando la punta di gelosia che c'era nella sua voce. Non poteva biasimarla, un tempo lei era la sua sola e unica principessa, e in breve s'era ritrovata a dover dividere il trono.

«Lo ammetto.» Costatò il biondo con un sospiro, facendo ridere entrambe le ragazze, per poi dirigersi verso la sorella e stamparle un bacio sulla fronte, lasciandola, se non stupita, quantomeno momentaneamente interdetta.
Con soddisfazione, vide il volto della piccola illuminarsi in un sorriso, e poi la osservò correre via, dopo avergli dato un caloroso abbraccio. Bastava così poco, per renderla felice.

«Parlavamo di te.» La voce di Valeria gli arrivò lontana. Anzi, si può quasi dire che, se lei non fosse stata un chiodo fisso nei suoi pensieri, si sarebbe dimenticato ch'era nella stanza. La guardò con un'espressione a dir poco stupita, e la ragazza scoppiò a ridere.
«Che c'è di strano? Sei suo fratello, il mio ragazzo, e si può dire l'unica cosa che abbiamo in comune. Credo che tu le manchi, Tronco.»
Il ragazzo sentì una scossa elettrica nel sentirisi chiamare con il soprannome che la bionda gli aveva dato, prima di realizzare le sue effettive parole. Dunque non era stata solo una sua impressione, Aleli reclamava attenzione.

«Credo anche io, Vale. Il punto è che...Tu mi distrai parecchio.»
Distrai parecchio! Era come utilizzare un eufemismo. Troppo poco per descrivere il vortice di sensazioni che la presenza di Valeria scatenava in lui. Lei fece una mezza risata, e fu come se un coro di angeli stessero cantando in contemporanea.
Certo, magari qualcun'altro avrebbe avuto da ridire. Aveva tante qualità, Valeria, ma l'essere aggraziata, posata o minimamente elegante, non rientravano certo tra quelle, ma per lui era assolutamente perfetta in qualsiasi cosa facesse.

«Rama, sei ancora vivo?» Disse divertita la ragazza, e lui si rese conto che ancora una volta s'era perso nei suoi pensieri.
«Oh, sì. Ero un momento sovrapensiero.» Si giustificò lui, rendendosi conto di star usando un eufemismo.
La realtà era che era totalmente perso in lei.


«Cerco Rama. E' in casa?»
Valeria guardava con sguardo perplesso la ragazza di fronte a lei, cercando di trovarle un difetto, un qualcosa che potesse farle fare commenti acidi su di lei. Un flashback la colpì dritta al cervello, e riconobbe nella formosa mora di fronte a lei uno dei motivi di litigio con il suo fidanzato.

«Sei quella con cui stava parlando l'altro giorno?» Domandò la bionda, senza rispondere, tentando di sembrare minacciosa. In realtà, la sua voce in quel momento aveva il tono di un gattino spaurito.
La ragazza scosse la coda di cavallo in un cenno d'assenso fin troppo marcato, e poi fece un sorrisetto.

«Tu sei la pazza che si è resa ridicola di fronte a un bel po' di gente?»
Quelle parole colpirono Valeria come un pugno nello stomaco, ma non si scompose. Voleva la guerra? Istintivamente scoprì i denti, trattenendo l'impulso di ringhiare. I pugni si chiusero, mentre cercava mentalmente un buon motivo per non saltarle addosso e picchiarla.
E d'improvviso il buon motivo affiorò: Rama. Doveva dimostrargli di essere meglio di lei.

«Ebbene sì, sono proprio io. In effetti hai ragione, la scenata è stata esagerata, considerando anche che Rama ama me, e non starebbe mai con uno sgorbietto come te.»
Lo disse con un sorriso raggiante, cercando d'ignorare la fastidiosa vocina nella sua testa che le ricordava quanto la ragazza fosse attraente, e quando sembrasse donna in confronto a lei. "Lui ama te, Vale", continuava a ripetersi.

«Ascoltami, brutta strega, devi...» La ragazza s'interruppe all'improvviso, portandosi le mani a nascondere il viso, e simulando un pianto, gettandosi nelle braccia di Rama che - Vale se ne accorse girandosi - era appena spuntato dal nulla.
«Che le hai detto, Valeria?» Le ringhiò contro il ragazzo, stringendo la mora tra le braccia e cullandola.
«No Rama, io...» La ragazza era impietrita, e non riusciva neanche a parlare. Le lacrime le pungevano gli occhi, ma si trattenne: non voleva fare il suo stesso gioco.
«Non è come sembra.» Balbettò, avvilita. Sapeva che lui non le avrebbe creduto. Gli occhi chiari di lui si puntarono gelidi su di lei.
«D'accordo, credi a lei!» Strillò esasperata la bionda, prima di correre via.
E mentre correva le parve che la mora, tra le braccia del suo - ex? - fidanzato, la guardasse vittoriosa. E come poteva biasimarla, se anche lei sentiva d'aver perso?


Nota dell'autrice:
Premetto che il capitolo è dedicato a mrsrayban, perché...Non lo so.Ma pensavo a lei mentre lo scrivevo, e ci tenevo a dedicarglielo. Dunque, credo - credo - sia un litigio.Non so se li farò riappacificare nel prossimo capitolo o no.
Grazie a chi legge e segue, un forte abbraccio a tutti. 
Ps:La ragazza è Brenda,spero di averla descritta bene con le sensazioni di Valeria.

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