I always thought that the life was a dream.

di theplatypus_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Sometimes people can change. ***
Capitolo 2: *** Fuck that life. ***
Capitolo 3: *** I fell somebody ***



Capitolo 1
*** Sometimes people can change. ***


                                                                          Capitolo 1

                                      Sometimes people can change



"Come trasformare il proprio animale da compagnia in una comune tazza da thè". Ormai sapevo la pagina a memoria e avevo già fatto provare l'ebbrezza a Scrocchio di diventare per ben dieci volte una bellissima tazzina a fiori. Sfogliavo le pagine con noia su quella che era diventata la mia poltrona personale vicino al camino acceso. I brividi di freddo mi attraversavano la pelle: Grace aveva dimenticato di chiudere la finestra. Ogni tanto davo un sguardo vigile alla Sala Comune. Nessun Serperde girava, si poteva solo sentire il fruscio dei rami provenienti dal Platano Picchiatore e il mio continuo sbuffare sui libri. Alzai lo sguardo verso la luna che si poteva intravedere dalla finestra. Era l'una passata. Sapevano tutti che ero un asso in Astronomia. SBAM. Fu un momento, un momento di un' improvvisa disubbidienza alla mia tranquillità. Mi alzai di scatto per vedere chi era il povero serpeverde su cui avrei potuto esercitarmi con la maledizione cruciatus. Scorsi con rapidità la Sala e vidi sull'uscio della porta un bambino del secondo anno.

-Bene bene bene- la mia voce rimbombava nella Sala -cosa ci facevi nei corridoi all'una di note?- mi avvicinai così tanto al bambino che fu costretto a fare un passo indietro.

-Emh...- vidi che era abbastanza a disagio, anche se la sua testa era china, poi fece un sospiro e mormorò -Sono rimasto chiuso per tutto il tempo in bagno-.

Mi rimisi con la schiena dritta e lo guardai di sottecchi, con le braccia sui fianchi.

-Chi ti ha fatto questo?- chiesi, anche se avevo già qualche idea.

-In realtà non lo so- aveva rialzato la testa e adesso parlava in modo un po' più sicuro

-Stavo lì in bagno a...a farmi i fatti miei, insomma, poi sento un clock e delle voci sghignazzare da dietro la porta. Sono corso a vedere se non era successo quello che pensavo...ma...-

-Ma era successo...- lo interruppi mentre lui annuiva.

-Come hai fatto ad uscire?-

-Oh, beh...in realtà non lo so. Ho risentito un altro clock e sono andato a vedere. La porta si era riaperta.-

Esitai un momento.

-Adesso va' a letto-. Il bambino si avviò verso i dormitori maschili.

-Ah, aspetta!- il bambino si fermò di colpo.

-In caso di necessità, se ti ricapita di rimanere chiuso in una stanza, basta che pronunci Alohomora-. Annuì e iniziò a salire le scale pronunciando a bassa voce la formula salva vita che gli avevo appena svelato.

Quando sentii la porta del suo dormitorio chiudersi, posai i libri di trasfigurazione e feci per uscire dalla Sala Comune. Una delle tante fortune di essere prefetto. Se ero fortunata avrei trovato ancora nei dintorni i colpevoli. Affrettai il passo e misi in mostra la mia "P" sul petto, così da non avere d'intralcio Gazza. Infatti funzionò, lo vidi arrivare e battei la mano sul distintivo. Mi sembravo un po' dispiaciuto, ma non era il momento di farsi fare una ramanzina da quel magonò, oh no perchè avrei catturato i colpevoli. Quando arrivai nei dintorni dei bagni, sentii un vociare. Si, dovevano essere loro. Mi avvicinai con aria impetuosa, ma poi fui costretta a fermarmi di botto. La cricca di tempisti era formata da tutti ragazzi Serpeverde, tra cui anche l'altro prefetto. Tuttavia rimasi nascosta dietro il pilastro. Era da tanto che non mi fermavo a guardarlo. Quanto mi era mancato, eppure non avevo ancora capito il perchè. Il perchè mi avesse abbandonato da un giorno all'altro. Mi era anche sorto in mente il dubbio che si fosse arrabbiato per non avergli suggerito in pozioni, ma lui no era il tipo da fare questo tipo di cose. Doveva essere qualcosa di grave. Steve rideva. Anche la sua risata era cambiata. Era acida e non rideva per una battuta, ma per qualcosa di molto cattivo che aveva appena fatto.

-Ahahahah! Oddio! Hai visto come urlava? "Aiutoo, aiutoo"Ahahah adoro far mettere paura a quelli del primo e secondo anno! Poi quando Steve l'ha fatto levitare per la caviglia quando è uscito! Ahahah!- Mark Figg era a capo del gruppo e mostrava una certa pavonanza nei suoi atteggiamenti. 

Tutto il gruppo scoppiò in una risata fragorosa. 

Lì capii che il bambino non mi aveva detto la verità. Non sapevo bene il motivo, se l'avessero ricattato o perchè se ne vergognava, ma li mi incazzai da morire.

-Mark, forse è ora della nanna...che dici? O forse tu e i tuoi amichetti siete troppo fighi per farlo?- mi ero prostrata avanti con tutto il coraggio che avevo, cercando di non far vedere la paura nei miei occhi. Mi appoggiai al pilastro da dove ero sbucata, con le mani conserte.

Mark Figg era un tipo che non mi era mai piaciuto, non nascondo di non aver mai capito come avesse fatto a diventare prefetto. Non mi sarei meravigliata se ai tempi di Voldemort si sarebbe unito a lui e sarebbe diventato un mangiamorte. 

-Ah, ecco Keaburly che viene a farci la ramanzina quotidiana- mi si avvicinò con fare minaccioso, ma lo bloccai con la punta della mia bacchetta sul suo petto.

-Si, peccato che forse anche tu potresti farne qualcuna, dato che anche tu sei prefetto- pronunciai i "tu" con un certo disgusto.

Figg si lucidò il suo distintivo e poi gli diede un colpetto.

-Ah si, giusto...prefetto- gli atri sghignazzarono dietro alla sua battuta squallida. Anche Steve. E questo non potevo sopportarlo. Ogni volta che lo vedevo nei corridoi cercavo sempre di evitare di guardarlo, ma quella volta non resistetti all'impulso di trafiggerlo con i miei occhi di ghiaccio pieni di disgusto.

Poi mi rivolsi di scatto verso Figg.

-Sai, potrebbe esserci qualche problemino alle selezioni della squadra di Quidditch, quest'anno.- dissi con fare disinvolto.

Di colpo smisero di ridere. Colpiti nel segno.

-Che vorresti dire, Keaburly?-

-Oh beh...niente. Anche se potrei non sceglierti quest'anno...sai, sono il capitano-.

Figg mi si avvicinò con il pugno alzato.

-E sai sono anche prefetto...- detto questo lo abbassò.

-Andiamo, sappiamo benissimo che sono il miglior cacciatore della squadra!-

Dalla cricca si levò un "hey, che vorresti dire?".

-Taci Litterman- mi sporsi più in là e vidi che abbassò subito la testa. Bene, vuol dire che non avevo ancora perso del tutto la mia dignità -scusami, mai sai che sfortunatamente Figg è più bravo di te-.

Me ne pentii subito, perchè Figg parve darsi arie di superiorità.

-Ma questo non vuol dire che lo riprenderò, a quanto pare è molto scorretto nelle partite-.

-Adesso basta, Keaburly. A che gioco stai giocando?-

-Tu a che gioco stai giogando? Te ne esci all'una di notte, tralasciando il fatto che sei prefetto e che dovresti dare l'esempio, e vai in giro a fare il bulletto scassa-palle con quelli più piccoli! Tu e i tuoi amichetti! Chi  diavolo vi credete d'essere?- detto questo, presi un lungo respiro e ripresi -Ti avverto Figg- e squadrai tutto il gruppetto da capo a piedi anche se a Steve diedi solo una rapida occhiata -un altro passo falso e ti prometto che non verdai mai più un qualsiasi manico di scopa!-. 

Fu lì che persi ogni possibilità di nascondere la mia timidezza e la mia paura. Steve si fece avanti a passo lento. I suoi occhi blu erano fissi sui miei e a quanto pareva non aveva intenzione di distoglierli. 

-Senti...- eccomi lì che iniziavo a tremare e conitnuavo a dirmi "ti prego Steve non farmi questo, dopo tutto quello che abbiamo passato" ero sicura che da un momento all'altro sarei scoppiata in lacrime e che nessuno mi avrebbe consolata. Nessuno. Perchè io non avevo amici. Certo, c'era Grace che diceva di essere mia amica, ma per me era solo di un gradino più alto rispetto a "conoscente". Prima c'era Steve. Allora era tutto più facile. Se piangevo per ogni fottuttisima cosa c'era sempre. E invece adesso era lui che mi avrebbe fatto piangere, che mi avrebbe tirato addosso i peggior insulti. Per cosa? Non l'avevo ancora capito. Dopo due anni ero ancora con il dubbio. Per due anni ero rimasta sola. A soffocare i miei pianti e le mie grida di dolore con il cuscino. Ed ero pronta a rifarlo, quella stessa notte. Forse la peggiore dopo quando scoprii che Steve non mi avrebbe mai più rivolto la parola. 

-basta, adesso. Si è fatto male quel bambino? No. Ci stavamo solo dievertendo un po'. E' obbligato anche questo dalle regole della sonomissperfettinaKeaburly, eh?-. Tutti scoppierano a ridere, anche se per me erano solo un sottofondo a miei pensieri. Le aveva appena pronunciate, quelle parole che avrebbero fatto trabboccare le lacrime dai miei occhi. Ma resistetti, chiusi gli occhi e mi girai, facendo finta che tutto quello era successe fosse solo un brutto sogno.




                                                                                   Ecco qui il risultato del mio primolo capitolo.

                                                                            Spero vi sia piaciuto e che continuerete a seguire la mia storia.

                                                                                Pubblicherò il prossimo capitolo appena potrò, ovvero quando avrò

                                                                                     un po' di tempo libero. Aggiungo cosa molto difficile.

                                                                                  Farò il possibile, guyz. Fatemi sapere se vi è piaciuto ed io

                                                                                      continuerò con il prossimo capitolo.                            





                                                     

             

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Capitolo 2
*** Fuck that life. ***


                                                                       Capitolo 1
                                             
Fuck that life


Cavolo. Grace ha visto il cuscino bagnato e come al suo solito mi ha sottoposto al suo interrogatorio. Non è certo colpa mia se ho pianto tutta la notte sul cuscino, cercando di non farmi sentire da nessuno. Modestamente, però, so progettare bugie così articolate e credibili che anche Merlino in persona sarebbe invidioso.
-Allora? Spiegati Jane e non inventare storie...- contaci Grace, contaci.
-Te l'ho detto, sono andata in cucina, mi sono fatta dare un bicchiere di acqua da un elfo domestico e nella fretta di andare a dormire l'ho versato sul cuscino-. Alzai le sopracciglia per rendere il tutto ancora più credibile.
Grace mi prese le mani e me le strinse. Adoravo il suo calore, mi faceva sentire sempre bene.
-Sai che mi puoi dire tutto-. Mi guardava negli occhi; distolsi subito lo sguardo per evitare che in qualsiasi forma potesse leggermi negli occhi...d'altronde era la prima della classe in Divinazione. Odiavo mentire, soprattutto a lei (che a quanto pareva era la mia unica "amica") ma neanche sotto tortura mi sarei resa ridicola in quel modo. C'era di mezzo la mia dignità. E poi era una questione tra me e Steve.
Lasciai la presa delle sue mani calde e mi alzai.
Cercai di sfoggiare il mio sorriso più grande, senza grandi risultati.
-Dai, andiamo a fare colazione- le dissi.
Mi parve di capire che Grace non era ancora convinta, ma pazienza. Dovrà arrendersi, i ricordi di quella notte verranno con me nella tomba.
Scendemmo le scale e attraversammo il corridoio che portava nella Sala Grande.
Ahimè, c'era il solito trambusto mattutino e la mia povera testa scoppiava.
Io e Grace passammo per il lato esterno della Sala, così da non farci vedere da Mark e dalla sua cricca di bulli.
Fortunatamente nessuno ci notò e prendemmo posto al tavolo di Serpeverde.
I pensieri mi affollavono la testa e non riuscivo a capacitarmi di ciò che mi capitava intorno.
Poi, con un colpetto di Grace sulla spalla, riaffiorai nella realtà.
-Quello non è il tuo gufo?-
Alzai lo sguardo. Effettivamente Poleandro volava verso di me, con una lettera nel becco.
Atterrò agiatamente sul tavolo di Serpeverde e gli slegai la busta. Era dei miei genitori. Mentre offrivo sulla mia mano dei croccantini a Pol, aprivo la busta.
-Che dice?- 
"Cara Jane
sappiamo perfettamente che quest'anno dovrai superare i tuoi esami GUFO, quindi ti auguriamo buona fortuna, anche se sappiamo che te la caveresti magnificamente, anche senza. Ci manchi tanto, qui in Romania i draghi non fanno che sputare fuoco! Tuo padre si è anche ustionato un dito! Ma non preoccuparti per noi, stiamo bene. Quando hai la possibilità, salutaci tua nonna, noi non possiamo perchè avevamo tempo di scrivere solo una lettera.
Sii forte e ricordati che noi ti vogliamo bene.
Alla prossima,
mamma e papà."
-. lessi la lettera tutta d'un fiato. Era così frustrante vivere con mia nonna, sapendo che i miei genitori se la vedevano con i più bei esemplari di draghi.
-Beh, almeno ti hanno pensato-. Giusto, c'era Grace lì. Mi avevano pensato. Cosa molto strana, direi.
Sbuffai sul mio piatto vuoto. Non vedevo i miei da anni, ormai. Ripetevano nelle loro lettere che nelle festività più importanti sarebbero venuti di sicuro. Risultato: ho passato tutti i miei Natali in camera mia a leggere libri.
Mentre mi facevo invadere la testa dai miei pensieri, mi venne in mente l'atroce dubbio che Figg avrebbe potuto raccontare a tutta la scuola la nostra piccola avventura notturna.
Colpii il tavolo più forte che potei con un pugno e il porridge che Grace stava cercando di mettermi nel piatto schizzò.
-Aspettami qui-.
Mi alzai dal mio posto, lasciandomi dietro gli occhi spalancati di Grace.
Figg era sdraiato sulle gambe di una ragazza di Serpeverde di cui non ricordavo il nome, con tutto il suo gruppo attorno che schiamazzava.
-Ti devo parlare, ora-.
Tutti si voltarono verso di me.
-Passata una bella notte, Keaburly?- come al solito la cricca scoppiò a ridere.
-Alzati e vieni a parlare.- dissi in tono fermo.
Figg sbuffò, ma si alzò. La ragazza inarcò le sopracciglia e mormorò nel suo orecchio "Vedi di muoverti".
Lo condussi nell'atrio, per poi andare in cortile.
-Dimmi, l'hai detto a qualcuno?- la mia voce tremava.
-Non credo di avre capito-
-L'HAI DETTO A QUALCUNO?- 
urlai talmente tanto che i corvi sui rami degli alberi vicini volarono via.
-No e sta calma- dentro di me, finalmente ripresi un po' di vita.
-Ma...- oh no, c'era un ma -ma potrei dirlo...-.
Eccomi lì che avevo appena ucciso quella parte felice di me, appena nata.
-Ti prego, 
farei qualsiasi cosa, qualsiasi...-
- Qualsiasi?-
-Qualsiasi...-
-Bene...- 
ero in ansia, non riuscivo a capire cosa avrebbe chiesto. Sapevo solo che avrei dovuto accettare a qualsiasi costo.
-Avanti, taglia corto e dimmelo-.
-Ok, se proprio vuoi...- prese un lungo sospiro e pronunciò quellae parole fatali, per me.
-Baciami-.




                                                                                     Alla fine l'ho pubblicato! Si, amatemi lol
                                                                                               Sinceramente mi aspettavo che il mio primo capitolo avesse meno successo!
                                                                                                             Quindi sappiate che vi ringrazio tanto.
                                                                                                  Fatevi sentire con le recensioni e io continuerò con il prossimo.
                                                                                                                                       Alla prossima,
                                                                                                                                                  theplatypus_
                

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Capitolo 3
*** I fell somebody ***


                                                         Capitolo 3

                                                         I feel somebody


Lo guardai di sottecchi. Mi misi una ciocca ribelle dietro l’orecchio e feci finta di non aver sentito.
-Cosa?- cercai di mantenere il tono più naturale possibile.
-Oh avanti…- Mark aveva lo sguardo fisso su di me, cosa che mi fece imbarazzare ancora di più –Hai capito alla perfezione-.
Mi strinsi nelle braccia, cercando di trovare un argomento diverso. D’altronde era colpa mia se gli era venuta quella brillante idea; non avrebbe detto nulla se mi fossi stata zitta e tenuto per me quel dannato dubbio.
-Emh…stai scherzando, Figg?- chiesi, senza alzare lo sguardo da terra.
-Affatto-.
Tiè. Eccoti servita quello che ti meriti, Jade, per non riuscire a stare un momento senza pensare male di qualsiasi persona esistente su questo mondo.
-Ma insomma…io non capisco…- alzai lo sguardo e misi le braccia sui fianchi.
-Tu mi odi! Io ti odio! Siamo nati per odiarci a vicenda!-.
Avrei tanto voluto andarmene, lasciandolo lì a marcire con le sue idee strampalate.
-Non credi che ci siamo odiati abbastanza?-si avvicinò, e da quello che capii cercava di bloccarmi le braccia, così da avere mano libera.
Eh no, caro. Jade Keaburly non si lascia comandare da nessuno.
Feci un passo indietro e misi una mano nella tasca della divisa dove avevo la bacchetta.
Fece un altro passo avanti e mise il braccio in avanti.
In un attimo, cacciai la bacchetta e pronunciai chiaramente “Levicorpus”.
Mark si sollevò in aria a testa in giù, ma non si scompose.
-Sai in un certo senso me l’aspettavo-.
Esatto, Figg, dovresti stare sempre allerta quando parli con me. Avevo il braccio teso per mantenere il suo corpo e non appena disse “Mettimi giù, adesso” lo abbassai.
Quando il ragazzo si fu alzato, prese la bacchetta e la puntò contro di me.
-Stupeficium!-.
Caddi a terra e battei la testa contro il suolo duro. Bene, Jade. Hai avuto compassione ed eccoti servita la tua ricompensa. Questo è un errore da pivellina. Sei stata una sciocca.
Figg mi si scaraventò addosso e mi bloccò le braccia con le sue mani forti.
Perfetto. Non potevo muovermi, e avevo addosso quella viscida sanguisuga.
Girai di scatto la testa, per non far venire in mente la bella idea a Figg di baciarmi.
Si azzardasse solo e io non esiterei ad usare una delle maledizioni imperdonabili.
Certo, la cruciatus faceva soffrire, ma anche l’avada kedavra era interessante. Con l’Imperius non avrei combinato niente, in fondo.
-Come al solito ti ho messo al tappeto, Keaburly-.
Girai la testa per ribattere. Stavolta non c’era Steve e mi sarei data la libera gioia ad insultarlo come meglio sapevo fare.
Che errore; appena mi girai, Figg posò le sue labbra sulle mie. Sussultai e sbattei i pugni sul terreno.
Dannato Gazza. Gira sempre per i cortili e stavolta che avrei avuto bisogno di un richiamo, se ne stava a torturare qualcun altro nel castello.
Figg lasciò le mie braccia per posare le sue mani sul mio viso. Approfittai della situazione e puntai la bacchetta sulla sua gamba.
-Diffindo!-.
E si creò un taglio sul polpaccio del ragazzo. Figg si gettò di lato per il dolore ed io non persi tempo per correre via.
Quando fui abbastanza lontana, mi fermai e guardai indietro.
Il ragazzo era ancora disteso sul terreno mentre si teneva con le braccia la gamba dolorante.
Mi rigirai e ripresi a correre finchè non arrivai nei sotterranei per entrare nella Sala Comune.
Ero sola, probabilmente gli altri erano tutti a lezioni.
Fortunatamente mi ero persa solo un’ora di Storia della Magia, così mi andai a sedere su una poltrona con Scrocchio sulle mi gambe.
Istintivamente portai le mani sulle mie labbra. Quel dannato bastardo finalmente l’aveva pagata. Mi aspettavo, perlomeno, che se ne sarebbe stato in infermeria per una settimana. Me lo sarei tolto di mezzo per un po’ di tempo, non per molto, ma per qualche giorno.
Mentre accarezzavo il pelo del mio gatto e guardavo una lampada verdognola in alto, la porta si aprì.
Oh no. Oh no. Cosa diavolo aveva fatto di male per meritarmi tutti questi bei momenti stamattina?
Steve si dirigeva a passo veloce verso di me, mentre io cercavo di rendermi più piccola possibile.
Senza fermarsi si sedette sulla poltrona vicino la mia, piegato su sé stesso.
Lo guardavo di sottecchi e quando si girò verso di me, feci finta di essere interessata ad una mattonella grigiastra incastrata male nel muro.
-Scusami- disse rompendo il silenzio. Mi voltai di scatto. Aveva detto veramente quelle parole? E si riferiva a me, proprio a me ? Mi guardai intorno in cerca di qualcun altro nella Sala, ma poi mi resi conto che c’eravamo solo io e Steve.
Mi feci coraggio e gli rivolsi la parola per la prima volta, dopo due anni.
-Dici a me?- dissi in tono flebile indicandomi.
-Si…a te- Steve mi guardava negli occhi.
-Non vedo perché dovresti scusarti, in fondo non mi hai rivolto la parola da due anni…che vuoi che sia…- dissi alzandomi e facendo scendere Scrocchio dalle mie gambe.
-Scusami…-.
Mi girai di scatto verso di lui.
-Scusami?! Dopo che mi hai lasciata sola per tutto questo tempo, riesci a dirmi solo “scusami”? Va’ al diavolo Steve-. Mi alzai e feci per andarmene nel dormitorio delle ragazze.
Fui bloccata dal fare la mia uscita teatrale: Steve mi teneva per il braccio.
Quando mi girai, non riuscii più a trattenere le lacrime. Steve mi prese e mi tirò fra le sue braccia. Tutto quel tempo senza di lui mi aveva reso ancora più fragile.
-Scusami ancora, Jade- disse, mentre mi accarezzava i capelli.
Presi un respiro e cercai di smettere di piangere. I Serpeverdi sono forti, sono cattivi. Non piangono per questo genere di sciocchezze.
-Mi sei mancato, Steve-
-Anche tu-. Sfoggiai un sorriso, l’unico vero da molto tempo.




                                                                            Salve bella gente, si, finalmente l'ho pubblicato.
                                                                                          Scusatemi, ma tra gli impegni scolastici e cose varie non ho
                                                                                             avuto il tempo. Così ho approfittato dei giorni di ponte e tadà.
                                                                                                Pubblicherò il prossimo non appena avrò tempo, so fatevi sentire
                                                                                             con le recensioni uu.
                                                                                                     Alla prossima
                                                                                                           theplatypus_
                                      

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