Tossica

di Georgya23
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Rewind ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Rewind ***


Capitolo 1
Aprii gli occhi confusa, sentivo il cuore battere all’impazzata, non c’ero più con la mente.
Gente, mani, musica…
Gente, odori, alcool…
Gente…
Mi sentii sfiorare una spalla, e poi nient’altro, non capivo più cosa stesse succedendo, non capivo più dove fossi, non ricordavo con chi fossi finita in quel posto, e poi, in che posto ero?

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La prima cosa che sentii fu un forte odore di pulito, sembrava quasi odore di vaniglia, sapeva di buono, mi piaceva appoggiare la fronte tra quelle coperte, inspirare profondamente senza aprire gli occhi, ero forse morta?!? Decisi di dare una risposta a questa domanda e aprii gli occhi, inizialmente sentii solo un forte dolore alle tempie, e vidi tutto sfocato, ma dopo un paio di secondi le immagini iniziarono a prendere forma e colore. –Dolore, è un buon segno, sono ancora viva.- Alzai gli occhi e vidi un soffitto bianco, non era il mio, il mio è pieno di stelline colorate, non è il mio. Sussultai e mi guardai intorno con una mano sulla fronte, c’erano delle pareti rosse fuoco, e una bandiera inglese appesa al muro, per quanto possa essere ancora sotto l’effetto dell’alcool, questa non era la mia stanza. Per la mia mente passarono i peggiori pensieri, non sapevo dove fossi, come ci fossi arrivata e chi mi ci avesse portata. Decisi di alzarmi, poggiai i piedi nudi sul pavimento freddo, questo gelido contatto mi fece rabbrividire, mi guardai, indossavo un paio di pantaloncini da uomo e una t shirt abbastanza larga, in giro non c’era traccia dei miei vestiti, solo le scarpe, messe accanto ad una disordinata scrivania bianca su cui erano poggiati un mac, un paio di penne, un libro di matematica e diversi pacchetti di cheti-gum, sentii freddo e delle vertigini e mi tenni con una mano alla scrivania, poi avanzai verso la porta e dopo aver superato un corridoio arrivai in cucina, la porta era accostata, io la aprii senza fare rumore e vidi un ragazzo sdraiato su un divano di pelle nera, aveva indosso un paio di jeans grigi, una camicia bianca e una sciarpa grigia, i capelli ricci che si poggiavano morbidi sulla sciarpa e gli occhi chiusi, con le labbra corrugate in un tenero sorriso. Sorrisi guardandolo e mi sedetti a terra con le spalle contro al muro accanto al divano aspettando il suo risveglio, poco mi importava del mondo, che in quel momento, stava continuando a girare.

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