Doccia Fredda

di Minina
(/viewuser.php?uid=84932)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Puss ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


ANGOLO DONNA CHE SCRIVE.

Allora questa è la mia fanfiction su Once Upon A Time e mooolto probabilmente non sarà nemmeno l'ultima me dato che mi delizio molto di più con le one shot mi vedrete realizzare quelle, ma non parliamo del futuro! Siamo nel presente.

Allora questa mia fanfiction sarà incentrata su Gold/Belle, ovviamente, e questa nuova ragazza arrivata a Storybrook. Com'è possibile? Chi è? Perché lei si e il suo ragazzo no?

Paola stringerà due tipi di rapporti diversi con Tremotino e Belle. Con Tremotino il rapporto sarà anche legato al fatto principale del racconto, che si scoprirà più avanti e a Bealfire. Cosa c'entra lui adesso?? lo scoprirete...lo scoprirete!

In più, vi faccio una piccola anticipazione, ci sarà l'arrivo di un altro personaggio del mondo delle favole....più animale che uomo però!

Per ora mi fermo qua. Spero che come primo capitolo/prologo possa piacere e incuriosire!

Chiedo perdono se in qualche momento i personaggi possono diventare OOC e per l'uso del nome Tremotino; per quanto sia legata anche io al nome di Rumpelstiltskin, faccio talmente fatica a scriverlo che ogni volta lo scriverei in modo diverso! Sono una causa persa, lo so.

Bhe, buona lettura!

 

 


 

 

Entrò con passo spedito da Granny's, il freddo fuori era insopportabile; ma come si richiuse la porta alle spalle sentì su di lei gli sguardi ti tutti, ma proprio tutti, che si erano voltati e la guardavano stupiti.

Attraversò inquieta il salone sedendosi su di uno sgabello davanti al balcone con un piccolo salto, data la sua statura un poco al disotto della media. Che diavolo avevano da guardala tutti e commentare sottovoce creando un fastidioso brusio? Che assomigliava ad una aliena, per caso?

Sospirò e scosse la testa.

“Hei!” la risvegliò una voce gioiosa. Una bella ragazza dai capelli lunghi e castani, con qualche ciocca rossa, le si era sporta in avanti guardandola con un sorriso radioso mentre masticava una gomma. “posso fare qualcosa per te?”

“bhe..” si schiarì la voce. “è da sta mattina presto che sono in giro e non ho ancora mangiato nulla. Potresti portarmi un cappuccino e, che so, una brioche?” domandò gentilmente.

“certamente! Arrivo subito” scomparì con un sorriso.

Quel breve scambio di parole le aveva fatto momentaneamente dimenticare l'odioso brusio e gli sguardi di fuoco. Ma dove sono capitata?

“Ecco qua tesoro” la servì Ruby. “serve dell'altro?”

“no grazie, a posto così” sorrise di rimando.

La straniera iniziò a sorseggiare il cappuccino bollente, chiudendo momentaneamente gli occhi, e quando li riaprì, l'eccentrica cameriera era ancora li a fissarla.

“Posso fare qualcosa per te?” chiese allungando le “o”.

“da dove vieni?” le domandò Ruby di punto in bianco. “non ti ho mai vista qui a Storybrook”

“bhe, io vengo dall'Europa, in effetti. Italia più precisamente.”

“Cosa cosa?? Italia?? e cosa diamine ci fai in un posto così, dall'Italia!?”

Roby guardava la straniera con due occhi esterrefatti e curiosi. Dall'Italia a Storybrook?? Oltre al fatto del viaggio incredibilmente lungo, a Storybrook non c'era niente che potesse attrarre un estraneo. Circa.

“ricerca” si limitò a rispondere “sto facendo una ricerca”

“e stai facendo questa ricerca tutta sola?”

“no, sono con il mio ragazzo” sorrise “ma per qualche strano motivo non è riuscito a passare il confine della città, come se qualcosa lo bloccasse. Come per magia!” rise “che cosa strana eh?”

Era sorpresa per quello strano fatto ma anche molto scettica. Insomma, la magia non esisteva nel mondo reale, o per lo meno non magia di quel tipo. Tuttavia quello strano evento le aveva lasciato l'amaro in bocca sia per il fatto che ora si trovava in quella strana cittadina sola, sia perché un fatto concreto che spiegasse la reazione, in fondo, non riusciva a pensarlo.

Ruby, dal canto suo, si ritirò un po' di più sulle sue facendo finta di niente.

Se lui non era passato. Perché lei si?

“bhe..” continuò come se nulla fosse “e ora lui dov'è?”

“è in un albergo nella città accanto, lo raggiungerò appena avrò raccolto materiale qui” disse appoggiando le labbra al bordo della tazza. “non dovrei metterci molto. A proposito! Sai mica consigliarmi un posto dove stare per qualche tempo?...e magari anche uno dove poter racimolare qualche soldo?”

“se ti fa piacere, posso chiedere a Granny se possiamo ospitarti qui! Abbiamo una camera libera, per noi non ci sarebbero problemi!” sorrise “mentre per il lavoro potresti andare a sentire Belle, è sola nella biblioteca magari un aiuto non le farebbe male”

La ragazza si sentì profondamente sollevata.

“sei il mio angelo! Grazie mille!” gioì tutta radiosa. “ma scusami, come ti chiami?”

“oh che terribile cafona non mi sono nemmeno presentata! Io sono Ruby, e per qualsiasi cosa mi trovi sempre qui! Tu invece?”

“io sono Paola” rise. Quella Ruby era veramente un vulcano attivo.

Finita la colazione, ringraziato la cameriera all'incirca mille volte per la disponibilità e sistemata la sua sacca nella piccola stanzetta che per il suo soggiorno sarebbe stata la sua casa, la ragazza si diresse a passo spedito verso la biblioteca della città, avvolta nella sua sciarpa leopardata bianca e nera maledicendo se stessa per non aver indossato pantaloni più pesanti. I leggings, con quel freddo, non erano proprio il massimo.

Mentre camminava per la via cercando un insegna con scritto “biblioteca” o per lo meno un qualche minimo indizio che la portasse in quel posto -dato che con la sua immensa furbizia si era dimenticata di chiedere indicazioni- iniziava quasi ad abituarsi agli sguardi e ai commenti dei cittadini che incontravano la sua figura.

Quasi.

Anzi no, scherzava. Non si sarebbe mai abituata.

Poi finalmente la scritta “biblioteca” sopra una porta di vetro le fece tirare un sospiro di sollievo; velocemente entrò richiudendosi la porta alle spalle come per cercare rifugio da tutto quello che si trovava la fuori.

Non le piaceva per niente essere “quella sulla bocca di tutti”; non lo era mai stata e non voleva iniziare proprio in quel momento. Sensibile com'era poi non lo avrebbe sopportato. Anzi, iniziava già a non sopportarlo e da quanto era li? Nemmeno un paio d'ore? Incoraggiante la cosa.

Inspirò profondamente ripetendo a se stessa “calma, calma Paola” facendo seguire alle mani il movimento del respiro.

“Va tutto bene?”

Paola spalancò gli occhi di colpo, maledicendo per l'ennesima volta la sua abitudine di pensare ad alta voce e gesticolare.

“Uh...” farfugliò “si si, va tutto bene, non si preoccupi! Stavo solo...stavo solo...”

la giovane donna la fissava con aria interrogativa, un po' preoccupata. Proprio con il piede giusto sono partita...

“Facciamo che non stavo facendo niente, ok?” si arrese cercando di mascherare l'imbarazzo con un sorriso, inutilmente.

La bibliotecaria rise divertita per quel comportamento così goffo ed impacciato, facendo svolazzare di qua e di la la gonna azzurra del vestito con il movimento che le risate la obbligavano a fare.

“felice di averle allietato la giornata” le disse la ragazza con tono rassegnato.

“Mi perdoni” terminò di ridere la donna “posso fare qualcosa per lei?”

“ecco Ruby, la cameriera di quel posto di cui ora non ricordo il nome, mi ha consigliato di venire qua da lei dicendomi che potrebbe servirle una mano. Vede sono qui di passaggio e mi serve un piccolo impiego.”

“beh...” si soffermò un momento a pensare. “credo che, effettivamente, un aiuto potrebbe servirmi”

il sorriso della straniera si allargò su tutta la faccia. “dice sul serio??”

“certamente” sorrise. “io mi chiamo Belle. Potresti venire qua tutte le mattine e qualche pomeriggio ok?”

“oh. Si come preferisce lei!”

Bella la fissò per un istante. “sei giovane. Quanti anni hai?”

“19. si, direi che sono ancora abbastanza giovane” sorrise portandosi le mani dietro la schiena.

“sei molto giovane! E che ci fai qui a quest'età?!”

“Sto facendo una specie di ricerca” disse rimanendo sul vago. “ma non appena avrò concluso questo viaggio tornerò nel mio paese a studiare. Posso dire che è un distacco momentaneo!”

Belle sorrise un po' rassicurata. “allora noi ci vediamo domani mattina, ok?”

“certo! A domani, e grazie mille per l'opportunità” disse Paola abbassando la testa in segno di ringraziamento e salutando con un cenno di mano.

Per qualche istante Belle rimase con lo sguardo fisso sulla figura della giovane ragazza che, correndo per la strada, quasi rischiò di essere investita.

“che strana ragazza” pensò ad alta voce sorridendo.

“che strana ragazza, chi?”

una voce alle sue spalle la fece sobbalzare di paura, facendole portare una mano sul cuore provato per il sussulto.

“mi hai fatto prendere un colpo. Non farlo mai più!” disse con voce da finta arrabbiata.

“perdonami daerie” ghignò l'uomo comparso come dal nulla nella stanza. “ma eri così bella assorta nei tuoi pensieri con lo sguardo fuori dalla porta, che non volevo rovinare il momento”

“così hai ben pensato di farmi venire un mezzo infarto”

Tremotino le si avvicinò passandole una mano sulle spalle. “dimmi allora, chi sarebbe questa strana ragazza?”

Belle dal canto suo gli gettò le braccia al collo, assaporando il calore di un suo abbraccio accoccolandosi per qualche secondo al suo petto, sorridendo dolcemente. Quanto le era mancato in quei 28 anni di reclusione.

Ora finalmente trascorrevano una vita felice: lei era tornata a vivere in quella casa ribattezzata come il loro castello e Tremotino cercava il più possibile di mantenere le promesse che lei gli strappava riguardo la magia, pur continuando a lavorare nel tentativo di trovare un modo per poter ritrovare il suo adorato Bealfire.

“quella nuova ragazza arrivata oggi” rispose Belle riportando entrambi alla realtà “e non le ho nemmeno chiesto il nome. Accidenti.”

Tremotino si distaccò un poco da lei. “arrivata oggi?” chiese. Nel suo sguardo si accese una scintilla.

Zoppicando si avvicinò alla porta di vetro guardando oltre Storybrook, oltre la foresta. Oltre il confine.

“Devo parlare con quella ragazza”.

 



 

Ed ecco la conclusione. Dato che non vorrei scrivere una fanfiction di moltissimi capitoli dato che non ne sono in grado perchè poi mi stanco, già dal prossimo capitolo si potrà intravedere come mai solo Paola è riuscita ad entrare a Storybrook e chi è il nuovo personaggio fiabesco.

Al prossimo capitolo, dearie.

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Puss ***


ANGOLO DONNA CHE SCRIVE.

Ed ecco subito subito il secondo capitolo. Sono così presa da quest'idea e dal personaggio “sorpresa” che scrivo come un razzo. Lo ammetto, dal punto di vista del contenuto e della stesura generale non è gran che, non è sicuramente il mio lavoro migliore; il fatto è che sono così impacciata con personaggi non miei!

Bhe spero che un poco si possa intuire quello che potrebbe succede: chi è la sorpresa, il ritratto...

vi lascio alla lettura va! Una recensioncina sarebbe gradita XD

ringrazio jarmione per il commento.

 



 

Se ne stava sdraiata sul suo letto pensando a quella giornata, a quella gente, a Ruby e a Belle. Era capitata in un posto veramente strano.

Le due giovani donne di cui sapeva il nome sembravano simpatiche, gentili e disponibili e Paola era felice che almeno qualcuno in quel posto non la trattasse come se fosse un diavolo sceso in terra. Si asciugò velocemente i capelli, indossò il suo pigiamone ed estrasse della sua sacca il peluche di uno personaggio di un film Disney: Stitch; tutto bello nel suo accappatoio verde a forma di rana. Quel pupazzo gliel'aveva regalato il suo ragazzo quando erano andati a Venezia per la prima volta e da allora l'aveva sempre accompagnato in ogni notte e in ogni letto o sacco a pelo fosse capitato.

Le sarebbe stato d'enorme aiuto se Andrea fosse stato li con lei. Gli telefonava ogni sera, ma non era la stessa cosa di averlo accanto.

Strinse Stitch più forte a se.

Per cercare di allontanare la nostalgia decise, suo malgrado, di gettarsi sui libri. Prese mano ad un tomo di biologia e ad un evidenziatore azzurro e stesa sul letto, inizio a leggere e sottolineare sporcandosi tutto un lato della mano destra.

La brezza serale che entrava dalla finestra faceva svolazzare le leggere tende e girava le pagine su cui Paola era concentrata, costringendola ad alzarsi per socchiudere.

Si sporse dalla finestra intravedendo attraverso l'albero che aveva davanti le luci della città che lentamente si spegneva per la notte. Sorrise.

La gente li, tutto sommato, sembrava felice; ma sentiva che nell'aria echeggiava un certo senso di inquietudine, di malessere. Bha, sarà la stanchezza.

Stava per chiudere il balcone quando d'un tratto si fermò sentendo uno strano rumore, lieve lieve, proveniente da un ramo dell'albero. “c'è qualcuno?” nessuno rispose. “ma che diavolo sto facendo? Ci sarebbe una persona sul ramo di un albero?! Maddai Paola, va a dormire che sei stanca eh!”

Ma proprio quando si girò per tornarsene a letto, sentì di nuovo quello strano suono, quasi come un miagolio. Paola si sporse per la seconda vola dalla finestra, aguzzando la vista alla ricerca di qualcosa di cui nemmeno lei sapeva.

C'era troppo silenzio.

D'un tratto dall'albero verso il balcone fece un balzo una strana figura “Miao” si pronunciò.

Era un bel gattino....gattone bianco e color cappuccino, con due occhi azzurri che poco si potevano vedere dalla pupilla nera tutta dilatata. “miao”.

Paola si portò una mano al petto. “mi hai spaventa sai?” parlò al felino accarezzandogli la testa e poi il mento.

Il micione mostrò la gratitudine per quelle coccole iniziando a fare le fusa e strusciandosi sulle gambe della ragazza che non la smetteva di accarezzarlo ovunque. “ma sai che sei proprio un bel gattone? Forse però un po' ciccione” effettivamente aveva ragione, era mastodontico per essere una gatto.

Dal comodino prese una striscia di pancetta -ciò di rimasto della sua cena- e la porse al gatto che tutto contento se la mangiò di gusto. “vedo che sei un micio a cui piace mangiare eh?” sorrise. Gli diede un ultimo buffetto sulla fronte prima di mettersi sotto le coperte lasciando la finestra un po' aperta per far si che possa andarsene tranquillamente, ma con sua grande sorpresa il gatto saltò sopra il letto e si posizionò esattamente affianco ai piedi della giovane.

Paola sorrise e si addormentò cullata dal suono delle fusa di quel bel gattone.


 

“sicuro sia tutto ok?”

Belle, già vestita della sua leggera camicia da notte, se ne stava seduta sul divano del soggiorno preoccupata per il comportamento che Tremotino aveva tenuto per tutto il corso della giornata. “ti vedo un po' strano”

“tranquilla dearie” disse allontanandosi dalla finestra e raggiungendo la giovane donna sul divano. “va tutto bene” le ripeté accarezzandole la guancia.

“so che c'è qualcosa che ti affligge Tremotino. Dimmi”

lo sguardo di Belle era quasi supplichevole. Dopo quello che era successo l'ultima volta e che l'aveva spinta ad allontanarsi da lui, Tremotino non voleva più rischiare. Non voleva più perderla.

“quella ragazza, mi domando come sia riuscita a superare il confine” confessò puntando il bastone sul terreno. “se lei è potuta entrare forse, allora, c'è un modo per uscire”

Belle gli sorrise dolcemente dandogli un leggero bacio sulle labbra “vedrai che riuscirai a trovarlo”

“potrebbe essere la chiave per andarsene” si disse convinto, alzandosi di scatto dal divano. Grave errore dato che senti una fitta talmente forte al ginocchio che lo costrinse a risedersi. Se potesse, se solo potesse ritornare in pieno possesso dei suoi poteri, se solo potesse liberarsi di quel bastone ed andarsene da quella città. Se solo riuscisse a ritrovare Bealfire. Si sentiva in gabbia; poi guardò Belle.

Finalmente l'aveva ritrovata, finalmente stavano di nuovo assieme. Non doveva, non poteva perderla nuovamente. È questo il problema del vero amore, può scivolarti dalle dita.

“andiamo a letto” consigliò lei, sorridendo dolcemente prendendogli le mani e guidandolo verso quella camera da letto in cui Tremotino oramai non si sentiva più solo, per quanto poco dormisse.

“facciamo così” disse d'un tratto Belle “adesso non pensare a quella tipa, ne al poter uscire da Storybrook, ora pensa solo a me. Di tutto il resto ce ne renderemo contro domani, insieme. Ti va”

Tremotino ghignò. “è un patto, dearie?”

“è un patto” sorrise.

Belle si stese sul letto accogliendo sopra di lei Tremotino che poco diede conto al ginocchio dolorante, spegnendo la luce lasciando che il buio fosse l'unico testimone del loro amore.

Ma il buio non fu testimone solo di quello, fu anche compagno di un'ombra furtiva che, quatta quatta, si introdusse nella cantina della villetta sottraendo una cosa specifica nascosta in modo e in posto specifico.


 

La mattina seguente Paola si svegliò grazie alla sveglia del telefono, felice di notare che il gatto se ne stava ancora a ronfare ai piedi del letto.

“mi hai fatto compagnia tutta la notte. Sei gentile” gli disse, consapevole che non avrebbe ottenuto risposta.

Mise giù i piedi dal letto stiracchiandosi e allungando le braccia, si vestì velocemente e mise un attimo mano al viso con un lieve make-up pronta per scendere addentare un muffin e correre da Belle in biblioteca. “gatto” disse rivolgendosi al falino “ti lascio la finestra semi aperta, in caso tu voglia uscire” gli diede una carezza in testa e si chiuse la porta alle spalle.

Arrivò in biblioteca relativamente presto, ormai la strada l'aveva imparata.

Aprì la porta sistemando il cappotto e la sciarpa sull'attaccapanni appena dopo l'ingresso; quel giorno si era vestita già più pesante. Bye bye leggings! Si guardò intorno ma non vide nessuno, nemmeno Belle.

“yuhu c'è qualcuno?” disse alzando lievemente la voce.

Da dietro uno scaffale comparvero Belle e Mr.Gold che non si erano resi conto dell'arrivo della ragazza; dal canto suo Paola, vedendo i capelli della bibliotecaria leggermente spettinati, distolse velocemente le sguardo abbassandolo, imbarazzata. “forse..” tossì schiarendosi la voce “forse sono arrivata troppo presto?” fece con un tono tra l'interrogativo e l'esclamativo.

“n-no!” si imbarazzò a sua volta Belle, arrossendo e volgendo lo sguardo a Tremotino che, dal canto suo, non voleva lasciarsi sfuggire l'occasione.

“e così voi siete quella nuova qua in città, no?”

“si signore”

non sapeva ne come, ne perché, ma quell'uomo la inquietava.

“come avete fatto?”

Paola rimase spiazzata da quella domanda. Come aveva fatto a fare cosa? A passare il confine? Non credeva fosse una cosa così difficile ed inconcepibile mettere un piede dopo l'altro.

“bhe, sono passata” rispose incerta.

“e non ha notato nulla?”

l'inquietudine in Paola cresceva sempre di più.

“.....prego?”

“non è successo nulla quando è entrata qui a Storybrook?”

“bhe...” l'attenzione di Tremotino si accese in quel bhe. Forza accidenti, parla! “il mio ragazzo non è riuscito ad entrare. Che cosa strana eh?” sorrise cercando di non far notare il profondo senso di malessere che quell'uomo le metteva addosso.

“e lei sa perché?” domandò spostandosi di fianco alla ragazza.

“mi scusi...signor?” “Gold” “Signor Gold, si può sapere cosa vuole da me?” domandò iniziando a non sopportar più quell'interrogatorio forzato. “sono venuta qua per fatti personali. Il mio ragazzo è stato trattenuto fuori da qualcosa che non mi so spiegare e sa un'altra cosa che non capisco qual'è?! Non capisco perchè tutti in questa città non facciano altro che mandarmi frecciatine di fuoco commentando ogni mio singolo passo! E non capisco perché tutti vogliano sapere perché sono qua e come mai sono da sola. IO NON LO SO. Anzi sa cosa? Sarei grata se qualcuno sapesse rispondermi perché sono sicura, strasicura che c'è qualcosa di strano qui a Storybrook e non sono io!”

Ecco, ecco l'aveva fatto. Si era completamente sfogata in faccia ad un tipo di cui non sapeva assolutamente niente e che, sinceramente, non le aveva fatto niente. Perché doveva aver la sogna di sopportazione così bassa? Distinto si portò la mano alla bocca. “mi..mi scusi! Non volevo!”

Mr. Gold la fisso e poi sorrise, o meglio, ghignò, o fece qualcosa che forse doveva essere un sorriso. “tranquilla dearie, presto avrai le tue risposte” e detto questo, uscì.

Paola si girò verso Belle. “ti prego, dimmi che il tuo compagno non è un tipo vendicativo”

Belle rise. “tranquilla, non ti farà nulla”

Verso sera Tremotino tornò prima del solito a casa. Intendo a voler capire qualcosa di quella storia scese nella cantina, ma prima di prendere mano alla magia si diresse verso la piccolo libreria alle sue spalle prendendo in mano un preciso libro, ma quando lo aprì trovò la sorpresa. Quello che tanto custodiva tra quelle pagine era sparito.

“Impossibile” disse con una venatura di rabbia. “impossibile!” urlò.

Quando risalì verso la cucina trovò Belle appoggiata di schiena al tavolo, le braccia conserte al petto “stavi di nuovo fabbricando con la magia?” Tremotino in quel momento era troppo arrabbiato per dar ascolto alla sua promessa infranta. “no” disse freddo. “ora scusami ma sono stanco dearie. Vado a letto”.


 

Paola aveva appena messo piede della sua piccola stanzetta intenzionata a farsi una bella doccia calda quando, con la coda dell'occhio, notò che da sotto il letto sbucava un pezzo di carta. Con cautela prese in mano il foglio. Era un disegno; il ritratto di un ragazzo dai capelli ricci che tanto le ricordava qualcuno.

“ma questo sembra...”

“quello non sembra lui. Quello è lui”

una voce profonda alle spalle di Paola la fece voltare lentamente, spaventata. Quando vide di chi era quella voce che dall'ombra si mostrò alla luce, la ragazza non poté far altro che urlare incredula.


 


 

Ta-daaaaa! Ecco il secondo capitolo. Nel prossimo si scoprirà finalmente chi il misterioso personaggio e che cosa trama alle spalle di Tremotino.

Avete capito chi è il ragazzo ritratto nel pezzo di carta?

Bhe, avrete le vostra risposta molto presto.

Al prossimo capitolo!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1358933