I won't wait for ten years...

di Pikky
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Tortuga ***
Capitolo 3: *** Trattative ***
Capitolo 4: *** Il capitano dell'Olandese Volante ***
Capitolo 5: *** Cosa vuole Capitan Jack Sparrow? ***
Capitolo 6: *** Di nuovo ai confini del mondo ***
Capitolo 7: *** Gli abitanti dell'isola ***
Capitolo 8: *** Imprevisti ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Attenzione: Questa fanfic contiene enormi SPOILER su ‘Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo’, che ho visto ieri sera

Attenzione: Questa fanfic contiene enormi SPOILER su ‘Pirati dei Caraibi – Ai confini del mondo’, che ho visto ieri sera. In particolare il prologo racconta le scene finali del film, quindi fossi in voi non mi rovinerei la sorpresa… Quindi, se non avete visto il film, siete ancora in tempo a tornare indietro.

 

Buona lettura!!!

Pikky91

 

 

                                                                        Prologo

 

-Tieni gli occhi puntati sull’orizzonte- disse Will ad Elizabeth, dopo che si furono scambiati un lungo bacio appassionato.

Elizabeth lo guardò allontanarsi su una scialuppa che lo avrebbe portato all’Olandese Volante, nave di cui era divenuto capitano. Poco dopo la nave sparì nel nulla, in un lampo di luce verde.

Will se n’era andato. E non lo avrebbe più rivisto per dieci anni.

Le lacrime iniziarono a scorrere lente sul viso di Elizabeth, che si avvicinò al forziere posato su uno scoglio lì vicino.

-È sempre appartenuto a te… Abbine cura…- le aveva detto poco prima Will, affidandoglielo.

Si asciugò le lacrime col dorso della mano, iniziando a pensare a quei dieci anni che sarebbero trascorsi fra quel giorno e il prossimo incontro con Will.

Dieci anni…

Sarebbe stata capace di aspettare tutto quel tempo per poi vedere il suo amato solo per un giorno, fino al tramonto?

Ma soprattutto, avrebbe sopportato ogni volta il dolore dovuto alla partenza di Will?

Quelle domande continuavano a risuonarle nella testa, senza trovare alcun tipo di risposta, e facendola stare male, molto male.

 

 

 

Ammutinato.

Lo avevano ammutinato di nuovo.

Ma quella volta Jack Sparrow aveva il coltello dalla parte del manico: era in possesso della cartina per giungere ai confini del mondo, all’immortalità e a tanti altri misteri. Ovviamente l’aveva rubata a Barbossa, per poi usarla come merce di scambio in previsione di un tiro mancino, cosa che era appena avvenuta, oltre che per giungere alla tanto agognata immortalità.

Capitan Jack Sparrow sorrise, mentre si accingeva a guardare la propria bussola, che lo avrebbe portato in qualunque luogo avesse desiderato.

 

 

 

 

 

Rieccomi!!!

Che ve ne pare??? Mi raccomando recensite…

L’idea mi è venuta ieri sera, mentre guardavo i titoli di coda del film, che ho visto in anteprima. Io e la mia amica stavamo aspettando che finissero per poi vedere la scena aggiuntiva. Ed ecco che io salto fuori con l’idea di questa fanfic. La visione della scena aggiuntiva mi ha poi dato un ulteriore motivo per scrivere questa fanfic, dato che, come saprete se l’avete vista, si vede Will che, dopo 10 anni, torna da Elizabeth, che nel frattempo ha avuto un figlio, che è cresciuto senza padre, che, poverino, lo potrà vedere soltanto una volta ogni 10 anni.

‘Che tristezza…’ ho subito pensato.

Will ed Elizabeth sono sì insieme, come avevo tanto sperato, ma il modo in cui lo sono nel film non mi va molto giù… Insomma, è tristissimo!!! E così scriverò questa fanfic per dare giustizia a questa coppia, che adoro!!!

Please, recensite per farmi sapere cosa ne pensate…

Bacioni

Pikky91

 

P.s: Il prologo è un po’ breve, lo ammetto, ma mi serviva per introdurre…^^

Credo che però i capitoli saranno lunghi circa tre pagine di word ciascuno (li devo ancora scrivere^^).

 

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Capitolo 2
*** Tortuga ***


Elizabeth Turner si sedette sulla spiaggia, su quella stessa spiaggia che era stata spettatrice del saluto fra lei e Will

Ciao a tutti!!! Ecco a voi il nuovo chappy, un po’ lunghetto…^^ Per farmi perdonare del fatto che il prologo fosse un po’ corto…^^

Mi raccomando, recensite!!!

Allora, a proposito di recensioni, ringrazio:

-Manny: Ma ciao!!! Come stai??? Da quanto tempo!!! Se sei ancora alla ricerca di spoiler in questo chap ce ne sono parecchi… Mi rendo conto anch’io che il prologo era un po’ corto… Ma mi serviva corto così… Adesso, però, c’è questo chappy… Che è abbastanza lunghetto… Quindi spero di essermi fatta perdonare… Spero che continuerai a seguire la storia!!! Bacioni… Pikky91

-Stellysisley: Grazie per la recensione!!! Ecco qui il nuovo chap, dato che il prologo ti ha incuriosito… Spero che continuerai a recensire e che pubblicherai qualche altra storia, mi piacerebbe leggerne!!! Baci… Pikky91

-Michy90: Ciao!!! Spero che quando leggerai il chap sarai già andata al cinema… Altrimenti non leggere!!! Se lo leggerai quando avrai visto il film sarà meglio, fidati...^^ Quindi ti vieto di leggere!!! Se vuoi farlo, fallo a tuo rischio e pericolo… Bhè, la fine purtroppo è quella… T^T Me triste… Insomma, Will, il mio Will, destinato ad una tristezza così… No, no… Dovevo per forza scrivere, per riscattare lui ed Elizabeth, ecchecavolo!!! Vabhè… Spero che il chap ti piaccia (l’ho concluso un po’ prima del dovuto, come ti ho accanato via e-mail…^^)… Ci sentiamo via e-mail!!! Bacioni!!! Pikky91

-Valepigia: Ecco il chappy che aspettavi, spero ti piaccia e che tu recensisca… Spero anche che tu sia riuscita a vedere la scena aggiuntiva… Io sono rimasta dentro martedì, dato che avevo immaginato la facessero, come nei due film precedenti… Ma in sala pochi hanno seguito l’esempio mio e della mia amica… Baci… Pikky91

-Berenice: Grazie per i complimenti!!! Comunque sono degli infami a mettere le scene dopo i titoli di coda, dai, è ovvio che non tutti le guardano… Questa era la prima volta che mi fermavo a vederla… Quella del secondo e quella del primo le ho viste dal dvd, quindi…^^ Bhè, spero che continuerai a seguire la fanfiction e a recensire!!! Baci… Pikky91

 

1. Tortuga

 

Elizabeth Turner si sedette sulla spiaggia, su quella stessa spiaggia che era stata spettatrice del saluto fra lei e Will.

Si portò le ginocchia al petto, cingendole con le braccia e appoggiandovi sopra il mento.

Era ormai una settimana che Will se n’era andato, ed erano sette giorni che lei continuava ad andare su quella spiaggia, stando a fissare l’orizzonte anche per ore, come le aveva suggerito il marito, nella speranza di vederlo arrivare. Ma lui non sarebbe arrivato, se non dopo dieci anni.

Quei sette giorni appena trascorsi, però, le sembravano un’eternità. Il peso della lunga attesa che avrebbe dovuto subire era schiacciante, opprimente. Elizabeth aveva dentro di sé una tristezza immensa, che la faceva stare male e piangere, d’altronde le lacrime erano l’unico modo per sfogare quell’enorme dolore.

L’unica medicina in grado di alleviarlo, seppur in parte, era ripensare a tutti i bei momenti trascorsi con Will: era una sorta di modo per sentirlo più vicino, in particolare riassaporando le sensazioni provate sette giorni prima, quando i due giovani avevano potuto consumare le proprie nozze, celebrate da Barbossa sulla Perla Nera, mentre a bordo infuriava la battaglia contro la ciurma dell’Olandese Volante, tra fragori di spade in combattimento che si incrociavano fra loro e scrosci ininterrotti di pioggia, dato che le due navi si trovavano nel bel mezzo di un gorgo.

Entrambi i giovani non sapevano se sarebbero sopravvissuti a quello scontro, così Will aveva chiesto ad Elizabeth di sposarlo e lei, in risposta, aveva chiesto a Barbossa di recitare la formula di rito che li avrebbe resi marito e moglie, unendoli così in un forte vincolo.

E così, tra un avversario e l’altro, i due ragazzi avevano finalmente coronato il loro sogno, dopo essere stati messi alla prova da vari eventi, e avevano suggellato l’evento scambiandosi un lungo bacio, cosa che non facevano da molto tempo.

La felicità dei due novelli sposi, però, era durata ben poco. I loro sogni si erano infranti qualche minuto dopo, a bordo dell’Olandese Volante, quando Will era stato trafitto al petto dalla spada di  Davy Jones.

-No!- aveva urlato Elizabeth, sentendosi morire. Non poteva essere vero, non poteva crederci, non doveva. Aveva appena ritrovato Will, ma in quel momento se l’era visto portare via dalla crudeltà di Davy Jones. Le erano tornate alla mente le parole che Will le aveva detto poco prima, dopo che lei gli aveva detto che non era il momento più adatto per una proposta di matrimonio: -Ma forse è l’unico.

Non sapeva quando aveva maledettamente ragione…

-Guardami! Will ti prego guardami!- gli aveva detto poi, avvicinandosi al suo corpo steso a terra, agonizzante, e prendendogli il viso fra le mani.

I loro occhi si erano poi incontrati, ma quelli di Will erano apparsi spenti, opachi.

Stava per morire, lo sapeva. Ma in quel momento non voleva credere che stesse accadendo sul serio, che stesse assistendo alla morte dell’uomo che amava più di ogni altra cosa.

Le lacrime di Elizabeth di fondevano con le gocce di pioggia, mentre Jack faceva in modo che Will pugnalasse il cuore per dargli una possibilità di salvezza. La ragazza si era accorta di quel gesto soltanto quando aveva visto la mano di Will afferrare debolmente il pugnale del padre. In seguito non aveva nemmeno sentito che il capitano l’aveva presa di peso, per poi riportarla sulla Perla Nera, dal tanto che era sconvolta. Avrebbe voluto rimanere accanto al corpo ormai inerme di Will, ma Jack l’aveva portata via. Aveva poi abbandonato il capo nel petto di Jack, dando sfogo a tutte le sue lacrime.

Poco dopo, però, l’Olandese era riemerso dall’acqua, con a bordo Will, che era vivo, con una grossa cicatrice sulla parte sinistra del torace, e che era diventato capitano della nave.

‘L’Olandese deve avere un capitano’. Questo era quello che aveva detto Sputafuoco Bill Turner, prima che lei e Jack tornassero sulla Perla. E in quel momento la ragazza aveva compreso il significato esatto di quelle parole.

Vedere Will a bordo di quella nave le aveva provocato una gioia immensa, che era però stata guastata da un’incedente malinconia. Sapeva quello che diventare capitano dell’Olandese avrebbe comportato. E già l’aveva temuto.

Subito dopo l’Olandese Volante e la Perla Nera avevano unito le loro forze per combattere il nemico comune: Cuttler Beckett. E ci erano brillantemente riusciti.

Dopo la vittoria, Elizabeth era stata chiamata da Gibbs, che le aveva detto, sorridendo: -La vostra scialuppa è pronta! I remi sono già dentro.

E così la ragazza, trepidante, vi era salita a bordo e, dopo aver salutato la ciurma e Capitan Sparrow, nel più breve tempo possibile aveva raggiunto un’isola lì vicino, dove Will l’attendeva, sorridendo.

Non appena lo aveva visto, era subito scesa dalla scialuppa e gli era corsa incontro, buttandogli le braccia al collo e urlando il suo nome.

-Oh, Will!- aveva poi detto, non appena aveva trovato rifugio tra le sue braccia.

-Elizabeth…- le aveva detto lui, accarezzandole i capelli.

La ragazza era scoppiata a piangere, dicendo: -Credevo… credevo che non ti avrei più rivisto… Che fossi morto…

-Ssh…- l’aveva tranquillizzata lui, continuando a tenerla stretta fra le braccia. Non appena la ragazza si era calmata, i due avevano sciolto l’abbraccio e si erano baciati appassionatamente, disperatamente, sapendo che quello sarebbe stato uno di quei baci che per tanto tempo non avrebbero più potuto scambiarsi e di cui avrebbero sentito la mancanza.

E lì, su quella spiaggia, avevano fatto l’amore, non solo una volta, consumando così quella notte di nozze che tempo prima era stata loro negata ed esprimendo in quel modo tutto l’amore che provavano l’uno per l’altra.

Elizabeth chiuse gli occhi ricordando quel momento in cui i loro corpi si erano fusi per formare una cosa sola, rivivendo mentalmente la scena, mentre una lacrima scorreva solitaria sulla sua guancia, ricordando poi il momento in cui lei e Will si erano dovuti salutare, al tramonto.

Era inevitabile, ogni volta che richiamava alla mente i bellissimi momenti trascorsi fra le braccia di Will, il ricordo del loro triste saluto non poteva fare a meno di insinuarsi nella sua mente, a guastare il tutto.

Elizabeth si strinse ancora di più le ginocchia al petto, mentre piangeva per l’ennesima volta da quando suo marito se n’era andato.

‘Non posso continuare così per tutto questo tempo, fino a quando non lo rivedrò. Non posso… Non ci riesco…’ pensò, asciugandosi le lacrime col dorso della mano.

All’improvviso, le balenò un’idea in mente. Si alzò e corse verso la grotta in cui aveva nascosto abilmente il forziere contenente il cuore di Will. Aveva voluto celarlo subito in quel luogo. Non riusciva a sopportare di averlo così vicino, di sentirlo battere a ritmo costante, di pensare che più volte era stata lei la causa dell’accelerazione del battito di quel cuore, che fino a qualche giorno prima pulsava nel petto dell’amato.

Faceva male.

Ma da quel momento in poi avrebbe dovuto imparare a sopportarlo, dato che lo avrebbe portato ovunque, con sé. Will le aveva affidato il compito di custodirlo, e lei avrebbe adempito al proprio dovere.

Dopo aver smosso freneticamente con le mani la sabbia che lo ricopriva, lo prese fra le braccia e lo infagottò in alcune stoffe che si trovavano nella grotta, che avevano assunto la funzione di coperte, dato che aveva dormito lì qualche notte. Dopodiché si mise il fagotto sotto braccio, e corse fino al villaggio che si trovava lì vicino: doveva assolutamente rimediare da una nave qualsiasi un passaggio per Tortuga.

 

 

 

Jack Sparrow bevve un sorso di rum dal suo boccale, trangugiando avidamente, finchè il bicchiere, che era pieno per metà, si svuotò. Lo sbatté sul tavolo, svegliando Gibbs, che, nonostante tutto il fracasso che regnava in quella locanda a Tortuga, era riuscito ad addormentarsi.

Alla fine era rimasto bloccato lì, in quel covo di pirati. Non che la cosa gli dispiacesse, anzi. C’era rum a volontà. Ma sapeva che non sarebbe resistito a lungo, amava troppo la vita di mare e la libertà che essa dava per starvi lontano per molto tempo.

Ripensò a sette giorni prima, quando si era ritrovato nuovamente ammutinato, quando per la terza volta aveva dovuto sopportare la vista di Barbossa che si allontanava a bordo della sua nave. Dopo quella scoperta, aveva poi deciso di salpare per i confini del mondo, ed era già pronto, non fosse stato che l’unico mezzo di navigazione in suo possesso era una scialuppa.

Non poteva giungere in quei luoghi infestati a bordo di quella bagnarola.

Non ci sarebbe proprio giunto, in quel modo.

E così, scuotendo sconsolato la testa, era sceso dalla scialuppa ed era corso dietro a Gibbs, che da quel momento sarebbe diventato la sua compagnia fissa.

-Credi davvero che Barbossa tornerà qui e ci riprenderà a bordo?- chiese questi, tornato lucido, interrompendo i ricordi del capitano.

-Sì- rispose brevemente Jack. Se conosceva bene Barbossa, sapeva che prima o poi sarebbe tornato a Tortuga. Anch’egli bramava l’immortalità e non appena si sarebbe accorto che la cartina per giungere ai confini del mondo non era più in mano sua, sarebbe tornato da Jack, che avrebbe finalmente potuto trattare.

Nell’ipotesi che ciò non avvenisse, però, Jack si sarebbe messo alla ricerca di una ciurma e di una nave, per intraprendere quella nuova avventura.

 

 

 

Tre giorni dopo Hector Barbossa stava facendo vela verso Tortuga.

Dieci giorni prima aveva scoperto che Jack aveva rubato la cartina per arrivare ai confini del mondo. Tutto questo senza che lui se ne fosse accorto. Quell’uomo non finiva mai di sorprenderlo.

Barbossa sarebbe tornato indietro subito dopo quella scoperta, per riprendersi ciò che gli era stato sottratto, ma non voleva dare a Jack la soddisfazione di vederlo arrivare immediatamente, non voleva fargli vedere che per il momento dipendeva da lui.

Voleva farlo penare un po’, perché sapeva benissimo che, una volta tornato a Tortuga, avrebbe dovuto portarlo a bordo con sé. Jack non si sarebbe facilmente separato da quella cartina e lo avrebbe convinto ad imbarcarlo, trattando. Conosceva troppo bene la propria nemesi, poteva quasi prevedere le sue mosse, anche se non mancavano i momenti  in cui Jack lo sorprendeva, come era appunto successo dieci giorni prima.

 

 

 

Elizabeth Turner scese dalla nave su cui si era imbarcata tre giorni prima, ringraziando il capitano che le aveva dato un passaggio, senza pretendere nulla in cambio, o almeno dopo che aveva saputo chi era. In fondo, essere stata eletta Re dei Pirati aveva i suoi vantaggi.

Tenendo il forziere sottobraccio, si diresse la locanda in cui era stata qualche tempo prima, travestita da ragazzo. Sperò che non sarebbe venuta a scatenarsi una rissa come quella dell’ultima volta.

Quando Elizabeth vi entrò, vedendo Jack Sparrow seduto ad un tavolo, assieme a Gibbs, sgranò gli occhi per la sorpresa.

Era venuta lì a Tortuga apposta per cercare informazioni su di lui, per poi andare a cercarlo.

Ma non avrebbe mai pensato di trovarlo così presto.

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Capitolo 3
*** Trattative ***


Ciao a tutti

Ciao a tutti!!!

Scusate il ritardo, ma questa settimana sono stata un po’ impegnata per quanto riguarda la scuola… Meno male che è quasi finita… Non ne posso più!!!

Il chap è un po’ corto, ma non potevo inserire la parte successiva perché non c’entra niente col capitolo… Capirete perché leggendo il prossimo…^^

I ringraziamenti sono a fine capitolo, perché sono un bel po’…^^ Quindi… A dopo!!!

Buona lettura!!!

Pikky91

 

 

2. Trattative

 

‘Cosa diavolo ci fa qui?’ si chiese Elizabeth, ancora ferma sulla soglia della locanda. Aveva immaginato che prima o poi Jack avrebbe fatto sosta a Tortuga, per fare rifornimento di donne e di rum, ma sarebbe stata davvero fortunata se lo avesse trovato al primo colpo e per giunta proprio nel periodo di quella sua sosta. Aveva pensato che, dato che era finito tutto e Beckett era morto, sarebbe tornato alla sua solita vita di sempre, alla ricerca di una nuova avventura e che avrebbe fatto sosta a Tortuga immediatamente, non fermandosi però a lungo.

Perplessa, si diresse verso il tavolo in cui era seduto insieme a Gibbs, quando notò una cosa: oltre a loro due non vi era nessun altro componente della ciurma. Davvero strano.

Non appena vi giunse, Jack volse lo sguardo in sua direzione e quando la riconobbe disse: -Elizabeth? Cosa ci fai qui?

-Potrei farti la stessa domanda…

-Barbossa l’ha ammutinato. Di nuovo- disse Gibbs, ricevendo un’occhiataccia da Jack.

-Di nuovo?!?- chiese Elizabeth, sedendosi e posando il forziere sul tavolo.

-E quello cosa ci fa qui?- chiese il capitano, indicandolo.

-Bhè… A dire la verità ero venuta qui per cercare informazioni sul tuo conto, con l’intenzione di cercarti e di proporti un accordo. Ma adesso che sei stato ammutinato le cose si complicano. Il mio piano prevedeva che tu avessi la Perla. Ma provvederemo a trovare una nave.

-Per fare cosa?

-Per fare rotta ai confini del mondo. Per ritrovare Will.

-Anche se lo ritrovassimo, non potresti salire a bordo dell’Olandese Volante… Nessun mortale può.

-Ritrovare Will era l’ultima clausola, infatti. Se ti conosco bene, so che non ti sei arreso. So che cerchi ancora un modo per ottenere l’immortalità. E ti stavo cercando proprio per unirmi a te in questa ricerca.

-E cosa ti fa pensare che io avrei accettato? O accetterei, è lo stesso…

-Ti ricordo che io e te siamo due dei nove pirati nobili, e che sei stato proprio tu ad eleggermi re dei pirati, titolo di cui ora posso ampiamente disporre. E in più, non si può negare un favore ad una vecchia amica…- disse Elizabeth sfoderando un sorriso furbo.

‘E così anche Elizabeth vuole l’immortalità’ pensò Jack facendo una smorfia. Dopo averla ottenuta, si sarebbe imbarcata a bordo dell’Olandese, assieme a Will, da quanto aveva capito. Poteva comprendere le sue motivazioni. Vedere la persona amata solamente ogni dieci anni e vivere ogni giorno nell’attesa doveva essere terribile da sopportare.

Se avesse avuto la Perla, probabilmente sarebbero partiti alla ricerca della sorgente della vita eterna, l’aqua de vida, come era indicata sulla cartina.

Quasi avesse intuito i suoi pensieri, Barbossa, seguito dalla ciurma, entrò nella locanda e quasi subito individuò Jack, che sorrise furbescamente. Ormai non sperava più in una sua venuta, d’altronde erano passati dieci giorni dal suo ammutinamento.

-Se tutto va come previsto, salperemo a breve, a bordo della mia nave- sussurrò il capitano, rivolto a Gibbs ed Elizabeth, in particolare a quest’ultima.

-Jack Sparrow!- sbraitò Barbossa, non appena gli fu davanti.

Jack, sorridendo quasi sadicamente, si alzò, tirò fuori dalla giacca la cartina arrotolata e, battendola ripetutamente sul palmo della mano disse: -Hector… Dove  credevi di andare, Hector?

Elizabeth dovette mordersi il labbro inferiore per non scoppiare a ridere, ricordando quando tempo prima avevano recuperato Jack dallo scrigno di Davy Jones e Barbossa lo aveva convinto a farlo salire a bordo, assieme a lei, Will ed altri componenti della ciurma che il capitano voleva abbandonare lì su quella spiaggia. Barbossa aveva usato come mezzo la cartina e quelle stesso parole, pronunciando il nome Jack con falsa amorevolezza.

La risata, però, le morì sulle labbra quando la sua mente si focalizzò sull’immagine di Will.

Le mancava da morire.

Ma le se le cose fossero andate come sperava, a breve avrebbe potuto riabbracciarlo e passare con lui il resto della propria vita, che sarebbe stata eterna.

-Che tu sia maledetto Jack Sparrow!- disse Barbossa, irato.

-Se la cosa comporta diventare uno scheletro alla luce della luna o avere i tentacoli, no grazie- rispose Jack, rimettendo la cartina al sicuro nella sua giacca.

-Cosa vuoi, Jack?- chiese Barbossa, ormai rassegnato.

-Mi sembra chiaro: la mia nave.

-Vuoi dire la mia nave.

-No, mio caro Hector, la Perla è mia. Ti ricordo che il capitano ero io, prima che ti mi ammutinassi per la prima volta.

-E adesso il capitano sono io, dopo averti ammutinato per la seconda volta. E non sarei tornato indietro se tu non avessi qualcosa che mi appartiene.

-Vedi, Hector, siamo pari. Anche tu hai qualcosa che mi appartiene.

-E piantala di chiamarmi Hector!

-Insomma, smettetela voi due! Possibile che ogni volta dobbiate litigare? Mettiamoci d’accordo e facciamola finita!- proruppe Elizabeth, mettendo fine al battibecco fra i due capitani. Andando avanti di quel passo, avrebbero continuato a discutere per delle ore, senza giungere a nessun accordo.

-Miss Turner… Cosa ci fate qui?- le chiese Barbossa, accortosi della sua presenza solo in quel momento.

-Volevo unirmi a voi nella ricerca delle fonte dell’eterna giovinezza, ma se non troviamo un punto d’accordo sarà difficile.

-Elizabeth ha ragione. Quindi tu mi restituisci la mia nave ed io, lei e Gibbs partiamo.

-E noi?- disse Ragetti, ricevendo immediatamente una gomitata da Pintel.

-Voi restate qui a Tortuga assieme al vostro capitano Barbossa- disse Jack, che ancora non aveva particolarmente digerito la faccenda dell’ammutinamento. Credeva ormai che dopo tutto quello che avevano passato insieme, l’equipaggio si fosse in un certo modo affezionato a lui, cosa dimostrata dal fatto che avessero tutti alzato la mano, quando lui aveva chiesto se qualcuno era venuto a salvarlo solo perché sentiva la sua mancanza.

-Te lo scordi Jack. Io non lascio la mia nave.

-Ah sì? E come ci arrivi ai confini del mondo, senza la cartina? E senza la mia bussola?

-Mi duole dirlo, ma ti porterò con  me a bordo assieme a Gibbs e Miss Turner. Ma solo perché abbiamo tutti lo stesso obiettivo in comune.

Jack sorrise soddisfatto. Poteva tornare a bordo della propria nave. Con qualche espediente dei suoi avrebbe poi convinto la ciurma ad ammutinare Barbossa.

-Sì, può andare. Ma salirò a bordo solo in qualità di capitano. Perché dopotutto sono o non sono Capitan Jack Sparrow?

Barbossa, in risposta, roteò gli occhi, poi girò i tacchi ed uscì dalla locanda, seguito dalla ciurma e da Jack, Gibbs ed Elizabeth, che era sollevata nel vedere che erano finalmente giunti ad un accordo.

Non appena furono tutti a bordo della Perla Nera, salparono e Barbossa disse: -Jack… La cartina…

-Eh no, mio caro… Questa la tengo io come garanzia.

-E allora consultala, vorrei sapere la rotta…

 

 

Vi è piaciuto??? Mi raccomando, recensite!!!

Ringraziamenti:

MewAlexis: Grazie per i complimenti! Sono contenta ti piaccia… Spero che continuerai a recensire…

Valepigia: Sono d’accordo con te: ‘One day’ è bellissima, anche io l’ascolto all’infinito… Comunque… Il capitolo interamente dedicato a Will sarà il prossimo, era già mia intenzione farlo fin da subito, ma prima volevo risolvere la questione dell’ammutinamento… Ma il prossimo è solo per il nostro amore…^^ Spero continuerai a recensire… Un bacio, ci sentiamo sul forum…

Michy90: Sono contenta che il chap ti sia piaciuto, come ne abbiamo già parlato via e-mail… Ti ringrazio ancora per la recensione e spero che anche questo chap ti piaccia!!! Un bacione…

Miss Vixen: Spero tu sia riuscita a vedere la scena dopo i titoli di coda e che questo chap ti sia piaciuto… Un bacio…

Stellysisley: Oddio… Ti ho fatto addirittura piangere… Grazie per avermi detto che riesco a rendere bene sentimenti ad emozioni…^^ Spero continuerai a recensire…Un bacio…

Berenice: Ho commosso pure te, sto iniziando a sentirmi in colpa… Comunque vedrai che andando avanti la storia non sarà così triste… ^^ Spero continuerai a recensire… Un bacio…

Rosgreenday: Qui nel chap c’è una parte di cosa succederà, ma ne vedrai ancora delle belle… Spero continuerai a recensire… Un bacio…

Padmeskywalker: Una sparrabeth fra coloro che seguono la mia storia… Interessante!!! Grazie per i complimenti… Sono contenta che la storia ti piaccia, spero ti sia piaciuto anche questo chap… Continua a recensire, mi raccomando…^^ Un bacio…

Jiujiu91: Ammazza quante premesse!!! Sei poi riuscita ad andare a vedere il film? O hai ancora dato buca alla tua amica? Comunque hai scritto abbastanza… e poi adoro le recensioni lunghe!!! Come vedi qui c’è Barbossa, che ti fa tanta compassione…^^ E per quanto riguarda le tue speranze su Will, mi dispiace ma non tradisce Elizabeth con Tia Dalma…^^ Mi hai fatto morire quando l’hai scritto…^^ Un bacio…

Giova85: Spero che questo chap sia all’altezza delle tue aspettative… Andando avanti poi vedrai come si evolve la vicenda… Sono contenta che la storia ti piaccia…^^

Elvisina: Spero di aver soddisfatto la tua curiosità…^^

Dubhe: Ma ciao Gemel!!! Grazie per aver recensito… Anche per aver letto questo chap in anticipo… Grazie!!! Tvukdbxs

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Capitolo 4
*** Il capitano dell'Olandese Volante ***


-Ti lascio il comando della nave- disse Will Turner a suo padre Sputafuoco Bill, con l’intenzione di ritirarsi nella sua cabin

3. Il capitano dell’Olandese Volante

 

-Ti lascio il comando della nave- disse Will Turner a suo padre Sputafuoco Bill, con l’intenzione di ritirarsi nella sua cabina, cabina che un tempo era appartenuta a Davy Jones.

Sputafuoco annuì, prendendo il comando del timone, ormai abituato al fatto che il figlio gli facesse quella richiesta per stare da solo con i propri pensieri. Succedeva spesso.

Poco dopo Will si chiuse la porta della cabina alle proprie spalle, sospirando.

Elizabeth gli mancava da morire.

Erano trascorsi solo dieci giorni dal loro ultimo incontro, ma a lui sembravano dieci anni, quei dieci anni che avrebbe dovuto aspettare per poterla finalmente riabbracciare, per una sola giornata. Finita quella giornata, poi, quell’insopportabile e dolorosa attesa sarebbe ricominciata fino a che un giorno, recandosi al luogo dell’appuntamento, non avrebbe trovato più nessuno ad aspettarlo.

E Will temeva quel giorno.

Lo temeva con tutte le sue forze.

Non avrebbe potuto sopportare il dolore di scoprire che la sua Elizabeth era morta, senza che lui potesse essere al suo fianco.

Ma era impotente di fronte a ciò, non poteva fare niente, poteva soltanto vedere tutti i suoi cari invecchiare, mentre lui sarebbe rimasto giovane e bello per l’eternità.

Era immortale adesso e l’immortalità aveva un prezzo, anche se quella condizione era dovuta ad una scelta altrui, non ad una propria.

Will strinse i pugni, sedendosi all’organo di Davy Jones.

Era successo tutto così in fretta…

Quando Jones l’aveva trafitto con la spada un tempo appartenuta a Norringhton, aveva visto tutta la sua vita passargli davanti, aveva rivissuto in pochi attimi i bei momenti passati con Elizabeth, la cui voce che lo chiamava gli sembrava lontana.

E poi la vita aveva abbandonato il suo corpo, facendogli chiudere gli occhi e accasciare la testa di lato. Nell’ultimo barlume di coscienza, aveva sentito Elizabeth che urlava di dolore, piangendo. Sapere che stava così male per via della sua morte gli aveva provocato quasi più dolore di quanto non facesse la spada conficcata nel suo petto, se ciò era possibile.

Non si era accorto che Jack Sparrow, nel frattempo, aveva fatto in modo che la sua mano stringesse il pugnale che avrebbe poi trafitto il cuore di Davy Jones. In quel momento il suo destino era stato deciso, adempiendo a quel progetto che molto probabilmente era già stato fissato da un po’, stando a quello che aveva detto Tia Dalma la prima volta in cui aveva visto Will.

‘La mano del destino è sopra di te…’ aveva detto Tia Dalma, che poi non era altro che la fautrice di tutto quello: la dea Calypso, colei di cui Jones si era innamorato, colei che lo aveva reso l’immortale capitano dell’Olandese Volante, affidandogli il compito di mostrare la via a coloro che erano morti in mare o la cui morte fosse legata ad esso, colei che non lo aveva aspettato, colei che quell’unico giorno ogni dieci anni non si era fatta trovare nel luogo dell’appuntamento, scatenando così la sua ira e facendolo diventare quel mostro che senza pietà lo aveva ucciso sotto gli occhi di Elizabeth.

Il ricordo della sua morte era ancora vivido, poteva quasi sentire nuovamente il dolore lancinante che aveva provato quando quella spada aveva trafitto le sue carni.

Aveva creduto fosse la fine e gli era dispiaciuto di non poter più vedere Elizabeth, dopo che finalmente si erano riappacificati e avevano potuto coronare il loro sogno d’amore.

Ripensandoci, Will chiuse gli occhi, portandosi una mano al petto, nel punto in cui avrebbe dovuto esserci il cuore.

Ma non c’era.

Al suo posto c’era una cicatrice ancora fresca.

Quando, poco dopo aver creduto di essere passato a miglior vita, si era risvegliato, sott’acqua, sempre a bordo dell’Olandese, aveva scoperto che il suo cuore era stato messo nel forziere e sostituito con quello di Jones.

Inizialmente non aveva ben capito quello che era successo, credeva di essere morto, come effettivamente avrebbe dovuto essere. ‘Magari sono finito in chissà quale dimensione ultraterrena…’ aveva subito pensato, confuso. Poi man mano aveva capito, vedendosi circondato dai membri  della ciurma di Jones, compreso Sputafuoco, che ancora aveva in mano il pugnale con il quale poco prima gli aveva cavato il cuore dal petto: da quel momento sarebbe stato l’immortale capitano di quella nave, che avrebbe solcato i mari dei confini del mondo.

Il pirata che era in lui era stato felice di vedere che non era morto e che mai più lo sarebbe stato, a meno che qualcuno non avesse trafitto il suo cuore racchiuso nel forziere. Ma d’altro canto sapeva ciò che quella condizione comportava: rivedere Elizabeth ogni dieci anni, nell’unico giorno in cui l’Olandese poteva fare porto.

C’era solo una cosa peggiore a quel destino, ed era non vedere affatto la sua amata, cosa che fino a poco prima si era concretizzata. Aveva sorriso amaramente nel fare quella considerazione, sorriso che poco dopo era riapparso sulle sue labbra quando, finita la battaglia, lui ed Elizabeth si trovavano sui ponti delle rispettive navi, a guardarsi, e Sputafuoco era andato da lui parlandogli e concludendo con: -Un giorno ogni dieci anni… È un caro prezzo per quello che si è fatto.

-Dipende da com’è quel giorno…- aveva risposto lui, con quel sorriso amaro velato di malinconia, che l’avrebbe accompagnato nei giorni a venire.

E in effetti quel giorno era stato memorabile, lui ed Elizabeth l’avevano passato insieme su quell’isola, godendo di ogni istante, cercando di imprimerlo bene nella loro memoria per poi ricordarlo negli anni a venire, quando la lontananza sarebbe stata insopportabile ed il suo peso opprimente.

Era stato difficilissimo separarsi da lei, quando si era accorto che ormai il sole volgeva al tramonto. Dopo averle affidato il suo cuore, si era diretto verso la propria scialuppa, sperando ardentemente che lei lo chiamasse, che non si separassero così dolorosamente, con lui che le affidava quel compito gravoso, legandola a lui per il resto della sua vita.

E così era avvenuto: lei l’aveva chiamato, lui si era voltato, lei gli era corsa in contro e si erano baciati. Un bacio disperato, appassionato, ricco d’amore, che racchiudeva in sé tutto ciò che provavano l’uno per l’altra e che stavano provando in quel momento.

Poi, però, si erano dovuti separare definitivamente, malgrado non volessero.

Will era dovuto salire a bordo dell’Olandese, che poi era sparito, a seguito del verde baleno. E da allora il suo compito di traghettare le anime dei morti, mostrando loro la via, era iniziato ed era stato abbastanza indaffarato da non pensare troppo ad Elizabeth, dato che si doveva rimediare a tutto il ‘lavoro arretrato’ di Jones. Ma, nel giro di pochi giorni, la situazione si era stabilizzata e quindi aveva avuto tempo per fermarsi a pensare alla moglie e a tutto quello che era accaduto nei giorni precedenti, in particolare dieci giorni prima.

Non riusciva a smettere di pensare a lui ed Elizabeth sdraiati sulla spiaggia, l’una fra le braccia dell’altro. A quel ricordo, però, se ne univa un altro, che era più doloroso.

Elizabeth gli aveva appoggiato la testa sul petto, per sentire il battito del suo cuore, come le piaceva fare quando a Port Royal, durante il loro fidanzamento, prima che Beckett mandasse a monte il loro matrimonio, si sedevano all’ombra degli alberi del giardino della casa del governatore. Will non poteva fare a meno di ricordare quando lei, una volta, gli aveva detto che adorava sentire i battiti del suo cuore, sentirli accelerare ogni qualvolta lui la stringeva fra le sue braccia e lei si abbandonava a quel contatto, ascoltando il ritmico battito, a volte regolare, a volte no.

Era stato doloroso quando, dieci giorni prima, l’aveva vista ripetere quel gesto e scostarsi subito, con le lacrime agli occhi. Lui l’aveva notato subito e si era sentito a disagio, poi le aveva sollevato il mento con due dita e l’aveva baciata, per tentare di darle un conforto.

Aveva provato a vivere quell’unica giornata senza pensare alla separazione che ne sarebbe seguita, ma non vi era riuscito, il pensiero che per dieci anni non si sarebbero visti era fisso.

E continuava ad esserlo, a distanza di dieci giorni.

‘Come diavolo farò a sopportare tutto questo? Come?’ pensò, sbattendo furiosamente il pugno sulla tastiera dell’organo di Davy Jones, provocando un suono altrettanto rabbioso, che fece sobbalzare la ciurma.

 

 

 

 

Che ve ne pare??? Recensite, mi raccomando!!!

Scusate il ritardo, ma sono stata (e sono tuttora) impegnatissima per via dell’oratorio estivo, ho tempo di scrivere solo alla sera, in cui sono stravolta e preferisco sdraiarmi sul divano…

Cercherò di scrivere il quarto entro la settimana, per poi pubblicarlo entro il prossimo week-end…

Ma passiamo ai ringraziamenti:

Dubhe: Ma ciao Gemel!!! Uffa, adesso sei in vacanza e non posso tediarti con i capitoli di questo racconto… Mi manchi!!!! (Ma non per il motivo sopra citato…^^) Ti voglio bene!!! Bacioni

Valepigia: Grazie per i complimenti!!! Mi dispiace però che non riuscirò ad aggiornare più spesso… Anche se ci proverò… Spero che questo tanto atteso capitolo sul nostro Will ti sia piaciuto, e di essere riuscita a rendere bene quello che potrebbe provare… Fammi sapere che ne pensi!!! Ci vediamo sul forum, bacioni!!!

Stellysisley: Spero che in questo capitolo non avrai pianto, dato che è un po’ triste… Se è così mi dispiace, col prossimo vedrò di farti ridere…^^ Bacioni

Michy90: Bhè, ti ho già fatto sapere cosa penso delle recensione tramite e-mail, quindi evito ripetizioni…^^ Comunque… le idee… Bhè, non so come mi vengono… Alcune me le sogno di notte, altre mi vengono nei momenti più impensabili… E il peggio è che nella mia testa si formano i dialoghi e le ambientazioni… Ci sentiamo via e-mail… Bacioni

Mojomojo: Sono contenta che la ff ti piaccia… Per la scena aggiuntiva, in questa storia non la descriverò, dato che la cambierò, però nella mia storia ‘The curse is over’ è descritta, puoi dare un’occhiata lì…^^ Baci

Jiujiu91: Sei andata a vedere il film? E se sì com’è andata? Hihi, sono curiosa di sapere la reazione dei tuoi amici… In questo capitolo non c’è il tuo personaggio preferito che ti ricorda il bagnino delle terme di Merano, mi spiace… Ma nel prossimo provvederò… Bacioni

Giova85: Grazie per i complimenti! La questione dell’ammutinamento non mi è andata molto a genio, quindi ho voluto risolverla… A modo mio… Spero continuerai a recensire…

Elvisina: Grazie per i complimenti, mi hanno fatto davvero piacere… Spero che anche questo chap ti piaccia… Fammi sapere che ne pensi… Baci…

Rosgreenday: Bhè… Te le direi… Ma poi ti rovinerei la sorpresa… Ti posso solo dire che le tue speranze saranno avverate…^^ Baci…

Padmeskywalker: Non è poi così presto, ma vabhè… Spero che il chap ti sia piaciuto… Baci

RòRò: Grazie per i complimenti!!! Spero continuerai a recensire…Baci

Mewalexis: Eccoti accontentata, Will è riapparso… Fammi sapere che ne penso di questo capitolo interamente dedicato a lui… Baci…

Berenice: Eh già, Barbossa esaspera Jack, ma anche quest’ultimo non scherza… Grazie per i complimenti! Spero che questo chap ti sia piaciuto… Baci…

Carlottina: Grazie per i complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia… Almeno tu non hai dovuto aspettare tanto, prima che aggiornassi… Hai letto qualche giorno fa…^^ Spero continuerai a recensire… Bacioni

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Capitolo 5
*** Cosa vuole Capitan Jack Sparrow? ***


Erano passate due settimane dalla loro partenza da Tortuga

4. Cosa vuole Capitan Jack Sparrow?

 

Erano passate due settimane dalla loro partenza da Tortuga. Si stavano dirigendo verso la Florida e Cuba, dove la cartina indicava si trovasse Aqua de vida, la fonte dell’eterna giovinezza.

Ci avrebbero messo certamente di meno, se la bussola di Jack avesse funzionato a dovere. Da quando il capitano era tornato a bordo della perla, quest’ultima aveva di nuovo smesso di funzionare, in mano sua. Ogni volta che la guardava, vedeva l’ago che girava senza fermarsi ed era costretto a richiuderla, con una smorfia di disappunto.

Di nuovo non sapeva quello che voleva. Eppure, quando si era scoperto nuovamente ammutinato, l’oggetto aveva funzionato perfettamente, indicandogli prima il rum, e poi la rotta per Aqua de vida.

Perché non sapeva quella che voleva?

Jack stesso non sapeva rispondere a quella domanda, che continuava a porsi, vanamente.

Che fosse tutto dovuto alla presenza di Elizabeth?

No, impossibile.

Forse era stato così la prima volta che la bussola non funzionava più, prima che lei lo incatenasse all’albero della Perla per lasciarlo in balia del Kraken.

Tia Dalma, notando il malfunzionamento dell’aggeggio, aveva detto, ridendo e canzonandolo: -Jack Sparrow che non sai quello che tu vuoi… O forse lo sai, ma sei restio a rivendicarlo come tuo.

Ed era proprio ad Elizabeth che si era riferita, Jack lo sapeva. Sapeva che la bussola non funzionava anche per quel motivo, che non era l’unico. Uno dei suoi desideri era appunto quello di poterla rivedere, anche solo per una volta. Aveva sempre provato per lei un’attrazione fisica, che sapeva essere ricambiata. Lei, però, stava con Will e lo amava. Ma Jack, trovandosela a bordo della Perla e sapendo che il suo fidanzato era a bordo dell’Olandese, aveva voluto provare a sedurla, dicendole che in fondo non erano poi così diversi.

Ed Elizabeth glielo aveva dimostrato.

Non nel modo in cui avrebbe voluto lui, certamente, ma glielo aveva dimostrato.

Da quel momento Jack aveva cercato di togliersela dalla testa, d’altronde la sua curiosità era stata soddisfatta, l’aveva baciata, ma nel contempo aveva capito che non sarebbe mai stata sua. Lei lo aveva incatenato alla nave per salvare gli altri, fra i quali si trovava Will. E ciò confermava quanto lei lo amasse. Il tempo trascorso nello scrigno, quindi, aveva aiutato Jack a non pensare più ad Elizabeth, tanto da non farla comparire nemmeno nelle proprie allucinazioni.

Quando l’aveva rivista, poi, il suo primo pensiero era stato quello di lasciarla lì, assieme a Will, Barbossa e qualche altro membro della ciurma.

Il motivo del malfunzionamento della bussola, non era quindi da imputare alla ragazza.

Allora a cosa?

Era da escludere anche il fatto che volesse trovare il forziere di Davy Jones per potersi salvare ancora una volta la pellaccia, ormai Jones era morto, e con lui si era estinto il debito che aveva nei suoi confronti. In più il forziere era a bordo della Perla, al sicuro nella piccola cabina di Elizabeth.

Jack Sparrow richiuse la bussola, per l’ennesima volta da quando erano partiti, facendo una smorfia.

Era convinto di sapere quello che voleva, ovvero l’immortalità, e ciò era rafforzato anche dal fatto che fosse già morto e che non avrebbe più voluto esserlo.

Tutto ad un tratto, però, gli venne un’illuminazione.

La bussola, dopo l’ammutinamento, aveva nuovamente funzionato perché lui in quel momento aveva desiderato ardentemente di essere a bordo della Perla e aveva indicato la rotta per giungere ad essa, non ad Aqua de vida. Quindi, ora che vi si trovava nuovamente a bordo, non era più il suo più grande desiderio. In fondo, gli bastava essere sulla propria nave, e tutto il resto passava in secondo piano.

Con quel pensiero, Jack Sparrow aprì nuovamente la sua bussola e sorrise nel vedere che questa volta l’ago indicava una direzione precisa.

 

 

 

Il giorno dopo, finalmente, giunsero nel luogo che la mappa indicava.

-Ma qui non c’è niente!- disse Pintel, sporgendosi dal parapetto per poter osservare meglio.

Barbossa roteò gli occhi nel sentirlo, poi gli rispose: -La mappa indica i confini del mondo e noi adesso siamo ancora nel nostro mondo… Il luogo in cui ci troviamo è uno dei tanti portali che portano al mondo aldilà di questo, e la mappa li indica tutti.

-Io lo sapevo- sussurrò Ragetti al compare, sogghignando e ricevendo in cambio un’occhiataccia che gli tolse il sorriso dalle labbra.

-Ora che si fa?- chiese Elizabeth, guardandosi intorno.

-Si aspetta che io trovi il portale, come Barbossa si aspetta da me, ma io non mi aspetto da lui che sia in grado di trovare la soluzione, dato che l’ultima volta avete tutti aspettato la mia illuminazione di far rollare la nave, quindi si aspetta che mi venga un altro lampo di genio, cosa che nessuno si aspetta da me, nonostante io sia capitan Jack Sparrow- rispose quest’ultimo, inventandosi uno dei suoi soliti giochi di parole, che ovviamente nessuno capì. L’unica cosa che fu chiara a tutti era che si doveva aspettare.

-Quindi aspettiamo?- disse Gibbs, speranzoso di aver almeno afferrato quel concetto e di non ricevere alcuna risposta negativa da parte di Jack, come era successo tempo prima quando quest’ultimo aveva fatto un gioco di parole ancora più complicato riguardo la chiave di Davy Jones, da cui non si riusciva ad estrapolare alcun pensiero di base.

-Esatto- rispose Barbossa, poco convinto. D’altronde, però, quella era l’unica soluzione, dato che la mappa erano in mano di Jack, che non la lasciava incustodita nemmeno un minuto. Anche volendo, non avrebbe potuto consultarla, quindi non gli restava che affidarsi alle intuizioni di Jack, anche se la cosa gli risultava difficile, nonostante in passato non si fosse rivelata una scelta sbagliata.

 

 

 

Una settimana dopo, erano ancora allo stesso punto. Jack non riusciva a trovare il modo per attraversare il portale, nonostante passasse le giornate guardando la mappa.

La Perla aveva attraccato ad un’isola deserta lì vicino per fare rifornimento di acqua e cibo, dato che la ciurma non voleva trovarsi impreparata come l’ultima volta, in cui se Jack non avesse trovato il modo per tornare nel loro mondo sarebbero morti di fame e di sete.

Alcuni membri della ciurma erano andati sull’isola a cercare appunto dei viveri, mentre altri erano rimasti a bordo della Perla, compresi Jack, chiuso in cabina a guardare la cartina, Barbossa, che si trovava sul ponte e temeva che Sparrow potesse veleggiare lontano da lì, abbandonandolo su quell’isola e ammutinandosi, ed Elizabeth, chiusa nella sua cabina a dormire.

All’interno della cabina, Jack, mangiucchiandosi un’unghia, stava osservando meticolosamente la cartina, per trovare anche solo un indizio per trovare il portale. Di tanto in tanto beveva un sorso di rum, sperando che lo aiutasse ad aver quel lampo di genio che stava aspettando da una settimana.

Tutto ad un tratto, però, gli venne in mente un’idea. Raggiante, corse fuori dalla cabina urlando: -Trovato!

Sul volto di Barbossa si dipinse un ghigno: finalmente Jack ce l’aveva fatta.

 

 

 

Che ve ne pare??? Mi raccomando, recensite!!!

Ringraziamenti:

Valepigia: Eh già, Will soffre, eccome… Io proporrei di metterci d’accordo per andare a fargli una visitina e consolarlo…^^ Bhè, mi fa piacere che l’attesa, almeno per te, renda la fic più interessante… Bacioni, ci sentiamo sul forum

Totta1412: Una nuova lettrice… Mi fa molto piacere!!! Sono contenta che la storia ti piaccia e ti ringrazio moltissimo per i complimenti!!! Mi raccomando, continua a recensire… Baci

Carlottina: Guarda, lasciamo stare il tema ‘crudeltà di Davy Jones’… Non sai quanto l’ho odiato quando al cinema ha ammazzato Will… Però ha avuto la fine che si è meritato… Comunque, sono contenta che la mia storia e il mio stile ti piacciano, spero di non averti deluso con questo chap, che non mi convince molto… Bha, spero comunque che piaccia… Mi raccomando, continua a recensire… Bacioni

Michy90: Grazie mille per i complimenti, sono contentissima che il chap precedente su Will ti sia piaciuto… Spero che ti piaccia anche questo, che finalmente sono riuscita a pubblicare… Spero anche che il tuo blocco ti sia passato, non vedo l’ora di leggere il tuo sesto… Ci sentiamo via e-mail, poi, come al solito…^^ Bacioni

Rosgreenday: Mi fa piacere che il chap ti sia piaciuto e ti ringrazio per il complimento… Spero continuerai a recensire e che anche questo chap ti sia piaciuto… Baci

Stellysisley: Grazie per i complimenti!!! Spero che anche questo chap ti piaccia… Baci

Jiujiu91: Hihihi… Purtroppo per te non ti sei riuscita a sottrarre dalla visione del film… Uffa, mentre ti rispondo alla recensione, sarai a Malta a prendere il sole… Beata te… In questo capitolo c’è Hector, anche se come mi hai detto l’hai svalutato… Ma non temere, più avanti credo che comparirà anche qualcosuccia su Davy e Calypso, devo ancora studiare il modo per inserircelo…^^ Bhè… Spero recensirai non appena tornerai da Malta, non ci sono mai stata ma dev’essere proprio bella… Sigh, beata te, ripeto… Comunque… Mi hai fatto troppo ridere quando hai parlato di Elizabeth, che da verginella spaurita diventa coniglietta di play boy… hihihih…. Bacioni

MewAlexis: Eh già… Will soffre troppo, povero… T^T… Spero che anche questo chap ti sia piaciuto… Baci

Giova85: Grazie per il complimento… Spero che anche questo chap ti piaccia e che continuerai a recensire…

Dubhe: Ma ciao gemel!!! Eh già, adesso che sei tornata sono ricominciati i nostri ‘scambi’… Hihi, hai capito la battuta? No? Ok, lascia perdere, il mio senso dell’umorismo fa pena… Comunque sono contenta che la storia ti piaccia… E ti ringrazio per i complimenti… Spero che recensirai anche questo chap, nonostante tu l’abbia letto in anticipo… Hehe… Tvukdbxsextlv ci vediamo oggi al grest… Speriamo che non ci sia nessuno… Bacioni

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Capitolo 6
*** Di nuovo ai confini del mondo ***


-Come ho fatto a non pensarci prima

Annuncio: Questa potrebbe essere l’ultima volta che aggiorno, dato che il 13 parto per l’Irlanda e sto via due settimane. Torno il 27, ma subito dopo, ovvero il 29, parto coi miei alla volta della Francia, da cui farò ritorno verso il 20 Agosto. Ma non preoccupatevi, mentre sono via mi adopererò a scrivere, anche se poi mi toccherà copiare tutto l’operato da carta a pc, ma per voi miei lettori questo ed altro. Spero di poter riuscire ad aggiornare prima della mia partenza, ma non prometto niente… Visti i miei ritmi… Bhè, buona lettura!!! E commentate, mi raccomando…

 

 

5. Di nuovo ai confini del mondo

 

-Come ho fatto a non pensarci prima?- borbottò Jack fra sé e sé, mentre raggiungeva Barbossa sul ponte.

-Allora?- chiese quest’ultimo, aspettando la risposta con impazienza, dato che poco prima l’aveva sentito esclamare ‘Trovato!’.

-Il verde baleno!

-Cosa?- chiese, incredulo.

-Il verde baleno. Dobbiamo aspettare il tramonto, nel punto preciso indicato dalla mappa, e poi puf! Scompariremo nel verde baleno per poi riapparire ai confini del mondo- spiegò il capitano.

-E tu ci hai messo una settimana per capirlo?- chiese Barbossa, sorpreso dalla facilità di quella spiegazione, ma ancora di più dal fatto che Sparrow ci avesse messo così tanto ad arrivarci.

-Bhè, avrei voluto vedere te al mio posto!- rispose Jack, indignato.

Barbossa ignorò la provocazione, da cui altrimenti si sarebbe scaturito l’ennesimo battibecco, dopodichè si voltò e andò da Pintel e Ragetti ad ordinare loro di calarsi a bordo di una scialuppa che raggiungesse l’isola per chiamare il resto della ciurma, date che di lì ad un paio d’ore ci sarebbe stato il tramonto.

 

 

 

Due ore dopo, il cielo si stava imbrunendo, segnalando l’imminente tramonto. Non appena era stato assicurato che tutta la ciurma fosse a bordo, la Perla Nera aveva fatto vela verso il punto preciso indicato dalla mappa e dalla bussola di Jack.

Il sole, come ogni giorno, stava per terminare il suo quotidiano percorso, tuffandosi nel mare, a cui ormai era prossimo. Il cielo si stava dipingendo di rosso, e tutta la ciurma aspettava con il fiato sospeso che il sole calasse. E quel momento non tardò ad arrivare.

Poco dopo, infatti, il sole sembrò gradualmente sparire negli abissi. Mano a mano che ciò avveniva, l’eccitazione a bordo della Perla aumentava progressivamente.

Infine il tramonto giunse al termine e il sole sparì, inghiottito fra le acque più profonde. E in quel preciso istante in cui ciò avvenne, la Perla Nera sparì, avvolta da un verde baleno.

Ognuno a bordo restò esterrefatto.

Jack Sparrow, che sorrideva trionfante, ancora una volta aveva avuto ragione, e toccò anche a Barbossa ammetterlo, seppur con se stesso.

Non appena il verde baleno scomparve, la nave si ritrovò in delle acque molto simili a quelle in cui si trovava in precedenza. Se non fosse stato per il lampo di luce verde e per il fatto che in quel momento stesse albeggiando mentre ci sarebbe dovuto essere il tramonto, nessuno avrebbe mai detto che erano finalmente giunti ai confini del mondo.

Jack, guardandosi intorno, notò che sopracoperta mancava Elizabeth. Pensò che fosse rimasta in cabina, così andò a controllare. Gli sembrava strano che fosse rimasta sottocoperta dopo tutto quel trambusto, quindi voleva accertarsi che andasse tutto bene. Non appena fu davanti alla porta bussò. Elizabeth venne ad aprire poco dopo, con una faccia visibilmente assonnata.

‘Possibile che abbia dormito per tutto questo tempo?’ si chiese Jack, perplesso.

-Jack? Che c’è?- gli chiese poi lei, portandosi una mano davanti alla bocca per coprire uno sbadiglio.

-Niente… Volevo solo dirti che siamo ai confini del mondo.

Nel sentire le ultime tre parole, Elizabeth si era risvegliata del tutto e non potè fare a meno di trattenere un sorriso. Finalmente! Avrebbero potuto mettersi alla ricerca di Acqua de vida e poi avrebbe potuto ricongiungersi a Will, se tutto fosse andato come sperava.

-Elizabeth… Sei sicura di stare bene? Il mio enorme intuito sulla natura femminile mi dice il contrario…- chiese poi il capitano, preoccupato, interrompendo i suoi pensieri.

-Sì, perché?- chiese lei di rimando, non capendo il motivo di quella preoccupazione.

-Ho notato che ultimamente passi quasi tutto il tempo qui, nella tua cabina…

-Bhè, semplicemente perché non sarei di ottima compagnia, se venissi sopracoperta. Quindi preferisco stare qui, da sola con i miei pensieri- disse la ragazza, abbassando lo sguardo. Ed era la verità, anche se per gran parte del tempo che passava in cabina, Elizabeth dormiva, in preda ad una strana stanchezza e sonnolenza, probabilmente dovute entrambe alla fatica accumulata e alle emozioni provate nelle settimane precedenti, che si stavano facendo sentire. Per il resto del tempo, invece, non faceva altro che pensare a Will, ascoltando i battiti che provenivano dal forziere contenente il suo cuore, poggiato sullo scrittoio presente nella cabina. Nonostante all’inizio non lo sopportasse, perché le ricordava la condizione in cui era l’amato, man mano aveva imparato ad abituarsi a quelle ritmiche pulsazioni, pensando che forse in quel modo poteva sentire Will più vicino, alleviando il peso della sua lontananza.

-Capisco. Ma non ti farebbe male prendere una boccata d’aria, ogni tanto- aggiunse poi Jack, serio. Poi se ne andò, salendo per le scale che conducevano al ponte.

Elizabeth chiuse la porta dietro di sé, sorridendo al pensiero che Jack si stesse preoccupando per lei, nonostante la cosa non fosse proprio da lui. Ma pensò che in fondo aveva ragione: salire sopracoperta, di tanto in tanto, non avrebbe potuto farle che bene.

 

 

 

La Perla stava navigando in quelle vastissime acque già da ore, senza scorgere nulla all’orizzonte, quando Elizabeth decise di salire sul ponte.

-Miss Turner… Vedo che finalmente siete uscita dalla vostra cabina…- le disse Barbossa, non appena la vide appoggiarsi al parapetto.

Lei rispose con un sorriso di circostanza, mettendosi a fissare l’orizzonte, non potendo fare a meno di ricordare ciò che le aveva detto Will prima di partire. Ma in quel momento la tristezza che provava ogni volta che richiamava quel momento alla mente, fu meno intensa del solito, forse mitigata dal fatto che l’orizzonte che stava osservando forse era lo stesso che osservava lui. Elizabeth non sapeva esattamente in che punto dei confini si trovassero, ma già il fatto che si trovassero lì significava molto per lei: la speranza di poter cambiare quel destino crudele si era finalmente concretizzata, nonostante non fossero ancora giunti alla fonte dell’eterna giovinezza. Ma si trattava dell’ennesima questione di tempo. L’attesa per ottenere l’immortalità era nulla in confronto all’attesa che avrebbe dovuto subire per il resto della sua vita. Sarebbe stata solo una questione di giorni e finalmente ognuno avrebbe potuto appagare il proprio desiderio di immortalità.

A questo proposito, Elizabeth volse il capo in direzione di Barbossa e gli chiese: -Quanto distante si trova Aqua de vida da qui? Cosa dicono le mappe?

-Lo saprei se Sparrow me le lasciasse consultare, ma non le abbandona un attimo- rispose il capitano, ormai rassegnato a quel fatto.

La ragazza represse una risata, immaginandosi l’ennesima disputa tra i due capitani, riguardante le mappe, con Barbossa che chiedeva di poterle consultare e Jack che, stringendosele al petto con fare protettivo, diceva di no. Li aveva già visti fare così qualche volta, nei giorni precedenti, nelle rare volte che non rimaneva chiusa in cabina. Sapeva che Jack non avrebbe mai fatto consultare le mappe a Barbossa, nonostante quest’ultimo lo chiedesse quasi insistentemente quanto inutilmente, dato che erano l’unica garanzia che aveva per restare a bordo della Perla.

-Oh, Hector, speri ancora che io te le faccia consultare?- disse Jack, raggiungendo Elizabeth e Barbossa e sventolando le mappe davanti a quest’ultimo, rimettendole subito via non appena aveva cercato di afferrarle. Passeggiando sul ponte, non aveva potuto fare a meno di sentire quello che aveva detto ad Elizabeth, quindi aveva deciso di raggiungerli per poter dare una risposta alla ragazza, ma soprattutto per ricordare al capitano quanto dipendesse da lui, cosa che lo divertiva enormemente ogni qualvolta vedeva la sua espressione, ovvero un misto fra rabbia e rassegnazione.

-Quanto manca ad Aqua de vida, Jack?- chiese Elizabeth, curiosa.

-Le mappe indicano con una nave il punto in cui si trovava il portale che abbiamo attraversato e poco distante la fonte, quindi non dovremmo essere poi così lontani- rispose Jack, anche se la distanza che avevano percorso fino a quel momento gli sembrava un po’ troppa. Ma in fondo sperava che a momenti avrebbero scorto terra all’orizzonte.

Barbossa prese il cannocchiale che teneva in una tasca della giubba, lo allungò e si mise a scrutare l’orizzonte, per vedere se Jack aveva ragione. Se così fosse stato avrebbero dovuto scorgere qualcosa, oltre all’immensa distesa di acque.

-Io non vedo niente- disse dopo aver osservato attentamente per qualche istante.

-Con l’età stai perdendo la vista…- disse Jack, sogghignando. Nel frattempo, aveva anch’egli tirato fuori il suo cannocchiale, più lungo e quindi più potente di quello di Barbossa, dalla giubba e si era messo anch’egli ad osservare l’orizzonte, scorgendo una sottilissima linea di terra, che una vista non acuta come la sua non avrebbe intravisto.

-Come?- chiese Barbossa, accigliandosi a quell’insinuazione.

-C’è una sottile linea di terra all’orizzonte, probabilmente si tratta di un isola. Ed ovviamente io l’ho vista e tu no- gli spiegò Jack, godendosi il momento di superiorità.

Barbossa roteò gli occhi, poi chiese: -E quanto dista da qui, secondo i tuoi calcoli?

-Se il vento resta a nostro favore, credo che in poco più di un’ora toccheremo terra- rispose Jack, rimettendo via il proprio cannocchiale.

 

 

 

Come previsto da Jack, un’ora e mezza dopo, la Perla Nera aveva attraccato allargo di quell’isola e parte della ciurma si stava dirigendo verso essa a bordo di una scialuppa, che poco dopo giunse a riva. A quel punto, Jack, Barbossa, Elizabeth, Pintel, Ragetti e Gibbs misero piede sulla spiaggia di quell’isola deserta, su cui pensavano si trovasse Acqua de vida.

Non appena si addentrarono nella foresta lì presente, però, furono accerchiati da delle persone che imbracciavano dei fucili o impugnavano una pistola.

Evidentemente l’isola non era deserta, come tutto faceva credere.

 

 

 

 

Che ve ne pare?!? Lo so, sono infame a lasciarvi così, col fiato sospeso, al mio probabilmente ultimo aggiornamento prima di partire… Per lo meno tengo viva la vostra attenzione…

Mi raccomando, recensite!!!

Ringraziamenti:

Michy90: Già, sei stata la prima… Ora tu sei in vacanza (beata te!!!) e potrai leggere questo capitolo solo al tuo ritorno, per vedere se le tue supposizioni erano giuste o meno. Grazi per i complimenti, spero che anche questo capitolo ti piaccia, stavolta non ci sono Pintel e Ragetti, ma Jack e Barbossa… Hihih, mi diverto troppo a far battibeccare quei due… Bacioni

Rosgreenday: Grazie per i complimenti!!! Davvero, sono contentissima che tu mi abbia detto che ho ben descritto il personaggio di Jack, era una delle mie più grandi preoccupazioni, prima di iniziare questa storia… In questo chap ho cercato di seguire il tuo consiglio, è leggermente più lungo dei precedenti. Sarei dovuta andare avanti ancora un pochino, ma ho preferito farlo finire in questo punto, per creare più suspance… Cercherò di fare il prossimo un po’ più lunghetto, anche perché in effetti ci devo inserire un po’ di roba… Grazie del consiglio!!! Spero che continuerai a recensire… Baci

Valepigia: Ora sì che sono di nuovo ai confini… Dai, stavolta ti ho fatto aspettare di meno, anche se sul forum ho letto che sei in vacanza… Beata te, cavoli!!! Comunque, riguardo a Will ed Elizabeth… Non ti posso dire niente… Lo so, sono infame… è possibile sì che si possano incontrare, ma non nel modo in cui tutti credono… Bacioni

Carlottina: Come ho scritto sopra a Vale… è probabile che i due piccioncini si rivedano, ma non nel modo in cui tutti credono… E poi non posso dirvi nulla, vi rovinerei la sorpresa… Ti ringrazio per i complimenti, spero che anche questo chap ti sia piaciuto. Come ho detto a Rosgreenday, grazie per avermi detto che sto descrivendo bene Jack, il mio timore era di farlo risultare OOC, è un personaggio talmente complesso!!! Spero di aver aggiornato abbastanza presto… Baci

NCH: Un nuovo lettore, cosa che fa sempre piacere… Grazie mille dei complimenti, sono contenta che la storia ti piaccia. Spero che continuerai a seguire e recensire!!! Baci

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Capitolo 7
*** Gli abitanti dell'isola ***


Note dell’autrice: Ciao a tutti

Note dell’autrice: Ciao a tutti!!!

Per prima cosa mi scuso enormemente per il ritardo… In Irlanda ho scritto l’inizio di questo capitolo, che una volta tornata a casa ho copiato a computer, ma poi ho avuto il blocco. Non riuscivo più a buttare giù neanche una frase, pur avendo bene in mente come la storia dovesse svolgersi. Cosa che mi è successa anche con la mia storia nella sezione Harry Potter, ‘Why do I love yuo?’, che vi invito caldamente a leggere, se vi va, e che in teoria adesso dovrei riuscire a continuare. Aggiungeteci poi anche il fattore scuola, dato che quest’anno sono in terza e si sente, il carico è diventato molto ma molto più pesante… Quindi vedrò di scrivere e di aggiornare non appena ho un po’ di tempo… E di conseguenza non posso dire quando sarà il prossimo aggiornamento, vi prego di perdonarmi…

Scusatemi ancora per il disagio dovuto al ritardo…

Bacioni e buona lettura

Pikky91

 

                                                                        6. L’isola

 

-E voi da dove spuntate fuori?- chiese Jack, perplesso.

-Chi siete?- chiese l’uomo che stava puntando il fucile contro Elizabeth, ignorando la domanda del capitano.

-Potrei farvi la stessa domanda- rispose Jack, beffardo, non arrendendosi.

-Ma sarebbe una domanda stupida. Sono gli abitanti dell’isola, no? Altrimenti che ci farebbero qui? E in più direi che non siamo in una condizione tale da poter porre domande, con fucili e pistole puntati addosso- disse Barbossa, roteando gli occhi e pensando che ciò che aveva appena detto fosse ovvio a chiunque, ma che evidentemente Sparrow non era dello stesso avviso.

Jack stava per ribattere, ma fu preceduto dall’uomo che aveva appena posto loro la domanda, che disse: -Allora? Chi siete? E cosa diavolo ci fate qui?

Non sarebbe stato prudente dire loro perché si trovavano lì, così Elizabeth, dopo che lei, Jack e Barbossa si furono scambiati un’occhiata complice disse, prendendo come spunto la prima cosa che le venne in mente: -Volevamo mettere la nave alla fonda.

-Qui? In un isola apparentemente deserta, che guarda caso si trova ai confini del mondo?- disse un altro uomo, che puntava la pistola contro Pintel, il quale si voltò verso Elizabeth e le disse: -Ci hai provato, bambolina.

-Avanti- riprovò l’uomo che puntava il fucile contro Elizabeth –Diteci cosa diavolo ci fate qui, anche se ormai credo di averlo intuito.

-L’avete intuito?- gli fece eco Gibbs.

-Se state cercando Aqua de vida, allora credo proprio di sì. È così?

-No!- dissero tutti all’unisono, involontariamente, chiedendosi come diavolo quell’uomo avesse fatto ad indovinare la loro meta.

Il gruppo di uomini, vedendoli rispondere così repentinamente e tutti allo stesso tempo, capì che quella era una menzogna, rise e tutti abbassarono le varie armi ad un cenno di colui che aveva posto le domande, che probabilmente era il capo.

-Bhè? Che avete da ridere?- chiese Elizabeth, irritata, non capendo il perché di quella reazione.

A rispondere fu sempre il presunto capo, che disse: -Sarà una ricerca ardua, vi avverto. Noi abitanti dell’isola ci siamo stabiliti qui dopo aver cercato la fonte invano. Man mano si è aggiunta altra gente che come noi condivideva lo stesso destino.

-Perché non siete tornati nel nostro mondo?- domandò Jack, curioso.

-Non è affondare nella terra dei morti il problema. È riemergerne- disse Elizabeth citando le parole che Barbossa aveva detto a Will prima che si addentrassero fra i ghiacciai che li avrebbero portati ai confini del mondo.

-Esatto, Miss. Ci siamo fermati su quest’isola perché non avevamo la più pallida idea di come tornare a casa, dopo aver vagato a lungo e inutilmente alla ricerca della fonte.

-Oh mannaggia. La fonte è ben nascosta, a quanto pare- disse Jack, facendo una smorfia ed esprimendo i propri pensieri ad alta voce.

-Bhè, cosa credevi? C’era da aspettarselo che Aqua de vida non fosse facilmente raggiungibile, altrimenti tutti sarebbero immortali- ribatté Barbossa, seccato.

-Appurato che non volete farci del male, o almeno così sembra, vi accogliamo sulla nostra isola, ammesso che vogliate fermarvi qualche giorno. Saremo lieti di potervi essere utili dandovi qualche informazione, anche se, personalmente, io mi fermerei qui, se fossi in voi- proseguì l’uomo, impedendo inconsapevolmente che Jack potesse ribattere a Barbossa.

Detto ciò, gli uomini si addentrarono nella foresta, facendo cenno a Jack e agli altri di seguirli.

Elizabeth si incamminò per ultima, più per inerzia che per altro. Lo sguardo fisso davanti a sé, nella mente riecheggiavano le parole che quell’uomo aveva detto poco prima: io mi fermerei qui, se fossi in voi.

Fermarsi?

No, non potevano fermarsi, non dovevano. Per lo meno prima di prendere in considerazione quell’ipotesi avrebbero dovuto fare almeno un tentativo di trovare quella dannata fonte, senza dare troppa retta a ciò che quell’uomo aveva detto.

Insomma, chi poteva assicurare loro che in realtà quegli uomini non avessero trovato la fonte? Magari erano immortali ed erano rimasti su quell’isola nel tentativo di dissuadere coloro che volevano imbarcarsi nella ricerca, per impedire loro di condividere il privilegio della vita eterna.

Ma Elizabeth doveva raggiungere quella fonte, e le chiacchiere di quell’uomo non glielo avrebbero di certo impedito.

D’altronde si trattava dell’ennesima questione di tempo… E lei ne avrebbe impiegato tutto quello di cui ci sarebbe stato bisogno, anche a costo di partire alla volta di quella ricerca da sola, a bordo di una bagnarola.

Era una cosa che doveva assolutamente fare.

Per Will.

 

 

 

Dopo una mezz’oretta di cammino, in cui gli uni avevano fatto la conoscenza degli altri scambiandosi quattro chiacchiere, la foresta terminò, per lasciare il posto ad un enorme spiazzo, su cui sorgeva un piccolo, semplice villaggio.

-E’ qui che vivete?- chiese Jack al capo, di nome Edward, che rispose con un cenno del capo e aggiunse, indicando con la mano destra un gruppo di casupole: -Se volete restare qui a dormire, prima di ripartire, potete sistemarvi in quelle capanne, che sono libere.

Elizabeth, nel sentire quella frase, si sentì sollevata.

La loro permanenza nell’isola sarebbe stata momentanea, poi sarebbero ripartiti.

Per un attimo aveva creduto che Jack volesse fermarsi, nonostante sapesse quanto era determinato a trovare il segreto dell’immortalità.

Durante il cammino, infatti, Elizabeth era stata talmente immersa nei propri pensieri che non aveva udito il capitano dire ad Edward di voler continuare la ricerca.

Sorridendo fra sé e sé per il sollievo, si avviò assieme a Jack e al resto del gruppo alla spiaggia, da dove sarebbero tornati alla Perla Nera per chiamare il resto della ciurma e prendere i loro averi, tra i quali, per la ragazza, era compreso il forziere contenente il cuore di Will.

 

 

 

Elizabeth era seduta sulla spiaggia dell’isola su cui lei e Will avevano consumato le nozze, il vento che le scompigliava i capelli, giocando con le lunghe ciocche bionde.

Le gambe distese e gli avambracci adagiati sulla sabbia, fissava l’orizzonte, come se da un momento all’altro suo marito sarebbe comparso dalle acque, a bordo dell’Olandese Volante.

Non era triste, però. Era felice, tanto che le si disegnò un sorriso di pura gioia sulle labbra, non sapeva nemmeno lei il motivo. Era da tempo che non risentiva così bene e così in pace con se stessa.

Due calde mani che si posarono su suoi occhi e un corpo che aderiva alla sua schiena interruppero quei pensieri, facendola sorridere ancora di più, quando riconobbe quel tocco familiare.

-Will!!!- disse, prendendo le sue mani fra le proprie, fino a portarle all’altezza del ventre, mentre si abbandonava fino a fare ritrovare la schiena appoggiata al suo petto, dopodiché si voltò per dargli un veloce bacio sulle labbra, per poi riaccoccolarsi fra le sue braccia.

-Elizabeth…Non sai quanto  mi manchi...-le disse lui, stringendola a sé ancora più.

-Anche tu, Will… Ogni giorno senza di te è insopportabile e sembra non finire mai…

-Già, persino i secondi sembrano interminabili...- disse mestamente il ragazzo.

Elizabeth si sciolse malvolentieri da quella stretta e si voltò fino a trovarsi faccia a faccia con l’amato, in modo da guardarlo negli occhi.

-Ti amo…- gli disse, passandogli una mano fra i capelli e avvicinando le proprie labbra alle sue.

-Anch’io ti amo…- le sussurrò lui, prima di chiudere la distanza presente fra i loro volti con un bacio carico di amore e disperazione.

Dopo un tempo che parve loro piacevolmente interminabile, la ragazza si staccò, poggiandogli  poi la testa sul petto e chiudendo gli occhi per poter meglio assaporare quel momento. Lui le posò una mano sul capo, accarezzandole piano i capelli e pensando che avrebbe voluto restare così per l’eternità, pur sapendo che non sarebbe stato possibile. Ma in quel momento poco importava, non solo a lui ma ad entrambi. Tutte le orribili sensazioni provate in quelle settimane erano sparite, ora che erano l’una fra le braccia dell’altro.

Era quello l’importante.

 

 

 

Elizabeth si svegliò bruscamente, aprendo improvvisamente gli occhi e sentendo un senso di perdita che non provava dal giorno in cui Will era partito a bordo dell’Olandese.

Perché quel sogno era stato così vivido, quasi reale?

Le aveva solo fatto provare un sollievo momentaneo, che adesso che si era svegliata era totalmente svanito, sostituito da un vuoto assoluto.

Sforzandosi per trattenere le lacrime, la ragazza si alzò dal letto e si diresse nell’altra stanza della capanna che gli abitanti dell’isola le avevano messo a disposizione. Sapeva che avrebbe difficilmente ripreso sonno, così si sedette al tavolo che, assieme a due sedie, faceva parte dello scarso arredamento di quel locale.

Si passò una mano fra i capelli, pensando di nuovo al sogno avuto poco prima.

Non era certo la prima volta che sognava Will da quel fatidico giorno, eppure questa volta era stato diverso. Non le era sembrato di trovarsi nel bel mezzo di un sogno, consapevolezza che, al contrario, di solito aveva, ma di vivere una tranquilla giornata assieme all’amato. In più i sogni precedenti erano pervasi da un senso di malinconia e tristezza la pervadeva, come del resto nella vita reale, mente in quello appena avuto era felice, appagata e soddisfatta come non lo era da tempo. Nonostante lei e Will avessero parlato della loro situazione, in quel momento la cosa le era passata in secondo piano, poiché il fatto che il ragazzo fosse presente accanto a lei eclissava tutto il resto.

Il risveglio, però, era stato improvviso e terribile. Si trovava tra le braccia del marito, quando tutto ad un tratto si era ritrovata in quel letto e quella stanza che non le erano per niente familiari e che l’avevano fatta sentire spaesata. A ciò andava aggiunto quel senso immediato di perdita che non provava da giorni, per farla sprofondare nuovamente nello stato catatonico in cui si era trovata i giorni istantaneamente successivi alla partenza di Will.

Elizabeth sospirò, incrociando le braccia sul tavolo e poggiandovi sopra la testa.

‘Quando tutto ciò finirà?’ si chiese, nella sua mente, senza aspettarsi però una risposta.

 

 

 

Will Turner si svegliò di soprassalto, all’interno della cabina di capitano dell’Olandese Volante.

Aveva appena sognato di trovarsi assieme ad Elizabeth sull’isola in cui si erano dati appuntamento da lì a dieci anni. Nel sogno aveva potuto riprovare sulla propria pelle la sensazione di tenerla stretta fra le proprie braccia e di baciarla, quasi come se la cosa stesse avvenendo sul serio. E si era sentito bene come non si sentiva da tempo e nulla gli importava se non il fatto di essere accanto alla donna che amava.

Ma di colpo era tutto svanito e si era ritrovato nella branda in cui si era coricato poche ore prima, a fare i conti col fatto che si era trattato soltanto di un sogno, indubbiamente bellissimo, ma che purtroppo restava tale e gli faceva ripensare a come in realtà stavano le cose.

Il ragazzo si girò su un fianco, consapevole che non si sarebbe riaddormentato e che non avrebbe fatto altro che pensare ad Elizabeth e all’ingiustizia di poterla vedere soltanto una volta ogni dieci anni.

 

 

 

 

 

Che ve ne pare?!?

Commentate, mi raccomando…^^

Ringraziamenti:

Stellysisley: Grazie mille dei complimenti, spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto anche se, come vedi, Elizabeth ha ripreso sì speranze, che poi sono però precipitate… Spero continuerai a leggere e recensire… Bacioni

Peeves: La risposta alla prima domanda non la so nemmeno io… XD Forse sì, forse no… Mentre quella alla seconda, bhè, hai potuto leggerla da te in questo capitolo… Spero continuerai a seguire e recensire la storia…

Michy90: Ok, non ho aggiornato poi così presto, però per lo meno ho tenuto viva la suspance, anche un po’ troppo mi sa… Grazie della recensione e dei complimenti, spero che questo capitolo ti sia piaciuto e che continui a recensire… Bacioni, Saretta

Jiujiu91: No, non è Lost… XD Telefilm che, tra l’altro, non ho mai visto, ma so di cosa parla perché mia nonna lo guarda e ogni tanto mi racconta qualcosa… La tua idea… Bhè, devo dire che hai fatto centro… E Jack… Non avevo pensato di fargli trovare un’altra donna, in fin dei conti il suo unico amore è il mare… E se creassi un personaggio in grado di farlo innamorare rischierei di cadere nel pericolo MarySue, cosa che vorrei evitare… Vabhè, in settimana verrò a leggere i capitoli nuovi di Maggie, non appena ho una briciolo di tempo, questa scuola mi sfinisce… Poi prometto che recensisco… Bacioni!!!

LillySparrow: Grazie dei complimenti!!! E tranquilla, come ho già detto a Jiujiu, non ho intenzione di inserire una donna che catturi il cuore del nostro Jack… In fondo ce lo vedo bene single… Spero continuerai a recensire… Ossequi donna del Capitano^^…

Mojojojo: Ci hai azzeccato pure tu…^^ Mi raccomando, continua a recensire… Baci

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Capitolo 8
*** Imprevisti ***


7

7. Imprevisti

 

Una settimana dopo il loro approdo sull’isola, Jack e i suoi si trovavano a bordo della Perla Nera e si stavano preparando alla partenza, non dopo, durante la loro permanenza, essersi fatti raccontare da Edward la sua avventura ed essersi fatti dare delle indicazioni su cosa avrebbero trovato in seguito, non appena avrebbero deciso di proseguire il viaggio alla ricerca della fonte di vita eterna.

Nonostante Edward l’avesse messo in guardia sul fatto che quest’ultima fosse introvabile, Jack non era per niente preoccupato. D’altronde lui possedeva la bussola, capace di portarlo in qualsiasi luogo desiderasse.

La sera prima il capitano e la ciurma si erano congedati dagli abitanti dell’isola ed erano andati a coricarsi nelle loro capanne, per poi, quella mattina, svegliarsi presto per raggiungere la nave e preparare la partenza.

Elizabeth, mentre questi preparativi stavano avendo luogo, si trovava nella propria cabina, sdraiata sulla branda, nell’attesa che la nave salpasse, e ripensava all’ennesimo sogno maledettamente realistico che aveva fatto quella notte.

Inspiegabilmente, dopo aver sognato l’amato la prima notte in cui si trovava ai confini del mondo, aveva continuato a far sogni su di lui, sogni che ogni volta sembravano essere sempre più realistici e da cui trovava sempre più difficile e soprattutto doloroso svegliarsi, poiché al termine di essi si ritrovava sola, nel suo letto, senza Will accanto a sé e ricordava quasi improvvisamente come stessero realmente le cose.

E questo, ogni volta, faceva sempre più male, dannatamente male.

In quell’ultimo periodo, poi, al risveglio da ogni sogno accadevano due cose: o iniziava a piangere senza fermarsi, per quanto volesse trattenersi dal farlo, oppure si dirigeva precipitosamente fuori dalla capanna in preda ad una fortissima nausea e, una volta giunta nei pressi della giungla, si chinava a terra per poter dare di stomaco.

Ultimamente si stava comportando in modo strano, doveva ammetterlo. Ignorava il perché ciò avvenisse, ma lo imputava al fatto che Will fosse lontano da lei.

Sospirò, come ormai faceva ogni volta che ripensava all’amato, poi si mise a sedere e si alzò, decisa ad andare sopracoperta, dato che, a quanto pareva, la Perla Nera era salpata.

- Qual buon vento! - disse Jack, non appena la vide giungere sul ponte. Durante la loro permanenza sull’isola, infatti, l’aveva vista raramente, dato che come se ne stava rintanata in cabina quando erano a bordo della Perla, tale e quale stava sulla terra ferma, se non che al posto della cabina vi era la capanna. Per cui, in quel momento, il fatto di vederla sul ponte poteva essere considerato più unico che raro, dato che le apparizioni di Elizabeth in pubblico, in quegli ultimi tempi, erano molto sporadiche.

Elizabeth, nel sentirlo dire quella frase, gli rivolse un’occhiataccia e andò ad appoggiarsi al parapetto, sbuffando, inspiegabilmente irritata per quella battutina di Jack, che non era poi tanto diversa da quelle che le rivolgeva di solito.

Il capitano si mise di fianco a lei e, stavolta serio, le disse: - Ultimamente non sembri più tu.

La ragazza fece un sorriso amaro, poi disse: - Te ne sei accorto anche tu, eh? Credevo di star riuscendo a nasconderlo bene… Ma evidentemente mi sbagliavo.

- Mi rendo conto che il tuo stato d’animo è dovuto all’assenza di Will, ma sono sicuro che lui non vorrebbe che tu ti strugga in questo modo. Insomma, pensa che a breve raggiungeremo acqua de vida e in seguito anche l’Olandese Volante, dove sarò felice di lasciarti – disse il capitano, sfoderando un sorriso furbo, alla fine della frase.

Nell’udirla Elizabeth gli rivolse uno sguardo confuso, poi gli disse, come se non avesse capito, quando in realtà era il contrario: - Come, prego?

- Bhé, credi che io abbia già dimenticato l’incontro ravvicinato con il Kraken dovuto a causa tua? Ti sbagli, sai… Sono morto, è un po’ difficile dimenticare un’esperienza simile. E sai, vivo nel terrore che tu possa rifare un atto del genere – si giustificò il capitano.

- Adesso capisco. Ma mi dispiace dover dissipare i tuoi timori, dato che non ho intenzione di ucciderti nuovamente – gli disse la ragazza, forse con un tono più duro di quanto volesse far sembrare.

- Ora sì che sono più tranquillo… - disse Jack sorridendo allegramente, dopodiché si congedò da Elizabeth per andare al timone per poter stuzzicare Barbossa. Ma non fece in tempo ad arrivare da quest’ultimo, che sentì degli strani versi provenenti dal posto in cui aveva lasciato la ragazza, così si precipitò da lei per poi vederla riversa sul parapetto, a cui si aggrappava con le mani le cui nocche erano bianche dal tanto stringerlo, mentre dava di stomaco. Non appena le fu accanto la sorresse con un braccio, mentre con l’altro le tenne indietro i capelli con una mano, per evitare che le si sporcassero. Aspettò che terminasse, dopodiché l’accompagnò nella sua cabina.

Passarono accanto a Gibbs, che Jack sentì mormorare a Pintel e Ragetti, mentre si faceva il segno della croce: - Già porta male avere una donna a bordo… Figurarsi se questa donna sta male…

Lanciò loro un’occhiataccia, sperando che Elizabeth non avesse sentito quel commento.

Non appena la porta della cabina fu chiusa alle loro spalle e la ragazza adagiata sul letto, il capitano le rivolse, serio, dicendo: - Adesso mi accerto che tu stia meglio, poi torno sul ponte e dico a Barbossa di far rotta verso l’isola.

- No! – protestò la ragazza, mettendosi velocemente a sedere. Fu però un errore, poiché le venne un capogiro e fu costretta a sdraiarsi nuovamente.

- E invece sì. Dovresti vedere come sei pallida, faresti invidia ad un fantasma. Anzi, a dirla tutta il tuo colore è molto simile  a quello di un morto che ho visto quando sono stato portato nello scrigno di Davy Jones… Sembrava simpatico, avrei potuto scambiarci quattro chiacchiere volendo, così magari non mi sarei subito messo a parlare da solo come ho fatto per tutto il tempo. Ma non divaghiamo… Insomma, Elizabeth, non stai bene. Quindi adesso torniamo sull’isola, ti faremo vedere da qualcuno e ripartiremo non appena saremo certi che tu stia meglio. Comprendi?- disse Jack, l’ultima frase in un tono che non ammetteva repliche.

La ragazza però non parve o non volle coglierlo, poiché rispose, questa volta restando sdraiata per evitare altri capogiri: - No! Non voglio essere un peso per la ciurma. Quindi proseguiamo per la rotta che la tua bussola indica.

- Non vuoi essere un peso per la ciurma, dici… Fidati, lo saresti di più se stessi male. Hai sentito prima Gibbs, no? Vuoi che faccia altri commenti del genere?

- No… - disse Elizabeth in un sussurro, ripensando a ciò che aveva sentito poco prima e provando una fitta di dispiacere.

- Bene. Ora riposati, ti verrò a chiamare fra poco quando saremo approdati sull’isola.

La ragazza annuì debolmente, poi, dopo che Jack fu uscito dalla cabina chiuse gli occhi, cercando di non pensare a nulla.

 

 

 

Elizabeth fu condotta in una capanna, dove viveva la moglie di Edward, Mary, non appena, dopo essere approdati, furono giunti nuovamente al villaggio, sotto gli sguardi interrogativi degli abitanti.

La donna, dopo che Jack, fuori dalla casupola, le ebbe brevemente illustrato le condizioni della ragazza, entrò nella capanna e con un largo sorriso disse: - Bene Miss Turner, vediamo un po’ di capire cosa vi affligge. Iniziamo con qualche domanda.

Non ricevendo alcun segno di risposta se non un breve cenno da parte di Elizabeth, che era stata fatta adagiare su di un letto, la donna continuò, chiedendo: - Da quanto hai questi sintomi?

- Intendete la nausea? – chiese la ragazza con un filo di voce. Non si era ancora ripresa del tutto.

Mary annuì, così Elizabeth rispose: - Da circa una settimana. Ma è da un po’ che mi sento strana.

- Strana?

- Sì… Non faccio altro che dormire perché mi sento stanca, ad esempio… Io che normalmente riesco a sopportare la stanchezza e la fatica, soprattutto con la vita che faccio ultimamente.

- Ultimamente avete avuto il marchese?

- Adesso che ci penso no…

- E per caso avete anche mancanza di appetito o al contrario vi viene una fame improvvisa ed incontrollabile?

- Sì… - rispose Elizabeth, cominciando a preoccuparsi. mestruazioni

- E infine… Avete frequenti sbalzi d’umore?

- Bhè, sì… - rispose la ragazza ripensando a quando poco prima si era quasi offesa per quella battutina da parte di Jack.

Sulle labbra di Mary si dipinse un sorriso, sorriso che poi divenne malinconico, per via dei pensieri sulla sua vita quando ancora lei e il marito non erano andati ai confini del mondo.

Elizabeth, vedendo quell’espressione si allarmò e disse, mentre si sollevava puntellandosi coi gomiti: - Ho qualche grave malattia?

La donna scoppiò a ridere, poi disse: - Se questa potesse essere considerata una malattia, allora sarebbe la più antica del mondo…

- Come, prego? Spiegatevi meglio… - la pregò la ragazza, che continuava a non capire.

- Siete incinta, Miss…

Quella notizia colpì Elizabeth come un secchiata d’acqua gelida in pieno viso.

Incinta?

Quel fatto spiegava molte cose, doveva ammetterlo, ma doveva pur riconoscere che le complicava ulteriormente. Insomma, portava in grembo il figlio di Will…

Doveva trovare la fonte della vita eterna al più presto, e aveva altri otto mesi di tempo per poterlo fare. Voleva che il marito potesse vedere il loro figlio venire alla luce, e non che lo vedesse già nato, in braccio alla madre, avvolto in una coperta, o peggio ancora che lo vedesse attaccato alle sue gonne, mentre si domandava chi fosse quell’uomo con la bandana che gli sorrideva. E infine, nella peggiore delle ipotesi, non voleva che il nascituro vedesse il proprio padre all’età di nove anni, durante i quali sarebbe cresciuto senza una figura paterna a fargli da guida, per poi, al tramonto, dovergli dire un addio che sarebbe durato dieci anni.

No, non voleva tutto ciò.

- Capitan Sparrow sarà contento della notizia… - disse Mary, interrompendo i pensieri della ragazza.

Elizabeth a quel pensiero non potè fare a meno di sorridere, seppur fosse un sorriso tirato. Jack padre di un bambino? Per quanto si sforzasse non riusciva proprio ad immaginarsi il capitano alle prese con un piccolo Sparrow. E nemmeno lo immaginava alle prese col proprio figlio, pensiero che la incupì ancora di più.

- No… Non è lui il padre del bambino… - disse poi la ragazza, sforzandosi di sorridere e alzandosi senza fatica, quasi come se quella sconvolgente notizia le avesse ridato forza.

- Oh… - rispose la donna, preferendo non indagare oltre.

- Grazie per avermi dedicato il vostro tempo… - disse poi Elizabeth, congedandosi e uscendo dalla capanna, alla ricerca di un posto dove poter restare sola con i propri pensieri.

 

 

 

 

 

Che ve ne pare?

Spero che vi sia piaciuto, anche se alcuni di voi se l’aspettavano… ^^

Mi raccomando, recensite! Così posso sapere cosa ne pensate e se migliorare la storia, di conseguenza… Aspetto un vostro parere!

Ringraziamenti:

Mojojojo: Sì, la situazione si fa molto più intricata… Grazie per la recensione, continua a seguirmi, mi raccomando… Baci

Stellysisley: Grazie per la comprensione… ^^ Grazie dei complimenti e della recensione… E scusa per averti fatto piangere… E ti capisco… Anch’io sono dalla lacrima facile, soprattutto per quanto riguarda questi due… Baci

Jiujiu91: In effetti Elizabeth è un po’ stressata… E anche la sottoscritta, che rileggendo i sintomi sta avendo qualche sospetto… Spero solo di riposarmi in questi giorni di ponte imminenti… Grazie della recensione… Bacioni, Saretta

68Keira68: Wow, una nuova lettrice, mi fa molto piacere! Grazie per avermi recensito ogni capitolo fino al quattro, bastava anche che mi recensissi solo il capitolo a cui sei arrivata finora…^^ Bhè, come vedi i capitoli sono abbastanza corti, così i nuovi lettori si possono mettere al passo… Spero che i chap successivi al terzo, compreso questo, ti piacciano… Fammi sapere… Bacioni! Ps: Bellissima la battuta su Will Caronte dei Caraibi, mi ha fatto spanciare… XD

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