50 sfumature di nero

di Fiamma Erin Gaunt
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La nascita di una guerriera ***
Capitolo 2: *** Il castigo ***
Capitolo 3: *** L'odio ci rende forti ***
Capitolo 4: *** Zia Cassiopeia ***



Capitolo 1
*** La nascita di una guerriera ***


La nascita di una guerriera


 


 


















 

2 dicembre 1951








 

Cygnus passeggiava irriquieto lungo l'ampio salone della residenza invernale della famiglia Black;Druella era chiusa in camera,in pieno travaglio,da più di tre ore e i Medimagi non erano ancora scesi al piano di sotto per dargli notizie. Era sul punto di salire al secondo piano e precipitarsi nella stanza da letto padronale,in barba a quanto avrebbero detto quegli insulsi omiciattoli,quando Tilly,la loro elfa domestica, si smaterializzò di fronte a lui.

-Padrona dice che padrone può salire adesso- mormorò l'elfa,fissando con aria tremante il pavimento;aveva imparato a sue spese quanto potesse essere imprevedibile e lunatico il suo padrone. Non ricevendo alcuna risposta,si azzardò ad alzare timidamente lo sguardo;Cygnus sembrava assolutamente sereno e,chiunque non lo conoscesse bene avrebbe potuto affermare che appariva sinceramente felice.

-Vado subito,tu non hai altro da fare elfa?- replicò l'uomo,mentre il momentaneo sollievo lasciava spazio al disprezzo che provava nei confronti di quell'insulsa creaturina.

-Sì padrone,Tilly pulisce- assicurò la creatura,facendogli un rapido inchino e scomparendo all'istante.

Cygnus sospirò e,imponendosi di mantenere il contegno che caratterizzava i membri della sua famiglia, si diresse al piano superiore. Era giunto davanti alla porta della camera da letto quando venne assalito da una strana sensazione,era un misto tra l'apprensione e la curiosità,non avrebbe saputo definirla con esattezza. Finalmente si fece coraggio e varcò la soglia;lo sguardo cadde automaticamente sul letto,su cui giaceva sua moglie,esausta ma felice,e corse a cercare i suoi occhi,in cui risplendeva la luce fiera dei Rosier. Non aveva alcun bisogno di chiederle come stava,la capiva con una sola occhiata,era questo che l'aveva spinto a sceglierla,tra tante altre,come la compagna con cui passare il resto della sua vita.

-Dov'è il piccolo?- chiese,rivolgendosi al Medimago più vicino,ostentando l'arroganza di chi pretendeva che il suo primo erede fosse un maschio;in quale altro modo,altrimenti,avrebbe potuto portare avanti la discendenza dei Black?

Il mago lo guardò con aria meditabonda,come se si stesse chiedendo quali fossero le parole migliori per comunicargli la notizia.

-Signor Black,la piccola è nella culla- replicò,decidendo di optare per una verità rapida ed indolore.

L'espressione di Cygnus si fece glaciale.

-La piccola? Cosa dovrei farmene io di una bambina?- esclamò,il volto pallido che per la rabbia stava assumendo una sgradevole sfumatura rossastra.

Dal letto provenne uno sbuffo,Druella aveva previsto la reazione del marito ma non per questo ne era contenta.

-Il prossimo sarà un maschio- assicurò,nel tentativo di placare il furore di Cygnus.

-Sarà meglio- bofonchiò con tono minaccioso l'uomo,mentre sottovoce borbottava qualcosa a proposito della sorte che si faceva beffe di lui donandogli una bambina invece del primogenito di cui aveva bisogno.

-Bisognerà trovarle un nome- decretò,avvicinandosi alla culla per dare un'occhiata alla piccola. Già,anche quella seccatura gli toccava;lui,che aveva già pronto un bel nome altisonante,adatto ad un rampollo Black,doveva spremersi le meningi per riuscire a trovare un nome adatto,pensò, accingendosi a rimuovere il fagottino di coperte che proteggeva il corpicino.

Le sue rimostranze vennero tacitate nel momento stesso in cui vide il visino di sua figlia;i tratti,leggermente cesellati,del viso le conferivano l'aria arrogante dei Black, anche i colori erano della sua famiglia: la sua stessa carnagione pallida,i capelli neri,che malgrado fossero molto corti lasciavano intuire una futura chioma riccia, e quegli occhi,che erano il risultato di un miscuglio tra i suoi grigi e quelli azzurri di Druella. La bambina incatenò gli occhi color ghiaccio ai suoi,guardandolo con una strana espressione di sfida che stonava con la sua giovanissima età. Sembrava che fosse già pronta a reclamare l'intero mondo come suo possedimento e aveva qualcosa,Cygnus non sapeva dire bene cosa fosse ma c'era, che gli assicurava che quella bambina sarebbe diventata una grande strega.

L'uomo si ritrovò,suo malgrado,a sorridere compiaciuto all'indirizzo di sua figlia;si chinò nella culla e,una volta che l'ebbe presa in braccio,la sollevò in alto,portandosela all'altezza degli occhi.

-Crescerai forte come una vera Black e,quando sarai grande, affascinerai tutti con la tua bellezza,sarai una vera combattente e renderai fiera la tua famiglia. Sarai la nostra piccola guerriera,Bellatrix Black- decretò con tono solenne,prima di rimetterla nuovamente nella culla.

Fatto ciò uscì dalla stanza,era venuto il momento di lasciar riposare Druella e la piccola Bellatrix e di avvisare il resto della famiglia.















Spazio autrice:

Era parecchio che avevo in mente di scrivere una ff totalmente incentrata sulla vita della nostra affascinante e un po' pazza (ma io la amo anche per questo) Bellatrix. Quindi,mentre ascoltavo It's my life di Bon Jovi mi sono detta che era il momento di farlo. Intendiamoci,sarà una fic in cui alcuni capitoli saranno abbastanza crudi,in effetti mano a mano che scriverò valuterò se lasciare il rating arancione o passare al rosso,e non ci sarà spazio per sdolcinate storie d'amore.
Anche perchè,parliamoci chiaramente,Bellatrix era una strega che viveva agli eccessi,tutto era bianco o nero per lei,quindi spero di riuscire a renderle giustizia il più possibile sforzandomi di renderla in maniera perfettamente IC.
Bè,fatemi sapere che ne pensate.
Al prossimo capitolo.
Baci baci,
                 Bella_92

 

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Capitolo 2
*** Il castigo ***


Il castigo


 


 










 

 

febbraio 1955





 

 



Erano passati appena due giorni dalla nascita della terza delle sorelle Black e Bellatrix,che si annoiava a stare tutta sola in quel grande maniero,era andata nelle cucine a fare compagnia a Tilly. Sapeva bene che non le era permesso stare a contatto con la servitù,figurarsi poi lo stringerci amicizia,ma non le importava, l'elfa domestica era sempre stata gentile con lei;erano quattro anni che Tilly divideva la sua giornata tra i doveri di una brava domestica e il ruolo di compagna di giochi di Bellatrix.

La primogenita di Cygnus e Druella,infatti,trovava interessante il fatto che Tilly riuscisse a fare tutte quelle magie senza usare la bacchetta;secondo il suo modo di pensare,ingenuamente fanciullesco,questa sua abilità la portava ad essere superiore alla maggior parte dei maghi o,per lo meno,a quelli che la sua famiglia tanto disprezzava e che più di una volta aveva sentito definire "Sanguesporco".Pertanto,non riusciva proprio a capire dove fosse il problema se,di tanto in tanto,sgattaiolava lontano dalla supervisione materna per giocare con la sua amica.

Quella mattina,proprio come tante altre volte,aveva atteso che le ospiti di Druella arrivassero a casa e aveva approfittato delle loro chiacchiere per uscire indisturbata dal salone ed infilarsi in uno dei carrelli diretti nelle cucine.

Tilly,intenta a rimuovere i piatti sporchi dai vari ripiani,sobbalzò leggermente quando,arrivata all'ultimo ripiano,si ritrovò davanti lo sguardo vispo e furbo di Bellatrix,che le sorrideva con aria soddisfatta.

-Padroncina Bellatrix,non dovreste essere qui- squittì ma,dal tono con cui lo diceva,si capiva bene che era contenta di quell'improvvisata.

-Lo dici tutte le volte,ma io continuo a farlo comunque- replicò Bellatrix,sfilandosi dal carrello e rassettandosi la veste.

-Cosa stai facendo?- aggiunse,osservando incuriosita l'elfa che si affaccendava in giro per la cucina.

-Comincio a preparare il pranzo,la padroncina gradisce la zuppa di cipolle alla francese e l'arrosto che tanto le piacciono?-

-Certo che sì ma,prima,non ci sarebbe ancora una fetta di quella torta di melassa?Era così buona- replicò la piccola,scandagliando la cucina alla ricerca del dolce incriminato.

-Purtroppo è finita,ma Tilly ne preparerà un'altra appositamente per la padroncina- assicurò l'elfa,desolata per non poterla accontentare immediatamente.

-E sarà solo per me,non dovrò dividerla con Meda?- chiese speranzosa,riferendosi alla sorella che aveva due anni meno di lei ma già mangiava con una voracità impressionante.

-Certo,sarà tutta per la padroncina Bellatrix- assicurò Tilly,sorridendole con affetto.

-Bene,allora starò qui finchè non sarà pronta- annunciò,mettendosi a sedere su una delle sedie dagli alti e rigidi schienali.

Due ore più tardi,quando il pranzo era ormai quasi pronto e Druella aveva cercato invano Bellatrix per tutta la casa,la matrona irruppe nelle cucine,l'ultimo posto che le restava da setacciare.

La scena che le si prospettò dinanzi agli occhi le fece gelare il sangue;la sua bambina,il fiore all'occhiello di suo marito Cygnus,era seduta sul pavimento,accanto all'elfa domestica,e osservava estasiata gli anelli colorati che Tilly faceva schioccando le dita.

-Bellatrix Black- tuonò Druella,con il tono autoritario che tutti in quella casa avevano imparato a temere e che preannunciava la sua furia più nera.

Bellatrix sussultò leggermente,colta di sorpresa dall'arrivo materno.

-Madre- balbettò,con lo sguardo di chi era stato colto sul fatto.

-In nome di Salazar,cosa ci fai seduta sul pavimento? E in compagnia di quell'immonda creatura per giunta- esclamò,lanciando uno sguardo disgustato a Tilly,che fissava il pavimento con aria colpevole.

-Perdonatemi madre,non volevo disubbidirvi,ma mi stavo annoiando così tanto- replicò Bellatrix,e dal tono sfrontato che aveva usato si capiva che non era sincera.

-Non osare mentirmi Bellatrix,ricordati che io so sempre tutto,anche ciò che vorresti nascondermi- la ammonì Druella,facendole cenno di alzarsi e di avvicinarsi.

-Padrona,padrona vi prego,è stata tutta colpa mia- intervenne l'elfa,mettendosi in mezzo per evitare una punizione alla sua padroncina.

-Hai ragione elfa,è colpa tua- convenne Druella,sfoderando la bacchetta e puntandogliela contro, - Crucio- sussurrò,e Tilly cominciò a contorcersi in preda al dolore.

Bellatrix serrò gli occhi,non sopportava di dover assistere a quella scena.

Un urlo,più acuto dei precedenti,la spinse a riaprire gli occhi e a cercare di intervenire.

-Basta madre,vi prego,lasciatela stare,lei è mia amica- esclamò,cercando di frapporsi tra Druella e Tilly.

La donna la scansò bruscamente e,con un rapido movimento del polso,indirizzò un fascio di luce verde contro Tilly;lo sguardo della creatura si fece tutto d'un tratto vitreo e cadde all'indietro come una marionetta a cui avevano reciso i fili.

-NO!- strillò Bellatrix,mentre la vita abbandonava il corpo della sua prima ed unica amica.

-Non osare piangere per lei,era solo un'inutile serva,un essere inferiore,nulla più di questo- le ordinò Druella con tono glaciale,detto ciò l'afferrò per un braccio e la portò in camera sua.

-Resterai qui fino a domani mattina e non uscirai per nessuna ragione,in questo modo avrai la possibilità di riflettere su quale è il giusto comportamento che una Black deve tenere- le comunicò,uscendo dalla stanza e chiudendo la porta a chiave.

Una volta rimasta sola,Bellatrix si lasciò cadere sul suo letto a baldacchino e strinse i pugni con aria rabbiosa. Odiava sua madre,la odiava perchè sapeva che in fondo aveva ragione;Tilly non era altro che un essere inferiore,altrimenti non sarebbe morta lasciandola sola. Mentre si infilava sotto le coperte si fece una solenne promessa:da quel giorno sarebbe diventata la figlia che i suoi genitori tanto desideravano,avrebbe spento le emozioni e non si sarebbe più lasciata traviare da sentimenti sciocchi come l'amore e l'amicizia.










Spazio autrice:

Ecco a voi il nuovo capitolo,so bene che Bellatrix potrebbe sembrare leggermente OOC data la sua amicizia con l'elfa ma ho pensato che una bambina di quattro anni non riuscisse ancora a capire quanto fosse sbagliato per una Black il suo rapporto con l'elfa. Diciamo che la morte di Tilly le ha fatto provare una sofferenza che non aveva mai conosciuto e ha capito che,se avesse dato retta ai suoi genitori ciò non sarebbe accaduto. Diciamo che è il momento clou in cui nella sua testa scatta la molla per cui morire è sintomo di debolezza (come pensava Tom Riddle quando escluse la possibilità che sua madre potesse essere una strega visto che era morta)e l'amore e l'amicizia sono cose sbagliate perchè la fanno soffrire.
Spero che vi sia piaciuto.Fatemi sapere che ne pensate.
Al prossimo capitolo.
Baci baci,
                Bella_92

 

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Capitolo 3
*** L'odio ci rende forti ***


L’odio ci rende forti


 



















 

 

Marzo 1956








 

Era passato poco più un anno dalla morte di Tilly ma il cambiamento che si era manifestato il Bellatrix era a dir poco sorprendente;della bambina che sapeva trovare il buono in ciò che la circondava era scomparsa ogni minima traccia,ormai nel suo cuore c’era spazio solo per il desiderio di compiacere i suoi genitori,suo padre in particolare,che amava più di ogni altra cosa.

Cygnus,infatti,era ormai il solo capace di strappare un sorriso alla sua bellissima figlia che sembrava essersi trasformata in una statua di gelida furia. Il rancore che covava nel suo cuore si rifletteva negli occhi color ghiaccio,che in quel momento fissavano sprezzanti sua sorella Andromeda,intenta a piangere senza ritegno.

-Si può sapere cosa hai da frignare?- le chiese.

La sorella le mostrò con gli occhi colmi di lacrime una bambola a cui si era staccata la testa;era Emily,la preferita di Andromeda.

Bellatrix la prese in mano e la osservò con attenzione,il punto d’incastro che permetteva alla testa di rimanere fissa sul collo si era spezzato,non era possibile sistemarla manualmente.

La bambina chiuse gli occhi,colta da un improvviso lampo d’ispirazione;si concentrò per un paio di secondi,facendo appello alla magia che scorreva dentro di lei come un fiume in piena.

Un lampo di luce avvolse la bambola di porcellana che,in un istante,schizzò via dalla presa di Bellatrix e atterrò a terra,perfettamente riparata.

Andromeda smise di piangere e battè le mani contenta,la sua Emily era come nuova.

-Grazie Bella- le disse,abbracciandola di slancio.

La sorella si staccò bruscamente,non sopportava quelle stupide dimostrazioni d’affetto.

-Non ringraziarmi,l’ho fatto solo per vedere se ci riuscivo- replicò,voltandole le spalle.

Era quasi fuori dal salone quando chiuse nuovamente gli occhi e tornò a concentrarsi sulla bambola. Emily,stretta tra le mani di Andromeda,si ruppe in mille pezzi.

Si voltò quel tanto che bastava per concederle di vedere l’espressione sul volto della sorellina;gli occhioni azzurri di Andromeda si spalancarono e il labbro prese a tremarle,le lacrime cominciarono a sgorgarle lungo le guance alabastrine.

Druella,attirata dal suo pianto,si affacciò nella sala e si diresse verso la figlia di mezzo.

Andromeda,che si aspettava una qualche frase di conforto,rimase stupita dal tono gelido della madre.

-Stai piangendo Andromeda? Non devi farlo,solo i deboli piangono ed i Black non sono deboli. Non farlo mai più- la redarguì.

Andromeda tirò su con il naso e annuì,gli occhi luccicanti di lacrime tenuti ben fissi a terra.

Druella annuì e tornò alle sue occupazioni.

Bellatrix,da parte sua,non si era mossa dalla soglia della stanza e continuava ad osservare sua sorella;gli occhi grigio/azzurri che scintillavano divertiti. Le piaceva la sensazione di potere che le procurava l’usare la magia e poi c’era quella soddisfazione personale che le recava l’infliggere dolore,consapevole che lei,ormai,non era più in grado di provarne.

-Perché lo hai fatto?- le chiese d’un tratto Andromeda,la voce rotta dai singhiozzi,mentre cullava debolmente i resti della sua Emily.

-Perché sono capace di farlo- replicò Bellatrix,come se non ci fosse nulla di incomprensibile nella sua risposta.

Andromeda sollevò gli occhi azzurri,improvvisamente liberi dalle lacrime,e le rivolse uno sguardo duro,carico di risentimento e,Bellatrix ne era certa,di una piccola dose di odio.

La maggiore delle sorelle Black buttò indietro la testa e scoppiò a ridere,facendo sussultare la sorellina.

-Brava Meda,odiami,odiami pure.L’odio ci rende forti- sentenziò,dopodiché uscì dalla stanza,le risatine la accompagnarono lungo tutta la strada fino alla sua camera da letto.

 

 

 

 












Spazio autrice:

Eccomi con il terzo capitolo,mi scuso in anticipo per la sua brevità xD. Spero che vi piaccia,fatemi sapere che ne pensate.
Al prossimo.
Baci baci,
                
Bella_92

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Capitolo 4
*** Zia Cassiopeia ***


Zia Cassiopeia

 



























Cygnus aveva sempre avuto l'abitudine di passare la sera in compagnia di sua figlia Bellatrix; i due passavano le ore seguenti la cena nel suo studio privato, dove la sua primogenita attendeva che finisse di svolgere i suoi doveri di capofamiglia e si dedicasse a lei.

Era ormai diventata una specie di tradizione, ogni sera, dopo le consuete ore passate nello studio, Cygnus accompagnava Bellatrix nella sua stanza, attendeva che l'elfa domestica le rimboccasse le coperte, e si sedeva su una sedia,accanto al letto a baldacchino. L'uomo raccontava ogni sera una storia diversa; i Black non erano certo il tipo di famiglia che raccontava favole ai loro bambini, ma i racconti delle vicende di famiglia potevano andare bene, sarebbero serviti per inculcare i valori familiari nelle giovani menti dei loro eredi.

C'era una storia, in particolare, che Bellatrix amava farsi raccontare; aveva come protagonista Cassiopeia Black, una zia di suo padre.

Cygnus era molto affezionato a quella strega e parlava di lei con grande ammirazione; era una donna bellissima e possedeva la fierezza di una regina, Bellatrix gliela ricordava moltissimo. Ogni volta che Bellatrix sentiva suo padre parlarne e paragonarla a lei, gli occhi perdevano un po' della loro aria glaciale e si accendevano di emozione; era orgogliosa di assomigliare così tanto ad una donna che suo padre stimava come una dei migliori membri della loro famiglia.

Anche quella sera, come tutte da quando aveva compiuto tre anni, Bellatrix si trovava seduta su una delle poltrone dall'alto schienale che si trovavano nello studio privato di Cygnus; per ingannare l'attesa, sfogliava un vecchio album fotografico.

-Padre, è questa zia Cassiopeia?- gli chiese, rompendo la regola di assoluto silenzio che vigeva in quel luogo.

Cygnus alzò lo sguardo dalla pergamena che stava redigendo con estrema attenzione, sollevò un sopracciglio con aria contrariata, e lanciò un'occhiata alla foto che gli stava indicando la figlia.

-Sì, Bella, ma ora taci. Sai che non devi disturbarmi mentre lavoro- la redarguì l'uomo, tornando al suo lavoro.

La bambina annuì e si concentrò sulla donna ritratta, che le lanciava occhiate in cui alternava una gelida curiosità alla pura altezzosità.

E così quella era Cassiopeia, pensò, accarezzando timidamente il profilo del volto della zia. Aveva i suoi stessi ricci neri e la stessa espressione arrogante dipinta sul bel viso; l'unica differenza tra loro due era il colore degli occhi,quelli di Cassiopeia erano neri e ricordavano due tizzoni ardenti.

Era ancora persa nei suoi pensieri, quando Cygnus le annunciò che era ora di trasferirsi nella sua camera.

Bellatrix ripose con cura l'album e seguì il padre all'istante, finalmente era giunto il momento della giornata che preferiva in assoluto.

Come sempre, Cygnus attese che l'elfa finisse di sistemare le coperte, sincerandosi che la padroncina non si scoprisse durante la notte, e si accese la pipa, accomodandosi sulla sua solita sedia.

-Allora, che storia vuoi sentire questa sera?- le chiese, buttando fuori una boccata di fumo.

- Quella di zia Cassiopeia - replicò prontamente Bellatrix, strappandogli una risata.

- L'hai sentita migliaia di volte, sei proprio sicura di non preferirne un'altra? -

-Ne sono sicura; vi prego, padre, raccontatemela un'altra volta- insistette Bellatrix, mettendo su un mezzo broncio.

-E sia- cedette Cygnus, mettendosi più comodo e apprestandosi ad iniziare il racconto.

- Cassiopeia era la secondogenita dei tuoi bisnonni Cygnus e Violetta; nacque nel mese di dicembre, proprio come te, del 1915. Fin da piccola aveva dimostrato una spiccata propensione al comando, era cocciuta e quando si metteva in testa una cosa non c'era verso di farle cambiare idea. Tra tutti i suoi fratelli ce ne era uno che, più di ogni altro, suscitava il suo disappunto; il suo nome era Marius.-

Bellatrix storse il naso con aria nauseata e borbottò -Il Magonò-

Cygnus annuì e riprese il racconto da dove lo aveva lasciato.

- Cassiopeia aveva compiuto da poco sei anni, e Marius ne aveva solo uno in meno di lei, ma aveva già capito, dai discorsi che facevano i grandi, che in lui c'era qualcosa di profondamente sbagliato, qualcosa che avrebbe coperto di disonore la loro famiglia se si fosse venuto a sapere in giro. Una sera di ottobre, mentre i suoi genitori bevevano il bicchiere della staffa nel salotto, e lei era sgattaiolata fuori dalla sua stanza, sentì Cygnus dire che bisognava trovare una soluzione. Marius era un problema, aveva ormai raggiunto l'età entro cui si manifestava la magia eppure sembrava che in lui non ve ne fosse neppure una scintilla. Violetta aveva suggerito di affidarlo a qualcuno,ma l'idea era stata respinta; in troppi ormai sapevano della sua esistenza e la sua improvvisa sparizione avrebbe generato innumerevoli chiacchiere tra le famiglie Purosangue. I due erano davanti ad un terribile problema e non vedevano alcuna soluzione. Cassiopeia allora, turbata dalla consapevolezza di avere un fratello "difettoso" e dal dolore che ciò causava nei suoi genitori, decise di prendere in mano la situazione-

Bellatrix si mise leggermente più dritta, gli occhi color ghiaccio accesi da un inquietante luccichio, quella era la parte della storia che preferiva.

-Cassiopeia andò nella stanza in cui Marius dormiva, si avvicinò al suo letto e premette con forza il cuscino sul volto del fratello; rimase ferma in quella posizione finchè non fu sicura che Marius era morto. Solo allora si concesse un'ultima occhiata al suo corpo, finalmente quel piccolo scherzo della natura avrebbe smesso di dare preoccupazioni alla sua famiglia.- concluse Cygnus.

-Cosa ci insegna questa storia?- le chiese poi, tanto per essere certo che Bellatrix avesse capito la morale del suo insegnamento.

-Che l'onore della famiglia viene prima di tutto, Cassiopeia ha adempiuto a quello che era un suo dovere- replicò la piccola, ricevendo in risposta un sorriso di approvazione.

-Si è fatto tardi, è ora che tu vada a dormire- le disse Cygnus, congedandosi ed uscendo dalla stanza.

Bellatrix, rimasta ormai sola, spense la luce ed affondò la chioma corvina nel cuscino; si addormentò con il sorriso sulle labbra e la consapevolezza che, un giorno, sarebbe diventata l'orgoglio della famiglia, proprio come la pro zia Cassiopeia.










 

 

 

 

 

 

Spazio autrice:

Salve! Ringrazio tutti coloro che hanno letto,recensito o inserito la storia tra le preferite,ricordate o seguite;sono molto contenta di ricevere riscontri positivi ^^.

Vi lascio con il nuovo capitolo e vi invito a dare un'occhiata ad altre due mie storie:

La seduzione del serpente

 

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1155130&i=1

Last chance

 

http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1360208&i=1

Fatemi sapere che ne pensate.

Alla prossima.

Baci baci,

Bella_92

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