Colours of the Frozen World

di Sigyn
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bianco ***
Capitolo 2: *** Pallido ***



Capitolo 1
*** Bianco ***


Colours of the Frozen World

 

 

 


Bianco


 

 

In fondo alla via, lontana da tutte le altre del vicinato quasi come se ne avesse paura, la casa della signora Zimatova è fatta di neve. È un vecchio, grande edificio di pareti bianche e tende di pizzo bianco che fluttuano nella brezza nella cornice delle finestre spalancate e fiori bianchi troppo rigogliosi e troppo profumati nel piccolo giardino ben curato.

Yelena sa che è inverno, e che non ci dovrebbero essere fiori. Sa anche che la signora Zimatova non dovrebbe tenere le finestre aperte, perché l’aria fredda fa male alle persone anziane e la mamma deve sempre ricordarlo alla signora Sonia Aleksandrovna, che abita accanto a loro e dimentica le cose così spesso.

A volte è Ippolite a ricordare le cose a Sonia Aleksandrovna, quindi Lena decide che non ci può essere niente di male se va lei ad avvisare la signora Zimatova.

Eppure, fissa la porta della casa, senza muoversi: legno solido, vecchio, dipinto di bianco. Aperta, come in un tacito invito. Yelena prova a chiamare la signora Zimatova, e mentre pronuncia il suo nome la voce le trema. Le risponde solo il silenzio, vuoto e freddo, e lei pensa che forse anche la casa è così, e magari lo è anche la signora Zimatova stessa. Si guarda intorno, nervosamente

Non si deve entrare in casa di qualcun altro senza permesso. Papà la sgriderebbe.

Ma la signora Zimatova potrebbe aver bisogno d’aiuto – e, se Lena prova a non dire bugie come le dice sempre la mamma, lei è davvero curiosa. L’ha vista solo qualche volta per strada, la signora Zimatova, con il suo passo lento e sicuro, il suo sorriso lieve sempre sulle labbra, gli abiti sempre più leggeri di quanto dovrebbero essere.

Non le ha mai parlato – quasi nessuno in tutto il vicinato le ha mai parlato. E non ha mai nemmeno sentito il suo nome, nemmeno nelle chiacchiere interminabili del signor Lev Ivanovič che conosce tutti e ha sempre un sorriso gentile e una battuta pronti, nei bisbigli frettolosi e compiaciuti di certe signore del quartiere che secondo la mamma non dovrebbe ascoltare.

Non la conosce, e potrebbe non conoscerla mai. Ma ora la porta è aperta.

La voce calma e severa di suo padre continua a mormorare in un angolo della sua mente, ma Lena ha già preso la sua decisione.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Note finali:

A yanyan, per quanto l’ho fatta aspettare e perché questa cosa doveva essere una semplice e innocua one-shot ma poi si è ribellata, lo giuro.

Il titolo della raccolta è una specie di citazione a The Frozen World di Émilie Simon – essenzialmente, perché non riuscivo a trovare un titolo migliore.

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Capitolo 2
*** Pallido ***


Pallido

 


La signora Zimatova è pallida, quando Yelena finalmente la trova. Pallida come l’inverno, come il gelo che – se lo aspettava, in effetti – pervade tutta la casa, anche quel piccolo salottino dall’aria così raffinata con il suo tavolino da te carico di soprammobili e oggettini di vetro  e il suo divanetto e le sue poltrone verde chiaro.


La signora Zimatova non la guarda, seduta su una delle poltroncine,  immobile come una bella statua di ghiaccio e intenta a fissare un punto da qualche parte fuori dalla finestra aperta. Yelena, però, rimane comunque sull’uscio,  a osservarla trattenendo il fiato.

Lo sa che fissare la gente è scortese, e da maleducati – la mamma la rimprovera sempre, per questo. Ma adesso non è come quando non riesce a staccare lo sguardo dai grossi baffi bianchi di Lev Ivanovič, che sono così buffi, o dal modo in cui le mani piene di rughe e di vene di Sonia Aleksandrovna tremano a volte, cercando di capire se sia per il freddo o per paura di un pericolo sconosciuto.

La signora Zimatova hai capelli grigi, ma di un grigio così chiaro che quasi sembrano d’argento, cosparsi di fili bianchi che per un attimo le sembrano ragnatele. I suoi occhi spiccano nel viso bianco come la neve, contornati da piccole rughe, lontani, persi nel vuoto, azzurri come un cielo sfocato.

Persino il sorriso che le incurva vagamente le labbra sembra pallido, a Lena – tanto pallido e tanto freddo da farle correre un brivido lungo la schiena. E per un attimo vorrebbe voltarsi e tornare indietro,  chiudersi la porta alle spalle, correre verso l’uscita ...

- Signora! – esclama Yelena alla fine, stringendo i piccoli pugni. Non ha paura. Non c’è niente di cui avere paura, no? È solo una delle vecchie signore del quartiere, e Lena è troppo grande per spaventarsi per così poco. – Signora Zimatova! -.

E, in quel momento, la signora Zimatova sembra quasi svegliarsi, come se finora avesse sempre dormito – è un pensiero assurdo, perché non si dorme con gli occhi aperti, Yelena lo sa, ma lo pensa comunque. La donna si alza e si volta verso di lei, lenta ma senza alcuno sforzo e agile come nessun’altra delle vecchie signore del vicinato, e quando è in piedi all’improvviso è così alta che Lena ha quasi paura di nuovo.

- Cosa c’è, piccola? – chiede, gli occhi all’improvviso luminosi come pezzi di ghiaccio azzurro colpiti dal sole. La sua voce è calda e gentile.

- Le finestra, signora. Sono aperte! – risponde Lena come se fosse ovvio, stringendosi nelle spalle, cercando di essere cortese anche se lei non è piccola e la signora Zimatova dovrebbe riuscire a vederlo: - Prenderà freddo, così -.

C’è un nuovo sorriso sulla bocca della signora Zimatova. È diverso da quello di prima, meno pallido e più vero, e Lena decide che le piace molto di più dell'altro.

Gli occhi della donna brillano ancora quando le chiede se vuole fermarsi a prendere un tè con lei, un po’ meno di sorpresa e un po’ più di curiosità.

Lena sa che non si accetta il cibo dagli sconosciuti – ma la signora Zimatova non è davvero una sconosciuta e il suo nuovo sorriso è rassicurante. E poi, ha i biscotti con la glassa e gli zuccherini.

Quando tornerà a casa, comunque, non lo dirà alla mamma, per sicurezza.

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