Colours of the Frozen World di Sigyn (/viewuser.php?uid=194175)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Bianco ***
Capitolo 2: *** Pallido ***
Capitolo 1 *** Bianco ***
Colours of the Frozen
World
Bianco
In fondo alla
via, lontana da tutte le altre del vicinato quasi come se ne avesse
paura, la casa della signora Zimatova è fatta di neve.
È un vecchio, grande edificio di pareti bianche e tende di
pizzo bianco che fluttuano nella brezza nella cornice delle finestre
spalancate e fiori bianchi troppo rigogliosi e troppo profumati nel
piccolo giardino ben curato.
Yelena sa che
è inverno, e che non ci dovrebbero essere fiori. Sa
anche che la signora Zimatova non dovrebbe tenere le finestre aperte,
perché l’aria fredda fa male alle persone anziane
e la mamma deve sempre ricordarlo alla signora Sonia Aleksandrovna, che
abita accanto a loro e dimentica le cose così
spesso.
A volte
è Ippolite a ricordare le cose a Sonia Aleksandrovna, quindi
Lena decide che non ci può essere niente di male se va lei
ad avvisare la signora Zimatova.
Eppure, fissa
la porta della casa, senza muoversi: legno solido, vecchio, dipinto di
bianco. Aperta,
come in un tacito invito. Yelena prova a chiamare la signora Zimatova,
e mentre pronuncia il suo nome la voce le trema. Le risponde solo il
silenzio, vuoto e freddo, e lei pensa che forse anche la casa
è così, e magari lo è anche la signora
Zimatova stessa. Si guarda intorno, nervosamente
Non si deve
entrare in casa di qualcun altro senza permesso. Papà la
sgriderebbe.
Ma la signora
Zimatova potrebbe aver bisogno d’aiuto – e, se Lena
prova a non dire bugie come le dice sempre la mamma, lei è davvero curiosa.
L’ha vista solo qualche volta per strada, la signora
Zimatova, con il suo passo lento e sicuro, il suo sorriso lieve sempre
sulle labbra, gli abiti sempre più leggeri di quanto
dovrebbero essere.
Non le ha mai
parlato – quasi nessuno in tutto il vicinato le ha mai
parlato. E non ha mai nemmeno sentito il suo nome, nemmeno nelle
chiacchiere interminabili del signor Lev Ivanovič che conosce tutti e
ha sempre un sorriso gentile e una battuta pronti, nei bisbigli
frettolosi e compiaciuti di certe signore del quartiere che secondo la
mamma non dovrebbe ascoltare.
Non la
conosce, e potrebbe non conoscerla mai. Ma ora la porta è
aperta.
La voce calma
e severa di suo padre continua a mormorare in un angolo della sua
mente, ma Lena ha già preso la sua decisione.
Note
finali:
A yanyan, per
quanto l’ho fatta aspettare e perché questa cosa doveva essere
una semplice e innocua one-shot ma poi si è ribellata, lo
giuro.
Il titolo
della raccolta è una specie di citazione a The Frozen World di
Émilie Simon – essenzialmente, perché
non riuscivo a trovare un titolo migliore.
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Capitolo 2 *** Pallido ***
Pallido
La signora Zimatova è pallida, quando Yelena finalmente la
trova. Pallida come l’inverno, come il gelo che –
se lo aspettava, in effetti – pervade tutta la casa, anche
quel piccolo salottino dall’aria così raffinata
con il suo tavolino da te carico di soprammobili e oggettini di
vetro e il suo divanetto e le sue poltrone verde chiaro.
La signora
Zimatova non la guarda, seduta su una delle poltroncine,
immobile come una bella statua di ghiaccio e intenta a fissare un punto
da qualche parte fuori dalla finestra aperta. Yelena, però,
rimane comunque sull’uscio, a osservarla
trattenendo il fiato.
Lo sa che
fissare la gente è scortese, e da maleducati –
la mamma la rimprovera sempre, per questo. Ma adesso non è
come quando non riesce a staccare lo sguardo dai grossi baffi bianchi
di Lev Ivanovič, che sono così buffi, o dal modo in cui le
mani piene di rughe e di vene di Sonia Aleksandrovna tremano a volte,
cercando di capire se sia per il freddo o per paura di un pericolo
sconosciuto.
La signora
Zimatova hai capelli grigi, ma di un grigio così chiaro che
quasi sembrano d’argento, cosparsi di fili bianchi che per un
attimo le sembrano ragnatele. I suoi occhi spiccano nel viso bianco
come la neve, contornati da piccole rughe, lontani, persi nel vuoto,
azzurri come un cielo sfocato.
Persino il
sorriso che le incurva vagamente le labbra sembra pallido, a Lena
– tanto pallido e tanto freddo da farle correre un brivido
lungo la schiena. E per un attimo vorrebbe voltarsi e tornare
indietro, chiudersi la porta alle spalle, correre verso
l’uscita ...
- Signora!
– esclama Yelena alla fine, stringendo i piccoli pugni. Non
ha paura. Non c’è niente di cui avere paura, no?
È solo una delle vecchie signore del quartiere, e Lena
è troppo grande per spaventarsi per così poco.
– Signora Zimatova! -.
E, in quel
momento, la signora Zimatova sembra quasi svegliarsi, come se finora
avesse sempre dormito – è un pensiero assurdo,
perché non si dorme con gli occhi aperti, Yelena lo sa, ma
lo pensa comunque. La donna si alza e si volta verso di lei, lenta ma
senza alcuno sforzo e agile come nessun’altra delle vecchie
signore del vicinato, e quando è in piedi
all’improvviso è così alta che Lena ha
quasi paura di nuovo.
- Cosa
c’è, piccola? – chiede, gli occhi
all’improvviso luminosi come pezzi di ghiaccio azzurro
colpiti dal sole. La sua voce è calda e gentile.
- Le finestra,
signora. Sono aperte! – risponde Lena come se fosse ovvio,
stringendosi nelle spalle, cercando di essere cortese anche se lei non
è piccola e
la signora Zimatova dovrebbe riuscire a vederlo: - Prenderà
freddo, così -.
C’è
un nuovo sorriso sulla bocca della signora Zimatova. È
diverso da quello di prima, meno pallido e più vero, e Lena
decide che le piace molto di più dell'altro.
Gli occhi
della donna brillano ancora quando le chiede se vuole fermarsi a
prendere un tè con lei, un po’ meno di sorpresa e
un po’ più di curiosità.
Lena sa che
non si accetta il cibo dagli sconosciuti – ma la signora
Zimatova non è
davvero una sconosciuta e il suo nuovo sorriso
è rassicurante. E poi, ha i biscotti con la glassa e gli
zuccherini.
Quando
tornerà a casa, comunque, non lo dirà alla mamma,
per sicurezza.
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