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di ellis_mj
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Chapter 1 ***
Capitolo 2: *** Chapter 2 ***
Capitolo 3: *** Chapter 3 ***
Capitolo 4: *** Chapter 4 ***
Capitolo 5: *** Chapter 5 ***
Capitolo 6: *** Chapter 6 ***
Capitolo 7: *** Chapter 7 ***
Capitolo 8: *** Chapter 8 ***
Capitolo 9: *** Chapter 9 ***
Capitolo 10: *** Chapter 10 ***
Capitolo 11: *** Chapter 11 ***
Capitolo 12: *** Chapter 12 ***
Capitolo 13: *** Chapter 13 ***
Capitolo 14: *** Chapter 14 ***
Capitolo 15: *** Chapter 15 ***



Capitolo 1
*** Chapter 1 ***


"So che non lo vuoi fare, Thomas" disse Tasha, ansimando.

"Sì che lo voglio fare. Tu mi hai rovinato la vita, Tasha!" rispose Thomas, avvicinandosi a Tasha.

"No, Thomas. Tu mi ami, ricordi?" disse Tasha, asciugandosi il sangue dal lato delle labbra e indietreggiando.

"Tu mi hai ferito qui" rispose lui, colpendosi il petto. "Devi pagare per quello che hai fatto!"

"Sei così cambiato da volermi uccidere, adesso? Thomas, ti sei fidato delle persone sbagliate!" gridò lei.

"Mi sono fidato delle persone che mi hanno detto la verità! Non come te, stronza!" urlò lui.

"Sfogati! Per piacere, sfogati con me così. Ma non fare qualcosa di cui potresti pentirti per sempre, Tom" indietreggiò ancora un po'.

"Non me ne pentirò, Tasha! Meriti di morire!" disse Thomas, avvicinandosi ancora un po' a lei.

"Merito di morire?! Allora uccidimi, dai! Premi quel grilletto, adesso! Proprio qui!" urlò Tasha, indicando il suo cuore.

"Lo farò" mormorò Thomas, asciugandosi il sudore sulla fronte.

"Adesso! Fallo adesso! Togliti il peso, Thomas. Tanto Tasha ti ha ferito il cuore, no? Uccidila, allora" continuò ad urlare lei.

"Sta' zitta" mormorò lui, non sapeva più cosa fare.

"Perchè?! Tanto mi stai per uccidere. Stai per uccidere la donna che hai amato. Fallo ora o non farlò mai più!" gridò Tasha. Thomas alzò la pistola che aveva in mano e la puntò verso Tasha. Chiuse gli occhi e sparò.

Tasha si accasciò per terra, l'aveva presa in piena gamba. "Lo sapevo! Non ci riesci! Codardo! Vieni a finire cos'hai iniziato!" gridò lei, con una risata, anche se il dolore era lancinante.

Thomas scosse la testa. Lui, in fondo, non voleva farle del male. Si diresse a gran velocità verso la sua auto, entrò e partì. Tasha rimase da sola nel parco in cui era successa tutta la faccenda. Rise con soddisfazione.

"Anche questa volta sono riuscita a cavarmela con le parole. Brava Tas-" venne interrotta mentre parlava da sola, da un rumore di passi che si avvicinavano. Qualcuno stava correndo verso di lei. Tasha vide solo una sagoma scura in lontananza, era piena notte.

Pochi minuti dopo le si avvicinò un uomo con capelli neri ricci e un cappello nero. Quando arrivò sotto il lampione Tasha lo riconobbe. Era Michael Jackson. Cosa cazzo ci fa Michael Jackson in un parco all'una di notte?! Pensò Tasha.

Michael si abbassò da Tasha. "Stai.. Bene?" chiese, sorpreso da quanto bella era quella ragazza, anche se sudata e con sangue che le usciva dal labbro.

"Ehilà, Michael! Da quanto tempo?!" chiese lei, con una risata. Lei non l'aveva mai conosciuto ma quella pallottola aveva fatto su Tasha lo stesso effetto del vodka. Michael notò che non stava tanto bene.

"Ho sentito le urla e uno sparo, se non mi sbaglio.." disse, guardando se Tasha era ferita.

"Ah, non è niente di che.." rispose con un risolino. Indicò la ferita sulla gamba.

"Oh Dio. Devo chiamare l'ambulanza!" disse preoccupato, cercando il cellulare nella tasca della giacca.

"Michael, due cose. Niente ambulanza e non ti intromettere" mormorò Tasha, prendendolo per un braccio, prima di svenire. Il dolore era troppo lancinante.

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Capitolo 2
*** Chapter 2 ***


Tasha socchiuse gli occhi, si trovava su un letto tutto bianco. Aprì bene gli occhi e guardò il soffitto, anch'esso bianco. Sono morta o cosa?! Pensò. Era in mutande, la gamba era fasciata all'altezza della pallottola. Girò la testa e vide un uomo guardare fuori dalla finestra, Michael, di sicuro. Dal cielo, sembrava l'alba. Michael si girò proprio in quel momento e Tasha rimase folgorata. Non ti ricordavo così sexy, Mr. Jackson! Pensò Tasha, mordendosi il labbro.

"Ti sei svegliata.." disse Michael con un sorriso, avvicinandosi al letto.

"Ti avevo chiesto due cose, Michael. Ehm, Mr. Jackson. Le avevo chiesto di non chiamare l'ambulanza e di non intromettersi" rispose Tasha. Cercò di alzarsi ma ricadde sul letto con un gemito. Era a corto di forze.

"Ehi, piano, piano.." disse, con voce preoccupata. "E poi, non volevi mica che ti lasciassi da sola all'una di notte?" Fece un sorriso.

"Uhm.. Grazie, Mr. Jackson" ripose Tasha, guardandosi intorno.

"Il dottore ha detto che devi riposare per una settimana" disse Michael, sedendosi sul letto.

"Oh. Ora può andare a dormire, è l'alba. Di mattina, poi, ma darà uno strappo a casa, Mr. Jackson" rispose Tasha.

"Mr. Jackson? 'Ehilà Michael! Da quanto tempo?!' non l'avevi detto tu?" disse con un risolino.

"Ehi, stavo male!" esclamò Tasha, imbarazzata dal comportamento di ieri.

"Lo so lo so. Ma chiamami Michael" disse con un sorriso smagliante.

"Oh, io sono Tasha. Piacere" rispose lei, porgendogli la mano. Michael gliela strinse con un sorriso.

"Ora dovresti dormire. Sono le 5 del mattino" disse Michael, alzandosi da sopra il letto.

"Già, anche tu. Svegliami presto però" raccomandò lei. Michael annuì. "Grazie, Michael"

"Di cosa, Tasha?" chiese lui, sorridendo, prima di uscire dalla stanza.

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Capitolo 3
*** Chapter 3 ***


Tasha si sveglio, prese il suo cellulare che era sul comodino e vide l'ora. Le 12.30?! Gli avevo detto di svegliarmi presto! Pensò lei. Aveva riacquisito le forze, perciò prese le stampelle posate vicino al letto e, con fatica, uscì dalla stanza.

La casa era gigante, percorse il corridoio e si trovò in un salotto. Girò l'angolo e vide il soggiorno e vicino la cucina. Michael stava trafficando con una padella ai fornelli, dandole le spalle. Tasha si avvicinò senza fare rumore.

"Non ti avevo detto di svegliarmi presto?" disse lei, facendo sobbalzare Michael. Si girò verso di lei, con la padella in mano.

"Mi hai spaventato!" disse, facendo un respiro profondo.

"Ti avevo detto di svegliarmi presto, Michael. Possibile che non fai niente di quello che ti dico?" piagnucolò Tasha. Posò le stampelle sul bordo di una sedia e si sedette al tavolo della cucina.

"Credevi davvero che ti avrei lasciato andare a casa tua? Devi riposare, Tasha. Non dovresti neanche essere in piedi. Infatti.." rispose lui, prendendola in braccio dalla sedia.

"Ehi! Lasciami" gridò lei. Michael fece un risolino e la portò nella stanza dov'era prima, la fece sdraiare sul letto, attento a non farle male.

"Pranzo a letto, Tasha" disse Michael, con un sorriso.

"Oh Dio, Michael. Va bene ma oggi pomeriggio vorrei andare a casa mia" rispose lei.

"Vivi da sola?" chiese lui.

"Sì, perchè?" rispose Tasha, aggrottando le sopracciglia.

"Oh, niente. Il pranzo sarà pronto fra.. 10 minuti, penso" disse Michael, uscendo dalla stanza con un sorriso.

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Michael aprì la porta con fatica e portò il vassoio da Tasha.

"Buon appetito" disse, posandoglielo davanti.

"Grazie. Ehi, dove vai?" chiese lei, mentre Michael si dirigeva verso la porta. Si fermò e si girò verso di lei.

"Di là" rispose Michael.

"Puoi venire a mangiare qui, per piacere?" chiese Tasha, sorridendo.

"Uhm, certo.." rispose Michael, gli sembrava strano che quella bellissima ragazza volesse mangiare con lui vicino.

"Grazie" disse lei, prima che Michael uscisse dalla stanza.

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Capitolo 4
*** Chapter 4 ***


Quanto è bella? Pensò Michael, guardando Tasha mentre mangiava. Si incantò a fissarla.

"Lo so, sono orribile. Non fissarmi, ti prego" disse lei, notando che la stava fissando.

"Eh? Cosa?" chiese lui, riprendendosi dallo stato di trance.

"Ho detto che lo so che sono orribile. Non mi fissare, per piacere" ripetè lei.

"Orribile? Il contrario! Sei bellissima.." disse Michael, abbassando lo sguardo sul proprio cibo.

"Uhh.. Grazie?" Tasha aggrottò le sopracciglia e ritornò a mangiare.

"Non mi hai detto chi ti ha sparato, se non mi sbaglio.." disse Michael dopo una pausa di silenzio.

"Uhm, Thomas. Il mio ragazzo. Oh, il mio ex, più che altro" mormorò Tasha, dopo aver mandato giù un boccone.

"Oh, capisco.. Beh, no, non capisco. Se era il tuo ragazzo perchè ti ha sparato?" chiese Michael.

"Uhm, ha frainteso una cosa tra me e suo fratello.." rispose Tasha, pulendosi la bocca con un fazzoletto.
"Ah, okay. Non hai intenzione di denunciarlo o qualcosa? Ieri avevi il labbro ferito, ti ha anche picchiata?" chiese Michael,
cercando di sembrare il meno invadente possibile.

"Denunciarlo? Nah, tanto è finito tutto. Anzi, mi sa che si è già pentito.." ripose lei.

"Uhm, tu lo ami ancora?" chiese Michael, timidamente.

"Uh.. Non penso.. Provo ancora qualcosina per lui ma non penso sia amore" mormorò Tasha. Passò un'altra pausa di silenzio.

"E tu? Ho sentito che sei.. um, sposato, penso" chiese Tasha, prima di bere un sorso d'acqua.

"Già.. Al momento sono in una terribile e complicata situazione matrimoniale" disse Michael, sospirando.

"Oh, mi dispiace. E dov'è lei, adesso?" chiese Tasha.

"E' andata in una delle sue case a Chicago. Ha detto di volere del tempo" rispose Michael, alzandosi dalla poltrona.

"Oh, mi dispiace ancora" disse lei, Michael le sorrise. Prese i due vassoi e uscì dalla stanza. Tasha si affrettò a prendere le sue stampelle e a seguirlo in cucina.
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"Posso aiutare?" chiese Tasha, arrivata da Michael.

"Dovresti essere a letto, Tasha" rispose lui, con un sorriso, posando i piatti e i bicchieri nel lavabo. Tasha sbuffò.

"Mi sono stancata del letto. Puoi farmi sedere lì vicino a te? Così, asciugo i piatti.." disse lei. Michael scosse la testa sorridendo, posò le stampelle in un angolino e la fece sedere sul ripiano vicino al lavabo. Tasha sentì brividi percorrerle la schiena mentre le mani di Michael la prendevano per i fianchi.

"No-non hai una cameriera? Intendo, la casa è così grande!" disse Tasha, asciugando un bicchiere che le aveva passato Michael.

"Uh, sì, Jessie. Lisa se l'è portata con sè" rispose Michael.

"Oh, Lisa. Tua moglie, vero?" chiese lei. Michael annuì. "Ma te la cavi bene! Sai, il cibo era squisito.."

"Grazie" rispose con un sorriso. Prese Tasha e la fece scendere dal ripiano, lei prese le stampelle.

"Hai qualcosa che posso mettermi per andare a casa? Te la ridò appena arrivo.." disse Tasha.

"Qualcosa da metterti? Okay. Andare a casa? Per niente" rispose Michael, sorridendo.

"Cosa? Michael, devo andare a casa" Tasha, aggrottò le sopracciglia.

"Tasha, non posso lasciarti andare a casa. Il dottore ha detto che ti devi riposare per una settimana. Hai detto che vivi da sola e sono sicura che non ti riposerai affatto. Poi, ti sei già stancata di me?" chiese Michael con un sorriso.

"Non è che mi sono stancata di te, Michael. Solo che non voglio disturbarti.. Se poi ritorna Lisa.. Lasciami andare, per piacere" rispose lei.

"No, dai, andiamo a cercare qualcosa che ti puoi mettere" Michael si incamminò. Tasha non si mosse.

"Uff, Michael" sbuffò lei. Lui si girò.

"Non vuoi venire? Okay" Si diresse verso Tasha, la prese in braccio e si incamminò.

"Michael, voglio andare a casa!" esclamò lei. "Ti piace prendermi in braccio?!" gridò lei, prima che Michael la facesse scendere in una camera da letto. Tasha si sedette sul letto.

"Va bene, questo?" chiese lui tirando fuori dall'armadio un vestito corto, a motivi floreali, senza spalline e con una cerniera dietro.

"Uhm, fantastico!" rispose lei, Michael glielo porse, lei lo posò vicino a lei sul letto. Prima che Michael potesse dirigersi verso la porta, Tasha si tolse la maglia che aveva addosso rimanendo in reggiseno. Michael la fissò. Non era come Lisa, aveva un colorito più abbronzato. Aveva anche più curve di lei. Avrà avuto una terza di seno, non come la prima di Lisa. Non era grassa, per carità, era proporzionata.

"Spero che non ti dia fastidio" disse Tasha, notando che Michael la fissava.

"Cosa? No, per niente.." rispose Michael, cercando di distogliere lo sguardo da Tasha.

"Allora vieni a chiudere la cerniera qui dietro, per favore?" chiese lei. Michael le si avvicinò, si sedette sul letto dietro di lei. Lei tolse i capelli con una mano. Michael le alzò la cerniera del vestito.

"Aspetta, aspetta! Riaprila! Si è aperto il reggiseno!" esclamò lei. Michael ridacchiò e le abbassò la cerniera. Le chiuse il reggiseno. Si sentiva strano a chiudere il reggiseno di qualcuno che non fosse Lisa. Le chiuse poi la cerniera.
Tasha si alzò e rimase solo su un piede, guardandosi allo specchio. Anche Michael la guardò. Quant'è bella? Smettila, Michael! Sei un uomo sposato! Ma chi voglio prendere in giro.. Tanto questo matrimonio non interessa più ne a me ne a Lisa.. Pensò Michael.

"Non è male! Solo che è un po' stretto qui.." disse Tasha indicando il seno.

"Oh, uh.. Lisa non è uhm.. Molto.. Dotata.." rispose Michael, imbarazzato. Tasha rise.

"Non importa.. Grazie.. Sei sicuro che Lisa non verrà? Non voglio metterti nei problemi con lei.." Tasha prese le stampelle.

"Non penso che arriverà in questi giorni.." rispose Michael, pensando a cosa avrebbe potuto pensare Lisa se l'avesse trovata qui.

"Oh, va bene.. Anche se io volevo andare a casa" disse lei con un sbuffo.

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Capitolo 5
*** Chapter 5 ***


Il giorno dopo..

 

Michael e Tasha avevano appena finito di lavare i piatti della colazione quando sentirono bussare alla porta. Oh Dio, l'unica che sa che vivo qui è Lisa.

"Mm, aspetta qui. Vado a vedere chi è" disse Michael, sperando che non fosse Lisa alla porta. Tasha annuì. Michael uscì dalla cucina e aprì la porta. Lisa gli saltò addosso. Michael fu sorpreso.

"Mi sei mancato, tesoro. Scusa tanto" disse lei, ancora abbracciandolo. Tasha uscì dalla cucina con le stampelle fino all'atrio davanti la porta. Vide Lisa. Ohmiodiosantissimo! Speriamo che non dice niente..

"Oh, anche tu, Lisa.." rispose lui. Lisa vide Tasha e si allontanò da Michael.

"Chi è lei?" chiese a Michael, guardando Tasha.

"Uhm, lei è Tasha.." rispose Michael, mordendosi il labbro.

"Tasha, eh? E chi fa qui? Quello è un mio vestito?!" Lisa spalancò gli occhi alla vista del vestito che Tasha aveva addosso.

"Uh, le hanno sparato alla gamba in un parchetto e io ero lì. Era da sola, così-" Lisa lo interruppe infuriata.

"Così hai deciso di fare il babysitter e portarla a casa?!" gridò lei.

"Non è così! Abbassa la voce, Lisa.." rispose Michael.

"Noi due dobbiamo parlare! Adesso!" urlò lei, dirigendosi a gran velocità verso la loro camera da letto. Una ragazza entrò in casa e chiuse la porta dietro di sè. Forse è Jessie. Pensò Tasha. La cameriera la squadrò ed andò in cucina. Tasha scosse la testa e si diresse verso la sua stanza. Lo sapevo.

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"Se ne deve andare.. Ora!" gridò Lisa, mentre Michael chiudeva la porta.

"Non gridare, Lisa!" disse lui.

"L'hai fatta stare in casa nostra, le hai dato i miei vestiti.. I miei vestiti!" continuò ad urlare lei.

"Le ho dato un vestito, Lisa. Deve riposare per una settimana e non posso lasciarla andare a casa sua da sola" rispose Michael cominciando ad innervosirsi.

"E perchè? Non la conosci neanche! Scommetto che le fai tu da mangiare!" Lisa iniziò a camminare in giro per la stanza, furiosa.

"Lisa, smettila di urlare! Cos'avresti fatto al mio posto? Lasciarla da sola, ferita in un parco di notte?" Michael si sedette sul letto. Lisa non rispose.

"Come mai sei tornata così presto?" chiese Michael alzando un sopracciglio.

"Volevi passare più tempo da solo con quella.. sgualdrina?! Ed io che pensavo che le cose potrebbero andare meglio!" urlò lei.

"Come l'hai chiamata?!" gridò Michael.

"Oh, ora la difendi pure?! Se ti ricordi, sono tua moglie! Quella là se ne deve andare adesso!" gridò lei.

"No, non se ne va. Okay?" rispose lui, uscendo dalla stanza e sbattendo la porta.

"No, non è per niente okay" urlò lei, dalla camera.

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Tasha era sdraiata sul letto di camera sua. Lo sapevo che sarebbe successo.. Chissà cosa si staranno dicendo. I suoi pensieri furono interrotti da qualcuno che bussava alla porta.

"Avanti!" disse lei. Michael socchiuse la porta e si affacciò nella camera.

"Posso entrare?" chiese. Tasha annuì, sedendosi sul letto. Lui chiuse la porta e si sedette vicino a lei.

"Mi dispiace per come si è comportata Lisa.." disse Michael guardandosi le mani.

"Oh, non importa. Me l'aspettavo.." rispose Tasha. "Michael, puoi accompagnarmi a casa mia?" chiese lei.

"Ma il dottore verrà questo pomeriggio, qui" rispose Michael, girandosi a guardare Tasha.

"Lo so. Voglio solo andare a prendere dei vestiti, siccome devo rimanere qui ancora per un po'" disse lei, con un sorriso.

"Rimarrai!" Michael la abbracciò. Lei prese le sue stampelle e uscirono dalla stanza. Si diressero verso la porta di casa, stavano per uscire quando furono fermati da una voce alle loro spalle.

"Potrei sapere dove stai andando con mio marito?" disse Lisa. Michael e Tasha si girarono. Tasha stava per rispondere quando Michael le fece cenno con la mano di non parlare.

"Perchè? Vuoi venire anche tu?" chiese Michael, alzando un sopracciglio.

"Non l'ho chiesto a te. Allora, dove vai con MIO marito?" chiese di nuovo a Tasha. Jessie si affacciò dalla cucina per vedere cosa succedeva.

"Puoi tenerti tuo marito, sai? Ah, non vorrei sporcarti il vestito quindi vado a prendermi un paio di vestiti miei. Solo se per te va bene, eh!" rispose Tasha, senza dare retta a Michael.

"Andiamo, Tasha.." le mormorò Michael all'orecchio.

"Oh, perchè non te ne vai definitivamente?" chiese Lisa, alzando un sopracciglio.

"Perchè non ti fai gli affari tuoi? Michael, andiamo, CARO" rispose Tasha, uscendo dalla porta, seguita da Michael.

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Capitolo 6
*** Chapter 6 ***


Michael e Tasha erano appena arrivati davanti a casa dopo aver preso i vestiti di Tasha. Michael aveva in mano la borsa di Tasha. Bussarono. Aprì loro Jessie. Lisa uscì dalla cucina per vedere chi era arrivato.

"Un'ora e mezza per prendere dei vestiti?" chiese Lisa.

"Michael, sono stanca, vado a letto un po'.." mormorò Tasha a Michael, stanca di Lisa. Michael annuì. Lei se ne andò in camera.

"Che cos'avete fatto in un'ora e mezza?" chiese Lisa a Michael.

"Sai, Lisa. Mi sono stufato di te e tutte queste tue domande" le rispose Michael, seguendo Tasha in camera sua. Lisa sbuffò.

"Non lo sopporto più!" esclamò, ritornando in cucina, seguita da Jessie.

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Michael posò la borsa con i vestiti vicino al letto di Tasha, sul quale era seduta.

"Io vado a farmi una doccia, okay?" disse Michael.

"Certo, vai pure.." rispose lei, con un sospiro, abbassando la testa.

"Ehi, c'è qualcosa che non va? Lisa, vero?" chiese Michael, alzandole con due dita il mento.

"Uhm, va tutto bene. Vai a fare la doccia e cerca di riallacciare i rapporti con Lisa.. Mi dispiace averti messo nei problemi con lei, non era mia intenzione" rispose Tasha, guardando Michael.

"Non penso che funzioni più con Lisa, Tasha. Lei sta rovinando tutto.." mormorò Michael, sedendosi vicino a lei sul letto.

"Ma tu la ami.. E lei ti ama" rispose lei, guardando Michael negli occhi.

"L'ho amata.. La scintilla che era tra noi due si è spenta, ormai" Tasha lo abbracciò.

"Ora vai a fare la doccia, caro. Rilassati e pensaci su. Sono sicura che troverai una soluzione. Okay?" gli mormorò Tasha all'orecchio. Sciolsero, poi, l'abbraccio.

"Grazie, Tasha" disse Michael, con un sorriso, uscendo dalla stanza.

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Tasha era sdraiata sul letto quando qualcuno bussò alla porta. "Avanti!" disse. Jessie socchiuse la porta e si affacciò.

"Il pranzo è pronto, signorina" disse la cameriera.

"Okay. Mi cambio i vestiti e poi vengo" rispose Tasha. Jessie annuì e uscì dalla stanza, chiudendo la porta. Tasha si sedette sul letto e tirò fuori dalla borsa un suo vestito corto e scollato. Tolse quello di Lisa e si mise il suo. Si guardò poi allo specchio e, prese le stampelle, uscì finalmente da camera sua.

Si diresse in cucina e vide che Lisa stava già mangiando mentre Michael la aspettava. Appena la vide, lui si alzò.

"Vieni che ti aiuto con le stampelle" disse. Lisa alzò lo sguardo verso Tasha, scosse la testa e ritornò a mangiare. Tasha passò le stampelle a Michael.

"Grazie" mormorò sedendosi tra lui e Lisa. "Uhm, potevi anche iniziare a mangiare.." disse, rivolta a Michael. Lui le sorrise.

"Buon appetito, Michael" disse Tasha, sorridendo.

"Buon appetito Tasha, Lisa" rispose Michael.

"Già, buon appettito, Lisa" ripetè Tasha rivolta a Lisa. Lei alzò un sopracciglio.

"Troia" mormorò. Sfortunatamente Tasha la sentì.

"Che cosa, scusa?" chiese Tasha, placando l'irrefrenabile impulso di darle un gancio sinistro sulla mascella. Lisa fece un ghigno.

"Cosa c'è Tasha?" chiese Michael, che non aveva sentito nulla.

"Mi hai dato della troia, oppure ho sentito male?" Tasha si stava arrabbiando.

"Può darsi.." mormorò Lisa, prima di mangiare un boccone.

"Senti, sto facendo la brava qui solo per Michael, okay? Non ho intenzione però di farmi mettere i piedi in testa da una come te. Perchè nessuno da della troia a Natasha Jennifer Margaret Lily Evans" disse Tasha, cercando di non urlare. Michael si prese la testa tra le mani.

"Ehi, ehi. Stai calmina, eh. Non provare a fare scenate in casa mia, perchè ti ritrovi con il culo fuori da quella porta" gridò Lisa, alzandosi. Anche Tasha si alzò, reggendosi sulla gamba sana.

"Tasha, siediti per piacere.." mormorò Michael. Tasha non gli diede retta.

"Dai! Porta il mio culo fuori dalla porta! Sbrigati, sto aspettando!" urlò Tasha, sfidandola. Jessie intanto si era avvicinata a guardare la scena. Lisa alzò una mano per darle uno schiaffo ma Michael la fermò per il braccio.

"Adesso basta, Lisa!" disse Michael, abbasandole il braccio.

"Scusa? Tu stai difendendo una sgualdrina invece della donna che ami? La donna che ami, Michael?!" rispose lei guardandolo negli occhi.

"Io non ti amo, Lisa. Non più" disse Michael, lasciando andare il suo braccio. Tasha spalancò la bocca e guardò Michael. Lisa sembrò sul punto di rispondere ma si diresse a gran velocità in camera sua.

"Michael.. Le hai appena detto che non la ami? Ti rendi conto di quanto può ferire una donna, dire una cosa del genere?" mormorò Tasha. Prese le proprie stampelle e si diresse in camera, seguita da Michael.

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Capitolo 7
*** Chapter 7 ***


"Ma non fa più male non sapere la verità? Prima o poi gliel'avrei detto.." le disse Michael, quando entrarono entrambi in camera. Tasha si sedette sul letto e iniziò e mettere apposto la sua roba nella borsa.

"Dirle cosa?" chiese Tasha. "Che non la ami?"

"Che provo qualcosa per un'altra donna" rispose Michael, sedendosi vicino a lei.

"Ah, è così che stanno le cose? Lei la conosce?" chiese lei, girandosi a guardarlo.

"L'ha conosciuta da poco" Michael le toccò il viso con le dita. Tasha rabbrividì al suo tocco. Sta insinuando che mi ama? Ohmioddiosanto.

"E ch-chi è?" rispose Tasha, pretendendo di non capire e abbassando la testa.

"Guardami negli occhi e non fare finta di non capire, Nat" mormorò dolcemente lui, alzandole la testa con la mano.

"Michael.." Michael le posò un dito sulle labbra. Le scostò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e sorrise, ammirando la bellezza di Tasha.

"Sei bellissima" mormorò Michael. Tasha chiuse gli occhi e si girò verso la finestra.

"Michael, non posso più rimanere qui. Sono a casa di una coppia sposata e sto solo mandando tutto a farsi fottere. Non posso rimanere, no" mormorò lei di rimando.

"Non stai mandando tutto a farsi fottere, Nat. Tra me e Lisa non funzionava di già. Tu mi hai solo fatto riscoprire quel desiderio che non provavo da tempo" Michael le posò una mano sulla schiena. Tasha si girò verso Michael.

"Ma lei è tua moglie" disse Tasha con un sussurro. Michael non rispose ma sorrise. "Non voglio che voi litighiate, non voglio che smettete di amarvi, non voglio che divorziate. Non voglio, Michael"

"Vuoi che io rimanga con una donna per cui non provo nulla?" chiese lui, passandole una mano sui capelli. Tasha sospirò e si rimise a mettere la sua roba nella borsa.

"Ti prego accompagnami a casa, fai come se non mi avessi mai conosciuto. Continua a vivere la tua vita. Chiedi scusa a Lisa. Portala fuori a mangiare. Comprale una collana. Amala" rispose lei, alzandosi dal letto. Anche Michael si alzò.

"Ti amo, Nat. Perchè tu no?" chiese Michael, guardandola negli occhi. Tasha gli porse la borsa e prese le stampelle.

"Mi dai il numero del dottore? Così posso dirgli di venire a casa mia invece che qui.." mormorò Tasha.

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Michael aveva caricato la borsa di Tasha nel portabagagli di una delle sue auto. Lei era già salita in uno dei sedili posteriori. Michael si affacciò al finestrino.

"Beh, Michael.." disse Tasha, guardandolo.

"Perchè te ne stai andando?" mormorò lui, con un tono di tristezza nella sua voce.

"Michael, ne abbiamo parlato" rispose lei.

"Lo devo prendere come un addio?" chiese Michael. Tasha sorrise.

"Non penso. Anzi, ne sono sicura. Questo è il mio indirizzo. Puoi venire a trovarmi ogni tanto" rispose Tasha, dandogli un bigliettino con l'indirizzo.

"Va bene" disse lui, prendendolo. Tasha si sporse e gli diede un bacio sulla guancia.

"Arrivederci, Michael" Tasha sorrise.

"Arrivederci, Natasha" rispose Michael, con un sorriso debole. L'auto partì. Michael e Tasha sospirano allo stesso momento, pur a distanza. Non ti dimenticherò. C'è qualcosa in te di.. Uhm. Pensò Michael, passandosi la mano sulla guancia che Tasha aveva baciato.

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Capitolo 8
*** Chapter 8 ***


Passarono 10 giorni in cui Tasha pensava intensamente a Michael e Michael pensava intensamente a Tasha. Lui non si faceva sentire per paura di essere rifiutato e lei per paura di innamorarsi. La gamba era quasi del tutto guarita. Non usava più le stampelle, zoppicava un pochino ma non era molto evidente.

Sentì il clacson suonare. L'autista era arrivato per portarla a stare da suo padre. Richard Josh Evans possedeva maggior parte dei palazzi più chic di Chicago. Solitamente trattava con le celebrità che affitavano i suoi appartamenti pagando somme che Tasha si sognava solamente.

Ehi! Come stai?” disse Tasha, quando il padre le aprì la porta. Richard la abbracciò forte.

Tesoro mio! Sto bene. Tu?” chiese lui, felice di vederla. Entrarono in casa e si sedettero in salotto. “Sei cambiata..” mormorò carezzandole il viso.

Sono passati 3 anni, papà” rispose lei, con un sorriso. “Spero solo che sia cambiata in modo positivo”

Sei bellissima, piccola.. Ti faccio vedere dove puoi mettere i tuoi vestiti” disse lui, alzandosi. La portò in una grande e accogliente camera della grande villa in cui viveva.

Wow.. E' la camera che avevo da piccola..” mormorò Tasha, passando le dita sul letto.

Già. Ho aggiustato qualcosina ma è tutto come l'hai lasciato. Le bambole, i poster. Tutto” rispose con un sorriso, Richard.

Ahh, me lo dovevo aspettare da te, papà” sorrise lei, buttandosi sul letto.

Ti lascio riposare. Fra un'oretta sarà l'ora di cena” Richard uscì dalla stanza.

 

Cosa ti porta qui a Chicago?” chiese Richard, prima di bere un sorso d'acqua.

Sono venuta a controllare che vada tutto bene nella boutique. Sai, Terry si è preso una vacanza e tocca a me coordinare tutto finchè non ritorna” rispose Tasha, dopo aver mandato giù un boccone.

“Oh, capisco. Il lato peggiore di avere negozi in tutti gli States” disse Richard con un sorriso. “E di essere una magnifica stilista” aggiunse.

“Se lo dici tu, papà. Hai sentito Jessica, ultimamente?” chiese lei. Jessica era sua sorella minore.

“Nah. Mi hanno detto però che vive ancora qui a Chicago.” rispose il padre.

“Oh, capisco.. Tu invece sei sempre qui con le tue celebrità?” chiese Tasha con un risolino.

“Già, sempre con le mie celebrità” rispose lui, sorridendo.

“E come va? Con chi tratti ultimamente?” Tasha spinse il piatto un po' in la. Stava scoppiando.

“Ahh, ho appena finito con Ross. Diana Ross. Gran brava donna. Sai, mi ha anche consigliato a Michael Jackson” rispose il padre. Tasha, che in quel momento stava bevendo, sputò l'acqua che aveva in bocca.

“M-Michael Jackson?” chiese asciugandosi con un tovagliolo.

“Sì, tesoro. C'è qualcosa che non va?” rispose Richard, aggrottando le sopracciglia.

“Oh, no. Dimmi qualcosa di più. Cosa vuole?”

“Quello che vogliono tutti, penso. Ho fissato un appuntamento con lui, domani pomeriggio” Richard si pulì la bocca con un tovagliolo.

“Qui a casa?” chiese lei. Non sapeva se era felice o no. Sapeva solo che se l'avrebbe visto, qualcosa sarebbe successa.

“Sai che ho l'ufficio qui in casa, Nat” Richard non capiva come mai Tasha si era interessata tanto a Jackson. Non le era mai interessato il lavoro di suo padre e ora si ritrovava a fargli domande su domande.

“Ah, sì. Ha detto di pomeriggio, eh? A che ora?” chiese Tasha.

“Nat, come mai tutte queste domande su Michael Jackson?”

“Cosa? No, niente. Solo curiosità..” balbettò Tasha.

“Solo curiosità?” chiese Richard, dubbioso. Tasha si diresse verso camera sua.

“ Sì, solo curiosità!” urlò prima di entrare in camera. Si sdraiò sul letto. Non voglio vederlo. Anzi, sì. Però non voglio causarli altri problemi con quella là. Voglio solo sfiorare le sue labbra.. Iniziò a sorridere e ad immaginarsi tra le braccia di Michael. Sono scema. Scema forte! Pensò quando si accorse di cosa stava facendo.

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Capitolo 9
*** Chapter 9 ***


Il giorno dopo.. 5pm

 

Grazie, signor Jackson” disse Richard con un sorriso, alzandosi dalla comoda poltrona del suo ufficio.

Grazie a lei” rispose Michael, alzandosi anche lui.

Può aspettarmi fuori per piacere? E' una questione di pochi minuti” chiese Richard. Michael annuì e, con un sorriso uscì dall'ufficio. Si mise a guardare dei quadri in giro per la casa. All'improvviso sentì un profumo familiare. Era un profumo femminile. Si girò verso destra, da dove sembrava provenire. Vide dei capelli lunghi neri e delle scarpe rosse con il tacco scomparire dietro una porta.

Ehi!” disse lui, seguendo la ragazza. Entrò dalla porta della cucina, vide di nuovo i capelli scomparire da dietro l'angolo. Fece uno corsa e prese la ragazza da un braccio, lei non era girata verso di lui, non potè guardarla in viso. La poteva sentire ansimare, però. Stava per farla girare da lui quando..

Signor Jackson, dov'è andato?!” sentì Richard chiamarlo. Allentò la presa sul braccio della ragazza e lei ne approfittò per correre via. Michael scosse la testa e ritornò nell'atrio da Richard.

Oh, stavo solo guardando la casa” disse Michael, sorridendo alla vista delle scarpe rosse della ragazza che salivano di corsa le scale. “Posso chiederle una cosa?”

Certo, dica pure” rispose Richard.

Ehm, lei ha mica una figlia?” chiese Michael.

Sì, perchè?” Richard aggrottò le sopracciglia.
“Oh, niente. Sa dirmi come si chiama?” chiese lui, con un sorriso.

Natasha” Michael si lasciò sfuggire un risolino quando si rese conto di aver appena lasciato correre via la ragazza che amava.

Natasha, eh? E lei vive qui?”

No, è arrivata solo ieri. Oh, eccola!” Tasha stava per uscire dalla porta di casa, cercando di non attirare l'attenzione. Posò la mano sulla maniglia ma fu interrotta dalla voce del padre.

Tasha!” gridò lui.

S-sì, papà?” rispose lei, senza girarsi.

Vieni a salutare il signor Jackson” disse Richard.

Ehm, devo andare in boutique” mentì lei. Per favore, per favore, non farmi girare.

Oh, dai. Non ci metterai molto” rispose Richard. Tasha fece un respiro profondo e si girò lentamente verso Michael e il padre. Michael aveva addosso dei pantaloni neri, soliti mocassini, maglietta bianca a V e una giacca nera, con tocchi di oro. Tasha decise di farsi forza e si diresse a passo deciso verso di loro. Michael sorrise quando Tasha si fermò proprio davanti a lui.

P-piacere, signor Jackson” Tasha gli porse la mano.

Piacere, signorina Tasha” Michael le strinse la mano, con un sorriso. Passarono due minuti in silenzio a fissarsi. Michael avrebbe voluto abbracciarla e non lasciarla più andare. Tasha voleva sentire le proprie labbra su quelle di Michael.

Beh?” disse Richard, alzando un sopracciglio.

Oh, devo andare..” rispose subito dopo, Tasha. Rivolse un sorriso veloce a Michael e si diresse a gran velocità verso la porta. Dopo essere uscita si guardò la mano. Chiamami: XXX-XXX-XXXX. Michael le aveva lasciato il numero quando le aveva strinto la mano. Tasha sorrise e scosse la testa.

E' destino, Michael. E' destino. E non ti lascierò andare in fretta, questa volta” mormorò tra sé e sé.

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Capitolo 10
*** Chapter 10 ***


Due giorni dopo..

 

“Pronto?” Michael aveva appena risposto al telefono. Chi chiamava? Non lo sapeva.

“Ehi..” mormorò la voce femminile. A Michael parve così sensuale.

“Chi parla?” chiese lui.

“Prova ad indovinare..” disse con un sussurro la donna. Michael sorrise.

“Diana, tesoro?” chiese Michael. Sapeva benissimo che era Tasha al cellulare.

“Diana? Chi è Diana?!” disse lei. Michael fece un risolino.

“Pensavi veramente che non riconoscessi la tua voce, Tasha?”

“Mmmh, certo certo” rispose Tasha, sorridendo.

“Già, Nat. Potevi chiamare prima, comunque” disse Michael, con un sorriso stampato sulle labbra.

“Ehi, dovresti essere felice che io abbia chiamato! Tu non sei neanche venuto a trovarmi a casa mia” rispose lei.

“Sono passato stamattina! Ma il portiere mi ha detto che non c'eri..” disse Michael, sulla difensiva.

“Certo, di sicuro” rispose sarcastica Tasha, sempre sorridendo.

“Okay, non mi credere. Poi ero occupato con le pratiche” disse Michael.

“Pratiche di cosa?” chiese lei, giocando con il filo del telefono di camera sua.

“Oh, solo del tour” rispose Michael.

“Oh, farai un tour? Bene!” disse Tasha, felice per Michael.

“Già..” rispose lui, non molto felice di dover iniziare un altro di quei stressanti tour.

“E con la moglie come va?” chiese Tasha, facendo una smorfia.

“Ahh, ha chiesto il divorzio” rispose lui, con un sospiro.

“Oh, mi dispiace. Vi amavate molto..” disse lei, sorridendo. Sinceramente, era felice.

“Moooolto, soprattutto ultimamente” rispose Michael, sarcasticamente con un sorriso.

“Stai zitto! Comunque, cosa ti porta da Richard Evans?” chiese lei, facendo un risolino.

“Un'appartamento, per una settimana” rispose lui.

“Per stare con Diana?” chiese Tasha, sospettando ancora che lui conoscesse qualcuna di nome Diana.

“No, per stare solo soletto” rispose lui, ridacchiando.

“Solo soletto, eh?” disse Tasha, flirtosamente.

“Già, vuoi venire a farmi compagnia?” chiese Michael, sorridendo.

“Mmh, non so. Potrei non avere tempo” disse lentamente Tasha, cercando di stuzzicarlo.

“Potresti venire domani a cenare con me. Mi racconti del tuo lavoro. Di come sta la gamba” rispose lui, ignorando il suo commento di 'non avere tempo'.

“Domani, eh? Ci penserò su” disse lei, sorridendo.

“Prendi il tuo tempo, Nat” rispose Michael, anche lui sorridendo, sicuro che avrebbe detto di sì.

“Okay, Mike”

“Uhm, non mi hai detto perchè cercavi di scappare da me, ieri” chiese lui, con un risolino.

“Non stavo cercando di scappare!” rispose lei, imbarazzata.

“Certo certo” disse Michael, sorridendo.

“Ehi, dimmi una cosa..” chiese Tasha, mettendo su la sua voce 'sexy'.

“Sì?” rispose Michael, sorridendo al suono della voce di Tasha.

“Ti manco?” chiese lei, con un sorriso.

“Uhm, non particolarmente, direi..” rispose Michael, intenzionato a prenderla in giro.

“Oh, okay..” disse lei, delusa.

“Mi manchi tanto tanto, raggio di sole. Mi manca la tua presenza vicino a me, nonostante abbiamo passato insieme un paio di giorni. Mi manca il tuo profumo leggero di rose” mormorò Michael, giocando con un suo riccio.

“Veramente?” chiese lei, sorridendo nonostante le facessero male le guancie da quanto aveva sorriso.

“Veramente” rispose Michael.

“Sei così.. dolce” disse Tasha, spostando un ciuffo di capelli da davanti i gelidi, all'apparenza, occhi azzurri.

“Io ti manco invece?” chiese lui, sorridendo.

“Uh, mi stanno chiamando per la cena, devo andare” mentì Tasha per evitare di rispondere a quella domanda e ammettere che le mancava.

“Oh, va bene. Vai pure” rispose Michael, con un sorriso. Aveva capito che stava mentendo. “Ti amo” aggiunse poi.

“Uh.. Grazie..?” disse lei, prima di riattacare. Perchè non gli hai detto 'Anche io'? Sei un'imbranata, Tasha. Pensò lei, dandosi un colpo alla fronte.

E' fantastica. Pensò Michael, posando il cellulare.

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Capitolo 11
*** Chapter 11 ***


Il giorno dopo.. 6pm

 

Tasha aveva dato la sua conferma al signorino Jackson e ora si stava dannando perchè un auto sarebbe passata a prenderla tra mezz'ora e lei non aveva scelto ancora cosa mettersi.

Tirò fuori l'ennesimo vestito, questo era rosso scuro con una fascia nera sotto il seno. Se lo provò e finalmente si decise che andava bene. Si infilò al volo le scarpe nere tacco 12 e si sciolse i capelli. Passo del rossetto rosso sulle labbra e un filo di matita nera. Si infilò il cappotto.

Tasha, perchè diavolo c'è una limousine davanti a casa nostra e sta suonando il clacson?!” urlò il padre dal piano di sotto. Tasha si allarmò e corse verso la finestra. C'era una limousine davanti casa. Prese la borsa e corse giù per le scale. Stava per uscire dalla porta di casa quando suo padre si fece sentire di nuovo.

Dove stai andando?” chiese aggrottando le sopracciglia.

Oh, a casa di un'amica” rispose lei, sbrigativa.

Un'amica? Con la limousine?” chiese lui, mentre Tasha usciva da casa e chiudeva la porta dietro di sé. Fece un respiro profondo e si diresse verso la limo. Vide l'autista uscire e aprire la portiera.

“Prego, signorina Evans” le disse l'autista con un sorriso.

“Uh, grazie” rispose lei, salendo velocemente sull'auto. L'autista chiuse la portiera e salì al suo posto.

 

L'autista fece scendere Tasha davanti ad un grattacielo molto alto.

“La accompagno all'appartamento, signorina?” chiese l'autista, aprendole la portiera.

“No, grazie. Può solo dirmi il numero?” rispose lei, uscendo dalla limo.

“245b, al 5° piano” disse lui.

“Oh, grazie mille” Tasha sorrise e si diresse verso l'entrata del grattacielo. Entrò e salì in ascensore fino al quinto piano. Iniziò a cercare la 245. Era una 'b' quindi era un appartamento di due piani. Quando arrivò davanti alla porta, fece un respiro profondo e bussò. Pochi secondi dopo sentì dei passi avvicinarsi alla porta, che poi si aprì. Tasha fu travolta da un profumo di rose e acqua di colonia. Michael aveva addosso una giacca nera, una camicia rossa e una cravatta anch'essa nera. Soliti mocassini e pantaloni neri. Michael si passò la lingua sulle labbra, studiando Tasha dai tacchi ai capelli.

“Ehi..” disse lei, con un sorriso imbarazzato.

“Ehi..” ripetè lui, accennando un sorriso.

“Ti trovo bene..” osservò lei.

“Anche tu..” rispose Michael. Non sapeva cosa dire, cosa fare. Avrebbe voulto solo abbracciarla, baciarla e non lasciarla mai andare via.

“Non hai intenzione di farmi entrare?” chiese Tasha, sorridendo. Michael fece un passo indietro e le fece cenno con la mano di entrare.

“Scusa, mi ero, uhm.. dimenticato..” rispose lui, chiudendo poi la porta.

“Oh, non preoccuparti” Tasha sbottonò il cappotto, stava per toglierlo quando sentì le mani di Michael sulle sue spalle.

“Lascia fare a me..” le mormorò all'orecchio. Tasha rabbrividì al suono della sua voce, così sensuale, misteriosa. Michael le sfilò il cappotto e lo posò sull'attaccapanni vicino alla porta.

“Grazie, Mr. Jackson” disse lei, con un sorriso.

“Prego, signorina” rispose lui, posando la mano sulla schiena di Tasha e accompagnandola al salotto. Si sedettero su un divano. Avevano entrambi lo sguardo basso, come imbarazzati di ritrovarsi da soli insieme di nuovo.

“Oh, pos-” dissero entrambi nello stesso momento. Si misero poi a ridere, sdrammatizzando un po'.

“Dai, tu per prima” disse Michael, sorridendo.

“Posso usare il bagno per 2 minuti?” chiese lei.

“Oh, certo. E' in fondo al corridoio a destra” rispose lui, con un sorriso.

“E tu?” disse Tasha, prima di andare.

“Oh, lascia stare..” rispose lui, sempre sorridendo.

“No, dai, dimmi” insistè Tasha, con un sorriso. Michael sospirò.

“Ok.. Ehm, volevo solo dirti.. Che sei bellissima, stasera.. Il rosso ti sta molto bene e quelle scarpe ti fanno delle gambe.. pazzesche” mormorò lui, abbassando lo sguardo.

“Grazie..! Mi piace la tua cravatta” disse lei, carezzandogli la cravatta. Michael alzò la testa e sorrise. Tasha si alzò e si diresse verso il bagno mentre Michael andava a controllare che tutto fosse apposto per la cena.

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Capitolo 12
*** Chapter 12 ***


“Tu mi stai dicendo che hai cucinato tutta questa roba.. da solo?!” chiese Tasha, spalancando gli occhi.

“Uh-uh” rispose Michael, annuendo con un sorriso.

“Wow. Sembra anche squisito. Non sapevo fossi uno chef così esperto! Avevi cucinato per me una volta ma..!” disse lei, guardando il proprio piatto.

“Beh, nel tempo libero cucino” rispose lui, ridacchiando. Tasha notò che il piatto di Michael era solo di verdure e riso, mentre nel suo c'era anche un pezzo di pollo.

“Sei vegetariano, vero?” chiese Tasha, indicandogli il piatto.
“Già..” rispose lui sorridendo. Tasha fece il primo boccone.

“Mmmh. Michael, sei.. wow!” commentò lei, il cibo era delizioso.

“Haha, grazie, Nat. Aspetto di assaggiare la tua cucina, un giorno” rispose lui, prima di mangiare un boccone. Tasha notò che borbottava qualcosa prima di portare il cibo alla bocca. Cinque minuti dopo, quando si accorse di cosa stava dicendo, scoppiò a ridere.

“Ehm, c'è qualcosa che non va?” chiese Michael, imbarazzato.

“No, niente..” disse lei, cercando di soffocare i risolini. Michael si passò un fazzoletto sulla bocca, aveva paura che avesse qualcosa tra i denti o chissà cosa.

“Mi imbarazzi così, Nat!” esclamò lui, Tasha non la smetteva.

“Tu.. tu chiedi veramente scusa a qualsiasi cibo prima di mangiarlo?” chiese lei, scoppiando ancora in una risata. Michael fece un risolino, sollevato.

“Ehi, stiamo mangiando degli esseri viventi! Devi chiedere scusa!” disse lui, sulla difensiva.

“Non ci posso credere!” risero ancora insieme. Finirono di mangiare alle 8, si sedettero poi in salotto a bere dello champagne.

“Grazie per la cena..” disse Tasha, sorseggiando dal suo bicchiere.

“Di niente. E' stato un piacere passare del tempo insieme.. da amici” rispose Michael, con un sorriso provocatorio. Tasha rise e scosse la testa.

“Da amici” ripetè lei, accavallando le gambe. Michael non riusciva a smettere di fissare le curve di quella ragazza, per quanto ci provasse.

“Ehi, tesoro. Cosa stai fissando?” disse lei, quando lo notò fissare le sue gambe.

“Io? Niente. Assolutamente niente” rispose lui, guardando altrove. Tasha posò il suo bicchiere sul tavolo e si alzò.

“Beh, dovrei andare a casa. Papà non sa che mi sarei fermata per cena e non sa neanche che sono con te. Devo ancora spiegargli della limousine e-” Michael la interruppe.

“Non gli hai detto che sei venuta da me?” chiese lui, alzandosi per poter guardare meglio Tasha.

“Ehm, non ho avuto modo di dirglielo..” mormorò lei, abbassando la testa.

“Ti vergogni di dirgli che esci con me?” chiese lui, con tristezza nella sua voce. Tasha alzò subito la testa.

“Cosa? No! No.. Perchè dovrei?” rispose lei, spalacando gli occhi. Questa volta fu Michael ad abbassare la testa.

“Sai, non sono quel tipo di persona di cui parlano tutti bene. I media dicono di tutto. Non sono neanche di bella presenza..” mormorò Michael. Tasha gli prese il viso con le mani in modo da guardarlo negli occhi. Sorrise e gli tolse un riccio da davanti gli occhi.

“Non m'importa cosa dicono i media. Non m'importa per niente. Sai cosa m'importa? Che tu sei la persona più dolce che io abbia incontrato, ultimamente. E che.. mi piaci molto” disse lei, con un sussurro. Michael posò le sue mani sui fianchi di lei e la avvicinò a lui, stringendola forte. Lei fece scendere le mani sul collo di Michael. Si unirono poi in un dolce e passionale bacio.

“Ti amo, Nat” mormorò lui, guardandola negli occhi.

“Ti amo anche io.. Ora vado però. Ti prometto che lo dirò a papà” rispose lei, sorridendo. Gli diede un bacio sulla guancia e si diresse verso la porta. Stava per prendere il cappotto, quando Michael si avvicinò e lo prese prima di lei.

“Ti aiuto io..” mormorò Michael, baciandole il collo. Lei rabbrividì al tocco delle sue labbra fredde. Michael la aiutò a mettersi il cappotto. Le aprì poi la porta.

“Non sparire..” disse lui, sorridendo. Anche lei sorrise e gli piazzò un bacio veloce sulle labbra.

“Non sparirò” mormorò lei, uscendo dall'appartamento e incamminandosi verso l'ascensore.

“Oh, c'è l'autista sotto. Digli di accompagnarti!” disse Michael, ancora poggiato allo stipite della porta.

“Cosa? Non ho intenzione di ritornare a casa in limousine! Prenderò un taxi” rispose lei, premendo il bottone per chiamare l'ascensore.

“Okay, fa' attenzione. E' già buio fuori” disse lui. Lei gli sorrise e entrò nell'ascensore.







Mio piccolo angolino :)
Allora, sono felice che qualcuno segui ancora la mia storia :DD Uhm, il fatto che Michael chiedesse scusa a qualsiasi cosa prima di mangiarla è vero. :3 L'ho letto da qualche parte quindi non pensate che io sia così strana da inventarmi una cosa del genere :DD Vabbè, per piacere recensite!!!!! *occhioni dolci* :3
Byee.

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Capitolo 13
*** Chapter 13 ***


“Dov'eri?” chiese Richard, appena Tasha entrò in salotto. Lei si buttò su una poltrona.

“A casa di un'amica, papà. Te l'ho già detto” rispose lei, prendendo una rivista dal tavolino e sfogliandola.
“Non mentirmi, Natasha” disse lui, togliendole la rivista dalle mani.

“Ehi, stavo leggendo!” esclamò lei, sbuffando.

“Rispondimi!” disse lui, alzando il tono della voce.

“Ehi, non ho più 12 anni. So con chi esco” rispose lei, sbuffando di nuovo.

“In limousine? Vuoi dirmi con chi diavolo eri?!” urlò quasi, il padre.

“Ero con un ragazzo, okay?!” disse lei, alzandosi e poggiando le mani sui propri fianchi. Anche Richard si alzò in piedi.

“Ah, un ragazzo? E chi è?” chiese Richard, aggrottando le sopracciglia.

“Si chiama Michael” rispose lei, decisa. “Michael Jackson” aggiunse poi. Il padre spalancò gli occhi.

“Hai una relazione con Michael Jackson?” chiese lui, guardandola di traverso.

“Sì. Hai qualche problema?” disse lei, scontrosa.

“Certo! Non puoi stare con Michael Jackson!” rispose lui. Lei lo guardò male.

“Perchè? Sentiamo, dai” disse Tasha, sedendosi di nuovo.

“No ho intenzione di discutere con te! Smettila immediatamente di sentirti con quello lì, okay?” Tasha si alzò, stava per rispondere ma invece, sospirò e si diresse a gran velocità verso camera sua. Sentiva calde lacrime rigarle il viso.

“E' solo per il tuo bene!” sentì lei, mentre sbatteva la porta di camera sua e si buttava sul letto.

“Fottiti” mormorò lei, asciugandosi le lacrime con le mani. Non capiva perchè stava piangendo, poteva fregarsene dell'opinione di suo padre. Aveva 25 anni, maledizione! L'indomani avrebbe chiamato Michael, era deciso.

 

Il giorno dopo.. 6pm

 

“Pronto?” rispose Michael, al telefono.

“Ehi, Michael. Sono io. Tasha” disse Tasha.

“Ehi! Come stai?” chiese lui, sorridendo.

“Ugh, bene” rispose lei, scarabocchiando con la mano libera, su un foglietto.

“Bene? Sei sicura? Sembri un po giù..” chiese Michael, preoccupato.

“Nah, tutto okay..” disse lei.

“Oh, se lo dici tu. Mmh, hai parlato a tuo padre?” disse lui. Tahsa sospirò.

“Ieri sera” rispose Tasha, smttendola di scarabocchiare.

“E non è andata bene, vero?” chiese Michael, con una smorfia.

“Già. Ahh, non lo sopporto. 'Non puoi stare con lui! Smettila di sentirti con MJ' Tss” disse lei, sbuffando.

“Oh mi dispiace” mormorò Michael, sospirando.

“Oh, lascia stare. Parliamo di altro” rispose lei.

“Uhm, quando hai intenzione di venirmi a trovare di nuovo. Mi manchi” disse Michael, sorridendo. Anche Tasha sorrise.

“Oh, non so. Magari quando verrò non ritornerò più a casa da papà. Potresti rapirmi, legarmi..” rispose lei, mordendosi il labbro.

“Mmmh, mi piace l'idea” disse Michael, con un risolino.

“Allora va bene, vengo stasera?” chiese lei, sperando in un sì.

“Bene. Credi che mi dia fastidio?” rispose lui, ridacchiando. Tasha si morse il labbro sorridendo, non sapeva che dirgli.

“Mmmbah” disse Tasha.

“Allora ti aspetto. Mando la limousine?” chiese pur sapendo la risposta.

“Cosa?! No! Sono da te alle.. 7, okay?” rispose lei.

“Va bene” disse lui, sorridendo.

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Capitolo 14
*** Chapter 14 ***


Tasha bussò alla porta dell'appartamento di Michael,dopo aver fatto un lungo sospiro. Non riusciva ancora a capire il perchè dell'ansia che la assaliva ogni volta che aveva a che fare con Michael. Michael aprì la porta. La guardò dalla punta dei capelli ai tacchi super-alti. Si è fatta i capelli mossi, è stupenda come sempre. Maglietta nera senza spalline, giacchetta elegante anch'essa nera, jeans attillati e scarpe nere. Molti braccialetti al polso destro e due anelli nella mano sinistra.

“Ciao!” esclamò lei, spingendolo ed entrando in casa.

“Ehi, fai come se fossi a casa tua” rispose lui, chiudendo a porta con un risolino. Tasha posò un borsone che aveva in mano vicino all'entrata. Si tolse la giacchetta e la buttò sul divano, dove si sedette.

“Grazie” disse lei, con un sorriso.

“Mmmh, quel borsone?” chiese Michael, indicandolo.

“Vestiti. In caso tu voglia rapirmi veramente” rispose lei, alzandosi e dirigendosi in cucina. Michael scosse la testa sorridendo.

“La cena, scusa?” chiese lei, quando Michael entrò in cucina.

“Oh, non aspettarti che io cucini per te ogni volta!” rispose lui, sorridendo.

“Ma io ho fame!” esclamò lei, dandogli un colpetto sulla spalla.

“Sai cosa?” chiese Michael. Tasha aggrottò le sopracciglia. “Prendi il cellulare e chiama la pizzeria. Ordina due pizze e una pepsi per me, okay?” sorrise lui.

“Muori” rispose lei, ritornando in salotto. Michael la seguì. La guardò come per dire 'Allora?'.

“Ok, ma io prendo la pizza extra-large” disse lei.

“Va bene” rispose Michael con un sorriso.

“E una porzione di patatine fritte con mayonnaise, extra-large” aggiunse lei, prendendo il cellulare in mano.

“Va bene” rispose lui, sedendosi sul divano.

“E una pepsi-” venne interrotta da Michael.

“Aspetta, fammi indovinare.. Extra-large?” chiese lui con un risolino.

Tasha gli fece una smorfia, prima di iniziare a ridacchiare. “Dimmi il numero della pizzeria, va'”

 

20 minutes later..

 

Knock knock knock. “Vai ad aprire tu!” urlò Michael, seduto in salotto a guardare la TV. Tasha era in balcone, c'era un bellissimo venticello.

“Perchè non vai tu?” disse lei, rientrando in salotto.

“Sto guardando il mio telefilm preferito, tesoro” rispose Michael.

“Oookay” disse, dirigendosi verso la porta. La aprì, pagò il ragazzo e portò in cucina le pizze, patatine e pepsi. Posò le due pizze su due piatti, versò le pepsi in due bicchieri e mise le patatine in una grande ciotola. Posò una bustina di ketchup, una di mayonnaise e una di mostarda.

“La cena!” urlò lei, dirigendosi al lavabo per lavarsi le mani.

“Arrivo!” gridò lui di rimando. Si alzò e fece una corsa al bagno per lavarsi le mani, ritornò in poco tempo in cucina.

“Oh, hai messo tutto apposto?” chiese Michael, abbracciandola da dietro.

“Sì, dovresti ringraziarmi!” rispose lei, Michael si sedette. Anche Tasha si sedette.

“Buon appetito, tesoro” disse Michael, sorridendo.

“Buon appetito, Michael” rispose lei, accenando un sorriso.

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Capitolo 15
*** Chapter 15 ***


“Ti sei sentito con Lisa, ultimamente?” chiese Tasha, prima di fare un morso dalla sua pizza.

“No.. Ho provato a chiamarla, ma non ha risposto” rispose lui, dopo aver bevuto dalla sua pepsi.

“Ah, hai provato a chiamarla, quindi..” mormorò lei. Michael sorrise.

“Sei gelosa?” chiese toglienodole un ciuffo di capelli da davanti gli occhi.

“Stai zitto” rispose lei, dandogli uno schiaffo sulla mano. Michael fece un risolino e scosse la testa.

“Non dovresti esserlo, lo sai?” disse Michael.

“Non lo sono, infatti” ripsose lei. Michael scrollò le spalle e si alzò. Prese i piatti e i bicchieri e li mise nella lavastoviglie.

“Hai.. Hai la bocca.. Aspetta” mormorò Tasha, quando Michael ritornò da lei. Prese un fazzoletto e lo passò delicatamente sulla bocca di Michael, mentre lui la fissava. Era così bella.

“Ok, sei apposto” disse lei, sorridendo. Anche Michael sorrise e le passò una mano sul viso. Lei rabbrividì, le sue mani erano così fredde. Guardando meglio, notò anche che Michael aveva notevoli borse sotto gli occhi. Michael le diede un bacio veloce sulla guancia e si alzò.

“Uhm, devo andare a casa..” disse Tasha, con un mezzo sorriso. Michael ridacchiò.

“Oh, posso sapere perchè stai ridendo?” chiese lei, alzandosi e piazzandosi proprio davanti a lui.
“Perchè stai per essere sequestrata” rispose lui, con un ghigno.

Tasha sorrise girandosi e dirigendosi a prendere la sua borsa. Fu fermata da Michael che le prese le mani e gliele portò dietro la schiena.

“Mi hai sentito?” le mormorò all'orecchio.

 

“La tua camera..” disse Michael, aprendo la porta di una stanza. Tasha entrò, seguita da lui, e posò il borsone dei vestiti sul letto.

“Grazie, signor Jackson” rispose lei, sorridendo.

“Anche se la mia teoria del legarti ad una sedia era meglio di questa” disse lui, con un sorriso. Passarono due minuti in cui si fissarono, senza dire nulla. Si guardavano e basta.

“Uhm, sembri stanco. Vai a dormire, su” mormorò lei, abbassando lo sguardo.

“Già.. Lo sembri anche tu.. Uh, ti lascio riposare allora, eh?” balbettò lui. Sembrava che fosse la prima volta in cui si vedevano. C'era sempre lo stesso imbarazzo, la stessa indecisione.
“Buonanotte..” disse lei, con un mezzo-sorriso.

“Notte..” rispose lui, girandosi e dirigendosi verso la porta.

 

Michael si era sdraiato sul suo letto, fissando il soffitto. Aveva appena preso 4 pillole del solito potente sonnifero ma ancora non riusciva a dormire. Le luci della camera di Tasha si erano spente circa mezz'ora prima. Che cos'ho fatto per meritarmi una ragazza come lei? Pensò, scuotendo la testa. Si alzò e andò in cucina, aprì un armadietto e tirò fuori una bottiglia di vodka. Prese un bicchierino e si sedette sul divano. Si versò il primo bicchiere, poi il secondo e poi il terzo. Al sesto si fermò, non avrebbe dormito neanche per un'ora se avesse continuato così. Decise di andare a vedere se Tasha stava bene e poi ritornare in camera sua.

Aprì la porta, Tasha era sdraiata sul suo letto dormendo tranquillamente. Non si era coperta e aveva addosso solo una camicia da notte. Michael si sedette, cercando di non fare rumore, sul letto vicino a lei.

Le accarezzò il viso, lei sospirò e si girò dall'altra parte. Michael sorrise, si chinò su di lei e le diede un bacio sulla fronte.

“Dormi bene” mormorò alzandosi dal letto e uscendo dalla stanza.

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