Don't make me falling in love.

di ciaomils
(/viewuser.php?uid=177525)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Capitolo 1. Sono le 6 di un giorno di metà ottobre. Mi alzo dal letto e vado a fare colazione: barretta energetica. La mamma è sotto la doccia. Scelgo i vestiti. E’ il mio primo giorno di scuola, in un’altra città, di un altro stato. Mi sono trasferita in America, Los Angeles da Sidney. La mamma è stata trasferita, fa la dottoressa e fa parte di una progetto per la ricerca della cura contro il cancro. Vivo con lei, niente fratelli e quel bastardo di mio padre mi ha abbandonata quando avevo cinque anni e non si è fatto più sentire. Mia madre la notte piangeva. Per lei c’ero solo io ormai. Così mi sono fatta forte, e ho affrontato il mondo ma ero già adulta. A 14 anni ho anche iniziato a fumare. Non ho amici, mai avuti, non ne ho bisogno. Il mio primo bacio l’ho dato a 11 anni. Sono autonoma. Mi considerano una dura, ma dentro sono ancora quella bimba di cinque anni. Sono fragile me lo nascondo anche a me stessa. La mia apparenza inganna, soprattutto per il mio modo di vestire. Opto per dei jeans aderenti, stivaletti neri, tacco 9 e giacchetta di pelle e maglia dell’ Hard Rock Cafe. Nel frattempo mamma è già uscita dalla doccia e mi viene a salutare con accappatoio e asciugamano. M:Ciao tesoro. Io: Ciao ma’. Mi faccio una doccia e mi vesto in fretta. Mi lavo i denti. Matita, mascara e eyeliner. I miei capelli castano-rossi lunghi e sciolti. Prendo la borsa ed esco di casa. Io: Ciao mamma, io vado. M:Ciao tesoro, buon primo giorno di scuola. Durante il tragitto mi fermo a comprare le sigarette. La scuola dista poco da casa. Ho quasi costretto mamma a iscrivermi in una scuola senza uniforme scolastica. Arrivo un po’ prima. Mi fermo in segreteria, dove mi danno l’orario scolastico e la mappa della scuola. Mi consegnano anche la chiave del mio armadietto. Lo raggiungo e poggio i miei libri. La campanella suona e la gente inizia a spargersi. Seguo la mappa: la prima lezione è quella di Matematica. Odio la matematica. La mappa non è molto facile da leggere così in pochi minuti mi perdo. X:Hai bisogno di aiuto? Un ragazzo, castano mi rivolge la parola. Ha degli occhi verdi. Io: Me la cavo benissimo da sola. X:Oh…Be’ io sono Louis. Mi porge la mano. La ignoro. Io: Scusa ma ora non ho tempo. E lo supero, sbattendo la mia spalla sul suo braccio. Raggiungo la classe. Entro e mi siedo al mio banco. Il professore i guarda. P:Lei dev’essere la nuova studentessa…mmm Holly Carter giusto? Io: Presente. P:Bene allora le do il benvenuto nella scuola. Io: Grazie. Noia. Tanta tanta noia. Le ore seguenti le trascorro ad ascoltare l’iPod con le cuffiette. Poi l’ora di chimica. Assisto solo, visto che sono una nuova arrivata. Alla pausa pranzo prendo un hamburger e una coca-cola e vado in giardino. Butto la borsa per terra e mi siedo, sotto un albero. Mangio con calma. Poi mi alzo e accendo una sigaretta. Dopo qualche tiro, un ragazzo con i capelli castani e ricci mi si avvicina. X:Tu sei Holly giusto? Io: Sì, tu chi sei? Chiedo indifferente. X:Sono Harry, Harry Styles. Stiamo nella classe di chimica insieme. Io: ah, sì mi ricordo di te. Dico, con poco entusiasmo, tra un tiro e l’altro. Harry: Mi chiedevo se volevi unirti al tavolo con noi E indica un tavolo vicino, i suoi amici continuano a parlare. Faccio l’ultimo tiro della sigaretta e il fumo mi entra in un occhio. Io: Cazzo, il fumo nell’occhio, cazzo cazzo cazzo! Harry: Come scusa? Io: Niente, ora devo andare. E corro verso il bagno delle femmine. L’occhio mi lacrimava e la matita era sbavata. Poi dal gabinetto esce una ragazza, alta mora vestita con dei jeans nei e una t-shirt larga. X:Hai il trucco sbavato, vuoi la mia matita? Mi chiede. L’accetto ringraziando e l’applico all’interno dell’occhio. X:Io sono Debora, tu sei la nuova arrivata…Holly vero? Io: Sì, sono io Sono già così famosa? Cavolo che palle. Usciamo dal bagno e inizia a parlare. Non l’ascolto: per il corridoio passano delle cheerleader bionde e alte. Le classiche stronze da telefilm. Vengono verso di me, no, mi superano. La più bassa, quella al centro, va verso il tipo castano, quel Louis e inizia flirtare. Cazzo che palle! La gente mi fissa. Lascio Debora e vado verso lo sgabuzzino del bidello. Chiudo la porta alle mie spalle. A volte è difficile sembrare un’altra, ma non posso smettere, è troppo tardi. Prendo il pennarello indelebile nero, e ricaccio le lacrime indietro. ‘è facile andarsene, lasciando tutto sulle spalle della mamma. Sai che nello stesso momento in cui mi hai abbandonata con la mamma, hai deciso cosa ne è del mio futuro?’ scrivo. Scrivere sui muri mi aiuta a sfogarmi. Un po’ come un diario segreto, ma quello è da bambine. Sono cresciuta in fretta. Nella mia vecchia casa di Sidney, sotto i poster, sono ammucchiate frasi. Sembrano senza senso, ma hanno una storia da raccontare…

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Capitolo 2
Esco dalla stanzetta. La campanella è suonata. Devo andare a lezione di inglese. Entro nella classe. Il prof ancora non è arrivato, c’è solo un posto libero: è vicino a un ragazzo con i capelli castani e gli occhi marroni. Una camicia a quadri. Mi siedo vicino a lui. 
-Ciao Holly.- dice lui.
- Come fai a sapere il mio nome?-chiedo perplessa.
- Il prof ci ha detto il tuo nome ieri.- risponde.
- Mmm..Occhei. – mi arrendo. Una nuova arrivata suscita più interesse delle elezioni.
-Io sono Payne, Liam Payne.- dice alla James Bond.
- Holly Carter. – Ovvio.
E gli stringo la mano. Non so perché, ma dopo le scritte sui muri divento più amichevole.
La lezione trascorre. Lentamente. Torno a casa, stanca. La mamma ancora a lavoro. Prendo le cuffie enormi che mi ha regalato la nonna per Natale, prendo l’iPod e musica a tutto volume. Sdraiata sul letto, con i piedi appoggiati al muro. Tengo il ritmo con la mano e chiudo gli occhi. Mi addormento.
Apro gli occhi. La mamma deve ancora tornare. Prendo il pacchetto di sigarette, e ne fumo 2 in bagno, nascondendo per bene l’odore con il deodorante. Sono le 19:30. Ordino una pizza e mi sedo sul divano. Danno la partita di Baseball. Suonano al campanello. Apro la porta: un ragazzo biondo con degli occhi bellissimi celesti mi guarda con la scatola della pizza in mano. E’ il fattorino.
- Ecco, fanno 5.90.- dice il biondino.
- Ecco a te.- prendo la pizza. Un buonissimo odore…
- Aspetta tu sei quella nuova vero?- chiede lui. Certe domande..
-Sì, sono io.- rispondo di fretta. La mia pancia brontola dalla fame.
- Oh, io sono Niall Horan. Ci vediamo domani a scuola ciao.- e se ne va con il suo motorino della pizzeria.
Finisco la pizza e vado a letto. 
Mi sveglio di soprassalto. Sono le 6. Mi alzo e indosso una felpa nera, jeans blu scuro  e una maglia bianca semplice. Ai piedi le superga bianche. Vado a scuola. La prima parte della mattinata trascorre bene. Anche se la gente continua a fissarmi. Niente compiti in classe a sorpresa. A mensa prendo un’insalata. Quel ragazzo riccio….Mmm Harry mi fa segno con la mano si sedersi accanto a lui. Alzo gli occhi al cielo e ubbidisco. Fredda sì, ma non maleducata.
- Allora, domani chi va alla festa di Jennifer?.- Chiede Harry.
- Chi è Jennifer?- chiedo per fare conversazione.
- E’ la capo cheerleader. Ma non è una festa per soli ‘vip’?- chiede a sua volta Niall. Lui, Harry e Liam, a quanto pare sono molto amici.
- Sì, ma alla fine ha deciso che solo le matricole non possono venire. Tu ci va?- mi chiede Liam.
- Non sono il tipo da festa.- rispondo.
Finisco la mia insalata, e con la scusa della sigaretta vado in cortile. Butto la borsa per terra, come sempre e mi appoggio al muretto con il piede. Prendo la sigaretta e la metto in bocca ma non trovo l’accendino. Lo cerco dovunque.
-Ti serve da accendere? – Mi chiede un tipo moro, con occhi marroni e la faccia da cattivo ragazzo. Gira la rotellina dell’accendino e mi fa accendere la sigaretta. Fumiamo insieme.
-Ah, dimenticavo. Io sono Zayn Malik.- si presenta.
- Holly Carter.- ancora, Ovvio.
-Ah, sì, sei la nuova arrivata. Mi ricordo di te. Eri in segreteria ieri vero?- Mi chiede.
- Beccata. Tu che ci facevi in segreteria?- chiedo incuriosita.
- Aiutavo: lavoro di punizione, ho saltato l’ora di matematica.- mi risponde.
-Vado, non voglio perdermi.- La campanella è suonata.
E mi allontano. Con la coda dell’occhio vedo Debora, che mi corre incontro.
-Cavoli Holly. Lo sai che è quello? E’ Zayn Malik, uno dei più fighi della scuola. Ma come hai fatto?- mi dice lei.
-E’ solo un ragazzo, un normalissimo ragazzo…- le rispondo.
Ed entro nell’aula di inglese. L’ora passa in fretta e torno a casa, finalmente. La mensola del corridoio di sopra si è rotta ed è caduta per terra. Una mattonella rotta. Prendo i cocci, ma noto un piccolo diario azzurro, nascosto sotto il pavimento. Lo raccolgo: è il diario di una bambina! Lo poggio sul comodino del mio letto e metto a posto in corridoio. Mi siedo alla scrivania. E’ vecchio. Del 2001. Inizia così.
‘Caro diario,                                                                                                                                                                                                                                                                                                            09-21-2001
è la prima volta che ti scrivo. Non riesco ad addormentarmi. La mamma e il papà litigano. Continuamente. Josh è spaventato. Non ha li ha mai visti litigare. Ma io sì. E devo dire che non è bello, per niente. Lamamma, la dolce mamma che mi racconta le storie di dolci principesse e di principi azzurri, sembra un’altra. E papà’ una lacrima ha bagnato quelle tristi parole ‘il mio eroe, che veniva a scacciare i mostri da sotto il mio letto e dal mio armadio ora è il cattivo della situazione. Sento i lenti  passi della mamma salire le scale. Così ti poggio sul comodino. Non voglio vederla piangere.
                                                                                                                                            Julia.’
La prima pagina finisce qui. Altre pagine sono piene di inchiostro. Ma appunto l’inchiostro non riesce ad esprimere i sentimenti. Niente lo può fare. Come niente lo può cancellare, a parte il tempo.  Ma il tempo sembra non bastare.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Capitolo 3
La mamma è arrivata. Nascondo il diario sotto il cuscino. E’ un tesoro, è a volte i tesori è meglio tenerli per se’. Scendo di sotto. Ha delle buste della spesa. La aiuto a portarle di là.
-Si è rotta la mensola in corridoio e ha spaccato una mattonella. – dico.
-Poi di va a comprare. Ora vado a letto se non ti dispiace. Ho mal di testa. Buonanotte.- Dice lei. Sono solo le 20:30. Mangio gli avanzi di pizza di ieri. Mi faccio una doccia e preparo la borsa: le sigarette rimaste e l’accendino, metto anche il diario di Julia, sono tentata di leggerlo ora ma ho sonno. Perciò poggio la borsa sulla sedia e vado a letto.
Mi sono alzata tardi. Mi preparo, e quasi casco infilando il jeans chiari e maglia larga, nera con scritto EMINEM. Prendo la borsa a tracolla ed esco. Arrivo che la campanella è appena suonata. Mi dirigo verso la classe. In corridoio vedo quattro ragazzi. Li supero, ma poi sento un –Bel Culo- e mi giro, dico –testa di cazzo- e me ne vado. Lor rimangono lì, a ridere. Entro in classe. Mi siedo al solito banco, vicino a me c’è Debora stavolta.
-Mi devi spiegare come funzionano le cose qui- dico sottovoce.
-Occhei, allora iniziamo dalle cheerleader: sono due le ragazze più popolari e più temute, Jennifer, la bionda capo cheerleader e la sua amica mora Tamara. Ste due zoccolette sono troie e snob.- mi risponde, poi continua –Jennifer ha una cotta per Louis, ma lui non se la caga. Tamara non ha ex, se ne fa uno alla settimana sta puttana-
-Continua- le dico, appena il prof si distrae.
-Poi ti dicevo, i ragazzi più fighi sono sei: Josh , il bulletto, non so se l’hai mai visto, non viene quasi mai a scuola; Liam questo l’hai visto forse, indossa molto spesso camicie a quadri; poi c’è Zayn, vabbè lui lo conosci beata te; Niall, il biondo con gli occhi azzurri; Louis, castano e con un sorriso maledettamente perfetto e poi infine c’è Harry, con i suoi riccioli.- chiude il discorso soddisfatta.
Un po’ di tempo dopo, la campanella annuncia l’inizio della pausa pranzo. Prendo la borsa ed esco, fumo una sigaretta. Poi tiro fuori il diario.
‘Caro diario,                                                                                                                                    09-29-2001
Non è cambiato niente dall’ultima volta che ti ho scritto. La mamma e il papà litigano ancora, tutti i giorni. A volte mancano da casa per molto tempo, allora viene la nonna e tiene compagnia a me e a Josh. Lui non capisce bene che succede. Ha solo 8 anni, e sente già i nostri genitori litigare. Allora anche noi li mettiamo il muso, a mamma e a papà. Perché non li vogliamo vedere così, ma loro non se ne accorgono di noi e continuano. Ora non sono in casa. La nonna racconta una bella fiaba a Josh. Lui forse è ancora in grado di…’
-Ciao bellezza- mi dice una voce. Alzo la testa e quel ragazzo di nome Louis mi sta sorridendo.
-Ci conosciamo?- chiedo fredda.
-Non so se ti ricordi di me, sono Louis, mi sono presentato il tuo primo giorno di scuola- dice.
-Occhei sì, scusa ma io stavo leggendo- dico, leggermente infastidita.
-Allora ti aspetto- mi dice lui e si siede vicino a me. Lo guardo e poi riprendo a leggere…
‘..credere a certe cose. Io non più. So già che il principe azzurro non esiste. Mamma forse non l’ha trovato. O forse papà non ha trovato la sua principessa? Non lo so. Non ci credo più a certe cose ma ancora riesco a sperare.
                                                                                                                                  Julia’
Chiudo il diari e lo rimetto nella borsa. Io e Louis rimaniamo a fissarci. Di colpo suona la campanella, e io sobbalzo dallo spavento. E torno in classe. Avevo passato la maggior parte della pausa a fissare Louis, che fissava me. E detesto ammetterlo, ma il cuore in quel momento andava a mille. La campanella, ora avvisa la fine della giornata scolastica. Prendo la borsa mi incammino verso casa. Debora mi raggiunge,
-Facciamo la strada insieme?- mi chiede.
-Mmm, occhei- rispondo io.
-Ehi Carter- mi chiama Louis, è dietro di me, e mi raggiunge – ti va se dopo ti vengo a prendere e andiamo da qualche parte?-
Debora, vicino a me, sorrideva e piano piano si allontana, per  lasciarci da soli. Rifletto. Non voglio fargli capire che ho una cot…Un debole per lui.
-Mi spiace, ho da fare- e accenno un sorriso.
Debora improvvisamente diventa seria e, una volta che Louis ci lascia da sole mi dice –Tu sei pazza! Cavolo Louis Tomlinson, quel Louis Tomlinson ti ha appena chiesto un appuntamento e tu rifiuti? Ha qualche problema ragazza!-
-Mai far capire a un ragazzo che hai un debole, ti userà- dico indifferente.
-Allora tu hai un debole per Louis- mi risponde lei indifferente.
-No- è già difficile ammetterlo a me stessa. 

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


Capitolo 4
Arrivo a casa, stanchissima. La mamma non c’è. Apro il frigorifero e prendo la lasagna precotta. La metto nel microonde e imposto il timer. Mentre il mio pranzo si riscalda salgo in camera mia e penso che ho voglia di una passeggiata. Così pranzo ed esco, con le sigarette in tasca. Vado al parco e mi siedo sulla panchina. Gli artisti di strada fanno il loro spettacolo e tra il rumore non sento Harry arrivare.
-Hey Holly- mi saluta.
-Harry. Che ci fai qui?- Gli chiedo.
-Devo andare a prendere un gelato con Liam e gli altri. Ti va di venire?- mi invita.
-Sì, certo. Ti spiace se chiamo un’amica? Magari è libera e può venire anche lei.- domando.
-Sì, dai. Magari già la conosco.- mi risponde lui. ‘Ne dubito’ vorrei rispondere ma sto zitta e prendo il cellulare. Qualche squillo e poi la voce allegra di Debora.
-Holly!- mi saluta lei.
-Debora-  e chi sennò? –ti va di raggiungermi al parco? Andiamo a prendere un gelato con degli amici-
-Sì, sto arrivando- mi risponde.
-Fantastico, a dopo.- dico io e attacco.
-Allora? La tua amichetta?- mi chiede Harry.
-Sarà qui a momenti- e attendiamo in silenzio. Poi la vedo attraversare la strada e fermarsi sbalordita alla vista di Harry. Lo vede da lontano e si blocca. Lui non se ne accorge nemmeno.
-Eccola, andiamo- e la raggiungiamo –Harry, Debora. Debora, Harry.- li presento e Harry fa un sorriso. Si stringono la mano. –Andiamo?- Chiedo vedendo Debora in difficoltà.
Ci incamminiamo verso la gelateria. Harry sta più avanti e Debora rallenta e si mette a braccetto con me.
-Avresti potuto avvisarmi, no!?! Sai com’è, che figura avrei fatto se mi avesse vista svenire o peggio ancora sbavare?- mi disse sottovoce.
-Allora preparati, perché non è finita qui- le rispondo e lei si ferma, di nuovo sbalordita . Io continuo a camminare e quando si accorge di essere rimasta indietro mi raggiunge correndo. Arriviamo alla gelateria. I ragazzi sono seduti al tavolino.
-Ciao- li saluta Harry.
-Holly!- dicono invece loro.
-Ciao.- rispondo io –allora lei è Debora. Loro sono invece Liam e Niall.- li presento.
-Ciao Debora- dice Liam e lei arrossisce. Poi al tavolo arriva anche Zayn.
-Hey Zayn- lo saluto.
-Holly!- mi risponde lui e mi abbraccia. Che è sta confidenza???
-Un attimo, voi vi conoscete?- chiede Harry.
-Più o meno, abbiamo fumato una sigaretta insieme- risponde Zayn e mi sorride.
-Aspetta, tu fumi?- mi chiede allora Niall.
-Sì, che c’è di male?- domando. Poi mi ricordo di Debora – ah, sì. Lei è Debora. Lui è Zayn.- presento Debora a Zayn. Si stringono la mano e lui le sorride. Lei rimane un attimo incantata e poi ricambia con un sorriso timido. Intanto ci sediamo al tavolino. Voglio andarmene via, soprattutto perché fare la carina con la gente non è mia abitudine, di solito la gente la evito. Ordino un frappè al cioccolato e lo aspetto in silenzio. Poi la porta della gelateria si apre ed entra quel Louis. Il mio cuore inizia a battere più velocemente, le farfalle nello stomaco. Ma che dico!?! Mi piace veramente quel ragazzo? Io, che i ragazzi carini e che mi attraevano li ho sempre allontanati, ho davvero un debole per lui!?! Bah, so solo che entra con Jennifer e provo un improvviso attacco di gelosia. Ma si dividono, lei ve verso un tavolo lontano con delle finte bionde abbronzate e con tette rifatte, mentre lui viene verso di noi…Aspetta: viene vero di noi? Oh cavolo!
-Ciao ragazzi- saluta lui.
-Bello, che ci fai qui?- risponde Harry.
-Facevo un giro…Ciao Holly.- mi dice. Cazzo, gli avevo detto che avevo da fare.
-L’ho incontrata al parco, era sola e così l’ho invitata- gli risponde Harry. Cazzo zitto Harry. Gli vorrei dire, ma mi limito a fare un cenno a Louis e a girarmi dall’altra parte, fingendomi distratta.
-Vuoi unirti a noi?- chiede Liam. Dì di no, dì di no..
-Certo- risponde lui e prende una sedia, si mette seduto vicino a me. Ho due opzioni: o fingo di dover andare a casa a fare i compiti oppure fingo di sentirmi male e torno a casa. Non applico nessuna selle due idee e resto zitta al mio posto. Gli altri ridono e scherzano facendo un immenso baccano.
-Mi spiace, ho da fare- mi dice Louis.
-Come scusa?- chiedo fingendo di cascare dalle nuvole.
-Sì, insomma la scusa che hai usato prima, se non vuoi uscire con me basta dirlo, me ne faccio una ragione- mi ripete. Intanto arriva il mio frappè. Inizio a berlo dalla cannuccia.
-Be’ anche tu eri impegnato, con quella Jennifer- gli rispondo.
-In realtà le ho solo aperto la porta della gelateria…- si giustifica. Faccio spallucce ritorno a bere io mio frappè –allora, accetti o no!?!- mi chiede.
-Scusa?- Domando io, non capivo niente.
-Sì, insomma, l’offerta è ancora valida, pensaci- sorride e se ne va. Intanto gli altri, che avevano ascoltato tutto, mi guardano con dei sorrisi maliziosi. Jennifer esce dalla gelateria, infuriata.
-Hai fatto una conquista- commenta Harry. Sorrido tra me e me. Finiamo di mangiare e Harry accompagna me e Debora a casa. Ma poi, dopo averla lasciata, rimaniamo solo io e Harry. Arrivo a casa. La macchina della mamma è davanti al garage.
-Ecco, io entro, ci vediamo a scuola ciao- lo saluto.
-Aspetta, ti devo dire una cosa- mi dice.
-Spara-
-Louis è il mio migliore amico, si vede che ha una cotta per te, altrimenti ti avrebbe già lasciata perdere, perciò, be’ capisci no!?!-
-Sì, non ti preoccupare. Ora devo andare però, che mia madre è dentro e le devo parlare. Ciao-
-Cià, a domani allora- mi risponde.
Entro in casa. La mamma è in cucina.
-Ciao mà- la saluto. Lei sta preparando non so cosa per cena.
-Holly, dove sei stata?- mi chiede.
-A prendere un gelato con degli amici- dico facendo al vaga.
-Degli amici? Tu non hai mai avuto amici- mi dice.
-Be’ se non sono amici sono conoscenti e non è mica una brutta notizia-
-No, no, sono solo un po’ stupita-
-Piuttosto, come va a lavoro?- le chiedo.
-Non si fanno progressi-
-Ma a lavoro ti fermi anche la notte? Credevo che dovessi lavorare solo di giorno…-
-No, faccio dei turni all’ospedale.. E’ pronto prendi i piatti- obbedisco e mangiamo il purè di patate.
-Io vado, sono stanchissima, notte mà- le do un bacio sulla guancia e salgo in camera. Metto il pigiama  e preparo la roba per domani. Prendo il diario e vado alla pagina siuccessiva.
‘Caro diario,                                                                                                               10-14-2001
non riesco a dormire. Josh non si trova più, è scomparso. La mamma ha chiamato la polizia ma per denunciare l’accaduto dobbiamo aspettare 24 ore. Papà è in giro a cercarlo. Non lo vedo da 7 ore. Non so perché l’abbia fatto, né dove sia ora. Non riesco a pensare. Se si è rotto una gamba? O se…Non può essere morto. Però il suo letto è vuoto e il suo zaino non c’è, in più mancano alcune merendine e delle bottiglie d’acqua. Non capisco: è scappato? Cosa pensa di fare? So perché l’ha fatto, anche la mamma lo sa, e piange. Lui crede di poter risolvere tutto così? Tutti i litigi tra mamma e papà? Non mi interessa. Voglio solo rivederlo ridere e giocare nella sua stanza.  Come sempre.
                                                                                                                                   Julia’

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Capitolo 5
Mi sveglio e mi faccio una doccia veloce. Poi indosso la maglia bianca con scritto Muse in nero, troppo grande per me, ma chi se ne frega. La mamma è ancora a letto ma non la disturbo e vado a scuola. La campanella deve ancora suonare e ne approfitto per rilassarmi con una sigaretta.
-Eccoti, mi sembrava di averti vista arrivare- mi saluta Debora dietro di me.
-Buongiorno- le rispondo.
-Ehi, gira una voce. Dicono che ti vogliono far entrare nelle ‘Dive’- mi dice lei.
Scoppio ridere –‘Dive’? Chi è il genio che ha chiamato un club ‘Dive’?-
Lei ride con me –è un club che ha creato Jennifer appena è arrivata. Molte ragazze venderebbero l’anima al diavolo per entrarci-
-Patetico- commento ed entro nell’edificio. Apro il mio armadietto e, come mi aveva avvertita Debora, ci trovo una lettera rosa confetto (io odio il rosa) con su scritto, in una calligrafia ordinata e senza dubbio femminile, ‘Dive a Holly Carter’. Jennifer si ferma dietro di me. Così, quasi per dispetto, prendo la lettera e la butto nel cestino vicino a lei. Leggo la sua espressione infuriata ma me ne frego e me ne vado. Debora mi raggiunge.
-L’hai colpita nell’orgoglio, brava ragazza, ti stimo sempre più- mi dice ridendo. Le sorrido ed entro in classe. Le ore di lezione trascorrono lentamente. Troppo Lentamente. Alla pausa pranzo prendo l’insalata ignorando l’hamburger, che mi attrae molto. Mi siedo con Harry e gli altri.
-E così cerchi di rimediare ai chiletti in più, Holly?- mi dice Jennifer all’improvviso rovinando non solo la mia tranquillità, ma anche quella di tutti i ragazzi nella mensa. Mi alzo in piedi.
-E tu cerchi di rimediare alla figura di merda fatta prima, Jennifer?- le rispondo. I suoi occhi mi fulminano ma l’ignoro e continuo –Mi spiace rovinarti la giornata ma non entrerò in quel patetico Club per figlie di papà-
-Ah giusto, tu non ce l’hai un papà- mi interrompe. Nella sala l’atmosfera si fa ancora più tesa. I ragazzi sperano in una rissa.
-Preferisco mille volte non averlo che diventare patetica come te! Cos’è, non credevi in te e hai dovuto chiamare ‘Dive’ il tuo gruppetto di schiavette? Che razza di nome è ‘Dive’?-
-Invidia, tutta invidia-
-Invidia di te? Mai. Mi sparerei in bocca Piuttosto!-
-Sì, lo so, hai molto da invidiare. Solo ora noto come ti vesti…- e fa una risatina. Prendo il ketchup di Niall e glielo schizzo sulla t-shirt Chanel. Poi con un fazzoletto lo spalmo bene.
-Dicevi? Uh, hai un’orrenda macchia sulla maglia!- le dico, con una voce perfida. Mi guarda, furiosa, e inizia la battaglia del cibo. Spaghetti, polpette, insalata e budini volano nella sala. Cerco di uscire dalla mensa, ci tengo alla maglia che indosso, ma una persona mi blocca. E’ la professoressa di arte.
-Dalla preside. Adesso.- ubbidisco ed antro nella sala d’attesa. Dopo un po’ arriva anche Jennifer, sporca di non so cosa. Poi chiamano i nostri nomi ed entriamo nell’ufficio della preside. E’ una donna molto ordinata, quasi maniaca dell’ordine.
-Allora…Battaglia del cibo in mensa!?!- ci dice appena ci sediamo. Jennifer annuisce.
-Sì, ha iniziato lei. Mi ha tirato un piatto di spaghetti senza motivo- risponde Jennifer facendo la vittima. Le mie mani tremano, vorrei strangolarla ma suppongo finirei in guai ancora più gravi.
-E’ vero?- mi chiede la preside interrompendo Jennifer.
-No, perché avrei dovuto fare una cosa del genere. Io ero tranquillamente seduta a mangiare con i miei amici e lei ci ha disturbati- rispondo io.
-E cosa voleva?- mi chiede la preside.
-Non lo so, credo cercasse guai visto che voleva umiliarmi-
-Non è assolutamente vero!- mi interrompe Jennifer.
-Okay ora basta! Finirete entrambe in punizione per due settimane da oggi, ma indagherò sull’accaduto. Ora cortesemente uscite- ci dice. Jennifer si alza e se ne va. Ma un tipo strano mi ferma appena supero la porta. Alzo la testa, per vedere chi è: più alto di me, occhi verdi e capelli neri. Mi guarda un attimo poi viene richiamato dalla preside –Josh entra!- gli ordina. Lui mi sorride ed obbedisce. –Ciao Ma’- le risponde.

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6
Ma’? Era sua madre? E poi lui era Josh? Il bullo della scuola? Raggiungo Debora.
-Ehi Deb, spiegami una cosa- dissi evitando di andare a sbattere contro una ragazzo della squadra di football –Josh, il bullo dico, è il figlio della preside?-
-Non te l’avevo detto? Comunque sì, ora scusami devo scappare, ci vediamo- e corre via lasciandomi alla disperazione: devo affrontare le lezioni e la punizione anche se mi sento stanca. Vado nello sgabuzzino del bidello e chiudo la porta. ‘La vita fa schifo’ aggiungo in rosso alla mia precedente scritta ed esco appena in tempo per il suono della campanella.
‘Fantastico’ penso entrando nell’aula detenzione ‘ora mi tocca un’ora di punizione’. Mi siedo all’ultimo banco, accanto alla finestra. Prendo l’iPod e metto le cuffie. ‘It Will Rain’ a palla. Amo Bruno Mars. Chiudo gli occhi ma due mani mi levano le cuffiette dalle orecchie.
-Niente musica qui, studia o leggi qualcosa. Questo lo prendo io, lo avrai a fine lezione- mi rimprovera il prof levandomi l’iPod dal banco. Alzo gli occhi al cielo appena si volta. Fisso un attimo fuori dalla finestra. Piove. Ad un tratto mi ricordo del diario di Julia, lo tiro fuori e inizio a leggere.
‘Caro diario,                                                                                                                      10-15-2001
Sono riuscita ad addormentarmi. Purtroppo. Sono le 2 e mi sono svegliata perché ho fatto un brutto sogno. Ero al funerale di Josh. E non smettevo di piangere. Mentre papà e mamma continuavano a litigare. Ora sto piangendo, è stato un sollievo svegliarmi ma non avrei voluto mai fare quel brutto sogno. Ti accorgi che una persona è importante solo quando se ne va. E il suo letto è vuoto. Non riesco a pensare. Non voglio pensare. Perché mi vengono in mente solo pensieri negativi e allora mi chiudo in me stessa. Ma manca poco. Tra qualche ora riavvertiremo la polizia e con un po’ di fortuna Josh sarà di nuovo a casa. Incrocio le dita.
                                                                                                                                  Julia’
Trattengo le lacrime. Piangere qui, davanti a tutti, a scuola e con Jennifer nella stessa stanza non è logico. La cerco con lo sguardo. Ma dov’è? Non è da nessuna parte.
-Cerchi la tua amica?- mi chiede Josh sottovoce. Che ci fa qui Josh, insomma è il figlio della preside.
-Amica non è il termine adatto- rispondo con un tono un po’ sorpreso. Be’ perché parlare proprio a me!?!
-Chiamala come ti pare, ma suo padre offre ogni anno molti soldi alla scuola, be’ capisci no!?!- dice lui. Era più che logico, ricca e diabolica, da qualcuno avrà pur preso, no!?!
-Certo, la figlia di papà se ne va- commento .
-Comunque io sono Josh-
-Holly- e ci stringiamo la mano –Perché sei qui?-
-Ho coperto di cartigenica la macchina del prof di inglese-
-Perché l’hai fatto?- domando, be’ più che una domanda sembra un rimprovero, ma lui non se ne accorge.
-Mi andava…Tu invece? Hai ricoperto la figlia di papà di ketchup giusto?-
-Esatto-
-Brava ragazza- sorride soddisfatto.
Guardo l’orologio manca quasi un minuto e sarei uscita dalla scuola.
-Bene, potete andare. Carter ecco il suo iPod. A domani ragazzi- ed esce. Faccio come lui e recupero il mio carissimo iPod.
-Ci si vede Carter- mi saluta Josh prima di sparire nel corridoio. Non ci penso sue volte e torno a casa. Mi stendo sul mio lettone e mi addormento. Forse mi sveglierò domani mattina ma chi se ne frega. Io dormo.
Come avevo previsto, mi sono svegliata ed è già mattina. Prendo in fretta degli abiti e mi faccio una doccia. Quando torno in camera indosso una canottiera Starbucks e dei jeans blu, stivaletti col tacco neri e giacca in pelle abbinata. Dopo essermi truccata ed aver messo in tasca il mio rossetto rosso, prendo la borsa ed esco in fretta. Ho calcolato male il tempo e mi ritrovo nella scuola quasi deserta. Ma stranamente dal corridoio appare Josh, con i suoi tre amichetti. Metto il piede sul muro e mi ci appoggio estraendo dalla borsa la sigaretta e l’accendino. Josh mi vede e si allontana dai suoi compagni.
-Carter fuma- mi rimprovera ed è strano: viene a rompere le palle a me!?!
-Buongiorno anche a te- lo saluto con un tono infastidito.
-Che ci fai ora a scuola sola soletta?- mi chiede guardandosi in giro.
-Sinceramente non lo so nemmeno io- rispondo espirando il fumo. Mi fissa per un po’ così, giusto per avere compagnia gli domando –tu?-
-Faccio un gir con la mia banda, sai per capire se è la giornata giusta per venire a scuola?- mi risponde.
-Già, ‘il buongiorno si vede dal mattino’- butto a terra la sigaretta ormai finita e la schiaccio con il tacco.
-Non ti facevo così….Saggia!?!- mi prende in giro.
-Nemmeno io a dir la verità- in fine dei conti, era bello parlare con lui. Era…Rassicurante!?!
-Ehi se hai bisogno di una mano con quella…Bionda- di trattiene dall’essere volgare –dimmelo, okay?-
Annuisco e lui se ne va, in silenzio.
La scuola inizia a riempirsi. Solo ora mi accorgo che il mio armadietto e quello di Louis sono nello stesso corridoio. Il suo è, però, lontano. E per arrivarci devo passare davanti a quello di Jennifer. Lei, naturalmente, è circondata dai suoi “cagnolini”, che ubbidiscono. Anche se, il nome più adatto alle sue servette è oche.  Non ho niente da fare e perciò, così tanto per passare il tempo, osservo i movimenti delle persone che mi circondano. Fino a quando, con la coda dell’occhio, vedo Louis che arriva con Harry e si fermano davanti al suo armadietto. Jennifer intanto ha finito di mettere il lucidalabbra. Apro il mio armadietto, prendo il rossetto dalla tasca e, guardandomi allo specchio, lo applico. Dallo specchio vedo Jennifer indicarmi e ridere con le ochette. E’ la goccia che fa traboccare il vaso. Chiudo rumorosamente l’armadietto e attraverso il corridoio. Arrivo davanti a Louis e, impulsivamente, poggio le mie labbra sulle sue. Lui ricambia il bacio e dopo essermi accorta del silenzio sceso nella scuola, mi stacco da lui e mi guardo dietro: Jennifer mi fissa, completamente rossa dalla rabbia. Faccio un mezzo sorriso dalla serie ‘da ora sono cazzi tuoi’ e me ne vado sculettando. 



Sì, lo so, è venuto male. Però voi recensite vi prego, ne ho bisogno.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7
Sono seduta al mio banco. Mi arriva una palletta di carta, la raccolgo e leggo
‘Dovevi vedere Jennifer, era così viola’ mi giro e vedo Debora farmi l’occhiolino e fingersi attenta alla lezione.
‘E poi che è successo?’ scrivo sul bigliettino e lo ritiro indietro. Dopo nemmeno 10 secondi atterra di nuovo sul mio banco.
‘Louis aveva le labbra sporche di rossetto ed ea rimasto imbambolato, Jennifer invece se ne è andata. Sei stata MITICA’. Faccio un sorriso , tra me e me, e anche io torno attenta alla lezione, o almeno così crede il prof.
Suona la campanella, è ora di pranzo. Mi siedo al solito tavolo con Harry, Deb  e Niall. Ma diversamente dal solito, non ridono. Non fanno  casino e, cosa ancora più sorprendente, nemmeno parlano. E io riesco per la prima volta a fare un pasto in completo silenzio. Appena finisco il pasto, vado a lezione di educazione fisica. Ma sul corridoio, senza vederlo, vado a sbattere a Louis. Divento rossa: non l’avevo ancora incontrato, dopo il bacio. Me n’ero solo andata, senza dirgli niente.
-Ciao- lo saluto, sono nel completo panico.
-Ehi- mi risponde lui, nel più profondo imbarazzo. Rimaniamo così per circa cinque secondi, senza avere niente da dire. Poi faccio per andare ma lui mi afferra per il braccio.
-Allora dovrei considerarlo un sì?- mi chiede.
-Ti ho solo detto ciao- gli rispondo. Sono confusa: l’ho solo salutato, e lui non  mi ha fatto nemmeno una domanda, considerare un si? Ma di cosa parla? E cosa ancora più importante: un sì a cosa?
-Il bacio, devo considerarlo un ‘mi piacerebbe uscire con te’?- mi domanda. Ora capisco. Ancora non avevo risposto al suo invito, mi aveva chiesto un appuntamento. Ci penso su.
-Facciamo così: ci vediamo e se l’uscita ve bene, lo consideriamo un appuntamento- rispondo, il mio cuore batte talmente forte che riesco a malapena a riconoscere il suo ‘allora siamo d’accordo, ti vengo a prendere dopo la detenzione’ nel rumore della gente che gira per la scuola. Poi mi sorride e se ne va. Rimango un attimo paralizzata: ho davvero detto sì? Oh mio Dio, ora cosa metto? Ma mi sto sentendo!?! Parlo come una ragazza innamorata.
Mille pensieri attraversano la mia mente mentre mi dirigo verso la palestra. Durante la lezione sono assente, cioè ci sono, ma la mia attenzione è rivolta al sorriso di Louis. Cazzo sono fottuta, mi sono innamorata, cosa faccio ora? Fortunatamente, la campanella mi salva da un altro giro di corsa della palestra. La lezione dopo è di chimica, entro in classe e vedo tutti gli altri intenti a ripassare, o meglio, studiare gli argomenti della verifica. Oh cazzo, la verifica! Tra la punizione, il bacio e la mia figura di merda alla gelateria me ne devo essere dimenticata. E non so assolutamente niente. Elaboro un piano. Mi fingo malata ed esco in fretta dalla classe, verso il bagno delle ragazze. Prendo un sorso d’acqua dalla bottiglietta e fingo di vomitare. Poi mi siedo sul water e aspetto 5 minuti: sarei entrata i classe, fingendo di stare male e sarei tornata a casa. Così mi sarei evitata il compito, la punizione e mi sarei potuta fare un bagno rilassante. Ottimo piano. Delle ragazze entrano nel bagno e si fermano davanti allo specchio, a mettersi il lucidalabbra e a sistemarsi le la carta igenica che imbottisce i loro reggiseni decisamente troppo grandi. Poi iniziano a parlare e io mi metto in ascolto.
-…stamattina Jennifer si è incazzata troppo. Hai visto che Olga ha baciato Louis?- dice una alla sua compagna.
-Si chiama Holly ed è una troia, l’hai vista? E’ anche amica di Josh, e di Harry, e di Niall.- risponde l’altra, e poi continua –le vorrei strappare i capelli a lei e all’amichetta sua, quella Debora, che troie.-
Non ci penso due volte, ed esco dal bagno in cui mi sono rinchiusa. Appena mi vedono fanno una faccia i stupita e abbassano lo sguardo. Io esco dalla porta a testa alta, e lentamente, sculettando. Sono sicura che ora mi stanno fissando, ma mi devo concentrare, devo tornare a casa.
Fortunatamente il prof ci casca e meno di mezz’ora sono nella mia vasca, a godermi il mio bagno caldo. Poi mi stufo e mi rivesto. Ho voglia di una sigaretta, e la fumo in bagno, con le finestre aperte e il deodorante per ambienti a portata di mano. Finita la sigaretta, mi sdraio sul lettone, con le cuffie impiantate nelle orecchie e Lose Yourself a palla. Si fa presto buio, l’iPod finisce di riprodurre l’intero cd di Eminem e io quasi mi addormento. Quasi, perché qualcosa sbatte ripetutamente alla mia finestra e sono costretta a d alzarmi e a vedere che cazzo è. O Chi cazzo è.
Louis. MI ero dimenticata, di nuovo. Apro la finestra.
-Ciao- dico.
-Hey, al prossima volta che torni a casa prima avvertimi, il nostro non/appuntamento è quasi saltato, scendi- mi dice.
-No, vieni tu, aspetta che ti vengo ad aprire la porta- rispondo, ma è troppo tardi. Lui è già sull’albero vicino alla mia finestra ed entra in camera mia.
-Ciao- mi ripete e mi bacia. Rimango paralizzata per un po’, ma poi ricambio il bacio.
-Che si fa?- mi chiede all’improvviso.
-Non so, che vuoi fare?- rispondo io.
-Hai mangiato?- mi domanda di nuovo.
-No, ho fame-
-Allora usciamo così compriamo qualcosa- prendo le chiavi e un po’ di soldi e andiamo in pizzeria. L’odore filtra nei miei polmoni e il mio stomaco brontola. Sto per pagare quando vedo il professore si chimica entrare nella pizzeria. Mi alzo il cappuccio, pago prendo la pizza e trascino Louis fuori, che mi segue . Una volta fuori mi ci abbassiamo e gli spiego tutto.
-Quello è il prof di chimica, gli ho detto che stavo male e sono tornata a casa, ora andiamo- e ci incamminiamo.
A casa ci sediamo in cucina , con la pizza in mezzo a noi, mangiando la Margherita comprata. Lui mi guarda in silenzio, io abbasso lo sguardo imbarazzata. Finiamo la pizza e torniamo in camera mia.
-Sidney?- mi chiede prendendo una foto sul comodino, mia e di mia madre.
-Sì- rispondo sovrappensiero , prendendo una sigaretta dalla borsa, l’appoggio in bocca e mi metto alla ricerca dell’accendino.
-Quella è Londra.- afferma, osservando un’altra cornice, stavolta appesa al muro. Faccio sì con la testa e accendo la sigaretta, posacenere a portata di mano. E iniziamo a parlare.
-Com’è l’Australia?- mi chiede.
-Stupenda-
-Sai andare in bici?-
-Ma che domanda è!?!-
-Rispondi-
-No-
-Ti piace LA?-
-Sì, è bella-
Non so come, ci ritroviamo a parlare dell’Inghilterra, e di mia madre, che ci è nata.
-E’ di Manchester?- mi domanda.
-Sì, ma io sono stata solo a Londra- intanto la mia sigaretta era già finita.
-E tuo padre?- la domanda mi trafigge il cuore, un brivido mi percorre la schiena.
-Non lo so, e non lo voglio sapere, non l’ho mai conosciuto -
-E’…morto?-
-No, mi ha abbandonata, ma è come se fosse morto. Per questo non s andare in bici, non c’è mai stato, non me l’ha mai insegnato- rispondo in fretta, fredda.
-Ah- un semplice ‘ah’ descrive la storia della mia vita. Il discorso si sposta alla sua di vita. Si fa tardi, la mamma è tornata, ma ho il tempo di fargli un’altra domanda.
-Oggi, mi hai aspettata a scuola?-
-Sì, ma poi Jennifer mi ha detto che sei tornata a casa….-
-TU SEI AMICO DI JENNIFER!?!- non so perché mi da tanto fastidio. Ma non gli lascio il tempo di rispondere. –Fuori, esci, dai su-
Lui obbedisce e se ne va com’è venuto.
________________________________________
Scusate se vi ho fatto aspettare, ho avuto davvero troppi impegni ultimamente. Non continuo se non ricevo tre recensioni.
Vi voglio bene

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 Capitolo 8
‘Caro Diario,                                                                                                                   10-16-2001
Josh è a casa. Stanotte ha chiamato la madre di Derek, il suo amichetto, e ci ha chiesto di venire a prendere Josh. Lui ha passato la notte a casa di Derek, nascosto. Ora dorme. Appena l’ho visto sono scoppiata in lacrime. Anche se a volte litighiamo, io gli voglio un gran bene. Mi ha detto che l’ha fatto perché era stufo delle liti in casa e che voleva mettere fine a quelle discussioni. E ci è riuscito, per questi due giorni. Poi appena è tornato, la mamma e il papà hanno iniziato a litigare ed ad addossarsi la colpa della fuga di Josh. E’ la stessa storia di sempre. Non è cambiato nulla e temo che nulla cambierà.
                                                                                                                                                         Julia’
Mi alzo dal letto. Sono le 22.45. Non so cosa mi ha spinto a trattare Louis in quel modo. Gelosia? Rabbia? Sono confusa. Sento che ho una cotta per lui, una di quelle toste e che ti spezzano il cuore se qualcosa va male. Forse è per questo che non riesco a non allontanarlo. Non so.
Faccio una veloce doccia, che mi rilassa, e vado a letto, anche se sono consapevole che con quella giornata non riuscirò a dormire. Infatti mi giro e rigiro, nel vano tentativo di trovare una posizione comoda e favorevole al sonno. Invece non c’è niente da fare. Non è il letto a impedirmi di dormire, né il rumore della tv che viene da sotto: sono i miei pensieri. Così riaccendo la luce e mi alzo dal letto. 
Scendo di sotto, da mia madre che dorme sul divano. Che invidia. Almeno lei riesce a riposare un po’. Vado in cucina e prendo un bicchiere di latte. Ad illuminare la stanza solo il lieve bagliore della luna. Mi siedo sullo sgabello e mi appoggio al bancone. Finisco il latte nel bicchiere e lo poggio nel lavandino. Prendo una coperta dall’armadio in sala e la metto delicatamente su mamma. Poi salgo in camera mia chiudo la porta. La sveglia sul comodino segna la mezzanotte. Torno a letto con un mal di testa e la decisione di non andare a scuola domani.
I raggi del sole penetrano dalle tende bianche della mia camera. E’ la terza volta che la mamma bussa alla mia porta. Mi alzo dal letto e mi fermo davanti alla porta. Poggio una mano sul pomello. Uno, due, tre. Apro la porta di scatto e corro in bagno. Fingo di rimettere e mamma ci casca in pieno. Mi fa tornare a letto e mi porta camomilla e termometro.
-Mamma, ma non vai a lavoro oggi? Sono le 8 e tu sei ancora in pigiama- chiedo.
Lei si poggia una mano sulla fronte, mi infila il termometro in bocca e corre in camera sua. Prendo il termometro e lo metto nella camomilla e poi me lo rinfilo in bocca. Mamma passa e controllare la temperatura.
-Tu oggi stai a casa, resta a letto e riposa- dice, mi da un bacio sulla fronte e poi scende le scale in fretta. Dopo pochi istanti sento la porta di casa chiudersi e la sua macchina uscire dal vialetto. In casa, a parte me, non c’è più nessuno.
Mi levo la coperta e scendo a fare colazione. Accendo la tv e mi siedo sullo sgabello. Tazza con cereali e latte davanti a me, e inizio a mangiare. Finisco e salgo sopra per mettere a posto un po’ la stanza. Passo davanti al comodino e per la prima volta scrivo qualcosa che non riguarda assolutamente mio padre.
‘La prossima volta, ci penso due volte’ scrivo col pennarello blu. Era riferito alla serata di ieri. Non al fatto di averlo cacciato, ma a quello di averlo fatto avvicinare così tanto a me da non riuscire a non pensarlo. Ma che mi prende? Una volta ero felice, bè se non felice almeno qualcosa che si avvicinava alla felicità. I ragazzi che mi piacevano li evitavo e le mie storie erano quelle da una settimana, massimo due. 
Finisco di raccogliere i fogli di carta appallottolati per la stanza e mi preparo un bagno caldo, con tanta schiuma da potermici seppellire sotto. Raccolgo i capelli e metto Bruno Mars allo stereo. Mi spoglio ed entro nell’acqua. Le mie dita ballano sul bordo della vasca a ritmo di Marry you e io inizio a canticchiare con gli occhi chiusi. Sento una macchina parcheggiare nel vialetto di casa. La mamma! Esco in fretta dalla vasca, spengo lo stereo e mi asciugo con l’accappatoio. Intanto giù la mamma sta aprendo al porta di casa, o almeno cercando di farlo visto che non riesce mai a trovare la chiave giusta nel suo mazzo. Metto il pigiama e torno a letto. Sento dei lenti passi salire per le scale...
-Ciao tesoro- la mamma fa irruzione nella mia stanza.
-Che ci fai qui!? Non dovresti lavorare?-
-Oggi ho il turno del pomeriggio. Perciò resterò con te tutta la mattina.-
La notizia mi fa felice, almeno non mi sentirò sola e non dovrò cucinare. La mamma esce dalla stanza e io mi addormento…
_________________________________________________
Scusate, è venuto un po' una m***a ma in questi giorni sono impegnata tra varie tesine e non ho tempo. Voglio ringraziare chi recensisce la storia, chi la segue e la preferisce. :) XX

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9
Mi risveglio con un profumino di carne. Mi alzo dal letto e  mi cambio, poi scendo in cucina, dove la mamma sta cucinando.
-Ti senti meglio?- mi chiede senza distrarsi dal cibo.
-Sì, sto molto meglio ma- rispondo e le do un bacio sulla guancia -che si mangia?-
-Carne e insalata, è pronto-
Ci sediamo a tavola e mangiamo quel buon cibo.
-Come va a scuola?- mi domanda.
-Bene- dico io col boccone.
Mi guarda male e poi ricomincia a mangiare. La scuola deve averla avvertita della punizione. Cazzo!
-Perché quello sguardo?- le chiedo.
-Niente, niente. Ora ti faccio una domanda io: perché sei finita in punizione?-
Beccata Holly.
-Ho litigato con una figlia di papà a scuola e...Be’ mi ha addossato tutta la colpa-
Mi guarda per un po’, poi sorride.
-Vuoi altra insalata?-
Mi torna in mente la scena di Mr. E Mrs Smith e faccio no con la testa. Poi scappo sopra.
Tre ore dopo, la mamma va a lavoro. Prendo una sigaretta ben nascosta nel cassetto della biancheria e la fumo camminando avanti  indietro per la mia stanza. A quest’ora sono usciti tutti dalla scuola. Tutti comprende Louis. Cazzo. Sono sicura che tra poco riceverò una chiamata. Così prendo il cellulare e lo poggio sulla scrivania. Camminando non riesco a non fissare il mio iPhone.
Sento un rumore, non è il mio telefono, ma il campanello della porta. Spengo la sigaretta e scendo ad aprire. Forse è una vicina a cui manca lo zucchero, o il postino.
-Ciao- mi saluta Louis appena apro la porta. Che ci fa qui?
Accenno un sorriso e solo ora noto che ha appoggiato due bici al muro.
-Che devi fare con quelle due cose?- chiedo indicandole.
-Ti insegno ad andare in bici-
Non resisto e scoppio a ridere, lui sorride. Ma  è serio?
-Va bene-  dico tornando seria –ma io uso quella nera.-
Esco e chiudo la porta di casa. Ci ritroviamo a camminare per la strada, in silenzio, con accanto le bici. Io quella nera, lui quella rosa. Nessuna macchina e nessun vicino che ci spia.
-Dove mi porti?- chiedo.
-Alla pista ciclabile- Ovvio, come ho fatto a non pensarci prima.
-Sei sicuro di volermi insegnare? Sono leggermente negata…-
-Non dire cazzate-
Alzo le sopracciglia.
-O sì?-

____________________________________________
 

Allora ragazze, innanzi tutto mi scuso per il ritardo, tra esami e studio ho rischiato di impazzire, e poi mi cagavo addosso per gli orali(essì, l’anno prossimo alle superiori). Ho preso 9 come voto complessivo :D.

D’ora in poi cercherò di essere più presente e di aggiornare più velocemente. Comunque, se volete followarmi su twitter io sono https://twitter.com/#!/seguaquellauto . Se volete ricambio.

Recensite per farmi sapere cosa ne pensate del capitolo, mi raccomando. Un bacio.

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Capitolo 10
E’ la terza volta che cado. Mi fanno male le ginocchia e non riesco a capire il perché del sorriso idiota che ha Louis stampato sulla faccia.
-Perché ridi? Guarda che se è perché non so andare in bici ti spacco la faccia!- dico arrabbiata.
Lui scoppia in un'altra risata. Mollo la bicicletta e gli vado in contro. Alzo la mano, per dargli uno schiaffo ma lui la blocca.
-E’ solo che sei bella quando ti arrabbi- dice e si avvicina a me.
Le nostre labbra si stanno per toccare ma mi scanso e mi allontano.
-Penso sia meglio rimanere amici.- dico e me ne vado, lasciando la bicicletta per terra. Arrivo a casa. Brava. Ora sì che ti riconosco. I sentimenti fanno male. ‘fanculo i sentimenti.
No ceno e mi trascino in sala. Qualcuno bussa insistentemente alla porta. ignoro il rumore ritmico salgo in camera. Fumo una sigaretta con la finestra aperta e mi rilasso con le cuffie nelle orecchie. Occhi chiusi. Qualcosa(o meglio, qualcuno) si siede accanto a me. Mi alzo a sedere e apro gli occhi.
E’ Josh.
-CHE CAZZO CI FAI QUI?- urlo spaventata. Ho il fiatone.
-Facevo un giro. Figo. – dice indicando il minuscolo tatuaggio sul mio fianco scoperto.
-BE’ QUANDO FACCIO UN GIRO NON ENTRO NELLE CASE DEGLI ALTRI DALLA FINESTRA SPAVENTANDOLI A MORTE MANCO FOSSI ARMATO DI SEGA ELETTRICA- dico di getto. Si riconoscono pause a stento.
Lui fa spalluccie. Ecco cosa mi piace di Josh: non gliene frega mai niente. Non ci pensa mai due volte. Vorrei essere impulsiva come lui.
-Allora? Porti buone notizie?- gli chiedo. Magari sua madre si è accorta della mia innocenza..ma che dico!? C’è lo zampino di Jennifer.
-Sì- mi dice gli occhi mi si illuminano –c’è un complotto in corso. Contro le sono-meglio-io-perché-indosso-abiti-griffati.-
-ECCHICCAZZOSENEFOTTE!-
-Volevo avvisarti…sta attenta. Dietro ragazze troie ci sono padri puttanieri-
-Ma non era ‘dietro grandi uomini ci sono grandi donne’?-
-Sìsì, come vuoi tu..- mi saluta, uscendo dalla finestra.
Resto sola. Ma che dico? Sono sempre stata sola. Sono sempre stata bene, anche senza amici. Anzi. Stavo pure meglio.
Mi addormento velocemente.


Ehii. sono tornata. volevo chiedere scusa. sono mancata un sacco ma ho valide scuse.
lo so che il capitolo è un po' corto (e un po' brutto aggiungerei) ma questo è solo l'inizio. se volete essere aggiornate sui nuovi aggiornamenti(?) del capitolo
seguitemi su twitter (@seguaquellauto). ricambio. e poi ci sto collegata 24 ore su 24. 
recensite per farmi sapere che ne pensate ;) alla prossima

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Capitolo 11
‘Caro diario, tra di loro c’è stata una tregua. Ma sono freddi. Si evitano. Persino con noi, sono meno gentili. E questo, mi fa paura più di prima.
Julia’
Pronta. Raccolgo la grande borsa nera ai piedi della scrivania e scendo velocemente le scale. Di mamma non c’è traccia. Almeno non mi romperà le palle.
Stamattina mi sono svegliata di cattivo umore. Voglio tornare a casa. Ma non casa qui, a LA. La mia vera casa, di Sidney lì ero felice. Mi lasciavano in pace. Io lasciavo in pace loro. I ragazzi non erano così appiccicosi. Le ragazze non erano così troie.
Arrivo a scuola.
-Holly- mi saluta Debora. La scanso e vado in bagno. Applico il rossetto sulle labbra. E guardo il risultato.
Ho deciso che eviterò la gente. Tanto staremo qui solo un anno…ed è passato già un mese. Ora che ci penso
è quasi Halloween. La mia festa preferita. A casa mi divertivo con il ragazzo di passaggio. Eh sì. Lo so. Lo state pensando. Che troia. Almeno ero io a ferire i ‘sentimenti’ e non gli altri a prezzare il mio di cuore, già troppo martoriato.
Quest’anno invece farò un giro in città. Guarderò la patetica gente che gira con le maschere. Farebbero più paura senza.
-Hai avuto un attentato?—mi chiede Josh entrando in bagno.
-Ehi. Bagno delle ragazze. Non è che mi nascondi qualcosa?-
-Nah. Qua mi scopo le ragazze, al terzo bagno. Quel cartello l’ho appeso io. Così è sempre libero- indica il foglio con scritto ‘GUASTO’ .
-Romantico- commento.
-Non sono il tipo-
-Allora. Che ci fai qui?- mi giro verso di lui. Fa spalluccie. Quel movimento mi da i nervi.
Prendo la mia borsa appoggiata al lavandino ed esco dal bagno dritta verso l’armadietto. Mi fermo. Louis sta venendo verso di me. Non posso scappare. Decido di andargli incontro. Questa storia finirà una volta per tutte.
-Ciao Hol..-
-Se..-
 -Aspetta!- lo sorpasso ma poi sento la sua mano sul polso. La campanella è suonata.
-Si può sapere che ti prende?- sembra incazzato. Meglio! Almeno non mi verrà a cercare.
-Cazzi miei..-
-Avevi detto amici. Non sconosciuti..-
-Peccato. Intendevo proprio quello.-
-Senti finiscila!- la sua voce rimbomba nel corridoio.  Qualche ritardatario si ferma per gustare la scena. Un brivido mi percorre la schiena –Questo fatto di fare la dura, con me non attacca. si può sapere chi sei veramente?-
-Una stronza- ora lo guardo negli occhi…i suoi bellissimi occhi..-Stammi alla larga Tomlinson-
Detto questo do uno strattone al braccio e il mio polso si libera dalla sua stretta. Mi allontano. Ricacciando indietro le lacrime.


ALLORAAA.
Due capitoli in un giorno…Sono o non sono figa? Ok no, scherzi a parte. Recensite. Davvero. Per noi scrittrici(?) sono graandi soddisfazioni. E seguitemi su twitter va. (seguaquellauto), vi tengo aggiornati. E magari contattatemi. Qualche chiacchierata ce la facciamo no? Tanti cuori a voi.

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Capitolo 12
Mi esco dalla vasca. Il bagno rilassante mi ha stressato ancora di più.
Mi asciugo i capelli e metto il pigiama.
Ma perché mi sento così vuota!? Do troppa confidenza e mi pento. Taglio i rapporti e ci sto male. Non capisco. Di cosa ho bisogno? Sarà per quello che mi ha detto Louis oggi. O per il modo il cui ho trattato lui e Debora.
Sono confusa.
Mi siedo sul letto.
Ora ho capito. E’ per quello che gli ho detto io. Tendo ad allontanare la gente.
‘E’ colpa tua! Se non te ne fossi andato non avrei avuto paura di essere abbandonata. Di nuovo.’ La penna si muove veloce sul muro. Sembra vada da sola. Scarico tutta la tensione.
Prendo un attimo. Per asciugare le lacrime. 
Hahahah. Piangi. Non è la prima volta. Sei debole. Eppure fai così tanto la dura..
Okay. Ora inizio a parlare da sola.
Fatti schifo. Hai allontanato le uniche persone avrebbero potuto volerti bene..
Non è normale. Le lacrime cadono silenziose sulle gambe.
Puoi dare tutta la colpa a tuo padre. Ma ora sei tu che sei nel torto…
Soffoco la voce. Asciugo le lacrime. Mi prendo un altro secondo.
Decido che continuerò ad allontanarli. Ora è difficile perché mi ero abituata. Poi verrà più naturale.
La mia pancia brontola.
-Ho ordinato una pizza- mi dice la mamma mentre entro in cucina. In mano ha ancora il telefono –dobbiamo ricordarci di andare a fare la spesa-
Non rispondo.
-Tesoro. Cos’hai? Mi sembri strana…-
-Niente mamma. Pensavo che è da un po’ che non mangio la pizza- bugia. In realtà sono preoccupata.
Vedo la luce del motorino avvicinarsi e fermarsi.
-Mamma ho dimenticato la luce accesa in bagno. Torno subito- e volo di sopra. Mi fermo davanti al bagno.
Niall arriva, consegna la pizza e prende anche la mancia. Poi la porta si richiude e posso tornare di sotto.
-Peperoni- mi dice la mamma aprendo la scatola.
Mangiamo la pizza in silenzio.
-Tesoro, che ne dici se domani passiamo un giorno insieme. Non hai scuola di sabato e io non lavoro..-
-Ok ma’. Che facciamo?- le chiedo. I suoi occhi si illuminano.
-Pensavo di andare a cinema o al centro commerciale-
-Sì. Per me va bene. Ora vado a letto. Giornata faticosa. Notte.- dico prima di salire le scale.
Mi butto sul letto. Il diario nelle mie mani.
‘Caro diario. Si sono decisi a parlarci. Ci hanno spiegato che a volte col tempo cambiano i sentimenti. Josh non ha capito bene ciò che intendevano. Invece io ho sempre saputo come stava la situazione. Avevo solo paura di dirlo ad alta voce.
Loro non si amano più.
                                                                                                                        Julia’



Leggete anche meeee!
Ok. E' un po' na schifezza. ma è solo un'introduzione al succo(?) della storia.
Ce la farà a mantenere la promessa? O fallirà al primo tentativo?
Io le so già le risposte. Siete voi che dovete scoprirle.
Ho notano che lo scorso capitolo è stato letto da 16 pesone.
Ma solo una ragazza (che io particolarmente amo perchè recensisce sempre) ha recensito.
Perciò finchè il 12 non arriva a
3 recensioni non lo posto.
Detto questo vi saluto.
ps: ringrazio chi segue e preferisce la storia ;)
xx

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Capitolo 13
-Provalo!- mi ordina la mamma passandomi un abito bianco. Le maniche sono lunghe ma il vestito arriva sopra le ginocchia. Tutto di pizzo.
Mi arrendo. Entro nel camerino. Sento il battere impaziente del piede della mamma sul pavimento.
Mi spoglio e indosso l’abito.
Apro la tendina, per farmi vedere da mamma.
-Tesoro! Ti sta un incanto! Girati!-
-Lo preferirei in nero..-
-Fidati. Il bianco ti sta meglio. E poi basta con questo colore così triste…ecco. Metti queste!- mi passa un paio di dècolletè tacco 17 anche queste bianche.
-No. Quelle non le metto-
-Dai…per la tua mammina!?-
Chiudo gli occhi sospirando -Okay-
Lancio uno sguardo a quelle scarpe infernali. Già mi fanno male i piedi solo a guardarle. Le infilo e ammiro l’insieme.
Devo dire...che non è male.
Usciamo dal negozio con le scarpe e il vestito. Poi facciamo su e giù per il centro commerciale. Altri acquisti. Altre buste.
Ora mi ritrovo con non so quante maglie colorate. Mamma mi ha proibito il nero.
Tranne per un tubino lungo fino al ginocchio con scollatura a cuore. E le scarpe abbinate.
Posiamo le buste nel cofano dell’auto. Sorseggio la coca cola in silenzio per tutto il viaggio fino a casa. Siamo uscite che era mattina ed ora è buio.
-Ehi ma’- dico scaricando l’auto. Lei si gira verso di me. –grazie.- finisco la frase prima di stamparle un bacio sulla guancia, come quelli che le davo da bambina. Un sorriso si dipinge sulla sua faccia.
Per il resto della serata restiamo a vedere un film sul divano. In pigiama. Con i pop corn.
Fin quando qualcuno bussa alla porta. Mi alzo per andare ad aprire. Ma guardo prima nello spioncino. Harry.
-mamma!- la urlo a bassa voce – apri tu!-
Lei si alza e viene verso la porta. Mi nascondo dietro il muro accanto all’entrata in modo che lui non riesca a vedermi. Ma che ci riesca mia madre.
-Buonasera signora. In casa c’è Holly?- saluta Harry educatamente.
Faccio segno di no a mia madre. Lei capisce al volo.
-Mi spiace. A quest’ora non voglio visite.- risponde lei fredda.
-Oh be’ sì. Capisco. Buonasera signora.- riesce a dire Harry prima che mia madre chiuda la porta.
-mm… ho sonno. Ci vediamo domani..-
-Dove vai signorina?- mi blocco e torno indietro. Le racconto tutto. Di Louis. di Jennifer. Della mia gelosia.
-Okay ragazza. Devi pensare ai tuoi errori…carino quel...Louis?-
-Quello era Harry- le dico fulminandola con lo sguardo.
-Okay ragazza. Buonanotte.-


LEGGETE ANCHE MEEE.
Eh siamo già arrivati al 13. hbfeadjlk.
Gli altri capitoli sono già pronti. Se ho messo questo così presto dovete ringraziare
cioshslips 
che ha fatto della pubblicità. 
Nemmeno io finirò mai di ringraziarla. 
E ringrazio anche le altre ragazze che leggono e recensiscono.
Ora. Continuo alle
4 recensioni. 
Attente. Perchè da questo capitolo in poi metterò una citazione del prossimo. 
Tipo 'nel prossimo episodio bla bla bla'.
Okay. Vi saluto e vi ringrazio di nuovo.
Sotto la citazione. Nello stesso colore del mio smalto dhjshdsj.

Dal capitolo 14.

'...- so che ora non vuoi ascoltarmi.
E che non vuoi perdere tempo.
Ma penso che se davvero ti sentivi a tuo agio con noi non dovresti trattarci in questo modo.
 Ora come ora ti servirebbe qualche amico…- mi guarda intensamente negli occhi prima di andarsene..'

Ritorna all'indice


Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Capitolo 14

Prendo solo l’insalata. Non ho fame ma rischio di svenire più tardi.
Per ora me la sono cavata egregiamente ad evitare Louis e gli altri.
Poggio il vassoio su un tavolo vuoto. Mi siedo e inizio a mangiare.
-Giorno Carter- mi saluta Josh sedendosi affianco a me.
-Giorno-
-Triste?-
-Sto bene-
-ah. Be’ non ti avrei asciugato le lacrime lo stesso.- mi piace Josh. È sincero. Schietto.
Mi fermo. Louis passa in mezzo ai tavoli fulminando Josh con lo sguardo e guardando me quasi con…disprezzo!?
Invece Harry, subito dopo di lui, guarda me e Josh con stupore.
-Quel tizio lo picchio- mi dice Josh riportandomi sulla terra e indicando Louis.
-Lascialo fare!- gli dico prima di alzarmi e allontanarmi.
-Cos’è Carter!? Ti piace?- ma Josh mi è subito dietro.
-No! E’ solo che…Lascia stare.-
-Come vuoi bambola. Come vuoi…-
La campanella suona.
Mi avvio verso l’armadietto. Devo prendere i libri per chimica.
-Ehm Holly…posso parlarti?- Harry compare al mio  fianco. Chiudo lo sportello producendo un rumore secco. Mi allontano.
Naturalmente mi segue.
-Non ho bisogno della morale- gli dico fredda.
-In realtà volevo sapere perché sei così scontrosa ultimamente. E perché ci eviti-
-Voglio essere lasciata in pace-
-Hai litigato con Louis? Ultimamente non possiamo dire il tuo nome senza farlo arrabbiare..-
Alzo gli occhi al cielo e continuo a camminare per i corridoio ormai affollati.
-Senti Holly- mi prende per il polso costringendomi a girarmi. Perché questa fissazione per il mio polso? - so che ora non vuoi ascoltarmi. E che non vuoi perdere tempo. Ma penso che se davvero ti sentivi a tuo agio con noi non dovresti trattarci in questo modo. Ora come ora ti servirebbe qualche amico…- mi guarda intensamente negli occhi prima di andarsene.
 
Mi rintano nel mio letto. Dopo scuola sono scappata a casa senza farmi fermare ne’ da Josh ne’ da nessun altro. Non la reggevo un'altra predica.
Avvolgo le coperte attorno al mio corpo. Tra un paio di settimane è Halloween.
Hanno accennato una festa della scuola. Ragazze travestite da streghe. Ragazzi travestiti da Dracula. Più monotono di così.
Sguscio fuori dal letto e prendo il diario.

‘Caro diario,                                                                                                        
quante cose sono cambiate dall’ultima volta.
Mamma e Papà hanno divorziato. Sono un po’ triste ma se insieme si ferivano allora è meglio così.
La mamma ha trovato un nuovo lavoro così ci trasferiremo in una casa non molto distante da qui.
Papà invece ha deciso di andare a vivere a Chicago. Ci mancherà ma ha promesso di scriverci.
Io ho iniziato a suonare il pianoforte. Josh invece ha iniziato le medie. Siamo cresciuti tutti.
                                                                                                       Julia.’


LEGGETE ANCHE MEEEE!
Ehii il 14 è stato postato. In ritardo, ma è stato postato.
Avete visto i ragazzi stamattina? Io no mi sono addormentata.
Ma sabato li vedrò. C'è anche Miley jdnajkjdln.
Vi lascio un anticipzione sul prossimo capitolo. 
Continuo a
5 recensioni,
Un bacio.


 Dal capitolo 15:

'..usciamo dalla mensa seguiti dallo sguardo furioso di Louis,
quello invidioso di Jennifer e quello curioso del resto della gente in sala.'

Ritorna all'indice


Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Capitolo 15
Sotto lo sguardo di Jennifer e delle sue ochette, mi siedo in mensa. Vedo con la coda dell’occhio che Louis mi guarda dal tavolo dall’altra parte della sala.
Ebbene sì. È passata una settimana da quando Harry mi ha parlato per l’ultima volta. Zayn e Debora devono stare insieme perché si tengono sempre per mano.
Mentre quasi tutta la scuola pensa che io stia con Josh. Ci tengo a precisare che…be’ è vero. Certo non siamo la coppietta tipica da ‘attacca prima tu’ al telefono. Anzi nemmeno ci chiamiamo. Ma stiamo insieme più che altro per noia.
Lo vedo avvicinarsi. In mano ha solo un panino e si guarda attorno.
-Bambola- mi saluta Josh sedendosi difronte a me.
Gli faccio un cenno con la testa mentre cospargo di ketchup il mio hamburger.
-Ancora quello!?- mi chiede guardando con odio Louis.
-Mi sono finite le sigarette. Dopo me le presti tu?- gli chiedo giusto per distrarlo.
-Okay. Più tardi ti vengo a prendere. Fatti trovare pronta per le nove.-
-Okay- finisco di mangiare e ci alziamo.
Il suo braccio è sulle mie spalle e usciamo dalla mensa seguiti dallo sguardo furioso di Louis, quello invidioso di Jennifer e quello curioso del resto della gente in sala.
Mi accompagna all’armadietto e mi bacia. Le sue braccia sono sulla mia schiena. I corridoi vengono invasi al suono della campanella.
Il resto della giornata passa in fretta, perché mi ritrovo sulla moto di Josh.
Mi porta a fare una passeggiata ad una festa del quartiere. Il suo braccio è sulle mie spalle e camminiamo senza parlare. In questa zona c’è molta gente. Entriamo nel Luna Park ma non facciamo nessuna giostra. Invece andiamo nell’angolo meno affollato e ci sediamo su una panchina. Mi siedo sulle sue gambe. Le sue braccia mi tengono stretta.
Mi guardo attorno. Le bancarelle sono sul lato sinistro del grande prato, le giostre su quello destro. C’è molta gente.
-Che facciamo?- gli chiedo dopo quasi cinque minuti di noia.
-Aspettiamo gli altri e poi facciamo un giro…eccoli- mi risponde guardando un punto dietro di me.
I suoi amici arrivano e salutano. Poi ci alziamo e camminiamo nella folla. Di nuovo il suo braccio mi cinge le spalle.
-Vuoi salire?- mi chiede indicando una giostra non molto sicura.
-No. Voglio una birra-
-Pauly è andato a prenderle- urla in modo che io lo possa sentire al di sopra del rumore.
Un ragazzo che sembra un incrocio tra un emo e un truzzo ci porge le bottiglie. Apro la mia e bevo. Continuiamo a passeggiare fra la gente.
Il mio sguardo si ferma su Liam. E’ con Niall e gli altri. Il solito gruppetto. Stanno ridendo. Eh be’ si accorgono di me. E Josh si accorge del modo in cui ci guarda Louis, sembra un misto di gelosia e disprezzo.
Josh, credo per stuzzicarlo un po’, mi prende per i fianchi e mi bacia. Le sue braccia mi avvolgono e metto le mia dietro il suo collo mentre loro si allontanano silenziosi.
Mi stacco da lui e li osservo. Mi faccio beccare da Debora che li sto guardando, ma chi se ne frega. Mi giro verso Josh.
-Ti piace proprio tanto quel tizio- nota indicando con un cenno Louis.
-Non dire cazzate..-
-Non dirle tu!- Si avvicina. -Lo sai che stiamo insieme solo perché ci annoiamo…In fin dei conti siamo solo amici, a me puoi dirlo-
Il fatto è che non lo so nemmeno io –Non ho niente da dire. Non mi piace. Finiscila!-
-Allora perché tutte le volte che lo guardi diventi triste e se ti guarda ti irrigidisci? Sarò un po’ menefreghista ma non sono di certo stupido..-
-Lascia stare, Josh. È finita...anzi tra noi non è mai successo niente!- Lascio che la bottiglia cada al suolo e mi allontano.
 
Arrivo a casa e busso alla porta. Le luci dell’ingresso si illuminano.
La mamma mi viene ad aprire in pigiama. Ha una maglia decisamente troppo larga e lunga. E sembra furiosa.
-Signorina!- mi dice dopo avermi fatta entrare –avrai pure 17 anni ma se ti devi ritirare a quest’ora mi DEVI avvertire!-
-Lo so ma, credevo fosse ancora presto…- tiro fuori il cellulare e controllo. E’ l’una e ho 19 chiamate perse. La maggior parte sono della mamma. Una è di un numero sconosciuto. Una è di Debora.
-Ah e quel…Jim-
-Josh-
-Sì quello. Non mi piace. Certo è meglio di quell’avanzo di galera con cui uscivi a Sidney, ma non mi piace-
Tipico della mamma. Mi rinfaccia il fatto che a Sidney uscivo con un ragazzo che rischiava di finire al fresco.
-Che importa? Tanto l’ho lasciato..-
-Ah… e perché?-
-Perché sì. Lo sai come sono fatta..-
-Mi spiace..-
-Davvero?-
-Sinceramente no.-
-Be’ nemmeno a me-
-Meglio. Che non si ripeta più signorina, chiaro?-
-Chiaro. Vado a letto altrimenti domani non mi alzo…-
-Ecco vai vai! E se domani non ti alzi in orario ti becchi una punizione-
-Notte mamma-
Salgo di corsa le scale e mi butto sul letto. Il diario è poggiato sul comodino. Ma sono troppo stanca per leggere. Chiudo gli occhi e mi addormento. 

Ehilaaa gente! Come va?
Eccomi dopo tanto tempo, mi sono fatta crescere la barba alla Silente(?)
Naturlamente scherzo .-.
Allora, il 14 non è arrivato a 5 recensioni (avete fatto le cattive :c)
ma eccomi lo stesso a romprere 
Recensite pleasee.
ps. care Beliebers (se ci siete) ho una ff su Justin. Magari date un'occhiata e recensite? ve ne sarei grata.
addio!

Dal capitolo 16:

'Non mi sono mai chiesta il perché dell’abbandono di papà. E credevo di non meritare di stare bene.' 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=983027