Speak Now-Parla Adesso

di hello_crazy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Io non mi innamoro mai. ***
Capitolo 2: *** Non puoi decidere di chi innamorarti. ***
Capitolo 3: *** Se uno è tondo non diventa quadrato. ***
Capitolo 4: *** Mi sono innamorato, credo. ***
Capitolo 5: *** Sto impazzendo. ***
Capitolo 6: *** 4 mesi che lei continuava a crederci ma a non pensarci. ***
Capitolo 7: *** Ecco perché tutte queste insicurezze. ***
Capitolo 8: *** Dimentica. ***
Capitolo 9: *** Stand-by ***
Capitolo 10: *** Tutto accade per una ragione in questo mondo ***
Capitolo 11: *** Farò in modo di non essere mai esistito. ***
Capitolo 12: *** Speak now. ***



Capitolo 1
*** Io non mi innamoro mai. ***


-L’amore è una grande cazzata.-disse Marco al suo migliore amico.
-Ah si?-rispose Fabio.
-Si lo è... guardati sei in pena perché quella ti ha lasciato! Fai come me fregatene altamente. Loro vengono da me, mi diverto un po’ e poi basta, quando mi stanco mollo tutto con una scusa!
-Questo perché non sai cos’è l’amore!
-Si non lo so perché non esiste! Non sono mai stato innamorato!
Continuarono a discutere a lungo sull’importanza dell’amore senza arrivare ad una soluzione, erano due 18enni a quanto si diceva i più belli dell’istituto ma come spesso poi si arrivava a dedurre anche i più stupidi. Tutti lo imitavano mentre le ragazze gli facevano il filo e bastava semplicemente un suo sguardo per farle tremare tutte. Aveva pochi amici, il più importante era Fabio e tutti gli altri cercavano di imitarlo in tutto. Prendeva una ragazza la teneva con sé per un po’ poi la mollava facendola piangere per giorni, mesi e anni. Fabio era un po’ meglio non maltrattava le ragazze ma il solo fatto di essere amico di Marco lo rendeva intoccabile e importante ma a lui andava bene era felice.
-
-Jessica tu che pensi dell’amore?-chiese Giorgia alla sua amica.
-Non lo so… è crudele, questo è certo.-disse la ragazza alzando gli occhi dal libro di fisica.
-Ah si hai ragione, questo è sicuro.-disse Giuliana.­­­
-L’amore è una cacca.-aggiunse Fabiana.
-E’ finita con Fabio vero?-le chiese Giorgia.
-Mi ha messo le corna!
-Bene!-affermò Jessica.
Erano tutte molto unite e nessuna di loro spiccava per bellezza a parte Fabiana che aveva già fatto colpo. Jessica era dolce e intelligente ma i ragazzi non la guardavano nemmeno, lei viveva nel suo mondo con le sue amiche, faceva finta di essere felice ma dentro nascondeva un’enorme voglia di diventare qualcuno di importante per una persona, un’enorme voglia di non essere mai da sola. Aveva ormai 17 anni e non aveva mai avuto un ragazzo, iniziò a chiedersi se avesse qualcosa che non andava ma non dava a vedere niente, nascondeva tutto dietro quel sorriso che porgeva a tutti anche a chi non conosceva.
-
Le lezioni ricominciarono dopo la breve pausa di ricreazione tutti si ritrovarono a dover ricominciare a studiare.
-Professoressa mi scusi potrei andare al bagno? Non mi sento molto bene.-chiese educatamente Jessica.
-Certo che puoi uscire, se non ti senti di rientrare rimani fuori quanto vuoi!
-Grazie mille!-disse la ragazza uscendo.
Effettivamente non si sentiva molto bene ed era pallida in viso così dato che stavano solo ripetendo cose vecchie decise di restare fuori, ormai mancavano solo 10minuti alla fine dell’ora, si sedette su un gradino della scala vicino alla finestra e aspettò che quel sentirsi male passasse.
-
-Io vado al bagno.-esordì Marco nel bel mezzo della lezione.
-Esci pure, tanto anche se rimani in classe il tuo apprendimento è peri a zero.
-
-Ehy? Stai bene?-chiese Marco a Jessica vedendola molto pallida seduta su un gradino con la testa fra le mani.
-Più o meno si, grazie.-disse sorridendo Jessica.
-Cos’hai?-le chiese senza sedersi e guardandola dall’alto, costringendola ad alzare di nuovo la testa che le pulsava enormemente.
-Mi fa molto caldo e mi fa male la testa.-riabbassò la testa sulle ginocchia.
-Forse hai la febbre.
La ragazza annuì senza alzare la testa per guardarlo.
-Se hai la febbre dovresti stare a casa.
Jessica annuì di nuovo senza muoversi.
-Vuoi  che ti porti qualcosa dalle macchinette?
-No grazie.
-Vabbè io vado ciao.
Annuì di nuovo senza alzare la testa.
Passò mezz’ora e Jessica si fece venire a prendere dalla madre e risultò davvero che aveva la febbre, così passò tutta la settimana a casa.
-
-Fabio, hai visto la tizia quella che sta sempre insieme a Fabiana?-chiese Marco incuriosito dopo che non vedeva Jessica da quattro giorni.
-Ma se non parlo con Fabiana come posso aver visto la sua amica, e poi ce ne avesse solo una! È accerchiata dalle amiche e tu mi chiedi di una… dimmi il nome.
-Si come se io conosco il nome delle amiche della tua ragazza.
-Ex.
-Ex.
-E comunque che ti importa?
-Niente…
-Vacci piano con le amiche di quella. Mi uccide davvero se le fai soffrire.
-Ma ti pare? Sono tutte racchie.
-Eh, si c’hai ragione.
-
-Ehy Jess!-da quanto tempo! Come stai?-disse Fabiana correndo incontro all’amica.
-Adesso bene… dopo una settimana di vacanza!
Si abbracciarono tutte ed entrarono a scuola.
Arrivò la ricreazione e le ragazze uscirono per andare alle macchinette a comprare da mangiare. Si spostarono tutte e passarono sotto gli occhi di Marco e dei suoi amici, ma lui non toglieva gli occhi di dosso a Jessica, cosa volesse da lei era ancora oscuro a tutti, di certo lei non è il genere di ragazza che piace a lui, ma chi poteva dirlo? Tutte le ragazze si accorse degli sguardi di Marco ma nessuna disse niente poiché Jess non se ne era accorta e dirglielo non avrebbe avuto senso.
 

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Capitolo 2
*** Non puoi decidere di chi innamorarti. ***


La campana suonò e tutti entrarono, visto che i professori non erano ancora arrivati Jess uscì nel corridoio e iniziò a passeggiare senza una meta. C’era anche Marco che però non attirò la sua attenzione, neanche lo notò. Diverso fu per il ragazzo che da quando era uscita dall’aula non le toglieva gli occhi di dosso, Marco notò che un altro ragazzo stava fissando la ragazza che momentaneamente aveva attirato la sua attenzione.
-Che guardi?-gli disse in tono minaccioso.
-Che ti importa?-Jess si fermò e si appoggiò al muro, non si era ancora accorta che si stava per scatenare una lite per causa sua.
-Mi importa.-gridò Marco, Jess lo sentì così si mise sull’attenti per capire di cosa stesse parlando.
-Se guardo una ragazza non devo dare conto a te! Non è mica proprietà privata!
-Questa lo è! Vai da un’altra parte a fissare la gente!-gridò Marco.
-Io penso che…-intervenne Jess.-voi due stiate parlando delle ragazze come se fossero pacchi postali, vergognatevi entrambi.-si girò e fece per andarsene.
-Non hai capito.-disse il ragazzo che la fissava.
-Come scusa?-chiese Jessica.
-Non hai capito, parlavamo di te.-detto questo Marco andò su tutte le furie, aveva svelato il suo segreto, non avrebbe dovuto farlo.
-E’ la stessa cosa,-disse Jessica con freddezza.- fate pietà, proprietà privata e cose del genere, non viviamo mica nel 1800! Sveglia! Le ragazze non dipendono più dai ragazzi!-detto questo rientrò in classe lasciandoli di stucco.
Per tutta la durata delle lezioni pensò a cosa potesse significare il fatto che loro stessero parlando di lei, aveva fatto finta che non le interessasse niente ma la curiosità la bruciava dentro. Uscì per comprare da mangiare con Fabiana e di nuovo nel corridoio c’era Marco, di nuovo non notò che la stava fissando mentre Fabiana si.
-Jessica vieni in bagno? Ti devo parlare.
-Certo…-arrivarono in bagno.-dimmi!
-Marco ti fissa quando sei nel corridoio. Ogni volta che passi.
-E io cosa dovrei fare?
-Volevo solo che stessi attenta di quelli come lui non è bene fidarsi, vedi come sono finita io!
-Non ti preoccupare  Fab! Io non sono quel genere di ragazza che piace ai ragazzi di conseguenza non c’è pericolo!
-Ti sottovaluti! Quello farà di tutto per “renderti sua”.
-Non sono un oggetto!
-Si ma lui dice così, io lo conosco!
-E io non voglio conoscerlo!
Uscirono dal bagno e non parlarono più di questo, Fabiana capì che Jessica non voleva parlarne, che per lei era difficile, così non le disse mai più nessun consiglio riguardo il suo “rapporto” con Marco.
Finì la giornata e Jessica si recò alla fermata del bus che l’avrebbe accompagnata a casa.
-Ehy vuoi un passaggio?-le chiese Marco passando con la sua moto.
-No grazie! Il pullman sta arrivando.
-Dai! Ti risparmio un viaggio in pullman!
-No davvero grazie! Non ti disturbare!
-Va bene! Ciao…
-Jessica.
-Jessica.
Se ne andò e Jessica rimase ad aspettare il bus per un bel po’ di tempo rimpianse il fatto di non aver accettato il passaggio da Marco, ma lo trovava antipatico e presuntuoso e non gli avrebbe mai dato l’opportunità di vincere, anche perché trovava fastidioso il fatto che lui la fissasse mentre camminava.
-Dai tieni il casco.-Marco tornò e le porse il casco, questa volta Jessica accettò senza dire niente.
Si mise il casco e salì sulla moto.
-Tieniti forte!
-Se intendi abbracciarmi a te puoi anche scordartelo!
-Io ti ho avvisata!
-Mi terrai sulla coscienza se mi uccidi!
Partirono subito dopo che lei disse dove abitava. Arrivarono a destinazione.
-Grazie Marco.-disse restituendoli il casco.
-Prego.
-Come mai non sei andato a casa?
-Mia madre torna alle 16 mi sono dimenticato di prendere le chiavi.
-Vieni, ti offro un pranzo! Mia madre non c’è.-disse Jess facendo segno di entrare.
-No! Non ti preoccupare.
-Dai entra.
Lo convinse, lei non sapeva bene cosa stesse facendo e quali emozioni scatenasse in lui questo invito ma di certo non lo poteva lasciare digiuno fuori casa.
Pranzarono in silenzio, erano imbarazzati, infatti subito dopo il pasto Marco se ne andò senza dire una parola.
-Hai capito?-chiese Fabiana dall’altra parte del telefono.
-No, scusa… ripeti.-disse Jess.
-Sei da sola?
-Si mia madre lavora tutta la giornata.
-Ok aspettami sto arrivando!
Chiusero la chiamata e nel giro di cinque minuti Fabiana era a casa dell’amica, era arrivata al momento giusto, Jessica era troppo pensierosa riguardo Marco e lei sapeva che non era buono fidarsi di una ragazzo del genere.
-Racconta! Cosa è successo? E non dire niente, so che c’è qualcosa sotto.
Jessica le raccontò tutto: la lite nel corridoio, il passaggio in moto e il pranzo in silenzio e di come tutte queste cose l’avessero turbata.
-Io non mi voglio innamorare di lui, lo so che tipo è! A proposito, cosa mi dovevi dire al telefono?
-Sono tornata insieme a Fabio.
-Come scusa???
-Hai capito bene, ho deciso di tornare con lui.
-Ma se ti ha tradita una volta può farlo di nuovo quando vuole!
-Lo so, però lo amo!
-Certo lo ami…
-Non si può decidere chi amare Jess…
-Lo so, ed è una cosa che odio.
Cenarono insieme e poi Fabiana se ne andò.
Jessica andò a dormire:
-E se mi innamoro di Marco? Finirei sicuramente per soffrire.-disse tra sé  e sé.-Ma non puoi decidere di chi innamorarti.
 
 
 

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Capitolo 3
*** Se uno è tondo non diventa quadrato. ***


Si incontravano nei corridoi ma schivavano lo sguardo, non si guardavano. Erano spesso insieme adesso che Fabiana e Fabio erano di nuovo insieme. Erano insieme ma erano da soli. Nessuno dei due sapeva cosa fare né sapevano cosa provavano, era strano, non si rivolgevano neanche la parola ma si fingevano indifferenti e felici.
Jessica per non pensare si stava sommergendo di studio e di corsi pomeridiani, non aveva neanche il tempo di respirare ma ne era felice perché se si fosse fermata avrebbe dovuto pensare a qualcosa ed era certa che quella cosa sarebbe stata Marco e non voleva.
Marco aveva trovato un’altra ragazza, l’idea che Jessica non gli rivolgesse la parola e che quel ragazzo le avesse praticamente detto che lui si stava interessando a lei lo innervosiva e non lo faceva dormire. Affogava tutti i suoi pensieri in questa ragazza, una qualunque, che aveva alcuni dei requisiti che lui pretendeva che le ragazze avessero, ma era praticamente perfetta per cercare di dimenticare quella che lui non aveva mai avuto.
-DUE SETTIMANE DOPO-
-Dammi il numero della tua amica.-disse Marco a Fabiana.
-Come scusa?-chiese Fabiana guardando con aria interrogativa prima Fabio e poi Marco.
-Dammi il numero di Jessica.
-No!
-Dai non fare la stronza.-disse Marco cercando di dissuaderla.
-Marco smettila.-intervenne Fabio.
-Tu sta zitto.-disse Fabiana.-so difendermi da sola. E poi tu…-rivolgendosi a Marco.-Stronza a chi? E il numero di Jessica non te lo do!! Chiedilo a lei!
Finirono quella conversazione e Marco se ne andò a mani vuote come tra l’altro aveva previsto, il problema stava nel fatto che non riusciva a togliersi Jessica dalla testa: era il suo più grande sogno e allo stesso il suo più grande incubo. Viveva nella speranza che lei cadesse ai suoi piedi e nella paura che lei lo rifiutasse come stava facendo adesso.
SMS: Jessica, sono Fabiana oggi non vengo a scuola ho preso l’influenza! Un bacio! <3
SMS: Marco ho la varicella, ci vediamo tra una settimana. Fabio.
La maggior parte della scuola era assente o per la varicella o per l’influenza Marco e Jessica erano sani quindi andarono a scuola, entrambi si sentivano vulnerabili senza i loro compagni che spesso e volentieri non li facevano sentire soli.
Si incontrarono nel corridoio i professori mancavano per lo stesso motivo dei loro amici.
-Ciao.
-Ciao.-rispose Jessica fermandosi davanti a lui.
-Non sei malata?
-La varicella l’ho avuta e per l’influenza ho fatto il vaccino.
-Anche io.
-Bene.
-Bene.
Erano imbarazzati nessuno sapeva cosa dire ma entrambi avevano l’esigenza di dirsi qualcosa, così rimasero fermi al centro del corridoio a guardarsi in faccia per un po’.
-Ti devo parlare.-esordì Marco ad un certo punto.
-Dimmi.
-E’ una cosa seria, non te la posso dire così su due piedi.
-Ok, dimmi quando e dove.
-Sta sera, vicino al mare alle 19.00
-Va bene, ci vediamo la.
Si salutarono e presero vie diverse entrambi felici di quell’appuntamento.  Nessuno disse niente al rispettivo amico l’imbarazzo era tanto per entrambi. Marco non si era mai dovuto trovare in situazioni in cui si metteva così in mostra e Jessica non aveva mai parlato con una persona del genere e non le era mai venuto in mente che un giorno ci sarebbe potuta uscire.
-
Il sole stava tramontando, le onde si infrangevano contro gli scogli mentre Marco aspettava Jessica seduto a terra.
-Ciao!-Jessica era arrivata, indossava un jeans molto aderente ed una maglietta semplice. Si sedette vicino a Marco.
-Amo questo posto.-disse lui.
-Anche io.-rispose la ragazza.
-Quando ero piccolo passavo tutte le estati qui adesso non ci vengo quasi mai.
-Io ci passavo tutte le estati e le passo ancora adesso. Il mare è una casa fantastica.
-Jessica, mi sto innamorando di te.-disse Marco tenendo la testa fissa sull’orizzonte.
-Bene.
-Io ti dico una cosa del genere e tu mi rispondi: Bene?-disse Marco girando verso di lei con la faccia un po’ sconvolta.
-Sai non mi sono mai trovata in una situazione del genere, è un po’ difficile per me gestirla.
-Ma se tu sai sempre cosa dire! Non mi dire che sei rimasta senza parole!-disse il ragazzo prendendola in giro.
-Si questa volta sono rimasta senza parole!
-Bene.
-Bene.
Rimasero in silenzio per un bel po’ di tempo non sapendo che dirsi, Jessica non aveva ancora detto cosa pensava lei, in quel momento le era difficile formulare una frase.
-Ascoltami,-disse ad un certo punto Jessica.-mi piaci, sei un bel ragazzo ok però non sei il ragazzo per me! Sei completamente diverso da me, passi di ragazza in ragazza, una più bella dell’altra tutte che sverrebbero solo all’idea di stare al posto mio! Io non ero neanche agitata all’idea di dover “uscire” con te, ho indossato la prima cosa che ho trovato, qualunque altra ragazza ucciderebbe!
-E’ questo che mi piace di te! Sei solo te stessa non cambieresti per nessuno!
Si guardarono negli occhi e sorrisero, una secondo dopo le loro labbra si incontrarono in un bacio pieno d’amore e d’affetto.
-Ti prometto, che con te non giocherò come faccio non tutte le altre!
-Se uno è tondo non diventa quadrato! Ma per adesso va bene così!
Ripresero a baciarsi, dopo lui la accompagnò a casa.
-Sappi che adesso nessuno ti può più fissare per i corridoi e non puoi dare appuntamento a nessun altro ragazzo!-le gridò mentre lei entrava, Jessica non si voltò sorrise senza farsi vedere e si chiuse la porta alle spalle.
 

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Capitolo 4
*** Mi sono innamorato, credo. ***


-Salve signora!
-Ciao. Jessica si sta vestendo, scende appena ha finito, vuoi entrare?
-No grazie aspetto fuori.
-Ti conviene entrare! Ha detto che sta per finire ma la conosci, non finisce per adesso.
-Non si preoccupi devo controllare l’olio e l’acqua della macchina! Grazie mille!-si girò andando verso la macchina.
-Marco?
-Dica.
-Non farla soffrire.
-Non è mia intenzione.
Erano passati due mesi, Marco andava a prendere e accompagnava Jessica a casa tutti i giorni quella mattina non si fece trovare fuori di casa e dopo cinque minuti che aspettava Marco decise di suonare, così fu l’incontro con sua madre, lo avrebbe evitato volentieri ma non ci riuscì.
-Grazie al cielo ti sei decisa!-disse alzando lo sguardo dal cellulare.
-Scusami non trovavo le scarpe!-disse cercando stampargli un bacio sulla bocca sotto gli occhi della madre.
-C’è tua madre che ci guarda e tra l’altro non gli sono molto simpatico.-disse facendo in modo che il bacio arrivasse sulla guancia.
-Si infatti, crede che mi farai soffrire ed è una cosa che credo anche io.-entrarono in macchina e si allacciarono le cinture di sicurezza, Marco dopo aver ascoltato quelle parole alzò lo sguardo e la fissò.-Si credo che un giorno mi darai una di quelle fregature che di solito si ricordano per tutto il resto della vita.
-E allora che ci stai a fare con me?
-Per adesso sto bene, sono felice e ti amo. Poi vedremo cosa succederà!
-Bene!-disse Marco sorridendole.
Arrivarono a scuola insieme, mano nella mano come sempre ma ancora la loro coppia suscitava scalpore come il ritorno insieme di Fabiana e Fabio. Tutti li fissavano come fossero extra-terrestri ma avevano imparato a fregarsene degli sguardi della gente e a vivere la loro vita come volevano.
La campana suonò.
-Beh piccola ci vediamo dopo!-la baciò.
-Ciao a dopo!-ricambiò il bacio e si diressero verso le loro classi.
-
-Cazzo hai visto la nuova ragazza di Marco?-disseo hai visto la nuova ragazza di Marco?- un ragazzo al suo amico. Erano iniziate le lezioni ed era l’ora di ginnastica per la classe di Marco ed un’altra.
-Si, è brutta, però bisogna dire che ha un bel culo.
-Si hai ragione.
Marco passò di lì e ascoltò la loro conversazione dapprima non si arrabbiò.
-Io sinceramente penso sia solo un cesso. Non so cosa ci trovi in lei.
-Si ha un bel fisico però.
-So io perché sta insieme a lei.-aggiunse un altro ragazzo.
-E perché?-chiese il primo.
-Maddai non mi dire che non ci sei arrivato… se la vuole portare a letto.
Quella frase fece andare Marco su tutte le furie tanto che non si trattenne più e si fece vedere, subito i ragazzi si resero conto dell’errore commesso ma non ebbero il tempo di scusarsi che lui aveva sferrato un pugno in faccia a tutti e tre.
In un secondo tutti erano contro di lui e gli gridavano contro.
-
-Jessica?-chiamò Fabiana mentre l’amica finiva il compito in classe.
-Dimmi.
-Marco ha picchiato dei ragazzi, scendi in palestra vedi di calmarlo sta gridando contro tutti, si prenderà una bella espulsione se continua così.
Jessica non sapeva che fare, non si era mai trovata in una situazione del genere e non sapeva che cosa fare.
-Prof posso uscire?
-Hai finito il compito?
-No cioè si… un secondo…-compilò le risposte che le mancavano consegnò il compito e uscì.
Corse per i corridoi fino a raggiungere senza fiato la palestra, vide subito Marco nell’angolo che gridava contro la professoressa, prima decise di non intromettersi poi capì che se lui avesse continuato così, lei avrebbe avuto rimorsi per tutta la vita.
-Professoressa mi scusi…
-Jessica che ci fai qui? È una situazione tragica non mi sembra il momento di fare due chiacchiere.
Jessica non fece caso a ciò che la professoressa le stava dicendo e si avvicinò a Marco che continuava a gridare.
-Sta zitto e spiegami che è successo.
-Devono stare fuori dalla mia vita…-disse gridando.
-Marco? Non sto capendo! Parla chiaro!
-Ti hanno insultata! Ho visto tutto nero e gli sono andato contro.
-Impara che non ti deve importare niente di ciò che dice la gente! Di insulti ne ho ricevuti tanti, non sarebbero i primi e non mi importa niente.-disse Jessica con assoluta calma.
La gente piano piano iniziò ad uscire dalla palestra mentre loro si sedettero a terra con le spalle contro il muro.
-Cosa mi faranno?
-Beh penso che il minimo sia la sospensione, prega che non ti buttino fuori.
-Per fortuna sei arrivata, stavo per picchiare anche la professoressa.
-Lei si sarebbe difesa! E forse le avresti prese più tu di lei… cintura nera di karate!
-Forse allora era meglio che picchiavo prima lei… mi avrebbe messo KO e non avrei picchiato più nessuno!
-Promettimi che non farai mai più una cosa del genere.-disse Jessica prendendo una mano di Marco nella sua.
-Te lo prometto.-disse lui stringendola.
-Marco, naturalmente sai che cosa ti aspetta…
-Quanti giorni?-chiese il ragazzo quasi per gioco.
-Ho saputo il motivo, di conseguenza probabilmente avrei reagito anche io così… quindi solo 3.
-Grazie mille, signora preside.
-La prossima volta…
-Non ci sarà una prossima volta.-disse il ragazzo interrompendola.
-Io torno in classe, scusate.-Jessica se ne andò in classe sotto gli occhi della preside.
-Marco? Posso farti una domanda?
-Certo, dica!
-Perché lei?
-Non lo so, mi sono innamorato, credo!
La preside gli diede una pacca sulla spalla e se ne andò vedendolo arrossire.
 

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Capitolo 5
*** Sto impazzendo. ***


-Ho saputo della tua nuova ragazza…-disse Giorgio al fratello.
-Si hai saputo bene.-rispose Marco.
-E’ una per bene, mi hanno detto.
-Non ti hanno detto una bugia.
-Non è la tua solita ragazza, tutta tette e culo… questa ha anche un cervello.
-Si certo.
Erano i giorni di sospensione Marco era costretto a casa senza poter vedere Jessica, questo sarebbe durato due settimane e naturalmente la macchina e il motore erano chiusi nel garage. Giorgio per qualche strana ragione aveva scoperto la storia di Marco e Jessica, avevano la stessa età e anche lo stesso carattere; difatti erano entrambi a casa con una sospensione: Giorgio aveva picchiato il ragazzo che faceva il filo alla sua di ragazza, Giusy. Giusy era ben diversa da Jessica: poco cervello ma con tutti gli attributi estetici che per lui una ragazza doveva avere.
-Vabbè quando la porti a casa?-chiese Giorgio.
-Mai dato che tu sei più stupido di me.
-Io ti potrei presentare Giusy ma non durerà molto… al massimo qualche settimana.-Giorgio aveva la stessa bellezza travolgente del fratello occhi e capelli scuri fisico asciutto e slanciato e denti perfetti; tanti gli scambiavano per gemelli ma tra loro c’era un anno di differenza Marco era più grande.
-Cioè,-intervenne Marco.-tu mi stai dicendo che hai picchiato qualcuno, ti sei fatto sospendere per una ragazza che nemmeno ti piace?
-Volevo solo una vacanza! E poi pensa a te! Ti sei fatto sospendere perché?
-Per un motivo valido.
-E cioè?-Giorgio sapeva benissimo cosa voleva far dire al fratello per poi prenderlo in giro e ci stava riuscendo.
-Per Jessica! La prendevano in giro!
-E perché ti sei messo in mezzo?
-Giorgio mi stai rompendo le palle!.-disse Marco alzandosi.-Mi sono innamorato! Va bene adesso? Spero accada anche a te un giorno chissà cambi la tua mentalità di… di… lasciamo stare va.-se ne andò in cucina lasciando il fratello sul divano di fronte a quello dov’era lui.
Era ormai pomeriggio,  il secondo giorno che non vedeva Jessica, sapeva che la madre faceva bene a chiuderlo in casa: se lo meritava, ma la mancanza della ragazza era troppo forte…
-Ciao.-disse nel telefono.
-Ehy ciao!-rispose la voce squillante di Jessica dall’altra parte.
-Sto impazzendo.
-Bene.
-Mi vieni a trovare?
-Come dovrei fare? Non vuoi dirmi dove abiti…
-Hai ragione, non lo devi sapere! Né tantomeno devi conoscere la mia famiglia, mio fratello in particolare.
-Si rischio di morire se no!
-Esattamente.
-Che hai fatto oggi?
-Sono a casa!-disse Marco quasi ridendo.-Come posso aver fatto qualcosa?
-Ah bene… sai che…
-Aspetta sta suonando il campanello… un secondo vado ad aprire.
-Ok!-rispose Jessica.
Marco aprì la porta e vide un’enorme chioma di ricci castani.
-Jessica?
La ragazza si girò rivolgendogli un sorriso smagliante, Marco l’abbracciò e le diede un bacio.
-Oh… scusate vi ho interrotto?-Giorgio si era alzato dal divano e aveva notato la ragazza.
-Tu hai solo uno scopo nella vita!-disse Marco staccandosi da Jessica.-Rompere le…
-Marco!-disse Jessica canzonandolo.
-Si hai ragione ma…
-Piacere Jessica!-disse la ragazza rivolgendosi a Giorgio e porgendogli la mano.
-Ah tu sei la tipa…-disse senza stringere quella mano sospesa in aria, poi face per andarsene.
-Giorgio? La mano di solito si stringe!-disse Marco senza attirare però l’attenzione del fratello ormai in cucina.-Scusalo… è tipo un animale in gabbia.
-Bene!
-Si proprio bene! Ascolta vieni andiamo nella mia stanza o l’animale feroce potrebbe mangiarti!-disse alludendo al fratello e alla sua voglia di impicciarsi nei fatti di Marco.
Salirono e per la prima volta Jessica entrò nella camera di Marco: una stanza molto semplice con un letto, un armadio e una scrivania con sopra la televisione.
Jessica si sedette sul letto dove invece Marco si stese.
-Utilizzi molto la scrivania vero?-chiese al ragazzo quasi prendendolo in giro.
-No! Di solito faccio i compiti in salotto!
Risero insieme, poi Jessica si stese vicino a Marco, ma non alterò la situazione poiché loro continuarono ad essere a loro agio.
-Tua madre?-chiese Jessica.
-Lavora fino alle 16 fra un po’ sarà qui.
-Si arrabbierà vedendomi qui?
-No, le piaci, però dice che non fai per me.
-E come mi conosce?
-Non lo so e sinceramente non lo voglio sapere, lo fa con tutte le mie ragazze sa sempre chi sono e come.
-Bene!
-Bene non proprio, quando cerco ragazze solo per portarmele a letto lei lo capisce subito e non mi fa più uscire di casa.
-Ah per questo adesso è tranquilla!
-Esatto!!
-Adesso ho capito perché ti sei messo con me! Sollo per poter uscire tranquillamente!
-Si… povero me! Hai scoperto il mio segreto!-disse enfatizzando.-Ti prego perdonami!-disse poi mettendosi in ginocchio.
-Va bene farò questo sforzo!-disse Jessica ridendo a crepapelle.
La porta si spalancò.
-Quanto è bello poter entrare in questa stanza e non aver paura di trovarti nudo con qualche ragazzina.
-Ciao mamma!-era arrivata Angela la mamma di Marco.
-Salve signora io sono Jessica.-disse la ragazza alzandosi dal letto dove stava con Marco, poi le porse la mano che Angela strinse.
-Lo so chi sei tu bella mia! Piacere di conoscerti!-poi rivolgendosi anche a Marco.-Sta sera è il compleanno di tuo nonno! Te lo ricordavi? No che non lo ricordavi! Comunque adesso che lo sai sappi che devi venire anche tu Jessica.
-Perché?-chiesero i ragazzi all’unisono.
-Perché tutti si aspettano da tempo una ragazza da Marco solo che io l’ho tenuto nascosto tu mi sembri l’unica che può tenere testa a quella gabbia di matti.
-Mamma ma Jessica non può ha un altro impegno.
-Si certo. Jessica ti passiamo a prendere verso le 20 riuscirai ad essere pronta?
-Certo!-disse prendendo la borsa per uscire.
-Ma…
-Marco sta zitto.-disse Angela.-Non vestirti molto elegante piuttosto preparati ad avere la risposta sempre pronta!
-Quella non mi manca mai!-andò da Marco e gli strappò un bacio e poi strinse affettuosamente la mano di Angela e se ne andò.
-Ciao Giorgio.-disse al fratello di Marco che però non ricambiò il saluto. Sarebbe stata una lunga serata ma non vedeva l’ora di viverla.
 
 
 

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Capitolo 6
*** 4 mesi che lei continuava a crederci ma a non pensarci. ***


Tornando a casa Jessica iniziò a domandarsi cosa stesse facendo e se fosse la cosa giusta…
-Ehy tu…
-Dici a me?-disse Jessica fermandosi per strada.
-Certo e a che se no?-era una ragazza che l’aveva fermata.
-Ci conosciamo?-chiese Jessica.
-No ma abbiamo una cosa in comune…-fece una breva pausa.-Marco.
-Ah…
-Ascoltami, lui non è innamorato di te, dalle ragazze cerca solo una cosa e adesso la cerca da te… ma finirà… non illuderti.
-Grazie per avermi informata.-disse Jessica non sapendo che altro dire.
-Prego… prendilo come un consiglio… non ti fidare di lui… credevo fosse diverso anche io… e invece eccomi qui senza qualcosa di inestimabile che mi ha tolto lui.
-Mi dispiace.
-Non dispiacerti… soltanto fatti furba.
-Grazie del consiglio!
-Comunque piacere, io sono Marta!-disse porgendole la mano.
-Piacere Jessica!-disse stringendola.
-Se hai bisogno di  qualcosa puoi contare su di me… sai com’è…
-Certo! Grazie Marta! Adesso però scusami devo andare!
Si salutarono e presero vie diverse, aveva ragione era la cosa di cui Jessica aveva più paura, che Marco le chiedesse qualcosa e lei dovesse rispondere no… non aveva paura di dire no ma della sua reazione, la terrorizzava sapeva che lui l’avrebbe potuta lasciare ma non disse niente. Si preparò, indossò un pantalone nero ed una maglietta rossa con le ballerine, qualcosa di molto semplice. La madre in quel periodo era fuori casa per lavoro quindi non le avrebbe dovuto spiegare niente. Sentì il clacson e uscì di casa.
-Buonasera!-disse entrando in macchina e sedendosi dietro con Marco, poi si diedero un leggero bacio sulle labbra.
-Agitata?-chiese Angela alla ragazza che non smetteva di guardare fuori dal finestrino e mangiucchiarsi le unghie nervosamente.
-No! Non sono agitata è che per me è strano!
-Devi vedere per me!-disse Marco.-Scendi siamo arrivati!
-Da buon galantuomo dovresti scendere e aprirle lo sportello…!-aggiunse Angela.
-Si mamma! In un’altra vita!
Dal canto suo Giorgio non aveva fiatato e appena arrivati era entrato in casa senza guardare in faccia Jessica.
Entrarono in una stanza abbastanza affollata, ma anche molto grande dove c’era spazio ed era facile nascondersi ma tutti notarono Jessica appena entrò in quel grande salone e smisero di parlare per fissarla.
-Buonasera a tutti!-disse la ragazza.
-Che guardate a fare? È la fidanzata di Marco!-disse Angela cercando di attirare l’attenzione su di sé togliendo di imbarazzo la ragazza.
Si sedettero a tavola ma l’attenzione era concentrata su Jessica che rispondeva garbatamente a tutte le domande senza perdere l’attenzione e a volte con un pizzico di sarcasmo che la maggior parte delle volte veniva apprezzato e giudicato come astuzia e intelligenza.
-Dimmi un po’ che ci stai a fare tu con un tipo come mio nipote?-chiese il nonno.
-Lei perché si è sposato con sua moglie?-chiese Jessica, tutti fecero silenzio.
-Perché la amavo.
-Bene anche io sto con suo nipote per questo motivo. All’amore non interessa chi sei, come sei, da che parte del quartiere vieni o quante ammonizioni della preside hai sul registro!-tutti iniziarono a ridere.
 Marco le mise un braccio sulle spalle e la tirò a sé.
-Ti amo.-le disse, quella fu la prima volta dopo mesi che stavano insieme che glielo diceva.
-Ti amo anche io.-gli sussurrò in un orecchio Jessica con le lacrime agli occhi, poi si scambiarono un tenero bacio senza attirare l’attenzione.
Finì quell’interminabile cena e Marco accompagnò a casa Jessica, decisero di andare a piedi così per rimanere ancora un po’ soli.
-E’ stato interessante…-esordì Jessica.
-Si certo… non sarai più costretta ad una cosa del genere vedrai!
-Ma a me non dispiace! Mi fa piacere vedere da dove vieni.
-Bene adesso lo sai, quindi non gli devi più incontrare.
-Va bene… siamo arrivati. Vuoi entrare?
-No mia madre mi aspetta, probabilmente sta cronometrando il tempo, in modo che non posso sgarrare…
-Beh ci vediamo a scuola!
-Ciao piccola!-disse dandogli l’ennesimo bacio della serata.
-Ciao!-disse lei sorridendo.
Passarono entrambi una nottata tranquilla, pensavano a cosa la loro vita gli avesse regalato, erano felici ma Jessica aveva paura di ciò a cui andava incontro. Sapeva bene che Marco non era un ragazzo da Ti amo, aveva paura che lui si svegliasse come da un brutto sogno e ricominciasse ad essere ciò che era prima. “La gente cambia” continuava a ripetersi ma non ci credeva fino in  fondo. Erano 4 mesi che stavano insieme, 4 mesi da quel 16 ottobre al mare, 4 mesi che sua madre continuava a dirle: “sta attenta ti potrebbe far soffrire”, 4 mesi che lei continuava a crederci ma a non pensarci.
 

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Capitolo 7
*** Ecco perché tutte queste insicurezze. ***


La madre di Jessica non era ancora tornata, era un sabato sera e la voglia di uscire, data la pioggia, era pari a zero. Sapeva che non doveva mettersi in situazione in cui non avrebbe potuto controllare cosa stava succedendo ma invitò comunque Marco a passare una serata a casa sua guardando un film.
-Ciao principessa!-disse lui attraversando la porta con una pizza gigante tra le mani.
-Ciao! Bella pizza!-disse lei chiudendo la porta e dandoli un bacio.
-Lo so! L’ho fatta io.-disse Marco sedendosi.
-Allora mi sa che farò a meno di mangiarla!
-Ce ne sarà di più per me!
-Eh capita… sai com’è io non voglio morire per la tua pizza!
-Certo e io non ti voglio far morire!
-Lo so che mi ami!-disse Jessica prendendo un pezzo di pizza e iniziando a moridicchiarla mentre era seduta sul divano.
-E siccome è vero non ho cucinato io!-disse prendendo un altro pezzo di pizza e indirizzandolo alla bocca della ragazza che subito la morse porgendoli la sua.
Passarono una serata tranquilla, guardarono un film e mangiarono prendendosi in giro ma il film finì e Jessica iniziò a diventare nervosa chiedendosi se avesse fatto la cosa giusta.
Erano stesi sul tappeto Jessica teneva la sua testa sul petto di Marco mentre lui giocherellava con i suoi capelli.
-Che succede? Ti sei ammutolita in un istante.-disse Marco.
-Sto pensando…
-A cosa?
-A cosa dirti…
-Riguardo…
-Eh…
-Bene! Hai le idee chiare!
-Siii-disse lei sorridendo.-Ho le idee chiare ma non so come dirtelo è imbarazzante.
-Mi vuoi lasciare?
-No!-disse lei alzandosi e guardandolo negli occhi.
-E allora parla!-disse lui alzandosi.
-No… lascia stare.-disse questa volta girandosi di schiena.
-Jess non so cosa tu mi voglia dire ma se ti fa sentire più tranquilla… se ti chiederò qualcosa e tu dirai no non è un problema! Ci tengo davvero a te!
-Grazie.-disse lei rimanendo di schiena a lui.
Marco le si avvicinò e le mise le braccia intorno al corpo, stettero così per un po’. Poi si staccarono e si stesero insieme sul divano.
-Non l’avrei mai fatto.-disse Marco.
-Ho incontrato Marta.-disse Jessica.
-Ecco perché tutte queste insicurezze…
- Perché l’hai fatto?
-Non lo so…
Si addormentarono in silenzio senza dirsi più niente, quando poi la mattina Jessica riaprì gli occhi Marco non c’era più.
 

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Capitolo 8
*** Dimentica. ***


Jessica compose il numero e subito la voce a lei famigliare rispose, non sapeva cosa fosse successo e non sapeva che cosa aspettarsi da quella telefonata, ma doveva chiamare, il giorno dopo sarebbe partita per Parigi e aveva bisogno di mettere in chiaro tutto ciò che la riguardava.
-Marco?
-Dimmi.
-Che è successo?
-Niente tu hai delle insicurezze e io anche così ho deciso di andarmene per capirci qualcosa di più.
-Insicurezze?-Jessica fece una brevissima pausa durante la quale il suo cuore prese a battere come un tamburo.-Riguardo?
-Jessica non sono mai stato così tanto con una ragazza, come te tra l’altro e ho paura di ciò che potrebbe succedere, ho paura di farti del male…
-E…-Jessica si aspettava che finisse la frase, voleva che la finisse in modo da capire che cosa stava succedendo.
-Non lo so… forse dovremmo chiuderla qui.
-Parla adesso o non parlare più.-disse Jessica con le lacrime agli occhi.
-Che cosa vuoi che ti dica?
-Quello che vuoi ma di qualcosa.
-E’ meglio se ci lasciamo… ho troppa paura di farti del male.
-Ma lo sai che lo stai già facendo vero?-disse la ragazza cercando di ricacciare dentro le lacrime per non dare segno di debolezza al ragazzo.
-Jess io ti amo… troppo è per questo che…
-Scusami, devo preparare le valigie per Parigi, ci vediamo in giro…
-Jess ti prego…-non fece in tempo a finire la frase che Jessica chiuse il telefono.
Si accasciò a terra e iniziò a piangere: “Lo sapevo” si ripeteva di continuo. Si lo sapeva ma non se lo aspettava. Stette a terra per molto tempo, fortunatamente la madre non era ancora tornata e non avrebbe dovuto ammettere con lei che Marco era il ragazzo sbagliato. Suonarono alla porta, aprì, era Marco, cercò di chiuderla di nuovo ma lui glielo impedì.
-Mi devi ascoltare…-disse lui cercando di guardarla negli occhi.-Ti amo, sei la ragazza più perfetta di questo mondo.
-Sta zitto!-gli gridò Jessica.-Devi solo stare zitto.-mentre continuava a piangere iniziò a dire ciò che pensava.-No, adesso non puoi uscirtene con una cosa del genere, sei troppo per me, no! Non puoi! Te lo impedisco! Perché qui non sono io il problema, ma sei tu. Tutto era perfetto tu hai deciso di chiudere va bene, lo accetto con fatica ma lo accetto, ma non te ne uscire con queste scuse e non venire a casa mia a cercare di spiegarmi cosa è successo! Capito?
-Io volevo…
-Sta zitto!-gli gridò contro, di nuovo, Jessica.-Devi solo stare zitto! E se proprio vuoi fare qualcosa sparisci e fa in modo di farmi credere di non essere mai esistito!-detto questo, aprì la porta e lo lasciò uscire chiudendosi la porta alle spalle.
Passò una giornata terribile e da una parte fu felice di andare a Parigi, avrebbe potuto staccare la spina e “dimenticare” ma sapeva che sarebbe stato troppo presto e che non ci sarebbe riuscita, però ci sperava.
Preparò la valigia ma si accorse che il phon che aveva non funzionava e doveva andare a comprarne un altro, con malavoglia uscì di casa.
-Ciao!-disse una voce squillante alle spalle della ragazza, si voltò e vide che era Marta.
-Ciao!-disse con voce non altrettanto squillante.
-Dove vai?
-A comprare un phon, domani parto e il mio non funziona.
-Anche io parto con la scuola… dove vai? Io a Parigi.
-Anche io.-disse sorridendo.
-Bene staremo un po’ insieme! Marco come l’ha presa?
-Ci siamo lasciati.
-Mi dispiace…
-No il motivo non è quello che pensi.
-Mi fa piacere per te. Ti posso accompagnare?
-Magari! Stare in compagnia non mi farà pensare!
Comprarono un phon e poi si diressero verso un bar, era felice che Marta sarebbe stata con lei, non aveva voglia di parlare con le sue amiche di questo Fabiana probabilmente le avrebbe risposto: “Te l’avevo detto” oppure “Adesso lo uccido” ed entrambe le cose non l’avrebbero aiutata.
-Sono contenta che verrai anche tu a Parigi!
-Anche io… spero ci divertiremo e ti aiuterò a non pensare!
Presero un gelato e poi si salutarono per andare a preparare le valigie.
La giornata di Jessica continuò nel silenzio più totale, Fabiana non sarebbe partita e non voleva dirle niente credeva che se glielo avesse detto quando tornava avrebbe avuto la capacità di controllare le emozioni. Durante la giornata non mangiò niente e la notte non chiuse occhio: davanti ai suoi occhi continuavano a scorrere le immagini dei momenti felici che aveva passato con Marco, dovunque si girasse trovava una fotografia che non aveva mai notato allora la toglieva di mezzo e la gettava in uno scatolone su cui c’era scritto con il pennarello rosso indelebile:
DIMENTICA.
 

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Capitolo 9
*** Stand-by ***


Il giorno dopo si alzò dal letto, bevve del latte si preparò ed uscì di casa con la valigia.
-Ciao.-era Marco, Jessica lo ignorò proseguendo per la sua strada, così Marco prese a parlare.-Ti ho lasciato perché ho già fatto qualcosa che potrebbe farti male… sono andato a letto con…
-Non lo voglio sapere, ti prego non dirmelo, ti vuoi giustificare? L’hai fatto ma io non lo accetto… ciao.
Lo lasciò lì e iniziò a camminare più velocemente perché non voleva essere rincorsa, non voleva sentire altre motivazioni che non avrebbero sicuramente migliorato la situazione. Arrivo a scuola, mise la sua valigia sul bus che l’avrebbe accompagnata all’aeroporto e ci salì mettendosi le cuffie. Video Marco, probabilmente la cercava ma lei girò la testa verso l’interno in modo che non potesse vederla, dopo si accorse che non era lì per lei ma aveva salutato un’altra ragazza con cui sembrava essere molto intimo.
-Posso sedermi qui?-chiese un ragazzo a Jessica vedendola seduta da sola.
-Certo.-disse sfoggiando un sorriso che sapeva non avrebbe convinto nessuno.
-Non ti ha accompagnato nessuno?
-No mio padre e mia madre sono fuori città per lavoro. A te?
-Anche!-si sorrisero a vicenda.
-Comunque piacer e io sono Jessica!.-disse porgendogli la mano.
-Piacere Marco!-disse sorridendo e stringendole la mano.
-Come ti chiami scusa?
-Marco… perché?
-Perché? No niente non avevo capito.-subito, con un semplice nome si rese conto di come sarebbe stato difficile dimenticarsi del suo ex-ragazzo e crearsi una nuova vita.
Marco era castano, con gli occhi dorati e le labbra carnose, se l’avesse incontrato in un momento diverso Jessica si sarebbe innamorata di lui; ma per adesso aveva un solo Marco in testa e aveva i capelli neri, gli occhi neri e la bocca piccola e l’aveva fatta soffrire come nessun altro aveva mai fatto.
Passò il viaggio in pullman in silenzio, Marco le rimase vicino anche lui in silenzio, quando poi salirono sull’aereo si sedettero di nuovo vicini ma senza fiatare; come se tra loro c’erano già state tante parole per spiegare e parlare non era più necessario.
-Grazie.-gli disse Jessica quando furono arrivati a Parigi.
-Non ti preoccupare, non ho fatto niente.-disse Marco capendo a cosa si stesse riferendo.
Si salutarono e ognuno si diresse nella “famiglia” che li avrebbe ospitati, Jessica fu messa in coppia con Marta che avendo capito in che condizioni era l’amica non le parlava. Sapeva che cosa si provava ci era già passata: “Il lupo perde il pelo ma non il vizio” era solita ripetersi quando si ritrovava a pensare a ciò che era successo; voleva dirlo anche a Jessica ma sapeva che era troppo presto e che non l’avrebbe presa come una cosa buona ma come un insulto alla persona che è.
Entrarono in questa villetta antichizzata, con una grande ingresso: avrebbero avuto due camere separate e due bagni. I padroni di cosa non avevano avuto figli e quindi spesso si offrivano per ospitare gli stranieri. Jessica si chiuse in camera e ci rimase per tutto il pomeriggio: disfò le valigie, si preparò il letto, si fece una doccia e poi si stese sul letto con gli auricolari nelle orecchie; come se volesse isolarsi dal mondo intero e dimenticare ma sapeva che avrebbe dovuto fare qualcos’altro…
Cenò, poi si ritirò di nuovo nella sua stanza Marta la andò a cercare.
-Ascolta, so come ti senti ma devi cercare di superarla, non per fare la pessimista ma lui non tornerà mai, prima lo dimentichi prima inizi a farti una vita.
Jessica per l’ennesima volta non rispose semplicemente affondò la testa nel cuscino e fece uscire l’ennesima valanga di lacrime.
-Si piangi, ma allo stesso tempo tenta di superare il tutto, vai avanti.-si sedette sul letto.-Ascoltami: l’ho amato anche io, ma quando ti accorgi che ti sta facendo del male devi reagire, non devi abbandonare la tua vita e lasciarla lì in stand by.
 

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Capitolo 10
*** Tutto accade per una ragione in questo mondo ***


Si svegliò  grazie ai timidi raggi di sole che penetravano dalla finestra che la sera prima non aveva chiuso. Fece colazione in silenzio e sentì in cucina Marta che spiegava con un francese incerto, alla padrona di casa, il motivo per cui lei non parlava molto e spesso aveva lo sguardo assente. Uscirono di casa dirigendosi verso la scuola quando squillò il telefono, rispose.
-Pronto?
-Ciao, sono io, non riagganciare.-le lacrime iniziarono a sgorgare dagli occhi di Jessica, Marta avendo capito cosa stesse succedendo le tolse il telefono di mano.
-Marco?
-Jessica?
-No, Marta! Jessica è troppo impegnata a cercare di dimenticarti, non può parlare adesso.
-Passamela.-disse in tono brusco, quasi cercasse di minacciarla per telefono.
-Non penso voglia parlarti… sai com’è abbiamo passato lo stesso “guaio” se così si può chiamare…
-Dacci un taglio.
-Dacci un taglio tu! Smettila di far soffrire chi ti capita.
-Questa volta non è stata mia intenzione.
-Parla.
-Una bella ragazza…
-Te la sei portata a letto, anzi ti ci ha portato lei e poi ha abusato di te?
-Sta zitta!
-Mi sono allontanata! Io non faccio soffrire la gente… comunque vai avanti.
-Eh che ti devo dire.-aveva la voce rotta dalle lacrime, se Jessica stava male anche lui non stava molto bene ma aveva lui la colpa di tutto, non c’erano scusanti.
-E hai fatto il danno…
-Esattamente…
-E ora?
-E ora devo sposarla… mi costringono.
-Bene! Buona fortuna e figli maschi…
-Quanto sei simpatica!
-È il minimo per chi fa soffrire la gente… penso che questa sia la punizione giusta. Non dire niente a Jessica il solo sentire la tua voce o il tuo nome la fa iniziare a singhiozzare.
-Va bene ma sento che la verità gliela devo.
-Non migliorerà le cose… anzi le peggiorerà; ma se ti fa sentire meglio glielo dirò io. Ciao.
Andò verso Jessica, Marco prima di chiudere le aveva detto anche chi era la ragazza ed era a Parigi con loro.
-Ha messo incinta una ragazza ed adesso si sposa.
-Auguri e figli maschi!-disse Jessica riprendendo a camminare, ancora con gli occhi lucidi per aver pianto.
-Ho detto la stessa cosa anche io!-si sorrisero.-Lei è quella lì.-disse indicando una ragazza bionda, poi cambiò discorso.-Ascolta promettimi una cosa.
-Dimmi.-disse fermandosi e guardandola negli occhi.
-Da oggi capitolo nuovo!
-Capitolo nuovo!-disse sorridendo e acconsentendo all’idea dell’amica, poi si guardarono in faccia e si abbracciarono, certo era che dopo tanta sofferenza era nato qualcosa di importantissimo, un’AMICIZIA che avrebbe potuto attraversare anche il mare in tempesta ma avrebbe continuato a resistere.
-Sai una cosa?-disse Marta all’amica, mentre erano stese su un prato a mangiare.
-Dimmi.-disse Jessica sorridendole.
-Ringrazio Marco… e sai perché? Perché se non ci avesse fatto soffrire non saremmo amiche adesso!-si strinsero forte e Jessica iniziò veramente a credere al fatto che tutto accade per una ragione in questo mondo.
 

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Capitolo 11
*** Farò in modo di non essere mai esistito. ***


Uscì di casa correndo era in assoluto ritardo, tanto che Marta se ne era andata lasciandola a casa, era sera dovevano andare a vedere la Tour Eiffel di notte, per vedere che effetto faceva. Iniziò a camminare.
-Jessica?-si voltò e vide Marco, il ragazzo castano, con gli occhi marroni e la bocca carnosa.
-Ehy! Anche tu in ritardo?
-Si! Dici che si arrabbieranno molto?
-Vedremo… siamo arrivati.
-Alla buon’ora!-dissero gli amici ai ragazzi ormai in ritardo di quasi mezz’ora.
-Dai lasciamo stare, andiamo forza!
Camminarono in silenzio, poi entrarono in un bar tutti insieme e Marco e Jessica si appartarono un po’.
-Con te non servono le parole.-disse la ragazza.
-Non so cosa ti sia successo, però anche io non sono al massimo della mia forma. È per questo che non parlo.
-Mi ha lasciato il mio… ragazzo.
-Ah no cioè si… anche a me.
-Ecco.
-Mi dispiace.-dissero all’unisono, poi si sorrisero. Marco posò una mano sulla mano di Jessica che sedeva dall’altra parte di quel minuscolo tavolino rotondo.
-Andiamo a vedere la torre?-propose Marco.
-Si! Andiamo.
Si alzarono e si diressero da soli verso la torre, tutto era magico: c’erano mille luci ma era buio. Marco la prese per mano e l’avvicinò a sé.
-Scusami.-disse il ragazzo.
-Per cosa?
-Per quello che sto per fare.-la avvicinò di più a sé e la baciò, fu un bacio dolce che Jessica ricambiò, ma quando si staccarono si rese conto che non era il Marco che lei voleva che fosse, quindi si allontanò.
-Scusami.-disse.
-Non ti preoccupare.-rispose Marco, poi la ragazza scappò via da quello che poteva diventare il suo ragazzo.
Entrò in casa, cenò e scappò come suo solito in camera sua affondando la mente nelle canzoni e sperando che queste le potessero dare consiglio.
Niente. Niente. Niente. Nulla cambiava non riusciva a capire cosa fare e perché sapeva solo che quando si pronunciava il nome Marco lei pensava a quel ragazzo che per la prima volta le disse TI AMO e le fece battere forte forte il cuore. Squillò il telefono.
-Pronto?
-Sono Marco.-il Marco che lei amava.
-Ciao.-disse per la prima volta senza piangere.
-Come stai?
-Bene, credo. Tu?
-Male.
-Ti amo.-disse la ragazza.
-Anche io.
-Perché l’hai fatto? Dicevi che non era un problema…
-Lo so… avrei dovuto dirti che era difficile ma non volevo darti fretta, non avrei mai pensato che sarebbe andata a finire così. Un giorno te l’avrei detto comunque ma non adesso, non così.
-Va bene.
-Mi dispiace averti fatto soffrire, ma sei ti può far sentire meglio sto male anche io.
-Ci credo.
-Jessica, io ti amo, se non fosse incinta tornerei da te.
-Lo so.
-Ti prego non mi rispondere così.
-Che cosa ti devo dire Marco?-disse e poi non ce la fece più le lacrime uscirono dai suoi occhi.-Ti amo così tanto che non lo so neanche io. Che ti devo dire? Non voglio tornare a casa perché avrei paura di incontrarti magari con lei, e poi? Fra nove mesi con tuo figlio o figlia. Ho paura so che piangerò tanto e non voglio, ma non riesco a dimenticarti. È troppo difficile e crudele.
-Scusa.-disse il ragazzo piangendo.-adesso devo andare.
-Si va bene. Ti posso chiedere un ultimo favore?
-Dimmi.
-Va a casa mia, prendi tutte le nostre foto, tutti i tuoi regali, tutto ciò che ti riguarda e porta tutto via. Poi cancella il mio numero e quando mi incontrerai fa finta di non conoscermi.
-Farò in modo di non essere mai esistito.
-Grazie, lo apprezzo.
-E’ il minimo che posso fare. E scusami ancora!
-Ciao… anzi… Addio.-iniziò a singhiozzare.
-Addio.-disse Marco anche lui piangendo e chiudendo il telefono.
Quella era la fine di un capitolo, l’indomani sarebbe tornata a casa. Un nuovo capitolo si stava aprendo e questa volta per davvero.
 

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Capitolo 12
*** Speak now. ***


Tornò a casa, non stava male, credeva di averlo superato ma aveva paura. Paura di incontrare Marco, paura che lui le rivolgesse la parola, paura di incontrarlo con la sua nuova  “ragazza”. La madre la andò a prendere dall’aeroporto, non le chiese niente riguardo la sua storia, sapeva, Marco le aveva raccontato quando era andato a liberare la casa.
-Beh? Com’era Parigi?-chiese la donna mentre erano in macchina.
-Bella, romantica… oserei dire… utile.
-Utile?
-Si mi ha aiutato in un periodo in cui avevo bisogno di non pensare.
-Bene! Sai cosa ho cucinato?-disse quando furono arrivate.-Il tuo piatto preferito!
-Pasta al forno!
-Oh! Che onore!
Si sorrisero a vicenda e andarono in casa, dopo essersi fatta una lunghissima doccia, Jessica andò a mangiare e subito dopo si gettò sul letto con le sue solite cuffie. Non faceva altro che pensare a quella piccola ragazza a cui si vedeva la pancia di una donna incinta. Le faceva pena, le dispiaceva vederla così, avere un bambino a 17 anni non è una cosa molto piacevole. Passò il pomeriggio in silenzio e tranquillità senza uscire e in poco tempo arrivò sera si mise a letto pensando al fatto che il giornmo dopo sarebbe dovuta andare a scuola e avrebbe potuto incontrare Marco. Era stato il suo più grande sogno ma adesso era il suo più grande incubo.
Suonò la sveglia, fece colazione si preparò e andò a scuola, non si sbagliava. Appena suonò la campanella gli capitò davanti Marco, il cuore le prese a battere come quando stavano insieme, le farfalle iniziarono a volare nello stomaco ma si trattenne. Marco la guardò in faccia e fece finta di non averla mai vista prima, proseguì per la sua strada. “Sarà come se non fossi mai esistito”. Non sapeva che quella frase tanto celebre per il film dei vampiri, che tanto la facevano sognare avrebbe significato tanto per lei; e soprattutto non sapeva che avrebbe potuto averla fatto tanto male. Sapeva che Bella Swan aveva sofferto per Edward, ma non sapeva quanto si potesse soffrire quando LA persona che ami va via.
Con questi pensieri proseguì anche lei per la sua strada riuscendo a trattenere le lacrime, voleva solo una cosa: diventare fredda e cinica, voleva non poter provare emozioni, voleva non mostrare agli altri icò che provava ed invece quella era la cosa che le riusciva meglio.
2 MESI DOPO.
Erano passati due mesi, Jessica si era “rifatta una vita”, se così si poteva dire. Aveva conosciuto un ragazzo,  si chiamava Massimiliano e non tentava di farla innamorare ma invece la lasciava fare. Erano diventati migliori amici, passavano molto tempo insieme, se cercavi Jessica da Massimiliano se cercavi Massimiliano era da Jessica. Un’amicizia profonda dove l’amore non poteva starci ed era quello di cui aveva bisogno la ragazza. Benché fosse passato molto tempo, non passava giorno che non pensava a Marco, che non gli passava davanti nel corridoio: anche solo per guardarlo negli occhi e far riaffiorare quei ricordi che la tormentavano ma che la facevano sentire tremendamente bene.
-Jessica, ti devo chiedere una cosa.-disse ad un certo punto Massimiliano mentre stavano al mare a passeggiare sulla spiaggia.
-Dimmi.-chiunque gli avessi visti avrebbe detto guarda che carina quella coppia di fidanzati, passeggiavano mano nella mano e si sorridevano di continuo.
-La mia… come dire… sorellastra, se così si può chiamare è incinta e si sposa domani, mi accompagni? Non ci voglio andare da solo farei la figura del cretino, sai com’è… ti prego ti prego…
-Va bene!-disse la ragazza sorridendogli.
-Amore ti voglio bene! Grazie!-disse fermandosi, prendendola in braccio e girandosi intorno.
L’indomani Jessica, puntuale come un orologio svizzero era pronta e Massimiliano, anche lui puntualissimo, la andò a prendere.
-Oh come siamo eleganti!-disse il ragazzo facendo il baciamano a Jessica.
-Oh grazie mille!-rispose lei inchinandosi e sorridendo.
Si misero in macchina e in un niente arrivarono.
 -Jessica stai bene?-disse Massimiliano sussurrando alla ragazza poiché era molto pallida.
-Si! Cioè no! Esco un po’ fuori.-uscì dalla chiesa, era il matrimonio di Marco, lei non ci doveva essere, non poteva, ma non poteva lasciare Massimiliano da solo. Decise di rimanere, così rientrò in chiese e si sedette all’ultimo banco, quasi nascosta…
https://www.youtube.com/watch?v=qzL8T3BQaew(METTETELA E LEGGETE TUTTA LA TRADUZIONE).
Speak now di Taylor Swift era la canzone perfetta, a parte per il fatto che Jessica  non si alzò e non disse niente. Loro si sposarono e lei passò una giornata infelice. E quando andò a dare gli auguri a Marco loro non si riuscirono a guardare in faccia ma lei le sussurrò un impercettibile: “Scusami” che solo lui ascoltò e a cui rispose con uno sguardo che solo lei colse, come se fossero ancora insieme, come se tra loro non fosse ancora finita.
 
 
CIAO A TUTTI!
Grazie a tutti coloro che hanno letto, a coloro che hanno recensito e a coloro che mi hanno spinto a continuare la storia!
L’ho scritta perché ho necessità di far capire alla gente quello che ho capito io sbattendo la testa e facendomi male. In questo caso è non sempre le cose vanno come tutti si aspettano.
Grazie ancora a tutti, spero recensirete.
Un bacio.
Natalia.
 

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