la mia seconda chance

di bsalvatore
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Return ***
Capitolo 2: *** capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** You and I ***
Capitolo 6: *** capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Brotherhood ***
Capitolo 8: *** Turning Tables ***
Capitolo 9: *** capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** The Games You'd Play ***
Capitolo 11: *** capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Lilly, ti presento i Volturi ***
Capitolo 17: *** capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** We Found Love ***
Capitolo 20: *** capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Reveletions ***
Capitolo 23: *** Never Let Me Go ***
Capitolo 24: *** Incancellabile ***



Capitolo 1
*** The Return ***


Mystick Falls, Virginia.
Ho sempre odiato questa città: odio il suo clima piovoso e altamente deprimente che non ha nulla a che vedere con le calde spiagge di Rio, da dove sono stata brutalmente strappata, odio la sua distanza da tutto e da tutti, ed odio i suoi abitanti che sono sempre prevenuti nei confronti degli altri e pieni di pregiudizi, ma in fondo questi sono solo dettagli.
La vera motivazione per cui ho implorato la mia Superiora di non  spedirmi qui, è che  questa città deprimente, isolata e piena di pregiudizi è la mia Casa e così, come mi riporta alla mente tanti bei ricordi, lascia spazio anche ai brutti momenti che ho passato proprio qui.
Momenti che ho cercato e dovuto dimenticare.                                                                                    Scendo distrattamente dall’autobus e comincio a dirigermi verso la Mystic Falls High School, certa che la mia Protetta, ehm volevo dire Elena Gilbert, si trovi lì con la sua cerchia di amici/creature soprannaturali.
Dopo poco mi ritrovo davanti a un alto edificio massiccio, circondato da adolescenti in fase ormonale ed io comincio subito a guardarmi in giro in cerca di lei.
Dopo aver girato tutto l’interno della scuola, mi ritrovo nei campi da football che sono pieni di ragazzi palestrati e che io riuscirei a battere con non molta fatica.
Sorrido a questo pensiero, d’altronde io sono sempre stata molto orgogliosa, chissà da chi avrò preso…
Mentre stò ancora pensando a quanto anche in vita fossi stata brava nel football, me la ritrovo davanti: ha dei lunghi capelli castani che le accarezzano la schiena come sottili fili di seta, una pelle dorata che risplende sotto il sole e dei grandi occhi color cioccolato; in altre parole è identica a Kathrine.
Scuoto il capo: devo ricordare che questa non è Kathrine, è importante che lo tenga bene a mente per la riuscita della missione.
Per me è comunque inevitabile il confronto e mentre studio ogni suo particolare i ricordi riaffiorano da soli…
Era il 1864 e io stavo nuovamente cercando di insegnare a Stefan a giocare a scacchi, credo avessimo già fatto tre partite e a tutte e tre avevo vinto io (come sempre), quando a un certo punto si spalancò la porta ed entrò un alquanto eccitato Damon che con mooolta e forse -col senno di poi- troppa euforia ci comunicò che avremmo ricevuto la visita della signorina Kathrine Pierce.
Sinceramente questa notizia non mi rallegrò molto, d’altronde ai tempi ero molto introversa con gli estranei e, come direbbero oggi, ero un vero maschiaccio: amavo stare solo con Stefan e Damon e guai a chi me li toccava! 
Stefan invece che era sempre stato molto educato commentò con un: “Sarà la benvenuta! E vedi di comportarti bene Damon!” (scontato che glielo raccomandasse, a volte sembrava Stefan il maggiore).
Damon fece il suo solito sorriso beffardo che mi è sempre sembrato una presa in giro e si congedò da noi dicendo:”Non preoccuparti fratellino e ora se volete scusarmi…” e se ne andò sempre con il suo solito sorriso.
La prima volta che la vidi ero tornata da una passeggiata a cavallo e notai subito che Stefan con lei era diversi, non era razionale come al solito, un comportamento del genere me lo sarei aspettata da Damon, ma non da lui!
Quando entrai nella tenuta, mi scrutò dalla testa ai piedi con aria di superiorità, quasi fosse lei la padrona della casa e questo mi diede davvero molto fastidio… 
Le uniche parole che mi disse furono: “Io sono Kathrine Pierce” e poi, senza neanche darmi il tempo di presentarmi a mia volta, scomparve nel nostro buio e vuoto corridoio…  
Quando mi ripresi dai miei pensieri Elena non era più sola, vicino a lei c’erano due occhi color smeraldo e appena li vidi provai un sentimento che non provavo da anni, anzi decenni: la paura.
Ebbi paura nel riconoscere in quel viso tanto simile al mio i lineamenti di Stefan, feci per indietreggiare, ma poi proseguii con passo sicuro, convinta nel dover portare a termine la missione.
A pochi metri da loro si accorsero di me e il volto di Stefan divenne indecifrabile, ma io proseguii.
Mancavano pochi passi e avrei dovuto parlargli, ma in quel momento arrivò una ragazza alta con lunghi capelli biondi, ma soprattutto con un’irresistibile profumo di vampiro: in un attimo le saltai addosso cogliendola alla sprovvista, avevo già pronto il paletto di legno per porre fine alla sua esistenza di succhiasangue quando sentì due mani molto forti prendermi per i fianchi e voltarmi dando le spalle alla mia Preda.
 Ero furiosa!
Avrei scuoiato vivo la persona che aveva osato intralciarmi, ma poi vidi due grandi occhi familiari identici ai mie: c’è chi li ha definiti color ghiaccio, chi colore del cielo, ma la mia definizione preferita è quella di Klaus, lui dice che sono colore dell’oceano, profondi e misteriosi come gli abissi.
Al pensiero di Klaus e alla vista delle due persone che più ho amato cominciai a piangere,lui mi teneva stretta a sé come aveva sempre fatto, nascosi il viso nella sua spalla e con un filo di voce dissi:”Damon”.
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti!
Questa è la mia prima fan fiction e penso che sia abbastanza evidente.
Dunque questo è un capitolo di presentazione del nuovo personaggio e di introduzione.
Possiamo vedere che Lillian conosce i fratelli molto bene sin da prima che diventassero vampiri, possiamo dedurre che conosce anche Klaus, ma non si comprende come possa uccidere i vampiri pur essendo una di loro (perché lei è un vampiro vero? lo deve essere sennò non potrebbe essere ancora viva, giusto?).
Nel prossimo capitolo vi spiegherò meglio chi è questa “Superiora”, perché Lillian conosce i Salvatore e Klaus e perché Elena è la sua “Protetta”.
Come ho detto questa è la mia prima fan fiction vi prego di essere clementi, ma spero di ricevere molte recensioni, anche critiche per poter migliorare.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** capitolo 1 ***


“Damon”.
È lui ed è qui. Non so esattamente cosa ci sia in lui che mi mette sempre a mio agio, in ogni situazione, anche la più compromettente; forse sono i suoi occhi nei quali riesco a specchiarmi perfettamente o i suoi lineamenti, che per le altre sono sexy, ma che a me sono sempre sembrati buffi; o la sua voce che è sempre ferma e calma e che proprio in quel momento mi sta sussurrando all’orecchio: “Ehi piccola, è tutto ok”, ed è veramente tutto ok; sì, lo è perché c’è lui e quindi come mi disse quando avevo 11 anni: “Ti proteggerò sempre, te lo prometto” e lui mantiene sempre le promesse, soprattutto quelle fatte a me.
Cerco di ricompormi asciugandomi le lacrime e schiarendomi la voce chiedo: “Che ci fai tu qui?”. Questa è la prima domanda che mi viene in mente: Damon nella stessa città si Stefan, e impossibile! Per tutta risposta Damon scoppia a ridere e la bionda che avevo cercato di uccidere esclama con una voce alquanto gracchiante: “Io non ci trovo davvero niente da ridere! Sai cosa mi avrebbe fatto se non fossi arrivato tu? Mi avrebbe ficcato quel paletto dritto nel cuore! Ecco che avrebbe fatto!” Mmmh perspicace, davvero perspicace la giovane vampira, deve essere sicuramente amica della piccola Petrova. Mi sfugge un dolce sorriso nel rivedere Damon dopo tutti questi anni, ma mi ricompongo subito e incurante degli altri, chiedo: “Seriamente Damon, qual buon vento ti ha portato qui a Mystic Falls?”
Mi risponde sempre sorridendo: “è una luuunga storia”, detto questo ammicca a… alla Petrova?! Povera me mi tocca proteggere una sciocca ragazzina qualunque che si è lasciata ammaliare da Damon… Ma aspetta un secondo, prima lei non stava flirtando con Stefan?
La guardo con aria interrogativa e mi rendo conto che la piccola Petrova è una tipa tosta, come quelle che l’hanno preceduta del resto. Infatti Elena non si è fatta ammaliare da Damon e mi rendo conto che lei deve avere una relazione con Stefan, poiché si tengono amorevolmente per mano. Tuttavia non posso fare a meno di notare che guarda con degli strani occhi anche Damon… Mi volto verso di lui e noto che la sta guardando con un’espressione che non vedo da… dal 1864.

Gli sto guardando dalla finestra: Stefan, Damon e quella Kathrine. Stanno giocando a football e questo mi fa male perché di solito ero io a giocare con loro. Mi hanno rimpiazzata velocemente… Non mi fido di quella ragazza… è diversa dalle altre, non è spensierata come lo era Sarah, lei è diversa… i suoi sorrisi non sembrano mai puri, sembrano sempre nascondere dell’odio, in un certo senso anche del male… Ieri ne ho parlato con Stefan, ma lui non mi vuole ascoltare, dice che lui la ama e anche Damon dice lo stesso, ma io so che tutto questo non è normale, non si può essere in tre, lei non può amarli entrambi… perché prima o poi questo amore li ucciderà e io non posso vederli soffrire.

Dunque che Damon sia innamorato di Elena? Gli porgerò le mie domande in privato, ma ora devo preoccuparmi di aggiustare la situazione perché Elena sembra molto indispettita dal comportamento che ho assunto nei confronti della sua amica. Quindi comincio con il porle le mie scuse, in fondo se è amica di Damon è anche amica mia: “Mi dispiace di averti aggredita in quel modo, ti porgo le mie più sentite scuse”. La ragazza sembra ancora scossa e sulle difensive, così Elena prende la parola al posto suo: “Tu chi sei? E perché volevi uccidere Caroline?” Caroline? Ahi, tra tutti i vampiri che ci sono proprio la migliore amica di Elena dovevo aggredire? Credo che comunque sia giusto dire tutta la verità visto che dovrò proteggerla e a quanto pare è anche la ragazza di Stefan, non che mi interessi che lui abbia una ragazza, sia chiaro: “ Non ne possiamo parlare qui. Non ora.” E questa è la cosa più sensata che io abbia detto da quando sono arrivata- questa città mi fa uno strano effetto- mi sono appena ricordata che siamo in una scuola piena zeppa di umani: “C’è un posto tranquillo dove possiamo parlare?” Mi rivolgo sempre ad Elena visto che dobbiamo assolutamente instaurare un buon rapporto. “Il Mystic Grill”, mi risponde Damon ed Elena finisce per lui: “Alle 18.00”. Certo che hanno proprio un bella intesa questi due, non ci sarà di mezzo un altro triangolo amoroso?Annuisco con la testa e poi porto il mio sguardo interrogativo su Damon che mi sta sorridendo, li sorrido a mia volta: “Io e te però abbiamo del tempo da recuperare” e dicendo questo mi prende a braccetto e mi porta lontano da quel gruppetto e dopo poco siamo solo io, lui e il bosco…
Guarda dritto davanti a se ed io faccio lo stesso; comincia lui: “Te lo richiedo: che ci fai qui?”, questa volta ha un tono serio;
“Non sono una minaccia, Damon”
“Lo so”
“Lavoro”
Ride. “Lavoro?!”
“Sì. Lo trovi tanto strano?” In realtà so quanto lo infastidisca sapere per cosa sono stata addestrata. “Non è colpa tua” Mi viene naturale dirlo, vedendo il suo sguardo perso nel vuoto e pieno di rimorso.
“So anche questo. Lo odierai per sempre?”
“No, non per sempre, solo fino alla fine del mondo. Tu? La ami?”
“Si vede, vero?”
“Non tanto, ma io ti conosco”
“Sì, la amo”
“Più di quanto amassi Kathrine?”
“Io non amavo Kathrine”
“Come vuoi. Gliel’hai detto?”
Sorride. “Parecchie volte. Sei qui per proteggerla?”
“Sì”
“E sai da chi la devi proteggere?”
“Certo che lo so”
“Questo significa doverti scontrare con lui”
“Nick non mi fa paura”
“Lo so”
“Non credi in me, Damon?”
“Ho sempre creduto in te, non cambierò idea”
“Io non lo amo, Damon”
“Anch’io me lo ripetevo sempre”
“Io non sono te”
“E meno male, sennò sarebbe un bel problema!” Così scoppiamo entrambi a ridere. “Dormi da noi, vero?”
“Dormo da te, sì”
 
Sono davanti al Mystic Grill per incontrare Elena e la sua combriccola, devo raccontare loro la verità.
Ho Damon di fianco a me; abbiamo passato le ultime due ore a chiacchierare di Mystic Falls e di quanto sia cambiata; abbiamo parlato di Elena e dei suoi amici/creature soprannaturali e mi ha raccontato di Klaus e dei suoi tentativi di uccidere Elena.
Entriamo. Il locale sembra il classico ritrovo degli adolescenti della città, ma sembra un posticino carino. Vedo Elena seduta vicino a Caroline, in compagnia di altri due ragazzi che devono essere Bonnie la Strega e Tyler il Licantropo. Ci avviciniamo a loro, Damon si siede vicino ad Elena ed io vicino a lui, con il lupo di fianco (si sente un odore terrificante, ma posso sopportarlo); non posso fare a meno di notare che Stefan non c’è, meglio così. Elena prende la parola: “Loro sono Bonnie e Tyler, un licantropo e una strega. Ma ora sei tu che ti devi presentare e darci delle spiegazioni.” Ha ragione lei, è venuto il momento di dire la verità.
“Dunque, io sono Lillian Salvatore, la secondogenita di Giuseppe Salvatore e sono la sorella di Damon e Stefan”
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Vi informo che inizialmente ho deciso di scrivere dei capitoli corti, così da lasciare più suspance. Dunque, abbiamo capito che Lillian è la sorella dei nostri amati Salvatore; anche in questo capitolo viene nominato Klaus, ma non capiamo in che rapporti è con la nostra protagonista; Damon chiede a Lilly se odierà per sempre qualcuno, ma non capiamo a chi si riferisce. Nel prossimo capitolo capiremo meglio chi è  Lillian e perché deve proteggere la nostra Elena.         
 
 
 
 

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Capitolo 3
*** capitolo 2 ***


Grazie di cuore a tutti coloro che leggono silenziosamente la mia storia e grazie a angel2 che la messa nelle seguite.

“Sono la sorella di Damon e Stefan”.

Guardo le facce che mi si parano davanti, sono sconcertati e hanno tutte le ragioni per esserlo: Damon non gli ha mai parlato di me e ora ho la conferma che neanche Stefan l’ha mai fatto; questo è normale visto che Stefan odia parlare di me e posso solo immaginare come sarà rimasto oggi quando mi ha rivista dopo tutto questo tempo, ma a me questo non interessa, non deve interessare. Elena è quella che parla per prima, ma si rivolge a Damon, quasi come se io non ci fossi,come se fossero solo loro due: “Non mi avevi mai detto di avere una sorella”. Lui le sorride: “Non sono uno che si vanta” e poi si mettono entrambi a ridere; certo che questi due sono proprio strani, voglio dire Damon lo è sempre stato, ma aver contagiato anche Elena… Caroline mi guarda come se fossi un fenomeno da baracone e ancora scettica mi chiede: “D’accordo sorella Salvatore, che ci fai qui? E perché hai tentato di uccidermi?”
“Diciamo che per me è normale uccidere i vampiri”
“Che vuoi dire?” mi chiede Bonnie.
“Sono morta 145 anni fa…” Sto per aggiungere qualcosa, sto per dire quello che mi ha fatto Stefan, ma poi penso che lui è pur sempre mio fratello, ripenso a tutte le volte che l’ho pedinato e tutte le volte che mi sono ripromessa di ucciderlo, ma poi non l’ho mai fatto perché io l’ho promesso…

Pochi giorni fa è nato Stefan ed è stato un giorno meraviglioso, sono tanto contenta di avere un fratellino più piccolo così potrò fare anch’io la “grande” con qualcuno, ma oggi la mia mamma è stata male ed è tornato il dottore, ho chiesto a Damon che cos’ha la mamma, ma neanche lui lo sa, così ho provato a chiedere a mio padre, ma quando l’ho chiamato e lui ha alzato la testa ho visto che stava piangendo; non avevo mai visto mio padre piangere. Adesso sono nella stanza della mamma e lei è molto pallida, mi fa segno di avvicinarmi ed io mi avvicino: “Amore mio,la mamma deve partire per un lungo viaggio e per un po’ non ci sarà” per un lungo viaggio? E dove deve andare? “Quando torni giochiamo a nascondino insieme?” “Sì, certo amore mio, però prima di partire devo dirti che tu sei la bambina più forte che io abbia mai conosciuto ed è per questo che devi farmi una promessa” “Una di quelle promesse che fanno i grandi?” “Sì principessa, una di quelle promesse che fanno i grandi. Devi prenderti cura di Damon e di Stefan.” “Ma madre, loro sono uomini, sono più forti di me. Damon è molto più coraggioso di me, io ho sempre paura nell’avventurarmi nel bosco.” “Vedi principessa, quello è solo buonsenso e tu ne hai molto, al contrario di tuo fratello. Con il tempo di renderai conto che Damon, così come tuo padre è molto fragile ed è per questo che ti chiedo di aiutarlo sempre qualunque cosa accada;” “Madre, ma ve ne andate per colpa di Stefan?” “Diciamo di sì, ed è per questo che ti chiedo di fare una cosa difficilissima, devi prenderti cura di lui e devi amarlo come ho amato te e tuo fratello. Perché qualunque cosa accada, loro sono e rimarranno sempre tuoi fratelli. Allora me lo prometti?” “Sì madre, ve lo prometto.” “Ti voglio bene Lillian” “Anche io ve ne voglio madre”. In quel momento la porta si aprì e mio padre mi chiese di uscire.

Da quel giorno non rividi più mia madre, ma mantenni sempre la promessa che gli avevo fatto e anche ora a distanza di anni, dove comunque le circostanze sono cambiate, posso dire di essermi presa cura di loro, in un modo o nell’altro. Ed è proprio perché io mantengo sempre le mie promesse che non dirò cosa mi ha fatto Stefan ad Elena perché io non tornerò mai a volerli bene, ma posso lasciare che qualcuno lo faccia al posto mio.                                                                 
Riprendo il mio racconto: “Sono stata accolta in una confraternita di sole donne che chiamiamo “la Sorellanza”, ma noi siamo conosciute in tutto il mondo come “ le Cacciatrici”.                             
Prendo una breve pausa, Damon mi guarda rendendosi contò che non accennerò alla faccenda di Stefan e ne sembra felice.                                                                                                            
“Cacciatrici di che cosa?” Mi chiede Elena con un misto di curiosità e diffidenza.                              
“Di vampiri” è inutile girarci intorno, questo sono e questo sarò sempre.                                            
“Che cosa?!” Urlano in coro i quattro davanti a me, intanto Damon sta sghignazzando: “Ero curioso di vedere come l’avrebbero presa”.                                                                                                            
“E quindi uccidi vampiri” Mi chiede il ragazzo di fianco a me. “E già”                                             
Caroline sembra molto preoccupata per la sua incolumità, così cerco di tranquillizzarla: “Tranquilla, ho superato quella fase.”                                                                                                                     
“Quale fase?” Chiede curiosa Elena.                                                                                                    
“Bhè, ormai io sono ai piani alti, non è più mio compito uccidere, ora il mio compito sarebbe quello di proteggere, ma di fatto non mi vengono assegnate molte missioni”                                             
D’accordo non è proprio tutto vero, quando uno ha la licenza di uccidere ce l’ha per sempre, no? Ma non mi sembra il caso di dire che io dovrei uccidere tutti i vampiri che mi si parano davanti.
“Scusa, ma a me sembra un controsenso. Tu sei un vampiro e uccidi i vampiri.” Sì, Caroline è decisamente spaventata, ma gli altri non sembrano darci molto peso.                                                     
“La nostra sorellanza si è creata molto tempo fa, ai tempi della prima doppelganger Petrova” Rivolgo un furtivo sguardo ad Elena e poi riprendo il mio racconto: “Ai tempi tutti i vampiri erano malvagi, non c’erano opzioni per la dieta, per intenderci. Le mie sorelle erano una specie di penitenti che non volevano essere dei mostri. Tipo S.Stefan…”                                                            
OK, mi è scappato, ma ci stava, dovevo rendere l’idea… Damon se la ride sotto i baffi.                   
“Ora come ora la nostra sorellanza è solo un modo per non aumentare troppo il numero di morti”
Elena mi guarda con un filo di speranza e chiede: “Quindi ti nutri di animali anche tu?” Io e Damon ci guardiamo e poi scoppiamo a ridere, IO CHE MI NUTRO DI ANIMALI?                                    
“Non so cosa ci troviate di tanto divertente?!”                                                                                     
“Oh, bhè, vedi Elena noi cacciatrici dobbiamo mantenerci in forze, anche se volessimo non potremmo nutrirci di animali.”                                                                                                               
 
“Sei qui per fare una visita ai tuoi fratelli?” Domanda di Caroline, certo che questa ragazza potrebbe fare la giornalista, sa proprio dove andare a parare.                                                                                 
“In verità non sapevo nemmeno che fossero in città, non sapevo neanche che erano in buoni rapporti.”                                                                                                                                              
“Io non li definirei buoni rapporti…”                                                                                                    
“Oh, andiamo Damon sei nella sua stessa città e non gli hai fatto neppure un graffio, io direi che siete in ottimi rapporti”. Chiudo subito il discorso, non voglio distruggere la maschera di Damon davanti ai suoi conoscenti (amici?), so perfettamente che riuscirei a farli ammettere qualsiasi cosa, d’altronde io gli ricordo la mamma non solo fisicamente, ma anche caratterialmente: forte e fiera come lei.                                                                                                                                       
“Comunque, la mia Superiore mi ha affidato una missione: devo proteggerti”  e qui guardo dritta negli occhi Elena. Ricordo perfettamente le parole della Superiora: “Sarà tuo preciso compito prenderti cura della seconda doppelganger Petrova, sia fisicamente che emotivamente, la proteggerai da tutti i mali, ma sopra ogni cosa al mondo la proteggerai da Niklaus, l’Originale”
Già, devo proteggerla da Klaus, proprio come fece Ann, la cacciatrice che dovette prendersi cura di Kathrine; peccato che Kathrine sapesse perfettamente badare a se stessa e abbandono la sua Protettrice nelle grinfie di Klaus. Ecco che ritorna il pensiero che mi assilla da quando mi è stata affidata questa missione: Klaus sarebbe in grado di farmi del male? La risposta sarebbe semplice “Sì, mi ucciderebbe senza pensarci due volte”, ma la mia parte umana, la mia parte sensibile ed emotiva dice che forse ci potrebbe pensare due volte, anche tre, dopo tutto quello che abbiamo passato…                                                                                                                                               
Elena mi risveglia dai miei pensieri: “Oh grazie dell’interessamento, ma ho già chi si prende cura di me.”                                                                                                                                                       
“Oh, ma io ne sono più che sicura, però la mia superiora non lo è, io ti devo proteggere che tu lo voglia o no”                                                                                                                                          
“Devi proteggerci da Klaus, non è vero?”                                                                                            
Mi chiedo quale parte del mio discorso abbia lasciato intendere a Caroline che proteggerò anche lei, il suo fidanzato e la streghetta: “Esattamente”                                                                                     
“Come ho detto non abbiamo bisogno di protezione”                                                                          
Certo che questa Elena è veramente cocciuta, sarà meglio far finta di dargliela vinta: “D’accordo, ma non pensare che mi toglierò di mezzo, ho del tempo da recuperare con mio fratello e poi ho degli amici che voglio rivedere” è ovvio che andrò a far visita a Rebekah e non me ne importa se ci sarà anche Klaus, la devo vedere!                                                                                                        
“Quali amici?” Ma quanto è impicciona questa Caroline, farsi una buona dose di fatti suoi no?!
Voglio proprio spiazzarli, ho fatto trenta facciamo trentuno: “Rebekah Mickaelson”                  
Nell’esatto momento in cui pronuncio il suo nome tutti quanti (eccetto Damon) smettono di bere o sgranocchiare qualcosa e poi, dopo essersi ripresi, esclamano: “Chi?!”                                                
“Oh, conoscete Rebekah?” Dio, ma quanto sono falsa?                                                                           
“La conosciamo fin troppo bene!” Ah! Potevo giurarci! A Caroline non piace Rebekah e sicuramente sarà reciproco!                                                                                                               
“Aspetta. Volevi proteggermi e sei amica della sorella dell’uomo che vuole uccidermi?”                     
Oh se sapesse tutta la verità… “Le due cose non coincidono, il mio compito viene prima di tutto”
“Sì, ma la tua Superiora non poteva mandare qualcun altro a prendersi cura di Elena?”                  
Ok, è ufficiale Caroline mi odia: “Si dà il caso, mia cara Caroline, che io sia la migliore cacciatrice della nazione e una delle migliori del mondo e l’unica che abbia incontrato Klaus e sia sopravvissuta per raccontarlo.”                                                                                                       
“Modesta.”                                                                                                                                             
“Sono i fatti, Elena, Klaus non mi ha uccisa quelle volte che ci siamo incontrati e non credo avesse mai avuto in mente di farlo” Ammicco verso Damon.                                                                          
“Ora se volete scusarmi.” Mi sento molto stanca e agitata, tutto questo parlare si Klaus mi ha mandato gli ormoni subbuglio e mi ha fatto venire voglia di vederlo. Damon si alza poco dopo di me, non ho voglia di parlarli, ma so che non lo farà: lui sa sempre cosa provo. Apro velocemente la porta del grill per uscire quando una folata di vento mi investe e vedo davanti a me due occhi simili ai miei dei bellissimi capelli dorati, piena di stupore e gioia esclamo: “Rebekah!”
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Eccomi di nuovo qui a postarvi un altro capitolo. Dunque, capiamo che Lilly ha un rapporto bellissimo con suo fratello Damon e questo lo voglio precisare subito. Lily è una cacciatrice di vampiri e ci ha introdotto nella sua storia, ma ci sono ancora molti punti bui, per esempio perché lei odia tanto il povero Stefan? che le avrà fatto di male? Lei e Klaus che rapporti hanno? E lei e Rebekah? Tutto questo nel prossimo capitolo.  
 
     

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Capitolo 4
*** capitolo 3 ***


“Rebekah!”
è proprio lei! Le sorrido calorosamente e lei, ancora stupita, fa lo stesso. La abbraccio e lei ricambia la mia stretta affettuosa.
“Mi sei mancata così tanto!” Le sussurro all’orecchio.
“Anche tu mi sei mancata!”
Ci stacchiamo dall’abbraccio, ci ricomponiamo e con sarcasmo mi chiede: “Che ci fa una ragazza sexy e giramondo come te in un grill isolato come questo?” Le sorrido: “Che ci fa una ragazza bella e festaiola come te in un grill pieno di ragazzi in piena crisi adolescenziale come questo?” Scoppiamo a ridere.
“Dio Lilly, quanto mi sei mancata!”
“Anche tu mi sei mancata Rebekah”
“Beviamo qualcosa?”
Non ho molta voglia di prendere un drink, ma lei è la mia migliore e unica amica! “Certo!”
Ci sediamo al bancone e posso sentire gli sguardi di Elena e gli altri che mi perforano la schiena.
Ordiniamo due bicchieri di Tequila e poi alziamo i bicchierini per brindare: “A gli amici!” “Agli amici!”
“Allora Lillian, che ci fai a Mystic Falls?” Quando mi chiamano Lillian, significa che sono seri.
“Devo proteggere Elena da quel folle di tuo fratello
“Oh, allora non sarà un’impresa facile perché Niklaus è agguerrito”
“Lui è sempre agguerrito” Ops! Non me lo dovevo lasciare sfuggire!
“Lo hai conosciuto?” Sta sgranando gli occhi e questo non è un segnale positivo, significa che è curiosa e con una Rebekah curiosa non è facile spuntarla.
“è una lunga storia. Perché non andiamo a casa tua?”
“Come vuoi.”  Usciamo dal grill e ci avviamo verso il parcheggio, mi siedo sul lato passeggero di fianco al guidatore; è meglio che cambi argomento mentre è distratta: “Tu, come mai al Mystic Grill di venerdì sera?”
“I ragazzi sono fuori e io speravo di trovare qualche bel ragazzo o… Damon” Damon?! Va a letto con Damon?! Quando torno a casa mi sente! Se si ama qualcuno (Elena) non puoi rimpiazzarla con qualcun altro è da insensibili! Ma d’altronde Damon lo è sempre stato. Credo sia meglio sorvolare sull’argomento, anche perché non so se lei sa che lui ama un’altra, anche se sono sicura che Rebekah non lo ama. Cercherò di acquisire più informazioni possibili, ma Rebekah mi interrompe dai miei ragionamenti.
“La piccola Gilbert, eh? Perché invece non ti schieri con noi?” Ok, la tequila deve aver avuto un cattivo effetto su Rebekah, ma lei sa perfettamente che io devo obbedire senza discutere agli ordini della mia Superiora e poi sarebbe un grande disonore uccidere una doppelganger.
“Grazie dell’offerta, ma passo”
“Come vuoi. Hai già notato il triangolo?” Lei sa.
“Di che parli?” Meglio far finta di niente.
“Oh andiamo Lilly! Si vede lontano un miglio che entrambi i tuoi fratelli sono pazzi di lei.”
“E allora perché vai letto con Damon?” Le rivolgo la mia domanda con estrema freddezza e non so quale potrebbe essere la sua reazione. C’è un attimo di silenzio.
“Pensavo che il nostro patto comprendesse di non giudicarci” Già il patto… Quando eravamo diventate amiche avevamo deciso che non avremmo mai giudicato le scelte dell’altra. Ha ragione, non ho il diritto di giudicare.
“Mi dispiace Beka”
“Figurati, lo capisco, è tuo fratello.” In questo momento mi si stringe il cuore, devo dirgli la verità, come lei ha fatto con me, ma non qui.
“Saliamo?” Immersa nei miei pensieri non presto attenzione alla villa megagalattica che hanno, ma del resto loro non si sono mai negati niente.
 
Siamo in camera sua da circa un ora e abbiamo parlato del più e del meno: di Mystic Falls e di quanto sia cambiata, di Elena e dei suoi strani amici, ma quello che più mi ha scioccata è il ritorno di Kathrine, mi chiedo perché Damon non me ne abbia parlato.
Capisco che mi è mancata davvero tanto e decido di dirle la verità: “Ascolta Rebekah… Sono andata a letto con Nick”
Ecco l’ho detto, non è stato difficile, ma ora bisogna aspettare la sua reazione.
Non sembra averla presa male, è solo sbiancata un po’, ma la vedo bene, così decido di andare avanti, un passo alla volta: “Molte volte”.
Si sente una porta aprirsi e poi una voce familiare: “Rebekah! Siamo a casa!”
È lui! Quanto mi è mancata la sua voce! Mi sento come se il mio cuore sia ricominciato a battere, dopo tutto questo tempo!
“Sì! Sono in camera mia!” Poi comincia a bisbigliare: “Quando?”
“1995” Bisbiglio anch’io.
“COSA!” Ora non sta più bisbigliando.
“E non ti ha uccisa?”
“No!” Che domanda! Se sono qui!
“Rebekah! Tutto bene?”
È sempre lui e riesco a sentire dei passi che salgono le scale.
“Devi andartene! Esci dalla finestra!” Ha ripreso a bisbigliare.
Faccio appena in tempo ad uscire dalla finestra che sento una porta spalancarsi e la Sua voce dire: “Avrei giurato di averti sentita parlare da sola” Sono tentata di risalire e corrergli incontro, ma sicuramente lui mi avrà dimenticata.
 
Ora sono a casa, spaparanzata sul divano con accanto Damon che sorseggia del Bourbon; anch’io ne ho un bicchiere in mano, ma per oggi ne ho abbastanza degli alcolici. Sto ancora pensando alla giornata di oggi e, fissando le fiamme del camino cerco di ricordare il volto di Klaus, ma mentre mi sto immergendo nei ricordi sento dei passi scendere le scale e mi innervosisco subito: Stefan.
Mi fissa. Lo fisso.
“Volevo dirti che mi sei mancata e che mi dispiace tanto. Per tutto”
Oh ecco il momento delle scuse… C’è un attimo di silenzio e poi, vedendo che io non gli rispondo, ma che continuo a fissarlo, riprende: “E volevo ringraziarti per non aver raccontato tutta la storia ad Elena”
“Non l’ho fatto per te”, mento. Non posso dirli che invece sì, l’ho fatto per lui perché mi preoccupo che anche lui possa essere felice; perché in fondo voglio ferirlo perché non credo alle parole di Lexi, non credo che lui abbia sofferto.
Lexi. Non posso pensare a lei. Non posso perché lei era una persona meravigliosa e proprio perché era meravigliosa che non si meritava di morire. Per un attimo vorrei uccidere Damon per avermela portata via, ma non posso perché so che l’unico che per me ci sarà sempre è proprio lui.
Guardo Stefan. Sì, l’ho ferito. Lo vedo prendere il giubbotto e uscire.
“Non puoi odiarlo per sempre.” Quel verbo “potere” non mi piace affatto e ora mi arrabbio sul serio
“Senti, lo odierò fin quando proverò odio nei suoi confronti, ok?!” Detto questo esco.
 
È ormai mezz’ora che cammino per le strade deserte della città ed è l’una di notte. Non riesco a pensare di aver litigato con la mia migliore amico e con i miei fratelli e per di più ho una terribile emicrania. Mi massaggio le tempie e mi immergo negli unici ricordi che non mi fanno sentire inacasinata…
 
È l’una di notte e ho appena finito di nutrirmi di un barbone, due poco di buono e un ladro di macchine, naturalmente ho cancellato la memoria ad ognuno di loro. Ora sto camminando per le vie di Manhattan e mi dirigo verso il mio Hotel, ma sento una voce sconosciuta e una puzza di vampiro: “Buonasera signorina.”
Mi giro e ho già pronto il paletto; vedo un bel ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri: gli rivolgo un languido sorriso e lui fa lo stesso. Mi dirigo verso di lui con lunghe falcate sensuali e vedo i suoi occhi percorrere il mio corpo: partono dai piedi e salgono su sulle mie gambe fasciate in aderenti pantaloni in pelle; salgono su sulla mia vita fino al mio seno messo in risalto da una generosa scollatura; salgono su fino al mio collo lasciato scoperto da una coda di cavallo e poi salgono su fino ai miei occhi e mi sorride. Arrivo a una spanna dalla sua bocca e faccio per impalarlo, ma lui è molto più veloce di me e mi fa girare il braccio in modo da darli le spalle. Infila le labbra nell’incavo del mio collo e vi lascia un languido bacio sussurrandomi: “Mi spiace Cacciatrice, ma io non sono uno qualunque. Io sono Niklaus, l’Originale.” All’inizio penso che stia bleffando, ma poi sento la puzza di cane: è un ibrido. Ripenso al suo volto e rivedo i lineamenti di Rebekah. È veramente Klaus, il più forte tra tutti gli originali. Dico la prima cosa che mi viene in mente: “Sono amica di Rebekah”
Ride. “Rebekah non ha amiche.”
“Oh sono sicura che ti avrà parlato di me: sono Lillian Salvatore”
Gli sento allentare la presa e ne approfitto per voltarmi e catapultare la situazione, ma lui è più veloce di me e mi ritrovo schiacciata contro il muro.
“Tu sei la sorella di Stefan”
Come fa a conoscerlo? “Lo conosci?”
Ride. “Sì, lo conosco bene e, sì Rebekah mi ha parlato di te.” Mi guarda ancora, percorrendo nuovamente con gli occhi tutto il mio corpo. “Sei davvero bellissima”Oh no, che intenzioni ha?
In quel momento cominciammo a combattere e tutto si concluse con un focoso bacio da parte sua. Ricordo che nei giorni successivi ci frequentammo e lui non mi toccò neanche una volta, ma il giorno in cui facemmo l’amore e fu davvero bellissimo, per me.
Decido di tornare a casa, ma appena mi volto vedo una sagoma avvolta nelle tenebre e sento una voce che mi fa venirela pelle d’oca: “Buonasera principessa”.
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Dunque, ci continuiamo a chiedere perché Lilly odi tanto Stefan, ma non riceviamo una risposta. Abbiamo però capito che Lilly ha avuto un’importante relazione con Klaus, anche per lui sarà stata importante? Abbiamo visto che Rebekah e Lilly sono amiche, ma hanno litigato per la storia di Klaus; inoltre Lilly non condivide la scelta di Damon di andare a letto con Rebekah pur amando Elena. Cosa accadrà nel prossimo capitolo? Alla prossima, baci
 

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Capitolo 5
*** You and I ***


Un immenso grazie a Mor3ttina che ha recensito la mia storia. J
 
“Buonasera principessa”.
Me li ritrovo davanti ed è veramente bellissimo immerso nell’oscurità; anch’io non devo essere niente male, illuminata dalla luna, a giudicare dal suo sguardo che sembra andare ben oltre i miei vestiti.
“Ciao Klaus”, gli sorrido e lui fa lo stesso. Non riesco a credere che lui sia qui, spero che non sia tutto frutto della mia immaginazione.
Sia avvicina con passo veloce verso di me. Riesco a sentire il suo profumo. È ad una spanna dalle mie labbra ed i miei occhi non riescono a staccarsi dai suoi. In un attimo sento le sue labbra sfiorare le mie in un dolce bacio. Tanti pensieri mi invadono la mente, ma quello che prende il sopravvento è la consapevolezza che io non dovrei… io non potrei… Ma come non dovrei stare con lui, io non posso stare senza di lui e quindi, per un minuto mi lascio andare. Poi, però, riprendo il controllo del mio corpo e della mia mente. Mi stacco da lui. Non riesco a guardarlo così fisso un punto indistinto dietro di lui.
“Ti ricordavo bella, ma non così tanto” Continuo a ripetermi che non devo, non devo…
Mi prende il volto tra le mani e mi costringe a guardarlo, a guardarlo negli occhi. Ed è qui che io non ce la faccio; so fare molte cose. Posso fare molte cose, ma non posso stare senza di lui. Lui è la mia unica fonte di felicità, di quella felicità che per tanto tempo mi è stata negata e non mi importa chi è o cosa ha fatto, io ho bisogno di lui in questo momento …
Lo bacio. Lo bacio con foga, in un modo che di casto non ha nulla. È un bacio vitale per me perché anche solo un contatto con lui mi fa stare bene. Mi prende per le natiche e mi sbatte violentemente contro un muro. Continuiamo a baciarci e le nostre lingue si rincorrono. Riesco a sentire quanto mi vuole e anch’io lo voglio.
Ma poi sento il cellulare squillare e so già chi è. Sarà la mia Superiora. Sono sicura che avrà mandato qualche spia per controllarmi. Prendo il mio Blackberry nero e leggo il messaggio spingendo via il corpo eccitato di Klaus:
 Ti permetto di stare con i dannati, ma non con il diavolo in persona.
Già. Il diavolo in persona. Tutte noi lo definiamo così. D’altronde Klaus non ha fatto cose di cui mi vanterei (considerato che lui lo fa liberamente).
“Era la Zitella Invidiosa?” Mi scappa un lieve sorriso nel pensare a Jenny come una zitella (che è), ma invidiosa di me, il che è impossibile! Come può essere invidiosa di me? Per il fatto che sto con una persona da lei ritenuta orribile! Anche se io non sto con Klaus, chiaramente.
“Sì”
“Quindi lavori ancora per loro?”
“Non ho un’altra scelta, Nick” 
“Questo me l’hai già detto”
Faccio un lungo sospiro. Mi chiedo perché mi sia saltato addosso in quel modo. Ma ora mi ricordo che sono stata io a essergli saltata addosso e questo è ancora più imperdonabile. Devo imparare a controllarmi in sua presenza. Devo evitare di cadere ai suoi piedi. Per lui io non sono e non sarò mai niente di più che una bella ragazza.
“Comunque, deduco che non sei in città per me, quindi sarai qui per Damon. O magari per fare pace con Stefan?” Mi sta stuzzicando e non posso negare di essere parecchio infastidita, ma sono troppo stanca per controbattere. Me ne devo andare. Voglio tornare a casa. Non riesco a stare qui con lui senza poter fare quello che realmente vorrei.
“Sono stanca Nick. Non ho voglia di incazzarmi.”
“Perché no? Sei così sexy quando ti incazzi”
Faccio un altro lungo sospiro. “Buonanotte Nick”
“Sogni d’oro principessa” Per fortuna che ha rinunciato!
 
Rientro in casa. Damon è dove l’ho lasciato. “Come è andata la passeggiata?” Deve aver notato che sono più stanca di prima.
“Male.” Detto questo mi spaparanzo sul divano e ricomincio a pensare a lui.
“L’hai incontrato, vero?”
Annuisco. Non voglio parlare del nostro incontro e lui non insiste.
Mi chiedo perché a Klaus interessasse tanto sapere se ero ancora nella sorellanza. Mi viene in mente la sua faccia mentre mi chiedeva perché ero in città; per un attimo mi è sembrato di vedere un lampo di speranza. Come se sperasse che fossi tornata per lui.
Scaccio questi pensieri infondati e sento una porta spalancarsi: è Stefan. Cavolo! Speravo che fosse già tornato. Non mi va di vederlo, così salgo le scale e me ne vado nella camera degli ospiti che è diventata la mia. Mi sdraio sul letto e comincio a piangere. Ricordo la volta in cui scoprii che non potevo essere felice con l’uomo che stavo cominciando ad amare …
 
Mi sveglio avvolta dalle coperte di seta bianca dell’hotel dove alloggia Klaus e mi stupisco ancora una volta del fatto che lui abbia affittato tutto l’attico, ma d’altronde lui ama il lusso proprio come sua sorella e non si fa mai mancare nulla.
Lui non c’è, ma come tutte le mattine da sei mesi a questa parte mi ha lasciato una rosa rossa.
Sono stati sei meravigliosi mesi, passati a rapinare Tiffany e tutti i negozi più “in” della città. Non che lui abbia bisogno di rubare, ma era eccitante farlo. Abbiamo visitato tutta la Grande Mela e lui mi ha mostrato i luoghi più belli (e anche i più romantici).
Sento un telefono squillare, ma sono ancora in estasi per la notte passata e non ho voglia di rispondere. A quanto pare deve essere una telefonata urgente perché l’interlocutore non sembra disposto ad aspettare che io lo richiami. Rispondo sbuffando pesantemente: “Pronto?”
“Lilly?! Sono io! Scendi.”
“Sì. Faccio una doccia …”
“Subito!” Detto questo chiude la telefonata. Mi sembrava un po’ adirata, ma ho imparato a non farci troppo caso. Mi preparo il più velocemente possibile e scendo.
Nella hall dell’hotel non la vedo. Esco in strada. Vedo una donna sulla quarantina che mi fissa dall’altra parte della strada. È lei. Attraverso la strada per raggiungerla e me la trovo davanti.
“Ciao Jenny. Hai qualche missione per me?”
“Come mai hai passato la notte in un hotel diverso da quello assegnato?”Non risponde alla mia domanda. Tipico di Jenny.
“Andiamo Jenny! Sono in vacanza!”
“Non mi sembra che questa sia una risposta.” Che palle! Devo dirle la verità.
“Ho passato la notte con un uomo”
“E chi sarebbe quest’uomo?” Perché glielo dovrei dire?Non sarà mica gelosa?
“Scusa Jenny, ma questi penso che siano fatti miei”
“Lo sono fino a quando non mettono in pericolo la sorellanza” Mi sento confusa.
“Perché dovrebbero mettere in pericolo la sorellanza?”
“Chi è quest’uomo, Lillian?”
“Klaus”
“Risposta sbagliata. È un originale, il più forte di tutti. E l’unica motivazione sensata per cui lui non ti ha ancora uccisa è che vuole arrivare alla sorellanza”
“E se non fosse la risposta giusta? E se ce ne fosse un’ altra? Magari meno razionale e sensata?”
“Mia cara Lllian …” Ecco ha cominciato a parlarmi come se fossi una bambina. La detesto quando fa così.
“Klaus è come un serpente ammaliatore. Riuscirebbe a sottomettere chiunque. È la persona più falsa che esista. Come tutti gli Originali del resto …” Eccola che si riferisce a Rebekah …
“Cara,in teoria l’ibrido andrebbe ucciso …” No! Non può chiedermi una cosa simile!
“Ma lui è troppo forte anche per te e non posso rischiare di perdere una delle migliori. Quindi dovrai troncare la storia.”
Non faccio in tempo ad aprire bocca che si è già dissolta nel nulla. Credo proprio che questa sarà un’impresa davvero difficile. Non voglio lasciarlo, ma mi rendo conto che il mio è solo un capriccio. Stasera sarà l’ultima sera.
 
Mi asciugo gli ultimi residui di lacrime e mi lascio cullare tra le braccia di Morfeo.
È mattina ed io devo assolutamente andare a controllare Elena.
Ho deciso che non mi iscriverò al liceo della città. Non voglio correre il rischio di incontrare Stefan (rischio assicurato in una scuola tanto piccola) e poi non ho nessuna voglia di frequentare una scuola pullulata da stupidi umani.
Scendo velocemente le scale e chiedo a Damon di accompagnarmi a casa di Elena.
 
Sono sotto casa Gilbert, accompagnato da un Damon alquanto preoccupato per le sorti di Elena visto che ha notato che sono di cattivo umore. Lui sa perfettamente che se sono incazzata nera (come adesso) potrei fare una strage, e visto che conosce il caratterino di Elena ha pensato di accompagnarla anche lui. In realtà non sono sicura se la motivazione è questa o è semplicemente che vuole passare del tempo con lei … no, non può essere che una ragazzina gli abbia ridonato così tanta umanità.
Elena sta uscendo ci casa, ma non è sola. Con lei c’è Stefan e stanno ridendo e scherzando insieme. Mi volto verso Damon e noto un filo di tristezza nel suo volto. Dio! Si può sapere perché Stefan debba rovinare la vita anche a Damon?! Ritorno a guardarli e in un attimo mi ritrovo davanti a lui:
“Senti un po’, grandissimo stronzo, mi faresti la grazia di dirmi perché devi rovinarci la vita? Sempre che vostra signoria ci faccia la grazia di farlo!”
OK. Devo averlo ferito di brutto.
“Lillian, senti, devi credermi mi dispiace tantissimo! Io non avrei mai voluto, non avrei mai dovuto …”
“No, infatti non avresti dovuto, ma volere lo volevi eccome!”
Mi prende le mani tra le sue. “Io ti voglio un’infinità di bene! Sei mia sorella e mi devi perdonare!”
“No Stefan, io non devo fare proprio niente” Detto questo scendo le scale della casa, ma prima di andare devo dirglielo, gli devo far rimpiangere di essere nato:
“… sei tu che devi bruciare all’inferno!”
 
Sono ad Atlanta. Ho deciso di venire qui per rilassarmi un po’. Avevo una mezza idea di andare da Rebekah, ma prima dovevo calmarmi e riprendermi la mia parte razionale.
Sto facendo dentro e fuori da ogni bar che incontro ormai da ore. Ora devono essere le 21.00 ed è già molto buio. Non mi trovo propriamente in un bel vicolo, ma non ho paura.
Sento delle grida provenire da qualche vicolo di distanza da quello dove mi trovo.
Continuo a camminare mantenendo lo stesso passo. Non mi interessa vedere qualche rissa e tantomeno farne parte. Mi sento troppo stanca e schifata dal mondo.
Arrivo nel vicolo da dove provenivano gli urli e per curiosità mi volto a vedere.
C’è una ragazza distesa a terra. Potrebbe benissimo essere Elena o Kathrine.
Mi avvicino.
La sento lamentarsi per il dolore e capisco che è umana. Mi avvicino ancora e vedo una collana familiare: è veramente Elena.
 
ANGOLO AUTRICE
Salve a tutti! Premetto che all’inizio lo avevo fatto più lungo, ma mi sembrava pieno di parti futili e noiose, quindi visto che preferisco un po’ di azione nei personaggi ho tagliato dei pezzi a costo di renderlo più corto. Dunque, abbiamo capito che Lilly ama Klaus, ma ci continuiamo a chiedere se è reciproco (vi avviso che la risposta non arriverà tanto presto). Abbiamo conosciuto Jenny e ci chiediamo sarà lei la Superiora? Lilly ha avuto il primo scontro verbale con Stefan e come al solito non sappiamo cosa c’è sotto. La parte più scioccante però è il ritrovamento di Elena per le strade di Atlanta, e per di più sembrerebbe che sia stata aggredita da qualcuno di sconosciuto poiché non visto da Lilly. Cosa sarà successo ad Elena? Chi l’ha aggredita? Perché? Che cosa ci faceva ad Atlanta? Tutto questo nel prossimo capitolo. A presto.
P.s: ho deciso di rendere la mia storia una cross-over. che ne pensate se a Mystic Falls arriva anche qualcosa da Twilight?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 6
*** capitolo 5 ***


È veramente Elena.
Presenta delle ferite superficiali, ma mi salta subito all’occhio il polso squarciato. Deduco sia stata aggredita da un vampiro. Devo controllare che sia cosciente: “Elena? Mi senti? Sono Lilly?”
Mi fa cenno di sì con la testa. Non credo riesca a camminare, così la prendo in braccio. All’inizio la vorrei portare in ospedale, ma mi rendo conto che non potrei spiegare la ferita sul polso. Decido di tornare a Mystic Falls.
Mi dirigo verso un parcheggio e fermo il primo ubriacone che vedo. In un attimo lo tramortisco e gli prendo le chiavi che ha in mano. Entro in macchina e posiziono Elena di fianco a me. Ora a perso definitivamente i sensi, ma non mi preoccupo perché penso sia solo stanca. Metto in moto la Range Rover che ho “preso in prestito” e parto il più velocemente possibile. Tante domande mi affollano la mente: perché Elena era ad Atlanta? Chi l’ha aggredita? Perché?
Sono quasi arrivata, non manca molto, così decido di telefonare a Caroline per avvisarla della situazione. Prendo il telefono di Elena (io non ho il suo numero) e cerco nella rubrica il numero.
“Cavolo Elena si può sapere cosa vuoi a quest’ora di notte? Sono con Tyler e …”
“Caroline, sono Lillian. Non ti allarmare, ma ho trovato Elena priva di sensi in un vicolo di Atlanta …”
“COSA!”
Caroline calmati per favore, Elena sta bene, ma volevo chiederti di avvisare Stefan e dirli che sto arrivando”
“Certo certo ci penso io. A dopo.” Detto questo chiude la telefonata e io faccio altrettanto.
 
Sono davanti al pensionato. Spengo la macchina e apro la portiera a Stefan che tira fuori Elena.
Damon è dietro di lui: “Come sta?”
“ Tutto sommato bene. Ha solo ferite superficiali.”
Anche Caroline è venuta a controllare (figurati!), mentre gli altri sono sulla porta.
Entriamo uno dietro l’altro e Stefan appoggia Elena sul divano.
“Mi chiedo perché il vampiro che l’ha assalita non l’ha uccisa” Guardo Bonnie: anch’io me lo stavo chiedendo.
Damon assaggia i residui di sangue rimasti sul polso: “Verbena”
“Quindi Elena sapeva che sarebbe stata attaccata.” Solita perspicacia di Caroline.
“Stefan, ne sai qualcosa?” So che è l’unico che potrebbe avere una mezza idea dell’accaduto. Ma lui scuote il capo.
 
Abbiamo medicato le ferite e ora Elena si è ripresa. Lei dice di stare bene ed è già in piedi per sgranchirsi le gambe. Caroline è in cucina ha preparare della camomilla per Elena.
“Hai visto chi è stato?” Damon va sempre al sodo.
“Mi dispiace non poter essere d’aiuto, ma mi ha presa alla sprovvista.”
“Andiamo deve essere sicuramente opera di Klaus” Questa è Caroline che ritorna dalla cucina, con in mano un vassoio ottocentesco su cui sono posate due tazze di camomilla. Ne porge una ad Elena. Poi si siede elegantemente vicino al suo cagnolino (Tyler) e ne prende una per se.
“Pensate sia colma sua?” Nel dirlo mi volto verso Damon che annuisce. Guardo Elena in cerca di conferma:
“Deve essere senz’altro opera sua.”
Stefan si alza di scatto dal divano e si dirige verso la porta: “Dove vai?” Non vorrà scontrarsi con Nick?
“Lo troverò”
“Andiamo Stefan! Sarà lui ha trovare te!” Ma lui non sembra darmi ascolto ed esce. Furioso. Non posso lasciarlo morire così mi getto al suo inseguimento. Sento i passi di Damon fare eco ai miei e sono felice che mi stia seguendo. Dopo non molto siamo davanti a casa Mickaelson e Stefan, prima che io possa fermarlo, spalanca la porta ed entra in casa.
Il salone sembra deserto e io spero che non ci sia nessuno in casa. Ma ad un tratto si sente un rumore e Klaus ci appare davanti: “A che cosa devo la visita?” Sembra veramente stupito della nostra presenza. Vedo Stefan stringere i pugni.
“Stefan, per favore, ragiona! Ti ucciderà! Non hai nessuna speranza contro di lui!” Ma le mie parole sembrano avere l’effetto contrario e infatti Stefan lo sbatte ferocemente contro il muro. Lui si libera facilmente dalla presa e lo scaraventa dall’altra parte del locale.
“Nick, sei stato tu ad aggredire Elena ad Atlanta?”
“Cosa?! No!” So che non dovrei, ma mi fido delle sue parole. Nel frattempo Stefan si è rialzato:
“Non penserai che dica la verità, vero?”
“Stefan, io credo che non stia mentendo. Torniamo a casa”
“Lei è la cosa più importante che ho!” Detto questo ritorna alla carica verso morte certa.
Mi slancio velocemente verso di lui e lo sbatto contro il muro tenendolo per le spalle. È stanco e non ce la farà: “Damon, portalo a casa!”
“Mi autorizzi ad usare i miei metodi?”
Sorrido. “Li condivido pienamente.” Detto questo lascio Stefan tra le amorevoli cure di Damon che è costretto a portarlo fuori a calci e alla fine di peso. Rimaniamo solo io e Klaus:
“Se sei stato tu … giuro che …”
“Principessa, non è il mio stile”
Gli sorrido e faccio per uscire, ma lui mi si para davanti alla porta: “Non pensi che mi meriti un premio per non aver ucciso tuo fratello?”
“Klaus … io …” Non faccio in tempo a finire la frase che lui mi salta addosso e mi bacia con foga. Mi sbatte sul pavimento e riesco a sentire le sue mani toccare ogni parte del mio corpo, mentre mi lascia languidi baci e succhiotti sul collo.
“Ti voglio Lillian. E ti voglio adesso” Continua a baciarmi e nel frattempo mi ha sbottonato la camicetta bianca. Affonda la lingua in mezzo ai miei seni, ma io non posso, davvero non posso perché so che c’è qualcuno che vuole uccidere la mia Protetta e la missione viene prima del piacere.
Mi stacco da lui e velocemente mi riallaccio la camicia. Lui è decisamente furioso. Odia essere interrotto.
“Non è il caso Klaus, non è davvero il caso.” Mi dirigo verso la porta, ma prima che io sia uscita sento la sua voce che con tono minaccioso, mi avverte: “Tu sei mia Lillian, ricordatelo sempre.”
Non riesco a voltarmi ed esco velocemente da quella casa.
 
Entro velocemente nel pensionato, come se fossi pedinata. Vedo Stefan seduto sul divano vicino ad Elena:
“Allora Stefan ti sei calmato?”
“Sì. Mi rendo conto di aver agito senza pensare. Ma non ho ancora capito perché tu ti sei fidata di Klaus”
“è una lunga storia che non ho intenzione di raccontarti” Damon mi guarda con aria interrogativa:
“A me non sembra poi tanto lunga …” So che non dirà nulla e so che l’ha detto giusto per far invidia a Stefan e farli vedere che conosce tutti i miei segreti. Certo che a volte è proprio infantile.
“Aspetta un secondo, è un succhiotto quello?” Ahi! Beccata!
“Senti Elena posso sapere cosa ci facevi ad Atlanta?” Le porgo questa domanda tanto per cambiare argomento. Ma lei sembra in imbarazzo per la domanda, quasi nascondesse qualcosa.
“Elena?” Stefan sta cercando di tranquillizzarla.
“D’accordo! Ho ricevuto una lettera di Kathrine e …”
“KATHRINE!?” Questa volta mi unisco anch’io al coretto di chi è sconcertato da qualcosa.
“… sì, io ho ricevuto una lettera ieri mattina …”
“UNA LETTERA?!” Ok, sembriamo proprio dei deficienti.
“ e che cosa diceva?” Chiede Stefan.
“ … che aveva rapito Alaric e visto che ieri non c’era a scuola, mi sono preoccupata che fosse la verità …”
“ALARIC?!” Questa volta non mi unisco al coretto perché non so chi sia questo Alaric.
“e perché sei andata da sola?” Domanda dell’altro lato del triangolo amoroso.
“ Perché diceva che voleva solo me! So di aver fatto una gran cavolata, ma io …”
“Oh sì è stata una gran cavolata!” Che stupida! Ma almeno ora so dove posso cercare Kathrine per ucciderla.
“Andremo noi da lei.” COSA?! No no Stefan, sei proprio fuori strada. Io la ucciderò! Semmai mi porterò dietro Damon, ma non te!
“No Stefan, io sono la sua Protettrice. Andrò solo io”
“Kathrine è una donna piena di risorse, ti faremo comodo.” Sbuffo. Non ho voglia di affrontarla con lui, ma non ha tutti i torti.
“Damon, guida tu!”
“Agli ordini, generale!”
Gli lancio le chiavi della macchina e poi mi volto verso Stefan:
“Tu vai dietro!”
Lui mi sorride: “Grazie”
Schiocca un bacio sulla fronte di Elena e le sussurra: “Ti amo” Fantastico! Mi tocca anche sorbirmi gli addii, manco partissimo per la guerra!
“Ti amo anch’io, ma stai attento” Ok, se non lo uccide Kathrine, lo uccido io.
Finalmente usciamo di casa ed entriamo in macchina, con i posti prestabiliti da me. Tutto mi ricorda i bei vecchi tempi in cui eseguivano tutti i miei ordini. Bene, non hanno perso l’abitudine:
“Allora, chi è questo Alaric?”
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Premetto: ho deciso di dividere il capitolo in due parti sempre per lasciare più suspance. Dunque, abbiamo visto che l’aggressione di Elena non era nulla di grave. All’inizio si pensava che fosse stato Klaus, ma lui ha negato e Lilly gli ha creduto. Inoltre lei ha anche avuto un momento “hot” con lui, ma alla fine non hanno combinato nulla e lui le ha detto che lei è sua. Possessivo il nostro Klaus!  Abbiamo visto che Elena ha ricevuto una lettera da parte di Kathrine, dove lei dice di aver rapito Alaric (no, non è morto) e ora sono tutti in partenza alla volta di Atlanta, sicuri che sia Kathrine l’aggressore di Elena. Sarà davvero sua la colpa? Lilly riuscirà a collaborare con Stefan? Ucciderà Kathrine? Tutto questo nel prossimo capitolo. A presto!

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Capitolo 7
*** Brotherhood ***


“Allora, chi è questo Alaric?”
“Oh, bhè … è una lunga storia”
“Caro Damon, non credi che per andare a salvare qualcuno, bisogna conoscere quel qualcuno?”
“Non necessariamente” Mi sto irritando … e Stefan se ne accorge:
“è l’insegnante di storia della Mystic Falls High School” COSA?! E io starei andando a salvare uno stupido e alquanto insignificante professore da quattro soldi?!
Tuttavia penso che sarà meglio non far notare il mio disappunto sulla missione; devo avere una scusa per andare da Kathrine.
“Oh Stefan, perché devi sempre minimizzare tutto? Lui non è un semplice insegnante di storia …”
“Andiamo Damon, stringi! Sono già abbastanza irritata di mio!”
“Ahi! Non abbiamo combinato niente con Klaus, capisco. L’astinenza è una brutta cosa”
“Damon, se non ti cuci quella bocca, ti squarto vivo con le mie manie e poi farò da damigella d’onore al matrimonio di Stefan ed Elena, chiaro?!” So di non averlo ferito, ho misurato bene le parole prima di dirle. Stefan, invece sembra pensieroso e mi guarda con sospetto, quasi con rimprovero. Sbotto all’istante:
“Sì me lo sono portata a letto, ok?!”
“Sei andata a letto con Klaus?” Ma perché tutti devono avere questa reazione? Siamo adulti e vaccinati, dov’è il problema?
“Sì, S. Stefan. Mi inchino al vostro cospetto e imploro perdono …” LO O-D-I-O!
“… posso sapere perché io e Damon sbagliamo sempre, eh? Io e lui facciamo sempre la scelta sbagliata e non ci meritiamo mai di essere perdonati! Tu, invece, quando sbagli la gente ti perdona sempre! Perché Stefan? Dimmi perché? Qual è il mio problema? Che vado a letto con il diavolo in persona? Bhè sì, ci vado a letto e sai che ti dico? Che mi piace un casino farlo!”
Mi volto e lo guardo negli occhi. L’ho nuovamente ferito. E non provo rimorso per questo.
“E comunque non vedo perché ti dovrei rendere partecipe della mia vita. Di questa vita che mi sono dovuta ricostruire, partendo dai resti di quella che avevo prima … e che tu mi hai strappato! E, per inciso, quella vita non mi dispiaceva affatto!”
“Non smetterò mai di chiedere perdono per le mie azioni, Lillian. Perché quelle azioni hanno fatto del male a te che sei un pezzo importantissimo della mia vita.” Riprendo il mio autocontrollo e la mia freddezza:
“Sai che ti dico Stefan? Che in fondo fai bene a chiedermi scusa, ma non sperare che io ti possa perdonare, perché non succederà mai. E tu, in fondo, lo sai che te lo meriti. Che ti meriti il mio odio. Perché puoi prendere in giro il mondo intero, ma non me che sono tua sorella. Ti conosco mooolto bene e riesco a leggere benissimo quei tuoi tanto meravigliosi occhi. Quegli occhi identici a quelli di quel mani-bucate ed egoista di nostro padre che non sapeva fare altro che prendersela con Damon per la rovina della sua vita” 
Ho toccato il tasto dolente. Stefan amava molto nostro padre e non me la lascerà passare liscia:
“Nostro padre ti amava Lillian, ti amava moltissimo e ha sempre cercato di renderti felice. Non prendertela con lui, per favore”
“No Stefan, lui cercava di rendermi felice perché in me rivedeva la mamma. E pensava che venerandomi avrebbe fatto ammenda ai suoi errori.”
Mi sento stanca e tutto questo parlare di papà e mamma mi ha fatto venire un groppo in gola. È meglio che ora stia zitta prima di cominciare a piangere.
Dopo un po’ Damon ricomincia a parlare:
“Comunque credo che Alaric ti starebbe simpatico. Sta simpatico a me!”
Nel sentire la sua voce mi sento meglio:
“Oh, vorresti dire che ti sopporta …”
“Ah ah ah. Che simpatica la mia sorellina! Per tua informazione il professor Saltzman è nato e cresciuto a Boston e conoscendo la tua ammirazione per quella città, ho pensato che avevate una cosa in comune”
Ha proprio ragione, io amo Boston. Ci vado quasi ogni dieci anni. Sono una tipa a cui piace viaggiare. Mi piace andare dappertutto: Londra, New York, ma anche posti tranquilli come il Sahara, l’Irlanda, le Maldive o il Sud Africa. Nella mia vita ho viaggiato tanto e sempre da sola! Quando viaggio mi piace scoprire nuove culture, stare a contatto con la natura e amo l’avventura! Ma non sono mai stata in una città migliore di Boston! In  generale mi affascina tutto ciò che è grande e capace di farmi sentire un puntino nell’universo! Ripenso a questo professor Saltzman … Saltzman …
“Saltzman è tedesco?”
“Esattamente sorellina.”
“Amo anche la Germania. Anche se preferisco la gente al posto. Le persone sono così disciplinate ed io sono sempre stata affascinata dalla disciplina.”
“Già. Ma non mi sembra che tu sia mai passata dalla teoria alla pratica …”
“Ma senti un po’ chi parla … comunque, come mai un uomo di Boston si è trasferito a Mystic Falls?”
“Te l’ho detto che è una lunga storia”
“Damon, perché le tue storie devono sempre essere lunghe e magari anche complesse? Dovresti fare lo sceneggiatore di Beautiful.”
“Ah sorellina, se lo facessi avrei risolto tanti problemi, ma non potrei mai perdermi i gossip di Mystic Falls! Dunque, circa tre anni fa, tornando a casa, mi ha visto bere il sangue di sua moglie Isobel, che aveva conosciuto mentre entrambi studiavano alla Duke. Il corpo della donna non fu mai ritrovato e la polizia dichiarò la sua morte …”
“Hai capito il mio fratellino!”
“Oh, non saltare a conclusioni affrettate Lilly. Fammi finire il racconto, te l’ho detto che è lungo: Alaric continuò le ricerche sui vampiri di sua moglie e, scoprendo che a Mystic Falls potrebbero esserci dei vampiri, decide di trasferirsi in città per scoprire cosa è successo realmente a sua moglie. Quindi è diventato il nuovo professore di storia, sostituendo il professor Tanner, che avevo precedentemente ucciso.”
“Quindi, ha cercato di ucciderti quando ha saputo che eri stato tu ad aggredire sua moglie?”
“Sì, ha cercato di uccidermi, ma io gli ho raccontato la verità …”
“E la verità è …”
“Oh Lilly, puoi lasciarmi un po’ di suspance, no? Perché vuoi sempre tutto e subito? Comunque, riprendo e spero di non venire più interrotto: la verità è che Isobel mi aveva pregato di trasformarla e ora è una non-morta”
Ignoro la richiesta di Damon di non interromperlo, è più forte di me: “E Alaric cosa ha fatto, perché non se ne è andato?”
“Per una donna. Non si riduce sempre tutto all’amore per una donna?”
“Damon, non è il trailer di un film! Spicciati per favore! Di che donna stai parlando?”
“D’accordo, ma mi rovini tutta la poesia così. Ha iniziato una relazione con Jenna.”
“Ok. Buona a sapersi, ma chi è Jenna?”
“Lilly, mi stupisco di te! Te che sai sempre tutto di tutti!”
“No Damon! Non è proprio così! Io cerco solo di avere più informazioni possibili per le mie missioni! Non sono una pettegola come te!”
“Sì sì. Dicono tutte così. Comunque Jenna era la zia di Elena e Jeremy.”
“Era? È morta?”
“Sì. Morta.”
Comincio a riflettere su queste informazioni. Devo metterle insieme nel mio puzzle della missione. Ripenso alla storia di quest’uomo, a Jenna, a sua moglie … già, sua moglie, come ha detto che si chiama? Isobel, forse?
“Isobel, come la madre naturale di Elena” Mi viene da ragionare a voce alta e un dubbio mi assale.
“Cavolo Lillian, ma tu sai sempre tutto? Anche se, non ti offendere cara sorellina, ma in questione di perspicacia lasci alquanto a desiderare …”
“NO! Isobel è la madre naturale di Elena!” Lo dico come una giornalista a cui è stato appena detto un gossip in anteprima.
“Esattamente!”
Finiamo così tutto il discorso. E in breve ci ritroviamo ad Atlanta.
Ci ritroviamo a piedi nel centro della città: “Dunque dunque. Secondo la lettera Kathrine alloggia al Four Seasons Hotel. Direi di andarla a cercare lì”
“E non pensi che potrebbe essere una trappola?”
Ma per chi mi ha preso? Per una principiante?
“Certo che l’ho pensato Stefan, ma ho considerato le probabilità e sono piuttosto basse.”
“D’accordo. Scusami. Non volevo metterti in discussione.”
“Non ti preoccupare, non mi dispiace essere messa in discussione …” Oh no! Potrei sembrare amichevole!
“… perché io ho sempre ragione!” Ecco. Così va meglio. Già un pochino più stronza.
“So dov’è il Four Seasons, seguitemi.”
“Non avevo dubbi che lo sapessi, Damon.”
 
Siamo davanti all’ingresso. Entriamo in modo teatrale: io in mezzo, Stefan alla mia sinistra e Damon alla mia destra. Spalanchiamo la porta in contemporanea e ci ritroviamo nella hall dell’hotel. C’è una giovane ragazza bionda,a mio avviso del tutto insignificante che ci chiede cosa può fare per noi:
“Dovremmo sapere dove alloggia la signorina Pierce, Kathrine Pierce.”
Scruta attentamente i miei fratelli e poi mi guarda con un po’ d’invidia (penserà che me li porto a letto): “Mi dispiace, ma non posso dare queste informazioni”
Sono stanca. Irritata. E con poca voglia di vedere quella stronza di Kathrine. Dilato le pupille e dico: “Oh sono sicura che per noi farà un’eccezione …”
Armeggia con il suo computer e poi mi risponde: “Camera n. 830”
“Grazie.”
Ci dirigiamo verso l’ascensore. Entriamo, e dopo poco ci troviamo in un corridoio lussuosissimo. Lo percorriamo e dopo poco la troviamo:
“Camera n. 830”
Bussiamo rumorosamente. Non arriva nessuno. Ribusso, e per un attimo penso che la porta si stia per sfondare. Ho paura che Stefan avesse ragione, ho paura che sia una trappola, ma non posso aver sbagliato. Ho calcolato tutte le probabilità. Mentre sto per perdere le speranze la porta si apre. La vedo. Vedo quella grandissima pu…. Ma uso tutto il mio self-control:
“Ciao Kathrine.”
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Eccomi di nuovo qui! Perdonate il ritardo, ma ho avuto dei problemi con il computer. Dunque: i tre Salvatore sono arrivati ad Atlanta da Kathrine perché pensano sia stata lei ad aggredire Elena e ad aver rapito Alaric. C’è stata un’altra litigata tra lei e Stefan e inoltre Damon le ha raccontato di Alaric. Nel prossimo capitolo vedremo se è stata davvero Kathrine. Vedremo se libereranno Alaric e cercherò di aggiungere un po’ di vita mondana, d’altronde Lilly è amica di Rebekah giusto? A proposito Bekah la perdonerà di essere andata a letto con suo fratello? E Klaus riuscirà ad avere Lilly? Tutto questo nel prossimo capitolo.
 

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Capitolo 8
*** Turning Tables ***


“Ciao Kathrine”
Sembra sorpresa di vedermi.
D’altronde è passato più di un secolo dal nostro ultimo incontro.
“La famiglia Salvatore al completo. A cosa devo l’onore?” Solita voce da stronza.
Damon le salta addosso e la sbatte contro il muro:
“Dov’è? Dimmi dov’è?!”
“Oh, se parli della mia copia, non è qui. Non penserai che io l’abbia rapita o cose simili, vero?”
“Non è la tua copia Kathrine.”
“Va bene, Stefan, come vuoi.”
Sembra davvero sorpresa delle nostre insinuazioni, ma d’altronde lei è stata, è e sarà sempre una grande attrice. Quindi: meglio non fidarsi.
“Sai che non parlo di Elena!”
Sembra che a Damon, questo Alaric stia realmente a cuore. Ma non sembra che Kathrine voglia parlare, forse se le mostro la lettera …
“Questa non ti dice proprio niente?”
Gliela sventolo davanti, mentre è ancora nella presa ferrea di Damon.
“Cos’è?”
“Una lettera. Una lettera che dice che tu, hai rapito Alaric e che per liberarlo vuoi vedere Elena.”
“Non ho mai visto quella lettera prima d’ora.”
“Non mentirmi!” Damon la strattona ancora più forte. Non so cosa pensare. Quale è la verità?
Sento un cellulare squillare e vedo Stefan rispondere:
“Elena?”

“Ah, capisco. D’accordo, torniamo il prima possibile.”
“è successo qualcosa?”
“Alaric è tornato, dice di essere stato ad un convegno. Kathrine non centra nulla. Non c’è stato alcun rapimento.”
Damon allenta la presa su Kathrine e lei ne approfitta per liberarsi del tutto.
“Ora la domanda è …”
“Chi ha scritto la lettera?” Finisco io la frase per Damon.
“E mi piacerebbe davvero tanto conoscere la risposta, ma non mi interessa e non voglio saperlo.”
“Senti Kathrine …” Ecco. Quando Stefan comincia i suoi discorsi con quella voce così smielata, mi viene il mal di pancia.
“… a quanto pare ci siamo sbagliati, ma io non mi fido di te e sai, che un giorno tornerò. E finiremo il discorso che abbiamo iniziato 145 anni fa.”
“Sai Lllian, sei diventata davvero carina, ora capisco come hai fatto a far breccia nel cuore di Klaus.”
“Andiamo ragazzi, abbiamo delle cose da fare.”
Ci avviamo verso la porta.
“Dicono che non state più insieme, se così si può dire …”
“Non sapevo che dessi ascolto alle chiacchiere.”
Ecco il nostro eroe Stefan che si cimenta a difendere la sorellina. Patetico.
“Mi stupisco che voi due lavoriate insieme, dopo tutto quello che ti ha fatto.”
Ok. Ora mi ha fatta incazzare. La sbatto contro il muro, come aveva fatto prima Damon.
“Lillian, non ne vale la pena.” Grazie al cielo che esiste Damon!
“Prima o poi tornerò, Kathrine. Sai che tornerò.”
Ritorno sui miei passi ed entriamo in ascensore.
“Dunque, se non è stata Kathrine …”
“e non è stato Klaus …” Come al solito, finisco io la frase di Damon.
“Deve essere qualcun altro.” Questa volta si aggiunge anche Stefan.
“E noi scopriremo chi.” Mi sento in vena di fare gruppo.
“Perchè  per ora Elena è in pericolo.” Damon è proprio cotto a puntino.
Usciamo prima dall’ascensore e poi dall’hotel. Ci avviamo verso la macchina e ripariamo alla volta di Mystic Falls.
 
Siamo tutti e tre seduti davanti al camino. Siamo tornati da poco più di quindici minuti e Stefan ha già chiamato l’allegra (che adesso non è più tanto allegra) combriccola per riunirsi al pensionato. Vorrei andarmene, ma non sarebbe carino … Ma che cavolo sto dicendo? Lillian Salvatore non si fa di questi problemi. L’ho sempre detto che questa città ha una cattiva influenza su di me.  
Prendo la giacca e mi avvio verso la porta, ma naturalmente S. Stefan non può lasciarmi andare così, senza spiegazioni:
“Dove vai?”
Mi giro con una faccia da infuriata che lui conosce bene. E non mi serve dire niente.
“D’accordo, hai ragione, non sono affari miei, scusa.”
Finalmente esco.
Mi senti molto meglio ora. Mi sembrava di trovarmi in gabbia.
Decido di andare da Rebekah. Non posso stare senza di lei e la sua amicizia. Le dirò che tra me e Klaus è tutto finito. Anche se non è proprio tutta la verità …
 
Sono davanti a casa Mickaelson. Suono il campanello.
Eljiah apre la porta. Mi guarda come se avesse visto un fantasma.
“Eljiah.”
“Lillian.”
“Lilly!” Una Rebekah sorridente scende velocemente le scale e viene ad abbracciarmi. Deduco che mi abbia perdonata.
“Vieni. Saliamo in camera mia.”
Saliamo le scale e ci avviamo verso la sua camera. Cerco Nick. Non c’è traccia di lui. Mi sento un po’ delusa. Speravo di rivederlo.
“Allora, Bekah. Deduco che tu non ce l’hai con me per la questione di Nick, vero?”
“Oh, figurati. Anch’io sono andata a letto con i tuoi fratelli. Ascolta, sto organizzando una festa.”
“Una festa?”
“Sì. Inviterò solo poche persone. Diciamo, solo la combriccola di Elena.”
“Pe-perché?” Sono stupita. A prescindere che non sarebbe proprio il momento di andare a una festa. Ma se Rebekah vuole fare una festa … bhè, neanche il fantasma della povera Tatia le farebbe cambiare idea.
“Oh, ma come perché? Non ci deve essere una motivazione particolare per organizzare una festa.”
“Certo. E quando sarebbe?”
“Domani sera.”
“Cosa! Ma … senti Rebekah, a me non sembra una grande idea …”
“Perché? Hai un impegno?”
“No, no, figurati, ma …”
“Allora nessun problema.”
“Ma con così poco preavviso …”
“Ma figurati, non sarà mica questo un problema!”
“Va bene, Rebekah, come vuoi.” Tiro un profondo sospiro. Sono così stanca …
“Ehi, Lilly, ma che ti prende? Non sembri neanche tu!”
“Sai, Elena è stata aggredita.”
“Certo che ce l’hanno tutti con lei, vero?”
Annuisco. Tutta questa situazione mi sta sfinendo. Il fatto di rivedere Stefan mi fa saltare i nervi. Il fatto di vedere Klaus mi fa saltare gli ormoni. Ecco perché non torno mai in questa fottuta città.
“Vuoi andare a fare shopping domani?”
“Non so. Devo proteggere Elena …”
“Ma sì! C’è Stefan e Damon, più al sicuro di così!”
Ma sì, ha ragione lei. Mi hanno mandata a Myastic Falls sapendo che mi fa male in tutti i sensi stare qui? Bhè, allora si beccano le conseguenze.
“Hai ragione! Che si fottano! In fondo chi me lo fa fare di prendere ordini da uno che neanche conosco?”
“Così ti voglio!”
Passammo qualche ora insieme a parlare della festa. Rebekah vuole fare sempre tutto in grande.
Ora sono seduta sul mio letto e penso a Klaus, a quanto mi ha fatto non vederlo. Deve pur voler dire qualcosa, no? Credo proprio di provare ancora qualcosa per lui. Ma qualunque cosa sia, nessuno dovrà scoprirlo.
 
Mi sveglio all’alba. Mi vesto velocemente e scendo in salotto.
Mi presenterò da Rebekah alle 8.00. Lei ama essere mattiniera, soprattutto nello shopping, ma mai quanto me.
Mi siedo sul divano, ma una voce familiare rompe il mio silenzio.
“Andrai alla festa? Vero?”
“Ho un’altra scelta?” Lo dico con un po’ di speranza, quasi sperassi che Damon possa darmi una buona scusa. Lui è il re delle scuse.
“No, non ne hai.”
“Lo voglio vedere, Damon. Ho bisogno di vederlo.” Glielo sto dicendo, gli sto dicendo la verità, ma come potrei fare il contrario? Lui non è solo mio fratello, lui è un gran pezzo del mio cuore. Lui è quella persona che mi ha insegnato tutto quello che so sulla vita.
“Comunque adesso devo andare.” Mi alzo velocemente.
“Shopping con Rebekah?”
Rido. Ho cominciato bene la mattina. Grazie a lui. D’altronde io devo tutto a lui.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Questo non è stato un grande capitolo, lo so. Ma mi serviva di passaggio. Il prossimo sarà mooolto meglio e soprattutto sarà più lungo, promesso. Diciamo che tra Klaus e Lilly … si riaccenderà la scintilla, ma io direi la fiamma. Ma la festa avrà un risvolto inaspettato, d’altronde il “cattivo” non è stato ancora identificato … Tutto questo nel prossimo capitolo.
p.s: vi pregerei di lasciare una breve recensione perché sto scrivendo un’altra fanfiction e non so se portare avanti anche questa. Grazie.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 9
*** capitolo 8 ***


Sono ormai chissà quante ore che Rebekah mi fa girare per tutto il centro commerciale alla ricerca di qualcosa di “sexy, ma allo stesso tempo raffinato” per la sottoscritta.
Ha detto che non sarà una cosa formale, ma non per questo bisogna trascurare il look. D’altronde lei è sempre stata dell’idea che l’abito, in qualche modo, fa il monaco.
Questo è sempre stato il suo modo di vedere le cose. Lei dice che il mondo è, e può essere, solo falso. E in un mondo tanto falso ed egoista, il falso e l’egoista hanno tanto successo.
Ciò non significa che lei si comporti sempre di conseguenza, lei è la persona con il più grande senso della famiglia che io abbia mai conosciuto. E tutto questo suo amore per la famiglia va al di là del famoso: “always and forever”. Lei è fatta così, ama i suoi fratelli come e, forse, anche più di se stessa.
Inoltre lei, al contrario di me, sa perdonare. Ha saputo perdonare Klaus quando l’ha “uccisa” e questo è stato un gesto molto nobile da parte sua. A volte mi sento così piccola vicino a lei …
Lei ha sopportato dolori ben più grandi dei miei. Ma lei ha anche la bellissima qualità di non giudicare gli altri perché lei per prima ne ha combinate tante. Il nostro può essere definito un tacito accordo, per cui ci raccontiamo le nostre vite senza mai giudicarci a vicenda. E questa è la stessa cosa che facciamo io e Damon.
Dunque non posso giudicarli per aver preso la scelta di andare a letto con il primo/ la prima che capita per dimenticare le loro pene d’amore. D’altronde, ognuno, ha il suo personale modo di reagire al dolore.
Mi fa, però, specie pensare che molti dei loro problemi, appunto d’amore, sono causati da S. Stefan. Certo che, per essere così Santo, ne combina proprio tante. Ma è meglio che per ora non ci pensi, fa troppo male.
“Che ne dici di questo?”
Mi mostra un vestitino bianco, molto carino non c’è che dire, ma decisamente non il mio stile.
“Magari qualcos’altro, eh?”
“Come vuoi.”
Usciamo dal negozio e ci avviamo verso un ennesimo.
Entriamo e, coincidenze della vita, incontriamo Elena e Caroline/Barbie.
Sento Rebekah sussurrare: “Oh, grandioso.”
“Se vuoi uscire non c’è problema per me.”
“Ma figurati! Al massimo sono loro che devono uscire!”
Ci comportiamo come se niente fosse e prendiamo un paio di vestiti per una, da poter provare.
“Lillian!”
Elena mi ha notata e mi ha salutata. Si avvicina e vedo Rebekah infastidirsi e indossare la maschera da stronza.
“Anche voi qui. Immagino stiate comprando i vestiti per stasera” Solita Carolina-vogliosaperetuttoquelochefai-Forbes.
“Ora che so che anche voi li comprate qui mi terrò a debita distanza.”
Vedo Caroline che sta per aprire bocca e controbattere all’affermazione/provocazione di Rebekah, ma Elena la precede.
“Non capisco perché tra di noi ci deve essere sempre questo muro …”
Rebekah la interrompe: “Oh Elena credimi, in confronto al mio, il muro di Berlino era una staccionata.”
“Rebekah andiamo.”
La prendo per l’avambraccio e la conduco verso l’uscita del negozio.
“Scusate ragazze. A stasera.”
“A stasera.”
Elena mi risponde rassegnandosi a stringere … non so come definire … amicizia? Con Rebekah.
“Rebekah, posso sapere perché le odi tanto?”
“Guarda che lo so che anche a te la Barbie non va giù”
Già. È vero. Caroline non mi sta tanto simpatica, però è una ragazza con tanta fiducia in se stessa e io la stimo per questo.
Comunque so perché odia tanto Elena, perché lei ha Stefan. Povera Rebekah, mi piacerebbe tanto  vederla felice.
Entriamo in un altro negozio, ma ormai Rebekah è incazzata e quindi non posso più contare sul suo aiuto. Lei ha naturalmente già trovato tutto.
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Mi guardo intorno e mi impegno a cercare qualcosa di carino.
Trovo un abito bustier niente male. È nero. Meglio così. Amo il nero. Io non lo vedo come un colore triste, anzi è superchic e supersexy, per lo meno, so che con Klaus ha sempre funzionato … Rebekah mi si avvicina con un paio di decollettè davvero carine:
“Che ne dici di abbinarci queste?”
Sapevo che era la mia migliore amica, ma ne ho la riconferma. È la migliore!
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Sono a casa.
Sono a casa con tutte le borse piene di vestiti che Rebekah mi ha fatto comprare.
Mi sento un po’ stanca, ma devo prepararmi per stasera perché se Nck ci sarà (e so che ci sarà) dovrò essere impeccabile.
Mi avvio verso il bagno e sento Damon rientrare.
Lo guardo fissare me, poi le mie borse, poi di nuovo me.
“Ci facciamo belle?”
Sorrido.
“Ci facciamo belle.”
Entro in bagno e mi faccio bella.
 
Quando esco sono le 19.00.
Sono in perfetto orario perché quello che ha organizzato Rebekah non è una vera e propria festa.
È una specie di aperitivo tra amici. Bhè, non proprio tra amici …
Stefan e Damon sono in salotto.
Scendo velocemente e rumorosamente le scale. In un modo non propriamente aggraziato.
Li vedo fissarmi.
“Bhè? Che c’è?”
“Niente. Sei carina.”
“Grazie Damon.”
Stefan è sulla porta, stava uscendo.
“I-io de-devo andare a prendere Elena, ci vediamo là.”
Damon gli fa cenno di sì con la testa, mentre io non lo degno di uno sguardo. Sarebbe bello se non ci dovessimo incontrare proprio.
Mentre lui esce io finisco di scendere le scale e prendo sotto braccio Damon.
“Spero che tu ti possa accontentare di me.”
“Oh sorellina, vedrai che vestita così non passerai la serata con me, te lo assicuro.”
“Damon, anche se volessi non potrei …”
“Cosa? Fare sesso con Klaus?”
Sorrido.
Si avvicina al mio orecchio e, sull’uscio della porta, mi sussurra: “Fregatene.”
“Grazie del consiglio, Damon.”
Fa spallucce: “Dovere di fratello maggiore.”
Saliamo in macchina e ci avviamo verso casa Mickaelson.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Dunque, anche questo capitolo non ha avuto grandi sviluppi. Abbiamo letto dei “preparativi” per la serata da Rebekah. Non ho molto da commentare, sarà nel prossimo che avremo finalmente un po’ di momenti hot tra Klaus e Lillian. Ma avremo anche un’inaspettata sorpresa, con l’arrivo di un nuovo personaggio molto importante nel resto della storia. Al prossimo capitolo, baci!
P.s: approfitto per pubblicizzare l’altra mia storia: “In the arms of the oceans”

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Capitolo 10
*** The Games You'd Play ***


Vedo le quattro coppie fisse ( Caroline/Tyler e Stefan/Elena ) chiacchierare.
 Appena entriamo si voltano verso di noi. Elena ci sorride, Tyler ci fa un cenno con la mano, Stefan abbassa il capo come saluto e Caroline mi scruta dalla testa ai piedi.
 
Vedo Rebekah in cima alle scale avvicinarsi/correre verso di noi.
“Lilly!”
“Ciao Rebekah”
 Mi abbraccia calorosamente e dopo essersi staccata da me, ci dirigiamo verso gli altri che sono già stati raggiunti da Damon.
“Ciao Lilly. Lui è Matt. Un nostro caro amico.”
Elena indica un ragazzo alto e biondo vicino a lei che io non avevo proprio notato:
“Piacere di conoscerti.”
Gli porgo la mano e lui me la stringe:
“Piacere mio.”
“Vedo che Bonnie non c’è.”
“Non è potuta venire.” Mi risponde secca Caroline.
 
“Buonasera principessa.”
Sento la sua voce riempirmi il cuore. Mi volto e lo vedo: è veramente bellissimo.
È vestito in un modo casual/chic ed è così sexy …
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Sposta la testa lateralmente e comincia a esaminarmi.
Adoro quel suo modo di guardarmi.
Lentamente si avvicina a me e a Rebekah, mi prende la mano e la bacia elegantemente.
“Oh Klaus, non ti si addice il ruolo da principe azzurro.”
Mi fissa negli occhi e non controbatte la frecciatina che gli ho lanciato, strano …
“Ti andrebbe di fare un giro della casa?”
Gli sorrido: “Volentieri.”
Lancio uno sguardo d’intesa a Rebekah e seguo a ruota Klaus.
Ci avviamo verso il corridoio vuoto. Mi chiedo dove siano Elijah e Kol. Ma in realtà non me ne importa niente.
 
Entriamo in una stanza. Questo lato della casa è veramente bello e particolare.
Mi guardo intorno e osservo attentamente la stanza dove mi trovo.
È fredda e buia. Ci sono dei quadri meravigliosi; su un tavolo ci sono dei disegni, sicuramente fatti da lui. D’altronde questa è la sua passione e io sono sempre stata uno dei suoi soggetti preferiti. Ricordo quando mi faceva dei ritratti mentre dormivo e al mio risveglio me li mostrava orgoglioso. Questo è il massimo livello di romanticismo che si può pretendere da lui. Ma a me va bene così perché nemmeno io sono una romanticona.
 
“Allora, che ne dici? Ti piace?”
“Sì, è molto vistosa … è da te.”
Mi gira intorno e va a prendere dello champagne dietro di me.
“Allora, credi che otterrai quello che vuoi con Elena?”
Voglio sapere quello che pensa. Voglio sapere il suo piano, ammesso che me lo dica.
Non mi risponde. Lo sento appoggiare i bicchieri sul tavolo e avvicinarsi a me.
Mi prende per i fianchi. Riesco a sentire il suo profumo.
Lascia scivolare la mano destra fin sotto al mio seno, infila la testa nell’incavo del mio collo e mi sussurra: “Io ottengo sempre quello che voglio, Lillian.”
Riporta la mano all’altezza dei miei fianchi e mi stringe ancora di più a se’.
Comincia a baciare ogni centimetro del mio collo e alterna baci a succhiotti.
“Nick … così mi lascerai i segni …”
“Meglio, così tutti sapranno che sei mia.”
“Sei troppo possessivo …”
Porta entrambi le mani all’altezza dei miei seni; passa quella destra all’interno della mia scollatura, mentre quella sinistra comincia a scendere fino al mio interno coscia.
“Nick … noi non possiamo … io non posso …”
“Sì che puoi …”
 
Lo sento staccarsi da me e penso per un attimo che abbia finito di torturarmi, fino a quando non mi tira giù la lampo del vestito. Lo lascia cadere a terra e mi ritrovo solo con il mio intimo in pizzo nero: cazzo! Perché l’ho messo, perché?!
“Wow! Tu mi vuoi uccidere!”
Oh no caro mio, sei tu che vuoi uccidermi!
Ricomincia a stringermi forte nella sua presa ferrea. Porta la mano nella mia culotte brasiliana, ma io lo sbatto contro il pavimento:
“Non lascerò che ti diverta solo tu!”
 
Mi posiziono a cavalcioni su di lui e comincio a sbottonarli la camicia.
Passo avidamente le mani sul suo petto e mi avvicino per mordicchiarli il labbro inferiore.
Tiro giù la lampo dei suoi jeans e riesco a sentire quanto mi vuole … quanto mi desidera …
Spingo il bacino verso di lui e questo mio gesto lo fa definitivamente impazzire.
Ribalta la situazione e passa le mani su ogni centimetro del mio corpo, si sta per togliere i pantaloni ed io il push-up quando la porta si spalanca.
 
Rebekah fa velocemente irruzione nella stanza. Klaus si alza imprecando, d’altronde lui odia essere interrotto.
“Cazzo Rebekah, non ti hanno insegnato a bussare?!” Le urla in faccia mentre si allaccia i pantaloni.
Io mi alzo dal pavimento e vado a recuperare il mio vestito.
“Elena è sparita!”
 
“Come sarebbe a dire Elena è sparita?!”
Oddio no! La mia Protetta è scomparsa!
“Non la troviamo più!”
Improvvisamente saltano tutte le luci.
 
Esco dalla stanza. Non riesco ad orientarmi tra tutti quei corridoi e per di più al buio. Giro l’angolo e vado a sbattere contro qualcuno.
“Lillian!”
“Stefan!”
“Elena è sparita!”
“Lo so. Dove sono gli altri?”
“Ci siamo sparpagliati per la casa per cercarla.”
“Pessima idea. Torniamo all’ingresso.”
Così facciamo.
 
Ci accorgiamo che anche gli altri hanno avuto la stessa idea di tornare all’ingresso. Rebekah e Klaus sono dietro di noi.
Improvvisamente torna la luce.
 
C’è una donna sconosciuta seduta sul divano, ma, quel che è peggio, è che ha preso in ostaggio Elena e la tiene stretta a sè puntandole un coltello alla gola.
 
Deve avere la mia età, ha dei lunghi capelli neri raccolti in uno chignon alto. È vestita interamente di nero e ha una carnagione molto chiara. Gli occhi sono della tonalità più scura che io abbia mai visto e, seppur seduta, noto che deve essere molto alta e snella.
Ci fissa attentamente con quegli occhi che mi ricordano quelli di un felino.
Mi rendo conto che non sta fissando tutti noi, solo una persona in particolare, e con voce cristallina e armonica ci fa capire chi:
“Ciao Klaus.”
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Non l’ho fatto tanto lungo, ma ne ho pubblicati due di fila, quindi è come se fosse uno unico. Dunque, Lilly e Klaus sono stati “interrotti” da Rebekah, ma non per un motivo futile. Elena è inizialmente sparita, ma poi è stata ritrovata non proprio in ottime condizioni … Chi sarà questa donna dagli occhi da gatto che minaccia la nostra Elena e che conosce Klaus?
Al prossimo capitolo, baci!
P.s: approfitto per pubblicizzare l’altra mia storia: “In the arms of the oceans”.

 

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Capitolo 11
*** capitolo 10 ***


“Ciao Klaus”
Queste parole mi gelano il sangue nelle vene; non solo per il tono di voce, ma anche per il modo in cui le ha dette.
“Ci conosciamo?”
Klaus sembra realmente sorpreso. Non sembra conoscerla.
“Oh, tu non puoi sapere chi sono io. Ma magari ti ricordi di mia sorella.”
Fa una breve pausa. Klaus sembra essere sorpreso quanto noi.
“Ann Stevenson”
Fa un ennesima pausa, più lunga della precedente, ma Klaus sembra essere sorpreso quanto noi.
“Era una Protettrice anche lei. Di preciso era suo compito proteggere Kathrine Petrova.”
Klaus sembra illuminarsi, deduco che abbia capito.
“Ora ricordi?”
“Sì, ricordo.”
“Bene. E ricordi come l’hai uccisa spietatamente?”
Già. Ha ragione lei. Tutte noi Sorelle conosciamo la storia di Ann (non sapevo si chiamasse Stevenson). È stata uccisa senza pietà. D’altronde era stato lo sfogo di Klaus dopo il fallimento del suo piano.
“è quello che faccio: uccido la gente.”
Ok. Questo discorso non sembra molto costruttivo. Meglio che intervenga, dopotutto ha in ostaggio la mia Protetta.
“Perché sei qui?”
“Vendetta, Lillian.”
“Ucciderlo non riporterà in vita tua sorella.”
“Ma quanta fedeltà! Sei preoccupata per la vita del tuo amato? Bhè non dovresti farlo. Lui non si farà tanti scrupoli a ucciderti.”
Che diavolo sta dicendo? E come si permette?! Lei non conosce ne’ me ne’ Klaus.
“Oh, perdonami, dimenticavo che Jenny ha il brutto vizio di non raccontare mai tutta la storia.”
“Di che cosa stai parlando?”
“Sei la Prescelta Lillian”
COSA?! No, non può essere la verità, Jenny non può avermi fatto questo.
“Stai bleffando!”
“Oh no Lillian, è la verità. So che fa male, ma è la verità.”
“No! Tu non sai un bel niente! Ne’ di me ne’ di Jenny!”
Comincio a piangere e a singhiozzare.
“La grande Lillian che piange. Cos’è, la fine del mondo?”
“Non mi sembra il momento di fare del sarcasmo.”
No Damon, non ti impicciare.
“E tu devi essere il maggiore dei fratelli Salvatore. La tua fama di dongiovanni è conosciuta in tutto il mondo dei non-morti, sai?”
Fa una breve pausa. Distoglie lo sguardo da Damon e lo riporta su di me.
“Chi pensi che sia il tuo Superiore, l’uomo ragno?”
“No ….”
“Oh sì, è Mickael in persona.”
Con gli occhi colmi di lacrime mi giro verso Klaus. Lui mi guarda stupito.
“Dunque, ora che conosci la profezia mi lascerai uccidere Klaus, giusto?”
Sento la risata cristallina di Rebekah riempire la stanza: “Non penserai davvero che riuscirai ad uccidere me e mio fratello, vero?”
“Oh Rebekah, la forza viene dalle persone care. Ucciderò tutte le persone a lui care, e il compito non sarà tanto arduo perché sono davvero poche. Comincia a dire addio alla tua cara Lillian.”
Ma che cazzo sta dicendo?
“Non puoi uccidere una Sorella. Men che meno la Prescelta, c’è la pena di morte.”
“La legge di Mickael vale solo per le Sorelle. Io non lo sono più. Hanno detto che ero troppo vendicativa e sanguinaria.”
Ah, fantastico! Una Cancellata! Non posso sperare nella sua coscienza di Sorella.
Sento dei rumori. E poi delle voci:
“Kol, quale sarebbe la grande emergenza?”
Bonnie. È qui. Grande!
“La senti questa voce?”
Sembra allarmata. Mi fa cenno di sì con la testa.
“è una Bennet. La dinastia di streghe. Ed è molto potente. Pensa al coraggio che ci vuole a frequentare un Originale. Vattene o ti ucciderà. E sai l’orribile morte che una strega può riservare.”
È molto spaventata. Ho dovuto pompare un po’ le cose. Innanzitutto lei non frequenta Kol e poi non è certo una delle migliori streghe!
Si sente improvvisamente una porta aprirsi. Ci voltiamo tutti verso la porta d’ingresso.
Entrano Kol e Bonnie.
Quando ci rivoltiamo verso il divano la donna non c’è più. Ha rilasciato Elena che ora è tra le braccia di Stefan.
Non ci ha rivelato il suo nome. Ma questo è l’ultimo dei miei problemi. Mi sento a pezzi. Non so se credere alle parole della ragazza oppure no. Ma se fosse la verità? No, non voglio nemmeno pensarci.
“Andiamo a casa Lilly.”
Damon sembra essere diventato improvvisamente protettivo.
Usciamo dalla casa senza neanche salutare. Non guardo nessuno, solo un puntino indefinito sul pavimento. Non posso correre il rischio di incontrare il suo sguardo. Fa già troppo male.
 
Arriviamo davanti al pensionato e senza dire una parola mi dirigo come un automa verso camera mia.
Mi sdraio sul letto e comincio a fissare il soffitto.
 
Non so quanto tempo sia passato esattamente, ma a un certo punto sento bussare.
Damon si affaccia alla porta: “C’è una visita per te.”
Una visita?
Spalanca la porta e Jenny entra in camera mia con passi corti e lenti.
“Per favore Damon, lasciaci sole.”
“Come vuoi.”
C’è un attimo di silenzio, ma poi Jenny comincia a parlare: “So che hai ricevuto una visita da parte di Diana.”
“La conosci?”
“L’abbiamo processata sei mesi fa. Il Consiglio ha deciso di cacciarla dalla sorellanza.”
C’è un’altra pausa.
“Perché?” Voglio sapere perché hanno scelto me, tra tutte perché me?
“Ci eravamo accorti subito che eri molto brava, seguivi gli ordini e le regole, ma sapevi prendere l’iniziativa quando necessario.”
“Perché non me l’hai detto?” Le lacrime ricominciano a scendere.
Si siede vicino a me e cerca di consolarmi. Già, forse ci doveva pensare prima di non dirmi praticamente nulla di quello che sarebbe stato il mio destino.
“Non potevo, Lillian. Cerca di capire, gli ordini sono gli ordini. Non potevo disubbidire a Mickael.”
“Allora è vero. Io rispondo agli ordini dell’uomo che vuole morto la persona che amo!”
O mio Dio! Non posso averlo detto davvero! No! Io non amo Klaus! Ho già tanti problemi di mio, non posso amarlo!
Jenny mi guarda con compassione: “Lilly, tu non dovresti …”
Sbotto definitivamente e scatto in piedi: “No! Sono stufa di sentirmi dire da te quello che devo o non devo fare! Questa è la mia vita!”
Anche lei alza la voce: “Ti ucciderà! Tu non vali niente per lui!”
Ricomincio a piangere disperatamente e questo provoca l’ulteriore disappunto da parte sua: “E non piangere come una bambina! Non essere debole!”
“Chi piange non è debole, è solo stato forte per troppo tempo.”
Questa voce ferma e calma non è la mia, è Stefan.
Lo guardo dritto negli occhi, vicino a lui c’è Damon che invita ad uscire Jenny: “Non mi sembra che la tua presenza sia gradita.”
Jenny esce senza farselo ripetere due volte e rimaniamo solo io e miei fratelli: “Non avevo bisogno del tuo aiuto!”
Per tutta risposta Stefan mi si avvicina e mi abbraccia. All’inizio lo respingo, ma poi mi lascio cullare dalle sue braccia.
Damon si siede sul letto e noi, sempre abbracciati, facciamo lo stesso. Mi ritrovo in mezzo a loro due, stretta dai loro abbracci. E per quegli istanti smetto di combattere perché tutta la mia vita è stata un grande combattimento ed ora sono stanca di lottare.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Dunque, Diana era una Cacciatrice ed era la sorella di Ann. Ann era la Protettrice di Kathrine, ma è stata uccisa da Klaus. Ora Diana cerca vendetta e ha intenzione di uccidere tutti gli affetti di Klaus per farlo soffrire. Diana dice a Lilly che lei è la Prescelta, ma nel capitolo non si capisce bene che cosa è la Prescelta. Il tutto si conclude con Lilly che abbraccia Stefan e Damon. Chi è esattamente la Prescelta? Quale sarà la scelta di Lilly riguardo il suo rapporto con Klaus? Deciderà di mettersi con lui o continuerà a seguire le regole della Sorellanza? Al prossimo capitolo, baci.
P.s: voglio rendere questa storia il più scorrevole possibile ed è per questo che farò accadere molte cose in un solo capitolo. Se avete consigli o critiche, non esitate a scrivere.
 

 

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Capitolo 12
*** capitolo 11 ***


Dopo un tempo indeterminato ci stacchiamo dal nostro abbraccio.
“Esco.”
Mi alzo in piedi e faccio come ho detto: esco. Ho bisogno di un po’ di aria fresca.
 
Sto camminando da non so quanto tempo e non riesco a non pensare a Klaus.
A Jenny  ho detto che lo amo. Ma era la verità? Cosa provo per lui? Non lo so. Non lo so davvero. Tanti sentimenti mi si accavallano insieme quando lo vedo. Ma questa sembra una situazione ripetitiva, perché anche con Stefan mi succede lo stesso. Prima l’ho abbracciato come fanno due fratelli complici e che si vogliono bene, ma tra noi due è tutto più complicato.
Mi ritornano alla mente le parole di Lexi: “Sei tu che rendi tutto complicato!”
Oh, come aveva ragione! Io ho sempre avuto la tendenza a rendere tutto complicato. O forse è sempre stata la mia scusa per giustificare a me stessa l’enorme presenza di problemi nella mia vita. Forse Lexi aveva ragione. Forse l’unica domanda che veramente mi dovrei porre è: “Cosa rende la mia vita tanto colma di problemi?”
La risposta sembra non tardare ad arrivare: “Io, o meglio il mio modo di affrontare i problemi.” Sì, perché è vero che ho sempre odiato mio padre, ma devo ammettere che ho ereditato da lui la sua abitudine a scappare dai problemi invece di risolverli. L’ho sempre fatto, dal giorno in cui me ne sono andata da Mystic Falls.
D’accordo, ammettendo che il vertice del problema sia questo, io come faccio a decidere tra Klaus (qualcosa di instabile. Considerando che non so cosa prova lui.) e la sorellanza (che mi è sempre stata vicino nei momenti bui della mia vita).
Bhè, se c’è una cosa che Lexi diceva sempre è che bisogna conoscere bene le opzioni e le conseguenze che ne comporterebbe la scelta, prima di prenderle.
Già, per lei era tutto facile. Ma lei era così. Brillava come il sole la mattina e brillava di luce propria. È la mia più grande nostalgia!
Oddio! Ci manca solo il ricordo di Lexi ad aggiungersi ai miei problemi! Meglio che torni a casa, forse là, penserò meno.
Prima di entrare, vedo parcheggiate sul vialetto tre macchine in più. A quanto pare abbiamo ospiti.
Entro lentamente in salotto e vedo Elena, Caroline, Matt e Bonnie. Sembrano curiosi, sembra che vogliano chiedermi qualcosa, comincia Elena:
“Ci chiedevamo che cosa fosse esattamente la Prescelta.”
Mi immaginavo una domanda di questo tipo. Inspiro profondamente e lancio un’occhiata a Damon.
“Sin dall’inizio, è sempre stata consuetudine scegliere tra noi Sorelle, una che ci rappresentasse. La Prescelta, appunto. È suo compito mantenere equilibrio tra il mondo dei vivi e il mondo dei non-morti. Deve evitare che l’uno prenda il sopravvento sull’altro. Alla morte di una Prescelta ne viene nominata un’altra. Fino alla fine del tempo sarà così.”
“è Mickael, vero? Il Fondatore?”
Bonnie sembra sapere molte cose. Io mi limito ad annuire.
“Perché Diana ha detto che Klaus non si farà tanti scrupoli ad ucciderti?”
La voce di Elena è calma e pacata, mi infonde sicurezza, e per questo vado fino in fondo:
“Perché secondo la profezia di Esther, tutte le Prescelte verranno uccise da Klaus.”
C’è un lungo momento di silenzio.
“Mi dispiace.”
Elena sembra davvero dispiaciuta. Annuisco. Mi volto verso Damon:
“Io vado in camera mia.”
Annuisce comprensivo.
Salgo lentamente le scale, come se ogni passo fosse un immenso sforzo. Arrivata in camera mi butto sul letto, ma non ho neanche la forza di piangere. Così mi addormento.
Non so per quanto abbia dormito. Decido di andare a prendere un po’ di Bourbon.
Scendo saltellando le scale, ora mi sento meglio.
All’improvviso si spalanca la porta d’ingresso. È Damon. Mi guarda esterrefatto.
“Che c’è? Sembra che tu abbia visto un fantasma.”
“Li-Lilly.”
Ma che cavolo ha? Cos’è, ha bevuto troppo?
“Come stai?”
Ma che domande fa?
“Come vuoi che stia? Male! La mia vita è un casino!”
“Stai male perché non sai se scegliere tra Klaus o la Sorellanza?”
“Se questa è la tua psicologia da quattro soldi, te la puoi anche risparmiare!”
Detto questo, torno in camera mia. Ora sono ancora incazzata! Ma che gli è preso?! Non è da lui comportarsi così!
Sento una porta aprirsi. Deve essere lui. Magari sta uscendo. Decido di aprire e concludere il secondo round. Mi fiondo verso di lui. Strano, sembra che sia appena tornato …
“E comunque, non mi sembra che tu sia messo molto meglio, visto che sei innamorato della ragazza di tuo fratello!”
Mi fissa. Sembra che un grande punto di domanda gli lampeggi sul viso.
“Cos’è, uno di quei momenti in cui tutti dicono quello che pensano?”
Mi sta prendendo in giro?
“Damon, non fare il finto tonto!”
In questo preciso istante entra uno Stefan infuriato ed un Elena sconvolta. Il primo tira un bel pungo a Damon.
“Ehi! Ma che cazzo fai!”  Gli urlo dietro cercando di calmarlo.
“Quante volte di devo ripetere di stare lontano da lei?”
“Stefan, cos’è successo?” Cerco di capire.
“Mi ha baciata, di nuovo!” Risponde Elena.
“Cosa! No! Ero al Grill! Non ci siamo neanche visti!”
Damon sembra davvero non capire. Stefan sembra credergli e anche Elena.
“Damon, ne sono certa, eri tu. Mi hai baciata.” Ora sembrano tutti un po’ più calmi.
“No Elena, come ho detto ero al Mystic Grill.”
“Non è che hai perso la memoria?”
Elena lo scruta dall’alto al basso come un medico analizza il proprio paziente.
“Ma che stai dicendo?!” Non sembra che Damon voglia prendere in considerazione l’idea.
“Allora avrai un doppelganger anche tu!” La mia è un semplice battuta. Ma sembra essere presa piuttosto sul serio dagli altri.
“Andiamo ragazzi, stavo scherzando.”
“Lilly, dobbiamo prendere in considerazione tutte le ipotesi.” Stefan sembra serio e preoccupato.
In effetti, il Damon con cui ho parlato prima era piuttosto strano. Comincio a preoccuparmi anch’io.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Dunque, andiamo con ordine: anche in questo capitolo capiamo che Lilly conosce Lexi (che io adoro); capiamo chi è la Prescelta e non si capisce che cosa stia succedendo a Damon. Avrà anche lui un clone? Ci sarà in ballo qualche strano incantesimo? E tra Lilly e Klaus? E Diana che fine ha fatto?
Tutto questo nel prossimo capitolo. Baci.

 
 
 
 
 
  
 
 
 
 

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Capitolo 13
*** capitolo 12 ***


“D’accordo, allora prendiamo in considerazione le ipotesi …”
 
Gli guardo dritti negli occhi, ma loro non sembrano guardare me, sembra che stiano guardando qualcosa dietro di me. E sembrano anche piuttosto sconcertati.
 
“Che c’è?”
 
Mi giro e quello che vedo mi lascia a bocca aperta come gli altri.
 
C’è un uomo identico a Damon, ma questo è inspiegabile. Prendo tutto il coraggio che ho e chiedo: “E t-tu c-chi sa-saresti?”
 
“Damon Salvatore” Ha anche la stessa identica voce di Damon.
Non riesco a trattenere una breve risata: “AH! Certo, questo lo sospettavamo.”
“C-come fai a essere identico a m-me?” Damon è riuscito finalmente a riprendersi.
“Io sono il Damon del futuro.”
Mi scappa un’altra breve risata: “AH! Sì, certo, come no?!”
“è la verità Lilly.”
Sembra serio e questo mi lascia ancora più esterrefatta.
“Che cosa vuoi?” Il tono di Stefan è risolutivo.
“Sono qui per avvertirvi.” Dicendolo guarda dritto negli occhi Stefan, proprio come fa il vero Damon.
“E di cosa?” Chiedo con un misto di fastidio ed ironia.
“Nel mio futuro … Diana ti ucciderà”
 
Sono incredula. E se una parte di me sa che non ho nessuna buona motivazioni per credergli, qualcosa mi dice che è la verità e una sola parola riesce a uscire dalla mia bocca: “C-cosa?”
 
Non faccio neanche in tempo a dirlo che il vero Damon gli è saltato addosso con un: “Come osi?”
Stefan lo segue e minacciosamente chiede: “Chi sei?”
Riacquisto la mia voce autoritaria: “Lasciatelo parlare!”
“Diana chiederà aiuto ai Volturi.”
 
Lo guardo sconvolta. Non può essere.
“E perché i Volturi dovrebbero dare aiuto a una Cancellata?”
“Perché Diana prometterà loro che trasformerà Elena. Un umana che sa della nostra esistenza.”
 
Guardo Elena, quasi per accertarmi che sia al sicuro.
“Ma Diana non vuole uccidere me. Vuole Nick.” Lo dico come se fosse una cosa ovvia che è stata trascurata.
“Sì, ma prima vuole farlo soffrire, come lui ha fatto soffrire lei strappandole la sorella.”
 
Il suo discorso non fa una piega.
 
Stefan fa subito una domanda di tipo pratico: “E noi che cosa dovremmo fare per proteggerla?”
“Non vorrai crederli?” Damon è sconvolto.
Il “Damon del futuro” sembra ignorarlo: “Dovrete andare dai Volturi prima di Diana.”
“E perché i Volturi dovrebbero ascoltarci?” Oltre a essere sconvolto, Damon è anche incazzato. Ma questa è la sua tipica reazione di quando si sente preso in giro.
“Oh infatti non ascolteranno voi, ma ascolteranno Klaus. Lui è il vampiro originale.”
 
Ci guardiamo tutti e tre in faccia.
“Ora se volete scusarmi, ma devo tornare a casa.” Detto questo il “Damon del futuro”  si allontana da Stefan e Damon (quello del presente).
Mi si avvicina: “Lilly, spero che tu rimanga in vita.”
 
Lo guardo negli occhi. Mi guarda negli occhi. In quel momento mi rendo conto che dice la verità. Non so dire che cos’è, ma quegli occhi identici ai miei che mi hanno sempre dato sicurezza, lo fanno anche ora. So che ha la verità. C’è un velo di malinconia in quegli occhi, come se avesse rivisto dopo tanto tempo il viso di una persona cara. Una persona deceduta.
Questo pensiero mi fa rabbrividire. Il solo pensiero della morte mi ha sempre lasciata senza parole. Mi chiedo come sarebbe.
 
La sua voce mi risveglia dai miei pensieri: “Elena, scusa se ti ho baciata, ma dovevo controllare in che tempo ero. Dovevo assicurarmi che fosse quello giusto.”
 
Che significa? Doveva controllare che tempo era … ma, Elena non ha mai baciato Damon. O comunque non come una consuetudine. Ma chissà, magari in futuro …
Sento la porta chiudersi. Damon è sempre arrabbiato, ma credo che sia più che altro angosciato. Insomma, trovare uno, in casa tua, che è identico a te e che ha interferito nella tua vita spacciandosi per te, deve essere terribile.
Ci guardiamo tutti negli occhi e ci sediamo sul divano.
Elena sembra sconvolta come tutti noi, ma ha una domanda da farci: “Chi sono i Volturi?”
Risponde Damon: “Aro, Marcus e Caius sono i capi di una famiglia di vampiri antica e potente chiamati Volturi, i quali risiedono a Volterra, in Italia.”
“E si alleerebbero con Diana perché …”
Riprende Stefan: “Fanno valere l’unica legge che vale tra i vampiri: tenere segreta la nostra esistenza agli umani … e tu sei umana …”
Elena sembra comprendere. In quel momento mi suona il cellulare: è Nick.
“Ciao Nick.” Lo dico con una voce stanca, perché è come mi sento in questo momento.
“Buon pomeriggio principessa. Cosa fai stasera?”
Oh no! Non vorrà invitarmi da lui?! Perché non lo potrei davvero sopportare. Sono così stanca …
“Perché?” Non so neanche perché abbia detto quella parola, ma mi è uscita senza pensarci, insieme a un lungo sospiro.
“”Spero che il sospiro fosse dovuto al fatto che stasera verrai a cena da me.”
“Cosa?! No, no, no. Klaus oggi sono troppo stanca, davvero non è il caso …”
Prima di poter finire la frase alzo lo sguardo e vedo Damon, Stefan e persino Elena farmi cenno di sì con la testa. Ora ricordo che lui è l’originale di cui abbiamo bisogno per parlare con i Volturi.
“D’accordo Nick, sarò da te alle 20.00” Mi lascio andare ad un altro profondo sospiro.
“Perfetto principessa.”
Spengo definitivamente il cellulare e guardo gli altri.
“Sapete che ora io dovrò andarmi a preparare?”
“è un grande sforzo?” Sarcasmo di Damon. Non ho nessuna voglia di risponderli. Ma prima di avviarmi in camera, devo precisare un punto fondamentale.
“Terrei comunque a precisare una cosa: se Klaus accetterà, lo farà solo per me … e si aspetterà qualcosa in cambio.”
Già. Sicuramente stasera dovrò fare appello a tutto il mio autocontrollo per non cedere alle sue “avances” ben spinte. Ma Elena sembra non capire: “Intendi che vorrà uccidermi?”
Damon le risponde volentieri con un sorrisetto sulla faccia: “Oh no Elena, credo che Lilly intendesse qualcosa di più carnale …”
Elena arrossisce, poi mi guarda e l’unica cosa che riesce a dire è un breve: “Oooh”.
Mi avvio su per le scale, ma circa a metà sento la voce di Damon: “Ma non credo che ti dispiacerà poi tanto, sorellina.”
 
Dopo essermi fatta una doccia, apro l’armadio. Non c’è molto adatto all’occasione, a parte il vestito che ho già messo per l’altra sera. Non mi sembra carino indossare lo stesso vestito. Guardo più attentamente ed il mio sguardo cade su un vestitino rosa che io trovo molto carino, ma che sicuramente sia per Damon che per Rebekah non sarebbe abbastanza sexy.
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Ma io non ho nessuna intenzione di riproporre la scena di ieri sera e, men che meno, di terminare con il gran finale …
Non sarebbe proprio il caso.
“No, proprio no!” Mi accorgo che l’ho detto ad alta voce, mentre stavo rimirando il mio vestito. In realtà sto solo cercando di fissare il concetto nella testa: “Niente sesso!”
 
Ho messo il vestito e mi sono truccata e con mia grande felicità noto che il vestito mi fa molto verginella alla prima comunione. Perfetto!
L’unico problema è che lascia scoperte le gambe, ma vabbè!
Scendo le scale e mi trovo Damon davanti che sogghigna: “Ah Lilly … si vede che non conosci noi maschi! Ti sei scelta un vestito che mette ben in risalto il seno, i fianchi e le gambe. Inoltre a noi maschi piacciono i vestiti che coprono stile “vedo/non vedo. Ah! E per tua informazione, tu saresti sexy anche vestita da suora.”
Mi ha sconvolta. Tutte le mie convinzioni sono andate in fumo! E ha denti stretti sussurro: “Guastafeste!”
Lui però mi ha sentita: “Bhè Lilly, cosa pensavi? Una che fa perdere la testa a Klaus doveva per forza essere supersexy, no? E poi sei o non sei mia sorella?”
Esco di casa sbattendo rumorosamente la porta, ma riesco ugualmente a sentirlo ridacchiare.
Mi sento chiamare da lui e vedo che si è affacciato alla finestra: “Ah, Lilly? Se non torni a dormire a casa, ti avviso che ho già prenotato un volo per Londra e poi per Pisa, per domani alle 13.00, ok?”
“Ma Damon! E se non riesco a convincere Nick?”
“Non c’è quell’opzione!”
Ah! Fantastico!
Sul viale c’è Stefan che sta rientrando dopo aver accompagnato Elena: “Ciao Lilly. Sei splendida! Comunque cerca di ottenere quello che vogliamo da Klaus.”
“Sì Stefan, sì! E comunque tu non sei il mio capo, ok?!”
“D’accordo, scusa, sono solo preoccupato per te.”
Me ne vado velocemente. Salgo in macchina e mi avvio verso casa Mickaelson.
 
Suono al campanello e un brillante Klaus viene ad aprirmi: “Ciao Nick.” Lo dico come se fossimo ad un funerale.
“Buonasera …”
Mi prende la mano, se la porta alla bocca e dopo averla baciata, finisce la frase: “… principessa.”
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Mi è piaciuto molto scrivere questo capitolo e spero che anche a voi sia piaciuto (leggerlo). Premetto che il “Damon del futuro” è un personaggio che comparirà molto più avanti dove avrà un ruolo più determinante. Mi è servito anticiparvelo in questo capitolo, quindi scusate se non si è saputo molto di lui. Come avete potuto leggere, ho messo anche i Volturi, ma (per ora) saranno gli unici personaggi di “The Twilight Saga” a comparire (tenete a mente quel “per ora”). Mi sono divertita a scrivere di una Lilly, che al contrario di tutte le altre ragazze del mondo, non vuole sembrare appariscente e non vuole per niente “stuzzicare”, non so se mi spiego …
Anche il prossimo capitolo sarà divertente. Cosa accadrà a casa Mickaelson? Lilly riuscirà a resistere al fascino del nostro (e suo) amato originale?
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 14
*** capitolo 13 ***


“Buonasera principessa.” Prima o poi dovrò scoprire perché mi chiama sempre così. Lo ha fatto sin dalla prima volta in cui siamo andati a letto insieme.
Con un movimento fluido mi prende a braccetto senza mai lasciarmi la mano.
Mi rendo conto che anche solo questa minima vicinanza mi fa eccitare.
“Dunque, dove ceniamo?”
Lo dico con il mio solito tono scortese e da stronza, tipo Rebekah.
Lui, però, mi sorride. Lui ha sempre reazioni opposte a quelle comuni.
“Impaziente”
“Nick, io sono qui per parlarti di una cosa seria e per nessun altro fine.”
“Come vuoi.”
Mi porta in veranda dove c’è un tavolo davvero carino apparecchiato a lume di candela.
Ci sediamo uno davanti all’altra.
“Dunque, di che cosa volevi parlarmi di tanto serio?”
“Bene, oggi abbiamo ricevuto una visita alquanto sospetta. Si è presentato in casa un uomo identico a Damon che diceva di essere arrivato dal futuro.”
Mi guarda inespressivo.
“E che cosa voleva quest’uomo identico a Damon che diceva di essere arrivato dal futuro?”
Ho la vaga sensazione che lui non mi creda.
“Non sono pazza, Nick.”
“Non lo mai pensato.” Ora è serio.
“Comunque, quest’uomo diceva di volerci mettere in guardia, poiché, secondo lui, nel futuro Diana mi ucciderà.”
Per un attimo mi sembra di leggere un velo di preoccupazione sul suo volto, ma continua a fissarmi inespressivo senza dire niente.
“Dunque, per impedirlo, è necessario che tu parli con i Volturi e che li persuada a non allearsi con Diana.”
“Dunque tu mi sta chiedendo di fare un romantico viaggio in Italia, io e te da soli.”
Cominciamo bene.
“No, Klaus. Ti sto chiedendo di venire a Volterra da un gruppo di vampiri psicopatici con manie di persecuzione con me e Damon.”
È infastidito.
“Verrà anche Damon?”
“Verrà anche Damon.” Dico orgogliosa.
“Quindi domani verrai all’aeroporto?”
Non mi risponde, ma allunga la sua mano, che è sul tavolo, e prende la mia, anch’essa sul tavolo. Le accarezza il dorso e poi il palmo.
Mentre guardo le nostre mani intrecciate, mi escono delle parole che non dovrei dire: “Sai, forse, dovresti lasciare che Diana mi uccida, così sarebbe più facile. Almeno non morirei per mano tua.”
Non era assolutamente mia intenzione ferirlo. Ma stavo riflettendo e il contatto con lui mi ha mandata in tilt.
Lo vedo alzare lentamente la testa.
“Lilly, io non ti ucciderei mai.”
Oh, ma perché non capisce! Se la profezia dice così, sarà così o no?! Ma chi si crede di essere? Solo perché è il vampiro più malvagio dell’universo non significa che sia anche onnipotente!
Sbotto definitivamente: “Nick, è la profezia!” Glielo urlo letteralmente in faccia.
Si alza bruscamente in piedi e se ne va. Io lo seguo.
Saliamo le scale. Entriamo in una stanza, sicuramente camera sua.
“Nick, tu sei il vampiro più malvagio che esista, non possiamo fidarci di te!”
È ferito. Lo vedo. Io ho ferito l’unica persona al mondo che amo con tutto il cuore. È imperdonabile. Lo è davvero.
Alza lo sguardo e i nostri occhi chiari si incrociano. Non ce la faccio …
Corro verso di lui, lo sbatto contro il muro e lo bacio con passione.
Sento la sua lingua chiedere il permesso per entrare e io glielo concedo immediatamente.
Tira giù la lampo del mio vestito e lo lascia cadere a terra. Rimango con il mio intimo lavorato a maglia che avevo indossato nella speranza di non eccitarlo …
Inverte le posizioni e sento il suo corpo schiacciato sul mio.
La mano destra afferra una coscia.
Lo sbatto velocemente sul letto e comincio a sbottonarli la camicia.  Divarico bene le gambe e spingo il bacino verso la sua intimità e gli lascio piccoli succhiotti sul collo. Scendo baciandoli dolcemente il petto.
Appena rallento il ritmo, lui ne approfitta per scambiare le posizioni.
Si posiziona tra le mie gambe e, sempre con la mano destra, mi accarezza la coscia, mentre la sinistra esercita una presa ferrea sul mio seno.
Mi slaccia il push up e lo lancia da qualche parte nella stanza.
Appoggia le mani sul letto e affonda la lingua nei miei seni.
Noto che lui indossa ancora la camicia, ma se ne libera subito.
Mentre si sta ancora dedicando ai miei seni, io gli abbasso la cerniera dei pantaloni e lui gli toglie immediatamente.
Si china nuovamente verso di me ed io gli allaccio le braccia intorno al collo.
Mentre mi bacia con foga, mi toglie le culotte rosa e in un attimo lo sento dentro di me.
Solito impaziente ...
Le sue forti e veloci spinte invadono tutto il mio corpo.
Mi sento piena, completa …
Giunti alla fine si sdraia di fianco a me con il respiro affannato che ho anche io.
Lo sento sghignazzare e mi giro verso di lui: “E tu che ti eri vestita come un adolescente per non eccitarmi.”
Sorrido. Mi conosce davvero bene, ma non riesce a capire il motivo per cui noi non possiamo avere una relazione.
Mi alzo e comincio a recuperare per la stanza tutti i miei vestiti.
Lui mi guarda con aria interrogativa: “Che stai facendo?”
“Mi rivesto.” Gli rispondo mentre allaccio il reggiseno.
“è notte fonda Lilly. Puoi dormire qui.”
Tiro su la lampo del vestito e mi giro verso di lui. È ancora nudo, completamente nudo. È bellissimo.
Non posso dirli un’altra volta che noi non possiamo … che io non posso. Gli farei troppo male.
“Buonanotte Nick.”
È arrabbiato e non mi saluta.
Esco da quella casa e mi dirigo nelle buie e vuote strade di Mystic Falls.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Dunque, Lily è andata a casa di Nick e gli ha chiesto di andare con lei e Damon dai Volturi e … bhè, poi ci sono stati svolgimenti. Vorrei, però, soffermarmi, sulla reazione finale di Lilly che è stata quella di scappare, perché lei non può … qua e là.
Nick accetterà di andare a Volterra? Cosa accadrà là con i Volturi? E durante il viaggio?
 
 
 
 

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Capitolo 15
*** capitolo 14 ***


Arrivo al pensionato. Per fortuna non c’è nessuno.
Salgo in camera mia e tolgo quei vestiti che sanno di lui.
Faccio una doccia per togliermi la sensazione delle sue mani sulle mie cosce, della sua lingua tra i miei seni, di lui dentro di me …
Spengo il getto della doccia violentemente e tiro un pugno contro la parete.
Ma perché? Cazzo! Cazzo! Cazzo!
Esco dal bagno avvolta in un asciugamano.
Entro in camera mia e mi butto sul letto.
Sento una porta aprirsi: è Damon.
“Non è andata bene?”
Faccio cenno di no con la testa.
“Tra me e lui non ci potrà mai essere niente di serio. Gli ho detto le stesse identiche cose che gli ho detto la prima volta che ci siamo lasciati nel ’95.”
“Non piangi?”
“Credo che io abbia esaurito lì tutte le mie lacrime. Dio! Non gli dirò mai quante lacrime ho versato quel giorno! ”
Lo sento andarsene e chiudere la porta.
 
Deve essere più o meno mezzogiorno.
È necessario che io prepari la valigia per il viaggio.
Il solo pensiero che devo andare a Volterra con lui mi fa stare male.
Metto dentro tutti  i vestiti, che non sono poi molti.
Infilo un paio di jeans modello hara-kiri e una t.shirt con ideogrammi orientali comprata in Giappone.
 
Dopo non so quanto tempo sento la porta aprirsi: è Damon.
“Sei pronta?”
“Devo farlo.”
Prendo la mia valigia, usciamo di casa e ci avviamo verso l’aeroporto di Atlanta. Nick ci raggiungerà là.
 
Siamo all’aeroporto, ma Nick non si vede. Per un attimo (anche due attimi) penso che lui non verrà perché sarebbe proprio da lui.
A un certo punto, lo vedo. È così bello. Si distingue da tutta la folla di persone intorno a lui.
Si avvicina a noi. Mi guarda e senza staccarmi gli occhi di dosso, ci ordina: “Facciamo il chek-in”
 
Abbiamo fatto il chek-in e ci siamo imbarcati.
Nick ha continuato a guardarmi tutto il tempo e io ho le farfalle nello stomaco.
Vorrei correrli incontro e dirli che lo amo, ma ho già fatto e detto cose fin troppo incoerenti negli ultimi giorni.
Sono seduta vicino al finestrino con Damon di fianco.
Lui è dietro di me e sento i suoi occhi addosso.
Devo assolutamente tenere a mente gli ordini che mi sono stati assegnati dalla Sorellanza.
Ricordo che durante la seconda guerra mondiale anche noi Sorelle avevamo dovuto combattere contro alcuni vampiri con troppa mania di protagonismo. Avevamo imparato ad utilizzare le bombe.
E ricordo che fu proprio in quella circostanza che Jenny mi fece comprendere di non poter prendere iniziative personali, ma di dover sottostare agli ordini.
Ricordo perfettamente le sue parole: “Lllian, pensa al sistema di puntamento Norden delle bombe …”
“Sì?”
“Bene, prima dell’incursione, vanno inserite delle informazioni in quel congegno delicato, vero?”
“Sì. Dobbiamo registrare da quale altezza lanceremo le bombe, il peso delle bombe, la velocità dell’aereo al momento del lancio …”
“Esattamente, e tutti questi elementi sono inseriti nell’apparecchiatura prima che raggiungiate l’obiettivo, giusto?”
“Sì”
Bene, io ti programmerò esattamente come tu programmi il tuo bombardiere: in futuro le tue azioni saranno automatiche come quelle del Norden, in qualunque situazione ti troverai. Ora capisci?”
Annuì.
Era stato difficile per me da accettare, ma alla fine ce l’avevo fatta.
Ero diventata un’eccellente Cacciatrice e rendevo onore alla Sorellanza.
Ne ero fiera.
Ma ora le mie certezze sembrano svanite.
L’unica cosa che voglio è Klaus.
 
 
Siamo sbarcati a Londra, poi a Pisa.
Abbiamo preso un taxi, ed ora siamo a Volterra.
Sono un po’ agitata al pensiero di conoscere i Volturi.
Con ciò non voglio assolutamente dire di avere paura. Non mi è stata insegnata la paura.
Più che agitazione, la definirei curiosità.
Ho sentito tante storie su di loro, ma non gli ho mai conosciuti di persona.
Sono particolarmente curiosa di fare la conoscenza di Jane.
Ho sentito tanto parlare di quella ragazzina dall’aspetto quasi angelico, ma dal carattere davvero forte e anche malvagio.
So che Klaus li conosce.
Loro hanno paura solo di lui.
Non direi della famiglia in generale, ma solo di Nick.
Tutto questo, va naturalmente a favore della mia causa.
 
Entriamo nella hall dell’hotel prenotato da Damon.
Mi chiedo perché l’abbia prenotato, ma Damon è cambiato tanto ultimamente.
Sarà tutto merito della piccola Petrova?
Sì, assolutamente sì.
 
Mi guardo intorno, l’hotel è davvero bello. Si chiama: Park Le Fonti.
 
Prendo la chiave della mia stanza che Damon mi porge.
 
Mentre ci dirigiamo verso le stanze continuo ad ammirare il posto, anche per non incontrare lo sguardo di Klaus che non ha mai smesso di fissarmi.
 
Prima di entrare nelle nostre rispettive stanza, Damon ci avvisa: “Ci vediamo tra due ore alla hall. Non possiamo perdere tempo.”
È molto protettivo e sta prendendo sul serio la faccenda della mia possibile morte per mano di Diana e da questo deduco che abbia creduto alle parole del “Damon del futuro”.
 
La mia stanza è carina, luminosa: fa tanto italiano.
 

 
Mi sdraio sul letto giallo e penso all’incontro che mi aspetta.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! So che starete pensando a quanto questo capitolo faccia schifo, ma non avevo proprio l’ispirazione per descrivere questa parte del viaggio.
Non mi viene in mente nient’altro da scrivere.
Mi raccomando soltanto di seguire il prossimo capitolo perché avremo l’ “incontro” e la “confessione” o “dichiarazione”.
L’ “incontro” sarà quello con i Volturi, mentre la “dichiarazione” … Fantasticate pure.
Al prossimo capitolo, baci.

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Capitolo 16
*** Lilly, ti presento i Volturi ***


Le due ore che Damon ci ha “concesso” per sistemarci nelle nostre camere scorrono velocemente.
Per andare dai Volturi non so davvero cosa mettere.
Opto per un abito con collo alla coreana e bottoni laterali.
È elegante, farò una buona impressione.
 
Scendo nella hall e trovo Damon e Klaus ad aspettarmi.
“Pronta?” Mi chiede Damon.
“Io sì, tu?”
Mi sorride con il suo solito ghigno.
“Bene, andiamo” Klaus sembra quasi infastidito, vabbè a me non deve fregare.
 
Ci avviamo verso la macchina e ci dirigiamo verso la “destinazione”.
 
Siamo entrati.
Mi ritrovo Nick a sinistra e Damon a destra.
Io in mezzo.
Appena entriamo c’è una ragazza che ci “accoglie”.
È giovane. Non avrà più di 16 anni e, naturalmente, è un vampiro.
Ha dei bellissimi capelli biondo chiaro raccolti in uno chignon perfetto.
Indossa un lungo mantello nero con cappuccio.
“Klaus.”
La sua voce è indagatoria.
“Jane.”
Oh… Dunque lei è Jane … la vampira che tutte le Sorelle temono.
Lei è in grado di infliggere il dolore, ma noi, se siamo state preparate bene, siamo in grado di estraniarlo e di non sentirlo.
La vedo distogliere lo sguardo da Klaus e spostarlo su di me.
“Vedo che hai portato qualcuno con te.”
“Non sono qui per fare due chiacchiere con te, Jane. Devo vedere Aro.”
Jane non sposta lo sguardo su Nick, ma continua a guardarmi.
Sento una fitta di dolore percorrermi la schiene e istintivamente mi appoggio al braccio di Nick.
Capisco che Jane mi sta infliggendo dolore, ma io posso respingerlo, lo posso fare.
Lo lascio penetrare dentro di me con un respiro profondo e poi lo rilascio.
Come previsto il dolore è sparito e ho lasciato Jane di stucco.
“Sei una Cacciatrice …”
La vedo spostare lo sguardo su Damon.
“Non ho mai amato le Cacciatrici …”
Damon si inginocchia a terra lanciando delle urla che risuonano nella stanza.
Mi avvicino a lui, sono preoccupata. Non posso vederlo soffrire.
Raggiungo velocemente Jane e la sbatto contro la parete.
“Smettila immediatamente”
Damon smette di gridare e io allento la presa su Jane.
“Andiamo Lilly, lei non vale niente.”
Ha ragione Klaus e per questo la libero definitivamente dalla mia stretta presa.
“Ora, se cortesemente ci porti da Aro …”
Nick è impaziente e Jane non se lo lascia ripetere due volte.
Si volta e noi la seguiamo.
Ci fa scendere delle buie scale e ci porta davanti a due enormi porte.
Le apre e ci ritroviamo in una grande stanza, totalmente al buio.
Ci sono tre uomini davanti a noi, seduti su delle specie di troni.
Sembrano tutti sorpresi di vederci.
L’uomo seduto al centro incomincia a parlare: “Nicklaus, come mai a Volterra?”
“Aro … speravo che tu potessi aiutarmi …”
“Se posso, ne sarei lieto.”
Scende dal “trono” su cui era seduto e si avvicina a noi.
“C’è una Cancellata che verrà a chiedere il tuo aiuto per eliminarmi. Il suo piano sarà quello di uccidere tutte le persone a me care.”
“Non sapevo che il grande Nicklaus avesse delle persone care …”
“Non interrompermi.”
Lo dice minacciosamente, digrignando i denti.
“Sappi, Aro, che se stringerai alleanza con quella donna e oserai aiutarla nel suo intento e questo provocherà la morte delle poche persone che amo …”
Comincia ad alzare la voce, non distogliendo neanche per un attimo lo sguardo dagli occhi di Aro: “Io ti riterrò il diretto responsabile! E ti verrò a cercare …”
Aro sembra piuttosto impaurito e anche gli altri due uomini ancora seduti lo sono.
Si guardano per alcuni istanti, con aria di sfida, ma poi Aro abbassa lo sguardo per poi portarlo su di me.
China la testa lateralmente, quasi per ammirarmi meglio. Alla fine mi sorride in un modo che mi fa venire  i brividi.
“A quanto pare hai portato qualcuno con te.”
Mi si avvicina e mi porge la mano. La guardo, ma non gli porgo la mia.
“Lilly, ti presento Aro”.
Guardo Nick e poi torno a guardare l’uomo davanti a me.
Non avendo una reazione da parte mia, prende lui stesso la mia mano, con un “Posso?” molto gentile.
Ora la mia mano è  tra le sue. Mi guarda negli occhi e io cerco di non farmi “leggere” da lui.
Ma io non sono stata addestrata per questo e in un attimo mi deconcentro pensando a Klaus.
“Vedo un sentimento profondo verso di lui …”
Continua a guardarmi: “ … come puoi amare un uomo tanto malvagio che non si è mai fatto scrupoli nell’uccidere tante vite umane?”
Già, come se non fosse la domanda che mi perseguita da quel fottuto 1995 …
Nick sogghigna e io ritraggo la mano.
“Qual è il tuo nome?”
Gli rispondo senza indugi, indugiare è sinonimo di paura: “Lillian Salvatore”
“Sei molto bella, Lillian. Hai degli occhi meravigliosi.”
Ma che fa, ci prova?
“Mi piacerebbe molto avere modo di conoscerti più a fondo …”
Sto per aprire bocca, ma Nick mi precede. “Spiacente, ma è mia”.
Ecco che ricomincia a fare il possessivo …
“Oh, non l’avevo intuito …”
Perché qualcosa mi dice che l’aveva intuito eccome?
“Noi ora dobbiamo andare.”
È meglio concludere tutto qui.
Aro mi riprende la mano e la bacia: “è stato un vero piacere conoscerti, Lillian Salvatore.”
Nick mi prende per i fianchi: “Mi raccomando Aro. Io ti tengo d’occhio … sempre.”
Sempre tenendomi stretta per i fianchi, si gira e ripercorriamo la strada fatta precedentemente, senza che lui si stacchi mai da me.
Una volta usciti alla luce del sole, mi stacco da lui: “Era necessario?”
Nick non mi risponde e sale in macchina.
 
Siamo tornati in hotel.
Al posto di dirigermi verso camera mia, seguo Nick nella sua.
Devo ringraziarlo.
Entro e chiudo la porta.
“Ti volevo solo ringraziare per quello che hai fatto.”
“Sai Lilly, dovresti smetterla di parlare, e cominciare a fare dei gesti più concreti.”
In quel momento mi prende e mi sbatte dolcemente contro il muro.
Sento il suo alito inebriarmi il cuore, entrare giù nell’anima …
Le sue mani, però, interrompono questo magico momento e cominciano a passare in ogni centimetro del mio corpo.
Lo stacco da me: “Nick!”
“Ma perché non capisci?! Tu sei malvagio Klaus, noi non possiamo fidarci di te! Sei un essere spregevole! Tra me e te non c’è mai stato,e mai ci sarà nulla! Abbiamo passato dei bei momenti, ma rimarranno solo una favola! E noi non crediamo nelle favole …”
Detto questo, esco sbattendo la porta.
 
Sono sdraiata sul mio letto da due ore, ormai.
Non faccio altro che pensare a quanto le mie parole abbiano potuto fare male a Nick.
Ora, però, devo alzarmi, perché dobbiamo raggiungere l’aeroporto di Pisa.
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti! Abbiamo avuto l’”incontro” come vi avevo detto, ma per quanto riguarda la “dichiarazione” immagino che non sarà stata tra le vostre supposizioni. Quindi chiedo umilmente perdono, ma non volevo anticipare troppo le cose … In fondo siamo solo al capitolo 15 …
Che cosa succederà a Pisa? Quale sarà la reazione di Klaus a questa rottura definitiva?

 

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Capitolo 17
*** capitolo 16 ***


Siamo a Pisa e, come sta succedendo ormai troppo spesso, abbiamo fatto anche questo viaggio in macchina in totale silenzio.
 
Siamo in aeroporto e Damon è andato al bar, così siamo solo io e Nick.
 
Non riesco a reggere la tensione che c’è tra noi e le parole mi escono da sole: “Ascolta Nick, mi spiace di essere stata forse un po’ brusca prima, ma …”
 
“Lilly, non c’è problema. Insomma, ci siamo solo divertiti, no? È stato bello, ma figurati se me ne è importato qualcosa. Ti stai sopravvalutando troppo. Tu per me non vali niente.”
 
Non ho parole.
Non ho parole per esprimere il dolore che mi sta lacerando il cuore in questo momento.
Vorrei fare come ho fatto prima con Jane, quando sono riuscita a respingerlo, ma non riesco.
 
Sento Damon tornare.
Sento la sua voce dire che dobbiamo imbarcarci e io seguo le sue indicazioni.
Mi muovo come un automa, mantenendo lo sguardo fisso sul pavimento.
Mi sento come se la mia linfa vitale si fosse prosciugata dopo le parole di Klaus.
 
 
Seduta al mio posto sull’aereo non penso.
Faccio passare e ripassare le parole di Nick, senza riflettere.
 
 
Una volta arrivati a Londra faccio la stessa cosa.
Continuo a non pensare.
Continuo a ricordare e basta.
Quelle parole mi hanno letteralmente uccisa.
 
Le voci delle persone intorno a me sono ovattate.
Arrivati al The Cadogan Hotel non faccio altro che prendere le chiavi della mia stanza e dirigermi verso di essa.
 
Entro nella stanza e mi butto sul letto.
Gli occhi, che prima credevo vuoti come ogni parte del mio corpo, si riempiono di lacrime che cominciano  a scendere velocemente sul mio viso.
 
Dopo poco mi addormento, con il dolore in gola.
 
 
Sono le 8.00 e io mi sento finalmente un po’ più viva.
Riesco a riflettere su quelle parole, anche se l’unica cosa che riesco a leggere è: rabbia.
 
Tanta rabbia nei miei confronti.
E lo comprendo, ma non si poteva fare altrimenti.
Ho dovuto farlo.
 
Mi preparo velocemente e in breve sono pronta.
Sento bussare e Damon si affaccia alla porta: “Ehi.”
Gli rispondo con lo stesso “Ehi”.
“Tra te e Nick …”
Gli faccio cenno di no con la testa.
“Comunque, ora dobbiamo andare, Klaus non è ancora uscito …”
“Lo chiamo io.”
Perché l’ho detto?
Sarà il mio solito spirito autolesionista …
“Sicura?”
Faccio cenno di sì con la testa.
“Ok.”
 
Esce dalla porta ed io lo seguo.
Raggiungo la camera di Nick che è davanti alla mia.
Busso.
 
Mi viene ad aprire con un solo asciugamano a coprirlo.
Deve essere appena uscito dalla doccia.
 
“Nick, noi dobbiamo andare …”
“Oh … io non torno a Mystic Falls”
“C-cosa?”
 
Non può essere!
“Hai capito bene … Rimango qui. Ho rivisto delle vecchie conoscenze e …”
“NO! Come, come faremo … come faranno Elijah, Rebekah …”
“Oh, se la caveranno anche senza di me …”
“Nick, tu non … tu non puoi rimanere qui, capisci?”
“Oh su Lilly, sono sicuro che non ti mancherò.”
Mi fa un sorriso falsissimo.
 
“Immagino chesia piùfacile restare qui che combattere per quello che vuoi veramente.
Mi guarda arrabbiato, tanto arrabbiato.
 
“ Se vuoi scusarmi …”
Mi chiude la porta in faccia ed io rimango basita.
Mi sento a pezzi.
 
Ricorro a tutta la mia forza d’animo per scendere giù alla hall e per raggiungere Damon fuori dall’hotel.
Mi guarda stupefatto: “Dov’è Klaus?”
“Lui non viene.”
La mia voce è priva di qualunque possibile tono.
 
“Come sarebbe a dire che lui non viene?!”
Salgo in macchina senza rispondere.
Quando Damon  mi raggiunge lo vedo più tranquillo, deve aver capito che cosa è successo.
 
 
Siamo sull’aereo.
Guardo fuori dal finestrino e ripenso a quanto lo ami.
Non avevo pensato a questo sentimento mentre gli dicevo tutte quelle cattiverie.
È davvero tutta colpa mia.
A questo pensiero una lacrima riga il mio viso: “Devo smetterla di essere così dannatamente emotiva su tutto.”
Mi accorgo di averlo detto ad alta voce e quindi Damon si è accorto di me e della mia lacrima.
Mi guarda.
 
“Non lo voglio rivedere mai più.”
Sento la mia tristezza tramutarsi in rabbia e ora mi sento incazzata nera con lui.
Mi sento incazzata perché lui ha abbattuto le mie difese e mi ha fatta sentire male.
 
“Ti giuro, Damon, che questa era l’ultima volta! Non penserò mai più a lui e mai più lo rivedrò!”
Continua a guardarmi, ha un’espressione dura.
 
Non riesco a leggere quei profondi occhi blu, ma le parole li escono poco dopo: “Non puoi decidere con un addio di non vedere più una persona, perché ti verrà a cercare nei sogni, o cosa peggiore, nei ricordi.”*
 
A questa frase mi ritorna il groppo in gola e mi rendo conto di quanto le mie parole non avessero senso.
Non ce la farò mai a dimenticarlo.
 
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
Ciao a tutte!
 Dunque, Klaus è rimasto a Londra.
Bhè, è la sua scelta. D’accordo.
Questo è quello che dovrebbe pensare Lilly, ma come sappiamo lei lo ama e magari vi è capitato di sapere che una certa persona andrebbe allontanata dalla vostra vita, ma non ce la fate perché lo amate … a me è capitato …
Comunque, visto che nella mia storia personale mi sarebbe piaciuto che fosse andata avanti … in questa lui tornerà …
* frase non mia, ma presa da Facebook
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 

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Capitolo 18
*** capitolo 17 ***


Sono tornata da cinque giorni e sono passati cinque giorni dall’ultima volta che ho visto Nick.
 
Al solo suo pensiero, sento un brivido di freddo.
 
Non mi ha più cercata.
 
Appena sono tornata Stefan mi ha chiesto dov’era Nick e così hanno fatto anche Rebekah ed Elena.
È solo che, in questo modo, scavano dentro la ferita che c’è in me e che sembra non volersi cicatrizzare.
 
Ogni sera Damon cerca di ascoltarmi se mi voglio sfogare e mi dice che non vale la pena di piangere ed essere tristi, ma io gli rispondo in malo modo e lo caccio dalla stanza.
Vorrei solamente poterlo distruggere.
Dio! Quanto è ingiusta la vita!
 
Ripenso alla volta in cui mi aveva promesso che non mi avrebbe mai lasciata …
 
 
Sono sdraiata sul divano, con gli occhi fissi sul caminetto.
Damon è seduto poco distante da me e sta leggendo.
Mi lancia sguardi furtivi per “controllare che io stia bene”, così dice.
 
Improvvisamente sento la porta spalancarsi e non faccio in tempo ad alzare lo sguardo che Rebekah ha già fatto irruzione nella stanza.
 
Sembra dover dire qualcosa di davvero importante.
 
Io e Damon la squadriamo da capo a piedi con sguardo inespressivo.
 
Rebekah non vi fa caso e ci comunica il motivo della sua visita: “è tornato.”
 
Sento il mio cuore cominciare a battere velocemente e un velo di speranza riaffiora in me.
Starà parlando di lui?
 
Damon ha il mio stesso dubbio: “Klaus è tornato?”
Mentre lo dice si alza bruscamente in piedi, mentre io continuo ad avere un volto inespressivo.
 
Ho il fiato sospeso in attesa della risposta di Rebekah.
 
La vedo annuire e in quel momento rimango sconvolta.
Sento i loro sguardi spostarsi verso di me.
 
Io fisso il pavimento.
 
“Quando?” Lo chiedo con una voce roca che ho fatto fatica a far uscire.
 
“Due ore fa.”
 
Annuisco.
 
Sento Damon che tira un calcio al lato del divano.
 
“Cazzo! Quel bastardo ha anche la faccia tosta di tornare!”
 
Alzo lo sguardo e incontro il suo che è quello di un fratello preoccupato per la sua sorellina indifesa.
 
Già, indifesa.
Perché è così che mi ha lasciata Klaus: indifesa e sola.
 
No. Sola no.
 
Io ho Damon.
 
Dopo alcuni istanti lo vedo dirigersi furioso verso la porta.
 
“Dove vai?”
Sento che la mia voce si è ripresa un po’.
 
“Da lui.”
 
Detto questo esce, sbattendo violentemente la porta.
 
 
Sono passate due ore da quando Damon è uscito e nel frattempo è tornato Stefan con la doppelganger appresso.
 
Ora siamo seduti tutti quanti sul divano ad attendere che lui ritorni.
 
Mi sento preoccupata per quello che Damon può dire.
 
Per quello che può fare Nick se si arrabbia …
 
Le mie preoccupazioni diventano realtà nel momento in cui la porta si apre.
 
Damon entra con il volto sanguinante.
 
I miei muscoli, prima completamente inerti, sembrano risvegliarsi e  li corro incontro.
 
“Cos’è successo?”
La mia voce è alta e squillante, ma anche molto preoccupata.
 
Lo vedo ripulirsi il naso pieno di sangue secco con la mano.
“Niente.”
 
Ok. Questo “niente” significa “mi ha fatto a pezzi”.
Quindi vuol dire che Niklaus lo ha picchiato.
E questo mi fa molto arrabbiare.
 
“è stato Nick?”
Rebekah sembra non aver compreso il “niente”, ma non mi sorprendo.
Solo io e lui ci capiamo.
 
Damon annuisce.
Lo fa in un modo rassegnato.
Quando mi guarda sembra volermi chiedere scusa per non avermi adeguatamente difesa.
 
Questo mi fa imbestialire.
 
Prendo la giacca senza dire niente ed esco dalla porta.
 
Sento la voce di Stefan: “Lilly …”
Ma ormai sono in macchina.
 
 
ANGOLO AUTRICE
 
Ciao a tutti!
Lo so, lo so … Il capitolo è corto …
Ma ho preferito dividerlo così.
Allora, Klaus è tornato.
So che l’ho fatto stare via praticamente pochissimo, ma non posso scrivere tutto quello che ho pensato (e già, ho tante idee) senza di lui.
Inoltre, Klaus ha osato picchiare il mio (anche il vostro?) amato Damon.
Quindi Lilly, giustamente, si è arrabbiata.
Cosa farà ora? Klaus come l’accoglierà? Parleranno? Si picchieranno? Faranno “altro”?
p.s: all’inizio del capitolo mi sono ispirata alla canzone “Cinque giorni che ti ho perso” (non sono neanche sicura che si intitoli così …).

 

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Capitolo 19
*** We Found Love ***


Sento i miei istinti di Cacciatrice che si risvegliano.
Ho voglia di prendere a calci in culo qualcuno.
E ho anche in mente chi.
 
Mi ritrovo sotto casa Mickaelson e velocemente mi dirigo davanti alla porta d’ingresso, che non esito a spalancare per fare un’entrata plateale.
 
C’è Klaus ai piedi della scalinata.
 
Corro a velocità vampiresca verso di lui e lo sbatto contro il muro con un pugno davvero forte allo stomaco.
 
“Come hai potuto?”
La mia voce non è implorante, anzi.
È fredda e feroce.
 
Alza il volto e sogghigna: “Ciao Lilly.”
 
Lo prendo con forza e lo sbatto contro la scalinata.
 
“Non fare lo scemo con me!”
 
Ritorna serio e mi scosta bruscamente da lui.
 
“Mi ha insultato! Me e la mia famiglia!”
 
Lo guardo dritto negli occhi.
 
Vedo una sfumatura strana in quell’oceano.
 
In quel momento il mio cuore sembra risvegliarsi da un lungo sonno.
 
Comincio a guardarmi intorno e a parlare velocemente: “Non capisco, Nick. Prima sembra che tu mi rivoglia, mi accompagni a Volterra, ti dimostri collaborativo con Damon … poi, improvvisamente, cambi. Mi dici parole orribili, mi lasci e rimani a Londra senza spiegazioni … e poi picchi a sangue Damon che non c’entra niente! Mi hai fatto male, Nick! Tu sei … sei …”
 
Non mi vengono le parole.
Alzo gli occhi per guardarlo: “Sei un incostante!”
 
Lo vedo arrabbiarsi e alza subito la voce: “Posso essere stato ingiusto, sono stato debole e vendicativo, mai incostante!”
Calca sulla parola mai e io sento i brividi sulla schiena.
 
Abbassa un po’ la voce, smettendo di urlare: “Soltanto a causa tua sono tornato a Mystic Falls. Soltanto per te penso e faccio progetti.”*
 
Le sue parole mi sorprendono.
Cosa vuole dire?
Che io ho un valore per lui?
 
Sento gli occhi colmarsi di lacrime: “Sai cosa fa più male?”
“Cosa?”
“Fingere che non faccia male affatto.”**
 
Le lacrime cominciano a rigare il mio viso.
 
Lui si avvicina a me.
 
Mi prende per le spalle e con una mano mi asciuga una lacrima.
Mi guarda con apprensione: “Cosa posso fare per renderti felice?”
 
Alzo lo sguardo e incrocio il suo: “Mi piacciono gli abbracci.”
 
Senza dire nulla lo sento stringermi forte al suo petto.
Sa quanto mi è costato chiedergli di abbracciarmi.
 
Comincio ad ammirarli le labbra carnose e istintivamente mi avvicino a esse.
Lo bacio dolcemente.
Con il pollice e l’indice mi prende per il mento e mi scosta quanto basta per guardarmi negli occhi.
 
Riprendo a baciarlo, ma questa volta con più foga.
Lui mi stringe a se’, come se avesse paura che io possa scappare.
Mi incollo a lui e mi lascio completamente andare.
 
Mi sbatte con urgenza addosso al passamano della scala.
Sento le sue mani passare sotto la mia maglietta ed io comincio a slacciarli la camicia.
Mi toglie la maglietta con impazienza.
Smette di baciarmi e comincia a guardare con bramosia il mio corpo.
Ne approfitto per scambiare le posizioni.
 
Mi abbasso all’altezza del suo bacino e gli slaccio lentamente la zip dei pantaloni.
A New York adoravo farlo impazzire con questi giochetti.
Non faccio in tempo a slacciarli anche la cintura che lui mi ha già sbattuta su un gradino della scalinata.
 
Se fossi stata umana probabilmente mi sarei rotta la spina dorsale, ma da vampira sento solo un leggero dolorino.
Lascia roventi baci e succhiotti lungo il collo.
Mi divarica le gambe e si posiziona meglio fra esse.
Comincia a scendere lungo il seno, dove però non si sofferma, ma scende percorrendo tutta la pancia fino al ventre.
Si stacca dalla mia pelle e mi toglie velocemente i jeans.
Appena mi si riavvicina inverto le posizioni, poiché il gradino era davvero troppo scomodo.
 
Mi metto a cavalcioni su di lui e comincio a lasciarli focosi baci lungo il petto.
Scendo, scendo giù come aveva fatto lui prima.
Ricomincio da dove mi ero interrotta.
Gli tolgo lentamente la cintura e mi stacco da lui per lanciarla maliziosamente dietro di me.
Lui si alza un po’, si toglie la camicia e in un attimo inverte le posizioni per poi farmi allacciare le gambe intorno alla sua vita.
In un secondo mi ritrovo sbattuta contro la parete della sua stanza.
 
Tenendo le mie gambe sempre ben aperte, scende giù per baciarmi il ventre.
Infila un dito sotto il tessuto dei miei slip e infila un dito nella mia intimità.
Lo muove velocemente per poi aggiungere altre due dita.
Mi lascio scappare un grido di piacere.
Toglie la mano e risale per baciarmi con meno irruenza.
Mi lascia un bacio a fior di labbra.
Allaccio le braccia intorno al suo collo.
Le sue mani scendono giù fino al mio fondoschiena e dolcemente mi stringe a se’.
In un attimo mi fa sdraiare sul suo morbido letto.
 
Mi slaccia il gancetto del reggiseno.
Dopo essersi dedicato ai miei seni, scende nuovamente giù verso il fulcro del mio piacere, lasciando amorevoli baci lungo tutto il mio corpo.
Si toglie velocemente i pantaloni e mi libera dei miei slip.
Capovolgo la situazione e mi posiziono a cavalcioni su di lui.
 
Gli prendo il viso tra le mani e lo bacio con dolcezza.
Porto la mano sul tessuto dei suoi boxer, ma so che lui non ce la fa a stare sotto, infatti in breve mi riporta sdraiata sul letto.
 
Si libera dei boxer ed entra in me.
È una sensazione meravigliosa.
Mi sento libera, ma al contempo legata a lui.
Mi riempie di gioia averlo dentro di me.
“Klaus”
Mi sfugge il suo nome e in un attimo mi ritrovo sopra di lui.
 
Stranamente mi lascia fare.
Mi muovo velocemente, riempiendo la stanza di gemiti.
“Lillian”
Sentirli pronunciare il mio nome completo mi fa eccitare ancora di più e continuiamo così ancora un po’.
Alla fine, completamente sfinita mi sdraio vicino a lui.
 
 
ANGOLO  AUTRICE
Ciao a tutti!
Questo è un capitolo interessante …
Lei va da lui incazzata, ma poi si scazza …
Ma come sappiamo non può essere tutto rosa e fiori, quindi devono naturalmente sorgere problemi, magari da parte della Sorellanza. E poi Diana che fine ha fatto?
Si scoprirà mai perché Lilly odia Stefan?
Potrebbe esserci un momento di “confessione”…
* Tratto da quel bellissimo passo di Persuasione di Jane Austen in cui Anne legge la lettera che le ha lasciato il Capitano Wentworth.
 
 

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Capitolo 20
*** capitolo 19 ***


Sento delle leggere carezze sui capelli.
Lentamente riesco a realizzare di trovarmi nella stanza di Klaus, precisamente sul suo petto.
Lo stringo forte e lui capisce che sono sveglia.
Apro gli occhi e lo vedo.
È bellissimo, illuminato dai raggi del sole.
“Buongiorno.” Lo dico con la voce ancora impastata dal sonno.
Mi risponde continuando ad accarezzarmi i capelli: “Buongiorno angelo.”
Mmmh. Angelo? Come mai non principessa?
Gli lascio un bacio a fior di labbra.
E mi accoccolo ancora sul suo petto morbido.
 
Dopo un po’ sento la sua voce riempire la stanza: “Sei ancora arrabbiata con me?”
Scuoto la testa: “No.”
Sembra rifletterci su, per poi riprendere: “Sei sicura?”
“Non sono mai stata arrabbiata con te.”
È la verità.
“Com’eri?”
Esito un momento: “Ferita.”*
Mi accarezza la guancia.
Sembra dispiaciuto.
Lo bacio per tranquillizzarlo.
“Sei la cosa più bella che potessi desiderare.”
Sono stupita dalle sue parole.
Lo rendono così umano …
Gli sorrido calorosamente e lui fa lo stesso.
Come vorrei dirli che lo amo … ma non posso … non adesso, dove tutto è ancora da stabilire.
 
Gli do un lieve bacio sulla guancia e scendo dal letto per rivestirmi.
Ho i suoi occhi addosso.
 
Riesco a trovare solo il reggiseno e gli slip.
Mi guardo in giro.
“Credo che tu debba cercarli di là …”
Gli sorrido.
Mi ero dimenticata di aver battezzato quasi tutta la casa.
 
Faccio per uscire dalla stanza, ma Klaus mi sbatte contro il muro.
Mi bacia con foga.
Scende giù lungo tutto il mio corpo.
La sua lingua in mezzo ai miei seni mi fa il solletico.
“Mmmh … Nick … non ti accontenti mai …”
Risale alla mia altezza.
“è impossibile con te.”
In questo istante entra in me.
Raggiungiamo velocemente l’orgasmo.
Mi sembra di essere in paradiso quando sono tra le sue braccia.
Mi stacco da lui e mi avvio verso le scale dove ritrovo il resto dei miei vestiti.
 
Comincio a rimettere il reggiseno, con qualche leggera difficoltà a causa della lingua di Nick.
Cerco di rimettere anche la maglietta, ma lui mi blocca le braccia in alto impedendomi di infilarla.
Provo con i pantaloni, ma appena gli allaccio lui li ributta a terra.
“Sai, mi diventa difficile vestirmi con te che mi svesti.”
 
Mi bacia con il sorriso sulle labbra.
Si stacca da me e mi lascia vestire.
Mi guarda con bramosia, come se non mi avesse mai visto nuda.
 
Lo abbraccio e lo bacio.
Mi stringe forte.
“Nick …”
Ha il viso nell’incavo del mio collo: “Mmmh …”
“Devo andare …”
“No … perché? …”
“Perché devo accompagnare Rebekah  a fare shopping …”
Mi mordicchia il collo: “Sono sicuro che capirà …”
 
Sappiamo entrambi che non è così.
Figurati se a Rebekah frega qualcosa che io vado a letto con suo fratello.
Lei deve andare a fare shopping, questo ha la massima importanza.
 
Lo bacio ancora.
Mi stacco da lui e prima di uscire dalla porta d’ingresso, lo avverto: “Ti chiamo io.”
Mi sorride.
 
 
Entro in casa quasi canticchiando.
C’è Stefan seduto in salotto.
“Buongiorno Stef.”
Sembra sorpreso del fatto che lo abbia salutato in maniera, come dire … civile.
“B-buongiorno Lilly.”
Sento Damon scendere le scale: “Da dove viene questa gentilezza?”
“La felicità di rende gentile.”
Gli sorrido.
Lui mi guarda con sguardo indagatorio.
Alza un sopracciglio: “Come è andata con Klaus?”
“Mmmh … bene, piuttosto bene …”
Damon sogghigna.
 
“… comunque adesso io vado.”
Nel momento in cui lo dico, sento il clacson suonare: Rebekah.
Prendo la giacca e la borsa.
“Esco con Bekah. Ciao!”
 
Mentre sono sull’uscio della porta sento Damon: “Dopo andiamo a caccia insieme.”
È un’affermazione, non una domanda.
Annuisco ed esco.
 
Vedo una folta chioma bionda alla guida di una BMW grigia.
Salgo sul sedile accanto al posto di guida: “Ciao Bekah!”
“Ehi Lilly, credevo che non saresti venuta …”
“E perché no?”
“Bhè … pensavo che dopo quello che ha fatto Nick a Damon, tu non avessi tanta voglia di uscire.”
 
Forse dovrei dirle che io e suo fratello siamo andati a letto insieme …
Sì, glielo dico.
“Ecco, a proposito di Nick …”
“No, no, no … Lilly, ascolta, il problema tra te e mio fratello non devo influenzare la nostra amicizia … perché, vedi, tu sei l’unica amica che ho e … non posso perderti, quindi …”
 
Sono stupita dal suo discorso, sono anche stupita del suo tono di voce che sembra essere insicuro …
Cosa che non è affatto da Rebekah.
 
“Beka, ascolta, io e Nick siamo stati a letto insieme.”
“Oh … ancora.”
Mi scappa un risolino.
Mi fa ridere il modo in cui lo ha detto.
 
“Sì, ancora. Ed è stato molto bello. Voglio dire … a me è piaciuto tanto.”
Non so cosa dire.
Magari a Nick non è piaciuto …
Oh, col cazzo!
Gli è piaciuto eccome!
 
“Senti Lilllian …”
Ora sembra determinata e convinta.
“Non voglio che tu faccia soffrire mio fratello, ok? Lui non ama una donna da … praticamente un millennio! Insomma, non so perché tu lo faccia. Cos’è, vuoi farti desiderare?”
 
Ma ora la mia migliore amica è contro di me?!
“No, aspetta un secondo Rebekah. Mi sembra che tu stia dimenticando di quanto io sia stata male in questi ultimi cinque giorni. Sai benissimo quanto ho pianto!”
“Non comportarti come se non sapessi come è fatto Nick! Insomma, lui è così …”
 
Mi sento arrabbiata.
È ingiusta.
“Evidentemente non siamo d’accordo. Per favore accosta.”
“Non esagerare Lilly. Ti sto solo chiedendo di non farlo soffirire.”
 
Scuoto la testa.
Non mi sembra di parlare con la migliore amica che conosce tutto di me.
Guardo fuori dal finestrino.
 
Passano pochi minuti in silenzio.
“Mi dispiace. Scusa. Devo essere imparziale, ma lui è mio fratello.”
 
La capisco.
“Figurati.”
 
Accosta davanti al centro commerciale.
Scendiamo dalla macchina e ci diamo allo shopping sfrenato.
 
 
“Ragazzi! Sono a casa!”
Entro nel pensionato con tre borse per braccio.
 
“Rebekah ti ha contagiata …”
Damon appare dalla porta con in mano un bicchiere di bourbon.
Metto le borse sul divano e gli rispondo: “Andiamo? Ho sete!”
“Ok.”
 
Ci avviamo verso la porta, ma prima di uscire mi viene in mente Nick.
È meglio che lo chiami.
 
Prendo il cellulare sotto lo sguardo vigile di Damon e digito il suo numero.
Dopo pochi squilli risponde.
“Principessa.”
“Ciao Nick. Vieni a caccia con noi?”
“Non credo che io e te abbiamo lo stesso modo di cacciare … e preferirei che non ci fosse Damon …”
“Nick …”
“Ok.”
Detto questo riattacca.
 
Mi rivolgo a Damon: “Andiamo?”
Mi fa cenno di sì con la testa.
 
 
“Nick.”
Li vado incontro e lo saluto.
Si scosta dall’albero su cui è appoggiato e mi si avvicina.
Mi prende per i fianchi e mi bacia con passione.
Mi mordicchia il labbro inferiore e lo assapora.
“Principessa.”
 
La voce di Damon ci distoglie dal nostro momento magico: “Klaus.”
“Damon.”
 
Non credo che mio fratello lo abbia perdonato per averlo preso a pugni e, cosa peggiore, di avermi fatta soffrire.
Ci incamminiamo nella foresta, ma dopo poco ci ritroviamo davanti la figura di una donna dai capelli rossi che conosco bene: Jenny.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Allora, abbiamo avuto un piccolo momento tra Rebekah e Lilly dove vediamo che la prima è divisa tra l’amicizia con Lilly e l’amore per il fratello. In pratica non sa da che parte stare.
Adesso Damon, Lillt e Nick sono a caccia, ma hanno ritrovato una vecchia conoscenza: Jenny.
Che cosa deve dovrà dire?
Colgo l’occasione per chiedervi cortesemente di recensire, così potrò sapere cosa pensate della storia.
 
 
 

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Capitolo 21
*** capitolo 20 ***


Nella foga della battaglia, la mente tende a perdere l’equilibrio.
Troppe cose vi si parano davanti tutte insieme: contrattempi imprevisti, dubbi e critiche da parte dei vostri stessi alleati.
È pericoloso rispondere emotivamente, con paura, depressione o frustrazione.
È di vitale importanza mantenere la vostra forza di spirito, conservando le capacità mentali in ogni circostanza.
Dovete resistere attivamente alla presa emotiva del momento – siate decisi, sicuri e aggressivi, non importa cosa vi capiti.
 
“Jenny. Cosa ci fai qui?”
“Ciao Lilly.”
 
Lancia uno sguardo di intenso odio verso Klaus.
“Ho saputo che sei stata dai Volturi. Quindi hai deciso di combattere la guerra contro Diana. Guerra, che peraltro, non è la tua.”
“Ma Jenny, lei vuole uccidermi!”
“Sì, ma ti ucciderebbe solo perché sei importante per Klaus. Se tu gli stessi alla larga …”
“No! Non mi interessa! Tanto devo morire, no?! Mi ucciderà proprio Nick, vero?!”
 
La vedo arrabbiarsi.
“Dannazione, no! Tu non morirai per mano sua!”
Ma che ha?
Lo sa anche lei com’è la profezia sulla Prescelta, no?
 
“Stai dicendo che io non sono la Prescelta?”
Potrebbe essere che mi ha mentito anche questa volta per farmi stare lontana da Nick.
 
“Tu sei molto di più di una semplice Prescelta! Tu sei il nostro riscatto!”
“Ma che stai dicendo?”
 
Si calma un po’ e prende un respiro profondo.
“Come sai, la Profezia dice che ci dovrà sempre essere un Sorella che mantenga la pace e l’equilibrio tra i due mondi. Ma, la stessa Profezia dice anche un’altra cosa: ci sarà una Prescelta tra tutte che non verrà uccisa dal vampiro originale, ma lei stessa ucciderà lui.”
 
Questa notizia è ancora peggiore del pensare che Nick mi uccida.
Io artefice della sua morte!
“E perché la Sorellanza vorrebbe la morte di Nick?”
 
“Perché lui ci ha sterminate, Lilly! Ci ha uccise tutte! Una per una!”
Dicendolo comincia a piangere ininterrottamente.
Non l’avevo mai vista piangere.
 
“Ma noi abbiamo giurato vendetta, Lilly. E,come sai, la vendetta è come la morte: arriva sempre. Così, noi abbiamo aspettato  l’arrivo di una Sorella all’altezza del compito.”
Non ne sapevo niente e mi sento sconvolta.
Mi sento come un uovo sbattuto.
 
“Ma … non sono stata addestrata per questo … voi … non me l’avete mai detto … io …”
Sono disperata.
“Lilly. È più facile ottenere qualcosa con le buone maniere. Noi donne siamo in grado di far fare qualunque cosa a un uomo. Eri così bella, Lilly … quando ti ho vista nel 1864, la prima cosa che ho pensato è stata che eri perfetta per questo compito. E poi ti ho conosciuta e ho notato che eri anche intelligente e carismatica …”
 
“Tu mi hai scelta solo perché ero bella?!”
“Lillian …”
“Mi avete sempre detto che bisogna guardare i meriti di una persona! Non l’apparenza! Mi avete mentito!”
“Lilly, se mi lasciassi spiegare …”
 
Provo un senso di ripugnanza nei suoi confronti.
“No! Tu mi hai tenuta lontano da lui facendomi credere che era giusto!”
 
Comincio a piangere.
“E invece avevi programmato tutto …”
Vedo che non ha nemmeno lei parole.
 
Klaus e Damon mi guardano.
Sono preoccupati.
Ma io non ho intenzione di rimuginare su quanto io sia la vittima di tutto.
Prenderò l’iniziativa.
Se c’è una cosa buona che ho imparato dalla Sorellanza è proprio quella che, nella battaglia, non bisogna lasciarsi affliggere da nulla.
Bisogna reagire.
 
Mi asciugo le lacrime.
Ho deciso che mi Cancellerò dall’Ordine.
Così, recito la formula di Annullamento.
 
“Io, Lillian Salvatore …”
Jenny comprende le mie intenzioni e cerca di fermarmi.
“Lilly, non farlo …”
 
“… poiché ritengo immorali le azioni che vengono commesse dal mio Ordine …”
Questa parte andava inserita personalmente in base alla motivazione della Cancellazione.
 
“… decido, in piena stabilità mentale e senza essere sotto l’effetto di alcun incantesimo o sortilegio, di Cancellarmi dall’Ordine della Sorellanza.”
Guardo Klaus e capisco di aver fatto la scelta giusta.
“Da ora e per sempre.”
 
Jenny mi guarda sconvolta.
“Sai che ora sono autorizzata a ucciderti?”
 
Nick prende la parola: “Bhè … credo che prima dovrai passare sulle nostre ceneri.”
Damon finisce la frase: “E non credo che riuscirai ad uccidere un Originale …”
 
A queste parole Jenny sembra spaventarsi.
Mi lancia una rapida occhiata e si congeda con un: “A presto, Lillian.”
La vedo andarsene velocemente e scomparire nel bosco.
 
Questa è un’ennesima coltellata allo stomaco.
Non so che cosa fare.
 
Sento la voce di Klaus: “Come stai?”
“Sai, dovresti essere arrabbiata con me.”
“Cosa?!”
“Bhè … ti avrei dovuto uccidere …”
Mi sento in colpa …
Piango ininterrottamente.
 
“Ma Lilly … tu non ne sapevi niente!”
“Non importa …”
 
Mi si avvicina e mi asciuga una lacrima: “Ti prego … non piangere.”
Mi bacia dolcemente e io ricambio il bacio.
 
Riacquisto un po’ di forza e decido di andarmene.
 
Klaus mi prende la mano e mi richiama a se’: “Lilly …”
“Ho bisogno di stare un po’ da sola …”
 
È la verità.
Ho bisogno di riflettere.
Devo reimpostare la mia vita.
Di solito c’è sempre stata la Sorellanza a consigliarmi sulle mie scelte, anzi, non ho mai avuto bisogno di prendere grandi decisioni.
Decido di camminare un po’ e ripenso all’unica cosa positiva di tutto: ora potrò stare con Nick.
 
Appena rientro in casa trovo Damon ad aspettarmi seduto in poltrona: “Allora, come stai?”
“Da schifo!”
“Andiamo Lilly! Lo sappiamo che la vita fa schifo!”
 
Già, peccato che ora è tutto quanto andato a puttane!
Tutti i miei progetti, le mie speranze …
“No. Sai cosa fa schifo? Realizzare che tutto quello in cui credi è una completa e totale stronzata!”
 
Mi guarda perplesso.
Ha un grosso: “Te l’avevo detto” sulla fronte.
Già, me l’aveva detto.
Lui è sempre stato diffidente nei confronti della Sorellanza.
Mi aveva avvertita di stare attenta, ma io non potevo ascoltarlo perché la Sorellanza mi era stata accanto nel periodo della Transizione, periodo dove lui non c’era.
Questo è il suo più grande rimpianto.
Quello di non essermi stato accanto.
Ma infondo, non è colpa sua.
Lui non sapeva neanche che io ero morta.
“Mi dispiace Lilly.”
Questa è l’unica frase che riesce a uscirgli dalla bocca.
“Lo so.”
Chiarita la situazione salgo in camera mia.
 
Appena entro noto una busta azzurrina sul letto.
La prendo e la rigiro curiosa tra le mani.
La apro e leggo, scritto in bella calligrafia: “Sto arrivando. Diana.”
 
Oh, fantastico!
Adesso ricevo anche minacce!
Mi ci mancava solo questa!
Scendo le scale.
 
Sono stanca di questa situazione.
È evidente che con questo biglietto mi ha sfidata, ed io coglierò la sfida.
Non sarò più passiva.
 
Appena entro in salotto vedo che sono arrivati anche Stefan, Elena, Bonnie e Caroline.
Domanda: che ci fanno qui?
Risposta: chi se ne frega.
Mi avvicino a Damon e li metto davanti il bigliettino azzurro.
“Leggi un po’.”
Mi prende il biglietto e legge.
 
Alza lo sguardo dopo due secondi.
Le nostre iridi glaciali si scontrano e sanno già cosa passa nella mente dell’altro.
 
Stefan sembra cogliere la rabbia nei nostri sguardi e chiede: “Che c’è scritto.”
Mi prende il biglietto e lo legge ad alta voce.
 
“è qui?”
La voce stridula di Elena riecheggia nel pensionato.
Stefan, continuando a guardarmi, fa cenno di sì con la testa.
Io non lo guardo, ma propongo l’unica cosa da fare: prepararsi per la battaglia.
 
“Andiamo da Nick.”
Damon mi fa cenno di sì con la testa.
 
“Veniamo anche noi.”
Ahahahah!!!!!!!!!!!!!!
Mi viene da ridere al pensiero di Elena e gli altri che combattono contro una ex Cacciatrice, ma non ho voglia di stare a discutere con loro.
Così, ci avviamo tutti quanti verso casa Mickaelson.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Allora, abbiamo scoperto e anche Lilly lo ha scoperto che lei era stata scelta dalla Sorellanza per essere l’unica Prescelta che avrebbe ucciso Klaus.
Questa notizia è stata un’altra bella batosta che è andata ad aggiungersi alle altre.
Ora ha ricevuto un biglietto di Diana che annuncia il suo arrivo.
Stanno andando tutti a casa di Klaus e Rebekah.
Prepareranno un piano contro Diana?
Vi avverto che sicuramente si scoprirà perché Lilly odia tanto Stefan e che cosa le ha fatto di tanto orribile.
 

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Capitolo 22
*** Reveletions ***



Rebekah viene ad aprire la porta: “Lilly! Ho saputo che Jenny …”
Klaus deve averle raccontato l’episodio di prima, ma io non le faccio finire la frase: entro in casa e vedo Nick.
“Lillian …”
È strano sentirmi chiamare per nome da lui.
Vado dritto al sodo: “è tornata.”
“Diana?”
“Sì. E mi ha scritto questo biglietto che …”
Mi prende a velocità vampiresca il foglietto e lo legge velocemente.
Alza lo sguardo, che si rivela essere preoccupato, su di me.
“Sei in pericolo.”
“Bhè, questo lo sapevamo già.”
“Sì, ma sappi che non ti lascerò fare neanche la metà delle cose che vorresti fare contro di lei. È troppo pericoloso.”
Ha capito che voglio combattere.
“Cosa!”
Lo urlo in un modo isterico.
“NO!”
Sento un groppo in gola.
 
Damon si intromette: “Lilly, Klaus ha ragione.”
“No! Non è vero! Io …”
Le lacrime cominciano a scendere, non so neanche io perché.
“Io non ho bisogno di voi! So prendermi cura di me stessa! L’ho sempre fatto! Non siamo più nel 1864! Anche se, per inciso, persino allora mi sono dovuta arrangiare da sola. Ma la differenza tra adesso e allora è che prima ero fragile e debole!”
Dicendolo guardo automaticamente Stefan che abbassa la testa.
 
“Lilly, non stiamo parlando del 1864.”
La voce di Damon è così calma che mi fa imbestialire ancora di più.
“Bhè, allora dovremmo parlarne più spesso! Ma forse, non lo fate perché vi sentite in colpa! E fate bene!”
 
Stefan e Damon si guardano, poi ritornano a fissarmi con il dolore negli occhi.
Io continuo a piangere e Rebekah mi si avvicina abbracciandomi.
 
Quando ci stacchiamo dal nostro lungo abbraccio, lei mi prende per mano e mi fa sedere su una poltrona del salotto.
Dopo un po’ di tempo mi calmo.
Rigiro in mano il bicchiere di Bourbon e alzo gli occhi, incontrando quelli scuri di Elena che chiedono spiegazioni: “Che cosa è successo nel 1864?”
Rebekah la ammonisce immediatamente: “Non credo che abbia voglia di parlarne.”
“Oh, invece ne ho voglia.”
 
Appoggio il bicchiere sul tavolo e guardo Stefan con aria di sfida.
Sembra preoccupato.
Ma io incomincio il racconto senza indugio …
 
“Perdemmo nostra madre quando eravamo molto piccoli e fu difficile andare avanti. Ci facevamo coraggio l’un con l’altra e le giornate passavano tra tanta gioia e qualche piccola infantile lite.”
Alzo lo sguardo a incontrare quello di Damon: “I miei fratelli erano la mia vita.”
 
Ritorno a guardare Elena: “La mia ancora di salvezza. Il mio punto fermo.”
 
“Ma nel 1864 arrivò una donna orribile e subdola: Kathrine. Sai cosa accadde, no? Si innamorarono entrambi di lei, eccetera eccetera …”
Mi guarda con aria interrogativa: “E tu?”
“Già, e io? Mio padre mi spedì in collegio.”
“Oh … mi dispiace.”
“No … non dispiacerti. Eravamo tutte ragazze … era carino.”
Mi fermo un secondo e abbasso gli occhi sul tappeto.
 
“Non ricordo che giorno fosse, ma ricordo che pioveva. Ero in camera mia e dalla finestra vidi la sagoma di una persona che conoscevo bene: Stefan.”
Vedo gli sguardi di tutti spostarsi da me a Stefan.
 
“Scesi velocemente le scale del collegio perché ero felice di rivedere il mio fratellino. Ricordo quanto forte strillai il suo nome …”
Mi fermo un secondo per riprendere fiato.
 
“Ma ricordo anche quanto la sua camicia fosse piena di macchie rosse. Era una visuale orribile, ma a me non importava perché c’era il mio fratellino.”
Stranamente le lacrime non scendono e non sento nemmeno gli occhi gonfi, così proseguo con la mia storia.
 
“Lo abbracciai forte. E fu un attimo.”
Stefan abbassa lo sguardo e Damon lo guarda con sguardo rimproverante.
 
“Ricordo il dolore dei canini nel collo. Ma non fu tanto il dolore fisico che durò poco, ma più che altro fu il pensiero del mio fratellino, a cui avevo insegnato a giocare a scacchi e persino a camminare, che mi faceva del male senza scrupoli.”
Sento la voce di Stefan: “Lilly, io …”
Non gli lascio finire la frase: “Caddi a terra completamente dissanguata, ma per fortuna Jenny mi trovò e mi trasformò, per poi rendermi una Cacciatrice.”
 
Guardo Stefan.
“Mi dispiace davvero tanto.”
“Anche a me.”
 
Ritorno a guardare Elena: “Mi dispiace.”
Scuoto il capo a quelle parole: “La vita non ti dà le persone che vuoi, ti da le persone di cui hai bisogno per amarti, per odiarti, per formarti, per distruggerti e per renderti la persona che era destino che fossi.”
 
Ho bisogno di prendere una boccata di aria fresca, così esco in veranda.
Sento l’aria fresca sulle mie guance e prendo un profondo respiro.
Ricordo quella notte come se fosse ieri.
La cosa buffa è che il ricordo più vivido è quello delle gocce di pioggia che cadevano.
 
Sento dei passi, non mi volto perché so già chi è: Elena.
 
“Come hai fatto a tornare a Mystic Falls?”
La sua domanda è: “Come hai fatto a trovare il coraggio di rivedere tuo fratello dopo tutto?”
 
Ricordo il giorno in cui ricevetti l’incarico, ero a Rio ed ero poco propensa ad accettare, ma alla fine, nel ricordo di Lexi lo feci.
“Ci sono persone a cui, anche se ci litighi, anche se ti fanno cose orribili, cose che non ti saresti mai aspettata da loro, vuoi sempre bene. E quando vedi una loro foto, o anche solo quando leggi il loro nome, rabbrividisci e sorridi … Un sorriso nostalgico in ricordo di tutto quello che avete passato insieme, di tutti i vostri discorsi … E ti mancano terribilmente.”
“Lui è cambiato. È cambiato davvero. Lexi è riuscita a …”
 
So già dove vuole arrivare: mi dirà che Lexi lo ha cambiato.
Ma io non ho intenzione di sentire la storia che Lexi mi ha detto e stradetto per tutti gli anni passati insieme.
 
Sento i passi di Damon e lo vedo affacciarsi alla porta con aria affranta.
Elena non si accorge della sua presenza e continua il suo discorso.
 
“Insomma … secondo lo devi perdonare perché lui non si merita quello che gli stai facendo … lui sta soffrendo e non merita …”
 Ha gli occhi lucidi, ma non mi interessa e con voce dura la interrompo: “No, Elena! Nessuno può giudicare le mie scelta o i miei pensieri, perché nessuno ha mai provato  le mie emozioni o i miei dolori.”
 
Il mio sguardo è duro come tutti i muscoli del mio corpo.
Elena sembra addolorata dalla mia risposta, forse sperava di convincermi.
Le passo accanto per tornare in casa e guardo Damon negli occhi.
 
Rebekah è seduta sul divano e sembrava agitata, nervosa e guardava Stefan con uno sguardo rimproverante.
Klaus è appoggiato al muro di fianco a Stefan.
Appena si accorgono di me vedo lo sguardo dei due ragazzi fissarmi, mentre Rebekah mi “sgrida” come prevedevo.
“Come ti è venuto in mente di raccontare tutto a … a … a lei!”
“Doveva sapere.”
Dicendolo guardo Stefan.
 
“Senti Lilly, io capisco che tu possa averlo fatto per farmi male e per farmela pagare in qualche modo, ma …”
Cerco di acquistare tutta la mia calma.
“Ascolta Stefan, io non ti perdonerò mai. Non riallaccerò mai un rapporto con te, qualunque cosa accada. Quindi, mettiti il cuore in pace e vai avanti.”
“Va bene, Lilly. Ma io ti vorrò sempre bene. Per sempre, Lilly.”
 
Non ce la faccio più a starlo ad ascoltare, esco da quella stanza e mi avvio automaticamente verso la stanza di Nick.
Giro per la stanza agitata, ma poi mi calmo perché tanto Stefan non fa parte della mia vita.
Mi siedo sul letto.
Klaus arriva dopo poco.
Sembra arrabbiato.
 
“Come ti è saltato in mente?! Perché le hai detto tutto? A Elena!”
So perché è arrabbiato.
È arrabbiato con Stefan.
Per quello che mi ha fatto.
È così dolce …
Mi alzo di scatto e lo bacio con foga.
La sua lingua entra prepotente nella mia bocca.
Le sue mani mi tengono stretta a lui per i fianchi.
So di che cosa ha bisogno in questo momento.
Ha bisogno di sentire che io sono sua.
Ha bisogno di sapere che non è colpa sua se ho sofferto.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Allora, come vi avevo promesso hanno svelato perché Lilly odia Stefan: lui l’ha uccisa.
Spero che sia una motivazione abbastanza valida per odiare tanto qualcuno.
Ora Lilly è con Klaus in un momento di serenità, per ora.                                                                
Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà piuttosto intenso.
Sarà un po’ la fine di tutto …
Ma l’inizio di una nuova parte della storia.
Si intitolerà “Never Let Me Go”.
Al prossimo capitolo, baci.

 

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Capitolo 23
*** Never Let Me Go ***



Si stacca da me e con foga si slaccia i jeans.
Sorrido: “ Sei così frettoloso …”
Gli prendo le mani e lo fermo.
Mi guarda stupito.
Lo spingo dolcemente sul letto e lo faccio sedere delicatamente.
Mi siedo a cavalcioni su di lui e appena il mio vestitino, mooolto corto, si alza, gli occhi di Nick sembrano uscire dalle orbite.
Le sue mani sfiorano delicatamente le mie cosce scoperte.
Slaccio un bottone della camicia che indossa, piano piano scendo e alla fine riesco a togliergliela.
Passo le mani avidamente su quel petto marmoreo e perfetto.
Bacio quel collo morbido e lascio qualche succhiotto.
Lo sento gemere lievemente, ma mi alzo immediatamente lasciandolo interdetto.
 
Mi allontano da lui di qualche passo, impedendoli di riprendermi.
Lo guardo con aria angelica.
Comincio a far scendere la lampo sulla schiena del vestito.
Piano piano scende e Nick scruta ogni singolo centimetro del mio corpo.
Mi riavvicino a lui.
Mi mette le mani sui fianchi, pensando che mi sarei rimessa nella posizione precedente.
Invece, dopo averli lasciato un lieve bacio, mi inginocchio davanti a lui e comincio a slacciarli i pantaloni che cadono a terra.
Lo libero anche dei boxer.
Accolgo il suo membro in bocca e lo sento gemere invocando il mio nome.
Quando penso di averlo torturato abbastanza, mi rialzo alla sua altezza e lo faccio sdraiare sul letto.
Mi sdraio di fianco a lui e passo l’indice sul suo petto.
Chiude gli occhi spazientito: “Lillian …”
Mi scappa una breve risata.
Appena distolgo lo sguardo lui inverte le posizioni.
“Sei bellissima quando ridi.”
Punta tutta la sua attenzione sui miei seni che comincia a baciare con foga.
Accompagna i suoi baci con morsi e succhiotti, mentre le sue mani stringono forte il mio fondoschiena.
Riacquisto la mia lucidità e lo rimetto dov’era prima: sotto di me.
“Forse non hai capito, ma io sto giocando e non ti lascerò interferire con il mio gioco.”
Sorride e tuffa la testa indietro.
Spingo con il bacino verso la sua intimità.
Prendo le sue mani posizionate sulle mie cosce e lo avvicino a me.
È a qualche centimetro dalla mia bocca e i nostri corpi si sfiorano.
Lui è completamente nudo, io solo in biancheria.
Passo le mani dietro la schiena e slaccio il reggiseno.
Lo sfilo con lentezza calcolata.
I suoi occhi sembrano illuminarsi alla vista dei miei seni scoperti.
La mano destra risale dal mio fianco verso di essi, ma io lo blocco subito.
Alza lo sguardo che è letteralmente infuocato dalla passione e dalla fretta di avermi.
Lo bacio non passione.
Mi struscio interamente su di lui.
Mentre siamo ancora incatenati nel nostro lungo bacio, porto le sue mani sui miei seni e subito lui ne accarezza i capezzoli.
La sua lingua scende sul mio collo e finisce dove sono già le sue mani.
Mi godo il momento inarcando la schiena e lasciandolo fare per un po’, ma poi riprendo in mano le redini del gioco.
Ci sdraiamo insieme sul letto.
Mi libero degli slip e li sventolo davanti al suo viso con fare innocente.
Entra in me velocemente.
Mi muovo su di lui con fare esperto: so cosa gli piace.
Abbiamo entrambi il respiro affannato.
“Lilly.”
Pronuncia il mio nome con … amore?
Ma questo mio ultimo pensiero viene cancellato dalla meravigliosa sensazione che provo durante l’orgasmo.
Giunti alla fine mi sdraio esausta di fianco a lui.
“è stato fantastico.”
Sono contenta che gli sia piaciuto.
Sorrido.
“Sei bellissima.”
“Grazie.”
Si sposta sopra di me, mi bacia il collo e continua il discorso: “Mi fai impazzire …”
“Mmmh … lo so …”
Lo stringo forte a me.
Scende impaziente verso i miei seni.
“Punti sempre lì.”
Lo sento sorridere.
Entra in me e provo una sensazione meravigliosa.
Chiudo gli occhi e penso ai fortissimi sentimenti che sento quando sto con lui.
La mia bocca non riesce a evitare di colorarsi di due paroline molto importanti, ma che in quel momento mi sembra molto naturale dire: “Ti amo.”
 
Sento le spinte fermarsi improvvisamente, così riapro gli occhi.
Nick è ancora sopra di me e mi guarda stupito.
Non mi risponde, ma si sdraia meccanicamente di fianco a me.
Lo guardo e in quel momento mi rendo conto che le mie parole non sono state dette all’uomo che amo, ma all’ibrido originale che per un millennio a ucciso migliaia di persone.
Sento la testa scoppiare.
Mi alzo dal letto e comincio a rivestirmi.
Lui mi guarda senza parole.
 
Mentre sto per uscire dalla stanza, mi prende per il braccio, bloccandomi sull’uscio.
“Lilly, dai … parliamone.”
“NO!”
Mi giro con gli occhi umidi.
“Non ne voglio parlare!”
Mi divincolo dalla sua presa e mi avvio verso l’uscita.
 
Raggiungo la mia macchina con lunghe falcate e sento il suo sguardo osservarmi dalla finestra.
Metto in moto la Range Rover nera.
Appena sono abbastanza distante da quella casa comincio a piangere.
                                                                               
Decido di non tornare a casa, ma mi fermo nel primo bar che trovo lungo la strada.
Non posso credere di aver detto quelle parole a Nick.
Ho sempre provato qualcosa per lui.
Per me non era solo sesso, non lo è mai stato.
E ora che ho messo sul piatto i miei sentimenti, dopo averli tenuti chiusi per tanto tempo, ho paura di aver perso tutto, la nostra intesa, i nostri abbracci, ogni semplice momento che abbiamo vissuto insieme.
Ma la cosa che, più di tutte, mi sconvolge, è che una parte del mio cuore avrebbe tanto voluto sentirli pronunciare: “Anche io.”
Questa sì che è la cosa peggiore.
Esco dal bar e vado a sbattere contro due iridi di ghiaccio.
“Nick! Quale parte del mio: “Non ne voglio parlare” non ti è stata chiara?”
 
“Senti Lilly, devo ammettere che mi hai colto alla sprovvista, ma devi capire che io …”
“No, no Klaus, io ho capito benissimo. Per te io sono solo una stupida ragazzina con un bel culo, da scopare e basta. Non ti preoccupare, me ne farò una ragione. D’altronde sono stata io la stupida a credere che tu possa avere un cuore.”
“Lilly, lo sai di essere la cosa più bella per me …”
“No, non lo so Nick! Ormai mi sembra di non sapere più niente!”
 
Me ne vado.
 
 
Mentre sono sulla strada per Atlanta, ascoltando “Guardian” di Alanis Morisette, sento il Black Berry suonare e vedo lampeggiare imperterrito, proprio come lui, il nome di Damon.
Rispondo: “Damon.”
“Rebekah mi ha telefonato piangendo, dice che Klaus è sparito. Inoltre hai ricevuto un biglietto da parte di Diana. È meglio che torni a casa.”
“Pensi che Nick possa essere in pericolo.”
“Lo penso, sì.”
“Arrivo.”
Chiudo la telefonata e faccio inversione a U.
 
Potrebbe essere che Nick sia stato rapito da quella stronza guastafeste.
A causa di questo pensiero percorro la strada che mi separa da casa a massima velocità.
Appena arrivo c’è Damon ad aspettarmi sulla soglia d’ingresso.
Ha cominciato a piovere a dirotto.
 
“Allora, che cosa è successo?”
“Ha lasciato questo biglietto.”
Damon mi  porge una piccola bustina simile a quella che avevo già ricevuto.
È rossa, non blu.
La apro e leggo: Sai, Lilly, non credo che tu debba avere paura di me, in fondo io voglio Klaus. So anche come fare ad ucciderlo, credo che probabilmente lo porterei nel bosco … per ucciderlo lì.”
Oh mio Dio!
Vuole uccidere Nick!
Anche se questo lo sapevamo già.
Lo guardo con aria rimproverante.
 “Perché non sei intervenuto?”
 
“Potrebbe essere una trappola!”
La voce di Stefan riecheggia nelle mie orecchie.
“Non mi interessa! Lui è in pericolo!”
 
Prendo il cellulare e faccio il numero di Nick.
Suona libero, ma nessuno risponde.
So che mi risponderebbe a qualunque costo se ne avesse la possibilità.
Il fatto che non lo faccia mi fa andare completamente in panico.
 
Prendo il telefono e  faccio il numero di Rebekah che mi risponde al primo squillo.
Le dico solo tre parole: “Nel bosco, ora.”
Dopo aver riattaccato, mi rivolgo ai miei fratelli: “Andiamo a cercarlo.”
Annuiscono contemporaneamente e saliamo in macchina senza perdere tempo.
 
Dopo poco siamo nel bosco.
Camminiamo velocemente uno di fianco all’altro.
Vedo Rebekah che viene verso di noi.
Nel momento in cui si avvicina, intravedo la sagoma di Diana e di altre sei donne.
Nick è a terra.
Paletto dritto nel cuore.
 
“Lillian! Finalmente!”
Rebekah si slancia verso di lei, ma le altre ragazze la proteggono, cominciando uno scontro frontale con la bionda.
Anche Damon e Stefan si danno da fare e si buttano nella mischia.
Io e Diana ci guardiamo negli occhi, fino a quando non decido di agire.
Corro verso Nick che è dietro Diana, ma fortunatamente Stefan la distrae.
 
Mi inginocchio di fianco a Klaus e sfilo il paletto che ha nel cuore.
Si riprende piano.
Appena torna in sé pronuncia il mio nome: “Lilly.”
Una lacrima riga il mio volto: “Nick.”
Ci abbracciamo velocemente.
 
Quando mi stacco da lui vedo Stefan che ora sta combattendo con un’altra donna, ma vedo Diana alle sue spalle, pronta ad impalarlo.
In un attimo sono davanti a lui, non ci penso neanche due volte.
È mio fratello.
 
Sento il paletto dritto nel cuore.
Mi brucia terribilmente e mi sento soffocare.
Sento le braccia di Stefan sorreggermi poiché mi rendo conto di non riuscire a stare in piedi.
Rebekah mi si avvicina e la sento strillare il mio nome.
Mi appoggia la testa sulle sue ginocchia adagiandomi per terra.
Sento le sue calde lacrime bagnarmi il viso.
Io non riesco a piangere, pur avendo il groppo in gola.
Stefan non mi lascia neanche un istante ed io tengo stretto il suo braccio.
Damon ci raggiunge subito e riesco a vedere solo il suo viso, poiché girare il capo mi provoca dolore.
Vedo il suo volto sconvolto dal dolore, ma mi soffermo particolarmente sui suoi occhi.
Quei meravigliosi occhi blu come il mare.
Mi ricordano tanto il colore che avevano gli abissi quella volta che stavo per annegare.
 
Ero piccola, avrò avuto nove anni e nostro padre ci aveva portati al mare.
Una grande onda mi aveva inondata e mi ritrovai giù nell’oceano.
All’inizio mi ero agitata, ma man mano che scendevo in profondità mi tranquillizzavo.
Qualunque cosa facessi non riuscivo a respirare.
Era come se mi stessi spezzando, ma avevo trovato un modo per far riposare la mia testa.
Le braccia dell’oceano mi accompagnavano.
 
È un po’ come quello che provo ora.
Ormai è finita.
Sto andando giù.
Fa così freddo, ma è così dolce il mare …
Non sento più nulla, non vedo più nulla.
 
È finita.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Dunque: non so se si è capito quel che è successo a Lilly …
Spero di sì.
Non commento nulla perché ho paura di lasciarmi scappare degli spoiler.
Dico solo che il prossimo capitolo si intitolerà: “Wherever you will go “.
Vi chiedo per favore di recensire, così saprò se la piega che stà prendendo la storia vi piace oppure no.
Allora, al prossimo capitolo, baci.
P.s: per la parte finale mi sono ispirata al testo della canzone: “Never let me go” dei Florence and The Machine.
 
 

 
 

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Capitolo 24
*** Incancellabile ***


Pioggia.

L’unica cosa che riuscivo a sentire era il rumore della pioggia che scendeva.
Sentivo il suono di ogni singola goccia cadere sull’asfalto.
Le guardavo cadere, completamente assorta.
Lentamente alzo lo sguardo e vedo delle macchine parcheggiate lungo il viale in cui mi trovo.

Guardo le gocce di pioggia cadere sui loro parabrezza, sulle loro portiere.
Alzo ancora lo sguardo e vedo una grande casa, qualcosa mi dice di averla già vista.
Mi sforzo di ricordare, ma è troppo faticoso, così ritorno a concentrarmi solo sul rumore delle gocce di pioggia.
Alzo gli occhi al cielo e osservo attentamente le nuvole nere da cui quelle goccioline cadono.

Riguardo velocemente la casa, le macchine, l’asfalto e mi accorgo di una cosa a cui non avevo fatto caso: è tutto completamente bagnato.
L’asfalto è bagnato, le macchine sono bagnate, la casa è bagnata.
Osservo le mie mani e noto con stupore che esse non sono bagnate.
Le goccioline di pioggia non stanno cadendo sul mio fragile corpo.
Per quanto io mi senta confusa in questo momento so per certo che questo è impossibile.

Non posso trovarmi sotto un acquazzone e non bagnarmi.
I miei pensieri vengono interrotti da una voce proveniente dall’interno della casa: “Non può essersene andata per sempre!”
Riconosco quella voce calda, ferma, ma allo stesso tempo tesa e preoccupata.
So di averla già sentita, ma non ricordo dove, in quale contesto.

È come se ogni mio ricordo andasse al di là del tempo e dello spazio.
Essi sono vaghi, sparsi disordinatamente nella mia testa e non riesco a farvi ordine.
Sento un’altra voce provenire sempre dalla casa davanti a me, questa volta è più dolce e deve appartenere a una donna: “Damon, per favore sta calmo!”
Appena sento pronunciare quel nome il tempo sembra fermarsi e scorrere velocemente all’indietro.

I ricordi si sistemano da soli, ciascuno nel suo cassetto della memoria.
Le persone che hanno segnato, in qualche modo, la mia vita tornano alla mente a poco a poco.
Ricordo Lexi e Rebekah, le mie migliori amiche; Elena e Katherine, le doppelganger; Damon e Stefan i miei amati fratelli; Klaus, l’amore della mia vita.
E poi tutti gli altri : Caroline, Bonnie, Tyler, Elijah, Kol …

Ma in particolare c’è un nome che mi frulla per la testa: Diana.
Non riesco a ricordare cosa mi abbia fatto, ma il mio cuore sembra dire che mi ha provocato dolore.
Ricordo una forte fitta che mi ha percorso tutto il corpo e, forse, questo è proprio il mio ultimo ricordo perché poi c’è il buio più totale.
Ripensare a tutto questo mi fa stare male e mi riporta a momenti angoscianti e dolorosi, così preferisco andarmene.

Decido di incamminarmi verso il bosco, ma dopo qualche metro percorso sento un rumore, simile ad una porta che si apre.
Mi volto di scatto e vedo un ragazzo alto, moro, sui 16-17 anni.
Sono sicura di non averlo mai visto così lo squadro da capo a piedi.
Una volta uscito dalla porta d’ingresso, comincia ad inzupparsi di acqua e questo conferma che c’è qualcosa che non va in me.

Mi guarda anche lui, stupito.
Dopo qualche secondo comincia a parlare: “Tu devi essere Lillian.”
Lillian.
Credo sia questo il mio nome, così annuisco.

Il ragazzo sembra attendere qualcosa, come se si aspettasse qualcosa da me.
Decido di farli la domanda che mi sto ponendo da qualche minuto: “Perché io non mi bagno sotto la pioggia?”
Sorride amaramente, con compassione.
Un dubbio atroce mi assale: “Sono morta?”

Lo dico con il groppo in gola e attendo una sua risposta.
Annuisce lentamente dopo qualche secondo.
Vorrei piangere, ma non riesco.
“Q-quando?”

“Ieri. Damon, Stefan, tutti stanno davvero male.”
Dopo qualche istante riprende a parlare: “Vuoi entrare?”
Annuisco meccanicamente.
Mi fa cenno di seguirlo e io eseguo come un automa.

Quando entriamo in quella che deve essere la casa dei miei fratelli, nessuno ci degna di uno sguardo.
Vedo Damon seduto sul divano che si tiene la testa tra le mani.
Accanto a lui c’è Stefan, completamente sconvolto.
Mi viene spontaneo chiamarlo: “Damon?”

La voce è roca, ma lui sembra non sentirla.
Al contrario, il ragazzo moro mi sente benissimo e mi informa della triste verità: “Non possono sentire i morti, io sono l’unico.”
Damon alza lo sguardo e osserva il ragazzo speranzoso.
“La vedi?”

Elena, seduta sull’altra poltrona, si rivolge al ragazzo: “Jeremy? È qui?”
Il ragazzo, Jeremy, fa cenno di sì con la testa.
Ricomincio a guardare i miei fratelli: “Mi dispiace.”
Jeremy ripete ciò che ho detto: “Dice che le dispiace.”

Damon interviene subito: “Tu non hai colpa. È stata Diana a ucciderti.”
Ora capisco.
Diana è la donna che mi ha uccisa.
Stefan puntualizza: “Per salvare me. Il fratello che ti ha trasformata e che ti ha reso la vita un inferno.”

Ricordo tutto ora.
Diana voleva uccidere Stefan, ma io mi sono posta davanti a lui, salvandolo.
Stefan continua a parlare, pieno di sensi di colpa: “Per salvare me. Me …”
“Ti perdono Stefan.”

Jeremy fa da tramite: “Dice che ti perdona.”
“No, Lilly, tu hai tutte le ragioni del mondo per avercela con me. Te ne sei andata …”
Lo vedo piangere.
Lo chiamo: “Stefan! Sei mio fratello! Ti ho sempre voluto bene! Anche se non te lo dicevo!”

“Dice che ti ha sempre voluto bene, anche se non te lo diceva spesso.”
Guardo nuovamente Damon: “Mi dispiace così tanto! Avevo promesso che vi avrei protetto!”
Damon parla tra se e se, ma io riesco a sentirlo: “Dio, quanto ti vorrei qui! Se potessi fare qualcosa per riportarti qui!”
A quelle parole, un ricordo riaffiora nella memoria, credo che fosse il 1966, circa …
 
Esco da camera mia in pigiama, pronta per una serata con la mia migliore amica che deve essere scesa a prendere qualcosa da mangiare, o meglio da bere …
Gironzolo per la casa e ad un tratto la mia attenzione è attratta da una perla luccicante.
È una collana d’oro con un grosso smeraldo al centro.

Lo scruto attentamente, mi sembra di averlo già visto.
Ricordo una figura simile sul libro di Jenny, era una pietra se non sbaglio …
O mio dio!

La pietra del Bene e del Male?!
No, impossibile.
È stata distrutta secoli fa, così dicono …

Sento la porta aprirsi e la voce di Lexi: “Che cosa possiamo fare stasera? Io opterei per …”
Appena mi vede con la sua collana in mano, smette di parlare.
Le rivolgo la domanda fondamentale: “è la Pietra?”

“è la Pietra.”
“E tu tieni la Pietra del Bene e del Male in casa!”
“Shhh!!! Abbassa la voce e stai calma!”

“No! Non dirmi di stare calma! Come fai ad averla tu! L Pietra è solo per donne con …”
Non mi lascia finire la frase e conclude lui per me: “Con il cuore puro, lo so.”
“L’hai rubata?”

Mi si avvicina e me la prende di mano: “Non l’ho rubata! Mi è stata data dalla Guardiana presedente.”
“A te.”
“Sì, a me.”

La guardo perplessa.
Sembra decidersi a darmi spiegazioni: “Devo portarla alla prossima Guardiana. È in Alaska. Per questo di ho chiesto di accompagnarmi in Canada.”
“E chi è la prossima Guardiana.”

Mi guarda seria.
So che in teoria non me lo potrebbe dire, ma tentar non nuoce.
“Esme Cullen.”

La guardo ancora più perplessa di prima.
“E lei la terrà per molto?”
“Il patto è per un secolo.”

Annuisco.
Mi alzo dal divano su cui nel frattempo ci eravamo sedute e faccio per andarmene.
“Lilly!”

“Sì?”
“Questa Pietra ha un potere assoluto. Se ti ho detto a chi la darò è solo per assicurarmi che tu, un domani, la possa usare per Stefan. Ricorda che in mani sbagliate potrebbe generare una catastrofe. Può risorgere i morti, Lillian.”
Annuisco: “Lo so. Grazie.”
 
Quindi c’è un modo per riportarmi in vita!
Non devo assolutamente perdere tempo: “Jeremy? Dì loro che c’è un modo per riportarmi in vita e che Klaus sa qual è. Dobbiamo andare da lui. Subito!”
Jeremy riporta le mie parole e gli altri sembrano esterrefatti.
Damon, per primo, interviene: “Sei morta Lilly, per sempre.”

“Non ti fidi di me?”
Sembra quasi sentirmi.
“Ma mi fido di te. E se potrò riportarti in vita, in qualche modo, allora lo farò. Andiamo da Klaus.”
Tutti si alzano e si avviano fuori verso casa Mickaelson, me e Jeremy compresi.
 
 
ANGOLO AUTRICE
Ciao a tutti!
Siete assolutamente autorizzati a tirarmi pomodori, prendermi a sassate o cose del genere. Lo dico io per prima che questa svolta fa schifo. Io odio quando in un film muore il personaggio principale, ma non disperate perché la nostra Lilly continuerà a dominare tutto, in un'altra veste e in un’altra forma però. Penso che la storia andrà avanti per altri 5-6 capitoli, credo. Dipende se lascerò solo la coppia Lilly/Nick o se aggiungerò un possibile Delena e quindi un loro avvicinamento. Attendo vostri consigli a riguardo.

Spero, inoltre, di essere riuscita a far capire la storia della Pietra del Bene e del Male, comunque non preoccupatevi perché nel prossimo capitolo ribadirò il concetto.
Ho nominato Esme Cullen che fa parte della saga di Twilight e, sì, probabilmente, anzi, sicuramente la famiglia Cullen verrà introdotta nella storia.
Recensite, per favore, così potrò sapere cosa ne pensate a riguardo.
Baci! Al prossimo capitolo!

p.s: ho deciso di cambiare titolo del capitolo, come avrete notato.
 
 
 

 

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