Vita a capitoli di due serpi complessate

di Ladychic
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Le femmine erano davvero perfide ***
Capitolo 2: *** Notte in Sala Grande ***
Capitolo 3: *** Un ulteriore motivo per odiare Harry Potter ***



Capitolo 1
*** Le femmine erano davvero perfide ***


Vita a capitoli di due serpi complessate.

Le femmine erano davvero perfide

Era un afoso pomeriggio di Giugno, del tre Giugno per la precisione.

Una bambina di quasi cinque anni, con dei boccoli castani legati con un grazioso fermaglio e con dei grandissimi occhi del colore della cioccolata fissava spaesata la maestosa casata che le si stagliava imponente davanti.

Il giardino che la circondava era immenso, ricco di altissimi abeti e siepi. Era decorato per quell’occasione con nastrini, palloncini magici, e fronzoli.

Sua sorella, Daphne, da subito era andata a giocare con gli altri bambini, lei invece si stringeva timida alla gonna della madre.

«Sophia, che gioia vederti!» disse una bella signora bionda salutando sua madre.

«Narcissa, è sempre un piacere venire alle tue magnifiche feste, devo constatare che questa volta hai dato il meglio di te»

La signora Malfoy sorrise e poi si rivolse alla bambina.

«Astoria, ma come sei cresciuta! Sei proprio una bella bambina»

Astoria abbozzò un timido sorriso e incitata dalla madre ringraziò quella signora così gentile.

«Non vuoi andare a giocare con gli altri bambini? C’è da divertirsi, sai?»

La bambina scosse il capo e tentò di nascondersi di più dietro la veste della madre.

«E’ molto timida, poi sono tutti bambini più grandi» la giustificò Sophia.

In quel momento un pavone passò tranquillo accanto alle tre streghe. Gli occhi di Astoria si illuminarono.

«Puoi giocarci se vuoi, con i pavoni, sono addestrati e innocui» continuò la signora Malfoy.

«Si mi piacerebbe moltissimo!» disse la bimba con una vocetta acuta.

Salutò con un piccolo inchino  quella bella signora e iniziò a seguire il pavone non prima di aver sentito in lontananza la voce della madre dire all’amica «Non c’è niente da fare, mai che giochi con qualche bambola, spero non diventi un maschiaccio, ah è così diversa da Daphne»

Astoria non badò molto a quelle parole e corse interessatissima dietro quell’animale dalla piume colorate.

Ben presto la piccola notò che nel giardino vi erano moltissimi altri pavoni!

Si distaccò dalla folla di invitati e si inoltrò sempre più nel grande giardino.

Più si avvicinava all’uccello e più quello si allontanava da lei.

«Ehi, non scappare! Voglio solo accarezzarti!»

Niente, il pavone zampettava così tanto in fretta che la bambina dovette iniziare a correre allontanandosi sempre di più.

Stanca si appoggiò al tronco di un alto abete per riprendere il fiato.

Dove era finita? Non riusciva più a vedere il punto in cui aveva lasciato la madre, attorno a lei solo un vastissimo prato pieno di fiori con tanti cespugli verdi e alberi.

Era leggermente preoccupata per il fatto di non sapere dove fosse ma non troppo. Allo stesso tempo ammirava stupita quel magnifico paesaggio colorato e profumato che aveva intorno.

Superò un cespuglio particolarmente fitto e davanti a lei si stagliò un piccolo laghetto. Sulle sponde del lago si trovava un salice piangente sotto al quale sedeva un bambino biondo che immediatamente si accorse di lei.

«E tu chi sei!?» disse sgarbato il bambino avvicinandosi a lei con una faccia minacciosa.

«Io.. Mi chiamo Astoria Greengrass…» balbettò lei.

« Questo è il mio posto segreto! Nessuno può venire qui senza il mio permesso, soprattutto se si tratta di una femmina»

Astoria si strinse nelle spalle e guardò a terra imbarazzata.

«Scusa, stavo inseguendo un pavone e mi sono persa!» esclamò sull’orlo delle lacrime.

«Perché non sei a giocare con le altre femmine!? Voglio essere lasciato in pace!»

«A me non piacciono i giochi da femmina!» urlò lei decisa.

«Sei la solita bambina capricciosa. Siete tutte uguali voi femmine, opportuniste e piagnucolose»

«Tu invece, sei un bambino antipatico e maleducato! Ecco perché sei in questo posto da solo! Scommetto che nessuno vuole giocare con te!»

«Piccola mocciosa! Come osi parlare in questo modo di me! Io sono Draco Malfoy, se nessuno te l’avesse detto!  Devi portarmi rispetto perché sono maschio, perché sono un Malfoy, perché sono più grande di te e anche perché oggi è il mio compleanno e tutti devono fare quello che voglio io, chiaro?» finì il bambino incrociando soddisfatto le braccia al petto.

La bambina si sentì offesa e avvilita. Subito si portò le mani al viso ed iniziò a piangere.

«Sei cattivo! Io non volevo fare niente, non volevo venire qua!»

Draco preoccupato si avvicinò di più e portò avanti le braccia.

«Ehi smettila subito di frignare! Non voglio che qualcun altro scopra il mio nascondiglio! Mi basti già tu come scocciatura!»

La bambina si calmò. Draco decise di ignorarla e si diresse nuovamente sotto il salice.

Astoria era davvero spaesata. Non sapeva cosa fare, voleva tornare dai suoi genitori e allontanarsi il più possibile da quel bambinetto odioso. Però non sapeva la strada per rientrare e soprattutto era incuriosita da ciò che stava facendo il bambino sotto l’albero.

Cauta gli si avvicinò.

«Cosa stai facendo?» Chiese lei titubante. Non voleva restare sola, si sarebbe accontentata anche della sua compagnia.

«Sei una femmina, non potresti capire»

«E perché sei qua nascosto?»

«Beh, perché sto per fare una cosa pericolosa, non mi deve vedere nessuno»

«Allora se non mi dici di che cosa si tratta mi metto a urlare, e dirò tutto ai tuoi genitori!»

«Perfida mocciosa! Non oseresti!»

«E invece si! Avanti dimmi cosa stai facendo!»

Draco alzò gli occhi al cielo: era inutile, le femmine erano davvero perfide, egoiste e portatrici di problemi. Da quel giorno capì che con quella bambinetta testarda qualsiasi cosa sarebbe stata una battaglia persa.

«Va bene, ma mi devi giurare su Salazar Serpeverde che non lo dirai a nessuno! NESSUNO!»

«Lo giuro!»

In quel momento il bambino si spostò e le permise di vedere quello che nascondeva sotto l’albero.

Era una scopa volante.

«Stamattina tra la confusione per i preparativi della festa quello stupido elfo ha dimenticato di chiudere lo stanzino dove mio padre tiene la sua scopa. Io ho già volato un sacco di volte, e sono anche bravissimo, tuttavia, non mi ha mai permesso di usarla completamente solo, quindi oggi la userò!»

«Woaw!» esclamò emozionata Astoria. «Non ho mai visto una scopa così grande! Solo quelle per bambini!»

«Questa è una scopa professionale, di quelle che usano nel campionato di Quidditch, ovviamente mio padre si può permettere sempre il meglio!» Disse cavalcando la scopa.

«Ehi voglio salire anche io!» sbottò Astoria decisa.

«Non se ne parla! Non volo con una femmina! Strilleresti per tutto il tempo!»

«Non è vero, e poi, se è vero quello che mi hai detto prima, ovvero che sei andato un sacco di volta sulla scopa e che sei bravissimo a guidarla non avrei nessun motivo per strillare e tu non faresti alcuna storia per portarmi. Forse non sei così bravo come dici e hai paura di non riuscire a volare con me!»

Draco la squadrò. Era astuta quella femmina. Però era stato ferito nell’orgoglio, e ciò non può capitare a un Malfoy. Mai.

«Astoria Greengrass, sali subito sulla scopa. Ma ti avviso, se urli, sei finita.»

La bambina emozionatissima si posizionò sulla scopa dietro a Draco.

«E vedi di non appiccicarti troppo a me, mocciosa!»

Astoria annuì e subito si alzarono in volo.

Il decollo non era andata tanto male, certo la scopa tremava un po’, ma Draco se l’era cavata egregiamente.

Volavano sopra il laghetto, Draco fiero e orgoglioso di se stesso, Astoria felice ed emozionata come non lo era mai stata.

In quel momento una farfalla iniziò a volare vicinissimo ad Astoria, la bambina iniziò ad agitare le mani terrorizzata.

«Ehi, smettila di agitarti! Vuoi forse farci cadere?!» le urlò contro Draco tentando inutilmente di tenere salda la scopa.

«Ma c’è una farfalla!» gridò lei.

«E quindi? Le femmine adorano le farfalle!»

«Io ho paura delle farfalle!!! Sono gli unici insetti di cui ho terrore, mi fanno schifo!» strillò dimenandosi sulla scopa.

Non riusciva a stare ferma, e Draco non riusciva più a controllare la scopa che iniziò velocemente a precipitare.

Tra le grida spaventate di entrambi i bambini la scopa cadde nel laghetto trascinando i due con lei.

Draco fu il primo a riemergere. Acciuffò spaventato Astoria per il colletto del vestito e la trascinò fuori.

«Stupida femmina! E’ tutto colpa tua se siamo precipitati in acqua!» le urlò contro Draco.

Astoria, più che altro per lo spavento, scoppiò nuovamente in lacrime.

«E smettila di piangere! Fortunatamente sono sano e salvo e la scopa non si è rovinata» Disse Draco più tranquillo. «Non diremo mai a nessuno quello che è successo oggi, intesi?»

«Ma sono fradicia! Come farò a spiegare a mia madre che..»

«Non è un mio problema, inventati una scusa!»

«Va bene, promesso».

I due bambini rientrarono tra gli invitati, nessuno disse niente del motivo per il quale si presentarono davanti a tutti bagnati fradici, entrambi però finirono in punizione e a entrambi venne un brutto raffreddore il giorno seguente.

Angolino autrice:

Carissimi lettori, eccomi qua con una nuova fan fiction a più capitoli. Lo so, non ho più postato capitoli della fan fiction su Oliver e Katie, ma ci sto lavorando!

Ora sono presissima da questa storia e spero che anche a voi possa minimamente piacere! Io adoro la coppia DracoAstoria! Da sempre mi sono chiesta come le cose tra loro si fossero svolte. Escluso questo primo capitolo, in cui ho descritto il loro primo incontro, penso dedicherò loro un capitolo per ogni anno passato a Hogwats e magari qualcuno anche una volta cresciuti.

Spero in qualche commento, un bacio. Chiara.

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Capitolo 2
*** Notte in Sala Grande ***


Notte in Sala Grande

Le scale che conducevano alla sala comune di Serpeverde non finivano più.

Astoria Greengrass era tra le mura del castello di Hogwarts da quasi tre mesi, e già non ne poteva più di salire e scendere quelle scale per i sotterranei anche cinque volte al giorno.

Sbuffando arrivò alla parete di pietra nera che permetteva l’accesso alla sala comune e pronunciò la parola d’ordine.

Niente, la parete non si muoveva di un millimetro.

Astoria era nervosa. Aveva preso un brutto voto in incantesimi perché non aveva consegnato un compito che non sapeva di dover svolgere, la mattina si era svegliata tardi e si era vestita con un leggero maglioncino sotto la divisa e aveva patito il freddo di dicembre per tutto il giorno.

In quel momento non voleva altro che farsi una lunghissima e rilassante doccia calda, indossare il suo pesantissimo pigiama in pile e mettersi sotto le sue caldissime coperte verdi argento. Dunque il fatto che non potesse entrare nel proprio dormitorio le causò un principio di crisi nervosa.

«Brivido Cosmico!» ripeté la ragazza.

«Ho detto Brivido Cosmico!» urlò

«Stupido muro del cavolo! Aprimi subito o ti mando in frantumi!» Ormai aveva perso del tutto la pazienza.

«Greengrass, Greengrass, nessuno ti ha detto che le signorine non imprecano?»

Draco Malfoy non ci voleva proprio.

«A meno che tu non sappia il modo per entrare ti conviene eclissarti prima che inizi a prendere a calci anche te.»

«Nervosette eh?»

«Vaffanculo»

«Non si può entrare in sala comune oggi» disse il giovane con aria di superiorità.

«Grazie tante, fino a qui c’ero arrivata da sola. Brivido Cosmico!»

«Quanto sei ottusa! Ma non lo sai?! Tutte le sale comuni non sono accessibili oggi! Sirius Black ha attaccato il ritratto di quella grassona che sorvegliava l’ingresso di quegli stupidi Grifondoro, dunque il preside ha deciso che per stanotte dovremo tutti dormire in Sala Grande! Che cosa riluttante!»

«E tu allora, se eri già informato di questo, come mai sei qua?»

«Sto tornando dalla guferia, e si da il caso che per arrivare in sala Grande debba passare da qua. Mio padre doveva subito essere informato di quanto la protezione di questa scuola stia diminuendo, e di quanto questo preside sia incapace di gestire la situazione! Prima assume professori incompetenti, poi permette a un prigioniero di penetrare nella scuola e poi, e questa è la cosa più importante, obbliga gli studenti a dormire nella sala Grande su dei miseri sacchi a pelo! Io dormire in un sacco a pelo! Quando mai!»

«Noto che continui ad essere ancora il solito viziato e arrogante ragazzino di sempre, Malfoy. Fatti attaccare un'altra volta da un Ippogriffo e stavolta speriamo te lo rompa veramente quel braccio, se non addirittura il collo.»

«E io noto che sei ancora la solita ragazzina odiosa e antipatica, oggi ancora più nervosa e scontrosa del solito!» le urlò contro Draco.

«Cos’è tutto questo baccano?! E soprattutto cosa ci fate voi due studenti ancora qua?! Dovreste essere in Sala Grande da un pezzo! Venti punti in meno a Serpeverde!» Era il professor Vitious.

Anche lui non ci voleva per i nervi di Astoria, avrebbe voluto dare un calcio a quell’ometto minuscolo volentieri.

«Professore, ho urgenza di andare in dormitorio, è una questione di un minuto!» lo supplicò la ragazza. Già, solo il tempo di andare a prendere qualcosa di pesante da mettersi, visto che in Sala Grande si congelava.

«Mi dispiace signorina Greengrass, niente eccezioni, nemmeno se si trattasse di andare a recuperare quel compito che non mi ha presentato questa mattina» continuò severo Vitious.

Malfoy ghignò divertito.

«E lei non rida signor Malfoy, ho sentito quello che stava dicendo sul preside, cinquanta punti in meno a Serpeverde»

Draco lo guardò con aria omicida.

«E ora vi condurrò personalmente nella sala Grande. Avanti!»

Draco e Astoria, entrambi nervosi adesso, seguirono quel nanerottolo.

La Sala Grande era già strapiena di studenti addormentati.

Astoria individuò con lo sguardo le sue compagne e notò tristemente che non c’erano più sacchi a pelo disponibili vicino a loro.

«Cari miei siete arrivati tardi, i posti nel lato della vostra Casa sono tutti occupati e in più per raggiungerli fareste rumore e svegliereste il resto degli studenti»

«E con questo cosa vorrebbe dire, professore?» chiese freddo Draco.

«Sto dicendo signor Malfoy, che stanotte voi due dormirete tra gli studenti di Tassorosso. Ecco ci sono due sacchi a pelo disponibili proprio li, tra il signor Macmillan e il signor Smith.»

I due ragazzi riluttanti si infilarono nei sacchi a pelo.

«Questa è tutta colpa tua Malfoy! Odio i Tassorosso!» sbottò Astoria.

«Credimi, io li detesto il doppio di te, cose da matti, io sto dormendo tra la feccia. Quando mio padre lo saprà..»

«Si si certo Malfoy… Ora per favore stai zitto, non ho più voglia di ascoltarti, ecco mi giro dall’altra parte e farò finta che tu non esista.» disse la ragazza voltandosi verso Ernie Macmillan profondamente addormentato.

«Ti conviene rigirarti subito»

«Non ho intenzione di guardare ancora la tua faccia odiosa Malfoy, almeno che tu non te la tagli non ho intenzione di girarmi verso di te, lasciami in pace»

«Sai, Macmillan è famoso per la sua alitosi, si dice che sia pestilenziale»

Due istanti dopo gli occhi grigi di Draco poterono nuovamente fissare quelli disperati della ragazza.

«Per Salazar, puzza di carogna! Che schifo!» sussurrò la ragazza stringendosi di più nel sacco a pelo. Moriva di freddo.

Draco si mise a sedere, si tolse il maglione pesante che aveva e lo lanciò alla ragazza rimanendo in camicia.

«Il mio non è un favore Greengrass. Lo faccio perché i tuoi denti che sbattono dal freddo non mi farebbero chiudere occhio per tutta la notte» disse fissandola attentamente.

«Bene, allora posso con mia grande gioia evitare di ringraziarti.» disse lei indossando il maglione. Ora stava decisamente meglio.

Si tirò le coperte fino al naso e chiuse gli occhi.

«Malfoy, smettila di fissarmi! Mi irrita!» sbottò ancora con gli occhi chiusi. Sentiva lo sguardo del giovane puntato addosso e la cosa le scocciava parecchio.

«Ora che mi hai detto che ti irrita, sono pronto a fissarti tutta la notte»

«Vaffanculo» sussurrò la ragazza iniziando a prendere sonno.

«Ancora una volta mi stupisci con queste imprecazioni.»

«Spero tu possa passare una notte di merda, Draco Malfoy» dopo un lungo sbadiglio Astoria si addormentò.

La notte che il giovane Malfoy passò non fu assolutamente come auspicata dalla giovane Greengrass.

Si addormentò con i lineamenti sottili e con i morbidi boccoli della ragazza impressi nella mente e con un sorriso rilassato impresso sul viso.

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Capitolo 3
*** Un ulteriore motivo per odiare Harry Potter ***


UN ULTERIORE MOTIVO PER ODIARE HARRY POTTER

 

Era una gelida sera di Febbraio.

La neve ricopriva il gigantesco giardino di Hogwats e sbatteva perfida alle finestre dei corridoi facendo entrare nel castello degli antipatici spifferi di aria gelata.

Astoria Greengrass, dopo cinque ore di studio disumano in biblioteca, stava rientrando distrutta nella propria Sala Comune.

«Non porti la spilla, Greengrass?» domandò con un ghigno Draco Malfoy il quale aveva notato la sua esile figura trafelata.

«Non mi pare che tu sia diventato cieco, Malfoy» rispose lei acida e abbastanza seccata dall’arrivo del biondo.

«Beh, la prossima volta evita di dimenticarla nel dormitorio, per piacere. Ho impiegato giorni a realizzarla!» disse lui fissandola imperterrito.

Dopo una risatina nervosa la giovane Greengrass si fermò vicino ad una colonna.

«Per favore, potresti lasciarmi tornare in Sala Comune in santa pace? Sai, non ho avuto proprio una giornata da poter definire fantastica. Sono stanca morta e l’incontro con te non può che rovinarla ancora di più»

«Noto che in te la sincerità è pari alla maleducazione, piccola mocciosa» rispose il biondo sempre con il solito ghigno.

Voleva farla arrabbiare.

Astoria si passò veloce una mano tra i capelli e alzò gli occhi al cielo.

«Perché non vai a rovinare la serata a qualcun altro, Malfoy?»

«E’ qua che sta il bello. Mi annoiavo e dunque ho deciso di allietare qualcuno con la mia piacevole compagnia, devi essere lusingata di essere tu questo qualcuno» ribadì Draco fermandosi davanti a lei.

«Ho dei seri dubbi riguardo il fatto che la tua compagnia si possa definire piacevole. E comunque credo che troverai sicuramente qualcuno più adatto e soprattutto più lusingato di me per riceverla. Lasciami andare e torna dalla tua Pansy, lei è sicuramente più smaniosa di me all’idea di stare con te» continuò la giovane riprendendo a camminare velocemente il più lontano possibile da Malfoy.

«Nah, non ho più voglia di quella sanguisuga!» rispose il giovane Serpeverde affiancandosi nuovamente a lei.

No, quella non era assolutamente una buona giornata per Astoria.

«Ma come, pensavo che fosse la tua ragazza!»

«Greengrass, Greengrass, come puoi anche minimamente pensare che io stia con lei? Sei troppo ingenua e non riesci a distinguere una storia da un passatempo.» disse lui risoluto.

«Beh, Pansy non è di certo della medesima opinione, purtroppo tu non hai il dormitorio affianco al suo e non sei quindi costretto tutti i santi giorni a sentire la sua vocetta da oca urlare ai quattro venti il suo amore per te, non sei costretto a sorbirti per ventiquattro ore di fila discorsi dettagliati su quello che avete o non avete fatto. Davvero patetico in verità»

Astoria notò con gioia che ormai la Sala Comune era vicina.

«Beh, mi dispiace per lei ma è completamente fuori pista. A me non interessa per niente. Sto iniziando a detestarla, non mi lascia un minuto, mi sta sempre appiccicata, una vera noia»

«Non sei bravo allora a trovarti i passatempi giusti, Malfoy» decretò lei superando il muro di pietra che permetteva l’accesso alla Sala Comune dei Serpeverde.

Astoria stava per arrivare alle scale del dormitorio femminile. Scale che fortunatamente Draco Malfoy non avrebbe potuto superare.

«Esci con me Greengrass, sono certo che tu non mi annoieresti» le sussurrò lui, serio per la prima volta.

Astoria alzò un sopracciglio e sorrise.

«Essere un passatempo di qualcuno si trova all’ultimo posto tra le cose che non farei mai e poi mai, la sola idea mi fa venire il vomito. Ora ti saluto.» disse superando le scale.

Draco sorrise, per le prima volta forse era un sorriso vero e la sua voce le arrivò forte da dietro le spalle.

«Tu non saresti un passatempo, sei troppo interessante».

Astoria si fermò per qualche secondo e sorrise. Poi si voltò verso il giovane che strano ma vero era leggermente imbarazzato, forse perché non aveva preso in considerazione il fatto che la stragrande delle Serpi avesse sentito la sua ultima frase.

Astoria lo fissava intensamente, era bellissima in quel momento. I suoi grandi occhi color cioccolato puntati su di lui, la mantella leggermente aperta che permetteva di vedere il maglione con lo stemma verde argento, le lunghe gambe sottili fasciate dalle calze nere, la borsa a tracolla che si alzava e abbassava ad ogni suo respiro. La mano portata sotto il mento ad indicare il fatto che stese riflettendo.

«Em, no. Buonanotte.» detto ciò la ragazza riprese tranquilla a salire le scale.

Draco era immobile e stupito. A nessuna ragazza aveva mai detto una cosa del genere e soprattutto nessuna ragazza l’aveva mai rifiutato.

«Ah Malfoy, mi sono dimenticata di dirti prima, che, tanto perché tu lo sappia, non ho mai avuto quell’orrenda spilla perché tifo per Potter. E’ così coraggioso!» la giovane si rigirò definitivamente e sparì.

Draco non ci poteva credere. Non solo l’aveva rifiutato, quella mocciosa aveva una cotta per lo Sfreggiato! Il suo più grande rivale!

D’ora in avanti Draco Malfoy avrebbe avuto un ulteriore motivo per detestare Harry Potter.

«Dracuccio, non ti ho visto per tutto il giorno! Mi sei mancato così tanto!» civettò Pansy entrata in quel momento in Sala Comune.

«Non rompermi i coglioni Pansy. Non è giornata» sbraitò il giovane raggiungendo velocemente il proprio dormitorio e lasciando una Pansy in lacrime.

La sua disperazione e le sue lamentele non avrebbero fatto chiudere occhio ad Astoria.

 

 

A.A

Salve a tutti! Ecco il terzo capitolo della storia. Spero di essere riuscita a delineare un pochino (quello che secondo me sarebbe bellissimo se fosse) il carattere del misterioso personaggio di Astoria Greengrass. Fatemi sapere che ne pensate, e soprattutto non mancate all'appuntamento con il prossimo capitolo! 

 

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