American dream

di Shir
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incominciamo bene ***
Capitolo 3: *** Progetti strappati e ex incazzate ***
Capitolo 4: *** L' allegro vicinato del quartiere internazionale ***
Capitolo 5: *** Prima notte di una nuova vita e primo giorno di lavoro (parte prima) ***
Capitolo 6: *** prima giornata di lavoro parte seconda ***
Capitolo 7: *** Le due facce del Natale ***
Capitolo 8: *** L'alcool rovina il fegato e non solo... ***
Capitolo 9: *** Una giornata come tutte le altre con shockanti rivelazioni ***
Capitolo 10: *** (Riassuntino della storia fino ed ora e...)Scheletri nell'armadio ***
Capitolo 11: *** Parenti serpenti/Strane idee/Equivoci,ricordi e colpe ***
Capitolo 12: *** Troppa gente per un titolo(scusate il titolo di mer...) ***
Capitolo 13: *** (Altro riassuntino e ...)Strane sostanze/Bellezze dall'Africa/Regalo ***
Capitolo 14: *** Ricordi sfocati/Piani di conquista/Minacce e incomprensioni /Segreti svelati e orrori ***
Capitolo 15: *** Quando cupido si mette in mezzo... ***
Capitolo 16: *** (Riassunto con America)Allegra giornata al parco/He always watches,no eyes! ***
Capitolo 17: *** Chi è Alexander?La shockante rivelazione! ***
Capitolo 18: *** matrimoni/Delusioni e consolazioni/Colpo basso ***
Capitolo 19: *** (Riassunto +...)Lussuria infinita ***
Capitolo 20: *** La lettera di Sadik ***
Capitolo 21: *** Ti amo ma non te ne accorgi ***
Capitolo 22: *** Il matrimonio che tutti aspettavano! + riassunto ***
Capitolo 23: *** De dode ikke vende tilbage! ***
Capitolo 24: *** Questa storia non avrà un Happy Ending ***
Capitolo 25: *** Quando non c'è un altra via ***
Capitolo 26: *** La fine del Sogno Americano ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


American Dream

Cambiamento.Si.Quella che stava respirando ora era aria di cambiamento,di svolta,una svolta decisiva per la sua vita.L'aria di quell'aereo che lo avrebbe presto portato in America, era totalmente diversa da quella che respirava a casa sua.

Era totalmente diversa dall'aria che si respirava in Germania.Ludwig rilasso i muscoli,perdendosi in quel turbinio di pensieri che lo attanagliavano dall'inizio del viaggio,respirava aspettando che l'aereo atterasse sulla pista.

Quell'idiota di suo fratello, per una volta, aveva fatto la scelta giusta:lui e la fidanzata avevano deciso di vivere in America ,così per non rimanere da solo aveva deciso di andare con loro e continuare lì l'università. L'inglese non era un problema, dato che la loro famiglia gli Beildsmith,era una delle più prestigiose casate tedesche;quindi parlare correttamente inglese era una delle cose basiliari ed appartenendo ad una famiglia prestigiosa era logico che lui e suo fratello dovessero sposare ragazze di buona famiglia.

Ma suo fratello Gilbert da sempre ostile a questa stupida regola,in un certo senso aveva deciso di andare in America con lei proprio per sfuggirle, per sfuggire ai no di quelle persone che l'avevano cresciuto, a quelle persone che gli avevano garantito una vita agiata e nel lusso.Ma Gilbet non poteva lasciarla andare ,non poteva, l'amava troppo ed Elizaveta amava lui.Erano perfetti insieme:lui era sicuro di se,megalomane ,egocentrico , egoista ed orgoglioso, si credeva Dio in terra.Ma lei ,per fortuna , era l'unica a saper spegnere un po' il suo ego,l'unica che riusciva a farlo aprire al mondo, l'unica che sotto sotto, nonostante lui fosse un concentrato di arroganza, maleducazione e egocentrismo riusciva a vedere il buono che celava .Inoltre lei sapeva bene come aver ragione su tutto,cosa che lui non accettava dato il suo ego,anche se a volte glielo faceva capire a suon di padellate in testa, seconde il parere di Ludwig ben meritate.

Ludwig si soffermò a guardare il fratello,appena svegliato dal rumore dell'areo,che con dolcezza accarezzava i capelli della ragazza che non voleva svegliarsi,ma dopo un po' aprì gli occhi e si girò verso Gilbert,piano piano avvicinò il viso a quello del ragazzo e posò un delicato bacio sulle sue labbra.Ludwig si sentiva improvvisamente di troppo,quella scena era una delle poche in cui vedeva il fratello maggiore non vantarsi e lei non prenderlo a padellate in testa,così diversi ma così perfetti insieme.

Guardò il piccolo pennuto che teneva in mano,Gibird l'uccellino di suo fratello al quale egli stesso aveva dato un nome simile al suo sempre per via del suo leggendario ego,il piccolo volatile affondava la testolina gialla e piumata nella mano del tedesco.L'aereo atterrò sulla pista e dopo un po il pilota annunciò che era il momento di scendere,piano piano i tre si alzarono e cercarono da subito di mettersi vicini per non perdersi,l'uccellino che stava posato sulla testa bionda del tedesco volo sulla spalla di Gilbert che,non appena vide l'uccellino strusciarsi vicino al collo, sorrise.

-Ohi!West ti dai una mossa o no, qua si fa notte!il Magnifico me non puo' aspettare!-

West...il soprannome che dava Gilbert a Ludwig sin da quando erano piccoli,chissa perchè quell'egocentrico aveva deciso di dargli un soprannome ,quando glielo chiese Gilbert rispose semplicemente che era per il fatto che erano diversi,quasi opposti come ovest ed est, ma si volevano bene. Gilbert a modo suo era magnifico, a Ludwig veniva da ridere tutte le volte che si ricordava che da piccolo credereva alla favoletta del magnifico fratellone che lo avrebbe sempre protetto,ma alla fine era sempre il piccolo Lud che salvava il suo fratellone dai guai in cui si cacciava.Gilbert fin da piccolo era stato un bambino un pò particolare per il suo aspetto,non che avesse qualche deformazione o che altro ,anzi lui si vantava della sua "magnifica"faccia,ma gli dava fastidio il fatto che tutti lo indicassero come albino. Si ,Gilbert aveva i capelli così chiari che parevano bianchi, la pelle diafana e gli occhi color del sangue;nonostante tutto era molto,troppo,socievole ; aveva molti amici e aveva avuto tante storie.Ma quella più importante era quella che avrebbe scritto insieme a Liz,così Gilbert chiamava Elizaveta,al contrario di lui Liz aveva i capelli castani ed occhi di un acceso verde smeraldo...

-E allora ti muovi o no?-Ludwig si distolse dai suoi pensieri,Gilbert continuava a chiamarlo ed Eliza era di fianco a lui e sospirava profondamente.

Ludwig prese la sua valigia e corse verso il fratello gridando:-Aspettami bruder!-.
 

Angolo dell'autotrice
Si lo so fa gia schifo ma volevo solo condividere questa pazza idea con qualcuno,so anche che ora non dice molto l'inizio per questo il prossimo capitolo lo farò un po' più lungo .Recensite please,almeno una per farmi contenta. :-)

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Capitolo 2
*** Incominciamo bene ***


-Ma dove cazzo sarà la casa di zio Rod?Qui in America le case sono tutte uguali in periferia:bianche, a due piani e starebbero una azzecata all'altra se non fosse per il giardino.Ah non capisco pro-

Si sentì un sonoro "SDENG" provenire dalla testa di Gilbert;ovviamente il suono era stato provocato dalla padella di Elizaveta che stanca del viaggio in aereo,del traffico che hanno trovato e delle lamentele del maggiore dei tedeschi,sentiva il bisogno di sfogarsi proprio su quest'ultimo e poi era un po' che Gilbert non assaggiava la sua padella.Ludwig era irritato quanto Eliza ,piuttosto decise di fare un intervento intelliggente(anche per salvare il fratello dalla "temibile" padella dell'ungherese).

-Perchè non domandiamo a qualcuno del vicinato dove si trova la casa di zio Roderich?Così conosceremo un po' anche i vicini.-

Eliza prese parola:-Si, ottima idea L-.Ma fu interrotta dalle grida di due tizi che stavano appena a una decina di metri da loro

-Idiota ,il proggetto doveva essere finito entro ieri e ora mi vieni a dire che lo stai ultimando?!-Ad urlare fu un uomo alto più o meno come Gilbert,aveva i capelli biondi che terminavano un po' più sopra le spalle e una leggera barbetta,gli occhi azzurri e un accento francese.--Te l'ho detto Francis mi manca poco,l'ho consegnerò entro oggi-.Stavolta a parlare fu un ragazzo leggermente abbronzato,capelli castani, occhi verdi e un frizzante accento spagnolo.-Ma non capisci Antonio che i telefoni non si costruiscono da soli?Il capo ci ammazza senzacontare che lo teniamo come vicino,quello ci scuoia-.Rispose il francese in tono disperato.-Senza contare che tirchio com'è ci dimezzerà come minimo lo stipendio.....- -Ah non farmici pensare....-

-Emh scusate mi dispiace interrompervi,ci sapreste indicare la casa di Roderich Eldestein?- disse Ludwig timido

 -Intendete dire quello con gli occhiali ,straricco e tirchio?-prese parola il francese
-Si,proprio lui,siamo i nipoti.-si intromise Gilbert:-Scusate abitate qui?-
-Si perchè? -disse lo spagnolo con timidezza
-Perchè noi veniamo a vivere con nostro zio, di conseguenza saremo vicini.Oh a proposito ma voi lavorate per mio zio?Se è coì saremo anche colleghi di lavoro!Piacere io sono Gilbert lui è mio fratello Ludwig e lei è la mia fidanzata Elizaveta e siamo venuti in America per-Ma non fece in tempo a finire che l'ungherese gli tirò una padellata in testa
-Ahio!Non interrompere il Magnifico Me quando par-E anche stavolta fu interrotto d una padellata più violenta della prima,ma stavolta non ribattè

-Haha siete davvero simpatici avremo bisogno di vicini casinisti come voi per smuovere un po la situazione.Nel frattempo ci presentiamo noi: io sono Antonio e lui è Francis; vi accompagno io da vostro zio e poi se vi fa iacere vi presentiamo il resto del vicinato.-disse lo spagnolo in tono divertito .

 -Oh si grazie!Ah e scusate Gilbert,è un gran chiacchierone ,mi dispiace solo che ve lo dobbiate sorbire anche a lavoro.-disse Eliza con tutta calma stringendo forte la padella per far capire al fidanzato che era meglio non ribattere
-Tranquilla señorita!guardi che anche noi siamo grandi casinisti,uno in più alla banda non ci farà che piacere!e allora che aspettiamo?Vamos!-.

Mentre il vivace gruppetto si avvicinavano all'abitazione,Ludwig cercò di ricordare come fosse Roderich l'ultima volta che l'aveva visto:la sua espressione seria e da galantuomo era stata sostituita da una triste,rigata da lacrime e disperazione;all'epoca Ludwig aveva solo quattro anni e il fratello sette,non poteva capire cosa stesse passando ,non poteva capire come ci si sentisse a perdere la persona amata,a dover crescere da solo due figli ,certo era ricco ,i soldi non gli sarebbero mancati,l'industria andav a gonfie vele;ma i piccoli Vash e Lily si sarebbero trovati dover crescere senza una figura materna,per il dolore Roderich si trasferì in America e costriuì un industria lì.

"ding dong "Gilbert suonò il campanello e dopo un po' aprì una ragazzina molto minuta,sui sedici anni occhi verdi e i capelli biondi ch e rrivavano un po' più sopra delle spalle-Si?Posso esservi d'aiuto?Oh Francis ,Antonio che ci fate qui? Spero per voi che abbiate portato il proggetto.Papa' è incazzatissimo e poi chi è questa gente?-

 

Prima che uno dei due potesse parlare ,Ludwig intrvenne-Noi siamo i tuoi cugini:io sono Ludwig e lui è Gilbert ,mentre lei è Eliza la fidanzata di Gilbert tu eri troppo piccola per ricordare ,ma penso che zio Roderich te ne abbia parlato-La ragazza esito' un attimo prima di rispondere-Si,mio padre me ne ha parlato- -Hei Lily che succede qui?-a parlare fun un ragazzino alto piu o meno come Lily gli stessi capelli e gli stessi occhi ,hanno preso entrambi dalla zia:pensò Ludwig;il ragazzino li squadrò un attimo poi prese parola-Ludwig,Gilbert?siete..proprio voi?Papa' ci ha detto tutto,entrate foza ,vuole vedervi.........Eh Francis, Antonio!non fatevi vedere da papa' che vi scuoia,se dovete venire qui ,portate il progetto almeno-disse il ragazzo in maniera quasi inespressiva.-Lei deve essere Elizaveta,giusto Gilbert?-riprese Vash-Si,il signor Roderich vi ha detto tutto quindi conoscete la nostra situazione-disse calma Eliza.

-Mi puoi chiamare benissimo zio,non farti problemi-intervenne improvvisamente una voce fuori campo,Gilbert sentiva dietro di lui Antonio e Francis che tremavano leggermente-Zio Rod!Da quanto tempo!Siamo felici di vedere che stai bene. 

- Sono felice anch'io di vedervi,ma non lo sono altrettanto di vedere quei due la dietro-la sua voce si fece più dura mentre dagli occhiali si intravedeva un espressione di rimprovero
-Spero che almeno abbiate portato il progetto.
-S-s-signor Roderich ,ecco..vede Antonio lo sta ultimando-disse il francese con la voce tremante
-Si non mi ci vorrà più di un quarto d'ora -
--E allora che ci fate qui?-.
-Abbiamo accompagnato i suoi nipoti e e e io mi sono preso l'impiego di fargi conoscere il resto del vicinato,mentre Antonio finirà il proggetto e poi mi raggiungerà.Vero Tonio?

 -Si si ,verissimo.Anzi,lo faccio subito !A dopo ragazzi.-

Detto questo ,lo spagnolo scappò verso la sua abitazione lasciando lì il francese come un baccalà,che giustamente aveva iniziato a tremare perchè sapeva che Roderich si sarebbe sfogato con lui.
-Allora ,Francis,mi dici perchè tu e Antonio ci avete messo così tanto per il progetto?-chiese l'austriaco con una finta calma

-Bhe ...ecco..è successo tutto per colpa della festa di pensionamento del vicedirettore!-L'austriaco non credeva alle sue orecchie
-E cosa c'entrebbe la festa di pensionamento con la vostra incompetenza?-urlò alla fine spazientito.

-Va bene si calmi ora le spiego tutto.-.

angolo autore:


dannato codice html
ringrazio Rico de Fe e EvilAngel per aver recensito


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Capitolo 3
*** Progetti strappati e ex incazzate ***


                                    Capitolo 2

Francis era seduto su una sedia da ufficio,osservando la gente che passava con i drink in mano e panini di modeste dimensioni,mentr faceva girare il suo vino rosso nel bicchiere pensava a chi avrebbero dato il nuovo ruolo di vice direttore:lui e Tonio non erano che impiegati normali.E allora chi se nessuno,per il direttore almeno,era degno di questo titolo e aveva molta esperienza.I pensieri si mescolavano sempre di più fino a che una figura familiare non gli si avvicinò.

-Francis,hai visto Antonio per caso?-a parlare fu una giovane ragazza dai capelli biondi e corti raccolti con una fascia verde come i suoi occhi .
-Oh,Belle ,sei stupenda stasera,l'hai fatto per Tonio eh?Hai deciso finalmente di "dargliela" vinta.-
-Francis!Non ho intenzioni simili,voglio solo sapere dov'è!-disse Belle tutta rossa in viso,intuendo il doppio senso

-Ma che hai capito,volevo solo dire che finalmente avevi deciso di aprirti a lui-
-Basta con questi doppi sensi!Dov'è lui?-disse seria lei senza imbarazzo in volto.

 -E va bene, Antonio sta parlando col vice direttore,ah voi donne siete sempre cos-ma la ragazza era già scomparsa;Francis si guardò intorno ,ma niente
-Ah le donne !Chi le capisce!-

Belle avanzava decisa verso Antonio.Sentì la rabbia salire appena lo vide,ma si calmò subito e contò fino a dieci:gli sarebbero venuti insulti migliori.
-E così hai deciso di trasferirti?Mi dici il perchè?-chiese il vice direttore ad Antonio

 -Vede,ho deciso di cambiare aria e persone,ma ogni tanto vi verrò a trovare non temete.La domanda di trasferimento la darò al direttore domani mattina dato che questo fine settimana e fuori città per affari.-
-Capisco,oh c'è una persona che vorrebbe parlare con lei-.Antonio si girò appena un po',con il suo solito sorriso da ebete;sorriso che sparì subito non appena vide la ragazza con una lettera in mano,quella lettera che aveva scritto qualche giorno fa per dirle addio,per finire quella storia durata anche troppo per lui.

In cuor suo Antonio non voleva lasciarla così in malo modo,ma si sentiva che se ci avesse provato a viso aperto gli sarebbero mancate le parole. In preda alla paura iniziò a correre lontano da Belle il più velocemete possibile.Ma come aveva trovato la lettera?L'aveva nascosta bene insieme alla domanda di trasferimeno;la lettera gliela avrebbe data il giorno prima di trasferirsi.Riuscì ad arrivare al bagno e si mise davanti allo specchio

"Codardo ,codardo,stupido che sono stato,e ora come faccio?Calma,se mi faccio prendere da panico non risolvo niente.Ma quella mi uccide cazzo

. Antonio calma ,pensa ,pensa.Oh ma che cazzo mi prende?mi prende che sono un codardo cacasotto!DE-VO PEN-SA-RE A UN MO- DO PER RI-SOL-VE-RE LA FAC-CEN-DA.*I suoi pensieri erano scanditi dalle capocciate che dava nel muro.

-AH SONO UN EMERITO COJONE!!-urlò in fine esasperato

Antonio uscì dal bagno dolorante,guardandosi cautamente intorno per evitare di incappare nell'ex,ma girandosi la trovò a 5 metri da se e iniziò di nuovo a correre;ma come cazzo faceva ?Aveva un radar o un antenna?No era solo incazzata nera,"le donne in situazioni del genere possono rincorrerti anche in capo al mondo"gli aveva detto una volta Francis

.Nella foga inciampò e tentò di aggraparsi alla tovaglia,trascinandosi dietro tutto quello che vi era sopra.Era inevitabile che i presenti si voltassero per vedere cosa era successo,come era inevitabile che Francis,per sua fortuna,venisse in suo soccorso
-Tonio che ci fai per terra?-
-Il pavimento si sentiva solo e volevo mangiare con lui.Secondo te che ci faccio per terra?Sono caduto,aiutami a rialzarmi ,presto!-
Antonio non si era mai comportato così,c'era qualcosa sotto.

-Ok Tonio cosa è successo?-
-Fatti un quarto di cazzi tuoi-gli disse lo spagnolo che nel frattempo si era rialzato Francis era sempre più sconvolto,ma la cosa gli divenne subito chiara non appena Belle si avvicinò ad Antonio in lacrime.

-Tu..tu come hai potuto?Dopo tutto quello che è stato tra noi come puoi lasciarmi con una fottutissima lettera?Almeni abbi le palle per dirmelo in faccia, verme!COME HA POTUTO ?TI ODIO! TI ODIO! TI ODIO!-
-Belle. ...io.....-la ragazza non gli diede neanche il tempo di parlare che gli buttò il drink addosso
-Tu cosa?Neanche hai le palle per dirle in faccia le cose?Sei un verme ecco cosa sei!Sparisci dalla mia vista ora-
-Non sono riuscito a dirtelo in faccia perchè...... -
-NE HO ABBASTANZA DELLE TUE SCUSE E ORA SPARISCI-
-Ti prego,calmati e parli-

Belle non ci vide più e indirizzò un violentissimo calcio nelle "regioni vitali" di Antonio.fecendolo accasciare a terra.
-Hai ragione se non mantengo la calma la mira ne risente-.

Antonio tornò a casa aiutato da Francis,che continuava a guardarlo in malo modo,ma lo spagnolo non ci fece troppo caso,piuttosto era preoccupato per come la belga avesse combinto casa sua.Infatti appena entrò vide i cuscini sparsi qua e la ,una lampada per terra,la libreria rovesciata ,la sua foto con Belle col vetro rotto sul pavimento e il proggetto che avrebbe dovuto consegnare domani strappato.

 


*volevo dire che si dava gli schiaffi,ma avrebbe fatto ridere solo me

 

 

 

Angolo autrice:

Si lo so il capitolo fa schifo e sono stata cattiva con Antonio,ma era quello che si meritava. u.u Comunque nel prossimo capitolo conosceremo finalmente il vicinato.Ringrazio Rico de fe per aver recensito,sempre Rico e Lunet Vargas per avr messo nelle seguite e Little dreaming writer(non so se l'ho scritto bene)per aver messo nelle ricordate e ovviamnete ringrazio tutti quelli che lo faranno

recensite <3

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Capitolo 4
*** L' allegro vicinato del quartiere internazionale ***


American Dream


 

Capitolo 3

Non ci sto per un fine settimana e-
 -La prego si calmi,sign. Roderich,tanto Antonio il progetto lo ha quasi terminato.-
-Francis lo vuoi capire che ora non mi interessa del progetto?Ora mi importa solo di quello che farà il nuovo vice direttore.
*-
-Sign. Roderich ho finito il progetto-Antonio correva col progetto in mano sventoladolo come una bandiera.
-Molto bene Carriedo,colgo l'occasione per dirvi che non vi dimezzerò lo stipendio questo mese,dato che non avete potuto finire il progetto per "cause di forza maggiore"-disse Roderich con un tono quasi di ammonizione-Oh a proposito,-riprese poi-la prossima volta che vuole lasciare una ragazza o nasconde meglio la lettera o consegna prima il progetto-. Antonio rimase un attimo interdetto,poi capì non appena guardò Francis

-Ah .....grazie signor Roderich...eh eh allora ragazzi vogliamo fare il nostro giro?-.


Se prima il vivace gruppetto proseguiva discutendo animatamente,dopo aver sentito il racconto di Francis,Ludwig e gli altri non volevano parlargli.Antonio stufo del clima che si è venuto a creare,decise di intervenire
-Ok ora basta!Lo so che quello che ho fatto non è stato corretto e che scappare non era la soluzione giusta,ma non ce la facevo più a stare con una persona che non amo;ma l'affetto che provo per lei è troppo forte e non sono riuscito a dirle in faccia la verità e ne ho pagato anche le conseguenze!-sbottò stufo lo spagnolo.
-Ma perchè non mi hai chiesto consiglio?siamo amici da tanto tempo e sai bene che in questo cose sono più bravo di te!-disse Francis quasi urlando
-Era una situazione che dovevo risolvere da solo.-
-E l'hai risolta nel modo sbagliato.-
-Ora basta!-intervenne Gilbert. I due si girarono verso di lui -Siete amici voi no?Qualche errore puo' capitare,si fanno errori continuamente e si ltiga spesso;ma questo è un motivo stupido per litigare!- I due amici si guardorono un attimo per poi chiedersi scusa.Nel frattempo Ludwig pensava:"Come può Gilbert aver detto una cosa intelligente!".Si girò verso Eliza e intuì che anche lei stava pensando la stessa cosa

 

-Neoww niuwwww!- (il rumore dell'aereo non lo sapevo fare)
Il gruppetto si girò e vide la figura di un bambino avvicinarsi
-Ciao Peter,tuo padre è in casa?-domandò Francis al bambino Peter era biondo con gli occhi azzurri e un paio di folte sopracciglia ,aveva un uniforme scolastica e un aeroplanino con cui probabilmente stava giocando
-Si papà è in casa,ma chi è questa gente?-
-Sono i nuovi vicini:gli stiamo facendo conoscere il vicinato.-rispose Antonio
-Ah ok,vado ad avvisare papà,voi aspettate-detto questo il bambino schizzò verso casa.Dopo un po' uscì un uomo non troppo alto,con le stesse sopracciglia del bambino e gli stessi capelli,ma gli occhi erano verdi:una via di mezzo tra quelli di Antonio ed Eliza.Il nuovo arrivato guardava il francese e lo spagnolo con aria di sufficienza per poi passare ai nuovi arrivati.Solo dopo un po' prese parola
-Piacere,Arthur Kirkland.E voi?- aveva un evidente accento inglese

 -Elizaveta Hedevary.-si fece avanti lei-E loro sono Gilbert e Ludwig Beildsmith.-
Arthur squadrò i due-Siete tedeschi eh!Siete imparentati col tirchio qui di fronte?-
-Si è nostro zio.-Rispose sicuro Ludwig.
Gilbert stava per intervenire ma......

-Hei Arthur!Hai deciso di uscire finalmente,io e Mat eravamo in pensiero-una nuova voce,piuttosto squillante, proveniva dal fondo della strada e si faceva sempre più forte man mano che la figura che aveva generato quel suono si avvicinava al gruppetto.Era abbastanza alto,biondo,occhi azzuri ,occhiali e un giubbotto da aviatore addosso.
-Aspettami Alfred!-un altro individuo correva dietro a quello con la voce squillante. Era un poco più basso dell'altro,sempre biondo con gli occhiali,ma i capelli erano lunghi come quelli di Francis e aveva un ricciolo in decadenza e al contrario dell'altro aveva una voce quasi impercettibile.

-Oh no,ci mancavano solo l'americano megalomane e chiassoso e suo fratello invisibile!-esclamò Arthur esasperato.

I due si avvicinarono all'inglese con il fiatone, poi quello più alto prese a parlare.
-Cavolo Arthur!Ci hai fatto preoccupare tutti;erano giorni che non uscivi di casa!-
-Non sono affari tuoi!-rispose l'inglese.
-Certo che sono affari miei,sei nostro amico,ci hai cresciuto tu;sei come un padre per me.E' logico che voglia aiutarti!-rispose il ragazzo.
-Ti prego ora non è il momento.-disse Francis cercando di calmarli
-Abbiamo nuova gente qui.-

 L'americano li squadrò un po' e solo dopo una lunga riflessione iniziò a gridare parlare
. -OH NUOVI VICINI SI!!!!!Era ora che questo posto si muovesse un pò!Piacere sono Alfred F. Jones e lui è mio fratello minore Mattew Williams.-
-P-piacere.-rispose l'altro ragazzo,ma nessuno lo sentì.

 -Noi siamo Ludwig e Gilbert Beildsmith e lei è Elizaveta Hedevary-rispose Ludwig un po' incerto.Era impossibile che due fratelli avessero cognomi diversi,ma non erano fatti suoi
-E siamo imparentati col "tirchio"qua di fronte,come lo chiamate voi-aggiunse Gilbert

-Il figlio è pure peggio.-
-Non da nemmeno spiccioli-
-E' difficile che gente ricca come loro sia così tirchia aru- Sopraggiunsero all'improvviso tre nuove figure,due orientali piuttosto bassi e uno alto con un forte accento russo.
-Ah!avvisate la prossima volta mi avete fatt...avete fatto venire un colpo ai nostri nuovi vicini!-disse l'americano evidentemente spaventato.
-E tu non dovresti essere l'eroe Alfred?-disse il russo per scernirlo
-Come ti permetti Ivan?vuoi forse una guerra?-disse l'americano arrabbiato

-Vi prego non litigate ora,c'è nuova gente non fate brutta figura-cercò di dividerli Mattew.I due si guardarono prima in cagnesco e poi si diedero le spalle.

 -Ah proposito di brutte figure non ci siamo presentati io sono Kiku Honda e al contrario di quello che state pensando sono giapponese,no cinese-rispose uno dei due orientali.Aveva i capelli neri a caschetto e gli occhi marroni.
-Io sono Yao Wang aru;invece io al contrario di Kiku sono cinese.-l'altro orientale aveva una coda di cavallo e anche lui come l'altro aveva i capellli neri e gli occhi marroni. -Io sono Ivan Braginsky-si presentò il russo.Era alto un poco più di Ludwig,aveva i capelli cinerei e gli occhi viola.

 Eliza  allora decise di presentarsi -Noi siamo-
-Ludwig,Elizaveta e Gilbert e siete i parenti di Roderich-disse prontamente il giapponese;i tre rimasero sbalorditi.
-Le urla di Alfred si sentivano fin dentro casa così siamo usciti e abbiamo sentito tutta la conversazione.Scusate se non siamo venuti subito volevamo vedere lo svolgersi della situazione aru.-disse Yao.

 

Una volta sciolto il gruppetto e salutati tutti i tre nuovi arrivati ritornarono a casa di Roderich per sistemare i bagagli. Bussarono alla porta e dopo un po' aprì Lily che li fece accomodare
-Divertiti?-chiese lei
-Un vicinato piuttosto interessante.-rispose Eliza.
-Hai molte cose d spiegarci.-disse Ludwig 
-Sui vicini s'intende-aggiunse
-Cosa dovrei spigare?-
-Perchè l'inglese è stato chiuso in casa tanto tempo,perchè Alfred odia Ivan,perchè Mattew e Alfred hanno cognomi diversi anche se sono fratelli,perchè Alfred dice che Arthur è stato come un padre per lui e sto fatto del  leoncino della Pegout che mi è poco chiaro!-disse Gilbert tutto d'un fiato
-Ah ho capito,ora vi spiego.-

-Da dove inizio?-domandò Lily
-Dai fratelli americani-rispose l'ungherese
-La loro è una storia molto triste.La loro madre era sposata con un uomo di nome Fox Jones,che è morto in Russia durante una missione.Nel frattempo lei aveva partorito Alfred.Qualche mese dopo si innamorò di un amico di Fox,Jack Williams,un canadese e dopo rimase incinta di Matt.Jack partì per il Venezuela e fu catturato,così i rapitori chiesero riscatto alla famiglia,ma la donna non poteva pagare e quando lei cercò di spiegare la situazione ai rapitori loro uccisero Jack.La donna disperata per la morte delle persone amata e spaventata al pensiero di crescere i figli in mezzo alla strada dato che non aveva soldi decise di affidare i bambini a una sua amica:Janice Ford,moglie di Arthur.Il giorno dopo si suicidò.-fece una pausa.Le faceva male raccotare la "loro storia" soprattutto perchè anche lei aveva perso sua madre.

-Quindi Alfred odia Ivan perchè suo padre è stato ucciso da un russo?E la f nel suo nome sta per Fox?-chiese Gilbert .

 Lily annuì poi riprese-Così loro sono cresciuti insieme ad Arthur e sua moglie fino a che non divennero maggiorenni e si comprarono una casa nel quartiere.-
-Perchè proprio nel quartiere se potevano andare da qualche altra parte?-la interruppe Eliza
-Conoscevano bene i vicini e poi volevano restare vicino ad Arthur-
-Per quale motivo?-chiese Ludwig
-Perchè le cose tra Arthur e la moglie non andavano bene,Alfred e Matt se ne sono andati dalla casa di Arthur un anno e mezzo fa , tre giorni fa Arthur ha divorziato e la moglie se ne andata di casa.- 

 

Scese un silenzio da cimitero,tutti sembravano in fase di riflessione,ma ad un certo punto...

-Ragazzi la cena è pronta!-Sopraggiunse all'improvviso la voce di Roderich
-Lily apparecchia la tavola.-
-Si subito!-disse la ragazza alzandosi di scatto seguita dal resto del gruppo.

 




*la preoccupazione di Rod per Tonio la capirete nel capitolo o 4 o 5 dipende da come mi verranno lunghi

 

Angolo autrice:

ok si lo so che la storia dei due fratelli America non sta in piedi,ma un po' di dramma ci vuole. u.u Apparte questo il capitolo è lunghissimoooooooooooooooooooooooooooooooooooooooo quindi fatevelo bastare per almeno una settimana;ci ho messo due giorni a farlo se avete idee suggerite pure,magari anche qualche battuta.Ringrazio reika701 per aver messo nelle seguite,e Rico da fe per aver recensito

recensite <3(se volete gli aru di Yao li tolgo)

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Capitolo 5
*** Prima notte di una nuova vita e primo giorno di lavoro (parte prima) ***


Per i personaggi che non hanno un nome ufficiale ecco la legenda del capitolo.

Josephine:Monaco




Era vero che Roderich era un po' tirchio,ma in quanto mangiare non tirava di certo le mani indietro,soprattutto per un occasione speciale come questa.Sulla tavola c'era di tutto e di più:tacchino con patate al forno,l'immancabile birra che tanto faceva impazzire i due tedeschi,per contorno un insalatina leggera è un bel dolce al cioccolato per completare il tutto.

Ovviamente per essere una piacevole cena c'era bisogno di una piacevole conversazione.
-Allora,vostra madre vi ha già contatto?-chiese Roderich
-No,non ancora almeno.Le abbiamo lasciato un bigliettino che diceva che eravamo partiti.Ieri sera le abbiamo detto che andavamo in discoteca e che dormivamo a casa di un amico.Penso che ora abbia incominciato ad avere du- All'improvviso squillo' il telefono,i presenti si rivolsero una breve occhiata:avevano capito chi era.
Roderich si alzò lentamente e si avvicino' al telefono.Cautamente alzò la cornetta e rispose.

-Pronto?- Gli attimi che seguirono furono interminabili per Gilbert. Doveva affrontare sua madre,doveva affrontare una delle persone che amava di più al mondo.L'aveva tradita,le aveva urlato contro quando lei e suo padre si rifiutrono di accettare Eliza.Ma nessuno gli poteva dire che cosa fare,nessuno poteva dirgli chi sposare e nessuno poteva dirgli chi amare.Lui è il Magnifico,non prende ordini da nessuno;è sempre stato ribelle e mai smetterà di esserlo finchè avrà vita,ma quel momento sentiva un terrore folle che lo attraversava per tutto il corpo.

Quando finalmente la voce rispose, Roderich fu costretto ad allontanare l'orecchio dalla cornetta.Gilbert pensava che doveva essere incazzata nera ma..
-SALVE SIGNOR RODERICH ,POTREBBE PRESTARCI UN PO' DI SALE? L'ABBIAMO FINITO.-

-ALFRED!Ti sembra il caso di chiamare a quest'ora?Ci hai fatto cag.......spaventare tutti-l'austriaco era un signore non poteva permettersi di usare certi termini,quando si calmò riprese a parlare-Te lo porto io il sale aspetta un attimo.-
-Va bene grazie!-
-Voi aspettate qui,io porto il sale a quello lì,va bene?-
 -Ok,ti aspettiamo per il dolce.-lo rassicurò Lily che nel frattempo aveva preso la torta .

-Quell'americano me la paga!M'ha fatto cagare sotto!-Gilbert con la sua solita finezza stava riprendendo il discorso interrotto poco prima.
-Che vuoi,Alfred è sempre stato così,al contrario di lui il fratello è molto più calmo.- affermò Roderich .
-Perchè?Ha un fratello?-commentò Gilbert
-Gilbert!- 
-Eh dai Liz!E' quasi invisibile:quando parla non lo si sente e sembra che si mimetizzi con tutto cio' che lo circonda.-
-Al contrario del fratello che si sente a chilometri di distanza.-aggiunse Vash rimasto in silenzio fino ad allora.
-Parliamo degli altri invece,i due orientali non fanno trasparire niente e il russo fa quasi paura-fece notare Ludwig
-Si lo so,Ivan sin da piccolo è stato un po' così, i genitori hanno divorziato e lui e le sorelle sono stati sbattuti da una famiglia all'altra.-disse Roderich con un tono di voce tendente al triste
-Cazzo che allegria sto quartiere!Almeno lo spagnolo e il francese sono apposto?-ridacchiò Gilbert.
 -No,Francis e Antonio sono normali,lo stesso vale per i due orientali che sono qui per lavorare con papà.La Cina e il Giappone sono Stati molto avanzati tecnologicamente.- rispose Lily

-Però è strano.-commentò Ludwig.
 -Cosa è strano?-chiese Vash.
-Il fatto che sia un quartiere internazionale ecco!Il fatto che ognuno abbia una storia dietro e che siamo tutti qui.-
-Che vuoi. Il destino sa essere proprio strano.-rispose Vash con un leggero risolino.

Erano circa le dieci di sera,tutti erano già nei loro letti.Tutti tranne Gilbert ed Eliza che stavano discutendo su cosa li avrebbe accolto il giorno dopo a lavoro.

-Antonio e Francis mi sembrano simpatici,penso che per i primi tempi mi affiderò a loro.-disse Gilbert sedendosi sul letto.
-Si mi sembrano persone affidabili,senza contare l'incidente di Antonio.-rise Eliza
-Comunque io non conosco nessuno dell'ospedale,penso che domani sarà una giornata impegnativa-riprese lei
-Non credo ci siano molti malati in una cittadina piccola come questa,al massimo uno due casi gravi-commentò Gilbert-però voglio conoscere il medico a cui sarai affidata. - Eliza prima lo fissò e poi scoppiò a ridere
-Haha sai che mi so far valere, solo perchè sono un infermiera non vuol dire che sono "stuprabile"e sai che non ti tradirei m-

Non le aveva dato nemmeno il tempo di finire la frase,era sempre stato precipitoso nelle cose.
-Gilbert?-Elizaveta lo guarda,distesa sotto di lui,con un finto sguardo interrogativo,ma aveva già capito tutto

-Dici che non mi tradiresti mai-si avvicinò all'orecchio di Eliza
-ma stanotte ne voglio la prova.- Spostò il suo sguardo sulla ragazza e lentamente posò le sue labbra sulle sue.Prima delicatamente,ma nel momento stesso in cui lei ricambiò la baciò con più trasporto. Eliza sentiva il suo sapore pervadergli il palato. Sapore di birra. Ma a lei piaceva sentirlo,soprattutto mischiato al sapore di Gilbert.Quest'ultimo,approffitando del fatto che lei aveva abbassato la guardia,aveva iniziato a far scivolare le mani sui suoi fianchi.Lei era stata costretta a staccarsi dal bacio .

-Non perdi tempo.-fu il suo commento quando lui le sfilò i pantaloni.Gilbert per tutta risposta sorrise e passò alla camicetta.
La mano di Elizaveta come un artiglio di falco agguantò il colletto della camicia di Gilbert trascinandolo verso di se e ripresesero a baciarsi.Durante quel lungo,lunghissimo bacio le mani di entrambi correvano sui bottoni dell'altro;ormai i vestiti non servivano più.

Tolta la camicia , Gilbert sposto' la sua attenzione sul reggiseno.Si divertì a togliere i gancetti uno ad uno facendo crescere la tensione,lei gli sfilò avidamente la cintura e la scarventò in un punto non preciso della stanza.Quel gioco li divertiva .Una lussuria senza freni che coinvolgeva entrambi. L'unico ostacolo rimasto erano gli slip di Eliza.
Stava per allungare le mani verso la "porta del tempio del piacere",ma lei fu più rapida.

-Te l'ho detto che non mi faccio mettere sotto.-ora la posizione dominante l'aveva lei.Le redini del gioco lei aveva lei e Gilbert lo sapeva.E lo eccitava.

Gilbert sorrise.Eliza conosceva bene quel sorriso,per lei erano grossi guai. Con uno scatto deciso la mise sotto di lui,le bloccò i polsi con una mano e con l'altra le tirava gli elastici della mutanda.
-Ora basta giocare.-gli disse con lo stesso sorrise di prima togliedogli gli slip.
-Ora si fa sul serio-.


"Bip bip" La sveglia segnava le 7:00 del mattino. Ludwig era ancora assonnato,si rigirava e rigirava nel letto. Di alzarsi non aveva proprio voglia. Era il primo giorno di Università,ma Ludwig era troppo stanco.

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH- Si svegliò di soprassalto.Era l'urlo di Lily. Si alzò di scatto e corse fuori dalla stanza;l'urlo proveniva dal bagno.

-Ma fe cappo c'hai va ulae?*
 Questa invece era la voce di Gilbert, o almeno così gli sembrava......
-Brutto pervertito questo ti pare il modo di girare per casa!E poi levati lo spazzolino da bocca -questo era Vash invece,ma ancora non capiva che stava succedendo.
-SI puo' sapere che sta succedendo qui ?-Ludwig era stufo di tutto quel trambusto e presto le urla attirano anche Roderich e Eliza.

-Ehi,ma si può sapere che avete tutti?Stavo solo uscendo dal bagno e non pensavo passasse Lily!-urlò Gilbert.Ora il quadro era chiaro.Ludwig si mise una mano in faccia disperato.Vash aveva un espressione da rimprovero,Lily era scandalizzata,Roderich aveva la stessa espressione del figlio e Elizaveta era andata in cucina a prendere la padella.

-Ma che vi prende?-Gilbert teneva ancora l'asciugamano in mano,quel l'unico pezzo di stoffa copriva cio' che aveva fatto urlare Lily.

"SDENG"

-Ahio! Eliza!-le urla di Gilbert echeggiavano per tutta la casa
 -Mettiti i boxer prima di uscire dal bagno!Hai tramautizzato una ragazzina di 16 anni!-

La giornata non era iniziata nel migliore dei modi per Ludwig,ne per Vash che lo accompagnava. Giravano per il Campus;era una cosa del tutto nuova per loro.

-A che facoltà sei iscritto?-Ludwig voleva provare a relazioarsi con Vash e conoscerlo meglio visto che ci doveva convivere.
-In economia.E tu?-
-Archeologia.Mi piace andare sul difficile.-
Discutere con Vash era difficile. Era sempre freddo e distaccato..quasi neutrale.La sorellina invece era più calma e voleva un infinità di bene a suo fratello;e questo si notava.Come si notava che lui si addolciva ogni volta che parlarlava con lei.Ludwig fino a quel momento non aveva mai pensato che un rapporto tra fratelli di sesso opposto potesse essere così profondo... Vash lo fissò per poi guardarsi avanti

-Lud stai attento che-

Un attimo.Basto' un attimo di distrazione.Il tedesco era un tipo sempre attento;non pensava che avrebbe sbattuto contro una persona,una ragazza per giunta! Aveva dei capelli ramati raccolti in una coda e un capello ribelle un po' arricciato;gli occhi marroni e un sorriso incantevole...le sembrava davvero bella...Ma che andava a pensare Ludwig?L'aveva fatta cadere e ancora non l'aveva aiutata a rialzarsi.

-Tutto bene?-chiese il biondo porgendogli la mano.La ragazza l'afferrò con sicurezza e gli rispose-Si grazie.-

-Mi dispiace non guardavo dove andavo.Piacere io sono Ludwig.-
-Ah,non ti preoccupare,anch'io mi distraggo.Io sono...-rimase la frase a metà.Il suo sguardo era fisso sull'orologio del campus.

 -Oh accidenti sono in ritardo per la lezione!-detto questo la ragazza scappo' a tutta velocità nella direzione opposta a Ludwig.
-Ehi aspetta!Voglio sapere almeno il tuo..-ma era già sparita.

-Tranquillo la ritroverai.Il campus non è grande e poi se è un colpo di fulmine come vedo non penso che demorderai facilmente.-a parlare fu una ragazza piuttosta bassa,con dei lunghissimi capelli lunghi raccolti in una treccia e occhi azzurri circondati da un paio di occhiali tondi .

 -Ehi non farti strane idee volevo solo sapere il suo nome.-
gli rispose Ludwig tutto rosso.
-Mh vabbe' lasciamo perdere.Piuttosto io sono Josephine Bonnefoy.Prima ho sentito che fai archeologia,allora ci vediamo in classe-detto questo la ragazza se ne andò non dando la possibillità di ribattere al tedesco.

 -Chi era quella?-domandò Ludwig a Vash
-E' una ricca che viene da Monaco ed è la cugina di Francis.-gli rispose lui secco,ma poi riprese-ehi,non vorremmo far tardi a lezione.-
 I due si avviarono ognuno verso la propria classe.

 
-E così ti ha dato una padellata in testa?- Gilbert,Francis e Antonio camminavano verso l'ascensore,per salire al piano superiore e mostrare l'edificio a Gilbert.Era il suo primo giorno di lavoro e si sentiva un po' eccitato come un bimbo al luna park:avrebbe incontrato gente nuova,avrebbe fatto nuove amicizie ed esperienze......e poi voleva conoscere la ex di Tonio,voleva vedere quella furia he l'ha rincorso per mezzo ufficio e che gli ha dato un calcio nei bassi fondi......

-Non mi aspettavo che proprio in quel momento passasse Lily e poi perchè non iniziate a mostrarmi il luogo in cui lavorerò per i prossimi 40 anni?-disse Gilbert cercando di cambiare argomento. Francis vedendo che nel suo sguardo c'era una punta di imbarazzo lo rassicurò
-Tranquillo non lo diciamo a nessuno e poi non credo che l'ufficio scappi se tardiamo di qualche minuto-

 -Francis ha ragione Gilbert,tranquillo con un po' di calma ti mostreremo tutto l'uff....

La frase gli morì in gola.Antonio sbiancò all'improvviso.Era lei,era ancora arrabbiata e lo stava guardando come si guarda un nemico.
-Ciao Francis.........ciao Antonio-la sua voce era terribilmente fredda nei suoi confronti e il suo sgurdo era gelido quando incrociava il suo.

Belle avanzò a passo deciso verso quel gruppetto,mentre Antonio tremava peggio di prima.

-Lui è uno dei nuovi arrivati?-chiese lei sempre con quel tono gelido. Francis era un po' sorpreso.Perchè aveva detto uno? -Si.....ma allora ce ne un altro?-

Lei esitò un po' prima di rispondere,poi guardò Antonio con uno sguardo malizioso.Quasi soddisfatto. -Si :una ragazza ed il nuovo vice direttore.Vi aspettano nell'altra sala.- prima di prosegiure si rivolse a Gilbert.
-Piacere sono Belle Van Hallen.-
-Piacere Gilbert Beildsmith.-rispose lui.

 

Elizaveta non pensava che ci fossero così tante persone in ospedale:tra medici,infermieri e pazienti non si capiva più niente.Aggiungendo il fatto che l'uniforme da infermiera le stava stretta le dava fastidio.

Ma la cosa che le dava più fastidio erano gli sguardi della gente.

E' vero che veniva da un altro paese.......ma guardarla come si guarda una macchia su un lenzuolo bianco era il colmo.Si sentiva centinaia,migliaia di occhi puntati addosso,era una sensazione insopportabile,come se fosse un pazzo in un mondo di sani o un sano in un mondo di pazzi?Ora tutto le sembrava surreale..strano....come era strano sentirsi i palmi delle mani freddi,così come le ginocchia dove sentiva un dolore lancinante,solo dopo un po' realizzò che era caduta.

 

-Hei bella, le pecore le facciamo a casa!-

Solo dopo capì in che posizione era caduta.Si alzò di scatto tutta rossa in viso e si girò verso lo spiritoso che aveva fatto quella spiacevole battuta.

Era un po' più alto di lei,i capelli erano di un biondo leggermente opaco e gli occhi come quelli di Gilbert:rosso fuoco.

-Fatta male pecorella?-le chiese con dolcezza.Una dolcezza falsa.C'era un che di ingannevole sia nella sua voce che nei suoi atteggiamenti.Quel tipo già non piaceva ad Eliza.

-Sei sempre così gentile con i nuovi arrivati?-domandò lei senza rispondere alla prima domanda del biondo.
-Haha e tu hai il vizio di cadere in quella posizione ogni volta?-aveva una risata leggermente inquietante
-Non sei per niente divertente.-affermò lei con decisione Lui esitò un po' prima di rispondere.Evidentemente stava pensando a un qualche insulto e quando lo trovò un sorriso malizioso comparve sul suo volto

-Almeno la mia divisa non sembra presa da un porno shop.-disse lui squadrandola.

-Va bene!Ora devo andare ci si vede in giro!-non aveva dato ad Eliza nemmeno il tempo di ribattere che già era sparito.
Era arrabiata.E molto.Alla fine tutta la rabbia e l'odio che provava per quel individuo gliele sbraitò contro. - MALEDUCATO!GUARDO CHE SE TI BECCO TI FACCIO A PEZZI BRUTTO COJ- Prima che potesse dire quella parola,si girò leggermente c'erano dei bambini nel corridoio e tutti gli sguardi erano puntati su di lei.Si voltò imbarazzata e andò nella direzione che stava percorrendo prima di cadere.

 

 


 

*Ma che cazzo hai da urlare?(Gilber aveva lo spazzolino in bocca) 

Angolo dell'autrice

Ed eccoci qua ad un altro capitolo di sta schifezza.Scusate se vi ho deluso con l'hot,ma non sono pratica(e poi ho interrotto sul più bello).Ringrazio Rico da Fe per tutte le recensioni e gli chiedo infinitamente perdono se sono andata in OOC con Romania(PERDONAMI!!!!!!)Comunque la cosa sarà molto lunga..............avevo previsto 20 capitoli ma......

Comunque ringrazio tutti coloro che hanno messo nelle ricordate e nelle segiute e tutti coloro che lo faranno.

 

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Capitolo 6
*** prima giornata di lavoro parte seconda ***


Personaggi che non hanno un nome ufficiale
Lars Van Hallen:Paesi bassi(chiamarlo Olanda è scorretto,anche se suona meglio)
Mathias Kohler:Danimarca
Vlad Tsarescu:Romania
Anton Kubratov:Bulgaria
Erick Bondevik:Islanda
Lukas Bondevik:Norvegia
 
 
La prima giornata lavorativa non è stata delle migliori per Eliza.Quel tipo l'aveva umiliata davanti a tutti e non si era degnato nemmeno di dirle il suo nome.                        
 
-Ehi tu!Sei quella nuova?-
Eliza si girò.Finalmente aveva trovato la sua "guida".
Era alto come lei e aveva occhi e capelli scuri.
-Piacere sono Anton Kubratov e sono un infermiere anch'io.Tu come ti chiami?-
-Elizaveta Hedevary-rispose lei secca.
-Bene iniziamo il nostro giro.-
Durante la passeggiata per quei lunghi corridoi bianchi Eliza non apprendeva solo.Ebbe anche una piacevole discussione con Anton e gli raccontò la disgrazia successa prima.
-Ah capisco.Vlad fa sempre così!-le rispose lui
Vlad.Era questo il suo nome allora.Appena lo avrebbe trovato gliene avrebbe cantate quattro.
Ma sapere chi fosse il medico a cui era stata affidata era più importante.
-Senti Anton,voglio sapere chi sarà il mio partner.-
-Si ora te lo dico subito-
 Anton sfogliò il blocchetto che aveva in mano.Raggelò all'istante.
 
-Anton ci sono novità sul mio nuovo partner?-una voce fuori campo mise in allarme entrambi
Gli occhi di Eliza prima si riempirono di odio,poi si raggelarono.
 
Eliza e Vlad si guardarono dritti negli occhi.No non poteva essere.Se la loro supposizione era giusta si stava per scatenare il finimondo.
-No no no -Vlad era scioccato
-No no no-Eliza ancore di più
I loro sguardi erano diretti a Anton che con un po' di imbarazzo mise fine alle loro domande.
-Vlad,ecco la tua partner.-
Non ci potevano credere.
-Ok si lo so che siete partiti con il piede sbagliato,ma ora che dovrete collaborare insieme che ne dite di ricominciare tutto da capo?-
I due si strinsero la mano guardandosi in cagnesco
-Elizaveta Hedevary.-
-Vlad Tsarescu.-
La guerra era aperta.
 
Continuavano a camminare per i corridoi,a svoltare  ed entrare nelle stanze.
-Si può sapere che stiamo facendo da tre ore?-domandò stanca Eliza.
-Sto cercando di trovare il resto del Team!-gli rispose altrettanto stanco Vlad.
-Emh.......penso di aver trovato Mathias e Berwald.-li interruppe Anton un po' sorpreso.
 
-Permesso fate passare.-un ragazzo un po' più alto di Gilbert,forse quanto Ludwig,con dei capellli che sfidvano la legge di gravità stava urlando a squarciagola trasportando una barrella insieme ad un altro,un po' più alto di lui con gli occhiali che stava sorreggendo una maschera dell'ossigeno al paziente.
 
-Mathias, Berwald qui c'è la nuova-
-Non è il momento questo rischia la vita.-gli disse quello che aveva urlato prima.I due scomparvero nella sala operatoria con il paziente.Seguirono attimi di imbarazzante silenzio
-Il nostro Team.-concluse con tono scherzoso Vlad.
-Te li presento io:quello più alto con gli occhiali è Berwald,un tipo taciturno un po'...e come dire....capirai dopo.L'altro con i capelli "strani" è Mathias,un tipo molto egocentrico che sorride sempre.Dopo che li   conoscerai ci farai l'abitudine.-
Eliza aveva un aria disperata.Che razza di colleghi le erano capitati?
 
 
 
 
Gilbert e il resto del gruppetto entrarono nella stanza accanto.
Ad attenderli c'erano molte persone,dipendenti di sicuro, e al centro della stanza c'era suo zio e altre due persone:una ragazza castana dagli occhi verdi e un ragazzo più alto sempre con gli occhi verdi ma con i capelli biondi ritti in testa,forse mantenuti da un gel.
 
Roderich guardo' dritto negli occhi Gilbert,voleva capire se il discorso fatto a casa era chiaro.
Nessuno doveva sapere che era il nipote del direttore.Si sarebbero scatenate polemiche e altre contestazioni.
Gilbert annuì convinto.Parlava tanto ma sapeva mantenere un segreto.
L'austriaco interruppe quello scambio di  sguardi e prese parola.
-Bene,come tutti saprete già avremo tre nuove "reclute".Presentatevi prego.-
La ragazza castana si fece avanti.
-Piacere io sono Lavinia Vargas,ho 23 anni e vengo dall'Italia.-
Ah l'Italia......Gilbert e suo fratello c'erano stati in vacanza,ma avevano solo sette anni ed era passato troppo tempo per ricordare.
Gilbert con passo deciso si fece avanti.
-Salve, sono Gilbert Beildsmith ,ho 26 anni e vengo dalla Germania.-
Il viso di Lavinia era tutt'altro che felice.Non li aveva mai sopportati i tedeschi,ma destino ha voluto che uno di quei crucchi lavorasse con lei.
 
L'altro ragazzo stava per avvicinarsi,ma Roderich lo fermò con una mano.
Fu in quel momento che Antonio vide sul volto del ragazzo uno sguardo di sdegno.Ma che gli aveva fatto?Nenache s'erano parlati.
Roderich prima si schiarì la voce poi prse a parlare         -Come tutti voi sapete il nostro vice direttore è andato in pensione.Per tanto occorre qualcuno che prenda il suo posto;per questo ho fatto venire qui il mio uomo di fiducia per investire questa carica.Prego.-
Il ragazzo si fece avanti 
-Piacere di conoscervi.Io sono Lars Van Hallen e sono qui per prendere il posto di vice direttore.-si interrupe per osservare gli sguardi interrogativi sui loro volti.
-Come avrete capito dal mio cognome sono un parente della vostra segretaria qui alla mia destra-fece un ampio gesto con la mano verso Belle-sono suo fratello maggiore per l'esattezza.-
 
Fratello maggiore?Antonio voleva sprofondare,sapeva che sarebbe successo poi. Lars e Belle guardarono Antonio con occhi pieni di odio.Lo stesso fecero i presenti,ma avevano un espressione sorpresa,alcuni dispiaciuta per quello che avrebbe passato lo spagnolo.Mentre Gilbert e Francis(che erano suoi amici)se la ridevano fara i denti.
Con sorrisetto Roderich battè le mani per richiamare l'attenzione-Bene gente a lavoro ora.-
 Gli impiegati tornarono alle loro mansioni.Prima che si potesse girare,Antonio fu fermato da Lars.
Lentamente avvicinò il suo viso all'orecchio dello spagnolo e gli sussurò parole cariche di odio
-Ti farò conoscere l'Inferno.-detto questo mollò la presa e uscì dalla stanza.
Piano piano un altra presenza si avvicinò all'orecchio di Antonio.Per fortuna per lui era Gilbert .
-Sei nella merda fino al collo amico.-gli aveva detto ridendo il tedesco.
-Per me ci è pure sprofondato.-aggiunse Francis
-E voi sareste amici eh?-si lagnò lui.
I due ridendo gli misero le mani sulle spalle e lo accompagnarono fuori.
 
 
 
 
Ludwig non riusciva a non pensarci.
Quella ragazza già l'aveva vista da qualche parte,le ricordava qualcuno di importante.Ma chi?Se non se lo ricordava neanche allora non doveva essere importante.
 
Entrò nell'aula universitaria.Era grande e spaziosa,i banchi erano di un legno molto chiaro e...
-Oh ciao Ludwig!-
Il tedesco si girò verso la voce.
-J-osephine..ma è una persecuzione!-disse Ludwig quasi urlando.
-No caro.Te lo avevo detto che eravamo in classe insieme.-
Già.Era vero.
Josephine lo guardava pensierosa.Poi prese a parlare
-Senti,vorresti far parte del mio gruppo di studio?Se vuoi ti presento gli altri.-
Era stata un po' avventata a chiederglielo,ma uno in più al gruppo faceva bene.
Ludwig riflettè un po',ma poi rispose.
-Proposta  interessante.Vai fammi strada.                                 
 
 
-Ragazzi,vi presento Ludwig.-
Davanti ai suoi occhi c'erano tre ragazzi.
Uno era pittosto basso,sembrava un bambino con occhi azzurri e capelli biondi.Quello affianco a lui decisamente più alto,aveva capelli castani e lunghi fino allle spalle  e occhi verdi e l'altro aveva sempre gli occhi versi e i capelli lunghi ma biondi.
-Loro sono Raivis-indicò quello basso-Feliks-disse indicando il biondo-e lui è Toris.-
Disse lei aggiustandosi gli occhiali.
-Piacere io sono Ludwig.-disse il tedesco leggermente imbarazzato.
-Ehi sei tipo ,nuovo di qua?-disse quelo che rispondeva al nome di Feliks.
-Si ,vengo dalla Germania.-disse secco
 
-Bene ragazzi sedetevi.- una voce estranea interruppe la conversazione.Con tutta probanilità era il professore.
Aveva i capelli corti e biondi,gli occhi azzurri circondati da un paio di occhiali.
-Salve sono Eduard von Bock,il vostro professore e-                                                                                                                                                                                                                                                                                                      Interruppe la frase .Qualcuno entrò dalla porta.
-Signorina lei è in ritardo.-constatò il professore.                                                                                                                                                                                                                                                                                                               -Si lo so professore,ma avevo sbagliato aula.-si giustificò lei.
Non era possibile.Ludwig guardò distinto Josephine che per tutta risposta le sorrise.
Era la ragazza di prima.
 
-Mi puo' dire almeno il suo nome signorina?-
-Serena.Serena Vargas.-rispose lei convinta prima di andare a suo posto vicino a Josephine.
-Perchè non mi hai detto che avevo sbagliato strada?-domandò Serena a Josephine.
-Stavo per dirtelo,ma eri già  scappata.- si giustificò lei.
Serena sbuffò e si sedette vicino a Ludwig.                      Quando lo notò la ragazza trasalì.
-Oh ma ci sei anche tu!Scusa se non mi ero presentata,ma ero di fretta e ho sbagliato anche strada....scusa qual'era il tuo nome?-
-Ludwig Beildsmith.-rispose lui sorridendo
-Oh ma è un bellissimo nome.-
-Anche Serena lo è.-
La ragazza arrossì lievemente e si girò per seguire la lezione.
 
 
Eliza continuò a seguire Vlad e Anton stanca.Solo dopo dieci minuti di camminata entrarono in una stanza.   In quei dieci minuti Eliza ancora non riusciva a crederci.Avrebbe dovuto collaborare con quell'antipatico di Vlad.Chissà cosa le avrebbe fatto passare.
 
La porta venne aperta da un ragazzo biondo con gli occhi castani.
-Hei Tino come sta il paziente?-chiese Vlad in tono quasi dispiaciuto.                                                               
Tino alzò lo sguardo e i suoi occhi si incrociarono prima con gli occhi Vlad poi con quelli di Eliza  e sul suo volto comparve uno sguardo interrogativo .                             -Non migliora,anzi,peggiora sempre di più.-disse lui guardando Eliza.
Vlad  essendosi accorto delle occhiate che Tino faveva ad Eliza intervenne
-Ah scusa,non te l'ho presentata,lei è Elizaveta:la mia nuova infermiera.-
-Ah capisco io sono Tino.-disse allungando la mano
-Lieta di conoscerti.-rispose lei
Entrarono nella stanza.
Sul letto dormiva un ragazzo dai capelli biondissimi con gli occhi viola,sembrava piuttosto giovane.Seduto accanto a lui un ragazzo anche lui con i capelli biondi,ma con gli occhi blu.
-Bene Eliza ti presento il mio paziente preferito-disse Vlad scherzando-Erick Bondevik e quello seduto accanto a lui è suo fratello Lukas.
-Lieto di conoscerla.-disse il ragazzo seduto.
-Il piacere è tutto mio.- rispose lei.
 
Stanca del giro dell'ospedale Eliza si fermò vicino l'uscita per prendere un caffè ,ma ebbe una piacevole sorpresa.        
-Alfred,Mattew che ci fate qui?-
I due americani indossavano un uniforme poliziesca con tanto di berretto.
-Ultimamente ci sono disordini in città ,così noi poliziotti dobbiamo salvaguardare l'incolumità delle persone dentro l'edificio.-rispose Mattew.
-Oh capisco......
Eliza non era proccupata per i disordini cittadini,ma per le facce tristi degli americani.
-E' successo qualcosa?- domandò lei
-Quando Janice se ne andata d casa di Arthur non ci ha nemmeno salutati,non ci ha telefonato ,nessuno dice di averla vista uscire da casa e Arthur non ne vuole parlare.Ha una faccia da morto ultimamente...vabbè con il lavoro che fa.........-disse Alfred.
Mattew notanto che Eliza aveva assunto un espressione interrogativa nell'ultima parte della risposta intervenne prontamente.
-Vedi Eliza Arthur fa-
-Il becchino.-
-Alfred!Lui lavora per il reparto investigativo ed è il medico che esegue le autopsie sui cadeveri.*-concluse Mattew.
-Oh lavoro interessante..........                                                     
 
-Eliza vieni subito.-era la voce di Vlad.
Di malavoglia salutò i due fratelli e corse verso il suo Team.
 
*Qualcuno ha intuito qualcosa?
 
 
ok ho avuto la sindrome del foglio bianco scusate tantissimo.......ringrazio ancora Rico per le recensioni e per tutti quelli che hanno messo nelle ricorate e seguite
Chiedo infinitamente scusa a Iris Blu se non ho ancora recensito purtroppo  quando clicco su una storia non me la fa leggere e mi compare solo esecuzione prlungata di uno script ma ora è tutto risolto.ora recensosco subito
Scusate se il capitolo fa schifo ,ma lo scritto con un po' di fretta
Mia sorella,dopo che ha letto il capitolo mi ha chiesto una cosa:ma che morte ha fatto Gilbird?Me lo domando anch'io, ma vi prometto che riapparirà e che finalmente ci sarà quella fantomatica telefonata........

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Capitolo 7
*** Le due facce del Natale ***


personaggi nuovi e i loro nomi
Ucraina:Katherina
Bielorussia:Natalya
 
-Mamma mia che giornata.-urlò quasi Gilbert appena entrato in casa assieme a Roderich.
-Ah non dirlo a me.-commentò Eliza stanca,posando il giubbotto sulla sedia.
-Invece a me è andato tutto bene.-
-Anche a me.-
Dissero Vashe Lily soddisfatti della loro giornata.
-A voi non era il primo giorno.-disse stancamente Ludwig.
-Bhe,allora perchè nessuno racconta la propria giornata?-propose Roderich
 
 
 
 
 
-Ludwig ha la fidanzata,Ludwig ha la fidanzata,Ludwig ha l................
"SDENG"
-Smettila di prendere in giro Ludwig , Gilbert!-lo ammonì Eliza
-E c'era bisogno di darmi una padellata in testa?-domandò Gilbert.
-Si-
-Eh dici pure si,tu che non sai nemmeno come gestire il tuo nuovo partner.-
-Ma è un antipatico di prima categoria!D'ora in poi mi porto la padella a lavoro!-
-Behh,beh ........(è il verso della pecora)
Come era prevedibile Gilbert prese un altra padellata.
-Ahio!!!!!La testa del Magnifico Me è intoccabile.
E perchè nessuno mi aiuta?Gilbird sei l'unico che mi è rimasto,fedele compagno.-
L'uccellino chiamato in causa si mise sulla testa del padrone ,come suo solito,e si mise a cinguettare
-In fondo stai bene anche da solo.-commentò Ludwig.
-Ehi West!Ti ci metti anche tu?E a proposito quando ,quando hai intenzione di uscire con lei?-
-Veramente sabato staremo insieme...cioè non è proprio un uscita,devo solo studiare con il mio gruppo di studio e........sono sicuro di averla già vista ,ma non ricordo........
-Ah anch'io ho visto una ragazza che pensavo di averla gia vista,era italiana anche lei ed è una nuova.Com'è che si chiamava........ Lavinia Vargas?.......
-Vargas!Si era questo il suo cognome!Potrebbero essere sorelle.-affermò deciso Ludwig.
-Si mi sembra pro.......
"dring dring"il telefono aveva  incomincito a squillare,così con prontezza Gilbert prese la cornetta e rispose.
-Pronto??????????-
Se prima i suoi occhi color rubino erano di un rosso acceso e pieni di convinzione,adesso erano un po' più cupi e pieni di dubbio e proccupazione
-M-mamma?-
A quella sola parola Eliza e Lud iniziarono a tremare.
Gilbert era quello  più spaventato di tutti,non sapeva cosa dire.
-Gilbert,Ludwig.Santo dio mi avete fatto proccupare,che cos'è sta storia?Passami subito Roderich,gli devo parlare.-era davvero proccupata e al contempo arrabbiata,ma Gilbert non se ne preoccupò.Ormai aveva deciso,gli avrebbe detto ciò che si era tenuto dentro per tanti anni.......
-No mamma!-
-Come no?Passami subito zio Roderich!-
-Ho  detto di no e ora ascoltami!-
Ci furono alcuni istanti di silenzio,ma poi prese coraggio e iniziò il suo discorso.
-Si mamma.Lo so che io e Ludwig non saremmo dovuti partire  senza prima avervi parlato,ma voi non ci avreste dato retta comunque.-
Si interruppe,ma poi riprese.
-Perchè noi ora siamo cresciuti,non  dobbiamo fare per forza come dite voi.Noi vogliamo le nostre libertà,fare le nostre scelte.-
-Stai facendo uno sbaglio.-
-Voglio essere libero di sbagliare e capire i miei errori ;l'unica cosa di cui sono sicuro in questo momento e che amo Eliza e tu non mi impedirai di sposarla!-
-Ma tu puoi avere chi vuoi figlio mio.Tu puoi avere di meglio,io e tuo padre abbiamo cresciuto te Ludwig per questo!-
Ludwig,sentondosi nominare,tese l'orecchio: non aveva capito bene.Sperava di non aver capito bene.
Guardò per un istante Gilbert,poi deciso gli prese la cornetta da mano e urlò con tutto il fiato che aveva in gola.
-Ci stai dicendo che tu e papa' ci avete cresciuto per i vostri scopi?Che noi non siamo altro che burattini che devono portare onore alla famiglia gestendo aziende o sposando ragazze di nobile famiglia?No,mamma io e Gilbert non ci stiamo,non vogliamo più essere usati da voi,non vogliamo più essere un ornamento che serve solo a dare valore alla casa.E poi come puoi giudicare Eliza senza nemmeno conoscerla?Lei è molto meglio di quelle oche viziose che ci presenti ogni volta.-
Prese un attimo fiato.
-Noi faremo le nostre scelte e i nostri sbagli,perchè noi siamo cresciuti,e valiamo molto di più di ciò che vuoi farci diventare.-detto questo attacco' la cornetta con forza.
Tutti gli sguardi erano puntati su di lui,occhi increduli  lo fissavano.
-Ragazzi io.........
Fu in quel momento che partì un applauso.
Ludwig si girò verso suo fratello.
-Forse sei stato un po' rude,ma hai parlato anche per me e per Eliza.-gli disse Gilbert con occhi fieri.
 
-Si Ludwig ti ringrazio di cuore per avermi difeso.-gli disse Eliza.
Ludig stava per rispondere,ma...............
-Ok ragazzi è stata una giornata un po' faticosa per tutti.Ora mangiamo.-disse contento Roderich.
 
 
                                                                                                                                         Sei mesi dopo,nel mese di Dicembre.
 
 
 
-Gilbert sbrigati che stanno per chiudere.-Ludwig era  davvero spazientito.Ma Gilbert doveva scegliere il regalo per Eliza proprio il giorno prima di Natale?
-Si aspetta un attimo,devo vedere quale gli può piacere di più.-
-Signori dobbiamo chiudere.-li avvertì la commessa.
-Si lo sappiamo Mei Mei,ma lui non ha ancora deciso.-
Mei Mei era la commessa della gioielleria e la fidanzata di Kiku.Eh già anche quel timido giapponese era riuscito relazionarsi con l'altro sesso.
-Ti posso dare una mano?-chiese lei.
-No grazie ho già fatto.-rispose Gilbert.
Il maggiore dei tedeschi mostrò il gioiello a al minore;Lud sorrise.
-Non cambierai mai Gilbert.-affermò Ludwig.
 
Dopo aver pagato e impacchettato il gioiello,i due fratelli uscirono dal negozio.
-E tu che regalerai a Serena?-chiese Gilbert al fratello per rompere il ghiaccio.
-Le ho regalato una collana,quella nuova della Swarosky.-gli rispose Ludwig.
-E quando ti dichiarerai?-
-Quando sarà il momento.-
-E dai non indugiare,quella ti guarda come per dire "scopami Ludwig"-
-Gilbert!Ma tu devi pensare sempre a quello!?E poi non  mi guarda così.-
-Ammettilo che ti piace.-
-No,ma che stai dicendo?-
-Sei tutto rosso!-
Ludwig si toccò la faccia.Era bollente.
-E va bene ,si, un  po' mi piace.-
-Un po'?-
-Mi piace tanto.-
-Tanto quanto?-
-Alla follia,va bene?La amo alla follia e non riesco a dirlo nemmeno a me stesso,figurati a lei.-
-Tranquillo.Hai tutta l'università davanti.-
 
 
Era il 24 ma doveva ancora lavorare.Ma lei e gli altri non potevano permettersi pause,i malati attendevano.
 
-Eliza,tu che fai a Natale?-gli chiese all'improvviso Anton.
-Sto con la mia famiglia e i vicini,dato ce alcuni di loro sono lontani dalla propria famiglia ognuno porta qualcosa e passiamo il Natale insieme....... e voi?-
-Io e Anton andiamo a cena da amici.-gli rispose Vlad.
-Io e Berwald ognuno con la propria famiglia venute apposta dai nostri paesi.Vero Ber?-gli chiese Tino
-Mh.-fu la semplice risposta dello svedese.
-E tu Mathias?-gli chiese Eliza.
-Io resto qui a lavorare.-
-E chi telo fa fare?-gli chiese Vlad
-Vedete Lukas e suo fratello non hanno nessuno con cui passare il Natale e dato che io non ho famiglia con cui passarlo gli faccio compagnia.-
-Oh che bel gesto Mathias.-fu il commento di Eliza.
-Vuoi capire che ha?-intervenne Berwald sorprendendo tutti.
A Mathias gli si illuminarono gli occhi.
-Non ci posso credere!Hai detto più di tre parole!Miracolo!-
Berwald lo fulminò con lo sguardo,ma il danese non ci fece troppo caso e continuò il suo discorso.
-Comunque si,ormai è diventata una sfida e siccome io non mi rititro mai indietro.......
-Buon divertimento.-disse sarcastico Vlad.
 
 
 
-Tu che porti Antonio?Intendo a casa del capo.-
Francis e Antonio chiecchieraravano per le strade del vicinato.
-Lavinia mi ha aiutato a fare la pastiera.........verrà anche lei e porterà sua sorella Serena,così faremo una sorpresa a Lud.Tu che porti?-
-Certo che mia cugina non sa proprio farsi i fatti suoi.Se Lud e Serena si fidanzeranno sarà per volontà loro,non per via di un cupido anonimo a cui nessuno aveva chiesto niente.Comunque io porto un po' di gateau(a Napoli lo chiamiamo gattò)-
-Francis,ma oltre a noi chi viene?-
-Mattew,Yao,Lavinia,Serena,purtroppo Alfred e Arthur,Peter,Ivan e le sue sorelle.-
-Wow,il capo non avrebbe pagato per tutti,meno male che ognuno porta qualcosa.................
Antonio impallidì un attimo.
-Tonio che c'è?-
-Non voglio mangiare gli scones di Arthur!Non voglio mangiare nessuna pietanza preparata da lui!-
-Sai ho fatto lo stesso pensiero.Comunque lui ha detto che compra dei dolci già fatti al supermarket,non ti proccupare.-
-Ah,ho temuto il peggio.-
-Parlando di Arthur,questo è il primo Natale che passa senza Janice......Povero Peter,la separazione dei genitori deve essere stata traumatica per lui.-
-Già,Arthur nemmeno ne vuole parlare e poi non se ne cerca nemmeno un altra,è giovane ha molte posibilità.-
-Non penso che per Peter sia la cosa migliore.-
-Hai ragione Francis.Ma che mi viene in mente.-
 
 
 
-Serena!hai finito con i pacchetti?-
-Si quasi e tu con gli stru...come su chiamavano?-
-Struffoli,Serena,struffoli.*-
Lavinia e Serena vivevano nello stesso appartamento e in quanto sorelle si aiutavano a vicenda.Ma una era molto diversa dall'altra:Lavinia era molto disordinata,ma era brava a cucinare;anche Serena era brava a cucinare ed era u a brava donnina di casa,mtteva apposto anche la roba della sorellona.
-Lavy,ma tu che hai  regalato ad Antonio?-
-Cosa ti fa pensare che gli abbia regalato qualcosa a quel bastardo,sai come ha lasciato Belle?-
-Allora perchè qua c'era un regalo con su scritto "X Antonio"?Non sei nemmeno furba,se non volevi che lo sapessi perchè mi hai dato il suo regalo da incartare?-
-Stessa cosa dicasi di te Sery!L'ho visto che hai fatto  un regalo al crucco mangiapatate!-
-Eh,perchè hai frugato  nel mio cassatto?E poi che hai contro Lud?-
-Ti sta sempre addosso e poi dei tedeschi non c'è da fidarsi.-
-Oh Lavinia!Avevamo 7 anni,ma lui era così caruccio.Se lo rincontrassi di nuovo gli direi di si.-
-Cha bimbi che eravate!Vi volevate sposare anche se non sapevate che era il matrimonio.E poi lui viveva in Germania,non vi sareste più rivisti comunque.-
Serena,un po' rattristata,finì di impacchettare  l'unico pacchetto rimasto.........il regalo per Ludwig.
 
 
                                                                                                                                                      Il 25.....a casa di Roderich.....
 
Erano tutti seduti a tavola:Antonio era seduto vicino a Lavinia e tentava di dargli una leggera pacca sul fondoschiena,ma ogni tentativo era fermato con uno sguardo omicida.Ivan e le sue sorelle erano seduti subito dopo di loro:le sorelle di Ivan aveveno il suo stesso colore di capelli,ma avevano gli occhi azzurri.Una,la maggiore,si chiamava Katherina ed aveva i capelli corti e un petto abbastanza prosperoso......l'altra ,Natalya,aveva i capelli lunghi ed era un assatanata e aspettava solo di andarsene da li.Il motivo?Il suo fidanzato la aspettava fuori.
Se un tempo correva dietro al fratello maggiore,perchè innamorata pazza di lui,ora aveva capito che era meglio lasciar perdere.*
 
Arthur era seduto accanto al figlio,subito dopo c'era Francis,dall'altro lato della tavola:Ludwig e Serena,Eliza e Gilbert.Quest'ultimi lanciarono sguardi di incoraggiamento a Lud,ma lui non ci fece caso.Di fronte a Katherina c'era Mattew,erano fidanzati da un po' ma nessuno sapeva niente;al suo fianco c'era Alfred.Per chiudere il cerchio c'erano Yao,Vash,Lily e a capo tavola Roderich.
 
-In questo santissimo giorno che è il Natale volevo solo dirvi che sono contento di avervi tutti qui.-esordì Roderich.
-Ma soprattutto è contento che ha dovuto sborsare poco.-disse a bassa voce Gilbert.
-Ma sono anche felice perchè i miei nipoti sono  qui con me e che possano passare un Natale felice.Sono anche felice del fatto che vi abbiano incontrato,li avete resi persone migliori e vi HANNO rei persone migliori.-la cosa era diretta soprattutto ad Antonio.
-Detto questo vi lascio mangiare in pace.-concluse senza sforzarsi tanto.
-Un momento!-intervenne Gilbert.
-Devo fare un annuncio.-
-Prego.-gli diede il permesso Roderich
-Eliza vieni un attimo.-
Eliza si alzò e lo seguì fino ad arrivare all'ingresso della porta e si ritrovarono fronte a fronte.
 
-Eliza,è da tanto tempo che stiamo insieme e........uf non sono proprio bravo con le parole scusami.-era rosso in viso ed evidentemente era molto emozionato.
Lentamente si mise in ginocchio,assumendo una posizione cavalleresca.
-Oddio Gil!-Eliza aveva già capito.
-Grande,vai così Gil!-
-Ce la puoi fare  amico!-lo iccitarono Francis e Antonio.
Gilbert si frugò nella tasca.....niente.Provò nell'altra...niente.Si mise a cercare furiosamente in tutte le tasche.Ludwig con una mezza risata si mise una mano in faccio in segno di rassegnazione e i presenti se la ridevano tutta sotto i baffi.
Dopo Gilbert si alzò e si accorse che era dietro i pantaloni;prese la scatoletta e si rimise in posizione.
Un po' ridendo gli chiese:
-Elizaveta Hedevary.-
Gli occhi di lei brillavano.Gilbert aprì la scatoletta e al suo interno c'era un anello do oro bianco con incastonato al suo interno un rubino.
"E'  proprio da Gilbert"pensò Eliza.
-Vuoi ti sposarmi?-
Eliza tutta contenta gli salto addoso urladogli si.
Apena si rialzarono Franci incominciò a dire:
-Bacio.Bacio!-fu subito seguito a ruota dagli altri.
I due si baciarono in mezzo agli applausi di tutti.
 
 
-Congratulazioni!-
-Ah era ora!-
-Complimenti!-
I due ricevettero tanti di quegli auguri!
-Bravo te ne sei uscito bene da quella situazione.-
Gilbert si voltò.Era Arthur.
-Vi auguro tutta la felicità che io non ho avuto.-
-Anchio ti auguro di trovare altra felicità.-gli rispose sorridendo Gilbert.
 
 
 
                                                                                                                                                                 In ospedale
 
 
 
-POKER!-
Mathias urlava strafottendosene degli altri pazienti che dormivano.
-Scemo.gli altri dormono!-lo ammonì Eirick.
-Che ci vuoi fare è cretino!-disse Lukas.
-E dai ero solo contento di aver vinto.-gli rispose lu sorridendo.........un sorriso un po' forzato.
Infatti Lukas che lo conosceva da tanto se  ne accorse.
-Mat,che succede?-
-Niente!-rispose colto alla sprovvista.
Lo sguardo di Lukas si fece truce Lukas.
-Ho visto che prima guardavi le radiografie di Erick e ti mettevi a scrivere le varie ipotesi su un foglietto.-
Lo sguardo di Mathias si fece cupo.
-La caduta che ha preso alla testa non c'entra,vero?-continuò Eirick.
-Lukas,ti devo parlare in privato.-gli disse Mathias.
 
 
 
Una volta usciti fuori Lukas prese Mathia per il camice.
-Allora,dimmi che ha mio fratello.-
-Quella che ho fatto è solo un ipotesi.Comunque la caduta non c'entra.- 
-E allora cos'è?-
-Tu conosci le malattie gnetiche no?-
-Si.......ma dove vuoi arrivare?-
-Con un po' di difficoltà sono riuscito a trovare la cartella clinica di vostra madre.Ah ci eravamo fossilizzati sulla caduta e non abbiamo fatto altre ipotesi.-
-Avete accertato stesso oi che la zona del cervello colpita è la zona che coordina il movomento delle gambe,no?E allora perchè non riece a muoverle?-
-Vostra madre era portatrice di una malattia molto grave:distrofia muscolare di Becker.-
-E allora c'è una cura no?-
Lo sguardo di Mathias divenne cupo.
-Vuol dire che non riuscira più a muovere le gambe?-gli chiese Lukas sperando fosse solo quello.
-No Lukas.Colpisce tutti i muscoli del corpo.-si interruppe non sapeva come continuare
-E.........anche il cuore è un muscolo.........-
-Non mi starai dicendo che.......-
-Erick è un paziente terminale*.Con le cure paliattive gli do' più o meno 40-50 anni di vita.-
Lukas era shockato.
-Ma guarda che questa è solo un ipotesi,è la più probabile si ,ma..........-

Lukas si strinse forte a Mathias,piangeva.
-E' Natale più brutto della mia vita......snif........-
Mathias lo accarezzò piano sulla testa,poi lo accompagnò in bagno per asciugargli le lacrime:Erick non doveva sapere niente
 
 
 
*dolce di Natale napoletano
*Bielorussia è volutamete OOC
*paziente che soffre di una malattia terminale,cioè non ci sono cure e alla fina si muore,le cure paliattive servono a far allungare la vita del paziente terminale.
 
Ok so che molti mi linceranno per la storia di Lukas e del fratello,per il fatto che Bielorussia è volutamente OOC etc......Ringrazio ancora Rico per la recensione e chi ha messo nelle preferite,seguite,ricordate e ai miei 25 lettori che leggono solo(ogni riferimento alle frasi del manzoni è puramete casuale) . :-)

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Capitolo 8
*** L'alcool rovina il fegato e non solo... ***


american dream -Ahhh,che palle!Quest'esame mi ha  rotto!-
Ludwig e il suo gruppo di studio erano riuniti tutti a casa sua per studiare per l'esame che sarebbe venuto.E il professore li aveva avvertiti che sarebbe stato uno dei più difficili.Sul tavolo del soggiorno c'erano libroni , fogli di appunti sparsi ovunque e un registratore in funzione che ripeteva,appunto,la spiegazione del professore.
"Secondo gli studiosi, Stonehenge è..."
-Zitto Feliks!Se no non riusciamo a sentire.-mormorò Toris all'amico.
-Si,ma è tipo impossibile ricordare tutte ste cose.-rispose il polacco
-E poi guarda come sono scritte,non si capisce quasi niente.-disse Ravis.
-Ragazzi non perdetevi d'animo.Innanzi tutto prendiamo qualche parola del professore ,qualche cosa dagli apputi e il resto lo sottolineamo sul libro.-disse Serena con tono incoraggiante.
-Si ragazzi,Serena ha ragione.E poi Ludwig ci ha così gentilmente ospitato per studiare,non per sentire voi come vi lamentate del fatto che non riuscite ad imparare niente.Rimbocchiamoci le maniche e mettiamoci sotto.-li incoraggiò anche  Josephine.
-Tranquilla Josephine,nessun disturbo.Se volete potete vedere dal mio libro.Ho già sottolineato tutto.-gli disse Ludwig.
-Sei grande Lud!Grazie tant...-Serena stava ringraziando il tedesco del suo gesto,ma un rumore strano la interruppero.
-Emh...Serena se avevi fame bastava dirlo.-le disse Ludwig.
Lei tutta rossa,con le mani che stringevano la pancia,rispose:-Si grazie,scusa per i rumori molesti,ehehe.-
Ludwig si alzò e si diresse verso la cucina.

-Ah che figura!Tento di fare colpo,ma faccio una figuraccia dietro l'altra.-si lamentò Serena sbattendo la testa sul tavolo.
-Tranquilla,prima o poi capirà.-la incoraggiò Ravis.
-Pensa che io per far innamorare Natalya di me ci ho messo 3 anni,ma ne è valsa la pena.-disse Toris tutto soddisfatto.
-Non mi incoraggi così!Io voglio che lo capisca ora!-si lagnò Serena.
-Serena,per queste cose ci vuole tempo,-le disse in tono quasi materno Josephine.
-Non ti  arrendere.Lud lo vedo un tipo piuttosto sveglio,credo che prima o poi capirà i sentimenti che provi per lui.-gli disse Feliks.
-Grazie ragazzi.-


-Hei,ho preso dei biscotti e una bibita.Spero gradiate.-disse il tedesco entrando con un vassoio in mano.
-Oh grazie Ludwig.Morivo di fame.-gli disse  tutta contenta Serena.
-E se...-Josephine prese un biscotto gli diede un morso-uscissimo tutti insieme?Dopo aver finito ovvio.-propose lei.
-Mi sembra un ottima idea.E' anche l'ultimo dell'anno-asserì Ludwig.
 
Si sentì il rumore di alcune vibrazioni.
-O scusate è il mio cellulare.-si scusò Serena


3 messaggi

Toris:E' arrivato il tuo momento.
Ravis:Siamo tutti con te.
Feliks:Ti daremo tipo una mano.


Serena annuì con la testa e rivolse loro un sorriso.
-Bhe che aspettiamo?Prima finiamo prima usciamo.-disse Toris ansioso di uscire.



                                               Ufficio...

-
Uhuhu sarà un Capodanno da sballo qui  in ufficio!-
-Calmati Antonio,se combini qualche guaio Lars troverà la scusa ideale per punirti o licenziarti.-
-Suvvia Francis.Ufficialmente non stiamo lavorando,quindi non può trovare una scusa per licenziarmi.-
-Antonio ha ragione.Rilassati.Ahaha finalmente posso dire di essere entrato in ufficio senza camicia e cravatta!-
Gilbert, insieme agli altri due con cui costituiva la "Santa Trinità",stava bevendo un bicchiere di birra pieno fino all'orlo.
Era strano entrare in ufficio senza gli abiti da lavoro,ma chissenefrega basta che si divertono.


-Hei , Aniki,Lee ha preso i fuochi.Possiamo?-.chiese un ragazzo orientale con un ciuffo simile a quello delle sorelle Vargas a Yao.
-Young,sai che fuori l'ufficio è troppo pericoloso.-rispose Yao.
-Tranquillo.Lo faremo nella piazza.-lo rassicurò un'altro  ragazzo di etnia sempre orientale,ma con folte sopracciglia.
-Va bene Lee,ma tieni d'occhio Young e cerca di non fargli commettere stupidaggini.-disse Yao.
-Yao;Lee e Young non sono più bambini.Possono badare a se stessi da soli.-gli disse Kiku.
-Ah grazie Kiku e grazie anche a te Aniki .-disse con occhi luccicanti Young.
-Si, ma fate attenzione lo stesso.-gli disse Yao proccupato.


-Gentili colleghi e dipendenti.-Roderich,con un bicchiere in mano,stava incoinciando uno dei suoi soliti discorsi scassa palle.
-Non vi annoierò con i soliti discorsi da grand'evento,voglio solo augurarvi di passare un buon Capodanno e che l'anno nuovo possa regalarvi tanta felicità.Detto questo lascio la parola al nostro vice direttore.-
HALLELUJA!HALLELUJA!HALLELUJJJJJJAAAA!Pensarono i presenti.

-Bhe io non ho molto da aggiungere.Solo che sono contento che molto di voi mi abbiano accolto bene e di questo vi ringrazio di cuore.-partì un applauso,ma Lars li fermò-Sono anche contento del fatto che alcuni di voi abbiano portato amici e parenti coe vi avevamo chiesto io e il direttore e anch'io...-
-Ehi Lars e qui la festa?-chiese una voce fuori campo.
-Come stavo dicendo,-riprese Lars-.anch'io ho portato un paio di amici.Loro sono i medici dell'ospedale della contea che lavorano giorno e notte per la nostra salute,accogliamoli con un applauso.-L'applauso fu quasi spontaneo per tutti.
-Bene ragazzi,-disse quello che aveva urlato prima prendendo il posto di Lars.-Da quello che avete capito noi siamo i medici della contea e siamo qui tramite la mia conoscenza qui presente,ovvero il vostro vicedirettore.Ve li presento io :Vlad,Anton,Tino,Eliza,Berwald e ultimo ma molto più importante degli altri io,Mathias.-le sue presentazioni provocarono la risata generale.
-E ora lascio la parola alla nostra Eliza che voleva dirci una cosa.-
-Grazie Mathias.Allora io sono Elizaveta, ho 25 anni  e sono qui per farvi un annuncio.-
Si avvicinò  a Gilbert e gli mise una mano sulla spalla.
- Alcuni di voi,cioè quelli che sono venuti a casa nostra per il Natale ovvero la trinità qui presente, Yao  e Lavinia  sapranno già che io  questo baldo giovane qui,ci conosciamo da un po'-fece una pausa.
-Miei cari colleghi,questo ragazzo qui si chiama Gilbert ed la persona con cui mi sposerò tra sette  mesi.-all'inizio ci fu un po' di stupore,poi partì un  forte appllauso che coinvolse medici e impiegati.


-Eh.. e.. così lui è  il tuo futuro marito..eh?-chiese Vlad con voce tremante
-Si,sai mi ha parlato molto di te.E così tu sei il partner antipatico eh?-chiese Gilbert
Con tutto quello che aveva fatto passare ad Eliza, Vlad aveva paura che il suo fidanzato fosse leggermente incazzato.
-Eh..-rispose il rumeno.
-Bene.Fagli passare le pene dell'inferno.-
-Eh?-
-Così torna stanca e io posso approfittarne...-disse Gilbert con voce maliziosa.
-Gilbert!Dovresti difendermi!-gli disse Eliza leggermente irata.
-Haha,credo che io e il tuo futuro marito andremo molto d'accordo.-gli disse Vlad.
Eliza non ebbe il tempo di rispondere
-10,9.8-il conto alla rovescia  era iniziato
-E quasi mezzanotte?-chiese Eliza un po' sballata.
-5,4,3, 2,1-tutti gridavano in coro il conto alla rovescia per il nuovo anno.

Anche in un appartamento ,tra un drink alcolico e un 'altro.....

-BUON ANNO!!!!-Serena e tutto il suo gruppo,dopo una bella passeggiata,erano a casa sua a bere e a mangiare tutto il cibo e gli alcolici che avevano portato.
-Ehe Serena,hai bevuto già 4 lattine di birra 3 bicchieri di vodka,fermati un po'.-gli disse Ludwig proccupato,ma non tanto sobrio.Anzi,per niente.
-E dai Lud...vieni con me un attimo,mi sento male, dov'è il bagno?-
-Sereeena,ma questa è casa tuaaa ahaha.-gli rispose il tedesco ubriaco
-Te l'ho fatto vedere dov'è.-

Ludwig la prese in braccio e un po' barcollante la portò vicino al bagno.Lentamente la fece scendere e a tentoni la ragaza riuscì ad aggrapparsi alla tazza  del bagno e a vomitarci dentro.
-Serena stai bene?-le chiese il tedesco.
-Siii,ma prendimi e portami in camera mia per favoreee.-gli disse mentre si ripuliva la faccia con un asciugamano.
Ludwig la riprese in braccio e la portò nella sua stanza.
Una cosa era certa,Serena era molto più ordinata della sorella.


-Come stai Serena?-
-Un po' meglio,grazie Lud.-
Erano seduti sul letto,non avevano una chiara concezione della realtà dato lo stato di ebrezza.E tutti sanno che quello che non si dice  da sobri si dice da ubriachi.
-Lud ...sai io...mi ricordi una persona che ho conosciuto un po' di tempo fa'...e poi tu se sempre gentile con me...-
-Sai,anche tu mi ricordi una persona importante,ma non ricordo chi...-
-Ludwig...-
Serena si avvicinò al  suo petto e lo stese sul letto.
Fu questione di un istante di distrazione da parte del tedeso.Come il loro peimo incontro,quando si scontrarono e lei cadde per terra.
Era strano sentire il sapore di vodka,birra,vino e champagne mischiato assieme in quel conflitto di lingue.
-Ti amo Ludwig.-
-Anch'io Serena dal primo momento.Ti amo alla follia.-
L'alcool  aveva fatto il suo effetto,ora tutto era surreale ai loro sensi.Ora c'erano solo loro due e quel letto.
Lentamente Ludwig  la fece stendere mentre lui si  spostava fino a starle sopra.
Le mani correvano e non sapevano dove andavano;qualcuna sotto una maglia a toccare un reggiseno e qualcun altra su una cintura...
E quella notte si scaldò senza preavviso.


Suonò una sveglia: le 7 del mattino.
Lentamente Ludwig aprì gli occhi e notò una cosa strana:non era nel suo letto.
Che ci faceva nel letto di Serena?Gli venne un dubbio.
Alzò le coperte.
Il dubbio era fondato

-Oh merda...Serena...sveglia.-gli disse il tedesco a bassa voce
-Mhh...che c'è Ludw...Ma che ci fai nel mio letto?-disse lei con la voce piena di sonno.
-Non dovevamo bere così tanto.-
Di colpo l'italiana si ricordò di quello che era accaduto qualche ora prima.
-Oh cazzo!Lavi mi uccide e poi..te ne devi andare.Mi spiace solo che...sia dovuta andare così.-
-Dispiace anche a ...-

-Sery sono tornata!-
Era la voce di Lavinia.
-Oddio è  Lavy.Prendi tutti i vestiti,anche i miei a nasconditi nell'armadio presto!-
-Sery sei sveglia?-Lavinia si avvicinava sempre di più.
Ludwig prese tutti i vestiti,cercando di coprirsi più che poteva e si nascose nell'armadio.Nel frattempo Serena si mise sotto le coperte cercando di coprirsi anche lei.


-Serena,dopo devi pulire tutto questo casino!-Disse Lavinia appena entrò nella stanza della sorella.
-Si Lavy dopo.Ora voglio dormire un po'.-disse con voce mogia.
-E va bene.Ah ma come devo fare con te?-si lamentò la maggiore chiudendosi la porta dietro.

-Fiuw.C'è mancato poco.-disse Ludwig uscendo dall'armadio,per fortuna già con i pantaloni.
-Ti prego sbrigati io...non...-
-Sono imbarazzato quanto te.Cechiamo di far finta che non sia successo niente,era l'alcool che parlava al posto nostro.Ah dove sono le scarpe?-disse  mentre si metteva la maglietta.
-Eccole.-disse Serena porgendogliele.
Ludwig si  allacciò le scarpe  e fece un attimo mente locale.
Dalla porta principale non poteva andare,c'era Lavinia.
-Salta dalla finestra,c'è un albero sotto.-gli disse Serena.
-Grazie e ..scusa.-
Serena non rispose.
Prese il telefono e si buttò dalla finestra.


Una volta sceso dall'albero accese il telefono
5 Messaggi

Josephine:Grande!
Toris:Dacci dentro amico
Feliks:Non pensavo fossi il tipo,hai tutta la mia stima
Ravis:Facci sapere come è andata
Gilbert:Ehi Lud dove cazzo sei?

Ludwig fece un respiro profondo e si incamminò verso casa.





-Ehi Ludwig!Dove sei stato?-gli chiese Gilbert
-Ah casa di Serena a festeggiare.-
-Oh e che hai fatto?-
-Mi sono divertito.-
-Come?Ah hai bevuto?-
Ludwig sbiancò di colpo;che Gilbert sapesse?
-Si ho bevuto un po',ma niente di che.-
-Oh Francis mi ha detto il contrario.-
-Che c'entra Francis?-Ludwig ci capiva sempre di meno.
-Sai che Francis è il cugino di Josephine?E sai anche che si dicono tutto?-
Ludwig guarava il fratello incredulo.
-Stai tranquillo.Lo sanno solo i tuoi amici,Francis e Antonio.Ah ,mi hanno detto di farti i complimenti.
-I complimenti per cosa?Per aver fatto sesso con Serena mentre earvamo ubriachi?-chiese Ludwig arrabbiato
Gilbert sospirò.
-Sai che con Elizaveta è incominciata proprio così e anch'io all'inizio avevo l'impressione di aver rovinato tutto in un botto?E ora guarda dove siamo.-gli  disse Gilbert
Ludwig gli sorrise.
-Va bene,allora farò il possibile per aggiustare questo casino.-disse Ludwig deciso
-Bravo.Questo è lo spirito giusto.-lo incoraggiò Gilbert.

Ludwig fece per andare sopra,ma d'un tratto si girò verso Gilbert.
-Bruder.-
-Uh?-fece  Gilbert.
-Grazie.-e detto questo salì le scale  e scomparve dalla vista di Gilbert.


-Di niente bruder.-

 


Ok raga!Il capitolo l'ho scritto quasi tutto oggi quindi scusate se fa schifo.
Allora le cose tra Serena e Ludwig si sono complicate.
Ce la fanno i nostri eroi a mettersi insieme?Ma soprattutto:ce la farà l'autrice a finire prima che compia 90 anni?
Detto questo ringrazio tutti come sempre e al prossimo capitolo.  :-)



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Capitolo 9
*** Una giornata come tutte le altre con shockanti rivelazioni ***


american dream personaggi che non hanno un nome ufficile
Vietnam:Kim
TRNC:Samir
Cipro:Zafer
Cuba:Fidel



-Si.Non vedo altre spiegazioni.-
-Concordo con la diagnosi.-
Mathias aveva chiesto a tutti  i medici dell'ospedale...tutti concordavano.

-Ah mi dispiace per quel ragazzo.-esordì Vlad.
-Si,povero,aveva tutta la vita davanti...Allora anche tu sei umano!-gli rispose Eliza.
Vlad sorrise amaro e poi  si rivolse al resto del Team.
-Ok ragazzi.Tino,Berwald occupatevi delle cure paliattive per Erick;Anton e Mathias occupatevi delle visite minori...anzi io ed Eliza ci occuperemo delle visite minori;Anton vai alla reception e tu Mathias vai da Lukas e cerca di convincerlo a dire  la verità al fratello.-si mise ad impartire ordini Vlad.
-Da quando sei il capo?E poi da Erick ci vanno già Ber e Tino.-disse contrariato Mathias.
-Io sono il capo perchè sto qui da più tempo.-
Si mise un attimo a pensare.
-Allora prima vai tu da Erick-indicò Mathias-e poi ci vanno Berwald e Tino ok?-gli chiese Vlad.
-Si ma nel frattempo io e Berwald che facciamo?-chiese a sua volta Tino.
-Mh...tu vai ad aiutare le infermiere con i pazienti al piano superiore e Berwald va ad intrattenere i bambini al piano di sotto,i medici non riescono a lavorare con tutto il fracasso che fanno.-
Tino aveva lo sguardo sognante.Aiutare le infermiere era una prispetiva piuttosto eccitante.Berwald  aveva la stessa faccia spaventosa di sempre.
-Ripensandoci Tino va ad intrattenere i bambini e Berwald va ad aiutare le infermiere.Se ci andasse lui da i bambini li spaventerebbe.-
Tino fece una faccia delusa e Berwald gli rivolse un leggero sorrisino.
-Ber non ti facevo così !-gli disse Tino.
-Sono uomo anch'io.-gli rispose Berwald.
-Ahah,non ti sorprendere Tino.Devi sapere che una decina di anni fa Ber era tutto il contrario di quello che è ora.-rise Mathias.
-Non ci credo!-gli disse Tino convinto.
-Ah si?Prima parlava così tanto che dovevo fargli chiudere la bocca per non cacciarci nei guai.-gli disse Mathias.
-Ma nei guai ci finivamo lo stesso.-si intromise Berwald guardando storto Mathias per fargli chiudere la bocca.
-E va bene si,la maggior parte delle volte era colpa mia.-ammise Mathias.
-Quando avevamo 15 anni era tutto bello eh?-domandò Mathias a Berwald
Lui si limitò ad annuire e a dirigersi nella postazione di lavoro affidatagli.
-Bene se avete finito di fare salotto andate a lavoro.-disse autoritario Vlad.
-Non abituarti troppo a questa situazione.-lo avvertì Mathias.

Nel frattempo, mentre percorreva i corridoi,Berwald pensava ai bei tempi passati con il suo migliore amico e nemico(dato che erano sempre in disaccordo).Se ne avesse avuto l'occasioe l'avrebbe preso a pugni per le rivelazioni sul suo conto che aveva fatto.Tino e gli altri lo avrebbero tempestato di domande e lo avrebbero costretto a ricordare cose che era meglio dimenticare.Ma non poteva, ormai erano impresse nella sua mente;non avrebbe voluto ricordare anche per conservare l'illusione che LUI fosse ancora l'amico con cui andava a fare cazzate in giro e con cui faceva a pugni..
-Si Alexander...erano bei tempi.-sospirò prima di svoltare l'angolo.


Non poteva più aspettare,doveva dirglielo.Prima o poi lo avrebbe saputo comunque.
-Lukas,devi dirglielo.-provò a convincerlo Mathias
-Ma non capisci?Lui aveva sogni,speranze e...-
-Devi dirglielo Lukas.Alimentare i suoi sogni e le sue speranze non farebbe altro che deluderlo di più quando lo verrà a sapere.E poi è meglio che glielo dica tu ora e non un altro più avanti.-Mathias all'apparenza poteva sembrare un po' stupido,ma le parole le sapeva usare.
-Va bene entriamo.-gli disse Lukas.

-Hei ragazzi!E' da un po' di tempo che siete fuori,che stavate confabulando?-chiese loro Erick con un libro in mano.
Lukas si impietrì all'istante quando vide il libro che stava leggendo.Un libro sui vulcani ,la sua passione.
-Lo sai che il mio sogno è fare il geologo* ,no?-gli chiese Erick.
Per Lukas le cose si erano fatte più difficili.
-Erick ,posa il libro che ti dobbiamo parlare.-gli disse Mathias.


-Allora come è andata?-chiese Tino a Mathias.
-Meglio di quanto sperassi.Non mi aspettavo che un ragazzino di 15 anni fosse così maturo da accettare una cosa del genere.-
-Davvero?Non mi aspettavo nemmeno io una cosa del  genere.-disse sorpreso Vlad.
-Beh qualche lacrimuccia c'è stata,ma nulla di esagerato.-disse Mathias.
-In effetti per un ragazzino di 15 anni è una cosa traumatizzante.Ma credo sia un bene che abbia reagito così,ci ha risparmiato tanti problemi.-concluse Vald.
-Io a 15 anni mi divertivo  con i miei amici e vivevo la mia adolescenza felice e spensierata.Una cosa del genere per me  è inconcepibile.-ammise Eliza.
-Io invece ero costretto ad aiutare mio padre col lavoro.Ma ho trovato il tempo di studiare.-disse Vlad.
-Io invece ho avuto una vita piuttosto normale e agiata.-disse Tino.
-E' logico i paesi scandinavi sono molto ricchi-disse Anton-Io invece non solo dovevo aiutare mio padre col lavoro,ma dovevo anche aiutare in casa,badare a mio fratello e altre cose.E' un miracolo che sia riuscito a studiare e laurearmi.-concluse il bulgaro.
-Invece voi due?-Chiese Vlad ad Berwald e Mathias.
-La famiglia di Ber si è trasferita in Danimarca per lavoro,così io e lui ci siamo conosciuti.-disse Mathias cercandi di rimanere sul vago.
E da lì sono incominciati i miei guai pensò lo svedese.
-Bhe diciamo che nessuno ha mai incontrato situazioni come quella di Erick no?-chiese Anton.
-Purtroppo non tutti siamo così fortunati...Mathias dove stai andando?-chiese Eliza.
-A predere una boccata d'aria.-rispose il danese lasciando gli altri con uno sguardo interrogativo.

Mathias era sul terrazzo dell'ospedale a fumare una sigaretta.Da quand'è che fumava?Neanche se lo ricordava...forse prima di quel giorno o forse dopo... chissà,ma ora quel periodo non aveva più importanza per lui.
Era solo da dimenticare.
Sarebbe stato bello tornare ai suoi 15 anni e riscrivere quel periodo.Sia per lui che per Ber...
Che ne potevano sapere loro di quale fosse il vero dolore?Forse in quel gruppo solo Erick poteva immaginare un  cosa simile.No neanche lui ha visto tanto da riuscire a pensare che quello che è successo a lui e a Berwald potesse accadere veramente.
Lo stesso Mathias a volte sperava fosse solo un sogno,ma non era mai così.
Che possono sapere loro di quello che ho visto?Cosa posso sapere loro di quello che ho provato?Cosa posso sapere loro di quello che ho fatto?Cosa posso sapere loro del mio dolore e di quello che possato dopo quel giorno?Niente niente e assolutmente niente.
In fondo non augurava a nessuno una cosa simile.
I suoi pensieri furono interrotti dal suono della porta che si apriva.
-Tutto bene?-chiese Berwald a Mathias
Mathias buttò quel che restava della sigaretta e rispose:-Si tranquillo sto bene.-
-Il paziente della 12.-gli disse Berwald un po' incerto,ma Mathias capì subito.
-Ah è vero: oggi lo dobbiamo operare.Che aspettiamo? Forza!-disse Mathias ridandosi animo.




                                                                                                         Per strada,in un quartiere non preciso della città...

-
Fermati dannato ladro!-Alfred e suo fratello correvano all'impazzata per acchiappare il fuggiasco.
-F-fermati!-tentava di gridare Mattew,ma inutilmente
Il ladro svoltò im improvvisamente e si dileguò nel vicolo,ma Alfred non demorse e lo in seguì fin la dentro.
Il ladro saltava tutti i cassonetti e cambiava spesso direzione per far confondere i due inseguitori.Ma rimase sorpreso quando scoprì l'esistenza di un terzo ineguitore che gli si parò davanti impugnando una pistola.
-Fermati!Sei in arresto!-urlò la poliziotta.
Il ladro tentò di tornare indietro,ma trovò Alfred e Mattew a sbarrargli la strada.Non gli restava altro scelta che arrendersi.


-Se non ci fossi stata io il ladro sarebbe scappato.-disse la poliziotta orientale ai due americani.
-Si ma se non ci fossimo stati noi due il ladro sarebbe scappato.-rispose Alfred

-Alfred,Kim smettetela .Il ladro è stato preso ed è questo cò che conta.-intervenne Mattew
Mattew vedendo che la situazione non intendeva calmarsi  intervenne nuovamente.
-Ehi,dopo aver portato quel delinquente alla centrale che ne dite di passare  da Fidel a prendere un caffè?-
I due su guardarono in cagnesco prima di sorriderie scambiarsi gesti falsamente cordiali.


-Fidel!Il solito!-gridò a squarciagola Alfred all'uomo.
Fidel era un uomo piuttosto robusto di  origini  cubane,dalla carnagione scura e dai capelli alla rasta raccolti in un codino .
-Ohi !Ragazzi ho saputo che ne avete acciuffato un altro.-disse l'uomo al ragazzo.
Mattew si avvicinò all'orecchio di Fidel
-Non ricordarglielo,stanno litigando su chi l'ha acciuffato e sai bene come sono con le litigate.-gli disse il ragazzo.
L'uomo fece un cenno col capo.
-Oh bene i cappuccini arrivano subito!-disse l'uomo accendendosi un sigaro cubano.


-Ah buono come sempre  Fidel.-disse soddisfatta Kim.
-Ah si è vero...ma chissa' perchè credo che mi sto dimenticando  qualcosa ...-disse Alfred un po' incerto.
-La spesa!Dobbiamo farla oggi altrimenti restiamo senza niente da mangiare.Grazie Fidel, ecco la mancia.-disse Mattew porgendo i soldi a Fidel.
-Gracias!Vedete di non rovesciarvi il caffè addosso mentre correte.-li ringraziò il cubano.


-Ma come fate a essere così irresponsabili?-gli chiese Kim arrabbiata
-E' Alfred che la doveva fare.-disse arrabbiato Matt.
-Mi spiace me ne sono scordato.-disse Alfred.
-Ah fa niente.Andiamo da Ivan che ci fa lo sconto.-disse comprensivo Mattew.
Sembra che il fratello maggiore sia lui pensò Kim.
-Aha vuoi andare  a fare la spesa da Ivan perchè ti devi incontrare con la sorella!Certo  che ha un bel davanzale!-rise Alfred.
-Ma cosa dici andiamo lì perchè ci fa lo sconto ecco tutto.-disse Matt rosso in viso.
-Ecco, lo vedo lì.Forza sbrighiamoci.-disse Kim affrettando il passo.


-Oh benvenuti!Immagino vogliate comprare qualcosa,eh?-chiese cordiale il russo.
-Secondo te perchè uno viene al supermarket?-chiese Alfred.
-Se magari foste venuti per una chiacchierata mi avrebbe fatto piacere.Bene vi lascio alla spesa.-disse un po' deluso Ivan.

-Bene 47 $ e 50 centesimi.-disse Katherina.
-Oh si ecco i soldi Katherina.-disse Matt tutto tremante.
-Grazie...Matt cerca di essere più calmo se fai così è logico che mio fratello sospetti qualcosa.-
-Scusa Kate è che quando ti vedo vado in ansia.-
-Hihi quanto sei carino.-
-Se avete finito di fare salotto noi dovremmo andare.-li interruppe bruscamente Alfred,generando così la rabbia di Kim che gli diede uno scappellotto dietro la nuca.
-Ahio!Che ho fatto?-si lamentò l'americano.
-Non dargli fretta!-lo strillò Kim.





                                                                orario di pranzo,in città


-
Accidenti che giornata!Lars mi ha riempito di lavoro!-si lagnò Antonio.
-E non vedo come dargli torto visto io malo modo in cui hai lasciato Belle.-lo canzonò Lavinia.
-Si ma è successo 6 mesi fa aru.-disse Yao.
-Da quanto ho capito Lars è molto vendicativo.-affermò Francis
-E dai smettiamola di parlare di lavoro.Ora voglio solo farmi un bel kebab da Sadiq prima di tornare in ufficio.-disse Gilbert immaginandosi il suo bel panino ripieno.
-Ottima idea Gilbert-san.Speriamo che Heracles e Sadiq non litighino come sempre.-disse scherzando Kiku.

-Ehi Sadiq.Fai rosolare quel kebab che abbiamo fame.-strillò Lavinia
Dall'altro lato del  bancone c'era un uomo robusto di carnagione scura e insieme a lui c'era un ragassino che assomigliava più o  meno a lui e un altro ragazzo di carnagione più chiara con un insolito ciuffo che gli scendeva sul  lato destro del viso.Un altro era dietro alla cassa e aveva la stessa carnagione scura e contava il guadagno della giornata
-Oh ragazzi,ben trovati.I vosti panini sarrano pronti in un lampo.Heracles vai a prendere le ordinazioni forza!-ordinò Sadiq ad un altro ragazzo dai capelli lunghi e mossi.
Il ragazzo un po' sbuffando andò ai tavoli a prendere le ordinazioni.A Heracles non dispiaceva servire i clienti,anzi erano anche suoi amici(soprattutto Kiku)quello che gli dava fastidio era il fatto di essere comandato da Sadiq...non lo sopportava.
-Tutti col kebab?-chiese.
-Ovvio.-rispose Gilbert
-Che volete in mezzo?-chiese ancora.
-Peperoni.-
-Ketchup e maionese.-
-Io solo maionese.-
-Pomodori.-
-Insalata.-

Dopo un po' di casino riuscirono a prendere le ordinazioni.Sembrava impossibile,ma ce l'hanno fatta.
-Molto bene!-disse Sadiq-Samir leva i panini dalla piastre-ordin al ragazzino-Zafer tu riempi i panini-disse a quello col ciuffo -e tu Gupta fagli il conto.-disse rivolgendosi a quello alla cassa.
-E tu che fai?-gli chiese Heracles
-Taglio il kebab ovviamente!-disse il turco cercando di darsi un tono.



-Hei guardate quella laggiù.-disse Francis indicando una ragazza.
-Carina .-ammise Gilbert
Francis si alzò con eleganza e si direse verso la ragazza e fece finta di urtarci  contro.
-Oh scusi signorina.Sono mortificato.-
-Fa niente cose che capitano.-
-Vorrei tanto scusarmi.-
-Davvero, lasci stare.-
-No insisto magari posso offrirle qualcosa e magari conoscerci meglio.-
La ragazza nel frattempo stava estraendo una bomboletta dalla borsetta.
-Sa signorina sono un tipo molto romantico e mi domandavo se...-
La ragazza spruzzò il contenuto della bomboletta sul viso di Francis.
-Ahhh!-
-Dannato maniaco.-gli disse la ragazza prima di uscire.

-Francis stai bene?-lo soccorsero gli amici.
-Si tranquilli,ormai ci sono abituato.Ahia che male.-
-Ehi ora basta che mi spaventate tutti i clienti.-li sgridò Sadiq.



                                                                              Vicinato,casa di Arthur.


Arthur sorseggiava il suo the davanti al camino mentre leggeva un libro.Non un libro qualsiasi,ma il suo preferito .Lo aveva letto tante di quelle volte e ogni volta gli piacev sempre di più.Il fatto che la vera natura di un uomo pottesse essere rinchiusa in qualcosa e all'esterno veniva mostrato ciò che si voleva,era questo che lo affascinava.*
Bussarono alla porta.Era Alfred.
Lentamente si alzò per andare ad aprire la porta.
-Oh Alfred sei qui.Non mi aspettavo una tua visita.-disse l'inglese con tutta calma-prego entra.-
L'americano varcò la soglia come se stesse camminando su un luogo sacro.Era bello tornare nella casa in cui era cresciuto dopo tanto tempo.
Si accomodò su una poltrona e Arthur fece lo stesso.
-Vuoi un po' di the?-chiese l'inglese
-No,sai che non lo gradisco.-
-Ah giusto dimenticavo che a voi americani piace buttarlo in mare.-**disse l'inglese riprendendo a sorseggiare il suo te.
-Hai avuto notizie di Janice?-chiese bruscamente Alfred   facendo finta di non aver sentito il commento dell'inglese .
Arthur posò il the.
-Non.Janice non si è fatta sentire ne ha lasciato un numero.Il giorno in cui se ne andata non mi detto niente su dove andava e cosa a avrebbe fatto.-si iterruppe per riprendere la tazza di the e sorseggiarne un po'-Anche se avessi voluto impedirlo non ci sarei riuscito comunque.Ormai quel che fatto è fatto.-
-Janice era una donna dal carattere forte,era anche una madre dolce e affettuosa e una brava moglie...Forse sono stato io a mandare tutto a puttane con il mio caratteraccio.-concluse Arthur.
Alfred guardava il fuoco scoppiettare nel camino.Si ricordava ancora quando giocava con Mattew vicino al fuoco e Arthur e Janice si divertivano a guardarli  giocare.
Guardò il fuoco più da vicino e notò che nel camino c'era qualcos'altro oltre alla legna.Alcuni di quegli strani oggetti era lungo con delle specie dipunte rotonde alle due estremità e altri erano di forma allungata e curvi ed erani più piccoli degli altri.Ma la sua attenzione si spostò su un sacco contenente della polvere bianca che si trovava accanto al camino.Tese la mano per toccarla,ma Arthur lo fermò appena in tempo.
-Ma sei scemo o che?Quella è calce.E' una sostanza caustica che ti corrode la pelle.-gli disse Arthur con voce leggermente preoccupata.
-Scusa.Non sapevo...-
-Fa niente.Ah sei sempre il solito incoscente,secondo te perchè ci sono dei guanti vicino al sacco?-
Alfred si voltò verso il camino con la testa bassa.
-Cosa c'è nel camino?-chiese poi.
-Legna.-
-Oltre alla legna?-
-Emm... il fuoco?-
-Haha come sei spiritoso oggi.Intendo quelle cose di forma strana vicino al legno.
-E' sempre legna.Ha solo una forma strana perchè è bruciata,guarda-Arthur prese un bastone di ferro e  tocco' quelle strane forme.Si incenerirono al solo tocco.-Vedi?Quale altro materiale a tre dimesioni può bruciare e ridursi in cenere così se non il legno?-gli chiese infine.
-Si scusa hai ragione.Mi ha fatto piacere chiacchierare un po' con te dopo tanto tempo.-gli disse Alfred.
-Si ha fatto piacere anche.-
Alfred si  diresse verso la porta,diede un ultima occhiata e poi uscì.


-Se ne andato.-disse Arthur prima di sedersi e riprendere a sorseggiare il suo the.
-Se fosse stato Mattew avrebbe già iniziato a sospettare qualcosa,per fortuna che è stupido.-girò la poltrona verso il camino.
-Dopotutto li abbiamo cresciuti insieme no?Li conosciamo bene.-disse rivolgendosi al camino;un ghigno si fece spazio sul suo volto.
-Non è vero, Janice?-

immagine capitolo




*il libro è il ritratto di Dorian Grey
**si riferisce al  Boston tea party


 Bene gente eccoci con un altro capitolo di questa cosa qui.Innanzi tutti ringrazio Rico che recensisce sempre,poi vorrei ringraziare Xincho,Rico da Fe e reika701 per aver messo nelle seguite e Little Dreaming Writer per aver messo nelle ricordate,non so e già le ho ringraziate,ma vabbhe'.Ringrazio anche tutti coloro che leggono e non recensiscono,a me va bene lo stesso,basta che rendo felice il lettore.
Questo capitolo ha lasciato molto interrogativi
Chi è Alexander?Chi è Mathias veramente?Perchè Arthur si comporta in modo strano e parla col camino?
A tutti questi interrogatori l'autrice risponderà nei capitoli futuri (più verso la metà/fine). :-)






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Capitolo 10
*** (Riassuntino della storia fino ed ora e...)Scheletri nell'armadio ***


american dream Gilbert:Salve gente ecco a voi il Magnifico Ore-sama!Vi starete chiedendo perchè sono qui.E bene sono qui per fare un riassunto di quanto accaduto fino ed ora dall'inizio in poi.
Io ,Lutz e Liz andiamo dallo zio riccone che si trova in America e dai nostri cari cuginetti,lì conosco gli altri membri del bad trio e tutto il mio vicinato.Ognuno si reca alla propria postazione di lavoro e conteporaneamente scopro che Spagna ha lasciato Belgio e  il nuovo vice direttore Olanda(che è il fratello della biondazza) lo sta riempendo di lavoro.Ludwig all'università incontra la versione gnocca di Feliciano e se ne innamora,come professore ha il baltico quattrocchi;mentre i suoi compagni sono il cervello rosa,gli altri due baltici e Monaco.La  nostra padellara mat...cara Eliza deve patire le pene dell'inferno per colpa di Romania,ma per fortuna ci sono Bulgaria,Finlandia ,Svezia e Danimarca ad alleviare le sue sofferenze.Si stanno occupando del caso di Islanda che ha una malattia terminale ed è accudito dal fratello Norvegia.America ,Canapa e Vietnam fanno parte della polizia e spesso vanno dal loro barista di fiducia:Cuba.Per andare a fare la spesa si affidano a Russia e alle sorelle.
Noi  dell'ufficio:Io,Cina, Giappone, Francia ,Spagna e la versione gnocca di  Lovino per la pausa pranzo andiamo alla Kebaberia di Turchia a conduzione familiare.
Arriva il Natale e io faccio la proposta di matrimonio ad Eliza,ma la sveleremo ai nostri colleghi solo a Capodanno(Ringrazio ancora Taiwan per  l'anello).Qui incontriamo South Korea e Hong Kong che giocano con i botti,mentre West e e tutti i compagni di università fanno una festa a casa di Italia(la versione con le tette)e qui il mio bruder e lei si ubriacano e inconsciamente trom*******o.Poco prima di questo avvenimeto scopriao che Arthur ha ucciso sua moglie Janice(ultimamente mi sembrava un po' strano).
Inghilterra:Prussia con chi stai parlando?
Prussia:*trema*Sto facendo il riassunto della storia.
Inghilterra:pensavo stessi parlando di me.Va bene io ritorno a lucidare il mio coltello.*se ne va*
Prussia:C'è mancato poco.E ora lo show personale di Ore-sama!*si gira un attimo dietro*
Prussia:mi sa che lo show deve aspettare,dietro c'è l'autrice con un tubo in mano che sta dicendo Kol Kol Kol.
Ore-sama vi saluta gente!







Mattew  e suo fratello stavano facendo il loro solito giro di pattuglia mentre chiacchieravano allegramente.
La strada era deserta e poco illuminata,ma siccome non succedeva mai niente abbassarono di poco la guardia.
-Come è andata con Arthur?-chiese Mattew.
-Abbastanza bene,ma lo trovo leggermente cambiato.-rispose Alfred.
-E' logico.Dopo il divorzio tutti cambiano.-
-Non in quel senso era molto...strano.Sembrava un altra persona.-
-Mhh...allora un giorno di questi gli farò visita anch'io.Lui si è sempre proccupato per noi,perchè noi non dovremmo?E poi verranno gli zii a fargli visita n,è da tanto che non li vediamo.-
-Già hai ragione Mattew.-
Ci furono attimi di silenzio.L'argomento Arthur fino ad allora era tabù tra di loro.
-Ehi,ma sai perchè Kim non è venuta?-chiese d'un tratto Alfred.
-No...non mi interesso degli affari suoi.-rispose Mattew.
-Ma certo che invece di uno scappellotto poteva dirmi di solo di stare zitto,e poi che ne sapevo io che stavi parlando con Katherina?-
-Ti piace.-
-Eh?Chi?-
-Kim,ti piace.- disse Mattew con un leggero sorrisino al che Alfred si irritò.
-Ma che ti sei  bevuto per colazione?Io e lei?Ma che ti viene in mente?-
Lei?La vietnamita comunista con cui andava sempre in disaccordo?Non scherziamo.
-Allora perchè hai reagito così?-lo canzonò il fratello.
Era vero.Se fosse stato altrimenti ci avrebbe riso su.
Alfred irritato gira di scatto la testa,non sopportava quando Matt aveva ragione.Vedendo che il fratello non gli parlava più,Mattew decise di fargli una proposta.
-Senti Alfred...mi dispiace per prima e mi chiedevo se  volevi provare il nuovo videogioco che mi ha dato Kiku.-disse lui in tono dispiaciuto.
-Ah si quello sugli zombie!Figo!Chiederò a Kiku se vuole giocarci e farmi compagnia.-rispose Alfred entusiasta.
-Emh...non credo che possa.-
-E perchè?-
-A un suo amico è saltata un mano a Capodanno,mentre lanciava i petardi.-
-Quale amico?-
-Uno dei fratelli di Yao:Yong.-




-Etchù.Qualcuno sta parlando di me.-rise Yong asciugandosi il naso con la mano sana.
-Smettila di fare l'idiota.Mi hai fatto spaventare sai!D'ora in poi non toccherai mai più un petardo.-lo ammonì Yao.
-Gli avevo detto di non toccare quelli inesplosi.-commentò  Lee.
-Che vorrsti dire Lee?-
Prontamente li fermò Yao prima che incominciassero a litigare.Erano insoppporatbilii certe volte,ma da buon fratello deve dare l'esempio ed essere paziente
-Ci è toccato lavorare anche a Capodanno,uf mannaccia a me che ho deciso di fare il medico.Comunque quel che che conta e che tu stia bene.-sbottò Mathias.
-Come va con la pelle?-chiese Tino a Yong.
Yong si guardò la mano fasciata e gli sorse una domanda
-Bene grazie,ma di chi era?-
-A una uccisa e ritrovata in un casonetto.-rispose Vlad.
-Ahh!Che shifo!-urlò il coreano.
-Vlad!Smettila con queste pagliacciate.Tranquillo,non c'è stato nessun omicidio in zona e quella pelle non appartiene di certo a una trovata in un cassonetto.-lo tranquillizzò Eliza,lanciando un occhiataccia a Vlad.
 Yong rise guardandosi la mano
-Ah...per un attimo ho creduto che ci fosse un assassino in zona.Però sai che forza se lo avessimo come vicino.- 
-N-non dirle nemmeno per scherzo certe cose.-lo ammonì Kiku un po' spaventato.
Anton stanco di quel teatrino decise di intervenire.
-Comunque dovrai riposarti qualche giorno e non sforzare la mano.-.
-Ah ok ho capito,non vi dovrete proccupare;-disse il coreano.
-Kiku per piacere puoi guidare tu?-chiese ancora Yong.
-No guiderà Yao e dato che non potrai muovere la mano per un po' starà con te qualche giorno.- rispose Kiku sorridendo a Yao.Sapeva che Yong aveva molta stima del fratello maggiore.
-Cheee!?Aniki resterà a casa mia qualche giorno?E' fantastico.- Yong era entusiasta del fatto che il suo Aniki passasse qualche giorno con lui
-Si ma non ci fare l'abitudine.-gli disse il cinese.
I quattro orientali si avviarono verso la porta e prima di solcarla Yong salutò i medici con la mano fasciata;al che Anton lo sgridò e gli disse di non muoverla così energicamente.

 Vlad soddisfatto si mise le mani sui fianchi
-Bene anche questa è fatta.-
-Beh nn è stato tanto difficile.-fece notare Tino.                                             
-Torniamo al lavoro?Abbiamo un sacco di cose da fare.-ricordò Anton scocciato.Al bulgaro non è che non piacesse perdere tempo,ma prima finiva meglio era.
-Mhh.-disse,più che altro grugnì in segno di consenso,Berwald.

-Berrrrr!-una voce  allegra giunse alle orecchie del gruppetto.Quella voce così acuta e gioviale apparteneva a una ragazza sulla quindicina  dai capelli biondi e un ricciolo doppio sul lato destro della faccia.
-Kaalit!Non  urlare.-a sgridare la ragazza fu una donna sui 45 anni,con dei capelli leggermente più scuri della ragazza.
Ma lei continuò a correre fino ad aggraparsi alle braccia dello svedese.-Ber!-
-Kaalit...scendi.-gli chiese gentilmente Berwald.La ragazza ubbidì
-Scusa Berwald,ma voleva vedere dove lavoravi e...-si scusò la donna.
-Capisco.-fu la semplice risposta dell'uomo.
Gli altri,ovviamente,erano un po' stupiti della situazione creatasi.Vlad ,allora, chiese spiegazione a Berwald
-Cortesemente ci puoi spiegare chi è questa gente?-
-Scusate avete ragione.Perdonate mia figlia, è sempre così energica.Da come avrete capito si chiama Kaalit e io sono Astrid Kohler e...-
Mathias fissava la donna nei suoi gesti,nei suoi movimenti,nel suo modo di parlare.E notò che non era cambiata affatto.
L'unica cosa in cui era cambiata era l'aspetto,era invecchiata si ma era sempre lei.
Ma perchè il destino gli ha giocato quel tiro meschino?
Non era abbastanza quello che aveva patito?Perchè ora il passato gli stava precipitando addoso?
E un modo per redimere il suo peccato?O era la punizione per suo peccato?
Guardava la donna con occhi stupiti e spaventati al tempo stesso.
Non voleva ricordare tutto d'un botto.
Quella presenza lo faceva impazzire.E lui non voleva che succedesse di nuovo.
No non voleva  che  lei lo guardasse e sospettasse qualcosa.
Non ora, ti prego, non ora.

-Ah e così siete amici di famiglia di Berwald e avete passato le feste con la sua famiglia.-a ridestare Mathias dai suoi  pensieri fu la voce di Tino.
-Ber ci presenti i tuoi colleghi?-chiese con occhi  pucci Kaalit;tant'è vero che lo svedese non ha potuto dire no.
Li presentò uno per uno,cercando di lasciare Mathias per ultimo.
Lo vedeva tremante, per questo non dovevano sospettare niente.Per lui sarebbe stato difficile da sopportare.
Ma le sue buone intenzioni furono vane,infatti Kaalit vedendo che Mathias tremava, si avvicinò di più a lui fino a sbirciare sul cartellino il suo nome.
-Mamma!Questo ragazzo qui ha lo stesso nome e cognome del nonno!-disse la ragazza stupefatta.
Oddio per lui era la fine se lo avessero riconosciuto,ma perchè  teneva così tanto a quel vecchio da usare il suo nome?
-E poi guarda non somiglia ad  Alexander?-chiese la ragazzina.
Alexander...perchè ha detto quel nome?
-I- in effetti hai ragione un po' ci somiglia.-commentò Astrid con la  voce tremante.
Lo squadrò meglio.Gli  assomigliava tantissimo.
Non riusiva a pensarci.
-Allora tu dovresti essere Mathias Kohler,da quello che ho capito.-senteziò la donna con voce tremante.Gli somigiava troppo e non riuscuva a reggere il ricordo.
-Si, eheh allora suo padre si chiamava così?-chiese Mathias mantenendo la calma.Ormai il danno era fatto e doveva solo stare al gioco.
-Si il nonno era una persona fantastica,anche Alexander lo ammirava molto.Al contrario di papa'...-si intromise Kaalit incupendosi nell'ultima parte della frase.

-Emh se posso chiedere... chi è Alexander?-azzardò Tino.
Berwald,madre e figlia si incupirono.Non era il caso di fare certe domande.
La donna prese un bel respiro prima di iziare a parlare
-E' mio figlio maggiore.-
-Astrid non è il caso che tu...-provò a controbbattere Berwald ma la donna lo fermò con una mano
-Non ti proccupare.-fece un respiro profondo.
-E' scomparso una decina di anni fa.-Astrid lo disse tutto d'un fiato,quasi come si fosse levata un peso.
Fissò  l'uomo di fianco a lei con dispiacere
-E tu ...fosti coinvolto.-.
-Si ma non ho visto niente.-rispose secco lo  svedese.
Le promesse andavano sempre mantenute.
- Abbiamo deciso di trasferirci.-disse la ragazzina cercando di aggiustare quella situazione di tensione - Sia perchè la mamma non sopportava più vivere lì,sia perchè io voglio  ricordare gli avvenimenti di quel giorno.In America  ci sono i migliori psicologi,no?Quindi credo che alemno uno di loro mi saprà aiutare.-
-Sono contento che vi trasferiate...Ma Kaalit sei sicura di questo?Potrebbe essere un po' traumatico.-provò a dire Berwald.
-Si sono più che sicura.-
-E poi...-continuò-voglio dimostrare a tutti che non è stato lui.-
Gli altri ci capivano sempre meno.

La situazione si era fatta insopportabile per Mathias.Non ce la feceva più.Doveva andarsene.
Vederle lì senza preavviso,senza una preparazione psicologica era una sfida al suo auto controllo.
Ha giurato che non avrebbe mai più avuto a che fare con loro per non provocargli ulteriore dolore.
Saprattutto perchè credevano che Alexander fosse innocente.
-Emh...scusate io dovrei andare un attimo via...-provò a dire Mathias.
-Devi andare in bagno?-gli chiese maliziosamente Vlad.
-E io che cercavo di non fare brutta figura.-rispose Mathias leggermente alterato prima di andarsene.
-E' stato un piacere conoscervi,ma ora devo scappare.-disse il danese con un tono un po' dispiaciuto.
-Oh fa niente spero che ci rincotreremo allora.-rispose la ragazzina sorridente.
Primo di svoltare l'angolo Mathias ricambiò il sorriso,un sorriso che Berwald conosceva bene ormai.

-Bene è tempo per noi di andare,dobbiamo sistemarci nella nuova casa.-disse Astrid.
-Allora ci vediamo.-la saluto Berwald.
-Vienici a trovare quando finiremo di sistemarci.-gli raccomandò Kaalit.
Lo  svedese rispose semplicemente con un sorriso accompagnandole alla porta.

 -Ora ci spieghi sta situazione.-disse serio Tino a Berwald.
-E' un fatto complicato...quando sarò pronto ve lo racconterò.-rispose lui.
-Si hai ragione, scusa se ho insistito.-si scusò Tino.
Berwald rispose con un sincero" fa niente" e  svoltò l'angolo.
Doveva assicurarsi che LUI non avesse fatto pazzie.


Appena Mathias svoltò l'angolo incominciò a correre.Mille pensieri e domande gli vagavano per la testa.
Perchè erano lì?Perchè Berwald non gli aveva detto niente?Lo hanno riconosciuto?Di certo non lo avevano dimenticato.
Correva e non se ne fregava della gente che passava,la spingeva, gli chiedeva scusa o non li vedeva.
Aveva la mente annebbiata da tutti gli avvenimenti di quel giorno,da tutte le domande e i dubbi.
Giunse alla porta e con uno sforzo disperato la aprì e la richiuse dietro di sè.
Appoggiò la schiena alla porta e scivolò lentamente fino a ritrovarsi seduto.
Con il respiro affannato  cercò freneticamente  nella tasca destra del camice.Eccole:le sigarette.
Ne prese una dal  pacchetto  e la accese.La inspirò per poi  espirare il fumo.
Si alzò lentamente e si spostò dalla porta,ma finì per accasciarsi  più in là.
Non sapeva se fosse colpa delle gambe che  erano stanche per la corsa(cosa improbabile dato il suo fisico giovane)o per la ferita che il destino prima gli ha riaperto.
Sentì la porta aprirsi:Berwald.Mathias sussultò lasciando cadere la sigaretta.

-Helling Gud!Mi ha fatto spaventare!Sei scemo a venire qua all'improvviso?-
Mathias era ancora spaventato,sembrava sul punto di impazzire.
-Ursäkt.-fu l'unica risposta che lo svedese riuscì a dare.
Mathias non si era ancora alzato,anzi;aveva  le ginocchia al petto e si stringeva la testa tra le  mani.
Berwald si abbassò verso di lui ,ma Mathias lo fermò alzando la voce.
-NON VOGLIO LA TUA PIETA'!Resta dove sei!-
Mathias è stato sempre un tipo sicuro di sè e  odiava mostrarsi debole agli altri.
Berwald ritrasse la mano e si alzò.
Mathias provò a fare lo stesso,si reggeva a fatica e si aiutava con la mano.Ogni volta che tentava di poggiare la mano al muro sembrava che sprofondasse.
Quando ,con molta fatica,riuscì a stare in piedi rivolse a Berwald un sorriso.Lo stesso sorriso di prima,lo stesso sorriso che vedeva sulla sua stupida faccia da  dieci anni a quella parte.Un sorriso  che voleva che celava un "aiutami",ma che al di fuori mostrava un "sto bene grazie".
Era troppo egocentrico e sicuro di se per mostrarsi debole.
-Tranquillo sto bene.-lo rassicurò il danese sorridendo nuovamente.
Lo svedese annuì poco convinto.
Aprirono la porte e scesero le scale senza parlare.
Berwald ebbe  per un attimo una strana impressione.Quando in quell'attimo gli sorrise,un brivido lo percorse dietro alla schiena.
Gli sembrava lo stesso sorriso di quel famoso giorno.Ma non era un sorriso puro come quelli che faceva  un tempo.
Era un sorriso sadico.



-Etchù!Dannato raffreddore!-
Arthur era seduto sulla sua poltrona a sorseggiare the come al solito.
La visita di Alfred la volta scorsa lo ha colto impreparato.Per evitare che qualcuno sospettasse qualcosa,ha nascosto il sacco di calce in garage  e si è liberato della cenere.
Liberarsi del corpo non era difficile per lui che era un anatomopatologo.Con i morti ci aveva a che fare  tutti i giorni  conosceva abbastanza bene gli elementi chimici.
La calce  aveva doti corrosive,per liberarsi della carne era l'ideale anche se ci aveva messo un bel po' di mesi.Neppure le ossa erano un problema ,il fuoco bruciava l'osseina ,  e delle ossa rimaneva solo cenere.
Peter  non ne sapeva niente.Un ragazzino di dieci anni  non avrebbe sopportato di vedere la madre uccisa dal padre.
Neanche Arthur  pensava di aver fatto tutto in maniera tanto silenziosa.
E ora era lì,davanti al fuoco,a rigirarsi tra le mani il coltello ormai pulito e lindo.Ah se non fosse stato per quel coltello ora non sarebbe arrivato a quella situazione di pace interiore,anzi se non fosse stato per quel  coltello non sarebbe nemmeno lì .
Più se lo rigirava tra le mani più gli venivano in mente gli avvenimenti di quel giorno.


Janice era irritata.E molto.
-Ora basta Arthur!Questa è la  goccia che ha fatto trabboccare il vaso.-
Arthur era totalmente indifferente,continuava a sorseggiare il suo the seduto comodamente sulla sua poltrona.
Aveva dimenticato di fare una cosa,e allora?Qual'era il problema?L'avrebbe fatta ora.
Ma Janice già non ci vedeva più.Gli si avvicinò a grandi passi e gli scaraventò la tazza di the dall'altro lato della  stanza.
Arthur alzò gli occhi con ira e i il suo sguardo verde smeraldo si incrociò con quello azzurro marino di Janice.
Il suo caratteraccio aveva avuto il sopravvento.
Lentamente si alzò e con una finta calma le allungò una mano verso il viso di lei.Istintivamente Janice  si ritrasse,ma la mano di Arthur colpì il suo viso con un forte schiaffo.
-Ma sei cretino?-Janice si teneva la guancia dolorante.
-Sei tu che hai iniziato.-
-Sei tu che te ne fregavi di quello che dico.-
-Qual è il problema?Lo farò dopo.-
-No il problema è che non mi ascoltavi.-
-Secondo te ti ascolto quando parli?-
Mossa falsa Arthur.Le donne  possono sopportare di tutto;ma il fatto di non essere ascoltate le fa andare sui nervi.
Per la rabbia  Janice  prese la cravatta di Arthur e la tirò verso di sè, soffocandolo
A Arthur mancava il fiato;tentò di indietreggiare ,ma  finì per sbattere contro il tavolo e  cadere a terra.Ormai non c'era via di scampo,ma il suo istinto lo involse a cercare sul pavimento,forse qualcosa che fosse caduto dal tavolo...
Tastò il pavimento e finalmente trovò qualcosa.Sorrise
Si sentiva potente,ora  lui aveva il coltello dalla parte del manico.Letteralmente.
-Non mi stringevi così da tanto tesoro.-ora lui poteva permettersi di scherzare.Era il momento di agire.
Con un ampio movimento del braccio colpì Janice con il coltello.L'inglese le tappò prontamente la bocca,per poi sfilarsi la cravatta e usarla come bavaglio.
Si mise a cavalcioni su di lei e iniziò a dare varie coltellate.
-Sai quante volte ho sopportato i tuoi capricci...-le diede una violenta coltellata alla spalla.Lei voleva urlare,ma la cravatta  non le diede possibilità.
-Quante volte  li ho esauditi e tu non eri mai contenta...-questa volta le colpì il ventre.Il sangue  usciva copioso dalle sue ferite.
-Tutte le volte che ti ho detto ti amo e tu ricambiavi con risposte vaghe,tutte le volte che litigavamo e tutte le volte in cui hai sempre detto di volermi lasciare...-le coltellate erano sempre più potenti e il suo corpo si muoveva sempre di meno.
-Io ti ho amata anche in quelle occasioni,te lo sempre detto ma tu mi trattavi sempre come se fossi un tuo giocattolo e ora questo giocattolo si è stancato di essere usato nei momenti di bisogno e di essere messo da parte quando non serve più!-Janice respirava a fatica e il sangue ormai aveva imbrattato anche i vestiti di Arthur.
-E ora sai che ti dico...sono contento che sia andata a finire così.-alzò il coltello in aria,come se stesse per caricare un colpo.
-MUORI STRONZA!-

Silenzio.
Per vari secondi solo silenzio.
Arthur si alzò lentamente,facendo cadere il coltello a terra.Buttò lo sguardo sul macello lì atterra.Rise sguaiatamente coprendosi la faccia con le mani sporche di sangue .Rise di gusto nel vedere quella scena.
Quando finalmente si fu calmato la fissò di nuovo.
-Hai visto Janice?-domandava l'uomo a quel che restava della persona un tempo amata,guardando il corpo con disprezzo.
-Tu pensavi di aver  ragione su tutto e guarda come è finita.-sciolse la cravatta  legata alla bocca  del cadavere.
-Io sono vivo e tu sei morta.Tu perdi,io vinco.-rise di nuovo, stavolta controllandosi.
-Una cosa buona però l'hai fatta.-sentenziò Arthur .-E' la persona a cui voglio bene di più a questo mondo ed è per il suo bene che non le dirò niente di tutto questo.-si sedette di nuovo sulla poltrona.Si mise due dita sugli occhi.Erano umidi.
-Speriamo solo che Peter non abbia sentito niente.-e pianse tra una risata sadica e un singhiozzo.


 

Bussarono alla porta.
Arthur posò il coltello sul tavolo e si avviò verso la porta.Guardò dallo spioncino...ma era possibile che Ian e il resto della combriccola erano già arrivti?
Aprì la porta rassegnato all'idea di doverli sopportare.
-Hello Arthur!Are you ok?-Gli chiese Ian
Era giusto un po' più alteo di lui,veva i capelli rossi e le folte sopracciglia che altro non erano un carattere eriditario di famiglia.
-Secondo te come posso stare?Ian.-rispose acido Arthur.
Tirò un profondo respiro e fece accomodare i suoi scomodi parenti.



O
k forse sono stata esagerata con Arthur,questo lo devo ammettere.
Non ho messo presenz di 2p nella descrizione per farvi una sorpresa(ma ho messo probabile OOC)
I personaggi nuovi sono Groenlandia(la bimbamin....la ragazzina saltellante) e Saami,una nazione antica come Nonno Roma.
Ringrazio tutti coloro che mi seguono come sempre. :-)
Allora dopo aver spiegato  la modalità di omicio di Arthur:come ha ucciso la moglie e occultato il cadavere possiamo affermare che l'autrice è una probabile serial-killer.Chi saranno i parenti di Arthur?Si accorgeranno di qualcosa?E il mistero di Alexander?
L'autrice ha l'idea ,ma ve la svelerà verso la fine per mo vi do solo indizi.
Anticipazione:Farò delle parti di capitolo dedicati all'infanzia di due nordici di nostra conosenza pe capire chi sia Alexander....



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Capitolo 11
*** Parenti serpenti/Strane idee/Equivoci,ricordi e colpe ***


american dream Personaggi che non hanno ancora un nome ufficiale o miei  OOC
Scozia:Ian*****Kirkland  
Galles:Clive Kirkland 
North Ireland:Patrick Kirkland  
Irlanda:Sandy 
 Australia:Kevin 
 Nuova  Zelanda:Samantha(in realtà è maschio)
Principato del Wy:Kaelyn


Arthur odiava i suoi fratelli.
Non aveva mai stretto con loro un forte legame proprio per questo.Non li sopportava era più  forte di lui.
Quello che odiava di più era suo fratello maggiore Ian. Un tipo  arrogante e presuntuoso e non sopportava di essere umiliato in nessuna situazione.
L'unico familiare con cui andava d'accordo era suo cugino Kevin.Non era  ne invadente ne chiacchierone.Era solo un po' spericolato.
Diciamo che era un po' il tipo di persona che avrebbe voluto essere;infatti Kevin era sposato e aveva una bambina della stessa eta' di Peter ed aeva una vita  felice.Era tutto ciò che lui non era.
L'unico lato positivo di quella rimpatriata di famiglia era il fatto che  lui fosse presente.
Ma rimanevano sempre gli altri membri a rompere le palle.
Arthur ha sempre avuto un rapporto difficile con la moglie di Ian Sandy,anche se odiava di più gli altri suoi fratelli.Erano più piccoli di lui,ma il loro odio era reciproco.Patrick era il più piccolo della famiglia,,metre Clive(l'altro fratello)era più grande di Patrick ed era l'unico che Arthue riusciva a reggere un po' di più.
In conclusione se non fosse stato per Kevin e sua moglie Arthur avrebbe finito per uccidere anche i suoi parenti quel giorno.Di calce ce n'era abbastanza  e la legna da fuoco costava...


-Non sei riuscito nemmeno a  rimanere sposato per più di dieci anni.E io che pensavo che fosse la volta buona per te.-Ian era sempre delicato quando diceva le cose.
Arthur non fece troppo caso al commento e continuò a prepare il the per gli ospiti.
-Sapevi che avevi ospiti perchè non hai preparato subito il the?-Sandy invece doveva sempre criticare tutto ciò che faceva Arthur.
Il suo limite di sopportazione  era molto basso,ma l'inglese doveva contenersi.
-Guarda che Arthur non ha mai pensato a queste cose dato che siamo i suoi "adorati fratelli" puo' trattarci come cacchio gli pare,no?-
-Sai che hai proprio ragione Clive?-
Ora ci si mettevano anche i fratelli minori.Si girò un attimo verso il tavolo e intravide il coltello.Forse se non avesse fatto tanto rumore...
-Ok ragazzi ora basta!Guardate che è dura riprendersi da un divorzio lasciatelo respirare.-per fortuna Kevin ha salvato la situazione.
-Certo che tra di voi c'è proprio un bello spirito di fratellanza eh?-chiese quasi dispiaciuta Samantha,la moglie di Kevin.Una donna non molto alta,bionda e solare.
-Umh che puo' interessare a te?-le rispose Ian accendendosi una sigaretta.
Samantha si irritò leggermente;si alzò di scatto e si diresse verso Ian .
-Che vu...-ma fu interrotta dalla mano di Arthur che si posò sulla sua spalla.
-Grazie per aver preso le mie difese Samantha.-gli tolse la mano dalla spalla e prese il vassoio con le tazze da the dal piano cottura e lo poggiò sul tavolo.
Squadrò uno per uno i membri della sua famiglia.Tutti  i suoi fratelli  e Sandy lo guardarono storto:perchè non versava il the nelle loro tazze?
 " Col cavolo che mi metto a fare il vostro servetto stronzi!Se volete il the ve lo prendete voi."Pensò Arthur con disprezzo.
Gli sguardi di Arthur e Ian si icrociarono per un breve attimo.Erano sguardi di sfida.
-Perchè non prendi il the?Non ne hai voglia Ian?-chiese con malizia Arthur.
Ian per tutta risposta gli disse quello che pensava,ma levò qualche termine volgare.
-Perchè non ce lo versi tu?Siamo ospiti.-
Arthur era particolarmente calmo.Stava per fare una cosa che aveva fatto solo due volte.E per due volte le ha prese da Ian.
-E se non avessi voglia?Scott?-
Oh no,lo aveva chiamato con il secondo nome.Ian Scott Kirkland odiava essere chiamato con il suo secondo nome.
Si alzò di scatto sbattendo le mani sul tavolo.Non è stato così arrabbiato con Arthur in vita sua.
Kevin, intuendo che Ian non aveva intenzioni pacifiche,decise di mettersi tra i due evitando l'irreparabile.
-Senti Arthur,perchè non vai a salutare Kaelyn?Sai che lei  ci tiene tanto a te.- Kevin stava cercando di calmare le acque e a quanto pare ci riuscì benissimo.
-Ah la piccola Kaelyn!Vado fuori a salutarla allora.-detto questo Arthur  si diresse verso la porta,ma prima di uscire si girò verso gli ospiti.
-Con permesso.-e uscì dalla porta.

Ian prese a fumare nervosamente la sigaretta.Gli sguardi di tutti erano puntati verso la porta.Possibile che l'uomo appena uscito fosse Arthur Kirkland?Al primo insulto avrebbe subito risposto e non si sarebbe mai azzardato a chiamare il fratello  maggiore Scott.Era cambiato, e molto.
Clive,il fratello più vicino ad Arthur era basito.Non trovava parole per descrivere ciò che aveva visto.E' vero,si odiavano tra di loro,ma si volevano anche bene in alcune(rare)occasioni.
-Un po' mi dispiace.-tutti gli sguardi dalla porta si rivolsero verso Patrick che trovandosi in imbarazzo fu costretto a continuare.
-Voglio dire...non pensavo che diventasse così...-
-Sfacciato,spavaldo?-chiese Ian nervoso per l'incidente di poco prima.
Patrick abbassò lo sguardo.
-Devo ammettere che anche se non ci sopportavamo...il fatto che si sia trasformato...mi dispiace.-Ian non aveva mai detto niente in favore di Arthur in vita sua,ma vederlo così cambiato,vedere l'immagine di Arthur creata nel tempo spezzarsi  in un secondo con pochi gesti e parole è stato devastante per i fratelli.
-Io non lo conosco da tanto tempo come voi che siete suoi fratelli,ma è  strano che una persona cambi da capo a piedi,soprattutto trattandosi di Arthur,no?-chiese Sandy al marito.Ma Ian per tutta risposta rivolse il suo sguardo a Clive e Kevin;se qualcuno conosceva Arthur da cima a fondo erano proprio loro.
-Bhe in effetti è un po' strano.Arthur è sempre stato un  tipo orgoglioso dal pessimo carattere ma mai così ...-Clive non riusciva a trovare le parole giuste.
-Non  è mai stato così incauto,a lui non è mai piaciuto rischiare.-constatò Kevin.
 
Nel frattempo in giardino


Kaelyn era la figlia di Kevin e Samantha.Era una ragazzina sui 10 anni dai capelli marroni raccolti in un codino e  la passione per il disegno.
Giocava allegramente a pallone con Peter con un  espessione scocciata.Dopotutto lei era più matura di Peter e giocare a pallone era per bimbi,ma probabilmente ha voluto accontentarlo.
Kaelyn lasciò cadere la palla e si girò verso la porta appena aperta.La sua sorpresa e gioia nel vedere Arthur erano immense.
-Uncle!-la ragazzina corse verso l'uomo e con un balzo gli si attaccò al collo.Arthur ricambiò l'abbraccio,stringendo di più la bimba.
-Anche io sono felice di rivederti.-disse Arthur mettendola giù.
-Vogliamo rientrare?-chiese ancora l'uomo.
La ragazzina gli rispose con un convinto "Umh" e si diresse verso la porta.
Arthur si girò verso il figlio che lo guardava confuso.
-E tu non vieni Peter?-chiese il padre al figlio.
-Si vengo subito!-

 




Antonio era seduto alla sua scrivania.No aveva finito il lavoro di ieri ed è stato costretto a andare in ufficio anche oggi.C'erano un sacco di carte e progetti da firmare e finire:ma stavolta non era colpa di Lars,no era colpa sua che non ha finito il lavoro.La causa?Non poteva smettere di pensare che forse aveva fatto uno sbaglio.
Lavinia era bella,forte...ma Belle aveva qualcosa in più,non sapeva bene cosa,ma aveva un qualcosa in più.Anche se glielo fosse andato a dire avrebbe ricevuto un secco rifiuto e Belle non avevrebbe avuto tutti i torti.
Si alzò dalla sedia e si diresse verso la macchinetta del caffè;gli avrebbe fatto bene un po' di quella sosatanza rigenerante.
-Sempre a bighellonare tu eh?-una voce giunse alle orecchie di Antonio.Era Lars che lo stava rimproverando.
Lo spagnolo prese il suo caffè e si girò verso di lui.
-Ho quasi finito,sono solo un po' stanco e sto facendo una pausa..-
Lars inclinò il sopracciglio e lo guardò con aria di sufficienza .
-A si?Allora vedi di fare pre...-ma non terminò la frase,qualcosa gliel'ho impedì.Si teneva una mano sul petto,stringendosi la camicia  e l'altra sulla bocca a trattenere i forti colpi di tosse.
Antonio ,che non sapeva cosa fare,stava per correre a cercare aiuto,ma Lars si riprese rapidamete e a tentoni riuscì a rialzarsi.
-Stai be-bene?-chiese Antonio un po' incerto.Ma perchè si proccuava per lui,si odiavano e non ce n'era ragione.
-Si sto bene.-gli rispose con rabbia l'olandese.

-Lars!-Ma guarda che brutti scherzi gli giocava il destino,proprio ora che Antonio cercava di dimenticarsi di lei.
-Che è successo?-Belle e Lavinia venivano dal lato opposto del corridoio,il loro affanno per la corsa era evidente.
-Niente di che.Mi era venuto un attaco d'asma.-cercò di giustificarsi Lars.La sorella lo guardò un po' interdetta, poi capì.
-Ah...ok allora Antonio puoi accompagnarlo in ufficio per piacere?-chiese Belle con gentilezza,quasi si fosse scordata di quello che gli aveva fatto.
Antonio la guardava incantato.Che si fosse inn...Si girò verso Lavinia.Oddio ora c'era anche lei.
Chi scegliere?Erano entrambe belle ,ma avevano caratteri diversi.Che fare?
-Si lo faccio subito.-rispose lo spagnolo risvegliatosi dal mondo dei sogni.

Mentre lui e suo fratello si allontanavano Belle pensava al modo in cui l'ha guardata prima Antonio.Possibile che...No ora era troppo tardi e poi è stato lui a lasciarla;che abbia avuto qualche ripensamento?
Ma anche lei forse,infondo, provava ancora qualcosa.E chi puo' dirlo?Così mentre ci pensava gli venne in mente  qualcosa...
-Lavy?-
-Si Belle?-
-Mi aiuteresti con una cosa?-
La ragazza col ricciolo rimase interdetta.
-Si certo.-
-Che ne dici se provassi a riconquistare Antonio?-gli chiese la belga con un sorriso.
Lavinia rimase leggerente di stucco.
-Tranquilla non sono innamorata di lui.U..conosci quei film in cui le ragazze fanno perdere la testa a un ragazzo che le ha fatte soffrire e poi lo mollano?Ecco più o meno la mia idea era questa.-
Lavinia era sempre più shokkata.Far soffrire Antonio in quel  modo?Si forse se lo meritava,ma  lei...poi che avrebbe fatto lei?
Ma poi perchè Lavinia si stava proccupando di quel bastardo,non è che forse anche lei stava cedendo al fascino dello spagnolo?
-Proposta interessante,lo faremo soffrire più di quanto non stia già soffrendo.-Lavinia scacciò i pensieri di poco prima e decise di appoggiare l'amica.
Il dado è tratto.



-Ah ci voleva proprio dopo tre interventi!-
Mathias si stava godendo il suo attimo di pausa e liberazione.Cinque ore senza andare in bagno non le avrebbe sopportate nessuno.
Si tirò su i pantaloni , si riallacciò la cintura e andò  a lavarsi le mani.
Certo che però era strano .Lui e Ber erano lì da cinque minuti e non era ancora uscito,al che Mathias iniziò a preoccuparsi.
-Berwald!Ti se addormentato sul cesso?-
E' al quanto insolito il fatto che due amici hanno il piscio sincronizzato.Ma dopotutto si sa che l'amico si sente nel momento del bisogno.
-E' incastrata.-gli rispose lo svedese dalla "cabina" del wc.
-Cosa?-
-La cerniera dei pantaloni.-
Berwald  uscì dalla cabina  con una mano sulla cerniera e l'altra sulle due estremità che dovevano essere riunite.
Mathias lo squadrò un attimo ,poi sorrise malignamente
-Lascia fare a me.-
-No faccio io.-rispose Berwald certo di come sarebbe andata a finire la cosa.
Infatti gli aveva già messo  la mano sulla cerniera.
-No Mathias.-
-Si.-
-No.-
-Si-
-No.-
-Si.-
-No.-
-Si-
-No.-
-Si.-
La porta si aprì.Si girarono di scatto.

Tino,sulla soglia della porta del bagno li guardava in un silenzio imbarazzante.Si sarebbe aspettato di trovare di tutto... tranne quella scena...
-Emh...non è come sembra Tino.- provò a giustificarsi Mathias imbarazzato più di lui.
Tino,rosso in viso,chiuse la porta dietro di sè.
-Bravo!-gli disse Berwald con tono sprezzante facendo sorridere il danese.

Si appoggiò al muro.Non era possibile. Ciò che aveva visto doveva essere un brutto scherzo che gli aveva giocato la stanchezza.Anche Tino era stanco e non mangiava da quella mattina ma nulla spiegava quella scena.
Riaprì la porta e trovò uno scenario diverso da quello che aveva visto prima.Berwald si stava tranquillamente lavando le mani e Mathias stava consumando tutto il rotolone di carta per asciugarsi.I due  fecero finta di accorgersi di lui solo dopo qualche secondo.
-Tino ,sei tutto  rosso,ma che ti è successo?-chiese Mathias con una finta peoccupazione.In realtà lui sapeva benissimo che era successo.
-Emh...niente ,ho solo avuto ..credo di avevr avuto un allucinazione tutto qui.-rispose il finnico.
-Vedi di riposarti un po' allora.-gli disse Berwald guardandolo fisso negli occhi.Questo convinse Tino a uscire al più presto dal bagno sbattendo la porta e correndo a tutta velocità verso l'altro bagno.

-C'è mancato poco eh?-chiese Mathias con un sorrisino.
Berwald dopo aver armeggiato un po' con la cerniera riuscì a chiuderla; fulminò Mathias con uno dei sui sguardi più truci e se ne andò leggermente irritato,avevano corso il rischio di sputtanare la loro immagine.



Non lo capiva ancora del tutto,pur conoscendolo da tanto tempo non riusciva a capire Mathias.Lui era stato da sempre strano ,però in quel momento assomigliava ad Alexander...Ma lui ormai non c'era più,si era finito con le sue stesse mani.Ma perchè i ricordi di quel giorno c'erano ancora?Avrebbe preferito fare la fin di Kaalit;non ricordare niente forse sarebbe stato meglio. Si stava giusto domandando che cosa avrebbe detto lei una volta ricordato tutto,era ancora una ragazzina e forse per lei era troppo presto.
Berwald si  buttò a peso morto  sulla sedia del suo ufficio e la girò verso la scrivania.Prese una foto incorniciata in una cornice di legno semplice e se la rigirò tra le mani.Aveva fatto proprio un ottimo lavoro con quella cornice.Fissò la foto al suo interno e si perse in quel mare di ricordi.


-Visto idiota che  hai combinato?Quelli erano più grandi noi  ed erano di più ci avrebbero fatto neri!-
Berwald ed Alexander erano nascosti dietro un  cespuglio con il fiatone e lo svedese era piuttosto arrabbiato  con l'altro
-Li potevamo battere e poi anche tu li hai provocati.-gli rispose il ragazzo,più che altro lo fece il suo orgoglio infranto per via di quella fuga disperata a cui lo aveva costretto l'amico.
-Io avrò pure la lingua lunga ma tu sei arrogante.-gli rispose Berwald.
-Tutto è inizito per via della tua lingua lunga.Vorrei che finissi di parlare una volta per tutte.-
-Ah si?E io ti auguro che ti accada qualcosa di molto peggio e poi vediamo.-
Alexander gli diede le spalle e si mise a fissare il cielo,Berwald lo imitò e si appoggiò alla sua schiena.
Litigavano e facevano a botte spesso,ma non pensavano mai davvero a quello che si dicevano.
-Berwald com'è la Svezia?-gli chiese Alexander quasi si fosse dimenticato delle frasi tanto dolci che si erano scambiati prima.
Berwald esitò un po',poi rispose:-Lo vedi questo spazio verde e largo,il cielo limpido e il tempo da favola?-
-Si?-chiese Alexander  sperando che gli descrivesse un paesaggio più bello di quello in cui si trovavano.
-Tale  e  quale.-gli rispose lo svedese sorridendo.
-E io che mi credevo chi sa che.-
I due ragazzi si misero a ridere rumorosamente e forse avevano attirato quei ragazzi più grandi di loro.Ma che importanza aveva?In fondo finchè erano assieme in qualche modo se la sarebbero cavata.


Il ricordo sfumò piano piano.Berwald girò la foto e si massaggio la testa.Voleva non aver avuto la lingua così lunga da ragazzo.








Bene gente dopo un ritardo mostruoso rieccomi qua!
Sono stata impegnata per un po' e l'ispirazione mancava
quindi perdonatemi.Ecco qui un altro capitolo della mia
fic.Qui vi presento i parenti di Athur ovvero gli altri ter-
ritori che formano insieme a lui la Gran Bretagna.Sono
una bellissima famiglia non trovate?Qui conosciamo 
anche l'unico failiare che sta simpatico al nostro caro
inglese,da come avete capito  a Nuova Zelanda ho cambiato
il sesso.Per non parlare della vicenda di Antoonio e
 Lars...Che avrà voluto dire lo sguardo di Lars alla
sorella?E come si organizeranno le nostre ragazze 
per avere a Belle la sua vendetta su Antonio??????????
Qui vi ripropongo anche il mistero di Alexander.Chi sarà
costui?E cosa centrano i nostri due nordici in tutto questo?
Ringrazio Rico da Fe e Larry SFX per aver recensito e 
Yuki_987 per aver messo nelle seguite.Al prossimo capitolo!

Vi piace il mio omaggio a Inghilterra?Prego recensiite plz!!!













                                                                          

 


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Capitolo 12
*** Troppa gente per un titolo(scusate il titolo di mer...) ***


American Dream -Sbrigati Heracles!Qui ci sono un sacco di ordini.-
-Heracles porta questo conto.-
-Heracles servi prima il tavolo  9.-
Heracles era stufo di quell'andare avanti e indietro e di essere comandato a bacchetta da Sadiq.Ne aveva piene le tasche di quell'odore di kebab e ketchup,voleva evadere,voleva essere libero,voleva essere indipendente.
Ma  cosa avrebbero detto Zafer e Gupta? E il piccolo Samir?Avrebbero capito e poi loro lo sopportavano  di più.
Sadiq lo aveva preso  sotto la sua ala protettiva da quando sua madre era morta.
Hellas,la madre di Heracles, era una donna eccezionale;almeno questo era quello che gli aveva raccontato Sadiq.Heracles aveva solo cinque anni quando sua madre lo aveva lasciato e  non aveva mai sofferto del fatto di non aver mai avuto una figura paterna che lo crescesse insieme a sua madre,a lui bastava l'amore di quella donna.
Dopo la sua morte ci ha provato un po' Sadiq,con pessimi risultati.Niente e nessuno poteva sostituire Hellas.
Nonostante fosse impegnato al lavoro Heracles frequentava l'Università;la filosofia è stata da sempre la sua grande passione e sognava da quando era ragazzino di poter tenere quella pergamena in mano...
Nonostante Sadiq lo sapesse non gli avrebbe mai permesso di lasciare casa.
"Forse ora che ho vent'anni... "pensò il greco,ma non ci contava più di tanto.

-No,no e poi no.Tu di casa non te ne andrai finchè non ti sarai laureato.-come era prevedibile...
-Perchè no?Sono maggiorenne ora,non ce bisogno di aspettare la laurea.-controbbattè Heracles.
-Invece ce bisogno,Heracles cerca di capire...-
-Capire cosa?Cosa?Non voglio passare tutta la vita a servire tavoli.Ora è finchè non ti laurei,poi sarà finchè non ti sposi e via dicendo.-
Per la prima volta Sadiq non sapeva che rispondergli,si trovò leggermente spaesato.
-Non sarà per sempre,non ti sto costringendo a rimanere per sempre con me.-
-A me sembra di si invece.-gli disse Heracles con acidità.
Sadiq non rispose.Tanto sarebbe andata a finire come tutte le volte.
-Basta tanto è inutile parlare con te.E io come un idiota continuo a provarci.-
Heracles uscì sbattendo la porta.
Sadiq si sedette sulla sedia più vicina  e si mise una mano sulla fronte.Sapeva fin dall'inizio della conversazione che sarebbe andata a finire così.
Lui avrebbe anche potuto lasciarlo andare se non fosse stato per il fatto che non l'avrebbe più rivisto.Doveva dirglielo al più presto...
Girò la sedia in direzione del tavolo,poggiò i gomiti sulla superficie lignea  e si coprì la faccia con le mani
-Mi dispiace Hellas...mi dispiace.-mormorò al vuoto e al buio di quella stanza.


                                    Nell'appartamento di una certa belga...

L'appartamento di Belle era piuttosto spazioso e ben arredato.Ma la cosa che colpì di più Lavinia era  l'armadio.Era immenso,doveva contenere almeno un centinaio di vestiti,che in quel momento erano sparsi per la camera da letto.
-Lavy come sto?-
-Stai benissimo,ma...la minigonna non è un po' troppo?-
Belle si guardò un attimo allo specchio.
-Il nostro obbiettivo e proprio questo,no?Con un po' di rossetto rosso chiaro completeremo il tutto, che ne dici?-chiese la ragazza con un sorriso felino.
-Umh ...si e delle scarpe nere per spezzare un po'.Tacco 15?-chiese a sua volta Lavinia.
Belle si mise un attimo a pensare,non aveva delle scarpe nere con quel tacco...
-Che ne dici di dieci anziche quindici?Procediamo a gradi.-
-Per me va bene  poi fai te.-gli rispose l'italiana un po' seccata.
Si guardarono un attimo con due sguardi di complicità.
Scoppiarono in una fragorosa risata.
L'amicizia tra ragazze,al contrario di quella tra ragazzi,puo' essere distrutta con facilità da un terzo incomodo...
                                 
                                               Al bar di Fidel...

Per Fidel era una giornata come le altre:clienti che andavano e venivano,il solito traffico; Mattew ,Alfred e Kim che venivano a prendersi un caffè...
-Hei Fidel!Il solito.-a parlare del diavolo...
Fidel  alzò gli occhi dalle tazze che stava lavando;era  Alfred.
-Si te lo faccio subito.Ma perchè sei vanuto così presto?In genere venite verso le 6:00.-chiese il cubano veramente sorpreso di vederlo lì.
-E-ecco...io...voglio un consiglio.-confessò l'americano.
Fidel si sporse dal piano bar per ascoltare meglio.
-Ecco...vedi il  fatto e che quando vedo una ragazza,ma una ragazza in particolare,mi vengono le farfalle nello stomaco e ogni tanto mi guarda e poi si gira...è normale?-chiese Alfred  con timidezza.
Fidel rise,i problemi adolescenziali erano lontani ricordi per lui.Alfred lo guardò con aria disorientata.
-Devi sapere caro mio che  questi effetti li provoca solo una cosa:l'amore.-gli rispose Fidel .
Alfred riflettè un attimo.Lui e lei...Impossibile non poteva essere,ma i sintomi erano quelli.Doveva riflettere e a lungo.Ringraziò Fidel e uscì col suo caffè in mano.

Fidel sospirò.E anche questa era fatta;stava per ritornare  a lavare le tazze ma...
-Fidel!Il solito.-stavolta era Kim,ma che stava succedendo?
-Ciao Kim!Perchè sei in anticipo?-
-Mi serve un consiglio.-
Ci risiamo.
-Dimmi tutto.-
-Quando vedo un ragazzo,un ragazzo in particolare,mi vengono le farfalle nello stomaco e ogni tanto mi guarda e poi si gira...è normale?-
"Haha che situazione divertente"pensò Fidel avendo intuito chi fosse il ragazzo.
-Devi sapere cara mia che  questi effetti li provoca solo una cosa:l'amore.-le rispose Fidel con lo stesso tono di prima.
Kim riflettè un attimo.Lei e lui...Impossibile non poteva essere,ma i sintomi erano quelli.Doveva riflettere e a lungo.Ringraziò Fidel e uscì col suo caffè in mano.


-Ah e anche questa è fatta!-disse soddisfatto l'uomo.
-Fidel!- ancora?Ma cosa volevano tutti da lui?Non era uno psicologo.
-Ciao Mattew,scommetto che vuoi un consiglio eh?-chiese l'uomo al ragazzo.
-Emhh no a dire il vero ero venuto qui per un caffè.Perchè che è successo?-
-Niente lascia stare.-



                                                   All'Università



-
Ah!Ora come cazzo faccio?-Lud e i suoi compagni di Università stavano tranquillamente chiacchierando su un certo fattarello avvenuto a Capodanno,ovviamente Serena non c'era.
-Suvvia vedrai che tra un po'  si sistemerà tutto.-provò a tranquillizzarlo Toris senza però ottenere risultati.
-In confronto alle prime due settimane che non ti parlava va meglio no?-chiese Raivis,facendo deprimere di più il tedesco.
-Ragazzi!Così tipo non lo aiutate.- li ammonì Feliks.Sospirò per poi continuare.
-Inizia col dire che cosa provi per lei.-
Ludwig non aveva bisogno di rifletterci.
-Lei dolce,simpatica,allegra un po' combina guai e... non lo so lei è un po' tutto.Lei è semplicemente bellissima e se potessi...le direi che mi dispiace.-
A Feliks quelllo bastava.Spense il registratore del cellulare e aspettò che Josephine facesse il suo lavoro.



-Ah!Come faccio ora?Jo aiutami tu!-Serena e Josephine erano impegnate anche loro a chiacchierare sulla faccenda di Capodanno.
-Vedrai che si aggiusterà tutto Sery.-la confortò l'amica.
-Si lo so,però...-
-Ah niente però!Incomincia col dire che provi per lui.-le ord...chiese Josephine.
Serena assunse un aria pensierosa.Ludwig era un tipo un po' difficile da descrivere...
-E' gentile,un  po' troppo servero forse ma...in certe occasioni è anche dolce ....non so proprio che dire Lud è Lud e se potessi ritornare indietro... eviterei tutto questo.-
Anche Josephine spense il suo registratore.Il piano poteva cominciare.


                                                In  Ufficio


E Antonio era rimasto ancora una volta in ufficio.Non capiva perchè ma lì riusciva a pensare meglio...come non capiva perchè Belle e Lavinia lo avevano invitato ad una cena di lavoro.Si lo avrebbero comunque invitato,ma perchè lo hanno invitato loro?A una persona normale sarebbe venuto subito il dubbio di un complotto,ma il nostro spagnolo era un tipo piuttosto spensierato per,appunto,pensare a queste cose.Stava  finendo di sistemare le ultime carte per non avere impegni la sera della cena;fu allora che lo notò.
Perchè Lars non lo aveva sgridato per non aver ancora finito i suoi doveri?Beh non erano affari suoi certo,ma il suo muoversi furtivo lo insopsettì, così decise di seguirlo.Lars cercava di farsi notare il meno possibile e se incontrava qualcuno,lo salutava con naturalezza.Antonio ci capiva sempre di meno...ma che doveva fare di così importante? poi perchè stava andando sul tetto? Il vice direttore salì velocemente le scale fino alla porta che conduceva al terrazzo.Si accertò che non ci fosse nessuno  e varcò la soglia.A quel punto Antonio non poteva più seguirlo...
Ma di certo la cosa non sarebbe finita lì.






Hey gente ecco a voi un nuovo capitolo!Scusate se è un po' corto,ma mi serviva per introdurre tutte le storie secondarie e riaprire vecchie storie.Partendo dalla prima:che deve dire Sadiq a Heracles di così importante?Nemmeno io sono tanto certa della soluzione che ho trovato poi va bhe,o la va o la spacca.
Qui abbiamo anche una piccola riunone tra Belgio e Roma...e penso abbiate capito chi sia  il terzo incomodo.
Che carini America e Vietnam che vanno a chiedere consigli a Cuba.E non scordiamoci Canada e il suo caffè!Ed ecco che L'operazione cupido  puo' incomincire!Ce la faranno Jo e Feliks a far innamorare Germania e Ita-chan??Che sarà andato a fare  Lars sul tetto?E Antonio continuerà a pedinarlo?Tutto questo e altro ancora su Voyager....scusate ho sbagliato canale XD.Ringrazio Rico da Fe per la recensione e Selena Fernadez_Carriedo per aver  messo la storia nelle seguite(Grazie tante anche a chi legge solo)Al prossimo capitolo. :-)

Il capitlo lo dedico a Spagna
P.S ho deciso di aggiungere una novità.Se qualcuno di voi vuole apparire nella fic come comparsa,basta che mi dia il suo nome(non mi dovete dare proprio il vostro se non volete)e mi dica con quale personaggio vuole fare la scenetta :-)


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Capitolo 13
*** (Altro riassuntino e ...)Strane sostanze/Bellezze dall'Africa/Regalo ***


American Dream Personaggio che non ha ancora un nome ufficiale
Thailandia:Tai-sin
Friedrich:Lussemburgo




Prussia:Salve gente Ore-Sama è qui per farvi un altro riassunto!L'autrice ha detto che ne devo fare uno ogni tre  capitoli.Bene allora...*padellata in testa da Ungheria*
Prussia:Ungheria!Che ti salta in mente?
Ungheria:Non lo devi fare sempre tu il riassunto!Lo farà Roderich visto che non sta apparendo.
Prussia:Ma...
Ungheria:Chiamo Russia.
Prussia:Ok va bene la scena è  tutta tua damerino.
Austria:Grazie Ungheria.Bene iniziamo dal capitolo 10:Durante Capodanno ...
Prussia:A Korea  esplode la mano mentre gioca con i botti.
Austria:ed è costretto ad andare all'ospedale,poco dopo incontriamo Groenlandia e Saami,amiche di famiglia di Svezia che inspiegabilmente conosce anche Danimarca...
Prussia :E qui scopriamo che è pazzo come Inghilterra.Ah a proposito di lui,subito dopo vediamo la bellissima scena in cui massacra la moglie e *Viene colpito da una padella*
Ungheria:continua Rod.
Austria:Nel capitolo successivo scopriamo che Inghilterra odia i suoi fratelli, Belgio e Romano (versione femminile )faranno di tutto per far soffrire Spagna , approfondiamo...
Prussia:Il personaggio misterioso di Alexander che per ora non ha aspetto.
Nell'altro capitolo vediamo il rapporto controverso di Grecia e Turchia,la perfidia di Belgio e S.Italia(mi fanno paura), Cuba  diventa uno psicologo e si mette a dare consigli d'amore a America e Vietnam,mentre Monaco e Polonia si improvvisano cupido e Spagna decide di stalkerare il vice direttore.
Spagna:prenderò lezioni da Bielorussia se necessario.
Olanda:Ti faccio arrestare
Ungheria:Prussia!Hai bruciato tutte le battute*vede che Prussia è sparito*Ma dove è finito?.
Austria:sta scappando da Inghilterra e Danimarca(non sopportano di essere chiamati pazzi).Vi auguriamo una buona lettura.









Era sera,c'era pace e tranquillità in ufficio.Era piuttosto insolito che in città ci fosse tutta quella calma,niente traffico,niente urla...era tutto fin troppo perfetto per Lars,abituato a vivere nella caotica Amsterdam.La promozione forse era stata la cosa peggiore e la cosa migliore che gli potesse capitare.A lui piaceva vivere in Olanda,nella sua casa,con le persone che conosceva e il resto;ma rincontrare sua sorella , avere una posizione di prestigio in azienda e poi...magari  trovare anche quello che cercava...
Squillò il cellulare.Lesse il nome sul display: Frederich.Lars prese il telefono e rispose:-Pronto?-
-Hallo Lars!Hoe gaat het?*-chiese l'uomo dall'altro capo del telefono.
Frederich era un amico di Lars,ma non un amico qualsiasi,un amico di quelli stretti come Mathias.
-Fijn en jij?**-chiese a sua volta Lars in olandese.
-Fijn. Dus wat zeg je ervan?***-

La discussione si prolungò per un po' fino ad arrivare a QUELLA domanda.Frederich abbassò di poco il tono di voce come se cercasse di non farsi sentire.
-Lars come va con la faccenda della disintossicazione?-
Perchè Frederich  aveva introdotto l'argomento?Lars non si aspettava questa mossa.
-Ci sto lavorando...con la droga va meglio, ma con il fumo...-
Frederich sospirò,non si capiva se era sollevato o deluso.
-Sempre meglio di niente.Non tanto per il fumo,ma cerca di smettere con la droga almeno.-
-Ci proverò.-
-E' stato bello parlare dopo tanto tempo.Qualche volta ti vengo a trovare.-
-Ok.Stammi bene.-
Frederich staccò la chiamata.
Lars posò il cellulare e si sedette sulla sedia.

In Olanda drogarsi era all'ordine del giorno,era uno dei pochi Paesi in cui era permesso ;era naturale che la maggior parte dei suoi abitanti ne facessero uso.Lars però cercava di rendersi indipendente da quelle sostanze che stimolavano il cervello e certe volte provocavano anche un overdose.Guardò il pacchetto di sigarette e una  bustina (con della roba che sembrava farina bianca) davanti a se.
Droga o sigarette?Difficile scegliere e forse se non l'avesse presa il giorno prima avrebbe optato per la droga,ma decise di risparmiare al suo corpo quel martirio;ripose sia la droga che le sigarette nel cassetto.
-Devo decidere a disintossicarmi una volta per tutte.-
Chissà perchè quella frase la disse  in inglese.Forse perchè si sentiva sicuro del fatto che nessuno lo sentisse?La troppa sicurezza non è mai cosa buona.
Infatti appena fuori la porta,una persona  ha ascoltato la sua conversazione al telefono e la frase pronunciata in quel momento.Della conversazione in olandese non ci aveva capito niente,lui parlava lo spagnolo  non quella lingua ostrogota ;ma l'ultima frase detta in inglese...quella si che era interessante.Doveva solo accertarsene.
Antonio aspettò che Lars uscisse dal suo  ufficio per procedere.Con passo furtivo entrò senza attirare l'attenzione;si diresse verso la scrivania e iniziò a frugare.Quando vide che sulla scrivania ordinata e linda non c'era traccia di quello che cercava decise di controllare nei cassetti.Il primo cassetto era vuoto ,il secondo pure e il terzo conteneva solo le sigarette:dove l'aveva messa la droga?Se c'era ovvio.
Solo allora si ricordò di averlo sentito armeggiare col cassetto e tutto gli divenne più chiaro.Tolse l'ultimo cassetto , tastò il fondo con la mano e tirò fuori la bustina.Antonio sorrise:lo aveva nel sacco.


                                                                                  Sempre in ufficio...


Oh santo come era bella!Con quel visino che sembrava una ragazzina e quelle code ai lati  che raccoglievano i suoi capelli neri.Era una bellezza africana davvero particolare:non era mascolina,il naso era piccolo e le sue curve morbide la rendevano irresistibile.
Questo era quello che pensava Francis Bonnefoy quando vedeva Sesel,una ragazza che sembrava nata dalle onde delle isolette da cui proveniva.
Francis la osservava ogni giorno senza dirgli niente e fare niente,forse era il momento di agire.
Più la guardava più si convinceva che era bellissima e se non fosse stato per un piccolo dettaglio gli avrebbe già confessato il suo amore.
Jean...
No,non sarebbe finita così.Non stavolta almeno.Doveva smettere di pensare a lei.
Si era avvicinato un po',ma ora?Che fare?Il francese era un tipo che ci provava con tutte,ma di fronte al Sesel gli veniva la tremarella.
Ora basta!Sei un uomo Francis,forza!Cercò di farsi coraggio il francese.

-Sesel.-adesso o mai più.
Girò la testa lentamente:Oddio come era bella.Francis deglutì;era la sua uniica occasione.
Squillò il telefono.
-Scusa Francis.-si scusò Sesel mentre stava andando a rispondere.
Un altro tentativo fallito per Francis,almeno era quello che pensava prima di vedere il tacco di Sesel inclinarsi.
La ragazza sarebbe caduta a terra se non  fosse stato per il francese che si era precipitato a salvarla.

-Sesel!Stai bene?-gli domandò Francis agitato.
La ragazza lo guardava ancora stordita.Poi ripresasi un po' si appoggiò a Francis per rialzarsi.
-Grazie Francis.-mormorò la ragazza.
Francis dentro di se esultava di gioia.Ora aveva tutto il tempo che voleva per corteggiarla.
-Tranquilla è stata una cosa da niente.-mentì,si stava per slogare la caviglia per fare quello slancio.
L'accompagnò fino al suo ufficio e prese una busta di ghiaccio.Aveva tutti gli elementi per farsi dare un appuntamento.


                                    Casa di Yao...e di Yong


-YONG!SMETTILA DI PALPARMI.-
-E dai Aniki !Vieni qui...-
-AYA!NOOOO!-
Giornata piuttosto normale per i due orientali:Yao scappa da Yong che cerca di palparlo,Yong si vanta  vicino allo specchio...insomma le solite cose.
Era difficile badare ad un tipo come lui,ma almeno stavolta era solo lui .
Yao infatti aveva cresciuto lui,Lee,Mei Mei e persino Kim e Kiku;quest'ultimo dopo un'intensa lite con Yao decise di andarsene di casa,il cinese ha tentato in tutti i modi di convincerlo a restare ma era stato tutto vano.
Yao aveva sempre tentato di essere un fratello e un esempio per tutti loro e ci era riuscito abbastanza bene,anche se con Kiku aveva qualche ripensamento.
Ma anche se aveva avuto delle vicissitudini con loro Yao voleva bene ai suoi fratellini e ,anche se erano grandi,avrebbe fatto di tutto pur di proteggerli.
Quante volte in quei giorni aveva detto a Yong di non sfozarsi con la mano?Ormai ne aveva perso il conto.
Così Yong,avendo visto che il suo Aniki era un po' stressato,decise di fargli un regalo.

-Ah si!Si vai così.Si proprio lì,più  forte.-
-Ti è piaciuto il regalo Aniki?-chiese Yong  a Yao.
-Si!Un massaggio era proprio quello che ci voleva****aru.-
Yao e Yong era distesi sui lettini della piccola sala dedicata ai massaggi del centro benessere.
-Sono contento che vi piaccia ana.-disse il ragazzo con gli occhiali che li stava massaggiando.
-Sei bravissimo a fare i massaggi Tai-sin.-esclamò Yao tutto contento.
-Grazie Yao.Ma se sei  qui il merito è di Yong che mi conosce ana.-rispose l'occhialuto.
Yong quando voleva poteva essere responsabile e pensar agli altri oltre che a se stesso...questi erano i momenti in cui Yao era orgoglioso dei suoi fratellini.






*Ciao Lars.Come va?
**Bene e tu?
***Bene.Allora che mi racconti?
****Pervertiti!Che avevate capito fino a prima?XD


Angolo delle Nazioni:

Spagna:Ah!Allora era questo che nascondevi eh?
Olanda:Chi ti ha dato il permesso di origliare e di frugare nel mio ufficio?
Spagna:E' vero che nessuno mi ha dato il permesso,ma questo non cambia il fatto che sei drogato u.u
(le scene che sono venute dopo le abbiamo dovute censurare)
Austria:Bene siamo alla fine del capitolo.Concludiamo noi perchè l'autrice ultimamente è molto impegnata e si scusa per il capitolo corto rispetto agli altri ,per la pessima grammatica e mancanza di fantasia.
Prussia:Sei crudele damerino.
Austria:E' quello che l'autrice mi ha detto di riferire.
Prussia:Va bene!Qui c'è scritto che devo ringraziare un certo Rico da Fe per aver recensito ogni capitolo...poi una che si chiama Serenity_Carriedo per aver messo nelle ricordate...
Spagna:Bel nome!
Prussia:Non interrompermi!E mi ha detto che devo ringraziare _ib_  per aver la storia nelle preferite...Eh davvero qualcuno ha messo la storia nelle preferite?Ah ora non finirà di vantarsi della sua grande dote di scrittrice... quando fa  così è fastidiosa.
Ungheria:Hai parlato tu.
Prussia:Eh io so bene che cosa vuol dire essere mod...modest...
Ungheria:Non riesci nemmeno a dirlo:modesto.
Prussia:Si si quella parola lì.Al prossimo capitolo

P.S. Se qualcuno vuole puo' apparire nella fic come comparsa.(mi deve indicare il personaggio con cui vuole fare la scenetta e il proprio nome o un altro decidete voi)

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Capitolo 14
*** Ricordi sfocati/Piani di conquista/Minacce e incomprensioni /Segreti svelati e orrori ***


American Dream Red:(comparsa)recensore _Mya Beilschmidt_
Ellen:(comparsa)recensore Serenity_Carriedo
Maria
:(comparsa)recensore Tsuki_Frost




Buio.Soltanto buio;non riusciva a vedere nient'altro in quello spazio ristretto.
Berwald la stringeva al petto con forza,quasi per evitare che scappasse...Ma perchè doveva  scappare?Ma soprattutto dove si trovava?C'erano dei vestiti...un armadio?
La piccola Kaalit ci capiva sempre di meno.Il ragazzo che la teneva stretta le passò una mano sui capelli,poi sulla faccia per asciugarle gli occhi.
Stava piangendo?E perchè lui aveva un espressione spaventata e...pentita?
-Ursakt...Ursakt.-
Che stava dicendo Berwald?Sembrava che si stesse scusando;ma perchè?E poi con chi?
Ad un tratto si udì un rumore strano.Sembrava che qualcuno stesse correndo al piano di sopra,ma non era una persona; erano due.
-Alexander!-
Chi era quella persona che  chiamava suo fratello?I suoni venivano percepiti ovattati.

Alexander ansimava per la corsa;si poteva udire chiaramente.Doveva agire subito altrimenti li avrebbe trovati
Chiuse la porta della stanza e aspettò che l'uomo iniziasse a sbattere contro di essa per abbatterla.
Berwald trattenne il respiro e strinse di più Kaalit al petto.
Si sentì un tonfo:era entrato.
Quello che avvenne dopo non fu molto chiaro;si sentirono solo rumori ovattati e suoni poco chiari.Che fossero urla?
Berwald lasciò poco a poco la presa dal corpo della bimba e aprì lentamente l'anta dell'armadio.
Rimase  a fissare la scena davanti a lui;ora le urla si potevano sentire chiaramente.La piccola Kaalit,anche se con le lacrime agli occhi,aprì l'altra anta ,ma si sporse troppo,si sbilanciò e cadde.
-Kaalit no!-provò a fermarla Berwald,ma la bimba era già caduta.
La bimba alzò gli per cercare il fratello,ma quando lo trovò...
-Alexander perchè sei sporco?-chiese in tono innocente la bambina.

Kaalit si risvegliò di soprassalto.Si guardò intorno:di fronte aveva un medico con un pendolo in mano , al suo fianco sua madre e Berwald e di fronte gli altri medici.
-Ti senti bene Kaalit?-chiese Eliza porgendole un bicchiere d'acqua
Kaalit lo afferrò e mormorò un grazie quasi impercettibile.
-Kaalit..che hai visto?-le chiese in tono preoccupato sua madre.
La ragazzina rivolse il suo sguardo verso lo svedese.Lui sapeva tutto e nn aveva mai detto niente.
-Ero nascosta  dentro un armadio insieme a Berwald,poi abbiamo sentito dei suoni da fuori.Una persona stava chiamando Alexander ma non ho capito chi fosse,  poi lui ansimava,sembrava che avesse corso...-disse  Kaalit un po' incerta.
-E' questo tutto quello che hai visto?-le chiese lo svedese al suo fianco.
-Berwald.-Kaalit si alzò e si diresse verso l'uomo con espressione combattiva.-Possiamo uscire un attimo  fuori?-gli chiese tirandolo per la camicia.
Berwald e Kaalit uscirono dalla stanza lasciando espressioni interrogative sui volti degli altri presenti.Lei voleva,lei DOVEVA sapere.

-Che mi devi dire?-chiese Berwald a Kaalit.
-Tu sai.Hai visto.-
Da dietro gli occhiali si poteva vedere benissimo l'espressione di Berwald terrorizzata all'idea che Kaalit avesse ricordato tutto.
-Che hai visto?-le chiese l'uomo
-Tutto quello che ho detto prima,ma in più...-si interruppe per riprendere fiato.
-Tu ripetevi a bassa voce una parola;ursakt mi sembra.Che vuol dire?E perchè lo ripetevi?-
Berwld rimase sorpreso.Era totalmente spiazzato,non si aspettava che Kaalit gli chiedesse una cosa del  genere.
-Vuol dire "scusa" in svedese...lo ripetevo perchè...non lo ricordo...-
Kaalit non era per niente soddisfatta della risposta,ma si accontentò.
-E poi,quando ho aperto l'anta dell'armadio e sono caduta...ho guardato Alexander e gli ho chiesto perchè era sporco,ma non l'ho visto in faccia.So che hai visto tutto,quindi ti prego,dimmi la verità.-
Berwald guardò la ragazzina davanti a lui .Non sapeva che dire,doveva inventare una scusa plausibile,ma cosa dire a una ragazzina che cercava il fratello da quando era scomparso?
-L'ho promesso ad Alexander...Gli ho promesso che avrei mantenuto il silenzio.-a volte la verità era meglio di qualsiasi bugia.
Stavolta era Kaalit che non sapeva cosa dire...Alexander aveva chiesto Berwald di non dire a nessuno di ciò che aveva visto.Ma per quanto terribile potesse essere la verità doveva conoscerla,era più forte di lei;però sapeva benissimo che Berwald manteneva sempre le promesse.
-Se non vuoi dirmi quello che è successo...-quasi lo implorò la ragazza -Almeno...ti prego dimmi se lui è vivo.-
Quante volte aveva pensato di dirle almeno quello;a quella piccola bambina era stata tolta una delle persona che le erano più care,si meritava di sapere se Alexander era vivo o no.
-Kaalit vedi...è un po' difficile da spiegare...-
-E' vivo?-
Berwald non sapeva proprio che dirle:come spiegarle che ora Alexander esisteva solo nel senso fisico?
Rimase in silenzio e le sorrise.
A Kaalit quella risposta,anche se vaga,bastava e avanzava;delle lacrime di gioia si fecero spazio sul suo volto.
Lui era vivo,Alexander era vivo.Finalmente dopo 10 anni di ricerche una certezza.Finalmente ora poteva sperare di riabbracciarlo.



                                           Ufficio...

-Davvero?Non mi stai dicendo qualche balla?-
-No Antonio,Belle mi ha detto proprio così.-
-Giuralo Ellen!-
Ellen era una ragazza diligente stimata da tutti i colleghi e una delle migliori amiche di Belle,quindi le possibilità che Belle le avesse detto una bugia erano scarse.
Ma Antonio doveva essere sicuro di quello che aveva visto alla cena di lavoro della sera prima non fosse stata un'allucinazione causata dalla troppa sangria...
Infatti non credeva che Belle ,che quella sera indossava  un elegantissimo vestito nero  con uno spacco dietro ,gli facesse la corte.
-Si te l'ho giuro.Ha detto a me a Lavinia che gli piaci ancora.-
Lo spagnolo mai avrebbe potuto immaginare il complotto dietro a quella storia,così prese la cosa come un occasione per ricominciare.
-Grazie Ellen.Non so proprio come ringraziarti.-
-Oh figurati non c'è di che.-
E  un dubbio era chiarito,ma  doveva ancora andare a fare quattro chiacchiere col vice direttore su una certa bustina trovata sotto un cassetto.

-Allora Ellen come è andata?-le chiese la belga con un sorriso felino
-Benissimo!Ci è cascato in pieno.-esclamò la ragazza tutta contenta.
-Bene non sospetta di nulla.Ora dobbiamo andare sul pesante.-disse con tono di incoraggiamento Lavinia.
Le altre due annuirono.Anche se piano piano starebbero riuscite a raggiungere il loro obbiettivo.


                                  Nell'ufficio del vice direttore...

Lars guardava negli occhi il suo interlocutore con rabbia e disprezzo;come aveva potuto farsi fregare da quel tipo?
-Cosa vuoi?-gli chiese infine.
-Per il mio silenzio?-sorrise Antonio.
Lars non rispose e Antonio lo prese come un invito a continuare.
-Sai benissimo cosa voglio.-
-E rischioso.Gli altri potrebbero accorgersene.-
-No se non diamo nell'occhio.-
-Non posso.-
-Devi.-
-Non lo farò mai.-
-Allora dico tutto e ti giochi la carica di vice direttore.Voglio ciò che mi spetta.-
Francis,che passava di lì per caso,appena vide Antonio nell'ufficio del vice direttore si incuriosì.Una persona normale non ci avrebbe fatto caso più di tanto,ma una mente perversa e depravata come la sua riuscì a capire una cosa per un altra.Ah quanti doppi sensi si celno dietro le parole.

-Brutto idiota ti avevo detto che si doveva fare così.-
-Tu non sei il mio capo.Decido io quello che voglio fare.-
Per Gilbert era l'ennesima litigata con Red : una delle ragazze dell'ufficio.
-Ma se facevi come ti dicevo io era meglio.-
-Il magnifico me non prende ordin...-
Furono subito zittiti da un gruppo di persone che si era radunato vicino l'ufficio del vice direttore .
-Che state facendo?-chiese Gilbert
Francis gli fece segno di sentire.
"Non lo farò mai"
"E' la tua unica occasione"
"Dannato,non ti darò ciò che vuoi"
-Ah ora capisco perchè Antonio ha lasciato Belle,in realtà è...-
Uno "shhh" zittì subito il tedesco.Si avvicinarono di più alla porta,si sentì uno scricchiolio,ma non ci fecero caso...

            Dentro l'ufficio...
-Lars,sai bene che è una questione delicata quindi...-
Si sentirono dei rumori strani provenire dalla porta ma non ci fecero troppo caso.
-...Non puoi far altro che  aumentarmi lo stipendio.-
La porta cedette sotto il peso delle persone che vi si erano accalcate sopra;Antonio e Lars si alzarono di scatto.

-Che sta succedendo qui?-chiese il vice direttore allarmato.
Francis,Gilbert e Red(che erano caduti sulla porta insieme ad altri due)non sapevano che scusa inventarsi.
-Antonio...tu volevi farti aumentare lo stipendio?-chiese Francis all'amico sperando di aver sentito bene l'ultima frase detta dallo spagnolo prima che la porta cedesse.
-Si...ma che avevate capito da fuori?-
-Che avete sentito?-domandò Lars
-Abbiamo sentito solo da "cosa vuoi "fino e ora...-
-Perchè stavate origliando?- chiese ancora Lars
-E' una storia lunga...-provò a dire Gilbert ma...
-A me interessa.-
Roderich entrò nell'ufficio visibilmente irritato,squadrò i presenti per poi concentrarsi definitivamente su Gilbert.
-Mi spiegherai tutto nel mio ufficio;e poi quel progetto che mi devi consegnare?-
Red fece un passo avanti.-A proposito di questo,Gilbert non ha fatto ciò che gli ho detto e allora...-
-Ne parleremo in ufficio.E ora tutti fuori di qui-concluse seccamente Roderich.

Una volte che la stanza fu sgomberata Antonio si avvicinò a Lars.
-Allora?-chiese lo spagnolo sapendo già che l'avrebbe avuta vinta.
-200$ non di più.-disse Lars con una punta di rabbia.
-Va bene affare fatto.-


Per  Lars era proprio una giornata storta:prima Antonio che lo aveva minacciato di rivelare il suo segreto,poi avevano rotto la porta dell'ufficio...e in più Fredich,uno dei suoi migliori amici(quasi un  fratello per lui)era stato investito da una macchina mentre usciva dall'aeroporto.
Appena lo aveva saputo era corso subito in ospedale.
Trovare la stanza era stata una vera impresa e non riusciva nemmeno a trovare Mathias per farsi accompagnare;ma dopo tanti "a destra in fondo" e "all'angolo a sinistra" si trovò di fronte alla porta bianca contrassegnata con il numero 9.
Una volta entrato vide che Friedrich stava conversando vivacemente con Mathias ed un altro suo collega.
Freidrich,sentendo  il rumore della porta, alzò lo sguardo e incrociò quello di Lars ; se non fosse stato per la botta presa prima si sarebbe alzato per andare a salutarlo.
-Hallo Lars.Come vedo hai saputo.-
Lars prese una sedia e si sedette accanto al letto.
-Le condizioni non sono gravi,due giorni e fuori.-lo rassicurò Mathias
-Il tuo amico ha avuto fortuna.Se avesse preso una botta in testa penso che ci sarebbero voluti più di due giorni.E poi è troppo simpatico per lasciarci le penne.-continuò Vlad
-Oh mi fa piacere che pensi questo di me.-disse sorpreso Freidrich.Poi tornò a concentrarsi su Lars.
-Lars...per quella faccenda lì,col tuo impiegato...-
-Scusaci Freidrich ne parleremo dopo;ora devo portare Lars  da un altro paziente.-si scusò il danese prendendo Lars per il braccio.
-Va bene,allora parliamo dopo.No sforzarti troppo Frederich-Lars ormai conosceva benissimo Mathias e sapeva che anche se avesse detto no,lui lo avrebbe trascinato lo stesso.
-Ok ,ma dopo dobbiamo parlare.-


-Mathias dove stiamo andando?-Lars non aveva la minima idea di cosa passasse per la testa dell'amico danese,ma era costretto a seguirlo.
-Ti ricordi Eirick e Lukas?-
Si, se li ricordava bene:Lukas lo odiava ma a lui non importava più di tanto e con Eirick aveva stretto una particolare amicizia.
Non li aveva più visti da quando a Eirick era stata diagnosticata la malattia terminale.
I suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Mathias,alta come sempre.
-Ehi siamo arrivati.-
Lo strattonò fine e dentro;facendo sussultare Lukas e il fratello.
Lars e Lukas si guardarono negli occhi;il norvegese distolse lo sguardo dopo pochi secondi e si voltò verso il fratello che,al contrario di lui,era contento di rivedere l'olandese.
-Lars!- esclamo Eirick contentissimo di vederlo.

Dopo tutti i convenevoli e via discorrendo la conversazione(che toccò diversi argomenti)  potè finalmente iniziare .
-Ah e così sei vice direttore ora.-
o
-Stai continuando a studiare Eirick?-
Fino a giungere alle digrazie giornaliere di Lars.
-Visto!Ti hanno scoperto e ora devi dare anche i soldi.-
-Innanzi tutto non pensavo di essere spiato,poi a  quell'ora in ufficio non c'era quasi nessuno.-
-Per non parlare del tuo amico...-
Quel discorso di botta e risposta fu interrotto dal cigolio della porta.
-Mathias dove stai andando?-chiese Eirick.
Mathias si voltò per rispondergli-Sto andando...eh devo andare ad aiutare Vlad.-
Non era vero,aveva visto Kaalit e Berwald che parlavano nell'altro corridoio e l'ansia aveva preso il sopravvento.
-Sei strano ultimamente che hai?-chiese Lars girando la sedia.
Questo era quello che Mathias stava cercando di evitare,stava cercando di non far notare che era sotto pressione.
-E da quando dall'inizio de mese che sei anormale per i tuoi standard.-per Lukas già lui era anormale poi così era anche peggio.
Mathias richiuse la porta,ma a chiave.
Prese anche lu una sedia e si sedette,gli altri non capirono subito.
-Ci devi dire qualcosa?-chiese Lars.
Il ragazzo alzò la testa verso gli altri tre-Quello che sto per raccontarvi non deve uscire di qua.-
-Mathias che ti è preso?-chiese allarmato Lukas.
Lo guardò ancora e solo dopo un po' gli rispose.
-Vi va di conoscere l'altro me?-


 Le strade cittadine erano calme e silenziose,nemmeno un alito di vento tirava.
Kim e la sua collega Maria si guardavano in torno per pattugliare la zona.
-Oh mamma mia!Che stanchezza awwwww.-sbadigliò Kim
-A chi lo dici.Oggi ho anche fatto il turno di giorno.-le disse Maria con voce stanca.
Camminarono per un po' e appena Kim vide una gelateria decisero di fermarsi.
Sedute sulle sedie bianche,parlarono del più e del meno fino a che Kim non decise di introdurre l'argomento "Alfred"
-Allora,Kim.Prima di tutto devi essere sicura tu.Ti piace si o no Alfred?-
Kim assunse un aria pensierosa.Si gli piaceva...un po' forse,ma ci litigava anche.E di brutto.
-Non lo so...a volte ci picchiamo,altre litighiamo e altre ancora mi regala un peluche vinto ad una fiera e....uffi ti prego aiutami!-
Maria le sorrise e Kim la guardò smarrita.
-Non è evidente?-chiese Maria-Sei cotta.-
Kim arrossì violentemente.
Poi diede un morso al gelato per rinfrescarsi e guardò l'amica di fronte a se.
-Non una parola.-
Maria le sorrise nuovamente-Tranquilla!Ho la bocca cucita.-
Si alzarono e presero la via che portava alla centrale.


 Ancora non ci potevano credere che la persona davanti a loro potesse aver fatto davvero tutto quello che aveva appena raccontato.
Lars,come i due fratelli,sapeva benissimo che Mathias non sapeva mentire ai propri amici e mai l'avrebbe fatto.Ma la persona che si trovavano di fronte aveva fatto davvero quelle cose?Mathias aveva davvero...
-Allora,niente da dire?-chiese quasi con cattiveria;infondo avevano voluto sapere loro,era colpa loro.
Lukas non riusciva più a guardarlo in faccia.Eirick stringeva la coperta con forza.
Lars stava semplicemente a guardarlo;in quel momento Mathias aveva qualcosa di diverso.Non sapeva dire cosa ma ora lo guardava sotto un altra luce...forse era per questo che non gli sembrava lui..
-Oh ma guarda!-esclamò Mathias alzandosi in piedi.
-E' ora delle cure paliattive Eirick.-
Il ragazzo nel letto rabbrividì all'istante;mollò la presa dalle coperte per guardare l'uomo in piedi davanti alla porta.
Mathias  non era stupido(non fino a quel punto)aveva capito benissimo che Eirick era terrorizzato.
-Vuoi che chiami Berwald per le cure?-
Eirick si limitò ad annuire impaurito.Mathias aprì la porta e uscì a chiamare il collega,che neanche a farlo apposta era lì.
Uscì senza dire una parola ,cedendo il posto a Berwald.
Lo svedese,che non aveva ancora capito quello che era successo,rimase sorpreso nel vedere sulle facce dei presenti un espressione shockata.
Poi collegò il sorriso che Mathias gli aveva rivolto prima di uscire e gli fu tutto più chiaro.
-Mathias vi ha detto tutto?-domandò di getto.
Le espressioni dei tre gli diede la conferma.


                     
Spagna:Eccoci a fine capitolo gentaglia.Ricco di avvenimenti eh?
Francia:oui!
Spagna:Sei sempre stato un mal pensante.
Francia:Ma l'Amour...
Romano:Se non te ne vai sai dove faccio arrivare te e il tuo amore.
*Francia se ne va *
Olanda:Bene se ne andato.
Romano:Tu sta zitto che sono arrabbiato con te.
Olanda:Per il pareggio di mercoledì?
Romano:Si dannazione.
Spagna :Chiudendo questa parentesi calcistica,Come sta Lussemburgo?
Olanda:Meglio ma se trovo quello che lo ha buttato sotto...
Spagna:Si si,ma ora voglio i miei 200$ in più
Olanda:Quando sarà il momento; ora non è che io Norvegia e Islanda stiamo molto bene.
Islanda:Shockante







Norvegia:Non tenterò mai più di strozzare Danimarca,non lo guarderò più in faccia...

Romano:Ci svelate il mistero?*Sente una mano sulla spalla e si gira*
Romano:D-danimarca...che ci fai qui?
Danimarca:Non si fanno spoiler.
Inghilterra: Concordo.
Ungheria:Dov'è Prussia?Non lo trovo più.
Danimarca&Inghilterra:Lo abbiamo soppresso.
Ungheria:Ora...sono...vedova...Ma ricca :-)
Austria:Tecnicamente non siete ancora sposati.
Ungheria:Ma sempre ricca.
Spagna:Non conterei molto sul fatto che Austria ti lasci un po' di eredità
Austria:Che vorresti dire?
Romano:Bene lo show è finito.Al prossimo capitolo!



Prussia:Ha ha sono sopravvissuto!Bene ora vi spiegherò alcune cose.
L'autrice si scusa per i troppi punti interrogativi e ringrazia per le recensioni del capitolo precedente:
Rico da Fe
Tsuki_Frost
Serenity_Carriedo
_Mya Beilschmidt_

E ci ha messo nel corso della storia
nelle preferite:
Giaele96
Tsuki_Frost
_Ib_

nelle ricordate:
Serenity_Carriedo
Little Dreaming Writer

nelle seguite:
Rico da Fe
Giaele96
Lluvia_Orihara
Xincho
Reika701
Yuki_987
_Mya Beilschmidt_


In più la cosa delle comparse è ancora valida dovete solo fornire un nome e il personaggio con cui volete fare la scena.
Per le troppe scene   che  fanno pensare allo yaoi...l'autrice cerca di metterle per le fan dello yaoi di hetalia(molte di più di quelle etero)in modo da accontentare più o meno tutti.

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Capitolo 15
*** Quando cupido si mette in mezzo... ***


American Dream Personaggi che non hanno un nome ufficiale
Kamal:India


In quello squallido pomeriggio di inverno tirava un vento glaciale e le ultime foglie secche sopravvissute volavano davanti ai passanti.Il freddo si insidiava fin dentro le ossa e la gente era costretta a stringersi nei cappotti o nascondere il volto nelle sciarpe.
In quello stesso squallido pomeriggio d'inverno Heracles era seduto nell'angolino del bar di Fidel aspettando il suo caffè e magari qualche consiglio.
Se ne stava per i fatti suoi e aveva poca voglia di parlare quel giorno;molto probabilmente aveva litigato di nuovo con Sadiq.
-Ehi Heracles!Ecco il tuo caffè.-
Fidel quella mattina sembrava in forma smagliante,al contrario di lui che sembrava uscito da un film sugli zombie.
Heracles prese il suo caffè e ringraziò il barista.
Fidel vedendo che il ragazzo teneva lo sguardo basso intuì  subito che c'era qualcosa che non andava.
-Heracles.-il cubano si sporse un po' più avanti-è successo qualcosa?-
Il greco posò il caffè sul bancone e guardò Fidel dritto negli occhi.
-Ho litigato di nuovo con Sadiq.-
-Immaginavo.-
Heracles contemplò il caffè nella tazza,rimase a guardare  il modo in qui si muoveva quando muoveva il cucchiaio.Ne bevve un sorso giusto per scaldarsi e proseguire col racconto.
-Non sono venuto qui perchè ci ho litigato.-
Fidel drizzò le orecchie,ora si stava veramente incuriosendo.
Heracles bevve un altro sorso quasi per farsi coraggio e riscaldarsi un altro po'.
-Ecco,qualche giorno fa ho visto una cosa strana...


Heracles stava cercando di ricavare qualche scarto dalla giornata appena passata.Il suo micio gli frusciava sula gamba per avere un po' di quella deliziosa carne cotta e ricotta tutta la giornata.
Heracles stava per dargli quei pochi scarti che era riuscito a ricavare quando notò una cosa strana.
Sadiq teneva una busta in mano,forse era una lettera.Heracles poggiò a terra la ciotola con il cibo del suo gatto e aspettò che vi si avventasse per nutrirsi.
Osservava la scena da lontano,Sadiq sembrava indeciso se tenere la lettera o buttarla.Dopo un po' di tempo si voltò arrabbiato con la lettera ancora in mano.
Heracles pensò che fosse un qualche ricordo importante ma da dimenticare.
Non ci rimuginò sopra più di tanto e andò a prendere in negozio qualche altro scarto per il suo gatto.


-E questo è tutto.-
Fidel aveva un aria pensierosa,da bravo consigliere doveva scegliere le parole adatte.
-Hai intenzione di scoprire che c'era scritto nella busta?-
Heracles ,colto in fraglante,sussultò leggermente.Fidel ,in tono comprensivo,gli disse:-Sai certe cose è meglio non saperle.-
Si era vero ma ormai era curioso, doveva sapere.Heracles alzò lo sguardo deciso per far comprendere le sue intenzione al suo interlocutore.
L'uomo sospirò.
-Si ma non dire che non ti ho avvertito.-
Heracles annuì consapevole ,pagò il conto e uscì col suo caffè ancora fumante.




Josephine spense il suo registratore lasciando Ludwig senza parole.Serena non lo odiava per quello che avevano combinato?
Ludwig  si mise le mani dietro la testa con aria pensierosa, si appoggiò al cuscino  e chiuse gli occhi.Ora che sapeva che i suoi sentimenti erano ricambiati doveva fare di tutto per  far capire anche a Serena che la amava.
-Domanda principale: e ora che si fa?-chiese Ludwig sbuffando.Josephine si aggiustò gli occhiali assumendo anche lei un aria pensierosa.
-C'è solo un modo.-disse la ragazza alzandosi.
-Devi uscire con lei.-fu la sua semplice risposta.
Ludwig si alzò di scatto;credeva di non aver capito bene sperava di non aver capito bene.
Lui non ci aveva mai provato con una ragazza,non sapeva assolutamente come si rimorchiava.
-Tranquillo ci saremo anche noi a darti supporto.-lo rassicurò Josephine .
Ludwig era tutt'altro che tranquillo;sapeva che se fosse stato da solo con Serena  avrebbe combinato qualche guaio.
Non gli restava che affidarsi ai suoi amici.


-Ehh?!Ma io non sono mai uscita con un ragazzo,non so come fare,che cosa dire e se la situazione precipita?-Serena era nel panico più totale;non era mai stata ad un appuntamento.Feliks,che nel frattempo aveva spento il registratore del telefono,stava in un angolino a godersi la scena;vederla correre avanti e indietro disperata era davvero divertente.
-Calmati Sery,è tutto sotto controllo ci saremo anche noi.-
Serena si fermò di colpo e si girò verso Feliks.Il polacco si sentì stringere dall'italiana, che tutta contenta,lo sollevò da terra e lo rimise a terra subito dopo.
-Davvero?!Siete fantastici ragazzi!-la ragazza lo guardava con occhi che sprizzavano allegria da tutti i fori.Feliks le prese le una mano e la portò davanti allo specchio per poi iniziare ad "esaminarla".
-Mhh...-iniziò a fare Feliks guardando l'amica.
-Bene so quello che ci vuole!-esclamò il ragazzo
-E cosa?-chiese Serena.
-Ma è semplice...Un tocco di rosa!-


Le 8:30 e nessuno si era ancora fatto vivo,l'appuntamento era alle 8  cazzo!
Ludwig e Josephine erano seduti su una panchina del ristorante dove avevano prenotato la serata.
Il tedesco si alzò il collo del maglione e fece fare un altro giro alla sciarpa,si moriva dal freddo.
In lontananza si intravedevano quattro persone e la voce di una di queste  era inconfondibile.
-Luuuuuuuuuud!Jooooo!-Serena correva verso i due seduti sulla panchina.
Ludwig vedendola arrivare e sapendo che era molto sbadata le corse incontro e la avvertì :-Non correre che inciampi!-
Sembrò quasi che se lo fosse chiamato.La ragazza mentre scendeva le scale perse l'equilibrio;ma Ludwig, prontamente,la prese.
-Ti avevo detto di stare attenta.-la rimproverò Ludwig.
-Scusa,cercherò di stare più attenta.-si scusò la ragazza rialzandosi.
-Bene ora che ci siamo tutti possiamo andare a mangiare!-disse Ravis entusiasta.
Tutti stavano proseguendo verso il ristorante quando Feliks li bloccò.-Voi andate avanti io vi raggiungo.-
-Sicuro Feliks?-chiese il tedesco.
-Si sicuro.- rispose il biondo.


-Se ne sono andati?-una voce proveniva dai cespugli,ma questo non spaventò il polacco che ,anzi non sembrava affatto sorpreso.
-Si la via è libera professore.-
Il professor Eduard uscì dal suo nascondiglio ricoperto di foglie con un sottile filo in mano.
-Grazie ancora professore.-disse il ragazzo.
-Non c'è di che.Per i miei studenti farei qualunque cosa e poi il trucco del filo era abbastanza semplice.-rispose il professore tirando il filo sottile collegato all'albero.
-E ora non ci resta che aspettare gli altri.-sentenziò il ragazzo guardando il ristorante.
Detto fatto.Eccoli lì che arrivavano.
-Rettifico.-disse il polacco- Ora non ci resta che aspettare.-



-Ma dove sono andati?Feliks e gli altri dovrebbero essere qui vicino.-Ludwig era arrabbiato.E molto.
-Avevano detto che andavano da Feliks penso che ritorneranno a mome...-due vibrazione simultanee.
Sia Ludwig che Serena avevano ricevuto un messaggio.

Messaggio da Feliks:
Ciao Sery!Coma va la vostra uscita in due?Spero vi divertiate.
Che!?!?!?Feliks e gli altri l'avevano lasciata sola?Lei aveva spesso flirtato con qualche ragazzo ma non ci era mai uscita...Adesso tutto dipendeva da lei.
Messaggio da Josphine:
Salut Ludwig.Come va il tuo appuntamento con Serena?Abbiamo deciso di lasciarvi soli così potrete parlare di più.Ah il tavolo è pagato per due quindi sentitevi liberi di mangiare quello che volete.
Lo avevano abbandonato lì,da solo con Serena?Neppure Gilbert avrebbe fatto una cosa del ge...Si forse Gilbert si,ma loro erano i suoi amici!Non gli restava che cercare di non combinare guai.


Ludwig alzò lo sguardo verso Serena,imbarazzata quanto lui per la situazione.
-Che ne dici se ordiniamo?-chiese alla ragazza.Serena rispose con un semplice "umm".
Chiamarono il primo cameriere che videro.Un ragazzo non molto alto,probabilmente di origini indiane,si avvicinò a loro tavolo.
Serena storse il naso,quello era  Kamal,il ragazzo della classe affianco con cui aveva litigato.
Il ragazzo notandola storse anche lui il naso.
-Buona sera.Cosa volete ordinare?-chiese gentilmente a Ludwig.
-Umhh non saprei tu Serena?-
-Una pizza Margherita.-disse lei seccamente
-Oh ok allora anche io una pizza.-
Kamal segnò sul suo taccuino le ordinazioni,per poi chiedergli:-E da bere?-
Bastò quella frase a far rabbrividire entrambi.
-Solo due cola,se no  ne ordiniamo altre e poi dopo dobbiamo guidare.- rise nervosamente Serena.
Kamal  scrisse nuovamente sul taccuino e se ne andò.

-Ehy ragazzi!Che ci fate qui?-a Ludwig quella voce parve familiare.
-Francis!Piuttosto che ci fai tu qui.-esclamò Ludwig sorpreso.
-Non si vede?-chiese il francese indicando Sesel al suo fianco.
Ludwig e Serena rimasero in silenzio.
-Beh buon proseguimento di serata.-il francese e l'altra ragazza si allontanarono da loro per andare a prendere posto al loro tavolo.
Serena li osservava allontanarsi e studiava gli atteggiamenti di Francis...Possibile che si fosse innamorato?Lui era uno che ci provava con tutte ed era impossibile che si fosse innamorato...Chissà  se anche Ludwig si sarebbe innamorata di lei...
I  suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Ludwig che l'avvertiva dell'arrivo delle pizze.
-Bene speriamo che siano buone come quelle che facciamo noi in Italia!-esclamò la ragazza.
-Lo spero anch'io.Quando sono stato in Italia ne ho provata una,era davvero buona.-disse il tedesco cercando di iniziare una conversazione.
-Davvero sei stato in Italia?-
-Si ma ero troppo piccolo per ricordare.-
La piacevole conversazione continuò per un bel po' e quasi si dimenticarono dello scherzetto fatto dagli amici.



Ehy voi...Sono tornata!!!Per il grande dispiacere di tutti voi eccomi qui di nuovo con la fic...
Che ci sarà nel busta di Sadiq?
Serena e Ludwig capiranno che i loro amici li stanno aiutando?Si dichiareranno?
Ringrazio Rico da Fe e Tsuki_Frost per la recensione e Xyndra76 per aver messo la storia nelle preferite.
Ah se ve lo state chiedendo Italia ha litigato con
India(nel senso di Nazioni)per via di una vicenda che penso conosciate tutti.

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Capitolo 16
*** (Riassunto con America)Allegra giornata al parco/He always watches,no eyes! ***


A.D America:Ok guys!Partiamo col riassunto!Spagna scopre che Olanda si droga e decide di ricattarlo,ma nel frattempo le ragazze(Belgio e RomanA) mettono in scena il loro piano per conquistare il povero sfi... cioè Spagna.Olanda, dopo aver saputo che Lussemburgo era in ospedale,viene a conoscenza(insieme a Nor e Ice)del terribile segreto di Danimarca,ma siccome all'autrice piace trollare non ce l'ha detto.Groenlandia ricorda  parte degli avvenimenti che riguardano la scomparsa del fratello Alexander e chiede a Svezia la verità dato che lui aveva visto tutto,ma non aveva mai detto niente(ci credo è, praticamente muto).Successivamente si scopre che io ,l'Hero, e la vietnamita comunista ci amiamo ma non vogliamo dichiararci ,così Viet chiede  consiglio a Maria(comparsa).E infine Pol e Monaco mettono in atto il loro piano per far mettere insieme VenezianA e Doitsu;li lasciano da soli nel ristorante con la cena già pagata.Qui la nostra coppietta incontrerà un altra coppia: Francia e Seyschelles.(he he porco Francia dopo che hai fatto?)
Questo è tutto quello che c'è da sapere dal vostro Hero!Goodbye.




                                                          Al parco...in fiera

-Haha!L'eroe ha centrato l'obbiettivo!-
Finalmente dopo giorni di duro lavoro e ronde Alfred e colleghi potevano godersi la fiera cittadina.
A Mattew però non piaceva tutta quella confusione,quindi lui e Katherina avevano deciso fare una passeggiata nei pressi del lago.Lì era davvero un posto tranquillo dove poter passare la giornata.
Alfred,Maria e Kim erano allo stand del tiro al bersaglio e ,come al solito,Alfred si stava vantando della sua incredibile mira
-Haha!Come al solito ho un ottima mira!Ma ora a chi lo do questo peluche?-si domandò  l'americano guardandosi attorno.
I suoi occhi si fermarono su Kim.Si quella del peluche  era una buona idea anche se,in passato le aveva già regalato altri peluche simili .
-Visto che oggi sono generoso ho deciso di darlo a te Kim.-disse Alfred con entusasmo porgendo l'enorme peluche alla vietnamita.La ragazza lo prese in mano e se lo  rigirò con fatica.Era un enorme panda peloso;a lei piaceva, ma non  voleva darlo troppo a  vedere.
-Mhh carino.-si limitò a dire.Alfred ci rimase davvero male per quella risposta,voleva qualcosa di più.Kim,notando la faccia dell'altro,gli sorrise lievemente;in modo da non sembrare esagerata.Maria diede una spallata all'amica che si girò subito verso di lei.
-Perchè non andate al lago?-chiese a bassa voce Maria a Kim.La ragazza si limitò ad annuire convinta.
-Senti Alfred...perchè non andiamo a fare una passeggiata al lago?-chiese la vietnamita.
Alfred si voltò sorpreso.Kim gli aveva chiesto di fare una passeggiata?
-Non è un appuntamento,è solo una passeggiata.-specificò  la ragazza.
A Alfred andava più che bene.In modo o nell'altro bisognava cominciare.




Era una bella giornata al parco.Il cielo era limpido,il solo riscaldava l'aria e un leggero venticello mitigava l'aria,mentre le ochette volavano da una parte all'altra dello stagno.
Lavinia avrebbe voluto distruggere tutto.Persino il tempo le diceva che quello che desiderava era impossibile.
Osservava Antonio fare lo scemo con Belle e Lars stava a guardare.La riuscita del piano della sorella ,forse,sarebbe servita per non pagare ad Antonio i 200 in più.
Lavinia non odiava Belle,era un suo diritto vendicarsi,ma odiava lui.Quante volte ha tentato di farglielo capire?
Odiava la sua vitalità,il suo stupido sorriso e il suo comportamento da bastardo.O amava tutte quelle cose di lui?Non lo sapeva nemmeno lei.
Stufa di quella vista,andò dietro al chioschetto per riflettere.
Perchè tutto a lei?Perchè?Ormai andava anche male la situazione economica,meno male che il padre sarebbe andato a trovarle in quei giorni;così da potergli sfilare qualche centinaio di dollari.
Il flusso di pensieri fu interrotto. Lavinia sentì una mano sulla spalla e sussultò leggermente.
-Guarda che se te ne vuoi andare devi avvisare,mi stavo preoccupando.-
Lars le tolse la mano dalla spalla della ragazza e rimase ad osservare la sua espressione stupefatta.
-E poi se continui a guardare Antonio così se ne accorge e il piano di mia sorella va a monte.-
-Come...?-
-Come facevo a sapere che ti piace Antonio?Te l'ho detto prima,lo stavi mangiando con gli occhi.-rise scherzosamente.Lavinia abbassò lo sguardo rattristata.
-Guarda che bastardo,quando ha lasciato mia sorella ci ha provato con te e poi quando ha incominciato a capire che Belle gli piaceva ancora  ha accettato la situazione.-disse ancora Lars con rabbia.Lavinia fissava ancora il vuoto.
L'olandese estrasse un pacchetto di sigarette e ne porse una a Lavinia-Fumi?-le chiese.
Lavinia alzò il capo.-Ho smesso da un po'.-ammise.
-Oh allora scus...-
-No va bene,ne ho bisogno.-disse prendendo la sigaretta e lasciasciando che Lars la accendesse.
Magari quei cinque minuti l'avrebbero calmata un pò.



-Nghh... Ivan ti prego aiutami!-
Toris,Ivan e Feliks stavano anche loro facendo una passeggiata al parco,mentre discutevano della relazione di Toris con la sorella di Ivan:Natalya.
-Guarda che te la sei scelta tu ,non credo sia un problema mio.-disse semplicemente il russo.
-Si Ivan ha ,tipo,ragione.E poi io e Jo non possiamo aiutarti,siamo già impiegati con Ludwig e Serena.-disse dispiaciuto Feliks.
Toris sospirò.-Si lo so,ma ultimamente è diventata intrattabile.-
-Lei è intrattabile da quando è nata.-rise Ivan guardandosi cautamente attorno prima di fare quella sparata.
Feliks sospirò infilandosi le mani in tasca.-Eh si non credo sia stato facile per voi esser sbattuti a una casa all'altra,eh?-
A Toris per poco non venì un infarto.Non sapeva come avrebbe reagito Ivan  e temeva il peggio per l'amico.
-Si forse è stato questo a influire su di noi.-disse calmo il russo e finalmente il lituano si potè tranquillizzare.
-Comunque- continuò Ivan-Ti conviene fargli un regalo,qualcosa  che piaccia a lei.Ma in privato.-
Feliks ridacchiò.-Si ,regalale un set di coltelli.-
Feliks lo aveva detto tanto per scherzare,ma Toris iniziò a prendere in considerazione la cosa.
-Hey amico.L'ho detto tipo per scherzare,eh.Fermo ti vuoi fare,tipo, proprio del male allora?-cercò di fermalo Feliks ,ma ormai Toris era convinto.
-Almeno so che è una cosa le piace,no?-gli domandò il lituano.
-Ho scavato la tomba del mio migliore amico.-piagnucolò il polacco.
Ivan gli mise una mano sulla spalla.
-Pensa  rosa Feliks.Pensa rosa-



-Zio Ian!Rilancia la palla!- lo incitò il piccolo Peter.
-Attento che ora lo zio tira una cannonata.-lo avvertì Ian caricando il colpo.La palla sembrava quasi viaggiare alla velocità della luce.
-Ahia!-Peter cadde a terra per il dolore;la palla gli era finita in faccia.
Arhtur da bravo genitore corse a soccorrere il figlio.
-Ti avevo detto di non ti tirare così forte.Ah meno male che non abbiano giocato a rugby altrimenti sarebbe andata anche  peggio.-lo ammonì Arthur.
-Suvvia,infondo il ragazzo deve imparare a farsi le ossa.-intervenne Clive applicando il ghiaccio sulla fronte di Peter.
-Si sono d'accordo e magari un giorno di questo gli insegnamo anche il rugby,che ne dici Samantha?-
-Si ottima idea Kevin.-
Kevin e Samantha si avvicinarono di più per intervenire nella discussione.
Arthur rassegnato si alzò da terra,risollevando il figlio.
-Va bene ,ma dovete indossare le protezioni,intesi?-
-Si mammina ansiosa.-lo prese in giro Patrick.
-Tranquillo,non penso che Peter sia di cristallo no?-domandò Sandy.
Arthur non ce la faceva più.Appena ne avrebbe avuta l'occasione li avrebbe massacrati.

                               Di sera...

-Grazie per aver accettato Kim,vedrai che non te ne pentirai.Ho sentito dire che fa davvero molta paura, ed allora ho pensato che solo un coraggioso come me poteva provarlo.-urlò quasi l'americano in viso alla ragazza seduta davanti a lui.
-Ah si coraggioso,ed è per questo che hai chiamato anche me fifone?-domandò lei con cattiveria al che  Alfred si indispettì.
-No volevo solo che tu provassi questo gioco tutto qui.-
Kim sospirò e fece partire il gioco.Lo schermo si fece nero e comparve una scritta:Slender*.
-Che gioco è?-chiese.
-E' un gioco horror ,tu devi scappare da un mostro e nello stesso tempo devi raccogliere 8 pagine sparse per la mappa;se ti si para davanti il solo guardarlo fa terminare il gioco e devi ricominciare la capo.-spiegò Alfred.
-Quindi se perdo per ritrovare le note devo riandare di nuovo nello stesso posto,no?-chiese Kim.
Alfred ridacchiò.
-No troppo semplice.Ad ogni partita le note cambiano posizione.-detto questo fece partire il gioco.
Il personaggio non si vedeva,era tutto in prima per persona per rendere tutto più spaventoso.Era ambientato in una foresta buia e aveva solo una torcia.Alfred faceva muovere il personaggio con i tasti del computer lo stesso valeva per la torcia.
Andò dietro un enorme albero dove trovò una pagina appesa con sopra scritto :YOU CAN'T RUN.Tu non puoi correre.
Passarono altri 10 minuti e già erano a 3 pagine una più inquietante dell'altra.Ad un certo punto Alfred levò le mani dalla tastiera per  andare a prendere un panino e affidò il gioco a Kim,inutile dire che ogni protesta della  ragazza fu inutile.
Era difficile prendere dimestichezza con i tasti,ma Kim si abituò bene presto.
Ad un certo punto tra gli alberi intravide una cosa alta e magra vestita in giacca e cravatta e i lineamenti della faccia bianca non si vedevano.Kim allora si mise ad urlare per farsi sentire da Alfred.
-Senti Alfred ma qua c'è un tizio in  giacca e cravatta,ci devo parlare?-
Ad Alfred  si rizzarono i capelli in testa.Si precipitò in soggiorno per andare a prendere il comando della situazione.
-Ahhhhhhhhhhhhh!Slenderman!!!Scappa!-urlò l'americano.
Kim avendo capito come era fatto il mostro rimase a guardare Alfred.

Ormai erano a 7 note e il caro Slendy (come lo chiamava Alfred) si era fatto molto più cattivo.
Giravano per un campo di dove c'erano dei contener,ma nessuna nota.Dovevano per forza entrare nella casa labirinto.Anche e non era molto grande la paura di girare un angolo e di trovarselo davanti c'era.
Alfred diede un ultima occhiata dietro anche se il gioco parlava chiaro:DON'T LOOK BACK.Non guardare indietro.E infatti...
-AHH  brutto stupratore stalker di merda,che cazzo ti ho fatto?Ahhhhhhhh NO!!.-
Alfred corse nella casa che assomigliava più ad un bagno a dirla tutta.Diede un paio di svolte e fu costretto a girasi indietro.
-AHHHHHHHHHHH-
-AHHHHHHHHHHH-
Urlarono all'unisono,lo schermo presentava delle interferenze,era quello che accadeva quando eri vicino a lui.
Ad un certo punto comparve in mezzo alle interferenze il suo volto bianco senza lineamenti e i loro urli si fecero più forti.
Lo schermo si oscurò e veniva chiesto se si voleva continuare."Col cazzo"Alfred spense immediatamente il computer.
-Non giocherò mai più.-concluse Kim
-Neanch'io.-ammise Alfred.
Kim si alzò con uno slancio.
-Bene che che sia ora di andare a casa.-
Stava per preparare le sue cose e andare ma fu bloccata da Alfred.
-Kim...ecco siccome  Matt non è in casa per la ronda notturna...-
-Vuoi che dorma da te?-
-Si nel letto di mio fratello.Ti prego.-
In effetti era piuttosto tardi e poi perchè no?Magari poteva passare un po' più di tempo con lui.

Alfred le aveva dato un pigiama di Mattew,era caldo e la faceva sentire bene.
Si stese sul letto e si addormentò immediatamente.
Alfred entrò nella sua stanza,ma trovò una sorpresa.Aveva dimenticato di dire a Kim che la camera di Matt era l'altra.
Così si avvicinò al letto e le diede un casto bacio sulla fronte e dopo potè andare a dormire.


Lavinia era tornata a casa un po' barcollante,troppi pensieri aveva in testa.Non era più abituata a fumare,ma gli aveva fatto bene ;si era svagata un po'.
Se era per quello anche parlare con Lars le aveva fatto bene.
-Serena sono a casa!-Urlò per farsi sentire dalla sorella
Serena si affacciò dalla cucina.
-Lavy!Vieni qui che c'è una persona che vuole vederti.-
Una persona che voleva vederla?La cosa le puzzava un po';entrò in cucina con cautela.
Rimase piacevolmente sorpresa.Non pensava che fosse partito in anticipo.
-Hei Lavinia!Sei cresciuta tanto anche tu eh?-
Lavinia era rimasta di stucco ,non si aspettava una sua visita anticipata.
-PAPA'?!?!?!?!-


*Bellissimo gioco horror,solo per menti forti.Ecco come è  fatto



Angolo delle Nazioni

Francia:Guarda che con Sesel non ho fatto niente,sono un gentiluomo!Piuttosto  non è che sei gay?Vietnam stava dormendo nel tuo letto e non hai dormito con lei?
America:Anch'io sono un gentiluomo,non mi sarei mai approfittato di lei nel sonno
Francia:Ma io dico solo dormire
Scozia:Chiudendo parentesi,dobbiamo fare qualcosa contro Inghilterra;mi fa paura.
Francia:Sono d'accordo.
America:Si anch'io,dobbiamo assolutamente qualcosa
Inghilterra:Si facciamo una coalizione contro Inghilterra
America:Hey Iggy vuoi partecipare alla coalizione contro Inghilterra?Benvenuto nel gruppo siamo io, Francia e Scozia
Francia&Scozia: O.o Siamo nella merda.
America:* Processo per fargli rendere conto che ha fatto una cazzata in corso...Attendere prego....
Raccoglimento dati.....Rielaborazione...Trascrizione
Realizzazione tra
5
4
3
2
1
INGHILTERRA!!!!!!!!!!!*scappa da vero eroe*
Inghilterra:Che è che volevate fare voi...*punta il coltello*
Francia:E' stato un malinteso e...l'idea era di Scozia.
Scozia:Brutto traditore!
Inghilterra:Bene ce la vediamo dopo io e te.
Scozia:Rivoglio il mio fratellino scemo e cinico che menavo sempre...TT.TT.
Nor:Chiudendo il teatrino di sopra,l'autrice ci ha detto di riferire che prossimo il capitlo  sarà pieno di rivelazioni
Prussia:Infatti scopriremo chi è Alexander *padellata in testa*.
Ungheria:Doveva essere una sorpresa.
Ore-sama:Io faccio quello che voglio.
Ungheria:Perchè ora c'è scritto Ore-sama?
Ore-sama: Perchè è stata una mia richiesta che è stata accontentata perchè sono più figo di tuti voi messi assieme.
(padellatapadellatapadellatapadellata
padellatapadellatapadellatapadellatapadellatapadellatapadellatapadellata)
Ore-sama(mezzo ciaccato):Le Nazioni e la pseudo autrice vi salutano e al prossimo capitolo kesesesese
Ringraziamo Rico da Fe e Tsuki_Frost per le recensioni , La Vargas per aver messo la storia nelle seguite e Xyndra76 per ver messo la storia nelle preferite.

Autrice:Ho ufficialmente aperto il mio canale youtube.Farò un po' di tutto,dai video con Movie Maker ,alle traduzioni  dall'inglese e se riesco a trovare le puntate, video comici su aph;ho già postato un montaggio su hetalia se volete vederlo  e magari lasciare un commentino ve ne sarei grata.
Ecco il video
Se volete apparire come comparse vi ricordo ch dovete lasciare un nome per il vostro personaggio e la nazione con cui volete fare la scenetta   :-)


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Capitolo 17
*** Chi è Alexander?La shockante rivelazione! ***


American Dream Claudio:Antica Roma
Ariovisto:Germania Magna (da qualche parte ho letto che lo chiamavano così)
Stefano:Principato di Seborga (chi conosce Stephano e Mr.Chair  e odia i barili   può capirmi ..Brofist)


-PAPA'!?-
Lavinia era veramente sorpresa.Suo padre era la cosa migliore della giornata.
L'uomo le si avvicinò a ampi passi e la strise forte a se'.
-Ah come sono contento che siamo tutti qui.Vieni Serena unisciti anche tu.-Serena non se lo fece ripetere due volte.
Lavinia si sentiva davvero bene in quel'abbraccio collettivo,sentiva tutte le preoccupazioni scivolare via.
-Ehy guardate che ci sono anch'io.-una voce da ragazzetto interruppe quel magico momento.Lavinia si staccò dall'abbraccio  per andare in contro a quella voce che conosceva.
-Stefano!Che ci fai qui?-
Stefano era uno dei  cugini delle due sorelle Vargas e condivideva con loro il ricciolo di famiglia,solo che il suo era più quadrangolare.
-Sono venuto qui per trovare le mie cuginette e ovviamente...-lasciò in sospeso la frase facendo un gesto teatrale con la mano.
-Per far colpo su qualche americana.-
A Lavinia e  Serena venne da ridere:Stefano era il solito DonGiovanni.
-Si vede che questo ragazzo ha preso dalla tua famiglia  Claudio.-un'altra voce si aggiunse,ma  a Lavinia era del tutto sconosciuta.
-Ma come sei pesante Ariovisto.-disse Claudio passandosi una mano dietro la testa.
Lavinia solo in quel momento lo notò.Era abbastanza alto,occhi azzurri e dei capelli biondissimi e lunghi.
-Papa'...chi è?-chise lei davvero confusa.
Serena ridendo la prese per un braccio e la trascinò vicino l'uomo.
-Ti ricordi quando quei bambini che venivano dalla Germania hanno passato l'estate da noi?-
Oh e come se non se li ricordava.Il più grande emetteva tutto il tempo quelli che a Lavinia sembravano grugniti,poi suo padre le ha spiegato che si chiamava tedesco.
Il più piccolo ,invece, era molto più timido e aveva degli enormi occhi azzurri che avevano conquistato la piccola Serena.
Ogni giorno le regalava un fiore e lei rideva sempre anche se non capiva un cazzo di quello che diceva,ma il colpo di grazia venne a vacanze finite.
Lui le aveva chiesto in italiano(e oltretutto pronunciato una merda) di sposarla!
Fu da quell'estate che Lavinia incominciò ad odiare i tedeschi.
-Ah si mi ricordo.-rispose con tono acido.
-Bene lui è lo zio di quei due bambini!-disse ancora  Serena.
Lavinia non si ricordva i volti si quei due bambini,figurarsi se ricordava lo zio.Ma comunque per educazone salutò.

-Bene ora che avete fatto le presentazioni che ne dite di raccontarmi qualche fatto importante?-chiese Claudio alle figlie.
-Oh si  si.Sai quante cose ti devo dire.-fece Serena tuta contenta.
-Haha sono contento del fatto che succedono molte cose interessanti a voi...Uh aspettate un attimo che prendo una cosa.-
Claudio prese una busta dietro alla porta e tirò fuori una bottiglia di vino.
-Che chiacchierata è senza un po' di buon vino?-



L'ospedale era caotico come sempre.Gente che andava e veniva e che portava malattie di ogni genere attraversava quei corridoi.
Ma inspiegabilmente,in na stanzetta, oltre alla tensione e alla  paura c'era un ispiegabile calma.
Mathias  e Lukas erano seduti affianco al letto di Eirick,attorno al letto c'erano tutti gl altri.La stuazine non era mai stata così tesa,la proposta era interessante quanto rischiosa..
Erick  era quello più teso di tutti.L'intervento era rischioso,ma avrebbe potuto garantirgli una durata vitale maggiore.Che fare?
Un cuore artificiale non era il massimo e inoltre l'intervento era rischioso.
-Allora Eirick hai deciso?-chiese Lukas con la solita impassibilità.
-Si bror...-
-E allora?-
-Non mi voglio operare.-
Come...Non si voleva operare?
-Se poso chiedere...perchè?-chiese Vlad davvero curioso.
Eirick alzò lo sguardo dal letto e si rivolse ai presenti.
-E' inutile.Prima o poi morirò comunque e non voglio passare il resto della mia vita immobile in un letto aspettando la morte.-
Era un discorso forte per un ragazzino ma non aveva tutti i torti.
Eirick sentì la mano di Mathias sulla spalla e si girò di scatto,la sua presa era davvero forte.
-In fondo hai ragione.Prima o poi tutti moriamo no?-
-Si ,sono d'accordo con Mathias.-
-Si è vero in fondo è la vita.-
Eirick non stava a sentire nessun di quelle considerazioni,il suo sguardo fermo  e deciso era concentrato su Mathias.
Sentì la forza della stratta scemare fino a quando la  mano lasciò la presa
Mathias si alzò dalla sedia e uscì dalla stanza,seguito dal resto del gruppo.
Eirick potè finalmente rilassarsi e dormire per un po'.



L'ospedale era troppo caotico.Troppo per cercare di trovare una soluzione al suo dubbio.Berwald era seduto su una delle tante sedie libere della reception.
Si rigirava gli occhiali fra le mani,sospirando.Quegli occhiali  gli ricordavano sempre quella settimana in ospedale e quella dannata benda sugli occhi...



La luce fioca che filtrava dalla benda gli pizziava gli occhi e se non fosse stato per il braccio indolenzito si sarebbe girato dall'altro lato.
Berwald odiava stare in quel letto e odiava non poter girarsi quando voleva.Ma la cosa cheodiava di più era il fatto che avrebbe dovuto mettere gli occhiali.
E pensare che era tutto successo per via di un muro instabile.Bhe c'era da dire che se l'era chiamato dicendo che quel muro sarebbe crollato di sicuro.
Sentì  la porta aprirsi.
-Ber...Come stai?-era Alexander, finalmente qualcuno con cui parlare.
-Ho passato momenti migliori.-
-Mi fa piacere sapere che stai bene.- rise l'altro.
Berwald storse il naso.Solo Alexander poteva fare il simpatico in un momento simile.
-Piuttosto rendititi utile e chiudi le persiane.-
Alexander sospirando girò attorno al letto e abbassò le persiane.
-Va meglio ora?-
L'altro si limitò ad annuire.
Il ragazzo prese una sedia e si sedette vicino l'amico con il capo chino.
-Mi spiace.-mormorò.
-Alex non è assolutamente colpa tua se il muro è crollato o meglio qualcuno lo ha fatto crollare.-lo tranquillizzò Berwald
L'altro ragazzo alzò il capo.
-Si lo so.Ma quel tipo vuole dei soldi da mio padre,che però ha giustamente vinto ad una partita a poker.E ora litigheranno di nuovo e per calmarsi papa'  si ubriacherà e...-fece una lunga pausa.
-Ho paura per mia madre e per Kaalit.-
La situazione di Alexander non era delle migliori:il padre si ubriacava di continuo e la madre doveva sempre pagarne le conseguenze,mentre lui e sua sorella si rinchiudevano in camera a chiave.Un tempo aveva il vizio del gioco ed era anche piuttosto fortunato,ma poi decise di smettere e iniziò a bere di più.L'unica cosa buona era la loro situazione economica dato che i genitori erano commercialisti.
-Credo che mamma ci manderà a dormire dal nonno.-
-Bhe credo sia un bene per te.Vuoi bene a tuo nonno o sbaglio?-
Ad Alexander tornò subito il sorriso,parlare di suo nonno lo eccitava:per lui era una persona fantastica.
-Si il nonno  è...-
-Tuo figlio è un bugiardo.-
-No il bugiardo sei tu.Mio figlio ci vede benissimo.-
Alexander si fermò di colpo.Suo padre e quel tizio,Jacob, avevano iniziato a litigare.
Si alzò dalla sedia per origliare vicino la porta.

-Tuo figlio è un bugiardo Andreas.Io non ero lì.-
-Mio figlio quando si tratta di amici non mentirebbe mai.-
Andreas ,il padre di Alexander,era un uomo alto e robusto;inoltre ,fonti attendibili,dicevano che aveva buoni agganci.
Per questo Jacob non lo aveva mai sfidato apertamente e per questo aveva provato a far cadere un muro, già sul punto di crollare, addosso al figlio.Ma non si aspettava di colpire l'altro ragazzo ,nemmeno di essere visto.In quel momento doveva solo cercare di far cadere le accuse sul suo conto.
-Prova ad avvicinarti ancora alla mia famiglia e ne pagherai le conseguenze.-Andreas era davvero arrabbiato.-
Jacob indietreggio di qualche passo,poi,preso dalla paura  gli sbraitò contro
-Guarda che se non hai intenzione di darmi i soldi verrò a prendermeli io,ucciderò te E TUTTA LA TUA FAMIGLIA.-lo minacciò Jacob urlando nell'ultima parte della frase.-
-Tsk!Non mi fai paura.-

Alexandr staccò l'orecchio dalla porta.Tutta una finta,tutta scena.
Se veramente  teneva a loro non si sarebbe ubriacato ogni santa volta,non avrebbe picchiato sua madre e non avrebbe picchiato lui mentre tentava di difenderla.
-Alex...Va tutto bene?-chiese Berwald preoccupato
Alexander si girò,sorridendo come suo solito.
-Si va tutto bene.-
Berwald sentiva il suo tono di voce e sapeva cosa voleva dire.
"Bugiardo"




Berwald si alzò dalla sedia rimettendosi gli occiali .Doveva parlare con lui.
Si diresse con tutta calma verso il tetto dell'edificio,doveva trovare le parole giuste e contenere la rabbia.Ma arivato alla porta non ce la fece più troppa rabbia era stata repressa in quegli anni.
Aprì la porta con violenza,talmente forte che sbattè sul muro.
Non trovò lui,ma trovò Mathias affacciato sulla sporgenza.
Sentendo quel forte rumore Mathias si girò verso la porta.
-Ber calmati un po' non dovresti...-Mathias continuava a parlare ma Berwald non lo ascoltava,camminava a passi ampi e veloci.
-Guarda che potevi rompere la porta e...-
Mathias non ebbe il tempo di finire la frase.Berwald gli stingeva le braccia in una stretta ferrea.Avvicinò il volto del danese al suo per riuscire a guardarlo meglio,per capire se le risposte che dava erano sincere.
-Dov'è Alexander?-
-Ehh...-Mathias era confuso.
-Ti ho chiesto dov'è Alxander.-
La presa dello svedese si fece più forte.Mathias respirò profondamente e lo guardò negli occhi.
-Lo sai bene.E' morto.-
Berwald lo strinse ancora di più e lo avvicinò a se'."Bugiardo"
-Sai che non è così.-
-Invece è così .Si è finito con le sue stesse mani quind....-
-Chiudi quella dannata bocca Alexander.-
Alexander...da quanto tempo non lo chiamava così?Da quanto tempo aveva smesso di usare il suo vero nome?
Mathias rilassò i muscoli.Berwald allentò la presa senza distoglire il suo sguardo dagli occhi dell'altro.
Berwald sapeva di aver innescato quel meccanismo che faceva riemergere Alexander dall'abisso in cui era finito, ma questo non lo fece indietreggiare,anzi si sentiva talmente sicuro che lasciò le braccia del danese.
Mathias era solo una volgare copia del vero Alexander.Ormai le sua anima era troppo sporca per poter possedere quel corpo  e riemergeva solo quando Mathias non riusciva a tenere sottocontrollo la situazione.
Mathias,o per meglio dire Alexander,allontanò Berwald  da se con una mano e si diresse verso la porta.
-Meglio che non mi parli per un po'.-
Prese la porta e la sbattè dietro di se con rabbia.
Doveva calmarsi,controllare una personalità con due facce era difficile.






Angolo delle Nazioni:

Tutti: O.O
Danimarca:Che cosa sono quelle facce?Si sapeva fin dall'inizio chi era Alexander.
Inghilterra:Bhe non credo ci sia qualcosa da aggiungere.
.Vuoi dire qualcosa Svezia?In questo capitolo mi sembri un po' OOC.
Svezia:Mh...
Inghilterra:Well.Al prossimo capitolo  
Si ringraziano Rico da Fe e Tsuki_Frost per le recensioni e _Rilen per aver aggiunto la storia tra le seguite.



Mi rendo conto che forse Svezia è un poco OOC vi chiedo scusa...
Piccoli chiarimenti:
Andreas e Jacob sono personaggi inventati che non c'entrano con Hetalia e se state pensando che Andrea= Scandia vi sbagliate.
Scandia apparirà più avanti.
Germania Magna è lo zio di Ludwig e Gilbert per esigenze di trama
Mathias o Alexander sono la stessa persona (in senso psicologico)solo che uno è la parte buona metre l'altra(che prima era buona) è cattiva.
Spero di essere stata chiara. :-)


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Capitolo 18
*** matrimoni/Delusioni e consolazioni/Colpo basso ***


American Dream Elizaveta era febbricitante:non poteva credere che lei e Gilbert si sarebbero sposati a breve.
Roderich stava organizzando tutto,ma quella volta non badò a spese,doveva essere tutto perfetto per il matrimonio di Gilbert ed Eliza.
Mancava pochissimo  al matrimonio e Liz si era ridotta all'ultimo per il particolare più importante:il vestito.
Lei ,Lily e un paio di colleghe di Gilbert erano andate a nel miglior negozio per abiti da sposa che conoscevano.In fondo era un occasione speciale.
Lily non vedeva l'ora di entrare mentre Lavinia e Belle stavano confabulando sul da farsi con Antonio.
Elizavente entrò con aria agitata,chissà quanti vestiti avrebbe dovuto provare...
-Eli guarda  questo con le balze.-
-Ma non è meglio qualcosa di più elegante?-
-Veta  non trovi che queste spalline siano carine?-
Eliza stava già incominciando a disperarsi;ma si dovevano sposare loro o lei?
Per farle contente li provò tutti e tre ma nessuno le piaceva.
Girarono a vuoto per una buona mezz'ora fino a che non lo trovarono.
Appeso ad un manichino c'era un meraviglioso abito bianco senza bretelle,con la vita cinta da rose bianche e la stoffa della gonna era tenuta da altre rose in fondo.
Appena lo vide ad Elizaveta le si illuminarono gli occhi .
Passò dieci minuti in quel camerino così Lavinia e Belle ne approfittarono per vedere altri vestiti e fantasticare sul loro matrimonio.
Belle stava guardando un  vestito con delle spalline che si allargavano verso l'esterno.
Lavinia stava incominciando a pensare che quello che non doveva succedere era successo.
-Belle posso farti una domanda?-
Belle si girò verso di lei.
-Dimmi.-
-Perchè stai guardando un vestito con quel tipo di spalline?-
Belle era confusa,non si aspettava una domanda del genere.
-Perchè non posso guardare un vestito?-
-Quel genere di spalline piace ad Antonio.-
Belle la guardò stupita.Forse era il momento di dirle la verità.
-Emh senti Lavinia so che  ti sembrerà strano,ma...mi sono innamorata di lui.-
Oh no.Proprio quello che non doveva succedere.
A Lavinia non gli importava veramente che il piano riuscisse;le era bastato quel  breve lasso di tempo per innamorarsi di Antonio e in quel momento tutto quello che aveva sperato si stava sgretolando davanti a lei.
-Eh che stai dicendo?Lui ti ha fatto soffrire e tu gli dai un altra possibilità?-
Belle si girò verso di lei comprensiva,era logico pensare quelle cose e lei lo capiva.
-Ho rivalutato Antonio.Lui ha capito di aver sbagliato e finalmente ora che sto con lui sento quel qualcosa che nella nostra prima relazione non c'era.Mi sento felice Lavinia.-
Era sconvolta non riusciva a pensare che quel che aveva bramato per così tanto tempo svanisse davanti ai suoi occhi senza che lei potesse fare niente.Perchè tutto in quel periodo sembrava essere contro di lei?Nonostante tutte le difficoltà lei ce la metteva tutta quindi qualcosa doveva pur meritarsela ogni tanto non chiedeva il mondo dopotutto.
"Non chiedo niente ,voglio solo un po' di felicità nient'altro.Io mi impegno tanto ma alla fine..."
Fu in quel momento che si arrese alla realtà.Antonio amava Belle e Belle amava Antonio.
Basta.Stop.Finish.
Il suo sogno finiva lì.

† † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † †

                     Il giorno dopo in ufficio....

Lavinia stava lì,ad osservarli da lontano.
Non voleva distruggere la loro felicità,non sarebbe mai scesa così in basso.
Doveva accettare la sconfitta,Antonio era innamorato di Belle;non di lei.
Sospirò sistemando le  carte che avrebbe dovuto portare al vice direttore,non guardarli forse avrebbe potuto aiutarla.
Entrò nell'ufficio di Lars con aria mogia.
-Signor vice direttore...I documenti.-annunciò il suo arrivo con voce bassa.
Lars distolse lo sguardo dai fogli che stava esaminando.
-Oh bene Lavinia, poggiali lì.-rispose seccamente lui ritornando a leggere i fogli.
La ragazza si limitò ad annuire mestamente,al che Lars si preoccupò.
-Lavinia è successo qualcosa?-chiese preoccupato.
-Belle non te l'ha detto?-
Era confuso,sua sorella gli avrebbe dovuto dire qualcosa?
-No non mi ha detto niente.Perchè che cosa è succcesso?-
-Si è innamorata seriamente di Antonio.-
Che?!No, doveva aver capito sicuramente male,era del tutto impossibile....
Cioè...Insomma...Lui voleva lasciarla con una lettera e poi trasferirsi,come era possibile che fosse ancora innamorata di uno così?Tutto ciò per lui era inconcepibile.
Lars si alzò dalla sedia e camminò in direzione di Lavinia.
-Stai scherzando?-chiese con un velo di rabbia.
-TI SEMBRA CHE IO STIA SCHERZANDO?-
Lavinia sbottò di colpo e Lars indietreggiò di qualche passo.
-Secondo te posso scherzare su una situazione del genere?Io lo amo con tutte le mie forze ma lui non si accorge di me,non puoi minimamente immaginare cosa sto passando.Non puoi imaginarlo, non puoi...-
Era sull'orlo del pianto,ma non poteva piangere,non doveva piangere.
Rimase lì i piedi,stringendo i pugni.
Lars si sentì in colpa,non voleva farla stare male;doveva fare qualcosa.Ma cosa?Magari qualcosa che la facesse sentire meglio...Che la consolasse.
Con delicatezza abbracciò l'italiana,rimasta lievemente sconvolta.
Non si aspettava un gesto del genere ma non lo respinse,anzi,ricambiò quell'abbraccio consolatorio.
Nonostante lei non volesse essere compatita continuò a farsi consolare.
Si staccarono lentamente l'uno dall'altra per poi guardarsi imbarazzati.
-Scusa...Non so che mi è preso.-disse Lars passandosi una mano dietro la testa.
-No,mi ha fatto bene...Ho apprezato molto,davvero.-rispose lei timida girando la testa.
Lavinia si diresse verso l'uscita dell'ufficio,ma fu fermata da Lars.
-Quel che è successo in ufficio,resta in ufficio.-
Lo disse come se fosse successo chissà che.L'italiana non ci fece troppo caso e uscì dall'ufficio con strane sensazione che le tormentavano il cuore.

† † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † †


                             Al bar...


-Quindi facci capire bene.Tu vuoi che tu aiutiamo a scoprire che cavolo c'è nella sua maledetta busta?-
Alfred,Kim e Mattew erano seduti ad un tavolo del bar di Fidel insieme a Heracles.
Il greco voleva scoprire a tutti i cossti che c'er in quella dannata busta e sapeva che l'americano non resisteva ai misteri e inevitabilmente si trascinava tutto il gruppo.
-Hai già fatto ipotesi su cosa ci sia dentro?-chiese Kim
Fece no con la testa e con il solito sguardo assonnato.
-Sai dove la nasconde?-chiese il canadese
Il greco fece ancora no con la testa.
-Mh hai provato a parlarci?-chiese l'americano.
Heracles rispose nuovamente di no.
-Ho cercato in giro per casa ma niente.-disse il greco scoraggiato.
-Magari se provi a parlarci ti dirà che c'è dentro quella busta.-propose Fidel
Heracles alzò lo sguardo dal caffè.
-No,servirebbe solo a farlo insospettire di più.-disse Heracles con sguardo pensieroso.
Ci furono attimi di silenzio nel gruppo.
Fidel ne approfittò per lavare qaulche stovigia e prendere gli ordini,mentrei ragazzi pensavano sul da farsi.
-E se  gli chiediamo se ha un segreto,in non in modo diretto ovviamente,e poi gli chiediamo cos'è?ovviamente non ci dirà tuttoma qualcosa lo ricaveremo,no?-propose Kim sorridendo lievemente.
A Heacles parve una buona idea,bisognava solo scegliere le parole giuste e Kim era la persona che faceva al caso suo.
-Alfred si alzò di scatto tutto eccitato.
-Bene allora è deciso,aguremo così!-
Mattew lo strattonava per farlo risedere ed evitare che gli altri clienti li guardassero mentre gli altri tre  se la ridevano sotto i baffi.

† † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † †

Arthur si sentiva a disagio,e molto.
I vicini avevano insistito per conoscere la sua famiglia e ognuno di loro stava raccontando che pessima persona fosse,tutte le loro litigate e altre cose poco interessanti.
-Ehi Arthur hai tentato davvero di scappare di casa?Ah che che deficiente.-
"Prova tu a convivere con una famiglia così"
-Avevi i piercing?Haha volevo vederti.-
"Era la moda del momento"
-Ohi Artie...-
La conosceva fin troppo bene quella voce:apparteneva a quella stupid frog come amava definirlo lui.
-Che vuoi Francis?-
-Oh ma quanto siamo scontrosi oggi.Cosa è successo,ti è andato il the di traverso?-chiese con un lieve sorrisino
-E a te che è succeso vinofilo,ti è rimasta l'escargot in gola?-
Oh no stavano per litigare di nuvo e come al solito si sarebbero presi a botte fino a che Ivan,con la sua forza prodigiosa,non li fermava.
-Oddio ci risiamo.-disse esasperato il russo.
Francis ed Arthur si guardarono in cagnesco e si misero a studiare insulti da dire.
Nel frattempo i componenti della famiglia Kirkland si stavano godendo la scena tra una risata e l'altra.
-Vuoi fare a botte eh teppistello.-attaccò subito Francis.
-Non sai fare di meglio rana vinofila?-chiese di rimando Arthur
Francis sapeva he la cosa non sarebbe finita in modo pacifico.
-Ha ...certo che hai proprio un bel caratterino da verginella isterica.Ci credo che i tuoi parenti ti sopportino a malapena e non sei nemmeno riuscito a tenere in piedi il tuo matrimonio,l'hai lasciata andare senza far niente.-
L'inglese si sentiva punto nell'orgoglio,mai il francese aveva osato tanto.
Ci voleva una risposta che compensasse tutte le offese subite.
-Io almeno non ho lasciato la persona a qui tenevo di più in mezzo alle fiamme.-
Questo era troppo,era stato un colpo basso da parte di Arthur.Tutti sapevano che potevi sfottere Francis su qualsiasi cosa,ma mai su Jean.
Francis per la rabbia gli si avventò addosso e Arthur cadde a terra sotto il peso del francese.
Incominciarono a menare pugni a destra e a manca,mordevano le orechie al proprio avversario  e si tiravano i vestiti.
Dopo cinque minuti che non accennavano a calmarsi,Ivan fu costretto a intervenire.
-Ora basta tutti e due.Siete adulti non penso che abbiate dato un buon esempio.Credo che siete abbastanza grandi da capire dove avete sbagliato.Da??-chiese il russo un po' arrabbiato anche lui.
Francis ed Arthur si strisenero la mano.In quel momento pensarono di tutto,tranne a perdonare la persona che avevano davanti







Non si sa più di chi sia l'angolo:
Francia:Teppista.
Inghilterra: Vinofilo
Russia :Smettetela
Inghilterra :Rana francese
Francia:Sopracciglione
Russia:Kol kol kol...
*Non  si sa perchè smettono*
† † † †
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Romano :Certo che sei un approfittatore Olanda,ho ricevuto quella delusione e tu ne approfitti.
Olanda:Non mi stavo approfittando,ti ho semplicemente consolato e stesso tu hai detto che ti ha fatto bene.
Romano:Questo è vero
Spagna:Haha.Non puoi resister a me Lovinito!
Romno:Vattene da Belgio, spagnolo bastardo !
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Ungheria:Mi sposeròòòòòòòòòòòò
Prussia :Datele un calmante.
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Turchia:Siete dei bastardi,che vi importa a voi di quello che c'è in  quella busta.
Grecia:A me interessa.
America:Anche a meeeee!
Vietnam:E' una situazione intrigante.
Canada:Finalmnte posso parlar...
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 (Alexander)Danimarca:Bene vi rigraziamo per essere arrivati fin qui ed essere sopravvissuti a tutti gli scleri di sopra.
Ringraziamo Rico da Fe e Tsuki_Frost per le recensioni.
Recensite altrimenti vi spacco la testa in due  :D



La regola delle comparse è ancora valida,dovete indicare il nome del personaggio e la nazione con cui volete fare la scenette.









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Capitolo 19
*** (Riassunto +...)Lussuria infinita ***


A.D Danimarca:Bene,stavolta sarò io a fare il riassunto.
America e Vietnam decidono di passare un po' di tempo insieme per la gioia delle fan della AmeViet.
Fem!SudItalia ,dopo aver ricevuto una delusione in amore da parte di Spagna,una volta arrivata a casa incotra suo padre che altri non è che Nonno Roma.
Parlando sempre di RomanA,scopre che Belgio ama sul serio Spagna e così finisce il suo sogno (e fu così che Spagna si guadagnò gli insulti di quasi tutti i lettori)
Ma veniamo alla questione principale.Veniamo a sapere alcune cose sul conto di Alexander,come ad esempio che il padre si ubriacava e che picchiava la madre.E qui finalmente Svezia si decidea parlare con Alexander che altri non è che...Rullo di tamburi prego...Il grande me!So che già ve lo aspettavate,diciamocelo,in fondo io sono Il Re Del Nord!





Lars era in ufficio a sistemare le sue scartoffie da vice direttore e tutte le carte da firmare.Andava ad aggiungersi incarico su incarico,lavoro su lavoro e tutto quello andava ad aggiungersi la pressione provocata dalle continue minacce dello spagnolo.E ci si metteva anche sua  sorella con la sua nuova cotta per Antonio
Per fortuna che Friedrich si era dimesso dall'ospedale e stava bene,una preoccupazione in meno.
Era nervoso,troppe cose a cui pensare e il lavoro arretrato non aiutava.
Doveva rilassarsi ,svagarsi in qualche modo.
Istintivamente la mano corse nella tasca dove teneva le sigarette.Le sigarette non sarebbero bastate e lui lo sapeva.
Rimosse l'ultimo cassetto della scrivania e prese una delle sue speciali sigarette.
Da quando Antonio lo aveva scoperto non si drogava da un po'.
Senza pensarci troppo si infilò l'altro pacchetto in tasca e si diresse verso il tetto.

Non sentiva più niente ,ogni preoccupazione era sparita.
Lars se ne stava lì,appoggiato con la schiena al muro.
Tutta l'essenza gli era andata nel cervello e a malapena riusciva a percepire i suoni,tutto girava ma si sentiva dannatamente bene.
Nonostante avesse promesso a sua sorella e Freidrich di disintossicarsi quella era davvero un urgenza.
Sentì la porta aprirsi.
Oh bene un altro a cui dare i soldi  per non fargli spiattellare il suo segreto ai quattro venti.
Girò lentamente la testa verso la porta con lo sguardo perso.
Vide una figura femminile entrare dalla porta e pregò che fosse sua sorella.
-Ehy s-signor vice direttore che ci fa qui?-
Lars mise a fuoco lo sguardo:era Lavinia.
-S-sta bene o devo chiamare qualcuno?-chiese guardandolo preoccupata
Il ragazzo a terra cacciò una nuvoletta di fumo e poi tornò a guardare l'italiana.
-Tranquilla tutto bene h ..h..ha ha.-gli rispose allo stesso modo di un ubriaco, ridacchiando.
Lavinia lo guardò con più attenzione e solo in quel momento si accorse della sigaretta.
-M-ma lei è fatto?-esclamò lei sorpresa.
L'altro si limitò a ridere sguaiatamente.
Lavinia stava incominciando ad esasperarsi.
Gli prese la "sigaretta" dalla mano e,non curandosi delle proteste di Lars,lo alzò di peso(con evidente fatica) e si mise un suo braccio dietro al collo.
-Guarda un po' che cazzo mi tocca fare.-
Cercando di farsi notare il meno possibile, Lavinia portò Lars fuori per prendere una boccata d'aria.
Con i dipendenti che gli facevano domande si giustificò dicendo che il vice direttore si era sentito male.
-Dove stiamo andando?-Lars sembrava talmente stanco che sarebbe potuto crollare da un momento all'altro.
-Stiamo andando al bar di Fidel per...-
Lavinia sentì il peso del corpo di Lars aumentare,provò a chiamarlo ma nessuna risposta.
Perfetto,era svenuto.
"E ora che faccio?Belle non è qui e non so dove abita..."
Prese il telefono e provò a chiamarla ma non era raggiungibile.Non aveva altra scelta.
Frugò nelle tasche dell'uomo che stava sorreggendo e fino a che non trovò un portafogli.
L'autobus non passava a quell'ora ,quindi fu costretta a prendere un taxi.
L'unico problema a casa era suo padre,come avrebbe reagito nel vedere che sua figlia portava a casa uno sconosciuto svenuto?
Poteva anche lasciarlo lì per strada ma il suo buon senso glielo impediva.

Entare in casa senza farsi notare non era affatto un impresa facile,soprattutto con un peso morto da trasportare.
Stefano era uscito per rimorchiare,Serena era al telefono con Josephine...L'unico vero problema era a piede libero per casa,suo padre era sempre vigile a meno che...
Vide la bottiglia mezza vuota di vino sul tavolo;ciò voleva dire che era brillo.
La via era libera.
Lo prese per le ascelle e lo trascinò fino in camera sua.
Lo depositò sul letto cercando di non svegliarlo.
Ma quanto pesava?Era molto alto ,questo si,e sembrava avere un bel fisico.
Lavinia,ormai stanca per lo sforzo inumano compiuto,si sedette a tera visto ch il letto era occupato.
Sentì suo padre chiamarla,la cena era pronta.
Si alzò con fatica,aiutandosi con le mani.Diede un ultima occhiata al ragazzo steso sul letto e uscì dalla stanza.

                                                      A cena finita....

-Lavi quand'è che sei tornata?-chiese Serena mentre si stava alzando da tavola con due piatti in mano da posare.
-Poco prima che papà ci chiamasse per la ecna.-ripose lei semplicemente.
-Ehy Lavinia.Hai chiesto il bis ma non lo hai mangiato.-notò perplesso suo padre.
La ragazza si girò con il piatto in mano,doveva inventare una scusa plausibile
-Volevo conservarla per Stefano visto che non è ancora tornato.-
Detto ciò prese la direzione della cuina lasciando espressioni perplesse sul volto dei suoi familiari.
Svoltato il corridoio si diresse in camera sua e entrò aprendo la porta con la mano libera.
Rimase leggermente sopresa di trovarlo sveglio con il bigliettino( che gli aveva lasciato per speigargli la situazione) in mano.
Avanzò timidamente verso il letto,per poi poggiare il piatto sul comodino.
-Ho pensato che avesse fame.-disse lei cercando di spiegare la presenza del piatto.
Lars alzò lo sguardo su di lei per poi proferire parola.
-Innanzi tutto,data la situazione ,diamoci del tu.In secondo luogo che vuol dire "Sei svenuto e siccome tua sorella non c'era ti ho portato a casa mia"? Non sai che spavento mi sono preso...-
Fece una pausa per poi continuare.
-E...grazie per avermi preso quando sono svenuto...-
Calò un silenzio imbarazzante tra i due,rotto dall'italiana.
-Bene se vuoi lì c'è la cena,spero sia di tuo gradimento.-disse li quasi arrabbiata per la strana situazione
L'olandese gettò lo sguardo sul piatto,era ancora caldo e sembrava invitante.Tagliò un pezzo di carne e lo masticò fino ache non scese in gola.Dio quanto era buona la cucina italiana.
Lavinia lo guardò soddisfatta.La cucina italiana non aveva eguali.
Sembrava che tutto filasse liscio,anche troppo.

-Lavinia mancano due posat...-
Serena rimase bloccata davanti alla porta;sorpresa da quello che trovò nella stanza.
-Serena zitta e non dire una parola.-
le disse agitata Lavinia chiudendo la porta della stanza.
-Lavi,ma è il tuo capo.-
-Non è il mio capo,è il tizio che sta di un gradino sotto il mio capo.-
-Lavinia sai che le relazioni in uffici...-
-Non è il mio amante,deficiente.E' solo svenuto e l'ho dovuto portare a casa,tutto qui.-
-No perchè è carino e...-
-Smettila.-replicò infine Lavinia rossa in viso.
Lars non poteva fare altro che guardare la scena e...Ridersela sotto i baffi.Quelle due, mentre parlavano,sembravano una coppia di comici.
-Va bene non voglio sapere i dettagli, ma devi stare attenta non sai papà come potrebbe reagire.-la avvertì Serena un po' preoccupata
-Tranquilla starò attenta.-le rispose Lavinia seccamente,cacciandola fuori dalla stanza.
Lars ,nonostante tutto,aveva continuato a mangiare cercando di non ridere e di non sputare il cibo nel tentativo di tratttenere la risata.
Lavinia si sedette accanto a lui sul letto.
Cercò di sembrare il meno imbarazzata possibile.

-Ho visto...Sul tetto.- gli disse Lavinia  dopo un po'
Lars si raggelò.
Posò il piatto mezzo finito sul comodino e si rivolse a lei.
-Quantò vuoi?-
Lavinia non aveva capito bene,le aveva chiesto quanto voleva?
-Per cosa?-
-Per mantenere il silenzio.Quando mi ha scoperto Antonio,lui mi ha chiesto 200$ in più in bustapaga.-
Lavinia non credeva alle sue orecchie,Antonio era stato capace di arrivare a tanto?
-Non voglio niente....-
-Come..?-
-Ho detto che non voglio niente.-disse Lavinia con tono basso.
Lavinia voleva solo dimenticare Antonio,non voleva nient'altro.
Lars invece voleva dimenticare tutte le sue preoccupazioni,magari non con la droga.
La ragazza si avvicinò di più a lui,leggermente insicura.Sentiva una moltitudine di emozioni in petto che quasi le sembrava che il cuore volesse scoppiare.
Lars girò il capo,quasi come fosse imbarazzato;e a dirla tutta un po' lo era.Sentiva caldo,così decise di toglirsi sia la giacca che la cravatta.
Era la stanza a essere calda o erano le sensazione che provava a farla sembrare tale?
Sembrava strano come due individui così diversi condividessero la stessa sensazione di vuoto interiore.
Un vuoto che avrebbero potuto placare solo con il più primordiale dei sentimenti.
Pensavano questo quelle due anime infelici, come tante nell'universo del resto.
Pensavano come il loro vuoto potesse essere riempito.Quel sentimento che faceva parte della vita di tutti gli esseri umani
Lavinia si girò verso di lui, avvicinandosi al suo viso prendendolo per una spalla.
Lars sussultò e si girò verso di lei
-Lavinia non credo che...-
Lavinia però non sembrò ascoltarlo e si avvicinò di più al suo viso.
Tuttavia Lars non indietreggiò,ma si fece pian piano avanti:come se avesse accolto quella proposta.
-Se non ci proviamo non sapremo se funziona.-replicò lei avvicinando pericolosamente il suo viso a quelllo di Lars,appoggiando le sue labbra sulle sue prima con delicatezza ,poi  con più forza,quasi fosse un modo per convicerlo.
Dal canto suo Lars non sapeva cosa fare,accettare quel bacio voleva dire accettare tutto quello che ne sarebbe poi conseguito.
Solo dopo qualche secondo rispose al bacio:quella ragazza voleva solo staccarsi dal mondo per qualche ora,tutto qui,che gli costava accontentarla?In fondo anche lui aveva bisogno di una pausa.
Portò le mani sulla schiena di lei e la distese sul letto,distaccandosi dal bacio.
Lars si avvicinò al suo viso,piegando la schiena senza stendersi.
Lavinia si avventò di nuovo sulla sua bocca,costringendolo ad abbassarsi;la sua lingua esplorò ogni angolo della bocca dell'altro,con avidità e disperazione.
L'olandese spostò le ginocchia sul letto,per aver una posizione più comoda,e si mise a cavalcioni su di lei.
Le strinse i fianchi,attirandola a se.Lei gli strise i  capelli,continuando a baciarlo con un aggressività che andava sempre più scemando;fino a diventare dolcezza.
E si aggrappò con tutte le sue forze a quel corpo,quasi avesse paura di cadere,di ricordare perchè stava facendo tutto quello.
Tutte quelle emozioni che la stavano travolgendo in quello stesso momento la facevano sentire dannatamente bene,sentiva solo quelle sensazioni e nient'altro.
Allentò la presa dai capelli,facendo scivolare le mani sui bottoni della camicia e levandoli uno a uno.
Lars si staccò dalle sue labbra spostando i denti verso il suo labbro,per poi morderlo fino a fare uscire un rivolo di sangue.
Questo non fermò Lavinia,anzi,continuò a sbottonargli la camicia e infine,levargliela con un gesto fulmineò.
Vedendo che Lavinia stava giocando pesante,decise di incominciare anche lui.
Prese le due estremità della camicetta e le aprì,facendo saltare qualche bottone;la aiutò a sfilarsi la camicetta e il reggiseno,levandoglielo con i denti.
Lei si leccò il sangue sulle labbra,per poi far riprendere il loro scontro di lingue.Lars fece scivolare le mani sui suoi seni morbidi,tastandoli con delicatezza .
Ormai le emozioni si erano fatte troppo forti e violente per riuscire a distinguere l'una dalle altre,così come i movimenti sensuali e veloci attiravano entrambi come le api al miele.


La lue fioca che filtrava dalla finestra gli solleticava gli occhi.
Si alzò strofinandosi gli occhi;li aprì debolmente per poi guardarsi attorno.
Era ancora in camera di Lavinia.
Sospirò pesantemente,alzando la schiena che prima era appoggiata al letto.
Guardò la ragazza affianco a lui.
Era davvero bella.
Allungò una mano verso di lei,accarezzandole la guancia e spostando una ciocca di capelli.Lavinia aprì debolmente gli occhi.
La ragazza si mise seduta sul letto,per poi ricadere stanca
-Sai che stai bene con i capelli abbassati?-
Lars arrossì lievemente,per poi ristendersi accanto a lei e girarsi su un fianco.
-Ancora infatuata di Antoni?-le chiese sorridendo.
-E chi è Antonio?-gli rispose con un sorrisetto malizioso.
Si mosse sinuosa verso il suo petto,guardandolo con sguardo impnotico e magnetico.
-Sai...è stato l'unico momento rilassante in sei mesi.-gli confessò passandogli una mano sugli addominali.
Le si avvicinò al viso,fino a far sfiorare i nasi,per poi spostarsi fino all'orecchio,sussurrandole.
-Lo è stato anche per me-
Lei sorrise.Si avvicinò di più,fino a toccarlo.
Lars sentiva i suoi seni premergli sul petto,Lavinia sentiva le sue braccia cingerle la schiena nuda.
-Allora dovremmo rifarlo più spesso.-propose ,quasi in un sussurro.
-Per me va bene.-rispose sorridendole.
Guardarono l'orario.Era davvero tardi
Dovevano sbrigarsi se volevano andare a lavoro.





Commenti vari:
Spagna&Belgio:O_O
RomanA:Eh che ci fate qui?Vorremmo avere un attimo di intimità u.u.
Olanda:Dio che imbarazzo,andatevene.
Spagna:A direil vero non siamo gli unici
Olanda e RomanA:*Si girano e vedono tutte le nazioni* E voi che ci fate qui?
Francia:Abbiamo visto tutta la scena con tanto di pop-corn.
Prussia:Tutte la notte.
Romano:Non avete un minimo di ritegno.Prima dovevate controllare che le tende fossero chiuse.
Veneziano&VenezianA:E meno male che non era il tuo amante.
RomanA:Zitta!


Si ringrazia Rico da Fe per aver recensito.


 

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Capitolo 20
*** La lettera di Sadik ***


American Dream -AHHH non è possibile!Lo osserviamo da tre mesi e ancora non è uscito niente!-
Kim e company erano seduti al bar di Fidel come al soli,ma in più c'era Heracles.
Osservavano Sadik da tre mesi e non era ancora uscito niente,tranne il fatto che con tutta probabilità si trattava di Heracles e la cosa aveva incominciato ad interessargli di più.
-Calmati Kim,dobbiamo solo pazientare.-disse calmo il canadese.
-Dobbiamo provare qualcosa che non abbiamo ma fatto.-disse convinto Alfred,ignorando per l'ennesima volta il fratello.
Heracles era pensieroso,era preoccupato che la cosa riguardasse lui.Normalmente ci avrebbe dormito sopra,ma stavolta per lui era diverso;sentiva come una specie di istinto che lo spingeva ad andare a fondo della faccenda.
-Qualcosa l'ho trovato.-dichiarò Heracle con voce stanca,richiamando l'attenzione dei tre
-Che hai trovato?-
-Una lettera....Di mia madre.-concluse porgendola a Kim.
La vietnamita la aprì per leggerne il contenuto.



 "Caro Heracles,
     bene,ho promesso che ti avrei scritto almeno una lettera al mese,e l'ho fatto.
A dire il vero questa è la seconda lettera ,non posso proprio stare senza di te.
Sai qui in ospedale non è poi così brutto come dicevano.
L'unica noia è la cura che mi ha dato il medico.Ora sono senza capelli.
Ma non ti preoccupare, la mamma è forte e presto gli ricresceranno.
Spero che ti stia comportando bene con Sadik,è stato così gentile a tenerti con lui.
Cerca di comportarti bene,è un amico della mamma e la mamma ci tiene ai suoi amici.
Spero che ti sia simpatico,sai penso che dovrai passare molto più tempo di quel che pensi con lui.
E se fai il bravo io e lui ti riveliamo un segreto,ok?
Con un mondo di affetto,
 
Tua madre."

La ragazza chiuse la busta,leggermente sbigottita dal contenuto.
-Tua madre...-
-Aveva un cancro...-continuò la frase Heracles,con un tono tendente al triste.
-E tuo padre?-chiese Alfred,forse un po' inconsciamente.
Heracles fissò la tazza contennente il caffè, con sguardo ancora più triste di prima.
-Non l'ho mai conosciuto,mia madre non si è ai sposata.-
Mattew,incuriosito chiese :-E allora come sei nato?-
Heracles gli sorrise amaro.
-Hai presente il college?-
Mattew si pentì subito di aver fatto quella domanda.Abbassò lo sguardo dispiaciuto.
Kim ,vedendo che la situazione stava precipitando,decise di cambiare argomento.
-Prima hai detto che l'avevi trovata ,ma non avresti dovuto già leggerla?-
-Ho trovato altre lettere oltre a quella,tutte di mia madre.-
I tre polizziotti in divisa rimasero sbigottiti.
-Tutte lettere che mi doveva consegnare Sadik.-disse con una punta di rabbia.
-Ho il sospetto che che c'entri io nella famosa lettera e penso si tratti di quel segreto che mia madre mi voleva rivelare.-concluse infine,stringendo forte la tazza tra e mani.
Doveva scoprire che celava quella lettera.E anche al più presto.

† † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † †
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Tre mesi,quella sottospecie di relazione durava da tre mesi.Tre mesi di bugie,ritardi ingiustificati e segreti.
A Lavinia tutto quello piaceva;il brio e la tensione che provava quando stavano per essere scoperti o le strambe bugie che inventavano.
Tutto quello aveva movimentato la sua vita troppo monotona e ripetitiva;era tutto inprevedibile,lei era imprevedibe,Lars era imprevedibile.
Dopo  tanto tempo si sentiva viva,sentiva l'adrenalina scorrerle nelle vene ogni volta che lo vedeva,perchè ormai sapeva che ogni volta che lo  si incontravano sarebbero finiti in un altra situazione eccitante quanto rischiosa.
Anche a Lars la situazione piaceva.Era così preso ad inventare bugie, scuse e passare il tempo con lei che aveva quasi dimenticato cosa fosse  il fumo;addirittura non toccava droga da tre mesi.
Era solo un  gioco che gli serviva a non pensare ai problemi della vita reale e mai avrebbero pensato che sarebbe diventato qualcosa di più.

-Non è comodo qua sopra.-si lamentava Lavinia,rivolgendosi a Lars,che la sovrastava.
-E' la stampante è logico che non è comoda.-controbbattè l'altro,chinandosi su di lei.
Fare sesso su una stampante non era una prospettiva invitante, ma era una cosa nuova.
L'italiana,distesa sulla stampante,irriggidì i muscoli.
Aveva sentito una voce al di fuori della stanza.E infatti...
-Laaaars!Ti ho portato i documenti!-
Oh non ci voleva era Belle,la gente doveva disturbare nei momenti meno oppurtuni.
-Naconditi sotto la scrivania,io vedo cosa vuole.-le ordinò Lars,e lei corse a nasconderti in tutta fretta.

Belle entrò allegra come sempre con i suoi documenti.
-Lars ti ho portato i documenti!-
L'olandese si girò verso la sorella con il suo solito sguardo serio.Incominciava la recita
-Ah si ...Poggiali lì.-rispose seccamente
-Lars...-si fece avanti timida Belle,strigendo i documenti al petto.
-Ti devo parlare.-
Sussultò,non ci voleva.
Si diresse verso la scrivania e si sedette sulla sedia,lontano dal bordo per eviatare di far male Lavinia dato che si era nascosta nello spazio che dovevano occupare le gambe.
-Dimmi tutto.-
La ragazza si sedè titubante davanti alla scrivania,poggiando i documenti.Lars li prese incominciò ad esaminarli mentre aspettava che la sorella parlasse.
-Si tratta di me e Antonio...-
Il ragazzo di fronte a lei perse attenzione per i documenti,mostrandosi interessato, anche se sapeva già quello che gli voleva dire.
-Io e Antonio abbiamo deciso di fidanciarci.-
Lars fece finta di guardarla sorpreso.
-Si lo so che dopo tutto quello che mi ha fatto non è...-
Lars fermò Belle con una mano,posò i fogli sul tavolo.
-Per me va bene.-disse semplicemente,lasciando la sorella a bocca aperta.
-Com...-
-Mi hai sentito.Per me va bene.E' la tua vita,devi decidere tu.-
Belle non ci credeva che Lars aveva approvato .Era al settimo cielo.
-Lars!!-continuò Belle con voce squillante.
Alzò gli occhi al cielo.
-Che vuoi ora?-
-Penso che dovresti trovarti una ragazza.-gli disse la sorella tutto di un fiato.
Si voltò a destra,riprendendo i fogli.
-Non ho ancora trovato il tipo giusto.-rispose un po' imbarazzato.
Belle gli sorrise avvicinanandosi di più a lui.
-Che ne dici di Lavinia?-
A Lars per poco non venne da ridere.
-No è troppo volgar...-sentì un dolore lancinante al polpaccio.
Lavinia,non troppo contenta del commento di Lars,gli aveva affondato le unghie nella gamba.
Si coprì con i fogli il viso per non far intravedere la smorfia di dolore.
-Tutto bene?-chiese Belle preoccupata.
Lars tolse i fogli dall viso rispondendole di si.Contenta e soddisfatta,la belga lasciò l'ufficio del fratello quasi correndo.
Il ragazzo tirò un sospiro di sollievo.
L'italiana uscì sinuosa dal suo nascondiglio,poggiando una gamba sulla sedia su cui era seduto Lars.
-E quindi secondo te io sarei volgare?-le chiese un po' offesa l'italiana
-Non trovavo un insulto migliore.-si giusticò l'olandese.
Lavinia si avvicinò alle sue labbra,baciandolo  delicatamente.
Si,era quella la loro personale routine.


† † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † †
† † † † † † † † † † † † † † † † †

Heracles tornò a casa tormentato da vari dubbi e pensieri.
Si distese sul letto pensieroso.
Sentì qualcosa di morbido e peloso strusciarsi sul naso.
Il suo gatto continuava a strusciarsi sul suo viso, sembrava che gli volesse dire qualcosa.
Si alzò dal letto seguendo il gatto.
-Dove vuoi...?-
Il gatto continuò correre verso l'altra stanza, girandosi ogni tanto per vedere se il suo padrone lo seguiva.
Con la zampetta aprì la porta di una stanza: la stanza di Sadik.
Heracles seguiva incuriosito il gatto; che ci faceva nella stanza di Sadik?
Il gatto salì sul letto e infilò la testa nel cuscino, tirando fuori una lettera.
Heracles la riconobbe; er quella lettera.
La prese dalla bocca del gatto scartandola violentemente come un bambino troppo ansioso di ricevere il proprio regalo.
La aprì per leggerne il contenuto

"Cara Hellas,
Come sai non sono mai stato bravo a scrivere quindi la lettera sarà di poche parole.
Sai mi dispiace che tu abbia lasciato gli studi...E so anche che la colpa è mia.
Come va con il bambino?Spero che stiate bene entrambi.
Sai vorrei vederlo, vorrei vedere se mi somiglia.Anche se spero che somigli più a te.
Non so quali responsabilità deve avere un padre e non so nemmeno come si cresce un figlio.
Spero di riuscirci, insieme a te.
Spero di incontrarti presto.

. . . . . . . . . . . . . . ."

Heracles lesse il nome in fondo alla lettera.
Una miriade di  emozioni gli invase lo stomaco.

-Heracles che ci fai qua dent...-
Sadik entrò nella stanza con visibile preoccupazione.
La sua espressione cambò non appena vide Heracles con QUELLA lettera in mano.
-Heracles... Che...?-
Il greco si girò verso di lui, con la lettera in mano.
-Sadik...-il ragazzo  lo guardava con espressione sorpresa e allo stesso tempo shockata.
-Perchè c'è il tuo nome su questa lettera?-

† † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † † †
† † † † † † † † † † † † † † † † †



Nation room:

America:Peggio di quando Skywalker ha scoperto chi era il suo...
Canada:Shock...
Vietnam:Grecia come stai?
Grecia: *trema*
Turchia:Esagerato...

Ringrazio Rico da Fe e Tsuki_Frost per le recensioni

P:S  scuste non ho letto se ci sono errori fatemelo sapere. :-)








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Capitolo 21
*** Ti amo ma non te ne accorgi ***


extra Lavinia non riusciva non pensarci.
Il suo cuore si setiva sotto sopra, era una senszione strana e dolorosa.
Non ci capiva più niente.Sentiva ardere nel suo cuore due fiamma potentissime che si contrapponevano.Doveva fare qualcosa al più presto perchè se una di quelle fiamme non si fosse spenta il suo cuore sarebbe bruciato.
Non pensava che alla fine si sarebbe innamorata anche di Lars; le cose si erano fatte più complcate per il suo povero cuore che ormai non ce la faceva più.
Non sapeva nemmeno se era ricambiata dall'altro. Non voleva ricevere un altra delusione.
In fondo lei sperava che dietro a quei movimenti e quelle emozioni comandate dalla passione ci fosse un minimo di amore.
Ma allo stesso tempo provava una pura folle. Non voleva innamorarsi per l'ennesima volta
Lars si staccò dalle labbra dell'italiana che stava a cavalcioni sulle sue gambe.
La ragazza rimase sorpresa al gesto; che avesse capito ciò che stava pensando?
-Lavinia...C'è qualcosa che non va?-
Centro.
Lavinia abbassò lo sguardo, girandosi nella direzione opposta.
-Ti vedo pensierosa che succede?-
Lavinia affondò la testa nel petto dell'uomo  su cui era seduta. Lars la abbracciò e la strinse forte al petto.
-Mi vuoi dire che c'è?-
Lavinia continuava a restre in silenzio. Non poteva dirglielo.
Staccò la testa dal suo petto e lo guardò dritto negli occhi, voleva vedere se nei suoi occhi c'era la stessa scintilla che c'era nei suoi.
L'olandese non le diede il tempo, riprese a baciarla  con foga.
E Lavinia ebbe la sua risposta, il loro era un rapporto fondato sulla passione.
Ma Lavinia non aveva pensato che forse Lars condivideva la sua stessa paura...


Lars continuava a baciarla stringendola forte a se, non voleva lasciarla andare per nessuna ragione, si voleva godere quei momenti finchè poteva.
Aveva paura di perderla da un momento all'altro, per questo motivo la strigeva forte a se, voleva dirle che non l'avrebbe mai lasciata andare per nulla al mondo, che l'amava ma non poteva.
Lavinia gli aveva mostrato che non c'era niente di peggiore di un amore non ricambiato; gli aveva mostrato la sofferenza e in ultimo il gesto estremo  cui era giunta insieme a lui.
Il loro era un rapporto fatto di passione che seriviva solo a dimenticare per qualche or le amarezze della vita.
E fintanto che l'illusione continuava, Lars continuava ad amarla nel suo modo silenzioso.




La strada illuminata dai lampioni rendeva l'atmodfea romantica.Il viale illuminato era un posto di ritrovo per i giovani innamorti del posto.
Per fortuna erano solo in due su quella viuzza.
Camminavano mano nella mano,guardandosi e poi voltandosi imbarazzati,quasi come  fosse alla prima cotta.
Mei Mei e Kiku erano contenti che per quella via non ci fosse nessuno,così avrebbero avuto più intimità e non avrebbero avuto la sensazione di essere guardati continuamente.
Più che parlare del loro rapporto spettegolarono su tutto quello accaduto in città:il matrimonio di Gilbert e Elizaveta,la lite tra Arthur e Francis,la malattia di Eirick...Insomma tutto ciò che era accaduto in quegli ultimi tempi.
Trovarono una panchina.Decisero di sedersi.
-Allora che è successo fra Arthur e Francis?-chiese la taiwanese che non aveva capito molto bene la situazione.
-Francis ha incominciato a provocarlo e Arthur arrabbiato ha tirato in ballo Jean;così si sono picchiati finchè Ivan non li ha divisi.Inoltre la famiglia di Arthur non h fatto niente per aiutarlo,tranne il cugino Kevin che ogni tanto intimava entrambi di smettere.-le rispose il giaponese cercando di essere il più esaudiente possibile.
Mei Mei guardò in basso.Era davvero dispiaciuta per Arthur,dopo tutto quello che aveva passato non si meritava tutto quello.
-E invec il matrimonio tra Gilbert ed Eliza?Ti hanno già chiesto le fedi?-le chiese Kiku
Mei Mei alzò il capo e si volse verso il giapponese.
-Si la hanno già ordinate,Eliza era entusiasta.-disse contenta l'orientale.
In genere nel gruppo quello che aveva il ruolo di portinaia era Francis e di solito Kiku scattava solo foto per ricordare i momenti memorabili.Mei Mei non viveva proprio incittà e quindi voleva essere informata su tutto per non trovarsi impreparata.
-Il lavoro invece?Questo periodo è particolrmente produttivo per me.-chiese la taiwanese.
L'altro orientale si girò verso di lei un po' sopreso della domanda,ma rispose lo stesso.
-Bhe va tutto bene...Il vice direttore è persino più allegro ultimamente.-
Mei Mei  abbassò lo sguardo arrossendo  e Kiku pensando che aveva fatto qualcosa di sbagliato la imitò subito.Doveva fare qualcosa
Kiku le prese le mani.Mei  sentiva chiaramente che stava tremando e che era rosso in viso.Si fece rossa anche lei quando Kiku le strinse più forte le mani.
-Mei...-provò a dire il giapponese,ma si fermò per il troppo imbarazzo.
-Basta spettegolare...Che ne dici se parliamo un po' di noi.-disse infine con voce tremante.
-Kiku...Non ce bisogno...Che tenti di dimostrare il tuo amore per me.-
A quella affermazione della taiwanese,il giapponese si fece porpora.Non si aspettava una frase del genere da lei.
-Tu per me sei come il sole che sorge ad est...-
Si avvicinò al suo viso ma si fermò ad un centrimentro di distanza.Kiku sapeva che cosa si aspettava e non voleva deluderla.
Si avvicinò piano piano,poggiando le labbra sulle sue per qualche secondo.
Quando si staccarono il giapponese era talmente rosso in viso che fu costretto a girarsi.Mei Mei rideva,abbracciandolo.
Rimasero così per un po'.



Arthur era seduto sulla sua poltrona ad osservare i suoi parenti che festeggiavano, ma cosa poi?
Se n'era quasi scordato, festeggiavo lui e i suoi trent'anni  con quella festa chiamata compleanno.
Che ci trovavano di divertente nel festeggiare? Facevano solo un gran chiasso tutto lì.
-Hey Arthur!Dai vieni ,stiamo festeggiando te.Ti abbiamo preso anche una torta.- lo chiamò suo cugino Kevin, cercando di convincerlo a festeggiare con loro.
Arthur si alzò scocciato, dirigendosi verso il tavolo con la torta.
Era nella posizione di capotavola, lì poteva vedere i volti di tutti.
Immagginava quei volti coperti di sangue, sfigurati dal suo coltello che imploravano pietà.
Buttò lo sguardo sulla torta, era semplice, proprio come piaceva a lui.
Non sapeva se i suoi parenti l'avevano presa così perchè conoscevano i suoi gusti o per risparmiare; per lui, comunque, non aveva importanza.
Prese il coltello al lato del piatto.Tagliò ogni fetta, immagginando di sfigurare la faccia al membro della famiglia a cui era destinata la fetta, cercando di essere meno cattivo con Kevin e famiglia.
Quando sarebbe finita quella tortura?
Tagliò la fetta destinata a Ian come se fosse un pezzo di carne, lo odiava.
Non lo aveva mai sostenuto, non gli aveva mai dato una mano.
-Hey Arthur, così rompi il piatto!-
Arthur guardò il piatto. Aveva graffiato la zona in cui aveva tagliato.
-Non mi trovo con questo coltello.- disse l'inglese dirigendosi verso la cucina.
Prese un coltello dal cassetto, ma non un semplice coltello.
Si sentiva stranamente a suo agio ma doveva controllarsi.  Aveva fatto tanto per non finire in prigione non si sarebbe fatto prendere.
Tagliò con più precisione la fetta di Ian.
L'uomo lo guardava incuriosito, che aveva di speciale quel coltello?
-Arthur che ha qual coltello di... Diverso?- chiese il rosso un po' incerto, credeva di aver fatto una domanda stupida.
Arthur si girò verso di lui brandendo il coltello, quasi cercasse di intimidirlo.
-Mettiamola così Ian, voglio più bene a questo coltello che a te.-
Almeno lui gli aveva salvato la vita.


Sorpesa questo capitolo l'ho pubblicato in anticipo (mi scocciavo di leggerlo però...)
Siccome qui non diciamo niente mi sembrava crudele  farvi aspettare una settimana per un capitolo che non vale niente.
Sabato ne pubblicherò un altro e finalmente assisterema al matrimonio di Eliza e Gil!
Ringrazio tanto Tsuki_Frost per aver recnsito

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Capitolo 22
*** Il matrimonio che tutti aspettavano! + riassunto ***


A.D Spagna: Hola! Io e Francia siamo qui per...
Francia: Farvi il riassuntino della storia.
Spagna: Allora iniziamo con la parte interessante. RomanA si porta Olanda e casa e indovinate cosa succede...
Francia: Esatto gente scopano! Ho sempre shippato quella coppia
Olanda&Romano: Sta zitto!
Spagna: Ma questo rapporto non sembra essere fondato sull'amore, però alla fine scoprono che con questa faccenda iniziata per gioco hanno trovato ciò che cercavano.
Francia: Ma come fessi non si dichiarano.
Spagna: Ultima cosa finalmente si apre la lettera di Sadik e si scopre che...
Francia: Heracles è femmina.
Spagna: Ma che dici? Si scopre che Turchia è il padre di Grecia!
Veneziano: Oh davvero? Grazie per avermelo spiegato io non avevo capito!
Romano: E' senza speranza!




Elizaveta si svegliò presto quella mattina, dopotutto non poteva far aspettare gli ospiti. La preparazione era lunga per questo si erano svegliate insieme a lei la sua futura cugina  e le colleghe di lavoro del suo futuro marito.
A breve lei e Gilbert si sarebbero uniti nel sacro vincolo del matrimonio, un ulteriore catena che li legava insieme
Doveva fare presto, il suo cavaliere non poteva aspettare.



-Che cerimonia, eh?-
-Si zio Roderich, tutto in piena regola. Anche il ristorante è  elegantissimo.-
Ludwig e suo zio stavano chiacchierando seduti al tavolo del ristorante. La cerimonia era stata lunga ed stancante, e sapendo che Gilbert non era un tipo paziente temevano che gli facesse fare qualche figuraccia col prete.
I tavoli erano sistemati in un cortile e non nella sala interna; faceva calo in quei giorni.
-Si concordo, ottima scelta.-
Ariovisto si intromise nel discorso, sedendosi accanto a loro.
-Oh zio! Da quanto tempo.- esclamò Ludwig non appena lo vide.
Ariovisto si girò verso il nipote con il solito sguardo serio stampanto sul volto simile a qullo di Ludwig.
C'era una somiglianza incredibile tra i due.
-Si hai ragione. L'ultima volta che ci siamo visti è stato durante quella vacanza in Italia... A proposito, ti ricordi quelle ragazze?-
Quelle ragazze...? Si, quelle che li hanno ospitati durante la vacanza in Italia!
La maggiore sembrava che lo odiasse mentre aveva stretto un forte rapporto con la minore.
Quei ricordi erano veramente lontani, si stupì di ricordarsi ancora qualcosa.
-Si e no...- rispose sinceramente Ludwig.
-Oh bene, sai che sono qui insieme al padre? Se vieni te le faccio vedere...-
Ariovisto si avviò verso il centro del cortile, senza nemmeno aspettare il consenso del nipote: doveva venire e basta.
-Ehi aspetta ti devo dire una cosa!-
Il germanico si fermò guardando con una punta di curiosità il ragazzo.
-Oggi volevo far conoscere a tutti voi la mia fidanzata...-
-Avrai il tempo dopo. Ora seguimi.-


-Papà ma devo  proprio?-
Serena non voleva proprio incontrarli quei tipi lì; soprattutto il minore o sua prima cotta.
Era fidanzata non poteva incontrare altre persone. E se Ludwig si fosse ingelosito?
-Mi spiace tesoro ma devi. Il tuo ragazzo me lo farai conoscere più tardi.- le rispose il padre strattonandola fino al centro del cortile.
L'italiana vide Ludwig e Ariovisto chiacchierare al centro della sala aperta. Che si conoscessero?
Camminarono verso di loro fino a che Serena non si ritrovò faccia e faccia con Ludwig.
-Serena spero che tu ti ricorda di Ludwig anche se è passato tanto tempo ed è cresciuto.-
Le disse il padre mettendo una mano sulla sua spalla.
Ariovisto si girò verso il ragazzo accanto a lui allungando una mano verso la ragazza, invitandolo a presentarsi.
-Haha bello scherzo. Come facevi a sapere che Ludwig era il mio ragazzo?-
-Come?- Claudio e Ariovisto erano rimasti davvero sorpresi.
-Si zio Serena è la mia fidanzata.- disse Ludwig con un lieve risolino.
All'improvviso la sua espressione si fece seria e capì che non si trattava di uno scherzo.
Probabilmente tutto si aspettavano tranne il fatto che fossero fidanzati.
-Serena mi sa proprio che non lo sapevano.- le disse Ludwig con un po' di imbarazzo.
Serena rise passandosi una mano dietro alla testa.
-Hehe mi sa.-



Antonio, Francis e Gilbert erano seduti su una panchina del cortile.
Gilbert era disperato; doveva fare il suo discorso agli invitati e non sapeva coa dire.
-Avanti Gil! Sei il magnifico ti inventerai qualcosa.- lo incoraggiò Antonio con il suo sorriso allegro.
-Tonio ha ragione Ti inventerai qualcosa.- disse Francis appoggiandogli una mano sulla spalla.
Gilbert veva ancora lo sguardo puntanto a terra.
Per la prima volta nella sua vita stava pensando seriamente.
Si alzò dalla panchina saltando.
-Si avete ragione e ora velo diostrerò con il mio discorso.-
-Oui mon cher, mostraci tutta l tua magnificenza.-
-Che la buena suerte sia con te Gil.-

Il tedesco si diresse verso il centro della sala, richiamando l'attenzione di tutti.
-Ora statemi a sentire tutti. Il magnifico me deve fare il suo discorso!-
In un attimo ebbe l'attenzione dell'intera sala.
A Gilbert era sempre piaciuto essere al centro dell'attenzione.
Prese una sedia e ci salì sopra; si schiarì la voce e aprì le braccia come stesse aprendo le acque.
-Cari amici, parenti, colleghi e conoscenti. Come sapete tutti, siamo qui riuniti per celebrare un grande evento il mio matrimonio con Elizaveta.
Siamo partiti dalla Germania senza sapere cosa ci attendeva come ognuno di voi. Ognuno è venuto qui per vivere il suo "American Dream", il suo sogno americano. Forse questa è l'unica cosa che abbiamo in comune oltre il fatto che viviamo tutti nella stessa città. Il destino ha deciso di riunirci tutti qui, in questo luogo. Dio ci ha riuniti qui, dandoci l'oppurtunità di migliorare, di crescere, di fare nuove esperienze. E' stato sempre Dio che ci ha guidato tutti fin qui; è stato grazie alla sua forza se ora riusciamo a comprederci a vicenda. Dio è grande e potente ed è riuscito a far penetrare la sua forza in ognuno di noi.-
Ludwig si accorse di una leggera "anomalia" vocale su quel penetrare e stava incominciando a capire che la maggior parte del discorso sarebbe stato pieno di doppi sensi...
-Dio è  sempre dentro di noi con tutta la sua grandezza e potenza. Dobbiamo chiedergli sempre di più, dobbiamo pregare sempre di più. E anche se fa male dobbiamo resistere per arrivare fino al piacere supremo.-
Mathias e Alfred  si  misero una mano davanti alla bocca per il troppo ridere mentre la maggior parte degli ospiti tentava di non guardarlo per non ridere. Solo i suoi parenti si misero una mano in fronte disperati.
-E anche mio fratello Ludwig che ha perso la fede...-
Il tedesco si girò  sbattendosi una mano in faccia, il peggio doveva ancora arrivare.
-Preghiamo affinchè Dio possa dargli conforto e possa farlo giungere in alto assieme alla sua compagna Serena. Preghiamo affinchè loro possano accogliere Dio all'interno del loro cor...-
Eliza non gli diede il tempo di finire il pensiero che lo strattonò giù dalla sedia, mentr il tedesco se la rideva.
-Ci sono dei bambini Gilbert!- lo ammonì Eliza.


Lavinia era seduta su una panchina, triste e sconsolata.
No sapeva che cosa fare, il suo cuore continuava a bruciare e a chiedere amore vero, cosa che lei non aveva in quel momento.
-Lavinia che hai?-
Belle le poggiò una mano su una spalla, chinandosi su di lei.
Lavinia ritrasse lo sguardo a quella domanda, ciò fece insospettire Serena.
-Che è successo?-
Ma non ottenne ancora nessuna risposta.
-E' per Lars vero?-
Lavinia si raggelò all'istante, come faceva lei sapere?
-Secondo te non me ne sono accorta in tre mesi che c'era qualcosa di diverso in mio fratello? Avanti è evidente come il bianco sul nero.- le disse Belle cercando di farla alzare.
-Non sai perchè è iniaziata questa sottospecie di relazione è nata per dimenticare i problemi, per noi è solo un gioco tutto qui!- sbottò all'improvviso Lavinia ritraendo la sua mano.
-Per te non è un gioco.-
L'italiana si sentì colta sul fatto. Già per lei non era più un gioco da tanto tempo, da quando aveva scoperto che aveva incominciato a provare qualcosa per lui. Quante volte aveva provato a vedere se c'era amore nei suoi occhi e lui non le dava il tempo. Quello che era partito come gioco per Lavinia era diventato qualcosa di più.
-E credimi Lavinia non è un gioco nemmeno per Lars. La vostra è stata una relazione sin dal principio.-
-E' allora perchè non me lo ha dimostrato?-
-La stessa domanda vale per te.-
La mora era rimasta spiazzata dall'affermazione della belga. Già perchè non glielo aveva detto?
-Te lo dico io Lavinia; la verità è che avete paura di non essere ricambiati; è questa la verità.-
L'italiana, non riuscendo a reggere lo sguardo accusatorio della belga, abbassò lo sguardo cercando di fuggire quegli occhi.
Belle si voltò come per andarsene,ma girò la testa verso l'amica  per dirgli solo un paio di parole:- Ora sta a te decidere.-


Ivan era seduto su una sedia bianca del cortile con lo sguardo perso nel vuoto.
Non sapeva se stava fissando qualcosa o era solo annoiato e stava fissando il nulla.Forse qualcosa lo stava fissando.
Mattew stava parlando allegramente con il suo fidanzato Mattew;  alliziozio non aveva approvato la loro unione per via del fratello di lui,  ma con il tempo aveva carito che il canadse era tutto il contrario del fratello Alfred.
Era invidioso della sorella in un certo senso, lei aveva un fidanzato così amorevole e calmo che la consolava quando ne aveva bisogno.
Erano proprio una coppia perfetta.
E poteva parergli strano che anche la sua altra sorella si fosse fidanzata con qualcuno che non fosse lui.
Natalya aveva sempre voluto bene al suo fraellone, ma non quel bene fraterno, lei voleva andare oltre.
Poi aveva conosciuto Toris e, anche se all'inizio era diffidente ai suoi corteggiamenti, alla fine si erano fidanzati.
Guardava entrambe le coppie con malinconia.
Chissà se un giorno anche lui avrebbe avuto la felicità che tanto cercava.





Angolo dell'autrice (finalmente è tornato mio)
Non ho riletto mi scocciavo!
Dunque ringrazio Antoniette Bonnefoy per aver messo la storia nelle seguite e Carmen I am per averla messa nelle preferite.
Mh.. Ecco oggi è il mio compleanno! E quindi vorrei che mi regalaste una recensione grazie!
Al prossimo capitolo!
P.S. Questo è il quart' ultimo capitolo. S i avete letto bene, altri quattro capitoli per finire questa avventura!
Mi viene la commozione.


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Capitolo 23
*** De dode ikke vende tilbage! ***


American Dream Mathias era seduto al tavolo degli aperitivi, sorseggiando un drink, in attesa della grande abbuffata.
Stava lì, fermo, a fissare la piccola Kaalit che parlava allegramente con Lily dato  che avevano la stessa età e sua madre che stava lì per tenerla d'occhio.
Poteva solo guardarle, non poteva toccarle.  Le sue mani erano troppo sporche di sangue per toccare un essere puro e innocente come sua sorella e troppo intrise di peccato per toccare sua madre.
Allungò una mano vero la sua figura lontana, immaginando di toccarle. La chiuse in un pugno, rassegnato.
-Possibile che tu non te ne si accorto?-
Berwald era arrivato all'improvviso e si era seduto acca; ma con quella domanda ovviamente non alludeva alla sua presenza.
Mathias continuava a fissare la sorella parlare allegramente con Lily, questo era il suo modo di dire a Berwald che non aveva capito a cosa alludeva.
-Astrid ti sta fissando da un  po'.-
Il danese rivolse il suo sguardo a sua madre e si accorse che lo stava guardando. Con le braccia conserte  e lo sguardo pieno di compassione e nostalgia lo fissava con insistenza, quasi come gli volesse vedere l'anima.
A quel punto il biondo si girò verso lo svedese per chiedere spiegazioni.
-Sai Mathias, ultimamente Astrid ha stretto un forte legame con Eirick e Lukas ed è andata a trovarli nella loro stanza.-
Il danese non capì perchè l'amico aveva calcato quella parola. Stanza... Che mai poteva significare?
-Dovevi stare più attento con le parole. Che hai detto a Lukas quando gli hai raccontato tutto?-
Mathias ci pensò un po' poi ripetè piano.
-Quello che vi sto per raccontare non deve uscire da questa st...-
Si interruppe all' improviso, impallidendo di colpo.
Si era scavato la fossa raccontando tutto a quelli lì. Ma di certo  era una cosa strana che Lukas avesse fatto una cosa del genere.
Guardò Berwald negli occhi, come lo volesse fulminare; lui era l'unico che aveva così tanta confidenza con Astrid da poterle dire tutto.
-Le ho detto che non appena mi sarò alzato potrà venirti a parlare.-
Sapeva che Alexander era troppo orgoglioso per scappare e quindi sarebbe rimasto ad affrontare il passato: lo aveva messo in trappola.
Si alzò piano dalla sedia, lasciando solo l'amico.
Mathias attese che Astrid gli si avvicinasse.
In quei pochi istanti i ricordi tornarono ad assalirgli l'anima.


   
Berwald e Alexander erano entrati in casa da poco e tutto si aspettavano tranne di vedere Astrid a terra che perdeva sangue e Kaalit in lacrime.
Alexander vide suo padre con i pugni sporchi di sangue e solo allora gli fu tutto chiaro.
-Ber!Prendi Kaalit e scappa al piano di sopra!-
La situazione era precipitata: suo padre era tornato a casa talmente ubriaco che aveva picchiato a sangue sua madre.Non si muoveva più.
Kalit piangeva disperata, strigendo il pantole del fratello per la paura.
-E tu che fai?- gli chiese Berwald mentre prendeva Kaalit in braccio.
-Io lo intrattengo voi andate.-
Alexander sapeva che il rischio era alto, soprattutto perchè il padre era ubriaco.
Berwald corse al piano di sopra con Kaalit in braccio.Aveva il cuore in gola e strigeva il più possisbile Kaalit al petto per evitare che vedesse o sentisse.
Aprì l'armadio della camera di Alexander dicendo a Kaalit di rimanere dentro
Solo quando entrò anche lui nell'armadio si ricordo di tutto quello che gli aveva detto in quegli anni,ma soprattutto si ricordò di quella volta che litigarono.

-
Vorrei che finissi di parlare una volta per tutte!
-Ma muori.-

Non lo pensava davvero, ma allora perchè glielo aveva detto?
Quante volte glielo aveva detto e non lo pensava sul serio?
Possibile che fosse colpa sua?
Si riscosse improvvisamente dai suoi pensieri.Kaalit lo tirava per una manica.
Si infilò dentro l'armadio stringendo la piccola, almeno avrebbe protetto
lei.



Alexander non sapeva cosa fare; suo padre era il triplo di lui e non aveva di certo speranze.
Si mise a correre per cercare di seminarlo, faceva cadere oggetti con l'intento di rallentarlo o cambiava direzione di scatto per sviarlo.
Niente, gli stava sulle costole; era impossibile seminarlo.
Corse istintivamente al piano di sopra anche se sapeva che c'erano Berwald e Kaalit.
Entrò in una stanza, quella dove c'erano gli attrezzi. Prese la prima cosa che gli capitò: un' accetta.
Uscì di corsa dalla stanza,  dirigendosi in camera sua.
Chiuse la porta e si appoggiò accanto all'entrata, aspettandoo che entrasse.Sentiva il padre chiamarlo.
Aspettò cercando di rimanere il più calmo possibile.
Sentiva i passi farsi più pesanti e vicini.
Aveva il battito cardiaco a mille, sudava freddo e la paura lo paralizzava.
Ma non poteva esitare, c'era in gioco la sua vita, quella di sua sorella e quella di Berwald.Non poteva permettersi di avere paura.
La porta si aprì di scatto e la figura dell'uomo si gettò all'interno della stanza.
Alexander lo colpì alla schiena con l'ascia, facendolo urlare dal dolore.Lo colpì nuovamente , con più sicurezza e precisione.
L'uomo cadde a terra girandosi verso il suo aggressore, non ebbe nemmeno il tempo di cambirre espressione facciale che Alexander menò un altro colpo nel torace, poi nello stomaco con più forza.
Alexander non sapeva perchè stava sorridendo in quel momento, come non sapeva perchè lo trovava divertente.
Non riusciva a comprenderne il motivo, ma gli piaceva, lo divertiva.Continuava a menar colpi nonostante il sangue caldo gli schizzava in faccia o su gli indumenti.
Tutto intorno a lui sembrava essere scomparso, c'erano solo lui e quella pozza di sangue.
-Alexander perchè sei sporco?-
Quella era la voce di Kaalit.Che ci faceva lì?
Si girò verso l'armadio.Vide Berwald e Kaalit uscire dall'armadio.
Perchè fra tante stanze erano andati a nascondrsi la dentro?
-Ahh...Ah..Ah Ahahaha ....ha...-aveva incominciato a ridere senza motivo, non sapeva perchè rideva; forse trovava quella situazione divertente  oppure era diventato pazzo? Ormai non era sicuro di niente.
-Alexander...-Berwald provò a chiamarlo, senza nessun risultato.Lui continuava a ridere sguaiatamente e senza controllo.

-Ehi Andreas che cazzo erano quei rumori? Ho trovato la porta aperta e tua moglie mezza morta quindi se non vuoi che dica niente alla polizia..-
Questa proprio era una delle ultime cose che dovevano capitare; Jacob era entrato in casa insospettito dai rumori.
 Alexander non gli diede nemmeno il tempo di finire la frase che lo colpì  al collo, facendo schizzare il sangue sulle pareti.
Probabilmente era morto sul colpo, ma continuava a colpirlo violentemente.
Non si fermava, ormai era il suo divertimento perverso.
Le braccia non riuscivano più a muoversi, qualcuno le aveva bloccate.
-Alex, basta! Ormai è morto.- Berwald d gli teneva le braccia per evitare che usasse ancora l'accetta.
-Perchè dovrei smettere? Infondo e colpa sua se non vedi bene senza occhiali, no?- chiese freddo il danese.
-Non ..Eh...Mi piacciono gli occhiali, sto meglio lo hai detto anche tu. Mi vanno bene.- cercò di  calmarlo l'amico.
Sapeva che era impazzito e l'unica cosa che poteva fare era cercare di farlo smettere.
A Alexander cadde l'ascia da mano, si guardò le mani sporche di sangue.
-Sono pazzo Ber?- chiese Alexander guardandosi le mani.
Berwald non sapeva che rispondere.
Si guardò attorno per vedere i cadaveri e il sangue sul pavimento. Solo allora notò che Kaalit era svenuta.
-Alex, Kaalit è svenuta.-
-Non aggirare la domanda.Sono pazzo?-
Berwald mollò la presa; lasciando che Alexander si girasse.
-Sicuro di volerlo sapere?-
L'altro fece di si con la testa.
Lo svedese tirò un respiro profondo, quasi come si volesse dare coraggio. Quella frase gli uscì in  un sussuro
-No Alex...Non sei pazzo.- che altro poteva dire?
Non riusciva a trovare le parole giuste, forseon c' erano le parole giuste, non esistevano; come non esisteva un modo per far tornare tutto come prima, era tutto distrutto, finito con un colpo d' ascia.
Doveva ricominciare da capo, in un atro luogo, con altre persone. E forse avrebbe dimenticato.

La donna prese il posto prima occupato dallo svedese accanto al biondo.
Continuava a fissarlo con compassione e meravilglia. Mathias o per meglio dire Alexander era rimasto totalmente impassibile di fronte alla presenza della donna.
Continuò a sorseggiare l'aperitivo, incurante di suoi sguardi.
-Se speravi che mi pentissi di averli uccisi e che ti avrei abbracciato chiamandoti mamma mi sa proprio che hai pensato male.-
Astrid abbassò lo sguardo stringendo la stoffa del vestito. Berwald l'aveva avvisata, Alexander non esisteva più e solo in quel momento se ne rese conto.
Tornò a fissare il giovane uomo accanto a lei, era diventato davvero un bel ragazzo. Non poteva dire di esserne orgogliosa ma era comunque suo figlio.
-Li hai uccisi per difenderti o per divertimento?-
Non credeva del tutto al racconto dello svedese quindi preferì chiederglielo di persona. Era da quando lo aveva saputo che voleva fargli quella domanda.
-Beh... Io direi entrambi- disse quasi non curante della domanda. Tornò a fissare il suo drink e lo agitò un po'. Un ghigno si fece spazio sul suo volto.
-Ma forse più per divertimento.- concluse cercando di spavantare Astrid e ci stava riuscendo anche abbastanza bene, ma la donna non si muoveva dal suo posto.
-Mamma!-
Astrid alzò la testa e vide la figlia che correva verso di lei, non sapeva cosa voleva, ma di certo dovev essere qualcosa di futile.
-Mamma che hai? Ti vedo triste.-
Era tutt'altro che qualcosa di futile. Come se ne era accorta?
-No tesoro sto bene, non ti preoccupare.- la tranquillizzò la madre cercando di apparire il più calma possibile.
-E tu Mathias?Ti vedo pensieroso e mi guardi spesso.-
Alexander sussultò in quel momento, non si aspettava quella domanda.
-Nn... Non c'è niente che non va...-
Kaalit un po' delusa decise di voltarsi e tornare indietro
-Kaalit aspetta!- Alexander la fermò bruscamente. Quella era l'occasione buona per dirglielo, anche lì che in quel momento c'era sua madre.
Non sapeva come avrebbe reagito, ma sapeva che Kaalit voleva ardentemente abbracciare suo fratello.
La ragazza si girò verso il danese e lo fissò con curiosità.
Alexander fece calare lentamente la mano che aveva alzato per farle segno di fermarsi.
No, non poteva deluderla.
Lei pensava che il fratello fosse una delle persone più fighe al mondo, che fosse una persona fantastica. Come spiegarle che era l'autore degli omocidii che gli avevano cambiato la vita?
-Non correre se no ti fai male.- disse semplicement facendo crollare il braccio sul fianco della sedia.
La ragazza si girò sorridendo e se ne andò partendo come un razzo.
-Glielo dirai mai?- chiese sua madre leggermente curiosa.
Alexnder fissava ancora il suo bicchiere con l'aperitivo semi vuoto, lo agitò ancora un po' poi lo bevve tutto.
-Magari sul letto di morte ci faccio un pensierino.-
Si alzò dalla sedia e posò il bicchiere vuoto sul tavolo; non salutò nemmeno, non lo trovava necessario.
-Zoom vende tilbage.-*Ti prego torna indietro*
Lo pregò la donna ancora seduta sulla sedia bianca del cortile. Alexander avanzò verso di lei, fermandosi solo quando la sovrastò completamente. Un sorriso deviato si allargò sul suo volto e gli occhi da maniaco completavano il quadro.
-De døde ikke vende tilbage!-*I morti non tornano indietro!*


-Hey ragazzi mi sono perso qualcosa?-
Il danese camminava a passo svelto verso il gruppo dei nordici, come li definiva lui.
Il gruppetto si girò verso di lui mostrando i boccali di birra in mano, tranne Tino che aveva un bicchiere di vodka.
L'islandese gli porse un boccale stracolmo, cercando di raggiungere la sua altezza con il braccio dato che stava su una sedia a rotelle.
Mathias prese il boccale guardandolo male, sapeva che sia lui che il fratello lo avevano tradito rivelando tutto ad Asrtid, anche se sapeva che il vero artefice di tutto era Berwald.
Guardò storto anche gli altri due, interrogandosi sul perchè lo avessero fatto. Cercò un motivo, un motivo plausibile per quel gesto e dopo un po' lo trovò.
Il suo sguardo si addolcì all'improvviso. Capì che non avevano alcun motivo per fargli del male.
Non capì il motivo e ne mai lo avrebbe compreso, ma una cosa era certa: non volevano fargli del male.
Alzò il boccale di birra al cielo, invitando anche gli altri a farlo.Quattro boccali più un bicchiere erano disposti in cerchio e puntati al cielo.
Il suono dei boccali ch sbattevano uno contro l'altro si propagò nel cortile e presto si aggiunse anche la risata rumorosa del danese.
-Non vi sembra strano?- domandò Mathias al resto del gruppo. Lukas lo guardava stranito, era da un po' che non lo vedeva contento veramente.
-Cosa è strano?-
-Non sentite una strana sensazione?- domandò ancora il nordico.
-Non so cosa sia ma credo che...-
-Nostalgia.- concluse il finnico
-Già è una sensazione nostalgica.- confermò l'islandese.
-Già quasi come non ci riunissimo da secoli.- aggiunse lo svedese.
Mathias bevve quasi mezzo bocale e poi si rivolse al resto del gruppo.
-In conclusione dovremmo farlo più spesso!-
Stranamente tutti si trovarono d'accordo. Era un evento più unico che raro era la prima volta che succedeva una cosa del genere.
Erano uniti ma diversi, quasi come fratelli



Angolo privato u.u
Nor: Non sapevo che avessi avuto una vita così.. così...
Dan: Da schifo?
Nor: Si esatto
Ice: Dovresti chiederle scusa.
Fin: Tranquilli lo farà
Dan: Lo farò non vi preoccupate. Alla prossimo , saluta Sve!
Sve: Mh...
Nor: Ti sei sprecato.



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Capitolo 24
*** Questa storia non avrà un Happy Ending ***


A.D 2 Nessuno si decideva a fare il primo passo. Erano come in stallo.
Si trovavano uno di fronte all'altro, lì, dove nessuno li poteva vedere; era strano anche se erano andati a letto più di una volta non riuscivano a dirsi un ti amo; si ricambiavano e non se ne rendevano conto.
Lavinia lo guardava negli occhi ma lui cercava di fuggire il suo sguardo. Doveva fargli capire che era inutile scappare.
-Che hai ultimamente?- Lavinia non era riuscita a cavargli la verità con le buone era arrivato il momento di provare con le cattive.
Lars  si decise  a guardarla negli occhi, non poteva più aspettare.
-Sai una volta mi hai detto che avevi sbagliato. Mi avevi detto che l'amore è cieco e che ti fa compiere gesti sconsiderati. Mi avevi detto che vevi sbagliato ad innamorarti di Antonio.-
Fece una breve pausa. La tensione era a mille e il cuore sembrava uscire dal petto.
-Bhe io credo di aver sbagliato con te.-
Lo disse quasi tutto di un fiato come per levarsi un eso dallo stomaco.
L'italiana gli si avvicinò lentamente quanto sinuasamente, fece scivolare le mani dietro la testa dell'olandese, attirandola a se per poi far scontrare le sue labbra con quelle dell'altro.
Si allontanò come era arrivata; teneva sempre le mani dietro la sua testa , come per evitare che fuggisse per l'ennesima volta il suo sguardo. Si avvicinò al suo orecchio, sussurandogli parole dolci quanto letali.
-Credo che abbiamo sbagliato entrambi, Lars.-




Elizaveta era stanchissima. Dopo le foto e l'abbuffata record non ne poteva più.
Era arrivato uno dei momenti più importanti della festa: il lancio del bouquet, dato che si era scordato di lanciarlo all'uscita dalla chiesa.
Più che per lei era importante per le ragazze invitate alla festa che aspettavo quel momento dall' inizio del matrimonio.
L'ungherese si girò di spalle di fronte alle ragazze, strinse saldamente il mazzo e lo lanciò in aria; il suo volo fu accompagnato dalle urla delle ragazze che se lo contendevano.
Il bouquet alla fine arrivò a destinazione tra le mani di un italiana che si aspettava tutto tranne quello. Lavinia fissava il bouquet con imbarazzo e allo steso tempo contentezza anche se non sapeva che doveva fare.
-Ho Ho, ti manca solo lo spasimante adesso.- azzardò Francis guardandola divertito.
-Ma lei ce lo ha già lo spasimante.- intervenne la belga ammiccando al fratello che per poco non si affogava con la birra, facendo capire a mezza sala l'identità dell' eletto.
-E lo hai capito il vice direttore! Sfondato di soldi e fidanzato con una delle ragazze più belle dell'ufficio.- scherzò Antonio avvicinandosi a lui
Sia Lavinia che Lars arrossirono di colpo ricevendo gli applausi di tutta a sala. Gilbert sollevò letteralmente Lars di peso trascinandolo di fronte all'italiana.
Era la prima volta della sua vita che Lars avrebbe voluto uccidere sua sorella.
-Ok adesso ci vuole il bacio.-
-吻-
-Kussen-
-Sudella-
-Kysse-
-Hôn-
-Beso-
-Baiser-
-поцелуй-
-Kiss-
-Küssen-
-Bacio-
Un coro stonato e chiassoso mormorava in tutte le lingue conosciute una sola parola, forse una delle parole più usate al mondo. Era divertente ascoltarlo ma difficile da comprendere.
I due che erano al centro dell'attenzione da parte degli altri si scambiarono intensi sguardi, prima di accontentarli.
Non c'era che dire, sembravano una bellissima coppia a guardarli in quella prospettiva. Si potrebbe dire che era uno dei giorni pù belli per Lars, ma quello che non sapeva era che non era ancora finita.
Roderich gli si avvicinò sorridendo,dapprima l'olandese pensò che volesse congratulrsi e tutto, ma dal tono professionale con cui l'austriaco gli rivolse la parola sembravano affari di lavoro.
-Scusa Lars sper che  non ti offenderai se colgo l'occasione per fare un annuncio.-
-Si figuri faccia pure.-
-Bene, come tutti sapete sono il direttore dell'azienda di elettronica che da lavoro a molte tra le persone presenti. Nel corso di questi anni ho messo da parte qualche risparmio...-
"Giusto due milioni o tre" pensò con malizia Gilbert.
- E vedendo che il lavoro stava procedendo bene e che i guadagni c'erano ho deciso di ritirarmi.-
Gilbert ,come il resto dei colleghi, non poteva credere che suo zio stesse dicendo sul serio. Voleva lasciare la carica di direttore e ritirarsi?
-Quindi le faccio le mie congratulazioni.- disse stringendo la mano a Lars che aveva un espressione sospesa tra sorpresa e shock e ci capiva sempre di meno
-Direttore.-
L'olandese si irriggidì completamente, non credeva di aver capito bene.
Era appena diventato il nuovo direttore? Certo che però una notizia del genere non si poteva dare così c'era  bisogno di tempo, di un luogo adatto e altre cose.
Lars non riuscì nemeno a controbattere, Roderich aveva appena ricominciato il discorso.
-E siccome ora il posto di vice direttore è rimasto vacante...- lasciò una leggera suspence, tutti sapevano a cosa voleva alludere, stava per nominare il nuovo vice direttore.
-Ti prego non fare casini Gil.-
Il tedesco si fece cadere il bicchiere che aveva in mano, era rimasto addirittura più shockato dell'olandese. Nessuno gli aveva mai dato un incarico importante dato che tutti sapevano quanto fosse irresponsabile.
Gilbert abbracciò suo zio per la contentezza guadagnondosi i suoi richiami.  Per Gilbert,come per Lars, era uno dei giorni più belli della sua vita.


-Ah quindi è così.-
Heracles e Sadik erano seduti sulla panchina del giardino per parlare di quella questione complicata, dopo che Heracles lo ave scoperto non si erano parlati per un po'.
-Si lo so Heracles che è difficile per te ma...-
Sadik non ebbe nemmeno il tempo i finire la frase che si sentì abbracciare, possibile che Heracle dopo tanto odio in tutti quegli anni lo avesse perdonato?
-Ricominciamo?-
Heracles non sopportava nemmeno lui tutto quel'odio che li divideva voleva ricominciare, voleva capirlo meglio.
Sadik ricambiò l'abbraccio stringendolopiù forte che poteva.
-Ricominciamo.-


Astrid era ancora seduta su quella sedia, non si era mossa di lì. Pensava, pensava a quando Kaalit era ancora piccola e quando Alexander esisteva ancora.
Le piaceva perdersi in quei ricordi. Erano l'unico modo per tornare indietro.
Sentì una preenza sedersi accanto a lei; sussultò quando lo vide seduto di nuovo accanto  lei.
Alexander teneva un drink in mano, sembrava un coktail. Lo porse alla donna accanto a lui senza guardarla negl occhi. Astrid prese il bicchiere ascoltando ciò che aveva da dirle.
-Non  avevo la minima intenzione di dire quelle cose. Il fatto è che non volevo che sapeste e mi sono arrabbiato.-
Tipico di suo figlio: troppo orgoglioso per chiedere scusa.
-Accetto le tue scuse.- disse comprensiva lei sorseggiando il coktail.
-Non mi sto scusando, sto chiarendo.- disse prontamente il biondo.
La donna gli scompigliò i capelli e l'altro ricambiò il gesto con un sorriso dolce.
Gli affetti non si dimenticano facilmente, nemmeno col tempo.
E questa era una lezione che Alexander aveva imparato da poco


Alfred stava chiacchierando con Mattew e Kim che stranamente stavano parlando di lavoro.
-Hai saputo Alfred? Lo hanno preso.-
L'americano si voltò verso il fratello non avendo ben capito a chi si riferisse.
-Chi?-
-Come chi quel tipo che ha ucciso la moglie a New York.- rispose il fratello meravigliandosi del fatto che non lo sapesse.
-E come hanno fatto?-chiese curiosa la vietnamita
Mattew sbuffò, possibile che non sapessero niente? Erano poliziotti dovevano essere informati sui fatti di cronaca.
-Il killer si è tradito da solo. Durante l'interrogatorio ha parlato al passato della moglie scomparsa e dopo poche ore hanno rinvenuto il corpo.-
Alfred non capiva che razza di prova fosse; cosa c'entrava?
-Ma non capisco che razza di prova è?-
Mattew sbuffò ancora, suo fratello non sapeva proprio niente.
-Parli di una persona scomparsa al passato solo se sai che è  morta, se no ti viene automatico parlare al presente.-
Alfred lo guardò sorpreso, in effetti non aveva tutti i torti.
Non sapeva perchè gli venne automatico pensare ad Arthur, ricordandosi del discorso che aveva avuto quando lo era andato a trovare.
"-Janice era una persona fantastica-"
Scosse la testa, era stata solo un inquietante coincidenza. Non poteva essere.
-Di che state parlando?-
Peter gli si avvicinò incuriosito, i loro discorsi gli sembravano interessanti e molto
-Stiamo parlando dei casi di omicidio avvenuti ultimamente e di cosa abbiamo imparato dalla loro risoluzione.- spiegò con calma Kim al bamino.
-Oh anch'io ho imparato delle cose a scuola, le volete sentire?-
Alfrded gli sorrise facendo il gesto della pistola, Peter lo guardava come fosse figo.
-Spara campione!-
-Allora qualche giorno fa abbiano studiato le ossa e come sono fatte. Ho scoperto una cosa troppo figa. Se brucio un osso si brucia anhe una sostanza che lo rende elastico , quindi rimane il calcio e alla fine si incenerisce.-
Alfred sussultò, come potevano le ossa incenerirsi?
-Aspetta come si inceneriscono?-
-E' semplice la sostanza che le rende elastiche, cioè l'osseina, si brucia con il fuoco. Così alla fine rimane la sostanza dura cioè il calcio e per la troppa durezza alla fine diventa cenere. Possibile che non lo sapevi? Sei proprio ignorante.- lo schernì Kim versandosi un altro bicchiere di cola.
Anche se lentamente, Alfred collegò tutti gli elementi che aveva.
La calce che corrodeva la pelle,  quelle strane forme che bruciavano nel camino, Arthur che parlava al passato...
Giunse in fine ad una macabra e terribile conclusione, si tenne la testa tra le mani e le pupille si muovevano spaventate da dietro gli occhiali. Come aveva fatto ad essere così stupido da esserci arrivato solo un anno dopo? E si poteva notare anche dal suo comportamento che era cambiato.
Mattew e Kim si spaventarono a vedere Alfred in quello stato, come disperato.
-Ehy Alfred io stavo scherzando, non prendertela...-
-Kim non credo che Alfred se la sia presa.- disse sero il canadese con la voce tremante.
-Alfred che succede?-
L'americano alzò appena lo sguardo rivolto al fratello. Prese un respiro profondo e poi si alzò.
-Alfred...- ripetè Kim leggermente preoccupata.
Il biondo si girò verso i due che lo  guardavano preoccupati, poi guardò il piccolo Peter. Come dirgli una cosa del genere?
-Ragazzi.-
Si avvicinò al fratello con un espresione shockata, non riusciva a rendersene conto. Arthur non sarebbe mai stato capace di fare una cosa del genere era un uomo razionale. Ma se fosse stato costretto...
-Credo di aver scoperto qualcosa che non avrei voluto sapere.-



Si lo so sono stata molto cattiva; poteva essere un bel lieto fine e invece...
Il prossimo sarà un capitolo pieno di azione e ricapitoleremo tutto il matrimonio: quindi non mancate!
Recensite pls!!!

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Capitolo 25
*** Quando non c'è un altra via ***


A.D 3 -No Alfred non puoi affrontarlo da solo!-
Mattew ancora non ci credeva; il racconto di Alfred era inverosimile, impossibile, illogico; ma era anche illoggico il fatto che Alfred si fosse inventato tutto. Che fosse diventato paranoico?
Arthur li aveva cresciuti come figli, lui conosceva loro e loro conoscevano lui, era del tutto impossibile che avesse fatto una cosa de genere; non sarebbe  mai giunto a quel gesto estremo.
-Invece devo Mattew. Devo farlo per Arthur.-
Alfrd era più che deciso a far ragionare Arthur, a comprendere le sue ragioni, a avere una motivazione valida per quel barbaro gesto. Mattew aveva paura   per lui, per questo cercava di convicerlo a rinunciare all'idea, ma suo fratello era troppo cocciuto per rinunciare.
Kim osservava la scena, immobile, si sentiva di troppo là mezzo; non doveva essere assolutamente a conoscenza di quelle cose e la sua mente le diceva di fuggire, ma doveva restare. Doveva restare per  fermare Alfred.
-Ma non capisci che se hai ragione rischi la vita?-
-E tu non capisci che se non lo faccio potrebbe uccidere ancora? Il suo limite di sopportazione è al massimo e i suoi parenti non lo aiutano di certo. Dobbiamo fare noi qualcosa per lui.-
Mattew si arrese, non aveva tutti i torti. Arthur doveva essere aiutato e gli unici che potevano farlo erano loro: i suoi figli.
-No Alfred.-
L'americano sentì le braccia della vietnamita stringergli il petto e la sua testa che affondava nella sua spalla. Kim non voleva assolutamente lasciarlo andare, anche se in passato aveva avuto delle vicessitudini con Alfred lei non voleva lasciarlo andare. Era troppo importante per lei.
-Kim ti prego lasciami andare.- le intimò l'americano, ma la stretta della ragazza si fece ancora più forte.
-No! Non voglio lasciarti andare!-
Alfred sospirò, le passò una mano sui lunghi capelli neri legati da un codino e con l'altra la strinse più forte a se, facendola sussultare. Kim alzò la testa e gli rivolse uno degli sguardi più tristi che gli aveva mai rivolto, anzi, l'unico sguardo triste che vi aveva mai rivolto.
-Kim ti prego...-
-No Alfred no. Non voglio che tu vada.-
-Stai rendendo le cose più com...-
-No sei tu che le stai rendendo complicate.-
Alfred la staccò violentemente dal suo petto, stringendole le sbatte. La scrollò violentemente per la rabbia spingendola avanti e indietro.
-Non capisci che c'è in gioco la vita di mio padre?-
-E tu non capisci che ti amo?-
Alfred si fermò di colpo. Che gli aveva detto?
Tutto si sarebbe aspettato da quella vietnamita comunista tranne il fatto che glielo avrebbe detto in faccia, quello che provava. In fondo anche lui provava la stessa cosa, no? Ma ciò non toglie che era rimasti spiazzato da quella dichiarazione detta in modo così disperato, quasi a sembrare una supplica.
Attirò l'orientale a se e , tenedola ferma per le spalle, la baciò appassionatamente, con forza e passione. Kim si fece trasportare da quel bacio, milioni di emozioni attraversavano entrambi, i loro battiti erano a mille e le loro lingue si toccavano, avide di contatto.
Il biondo si staccò di colpo, allontanado da se e spingendola contro il fratello. La vietnamita si lasciò cadere all'indietro, ma Mattew la afferrò in tempo.
Kim non capiva perchè Alfred lo aveva fatto, lei gli aveva confessato il suo amore e lui l'aveva illusa in quel modo orribile?
-Ti amo anch'io... E ' per questo che non posso permettere che tu corra rischi.-
La vietnamita cercò di correre verso di lui, ma Mattew la teneva ferma in modo che non potesse inseguire suo fratello.
Alfred si girò di scatto raccomandando al fratello di non lasciare andare la ragazza; corse dritto davanti a se cercando di mettere più distanza possibile fra lui e Kim, sapendo benissimo che il fratello non avrebbe resistito tanto.


In lontananza sentiva le urla di Kim che lo intimavano di ritornare indietro,ma lui non si sarebbe fermato di certo, doveva parlare con Arthur. Estrasse il cellulare dalla tasca della divisa e selezionò il numero di Arthur nei contatti; mise il cellulare vicino all'orecchio e aspettò.
"Pronto Alfred? che c'è?"
Finalmente dopo tanto ottenne risposta, si guardò indietro per vedere se Kim lo stava raggiungendo, per poi rigirarsi davanti; suo fratello stava rsistendo più del previsto.
-Pronto Arthur dove sei?-
"All' ospedale, Francis e Ian stavano vedendo una cosa alla caldaia e.."
- Ci metterete tempo?-
"Un ora buona credo. Ma a te che interessa? Alfred... Alfred? Ci sei?"

Aveva staccato, ma perchè cavolo lo aveva chiamato? E poi non lo aveva nemmeno salutato...
Arthur posò il cellulare nella tasca; ancora non capiva la chiamata dell' americano e forse mai avrebbe sospettato il motivo.
Rimase seduto su una delle sedie della sala di attesa, aspettando che la rana a suo fratello uscissero; ricevè un altra chiamata ma questa volta era Mattew. Ancora non capiva perchè lo stavano tempestando di telefonate.
-Mattew che hai?-
"Dove sei?" Ancora quella domanda?
-Sono all'ospedale, ma che avete tutti prima mi ha telefonato Alfred e...-
"Ok resta lì" e staccò il telefono.
Rimase a osservare il display finchè la voc di Eliza non lo chiamò. Si alzò  per sentire quello che aveva da dire sulle condizion di quei due anche se poco gli interessavano, si era alzato solo per fare scena.
-Loro stanno bene,  se la sono cavata con lievi scottature.-
-Oh peccato...- scherzò lui, anche se c'era un velo di fondo in quelle parole.
Eliza sorrise leggermente sfogliando le cartelle cliniche che aveva in mano. Si girò verso la sua destra per percorrere il corridoio ma trovò davati a se una persona per niente attesa.
Alfred era di fronte a lei, sudato e ansimate si era stancato per la corsa fatta per raggiungere l'ospedale. Si sistemò la divisa e salutò l'ungherese, poi prese Arthur per un braccio  e lo trascinò verso i piano di sopra.
-Che stai facendo?- domandò l'inglese non avendo ben capito le intenzioni dell' americano.
-Ti devo parlare ed è urgente.- disse l'americano cercando di chiudere il discorso.
Arthur si liberò il braccio e si mise a camminare di fianco ad Alfred; tutto quel mistero almeno non voleva essere trascinato come un bambino dalla mamma, visto che tra i due era stato sempre il contrario.



Il cielo era limpido e sereno, tirava un fresco venticello là sopra, sul tetto dell'ospedale dove nessuno poteva sentirli ne vederli. Arthur passò sopra le mattonelle bianche fino a raggiungere il centro del terrazzo.
Alfred chiuse la porta dietro di se,controllò che la pistola fosse carica e poi si girò verso l'inglese che attendeva ancora spiegazioni. Si mise di fronte a lui, coprendogli la porta in caso gli fosse venuta in mente l'idea di scappare.
-Allora agente che crimine ho commesso?- scherzò lui mettendosi le mani sui fianchi con un sorriso divertito.
-Sai bene quale crimine hai commesso.Credevi che non avrei mai capito cosa nascondevi nel camino, Arthur?-
Il sorriso dell' inglese svanì di colpo e al suo posto comparve un espressione spaventata e nervosa, subito sostituita da una nuova espressione, quasi insana.
Alfred estrasse la pistola e la puntò contro l'uomo di fronte a lui che invece di sembrare intimorito sembrava divertito dalla nuova situazione
. Lui conosceva bene tutti i suoi punti deboli era arrivato il momento di sfruttarli a proprio vantaggio.
-Non mi sparerai.-
Alfred indietreggiò spaventato, l' arma aveva iniziato a tremargli tra le mani.
-Che cazzo hai detto?-
-Non mi sparerai, non ne hai il coraggio.- Arthur avanzò verso di lui con decisione, mentre l'altro voleva indietreggiare ma sapeva benissimo  che si sarebbe trovato con le spalle al muro.
Arthur gli poggiò le mani sulle spalle, proprio come faceva un padre con un figlio.
-So cosa pensi. Cerchi delle risposte, ti domandi perchè ho fatto una cosa del genere e magari vorresti aiutarmi, ma non puoi.- con una mano si tastò i pantoloni ed estrasse il coltello; lo teneva dietro alla schiena pronto per l'uso. Non si sapeva mai.
Alfred aveva ancora la pistola tra le mani ma la sua attenzione era tutta per Arthur in quel momento quindi non si accorse quasi di niente. Arthur con un gesto fulmineo gli piantò il cotello nel lato sinistro dello stomaco,la pistola cadde a terra e l' inglese la calciò via con un piede. L' americano si inginocchiò a terra sofferente, tenendosi il fianco.
-Adesso chi è che ha bisogno di aiuto, ne Alfred?-



Mattew e Kim cercavano disperatamente il reparto di ospedale dove si trovavano i parenti di Arthur, ma l'osppedale era enorme, era come cercare un ago in un pagliaio
In lontananza videro il team di Eliza chiaccherare con Francis e Ian sulle ustioni e tutto ciò che comportavano.
Mattew corse verso di loro seguito da Kim e furono subito notati da Francis.
-Ragazzi che ci fate qui?-
-Avete visto Arthur e Alfred?- domandò Kim velocemente senza rispondere alla domanda del francese.
-Si, pochi minuti fa Alfred è arrivato e ha detto ad Arthur che doveva parlagli ma non so dove.- rispose pronta Eliza senza pensarci troppo.
Mathias si intromise nel discorso rivelando la posizione dei due.
-Li ho visti dirigersi sul tetto. Alfred era sudato sembrava che avesse corso e doveva dire un  qualcosa di urgente ad Arthur. Ho visto la sua pistola carica.-
Mattew abbasò lo sguardo. Non voleva giungere a questo non lo voleva dire, ma non aveva altra scelta.
-Andiamo sul tetto, vi spiegherò tutto strada facendo.-


-Adesso chi è che ha bisogno di aiuto, ne Alfred?-
L' americano er a terra sofferente che strigeva i denti dal dolore. Pregò che Kim e suo fratello si fossero preoccupati per lui e sarebbero venuti a salvarlo.
Sentì dietro di lui la porta aprirsi di scatto accompagnata dalla voce di Ian.
-Arthur! Cos' è questa storia che hai ucciso Janice? E assur...-
Si pietrificò all' istante ,rimaneno sorpreso, come tutti del resto. Arthur era sempre stato un tipo calmo e riflessivo non avrebbe mai pensato che... che...
Era impossibile
, il mondo si era capovolto all' improvviso, non c'era nessuna spiegazione per il suo improvviso cambiamento; ne per il gesto compiuto un anno prima.
Francis stava lì ad osservarlo; era assurdo non sembrava lui. Era lì in piedi che puntava il coltello verso il ragazzo inginocchiato davanti a lui che si teneva il fianco per fermare il sangue che fuoriusciva copioso dalla ferita.
Arthur li guardva con un sorriso beffardo sul volto come per dire: "Mi avete trascurato e questo è quello che è successo" e forse veramente lo pensava.
Il francese allungò un piede davanti a lui, quasi come volesse avvertire l'inglese del fatto che si stava avvicinando.
-Fermo! Non un altro passo!- lo avvertì l'uomo brandendo il coltello con incertezza. Mattew e Kim estrassero le pistole puntandogliele contro.
-Non sparate altrimenti lui fa una brutta fine.-
-Arthur ti prego abbassa il coltello.- gli intimò Mattew con la pistola, ma l'uomo continuò a puntare minacciosamente il coltello verso il fratello.
Alfred sudava freddo, si sentiva premere il coltello al collo, da dove fuoriusciva un rivolo di sangue dalla ferita.
-Come Alfred nemmeno tu puoi spararmi e lo sai.- gli disse con sdegno l'inglese premendo più forte il coltello sul collo dell' americano, facendolo gemere dal dolore.
Mattew abbassò la pistola consapevole, sapeva che non avrebbe mai potuto sparare a suo padre, alla persona che lo aveva accudito e amato come fosse veramente suo figlio; non poteva sparargli e lo sapeva benissimo.
-Forse Mattew non potrà spararti ma io si.- Kim si fece avanti minacciosa puntando la pistola verso l'uomo davanti a se con sicurezza e senza incertezze, non doveva permettere che Alfred morisse no.
-Se spari io lo sgozzo chiaro?- ripetè con più calma l'inglese, scandendo piano le parole.
Il team di medici guardava sbigottito la scena, tutti si sentivano impotenti, loro che in massimo un paio d' ore riuscivano a salvare una persona con un bisturi non potevano fare niente in quella circostanza. C'era chi era atterito, chi credeva la situazione inverosimile e c'era persino chi si rivedeva in Arthur, in qualche modo...*
-Arthur... Perchè?-
Una semplice domanda, fattagli dall' americano in ginocchio, una semplice domanda a cui era difficile dare risposta.
Guardava sia il gruppo di persona davanti a se che Alfred come non sapesse e dirglielo o no; rilassò le spalle e piano piano iniziò a raccontare tutto.
-Io mi stavo solo difendendo... avevamo litigato e lei mi stava strozzando con la cravatta e... E... E... Mi sono solo difeso con il coltello che era caduto dal tavolo, non volevo ucciderla ah ah.- disse ridacchiando.
-Arthur puoi tornare indietro se vuoi.- gli disse Alfred guardandolo dal basso verso l'alto, come quando era  bambino.
-NO! Orai sono andato troppo avanti per tornare indietro non mi fermerò di cert...-
Si bloccò di colpo, un suono familiare giunse alle sue orecchie. Sentì le sirene della polizia avvicnarsi sempre di più, sentì la sua fine avvicinarsi sempre di più.
Alfred lo guardava con un sorriso sornione sulle labbra, sembrava soddisfatto.
-Ho chiamatoi rinforzi prima di venire qui... E' finita Arthur.-
Si, era finita e Arthur lo sapeva bene.
Lasciò cadere il coltello a terra, aveva perso e se ne era reso conto; ma l'inglese era un tipo che non accettava la sconfitta.  L'uscita era bloccata, ma le sirene erano ancora lontane.
-Si è vero ho perso.- stava iniziando a indietreggiare lentamente, ma non voleva scappare e poi come poteva?
-Ho perso, lo riconosco, ma non mi lascerò mai prendere.- indietreggio ancora fino a sbattere con la schiena contro il muretto della balconata. Non era molto alto quindi poteva salirci benissimo.
Alfred aveva un presentimento, un brutto presentimento. Arthur era troppo orgoglioso per arrendersi, non accettava la sconfitta e continuava la sua battaglia finchè non vinceva. Lui non si arrendeva mai, per un periodo era stato il punto di riferimento di Alfred, lo vedeva come un eroe, proprio ciò che voleva diventare lui.
E allora perchè era salito sul muretto della balconata? Alfred sperava che stesse solo scherzando e che poi sarebbe sceso, ma purtroppo Arthur non era mai stato un tipo da fare scherzi.
Sentì una lacrima scendergli lungo la guancia e ben presto se ne aggiunse un altra e poi un altra ancora; ben presto si ritrovò a piangere tutte le lacrime che aveva.
Arthur allargò le braccia, sorridendo beffardamente, li scherniva nella sua mente. Ian lo guardava come quando si guarda un pazzo, lo guardava con compassione perchè era suo fratello. Francis guardava il suo nemico di sempre schernirlo per un ultima volta; il francese non ricordava perchè si odiassero, forse era destino o forse si odiavano e basta.
Mattew e Kim non riuscivano a trattenere le lacrime, sapevano come sarebbe finita, tutti lo avevano capito.
-Alfred!-
Arthur aveva gridato il suo nome, mentre il vento gli scompigliava i capelli e il rumore delle sirene che stavano arrivando copriva la sua voce.
Alfred alzò lo sguardo bagnato dalle lacrime che stava continuando a versare.
-You was great.-
Arthur sorrise all'affermazione del ragazzo; fece un respiro profondo per poi dire:
-Mi raccomando fai il bravo ometto fintanto che papà non c'è, lo stesso vale per te Mattew.-
I due fratelli iniziarono a piangere più forte e solo Mattew fu in grado di rispondere di si.
-Mi raccomando Alfred sii gentile con la signorina.- disse poi ammiccando a Kim. L' americano annuì asciugandosi con la manica della camicia, mentre la ragazza sorrise lievemente.
-Scott, Rana! Rimettetevi in sesto e prendetevi cura di Peter, intesi?- chiese al biondo e al rosso sorridendo.
Nemmeno loro riuscirono a trattenere le lacrime, annuirono mentre cercavano di nascondere le lacrime.
Infine si rivolse ai medici,che poco c'entravano in quella situazione e si erano trovati lì per caso:- Continuate a fare il vostro lavoro che lo fate bene!- il gruppo annuì quasi all'unisono.
Arthur sorrise un ultima volta, guardandoli con lo stesso sorriso di prima, chiuse lentament gli occhi e inspirò e enspirò più volte; alla fine quando si sentì pronto respirò a pieni polmoni.
E si lasciò abbracciare dal vuoto sotto di lui.

Vane erano state le urla di Ian che lo chiamavano, vani erano stati i pianti di Kim e dei due fratelli, Vano tutto vano.
Ian corse verso il muretto della balconata, anche se non voleva vedere suo fratello in quello stato nonostante tutto l'odio che c' era tra di loro.
Poggiò le mani sul muretto e guardò di sotto, sotto lo sguardo atterrito di tutti, tremò lievemente e riprese a piangere.
Si girò con uno sguardo sospeso tra lo spaventato e o shockato, mormorando parole senza senso.
-Non... non...-
Al quel punto Francis si era preoccupato, si diresse verso il rosso, mentre Vlad chiamava gli infermieri dicendo di portare una barrella per Alfred.
Francis si avvicinò all'amico e guardò di sotto, solo a quel punto capì il suo stupore e il suo shock.
-Non c'è...-
-Non c'è che cosa, si puo' sapere?-
Urlò a quel punto Alfred arrabbiato, mentre lo stavano stendendo sulla barrella.
-Non c'è...-
Gli sguardi di tutti erano puntati su di lui, aspettavano quella risposta erano ansiosi di sapere cosa si celava dietro quelle parole.
Il francese fece un respiro profondo e si asciugò le lacrime e solo infine si rivolse al gruppo.
-Il corpo di Arthur... Non c'è-








Muhahahaahha se vi aspettavate il lieto fine vi sbagliavate di grosso!
Il prossimo capitolo (con tutti i riassunti sarà pubblicato entro tre giorni in quanto è già finito quindi non preoccupatevi stavolta!

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Capitolo 26
*** La fine del Sogno Americano ***


A.D Romano: Ok ragazzi ora vi metteremo tutti i riassunti in modo da farvi fare una rinfescatina di tutta la storia....

Gilbert:Salve gente ecco a voi il Magnifico Ore-sama!Vi starete chiedendo perchè sono qui.E bene sono qui per fare un riassunto di quanto accaduto fino ed ora dall'inizio in poi.
Io ,Lutz e Liz andiamo dallo zio riccone che si trova in America e dai nostri cari cuginetti,lì conosco gli altri membri del bad trio e tutto il mio vicinato.Ognuno si reca alla propria postazione di lavoro e conteporaneamente scopro che Spagna ha lasciato Belgio e  il nuovo vice direttore Olanda(che è il fratello della biondazza) lo sta riempendo di lavoro.Ludwig all'università incontra la versione gnocca di Feliciano e se ne innamora,come professore ha il baltico quattrocchi;mentre i suoi compagni sono il cervello rosa,gli altri due baltici e Monaco.La  nostra padellara mat...cara Eliza deve patire le pene dell'inferno per colpa di Romania,ma per fortuna ci sono Bulgaria,Finlandia ,Svezia e Danimarca ad alleviare le sue sofferenze.Si stanno occupando del caso di Islanda che ha una malattia terminale ed è accudito dal fratello Norvegia.America ,Canapa e Vietnam fanno parte della polizia e spesso vanno dal loro barista di fiducia:Cuba.Per andare a fare la spesa si affidano a Russia e alle sorelle.
Noi  dell'ufficio:Io,Cina, Giappone, Francia ,Spagna e la versione gnocca di  Lovino per la pausa pranzo andiamo alla Kebaberia di Turchia a conduzione familiare.
Arriva il Natale e io faccio la proposta di matrimonio ad Eliza,ma la sveleremo ai nostri colleghi solo a Capodanno(Ringrazio ancora Taiwan per  l'anello).Qui incontriamo South Korea e Hong Kong che giocano con i botti,mentre West e e tutti i compagni di università fanno una festa a casa di Italia(la versione con le tette)e qui il mio bruder e lei si ubriacano e inconsciamente trom*******o. Poco prima di questo avvenimeto scopriamo che Arthur ha ucciso sua moglie Janice.....


Austria:Bene iniziamo dal capitolo 10:Durante Capodanno ...
Prussia:A Korea  esplode la mano mentre gioca con i botti.
Austria:ed è costretto ad andare all'ospedale,poco dopo incontriamo Groenlandia e Saami,amiche di famiglia di Svezia che inspiegabilmente conosce anche Danimarca...
Prussia :E qui scopriamo che è pazzo come Inghilterra.Ah a proposito di lui,subito dopo vediamo la bellissima scena in cui massacra la moglie e *Viene colpito da una padella*
Ungheria:continua Rod.
Austria:Nel capitolo successivo scopriamo che Inghilterra odia i suoi fratelli, Belgio e Romano (versione femminile )faranno di tutto per far soffrire Spagna , approfondiamo...
Prussia:Il personaggio misterioso di Alexander che per ora non ha aspetto.
Nell'altro capitolo vediamo il rapporto controverso di Grecia e Turchia,la perfidia di Belgio e S.Italia(mi fanno paura), Cuba  diventa uno psicologo e si mette a dare consigli d'amore a America e Vietnam,mentre Monaco e Polonia si improvvisano cupido e Spagna decide di stalkerare il vice direttore.....


America:Ok guys!Partiamo col riassunto!Spagna scopre che Olanda si droga e decide di ricattarlo,ma nel frattempo le ragazze(Belgio e RomanA) mettono in scena il loro piano per conquistare il povero sfi... cioè Spagna.Olanda, dopo aver saputo che Lussemburgo era in ospedale,viene a conoscenza(insieme a Nor e Ice)del terribile segreto di Danimarca,ma siccome all'autrice piace trollare non ce l'ha detto.Groenlandia ricorda  parte degli avvenimenti che riguardano la scomparsa del fratello Alexander e chiede a Svezia la verità dato che lui aveva visto tutto,ma non aveva mai detto niente(ci credo è, praticamente muto).Successivamente si scopre che io ,l'Hero, e la vietnamita comunista ci amiamo ma non vogliamo dichiararci ,così Viet chiede  consiglio a Maria(comparsa).E infine Pol e Monaco mettono in atto il loro piano per far mettere insieme VenezianA e Doitsu;li lasciano da soli nel ristorante con la cena già pagata.Qui la nostra coppietta incontrerà un altra coppia: Francia e Seyschelles.....


Danimarca:Bene,stavolta sarò io a fare il riassunto.
America e Vietnam decidono di passare un po' di tempo insieme per la gioia delle fan della AmeViet.
Fem!SudItalia ,dopo aver ricevuto una delusione in amore da parte di Spagna,una volta arrivata a casa incotra suo padre che altri non è che Nonno Roma.
Parlando sempre di RomanA,scopre che Belgio ama sul serio Spagna e così finisce il suo sogno (e fu così che Spagna si guadagnò gli insulti di quasi tutti i lettori)
Ma veniamo alla questione principale.Veniamo a sapere alcune cose sul conto di Alexander,come ad esempio che il padre si ubriacava e che picchiava la madre.E qui finalmente Svezia si decidea parlare con Alexander che altri non è che...Rullo di tamburi prego...Il grande me!So che già ve lo aspettavate,diciamocelo,in fondo io sono Il Re Del Nord!


Spagna: Hola! Io e Francia siamo qui per...
Francia: Farvi il riassuntino della storia.
Spagna: Allora iniziamo con la parte interessante. RomanA si porta Olanda e casa e indovinate cosa succede...
Francia: Esatto gente scopano! Ho sempre shippato quella coppia
Olanda&Romano: Sta zitto!
Spagna: Ma questo rapporto non sembra essere fondato sull'amore, però alla fine scoprono che con questa faccenda iniziata per gioco hanno trovato ciò che cercavano.
Francia: Ma come fessi non si dichiarano.
Spagna: Ultima cosa finalmente si apre la lettera di Sadik e si scopre che...
Francia: Heracles è femmina.
Spagna: Ma che dici? Si scopre che Turchia è il padre di Grecia!
Veneziano: Oh davvero? Grazie per avermelo spiegato io non avevo capito!
Romano: E' senza speranza!



Romano: Bene ora è ol mio turno quindi guai a hi mi interrompe bastardi!
Allora al matrimonio  succede un po' di tutto...
Serena e Lud si fidanzano ufficialmente, stessa cosa Lars e Lavinia, Heracles fa pace con Sadik e Alexander si riconcilia con sua madre ma non con la sorella perchè non ha il coraggio di dirle che..
Groenlandia: Dirmi cosa Dan?
Danimarca: Niente, vero Romano?  *smile*
Romano **Trema*
No niente, niente .
Insomma doveva essere un vissero tutti felici e contenti, ma America, con l' aiuto di tutti che hanno collaorato non voledo, è riuscito a capire che Arthur avva ucciso sua madre e decide di affrontarlo.
Ma il nostro eroe non risce a far rimanere tutti gli altri fuori e si ritrova sul tetto insieme ad Arthur, Scozia, Francia, Viet e i medici.
Canada: Ma c' ero anche i...
Romano: Quindi non vedendo via di scampo, Arthur si butta giùma non ritrovano il suo corpo.
E ora siamo giunti al capolinea gente! Godetevi l' ultimo capitolo!





Il cielo era particolarmente grigio quel giorno, forse per i nuvoloni, forse per il vento forte o forse  perchè lui non c'era.
Ian stava lì, in ginocchio, su quella lapide senza corpo che serviva solo per ricordare il suo nome, per dare un posto a cui piangere ai parenti. Ian sapeva che sotto quella terra non c'era Arthur e non ci sarebbe mai stato, preferiva crederlo morto e vicino che vivo e lontano. Non gli aveva mai dimostrato tutto il suo affetto, non lo aveva mai aiutato e non gli era mai stato vicino; come poteva presentarsi alla sua tomba?

Serena e Ludwig osservavano lui e la sua famiglia che piangevano davanti a quella lastra di pietra, finalmente si erano resi conto di quanto importante fosse per  loro.
Gli uomini erano stati ricostretti a rindossare gli smocking neri indossati una settimana prima mentre le donne non avendo potuto usare i loro vestiti eleganti e colorati erano state costrette a portare il nero come gli uomini.
Loro non sapevano niente di quanto fosse realmente successo su quel tetto, pensavano, com tutti quelli che non erano sul tetto, che si fosse suicidato e che fosse sepolto in quella tomba. Roderich era riuscito a insabbiare l' incidente e non farlo diventare un caso nazionale.
Era stata una scelta di Alfred quella di nascondere il fatto che fosse sopravvissuto alla caduta, altrimenti si sarebbe scatenata una vera e propria caccia all' uomo.
I due giovani ignari di tutto erano seduti  sulla panchina del parco vicino, osservando il gruppo di persone in lontananza e il
piccolo lago che li divideva.
Serena distolse lo sguardo, ormai stufa di guardare quella scena triste, poco dopo Ludwig fece la stessa cosa per poi guardarla negli occhi.
Entrambi poi si misero a guardare il lago davanti a loro: era veramente bello con i riflessi dl tramonto che caratterizzavano le sue sfumature.
-Che atmosfera triste, ne Lud?- chiese Serena con la voce velata di tristezza, rivolgendosi al compagno.
Ludwig non rispose ubito, alzò lo sguardo verso il lago davanti a lui per poi risponderle senza guardarla in faccia.
-I funerali sono sempre così.-
-Vorrei dargli qualcosa...- sussurò l' italiana alludendo molto probabilmente ad un fiore.
-Se è un fiore quello che cercate la accontenterò subito.-
Un uomo non molto alto, sembrava vestito da giardinire, sbucò accanto a loro con un cesto contenente rose bianche e rose rosse con un piccolo cartello con sopra scritto "50 cent"; per una rosa era una modica cifra.
Serena si alzò sorridente, guardando Ludwig con uno dei soliti sorrisi e con lo stesso sorriso di prima guardò il fiorario che gli rispose con un sorriso debolmente.
-Che significati hanno?- chiese la ragazza all' uomo con il cesto.
-La rosa rossa e la rosa bianca sono i simboli dell' Inghilterra. Rappresentano la lotta fra i casati di York, la rosa bianca, e il casato di Lanchstair, rosa rossa.- rispose l' uomo porgendo entrambe le rose alla ragazza.
Serena le prese entrambe guarando l' uomo negli occhi e notò che aveva due bellissimi occhi verdi; sembravano due smeraldi incastonati perfettamente sul quel volto di cui poco si vedeva pe via del cappello che indossava.
L' uomo prese il dollaro che la ragazza gli porse e se ne andò ringranziando.
L' italiana fissò entrambe le rose  e ne porse una a Ludwig che la prese, cercando di non farsi male con le spine, con molta sorpresa.
-In genere dovrebbe essere il contrario.- scherzò lui posando il fiore accanto a se.
Serena sorrise, stringendo la rosa bianca al petto, in piedi davanti al lago; Ludwig la guardava per cercare di capire quali fossero le sue intenzioni.
Che voleva fare con quella rosa bianca?
-Sai vorrei dare un fiore ad Arthur ma... non credo che se lo metto sull tomba gli arriverà.-
Ludwig la guardava come avesse detto qualcosa di alieno, non capì subito quello che voleva intendere.
Serena fissò ancora la rosa, prima di lanciarla in aria in direzione del lago; il vento la prese e la trasportò con la sua forza lontano verso il cielo.
E solo allora Ludwig capì che l' unico modo per far giungere quel fiore ad Arthur era affidarlo al cielo.
-Spero- continuò Serena fissando la rosa volare trasportata dal vento- che ci sia qualche altro posto dove possiamo vivere insieme senza essere tristi e soffrire.-



Peter era rannicchiato in un angolo a piangere e a stringersi le ginocchia; urlava per la disperazione e per la rabbia, aveva soportato troppo e quella era la goccia che aveva fatto trabboccare il vaso.
Suo padre se ne era andato senza dargli una motivazione, senza scusarsi, senza dirgli addio o "mi dispiace".
Niente. Zero.
Continuava a piangere pensando che non aveva più nessuno dei suoi genitori, aveva solo i suoi parenti che poco lo avrebbero considerato come sempre.
Piangeva senza ritegno, come un bimbo della sua età del resto. Voleva essere consolato solo un po' ma tutti erano a piangere sulla tomba di Arthur... Non avevano tempo per lui.
Si sentì toccare una spalla e asciugandosi le lacrime alzò lo sguardo verso l' alto.
Una ragazza dai capelli biondi con un ciuffo che puntava all 'in su si sedette accanto a lui sorridendogli e accovacciando le gambe come lui.
-Ehi ti vedevo solo che piangevi... Stai bene?- chiese con gentilezza la ragazza bionda al piccolo Peter.
Il bambino si asciugò gli occhi con la manica della camicia che  cercando di  non piangere nuovamente e poi si rivolse alla ragazza indicando la tomba circondata dalla gente.
-Papà.-
Il bambino si rimise a piangere silenziosamente infilandosi la testa fra le cosce e coprendosela con le mani. La ragazza sorrise comprensiva e gli accarezzò la testa.
A quel punto Kaalit si sentì in dovere di fare qualcosa per quel bambino che per certi versi gli assomigliava; lo abbracciò fortemente cercando di consolarlo. Peter abbracciò anche lui la ragazza cercando conforto tra quelle bracce di quella persona appena conosciuta.
-Sai io ho perso mio fratello tanto tempo fa e ora lo sto ancora cercando...-
Peter alzò la testa asciugandosi i nuovo con la manica della camicia.
-Come ti chiami?- chiese il bambino alla ragazza fra un singhiozzo e l' altro.
-Kaalit e tu piccolino?- chiese a sua volta la  bionda al bambino.
-Peter. Peter Kirkland.-
-Nessuno mi considera, nessuno è venuto qui a consolarmi, sono tutti lì a piangere per papà...-
Kaalit gli accarezzò la testolina bionda scompigliandogli i capelli. Non voleva vederlo piangere.
Il ragazzino nascose la testa nella sua spalla cercandovi nuovamente conforto; in quel momento ne aveva un disperato bisogno.
-Che ne dici se andiamo a prendere un fiore per tuo papà?-
Peter sembrò calmarsi e annuendo si staccò dalla sua spalla. Si girò intorno e vide un uomo con una tuta verde da giardiniere e un cappello dello stesso colore, aveva un cesto di rose bianche e rosse con sopra un cartellino con sopra scritto che le vendeva a 50 cent l' una.
A Kaalit era parsa una buona idea e Peter voleva tanto fare un regalo a suo padre ed era così entusiasta che era corso subito incontro all' uomo per fermarlo. Anche la ragazza si alzò per andare verso l' uomo col cesto.
-Signore, che fiori vende?- chiese il bambino con aria innocente.
L' uomo dagli occhi verdi si chinò verso di lui e gli fece vedere entrambi i tipi di rose, il bambino ne prese una bianca.
Kaalit si avvicinò all' uomo e gli porse un dollaro.
-Signorina con un dollaro ne prende due... Ne vuole un altra?- chiese il fioraio.
La bionda ne prese una rossa e se la rigirò tra le mani facendo attenzione alle spine. Ringraziò l' uomo e andò verso il bambino che la guardava contento.
-Ora puoi darla a tuo padre, vai!- lo iccitò la ragazza anche lei con la rosa in mano.
-Tu non vieni?-
-No devo dare anhe io la mia rosa ad una persona importante.-
Peter sorrise ancora e poi corse vicino alla lastra di pietra del padre facendosi spazio tra la folla. Era commovente, pensò Kaalit, quella scena. Per poco i presenti non piangevano.
Lei però doveva fare un altra cosa in quel momento.

Era lì, in piedi davanti al lago con la rosa nella mano destra e l' altra mano che penzolava.
-Scusa se è passato tanto tempo dall' ultima volta che ti ho portato un fiore....-  rimase la frase in sospeso quasi avesse paura di continuare.
-Però non ne ho avuto l' occasione, sai col trasferimento e tutto... Ma devi sapere una cosa.- mise la rosa in acqua e la lasciò galleggiare, leggera, come i suoi pensieri in quel momento.
-Jeg savner dig, broder.-(mi manchi fratello)
La rosa piano piano iniziò ad allontanarsi dalla sponda del lago, galleggiando dolcemente e lasciandosi cullare.
La ragazza si sentì gli occhi umidi e si asciugò con la manica della giacca. Anche lei avrebbe voluto un posto dove piangere la persona a lei più cara.


Camminava tra l' erba del parco contando le rose rimanenti nel cesto, non c' era che dire mezzo cesto era un buon risultato.
L' uomo dagli occhi verdi camminava  a passo lento cercando di rilassarsi.
-Ehi tu!-
Si sentì chiamare da dietro forse un altro acquirente.
L' uomo si girò verso la voce e vide un ragazzo biondo con una faccia molto familiare.
-Che hai nel cesto?-
Mathias avanzò verso il giardiniere con un sorriso beffardo dipinto sul volto.
-Mh davvero belle, complimenti!- quel gioco lo divertiva molto e lo stesso valeva per il "giardiniere"
-Devi fare più attenzione io l' ho capito subito.-
Disse soddisfatto guardando l' altro ridacchiare, le recite lo divertivano, soprattutto quelle senza copione.
L' altro smise di ridere facendosi incrdibilmente serio, al contrario di Mathias sapeva quando un gioco doveva terminare e quando doveva andare avanti; era arrivato il momento di calare il sipario su quel pietoso palco.
-Qui non abbiamo più nulla da fare. Ci siamo divertiti abbatanza, non credi?- chiese a quel punto il giardiniere davvero annoiato.
L' altro sbuffò guardandolo storto. Non er giusto per lui, era stato uno degli spettacoli più divetenti fino a quel momento, quai gli dispiaceva andarsene.
-E va bene. Credo che dovremmo provare con un altro, questo non mi sembrava proprio un vissero felici e contenti... Mio caro Arthur.- notò il danese fissando l' uomo di fronte a lui.
L' inglese non rispose nemmeno. Si voltò e riprese a camminare nella stesa direzione in cui stava camminando prima di essere stato interretto da Mathias.
Il biondo sbuffò mentre guardava Arthur allontanarsi.
-E va bene , alloa ci vediamo dopo eh!-


                                             Nel frattempo da qualche altra parte


La riunione di quel giorno era stata piuttosto incasinata tra problemi economici, finanziari, leggi da approvare e le solite litigate; insomma una riunione come le altre, per fortuna che era finita.
Un ragazzo uscì dalla sala lievemente scocciato e annoiato, non aveva seguito quasi niente, come tutti del resto. Ormai quel mondo stava andando a rotoli tanto valeva lasciarlo cuocer nel suo brodo, no?
A lui non importava quasi di niente solo delle grandi figure che stavano facendo lui e suo fratello agli occhi dell' Europa e del mondo: una figura di merda dietro l' altra.
Italia Veneziano ne aveva abbastanza, così come suo fratello Romano, ormai ne avevano piene le tasche di tutti quegli scandali che travolgevano la loro politica e di tutte i rimproveri che avevano avuto da Germania e da Francia.
Italia era corso subito fuori alla piazza per prendere fiato, i meeting mondiali lo stancavano soprattutto perchè doveva vedere tutte le nazioni e dovevano discutere anche di guerre. Non era solo c' erano già altre nazioni, ma preferì non parlare con loro.
Dall' ultima litigata tra le due Coree, America e Giappone avevano inizato a prendere le dovute precauzione nel caso fosse incominciata una nuova guerra e anche questa avrebbe raggiunto caratteri mondiali come le altre due...
-Veneziano, aspetta!- Romano lo stava chiamando in quel momento, almeno parlare con suo fratello gli avrebbe fatto bene anche se qualche volta litigavano per questioni economiche.
-Ehi fratello calmati un attimo, se sei arrabbiato per via della questione con India vedrai che riusciremo ...-
-Non sono nervoso per questo è solo che... non ce la faccio più.-
Romano gli sorrise comprensivo e gli cinse un braccio dietro una spalla.
-Vedrai che con il tempo, ma soprattutto con un po' di culo riusciremo a risolvere tutto.-
Italia sorrise sapendo che nemmeno suo fratello ci credeva più di tanto  e che alla fine  se la sarebbero cavata in qualche modo.
Sapeva benissimo che c' era chi stava peggio di loro, come Grecia e Spagna, ma i loro problemi gli sembravano irrisolvibili e i soldi continuavano a essere sprecati.
-Ehi già usciti?-
-Bhe ci credo che sono usciti così presto, lì dentro era insopportabile.-
-Con te vicino è ovvio che per me è stato insopportabile rana.-
-Vuoi fare a botte Inghilterra?-
-Ehi ragazzi calmatevi, l' Hero risolverà tutto!-
-Kol kol kol.-
Anche gli alleati, rumorosi come sempre, erano usciti dalla sala riunioni sfiniti e affamati. Aspettavano un taxi che li portasse all' aereoporto come tutti del resto.
I due italiani gli si avvicinarono per parlare, tanto per fare qualcosa nel frattempo che veniva il taxi.
-Avete visto Germania e Giappone?- chiese il Nord alle altre cinque nazioni.
America assunse un aria pensierosa, come se nella sua vita avesse mai pensato seriamente....
-Si sono già usciti, mi pare che fossero diretti al bar qua vicino.- rispose l' americano quasi urlando.
Mentre gli altri discutevano Inghilterra si guardava intornoo, come se volesse spiare le altre nazioni; Spagna e il suo gruppo chiacchieravano allegramente, le sue colonie e i suoi fratelli erano sparsi qua e là e gli asiatici erano tranquilli come loro solito , lo stesso valeva per gli slavi e i nordici
Nessuno sembrava comportarsi diversamente, tutto normle e noioso come al solito, persino lui che era un tipo piuttosto calmo non sopportava la monotonia della sua vita.
-Subete ni konnichiwa! Scusate se vi abbiamo fatto aspettare.-
Germania e Giappone erano ritornati con un paio di caffè  bollenti in mano e un aria più stanca di quando sono usciti dalla sala riunioni.
-Hallo.- disse semplicemente il tedeso sorseggiando un po' del contenuto del bicchiere di carta.
-Germania, Giappone  non vi trovavo più; perchè non mi avete aspettato?- chiese l' italiano un po' dispiaciuto. Il tedesco non abbe nemmeno il tempo di rispondere: suo fratello aveva richiamato l' attenzione di tutti.
-Guardate!- urlò Prussia indicando un qualcosa che galleggiava per aria e che lentamente scendeva giù in prossimità del gruppetto degli alleati.
Cadde lentamente tra le mani di Inghilterra che lo prese con delicatezza e lo osservò sorpreso; che ci faveva una rosa bianca in cielo?
-Ma che diamine...? Francia è opera tua questo non è vero?-
-Non è assolutamente opera mia! E poi anche se lo fosse la rosa sarebbe stata rossa, il bianco e privo di stile.- ribbattè il francese stizzito dall' affermazione dell' inglese.
Inghilterra ci pensò un po', in effetti non aveva tutti i torti.
-Non è che forse è di un ammiratore segreto?- insinuò Romania ridacchiando.
Scozia scoppiò in una grassa risata -E  chi se lo piglia uno come lui?-
-Già ha proprio ragione Scozia!-
-E' proprio una cosa impossibile!- gli altri  due fratelli seguirono il suo esempio e la cosa  fece arrabbiare non poco Inghilterraa lui aveva la risposta pronta.
-Almeno io ho ricevuto qualcosa!- li schernì a quel punto l 'inglese e gli altri fratelli britannici ne ribatterono ne parlarono più.
Tutte le altre nazioni scoppiarono a ridere, era difficile vederle allegre in quel periodo di crisi che stava distruggendo un po' tutti, persino Grecia e Spagna si lasciarono alle spalle tutte le preocupazioni, come lo stesso Italia.
-Non prendertela Inghilterra sono solo invidiosi!- lo consolò l' americano mettendogli una mano su una spalla, stessa cosa fece Francia.
-Già invidiosi del tuo fascino da gentlemann inglese.- concluse il francese ridendo insieme ad America.
Inghilterra tolse con malgrazia la mano dell' americano dalla sua spalla, stessa cosa  fece con l' altro.


Italia guardò di nuovo il cielo sopra di se, era grigio e nuvoloso. Chiuse gli occhi pensieroso, cercò di non pensare alle altre nazioni che parlavano e litigavano e si concentrò sui suoi pensieri.
Il vento gli scompigliava dolcemente i capelli e quell' atmosfera tranquilla che era riuscito a creare estraniando tutti i rumori dal suo campo uditivo lo faceva sentire tranquillo.
-Non sarebbe bello se potessimo vivere senza combattere?-
Tutte le nazioni rimaste si girarono verso l' italiano sorprese che dalla sua bocca fossero uscite parole tanto profonde.
-Che vuoi dire Italia?- chiese l' Ungheria davvero confusa.
-Un mondo dove non siamo nazioni, dove non combattiamo e viviamo come persone normali senza drammi, dove essere felici. Non sarebbe fantastico?-
Molti dissero che era un utopia, altri invece che sarebbe stato l' ideale per loro.
Danimarca e Ingliterra non poterono fare meno di guardarsi e non sapevano se ridere o continuare solo a incrociare gli sguardi. Loro non mettevano su tutti quei teatrini solo per divertirsi, anche se era uno dei principali motivi, infondo loro lo facevano per una nobile causa.
-My dear Italy, it's impossible. Anche se esistesse un mondo del genere non potremmo comunque essere felici, anche gli umani hanno i loro problemi sai? Quindi è inutile fantasticare.- concluse l' inglease in modo realista; persino lui era convinto che non avrebbero mai trovato il mondo perfetto.
-Si ma...-
-Niente ma Veneziano , è arrivato il taxi e dobbiamo andare.- Romano lo tirò con forza e  in malo modo verso il taxi non lasciandogli finire la frase.

 Russia guardava in lontananza i due italiani che salivano sul taxi, continuando a pensare alla domanada dell' italiano.
Certo, si, sarebbe stata una grande idea se fosse stata condivisa.
"Italia ha ragione!" pensò  il russo fissando il cielo assorto nel suo mondo. Sapeva benissimo che tutti la pensavano come lui.
Aveva incominciato ad alzarsi un leggero venticello che solleticava la pelle e rendeva un po' più sopportabile la giornata afosa.
Pensare un po' e rilassarsi dopo un meeting stancante lo aiutava molto e non solo lui.
-Italia ha ragione , non è colpa nostra se siamo nati con le armi in mano.- esordì improvvisamete il danese guardando Inghilterra, il quale gli rispose con un gesto di approvazione.
"Non è colpa nostra se siamo nati con le armi in mano"... Quella frase fece riflettere tanti di loro in quel gruppetto che diminuiva sempre di più per via dell' arrivo dei taxi.
Russia smise di guardare il cielo e ritornò alla realtà. Aveva capito come doveva fare per assicurarsi  una parte almeno per lui.
Loro non lo avevano detto a tutti per ragioni di comodità e sempre per comodità avrebero accettato un altro elemento per il loro lavoro.
-Mi trovo d'accordo con te Mathias.- disse il russo con un sorriso. Inutile dire di che natura fosse quel sorriso.
Inghilterra sgranò improvvisamente gli occhi. Le Nazioni non rivelavano mai a nessuno il loro nome umano, anche perchè lo cambiavano tutte le volte che gli pareva dato che gli serviva solo per attraversare i confini di stato.
Ma quel nome era lo stesso che Danimarca aveva usato per... Il loro lavoro.
Inghilterra o Arthur tanto non c' era tanta differenza, si voltò verso il danese che lo guardava quasi come lo volesse rimproverare.
-La tua magia ha fatto cilecca.- disse semplicemente voltandosi e dirigendosi verso i suoi fratelli.
L' inglese si voltò verso il russo che nel frattempo continuava a sorridere.
-Scusa Inghilterra è arrivato il mio taxi, devo proprio andare.- disse  il russo salutando anche con la mano.
Dal canto suo Inghilterra non sapeva come rispondere a Russia che non si muoveva dalla sua posizione aspettando una risposta.
Dato che Inghilterra non si muoveva allora decise di fare lui il primo passo.
-Allora è  stato divertente?-
I suoi occhi viola riuscivano a penetrare nell' animo delle persone e carpirne lo stato d' animo e l' agitazione, ma Inghiltera era inspiegabilmente calmo e sembrava persino divertito.
-Certo Russia; anche se sai che quello non era il nostro obbiettivo.-
-Lo so benissimo. Spero che lo troviate al più presto e che condividiate la vostra scoperta con noi.-
-E' ovvio Russia. Che gusto c' è a tenere la felicità solo per noi?  Se vuoi puoi venire anche tu, a Dan non dispiacerà di certo.-
-Mi farebbe piacere ma ora devo proprio andare.-
Russia si diresse verso il suo taxi a passo lento e deciso, quasi solenne. Si girò di nuovo verso l' inglese chiamandolo.
-Inghilterra!-
Il biondo si girò anche lui verso lo slavo sentodo quello che aveva da dirgli. Un risolino si fece spazio sul suo volto a sentire quello che il russo aveva da dirgli.
-Salutami Janice e Alexander.-



   
Scritto da

       Shir
    

                                                                    

   Diretto da                                                                                                                                                           America


   Costumi by
Francia e Polonia

   Musiche by
    Austria

 
Effeti speciali e grafica                                                          
    
Estonia
   Scenografie  
Veneziano&Romano
    Montaggi                  
                                                               
    
Canapa (Chi?)
                                       
 Personaggi
  
Italy - Feliciano/Serena Vargas
   Germany - Ludwig 
   Japan - Honda Kiku
   America - Alfred F. Jones
    Britain - Arthur Kirkland                                                                        
     France - Francis Bonnefoy                                                                       
    Russia - Ivan Braginski                                                                        
    China - Wang Yao                                                                        
    Austria - Roderich Edelstein                                                                          
    Hungary - Elizaveta Héderváry                                                                        
    Poland - Feliks Łukasiewicz                                                                        
    Switzerland - Vash Zwingli                                                                        
    Belarus - Natalia  Arlovskaya                                                                       
    Estonia - Eduard von Bock                                                                       
    Latvia - Raivis Galante                                                                        
    Lithuania - Toris Laurinaitis                                                                        
    Finalnd - Tino Väinämöinen                                                                        
    Egypt - Gupta Muhammad Hassan                                                                        
    Greece - Heracles Karpusi                                                                        
    South Italy (Romano) - Lovino/Lavinia Vargas                                                                        
    Spain - Antonio Fernandez Carriedo                                                                        
    Canada - Matthew Williams                                                                        
      Sealand - Peter Kirkland                                                                      
    Prussia - Gilbert Beilschmidt                                                                        
   Sweden - Berwald Oxenstierna                                                                          
   Turkey - Sadık Adnan                                                                         
   South Korea - Im Yong Soo                                                                          
   
Belgium - Belle Van Hallen                                                                         
   
Netherlands - Lars Van Hallen                                                                        
   
Norway - Lukas Bondevick                                                                         
   
Iceland - Eìrick Bondevick                                                                        
   
Denmark - Mathias Køhler/ Alexander                                                                        
   
Saami - Astrid                                                                        
   
Greenland - Kaalit                                                                         
   
Scotland - Ian Scott Kirkland                                                                         
   
Ireland - Sandy Kirkland                                                                        
 
Galles - Clive Kirkland                                                                          
   
N. Ireland - Patrick Kirkland                                                                       
 
India - Kamal                                                                                                                                                   
 
Seychelles - Sesel                                                                         
 
Thailandia - Thai - Sin                                                                         
 
Taiwan - Mei Mei Wang                                                                         
  
Hong Kong - Lee                                                                            
 
 Vietnam - Kim                                                                          
 
Australia - Kevin Kirkland                                                                         
   
New Zeland - Samantha/Sam Kirkland                                                                        
 
Leinchstein- Lily Zwingli  
Preferiti
 
   
Carmen I am                                                                          
     Giaele96                                                                       
      Tsuki_Frost                                                                      
     Xyndra76                                                                   
     _Ib_                                                        
                                                                           
 Ricordate
 
Carmen I am 
 Little Dreaming Writer 
  _Dori
                                                                         
      
Seguite
 
Antoniette Bonnefoy 
   Carmen I am                                                                         
    Giaele96 
   La Vargas 
  Lluvia_Orihara 
  reika701 
   Rico da Fe 
  Xincho 
  Yuki_987 
  _MyaBeilschmidt_ 
   _Rilen                                     


 
Si ringraziano le comparse
 Mary:  Tsuki_Frost
 
Red:  Mya Beilchmidt                                             
 
Ellen:  _Dory                                            
 
 Fredrich: Rico da Fe                                              
 
Recensori                                                                            
 
 Rico da Fe                                  
    Tsuki_Frost
    Larry SFX
    EvilAngel 96
    _Dory
    _Mya Beilchmidt_



Sono davvero commossa, non credevo che sarei riuscita ad arrivare fin qui TT.TT grazie a tutti voi!
Spero di ricevere tant recensioni per il capitolo finale e sapere cosa ne pensate!
Si lo so mi sono arrampicata tanto sugli specchi per il finale, però mi sembravauna cosa carina.
La cosa che cambiavano nome quando gli pareva me la sono inventata al momento  pe trovare un nesso...
Non credo sia tanto stupida come idea per esere uscita dalla mia testolina bacata.Spero di ricevere tante recensioni visto che è il capitolo finale!
Ringrazio anche chi ha letto e non ha recensito il vostro contributo è stato fondaementale....
A presto con la prossima long <3




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