Riflessi nelle maschere di Nischino (/viewuser.php?uid=16452)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Harry ***
Capitolo 2: *** Giulietta ***
Capitolo 3: *** Barone ***
Capitolo 4: *** Blaise ***
Capitolo 5: *** Camilla ***
Capitolo 6: *** La Nutrice ***
Capitolo 7: *** Hermione ***
Capitolo 8: *** Neville ***
Capitolo 9: *** Ron ***
Capitolo 10: *** Draco ***
Capitolo 11: *** Romeo ***
Capitolo 12: *** Shanna ***
Capitolo 1 *** Harry ***
"Ci
sono persone che, per amare, hanno bisogno delle parole. Ad altre, invece,
basta un sorriso."
Harry
si aggiusta la cravatta, tirandola un po’ per sistemare il nodo che sembra
proprio voler fare di testa sua, come i suoi capelli, del resto. Ha passato la
mattina a cercare di pettinarli, per via di Hermione che non la smetteva più di
rompergli le scatole con le spazzole, nonostante pure lei le odiasse con tutta
se stessa. Harry si chiede sempre come mai non abbia fondato la Brusca (Base
rustica unica spazzola cacciata assoluta) invece che il Crepa. Harry sbuffa, si
passa una mano tra i capelli ormai sconfortato dal loro disordine, ma allo
stesso tempo ne è rassicurato, come se quel disordine facesse, in qualche modo,
parte di quello che è che sarà. -Ehy, Harry, sei pronto?- chiede la voce seccata di Ron, facendo da portavoce all’amico che entra nel dormitorio con in
mano il suo copione di Giulietta e Romeo. Harry lo fissa, fingendosi altrettanto amareggiato e annoiato dal progetto che la McGranitt
ha deciso di usare come ultima spiaggia per far riappacificare le case: le
sembrava giusto, infatti, che almeno l’ultimo anno finisse senza le solite
rivalità da "bambini immaturi", come le chiama Hermione (che poi è la prima,
però, ad irritarsi quando vengono chiamati in causa lo studio ed i suoi amati
libri), perché in fondo gli studenti sono tutti uguali, e non ce n’è nessuno
migliore di un altro (Poi, però, ci pensa lei stessa a contraddirsi, lodando
Hermione ed Harry a discapito dei Serpeverde). Comunque, Harry annuisce e
segue Ron in Sala Comune, dove Hermione picchietta spazientita il piede sinistro
a terra, perché non è possibile fare tardi il giorno dei provini, perché non è
giusto che lei debba avere degli amici così svogliati, perché la McGranitt deve
essere fiera di lei e perché, in fondo al cuore, spera di avere lei il ruolo di
Giulietta e sa che se l’otterrà non sarà per le sue doti fisiche e nemmeno
recitative, ma sarà perché la McGranitt si fida di lei. Ed è per questo che non
vuole assolutamente tardare. Quando Harry e Ron la raggiungono, fa loro una
lunga ramanzina sui per come ed i perché li ucciderà tutti e due, un giorno, ma
alla fine sorride e insieme raggiungono la biblioteca, momentaneamente adibita a
Sala Prove. Ai tavoli posti a ferro di cavallo, siedono tutti gli studenti del
settimo anno, di tutte e quattro le case. Naturalmente non tutti saranno attori,
ha già specificato la professoressa, soltanto venti di loro potranno recitare,
gli altri saranno costumisti, suggeritori e scenografi. Naturalmente tra di loro
spiccano i Serpeverde, tutti ammucchiati nel loro angolo, seduti composti,
lontani dagli altri, come se chi non fosse della loro casa fosse portatore di
qualche malsana malattia. Harry fissa per un attimo Malfoy e sa, lo sente, che
sarà lui Romeo. Non perché sia particolarmente bravo, o bello, ma perché è
attraente di quel genere di fascino a cui nessuno sa resistere. Harry,
ovviamente, odia Malfoy, ma questo non gli impedisce di ammettere che sia
seducente, e crede che nulla potrebbe impedirglielo. I tre amici prendono
posto accanto a Dean e Seamus, che si stanno già crogiolando nel loro dolore, e
si chiedono perché la McGranitt sia così autorevole da non poterle semplicemente
dire "No" senza aver paura di aprir bocca davanti a lei. Finalmente la donna
arriva e si ferma, in piedi, busto eretto, davanti agli studenti. -Giulietta
e Romeo- esordisce –E’ lo spettacolo shakespeariano più famoso, ancora più
dell’Amleto o del Mercante di Venezia. Ho scelto quest’opera non per la sua
fama, però, ma per gli ideali che essa rappresenta-. La McGranitt sa che nessuno
le sta prestando attenzione, che tutti, in quell’aula, pensano ai propri amici,
ai compiti che devono ancora svolgere o a quanto sia stupida quell’idea. Ma lei
sa anche che funzionerà, perché Giulietta e Romeo non falliscono mai, come la
cioccolata quando sei depresso. -Però- continua –Non sarò io a guidarvi in
questa crociata alla ricerca della conoscenza reciproca, perché ci ho già
provato innumerevoli volte, e non ha mai funzionato. Sarà, invece, una
specialista in questo campo, un’attrice di teatro di cui sicuramente avrete
sentito parlare. Shanna Refledouble-. Al sentire il suo nome, Ron emette un
gemito ed Hermione sobbalza. Harry non sa chi sia questa Shanna Refledouble, ma
vista la faccia sorpresa ed ammirata di molti studenti (tra cui quella dei
serpeverde) capisce che si tratta di una persona importante. Si accosta
all’orecchio di Hermione e le chiede spiegazioni -Ma come? Non lo sai?
Shanna Refledouble ha frequentato questa scuola, a Serpeverde. Ora è un’attrice
di fama mondiale, nel mondo magico, ha vinto svariati premi nel ruolo di
Giulietta e Desdemona. Girano voci sul fatto che sia la discendente diretta di
Shakespeare, ma io non ci credo. Però è molto brava, forse la più brava in
assoluto-. Hermione zittisce all’istante e si volta verso la porta, imitata da
Harry. La McGranitt batte le mani in un leggero applauso, che immediatamente
si trasforma in boato quando tutti gli studenti presenti fanno altrettanto.
Sulla porta c’è una ragazza di circa venti, forse venticinque anni, ma non di
più. Ha una lunga capigliatura bionda e degli occhi profondamente azzurri.
Potrebbe essere una Malfoy, si dice Harry, ma ha un sorriso troppo dolce per
essere una di loro. La donna si avvicina alla professoressa e le stringe
amichevolmente la mano, mentre si dicono qualcosa che Harry non riesce a sentire
perché l’applauso non si è ancora spento. Poi la Refledouble si rivolge alla
sala -Salve- dice semplicemente ed Harry sente distintamente Ron gemere
–Sono Shanna Refledouble, semplicemente Shanna, comunque. Ho ventisette anni,
perciò ho finito la scuola più o meno da dieci anni, e vi mentirei se dico che
non provo un’immensa nostalgia. Sono qui, oggi, per insegnarvi a recitare, o a
fare del vostro meglio, almeno per non scannarvi ed uccidervi a vicenda-. Harry
nota l’espressione compiaciuta della McGranitt, poi lo smalto appariscente sulle
dita delle mani dell’attrice, ed infine il suo sorriso particolarmente tirato ai
lati, creante due fossette -Mi piacerebbe cominciare oggi stesso con i
provini, ma prima di tutto vorrei conoscere i vostri nomi. Cominciando da te- ed
indica Ron con la mano. -Mi chiamo Ron, Ronald, Weasley- dice tutto d’un
fiato, poiché è emozionato e sta sudando freddo, e si rende conto che se Shanna
gli chiedesse qualcos’altro sverrebbe sul colpo. Perché Shanna è leggermente
troppo bella per i suoi gusti, ed anche troppo famosa -Io sono Hermione
Granger- dice Hermione perfettamente composta, anche se vuole parlare, vuole
sapere come e perché questa donna è così famosa -Harry Potter- dice Harry ed
immediatamente deglutisce a vuoto, e nemmeno lui sa perché. "Tu sei Harry
Potter, dunque?" Harry sussulta, a quella voce, perché Shanna non ha mosso le
labbra, l’ha vista. L’appello continua, ed Harry si chiede cosa ha sentito, e se
l’ha sentito e se sì, se è stato l’unico. Ron pare perfettamente in sé,
nonostante stia per svenire, ed Hermione si tormenta le mani semplicemente
perché è curiosa, ma non di quel genere di curiosità che sta provando Harry.
-Allora- dice alla fine Shanna –Ora possiamo cominciare i provini. Chi vuole
essere il primo?-. Come si poteva immaginare, nessuno parla e la McGranitt fa
una smorfia, perché si sente umiliata dal comportamento dei suoi studenti
-Granger, cominci tu?-. Hermione è sorpresa, ma annuisce ugualmente. Si
mette in posa davanti alla classe, sconfortata perché sa che non potrà mai
essere Giulietta, perché non ha talento in queste cose e perché non è la
McGranitt a decidere. Comunque, comincia -La maschera della notte mi
nasconde il viso: vedresti il rosso, allora, che copre le mie guance, per le
parole dette questa notte! Oh, come vorrei volentieri, volentieri, smentire le
parole! Ma, ormai, addio finzioni! Mi ami tu? So che dirai di sì, ed io ti
crederò; ma se giuri, tu puoi ingannarmi. Dicono che Giove rida dei falsi
giuramenti degli amanti. O, gentile Romeo, se mi ami, dimmelo veramente; ma
se credi che mi sia presto abbandonata, sarò crudele, dirò di no e allora sarai
tu a pregarmi; se non lo pensi, non saprei dirti di no per tutto il mondo. O,
bel…-. Le mani della Refledouble prendono a battere, seguite da tutte le
altre. Hermione sorride: non ha scelto un pezzo a caso, ma nemmeno uno
banale. Sa di essere stata brava, e allora torna al suo posto, e sorride. La
seconda è la Bulstrode, ma Harry nemmeno l’ascolta e, gli duole ammetterlo, non
ha ascoltato nemmeno Hermione, per colpa di quella voce. I ragazzi si
susseguono, tocca anche a Ron, ma si incarta sulle prime parole e torna al posto
sconsolato. Alla fine sente il suo nome. E allora la sente di nuovo "Lo so che
puoi farlo, Harry, ce la farai. Che cosa hai scelto?" guarda la Refledouble, che
ammicca nella sua direzione, e allora decide di risponderle. "Mercuzio, a me
piace molto Mercuzio". Ma sa di mentire e, in qualche modo, capisce che anche
lei lo sa "Non Romeo, Harry? Perché non Romeo?" "Non sono bravo in queste cose"
"Lo sei, invece. Prova con Romeo, le parole te le suggerisco io". Ad Harry, in
qualche modo, capisce che può fidarsi, così comincia "Amen, Amen!.."
-Amen, Amen! Ma nessun dolore potrà mai uguagliare la gioia che mi da un
solo istante della sua presenza! Congiungi le nostre mani con le tue devote
parole; e poi sia fatta la volontà della morte che divora l’amore. Io voglio
soltanto chiamare mia il mio amore-. Harry non sa nemmeno cos’ha detto
esattamente, l’ha fatto e basta. Però tutti lo guardano basiti, e sussurrano e
bisbigliano, ed Harry non capisce. Poi scoppia l’applauso, il più forte tra
quelli sentiti fin’ora. Ed Harry si sente imbarazzato, terribilmente. E’
piaciuto, lui ha fatto Romeo ed è piaciuto. Torna a sedersi, ed Hermione
eccitatissima gli batte una mano sulla spalla, ed anche Ron, nonostante sia
ancora triste per il ruolo mancato, si congratula con lui. Infine, mentre
Harry è ancora festeggiato, tocca a Malfoy. Hermione zittisce e fissa il
Serpeverde, che si avvicina alla Refledouble e le sussurra qualcosa, lei
sorride, ed annuisce. - La maschera della notte mi nasconde il viso:…- Harry
non capisce. Quella non è la battuta di Giulietta? Ma poi tutto svanisce, perché
Malfoy parla in un modo strano, e tutto allora diventa strano. Quello non è il
Malfoy che conosce, e quella non è la sua voce, e quelle non sono le sue mani.
Harry si pente immediatamente di stare pensando, perché in questo modo ha perso
parte della sua recita -Mi ami tu? So che dirai di sì, ed io ti crederò; ma
se giuri, tu puoi ingannarmi. Dicono che Giove rida dei falsi giuramenti degli
amanti. O, gentile Romeo, se mi ami, dimmelo veramente; ma se credi che mi
sia presto abbandonata, sarò crudele, dirò di no e allora sarai tu a pregarmi;
se non lo pensi, non saprei dirti di no per tutto il mondo-. Quando finisce
di parlare gli applausi scoppiano subito, nemmeno un istante dopo. Al contrario
del suo applauso, inizialmente timido ed incerto, quello di Malfoy non si è
fatto per nulla attendere. La Refledouble interrompe il battito delle mani,
e riprende a parlare -Siete stati tutti molto bravi…- "Soprattutto tu,
Harry…" –I ruoli che avete ottenuto saranno esposti in bacheca- "Tanto tu lo
sai, non è vero, che ruolo avrai in questa commedia?" –Ci vediamo domani dopo le
lezioni- "Romeo?" pensa Harry, ingenuamente sorpreso "Che altro, Harry?".
Prefazione
(più o meno perchè essendo alla fine non so come
chiamarla...)
Moony:
Salve ^__^. Sono qui con questa nuova ff dedicata a tutti gli amanti di Harry e
Draco (Da parte mia più di Draco che di Harry), naturalmente scritta senza la
collaborazione fisica di Jamie, inquanto ammettere di aver preso parte alla
stesura di una Harry/Draco la condurrebbe ad un suicidio senza
ripensamenti. Però inconsciamente mi ha aiutata moltissimo (Alla
faccia dei mei buoni propositi "Non ti racconterò niente di questa
storia..."), dandomi consigli e picchiandomi quando mi dichiaravo grande
Tensai delle ff romantiche scritte al presente (E pure quello del basket
prendendo ispirazione del mio grande maestro Hanamici *__*. Dico io, è riuscito
a farsi Kaede, avrà pure lui del talento,
no?).
Dunque
questo è il risultato di circa un mese e mezzo di lavoro, con tanto di
correzioni da parte di Jamie e battute cattive di Paddy. Perciò spero che ve lo
godiate, perchè io ce l'ho messa tutta per renderlo credibile.
Ed
ora, dopo tutta questo pallosissimo discorso di convenevoli, vado a studiare e
mangiare cioccolata alla ricerca della prossima ispirazione tra gli appunti di
latino ed il libro di diritto pieno di scarabocchi tra cui spiccando,
inconfondibili "Draco e Harry 4ever" e "Marty ti ucciderò un giorno".
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Capitolo 2 *** Giulietta ***
"Vorrei sentirti,
toccarti, baciarti, averti. Ma quello che sono mi costringe a sognarti E
a sperare che tu faccia lo stesso"
Harry sta
cercando di capire come mai la sua piuma non si trasfigura in un vermicolo,
mentre Hermione, pazientemente, gli dà colpetti sul braccio, riprendendolo, per
fargli capire qual è il movimento giusto, come si deve tenere la bacchetta e le
parole esatte che vanno pronunciate. Ron li raggiunge davanti al caminetto della
Sala Comune e si getta sbuffando accanto ad Hermione: Harry non ritiene
opportuno chiedergli se c’è qualcosa che non va, perché sa che l’amico non ha
voglia di parlarne, altrimenti avrebbe già cominciato. Ma evidentemente Hermione
non lo conosce bene come lui perché, sbattendo le ciglia seccata per
l’interruzione della sua lezione, incrocia le braccia e sbuffa -Che c’è,
Ron?-. Ron la fissa, fa schioccare la lingua una, due e tre volte. Poi sospira
-Ma come?- chiede –Non lo sai? Hanno appeso in Sala Grande le parti per la
tua amata commedia; ed indovina chi sarò io? No, aspetta, non lo indovineresti
mai. Sono il somaro, il somaro che Frate Lorenzo affida al suo sottoposto perché
vada da Romeo-. Harry, dentro di sé, ride sinceramente, più per la faccia
indignata di Ron che per la notizia non molto inaspettata. Comunque mantiene
un’espressione seria, e si limita a scuotere il capo, per supportare moralmente
l’amico psicologicamente distrutto. Hermione, però, non ha lo stesso tatto,
stranamente, visto che lo considerano un dono tipicamente femminile, e batte le
mani, eccitata -Ed io?- chiede. Ron solleva uno sopracciglio, ancora più
offeso e seccato di prima, e sprofonda nel divano in chiaro segno di sciopero
generale della sua bocca, dalla quale non uscirà un’altra parola se prima
Hermione non gli chiede scusa. Purtroppo Ron non avrà mai questa soddisfazione,
perché dal buco del ritratto fanno il loro ingresso Dean e Seamus che, appena
vedono Harry, si scagliano su di lui come lupi affamati e, scodinzolando
esaltati, gli danno la grande notizia -Sarai Romeo, Harry!- esclama Dean,
mentre Seamus fischia con le dita in segno d’approvazione -Ed io?- rimarca
isterica Hermione, ormai sul punto di scendere lei stessa in Sala Grande, perché
sarà pur una secchiona ed un’insegnante paziente, ma rimane sempre e comunque
una ragazza, e le ragazze sono isteriche. Ed impazienti. E nevrotiche. -Tu
sei Mercuzio, Hermione- dice Seamus, e non sa se sorridere o piangere, poiché
Hermione non è facile da comprendere, e lui non lo sa che cosa significano
quegli angoli della bocca tirati all’insù e quelle sopracciglia aggrottate. Lui
non lo sa, e non lo sa nemmeno Dean. I due si scambiano uno sguardo veloce, tra
lo "scappiamo" ed il "saltiamo di gioia". Poi Hermione, stranamente, sospira
-Non è male, Mercuzio- dice calma –Mi piace, come personaggio. Posso sapere
chi sarà Giulietta?-. Harry, improvvisamente, drizza le orecchie ed ascolta.
Perché Romeo deve sapere chi sarà la sua Giulietta, ed Harry spera profondamente
che non si tratti della Parkinson, o della Bulstrode o di Calì e Lavanda. O di
una qualsiasi delle ragazze del settimo anno. In effetti, riflette Harry, non
vorrebbe che nessuno fosse Giulietta o, per lo meno, non gli importa
particolarmente. -Non ci crederete mai- fa Dean stropicciandosi le mani e
leccandosi le labbra frettolosamente -Che cosa, Dean?- l’incalza Hermione
assottigliando gli occhi -Draco Malfoy-. Ron, immediatamente si rizza a
sedere -Dove?- chiede, guardandosi intorno per poi rendersi conto che si
trovano nella loro sala comune -Idiota- farfuglia Hermione. Poi realizza.
-Che cosa?- quasi grida, probabilmente perché lei lo sapeva fin dall’inizio,
fin dalla prima parola che quel serpeverde mellifluo aveva pronunciato che
sarebbe stato lui a rubarle il ruolo. Ma la cosa che la indigna di più e che non
si sente ferita, ma onorata di essere stata battuta da un così nobile avversario
-Ho detto Draco Malfoy- ripete Dean. Harry non è sorpreso, o almeno, non
lo è del tutto. Perché lui, come Hermione, l’aveva intuito. Ci sono persone che
nascono per fare una determinata cosa, e Draco era nato per fare Giulietta come
Neville era nato per fare Erbologia. -Harry, hai capito cosa ho detto?- dice
Dean, ed Harry sobbalza. Si, ovvio che l’ha sentito. Ma è stranito, stranito dal
fatto che non gli venga voglia di urlare, di buttare all’aria il mondo e di
correre dalla Refledouble per dirle che non può dare una parte femminile ad un
ragazzo e che se lo fa lui non vuole più essere Romeo. Semplicemente gli sembra
naturale che Draco sia Giulietta. Il fastidio c’è, ovviamente: lui e Malfoy a
stretto contatto, lui e Malfoy nello stesso luogo, sullo stesso palco, a meno di
dieci centimetri di distanza. E dovranno pure toccarsi per motivi che non sono
calci e pugni. Però gli va bene così, sarebbe stata la stessa cosa con una
qualsiasi delle altre ragazze, anche se Malfoy è il suo nemico giurato. E’ un
ragionamento un po’ contorto, che al momento non riesce a comprendere nemmeno
lui, o, più probabilmente, non vuole farlo. Comunque non gli sembra opportuno
rivelarsi così tranquillo davanti ai suoi amici, così assume un’espressione
assolutamente scocciata -Che schifo- dice –Proprio con Malfoy, con tutti gli
studenti del settimo anno!- -Quasi, quasi preferisco il somaro- gli da man
forte Ron, poi si zittisce sotto l’occhiata di Hermione. Poi la ragazza sposta
lo sguardo, ed Harry ha come la sensazione di essere lui il nuovo soggetto preso
in analisi, come se lei sapesse che c’è qualcosa che non va, qualcosa che Harry
non ha detto. Harry dà un leggero colpo di tosse e si alza -Vado su in
dormitorio a cercare di riprendermi- mormora, fintamente afflitto -Non
suicidarti, fratello!- gli grida Seamus, ridendo. Harry si allontana e sale le
scale a chiocciola. Ma continua a sentirlo finchè non gira l’angolo, lo sguardo
di Hermione fisso su di sé.
A tutti
gli studenti del settimo anno.
Ruoli
dell’opera teatrale Romeo e Giulietta, messa in scesa dalla professoressa M.
McGranitt e dalla sig.ina S. Refledouble.
Romeo:
Harry Potter
Giulietta:
Draco Malfoy
Mercuzio:
Hermione Granger
Tebaldo: Anthony
Goldstein
Benvolio: Ernie
Macmillan
Frate Lorenzo: Susan
Bones
Balia: Blaise
Zabini
Madonna Montecchi:
Pansy Parkinson
Madonna Capuleti:
Lavanda Brown
Montecchi: Theodore
Nott
Capuleti: Dean
Thomas
Speziale: Neville
Paciock
Frate: Annah Habott
Somaro: Ronald
Weasley
Paride:
Penelope Light
Baldassarre:
Seamus Finning
Narratore: Cormac
McLaggen
La biblioteca
diviene piena di chiacchiericci silenziosi, quando la Refledouble entra. Alcuni
protestano ed altri semplicemente non capiscono il perché della scelta degli
attori, così stravagante per un’opera di studenti. La donna sorride
particolarmente allegra e si siede su una scrivania, incrociando le gambe sulla
tavola. Poi si guarda attorno, probabilmente aspetta che qualcuno dica qualcosa.
Ma questo non avviene, così l’intera sala passa diversi minuti nel più completo
silenzio, prima che Shanna lo rompa con un veloce battito di mani che fa
sobbalzare tutti gli studenti orami persi ognuno nei propri pensieri.
-Dunque- esordisce, torturandosi le ciocche bionde che non è riuscita a
raccogliere nello chignon che la McGranitt l’ha obbligata a portare –Deduco
dalle vostre espressioni che avete saputo i vostri ruoli. Coloro che non
appaiono sulla pergamene saranno lettori, scenografia e cerco ancora i tre
cantanti di strada, perciò se qualcuno ha una bella voce non esiti a farmelo
sapere. Nel frattempo, cominceremo a provare con qualcosa di semplice-. La
Refledouble tira fuori la bacchetta dalla manica della tunica arancione pallido,
inconsueta per quel luogo ma perfettamente intonata con il ruolo che la donna
investe, e compie un leggero movimento del polso facendo comparire nella mani di
ogni studente un copione. Hermione lo sfoglia, e si accorge che le battute
di Mercuzio sono già tutte sottolineate, sbircia quello di Harry e si rende
conto che sul suo copione sono le battute di Romeo, evidenziate da una
strisciolina rosa. -Allora, allora, allora. Da cosa volete cominciare? Io
proporrei di iniziare con la prima scena del primo atto. Tutti coloro che non
hanno un ruolo faranno parte del coro. Perciò alzatevi e mettevi qui-. Shanna si
posiziona davanti agli studenti, attendendo pazientemente che il Coro le si
avvicini. Si guarda intorno e sbuffa seccata. –Mai, mai che Minerva ci pensi, a
queste cose!- farfuglia abbastanza forte perché tutti possano sentirla. Presa
nuovamente la bacchetta, lancia un Wingardium Leviosa sugli scaffali che,
immediatamente, si alzano in volo e vengono depositati, con un tonfo che fa
gemere di dolore Hermione, dall’altra parte della biblioteca. La Refledouble
sorride –Bene, bene. Ora va già molto meglio, non credete anche voi? L’arte deve
avere i suoi spazi per esprimersi al meglio, deve essere libera di vagare senza
trovare ostacoli sul suo cammino, deve giungerci alle orecchie chiara e limpida,
senza nessun tipo di stridio o imperfezione. Naturalmente gli scaffali della
biblioteca non aiutano. E già, mai che Minerva mi creda o mi dia ascolto-.
Dopodiché sistema il coro per altezza e, alla fine, sorride soddisfatta e
torna al suo posto. -Prego- dice, accennando con la mano ai copioni –Prego,
cominciate pure a leggere-. -L’azione si svolge nella bella Verona, dove tra
due famiglie di uguale nobiltà, per antico odio nasce una nuova discordia che
sporca di sangue la mani dei cittadini. Da questi nemici discendono i due
amanti…-. Harry non presta troppa attenzione a quello che dicono i Coristi,
invece si dà alla lettura delle proprie battute, e si riscopre ad interessarsi
stranamente al modo di fare del suo personaggio, crede, quasi, di voler essere
proprio come lui. Forse se n’è perfino innamorato. "Come stai, oggi, Harry?".
Harry non si stupisce nemmeno, perché sapeva che l’avrebbe fatto. "Bene, grazie,
e lei?" "Sopravvivo, grazie per il pensiero" "Oh, non c’è di che" "Sei felice di
essere Romeo?" "Moltissimo, la ringrazio" "E’ solo merito tuo, Harry. E di
Giulietta, che ne pensi?". Harry lancia uno sguardo veloce a Malfoy che,
annoiato, fissa le unghie della sua mano destra, come se fossero molto più
interessanti degli studenti che si stanno esibendo. "Credo sia molto bravo a
recitare, tutto qui. Però non lo vedo molto ‘Giulietta’, non so se mi spiego"
"Ti spieghi benissimo, Minerva ha detto la stessa cosa. Io le ho fatto notare
che non c’entra la vera personalità di una persona, quando si recita, perché si
indossa una maschera" "Mi scusi, ma non riesco a capire" "Lo so, Harry, quasi
nessuno ci riesce la prima volta. Draco, invece, ci è riuscito" "Malfoy?"
"Malfoy, Malfoy! Sei noioso, Draco è molto più carino" "Scusi" "Non è a me che
devi chiedere scusa, Potter". La Refledouble si alza e batte la mani
all’esibizione del Coro, Harry non si era nemmeno accorto fosse finita.
-Molto bene, molto bene- continua a ripetere l’attrice, per poi passare alle
raccomandazioni e alla posa che i Coristi dovranno assumere. Harry si annoia da
morire e, per non addormentarsi, comincia a stuzzicare gli angoli della sua
pergamena. Accanto a lui Hermione ascolta attenta la Refledouble e si appunta le
sue ammonizioni su una pergamena stropicciata, mentre Ron sbadiglia sonoramente
e si appisola alla spalla di Seamus. Harry, ormai, ha accartocciato quasi tutta
la pergamena, quando la Refledouble dà loro il permesso di andare. Ad Harry pare
strano, che non abbia provato nemmeno una scena insieme a Malfoy. -Potter,
Malfoy!- la voce della professoressa lo raggiunge poco prima che metta un piede
fuori dalla porta. Si volta e si accorge che nella stanza sono rimasti solo loro
tre, e si sente agitato. -Domani mattina, prima delle lezioni, proveremo
solo noi tre alcune scene del primo atto. Vi voglio pronti e puntuali alle
cinque e mezza qui in biblioteca, e non si accettano repliche-. Harry
sbuffa, e si mette le mani in tasca. Che noia! Dovrà svegliarsi alle cinque del
mattino e la prima cosa che vedrà, oltre alla faccia addormentata di Ron, sarà
il ghigno strafottente di Malfoy.
eHm...
Allora, siamo già al secondo capitolo. Purtroppo non
ho ricevuto molte recensioni, ma io confido sempre che ci sia qualcuno che
legge in segreto. Per favore non dite a Draco delle recensioni, perchè lui ha
accettato di recitare gratuitamente in questa ff solo perchè sperava di essere
contattato da un regista di Hollywood, perciò potrebbe scioperare se venisse a
saperlo. Con questo concludo e spero di non aver deluso nessuno con questo
capitolo! E ricordate che domani è una giornata importante: il compleanno di
Draco! Se andate a controllare in Sala Grande troverete un foglietto delle
dimensioni di Grop con sopra elencati i regali che vorrebbe
ricevere...
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Capitolo 3 *** Barone ***
"Le
maschere sono la migliore invenzione dell’uomo. Perché nascondono i sorrisi.
E le lacrime"
Harry
è davvero molto scocciato dall’idea della Refledouble ma deve comunque
svegliarsi prestissimo, nonostante tutti i suoi sensi gli suggeriscano di
restarsene a letto. Poi, però, il buon senso e la responsabilità hanno il
sopravvento, ed Harry si alza di malavoglia. Si infila nella divisa, rischiando
più volte di morire soffocato, va in bagno e si lava i denti, scoprendo a
malincuore che Ron ha finito il dentifricio alla menta, così gli tocca prendere
in prestito un po’ di quello di Neville, alla fragola. Rinuncia a priori
alla spazzola, invece si ficca in bocca un pezzetto di cioccolata che tiene
sempre nel comodino per le emergenze. Fissa la faccia buffa di Ron che si muove
al ritmo del suo russare, poi quella paffutella di Neville completamente
affondata nel cuscino. Sorride aprendo la porta del dormitorio il più piano
possibile, per non svegliarli. Scende di corsa le scale, anche se di correre non
c’è ne proprio motivo. Quando raggiunge la biblioteca, si accorge che Malfoy è
già arrivato, mentre della Refledouble nessuna traccia. Tossicchia per far
sapere a Malfoy che è arrivato. Il serpeverde solleva lo sguardo su di lui,
inarcando un sopracciglio e posando una gamba sull’altra. -Ben svegliato,
Potter. La tua faccia sembra quella di un troll appena sveglio-. E sì, questo è
davvero un buon giorno. Harry getta i libri della prima ora sul tavolo, e si
siede dalla parte opposta rispetto a Malfoy. Come fa quella vipera, pensa Harry,
ad essere così maledettamente odiosa fin di prima mattina? O meglio, come fa
quella vipera odiosa a capire dove si trova, chi è e cosa sta facendo a
quell’ora della notte? Harry, del canto suo, è ancora nel suo letto e medita se
contare le pecore oppure girarsi dall’altra parte. Però, essendo lui un
grifondoro con un senso dell’onore da rispettare, deve rispondere a tono a
Malfoy. -La tua invece è quella di sempre, mi dispiace molto, Malfoy-. Draco
ghigna e lascia ciondolare la testa all’indietro, e sta per rispondere quando,
per fortuna, entra la Refledouble. -Salve, ragazzi!- saluta allegra
ficcandosi in bocca l’ultimo morso di una presunta ciambella alla crema –Che
sono quelle facce da funerale? Sono ormai quasi le sei, è ora di mettersi
all’opera! Allora, avete imparato qualche battuta?- chiede sedendosi sul tavolo
e, come di consueto, incrocia le gambe -Non sapevo dovessimo impararle- si
scusa Harry -Ho imparato l’intero copione a memoria- dice Malfoy
sistemandosi meglio sulla sedia. Ed Harry sa che sta mentendo spudoratamente,
oppure che non ha nulla di meglio da fare nella vita. In entrambi i casi, Harry
vince. Shanna, però, sembra alquanto soddisfatta, perché batte le mani
entusiasta e loda Draco per il suo talento fuori dal comune, poi si rivolge ad
Harry -Non preoccuparti, anche io ero una gran pigrona alla tua età. Per la
prossima volta, impara almeno tre scene, quelle che ti piacciono di più. Ora,
invece, potremmo cominciare a provare, che ne dite?-. Harry non è estasiato
all’idea di dover essere Romeo con Malfoy, ma ormai non può farci niente. Chissà
perché, negli ultimi due giorni gli era sembrato meno insopportabile del solito,
ovviamente tutto era miseramente crollato quella mattina dopo il suo ingresso in
biblioteca. La professoressa decise di cominciare dalla scena del primo
incontro, in quanto la ritiene la più semplice. Fa posizionare i due uno di
fronte all’altro, e dice loro di cominciare. Malfoy pronuncia la prima
battuta, ed ecco che tocca ad Harry. E’ strano, pensa, recitare insieme a
Malfoy. Perché Malfoy non è Malfoy, non è acido, cattivo, superbo. E’ dolce,
gentile, amabile, è Giulietta. E lui desidera infinitamente essere Romeo, per
poter avere Giulietta. -Allora non muoverti, così la mia preghiera sarà
esaudita-. Harry scorge la parentesi sul copione e si blocca. [la bacia]. Alza
lo sguardo su Malfoy, che non è più Giulietta, ma non è nemmeno Malfoy. Lo sta
fissando come si fissa un ragazzo che deve baciarti, un ragazzo che non ami, che
magari nemmeno ti piace, però non ti dispiacerebbe che ti desse un bacio, perché
lo trovi carino, o simpatico, o sexy. Harry deglutisce a vuoto un paio di
volte, perché non sa proprio cosa fare. Sa che deve baciare Malfoy, e qualcosa
dentro di lui gli dice che non solo lo deve fare, lui lo vuole fare. Ma c’è
anche un'altra vocina, dentro di lui che, cavolo, gli dice che quello è Malfoy,
Malfoy lo stronzo, l’imbecille, l’immaturo, il figlio di un mangiamorte. E poi
ecco una terza voce, che interrompe le altre due. -Harry, qual è il
problema?- chiede la Refledouble –E’ perché siete due ragazzi?- "O perché lui è
Draco?" -Non lo so- mormora Harry –Cioè, davvero, devo pensarci- -Si
tratta di un bacio a fior di labbra, Potter. Niente baci passionali tipo "La
morte è dietro l’angolo"- farfuglia Malfoy forse un po’ offeso. -Lascia
stare, Draco- lo ammonisce l’attrice -Non lascio stare un corno! Lui è
Romeo, io sono Giulietta. Non siamo Potter e Malfoy. Siamo Romeo e Giulietta, e
io non voglio che lo spettacolo venga rovinato da un imbecille a cui fa schifo
baciare un altro ragazzo!-. E’ strano sentire parlare Malfoy in quel modo,
poiché Draco non è arrabbiato, e le sue parole non sanno nemmeno di presa in
giro. Più che altro, sanno di umiliazione. Che Malfoy si senta umiliato dal suo
comportamento, Harry lo escluderebbe a priori. Probabilmente Malfoy è irritato,
decide alla fine Harry, irritato perché credeva di esercitare un certo fascino
su tutti quanti. -Bene, allora. Domani mattina vi voglio nel mio ufficio,
alle cinque e mezza in punto. Non occorre che voi partecipiate alle prove di
oggi pomeriggio. Arrivederci- dice, ed esce. Harry per un istante fissa Malfoy,
che non accenna a spostare lo sguardo dalla finestra. Harry sbuffa, e scende a
fare colazione.
L’ora di pozioni rimane sempre e comunque quella che
Harry odia di più. Forse perché Piton lo usa come antistress per i suoi nervi, o
forse perché stare chiuso in una stanza buia nei sotterranei lo fa soffrire di
claustrofobia, fatto sta che Harry odia pozioni. Vicino a lui, il calderone di
Ron ha assunto una tonalità tra il fucsia ed il violetto e ribolle
inquietantemente. La sua pozione, invece, sembra melma di colore verdastro e
marroncino. L’unica pozione che sembra apposto è quella di Hermione, che è di
colore giallino chiaro. Almeno, si consola Harry, il verde è più vicino al
giallo del fucsia. Malfoy, due file più avanti, mescola compiaciuto la sua
pozione rigorosamente gialla. Harry si trova a pensare che davvero non lo
sopporta, con quell’aria snob e quel sorrisino da so tutto io. Non bacerà mai
Malfoy, fosse anche l’ultima persona sulla faccia della terra. Dovrà parlare con
la Refledouble, e spiegarle che Harry Potter bacerebbe anche Neville, ma non
Malfoy. Poi qualcosa gli fa aguzzare la vista: sono gli occhi del serpeverde
che, per un istante, hanno incrociato i suoi. E poi Malfoy fa una cosa che mai,
mai Harry si sarebbe aspettato da lui. Gli sorride. Rendiamoci conto: Malfoy che
sorride senza scopi seduttivi o di scherno, gli sorride semplicemente. Ed Harry
non può fare altre che pensare che gli piace un mondo, Draco che sorride. "E’
bello, vero?" -Come?-mormora Harry, Ron si volta stravolto verso di lui, ed
Harry si rende conto che sta per vomitare -Che hai detto?- chiede Ron. Harry
scuote il capo, in senso di diniego, e Ron torna a concentrarsi sulla sua
pozione "Cosa dici?" "Dico che è bello. Non puoi mica negarlo. Oh, Harry,
aggiungi la polverina viola che sta in quella ciotola…ecco si, quella, ed ora
mescola una volta in senso orario e tre in senso antiorario. Ecco, bravo"
"Grazie. Sta pure diventato arancione chiaro" "Di niente. Che mi dici di Draco?"
"Malfoy, la prego, mi fa impressione sentirlo chiamare Draco. E comunque…"
"Scusa se ti interrompo, ora aggiungi la salvia. Sì, Harry, quella cosa marrone.
Dicevi?" "Dicevo che non mi piace, Malfoy" "E chi ha mai detto che…Dio, Harry,
due in senso antiorario! Ma sai leggere?" "Mi scusi, ma parlare con lei mi
deconcentra" "O, dai la colpa a me, ora…" "Ma lo sa che invade la mia privacy
entrando nella mia testa?" "Se non fosse per me, non avresti mai visto Draco
sorridere" "Non mi piace Dr…Malfoy! E la smetta di chiamarlo Draco!" "Uffa…e poi
chi ha mai detto che ti piace, hai la coda di paglia? Dico solo che lo trovi
carino! Ed ora aggiungi l’artiglio di drago in polvere" "Nessuna coda di paglia.
E non lo trovo carino!" "Non preoccuparti, sarà il nostro piccolo segreto. Ah,
ti sto ammiccando in questo momento" "Ci rinuncio!" "Bravo, bravo. Ora mescola
in senso orario due volte. E sorridi a Severus, a lui non piacciono quelli che
tengono il broncio" "D’accordo" "Ciao, ciao Harry. Ci vediamo domani mattina"
"Arrivederci". Ad Harry sembra davvero strano dover salutare qualcuno che se
e va dalla sua testa. Comunque, non ha il tempo di rifletterci perché Piton si
china sul suo calderone e sgrana gli occhi -Da dove ha copiato, Potter?-
-Io…io non…-. Piton storce il naso e dà una mescolata alla pozione di Harry,
poi incrocia le braccia. -Cinque punti in meno a Grifondoro, perché Potter
ha corrotto qualcuno perché gli spiegasse come si fa la sua pozione-. Ed Harry
si trattiene dal fargli notare che gli ingredienti sono scritti sulla lavagna.
Dopo pranzo Ron e Hermione si recano alle prove, senza non aver prima
pregato Harry praticamente in ginocchio, di andare con loro. Perché Hermione non
sopporta Ron e Ron non sopporta Hermione, e la ragazza aggiunge che, se fossero
due ragazzi, sarebbero già finiti a botte. Questo pensiero inquieta alquanto
Harry, in quanto mette in dubbio la sua convinzione ormai storica secondo la
quale quei due sono fatti per stare insieme. Ma se questo fosse vero anche lui e
Malfoy sarebbero nati per stare insieme, e questo lo fa rabbrividire. Alla fine
liquida i due dicendo di dover finire ancora i compiti per il giorno dopo,
rischiando di essere smascherato quando Hermione gli ricorda che per il giorno
dopo non hanno compiti, e lui è costretto a mentirle spudoratamente, dicendole
che i compiti riguardano Divinazione, materia che ovviamente la ragazza non
segue. Comunque, Harry decide di recarsi sul lago, un po’ perché fa veramente
caldo ed un po’ perché quell’albero gli ricorda da morire i suoi genitori, dopo
aver sbirciato nel pensatoio di Piton. Mentre si accinge a raggiungere la
riva, una voce lo sorprende e lo fa sobbalzare, poi però si accorge che la voce
non sembra avercela con lui. Per mera curiosità si avventura nei cespugli e
scorge, dietro alla capanna di Hagrid, il mezzogigante che litiga con un gatto
bianco. -Ehy, Hagrid, tutto bene?- chiede, avvicinandosi -Si, tutto
bene. Ma il gatto ci dice che deve tornare a scuola, ma non posso andare adesso,
perché gli Schiopodi hanno fame- borbotta Hagrid, ed Harry prende seriamente in
considerazione l’idea che sia andato fuori di testa. Ma, a quanto pare, il gatto
non è dello stesso parere, perché si avvicina ad Harry e si struscia sulle sue
caviglie. Harry sorride e lo prende tra le braccia -Non preoccuparti, lo
porto io a scuola- dice ad Hagrid, anche se non ha ancora capito come faccia il
mezzogigante a sapere dove vuole andare il gatto. Hagrid lo ringrazia e,
agguantato un enorme cesto, sia avvia verso il limitare della foresta. Harry
carezza la testa pelosa del micio, e prende a camminare verso il castello,
chiedendosi come faccia Hagrid a provare sentimenti di razza non omicida, verso
delle creature come gli schiopodi. Quando giunge davanti al portone, prende
in mano il gatto e lo fissa negli occhi -Allora eccoci arrivati, gatto. Va
bene qui?- chiede retorico -No, io prediligerei l’essere lasciato dentro la
scuola-. Harry fa un salto di circa mezzo metro e lascia cadere il gatto
parlante, che comincia a guardarlo offeso -Non c’era affatto bisogno di
trattarmi così- biascica offeso –Potevi dirmelo che non avevi disposizione a
portarmi nell’atrio, senza adottare tal maniere!- -Oddio…-. Harry sa che
queste cose accadono, nel mondo della magia, ma non gli era mai capitato (e non
credeva sarebbe potuto succedere) che un gatto, con tanto di baffetti tagliati
con cura ed unghie limate, gli parlasse come un ricco duca dell’ottocento.
-Mi dispiace- dice Harry –Ora apro la porta- e si affretta ad eseguire, ed
immediatamente il gatto fa il suo ingresso ad Hogwarst, con tanto di movimenti
eleganti del sedere -Posso sapere chi sei?- chiede Harry. Il gatto si ferma
al centro dell’Atrio, e si guarda attorno pensieroso, infine si rivolge
nuovamente ad Harry -Io sono il Barone Antonio Francesco Gregorio Federico
di Mantova, molto onorato- -Io sono Harry Potter-. Il Barone immediatamente
drizza le orecchie -Ohoh, lei è il signor Potter. Mi spiace essere stato
scortese con lei- -Ma si figuri, Barone Antonio Ferdinando…- Harry aggrotta
la fronte, non riesce proprio a ricordarselo -Francesco, Francesco. Ma tu
puoi chiamarmi Barone- dice gonfiando il petto -Bene…allora…Barone. Posso
fare qualcosa per lei?- -Sto cercando l’ufficio della signorina Shanna
Refledouble- Harry nemmeno si stupisce, un personaggio strano come Shanna doveva
per forza avere come seguito personaggi altrettanto strani. -Al terzo piano-
-La ringrazio- e così dicendo, Barone comincia a salire, principescamente,
le scale.
eHm:
Innanzitutto
vorrei scusarmi per il ritardo, ma era il mio compleanno l'altro ieri, e una
delle mie migliori amiche ci ha provato tutta la sera con il ragazzo che mi
piace, facendomi piangere e disperare. Ma ora mi sono ripresa, e così eccomini
qui con il terzo capitolo, che spero vi sia piaciuto. Per fortuna Draco ha
deciso di continuare a recitare, viste tutte le recensioni, e mi ha perfino
fatto un regalo di compleanno (Un album di foto sue e di Harry: non credo che il
grifondoro ne sia a conoscenza, però...)
Comunque,
ora passiamo ai ringraziamenti:
Chakra: Draco è
sempre una sorpresa: come potrebbe essere altrimenti? Spero che continui a
sorprenderti, se no che ff è? Anche io amo Romeo e Giulietta: di solito i bambini crescono a latte ed
omogeneizzati, io sono cresciuti con Shakespeare e la Rowling!
Maho_Lupin: Grazie mille, Draco se n’è accorto comunque…ma per fortuna il secondo
capitolo ha avuto più successo! Continua a recensire però, perché non si sa
mai…
Lyrachan:
Grazie mille per la correzione, l’ho inserita subito (Tutto può rendermi
più brava di quello che sono ora, perciò se trovi altri errori non pensarci due
volte a
segnalarmeli!)
ariannardb:
Accontentata: ecco il terzo capitolo, spero ti sia piaciuto!
panuela:
Scusate se non sono stata abbastanza chiara: è Shanna che parla ad Harry,
ed il suo è un dono speciale, come il serpentese! Ancora scusa per essermi
espressa
male!
Evil
Angel: Hermione e Ron…ma, chi lo sa…ne vedremo delle belle! Per quanto riguarda
Shanna…niente spoiler!
lasagne80:
Grazie per i complimenti…Shanna è la mia creatura, la amo e la venero con
tutta me stessa…e chi lo sa che
combinerà!
mezzosecolo:
Draco intraprendente? Te lo servo su un piatto d’argento! Anche a me
piace così, e vedrai che sarà proprio lui a…ehy, ti sto dicendo
troppo!
berta:
Harry passivo, eh? E chi ti dice che non lo sia?!? Grazie di cuore per
l’incoraggiamento!
zizela:
Secondo te esce dagli schemi? Ehm…posso osare dire che non l’ho fatto
apposta?
Grazie ancora a
tutti!
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Capitolo 4 *** Blaise ***
o
"Vorrei averti qui
accanto, non perché sei bello, solare, forte. Semplicemente perché tu
non indossi Maschere"
La mattina
seguente ad Harry risulta ancora più faticoso alzarsi, probabilmente perché la
sera prima Dean l’ha tenuto sveglio fino all’una, perché voleva insegnargli a
giocare a Pesca la Regina: un gioco di carte completamente fuori dal mondo.
Comunque, Harry riesce a scendere e raggiungere l’ufficio della Refledouble
senza particolari difficoltà, rischiando solamente di cadere dalle scale un paio
di volte. Quando raggiunge la porta in legno massiccio al terzo piano, bussa, ma
nessuno risponde. Incerto di aver forse sbagliato l’ora, bussa ancora, ma
nuovamente nessuno risponde. Così, insicuro, apre la porta, sussurrando un –C’è
nessuno- così basso che, anche se qualcuno ci fosse stato davvero, non l’avrebbe
di sicuro sentito. Harry, una volta nell’ufficio, si guarda intorno, e rimane
spiazzato. L’ambiente è circolare, con un’ampia finestra sul lato sinistro,
dalla quale, però, non entra un filo di luce, grazie alle tendine rosa ricamate
sull’orlo. Posta infondo alla sala, appoggiata alle mura arancioni pallide, sta
una grande biblioteca disordinata, stracolma di libri e libroni di tutte le
forme, mentre uno scaffale è riservato a diversi trofei, tra cui spicca un
boccino di cristallo, con le iscrizioni "Anno 1991: Cacciatrice dell’anno".
Accanto alla grossa biblioteca è collocato uno specchio, simile a quello delle
brame, nota Harry, fabbricato in un metallo opaco, simile all’argento che è
stato accuratamente intagliato da mani esperte, in quanto il viso lavorato al
vertice dello specchio è particolarmente dettagliato, ricco di particolari che
gli forniscono una certa importante serietà. Appoggiata accanto alla specchio,
una scopa nè troppo nuova nè troppo vecchia, con un nastrino rosa legato al
manico, sta come ad indicare un grande poster raffigurante il portiere della
nazionale irlandese di Quiddich. Davanti alla libreria è collocata una scrivania
in scuro legno massiccio, con sopra una sfera di cristallo poggiata su un
cuscinetto violetto –che si intona perfettamente con il puff messo nell’angolo-
ed un vecchio libro giallastro aperto circa a metà. Dietro alla scrivania, una
sedia pelosa e rosa sbatte due grossi occhi azzurri, come a salutare Harry che,
sorpreso, fissa la nuova scoperta. Infine, proprio accanto alla porta e alla
scala a chiocciola che porta alla camera da letto dell’attrice, sta un orologio
a cucù, a forma di mezza luna. Harry percorre tutta la stanza con lo sguardo,
finchè il boccino di cristallo non lo attira impercettibilmente. Fissa tutti i
trofei, da quelli per il teatro, a quelli ricevuti a scuola, finchè la voce di
Barone non lo fa tornare alla realtà. -Oh, ben svegliato, signorino Potter-
gli dice l’animale, balzando elegantemente sulla scrivania -Buongiorno anche
a te, Barone- lo saluta Harry –Sai dov’è la Refledouble?- chiede -La
signorina perverrà fra poco, codesta mattina non aveva proprio desiderio di
alzarsi!-. Harry si ritrova a pensare che nemmeno lui aveva voglia di alzarsi,
eppure eccolo li, pronto e "sveglissimo". Poi la porta si spalanca, ma ad
entrare è Malfoy, con due occhiaie che sembrano quelle della nonna di Neville
dopo una settimana che non chiude occhio. Malfoy sbuffa, nemmeno saluta, e si
getta sul puff infondo alla sala. Harry, più per buona educazione che per altro,
gli chiede se c’è qualcosa che non va -Ho passato la mattina a cercare di
spiegare a Blaise che no, il tuo amico Paciock non si è messo con la Lovegood, e
no, nemmeno con la Brown, e che no, è ancora single, e per la millesima volta,
maledizione, deve smetterla di tenermi sveglio la notte perché è un folle
romantico! Esistono i bagni, no? Non ditemi che li hanno inventati solo per quel
tipo di bisogni fisiologici! Insomma, per carità, i bagni sono il paradiso dei
folli romantici che dividono un dormitorio! Ti chiudi dentro e lanci un
incantesimo insonorizzate alla stanza e spari quante puttanate melense e
romantiche vuoi! Dio sacrosanto, io ho sonno, ho bisogno di dormire, tutti hanno
bisogno di dormire, anche tu, Potter, che sei un ameba, hai bisogno delle tue
benedette sei ore di sonno! Io è un mese che praticamente non chiudo occhio!-
alla fine Draco è costretto a riprendere fiato, ed Harry ne approfitta per
scegliere tra dire "Oddio, Malfoy ha parlato per ben cinque minuti senza
insultarmi nemmeno una volta" oppure "Che c’entra Zabini con Neville?" o ancora
"Cazzo, Draco, un mese? Porca miseria, in bagno chiuditi tu con un cuscino!".
Alla fine, tutto ciò che gli esce detto è -Wow-. Draco lo fissa, inarca un
sopracciglio e respira a fondo, mentre Barone gratta le unghie sul pavimento
legnoso, probabilmente annoiato -Wow che, Potter? Wow che bello rimanere
svegli? Oppure Wow Malfoy sa parlare?- -Wow e basta- dice Harry, e fa
spallucce -Bene- dice Draco –Sono contento di essere riuscito a scatenare in
te la reazione "Wow"- -No, a parte gli scherzi…cavolo, Zabini dev’essere una
piaga! Insomma, Draco, un mese! Dio mio!- -Non dirlo a me. Tutta colpa del
tuo amico Paciock l’imbranato mortale e chissà che altro. Harry, come sopravvivi
tu con la piattola rossa che fila tutto il giorno la Granger?-. Harry sussulta,
e si rende conto di non aver capito niente della frase. Tranne il suo nome.
-Da quando in qua mi chiami Harry?- chiede e Draco sbuffa -Da quando tu
mi chiami Draco- risponde -Io non ti ho chiamato Draco!- si difende Harry,
ma pensandoci meglio non ne è nemmeno lui troppo sicuro -Mi amareggia
intromettermi in affari che non mi riguardano ma, signorino Harry, lei ha
effettivamente chiamato il qui presente Malfoy, Draco-. Harry sgrana gli occhi.
-D’accordo, ti ho chiamato Draco. Dove sta la tragedia?- -Sei stato tu a
cominciare, con le tue domande da drammaturgo "Mi chiami Harry?"- lo mima
prontamente Draco, ed Harry, invece che tirargli un pugno come sarebbe giusto e
civile fare, gli sorride. E Draco, invece che schernirlo perché non l’ha
picchiato, risponde al sorriso, e scuote il capo -Sei proprio un deficiente,
Harry- dice, e ride, e scuote la testa, e ride. -Chi sarebbe il deficiente?-
chiede Harry, ma ride pure lui. Poi la porta si apre, ed entra la
Refledouble: i bigodini sulla testa e la vestaglia rosa shoccking. Harry
boccheggia, e Draco reprime una risata. Quello a fare un balzo sconvolto è
Barone, che si fionda dalla sua presunta padrona come un fulmine -Ma
signorina Shanna! Non può farsi vedere in queste condizioni così anguste!
Signorina Shanna!- grida esasperato il povero Barone, ma viene immediatamente
zittito dalla voce annoiata di Shanna, che lo minaccia di spedirlo a Refledouble
Manor, se non si comporterà bene. -Harry, la prossima volta che gattacci ti
chiedono dov’è il mio ufficio, per l’amor del cielo, dì che non lo sai!- sbuffa
ridendo, poi prende posto dietro alla scrivania ed estrae un servizio da tè,
facendo comparire due sedie davanti alla cattedra, per poi fare cenno ai due
studenti di prendere posto, mentre Barone si accomoda sul puff dall’altro lato
della stanza. -Cioccolata?- chiede. Harry annuisce immediatamente, mentre
Draco scuote il capo. La teiera versa della cioccolata nella tazza di Harry, poi
la donna si rivolge a Draco -Non dire bugie, ne vuoi anche tu!- e fa cenno
alla teiera di obbedire, ed all'istante anche la tazza del biondo viene riempita
fino all’orlo. -Bevete e non fate complimenti!- esclama la Refledouble,
cominciando a sorseggiare la sua cioccolata poi, come presa da un’ispirazione
improvvisa, balza in piedi. -Voi continuate pure a fare colazione- dice –Nel
frattempo io vi presenterò un’altra amica, ovvero il motivo per cui vi ho fatti
venire qui e non in biblioteca. Camilla? Camilla? Sveglia, Camilla!- comincia a
chiamare avvicinatasi allo specchio. Harry non capisce, finchè una figura di
donna non si materializza all’interno dello specchio. Harry sgrana gli occhi,
incredulo, Draco sembra sorpreso, e Barone miagola infastidito qualcosa contro
quella donna antipatica e crudele. Il riflesso, cioè Camilla, è una ragazza
dell’età di Shanna, piuttosto bassetta e robusta, con delle guance rossissime e
dei capelli color del fuoco. Ha anche degli enormi occhi color nocciola e una
bocca molto molto grande. Camilla fa un inchino e ridacchia, poi si rivolge alla
Refledouble. -Chi sono questi giovanotti? Aspetta…non sarà il figlio di
Lucius, vero? Si assomigliano moltissimo!- -Si, Camilla, lui è Draco Malfoy,
nonché figlio di Lucius e Narcissa- -O, non la nominare quella là- borbotta
Camilla, imbronciandosi, poi lancia una breve occhiata a Draco –Senza offesa-
-Tu sei solo invidiosa, non è forse vero, Ravanella?- la schernisce Barone
saltando giù dal puff e mettendosi ai piedi dello specchio –Perché lei è
notevolmente più deliziosa di te, e anche a scuola lei si accalappiava i ragazzi
più gradevoli!- esclama -Tu stai zitto, gatto dei miei stivali!- dice
Camilla, e gli fa la linguaccia. Harry guarda Draco, e scuote la testa senza
capire nulla e Draco fa spallucce. Allora la Refledouble interviene, zittendo
Camilla e Barone e rivolgendosi ai due ragazzi -Questa è Camilla, era una
studentessa del mio stesso anno, quando frequentavo la scuola, poi è stata un
po’…ehm…- l’attrice fissa Camilla, che finisce rabbiosa -Sono stata uccisa,
assassinata, crudelmente ferita al cuore e nell’anima, da quel viscidone di
Minus!- -In realtà è scivolata dalle scale dopo che Minus l’aveva lasciata-
spiega la Refledouble –Silente l’ha soccorsa ma ormai era troppo tardi, così
hanno deciso di chiuderla in questo specchio per salvarle la vita…in quanto era
a conoscenza di informazioni che riguardavano i mangiamorte- -Vigliacchi!
Solo perché ero utile, ecco perché mi hanno incastrata qua dentro!- continua ad
inveire Camilla, mentre Barone ridacchia in un angolo. -Comunque, lei ci
sarà molto utile, perché è una grande attrice e può aiutarci ad imparare ad
improvvisare, non è vero, Camilla?- la ragazza sta ancora tenendo il broncio, ma
al sentir pronunciare le parole "Improvvisare" e "attrice" immediatamente si
riscuote, lasciando intendere che lei è disponibilissima a dare una mano. Così
la Refledouble spiega quello che sarà il loro compito per le mattine che
seguiranno, perché quella, di certo non per colpa sua, è già finita. Spiega che
Camilla investirà a caso ruoli di personaggi famosi, compagni di casa, amici o
conoscenti di Draco ed Harry, e i due dovranno sapere cosa dire e cosa fare.
Harry non capisce proprio cosa centri quello con il bacio che deve dare a Draco.
Perché, diavolo, deve imparare ad improvvisare quando l’unica cosa che non
riesce a fare è dare un bacio? "Professoressa?" chiama, e lei, prontamente,
risponde "Lo so, Harry, che ti sembra una cosa completamente senza senso, ma
vedrai che ti servirà" "Se lo dice lei. Comunque volevo chiederle scusa" "E di
che?" "Aveva ragione lei, su Draco". Harry vede la donna sorridere, e poi
rivolgersi a Draco -Ehy, lo sai che Harry crede che tu sia carino?- chiede.
Draco sgrana gli occhi e si volta verso Harry, che si sente immediatamente
accaldato in zona viso e orecchie, e l’unica cosa sensata che gli viene in mente
oltre a tutte le parolacce e le imprecazioni è -Forse…- "Non fare il timido"
"Maledetta! Era una confidenza! Draco è sempre uno stronzo, un serpeverde!
Adesso andrà a dirlo a tutti! Oddio, io mi ammazzo!" "Che tragico…uffa. Vuoi che
gli dica che non è vero?". Draco scuote il capo, ridacchia, guarda Harry e non
dice niente. O forse dice anche troppo, perché è in quel esatto istante, di quel
esatto momento, che Harry per la prima volta sente distintamente di potersi
fidare di Draco. Potrebbe anche baciarlo, adesso, perché non ha più paura. O
almeno non crede di averne più nel modo in cui l’aveva prima. "Allora non vuoi
che glielo dica…" "No. Lei è odiosamente un mito" "Grazie, ma lo so già" e la
Refledouble scoppia a ridere.
eHm...
Allora, anche se un po' in ritardo, vi presento il quarto
capitolo di Riflessi! Spero vivamente che vi sia piaciuto, e ringrazio di cuore
lasagne80, Resha91, Evil Angel, Chakra e mezzosecolo per aver commentato.
Scusate se non rispondo ad ognuno ma ho un sacco di cose da fare, da scrivere,
da leggere e gli occhi mi si chiudono da soli (ieri ho fatto tardissimo perchè
volevo finire di leggere una ff...che poi ovviamente ho lasciato a metà perchè
non capivo più niente). Anche Draco vi ringrazia tutti, e mi incarica di
proclamare la sua bellezza eterea e bla bla bla (In questo momento è impegnato a
farsi le sopracciglia). Harry sta dormendo nella vasca da bagno e Blaise e
Neville stanno facendo i biscotti. Perciò come sempre io sono TUTTA
sola.
Ginny: Ma ci sono
io!!!
Moony: (estrae un bazuka e la spedisce all'altro mondo). Muhahahaha! Cioè,
tutta sola...
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Capitolo 5 *** Camilla ***
o
"Quel
ragazzo seduto nell’ultima fila nel banco lì, all’angolo, con gli occhi
tristi ed il sorriso spento. Ecco, quello sei tu"
La mattina
seguente, Harry si reca nuovamente nell’ufficio della Refledouble, piuttosto
ansioso di scoprire in che modo potrà Camilla aiutarli. Quando raggiunge la
stanzetta arancione, si accorge di essere l’ultimo: Draco e la professoressa
stanno bevendo la cioccolata con i biscotti, Barone si lecca i baffi sopra
l’ormai consueto puff, e Camilla chiacchiera amabilmente con la Refledouble dei
tempi passati, rafforzando quello che dice con gesti delle mani. Harry saluta
tutti e si siede accanto a Draco, poi prende la tazza che la professoressa gli
porge e comincia a fare colazione. -Allora, Camilla- esordisce Shanna
alzandosi in piedi ed affiancando lo specchio –Da chi vuoi cominciare?-. Il
riflesso fissa Harry, poi Draco, poi nuovamente Harry, ed infine sorride
compiaciuta. -Lo sai che ho sempre avuto un debole per gli occhi verdi!-
esclama, facendo sbiancare Harry. Il ragazzo si mette di fronte allo specchio,
come gli fa cenno la Refledouble, e fissa Camilla. Per un istante la ragazza
scompare ma, dopo un attimo, ecco riapparire una donna dai vestiti principeschi,
con sulla testa una strana corona ed una lunga treccia di capelli biondi.
-Oh, voi siete il cavaliere che ha sconfitto la strega e scalato la torre
per salvarmi! O, mio prode cavaliere, qual è il vostro nome?- dice la
principessa, fissando Harry con i grandi occhi azzurri -Ehm…- mormora Harry,
e si volta verso la professoressa in cerca di una mano, ma lei sorride e gli fa
cenno di dire qualcosa –Ehm…certo…- dice, e distoglie lo sguardo dal viso
imbronciato della principessa -Ma come!- esclama quella –Affrontate mille
pericoli e l’unica cosa che sapete dirmi è "ehm…certo"?- enfatizza, incrociando
le braccia sul petto -Mi dispiace, ma io…veramente…ehm…-. La principessa
scompare in un lampo, e ricompare Camilla, furiosa e rossa fino alla punta del
naso a patata -Shanna, come puoi pretendere che io lo istruisca se lui non
ci prova nemmeno?- sbotta -Non è che non ci prova- miagola barone –Sei tu ad
essere un’incapace!- ridacchia -Tu, gatto pomposo!- brontola, offesa,
storcendo il naso. La Refledouble interviene: ammonisce Barone con uno
sguardo e zittisce Camilla con un altro, poi si rivolge a Draco –Forse vuoi
provare tu- gli dice. "Non preoccuparti, Harry, succede spesso" "Non mi
preoccupo, mi dispiace solamente di aver fatto scaturire Camilla" "Vedrai, le
passerà, sono le solite crisi adolescenziali…". Draco si posiziona davanti
allo specchio, e Camilla prende immediatamente le sembianze di Harry. Harry
sgrana gli occhi, boccheggia, e sgrana gli occhi, e boccheggia. Il Riflesso
Harry, visto Draco, estrae immediatamente la bacchetta e gliela punta al collo.
-Malfoy!- esclama –Come hai osato chiamare Hermione mezzosangue?-.
Draco, al sentire quelle parole, indietreggia di un passo, e ghigna, e a
Harry ricorda incredibilmente Malfoy, e per un istante si chiede chi è quel
ragazzo biondo che lui ha deciso di chiamare Draco. -E’ quello che è,
Potter- sputa velenoso, portando a sua volta mano alla bacchetta. L’Harry
Riflesso digrigna i denti e sembra voler attaccare, ringhia, e poi fa una cosa
che Harry, quello vero, non farebbe mai: scoppia in lacrime. Harry indica il
Riflesso sconvolto; quello non è lui, pensa, non è lui davvero, perché lui non
farebbe mai una cosa del genere, soprattutto davanti a Malfoy. -Perché
piangi?- mormora Draco, abbassando la bacchetta ma restando in guardia -Sei
una persona orribile!- singhiozza l’Harry Riflesso –Non puoi pretendere di stare
con me insultando i miei amici!-. "Carina…" "Professoressa! Gliel’ha suggerita
lei?" "Nah, ho solo buttato lì qualche parolina di troppo, forse…". Draco, al
contrario di Harry che è diventato verde, sorride al Riflesso, rimanendo
composto e posato, ed assume una stana espressione, quasi dolciastra. -Mi
dispiace- dice –Non intendevo insultare la Granger-. Harry, mentre Draco
parla, sente qualcosa, in fondo allo stomaco, qualcosa che è molto simile
all’aver mangiato troppo e troppo in fretta, ma sostanzialmente diverso. Non
capisce di che cosa si tratti, perché non l’ha mai provato prima o, almeno, se
l’ha provato non se ne ricorda. Al momento sa solo che è al contempo orribile e
piacevole, che l’ha scatenato la frase di Draco, e che vorrebbe a tutti i costi
vomitare in modo che smetta di pesargli, ma qualcosa in cuor suo gli dice che
anche questo non servirebbe a nulla. Nel frattempo l’Harry Riflesso ha
ripreso a parlare e, finalmente, ha smesso di piangere -Dici davvero,
Draco?- chiede con un tono così melenso che Harry si chiede come mai non sia
ancora morto di diabete -Davvero, Harry- gli dice Draco, e poi si porta una
mano sul cuore in segno di giuramento. -Oh, Ti amo Draco!- grida l’Harry
Riflesso, ed Harry sta per svenire. "Falla smettere!" pensa insistentemente
Harry, e accade il miracolo. -Basta così, Camilla!- interviene la voce della
Refledouble. Un leggero lampo, ed al posto di Harry, nello specchio, torna
Camilla che, dopo aver fatto un leggero inchino a Draco, ridacchia compiaciuta.
-Sei stato molto bravo, Draco- dice la Refledouble –Tu, invece, dovrai fare
un po’ di pratica!-. "Scusa, Harry, Camilla non intendeva essere invadente"
"Non importa. Grazie, perché non so nemmeno io che cosa avrei voluto sentire"
"Che significa?" "Se lo sapessi".
Harry ha una strana sensazione
addosso, quando torna in dormitorio. Si sente diviso a metà, tra quello che
vorrebbe pensare e quello a cui si sente costretto a pensare. Perché c’è, dentro
di lui, la parte che insistentemente si ostina a pensare a Draco, e a come si è
sentito, a cosa avrebbe voluto fare e a cosa vorrebbe fare. Ma al contempo c’è
l’altra voce, quella che gli dice che è sbagliato, molto, molto sbagliato. Che
lui è Harry Potter, che a lui piacciono le ragazze, che se proprio deve essere
gay, diavolo, tutti ma non Malfoy! Harry si getta sul letto, sconfortato.
Dio, non Malfoy, non Malfoy! Si ripete. Eppure sono queste le cose che non si
possono cambiare, ed Harry lo sa. Quando sei attratto da una persona, non
importa quello che dice la tua parte cosciente, perché è il subconscio che
decide per te. Ed anche se Harry ci prova, con tutte le sue forze, a pensare a
qualcos’altro, a qualcun altro, non ci riesce. Perché Draco è lì, Santo Cielo, è
lì e non ha intenzione di andarsene. Si odia Harry, si odia perché è un idiota,
perché Malfoy è Malfoy e perché lui lo vorrebbe. E si chiede se è solo una
sensazione passeggera, se lo dimenticherà, se è per il suo nome, se è per quello
che ha detto all’Harry Riflesso, se è per chissà che altra cosa che al momento
non gli viene in mente. Alla fine, Harry decide di scendere in Sala Comune,
a cercare Ron ed Hermione, perché non li vede dall’ora di pranzo e comincia ad
essere un po’ preoccupato. I due avevano le prove, ma avrebbero dovuto averle
finite da un pezzo. In Sala Comune si guarda intorno, ma di loro nessuna
traccia. Invece scorge Neville, seduto da solo davanti al fuoco, con in mano un
grosso librone ingiallito. Harry ride tra sé e sé. Raggiunge l’amico e si siede
accanto a lui. Neville, al sentire il cuscino del divano abbassarsi, sobbalza e
poi sospira di sollievo, nel vedere Harry. Chiude il libro e lo guarda. -C’è
qualcosa che non va, Harry?- chiede gentile -No, va tutto bene. Hai visto
Ron e Hermione?-. Neville aggrotta le sopracciglia folte, e scuote il capo
-Finite le prove avrebbero dovuto raggiungerti- spiega –Se non sono con te,
non so proprio dove possano essere- dice pensieroso. -Capisco- mormora
Harry, più a sé stesso –Che fai?- -Oh…io sto facendo una ricerca per la
Sprite- dice Neville, indicando il libro con un cenno del capo –Erbologia: le
piante carnivore- -Sembra interessante- mente spudoratamente Harry –Per il
resto, tutto bene?- chiede, sperando sinceramente di riuscire a cambiare
discorso -Sì. Tutto bene. Anche se ho un po’ di paura per i M.A.G.O.- Harry,
che di scuola non ha proprio voglia di parlare, cerca nuovamente di deviare la
conversazione -E che mi dici delle ragazze, Neville?-. Neville arrossisce e
sposta lo sguardo sulle scarpe tirate a lucido -Te la posso chiedere una
cosa, Harry?- domanda nervoso, stropicciandosi le mani in grembo -Si, tutto
quello che vuoi- annuisce Harry e si accomoda meglio, per concentrarsi -C’è
una persona. Una persona che ti piace perché ultimamente è molto gentile con te,
alle prove dello spettacolo. Credi che questa persona si aspetti qualcosa da te,
visto che continua a guardarti e a guardarti e a guardarti. Ma tu non sai come
fare. Che fai?-. Harry rimane basito e fissa Neville. Piace ad una ragazza?
O forse è a Neville che piace una ragazza? Comunque, cerca di dare una risposta,
la più sensata che gli viene in mente al momento -Dovrei fare qualcosa- dice
–Dovrei, ad esempio, parlare per primo, la prossima volta che la vedo, e vedere
come reagisce. Oppure, aspettare che sia lei a fare la prima mossa esplicita-
-Harry- Neville tossicchia imbarazzato –E se non fosse una lei?-. Harry
sussulta, sorpreso, ma Neville prosegue -Insomma, io non credo sia una cosa
importante, no? Se due si piacciono è così e basta. Non c’è un amore giusto o un
amore sbagliato. Noi nell’amore ci cadiamo, e basta. Abbiamo bisogno di una
mano, per rialzarci, e questa mano ce la può porgere chiunque. Ma, alla fine, è
sempre solo una la mano che noi accettiamo di afferrare. Giusto?-. E, ad un
tratto, è tutto chiaro: Neville il tonto, lo sciocco, l’ingenuo, ha risposto a
tutte le domande di Harry. Semplicemente facendo filosofia e pronunciando una
frase che ha letto chissà dove. -Non preoccuparti, Nev- ride Harry –Piaci a
Zabini, lo so per certo-. Neville non sa come Harry faccia a sapere di
Blaise, pensa quasi che possa leggere nel pensiero. Ma non gli importa. Perché è
felice, e nient’altro è importante.
eHm...
Allora,
eccoci qui con un nuovo capitoletto! Chiedo perdono se ho dei tempi così lunghi,
ma tra una cosa e l'altra, gli allenamenti (Tre ore e mezza! Dico io, ma quand'è
che ho il tempo di accoccolarmi davanti al PC?!?) di pallavolo e la mia best
friend che mi abbandona lasciandomi a casa tutta sola a guardare Il Poema del
Vento e degli Alberi (Che tristezza! Ho pianto, alla fine!) mentre lei va a
Ibiza, non è che la mia concentrazione sia alle stelle! Ma ora passiamo ai
ringraziamenti:
Chakra:
allora...contenta che Blaise-Neville ti piaccia (Perchè di solito le
persone fanno smorfie disgustate ç__ç). Poi...b'è...per l'Harry attivo NON
contare su ciò che c'è scritto in questo capitolo, perchè Camilla è un po'
pazza, e vede le cose in modo distorto! Grazie mille per la
recensione!
Lasagne80:
Felice che ti piaccia...per il bacio?
Hihi...chissà...chissà...
Gokychan:
che bello, una nuova lettrice (Fa sempre piacere!). Spero che
continuerai a recensire, se no Draco si deprime!
A voi altri
che leggete e non recensite (Perchè so che da qualche parte ci dev'essere
qualche anima pia che mi legge!) grazie mille! Anche da parte di Draco che offre
a tutti i biscotti che Nev e Blaise hanno preparato ^__^!
Baci a
tutti!
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Capitolo 6 *** La Nutrice ***
o
"Gli amici
sono persone a cui confidi qualsiasi cosa. Ed è proprio per questo che ti
senti morire, quando scopri che loro non fanno lo stesso con te".
Le prove di Giulietta e Romeo si svolgono a meraviglia, e la
McGranitt ne è estremamente compiaciuta, come se fosse tutto merito suo.
Serpeverde e Grifondoro continuano le loro abitudinarie zuffe ma, oltre ad
essere sempre meno frequenti, ora si limitano a qualche insulto un po’ burbero,
niente nasi rotti o lumache che fuoriescono dall’intestino. Hermione è
estremamente compiaciuta del ruolo che le hanno affidato, e si diverte
moltissimo a recitare Mercuzio, soprattutto la scena della sua morte, quando
Goldstein la trapassa con la spada. Le piace moltissimo fingersi ubriaca e si
chiede come dev’essere la vera sensazione dell’ebbrezza. Quel pomeriggio
Harry e Draco assistono alle prove comuni, perché dovrebbero cominciare a
mettere in scena l’inizio dell’opera. Così, Harry si trova a fissare Draco,
che recita assieme a Blaise in gonnella, e sentirli parlare al femminile risulta
uno spettacolo estremamente buffo, soprattutto perché quei due sono i serpeverde
più vanitosi e narcisisti della scuola. Perlomeno, ridacchia Harry, Draco l’ha
scelta di proposito, la parte di Giulietta, mentre Zabini si è ritrovato nel
ruolo di una donna grassoccia, bruttina e specialmente anziana. -Oh, ecco la
mia nutrice che mi porta sue notizie. Ogni lingua che pronunci solo il nome di
Romeo è un linguaggio celeste. Dunque, nutrice, che notizie mi porti? Che
hai lì? Le corde che Romeo ti disse di procurare?- -Si, si, le corde-
-Ahimè, che notizie hai? Perché tormenti così le tue mani?- -Ah, che
giorno! Egli è morto, è morto, è morto!- -Il Cielo può essere così crudele?
Romeo può esserlo,- -Ma il Cielo può esserlo, O Romeo! Romeo! Chi l’avrebbe
mai immaginato? Romeo!-. Il battito delle mani della Refledouble interrompe
Draco, che sta per parlare. Si rivolge, invece, a Zabini che, in quel preciso
momento, si tormenta le mani peggio della nutrice che ha appena smesso di
interpretare -Blaise!- invoca l’attrice –Blaise! Tebaldo è morto, è morto, è
morto!- dice con enfasi, portandosi le mani al petto –Romeo ha ucciso Tebaldo,
Blaise, il Romeo di Giulietta, della tua Giulietta, della tua adorata bambina
che hai allattato dalla sua infanzia, ha ucciso il cugino della stessa figlia!
Il dolore, Blaise, il dolore! Non siamo al mercato, non stai elencando la lista
della spesa, stai dicendo che Tebaldo è morto, è morto, è morto!-. Zabini
abbassa il capo, e lo scuote ripetute volte. -Scusi- dice –Ma proprio non ci
riesco, non ce la faccio ad interpretare il ruolo di una donna, io non la
capisco la sua disperazione- -La morte non è una cosa che va compresa,
Blaise- mormora pensierosa Shanna, si appoggia al tavolo dietro di lei, e
sbuffa, poi si scompiglia i capelli e sbuffa ancora. -D’accordo. Non ci
siamo proprio- ammette, si guarda intorno. "Che dici, ce la può fare?" "Non lo
so, ha troppo senso pudico per fare una parte del genere, credo" "Però è bravo,
molto, molto bravo. Coloro che sanno recitare possono essere chiunque" "Noi non
siamo attori. Le cose importanti, per noi, sono conquistare il cuore di chi ci
piace, essere campioni di Quiddich e vincere la coppa. Per Zabini deve essere
stato particolarmente umiliante, essere stato considerato una donna" "Non lo
considerato una donna" ed Harry distingue la voce imbronciata, un po’
bambinesca, con la quale Shanna si sta difendendo "Potrei provare Paciock…"
"Come?" "Lui la morte la conosce, il dolore lo capisce. Voi non siete attori,
giusto? Tanto vale cambiarvi soltanto il nome, e darvi la parte che recitate
ogni giorno". -Neville!- esclama la Refledouble –Prendi il posto di Blaise-.
Neville impallidisce e scuote il capo, deciso e contrariato, e bofonchia
qualcosa di incomprensibile, finchè Seamus non lo lancia in mezzo alla Sala, ed
allora ecco che Tebaldo muore, che Giulietta soffre e che la nutrice consola.
Concluse le prove, Harry si mette alla ricerca di Ron e Hermione. Da
quando si vede la mattina con la Refledouble, è stato con loro davvero molto
raramente, e si sente un po’ in colpa, perché sa che quei due non avranno fatto
altro che beccarsi per tutto il tempo. Arrivato davanti al portone, scorge
diversi studenti in giardino, intenti a fare i compiti e a studiare,
approfittando della bellezza della giornata. Esce e li cerca ovunque, chiede
anche a Luna e ad un ragazza del quarto anno se li ha visti, ma entrambe
scuotono il capo, perplesse. Alla fine, Harry decide di andare a dare
un’occhiata al campo da Quiddich: magari Ron ha avuto la splendida idea di far
volare Hermione, nonostante lei avesse, negli ultimi anni, ribadito più volte di
considerare il Quiddich uno sport pericoloso e creante dipendenza. Giunto al
campo, però, Harry non vede nessuno, e si dice che, probabilmente, quei due
saranno in Sala Comune, se non si sono uccisi a vicenda prima di raggiungerla.
Mentre passa davanti agli spogliatoi, però, un tonfo lo coglie di sorpresa.
Incuriosito, pensa di andare a vedere che è successo, magari è uno stupido
scherzo di qualche serpeverde del primo anno che non ha capito che è in corso un
armistizio tra le loro case. Spalanca la porta dello spogliatoio e smette di
respirare. Perché Ron, il suo migliore amico da ormai quasi sette anni, sta
baciando Hermione, e perché Hermione sta baciando Ron, perché si stanno
baciando, e lui non lo sapeva. E in un solo momento migliaia di ipotesi gli
affollano la mente. Ron la sta forse violentando? Hermione l’ha sedotto? Perché,
allora, sono in un posto così isolato? Stanno insieme? Si amano? Da quando?
Perché non gliel’anno detto? Non si fidano di lui? Vogliono escluderlo? Lo
credono così idiota da non capire? Harry inghiotte un grido, e si volta di
scatto. Hermione apre gli occhi e geme. Ron si gira, e sbianca. Si allontano
l’uno dall’altro immediatamente, ed Hermione prova a dire qualcosa, ma dalla sua
bocca esce solo un -Oh-. Ron deglutisce una, due e tre volte, prima di
provare a parlare -Harry…- prova a dire, ma Harry non lo sente. Perché nella
sua testa le voci si sono trasformate in un ronzio assordante, che gli impedisce
di mettere in ordine i pensieri e cercare di capire che cosa sarebbe giusto o
sarebbe doveroso fare in quel momento. L’unica cosa che sente distintamente, in
mezzo a tutta quella confusione, è la soffocante consapevolezza del tradimento,
e per non scoppiare a gridare, Harry scappa. Raggiunge la biblioteca, e si
getta sulla prima sedia che ha a portata di mano. Si prende la testa tra le
mani, e la sente estremamente calda e pesante. -Potter?- chiede la voce
sorpresa di Malfoy –Potter, che ci fai qui?- -Potter, Malfoy?- ribatte acido
Harry, che non ha voglia di litigare, ma allo stesso tempo si sente confortato
che ci sia qualcuno lì, con lui, che non sia Ron o Hermione -Che succede?
Sembri in piena crisi depressiva. Ti è morto il gatto?- dice Draco, prende una
sedia e la gira al contrario, poi si siede di fronte ad Harry. -‘Fanculo-
borbotta Harry, e nasconde la faccia tra le braccia –Sono dei deficienti-
-Il pezzente e la Granger?- domanda Draco, e ad Harry non sfugge quella
"Granger" -Che te ne frega?- -Me ne frega e basta, Harry. Sarò pure
egocentrico ed egoista, ma tu parla, fingerò di ascoltarti- -Sei di grande
aiuto, Malfoy- farfuglia Harry. Ma l’impellente bisogno di sfogarsi che sente
gli fa sputare tutto quello che prova e, soprattutto, quello che non vorrebbe
sentire. -Stanno insieme. Io lo sapevo che sarebbe successo, ma non ero
pronto, non adesso, non ancora! Dio! Sono i miei migliori amici e non mi hanno
detto niente! Non ti trovi nello spogliatoio deserto se non è per scopare o se
non lo vuoi nascondere a qualcuno. Loro non me l’hanno detto, capisci? Gli amici
dovrebbero dirtele, queste cose. Mi sento così stupido-. Draco si massaggia le
tempie, e sbuffa -Se avessi Zabini come compagno di dormitorio,
rimpiangeresti il silenzio del pezzente- bofonchia, sperando di far sorridere
Harry, e ci riesce. Preso almeno un po’ di coraggio, Draco poggia i gomiti sullo
schienale e sospira, prima di dire quello che pensa veramente, e che forse farà
arrabbiare Harry. -Non volevano escluderti. Probabilmente hanno pensato che
se te l’avessero detto sarebbe stato molto peggio, forse aspettavano solo il
momento giusto e non l’avevano ancora trovato- dice, fa spallucce, e sorride.
Harry solleva lo sguardo e scuote il capo -Dici?- chiede, e Draco ghigna
-Hai bisogno che le persone ti ripetano le cose quattro o cinque volte prima
che tu le capisca, Potter?- -Avevo anche intenzione di ringraziarti, Malfoy,
prima che tu tornassi ad essere la solita vipera- lo prende in giro Harry. Draco
sta al gioco, volta il capo e storce il naso -Ringraziarmi! Non è ho
bisogno, io lo so di essere il migliore!- bofonchia Draco. Ed è l’atmosfera che
si crea dopo quella battuta, a far sentire Harry così leggero ed eccitato, di
quel genere di eccitazione che si prova ai concerti, alle cene di Natale prima
di scartare i regali, a Pasqua quando mangi il primo pezzetto di cioccolata, che
sta per alzarsi ed abbracciare Draco, poi si dà un contegno e scoppia a ridere.
Lascia Draco circa un’ora dopo e, convinto da lui, va a cercare Ron ed
Hermione, per chiedere spiegazioni che, se saranno abbastanza esaurienti, lo
porteranno perfino a scusarsi.
eHm...
lasagne80: Nev è uno dei miei grandi amori di Harry Potter, soprattutto
perchè è odiato da praticamente tutte le persone che conosco ^^". Così io ho
intrapreso questa campagna per salvaguardare l'onore dei Paciock!
gokychan: lo sai che la definizione "tassorosso alla prima cotta" mi piace un
sacco?!? Grazie per il commento, era davvero dolcissimo!
zizela: grazie mille per il commento! Andrò a leggere le tue ff, perchè se il
mio stile ti ricorda il tuo, sarei felice di potermi confrontare!
noriko: sono davvero felicissima che tu abbia commentato. Più commenti ci
sono, più le mie mani si muovono veloci sulla tastiera XD!
fuyumi chan: lo so, lo so...Harry è un po' tonto, ma tutti lo siamo quando si
parla di noi stessi!
angama: questa è di sicuro la risposta più difficile, e per quetso l'ho
lasciata alla fine. Sarò sincera: mi hai un po' offesa. Ed ora ti spiego il
perchè. Tu mi accusi, per di più senza nessun fondamento, di aver copiato
l'idea di qualcun altro. Innanzitutto, se guardi nel web, troverai non una
e nemmeno due, ma almeno una ventina di ff di HP riguardanti Giulietta e Romeo.
E questo perchè Draco e Harry sono una coppia che si serve su un piatto
d'argento, per questo genere di opera teatrale. Non mi tratterrò nemmeno dal
rivelarti che io ho letto ben 3 ff su Giulietta e Romeo, e mi sono piaciute un
sacco. Vorrei ricordarti, però, che Giulietta e Romeo è solo la base, le
fondamenta sulle quali ho eretto la mia storia. La ragazza di cui parli tu
probabilmente ha scritto una ff simile alla mia. E' possibilissimo. Ma allora
quando una persona scrive un ff di Harry Potter ambientandola, che so, in
mezzo ai vampiri nessuno può più farlo? Non credo proprio. Poi tu dici che la
mia ff differenzia in alcune "minuzie". Ti riferisci a Shanna, Barone e Camilla?
Perchè sai com'è, Shanna è un po' il mio alterego e Camilla la mia seconda
personalità. Barone è ispirato al gatto bianco di Stuart Little. Ma se davvero
nell'ff di cui parli tu c'è una Shanna mi piacerebbe conoscerne l'autrice,
perchè sono sicura che andremmo davvero d'accordo, visto il nostro alterego in
comune. Infine, non so come dirtelo ma...o hai detto quelle cose solo per farmi
desistere dallo scrivere oppure l'hai fatto senza riflettere. Spero che sia la
seconda.
Spero che questo chappy vi sia piaciuto (A me si, un sacco! E' uno dei miei
preferiti ndBlaise con indosso il grembiulino con ricamata sopra una gallina che
dice "Uova strapazzate"), perchè io ci tengo molto. Grazie a tutti coloro che mi
sostengono, come i miei lettori e le mie amiche. Grazie a Draco per aver preso
parte e ad Harry va un applauso perchè durante questo capitolo non ha mai
tentato di allungare le mani, e questo è un evento!
Baci
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Capitolo 7 *** Hermione ***
o
"Dicono
che il primo bacio non si scorda mai. Io darei qualsiasi cosa per
dimenticarlo, e per ricordare tutti quelli che seguirono".
Quando Harry apre il buco del ritratto, Ron ed Hermione sono lì, con
due facce verdognole ed agitate. Hermione sta seduta e si mangiucchia le unghie
della mano, ormai ridotte a delle lamelle seghettate, Ron va avanti e indietro,
e farfuglia. Però quando Harry entra, si fermano di botto, e lo guardano,
impazienti, forse, oppure si chiedono se devono dire o meno qualcosa per
scusarsi e per farsi perdonare. Ma Harry li precede, si mette le mani in
tasca e li guarda dritti in faccia, tutti e due, prima di parlare. Non dice "Non
importa", perché ci ha sofferto troppo, ma non dice nemmeno "Non vi perdonerò
mai", perché sarebbe una bugia. Dice solo quello che sente di dover dire, per
essere, almeno lui, sincero con loro. -Siete i miei migliori amici, e mi
avete deluso- esordisce, ed Hermione sta per dire qualcosa, ma Ron la ferma con
un gesto della mano, e fissa Harry negli occhi, in segno di mite consenso, per
dirgli che lo sa anche lui, di averlo deluso, ma che le sue parole gli hanno
fatto male, moltissimo, perché è stato un pugno nello stomaco, che finchè
l’immagini soltanto non puoi sapere quanto fa male. Ugualmente, Harry continua.
-Io credevo, credevo di potervi confidare qualsiasi cosa, e che voi avreste
fatto lo stesso con me- dice, ed allora Hermione non riesce a stare zitta, e
scoppia. -Io volevo dirtelo!- esclama –Ma avevo paura che tu ti arrabbiassi,
che ti sentissi escluso, pensavo che avresti dubitato della nostra amicizia-.
Quelle parole, riaccendono almeno in parte la rabbia di Harry, che lui aveva
accantonato durante la conversazione con Draco. -Dubitare della vostra
amicizia?- sputa velenoso –E cosa pensi che abbia fatto, quanto vi ho visti?-
-Non volevamo che lo scoprissi così!- si scusa Hermione, ed Harry capisce
che sta per piangere, e gli dispiace vedere Hermione piangere, perché lei è la
sua migliore amica, e le vuole bene. E si ricorda che lei ne vuole a lui.
-D’accordo- dice –Va bene, dimentichiamo questa storia-. Si siede sul
divano, Hermione lo guarda attonita e scoppia a piangere, abbracciandolo di
slancio. -Oh, Harry! Harry, scusami tanto!- strilla, stringendosi un po’ di
più ad Harry, che sente il cuore più grande, e lo stomaco nuovamente apposto,
perché Hermione non lo lascerà, ora lo sente, e sente anche che non ci saranno
più segreti, nemmeno uno, tra di loro. -Harry…- dice Ron, ed Harry lo guarda
e sorride, e anche Ron sorride. Ora si, che è tutto apposto.
La mattina
dopo Harry e Draco si ritrovano nell’ufficio della Refledouble un po’ prima del
solito: Harry si è svegliato in anticipo e, non riuscendo a riprendere sonno, ha
deciso di andare a trovare Barone, magari per scambiarci quattro chiacchiere, ma
è rimasto piacevolmente sorpreso quando ha trovato Draco all’ingresso
dell’ufficio. Ma la cosa ancora più strana è che, dietro alla scrivania,
completamente spaparanzata sulla sedia rosa e pelosa, sta la Refledouble,
intenta a sfogliare un copione con una penna prendiappunti che le svolazza
accanto, scrivendo su un foglio levitante. La donna, appena li vede entrare,
poggia immediatamente il copione e da uno sguardo veloce all’orologio appeso
alla parete. -Siete in anticipo- commenta, ma non sembra affatto seccata
–Meglio così, oggi ne abbiamo di cose da fare! A partire dalla fantomatica scena
della festa, sperando che il senso pudico del nostro Harry si sia smorzato
quando ha interpretato cappuccetto rosso la mattina scorsa-. Effettivamente,
dopo essersi esercitato con Camilla che lo ha portato ad immedesimarsi in ¾ dei
cartoni animati babbani, e nella maggior parte degli eroi mitologici, Harry si
sente un po’ meno in imbarazzo, quando deve recitare. Peccato che quello del
bacio, non sia mai stato un problema di pudore, ed ha la netta sensazione che
Shanna lo sappia. Probabilmente l’idea dello specchio, serviva solo per far
prendere ad Harry un po’ di tempo, per riflettere. Naturalmente il tempo c’è
stato, Harry ha riflettuto ma non c’è stato nessun risultato. Comunque, Harry
guarda Draco, e lo vede perfettamente a sua agio, e questo lo fa inquietare
ancora di più. -Io amo questa scena!- batte la mani Camilla, svolazzando
eccitata nello specchio –O Romeo, Romeo…- cita, e poi ridacchia. Barone si
limita a sbadigliare, e ad accoccolarsi meglio nel suo angolo, per potersi
godere al meglio lo spettacolo. L’attrice incrocia le gambe sulla sedia, e fa
cenno di cominciare. Per Harry, ormai, dire quelle battute è un automatismo,
gli sembra quasi di parlare con Ron, mentre lo fa, probabilmente perché ormai
Romeo è parte di lui, e quelle parole gli appaiono proprie. E, dietro a Draco,
che recitata alla perfezione, gli pare di scorgere lo sguardo timido e deciso
della sua Giulietta. - Allora non muoverti, così la mia preghiera sarà
esaudita- dice, ed ora quella piccola parentesi non gli fa più tanta paura,
perché Draco rimane Giulietta, ed è giusto che Romeo baci la donna che ama. Si
china su di lui, o più precisamente su di lei, e la bacia. Appare tutto molto
confuso ed ovatto, mentre bacia Draco. Chiude gli occhi, e spera profondamente
che anche Draco l’abbia fatto, altrimenti si sentirebbe un idiota, e non gli
pare importante il sapore delle labbra di Draco, o se sono morbide o ruvide,
grandi o piccole. Quello che gli importa davvero è la strana sensazione di
euforia, che in un attimo l’ha impossessato completamente, come l’acqua fredda
quando si ha tanto caldo. E l’euforia lo scuote, e gli dice che no, no, no, quel
bacio non deve assolutamente finire. Eppure, Harry si stacca. Draco lo guarda,
leggermente spiazzato, probabilmente perché Harry l'ha baciato davvero. E gli ci
vuole un po’, per riscuotersi, e capire che Harry ha già parlato, ed ora tocca a
lui pronunciare la battuta successiva, ed aspettare il prossimo bacio.
-Allora le mie labbra portano il peccato che hanno tolto-. Harry sente
distintamente la voce di Draco fremere, le parole tremare, nel desiderio
scalpitante di un altro bacio, e non riesce a capire, nuovamente, se quello che
parla è Draco, oppure Giulietta. -Il peccato dalle mie labbra? O colpa
dolcemente rimproverata! Rendimi il mio peccato!- e lo bacia ancora, e tutto
appare di nuovo sbiadito, come un libro bagnato e poi asciugato, dove le figure
si vedono ancora, ma è difficile distinguerle. -Voi baciate come insegna il
libro- dice. La Refledouble applaude, e Draco si volta compiaciuto, facendo un
piccolo inchino. Camilla fischia il suo consenso, e Barone la fissa con
disprezzo, ma non dice nulla, in rispetto della riuscita della prova. -O,
ragazzi! Siete stati grandiosi, grandiosi!- esclama la Refledouble senza
smettere di battere le mani, entusiasta. Barone balza sulla scrivania e si
stiracchia, pigro come di sua natura, poi si rivolge a Shanna. -Ah, se anche
tu, alla loro età, avessi avuto la decenza di seguire i miei ammaestramenti,
oggi saresti notevolmente più in alto, ancor più della tua diletta Merilyn!-
borbotta, e si stiracchia di nuovo. -Non statelo a sentire- sbuffa Camilla,
scocciata –E’ solo un po’ invidioso, perché voi potete recitare senza dover fare
esclusivamente la parte dei mici!- e ridacchia –Ma, per Merlino e per Mullet,
siete stati strepitosi, perché non lo rifate, ragazzi?- dice, e le si allarga un
sorriso così eccitato che Harry si chiede come mai non le si è ancora slogata la
mascella -Camilla, credo che per oggi ne abbiano avute abbastanza- mormora
la Refledouble -Non è giusto, però!- sbuffa Camilla –Ti prego, Shanna, una
volta sola!- cerca di convincerla, ma l’attrice è irremovibile, e ad Harry un
po’ dispiace, perché gli piacerebbe molto poter baciare di nuovo Draco, ma non
osa chiedere di ripetere la scena, perché ha paura che Draco lo capisca. "Harry,
Harry" mormora maliziosa la voce della Refledouble nella sua testa "Qui qualcuno
si è preso una cotta per il nostro Draco" "La smetta, non mi sono preso una
cotta" "Che bello l’ultimo anno, se solo potessi tornare indietro di qualche
tempo…di certo confiderei i miei sentimenti a Ryan, com’era bello quel
tassorosso…peccato che ora si sia rovinato…e già, tutte quelle api frizzale gli
hanno rovinato la linea..." "Professoressa…" "O, scusami Harry, i ricordi…"
-Di niente- dice, e immediatamente si rende conto di aver parlato ad alta
voce, e si sente terribilmente stupido. Draco solleva uno sopracciglio, e lo
guarda. -Che cosa?- chiede. Harry lo guarda un po’ spiazzato e dice
-Ehm…- per fortuna, è la Refledouble ad intervenire -Ora potete andare,
domani mattina ci troviamo in biblioteca, non fate tardi, mi raccomando!
Proveremo la scena del balcone, perciò vedete di imparare le battute-. Harry
la ringrazia mentalmente e, ovviamente, lei risponde. Poi se ne va, seguito
subito dopo da Draco. -Potter- Draco gli va vicino, un po’ troppo per i loro
standard, infatti molti studenti più piccoli si chiedono che cosa ci facciano
Potter e Malfoy affiancati nel corridoio, senza che nelle vicinanze ci sia Piton
o, ancora peggio, la McGranitt. -Come va con Zabini?- chiede Harry, un po’
perché non sa che altro dire e un po’ perché gli interessa sul serio. Draco fa
spallucce, e si aggiusta il nodo della cravatta, all’apparenza perfetto.
-Meglio- dice –Credo che abbia intenzione di fare "il grande passo" e
chiedere a Paciock di uscire, ma penso che rimarrà deluso. Non credo che il suo
adorabile grifoncino riuscirà a mettere insieme una serie di parole coerenti
prima che Blaise sia svenuto dall’ansia- e ridacchia. Harry, però, si sente un
po’ offeso, perché crede che Draco abbia insultato Neville e, effettivamente,
Draco l’ha fatto. Peccato che quello sia il modo di Draco per esprimersi in
qualunque e qualsiasi cosa. -Neville non è uno scemo- chiarisce Harry, e
Draco lo fissa come fosse lui, lo scemo. -Non quanto te, Potter- dice, ma
Harry non la prende per nulla bene. In realtà Harry è solo nervoso, perché dovrà
dire a Ron e Hermione che ha baciato Draco, e che gli è piaciuto, e non ha
proprio voglia di sentirsi dire dal ragazzo che ha voglia di baciare che è uno
scemo -Parli tu, Malfoy- sputa, e si volta dall’altra parte, come fanno i
bambini. -Ehi, Harry- lo chiama Draco, dopo aver fatto qualche passo –Sei
ancora più cretino di quanto pensassi- -Ma che cavolo vuoi, Malfoy? Lo sai
che sei proprio un rompi palle? Dico, ci baciamo neanche mezz’ora fa e adesso ti
metti a chiamarmi stupido e deficiente?-. Harry sussulta, quando realizza
quello che ha detto, e cerca qualcosa di interessante sulle sue scarpe, tirate a
lucido, in modo che riflettano la sua faccia da perfetto cretino. -Oh- dice
Draco, e poi ghigna –Dunque, il problema è il bacio, Potter- -No!- si
difende immediatamente Harry, sollevando lo sguardo e puntandolo in quello di
Draco. Il che è una mossa estremamente stupida, perché quando gli occhi gli
cadono sulle labbra di Draco, il suo cervello smette immediatamente di
funzionare e Harry si sente indescrivibilmente molliccio e cretino e stupido.
-No, Harry?- chiede Draco, e si morde il labbro; Harry sente le gambe cedere
e deglutisce a vuoto. Poi Draco ride, ma Harry sa, in qualche modo, che non
sta ridendo di lui. Draco ride e basta. Si guarda intorno e schiocca ad Harry un
veloce bacio sulla bocca, poi torna a ridere, ed entra in Sala Grande.
eHm...
Un saluto veloce a tutti coloro che hanno
commentato, ed un grosso e grasso e sincero e tutto quello che volete voi
"GRAZIE!". Scusate, ma non ho tempo di rispondere a ognuno perchè sono appena
tornata da una crociera con la barca a vela per le coste croate, e ho una certa
urgenza di leggere tutti i nuovi capitoli delle ff che hanno aggiornato durante
la mia
assenza^^".
Draco oggi non è presente e si scusa, ma cercate di capirlo, a forza di stare
sotto il sole la sua pelle delicata si è bruciata. E chissà perchè, non c'è lui
e non c'è neanche Harry -__-". Blaise è troppo occupato a spolverare il salotto.
L'unico di cui non ho notizie è Neville...uhm...spero di aver chiuso bene la mia
camera da letto 0__0!!!
Un bacio a tutti!
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Capitolo 8 *** Neville ***
"Se
tu mi amassi davvero,
o se almeno provassi una briciola
di quello che mi fa battere il cuore,
allora sapresti perfettamente
che non puoi avere dubbi".
Neville si sente un po’ come un grosso budino molliccio,
soprattutto quando è
in compagnia di Blaise Zabini, serpeverde, ultimo anno. Probabilmente,
la sua
sensazione è dovuta al fatto che Blaise riesce ad essere
estremamente elegante
nonostante la sua alta statura e la sua corporatura robusta. Quello che
fa
sentire Neville particolarmente ridicolo, sono le sue mani grassocce
con delle
dita paffute che sembrano tante salsicce. Le mani di Blaise, invece,
sono
affusolate e grandi, le dita sono molto molto lunghe e sottili. A
Neville
piacciono da morire le dita di Blaise, soprattutto quando le usa per
indicare
la linea del copione che stanno studiano perché lui si
è incantato a guardarlo
e ha perso tutte le spiegazioni.
A Neville piace moltissimo osservare Blaise mentre gesticola e si passa
le mani
nei capelli, proprio come sta facendo adesso, perché non si
ricorda il nome di
un posto dove è stato quando era piccolo. Neville poggia la
guancia ad una mano
e lo guarda scervellarsi, senza nemmeno rendersi esattamente conto di
cosa sta
pensando. Poi Blaise alza la testa di scatto.
-Casablanca!- esclama –A Casablanca ho visto per la prima
volta un mago
indiano. Che scemo, come ho fatto a dimenticarmelo?-
-Ah, non lo so proprio- ironizza Neville, mentre si sofferma a pensare
a quanto
sia fortunato Blaise, perché ha viaggiato così
tanti posti con la sua famiglia,
e perché è così bello, e
perché vorrebbe essere come lui- o avere lui- e
perché
lo fa sentire matto ogni volta che sorride. Blaise ha davvero un
sorriso
particolare, perché ha i denti davanti un po’
troppo grandi a confronto con gli
altri, che lo rendendo un po’ criceto quando sorride. Ma a
Neville piace
proprio per questo, perché è perfetto
così.
-Mi prendi in giro?- chiede Blaise inarcando un sopracciglio fintamente
offeso
–Dovrei punirti per questo!- dice, e da una pacca piuttosto
forte dietro alla testa
del povero Neville, che si lascia sfuggire un "Ahio" mal trattenuto e
bofonchiato. Poi Blaise afferra il copione e glielo sbatte sotto agli
occhi.
-Devi imparare le battute, zuccone!- ride –Se no che figura
ci fai, davanti a
tutti?-
-Non diversa dal solito- borbotta, ma si dà alla lettura.
Dopo qualche minuto
solleva lo sguardo scocciato.
-Come viene questa, Blaise?- chiede, ed indica la riga 170. Blaise
osserva il
foglio per un po’.
-Cominciamo da qui, Neville- dice –Se no non riesco a farla
bene. Tu fai
Capuleti, ok?-. Neville annuisce, e prende a recitare.
-Frenate la vostra lingua, madonna Prudenza; andate a ciarlare con le
vostre
comari!-
-Ma palare non è un delitto!-
-Che Dio vi benedica, cioè…- Neville arrossisce
–Scusa…- dice. Ma Blaise non ci
fa nemmeno caso, continua nella sua opera, e fissa Neville dritto negli
occhi.
-Non si può parlare?-
-Oh…- Neville rincorre la riga –Zitta sciocca
pettegola!-
-Mi piaci- dice Blaise. Neville nemmeno se ne accorge, e cerca la
battuta sul
copione, e non la trova. Allora capisce, sente immediatamente il viso
diventare
rosso, le orecchie bruciare e le gambe cedere anche se è
seduto. La bocca è
diventata improvvisamente morbida e la lingua pesante, come se avesse
appena
mangiato una Caramella dei Tiri Vispi.
-O- dice –O- ancora, e –O-
-O?- chiede Blaise e solleva un sopracciglio –O.
D’accordo, che sia
"O"- sorride
-No, non deve essere "O"- lo riprende immediatamente Neville, mentre
dentro di lui ha paura che sia tutto uno scherzo di qualche ignobile
serpeverde
a cui non basta vederlo imbranato e scemo e vuole umiliarlo ancora di
più.
–Scherzi?- chiede allora, ma immediatamente se ne pente.
Perché il viso di
Blaise è diventato improvvisamente tutto buio, e ha smesso
di sorridere.
-Pensi davvero che ti prenderei in giro su una cosa come questa?- dice
Blaise,
e la sua voce suona stranamente bassa ed atona, troppo scura per i
gusti di
Neville. Come se una grossa pennellata nera avesse cancellato tutto il
colore
dalle parole del serpeverde.
-No!- si affretta a correggersi –E’ solo
che…- gli risulta così difficile dire
"Uno come me" anche se è esattamente quello che pensa, ma se
ne
vergogna troppo e le parole gli muoiono in gola, ed esce solo un buffo
"Ogh".
Blaise si morde un labbro, e si porta una mano tra di capelli.
“Oddio”, pensa
Neville, “oddio oddio oddio”. Blaise è
triste per colpa sua. Lui potrebbe
renderlo felice? Santo Cielo…
-Scusa, Neville- dice Blaise cautamente –Non volevo metterti
in imbarazzo.
Volevo solo farti un complimento, niente di più se tu non
vuoi-
-No!- dice ancora Neville, e si odia con tutte le sue forze
perché, diamine,
non gli escono quelle maledette parole!
-Capisco- allora Blaise si alza, e china il capo
–E’ meglio che vada adesso-.
Neville si alza di scatto, la sedia fa un rumore strano dietro di lui,
ma chi
se ne frega. Prende Blaise per le spalle e si alza in punta di piedi, e
lo
abbraccia fortissimo.
Blaise ha un odore strano, misto tra il muschio e la menta nei capelli.
Blaise
è bollente, sul collo, dove Neville ha prontamente nascosto
il viso tutto
rosso. Blaise ha un torace enorme, fatto apposta per appoggiarcisi
sopra, ha
delle mani fantastiche quando ti accarezzano la schiena per
tranquillizzarti
perché stai piangendo come uno stupido perché non
riesci a parlare.
-Ok- dice Blaise, che ha anche un voce tremendamente rassicurante
quando
sussurra all’orecchio, è bassa e dolce e roca al
punto giusto per farti
rabbrividire e desiderare di non staccarti mai da lui. Blaise
è fatto così, e
Blaise gli piace da impazzire.
-Ok- dice ancora Blaise –Va bene così,
è tutto ok-.
Harry non ha fatto altro che fissare Draco durante tutta la cena, e si
è
sentito morire ogni santa volta che Draco ha ammiccato verso di lui.
Harry si
rende conto di essere proprio un idiota, per essersi ridotto
così. Eppure non
può farci a meno, perchè Draco è
troppo bello per smettere di guardarlo.
L’unica cosa che lo rallegra almeno un poco è la
consapevolezza che dopo cena
ci saranno altre prove e allora lui potrà baciarlo ancora, e
non vede sinceramente
l’ora.
Alla fine, anche se tutto sembra lungo ed interminabile, perfino le
barzellette
di Seamus che solitamente fanno ridere anche Hermione
quand’è di cattivo umore,
giungono le undici. Harry si reca all’ufficio della
Refledouble, un po’
eccitato ma soprattutto ansioso, e saluta Barone e Camilla con un cenno
della
mano. Dopo un po’ arriva anche Shanna, che si appoggia
svogliata alla poltrona
rosa e si stiracchia, un po’ come Barone. Si guarda attorno,
perplessa, e poi
chiede.
-Dov’è Draco?-. Harry scuote il capo,
perché proprio non lo sa ma darebbe
l’anima per saperlo. Per fortuna la porta si spalanca, ed
ecco entrare Draco,
un pochino trafelato, ma per nulla ansante, composto nella sua nobile
eleganza
che per tanti anni Harry ha disprezzato, ma che ora trova troppo
stuzzicante.
-Scusi- dice rivolgendosi alla Refledouble, e poi prende posto accanto
ad Harry
–I miei compagni di casa mi hanno trattenuto, Zabini, lui
ha…come dire,
raggiunto il suo scopo-
-No!- esclama Harry, e per un momento scorda dove si trova e perfino
chi ha
davanti –Neville..?- domanda ansioso, e Draco annuisce, senza
scomposi troppo,
e senza mostrarsi eccessivamente felice –Grandioso- mormora
Harry.
La Refledouble tossicchia, ed Harry si ricompone subito, spostando lo
sguardo
un po’ imbarazzato "Scusi" "O, le storie d’amore
non mi
dispiacciono mai, ma preferisco godermele in prima persona…"
"Come?" "Bè, la scena del balcone e tutto il
resto…". Harry
sobbalza. Ha sempre adorato quella scena, fin dalla prima volta che ha
preso in
mano Giulietta e Romeo.
-Bene- dice la professoressa –Harry, Draco, voglio sentire la
scena del Balcone
e…o, quasi dimenticavo. Draco, il tuo vestito è
arrivato questa mattina-
-E’ davvero stupendo!- ridacchia e strilla Camilla
–Tutto drappeggiato e pieno
di merletti, di un fantastico verde smeraldo, come gli occhi di Harry-
e
ridacchia ancora. Harry ghigna
-Con i merletti?- chiede, posando una veloce occhiata
sull’espressione
scioccata e schifata di Draco
-Mi sembrava un’idea carina!- ribatte l’attrice e
fa spallucce, ammiccando
nella direzione di Draco –Ma non è questo il
punto! La scena del balcone
ragazzi, su, su!-.
Così, eccoli nuovamente uno davanti all’altro, ma
questa volta sembra tutto un
po’ diverso, ed un po’ più normale.
Harry si trova a desiderare Draco, da
morire. Si trova a volergli saltare al collo, mentre lo sente
pronunciare le
famose frasi di Giulietta, che il mondo intero conosce, ma che nessuno
ha mai
sentito recitare così bene. Lui vuole Draco, lo vuole, lo
vuole e basta.
eHm...
Salve a tutti e scusate. Mi dispiace da morire per i
lunghissimi tempi di aggiornamento, ma il tempo è poco e i
problemi un sacco! Perciò non arrabbiatevi se mi limito ad
un saluto ed un bacio generali, e a un "Fatemi sapere che ne pensate!".
Un bacio enorme da parte mia, di Harry, Blaise, Neville e
Dr...cioè, no, Draco no...eheheh....(Harry poggia il mitra e
le da l'ok...). Alla prossima, che giuro sarà presto!
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Capitolo 9 *** Ron ***
"Ho
sempre amato le
persone,
ma ora mi riscopro ad odiarle,
perché non mi permettono
di averti tutto per me".
La lezione di Cura delle creature magiche è davvero noiosa
quel giorno. Sarà
che studiare i comportamenti invernali di un Doxy non rientra proprio
nei parametri
del divertimento di un diciassettenne, ma il dover stare chiusi in
un’aula
puzzolente perché fuori sta imperversando uno di quei
temporali primaverili che
si vedono una volta ogni dieci anni, non aiuta a superare quei tediosi
sessanta
minuti.
Accanto ad Harry, Ron pastrocchia svogliatamente sul suo libro
già pieno di
graffiti di tutti i generi, mentre Hermione prende attentamente appunti
da
ormai quasi venti minuti, ed Harry si chiede come faccia la sua mano a
resistere a quel ritmo frenetico senza essere ancora scoppiata.
Hagrid gesticola grottescamente, parlando e parlando e parlando, e ad
Harry
viene solo voglia di poggiare la testa sulle braccia e chiudere gli
occhi. Poi
qualcosa solletica la sua attenzione: è un pezzetto di
pergamena, sospinto sul
banco da un venticello apparentemente inesistente. Harry lo prende in
mano, e
lo osserva un secondo. Lo apre. La scrittura è piccola,
ordinata ed elegante.
Ed Harry si sorprende particolarmente nel rendersi conto che si tratta
della
scrittura di Draco.
Ciao, Harry. Niente di personale, ma sembri quasi uno snaso con
quell’espressione.
Harry sente, improvvisamente, qualcosa di stranamente piacevole
invadergli lo
stomaco. Il sapere che Draco ha pensato a lui, anche se per dirgli una
cavolata
come quella, lo fa sentire estremamente appagato.
Prende la piuma e risponde. Mi dispiace, ma mi hai offeso eccome. Pensa
piuttosto per te, furetto. Scarabocchia, e sospinge il biglietto fino a
Draco.
Lo osserva prenderlo in mano, aggrottare le sopracciglia e sorridere.
Gli piace
così tanto quando sorride, e gli piace anche di
più se sa che a farlo sorridere
è stato lui.
Quando gli ritorna il biglietto, lo legge velocemente e tutto
d’un fiato.
Piuttosto scarsa come offesa, Potter. Che fai?
Harry si lecca involontariamente le labbra, mentre Ron comincia a
fissarlo
sospettoso, e risponde. Cerco di dormire. Ma devo tenermi attivo per
dopo.
Draco gli risponde quasi immediatamente.
Perché, che fai dopo?
Ad Harry non pare prudente esporsi troppo, per poi fare la figura dello
scemo.
Così decide di stare sulla difensiva, ed attendere un
possibile approccio meno
diretto. Tu?
Non si risponde ad una domanda con una domanda. Comunque niente di
importante.
Harry sorride. "Niente di importante", potrebbe voler dire molto cose.
Eppure ha così tanta voglia di vederlo, di baciarlo, magari.
Che decide di
andare incontro alla morte di sua spontanea volontà. Sei
sicuro? Sto per
chiederti di passare del tempo solo con me, perciò pensaci
bene, prima di
rispondere.
Harry vede Draco soppesare la risposta da dare, poi scrivere
velocemente il
responso. Quando il biglietto arriva, Harry si sente un po’ a
disagio, perché
ha un po’ paura di quello che ci può essere
scritto sopra. Ma deve aprirlo, più
che altro perché altrimenti farebbe proprio la figura del
vigliacco.
Una specie di appuntamento, Potter?
Harry trae un respiro di sollievo. E’ felice, davvero tanto
felice. Vuol dire
che non hai nient’altro da fare?
Nient’altro di meglio. No, comunque non ce l’ho.
Ron si sporge per leggere quello che Harry sta scrivendo, visto che si
è
accorto che la corrispondenza sta avvenendo tra lui e Malfoy. Ma Harry
glielo
impedisce, girandosi prontamente dall’altra parte.
Allora davanti alla stanza delle necessità, Draco.
Davanti alla stanza delle necessità, Harry.
Harry butta velocemente i libri sul letto, mentre Ron lo guarda
curioso.
-Dove vai?- chiede, ma Harry non lo degna di uno sguardo
-Da una parte- butta lì, giusto perché Ron lo sta
guardando con sospetto –Devo
provare una scena con Draco-
-Non so proprio come tu faccia ad essere così ansioso di
vederlo- borbotta Ron.
Harry solleva lo sguardo su di lui, e lo vede corrucciato, forse un
po’
seccato, e decide che non è il momento di litigare.
-Non sono ansioso di vederlo- mente –Voglio solo recitare la
mia parte nel modo
migliore, Ron, e voglio farlo con lui- dice, e senza dare a Ron il
tempo di
ribattere, si fionda giù per le scale a chiocciola.
Quando giunge davanti alla stanza delle necessità
stranamente Draco è già
arrivato. Appoggiato al muro del corridoio, le braccia incrociate e lo
sguardo
scocciato. Lancia una veloce occhiata ad Harry e aggrotta le
sopracciglia.
-Potter- dice –Ti sembra questa l’ora di arrivare?-
chiede, fintamente offeso.
Harry nemmeno gli risponde. Piuttosto, si impegna a percorrere tre
volte il
corridoio, pensando intensamente ad un posto accogliente nel quale
poter fare
quattro chiacchiere ma, involontariamente, gli sfugge anche un
"qualcos’altro" e così, quando la porta si
spalanca, la stanza che si
presenta è grande ed accogliente, ma con al centro un enorme
letto a due
piazze. Harry si sente solamente morire, mentre Draco gli sorride
maliziosamente ironico, chiudendo la porta con un tonfo particolarmente
sonoro
prima che Harry possa dire qualsiasi cosa.
-Allora era questo che volevi- mormora, stirando le labbra.
-No- deglutisce Harry –Non proprio-.
Ma Draco ha già smesso di ascoltarlo. Si fionda sulle sue
labbra, e le fa
sentire le labbra più fortunate del mondo. Appiattisce Harry
contro il muro, e
si attacca al suo corpo, che è già troppo
bollente e troppo voglioso. Poi, con
un movimento particolarmente sensuale, scende a lambirgli la pelle
scoperta del
collo.
-Che fai?- balbetta Harry, che ha già dimenticato chi
è, che cosa sta facendo e
con chi
-Faccio che mi sei mancato- mormora Draco, ed Harry lo adora
follemente, in
quel momento
-Draco- ansima -Non esiste "Faccio che mi sei mancato"-, e cerca di
riprendere un po’ di lucidità. Non che non gli
vada, anzi, ma c’è qualcosa,
dentro di lui, che gli dice che se ne pentirà -Non mi sembra
il caso-
-A me invece sì- dice Draco. E ad Harry basta questo.
Harry ritorna in dormitorio, con una strana aria addosso. Non si
è mai sentito
tanto felice –o forse appagato sarebbe il termine giusto-.
Sente che niente,
niente potrebbe andare storto, perché sta camminando su una
nuvola altissima,
in bocca ha del miele e nella testa solo Draco. Si trova ad amare
profondamente
tutto ciò che lo circonda, perfino il compito di pozioni del
giorno seguente è
una cosa bellissima fatta solo per il suo bene. Quando la Signora
Grassa si
apre per farlo passare, nonostante i continui borbottii su quanto siano
sdegnosi i ragazzi d’oggi, Harry vede Ron ed Hermione sul
divano, tutti presi
da una loro conversazione sulle labbra, fatta fitta fitta. Quando lo
vedono, si
voltano verso di lui ed Hermione sussurra qualcosa a Ron e poi invita
Harry a
sedersi accanto a lei.
-Senti Harry…- arrossisce un po’ imbarazzata
–Ron mi ha detto di te e Draco-.
Harry non si sente per nulla tradito dal comportamento di Ron, anzi,
gli è
quasi grato, così potrà raccontare anche ad
Hermione tutto ciò che è successo,
visto che le parole gli premono in gola e si spintonano una con
l’altra per
uscire il più in fretta possibile.
-Non importa, Hermione! Va bene così- dice –Ma,
c’è una cosa, una cosa
importante…- comincia Harry, ma Hermione lo blocca. Harry fa
per interromperla,
ma poi decide di lasciarla parlare: vuole che la sua notizia sia
considerata la
cosa più importante.
-Io e Ron abbiamo pensato che non è una cosa brutta, ecco-
dice Hermione
stropicciandosi le mani sudate in grembo, cercando un punto decente da
cui
cominciare la conversazione e giungere al punto senza infastidire
troppo Harry,
ma al momento non le viene in mente un approccio migliore
–Solo che, Harry, ci
sembra strano che dopo tanto tempo di odio e rancore
e…sciocche dispute per
nulla, tu e Malfoy, Draco, abbiate cominciato a frequentarvi non come
nemici
giurati-
-Cosa stai dicendo?- chiede Harry, e per un attimo la
felicità che sentiva
dentro si affievolisce, però poi ritorna prepotente. Ma non
vuole sentire
altro.
-Hermione…- prova a dire, ma lei lo interrompe
-Noi pensiamo che si possa trattare di un’illusione, un
abbaglio che hai preso
scambiando Draco con, bè, Giulietta- mormora, poi solleva lo
sguardo su Harry.
Lo vede estremamente contrariato, offeso, ma soprattutto arrabbiato.
-Cosa ne vuoi sapere tu?- gracchia, e si morde forte le labbra, per non
gridare
come una ragazzina
-Harry, senti…-prova Ron
-No!- urla Harry –No! Voi non capite niente, non sapete
niente! Ma chi vi
credete di essere?-
-Cercavamo solo di capire perché ti possa piacere uno come
Malfoy- sussurra
imbarazzata Hermione, senza osare guardare oltre alle sue scarpe
–Scusaci-.
Harry lascia cadere la testa all’indietro, passandosi le mani
sul viso. Ron ed
Hermione l’hanno pensato, hanno pensato esattamente la stessa
cosa che lui
aveva creduto quando, per la prima volta, aveva desiderato baciare
Draco.
Eppure poi se l’era rimangiato quel pensiero,
l’aveva accantonato. E allora
perché, maledizione, ora che lo sentiva da delle labbra che
non erano le sue
gli sembrava molto plausibile come ipotesi?
-Ci sono andato a letto- sussurra
-Come?- chiede Ron, e quasi affoga nel suo stesso disorientamento
-O, Harry- dice Hermione –Scusa, io davvero credevo che tu ti
fossi sbagliato,
ma se le cose stanno così…- cerca di porre
rimedio, ma è troppo tardi ormai.
Harry si sente rodere il fegato e gli viene inspiegabilmente da
piangere. Vuole
solo mandare all’aria il mondo, ecco.
-Non è questo, Hermione- dice, deglutendo rumorosamente
–Non è questo-.
Hermione lo vede così distrutto, che le viene voglia di
chiedergli scusa mille
e mille volte.
-Harry, davvero, io non…-
-Tu hai solo detto quello che pensi. E forse- Harry preme i pugni
–Quello che
penso anche io-.
eHm...
Ricordo di avervi promesso un aggiornamento veloce, ma che
volete farci, ho troppe cose da fare, troppi impegni, troppo studio,
troppa "vita mondana" (XD). Comunque, anche grazie alla mia Jamie
nonchè Beta, posto questo nuovo capitolo di Riflessi, che
spero sia di vostro gradimento.
Chiedo anche umilmente scusa a Ron, in quanto mio grande ed eterno
lovvy che in questa ff fa la figura dello st...non riesco a dirlo, il
mio cuore trabocca di lacrime al solo pensiero...
Comunque, apparte i mie sproloqui senza senso, spero che il capitolo vi
sia piaciuto e che continuerete a leggermi nonostante aggiorni ogno
morte del papa.
Un Bacio a tutte colore che commentano (Veramente, mi tirate su il
morale e mi fate venir voglia di scrivere meglio che posso. Grazie
davvero. Siete degli Angeli!).
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Capitolo 10 *** Draco ***
srthrt
"Il
tempo è nemico
di qualunque momento.
Perché non ti permette di riviverlo
O di non averlo mai vissuto".
Harry sente qualcosa di pesante e fastidioso in fondo allo stomaco, che
si
muove ad ogni passo e sale fino al petto, per poi tornarsene
giù con un tonfo.
Odia questo tipo di sensazione, perchè assomiglia
terribilmente a quello che si
prova prima di un esame, di una partita di Quiddich o di una seduta
straordinaria da Madama Chips. Ma Harry non è sicuro di
poterla definire
"ansia", perchè l'ansia può sciogliersi in
qualcosa di piacevole.
Quella che prova Harry, invece, è una sensazione
irrimediabilmente negativa e
non sembra risolvibile. Harry sa che tutto ciò è
provocato da Draco, ed è
questo che lo infastidisce ancora di più. Eppure Harry non
ha intenzione di
tirarsi indietro: parlerà con Draco e metterà le
cose in chiaro con lui: è
stato divertente, hanno scopato, ma lui non prova nessun tipo di
sentimento.
Ecco, dirà proprio così: " Draco, io non ti amo".
Suona bene, ma
forse è un po' troppo azzardato, perchè loro non
hanno mai parlato d'amore,
giusto? Ma se non hanno mai parlato d'amore, perchè dovrebbe
metterlo in
chiaro? Effettivamente, sembrava quasi sottointeso che si amassero
quando Draco
l'aveva baciato per la prima volta. L'aveva respirato, densamente per
quasi
soffocarne, e ne era rimasto stregato. Perciò potrebbe dire
"Draco, io non
provo niente per te". Perfetto. Si sente più tranquillo, ora
che sa cosa
dire, ma il peso nello stomaco continua a sobbalzare. Bong. Op. Bong.
Op. Può
quasi sentirlo, e gli viene voglia di vomitare. Cammina per i corridoi,
diretto
alla biblioteca, perchè deve provare con Draco. Incontra
solo alcuni studenti,
visto l'ora insolita, e ringrazia il cielo, perchè pensa di
avere una faccia
davvero mostruosa. Giunge davanti alla porta in legno massiccio e la
sospinge.
Quando si apre, immediatamente vede Draco. E' seduto in fondo alla
sala, con la
testa china sul suo copione. Scatta seduto alla vista di Harry
- Potter!- esclama, e gli si dipinge un sorriso indecifrabile sulle
labbra.
- Draco - dice Harry. Lo raggiunge e gli si siede accanto.
Immediatamente
individua la cravatta allentata,e il colletto della camicia spostato, e
la
pelle giusto lì sotto. Si riscopre a desiderarla
all'infinito.
Solleva lo sguardo e incontra quello di Draco, ed il suo sorriso che
ora
riconosce come malizioso.
- Che c'è, Harry? - mormora ironico, e lascia scivolare
svogliato una mano
sulla sua coscia.
Harry si ricorda cosa deve dire. E sa di potercela fare.
- Draco...- comincia, allontanando gentilmente la sua mano -io devo
dirti una
cosa-.
Draco inarca un sopracciglio biondissimo, e si allontana quasi
impercettibilmente.
Harry sente subito freddo, e una nuova morsa gli attanaglia lo stomaco
dolorosamente.
- Allora?- chiede Draco.
Harry inghiotte, socchiude le labbra e respira.
- Adesso baciami-.
Hermione si siede accanto a Ron che dormicchia fingendo di studiare
pozioni.
La ragazza si mordicchia nervosamente le labbra, le consuma e poi
mugola
-Abbiamo sbagliato- dice. E sospira.
-Come?- sbadiglia Ron, ma solleva lo sguardo
-Abbiamo sbagliato. Non se lo meritava. Malfoy, intendo-. Ron la fissa
per
qualche istante, senza capire –Non fa mai niente per caso,
no? E’ sempre stato
così, dall’inizio della scuola. Se ha voluto
Harry, significa che aveva uno
scopo-
-Come quello di farlo soffrire come un cane?- borbotta Ron,
immediatamente
zittito da uno sguardo eloquente della bruna. Hermione si sente
pentita,
amareggiata, contrariata, tradita. E tutto questo da sé
stessa. Non è una bella
cosa, avercela con sé stessi, perché non ti puoi
arrabbiare, picchiarti o
mandarti a quel paese. O meglio, puoi farlo, ma non servirebbe
assolutamente a
niente.
-No, stupido. Come quello di essere innamorato di lui o qualunque cosa
che,
nella mentalità-Malfoy abbia questo significato-. Cerca di
spiegare, ma sa che
Ron non capirà.
Perché Ron ha la testa tutta da un’altra parte.
Lui è ancora tutto preso
dall’odio che prova per Draco Malfoy, per riuscire a capire.
Ron grugnisce e si dà una pacca sulla fronte
-Dimmi che mi prendi in giro. Che sto sognando, oppure che tu non sei
Hermione
ma la Parkinson imbottita di Pozione Polisucco!-
-Ronald- sbuffa Hermione –Malfoy è uno stronzo. E
questo lo sappiamo. E’ anche
un ipocrita, un bastardo e un figlio di papà. Ma quando sale
su quel maledetto
palco, Ron, è più sincero che mai-
-Ma…-
-No, niente ma, forse o perché. Quando Draco è
Giulietta, Draco è sé stesso. Ed
io, tu e pure Harry non l’abbiamo capito-. Ron la fissa per
qualche istante,
poi sbuffa, per nulla convinto.
-Avresti potuto fondare il CRMPA, lo sai?-
-E tu potresti cercare di usare il cervello, ogni tanto, o almeno di
fare leva
sulla tua vena sentimentale!-
-Nessuna vena sentimentale-
-Va a quel paese, Ron-.
Harry si gira tra le braccia di Draco, lì, disteso sul
pavimento gelido di
un’aula a caso, sigillata con la magia.
Harry fissa Draco negli occhi freddi, e gli sfiora le labbra con le
proprie.
Harry si sente bene, perché non c’è
posto più caldo, più sicuro, più
appagante
del torace di Draco. Ma al contempo, vorrebbe nascondersi e sparire,
perché non
ha avuto il coraggio di parlare con Draco.
-Harry?- lo chiama Draco sommessamente
-Ehy- risponde, senza muoversi
-Credo che tu sia importante, per me- soffia Draco sul suo viso.
Harry sgrana gli occhi, a quel vento caldo, e la voce di Hermione gli
rimbomba
violentemente nella testa.
-Hermione?- chiama Ron, e abbraccia la ragazza –Scusa, non
volevo- sussurra
-Ma non mi credi- risponde lei, e sospira
-Non ci arrivo, lo sai che sono un po’ scemo-.
Hermione si appoggia al petto di Ron, e ascolta il suo cuore battere, e
ringrazia per averlo trovato.
-Draco è un riflesso- dice poi, e Ron la stringe un
po’ di più –Draco non ha
mai potuto essere sé stesso, e lo è ora. Quando
si nasconde dietro ad una
maschera-.
Harry sbarra gli occhi, e china il capo.
-Draco- dice, e ripete mentalmente quello che ha da dire. E poi, senza
quasi
accorgersene, lo pronuncia. –Io non provo niente, per te-.
Draco reagisce, quasi inaspettatamente alla mente ancora confusa di
Harry, con
un balzo lontano da Harry. Si mette seduto, e gli volta le spalle.
Harry è preso dal panico, cerca, in un moto quasi folle ed
incosciente, di
fermare Draco, e di spiegare
-Giulietta! E’ tutta colpa del personaggio che interpreti! Io
amo lei, lei, non
te!-.
Poi capisce quello che ha detto, e capisce che se prima aveva qualche
possibilità di riparare, ora non ne ha più.
Draco si alza, si riveste, muto.
Poi si volta verso Harry e ghigna.
-Complimenti Potter- dice –Se in qualche modo volevi ferirmi,
bene, ci sei
riuscito-.
-No, Draco, no! E’ solo che…anche tu, no? Forse
anche tu non volevi me ma
Romeo!- dice affannato. Ma al momento stesso si rende conto che ne
morirebbe,
se fosse la verità.
-Romeo?- grida Draco –Chi è Romeo? Che persona
sana di mente si innamora del
principe azzurro?-
-Ma, io…non…-farfuglia, e Draco gli volta le
spalle, e stringe i pungi
-Tu "non" niente, Potter. Niente Giulietta, niente Romeo, niente
Shakespear.
E’ con Draco Malfoy che sei venuto a letto-.
E poi esce. Ed Harry capisce.
Harry non sa dove andare, cosa fare, con chi parlare. Accecato dalla
vergogna e
dai sensi di colpa, si reca dall’unica persona da cui sa che
verrà ascoltato.
L’ufficio della Refledouble è proprio dietro
l’angolo; meglio così, perché
Harry ha pianto così tanto che non riesce quasi a reggersi
in piedi. Sente la
faccia flaccida e molliccia, un po’ come la polenta ancora
calda. Le gambe di
ricotta e gli occhi gonfi e rossi, e bruciano da morire.
Finalmente raggiunge l’ufficio, apre la porta, e gli si gela
il sangue.
-Tu cosa hai fatto?- sibila l’attrice con voce non sua,
assottigliando gli
occhi in due fessure. Il cuore di Harry salta in gola ed è
terrorizzato. Cerca
un modo per giustificarsi, un modo a caso, ma riesce solo a balbettare
parole
senza senso, mentre comincia ad odiarsi seriamente.
Shanna si alza, e poggia, rigida, le braccia sulla cattedra, mentre
Camilla
svanisce velocemente dallo specchio. Barone soffia e si rannicchia in
un angolo
lontano da Harry.
La professoressa china il capo, chiude gli occhi e si schiarisce la
voce.
-Cosa vuoi?- chiede alla fine, fissando gli occhi in quelli di Harry.
Harry non sa cosa vuole, non ne ha la minima idea o, più che
altro, vuole
troppe cose per poterne esporre una soltanto.
Così rimane zitto, perché ha paura, troppa, di
sbagliare. Non osa nemmeno
sollevare lo sguardo sulla professoressa; lo tiene fisso sui suoi
piedi, e
continua a sbattere le ciglia, agitato.
-Harry- mormora allora la donna; il tono addolcito e le braccia tornate
molle
lungo i fianchi
-Perché l’hai fatto, eh?-
-Non lo so!- stride Harry e la voce gli esce strozzata e acuta, forse
ancora
per il pianto –Non lo so. Era tutto così assurdo,
è stato troppo veloce!-
"Tu hai voluto fosse veloce"
-Io non ho voluto niente!- grida allora, e sente il viso bruciare e le
orecchie
in fiamme. E si riscopre arrabbiato come una furia, arrabbiato in modo
cieco e
folle. Arrabbiato, incazzato, furioso. Perchè è
tutta colpa della Refledouble
se lui e Draco l’hanno fatto!
-E’ colpa sua- sussurra, e così se ne convince
definitivamente
-Colpa mia?- ridacchia Shanna
"Sei proprio un bambino"
-Non sono un bambino! Lei non capisce niente, lei non sa niente! Lei mi
ha
convinto ad amare Draco!-
"Nessuno può convincerti ad amare. E’ un tuo
diritto, non un dovere"
-La odio! La odio! E’ tutta colpa sua!- grida, urla, si
sfoga. E si riferisce a
sé stesso.
-Che cosa è colpa mia?- sussurra, ma ora è
bonaria, quasi compassionevole
"Avrei convinto anche Draco?"
-Draco non mi ama!-
-Forse- mormora, si bagna le labbra "O forse no"
Harry si blocca, la guarda e la legge fino in fondo
-Lei…- gracchia
-Sì, io. L’ho fatto per Draco, sostanzialmente. Ma
se avessi saputo che si era
innamorato di uno come te "Aggiungerei stronzo, se mi è
possibile",
gli avrei fatto cambiare idea- sospira –Che sciocca sono
stata. Credevo che…-
"L’amassi?" chiede Harry, ma Shanna scuote il capo
-No, l’amassi, no. Non ancora. Ma che lo capissi. Questo
sì-
-Io, credo, forse…-
-Ora ne sei pentito. Mi spiace, Harry, ma Draco vorrebbe ucciderti in
questo
momento-
-Sono stato davvero un cretino- ridacchia Harry un po’
isterico –Non ho
possibilità, vero?-
-Mai dire mai, Harry-
-Mai dire mai- ripete, ma non riesce a crederci.
eHm...
Ormai siamo quasi alla fine di questa storia. Peccato,
perchè le sono davvero molto affezionata. Che dire su questo
capitolo che è uno dei miei preferiti? Innanzitutto che
è
stato realizzato ancora prima del 4° o del 3°,
perchè
l'idea è nata durante una barbosissima ora di storia verso
Maggio dell'anno scorso. Ho deciso di spezzettarlo in più
parti
perchè, secondo il mio alquanto modesto parere, l'idea della
confusione che regna un po' nella testa di tutti i personaggi
è
resa al meglio.
Spero solo che Draco non si arrabbi per il modo in cui ho fatto reagire
Harry (Draco la raggiunge con una mannaia e occhi inniettati di
sangue)...
Visto che sono a casa con la febbre approfitto per ringraziare tutte le
persone meravigliose che mi commentano:
RowanMayFlower: Grazie mille...sono
contenta che ti piaccia il modo in cui è scritta
la storia, anche perchè si tratta di un esperimento (Di
solito scrivo al passato come tutte le persone normali...ma sta volta
il mio cervello altamente instabile è andato in sciopero
direttamente...).
Zizela: Grazie tantissime anche a
te...per la formattazione: LO SO! E' una cosa che infastidisce da
morire anche me, insieme alle dimensioni spropositate e le storie
scritte om blu elettricio o fucsia (E' carino, ma dopo un po'
cominciano a bruciarti gli occhi è sei costretto ad annegare
in un fiume di lacrime da corrosione delle pupille perchè la
storia è troppo bella per smettere di leggerla...). Ma il
problema è che le correzioni me le fa Jamie dal suo
compiuter e lei non ha Word, ma solo il blocco appunti o qualcosa del
genere...e li non legge corsivo, colorato e cose varie...lei mi rimanda
il capitolo corretto, io mi dimentico che avevo scritto in corsivo e
grassetto, lo posto direttamente e...ecco che sorge il problema! Sorry,
starò più attenta!
Fedefashion: Hai visto quanto presto ho
aggiornato?!?(Per me è un record degno di un salto
nell'iper-spazio...) e non preoccuparti, anche a me le mie storie fanno
vomitare quando le rileggo dopo un mese o due (all'inizio mi piacciono
un sacco, però...bah...). Soprattutto per gli errori di
battitura, cose tipo "lei era carinO" perchè la mia mente
è così abituata a scrivere di ragazzi che quando
si tratta di "lei" automaticamente le tramuta in uomini...eheh...Grazie
mille per la recensione, un grosso grosso bacio anche a te...
animablu: Hihihi...hai visto che ha
combinato Potterino in questo chappy? E pensare che...beh...tutti lo
credono intelligente O__O...No, dai...la verità è
che, secondo me, Harry si fa condizionare molto dai suoi amici (E fa
bene...io sono sempre fermamente convinta che se non fosse per Ronnie
Harry avrebbe fatto una brutta fine...) e ho espresso questo nella mia
storia. Per fortuna Herm rinsavisce...
fra ro: Con "vita mondana"
intendevo amici e la mia
Giulietta...e, naturalmente, qualche salto a feste e a
compleanni...naturalmente senza scordare la scuola che mi porta via 6
ore al giorno più il bus, e l'allenamento che sono altre 3
più lo studio...'somma, mi ritrovo ad avere un'oretta scarsa
al giorno da dedicare alla scrittura...
Comunque, ti ringrazio infinitamente per il tuo commento, e spero che
la storia continui a piacerti...
DJKIKA: Noooo....ti prego, non
insultare il mio amorino...sigh sigh...lo so che Ron si è
comportato male, ma lo stronzo noooo...lui cercava solo di fare il bene
di Potterino...(Su Hermione puoi dire quello che ti pare...XD).
Per la decrizione...ehmehm... credo stonasse parecchio con la
"modalità" di scrittura della storia, per non parlare del
fatto che mi imbarazzo sempre a scrivere 'ste scene, e alla fine mi
lasciano sempre delusa al massimo...perciò ti lascio libera
di immaginare l'accaduto e...chi sta sopra...XD (Onestamente non lo so
nemmeno io...XD).
Che fatica...puff puff pant
pant....ora ho finito sul serio. Spero che continuerete a commentare...e
un grossissimo bacio a tutte!
|
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Capitolo 11 *** Romeo ***
"Molti
vivono per
recitare.
Ma soltanto uno recita per vivere".
La sera della prima ed unica è ormai giunta. Tutti gli
studenti del settimo
anno sono riuniti dietro alle quinte di un palco, costruito con la
magia, in
mezzo alla Sala Grande. La Refledouble ha fatto loro un lunghissimo
discorso,
durante il quale la maggior parte degli studenti ha smesso di mangiarsi
le
unghie e di rischiare una crisi di nervi, ed Harry sospetta che
l’attrice abbia
usato anche qualche incantesimo, per tranquillizzarli.
Ma ormai la calma è passata, ed Harry si ritrova abbigliato
da Montecchi, con i
capelli spazzolati ed una calzamaglia verde.
Harry si guarda intorno, e vede Neville, nel suo vestito da balia,
tutto un
balbettio. Hermione prova e riprova le sue battute, instancabile e
perfetta
come in qualsiasi cosa, mentre Ron si fissa disgustato allo specchio.
Ad Harry
viene da ridere, ma smette subito, perché il nervosismo e la
tensione si
rimpadroniscono nuovamente di lui. E’ una sensazione strana,
il nervosismo: un
susseguirsi di brividi freddi e fastidiosi, che salgono zampettando su
per la
schiena, e ti fanno scuotere e tremare. Harry cerca Draco ma non lo
vede, non
riesce a trovarlo, e lo invade il terribile sospetto che Malfoy si sia
tirato
indietro. Ma immediatamente ricaccia quel pensiero e decide di
ripassare la sua
parte.
Dopo parecchi minuti di struggente tensione, ecco che le luci si
abbassano.
Nella Sala cade un prepotente silenzio, interrotto dallo scricchiolare
del
pavimento in legno, sotto i passi ritmati della Refledouble.
La donna esce davanti alla folla, e si ferma al centro del
palcoscenico.
-Signori e Signore- esordisce, lasciando susseguire una pausa che
sembra
immensa
-Oggi, su questo palco, si esibiranno alcuni degli allievi del
7°anno. Vi prego
di comprendere la loro esitazione ed il loro imbarazzo
perché, come mi ha
giustamente ricordato uno di loro, non sono attori, ma solo ragazzi e
ragazze
che hanno interpretato questa iniziativa, almeno inizialmente, come una
punizione atroce. Da parte mia, credo di non aver mai visto tanto
impegno e
tanta costanza per la riuscita e la valorizzazione di uno spettacolo
teatrale.
Ci sono stati molti problemi, di diversa natura, che ci hanno
ostacolati. Come,
ad esempio, l’avversità tra le case, che dura da
decenni, se non da secoli.
Perciò mi viene da sorridere, quando mi rendo conto dei
progressi fatti durante
quest’anno.
Perché non si è trattato di immedesimazione, come
molti di voi- fa una breve
pausa, e le bruciano gli occhi –e di loro, hanno creduto. Ma
di conoscenza.
Conoscenza di qualcosa che fino a quando non hanno preso in mano lo
stesso
copione, con le stesse battute, e hanno avuto le stesse
possibilità di
confronto, non sapevano esistesse. Hanno capito di essere tutti uguali.
Come lo
siete voi. Ed è anche questo, soprattutto questo, che ci ha
portati a
realizzare la prima opera teatrale della scuola di magia e stregoneria
di
Hogwarst!-.
C’è un momento di silenzio. Poi scroscia
l’applauso, che si schianta fragoroso
contro tutte le pareti, rimbomba ovunque, fin dentro alle ossa degli
attori,
che ora di certo si sentono eccitati.
Ed è allora che si alza il sipario, gli applausi cessano, ed
il coro entra in
scena.
- L’azione si svolge nella bella Verona, dove tra due
famiglie di uguale
nobiltà, per antico odio nasce una nuova discordia che
sporca di sangue le mani
dei cittadini. Da questi nemici discendono i due amanti…-.
Harry si prepara per uscire. Trae un profondo respiro. Il cuore gli
batte in
gola, può quasi sentirlo esplodere, quando scende nel
torace. Le mani tremano
come due foglie. Poi qualcuno gli artiglia la schiena, e lo spinge. Si
ritrova
sul palco.
Non si era reso conto di quanti fossero lì a guardarli.
Deglutisce,
agitatissimo, e si stupisce quando le parole gli escono da sole.
-E’ ancora così presto?-.
Esce di scena e si poggia esausto alla parete. E’
incredibilmente faticoso,
riflette, più che giocare una partita di Quiddich.
Perché quando sei su una
Firebolt ed hai un boccino da acchiappare, niente è
più importante. Mentre
quando reciti, le puoi vedere le espressioni degli spettatori, e
leggervi le
impressioni tutte d’un fiato.
-Potter- la voce di Blaise lo riscuote. Si ritrova appiattito contro il
muro.
Blaise Zabini è grande e grosso, forzuto, ma Harry
l’ha sempre ritenuto
innocuo, più che altro per la sua bella presenza educata. Ma
ora Blaise ha gli
occhi infossati, e la bocca deformata in un’espressione
terribile, rabbiosa.
Blaise lo inchioda con il gomito sopra la sua spalla, e
l’avambraccio sotto
alla sua gola. Lo fissa negli occhi, ed aggrotta brutalmente le
sopracciglia
folte.
-Potter- ripete –Sei un figlio di puttana. Prova ad
avvicinarti ancora una
volta, una volta sola, a Draco, e te ne do tante che non ti ricorderai
nemmeno
qual è il tuo fottuto nome. Siamo intesi?-.
Harry non ha mai avuto paura dei serpeverde. Soprattutto di Zabini.
Fino a quel
momento.
Harry non trova nemmeno la forza di ribattere, di tirargli un pugno o
di
rispondere per le rime. Forse è perché Zabini ha
ragione, pensa Harry, ha
ragione ad arrabbiarsi per Draco.
Ed è probabilmente la furia della vendetta, quel senso di
oscura violenza che
acceca le persone, che fa parlare Zabini in quel momento. E’
la vendetta per un
amico, per una persona senza la quale saresti ancora lì a
piangerti addosso per
chissà quale motivo, con la quale hai riso, pianto, giocato
ad essere grandi e
forti per tutta la vita. Essere amico di Draco vuol dire prendersi cura
di lui,
e farsi curare. Essere Blaise Zabini ed essere amico di Draco, vuol
dire avere
un cuore gigantesco, ed una pazienza disumana, ed una forza
d’animo
sproporzionata. Ma soprattutto vuol dire essere pronti a tirare fuori
le palle,
quando lui non reagisce, perché infondo è fragile
e sensibile, anche se nessuno
se ne accorge, e vendicare tutti i torti che ha subito. Ed è
perché Blaise
vuole un bene dell’anima a Draco, forse vuole più
bene a Draco che a sé stesso,
che sente il torto che lui ha subito come un torto fatto alla sua
stessa pelle.
Ed è Potter che deve pagare per questo.
Zabini gli lancia un’ultima occhiata assassina, poi si
allontana.
Harry rimane appoggiato al muro, scioccato. Perché quelle
parole, erano le
parole di Draco. In bocca a Zabini. Ma erano comunque le parole di
Draco.
Passano minuti su minuti, interminabili secondi fatti di ore. Poi, alla
fine,
ecco la scena della festa. Harry non vedeva l’ora,
perché così può toccare
Draco, magari spiegargli.
Ma come incrocia i suoi occhi, tutto cambia colore. Draco non
è Draco. Draco è
Giulietta sul serio, lo è in tutto e per tutto. Harry non sa
dire se Draco ha
assunto quel comportamento per compiacerlo o per recitare al meglio. Ma
come
uniscono le mani e riesce a vedere il suo viso, gli è tutto
chiaro. Draco l’ha
fatto per sé stesso, perché in quel modo non deve
fingere di essere qualcosa
che non è.
Harry si maledice mille e mille volte, per non averlo capito prima.
Draco, il
suo Draco, è anche la sua Giulietta. Perché in
ogni persona c’è un po’ Romeo, e
un po’ Giulietta. Ogni persona cerca la propria Giulietta, e
quando la trova,
la scambia per il volto dell’amore, la scambia per Antonio,
per Alessandro, per
Paride, per Elena, per Didone, per Desdemona, per Psiche. Per Romeo. E
per
Giulietta.
Giulietta ha mille volti, mille voci, mille occhi e mille labbra.
Giulietta può
essere un libro, un paese, un tramonto che ricorderai per tutta la
vita.
Giulietta può essere la donna più bella del
mondo, l’uomo più brutto. Può
essere il gelataio all’angolo della via, il panettiere che ti
sorride gentile
ogni volta che passi davanti alla sua vetrina. O il fornaio, il ragazzo
dei
giornali, la fruttivendola, il campione del mondo di Quiddich, la
McGranitt,
uno degli schiopodi sparacoda di Hagrid. Giulietta può
essere bionda, mora,
rossa, castana. Dolce, odiosa, carina, viziata. Alta, bassa, magra,
grassa.
Giulietta ha mille nomi, mille cognomi, mille amici diversi, mille
nazionalità
e mille accenti. E per mille Giuliette, ci sono mille Romei, che le
cercano e
quando le trovano le chiamano semplicemente anime gemelle.
Durante lo spettacolo, Harry è Romeo, e Draco è
Giulietta. E basta così. Harry
non pensa ad altro che alla sua Giulietta, e Draco non lo sfiora
nemmeno per un
istante.
Finché non la guarda distesa ed immobile, ferma nella sua
morte apparente. E
allora capisce che non può perderlo. –E con un
bacio, io, muoio-.
-Caro pugnale! Questo è il tuo fodero! Riposa qui e fammi
morire-.
Esce nuovamente il coro, e con le ultime parole, muoiono Romeo e
Giulietta. Ed
Harry torna libero.
Gli applausi sono fragorosissimi, soprattutto per Harry e Draco, per
Romeo e Giulietta.
Continuano ad inchinarsi più e più volte, perfino
la McGranitt non riesce a
smettere di applaudire ridendo come una ragazzina.
Poi le luci.
eHm...
Siamo ormai giunti al penultimo capitolo di questa mia
storia. Come sempre vorrei ringraziare tutti quelli che commentano,
soprattutto coloro che mi consigliano e criticano in modo costruttivo.
Naturalmente anche tutti coloro che leggono solamente e che hanno
aggiunto questa storia tra i loro preferiti meritano un grande grande
bacio.
Poi, volevo utilizzare questo mio eHm... per lanciare un appello a
tutti gli scrittori di ff: Vi prego, NON lasciate le vostre favolose
storie a metà! Capisco che ci possano essere problemi, che
avete una vita, ecc. ecc. (XD) ma se cominciate una storia, la postate
su un sito, non potete non concluderla, ne va della sanità
mentale deu vostri lettori (Almeno la mia, sempre se si può
chiamare sanità mentale!)!!! (Piccolo sfogo, scusate, ma ho
appena scoperto che una delle mie autrice preferite non
concluderà la più bella originale che abbia mai
letto perchè NON HA TEMPO!!!!! Argh!!!).
Altro da dire? Boh...amo Draco (Corre a nascondersi da Harry con
un'ascia molto affilata), odio l'inglese e amo la mia Jamie e la mia
Giulietta.
Un grosso grosso bacio! SMACK
SMACK
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Capitolo 12 *** Shanna ***
"Ti
accorgi di quanto una
cosa
sia importante
solo quando l’hai perduta.
Ma perderla, per me,
vorrebbe dire perdere anche Giulietta
& Romeo
quello che so di me stesso".
Ormai sono arrivati i MAGO, ed Harry non ha tempo di pensare ad altro.
Si
destreggia, andando a zigzagando tra lo studio delle materie
più noiose, le
ripetizioni di Hermione, i primi esami ed il pensiero di Draco, che non
riesce
a buttare fuori dalla sua testa.
Dopo essere stato interrogato di trasfigurazione e incantesimi, Harry
decide
che per quella mattina ne ha avuto abbastanza. Mentre sta tornando in
dormitorio incontra Neville, che gli salta al collo, allarmato,
dicendogli che
la Refledouble sta facendo i bagagli, se ne sta andando dalla scuola
senza dire
niente a nessuno. Harry viene preso dal panico.
Si fionda giù per le scale, correndo
all’impazzata, sperando di raggiungere
l’ufficio in tempo, perché conoscendo
l’attrice, potrebbe essere già sparita.
Quando arriva davanti alla porta, si riscopre esausto. Tira un profondo
respiro, giusto per non fare la figura dell’imbecille, anche
se la farà
ugualmente visto il simpatico dono che possiede la Refledouble. Si
piega un
istante sulle ginocchia e, quando decide che il suo aspetto
è più o meno
decente, si mette diritto.
La porta si apre. Sulla soglia appare Draco.
Ha i capelli un po’ meno ordinati del solito, anche se pure
così sono perfetti
in confronto a quelli di Harry. E’ piuttosto pallido, e
triste, pensa Harry.
Draco lo guarda per un istante, poi lo sorpassa senza dire una parola.
Harry sta per seguirlo, ma la voce della Refledouble lo richiama
all’interno
della stanza.
-Chiudi la porta, Harry- dice l’attrice, che sta finendo di
sistemare le
scatole in un angolo.
Il suo ufficio appare spoglio, morto quasi, senza le sue cianfrusaglie
rosa e
arancioni. Perfino il paesaggio è meno bello, visto che non
è più incorniciato
dalle tende variopinte.
Harry sente che la Refledouble gli mancherà da impazzire.
Più che altro perché
l’ha guidato alla scoperta di una parte di sé che
non sapeva esistesse.
Shanna prende posto dietro alla scrivania vuota, su una sedia che non
è la sua,
e ciondola il capo di lato. I capelli biondi sciolti, gli occhi
leggermente
socchiusi. E trae un profondissimo respiro, annusando l’aria,
per poi cacciarla
fin in fondo ai polmoni.
-Questa è l’ultima volta- sussurra
–L’ultima volta che siedo in questo ufficio
e sento il suo profumo-.
Harry non pensa che il profumo dell’ufficio sia una cosa
importante, ma cerca
di concentrarsi per captarlo anche lui, per ricordare l’odore
di Shanna,
soprattutto.
-Vorrei che lei non se ne andasse- ammette, e si sente molto molto
stupido, a dire
una cosa del genere alla persona che, una settimana prima, aveva
dichiarato di
odiare –Mi mancherà, e lei lo sa-
-Molte cose ti mancheranno, Harry- ribatte Shanna e sorride
–E sono onorata di
essere tra queste. Ma io qui non servo più, e tra poco
nemmeno tu vivrai più
qui. Io devo continuare la mia vita, e tu devi intraprendere la tua
strada-.
Harry annuisce, ma gli viene incredibilmente da piangere, e non sa
perché.
-Farò l’auror- gli viene fuori, ma sa che non
centra niente –Hermione mi ha
portato dei cosi, dei depliant, per dei corsi a settembre. Ha detto che
mi
prenderanno sicuramente, e così potrò fare
l’auror. Hermione vuole fare il
medimago. Penso che sia il mestiere perfetto per lei. Vuole anche
andare a
vivere con Ron, che è stato scelto dai Cannon come secondo
portiere. Io andrò a
Grimmauld Place. Remus ha detto che verrà a trovarmi,
perché non vuole più
sposare Tonks-.
Le parole vengono fuori a fiumi, rapide, indecenti, stupide,
insignificanti. Ed
ad un tratto si accorge di avere anche il classico groppo in gola che
ti fa
piangere. E così Harry cerca di trattenere le lacrime. Ma ha
paura. Perché
Hermione avrà Ron, e Ron avrà Hermione, mentre
lui sarà solo ad affrontare il
mondo là fuori. E lui non vuole essere solo, lui odia essere
solo.
E si sente tradito, abbandonato un po’ da tutti. Ed
è per questo che non vuole
che Shanna vada via.
-O, Harry- sussurra l’attrice, con un tono di voce che
s’avvicina a quello di
Harry –Mi mancherai anche tu, mi mancherete tutti quanti-
sorride dolcemente, quasi
amorevole nei confronti di un Harry che non si è mai sentito
così adulto e così
bambino.
-Harry, tu non sarai solo. Io ci sarò sempre. Al Grande
Teatro di Diagon Alley,
ma ci sarò sempre. Ed anche Ron ed Hermione-.
Harry cerca di respirare, ma sa che piangerà se lo fa.
Così si morde fortissimo
le labbra, e gracchia qualcosa che assomiglia ad un "Lo So", ma
avrebbe potuto essere qualsiasi altra cosa.
-Perciò questo non è un addio- geme,
perché ormai ha mandato tutto a fanculo, e
non gli interessa se quelle che scorrono lungo le sue guance sono
lacrime.
-No, no che non è un addio! E’ un ciao temporaneo,
un "arrivederci"-.
Harry annuisce, le sorride e capisce che non hanno altro da dirsi. Si
avvia
verso la porta, e la apre.
-Allora arrivederci- dice
-Arrivederci- ricambia Shanna "E ricorda Harry. E’
già morto uno, per aver
frainteso".
Harry si volta di scatto.
-Romeo?- chiede
-Romeo- risponde Shanna, e allora lo sente l’odore
dell’ufficio. Sa di menta. E
non è l’odore di Shanna, ma è
l’odore di Draco.
Harry, Ron e Hermione passarono i MAGO, chi più, chi meno
soddisfatto.
Salire sull’Hogwarst Express è ancora
più triste, perché c’è la
consapevolezza
che ti stai lasciando alle spalle qualcosa che non potrai rivivere mai
più. Una
parte della tua vita. Le prime risse, i primi baci, le prime
insufficienze, le
prime volte. Ed ora è il momento dei primi addii.
Perché Harry sa che sarà
molto difficile rivedere Calì, quando lei sarà in
India, e sa che probabilmente
Dean andrà a lavorare in Finlandia.
Così si abbracciano, si tirano pacche sulle spalle, qualche
pugno. E tutto vuol
dire la stessa cosa: fai parte di me. Qualunque persona, qualunque
oggetto,
qualsiasi esperienza fatta ad Hogwarst accompagnerà Harry ed
i suoi amici per
sempre. E quando saranno vecchi, ed i loro nipoti non riusciranno a
dormire, si
siederanno in fondo ai loro letti, e racconteranno di quando,
nonostante le
difficoltà, avevano recitato Giulietta e Romeo, facendosi
immortali, nella
memoria di coloro che li avevano applauditi.
Hermione sonnecchia appoggiata al finestrino, mentre Ron russa
sonoramente
lungo disteso sul sedile, con il capo riverso in grembo alla ragazza.
Harry
poggia il libro sul sedile, e si alza silenzioso.
Esce dallo scompartimento a passo felpato, e si sente un po’
ridicolo, ma
l’importante è non fare rumore.
Passeggia per i corridoi, finchè non incrocia Zabini.
Blaise lo fissa, lo squadra, da capo a piedi. Poi si scioglie in un
buffo
sorriso.
-Draco è là in fondo- dice, ed indica uno
scompartimento. Harry non gli
rinfaccia le minacce, non pretende che gli venga chiesto scusa. Ma
sorride a
sua volta, e continua per la sua strada.
Raggiunge lo scompartimento indicato, e bussa.
La voce di Draco risulta assonnata: probabilmente come i suoi amici,
era
intendo a fare un pisolino, prima della fine definitiva del viaggio.
Fa scorrere la porta, e Draco lo vede. Sobbalza, e rimane immobile.
Harry si rilassa un po’, perché si era aspettato
un avada kedavra.
Entra nello scompartimento, e si chiude la porta alle spalle, per poi
sedersi
di fronte a Draco.
-Potter- dice allora –Chi ti ha dato il permesso di sederti
nel mio
scompartimento?-
-Non ho bisogno del tuo permesso. Questo non è il tuo
scompartimento-.
Seguono altri secondi di silenzio. Draco si alza, e si dirige verso la
porta.
Harry scatta in piedi, lo afferra per un polso e lo schiaffa sul
sedile. Si
china e lo bacia.
-Che cazzo vuoi da me, si può sapere?- sibila Draco
assottigliando gli occhi,
mentre cerca di divincolarsi dalla presa di Harry, che rimane troppo
stretta
per far scivolare fuori il polso.
-I tuoi ormoni si sono risvegliati, eh? Sei in crisi
d’astinenza?- prova
allora, perché se non funziona con la forza, bisogna provare
con l’astuzia –Non
mi importa niente. Vai dalla Patil, o dalla Weasley, o da qualunque
persona che
non sia io. Perché non mi interessa-
-Bugiardo-.
Draco sgrana gli occhi, e cerca con un ultimo disperato tentativo di
liberarsi.
Ma non ci riesce, così si lascia cadere
all’indietro sul sedile, ingoiando
anche quell’ultima fetta del suo orgoglio che era riuscito a
tenersi stretta.
Ma Harry gli ha rubato anche quello, ora, insieme ad un sacco di altre
cose.
Gli ha rotto l’anima, l’ha fatto a pezzi. E non gli
basta ancora.
-Che vuoi?- mormora ancora, e scuote il capo –Dimmi cosa
vuoi. Vuoi venire a
letto con me? Vuoi umiliarmi? Vuoi uccidermi?-.
Harry sorride, e lo tocca sullo zigomo.
-O Romeo! Romeo! Perché sei tu Romeo? Rinnega dunque tuo
padre e rifiuta il tuo
nome, o se non vuoi, legati al mio amore e più non
sarò una Capuleti-.
Draco sgrana gli occhi, incredulo, e dalla sua bocca non esce una
sillaba.
-Solo il tuo nome è mio nemico; tu, sei tu, anche se non
fossi uno dei
Montecchi. Che cosa vuol dire Montecchi? Né mano,
né piede, né braccio, né
viso, nulla di ciò che forma un corpo. Prendi un altro
nome…-.
Draco si alza, pallido, e fissa Harry.
-Cosa significa?- chiede, perché non riesce, e non
può crederci.
-Come il mare è profondo il mio amore…- recita
ancora Harry, e Draco non ne può
più.
Carina il sinistro, e gli sferra un pugno in pieno viso.
-Che cazzo vuoi da me, Potter!- grida, e sa che tutti
l’avranno sentito e
staranno accorrendo per vedere che succede. Ma non gli interessa.
-Te, Draco, che altro vuoi che voglia da te, Giulietta?-
-Io non sono la tua Giulietta!- la voce di Draco è smorzata,
affaticata a
negare qualcosa che non vorrebbe
-Si che lo sei Draco. Oh se lo sei-.
Draco si getta sul sedile, e si porta il viso tra le mani, ed affonda
le dita
tra i capelli.
-Ti prego- mormora –Vattene via-.
Harry si inginocchia davanti a lui, gli prende gentilmente le mani tra
le sue,
e gli sorride.
-Draco- dice solenne –Credo che tu sia importante, per me-.
Draco allora alza lo sguardo, lo fissa negli occhi, e capisce che non
sta
mentendo.
-Non ci saranno altri morti per stupidi fraintendimenti- sussurra
Harry, e gli
sfiora le labbra con le dita
-La Refledouble l’ha detto anche a te- dice Draco
–Anch’io credo che tu sia
importante, per me-.
La folla di curiosi si affaccia allo scompartimento, ma non vede nulla,
a parte
Giulietta, ed il suo Romeo.
FINE
eHm...
Siamo ormai giunti alla fine. Lo so, lo so che ho esagerato,
lasciandovi ad attendere il seguito di questa storia per secoli e
secoli ma...non so come giustificarmi. Chiedo scusa ancora e prego
perchè questo capitolo non vi lasci delusi, in quanto, per
tutto lo spirito che ci ho messo, e per tutto il cuore che gli ho
dedicato, meriterebbe lui solo un miliardo di complimenti. Come tutti
voi, che mi avete sostenuta per tutto questo tempo.
Grazie infinite. Questa storia non è solo mia, ma anche
vostra. Di tutti voi che, una volta o l'altra, mi avete lasciato un
commento. Mi avete scritto "brava" o avete semplicemente aperto la mia
storia.
Per tutto questo un bacio.
E un piacere: continuate a leggermi, se questa storia vi ha emozionati
almeno un pochino. Quel che basta per ripensarci, così, per
caso, alla fermata dell'autobus in una giornata uggiosa.
Nischino
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