UN AMORE IMPOSSIBILE

di Alessandra91
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Srani incontri ***
Capitolo 2: *** CAPITOLO 2: INCONTRO ESTREMAMENTE RAVVICINATO ***
Capitolo 3: *** CAPITOLO 3 QUANDO L’AMORE SI FA STRADA ***
Capitolo 4: *** CAPITOLO 4 DOLCE TORTURA ***
Capitolo 5: *** CAPITOLO 5 FELICI!? ***



Capitolo 1
*** Srani incontri ***


CAPITOLO 1 Strani incontri Quello era un giorno molto caldo, una ragazza dai capelli castani lunghi sino alla vita è due grandi occhi azzurri sedeva sulla sabbia in riva al mare. Era assorta nei suoi pensieri quando qual cosa, o meglio qualcuno attirò la sua attenzione. Uno strano ragazzo con un topo nero aderente è un paio di pantaloni del medesimo colore era fermo poco lontano da lei. Aveva dei capelli biondi, lunghi fino all’omero lasciati sciolti il suo sguardo era fisso sul mare. I suoi occhi, quelli attirarono la curiosità della ragazza, erano del color dell’oro, ma persi nel vuoto. Un altro particolare colpì la ragazza, sul corpo di quello strano individuo si estendevano strani tatuaggi rossi come il sangue e sul braccio sinistro portava uno strano simbolo: un serpente che si mordeva la coda. Lei ricordava di aver visto quel simbolo da qualche parte ma non ricordava dove. Ad un tratto un ragazzo dai lunghi capelli verdi sorretti da una fascia e sempre vestito di nero si avvicinò al biondino, gli sussurrò qual cosa e poi sia allontanarono insieme. Bene ecco finita l’introduzione scusate se ho fatto qualche errore (non sono brava in italiano^^) spero che recensiate in tanti. Continuerò al più presto baci.

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Capitolo 2
*** CAPITOLO 2: INCONTRO ESTREMAMENTE RAVVICINATO ***


VOLEVO RINGRAZIARE TUTTI COLORO CHE ANNO RECENSITO IN PARTICOLARE LA MIA ADORATA NEE-SAN Era mattina e Alys(la ragazza della spiaggia) stava passeggiando per le strade del piccolo paesino in cui abitava. Ad un tratto rivide il ragazzo che il giorno prima aveva attirato la sua attenzione, così prese a seguirlo da lontano curiosa come non mai di scoprire chi era. Poi lui svoltò in un vicolo e quando lei girò l’angolo constatò che era un vicolo ceco, non fece in tempo a far un solo movimento che si ritrovò contro il muro e le braccia sollevate sopra la testa a guardare quegli occhi color dell’oro. -In genere uccido le persone che mi pedinano- disse guardandola negl’occhi-A meno che non mi diano una buona motivazione per non farlo-. Lei lo osservava tremando come una foglia-Io….io non volevo infastidirti….-disse ormai con le lacrime a gli occhi. -Sai mi sembra di averti già visto, se non sbaglio ieri eri sulla spiaggia giusto?- Alys annuì incapace di parlare mentre le lacrime gli rigavano il volto, lui la fissò intensamente e lei seppur impaurita si sentì arrossire sotto quello sguardo. -Bene, ora dimmi perché mi seguivi?- -Io…io ero attratta dal simbolo che ai sul braccio-disse con lo sguardo basso è un po’ rossa. -Capisco, come ti chiami?- chiese. Alys che oltre a essere orgogliosa, permalosa, irritabile era altamente sfacciata alzò lo sguardo senza più una traccia di lacrime o imbarazzo e più infuriata che mai si rivolse al ragazzo che continuava a tenerla bloccata -Ma guarda che tipo, mi minacci di morte, mi tieni inchiodata al muro e osi pure chiedere il mio nome-. Lui abbozzò il sorriso-Bene se non ti piace stare contro il muro…- la prese e la caricò a mo di sacco di patate sulle spalle e cominciò a camminare per le stradine mentre la poverina si dimenava come una matta insultandolo con termini che non oso scrivere ma che divertivano molto il ragazzino. Alla fine la ragazza si arrese lasciandosi portare in quella strana e alquanto imbarazzante posizione da quel ragazzo, pregando che non fosse una maniaco pervertito. -Allora mi dici il tuo nome-chiese nuovamente mentre camminavano. -No! Finché non so dove mi stai portando- disse sempre con aria sfacciata. -Non sei nella condizione di dettare regole, specialmente con uno che non si farebbe scrupoli ad ucciderti-rispose lui con tono serio. Lei deglutì, e lui scoppiò a ridere-Tranquilla, per adesso non ti uccido-. Quel ragazzo la spaventava che voleva dire con “Per adesso non ti uccido?”. Passò una buona mezzora prima che arrivassero alla meta, quando la ragazza venne posata a terra(con poca grazia)si guardò in torno: si trovavano in una vecchia abitazione, era piccola in un angolo c’era un tavolo con la cucina, mentre nell’altro angolo è qui la ragazza fece un sobbalzo c’era un letto matrimoniale. Il ragazzo si andò a sedere su una sedia senza preoccuparsi di aiutarla ad alzarsi. Lei con coraggio alzò lo sguardo e lo fissò- Non vorrai violentarmi-chiese con paura nella voce. Lui si alzò dalla sedia, e si avvicinò alla ragazza che sempre seduta a terra prese ad indietreggiare finché non toccò con le spalle il muro. Lui la raggiunse con tutta calma e si inginocchiò di fronte a lei, le alzò il viso-E se anche volessi farlo?-domandò. La ragazza prese a tremare violentemente, mentre lui scoppiò di nuovo a ridere. -Tranquilla, non sono come il mio amico, lui puoi star tranquilla non si farebbe scrupoli. Comunque mi dici come ti chiami?- Aspettò qualche secondo valutando se rispondergli o tenergli testa sfacciata com’era-Alys- disse alla fine-Mi chiamo Alys, e tu?- -Pride- rispose sorridendo. Alys diventò color peperone a quel sorriso- Perché mi ai portata qui?-chiese con lo sguardo basso. -Così visto che non volevi stare contro quel muro ho pensato di portarti qui, ma se vuoi puoi andare non ti ho rapita-rispose con un’alzata di spalle. -Davvero?-chiese guardandolo negli occhi. -Certo-le rispose Pride, poi l’aiutò a mettersi in piedi e l’accompagnò alla porta. Arrivati lì prima che lei potesse dire o fare qual cosa la inchiodò al muro e la baciò. Dapprima lei rimase scioccata ma poi si fece trasportare da quel vortice d’emozione e romanticismo che si era creato in quel momento. Le sue labbra si dischiusero e Pride approfondì il loro bacio inserendo la lingua nella bocca di lei e come incontrò la sua lingua cominciarono a scontrarsi in una lotta. Quando si staccarono lui le sorrise-Forse sono un po’ come il mio amico!-. Anche lei sorrise e fece per uscire ma la mano di lui la bloccò di nuovo-Domani vieni alla spiaggia dove stavi seduta ieri-. Alys annuì con la testa gli diede di sfuggita un bacio sulle labbra e uscì andando di corsa a casa consapevole che sua madre gli avrebbe fatto una lavata di testa, ma lei era felice di quanto gli era appena successo continuando a correre e pregustando l’appuntamento di domani.

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Capitolo 3
*** CAPITOLO 3 QUANDO L’AMORE SI FA STRADA ***


Era ormai passato un mese da quando Alys e Pride avevano cominciato la loro storia. Ogni giorno si incontravano sulla spiaggia e li passavano le ore abbracciati ad osservare il mare. Quel giorno Alys era seduta tra le gambe di lui e aveva appoggiato la testa sul suo petto, mentre lui l’abbracciava da dietro le posò un bacio sul collo che la fece rabbrividire, poi piano piano salì sulla guancia per poi arrivare al suo orecchio cominciando a torturarle il lobo. -Pride…..dai smettila- disse Alys sospirando. -Ma se ti piace…..-rispose lui continuando quella dolce tortura. Lei si girò mettendosi a cavalcioni sulle gambe di lui, dandogli un bacio a fior di labbra e poi allontanandosi. -Pride cos’è il simbolo che ai sul braccio sinistro?-chiese lei sfiorandolo-L’ho visto da qualche parte ma non ricordo dove- -Non è niente tranquilla-rispose, e quando lei tentò di ribattere lui le tappò la bocca con un bacio. Continuarono a baciarsi finché la passione non li avvolse, e cominciarono ad approfondire quei baci che fino a quel momento erano rimasti casti. Le situazioni si ribaltarono e Pride si ritrovò sopra la ragazza evitando di pesarle troppo e prese a baciarle il collo lentamente, nel frattempo stava infilando una mano sotto la sua maglietta, ma lei lo bloccò. -Pride….non mi sento pronta scusa-disse mentre lui si toglieva di dosso a lei e la faceva sedere. -Tranquilla non preoccuparti-rispose lui rivolgendole un sorriso che dedicava solo a lei. Gli occhi di Alys azzurri come il mare si specchiarono in quelli di lui giallo oro ma persi nel vuoto, lei lo baciò di nuovo. -Pride io…- -Schhh!-disse lui posandole un dito sulle labbra, poi l’abbracciò -Ti ho già detto di non preoccuparti- Una volta tornato a casa Pride si distese sul letto pensando all’ultime due ore passate in compagnia della sua Alys. Non fece caso neanche alla porta che si aprì ne all’individuo che entro, ne a ciò che esso disse. Solo quando sentì un dolore alla testa si voltò e vide che l’essere in questione gli aveva lanciato contro una saliera. -Si può sapere che ai?-chiese -E’ da un mese che ti comporti in modo strano- Pride non rispose subito, si alzò dal letto si diresse vicino al tavolo prese una sedia e si sedette solo allora guardò in faccia lo stesso ragazzo che durante il primissimo incontro tra Alys e Pride(dove non si erano per niente parlati)gli aveva sussurrato qual cosa nell’orecchi prima che lo portasse via da lì. -Ti anno mai detto che chi si fa i cavoli suoi campa cent’anni?-disse Pride degnando finalmente quello strambo ragazzo di una risposta. -Sono più di duecento anni che campo e non mi sono mai fatti gli affari miei, ora dimmi che ai di strano?-domandò nuovamente avvicinandosi al ragazzo. -Envy non rompere-fu la secca risposta di Pride. -Ma guarda oggi siamo permalosi!-disse Envy accennando un sorriso e cominciando ad accarezzare il collo di Pride. Quest’ultimo scacciò via la mano dell’altro ragazzo, che però non demorse e riprese a toccargli il collo-Allora come si chiama quella bella ragazza con cui mi stai tradendo?-chiese con una gentilezza che non era da lui. -Non sono affari tuoi- rispose Pride alzandosi di scatto dalla sedia, non l’avesse mai fatto. Envy lo afferrò e con uno scatto lo scaraventò sul letto mettendosi poi sopra di lui e togliendogli il top nero. Poi prese a leccargli il collo alternando tra morsi e baci. -E….Envy…no…basta non voglio-disse Pride cercando di trattenere i sospiri. Envy si fermò e sorrise-Fino ad un mese fa mi incitavi- disse con un sorriso malizioso-Questa ragazza deve essere speciale se ti ha fatto dimenticare il desiderio che provi per me-dopodichè si tolse di dosso, cosa che lasciò di stucco Pride, non era da Envy fermarsi. Si alzò a sedere e si rimise il top, mentre l’altro osservava i suoi movimenti quando poi si alzò dal letto per andarsi a sedere nuovamente sulla sedia Envy ruppe il silenzio. -Allora questa ragazza sa cosa sei?- Pride lo guardò con lo sguardo più duro e carico d’odio che aveva-No, e non lo deve sapere sono stato chiaro Envy?- L’altro fece spallucce, poi si alzò si avvicinò a Pride e gli diede un bacio che a tradimento approfondì con la lingua, quando si staccarono Pride lo guardò con furia assassina. Envy sorrise –Guarda che solo perché stai con quella non vuol dire che io starò buono buono-poi si girò e uscì nuovamente di casa. Anche questo capitolo è finito mi scuso se troverete errori grammaticali^^. Ringrazio tutti coloro che anno recensito fino ad ora so che i capitoli sono corti e mi dispiace tantissimo….Al prossimo aggiornamento Smack!

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Capitolo 4
*** CAPITOLO 4 DOLCE TORTURA ***


Pride stava dormendo, solo, quando sentì un leggero dolore ai polsi aprì gli occhi, ma era già troppo tardi. Envy lo aveva legato al letto, lasciando libere le gambe, poi si sedette a cavalcioni su di lui. -Lasciami subito, togliti di dosso-disse con aria minacciosa. Envy rise con gusto - Dai fammi divertire!-e gli alzò il top cominciando a torturargli i capezzoli e sorridendo dei gemiti di piacere che Pride tentava di trattenere. Poi scese lasciando una scia di saliva al suo passaggio, arrivato ai pantaloni li tolse sfiorando il membro teso ed eccitato di Pride. Tolse anche i boxer spogliandosi poi a sua volta. -Envy lasciami subito- -E’ perché mai? Mi stò divertendo, ora da bravo apri le gambine- disse con un ghigno malefico stampato in faccia ma dato che Pride sembrava non aver capito il comando con un rapido gesto gliele aprì, e con violenza lo penetrò. Il ragazzo trattenne un urlo, perché sapeva che era quello che Envy voleva, dopo un attimo lo sentì muoversi avanti e indietro dentro di lui, sempre con più forza, mentre il ragazzo gli leccava il lobo, mordicchiandolo. Poi con voce bassa e sensuale gli parlò nell’orecchio-So che ti piace, coraggio non trattenerti lasciati andare-e andò a mordicchiare il collo. Era vero, quella dolce tortura gli piaceva, così alla fine si lasciò andare e prese ad ansimare e gemere dal piacere, sarebbe andato tutto liscio se una porta non si fosse aperta facendo entrare la persona che in quel momento sarebbe dovuta proprio stare altrove. -Pride, ti ho portato una torna l’ho appena sfornata e….-le parole le morirono in gola. Osservò la scena scioccata, il suo sguardo incrociò prima quello di Envy che non era ancora uscito dal ragazzo, e poi quello di Pride. -Ma cosa….Pride…cosa-non riusciva a parlare chiaramente, sentiva che le lacrime le rigavano il volto, il suo sguardo si posò per un attimo sulla coscia di Envy e vide lo stesso simbolo che Pride aveva sul braccio. -Alys…io…posso spiegare-cercò di dire Pride tentando di far uscire Envy da dentro il suo orifizio. Ma quello sorridendo alla faccia scioccata che aveva la ragazza che era incapace di parlare o muoversi cominciò ad andare avanti e indietro, mentre Pride gridava di lasciarlo andare, e allo stesso tempo di trattenere i gemiti di piacere. Alla fine vennero insieme. Alys era ancora scioccata, Envy si sfilò da Pride prese il lenzuolo e si coprì, scese dal letto e si avvicinò ad Alys. -E’ stato bello, dovevi vedere come urlava e godeva prima del tuo arrivo, quella scenata che ha fatto prima gridando di lasciarlo l’ho ha fatto solo perché c’eri tu-le sussurrò all’orecchio -Stà solo giocando con te, lui è un Homunculus, ha la vita eterna, si vuole solo divertire-e uscì dirigendosi verso il piccolo bagno sempre con quel dannato ghigno in faccia. Alys rimase immobile ripensando alle parole appena udite, nel frattempo Pride era riuscito a liberarsi e si stava rivestendo. Quando si fu risistemato si avvicino ad Alys allungò una mano e le sfiorò la guancia, lei sussultò e arretrò di un passo, alzando poi lo sguardo e fissandolo negli occhi. -Alys io…- -STA ZITTO!-urlò lei continuando a piangere. Pride allora vedendola così scossa tento di abbracciarla, ma lei si scansò nuovamente e gli diede uno schiaffo-NON TOCCARMI! STAMMI LONTANO, non farti più vedere ne sentire, tu…tu ti volevi solo divertire, sei un bastardo-e scappò via. Pride la inseguì, riuscendo a bloccarla in una stradina tenendola contro il muro. -Lasciami andare, mi fai schifo….LASCIAMI!-prese ad urlare Alys. -No!-secco, deciso-Tu ora mi ascolti-lo disse non con un tono gentile, ma con un tono di comando quello era un ordine. E lei tacque. -Non negherò ne cercherò di cambiare ciò che ai visto, ma posso assicurarti che non provo niente per quello lì, come ai potuto vedere ero legato non potevo oppor…- -Sei un Homunculus- lo interruppe lei, ma lo disse con voce bassa, quasi un sussurro. -Cosa?- -Sei un Homunculus- stavolta lo disse con voce più alta e lui la sentì-Tu…tu non invecchi, non muori e tanto meno non provi sentimenti. L’ho letto in un libro, ecco dove ho visto il simbolo che ai sul braccio- Lui la fissò poi abbassò lo sguardo-Te l’ho ha detto Envy?-. -Si!-poi con una mano alzò il volto del ragazzo finché non potè specchiarsi nei suoi occhi -Perché non me l’ai detto?- Lui si perse in quegli occhi tanto belli -Perché avevo paura che saresti scappata, che avresti avuto paura di…-non finì la frase perché Alys gli aveva dato un bacio, leggero, veloce, BELLO. Lei lo prese per mano-Seguimi-. Camminarono un po’ finché non arrivarono davanti ad una casa, lei aprì la porta e lo fece entrare. Pride non ebbe il tempo di guardarsi in torno che fu portato in una stanzetta e venne fatto sedere sul letto. -Alys cosa….- -Shhh!-disse lei posando un dito sulle labbra, poi piano gli sfilò il top, poi a sua volta lui le tolse la maglietta, si stese sul letto e la trascinò sopra di lui, presero a baciarsi, prima in maniera casta poi approfondendo quei baci con la lingua. Nel frattempo Pride stava armeggiando col reggiseno di Alys tentando di toglierlo, e quando alla fine ci riuscì finì sul pavimento assieme al resto dei vestiti che poco dopo fecero la stessa fine. Le situazioni si ribaltarono e Pride si ritrovò sopra la ragazza. Prese a mordicchiargli il collo, lasciando poi una scia di saliva. -Ah!…Pri…Pride-. Le aprì le gambe e si posizionò in mezzo. -Alys, farà un po’ male all’inizio, tenterò di andare il più piano possibile per non farti sentire dolore-. Lei lo baciò e strinse gli occhi, mentre lui la penetrava, aveva mantenuto la promessa era stato più dolce possibile e lei non aveva sentito tanto dolore. Pride cominciò a muoversi lentamente sempre tentando di non farle troppo male, ma quando vide che ormai Alys non provava più dolore aumentò il ritmo delle spinte continuando a baciarla sempre più spassionatamente. Mentre si muoveva dentro di lei la sentì venire, seguendola un attimo dopo. Gli diede un bacio leggero sulle labbra e poi sulla fronte, dopodichè uscì da lei stendendosi al suo fianco e abbracciandola, lentamente il loro respiro tornò regolare. -Ti ho fatto male?-le chiese Pride baciandole il collo. Lei sorrise-No tranquillo, è stato magnifico-. Lui l’abbracciò più forte e lei si accoccolò al suo petto, così si addormentarono, abbracciati, felici, stanchi. BENE HO FINITO ANCHE IL QUARTO CAPITOLO CHE SPERO SIA DI VOSTRO GRADIMENTO. NON FINIRO’ MAI DI RINGRAZIARE LA MIA NEE-SAN PER L’ICORAGGIAMENTO CHE MI DA. AL PROSSIMO AGGIORNAMENTO^^

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Capitolo 5
*** CAPITOLO 5 FELICI!? ***


Pride si svegliò sentendo quel dolce profumo di fiori di campo che emanava Alys, la guardò, lei era ancora addormentata appoggiata a lui. Ammirò la sua bellezza, le sue curve, il suo sorriso, sembrava un angelo, mentre dormiva. I capelli castani le ricadevano delicatamente sui fianchi, si sentì fortunato, non resistette e le posò un bacio sulle labbra e lei aprì lentamente gli occhi e sorrise al ragazzo che la stava abbracciando. Si alzarono e si rivestirono in silenzio scambiandosi solo sguardi complici e sorrisi dolci, uscirono e si diressero alla spiaggia per vedere il tramonto come facevano sempre, l’ammirarono seduti abbracciati, poi lei lo accompagnò a casa, si salutarono con dolci baci e lei andò via dirigendosi verso casa. Si era allontanata di poco, il tempo di svoltare l’angolo, successe tutto in un attimo: un dolore, un grido, una risata fredda tre parole sussurratele nell’orecchio-Ora sarà mio!-. Abbassò lo sguardo e vide una lama conficcata nello stomaco che fu sfilata con violenza, lei cadde a terra e perse i sensi. Sentiva freddo tanto freddo, sentiva il sangue scorrere e macchiare il suolo, poi ad un tratto sentì un colore qualcuno che la chiamava, ma lei non aveva la forza di rispondere, si sentì sollevare, sentì un casto bacio sulle labbra e una voce, la sua voce, la voce del suo principe che le chiedeva, o meglio la pregava di resistere di non lasciarlo. Si svegliò e si ritrovò distesa in un letto tentò di alzarsi, ma la testa gli girava così ricadde sul letto. Sentì la porta che si apriva girò la testa e lo vide…vide il suo principe che appena la vide sveglia le sorrise e si avvicinò al letto. -Come ti senti?- -mi…mi fa male la testa-disse lei sorridendo a sua volta-E anche lo stomaco-. Lui le sorrise-E più che normale che ti faccia male la testa, ai la febbre alta, in quanto allo stomaco quel bastardo di Envy ti ha colpito, ti sei salvata per miracolo, ora forza alzati un po’ devi mangiare qualcosa- E l’aiutò a mettersi seduta, ma non appena Alys vide che aveva solo una benda a cingerle il corpo si riabbassò e si coprì con le coperte diventando rossa peggio di un pomodoro. -Che fai! Guarda che non è la prima volta che ti vedo in reggiseno, se non erro l’altra volta è stata anche per tua decisione!- disse ridendo. -Ma che centra!- dibatté lei guardandolo furiosa. Lui si chinò su di lei e la baciò, poi si spostò sul collo cominciando a mordicchiarlo lasciando dei piccoli segni rossi come il fuoco. -Ah…Pride smettila….sono malata-. -E allora sono tre giorni che dormi e io ne sento la mancanza-disse continuando a baciarla, poi s’infilò sotto le coperte e si mise sopra di lei facendo attenzione alla ferita. Così fecero di nuovo l’amore, anche se stavolta fu diverso si amarono di più, quando finirono Pride si stese affianco a lei, e Alys appoggiò la testa sul suo petto. -Il nostro è un amore impossibile-disse Pride abbracciandola. -Perché?-chiese Alys -Io sono un Homunculus, vivrò in eterno- rispose lui abbracciandola più forte. -E allora? A me non importa- affermò lei rispondendo all’abbraccio. -Scappiamo, abbandoniamo tutto e tutti, andiamo lontano da qui-. -Pride non posso, mia madre ha bisogno di me, mi dispiace- disse lei. Lui le posò un bacio sulle labbra, poi si addormentarono, quando Alys si svegliò Pride non c’era più. Al suo posto un biglietto: Cara Alys, Il nostro è un amore impossibile , sono dovuto andare via per impedire a Envy di farti altro male, ritornerò molto presto perché un giorno lo so che il nostro amore sarà accettato. Pride. Siamo arrivati alla fine, però c’è un seguito lo posso assicurare. Ringrazio coloro che anno recensito e tutti quelli che lo faranno(scusate gli errori). Un ringraziamento ancora più speciale alla mia nee-san a cui voglio tanto bene.

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