Siamo sulle montagne russe.

di Vale17
(/viewuser.php?uid=239955)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Siamo sulle montagne russe. ***
Capitolo 2: *** La sua anima vive ancora dentro di te. ***



Capitolo 1
*** Siamo sulle montagne russe. ***


                                                                                          How's life?Tell me how's your family
                                                                                            You've been good ,busy than ever
                                                                                                        we small talk.


Harry era rimasto seduto sulla panchina della stazione ferroviaria ad aspettare un treno che non sarebbe mai arrivato.
Voleva fuggire ed andare a trovare la persona che aveva perso cinque anni fa e non aveva più trovato.
Lei lo aveva avvertito che una volta entrato nel mondo della musica si sarebbe dimenticato di lei e così era successo.
In realtà il lavoro gli aveva sottratto molto tempo e lei aveva deciso di prendere quel treno che l'avrebbe allontanata da lui per sempre.
La nebbia di quella mattina gli offuscava la vista.
Erano le 8:30 e con gli occhi appannati riuscì ugualmente a vedere una luce in direzione dei binari.
Si alzò con la speranza che quel treno fosse arrivato e rimase deluso quando notò che non lo fosse.
Il treno si fermò e da esso scese il capo stazione che non appena lo vide,lo raggiunse.

-Harry styles?- chiese l'uomo in divisa,con il cappellino blu e la barbetta bianca.
-Sì,sono io- rispose il ragazzo dai capelli ricci ed un volto stanco.
-Questa è per te- il capo stazione porse ad Harry una busta che il riccio afferrò velocemente.
Tornò a sedersi sulla panchina e l'aprì frettolosamente,con la speranza che fosse qualcosa che la riguardasse.
Ciò che aveva fra le mani era una lettera,ingiallita e sporca.
Non c'era solo una lettera ma anche un biglietto pulito senza nessuna imperfezione.
Harry decise di leggere prima la lettera,così iniziò...

"Harry,
mi ritrovo a scrivere questa lettera perchè so che non avrò altre occasioni per parlarti nè per vederti.
Quando sono andata via non ho avuto il coraggio di dirti che ero incinta perchè sapevo che tu avresti smesso di seguire il tuo sogno solo per me.
E' stato meglio che tu mi dimenticassi anche se io non ci sono mai riuscita.
Tua figlia si chiama Grace,le ho messo questo nome perchè so che fosse il tuo preferito. 
Non so se lo è ancora..
Dicevi che un giorno quando avremmo avuto dei figli,li avresti voluti crescere a tua immagine e somiglianza eppure non ci sei mai stato.
Grace è come te: lunghi capelli ricci e castani,grandi occhi verde smeraldo e due fossette che le spuntano quando ride.
In questi anni se non ho spento il tuo ricordo è solo grazie a lei.
Non ci vedremo più Harry...
Ho scoperto che ho un tumore alla gamba e non ho molto tempo.
So che questa lettera la leggerai troppo tardi e non potrai venire da me.
Ti prego però, non lasciare Grace.
Lei ha bisogno di te.
Ha bisogno del padre che non ha mai avuto. Non ce la farà mai da sola,senza un vero supporto.
Vuole l'aiuto di suo padre.
Ti amo Harry,
addio...
Cristel "


Harry strinse il foglio al petto,con il cuore distrutto ed un volto disperato.
Gli occhi iniziarono a gonfiarsi e le lacrime a scendere velocemente,rigandogli il suo viso ormai pallido.
Lanciò un urlo agghiacciante,che rimbombò per tutta la stazione.
Lei non c'era più.
Aveva perso la persona più importante della sua vita.
Aveva perso la sua vita.
Spostò lo sguardo verso il foglio bianco e questa volta c'era la scrittura di una bambina.

"Non so chi sei,ma ti voglio bene papà"
    
                                      
Image and video hosting by TinyPic
                                                                               

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** La sua anima vive ancora dentro di te. ***


                                                                                            No matter where we are,
                                                                                   no matter just how are paths may lead
                                                                                      Love is the armour that we need
                                                                                                 we're invincible.

                                                                                        
Gli occhi  erano ancora appannati dalle lacrime che continuavano a cadere infinite lungo il volto sotto shock del ragazzo.
Aveva ancora fra le mani la lettera della sua ragazza e il foglietto della sua presunta figlia.
Non poteva credere di avere nel mondo una bambina sangue del suo stesso sangue.
Ad Harry passò per la testa il pensiero di raggiungere Cristel,ma lo fece volare via ricordando di non essere solo.
Doveva andare dalla sua bambina.
Il riccio si avvicinò al capo stazione che cinque minuti prima lo aveva raggiunto per dargli la busta.
- Mi scusi,a che ora c'è il treno per Bradford? - chiese,mettendo nella tasca del giubotto i due fogli.
- Sei arrivato in tempo,stiamo per partire - gli rispose l'uomo accarezzandosi la barba bianca,ed Harry annuì salendo in carrozza.
Il primo posto libero che trovò fu quello dove all'interno c'era seduta una ragazza.
A primo impatto ad Harry gli si congelarono le vene: capelli lunghi e ricci,era girata verso il finestrino e dava l'impressione di essere proprio lei.
La sua Cristel.
Le si avvicinò,sedendosi di fronte,ma non appena la ragazza corvina si voltò,Harry tirò un sospiro: non era lei.
 
Come poteva essere lei?,pensò il riccio,guardando oltre il finestrino, è morta.
Si strinse nel cappotto,sentendo il suono delle rotaie mettersi in moto ed il treno partire.
L'idea di andare a Bradford e conoscere sua figlia lo agitava,gli faceva battere forte il cuore.
E non solo...
una stretta allo stomaco lo invase,mentre la sua mente assimilava il fatto che Cristel era andata via.
Lui non l'avrebbe vista più,ma non poteva mollare proprio ora.
Aveva una figlia da crescere,amare,accudire.
Lei gli aveva chiesto di prendersi cura di Grace e lui era anche curioso di vedere come fosse fatta.
Aveva davvero preso da lui? 
Ciò che teneva sotto controllo il suo dolore,era solo il fatto che non sembrava ancora che lei fosse morta.
Dopo cinque anni sopportando la sua assenza,si era abituato alla scomparsa dalla sua vita,e per Harry tutto ciò sembrava ancora impossibile.
Si pose anche un'altra domanda: dove l'avrebbe trovata Grace?
Estrasse all'improvviso la lettera dalla tasca ed iniziò a leggerla di nuovo,ed infine trovò ciò che stava cercando: l'indirizzo.
Cristel non l'aveva mancato,ma lui era stato troppo preso a leggere solo il pezzo principale per farci davvero casa.
Stremato si addormentò sul sedile,sperando di fare sogni più piacevoli che lo allontanassero dalla realtà.
 
Si sentì toccato ed aprì velocemente gli occhi,trovandosi davanti a sè quella ragazza che aveva scambiato per la sua ragazza.
La guardò spaesato e lei si allontanò di un pò,lasciandogli spazio.
- Il treno è arrivato a Bradford - gli sorrise,salutandolo e andando via.
Si alzò,pronto ad affrontare questa nuova avventura,questa volta da solo.
Si avvicinò al vecchio capo stazione,lo ringraziò pagandolo e scese dal treno,uscendo definitivamente dalla stazione.
Bradford era una cittadina abbastanza tranquilla,la gente di quel posto era gentile ed anche molto disponibile.
"Avenue Street N°56 ", era questo l'indirizzo dell'abitazione dove risiedeva la figlia.
Non conoscendo bene la città,fu costretto a chiamare un taxi,che si fermò non appena alzò il pollice.
Entrò in macchina e spiegò all'autista la strada dove era diretto.
Iniziò a sfregarsi le mani,il suo cuore iniziò ad accellerare sempre più.
Aveva paura da matti.
Iniziò un lavoro di inspirazione ed espirazione per calmarsi,altrimenti gli sarebbe venuto un attacco di panico e non era ciò che gli serviva in quel momento.
La macchina si fermò di fronte una casetta con le pareti gialle ed una porta verde,come le solite porte inglesi molto raffinate.
Scese dall'autovettura e a passi lenti,lesse un cartellino che stava affianco alla porta.
- Avenue Street N°56 -
Era quella la casa,era arrivato a destinazione in meno di cinque minuti.
Avanzò verso il portone,premendo il pulsante del campanello e suonò.
 
Una donna dai capelli biondi e lunghi,all'incirca sui 50 anni, gli aprì la porta squadrandolo da capo a piedi.
Harry rimase bloccato alla porta,fissando la donna,senza riuscire ad aprire bocca.
- Chi sei,ragazzo? - le chiese la donna, inarcando un sopracciglio.
- Sono Harry Styles - parlò il riccio a fatica,passandosi una mano fra i ricci,mentre l'agitazione aumentava.
Lei non appena sentì quel nome si irrigidì e con una mano spinse la porta per chiuderla,ma Harry prontamente la bloccò.
- Cosa vuoi,Harry? - l'aveva riconosciuto ed ora lei non lo voleva a casa sua.
- Voglio vedere mia figlia,lasciami entrare - la pregò,facendo solo un passo avanti.
- Grace è a scuola e non credo le farebbe piacere vederti,non sa nemmeno che esisti - rispose la bionda,freddamente.
- Sa chi sono ed è proprio Cristel che mi ha mandato da lei - la avvertì Harry,sperando che finalmente l'avrebbe lasciato entrare,almeno solo per aspettarla.
- Nonna,nonna! - Harry sentì la voce di una bambina arrivare alle sue orecchie armoniosamente e solo allora il suo sguardo andò oltre Anita,arrivando a quella bambina.
Aveva dei lunghi capelli ramati e dei boccoli che le scendevano lungo la schiena.
Stava sorridendo e lì Harry notò le sue stesse fossette,in quel visino innocente ed estremamente bello.
Gli si gelarono le vene quando osservò la grande somiglianza con Cristel ma soprattutto con lui.
Era molto graziosa e sembrava una bambola di porcellana: perfetta.
La bambina lo guardò continuando a sorridergli con i suoi grandi occhi verdi che brillavano e le labbra rosse,che la facevano assomigliare a Biancaneve.
Anita fulminò Harry con lo sguardo non appena fece un passo avanti verso la bambina.
 
Il riccio,non curante di tale osservazione si inginocchiò verso Grace,prendendole la sua calda manina.
- Una bambina mi ha scritto una bigliettino,sai chi è? - Harry fece finta di non sapere chi fosse e prese il biglietto,mostrandolo a lei.
- Sono io!L'ho scritto io! - esclamò Grace,cercando di attirare tutta la sua attenzione.
- Tu? Davvero,sei tu la mia bambina? - usò un accento ironico,sorridendole ancora.
- Sei tu papà! Il mio papà! - urlò Grace,fionandosi fra le braccia del riccio,che la accolse con amore e gioia,avvolgendola fra le sue braccia.
La sollevò prendendola in braccio,mentre Grace gli cingeva il collo con le sue manine affusolate.
Harry la sentiva suo,ed in lei stava ritrovando Cristel.
- Piccola mia,non ti lascerò mai più ora che ti ho trovata - le sussurrò il riccio,lasciandole un bacio sulla guancia liscia e bianca.
- Resti qui con me per sempre? - chiese Grace innocentemente,senza cambiare espressione.
- Per sempre - ripetè Harry,accarezzandole i lunghi capelli ramati e continuando a darle lievi baci.
Gli occhi del padre e di sua figlia brillavano di luce propria,non smettendo di guardarsi.
I due si erano trovati e non si sarebbero lasciati mai più.
La figlia aveva trovato il padre che le avrebbe dato la forza di andare avanti nei momenti più bui e difficili.
 
Dentro Grace viveva ancora l'anima di Cristel.

                                                                         
Image and video hosting by TinyPic

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1379414