Slices of Us

di TelaDiPenelope
(/viewuser.php?uid=261736)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Waiting -BanGaze- ***
Capitolo 2: *** It's all because of your piano -KyouTaku- ***



Capitolo 1
*** Waiting -BanGaze- ***


 

             

Waiting

 

- BanGaze -

 

 

 

Alzò nuovamente lo sguardo verso l’orologio a muro della cucina: erano già le 19.27. Fece un ennesimo sospiro continuando a fissare infastidito le lancette scure. Aveva ben un’ora e ventisette minuti di ritardo, anzi ventotto !! Lasciò cadere mollemente le braccia lungo i fianchi e si ritrovò a stringere i pugni senza neppure accorgersene. Stupido Fuusuke !!

 - Ohh Nagumo ! – Una voce ancora piuttosto infantile e, a suo avviso, parecchio fastidiosa richiamò la sua attenzione. Spostò velocemente gli occhi sulla figura minuta che se ne stava ferma sulla soglia della stanza a fissarlo. – Ho fame, ti sbrighi a farmi da mangiare. Hiroto ha detto che devo cenare qui e .. – Prima che il più piccolo potesse terminare la frase Haruya decise d’interromperlo già fin troppo irritato per il ritardo del compagno per sopportare le ramanzine di una pulce di poco più di tredici anni.

 - Ho capito, ho capito. Ci sto lavorando dammi tempo. – Sentenziò prima di spostarsi nuovamente vicino ai fornelli. Aveva messo a bollire una pentola d’acqua già parecchio tempo prima e questo, di norma, segnava la fine dei suoi doveri culinari. Il resto lo faceva Fuusuke: era lui che sapeva cucinare, fare il bucato e tutto il resto; Nagumo si limitava a tenere pulita la casa e già questa per lui era un’incombenza non indifferente. Fissò la pentola con una sorta di disprezzo e riservò un’occhiata parecchio diffidente alle verdure che, grazie al cielo, erano già state lavate e tagliate. Recuperò un foglio strappato da uno dei mille quaderni di Suzuno in cui erano state scarabocchiate in fretta le istruzioni basilari per preparare una ricetta che, a detta del suo compagno, anche il più stupido degli idioti sarebbe riuscito a cucinare senza incontrare particolari problemi. Bene, allora perché non aveva la benché minima idea di cosa dovesse fare in quel momento?!

 
Rilesse ancora una volta quelle maledette parole scritte nella calligrafia ordinata e pulita di Fuusuke poi spostò nuovamente lo sguardo su Kariya ancora fermo nella stessa identica posizione di poco prima. Si fissarono per un paio di secondi quasi con aria di sfida. Entrambi fingevano di detestarsi troppo orgogliosi e diffidenti per dimostrarsi affetto. Come aveva più volte sentenziato Midorikawa il loro problema più grande era che, per certi aspetti, si somigliavano troppo. Così finivano sempre a litigare o a fare “a botte” poco importava se uno dei due avesse ormai quasi venticinque anni. Tuttavia Haruya era anche una delle persone con cui Masaki aveva meno problemi a relazionarsi e quindi, nel momento in cui si presentavano degli imprevisti di lavoro, i suoi due tutori, o come preferiva dire Hiroto “genitori”, sapevano dove lasciare Kariya fino al loro ritorno.

 - Si può sapere che accidenti hai da guardare pulce ? – Chiese il più grande con il solito tono arrogante. – Guardo un’idiota che non riesce a capire come cucinare una cena elementare.- Il più piccolo sfoggiò uno dei suoi soliti sorrisini strafottenti che riservava solo a lui o al suo Senpai e che facevano andare Nagumo su tutte le furie. – Immagino che questi commenti tu non li faccia in presenza di chiunque .. scommetto che con Midorikawa e gli altri ti comporti da bravo bambino mentre con me ti permetti di fare il maledetto stronzetto .. – Non riuscì a terminare la frase perché l’espressione di Masaki mutò completamente e il suo viso assunse un’aria dolce ed innocente. Prima che potesse aprire bocca fu nuovamente il più grande a riprendere la parola. – E’ inutile, sei proprio figlio di Hiroto non c’è che dire. - Sentenziò prima di tornare a concentrarsi sulla problematica preparazione di un’improbabile cena.

 

 Dopo un’altra buona mezz’ora finalmente Haruya era riuscito a portare in tavola qualcosa di vagamente commestibile, per sicurezza aveva assaggiato tutto anche se l’aspetto non era per niente invitante, non poteva permettersi il lusso di avvelenare la piccola pulce neppure per sbaglio, sapeva per esperienza che Hiroto era fin troppo pericoloso se si arrabbiava. Kariya storse il naso alla vista di quella strana pappa informe che gli era stata servita e la sua espressione assunse un tono ancora più disgustato quando l’odore della cena gli arrivò al naso. – Io questo schifo non lo mangio !! – Biascicò allontanando con la mano il piatto da sé. – Invece lo mangi e come !! Mi sono scottato almeno quattro volte per cucinarti la cena quindi ora la trangugi fino all’ultimo boccone altrimenti te la faccio ingoiare io a forza, piatto compreso. – Replicò il più grande in modo secco. Era più irritato dal fatto che anche lui dovesse mangiare quello schifo che aveva preparato più che dall’ovvio e sensato commento espresso da Masaki in merito a quella “roba” di cui tutto si poteva dire meno che fosse appetitosa.

Si decisero entrambi a portarsi un boccone di quella cena alla bocca solo dopo alcuni minuti e con grande sorpresa di entrambi poterono constatare che il sapore non era poi così orrendo specie se paragonato all’aspetto e all’odore. Continuarono a cenare tranquillamente finché il cellulare di Nagumo non emise un forte trillo, il ragazzo recuperò velocemente l’oggetto che aveva lasciato appositamente sul bancone proprio dietro di lui e, speranzoso, controllò l’elenco dei messaggi in entrata.

 

Ciao Haruya ! Io e Mido-chan arriviamo fra

circa una mezz’oretta. Scusa ancora per

il ritardo, ma purtroppo è successo un altro

casino in azienda. Prometto che ci

faremo perdonare. Dai un bacio a Masaki.

Ci vediamo fra poco.

 

Hiroto.

 

Finì di leggere il messaggio fin troppo velocemente non prestando neppure particolare attenzione al suo contenuto. Era parecchio irritato e il suo umore peggiorò ulteriormente quando controllo l’ora sul display luminoso del piccolo apparecchio: erano quasi le 21.00. Stupido Suzuno. Per fortuna che doveva essere a casa per le 18.00 al massimo. Lasciò cadere in malo modo il cellulare sul tavolo lasciandosi sfuggire una mezza imprecazione. Che accidenti stava facendo quell’idiota ? Perché non si era ancora fatto sentire ? Stava bene ? Era successo qualcosa ? Era con qualcun altro .. A quest’ultimo pensiero scosse violentemente la testa. Fuusuke non era certo un tipo di quelli che tradiscono. Anche solo per il fatto che sarebbe stato troppo complicato per lui, troppi problemi e intralci a cui dover pensare e, Nagumo lo sapeva per esperienza, Suzuno Fuusuke odiava le complicazioni. Ma allora perché non si era ancora fatto sentire ?

 
Notando lo strano comportamento del più grande Masaki decise d’interrompere quel silenzio che stava via via diventando sempre più pesante. – Era Hiroto vero? – L’altro annuì sommessamente mentre si alzava da tavola con un unico movimento fluido e iniziava a radunare le varie stoviglie per sparecchiare. – Avrà perso il treno. – Aspettò qualche secondo per testare l’effetto che le sue parole avevano avuto poi si convinse ad aggiungere qualcos’altro al suo discorso. - Vedrai che fra poco arriva. –

A quel tentativo di farlo sentire meglio le labbra di Nagumo s’incresparono appena verso l’alto, passò accanto a Kariya e, dopo aver depositato piatti e bicchieri nel lavello, appoggiò con delicatezza una mano fra i capelli chiari del più piccolo scompigliandoglieli appena in una sorta di strana carezza. – Diciamo che per questa volta proverò a pensare che hai ragione .. – Mormorò stringendogli appena le dita attorno ai sottili capelli e tirando con poca forza verso l’alto. – E tu invece cosa mi racconti ? Come va con il tuo fidanzatino … uhm Kirino giusto ? – A quelle parole il viso di Masaki diventò completamente rosso e con un unico movimento portò entrambe le mani sulla pancia di Nagumo in modo da potergli assestare uno spintone. – NON è il mio fidanzatino !!! E’ solo un mio Senpai, idiota per di più !! – Rispose praticamente urlando il più piccolo. A quella reazione così plateale quanto scontata Haruya scoppio a ridere. – Ecco questa invece è la parte che hai preso da Midorikawa. –

 

Poco dopo le 21.30 Hiroto e Midorikawa passarono a riprendersi Kariya, ringraziarono scusandosi nuovamente sia per il ritardo che per il disturbo e dopo essersi congedati lasciarono Haruya ancora solo ad aspettare. Il rosso si guardò attorno cercando di evitare di tornare a fissare uno dei qualsiasi orologi presenti in giro per casa, cercò di tenersi occupato mettendo un po’ a posto alla meno peggio la cucina e il salotto, raccolse tutto il disordine fatto da Masaki poi, vinto dall’ansia, provò a comporre il numero di cellulare di Suzuno: cliente irraggiungibile. Quello stesso messaggio fu l’unica cosa che ricevette come risposta alle sue successive quindici chiamate.

- DOVE CAZZO TI SEI CACCIATO STRONZO !!! – Urlò rivolto contro il muro scaraventando il cellulare sul divano. L’oggetto rimbalzò mollemente sui cuscini morbidi per poi cadere per terra producendo un tonfo appena udibile.

 Da quando Fuusuke aveva cominciato a frequentare l’ultimo anno di università non stavano praticamente più insieme. Avevano iniziato a mettere i soldi da parte per poter comprare una casa tutta loro da parecchi tempo e finalmente, quasi quattro anni prima, avevano raggiunto la somma necessaria e grazie al lavoro di Haruya riuscivano ad essere economicamente indipendenti. Erano poco più di due bambini quando si giurarono di stare insieme per sempre, una promessa suggellata con un ridicolo “patto di sangue” che Nagumo aveva voluto stringere a tutti i costi in quella maniera: sovrapponendo le due piccole ferite che lui stesso aveva provocato con le forbici sul pollice destro di entrambi. Erano poco meno di due ragazzi quando si erano dati il primo bacio e ora che non erano ancora due uomini stavano provando a mettere in piedi quello che non avevano mai avuto se non in maniera indiretta: una famiglia, un nucleo che fosse esclusivamente loro e che non dovesse essere condiviso con nessun’alta persona all’infuori di loro due.

Hitomiko aveva però insistito tanto affinché Fuusuke continuasse a studiare, aveva una mente brillante molto portata per la logica e i numeri, sicuramente con una laurea avrebbe potuto ottenere un ottimo posto di lavoro nella Kira Corporation. Tutto il contrario di lui: odiava lo studio, i numeri, la matematica e la logica. Ma dopo aver sentito il discorso che Hitomiko aveva fatto a Suzuno si mise subito d’impegno per cercare un lavoro in modo da poter contribuire a pagare almeno in parte la retta che Kira aveva già offerto di sobbarcarsi.

 Con la testa ancora piena di questi pensieri si accoccolò sul divano continuando a fissare la porta d’ingresso e sperando che questa si aprisse da un momento all’altro. Non si accorse di essersi addormentato finché non avvertì un soffice profumo di muschio e sentì il calore di due labbra gelide sulle proprie: era tornato. Aprì gli occhi e prima di dire qualsiasi cosa, prima di fare qualsiasi sfuriata, prima di sentire qualsiasi spiegazione stette immobile alcuni secondi per permettere all’ambra di specchiarsi e risplendere nel ghiaccio. Non gli importava più di altro se non della sua presenza fra le sue braccia. Portò una mano dietro la nuca del compagno ed esercitando una lieve pressione lo attirò nuovamente verso le proprie labbra. Si baciarono, accarezzarono e fecero l’amore nel loro modo disperato, infantile e totalizzante amandosi come solo loro sapevano fare da praticamente tutta la vita.

 

 

La mattina dopo quando Nagumo si svegliò per andare al lavoro Suzuno era già uscito. Sul tavolo della cucina trovò la colazione pronta, la sciarpa di Fuusuke e un biglietto. Sorrise dolcemente e, ancora spettinato e intontito, si sedette davanti a quel tavolo profumato di pan-cake caldi. Mentre mangiava prese il biglietto e lesse attentamente il suo contenuto.

 

Scusa per ieri sera. Ho fatto davvero tardi, ma ho dovuto

aspettare per poter parlare con un professore: se riesco a

convincerlo ad anticiparmi un esame avrei tutto il periodo

natalizio libero. Mi darà la risposta stamattina,

dopo ti faccio sapere.

 Mi è morta la batteria del cellulare quindi

ho preso su il tuo e intanto che c’ero ho anche preso la tua

orrenda sciarpa rossa, quella che mi hai regalato tu

è troppo calda. A stasera. Fai il bravo.

 

 Fuu-chan !

 

Nuovamente tornò a sorridere appoggiando una mano sulla morbida sciarpa azzurro chiaro che era appoggiata al tavolo poi si sbrigò a finire la sua colazione e andò a prepararsi per andare al lavoro assicurandosi di conservare il biglietto che Suzuno gli aveva scritto.

 

 

 

- Sei sicuro di voler anticipare quest’esame?  Se non sbaglio la prossima settimana ne hai altri due da dare.- Sentenziò un uomo piuttosto robusto sulla cinquantina squadrando quell’algido ragazzo che stringeva al petto un quaderno piuttosto spesso e un’agenda e che aveva il viso parzialmente coperto da una sciarpa rossa che quasi stonava con la sua figura. – Assolutamente.- A quella laconica risposta l’uomo non poté fare a meno che scuotere la testa ed acconsentire. Il più piccolo fece un veloce inchino ringraziando di nuovo in maniera concisa il professore e uscì dallo studio del docente. Non era neppure arrivato alla fine della prima rampa di scale quando sentì la voce grossa dell’uomo richiamarlo indietro. – Ti è caduta questa ragazzo.- Disse porgendogli una fotografia che ritraeva un bambino dai i capelli rossi con uno strano ciuffo sulla testa che ricordava in tutto e per tutto un tulipano, gli occhi color dell’ambra e un sorriso felice dipinto sul viso mentre teneva la mano di un altro bambino che era stato tagliato fuori dall’inquadratura. – Grazie.- Mormorò Suzuno per poi riprendersi l’oggetto e riporlo con cura dentro la propria agenda. – Deve essere una persona molto importante visto la cura che hai di quella foto. - Sentenziò l’uomo sorridendo. – E’ la mia motivazione. – Mormorò Fuusuke prima di congedarsi nuovamente dall’uomo e dirigersi verso la stazione affondando il viso in quel caldo indumento rosso e respirandone a fondo l’odore del suo proprietario che era ancora intrappolato in quel morbido tessuto.

 

 

Fine.

 

 

 

Note dell’Autrice: Innanzitutto volevo ringraziarvi per aver letto la mia storia. E’la mia prima fan fiction quindi sentitevi pur liberi di commentare in qualsiasi modo preferite, le critiche costruttive son ben accette ^^ Spero che il capitolo vi sia piaciuto e di non avervi annoiato anche perché l’idea originale doveva essere molto più corta, poi in fase di scrittura ho decisamente dilatato le cose x3 Ho intenzione di scrivere una sorta di raccolta di “Slice of Life” su vari personaggi con tematiche e raiting diversi quindi ogni capitolo sarà fine a sé stesso. Se avete idee o consigli vi prego di non esitare a comunicarmeli !! Spero di sentirvi in tanti e chiedo scusa ai personaggi che ho utilizzato nella storia, in quanto è stato una sorta d’esperimento d’esordi e spero di non averli massacrati troppo !!

Un bacio a tutti <3

Nel ̴

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** It's all because of your piano -KyouTaku- ***


 

Note dell’autrice: Allora eccomi tornata con un nuovo capitolo. Stavolta provo a cimentarmi con una KyouTaku ! E’ una coppia che mi piace molto, insieme li trovo sia molto dolci che divertenti proprio perché penso che, sotto certi punti di vista, abbiano un carattere abbastanza simile. L’idea è nata mentre parlavo con una mia amica e quindi è a lei che la dedico <3 Quindi ora vi lascio alla storia e, come sempre, spero che abbiate voglia di scrivermi la vostra opinione lasciando un commento di qualsiasi genere. Grazie e buona lettura !! 

Nel ¨



 

 

It's all because of your piano 

- KyouTaku -

 

 

 

Quando Shindou suonava una dolce musica si diffondeva in quell’ampia stanza, le mani del giovane pianista si spostavano sinuose ed eleganti sulla tastiera eseguendo una serie di voluttuosi movimenti. Sembrava quasi che quelle lunghe dita affusolate stessero accarezzando i tasti bianchi e neri del pianoforte. Takuto teneva sempre gli occhi chiusi quando suonava una composizione che lo coinvolgeva particolarmente. Non aveva bisogno di guardare alcuno spartito, sapeva con esattezza quali movimenti compiere e quali note doveva far riprodurre a quel maestoso strumento laccato di nero da cui riusciva a far fuoriuscire melodie così complicante quanto ipnotiche.

A Tsurugi non piaceva particolarmente sentirlo suonare ma spesso, quando si trovava a casa del suo capitano nonché fidanzato da ormai quasi tre mesi, veniva invitato ad assistere, in quella sontuosa sala, ad una delle routinarie esercitazioni di pianoforte che Shindou trasformava in una sorta di “concerto” per evitare che il suo ospite si annoiasse troppo. Il padrone di casa cercava sempre di suonare qualcosa che sarebbe potuta piacere al più piccolo e, dopo ogni esecuzione, si prendeva qualche secondo di pausa per spiegare ad un apparentemente annoiato Kyousuke che cosa gli aveva appena fatto ascoltare. Solitamente, se era fortunato, riceveva uno sbuffo o un piccolo grugnito come risposta e al capitano non restava altro da fare se non tornare a suonare.

Non che Takuto non fosse bravo, anzi era un eccellente pianista specie vista la giovane età, ma Tsurugi con il tempo aveva sviluppato una sorta di feroce avversione contro il pianoforte e la musica in generale. All’inizio ascoltare le melodie che il suo senpai riusciva a suonare lo affascinava davvero molto, ma dopo poco iniziò a sentirsi quasi “geloso” di quello strumento. Takuto lo adorava, ne parlava spesso e ci si doveva dedicare praticamente ogni giorno togliendo, nella sua ottica, tempo e attenzioni a lui. Kyousuke non era esattamente il prototipo del ragazzino viziato eppure, chi lo conosceva bene, sapeva quanto il freddo numero 10 della Raimon potesse diventare intollerante e capriccioso se qualcosa lo infastidiva. Ora l’essere geloso di un pianoforte suonava davvero ridicolo anche alle sue stesse orecchie, tuttavia non era proprio riuscito a trattenersi quel pomeriggio dal fare quel preciso commento che aveva fatto infuriare tanto il suo ragazzo.

 

- Kyousuke mi stai ascoltando ? – La voce leggermente alterata del più grande fece si che il suo ospite riportasse l’attenzione su di lui.

- Cosa ? – Fu la secca risposta data con il solito tono laconico. – Ti ho chiesto se hai sentito quello che ti ho appena detto, ma mi pare ovvio di no! – Il più grande fece un leggero sospiro continuando a fissare il suo ragazzo con un’improbabile aria severa. – Se ti pare ovvio allora potevi anche evitare di chiedere. - Nuovamente la risposta che ottenne non lo sorprese più di tanto, ma bastò per farlo ulteriormente irritare. Restò immobile qualche altro secondo mantenendo il suo sguardo sul più piccolo poi decise di ricorrere alla sua proverbiale pazienza. Si schiarì la gola con un leggero colpo di tosse prima di ricominciare a parlare – Ascolta, posso immaginare che .. – Non riuscì però a terminare la frase perché venne interrotto dal suo ospite. – E’una cosa davvero inutile. Non capisco proprio perché ci sprechi dietro tutto questo tempo. – mormorò Kyousuke con il solito tono freddo. Takuto rimase inizialmente basito dall’affermazione appena fatta dal moro. Prima di replicare una qualsiasi cosa cercò di collocare e dare un senso alle parole che aveva appena sentito. Dopo qualche attimo di riflessione azzardò una risposta. – Ti stai riferendo al pianoforte ? –
- Anche. –

Shindou si stava veramente irritando, forse la cosa che maggiormente lo infastidiva non era tanto il comportamento di Tsurugi quanto la strafottenza che riusciva a leggere nei suoi movimenti. Stava chiaramente cercando di provocarlo. – Oltre al pianoforte ? – Chiese ostentando un finto tono calmo. Kyousuke continuò a fissarlo ma evitò di dare una qualsiasi risposta alla domanda che gli era appena stata fatta. Dopo qualche altro minuto di ostinato silenzio, Takuto decise di alzarsi dal piccolo sgabello elegante che fungeva da seduta per suonare lo strumento incriminato e, con pochi rapidi passi, raggiunse il divano chiaro appoggiato alla parete su cui era comodamente seduto il più piccolo. Gli si parò davanti con le gambe divaricate e le mani appoggiate sui fianchi, cercò di assumere l’espressione più autoritaria che poteva e, senza distogliere lo sguardo da quello ambrato del moro, si protese leggermente in avanti in modo da avvicinare il proprio viso a quello dell’altro. – Senti Tsurugi sia ben chiaro che .. – Anche questa volta il capitano non riuscì a finire la frase poiché venne nuovamente interrotto. Kyousuke approfittando della posizione assunta da Takuto, probabilmente in maniera del tutto inconsapevole, aveva ulteriormente accorciato le distanze fra di loro, azzerandole definitivamente appoggiando le proprie labbra su quelle calde del fidanzato. Sapeva che Shindou non avrebbe interrotto quel contatto così intimo: erano soli e non si baciavano dalla sera prima, ma per maggior sicurezza portò una mano dietro la nuca dell’altro. Esercitò una lieve pressione sia per approfondire quel bacio che stava diventando sempre più intenso sia per togliere al brillante regista della Raimon qualsiasi possibilità di “ritirata”.

Si staccarono solo dopo che entrambi ebbero soddisfatto la voglia che avevano dell’altro. Avevano il respiro un po’ affannato e le guance leggermente sfumate da un blando rossore. Tsurugi accarezzò con delicatezza il viso imbarazzato di Shindou sfiorando con i polpastrelli quella pelle morbida e profumata prima di riprendere il discorso che lui stesso aveva interrotto poco prima. – La musica. – Fece una breve pausa gustandosi l’espressione stupita dell’altro. -  M’infastidisce che una cosa così inutile occupi un quantitativo così ingente del tuo tempo. – Takuto era rimasto assolutamente basito da quello che aveva appena sentito. – Ma come puoi considerare la musica una cosa inutile ?! La musica è arte, vita e soprattutto … - Ancora una volta il più grande non portò a termine il suo discorso, ma questa volta era stato lui stesso a bloccarsi per colpa di un pensiero che gli era improvvisamente balenato in mente. – Kyousuke .. non è che sei geloso vero ?! -

 

- MA CHE ACCIDENTI STAI DICENDO !! - Ecco perfetto, come al solito l’aveva beccato in pieno !! Maledetto Shindou, ma perché gli riusciva così facile capire quello che pensava. Odiava questo lato di lui perché lo faceva sentire vulnerabile e fragile, oltre che estremamente imbarazzato. Si alzò di scatto scansando di lato il corpo del senpai ora fin troppo vicino al suo. Si allontanò dal divano accostandosi alla causa di tutti i suoi attuali problemi: il pianoforte. Decise strategicamente di dare le spalle a Takuto almeno finché il rossore sul suo viso non fosse totalmente scemato e non fosse riuscito a riacquistare il pieno controllo di sé stesso. Con il suo capitano gli era sempre risultato davvero difficile nascondere le sue emozioni e i suoi sentimenti, era un qualcosa che riusciva a fare anche in maniera piuttosto brillante con tutti, ma con lui la sua finta maschera d’indifferenza non aveva mai funzionato.

Un dolce sorriso si disegnò sulle labbra di Shindou nel vedere la reazione del suo ragazzo. Anche se non stavano insieme da così tanto tempo poteva vantare una discreta conoscenza del carattere enigmatico di Tsurugi e, sapeva per esperienza, un comportamento del genere dimostrava solo una cosa: anche questa volta era riuscito a capire i suoi sentimenti. Mosse qualche passo avvicinandosi al più piccolo, gli appoggiò una mano sulla schiena, avvertì il calore di Kyousuke celato dalla stoffa leggera della maglietta rossa e non resistette alla tentazione di appoggiare la fronte accanto alla propria mano. Rimasero in quella posizione un paio di minuti poi, senza spostarsi. Nuovamente fu il più grande a rompere il silenzio. – Davvero pensi che la musica sia una cosa stupida ? -  Sentì la schiena di Tsurugi irrigidirsi appena. – Abbastanza. – Il tono del moro era molto più calmo e rilassato di quello usato in precedenza. Takuto emise un leggero sospiro contro di lui poi, non riuscendo a frenare la voglia che aveva di punzecchiarlo, continuò la conversazione. – E tu sei sicuro di non ritenerla una cosa inutile perché, oltre al fatto che sei geloso ovviamente, è un campo in cui non sei portato ? –

A quelle parole Kyousuke si allontanò dal fidanzato, si girò velocemente in modo da poter fronteggiare uno Shindou per niente agitato. Gli lanciò una delle sue occhiatacce cercando inutilmente d’intimidirlo e rispose usando il tono più freddo che potesse avere. – Io NON sono geloso. – Fece una breve pausa continuando a mantenere inalterato il contatto visivo fra loro. – E poi su quali basi affermi che io non sia portato per la musica ? – Chiese altezzoso il più piccolo sperando di riuscire a girare la situazione a suo favore. – La tua media scolastica in merito alla materia per esempio. Da quello che so hai poco più della sufficienza. – Ancora una volta Tsurugi rimase basito dalle parole del capitano. Mentre si continuava a chiedere come accidenti facesse a saperlo sentì nuovamente la voce di Takuto che, immaginando a che cosa stesse pensando, fornì il nome del suo inconsapevole informatore senza aver bisogno che il più piccolo formulasse alcuna domanda. – Me ne parlava Tenma giusto l’altro giorno. –

Stupido Matsukaze ! Doveva ricordarsi di ucciderlo la prossima volta che gli passava per le mani. Tsurugi si limitò a continuare a fissare il proprio ragazzo ostentando una finta aria da spaccone mentre continuava a pensare quale fosse il modo migliore per porre fine alla vita della piccola spia. Shindou gli sorrise, l’aveva punzecchiato abbastanza per quel giorno e ora aveva decisamente voglia di impiegare in modo più costruttivo il poco tempo che avevano rimasto da passare insieme, ma il più piccolo era di un altro avviso. – Guarda che non ho una media alta solo perché non m’impegno. Se volessi potrei tranquillamente avere voti alti anche in musica. – Il capitano scosse la testa portandosi una mano alla fronte, forse la sua piccola provocazione era andata un po’ troppo oltre, ma la piega che aveva preso ora la discussione sembrava avere tutta l’aria di una sfida e fra loro c’era sempre stata una sorta di continua competizione. Quindi nuovamente non riuscì a far cadere il discorso. – Va bene allora dimostramelo. – Sentenziò alzando lo sguardo e tornando ad incatenare il suo sguardo a quello ambrato di Tsurugi. – E’ una scommessa ? – Chiese il più piccolo con un sinistro luccichio negli occhi. – Pressappoco. –


- Perfetto allora sentiamo, a te l’onore di definirne i termini capitano. – Intimò Kyousuke piegando appena di lato la testa. Takuto si prese qualche secondo per pensare bene alla sua prossima mossa, doveva stare molto attento a quello che diceva, sapeva per esperienza personale che Tsurugi poteva rivelarsi un avversario, oltre che molto competitivo, anche piuttosto vendicativo. Doveva giocare sul sicuro. – Allora devi prendere almeno 95 su 100 al prossimo compito di musica. Se ci riuscirai avrai vinto tu, in caso contrario la vittoria sarà mia. – Tsurugi annuì, poi aggiunse. – E immagino che, come al solito, il vincitore stabilisca il suo premio dopo la vittoria. - Il più grande fece un piccolo cenno di assenso con la testa. – Esattamente.- Un sorriso tutt’altro che rassicurante si disegnò sulle labbra di Kyousuke – Bene Takuto, preparati a perdere. -

 

________________________________________________________________________________

 

Da quella sera passarono quasi due settimane in cui Tsurugi studiò con impegno e diligenza tutto il programma di musica che precedentemente non aveva mai degnato di particolare attenzione. Chiese anche ad Aoi di farsi dare un paio di ripetizioni e seguì le spiegazioni del professore facendo anche numerose domande. Si preparò al meglio per il compito e, non appena gli venne riconsegnato corretto, corse immediatamente a cercare il fidanzato per invitarlo a casa sua quello stesso pomeriggio.

 

- Te lo scordi Tsurugi. -

- Assolutamente no. Avevamo fatto una scommessa e tu mi avevi dato la tua parola. –

- Sì, ma … tutto ma questo no !! E poi dove accidenti le sei andate a prendere. –

- Questa non è una cosa che t’interessa. Piuttosto voglio che le metti domani durante la partita e non m’interessa come farai a cambiarti o a giocare. –


Takuto stava letteralmente per mettersi a piangere. Tsurugi si era presentato in classe da lui quella mattina all’intervallo esibendo il suo compito di musica corretto: 97 su 100. Poi l’aveva invitato a casa sua quel pomeriggio dicendo che gli avrebbe fatto sapere cosa voleva per la sua vittoria.
Shindou sapeva quanto Kyousuke poteva essere pericoloso se sfidato, ma mai si sarebbe aspettato di trovarsi davanti ad un grazioso paio di mutandine, palesemente da ragazza, rosa bordate di pizzo.

 

- Tu sei completamente pazzo !! -

- E tu sei completamente fregato. Quindi ora, da bravo bambino, mantieni la parola data. Non vorrai forse che io perda la fiducia nel mio capitano e, peggio ancora, nel mio ragazzo. –

- Tutto questo è ridicolo. –

- Non m’interessa, non ho dettato io le condizioni della nostra scommessa.-

- Sì ma non mi sarei mai aspettato che tu mi avresti fatto una richiesta di questo genere ! –


- Allora la prossima volta metti dei paletti alla mia fantasia. Comunque, visto che ti vedo davvero disperato, posso offrirti un’altra opzione. –
 

- COSA ? –

 
- O indossi quelle mutandine o … bruci il tuo dannato pianoforte. –

 

 

 

 

 

- Dammi quelle maledette mutande Tsurugi. Ti assicuro che questa me la paghi.

 
- Oh non vedo l’ora Takuto, davvero. -

 

 

 

Fine.

 

 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1382284