Note
dell’autrice: Allora eccomi tornata con un
nuovo capitolo. Stavolta
provo a cimentarmi con una KyouTaku ! E’ una coppia che mi
piace molto, insieme
li trovo sia molto dolci che divertenti proprio perché penso
che, sotto certi
punti di vista, abbiano un carattere abbastanza simile.
L’idea è nata mentre
parlavo con una mia amica e quindi è a lei che la dedico
<3 Quindi ora vi
lascio alla storia e, come sempre, spero che abbiate voglia di
scrivermi la
vostra opinione lasciando un commento di qualsiasi genere. Grazie e
buona
lettura !!
Nel ¨
It's all because of your piano
- KyouTaku -
Quando
Shindou suonava una dolce
musica si diffondeva in quell’ampia stanza, le mani del
giovane pianista si spostavano
sinuose ed eleganti sulla tastiera eseguendo una serie di voluttuosi
movimenti.
Sembrava quasi che quelle lunghe dita affusolate stessero accarezzando
i tasti
bianchi e neri del pianoforte. Takuto teneva sempre gli occhi chiusi
quando
suonava una composizione che lo coinvolgeva particolarmente. Non aveva
bisogno
di guardare alcuno spartito, sapeva con esattezza quali movimenti
compiere e
quali note doveva far riprodurre a quel maestoso strumento laccato di
nero da
cui riusciva a far fuoriuscire melodie così complicante
quanto ipnotiche.
A
Tsurugi non piaceva
particolarmente sentirlo suonare ma spesso, quando si trovava a casa
del suo
capitano nonché fidanzato da ormai quasi tre mesi, veniva
invitato ad
assistere, in quella sontuosa sala, ad una delle routinarie
esercitazioni di
pianoforte che Shindou trasformava in una sorta di
“concerto” per evitare che
il suo ospite si annoiasse troppo. Il padrone di casa cercava sempre di
suonare
qualcosa che sarebbe potuta piacere al più piccolo e, dopo
ogni esecuzione, si
prendeva qualche secondo di pausa per spiegare ad un apparentemente
annoiato
Kyousuke che cosa gli aveva appena fatto ascoltare. Solitamente, se era
fortunato, riceveva uno sbuffo o un piccolo grugnito come risposta e al
capitano non restava altro da fare se non tornare a suonare.
Non
che Takuto non fosse bravo,
anzi era un eccellente pianista specie vista la giovane età,
ma Tsurugi con il
tempo aveva sviluppato una sorta di feroce avversione contro il
pianoforte e la
musica in generale. All’inizio ascoltare le melodie che il
suo senpai riusciva
a suonare lo affascinava davvero molto, ma dopo poco iniziò
a sentirsi quasi
“geloso” di quello strumento. Takuto lo adorava, ne
parlava spesso e ci si
doveva dedicare praticamente ogni giorno togliendo, nella sua ottica,
tempo e
attenzioni a lui. Kyousuke non era esattamente il prototipo del
ragazzino
viziato eppure, chi lo conosceva bene, sapeva quanto il freddo numero
10 della
Raimon potesse diventare intollerante e capriccioso se qualcosa lo
infastidiva.
Ora l’essere geloso di un pianoforte suonava davvero ridicolo
anche alle sue
stesse orecchie, tuttavia non era proprio riuscito a trattenersi quel
pomeriggio dal fare quel preciso commento che aveva fatto infuriare
tanto il
suo ragazzo.
-
Kyousuke mi stai ascoltando ? –
La voce leggermente alterata del più grande fece si che il
suo ospite
riportasse l’attenzione su di lui.
- Cosa
? – Fu la secca risposta
data con il solito tono laconico. – Ti ho chiesto se hai
sentito quello che ti
ho appena detto, ma mi pare ovvio di no! – Il più
grande fece un leggero
sospiro continuando a fissare il suo ragazzo con
un’improbabile aria severa. –
Se ti pare ovvio allora potevi anche evitare di chiedere. - Nuovamente
la
risposta che ottenne non lo sorprese più di tanto, ma
bastò per farlo
ulteriormente irritare. Restò immobile qualche altro secondo
mantenendo il suo
sguardo sul più piccolo poi decise di ricorrere alla sua
proverbiale pazienza.
Si schiarì la gola con un leggero colpo di tosse prima di
ricominciare a
parlare – Ascolta, posso immaginare che .. – Non
riuscì però a terminare la
frase perché venne interrotto dal suo ospite. –
E’una cosa davvero inutile. Non
capisco proprio perché ci sprechi dietro tutto questo tempo.
– mormorò Kyousuke
con il solito tono freddo. Takuto rimase inizialmente basito
dall’affermazione
appena fatta dal moro. Prima di replicare una qualsiasi cosa
cercò di collocare
e dare un senso alle parole che aveva appena sentito. Dopo qualche
attimo di
riflessione azzardò una risposta. – Ti stai
riferendo al pianoforte ? –
- Anche. –
Shindou
si stava veramente
irritando, forse la cosa che maggiormente lo infastidiva non era tanto
il
comportamento di Tsurugi quanto la strafottenza che riusciva a leggere
nei suoi
movimenti. Stava chiaramente cercando di provocarlo. – Oltre
al pianoforte ? –
Chiese ostentando un finto tono calmo. Kyousuke continuò a
fissarlo ma evitò di
dare una qualsiasi risposta alla domanda che gli era appena stata
fatta. Dopo
qualche altro minuto di ostinato silenzio, Takuto decise di alzarsi dal
piccolo
sgabello elegante che fungeva da seduta per suonare lo strumento
incriminato e,
con pochi rapidi passi, raggiunse il divano chiaro appoggiato alla
parete su
cui era comodamente seduto il più piccolo. Gli si
parò davanti con le gambe
divaricate e le mani appoggiate sui fianchi, cercò di
assumere l’espressione
più autoritaria che poteva e, senza distogliere lo sguardo
da quello ambrato
del moro, si protese leggermente in avanti in modo da avvicinare il
proprio
viso a quello dell’altro. – Senti Tsurugi sia ben
chiaro che .. – Anche questa
volta il capitano non riuscì a finire la frase
poiché venne nuovamente interrotto.
Kyousuke approfittando della posizione assunta da Takuto, probabilmente
in
maniera del tutto inconsapevole, aveva ulteriormente accorciato le
distanze fra
di loro, azzerandole definitivamente appoggiando le proprie labbra su
quelle
calde del fidanzato. Sapeva che Shindou non avrebbe interrotto quel
contatto
così intimo: erano soli e non si baciavano dalla sera prima,
ma per maggior
sicurezza portò una mano dietro la nuca
dell’altro. Esercitò una lieve
pressione sia per approfondire quel bacio che stava diventando sempre
più
intenso sia per togliere al brillante regista della Raimon qualsiasi
possibilità di “ritirata”.
Si
staccarono solo dopo che
entrambi ebbero soddisfatto la voglia che avevano dell’altro.
Avevano il
respiro un po’ affannato e le guance leggermente sfumate da
un blando rossore.
Tsurugi accarezzò con delicatezza il viso imbarazzato di
Shindou sfiorando con
i polpastrelli quella pelle morbida e profumata prima di riprendere il
discorso
che lui stesso aveva interrotto poco prima. – La musica.
– Fece una breve pausa
gustandosi l’espressione stupita dell’altro. -
M’infastidisce che una cosa così
inutile occupi un quantitativo così
ingente del tuo tempo. – Takuto era rimasto assolutamente
basito da quello che
aveva appena sentito. – Ma come puoi considerare la musica
una cosa inutile ?!
La musica è arte, vita e soprattutto … - Ancora
una volta il più grande non
portò a termine il suo discorso, ma questa volta era stato
lui stesso a
bloccarsi per colpa di un pensiero che gli era improvvisamente balenato
in
mente. – Kyousuke .. non è che sei geloso vero ?!
-
-
MA CHE ACCIDENTI STAI DICENDO
!! - Ecco perfetto, come al solito l’aveva beccato in pieno
!! Maledetto
Shindou, ma perché gli riusciva così facile
capire quello che pensava. Odiava
questo lato di lui perché lo faceva sentire vulnerabile e
fragile, oltre che
estremamente imbarazzato. Si alzò di scatto scansando di
lato il corpo del
senpai ora fin troppo vicino al suo. Si allontanò dal divano
accostandosi alla
causa di tutti i suoi attuali problemi: il pianoforte. Decise
strategicamente
di dare le spalle a Takuto almeno finché il rossore sul suo
viso non fosse
totalmente scemato e non fosse riuscito a riacquistare il pieno
controllo di sé
stesso. Con il suo capitano gli era sempre risultato davvero difficile
nascondere le sue emozioni e i suoi sentimenti, era un qualcosa che
riusciva a
fare anche in maniera piuttosto brillante con tutti, ma con lui la sua
finta
maschera d’indifferenza non aveva mai funzionato.
Un
dolce sorriso si disegnò sulle
labbra di Shindou nel vedere la reazione del suo ragazzo. Anche se non
stavano
insieme da così tanto tempo poteva vantare una discreta
conoscenza del
carattere enigmatico di Tsurugi e, sapeva per esperienza, un
comportamento del
genere dimostrava solo una cosa: anche questa volta era riuscito a
capire i
suoi sentimenti. Mosse qualche passo avvicinandosi al più
piccolo, gli appoggiò
una mano sulla schiena, avvertì il calore di Kyousuke celato
dalla stoffa
leggera della maglietta rossa e non resistette alla tentazione di
appoggiare la
fronte accanto alla propria mano. Rimasero in quella posizione un paio
di
minuti poi, senza spostarsi. Nuovamente fu il più grande a
rompere il silenzio.
– Davvero pensi che la musica sia una cosa stupida ? - Sentì la schiena
di Tsurugi irrigidirsi
appena. – Abbastanza. – Il tono del moro era molto
più calmo e rilassato di
quello usato in precedenza. Takuto emise un leggero sospiro contro di
lui poi,
non riuscendo a frenare la voglia che aveva di punzecchiarlo,
continuò la conversazione.
– E tu sei sicuro di non ritenerla una cosa inutile
perché, oltre al fatto che
sei geloso ovviamente, è un campo in cui non sei portato ?
–
A
quelle parole Kyousuke si
allontanò dal fidanzato, si girò velocemente in
modo da poter fronteggiare uno
Shindou per niente agitato. Gli lanciò una delle sue
occhiatacce cercando
inutilmente d’intimidirlo e rispose usando il tono
più freddo che potesse
avere. – Io NON sono geloso. – Fece una breve pausa
continuando a mantenere
inalterato il contatto visivo fra loro. – E poi su quali basi
affermi che io
non sia portato per la musica ? – Chiese altezzoso il
più piccolo sperando di
riuscire a girare la situazione a suo favore. – La tua media
scolastica in
merito alla materia per esempio. Da quello che so hai poco
più della
sufficienza. – Ancora una volta Tsurugi rimase basito dalle
parole del
capitano. Mentre si continuava a chiedere come accidenti facesse a
saperlo
sentì nuovamente la voce di Takuto che, immaginando a che
cosa stesse pensando,
fornì il nome del suo inconsapevole informatore senza aver
bisogno che il più
piccolo formulasse alcuna domanda. – Me ne parlava Tenma
giusto l’altro giorno.
–
Stupido
Matsukaze ! Doveva
ricordarsi di ucciderlo la prossima volta che gli passava per le mani.
Tsurugi si
limitò a continuare a fissare il proprio ragazzo ostentando
una finta aria da
spaccone mentre continuava a pensare quale fosse il modo migliore per
porre
fine alla vita della piccola spia. Shindou gli sorrise,
l’aveva punzecchiato
abbastanza per quel giorno e ora aveva decisamente voglia di impiegare
in modo
più costruttivo il poco tempo che avevano rimasto da passare
insieme, ma il più
piccolo era di un altro avviso. – Guarda che non ho una media
alta solo perché
non m’impegno. Se volessi potrei tranquillamente avere voti
alti anche in
musica. – Il capitano scosse la testa portandosi una mano
alla fronte, forse la
sua piccola provocazione era andata un po’ troppo oltre, ma
la piega che aveva
preso ora la discussione sembrava avere tutta l’aria di una
sfida e fra loro
c’era sempre stata una sorta di continua competizione. Quindi
nuovamente non riuscì
a far cadere il discorso. – Va bene allora dimostramelo.
– Sentenziò alzando lo
sguardo e tornando ad incatenare il suo sguardo a quello ambrato di
Tsurugi. –
E’ una scommessa ? – Chiese il più
piccolo con un sinistro luccichio negli
occhi. – Pressappoco. –
-
Perfetto allora sentiamo, a te
l’onore di definirne i termini capitano. –
Intimò Kyousuke piegando appena di
lato la testa. Takuto si prese qualche secondo per pensare bene alla
sua
prossima mossa, doveva stare molto attento a quello che diceva, sapeva
per
esperienza personale che Tsurugi poteva rivelarsi un avversario, oltre
che
molto competitivo, anche piuttosto vendicativo. Doveva giocare sul
sicuro. –
Allora devi prendere almeno 95 su 100 al prossimo compito di musica. Se
ci
riuscirai avrai vinto tu, in caso contrario la vittoria sarà
mia. – Tsurugi
annuì, poi aggiunse. – E immagino che, come al
solito, il vincitore stabilisca
il suo premio dopo la vittoria. - Il più grande fece un
piccolo cenno di
assenso con la testa. – Esattamente.- Un sorriso
tutt’altro che rassicurante si
disegnò sulle labbra di Kyousuke – Bene Takuto,
preparati a perdere. -
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Da
quella sera passarono quasi
due settimane in cui Tsurugi studiò con impegno e diligenza
tutto il programma
di musica che precedentemente non aveva mai degnato di particolare
attenzione.
Chiese anche ad Aoi di farsi dare un paio di ripetizioni e
seguì le spiegazioni
del professore facendo anche numerose domande. Si preparò al
meglio per il
compito e, non appena gli venne riconsegnato corretto, corse
immediatamente a
cercare il fidanzato per invitarlo a casa sua quello stesso pomeriggio.
-
Te lo scordi Tsurugi. -
-
Assolutamente no. Avevamo fatto
una scommessa e tu mi avevi dato la tua parola. –
-
Sì, ma … tutto ma questo no !!
E poi dove accidenti le sei andate a prendere. –
-
Questa non è una cosa che
t’interessa. Piuttosto voglio che le metti domani durante la
partita e non
m’interessa come farai a cambiarti o a giocare. –
Takuto stava letteralmente per
mettersi a piangere. Tsurugi si era presentato in classe da lui quella
mattina
all’intervallo esibendo il suo compito di musica corretto: 97
su 100. Poi
l’aveva invitato a casa sua quel pomeriggio dicendo che gli
avrebbe fatto
sapere cosa voleva per la sua vittoria.
Shindou sapeva quanto Kyousuke
poteva essere pericoloso se sfidato, ma mai si sarebbe aspettato di
trovarsi davanti
ad un grazioso paio di mutandine, palesemente da ragazza, rosa bordate
di
pizzo.
-
Tu sei completamente pazzo !! -
-
E tu sei completamente fregato.
Quindi ora, da bravo bambino, mantieni la parola data. Non vorrai forse
che io
perda la fiducia nel mio capitano e, peggio ancora, nel mio ragazzo.
–
-
Tutto questo è ridicolo. –
-
Non m’interessa, non ho dettato
io le condizioni della nostra scommessa.-
-
Sì ma non mi sarei mai
aspettato che tu mi avresti fatto una richiesta di questo genere !
–
-
Allora la prossima volta metti
dei paletti alla mia fantasia. Comunque, visto che ti vedo davvero
disperato,
posso offrirti un’altra opzione. –
-
COSA ? –
- O indossi quelle mutandine o …
bruci il tuo dannato pianoforte. –
-
Dammi quelle maledette mutande
Tsurugi. Ti assicuro che questa me la paghi.
- Oh non vedo l’ora Takuto,
davvero. -
Fine.
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