Le attrici baciano per finta

di telesette
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte Prima ***
Capitolo 2: *** Parte Seconda ***
Capitolo 3: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Parte Prima ***


Virtua Fighter ( バーチャファイター Bācha faitaā ), è una serie animata di 35 puntate basata sul videogioco Virtua Fighter creato e sviluppato da Sega-AM2. Apparsa originalmente in Giappone su TV Tokyo si è poi diffusa in tutto il mondo arrivando anche in Italia su Junior Tv dal maggio 1997.

Guarda la sigla italiana:
http://www.youtube.com/watch?v=X5uL-66dPX4

 

Le attrici baciano per finta

 

Ormai agli studi cinematografici BRYANT non si parlava d'altro che del prossimo film della loro attrice di punta.
La trama in sé non aveva nulla di così straordinario quanto la scelta dei protagonisti: Pai Chan ( la stella dei film d'azione ) e Jacky Bryant ( la stella delle gare di Formula Indy ). Era noto che, sia a causa delle riviste di gossip che a certi pettegolezzi, l'idea di tale coppia piaceva molto al pubblico. La produzione non aveva dubbi che, una volta nelle sale cinematografiche, il film avrebbe battuto ogni record di incassi. Visto anzi come i fans avevano accolto l'idea, nella sceneggiatura erano state inserite molte scene "romantiche"... in particolare quella di un bacio appassionato tra i due protagonisti, intesa come momento culminante dell'intera trama.

 

Foto

La Bryant Pictures
presenta:
PAI CHAN e JACKY BRYANT
in:
"FIORE D'ACCIAIO"

 

- Non se ne parla nemmeno - sbottò Pai violentemente, una volta che ebbe visionato le locandine e la trama del film.
- La prego, signorina Pai - gemette il povero signor Davies, cercando di farla ragionare. - Questo film è un'ottima opportunità: solo con la pubblicità infatti, è previsto un incasso di oltre 350 milioni di dollari e...
- Non mi interessa - disse ancora l'attrice con rabbia. - Io faccio film d'azione, non storie da "romanzetti rosa", e non ho alcuna intenzione di prestarmi a questo genere di cose!
- Le suggerisco di rifletterci meglio, Miss Chan - esclamò dunque Mr. Wayler, responsabile a capo della produzione. - La nostra casa cinematografica intende investire molto denaro su questo film, e questo significa anche un contratto più che vantaggioso per lei, nel caso di un eventuale seguito!
- Apra bene le orecchie, signor Wayler - puntualizzò Pai con fare minaccioso. - Io mi occupo di arti marziali, non di romanticismo, e non ho alcuna intenzione di mettermi a sbaciucchiare qualcuno nel mezzo di un combattimento... Sono stata sufficientemente chiara?
- SVEGLIA, SIGNORINA CHAN - ruggì dunque il segretario di Mr. Wayler. - Questa è Hollywood: i suoi "combattimenti" sono parte di un copione e di una sceneggiatura; non siamo pagati per concepire realtà bensì per fabbricare illusioni; e se lei intende lavorare qui, farebbe bene a scendere dal piedestallo per attenersi scrupolosamente alla trama!

Pai fissò l'uomo a denti stretti, come se volesse ucciderlo con lo sguardo.
Il povero Davies rabbrividì, preoccupato per il temperamento della giovane attrice piuttosto che dei capricci della produzione, e temeva che le conseguenze di quella sfuriata potessero compromettere seriamente il futuro e la carriera della sua protetta.

- Signorina Pai, cerchi di ragionare - mormorò Davies debolmente, nel tentativo di calmarla. - La produzione intende pronunciarsi solo ed esclusivamente nel suo interesse; io stesso non accetterei mai di sottoscrivere un contratto, se non ne fossi assolutamente convinto, e le assicuro che mi impegnerò al massimo per ottenere...
- Farebbe meglio a dare ascolto al suo agente, Miss Chan - sottolineò Wayler con evidente cinismo. - Se non fosse per la fiducia che il signor Davies nutre nei suoi confronti, dubito che lei si troverebbe qui adesso!
- Che intende dire?

Wayler sogghignò.

- Mi pare ovvio: il "mito" Pai Chan deriva esclusivamente dal numero di storie che la nostra casa ha costruito attorno al suo personaggio; al pubblico non interessa se lei sia abile o meno con le arti marziali e, detto per inciso, tantissime attrici americane possono rimpiazzarla in qualsiasi momento!
- Il pubblico non ha più bisogno di combattenti stile anni '70, ci sono i videogiochi per quello, bensì preferisce guardare agli Action-Movie secondo il modello di Hollywood... e Hollywood siamo noi e la nostra compagnia!
- Di conseguenza, le suggerisco di abbassare la cresta - tagliò corto Wayler, senza mezzi termini. - Così come noi l'abbiamo "creata", miss Chan, abbiamo anche il potere di "sostituirla" nel cuore degli ammiratori con una ragazza un po' meno capricciosa!
- Basta così - concluse Pai, incapace di reprimere oltre la sua collera.

Era troppo.
Quello di Wayler era nient'altro che uno spregevole e schifoso ricatto: o accettare di mettere da parte il proprio orgoglio, facendo la parte della "bella e innamorata", oppure dire addio alla sua carriera e cedere il posto alla prima attrice di turno.
Pai sapeva benissimo cosa comportava questa scelta, ma non intendeva umiliarsi né sottostare alle regole di chicchessìa.

- Signorina Pai, dove sta andando? Non faccia così, la prego, mi ascolti...

Malgrado le suppliche accorate di Davies, Pai non aveva alcuna intenzione di scendere a patti con quell'essere infame di Wayler. Per fortuna, proprio mentre stava per andarsene via sdegnosamente, sulla porta le si parò davanti il biondo amico di sempre.

- Jacky - esclamò lei sorpresa.

Anche Jacky era stato convocato dalla produzione, per discutere i termini del suo contratto e decidere se prendere parte o meno alle riprese. Tuttavia il giovane non poteva certo immaginare che razza di condizione Wayler e i suoi degni compari avevano appena imposto all'amica. Il povero Davies riuscì a spiegare la situazione per sommi capi, allorché Jacky non fece fatica a comprendere tutto il disprezzo di Pai verso quello sporco e ignobile ricatto.

- Daccordo, facciamo così - esclamò Jacky, afferrando Pai per il braccio. - Lasciateci discuterne un po' in privato, e vi daremo una risposta entro mezz'ora!
- Ma... Jacky ?!?
- Fidati - le sussurrò l'altro, strizzando l'occhio. - In questo momento è meglio se ne parliamo a quattr'occhi, dammi retta, prima che la rabbia ti faccia commettere qualche fesserìa!

Pai fece per replicare ma, volgendo lo sguardo dagli occhi seri di Jacky al volto preoccupato di Davies, finì per annuire senza aggiungere una parola.

 

***

 

Poco dopo, davanti ad una buona tazza di caffé fumante, i due amici si misero a parlare della questione in maniera molto più calma e tranquilla. Pai era furibonda, non tanto per l'idea del film quanto per l'atteggiamento inqualificabile di Wayler. Costui minacciava infatti di stroncarle l'intera carriera, in caso di un suo rifiuto, e ciò la metteva davanti una scelta molto difficile: sottostare al ricatto o dire addio per sempre il suo sogno.
Pai adorava recitare, su questo non c'era dubbio, ma era pur sempre una professionista delle arti marziali.
Quando combatteva sul set, voleva che il pubblico fosse in grado di ammirare la vera Pai Chan. Lei era una combattente: i suoi colpi e i suoi movimenti erano frutto di anni di sacrifici e allenamenti durissimi, perciò non le andava giù che i fans la associassero ad uno stereotipo che non le apparteneva.

- Quel Wayler - sibilò Pai, chiudendo rabbiosamente il pugno. - Come ha fatto tuo padre a mettere capo della produzione un verme simile?
- Lascia perdere - commentò Jacky, sorseggiando appena il suo caffé. - Il problema è che, a prescindere da quello che ha detto Wayler, tu sei un'attrice: purtroppo il tuo lavoro comporta anche questo genere di cose, fa parte del tuo mestiere!
- Oh, andiamo Jacky - esclamò lei, guardandolo negli occhi. - Mi ci vedi a baciarmi con qualcuno, davanti a tutti e sotto gli occhi delle telecamere?
- La verità? Non proprio... Ma questo solo perché io e te ci conosciamo bene, e dunque non conta con questo discorso; il punto è che, come attrice, devi essere in grado di fare quello che il pubblico si aspetta che tu faccia; lo sappiamo tutti e due che quando combatti fai sul serio, ma quando reciti devi saperti calare fino in fondo nel tuo personaggio!
- Ma io...

Jacky avvertì qualcosa di insolito nel tono di voce di Pai.
Un simile comportamento non era da lei, a prescindere da ciò che doveva fare per esigenze di spettacolo, tanto che al giovane venne il dubbio che dietro alla sua esitazione ci fosse anche un motivo ben più intimo e riservato.

- Dimmi una cosa - mormorò lui seriamente. - E' il pensiero di questo film il problema... oppure si tratta di Akira?

Pai sbarrò gli occhi.
Effettivamente Jacky aveva colto nel segno: conciliare la sua vita da attrice con l'amore reciproco per Akira non era facile; Pai non riusciva a concepire l'idea di baciare qualcuno che non fosse Akira, sia pure per finta, e solo il pensiero la faceva sentire profondamente a disagio...
Akira era tutto per lei.
Viaggiando insieme e combattendo al suo fianco, Pai aveva scoperto di tenere a lui più che a sé stessa. Certo il loro primo bacio NON era stato proprio il massimo del romanticismo ( non fosse altro che per il ricordo di quegli orribili ravioli all'aglio ), ma a ripensarci adesso le veniva quasi da sorridere.
Quante volte avevano urlato.
Quante volte avevano litigato.
E soprattutto quante volte avevano fatto pace, dimenticando ogni cosa proprio con un bacio.

- Non posso, Jacky - confessò Pai sottovoce. - Lo so benissimo che si tratta solo di un film, e che è tutta finzione, ma il pensiero che tutti vedano... che Akira veda... E' più forte di me, credimi, non ce la faccio proprio!
- Capisco quello che intendi - annuì Jacky comprensivo. - Di solito i "divi" vivono storie e relazioni, dove un bacio non rappresenta certo nulla di speciale... Solo che per te è diverso: tu non hai mai baciato nessuno all'infuori di Akira, anzi temi addirittura di "tradirlo" in questo senso, ecco perché l'idea di questo film ti sconvolge tanto!
- Lo so, è una stupidaggine, però...
- Però è una cosa con la quale devi metterti in pace con te stessa - sottolineò Jacky brusco. - Te lo ripeto ancora, tu sei un'attrice: in futuro ti capiterà moltissime volte di girare scene simili, anche più spinte forse, e non puoi sentirti in colpa verso Akira per una cosa del genere!

Pai rifletté un attimo in silenzio.
Jacky comprendeva benissimo quanto fossero forti i sentimenti che la univano ad Akira, ma qui si trattava della sua carriera come attrice ( due cose che andavano bene distinte, per permettere alla ragazza di continuare a lavorare serenamente ). Da un lato trovava ammirevole che l'amore tra Pai e Akira fosse basato sulla dolcezza di tante piccole cose, tranne quando queste rischiavano appunto di diventare ossessive, e proprio per il grande rispetto che nutriva nei suoi confronti voleva che Pai imparasse a mettere da parte certe paure ingiustificate.

- Ascoltami, Pai - esclamò Jacky, parlandole con la stessa dolcezza e premura di un fratello maggiore verso la propria sorellina. - Posso capire che per te questa sia un'esperienza nuova, ed è comprensibile che tu ti senta a disagio, ma non devi assolutamente mettere sullo stesso piano la vita privata col tuo lavoro di attrice!
- Sì, però...
- E poi ( eh-ehm! ) ti devo confessare che io non sono un granché a baciare... Ma non dirlo a nessuno, mi raccomando!

Pai sbatté gli occhi perplessa, prima di comprendere il vero significato di quella battuta.
Jacky era un vero amico: mai e poi mai avrebbe potuto vedere Pai con occhi diversi, perciò aveva deciso di spezzare subito la tensione della ragazza con quella battuta ( ammesso che di battuta si trattasse, effettivamente ).
In ogni caso Pai si mise a ridere, una volta afferrato il senso, e promise a Jacky di non raccontare nulla in giro.
Entrambi finirono di sorseggiare il caffé e, dieci minuti dopo, erano di nuovo al cospetto dei membri della produzione per la firma del contratto. Le riprese sarebbero cominciate il giorno seguente, e il signor Davies non stava più in sé dalla gioia, tuttavia Pai sembrava piuttosto nervosa.
L'idea di baciare un altro, anche se per finta, le faceva ancora un po' effetto evidentemente.

- Forse mi passerà quando sarò sul set - si ripeté lei mentalmente, cercando di convincersi. - Almeno spero!

 

( continua col prossimo capitolo )... 

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Capitolo 2
*** Parte Seconda ***


- Luci... Motore... AZIONE !!!

***

 

Il biondo campione di gare automobilistiche, Jack Madison, si trova rapito dai responsabili di un giro di scommesse clandestine. Il Gran Premio di South Valley, dove Jack era appunto tra i favoriti, doveva essere trasformato nel più grosso e sporco affare del secolo. Michael Corgan, capo del racket esteso su tutta la costa meridionale degli Stati Uniti, aveva provato a convincere Madison affinché accettasse di perdere la corsa con le buone... Purtroppo Jack era alquanto ostinato e, ignorando gli avvertimenti, Corgan aveva organizzato il rapimento per toglierlo di mezzo.
Ignorando da quanto tempo ormai avesse perso conoscenza, Jack aprì finalmente gli occhi e si ritrovò ammanettato contro una solida parete di mattoni, in un luogo che aveva tutta l'aria di essere una specie di seminterrato. La testa gli faceva male, come se un nugolo di vespe infuriate vi avesse fatto dentro il nido, e tuttavia riuscì faticosamente a distinguere qualcosa nell'ambiente illuminato da alcune lampade al neon.

- Ben svegliato, Madison - esclamò un uomo con voce forte e piena di sarcasmo.
- Co... Corgan - mormorò appena Jack, riconoscendo l'interlocutore non appena questi si fece avanti sotto la luce.

Corgan sorrise cinicamente, ricambiando l'espressione del giovane pilota con una di freddo cinismo.

- Ti avevo avvertito di lasciar perdere la gara di domenica - esclamò, tirando una boccata di fumo dalla sigaretta. - Ora invece, per colpa della tua cocciutaggine, non correrai mai più in vita tua!
- Ch... Che tu sia maledetto - sibilò Jack tra i denti, guardandolo rabbiosamente.
- Gli affari sono affari, Jack - fece impassibile Corgan, mollandogli un leggero schiaffetto sulla guancia. - Avresti dovuto darmi retta, quando te ne ho dato l'opportunità...
- Va al diavolo!

Malgrado le solide manette che gli serravano i polsi, Jack tese i muscoli fino allo spasmo costringendo Corgan ad indietreggiare per istinto. Il boss aggrottò le sopracciglia con irritazione, incapace di tollerare quel suo atteggiamento così dannatamente sfrontato, e subito schioccò le dita in direzione di uno degli uomini alle sue spalle.

- Kurt - esclamò. - Vedi se riesci a calmargli i bollenti spiriti con un'altra bella ripassata!
- Con molto piacere, signore - rispose l'altro, sollevando fiero un pugno di ferro che scintillava minacciosamente alla luce delle lampade.

Jack riuscì ad intravedere altri dieci o quindici individui, tutti armati di spranghe e altri aggeggi metallici, e non c'era dubbio sul fatto che costoro avessero tutta l'intenzione di farlo a pezzi...
Proprio in quel momento, con un grido fortissimo e un rumore assordante di vetri frantumati, qualcuno si fiondò all'interno dello scantinato e si parò davanti al povero Jacky, atterrando al suolo con un agile balzo.

***

- Perfetto, tieni l'inquadratura sul volto adesso - fece il regista, rivolgendosi sottovoce al cameraman. - Zooma sugli occhi, mettili bene a fuoco per due secondi, dopodiché falle un primo piano quando si mette in guardia...
- D'accordo!

***

Corgan e i suoi, chiaramente sorpresi dall'improvvisa interruzione, rimasero sconcertati nel vedersi davanti una graziosa e avvenente fanciulla. Costei era vestita in modo tipicamente orientale, con capelli scuri raccolti in due lunghe trecce, e il suo sguardo non prometteva niente di buono.

- Kyo - esclamò Jack, riconoscendo la fidanzata nella sua inaspettata soccorritrice.
- Dannata impicciona - ruggì Corgan. - Non so come tu abbia fatto ad arrivare fin qui, ma ti assicuro che non uscirai viva da questo posto...
- Sei tu ad essere nei guai, Corgan - replicò dunque la fanciulla, sollevando fieramente lo sguardo e mettendosi in guardia. - Non ti perdonerò mai, te la farò pagare cara!
- Muovetevi idioti, che cosa state aspettando? Uccidetela!

Gli uomini di Corgan si lanciarono tutti insieme contro la fanciulla, ansiosi di eseguire l'ordine del loro capo, tuttavia quest'ultima si rivelò essere una combattente formidabile.
Kurt le venne addosso, cercando di spaccarle la testa con la sua mano guantata di ferro, tuttavia Kyo evitò il suo attacco semplicemente chinandosi verso il basso. Altri due provarono ad aggredirla, armati di spranghe e catene; ma lei riuscì a neutralizzare il primo con un calcio a spazzare, e il secondo con un colpo a piedi uniti subito dopo una verticale.

- Dannata - strillò Kurt furibondo, sferrando ancora il suo pugno a vuoto. - Io ti ammazzooo!

Kyo strinse gli occhi e, opponendo al braccio dell'avversario un preciso blocco di gomito, riuscì a sfruttare il suo stesso impeto. Kurt si ritrovò dunque proiettato a mezz'aria e scaraventato all'indietro da un poderoso calcio di rovescio. Con quella mossa, Kyo era riuscita a sbarazzarsi di quattro avversari insieme, usando il corpo di Kurt per abbattere gli altri tre dietro di lui come se fossero birilli.
Corgan osservò impallidito i suoi uomini, mentre questi venivano stesi uno dopo l'altro, e alla fine si ritrovò solo e tremante davanti a quella giovane furia scatenata.

- Sta... Sta lontana da me, non ti avvicinare - gemette Corgan, puntandole contro un revolver calibro '38. - Fa... Fai solo una mossa e sparo!

Kyo non batté ciglio.
L'espressione della ragazza era di marmo, con una luce fredda e severa negli occhi, tanto che lo stesso Corgan rimase come pietrificato. Malgrado le sue minacce infatti, il boss non riusciva nemmeno a premere il dito sul grilletto. Kyo si fece avanti, fino a trovarsi faccia a faccia con lui, e gli fece volar via di mano la pistola con un calcio.

- Non sei altro che un lurido verme schifoso - disse la ragazza con voce carica di disprezzo. - Prendi questo!

Il povero Corgan si ritrovò sollevato da terra, per effetto di un uppercut micidiale, e anche lui piombò nel mondo dei sogni assieme ai suoi scagnozzi.

- Jack - esclamò dunque Kyo, raccogliendo da terra la chiave delle manette e andando dunque a soccorrere il suo innamorato. - Stai bene?

Nonostante le percosse subite, Jack annuì debolmente con un sorriso.
Non appena Kyo lo ebbe liberato dalle manette, il giovane per poco non si accasciò in avanti sfinito. Fortunatamente Kyo riuscì a sostenerlo e, come lui si accinse ad abbracciarla, non poté fare a meno di arrossire vistosamente.

- Grazie Kyo - mormorò Jack, guardandola intensamente negli occhi. - Mi hai salvato la vita!
- Oh, Jack...

 

***

 

- STOP - urlò il regista. - Okay, bene così, pausa!

Senza farselo ripetere, Pai e Jacky si sciolsero l'uno dall'altra e sospirarono ambedue di sollievo.
Le riprese del film erano praticamente terminate: restava ancora da girare l'ultima scena, quella del "bacio finale" tra i due protagonisti, e Pai aveva una forte paura di sbagliare.

- Sei nervosa? - domandò Jacky.
- Un po' - ammise Pai sottovoce. - La verità è che temo di non essere proprio capace di...
- Rilassati - tagliò corto l'altro, poggiandole amichevolmente la mano sulla spalla. - Fin qui sei stata perfetta, continua così e andrà tutto benone!
- Ma Jacky, io...
- Okay ragazzi, ultimo ciak!

Il momento fatidico era giunto.
Ora Pai doveva dimostrare di essere un'attrice a tutti gli effetti. Se veramente voleva dare prova di essere una stella del cinema, non poteva rimanere attaccata a dubbi e insensatezze varie. Parte del suo lavoro consisteva difatti nel sapersi destreggiare tra i vari ruoli, con tutti gli annessi e i connessi, e ciò significava vincere il proprio imbarazzo e dimostrarsi sempre e comunque all'altezza della situazione.
Forse era un bene che gli avessero affiancato Jacky per recitare quella parte.
Un altro si sarebbe spazientito, criticando aspramente le sue esitazioni, e Pai sarebbe senza dubbio crollata al punto da rinunciare definitivamente a tutto. Invece Jacky, da amico che era, fece di tutto pur di non farla sentire a disagio. Durante le riprese infatti, nonostante le varie sequenze imbarazzanti, Pai era riuscita a mantenersi lucida e presente al suo ruolo.
Ora però era diverso.
Seppur trattandosi di un bacio di scena, doveva infatti baciarsi con qualcuno che non era Akira. Qualunque altra ragazza non ci avrebbe trovato nulla di male, soprattutto considerando l'aspetto avvenente del biondo Jacky, ma per Pai era tutta un'altra questione. Lei non aveva mai baciato nessuno all'infuori di Akira, troppo attaccata alle virtù della sua educazione, di conseguenza per lei un bacio costituiva qualcosa di molto importante e significativo...
Ovviamente non si trattava di stupidità ( sapeva benissimo distinguere la realtà dalla finzione cinematografica ), bensì piuttosto di un "blocco" inteso a livello emotivo. Forse poteva anche baciare un altro ragazzo sulle labbra, ma non era altrettanto sicura di risultare credibile e convincente davanti alla telecamera.
Era un problema serio.
Tutto il successo del film dipendeva da questa scena, la più importante in assoluto, e ogni sua esitazione sarebbe apparsa evidente.
Al suono del ciak, Jacky cinse Pai per la vita, riscuotendola bruscamente dai suoi pensieri.

- Sei pronta? - mormorò il ragazzo, affinché solo lei potesse sentirlo.
- Io... Io non lo so - fece Pai debolmente. - E' più forte di me, Jacky: non riesco a fingere quello che non sento di provare...
- Dimentica di essere te stessa - sussurrò Jacky bruscamente. - In questo momento non ti chiami Pai Chan, bensì Kyo Flame: sei una combattente, e sei innamorata di un pilota di nome Jack Madison; entra nel tuo personaggio allora, chiudi gli occhi e pensa a come si comporterebbe lei adesso!

Pai deglutì nervosamente.
Certo, Jacky aveva ragione. Se voleva recitare quella scena correttamente, doveva calarsi fino in fondo nel suo personaggio.
Kyo Flame era una ragazza dura, combattiva, energica e... innamorata perdutamente.
In fin dei conti non era difficile immaginare quali potessero essere i suoi pensieri più intimi.
Ogni pensiero di Pai, quando non era impegnata in combattimento, correva inevitabilmente al dolce oggetto dei suoi desideri. Se Pai desiderava stringere forte il suo Akira e baciarlo appassionatamente, di certo Kyo desiderava altrettanto con Jack.
Kyo e Jack però non esistevano nella realtà.
Entrambi erano personaggi di fantasia, nati dalla penna degli sceneggiatori, e il loro "amore" necessitava di un attore e di un'attrice per essere rappresentato agli occhi del pubblico. A pensarci bene, si trattava solo di prestare momentaneamente il suo volto e le sue labbra per i sogni e i desideri di un'altra ragazza.
Con questo pensiero in mente, e dimenticandosi di tutto il resto, Pai si lasciò andare per un attimo al consiglio di Jacky.
La telecamera inquadrò perfettamente i volti dei due giovani che si avvicinavano, le labbra lievemente dischiuse, e colse il loro appassionante momento fin nei minimi dettagli. La bella e affascinante Kyo Flame socchiuse gli occhi, persa tra le braccia del suo amato Jack Madison, e lo baciò con tutto il calore che le saliva dal petto. La fanciulla sollevò la mano, passandola dolcemente fra i capelli dell'altro, mentre il giovane pilota le accarezzò teneramente le guance.
Perfino il regista parve commuoversi, di fronte all'inquadratura che compariva sulla telecamera ( semplicemente stupenda! ), tanto che la scena andò avanti senza interruzioni.
Pai si stupì enormemente di sé stessa, ormai completamente calatasi nel personaggio, e si stupì ancora di più di come Jacky riuscisse a mantenersi calmo e concentrato. Al solo pensiero di tutti quegli occhi puntati addosso, l'attrice sentiva infatti di avere la pelle d'oca. Ad un tratto poi, avvertendo improvvisamente una presenza familiare negli immediati paraggi, d'istinto aprì gli occhi e... da dietro le spalle di Jacky, insieme al gruppo di persone presenti sul set, Akira la stava osservando con gli occhi sbarrati e un'espressione incredula dipinta sul volto.

 

( continua col prossimo capitolo )...

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Capitolo 3
*** Epilogo ***


Il tempo per Pai si fermò in quello stesso istante...

Solo il fatto che Akira fosse lì a guardarla, con quella luce sbalordita negli occhi, la fece sentire colpevole.
In meno di un attimo, Pai dimenticò completamente che stava recitando: il set, le luci, le telecamere, e tutto il resto...
Le uniche due cose che la sua mente registrò in quel momento furono il volto di Akira tra il pubblico, e il bacio che lei stava dando a Jacky.
Non riusciva più a ragionare.
Non riusciva più a riflettere.
Akira la stava guardando, e non con uno sguardo affascinato come quello degli altri spettatori lì presenti: i suoi occhi sembravano piuttosto investirla con aria di accusa, tanto da accrescere in lei una forte sensazione di panico e vergogna assieme, e Pai sentì come una fitta dolorosissima nel petto.
Era come se Akira le stesse rimproverando qualcosa, con quella sua espressione sconcertata, e Pai ne avvertiva il peso come un'ondata.

- Pai, che ti succede? - mormorò Jacky, non appena lei smise di baciarlo senza aver ricevuto alcun segno di interruzione dal regista.

La fanciulla non rispose.
Nonostante quell'enorme set cinematografico, pieno di gente e di occhi puntati addosso, tutta la sua attenzione era concentrata sull'unica figura che appariva chiara davanti a lei. Akira sembrava scioccato, quasi non potesse credere a ciò che aveva appena visto, e Pai si sentiva scioccamente ma inevitabilmente in colpa per questo.

- Pai - ripeté Jacky preoccupato. - Pai... Ti senti bene?

Una lacrima prese a sgorgare lungo la guancia dell'attrice.
Quello che Akira aveva evidentemente frainteso non cancellava certo l'aspetto più brutto di quella situazione: Pai aveva baciato Jacky, sia pure per esigenze di scena, e Akira aveva visto lei; vedere la propria innamorata baciarsi con un altro, indipendentemente dal motivo, è una cosa che pochi riescono a mandare giù...
Pai stessa si sarebbe sentita in un certo senso "tradita", se Akira avesse baciato un'altra davanti ai suoi occhi.
Certo poteva spiegargli, poteva tranquillizzarlo, dicendogli che tra lei e Jacky non c'era assolutamente nulla al di fuori della produzione cinematografica.
Ma Akira avrebbe accettato ugualmente la cosa?
Poteva accettare che la sua ragazza si baciasse con un altro, anche se sul set di un film?
Sia Jacky che il regista, senza ovviamente riuscire ad immaginare cosa le stesse succedendo, provarono inutilmente a richiamarla alla realtà.

- Pai, che diavolo ti prende ?!? - sbottò il regista, imprecando per l'interruzione.
- Pai - fece Jacky, sfiorandole piano la spalla. - Insomma, mi vuoi spiegare cosa...

Prima che Jacky potesse terminare la frase, Pai fuggì via dal set in preda ai singhiozzi.
Tutti rimasero attoniti e sorpresi.
Non riuscivano a credere che un'eroina dei film d'azione potesse scoppiare a piangere in quel modo, apparentemente senza alcun motivo. Nessuno fu in grado né di fermarla né di trattenerla, e Pai abbandonò la scena in preda ad una tristezza indescrivibile.

 

***

 

Ormai era finita.
Probabilmente Akira non avrebbe più neanche voluto parlarle, e questa era una cosa terribile per lei.
Era terribile che Akira potesse anche solo pensare che lei lo avesse tradito, dal momento che invece lo amava più di qualsiasi altra cosa al mondo. Ogni bacio, ogni carezza, ogni abbraccio... ogni momento intimo che entrambi avevano diviso assieme era la prova del loro amore. E Pai temeva che, per colpa di uno stupido malinteso, la sua dolce storia con Akira fosse destinata a finire.
Sentendosi mancare le forze, la fanciulla si accasciò contro la parete.
Le lacrime scottavano sul suo volto come cera bollente e, incapace di accettare l'idea che tra lei e Akira fosse tutto finito, d'un tratto sentì una mano posarsi sulla sua spalla. D'istinto si voltò e, riconoscendo il giovane davanti a lei, quasi non riusciva a crederci.

- Akira - fece lei stupita.

Akira ricambiò il suo sguardo con un sorriso.
Pai si morse il labbro inferiore, gli occhi ancora rossi di pianto, e si tuffò istintivamente tra le braccia dell'altro.

- Oh, Akira - gemette. - Non volevo, credimi... Non volevo!
- Ma di che stai parlando? - chiese Akira perplesso. - Si sono tutti spaventati perché sei scappata via dal set così, senza nemmeno una spiegazione... Ti sei sentita male, per caso?

Pai sbarrò gli occhi confusa.

- Ma... Ma come, non... Non hai visto la scena?
- Come no? Certo che l'ho vista - rispose l'altro raggiante. - Se non lo avessi visto con i miei occhi, non ci avrei creduto: sei stata bravissima, sul serio; sembravi proprio una di quelle attrici dei film romantici, eri stupenda!
- No... Non sei arrabbiato, allora!
- "Arrabbiato" - ripeté lui, sbattendo ripetutamente le palpebre. - Perché dovrei essere arrabbiato? Sapessi quanto sono felice che tu sia così brava, è magnifico!

Nel momento in cui Pai finalmente comprese, subito smise di piangere.
Che sciocca era stata a farsi tutti quei problemi per una sciocchezza. Akira le voleva bene, tanto quanto gliene voleva lei, e aveva a cuore la sua carriera e la sua felicità più di ogni altra cosa al mondo. Anche lui era consapevole di ciò che comportava il lavoro di un'attrice, ma non per questo poteva sentirsi geloso...
La verità era così semplice che, a pensarci, veniva quasi da sorridere.
Tutti i problemi di Pai venivano dal fatto che era troppo innamorata di Akira e, al pensiero di poterlo in qualche modo ferire o fargli del male, era ossessionata dall'idea di perderlo.
In realtà questo non sarebbe mai accaduto.
Anche Akira teneva troppo a lei, per poterla vedere piangere o soffrire a causa sua, e vederla impegnarsi per realizzare giorno dopo giorno i suoi sogni era senza dubbio la gioia più grande.

- Pai - esclamò Akira, vedendola piangere dalla commozione. - Ho detto qualcosa di male, per caso?
- No, affatto - lo rassicurò lei, sfregandosi gli occhi col dorso della mano. - Anzi, è esattamente il contrario!
- Non capisco, cosa... Mhm ?!?

Prima che potesse aggiungere altro, Pai lo mise a tacere con un bacio.
Un bacio vero, autentico, reale... Non la pallida imitazione di una scena girata per finta, bensì l'intensità e la passione avvolgente di un sentimento puro e condiviso da due persone realmente innamorate.

- Grazie Akira - mormorò Pai, guardandolo affettuosamente negli occhi.
- Pe... Per cosa ?!?

Per tutta risposta, Pai gli schioccò un altro rapido bacio sulle labbra.

- Devo andare ora - si scusò. - Devo finire di girare la scena con Jacky... Puoi aspettarmi, finché non ho finito?
- Ma certo - rispose subito l'altro.

Senza perdere tempo, Pai ripercorse il corridoio in direzione del set.
Oramai non aveva più motivo di sentirsi turbata, perché l'amore di Akira le aveva aperto gli occhi fin troppo chiaramente.
Un'attrice bacia per finta, quando deve recitare... Ma il bacio di una ragazza innamorata è tutta un'altra cosa!

 

FINE

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