piove..

di bianfre
(/viewuser.php?uid=12817)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** capitolo1 ***
Capitolo 2: *** capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** capitolo1 ***


   Piove….
Non aveva mai piovuto così tanto.
 
Alzò le mani coprendosi il capo con il cappuccio della giacca.
Era da parecchi giorni ormai che non faceva che piovere nonostante si fosse in piena estate. In quei momenti tutto sembrava senza vita : le case grigie come il cielo che le sovrastava, il terreno sottostante sempre bagnato e sporco di fango, le persone incappucciate nelle loro giacche, infastidite da quel insolito cambiamento climatico…. come biasimarle dopo tutto .
Si fermò sul ciglio della strada in attesa che il semaforo diventasse verde mentre altre persone lo affiancavano per la medesima meta. Il vento cominciò a levarsi impetuoso creando malumore tra i viandanti che, ormai stremati per la lunga giornata di lavoro, non desideravano altro che andare a casa a riposare le stanche membra che oramai andavano affievolendosi.
La luce verde smeraldo s’ illuminò improvvisamente causando scompiglio tra la gente che in tutta fretta percorreva le strisce pedonali. Aspettò giusto il tempo che si liberasse il passaggio e dopo di che prosegui per la sua strada.
…………………………………………………………………………………………
 
“ come sarebbe a dire che non hai trovato niente!? ”con uno scatto di rabbia abbandonò la sedia dirigendosi a passo pesante verso il suo interlocutore. Lo prese per il colletto e lo spinse verso il muro creando un tonfo che rimbombò per la stanza. ” La prego mi ascolti! Ero andato da quella persona come mi avevate detto ma lei diceva di non sapere dove si trovasse la … ” non riuscì a finire la frase che si ritrovò a contatto col pavimento al di fuori  dell’ ufficio del suo superiore seguito da un sonoro ‘ tlack ’ della chiusura della porta.
“ è gentile come sempre vero? ” ironizzò un ventenne alle sue spalle con una sigaretta in mano, sorridendo.
” non ci trovo nulla da ridere! ”ribatté a sua volta l uomo rilzandosi a fatica. Il biondo sbuffo qualcosa che non fosse solo il fumo della sigaretta ed entro nella stanza da dove l uomo era appena stato cacciato.
Andò al suo interno senza farsi troppi problemi fermandosi sul ciglio di questa. Incrociò le braccia al petto e aspirando il fumo dalla sigaretta si rivolse al moro che ora giaceva sulla propria scrivania, che a stento tratteneva le risate.
“ colonnello lo sa che se reagisce cosi li spaventa ancora di più? ” domandò con un sorriso ironico il sottotenente.
“ ha ha ha….. scusa Havoc… ma dovevi troppo vedere la sua faccia!hahaha… oddio… ”ormai era partito per la tangenziale e non sarebbe tornato per un po’, a meno che…. ” quasi dimenticavo… il nostro piccoletto sta tornando dal suo ultimo incarico… spero per lei che non voglia accoglierlo come poco fa! ” e detto questo si avvicino al tavolo per spegnere nel posacenere la sigaretta, mentre il moro divenne improvvisamente serio rivolgendo il suo sguardo verso il suo amico. ” Acciaio è già  in città? ” domandò con una punta di gioia nella voce. Se cera una cosa che lo faceva stare sereno era vedere il volto di quel ragazzino diventare rosso dalla rabbia appena gli si faceva un commento sulla sua statura. Ormai doveva ammetterlo, da quando quel dodicenne era diventato parte dell’esercito, chi si era più annoiato ?
“ cosi pare…molto probabilmente sarà qui a momenti… ”e riferito questo andò fuori dalla porta.
……………………………………………………………………………………..
La pioggia ormai lo aveva letteralmente bagnato da capo a piedi. Si maledì mentalmente per non essersi portato appresso un ombrello, ma d’altro canto chi se l’aspettava che si sarebbe messo a piovere?
 
Piove….
Non aveva mai piovuto così tanto.
O forse…
Ero io che non me ne ero mai accorto…
Vedendo il quartier generale ormai davanti a se, decise di percorrere di corsa gli ultimi metri rimasti, anche se non sarebbe servito a impedirgli di bagnarsi di più di quello che era già. Appena arrivò sotto la sommità delle enormi colonne, tirò un respiro di sollievo, scoprendosi il capo dal cappuccio rosso per far uscire da esso la chioma ambrata raccolta goffamente in una piccola treccia. Strofinò gli stivali neri su un tappetino adiacente alla porta principale per poi andare all’interno dell’edificio.
 
toc toc…
 
Il moro alzò il capo da quella enorme pila di fogli guardando di sbieco prima la porta del suo ufficio poi l’orologio appeso alla parete:21.49. Chi poteva essere a quell ora? Sperava con tutto il cuore che non fosse il tenente Hawkeye arrivata con una nuova serie di ‘ scartoffie ’ da compilare, perché se fosse stato veramente così, avrebbe davvero dovuto prendere in considerazione l’idea di farsi fuori una volta per tutte. Con ancora un barlume di speranza che lo supplicava di sbagliarsi, sussurrò un ‘ avanti… ’attendendo l’immagine della persona che sarebbe apparsa.
 
Quasi con timore e ancora bagnato dalla continua pioggia che scorreva all’esterno, fece la sua comparsa il giovane alchimista d’acciaio con sotto braccio l’evidente rapporto che aveva compilato per il suo superiore, fradicio pure quello.
“uh? taisa? non pensavo di trovarla ancora qui…cosé, una delle sue TANTE donne le ha per caso dato buca? ”disse il ragazzo con tanto di sorriso stampato sulle labbra. D’altro canto Roy non fece caso alle sue parole, tanto era felice che non fosse chi sperava.” acciaio, la stessa domanda dovrei farla io a te… ma guardati sei tutto fradicio!... sembri proprio un PICCOLO pulcino bagnato ” e, ovviamente, la risposta tanto attesa da Mustang arrivo con immediatezza: ” CHI SAREBBE IL  PULCINO TALMENTE PICCOLO DA SEMBRARE UN CALZINO UMIDO RAGGOMITOLATO !?!?!? ” quel commento, come al solito esagerato, fece scoppiare il colonnello in una fragorosa risata che lo portò a piegarsi sul proprio stomaco dal dolore. Edward intanto, che era gia abbastanza nervoso di suo, divenne rosso dalla rabbia e cercò di colpire il moro con un pugno dritto in pieno volto. Ma a suo malgrado, il colonnello riuscì a schivare il colpo facendo cadere il full metal alchemist a terra. ” non ce che dire,questa è la posizione che più ti si addice, acciaio! ”scherzò il colonnello tendendo la mano al giovane che quest’ultimo però respinse con uno schiaffo.
“ non si azzardi a parlarmi con questo tono! ”tuonò il biondo cercando di mettersi sulle punte dei piedi per sembrare più alto e minaccioso. Niente da fare, Mustang era davvero più alto di lui. Poteva perfino mettersi le scarpe con le zeppe, ma roy lo avrebbe sempre guardato dall’alto verso il basso con quel suo solito sorrisino da mezzo deficiente…. mezzo? lo era al 100%!!!!
“ cambiando argomento… vedo che sei solo. E tuo fratello? ”gli chiese l’uomo mentre finiva di archiviare i documenti sulla sua scrivania e guardava con la coda dell’occhio il biondo che si apprestava, sconfitto, a sedersi sul divanetto di pelle nera.
“come può vedere fuori piove. Lo sa che mio fratello non può rischiare di bagnarsi, no?cosi ho preferito lasciarlo a Resembool con la zia e Winry. Tanto sarei rimasto qui per 2 o 3 giorni, non di più.” Sbuffò all’idea di ritornare in quel paesello sperduto. Odiava stare là. Troppi ricordi.
 
Piove….
Non aveva mai piovuto così tanto.
O forse…
Ero io che non me ne ero mai accorto…
 
               …..troppo preso dal dolore per accorgermene…
 
Sovrappose una gamba sull’altra e si appoggiò allo schienale, incrociando le braccia al petto. Poi, come ricordandosi di qualcosa, si allungò leggermente sul tavolo di fronte a se per raccogliere un pacco di fogli per porgerli poi al suo superore: ” il rapporto…sono riuscito a finirlo in tempo ”e detto ciò appoggiò il contenuto nelle mani del colonnello, risiedendosi sulla poltrona.
 
 
…piove….
E quelle fredde lacrime cadono,prendono e infrangono…
….ricordi di te…


 


 


Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** capitolo 2 ***


 
Piove…
 
aveva sempre odiato quella sostanza umida che gli bagnava il volto…
 
ma ogni volta che ascoltava il suo dolce suono…
 
qualcosa scuoteva il suo cuore….
 
 
 
I primi raggi del caldo sole cominciavano a filtrare dalla finestra rischiarando la stanza dove, cullato dal lieve picchiettio della pioggia sul vetro,dormiva lui.
Le sue membra si mossero leggermente, infastidite dalla  improvvisa luce che accarezzava teneramente il suo giovane viso .
Si volto dalla parte opposta come a nascondere la propria esistenza al mondo, come se volesse stare nella oscurità…. perché inconsciamente lo sapeva di esserci dentro fino al collo .
 
 
 
                                                              ……Silenzio……
 
 
 
DRIIIN
 
 
- …? -
 
 
DRIIIN
 
 
- Aspetta…. -
 
 
DRIIIN
 
 
- Ancora 10 minuti… -
 
 
DRIIIN
 
 
“ PRONTO !?!? ”rispose infastidito il biondo, messosi seduto ai piedi del letto.
“ acciaio? scusa, stavi dormendo? ”chiese la voce dal altra parte della cornetta, leggermente dispiaciuta.
“ secondo lei !?!?chi è talmente scemo,oltre a lei taisa, ad essere sveglio a questa ora!? ”disse scherzando il ragazzo,distendendosi nuovamente sul letto ,lanciando uno sguardo alla sveglia sul comodino:5.26.
“ è vero, scusa Edward !... I bambini PICCOLI devono dormire molto, altrimenti a non riescono a cresc… ”
 
TLACK!
 
Con un colpo secco ripose la cornetta al suo posto. - così gli passa la voglia di prendermi in giro! - ma non fece neanche in tempo a chiudere gli occhi che il trillo del telefono si fece sentire ancora .
 
 
DRIIIN!
 
 
- Ma che vada a farsi fottere….. -
 
 
DRIIIIN!
 
 
- Non alcuna intenzione di rispondere! -
 
 
DRIIIIN!
 
 
- Può stare tutto al giorno attaccato alla cornetta, non m importa! -
 
 
DRIIIIN!
 
 
- … -
 
 
DRIIIIN!
 
 
- Ma vaff…..! -
 
Scattò in piedi prendendo la cornetta, rischiando di far cadere il telefono dal comodino.
 
“ CHE VUOLE ANCORA!? NON MI HA SFOTTUTO ABBASTANZA!? MI LASCI IN PACE CAZZO!!!! ”
 
“ ..... ”
 
“ allora!?!? sta pensando a qualche altra battuta sulla mia statura!?!? su avanti, non si faccia problemi! dica pure tutto quello che vuole tanto chi se ne frega di come si sente dopo il suo sottoposto!...avanti! ”
 
“ ….. ”
 
silenzio. Non un suono si udiva dal altra parte del ricevitore.
Cominciò a battere nervosamente le dita sul materasso, chiaro segno d impazienza.
 A che gioco stava giocando quel maledetto colonnello!?
 
 “allora!? mi vuole dire cosa vuole!?..insomma! ”
 
“ …aiutami… ”
 
 
un lieve sussurro…
 
 
“ eh?!? ”
 
 
“ AIUTAMI, FULL METAL!!AIUT--- “
 
 
 
tuu tuu tuu tuu…
 
 
 
“ …taisa? ”
 
A un tratto sembrò che la collera che prima provava fosse svanita, lasciando spazio al ansia che andava espandendosi. In tutta fretta ripose l ‘aggeggio’ al suo posto, rivestendosi in fretta per dirigersi poi all’esterno dell’albergo.
 
- taisa!...che cazzo è successo!?TAISA! -
 
correva, correva non si fermava nemmeno per riprendere fiato.
Gli faceva male il cuore….forse troppo male.
 
 
Raggiunse il quartier generale e senza fermarsi, vi entrò dentro fino a raggiungere la porta del suo ufficio. Con una spinta violenta apri la porta precipitandosi al suo interno
 
“TAIS—“ma le parole gli morirono in gola
 
“BUON COMPLEANNO EDWARD!!”un improvvisa pioggia di coriandoli cadde sui soffici capelli biondi del ragazzo, ancora intento a capire cosa stesse succedendo…
 
Alphonse, Winry, il tenente Hawkeye, Havoc, Hughes con sua moglie Glacier e sua figlia, Sheska, la maestra Izumi e….il colonnello Roy Mustang.
 
“ ma si puo sapere che….e lei! che scherzo è questo!?!? ”domando furioso il full metal alchemist al moro che gli stava davanti.
 
Il colonnello gli sorrise serenamente allungando la mancina verso di lui. Edward, aspettandosi un schiaffo, chiuse gli occhi prontamente, pronto a ricevere ciò che era lo ‘scambio equivalente’ del suo comportamento di poco fa.
 
“ sono contento che tu sia arrivato.. ”
 
- eh? -
 
la sua calda mano si posò delicatamente sul capo del più giovane,spettinandogli leggermente i capelli,  per liberarlo dai colorati pezzi di carta.
Non c ‘era odio o rancore nel suo tocco.
 
 
Era come…dolce
 

 

 

 
una scossa,un grido lontano…e infine il buio si impadroni di loro,lasciandoli l uno nelle braccia dell altro.
Per la paura di quel terremoto, Edward aveva istintivamente abbracciato il colonnello e lo stesso aveva ricambiato il gesto. Appoggiò la testa al suo petto…poteva sentire il suo cuore battere all’ unisolo col suo.
- ma cosa mi prende? in fondo non è che un black out…e allora cosa è che sento adesso!? -senza accorgersene, le lacrime cominciarono a bagnare il suo volto.
 
Non capiva…e non voleva capire.
 
Strinse più forte l uniforme di Roy, come ad aver paura di perderlo.
Ma ormai era troppo tardi.
 
“ perché..? ”
 
Sta volta era stato l altro a parlare
 
“ perché è accaduto tutto questo?! ”
Calde lacrime cominciarono a rigare il volto dell uomo come la pioggia estiva che aveva ricominciato a bagnare la città.
 
“ taisa.. ”
 
 
il biondo alzò il capo per incontrare lo sguardo triste del suo superiore. Perdersi in quella oscurità che non dava angoscia, abbandonato al suo sguardo, chiuse le palpebre.
 
“ cos è che é accaduto? ”e detto ciò le loro labbra fecero per incontrarsi.
 

 
 
Rosso
 
Goccie di un rosso intenso cominciarono a scendere assieme alle lacrime dal viso di lui.
 
 
 
Inutile chiedersi il perché di tutto questo..
 
 
Inconsapevole,lo sapevi già…
 
 
 
 
 
 
 
- è colpa mia -
 
 
 
 
 
MI STò INCASINANDO!!ma che mi è saltato in mente di fare!?!?! beh in un qualche modo mi ci tiro fuori da ‘stò bagolo’!! ah,  grazie per i commenti! però ad essere sinceri non so da dove si è capito che ed ha 12 anni… neanche mi sono posta il problema dell età!! vabbè cmq grazie ancora!!
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** capitolo 3 ***


CAPITOLO 3
 
 
 
Piove…
 
aveva sempre odiato quella sostanza umida che gli bagnava il volto…
 
era come un ricordo che gli lacerava il petto…
 
 
Un occhio
 
Il suo occhio… non cera più.
 
Spaventato si ritrasse indietro, allontanando quelle forti braccia da lui…
 
“ taisa…cosa è successo a… ”sussurrò con il fiato mozzato il giovane alchimista osservando spaventato mustang.
 
Il flame alchemist portò una mano al altezza della ferita, toccandola leggermente.
 
“ ….perché mi hai abbandonato?! ”gli chiese il moro, tendendo la mano che prima poggiava nella rossa cavità, ora verso di lui, sporca del suo stesso sangue.
 
“ PERCHE’ EDWARD!?!? ”
 
un'altra ferita allo stomaco
 
profonda
 
altro sangue
 
e il suo corpo che giaceva a terra.
 
morto.
 
…………………………………………………………………………………………………………………….
 
…d…
 
..E…d…
 
- NO TAISA!NOOOOOOO!!!!! -
 
 
 
I suoi occhi si schiusero.
 
Luce.
 
Troppa luce.
 
Strinse violentemente le palpebre facendo uscire le ultime lacrime dai suoi occhi, mentre con la mano destra cercava di farsi ombra.
 
“ tranquillo ed…era solo un sogno ”
 
lentamente si voltò, ritrovandosi a specchiarsi in un paio di occhi di un azzurro vivo, coperti leggermente da alcune ciocche bionde.
 
“ …Alfons?...ma che…? ”
 
“ ehi calmati…era solo un incubo. ” lo rassicurò il ragazzo, strofinandogli dolcemente i capelli biondi.
Sospirò.
Era da parecchi giorni ormai che Edward non faceva altro che brutti sogni e questo lo faceva preoccupare non poco. E come se non bastasse, la sua salute andava peggiorando: improvvisamente la febbre cresceva, sveniva di frequente e di certo il tempo non aiutava: il cielo era sempre grigio e non faceva che piovere.
Si voltò preoccupato a guardare il mondo al di fuori della finestra:
Guerra.
Morte.
 
Un movimento lo fece destare dai suoi pensieri.
La mano del ragazzo che prima poggiava sul cuscino, stringeva ora la sua bianca camicia.
Capendo ciò che il ragazzo voleva si piegò leggermente su di lui circondandolo in un caldo abbraccio che venne a sua volta ricambiato.
“ ti va di parlare di ciò che hai sognato? ”gli chiese mentre, con dolcezza, baciava i suoi capelli color dell oro.
A quella richiesta, Edward sentì il cuore scoppiargli nel petto e i suoi occhi ricominciarono a riempirsi di lacrime seguiti da un susseguirsi di singhiozzi.
“ ….
…taisa… ”
scoppiò in un pianto violento appoggiando il suo viso sul suo petto,  stringendosi al suo amico che con la stessa forza contraccambiava il gesto.
 
 
- ogni volta che ti faccio questa domanda, la risposta è sempre la stessa… chi è questo colonnello? perché non riesci a pensare ad altro che a lui? sono così insignificante per te? -strinse ancora di più il corpo minuto del ragazzo sentendo su di sé i suoi freddi arti d’ acciaio. Si era sempre chiesto come avesse perso il braccio e la gamba ma lui preferiva sviare sempre l’ argomento.
 
- non riesci a fidarti di me? -
 
                                    non posso,non capiresti…
 
- non puoi accorgerti di me? -
 
                              non posso,ho fatto una promessa…
 
- non puoi provare ad amarmi? -
 
                          non posso…..non voglio farlo soffrire…
 
- perché? -
 
                                         perché lo amo…
 
- ma lui non è qui -
 
                                            non importa
 
- non lo vedrai mai più,lo sai questo no? -
 
                                                   si..
 
 
                                          ma non importa…
 
finché la notte cadrà ad oscurare il cielo, finché i miei occhi resteranno chiusi,  io potrò amarlo.
 
 
I loro erano solo pensieri, eppure li avevano sentiti come se fossero usciti dalle loro labbra, silenziosi.
 
“che cosa hai promesso?”
 
                                                    …..
 
“edward…?”
 
                                     che sarei tornato da lui
 
 
Alfons si staccò leggermente per vedere per l ultima volta il suo volto.
Sorrideva.
 
Un singhiozzo uscì dalle sue labbra mentre una lacrima gli percorreva la guancia destra,leggermente arrossata. Lo strinse di nuovo a sé,sorridendo amaro a sua volta.
 
 
 
Piano a piano..
 
Sentì la sua stretta farsi più leggera.
 
 
Il suo capo appoggiarsi sulla sua spalla.
 
 
 
Un respiro.
 
l’ ultimo.
 
“ edward… ”
 
 …
 
“ …ti amo ”
 
La pioggia ricominciò incessante a scendere,bagnando i vetri della finestra.
 
 
“ ti prego…raccontami un'altra delle tue storie… ”lo supplicò.
 
 
“ raccontami del tuo mondo, del alchimia, dei tuoi viaggi...parlami ed… ”
 
 
Una lacrima.
 
Due lacrime.
 
Lo prese dolcemente in braccio facendolo stendere sul materasso.
Gli spettinò leggermente i capelli come amava sempre fare quando lui, a sua volta, si arrabbiava per quel semplice gesto.
Tirò le tende della finestra oscurando la stanza.
Gli rinboccò le coperte e gli diede un bacio sulla fronte.
Sfiorò con la punta dell’ indice i suoi occhi che ormai avevano perso la loro luce.
Chiudendoli.
 
Un altro bacio
Lieve,
sulle labbra.
 
 
Piove…
 
Non aveva mai piovuto così tanto.
 
O forse…
 
Ero io che non me ne ero mai accorto…
 
 …..troppo preso dal dolore per accorgermene…
 
 
Piove…
 
aveva sempre odiato quella sostanza umida che gli bagnava il volto…
 
ma ogni volta che ascoltava il suo dolce suono…
 
qualcosa scuoteva il suo cuore….
 
 
 Piove…
 
E quelle fredde lacrime cadono,prendono e infrangono…
 
…ricordi di te….
 
 
Piove…
 
Non mi ero mai ritrovato ad osservare una cosa cosi naturale…
 
E ora mi rendo conto che se me fossi accorto prima…
 
Non sarebbe accaduto nulla…
 
 
Piove…
 
E se non fosse stato per questo…
 
Tu saresti qui a sorridermi.
 
 
 
 
 
 
 
                                              “ buona notte ”
 
 
 
 
FINE
 
 
 
 
Non ci ho capito una mazza nemmeno io!ok la prossima volta mi organizzo, promesso!!o gente siate clementi,è la prima fict che scrivo!e si devo ammetterlo io non sono portata x lo scritto!se potessi pubblicherei i miei disegni che almeno quelli sono decenti!....e va beh io ci ho provato!see you soon!w royxed!!!!!!

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=138767