The Same Wish.

di VictoireYK
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Same Wish. ***
Capitolo 2: *** Fuck yeah. We're at Hogwarts! ***
Capitolo 3: *** Diagon Alley ***
Capitolo 4: *** First Spells ***
Capitolo 5: *** Exams ***
Capitolo 6: *** Your house will be like your family ***
Capitolo 7: *** Tri-Wizard Tournament ***
Capitolo 8: *** First lessons ***
Capitolo 9: *** Legends ***



Capitolo 1
*** The Same Wish. ***


The Same Wish

1° The Same Wish

- Guarda quella costellazione invece! Sembra un unicorno! – esclamò Michela indicando un punto indefinito del cielo stellato.
- Raga, abbiamo capito che è stata Michela a finire la vodka –disse ironicamente Naomi beccandosi come risposta una gomitata dalla prima.
- Idiota! Dico sul serio! Guardala bene! – insistette.
- A me sembra più una mucca – esordì invece Ylenia pensierosa.
- Seh! E’ una lumaca! –
- Noo! E’ un microfono! –
- Ma dove?! – anonimo.
- Voi state tutti fuori! Non lo vedete che sembra chiaramente un mandarino?! – fece invece Sara.
- Un mandarino?! Scusa, ma come cazzarola fai a vederci un mandarino? –
- Per me è la cipolla – anonimo.
- Ci sono! E’Gesù! – esclamò per ultimo Roberto. Il gruppo finì di sparare idiozie e scoppiò in una risata isterica senza però distogliere gli occhi dal cielo.
Era la notte di S. Lorenzo e il gruppo festeggiava la loro seconda Estate insieme sulla spiaggia sperando di vedere qualche stella cadente. Purtroppo il cielo non era dei più limpidi, ma da come avete potuto leggere sopra per i ragazzi non era di certo un problema. Probabilmente si sarebbero potuti divertire perfino in una stanza completamente vuota. “L’importante è stare insieme”, ripetevano sempre. Inutile dire che erano molto legati, prima si erano conosciuti ad un raduno di fan di Harry Potter a Riccione, ovviamente in seguito non hanno perso tempo per rincontrarsi, anzi.
In ogni caso quel giorno si erano davvero divertiti moltissimo. Erano stati gran parte della mattinata a giocare (cazzeggiare) con la palla, poi avevano fatto qualche bagno cercando di affogarsi a vicenda, per non parlare del falò della sera che avevano organizzato. Tra spiedini, mashmallowfusi, storie di paura e alcool. Una serata delle loro insomma.
La cosiddetta serata che si stava concludendo mentre da una parte Andrea, Fabio, Claudio, Anna e Fabiola cercavano di montare le tende; da un’altra Mariangela, Cecilia, Martina, Arianna e Cristina che mettevano a posto lo schifo che avevamo lasciato sulla spiaggia riprendendo tutti con un “non siamo in un porcile, né nel nostro paese!” (esatto, quell’Estate avevano deciso di farsi una bella vacanza a Barcellona); dall’altra ancora la stramaggioranza Alice, Giorgia, Stefano, Alba, Naomi, Ylenia, Ilaria, Michela, Roberto, Serena, Sara, Laura, Noemi e Elisa che preferiva rimanersene a oziare aspettando qualche stella cadente.
- Credo di averne vista una! – esclamò felice Alice mettendosi di scatto a sedere – chi altro l’ha vista? –

Una balla di fieno rotolò sulla riva del mare.
Alice sbuffò appena e si sdraiò nuovamente tornando ad ammirare il cielo e auto-convincersi mentalmente di aver visto davvero una stella cadente.
- Ma chi è che mi lancia i granelli di sabbia sul viso? – fece stranita Alba.
- Il vento –
- Eh, ma se mi finiscono in bocca mi prendono le malattie poi – si lagnò. Qualcuno si fece scappare una risata mentre una nuova folata di vento li investì, a questo punto Alba perse la pazienza e prendendo uno scialle se lo avvolse tutto intorno alla faccia lasciando scoperti solo gli occhi.
- Raga, ma perché non venite anche voi? Noi ci stiamo divertendo un sacco! – chiamò in direzione degli altri Laura. Diciamo che Mariangela, Martina, Cecilia, Arianna e Cristina non se lo fecero ripetere due volte; diversamente si può dire dell’altro gruppo.
- Sì e poi dopo appena siamo stanchi morti dove dormiamo? Sulla sabbia? – domandò ironico Fabio. Alba sbarrò gli occhi inorridita al solo pensiero.
- Dai dopo vi aiutiamo anche noi e si vede! – rispose Laura.
- Guardate, non per offesa, ma una Alice e una Ylenia che cercano di montare le tende…facciamo prima a montarle noi –
- A cì, fottiti apertamente! – rispose Ylenia in direzione di Andrea guadagnandosi una pacca sulla spalla di Alice. Ok, forse erano un po’ imbranate, ma non esageratamente dai…Giusto un pochino.
Vabbè, forse un bel po’.
- Vabbè vorrà dire che voi passerete la serata su delle stupide istruzioni in spagnolo, a cercare di montare delle stupide tende, mentre noi staremo qui a passare una magnifica serata passandoci Malibù –
C’è bisogno di dire chi aveva parlato? Naomi, ovviamente.
- Io la Sambuca – disse più a se stessa che agli altri invece Laura.
I ragazzi a quell’affermazione un po’ più convinti decisero di sdraiarsi insieme agli altri.
- E ora? –
- Ora caro Bubbino aspettiamo – rispose Anna.
Non fece in tempo a finire la frase che la stella cadente più grossa che avessero mai visto trapassò il cielo illuminandolo del tutto, sembrava più un meteorite.
Accadde tutto troppo velocemente anche solo per raccontarlo. I ventiquattro espressero (chi più o chi meno, o chi in forma diversa) lo stesso desiderio, nello stesso momento quando furono costretti a chiudere gli occhi per non farsi accecare dalla luce troppo forte, era come guardare il Sole.
E in un attimo l’ultima cosa che tutti ricordarono fu il buio.
Questo fino a quando non si svegliarono tutti in una stanza dopo un tempo decisamente indefinito.
- Dove siamo? – chiese Noemi preoccupata alzandosi a fatica. La testa le martellava dal momento in cui aveva aperto gli occhi. Stessa cosa gli altri, dal momento che si portarono le mani alla testa come se il dolore con quel semplice gesto potesse passare.
- Davvero dove siamo? Eravamo alla spiaggia! – disse Elisa con un tono decisamente preoccupato.
- Stoimpazzendostoimpazzendostoimpazzendostoimpazzendo – non fece che ripetere sotto voce invece Ilaria.
- Ma no amore, sei sana di mente quanto me – disse Ylenia copiando una battuta di Luna per rassicurare la sua amica, peccato che nemmeno la bionda (Nyeah) era tanto convinta.
Naomi si alzò improvvisamente in piedi.
- Ci hanno rapito! Ora vogliono un riscatto è chiaro! Ci hanno drogato e in qualche modo ci hanno portato qui! Siamo stati degli stupidi! – delirò. Peccato che tutte le altre ragazze impallidirono. Serena cominciò ad avere gli occhi lucidi.
- Io non ho soldi per un riscatto! Mi uccideranno! – strillò invece Giorgia.
- Non voglio morire così giovane, ho una vita davanti! – iniziò Michela.
- No! Io non ho mai incontrato i Tokio Hotel! – scoppiò a piangere Ylenia.
Per fortuna i ragazzi riuscirono a rimettere un po’ la calma. Non fu facile farlo con Fabiola che sembrava impazzita, non faceva che ripetere una serie di torture spagnole che non starò qui a ripetere.
- Innanzitutto nessuno ci ha rapito. Altrimenti non ci avrebbero lasciati così senza imbavagliarci e –
- Saw l’enigmista! Lui lo fa! Lo fa! – iniziò di nuovo Fabiola, fortunatamente Andrea in modi non troppo gentili gli tappò la bocca.
- dicevo..- riprese Fabio – Nessuno ci ha rapito. Lì c’è una porta, prima di farci prendere dal panico controlliamo se è aperta no? –
Qualcuno annuì un po’ convinto mentre Andrea lottava per non far urlare a Fabiola “è una trappola!”.
Lentamente tutti si alzarono e si diressero verso la porta in questione. Fabio la spinse lentamente per farla aprire.
“Ignora il cigolio da film horror!” si disse mentalmente Sara rabbrividendo.
- Oh. Mio. Dio – sillabarono tutti lentamente.
Non poteva essere, decisamente era un sogno.
Era impossibile.
Quel corridoio, quei quadri, quelle pareti…no.
Non poteva essere realmente Hogwarts.

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Capitolo 2
*** Fuck yeah. We're at Hogwarts! ***


2° Fuck yeah. We’re at Hogwarts.

Dopo un primo momento di shock fu Arianna a spezzare il silenzio.
- Ho capito, sto sognando – esordì con un’improvvisa tranquillità.
- Casomai sto sognando io e voi siete nel mio sogno! – la riprese stizzita Noemi. Roberto se ne uscì con una risata.
- Parlate per voi! Questo è un il mio incubo
- Visto che è un sogno torniamo a “dormire”? Era meglio – disse Ylenia sbadigliando.
- Pensi solo a dormire! – fece Naomi, e le diede un pizzicotto, lasciandole un segno.
- Ahi! Idiota, mi hai fatto male! Anche nei sogni rompi ora?! –
Naomi e Ylenia cominciarono a battibecchiare (come al solito) non accorgendosi di aver alzato decisamente troppo la voce.
- Chi c’è a quest’ora?! – strillò con rimprovero una voce proveniente da un omino che si avvicinava con in mano una lanterna e al seguito un gatto.
- Gazza? – sussurrò Andrea. Allora era davvero un incubo! Perché tra tutti proprio Gazza? Man mano però che la figura si avvicinava i ragazzi si accorsero che non era Gazza, ma era una vecchietto parecchio in carne (Andrea lo definì in seguito “da far concorrenza a Lalala”). Lalala era…ma questa è un’altra storia, torniamo ai nostri amici…
Il cosiddetto vecchietto si avvicinò e sotto la luce si distinsero dei capelli brizzolati lunghi fino alle spalle e leggermente unticci, la faccia sudata dimostrava che aveva corso per arrivare fino a lì.
- Beh…non è Gazza, ma ha ereditato da lui sicuramente la passione per i gattacci – commentò Alba.
- Studenti fuori dal letto! A quest’ora di notte! So chi siete, stavolta voi e quella maledetta mappa non mi scappate! – urlò il vecchietto. Ma appena arrivato davanti ai ragazzi si accorse che non erano gli studenti che si aspettava e rimase un po’ deluso, durò un secondo perché poi ghignò rilevando una serie di denti ingialliti.
- Siete anche senza divisa! Di che casa siete? – domandò felice all’idea di poter sottrarre punti agli studenti e magari fargli scontare qualche punizione. Non aveva ereditato da Gazza solo la passione dei gatti a quanto pare.
- Senti nonnetto non mi capita spesso di sognare Hogwarts con i miei amici quindi fatti da parte va – disse Naomi uscendo dalla sala e spingendolo leggermente di lato, aveva gli occhi che brillavano.
- Ragazzi – disse rivolgendosi agli altri – è proprio Hogwarts –
Tutti non se lo fecero ripetere e uscirono velocemente dalla stanza. Quel sogno sembrava così vero. I quadri si muovevano davvero! Si stavano spintonando e bisbigliavano tra loro squadrando i ragazzi, mentre altri dormivano profondamente.
Una risata maligna li fece raggelare, una figura trasparente uscì da un muro e volteggiò ridendo sopra i ragazzi. Quest’ultimi dopo aver riconosciuto che in realtà era Pix gli sorrisero amabilmente.
- Guarda un po’ quanti marmocchi fuori dai dormitori! – rise – Il preside ti punirà per bene brutto vecchiaccio –
- Maledetto poltergeist! Sai che faccio ora? Li porto tutti dal preside e ci penserà lui! – disse l’uomo sputacchiando contro Pix, sotto lo sguardo schifato di Ylenia. Poi si rivolse ai ragazzi.
- Voi che aspettate?! Forza! Camminate, svelti! E non azzardatevi a scappare! Adesso ci penserà McDovin a voi! – abbaiò rosso in viso.
I ragazzi trattenerono qualche risata, ma decisero di assecondarlo seguendolo verso l’ufficio al piano terra. Dopotutto non avevano molte possibilità di godersi il loro sogno con la reincarnazione di Gazza che li sgridava e seguiva passo passo.
Passare attraverso quadri incantati, salire e scendere scale (“Attenti perché a loro piace cambiare” disse Alice, seguita da una risata di approvazione), percorrere infiniti corridoi era meraviglioso.
- Peccato che nei sogni non si possono fare fotografie – si lamentò Noemi appoggiata da Serena pensando entrambe alle loro bellissime macchine fotografiche che si trovavano nella borse sulla spiaggia, ovvero nel mondo reale anziché in quello dei sogni.
Arrivarono quasi subito davanti alla statua di gargoyle e il vecchio pronunciò la parola d’ordine (“Nimbus 2000” si appuntò mentalmente Claudio) e il gargoylesi spostò rivelando le scale a chiocciola. Per passare dovettero spintonarsi un po’, dopotutto erano pur sempre ventiquattro persone! Non tutti riuscirono ad entrare nel piccolo ufficio e alla fine del gruppo c’era il “vecchio ciccione” (apostrofato da Michela) che dava gomitate per passare avanti.
- Preside McDovin! –
Il suddetto preside alzò gli occhi da delle carte e squadrò attentamente i ragazzi.
- Preside! Questi ragazzi li ho trovati dieci minuti fa, tutti al Settimo Piano! E tutti senza divise, signor preside! Non sanno dirmi nemmeno a che casa appartengono! – disse l’omonimo di Gazza.
- Non volevo disturbarla – aggiunse poi – ma come vede deve intervenire lei con seri provvedimenti! –
- Tranquillo Owen, come vedi ancora non mi sono addormentato…così tanto da fare –
Poi fece scivolare lo sguardo su tutti i ragazzi, soffermandosi qualche secondo su ognuno. Alla fine dell’esame una scintilla di eccitazione gli passò attraverso gli occhi.
- Ora vai Owen, grazie. Come hai detto tu, ci penso io –
Owen (per i ragazzi resterà sempre Gazza) prese in braccio il suo gatto e ghignò malevolo.
- Certo preside -, poi si rivolse verso i ragazzi facendogli un brutto segno e uscì ridendo da solo come un matto.
- Siete più di quelli che aspettavo in realtà – disse più a se stesso che ai ragazzi. Poi sorrise, agitò la bacchetta e comparvero delle panche. McDovin fece segno di sedersi e i ragazzi obbedirono da una parte confusi e dall’altra eccitati.
- Beh, suppongo che sia meglio. Allora…come siete arrivati qui? – chiese curioso. Il preside McDovin era un tipo abbastanza anonimo, uno di quelli che puoi incontrare diverse volte per strada senza mai riconoscerlo. Aveva dei capelli lunghi fin sotto le orecchie di un color castano tendente al rame, un accenno di barba leggermente più scura e due occhi marroni troppo grandi rispetto alle dimensione del viso. Anche lui era un po’ in carne tanto che Laura pensò che gli elfi quell’anno c’erano andati pesanti con i banchetti.
- Scusi, ma chi è lei? Dopotutto è lei che è entrato nel mi…ehm…nostro sogno – iniziò Fabiola mostrando come al solito la sua perfetta capacità di esprimersi. Era una ragazza piuttosto calma. Sì, lo so che prima sembrava l’esorcista, ma cercate di capire! Non deve essere facile svegliarsi in un posto sperduto senza avere idea di ciò che succede e perlopiù dopo aver visto un film thriller qualche giorno prima.
Sta di fatto che il preside a questa affermazione scoppiò a ridere.
- Io nel vostro sogno? Spero state scherzando – disse mantenendo il sorriso, però quando si accorse che nessuno sorride vali guardò allibiti.
- Cioè…pensate davvero che questo sia un sogno? –
- Ne siamo sicuri. Perché se non lo fosse ciò significherebbe che siamo diventati davvero tutti matti e mi creda io penso di essere al pieno delle mie facoltà mentali – continuò Fabiola.
- Io non ne sono più tanto sicuro da quando vi ho conosciuto – mormorò Roberto guadagnandosi un’occhiata di rimprovero da Michela.
- Quindi voi…non sapete il perché siete qui? Non sapete come siete arrivati? Da dove venite? – chiese curioso McDovin.
Fabiola gli fece una dettagliata spiegazione di quella serata, di come ricordavano di aver visto questa stella cadente e che loro sapevano cos’era Hogwarts, quel mondo…era stato creato dalla J.K. Rowling.
- J.K. Rowling? Si mangia? – chiese divertito il preside.
- No, mi creda oppure io ci avrei provato senz’altro – disse Ylenia.
- A proposito ha qualche dolce magico a portata di mano? No, sa com’è…non capita in tutti i sogni di poter mangiare senza ingrassare – aggiunse.
Il preside la guardò un attimo stranito, ma poi le offrì delle bacchette di liquirizia che Ylenia divise con Ilaria al suo fianco. Quando si accorse di qualche sguardo insistente alzarono gli occhi.
- Chfe povlete? – chiese Ilaria con 83746293737 liquirizie in bocca.
- Stavamo facendo un discorso importante! – le ripresero gli altri mentre Ilaria e Ylenia continuarono a mangiare alzando le spalle con noncuranza.
- Mi scusi non è per lei – disse Ilaria verso il preside poi si rivolse agli altri – ma che stiamo facendo? Facciamo un sogno così bello e invece di divertirci che facciamo? Ascoltiamo questo qui discutendo sul fatto se sia davvero un sogno o siamo ritardati mentali! Puah! – fece prima di prendere un’altra bacchetta di liquirizia.
Il preside si strinse la radice del naso tra il pollice e l’indice e sospirò.
- E’ più difficile di quanto temevo – sussurrò, poi alzò la voce – insomma non sapete niente di niente della profezia? – chiese esasperato.
- Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive? – domandò ironicamente Laura.
McDovin le fece inaspettatamente una smorfia.
- In ogni caso, non credo voi dovreste sapere allora. Forse nemmeno siete voi – disse vago.
- Cosacosacosa? No, adesso ce lo dice! – si impuntò Fabiola.
- Io non sono tenuto a dirvi niente, per ora. Poi se i fatti lo richiederanno sarò il primo a darvi spiegazioni, davvero. – promise il signor McDovin.
- Per ora limitiamoci a occuparci del presente. Per questa sera potete arrangiarvi nel dormire tutti insieme nella Torre di Grifondoro, è la più grande. Poi domani mattina vedremo di procurarvi l’indispensabile. Fortunatamente Hogwarts possiede un fondo per gli studenti nelle vostre condizioni – aggiunse.
Qualcuno aprì la bocca per reclamare, ma il preside alzò una mano.
- Altolà! Qualsiasi altra spiegazione sono certo potrà aspettare domani mattina no? Dormiteci su ragazzi –
- In realtà no – disse Roberto – io devo andare in bagno. Non posso aspettare domani mattina –
McDovin ridacchiò. Che cazzarola si ride? Al bagno devo andarci veramente, pensò il ragazzo.
Poi il preside chiamò ad alta voce “Sir Nicholas”, e subito apparve un fantasma. O meglio il fantasma di Nick-Quasi-Senza-Testa.
- Potresti gentilmente accompagnare questi fanciulli alla Torre di Grifondoro. La Signora Grassa può far passare chiunque. L’anno non è ancora cominciato dunque non vi servirà nessuna parola d’ordine – aggiunse poi rivolto ai ragazzi.
Tutti si alzarono, tranne Anna che si stava appisolando già con la bava alla bocca. Fortunatamente Naomi con le sue maniere (torture) riuscì a svegliarla.
Si diressero tutti in silenzio verso la Torre di Grifondoro, tranne Andrea che aveva preso a parlare animatamente con il fantasma. Arrivati si buttarono subito sui letti e crollarono senza nemmeno dirsi la buonanotte, tutti avevano davvero troppe domande per la testa e parlarne tra loro non avrebbe fatto che aumentare la confusione.
E diciamolo, neppure l’eccitazione per la nuova avventura poteva competere con il caro e vecchio sonno.
E poi Cecilia aveva sparso sonnifero in polvere sulle bistecche spacciandolo per peperoncino.
Scherzavo!

O forse no?

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Capitolo 3
*** Diagon Alley ***


3° Diagon Alley

 
- Naomi smettila di maneggiare quella bacchetta o finirai per romperla! – la riprese Andrea.
- Beh, Nami è esperta nel rompere bacchette – commentò Alice ironica.
- Sì, infatti ha questo dono di infilarle nei posti più impensabili – continuò con un ghigno Ylenia. Sfottere Naomi era un passatempo che non l’avrebbe mai annoiata.
- Che ci vuoi fare. Io almeno le infilo da qualche parte – rispose stizzita.
Sì, Nami e la sua delicatezza onnipresente.
- Preferisco non infilarle da nessuna parte che finire con cinque cm di bacchetta nella gamba! – rimbeccò l’altra. Inutile dire che iniziarono a punzecchiarsi come al solito.
Il gruppo si trovava a Diagon Alley e obbligatoriamente come prima tappa si era posto Olivander (che poi si era rivelato il nipote dell’Olivander che conoscevano loro), così tutti e ventitré avevano la loro bacchetta finalmente. Tutti e ventitré. Già, i ragazzi però sono ventiquattro. Chi è lo sfortunato senza bacchetta?
- Mi scusi, ma le dico da tre ore che deve essere crine di unicorno! – strillò da dentro il negozio Michela.
Purtroppo Olivander per la scelta della bacchetta con lei ci stava mettendo più del solito. Aveva provato a rifilargliene perfino una con il nucleo di pelo di Kneazle, una sua ultima invenzione, ma nulla.
- Cara ragazza, il nucleo di crine di unicorno non è adatto a lei! Si vede un miglio! –
- E da cosa se mi è permesso chiedere?! – sbraitò Michela.
- Da cose che lei non può capire! Non ha mica studiato la sottile arte delle bacchette! –
Intanto fuori al negozio ad aspettare Michela erano rimasti Andrea, Roberto, Alice, Laura, Ylenia e Naomi (che avevano smesso di battibeccare e avevano iniziato a parlare di fan fiction). Gli altri si erano smistati qua e là per comprare le altre cose necessarie per il futuro anno scolastico. Era difficile gestirsi tutti insieme dunque per fare prima e godersi il più possibile Diagon Alley si divisero e si diedero come punto d’incontro il Paiolo Magico tra due ore. Non avevano molti soldi, il badget per ognuno era di soli dieci galeoni a testa, e il preside aveva detto di essere stato più che generoso intendendo la loro situazione. Intanto sette galeoni erano già stati spesi per le bacchette, restavano per ognuno tre miseri galeoni. Alice se li rigirò tra le dita e sospirò.
- Non mi sono mai sentita così povera –
Finalmente Michela uscì agitando soddisfatta la sua bacchetta.
- Acero con nucleo di crini di unicorno, dodici pollici, elastica! – annunciò felice.
A malincuore la ripose nella tasca come gli altri, poi scoccò un’occhiataccia a Naomi che teneva ancora la sua in mano.
- Mettila via, in teoria non penso che noi possiamo fare magie –
- Oh, in pratica penso di sì – rispose lei. Puntò la bacchetta verso Andrea e gridò “Paperante”.

I ragazzi cominciarono a ridere a crepacuore, tanto che Laura dovette appoggiarsi al muro per non cadere a terra per lo sforzo.
- Nami qualche problema? – chiese Andrea tra gli spasmi delle risate.
Naomi con i capelli elettrizzati e fumanti, la faccia nera e il respiro affannato sussurrò un”vaffanculo” tra i denti riponendo la bacchetta nella borsa, non in tasca. L’ultima volta aveva fatto una capriola con una bacchetta (finta si intende) e come sopracitato le era finita nella carne. Della serie “come infilarsi cinque cm di bacchetta in una semplice mossa”.
- Avanti ti serve solo un po’ di pratica! – la prese in giro Laura ridendo.
Roberto invece restava inorridito con un solo pensiero in mente.
Io farò molto peggio.
- Vi farò vedere io tra qualche giorno – sbottò la moretta.
Andrea si avvicinò ridendo e la prese sottobraccetto.
- Certo, certo – poi aggiunse rivolgendosi agli altri – ora dove andiamo? –
Laura tirò fuori un foglietto spiegazzato.
- Ci serve un calderone, un set di provette di vetro, un telescopio e una bilancia d’ottone – lesse.
- Perfetto, andiamo! –
Comprarono il necessario rimanente oltre vari ingredienti per fare pozioni. Alice fece cadere tutte le provette di vetro, ma per fortuna la signora del negozio sistemò tutto con un semplice reparo sotto lo sguardo brillante dei ragazzi.
- Non vedo l’ora di poter fare qualche incantesimo – si lamentò Michela.
- Già, pensate che bello! Magari poi potremmo formare una specie di ES e incontrarci nella Stanza delle Necessità per esercitarci! – fece entusiasta Andrea.
- Beh, speriamo di non averne bisogno. Insomma, non vorrei una Umbridge a scuola –
- Chi è quel pazzo che la vorrebbe? –
- Stocazzo – rispose Naomi. E tra le risate si diressero al Ghirigoro dove incontrarono gli altri.
- Ancora qui? – domandò Ylenia.
- Sì, ci abbiamo messo tanto perché Ilaria e Sara si sono perse a Notturn Alley e per trovarle è stata un’avventura – sospirò Claudio, poi guardò Naomi – cosa hai fatto alla faccia? – chiese allarmato.
- Lasciamo perdere – rispose lei.
 Ilaria e Sara intanto per evitare domande riguardo alla loro sparizione fischiettavano facendo finta di trovare interessante un libro dalla copertina mezza rotta. Alla fine ordinarono tutti insieme i libri, e comprarono anche varie pergamene e piume. Dovettero far uscire a forza dal negozio Fabiola e Cecilia che si erano impuntate di voler comprare rispettivamente una piuma di ippogrifo reale e un inchiostro “cambia colore a seconda del tuo umore”.
Decisero anche di voler comprare tutti insieme una bel gufo che dopo mezz’ora si decisero a chiamare Nessuno. Già, fantasia portami via.
- Così non dovremmo usare quelli della scuola e nessuno potrà intercettare le nostre lettere – disse cauto Claudio.
- Beh sì, perché abbiamo così tante persone a cui mandare lettere fuori da Hogwarts – fece Elisa che si era trovata in disaccordo per quell’acquisto.
- Che ne sai, magari ci facciamo qualche amico di piuma – scherzò Ilaria.
Non l’avesse mai detto!
Naomi e Ylenia si guardarono e scoppiarono quasi a piangere buttandosi a terra e ripetendo come forsennate (l’esorcista era nulla al confronto, credetemi): “Söreeeeen”.
Si aggrapparono alle gambe dei loro compagni facendosi trascinare.
- Voi non capite! Non potremo leggere il prossimo capitolo! Lily è a Durmstrang! – pianse Ylenia.
- Io volevo leggere cosa succedeva tra Al e Tom! Cioè, dopo quello che avevano fatto! Non è possibile! Come farò adesso ad andare avanti?! – strepitò Naomi.
Ci vollero ben venti minuti per calmarle, riuscirono a farlo solo grazie a Fabio. Il ragazzo infatti promise che, a costo di andare alla Londra babbana a cercare qualche internet point, oppure di farseli mandare stampati per posta, avrebbero letto i prossimi capitoli.
Peccato che Fabio promise anche agli altri che avrebbe imparato al più presto come effettuare un oblivion e tutto si sarebbe risolto per bene.
*
Quella giornata ad Hogwarts era stata più difficile del previsto. I nostri cari, matti, bellissimi, underground ragazzi non erano riusciti a riposarsi un momento. Appena tornati erano stati dal preside che gli aveva fatto avere un foglio con le lezioni che avrebbero dovuto seguire fino al 31 Agosto, avrebbero dovuto recuperare sette anni in pochi giorni, l’unica loro fortuna era che conoscevano bene quel mondo e gli incantesimi, almeno la teoria quindi avrebbero dovuto sì lavorare sodo, ma il risultato sarebbe stato soddisfacente. Inoltre erano super eccitati di poter finalmente cominciare ad imparare qualche cosa, era un sogno che si realizzava.
Poi McDovin contattò degli ex-studenti per procurarsi delle vecchie divise, per il fatto che non avevano abbastanza soldi per comprarne di nuove. Per ora ne aveva procurate diciassette che gli sarebbero arrivate il prima possibile.
Per di più dovettero cucinare anche il pranzo e la cena.
- Gli elfi domestici sono in vacanza, torneranno qualche giorno prima dell’inizio dell’anno scolastico – si giustificò il preside che con la scusa mangiò il cibo preparato da Naomi, Andrea e persone competenti. Tutto sotto lo sguardo vigile di Alba che non faceva che ripete “La carne ben cotta, mi raccomando, ben cotta!”, poi nominò qualche malattia dal nome incomprensibile che prendeva a chi mangiava la carne cruda o cotta male. Del resto si procurò una “mattarellata” leggera in testa da Naomi seguita da una serie di minacce che si sarebbero avverate se non avesse lasciato la cucina immediatamente.
 Alice, Ylenia e Noemi stettero a lavare i piatti fino a tardi invece date le loro scarse capacità culinarie. Nonostante tutto riuscirono magicamente a rompere due piatti e tre bicchieri; che volete farci? Anche loro avranno delle qualità che ancora dovranno scoprire, sono solo nascoste.
Ben nascoste.
Così nascoste che sono quasi inesistenti.
In ogni caso per i ragazzi non fu una giornata facile per questo quando si sdraiarono sui letti del dormitorio erano stanchi stremati.
- Ho un sonno tremendo. Ceci non è colpa tua vero? – domandò sospettosa Michela.
- Io? Ma ti pare? Io non metterei mai del sonnifero nel succo di zucca con cui abbiamo brindato! – rispose calma.
- Cecilia! – la ripresero in coro tutti.
- Stavo scherzando – rise lei – in ogni caso ci conviene seriamente dormire, domani abbiamo sei ore di lezioni con McDovin e ci presenterà anche il nuovo professore che ci farà lezione questi giorni – disse concludendo con uno sbadiglio.
- Se non sbaglio sarà lo stesso di Difesa contro le Arti Oscure giusto? –
- L’ha detto? Non lo so, ero intenta a guardargli un pezzettino di verdura che gli era rimasto nei denti, l’hai notato? –
- Giorgia, che schifo, stavo per addormentarmi! – fece Stefano.
- Allora non pensare a Lalala che balla la baciata – continuò lei.
- Posso rinnegarvi come amici? – se ne uscì Roberto.
- Per me è la cipolla – anonimo nel caos del dormitorio.
Tra una chiacchierata e l’altra, qualche cuscinata e dolci rotti all’orecchio i ragazzi pian piano si addormentarono ignari che sarebbero stati risvegliati dopo due ore dall’urlo di Michela che scambiò il fantasma del Frate Grasso per un molestatore.
Le sorprese ad Hogwarts non finiscono mai, pensarono.
Non avevano idea di quanto avessero ragione.

- Che palle! Chi è che ha mollato?! – 

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Capitolo 4
*** First Spells ***


4° First Spells

- Anna mi passi il caffè per favore? – chiese Laura indicando la caffettiera. Anna ancora assonnata prese un cucchiaino e glielo passò con noncuranza. L’altra lo prese tra il pollice e l’indice facendolo dondolare lentamente.
- Questo sì che è un caffè eh – la prese in giro ironica. Andrea sospirò e finalmente presa la caffettiera gliela passò.
Questo era il clima che regnava all’alba nella Sala Grande. I ragazzi dopo essere stati svegliati dall’urlo di Michela iniziarono a chiacchierare e fare qualche magia fino all’aurora quando venne Nick-Quasi-Senza-Testa per svegliarli. Avevano trascorso una notte insonne praticamente. Alice si stava addormentando in una posa contortissima e con la bacchetta su per il naso (è un mistero come ci sia riuscita).
Quando il Frate Grasso volteggiò sopra la tavolata per dargli il buongiorno Michela represse un brivido in ricordo della nottata.
- Sembra Berlusconi – constatò.
- Cosa?! Silvio è bello e non è…così grasso – fece Ylenia indignata.
Andrea invece rise e sporgendosi verso Michela le sussurrò all’orecchio “Hai offeso il Frate Grasso” mentre Ylenia li fissò con gli occhi assottigliati. Poi afferrò pericolosamente la forchetta con cui Cecilia stava mangiando.
- La vedi bene questa forchetta? Perché adesso potrebbe finirti su per –
- Buongiorno ragazzi – disse una voce profonda dietro la ragazza che si zittì immediatamente, non era come Naomi che non si faceva problemi ad essere volgare perfino con una suora. E qui a proposito di suore e le teorie di Naomi ci sarebbe un altro lungo discorso da fare, ma anche questa è un’altra storia.
Ylenia che aveva ancora la forchetta in mano si girò velocemente e la lanciò dietro di sé con ancora un pezzo di salsiccia attaccato.
- Ahia! – si lamentò Giorgia che aveva ricevuto casualmente la posata in testa che le si impigliò tra i capelli.
Quando Ylenia si era girata aveva incontrato dei profondi occhi azzurri che guizzavano velocemente sui loro volti.
Noemi fece cadere il coltello con cui stava spalmando il burro. “Sono morta, sono in Paradiso e questo è un angelo” pensò mentre i pensieri che formulava erano tutt’altro che casti.
 
Si accorse di avere la bocca aperta quando l’uomo iniziò a parlare. Anche le altre ragazze (e qualche ragazzo) avevano reagito allo stesso modo tanto che Ilaria non si rese conto di star versando succo di zucca sul tost di Claudio, mentre Giorgia lasciò il pezzo di salsiccia tra i capelli mentre iniziò a pettinarsi con la forchetta.
Naomi, Roberto, Fabio, Ylenia, Michela, Cecilia e Sara invece erano gli unici che continuavano a mangiare tranquillamente.
-…tutto chiaro? – chiese l’uomo.
“Sì, ci manca solo tutto il discorso prima”
- P-potrebbe ripetere per favore? – chiese Fabiola schiarendosi la voce.
“Mi ci gioco la bacchetta che questo ha sangue Veela” pensò invece Elisa.
L’uomo sospirò, ma sorrise.
- Sono il vostro professore per questi giorni. Devo prepararvi in vista dell’esame che affronterete prima dell’inizio dell’anno scolastico, il preside mi ha informato della vostra situazione. Dato che avremo moltissimo da fare e purtroppo non disponiamo di una gira tempo…dobbiamo sbrigarci. Ah scusatemi, io sono Jude Gray, ma per favore chiamatemi Jude e non datemi del lei, non sono molto più grande di voi dopotutto – disse presentandosi poi li guardò tutti velocemente – mi ci vorrà un po’ per imparare i vostri nomi però – poi senza abbandonare il sorriso si portò una mano dietro la nuca imbarazzato.
- Mi dispiace dovervi interrompere la colazione, ma abbiamo davvero poco tempo e devo illustrarvi il programma – aggiunse infine.
I ragazzi, che non aspettavano altro che poter finalmente fare qualche magia, si alzarono subito entusiasti, Alice si alzò sfilandosi la bacchetta dal naso e perfino Anna aveva abbandonato l’espressione da pesce lesso post-sveglia con una eccitatissima. Roberto invece cercava di mostrare un’espressione interessata quando in realtà l’unica cosa che voleva era tornare a casa. Quella nel mondo reale.
- Grazie, seguitemi per favore –
Jude s’incamminò con passo veloce fuori la Sala Grande seguito da tutto il gruppo che aveva già tirato fuori le bacchette, da quella di Ilaria uscivano bolle di sapone mentre da quella di Stefano a intervalli irregolari qualche scintilla colorata. Il professore li guidò anche fuori il portone principale di Hogwarts e finalmente i ragazzi poterono ammirare lo splendore del lago nero, il Platano Picchiatore,il campo di Quidditch. L’altra volta per andare a Diagon Alley McDovin li aveva scortati per un passaggio segreto che sbucava a Mielandia e da lì avevano preso la Polvere Volante per arrivare al Paiolo Magico quindi non avevano potuto vedere ancora l’esterno di Hogwarts.
- La capanna di Hagrid! – indicò felice Fabiola. In lontananza una coltre di alberi e fitta vegetazione delimitava la zona della Foresta Proibita. Per un attimo temettero che il professore li avrebbe fatti allenare nella Stamberga Strillante, ma poi si fermò vicino al Lago Nero.
- Essendo una bella giornata ho pensato che vi avrebbe fatto piacere godervi anche un po’ di Sole – disse prima di estrarre la sua bacchetta. Poi li fece sedere disponendoli in cerchio e consegnò ad ognuno un foglio: l’orario delle lezioni. Erano le più essenziali, per esempio non c’erano Antiche Rune o Babbanologia, ma Incantesimi, Difesa contro le Arti Oscure, Storia della Magia, Pozioni, Trasfigurazione e Cura delle Creature Magiche.
- Il programma che svolgerete con me sarà solo quello pratico, quello teorico dovrete farlo da soli, ma per qualsiasi chiarimento potrete chiedere a me ovviamente. Inoltre anche se darete un esame quando inizia l’anno scolastico dovrete seguire lo stesso altre lezioni extra per mettervi in pari con i vostri compagni – annunciò Jude.
- Mi scusi ehm…Scusa Jude, ma in che anno siamo stati assegnati? – chiese Andrea.
- McDovin pensa al quinto, ma non si possono fare congetture fino all’esame. In ogni caso qualunque sia l’anno a cui siete stati assegnati se è troppo si può retrocedere oppure avanzare – li informò.
Fabiola aprì bocca per fare una domanda, ma Jude alzò una mano.
- Avremo tutto il tempo per le domande, ora dobbiamo allenarci –
Guardò i ragazzi sorridendo.
- Iniziamo con un incantesimo di Levitazione che è l’ABC per ogni buon mago. Questo genere di incantesimo serve appunto per far levitare gli oggetti, prima ci alleniamo con gli oggetti leggeri e dopo con quelli più pesanti. Questo è il movimento da fare – e eseguì la rotazione del polso – e dovrete pronunciare chiaramente queste parole “Wingardium Leviosa” – disse facendo levitare il foglio davanti a lui.
- Provate voi –
Come già detto in precedenza la sera prima i ragazzi avevano già provato qualche incantesimo e stranamente con successo. Ovviamente il Wingardium Leviosa rientrava tra quelli. Così visto che sapevano già eseguirlo presero a scherzare un po’. Stefano prese ad agitare la bacchetta alla rinfusa.
- Wingardium Leviosà –
Laura che sedeva vicino a lui rise e stette al gioco fermandogli la mano.
- Fermo, fermo, fermo. Così caverai un occhio a qualcuno. Per di più sbagli pronuncia…- iniziò.
- E’ LEVI-O-SA, NON LEVIOSA’! – finirono in coro gli altri. Poi risero sotto lo sguardo sconcertato del professore. Fabiola si sentì in dovere di chiarire.
- Quest’incantesimo lo sappiamo già eseguire, ci siamo allenati un po’ stanotte –
Jude li guardò affascinato.
- Davvero? Quali altri sapete fare?- chiese curioso. Naomi si alzò felice.
- Anche il Pietrificus Totalus e altri piccoli incantesimi. In realtà è stato piuttosto semplice, ci sono venuti tutti ai primi tentativi – disse, alzando la testa, orgogliosa. Andrea che le sedeva accanto le afferrò il polso per farla tornare a sedere.
- Non rompere i coglioni – scherzò lei scrollandoselo.
- La smetti di essere così volgare anche in queste condizioni?! – la riprese Ylenia.
Come al solito iniziarono a punzecchiarsi fino a che Alice e Andrea dopo essersi scambiati uno sguardo complice puntarono le bacchette rispettivamente sulle due ragazze.
- Silencio – pronunciarono insieme. Ylenia spalancò la bocca e poi arrossì mentre Naomi prese a “strillare” ancora di più gesticolando verso Ylenia e finì per fare un pizzico ad Andrea.
- Ragazzi per favore – li rimproverò Jude, ma con gli occhi che brillavano affascinato dall’incantesimo svolto da Alice e Andrea, poi si grattò il mento pensieroso.
- Direi che in incantesimi siete abbastanza avanti. Quindi iniziamo con Trasfigurazione – disse, poi liberò Ylenia e Naomi dall’incantesimo Silenziante. Jude fece vedere come trasfigurare un filo d’erba in un ago e quello decisamente i ragazzi non sapevano farlo. Ma come successo la sera prima non ci misero molto ad impararlo.
Alice si rigirò pensierosa la bacchetta tra le mani.
- Com’è possibile che sappiamo già eseguire questi incantesimi? – chiese. Tutti si zittirono curiosi e si girarono verso Jude.
- Non ne sono sicuro, ma forse dipende dalla vostra età, avete senz’altro un livello di magia maggiore per svolgere questi incantesimi rispetto ad un ragazzo di undici anni, anche se è difficile padroneggiare e controllare la magia senza esperienza e pratica. Poi McDovin  mi ha parlato ovviamente della vostra provenienza e…- improvvisamente smise di parlare e una strana scintilla gli passò negli occhi.
- Vorrei provare una cosa – disse.
“Quello che vuoi se lo chiedi così” pensò Martina.
- Cosa? – chiese curiosa Ylenia.
- Avete provato a svolgere incantesimi più complessi? –
Ylenia rise e indicò Naomi.
- Nami ha provato a fare un “paperante” e…come è andata? – chiese con finta ignoranza dell’accaduto.
- Vaffanculo! Non sapevo neanche la teoria! – rispose educatamente.
- Moderiamo il linguaggio, per favore. Comunque che razza di incantesimo è “paperante”? -  domandò sedendosi anche lui.
- Boh, lo abbiamo trovato in wikipedia, Andrea dice che è nei videogiochi. Ti trasforma in una papera giusto? –
Jude li guardò a bocca aperta incerto se ridere o no, senza parole. Poi si schiarì la voce.
- Non so che dire in realtà. Il vostro modo di esprimervi è decisamente singolare. In ogni caso un incantesimo del genere non esiste. Una persona può essere trasformata in papera solo con un incantesimo di trasfigurazione avanzato – disse sicuro.
- E lei che ne sa, scusi? – fece Ylenia dandogli di proposito del “lei”. – Voglio dire, non è che perché è un insegnante conosce tutti gli incantesimi esistenti no? –
- Non esiste e basta – proferì. Ylenia gonfiò le guance offesa e decise mentalmente che avrebbe fatto delle ricerche in merito all’incantesimo.
- Comunque prima dicevo che volevo provare una cosa. Mi piacerebbe vedere se sapete fare un incantesimo di Disarmo – pronunciò.
- Di già un “Expelliarmus”? – domandò scioccata Fabiola – non è possibile –
- Ho una teoria. Per favore, provateci – insistette Jude. Poi li guardò velocemente.
- Tu come ti chiami? – apostrofò in direzione di Ylenia.
- Stocazzo – sussurrò Naomi, per fortuna Jude non la sentì al contrario degli altri che la ripresero con un’occhiataccia.
- Ylenia – rispose la ragazza.
- Va bene, Ylenia, alzati per favore. Prova a disarmarmi – disse alzandosi anche lui e spalancando le braccia per mostrarsi indifeso.
- E-expelliarmus – pigolò la ragazza puntando la bacchetta senza convinzione.
Jude scosse velocemente la testa mentre Naomi rideva senza ritegno.
- Devi essere più convinta, non vergognarti. E poi devi svolgere velocemente e determinatamente questo movimento – disse muovendo la bacchetta. – Riprova –
- Expelliarmus – riprovò Ylenia, ma ugualmente senza successo. – Non ci riesco, sono in soggezione davanti a tutti! – si giustificò.
- E quando ti troverai davanti a un nemico o all’esame dirai di essere in soggezione? – la riprese serio.
“Mi stai già sulle palle” pensò la bionda.
- Sono solo due tentativi che ho fatto, non può pretendere che riusciamo già a fare un incantesimo di questa portata! –
- A quanto sembra tu no. Tranquilla, puoi tornare seduta. Semplicemente da quello che ho visto mi aspettavo di meglio- continuò.
Ylenia umiliata, ancora prima di alzare la bacchetta seppe che stavolta avrebbe eseguito l’incantesimo in modo corretto. Poté sentire perfettamente la magia fluire dal centro del petto fino a irradiarsi nelle vene del polso. Eseguì velocemente il movimento puntando la bacchetta contro il professore.
- Expelliarmus! – gridò decisa. La bacchetta di Jude schizzò via dalla mano e volò in alto fino a cadere a qualche metro di distanza, il proprietario senza congratularsi andò a riprenderla. Ylenia gli diede le spalle e sorrise prima di rimettersi seduta.
- Fuck yeah – disse solo.
Provarono anche gli altri prima di andare a pranzo. Alice si rivelò essere un po’ come Ylenia, mentre con sorpresa Naomi era riuscita al primo tentativo tanto che Jude quasi saltava dalla felicità quando con successo la ragazza eseguì anche un debole Schiantesimo. L’unico ad avere dei grossi problemi fu Roberto. Infatti già non gli riuscivano per niente bene i piccoli incantesimi, figuriamoci quelli avanzati.
- Io la magia non la sento proprio – brontolò con l’umore sotto ai piedi.
- Forse sei tu che non la vuoi sentire – disse Michela prendendogli la mano.
- La verità è che non riesco a capire che cosa ci faccia io qui. Io odio Harry Potter – continuò mentre si avviavano verso il castello.
- Ma questo non è Harry Potter, è Hogwarts. E troveremo il motivo per cui siamo finiti qui. Te lo prometto. – disse Michela abbracciandolo.
Il gruppo più avanti stava giocando a fare le facce brutte a Ilaria ogni volta che si girava fino a che la ragazza li scoprì.
- Nami che fai per pranzo? – chiese Ylenia affiaccandosi a lei e prendendola a braccetto.
- Quante volte ti ho detto di non chiamarmi Nami? Sei proprio una leccaculo – proferì la mora mentre l’altra strusciava ruffiana la testa sul suo braccio. Poi se la scrollò e si girò verso Jude.
- Rimani con noi a pranzo?- chiese.
- No, grazie. Ho un appuntamento ad Hogsmeade, sarà per la prossima volta. Vado un attimo da McDovin, scusatemi – si congedò.
“Meglio, cucino di meno” pensò Naomi mentre Anna insieme a Noemi si disperavano perché Jude aveva un appuntamento con sicuramente una ragazza altrettanto Veela.
- Allora che fai per pranzo? – insistette nuovamente Ylenia.
- Quello che vuoi tu, va bene!? – fece esasperata.
- Grazieeee! – disse la ragazza saltellando mentre pensava di andare in biblioteca a cercare una pozione dimagrante.

*

Jude assicurò di aver chiuso bene la porta del suo ufficio e tirò fuori una pergamena. Si mise seduto velocemente e intinse la piuma nell’inchiostro. Guardò un attimo fuori dalla finestra per pensare le giuste parole da scrivere, non poteva rischiare se fosse stata intercettata.
Sono loro. Attendo istruzioni.
Scrisse senza mettere la propria firma, ma solo il timbro di Hogwarts. Poi soffiò per asciugare l’inchiostro e chiamò il suo gufo.
- Sai dove andare – disse soltanto aprendo la finestra. E rimase lì fino a che il volatile sorpassò il cancello della scuola.




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Lo so, è il capitolo più di cacca che mi sia uscito x°D E' inutile e non fa ridere, in compenso è lungo, dai! Mi rifarò con il prossimo, promesso ç.ç

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Capitolo 5
*** Exams ***


5° Exams

Erano passate due settimane da quando i ragazzi si ritrovarono catapultati nel mondo magico ed erano state le due settimane più underground e allo stesso tempo più stancanti che i ventiquattro ragazzi ebbero mai vissuto. Si alzavano ogni mattina all’alba perché avevano lezioni con Jude (con cui inoltre avevano legato molto), il pomeriggio dovevano studiare fino a sera Storia della Magia e la teoria di Erbologia (di cui l’esame sarebbe stato invece pratico) e Cura delle Creature Magiche; la sera crollavano a letto non appena mettevano piede nel dormitorio, roba da fare invidia ai sonniferi di Cecilia.
In compenso i risultati si vedevano eccome. In incantesimi erano diventati bravissimi per non dire eccezionali, tant’è che Jude decise di mettere da parte per un po’ la materia (tranne che per Roberto) per avvantaggiarsi su Difesa Contro le Arti Oscure (nella quale solo Naomi riusciva a evocare sempre gli incantesimi) e Trasfigurazione, un vero tallone d’Achille per tutti tranne che per Andrea; sorprendentemente a pozioni erano chi più e chi meno accettabili. Ovviamente ognuna prediligeva qualche materia in particolare, ad esempio Michela si ritrovò totalmente affascinata da Cura delle Creature Magiche, si era fissata di voler incontrare un unicorno.
Quel giorno si erano un po’ divisi per studiare organizzando dei gruppi di studio, era difficile studiare in ventiquattro persone dopotutto.
Ilaria sbuffò e girò una pagina delle schede con gli appunti che Jude si era premurato di dare a tutti per aiutarli con il programma.
- Nemmeno per l’esame di maturità ho sgobbato così tanto – sospirò Alice mentre giocava con una ciocca di capelli. Naomi alzò gli occhi dai suoi appunti.
- Pensa che io nello studio non ho mai sgobbato – poi lanciò le schede all’aria. – Odio studiare. E questa storia non è molto diversa da quella che studiavo a scuola –
- Certo, per la semplice differenza che i babbani usavano gli archibugi e i maghi le bacchette? – chiese Ylenia mentre scribacchiava qualcosa.
- Più o meno. Che cazzo è un archibugio? –
- La prima arma a fuoco portatile inventata nel XV secolo – rispose meccanicamente rimanendo concentrata sugli appunti, poi posò la piuma e soffiò sulla pergamena. Intanto l’inchiostro le aveva lasciato tante piccole macchie sulle mani, scrivere con la piuma si era rivelato abbastanza difficile e complicato.
- Cos’è? – chiese Ilaria sporgendosi per leggere. Ylenia sorrise soddisfatta porgendole la pergamena.
- Tutte le date di Storia della Magia, se so queste riesco a ricordare tutto – rispose.
- Beata te – disse Ilaria e come Naomi lasciò perdere gli appunti e si sdraiò sull’erba all’ombra dell’alto albero lontano dalla riva del Lago Nero.
- Dovremmo farci un bel bagno prima dell’esame – pensò ad alta voce.
- NEL LAGO?! SPERO STAI SCHERZANDO! – urlò Ylenia alzando di un’ottava la voce. La rossa ghignò.
- Paura della piovra? –
- La piovra è l’ultimo dei miei pensieri! Il lago è pericoloso di per sé! – disse percorsa da un brivido. Naomi si alzò entusiasta.
- Facciamolo! –
- NO!! – anche Ylenia si alzò afferrandola per un braccio. – Non farlo, ti prego, non farlo! Ti passo il compito all’esame se non lo fai – la supplicò. La mora alzò un sopracciglio.
- Calma, non c’è bisogno di arrivare a tanto, e la piuma all’esame è anticopiatura se non ricordi – commentò. Si risedette sorridendo mentre Ylenia tirava un sospiro di sollievo. Era circondata da persone pazze che volevano commettere continuamente follie.
- Dov’è Michela? Doveva aiutarmi con questa paragrafo di Cura delle Creature Magiche! – si lamentò Alice.
- E’ ad aiutare Roberto, lui sì che sta messo male con tutte le materie –
- Non vorrei essere al suo posto nemmeno per cento galeoni – disse Naomi.


- Ok, ho detto una cazzata, andrebbero bene anche dieci galeoni – si riprese. Le ragazze scoppiarono a ridere.
- Fa strano essere in poche, sono abituata ad avervi sempre tutti intorno – esordì Laura.
- Per me è il paradiso e se non si è capito: IO STO CERCANDO DI STUDIARE – sbottò Fabiola che era rimasta tutto il tempo in silenzio. Le altre ridacchiarono in silenzio e tornarono a studiare (altre semplicemente guardare) le loro pergamene.

*

- E’ inutile, ci siamo da ore, non ci riesco! – sbottò Roberto buttando la bacchetta a terra e sedendosi imbronciato su una panca.
- Stai facendo il bambino – commentò Michela, poi si chinò a terra e raccolse la bacchetta che il suo ragazzo aveva lanciato.
- Allora significa che sono un bambino! Contenta? –
Michela prese un profondo respiro per evitare di arrabbiarsi e peggiorare la situazione. Si mise seduta accanto a Roberto tenendo però ancora la sua bacchetta. Si sentiva impotente perché non riusciva ad aiutarlo eppure ce la stava mettendo tutta. Il ragazzo al suo fianco batteva furiosamente il piede a terra.
-E’ così brutto stare qui? – chiese la rossabiondamora voltandosi verso di lui.
- Non è questo – si alzò. – Lascia perdere, tu non capisci – fece per andarsene, ma Michela lo imitò e lo trattenne per un braccio.
- Ti prego, non tagliarmi fuori – disse usando un tono duro nonostante la supplica. Peccato che Roberto fosse fuori di sé, si scrollò con forza e uscì dall’aula lasciandola lì da sola. Sapeva che era lui a sbagliare, ma non poteva lasciarlo solo in un momento del genere. Nonostante questo i suoi piedi non si mossero di un centimetro da dov’erano.
Dopo un tempo indefinito Andrea passò davanti all’aula, si fermò, aveva in mano un contenitore.
- Ecco dov’eri! Ti ho cercata dappertutto! Sono arrivato fino al gruppo al Lago per sentirmi dire che eri qui ad aiutare Roberto – disse, poi si guardò intorno. – A proposito, dov’è? – chiese innocentemente. Appena sembrò notare l’espressione della ragazza e l’assenza del ragazzo intuì che qualcosa non andava.
- Avete litigato? – domandò tristemente. Michela annuì semplicemente, non c’era nulla da aggiungere. Il suo amico sospirò e aprì il contenitore tirando fuori un muffin, poi glielo porse.
- Tieni, li ho fatti prima –
La sua amica alzò un sopracciglio.
- Da quando distribuisci muffin per il castello? – chiese ironicamente. Andrea gli sorrise radioso e alzò la testa.
- Da quando sono l’unico insieme a Cecilia, Laura, Ylenia e Fabio ad aver finito il programma –
- Beato te – sospirò la ragazza dopo aver dato un primo morso al muffin che si rivelò essere alla zucca.
- Ti manca così tanto? – chiese il mor…ehm…Andrea.
- Dimentichi che io vado per due? – sorrise triste – Ho paura che tutti voi sarete assegnati ad un anno mentre io e Roberto finiremo ad uno inferiore, o peggio bocciati – rivelò finalmente la paura che la perseguitava dall’inizio. Poi gli raccontò di quello che era successo e Andrea gli tolse severo dalle mani il quarto muffin.
- E sei ancora qui? – la rimproverò tirandola piano per un braccio. Michela soppesò un attimo quella domanda e guardò fisso negli occhi il suo amico. Andrea si poteva definire davvero un Amico con la a maiuscola, la aiutava sempre e non solo a lei! Mentalmente si augurò che anche lui trovasse una persona che si sarebbe presa cura di lui e lo avrebbe amato come meritava. Era davvero un ragazzo d’oro.  Poi allungò una mano cercando di riappropriarsi del suo muffin, ma Andrea la allontanò.
- Va da lui. Ora. – disse in quattro parole.
Michela non se lo fece ripetere e stavolta i piedi si mossero da soli velocemente verso l’uscita.
 

Non ci volle molto a trovare Roberto, lo trovò nella Sala Comune di Grifondoro a leggere un libro che si rivelò essere Le Forze Oscure: guida all’autodifesa di Quentin Trimble. Michela sorrise intenerita e appena il ragazzo incrociò i suoi occhi li riabbassò subito tornando alla lettura.
- Non vorrai farmi credere che ti interessa – disse Michela sedendosi vicino a lui e indicando il voluminoso libro.
L’altro si limitò ad alzare le spalle, ma lo chiuse con uno scatto.
- Non sono arrabbiato con te, ma con me stesso. E…davvero io non ci riesco, ci provo sul serio – confessò tutto d’un fiato.
- Anche Ylenia e Alice non sono molto brave – lo incoraggiò. Lui alzò gli occhi al cielo stavolta e dopo le regalò un sorriso appena accennato.
- Sì, ma loro ogni tanto ci riescono –
All’improvviso a Michela venne un’idea. Aveva funzionato con Ylenia, avrebbe funzionato anche con Roberto, o almeno così sperava.
- Sai stavo pensando che probabilmente davvero tu non riuscirai mai a fare qualche incantesimo, peccato. Vorrà dire che non saremo assegnati allo stesso anno – disse mentre il ragazzo sbarrò gli occhi, poi continuò cercando di usare un tono duro. – Chissà chi saranno i miei compagni, dicono ci sono un sacco di maghi con un sacco di potenziale –
Roberto cominciò a diventare rosso in viso e a stringere la bacchetta che prima Michela aveva casualmente lasciato lì sul divano.
- Michela – l’avvertì.
- Magari loro sapranno eseguire un semplice expelliarmus. Quasi quasi mi faccio dare ripetizioni – disse.
Una strana luce passò per gli occhi di Roberto che si alzò e puntò la bacchetta lontano da loro.
- Reducto! – urlò facendo finire il tavolo in polvere con un forte boato.
- Lo sapevo! – squittì Michela abbracciandolo con slancio, e poi lo baciò dolcemente. Roberto sorpreso rispose al bacio, poi quando si staccarono per mancanza di ossigeno rimase un attimo imbambolato.
- Come ho fatto? –
La ragazza rise e gli tirò una ciocca di capelli.
- Dovevi semplicemente essere più convinto –
Poi sorrise.
- Non posso crederci, ce l’ho fatta! – rise. Festeggiarono per qualche minuto fino a quando Roberto preoccupato indicò ciò che rimaneva del tavolo.
- Quello non lo sistema nemmeno un reparo. Come lo spieghiamo? –
Michela ancora felice alzò le spalle incurante.
- Nami – disse solo.

*

Puntuale come un orologio svizzero il primo esame di Pozioni, Difesa Contro le Arti Oscure e Incantesimi arrivò alle porte. Per fortuna andò più o meno tutto bene. Ylenia, Alice e Roberto vacillarono un po’ nell’esame pratico di Difesa, tuttavia si rifecero con quello di Incantesimi e Pozioni. Naomi riuscì perfino ad evocare un patronus (non ancora corporeo) sotto lo stupore dei commissari e l’invidia dei compagni. Fabiola, Laura e Cecilia eseguirono tutti e tre gli esami in modo eccellente e Ilaria si impegnò al massimo in Pozioni ricevendo anche dei complimenti per aver creato un’ottima Pozione della Pace.
I prossimi esami furono quelli di Trasfigurazione e Erbologia. Andrea fu l’unico a trasfigurare perfettamente il tavolino in una sedia, mentre al tavolino di Alice spuntarono peli ovunque e le zampe iniziarono ad eseguire una specie di tarantallegra, tant’è che l’esame venne sospeso per il tempo di sbarazzarsene. In Erbologia (nonostante non avevano mai svolto la pratica) andarono tutti bene a parte Claudio  e Alba. Il primo poverino che svenne mentre rinvasava una mandragola obesa, la seconda si rifiutò di avvicinarsi alle piante urlando come un’isterica che le avrebbero trasmesso una malattia dal nome iscrivibile. Inutile dire che i ragazzi lo additarono tutto il giorno come Neville Paciock, Michela fece un ottimo esame di Cura delle Creature Magiche portando un approfondimento sugli unicorni.
L’ultimo esame da svolgere fu quello tanto temuto di Storia della Magia, Naomi e Roberto saltarono un po’ di domande qua e là e ricevettero anche un rimprovero perché stavano cercando di copiare dal compito di Fabio che stava davanti. Finito l’esame Andrea incendiò tutti gli appunti per sfogarsi mentre da una parte Ylenia, Cecilia, Fabio, Laura e Fabiola parlavano dell’esame appena svolto confrontando le risposte.
- Oddio credo di aver scritto troppo, ho inserito anche la rivolta dei centauri – si lamentò Ylenia.
- Pensa a chi ha scritto invece troppo poco come la sottoscritta. Per disperazione ad una domanda che mi chiedeva chi avesse ucciso Pipino il Chiromante ho risposto che io la spia non la facevo! – disse Naomi strappando qualche filo d’erba.
Tutti e ventiquattro si erano radunati fuori a godersi gli ultimi raggi del Sole estivo. Finalmente ora che gli esami erano finiti avevano un attimo di pace, da quando erano ad Hogwarts non avevano fatto altro che eseguire gli ordini di McDovin, fare lezioni con Jude, pulire il castello con Trospel (il loro famoso Gazza, o come lo chiamava Michela “vecchio ciccione”) e studiare, quello era il primo giorno che potevano fare davvero quello che volevano.
- Hey Jude! – salutò Fabio in lontananza al professore che si avvicinava.
- Ciao ragazzi, volevo complimentarmi con voi per gli esami – si congratulò sorridendo.
- Tu sai come sono andati? – chiese Alice curiosa. Jude alzò le mani.
- Non posso dirvi nulla. Però ho una proposta –
I ragazzi lo ascoltarono curiosi in silenzio.
- Il preside mi ha dato il permesso per accompagnarvi a Hogsmeade per festeggiare la fine degli esami! –
- Evviva! – esplosero in un urlo i ragazzi alzandosi in piedi, Ilaria e Ylenia improvvisarono anche un balletto.
Finalmente avrebbero potuto assaggiare la vera burro birra, i dolci di Mielandia e i pasticcini di Madama Piediburro.
- Quando possiamo andare?! – chiesero eccitati.
- Il mio piano era di andare subito per tornare stasera e – esitò sorridendo complice – assistere al vostro smistamento – rivelò.
I ragazzi esplosero in un secondo urlo di gioia e iniziarono subito a confrontarsi sulle loro case preferite. Troppe emozioni in un solo giorno, decisamente.
- Ora la domanda è sarai una Corvonero o una Tassorosso? – chiese Ylenia in direzione di Naomi che gli rispose con il dito medio.
- Buone, non ricominciate – fece Jude ormai abituato ai quotidiani battibecchi tra le due – piuttosto vi va di andare? –
Si alzarono tutti in piedi per risposta e presero a camminare in direzione dei cancelli. Naomi che era a capo del gruppo cantava una canzone sulle mummie e su bracci scomparsi, mentre Andrea se ne andava in giro a chiedere “scusa, me la tocchi la medusa?”. Sì, questa era la loro normalità. Poi Ylenia prese sottobraccio il ragazzo e iniziarono ad urlare “Rubano!” aggiungendo alla parola 3648263 B come due scellerati. Appena la canzone sulle mummie finì anche Naomi si accostò a loro.
Anna, Cristina, Noemi e Laura si scambiavano occhiate sconsolate, ormai c’erano abituate, almeno non erano in mezzo a sconosciuti.
Arrivati a Hogsmeade il professore li guidò subito ai Tre Manici di Scopa. Si sistemarono in due gruppi divisi in due lunghi tavoli paralleli. Madama Rosberta arrivò al tavolo sorridendo. Ilaria le puntò un dito contro con gli occhi che le brillavano.
- Sei proprio tu! –
La donna alzò un sopracciglio in modo interrogativo mentre Alice le tappò la bocca sorridendo.
- Eh, bere così tante bevande babbane di primo pomeriggio non fa per niente bene – disse patteggiando anche la testa dell’amica.
Jude ridacchiò conoscendo la situazione e poi si rivolse a Madama Rosberta.
- Puoi portarci tredici burro birre per favore? –
Ilaria sbatté il pugno sul tavolo in segno di protesta.
- Io voglio del Whisky Incendiario! –
- E’ l’alcool che la fa parlare – disse Alice con tono disinvolto in direzione della donna.
- Anche noi allora! – dissero Andrea e Naomi. Laura sghignazzò annuendo.
Jude scosse la testa divertito.
- Se volete posso farvene assaggiare un po’ dal mio, ma non potete prenderlo per voi, ho promesso a McDovin che vi avrei tenuto d’occhio –
- Ma siamo maggiorenni! – protestò ancora Ilaria. Il professore sorrise imbarazzato.
- Non mettetemi in difficoltà ragazzi, credetemi, se fosse per me potreste anche ubriacarvi fino ad andare in coma etilico –
- Questa era cattiva! – fece indignata Laura.
- Ci si esce tranquillamente con una pozione – spiegò il biondo.
Alla fine (giusto per non mettere Jude in una cattiva situazione) ordinarono dodici burrobirre e un whisky incendiario. Jude si risiedette al suo posto dopo aver controllato che all’altro tavolo non avessero ordinato nulla di alcolico. Le bevande levitarono sopra le loro teste fino a posarsi sulla superficie di legno del tavolo.
- Oddio sto per assaggiare la vera burrobirra – disse eccitata Fabiola. Poi alzò lo sguardo sul resto del gruppo. – Assaggiamola tutti allo stesso momento. Al mio tre! Uno, due, tre –
Undici ragazzi bevvero contemporaneamente mentre Alba guardava sospettosa l’intruglio.
- E’ buonissima – esaltarono. Poi tenendo ferma Alba la costrinsero a bere. Anche lei (sempre con un po’ di riluttanza) la ritenne buona.
- Mi sembra la vaniglia in crema della Plasmon che bevevo da piccola – commentò Ylenia bevendo subito dopo un secondo lungo sorso.
- In realtà sa di pumcake – disse Naomi.
- A me sembra l’impasto del ciambellone – fece Andrea.
Jude scoppiò a ridere ai loro giudizi e offrì il suo whisky, ma stranamente nessuno lo accettò. Ilaria strinse con possessività la sua burrobirra.
- Dovevi farcela assaggiare prima. Non ho intenzione di bere nient’altro a parte questa per il resto della mia vita – esordì.
- E’ perfino più buona della Sambuca –
- E del Mali…no, un attimo. Se la combattono – disse Naomi.
- Ci vuole un brindisi – propose Andrea alzando la burrobirra ridendo.
- Ma se abbiamo già bevuto! – disse piccata Fabiola.
- Chi se ne frega! – disse Michela imitando Andrea.
- Brindiamo a questo strano sogno che stiamo vivendo o qualunque cosa esso sia – continuò la ragazza. Tutti alzarono i calici di burrobirra.
- Jude, anche tu – gli sussurrò Ylenia, che gli sedeva accanto, vedendo il professore abbassare le mani sotto il tavolo.
- No, no, brindate voi! –
Ylenia in risposta gli diede un pizzico.
- Ammetto che non mi sei molto simpatico – Jude alzò un sopracciglio – ma fai parte di questa…cosa che stiamo vivendo, sei una specie di punto di riferimento per noi –
- Per ora – rispose serio.
Ylenia stava per dirgli un’altra cosa, ma Andrea dall’altro capo del tavolo urlò – Allora questo brindisi?! –
- A Hogwarts – disse Ilaria alzando nuovamente il boccale.
- A Hogwarts – ripeterono tutti in coro, anche all’altro tavolo.
Roberto bevve tutto d’un fiato, poi sbatté il calice vuoto sul tavolo e…ruttò. Molto semplicemente.
-Shuuuulls – urlò Ilaria poggiando una mano “a cornetta” sulla fronte. Tutti la imitarono.
Jude ricevette ben dodici frontini.

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Capitolo 6
*** Your house will be like your family ***


6° Your house will be like your family

- Ce l’avete fatta! Temevo non sareste più arrivati! – scherzò McDovin alzandosi dalla sedia dietro la scrivania.
Non era la prima volta che i ragazzi entravano nell’ufficio del preside, in realtà era la seconda perché di solito era McDovin che li raggiungeva per comunicargli qualcosa. Solo che la prima volta in cui entrarono in quella stanza la loro avventura era appena iniziata, il loro sogno era appena iniziato. I ragazzi si guardarono intorno curiosi a mente lucida finalmente. Alla parete erano attaccati tutti i quadri dei presidi di Hogwarts. Quando Cecilia si accorse del quadro di Silente lanciò un urletto e lo indicò incredula. Tutti spostarono lo sguardo dove indicava la ragazza e appena misero a fuoco l’immagine del preside si misero quasi a correre sotto il quadro spintonandosi.
- Professor Silente! –
Il preside li guardò sorridendo dietro gli occhiali a mezzaluna, ma non rispose, semplicemente si limitò a soffermare lo sguardo sopra ognuno di loro. I ragazzi erano increduli, erano così emozionati che non sentirono nemmeno il debole richiamo del vero preside dietro di loro. Percepivano solo il cuore pompare a una velocità impressionante, tanto da sembrar di volere uscire dalla gabbia toracica.
- Professore è proprio lei! –
- Ehm ehm, ragazzi – cercò di richiamare l’attenzione McDovin, ma Jude gli fece cenno di tacere un attimo intuendo l’emozione dei suoi alunni. Era stato abbastanza a contatto con loro per capire cosa provavano, quello stesso pomeriggio erano rimasti sbalorditi alla vista di Madama Rosberta, per fortuna avevano saputo mascherare facilmente il loro stupore. Sì, beh a parte Ilaria.
- Sbagliato – disse Silente con voce roca sorridendo. – Io non sono nient’altro che il ritratto dell’ex preside Albus Silente – spiegò.
- Il più grande preside di Hogwarts! – puntualizzò Laura. - Oddio non posso credere che stiamo parlando con lei, noi siamo suoi grandissimi fan! – esclamò prima di scoppiare a piangere presa dalla troppa emozione.
- Dov’è Piton? – chiese Sara cercandolo tra le tele.
- Il professor Piton è nella tela affianco alla mia –
- Ma è vuota! –
- Allora ritengo sia nel suo quadro corrispondente nei sotterranei, sapete non ama visite. Ma chi siete voi, se mi è permesso chiedere? – continuò la tela di Silente.
- Glielo abbiamo detto: suoi grandissimi fan. Non ha idea di quanto i suoi insegnamenti ci siano serviti! – continuò Ilaria anche lei con gli occhi lucidi.
- La felicità la si può trovare anche negli attimi più tenebrosi se solo uno si ricorda di accendere la luce! – disse Ylenia citando la sua frase preferita.
- Mi apro alla chiusura! –
- Sono le scelte che facciamo, che dimostrano quel che siamo veramente, molto più delle nostre capacità! –
Continuarono così a sparare le citazioni che avevano imparato in tutti quegli anni. Felici finalmente di poter conoscere una parte di una persona che gli aveva insegnato così tanto.
- Non serve a niente rifugiarsi nei sogni e dimenticarsi di vivere! – citò ancora Alice. A quell’esclamazione i ragazzi però si zittirono. In un certo senso era proprio quello che stavano facendo loro; l’imbarazzo si fece subito strada insieme ad una marea di pensieri sulla loro avventura, ma prima che potessero aggiungere altro McDovin si posizionò davanti la tela dell’ex preside per riottenere l’attenzione dei ragazzi improvvisamente pensierosi.
- Mi dispiace interrompere un così bel momento, ma abbiamo uno smistamento da eseguire e non disponiamo di una giratempo. – disse, poi si girò verso la tela di Silente. – Se vuoi scusarmi Albus –
Il preside dalla lunga barba argentata ridacchiò e alzò le mani.
- Sono curioso di assistere anche io al loro smistamento, se per voi ragazzi non è un problema –
Tutti non seppero se ridergli in faccia o mettersi a piangere. Era un onore, un altro sogno che si realizzava, perciò rimasero semplicemente a bocca aperta.
- Suppongo sia un sì – intervenne Jude a loro favore.
McDovin annuì alzando gli occhi al cielo e borbottando qualcosa di incomprensibile. Poi tirò fuori dalla teca di vetro un vecchio cappello scucito e bruciacchiato e lo posizionò su uno sgabello al centro del piccolo ufficio, per fare un po’ di spazio dovettero quasi appiccicarsi sulle poche pareti vuote non occupate da quadri o oggetti che c’erano.
Appena il cappello venne posato sopra lo sgabello si aprì una cucitura e prese a cantare.

“Forse direte che non son bello.
Come darvi torto? Sono solo un cappello.
Tuttavia di tela antica son fatto,
per questo ascoltate quest’atto.
Tempi bui giungeranno,
il sangue sparso provocherà il danno.
Diffidate dai nemici
e da color che vi dicono d’esser amici.
Tuttavia amicizia, coraggio e amore
serviranno a porre fine al terrore.
Un dì un saggio disse “Le scelte che facciamo
dimostran ciò che siamo”.
Or dunque adesso elencherò delle virtù
e sceglierete quella che vi si addice di più.
Ma ahimè una volta scelto il vostro sentiero
di certo non si torna più indietro.
Tu Grifondoro prendi con te
coloro che audacia, fegato e cavalleria tengono per sé.
Qui non c’è posto per codardi,
cari miei ragazzi.
Forse la paziente Tassorosso vuole tenere,
chiunque voglia farne parte con piacere.
Giustizia e lealtà seguirete,
l’uguaglianza insegnerete.
Oppure Corvonero accoglierà di certo
Chiunque le mostri di avere intelletto.
Tramite il lume della ragione condurrete i vostri amici sulla retta via,
qui non serve la cavalleria!
Infine Serpeverde vorrà
solo chi l’astuzia eserciterà.
Qui chiama l’ambizione il suo splendore.
Avanti, dimostratemi di avercela nel cuore.
Non voglio dividervi, ma è mio dovere,
l’importante è questo sapere:
Non scordate chi siete è elementare
se il mondo dalla minaccia vorrete liberare.
Succederà a causa di alcuni ragazzi,
ma poi toccherà a loro cambiare gli andazzi.
Sento già di aver detto abbastanza,
ma ecco perché siete in questa stanza.
Il vostro destino sceglierete,
perché ora lo Smistamento avrà sede.”
 
Il cappello smise di cantare e per un attimo ci fu un imbarazzante silenzio rotto finché il quadro di Silente ridacchio. McDovin arrossì e prese a balbettare qualcosa di indefinito.
- Non ascoltatelo, se ne esce ogni anno con canzoni del genere – li rassicurò. Peccato che i ragazzi si scambiarono sguardi di complicità, sapevano che il cappello aveva sempre ragione. Lo avevano imparato leggendo i libri. Anche Jude se ne stava in silenzio e si osservava pensieroso le mani.
- Ha a che fare con la profezia? – chiese Andrea in direzione del preside.
Sia McDovin che Jude alzarono allo stesso tempo lo sguardo sul ragazzo improvvisamente preoccupati.
- Le profezie non sono mai un bell’affare – rispose invece la tela.
- Lei sa qualcosa professore? – chiese ancora Andrea stavolta verso il quadro di Silente.
L’ex- preside lo squadrò dietro gli occhiali a mezzaluna improvvisamente serio, poi sorrise.
- Caro ragazzo io sono solo un quadro. Cosa vuoi che ne sappia? –
- Albus, per favore – intervenne McDovin ritrovando la voce – E voi smettetela di chiedere ancora cose che non sono affari vostri! – abbaiò.
- Io penso invece che siano proprio affari nostri – disse Fabiola calma.
- Pensi male! –
La ragazza gonfiò le guance offesa, ma a quel punto intervenne Serena che si girò verso Jude.
- Professore? – domandò solo. Dopotutto Jude era diventato quasi un amico durante quei giorni, e era ovvio che avesse parlato con il preside riguardo la loro situazione, lui stesso l’aveva detto quando si erano conosciuti nella Sala Grande.
Purtroppo il giovane professore scosse la testa mortificato.
- Mi dispiace, non ne so niente –
Serena sospirò abbattuta. Intanto Naomi se ne stava in silenzio a pensare tra sé, aveva un’idea e quella sera stessa l’avrebbe proposta ai suoi amici. Basta segreti.
- Ora se avete finito direi che lo smistamento possa iniziare – riprese il preside con un tono però ancora acido. Poi tirò fuori dalla veste una pergamena arrotolata, la srotolò e si schiarì la voce.
- Battista Giorgia –
La ragazza in questione spalancò la bocca sorpresa, non si aspettava di essere la prima. Sì, beh, era in ordine alfabetico ovviamente, però non se l’aspettava lo stesso! Ylenia le diede una spintarella dietro la schiena per farla avanzare.
 

McDovin sollevò il cappello dallo sgabello e appena Giorgia si mise seduta glielo calò sulla testa. I ragazzi guardarono affascinati la scena, dimentichi completamente della discussione avvenuta poco fa. Lì a Hogwarts era un’emozione dopo l’altra, le persone dall’esterno potevano dire perfino che soffrissero di sbalzi d’umore a vederli in quel momento così rilassati, quando fino ad un attimo prima sembrava stesse per esplodere un litigio.
Lo strappo si riaprì nuovamente sul cappello:
- SERPEVERDE! –
I ragazzi applaudirono e il preside contento, anch’egli dimentico della piccola discussione, fece cenno di andare presso Jude che aveva appellato una serie di divise.
- Betti Serena – chiamò nuovamente il preside e i ragazzi spostarono automaticamente lo sguardo da Giorgia, che aveva preso tra le braccia una divisa e un paio di scarpe nere anonime, a Serena. La ragazza quasi saltellò sorridendo verso il cappello e fu smistata anche lei a Serpeverde.
- Buratti Ilaria –
La rossa guardò le sue amiche smistate a Serpeverde. Era sempre stata indecisa tra Serpeverde e Grifondoro da quando ricordava…e ora guardando le sue amiche lì a Serpeverde una piccola vocina le sussurrò cosa doveva fare. Dopotutto è una mia scelta.
Gli altri ignari dei pensieri della ragazza, la video con passo deciso sedersi sullo sgabello e McDovin le calò il cappello sulla testa che finì anche per coprirle gli occhi. I suoi amici la guardavano curiosi.
- SERPEVERDE! – urlò finalmente. Tra gli applausi se ne andò verso il professore sorridente.
- Prendi la tua taglia tra le divise e il numero di scarpe lì – disse indicandole una pila di vestiti e poi una fila di scarpe.
Poi fu il turno di Stefano che prima di sottoporsi al giudizio del cappello prese ad abbracciare tutti ansiosamente, i ragazzi per incoraggiarlo presero a battergli le mani a ritmo e ripetere il suo nome fino a che fu smistato trionfante a Serpeverde. Giorgia felice lo abbracciò stretto dopo che il suo migliore amico ebbe preso i rispettivi indumenti.
McDovin tirò un sorrisetto in direzione del professor Gray.
- Sembra che la sua casa stia acquistando molti ragazzi – gli disse, Jude rispose ridendo mentre annuiva. I suddetti non fecero in tempo a chiedere nulla che il preside chiamò il prossimo nome.
- De Gasperis Naomi –
- Nami – corressero alcuni in mezzo al gruppo. La ragazza si spostò un ciuffo di capelli nero che le era finito davanti gli occhi e ignorò il commento dei suoi amici, per poi ghignare.
- Eccomi – disse spintonandosi per farsi vedere e si diresse veloce verso la seggiola. Così invece di aspettare che il preside le calasse il cappello in testa lo prese direttamente lei e se lo ficcò prepotentemente in testa. Jude si lasciò scappare una risata che camuffò con un colpo di tosse in seguito ad un’occhiataccia di McDovin.
I ragazzi immaginavano che Naomi stesse prendendo a parolacce mentalmente il cappello, in realtà la videro addolcire il sorriso prima che il cappello la smistò a Corvonero.
- Lo sapevo! – esclamò gioiosa dirigendosi prima verso i suoi amici abbracciandoli e dopo verso le divise cercando per cercare la sua taglia.
Poi fu il turno di Elisa, Anna e Noemi. Le prime due furono smistate a Grifondoro e l’ultima a Serpeverde.
- Ma quanti tassi anche abbiamo – commentò Noemi sghignazzando. In risposta Andrea alzò il naso in modo altezzoso.
- Fusco Michela –
La ragazza si mise seduta sorridendo e appena il cappello le fu calato sulla testa il resto svanì. C’erano solo loro due.
Tutto tranne Tassorosso, ripeté nella testa. Il cappello le rispose subito.

Non c’è bisogno che tu lo ripeta, ho capito Michela. Convengo che nonostante tu ama stare con i tuoi amici e divertirti non abbia le caratteristiche per stare nella casata di Tassorosso. In realtà sei piuttosto ambiziosa e la tua intelligenza può essere scambiata perfettamente per astuzia. La mia scelta è…

- SERPEVERDE! – urlò a tutta la sala ignara del loro dialogo. Michela felice si sfilò il cappello e corse subito verso le divise sorridendo. Non vedeva l’ora di indossarla, era stanca di mettere gli abiti usati che il preside passava a tutti loro.
Poi fu il turno di Alba che era titubante a voler indossare il cappello giustificandosi che aveva paura che l’avesse indossato qualcuno con i pidocchi o la forfora, così McDovin fu costretto a eseguire un perfetto gratta e netta. Alla fine fu smistata a Grifondoro.
In seguito Roberto rassegnato di fronte all’ennesima stranezza accettò di buon grado di essere smistato a Serpeverde anche lui, l’importante era stare con la sua ragazza. Poi Mariangela seguì Alba a Grifondoro.
Alice fu la seconda Corvonero del gruppo e raggiante si unì a Naomi.
- Avevo paura che mi smistasse da qualche altra parte! E invece proprio la mia casa! – esultò scegliendo quasi a caso le scarpe e la divisa intenta a raccontare tutto il dialogo avuto con il cappello alla sua compagna di casa.
- Scirè Ylenia –
La bionda andò a sedersi spedita e ansiosamente prese a mangiucchiarsi una pellicina del pollice, smise non appena il cappello aderì alla sua testa. Fu smistata quasi subito a Serpeverde anche lei. Il quasi si riferiva al fatto che il cappello era un momento indeciso tra l’impulsività e l’orgoglio tipico Grifondoro e le qualità di Serpeverde. Alla fine ebbero vantaggio le seconde e la scelta della ragazza. La bionda andò verso le divise e prese una gonna, un maglioncino e il mantello della rispettiva taglia, poi Jude si avvicinò per trasfigurare il simbolo di Corvonero che era sul mantello (le divise erano usate) in quello di Serpeverde e le passò anche una cravatta verde-argento. Poi Ylenia prese delle ballerine del suo numero e fece l’occhiolino a Jude per ringraziarlo prima di raggiungere il suo gruppo di serpi.
I prossimi furono Fabio e Fabiola che furono smistati insieme a Corvonero. Tutti se l’aspettavano dato l’intelligenza e l’acutezza dei due ragazzi. Poi Martina fu assegnata a Serpeverde non appena il cappello le sfiorò la testa; Ariana e Cristina (soprannominata da tutti Colin) furono smistate invece a Grifondoro. Sara si unì felice al gruppo dei Serpeverde canticchiando una canzone allegra dopo essere smistata.
- Vitali Andrea – chiamò il preside giunto quasi alla fine della lunga pergamena. Il ragazzo eccitato batté le mani velocemente, poi si mise seduto sotto lo sguardo fisso di tutti. I ragazzi sapevano con certezza che lui sarebbe stato il primo Tassorosso, la sua fedeltà a quella casa era pari a quella di Martina per Serpeverde. Quando il cappello urlò la propria scelta, che fu effettivamente Tassorosso, i ragazzi lo applaudirono e prima di andare a prendere la sua divisa comunicò al gruppo di Serpeverde che stava per finire con loro per poco.
- Sei un Tassoverde infatti, accettalo – disse risoluta Michela.
Poi toccò a Claudio e Laura che raggiunsero subito Andrea nella casa di Tassorosso. Improvvisarono il “Ballo del Tassorosso” e presero a saltellare allegramente finché Jude gli intimò silenzio. Infatti mancava ancora Cecilia che fu felicemente smistata a Grifondoro.
Il preside si lasciò scappare un sospirò di sollievo alla fine dello smistamento e poi incendiò la pergamena con i nomi.
- Congratulazioni a tutti ragazzi – disse mentre metteva nuovamente nella teca di vetro il cappello, poi la richiuse con uno strano movimento della bacchetta che Naomi si appuntò mentalmente.
- Direi proprio che si è fatta ora di cena e ho una bella notizia. Come ben sapete domani inizierà l’anno scolastico e quindi gli elfi domestici hanno fatto ritorno questo pomeriggio, così non dovete preparare né la cena, né ripulire le stanze – comunicò.
- Finalmente! Sappiamo solo io e Stefano cosa abbiamo dovuto passare per pulire quel bagno! – esclamò Giorgia. Il ragazzo in questione annuì energicamente.
- Poi perché dobbiamo sempre pulire noi i bagni è un mistero – proferì.
- Non è colpa mia se non sapete eseguire un gratta e netta efficace – rispose conciso il preside, tuttavia poi sorrise. – Comunque vi avviso che da stasera ognuno dormirà nella propria casa e da mezzanotte ogni effrazione vi costerà punti. –
Questa notizia non fu presa per niente bene dai ragazzi che desideravano poter dormire ancora insieme, ma McDovin rifiutò categoricamente. Non servì a nulla nemmeno lo sguardo supplicante di Ylenia o le minacce di Naomi. Niente di niente, da quella notte si dormiva separati.
- Inoltre domani mattina vi saranno dati i risultati degli esami e a quale anno ognuno di voi sarà ammesso – concluse. Poi informò ogni casa della loro parola d’ordine e tutti insieme scesero a cena per festeggiare la loro ultima notte da padroni a Hogwarts. Il giorno dopo sarebbero arrivati tutti gli studenti e quindi molte cose sarebbero cambiate. Alla fine, dopo essersi riempiti lo stomaco di tutte le leccornie preparate dagli elfi, i ragazzi si divisero per case e andarono nei rispettivi dormitori.
Nella Sala Comune dei Tassorosso intanto Andrea, Claudio e Laura avevano preso a parlottare riguardo la canzone del Cappello Parlante e della profezia.
- Per me Jude lo sa, ma non vuole dircelo. Ne sono convinto! – si impuntò.
- Forse – concesse Claudio.
- E se anche fosse? Dimentichi che prima di essere nostro amico è un professore! Se McDovin gli ha detto qualcosa e gli ha intimato di non dircelo non può comportarsi altrimenti – spiegò saggiamente la ragazza. Andrea stava per ribattere quando un rumore giunse alle loro orecchie. Si alzarono dai divani all’unisono e tirarono fuori le bacchette quasi per riflesso involontario.
- Cos’è stato? –
Il rumore si ripeté e stavolta capirono che proveniva dal dormitorio femminile. Alzarono gli occhi verso le scale che portavano lì e senza dirsi una parola andarono spediti verso il luogo da dove proveniva il rumore. Stavano salendo le scale quando Laura si bloccò di colpo e si girò.
- Ma voi non dovreste scivolare? – disse più a se stessa che ai suoi due amici.
Andrea in risposta alzò un sopracciglio.
- Vuoi un disegnino come spiegazione? – aggiunse. Laura dapprima lo guardò sconcertata, poi capì e si batté la testa con la mano.
- Scusami, dimenticavo – disse.
Ripresero a salire e appena aprirono la porta, la loro attenzione fu subito attratta da fuori la finestra. Un gufo batteva con il becco su di essa.
- E’ Nessuno! – esclamarono i tre amici. Aprirono la finestra per lasciarlo entrare. Il volatile subito planò su di loro fino a posarsi sulla spalla di Claudio. Quest’ultimo gli diede un buffetto sulla testa prima di slegargli la lettera legata alla zampa.
- E’ di Naomi! –

Cari e numerosi tassi, sono Naomi. Ho un piano, è importante, però dobbiamo agire subito! Voglio scoprire qualcosa su questa profezia dunque stasera entreremo nell’ufficio di McDovin, fidatevi di me, so quello che faccio! Cara Laura mi rivolgo specialmente a te, stai tranquilla se verremo scoperti non perderemo nessun punto. Ogni effrazione sarà punita da mezzanotte ricordi? Perciò dobbiamo sbrigarci. Vi aspetto davanti all’ufficio del preside due minuti fa!   Naomi


- Fa anche la spiritosa! –
- Dai dobbiamo sbrigarci! – disse Andrea alzandosi di scatto, per poi aprire la finestra per fare uscire Nessuno.
- Non so se è una buona idea…- disse incerto Claudio.
Laura alzò gli occhi al cielo e spedita scese le scale per dirigersi verso l’uscita seguita dai due ragazzi.
- Claudio smettila di sentirti “prefetto perfetto” e diamoci una mossa. Voglio scoprire di questa profezia – concluse uscendo dalla Sala Comune.
I ragazzi si avventurarono per il castello fino ad arrivare davanti all’Ufficio del preside dove trovarono Naomi e Alice.
- Ci avete messo troppo! Tra poco è mezzanotte e se veniamo scoperti sono guai per tutti! – rimbeccò Alice.
- Dove sono gli altri? – chiese Claudio. Naomi lo guardò un attimo interrogativa.
- Non ci sono altri. In realtà volevo mandare il messaggio alle Serpi, sono astute molto più di voi, sarebbe stato facile uscire da qualche casino – iniziò – non guardarmi così stella, è la verità – disse poi rivolta ad Andrea. – Però non sapevo come mandare Nessuno, il loro dormitorio non si affaccia di fuori, loro sono sotto il Lago Nero. –
- Solo Alice ha appoggiato il mio piano, gli altri Corvi non erano d’accordo. Così visto il poco tempo a disposizione non mi restava che scegliere tra Tassi e Grifi, non potevo far fare a Nessuno due viaggi…così eccoci qua. Avanti, parliamo dopo. Ora…il piano – fece con un luccichio improvviso negli occhi.
- Io e Naomi entreremo nell’ufficio del preside mentre voi lo distrarrete – disse risoluta Alice.
- Noi?! – esclamarono i tre – E come scusa? –
- Che ne so fate qualcosa “alla Trio” no? –
- Stai scherzando spero – disse Claudio.
Naomi alzò gli occhi al soffitto, non c’era più tempo, dovevano agire ora. Puntò la bacchetta lontano verso le armature.
- Stupeficium! – urlò. Le armature fecero un gran chiasso cadendo a terra, mentre Claudio, Andrea e Laura sbarravano gli occhi. Naomi afferrò Laura velocemente.
- Tenetelo il più lontano possibile, ci vediamo domani mattina e adesso SCAPPATE! – fece, per poi lanciare un altro stupeficium verso le armature. La mora poi prese un polso di Alice e la trascinò velocemente dietro una colonna che grazie al buio e al muro le celava alla vista di chiunque. Videro Laura seguire il consiglio della sua amica afferrando le mani di Claudio e Andrea e cominciare a correre fino a svoltare il corridoio, quasi subito udirono altri fracassi.
McDovin uscì trafelato dal suo ufficio quasi subito con la camicia da notte. Alice sarebbe scoppiata a ridere se l’adrenalina non l’avesse tenuta a bada.
- PIX, MALEDETTO! – urlò il preside incamminandosi velocemente verso i rumori, arrivò anche  l’omonimo di Gazza.
- Owen, vienimi dietro! Stavolta Pix me la paga! – disse McDovin tirando fuori la bacchetta e scomparirono anche loro alla curva del corridoio.
- Speriamo non si fanno beccare – sussurrò Alice. Le due ragazze uscirono da dietro il loro nascondiglio e davanti alla statua di gargoyle, Naomi pronunciò la parola d’ordine (“Nimbus 2000”, era la stessa della loro prima notte lì) e comparirono le scale. La mora sospirò di sollievo.
- Temevo che avesse cambiato la parola d’ordine e invece… - mormorò.
Arrivarono nell’ufficio piano e trovarono i ritratti addormentati. Naomi si avvicinò all’orecchio di Alice.
- Mi raccomando questa è la parte più difficile. Se svegliamo i ritratti siamo morte –
L’altra ragazza annuì e chiamò a sé tutta la sua prontezza per non inciampare da nessuna parte. Naomi le fece segno di rimanere davanti le scale per vedere se il preside arrivava, poi la vide avvicinarsi alla teca di vetro e fare uno strano movimento della bacchetta, molto simile a quello fatto dal preside per riporre il cappello dopo lo smistamento. La teca si aprì silenziosamente e la ragazza prese ad esaminare alcune boccette, ricordi.
- Nami sbrigati! – bisbigliò Alice ansiosa, prese a molleggiare sul posto piano, improvvisamente doveva fare pipì!
Naomi continuò a guardare tra le boccette finché sbruffò, richiuse la teca e si avvicinò alla scrivania. Guardò i fogli sparsi e un post-it attirò la sua attenzione.

Avvisare ministro
Assumere squadra Auror

Cercò qualche altro foglio, ma Alice chiamò ancora la sua attenzione.
- Ti prego Nami! –
La ragazza cercò di aprire un cassetto, ma era chiuso. Puntò la bacchetta contro di esso.
- Alohomora – pronunciò. Cercò nuovamente di aprirlo, ma niente, forse anche quello era incantato. Provò con il movimento della bacchetta che aveva fatto in precedenza, ma ugualmente non successe nulla.
- Voi non dovreste essere qui – disse una voce alle sue spalle. A Naomi si gelò il sangue mentre si girava lentamente fino a incontrare gli occhi azzurri di Silente.
- N-noi stavamo controllando u-una cosa – cercò di giustificarsi. Tuttavia l’ex preside non sembrava arrabbiato, anzi gli sorrise.
- Voi con i Potter e gli Weasley andrete proprio d’accordo immagino. Anche loro non fanno che infrangere le regole – spiegò. Naomi decise che avrebbe pensato dopo al significato di quelle parole. Di quali Potter e Weasley parlava?
- Signore noi…è per una giusta causa. E’per quella cosa della profezia. – spiegò.
Alice si era avvicinata a Naomi spaventata di essere state scoperte.
- Ah, la profezia. Beh, non ne so niente al riguardo, mi dispiace. Inoltre non posso tradire un mio collega, ragazze –
- Ma è importante! Noi…proveniamo dal mondo babbano, non sappiamo cosa sta succedendo. Dobbiamo sapere. – insistette Naomi.
- Su questo non posso che darti ragione. Dovete confidare nel preside che sa quello che fa – proseguì Silente.
Alice sospirò passandosi una mano sulla fronte sudata.
- Nami non c’è più tempo – la implorò.
- Un’ultima cosa – disse in direzione dell’amica, poi si girò verso la tela – Sa perché il preside ha assunto una squadra di Auror? –
Silente prese a grattarsi il mento pensieroso, forse indeciso se rispondere un meno. Lo sguardo supplicante delle due ragazze lo convinsero a rispondere sinceramente.
- Non molto. So solo che serviranno per proteggere –
- Proteggere? Chi? – incalzò.
- Dei ragazzi – concluse il preside, poi si congedò e scomparve dalla tela.
Alice smise di supplicare Naomi di andarsene e si scambiarono uno sguardo carico di preoccupazione, il silenzio era rotto soltanto dai loro respiri pesanti.
- Ho paura che… - iniziò Alice, ma Naomi le fece cenno di tacere. Si guardò intorno sospettosa se qualche altra tela era sveglia, ma tutte erano profondamente addormentate. Uscirono velocemente dall’ufficio e quasi corsero verso la Torre di Corvonero. Solo una volta al sicuro nella Sala Comune esalarono un respiro di sollievo. Ancora però non avevano fiatato a proposito di quello che il preside gli aveva rivelato.
Si misero sedute sui divanetti davanti al camino spento e finalmente Alice spezzò il silenzio.
- Siamo noi – disse solo.
Naomi non rispose, la sua mente lavorava velocemente cercando di mettere a posto dei tasselli nella sua mente. “Il sangue sparso provocherà il danno” “succederà a causa di alcuni ragazzi”, aveva detto il cappello. Anche Alice seguiva su per giù gli stessi pensieri.
Rimasero in silenzio per tutto il tempo, fino a cadere in sonni tutt’altro che tranquilli.

*


Nel dormitorio dei Serpeverde il risveglio fu abbastanza disordinato. Intanto Michela e Stefano avevano occupato il bagno quasi mezz’ora per uno, dunque tutti gli altri dovettero prepararsi in tempo record. Ormai c’erano abituati. Così mentre correvano nei sotterranei per salire verso la Sala Grande in tempo, Giorgia sbraitava a Stefano.
- Se siamo in ritardo anche per sapere i risultati degli esami…Ste questa è la volta buona che ti uccido – lo minacciò mentre finiva di allacciarsi i bottoni della divisa e stando al passo dietro gli altri. Il ragazzo dietro di lei indicò Michela con fare accusatorio.
- E’ colpa sua se siamo in ritardo, io c’ho messo poco stavolta! –
- Colpa mia?! – fece scandalizzata l’altra.
Stefano e Michela presero a accusarsi a vicenda finché Giorgia perse la pazienza e li minacciò con un Incantesimo Silenziante.
Quando arrivarono nella Sala Grande trovarono già tutti i loro amici seduti alla grande tavolata dei Grifondoro, li raggiunsero subito.
- Voi non dovreste sedervi qua – disse Cecilia saggiamente.
- Ma se ci sono anche i Corvi e i Tassi! –
- Sì, ma voi siete Serpi
Arianna fece tacere tutti battendo le mani sul tavolo.
- Non è importante! McDovin è arrivato prima e ci ha dato il permesso per fare colazione e pranzo insieme…Ma voi dove diavolo eravate finiti?! – li rimproverò.
- Lasciamo perdere. Ha già portato i risultati dell’esame? – chiese ansiosa Ilaria, per poi mangiare un boccone di pancake.
  Arianna scosse leggermente la testa. Stava per dire qualcosa, ma Alice la interruppe scusandosi con lo sguardo.
- Io e Naomi dobbiamo dirvi una cosa. –
Naomi raccontò tutto, di come aveva pensato di entrare nell’ufficio del preside e di come aveva coinvolto Andrea, Claudio e Laura. Poi gli raccontò di quello che aveva scoperto.
- Di che ti preoccupi? – domandò calma Ylenia.
Alice scosse la testa impaziente.
- Tu non c’eri, grama. Quando Silente ha detto che era per proteggere dei ragazzi mi è venuta la pelle d’oca. Ho avuto una strana sensazione – spiegò. Naomi vicino a lei annuì.
- Anche io. Era come…se non fossimo più al sicuro, nessuno di noi. Mi sono trovata a pregare mentalmente che voi tre – disse in direzione dei Tassorosso – arrivaste sani e salvi alla vostra Sala Comune. E con “sani e salvi” intendo proprio sani e salvi.
- Sì, ma non è detto che quei ragazzi siamo noi. – propose Ilaria – Magari è qualcun altro e noi siamo solo troppo egocentrici –
Nessuno rispose, ma ugualmente non sembravano molto convinti dalla proposta della ragazza.
- In ogni caso stasera arriveranno tutti gli altri studenti. Ci faremo un’idea –
- Ah, sì! – esclamò Naomi – Mi ero scordata di dirvi che probabilmente conosceremo la cosiddetta “next-generation”, Silente ieri sera ha accennato a dei Potter e Weasley e sapete…non penso siano Harry, Ron e gli altri – disse ironicamente.
L’ultima notizia portò un po’ di sollievo alla tavolata che riprese a scherzare senza pensieri. Stavano per ingaggiare una lotta con il bacon, ma la porta della Sala si aprì improvvisamente e entrò Jude che faceva levitare davanti a sé delle lettere impilate.
Tutti si zittirono immediatamente, finché il professore li raggiunse e distribuì le lettere ad ognuno di loro.
- E’ quello che pensiamo? – sussurrò Andrea accarezzando il materiale leggermente ruvido della pergamena.
- Se intendete i risultati dell’esame…sì. – disse con un’espressione indecifrabile.
I ragazzi si guardarono un attimo tra di loro, poi quasi contemporaneamente presero un respiro profondo e aprirono avidamente la loro lettera. La prima a esultare fu Naomi, seguita poi da Fabiola, Fabio, Laura e poi beh…tutti gli altri.
- Sono stata ammessa al sesto anno! – strillò la mora alzandosi e abbracciando Fabiola che le sedeva vicino.
Dopo vari strilli scoprirono tutti di essere stati ammessi al sesto anno, Jude gli confessò che molti in realtà erano stati assegnati al quinto, ma lui sapendo quanto contasse per loro stare insieme, riuscì a convincere gli altri esaminatori e il preside a collocarli tutti al sesto anno.
- A patto che seguirete delle lezioni extra. Le lezioni che dovrete seguire sono sulle materie segnate di rosso sulle vostre lettere, sono diverse per ognuno – spiegò.
I ragazzi non smisero mai di ringraziarlo tanto erano felici. Poi presero ad esaminare le materie che dovevano seguire, alcuni si accorsero non dovevano seguire nessuna lezione extra poiché avevano svolto perfettamente tutti gli esami. Roberto si ritrovò invece quasi tutto il foglio in rosso, ma sospirò sollevato di poter essere nella stessa classe della sua fidanzata. Naomi doveva seguire un corso su Storia della Magia, mentre Alice e Ylenia su Difesa Contro le Arti Oscure, Claudio Erbologia e così via..
Si stavano confrontando le lettere quando Jude richiamò su di sé l’attenzione.
- Vi consiglio di andarvi a prepararvi al peggio – suggerì il professor Gray.
- Perché, di grazia? – domandò Anna.
- Se fosse per me guardate…Ma purtroppo è obbligatoria una lezione soltanto. – aggiunse.
- Ovvero? –
- Volo. – confessò.

- Si salvi chi può – ironizzò Ylenia.

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Capitolo 7
*** Tri-Wizard Tournament ***


7° Tri-Wizard Tournament

- Al mio fischio, mi raccomando, datevi una spinta leggera come vi ho fatto vedere – spiegò Jude. I protagonisti della nostra storia annuirono eccitati mentre toccavano finalmente il manico delle scope. Ok, questa frase è troppo amibigua. Vi basti sapere che erano al settimo cielo finalmente di poter cavalcare le s…Ehm, insomma avete capito no?
- Uno, due…tre! –urlò Jude e poi fischiò.
I ragazzi si librarono da terra quasi contemporaneamente. Accaddero molte cose insieme: Andrea salì troppo in alto e la scopa gli si ribaltò per poi puntare verso terra; Cecilia lanciò uno strillo per paura che si rompesse il collo, ma Jude perfettamente calmo era già pronto a tali incidenti e sistemò tutto con un aresto momentum. Nel frattempo Alice aveva sbattuto contro Giorgia che, pensando l’avesse fatto apposta, le rispose con un calcio facendola cadere a faccia a terra.
- Ma sei idiota?! – urlò fuori di sé, toccandosi la faccia sporca di fangaia e terra. Michela voleva aiutare a pulire la faccia della sua amica così per tirare fuori la bacchetta, non riuscì più a mantenersi in equilibrio, per fortuna abbracciò con braccia e gambe il manico della scopa, però si rigirò e quindi si ritrovò appollaiata a testa in giù tipo koala. Ilaria scoppiò a ridere buttando la testa all’indietro, così la scopa si impuntò leggermente e la parte posteriore di essa finì in faccia ad Andrea che era appena risalito sulla sua scopa; Naomi invece se ne svolazzava da una parte all’altra, e ogni tanto dava delle spinte alle spalle degli altri facendoli spaventare o cadere. Intanto Laura si era messa in piedi sul manico della scopa e sorrideva soddisfatta. Un chiacchiericcio si levava indisturbato sopra le indicazioni del povero professore che cercava di farsi sentire alzando la voce e gesticolando.
- Aiuuuto, vedo tutto sottosopra! – urlò Michela nella modalità-koala.
- Guarda la mia faccia! La vedi?! –
- Ilaria mi brucia l’occhio, mannaggia a te! –
- Naomi smettila di spingere! –
- Heeeey, sono quassù! –
- Guarda che so fare! Guarda che so fare! –
- Laura scendi! -
- Non è possibile, che io di prima mattina devo essere sporca di terra! –
- Nami! –
- Jude mi tiri giùùù? –
- L’occhio! L’occhio! Mi brucia! –
- Laura, attenta! –
- Jude dici qualcosa a Naomi che mi spinge?! –
- Jude mi fai un gratta e netta efficace alla faccia, per favore!? –
- Juuude –
- Nami, basta! –
- Jude, per favore! –
Il professore si mise le mani tra i capelli esasperato.
- BASTA! Roberto aiuta Michela che è rimasta appesa come un sacco. Andrea smettila di piagnucolare per l’occhio, il bruciore andrà via tra poco. Laura smettila di fare acrobazie, e tu Naomi di spingere i tuoi compagni. – disse, per poi sospirare sonoramente – Merlino! Portate all’esasperazione! –
Lo sappiamo bene, pensò Andrea tra sé e sé mentre continuava a strofinarsi l’occhio.
Gli altri lo fissarono improvvisamente immobili con un po’ di senso di colpa, dopotutto Jude era sempre ben disponibile nei loro confronti. Il professore prese un bel secondo respiro e dopo aver fatto un gratta e netta alla faccia di Alice e dato nuovamente le posizioni (stavolta li collocò a due metri di distanza l’uno dall’altro), ripeté il movimento per decollare.
Stavolta i ragazzi si applicarono di più e tutto il giorno andò avanti così, fino alle sei di sera, quando sfiniti chiesero a Jude di riposare un attimo. Volare era stancante dopo un po’, specie con i tranelli che Naomi continuava a tendere! Il professore controllò il suo orologio da taschino e poi sorrise.
- Sì, anzi, direi che possiamo anche smettere per oggi. Temo che vi ci vorrà un’altra lezione. Su, andate a prepararvi, stasera ci aspetta un bel banchetto e tra poco arrivano gli altri professori, non mi va che vi vedano prima che io e il preside gli spieghiamo la situazione – gli confidò.
I ventiquattro ragazzi quasi sfiniti si incamminarono verso le loro Sale Comuni.
- Ci vediamo alle otto e mezza in Sala Grande – disse Arianna prima di salire insieme agli altri le scalinate come dei bradipi. Gli altri Serpeverde invece si diressero verso i sotterranei.
Nella Sala Comune la maggior parte si buttò sul letto per riposarsi un po’, mentre Stefano e Michela andarono subito in bagno per prepararsi.
- Ho le braccia tutte rosse! – urlò Michela dal bagno. Ilaria soffocò una risata, poi cercò di assumere un tono disinvolto.
- Ci credo con tutto il tempo che sei rimasta a penzolare dalla scopa – constatò.
- Non stavo penzolando! Volevo semplicemente guardarvi sottosopra! – urlò tra il divertito e lo scandalizzato.
Ylenia dormiva.
 
Torre di Corvonero
 
Il clima era decisamente più calmo, quasi preoccupante. Fabiola e Fabio avevano già terminato di prepararsi e si stavano riposando sui divanetti della Sala Comune mentre leggevano un libro. Alice e Naomi invece si stavano ancora mettendo la divisa, preoccupate com’erano per altre questioni.
- Pensi ancora a ieri sera? – domandò Alice per spezzare il silenzio. Naomi sussultò, ma poi annuì lentamente.
- Solo che…non mi sono mai chiesta seriamente cosa ci facciamo qui, come facciamo ad essere qui – confessò.
Alice non rispose, anche lei non sapeva che pensare.
- E poi non capisco perché dovrei preoccuparmi. Guarda gli altri! La vivono serenamente, io invece da ieri sera ho un’ansia continua e…- continuò. Alice la zittì poggiandole una mano sulla spalla, il viso serio non tradiva alcuna traccia di divertimento.
- Ascolta: questa sera ci riuniamo nella Stanza delle Necessità e vedremo cosa fare – propose. Naomi si illuminò un po’.
- Oh, come nelle fan fiction! –
L’altra rise e annuì.
- Stasera ne parliamo, dai. Basta pensieri brutti, questa sera c’è il banchetto ed io non vedo l’ora di strafogarmi! – esultò alzando le braccia al cielo, per poi aggiustarsi sorridente la cravatta al collo.
 
Torre di Grifondoro
 
- Non riesco ancora ad abituarmi ad essere qui dento così in pochi – disse Arianna guardandosi intorno con nostalgia. Cecilia sospirò ed annuì al suo fianco.
- La Sala Comune dei Grifondoro è così vuota senza di loro –
- Dai ragazzi, li vediamo a cena! Non è una tragedia dormire separati! – disse saggiamene Anna, per poi spalmarsi sui capelli una pozione lisciante che lei, Sara, Michela e Ylenia si erano premurate di chiedere a Jude.
- Lo so, però – iniziò Elisa interrotta dall’urlo di Alba. Nick-Quasi-Senza-Testa era sbucato dal muro e l’aveva sfiorata per mettersi al centro della stanza.
- Oddio, mi ha toccata! Sai che malattie può portare qualcosa di non identificato che ha più di cinquecento anni?! – urlò con le lacrime agli occhi, in direzione del fantasma scandalizzato. Nick fece una faccia tremendamente offesa.
- Stupida ragazza! Come ti permetti? – si scaldò, cosa alquanto rara, Nick si arrabbiava molto, ma molto, difficilmente. Arianna si mise tra i due e allargò le braccia per tenerli a debita distanza.
- Pensi di potermi fermare così?! – continuò Nick verso la ragazza, poi si rivolse nuovamente ad Alba. – Nessuno! Mai! Mai si era permesso di ritenermi una specie di…Schiopodo Sparacoda! –
- Non me ne importa! C’è sempre una prima volta! – strillò l’altra fuori di sé. Arianna spaventata dal comportamento dei due, si spostò. Cecilia prese subito il suo posto ponendosi di fronte al fantasma della Casa di Grifondoro.
- Signor Nicholas de Mimsy-Porpington…per favore – fece Cecilia con un tono dolce. Nick sentendosi per una delle poche volte apostrofare col suo vero nome si calmò quasi immediatamente. Nonostante questo alzò il mento in tono altezzoso.
- Sono solo venuto qui perché mi ha mandato il preside. Mi ha detto di dirvi che dovrete fingervi con tutti degli ex-allievi di Beauxbatons e Durmstrang, e che vi siete trasferiti qui ad Hogwarts quest’anno anche se la domanda di ammissione era stata inviata da tempo. Così avrete la scusa che è colpa di Hogwarts che siete arrivati in ritardo in questa scuola, non vostra. Inoltre nell’orario delle lezioni che troverete al vostro ritorno nei rispettivi letti troverete il vostro “cognome da copertura”. Il preside ha convenuto per la vostra sicurezza di affibbiarvi dei cognomi inglesi. – disse per fare poi una leggere pausa, probabilmente per accettarsi che tutti avessero capito.
- Che undergound! –
- Infine – disse facendo scivolare lo sguardo in modo particolare su ognuno – mi ha raccomandato fortemente  di dirvi che dovrete mantenere un atteggiamento dignitoso e non sospettoso di fronte agli insegnanti, data la presenza di personaggi come i professori Hagrid, Rüf, Paciock –
- PACIOCK?! – esclamarono i Grifi.
- Ecco appunto – disse sospirando il fantasma.
Le sette ragazze presero a saltellare eccitate e a battere le mani freneticamente.
- Non posso crederci! –
- Oddio mi potrei sentire male! –
- Per favore un po’ di contegno! – fece scandalizzato Nick. Colin improvvisò un balletto e poi sorrise felice.
- E’ che per noi è un onore poterlo conoscere – disse cercando di trattenere le lacrime di felicità.
- Sì, sì, va bene. Mi hanno detto cos’è successo con professor Silente. In ogni caso cercate di mantenere un contegno, è importante – li avvertì, prima di andarsene a testa alta e passare volontariamente attraverso il corpo di Alba.
- Oh. Mio. Dio. – sillabò la rossa, poi cadde a terra come un sacco.
 
 

*

 
- Ce l’avete fatta! Ma dov’eravate finiti?! – domandò Ylenia ai Grifondoro che scendevano gli ultimi scalini di fretta.
- Scusateci! Alba era svenuta, c’è voluto un innerva – spiegò con noncuranza Anna.
- Come sei svenuta?! – chiesero gli altri allarmati. Alba annuì energicamente.
- Tutta colpa di Nick-Quasi-Senza-Testa! Mi è venuto addosso! –
- Come ti capisco! – disse Ylenia solidale con l’amica. Naomi al suo fianco scosse la testa desolata.
- Comunque perché non siete ancora entrati? –
- Non ve l’ha detto Nick? Ci saranno professori che conosciamo! – disse agitata Fabiola mentre si lisciava la divisa ben stirata. – Non volevamo mica entrare da soli! Ci vuole l’entrata tutti insieme, ho bisogno di tutto il supporto! –
Ilaria si gasò e prese a saltellare.
- Sì, ti prego, facciamo l’entrata alla “Ordine della Fenice” come nel film dei Doni Parte 2! – esclamò eccitata.
- Spero stai scherzando! –
- Sopprimetela! –
Risero tutti per qualche secondo, ma non era una vera risata. Piuttosto era una risata piena di nervosismo che non li scaricò per nulla.
- Insieme? – disse Sara guardando gli altri negli occhi.
- Come abbiamo cominciato – rispose ironicamente Laura.
Aprirono le porte della Sala Grande e entrarono. Fu peggio di come pensassero, tutti gli sguardi erano fissi su di loro curiosi. I ventiquattro ragazzi cercarono di non guardare verso il tavolo dei professori e in questo ci riuscirono abbastanza bene. Diversamente non si può dire per andare ai loro posti, si scontrarono ripetutamente e Ylenia presa dall’emozione stava per sedersi al tavolo dei Corvonero, per fortuna Michela le prese la mano e la strattonò via verso il tavolo dei Serpeverde. Appena si sedettero tutti, Alice inciampò sotto lo sguardo di tutta la scuola, il preside prese a parlare ignorandola, la ragazza gli fu mentalmente grata.
- Ecco un po’ in ritardo i vostri nuovi compagni, come vi dicevo. Confido in ognuno di voi che li facciate sentire come a casa loro, insieme a quelli del primo anno –
- Già ci si sentiamo, idiota – sussurrò Naomi, e Alice al suo fianco si lasciò scappare una risata.
- Prima di strafogarci con il banchetto – Jude in particolar modo ammiccò sorridendo verso Ilaria e Michela – devo dirvi qualche parola. Devo ricordarvi che l’accesso alla Foresta è proibito per l’appunto e anche l’accesso alla Stanza delle Necessità al settimo piano –
- Ma da quando?! – fece scandalizzata Laura al tavolo dei Tassorosso, un ragazzo al suo fianco le sorrise timidamente.
- Ehm, da sempre. Almeno da quando io sono qui, e ormai sono sette anni –
- Oh – rispose imbarazzata la ragazza per aver attirato l’attenzione, ed era proprio la cosa che prima il Frate Grasso gli aveva detto che non dovevano fare.
- Inoltre quest’anno ci sarà un evento di fama internazionale e imperdibile: il Torneo Tremaghi! – confessò e prima che poté continuare la spiegazione, la Sala scoppiò in un’esultazione contemporanea, i Grifondoro fischiarono e batterono le mani eccitatissimi.
- Per favore, per favore silenzio! – disse McDovin alzando le mani, ma gli studenti erano troppo eccitati per la notizia. Dopo qualche minuto di esaltazione gli studenti tornarono in silenzio, ma con ancora i sorrisi stampati sulla faccia.
- Per chi non lo sapesse il Torneo Tremaghi consiste in tre prove che tre campioni, uno per ogni scuola, dovranno affrontare. – e prese a spiegare le regole e lo scopo del Torneo, e ricordò a tutti che il limite di età per partecipare al Torneo era avere 17 anni.
- Il Torneo si svolgerà quest’anno a Hogwarts e le delegazioni di Beauxbatons e Durmstrang arriveranno qui da noi il 30 Ottobre insieme al  il Capo del Dipartimento per la Cooperazione Magica Internazionale e  il Capo del Dipartimento Sport e Giochi Magici. Poi avrete tempo fino alla serata di Halloween per inserire il vostro nome nel calice, dopodiché ci sarà l’estrazione dei campioni! –
- Perché Jude non ce l’ha detto? – domandò sottovoce una Giorgia leggermente imbronciata.
- Non poteva dircelo no? McDovin lo avrà costretto a non dirci nulla. Dimentichi che è un professore? – rispose Stefano – Per te noi potremmo partecipare? –
- Ne dubito – rispose la ragazza facendo vagare lo sguardo sugli altri compagni e vide nei loro occhi la stessa domanda e anche preoccupazione, da come avevano letto il Torneo Tremaghi aveva portato la morte di Cedric Diggory (preciso Cedric Diggory, non Fatina Sbrilluccicante).
Dopo i ragazzi poterono finalmente concentrare la loro attenzione verso il tavolo dei professori, il preside aveva finito la spiegazione e aveva finalmente dato inizio al banchetto. Guardavano i loro eroi con le lacrime agli occhi, loro erano lì. Hagrid, Neville…erano contenti di vedere perfino Rüf!
- Tutto bene? – chiese una ragazza del primo anno a Cecilia che si asciugava una lacrima. La castana tirò su col naso e annuì.
- Solo che…sono così contenta che c’è il Torneo – mentì inventando la prima cosa che le venne in mente.
- Uhm…certo – rispose l’altra guardandola un attimo perplessa e poi allontanarsi impercettibilmente da vicino a lei.
Intanto tra Andrea al tavolo dei Tassi, e  Michela e Ilaria al tavolo delle Serpi, non si sa chi finì prima il pollo all’arancia.
Al tavolo di quest’ultime Martina cacciò un urletto che fece saltare dallo spavento Michela che stava prendendo l’ennesima coscia di pollo ( “Amo quando i piatti si riempiono nuovamente di cibo quando finisce” aveva detto).
- Che urli! Mi hai fatto prendere un colpo! – disse, prima di staccare con i denti un gran pezzo di carne.
Martina rimase a bocca spalancata senza proferire parola, sembrava paralizzata. Noemi al suo fianco la scosse, per poi chiamarla, ma niente. Gli altri seguirono il suo sguardo ed ebbero più o meno la stessa reazione.
- Ma quello è…D-Draco Malfoy – balbettò Sara. Serena si strozzò con l’acqua che stava bevendo.
- Ti sbagli…- disse Roberto, decisamente più lucido degli altri – quello è Scorpius Malfoy
 
 
Appena alzati dal tavolo, alla fine del banchetto, i ragazzi si riunirono frettolosamente tra di loro urtandosi con gli altri studenti, specialmente con quei piccoletti del primo anno che cercavano di seguire i loro prefetti. Naomi per raggiungere gli altri si scontrò con una ragazza bionda leggermente più alta di lei.
- Cazzo! Attenta a dove vai! – la rimproverò questa. Naomi la ignorò per un attimo, ma poi la liquidò con un “Ma che cazzo voi”, tipico. Appena raggiunse i suoi amici trovò i Serpeverde euforici che urlavano tra di loro.
- Che succede ragazzi? – domandò curiosa. Ylenia gli saltò letteralmente addosso.
- Nami! Nami! Nami! Non puoi capire chi c’era al tavolo con noi! – esultò, poi continuò senza darle il tempo per rispondere – Albus e Scorpius! –
La mora spalancò la bocca sorpresa, si era proprio dimenticata del gruppo Potter-Weasley-Malfoy.
- Erano così carini! –disse la bionda continuando a saltellare.
- Sì, peccato che li guardavano come fossero cibo – specificò Roberto.
- Non è vero! – rispose Michela arrossendo.
Alice si guardò intorno ed urlò un “Mio padre era un grand’uomo!”, avendo come risposta un “Tuo padre era un maiale!”, l’attenzione si focalizzò su di lei.
- Ragazzi, ho un’idea, ma dobbiamo agire ora e subito! –
- Mai un attimo di riposo! – si lamentò Laura – Io, Claudio, e Andrea abbiamo già rischiato abbastanza ieri sera! –
Alice la ignorò e prese a camminare velocemente per sfuggire agli occhi dei professori.
- Sbrigatevi! Prima che Jude ci raggiunga! –
Salirono velocemente le scale, una dopo l’altra.
- Poi voglio vedere come facciamo noi a tornare nei sotterranei – sospirò Stefano ai suoi compagni Serpeverde.
Spintonandosi tra gli altri studenti di Grifondoro , che erano diretti nella loro Sala Comune, arrivarono al settimo piano e si intrufolarono nel corridoio adiacente.
- Forse ho capito cos’hai in mente…- disse Andrea.
- Ma non possiamo andarci, è proibito! – ricordò loro Fabiola. Naomi invece eccitata prese a gironzolare fissando le pareti.
- ‘Sticazzi, cerchiamola prima che arrivino i prefetti! –
Nel casino però la stanza non compariva così alla fine ventitré di loro si misero in un angolino cercando di pensare a qualcos’altro (per Andrea non fu difficile, bastava pensare alla torta alla melassa che aveva mangiato per dessert), mentre Alice si concentrava per far apparire la stanza va e vieni. Il coro di “Oh” alle sue spalle fece capire alla ragazza che era riuscita nel suo intento. Aprì gli occhi e si trovò davanti una semplicissima porta in mogano. L’aprì e guardò dentro velocemente.
- Andiamo, avanti! –
I ragazzi la raggiunsero e iniziarono ad entrare.
- Dove credete di andare? –
Il cuore gli perse un battito a ciascuno e si bloccarono fermi sul loro posto.
- Merda! – imprecò Naomi.
- Lo sapevo che era troppo bello per essere vero – esordì Giorgia, prima di girarsi insieme agli altri. Si trovarono davanti un gruppo di all’incirca dieci persone. Ma il problema non era quanti erano, ma chi erano. A testa del gruppo c’erano un ragazzo con i capelli neri scompigliati e gli occhi marroni, lo sguardo beffardo mentre si rigirava la bacchetta tra le mani, era un Grifondoro, ma sulla divisa non spuntava nessuna spilla che indicava fosse un prefetto. Al suo fianco una ragazza dai lunghi capelli biondi e gli occhi blu incorniciati da del pesante trucco nero ghignava guardandoli con superiorità, anche lei era una Grifondoro. Dietro di loro si trovavano Scorpius Malfoy e Albus Potter, quest’ultimo li fissava curiosi con i suoi occhioni verdi da dietro il ragazzo che a questo punto intuirono fosse il fratello più grande: James. Più dietro si trovava una ragazza con i capelli rossicci e il viso identico a Hermione, la stessa espressione concentrata, era sicuramente Rose. Poi c’erano qualche altro ragazzo dai capelli rossi qua e là, tutti Weasley, ovvio.
- Cosa c’è qui un festino? – domandò il minore dei Potter facendosi avanti. Ylenia notò con preoccupazione la spilla da prefetto.
- Non si può stare in giro a quest’ora e – disse guardando velocemente la Stanza alle loro spalle – l’ingresso lì dentro è vietato –
- Per non dire occupato! – aggiunse la bionda per poi scoppiare a ridere.
- Dominique! – la riprese Albus, la ragazza alzò le mani.
- Non ho detto niente! –
Ylenia e Naomi si scambiarono uno sguardo pieno da intenditrici di fan fiction.
- Se ve ne andate subito faremo finta di nulla e non toglieremo punti alle vostre case – li avvisò.
A questo punto i nostri cari, matti, belli, idioti etc. ragazzi iniziarono a riscaldarsi.
- E quanto ci togliereste scusa? – domandò beffarda Michela facendosi avanti. Per carità, amava la next generation, ma se li era immaginati, che ne so…più gentili, ecco! Tutta quella strafottenza la infastidiva alquanto.
- Dieci punti in meno per ognuno di voi – rispose l’altro subito.
- Bene allora inizia nel togliere…uhm – disse girandosi verso i suoi amici (che la guardano senza parole), a contare tra sé e sé – Sì, ecco. Allora ti conviene subito togliere quaranta punti a Corvonero, settanta punti a Grifondoro, trenta a Tassorosso e…sì, e ben cento punti a Serpeverde. Oh, ma guarda un po’ Serpeverde è la tua casa? – chiese Michela con finta sorpresa, poi sorrise – che peccato – Albus assottigliò gli occhi, ma la sua espressione rimaneva concentrata.
- Amo quando tira fuori la sua parte Serpeverde – sussurrò Ilaria eccitata . Era chiaro che un Serpeverde non avrebbe mai tolto tanti punti alla sua casa, erano troppo ambiziosi, puntavano solo alla Coppa delle Case a fine anno.
Roberto annuì soddisfatto.
- Questa è la mia donna – si vantò.
- Fallo! – disse James al fratello con gli occhi che brillavano, felice all’idea che Serpeverde perdesse tanti punti.
- Che razza di…- iniziò Scorpius in direzione di Michela , per poi trovarsi ventitré bacchette puntate contro, Andrea la stava ancora cercando nella lunga veste.
- Non provarci nemmeno – sibilò Naomi con la bacchetta puntata verso Scorpius.
La ragazza che stava dietro si fece avanti sovrapponendosi tra i due gruppi, accorgendosi che quello a cui apparteneva era in netta inferiorità numerica.
- Cerchiamo di calmarci, tutti quanti –
- Fatti da parte, Lily! – la rimproverò James con la bacchetta alzata. La rossa lo ignorò e si scambiò uno sguardo di intesa con Dominique.
- James, abbassa la bacchetta – lo avvertì la bionda.
- Dominique non prov – ma non riuscì a finire la frase che la ragazza gli strappò letteralmente la bacchetta dalle mani.
- Smettila di fare il bamboccio –
Lily si girò verso il gruppo più numeroso.
- Per favore, abbassate le bacchette, siamo disarmati –
Pian piano i ragazzi obbedirono, ma non le riposero in tasca per precauzione.
- La Stanza è occupata da noi – disse con astio James, aveva perso la sua espressione divertita.
- Non mi sembra – lo beffeggiò Ylenia.
- E voi non potete stare qui a quest’ora – insistette il ragazzo.
- Non mi sembra che tu abbia la spilla da prefetto – continuò la bionda.
- Dai James andiamocene – disse il ragazzo con i capelli rossi che era rimasto in silenzio.
James indurì la mascella per qualche secondo per poi girarsi sui tacchi e andarsene.
- Non finisce qui – li avvertì Dominique.
- Sto tremando di paura – rispose Naomi facendo ridere gli altri. L’altra la guardò appena, poi anche lei seguì il resto del suo gruppo.
- E cambia colore di capelli! – gli urlò dietro Naomi, Dominique rispose col dito medio senza girarsi, per poi svoltare al corridoio.
Rimasero un attimo in silenzio e poi fissarono la Sala.
- Bene, già stiamo in conflitto con gli eredi dei nostri idoli – commentò Sara. Gli altri non seppero se ridere o no.
- Ho paura che chiamino un prefetto, per stasera andiamocene – propose Fabiola.
- Ma ci sono un’infinità di cose di cui dobbiamo parlare! – insistette Alice.
- Senti io penso che un Grifondoro colpito all’orgoglio può diventare davvero un bastardo e chiamare un caposcuola, o peggio Owen. Dopotutto i Grifondoro sono più simili ai Serpeverde più di quanto si pensi, ecco perché non si sopportano tra loro. Andiamocene -
- Meglio aspettare domani per la Sala – concordò Giorgia.
I ragazzi valutarono per un po’ l’idea, ma poi annuirono.
- Sì, forse è meglio – anche Alice si arrese.
Si divisero tra di loro e tornarono ai loro dormitori, in silenzio, ognuno perso nei propri pensieri.
 

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Capitolo 8
*** First lessons ***


8° First lessons

Sara lasciò cadere la borsa ai piedi del tavolo di Serpeverde e esalò un respiro, lasciandosi cadere sulla panca.
- Ma dov’eri? – domandò Michela mentre si serviva del pasticcio di carne e rognone.
Sara spalancò la bocca arrabbiata.
- Dov’ero?! Vi avevo urlato di aspettarmi, ma voi siete andati a pranzo senza di me! – li accusò. Poi si servì anche lei preparandosi una bella porzione abbondante di costolette e patatine fritte.
- Davvero? Non ti abbiamo sentito, scusaci. E poi stavamo morendo di fame – si giustificò Ilaria alzando le spalle, ma ad un’occhiata della ragazza proseguì subito – Ehm, comunque come mai hai fatto tardi? –
Sara afferrò una forchetta e la sventolò davanti al viso della rossa.
- Mi prendi in giro?! Sono stata tre ore a pulire il casino che ho fatto con la pozione, senza magia – specificò.
Ylenia sollevò uno sguardo sorpreso su di lei.
- Davvero? Lumacorno non mi è sembrato tanto tremendo – affermò. Sara continuò a sguainare la forchetta e rivolgere qualche insulto, particolarmente offensivo, verso il professore. Un ragazzo di Serpeverde seduto lì vicino la guardò in modo sprezzante come se fosse una matta da rinchiudere al più presto al San Mungo.
- Ehm, Sara…abbassa la forchetta. C’è gente – sussurrò Serena al suo fianco. La bionda si accorse degli sguardi lunatici degli altri Serpeverde e arrossì, utilizzando la forchetta per scopi più salutari, come quello di mangiare.
 
 
Intanto al tavolo dei Tassorosso Andrea aveva preso a mangiare a più non posso, diventando tutto rosso. Spazientita Laura si girò verso di lui.
- Almeno puoi evitare di fare i versi?! –
Andrea deglutì rumorosamente un pezzo di pane e poi alzò le spalle.
- Fcufa, ba ho fame – cercò di dire. Laura continuò a guardarlo con cipiglio schifato e borbottò qualcosa a proposito di Ron Weasley.
Claudio invece non faceva che guardarsi intorno da quando si erano seduti.  Aveva notato le figure all’entrata della Sala Grande rigide e composte. La lunga veste e la mano destra nascosta sotto il mantello, gli fece tornare in mente il discorso dell’altra mattina, a proposito degli auror. Poi si avvicinò a Andrea e Laura per non farsi sentire dagli altri.
- Li vedi quelli lì? – domandò ai due, indicando con la testa l’entrata della Sala Grande. Laura assottigliò gli occhi e dopo nemmeno due secondi annuì la testa, capendo dove voleva andare a parare il suo amico.
- Sono quello che penso? – domandò sottovoce Andrea.
- Tu pensi? – fece invece Claudio per allentare la tensione e sdrammatizzare. Andrea gli rispose con una smorfia e tornò a mangiare il suo pasticcio.
Laura invece era già piena, nonostante non avesse mangiato molto. Si girò verso il tavolo dei Corvonero dove Naomi le fece un occhiolino, era il segnale. Si alzò e gli altri due ragazzi la imitarono subito.
- Di già? – chiese Andrea portando con sé il suo zaino, la ragazza notò che era più pieno di quando si erano seduti e si appuntò mentalmente di chiedere spiegazioni.
La maggior parte degli studenti e dei professori guardarono sconcertati i ventiquattro ragazzi che si erano alzati da tavoli diversi quasi in contemporanea e si dirigevano verso l’uscita, Jude li guardò con un cipiglio divertito. Naomi vide al tavolo dei Grifondoro Dominique dare una botta al cugino e indicarli con la testa, non poté vedere la reazione di James perché Alice le si parò davanti andandole addosso.
- Andrea mi ha spinto! – si giustificò. La mora alzò gli occhi al cielo e scosse la testa sorridendo. Tutti insieme uscirono da Hogwarts e si diressero verso la riva del Lago Nero, all’ombra sotto un salice che avevano rinominato il Salice Schiaffeggiante. Si disposero in cerchio, Alice, Cecilia, Michela e Laura cantavano una canzone di Hunger Games, mentre gli altri parlottavano tra di loro.
- Finalmente soli! – esultò Stefano alzando le mani al cielo.
- Ma che asociale che sei! – esclamò Ylenia al suo fianco, per poi scoppiare a ridere. In realtà era perfettamente d’accordo, per quanto amasse Hogwarts era molto più rilassante stare solo con i suoi migliori amici.
-  Qui fuori mi ricorda le prime lezioni che abbiamo fatto con Jude – disse malinconica Anna. Alcuni annuirono perdendosi un po’ nei ricordi delle settimane scorse. Nel frattempo Andrea aveva tirato fuori dallo zaino un contenitore e prese a distribuire cotolette.
- Visto che Nami ci aveva detto che saremmo andati via prima dal pranzo, ho pensato che se avessimo avuto ancora fame…ecco qui – disse il ragazzo. Le quattro ragazze di prima smisero di cantare all’improvviso alla vista del cibo. Michela, Ilaria e Ylenia corsero ad abbracciare Andrea con slancio prima di tuffarsi sulle cotolette.
- Ma tu distribuisci sempre cibo per il castello? L’altra volta muffin, ora cotolette… - pensò ad alta voce Claudio, strappando una risata a qualcuno e una linguaccia ad Andrea.
Naomi all’improvviso si alzò, richiamando l’attenzione su di sé.
- Allora abbiamo poco tempo quindi fatemi parlare. Per prima cosa…avete visto gli auror? –
I Serpeverde la guardarono interrogativi.
- Auror? Che auror? – chiese Robert interessato. Andrea, Laura e Claudio si alzarono di scatto.
- Sì! Noi li abbiamo visti! –
- Anche noi! – fecero i Grifondoro.
- Scusate potete spiegare anche a noi? – chiese Michela imbronciata, mentre si puliva con un fazzoletto i residui di olio sulle guance.  Naomi si risedette, certa ormai che l’attenzione era focalizzata su di lei.
- All’entrata della Sala Grande c’erano quattro auror – spiegò Alice – E posso dirvi cosa penso sinceramente? Magari questa storia mi sta facendo diventare paranoica, non lo so…ma sta di fatto che io ho incrociato ben quattro volte gli occhi di quelli! Non guardavano tutti! Sembrava guardassero particolarmente…noi – sottolineò.
Andrea sbuffò e alzò gli occhi al cielo.
- Posso dire quello che penso sinceramente? – chiese senza tuttavia aspettare una risposta. I ragazzi in una situazione normale avrebbero risposto “no” giusto per cazzeggiare, come facevano loro solito, ma la situazione era seria e tutti aspettavano di sentire cosa ne pensava il pel…ehm Andrea.
- Io penso che come hai detto tu Alice ci stiamo facendo prendere troppo da questa storia…Analizziamo bene la situazione no? A Hogwarts ci sono figli e i nipoti del famoso Harry Potter, e ci sono più Weasley che studenti tra poco! Per non parlare che su tutti i libri di Storia della Magia che abbiamo letto non si fa che parlare della guerra magica. Giusto? – domandò per vedere se gli altri seguivano il suo ragionamento, in risposta qualche testolina annuì.
- Bene, allora è chiaro che tutti conoscono i Potter & Co., sono famosi! Inoltre Harry se non sbaglio lavora nell’Ufficio Auror e penso sia normale da una parte voler tenere d’occhio i propri figli da occhi indiscreti no? Sono una specie di guardie del corpo loro, secondo me! – esclamò infine per concludere il suo ragionamento.
Alcuni lo guardarono serio per un attimo, come per soppesare la sua teoria, ma poi Naomi scosse la testa.
- E gli auror vengono proprio l’anno in cui arriviamo noi? No, non penso proprio – commentò. Fabiola annuì al suo fianco.
- Anch’io la penso così, e poi al tavolo dei Corvonero ho sentito altri chiedere chi fossero quei maghi. E’ chiaro che non fossero abituati alla loro presenza –
I ragazzi restarono un attimo in silenzio a riflettere su quello che avevano detto, poi la moretta parlò di nuovo.
- Comunque non possiamo continuare a vederci come abbiamo fatto oggi. Per i semplici motivi che…uno: a pranzo dobbiamo mangiare, non possiamo attirare l’attenzione in questo modo, oggi l’unico a non guardarci come dei babbani era Jude! E due: con l’arrivo del freddo stare qui fuori non è per niente convincente. – spiegò. Il resto dei ragazzi non poté che essere d’accordo con lei.
- E come facciamo? – si lamentò Ylenia.
- La Stamberga Strillante? – propose Andrea – Magari potremmo anche arredarla e tenere l’ l’alcool e il resto. -
Gli occhi di Sara si inumidirono all’improvviso e si alzò incenerendo Andrea con lo sguardo.
- Come sei ignobile! Come fai a pensare di fare festini e vederci nel luogo dove è morto Piton?! Eh, eh, EH?! – urlò. Andrea incassò la testa nelle spalle dispiaciuto per non averci pensato. Michela tirò giù Sara per una manica finché quella non si risedette.
- Per me ha le sue cose – mormorò Serena in direzione di Stefano che annuì concorde. 
- Comunque ragazzi non penso ci sia un’altra soluzione. L’unica cosa da fare è radunarci nella Stanza delle Necessità – concluse Laura.
- L’Oracolo ha parlato -
Naomi poggiò la testa sui palmi delle mani e fece cenno di sì con la testa.
- Ha ragione. – disse, poi si fomentò e si alzò nuovamente – Avanti raga! Cioè…siamo noi! E ci stiamo facendo intimidire da questi qua che pretendono la Stanza tutta per loro?! Dai! Avanti sono figli e nipoti dello Sfregiato! – ironizzò. Stefano a quelle parole scoppiò a ridere e le diede ragione, poi si girò verso Michela e iniziarono a confabulare.
- Voi due che avete da dire? –
- Stiamo semplicemente pensando a cosa dire a Draco per scusarci di come maltratteremo suo figlio – dissero a testa alta in un’espressione di superiorità.
- Oh, non avevo pensato a questo! – trillò Martina. – Come potremo fargli qualcosa del genere?! –
Stefano la guardò stralunato. – Gioia, devo ricordarti come ci ha trattato ieri? –
- Come mi ha trattato! – disse Michela. Stefano la zittì con un gesto della mano.
- Chi tocca uno di noi tocca tutti – disse con leggerezza. Il resto dei ragazzi lo guardò con gli occhi che brillavano, dopotutto quello che aveva detto il ragazzo era vero. Agli occhi di tutti gli altri studenti sembravano essere una cosa sola, dopotutto.
- Prima che degeneriamo in discorsi contorti come nostro solito – li avvisò Laura – Chi ha intenzione di partecipare al Torneo? – chiese curiosa. Non essendo potuti stare insieme la sera prima ancora non avevano affrontato il discorso tra loro, dunque in quel momento si guardarono tra loro curiosi di sapere chi avrebbe voluto partecipare.
- A me piacerebbe – sentenziò Ilaria per prima.
- Anche a me – fece Cecilia. Gli altri continuarono a guardarsi come per aspettare qualche altro volontario, ma nessun’altro parlò.
- Io no per il semplice motivo che noi in questo momento non siamo nella posizione di poter correre ulteriori rischi, insomma non sappiamo nemmeno fare molti incantesimi – si giustificò Alice, Naomi al suo fianco annuì.
- Per quanto mi piacerebbe partecipare, concordo con Alice: abbiamo altro a cui pensare – disse, poi si rivolse a Cecilia e Ilaria – ma se il vostro nome uscirà dal Calice sapete che avrete tutto il nostro appoggio –
- Nami, tu dovresti proprio partecipare! Ti ci vedrei benissimo come Campionessa di Hogwarts, e poi sei la più brava in Difesa contro le Arti Oscure – suggerì Giorgia.
Naomi fece un sorrisetto divertito e si vantò scuotendosi leggermente i capelli – Modestamente – poi tornò seria – Comunque non ho ancora detto che non parteciperò, solo ci devo pensare, ma all’80% è no  – puntualizzò.
Il resto della pausa pranzo la passarono a ridere e scherzare finché dovettero tornare alle lezioni pomeridiane. Le cose quel primo giorno non andarono troppo bene, gli altri studenti non facevano che squadrarli oppure fargli mille domande su com’era Beauxbatons e Durmstrang finché durante la lezione di Difesa contro le Arti Oscure, Naomi esasperata rispose a un ragazzo “ma che ne so!”, dopo che questo gli aveva chiesto se lì a Durmstrang facessero Quidditch. Per fortuna Jude, accorgendosi che i ragazzi erano messi alle strette dalle domande dei compagni, si sbrigò a imporre silenzio e spiegargli come si faceva a eseguire degli incantesimi verbali. La lezione fu un totale fiasco, anche se molti studenti se la cavarono.
- Ragazzi potete rimanere un secondo? – chiese, in direzione della parte destra dell’aula dove gli ex-babbani sembravano essersi radunati tutti dal resto della classe.
- Certo –
Gli altri ragazzi uscirono stralunati guardandoli sempre con diffidenza.
- Vuoi una foto?! – sbraitò Michela ad un ragazzo di Grifondoro, che le guardava curioso i capelli, questo si limitò a scappare a gambe levate. Appena la classe fu svuotata da occhi e orecchie indiscrete, Jude regalò a tutti loro un sorriso di incoraggiamento.
- Allora com’è andato questo primo giorno? – chiese ai Grifondoro e i Serpeverde. I Corvonero e i Tassorosso stavano svolgendo la lezione di Erbologia con Paciock.
 
*
 
 
 
- Ragazzi potete rimanere un secondo? – chiese il professor Gray. Dominique alzò lo sguardo in direzione del professore, ma notò che gli occhi di esso erano puntati verso l’altra parte della classe. Ovviamente in direzione dei nuovi ragazzi, ormai erano sempre al centro dell’attenzione! Sbuffò ad alta voce e James al suo fianco la guardò curioso.
- Che succede? – le chiese. La bionda rimise stizzita la bacchetta all’interno del suo mantello.
- Quelli – rispose solo e James capì.
- Da quando ci sono questi qua, non ci siamo più noi sotto i riflettori – commentò. James rise mentre uscivano dalla classe, dopotutto non poteva darle torto, anche lui non li sopportava.
- Se non ti conoscessi bene direi che sei invidiosa di loro – la prese in giro.
- Appunto, visto che mi conosci bene – e lo squadrò con un sopracciglio alzato – sai che non è così -.
Appena uscirono dall’aula il professore chiuse la classe con un incantesimo. Stavano per tornarsene verso la Torre di Grifondoro quando Dominique alzò gli occhi al cielo.
- Oh, al diavolo! Sono troppo curiosa! – esalò, ma prima che potesse aprire il suo zaino, James le sorrise porgendole un lungo filo color carne: Orecchie Oblunghe. C’era un motivo se James era il cugino a cui era più affezionata, pensò mentre sorridendo afferrò un filo, lui riusciva sempre a pensare le stesse cose che pensava lei. Le cose più assurde e pericolose, non limitandosi mai a fermarla, ma ad affiancarla, sempre.
 
 
*
 
 
 
- Allora com’è andato questo primo giorno? –
I ragazzi si misero seduti sopra i banchi per stare più comodi, in procinto di iniziare una lunga chiacchierata.
- Sfibrante è dire poco – fece Michela – però è la cosa più meravigliosa del mondo, è bellissimo – aggiunse. Gli altri annuirono concordi.
- Avete trovato difficoltà con il programma? – chiese subito dopo, preoccupato.
- Diciamo, un pochino -  
Ylenia scese dal suo banco per stare in piedi e enfatizzare il concetto.
- Un pochino?! Si aspettano da noi un lavoro efficiente come gli altri! Ma il preside non gliel’ha detto?! – sbraitò. La verità era che quel giorno, per tagliare una Fagiolo Sopoforoso, si era rotta un’unghia e quando aveva fatto intendere al professore che non era molto capace quello si era limitato a dirle di riprovare. Jude si grattò la nuca imbarazzato.
- Hai ragione, sono sicuro sia così…ma vedi… McDovin ha preferito mantenere il segreto. – confessò. Stavolta i ragazzi spalancarono la bocca scioccati.
- Cosa?! – saltò su Ylenia. Il professore alzò le spalle.
- Non so che dirvi, ho provato a fargli capire che era meglio che lo sapessero, ma era irremovibile –
Per un attimo ci fu un po’ di silenzio, ognuno era lì a pensare alle parole di Jude. Poi la bionda spezzò nuovamente il silenzio.
- Ma così…non è giusto! – si impuntò.
- Lui pensa che essendo stati assegnati al sesto anno avete le capacità per eseguirlo come tutti gli altri - poi aggiunse, prima che i ragazzi potessero protestare – A proposito stasera voi avete anche le lezioni serali no? – poi si rivolse alla biondina – Tu e Alice stasera avete lezione con me, vi aspetto dopo cena nel mio ufficio –
Ylenia non fece in tempo a rispondere che Sara infervorata prese parola.
- E poi scusami Jude…questa la voglio sapere! Chi diavolo ha deciso i nostri cognomi?! – se ne uscì, cambiano discorso all’improvviso.
Lui la guardò stranito un attimo, non capendo dove fosse il problema.
- B-beh, McDovin li ha presi a caso, ha scelto i cognomi più popolari inglesi per mascherare i vostri. Anche i nomi non andrebbero bene però – iniziò titubante.
- Tzè, figuraci se ormai ci cambia anche il nome, è tardi –disse Michela.
- Non è questo il punto! Io mi chiamo Sara Edwards…cioè?! Edwards?! No, è uno scherzo, ditemi! Non voglio avere il cognome che mi ricorda fatina! –
Giorgia scoppiò a ridere e la guardò – Oddio, e io che mi lamentavo di Mason perché era troppo ordinario! –
- Io ho deciso con Laura che facciamo scambio di cognome, a lei va bene tutto, tanto! – disse Ylenia – Io voglio il suo cognome è troppo bello! Lei diventa Miller e io Holmes! Sarebbe perfetto! –
Prima che Roberto aggiunse un’altra lamentela riguardo ai cognomi, Jude li zittì con un cenno delle mani.
- Ragazzi, so che è spiacevole, ma non è un gioco, ok? Il preside ha dovuto parlare con il Ministro della Magia in persona per fare quello che ha fatto. Non capite che è per il vostro bene? –
- No – risposero in coro.
- E’ questo il punto – disse Giorgia – Non capiamo perché non ci avete detto nulla
L’uomo sospirò e si passò una mano tra i capelli nervoso, i ragazzi d’altro canto sentirono la delusione farsi strada. A quel punto era evidente che Jude sapesse qualcosa, ma non voleva dirgli nulla, da una parte lo capivano, ma dall’altra…lo biasimavano.
- Sentite al momento questo non è né il momento, né il luogo per affrontare questo discorso. – disse prima di congedarli con la scusa di un’altra lezione da iniziare.
I ragazzi uscendo, notarono la Weasley bionda e il figlio maggiore dei Potter appoggiati a una colonna poco lontano dalla loro, però sembravano non notarli, intenti a parlottare tra loro.
- Io sono distrutta, non ce la faccio a seguire un’altra lezione di Difesa stasera! – si lamentò Ylenia, mentre i Serpeverde si dirigevano ai sotterranei. – E poi c’è anche da fare quel tema di Storia della Magia – si lamentò. Roberto annuì depresso, pensando a tutte le lezioni serali che toccavano a lui.
- Se vuoi il tema te lo faccio io – propose Serena cercando di sollevarla di morale. Alla bionda si illuminarono gli occhi. – Davvero? –
- Certo, tanto lo devo fare anche io! Cambio le parole ed è fatta! –
Ylenia la abbracciò con slancio, ringraziandola un numero infinito di volte.
 
*
 
Dominique e James irruppero nella Sala Comune dei Grifondoro, per cercare i loro compagni, prima di andare a cena. Trovarono Lily, Molly e Hugo seduti ai piedi dei divanetti, intenti a giocare una partita a Spara Schiocco, e accanto Rose e Fred scrivevano su delle pergamene.
- Ragazzi, dobbiamo assolutamente parlarvi – disse James con ancora il fiatone.
 
*
 
 
I Serpeverde entrarono nella Sala Comune e si sdraiarono sui divani neri di pelle, finalmente potevano riposare un po’. Gli altri studenti del dormitorio li guardavano curiosi di sottecchi.
- Sapete che giorno è esattamente la prossima settimana? – se ne uscì all’improvviso Stefano.
- Ricominciano le scuole nel mondo babbano? – domandò Ylenia. Il moro alzò gli occhi al cielo e scosse la testa, ma prima che potesse aggiungere altro, Giorgia parlò.
- Idioti, è un mese –
- Un me--? Ah..aaaah…oh – fece Michela mentre il suo ragazzo la guardava con un sopracciglio alzato al suo fianco.
- Festeggeremo no? – continuò il ragazzo, il resto delle serpi rise a annuì. Già si immaginavano la Stanza tutta per loro a passare una delle loro serate e divertirsi come facevano sempre, questa era una certezza.
Incredibile pensare che da lì a una settimana tutte le loro certezze sarebbero crollate come castelli di sabbia.
 
 
 
Una settimana dopo  Ore:  00:00
 
Alba si rigirò nuovamente nel letto per l’ennesima volta. Non riusciva a prendere sonno, nonostante era stata una giornata davvero stancante. Fissò sovrappensiero le tende rosse che adornavano il letto e si sforzò di trovare un pensiero noioso o travolgente che la trasportasse al più presto nel mondo dei sogni. Chiuse gli occhi piano, cullata dal dolce suono della presenza delle altre ragazze: un respiro più profondo degli altri, un piccolo attacco di tosse, uno scrosciare delle lenzuola…Passò forse mezzo secondo, forse tre ore quando un silenzio innaturale scese all’improvviso nella stanza, non fece in tempo ad aprire gli occhi che una luce abbagliante li investì. Spaventata si alzò a sedere di scatto e vide che la luce proveniva dall’interno del suo polso, poi il suo sguardo corse verso i letti delle altre ragazze, la stessa luce proveniva da sotto le coperte delle sue amiche. Urlò impaurita nello stesso momento che la luce si spense. Un’altra ragazza del sesto anno fu la prima ad alzarsi di scatto dal letto con la bacchetta pronta: era Dominique Weasley. Di seguito poi anche tutte le altre ragazze si alzarono.
- Che succede? Chi ha urlato? – domandò la bionda, poi vide l’espressione impaurita di Alba e tacque. Mariangela si alzò dal letto e corse verso la sua amica, subito dopo la seguirono Arianna, Cristina, Anna, Elisa e Cecilia.
- Alba che succede? – domandò quest’ultima ancora con lo sguardo assonnato.
- I-io…c’era una luce – rispose balbettando. Anna la soppesò un attimo con uno sguardo più lucido delle altre, poi si girò verso il resto delle ragazze del dormitorio che le guardavano con uno sguardo da pesce lesso, stavano praticamente dormendo in piedi.
- Potete tornare a dormire, non è niente – disse con un tono che non ammetteva repliche. Tutte ubbidirono subito, tranne la Weasley. Anna alzò un sopracciglio in direzione di quella in segno di sfida, Dominique alzò le spalle e senza dire una parola se ne tornò sotto le coperte. Dopo qualche minuto i respiri regolari delle ragazze facevano nuovamente da sottosuono.
- Che è successo? – domandò ancora Cecilia, sussurrando. Alba deglutì rumorosamente poi parlò.
- C’è stata una luce improvvisa su di me e anche dai vostri letti, proveniva dal pol – si interruppe all’improvviso abbassando gli occhi sul suo polso.
- E questo cos’è? – domandò sbarrando gli occhi e guardando il simbolo disegnato, ma prima che potesse aggiungere altro venne interrotta da Cecilia.
- Ce l’ho anche io – mormorò. Di riflesso il resto delle ragazze scoprirono la manica per fissarsi il polso.
- Oh, Merlino –
Dominique di nascosto, da sotto le coperte, fissava i polsi delle ragazze con occhi spalancati.  


N.B: Il capitolo è dedicato a Mila perchè non ho potuto farle gli auguri il giorno del suo compleanno e mi dispiace un sacco ç__ç *hbnhgshjszb* E poi ha fatto uno sciopero lunghissimo per avere questo capitolo ç___ç ORA NAMI...tocca a te, fallo per lo scipero di Mila ♥ Ahahaha! 

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Capitolo 9
*** Legends ***


9° Legends

 
Dominique ci mise un secondo a balzare giù dal letto.
- Oh, Merlino! – urlò, dimenticando perfino l’ostilità nei confronti delle ragazze. Quest’ultime nascosero subito i polsi con un’espressione colpevole e sconvolta in viso.
- T…torna a dormire – disse Alba con voce tremante. Dominique chiuse la bocca che era spalancata dallo stupore.
- Il dormitorio è di tutti. Chi sei per dirmi che non devo stare sveglia? –
Cecilia in difesa dell’amica le sorrise beffarda.
- Ah, sì? -. Tirò fuori la bacchetta dalla tasca del pigiama. Dominique pensando che volesse combattere si tastò a vuoto i pantaloni del pigiama, ma Cecilia si girò e si sedette sul letto di Alba.
- Ragazze – disse solo. Le altre senza neanche chiedere spiegazioni si sedettero tutte sul letto singolo della rossa. Colin chiuse le tende con un colpo di bacchetta e furono immerse nel buio e nel silenzio, rotto solo dai loro respiri pesanti.
- Ahi, Colin! Quello era il mio piede! – si lamentò Arianna, ormai soprannominata Ariana in omaggio della saga.
- Lumos – pronunciò Anna. Una tenue luce illuminò i loro volti.
- Muffliato – aggiunse Cecilia. Quest’ultima poi scoprì il polso della mano che reggeva la bacchetta. Un simbolo nero su pelle era lì impresso. La ragazza ci passò una mano sopra, ma non sentì nulla, come se fosse lì da sempre.
Le altre la imitarono lentamente.
- E’ strano –
Il gruppo non rispose. Tutto era strano da quando erano arrivati in quel posto. Guardarono ancora sconvolte quel simbolo impresso finché Cecilia strinse i denti, improvvisamente determinata. Scostò le tende velocemente tant’è che un pezzo si strappò. Trovarono Michela e Ylenia che salivano le scale del loro dormitorio.
- Ragazze – disse sollevata Anna. Michela annuì.
- Lo sappiamo, stiamo andando da Jude. Non dite nulla -.
- Serpeverde! – esclamò indignata Dominique. – Serpeverde nel nostro dormitorio! –
La bionda afferrò la bacchetta, che si trovava sul comodino, con rabbia e si infilò le ciabatte. Michela le sbarrò la strada.
- Dove credi di andare tu? –
Dominique la guardò con un’espressione di superiorità, tipico di sangue Veela.
- Dal preside –
- Non credo proprio-
Ylenia si affiancò a Michela e le prese la mano tirandola verso di sé.
- Non ne vale la pena…lasciala andare –
Michela e Dominique si squadrarono in silenzio per qualche secondo, poi la prima si spostò di lato riluttante. La bionda uscì con passo veloce, Ylenia si affacciò dalle scale e la vide dirigersi al dormitorio dei maschi.
- Abbiamo poco tempo, sbrighiamoci –
Le ragazze annuirono e uscirono dal dormitorio quasi correndo. Uscite fuori si guardarono tra loro per un po’.
- Dove ci aspettano gli altri? – chiese Arianna.
- Davanti al dormitorio dei Serpeverde. La stanza di Jude è lì vicino. –
Senza dire nulla iniziarono a scendere le scale correndo. Sapevano di dover fare in fretta, se qualcuno le avesse viste ci sarebbero state gravi conseguenza. E soprattutto il tempo stringeva. Dominique e i Potter/Weasley avevano il mantello dell’invisibilità, ci avrebbero messo poco tempo ad arrivare senza intoppi dal preside. Il castello di notte era quasi spaventoso con gli infiniti quadri sulle pareti, le porte semiaperte e gli angoli bui. Per fortuna erano abituate a girare per il castello di notte fonda. Continuarono a correre finché  Michela e Ylenia, che guidavano la fila, si fermarono di botto e le altre le andarono a sbattere contro.
- Ahi! –
- Shhh! –
Le due bionde spinsero le altre dietro l’angolo. Avevano il fiatone per la corsa e Ylenia fece cenno di tapparsi la bocca.
- mi piace questa situazione, sembra che me la comando bene – affermò sottovoce vantandosi. Michela alzò gli occhi al cielo con un sorriso, Ylenia fu certa di aver sentito un “anch’io”.
- Perché ci siamo fermate? – sussurrò Arianna.
- Auror. –
Cecilia imprecò sottovoce e si asciugò il sudore dalla fronte.
- E ora? –
Ylenia entrò improvvisamente nel panico, di fronte la preoccupazione di Cecilia, e prese a mangiarsi nervosamente le unghie. Michela scuoteva la testa e parlava tra sé.
- C’è un modo…ma è folle – disse.
- Che intendi? Qualunque modo sia…Dobbiamo fare in fretta –
Michela sospirò, poi tirò fuori la bacchetta e la puntò verso un auror che era di spalle. Le ragazze sbarrarono gli occhi.
- Pietrificus totalus – pronunciò sottovoce la ragazza. Uno dei due auror si irrigidì e cadde in avanti. L’altro si girò con la bacchetta sguainata, fu velocissimo, ma Cecilia si mise in mezzo e lo disarmò stupendo se stessa.
- Pietrificus totalus – ripeté Michela, ma l’auror la evitò e si lanciò verso le ragazze. A questo punto intervenne Ylenia, che impaurita per le amiche, lo schiantò in un secondo. Sbarrò gli occhi sorpresa, non pensava di farcela.  Il mago svenne e le ragazze sospirarono di sollievo. Però avevano creato troppo rumore, dovevano sbrigarsi.
- Dai andiamo – disse Michela tirando Ylenia per una manica, che era rimasta impallata a vedere l’auror a terra.
- Aspettate, dobbiamo usare l’oblivion
Un improvviso silenzio calò sulle ragazze. Arianna si fece avanti insieme alle altre che erano rimaste nascoste dietro l’angolo.
- Lo faccio io –
- Ma…- iniziò Anna.
- Tranquille. So la teoria, quanto può essere diverso? – domandò retoricamente mentre tirava fuori la bacchetta. – E non sarà totale –
Quest’ultima frase sembrò tranquillizzare tutte. Mentre Arianna si occupava di obliviare gli auror, Cecilia, Michela e Ylenia si sorrisero complici.
- Altro che troll di montagna. Due auror in un colpo solo! – disse Cecilia e le altre risero in risposta. Poi la mora si scoprì il polso, lasciando il sorriso per un’espressione seria, e lo mostrò alle amiche. Anche queste la imitarono. Il marchio era lo stesso e occupava tutta la larghezza del polso.
- Stavamo dormendo quando Giorgia ci svegliò e ci spiegò quello che aveva visto –
- Noi abbiamo sentito Alba urlare –
- Che potrebbe essere? – chiese la rossa in questione raggiungendole e vedendo il tatuaggio. Prima che una di loro potesse rispondere Arianna si incamminò verso i sotterranei.
- Ha fatto, andiamo –
Per fortuna riuscirono ad arrivare senza altri intoppi fino ai sotterranei, lì incontrarono tutti gli altri
- No, ma dico, aspettate un altro po’ ad arrivare no?! – bisbigliò Stefano stringendosi nel giacchetto che aveva sulle spalle.
- C’erano degli auror! – rispose Cecilia.
- Come avete fatto? – domandò il ragazzo sorpreso.
- Poi ne riparliamo. Dai andiamo…ventiquattro persone non passano inosservate. – Cercando di fare meno rumore possibile si incamminarono fino alla stanza del loro professore di Difesa Contro le Arti Oscure. Arrivati, Alice fece cenno di stare in silenzio e bussò tre volte alla porta. Aspettò qualche secondo, poi fece per ribussar, ma la porta si aprì lentamente rivelando il loro professore. Colin, Anna e Andrea sentirono improvvisamente la gola seccarsi. Il professor Gray indossava solo i pantaloni del pigiama, che lasciava intravedere l’elastico dei boxer, salendo su si presentava il torace e spalle ben scolpite, e la faccia era assonnata coni capelli arruffati che gli coprivano un po’ gli occhi blu. “Ha un che di babbano” pensò Ylenia, ormai immune da un pezzo al fascino del professore. Quest’ultimo realizzando chi fossero sbarrò gli occhi.
- Ragazzi! Che ci fate qui!? – disse con una nota di accusa.
- Possiamo entrare? – chiese Alice con un’espressione che definivano “alla Dobby”. Jude li guardò per un attimo e poi sospirò facendosi da parte.
- Bella stanza – commentò Laura entrando, ma si zittì con una gomitata di Naomi. In effetti la stanza di Jude si poteva definire più che altro funzionale. Un armadio, un letto, e una scrivania, una porta lasciata aperta mostrava il bagno in penombra. L’unica cosa che donava un po’ di originalità era il camino e un tappeto rosso dall’aria soffice. Una montagna di libri si trovava sopra la scrivania insieme a pergamene e boccette di inchiostro. Questo era l’unico elemento che presagiva che la stanza fosse abitata da qualcuno.
- Oh – fece Serena guardando da una parte. I ragazzi seguirono lo sguardo dell’amica e salarono anche loro in un suono di stupore. Sopra una asta attaccata al muro era appollaiata una bellissima colomba che li scrutava con i suoi piccoli occhietti.
- Mi raccomando, non toccatela. Al contrario di quello che credete Luctus non ama gli umani – li avvertì, poi si mise una vestaglia che era buttata sul letto e si sedette.
- Sedetevi e raccontatemi tutto –
I ragazzi obbedirono e si sedettero un po’ ovunque…chi sul letto, chi sul tappeto. Naomi squadrò la colomba dall’altra parte della stanza. Qualcosa in quegli occhietti neri la faceva rabbrividire, immaginava che non mentisse affatto Jude sul fatto che non amava gli umani.
- Allora? Posso sapere il motivo per cui mi avete svegliato? – domandò serio.
- Questo – disse subito Ylenia, e scoprì il braccio, mostrando il simbolo nero. Jude lasciò cadere la bacchetta a terra e afferrò il braccio della ragazza, stringendolo con una presa ferrea, e in un secondo imprimendo le unghie nella sua pelle.
- Ah! – si lamentò la ragazza spaventata. Jude spalancò gli occhi e con uno scatto ritirò la mano mormorando un “scusa”. Tutti stettero in silenzio improvvisamente spaventati. Il professor Gray sembrava in un altro mondo mentre Ylenia si massaggiava il braccio dolorante.
- Professore? – chiamò Laura. Jude sembrò nuovamente tornare in sé lentamente  e si schiarì la gola.
- Bene…ce lo avete tutti? –
I ragazzi annuirono piano, quasi timorosi. L’uomo si spostò i capelli dal viso e poi porse la mano alla bionda. Nessuno parlava, tutti lo fissavano preoccupati.
- Posso?-
La ragazza in risposta gli mostrò il polso.
- Bene…ora voglio che tutti voi mi ascoltiate e non facciate domande finché non avrò finito –
Nessuno rispose, ma il messaggio era ben chiaro.
- Guardate tutti il…marchio che avete sulla vostra pelle – disse. I ragazzi obbedirono ipnotizzati e guardarono attentamente il marchio. Era un cerchio con all’interno raffigurata una stella. In tre punti in cui la stella si univa si formavano una linea curva, per un  totale di tre.
- Le quattro punte delle stelle indicano i quattro elementi: fuoco, terra, acqua e aria. Il simbolo è capace di evocare e utilizzare questi elementi. La punta principale rappresenta la magia. Il potere di Merlino. Con “magia” non intendo quella che proviene dalla bacchetta. Una magia nuova, indefinita, una vera e propria potenza senza nome, si presume sia governata da una sottile sfera luminosa all'interno dei cuori che possiedono il marchio. Questa sfera nasce con il marchio e poi risale fino al cuore, stabilizzandosi lì. Lì è racchiuso tutto il potere.-
Alba ricordò all'improvviso la luce luminosa che aveva visto quando era nato il marchio. Molti di loro si portarono una mano al cuore, ma non avvertirono nulla.
- Chi possiede questo simbolo ha tre doni di cui fare tesoro oltre il potere della magia e degli elementi. Questi tre doni sono: forza, saggezza…e amore. O meglio, la capacità di amare e essere amati. – Jude fece una pausa, raccolse la bacchetta da terra e fece lievitare un bicchiere d’acqua che si trovava sulla sua scrivania. Ne bevve un sorso e continuò.
- Guardate le linee del marchio – e nel dirlo prese la mano di Ylenia e percorse la traiettoria di una di esse con la punta dell’indice, la ragazza rabbrividì, la presa del professore era stranamente delicata rispetto a prima.
- La linea più alta è Abred, il presente. Quello che state vivendo ora, il mondo dei mortali. Abred permette di spostarsi nelle varie realtà del presente. – Quel minimo contatto era fuoco sulla pelle della bionda, che si chiese se anche Jude sentisse quel calore imbarazzante. Sembrava che stesse imprimendo il marchio più a fondo.
- La linea in basso è Gwynwydd, il mondo spirituale, il mondo dell’aldilà. Dove finiscono le anime dei morti –
La voce del professore creava un’atmosfera macabra.
- E infine – annunciò percorrendo un’ultima volta la pelle della ragazza – Ceugant, la dimora degli dei. Merlino è riuscito a stabilire un contatto con il mondo spirituale, non a caso fu il più grande mago di tutti i tempi. Si diceva…che chi possedesse il marchio avrebbe potuto vivere in un “infinito presente”, sarebbe stato immortale e attraverso Ceugant, e Gwynwydd avrebbe potuto viaggiare attraverso i mondi inconoscibili. I nemici di Merlino perseguitarono tutti coloro che ricevevano magicamente questo marchio. Nessuno sapeva e sa tutt’ora in base a quale criterio Merlino sceglieva i futuri Marchiati. Di fatto molti vennero perseguitati e bruciati vivi. Erano considerati dei demoni, capaci di distruggere o dominare il mondo radunando le forza maligne dell’aldilà. I Marchiati cominciarono a nascondersi e per molti secoli nessuno ne ebbe più notizia fino al 1300 circa. E ora voi… Comunque a quel tempo furono pochi rimasti vivi, e ancora di meno quelli che poterono raccontarlo, e uno solo a diventare famoso nel mondo babbano. . –
- Chi? – si lasciò sfuggire Andrea.
- Dante Alighieri . –
Se non fosse stato per la situazione per nulla divertente i ragazzi avrebbero certamente riso, ma Jude era serissimo.
- Dante Alighieri è molto probabile che fosse un marchiato – proseguì. – E raccontò il suo viaggio attraverso Gwynwydd nell’opera che tutti i babbani conoscono –
- La Divina Commedia – recitarono in coro i ragazzi.
- Esatto. Col passare degli anni come ho detto i Marchiati si sono estinti e la realtà si è tramutata in leggenda. Tutti conoscono il simbolo di Merlino, ma pochi sono a conoscenza del suo significato o della leggenda…nulla è mai stato verificato. –
Alice si sentì un po’ stupida ad alzare la mano, ma aveva paura di interrompere il professore.
- Sì, Alice? –
- Ma…voglio dire no…questo simbolo…ci permetterà davvero di fare quello che ha detto? Jude sospirò e annuì. – Ancora non lo so…stanno succedendo delle cose strane. Non chiedetemi cosa. Non so cosa potrebbe accadere e cosa potrete fare con il marchio, vi ho spiegato solo il significato e la leggenda. Questa che sia vera…sono in pochi a crederlo.-
- E lei? Lei ci crede? – chiese Andrea massaggiandosi il mento in un gesto riflessivo. Tutti si girarono verso il professore ansiosi di sapere la risposta. L’uomo si schiarì la voce e aspettò qualche secondo.
- Sì. Sì ci credo. –
Prima che i ragazzi potessero fare altre domande Sara mormorò qualcosa.
- Come? –
- La profezia – disse a voce più alta. – La profezia ha a che fare con questo vero? –
- Non è ancora giunto il momento che voi sappiate della profezia – rispose categorico. “Avevo intuito bene che ne sapeva qualcosa allora”, pensò Naomi. Quest’ultima alzò di scatto la mano e il professore gli fece cenno di parlare.
- McDovin che parere ha sulla profezia? –
L’uomo si alzò e prese a fare su e giù lentamente per la stanza.
- Io…penso che voi non dovete fare parola con il preside di questo. Ancora non sono sicuro, ma è probabile che lui non abbia degli intenti positivi nei vostri confronti. Preferirei che per ora aspettaste a riferirglielo. Avete fatto bene a venire prima da me. –
- Certo – disse Naomi e gli altri furono d’accordo. Meno persone sapevano di quello che stava accadendo e meglio era. Insomma…magari non li avrebbero bruciati vivi, ma di certo non li avrebbero accolti a braccia aperte.
- Dimmi Laura – disse Jude rivolto alla ragazza che aveva alzato la mano.
- Questo ci rende…cosa esattamente? Dei Marchiati? –
- No – esitò un attimo. – Dei discendenti di Merlino -.
Dei colpi forti alla porta li fecero sobbalzare.


Erano nella merda.
 

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