catch me on fire di Tabitah (/viewuser.php?uid=242476)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Presentazioni ***
Capitolo 2: *** Mi sento rimpicciolita... ***
Capitolo 3: *** La sigaretta è donna ***
Capitolo 4: *** Credo che quelle furono le nostre prime vere parole ***
Capitolo 5: *** Una stupidissima foto, eppure.. ***
Capitolo 6: *** Todae? ***
Capitolo 7: *** Dimentica lei. ***
Capitolo 8: *** e mi portò via.. ***
Capitolo 9: *** Domande, forse troppe domande. ***
Capitolo 1 *** Presentazioni ***
La YG Entertainment sembrava solo un sogno lontano, un’illusione oscura di un futuro che non sarebbe mai esistito, invece ora il grande palazzo grigio si ergeva davanti ai miei occhi, ancora mi chiedevo come fosse possibile che fossi proprio li, stavo vivendo quel sogno che sembrava irraggiungibile, mi passai la mano fra i capelli mossi che ricadevano sulle spalle per poi spettinarmi con le dita la frangia e ricomporla subito dopo scuotendo leggermente la testa, era un mio gesto molto usuale, quando non sapevo come comportarmi o cosa dire, alcuni giornalisti ancora mi sporgevano il microfono e i registratori sotto il naso “Han Yin la nuova aspirante agente dei famosissimi BigBang, come ci si sente?” questo era quello che continuavano a ripetere, le solite domande, come ci si sente, hai mai pensato di arrivare fino a questo punto…ti accalcano senza pensare al fatto che potresti essere ancora piuttosto scossa, no, non pensavo di arrivare fino a qua, mi limito a sorridere e annuire senza dare delle risposte precise a quelle persone invasive assetate di scoop, mi lasciai tutti alle spalle facendomi largo fra la folla che bloccava l’entrata, alla fine riuscii a infilarmi dentro il portone di vetro, rimasi estasiata, tutto ciò che mi stava intorno mi ipnotizzava, l’arredamento, l’aria che si respirava, la consapevolezza di stare sotto lo stesso tetto con i cinque uomini fra i più acclamati di tutta Seoul, la YG family chi se lo sarebbe mai immaginato! Si ero contenta, ma il mio temperamento mite e introverso mi impedì di ridere, urlare e saltare, il mio stomaco si contorceva come la centrifuga di una lavatrice, dentro di me si festeggiava il carnevale, dall’esterno invece si vedeva solo una giovane ventitreenne che si guardava attorno da sotto la frangia con gli occhi luccicanti mentre si mordeva il labbro inferiore sorridendo sotto i baffi
-venga pure la stanno aspettando...
-che? Ah si.. mi voltai di scatto verso la voce cortese che mi si era appena rivolta e tirai un profondo sospiro nel sentire quelle parole, lasciai scivolare le braccia lungo i fianchi accarezzando il tessuto fine del mio vestito blu pastello, coperto nella parte superiore da una blusa in camel che cadeva fino a metà coscia e si chiudeva sul davanti con un semplice bottoncino sotto il seno, mi tirai poi su le maniche della blusina fino a farle arrivare sopra il gomito, mi sistemai il piccolo cerchietto impreziosito da un gonfio fiocchetto rosso di raso che pendeva dal lato sinistro della mia testa, camminavamo io e la signora che mi stava accompagnando lungo i corridoi dell’edificio, lei a passo deciso, tutta impettita nel suo tailleur che le calzava benissimo dandole un aria così elegante e professionale, io invece sembravo una bambina, camminavo barcollando da un lato all'altro per guardare oltre quella figura dritta e sicura, spesso mi scrocchiavo rumorosamente le dita presa dall'agitazione e giocherellavo con il ciondolo, raffigurante un piccolo gufo accigliato, che mi ricadeva dal seno penzolando nel vuoto, potevo benissimo capire che il mio abbigliamento non era adeguato alla situazione per lo sguardo giudice dei manager e di alcune segretarie, arrossii violentemente nel vederli bisbigliare sul mio conto e inclinai la testa di lato abbassando lo sguardo e nascondendomi sotto i capelli
-prego, il leader voleva incontrarla
Il leader?...Proprio lui? Proprio ora? La prima persona a cui avrei rivolto la parola era proprio lui, GDragon, mi chiedevo se fosse il tipo che probabilmente fingeva di essere nei video e sul palco…magari al posto di un ragazzaccio impertinente e provocante, che riesce a far crollare ai suoi piedi uno squadrone di giovani quindicenni mi sarei ritrovata a parlare con una persona del tutto diversa, nemmeno riuscivo a immaginarmi come sarebbe potuto essere, ero troppo abituata dall’immagine che aveva regalato fino a quel momento.
Si aprì la porta della sala prove, feci un passo sul parquet chiaro e lucido senza alzare lo sguardo, il cuore mi batteva a mille, e a dire il vero la cosa mi tranquillizzava perché in un momento così sarebbe stato più facile che quel muscolo cessasse di battere all’istante
-Oh eccoti! Sei tu Han Yin…-
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Capitolo 2 *** Mi sento rimpicciolita... ***
-Oh
eccoti!
Sei tu Han Yin…quella splendida voce… come non
riconoscere che si trattava di
Jiyong? Alzai lo sguardo sentendogli in bocca il mio nome che detto a
quel modo
sembrava ridicolizzato, rimpicciolito, a me che era sempre sembrato un
bel
nome, che produceva un bel suono, ora me ne vergognavo
-si
…risposi il più decisa possibile stringendo le
mani fra le ginocchia mentre con
due dita sfioravo il pizzo cobalto che contornava l’orlo
della gonna che cadeva
morbida lungo i fianchi, si fece avanti lui, sotto la luce a neon
leggermente
soffusa, o forse ero io con la vista appannata, il suo torace cinghiato
da una
semplice canottiera bianca, leggermente inumidita dal sudore, che gli
stava alquanto
attillata facendo intravedere per la sua sottigliezza le curve dei
pettorali e
parte degli addominali, quello che più mi colpì
furono le braccia, a chi non
piacciono le braccia di Jiyong? Muscolose al punto giusto, lunghe,
chiare,
qualunque donna si sarebbe sentita protetta fra quelle, ma
perché stavo facendo
pensieri simili? Sentendo la voce sicura del loro leader si fece avanti
il
resto della troupe: TOP, Daesung, Taeyang, SeungHyun…era
troppo per me, per
poco non collasso, tutti sorridenti, talmente provocanti anche se in
tuta e
sudati, sentivo le guance avvampare e portai la mano davanti al viso
mordendomi
l’unghia del mignolo
-io sono Jiyong…mi porse la mano regalandomi
quell’emozione che solo un
sorriso così fatto da lui poteva regalarmi, le labbra
serrate portate in alto
formando quelle deliziose fossette ai lati della bocca, gli occhi che
si
inclinavano invece ai lati della testa, qualche capello rosa
intralciava quella
sua immane bellezza, nonostante lui li tenesse tirati
all’indietro con una
bandana nera con disegni bianchi sulla fronte, quei fili colorati gli
incorniciavano il viso, e io che inizialmente pensavo fossero veramente
d’intralcio cambiai idea subito dopo vedendo che rendevano
quell’espressione
ancora più dolce
-lo so chi sei…la mia bocca parlò quasi come
fosse ipnotizzata, si
sapevo chi era è ovvio ma era una cosa poco cortese da dire
in quel momento!
Aprì gli occhi allontanandosi appena da me mentre si teneva
stretto il suo
sorriso
-allora
saprai anche chi sono loro, non c’è bisogno che te
li presenti…indicò i ragazzi
alle sue spalle alzando il braccio e puntando il pollice oltre le sue
spalle,
alcune risatine sommesse provenivano da la dietro
-no no…agitai la mano facendomi scappare un sorriso mentre
feci un nuovo
passo incerto verso di lui, superandolo, non volevo fare la brutta
figura che
già avevo fatto con il leader e mi presentai davanti agli
altri ragazzi con un
lussurioso sorriso sul volto, subito si fece avanti il Maknae gentile
ricambiando il mio sorriso con uno più grande per poi
prendere la mia mano
stringendola appena
-piacere
di conoscerti, SeungHuyn.. si strinse nelle spalle inclinando la testa
di lato
per poi tirarsi indietro facendo spazio ai suoi Hyungs
-piacere
Han Yin sono l’altro Seung…mi si parò
davanti TOP, coperto da quella sua aria
piccante che mi travolse i sensi, insieme a lui mi inondò
una folata di
profumo, un profumo intenso come la sua voce profonda e calda che ti
entrava
sotto la pelle irrigidendoti i nervi per farli rilassare subito dopo,
per lui
ormai era normale provocare un effetto del genere alla gente, molto
meno
normale era per me che dovevo sopportare quell’emozione, gli
porsi la mano
intenta a stringere la sua ma lui la afferrò e la rivolse
con il dorso verso
l’alto per poi abbassarsi e lasciare un bacio sfuggevole
sulla pelle tesa,
sorrisi con le guance ancora velate di un rosso imbarazzante e feci
spallucce,
quando lui tornò al suo posto facendo entrare in scena gli
altri due ragazzi,
Dae e Tae che sorridenti si presentarono a loro volta stringendomi la
mano per
poi tirarsi indietro, mi voltai cercando la figura di Jiyong alle mie
spalle,
era sempre lì con quella sua aria sbarazzina appoggiato con
una spalla al muro,
mi rapì per qualche secondo con il suo sguardo seducente che
per la prima volta
vidi serio e improvvisamente mi sentii condizionata da quello sguardo,
che
colpì anche me facendo sciogliere per qualche secondo il mio
sorriso, cercai
poi di distrarmi cominciando a chiacchierare con gli altri BB e con la
coda
dell’occhio vidi la sua figura staccarsi dal muro uscendo
dalla porta, mi
chiesi se avessi fatto qualcosa che avrebbe potuto offenderlo ma non
trovai
risposta, mi congedai dalla sala con la scusa di andare a prendere
qualcosa al
bar, aprendo la porta potei notare su uno degli specchi il riflesso
furbo del
ragazzo dalla chioma rosa che scomparì subito dopo, guardai
in quella direzione
ma ormai non feci in tempo a vedere nessuno, qualcosa non andava, non
mi
spiegavo il perché ma cominciai a pensare di stare
antipatica a Jiyong.
*******
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il mio
angolino|
Salve
a
tutti ^^ non mi sono presentata nel primo capitolo perché
prima volevo fosse
letto da qualcuno, aaaaallora mi chiamo Alessia e ho 15 anni, questa
è la mia
prima fanfic, ho deciso di scriverla dopo aver compreso il grande amore
che
provo per i Bigbang e l’ammirazione, mi sono detta
“perché non provare ad
impersonarli?!” è vero, già faccio
parte di un gdr in cui impersono il pandino
ma un fanfic è tutta un’altra storia, è
questa vi premetto che è appunto tutta
un’altra storia, non so dirvi se finirà bene o
male perché un po’ di amaro in
bocca lo lascia…ma è intrigante come fattura, mi
piacerebbe se qualcuno di voi
lasciasse qualche recensione in cui commenta la mia storia e magari
potreste
anche darmi molti buoni consigli, sono una che li accetta, grazie
dell’ascolto.
Buona lettura *^*
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Capitolo 3 *** La sigaretta è donna ***
Raggiunsi
il
bar che si trovava esattamente di fronte all’entrata e
ordinai un thè, mentre
aspettavo mi poggiai con il busto sul bancone incrociando le braccia
sotto il
seno
-Seonnie
dammi dell’orzo…una voce femminile e leggermente
nasale proveniva dal mio lato
sinistro, mi voltai con l’intento di capire chi avesse
parlato e mi trovai
davanti a Chae-rin la leader delle 2NE1, giusto! Anche loro lavoravano
nella
YG, si voltò verso di me sbattendo le lunghe ciglia che
svettavano sui suoi
occhioni da gatta semicoperti dalla frangia bionda, i capelli raccolti
in una
coda alta com’era solita fare che in parte gli ricadeva sulla
spalla destra,
portava una giacchetta di pelle nera dotata di alcune piccole borchie
al posto
dei bottoni, pantaloni neri da motociclista molto attillati e ai piedi
un paio
di zeppe, alcune cinture e catene le pendevano da un lato del bacino
essendo
piuttosto larghe apposta, la tasca rigonfia che ritraeva il profilo del
telefono, girò il busto nella mia direzione poggiando il
gomito sul
bancone
-ciao!
Tu
sei nuova non è così? … mi
additò strizzando un occhio mentre quello smagliante
sorriso continuava a illuminargli il volto
-si,
sono
Han la nuova agente dei…
-oh
si si
certo me lo avevano anche detto…scosse la mano come per
scacciare una mosca
facendo una smorfia amichevole per farmi capire che non servivano altre
parole
mentre volge lo sguardo sulla tazza che il barista gli poggia davanti,
la
prende con due mani e la porta alle labbra alzando entrambe le
sopracciglia e
girando di nuovo la testa nella mia direzione, non feci
un’altra parola, mi
sembrava superflua, e dinnanzi a tanto talento non mi andava di
sembrare
inopportuna, presi il lungo bicchiere di vetro che mi porse
l’uomo e sorseggiai
anche io il liquido
-allora…li
hai già conosciuti? Come ti sono
sembrati?...mormorò inumidendosi le labbra con
la linguina per leccare via il liquido residuo
-mh?
Oh sono
tutti molto simpatici e mi sembrano anche piuttosto
disponibili…poggiai di
nuovo il bicchiere sul bancone tornando a guardarla
-certo
certo
sono brave persone, oh scusa devo tornare in sala prove con le altre,
ci
vediamo in giro….ciao Seon…diede una veloce
occhiata all’orario sul cellulare
per poi voltarsi dalla parte opposta scuotendo appena la mano
affusolata per
aria arricciando le dita in un saluto, mettendo in risalto le unghie
lunghe e
curate, laccate di rosso e con alcune applicazioni di diamantini
incollate
sopra, la guardai mentre si allontanava ondeggiando sensualmente sui
suoi
tacchi mentre maneggiava con il telefonino, mi chiesi se avrei mai
trovato la
volontà di diventare un donna come lei, io che i tacchi non
li indossavo
nemmeno se mi montavano sopra con una grande cifra, io che mi sarei
così
vergognata a indossare abiti simili, io che non avevo portamento e
tantomeno
sicurezza, ma una donna deve per forza avere tutte queste
qualità per sentirsi
tale? Forse no.
Quel
pomeriggio andai nel giardinetto sul retro per fumarmi una sigaretta,
potevo
sembrare una brava ragazza, una di quelle che sforna solo pensieri
casti e che
non si permetterebbe di toccare tabacco o alcool, invece ne sono capace
eccome,
mi sedetti su uno dei gradini che portavano al praticello e tirai fuori
dalla
tracolla la sigaretta che pizzicai fra le labbra per poi accenderla con
l’accendino, che tenevo dentro al pacchetto, ponendo la mano
davanti alla
fiammella per non farla spegnere mentre controllavo che la punta
cominciasse a
bruciare formando un filo di fumo grigio, alzai appena gli occhi quando
mi accorsi
dall’ombra sul pavimento che qualcuno stava alle mie spalle,
una risatina cosi
familiare…
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Capitolo 4 *** Credo che quelle furono le nostre prime vere parole ***
-
ne hai una
da offrirmi?...mi voltai di scatto alzando un sopracciglio e mi
ritrovai
davanti al naso Jiyong con le mani in tasca e addosso, sopra la
canottiera, una
felpa che gli arrivava poco sopra l’ombelico lasciando
scoperta la maglietta
sottostante, il cappuccio che aveva in testa fino a coprirgli
metà del volto
gli faceva cadere fino al naso una misteriosa ombra
-certo…
gli
allungai il pacchetto tornando poi a guardare dinnanzi a me pur non
avendo
nulla di abbastanza interessante da fissare per distrarmi da lui che
tuttavia
tenevo sotto controllo lanciandogli alcune occhiate con la coda
dell’occhio
-è
stata CL
a dirmi che ti avrei trovata qui, cioè non proprio qui ma al
bar…e Seon mi ha
detto che eri qui…parlò tenendo lo sguardo
puntato sulla sigaretta mentre la
accendeva chiudendo anche lui le mani davanti alla fiamma,
aspirò quanta più
nicotina possibile lasciando nell’aria alcune tracce di
cenere, schiuse poi di
poco le labbra facendo fuoriuscire dagli spazi una lunga e eterea scia
di fumo
che andò subito a mescolarsi con l’aria
profumandola di quel odore che le
mancava, lo guardai, quasi ammaliata da quella visione idilliaca, o
forse era
solo un vanitoso che lo faceva apposta, feci un tiro sparando fuori il
fumo
tenendo le labbra chiuse come se dovessi fischiare, e lo lasciai
parlare, forse
non gli risposi o forse gli feci un cenno con la testa, giusto per
fargli
intendere che avevo capito, lui annuì sedendosi al mio
fianco…
-ti
va di
parlarmi un po’ di te? Che persona sei?
-sai
penso
che sia io a dover conoscere te…per
prima…ribattei stizzita
-io…penso
di
essere una persona un po’ difficile da spiegare
così su due piedi…ancora
nemmeno TOP riesce a descrivermi…e poi io non mi conosco a
fondo…
-ma
che vai
farfugliando? Siamo noi che ci scolpiamo un carattere adatto alla
nostra
persona e lo modelliamo a seconda delle esigenze, non credi?
-no.
-mah…
beh si
era una persona piuttosto contorta, ci stavo parlando per la prima
volta e già
mi scoppiava la testa, io non avevo mai frequentato persone simili, la
mia era
una compagnia decisa, che sapeva bene il fatto suo, ciò che
voleva e ciò che
era, il solo pensiero di dover lavorare con questo ragazzo a tempo
indeterminato mi sconvolse per un attimo, mi sarei dovuta abituare a un
tale
carattere, così fastidioso….si. Avrei dovuto.
-volevo
solo
mettere in chiaro che non mi stai antipatica, a me…a me non
entra in antipatia
nessuno, se qualcuno mi tratta con disprezzo penso che ha le sue
ragioni per
farlo, quello sbagliato probabilmente sono io se quella persona mi
tratta
così…rimasi sorpresa, in qualche assurdo modo era
riuscito a capire che mi
stavo chiedendo proprio quello
-buono
a
sapersi…mi fa piacere…nemmeno tu mi stai
antipatico…sfuggirono due sorrisi che
quasi riempirono lo spazio fra di noi, lo vidi rialzarsi mentre
schiacciava ciò
che rimaneva della sigaretta contro il muro per poi lanciarla in un
vaso, e
rientrare nel edificio, io spensi il mozzicone direttamente sulla terra
dello
stesso vaso abbandonandola subito dopo lì, entrando a mia
volta
Tutto
il
resto della mia prima giornata lo passai in quello che sarebbe stato il
mio
piccolo studio, una stanzetta accogliente, le pareti blu fino a tre
quarti da
terra e il resto, compreso il soffitto, di un bianco madreperlato,
sarebbe
stato un rettangolo perfetto se accanto alla finestra non ci fosse
stato
quell’incavo, poggiai la blusa che tenevo sotto braccio sulla
scrivania che
copriva quella rientranza che aveva attirato la mia attenzione,
oltrepassai
anche questa per arrivare a quel punto, mi accucciai lì
davanti, aveva la
larghezza perfetta di una persona, feci due goffi saltini per
infilarmici
dentro, era davvero perfetta! Quello poteva essere un mio posticino di
riflessione, mi rialzai per guardarmi ancora attorno, sul muro si
potevano
notare diverse foto del gruppo e alcuni poster con il loro stemma, li
avrei
tolti. Quello era il mio studio non doveva per forza esserci roba che
mi
ricordava il loro viso pure lì dentro, non tutto gli era
dovuto, ma infondo
poverini non era colpa loro se erano appesi lì, magari loro
nemmeno li avevano
visti, sta di fatto che ci misi poco a staccare tutto riponendo il
malloppo in
un cassettino.
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Capitolo 5 *** Una stupidissima foto, eppure.. ***
–ma
cos?...sul fondo del cassetto c’era una foto semicoperta di
una ragazza e un
ragazzo il cui volto era depennato da segni neri evidentemente fatti
con rabbia
data la carta quasi perforata, lasciai le foto e i poster per terra per
analizzare meglio la foto, la ragazza era piuttosto bella, ma che dico
era
stupenda, lunghi capelli lisci che raggiungevano quasi il fondoschiena
un
sorriso smagliante che nascondeva gli occhi ben truccati negli zigomi
leggermente rossi, indossava un bel vestito senza spalline che arrivava
fino a
sopra il ginocchio, il bustino blu diviso dalla gonna bianca con
pallini
colorati grazie a un nastro di stoffa rosso che probabilmente, data la
tiratura, formava un fiocco sulla schiena, il ragazzo non si riusciva a
riconoscere…dei semplici jeans neri e le trainer bianche con
le strisce rosse,
una giacca stretta di pelle copriva tutto il busto lasciando scoperte
le spalle
e le braccia, un momento! Quelle braccia…la manica
sfilacciata inoltre celava
per metà un tatuaggio a me familiare
-Jiyong!...era
lui! Lo avevo riconosciuto nonostante il volto fosse cancellato, il
cuore
cominciò a battermi forte, girai la foto cercando qualche
altro indizio sul
retro, c’ era una dedica...la lessi
“questa
fu senz’altro la serata più
bella che ho passato in vita mia,
insieme
a te, che hai reso tutto
mille volte più magico,
ti
ringrazio davvero per tutti i
bellissimi istanti che mi hai regalato.
Al
tuo fianco, per sempre.
Tua
Soo Rin”
Tua…
mi si
fermò qualcosa nella gola, quel “tua” mi
stava stretto, solo dopo notai il
braccio con cui lui le stava cingendo la vita, e sotto i segni della
penna
potevo vedere il viso di lui voltato verso questa Soo…con le
labbra
protese…come se le stesse dando un bacio…potevo
vedere anche la linea del suo
sguardo che le cadeva sulla scollatura, lasciai cadere la foto a terra,
perché
in quel momento riuscivo a vedere così tanti dettagli che
prima mi erano
sfuggiti…c’era dell’altro in quel
cassetto, una serie di fototessere
ritagliate, sempre con la stessa ragazza, mentre facevano alcune
boccacce,
ridevano e si lanciavano bacini vaganti, non capivo il
perché eppure mi dava
fastidio, sentivo nel silenzio il mio cuore che trillava forte,
abbassai lo
sguardo e sobbalzai, il poster di GD mi fissava, i capelli tirati su in
quella
sua lunga cresta rosso fuoco e il trucco sbavato, era il suo trucco nel
MV di
Monster…mi fissava…mi spaventai e portai la mano
davanti alla bocca per
regolarizzare il respiro, mi ripresi subito da quello spavento e a
dirla tutta
mi sentivo anche piuttosto stupida per essermi spaventata per una cosa
simile,
mi rialzai sistemando tutto nel cassetto il più velocemente
possibile, stesi il
vestito con le mani passandocele sopra mentre ancora controllavo che
fosse
tutto apposto, presi un grosso respiro e uscii dalla stanza sperando di
lasciarci
chiusi dentro anche i miei pensieri, ma questo mi era impossibile. Mi
diressi a
passo svelto verso il bar per chiedere un’informazione, ma
non c’era nessuno,
rimasi lì a tamburellare le dita sul marmo scandendo i
secondi che passavano
quando sentii un rumore metallico provenire da sotto il bancone, mi
sporsi in avanti
mettendo le mani sul bordo per appendermi mentre mi sollevai di pochi
centimetri da terra e subito dopo risi di gusto nel vedere Seungri
nascosto lì
sotto che si mangiava del gelato in un piattino, sentendomi ridere
trasalì
alzando poi il viso mentre si leccava le labbra
-ma
cosa sei
una specie di cagnolino?
-shhh!
Sta
zitta se mi scoprono gli altri mi
picchiano…arricciò le labbra assottigliando
lo sguardo, faceva tenerezza, povero Maknae potevo immaginare come lo
maltrattassero i più grandi, girai dietro il bancone
strusciandoci il braccio
sopra per poi accucciarmi davanti a lui
-tu
non dire
loro che mi hai visto….si pose l’indice davanti
alle labbra come per ordinare
il silenzio
-ma
no sta
tranquillo non dico nulla…incrociai le braccia sopra le
ginocchia poggiandoci
poi il mento sopra mentre lo osservavo, era carino, molto…e
vederlo di persona
sicuramente era tutta un’altra cosa, era carino.
–ne
vorresti
un po’? …tirò appena su con il naso
indicando il gelato e senza darmi il tempo
di rispondere né prese un po’ con il cucchiaino
avvicinandolo alle mie labbra,
io tirai di poco indietro la testa non avevo così tanta
confidenza con lui ma
per non offenderlo scattai in avanti prendendo in bocca
l’arnesino d’acciaio e
lo sfilai lasciandolo pulito dal gelato, lui sorrise e con nonchalance
riprese
a mangiare con quello stesso cucchiaio, quel ragazzo mi ispirava
fiducia, a
primo impatto, e il mio corpo prese il sopravvento sulla mia coscienza
e si
fece avanti
-
chi è Soo
Rin? Un ex di GD? Si spinse in avanti con uno scatto veloce, come se
dovesse
tossire per un boccone andato di traverso, era chiaro che quel nome gli
portò
alla mente qualcosa, chiusi gli occhi a fessura cercando di comprendere
quello
che stava per sussurrare…
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Capitolo 6 *** Todae? ***
-
come sai
di lei? Non ci credo che te ne ha parlato lui…
-se
lo
avesse fatto non avrei avuto motivo di chiederlo a te…non
voglio impicciarmi
Seung
-ma
lo stai
facendo….ritirai la testa colpita da quelle parole
accusatorie, era vero mi
stavo impicciando troppo, non mi riconoscevo, e soprattutto non capivo
perché
bramavo tanto sapere…
-
è la
nostra ex agente…e anche una mia vecchia fiamma, ho una
reputazione che dice
che sono un playboy, e questo le fece sangue…è
stata con me una notte, ma solo
per sapere se era vero ciò che si diceva in giro, a me lei
piaceva invece, ma
aveva occhi solo per Jiyong…e in caso te lo stai chiedendo
non ci ho sofferto
affatto-
-non
ho
detto che penso tu ci abbia sofferto…non per una
così..-
-ma
non la
conosci come puoi dire “una così”?-
agitò la mano per aria con fare
altezzoso
-boh…non
lo
so sinceramente…mi dava quest’idea infondo
è stata con te e GD…-
-magari
ti
sta solo antipatica perché provi interesse per il nostro
leader, o magari per
me- mi diede una piccola gomitata passandosi la lingua nello spazio fra
le
labbra e i denti dell’arcata inferiore mentre alzò
per un attimo il
sopracciglio sinistro fissandomi
-ma
che vai
dicendo?- arrossii d’impulso, senza riuscire a controllarmi
nonostante fossi
sicura di non provare nulla per nessuno dei due, come era mio solito
posai la
mano affusolata sulla frangia sistemandomela meglio sulla fronte e
mugolai
qualcosa di incomprensibile prima di rialzarmi
-Rì
io vado
a farmi un giro, magari faccio altre conoscenze- annuì
semplicemente tornando a
concentrarsi sul suo gelato, feci un verso con la gola affossando gli
angoli
delle labbra.
Passai
per lo stretto corridoio che mi avrebbe riportato alla mia postazione e
lì
incontra TOP insieme a Dae che stavano entrambi poggiati al muro, Dae
con un
piede poggiato sulla parete e le braccia incrociate mentre
l’altro gli
accarezzava con un dito la spalla destra guardandolo di sottecchi,
quali
sguardi complici, pensai a cosa si poteva celare sotto occhiate
così fugaci
raccolte solo dagli sguardi curiosi o da quelli, come il mio, casuali,
quelle
carezze, il movimento lento delle labbra del più grande che
sembrava sussurrare
qualcosa, qualche segreto che condividevano insieme, nascosti dalle
bocche
altrui che sicuramente avrebbero parlato troppo, sorrisi osservando la
scena e
continuando a camminare per non sembrare una
“spiona” quando il biondino mi
vide alzò la mano agitandola in un saluto e lo stesso fece
l’altro con un
sorriso meno entusiasta del compagno, o forse quello era il meglio che
sapeva fare,
infondo le espressioni di Seung non erano troppo accentuate, non come
il
sorriso che passava da guancia a guancia il volto di Dae
-che
ci fai
qui?- mi chiese il più grande, quasi mi sembrò un
rimprovero e lasciai disfare
l’espressione sollevata di poco prima cercando conforto nello
sguardo di Dae
che nel vederlo diede una gomitata al suo Hyung per poi indicarmi
piegando la
mano in avanti con il palmo rivolto verso l’alto
-ma
come
perché Hyung?! Il suo studio è
dall’altra parte…- mi difese, aveva colto la mia
richiesta di aiuto oppure, ancora peggio, l’accusa di
SeungHyun
-si
non ho
detto nulla era solo una domanda- mi fulminò con lo sguardo
come se mi desse la
colpa di quella complicità improvvisata che si era creata
con Daesung
-ah…ok
va
bene…beh allora io vado- azzardai un passo indietro e notai
con la coda
dell’occhio il gesto improvviso del più piccolo
che tese per un attimo la mano
come per fermarmi e subito dopo la portò dietro la testa
fingendo di grattarsi
la nuca lanciando un’occhiata all’altro che
annuì alle mie parole, non ci misi
molto ad allontanarmi, non diedi troppo peso alle parole di TOP come
nemmeno al
gesto di Daesung, dovevo tornare nello studio e dopo aver attraversato
il
corridoio mi accorsi di una cosa: la porta era socchiusa, io
l’avevo lasciata
aperta, qualcuno era entrato e quel qualcuno era ancora dentro e
parlava al
telefono, una voce femminile…
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Capitolo 7 *** Dimentica lei. ***
-Adesso
puoi
anche dimenticarti quello che abbiamo passato,
puoi scordarti il
giorno in cui mi hai incontrata, puoi
dimenticare tutto quello che sarebbe potuto esserci il colore dei miei
capelli, quello dei miei occhi, il profumo della mia pelle che dicevi
che ti
faceva impazzire, il mio sorriso e tutti quei sussurri che ci stonavano
nelle
notti che passavamo insieme, le lacrime buttate per conto mio e per
conto tuo,
le urla che ci siamo tirati contro a vicenda, tutte le ferite che ci
siamo
sputati in faccia quel pomeriggio e il perdono che è
arrivato a distanza di due
ore, dimenticati le promesse, dimenticati i progetti, la casa e la
famiglia che
ci eravamo giurati di costruire insieme, e dopo che ti sei dimenticato
tutto
questo torna a ripeterti in testa il mio nome….e ricorda di
nuovo.-
Non
sentii
più nulla, qualcosa che sbatteva sulla cattedra facendomi
sobbalzare da dietro
la porta, forse il telefono stesso, qualche sospiro tratteggiato dai
singhiozzi
e il rumore umido di una voce piagnucolante, poi alcuni passi che si
appropinquavano all’uscio, mi feci subito indietro e lei mi
passò davanti senza
accorgersene, o forse era così sovrappensiero da non avermi
vista, il gomito
piegato mentre teneva sotto braccio tutti i poster che avevo staccato
dal muro
prima, la testa bassa, incappucciata nelle spalle che sobbalzavano
costrette
dal pianto, i capelli neri le ricadevano sulla schiena, la maglietta
svolazzante che copriva quasi del tutto alla vista i pantaloncini
mostrandone
solo l’orlo inferiore, un paio di stivali stile western e
parecchi bracciali
che le impreziosivano i polsi magrolini, la guardai tenendo le labbra
schiuse
per riprendere fiato da quel breve tempo che lo avevo trattenuto per
non farmi
sentire, scavalcai la porta entrando nello studio, sulla scrivania
c’era ancora
il cellulare, lo afferrai, ma non avevo l’intenzione di farmi
i fatti di quella
poveretta che nemmeno mi immaginavo chi potesse essere, evidentemente
nel
prenderlo schiacciai qualche tasto che fece illuminare il display che
attirò
subito il mio sguardo, lo sfondo, l’immagine che aveva come
sfondo già la
conoscevo…
-
S-Soo Rin-
sussurrai nel vedere l’immagine che avevo trovato, in foto,
nel cassetto, il
viso del ragazzo però stavolta non era oscurato, si vedeva
chiaramente che era
Jiyong, sbloccai la tastiera cercando subito il registro delle
chiamate…si,
stava parlando con GD, da venti minuti, in venti minuti della tua vita
quante
cose puoi dire? Quante altre riveli per poi pentirti? Pensando che se
sei
chiuso in una stanza e in un secondo arriva una ragazzina che origlia
fuori
dalla porta scoprendo alcuni dei tuoi più grandi segreti
pensa a quante cose
potrebbero succedere in venti minuti… e se quella ragazza
avesse cambiato
stanza qualche minuto prima io ora non saprei nulla, e se io non mi
fossi
fermata qualche minuto in più per parlare con TOP e Daesung
avrei potuto
scoprire qualcosa di più, non so cos’è
meglio…eppure è stato fatto tutto con
ingenuità, di sicuro se qualcuno mi avesse avvisato che
lì c’era qualcuno non
avrei fatto per entrare, o al contrario se avessero avvisato lei si
sarebbe
allontanata, oppure semplicemente dovevo sentire…e a questo
punto la domanda
sorge spontanea…perché?...Perché
dovrei sapere le cose più intime di quelle due
persone? Perché io? Che valore avevo nella loro vita? Fatto
sta che ormai avevo
sentito…e allora altre duemila domande si affacciarono nella
mia mente già
abbastanza confusa, uscii da quella stanza sperando di lasciarci dentro
ogni
mio pensiero e corsi nella direzione che avevo visto prendere dalla
ragazza
mora, passai velocemente davanti a TOP e D-Lite che stavano ancora
lì e
seguirono i miei passi con lo sguardo, la raggiunsi poco prima che
aprisse la
porta per uscire
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Capitolo 8 *** e mi portò via.. ***
-aspetta!...cercai di urlare
affaticata mentre barcollavo
sul parquet facendo rimbombare i passi pesanti, lei si voltò
alzando il viso
con gli occhi ancora rossi dalle lacrime e mi guardò stranita
-hai….hai dimenticato
questo nel mio studio….sussurrai non
appena fui abbastanza vicina perché lei potesse sentire quel
tono di voce così
basso mentre le porgevo il cellulare, lei alzò la testa
inspirando quanta più
aria possibile per gonfiare il petto e mi squadrò con aria
fiera
-il tuo studio…
ripeté facendo una smorfia di disprezzo prima
di strapparmi dalle mani l’oggetto di sua appartenenza, che
avevo detto di
sbagliato? Non
capivo, non capivo
proprio, ma sinceramente gli atteggiamenti di Soo Rin poco mi
interessavano,
-mi hanno sostituita con una come
te…fece una piccola risata
per poi uscire trionfante di avermi sconfitto e dirigersi verso una
macchina
laccata di nero che la stava aspettando proprio a pochi metri dal
edificio, mi
guardai intorno, alla scena avevano assistito i baristi e Taeyang che
era
appena uscito dalla sala prove, alzai un angolo della bocca
accompagnandolo poi
con lo sguardo sbuffando, mi voltai facendo spallucce e vidi dietro una
delle
colonne una sagoma scura che si mosse subito per non farsi vedere, mi
avvicinai
e tenendo le mani sul fusto rastremato verso l’alto del marmo
e sporsi la testa
fuori dalla sua circonferenza per incontrare, con un sorriso, lo
sguardo del
altro che ci stava poggiato contro con le braccia incrociate
-buh…esclamai, lui
sobbalzò per poi sorridere leggermente
imbarazzato abbassando lo sguardo
-mi hai spaventato… disse
a mezza voce fissandosi i piedi
mentre si divideva dal complesso nero
-lo
so, che ci fai qua? Era per lei?....forse azzardai
troppo con quella domanda, lui avrebbe capito, o sospettato, che io
sapevo
della sua relazione passata con Soo, lui mi prese con uno scatto dal
polso e mi
trascinò con sé, per un attimo mi preoccupai,
portai la mano sulla sua, mi
stava stringendo troppo e mi faceva male, torsi il braccio cercando di
liberarmi mentre mi lamentavo, mi costrinse a uscire insieme a lui da
una
porticina che stava sul retro del palazzo e dava sulla strada, mi
lanciai in
avanti ma lui mi strinse di nuovo tirandomi a sé nel vedere
una macchina che si
avvicinava fin troppo velocemente, e mi avrebbe presa di petto, il
clacson mi
stonò le orecchie fino a farmi strozzare un debole urlo
contro il petto di lui
che ancora mi teneva stretto il polso, alzai lo sguardo cogliendo il
suo e
sussurrai un impercettibile “grazie” lui fece finta
di nulla e riprese a
camminare verso un suntuoso hotel, entrammo dentro, anzi lui
entrò io venni
trascinata, oltre la porta girevole si aprì davanti a noi
una reception
circolare sui toni dell’oro e del rosso che dava
l’impressione di abbracciarci,
ai lati del lungo bancone semicircolare, che aveva alle
estremità due grosse
colonne con tarsie di marmo, si aprivano dure ampie rampe di scale,
ogni
quattro scalini c’era, attaccato al muro, un vaso con delle
orchidee, su tutta
la lunghezza delle scale si stendeva un sottile tappeto rosso che
avrebbe
accompagnato ogni ospite fino alla porta della stanza, GD
salutò uno dei
signori in guardiola e svoltò verso l’ascensore,
aspettammo pochi secondi poi
lui aprì la griglia che ci separava dagli sportelli e
entrammo, schiacciò il
pulsantino con inciso sopra in bianco il numero dodici, che subito si
illuminò,
era l’ultimo piano, mi appoggiai con le spalle contro lo
specchio che stava
lungo tutta la parete della piccola cabina e mi misi a rigirarmi i
pollici
mentre aspettavo che le porte si aprissero di nuovo, mi sentivo il suo
sguardo
addosso, nonostante il mio rimanesse piantato a terra sentivo il suo
che mi
trapassava da parte a parte, di continuo, finché finalmente
si aprirono le
porte fermando quella macchina infernale che teneva i nostri corpi fin
troppo
vicini, uscì prima lui aspettandosi che io lo avessi
seguito, e lo feci solo
perché sapevo che mi avrebbe tirato con la forza, e non
volevo, non volevo
essere trattata male da GDragon…mi sarebbe crollato un mito.
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Capitolo 9 *** Domande, forse troppe domande. ***
Cos’era quella casa?
Perché sì per loro era una casa,
infondo si tratta di una suite, beh era favolosa, si apriva con un
corridoio
largo confinato da un lato da una libreria a muro e
sull’altro lato invece
alcuni scaffali che davano a vedere sull’ambiente che stava
dietro, di fronte
in fine c’era una grande vetrata che dava sulla
città che, vista da quel punto,
era davvero uno spettacolo, alla fine potevi scegliere, destra o
sinistra tanto
qualsiasi sarebbe stata la tua scelta saresti rimasto comunque sorpreso
dalla
bellezza della suite, a destra c’era la camera da pranzo
rialzata su una
piattaforma circolare di marmo e sullo stesso piano sopraelevato uno
dei due
bagni e due stanze, a sinistra invece c’era il soggiorno,
rialzato anch’esso su
una piattaforma circolare, un grande divano bianco di pelle che seguiva
la
curva del pavimento era
rivolto verso il
plasma attaccato al muro, un lampadario a forma di palla argentata
scendeva dal
soffitto e oltre il soggiorno altre quattro porte chiuse…
sicuramente le altre
stanze e forse un altro bagno, mi fece cenno di sedermi sul divano e io
obbedii
appostandomi sul bracciolo con una gamba piegata e l’altra
stesa sul pavimento,
il braccio che quasi pendeva fra le gambe posandosi sul tessuto liscio
del
vestito, lui rimase in piedi di fronte a me con le mani in tasca, un
piccolo
cappellino di lana gli incuffiava la testa lasciando che alcuni ciuffi
di
capelli rosa ricadessero sulla fronte e ai lati del viso,
chissà quando se
l’era messo, lo guardai per un attimo e feci per parlare ma
lui mi
precedette
-volevo scusarmi per il comportamento
di Soo Rin… le hai
riportato il cellulare, per caso hai sentito qualcosa?- …non
sapevo cosa
rispondere, mi aveva spiazzata, magari sapeva la verità e
mentirgli mi avrebbe
fatto sembrare un’idiota, dirgli la verità mi
avrebbe fatto sembrare un’idiota
comunque
-non fa nulla Ji la capisco-
-e perché la capisci?
Cioè cosa ci sarebbe da capire….allora
sai…- chinai la testa in basso quasi rammaricata di quello
che avevo detto e
anche involontariamente fatto, io l’avevo ascoltata, invece
di farmi i fatti
miei ero rimasta ad ascoltarla e il respiro profondo di GDragon che
rimase li
impalato a guardarmi questa cosa me la fece pesare, provai per la
seconda volta
a parlare ma stavolta la voce non uscì anche
perché non sapevo davvero cosa
dire. GDragon colse quel mio segnale e si inginocchiò a
terra posando le mani
vicine sulle mie ginocchia e appoggiandoci sopra il mento per guardarmi
-tranquilla, davvero. Era il tuo
studio è normale che
qualcosa non ti sia sfuggito- annuii, ma poco dopo mi resi conto di una
cosa e
mi sorse una domanda che la mia bocca sputò fuori con tutta
la nonchalance di
cui ero capace
-come fai a sapere che stavo nel mio
studio?-
-sapevo che lei era lì e
ti avevo vista tornare nello studio
quindi ho fatto due più due- annuii ancora poco convinta e
mi rialzai dal
bracciolo per dare uno sguardo in giro, su diverse mensole
c’erano molte foto
incorniciate, foto che nel web non si trovavano, una attirò
la mia attenzione:
c’era SeungHyun in piedi, un paio di occhiali scuri posati
sul ponte del naso e
la linguetta che sbucava da un lato della bocca, sotto il suo mento
stava
posata la testa di GD coperta da una cuffia nera, il più
piccolo si stringeva
sorridente al petto dell’altro, era una foto conosciuta
quella, non sono mai
stata una yaoista di quelle che fangirlano davanti a scene simili ma
come non intenerirsi
davanti a una foto così? Se non si trattava proprio di amore
sotto c’era
sicuramente una bellissima amicizia, bastava che Ji e Seung si
scambiavano uno
sguardo per capirlo, però devo ammettere che se uno dei due
mi avesse parlato
di una loro relazione ne sarei rimasta entusiasta mi piacevano insieme,
Ji Yong
si avvicinò a me tirandosi giù i lembi del
giacchetto lungo i fianchi e tenendo
la testa bassa mentre barcollava leggermente da un lato
all’altro
-Seung è una persona un
po’ possessiva… spesso può sembrare
acido perché vede che alcune persone potrebbero mettere alle
strette i rapporti
con i suoi compagni, ma non è così…
lui è dolce- teneva lo sguardo assorto
nella fotografia mentre passava il polpastrello dell’indice
lungo i lineamenti
del suo Hyung
-bisogna solo imparare a conoscerlo-
aggiunse serio
scuotendo la testa non appena si accorse che lo stavo osservando, io mi
spostai
da quella parete per farmi un giretto, tenevo le mani incrociate dietro
la
schiena mentre con uno strano sorriso sul volto sporgevo in avanti il
collo per
guardare bene ogni dettaglio e allora mi sorse una nuova domanda. I
quesiti di
quella giornata cominciavano a rompermi un po’ le scatole.
-Perché mi hai portata
qui?- lui non rispose, gli stavo
dando le spalle e questo non mi poteva permettere di vederlo, mi stava
salendo
l’ansia con quel silenzio così provai a riproporre
la domanda…
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