Moulin Rouge. di HeltenD_ (/viewuser.php?uid=131195)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Luglio 1970. ***
Capitolo 2: *** Here we are, again. ***
Capitolo 1 *** Luglio 1970. ***
Moulin Rouge
There's
a moment, when you say to yourself: “Oh,
there you are! I've been looking for you forever ..”
Moulin Rouge.
Luglio 1970.
Questa storia iniziò nel 1969, agli albori dei Moti di
Stonewall. L'America, e il mondo in generale erano stati scossi da una
vera e propria rivoluzione guidata dalla comunità
omosessuale
che finalmente rivendicava i propri diritti. Quell'estate decisi di
partecipare anche io a quei moti e così partii dall'Ohio
fino a
New York, la grande capitale e sede dello Stonewall Inn dove tutto era
iniziato.
Sono onesto, nonostante fossi ancora scosso dalla morte di una persona
così iconica come la Garland, e da frasi come 'se ti unisci
a
quei frocetti ti farai ammazzare!' pronunciate continuamente da mio
padre, sentivo che quello era il posto giusto. Sentivo che
lì
avrei trovato l'amore vero, quell'amore unico, quel sentimento
così speciale che ti lega ad una persona e ti rende schiavo
delle emozioni; quell'amore che nella mia
vita non avevo mai provato e, che come autore di commedie teatrali
avevo bisogno di sperimentare sulla mia pelle per poterlo a mia volta
trasmettere al pubblico.
Ma come iniziare? Vero, la città in quel periodo era
stracolma
di omosessuali accorsi da tutto il mondo, ma mi conoscevo, non ero
certo il tipo da andare in giro e rimorchiare, o tantomeno farsi
rimorchiare. Fu proprio in quel momento che il cielo mi diede un
segno... o forse è meglio dire un vaso: esatto, per pochi
centimetri non mi cadde un vaso sulla testa! Alzai lo sguardo in alto
e un ragazzo biondo stava quasi svenendo per la paura di avermi
ammazzato. Provai a sorridergli e portai una mano tra i capelli
accarezzando la nuca.
“Uh.. ehm.. s-scusa! Noi stavamo
provando e.. sai.. è difficile
recitare due parti contemporaneamente, ci servirebbe davvero un'altra
persona che interpretasse il ruolo dello studente intelligente e
galante..”
Non passarono nemmeno dieci secondi, ed ecco che mi trovavo nella
stanza dei miei coinquilini con una stupida giacca di pelle poggiata
sulle spalle, mentre non potevo fare a meno di squadrare i miei
interlocutori, ancora indecisi su alcune battute; oltre me in quella
stanza c'erano quattro persone, una di queste era proprio il ragazzo
biondo, che aveva detto di chiamarsi Sam, e probabilmente dei quattro
era l'unico con la testa sulle spalle, beh, questo posso dirlo ora, ma
a quell'epoca un ragazzo che prova due parti contemporaneamente non mi
sembrava molto sveglio. Un secondo ragazzo si chiamava Artie, ed era
costretto su una sedia a rotelle, non che la cosa gli impedisse di
essere il più arzillo e con un'espressione tale da sembrare
ubriaco già alle cinque del pomeriggio, poi c'era Mike, un
ragazzo asiatico che non faceva altro che roteare attorno agli altri
privo di interesse, anche se era curioso vedere come i Moti avessero
portato lì in America una così diversa
varietà di persone, a cui si univa infine un ragazzo con
un'assurda capigliatura cotonata, Jacob, era lui il compositore
dell'opera.
Artie e Jacob continuavano a discutere in modo animato sulle parole da
usare, stavano litigando su come continuare il testo di una scena che
raccontava del venerdì sera degli giovani -punto principale
della loro storia- e fu in quel momento che mi venne in mente la rima
perfetta, rima che però non riuscivo a pronunciare visto il
caos provocato dai due, e quindi mi vidi costretto a musicarla a modo
mio, per farmi sentire.
It's friday, friday
Gotta get down on friday
Everybody's lookin'
forward to the weekend, weekend
A quel punto si girarono tutti verso di me con
un'espressione molto sorpresa, e ripetendo le mie parole non poterono
fare a meno di constatare quanto fossero di loro gusto e, felice di
averli convinti continuai a cantare.
Party it, party
it yeah
Fun, fun, fun, fun
Lookin' forward to the
weekend
Artie e Sam si guardarono con un forte sguardo di intesa, e il primo
esordì con: “Il ragazzo ha talento! Jacob,
perché tu e Blaine non componete il musical insieme!?”
Ma a Jacob l'idea non andò per niente giù, e
così prese le sue cose e guardandoci tutti male, me
soprattutto, uscì dalla stanza deciso a non tornarci mai
più.
Eravamo tutti spaesati per il suo gesto, ma Mike fu il primo a
riprendersi e mi guardò dubbioso “scusa ma, sai almeno in cosa ti
sei buttato?”
E aveva ragione, il mio sogno era diventare uno scrittore di commedie,
ma ero completamente senza esperienza e sentivo di non essere
all'altezza del compito che mi stavano dando.
“Tranquillo Mike! Ho un buon
presentimento, con Blaine noi scriveremo il più grande
musical su una storia d'amore omosessuale mai esistito! E quando
andremo al Moulin Rouge vedrete che sicurament-”
A sentire quelle parole mi si raggelò il sangue nelle vene:
avevo sentito parlare del Moulin Rouge, che contrariamente al
famosissimo locale di spogliarelli parigino, era un locale gay
conosciuto in tutta la grande Mela per i suoi spettacoli di cabaret, e
per l'età media dei suoi frequentatori che era molto
più bassa rispetto a locali come lo Stonewall.
“Fermi tutti! I-io dovrei
scrivere il copione di uno spettacolo per il Moulin Rouge?
Cioè dovrei davvero andare in un locale dove dei ragazzi mi
si strusciano contro tutto il tempo?E come potrei scrivere una storia
d'amore, io non so nulla dell'amore, non l'ho nemmeno mai
provato sulla mia pelle!”
Un sorriso compassionevole e quasi dolce si dipinse sul volto di Artie
che spostando le ruote della sua sedia si avvicinò a me
facendo cenno di zittirmi, cosa che da lì a poco feci.
“Blaine, tu credi nell'amore?
Quell'amore..”
E la sua pausa sembrava studiata, come per spingermi a continuare la
sua frase, cosa che effettivamente feci senza nemmeno rendermene conto.
“..vero, quell'amore unico, quel
sentimento così speciale che ti lega ad una persona e ti
rende schiavo delle emozioni.”
Sam e Mike sorrisero e posarono ognuno una mano sulle mie spalle.
“L'unica cosa di cui hai bisogno
ora è un po' di coraggio, e autostima...”
Artie mi guardò con uno sguardo che non prometteva nulla di
buono.
“..e so anche come fare per
farteli acquistare.“”
Blame it on the goose,
got you feeling loose
Blame it on Patron, got
you in the zone
Blame it on the
a-a-a-a-a-alcohol
Fu quel pomeriggio che per la prima volta nella mia vita capii il vero
significato della parola 'sbornia' e, fu proprio quella sera che
convinto dai tre ragazzi indossai uno dei migliori abiti di Mike che
aveva pressappoco la mia stessa misura, e mi feci convincere da loro ad
andare al Moulin Rouge, senza una storia, senza un appuntamento e con
ormai quel retrogusto alcolico svanito che aveva lasciato in me solo un
senso di leggerezza e vaga felicità.
Ed eccoci al Moulin Rouge, eravamo dentro il locale, seduti ad un
tavolo, e dovetti ammettere arrivati a quel punto che mi ero fatto
un'idea completamente sbagliata di quel posto: la pista era vuota, non
un'anima viva osava spezzare quell'aria mistica provocata dal silenzio,
fino a quando la sala non iniziò lentamente a riempirsi di
nebbia..
No, non era nebbia: era un fumogeno! E a giudicare dalle espressioni
tranquille dei miei accompagnatori doveva essere una cosa abituale.
Una voce calda e possente spezzò quel silenzio.
“Benvenuti al Moulin Rouge!”
Ecco l'uomo che comandava in quell'enorme bordello, Noah Puckerman,
seguito dai suoi ballerini che entravano sulla pista, mentre le luci si
abbassavano e la musica iniziava a farsi assordante. Fu in quel momento
che tornai alla mia idea iniziale, quella del bordello, ed
effettivamente fu proprio un bordello quello che mi si parò
davanti.
Sam si avvicinò ulteriormente a me mentre delle chitarre
elettriche iniziavano a scandire il ritmo della musica.
Come out Virginia, don't
let me wait
You Catholic girls start
much too late
Oh but sooner or later
it comes down to fate
I might as well be the
one
Il proprietario del Moulin Rouge, che tutti comunemente chiamavano
'Puck' iniziò a cantare con la sua voce roca, sensuale e
penetrante, e dovetti ammettere che se il suo lavoro era quello di
animare gli spiriti, ci riusciva benissimo.
Only the good die young
That's what I said
Only the good die young
Only the good die young
You might have heard I
run with a dangerous crowd
We ain't too pretty we
ain't too proud
We might be laughing a
bit too loud
Oh but that never hurt
no one
“Vedi quelle due lì?
La bionda e la ragazza dalla pelle olivastra?”
Annuii, non potevo non vederle, ero gay vero, ma sapevo
riconoscere la bellezza, e quelle due erano davvero da togliere il
fiato.
“Loro sono le regine: se vedi un
ragazzo etero, è qui solo esclusivamente per loro e si, se
te lo stessi chiedendo io rientro in questa categoria.”
Sorrisi ma poi mi fece spostare lo sguardo su una terza
ragazza.. no, non era una ragazza, lui era uno delle attrazioni
principali che il Moulin Rouge offriva: Unique, seguito a ruota dal
mangiafuoco, Finn e Tina, la bellezza orientale.
Well your mother told
you all that I could give you was a reputation
Oh she never cared for
me
But did she ever say a
prayer for me?
Whoa whoaa oh
Come out come out come
out Virgina don't let me wait,
You Catholic girls start
much too late
Sooner or later it comes
down to fate
I might as well be the
one,
You know that only the
good die young
I'm telling you baby
You know that only the
good die young
Only the good die young
Only the good
Only the good die young
Man mano che lo spettacolo andò avanti, Puck
mostrò sempre di più il suo talento da
intrattenitore, e, accerchiato dai suoi talentuosi ballerini
continuò a mandare in subbuglio gli ormoni di coloro che ci
circondavano, fino a quando non fu Artie, del quale non avevo nemmeno
notato l'assenza, a chiamarci tutti e avvicinarci.
“Sono riuscito ad aggirare
Puckerman, avremo quell'appuntamento!”
Vero, perché in tutto ciò non ho ancora spiegato
qual'era il piano di Artie e Sam: convincere il più
talentuoso ballerino di Puckerman, la stella di tutto il Moulin Rouge,
a pressare il proprietario per mettere in scena il loro spettacolo, e
ovviamente il lavoro sporco toccava a me, essendo di bell'aspetto, ed
essendo anche il compositore dei pochi versi che eravamo riusciti a
racimolare mentre cercavamo di far passare la sbornia.
Proprio mentre la canzone di Puckerman stava finendo, si udì
un boato, e dei brillantini iniziarono a cadere dal centro della pista,
che velocemente si andava svuotando, lasciando alcune ragazze vestite
con aderenti calzamaglie nere ad ammiccare al pubblico. Sam mi
toccò la gamba e ammiccò mentre spostava lo
sguardo verso la pista.
Eccolo: il diamante di punta del Moulin Rouge!
Now put your
hands up
Up in the club, we just
broke up
I’m doing my
own little thing
Un'espressione da angelo che nascondeva la passione del
più focoso dei diavoli, un corpo sinuoso, coperto da un
pantalone in pelle, degli stivali neri e lucidi, una maglietta aderente
nera che lasciava scoperti i suoi bicipiti, e una collana brillante che
sembrava una corona di spine comparata alla bellezza di quel corpo,
alla bellezza di quel ragazzo che sembrava essere sceso dal paradiso
-cosa in parte vera visto che era entrato calandosi giù da
una specie di altalena; iniziò a muoversi, e i miei occhi
non riuscirono nemmeno a catturare la bellezza e la
profondità dei suoi movimenti, in quel momento non seppi
decidere se era lui una divinità o ero quello che aveva
preso un abbaglio colossale.
You decided to dip but now you
wanna trip
Cuz another brother
noticed me
I’m up on him,
he up on me
Dont pay him any
attention
Cuz i cried my tears,
gave three good years
Ya can’t be
mad at me
Un orgasmo paragonato al piacere che provai quella sera
era una stupidaggine, quel ragazzo riuscì a farmi patire le
pene dell'inferno, e contemporaneamente guardando quei suoi profondi
occhi azzurri mi sentivo sollevato, come se finalmente avessi trovato
il paradiso terrestre che noi tutti cerchiamo, la pace dei sensi, la
luce alla fine del tunnel..
Tutto in quel corpo così piccolo e aggraziato, quel corpo
che nonostante nascondesse le peggiori depravazioni di questo mondo,
appariva così candido, puro, delicato e fragile.
Il mio credo era l'amore, era un sentimento vero, unico e speciale, ma
fino a quel momento non mi era passata mai per la testa l'esistenza
dell'amore a prima vista, fino a quel momento appunto,
perché il mio cuore sbatteva forte contro la gabbia
toracica, e la cosa che più mi doleva era il sapere che quel
corpo apparteneva ad una persona completamente diversa da me, una
persona che non avrebbe mai avuto collegamenti con il mio mondo.
***
Allora, cosa dire, sono tornato dopo mesi e mesi di
assenza totale, onestamente stavo aspettando la giusta occasione, e
quando poche sere fa ho visto per la prima volta il Moulin Rouge
è stato un colpo di fulmine, il mio 'I've been looking for
you forever' e allora ho iniziato a pensare a questa FF, e finalmente
l'ho iniziata;
Ho deciso inanzitutto di cambiare epoca e ambientazione in modo da
poter dare un'interpretazione sostanzialmente diversa, e se avessi
lasciato ambientazione e contesto uguali non avrebbe avuto lo stesso
effetto.
All'inizio, quando nomino i 'Moti di Stonewall mi riferisco
ai movimenti rivoluzionari che iniziarono la notte
del 27 giugno 1969 quando la polizia irruppe nel bar chiamato
"Stonewall Inn".
"Stonewall" è generalmente considerato da un punto di vista
simbolico il momento di nascita del movimento di liberazione gay
moderno in tutto il mondo. #WikipediaDocet (e per ulteriori chiarimenti
vi rimando qui)
E nulla, non so proprio cos'altro aggiungere, fondamentalmente
perché voglio pubblicare e non stare più qui a
delirare su questo capitolo che ho riletto già tre volte.
Percui, spero che la lettura sia stata di vostro gradimento, e se volete,
lasciare un commento; alla prossima!
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Capitolo 2 *** Here we are, again. ***
Here we are again
Moulin Rouge.
Here
we are, again.
Ero ancora
folgorato dalla bellezza
del ragazzo che si agitava al centro della pista, quel ragazzo dalla
bellezza celestiale, quel ragazzo che in meno di sessanta secondi si
era fatto spazio nel mio cuore. Deglutii a vuoto rapito dai suoi
movimenti, mentre lui era seguito dalle sue collaboratrici in quella
danza così sensuale e peccaminosa, mentre un turbinio di
uomini
interessati gli si muovevano attorno danzando in modo concentrico e
donandogli le attenzioni più scandalose, come palpate di
pessimo
gusto a quel sedere così favoloso, o ampi movimenti di
bacino
contro la sua schiena.
E la cosa che più mi rattristava era il suo atteggiamento:
quel
ragazzo era incurante di tutto, li lasciava fare senza mettere freno ai
loro abusi, ma infondo era il suo lavoro, ed era proprio questo che non
riuscivo a spiegarmi, come poteva una persona comune accettare un
lavoro così degradante?
«Blaine!
Dopo lo spettacolo, sono riuscito ad organizzarti un incontro privato
con Kurt, voi due da soli!»
Sfortunatamente però, quel giorno c'era anche un'altra
persona
che doveva incontrare Kurt: il finanziatore, un uomo che a
causa
di alcune scelte fortuite in campo economico attuate dalla sua famiglia
era riuscito a creare un impero duraturo basato su capitali azionari e
quote nelle più importanti imprese dell'epoca; ed era
proprio da
quell'uomo che Noah Puckerman si era diretto.
Si avvicinò a lui e disse pressapoco le stesse frasi che
Artie aveva detto a me.
«Signor
Karofsky¹,
so che è impaziente di incontrare uno dei nostri ragazzi ed
è per questo che le ho organizzato un incontro privato con
il
nostro ballerino migliore non appena sarà finito lo
spettacolo,
nel 'Lama', voi due da soli.»
Ebbene sì, perché come il Moulin Rouge francese
aveva un
enorme locale a forma di elefante che lo contraddistingueva, Kurt aveva
scelto come animale simbolo un lama, che aveva pressapoco la
stessa funzione del primo, ovvero la stanza di Kurt, nonché
luogo dove portava l'uomo prescelto, ogni sera.
«Noi due.. da soli?»
«Esatto,
completamente soli!»
***²
Ogni sera era
sempre la stessa
storia: ballava, riceveva applausi, sceglieva il ragazzo che gli
sembrava più carino e passavano la notte insieme; e doveva
ammettere che se le cose fossero continuate così il suo
sogno
non si sarebbe realizzato mai: Kurt voleva essere un attore, un vero
attore, recitare in un teatro con un vero pubblico, una vera parte, non
voleva nient'altro dalla vita.
Cuz if you liked it then
you should have put a ring on it
If you liked it then you shoulda put a ring on it
Don’t be mad once you see that he want it
If you liked it then you shoulda put a ring on it
Ed ecco la parte in cui Noah arrivava con gli anelli,
doveva
solo prenderli e guardarli disgustato, anche se nel profondo tutto
quello che voleva era un anello al dito, ma non poteva permettersi
questo lusso, non avrebbe mai trovato una persona così
stupida
da amarlo e lasciargli continuare il suo lavoro. Il suo lavoro, proprio
in quel momento si ricordò del discorso che aveva fatto con
Puckerman poche ore prima, riguardo ad un uomo interessato a lui e alla
possibilità di fare del Moulin Rouge un vero e proprio
teatro,
dove avere il suo debutto.
«Noah,
il finanziatore è qui?»
«Ti
ho mai deluso piccoletto?»
Puckerman rispose prontamente stringendosi a lui mentre ballavano al
centro della pista, continuando il teatrino degli anelli e dei rifiuti.
In quel momento, Sam si era alzato e sbattendo contro la guardia del
corpo del finanziatore, cadde a terra porgendo poi la mano a
quest'ultimo chiedendo un aiuto ad alzarsi.
Noah osservò di sfuggita la scena e quando Kurt gli chiese
chi fosse il finanziatore, lui risposte preoccupato.
«L'uomo
a cui quello sciagurato di Evans sta porgendo la mano!»
Blaine vedendo Sam a terra, e realizzando che l'altro ragazzo non lo
avrebbe aiutato, si alzò e porse la mano al biondo per
aiutarlo
ad alzarsi.
Kurt osservò i due incuriosito, doveva ammettere che il
finanziatore era davvero un bel ragazzo.
«Sei
sicuro Noah?»
«Certo
che lo sono, e ora abbassati!»
I due si inginocchiarono mentre dei mantelli li coprivano, avevano
appena il tempo di cambiarsi per la seconda parte del numero.
«Sei
proprio sicuro che sia interessato ad investire?»
«Porcelain,
dopo aver passato la notte con te ci metterei la mano sul
fuoco!»
Kurt abbozzò un sorriso mentre si cambiava la maglia, per
indossare una camicia di velluto e la giacca nera.
«E
sai che tipo preferisce? La checca indifesa? L'attivo procace? Oppure
il diavolo tentatore?»
Le sue espressioni cambiavano a seconda delle domande, e
così quelle del suo interlocutore intento anche lui a
cambiarsi.
«Direi
diavolo tentatore,
ma ricorda che dovrai recitare questo ruolo al meglio, consideralo un
provino, e quando lo avrai superato, avrai finalmente il tuo spettacolo
in un vero teatro, con un vero pubblico, e tu sarai..»
«..un vero
attore»
Sorrisero dolci, dopotutto Noah voleva bene a Kurt, più che
ad
ogni altro membro del suo locale, perché infondo Kurt era il
più piccolo e gracile, la sua punta di diamante, la cosa
più preziosa che aveva.
Si alzarono contemporaneamente alla caduta dei
veli
mostrando i loro smoking, ballando fino a quando Puck non
lasciò
l'altro solo sul palco ad intonare il ritornello, proprio mentre Abrams
sulla sua ingombrante sedia a rotelle provava ad avvicinarsi;
probabilmente voleva proporgli un altro di quei suoi giovani artisti
talentuosi e squattrinati.
Decise tranquillo di ignorarlo, mentre ballando la sua danza sensuale
con ampi movimenti del bacino, si avvicinava al tavolo dove Blaine era
seduto con Sam e Mike.
Cuz if you liked it then
you should have put a ring on it
If you liked it then you shoulda put a ring on it
Don’t be mad once you see that he want it
If you liked it then you shoulda put a ring on it
Guardò verso il ragazzo ricciolino e si avvicinò
a lui per sussurrare sensuale nel suo orecchio.
«Credo
proprio che voi stiate aspettando me»
Si girò così verso il pubblico che era rimasto
lì
a fissare le sue curve, e con un sorrisetto beffardo si rivolse a tutta
la platea.
«Sono
io che scelgo qui, no?»
Un boato di approvazione dal pubblico, mentre lui tornava a girarsi
verso Blaine, e dopo un intenso sguardo gli porse le mani.
«Balliamo!»
Blaine non se lo fece ripetere due volte, e prese le mani dell'altro
sentì un profondo calore scuoterlo dentro. I due si
sorrisero;
voleva morire nei suoi occhi, voleva affondare le labbra sulle sue,
voleva rivelare i propri sentimenti ad un ragazzo che vendeva il
proprio corpo.. come poteva essere così stupido?
Artie che era riuscito a tornare al tavolo guardò Kurt che
non
gli lasciò nemmeno il tempo di parlare, ammiccandogli e
portando
Blaine con se verso la pista.
«Non
preoccuparti Artie, ci penso io a lui!»
«Vai
e stendilo con la tua voce e il tuo cuore pieno di amore!»
«Quel
ragazzo se la cava egregiamente a ballare..»
Constatò Mike leggermente deluso e indispettito, ma il
sorriso soddisfatto di Sam lo fece demordere.
«Ve
l'ho detto io che è un genio!»
Artie sembrava entusiasta, anche perché Blaine stava andando
benissimo, ballava molto bene e anche Puck dall'altra parte della sala
dovette riconoscere il suo talento -complice il fatto che non lo aveva realmente
riconosciuto.
«Siete
gentile ad interessarvi al nostro spettacolo!»
Constatò Kurt tra un passo e l'altro, mentre Blaine era
ancora
scioccato a causa della situazione in cui si trovava, e per l'essere a
contatto con la persona che sentiva di amare.
«O-oh..
per me è un onore essere coinvolto, sempre che vi piaccia
quello che faccio, ovviamente.»
Kurt lo guardò divertito e si avvicinò posandogli
una
mano sul petto, e stringendosi a lui in un momento preciso del ballo.
«Sono
certo che mi piacerà, sicuramente!»
«Artie
mi ha detto che possiamo farlo in privato.. si insomma, che posso
cantarle le mie canzoni in privato..»
Concluse Blaine con molta fretta, visto che la tensione gli stava
facendo mancare lentamente il fiato.
«Oh..
delle canzoni in privato..»
Ridacchiò debolmente e si avvicinò poi alle sue
labbra quasi sfiorandole.
«mi
piace molto la musica, soprattutto se ascoltata in
compagnia..»
Si allontanò infine da lui mentre la sua pedana veniva
calata
dall'altro, e lui tornava su, da dove era comparso all'inizio del suo
numero.
Cuz if you liked it then
you should have put a ring on it
If you liked it then you shoulda put a ring on it
Don’t be mad once you see that he want it
Oh no, ecco che tornavano quelle fitte alla testa, sentiva un dolore
allucinante, come se il sangue smettesse di affluire; da quella
posizione in alto poté notare l'espressione soddisfatta di
Noah,
e non se la sentiva, non poteva deluderlo in quel modo.
Deglutì
e provò a continuare la sua canzone, mancavano davvero le
ultime
parole.
If you liked it then you shoulda put a..
L'espressione di Noah cambiò radicalmente, lui sapeva, o
perlomeno aveva una vaga idea di quello che stava per succedere, e lo
stesso valeva per Finn, così mentre Kurt perdeva la presa e
cadeva rovinosamente verso il pavimento il più alto fece un
balzo in avanti in modo da prenderlo giusto in tempo. Si
guardò
attorno trovando solo lo sguardo apprensivo di Quinn che a sua volta
guardava male Santana che stava sorridendo beffarda. Finn corse verso
le quinte portando Kurt tra le braccia.
Una volta posato il più piccolo su un divano, Mercedes si
avvicinò a loro con un bicchiere d'acqua che scoppiettava.
«Andiamo,
fatemi spazio! Prendi questo dolcezza..»
Si avvicinò a Kurt con fare materno mentre a Finn toccava
tornare di fuori e avvertire Puck che lo spettacolo doveva continuare.
Il ragazzo aprì gli occhi affaticato e prese il bicchiere
dalle mani della mora per poi berlo tutto d'un sorso.
«s-scusate..
probabilmente ho preso un colpo di caldo.. o mi sono agitato troppo e..
e mi passerà questo mal di testa, tranquilli..»
Fortunatamente Kurt riuscì ad alzarsi dal divano,
e dopo
pochi secondi di pausa alzò lo sguardo verso Mercedes che
sembrava visibilmente preoccupata. Le sorrise e poi si alzò
andando verso i camerini.
«Forza,
abbiamo un vestito da scegliere..»
La ragazza lo seguì provando a tirargli su il morale.
«Dai
porcellana, con la protezione di un uomo ricco e influente come
Karofsky la tua carriera di attore sarà bella che
spianata!»
«Dici
che ho fatto colpo sul finanziatore?»
Fermi un attimo, a lui cosa importava di aver fatto colpo? L'unica cosa
importante era la sovvenzione, e di certo non erano i sentimenti,
quelli non potevano esserci nel suo lavoro..
«Ovvio!
E con il suo aiuto diventerai famoso in tutta Europa..»
Prima che la mente di Kurt potesse scappare lontana, la voce di Puck la
trattenne lì con loro.
«Dolcetto
mio, come ti senti!?»
Kurt si limitò a sorridere, e una volta avvicinato a Noah
sentì la sua mano calda contro la guancia.
«Mi
raccomando, il tuo compito di stasera è di estrema
importanza,
vedi di non fallire ok? Ne va del futuro di tutto il Moulin Rouge, e
nulla deve andare storto..»
***
Ero in ansia: Artie e Sam mi avevano condotto fino alla
stanza di
Kurt, in un eccentrico palazzo a forma di.. cammello? che animale era
quello?
Ma la cosa peggiore era che non sapevo come comportarmi, e l'essere
nella camera da letto di Kurt di certo non aiutava.
Sentii la porta aprirsi e quindi istintivamente mi girai pentendomene
subito: una visione che fece rizzare ogni singola fibra del mio corpo,
non pensavo che vedere Kurt con solo degli aderenti boxer neri e una
canotta del medesimo colore potesse essere così.. beh..
potesse farmi quell'effetto.
«Cosa
ne pensate, questo posto è abbastanza adatto per allietarmi
con la vostra musica?»
Sospirai ancora sconvolto dallo spettacolo che avevo davanti agli occhi
e annuii debolmente, mentre Kurt si avvicinava al tavolino.
«Posso
offrirle qualcosa? Magari dello champagne..»
Non potevo decisamente perdere tempo in convenevoli, stavo esplodendo
dentro, sentivo il bisogno di scappare da quella stanza.
«Veramente
gradirei andare dritto al sodo..»
Kurt restò titubante e dopo un 'Ah' uscito sottile dalle sue
piccole labbra si avvicinò al letto, posandoci sopra un
ginocchio con fare estremamente sensuale. Mi guardò
accarezzandosi il ventre ancora coperto, come a provocarmi.
«Allora..
perché non venite qui? Così andiamo subito al
sodo..»
«V-veramente
preferirei farlo alzato..»
Un ennesimo 'Ah' mentre Kurt si alzava dal letto, allora mossi un
piccolo passo verso di lui come per tranquillizzarlo.
«Ma
lei non deve, sa.. a volte è una cosa lunga, e voglio solo
che lei stia comodo..»
Stavo avvampando, mi sentivo le gote arrossate, e la gola ormai secca.
«Sa,
sono molto moderno, e quello che faccio potrebbe risultarle strano.. ma
se sarà aperto..»
Kurt era stranito sì, ma acconsentì e io mi
spostai per la stanza provando a racimolare le idee, e mettere insieme
delle rime.
Avevo trovato il verso perfetto- mi girai a guardarlo e si stava
accarezzando la gamba in un modo così.. così
dannatamente sensuale che la mia testa si svuotò di colpo,
mentre gli occhi si bloccavano a rimirare i suoi movimenti.
Presi un forte respiro per provare a rilassarmi
e, notandolo Kurt si alzò avvicinandosi.
«T-tranquillo..
è solo che a volte mi ci vuole un po' di tempo per.. beh..
trovare l'ispirazione..»
Non mi lasciò finire la frase che si avvicinò a
me ammiccando. Fu una questione di pochi secondi e sentii la sua mano
stringere il mio pacco.
Sussultai.
«Era
questa l'ispirazione che cercava?»
Sussurrò sensuale contro il mio collo, per poi spingermi
verso il letto; sconvolto come ero non ebbi la forza di controbattere e
mi lasciai cadere su quest'ultimo.
Era su di me, sentivo il suo sedere premere contro il mio bacino.
«Facciamo
l'amore..»
Nella mia testa ci fu un black-out totale, avevo appena smesso di
pensare a qualsiasi cosa. Sentii le sue labbra soffici contro le mie, e
contemporaneamente le sue mani che vagavano sul mio petto, fino a
sfilare alcuni bottoni della mia camicia, e quest'ultima dai pantaloni.
«N-non
possiamo..»
«Coraggio..
ecco la sua ispirazione! La senta! La liberi tutta!»
Un colpo di aria gelida pervase le mie parti intime, e dovetti dedurre
a quel punto che ormai aveva calato i pantaloni.
«Ma
è e-enorme..»
Si, con quel suo commento avevo la conferma di quel mio pensiero.
Mi guardò negli occhi e mi strattonò con forza
avvicinando di nuovo le labbra alle mie.
«Voglio
la vostra musica, adesso!»
Ansimai e lo spinsi di lato, giusto il necessario per permettermi di
liberarmi dalle sue grinfie e scivolare giù dal letto. La
prima cosa che feci a quel punto fu sistemarmi il pantalone, per poi
deglutire davanti al suo sguardo scioccato.
«o-ok..»
Presi un forte sospiro e tornai ad incrociare lo sguardo con il suo.
«E-eccoci
di nuovo..»
«Cosa..?»
Mi guardò stranito, ma decisi di ignorarlo e tornai ad
intonare quei versi.
«Io
vorrei che fossimo più di semplici amici..
Perciò non
essere duro con me, che io ho paura che t-tu.. non sia mai
soddisfatto..»
Fu in quel momento che Kurt capì il mio intento.
«Oh
si musica.. queste parole sono così.. calde..»
Passò le mani lungo il proprio corpo fino a scoprire il
ventre candido e glabro. Salì con le mani fino al collo
accarezzandosi lentamente e io, indeciso continuai con i miei versi.
«E-eccoci
di nuovo.. noi stiamo male come animali.. noi giochiamo a
fingere..»
«Oh
si.. calde.. siete così caldo..»
La sua voce sensuale sovrastava la mia, tant'è che ero
indeciso se continuare o no, ma poi lo vidi rotolarsi sul letto fino al
pavimento, e iniziare a strusciarsi contro un tappeto.
«Caldo..
siii.. molto caldo, tanto caldo, troooppo caldo!»
Non ne potevo più di tutto quell'imbarazzo: presi coraggio e
alzai la mia voce intonando quegli stessi versi.
Here we go
again I kinda wanna be more then friends³
So take it easy on me,
I'm afraid you're never satisfied
Kurt si fermò a guardarmi sconvolto, e io davvero non
riuscivo a capirne il motivo.
Ma dopotutto la mia canzone aveva sorbito l'effetto
desiderato: avevo la sua attenzione su di me, e potevo continuare a
cantargli i miei versi.
Here we go again, we're
sick like animals we play pretend,
You're just a cannibal
and I'm afraid I won't get out alive
No I won't sleep
tonight..
La sua espressione mutò completamente, e lo vidi allentare
la presa sul tappeto che stava stringendo con tanta forza, e restare
lì seduto sul pavimento.
Sorrisi vedendolo lì steso, con un'espressione tale di un
cucciolo smarrito che si guardava attorno cercando la propria mamma.
Oh oh
I want some more
Oh oh
What are you waiting for
Take a bite of my heart
tonight..
Lentamente lui si alzò e io mi avvicinai porgendogli la mano.
Quando strinse la mia mano, proprio come era successo poco prima sulla
pista da ballo, il mio cuore si fermò di colpo.
Lo aiutai a salire e il contatto tra i nostri corpi aumento.
Lo sentivo su di me, avevo le sue labbra a pochi centimetri, i suoi
occhi angelici erano così grandi e spendenti da potermi
specchiare dentro di essi. Con estrema riluttanza mi allontanai da lui
per andare alla finestra della stanza, che apriva sul cortile esterno
del locale.
Voltai lo sguardo verso di lui e il mio sorriso si fece istintivamente
più grande, come se ogni secondo passato a guardare il suo
volto fosse una motivazione valida in più per essere grato
di ciò che avevo avuto nella mia vita.
Oh oh
I want some more..
Oh oh
What are you waiting
for, what are you waiting for, take a bite of my heart tonight..
Kurt mi guardava a sua volta con uno sguardo molto intenso, uno sguardo
che trasmetteva brividi e ne trasmette anche oggi solo a pensarci.
Posò le mani sulle mie e senza motivo apparente si strinse a
me.
Feci scivolare via le mani posandole sui suoi fianchi, come per
stringerlo saldo, e improvvisare sul momento alcuni passi ondulati e
morbidi.
Here we are again, I feel the chemicals kicking in
It's getting heavy and I
want run and hide, I want to run and hide
Deglutì e io con lui mentre osservavo il suo pomo muoversi.
Passò poco che sentii il suo mento posarsi sulla mia spalla,
e istintivamente la mia mano salì fino ai suoi soffici
capelli, che accarezzai lentamente.
Era fantastico: quando all'inizio della serata lo avevo visto per la
prima volta, la mia unica preoccupazione era proprio
l'impossibilità di avvicinarmi a lui, di poterlo toccare, di
respirare il profumo del suo collo e bearmi della sensazione che
sentivo quando sorrideva contro il mio orecchio, ma a quanto pare i
miei sogni si stavano realizzando, anzi, la realtà era molto
meglio di un qualsiasi sogno potessi fare.
Un colpo di calore; aprì gli occhi e tutto attorno a noi era
cambiato, ancora oggi non saprei dire se quella era un'allucinazione,
oppure ero svenuto e avevo immaginato tutto, ma mi sembrava di danzare
tra le nuvole, lo tenevo stretto a me per paura che lui potesse cadere,
e Kurt sembrava fare lo stesso: si stringeva a me con forza, lasciando
la testa nell'incavo del mio collo, mentre la mia voce echeggiava
ancora nella stanza.
I do it every
time
You're killing me now,
And I won't be denied by
you,
The animal inside of you
Alzò la testa fino a strofinare il naso contro il mio.
Sorrisi appena a quel gesto e tornai con la mano lungo la sua schiena
delicata, accarezzandolo piano senza staccare lo sguardo dai suoi occhi.
E lui faceva lo stesso, teneva le sue mani strette al livello delle mie
scapole, il corpo premuto con forza contro il mio, e gli sguardi
incatenati.
Hush hush, the world is
quiet..
Sussurrai appena e mi vidi costretto a rompere quel contatto visivo
sbattendo le palpebre.
Hush hush we
both can't fight it..
Mi sentii tornare alla realtà: eravamo di nuovo nella sua
stanza, io e lui. Kurt piegato leggermente verso il basso, e io piegato
con lui che lo reggevo saldamente da dietro la schiena. L'ultima frase,
non sapevo come andare avanti e andava bene così; incatenai
nuovamente gli occhi con i suoi, mentre il desiderio di baciarlo si
faceva dannatamente intenso, intendo come il bisogno di respirare, ma
non potevo certo fare una mossa così azzardata,
già, ero davvero in un bel casino!
..It's us that made this
mess, why can't you understand?
***
Note:
Karofsky¹: allora, ci tengo a precisare fin da subito che non
ho nulla contro Dave e che non ci 'godo' a fargli fare la parte del
cattivo, ho scelto lui e non altri per il semplice motivo che nel
telefilm, oltre Blaine lui è l'unico a provare dei
sentimenti per Kurt che vadano oltre la semplice amicizia, e quindi la
mia scelta è ricaduta su di lui per il semplice fatto che lo
sentivo giusto per questo ruolo, indipendentemente da una mia simpatia
o antipatia nei suoi confronti.
***²: il mio intento iniziale, proprio come Christian nel
film, era quello della narrazione in prima persona, ma alcune scene in
cui Blaine non è fisicamente presente mi risulta impossibile
poterle descrivere in prima persona, percui ho deciso di 'racchiudere'
tra gli asterischi le parti in cui passo ad una narrazione in terza
persona.
Animal³: sto cercando di usare sempre canzoni presenti nel
telefilm, ma diciamo che la mia idea di Animal è leggermente
stravolta, essendo questa scena piuttosto calma e particolare, ho
optato per una versione acustica, ho cercato tra quelle dei Neon Trees
se ce ne fosse una che mi soddisfacesse, ma alla fine quella che
più si avvicina alla mia idea, è questa
versione, di Darren per l'appunto.
Un'ultima cosa, per chi ha facebook e volesse, invito a mettere mi
piace alla mia pagina,
anche semplicemente per restare informati visto che ho intenzione di
tornare a scrivere a pieno regime e questa non sarà l'unica
storia di cui mi occuperò.
Alla prossima!
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