I Miei Giochi

di _Renegade_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I figli della guerra ***
Capitolo 2: *** La Mietitura ***
Capitolo 3: *** Un cuore spezzato, o forse due? ***
Capitolo 4: *** Finalmente Capitol City ***
Capitolo 5: *** La Parata Dei Tributi ***
Capitolo 6: *** Primo Giorno Di Addestramento ***
Capitolo 7: *** Avox e Favoriti ***
Capitolo 8: *** Ti voglio bene ***
Capitolo 9: *** Ultimo giorno di addestramento ***
Capitolo 10: *** Punteggio Iniziale ***
Capitolo 11: *** L'intervista ***
Capitolo 12: *** 3...2...1 ***



Capitolo 1
*** I figli della guerra ***


Parte 1


 
Lancio uno sguardo veloce al cielo scuro della sera: grossi nuvoloni neri si stano ammassando su di me minacciosi; temo di non riuscire a concludere il mio giro mensile, perciò accelero il passo ma la cosa non è resa facile dal peso dei due grandi sacchi che mi trascino dietro. Sono davanti al grande capannone, che è la mia destinazione, proprio mentre i primi pesanti goccioloni cominciano a bagnare il terreno. In questo capannone vivono quelli che io chiamo i figli della guerra (anche se in effetti anche io sono figlia della guerra), tutti coloro che durante i Giorni Bui hanno perso casa e famiglia: sono i poveri in pratica. Porto loro il cibo che mi danno con le tessere in cambio di una nomina in più per essere scelta agli Hunger Games, e che a me non serve; dopotutto la mia è una famiglia relativamente ricca.
Lascio i sacchi sotto la tettoia perché non si bagnino e comincio a correre verso casa. Mentre cerco di evitare le prime pozzanghere che vanno già formandosi, ripenso ai Giorni Bui, quando infuriava la guerra tra i distretti e Capitol City. Tutto partì dalla ribellione nel Distretto 13, che ora non esiste più, distrutto dai bombardamenti di Capitol City; qui nel Distretto 2 i ribelli non erano molti, e la sommossa fu soffocata nel sangue in pochi giorni. Mio fratello maggiore Jan era uno di loro. Dei ribelli. Morto, come tutti gli altri. Ucciso da Capitol City. A noi che ancora viviamo tocca una punizione forse anche peggiore della morte: gli Hunger Games. Ogni anno vengono scelti un ragazzo e una ragazza tra i 12 e i 18 anni da ognuno dei 12 Distretti; i 24 cosiddetti "tributi" vengono portati a Capitol City addestrati al combattimento per pochi giorni e poi gettati in un'arena dove combattono fino alla morte.
L'unico vincitore potrà tornare a casa e avrà onore e gloria fino alla morte, non patirà la fame come quasi tutti qui nel distretto. E il giorno in cui verranno scelti i tributi è vicino lo aspetto da quasi un'anno. Da quando ho deciso che IO entrerò negli Hunger Games. A qualsiasi costo.
Sto rimuginando su come la capitale ci controlli tutti quando apro la porta di casa e l'odore di cibo mi investe riportandomi alla realtà. Entro in cucina dove trovo mia madre che mi osserva con un cucchiaio di legno in mano; mi fissa per qualche minuto in silenzio , poi rivolge lo sguardo ai fornelli e dandomi le spalle mi dice "stai bagnando il pavimento." Mi accorgo che ha ragione: sono fradicia. Mi scuso e mi fiondo in camera mia. Mi fermo davanti allo specchio dove trovo la solita ragazzina dai capelli lunghi e neri più del carbone, con suoi vestiti bagnati e gli occhi grigi come il cielo prima della pioggia; non sono occhi che incutono paura, ma io sola so che sono occhi d'assassina perché una volta là dentro ucciderò. Ucciderò per il mio obiettivo.
Faccio una doccia e mi metto qualcosa di asciutto poi scendo lentamente le scale per andare a cena; sono certa che mi faranno milioni di domande sul perché sono stata vita tutta la giornata. E invece no. La cena è silenziosa. Mio padre non dice una parola, ma non è insolita come cosa, lavora tutto il giorno e quando torna è troppo stanco anche per parlare. Mia madre invece è muta probabilmente perché è preoccupata per me, ha paura di perdere l'unica figlia che le resta alla mietitura di dopodomani, quando sceglieranno i tributi. Mi si stringe lo stomaco al pensiero di quello che ho intenzione di fare. Ma no. Non mi tirerò indietro. Con tutte le tessere che ho accumulato sono nominata almeno 50 volte più o meno il doppio delle volte di tutte le mi coetanee, è impossibile che io non venga scelta.
Finita la cena non vado a dormire, ma resto alzata fino a tardi per studiare attentamente un libro sulle tecniche di caccia, anche saper cacciare sarà un bel vantaggio la negli Hunger Games. Finisco con l'addormentarmi sul libro e sogno. Sogno di essere nell'arena e di uccidere con le mie mani l'ultimo tributo; poi come d'incanto sono davanti ad una folla che mi acclama; Coriolanus Snow (il giovane figlio del vecchio dittatore che ha preso il suo posto dopo i Giorni Bui e ci ha regalato gli Hunger Games) mi si avvicina per incoronarmi come fa con tutti i vincitori; è ad un passo da me ed alza in alto le braccia per mettermi la corona sulla testa, non se lo aspetta e il mio coltello lo colpisce in pieno petto. Mi godo appieno la sua morte lenta, per mano mia; la sua morte significa che il mio compito è concluso, ho vendicato i figli della guerra e prima di tutti Jan; sto assaporando il momento quando mia madre mi interrompe bruscamente svegliandomi perché sto facendo tardi a scuola. 

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Capitolo 2
*** La Mietitura ***


- Leavy...! - sento mia madre che mi chiama dal piano di sotto; ancora sotto le coperte del mio letto guardo l'orologio appeso alla parete della mia stanza: sono le 10 del mattino.
La mietitura inizierà tra un'ora. Devo sbrigarmi se non voglio fare tardi, perciò mi alzo senza troppe storie e mi infilo nel vestito bianco che è pronto per l'occasione già da mesi. 
Scendo in cucina e questa mattina c'è anche mio padre che, come tutti gli abitanti di Panem, oggi non lavora per assistere alla mietitura. La tavola è già apparecchiata per il pranzo. Ci sono tre piatti. Mi si stringe lo stomaco all'idea che il mio posto rimarrà vuoto questo pomeriggio. Mamma mi osserva con un'espressione strana, sembra quasi sofferente, e a questo pensiero il mio stomaco freme di nuovo. Il silenzio mi è quasi doloroso, sono tentata di romperlo per dirgli che quel terzo piatto è inutile perché non mangerò più con loro per un bel po' di tempo. Forse mai più. Ma non posso. 
Mamma mi si avvicina e mi abbraccia forte, lo ha fatto anche gli anni precedenti prima delle altre mietiture, ma questa volta è diverso; io sono decisa ad entrare nell'arena, e forse anche lei ha percepito qualcosa di diverso nell'aria perché la sua stretta mi pare più salda delle altre volte; dopo qualche minuto l'abbraccio si scioglie ed è il turno di papà che mi stritola tra le sue braccia forti da operaio. Poi mia madre dice qualcosa che mi fa stare ancora più male - Sono sicura che ci rivedremo per pranzo Leavy, ti vogliamo bene lo sai-
E invece no... Mi dispiace tanto mamma...Mi sento un nodo in gola. 
Deve aver palpato il mio nervosismo nell'aria ma non può immaginare come questa sua semplice frase mi riempa di sensi di colpa. Annuisco e aggiungo
- Sarà meglio andare ora.
Ci incamminiamo tutti e tre verso la piazza principale dove si svolgerà la cerimonia; il tragitto dura pochi minuti che mi sembrano infiniti. Sembra che la piazza si allontani ad ogni passo invece di avvicinarsi. 
Mentre i miei vanno verso il lato riservato ai parenti io mi metto in coda per il piccolo prelievo di sangue, appena una goccia con cui prenderanno le mie impronte digitali. Mi avvio verso il gruppo delle mie coetanee e attendo fino a quando non cala il silenzio. 
Tutti fissano il grande palco che è stato allestito sotto il municipio della città e su cui sono già presenti il sindaco e sua moglie, ma non i figli, che possono diventare tributi come tutti noi. Nel silenzio risuona un rumore di passi, e subito dopo appare Floria, una donnina dall'ovvia provenienza; porta un vestitino di un verde innaturalmente acceso, i capelli sono cotonati e di un verde simile al colore dell'erba appena nata; da dove potrebbe venire se non da Capitol City? Si avvicina al microfono che sta al centro del palco e con un sorriso smagliante dice - Benvenuti! Oggi sceglieremo i due coraggiosi rappresentanti nel nostro amato distretto 2 per l'11° edizione degli Hunger Games! - dalla sua voce traspare una forte emozione, ma è più che ovvio che è l'unica ad essere eccitata. Un pacificatore si avvicina portando con se una boccia di vetro. Su un fianco c'è scritto "Maschi"; Floria annuncia -Vediamo chi è il nostro grand'uomo!- quindi infila il braccio nella boccia e, dopo aver mescolato per bene i biglietti, pesca. Poi ad alta voce legge - Joseph Foes - Il nome non mi dice niente. Una ragazza davanti a me scoppia in lacrime e la sua vicina prova a consolarla; la sorella di Joseph immagino... Il ragazzo si avvicina al palco camminando lentamente, comincio a valutare il mio avversario: è alto, e ora che lo vedo credo di averlo visto a scuola qualche volta; deve aver 17 anni, ha i capelli e occhi castani; potrebbe essere pericoloso ma non letale di certo. Ha uno sguardo che è un misto tra spaventato e sconvolto. Floria gli mette una mano intorno alle spalle e gli fa segno di stare accanto a lei.
Ed ora è il momento.
Il pacificatore porta la boccia con su scritto "Ragazze" e Floria ci immerge il braccio come ha fatto prima. 
Sono già pronta ad incamminarmi verso il palco.
Torna al microfono.
Muovo il primo passo.
Legge.
Non sono io.

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Capitolo 3
*** Un cuore spezzato, o forse due? ***


La mia mente è bloccata, non riesco a pensare. Non doveva andare così!
La ragazzina che è stata estratta si sta muovendo a passi insicuri verso il palco, tutti la stanno osservando, non deve avere più di 14 anni. 
Devo fare qualcosa. 
Subito, o sarà troppo tardi!
Ma cosa posso fare? Se mi offrissi volontaria mia madre mi odierebbe, ne sono certa. Non posso farla soffrire ancora. D'altra parte posso aspettare l'anno prossimo, ho 16 anni, l'anno prossimo potrò ancora essere estratta.
Devo prendere una decisione immediatamente, la ragazzina è ormai davanti alle scale che portano al palco. 
Sono nel panico più totale e quando muovo un alto passo e urlo - Mi offro volontaria! - non mi sembra neanche di essere stata io a parlare. Tutti si voltano a fissarmi, Floria dal palco sembra un po' sorpresa anche se non è la prima volta che abbiamo un volontario.
Ora ci sono dentro.
O almeno spero, visto che un'altra ragazza sta alzando la mano, e quando Floria chiede cosa c'è che non va lei risponde - Mi offro volontaria anche io.-
Sono spiazzata. 
Forse è destino che io non entri. 
Ma Floria cerca di riprendere il controllo di se, e quando ci riesce dice -Beh, questo è un'evento insolito, cara tu torna pure al tuo posto, a meno che anche tu non voglia offrirti come tributo ahah- la sua risata suona falsa mentre parla con la ragazza del biglietto, poi guarda verso il gruppo delle ragazze dove io e l'altra volontaria aspettiamo e ci informa - Una cosa del genere non era prevista, ma penso che debba essere scelta la ragazza con più nomine - Parte di me trionfa. Poi mi ricordo dei miei genitori e li cerco con lo sguardo. Mio padre è impassibile, non fa trasparire emozioni, come suo solito. Mia madre ha uno sguardo strano, arrabbiato, della serie "vedi che ti faccio appena torniamo a casa!". Ma è ovvio che non sia troppo preoccupata, non sa quante volte più del dovuto il mio nome compaia nella boccia! Pensa che non mi sceglieranno. E anche l'altra volontaria sembra sicura di se, ed è evidente anche che è più grande. 
Intanto un pacificatore ha portato un grande quaderno sul palco, è il registro del distretto, con tutte le nomine per le tessere ecc. immagino; lo stanno sfogliando e il sindaco si è alzato ad aiutarli. Si fermano su una pagina, e poi su un'altra. Infine il pacificatore porta via il libro e il sindaco torna a sedersi, resta solo Floria davanti al microfono con un sorrisetto smaliziato. Dopo qualche secondo di silenzio annuncia
- Ebbene... la nostra fortunata ragazza è.... Leaf Moonseeker-  
L'altra volontaria è perplessa. Non ho il coraggio di guardare mia madre.
Mi incammino cercando di non sembrare spaventata, ma forte e sicura di me, devo almeno sembrarlo perché questa sera gli altri tributi potranno vedere la nostra mietitura e tutti cominceranno a fare le loro considerazioni e i loro giudizi, pensare alle prime possibili alleanze e strategie, chi uccidere prima e chi poi, chi sarà una minaccia e chi no, ma comunque le vere e proprie decisioni si prenderanno dopo l'addestramento.
Salgo le scale e mi avvicino a Floria. Non oso ancora pensare alla mia famiglia. Floria parla ma io non la sento. Poi vedo che il tributo maschile, Joseph, mi porge la mano, deve averglielo detto Floria, gliela stringo e sento l'applauso un po' forzato della gente.
Dei pacificatori ci spingono verso il retro del palco per farci entrare nel municipio dove diremo addio ai nostri cari.
Mi conducono in una stanza lussuosa, arredata minuziosamente e che penso sia adibita solo agli addii dei cari ai  tributi. Joseph è della stanza a fianco. Mi lasciano sola e dopo qualche momento di calma in cui non riesco a rendermi conto di cosa sto facendo entra mio padre. 
Resta a distanza. 
Il suo distacco mi fa male, ma che posso dire ora? Il silenzio si fa insopportabile e mi costringo a dire qualcosa 
- Eh mamma...?- forse non è la cosa ideale da chiedere perché papà scuote la testa 
- A casa. Puoi immaginare il perché - Le ho spezzato il cuore. E forse anche quello di papà non è poi così forte come pensavo. Un nodo mi sale in gola e penso che piangerò, ma ora devo parlare, spiegargli tutto, quindi ricaccio indietro le lacrime e comincio :
- Papà ascolta, io tornerò a casa. Te lo prometto. e quando sarò tornata sarai fiero di me e la mamma non soffrirà più te lo giuro e....
- Perché ti sei offerta Leavy? Per renderci fieri di te? Perché se è questo il motivo stai sbagliando tutto lasciatelo dire -
- No! Non capisci? Io vendicherò Jan! Io ucciderò il colpevole della sua morte e il nostro mondo sarà libero! - Papà diventa pallido e si lascia cadere su una sedia. Non so perché non riesca a capire, ma so che le mie parole gli fanno male, perché? Pensa che io non sia in grado di farlo? 
Lentamente alza lo sguardo e mi osserva con occhi stanchi e tristi.
- Quando ero un bambino mio nonno mi disse: Occhio per occhio e il mondo diventa cieco. Leavy tu vuoi accecare il mondo? - Le sue parole non hanno senso ma non c'è tempo perché chiedergli  spiegazioni perché un pacificatore irrompe nella stanza e ci informa che il tempo a nostra disposizione è scaduto, papà mi abbraccia velocemente e mi sussurra - Ti ho voluto bene figlia mia.- Ed esce mentre una lacrima gli scende in viso. Allora è certo di non rivedermi più? Il fatto che abbia usato il passato mi sconvolge. Non mi vuole più bene... o sa che non tornerò...? L'ho deluso questo è certo, ma non capisco come.... 
Resto di nuovo sola nella stanza, nessun altro è venuto a dirmi addio. Mi chiedo se sto facendo la cosa giusta, ma l'unica cose che riesco a rispondermi è "Certo, libererai il mondo da una dittatura e vendicherai tuo fratello", e allora perché nessun altro pensa che ce la possa fare?
Floria viene a prendere me e poi Joseph, ha gli occhi rossi e gonfi di pianto. Penso a tutta la gente che sarà andata a salutarlo: la sua famiglia, la ragazza che piangeva, e qualche ragazzina che aveva una cotta per lui e voleva dirglielo prima che andasse al macello. Floria ci accompagna in stazione dove il treno per Capitol City ci attende.

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Capitolo 4
*** Finalmente Capitol City ***


Osservo il piatto davanti a me. Non ho toccato niente, è intatto. Il cibo che mi hanno offerto ha un'aria davvero molto buona, e vorrei sul serio assaggiarlo, ma appena avvicino un boccone alle labbra mi sale un senso di nausea allucinante.
Anche Joseph sembra non essere dell'umore adatto per un bel pranzo. Di sicuro sperava di non essere scelto. Meglio per me, quelli che non vogliono essere eletti di solito sono quelli che muoiono per primi, o in ogni caso sono i più deboli, anche mentalmente intendo.
Floria invece mangia con gusto, talmente tanto che non capisco come faccia a mantenere la linea. Il viaggio sarà breve, non siamo molto lontani dalla capitale, entro sera dovremmo esserci. Finito il pranzo (se possiamo definirlo tale) Floria ci informa che sfortunatamente non avremo un mentore. Ci dice che doveva essere Burrhus, un ragazzo del nostro distretto che aveva vinto la 4° (o la 5°? non ricordo) edizione dei giochi, ma si è suicidato pochi giorni fa a quanto dice Floria. Bella seccatura; i mentori sono ex tributi che avendo già vissuto, e ovviamente vinto, l'esperienza degli Hunger Games possono darti consigli molto preziosi per sopravvivere. 
Il lato positivo è che sono pochi i distretti che ne hanno uno: in 10 edizioni i giochi sono stati vinti 4 volte dal distretto 1, 3 volte dal 4, e una volta per ciascuno dal 5, dal 7, e dal 2, il mio distretto.
Quindi questi 4 distretti saranno avvantaggiati.
-Abbiamo ancora qualche ora prima di arrivare, che ne dite di guardare le altre mietiture?- Suggerisce Floria, annuisco e mi alzo, ma Joseph mi sorprende -Preferirei restare solo ora, scusate.- la sua voce è incredibilmente piena di dolore. Mi ritrovo a provare un po' di dispiacere per lui, ma lo ricaccio in fondo al mio cuore, non posso più provare sentimenti da ora in poi. Ora sono una macchina per uccidere. Floria gli mostra una cabina in fondo al treno dove può stare tranquillo. Poi torna da me
-Accomodati cara, ora accendo la tv- mi indica un divanetto di pelle nera rivolto verso un muro, mi siedo e la tv (cioè il muro) si accende sul distretto 1, non è molto più popolato del Distretto 2 ma ci sono ben 3 volontari per i ragazzi e 2 per le ragazze; vincono un ragazzone robusto e biondo che mi pare di capire si chiami Caius e una ragazza bruttina, ma sono abbastanza sicura che sia forte, anche lei è bionda.
Distretto 2: riosservo la nostra mietitura, non mi ero accorta che Joseph fosse così spaventato quando è salito sul palco. Io non sembro nemmeno io. Sembro solo una ragazzina. Mi sottovaluteranno di sicuro, sarà difficile formare un'alleanza.
Distretto 3: Solo un volontario, il ragazzo. Non sembrano pericolosi, ma è presto per dirlo, anche se di solito i tributi da questo distretto muoiono subito nel bagno di sangue iniziale alla Cornucopia.
Distretto 4: Entrambi volontari, loro si che sono da temere. Hanno fisici scolpiti e sembrano sicuri dei se. Lui si chiama Marius, lei Iris.
Distretto 5: Non ci sono volontari, il ragazzo  deve avere la mia età, ma lei...potrebbe non superare neanche l'addestramento è appena una bambina.
Distretto 6: Niente di cui preoccuparsi, 2 ragazzini normali, passano del tutto inosservati.
Distretto 7: Lui volontario, sembra una specie di lupo, anche se ha solo 17 anni ha una barba piuttosto folta, almeno quanto la peluria nera che gli ricopre le braccia; potrebbe essere un licantropo per i miei gusti. Lei è alta robusta e con un muso da cavallo. Loro potrebbero creare problemi ma se riesco ad entrare nei favoriti non avrò troppe difficoltà.
Distretto 8: Entrambi magri e minuti.
Distretto 9: Lei è una bambina così magra che penso stia in piedi per miracolo, lui un ragazzino abbronzato, ma non un frignone, non ha troppa paura, sale deciso sul palco anche se non si è offerto volontario.
Distretto 10: Niente di particolarmente spaventoso, lui sembra agile e lei scommetto che corre veloce.
Distretto 11: Sono abbronzati entrambi come se lavorassero molto all'aperto, ma sono molto magri probabilmente denutriti.
Distretto 12: moriranno nel bagno di sangue alla Corunucopia, è ovvio, stanno a malapena in piedi.
Bene. Facendo il punto della situazione l'ideale sarebbe allearsi con quelli dell'1 e dell'4; potremmo aggiungere anche quelli del 7 ma è meglio vedere come se la cavano nell'addestramento. Tutti gli altri sono già morti. Morti. Come Jan. Come sarà Snow entro un mese al massimo. I miei futuri alleati saranno gli ultimi, niente più sangue su Panem.
 
Floria va a cercare Joseph perché oramai ci siamo, mi affaccio dal finestrino e vedo delle cascate enormi, che scendono da sotto le mura costruite con i mattoni del mio distretto, quelle pietre su cui gli operai si spaccano la schiena tutto il giorno. E dietro tutta quell'acqua.... la città... Capitol City è lì, di fronte ai miei occhi, è tutta bianca e grigia, con palazzoni alti decine di metri.
Passiamo attraverso una galleria e in quel momento entrano Floria e Joseph. Lui ha gli occhi un po' rossi, che abbia pianto ancora? Che femminuccia.
La galleria termina e all'improvviso il treno è circondato da mille colori, ma non colori normali, di quelli che vedi nei prati; sono colori molto strani, troppo vivaci, troppo finti, mi fanno quasi male agli occhi. Poi comincio a distinguere le macchie di colore, sono persone; o meglio, credo siano persone, Floria in confronto veste da poveraccia. Molti hanno volti deformati che credo in teoria debbano assomigliare ad animali, ma a me sembrano solo mostri. Mostri venuti ad accogliere i nuovi tributi di quest'anno. 
Mostri colorati che mi acclamano. Che chiamano il mio nome perché hanno già deciso di scommettere su di me.

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Capitolo 5
*** La Parata Dei Tributi ***


-Ahiii!- Mi lamento mentre una donna tutta, e intendo TUTTA, azzurra mi strappa i peli dalle gambe con la cera calda. Sono quasi 3 ore che gente colorata mi punzecchia e mi spelacchia e comincio ad averne abbastanza!
Queste "persone", se tali si possono definire, non usano la minima delicatezza e la mia pelle brucia come non mai. Ma dico io che fastidio gli danno i MIEI peli!? La donna verde borbotta qualcosa sul fatto che io sia intrattabile, ma vorrei vedere lei! Lei e gli altri "Umani-Arcobaleno" si allontanano parlando dei fatti loro e io resto lì sola mezza nuda e senza un solo pelo superfluo, ad aspettare... cosa non lo so, non me lo hanno detto. 
Mi preparano per la "parata dei tributi" la presentazione dei nuovi tributi alla nazione e il discorso di benvenuto del Presidente. Per la parata dei tributi che avverrà questa sera ogni tributo avrà uno stilista che lo aiuterà a fare colpo cioè lo vestirà, truccherà e gli dirà come comportarsi quando sarà sul carro. Forse è lui che sto aspettando. I vestiti che indosseremo devono rappresentare il distretto di provenienza.
I minuti passano e dopo quella che mi sembra un'eternità entra un tizio alto e slanciato, con un metro da sarto intorno al collo; i capelli sembrano fatti d'oro e quando si avvicina noto che effettivamente SONO fatti d'oro.
 - In piedi! - mi intima . Obbedisco ma la rabbia comincia a montare dentro di me, NESSUNO si deve permettere di trattarmi così! Mi osserva attentamente a lungo poi prende il metro e segna su un foglio le misure della mia vita, del collo, del seno ecc. Poi esce senza una parola. 
La cosa è scandalosa! è mai possibile essere trattati con un po' di riguardo? Sarò la vincitrice degli Hunger Games che diamine! Mi lasciano li per un'infinità di tempo e le gambe cominciano a non bruciarmi più troppo; rientra il tizio del metro e con dietro la gente colorata.  Mi passano un abito grigio, con degli svolazzi e del pizzo al fondo : orribile.
Lo guardo disgustata 
- Io QUELLO non lo metto - 
- Come prego?- si acciglia metro-man. -Credi di poter fare quello che ti pare signorina? Qui decido io chiaro? E ti conviene capire in fretta come vanno le cose qui. I miei qui presenti colleghi mi hanno riferito del tuo lamentoso comportamento di oggi, e lasciami dire che non mi sei molto di aiuto nel mio lavoro!- 
-Beh, forse se qualcuno si decidesse a dirmi qualcosa sulla parata potrei stare tranquilla, ma sta pur certo che quell'obrobrio non lo metto! - Lui sembra sul punto di esplodere, poi fa un respiro profondo e molto tranquillamente mi informa: 
- Bene, la parata inizierà tra un'ora; dobbiamo ancora truccarti e spiegarti come comportarti, quindi se hai intenzione di durare più di 10 minuti nell'arena ti conviene vestirti e lasciarti nelle nostre mani esperte. Possibilmente senza insultare le mie creazioni! Oppure puoi continuare a fare la ragazzina viziata, rifiutare ogni aiuto e sfilare  nuda per la folla!- Mentre mi enuncia la seconda opzione la sua voce si alza di volume e un po' mi spaventa, ma mi rendo conto che comunque loro devono aiutarmi a fare impressione sugli sponsor, senza i quali sono praticamente morta nell'arena, perciò decido di collaborare e indosso quel disgustoso vestito grigio. 
Ma l'umiliazione non finisce qui, perché dopo avermi truccata, rigorosamente con sfumature di grigio, e messo nei capelli delle striscioline di non so cosa argentate, pretendono che io indossi una specie di casco rettangolare che in teoria dovrebbe ricordare la forma di un mattone. La cosa più idiota che uno possa indossare. Capisco che il Distretto 2 sia  il distretto che fornisce i materiali da costruzione alla capitale, ma perché devo diventare un mattone?
Mi infilo quella roba riluttante e gli uomini-arcobaleno mi fanno strada verso la sala da cui partirà la parata.
Qui trovo Joseph, non si vedono più i segni del pianto, di sicuro cancellati dal trucco, anche lui è vestito di grigio e indossa il casco-mattone ma su di lui il tutto appare meno ridicolo. Perché? Accidenti quale idiota punterebbe dei soldi su un mattone? Pazienza, dovrò lavorare di più durante l'addestramento.
 
Il nostro carro è grigio. Che fantasia che hanno questi stilisti! I cavalli che lo trainano sono bianchi invece.
Saliamo e ci mettiamo in coda al Distretto 1 in attesa che si aprano le porte. Non mi hanno detto cosa fare, mi giro per chiederlo allo stilista ma proprio in quel momento le porte si spalancano e le urla e le acclamazioni del pubblico riempono l'aria. Di fronte a me vedo solo il carro dell'1 che apre la strada e in lontananza la residenza del presidente Snow; ai lati due e fiumi di colori paralleli. Il pubblico che ci acclama.
Non mi sono accorta di essere in movimento, i carri sono partiti con un sobbalzo e io istintivamente ho afferrato il bordo metallico.
Non so che fare quindi guardo cosa fanno gli altri. Sui grandi schermi vedo i volti di tutti i tributi uno per uno, quelli dell'1 sono sorridenti. Joseph accanto a me ha un sorriso appena accennato, sembra quasi dolorante.
Decido che la strategia migliore è mostrasi pronta a tutto, perciò concentro nel volto tutta la mia determinazione. Siamo quasi a metà del percorso quando il mio volto appare sugli schermi. Con la coda dell'occhio noto che Joseph mi osserva e sorride, non capisco che cosa abbia il mio volto di divertente! Mi osservo sugli schermi: ho entrambe le mani attaccate convulsamente al bordo del carro e lo sguardo scuro, sembro concentrata, ma che cosa sto combinando? Non devo essere concentrata! Determinata! Devo sembrare determinata! Mentre cambio espressione però sul mio volto compaiono altre emozioni, incertezza, paura, imbarazzo. Cose che NON posso permettermi. Ma ormai è troppo tardi. Sarà un'impresa entrare nei favoriti.
Accidenti a me!
Entriamo in uno spiazzo dove i carri si fermano. Snow, fa il suo ingresso su una balconata in cima alla villa indossando uno smoking. Se avessi un'arco sarebbe già morto stecchito mi ritrovo a pensare. Fa il suo discorso di benvenuto ai tributi ma io non lo sento, sto pensando a come rimediare al disastro che ho combinato. Sussulto quando il carro riparte con uno strattone.
Rincontriamo gli stilisti e Floria che si congratulano con Joseph per la sua esibizione. A me rivolgono solo sguardi di dissenso e scuotono la testa. Sento la rabbia salirmi dentro, ma la reprimo, ho già fatto troppi casini per oggi.
Ci portano al secondo piano di un palazzone, qui c'è un'enorme appartamento che sarà il nostro alloggio fino ai giochi. Solo il la sala da pranzo è grande quanto casa mia; qua e là agli angoli della sala ci sono ragazzi, ragazze, uomini e donne, tutti vestiti di rosso. Ne ho sentito parlare, sono gli "Avox" cioè i senza-voce, i prigionieri di guerra dei giorni bui o i chi infrage la lgge; non posssono parlare perché gli tagliano la lingua... la loro presenza mi inqueta. Floria ci congeda almeno per oggi e mi rifugio dove posso stare sola. Ho una stanza tutta per me e quella di Joseph è accanto alla mia. Ci sono telecomandi per qualsiasi cosa, luci, colore delle pareti, bagno e soffitto.
Mi cambio e mi metto subito a letto a riflettere e a pianificare un modo per farmi notare da quelli dell'1 e del 4, loro sono già favoriti...
Domani alle 9 inizierà l'addestramento.
 
 
Scusate il ritardo nell'inserimento del capitolo, sono più di 2 settimane! Sono stata occupata con la scuola e altri vari impegni.
Comunque se mi recensite non mi offendo ;) L'unica cosa che non mi torna e che il terzo capitolo ha più visualizzazioni del secondo o.O che avete contro la mietitura? a presto (spero...) :D

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Capitolo 6
*** Primo Giorno Di Addestramento ***


 
Mi sveglio verso le 7 ed anche se sono ancora assonnata mi devo alzare. La giornata di ieri è stata faticosa, e soprattutto frustrante a causa dei molteplici errori miei e non miei, ma comunque a danno mio; oggi inizia l'addestramento che durerà per 4 giorni; per ora so solo che ci sono esercizi obbligatori  per tutti ed altri a scelta e discrezione di ogni tributo. Mi metto la tuta nera e rossa che ho trovato nell'armadio e che è stata preparata apposta per i giorni di addestramento.
Vado verso la sala da pranzo per la colazione che è mi attende già su di un tavolo stracolmo di cibo.  Altro che tessere! Con tutta questa roba i figli della guerra non avrebbero problemi per il resto della vita! 
- Buongiorno cara, l'addestramento inizia alle 9, fatti trovare pronta... - mi informa Floria con un sorrisetto stampato in faccia. Mi guardo intorno ma non vedo altri oltre me e Floria, è strano che credevo che la crew di stilisti e collaboratori vari stessero sempre con i tributi fino all'entrata nell'arena. Non vedo neanche Joseph nella sala.
- Dove sono tutti? Non scendiamo insieme per l'addestramento? - Lo chiedo come fosse una semplice domanda ma questa storia non mi piace, non voglio essere più svantaggiata di quanto non lo sia già solo perché la mia crew di aiutanti è composta di fannulloni!
- Ehm.... beh, Joseph era un po' preoccupato per oggi... e... beh sai sente la mancanza di casa... - Floria evita il mio sguardo, cosa mi nasconde? Accidenti a lei! Continua a parlare ma la sua voce si riduce ad un sussurro: 
-...beh sono tutti con Joseph, per consolarlo poverino! Pensa di non potercela fare.
E meno male che lo sa! E' un cadavere ambulante ormai! Zittisco i miei pensieri, perché un chiacchericcio arriva dalla stanza di Joseph; la porta si apre ed escono tutti : il capo stilista (che ho scoperto chiamarsi Lirio ), gli uomini-arcobaleno e Joseph. Quest'ultimo ha uno sguardo triste ma non tanto quanto al solito. 
Mi da sui nervi  il fatto che stiano tutti attaccati a quella mammoletta senza futuro, perché accidenti non si preoccupano di chi ha una possibilità di vittoria?
Mi passano a fianco apparentemente senza vedermi e si siedono su un divanetto che si trova dietro al tavolo della colazione; continuano a chiaccherare animatamente per molto tempo e riescono anche a strappare un paio di sorrisi forzati al ragazzo. In breve vengo a sapere che Joseph ha una sorella (probabilmente la ragazza che piangeva alla mietitura), non è molto bravo negli sport e gli piace leggere; un sfigato in pratica, e senza neanche un po' di fortuna considerata la sua situazione. I suoi genitori presero parte alla ribellione nei giorni bui, ovviamente ora sono morti e lui e la sorella vivono con gli zii e il cugino.
Anche lui è un figlio della guerra. Ma la sua morte è NECESSARIA, come quella degli altri 22 tributi. E poi ci sarà la pace. E' giusto.
 
Sono le 9 meno 10 finalmente la smettono con le ciance e ci accompagnano nell'ascensore che ci porterà nei sotterranei dove si terrà l'addestramento. Augurano buona fortuna a Joseph, solo Floria mi prende in considerazione. Ora mi rendo conto che Floria era rimasta in sala da pranzo per la colazione solo per me... avrebbe preferito aiutare Joseph, ma non poteva lasciare sola me. 
Io e Joseph siamo soli nell'ascensore e anche se dobbiamo scendere solo pochi piani ho il tempo di chiedergli:
- Allora... li hai proprio conquistati... gli stilisti... -
- Beh si, è gente mondana, basta fare un po' di pettegolezzi. Tu invece non sai più da che parte girarti vero? -
Mi irrigidisco. Come fa ad averlo capito? Mi sento avvampare, per l'imbarazzo e la rabbia di essere così semplice da capire persino per uno sconosciuto.  Ma anche fosse, non era lui il ragazzo timido e piagnucolone? Beh se lo era ora non lo è più, la sua voce è ferma e sicura.
- Anche fosse? -
- No niente, buona fortuna, ne avrai bisogno... anche solo per oggi. Ci vediamo a fine giornata ragazzina. -
Detto ciò esce dall'ascensore che si è appena aperto sul salone dell'addestramento prima che io possa ribattere o obiettare quel suo "ragazzina". Mi affretto ad uscire anche io cercando di non fare vedere agli altri tributi, che sono già tutti qui, il rossore delle mie guance.
Siamo vestiti tutti nello stesso modo; gli addestratori invece hanno tute di colore diverso da noi in base a che tipo di addestramento svolgono: rosse per quelli che spiegano tecniche di lotta, con armi o senza; verdi per quelli che insegnano la sopravvivenza e così via.
Noto con piacere che tutti gli addestratori hanno dei volti normali rispetto a tutti i mostri che ho visto fino ad ora; niente facce animali, niente volti deformati e colorati; il massimo che vedo è un tatuaggio che raffigura un'animale che sembra un gatto selvatico, sul bicipite di un'omaccione vestito di rosso.
Un'uomo vestito di nero ci fa disporre a semicerchio per poterci vedere tutti in volto. Mentre mi muovo di lato vedo che circa 2 metri sopra di noi, su un soppalco ci sono molte persone che fisicamente sono come gli addestratori ma meno sobri, come la gente che ho visto finora, ma molto meno agghindati; una via di mezzo in pratica.
Devono essere gli strateghi perché ci osservano con interesse, tra un bicchiere e boccone intendo, perché anche li sopra è pieno di cibo, e di avox che li servono mentre loro se ne stanno spaparanzati a rimpinzarsi su grosse poltrone.
L'uomo vestito di nero comincia il suo discorso, la sua voce è incredibilmente profonda mette quasi spavento.
- Bene tributi. Per i prossimi 4 giorni ci ritroveremo qui. Il compito mio e dei miei colleghi è di prepararvi ed aiutarvi il più possibile. Vi sottoporremo ad esercizi obbligatori, ogni mattina, nel pomeriggio potete svolgere le attività che preferite tra quelle proposte. Solo poche regole dovete rispettare: niente lotte tra di voi; potete discutere le vostre alleanze, ma non durante gli esercizi obbligatori. Ci sono domande?
Nessuno risponde e a questo punto ci indirizza in un'angolo della sala dove cominciamo con gli esercizi obbligatori. Nella prima parte della mattinata sono solo esercizi fisici, poi metodi di caccia e tecniche di sopravvivenza. Durante queste poche ore scopro alcune delle qualità dei miei avversari, molti sono, come ho già detto dei morti che camminano, scheletri senza forza, perché nonostante tutto il cibo che ci forniscono qui non è possibile che sopravvivano al bagno di sangue. 
In pratica capisco che: Caius e la sua compagna dell' 1 sono forti, ma hanno entrambi una pessima mira; nel caso di lui penso sceglierà una spada o una lancia se ne avrà la possibilità; Joseph resta nella media, cerca di non farsi notare, come al solito si comporta da femminuccia e quando l'addestratore gli punta una spada alla gola piomba a terra come un sacco di patate; la ragazza del 3 è intelligente, ma l'intelligenza non basta in questo tipo di giochi. Marius e Iris (quelli del 4) si fanno notare, sono bravi nella lotta, agili e scaltri; non c'è dubbio che resisteranno fino all'ultimo; inoltre conoscevano già alcune tecniche di caccia e pesca, ma era prevedibile visto che il 4 è il distretto della pesca. Quelli del 7 sono minacciosi quando stupidi, ma ho il timore che entreranno nell'alleanza per la loro forza, ma se va tutto come previsto sarà la stessa alleanza ad ammazzarli. Quelli del 10 sono molto veloci, ma una volta presi sarà una passeggiata.
 
Ci fermiamo per il pranzo, degli avox ci portano dei carrelli pieni di vivande da cui possiamo attingere a nostro piacimento. Momento ideale per formare un'alleanza. Marius e Iris stanno già parlando tra loro guardandosi intorno. Mi avvicino titubante, non so se devo fare io il primo passo. Iris mi  vede e mi squadra dalla testa ai piedi poi come se niente fosse torna a parlare con Marius. Prendo tutto il mio coraggio e mi schiarisco la voce, Marius e Iris si voltano, e con sguardo annoiato, attendono che io parli.
- Allora... chi facciamo entrare nella squadra? 
Non mi tremava la voce, ma suonava comunque poco convincente. E' lei che mi risponde
- Scusa? Quale squadra?
- ...Beh... l'alleanza, hai capito dai, i favoriti. Voi lo siete chiaramente, di solito gli altri sono quelli dell'1 e del 2, ma in questo caso il mio compagno è un'incapace e quelli dell'1 possono servire solo fino ad un certo punto. La domanda ora è... chi altri scegliamo oltre me e voi...?
Marius scoppia in una risata fragorosa e cristallina . Ride... di ME!
- Ehi frena ragazzina, non così in fretta. Cosa ti fa pensare di essere già nei favoriti? NOI decidiamo chi è nell'alleanza. Devi dimostrare di avere le qualità.
Cosa? Io sono ovviamente tra i favoriti! Ma bene, vogliono una dimostrazione?  E io gli darò una dimostrazione. 
- Bene, aspettate e vedrete! 
- Ti avverto non è facile stupirmi, ragazzina.
Mi trattengo dal saltargli addosso per spaccargli il suo bel faccino e torno a mangiare. 
Nel pomeriggio do il meglio di me. Scopro più volte altri tributi, quelli con delle possibilità intendo, a fissarmi. L'alleanza comincia a delinearsi, so di aver sbagliato a dare per scontata la mia posizione, e cerco in ogni modo di rimediare. Faccio gli esercizi in cui so di essere brava; corro, corro moltissimo, perché sono veloce e resistente; combatto, ma evito i coltelli, non sono il mio forte. Poi costruisco un po' di trappole; è vitale in alcuni casi sapersi procurare il cibo.
A fine giornata sono esausta. E non ho altre informazioni sui miei avversari, ero troppo concentrata per notare qualsiasi cosa. Mia fa male ogni parte del corpo, e so che domani sarà anche peggio.
Veniamo congedati e mi ritrovo nell'ascensore con i i tributi dell'1, del 3 del 4 e Joseph.
Spero vivamente che Iris e Marius mi dicano qualcosa, mi lancino uno sguardo, qualsiasi cosa per sapere se sono dentro o no.  Ma mi ignorano completamente. Come se non esistessi. Ma  non mi scoraggio, ho ancora 3 giorni per stupirli, devo solo capire come...
 
La cena passa silenziosa, ed è meglio così, non ho proprio la forza di discutere con nessuno.
Joseph non sembra stanco, non ho visto che esercizi ha fatto, ma è stata comunque una giornata stressante chiunque sarebbe come minimo assonnato; eppure lui ha lo stesso sguardo di sempre, pieno di tristezza e dolore, e la sua voce è quasi sofferente quando dice:
- Scusate, mi ritiro nella mia stanza, sono molto stanco.
Non riesco a capire che fine abbia fatto il ragazzo spavaldo dell'ascensore?
Con tutte questi dubbi e piani  per domani aggiunti alla stanchezza, sia fisica che mentale, finisco con l'addormentarmi appena tocco il cuscino.

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Capitolo 7
*** Avox e Favoriti ***


Ed eccomi qui, è il secondo giorno di addestramento, siamo già tutti nel sotterraneo e tutti i muscoli del mio corpo lanciano urla di dolore ad ogni minimo movimento. Eppure non c'è niente  che io possa fare. Devo stringere i denti e NESSUNO si deve accorgere di questo mio dolore.
Lirio e gli uomini-arcobaleno continuano  ad ignorarmi completamente e la situazione comincia a diventare pesante, anche perché prima nell'ascensore ho rivisto quel Joseph tranquillo e scettico di ieri. E' un doppiogiochista e nasconde qualcosa, solo.... non so cosa.
Non appena cominciamo gli esercizi obbligatori mi dimentico di tutto. Del dolore, di Joseph e di quello che mi sta intorno. Do il massimo e di più.
Quando finalmente ci fermiamo per il pranzo sono senza forze.
Mi avvicino ad uno dei carrelli portati dagli avox con l'intenzione di riempirmi il piatto: una bella mangiata è esattamente quello che mi serve per rimettermi in sesto, dopotutto devo ancora affrontare il pomeriggio.
Ho il piatto colmo e mi dirigo verso un tavolino per appoggiarmi, e quando  lo raggiungo posso godermi tutta questa bontà. Finalmente!
Ho già mandato giù un paio di bocconi quando mi accorgo di essere osservata. Ma non da quelli del 4 o da altri tributi....da un....avox....?
Sembrerebbe di si, ma c'è qualcosa di molto strano.... io.... io credo di averlo già visto da qualche parte...si ne sono certa, l'ho già visto! 
Ma dove? Chi accidenti è? Deve avere 25 anni, ed è più alto di me di almeno 10 centimetri, ha i capelli scuri e rasati, gli occhi chiari...grigi.
Mi osserva insistentemente. Cerco di non guardarlo, non voglio dare nell'occhio. Ma ora non mi sta guardando, mi fissa. Mi fissa come un'animale fissa la preda, ma i suoi occhi mostrano un'ansia enorme, urgenza di fare non so cosa e agitazione. 
Con mia sorpresa non riesco a vuotare il piatto. Gli sguardi di quell'avox mi hanno fatto passare l'appetito... 
L'addestramento riprende e come ieri pomeriggio faccio un po' di tutto, mi scopro portata per la lotta corpo a corpo; la mia velocità mi offre un vantaggio importante.
 
Il pomeriggio passa fulmineo e ci avviamo tutti verso l'ascensore, faccio salire prima quelli dei distretti che si trovano ai piani più alti (come l'11 o il 12), in modo da poter salire con i tributi del 4.
Le porte si aprono e faccio un passo avanti per salire ma sbatto addosso a qualcosa. 
E' l'avox di oggi che mi ha tagliato la strada. 
- E sta un po' attento! - Gli ringhio rabbiosa. Lui china la testa e si allontana. 
Salgo sull'ascensore e con la coda dell'occhio colgo un ghigno sul volto di Marius.
Insieme a noi sull'ascensore ci sono anche Iris (ma non si staccano mai questi due?), quelli dell'1, il ragazzo del 3 (si era offerto volontario, non sono riuscita a tenerlo d'occhio in questi giorni) ed entrambi quelli del 7.
Appena le porte si chiudono Marius comincia a parlare:
- Allora. Benvenuti nell'alleanza tributi. Domani discuteremo la nostra strategia ed i termini dell'alleanza per quando inizieranno i giochi.
Un sorriso smagliante gli si stampa in volto mentre ci guarda uno ad uno. Gli altri ghignano.
Non posso crederci. Ce l'ho fatta! Ora sarà tutto più semplice... Non ho più nulla di preoccuparmi, se non dell'intervista televisiva che avverrà tra 3 giorni, il giorno dopo che gli strateghi ci avranno dato il voto; Nulla di che: un voto da 1 a 12, sulle nostre capacità. Suppongo serva più ai cittadini per iniziare con le scommesse o ai tributi per capire chi bisogna ammazzare prima che diventi un pericolo.
 
Scendo al mio piano e nell'appartamento trovo già la tavola imbandita per la cena; Floria mi rimprovera il ritardo ma io la ignoro, entro nella mia stanza per cambiarmi e farmi una doccia. Sono felicissima, nulla potrebbe turbarmi in questo momento.
Mentre mi svesto un tovagliolo di carta mi cade dalla tasca della maglia; strano, come c'è finito lì? 
Lo apro e ci trovo una scritta, dice: "Sarò nel bagno della tua stanza, dopo cena, non dirlo a nessuno."
Rimango pietrificata. Di chi è questo messaggio? Mi spremo le meningi e ripercorro tutta la giornata, per capire chi può avermelo infilato in tasca ma l'unica persona a cui riconducono i miei ragionamenti è l'avox che mi fissava a pranzo; l'unico che si è avvicinato abbastan. E poi chi se non un'avox ha libero accesso alle stanze dei tributi?
 
Ceno con il peso di quel messaggio nel petto. Lirio e la sua squadra continuano imperterriti nel loro piano di ignorarmi completamente, parlano tra loro e con Joseph. Vorrei correre in camera e scoprire chi si è insediato nel mio (per il momento ovviamente) bagno, ma prima devo fare una cosa importante. Mi alzo in piedi, mi schiarisco la voce e comincio.
- Ehm... Lirio, io ti volevo chiedere scusa per il mio comportamento dell'altro giorno, sono stata scorbutica e insensibile verso le tue creazioni; volevo scusarmi anche con la tua squadra. Mi dispiace ragazzi.
Silenzio. Le mie guance si colorano di rosso, chino la testa coprendomi con i capelli gran parte del viso e continuo a mangiare; non ricominciano a parlare per un bel po' poi Lirio esclama:
- Accidenti questa zuppa non sa di niente! Leaf mi passeresti il sale?
Tiro su il volto e lo trovo ad osservarmi con un'accenno di sorriso; ricambio il sorriso mentre gli passo il sale (che avrebbe potuto raggiungere anche da solo).
Finiamo la serata in allegria, mi rendono partecipe della loro discussione su i colori di moda al momento che sono il verde e l'arancione, e mi dimentico completamente del messaggio dell'avox. Finalmente le cose vanno per il verso giusto!
 
Quando mi alzo da tavola faccio scivolare un coltello nella manica della mia maglia, facendo attenzione a non farmi vedere. Quando entro in camera è tutto come l'ho lasciato. Mi faccio scivolare in mano il coltello e il più silenziosamente possibile mi avvicino alla porta del bagno. La luce è spenta e la porta è semiaperta.
Entro senza accendere la luce; mi chiudo la porta alle spalle con un piccolo clic, se è qui come ha detto non può uscire. Allungo la mano dove so che si trova l'interruttore della luce, un clac e i miei occhi tornano a vedere il solito bagno. Niente fuori posto. Non è venuto. Meglio così non voglio casini
Poso il coltello in un cassetto del comodino con l'intenzione di riportarlo in tavola appena mi sarà possibile prima che qualcuno se ne accorga. Mi infilo il pigiama e mi infilo a letto.
 
Sono quasi in dormiveglia quando sento un braccio circondarmi bloccandomi ogni possibilità di movimento. Sto per urlare ma una mano mi si pianta sulla bocca per impedirmelo.

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Capitolo 8
*** Ti voglio bene ***


 
Sono senza fiato, non riesco a muovere un muscolo. Il mio cervello lavora freneticamente per trovare un modo di raggiungere il coltello nel cassetto.
Il mio aguzzino si sta muovendo ma non vedo cosa sta facendo se solo avessi il coltello! Finalmente capisco cosa sta facendo, sta tentando di girarsi in modo da finire sopra di me e bloccarmi con il suo peso. 
Quando finalmente ci riesce non riesco ancora a vederlo in volto, ma intravedo il suo profilo e sono certa che sia l'avox. 
Mi tiene ancora la mano premuta sulla bocca e mi è impossibile emettere alcun suono. Ha le ginocchia appoggiate sulle mie braccia e come previsto sono bloccata; si sta muovendo quando finalmente riesce ad accendere una luce. Si è l'avox, con i suoi occhi grigi così familiari... 
Per un momento nessuno dei due si muove, ci studiamo a vicenda; poi con la mano libera mi fa segno di fare silenzio e poi un cenno con la testa che interpreto come una domanda. Annuisco per quel che mi è possibile e sento la pressione del palmo della sua mano sulla mia bocca diminuire fino a lasciarmi libera. Sempre facendomi segno di restare in silenzio mi si toglie di dosso e scende dal letto. 
Appena sono libera mi girò di lato ed afferro il coltello dal cassetto. Lo vedo indietreggiare con le mani alzate sopra la testa in segno di resa. Non mi avvicino, potrebbe essere armato anche lui. Ma perché non mi ha uccisa? Avrebbe potuto benissimo. E invece mi ha liberata. Significa che vuole qualcosa da me. Ma cosa posso dargli io? Oppure magari vuole chiedermi qualcosa per quando sarò  incoronata vincitrice. Magari mi ha vista all'addestramento e vuole aiutarmi in cambio di qualche ricompensa per quando tornerò. Tutti questi pensieri mi ronzano ancora per la testa quando lui si muove. Fa un passo in avanti e io indietreggio sempre con il coltello puntato avanti. - Che vuoi da me...? - sibilo per fare meno rumore possibile. Mi indica la porta del bagno. Vuole farsi una doccia? Ma che razza di domanda è? Non li fanno lavare? Sembra rendersi conto che non ho capito e con una mano si mette a gesticolare. Sta.... scrivendo in aria. Ma certo! che stupida che sono! Non può parlare perché gli hanno tagliato la lingua e allora vuole scrivere!
- D'accordo - sussurro - Ma facciamo in fretta, mi stai facendo perdere dei minuti di sonno prezioso - Annuisce e mi fa strada nel grande bagno. Apre tutti i rubinetti sull'acqua calda e aspetta che il vapore si attacchi alle pareti della doccia, ai muri e allo specchio. Poi comincia a scrivere. 
"Leaf non mi riconosci?"
- Non ho idea di chi tu sia, come fai a sapere come mi chiamo? - gli sussurro nel silenzio, il suo sguardo è addolorato ed ha una cicatrice sulla fronte che prima d'ora non avevo notato. Con il suo sguardo triste continua:
"Sono io. Jan. Tuo fratello!"
 
- Jan....? - è tutto quello che riesco a dire. 
Sono sconvolta, demoralizzata, lui osserva il mare di emozioni che mi attraversa il viso:  gioia per averlo ritrovato, frustrazione, perché ho fatto tanto lavoro per nulla visto che è vivo e sta bene, paura perché la mia presenza non aiuterà nessuno e mi condurrà ad una possibile morte.
Dopo qualche minuto di nulla assoluto gli butto le braccia al collo e resto li, è la mia ancora di salvezza, ho la sensazione che se lo lascerò andare non lo rivedrò più. Le lacrime cominciano a rigarmi il viso come un fiume riga la pianura. Non riesco a trattenermi e il mio aggrapparsi a lui si fa ansioso. Non posso lasciarlo andare. Non posso. Tutto il resto, gli Hunger Games, la morte di Snow, il segreto di Joseph e i favoriti non esistono più perché se c'è lui a proteggermi non ne ho bisogno. 
E' lui a sciogliere l'abbraccio. Mi guarda con occhi preoccupati, poi si volta e scrive.
"Perché l'hai fatto Leaf? Non ne avevi motivo, avevi tutto quello che una ragazza potesse desiderare!"
- Non avevo te - dico tre le lacrime. - Volevo vendicarti e salvare Panem - non mi sono accorta di parlare ad alta voce e lui mi fa segno di fare silenzio. abbasso la voce e continuo - L'ho fatto solo per te e per Panem capisci? Ma ora che so che sei vivo non posso tornare indietro. Devo vincere per forza. E se riuscirò ucciderò Snow. Ma ora il problema è come farti tornare a casa con me. - vorrei continuare a parlargli a fargli domande e pianificare la sua fuga ma mi tappa la bocca con una mano, a quel punto sento la maniglia di una porta aprirsi, faccio segno a Jan di non muoversi, spengo la luce del bagno e vado verso la porta da che da sul corridoio ma mi ritrovo di fronte Jospeh.
- E tu che vuoi ora? - gli chiedo irritata.
- Ehm nulla, è solo che... da quando parli da sola? Stai facendo un sacco di casino! -
- Io posso parlare da sola quanto mi pare ma tu non hai il diritto di origliare! - gli urlo in faccia sperando che non si vedano i segni del pianto.
- Scusa ero solo venuto a dirti di star zitta, mi piacerebbe dormire! -  mi fa un'occhiolino e mi regale uno dei suoi sorrisi che in presenza degli stilisti si volatilizza sempre. Gli sbatto la porta in faccia e torno in bagno dove Jan mi attende, ha chiuso i rubinetti, evidentemente non ha più molto da dirmi. Scrive sullo specchio "Ora devo andare. Non penso che potremo rivederci più. Ti voglio bene sorellina." e mi abbraccia. 
- Ci rivedremo invece. Quando vincerò gli Hunger Games. - gli sussurro mentre ricambio l'abbraccio. Quando ci separiamo mi guarda con i suoi occhi grigi. Hanno qualcosa di strano, di diverso da come li ricordavo.
Lo accompagno alla porta e lo osservo mentre esce muovendosi di soppiatto per non farsi vedere.
E' vivo. Jan è vivo è mi vuole ancora bene.
Devo dormire per essere in forma domani. Ma come potrei mai dormire dopo una scoperta simile?

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Capitolo 9
*** Ultimo giorno di addestramento ***


Mi alzo presto come al solito e faccio colazione in silenzio. Non ho chiuso occhio tutta la notte. Avevo migliaia di domande che mi si ingarbugliavano nella mente. Ora sono solo stanca. Dopo tutto quel pensare ho capito una cosa: è stato un'errore offrirmi volontaria.
Ma ora è tardi, è un'inutile spreco di tempo pensarci ancora. Devo capire cosa fare.
Sono nei favoriti. Almeno quest'obiettivo l'ho raggiunto. Posso vincere e farò tutto il possibile... DEVO farlo.
 
Oggi è l'ultimo giorno di addestramento, domani ci sarà la sessione privata con gli strateghi. Ci esibiremo davanti a loro uno per volta e poi ci daranno il voto. Non so ancora cosa mostrargli, potrei fare un po' di tutto, evitando ovviamente le postazioni in cui sono negata come il lancio dei coltelli.
Sono soprappensiero quando salgo sull'ascensore con Joseph al seguito. Appena si chiudono le porte si volta a guardarmi con il solito sorrisetto che sfoggia solo in mia presenza. Che accidenti vuole ora?
- Allora ragazzina ti diverti la sera non è vero?
- Scusa? - gli rispondo stizzita, che gli passa per la testa a quest'idiota?
- Beh, ho visto il tuo amico avox che usciva dalla tua stanza ieri sera e pensavo che... Potevi almeno sceglierne uno più giovane non ti pare? - ghigna lui.
- Ma tu sei scemo o cosa? Non so di cosa stai parlando! Ho rovesciato dell'acqua ed è venuto a pulire! E poi non penso siano fatti tuoi! - Sono furiosa, come può aver pensato che io... MAIALE! Alza le mani in segno di resa.
- Beh ti chiedo scusa ragazzina. Ma sai visto che entro 3, 4 giorni al massimo, sarai morta è plausibile che tu voglia fare tutte le esperienze della vita...
- Il mio nome è Leaf! L E A F! smettila di chiamarmi ragazzina! E poi non sarò io a morire. Non nell'arena.
- Ah beh, se lo dici tu....
Faccio per ribattere ma siamo arrivati. Raggiungo il gruppo dei favoriti e cominciamo a decidere la strategia. E' Marius a parlare, come al solito.
- Per oggi continuiamo ad allenarci separatamente. Domani fate in modo di ricevere un voto non inferiore all'8. Nell'intervista cavatevela da soli. Quando saremo nell'arena staremo uniti sin dall'inizio. Durante il bagno di sangue uccidete il più possibile e vedete di restare vivi e vegeti non voglio feriti ad intralciarmi la strada; non allontanatevi dalla cornucopia, sarà la nostra base fino a quando non troveremo di meglio. Tutto chiaro?
Annuiamo e ci dividiamo per l'inizio dell'allenamento.
 
A pranzo rivedo Jan. Ha portato lui i carrelli con il cibo, ha mantenuto le distanze ma per qualche istante i nostri occhi si sono incontrati. C'è qualcosa di diverso nei suoi occhi che non c'era prima di ieri sera. Suppongo sia la speranza. Quella cosa che lo fa ancora sperare che un giorno salverò Panem e lui sarà libero ed entrambi potremo riabbracciare mamma e papà.
Joseph mi si avvicina con lo sguardo sofferente che usa in pubblico, io sono spalle al muro e nella posizione in cui siamo messi solo io posso vederlo in volto; come al solito sfodera il suo ghigno.
- Vi vedete anche stasera voi piccioncini? Cos'è una cosa abituale? Però potresti anche chiedergli se ha qualche amichetta, non fare l'egoista.
- Tra me e quell'avox non c'è nulla. Non so cosa tu abbia capito ma di sicuro non è la verità! - sbotto io sottovoce.
- Dai è evidente non negare, ti capisco sai? La tua vita sociale non doveva essere molto emozionante neanche nel distretto. Ogni tanto ti vedevo per strada a correre tutta concentrata o a trasportare sacchi, ma eri sempre sola. E gli amici? Non ne hai vero? Povera mi dispiace per te. Non mi sorprende che tu voglia farla finita. 
- Taci! Non sai nulla di me. Non sono affari tuoi i motivi per cui sono qui, ma di certo non è per "farla finita" che ho passato la vita ad allenarmi mettendo da parte le amicizie inutili! - sto quasi urlando per la rabbia.
- D'accordo ragazzina, ci rivediamo per cena allora - mi fa l'occhiolino e torna al suo atteggiamento da ragazzetto depresso mentre si allontana.
Corro da Marius e Iris. 
- Joseph fa il doppio gioco, non è realmente debole come sembra. E' determinato a sopravvivere. Non lo sottovalutate.
Non so perché l'ho detto a loro che finita l'alleanza saranno miei nemici. Probabilmente Joseph sarà ancora vivo quando questo succederà, era un vantaggio per me sapere certe cose, ma penso che ora che lo sa anche l'alleanza magari non lo sottovaluteremo troppo.
- Bene cerca di capire cosa sta tramando. - mi dice Iris e io me ne vado.
 
E' notte fonda e io non riesco a dormire. Esco dalla stanza e mi avvicino alla finestra del salotto. Forse dentro di me spero di incontrare Jan... un'ultima volta... si, perché dopodomani, dopo che tutta Panem avrà letto i punteggi da noi ottenuti nell'addestramento, ci sarà l'intervista finale prima di partire per l'arena. Caesar Flickerman, l'intervistatore, è molto giovane, non ricordo che tipo di domande mi farà. Accidenti a me che non faccio mai attenzione!
mi siedo sul davanzale basso, dalla finestra arriva una luce innaturale per quest'ora della notte. Evidentemente qui a Capitol City la notte non è il tempo del riposo. La capitale che spende le risorse di Panem e spreme i distretti di tutte le forze. Festeggiano. Si, è questo che stanno facendo, perché loro possono vivere di sprechi mentre la povera gente dei distretti muore di fame, come i figli della guerra nel mio distretto. Non so niente di com'è vivere negli altri, ma sicuramente è peggio che da noi, almeno per quello che ho  visto alle mietiture.
Solo ora capisco tutti gli errori che ho fatto. Troppi. Sto mettendo in gioco la mia vita.... avrei potuto avere una famiglia.... degli amici.... e ho rovinato tutto con l'odio e l'orgoglio.
Non avevo amiche o amici al distretto... non ne avevo bisogno, dopo la morte di Jan avevo allontanato tutti, perché dovevo raggiungere il mio obiettivo e gli amici e i rapporti umani mi avrebbero distratto dal mio lavoro...
Una mano mi sfiora il braccio e grazie ai miei riflessi allenati l'afferrò e la muovo in modo che il mio "aggressore" non sia più in grado di muoverla.
- Ahi! E lasciami, mica ti ammazzo! - è Joseph, tanto per cambiare.
Seccata lo lascio andare  torno a  sedermi rivolta alla finestra.
- Che vuoi ora?
- Ero solo venuto a prendere da bere, e poi ti ho visto e volevo chiederti che ci fai qui.
- Nulla, è che non riesco a dormire.
- Capito. Vado buona notte.
- No aspetta. - mi stupisco di me stessa. - Devo chiederti una cosa, siediti.
Si siede in attesa che io parli.
- Allora? Che vuoi sapere? 
- Beh, voglio proporti una cosa. Io ti dirò il mio segreto se tu mi dici il tuo. 
- Mi sembra accettabile... - sembra un po' sorpreso.
- Bene, comincio io. L'avox che hai visto uscire dalla mia stanza era un ragazzo del nostro distretto, era parte della ribellione per questo ora è qui, lo conoscevo ed è venuto a dirmi addio. - non posso dirgli davvero TUTTO, ma questa almeno non è una bugia.
- Ah, allora... beh... scusa se ho pensato che... cioè.... mi dispiace.
- Scuse accettate, ma ora tocca a te. - esita qualche secondo poi mi spiega.
- Diciamo che non è un segreto. E' una tattica, se gli altri pensano che io sia debole e vulnerabile non si cureranno di me per i primi giorni. Ho molte più probabilità di arrivare tra i primi 8 e quindi di vincere. Capisci?
- Si si non sono ritardata. E quindi intendi prendere un punteggio basso domani?
- Si non proprio un 4 o un 5 ma di sicuro non più di 8. In ogni caso la strategia è valida anche con gli  sponsor sai? Sono più interessante se mi fingo triste, vedrai poi durante l'intervista, ti consiglio di osservarmi bene - mi lancia un'occhiolino e poi resta in silenzio.
- Chi hai lasciato nel distretto? A parte tua sorella e i tuoi genitori intendo, avevi amici?
- Io non ho una sorella - si fa serio.
- Ma... c'era una ragazza che piangeva quando sei stato scelto.
- Ahahah ti riferisci a Mara? Lei non era mia sorella. Era la mia ragazza!
- Oh! Non sapevo avessi una ragazza... sarà molto in pensiero per te.
- Si.... ma tu? Chi hai lasciato? Non ho ancora capito perché avevi così tanta voglia di entrare in quest'incubo da riempirti di tessere e offrirti volontaria. - Accidenti ha colto nel segno.
- E' una storia lunga....
- Ho tutta la notte - sorride ma in modo diverso da come ha fatto fino ad ora.
- D'accordo. Ma ho bisogno che mi giuri che ti porterai ogni cosa che ti rivelerò ora fino nella tomba.
- Te lo giuro. - gli racconto tutto dal principio, da Jan e i suoi ideali di libertà; fino alla mia estrema decisione di vendetta. Mi apro con lui come non ho mai fatto con nessuno.
Alla fine resta in silenzio.... è molto silenzioso, è un pensatore. 
- Hai mai avuto un ragazzo? - Mi chiede infine lasciandomi senza parole
- Come scusa?
- Si dai un ragazzo, vuoi dirmi che non hai mai avuto una cotta? - scuoto la testa. In realtà era già tanto che rivolgessi la parola qualcuno.
- Quindi non hai mai neanche mai dato il primo bacio. - incalza lui.
- No... 
- Mi dispiace che tu abbia capito troppo tardi cosa dovevi fare della tua vita. - 
Detto questo si alza e torna nella sua stanza
 
 
My corner
Finalmente l'ho messo!!  E' tipo il più lungo che abbia fatto fino ad ora lol Boh che dire grazie a chi ha recensito gli altri capitoli :)

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Capitolo 10
*** Punteggio Iniziale ***


 
Dopo la chiaccherata di ieri sera non riesco a guardare Joseph con astio come faccio di solito. Ora che ho visto il suo lato sincero lo vedo solo come un ragazzo molto sfortunato. Solo così. 
Ma a colazione lui ha di nuovo la sua impenetrabile maschera. Mi chiedo perché si sia voluto confidare con me. Magari è per fare in modo che io non lo voglia morto SUBITO nell'arena. Si, probabilmente è per questo. Io ragiono all'opposto invece, perché anche se ci tenessi a lui preferirei che morisse subito; non voglio correre il rischio di dover uccidere qualcuno a cui voglio bene; molto meglio morto subito per mano di altri. Ma come è ormai ovvio non ho modo di lasciarlo vivere senza morire. E io non ho intenzione di morire. Non qui, e sicuramente non ora.
 
Mentre entriamo nell'ascensore come ogni mattina, gli stilisti ci augurano buone fortuna per il voto degli strateghi. Ammetto di essere un po' nervosa; è strano, non lo sono mai stata nemmeno per le cose più importanti. Ieri sera prima di andare a dormire mi sono scervellata per decidere cosa mostrare loro. Non ho concluso molto. Non sono ancora convinta ma penso che di certo farò qualcosa che mostri la mia velocità e la mia abilità nel corpo a corpo.
Per una volta  Joseph sta in silenzio, e il viaggio sembra infinitamente lungo. Quando finalmente la porta si apre mi sussurra solo poche parole - Possa la buona sorte essere in tuo favore - non gli rispondo e mi metto in coda al mio posto, dietro il ragazzo dell'uno. Ci esamineranno in ordine di distretto, prima la ragazza e poi il ragazzo; quindi sono la terza. Come avevamo stabilito l'alleanza non si riunisce, e anche nell'arena sarà così: staremo insieme e non ci uccideremo, ma se qualcuno cadrà durante la strada nessuno si fermerà ad aiutare lui o lei. Devo cavarmela da sola. 
Siamo tutti seduti in un corridoio, su delle panche attaccate al muro. In un silenzio opprimente. Al fondo una grande porta conduce al salone d'addestramento dove verremo esaminati. Una voce femminile chiama quella dell'1; dopo 15 minuti tocca al ragazzo, e noi altri aspettiamo.
L'attesa, anche se relativamente breve è snervante. Il ragazzo resta dentro più a lungo. Dopo 20 minuti finalmente la voce chiama il mio nome e la porta si apre. Quando mi alzo mi accorgo di tremare violentemente. Non è questo il momento di essere nervosa! Mi dico.
La porta mi si chiude alle spalle e mi ritrovo nel salone di addestramento dove ho consumato tutte le mie energie negli ultimi giorni, nel solito soppalco si trovano tutti gli strateghi sulle loro grosse poltrone intenti a bere bevande dall'ambiguo colore e mangiare.
Non sono molto attenti a me, ma quando mi fermo davanti a loro si voltano a guardarmi e uno guardando un foglio mi dice - Leaf Moonseeker dal distretto 2, dico bene? 
- Si, sono io.
- Bene mostraci quello che sai fare.
Non ci penso due volte e mi metto a correre più veloce che posso verso l'allenatore del corpo a corpo che è qui per la dimostrazione, cominciamo a muoverci in cerchio, provo qualche attacco per farlo finire a terra ma mi sento stanca e spossata, i miei riflessi non sono al meglio oggi ed è lui ad atterrarmi un paio di volte. Alla fine riesco a bloccarlo e afferro un coltello li vicino puntandoglielo alla gola, ma invece di ucciderlo, lo libero e lancio il  coltello ad un manichino li vicino. Il coltello si conficca nella sua fronte. Che fortuna! Ero sicura di mancarlo, ma comunque io miravo al cuore.
Non mi fermo, non ho tempo; corro ancora, afferro un'arco e con una capriola scocco una freccia in fondo alla stanza colpendo in pieno stomaco un'altro manichino.
Mi fermo per osservare la reazione degli strateghi. Alcuni mi osservano, altri continuano a mangiare.
- Bene puoi andare, avrai i risultati questa sera sulla tv nazionale. - un avox mi indica la porta da cui devo uscire. Jan è li di fianco. Mi sorride di sfuggita. Un sorriso fugace e quasi invisibile. 
E' fiero di me! L'ho reso felice, ora lui crede in me. Almeno lui mi supporta!
 
Mi sdraio sul divano nell'attesa del ritorno di Joseph. Chissà cosa ha fatto vedere agli strateghi. Non ho mai fatto caso a quel che faceva durante l'addestramento, ma anche se fosse bravo in qualcosa avrebbe mantenuto la sua maschera per poi toglierla solo davanti agli strateghi suppongo...
Arriva Lirio con la crew di stilisti tutti concitati e cominciano a farmi domande a raffica su quel che ho fatto per gli strateghi. Poi ci si  mette anche Floria con la un'aria più frizzante del solito.
Dopo quasi mezz'ora, in cui cerco di restare vaga sulla mia esibizione senza riuscirci, arriva Joseph con gli occhi rossi. Non ci credo ha pianto anche per gli strateghi!
Il mio pubblico mi abbandona per posare tutta la sua attenzione al "povero Joseph". Bleah, la sua tattica è buona. Per lui! Di questo passo finirà per avere gran parte degli sponsor dalla sua parte. E' l'ideale per la capitale che vuole solo un bello spettacolo: il ragazzo triste e vulnerabile senza speranze riesce a tornare vincitore.
Si spostano verso il divano e Floria accende l'enorme televisore davanti a noi, è quasi ora. A quanto ho capito dalle rumorose chiacchere degli stilisti, Joseph non vuole dirgli cosa ha mostrato agli strateghi, ma è convinto che il voto non sarà molto alto.
Parte l'inno di Capitol City. Non so per quale motivo ma mi suona fastidioso, e non poco. Finito l'inno sullo schermo compaiono due figure. Sono i presentatori e commentatori dello show: Ceasar Flickerman e Claudius Templesmith. Sono molto giovani, o ameno credo. Non dimostrano più di vent'anni anche che se dovrebbero averne almeno trenta considerato che  fanno questo lavoro sin dai primi giochi. Entrambi indossano un completo verde acceso, ma quello di Claudius è più chiaro. Scherzano tra loro e si fanno battute tra loro. Che idioti, perché non ci dicono subito quel che vogliamo sapere senza fare tante chiacchere?
Finalmente Ceasar comincia ad elencare i tributi e i rispettivi punteggi, mentre parla compaiono le foto dei tributi e un numero in base al voto ricevuto: 
La ragazza dell'ottiene un 7 e lui un 8.
Ceasar chiama il mio nome e trattengo il respiro. 8. Ho preso 8! Perfetto! 
I miei festeggiamenti interiori sono interrotti dalle urla degli stilisti. Ma che succede? Perché esultano così? Poi capisco. Sullo schermo, a fianco a Ceasar, sull'immagine di Joseph c'è il numero 10. Ha preso 10. 
Ma come accidenti ha fatto? 
Sono talmente sorpresa che non faccio caso ai risultati degli altri tributi. Resto li imbambolata fino a quando non si conclude il programma e ognuno torna nella propria stanza.
 
In ogni caso 8 non è male come punteggio. In ogni caso quando saremo nell'arena il punteggio varrà poco. Ci sono stati tributi con dei 9 che sono morti nel bagno di sangue alla Cornucopia... Mi sdraio sul letto e tento di dormire, ma senza successo. 
Torno alla finestra della sala come ho fatto ieri sera. Forse spero che Joseph torni a confidarsi con me. Voglio capire come ha ottenuto quel voto...
Ma lui non si fa vivo e finisco con addormentarmi li appoggiata contro lo spesso vetro della finestra.


My corner
Salve :) scusate se ci ho messo tanto a caricare. Che dire? Tra pochi capitoli si entrerà nell'arena, voi su chi puntate come vincitore? Lasciare tante recensioni mi raccomando ;)

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Capitolo 11
*** L'intervista ***



Sono appena le 4 del mattino quando qualcuno mi sfiora la guancia facendomi svegliare di soprassalto. E' Jan. Mi fa segno di andare in camera a dormire, e io obbedisco senza far storie anche perché sono mezza addormentata. Appena appoggio la testa al cuscino mi riaddormento come un sasso.
 
Lui è davanti a me. Corre. Fugge. Ha paura. Sa che non mi può sfuggire. Non più. Ormai è mio. Davanti a noi si estende un'immensa prateria. Può correre finché vuole, ma ha i minuti contati. Comincia a rallentare. E' stremato. Ormai è molto che corriamo. Ma io non sono stanca. Il desiderio di salvare il mio mondo è molto più forte della fatica.
Accorcio la breve distanza che ci separa e mi aggrappo alla sua caviglia facendolo ruzzolare a terra. E' pancia  terra.  Lo blocco con tutto il mio peso. Le mie ginocchia gli schiacciano i polsi a terra impedendogli ogni movimento. Ha il fiato corto. Il mio è normale, nonostante l'estenuante corsa. E' il momento. Prendo il coltello nella mano destra, che è quella con cui sono più abile. Ma qualcosa non va. La sua testa si sta girando in una posizione decisamente innaturale. 
Ha girato quasi di 360° ormai, ne sono certa. Ma non ha un volto. Quello che dovrebbe essere il suo viso è solo un buco nero. Un brivido mi percorre la schiena. Sono bloccata dall'orrore. Quello che dovrebbe essere l'ultimo tributo, l'ultimo sacrificio per il mio ritorno a casa, è in realtà un mostro. Non sono più nell'arena. Intorno a me solo il buio. Sono totalmente disorientata. Ed è anche per questo che la creatura riesce a liberarsi dalla mia presa. E' incredibilmente forte. In pochi istanti mi sovrasta. Non so più dov'è la terra e dove il cielo. Tutto mi ruota intorno, o almeno credo, è buio pesto. La cosa si confonde tra le tenebre, ma non riesco ancora a muovermi. Comincio ad urlare, a chiedere aiuto. Ma nessuno mi sente. E chi potrebbe mai sentirmi qui? Il colpo mi arriva dall'alto, o almeno credo che quello sia l'alto. E sono quasi certa che sia il MIO coltello. Piano piano sento le forze abbandonare il mio corpo. E ho freddo, tanto freddo. Poi l'oscurità comincia a pulsare e tento di muovermi, di liberarmi da quest'orribile incubo. Io ho paura del buio. Urlo ancora, chiedo aiuto. Qualcosa mi tocca, mi tiene per le spalle, e ne sono certa: vuole darmi il colpo di grazia. Una voce indistinta mi chiama. Infine riesco ad aprire gli occhi e mi ritrovo nella mia stanza. Con Joseph accanto.
 
- Leaf, è tutto a posto? Ti ho sentita urlare, stavi facendo un brutto sogno? - dice Joseph. E' seduto sul bordo del letto. Ha la fronte corrugata emi osserva con attenzione. Non posso fare a meno di reagire con stizza, nessuno gli ha chiesto aiuto!
- Si stavo facendo un brutto sogno, ma non credo sia un tuo problema. - mi accorgo troppo tardi di aver messo un po' troppa acidità nella voce.
- Oh beh scusa - mi risponde lui tranquillo alzandosi con un movimento fluido e dirigendosi verso la porta a grandi passi. - Volevo solo assicurarmi che stessi bene. Ad ogni modo faresti meglio ad alzarti. Assicurarsi che io stessi bene? Che vuol dire?
- No aspetta! - lo fermo prima che apra la porta per uscire. 
- Si? 
- Ecco... è....che quel sogno... Era davvero orribile. TI dispiace restare qui con me per qualche minuto? - Cerco di usare il tono più dolce che conosco, nella speranza che prenda le mie parole anche come scusa per la mia precedente rispostaccia. 
Soppesa la mia proposta per qualche secondo poi torna a sedersi sul letto. Indossa i pantaloni del pigiama e una canottiera leggera, sotto cui si intravede quel poco di muscoli che è riuscito a mettere su, un po' nella dura vita del distretto, un po' per l'addestramento degli ultimi giorni.  E per la prima volta mi rendo conto che è davvero carino. Molto carino. 
- Ti va di raccontarmelo? Il tuo sogno intendo. - la sua voce mi riporta alla realtà.
- Non ne sono sicura, ma era davvero orribile...
- Mhmm.... non può essere così orribile... e poi non mi hai ancora detto quello che hai fatto vedere agli strateghi, 8 è davvero un buon punteggio non me lo sarei aspettato da te. - scuoto la testa e mi abbraccio le ginocchia con le braccia. Lui alza gli occhi al cielo.
- E allora di che vuoi parlare? Dai su, entro una settimana al massimo uno di noi due (se non entrambi) sarà morto e stecchito no? Potrei essere l'ultima persona con cui condividerai i tuoi pensieri; e inoltre  so già buona parte della tua storia. - ma io non ho intenzione di morire. ha completamente ragione ma non posso non ribattere sarcasticamente  nella mia mente. Faccio un respiro profondo e poi comincio - Beh ero nell'arena ed restavamo solo io e un'altro, ma quando lo guardavo in faccia scoprivo che in realtà il viso era un'immenso buco nero, poi è diventato tutto buio e beh... io... ho paura del buio... ne ho sempre avuta...
Ci pensa un po' su, guardando un punto imprecisato sopra la mia testa. 
- Beh, suppongo... che sia normale a questo punto fare sogni del genere.... non credi anche tu? 
- Uhm... credo...credo di si.... ma ora cambiamo discorso. Come hai fatto a prendere 10?! E' un punteggio quasi impossibile! 
- Diciamo che... gli ho dimostrato... quanto può essere grandiosa una mente cresciuta fuori dagli schemi - quello che mi ha detto non ha alcun senso ma lo prendo come un "ho fatto qualcosa di completamente fuori dagli schemi e loro sono rimasti colpiti" 
- Va bene... ma non siamo ancora pari, io ti ho detto tutto. Mi sono completamente affidata alla speranza che tu non dica nulla. Ma non so nulla di TE, a parte che non avresti voluto essere qui e che a casa hai una ragazza e una famiglia che ti aspettano.
- La ragazza non ce l'ho. - rimango interdetta
- Ma avevi detto...
- So quello che ho detto. Ma abbiamo.... ecco ... abbiamo deciso di finirla. Nel senso che l'ho lasciata libera. Se devo morire non voglio che lei non si senta libera di continuare la sua vita.
- Oh... ha senso...
- Già... faremmo meglio ad andare ora, stasera c'è l'intervista, dobbiamo prepararci. - annuisco senza muovermi.
- Arrivo subito. - lo guardo mentre si allontana e realizzo che ha evitato la domanda con la storia della sua ragazza. Ma non sono d'accordo sul fatto che lui pensi di aver così poche possibilità, ha avuto il punteggio più alto dagli strateghi! Tutti gli altri non hanno superato l'8, come me.
 
Mi alzo con calma, mi vesto con la prima cosa che mi trovo tra le mani e vado in sala da pranzo dove mi attendono gli stilisti che mi investono di domande e mi riconducono nella mia stanza senza darmi tempo di aprire bocca.
Passo la mattinata con parte della crew che mi lava e mi sistema come avevano fatto il primo giorno, solo molto più delicatamente perché questa volta non faccio storie. Lirio si alterna tra la mia camera e quella di Joseph per gestire il lavoro sei suoi dipendenti al meglio.
Per l'ora di pranzo sono come nuova. Ci sediamo a tavola con l'intenzione di tornare al lavoro al più presto anche se non c'è più molto da fare. Anche Joseph sembra come il primo giorno solo che... mi fa un'impressione diversa: il suo viso sembra meno stanco e triste del solito; i suoi occhi castani mi sembrano così profondi da potermici perdere; i suoi capelli luminosi e il suo amaro sorriso radioso.
Ma che cavolo mi sta succedendo? 
Per tutto il pasto non riesco a staccargli gli occhi di dosso, se non quando si accorge che lo sto osservando e sono costretta a distogliere lo sguardo per pochi secondi. 
Quando torno nella mia stanza con la mia parte della crew di stilisti Lirio mi mostra il mio abito per questa sera. E' verde smeraldo, di seta, la parte superiore è costituita da un tubino stretto nel quale ho il terrore di non riuscire ad entrare; la gonna invece si apre in  tanti strati di pizzo svolazzante. In poche parole è bellissimo. Lo infilo con l'aiuto degli stilisti e mi volto per guardarmi allo specchio, per la prima volta da questa mattina, perché la crew non voleva che mi rovinassi la sorpresa.
- Sei splendida! - è Lirio che è appena entrato in questo preciso momento - Ma ti mancano queste - mi sorride mentre mi porge un paio di scarpe con il tacco, non troppo altro, del colore del vestito.  I suoi collaboratori sospirano e qualcuno lo rimprovera di aver "rovinato l'atmosfera". Mi spunta un sorriso e torno a guardarmi, i miei lunghi capelli neri mi ricadono mossi sulle spalle; il vestito mi calza a pennello, sembra fatto su misura per me, cosa che probabilmente è vera. Sono davvero splendida.
 
Se avevo pensato di essere splendida mi sono dovuta ricredere. 
Sono in coda al ragazzo dell'1 dietro il palco, dietro di me tutti gli altri tributi. I ragazzi, anche quelli che sin dall'inizio mi erano sembrati magari, denutriti e alcuni proprio brutti, ora sono davvero carini! Tutti gli stilisti hanno fatto un'ottimo lavoro, non c'è che dire, i vestiti di tutti sono a dir poco fantastici. 
Joseph è dietro di me perché le ragazze vanno prima dei ragazzi. Quando l'ho visto uscire dalla sua stanza sono rimasta letteralmente senza fiato. Indossa uno smoking bianco che con i suoi capelli scuri è perfetto. I capelli leggermente a spazzola e nei piedi dei mocassini bianchi.
Nella sala accanto la ragazza del distretto 1 è già sul palco con Ceasar. La gente ride e sghignazza alle battute di lei e di lui e mi assale il panico. E se nessuno ridesse alle mie battute? Se neanche Caesar riuscisse ad inventare battute ad una come me?
Abbiamo pochi minuti per uno in cui Ceasar riesce, di solito, a far parlare anche i tipi più timidi. E' molto giovane, o almeno credo, perché esteticamente non sembra neanche più grande di me. Ma in pratica è così dalla prima edizione dei giochi e non mi stupisce che possa avere questo identico aspetto per i prossimi 10 anni. Ho sentito di cittadini di Capitol City di più di 80 anni che ne dimostravano appena 40. E mi è parso di sentire uno degli stilisti che diceva di voler regalare un intervento chirurgico al nipote di 12 anni perché voleva i pettorali scolpiti. Trovo la cosa spaventosa, per non parlare dei capelli di questa gente. Sulle loro teste ci sono colori di cui non sapevo neanche l'esistenza!
Sono talmente persa nei miei pensieri che non mi accorgo che il tributo maschio dell'1 sta già scendendo dal palco e che tocca a me. 
Salgo in fretta gli scalini rischiando di inciampare ad ogni passo. Il pubblico applaude entusiasta alla mia entrata e io imbarazzata saluto con la mano scatenando applausi più sonori. Ceasar mi fa accomodare sulla poltrona accanto a lui
- Allora! Leaf, prima di passare alle cose importanti: CONFESSA! - se prima ero imbarazzata ora ho le guance in fiamme. Confessare cosa? Hanno scoperto il vero motivo per cui sono qui?
- Ehm... scusa? Non credo di aver capito. 
- Ma si! Ormai lo sanno tutti! Dai confessa! - ma... come lo sanno tutti?! E chi l'ha detto? Che Joseph mi abbia tradito? Ma quando? Ora sono terribilmente spaventata e l'unica cosa che riesco a fare è negare.
- Non so  di cosa tu stia parlando...
- Ma come no? Hai copiato il mio stile per l'abito di questa sera no? - scoppia in una risata che contagia il pubblico. All'inizio non capisco davvero cosa intenda ma poi mi rendo conto che anche lui è vestito completamente di verde, anche se è più chiaro del mio e lui ha anche i capelli di quel colore.
- Ah già! A dire il vero non ci avevo neanche fatto caso! Non che tu passi inosservato Ceasar, anzi penso che questo colore stia meglio a te che a me! -  faccio una risatina che mi esce più nervosa di quello che vorrei. Pericolo scampato.... se non avessi negato a quest'ora sarei già stata giustiziata. Il pubblico torna tranquillo.
- Bene, ora le cose importanti. - mi prende la mano con fare amichevole - Credo che tutti vogliano sapere perché....ti sei offerta volontaria. Conoscevi la ragazza che era stata estratta? O quell'altra che voleva così ansiosamente partecipare a tutto questo?
- Beh diciamo di no. Non conoscevo nessuna delle due se non di vista; ma quello che mi ha spinto ad offrirmi volontaria è stato il desiderio di portare la gloria nel mio distretto. Come immagino sappiate tutti il Distretto 2 ha avuto un solo vincitore fino ad ora. Ma il mio distretto merita molta più gloria di quella che riceve. - sfodero il sorriso più smagliante che riesco a trovare e la gente applaude e acclama. Ho fatto colpo. Missione compiuta.
- Beh mi sembra una cosa logica - mi sorride - un'ultima domanda, prima che scada il tempo Leaf. Oltre ai tuoi genitori c'è qualcuno che ti aspetta a casa? Un ragazzo ad esempio? - non capisco il perché, ma la sua domanda mi fa male. E' come essere pugnalata. 
- Ehm... no... ecco... - cerco di ricompormi, schiarisco la gola perché la mia bocca è improvvisamente più arida di quel che era prima. - No, diciamo che.... la mia famiglia è tutto quello che ho, e sono convinta che ora siano più che fieri di me, questo mi basta. 
Il pubblico esplode in un ultimo caloroso applauso e Caesar mi saluta con un abbraccio prima di concludere:
- Signori e signore Leaf Moonseeker!   - subito dopo suona il biip! che segnala la fine dell'intervista tocca a Joseph. Gli cedo il posto.  Ceasar si dilunga un po' in chiacchere prima di passare al vero punto della questione che è: - chi hai lasciato nel distretto? C'era una ragazza che piangeva. - lui torna serio di colpo e comincia con il suo dramma. 
- Lei....beh... era la mia ragazza...Mara. 
- Oh! Beh questo non me lo aspettavo,  e voi? - si rivolge al pubblico che acclama - Questo cambia le cose mio caro, hai il DOVERE di lottare fino alla fine per tornare da lei! - Joseph sospira e una lacrima gli attraversa il viso.
- Lo farò Ceasar. Puoi esserne certo.
E io so che non sta mentendo, ce la metterà tutta. Come tutti gli altri, ma era plausibile. Tutti hanno qualcuno da cui tornare. Nessuno vorrebbe morire.
La serata continua lenta, e quando finalmente finisce possiamo tornare nelle nostre stanza. Ma nonostante la mia stanchezza e il mio desiderio di riposo non riesco a chiudere occhio.
Dopotutto è lecito essere spaventati no? Ma domani comincerà l'incubo vero e non avrò più tempo per dormire
D'improvviso mi assale la consapevolezza di tutto quello che mi perderei  se morissi nell'arena. Non avrò mai amato qualcuno, e non sarò mai stata amata da qualcuno che non sia parte della mia famiglia. Non avrò mai dato il primo bacio. Non mi sarò mai sposata e non avrò mai provato l'emozione di sentire mio figlio dentro di me. Non avrò mai realmente vissuto la mia vita.
Non avevo mai realmente preso in considerazione la possibilità di non riuscire nel mio piano. Non ho nemmeno calcolato eventuali imprevisti. Ma ora la possibilità della mia morte imminente è estremamente reale. E non so esattamente perché, ma... vorrei che Joseph fosse qui con me.
 
My Corner 
Vi chiedo infinitamente scusa per l'imperdonabile ritardo, ma ho compensato facendo un po' più lungo di come lo avevo previsto, il prossimi è già in fase di elaborazione quindi non penso di metterci più di una settimana a postarvelo :) Ringrazio chi ha recensito la storia fino ad ora e chi lo farà in futuro. Grazie e al prossimo capitolo. Non perdetevelo perché SI COMINCIAAAAAAAA!

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Capitolo 12
*** 3...2...1 ***


Capitolo 12 - 3...2...1

Non mi aspetto di riuscire a dormire tutta la notte, il nervosismo può fare brutti scherzi, invece mi addormento appena appoggio la testa sul cuscino e quando mi sveglio il sole sta già sorgendo. 
L'inizio dei giochi sarà questo pomeriggio, alle tre; ma noi dovremo essere pronti a partire già all'una, perché l'arena non è vicina a quanto pare. A questo pensiero un brivido mi percorre la schiena:  poche ore e potrei essere morta. 
Scaccio il pensiero e mi infilo sotto la doccia per rinfrescarmi, anche perché una volta nell'arena una doccia potrò solo sognarla, per non parlare dell'acqua! L'arena dello scorso anno era un deserto, è difficile che lo ripropongano anche quest'anno, quindi, con un po' di fortuna ci sarà almeno un fiume o un laghetto.
Lascio che l'acqua mi scorra addosso per qualche minuto, poi mi infilo nel morbido accappatoio rosa con il numero 2 ricamato sul taschino e torno in camera da letto. 
Il letto è già stato rifatto e ci sono una busta e un tovagliolo sulle lenzuola. Mi avvicino e prendo il tovagliolo. E' un messaggio di Jan. Dice:

Ti voglio bene sorellina, so che puoi farcela, ci vediamo al tuo ritorno. Possa la buona sorte essere in tuo favore.

Stringo al petto quel pezzo di stoffa per qualche secondo. Almeno Jan crede ancora in me, e se lui è dalla mia parte tutto mi fa meno paura.
Poso il tovagliolo sul letto e prendo la busta. Non c'è scritto il mittente. A dire il vero non c'è scritto nulla.  La apro e dentro trovo un foglietto spiegazzato. E' di Marius e Iris, mi danno le ultime indicazioni per la partenza :

Non allontanarti dalla Cornucopia, uccidi tutti quelli che ti troverai davanti. Non preoccuparti degli zaini o delle provviste, a quelle penseremo dopo.

 
Bene. 

 
Liro viene a prendermi e mi accompagna sul tetto, da qui prenderemo un hovercraft che ci porterà fino all'arena. Non ci sono ancora tutti, ma qualcuno sta già salendo sul mezzo volante attraverso una scaletta metallica che va su e giù. Non capisco a cosa serva farla muovere a quel modo, anche un'imbecille sarebbe in grado di salire. Ma poi tutto si spiega: appena mi aggrappo alla scaletta, rimango paralizzata da una specie di corrente elettrica; la scala si muove verso l'alto e quando sono ormai a bordo una donna con un camice bianco e una siringa in mano mi chiede di mostrare il braccio. 
- A che serve? - chiedo sospettosa senza muovere il braccio di un millimetro.
- E' il tuo localizzatore, gli strateghi devono sapere dove sono tutti i tributi. Ora dammi il braccio.
Non voglio farlo; non mi piace affatto il fatto che gli strateghi possano sapere dove mi trovo in qualsiasi momento. Ma non posso rifiutarmi. Porgo il braccio destro alla donna e le permetto di inserire il grosso ago nel mio avambraccio. Fa male, ma mi costringo a non fare neanche una smorfia.
Mi vado a sedere su uno dei due sedili con il numero 2 e aspetto. Quando ci siamo tutti l'hovercraft si alza in volo silenziosamente.
Dopo qualche minuto i finestrini si oscurano, perché non ci è permesso vedere dove ci stanno portando.  Joseph è accanto a me, silenzioso e con lo sguardo rivolto alle proprie scarpe, che recita la sua parte tenendosi il braccio in cui gli hanno inserito il localizzatore, come se gli facesse molto male.
Ci offrono da mangiare e mi costringo ad ingurgitare qualcosa perché, anche se sto con i favoriti, potrebbe essere molto difficile trovare da mangiare.
Viaggiamo per molto tempo, o forse pochissimo, non saprei dirlo, anche perché rimango persa nei miei pensieri per tutto il tragitto. La cosa che mi preoccupa di più e il non sapere che tipo di paesaggio sarà l'arena. Una foresta? Una prateria? Un deserto? 
Quando arriviamo ci fanno scendere nei sotterranei da cui entreremo nell'arena. A Capitol City le chiamano camere di lancio. 
Passiamo per una serie di cunicoli scortati da pacificatori armati. Di cosa hanno paura? Non credo ci sia via d'uscita oramai. 
Mi fanno entrare in una stanza vuota, scavata nella roccia. Dopo qualche minuto entra Lirio con i miei vestiti. Sono uguali per tutti i tributi: una maglietta leggera, una giacca di un tessuto impermeabile, dei pantaloni lunghi e leggeri  e degli scarponi, tutto rigorosamente nero.
Lirio non sta zitto un momento mentre mi aiuta a vestirmi, ma io non lo ascolto, sto tentando di mantenere la calma, perché ogni secondo che passa mi sento sempre più nervosa. Il fatto che la giacca sia impermeabile potrebbe indicare che ci saranno delle piogge, quindi posso escludere definitivamente il deserto come scenario, ma nonostante questo bevo più acqua possibile dal buffet allestito al centro della stanza: anche se pioverà l'acqua potrebbe scarseggiare.
Intanto Lirio ha smesso di parlare e mi osserva sorridente. Ha una strana luce negli occhi.
- Forza! E' quasi ora! - Mi indica una pedana in fondo alla stanza. Lo stomaco mi si stringe e rischio di vomitare il poco che sono riuscita a mandare giù. Non capisco cosa mi stia succedendo. Io voglio essere qui! Io ho una missione!  Ma dopo tutto quello che ho visto fino ad ora voglio ancora farlo? Non c'è tempo per  i ripensamenti, non posso tornare indietro, quindi tanto vale pensare al futuro.
Lirio si è lanciato in un acceso monologo su quanto debba sentirmi onorata ed eccitata, ma io sento solo una cosa. Probabilmente l'unica che non posso permettermi di sentire: paura.
Mentre Lirio mi spinge verso la pedana sento le gambe tremare e comincio a sudare freddo. Ascolto le sue parole senza capirle davvero; di colpo la mia mente è totalmente vuota. Non sento nemmeno più il nervosismo. 
Quest'apatia è insopportabile.
Una voce metallica annuncia che è ora della partenza e il vuoto dentro di me si allarga diventando una voragine. 
Salgo sulla pedana e un cilindro di vetro mi circonda. Lirio mi saluta sorridente dall'altra parte. Mi chiedo se si divertirà a vedermi soffrire come credo facciano tutti i cittadini di Capitol City mentre guardano gli Hunger Games.
Il cilindro sale e mi ritrovo al buio per pochi secondi, poi comincio a sentire un forte fetore di acqua stagnante. L'aria si riempie di umidità appena comincio ad intravedere  il paesaggio intorno a me.
Dannazione.
E' il mio primo pensiero quando mi accorgo di non aver mai considerato una possibilità concreta come questa: l'arena è una palude.


*My Corner*
Ok" Ce l'ho fatta, e vi chiedo inifinitamente scusa per l'immensa attesa. Ringrazio in anticipo chi recensirà e chi ha avuto la pazienza di aspettare per tutto questo tempo :D

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