Il palcoscenico

di HikaHika
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il canto della zingara ***
Capitolo 2: *** Il viaggio ***
Capitolo 3: *** Un incontro inaspettato nella nuova città ***
Capitolo 4: *** Rivali ***
Capitolo 5: *** E' solo l'inizio ***
Capitolo 6: *** Occhi rossi come il sangue ***
Capitolo 7: *** Occhi rossi come il sangue -2- ***
Capitolo 8: *** Sogno e Realtà ***



Capitolo 1
*** Il canto della zingara ***


Sole, aria, vita. Questa è mattina.
Roderich osserva ogni punto della sua stanza illuminata dai raggi del sole.Coglie ogni dettaglio, per realizzare di essere a casa, nella sua città natale.
 
Austria. 1900
 
Roderich. Alzati. Farai tardi, come sempre. Angelina, grida ogni giorno al figlio queste parole, invano.
Roderich si alza si veste, grida il buongiorno al mondo e scende le scale.
"Era ora! Quanto avevi intenzione di farmi urlare?"
"Mi dispiace, madre. Ma mi è ancora difficile abituarmi alla vecchia casa."
Angelina apre bocca. E' sul punto di dire qualcosa. Non lo fa.
Cosa passava per la testa di Roderich non era mai riuscita a capirlo.
Roderich da un bacio in fronte alla madre ed esce di casa.
Angelina si tocca la fronte pensierosa, poi, torna ai suoi impegni giornalieri.
"Roderich! Quanto tempo!"
Roderich abbraccia gioioso come non mai l'amico Lorenz. Era tanto che non lo vedeva. Un'eternità, forse.
Lorenz fa un cenno con la mano verso la ragazza accanto a lui.
"Lei è Christina. Presto ci sposeremo." dice Lorenz, visibilmente felice.
Christina rivolge un sorriso gentile a Lorenz, poi a Roderich.
"Sono felice di incontrarti Roderich. Lorenz mi parla sempre di te." dice la sorridente Christina.
Roderich china leggermente il capo come per dire -incantato-, ma non lo dice.
Lorenz, Roderich e Christina camminano a lungo per le strade della grande città, chiacchierando, ridendo e scherzando. Attirano l'attenzione di chi li ritiene simpatici e chi no.
All'improvviso si fermano.
Davanti a loro ci sono 1 10 100 persone davanti ad un palco allestito con fiori di ogni genere e qualche tenda di un tessuto a Roderich sconosciuto. Vergogna, per un viaggiatore instancabile.
Il pubblico parla, rumoroso, ma quando una donna appare sul palco, il tempo si ferma.
E' bella. Bella. Bella. Incantevole, quasi ipnotizzante.
Roderich e Lorenz trattengono a malapena la bocca chiusa per la bellezza della donna.
All'improvviso il tempo si ristabilisce, e il silenzio viene interrotto dal canto della donna.
Canta in tedesco, ma la pronuncia ha qualcosa di strano, diverso. Probabilmente è straniera.
Una straniera, finalmente Roderich può sentirsi compreso.
Pur essendo austriaco, Roderich è rimasto poco tempo a casa, tanto da non ricordarsi com'era fatta la città in cui è nato.
La canzone termina. Il pubblico applaude entusiasta. Roderich è troppo concentrato per farlo.
Spunta sul palco, accanto alla cantante, un uomo truccato. Parecchio anche. Un attore? Cantante? Ballerino? Insomma che diavolo è?!
"E questa era il nostro gioiello, Elizaveta Hedervary!" Un applauso!"
Il pubblico ne fa più di uno. 3. 4. 100.
Elizaveta si inchina, sorridendo al pubblico.Poi, esce di scena.
Roderich vorrebbe sbirciare dietro il palco e quella scenografia che copre gli attori per farli cambiare.
Forse riapparirà.
Lorenz e Christina salutano Roderich.E' quasi ora di pranzo, spiegano.
Roderich rimane davanti al palco, mentre tutti se ne vanno. Lo spettacolo è finito.
L'uomo truccato troppo, insieme ad alcuni uomini,dei veri colossi,praticamente armadi smontano le scenografie e il palco.
E' finito tutto? Già.
E invece no!
Da un vicolo vede uscire Elizaveta e altre due ragazze truccate pesantemente. Attrici?Cantanti?Ballerine? -Insomma perchè sono tutti così strani da non capire chi diavolo sono?!-
Tutti tranne Elizaveta.
Lei è semplice. Bella. Accidenti se è bella.
I capelli castani lunghi e ondulati sono decorati solo da un fiore all'altezza delle tempie.
Vestito semplice, trucco semplice, tutto semplice. (E dannatamente stupendo).
Una delle ragazze lancia un'occhiata a Roderich, poi gli manda un bacio sghignazzando.
Roderich rimane fermo, impassibile. (Sì, gli piacerebbe). Arrossisce e abbassa lo sguardo per la vergogna. Quando lo rialza, ritrova Elizaveta a fissarlo sorpresa. Le altre due ragazze sono andate ad aiutare gli uomini, colossi, armadi.
Roderich cerca le parole, non le trova.
"Hey! Lo spettacolo è finito! Che ti guardi?" dice Elizaveta.
Roderich è sbalordito. Si aspettava qualcosa di più.. carino.. come -Signore non mi fissi, mi mette in imbarazzo.."-
Elizaveta non distoglie lo sguardo, a differenza di Roderich.
Si avvicina. Il suo viso è praticamente attaccato a quello di Roderich, che è sul punto di una crisi isterica.
Non era mai stato così vicino ad una donna, apparte sua madre. Ma le madri non contano!
"Non sei tanto male sai? Potresti unirti a noi e fare qualche giochetto di prestigio o uno spogliarello!" Elizaveta scoppia a ridere e si allontana da Roderich, avvicinandosi invece agli uomini (colossi, armadi) sul palco ormai ridotto a un pezzo di legno sospeso su altri pezzi di legno.
Roderich non vede ironia nelle parole di Elizaveta. Anzi, le prende alla lettera!
"Mi.. mi piacerebbe! Vi prego assumetemi!" Roderich arrossisce di colpo, ritrovandosi gli sguardi delle ragazze, degli armadi (precedentemente uomini) dell'uomo truccato e di Elizaveta addosso.
Elizaveta scende dal palco e si avvicina di nuovo a Roderich con espressione seria.
Poi la sua espressione seria si tramuta in un sorriso allegro, gioioso.
"Bene, mostraci cosa sai fare."




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Bene, questa è la mia prima fanfiction che pubblico, quindi abbiate pietà della mia anima! *sigh*
Spero vi piaccia questo -specie- di capitolo!

-HikaHika





 

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Capitolo 2
*** Il viaggio ***


"Cosa.. so.. fare?"
disse Roderich colto di sorpresa da quella domanda.
"Certo!Se vuoi entrare nel mondo dello spettacolo devi avere qualche abilità. Ad esempio il canto! Sai cantare?"
"Ehm, quando faccio il bagno di solito canto, ma la vicina viene a lamentarsi da mia madre.."
"Scartato. Sai ballare?"
"Ehm, no."
"Dio, saprai fare qualcosa!"
Gli sguardi delle ragazze e degli uomini erano ancora tutti addosso a Roderich, che voleva scomparire dall'imbarazzo. Dopo un lungo sospiro, l'uomo truccato troppo prese parola.
"Ragazzo, se non si ha alcuna abilità è inutile far parte di una compagnia. Perchè non cerchi un lavoro adatto a te?"
"Aspettate!" disse Roderich ottenendo l'attenzione degli artisti.
"So suonare il pianoforte. Conosco pochi brani ma le basi per suonarlo ce le ho." Elizaveta e gli altri lo guardavano stupiti. Effettivamente è strano per un ragazzo della sua classe sociale saper suonare il pianoforte. Roderich non aveva certo in programma di prendere lezioni ma l'occasione gli capitò tra le mani.

-1899, Francia-

Roderich stava contemplando silenzioso l'ambiente in cui si trovava, quando vide un bambino attraversare la strada. Era ben vestito, e di sicuro non soffriva la fame, vista la corporatura. Una carrozza lo stava per investire. I cavalli non si fermavano. Roderich corse velocissimo verso il bambino, lo afferrò e si diresse verso il prato alla sua destra. Roderich si fece qualche graffio, mentre il bambino era sano come un pesce. Il padre del ragazzino era un insegnante di musica, e dopo che Roderich gli confessò la sua passione per il pianoforte, gli diede lezioni senza volere un compenso. Roderich allora, decise di salvare più spesso bambini.


Finalmente quell'imbarazzante silenzio venne rotto da una delle ragazze.
"Sai davvero suonare il pianoforte?!"
"Già.."
disse Roderich quasi sussurrando.
"E' magnifico, potresti fare da accompagnamento a Elizaveta quando canta!" disse l'uomo truccato. Gli brillavano gli occhi per l'entusiasmo. E forse, brillavano anche a Roderich.
"Prima voglio sentirti suonare." disse Elizaveta con tono serio. "Abbiamo un pianoforte nel teatro della nostra città." continuò. "Va.. va bene.. e dove sarebbe questo teatro?" chiese Roderich.
"Preparati bello, si va in Prussia!"


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Rieccomi con il secondo capitolo! Qui inizia l'avventura del nostro "eroe" insieme alla gruppetto -canterino e ballerino- di cui fa parte Eliza! Una piccola spiegazione sulla compagnia circense: Il gruppo è formato da 3 uomini e 3 ragazze compresa Elizaveta. I nomi degli altri membri della compagnia non li ho ancora scelti, anche perchè non hanno ancora un ruolo importantissimo.. provvederò! Buona lettura!
-HikaHika

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Capitolo 3
*** Un incontro inaspettato nella nuova città ***


"Prussia?!" sbraitò la madre di Roderich appena il figlio le disse di voler partire con la compagnia.

"Tu sei impazzito! Non sai quant'è lontana la Prussia da qui? E il tempo che occorre per arrivarci?!" continuò.

"Madre, ormai sono un uomo. Suonare il pianoforte è la mia passione e quegli artisti hanno detto di potermi far suonare per le loro esibizioni. E poi.. c'è una donna che ho incontrato.."

All'improvviso la madre si voltò di scatto verso Roderich e lo guardò con un'espressione sorpresa.

"Allora è per questo che vuoi partire! Per una donna! Ce ne sono quante ne vuoi qui in Austria, perchè mai dovrebbe interessarti una come lei? Quelle sono tipi di donne abituate a viaggiare e hanno esperienze diverse ogni volta, ci metterebbe poco a lasciarti per un altro uomo!" disse la madre furiosa.

Roderich voleva replicare, ma effettivamente non conosceva bene Elizaveta, anzi per niente. E se era davvero quel genere di donna? Cosa avrebbe fatto Roderich?

No.. non poteva tirarsi indietro.. neanche sua madre poteva sapere com'era realmente Elizaveta. Era diversa dalle altre donne, o almeno Roderich aveva questa impressione.

Quella notte, Roderich prese una sacca, ci infilò dentro dei vestiti e scappò dalla finestra di camera sua per raggiungere il luogo dell'appuntamento che aveva con il gruppo.

-Se sei intenzionato a partire, vieni al locale di fronte alla piazza dove ci siamo esibiti stamattina. Alle 22:00.- gli avevano detto.

Roderich trovò il locale, vi entrò e non ci mise molto a riconoscere i suoi futuri compagni di viaggio. Elizaveta e le ragazze bevevano birra scherzando con alcuni uomini, mentre gli altri artisti.. beh, a chi importa?

Elizaveta guardò Roderich e lo invitò ad unirsi a loro.

Beh, una birra non si rifiuta mai, anche se a pagare era lui.

Elizaveta lo abbracciò, più che altro stritolò e poi disse a gran voce: "AHAHAHAH ragazzo pianista sei venutoooh! Seei tu veroh?! Puhahahah."

Roderich era perplesso, che diavolo era successo alla ragazza?

Una delle ragazze disse ridendo : "Non ti spaventare, bello. E' ubriaca. Eliza non regge per molto l'alchol."

Gli uomini insieme a loro si misero a ridere poi fecero salire Elizaveta sul bancone, tenendola per le gambe visto che si reggeva in piedi a malapena e la fecero scatenare.

Tutti nel locale ridevano, acclamavano e si divertivano.

Anche Roderich si mise a ridere. Elizaveta era simpatica. Anche se in quel momento era ubriaca e il suo senso dell'umorismo non c'entrava.

Il "capo" del gruppo , uscì allo scoperto tra la folla e si diresse verso Roderich.

"Hey, pianista! Allora, hai deciso di unirti a noi?" chiese speranzoso.

"Beh sì.. in realtà sono scappato di casa, mia madre non approva la mia decisione. Ma sia chiaro, voglio venire."

"Bene allora! Non preoccuparti per tua madre, quando torneremo qui dalla Prussia la convincerai che non è per niente male questa vita."

Roderich sorrise, sapeva che si sarebbe divertito. In fondo suonare era la sua passione e farlo accompagnando la voce della donna che piace è ancora più appassionante.

Roderich e gli altri uscirono dal locale, che ormai stava per chiudere.

"Hey, ti dispiace portare Eliza sulle spalle? E' già caduta due volte e continua a ridere.." disse ridacchiando una delle ragazze.

"Uhm, certo, cioè sì, va bene.."

"Eh eh, non c'è bisogno di essere così tesi.. A proposito, io sono Mariah e lei è Anya." disse indicando un' altra ragazza dal seno prosperoso e il trucco pesante.

"Uhm, beh, molto piacere, io sono Roderich."

Continuarono a camminare finchè non raggiunsero un carro.

"Beh.. questo è il nostro mezzo di trasporto.. Roderich, tu e le ragazze dormirete nella tenda sul carro." disse il suo nuovo capo.

Roderich posò delicatamente Elizaveta, che si era addormentata, nella tenda sul carro. Aiutò a salire le due ragazze e poi salì anche lui.

Passò poco tempo e Roderich si addormentò.
 

Prussia, 1900.

Il viaggio fu lungo e tutti erano esausti.

Erano arrivati davanti ad un grande edificio.Doveva essere il teatro.

Roderich prese la sua sacca ed aiutò gli altri a prendere gli altri bagagli.

Le ragazze scesero dalla carrozza pimpanti e allegre per poi dire : " Beh, noi andiamo un pò in giro, tanto fate tutto voi no?" disse Mariah seguita da Elizaveta e Anya.

"Certo! Divertitevi nullafacenti!" disse ridendo il capo.

"Roderich dacci una mano a portare i bagagli in teatro, poi ti mostrerò la tua stanza."

Roderich seguì l'uomo in teatro e si guardò intorno. Era davvero grande e non messo male come sembrava visto da fuori.

All'improvviso i due si fermarono di colpo. Davanti a loro c'era un uomo in divisa.

Capelli biondi, quasi bianchi, pelle chiarissima e occhi rosso scuro. Un tipo decisamente strano, pensò Roderich.

Poi quell'uomo fece una specie di sorriso, quasi un ghigno e il capo gli andò incontro sorridendo.

"Gilbert ne è passato di tempo eh! Non sei cambiato per niente!"

"Sono passate solo tre settimane, che ti aspettavi, vecchio!" disse il tizio ridendo a sua volta.

Roderich rimase lì imbambolato. Poi il capo gli rivolse lo sguardo e gli disse di posare i bagagli davanti al palco.

L'uomo dagli occhi rossi lo guardò per un'istante, poi si rivolse di nuovo al capo.

"Elizaveta dov'è? Non l'ho ancora vista."

Cosa voleva quell'uomo da Elizaveta? E soprattutto perchè parlava come se la conoscesse da tempo?

Certo, di sicuro la conosceva. Visto che il capo sembrava così amico di quest'uomo perchè non dovrebbe conoscere anche lei?

Il capo fece spallucce.

"In giro, come al solito."

"Comunque, chi è questo?" chiese il tizio di nome Gilbert al capo.

"Il nostro nuovo acquisto. Dice di essere un pianista."

"E da dove vieni, pianista?" disse Gilbert rivolto a Roderich.

"Ehm, io.. Sono Roderich Edelstein, sono austriaco."

"Ah! Un austriaco pianista. Un classico." disse ghignando Gilbert.

-Ma chi si credeva di essere questo sbruffone?!-

Roderich non aveva intenzione di farsi prendere per i fondelli, anche se quel tipo metteva un pò di inquietudine.

"E lei è?" chiese Roderich spazientito.

"Gilbert Beilshmidt, generale."

Un generale. Se l'era immaginato vista la divisa elegante.

All'improvviso entrò in teatro Elizaveta seguita da Mariah e Anya che parlavano tra loro.

"Elizabeta, ti stavo aspettando!" disse Gilbert cambiando totalmente espressione da "so tutto io" a "ragazzino innamorato". Ovviamente questo fece innervosire non poco Roderich.

"Umph, aspettavi me? E' inutile che insisti, non ho intenzione di accettare la tua proposta." disse Elizaveta con un sorrisetto diabolico.

-Quale proposta?!- si chiedeva Roderich.

"Ah, posso aspettarti tutto il tempo che vuoi, ma non ho intenzione di mollare, liebe." rispose Gilbert ridendo.

-Liebe?!-

-Ma erano davvero così in confidenza quei due?!-

"Si è fatto tardi devo andare, assisterò al vostro spettacolo della prossima settimana. Ah, Elizaveta, la prossima volta troverò il modo per farti accettare." disse ghignando Gilbert.

"Certo, come no!" rispose Elizaveta ridendo.

Roderich sentì qualcosa allo stomaco, come un vuoto. Che sia quella cosa chiamata gelosia?


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Eccomi qui con il capitolo 3! Non ci ho messo molto a scriverlo, ho capito che i Rammstein sono fonte di ispirazione!
Spero che questo capitolo vi piaccia, e che un Roderich leggermente cambiato non vi "traumatizzi"!
Buona lettura.

-HikaHika






 

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Capitolo 4
*** Rivali ***


I giorni passavano velocemente, le preparazioni per lo spettacolo erano ultimate. Roderich aveva dimostrato grandi capacità al pianoforte e tutti erano entusiasti di ciò.Tutto era perfetto. Unico neo: Gilbert.

Quell'uomo non faceva altro che infastidire l'austriaco, sia direttamente che indirettamente. Non smetteva mai di ronzare intorno a Elizaveta pur essendo rifiutato. Un altro giorno in quel modo e Roderich sarebbe impazzito.

Finalmente quella giornata era giunta al termine. Roderich voleva solo sdraiarsi sul suo letto e riposare. Ad un tratto sentì delle voci provenire dalla stanza di Elizaveta. Gli venne spontaneo appoggiarsi alla porta e origliare. Roderich spalancò gli occhi quando sentì la voce di Gilbert.

"Non hai idea di quanto sia difficile aspettarti, Eliza. Perchè non lasci questo posto insignificante? Non vuoi vivere una vita adagiata al mio fianco?"

Roderich aprì di poco la porta, cercando di non farsi scoprire. Elizaveta era seduta sulle gambe di Gilbert, che la teneva stretta tra le braccia.

"Gilbert, penso tu sappia già la mia risposta, ma te la ripeterò ogni volta che vuoi: No."

"Tieni a mente questo, Elizaveta, io ottengo sempre quello che voglio."

Gilbert cominciò a baciare il collo della donna, mentre Elizaveta lo guardava con un sorrisetto stampato sulle labbra.

Roderich non riusciva a sopportare quella scena. Non era più gelosia, ma rabbia.

Il prussiano distolse lo sguardo dalla donna per posarlo sull'austriaco, che inconsciamente aveva splancato la porta.

Elizaveta si voltò di scatto, assumendo un'espressione sorpresa.

"Io.. ecco.."

Roderich non trovava le parole. Voleva scomparire.

"Hai bisogno di qualcosa, pianista? Se non te ne sei accorto siamo impegnati." disse Gilbert con tono irritato.

"No, non siamo impegnati." contrabbattè Elizaveta, ricomponendosi.

La donna uscì dalla stanza, lanciando un'occhiataccia a Roderich.

Gilbert prese Roderich per la camicia, guardandolo con un'espressione colma di rabbia.

"Ascolta bene, quatrocchi. Elizaveta è mia, mi appartiene, levatela dalla testa!"

L'uomo uscì dalla stanza, lasciando solo Roderich.

Il prussiano gli aveva fatto capire chiaramente il messaggio, anche se non nel migliore dei modi.

Roderich capì che il suo avversario non avrebbe mollato, ma lo stesso valeva per lui.

Se doveva lottare per l'amore di Elizaveta, lo avrebbe fatto.


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Il quarto capitolo è qui~  *balla di fieno*
Si, ok.
Questo capitolo è incentrato su Prussia, Austria e Ungheria. Gli altri personaggi si sono presi una pausa (?).
Inoltre, contiene anche accenni (accennoni) di PruHun. Austria dovrà faticare parecchio per la fanciulla!
Buona lettura!-HikaHika


 

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Capitolo 5
*** E' solo l'inizio ***


Il giorno tanto atteso quanto temuto arrivò: il giorno dello spettacolo.

Era la prima esibizione di Roderich, e il nervosismo cominciava a farsi sentire, nonostante le rassicurazioni dei suoi compagni.

Gilbert non si era più fatto vedere, o almeno così pensava Roderich.

L'immagine di Elizaveta e del prussiano insieme continuava ad essere al centro dei suoi pensieri. Non era neanche riuscito a rivolgere la parola alla donna, che sembrava ignorarlo completamente.

Magari con lo spettacolo si sarebbe risolto tutto. Magari dopo l'esibizione Elizaveta avrebbe preferito sedersi sulle sue gambe invece che su quelle di Gilbert.

Ancora quella scena.

Quel collo perfetto, su cui andavano a ricadere ciocche di quei bellissimi capelli, baciato da quel bastardo.

Elizaveta glielo aveva permesso e, probabilmente se lui non fosse entrato nella stanza, gli avrebbe permesso di andare ben oltre i baci.

No. Roderich non poteva continuare a pensare a quella maledetta scena. Non si era unito alla compagnia per ricevere minacce da Gilbert o per rattristarsi. Anche quella di voler suonare, sotto sotto, era una scusa. Il motivo principale era Elizaveta, che con la sua sua voce, il suo carattere e la sua bellezza lo aveva conquistato. Non poteva resisterle, e questo lo capì la prima volta che la guardò negli occhi. Quegli occhi così verdi e profondi.

Una pacca sulla spalla da parte del capo fece tornare l'austriaco con i piedi per terra.

"Ci siamo, ragazzo. Questa è l'occasione giusta per sfondare!"

Roderich aprì leggermente il sipario e, vedendo il teatro praticamente pieno, cominciò a pensare ad una strategia di fuga che avrebbe potuto adottare. Non poteva suonare davanti a tutta quella gente!

Una goccia di sudore gli attraversò velocemente il viso.

Il capo, vedendolo così nervoso ,non potè fare a meno di sorridere.

"Sai, mi ricordi un pò me da giovane, solo con qualche chilo in meno. Facevo parte di una compagnia poco conosciuta ed io ero un attore. La mia prima esibizione fu un successo, vedrai che anche per te sarà così."

"Lo spero.." disse il ragazzo sorridendo appena al capo.

Roderich tornò dietro le quinte, aspettando Elizaveta.

Appena la donna arrivò, con passo svelto, si precipitò da Roderich.

Cominciò a sistemargli la camicia e i capelli, frettolosamente.

"Vedi di non farmi fare brutta figura, va bene?" disse ridacchiando.

L'austriaco non potè fare a meno di notare il modo in cui era vestita Elizaveta.

Niente di più indecente, secondo la mentalità del ragazzo.

"Ehm, non sei vestita in maniera troppo.. provocante, diciamo?"

"Uh? Intendi per queste?" disse toccandosi il seno messo in vista dalla scollatura dell'abito.

"Naah, stai tranquillo, gli uomini le adorano. Successo assicurato, fidati." continuò la donna con l'aria di chi se ne intende.

Roderich cercava di non guardare. Voleva a tutti costi apparire come un gentiluomo agli occhi della donna, anche se era doloroso perdersi quel "Ben di Dio" che si ritrovava davanti.

Il capo apparve sul palco, con la sua solita espressione entusiasta, ricevendo gli applausi dei presenti.

"Signore e Signori. Quest'oggi, un giovane uomo vi diletterà col dolce suono del pianoforte, accompagnando la splendida voce del nostro fiore più bello. Un applauso per Roderich e Elizaveta!"

Elizaveta entrò in scena con una serie di graziose piroette prima di fare un lieve inchino rivolto al pubblico, che sembrò entusiasta della presenza della donna.

Roderich invece fece la sua apparizione in modo molto meno teatrale, anzi, per niente teatrale. Ricevette decisamente meno applausi, e persino qualche fischio, che provenirono da un gruppetto di uomini in divisa. Chissà perchè a Roderich saltò subito all'occhio Gilbert, che ghignava in compagnia del suo gruppo.

Si sedette, sistemando lo spartito.

Roderich mandò giù il groppo che gli si era formato in gola, poi, cominciò a suonare.

Nessun rumore, solo il pianoforte e la voce di Elizaveta dominavano il teatro.

Oltre a loro due, il silenzio.

Tutti i pensieri e le preoccupazioni svanirono, c'era solo l'emozione di quel momento e la felicità che lo colmava. Di tanto in tanto rivolgeva lo sguardo a Elizaveta, che ricambiava sorridendo, continuando a cantare.

Roderich non si era mai sentito così vivo. Quell'esperienza in Prussia gli aveva fatto capire che non si sarebbe fermato davanti a niente.

Quando l'esibizione terminò, solo gli applausi e la mano di Elizaveta stretta nella sua.

Entrambi si inchinarono al pubblico, per poi uscire di scena.

Sudato, stanco ed entusiasta, Roderich si fece abbracciare da tutti i suoi compagni. Persino Elizaveta lo abbracciò, dandogli anche un bacio a stampo sulla fronte.

Roderich prese seriamente in considerazione l'idea di non lavarsi più.

Gilbert entrò nella stanza, con in mano un enorme mazzo di rose rosse.

Elizaveta gli andò incontro e prese i fiori.

"Grazie, anche se un semplice mazzo sarebbe stato sufficiente.." disse continuando a guardare i fiori.

"Volevo regalarti qualcosa che equivalesse alla tua bellezza, ma non sono riuscito a trovarlo, mi dispiace." disse il generale, sorridendo.

Roderich rimase sorpreso dall'atteggiamento dell'uomo. Il sorriso che stava mostrando non era di malizia e non era uno dei suoi soliti ghigni. Era un sorriso vero, puro. E se Gilbert fosse realmente innamorato di Elizaveta?

Il prussiano cambiò totalmente espressione, dopo aver rivolto lo sguardo all'austriaco. Tornò ad essere quello di sempre, con la sua espressione arrogante.

Baciò una guancia ad Elizaveta e se ne andò.

Roderich era stravolto, non aveva idea che un'esibizione potesse essere così faticosa.

Ormai non c'era più niente in grado di spaventarlo, aveva abbandonato il "vecchio Roderich" e aveva abbracciato quello nuovo.

Avrebbe affrontato Gilbert e avrebbe ottenuto l'amore di Elizaveta, a qualunque costo.


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Il quinto capitolo, scritto sotto atroci sofferenze(?) è ufficialmente tra noi!
Ringrazio tutti quelli che fino ad adesso mi hanno recensito i capitoli, mi hanno reso felicissima!
Vi lassssscio. Buona lettura.
-HikaHika


 

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Capitolo 6
*** Occhi rossi come il sangue ***


Ormai era passata una settimana dallo spettacolo. Roderich decise così di scrivere a sua madre.

 

Mia adorata madre. Non immagini quanto mi addolora l'averti lasciato così, ma sto bene.

E tu?

La scorsa settimana ho fatto il mio debutto nel mondo dello spettacolo. Chi lo avrebbe immaginato, vero?

Madre, ricordi la donna che ti ho menzionato prima di partire? E' così bella, dolce e meravigliosa da non trovare il modo adatto per descrivertela.

Ormai ne ho la certezza, me ne sono innamorato.

Ti prego di perdonarmi, e di comprendere ciò che mi ha spinto a iniziare questo viaggio.

Con affetto, Roderich.

Farle sapere che stava bene era la cosa più importante. Perdonarlo o no stava a lei, lui non avrebbe insistito.

"Roderich, posso entrare?"

La voce di Elizaveta fece sussultare l'uomo, che tornò alla realtà.

La donna entrò lentamente, dando all'austriaco il tempo di infilarsi la lettera in una tasca della giacca.

"Oh, ci sei. Non credo tu sia impegnato, quindi vuoi fare un giro in città?"

"Un giro? Certo! Cioè, va bene. Si."

"Ottimo! Vado a dirlo a Gil, non c'è guida migliore di lui."

disse Elizaveta ammiccando a Roderich, chiudendosi la porta alle spalle.

Non si prospetta esattamente una bella giornata

. Pensò l'uomo.

"E questo è tutto, o almeno quello che posso mostrarvi."

concluse ghignando Gilbert.

"Davvero bella questa città."

si azzardò a dire Roderich, ricevendo in risposta un'occhiataccia dal prussiano.

"Certo, non come la mia adorata Vienna."

continuò l'austriaco.

Non si sarebbe fatto intimorire da quegli agghiaccianti occhi rossi, che lo trafiggevano con lo sguardo.

Non poteva averle tutte vinte. Dopo tutto, anche Roderich aveva un orgoglio da difendere.

"Beh, se la tua adorata Vienna è così bella, perchè non ci torni? Lì il tuo talento sarebbe sicuramente più apprezzato."

"Ad essere sincero, adesso non è proprio mia intenzione. Sai, c'è qualcosa su cui ho messo gli occhi, e non credo di poterlo lasciare così facilmente."

"Sembra che abbiamo messo gli occhi sulla stessa cosa. Perchè non sparisci e basta? Non capisci anche da solo che non hai speranze?"

concluse Gilbert con un tono più aggressivo.

Aveva sicuramente fatto infuriare l'uomo, che sembrava ancora più inquietante in quel modo.

"Bene, ragazzi. Direi che è il caso di smetterla. Dio, non sapete proprio come intrattenere una donna. Me lo faccio da sola un giro!"

Elizaveta diede loro le spalle e se ne andò, con passo svelto.

Gilbert, -da bravo cane fedele- la seguì. Roderich si ritrovò da solo, abbandonato in una città sconosciuta.

Si stava facendo tardi, l'uomo decise di tornare al teatro.

Roderich imboccò un viale poco illuminato e deserto. Metteva i brividi.

All'improvviso sentì dei passi dietro di lui, sempre più vicini. Non fece in tempo ad uscire dalla stretta via, che venne aggredito e trascinato in uno stabilimento.

"Chi siete?!"

Chiese Roderich spaventato.

"Cosa volete da me?!"

"Occhi rossi come il sangue"

"Questo ti dice qualcosa?"


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Salve a tutti! Sono tornata! Cioè, L'ISPIRAZIONE è tornata..
Mi scuso per il ritardo ma fra le feste, il traumatico ritorno a scuola, il sonno etc.. non trovavo nè il tempo nè la voglia di scrivere.
Auguro a tutti un buon anno, anche se in ritardo! Buona lettura, spero che questo capitolo vi piaccia.

-HikaHika








 

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Capitolo 7
*** Occhi rossi come il sangue -2- ***


"Occhi rossi come il sangue"

"Questo ti ricorda qualcosa?"

Roderich non ci mise molto a capire. Quegli occhi rossi potevano appartenere soltanto ad una persona.

Gilbert Beilshmidt. A chi altro potevano appartenere, se non a lui?

"Cosa volete da me?"

Era timore ciò che si percepiva nella sua voce in quel momento. Quando c'era di mezzo quell'uomo, non ci si aspettava niente di buono. Eppure Roderich non lo vedeva tra quei cinque, sei uomini in quella stanza.

E se fosse con Elizaveta? Non era da escludere. Il prussiano non le avrebbe fatto niente di male, ma Roderich non sapeva a cosa pensare.

"Sembra tu abbia 'messo gli occhi' su qualcosa che appartiene a Gil."

"Ci ha detto di non farti del male, suppongo che questo onore sia riservato esclusivamente a lui"

ghignò un uomo, avvicinandosi all'austriaco.

"E' un vero peccato, occasioni del genere non si presentano molte volte. Sei una vera bellezza, peccato tu sia un uomo."

continuò accarezzandogli la guancia.

Roderich sussultò alla carezza dell'uomo, che rimase soddisfatto della sua reazione.

Si scansò, cercando di evitare il tocco di quel depravato.

"Ragazzi, dite che Gil si accorgerà di qualcosa se ci divertiamo un pò con lui?"

"Non fare cazzate Isaak, è disgustoso."

rispose un altro uomo.

"Isaak, tieni le mani a posto. Mi sembrava di essere stato chiaro."

Quella voce fece voltare di scatto gli uomini nella stanza.

Roderich riconobbe all'istante quella voce.

Gilbert.

Il prussiano entrò nella stanza, si tolse il cappotto e si passò una mano sulla fronte imperlata di sudore.

"Fa un caldo bestiale là fuori."

"Dannazione, Gil. Ci hai spaventato!"

"Scusate. Vi stavate divertendo?"

chiese ghignando.

Rivolse lo sguardo all'austriaco, intimorito dalla presenza del prussiano.

"Adesso che sono qui, vedi di aprire bene le orecchie, per l'ultima volta. Tornatene a casa, sparisci, non farti più vedere. Non capisci? Elizaveta mi appartiene, non è niente per te e tu non sei niente per lei."

Gilbert era furioso, lo si capiva anche dal suo andare 'avanti e indietro' per la stanza, senza mai fermarsi a guardare in faccia Roderich.

"Se davvero non conto niente per Elizaveta, perchè mi stai minacciando? Non dovresti essere preoccupato se è davvero così. Eppure mi consideri una minaccia. C'è qualcosa che sai che io non so?"

ribattè l'austriaco con aria di sfida.

Gilbert si voltò versò Roderich.

Gli si scagliò contro, sferrandogli un pugno.

La sua espessione era più furiosa di prima.

Il naso dell'austriaco cominciò a sanguinare.

"Maledizione! Maledizione!"

Gilbert si accasciò sul pavimento, imprecando.

Gli uomini che poco prima stavano assistendo all'aggressione, ora stavano cercando di calmare il prussiano, ricevendo qualche pugno di tanto in tanto.

Roderich approfittò del trambusto per scappare.

Corse verso il teatro, tenendosi con una mano il naso sanguinante.

Quando finalmente arrivò, ad accoglierlo fu Elizaveta.

"O mio dio. Roderich, che è successo?!"

chiese preoccupata.

L'austriaco non era in grado di spiegarle la situazione, non in quel momento.

Gli mancava l'aria per la corsa appena fatta e il naso gli doleva terribilmente.

Elizabeta lo trascinò nella sua stanza, facendolo stendere sul letto.

Gli medicò il naso, pulendolo dal sangue.

Roderich voleva ringraziarla, spiegarle i fatti, ma era troppo debole per farlo.

"Ti prego, adesso riposa. Credo di sapere chi ti ha fatto ridurre così."

disse la ragazza uscendo dalla stanza.

Le palpebre dell'uomo si chiusero. Era salvo, lontano da quelle persone. Lontano da Gilbert.


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Sono tornata, e con me anche Rod, Gil ed Eliza! :D
Volevo ringraziare tutte le persone che mi hanno seguito fin qui, che mi seguono tutt'ora e che mi recensiscono i capitoli. Mi rendete felicissima!
Alla prossima :)
-HikaHika






 

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Capitolo 8
*** Sogno e Realtà ***


Quella notte Roderich sognò. Sembrerebbe qualcosa di normale, ma l'austriaco sognava di rado e puntalmente accadeva qualcosa di brutto.

Si trovava in un luogo molto strano, completamente buio e con un'aria quasi soffocante.

L'uomo si guardava intorno, senza riuscire a trovare la fine di quell'immenso spazio in cui era capitato. Improvvisamente Roderich scorse la sagoma di una donna che camminava lentamente nella sua direzione. Passo dopo passo gli sembrava sempre più familiare, finchè non diventò palese che quella era sua madre.

L'uomo corse verso di lei ma sembrava non arrivare mai. Quando sembrava esserle vicino improvvisamente doveva percorrere ancora parecchia strada. La donna si accasciò a terra, ignorando le urla del figlio che la stava chiamando, disperato.

Una di queste grida fece sobbalzare Elizaveta, che si trovava al fianco di Roderich, intenta a bagnargli la fronte con un panno.

Roderich aprì gli occhi. Era tutto finito, grazie a Dio.

"Avevi la febbre alta, speriamo che ti sia scesa almeno un pò.."disse la donna, posandogli delicatamente la mano sulla fronte.

"Oh, menomale, la fronte è meno calda rispetto a prima. Mi hai fatto prendere un bello spavento.."

"Mi dispiace.. Io non ricordo bene cosa è successo, ma ero terrorizzato, c'era Gilbert.. era furioso e non capisco ancora come ho fatto a scappare.."

Roderich cominciò a tremare.

Gli occhi di Elizaveta si inumidirono. Istintivamente abbracciò l'uomo più forte che poteva, in modo da rassicurarlo.. e anche per rassicurare se stessa.

"Promettimi di non cacciarti più in una situazione del genere!"

"Te lo prometto, ora non piangere però, sto meglio, vedi?" disse Roderich sorridendo.

"Non sto piangendo, stupido!" disse la donna.

Ma i singhiozzi che faceva involontariamente non ingannavano di certo l'austriaco, che abbracciò a sua volta l'ungherese.

Appoggiò la testa sulla spalla di Elizaveta, come fanno di solito i bambini cullati dalle madri.

Proprio così, Roderich adesso era come un bambino, ma Elizaveta non era sua madre.

Lei, era semplicemente la donna della sua vita. Quella per cui avrebbe fatto di tutto, quella per cui sarebbe morto.

"Io ti amo"

La donna però non potè sentire questa frase, si era addormentata tra le braccia dell'austriaco.

Roderich posò delicatamente Elizaveta sul letto, le rimboccò le coperte e la lasciò riposare. Doveva essere molto stanca, dato che aveva badato a lui per tutto il tempo.

Uscendo dalla sua stanza incontrò il capo.
 

"Oh, eccoti qui!"

Esclamò con un gran sorriso in volto.

"Mi hanno appena consegnato una lettera, è per te." Concluse prima di tornarsene a fare chissà cosa.

Roderich guardò la busta e vide che proveniva dall'Austria.

La aprì e rimase scioccato.

La lettera gli cadde dalle mani.

 

"Roderich, spero che questa lettera arrivi in tempo.Tua madre sta morendo. Ti prego torna a Vienna, ha bisogno di te.

Il tuo caro amico, Lorenz."


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Buon giorno/Buon pomeriggio/Buona sera ! Chiedo umilmente perdono per l'assenza e per aver lasciato in sospeso la storia. Ero piutosto impegnata con la scuola e cose di famiglia.
Beh, ora sono qui :D
Sono felicissima di aver scritto un'altra pagina, appena ho trovato un briciolo di ispirazione mi sono fiondata al computer a scrivere! Spero che questo capitolo vi piaccia e che vi piacciano anche quelli futuri!


 Un piccolo appunto su questa pagina.. Il capo della compagnia, non ha ancora un nome XDD
Semplicemente perchè non so che nome dargli, ma vedrò di battezzarlo la prossima volta!
-HikaHika





 

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