Quando tutto è cominciato

di Ninfea 02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Cap1: RITORNO AD HOGWARTS ***
Capitolo 2: *** Cap2:COMPITI, LEZIONI &... COMPAGNI DI SCUOLA ***
Capitolo 3: *** Cap3: NUOVI ANNUNCI ALLE BACHECHE ***
Capitolo 4: *** Cap4: LA PRIMA PUNIZIONE ***
Capitolo 5: *** Cap5: LA CONFERENZA ***
Capitolo 6: *** Cap6: GRIFONDORO CONTRO CORVONERO ***
Capitolo 7: *** Cap7: LA NEVE DI HOGSMEADE ***
Capitolo 8: *** Cap 8: LETTERE ***
Capitolo 9: *** Cap9: FOTOGRAFIE & CONFIDENZE ***
Capitolo 10: *** Cap10: LA SFIDA DEI SERPEVERDE ***
Capitolo 11: *** Cap11: CONSEGUENZE ***
Capitolo 12: *** Cap12: LA NOTTE DELLE REGOLE INFRANTE ***
Capitolo 13: *** Cap13: SULLA CRESTA DELL'ONDA ***
Capitolo 14: *** Cap14:...SOLO UNO SCHERZO... ***
Capitolo 15: *** Cap15: REAZIONI - ULTIMI GIORNI DI UN INTENSO ANNO SCOLASTICO ***
Capitolo 16: *** Cap16: SALUTI&BACI ***
Capitolo 17: *** Cap17: SULL'ESPRESSO DI HOGWARTS... 3 MESI DOPO ***
Capitolo 18: *** Cap18: QUANDO LE CHIACCHIERE DIVENTANO DANNOSE... ***
Capitolo 19: *** Cap19: ...IN UN GIORNO DI PIOGGIA... ***



Capitolo 1
*** Cap1: RITORNO AD HOGWARTS ***


Ciao a tutti! Premetto che questa è la mia prima ff, sono solo una dilettante alle prime armi… Beh, che dire, è solo la storia dei Malandrini e di Lily Evans (più alcuni personaggi minori di mia invenzione) ai tempi del loro sesto anno ad Hogwarts…

Ho cercato di concentrarmi soprattutto sul personaggio di Lily perché mi ispira molto ed è ancora avvolto dal mistero nei libri della Rowling… Voglio dire, di James e compagnia sappiamo già parecchie cose, ma della Evans, a parte che era una bella ragazza dagli occhi verdi e i capelli rossi, non conosciamo nulla… E io me la sono immaginata così…

Un grazie a quanti leggeranno questa storia!

Cap1: RITORNO A HOGWARTS.

Lily fissò la parete di fronte a sé. “Ok. Ci sono. Un bel respiro e…” la ragazza chiuse gli occhi e mosse un passo in avanti, decisa. Questa manovra avrebbe provocato il naso rotto o almeno una qualche botta ad una qualsiasi persona normale, ma Lily non era una persona normale… era una strega, e più precisamente, un’apprendista strega, molto carina per giunta, con capelli rosso scuro lunghi fin sulle spalle, un viso dai lineamenti delicati e due stupendi occhi smeraldini.

Dopo aver varcato la Barriera magica che la separava dal Binario 9 e ¾, riaprì gli occhi e non potè fare a meno di sciogliersi in un sorriso: era di nuovo nel suo mondo, e di lì a poco sarebbe salita per la 6° volta nella sua vita sul treno che l’avrebbe portata alla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Il treno a vapore si mostrava in tutta la sua bellezza emergendo fra i pennacchi di fumo e il binario era gremito di persone: chi si muoveva avanti e indietro, chi saliva e scendeva dal treno, chi chiamava a gran voce i propri compagni di scuola, chi salutava i genitori, chi trascinava gli enormi bauli…

Lily passando fra la folla,ben attenta a non urtare -o essere urtata da- qualcuno, si diresse verso il vagone sul quale era solita darsi appuntamento con le compagne, tirando il suo bagaglio. Stava per salire, ma una persona che scendeva in quel momento le volò letteralmente addosso. “Oh, scusa,scusa… Ma… LILY!!!” prima che la ragazza potesse aprire bocca, una tipa bassa e con una nuvola di morbidi riccioloni biondicci le era saltata al collo e continuava ad urlare, senza voler saperne di staccarsi “Lily, Lily, che bello! Avevo così voglia di rivederti!”

“Sì, anch’io, Corinne, però mi stai strozzando!”

”Oh, scusa!” la riccia distaccò subito.

Il suo visino spruzzato di lentiggini esprimeva tutta la sua gioia nel rivedere l’amica. “Andiamo, vieni, saliamo a prendere i posti!” disse quella, e Lily obbedì trascinandosi dietro -non senza fatica- il grosso baule.

Salirono sul vagone ed entrarono nel solito scompartimento, che era già occupata da un’altra studentessa, dalla carnagione ambrata e corti capelli neri con una treccina colorata sulla sinistra.

“ Ciao Tara!” disse Lily con un sorriso sedendosi di fronte a lei. Quella, che stava guardando svogliatamente fuori dal finestrino verso la barriera si voltò e rispose al sorriso, dicendo con una voce calda e profonda:” Benritrovata a te, Lily…”

Tara Rubens aveva un’aria esotica e anche molto misteriosa, forse per via dei suoi occhi scuri e profondi, o per il fatto che in mezzo alla fronte aveva una perlina cangiante a forma di goccia.

Il treno, con uno strattone in avanti, iniziò a muoversi…erano partiti! Corinne chiuse la porta dello scompartimento e si sedette a sua volta “Che bello! Finalmente si ritorna a scuola..” rise allegramente

“Eri così smaniosa che finissero le vacanze?” chiese Lily

“Oh, no…” rispose quella “i compiti non mi mancavano per niente… E nemmeno le lezioni del professor Rùf o della prof di volo, la Madison…”

Lily ridacchiò di fronte alla smorfia dell’amica e Tara sorrise”… però avevo voglia di rivedervi tutte!” concluse gioiosa Corinne abbracciandole con un sorrisone. “Già” annuì la rossa”Ma..A proposito, dov’è Morgana?” aveva appena finito la frase, che la porta si spalancò e ne entrò una ragazza davvero notevole.

Capelli castano chiari, lunghi fino alla vita e perfettamente lisci, due occhi color nocciola, e un fisichino da top-model, Morgana Freeman fece un ingresso teatrale all’urlo di “ Dove sono, la ragazze più belle di tutta la scuola?”, fermandosi proprio in mezzo allo scompartimento.

Mentre Corinne e Lily si alzavano per abbracciare la compagna, Tara alzò gli occhi al cielo.

Morgana dopo aver salutato le altre due, si sedette proprio accanto a lei e, sporgendosi disse -sempre a voce molto alta-:”Tara!! Non salutano più le amiche?” la mora si girò e con un sorriso tirato mormorò:“felice di rivederti, Morgana... A quanto vedo l’estate non ti ha cambiata…”

“Ma come? Non mi trovi più abbronzata?” fece quella alzandosi e girando su sé stessa.

“Sei senza speranza!” disse Lily, scoppiando a ridere.

Morgana, soddisfatta si rimise a sedere. “Allora, come sono andate le vacanze?” domandò allegramente Corinne alle amiche

“Niente di particolare, tutto ok…” rispose Lily con un’alzata di spalle, mentre Morgana esclamò:“Benissimo!”

“dove sei stata?”

“In Grecia!” proseguì quella “sapete, è bellissima… E poi ho conosciuto un ragazzo che…”

Nello stesso momento, a due scompartimenti di distanza, un ragazzo alto con capelli corvini spettinati e due vivaci occhi marroni dietro le lenti degli occhiali, stava trafficando col suo baule cercando di metterlo vicino agli altri.

“Serve una mano, James?”disse qualcuno alle sue spalle. Quello si voltò con un sorriso, riconoscendo la voce del suo migliore amico: Sirius Black stava con la schiena appoggiata allo stipite di una porta, i capelli neri e curatissimi, un po’ lunghini, i profondi occhi blu,e un sorriso smagliante e astuto dipinto sul viso:il sorriso che faceva sospirare ¾ della popolazione femminile di Hogwarts.

Dietro di lui fece subito capolino un ragazzetto basso e paffutello, dai capelli color sabbia tagliati a scodella:Peter Minus, che squittì “ Ciao James!”.

“Ecco dov’eravate finiti! Accetto volentieri la mano, Siri…” rispose James. L’amico si avvicinò e in un baleno sistemarono il baule,quindi batterono un cinque per salutarsi.

“Come và, scemo?” fu lo scherzoso saluto di Sirius, che prese la testa dell’amico sotto il suo braccio per scompigliargli i capelli. Quello si liberò e cercò di saltargli sulle spalle mentre si dirigevano, ridendo e scherzando, verso lo scompartimento.

Dentro c’era anche un altro ragazzo, pallido e smilzo coi capelli chiari e gli occhi grigi molto espressivi.

“Salve, Remus!” disse allegramente James , salutandolo con una pacca sulle spalle, mentre quello ricambiava con un sorriso ”Ciao James!”.

“I Malandrini di nuovo assieme…” commentò con un ghigno furbo Sirius prendendo posto di fronte a loro, subito seguito da Peter.

“Già!” fece James ”Ci attende un anno di favolosi divertimenti!”disse incrociando le braccia dietro la testa, un sorriso sornione dipinto sulla faccia.

“Non ne sarei così sicuro, sai? Ti ricordo che sono Prefetto e poteri decidere di non chiudere più un occhio quest’anno” rispose Remus di rimando

“Ma piantala, buffone!” esclamò James tirandogli un cuscino e ridendo a sua volta

“Un occhio, dici? Alla faccia! Per me l’anno scorso li avevi serrati tutti e due con le fette di prosciutto alte così per non aver mai denunciato la malefatte dei Malandrini ai professori!” ghignò Sirius rivolto all’amico

“Beh, forse dipende dal fatto, che non sono proprio malefatte, ma solo innocenti scherzetti e piccole trasgressioni delle regole…” rispose James

“…O forse dal fatto che sono anch’io un Malandrino!” completò il biondino

“Però! Ha dell’acume il ragazzo, non trovate?”disse Sirius, facendo ridere tutti quanti.

Subito dopo Peter propose timidamente una partita a Sparaschiocco e gli altri tre accettarono con entusiasmo. Il viaggio proseguì verso nord senza particolari eventi, mentre i quattro amici giocavano e scherzavano.

Quando mancava circa un’ora all’arrivo, la rossa streghetta fece capolino nel loro scompartimento.

“Ciao ragazzi! Remus, sono venuta chiamarti, dobbiamo andare nel vagone dei Prefetti per non so bene cosa…” disse rivolta al biondino (Lily era infatti l’altro Prefetto di Grifondoro). Remus annuì e si alzò mentre James era balzato in piedi non appena aveva visto la ragazza entrare.

Sfoderando uno smagliantissimo sorriso le fu accanto e le mise un braccio attorno alle spalle esclamando:”Lily! Che piacere vederti!” con un’aria molto baldanzosa e sicura di sé.

Lei rispose:”Altrettanto James…” con una sfumatura di leggera seccatura -James Potter non le era esattamente simpatico, non che lo detestasse o che non si potessero vedere, però non sopportava quel suo fare da “guardatemi tutti che sono il più bello”… E lui d’altro canto non poteva fare a meno di pavoneggiarsi, soprattutto di fronte a una ragazza carina come Lily-

Sirius spostò lo sguardo dall’uno all’altra e sorrise sotto i baffi: “Smettila di fare il galletto, Jamie!” lo prese in giro.

“Ma se la sto solo salutando! Sono mesi che non la vedo!” ribattè l’interessato.

”Sì, va beh… insomma, Remus, vieni o no?” disse lei che iniziava a innervosirsi.

“Eccomi, eccomi..” fece l’altro scavalcando Peter e ridacchiando a sua volta.

Appena la porta dello scompartimento si fu chiusa alle spalle dei due Prefetti, Sirius sogghignò malignamente rivolto a James:”Sei sei senza speranze!”

“Ehi! Ma che dici! Si vede lontano un miglio che non può resistere al mio fascino!” disse il morettino spettinandosi ulteriormente i capelli con fare vanitoso

“Sì, come no!!!” rise l’altro, assieme a Peter.

“E’ inutile, James… Lily rimarrà una delle poche ragazze su cui non riuscirai mai a fare colpo! La scommessa dell’anno scorso l’ho vinta io!”

”Ti ricordo” lo interruppe James impettito e serio “che la scommessa era che sarei riuscito ad uscire con lei almeno una volta prima della fine della scuola! E mancano ancora due anni perché noi completiamo gli studi ad Hogwarts!”

“Ok, come vuoi tu!” rispose Sirius senza smettere di ridacchiare “Per me è uguale, tanto perdi comunque…”

Circa ¾ d’ora dopo, il treno rallentò fino a fermarsi e una fiumana di studenti nelle loro divise nere si riversò sul binario della stazione di Hogsmeade. Qui li attendevano delle carrozze trainate da invisibili destrieri che li avrebbero condotti al castello.

Lily, Corinne , Morgana e Tara presero posto sullo stesso mezzo, così come James, Sirius, Remus e Peter.

Di lì a poco i ragazzi si trovavano nella immensa Sala Grande del castello, illuminata da decine di candele volanti e con un soffitto che rifletteva il limpido cielo stellato. Gli studenti salutavano i compagni che non avevano ancora visto sul treno e, fra un brusio eccitato, tutti presero posto alle enormi tavolate.

“Ragazziiiiii! E’ magnifico rivedervi!!!” strillò Morgana alle spalle di James e Sirius stritolandoli in un abbraccio, per poi sedersi accanto a loro e vicino a Remus al quale rivolse uno scintillante sorriso. Di fronte a loro presero posto Lily, Tara e Corinne.

“Ben arrivate a voi fanciulle!” fece Sirius con un comico inchino,che fece arrossire leggermente Corinne, la quale aveva un debole per lui fin dal 1° anno, mentre Ramoso e Lunastorta si limitarono a sorridere loro con un cenno disinvolto del capo e Peter ridacchiò in modo impacciato -era un tipo molto timido con qualunque esemplare del mondo femminile.

In quel momento la McGranitt, una prof dall’aria molto severa entrò accompagnando il corteo dei primini che dovevano affrontare lo Smistamento per entrare a far parte della scuola e tenendo in mano il vecchio e consumato Cappello Parlante. Dopo ogni nome, il ragazzino/a (sempre visibilmente nervoso) si avvicinava allo sgabello del Cappello Parlante e quello, calato sugli occhi, diceva la Casa a cui questo era assegnato… Quindi, regolarmente dalla tavolata occupata da quest’ultima si sollevavano applausi e ovazioni. Sirius era di sicuro uno di quelli che faceva più baccano di tutti, battendo le mani sulla tavola e urlando a squarciagola pur non conoscendo nemmeno uno dei nuovi arrivati. Finito lo smistamento, Albus Silente, il preside di Hogwarts si alzò in piedi facendo tintinnare il cucchiaio contro il bicchiere per richiamare l’attenzione per poter pronunciare il solenne discorso di inizio anno.

“Bentornati a tutti voi innanzitutto!” esordì l’anziano mago dalla barba argentata ”Un nuovo anno sta per cominciare! Non voglio annoiarvi più di tanto, per quello ci sono già i vostri amati professori,” e qui il ben noto luccichio azzurro e ironico illuminò i suoi occhi”… Solo mi limito a ricordarvi le solite regole della scuola, mai troppo note per alcuni dei presenti.” Silente lasciò scorrere uno sguardo per tutta la sala, indugiando impercettibilmente verso l’angolo dei Malandrini, che si scambiarono sorrisi complici.

”Dunque, come tutti sapete, l’ala est del terzo piano è vietata a tutti gli studenti e la Foresta proibita, come recita il nome, deve rimanere inviolata. L’elenco di tutti gli arnesi a voi tanto cari che sono vietati per volere del nostro custode,Mastro Gazza, è affisso alla bacheca generale e in quella delle Sale Comuni delle rispettive case. E ora… buon appetito!”.

Ad uno schiocco delle dita del preside, le tavolate si imbandirono di cibi succulenti. “Yuuhu! Si mangia ragazzi!” disse Sirius prima di tuffarsi a capofitto su un invitante pezzo di arrosto. Morgana lo fissava mezza scandalizzata e mezza disgustata, mentre Lily scuoteva la testa.

“Sirius! Insomma!” disse la ragazza dai lunghi capelli castani.

Quello si fermò e, sollevando il capo, la fissò coi suoi occhi blu “Sci?” biascicò con la bocca piena;

“Potresti anche metterci un po’ di buone maniere!” ribattè lei.

Lui si guardò intorno sul tavolo, deglutì rumorosamente il boccone e rispose:”scusa,sai, ma non le vedo…. Comunque, davvero, l’arrosto è già ottimo così!”, al che tutti quanti, persino la raffinata Morgana, scoppiarono in una fragorosa risata.

Iniziò così per i nostri amici il sesto anno ad Hogwarts.

 

 

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Capitolo 2
*** Cap2:COMPITI, LEZIONI &... COMPAGNI DI SCUOLA ***


Ehm, ciao, sono di nuovo io! Volevo solo dirvi che lo so, il primo cap. era un pochino deludente, ma vi assicuro che questo ha già tutta un’altra atmosfera! (Almeno spero!) Ringrazio quanti hanno letto la storia, e mi raccomando, commentate!!! Uno smack e buona lettura!


Cap2: COMPITI,LEZIONI e… COMPAGNI DI SCUOLA
La mattina dopo James e i Malandrini scesero a far colazione decisamente in ritardo, e tutti con un’aria mezza addormentata: la sera prima avevano festeggiato il ritorno ad Hogwarts con una megabattaglia a colpi di cucinate che si era protratta fino a notte fonda, ed ora ne pagavano le conseguenze.
“Sarà meglio sbrigarsi!” disse preoccupato Remus mentre i quattro correvano per i corridoi slittando abilmente fra i diversi gruppi di studenti per raggiungere l’aula di Difesa contro le Arti Oscure, la loro prima lezione di quell’anno “Non vorrei proprio iniziare l’anno arrivando in ritardo alla prima lezione del professor Penn…”.
Sirius, che era in testa a tutti, arrivò con una scivolata di fronte all’aula di Difesa, si passò una mano sui capelli per darsi una sistemata e quindi aprì la porta ed entrò con fare disinvolto, subito seguito da James e Remus e, per ultimo, da Peter che tentava di non farsi notare nascondendosi dietro alla spalle dei suoi amici, cosa non difficile, data la sua statura.
“Vedo che voi quattro non vi smentite mai… “ disse loro il professore non appena entrati.
Andreas Penn, prof di Difesa contro le Arti Oscure da tre anni a quella parte, era un tipo alto e aitante, con i capelli un po’ brizzolati, che da giovane doveva aver avuto “un fisico da urlo” per dirla alla Morgana. Su di lui circolava la leggenda, mai verificata, che fosse stato anche un campione di Quidditch, cosa che entusiasmava particolarmente James; era un ottimo prof, molto severo, ma anche spiritoso.
“Non volevamo darle questa delusione proprio all’inizio dell’anno” disse Ramoso con un sorriso scaltro.
Il professore sorrise di rimando, dicendo:”Fai poco lo spiritoso, Potter… Ora ritirerò i compiti per le vacanze, vedremo chi sarà l’ultimo a ridere…”.
Un sussulto serpeggiò fra alcuni degli studenti che, evidentemente, quanto a compiti estivi non avevano la coscienza molto pulita. Peter, ad esempio, squittì uno “Speriamo che il tema gli vada bene lo stesso, mi sembra così corto”, e si sentì distintamente Morgana, preoccupata, bisbigliare a Corinne:” I compiti, ha detto? Ritira già i compiti?”. Tara non batté ciglio (d’altronde era una delle studentesse migliori della scuola) e Corinne si affrettò a tirare fuori il suo tema per un confronto dell’ultimo minuto con Lily, anch’essa perfettamente tranquilla, così come gli altri tre ragazzi.
“Black… Evans…” il professor Penn diceva il loro nome mano a mano raccoglieva i fogli di pergamena “Freeman…” chiamò fermandosi di fronte a Morgana.
Lei sfoderò il migliore dei suoi sorrise di scusa mormorando con occhi supplichevoli:“Oh, mi dispiace… Prof, non sapevo che i compiti li ritirasse oggi…”
Penn non era certo un tipo da lasciarsi addolcire con così poco:” Non li ha fatti, signorina Freeman?” domandò guardandola al di sopra dei suoi occhiali.
“No,ehm… E’ che…” era chiaro che Morgana stava disperatamente cercando una scusa valida.
-Che tonta!- non potè fare a meno di pensare James: se lui si fosse trovato al suo posto -e gli era capitato innumerevoli volte- si sarebbe preparato una scusa decente quantomeno un’ora prima… D’altronde Morgana era fatta così, non si era mai data troppa pena per la scuola, in parte perché non aveva voglia di sbattersi, in parte perché contava molto sulla sua -secondo lei- irresistibile charme.
“Li ho dimenticati nel dormitorio” sospirò alla fine con aria affranta.
“Che attrice consumata!” sussurrò Sirius a Remus, suo vicino di banco, facendolo ridacchiare. “Scommetto quello che vuoi che non ha fatto nemmeno un compito, tranne quelli della McGranitt…”
”Forse” puntualizzò l’altro
” Già…” Riprese Siri “probabilmente li copierà da una delle ragazze oggi pomeriggio”.
“Mmmh…” fece il professore sovrapensiero “Vorrà dire che me lo consegnerà domani il tema, signorina Freeman…” disse voltandole le spalle per proseguire il suo giro tra i banchi, mentre lei sorrideva soddisfatta “…Però più lungo di quaranta righe rispetto agli altri.” concluse lui e Morgana sgranò gli occhi presa alla sprovvista. “Accidenti a lui e alla sua pignoleria!” borbottò la ragazza mettendo il broncio.
Lily, che le era accanto cercò di consolarla: ”Dai, poteva andare peggio…” le sussurrò.
Il professore, intanto, aveva completato il suo giro e ora stava seduto sulla cattedra fissandoli dietro alle lenti degli occhiali.
“Stamattina” iniziò ”Vorrei illustrarvi il programma di quest’anno… Avremo a che fare con altre creature oscure, decisamente più pericolose, come i Naz-gul, e inizieremo a trattare i contro-incantesimi di Fatture e i Malocchi di 3°livello… Ci eserciteremo inoltre con gli incantesimi di difesa fondamentali, che dovrete assolutamente conoscere… Per finire, l’anno scorso abbiamo concluso trattando in teoria le tre Maledizioni Senza Perdono… Quest’anno completeremo l’argomento approfondendo la parte pratica.”
Fece una pausa per assaporare l’effetto che le sue parole avevano avuto sulla classe: Remus, Sirius e James pendevano dalle sue labbra, il piccolo Peter sembrava alquanto nervoso -non era proprio un asso in questa materia-, Corinne aveva gli occhi sgranati, Morgana era ancora imbronciata però alle parole “Maledizioni senza Perdono” si era fatta improvvisamente più attenta, Tara aveva uno sguardo impassibile, e Lily, dopo un attimo di silenzio domandò:”Pratica?” con un accento un po’ scettico.
Tutti si voltarono a guardarla.
“La pratica le crea qualche problema, signorina Evans?” chiese Penn togliendosi gli occhiali per fissarla dritta negli occhi.
“No” disse lei ferma, sostenendo il suo sguardo ”Solo che so che ne è severamente proibito l’insegnamento in qualunque scuola che non sia l’Accademia degli Auror.”
Il prof sorrise ”Mi aspettavo un obbiezione del genere da parte di qualcuno…” disse, quasi con ammirazione. “In effetti sì, la vostra compagna ha ragione” proseguì rivolto alla classe “L’insegnamento delle Maledizioni Senza Perdono è proibito, a livello di esercitazioni pratiche. Tuttavia, è ferma intenzione mia e del professor Silente farvene apprendere almeno le pratiche fondamentali nel corso di questi due anni… Il perché è presto detto.
Penso che tutti voi siate al corrente dell’ attuale situazione del mondo magico, di questo Lord Che-non-può-essere-nominato, il quale sta raccogliendo attorno a sé un gran numero di seguaci, diffondendo l’insegnamento delle Arti Oscure… E credo anche sappiate che, per quanti sforzi faccia, il Ministero della Magia non tiene minimamente sottocontrollo le attività di questo tizio… Ecco perché è importante che voi impariate a conoscere le arti di cui si serve, dal momento che se seguite ancora questo corso è perché l’anno scorso, nel decidere la vostra strada futura, avete fatto una scelta ben precisa…”.
Seguì un momento di silenzio, poi la voce di Lily risuonò di nuovo, chiara e limpida:” Dunque ci insegnerete a torturare e controllare la volontà altrui… per sapere come agisce questo Lord Oscuro?”
“Per difendervi.” La corresse secco il prof “E per prepararvi per un futuro che potrebbe non essere così sorridente.”
Lily stavolta non trovò più da replicare. Abbassò il capo con un lampo negli occhi e stette zitta.
“Comunque non inizieremo subito con questi argomenti… Per ora aprite il libro a pag.6 e iniziate col prendere appunti…”.
“Ma che gli prende quest’anno alla Evans?” bisbigliò Sirius –che evidentemente non riusciva proprio a stare zitto- a James sporgendosi dal suo banco in avanti. Ma anche l’amico era spiazzato e fissava la ragazza dai capelli sanguigni senza riuscire a capire.

“Beh, se non altro lui non ci ha riempiti di compiti…” disse James riferendosi al professor Penn, mentre, dopo un veloce pranzo, i Grifondoro si dirigevano alla loro seconda lezione della giornata, Pozioni, che si teneva nei sotterranei del castello, dove c’era un vasto salone adibito a laboratorio.
“Parla per te!” ringhiò fra i denti Morgana che si trovava alle sue spalle “Oh, dai, su, potevi aspettartelo!” la rimbeccò il morettino, con una punta di malizia girandosi verso di lei a iniziando a camminare all’indietro per guardarla in faccia.
L’umore di Morgana stava rapidamente passando dalla fase idilliaca del “come-sono-felice-di-tornare-a-scuola” alla fase “non-mi-parlare-insieme-se-vuoi-vivere-perché-sono-incavolata-come-una-bestia-dal-momento-che-non-ho-fatto-i-compiti-e-ora-non-so-dove-sbattere-la-testa”; perciò, dopo l’amabile osservazione del suo compagno di classe, la ragazza cominciò ad urlargli contro con una voce più stridula e acuta del solito:”Senti, James Potter, non mi rompere, è chiaro?? Ho già abbastanza guai per il primo giorno di scuola senza che tu inizi a fare le tue odiose, infantili e stupide osservazioni e battutine, quindi…”.
In quel momento James, che la guardava con un sorriso canzonatorio dipinto sul viso, sempre camminando all’indietro, andò a sbattere contro uno studente che stava fermo proprio di fronte all’aula di Pozioni, e per poco non cadde in terra.
“Oddio, Potter… quest’anno non riesci a stare in piedi, mi domando come farai a stare a cavallo della tua bella scopa per prendere il Boccino” disse con voce fredda il ragazzo con cui si era scontrato James: Steve Rosier, Serpeverde, li fissava con uno sguardo di superiorità dai suoi occhi scuri. Dietro di lui faceva capolino un altro ragazzo,alto e magro, dai capelli neri appiccicati alla fronte: Severus Piton, che ridacchiò malignamente.
L’occhialuto Grifondoro, che nel frattempo si era ricomposto lo fissò sprezzante di rimando. “E’ buffo che a parlare sia proprio tu, Rosier…” gli disse” che l’anno scorso hai perso miseramente la Coppa del Quidditch contro di noi!”
“Mi pareva strano che Mr. Perfezione non avesse ancora iniziato a vantarsi delle sue patetiche glorie al Quidditch…” sussurrò Piton stringendo gli occhi a due fessure. Nonostante cercasse di nasconderlo, la sconfitta dell’anno precedente gli bruciava ancora molto.
“Ti conviene farti gli affari tuoi,Mocciosus!” sibilò Sirius.
L’altro stava per ribattere con un’espressione tagliente, ma Lily fu più veloce. Si parò davanti a James (che intanto si era avvicinato pericolosamente a Rosier con fare minaccioso) e disse rivolta agli studenti in cravatta verde e argento: ”Basta! Non è proprio il caso che incominciate con queste bambinate il primo giorno di scuola!”.
“Oh, sì, ci mancava tanto miss Prefetto-Grifondoro con le sue perle di saggezza!” disse ironica un’altra Serpeverde arrivando alle spalle di Rosier.
Bellatrix Black (cugina di Sirius, anche se non avrebbe potuto essere più diversa) scosse la lunga chioma corvina e mossa fermandosi di fronte a Lily per perforarla con i suoi occhi di ghiaccio. Lily, però, non raccolse la provocazione e si voltò dall’altra parte con gli occhi al cielo per entrare nell’aula,lasciando Bellatrix con un palmo di naso. Sirius passò accanto alla cugina con Remus senza nemmeno considerarla per andare a prendere posto fra i banchi.
Ramoso si sedette accanto a Lily, rivolgendole un sorriso smagliante come ad approvare ciò che aveva appena detto, ma quella gli rispose con un’occhiata inceneritrice dai suoi occhi verdissimi, cosa che lo fece restare completamente spaesato.
“Ma… che c’è?” chiese il ragazzo
“Oh, nulla! Ma insomma!” sbottò lei:”Non riesci proprio a non abbassarti ai loro livelli, eh? Non vi siete ancora visti e a momenti già vi state insultando!”.
James la fissava stralunato:”Ma Lily, che stai dicendo? Ha cominciato lui, io non ho fatto niente, lo hai visto!”
“No! Io ho visto che TU gli sei volato addosso e non gli hai nemmeno chiesto scusa e DOPO loro hanno iniziato a sparare cavolate!”
Era allibito… Ma stava bene? “Cioè… tu stai tenendo la parte a Rosier e a Piton!”
Lily si infiammò:” Io non tengo la parte proprio a nessuno, caro! VOI invece vi comportate come dei ragazzini! E’ assurdo! James Potter, hai 16 anni, non ti sembra di essere un po’ cresciuto per queste cretinate? Non è ora di darci un taglio con questa storia?” il ragazzo la guardò ancora un istante, poi la rabbia ebbe il sopravvento… Chi si credeva di essere la bella Prefetto per trattarlo così?
“Quando fai così sei veramente insopportabile, Evans!” le sibilò. Poi si girò dall’altra parte e si ignorarono per tutto il resto della lezione.
Tra la casa di Grifondoro e quella di Serpeverde notoriamente non correva buon sangue, ma particolarmente fra quelli del loro anno c’era proprio un odio reciproco, e ogni occasione era buona per punzecchiarsi a vicenda: gli anni precedenti si era perso il conto dei litigi e delle eventuali (rare) risse che erano scoppiati fra i Malandrini e le Serpi. Infatti in queste occasioni erano soprattutto i ragazzi a scontrarsi, e particolarmente James e Sirius dalla parte dei Grifoni, mentre Lily trovava la cosa assurda quando non pericolosa e la maggior parte delle volte finiva per rimproverare sia “il nemico” sia i suoi compagni. Questo era uno dei motivi principali di disaccordo fra i due, specialmente per lei che non sopportava il comportamento del morettino, sempre a cerca di guai.

Era sera… Lily stava sdraiata sul suo letto a baldacchino, a pancia in su, una mano sulla fronte e l’altra abbandonata sulle coperte godendosi il leggero venticello settembrino che entrava dalle finestre e che la accarezzava i capelli. Morgana stava a pancia in giù sul letto di Corinne, raccontandole una delle sue tante avventure estive e lagnandosi del fatto che mancava veramente troppo alla prima vacanza, mentre l’amica si spazzolava i riccioloni e Tara scriveva una lettera seduta con la schiena appoggiata alla testata del letto.
Il sole stava tramontando e tutto il paesaggio si stava tingendo di oro e arancio.
Dalla finestra del loro dormitorio si poteva vedere benissimo la capanna del guardiacaccia della scuola, Hagrid. Lily era molto legata ad Hagrid… per lei era un vero amico, quasi un fratello maggiore, se non fosse per la sua ingenuità che lo faceva rassomigliare più ad un bambino… In passato lui l’aveva aiutata in situazioni di difficoltà, aveva vegliato su di lei quando, spaurita undicenne, era giunta a scuola, in un mondo nuovo, e le era stato vicino anche quando Andie McLeer, la sua migliore amica lì a scuola, se ne era dovuta andare al terzo anno…e tutto questo Lily non lo avrebbe mai dimenticato.
-dovrò andarlo a trovare, appena riesco…- ripromise a sé stessa.
In quel momento Tara alzò la testa e disse:”Lily, credo che ci sia posta per te…”.
La rossa si tirò su a sedere e vide che dalla finestra spalancata era entrato un gufetto, non più alto di 15cm, che dopo un piccolo svolazzo era andato a posarsi sul suo comodino. Attaccato alla zampa aveva un biglietto chiuso con il sigillo della scuola.
“Sarà una comunicazione per i Prefetti…” disse con indifferenza alle amiche che la guardavano curiose. Aprì il biglietto e lesse le poche righe scritte:
Signorina Evans, dovrebbe cortesemente recarsi nel mio ufficio domani, appena le è possibile. Come al solito, DISCREZIONE.
I miei omaggi, Professor A. Silente, Preside di Hogwarts.
Lily sorrise “Come al solito, professore” pensò.


Ecco fatto... speriamo che sia tutto giusto! Coraggio, ditemi che ne pensate! Uno smack! Ninfea

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Capitolo 3
*** Cap3: NUOVI ANNUNCI ALLE BACHECHE ***


Cap3:NUOVI ANNUNCI ALLE BACHECHE

Dopo il primo giorno di scuola, anche la prima settimana volò senza avvenimenti particolari.
Sirius e James si divertirono come pazzi iniziando fin dalla prima sera a sgattaiolare fuori dal dormitorio dopo il coprifuoco, alla ricerca di ogni sorta di avventure notturne, spesso accompagnati da Remus e Peter. Sotto la protezione del formidabile Mantello dell’Invisibilità di James e con l’aiuto della mitica Mappa del Malandrino, i quattro amici erano già riusciti a infilarsi due volte nelle cucine per un super spuntino notturno e a giocare uno scherzo al custode, Mastro Gazza, loro nemico giurato da quando aveva messo piede in quella scuola l’anno prima.
Le lezioni erano ricominciate normalmente come ogni anno, delle noiosissime tiritere del prof Rùf, alle divertenti sparate della prof di Erbologia, la Tarries, alle difficili esercitazioni di Incantesimi e Trasfigurazione, che si facevano sempre più interessanti, fino alle fantomatiche profezie di quella che i Malandrini definivano come la Prof più fallita delle scuola, la Cooman.
Sebbene quell’anno per loro non vi fossero i Gufo, gli insegnanti sembravano ben decisi a non diminuire il carico di lavoro e compiti pomeridiani da svolgere: i ragazzi del 6° anno dovevano sgobbare come matti per star dietro a tutte le materie, e anche per questo motivo Lily riuscì a trovare il tempo per andare a trovare Hagrid solo la seconda settimana.

Bussò vivacemente alla porta dell’enorme capanna da guardiacaccia di legno e subito quella fu aperta da un omone alto quasi 3m, con un groviglio di crespissimi capelli scuri e una barba altrettanto aggrovigliata. Nel vedere la sua piccola amica, Hagrid si illuminò immediatamente con un sorrisone e la stritolò –letteralmente- con un abbraccio.
“Lily!” disse dopo averla lasciata andare ”E’ bello rivederti, sai, è proprio bello!”.
“Anch’io avevo voglia di rivederti!” rispose la ragazza, dopo essere entrata, togliendosi il mantello e sedendosi su uno sgabello gigante.
Hagrid prese posto al tavolo: “Ti sei fatta più grande sai? Davvero, sembri quasi una donna….”
Lily scoppiò nella sua risata cristallina “Ma Hagrid, sono stata via solo due mesi!”
“Beh, però sei cambiata, si vede che voi femmine cambiate in poco tempo…” borbottò il gigante,un po’ imbarazzato.
Lily sorrise “Però i miei capelli sono sempre quelli!”disse scuotendo la chioma rosso scura. Hagrid aveva una vera passione per i capelli di Lily, per il loro colore più che altro:diceva che era uguale a quello della pelle dei draghi di Romania, e lui adorava le bestie feroci come i draghi.
Passarono il pomeriggio a chiacchierare del più e del meno, di come erano andate le vacanze, dei professori, dei compagni, delle lezioni…
“Ehm,ehm…” il guardiacaccia si schiarì la voce “A proposito di lezioni…” sussurrò “ …Vai avanti con Silente?”.
Un’ombra passò sul viso di Lily,e i suoi occhi smeraldini si fecero più scuri mentre diceva anch’essa sottovoce, abbassando il viso sul tavolo “Sono stata da lui ieri sera…”
“Uhm…” fece Hagrid.
Lei proseguì:”Lui dice che è meglio continuare, anche se ora riesco a controllarmi praticamente perfettamente… Perciò anziché tutte le settimane ha detto che basta una volta ogni 15 giorni.” Concluse.
Hagrid si raddrizzò in tutta la sua imponente statura e la fissò da sotto le sopracciglia cespugliose “Sì…Silente è un grand’uomo… Se dice così mi sa che è meglio fare così…” si alzò dalla sedia dirigendosi verso il focolare.
“Che dici, lo vuoi un po’ di tè?” domandò.
“No, grazie!” si affrettò a rispondere Lily, che aveva già sperimentato sulla sua pelle la terribile cucina di Hagrid “Devo proprio andare!” disse alzandosi a sua volta e infilandosi il mantello.
“Ma …” Disse Hagrid pensoso, facendola fermare sull’uscio “Le fai ancora di notte le lezioni di Silente?”
Lily si voltò:”Certo! Ci vuole DISCREZIONE!” disse con un cipiglio falsamente severo.
Hagrid borbottò poco convinto: ”Beh.. Stai attenta di non farti beccare da Gazza…”.
La ragazza ribattè: “Nessuno ha mai beccato Lily Evans in cinque anni di scuola!” e dopo questa risposta sibillina e un sorrisino scaltro, Lily girò sui tacchi e uscì dalla capanna del guardacaccia.

Quando salì nella Sala comune, Lily la trovò in un caos pazzesco… approfittando del fatto che mancavano i due Prefetti (lei perché era stata da Hagrid e Remus perché era in infermeria, ufficialmente per un mal di testa, in realtà perché quella notte c’era luna piena), Sirius aveva fatto scoppiare alcuni Fuochi del Dottor Filibuster, facendo spaventare una ragazzina particolarmente isterica del primo anno e divertire tutto il resto della Casa presente. Lily diede al malandrino una bella tirata d’orecchie minacciandolo di togliere dieci punti alla loro Casa, e faticò non poco a calmare la ragazzina spaventata che aveva avuto un vero e proprio attacco di nervi. Alla fine obbligò il colpevole ad accompagnare la primina in infermeria per farle dare un qualche tranquillante.
“E trattala con delicatezza!” urlò la rossa alle spalle di un alquanto scocciato Sirius che spariva in quel momento dietro al quadro della Signora Grassa.
“Uff!” sbuffò Lily lasciandosi cadere su una poltrona accanto a Corinne che era presente lì in sala assieme a Tara.
“Fare il prefetto deve essere un lavoraccio…” commentò la ricciolina con un’occhiata comica all’amica sprofondata fra i cuscini della poltrona.
“Già!” rispose la rossa “soprattutto se quelli che dovrebbero essere i più maturi e darti una mano, sono quelli che fanno più casino di tutti…”.
Corinne ridacchiò:”Massì, sai che Sirius è fatto così…” mormorò “ E’ che… E’ un po’ vivace, ma in fondo è un bravo ragazzo…”
“Dai, Corinne, dilla tutta…” fece la rossa improvvisamente maliziosa “ Di’ anche che è bello, forte, ha quell’aria misteriosa…”
“State parlando di me, fanciulle?” le interruppe la voce di James che arrivava in quel momento e prese posto accanto a Tara.
“No, non ho detto “quattrocchi borioso”, ma aria misteriosa!” lo rimbeccò subito Lily: ”Stavamo piacevolmente discorrendo sul tuo amico Black!”
“A proposito dov’è? Dovevamo provare dei fuochi che…” fece il morettino guardandosi in giro, poi si bloccò a fissare la rossa di fronte a lui.
“Oh, no! L’ hai beccato!” disse con aria rassegnata, mentre Lily faceva un sorriso di trionfo e le altre due ridacchiavano.
“Gliel’avevo detto di aspettarmi!” disse James,scuotendo la testa. “E ora dov’è?Lo hai già mandato in punizione?”
“No, l’ ho spedito in infermeria!” James strabuzzò gli occhioni dietro le lenti
”Quest’anno ho deciso di usare le maniere forti con voi , Potter!” concluse Lily.
Ci fu un momento di silenzio, in cui James la fissò allibito, prima che le tre ragazze scoppiassero a ridere tutte assieme.
“Ma dai, che pirla che sei! Ci hai creduto davvero!” lo canzonò la rossa ”L' ho mandato ad accompagnare una ragazzina che aveva fatto spaventare!”.
Anche James si lasciò andare ad una risata di sollievo: ”Stai diventando terribile quest’anno,Evans!”.
“E così, l’amico Sirius non ti ha aspettato… beh, mi sembrava strano che tu non centrassi proprio niente niente in questo scherzo…” disse Lily, dopo essersi calmata.
“No, è che… ero andato dalla Madison per prenotare il campo di Quidditch…”
“Non cambiare argomento, Potter!”
“No, davvero!” si difese lui “E ora sarei venuto a cercarti, Lily, mi serve il permesso di un Prefetto per appendere questo in bacheca…” disse tirando fuori un foglietto.
La rossa glielo prese e lo lesse velocemente “Provini?”.
“Per un portiere.” Annuì lui con un sorriso furbo.
“Ok, vieni con me” fece lei alzandosi dalla poltrona.
“Oh, guarda…vuoi farti perdonare per come mi hai trattato in questi primi giorni di scuola e allora non riesci a stare lontana da me?” chiese maliziosamente il ragazzo seguendola.
“Niente affatto,mio caro!” rispose Lily “Dal momento che anch’io devo attaccare alcuni avvisi e che la bacheca è tappezzata da far paura, tu mi darai una mano a ripulirla!”
“E ti pareva che tu non mi facessi lavorare!”.
La gigantesca bacheca dei Grifondoro per tradizione non veniva pulita da anni ed era talmente piena di fogli e foglietti che ora veramente non ci stava più nulla. I due ragazzi si misero al lavoro strappando tutti i bigliettini ormai inutili e ce n’erano di tutti i tipi, alcuni assurdi, altri stravecchi.
“Ehi, beccati questo!” fece James prendendone una talmente ingiallito che l’inchiostro non si leggeva più “Deve essere dell’anteguerra!”
“Sì, io ho trovato il bando di un seminario sulla lettura della mano indetto dalla Cooman il primo anno che insegnava qui… mi domando chi sia stato il masochista che vi ha partecipato…E guarda qui! Un manifesto per il Ballo di Natale! E’ di sei anni fa, chissà come mai non ne hanno più fatti!”
“Confessa… Ti sarebbe piaciuto venirci con me!”
“Non sono pazza fino a questo punto,James!”.
La bacheca era ora quasi del tutto pulita e Lily cominciò ad appenderci i fogli nuovi che le aveva dato quella mattina la McGranitt.
“Oh! Il primo fine settimana ad Hogsmeade!” lesse James ”E’ per metà Ottobre… strano, di solito andavamo prima… E quello cos’è?” domandò indicando un piccolo manifesto che Lily stava attaccando con il Magiscotch.
Lei si allontanò di un passo, spostò una ciocca rossa che le stava davanti agli occhi e scandì con la sua voce limpida:” Avviso! Il giorno 31 Ottobre alle ore 17.30 si terrà ad Hogwarts una conferenza sul tema “Il problema delle Arti Oscure nel mondo della magia oggigiorno”. Terrà la riunione il Capo del Servizi Magici di Difesa, il signor B.Crouch. La conferenza si terrà nell’aula di incantesimi al 2° piano ed è aperta a tutti. Si invitano a partecipare particolarmente gli studenti degli ultimi anni, allo scopo di ampliare l’informazione su questioni di attualità che è importante si conoscano al fine di…eccetera eccetera”
“Beh… forte!” commentò James impressionato.
“Tu…hai intenzione di andare ad una conferenza?” chiese Lily sorpresa alzando le sopracciglia.
“Beh, tu no? Voglio dire, se fosse per un altro tema non ci penserei nemmeno, ma questo credo sia importante!”
Lily sembrò riflettere un attimo.“Sì,hai ragione” ammise infine:”Credo che verrò anch’io.” Strappò un pezzo di Magiscotch coi denti e appiccicò l’ultimo biglietto, quello di James. Questo fissò l’avviso un secondo prima di annuire soddisfatto.
“Vediamo di scegliere un buon portiere,eh? La voglio nostra anche quest’anno la Coppa del Quidditch!” disse Lily ironica: sapeva quanto il ragazzo tenesse a quello sport.
Lui infatti si animò subito:”Ovviamente, miss! E comunque la Coppa sarà nostra in ogni caso, voglio dire, con un Cercatore come me! Sai, proprio oggi provavo una mossa che sono sicuro mi farà confondere gli avversari in modo pazzesco e…” Lily alzò gli occhi al cielo… Ma che le era venuto in mente di tirar fuori la Coppa del Quidditch! Solo a sentirla nominare James non poteva far a meno di vantarsi.
“Sì, sì, va bene…” cercò di tagliare corto lei “Ti ho solo detto di scegliere bene, Capitano!”.
Il morettino ribattè: ”Guarda che non lo scelgo solo io.. Ci sarà tutta la squadra ai provini e ognuno darà il suo parere, e… Ehi!” esclamò fissandola negli occhi verdi e mettendole una mano sul braccio: ”Perché non vieni anche tu ad assistere? Con la squadra intendo…”.
Lily lo guardò dubbiosa:”Io? Guarda che non me ne intendo per niente!”
“Vabbè, ma non ci serve un opinione critica, però sei il Prefetto, sarebbe carino da parte tua venire…”
“Chiedilo a Remus, no? Lui si appassiona molto di più a queste cose…” disse la rossa.
“No, domani non può, è… malato.”rispose James ”Allora?”.
Lei fece finta di pensarci su un attimo “Eeeeeh… Ok, dai… Però se mi stufo ti avverto che prendo su e vengo via!”e detto ciò girò sui tacchi e tornò dalle sue amiche. Lui rimase a fissarla mentre si allontanava, scandalizzato:”Non ci si può stufare a Quidditch!”.

Il giorno seguente alle 4, l’ora fissata per i provini, James, Sirius e Lily scesero assieme al campo da quidditch. Là trovarono già il resto della squadra che li aspettava dietro ad un enorme cattedra, dove avevano preso posto per fare da giuria.
James si sedette proprio al centro del tavolo, con da una parte Lily, e dall’altra uno dei Cacciatori, Sam Vanner, uno del 4° anno; in parte a questo stava il Battitore, Erick Cotton, un bel ragazzo del 5° anno,e più in là sua cugina Moira, una morettina del 3° anno, la più piccola e anche l’unica femmina della squadra; al fianco di Lily c’era Sirius, il secondo micidiale Battitore, ampiamente accreditato come il più bel giocatore di tutta la scuola, e al suo fianco l’ultimo Cacciatore, Thomas O’Neil(4°anno).
“Bene direi che possiamo cominciare!” esordì allegramente James, il capitano. “ Tom, tu mettiti di fronte alla porta con la Pluffa e fai qualche tiro, parti prima da quelli più facili, poi man mano aumenta la difficoltà… Moira, vai a chiamare il primo giocatore, per favore ”.
Furono i provini più divertenti a cui Lily avesse mai assistito… si presentarono almeno una decina di persone, ma non si era mai visto in tutta la storia del quidditch una risma di aspiranti portieri così imbranata!
Dopo quasi due ore di lanci, il povero Tom aveva mandato a segno più goal che in tutta la sua carriera, e senza nemmeno sforzarsi… Addirittura si era presentata una ragazzina del 2°anno che aveva candidamente confessato di essere lì solo perché voleva giocare col capitano della squadra, il leggendario James Potter! Questa rivelazione aveva fatto arrossire vistosamente l’interessato e ridere a crepapelle Sirius e Lily, che lo presero in giro tutto il resto del pomeriggio. Purtroppo per la squadra però non c’era molto da ridere,e dopo aver valutato 11 candidati su 12 l’umore generale era decisamente sottoterra.
“Non possiamo non avere un portiere!” gemette James picchiando la testa sul tavolo mentre il penultimo aspirante si allontanava scoraggiato.
“Bandom, dove sei?” piagnucolò Sam alzando gli occhi al cielo (Bandom era il portiere dell’anno prima).
“Io lo sceglierei in base alla simpatia a questo punto! E di sicuro arriverebbe prima la tua piccola ammiratrice!” ironizzò la rossa Prefetto, che a quanto pareva era l’unica che aveva ancora voglia di scherzare.
“C’è n’è ancora uno però…” mormorò cauta Moira.
“Sì, se è come tutti gli altri, possiamo dire addio al titolo di campioni…” rispose Sirius atono, lo sguardo fisso davanti a sé.
“Oh, andiamo Sirius, non fare così… In fondo è solo un gioco, no? Quello che conta è che vi divertiate, poi andrà come andrà…” cercò di rianimarlo Lily.
-Questa faccenda del quidditch li prende veramente tanto!- Pensò la ragazza.
L’aitante battitore si girò per fulminare con lo sguardo colei che aveva osato minimizzare in modo così sacrilego il suo sport preferito, ma si bloccò a metà strada rimanendo a fissare con la mascella pendula l’ultimo aspirante portiere che faceva in quel momento il suo ingresso nel campo.
Tara Rubens, la loro compagna di classe si fermò davanti a loro, vestita con una perfetta divisa da gioco, l’aria imperscrutabile come sempre.
“Tara?” esclamò James, piuttosto stupito.
“Infatti.” Confermò lei, mentre faceva scivolare la lunga treccina colorata dietro l’orecchio perché non le stesse nei piedi. Vedendo che tutti la fissavano senza parlare, alcuni increduli, altri scettici, altri semplicemente sorpresi, la ragazza sbottò:”Allora, devo aspettare domani mattina per fare il mio provino?”. James si riprese subito e con un sorrisone le fece cenno di accomodarsi davanti alla porta.
“Fagli vedere chi sei,TARA!” la incitò Lily coi pollici alzati.
Tom scosse la testa… La ragazza si muoveva con troppa calma perché avesse i riflessi di un buon portiere. Prese la mira e lanciò un tiro facile, ben piazzato. Tara lo parò senza alcuno sforzo. Il Cacciatore le tirò ancora alcuni tiri facilini, che lei fermò con sicurezza.
Tutta la squadra abbandonò l’atteggiamento disinteressato e scoraggiato che aveva avuto fino a pochi istanti prima per seguire le mosse della ragazza con più attenzione.
–Vediamo se prendi anche questo!-pensò Tom. Caricò il braccio e le fece un tiro ad effetto molto potente; la palla saettò con una parabola più alta rispetto al punto in cui si trovava Tara e tutti i giocatori seguivano il lancio col fiato sospeso, finché… “Non ci credo!L’ HA PRESA!” urlò la piccola Moira.
Tutta la squadra esplose in grida e applausi festanti, Sirius balzò in piedi e, scavalcata la cattedra, corse ad abbracciare la compagna appena scesa a terra, mentre James non faceva altro che gridare:”La prendiamo!La prendiamo subito! Sei in squadra, Tara!” ancora incredulo per tanto insperata fortuna.
Anche Lily si avvicinò all’amica che stava guardando Sirius con aria truce per via della sua… advance, diciamo.
“Ottimo lavoro, Tara!” disse sorridendo, poi più a bassa voce le sussurrò:” Non lo ammetteranno mai, ma li hai salvati dallo sfacelo!”. E anche la fredda Tara non potè fare a meno di lasciarsi andare ad un sorriso, guardando i ragazzi che si abbracciavano esultanti.
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Capitolo 4
*** Cap4: LA PRIMA PUNIZIONE ***


Ciao a tutti quanti seguono questa ff!
A dir la verità, vedendo i commenti, siete un po’ pochini, ma cmq… Come si dice, pochi ma buoni, giusto?
Prima di tutto voglio ringraziarvi per i consigli e gli incoraggiamenti che mi date, soprattutto Sarah (… Ma tu hai scritto qualche storia x caso?) e Danielle e Karin87 e Serena e… tutti gli altri che ora non ricordo! Perdonatemi! Il vostro parere mi è davvero utile, e poi mi prende bene sapere che la mia storia è apprezzata, quindi vi esorto di nuovo a recensire, a costo di essere ripetitiva e rompiscatole! ;-)
Ora basta coi commenti sennò vi rompete e non leggete più…
Vi dico solo che tengo molto a questo cap, è uno di quelli che mi piace di più, quindi aspetto numerosissime recensioni,ok?
Spero che piaccia anche a voi…

Cap4:LA PRIMA PUNIZIONE.

Settembre volò via velocemente. Le lezioni proseguivano normalmente, i ragazzi continuavano –più o meno- a studiare, e le squadre delle quattro Case ad allenarsi assiduamente in vista dell’apertura, ormai imminente, della nuova stagione di quidditch.
Un pomeriggio,i nostri amici si trovarono in sala Comune a fare i compiti tutti seduti allo stesso tavolo…o meglio:le ragazze più Remus facevano i compiti, Morgana piagnucolava perché non le usciva correttamente una mappa stellare per Astronomia, Peter era in panne per un incantesimo di Difesa contro le Arti Oscure, e James e Sirius continuavano a fare baccano.
Ad un certo punto, Lily, esasperata, alzò la testa e sibilò ai due malandrini:”Se non la piantate subito di parlare, giuro che vi lancio una fattura!”
“Oh! Che violenza la nostra Prefetto, quest’oggi!” ribattè ironico Sirius.
“Sirius abbassa la voce, c’è gente che vuole studiare!”lo rimproverò il saggio Remus.
“Liliiiiiii! Perché questa cosa non mi esce?” si lagnò Morgana.
“Avrai sbagliato qualcosa… Di solito è per quello…” mormorò la rossina distrattamente, troppo concentrata sul suo tema di Storia della Magia.
“Fammi vedere!” si intromise subito James, strappandole il foglio di mano.
“Ehi! Ridammelo! Ho chiesto a Lily, non a te!” strillò la ragazza.
Tara chiuse il suo libro con uno scatto pesante che fece ammutolire tutti. Raccolse le sue robe nervosamente tra il silenzio generale e si alzò borbottando:”Me ne vado da un’altra parte, non riesco a studiare con questo casino!”.
“Ben detto, Tara! Ti seguo a ruota! Non è che mi daresti anche una mano con Astrologia, eh?” disse Morgana andandole dietro come un avvoltoio.
“Pietà!” si sentì distintamente mormorare Tara fra i denti, mentre l’altra continuava a parlare a macchinetta:”No, perché non capisco… cioè, la congiunzione Urano-Giove è questa nell’angolo o quella là sopra?E…”.
Lily fece per alzarsi anch’essa dicendo:”Vado anch’io! Con voi non si può fare i compiti seriamente!”
“Ma…” balbettò Corinne che sperava di studiare con Sirius, ma non lo avrebbe mai fatto da sola senza l’amica.
“Oh, Corinne! Ti prego!” sbottò Lily, piuttosto nervosetta quel giorno.
La ricciolina arrossì e seguì l’amica a malincuore lasciandosi sfuggire un sospiro.
“Finalmente soli!” esclamò Sirius allegramente incrociando le braccia dietro la testa dopo che le ragazze si furono allontanate.
“Non so come faccia la gente a dire che sei affascinante,Siri! A me pare che le donne più che conquistarle, le fai scappare!” lo prese in giro l’amico occhialuto.
“Oh, bando alle ciance! Ragazzi, l’ ho fatto apposta perché volevo parlarvi!”. I tre alzarono lo sguardo interessati.
“Di cosa?” domandò Remus guardingo.
Sirius sfoderò il suo sorriso furbo, quello che faceva sospirare decine di ragazze come Corinne. “Beh, direi che dobbiamo cominciare a darci da fare, o no?” sussurrò facendo saettare gli occhi blu tutt’attorno con un’aria poco raccomandabile.
“Cosa intendi dire?” squittì il piccolo Peter che pendeva dalle sue labbra.
L’amico si alzò in piedi e con fare teatrale cominciò a declamare:“Andiamo, ragazzi! Siamo i Malandrini e dopo la prima settimana di scuola non abbiamo combinato più alcuna malefatta? Siamo a metà ottobre, signori e…”
“Abbiamo una marea di compiti.”completò placidamente Remus.
Sirius circondò con un braccio la poltrona dell’amico, sussurrando con un occhiolino e l’aria complice:”Ma questo non è mai stato un problema per noi, giusto?”. James ridacchiò:”Avanti, spara! Che hai in mente Felpato?”.
Sirius si sedette e proseguì con più calma:” Oggi a Pozioni ero disgraziatamente solo un banco più indietro di quei due idioti di Rosier e Piton e… Beh, non ho potuto fare a meno di… cogliere qualche frase della loro conversazione… I due sembravano seriamente preoccupati per il test di Storia della Magia della prossima settimana…”
“Ci credo! Due rimbambiti come loro non riuscirebbero a fare completamente nemmeno una prova di quelle della Tarries su Erbologia!” lo interruppe James, molto interessato (la Tarries era famosa in tutta la scuola per la facilità delle sue verifiche, tanto che nessuno prendeva la sua materia molto sul serio).
Sirius ridacchiò:”Già! Comunque, a quanto pare i due tenteranno di rubare le domande del test stanotte.” Concluse con aria soddisfatta.
Ci fu una pausa di silenzio.
“Ne sei sicuro, Siri?” chiese Remus.
”Assolutamente, Rem!” rispose l’altro.
“Bene!” esclamò James balzando in piedi e cominciando a camminare di fronte ai tre ragazzi. “Possono forse i Malandrini tirarsi indietro di fronte a una tale ignominia? Possono forse permettere che il povero professor Rùf venga raggirato in modo così infamante da parte di due vermi come Rosier e Piton? Possono infine lasciarsi scappare un’occasione ghiotta come questa per incastrare i due bell’imbusti? Ebbene, la risposta è certamente NO!” urlò a voce così alta che fece girare un paio di primini che gironzolavano nelle vicinanze.
“Ottimo, sapevo che avreste accettato!” sorrise Sirius soddisfatto “Allora,sentite..” Tutti i Malandrini si chinarono sul tavolo, tutt’orecchi.”Il piano è per stasera…”cominciò a confabulare il morettino.

Quella sera quando il castello fu immerso nel silenzio più totale, circa a mezzanotte, nella sala comune dei Grifondoro si cominciarono ad udire strani rumori, come di piccoli passi in punta di piedi, sebbene non si potesse vedere nessuno.
Ad un certo punto, un gridolino risuonò nel silenzio ovattato:”AHI! Sirius, mi hai pestato un piede!”
“Scusa,Peter!” sussurrò un’altra voce, e dal nulla comparve la testa di James Potter.
“Così non va ragazzi!” disse sempre a bassa voce per non attirare l’attenzione dell’unica Prefetto che poteva nuocere ai loro piani.
“Siamo decisamente troppo cresciuti per stare in quattro sotto il Mantello dell’Invisibilità!” proseguì, scoprendo anche gli altri due amici e rivelando una scena abbastanza comica: Sirius infatti si era ingobbito all’inverosimile per poter entrare sotto al Mantello di James.
“Peter, te lo dico sempre di mangiare di meno! Dopo si vedono le conseguenze!” scherzò Felpato.
In quel momento si sentirono nitidi i rintocchi della pendola scandire la mezzanotte. Era il segnale convenuto: Remus, rimasto apposta fuori dalla sala, aprì il passaggio segreto nascosto dal quadro della Signora Grassa dall’esterno, pronunciando la parola d’ordine. I tre amici sgattaiolarono fuori.
“Allora, tutti pronti?” chiese il biondino.
“No, abbiamo un problema.” rispose James. L’amico gli lanciò uno sguardo interrogativo.
“Non ci stiamo più qui sotto!” sbottò l’altro per risposta sventolando il mantello.
Remus ridacchiò. “L’avevo pensato” disse “Per questo, a meno che io non sia indispensabile, per stanotte credo che, anche se a malincuore, me ne starò qui.” Concluse semplicemente.
Sirius si morse un labbro:”Mi dispiace, Remus, ma non eravamo preparati a questo… Peter si può sempre trasformare in un topo, ma tu… Credo che non abbiamo scelta.”.
Lunastorta ridacchiò:”Ehi, non fare quella faccia, Felpato! So che ti mancherò…” posò una mano sul cuore con fare drammatico”… ma ci saranno altre occasioni, dai, penseremo ad una strategia la prossima volta… Ora però è meglio che andiate, altrimenti li perdete…Fategli vedere i sorci verdi anche per me.”.
I ragazzi annuirono e si separarono: Remus rientrò nella sala, Peter si trasformò in un piccolo e grasso topolino e gli altri due sparirono sotto il mantello.

La sala comune era di nuovo immersa nell’oscurità e nel silenzio: tre Malandrini erano partiti per la loro avventura notturna e il quarto se ne stava nel dormitorio a leggere tranquillamente. Ma non erano gli unici a essere svegli quella notte…
Una figura scese silenziosamente dal dormitorio femminile, a passo felpato attraversò la stanza e con una piccola forcina per capelli aprì la porta della Sala comune.
Dopo aver lanciato un attento sguardo smeraldino attorno a sé, Lily Evans attraversò l’ingresso e sparì inghiottita dall’oscurità del corridoio.

La rossa arrivò di fronte alla porta dello studio di Silente, dopo aver salito la ripida scala a chiocciola. Dall’interno provenivano due voci di uomini che stavano discutendo. Ebbe un momento di esitazione… Perché l’aveva fatta chiamare se c’era lì qualcun altro? Ma poi scosse la testa dalla chioma infuocata e bussò lievemente.
La profonda voce del preside disse:”Avanti” e la ragazza entrò.
La stanza del preside era un bellissimo studio circolare, le cui pareti erano piene di antichi scaffali con libri, e di ritratti dei vecchi presidi di Hogwarts, che si muovevano e parlavano, incutendo una certa soggezione, illuminati com’erano dalla fioca luce delle candele. Dietro alla scrivania di mogano intarsiato stava Albus Silente, la lunga barba argentata e i vivaci occhi azzurrissimi, e di fronte a lui c’era un altro uomo che Lily non aveva mai visto: non alto, aveva occhi molto piccoli, un pizzetto nero perfettamente curato e i capelli tagliati cortissimi.
“Bartemious, ti presento Lily Evans…Lily, questi è il signor Crouch.” Disse il preside, e Lily, un po’ imbarazzata, tese la mano verso lo sconosciuto. Questo la fissò con i suoi piccoli occhi freddi, prima di afferrarle la mano e stringergliela velocemente… Chissà perché, il suo modo di fare, non metteva la ragazza a suo agio.
“E così è lei…” disse il signor Crouch senza smettere di fissarla.
“Ehm,ehm..” tossicchiò il preside per rompere quell’atmosfera di tensione che si stava creando.
Lily si voltò verso di lui e Silente proseguì ammiccando “Il signor Crouch è il capo dei servizi Magici di Difesa. Verrà qui fra due settimane per tenere una conferenza ed è venuto ad illustrarmi il suo discorso, che rientra poi in un programma più generale di lotta al lato Oscuro. Tale progetto comprende anche una parte di… Possiamo definirla prevenzione e informazione, che è rivolta soprattutto ai giovani…”
“Infatti…” si intromise secco il signor Crouch “Ma questo non centra col motivo per cui l’ ho voluta conoscere, miss… Evans?” Lily lo guardò con gli occhioni verdi dilatati e annuì nervosamente.
L’altro si alzò in piedi e camminò per la stanza fermandosi di fronte alla finestra.
“Io SO la sua storia.” disse tagliente come una coltellata. Lily alzò la testa di scatto e lanciò un’occhiata di paura a Silente, che le rispose con uno sguardo calmo di star tranquilla.
“L’ ho voluta vedere solo per accertarmi a quale sciocca ragazzina il nostro benamato preside ha voluto affidare segreti e insegnamenti di così grande importanza…” disse Crouch voltandosi verso di lei.
“Ora stai esagerando, Bartemious.” la voce di Silente aveva un tono che non ammetteva repliche.
Lily era paonazza… chi si credeva quello per dire certe cose? Lui non la conosceva nemmeno! “Io…” disse Lily, con voce sottile, ma determinata alzandosi in pedi e guardando lo sconosciuto negli occhi “…non tradirò la fiducia che mi ha dato il professor Silente. MAI.”
Crouch le si avvicinò perforandola col suo sguardo:” Davvero?” chiese in tono ironico; poi si fece più serio:” Sarà meglio per te, ragazzina… Sarà meglio per te…”.

“Ci siamo…” sussurrò James ai due amici, aprendo la porta dell’aula di Storia della Magia, che emise un lungo cigolio.
I tre entrarono. Felpato si sfilò il mantello e lo tenne piegato su una braccio. Codaliscia riassunse le sue normali sembianze con un piccolo “plop”. Ramoso estrasse la Mappa e si mise a scrutarla.
“Non c’è ancora nessuno…” disse Peter in un soffio.
“Beh, non tarderanno molto…” rispose Sirius.
“Ma sei sicuro che vengano?”
“Ti dico di sì!”sussurrò il moro irritato “Basterà solo aspettare…”.
Attesero almeno un quarto d’ora, prima di udire il rumore di due persone che camminavano a scatti e con passo lieve nel corridoio.
James controllò la Mappa del Malandrino, la loro fedele compagna di avventure.
“Sono loro! Presto, nascondiamoci!” sibilò, appiattendosi contro il muro accanto alla porta.
Felpato fece lo stesso dall’altro lato, prese la mappa che gli porgeva l’amico, la nascose sotto la sua felpa extra-large e sussurrò:”Nox!” per spegnere la luce della sua bacchetta.
Il piccolo Codaliscia si infilò in ginocchio sotto uno dei banchi.
Immersi nella più completa oscurità, i tre amici sentirono i passi fermarsi di fronte alla porta e questa, cigolando, si aprì di nuovo disegnando un rettangolo di luce sul pavimento.
Due ragazzi entrarono cauti nella stanza e si avvicinarono alla cattedra, passando a pochi cm dal banco dove si trovava Peter.
Si sentì aprire un cassetto, mentre le sagome dei due vi frugavano dentro, spostando i fogli.
A questo punto la voce di James risuonò alta e potente, imitando quella del professor Rùf :”RAGAZZI! Cosa state facendo??”.
I due sobbalzarono e uno si lasciò sfuggire un urlo:”Ci hanno scoperti!”, mentre si apprestava ad una fuga ingloriosa, subito fermata da uno sgambetto di Codaliscia.
L’altro, più sveglio, esclamò:”Lumos!” e subito la punta della bacchetta risplendette illuminando il viso di Piton, con gli occhi socchiusi e la fronte corrugata nello sforzo di vedere qualcosa. Non appena scorse i tre malandrini, il suo volto si trasformò in una smorfia di puro disgusto “Voi…”

Lily camminava silenziosamente per il corridoio del secondo piano, mentre stava tornando nel suo dormitorio. Teneva lo sguardo fisso a terra e ripensava all’uomo che aveva appena conosciuto…
Nella sua testa vorticavano mille pensieri e domande, quando un rumore la riportò alla realtà: in fondo al corridoio si intravedeva la porta dell’aula di Storia della Magia socchiusa e delle voci provenivano dall’interno.
La rossa si fermò, indecisa sul da farsi, poi la curiosità ebbe il sopravvento: silenziosa come un gatto, scivolò aderente al muro fino a giungere sulla porta.
Sbirciò dentro.
La scena che le si parò davanti la sorprese: c’era Peter accovacciato sotto un banco, Steve Rosier a terra, lungo disteso e furente, James e Piton che si guardavano in cagnesco (lei veramente vedeva solo l’espressione di Piton da dove era ma poteva ben immaginarsi quella del malandrino),e quello appoggiato con le spalle alla parete doveva essere quel disgraziato di Black.
James chiese con aria canzonatoria:“Cosa ci fate in giro per la scuola a quest’ora di notte? Non sapete che è pericoloso?”.
“Fatti gli affari tuoi,scemo!” sbraitò Piton.
“Vuoi la guerra, Mocciosus?” sibilò Sirius facendo un passo in avanti.
“No!” disse James, a voce alta “Stavolta ce la vediamo solo io e lui!”.
Felpato si fece da parte e i due cominciarono a girare in tondo, preparandosi al duello.
Lily ora dalla fessura della porta lasciata accostata poteva vedere bene in faccia James, illuminato scarsamente dalla luce di una qualche bacchetta, l’espressione determinata. -Peggio dei bambini!-pensò la rossa.
Ma in quel momento, mentre fissava il viso del ragazzo, questi parve accorgersi della sua presenza dietro la porta perché sollevò il viso, e per un istante lo sguardo di James incontrò quello degli occhi verdi di Lily.
La ragazza fece un salto indietro.
“Merda, mi ha vista!” pensò, le spalle al muro mentre tratteneva il respiro.
Si girò e cominciò a correre veloce e silenziosa e sparì nell’oscurità del corridoio verso il dormitorio.
James rimase un attimo come imbambolato, incredulo per quello che aveva appena visto… Lei! Lei lì! Non poteva essere!
Gli altri, Piton compreso, videro il cambiamento della sua espressione e si fermarono con le orecchie tese, convinti che avesse sentito un rumore sospetto. Infatti, ironia della sorte, proprio in quell’istante si udì un miagolio dal corridoio.
“E’ Mrs. Purr!” squittì Peter terrorizzato.
“Gazza!” esclamò Rosier prima di balzare in piedi e inforcare il corridoio.
Anche James stava per correre fuori seguendo Peter (ormai trasformato e sparito in fondo al corridoio) e Sirius, quando una potente gomitata nello stomaco lo fece ruzzolare a terra.
Piton lo superò veloce, attraversò la porta e urlò: ”Cludeo!“nella sua direzione.
James si rimise subito in piedi e fece per uscire, ma andò a sbattere contro un’invisibile parete che lo imprigionava nell’aula. Senza perdersi d’animo puntò contro l’apertura la sua bacchetta e gridò:”Aperio!”, ma la magia gli rimbalzò addosso facendolo nuovamente finire a terra.
Piton lo fissava con un sorriso maligno :”Addio!”.
“A te,stronzo!”ringhiò Sirius, tornato indietro per aiutare l’amico, sferrando a Piton un pugno sul muso che lo fece finire K.O. sul pavimento e gli cancellò seduta stante il ghigno tronfio.
“Sta arrivando, Gazza!” sussurrò Felpato all’amico dentro l’aula: ”Come si toglie ‘sto incantesimo?”
“Non lo so e non c’è tempo!” rispose James: “Senti, Siri, devi portare via mantello e mappa! Torna in dormitorio!”
“Aspetta, cerchiamo una soluzione!”
“Non c’è tempo… Vattene subito!”
“Non mi muovo senza di te!”
“Non fare lo scemo! Sono sopravvissuto altre volte a Gazza, la cosa importante è che non ci requisisca il Mantello e la Mappa!”.
Sirius lo guardò con gli occhioni blu dilatati “Ma…” per lui era inconcepibile abbandonare l’amico e James lo sapeva… avrebbe fatto qualsiasi cosa per lui, per questo lo spronò di nuovo: “Vattene, su, niente ma, non farmi INCAZZARE!”.
Ora si sentiva la voce di Gazza che chiamava la gatta e stava per svoltare nel corridoio.
Sirius rimase ancora un attimo a fissare l’amico che lo guardava a sua volta con un’espressione determinata.
“E va bene!” disse alla fine, non proprio convinto:”Ma l’idiota qui resta a farti compagnia!” e girandosi verso Piton gli lanciò una fattura Gambemolli all’stante per immobilizzarlo lì, incurante delle sue proteste.
“Vai!” gli intimò James.
Con un’ultima occhiata all’amico, Sirius si dileguò sparendo sotto la pieghe del mantello.
Subito Gazza comparve svoltando l’angolo con un’espressione trionfante e idilliaca: “Stavolta vi ho preso, bambocci!” sghignazzò al culmine della gioia, mentre sollevava da terra un irascibile Piton.
E James, stavolta, dovette chinare il capo sconfitto.

James era stato beccato molte volte a combinare azioni illegali secondo le regole della scuola, ed era abituato a ramanzine e sfuriate… Ma quella volta la McGranitt lo stupì con un‘insaccata memorabile.
Lui e Piton stavano di fronte alla scrivania della professoressa con la testa bassa, evitando di guardarsi, sebbene ognuno morisse dalla voglia di azzuffarsi con l’altro, e non tentarono nemmeno di difendersi. Piton cercò di fare i nomi di Sirius e Peter in modo da far finire anche loro nei guai, ma la vicepreside non era disposta ad ascoltare “uno scapestrato che non ha nulla di meglio da fare che infrangere le regole della scuola”. James si segnò anche questo tiro basso del compagno, ripromettendosi di fargliela pagare.
La punizione fu severa e irremovibile per entrambi:20 punti in meno a ciascuna casa,e il divieto di partecipare alla gita ad Hogsmeade fissata per giorno seguente, che invece i ragazzi avrebbero passato a pulire tutti i bagni della scuola.

James stava inginocchiato per terra, strofinando furiosamente il pavimento con uno straccio, in uno dei cubicoli del bagno dei ragazzi al secondo piano. Da sotto la parete divisoria poteva vedere le gambe piegate di Piton, occupato nella sua stessa attività, che borbottava e imprecava a mezza voce contro James e l’intero corpo docenti.
Per evitare che i due facessero a pugni anche durante la punizione, era stato posto a sorvegliarli Mastro Gazza, che sembrava all’apice della gioia e si divertiva a stuzzicarli con osservazioni ironiche e battute odiose.
Dalle finestre aperte del bagno giungeva il vociare degli altri studenti che giù nel parco si stavano dirigendo verso il paese.
“Ed è pure una giornata dal tempo magnifico” borbottò tra sé e sé James.
“Come Potter? Hai detto qualcosa riguardo al tempo? Già, è una così bella giornata… Peccato che VOI la dobbiate passare qui…” interloquì Gazza con un ghigno sgradevole su quel muso orrendo.
James strinse i pugni ripetendosi mentalmente:”Stai calmo… Stai calmo…”, quando uno scoppio proveniente da qualche corridoio più in là gli fece alzare la testa. Gazza cominciò subito a imprecare:”Maledetti studenti! Questi li scuoio appena li becco, li scuoio!” e così dicendo, gatta in braccio, uscì furioso dal bagno alla ricerca del nuovo malcapitato.
Il custode aveva appena svoltato l’angolo, che due teste fecero capolino dai lati della porta “Ehi! Pssssst! James!”.
Era la voce di Remus. Il ragazzo balzò subito in piedi e si avvicinò all’entrata.
“Ragazzi mi avete appena salvato dall’espulsione! Stavo per strangolare Gazza!” rivelò James agli amici ”Siete stati voi a…?” chiese accennando al rumore appena udito.
“Peter. Ha lanciato una caccabomba nell’ufficio di Gazza.” Rispose semplicemente Sirius.
Poi si fece più serio, sembrava quasi imbarazzato:” Come… Come va qui?”.
James alzò le spalle:” Beh, pulire i cessi della scuola assieme ad un’idiota come quello che c’è di là” disse indicando col pollice il cubicolo in cui si intravedeva Piton inginocchiato a terra ”Non è proprio la mia massima aspirazione, però è sempre meglio di quando l’anno scorso ci hanno fatto raccogliere il vomito delle Manticore come punizione…”
“Già!” rise Remus ”Solo perché a lezione ne avevamo fatta spaventare una che ha avuto la brillante idea di mettersi a gettare, causando la reazione a catena di tutte le altre! Che ridere, vi ricordate la faccia di Morgana, che era rimasta da sola in mezzo al recinto, circondata da tutto quel macello?”
Sirius sembrava l’unico che stranamente non aveva voglia di sdrammatizzare.
“Mi sento uno stronzo, James…”disse improvvisamente, facendo zittire le risa degli altri due.
“Ehi! Te l’ ho detto io di andare via!”disse James.
Il moro fissò l’amico coi suoi profondi occhi blu, sinceramente dispiaciuti. “Sì, però la cosa rimane, ti ho lasciato là, tu sei stato punito e io no… e tutto per colpa di quel cretino!” e l’ultima frase Siri la disse ringhiando.
“A quello gliela facciamo pagare, contaci!” ribattè James,lanciando un’occhiata di sbieco alla schiena di Piton che faceva finta di niente.
Sirius abbassò la testa con un’espressione mortificata, che raramente si poteva leggere sul viso sfrontato del ragazzo.
“Oh, andiamo, basta con queste scene! Sembri una ragazza!” sbottò James.
“Naaaah… James, secondo me Siri l’ ha fatto apposta!” disse Remus con una gomitata e un occhiolino complice all’amico occhialuto, mentre Felpato alzava di scatto la testa.
“Per la vostra scommessa.” Proseguì il biondino” Così tu, non potendo andare ad Hogsmeade, perdevi un’occasione per invitare la Evans a uscire con te!”.
A questa uscita scoppiarono tutti e tre in una risata liberatoria, mentre Siri gli diceva scherzosamente:”Idiota!”.
Solo in quel momento, James ripensò a ciò che era successo la sera prima… A quegli occhi verdi che aveva intravisto dalla fessura della porta…
“Ragazzi, a proposito della Evans, non è che voi…”, ma in quell’istante si udirono le imprecazioni di Gazza, che stava ritornando.
“Dobbiamo andare, Felpato…” disse Remus:”O l’eroico gesto di Ramoso non riuscirà a salvarci il culo, stavolta…Non preoccuparti, James, ti porteremo Burrobirre e scherzi di Zonko a palate!”, e i due, con un occhiolino e un sorrisone all’amico se ne andarono.
James ritornò di malavoglia al suo lavoro, e mentre sfregava con lo straccio il pavimento, ormai sordo a qualsiasi provocazione di Gazza, continuava a pensare alla domanda che non era riuscito a fare ai suoi amici… Possibile che fosse proprio Lily Evans quella che aveva visto?


… Che ne dite?
A voi la parola!
Un super smack!<\p>

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Capitolo 5
*** Cap5: LA CONFERENZA ***


Cap5:LA CONFERENZA

Ciao! Rieccomi! Grazia serena per il tuo appoggio morale, sei la mia unica lettrice costante e per me è molto importante sapere come la pensi! Uno smack, buona lettura!

Quando James rivide Lily, aveva in parte dimenticato il dilemma su cui si era arrovellato durante tutta la durata della punizione: si era ripromesso di indagare con calma e circospezione, perché sapeva che lei non avrebbe mai ammesso di trovarsi fuori dal dormitorio in piena notte, e così aveva rimandato la questione.
Tuttavia, l’occhialuto e affascinante cercatore non poté fare a meno di ripensarci il Lunedì mattina a lezione di Pozioni: l’antipatico e puntiglioso professor Turper aveva deciso di assegnare loro un infuso magico estremamente difficile, con ingredienti così assurdi e rari che non ce n’erano a sufficienza per tutti, e dunque i ragazzi erano stati divisi a coppie (badando bene a non mescolare i Grifondoro e i Serpeverde, onde evitare una rissa in piena lezione). James, neanche a farlo apposta, era capitato con la rossa Prefetto.
La stava osservando, mentre lei controllava attentamente il contenuto giallo fosforescente di una provetta (bile di camaleonte australiano) alzandola a livello degli occhi, quando Lily gli chiese leggermente irritata:”Si può sapere che c’è?”
“Eh?” fece lui, riscotendosi dai suoi pensieri.
“E’ dall’inizio della lezione che non hai ancora spiccicato parola, di solito non fai che chiacchierare!” era così brusca perchè in realtà nascondeva un certo nervosismo e un po’ di preoccupazione: aveva paura che lui l’avesse vista davvero quella sera, e che stesse per chiederle spiegazioni.
“No, nulla, pensavo…” rispose lui vago.
“Beh, allora mentre pensi, fai andare le mani e taglia le unghie di Troll in salamoia, per favore… A me fanno un po’ schifo…”.
James obbedì subito.
“Come è andata ad Hogsmeade?” chiese.
“Molto bene, grazie .”.
“E…” iniziò lui, ma poi si fermò come sovrapensiero. Lily alzò lo sguardo dal calderone che stava rimestando e gli vide un’espressione furbesca dipinta sul viso. “… Come mai non mi hai ancora detto niente circa la mia punizione?”.
-Ecco, lo sapevo!- Pensò lei –adesso cerca di cogliermi con le mani nel sacco…
“Perché credevo che la lezione ti fosse bastata e ho preferito non rigirare il coltello nella piaga… Ma evidentemente le mie prediche ti piacciono troppo per rinunciarvi una volta…”
Fu la pronta risposta. –uno a zero per me, signorino…- pensò Lily soddisfatta tra sé e sé, mentre James sorrideva, per nulla turbato.
“Hai saputo il motivo della punizione?”
Lily si scostò nervosamente i capelli dal viso, continuando a rimestare… “Sì, ne parlava praticamente tutta la Casa…. A quanto pare hai avuto la brillante idea di farti beccare da Gazza mentre scorrazzavi di notte in giro per la scuola assieme ai tuoi degni compari…”
“Ah! Chi ti ha detto che c’erano anche gli altri? Gazza ha beccato solo me!”
-Stupida,stupida,stupida! Stare zitta no, eh?- “Ma… non so…” sentiva gli occhi di James indagare inquisitori sul suo volto chinato verso la pozione. “Uffa! Non mi ricordo chi me l’ ha detto! Forse una della ragazze…”
“Non lo ammetterai mai,eh?” chiese lui.
“Ammetterò cosa?” domandò a sua volta –oddio,adesso lo dice!-.
Lui vide che lei si sentiva in trappola e pur morendo dalla curiosità, decisa di graziarla:”Che fai tutto questo perché in fondo subisci il mio fascino!”.
Per una volta, Lily non lo detestò per le sue battutine, ma ridacchiò divertita e sollevata.
“Potter e Evans, questa è una lezione, NON UN MOMENTO PER FARE CONVERSAZIONE!” li interruppe la voce di Turper in uno dei suoi paurosi “crescendo”, mentre la sua testa si faceva, come al solito quando aveva un attacco d’ira, completamente paonazza e lucidissima sulla calvizie. I due ragazzi abbassarono gli occhi, ma non poterono fare a meno di soffocare una risata, scambiandosi, una volta tanto, uno sguardo complice.

“Il 31 Ottobre!” esclamò giocondo Sirius sedendosi a tavola, per la colazione di venerdì.
“Complimenti, hai imparato a contare i giorni del mese, Felpato?” chiese ironicamente Remus da dietro una copia della Gazzetta del Profeta.
“Ah,ah, divertente! Ragazzi, è Hallowen!”ribattè l’affascinante morettino.
Morgana stava seduta di fronte a loro, accanto a Corinne che come al solito era abbastanza persa a fissare Siri. Mentre si incipriava il naso con fare molto raffinato, sospirò:” Chissà perché non organizzano una bella festa per Hallowen… Con un ballo o qualcosa del genere… Quando mia sorella Elettra veniva ad Hogwarts, li facevano almeno per Natale, ma ora…”
Sirius la guardò coi suoi occhi blu “Sai che stavolta non hai detto una cavolata?” le disse colpito, mentre lei gli lanciava un’occhiata indignata.
“Strano…” sussurrò James ridacchiando a Remus, che soffocò una risata tra le pagine del giornale.
La ragazza finì la colazione in silenzio ignorando i Malandrini che confabulavano fra loro, poi si alzò molto dignitosamente e, sempre mantenendo un’aria vagamente offesa, si allontanò attraversando la sala a testa alta, i lunghissimi capelli castani che ondeggiavano a ogni passo, seguita da Corinne.
“Certo che Morgana sarà anche una non del tutto a posto, però è un gran bella…” mormorò sognante il piccolo Peter.
“Direi che qui a Grifondoro possiamo vantare delle bellezze insuperabili.” Disse James quasi orgogliosamente.
“Chissà a chi si riferisce il nostro Ramoso…” cantilenò Lunastorta.
“Ah, piantala, non fare il santarellino,eh! Le vediamo tutti le occhiate che lanci a Sarah Miller!” lo prese in giro James iniziando a lanciargli pezzi di biscotto. Tra i due si sarebbe ben presto scatenata una vera e propria battaglia di cibo se Sirius non li avesse interrotti sul nascere. “E se lo facessimo noi?”chiese.
“Cosa, scusa?” domandò James.
Gli occhi di Siri brillavano.
“Quello sguardo non dice nulla di buono…” commentò Remus.
“Una festa!” esclamò Felpato “Dai, non dovrebbero essere difficile… Basta non farsi beccare… La musica ce l’ho io… Andiamo a sgraffignare qualcosa alle cucine…” Anche James sembrava contagiato dall’entusiasmo dell’amico:”Strabello, vi immaginate che roba! Dai, facciamolo!”.
“Dimentichi la McGranitt,amico…” gli ricordò Remus
“Oh, quella non è un problema, basterà fare attenzione… Ehi, ma dove vai?” disse il ragazzo con gli occhiali, vedendo il biondino alzarsi da tavola.
“A lezione,ragazzi…” disse lui:”Anche se è Hallowen la scuola non è in sciopero e io ora ho Aritmazia… Ci vediamo a pranzo, o al massimo stasera alla Conferenza…”

“Morgana, ti vuoi muovere? Guarda che se non sei uscita entro tre secondi ti pianto qui!”
“Un attimo, un attimo, ora arrivo!”
Lily lanciò un’occhiata spazientita all’orologio che i suoi genitori le avevano regalato per l’ultimo compleanno: erano le 17.35 e sbuffò. “Ecco, lo sapevo! Arriveremo in ritardo, facendo una bella figura davanti a tutta la scuola che sarà già riunita nell’aula di incantesimi per la conferenza…Ma perché ti ho aspettata?” si lagnò la rossa.
Morgana finalmente si degnò di uscire dal bagno del dormitorio e le si piantò davanti con un sorriso smagliante dicendole:” Perché sei buona e magnanima e poi mi vuoi un sacco di bene!” fece una piroetta su sé stessa, poi le chiese:” Come sto?”.
Lily la afferrò per un braccio sbrigativa, concedendole un frettoloso:”Magnificamente!” per poi trascinarla giù dalle scale e lungo i corridoi dirette all’aula di Incantesimi al 2° piano.
Mentre camminavano la rossa lanciò uno sguardo all’amica: “Ma come ti sei vestita? Non stiamo mica andando ad una festa!”. In effetti Morgana era tirata per benino: dal momento che non era una lezione e potevano indossare ciò che volevano, si era messa una bella gonna dall’orlo sfasato nera sopra gli stivali col tacco, un top bianco col collo alto e una maglia un po’ scollata azzurra e panna; inoltre si era sapientemente truccata.
Morgana rispose:“Beh, questo non è un buon motivo per trascurare la cura del proprio corpo, e poi… L’hai detto tu! Ci sarà tutta la scuola a questa conferenza, compreso Joshua Collistar di Corvonero…” sospirò sognante.
“Fantastico…” borbottò Lily “così immagino che lui e tutti i suoi amici ci squadreranno per bene quando faremo la nostra entrata in ritardo…”.
E in effetti fu così, ma non tutti gli sguardi maschili erano per Morgana: anche Lily,infatti, pur essendo vestita molto semplicemente in jeans chiari a zampa di elefante e felpa nera, coi suoi folti capelli rossi legati in una coda alta e gli incredibili occhioni verdi era oggetto di ammirazione di parecchi ragazzi (e questo sempre, non solo in quella occasione). Fatto sta che le due entrando passarono tutt’altro che inosservate e si guadagnarono l’occhiata di disapprovazione della McGranitt, appostata accanto alla porta.
L’aula era stata svuotata di tutti i banchi e sembrava più grande –probabilmente qualche piccolo sortilegio di Silente-; c’erano file e file di sedie pieghevoli rosse e davanti, su un piccolo soppalco, era stata messa una cattedra lucida e nera con dietro tre poltrone: una era occupato da Silente, sempre tranquillo mentre scrutava i ragazzi coi suoi occhi azzurri, una da un tizio mai visto, e su quella centrale c’era Bartemious Crouch. Come aveva sperato la ragazza dai capelli castani, Joshua Collistar era presente –e la notò subito-, e come aveva temuto la rossa tutti i posti della sala erano ormai occupati.
“Non c’è più posto…” mormorò Morgana quasi dispiaciuta.
“Ma va? Che perspicacia!” le ripose Lily sottovoce.
Quattro file di sedie più avanti Sirius, sporgendosi davanti a Remus, sussurro a James: ”Ehi,Ramoso! Guarda chi c’è!”.
Il ragazzo occhialuto si voltò e il suo viso si allargò in un sorriso furbo. “Scusatemi un secondo…” disse alzandosi.
“E ora dove vai?” chiese Remus:”Stanno per cominciare!”.
“A fare il cavaliere con una bella dama!” fu la risposta dell’amico, che subito si diresse verso le due ragazze alla parete in fondo con fare spavaldo.
“Ben arrivate, fanciulle!” salutò allegramente.
Lily gli rispose con un sorriso tirato –E’ insopportabile quando fa il galletto!-, e Morgana era troppo impegnata a scambiarsi sguardi con Joshua per considerarlo più di tanto.
James non si perse d’animo:”C’è un posto libero se vuoi…” disse galante rivolto alla rossa, indicando la fila dove si trovavano i Malandrini.
Lily, che non aveva la minima intenzione di sorbirsi le sue battutine per tutta la conferenza, girò abilmente la domanda all’amica: ”Sentito, Morgana? Puoi andare là a sederti, non sei nemmeno tanto lontana dal tuo spasimante, potrete comunicare molto meglio che da qui…”.
L’altra non se lo fece ripetere due volte e si fiondò diretta verso la sedia lasciata libera da James, intenzionata a occupare il tempo in ogni modo, tranne che nel prestare ascolto al Signor B. Crouch.
Tuttavia la mossa di Lily non si rivelò molto saggia, perché il ragazzo disse:”Hai fatto la felicità di Peter in questo modo…Beh vorrà dire che io starò qui a farti compagnia, allora…” e appoggiò la schiena al muro, accanto a lei.
“Io vorrei ascoltare” precisò la rossa in tono severo.
“E chi ha detto niente?” disse lui
“Te lo dico in anticipo, è meglio prevenire…” ribattè Lily. James sorrise divertito del suo disappunto, ma in quel momento la voce del Professor Silente li interruppe. “Benvenuti a tutti coloro che hanno voluto partecipare a questa Conferenza…” iniziò il preside dalle barba argentata “Devo dire che non vi aspettavo così numerosi…” e non potè fare a meno di trattenere un sorriso “Bene, ora passerei subito a presentarvi i nostri gentili ospiti: alla mia destra il signor Bartemious Crouch, Capo dei servizi magici di Difesa, dell’ala dei Radicali….”
Uno sparuto battimani accolse la presentazione del signor Crouch.
Lily aggrottò le sopracciglia.
”… E alla mai sinistra, George Snell il segretario del suo partito…” altri educati battimani per l’anonimo personaggio, un mago sui cinquant’anni dai capelli grigi e col doppio mento.
“Lascerei subito la parola ai nostri interlocutori, ma prima terrei a precisare una cosa, se a loro non dispiace… Questa conferenza è stata voluta dal Ministro della Magia in prima persona, e rientra in un programma politico di maggior informazione sociale… La nostra scuola non ha organizzato nulla, ha solo accettato la proposta venuta dal partito del signor Crouch,ma non vuole schierarsi in questo modo con alcuna idea o fazione politica… Mi premeva solo a sottolineare questo… ed ora, buon ascolto…”.
“Cioè…” bisbigliò James a Lily:” …In pratica, ha preso le distanze da questo tizio…”
“A quanto pare..” rispose lei. Quel signor Crouch le piaceva sempre di meno… sembrava che nemmeno Silente si fidasse poi molto di lui… ma allora perché l’aveva fatto venire?
Il signore in questione nel frattempo aveva iniziato a parlare con una voce magicamente amplificata grazie all’incantesimo Sonorus. Il suo discorso impressionò veramente molto tutti gli studenti presenti… Partì subito in quarta denunciando il grave problema che affliggeva il mondo magico: le dottrine di questo lord oscuro, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, che si stavano pericolosamente diffondendo. Fece capire a tutti che non intendeva transigere sulle pene da affibbiare a coloro che si sarebbero trovati immischiati con brutti giri, che erano necessarie misure eccezionali contro questi assassini, che dovevano essere sterminati tutti, che ognuno ne aveva il preciso dovere. Disse che si stava battendo per far legalizzare l’uso dell’Avada Kedrava anche presso gli Auror, che bisognava che ognuno sapesse padroneggiare questi incantesimi, che era necessario difendersi, con la forza, con la violenza, con qualunque arma. Ad un certo punto fece proiettare anche immagini veramente orripilanti di corpi di Auror o Mangiamorte rinvenuti dopo gli scontri… Scene raccapriccianti scorrevano sotto gli occhi attoniti degli studenti, morti, sangue… quando si riaccesero le luci nella sala alcune ragazze avevano gli occhi lucidi, e tutti avevano le immagini di quegli orrori impresse nella mente. “Ecco perché dobbiamo fermarli. E l’unico modo è quello di rispondere ai loro attacchi più duramente e più violentemente di loro…”.
Lily teneva la testa bassa…
“Ha ragione!” la voce di James la riscosse dai suoi pensieri. “Solo così possiamo fermarli, dobbiamo annientarli…”
“Con la violenza?” chiese lei “Pensi davvero sia questo il modo giusto?”
“Questo è il modo giusto. E non lo penso solo io.” Disse il ragazzo risoluto.
“Di sicuro oggi lo pensano in molti di più, dopo quello che ha detto lui…”fece la rossa accennando a Crouch “Ma Silente non è d’accordo. E io nemmeno.”.
“Lily, ma che dici? Non lo hai sentito? I Mangiamorte sono senza scrupoli, e…”
“Questo lo so!” ribattè seccamente lei “Dico solo che non è questo il modo. La pace non è mai stata conquistata con la violenza…”
“Con quelli non c’è altra soluzione!”
“Sì invece… Lui ha parlato solo di morti, sangue,e vendetta…cosa ha ottenuto? Che la metà delle persone presenti in questa sala ora è terrorizzata e l’altra metà esaltata…” lanciò un’occhiata di sbieco ai Serpeverde che sogghignavano. “Io credo che non può dare questi giudizi indiscriminati.”
“Qui non si tratta di giudizi indiscriminati!” sbottò James animandosi:”. La questione è molto semplice: o stai con loro o contro di loro. Punto. Non ci sono alternative.”
“Davvero?E’ così facile per te?”
“Ma insomma cosa vuoi dire??”
“Voglio dire…” rispose Lily,animandosi: ”Che la realtà non può essere divisa in bianca e nera: non ci sono solo i Mangiamorte crudeli e tutti gli altri buoni! E’ troppo semplice vederla così! Perché non ha parlato delle cause? Di perché è cominciata questa divisione tra i maghi? Ti sei mai chiesto perché uno diventa Mangiamorte o qual è la fiamma che lo spinge ad agire? Perché il signor Crouch non ha affrontato il problema di fondo che è il fatto che non c’è unità nel mondo della magia? Perché non ha parlato dei problemi veri?”
James la guardava in silenzio, senza parole, mentre Lily lo fissava con quegli occhi così verdi e sinceri.
Poi lei abbassò lo sguardo e disse piano:”Probabilmente penserai che sono solo una ragazzina cresciuta in un mondo troppo diverso e troppo lontano da qui per poter capire queste cose… Che in fondo non ne so niente…” fece una pausa con un sorriso un po’ amaro, poi proseguì, con un tono quasi più duro:”…Ma non è così. La vivo anch’io questa realtà, e ti assicuro che questi problemi li conosco .”.
James non trovò più nulla da ribattere, così stette in silenzio accanto a lei, perplesso e confuso.

Poco distante da Lily e James, sempre appoggiata alla parete in fondo all’aula, stava una bella ragazza dalla carnagione chiara e capelli neri come la notte, mossi, lunghi fino alla vita.
“Rufus…” disse Bellatrix lentamente, richiamando l’attenzione del ragazzo appoggiato alla parete accanto a lei.
Rodolphus Lanstrange, un bel ragazzo del 7° anno, alto e dalle spalle larghe, con una chioma castana e mossa, stava ridacchiando con Piton senza prestare molto ascolto al discorso di Crouch, ma si voltò verso di lei con un: ”Sì?” .
“Non trovi strano…” disse sempre lentamente la ragazza dalla folta chioma nera, gli occhi azzurri fissi in un punto abbastanza vicino:” Che una piccola Mezzosangue non trovi giuste le parole di questo stronzo?” e accennò al Signor Crouch.
Lanstrange, poco interessato alzò le spalle girandosi di nuovo verso gli altri Serpeverde. Bellatrix proseguì: “Lei sostiene che… Bisogna guardare alle cause che portano alla violenza, alle cause che spingono un Mangiamorte ad agire …”. Il ragazzo sbuffò.
“Avrà il pallino delle cause, che ti devo dire!”
“Ma non ha detto cause…” la ragazza si voltò verso di lui e avvicinò il suo viso a quello del compagno, per sussurrargli:” Lei ha detto fiamma… La fiamma che spinge un Mangiamorte ad agire… Ricordi questa frase Rufus?”.
Lanstrange sbiancò e si girò di scatto verso di lei, domandando con ferocia: “Chi è questa sporca Mezzosangue??”.
Sul bel viso di Bellatrix si dipinse un sorriso maligno, mentre tornava a rivolgere lo sguardo nello stesso punto di prima, alla sua sinistra.
Il ragazzo si sporse un po’ e, seguendo la linea immaginaria che partiva dagli occhi azzurri della compagna, posò la sua attenzione su Lily Evans, anch’essa appoggiata alla parete, poco più in là, vicino a James.
Aggrottò le sopracciglia. “No.” Disse in tono duro, rivolto alla ragazza. “Non è proprio possibile, Bella. Avrai capito male.”.
Il viso di Bellatrix non fece una piega e, mentre il compagno si voltava dall’altra parte, sussurrò tra sé e sé:” Io non ho capito male. La Evans ha detto proprio fiamma.”.

Dopo la conferenza ci fu l’usuale banchetto di Halloween, che sulle prime fu piuttosto strano.
La Sala Grande era come al solito bellissima, abbellita con enormi zucche arancione sospese per aria fra striscioni neri e argento e stormi di piccoli pipistrelli che svolazzavano tra le tavolate, apparecchiate sfarzosamente con ogni ben di dio. Tuttavia, nonostante il calore e le decorazioni, l’atmosfera iniziale fu piuttosto fredda e tesa: quasi tutti stavano ancora rimuginando le parole del Signor Crouch dentro di loro. Per fortuna ci pensò Silente a movimentare un po’ la serata, con un bel discorso ironico che ruppe il ghiaccio; di lì a poco i ragazzi, e in prima fila i Malandrini, che dopotutto avevano anche voglia di divertirsi, cominciarono a ridere e scherzare fra di loro e così in un battibaleno la sala si riempì del familiare chiacchiericcio allegro e eccitato.
Finita la abbondante cena, gli studenti si trascinarono stancamente ai dormitori, sazi e assonnati, per concedersi il meritato riposo.
“Che bello, sembrano tutti così stanchi, per lo meno stasera non faranno baccano…” disse Lily stiracchiandosi a Corinne, mentre salivano le scale assieme.
La ricciolina le sorrise ironica davanti al ritratto della Signora Grassa:”Tu dici?”.
E mentre Tara mormorava la parola d’ordine –bignè alla crema-, Lily si bloccò chiedendole:”Perch…”.
Ma la bella Prefetto non riuscì a finire la frase, perché la porta segreta si spalancò rivelando agli occhi delle tre ragazze rimaste sull’ingresso un autentico, tipico casino da festa.
Una musica assordante invadeva la sala comune, piena di ragazzi che ridevano, scherzavano e ballavano, del tutto dimentichi della stanchezza di poco prima.
C’era un enorme stereo magico, di cui Sam Vanner (uno dei Cacciatori) si era improvvisato dj, e una tavolata letteralmente coperta da ogni sorta di dolci, davanti alla quale si era appostato il piccolo Peter,che sembrava uno che non mangiava da ore; poco più in là James intratteneva abbastanza egocentricamente un gruppetto di ragazzine ad occhio e croce circa sui 14 anni che pendevano dalle sue labbra, e Remus lì accanto sorseggiava tranquillo la sua Burrobirra, mentre Sirius era già lanciato in un ballo con Lucilla Fester, una brunetta del 5° anno.
In quel momento, Remus si accorse delle tre ragazze ancora ferme sulla porta e non poté fare a meno di ridere: Corinne aveva gli occhi che le brillavano e un sorriso beato dipinto sul volto, Tara un’espressione indecifrabile, e Lily invece era attonita e il suo sguardo diceva: ”Ma che ho fatto di male per meritare questo?” mentre si lasciava stancamente appoggiare al muro. Il ragazzo si avvicinò loro sorridendo.
“ Volete stare tutta la serata lì sulla porta?”
Corinne rispose al sorriso e lo sorpassò assieme a Tara, che come al solito non commentò. Lily invece sbatté le palpebre e gli rivolse un’occhiata supplichevole:”Lo sai che dovrebbero essere tutti a letto questi, vero?” gli disse rassegnata.
“Sì…” rispose il biondino con un sorriso furbo.
“…E che la McGranitt fa un culo così a noi due se lo viene a sapere?”
“Sì… Un goccio di Burrobirra?” disse gentilmente offrendole la bottiglia.
Lei soffiò, però sorridendo.
“Ehi, tranquilla!” disse Remus:”Stavolta Siri si è superato! Ha messo un incantesimo che isola i suoni di questa stanza: non si sente nulla da fuori, è a prova di McGranitt!” e le fece un occhiolino.
Lily lo guardò ancora un po’ incerta, ma poi scoppiò a ridere. “E sia, non posso combattere da sola contro i Malandrini, specie se questi hanno corrotto il mio collega…”
“Massì, per una volta…” e Remus si portò di nuovo la bottiglia alle labbra.
“Una volta?” chiese lei ironica. Ed entrambi i Prefetti scoppiarono a ridere con fare complice.
James stava ancora facendo il figo con quella banda di oche giulive, quando vide Lunastorta avvicinarsi con la rossa e, mentre gli venivano ancora in mente le parole di lei alla conferenza, non poteva fare a meno di notare che era proprio carina. Sirius si avvicinò all’amico e ridacchiò.
“Che c’è?” disse James un po’ irritato.
“Niente! Solo la tua espressione da pirla!”
“Piantala,idiota!”
“Eh,amico…” Sirius gli mise una mano sulla spalla, con fare drammatico:”Prima o poi capita a tutti! Sei proprio perso, eh?”
“Io??” esclamò James, riprendendo all’istante il suo atteggiamento sicuro di sé:”Ma quando mai? Non c’è mai stata una donna che è riuscita a farmi perdere il controllo! Sono io che faccio girare la testa a loro!” disse, forse un po’ troppo spavaldo.
Sirius stava ancora sogghignando quando la rossa arrivò davanti a loro, scrutandoli coi suoi occhi verdi. James tornò a rivolgere la sua attenzione alle tre ragazzine che erano rimaste lì per lui,mentre il morettino l’accolse allargando le braccia ed esclamando:” Benvenuta alla migliore festa di Halloween di tutta la storia di Hogwarts!”.
Lei sorrise, mentre diceva:” Non ti smentisci mai,eh?”.
“Io no!” rispose con un sorriso furbo sulla sua faccia da schiaffi il bel Battitore:” Tu piuttosto, com’è che stavolta ci risparmi le solite menate arcinote?”
Remus si intromise ridendo:”Certo che te le vai proprio a cercare! Dopo tutto il lavoro che ho fatto per convincerla!”.
“Beh, è solo che di solito la nostra Evans non è proprio il tipo da feste…”disse l’altro.
“Credo che tu mi sottovaluti, Black…” fece Lily, con un sorriso malizioso.
“Ma davvero? Se non ti ho mai nemmeno vista ballare!” rise Sirius.
“Scommettiamo…” disse la rossa avvicinandosi a lui, col mento in fuori, in un tono scherzosamente provocatorio “… Che non reggi un ballo con me?”
“Perché mi pesti troppo i piedi?”
“No, perché ti faccio girare troppo la testa!”
Sirius la fissò vagamente impressionato, poi scoppiò in un sorrisone:” E sia! Accetto la sfida, baby!” disse stringendole la mano “Ma se vinco cosa mi dai?”
“Ti faccio copiare i compiti di Incantesimi per una settimana! Però se vinco io tu farai quello che ti dico io sempre per una settimana intera!”
“Andata!”.
Sirius si avvicinò al dj Sam e gli chiese di mettere un brano hip hop –vediamo come se la cava con questo-, mentre la rossa si posizionava dall’altra parte della sala, sciogliendosi la chioma infuocata sulle spalle. I loro amici li guardavano incuriositi,e persino James non potè fare a meno di essere attirato dalla scena inconsueta e si girò per godersi lo spettacolo abbandonando momentaneamente le altre studentesse.
La musica cominciò con un bel ritmo simil-hip hop e subito Lily si lanciò in pista, improvvisando una coreografia da sola, per poi passare la mossa al ballerino. Questi fece un paio di passi, quindi le si avvicinò e iniziarono a inventare un ballo davvero ben fatto. Siri era un ottimo ballerino, e questa era storia nota: non perdeva occasione alle feste infatti per far vedere ciò che sapeva fare e incantare ogni volta le sue innumerevoli fan che si scioglievano sempre in mille sospiri sognando di poter essere al posto della partner di turno. Ma quella che lasciò senza fiato tutti era Lily: si muoveva con una grazia ed un energia insospettati, si girava, pestava i piedi, si abbassava, muoveva i fianchi, scuoteva i capelli sanguigni. I ragazzi intorno a loro si erano disposti a cerchio e incitavano o applaudivano di volta in volta i due ballerini, soprattutto Morgana che non faceva che urlare:”Vai, Liliiii!”.
James invece li fissava impressionato e non riusciva staccare gli occhi di dosso alla Prefetto.
Dopo un po’ che andavano avanti nel loro duello a colpi di danza, Sirius si fermò col fiatone.“Va bene! Va bene! Hai vinto tu, Lily!” boccheggiò.
La rossa si bloccò anch’essa e sorrise soddisfatta:”Ti arrendi?”
“Decisamente!” fece lui alzando le braccia, per poi piegarsi in avanti con il busto per riprendere fiato.
Sam mise su un’altra canzone, e mentre varie altre coppie cominciavano a sparpagliarsi per la sala ballando, Lily tirò su Sirius amichevolmente e dicendo:”Andiamo, grand’uomo!”, lo accompagnò alla poltrona più vicina, dove lui si sdraiò con molto piacere.
Tara, Morgana, Corinne, Remus, James e Peter li circondarono immediatamente prendendo posto sul divanetto e sulle sedie attorno.
I Malandrini cominciarono subito a prendere in giro Felpato per la sconfitta:”Boh! Battuto da una donna!”
“Dalla Evans, per di più…”
”Cominci a perdere i colpi, amico!”.
“Ehi!”sbottò lui, con punto sul vivo “Volevo vedere voi al mio posto!”. Poi si rivolse a Lily che stava ancora prendendo fiato, seduta sul divanetto scuro di fronte a lui :”Immagino che ora mi tiranneggerai per una settimana…”
“Questo è ovvio!” e tutti scoppiarono a ridere. “Anzi” disse lei:”Per cominciare, stasera mi aiuti a farli andare a dormire tutti massimo a mezzanotte…”
“Mezzanotte?!” Sirius sgranò gli occhi blu.
“Almeno l’una!” lo sostenne James, sdraiato a pancia in giù su una panca lì in parte.
“No. Mezzanotte, c’è gente che vuole dormire…”
“…Solo tu…” disse fra i denti il ragazzo con gli occhiali.
“Non mi rompere, James, ho detto mezzanotte e così sarà, giusto Remus?” ribattè lei rivolgendosi al biondino che era impegnato a parlare con Corinne e la sua sorellina Susan, identica a lei, ma più piccola di un anno e coi capelli più scuri.
“Ok,ok…” si arrese Sirius davanti al cenno di consenso dell’amico Prefetto. “Una promessa è una promessa… Allora se permette, Milady, vado a divertirmi per i restanti 40 minuti che mi sono concessi…”e così dicendo si alzò per dirigersi verso il gruppetto di amiche di Lucilla Fester.
Peter e James intanto si erano spostati vicino a Erick, Thomas e Moira che stavano ridendo con altri ragazzi per uno scherzo magico che Jessie Bandom, fratello minore dell’ex portiere della squadra, aveva collaudato proprio in quel momento: la vittima era una tipa con le treccina nere e le lentiggini, un’amica di Moira, che rideva a crepapelle mentre dalle orecchie le stavano spuntando ciuffi di fiori ed erba.
Morgana era in piedi davanti alla tavola con Tara, impegnata in una conversazione con due studenti dell’ultimo anno, Michael Ross e Simon Lodget. Quest’ultimo continuava a lanciare occhiate a Lily,ancora abbandonata sul divano, che dapprima gli rispose con un vago sorriso come cenno di saluto, poi cercò di ignorarlo. Quando vide che lui si stava dirigendo verso di lei, la ragazza si affrettò a cambiare aria, spostandosi dall’altra parte del tavolo per prendere una Burrobirra e rifugiandosi poi dietro una tenda in una nicchia un po’ scostata, davanti ad una finestra aperta, in modo da nascondersi e respirare un po’ di aria fresca.
Simon Lodget era una vecchia conoscenza per lei: circa un anno fa le aveva proposto di uscire con lui e lei aveva accettato. Solo che poi non si erano piaciuti:o meglio lei aveva capito che lui non le piaceva ed aveva troncato la cosa…
-Troppo pettegolo, nonostante i rimproveri di Morgana che sosteneva fosse molto carino- si disse. Il ragazzo invece non si era mai rassegnato, e ogni tanto ci provava ancora, per questo lei aveva preferito filarsela.
Lily stava godendosi piacevolmente l’arietta che le accarezzava la faccia,appoggiata coi gomiti sul davanzale quando qualcun altro si infilò nel suo rifugio segreto. “E tu che ci fai qui?” disse sorpresa trovandosi di fronte la faccia di James.
“Ssssssh!” fece quello portandosi un dito sulle labbra “Ho provato lo scherzo magico di Jessie su Sirius…Ora mi sta cercando per strozzarmi, lo interrotto proprio mentre corteggiava la Fester…”.
Lily ridacchiò sbirciando fra la fessura delle pesanti tende di velluto rosso: ”Tranquillo, non ha visto che sei qui…”. Riusciva a intravedere il bel morettino dagli occhi blu, in quel momento un po’ meno seducente del solito, ma molto buffo con quei ciuffi di erba e fiori che gli sbucavano dalle orecchie, mentre si aggirava abbastanza irato fra le poltrone alla ricerca del suo simpatico amico.
“E così hai abbandonato il tuo fan-club, signor Potter…” mormorò lei malignamente, lasciando scorrere lo sguardo per la sala.
James fece un gesto vago, come a dire “che palle”, riprese fiato poi fissò Lily: ”E tu invece perché sei qui?”
“Prendo una boccata d’aria…” rispose la rossa sorseggiando la Burrobirra. “Cavoli! Erano secoli che non danzavo così…” disse dopo un attimo di pausa…
Lui la osservò bene: aveva gli occhi smeraldini che brillavano, le guance rosse come i capelli, che le cadevano morbidi e scompigliati sulle spalle e un’espressione visibilmente soddisfatta :”Ma da quando sai ballare così?”le chiese.
Lei bevve un lungo sorso di Burrobirra prima di rispondere:” Quando ero piccola andavo a funky anche se non mi piaceva gran che… Io avrei voluto giocare a calcio veramente…”
“Calcio?”domandò James.
“E’ uno sport dei Babbani… Devi calciare una palla per farla finire nella porta avversaria…” disse lei sbrigativa “Comunque, mia mamma sosteneva che non era adatto per una bambina e così mi ha iscritta a danza funky…Io ci andavo, ma non mi piaceva, preferivo molto di più giocare a calcio coi ragazzi della via. Cosa che ovviamente mi procurava le gambe piene di lividi e sbucciature…”.
Una visione, riemersa da chissà quali ricordi di James, si impresse negli occhi del ragazzo: una ragazzina sugli 11 anni, al suo primo anno ad Hogwarts, i capelli raccolti in una codina rossa e spettinata, gli occhi verdi dallo sguardo ribelle… Gli stessi occhi che lo avevano guardato dalla fessura della porta quella notte, ne era sicuro…“A quanto pare ci sono molte cose che non so di te,miss…” sogghignò James.
La rossa si chiese se per caso non si riferisse ancora alla faccenda di quella notte, quando l’aveva sorpresa nel corridoio. “Sì, infatti sì…”rispose pensosa, bevendo un altro sorso di Burrobirra.
“E dici che non ti piaceva ballare?” domandò lui, senza riuscire a trattenersi. ”Per me eri…beh, fantastica…”.
Qualcosa nella sua voce fece voltare il viso a Lily… Per la prima volta le aveva fatto un complimento, e un complimento vero, non una battutina falsa e vuota detta solo per farsi vedere spavaldo dai suoi amici o attraente e sicuro di sé da lei. E la rossa non riuscì a trattenere un piccolo, dolce sorriso, prima di girarsi nuovamente verso la finestra mormorando:”Grazie…”.
Stettero lì in silenzio per un po’ contemplando la miriade di piccoli luccicanti puntini che spruzzavano il cielo nero, i gomiti appoggiati sul davanzale e l’aria fresca che soffiava tra i loro capelli.
Ad un certo punto James ruppe quello strano silenzio:”Mi hanno… fatto riflettere le tue parole…” Lily gli lanciò uno sguardo interrogativo.
“Quello che hai detto alla conferenza, intendo…” spiegò lui.
“Davvero?”
“Sì, e anche se rimango del mio parere… Volevo dirti che non penso che tu sia da meno solo perché sei nata fra i Babbani…”. Lei lo fissò negli occhi con quei suoi smeraldi. “E’ questo che volevi dire con quella frase, vero? –forse tu pensi che io sia cresciuta in un mondo tropo diverso e troppo lontano da qui per capire queste cose-… Ma io non lo penso… E se qualcuno lo pensa è perché non ti conosce, ma tu non devi dare peso alle persone che ti etichettano solo per la tua famiglia…”.
Lily abbassò gli occhi… E’ incredibile James Potter, lo sfrontato, arrogante ragazzino che la faceva regolarmente arrabbiare le stava parlando così, come un vero amico… Non devi dar peso alle persone che ti etichettano per la tua famiglia…
“Lo so…” disse la rossa, più a bassa voce “E’ quello che dice anche Hagrid… E’ quello che cerco di fare, anche se certe volte la gente è davvero cattiva…”.
James era in tumulto.. Sembrava perfettamente calmo e tranquillo lì appoggiato alla finestra della Sala Comune mentre conversava con una compagna… Ma in realtà dentro si sé si sentiva inquieto, piacevolmente agitato, un po’ emozionato, forse, chissà, anche imbarazzato, ma soprattutto… felice… Perché, anche se lui di questo ancora non se ne rendeva conto, quella non era una qualsiasi, quella era Lily e in quel momento si stava confidando proprio con lui come faceva con pochissime persone.
“Beh…” disse lei, con un tono più allegro, rompendo quel sottilissimo incanto leggero che si era creato “Devo andare a reclamare i diritti di vittoria sul tuo amico Sirius… E’ quasi mezzanotte, e credo proprio che ci vorrà un’eternità ora per convincere gli altri ad andare a dormire… Grazie a voi, Malandrini…” e Lily gli lanciò la nota occhiata severa.
–Per diana, mezzanotte!- James non si era accorto di come era volato il tempo a parlare con lei, ma si riscosse subito… “Oh, dai! Ammetti che però ti sei divertita!” disse sorridendo furbo. La rossa gli fece una linguaccia, però rispose:”Ok, questo te lo posso concedere… per stavolta “ sottolineò. Poi fece per scostare la tenda per uscire dalla nicchia della finestra, ma si fermò un istante, per voltarsi verso il ragazzo e dirgli:”Grazie… E’ stata una bella chiacchierata… E non sono molte le persone che mi hanno detto queste cose da quando sono entrata qui…”. E con un sorriso dolce che fece restare James abbastanza perso Lily superò la tenda.
C’era qualcosa di veramente magico sotto quel semplice tessuto rosso scuro, perché lì, anche se per poco, i due ragazzi si erano mostrati l’uno all’altro senza maschere…Ma non erano ancora pronti per affrontare tutto questo in piena luce… Infatti uscita dalla tenda, Lily tornò a riassumere i tratti della sicura e determinata Prefetto per cercare Sirius, il quale, come da copione,la fece dannare ancora per un po’, facendo casino senza voler minimamente accennare all’idea di andare a nanna. Alla fine intervenne Remus a placare gli animi obbligando tutti i grifondoro a sgomberare il campo e ritirarsi nei dormitori, pena pulire la stanza sotto gli occhi della rossa Prefetto e “…Senza magia“ come sottolineò il biondino.

La parte finale è dedicata al film "save the last dance" che x me è strabello!
Commentate commentate commentate……… Uno smack!

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Capitolo 6
*** Cap6: GRIFONDORO CONTRO CORVONERO ***


Wow, che posso dire? Non sapete che emozione quando ho letto le vostre recensioni! Sul serio, sono stra felice che la mia storia vi piaccia! Stra bello! Grazie, grazie, grazie, davvero! Soprattutto a Sarah Potter, Sasha, Giu e… A tutti! Siete molto carini e vi prometto che continuerò la storia, sia perché vi piace leggerla, sia perché mi piace un sacco scriverla! :-) ;-) :-)))))
Bene, ed ora ecco a voi il nuovo cap… Anche a questo tengo molto, c’è una parte di cui sono molto soddisfatta… leggete e ditemi che ne pensate!

Cap6: GRIFONDORO CONTRO CORVONERO.
La settimana seguente ci sarebbe stata l’apertura della stagione di quidditch con la partita Grifondoro - Corvonero e tutta la scuola era in fibrillazione per l’avvenimento. James era particolarmente esaltato: quello era il suo secondo anno da Capitano e voleva che la squadra dei Grifoni andasse alla grande, perciò quella settimana aveva deciso di far lavorare i giocatori giorno sì giorno no, col vento o col sole, che piovesse o grandinasse, per due ore ogni allenamento.
Sirius diceva che era un fanatico, ma in realtà non gli pesava sgobbare così: il quidditch era la sua grande passione e inoltre anche lui ci teneva molto a mantenere il titolo di campioni che avevano duramente conquistato l’anno prima strappandolo ai Serpeverde.
Così la squadra di Grifondoro a giorni alterni occupava il campo da quidditch, James in testa che continuava a sfrecciare da una parte all’altra per migliorare il suo record personale di cattura del Boccino, e intanto urlava a squarciagola per coordinare i compagni. Di volta in volta li richiamava all’ordine se commettevano une errore,o li incitava quando facevano una buona azione, e si emozionava quando si dimostravano “i migliori giocatori di tutta la storia di Hogwarts” come sempre diceva con orgoglio per ricaricarli dopo la fatica dell’allenamento.
Ed in effetti lo erano: Sirius ed Erick, oltre al loro indiscutibile fascino, possedevano anche le braccia più potenti di tutta la scuola e sapevano picchiare con le mazze con un energia davvero micidiale; Tom, Sam e Moira avevano una bella intesa, complice anche il fatto che erano molto amici e si capivano al volo, con uno sguardo, cosa che rendeva molto difficile ai Cacciatori delle altre squadre prevedere le loro mosse; infine, anche il nuovo acquisto dei Grifondoro ,Tara, durante gli allenamenti si era dimostrata un Portiere davvero in gamba.

Il giorno prima della partita i ragazzi si ritrovarono nello scuro e sinistro laboratorio di pozioni per seguire –più o meno svogliatamente- la lezione del professor Turper. Il “losco figuro”, come lo chiamavano i Malandrini, fece il suo ingresso camminando nervosamente col mantello nero e sfrangiato che svolazzava ad ogni passo e la fronte corrugata sotto il cranio lucido che rifletteva la luce tremolante delle candele. Gli studenti scattarono subito in piedi, ma Siri, che risentiva ancora gli effetti delle fatiche della sera prima sul campo da quidditch, si attardò un secondo, lo sguardo incantato nel vuoto davanti a sé, prima di ricevere la gomitata di James che lo richiamò alla realtà facendolo balzare in piedi.
“Dal momento che il nostro amico Black si dimostra così svogliato, quest’oggi sarà lui a parlare, così almeno terrà gli occhi aperti!” gracchiò Turper fulminandolo con un’occhiataccia.
Sirius aggrottò le sopracciglia e sbuffò, ma non si mosse.
Turper stava velocemente sfogliando il registro, ma si fermò con una pagina a mezz’aria:” Black, te lo devo ripetere ancora? Hai intenzione di svegliarti o no stamattina? VIENI SUBITO FUORI SEI INTERROGATO!”
Il morettino si alzò dal suo banco di malavoglia, mentre James accanto a lui borbottava a mezza voce contro l’insegnante.
Remus si alzò in piedi e disse con voce chiara: “Mi scusi, professore, ma aveva detto che le interrogazioni sarebbero iniziate solo dalla prossima settimana… E oltretutto Sirius è giustificato per oggi, dal momento che ieri la squadra di Grifondoro ha avuto l’ultimo allenamento prima della partita…”
Il professore lo fissava da dietro gli occhiali, impassibile: “Davvero, signor Prefetto Lupin? Allora, visto che i Grifondoro si sentono così superiori per faccende comuni come le interrogazioni, sarà proprio loro che interrogherò… E LEI SARA’ IL PROSSIMO!” sbraitò puntandogli un dito contro e poi indicando la cattedra. Remus rassegnato si alzò per raggiungere l’amico, che nel frattempo aveva fatto un gestaccio alle spalle del prof. Lily strinse le dita attorno al bordo del banco, con fare rabbioso. “Lo fa apposta!” ringhiò fra i denti a Morgana “Lo fa apposta per parare il culo ai Serpeverde, come al solito! Che rabbia!”. La sua compagna dai lunghi capelli castani non replicò perché stava aspettando con ansia crescente il nome della terza vittima di Turper per quel giorno, perfettamente conscia che se fosse stata lei un bel 4 non glielo levava nessuno.
Invece il professore chiamò: “Minus, alla cattedra!” e il piccolo Peter deglutì e si trascinò fino alla lavagna stropicciandosi nervosamente le mani. Nel passare accanto a James gli sussurrò un disperato: “Aiutami!”.
“Bene, bene…” sogghignò Turper scrutandoli tutti e tre malignamente, e intrecciando le dita in grembo.“ Black, quali sono i tipi di Infusi per la Memoria? Elenca le principali caratteristiche di ciascuno.”
Sirius fece mente locale poi cominciò: “ Dunque, il più comune è l’Infuso Memini, che sfrutta le proprietà della radice di Ginestra e del cervello di gatto per…”
“Evidentemente un infuso di memoria serve a lei, signor Black…” Lo interruppe Turper: “ Ha dimenticato di dire un altro ingrediente fondamentale per il Memini: il polline di Ranuncolo. Cinque punti in meno per Grifondoro .”.
Stavo per dirlo!” sbottò Sirius stringendo i pugni :”Ma se lei non mi lascia finire…!”
“Non usare quel tono con me, Black! Altri cinque punti in meno!”
Siri fece un gesto nervoso, come per ribattere, ma Remus gli sussurrò: “Cerca di controllarti, amico, altrimenti fai il suo gioco, lo sai…”
Il professore fece una domanda a Peter: “Minus, qual è l’ingrediente delle pozioni restringenti che può produrre effetti completamente contrari se solo ne cambiamo la dose?”
Peter abbassò la testa cercando disperatamente un suggerimento da qualcuno. I compagni al posto sfogliavano velocemente le pagine del libro per cercare la risposta. Lily sporgendosi senza farsi vedere dal professore gli sillabò:”Lingua-di-rospo-cornuto!”.
“L-la lingua del… rospo cornuto…”
“E dove si trova, Minus? Cerca di far lavorare quel tuo minuscolo cervelletto…”. I Serpeverde ridacchiarono prendendolo in giro.
Peter si imbarazzò ancora di più:” Si… trova… nelle Paludi del nord dell’ Asia.” Riuscì a balbettare il ragazzo.
“Precisione, Minus! In quale stato dell’ Asia?”
Lily strabuzzò gli occhi e James spalancò la bocca… Non è possibile! La sua perfidia è disumana!
Il professore continuò a torchiarli con domande difficili per tutto il resto dell’ora. Nonostante l’atteggiamento odioso dell’insegnante, Sirius riuscì a non perdere il controllo, cosa che impedì al professore di scalare altri punti alla loro casa. Per quanto quest’ultimo si sforzasse di formulare domande indecenti col solo scopo di abbassare loro il voto, il bel moro e il biondo si dimostrarono all’altezza della situazione e Turper dovette per forza di cose riconoscere loro rispettivamente un 6 e un 6 e ½.
Non così rosea fu la situazione per il povero Peter: già non era una cima in pozioni, per di più il prof lo metteva sempre terribilmente a disagio (cosa che mandava su tutte le furie gli altri Malandrini), e a ciò si aggiungevano quelle carogne dei Serpeverde che non perdevano occasione per sminuirlo o prenderlo in giro… Infatti il suo voto finale fu… “ Semplicemente patetico, Minus… 4.” Come gracchiò l’odioso Turper.

“Che odio!” sbottò James nervosamente sedendosi a tavola tra Tara e Sirius per la pausa pranzo. Peter era rimasto indietro un attimo e non era ancora arrivato in Sala Grande, la quale, visto che erano un po’ in ritardo, era praticamente semivuota a parte loro, le odiate serpi e tre alunni di Tassorosso del 2° anno.
Remus di fronte a lui fece una smorfia: “Che cosa ti aspettavi? Turper ha sempre fatto differenze fra noi e loro…” e accennò al tavolo dei Serpeverde poco più il là.
“E’ uno stronzo! E loro peggio di lui! Mi vien voglia di spaccargli il muso a quelli!” disse il ragazzo con gli occhiali fulminando “i nemici” con lo sguardo.
“James!” lo ammonì subito Lily, che era al fianco di Remus e stava sbocconcellando un pezzo di pane.
“Oh, al diavolo, Lily! Piantala di difenderli!”
“Non li sto difendendo!” ribattè subito lei
“Oh, insomma ma perché dovete sempre litigare per le loro carognate?” si intromise Tara, zittendo il battibecco sul nascere.
Lily staccò un pezzo di pane, respirò a fondo, poi disse con più calma: “Quella di oggi è stata una stronzata bella e buona… però, secondo me, ora la cosa importante è star vicino a Peter che c’è rimasto male davvero… Quindi, magari, che so, potremmo aiutarlo a recuperare l’insufficienza… Boh, correggergli i compiti o dargli una mano a studiare…”.
Remus mandò giù il boccone di bistecca che stava mangiando, e disse: “Ci sto!”.
“Certo, anch’io, anche se non sono un secchione come Lunastorta e non ho la sua stessa pazienza….”annuì con un sorriso furbo Sirius.
Tara e Corinne fecero subito un cenno affermativo con la testa, mentre Morgana mormorò: “Beh, io non so quanto potrei essergli utile con lo studio, però gli tirerò su comunque il morale col mio fascino…”.
I tre ragazzi risero simultaneamente sbuffando nei loro piatti.
“Indubbiamente saresti molto efficace, Morgana!” disse Sirius ridendo.
“Tu ci sei, James?” chiese Lily.
“Ovvio, sono domande da fare?”
“Ssssssh… sta arrivando…”sussurrò Corinne.
Infatti in quel momento Peter aveva fatto il suo ingresso nella Sala Grande strascinando un po’ i piedi, lo sguardo abbattuto e la testa china a terra. Stava proprio passando di fronte al tavolo dei Serpeverde, che era occupato da 7 ragazzi in cravatta verde e argento, quando dal gruppo si levò una voce strascicata che lo apostrofò così :”Oh, il povero, piccolo, patetico Minus! Che hai, cacasotto, sei andato a piangere in bagno per quello che ha fatto il cattivo professor Turper? Andiamo non è colpa sua se tu sei troppo stupido e imbranato per rispondere alle sue domande…” A parlare era stato un ragazzo magro e un po’ bassino, ma con un fisico molto atletico, il viso dai lineamenti fieri e altezzosi, capelli biondissimi e occhi grigi e freddi come l’acciaio: Lucius Malfoy, Cercatore dei Serpeverde e studente del 5° anno.
Alle sue parole gli altri Serpeverde sghignazzarono malignamente: c’erano Piton, il sorriso di superiorità ben stampato sulla sua brutta faccia, Bellatrix con Rufus Lanstrange, Narcissa Black, la bionda sorellina di Bellatrix del 4° anno e Shirley Lanstrange, sorella di Rufus e ragazza di Steve Rosier, il quale stava ridendo accanto a lei.
SBAM! James picchiò la mano aperta sul tavolo e si alzò in piedi furibondo.
“EHI, NO! James! Non rispondere, lo fanno solo per…” provò a fermarlo Lily, alzandosi per cercare di bloccarlo, ma nel tempo che lei impiegò a girare attorno al tavolo, il ragazzo era già partito in quarta verso la tavolata delle serpi.
“Ecco, al solito! No, Sirius, aspetta, INSOMMA, ASCOLTATEMI!” ma anche il morettino la superò ignorando i suoi ordini.
Lily sbuffò esasperata, mettendosi le mani sui fianchi, quando vide anche Remus seguire i due ragazzi.
“ EH NO! NON ANCHE TU!” e gli andò dietro camminando il più velocemente possibile e maledicendo mentalmente tutti i Serpeverde di questo mondo.
Questi stavano ancora ridacchiando quando James si parò loro davanti, l’espressione minacciosa e arrabbiata e le braccia incrociate sul petto, subito seguito da Remus e Sirius che si misero ai due lati di Peter.
Lily si bloccò appena più indietro.
Malfoy smise di ridere.
“Mi è sembrato di sentire…” cominciò James avvicinandosi al biondino “… Che stavi insultando il mio amico…”
“Il nostro amico…” lo corresse Remus.
“Giusto. Il nostro amico. Beh, speriamo proprio per te di aver capito male… Perché, se così non fosse…” James si avvicinò ancora di più a Malfoy “… Ora saremmo costretti a farti male sul serio,sai? E la povera mamma Malfoy non vorrebbe mai che il suo piccolino restasse tre giorni in infermeria per un orrenda e dolorosa eruzione di bubboni, vero?”
Lucius rimase incredibilmente zitto, con gli occhi ridotti a due fessure che esprimevano tutto il suo odio verso il ragazzo di fronte: stranamente ora appariva molto meno spavaldo, probabilmente per l’allusione di James all’eruzione di bubboni che lui aveva suo malgrado sperimentato sulla propria pelle dopo un litigio col cercatore avversario un anno prima.
Lanstrange si alzò e fece per andarsene, con Rosier, Shirley e le sorelle Black: “Mi pareva strano che non foste ancora intervenuti in difesa dello sfigato… veramente penoso…” disse con un’espressione di puro disgusto sulla faccia.
“Attento a come parli o ti cancello quel sorriso dalla tua faccia di merda!” sbraitò Sirius minaccioso, mettendo istintivamente una mano sulla bacchetta. Il ragazzo aveva ancora i nervi a fior di pelle dall’ora di Turper e non riuscì proprio a reggere la provocazione.
“Ah, ah, ah!” la risata di scherno di Bellatrix fece voltare Siri di scatto.
Ognuno dei due cugini fissò la propria immagine negli occhi blu dell’altro.
“Almeno lui non è nella merda fino al collo come te, diseredato! Sei talmente squallido da doverti adattare a compagnie disonorevoli come questa…” sibilò Bellatrix e lanciò uno sguardo ai Grifoni di fronte a lei, soffermandosi su Lily che si sentì le guance in fiamme e strinse i pugni forte.
“Già…” proseguì Bellatrix “Oramai, non hai più molta scelta, eh? Nemmeno la tua famiglia vuole più uno come te…” un sorriso sgradevole illuminò il grazioso viso della ragazza.
“Vaffanculo, Bella! Nella merda di quella famiglia ci sei tu, e lo sai! Tu e quell’altra stronzetta!” disse lui animandosi e indicando Narcissa. “Solo che…“ fece una risatina falsa”… a lei piace troppo per rinunciarvi… e tu sei troppo vigliacca per farlo….” Scandì con disprezzo.
Le parole di Siri parvero inaspettatamente colpirla. Rimase un istante senza dir nulla,poi sbottò: “Non nominare mai più la mia famiglia in questo modo! Tu non sei nemmeno più degno di nominarla e basta! Disonori il nome dei Black, reietto!”
Lui fece un passo indietro, poi disse con uno sguardo schifato:“Sai una cosa? Sì, è proprio così… Lo disonoro… E ne sono FIERO!”.
Bellatrix sostenne gli occhi blu del cugino per un secondo, poi si voltò scotendo i capelli nerissimi per allontanarsi rabbiosa, gli occhi di Siri puntati sulla schiena.
James e Remus tornarono a guardare i Serpeverde che erano rimasti ammutoliti di fronte alla scena.
“Alla prossima partita ti faccio nero, stronzo!” sibilò James a Malfoy, che gli rispose altezzoso: “Lo vedremo!”.
Lily a questo punto fece un passo in avanti per chiudere la questione, visto che il peggio sembrava passato. Prese per un braccio James, che stavolta si fece trascinare docilmente. Ma prima di andarsene, anche lei non resisté a dire rivolta ai Serpeverde, e in particolare al loro Prefetto: ”Ancora un comportamento del genere, e, insegnanti presenti o no, vi tolgo almeno 20 punti, Piton! Parola mia!”

SBAM! Sirius sbatté violentemente la porta del dormitorio, buttò per terra la borsa dei libri e urlò:” MERDA!”.
Poi cominciò a girare in tondo, come un leone in gabbia.
Si fermò e si sedette sul letto, stringendo fra le dita il morbido piumino viola stropicciandolo.
Si sdraiò a pancia in giù. Poi improvvisamente afferrò il cuscino di piume e cominciò a riempirlo di pugni.
“Merda! E merda!”
Se c’era una cosa che proprio non sopportava nella sua vita era la sua famiglia…. TUTTA la sua famiglia, a cominciare dai suoi genitori vuoti e arroganti… Sempre a preoccuparsi del denaro, dell’apparire, dell’onore… Il loro sangue puro del cavolo! Quell’aria di superiorità con cui trattavano quelli che secondo loro non erano degni di essere definiti maghi… Che razza di persone! Quando era più piccolo e guardava le famiglie dei suoi amici provava vergogna per la sua…così vuota di valori e odiosa…
Quando James aveva presentato lui ai suoi alla fine del primo anno, la prima cosa che la mamma dell’amico gli aveva detto era stato di andarli a trovare durante l’estate…
Quando lui aveva parlato di James e degli altri ai suoi genitori, questi avevano subito chiesto a che famiglia appartenevano, per poi fargli mille menate sul fatto che non erano né Purosangue né nobili… Quante stronzate!
E suo fratello Regolus, e Narcissa, e Bella… che ci sguazzavano in quel clima di merda! E Bella era la peggiore di tutti, proprio lei… Lei che era stata la sua prima amica e la sua alleata quando erano piccoli… Poi si era rivelata uguale a tutti gli altri! Fino all’anno prima la sua famiglia era un peso enorme per lui, tutte le volte che si comportavano da sporchi Serpeverde, offendendo lui e, soprattutto, i suoi amici… James, Remus e Peter…Quelli che lui considerava la sua vera famiglia… Avrebbe voluto fare l’indifferente, se non altro per non dargli soddisfazione, ma tutte le volte dentro bruciava… Di vergogna, di disprezzo, di rabbia, forse anche di odio…
Si rialzò e riprese a camminare nervosamente.

James entrò in biblioteca e si avvicinò al tavolo dove erano seduti Peter, Lily, Corinne e Remus. La rossa stava spiegando gli appunti di pozioni a Codaliscia, con la pazienza di una santa, e Remus le dava manforte.
“Vedi Peter, è questo il procedimento… se fai così dimentichi un passaggio…”
James si sedette accanto al biondino, chino sul compito di Peter che correggeva gli errori –e ce n’erano veramente tanti…-
“Vedi, Pete? Tutti ai tuoi piedi!” esclamò allegramente allargando le braccia.
Corinne sorrise e Lily lo fulminò con uno sguardo tipo io-starei-cercando-di-spiegare.
Poi l’occhialuto cercatore si rivolse all’altro ragazzo :”Ehi, Rem, dov’è Siri?”
“Non so, è da dopo pranzo che non l’ho più visto…” mormorò quello distrattamente.
James aggrottò le sopracciglia, poi si alzò dicendo :”Scusatemi…” e uscì dalla biblioteca.

“Ehi, Felpato!”
Siri si fermò al centro del dormitorio, mentre il suo amico, irrompendo nella stanza, gli piombava quasi addosso.
“Ah, eccoti! Vieni con me!”
“Che vuoi, James? Voglio star da solo…” disse il moro cupamente.
“No, senti, dai ti prego, devi fare una cosa per me!” James si diresse verso il suo baule e ne estrasse qualcosa che nascose sotto il maglione, poi si diresse verso quello dell’amico.
“Ma che stai…” cercò di dire Sirius, ma quello non lo ascoltava.
“Dove sei?” disse Ramoso fra se e sé, mentre spostava le cianfrusaglie che l’altro teneva lì dentro, cercando freneticamente qualcosa. “Eccoti!” e si rialzò con la mazza da battitore di Sirius fra le mani.
Le fece un piccolo incantesimo per rimpicciolirla in modo da nasconderla sotto il maglione (se Gazza lo avesse trovato in giro per il castello con la mazza in mano probabilmente lo avrebbe accusato di tramare un attentato ai suoi danni, facendolo squalificare dal quidditch, e ciò era l’ultima cosa di cui aveva bisogno).
“Ma stai bene?” chiese Sirius allibito.
“Su, non rompere, andiamo!” disse l’altro afferrandolo per un braccio.
“Ma dove? Dai, piantala, non ho voglia ti ho detto…”.
Nonostante le proteste di Sirius –che comunque era anche un po’ incuriosito- James lo trascinò per la Sala Comune, passò attraverso il passaggio del Ritratto e imboccò una serie di corridoi, salì un bel po’ di scale e aprì un passaggio segreto dietro un’armatura. Di nuovo delle scale. E alla fine… all’aperto.
Erano su una delle torri più alte del castello –la più alta, diceva Remus- un passaggio scoperto dai Malandrini una notte per sfuggire da Gazza.
Il paesaggio toglieva il fiato. Si vedeva il lago, un specchio calmo e lucente, la cupa e silenziosa Foresta Proibita, apparentemente tranquilla, e più in là le montagne azzurre che si stagliavano contro il cielo che stava passando dall’arancio al blu.
Già quella vista infuse a Sirius una certa tranquillità.
-…Sembra di stare fuori dal mondo…- disse quasi fra sé e sé.
Nel frattempo l’amico aveva estratto la sua mazza e una simile (l’altra che aveva infilato sotto il maglione), anche se di fattura peggiore.
Gli passò la sua e prese a picchiettare l’altra sul palmo della mano, un sorriso furbo stampato sulla faccia. Poi estrasse dalla tasca una biglia, piccola e nera, una di quelle che danno in omaggio da Zonko, ne aveva a centinaia… “Ti ricordi questo gioco, no? Sono secoli che non lo facciamo!” gli disse.
Sirius capì, ma preferì fare la vittima drammatica ancora: “James, lo facevamo a 12 anni…” sbuffò stancamente.
“13!” lo corresse “E ti posso battere come e più di allora!”
“Ma quando mai! Se ho sempre vinto io!”
“Ah,sì?” James lo guardò: “Lo vedremo!” lanciò in aria la biglia e la colpì (PAM!)con la mazza più forte che poteva, spedendola parecchio più in là, verso il parco del castello. Mentre la biglia volava James urlò: “PER JAMES POTTER! IL MIGLIOR CERCATORE DEL MONDO!”
Siri lo fissava e gli scappò un sorriso “Quanto sei idiota…”
“Tu sai fare di meglio?”
“Ovvio!” disse Felpato tornando sé stesso e apprestandosi al tiro, le gambe ben divaricate. “Guarda e impara, ragazzino!”. Tirò la biglia e la colpì fortissimo (PAM!), mandandola molto più in là dell’amico e gridando: “PER SIRIUS BLACK! IL PIU’ FIGO DELLA SCUOLA!”.
James rispose con un altro tiro: PAM! “PER IL PEGGIOR RUBACUORI DI HOGWARTS!”
PAM!“PER IL Più FORTE BATTITORE DI SEMPRE!”
PAM!“PER TURPER CHE E’ UN IMBECILLE!”
PAM!“PER QUELLA RACCHIA DI CASSANDRA COOMAN!”
Andarono avanti a battere con tutte le loro forze, urlando a squarciagola per scaricare tutta la tensione, fino a quando non ebbero più fiato e Siri non con concluse gridando:PAM! ”PER LA MIA FAMIGLIA:AL DIAVOLO TUTTI! IO SONO SIRIUS BLACK, E VOI NON MI AVRETE MAI!”. La piccola biglia nera si perse e sparì nell’aria scura.
Ansimavano entrambi, le braccia appoggiate al muretto della torre e il busto piegato in avanti per riprendere fiato.
James si lasciò cadere seduto per terra.
Siri pensò che non avrebbe mai trovato un amico migliore di quello e anche se non disse nulla il silenzio parlò per lui e l’altro capì comunque.
Intorno a loro era ormai calata l’oscurità e non si sentiva nulla, a parte l’aria fredda e il loro respiro affannato.
“Io penso che hai fatto la cosa più coraggiosa del mondo ad andartene di casa quest’estate…” disse improvvisamente James.
“E io penso che questo sia stato il gioco più azzeccato del mondo che potevi farmi fare stasera…” rispose Sirius.
L’altro ridacchiò:”Beh, modestamente… L’ho inventato io dopotutto… Ti ricordi quando venivamo quassù e lo abbiamo insegnato anche agli altri?”
“Già… Che ridere, quella volta che voleva insegnare a Peter a battere e lui nel girare la mazza ha colpito solo una cosa: lo stomaco di Remus…”
James scoppiò in una risata allegra :”ah,ah,ah… Me l’ero dimenticata questa… E tu ti ricordi quando…“.
Continuarono a ridere fino alle lacrime per dieci minuti, ricordando tutte le “malandrinate” fatte in passato. Quando cominciarono a sentire un po’ il freddo, Siri propose di rientrare: il giorno dopo c’era la partita e non volevano certo rischiare di ammalarsi. Così il moro fece rimpicciolire di nuovo la sua mazza e la nascose sotto il maglione, ma James gli disse: “Aspetta! E l’ultima biglia, dai fammi togliere quest’ultima soddisfazione…”.
Mentre Felpato ridacchiava, Ramoso prese la rincorsa, tirò in aria e quindi la colpì forte (PAM!) gridando:”PER I MALANDRINI!”. Solo che stavolta la biglia andò dritta sparata contro la parete di fronte del castello e infatti si sentì l’inconfondibile rumore di vetri infranti, seguiti dalle altrettanto inconfondibili imprecazioni di Gazza che, ironia della sorte, doveva trovarsi proprio nei pressi della finestra colpita.
“Porca…!” esclamò il maldestro lanciatore mordendosi un labbro.
“Ah, ah, ah…. Ottima mira, vecchio mio!” rise Sirius prima di darsela a gambe a precipizio dietro James verso la Sala Comune.

“Signori e signore! Ladies and gentleman! BENVENUTI AL PRIMO INCONTRO DI QUESTA NUOVA STAGIONE DI QUIDDITCH!”
La folla che riempiva lo stadio urlò festante ed eccitata alle parole del cronista ufficiale del campionato: Jessie Bandom, la cui voce era magicamente amplificata dall’Incanto Sonorus. C’era praticamente quasi tutta la scuola ad assistere alla partita, e le tribune erano divise nettamente a metà tra la tifoseria bronzo-blu di Corvonero e quella giallo-rossa di Grifondoro. Questi ultimi erano particolarmente sfegatati: quelli dell’ultimo anno intonavano il coro che avevano improvvisato un anno prima in occasione della vittoria della coppa da parte della squadra, e dovunque si sventolavano striscioni con slogan di incoraggiamento per i loro beniamini.
“Siamo appena appena esaltati, eh?” commentò Lily rivolta a Corinne e Remus, guardandosi intorno.
“Beh, siamo i migliori!” rispose il ragazzo con un sorriso scaltro da Malandrino.
“ED ECCO LA SQUADRA DEI GRIFONDORO!” urlò la voce di Jessie, mentre sette persone nella loro divisa scarlatta sfrecciavano in campo cavalcando i loro manici di scopa e facendo il giro sopra gli anelli delle tribune. James in testa a tutti, in qualità di capitano, abbracciò con lo sguardo tutta la visuale del campo, individuò subito un gruppo di sue lanciatissime fan, alle quali rivolse uno scintillante sorriso, mandandole letteralmente in delirio (“Ridicolo!” commentò Lily), e quindi cercò con gli occhi –fu più forte di lui- la ben nota testa rossa, alla quale riservò il solito occhiolino sicuro e , a suo parere seducente, che le fece alzare gli occhi al cielo.
“Ma non crescerà mai?” sbottò Lily, tirandosi la sciarpa giallo-rossa sulla bocca per ripararsi dal gelido vento di Novembre.
Corinne sospirò: “Oh, se Sirius rivolgesse a me uno sguardo così sarei la persona più felice del mondo!”.
Nel frattempo, sempre annunciata da Jessie, anche la squadra di Corvonero aveva fatto il suo ingresso in campo. Madama Madison, la professoressa di volo che aveva spalle larghe e squadrate e un cipiglio da generale, diede il fischio d’inizio.
“PARTITI!”
I giocatori erano già sfrecciati in mille direzioni diverse, in un turbinio di rosso e blu.
“LA PLUFFA E’ NELLE MANI DI COTTON, CACCIATRICE DI GRIFONDORO, LA SORELLA DEL MITICO BRIAN COTTON, PER TANTI ANNI GIOCATORE IN QUESTA SQUADRA, E INOLTRE MIA MERAVIGLIOSA COMPAGNA DI CLASSE…”
“Bandom, serietà! Deve fare il cronista, non il buffone!” lo strillo della professoressa McGranitt, sempre vigile e inflessibile, riuscì a troncare il commento della potente voce di Jessie.
“OK,OK… LA PLUFFA E’ AI GRIFONI, COTTON L’ HA PASSATA A O’ NEIL, CHE SCARTA ABILMENTE IL CACCIATORE DI CORVONERO, GRAVES… AZIONE 2X2 TRA O’ NEIL E VANNER, BEL PASSAGGIO… AH! UN BOLIDE DI FESTER CONTRO VANNER! PECCATO, PLUFFA INTERCETTATA DALL’ALTRA CACCIATRICE DI CORVONERO, MILTON CLAIRE!”
I Corvonero guadagnarono rapidamente terreno grazie ad alcuni passaggi ben piazzati verso la porta di Grifondoro, difesa da una determinatissima Tara. Il terzo cacciatore in divisa blu, l’atletico Scott Jewell, per altro capitano della squadra, sfrecciava ora in avanti verso la ragazza, dopo aver schivato un bolide speditogli contro da Sirius.
Tara era concentratissima, non sentiva nemmeno la voce di Jessie che stava dicendo:”E’ LA PRIMA OCCASIONE PER IL PORTIERE TARA RUBENS, NUOVO ACQUISTO DEI GRIFONDORO, DI DIMOSTRARCI LA SUA STOFFA… BUON TIRO DI JEWELL, CALIBRATO VERSO L’ANELLO DI SINISTRA… E RUBENS C’EEEEEEEE’! SISSIGNORI, L’ HA PARATO! OTTIMO LAVORO!”
Tara aveva preso il tiro di Jewell, e aveva rilanciato la palla a Tom. Il ragazzo volò velocemente verso l’altra porta ed effettuò un bel passaggio a Sam. Questo schivò il bolide del Battitore di Corvonero, Sylla, e lanciò a sua volta a Moira. La piccola e agile cacciatrice scartò Milton e ebbe la meglio sui riflessi del portiere avversario, segnando il primo goal di quella stagione di quidditch.
La folla di Grifondoro esplose in urla e ovazioni.
“GRANDE MOIRA!” urlò Jessie, dimenticandosi che la sua voce era già amplificata e facendo tappare le orecchie a tutto lo stadio.
“Bandom, lei dovrebbe essere imparziale!” lo ammonì subito la McGranitt.
La partita proseguì per un’altra avvincente ora, durante la quale i Battitori continuarono a picchiare micidiali bolidi (soprattutto Sirius ed Erick, per i quali ogni azione era seguita da gridolini di eccitazione da parte di molte ragazze, anche di Corvonero, che si guadagnarono le occhiate di disapprovazione dei compagni), i Cacciatori ad effettuare passaggi e goal da entrambe le parti, e i tifosi a sgolarsi incitando la propria squadra. A questo punto la situazione era di quasi parità, con un leggero vantaggio di Grifondoro.
“Andiamo, James, prendi questo Boccino, portaci alla vittoria!” sussurrò intensamente Remus.
“Dai, su, che aspetti?” gli fece eco Lily, che era anche lei sulle spine e seguiva con gli occhi le mosse del cercatore.
Questi, da lassù, teneva d’occhio la situazione, setacciando con lo sguardo ogni mm di campo, finchè… un brillio, eccolo! Il cercatore avversario stava guardando da un’altra parte, e James si lanciò in picchiata, verso un anello delle tribune, dalla parte dei Tassorosso. Sfrecciava velocissimo e tutta la folla seguiva i suoi movimenti, poi improvvisamente, si rialzò con una brusca virata tenendo alto il pugno in cui si dibatteva, ormai inutilmente, la preziosa pallina dorata.
Una esplosione di urla dal pubblico accolse la vittoria dei grifoni, mentre Jessie scandiva il risultato finale:
“NOVANTA A CENTO OTTANTA! LA VITTORIA E’ PER I MITICI, IMBATTIBILI, FANTASTICI GRIF…” a questo punto la voce si spense perché la McGranitt, pur felice per il successo ottenuto, tolse al cronista l’Incanto Sonorus per iniziare a fargli una bella ramanzina sull’imparzialità del suo ruolo.
Intanto, anche i nostri amici sulle tribune si lasciarono andare all’atmosfera di ilarità generale: Morgana saltava, ballava con Lily e strillava a squarciagola, Corinne non la smetteva più di battere le mani e Remus e Peter erano letteralmente in delirio.
La squadra giallo-rossa era planata a terra e, tra l’eccitazione generale emergevano Sirius e James che, decisamente su di giri, si abbracciavano esultanti.
“Gran partita, stronzo!”
“Altrettanto a te, bello!”.
I due capitano si strinsero la mano, complimentandosi a vicenda per la gara. Jewell, seppure un po’ deluso, fu correttissimo e non dimostrò alcun risentimento.
Così i grifoni si aggiudicarono la prima vittoria del campionato di quell’anno.

E rieccomi! Aspetto numerosissimi pareri, commenti e recensioni! Un super smack!!!!!
Ps: per Sarah Potter: sul serio sei fumettista? Io adoro i disegni!! Se hai tempo, voglia e ti ispira l’idea, non è che ti andrebbe di disegnare qualcosa su questa mia ff? Poi potresti mandarlo nella sezione fan art (non inviarlo al mio indirizzo di posta elettronica, perché il computer non è mio…) Mi faresti un grosso regalo! Ovviamente, appunto, se non ti fa nulla… Un bacio e grazie per le tue belle parole!

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Capitolo 7
*** Cap7: LA NEVE DI HOGSMEADE ***


Cap7:LA NEVE DI HOGSMEADE.
Novembre era passato velocemente, e ormai erano quasi alla metà di Dicembre. La vita scolastica procedeva normalmente, tra compiti in classe super complicati di Trasfigurazione e antipatiche interrogazioni di Pozioni, faticosi allenamenti di quidditch ed emozionanti esercitazioni pratiche di Difesa contro le Arti Oscure. Tara continuava a essere misteriosa e imperturbabile, Morgana a passare da un umore all’altro come se nulla fosse, e Peter a studiare come un matto, sostenuto dall’appoggio concreto (di tutti) e morale (da parte di Morgana), cercando disperatamente di riuscire a produrre qualche brodaglia decente per recuperare il brutto voto in pozioni.
Remus era considerato da tutti la quint’essenza della pazienza: infatti non solo manteneva una media da studente modello, ma era anche sempre impegnato ad aiutare il suo piccolo amico in difficoltà… Senza contare che trovava pure il tempo di divertirsi assieme agli altri Malandrini, soprattutto (ma questo era segreto ai più) nelle notti di luna piena…
Sirius era l’allegro mascalzone di sempre, e per Lily era un mistero come riuscisse ad avere voti così alti dal momento che non lo si vedeva mai, e dico mai, chino sui libri a studiare…In compenso passava il suo tempo a “socializzare”, come diceva lui, con quante più ragazze poteva, oppure a cacciarsi nei guai con l’inseparabile James.
Anche quest’ultimo non aveva problemi con la scuola, e in quel periodo, forse esaltato dalla vittoria a quidditch era ancora più scatenato e –parere di Lily- insopportabile… Non passava giorno che non combinasse qualcosa, preferibilmente ai danni di Gazza, oppure di Piton o di un altro Serpeverde, tanto che avevano già litigato più di una volta ,con somma disperazione della rossa Prefetto, la quale continuava a battibeccare col bel Cercatore. In realtà a James piaceva da matti stuzzicarla e non poteva fare a meno di cercare di mettersi in mostra quando c’era lei nei paraggi.
Lily dal suo canto lo riteneva sempre “il solito scemo” però doveva ammettere che da dopo la festa di Halloween, quando avevano avuto l’occasione di parlare un po’ seriamente, la sua opinione nei suoi confronti era un po’ migliorata (“solo un po’!” come aveva sottolineato con Corinne, che le aveva risposto con un sorrisino malizioso).
Così, quei mesi erano tranquillamente volati, e per i ragazzi si stava avvicinando la prima vera vacanza dopo l’estate: Natale…

Tutto il parco era ricoperto di soffice neve e Lily avvolta nel suo mantello nero vi stava affondando i piedi, mentre camminava faticosamente verso la capanna di Hagrid, completamente ricoperta da quella glassa bianca.
“Hagrid!” lo chiamò appoggiandosi coi gomiti alla staccionata dell’orto, dove l’omone stava lavorando spalando via la neve.
“Toh! Chi si rivede! Credevo ti fossi dimenticata di me…” la salutò lui un po’ burbero.
“Ho avuto da fare…” disse lei in tono di scusa.
Gli occhi del gigante si raddolcirono in un sorriso nascosto dalla barba scura “Massì, massì… Lo so che sei impegnata…” disse rimettendosi a spalare.
Anche Lily sorrise: “Come và qui?” chiese sporgendosi in avanti e appoggiando i piedi su un paletto basso del recinto, in modo da essere un po’ più alta.
“Bah, non c’è malaccio…” rispose quello faticosamente visto che stava spostando un notevole ammasso di neve. “Uff!” sbuffò appoggiandosi alla pala e guardandola in faccia: “Beh, per fortuna fra poco c’è vacanza, eh?”
“Non dirlo a me!” fece lei di rimando dondolandosi avanti a indietro: “Non ne posso veramente più! Tra i prof che ci riempiono di compiti e quei due simpaticoni di James e Sirius questa settimana è stata davvero stressante…”.
Hagrid ridacchiò:”Mi immagino! James e Sirius, quei due sì che sono forti!”
“Quei due sì che sono scemi, vorrai dire!” ribattè lei con un’occhiataccia di sbieco: “Sono due rompiscatole! Mi fanno disperare!”.
“Però sono simpatici, andiamo!” e le fece un occhiolino.
“Sì, come due zanzare in una notte d’estate! Bah, ok, a volte fanno ridere, e se vogliono sono anche intelligenti, non dico di no! Però quando esagerano mi fanno venire un nervoso… soprattutto James, che vuol sempre farsi vedere, è proprio un esibizionista!”
“Secondo me lo fa con te proprio perché sa che ti da fastidio…”
“Oh! Allora è proprio una persona meravigliosa, non c’è che dire!” esclamò Lily sarcastica.
“… e se si comporta così , per me, è perché ci piaci…” concluse Hagrid, sorridendo.
“No.” Disse lei dura, fulminandolo con gli occhi verdi. “Lo fa perché vuol farsi vedere e basta… L’unica cosa che gli piace sul serio è essere al centro dell’attenzione di quello stuolo di ragazzine starnazzanti che lo segue ovunque… E il quidditch, credo…”
Hagrid scoppiò in una risata allegra:”Lily Evans, sei proprio terribile!”
Lei spostò una ciocca rossa dietro l’orecchio e fece un sorriso scaltro, ma una voce alle sue spalle la fece voltare.
“Salve Hagrid!” Tara si stava avvicinando camminando spedita e molto più agile di Lily nell’alta neve.
“Buongiorno a te, Tara!” rispose lui gaio.
Anche la ragazza dalla carnagione scura appoggiò le braccia sulla staccionata vicino all’amica.
“Avrei bisogno di un favore…”
“Spara!”
“Madama Chips dice che tu potresti avere dei calmanti per L’Isterite da gatto…”
L’omone aggrottò le sopracciglia:”Sì… Mi pare… Ti servono ora?”
La ragazza annuì mentre Hagrid usciva dal recinto e le faceva accomodare nella sua capanna. Dentro c’era un bel tepore, diffuso dall’enorme caminetto dove ardeva un fuoco scoppiettante. Il gigante aprì uno stipetto e cominciò a frugarci dentro. Lily chiese, rivolta all’amica:
“Ancora per Nemesi? (Nemesi era la bella gatta dal pelo lungo e nero di Tara) Non è ancora guarita?”
“Morgana.” Disse l’altra semplicemente. (Morgana detestava gli animali in generale, e la gatta di Tara in particolare, con la quale era incompatibile).”Non fa che innervosirla, anche se sa che ha ancora quei disturbi isterici, e ora le ha fatto venire un vero e proprio attacco di nervi… Nemesi le è saltata su quei bei capelli lucenti…”
Lily ridacchiò:”Mi immagino la scena!”
Hagrid si voltò con una bottiglietta in mano:“Eccolo qua, questo è un calmante per l’Isterite… Ma sei sicura che ce l’abbia, vero? Perché devi usarlo solo in casi certi, se no la fai cadere addormentata per tre giorni…”
“Non ti preoccupare, è più che certo, ha tutti i sintomi: non ragiona e continua a strillare.” Rispose imperturbabile Tara, prendendo la boccettina blu.
“Ah, e poi controlla il peso… Dovrebbero essere due gocce ogni chilo… Nemesi peserà circa otto chili, no?”
“Nemesi?” domandò Tara alzando la testa “Ma questo non è per Nemesi,è per Morgana…E’ lei che ha l’Isterite da gatto…” riprese tranquillamente, come se fosse la cosa più normale del mondo.
Hagrid e Lily si fissarono allibiti, poi la ragazza scoppiò a ridere.
“Ma…” cominciò il gigante “Non gliela puoi dare a Morgana… Questa è per gli animali, mica per gli uomini…”
“In questo caso non c’è problema… Morgana è per metà animale, ha un cervello di gallina…” rispose la brunetta, provocando in Lily un secondo ululato di risa. “Ehi, non ti preoccupare, non ho intenzione di dargliela davvero, voglia solo farla spaventare. Forse se crede che ci sia anche solo la remota possibilità che io gli versi questo calmante di nascosto in un bicchiere, la pianta di strillare come un Ippogrifo imbizzarrito, solo perchè la povera Nemesi le è saltata sulla testa…” e i suoi occhi scuri brillarono in modo sinistro.
“Non ti preoccupare, la controllerò io…” si intromise Lily, facendo un occhiolino complice ad Hagrid:”Lei e Morgana fanno sempre finta di odiarsi, ma credo che in fondo –ehm… molto in fondo- si vogliano un bene dell’anima,e si cercano sempre,come…. come il freddo cerca la neve!” completò guardando fuori dalla finestra.
“Io odio il freddo, Lily!” la troncò Tara.
Hagrid non pareva molto convinto:“Non fatemi finire nei guai, eh?” disse incerto.
“Sta tranquillo! Ci vediamo!” lo salutò la rossa spingendo l’altra fuori dalla capanna.

Il pomeriggio dell’ultimo giorno di scuola, i Malandrini erano seduti attorno ad un tavolo nella Sala Comune e stavano ridendo come dei matti, Remus con la testa nascosta fra le braccia appoggiate alla scrivania, Peter seduto a terra che si teneva la pancia, James in piedi piegato in due e Sirius stravaccato sulla poltrona. “Ah,ah, ah… Ma avete visto la sua faccia! Piton è uno spettacolo quando si arrabbia!” riuscì ad articolare James.
“Ah, ah… Certo che sei veramente infido, Ramoso!” disse Sirius con le lacrime agli occhi per le troppe risate “Versare quella roba nella sua pozione… E lui, che sveglio!, tutto fiero, in parte al calderone che si aspettava il dieci di Turper e invece…”
“Che cos’è questo schifo signor Piton?” completò Remus imitando la voce dell’insegnante e facendo di nuovo scoppiare gli altri a ridere senza ritegno, mentre rivivevano la scena davanti ai loro occhi.
Pian piano le risate diminuirono e Peter mormorò:” Favoloso, James! Lo scherzo più riuscito dall’inizio della scuola!”
“Oh, beh, non esageriamo…” si schermì lui, evidentemente compiaciuto.
Dopo un attimo di pausa in cui riprendevano fiato, Remus disse:”Ehi, ragazzi… da domani siamo in vacanza!”
“Complimenti, Lunastorta… Alla fine ci sei arrivato anche tu…” lo prese in giro Siri con un sorriso scaltro.
“Voi, forse…” disse Peter un po’ abbacchiato “Per me Turper ha fissato il recupero di Pozioni domani…”
“Ma è proprio una carogna!” esclamò James indignato “Così ti fa smenare la gita ad Hogsmeade!”
“Già…”
“Se ti può consolare, Codaliscia, non sei l’unico a dover saltare la gita… Non ci sarò nemmeno io…” disse Remus con un sorriso un po’ triste.
“Cosa?” fece il ragazzo occhialuto, sorpreso.
Il biondino alzò semplicemente le spalle :”Luna piena, stanotte… dimentichi?” sussurrò.
“Oh…” James era un po’ dispiaciuto: era la sua prima gita ad Hogsmeade quell’anno e avrebbe voluto passarla coi Malandrini…
“Peccato… Beh, a quanto pare sarà una cosa a due stavolta, Felpato…”
“Per me di sicuro…” rispose Siri tranquillo, le braccia incrociate dietro la testa: “Però, per quanto gradisca la tua compagnia, ne avrò una più dolce: ci vado con Claire Milton ad Hogsmeade…”
“Oh, fantastico!” esclamò corrucciato James, preso alla sprovvista.
“Ma non ci provavi con Lucilla Fester, ultimamente?” chiese Remus.
“Oh, quella è storia vecchia…” e l’aitante morettino dagli occhi blu fece un gesto con la mano come a scacciare il pensiero.
“Claire Milton è la Cacciatrice di Corvonero?” domandò Peter.
“Proprio lei!”
“Ah, pure una nemica?” disse James.
“Dai, Ramoso… Non essere geloso!” disse l’altro con un sorriso irriverente.
“Piantala, scemo!” ribatté James, ancora imbronciato “E’ solo che volevo che ci andassimo tutti insieme, non solo come un cane, o aggregandomi a qualche altra compagnia…”
“Volgi la situazione a tuo favore!” propose Sirius.
“E come?”
“E’ il tuo momento… Potresti invitare la nostra bella Prefetto…” –solito sorriso malizioso-.
“Ma… non so…”
“Cosa, cosa? James Potter che rinuncia alla scommessa?” fece Rem sporgendosi in avanti.
“No! Non è che questo!“ disse l’amico punto sul vivo “E’ che l’ho fatta disperare tutta settimana, temo proprio che non vorrà vedermi anche ad Hogsmeade…”
“Io sento puzza di bugia…” –solito sorrisino mascalzone di Siri-
“Perché?” esclamò il Cercatore, visibilmente in imbarazzo.
“Quando mai ti è importato del fatto che lei potesse respingerti? Di solito ti diverti e basta a provare ad invitarla, per te è solo un gioco… O no?”
James rimase interdetto: era vero, era così, e non era cambiato nulla… Proprio nulla? Quella sera di Halloween lui si era trovato bene con lei e, anche se non voleva ammetterlo, ora qualcosa di impercettibilmente diverso c’era… Certo, quando era in mezzo agli altri, non trovava altro modo per attirare l’attenzione della rossina che fare lo scemo, però star di nuovo solo con lei… Gli sarebbe piaciuto, oh sì… ma aveva davvero paura di un suo rifiuto, ora… Perché? Bella domanda…
Si accorse che gli altri Malandrini lo fissavano curiosi.
“Jaaaaaames?” cantilenò Remus.
“Ehi, no, lo so cosa pensate, ma non è così!” disse subito, per fugare ogni dubbio e imbarazzo:”Per me è solo un gioco e ora ve lo dimostrerò!” si voltò verso l’angolo della Sala comune dove stavano le ragazze e urlò: “Ehi, Evans!”.

Lily era scesa nella Sala Comune proprio quando i ragazzi si stavano spanciando dalle risate.
“A furia di ridere si slogheranno le mascelle quei quattro…” commentò, lasciandosi sprofondare su un divanetto, tra Morgana e Corinne, che era tutta intenta a fare all’amica gli stupidissimi test di Sweets, la rivista per giovani streghe “in”.
Morgana rubò di mano la rivista all’amica ricciolina: “Ehi, Lily, senti questa: cosa ti piace di più in un ragazzo: a) il mento; b) la bacchetta; c)le spalle; d)le mani?”
“Che test del cavolo, Morgana!” fu la risposta della rossa.
“Oh, daiiiii…”
Lily soffiò, poi sbottò:”Le spalle!”.
“Aha! E senti ora…”
“Parliamo di cose serie, dai!” disse la Prefetto, cercando di cambiare argomento e strappando il giornalino dalle mani dell’amica. ”Avete già pensato a dove andremo domani, a Hogsmeade?”
“Io, se c’è Tara, non ci vengo!” borbottò la ragazza dai lunghi capelli castani, incrociando le braccia e mettendo il broncio.
“Guarda che non vuole avvelenarti davvero!” rispose Lily, riferendosi all’episodio dei calmanti e lasciandosi scappare un sorriso.
Morgana spalancò i suoi occhioni nocciola: “Questo lo dici tu! Per me ne è capace… Con me è sempre così burbera…”
“Lo fa apposta…”
“Balle!”
“Comunque…” si intromise Corinne, giocherellando con un ricciolino chiaro “Tara non viene domani… Parte stasera…”
“Oh, bene!” sospirò Morgana.
“Tu dove vorresti andare, Corinne?” le chiese Lily.
“Ehm… Io… non credo che verrò con voi ragazze…”.
Le altre due la fissarono, senza capire, facendola arrossire un po’.
“Io, ehm…” Corinne era ormai un peperone e balbettava timidamente “Ci… Vado con… un ragazzo…”.
“Davveeeeeero?” esclamarono le altre due. Lei annuì, e mentre Lily la abbracciava con un sorrisone, Morgana continuava a strillare:”Ma è fantastico! Coriiiiinne! Magnifico! Chi è, dai, dicci chi è!”.
Lily la fissò un istante preoccupata :”Non sarà mica…?” e i suoi occhi si spostarono su Sirius.
“No, no…” fece Corinne scotendo i riccioli biondi con un sorriso, e facendo bloccare gli acuti di Morgana, che ora era tutt’orecchi. “Beh, voi lo sapete… Siri mi piace… praticamente da sempre… però lui non mi ha mai considerata, se non come amica, e temo che dovrò rassegnarmi… c’è un altro ragazzo che mi ha chiesto di uscire con lui… beh, è la prima volta che mi capita, così mi sono detta che tanto, dal momento che Siri è impegnato con altre…”
La rossa annuì decisa:”Hai fatto benissimo, tesoro!”
“Chi è?” chiese Morgana, che moriva dalla curiosità.
“Avete presente Daniel Slow, di Tassorosso?”.
“Oh, sì… E’ quello non tanto alto coi capelli scuri…” disse l’altra.
“E’ lui.” Confermò Corinne.
Lily le fece un sorriso dolce: “Sono contenta per te… questo significa che saremo solo io e te domani, Morgana…” aveva appena finito di dire queste parole che la raggiunse la voce di James: “Ehi Evans!”.
“Dio, detesto quando mi chiama così!” ringhiò quella fra i denti.
Mentre il ragazzo si avvicinava baldanzoso (soprattutto per farsi vedere spavaldo dagli altri), l’amica dai capelli castani le bisbigliò all’orecchio: “Scommetto ciò che vuoi che ti inviterà anche stavolta…”. Lily non stentava a crederci: quando faceva il gradasso a quel modo aveva sempre lo stesso obbiettivo.
“Che vuoi, James?” chiese bruscamente l’interessata.
La sicurezza del ragazzo vacillò un po’ di fronte alla reazione di lei, ma non lo diede a vedere. Dietro di lui i Malandrini seguivano la scena curiosi.
“Mi domandavo…” iniziò passando una mano fra i capelli spettinandoli ulteriormente “…se vuoi finalmente cedere al tuo desiderio di lasciarti andare al mio fascino, e venire ad Hogsmeade con me.” Concluse con un sorriso malizioso.
I malandrini scuoterono il capo, tutti assieme e Remus disse :”E’ incorreggibile!”.
“Così non la convincerà mai!” gli fece eco Sirius.
E infatti, come da copione, Lily si voltò e fulminandolo con gli occhi smeraldini gli rispose: “Finché me lo chiedi così, te lo puoi scordare! Mettiti il cuore in pace, non uscirò mai con te!”.
James alzò gli occhi al cielo, cercando di buttare la cosa sul ridere: “Oh, sei veramente crudele, Lily!” e si batté il petto con il pugno chiuso.
“James, sei un fallito!” lo prese in giro Sirius ad alta voce, ridendo.
“Ehi, no, aspetta!” si intromise Morgana, alzandosi e mettendo una mano sulla spalla del ragazzo, per poi voltarsi verso la rossa: “Lily, perché non lo portiamo con noi?”
“Non ci penso nemmeno!” rispose l’altra scandalizzata dal comportamento dell’amica, facendo scoppiare a ridere Corinne e i ragazzi.
“Ascolta…” disse quella e cominciò a bisbigliare all’orecchio della rossa. L’espressione di Lily cambiò.
“Ok.” Disse con un sorriso al ragazzo occhialuto “Potter, puoi venire con noi, a patto che tu ci porti dove vogliamo noi, per tutto il giorno!”
“Sento puzza di imbroglio…” disse Sirius a bassa voce ai due amici, ma James, più ingenuo, accettò con un sorriso scaltro. “Non chiedo di meglio, ragazze!”.

L’indomani una folla di studenti invase le viuzze di Hogsmeade, che era molto pittoresco, così coperto di soffice e candida neve.
Verso le 5.30 del pomeriggio tre figure ammantate camminavano nella via che portava al pub più gettonato dai ragazzi: i “Tre Manici Di Scopa”. La persona in mezzo arrancava con più difficoltà dietro alle altre due dal momento che stava trasportando innumerevoli pacchi, pacchetti e borse.
“Ma chi me l’ha fatto fare…” borbottò il suddetto ragazzo, che altri non era che James.
“Sei stato tu ad accettare, non ti ha obbligato nessuno!” gli rispose con un sorriso di soddisfazione la rossa alla sua destra.
“Il patto era di farvi da accompagnatore, non da facchino!”
“Oh, quante storie! Per due pacchi da portare!” lo punzecchiò quella.
James si scaldò: “Due… DUE PACCHI?! Dico, ma… STAI SCHERZANDO?? E’ da stamattina alle 9 che giriamo per negozi: negozi di abbigliamento, negozi di trucchi, negozi di regali… E puntualmente in ogni negozio vi comprate almeno due cose a testa….NE HO FIN SOPRA AI CAPELLI!”. La faccia del ragazzo era rossa come i capelli di Lily e esprimeva tutta la sua esasperazione. Lui era abituato ad andare ad Hogsmeade per divertirsi, gli era inconcepibile passare un’intera giornata a fare shopping.
“Su, dai, non fare così, James… in compenso tu ti sei dimostrato un perfetto cavaliere a essere così gentile da offrirti di portare i nostri acquisti…” disse Morgana, tutta latte e miele.
Il ragazzo la incenerì con gli occhi scuri: “Sai, Morgana, di solito ho l’abitudine di non picchiare le ragazze… Ma se fate ancora un commento del genere, vi avverto che non rispondo più di me!”.
“Dai, credo che lo abbiamo torturato abbastanza… andiamo a prenderci qualcosa al pub, giusto per dargli una tregua?” propose Lily, fermandosi davanti all’insegna dei “Tre Manici Di Scopa”.
“Oh, la vostra magnanimità mi commuove…” le rispose lui sarcastico, mentre entravano nel locale.
Dentro c’era un’atmosfera calda e accogliente, si sentiva una piacevole musica di sottofondo ed era pieno di gente, soprattutto studenti di Hogwarts, che però, a parte il mantello nero, non indossavano le divise scolastiche, ma abiti normali e colorati. I tre ragazzi si avvicinarono al bancone di legno dopo essersi tolti i pastrani: James era vestito con jeans e una bella felpa, Lily aveva anche lei jeans scuri e un po’ larghi e un maglioncino verde (che faceva pan-dan col colore dei suoi occhi) le cui maniche le coprivano anche le mani, mentre Morgana rivelò pantaloni grigi eleganti a una camicia attillata e nera. Si sedettero sugli alti sgabelli e ordinarono tre Burrobirre, quindi iniziarono a guardarsi in giro.
“Eccolo là, quel fetente di Sirius…” fece James accennando al tavolo dove si trovava l’amico, tutto preso a chiacchierare con una ragazza mora (Claire Milton), che ridacchiava civettuola.
“Ehi, Lily!” bisbigliò Morgana, tirandole un pizzicotto per richiamare la sua attenzione.
“AHI! Che c’è?”
“C’è Scott!”
“Scott? Che Scott?”
“Come che Scott! Scott Jewell, il capitano della squadra di Corvonero!”
“Ma ce l’avete tutti coi Corvonero in questo periodo?” sbottò James, ma Morgana lo ignorò.
“Sì, e allora?” disse Lily all’amica, poco interessata.
“E allora sta venendo qui!” squittì l’altra, tutta emozionata.
Infatti un bel ragazzo moro si avvicinò al gruppetto, con un sorriso. “Salve James!” salutò.
« Ciao, Scott… » rispose il Grifondoro. “Ti faccio gli auguri di buon Natale, dal momento che io non lo passo qui ad Hogwarts, come te…” fece quello cordiale.
-Che scusa patetica per attaccar bottone con le ragazze!- pensò James, ma rispose con un sorriso: “Altrettanto, amico!”.
Questi allora posò lo sguardo sulle due studentesse. “E voi dovete essere… Lily Evans, giusto? La Prefetto di Grifondoro…” disse stringendole la mano.
-Certo che è lei, idiota!- si sorprese a pensare James, con leggero fastidio.
“…E invece tu sei Morgana Freeman, vero?” disse Scott rivolgendosi ora alla ragazza dai lunghi capelli castani.
“Sì, piacere… Ma come fai a sapere il mio nome?” rispose quella, sbattendo le folte ciglia scure.
Da lì prese il via una fitta conversazione fra i due, tanto che dopo due minuti Morgana aveva completamente scordato la presenza dei due amici accanto ed era assorbita solo dagli occhi del ragazzo di fronte a lei. Dopo un po’ Hagrid entrò nel pub e andò a sedersi accanto a Lily per scambiare due chiacchiere con lei; così James preferì farsi una capatina al tavolo di Sirius. Però anche lì stava finendo per stufarsi perché non riusciva a parlare come si deve con l’amico, dal momento che Claire continuava intromettersi con risolini e osservazioni sciocche. Ad un certo punto il bel ragazzo occhialuto si sentì tirare per la manica della felpa e voltandosi si trovò faccia a faccia con Lily. Questa fece un sorriso come saluto a Siri.
-Certo che è proprio carina…- il ragazzo cercò di scacciare il pensiero sorto spontaneo di fronte al sorriso di lei.
Il moro dagli occhi blu le rispose con un comico inchino, mentre Claire la fissava in tralice.
Poi la rossa disse: “James, sono le 6.30, ci conviene andare, no?”
“Ma come, mia bella Prefetto…” si intromise Sirius, provocando un altro sguardo assassino da parte dalla mora accanto a lui “… il rientro non è per le 8?”
“Sì, ma con tutte le borse che devo trasportare ci impiegheremo almeno un’ora per arrivare al castello…” sbuffò James contrariato, facendo ridacchiare l’amico e Lily.
“No, tranquillo…” riprese lei: “ Ho chiesto ad Hagrid e ha detto che ce li trasporta lui i pacchi, dal momento che è qui con la slitta…”.
Sul viso di James esplose un sorriso di sollievo e il ragazzo si alzò per urlare all’omone che stava uscendo in quel momento dalla porta a vetri: “Hagrid, sei la mia salvezza! TVB!”
“Beh, allora… Possiamo fermarci qui ancora un po’, no?” disse poi rivolto alla ragazza. Lily lo guardò come a dire non-capisci-proprio-niente!, ma il Grifondoro sembrava assolutamente intenzionato a non spostarsi, anche se Sirius e Claire ora non lo calcolavano nemmeno più e stavano cominciando a lasciarsi andare a piacevoli effusioni.
“A-ehm!” Lily simulò una tossettina per fargli notare la situazione della coppietta accanto a loro, col risultato che questi si bloccarono a mezz’aria fissandola (Claire con uno sguardo sempre più minaccioso).
“Noi-dobbiamo-proprio-andare!” fece la rossa un po’ forzatamente, prendendo un riluttante James per il braccio e obbligandolo ad alzarsi “Ciao, ciao!”. Quindi lei lo trascinò verso l’anticamera dove recuperarono i mantelli per poi uscire dal pub.
Fuori era calata la sera e c’era un’aria gelida; la neve aveva delle venature azzurre e per le strade i lampioni con candele magiche diffondevano una tenue luce arancione. C’era attorno a loro un silenzio ovattato e soffice.
“Ehi, un momento… E Morgana?” fece James accortosi che la ragazza mancava all’appello.
“Non ti preoccupare, ha detto che la accompagna più tardi Scott…” gli rispose lei.
Il cercatore si strinse di più nel mantello. “Brrrrr… certo che fa veramente freddo…. Scusa, ma perché non potevamo fermarci dentro al calduccio ancora un po’?” chiese lui sfregandosi le mani coperte dai guanti.
Lily scosse la testa:” Perché tu stavi facendo il terzo incomodo fra il tuo amico Sirius e quella tipa…. Se non te ne sei accorto erano abbastanza presi l’uno dall’altra…”
“Oh, che centra, certo che me n’ero accorto! Non sono mica cieco!”
“No, solo un po’ miope!” lo prese in giro lei.
“Hai intenzione di rompere le scatole tutta la strada?”
“No, solo quel tanto che basta per ripagarti di tutte le volte che tu le hai rotte a me in questa settimana…”.
“Oh, allora era questo il tuo obbiettivo oggi!”
“Beh, avevo il diritto di vendicarmi o no?”
“Per due scherzetti innocenti! E comunque io non sono miope!”
“Sei più miope di una talpa!”
Si stavano divertendo entrambi a punzecchiarsi a vicenda, quel sistema dava loro una sensazione come di… di complicità, come se fossero amici da sempre.
“Cara signorina le ricordo che sta parlando al migliore Cercatore della scuola, quello che l’anno scorso ha fatto vincere la coppa alla sua squadra e che detiene il record migliore di cattura del boccino…” iniziò a vantarsi James con una finta aria di superiorità.
“E di sicuro è pure il cercatore più modesto del mondo…” lo troncò lei.
“Non cambiare argomento, sui miei occhi non puoi vincere! Ho una vista d’aquila e…”. Le ultime parole famose:James era talmente infervorato nel suo discorso che non si era accorto dell’albero davanti a lui (ormai erano usciti dal paesino e si stavano avviando sul sentiero che portava al castello). Così il signor Vista-da-aquila andò a sbattere contro un ramo basso e carico di neve che gli riversò sulla testa tutta quella polvere leggera e bianca. Lily scoppiò a ridere come non mai. Mentre James tentava alla bell’e meglio di ripulirsi il viso e gli occhiali, lei ululava dalle risate, letteralmente piegata in due.
“Ah, ha, ha, ha! Jame… ah, ah, ah… il Cercatore… ah, ah, ah…!” non riusciva nemmeno a formulare una frase, tanto rideva, con la testa china, i capelli rossi davanti al viso e le mani sulla pancia.
“Ah, ah ah! Avevi una…. Avevi una faccia! Ah, ah…” SCIAC! Una morbida palla di neve colpì Lily sulla testa.
Stavolta fu il turno di James di ridere (anche se non così fortemente come la ragazza)… La fissava con un sorrisetto di trionfo, le braccia incrociate sul petto. “Dicevi?” le chiese.
Lei tirò su la testa e lo guardò coi suoi occhioni verdi: “Vuoi la guerra?”.
La risposta del ragazzo non fece a tempo ad arrivare che lei gli aveva già scagliato contro un’altra palla di neve, a cui ne seguì un’altra e poi una di lui, e poi ancora, e ancora. Avevano dato il via ad una vera e propria battaglia: si rincorrevano bersagliandosi con le polvere bianca e soffice, si nascondevano dietro agli alberi del sentiero, urlavano e ridevano, si colpivano a vicenda, calciavano la neve che li avvolgeva in un turbinio di luccicanti cristalli.
“Ti ho preso!”
“Balle!”
Continuavano a correre, spensierati e radiosi, divertendosi come due bambini, liberi dalle solite maschere che impedivano loro di avvicinarsi realmente, di farsi vedere per come erano davvero.
“Chi arriva ultimo paga da bere!”
“Scordatelo, al massimo passa i compiti!”
Saltavano e si inseguivano, dimenticandosi di tutto quello che c’era attorno a loro… Esisteva solo la neve candida e leggera che volteggiava e si stagliava contro lo sfondo scuro del bosco e del cielo nero… E loro, James e Lily, le guance accese per il freddo, i capelli fradici su cui luccicavano piccoli frammenti di neve, gli occhi vivaci e ridenti, le grida scherzose… Solo loro, Lily… e James…
“Prima!” urlò Lily trionfante battendo la mano aperta sul muro a fianco del cancello della scuola, nero e maestoso all’entrata del parco. “Ti ho.. Ti ho battuto, James!” ansimò, il fiato grosso per la lunga corsa. Ma intorno a lei era tutto silenzio.
Si voltò su sé stessa, cercando di individuare la sagoma del ragazzo, se magari era ancora indietro sul sentiero.
Nulla.
–Forse ha corso fino al portone del castello!- si girò di nuovo… Nessuno.
Solo buio, il nero del cielo e della foresta.
“James!” provò a chiamare. Perché non l’aveva aspettata? Possibile che fosse corso così avanti? Non le piaceva quel nero… Quel nero attorno a lei, come quando…
-Non fare la stupida!- Sentiva una leggera ansia salire dentro di lei.
“James!”. Ancora nulla.
All’improvviso qualcuno le arrivò alla spalle, la prese da dietro facendo perderle l’equilibrio. Mentre cadeva nella neve chiara, bianca, sentì la risata inconfondibile del ragazzo, così odiata tante volte, che ora la fece sospirare di sollievo.
“Spiacente, ma ho vinto io!” disse lui trionfante, i pugni sui fianchi, in piedi sopra di lei che era sdraiata sul prato.
“Hai barato!” ribatté la ragazza a terra, pulendosi il viso dai fiocchi candidi. “Mi hai fatta cadere!”.
Lui la fissò, bella e ansante, i capelli sanguigni sparsi sul manto chiaro del prato, e cambiò espressione. “Oh, hai ragione.. Scusa non volevo…” sembrava dispiaciuto, mentre si chinava su di lei. “Ti sei fatta male?” chiese.
Lily lo guardò dubbiosa… Che gli prendeva tutto a un tratto? “Ma no!” Ridacchiò “Ho la pelle dura, io!”.
Le porse la mano: “Dai, ti aiuto…”.
Lily lo osservò ancora incerta, e poi la prese.
Lui gliela strinse. Era forte e sicura.
“Fermiamoci a riprendere fiato, ti va?” propose il cercatore, che aveva i capelli più spettinati del solito e gli occhiali un po’ appannati, ma conservava ancora intatto tutto il suo fascino. La rossa annuì e si sedettero su una panchina lì vicino. James distese le gambe e portò le mani dietro la testa, sorridendo beatamente, quasi fra sé e sé.
“Chi l’avrebbe mai detto, che la prima battaglia a palle di neve sarebbe stata con te quest’anno!”
“Già…” fece lei, ancora col fiatone.
Ci fu un attimo di pausa, poi Lily si tirò su, gli piantò gli occhioni smeraldini in faccia e domandò a bruciapelo:”Posso chiederti una cosa?”.
“Wow, stai per farmi una proposta sconcia?” disse lui, mentre un sorriso da Malandrino gli illuminava la faccia.
“Scemo!” e lei gli tirò uno scappellotto amichevole sul coppino “No… Volevo chiederti: perché ora sei così diverso?”.
La domanda lo lasciò completamente spiazzato. Alzò un sopracciglio e chiese: “In che senso, scusa?”.
Lily ridacchiò della sua espressione stranita: “Cioè… diverso rispetto alle altre volte che stiamo assieme, quando siamo in mezzo ad altra gente… Di solito sei antipatico, ma quando siamo solo io e te ti riveli… Non so, diverso…”
James la osservava serissimo e per un attimo non rispose. Volse di nuovo lo sguardo davanti a sé, verso gli alberi della foresta. “Tu mi trovi insopportabile, non è così?” Lily credette di cogliere nella sua voce una sfumatura di amarezza.
“Qualche volta, sai… beh, non te la prendere, però sei un bel rompiscatole…” si domandò se lui per caso non si stesse offendendo, ma quando parlò non sembrava arrabbiato.
“Per esempio quando?”
“Beh… Non so… Ad esempio quando mi chiami Evans e non Lily!” disse lei, prendendo la prima cosa che le veniva in mente ”Cioè, capisci, non è per il nome, però lo fai con un’aria… Un po’… Non so, come…”
“… Come se fossi il padrone del mondo…” completò placidamente lui.
“Beh, più o meno… E poi, di solito, se sei coi tuoi amici, non puoi fare a meno di metterti in mostra… o di attirare l’attenzione su di te…”
“Vediamo se ho capito bene: sono un rompipalle, un esibizionista e un egocentrico… Però, che persona squisita!” disse lui, però sorridendo.
Lily non voleva fare la sputa sentenze, e si corresse subito: “Beh, ma non era questo quello che volevo dire! Sì, insomma, ogni tanto ti comporti così…”
“Sempre.”
“Ok, quasi sempre… ma quello che ti volevo dire è che, invece, quando non sei circondato dai tuoi amici, ti riveli molto più semplice da capire… E pure simpatico…”
Nessuna risposta, Lily non riuscì ad interpretare il suo sguardo, apparentemente ancora assorto dagli alberi della foresta.
“E allora mi chiedevo… Chi è che sei davvero tu? A volte fai finta, o… Non ti accorgi di come cambi?” terminò lei.
Cavolo, questa ragazza è disarmante…
Non era abituato al fatto che una femmina potesse parlare così con lui, di solito stavano tutte zitte e pendevano dalle sue labbra… Ma lei era diversa… Nessuna mai gli aveva detto quelle cose,Lily era stata davvero sincera con lui e, lo sapeva, non lo aveva fatto per criticarlo. James non amava parlare di lui e del suo carattere, ma con lei gli riuscì semplice e naturale.
-Come cacchio faccio a spiegare… a te?-
“Vedi… Beh, lo so che sono così, che mi atteggio un po’ da superfigo, come dice Sirius… Perché? Sinceramente…” ridacchiò”… Boh! A volte lo faccio perché mi piace fare lo scemo, insomma mi diverto, ecco… Altre perché…
Non ti è mai capitato di voler a tutti i costi far finta di nulla quando c’è qualcosa dentro ti disturba? Prendi Sirius… E’ un ragazzo d’oro, sul serio, però quando qualcosa lo turba la sua reazione non è confidarsi o parlarne con qualcuno… Lui si sfoga prendendo a calci o mazzate gli oggetti… Remus invece non si sfoga: sta zitto e tiene tutto dentro, e pensa, pensa, continua a rimuginare i suoi problemi, preferisce stare solo… Io, beh… Io odio far vedere le mie debolezze, vorrei sempre essere figo e sicuro… E se non lo sono fingo di esserlo lo stesso, esagerando, perché così gli altri mi vedono… Forte… E anch’io mi ci sento di più…”.
Lily lo osservava e i suoi occhioni verdi sembravano… Leggergli dentro, perciò lui abbassò lo sguardo, un po’ imbarazzato “Er… Non so se ho risposto alla tua domanda, ma quello che volevo dire è che non sempre faccio il pagliaccio perché mi va tutto bene e allora non ho niente di meglio da fare che rompere le scatole agli altri… Lo faccio per… perché voglio che gli altri mi vedano così,e perché così evito di pensare alle cose che non mi vanno giù…”.
Lily annuì. “Ho capito. Però credo che anche gli altri ti troverebbero più simpatico se ti mostrassi come sei realmente…”
“Insomma, io sono così, punto e basta!” il discorso stava prendendo una piega inaspettata: non era stato sincero fino in fondo, non aveva detto di lei… Con lei faceva lo scemo per tutt’altro motivo, ma mai e poi mai lo avrebbe ammesso, né a sé stesso, né a lei.
Lily si morse un labbro:” Ehi, non volevo offenderti…”.
Il suo tono dolce –un tono che con lui non aveva mai usato- lo fece trasalire e si affrettò a dire: “N-No, non mi hai offeso…Figurati… Non sono mica arrabbiato! Solo che… Non mi piace parlare di queste cose… In realtà non l’ho mai fatto e non so perché le ho dette a te…”.
Lily stava zitta, ma il suo sguardo esprimeva –forse per la prima volta- simpatia e comprensione verso il ragazzo.
Lui decise di alleggerire un po’ l’atmosfera: “Forse sono le Burrobirre che mi sciolgono la lingua…”.
Lei ridacchiò. “Comunque…” fece James, con un tono più serio che le fece alzare la testa :”… Se ti da fastidio quando ti chiamo Evans, vedrò di non farlo mai più…”.
-Impressionante…- pensò Lily, ma lui completò “… Se in cambio tu chiuderai un occhio sulle azioni… Ehm, non proprio lecite… di me e dei ragazzi!”.
“Sei senza speranza!” disse la rossa scoppiando a ridere e alzandosi in piedi per avviarsi al castello.
Lui le balzò a fianco: “Significa sì?”
“James, non mi puoi corrompere! Io sono una Prefetto!”
“Beh, anche Remus, lui però…”
“Remus è Remus, io sono io!”
“Oh, andiamo! Non fare la pignola!”
“Io non sono pignola!”
Continuarono a battibeccare scherzosamente fino al portone del castello, punzecchiandosi a vicenda.
Da quella chiacchierata qualcosa era cambiato fra Lily e James, e quello era solo l’inizio.
Però questo loro non lo sapevano.
Quella sera la rossa, mentre era in camera a preparare il baule (sarebbe tornata dalla sua famiglia perle vacanze), si ritrovò a pensare che in fondo avrebbero anche potuto essere amici lei e quello scavezzacollo di James, e la cosa la fece sorridere fra sé e sé: “Sarebbe veramente la cosa più assurda del mondo!”.


Ciao a tutti! Ecco il nuovo cap… come lo trovate? Spero di essere riuscita ad inquadrare abbastanza il rapporto Morgana-Tara… ditemi se non è chiaro e va spiegato meglio, se per voi ho avuto un’idea malsana ed è un pezzo che va tagliato… Ovviamente attendo con ansia le vostre recensioni! Grazie 1000, siete davvero carini!
-Per Lanya e Sylvia : Quanti capitoli sono? Beh, vi posso anticipare che la mia ff comprenderà fino alla fine del settimo anno di scuola dei Malandrini… sarà divisa -forse- in due parti, una per anno… Cmq il sesto anno ha ben 16 capitoli, il settimo ne avrà più o meno altrettanti, forse qualcosa in più… Non so… per ora mi accontento di concludere bene questa prima parte, poi si vedrà…
-per Sarah Potter: che carina che sei! Grazie! E così ti dai alle fanart, fantastico! Spero di vederne presto qualcuna, anche se non sono della mia storia non importa! Vuoi qualche anticipazione? Ok, concesso, giusto perché sei tu… come vedi, qualcosa si è mosso fra i due piccioncini più belli della saga di Harry Potter (secondo il mio modesto parere) … Ma, come già ho detto, questo è solo l’inizio… ne devono succedere di cose, prima che… però diciamo che da qui in poi, l’evoluzione della loro amicizia sarà molto più veloce, con alti e bassi… vedrai, vedrai…
Il segreto di Lily… Bel dilemma, vero? Beh, nella mia mente è tutto chiaro e pianificato, ma è abbastanza complicata come storia, e per tanto la vicenda si sbroglierà piano piano, con qualche indizio qua e là, ma non verrà chiarita che al loro settimo anno… e’ un periodo troppo lungo? Spero di no, non posso fare altrimenti, sarebbe un casino unico! Grazie ancora per le tue recensioni! Un grosso smack!
-Sasha: sappi che continuo a tenere d’occhio la tua storia, e ci tengo ai tuoi commenti… un bacio!
Ah, ho bisogno di un ultimo consiglio… Il prossimo capitolo sarà piuttosto corto, ma se volete posso aggiungere un capitolo bonus che non centra nulla con la storia: è un’intervista doppia fra Lily e James –lo so, idea non troppo originale, però mi ispirava troppo, così mi sono lanciata-… che faccio? La metto? Non la metto? E’ una cavolata? E’ meglio che non mi faccio venire di queste idee?
A voi la scelta!
SMACK!

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Capitolo 8
*** Cap 8: LETTERE ***


Cap8:LETTERE.

Lily era tornata a casa, come tutti gli anni, per passare almeno le vacanze di Natale con la sua famiglia.
I suoi genitori erano super contenti di vederla, le avevano fatto un sacco di feste e ci tenevano molto che lei trascorresse con loro la notte della Vigilia. Non altrettanto si poteva dire di sua sorella Petunia che la trattava sempre con un atteggiamento distaccato di diffidenza. Ma a lei non importava, ci era abituata: Lily e Petunia erano sempre state diversissime fra di loro, sia fisicamente, che caratterialmente. Ma se quando erano piccole le divergenze portavano solo a litigi e battibecchi da bambine, la situazione si era degradata da quando lei se ne era andata a Hogwarts. Da allora la sorella si era sempre sentita meno considerata di lei, meno importante, perché riteneva che i suoi genitori pensassero che Lily fosse più speciale, nella sua natura di strega. Ovviamente, ciò non era vero, ma questo senso di gelosia e invidia aveva creato una barriera fredda fra le sorelle, e i piccoli contrasti col passare del tempo, anziché svanire si erano acuiti.
C’è anche da dire che a parte i genitori di Lily, nemmeno gli altri parenti la stimavano granché, sua nonna Brigitte soprattutto, la quale era molto superstiziosa e la riteneva “la rovina della famiglia”, perché era convinta che la sua nascita fosse il frutto di qualche malocchio gettato da chissà chi su di loro. La rossa di solito rideva di queste stupidaggini, però in cuor suo, a volte, ripensandoci, ci soffriva: avrebbe tanto voluto essere accettata dalla sua famiglia.

La mattina di Natale Lily balzò dal suo letto come un grillo e salutò il radioso e nevoso paesaggio mattutino con un sorriso. Dal momento che tutti ancora dormivano (risentivano delle conseguenze dell’abbuffata della sera prima), si dedicò con grande entusiasmo allo scartamento dei regali che come al solito si era ritrovata davanti al letto.
Da mamma e papà aveva ricevuto un fantastico abito da sera –il mio primo abito da sera…- e da Petunia un’anonima scatola di cioccolatini – E’ pure della stessa marca che le ho comprato io…- .
I gufi le avevano portato, poi, i doni dei suoi amici: un libro da parte di Hagrid, una bella penna d’aquila da parte di Tara, il pacco di Morgana tutto fiocchi e nastri, molto vaporoso, che conteneva un intero set di creme per il corpo, oli, bagnoschiuma e sali da bagno e infine una sciarpona colorata e morbida da Corinne.
Sul letto, poi stavano sparpagliate le lettere di auguri:

Cara Lily,
spero che almeno per te sia un buon Natale!
Le mie vacanze stanno sfiorando l’orrido: quest’anno è venuta a trovarci la zia più acida di tutta la famiglia, Cornelia, quella che nessuno vuole mai invitare alle cene o alle feste… La sua presenza ha da subito creato un clima adorabile, facendo aizzare la metà degli elfi domestici con le sue idee assurde… Per fortuna che al cenone ci saranno circa 250 invitati così non dovrò sorbirmela tutta la sera! Mia mamma, come al solito, ha organizzato un ballo di Gala, il che è meraviglioso -adoro il Ballo di Natale!- però ha un gusto terribile nello scegliere gli invitati: sono tutti gente famosissima e altrettanto noiosa.
Ho già litigato con la servitù: Krissy, una della nostre elfe ha sbagliato a lavare il mio abito da sera che ora è di un orribile colore giallo limone! La sventura sembra perseguitarmi quest’anno! Prevedo una veglia Natalizia dove tutto andrà storto…
In compenso, sono stata davvero felice di rivedere i miei: ieri ho cavalcato con mio papà e mi sono divertita un mondo (incredibile, no? Di solito non possiamo vederci!). Persino mia sorella Elettra sembra simpatica dopo tre mesi di lontananza: mi ha raccontato un sacco di cose sull’Accademia degli Auror, sembra molto eccitante e piena di tipi carini…ti aggiornerò…
Beh, tesoro, che altro ti devo dire? La mia vena d’ispirazione si sta già esaurendo, perciò ti faccio un sacco di auguri di buon Natale e ti mando un mare di baci!
Spero che il regalo ti sia piaciuto!
Tua Morgana
Ps: ha scritto un po’ poco, ma tanto ci rivediamo fra pochi giorni, ti dirò tutte le mie news a voce.

Hogwarts, 24 Dicembre
Ciao Lily,
Innanzitutto TANTISSIMI AUGURONI DI BUON NATALE!
Spero che tu ti stia divertendo a casa tua… Tutto bene la tua famiglia? E Petunia? Sei riuscita ad andarci d’accordo?
Sai, contrariamente a quanto credevo non sto passando un Natale triste e nostalgico, visto che quest’anno mi sono dovuta fermare a scuola, anzi… Qui ci stiamo divertendo un sacco!
James e Sirius sono fortissimi, mi fanno morire dal ridere con le loro battute! Anche Peter è abbastanza simpatico, e Remus è un ragazzo gentilissimo… Non l’ho mai conosciuto bene, ma in questi giorni con me è stato veramente carino, ti ha sostituito egregiamente nell’aiutarmi a fare i compiti. Forse un po’ meno nel ruolo di Prefetto… Oh, non pensare male, lui è onestissimo, lo sai, ed è in gamba, ma… Diciamo che non è così scrupoloso come te riguardo a quello che combinano James e Sirius.
Quei due sono davvero fuori di testa! In questi giorni non so quanti guai e scherzi hanno messo in atto, c’è Gazza che sta per avere un esaurimento nervoso a furia di inseguirli senza successo per i corridoi, e non credo che gli sia mai capitato nella sua carriera di custode! L’altra loro vittima preferita è –come puoi ben immaginare- Piton. Pensa che ieri sera James gli ha messo la super colla attaccatutto sulla sedia, a cena… Poverino, dovevi vederlo quando si è alzato e gli si sono strappati tutti i pantaloni, proprio sul sedere! Credo che il rosso della sua faccia avrebbe fatto impallidire il colore dei tuoi capelli a confronto! I ragazzi in realtà volevano fargli questo scherzo la sera della vigilia, ma poi li ho fatti riflettere sul fatto che “a Natale siamo tutti più buoni” e così hanno deciso di graziarlo per quel giorno, anticipando lo scherzo a ieri. Che ridere! Sì, lo so che non dovrebbero andare a litigare apposta, però Piton a volte sa davvero essere antipatico…
Ho ricevuto una lettera di Tara, probabilmente scriverà anche a te per Natale, pare che stia bene e che sia da qualche parte in Africa, dai suoi nonni. Anche Morgana mi ha scritto e non ho capito bene se è in preda a una crisi isterica per colpa dei suoi elfi domestici o se è sull’orlo della disperazione perché le hanno cambiato il colore del vestito… Comunque credo che si divertirà a Natale… Per tutti i folletti, il ballo di Gala alla Tenuta di Lord Freeman è uno degli eventi mondani più importanti nel mondo magico! Io non so cosa darei per vedere anche solo dieci degli invitati! Ma evidentemente lei ci è talmente abituata che lo sente come normale routine… Forse, chissà, sarebbe un sacco più contenta di trascorrere un normalissimo Natale casalingo… Comunque spero che si diverta, così poi ci racconterà tutto nei minimi particolari quando torna a scuola. A proposito, tu quando torni? Spero presto, perché nonostante le battute di James e gli scherzi di Sirius che riempiono la giornata, voi mi mancate tanto!
Tanti baci e ancora tanti auguri, anche alla tua famiglia! TVB
Corinne
Ps: Ci tengono tanto a salutarti anche James, Sirius, Remus e Peter. Al momento sono qui accanto a me che studiano, anzi come mi corregge Rem, fanno finta di studiare… Ops, Sirius ha appena rotto un vetro per un fallito tentativo di lanciare una pallina di gomma in testa al suo amico che ha appena parlato… Come vedi è tutto come sempre…
Pps: Non ho nominato apposta il mio appuntamento con Daniel in questa lettera perché voglio parlartene di persona, ok? Ho proprio voglia di fare una bella chiacchierata con te!

Ciao Lily,
ti mando tanti auguri dal Kenia dove il clima è semplicemente stupendo e i paesaggi sono una favola. Festeggerò il Natale in spiaggia e non vedo l’ora. Spero che il regalo ti piaccia, non avevo molta fantasia quest’anno. L’atmosfera natalizia mi ha riempita di buoni propositi, così credo che eviterò di inviare a Morgana una tarantola gigante come regalo… Anche perché altrimenti temo che sua madre mi manderebbe il conto dei vetri che manderebbe in frantumi col suo urlo, una volta aperto il pacco. Io tornerò a scuola con due giorni di ritardo, potresti ringraziare Corinne appena la vedi e dirle che la saponetta per Nemesi è bellissima?
Ancora tanti auguri!
Tara R.

BUON NATALE, LILY!
Ti penso e spero che ti diverti anche quest’anno a casa tua. Certo che sarebbe bello se tu trascorressi almeno un Natalino ad Hogwarts… Spero che il regalo ti piace. Stammi bene ci vediamo presto.
Hagrid.

Lily sorrise mentre piegava l’ultima lettera, riponendolo con gli altri in un'unica busta, quando si accorse che sul parquet lucido ai piedi del letto c’era ancora un biglietto intestato a lei. Era bianco coi bordi sfumati di azzurro. Lo aprì con una certa curiosità e scoppiò a ridere.
Dalla pagina interna la salutava una fotografia animata dei volti quattro Malandrini, che si esibivano in una serie di smorfie e espressioni buffissime. La ragazza giocherellando con una ciocca di capelli rosso scuro voltò il biglietto e sul retro trovò una frase da parte di ciascuno, scritte con quattro diverse calligrafie:

Potevo dimenticarmi della “mia collega”? TANTI AUGURI DI BUON NATALE! Ti prego, torna presto! Non è un appello straziante, è più che altro una supplica, dato che a quanto pare Sirius e James danno ascolto solo a te!
Remus.

Ciao Lily, AUGURI! Volevo anche ringraziarti per tutte le volte che ti sei dimostrata gentile e paziente con me, nel darmi ripetizioni di Pozioni… E’ tutto merito tuo e di Remus se Turper mi ha fatto recuperare il voto! Quindi ti ringrazio tanto. Passa un bel Natale!
Peter.

Alla Prefetto più sexy e intrigante del mondo, a colei che con le sue amabile voce mi sa correggere amorevolmente tutte le volte che ne combino “una delle mie”, e infine… Alla ballerina migliore con cui ho mai avuto il piacere di danzare (e non sto scherzando!).
UN SACCO DI AUGURI da “quel disgraziato di Sirius Black”.

Beh, Sirius mi ha rubato almeno metà delle frasi (BUGIARDO! By Sirius)… Comunque tanti auguri, passa un bel Natale, divertiti… Le solite cose… Cavolo, maledizione a Sirius ora non so più che scrivere! Ah, sì, sto facendo il bravo! Non dare ascolto a Rem, lui si lamenta sempre… Ok, basta la dedica è già abbastanza schifosa non faccio che peggiorarla… BUON NATALE!
James.

Stava ancora sorridendo… James, Sirius, Peter e Remus... Chi l’avrebbe mai detto, non era mai stata molto amica con loro… Eppure in quei pochi mesi, erano riusciti ad avvicinarsi e li aveva potuti conoscere sotto aspetti e luci che prima ignorava, forse perché non aveva mai nemmeno provato ad indagarli… Lei in fondo li aveva sempre visti come quattro scapestrati: Peter un imbranatello che seguiva il gruppo come un cagnolino, Remus buono e studioso, ma anche troppo remissivo, Sirius il tipico latin-lover a caccia di ragazzine e celebrità, e James… James che prima quasi non poteva vedere, James egocentrico e sbruffone, James che parla solo delle sue vittorie al Quidditch…
E ora invece aveva scoperto un nuovo James, una compagnia piacevole a volte, magari un po’ esagerato ok, però anche capace di pensieri profondi… E allo stesso modo anche con gli altri era cambiato qualcosa…
Sorridendo Lily ripose tutti i biglietti in cassetto della scrivania, e si sorprese a pensare che davvero aveva voglia di ritornare ad Hogwarts… A casa…
Un ricordo emerse prepotentemente nella mente di Lily… Una voce… Una voce che per tanti anni aveva cercato di dimenticare…
-Lily! Lily!- … Risate… Una bambina dai capelli castani… -Lily, Hogwarts sarà sempre la nostra casa! E’ la nostra casa! Noi staremo sempre assieme…- Ancora risate… Chiuse il cassetto di scatto.
No. Il tempo non torna indietro. Ho già sbagliato una volta. Non deve più accadere.

E rieccomi... Lo so, questo cap non piace nemmeno a me, è corto e magari pure banale, però l'ho fatto lo stesso, (tartassatemi pure...). Cmq vi prometto che stavolta aggoirnerò prima, il prossimo sarà molto più interessante!! :-) Voglio dire un grazie enorme a Titti, Sarah Potter e Lily. Siete carine sul serio, e mi tirate sù il morale!! Però non mi avete detto se volevate l'intervista doppia, perciò non l'ho messa... Se cambiate idea fatemi sapere e la aggiungerò
Per Bellatrix: non ti piace l'atmosfera sdolcinata? Mi disp, ma mi serve se voglio fare una storia sulla vicenda d'amore di Lily e James... Credevo di essere stata abbastanza sobria, ma magari ci starò più attenta...
Per Lily (quella di fatele più originale le ff!): non ho capito il tuo commento...
Un grosso bacio a tutti e a presto!

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Capitolo 9
*** Cap9: FOTOGRAFIE & CONFIDENZE ***


Ciao a tutti!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!! Come promesso, ho pubblicato il capitolo alla svelta, no? Spero che vi piaccia, attendo numerosi commenti!! Bacioni!


Cap9:CONFIDENZE E FOTOGRAFIE.

“Questo semestre sarà molto duro per tutti: quelli del settimo anno affronteranno i M.a.g.o. e per quelli del quinto ci saranno i G.u.f.o. … Senza contare gli esami di tutti alla fine del corso, e il campionato di Quidditch che sta entrando nel vivo del suo svolgimento…” la voce della McGranitt severa come sempre intratteneva i Prefetti delle quattro Case nel suo ufficio per una riunione, in occasione del rientro dalle vacanze natalizie.
La donna parlava da dietro la cattedra e di fronte a lei stavano 8 ragazzi, tra cui anche Piton e Lily, seduta accanto a Remus, il quale fissava la prof con le braccia incrociate, apparentemente assorto nel suo discorso. A questo punto però si voltò verso l’amica e le sussurrò all’orecchio: “Mi sto addormentando…”, e a Lily scappò un lieve sorrisino.
Piton li fissò di sbieco.
“Qualcosa da condividere con gli altri signor Lupin?” li richiamò all’orine la intransigente McGranitt.
“No, no…” rispose Remus arrossendo un po’ e tornando a rivolgere la sua attenzione alla donna.
Lily vide che Piton stringeva gli occhi a due fessure, esprimendo disgusto. Lo ignorò, ma non poté fare a meno di chiedersi che cavolo voleva: era arrivata la mattina stessa e non lo aveva ancora visto, perché era così insofferente con lei? Forse però…- pensò la rossa- Ce l’ha con Remus… Probabilmente per qualche tiro che i ragazzi gli hanno giocato in questi giorni…
La McGranitt nel frattempo era passata a illustrare i punti principali del programma di quei mesi, soffermandosi a lungo nel ricordare loro le “fondamentali mansioni a cui erano chiamati e che dovevano adempire diligentemente e scrupolosamente”, parte particolarmente interessante e originale che suscitò un attacco di sbadigli nel Prefetto di Tassorosso, Johnny Queen.
“… Come al solito vi ricordo che io e il professor Silente abbiamo la massima fiducia in voi, per tanto… Non deludeteci e buon lavoro!” terminò alzandosi in piedi per congedarli. I ragazzi risposero educatamente e si avviarono verso la porta. Lily era una degli ultimi che stava per uscire, ma il braccio di Piton spuntato dal nulla le bloccò la strada in malo modo.
La ragazza alzò gli occhi smeraldini, le sopracciglia aggrottate: “Beh, che c’è?”
Piton la squadrava con gli occhi neri e freddi semicoperti dalla frangia unticcia e le disse: ”Voglio sapere che intenzioni hai, Prefetto.”
Lei lo fissò di rimando: “Riguardo a cosa?”
Piton sbuffò smovendo una ciocca della sua chioma dalla fronte: “Se vuoi la guerra fra le nostre Case. Se sei pronta.”
Lily era sbigottita: “Ma sei scemo? Che diamine stai dicendo?”
Lui batté la mano sullo stipite rabbiosamente e la aggredì più minaccioso: “Sto dicendo che sono stufo, Evans! STUFO! Mi hai capito?! Ne ha piene le scatole di voi! Se i tuoi amichetti hanno intenzione di provare anche solo una volta a mettermi i bastoni fra le ruote, io… Gliela faccio pagare… Hai capito? Gliela faccio pagare!”
“Mi pare che tu te la stia prendendo un po’ troppo per due scherzetti di Natale…” fece lei con indifferenza per liquidare la cosa, mentre lo sorpassava.
Piton la afferrò per il braccio.
“EHI!” Urlò la ragazza. Remus, che si trovava poco più in là nel corridoio a parlare coi due Prefetti di Tassorosso, udendo l’urlo dell’amica si voltò di scatto e afferrò fulmineamente il braccio a Piton, costringendolo a mollare la presa.
“Ma che stai facendo?” gli chiese sconcertato.
Piton fissava Lily arrabbiato. Alzò lo sguardo verso Remus, poi tornò a guardare la rossa. “Anche lui… Come gli altri… Tutti buoni voi, vero? Beh, sappi che non sono così onesti… Hanno un segreto, ne sono sicuro… Non è vero, Lupin?” disse, la voce carica di veleno.
Remus restò interdetto… Che diamine…
“Sappi che mi vendicherò… Alla prossima carognata dei tuoi amici… ve la farò pagare… Scoprirò il vostro segreto…”.
Piton si voltò con un gesto brusco e si allontanò per il corridoio a grandi passi, lasciandosi alle spalle i due ragazzi perplessi.

James rivide Lily per la prima volta il giorno dopo a lezione di Storia della Magia. Sapeva che lei era tornata ieri, me non aveva ancora avuto l’occasione di incontrarla, nemmeno a colazione, visto che era sceso immancabilmente in ritardo, accompagnato da un assonnato Sirius, il quale non aveva la minima voglia di riprendere le lezioni.
I due ragazzi entrarono nell’aula quando i posti erano praticamente già tutti occupati. Il Cercatore avvertì lo stomaco che faceva un piccolo balzo nello scorgere la ben nota testa dalla chioma rubina, in quel momento china a cercare qualcosa nella borsa: un sorriso inconsapevole illuminò il viso del ragazzo. Realizzando che purtroppo il posto accanto a lei era già impegnato da Corinne, si avviò decisamente a occupare il banco dietro assieme a Sirius, che lo seguì sempre sbadigliando.
Lily stava ancora trafficando con la borsa alla disperata ricerca del calamaio nuovo –Eppure l’avevo preso!- quando la voce di James la riscosse dai suoi pensieri con un: “Chi si rivede!”.
La rossa alzò la testa e sorrise: “Ciao! Buongiorno Sirius!”.
Il moro rispose con un grugnito, la testa appoggiata sul banco fra le braccia.
In quel momento il professor Rùf –il prof più vecchio e decrepito di tutta la scuola- attaccò con la sua tiritera costringendo gli alunni a iniziare a prendere appunti. James aveva ben altri progetti che seguire la lezione. Mentre Sirius approfittava, per schiacciare un pisolino, della scarsa cura che l’insegnante rivolgeva alla classe, James si agitava sulla sedia cercando di attirare l’attenzione della ragazza.
“Come sono andate le vacanze?” bisbigliò.
Lily era concentrata sul suo foglio e rispose: “Mmm-m.”
“Eh?”
“Bene, bene…”
“Ti sei divertita?”
“S-sì…”
Nonostante la ritrosia di lei, James non si arrese: “Ti è arrivato il biglietto?”.
Finalmente Lily si voltò verso di lui e lo guardò in faccia: “Sì, grazie! Era molto carino! Ora però vorrei seguire se non ti dispiace!”.
“Sì che mi dispiace!” esclamò lui ignorando completamente la voce del professore “Voglio chiacchierare con te!” Corinne ridacchiò nelle pagine del suo quaderno e Lily alzò gli occhi al cielo.
“Insomma, io no!”.
James spalancò gli occhi: “No?”
“Cioè non ora!” si corresse lei, innervosita, cancellando la frase che aveva appena scritto e appoggiando la testa su una mano, che affondò nei capelli rossi. “Parla con Sirius, è il suo sport preferito durante le lezioni di Rùf!”
“Non posso… Sta dormendo beatamente come un bambino!”
Lily si voltò di scatto e fissò l’altro ragazzo scandalizzata, mentre Corinne ebbe un eccesso di risatine e James allargò le braccia con fare innocente.
La rossa sbuffò e riprese a scrivere. James si sporse di nuovo.
“Ti sei persa una bella vacanza qui…”
“A proposito!” fece lei inaspettatamente interessata, girandosi di nuovo: “Che è successo con Piton?”
“Perché?” chiese lui preso alla sprovvista.
“Ieri mi ha letteralmente placcata dopo la riunione dei Prefetti per farmi un discorso assurdo sul fatto che gli avete rotto le scatole e ora medita vendetta…”
James aveva strabuzzato gli occhi: “In che senso ti ha placcata?”
“Mi ha placcata, James, mi ha bloccata!”
“Ti ha fatto male?” chiese, con una nota di rancore nella voce.
“Ma no! E comunque non è questo il punto!” fece lei con un gesto vago come per scacciare la domanda.
“Come non è il punto! Se ti ha fatto qualcosa gli spacchiamo la faccia!” disse il ragazzo con foga.
“Ti ho già detto…” “A-ehm!” i ragazzi senza accorgersene avevano alzato un po’ troppo la voce e la tossettina simulata di Rùf li richiamò all’ordine ; i due si affrettarono a far finta di prendere appunti (tanto ormai avevano già perso il primo quarto d’ora di lezione…).
Dopo che il prof ebbe ripreso a parlare, Lily proseguì a bassa voce, semivoltata verso il ragazzo: “Ti ho già detto che non è quello il punto! Il fatto è che dovete smetterla di provocarlo, James! Perché non è proprio il caso di scatenare una guerriglia fra le Case. E comunque grazie per l’interessamento, ma non ti devi preoccupare per me… Ti assicuro che so benissimo difendermi da sola! Tu pensa solo a non mettermi nei guai inimicandomi il Prefetto di Serpeverde…”
Il ragazzo fece un sorrisetto sbuffando: “Mi piacerebbe vederti duellare contro un Piton furibondo…”
Lily spalancò gli occhi: “Credi che non ne sarei all’altezza?”
James avvicinò il suo viso a quello della ragazza davanti con un sorriso malizioso: “Non potresti duellare…” La rossa aggrottò le sopracciglia irritata-che presuntuoso, arrogante maschilista…- “… Perché ti difenderei io prima che lui avesse il tempo di attaccarti.” Completò lui.
Lei scosse la testa –che idiota!- però le scappò un sorriso: “Te lo ripeto, James Potter! Non sono una ragazzina indifesa! So badare a me stessa!” e si voltò bruscamente, ben determinata a non lasciarsi più distrarre dal noioso discorso di Rùf.
“Scusa tanto se ti vorrei aiutare, Ev… Lily!” borbottò lui un po’ contrariato. Però la rossa davanti a lui sorrise non vista perché si era accorta che il ragazzo aveva apposta evitato di chiamarla Evans.

Quel fine settimana tornò ad Hogwarts anche Tara, che aveva allungato le vacanze di qualche giorno. La domenica pomeriggio le quattro ragazze si ritrovarono davanti ad un caminetto della Sala Comune per riferirsi i pettegolezzi e raccontarsi di quei giorni di vacanza: Tara, più abbronzata che mai, stava seduta sul ripiano basso del caminetto, con la schiena appoggiata al parafiamma, Morgana era seduta su un bracciolo della poltrona dove si era acciambellata Lily con le gambe abbracciate, e Corinne era sdraiata sul tappeto a pancia in giù, che giocherellava con Nemesi.
La ragazza dai lunghissimi capelli castani, che quella sera portava raccolti in un semplice ma elegante cucù, aveva appena finito di raccontare del favoloso Ballo con cui aveva festeggiato la Vigilia, Ballo in cui per altro aveva fatto la conoscenza del figlio dell’Ambasciatore del Ministero della Magia Italiano, un tipo “Bellissimo, dolcissimo e moooolto galante…”.
Lily cercava di immaginarsi come doveva essere un Ballo di maghi e streghe: tutta quella gente vestita con abiti fantastici e ricchissimi che danza al suono di qualche antico valzer in un enorme ed elegante salone dal pavimento lucido…
“Deve essere stupendo partecipare a quella festa…” mormorò quasi fra sé e sé con aria sognante.
Morgana sbuffò: “Tre quarti della gente che c’è, è noiosa da morire e l’altro quarto è equamente spartito fra quelli che vengono per scroccare da mangiare, da bere e le persone divertenti… Cioè, l’atmosfera e l’organizzazione sono magnifici, la cena è squisita, gli abiti da sogno, e non mancano mai i tipi interessanti, però…” si fermò e le sfuggì un sospiro. Quando riprese la sua voce era insolitamente pacata, quasi velata di malinconia :”… La vigilia di Natale e tutto il giorno seguente avrò parlato coi miei sì e no cinque minuti senza interruzioni… Prima perché erano troppo indaffarati ad occuparsi delle mille cose che vanno immancabilmente storte prima dell’inizio di una serata mondana, poi perché erano completamente sfibrati… Comprensibile, nemmeno io m reggevo più in piedi alle quattro di mattina, figurati loro! Però, chissà, forse mi sarebbe piaciuto di più un Natale solo fra di noi, una volta tanto.. In fondo è l’unica occasione che abbiamo per stare assieme… A dirla tutta ragazze, credo che vi siate divertite di più voi facendo una Vigilia intima con le vostre famiglie o gli amici…”.
Tara spalancò gli occhioni scuri e per rompere il silenzio che si era fatto dopo le parole dell’amica ironizzò dicendo: “Incredibile, che slancio di umiltà… Anno nuovo, vita nuova?”, al che tutte, Morgana compresa, ridacchiarono.
“Ehi, chi ha qualcosa di veramente piccante da raccontare qui è qualcun altro, veeeero Corinne?” disse la ragazza dai lunghi capelli tornando la simpatica ficcanaso di sempre.
La bionda ricciolina ridacchiò un po’ imbarazzata.
“Avanti, spara!” la esortò Lily.
“Ehm.. Che volete sapere?” chiese quella vaga.
“Coooome che vogliamo sapere?” fece Morgana.
“Il resoconto preciso e dettagliato del tuo appuntamento con Daniel Slow, mi sembra ovvio!” disse Tara con la sua tranquilla sfacciataggine.
E Corinne, arrossendo un po’ e abbassando gli occhi marroni cominciò a parlare di come era stato carino e gentile, di dove l’aveva portata, del fatto che le aveva dato un bacino… (“Davveeeeero? E come bacia?”-la curiosità di Morgana ha il sopravvento- “Oh, chiudi quella bocca, Morgana!”- e la pazienza di Tara vacilla)… Eccetera eccetera…
“Io però non ho capito una cosa” disse Lily cauta al termine del racconto:” Ma, alla fine… State assieme?”.
Le guance paffutelle di Corinne si colorarono di un rosa acceso: “Ehm… veramente non lo so…”
“Non lo sai?!”
“Cioè… Non me lo ha ancora chiesto ufficialmente… Però mi ha già detto che usciremo assieme la prossima volta che c’è Hogsmeade…” terminò con un sorriso sognante e un tipico sospiro da innamorata.
“Ah, l’amour…” commentò Tara sorridendo a sua volta di fronte all’espressione beata di Corinne.
Ci fu una pausa di silenzio, mentre tutte inconsciamente fantasticavano sull’amore e su un ipotetico principe azzurro…
“Ehi!” fu Tara a interrompere i pensieri di tutte: “Non vi ho ancora fatto vedere le foto!”.
“Quelle delle vacanze di Natale?” chiese Lily stiracchiandosi.
“Già, vado a prenderle!” rispose l’altra alzandosi: “Anzi!” si bloccò. “Che ne dite di un revivol?”
“Cioè?”
“L’altro giorno nel mettere nel baule le foto di queste settimane, ne ho trovato un pacco che contiene quelle di tutti gli anni di Hogwarts, a partire dal primo, vi va di darci un’occhiata?” spiegò la mora.
Le altre approvarono all’unanimità e lei sparì su per le scale del dormitorio.
In quel momento i quattro Malandrini irruppero rumorosamente attraverso il buco del ritratto, tutti e quattro con le loro scope in mano, che si spingevano e scherzavano fra di loro. “Incredibile Siri! Hai fatto una gara strabella!”
“Già, ti ho battuto, James!”
“Ah, balle! Sono troppo superiore a voi perché possiate anche solo provare a battermi!”.
“Ma sentitelo!” fece Lily scuotendo la chioma sanguigna e facendo sogghignare le amiche: “La modestia fatta a persona!”.
Sirius si avvicinò al loro angolo con un sorriso a trentadue denti: “Buonasera, madamigelle!” le salutò allegramente per poi prendere posto sull’ampia poltrona tra Morgana e –con gran disappunto di James – Lily.
“Che state facendo di bello?” chiese James, sedendosi sul tappeto con Peter.
In quell’istante Tara sbucò dalle scale: “Oh, ci siete anche voi! Bene, bene… Ho qui qualcosa che vi può interessare!” esclamò accomodandosi sempre vicino al fuoco (il clima inglese era insopportabile dopo due settimane passate in Africa).
“Di che si tratta?” chiese Remus incuriosito.
“wow, fammi vedereeee!” strillò Morgana spalmandosi su Sirius per avventarsi sul pacco di fotografie animate che l’amica aveva lasciato cadere al centro del gruppo, sul tappeto.
“Ehi, attenta a non rovinarle! Ci tengo!” la ammonì la mora.
Sirius e Lily si sporsero verso di lei incuriositi, e Corinne si alzò per mettersi dietro lo schienale della poltrona e osservare anche lei.
“Qualcuno si degna di rispondermi?” fece con tono laconico il povero Lunastorta.
“Dovresti importi di più, Lunastorta! Dopotutto sei Prefetto!” ridacchiò James.
“Giusto!” fece l’altro più risoluto: “Sirius! Che cosa sono? Ehi, SIRIUS!” il ragazzo dagli occhi blu alzò il capo: “Hai detto qualcosa?”
Peter scoppiò a ridere e Remus disse rassegnato :”E’ una causa persa…”
“Sono le nostre foto!” spiegò Corinne, mentre accarezzava una soddisfatissima Nemesi.
“Nostre?”
“Sì, quelle di questi anni di Hogwarts! Ci siamo su tutti!” disse la ricciolina.
“Uha, ahahahah! Rem, vieni a beccarti come è uscito James in questa!”.
I ragazzi si precipitarono attorno al gruppetto che si strinse per vedere le immagini. Tara sorrise sorniona dalla sua postazione (lei le aveva già guardate tutte durante il viaggio di ritorno).
Fu bellissimo per i Grifondoro rivedere sé stessi e i cambiamenti che avevano fatto in quegli anni. Tara aveva l’hobby delle foto e ne aveva scattate a decine, che i ragazzi sfogliavano avidamente partendo da quelle più recenti. Ce ne erano di tutti i tipi: Lily e Sirius immortalati dopo la loro performance di ballo alla festa di Halloween (Che fighi! NdSirius), Remus seduto al tavolo che studia ignaro,mentre Sirius alle sue spalle fa smorfie sceme ammiccando agli osservatori, un pigiama-party delle ragazze, James in sella alla scopa con dietro Peter, Corinne e Morgana sdraiate sul letto, Tara che fa la verticale contro la parete, Nemesi che graffia dei fogli… Man mano le scorrevano, fra battute pungenti e scherzose, arrivarono a quelle più vecchie e si ritrovavano a contemplare i loro ritratti bambini di undici -dodici anni, piccoli e tenerissimi nelle loro pose impacciate. Qui i commenti si sprecarono.
“Vorrei farvi notare la mia aria da vita vissuta… Eh, signori, la classe non è acqua…” fece Sirius indicando una foto dove compariva lui solo, completamente sporco di fango, probabilmente dopo una partita di Quidditch.
“Ma nasconditi!” rise Remus tirandogli un coppino :” Eri solo uno sbarbatello!”
“Vero, ma uno sbarbatello molto precoce, direi!” rise l’altro.
“Guardate Tara e Morgana, che carine!” squittì Corinne accennando ad una foto dove le due erano ritratte assieme, semi abbracciate: Tara molto più bassa e rotondetta di ora, Morgana coi capelli più corti e la sua aria aristocratica solamente un po’ più grezza.
James strabuzzò gli occhi: “Siamo sicuri che non è un foto-montaggio?”. Risata generale.
“Guarda che io e Tara non ci odiamo mica…” fece Morgana spalancando i suoi bei occhi nocciola.
“No, ogni tanto la detesto solo un pochino…” disse Tara col suo sorriso enigmatico.
“E questa?” fece Peter prendendone in mano una. L’immagine di Lily in groppa ad un'altra ragazzina sui dodici anni, nel parco della scuola, sorrideva dalla carta stampata. La rossa aveva un’aria più trasandata di ora, coi capelli legati in una codina spettinata da cui uscivano ciuffetti ribelli, e gli occhioni verdi illuminati da un luccichio sbarazzino. Aveva un braccio attorno al collo dell’altra bambina davanti a lei. Questa era più alta e robustina, anche se non grassa, con capelli scuri lunghi fin sulle spalle e gli occhi azzurri vivaci, che esprimevano uno spirito inquieto e sicuramente birichino, che si deduceva anche dall’aria generale che aveva la ragazzina, l’aria decisa di una che sa il fatto suo, l’aria un po’ da… ribelle.
Lily la prese delicatamente dalle mani di Peter e la osservò da vicino. “Non l’avevo mai vista questa…” mormorò piano.
“E’ del terzo anno… Credevo di avertela già fatta vedere…” disse Tara scrutando il viso dell’amica su cui era comparsa una nuova espressione più seria e indecifrabile.
“Ma chi è?” fece Sirius, girando la foto verso di sé senza troppi complimenti.”Ah, sì… E’ cosa… Come si chiamava… Quella che è andata via al terzo anno…”
“Andie… E’ Andie McLeer.” Rispose Lily.
“Chi?” chiese Peter.
“Oh, andiamo, possibile che non te la ricordi, Peter! Era carina… Non hai proprio occhio per le donne!” lo prese in giro Sirius.
“Era pure abbastanza simpatica… Un po’ strana, ma simpatica…” commentò Morgana.
“Ah, beh, strana! Detto da te, poi!” disse Felpato.
“Chissà poi perché se n’era andata…” mormorò Remus.
James alzò le spalle: “Non andava gran che bene, per quello che ricordo… Forse l’ hanno mandata ad un’altra scuola più semplice…”
“Ma figurati!” interloquì Peter, stranamente loquace :” Se non mandano via me, vuoi che abbiano scacciato lei…”
“O magari non si trovava bene… Credo che abbia voluto lei andare via… Per tutte le sirene, non ci ha nemmeno salutate il giorno che è partita, vi ricordate?” disse Morgana, ma Lily la interruppe un po’ bruscamente: “Non è andata via perché non aveva bei voti o perché lo voleva lei!” il suo tono creò un silenzio generale.
“La conoscevo, non lo avrebbe mai fatto, lei… era la mia migliore amica. L’ ha obbligata suo padre.”
“Ah, bella amica!” esclamò Sirius superficialmente, dato che non si era accorto del cambiamento di atteggiamento di Lily “Che razza di amica è una che prende su e se ne va per sempre, senza nemmeno salutare?”
Lily alzò la testa di scatto e ripeté punta sul vivo: “Tu non la conoscevi, Sirius, e quindi non puoi parlare!”
Il ragazzo ribatté: ”Tu l’ hai sentita dopo? Non ti ha spiegato perché se ne è andata?”
Lily restò interdetta: “No… Non l’ ho più sentita, dopo…” Completò abbassando gli occhi.
Gli altri si guardarono un po’ imbarazzati: a parte Sirius, tutti si erano resi conto che avevano toccato un punto debole per Lily, forse una ferita che non si era ancora rimarginata. Però, quasi tutti scacciarono la questione con una scrollata di spalle: Morgana, Peter e il bel morettino ripresero a commentare le foto come se nulla fosse, Corinne avrebbe voluto sussurrare qualcosa a Lily, ma poi decise di lasciare perdere, e Remus rifletté che se non aveva voglia di parlarne erano fatti suoi personali. Solo Tara continuò a fissare l’amica imperscrutabile e quando la rossa le sillabò se poteva tenere la foto per sé, lei annuì con un cenno e la seguì con lo sguardo mentre quella si alzava dalla poltrona con l’immagine stretta in mano.
Gli altri andarono avanti a ridere delle battute di Sirius e non parvero accorgersi dell’allontanamento di Lily… James, però, che la stava osservando di sottecchi, si alzò a sua volta dal pavimento per andarle dietro, attraverso il buco del Ritratto.
Il ragazzo aveva notato la reazione di Lily di fronte alla foto e se ne avesse avuto la possibilità avrebbe tirato un calcio a Sirius per chiudergli la boccaccia e impedirgli di minimizzare la cosa come aveva fatto… Il suo migliore amico era un buon ragazzo, leale, sincero… Ma aveva zero sensibilità con le donne! E non era cattiveria… Forse solo impulsività o quel irresistibile voler avere l’ultima parola a tutti i costi. Speriamo solo che Lily non si sia offesa, ora… Dal suo atteggiamento, la storia di Andie doveva essere molto importante per lei… James la seguiva senza nemmeno sapere bene il perché… Voleva solo accertarsi che non ci fosse rimasta male, magari scusarsi per il poco tatto dell’amico…
-Che diamine ti sta succedendo, Ramoso? Da quando ti preoccupi così per una donna?- Una voce molto simile a quella canzonatoria di Sirius emerse nella sua testa.
-Da quando ha fatto una bella passeggiatina assieme a lei fino ad Hogsmeade e lui l’ ha trovata… molto carina…- questa invece era la perla di saggezza di Remus, col suo tono pacato.
Ah, balle! – E ora che vuoi fare?- lo squittio nervoso di Peter. –Beh ora vorrei trovarla, non la vedo p…!- si auto rispose James nella sua mente, ma si bloccò perché aveva scorto Lily, rannicchiata sul davanzale di una finestra del corridoio, con la schiena appoggiata a uno stipite e i capelli rossi che le nascondevano il viso, semi voltato verso il vetro appannato e spruzzato di neve.
Che bella è… James si avvicinò piano, ma lei lo sentì e si voltò.
“Che ci fai tu qui?” chiese sorpresa.
“Errr…” strano vedere James, il mitico James, il Cercatore migliore, lo sfacciato Malandrino, un po’ imbarazzato. “Ti ho vista andare via… Sono venuto a vedere se va tutto bene…”.
Lily sorrise, un sorriso dolce e fermo, ma un po’ troppo tirato. “Sì, grazie va tutto bene…”
Il ragazzo occhialuto scosse la testa e si avvicinò ancora, appoggiando le braccia sullo stesso davanzale. “Sei brava a mentire, Lily… Ma non abbastanza per ingannare James Potter.”
Lei rise sbuffando “Sempre modesto, eh?”.
Anche lui sorrise. “Tu e Andie… Eravate molto amiche, vero?”.
Un’ombra passò sugli occhi di Lily e la sua espressione si indurì. Evitando di guardare l’altro negli occhi, disse a bassa voce: “Già… Era come una sorella per me, noi condividevamo tutto. Perderla così, è stato molto duro… Non ho più avuto un’amica come lei…” Senza accorgersene Lily stava affrontando con James un discorso talmente difficile che prima di allora non lo aveva mai fatto a nessuno, nessuno mai.
“Eppure sembra che sei molto amica anche con le altre ragazze…” fece James.
Lily sospirò: “Sì, siamo amiche… Ma non è certo come lo era con lei. Io ho imparato a non fidarmi più troppo della gente, dopo quella esperienza… Non è vero che l’amicizia può tutto… Tu magari ci credi davvero, dai tutto te stesso, convinto che nulla potrà mai separarti dalla tua amica e poi… Quando accade ti crolla il mondo attorno e ti sembra che senza l’altra persona a cui eri così legato non sei più nulla…”.
Il ragazzo scrutava il viso di lei, i cui occhi vagavano sul paesaggio innevato fuori dalla finestra mentre con un dito disegnava simboli sul vetro appannato.
“Tu sei fortunato, James…” disse la rossa all’improvviso guardandolo coi suoi occhioni verdi, ancora più belli ora che erano malinconici. “Tu hai degli amici che ti vogliono un bene dell’anima e che nessuno ti ha mai portato via, e nessuno ti porterà mai via… Perché siete forti e ora siete grandi… Potete anche opporvi a chi dovesse cercare di contrastarvi…”.
“E invece tu e Andie non lo avete potuto fare?” chiese lui acutamente.
“Io e Andie avevamo tredici anni… Troppo pochi per affrontare certe cose e per impedire a suo padre di farla andare via di qui… Hanno deciso gli adulti e non noi… E sempre gli adulti ci hanno impedito di rimanere in contatto.”
“Ma perché?” James non riusciva a concepire il motivo per un provvedimento del genere.
Stavolta Lily non rispose e abbassò la testa. Il ragazzo capì che doveva essere una cosa molto seria se faceva così fatica a parlarne, così disse: ”Senti Lily…” lei alzò il capo e di nuovo lo avvolse nel verde dei suoi occhi :“Io non sono qui per farmi i fatti tuoi, ci mancherebbe… Sono qui perché…” sospirò e disse risolutamente, fissandola con uno sguardo limpido e sincero: “Perché ti puoi fidare di me. Davvero. Se hai voglia di parlare, o di sfogarti, io… Davvero, sono felice di ascoltarti. E ti assicuro che manterrei i tuoi segreti…” lei gli sorrise “… Dopotutto, te l’ ho già di mostrato, no?”. Lily spalancò ancora di più gli occhi e lui le fece un occhiolino complice.
“Dai…” riprese il ragazzo facendo un passo indietro “Non dirmi che ti sei dimenticata di quella notte, a Ottobre, in cui ti ho vista nel corridoio vicino all’aula di Storia della Magia?”. La rossa era senza parole.
“Come vedi non sono il tipo che tradisce gli amici.” Affermò lui tranquillo mettendosi le meni in tasca.
-Fantastico… e ora?- Lily stette zitta meditando su cosa rispondere. Alla fine disse: “Io… Sì, lo so che posso fidarmi di te…”
“Ma…” fece lui con un sorriso che sciolse un po’ la tensione della ragazza.
“Ma… Queste cose non te le posso dire. Non ora, per lo meno. Perché non riguardano solo me, e dovrei venir meno alla mia parola se te le rivelassi.”
James non rispose, e lei si domandò se magari non stesse pensando che lei mentiva.
“Dico sul serio, cioè, lo so, forse non mi puoi capire, ma ti assicuro che…”
“Ti posso capire.” La interruppe James con uno sguardo calmo. Quella storia gli ricordava tanto il segreto di Remus e dei Malandrini, nemmeno lui avrebbe potuto rivelare una cosa del genere, proprio per lo stesso motivo, per non mettere in merda i suoi amici. “Comunque..” riprese lui, facendosi di nuovo più vicino a Lily “Sappi che tutte le volte che avrai voglia di parlare io ci sarò, ok?”.
-Che carino…- non poté fare a meno di pensare la rossa mentre diceva: “Me ne ricorderò.” . Poi balzò giù dal davanzale: “Che ne dici di andare a cena ora? Ho una fame da lupi!” propose lei.
“Con piacere, madamoiselle!” accettò lui entusiasta. E insieme i due ragazzi si avviarono verso la Sala Grande.

Severus Piton era seduto al tavolo dei Serpeverde, di fronte alle sue compagne di classe Bellatrix Black e Shirley Lanstrnge, una biondina dall’aria svenevole, la sorella di quello che era saltuariamente (almeno per ora) il ragazzo di Bella. Non che andasse pazzo per la compagnia di quelle due: Shirley era stupida e vuota, e la sua amica mora era odiosa con la sua aria di superiorità, ma almeno lei era intelligente; Piton, a dirla tutta, in un certo senso ammirava Bella, il suo carattere assoluto e senza scrupoli, la sua scaltra perfidia… - E’ sulla strada perfetta per diventare una delle sue serve migliori… E lo sa…- si disse il ragazzo.
In quel momento fece il suo ingresso nella Sala Grande una delle persone –anzi, forse LA persona- che Piton detestava di più in quella scuola: ovviamente, James Potter, accompagnato, stranamente, da una Lily sorridente che stava ridacchiando con lui.
Piton li fissò come se volesse investirli con gli occhi di tutto il veleno che aveva in corpo e si lasciò sfuggire la solita imprecazione che rivolgeva all’indirizzo del Cercatore di Grifondoro: “Ecco lo stronzo paraculato…”.
Udendo il suo sottile sibilo, Bellatrix si voltò anche lei a guardare il ragazzo. E Lily. Girò loro la schiena, tornando a concentrarsi sul suo bicchiere di succo, mentre diceva con aria schifata: “Patetico. Patetico e squallido.”.
Shirley, che non aveva notato la coppia domandò: “ Chiomp chiomp ….Cosa, Bella?” mentre masticava con aria molto poco femminile un boccone di pane.
L’interessata accennò con gli occhi di ghiaccio al tavolo alle loro spalle e disse, guardando Piton: “E’ il modo in cui quel Potter sbava dietro alla Mezzosangue dai capelli di fuoco.”
Shirley allungò il collo per osservare meglio la scena, per poi mormorare scandalizzata: “Santo cielo, eppure i Potter sono dei Purosangue! Come siamo caduti in basso… Oddio Bella, magari lui non sa che lei è Mezzosangue.!”.
Bella fece una fredda risata di scherno appoggiando il bicchiere sul tavolo: “Ma non farmi ridere, Shirley!” scosse la testa “Ti pare che lui non lo sappia? Ma sei scema?”.
L’altra spalancò gli occhi: “Ma la sua famiglia?” chiese ingenuamente come una bambina.
“I Potter sono da sempre una famiglia di rinnegati… Babbanofili e simili…” rispose secca Bella.
“Dici? Non lo sapevo…” fece la biondina e l’altra alzò gli occhi al cielo.
“Oh, cielo! Devo andare, Steve mi aspetta!” esclamò Shirley improvvisamente, facendosi quasi andare per traverso un bicchiere di acqua: “ Ci vediamo ragazzi!”
e scappò via.
Piton seguì con gli occhi la biondina che si allontanava e borbottò fra sé e sé: “Dio, che svampita! Non sarà mai come noi…”.
“Ci arriverà, non ti preoccupare… dopotutto è la sorella di Rufus…”
“E’ completamente succube di Rosier!” ribattè lui.
“E questo ci può solo tornare utile.” La gelida occhiata di Bella pose fine all’argomento.
Il ragazzo dai capelli scuri tornò a fissare in tralice James che seduto di fronte a Lily stava chiacchierando con lei.
“Dio, quanto lo odio!” esclamò all’improvviso battendo un pugno sul tavolo.
Bellatrix non fece una piega.
“Perché non ti decidi a fargliela pagare una volta per tutte?” chiese la ragazza impassibile.
Lui per risposta si avventò con foga sulla sua bistecca, sfogando su di lei tutta la sua frustrazione, ma la ragazza continuò con voce maligna e falsamente leggera: “Non deve essere stato granché bello ritrovarsi, per la secondo volta in due anni, in mutande di fronte ad un folto gruppo di studenti…(*)”.
“Chiudi quella bocca, Bella!” la aggredì lui sputacchiando cibo sulla tavola.
“Non è me che devi zittire…” fece lei di rimando, sorridendo in modo sgradevole. “E’ quella marmaglia di Grifondoro falliti, disonorevoli Babbanofili che si spacciano per maghi, che devi far tacere…”.
“Fatti gli affari tuoi!” non sopportava che gli altri gli dicessero ciò che doveva fare, lo sapeva benissimo anche lui!
Ma Bella proseguì, tamburellando in modo leggero le dite dalle lunghe unghie laccate di blu: “Se ti dico così è perché anch’io ho interessi affinché quegli stronzetti abbassino un po’ la cresta…”.
Piton alzò la testa interessato: “Cos’è, mi stai offrendo il tuo aiuto per metterli in merda?”.
“Diciamo che stipuliamo un accordo…” fece lei incrociando le braccia “Sarò tua alleata nella tua personale… Guerra?… contro quel gruppo di fetenti. Ma ad una condizione: c’è una faccenda che voglio appurare, e per farlo, devo scontrarmi con uno di loro. Me ne devi dare la possibilità.” “Da quando ti serve la mia approvazione?”
“Detesto ammetterlo, ma mi serve il tuo appoggio, come complice e come Prefetto…Tu avrai la tua vendetta personale, e io la mia soddisfazione. Che ne dici?”.
Piton la guardò dubbioso: “E’ una sfida di famiglia?” le chiese adocchiando Sirius che entrava in quel momento nella Sala.
Bella fece una smorfia: “No. Non è lui che voglio colpire. E’ la rossa.”
“La Evans?” Piton rimase di stucco, poi sogghignò malignamente: “E perché mai?”
“Questi sono affari miei.” Disse lei, gelida come una lama sul ghiaccio.
Piton parve soppesare la proposta.
“Ok.” Disse alla fine “Io ci sto.”

(*= la prima volta che Piton era restato in mutande di fronte ad altri studenti era stato sempre per mano di James una anno prima… -Faccio riferimento all’episodio citato nel 5° libro della Rowling, ovviamente…- mentre la seconda è quella citata nella lettera di Corinne, lo scorso capitolo… Ne approfitto per ricordare che tutti i personaggi sono di esclusiva proprietà di J.K.Rowling, il genio!)
Allora che ve ne pare di questo cap? Attendo i vostri commenti con ansia! Un super bacio a tutti e un grazie di cuore a Sarah Potter (grazie-grazie-grazie-grazie!), cass93, Lily, Maho, Sylvia, Lanya, ! Siete troppo gentili, i vostri pareri sono importantissimi per me! Smack!

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Capitolo 10
*** Cap10: LA SFIDA DEI SERPEVERDE ***


Hello! Sono tornata, un po’ in ritardo, lo so, ma… Abbiate pazienza, la scuola è cominciata pure per me, purtroppo… Sigh,sob!
Comunque, bando alle tristezze! Ed ecco a voi il nuovo cap, che si intitola…

Cap10:LA SFIDA DEI SERPEVERDE.
Le prime settimane dopo il rientro dalle vacanze natalizie passarono velocemente.
Mentre i ragazzi erano sommersi dai compiti delle varie materie, gli allenamenti di Quidditch diventavano sempre più pressanti: la squadra dei Grifoni, concentratissima e determinata a non lasciarsi fregare la Coppa, si allenava assiduamente e con impegno in vista delle partite seguenti. I giocatori giallo-rossi riuscirono a sconfiggere nell’incontro di Febbraio i Tassorosso, una bella partita giocata bene da entrambe le parti, in cui Sirius aveva rimediato pure una frattura al naso, fortunatamente curata in modo tempestivo da Madama Chips.
Nel mese di Marzo si scontrarono invece Corvonero e Serpeverde e riuscì vincitore appunto quest’ultimo.
Ora per I Grifondoro si avvicinava la sfida più attesa, temuta e pericolosa di tutte: quella con l’altra unica Casa ancora imbattuta del campionato, le Serpi verde-argento, e il clima di tensione e competizione fra le due tifoserie si faceva sempre più nervoso e incandescente man mano si avvicinava la data della partita.

La Sala Comune dei Serpeverde era sempre fredda, ma quel giorno sembrava particolarmente gelida, nonostante ormai fosse iniziata la Primavera. Seduto in un angolo, seminascosto dietro una pila di pergamene e libroni, stava Piton, che scribacchiava nervosamente ripetendo a scatti e sottovoce misteriose formule, mentre le pagine dei volumi polverosi si giravano da sole.
Due ragazze entrarono nella Sala bisbigliando fra di loro: le sorelle Black si somigliavano in modo impressionante, con l’unica differenza che la più piccola era bionda, mentre l’altra aveva capelli neri come la pece e lunghi fino a metà schiena, quasi come Morgana. Al di là dell’aspetto fisico, però, i caratteri non erano così uguali.
Bellatrix era fredda, determinata e poteva essere crudele;
Narcissa era ugualmente spregiudicata, ma più falsa, se così si può dire, nel senso che sapeva ingannare, mentire, strisciare molto efficacemente: la personalità fiera e orgogliosa di Bella non si sarebbe mai abbassata a fare certe cose, mentre la sorellina, coi suoi 14 anni, aveva un notevole fascino che sapeva perfettamente sfruttare per ammaliare e sedurre chiunque, a seconda dei suoi scopi. Inoltre Narcissa risultava ai ragazzi molto più simpatica e accattivante della sorella, troppo seria e, chiaramente, superiore.
Le due sorelle si avvicinarono al tavolo di Piton.
“Sempre a studiare i libri del reparto proibito, Severus?” chiese con voce lisciante la bionda, sedendosi molto vicino a lui.
Il ragazzo sobbalzò e, sebbene il volto fosse come sempre nascosto dalla frangia troppo lunga, le due avrebbe giurato che stesse arrossendo.
“C-ciao… Che… Ci fai qui? Non eri con Malfoy?”.
Narcissa ridacchiò civettuola: “Lucius è all’allenamento di quidditch… Non ti va di farci un po’ compagnia tu?” e appoggiò la mano bianca sul braccio di Piton, cominciando a risalirlo fin sulla spalla. Scoppiò di nuovo a ridere, perché Piton era evidentemente imbarazzato.
Bellatrix intervenne spiccia: “Su, lascialo in pace… Non vorrai che Malfoy se la prenda con lui…”.
“Lucius mi lascia fare ciò che voglio.” Disse l’altra.
“Non ne dubito.” Piton si era subito spostato più in là non appena la ragazza gli aveva lasciato andare il braccio.
Bella si sedette di fronte a lui. “Penso che sia il momento di iniziare a mettere in atto il nostro piano…”
“Quale piano?” chiese Piton.
Lei sbuffò infastidita: “Vuoi ancora dare una lezione a quei falliti di Sirius, Potter e compagnia o no?”
“Beh… Certo, ma non sapevo avessimo un piano…” rispose Piton.
“Per questo ci siamo io e Bella!” rispose Narcissa sorridendo come una gattina.
Il ragazzo le fissava incerto: “Bene, quale…”
“E’ molto semplice.” Iniziò la mora guardandolo coi suoi occhi azzurrissimi: “Questo è il periodo migliore se vuoi spingerli a fare una qualche stupidata: sono tutti esaltati dalla partita ormai prossima delle nostre due Case, e praticamente tutti gli studenti sia dalla nostra parte che dall’altra stanno sviluppando un odio reciproco…”
“Il clima non è mai stato così teso!” esclamò Narcissa allegra, come se stesse parlando di una festa.
“Così, insomma, sono più propensi a rispondere alle provocazioni…” sussurrò Piton pensieroso.
“E non solo!” annuì Bella “Così ci esponiamo di meno, perché anche dalla nostra parte tutti ci appoggerebbero… Non stanno che ad aspettare una buona scusa per aggredire qualche Grifondoro, li detestano ancora per la sconfitta dell’anno scorso…”
“Ok” approvò il ragazzo ”Che proponete voi?”
“Prima di tutto, dobbiamo accrescere la loro antipatia verso di noi, soprattutto quella della Evans…”
“Perché ‘soprattutto’?” domandò Narcissa.
“Perché è astuta.” Rispose Bella “Lei non è come gli altri che non vedono l’ora di scontrarsi con noi….E’ una che non si lascia mai provocare, sta sempre molto attenta… Ma ora abbiamo dalla nostra il fatto che, essendo Prefetto, è molto sottopressione anche lei con questa faccenda della partita… Deve tener d’occhio tutti, stare attenta che non si caccino nei guai, che non vadano a litigare… Sarà sicuramente nervosa, e quindi più facile da far arrabbiare… Ma non basta. Dobbiamo trovare qualcosa che la faccia davvero imbestialire, che la sproni ad attaccarmi…”
“Ad attaccarti? Vuoi sporcarti le mani con una Mezzosangue, Bella?” chiese la biondina, quasi incredula.
“Voglio duellare con lei… E questo è l’unico modo, la Evans non accetterebbe mai una sfida clandestina…”
La sorella non pareva molto convinta: “Beh, che proponi per scoprire il suo punto debole?”.
“Il tuo aiuto, sorellina.” Bellatrix sorrise scoprendo i denti bianchissimi. “Ho adocchiato un tipo, all’interno del gruppo… Mi sembra veramente debole… Peter Monus, no Minus…”
“Ma chi, lo sfigato?”
“Sì, lui… Se tu riuscissi a fargli girare un po’ la testa… No, senza sporcarti troppo, solo quello che basta per strappargli qualche informazione…” Bella strizzò l’occhio alla sorella bionda. Quella sospirò, poi annuì… “Sì, ho capito… Si può fare…”.
Piton ascoltava quei discorsi svogliato: “A me questo non interessa, voglio solo farla pagare a quei quattro…”
Bella si voltò verso di lui: “Non ti preoccupare… in questo modo colpisci anche uno di loro, no? Narcissa sa come farlo rimanere veramente male…” sorrise malignamente.
“Oh, sì…” Confermò la biondina, poi recitò con fare melodrammatico “Oh, Peter, come hai potuto pensare che una come me si interessasse a un piccolo, patetico sgorbietto come te?”. Le due sorelle risero malignamente, ma Piton no.
“Non è lui che mi importa!” disse irritato “Sono gli altri tre, ma soprattutto Potter…”
“Se riesco a far duellare Evans, ti assicuro che quello che vedrà sarà un’amara sorpresa anche per lui…” rispose Bella.
“Cazzo, tu non capisci!” sbraitò il ragazzo picchiando il pugno sul tavolo: “Voglio umiliarlo, ferirlo, farlo soffrire davanti a tutti!”
Le due lo fissarono impressionate, poi la più piccola prese la parola: “Scusa tanto Bella… Ma Piton ha ragione. Che cavolo te ne frega di una Prefetto Mezzosangue, non riesco proprio a capirlo! Potter e compagnia sono nostri nemici da sempre, sarà divertente tirargli questa piccola ripicca, soprattutto tenendo conto che così ci prendiamo la rivincita anche su quel rammollito di nostro cugino… Però, davvero, non capisco da quando ti è spuntato questo accanimento con la Evans! Che cacchio centra lei?”
Bellatrix teneva gli occhi di ghiaccio fissi davanti a sé e aspettò un po’ a rispondere.
Piton aveva ancora lo sguardo che bruciava di rabbia e odio verso i Grifondoro, ma osservava la compagna attento: era la domanda che si era posto molte volte in quelle settimane, e a cui non aveva trovato risposta.
Narcissa cercava lo sguardo della sorella, che finalmente disse: “ E’ da mesi che ho un dubbio… E’ diventato un chiodo fisso ormai… Ricordate la Conferenza che c’è stata a Ottobre?”
gli altri due si affrettarono ad annuire, interessati, e la mora proseguì: “In quell’occasione aveva fatto molto scalpore il discorso di quel tizio, Crouch… A parte chi sappiamo, tutti si sono ovviamente schierati con quella manica di perdenti… Ma la Evans, che si trovava vicino a me… Beh, lei ha detto cose strane…”
“In che senso?” chiese Narcissa.
“Sembrava quasi che non fosse d’accordo con Crouch… Ma non è solo quello… Sono sicura di avere sentito la Evans dire una frase… Una frase che non avrebbe mai dovuto sapere, che non può sapere, dannazione!” fece una pausa.
”Ha detto queste parole:’ Sai qual è la fiamma che spinge un Mangiamorte a diventare tale? ’ ”.
Sia Narcissa che Piton alzarono le sopracciglia e la biondina aprì la bocca colpita.
“Ma questa è… Questa è la frase che diceva sempre… il Professor Dikkers!” sussurrò.
Piton scosse la testa, e si alzò in piedi , cominciando a camminare avanti e indietro.
“E’ proprio così, Narcissa, perciò mi ha interessata…” sussurrò Bella.
“Ma andiamo!” sbottò Piton “Non è possibile, lo sapete bene!”
“Perché no?” domandò Bella, come se stesso chiedendo un chiarimento per una lezione troppo complicata.
“Perché non… Oh, andiamo sarà stata una coincidenza!”
“Ti dico di no.” Ribatté la mora risoluta “Dovevo vedere con che espressione lo ha detto…”
“Che espressione?”
“Di rabbia. Lei sa qual è il significato di quella frase”
Piton continuò a camminare avanti e indietro scuotendo la chioma nera e lucida, poi si fermò di fronte a Bellatrix e appoggiò le mani sul tavolo, sporgendosi verso di lei: “Sai che non è possibile! Solo noi conoscevamo quelle frasi, se lei la sa, vuol dire che…”
“Può voler dire solo una cosa!” lo interruppe lei determinata “E cioè che anche lei ha preso parte alle sedute del Professor Dikkers!”
Narcissa guardava la sorella con gli occhi sgranati: “Ma Bella, lei è una Grifondoro… Una Grifondoro Mezzosangue, per di più! E poi ci conosciamo tutti, la avremmo vista!”
“Già, hai ragione sorellina… A meno che… A meno che lei non ci fosse già più quando abbiamo potuto conoscere i nomi di tutti gli altri Mangiamorte, dopo la morte di Dikkers… In questo modo quadrerebbe, no? Ricordate che i primi due anni noi alunni partecipavamo alle sedute da soli, e sui Registri che teneva Dikkers su noi aspiranti Mangiamorte, tutti i nostri nomi erano segnati in codice? Ognuno sapeva solo il suo nome e ignorava quello degli altri, eravamo troppo piccoli per serbare tutte quelle informazioni.”
Narcissa annuì e Bella proseguì:” Bene, quando Dikkers è morto tutti i registri sono stati sequestrati da quelli del Ministero, che evidentemente sospettavano della sua attività illegale di formazione di Mangiamorte qui ad Hogwarts, sotto la copertura di insegnante di Difesa, anche se non avevano mai trovato una prova… Dopo che i registri furono sequestrati, il padre di Malfoy riuscì a sgraffignarne una copia al Ministero… I nostri genitori si sono arrovellati come matti per capire quale criterio Dikkers aveva usato per celare i nostri nomi, di modo da poter coprire qualunque eventuale indizio avrebbe potuto ricondurre a noi…Sono riusciti a trovare i nomi di tutti, no? Una bella fatica, ma alla fine li abbiamo risolti… Tutti tranne uno…”
“La Figlia di Ilio…” mormorò Narcissa.
Bellatrix spalancò i suoi occhi, due cristalli azzurrissimi e brillanti: “E fosse la Evans? E se fosse lei, la misteriosa Figlia di Ilio che nessuno di noi è mai riuscito ad individuare?”.
Silenzio.
Piton guardò la compagna dritto negli occhi: “Attenta, Bella… Stai andando troppo in là… Non sono cose che ci riguardano, lo sai bene…”
Ma lei proseguì rivolta alla biondina: ”Negli appunti di Dikkers si dice chiaramente che la Figlia di Ilio era una ragazza! E io dico che potrebbe essere lei… Però voglio verificare se ciò è possibile… E lo posso fare solo misurandomi con lei, per capire quanto sa realmente di magia di attacco e di difesa…”
“Dikkers ha commesso un errore!” esclamò Piton ad alta voce “E lo hanno ucciso, per questo… Non tirare troppo la corda, Bella, potrebbe spezzarsi…”.
Belle lo fissò con le iridi azzurrissime, che non lasciavano trapelare alcuna emozione. “Allora starò attenta che non si spezzi.” Concluse.

Purtroppo per i nostri amici, che erano completamente all’oscuro dei piani di Bella, quello non era un bel periodo.
Come aveva detto Narcissa, non c’era mai stata tanta tensione fra le due Case: i rapporti non erano mai idilliaci, questo è vero, ma non si era mai arrivati al punto di avere una netta spaccatura fra i due schieramenti dei Grifoni e delle Serpi. Ogni pretesto era buono per mettersi a discutere, e spesso queste discussioni erano solo la miccia di partenza per guai grossi.
I due Prefetti di Grifondoro, Lily e Remus, erano sempre all’erta per stroncare sul nascere questi episodi, ma cominciavano anche loro a risentire dell’aria nervosa e cattiva che si respirava ogni istante, a pranzo, a cena, nei momenti liberi, persino durante le lezioni.
-I Serpeverde sembrano aver ordito una congiura!- pensava Rem, ignaro dal sospettare, però, che fosse realmente così.
I Prefetti dell’altra Casa non contribuivano certo a sbloccare la situazione, anzi Piton sembrava perennemente scontroso e irato.
Lanstrange, Malfoy e Rosier erano a dir poco odiosi con quel loro atteggiamento sprezzante e maleducato sempre ad attaccar briga con chiunque.
Bella era stranamente tranquilla, sempre molto pensierosa, ma sua sorella era una vera spina nel fianco per i Malandrini! Era quasi allo stesso livello di Malfoy, stronza e ficcanaso! Anzi, di più… Con quel suo atteggiamento da gattamorta, chi sperava di incantare? Purtroppo i Grifoni non si erano accorti che effettivamente Narcissa era riuscita in modo molto abile a incantare qualcuno, e che anzi questo qualcuno era sempre più attratto da lei…
Dall’altra parte, tra i Grifondoro c’era chi, come Sirius, non aspettava che un occasione buona per cancellare i sorrisetti di sfida dei Serpeverde con un bel pugno, chi, come Remus e Lily, cercava di limitare le situazioni di possibile scontro, ma suo malgrado si ritrovava ad odiare le Serpi forse ancora più degli altri, e chi, come Peter, non sapeva più da che parte sbattere la testa.
James costituiva un caso più unico che raro: infatti, nonostante il temperamento impulsivo e le arcinote avversità nei confronti della Casa rivale, in quel periodo pareva inaspettatamente calmo e per nulla intenzionato a cercare lo scontro diretto. Beh, in realtà gli sarebbe molto piaciuto fare a botte con quei deficienti, togliersi la soddisfazione di fargli rimangiare tutte le cattiverie, fargli fare una bella figura di merda davanti a tutti, ma…
C’era un ‘ma’ che lo tratteneva ogni volta che gli prudevano le mani dalla voglia di fare a botte, ogni volta che gli bruciava la gola per il desiderio di rispondere alle provocazioni.
Il suo ‘ma’ era Lily.
Il bel Cercatore era riuscito finalmente ad avvicinarsi alla rossa, a diventare suo amico; ancora abbastanza incredulo per ciò che gli stava capitando, si rendeva conto che ora erano molto più legati, molto più di quanto non lo fossero mai stati.
Dopo quella chiacchierata dell’episodio della fotografia, la ragazza sembrava fidarsi di più di lui, era più ben disposta nei suoi confronti: tanto per cominciare, non lo insaccava più per ogni stupidata, e se lo rimproverava o battibeccavano, era sempre con fare leggero, scherzoso, complice. Inconsapevolmente finivano quasi sempre per cercarsi, per i compiti, per sedersi vicino a pranzo, per fare una partita a Spara-schiocco la sera, per chiacchierare, per bisticciare… Insomma passavano molto tempo assieme, anche con gli altri ovviamente, ma in quei mesi sentivano che fra loro era finalmente nata una bella amicizia. Ed era un’amicizia che dava sicurezza e felicità ad entrambi.
Lily stava riscoprendo il lato birichino del suo carattere che si era assopito per tanto tempo, ma pareva risvegliarsi a contatto con James, quando lui le rivolgeva un malizioso occhiolino, quando la invitava furbescamente a partecipare a qualche impresa non proprio legale.
E James si sentiva meravigliosamente a suo agio con lei, lo divertiva punzecchiarla, gli piaceva la sua compagnia, e anche lui cominciava a sentire su di sé l’influsso del dolce carattere di Lily: ora stava più attento a non fare qualcosa che la potesse far arrabbiare, cercava di controllare la sua impulsività, di non cacciarsi nei guai… Certo, non era cosa facile, con accanto un amico come Sirius che, oltre a fare battutine maliziose che lo mandavano su tutte le furie, era un vero e proprio diavoletto tentatore. Però fino a quel giorno James era riuscito a tenersi lontano dai guai… fino a quel giorno…

“Un giorno o l’altro, Felpato, mi dovrai spiegare come caspita fai ad avere sempre 8 in Incantesimi senza studiare un cavolo!” borbottava James, mentre camminava fra Sirius e Remus in un corridoio del terzo piano verso la torre di Divinazione.
Sul corridoio si affacciavano parecchie aule da cui sbucavano, come sempre, le teste delle ragazzine dei primi anni che guardavano con aria sognante i loro idoli sfilare davanti a loro, mentre esse si scioglievano in mille sospiri o bisbigliavano ridacchiando insulsamente fra di loro.
Sirius, che camminava tranquillo e sicuro con le braccia incrociate dietro la testa, effondendo sorrisi scintillanti a destra e a manca, rispose:” Ehi, chi l’ ha detto che non studio un cavolo?”.
“Effettivamente ti si vede poco a sgobbare…” commentò placidamente Remus, mentre scorreva con gli occhi grigi il suo compito di Incantesimi in cui aveva meritato pure lui 8.
“Beh, sapete, noi celebrità abbiamo i nostri piccoli trucchi…” disse Sirius ai due amici con aria fintamente superiore.
“Sì, ma non è che me li puoi spiegare? Perché, che cavolo, io ho studiato davvero, e ho preso solo 6 ½!” borbottò James, con un cenno di saluto a un gruppetto di ragazze del 4° anno di Tassorosso.
“Hai studiato davvero?” chiese Remus scettico.
“Giuro!” esclamò Ramoso alzando le braccia.
“Naaaaa, Lunastorta ti dico io qual è il suo problema!” bisbigliò Felpato con una gomitata complice all’amico. “L’ ho osservato durante la verifica… Guardava due minuti il foglio e un minuto Lily!”
“Aaaaaah…” fece Rem comprensivo, mentre James urlava: “Ehi, no! Non è vero! Sei… Siete due mascalzoni!” cercando di sovrastare le risate degli altri due. Ad un certo punto però Remus si fermò, fissando un punto in fondo al corridoio. “Oh-oh… Guai in arrivo ragazzi…” mormorò.
Proprio in fondo, sui gradini della scalinata di marmo che portava alla porta della torre, stavano seduti, anzi proprio stravaccati, Rosier, Malfoy, Piton, Narcissa, Bellatrix, Shirley e Goyle, un burino della loro età, idiota e senza cervello, ma sempre agli ordini di quel gruppetto. I Serpeverde stavano bloccando il passaggio e sembravano non avere la minima intenzione di muoversi.
Remus tirò una manica della divisa a James per bloccarlo e sussurrò:” Non credo che sia una buona idea… Non andiamo a cercare rogne…”
“E chi va a cercare rogne?” sbottò Sirius, che era andato avanti per la sua strada imperterrito: “Sono loro che si sono messi lì!”
“Appunto!” esclamò il biondino cercando di fermare anche l’altro amico: “Sicuramente non hanno buone intenzioni, cerchiamo di non andare a…”.
“Senti, Rem, sono stufo di questa storia!” Sirius alzò un po’ la voce “Loro fanno i rompi coglioni e noi sempre zitti! E ora che vuoi fare? Passare da un’altra parte per andare a Divinazione? Dobbiamo addirittura fare il giro del castello solo perché loro hanno avuto la geniale pensata di mettere le loro chiappe proprio su quella scala?”
Anche James si intromise: “Dai, Rem, è vero… Va bene non cercare grane, ma nemmeno prostrarsi ai loro piedi!”
Il biondino reagì: “Non ho detto di prostrarci ai loro piedi! Ne ho piene le scatole anch’io di questa storia, forse anche più di voi!” sospirò cercando di calmarsi: “Non era questo che volevo dire, solo…cercate di non rispondere, per favore… Non ho voglia di un altro scontro…”. James e Sirius si scambiarono un sorriso complice e i tre si avviarono sicuri verso la scalinata.
Si fermarono proprio di fronte e Rosier e Malfoy, che aveva le gambe aperte, perché in mezzo si era sistemata Narcissa, che stava ridacchiando coi due ragazzi. Sirius simulò una tossettina e i tre alzarono gli occhi, anche se probabilmente li avevano visti già da un bel pezzo.
Narcissa lo squadrò da capo a piedi : “Qualche problema, reietto?”
Remus scosse la testa e James, alzando gli occhi al cielo, fece per raggirare il gruppetto per salire le scale. Ma inaspettatamente gli si parò davanti Piton.
Fissandolo con gli occhi scuri che dardeggiavano odio e rancore, il Prefetto di Serpeverde sibilò fra i denti: “Passa da un’altra parte, Potter! La scala è occupata!”.
Goyle, Malfoy, Rosier e Narcissa sogghignarono.
“Non mi pare che sia tu il padrone della scala.” Rispose James freddo e determinato. Fece per proseguire, ma Piton gli afferrò il bavero della divisa.
Sirius fece come per scattare in avanti, ma un’occhiata dell’amico e il braccio di Remus lo trattennero.
“Ti ho detto che la scala è occupata!” ringhiò Piton.
In normali circostanze, a questo punto James avrebbe già perso il controllo e lo avrebbe già spedito k.o., ma dato che si sforzava con tutto sé stesso di mantenere la calma, si limitò a liberarsi dalle mani dell’altro con uno strattone dicendo: “Tieni giù le tue sudice mani, sporco Mocciosus!”.
“Sporco sarai tu, viste le volgari compagnie che sei solito frequentare!” si intromise Malfoy, alzandosi in piedi alle sue spalle “Anzi, che sporco! Siete veramente dei luridi, dei..” ma Malfoy non poté finire la frase, perché Siri lo aveva afferrato per il collo facendolo gemere di dolore (“Lascialo stare!” aveva strillato Narcissa), mentre gli sussurrava all’orecchio: “Sappi che in tutta Hogwarts l’unica cosa volgare è quella sgualdrina della tua ragazza!”.
Stavolta Remus non era intervenuto, se ne stava lì in parte, con lo sguardo acceso di rabbia repressa. L’allusione alle compagnie sentiva che lo toccava personalmente: Felpato e Ramoso erano dei purosangue, ma lui no, sua padre era figlio di Babbani. Era a questo che si riferivano.
Ora tutti e tre i Malandrini parevano aver abbandonato i loro buoni propositi, e si stavano innervosendo.
James si voltò di nuovo verso Piton: “Senti, stronzo, i casi sono due: o ti levi dai piedi e ci fai passare, oppure…”
Piton sporse il mento con fare provocatorio: “Oppure?” sibilò.
“Oppure ti faccio levare io…” sussurrò James rabbiosamente. L’atteggiamento dell’altro lo innervosiva una cifra.
Piton ridacchiò: “Mi stai minacciando? Dovrei aver paura di te? Di un rammollito che ha bisogno delle occhiate di ragazzine adoranti per sentirsi sicuro? Di uno… che prende ordini dalla piccola Mezzosangue rossa?” l’ultima frase la disse proprio con veleno.
Remus trasalì, nessuno mai osava pronunciare un insulto tanto forte davanti a loro, Sirius strinse i pugni e distolse l’attenzione dalla coppietta vomitevole davanti a lui, ma James montò in collera.
Afferrò l’altro per la giacca, obbligandolo a scendere dalle scale e lo incollò al muro. “COME L’ HAI CHIAMATA? COME HAI OSATO CHIAMARLA? IO TI FACCIO A PEZZI, BASTARDO!”
Piton lo spinse prepotentemente indietro e sguainò la bacchetta come se fosse una spada. “Non ne avrai il coraggio!” gli ringhiò contro.
James sfoderò la sua di rimando.
I due si preparavano al duello: Malfoy, Rosier, Narcissa e Goyle si schierarono dietro Piton, Remus e Sirius alle spalle di James. Shirley Lanstrange si portava le mani alla bocca e balbettava terrorizzata, ancora seduta sulle scale. Bellatrix seminascosta nell’ombra sogghignava soddisfatta. Nessuno aveva intenzione di fermare i due duellanti, stavolta.

Lily camminava a passo spedito nel corridoio, con Peter e Morgana alle calcagna. “Merda, merda, merda! Siamo in ritardassimo!” borbottava la rossa affrettandosi verso l’aula di Divinazione.
“Lily! Vuoi aspettarci?” boccheggiava Morgana col fiatone per la corsa.
“Dai, muovetevi, non ho voglia di sorbirmi le maledizioni della Cooman per un ritardo che non è dipeso da me!” sbottò la rossa nervosamente.
Peter, che le trotterellava dietro, ansimò: “Magari… potresti spiegarle che… che cosa è… successo…”.
Lily non si voltò nemmeno, ma scattò nervosa: “Oh, certo! E che le racconto? Sa, professoressa, ho dovuto placcare Jessie Bandom al 2° piano perché stava per fare a pugni con Regolus Black, dopo avergli riempito i capelli di Puzza-linfa!”.
“Bleah, se ripenso all’odore, mi sento male!” fece Morgana, rallentando l’andatura.
“Oh, andiamo, non fermarti, pensa a me che ho dovuto…” borbottò Lily prendendo molto poco garbatamente l’amica per un braccio, strattonandola in avanti.
Però a questo punto i tre si ritrovarono, svoltato l’angolo, di fronte alla scena dei Malandrini e dei Serpeverde ai piedi delle scale. Lily si bloccò di colpo, tanto che Morgana perse l’equilibrio e con uno strillo soffocato per poco evitò di cadere per terra.
“Ma sei impazz…!!?!”
La rossa ebbe un attimo di smarrimento, poi marciò battagliera e inviperita verso il gruppo, ignorando completamente le imprecazioni di Morgana e il confuso balbettare di Peter.
“PITON!”

James e Piton che si stavano fissando in cagnesco, si voltarono sussultando verso la voce che aveva urlato. Per un attimo entrambi avevano temuto che fosse un insegnante. Lily si avvicina a grandi passi, coi capelli rossi che le ondeggiavano sulle spalle. Si fermò proprio in mezzo ai due duellanti, tra lo stupore generale per l’improvvisa apparizione. Si mise le mani sui fianchi e piantò gli occhi verdi in faccia al Prefetto di Serpeverde (James dentro di sé fu molto sollevato e nello stesso tempo molto contento che non se la fosse presa con lui).
“CHE DIAMINE STAI FACENDO?” gli urlò in faccia.
Piton la odiò con tutto sé stesso: stava finalmente per avere la sua rivincita e arrivava quella stupida a rovinare tutto! “Levati di mezzo!” le sbraitò contro, cercando di spostarla, ma lei non si diede per vinta.
“Non vorrai sfidare James! Ti avverto, non tollero più nulla da parte della vostra Casa, è una settimana che ci rompete l’anima, quindi vedi di pensarci bene prima di farci arrabbiare, perché stavolta, giuro, ve la faccio pagare!” gli urlò addosso la bella Prefetto, e James si sentì quasi orgoglioso di lei.
Tutti la fissavano impressionati, quando una voce strascicata li fece voltare: “Oh-oh… Che paura che ci fai…” Bellatrix uscì finalmente dall’ombra e scivolò accanto a Lily.
Questa la guardò fredda, incapace di ignorare ancora le provocazioni. “E’ curioso…” proseguì la mora con quel tono irritante “Sei giunta proprio nel momento perfetto… Come si dice, parli del diavolo e spuntano le corna…”.
Stavolta fu James a scattare, ma Lily lo bloccò, alzando il braccio: “Che vuoi dire?” chiese brusca.
Bellatrix fece una risatina fredda e cattiva.
“Oh, non te la prendere col tuo bel cercatore, Miss Prefetto…” mormorò “Lui non aveva la minima intenzione di disubbidirti… Sai, è stato così commovente, così stomachevole… Ha reagito solo per te, per difenderti…”.
“Non la ascoltare, Lily!” disse in fretta il ragazzo con gli occhiali, ma l’altra continuò: “Abbiamo solo detto la verità, forse lui non vuole sentirla perché se ne vergogna, come probabilmente, del resto, fai anche tu…” Bella girava attorno a Lily come un avvoltoio attorno alla preda. “Perché, non è forse vero che sei una Mezzosangue, che nelle tue vene c’è sporco sangue Babbano?” completò, fermandosi davanti alla ragazza.
Attorno a loro si era fatto silenzio.
Gli occhi verdi di Lily brillarono di rabbia, strinse forte i pugni e insipirò. James ancora una volta fece per intervenire, scaraventandosi addosso alla mora Serpeverde per chiuderle quella bocca maledetta, ma stavolta Lily gli afferrò un braccio e lo fermò con uno sguardo inceneritore che il ragazzo non le aveva mai visto. Quando parlò non sembrava nemmeno la sua solita dolce voce. Era dura e aspra, come se stesse cercando di cacciar giù una medicina molto amara.
“So difendermi da sola!” sibilò fra i denti al compagno, poi si rivolse a Bellatrix, guardandola dritta negli occhi di ghiaccio:
“Il fatto che voi sentiate il bisogno di gettare fango sulla MIA famiglia, cercando scuse tanto false e abominevoli, dimostra solo che razza di persone schifose siate, Bella… Siete voi che avete il veleno nel sangue… Ma di brutto, però…”.
Sirius non potè trattenere un sorriso di fronte alle facce sgomentate dei Serpeverde e Remus ammirò l’amica per il suo contegno e la fierezza che aveva avuto nel dire quelle parole.
Lily scoccò un ultimo sguardo irato a Bellatrix e poi si voltò, tenendo James saldamente per il braccio per trascinarlo verso le scale, lontano da Piton, che era talmente furioso per l’occasione sfumata, che sembrava uscirgli il fumo dalle orecchie.
“SCOMMETTO CHE ERA PERCHE’ SI VERGOGNAVA DEL TUO SANGUE E DELLE TUE ORIGINI, CHE LE TUA AMICA SE N’E’ ANDATA AL 3° ANNO!”
La voce di Bella colpì Lily come una frustata alle spalle. La ragazza si fermò.
“Scommetto che non le avevi detto della tua famiglia! Vero? Probabilmente suo padre appena lo ha saputo, l’ ha voluta allontanare da te… Sai i McLeer sono Purosangue molto potenti e nobili…” Lily si voltò verso Bella. Era furente e ansimava leggermente, i pugni stretti e le braccia rigide lungo i fianchi.
La mora si fece ancora più vicina. “Lascia- fuori- Andie- da- questa- storia!” ringhiò Lily.
Bellatrix fece il suo odioso sorrisetto freddo: “Che ti aspettavi, Mezzosangue? Che Maghi nobili avrebbero accolto una come te? Avrà avuto schifo, o paura… Probabilmente tu hai pensato che fosse una codarda…”.
“ORA BASTA! STA ZITTA!” Lily aveva estratto fulminea la bacchetta e la puntava contro Bella, che con un gesto veloce sguainò la sua.
L’una un metro dall’altra, di fronte.
Fuoco e ghiaccio.
Gli occhi di Lily dardeggiavano lampi verdi di ira , che scontravano la luce azzurra, gelida e perfida dello sguardo di Bella.
“Avanti, che aspetti… Hai paura? O stai aspettando che sia un altro a farsi sotto al tuo posto?”.
Fu una frazione di secondo, e Lily cedette completamente alla rabbia accumulata che bruciava cocente dentro di lei.
“RICTOSEMPRA!”
“ENVERTESTATI!”.
I lampi di luce delle bacchette si scontrarono e lo spostamento d’aria, costrinse i ragazzi attorno ad arretrare di qualche passo disponendosi a cerchio.
Le duellanti ingaggiarono una vera e propria battaglia a colpi di magia.
“EXPELLIARMUS!” gridò Bella, i lunghi capelli neri scossi dalla forza degli incantesimi.
Lily parò il colpo: “EXCUDEO!” e le scintille del raggio luminoso si infransero a dieci cm dalle mani di lei, che protese in avanti avevano evocato una barriera invisibile.
Piton emise un breve fischio –Notevole… Per una studentessa che studia magia da soli cinque anni…-
“PERCUTIO!” Un incantesimo ancora più forte partì dalla bacchetta di Bella, e Lily fece un salto impressionante per evitarlo.
“Cacchio…” si lasciò sfuggire Sirius.
James seguiva con gli occhi sgranati le mosse delle ragazze.
Narcissa le guardava col fiato sospeso.
“FLAGELLI ICTUS!” Gridò la rossa, che nessuno aveva mai visto così violenta. La luce blu del suo incantesimo sfrecciò verso l’altra.
“Attenta, Bella!” urlò Narcissa e la sorella contrattaccò: “REPULSIO!” Incrociando i pugni sul petto per respingere la magia.
Remus aggrottò le sopracciglia – Non combatte normalmente…- si ritrovò a pensare.
“STUPEFICIUM!” Strillò Bella e lanciò l’attacco con tutte le sue forze.
Lily fece una mossa strana con la bacchetta, mentre gridava di rimando: “PROTEGO!”. La barriera evocata stavolta era così forte che era visibile: uno scudo azzurrino fermò il colpo della mora.
La rossa lo cancellò subito e mosse due passi in avanti : “EL… JASS…”
“EXPELLIARMUS!” Entrambe le ragazze furono scaraventate a terra, ma in due direzioni diverse e le bacchette volarono via dalle loro mani. A tuonare era stata una voce diversa, da adulto.
“CHE STAVATE FACENDO?” la professoressa McGranitt urlava sconvolta, stralunata, spaventata, ma soprattutto… Incazzata nera.

Mai nessuno aveva visto la vicepreside di Hogwarts tanto arrabbiata. I ragazzi erano rimasti fermi senza fiatare, mentre lei aveva subito riversato sulla mora Black e sulla Prefetto di Grifondoro un fiume di aspri rimproveri e sgridate.
“UN DUELLO! NEI CORRIDOI! VOI SIETE IMPAZZITI! UN COMPORTAMENTO ASSOLUTAMENTE INDEGNO!”
Le ragazze si erano rialzate, Bella con un’altezzosa espressione di sfida, Lily ancora rossa e sconvolta, ma con una faccia sempre più mortificata.
“VI RENDETE CONTO DELLA GRAVITA’ DELLE VOSTRE AZIONI? VIOLENZA! VIOLENZA CONTRO UNA VOSTRA COMPAGNA DI SCUOLA! IO SONO… SONO… ALLIBITA! COSTERNATA! SIGNORINA EVANS, LEI E’ UNA PREFETTO!”
Lily sussultò, spaventata.
Qui sia Remus che James avrebbero voluto dire qualcosa per difenderla, ma, vista la collera della McGranitt, giudicarono più opportuno tacere.
“E LEI, SIGNORINA BLACK! NON HA MENO RESPONSABILITA’, RIGUARDO ALL’ACCADUTO, NON SI ILLUDA!”
Bella non batté ciglio.
“INAUDITO! INACCETTABILE! COSE DELL’ALTRO MONDO!” La McGranitt gesticolava furibonda. “ORA MI SEGUIRETE DAL PRESIDE!” Urlò puntando un dito contro di loro. “VOI E… PITON, MALFOY, POTTER E BLACK!”.
I ragazzi, che non se l’aspettavano, rimasero di stucco, e Sirius bofonchiò qualcosa tipo: “E ti pareva… Sempre noi…”
La professoressa lo fulminò con un’occhiataccia, facendolo ammutolire: “Voi siete i testimoni, Black! Una volta tanto!”

I 6 ragazzi più la McGranitt e Turper (direttore della casa di Serpeverde, che era stato convocato tempestivamente) erano ora seduti nell’ufficio di Silente. Il vecchio mago li guardava da dietro la sua scrivania, il mento appoggiato alle mani intrecciate, mentre ascoltava in silenzio le loro parole.
Come aveva temuto James, Malfoy diede una versione dei fatti per nulla veritiera, che dipingeva Lily come un’ isterica che se ne andava per corridoi sfogando il suo stress su loro che erano lì a far nulla… Piton taceva, ancora livido, limitandosi ad avvallare con cenni affermativi le bugie dell’altro.
-Che idioti, pensano che Silente non sappia che Lily non farebbe mai una cosa del genere…- pensava Sirius agitandosi sulla sua sedia, impaziente che venisse il suo turno per chiarire la questione.
Attraverso un paio di domandine, il Preside smontò il resoconto dei Serpeverde, facendoli contraddire. Purtroppo però, accadde più o meno la stessa cosa con la versione dei Grifondoro, perché Sirius, ansioso di scagionare completamente Lily e di nascondere le premesse dello scontro, di cui era colpevole in parte anche James, esagerò troppo con la sua versione.
Il ragazzo con gli occhiali guardava di sottecchi Lily, preoccupato per la sua espressione, che si faceva sempre più abbattuta: la rossa teneva gli occhi bassi, fissando le mani che stringeva convulsamente. Prestava poca attenzione a ciò che dicevano gli altri, troppo sconvolta per quello che era accaduto… Come aveva potuto succedere?
-Sei una stupida… Sei solo una stupida…- continuava a ripetersi dentro di sé –Non sei riuscita a controllarti, sei stata proprio al loro gioco… Maledizione, perchè devo essere così? Perché? Dopo tutte le lezioni con Silente- e gli lanciò una timida occhiata, ma vide che stava fissando Sirius, tutto infervorato nel suo racconto. -E ora cosa accadrà?- il panico le serrò la gola prepotentemente… Le importava relativamente di perdere l’incarico di Prefetto, certo ci sarebbe rimasta male, ma sapeva che era il minimo… Era conscia che c’era in gioco una posta molto più alta per lei… Cosa avrebbe fatto il Preside? Le avrebbe dato un’ altra chance?… Oppure… Era talmente spaventata ora che la terrorizzava formulare l’ipotesi di essere espulsa… Ora Silente stava parlando con un Sirius sempre più rosso, man mano venivano screditate le sue piccole bugie, ma le sue parole scivolavano su Lily come acqua…
- Che cosa farò se mi caccia?- spostò lo sguardo alla sua destra e incontrò quello severo e ancora furioso della McGranitt, che ebbe il potere di far sprofondare il suo morale ancora più sottoterra di quanto già non lo fosse…
E vide James che la guardava preoccupato, abbozzando un lievissimo cenno di sostegno…
Si affrettò a tornare a fissarsi i piedi.
-E a loro che dirò? Che cosa racconterò agli altri?-
“Inutile dire che sono profondamente deluso. Deluso e addolorato dal vostro comportamento”
La voce del Preside riscosse Lily dai suoi pensieri e il suo tono la fece sentire ancora peggio.
“Mai mi sarei aspettato di assistere ad un duello tra studenti ad Hogwarts. Di questi tempi. Quando tutti voi sapete che, per la difficile situazione in cui si trova il nostro mondo, è importante che noi, che voi, restiate uniti.”
I ragazzi, tutti, sentirono il peso di quelle farsi su di loro, e perfino i più spavaldi provarono un minimo di senso di colpa.
“Le bugie non sono mai a fin di bene…” Mormorò all’improvviso il potente mago, facendo arrossire vistosamente Malfoy e Sirius, che si scambiarono uno sguardo in cagnesco. “… E non serviranno a coprire le vostre amiche.”
Lily sentiva lo sguardo azzurro e severo del preside su di sé, ma si costrinse a non alzare la testa.
“Per quanto mi riguarda, non vi sono prove per punire i signori Potter, Piton, Malfoy e Black.” Proseguì Silente, e Sirius sollevò il capo per cercare lo sguardo di James con un sorriso liberatorio, che però si affievolì subito di fronte all’espressione dura della McGranitt.
“Le signorine Evans e Black, invece, verranno punite. Saranno tolti 50 punti alle loro Case… più 10 punti a testa al signor Black e al signor Malfoy per aver riportato una verità parziale, quando dovevano testimoniare correttamente.”
Sirius sgranò gli occhi incredulo e il biondino spalancò la bocca, ma nessuno obbiettò.
Turper squadrava i suoi studenti pieno di disgusto per la brutta figura che avevano fatto fare alla Casa e la McGranitt aveva le labbra strette in una smorfia severa.
“Potete andare, ma…” i ragazzi si erano già alzati, ma si bloccarono in silenzio “La signorina Evans resta.” Lily si sedette sulla sedia, gli occhi dilatati per la paura e la tensione. “La sua punizione la deciderò io.” Completò l’anziano mago dalla barba argentata.
La McGranitt fece un rigido cenno affermativo con la testa verso Silente e prese per i gomiti Sirius e James, che erano rimasti spiazzati, per trascinarli sbrigativamente fuori dall’ ufficio del Preside.
James, prima che la prof chiudesse la porta, riuscì a vedere Bella che sogghignava malignamente alle spalle di un Turper alquanto adirato, che aveva afferrato Piton per la collottola, e Lily che era seduta immobile sulla sedia, lo sguardo fisso, come se fosse sotto shock. Avrebbe voluto farlo notare a Siri,e cercare con lui un modo per poter sentire cosa aveva da dirle Silente, e perché diamine aveva fatto questa differenza fra lei e Bellatrix, ma la McGranitt non consentì loro di scambiare nemmeno una parola.
Sempre con le labbra serrate li condusse a passo svelto verso la loro sala Comune, senza mollare la presa sui loro gomiti, come se volesse evitare di vederli scappare.
L’unica cosa che disse a lui e a Sirius, prima che entrassero attraverso il passaggio nascosto dal ritratto fu: “Spero che vi sentiate soddisfatti!”, per poi allontanarsi con un’andatura nervosa. James, ancora abbastanza scombussolato per tutto quello che era successo, cercò gli occhi dell’amico, che però gli rispose con uno sguardo altrettanto vacuo e, di sicuro, per nulla soddisfatto.

Nell’ufficio del Preside regnava un pesante silenzio. L’anziano mago dalla barba argentata non aveva ancora pronunciato una parola da quando erano usciti gli altri e Lily teneva ancora la testa china, assolutamente immobile. Tuttavia quel silenzio non faceva che aumentare la sua tensione, e mentre si contorceva le mani strofinandosi il polso sinistro, la ragazza pensò che avrebbe preferito addirittura le urla del professore a quella calma irreale.
-Oh, la prego, dica qualcosa!!- si disse dentro di sé, disperata.
Come se le avesse letto nel pensiero, Silente parlò con voce grave e fredda: “Voglio sentire ora il TUO resoconto, Lily.”
La rossa finalmente alzò gli occhi. “Professore, io… Signore… Ho… Ho sbagliato.” Riuscì a farfugliare, evitando lo sguardo diretto del Preside.
“Questo è indubbio.” Rispose lui calmo. “Voglio sapere come ti hanno provocata per farti perdere così il controllo.”
Lily azzardò un’occhiata verso i suoi profondi occhi azzurri. “Allora, lei crede al fatto che sono stata provocata?”
“Ti conosco abbastanza da poter escludere il fatto che tu vada in giro a lanciare incantesimi per lo sfizio di farlo .”fu la semplice risposta.
La ragazza annuì: “Hanno insultato la mia famiglia…” vide che il professore aveva aperto bocca, e allora si affrettò a continuare “Ma non è stato per quello! Lì, sono… Cioè, mi sono arrabbiata, ma ho resistito… E’ stato dopo… Quando Bella ha tirato in ballo Andie… Lei… Ha detto che era una codarda e che se ne era andata perché… perché io sono.. figlia di Babbani…” la voce le mancò all’improvviso.
Qualcosa stava lottando per uscire dalla sua gola.
Silente si alzò e fece il giro della cattedra per appostarsi vicino alla finestra, in silenzio, guardando il cielo fuori che si era fatto scuro. In questo modo, diede a Lily il tempo di asciugarsi le lacrime che erano spuntate agli angoli dei suoi occhi.
“Credevo di essere riuscita a dimenticare e invece non ce la faccio.” Sussurrò la ragazza.
L’anziano mago si voltò verso di lei: “Dimenticare non significa cancellare dalla memoria. Quello non è possibile. Non senza un incantesimo di Oblio.” Si corresse “Ma non è questo che tu devi fare. Lily…” si avvicinò fissandola con i profondissimi occhi azzurri, che sembravano leggere l’anima della studentessa “Tu devi imparare a ricordare… Senza più dolore.” Fece una pausa di silenzio.
“Ecco perché ancora non sai resistere alle provocazioni. Ecco perché ancora non riesci a scordare quegli incantesimi.”
Lily sussultò.
“Perché tu hai usato quegli incantesimi contro la Signorina Black, vero?”
Annuì sconfortata. Silente si sedette nuovamente dietro la scrivania.
“Però…” iniziò Lily “Li conosceva anche lei… Bellatrix Black, intendo..”
“Questo non conta assolutamente nulla!!” la troncò il preside.
Appena riuscì a recuperare un filo di voce, Lily sussurrò: “Che cosa… Che succederà ora?”
Il preside la fissò. “Non ho intenzione di cacciarti. Di questo puoi essere sicura.”
Il cuore di Lily fece un salto, e prese a battere molto più velocemente, quelle parole furono come un fiotto di aria calda che investì il suo corpo.
“Ma la tua punizione sarà molto dura. Ciò che è accaduto stasera non deve più ripetersi. Mai più.” Sottolineò a voce più alta, con uno sguardo che congelò all’istante la breve gioia della ragazza. “Aumenteremo il numero delle nostre lezioni.” Disse severo “E devi promettermi che migliorerai. Che imparerai a scordare non ciò che è successo, ma il dolore. Il dolore, Lily.”
La ragazza balbettò: “… Io ci provo…”
“Non devi provarci! Devi farlo!” il suo tono non ammetteva repliche “Devi farlo, perché è di questo che si nutre il male: il dolore, i rimpianti, e la rabbia che è soffocata dentro di noi… Essi hanno il potere di risvegliare i nostri peggiori istinti, i nostri più oscuri sentimenti…” gli occhi azzurri brillavano. “Devi chiudere tutto questo dentro di te, una volta per tutte, devi chiudere quella porta che dà sul tuo passato, perché, Lily, ormai quello è passato!” altra pausa di silenzio ”Ora è al futuro che devi guardare, solo al futuro…”concluse.
La ragazza annuì di nuovo, coi capelli rossi che le nascondevano il viso. Quando il professore parlò, il suo tono era molto più calmo, anche se ancora severo.
“Per quanto riguarda il tuo incarico di Prefetto… Questa faccenda spetta al Consiglio Docenti, per tanto ci rimetteremo al loro giudizio, se sia il caso che tu lo conservi o meno… Nel frattempo considera come se fossi temporaneamente esente dalle tue mansioni… Ti spiace consegnarmi la spilla?” chiese il preside gentilmente.
Lily trafficò con mani tremanti per togliersi il distintivo di Prefetto con lo stemma di Grifondoro e lo passò al mago.
“La punizione sarà di pulire e catalogare tutti gli strumenti e le sostanze nell’ufficio del Professor Turper, ogni sera, per una settimana intera.”
Di nuovo, Lily annuì, stavolta a testa alta.
“Le nostre lezioni si faranno più dure. E saranno due a settimana. Il lunedì e il giovedì c’è qualche problema?”
“No.” Rispose lei.
“Perfetto. Allora ci vediamo quei giorni, sempre alla stessa ora.”
Si alzò per congedarla, e altrettanto fece Lily. “Buona serata” disse lui, amabilmente. Però non sorrise come faceva di solito.


TA TA TA DAN! Immagino le vostre facce attonite davanti allo schermo e la domanda che vi frulla in testa… Ma che ha combinato questa qui ?? E’ impazzita?
No, non ancora, vi rispondo io… Ma ecco che il segreto di Lily comincia a venire a galla… Che vi sembra? Assurdo? Una cavolata, avete già capito tutto? Sconvolgente? Un casino, non se capisce nulla?
Per questo mi servono assolutamente –e dico assolutamente- i vostri pareri!
Mi raccomando!
E lo dico a tutti, anche a quelli che leggono e non scrivono mai ( per favore, un commentino, che vi costa? Mi fareste felice!)…
E ora passo a ringraziare tutti coloro che mi recensiscono, e cioè: Sara Potter (Come al solito! Grazie stella! L’ hai vista l’intervista? Dai, dimmi che ne pensi! Puoi anche scrivere “Le interviste mi fanno veramente schifo!”, non mi offendo mica!), Lanya e Sylvia (siete davvero carinissime!), Lily90 (sorry, l’altra volta ti ho chiamata solo “Lily”), Sasha (hai visto il mio commento sulla tua storia?… un bacio!), e anche Maho e Giada (che hanno recensito l’intervista) ! Siete troppo, troppo gentili! Un grazie dal cuore!
Ninfea

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Capitolo 11
*** Cap11: CONSEGUENZE ***


Ciao a tutti! Lascio i ringraziamenti alla fine, altrimenti vi rompete, ho una marea di cose da dirvi, ma prima di tutto…
Ecco a voi il nuovo cap…

Cap11: CONSEGUENZE.

“Ehi! psssss! Hai sentito cosa è successo?”
“Come no…”
“Un duello!”
“Due ragazze, vero?”
“Ma no, per me è impossibile!”
“Quando è accaduto?”
“Ieri, verso le 5!”
La mattina seguente a colazione, tutta la scuola sapeva dell’accaduto e tutti gli studenti bisbigliavano fra di loro, chini sulle loro tazze di porridge, ognuno riportando la propria versione dei fatti.
“…E poi ha scagliato una fattura su quella Serpeverde!”
“…Dicono che una è in infermeria perché ha tutte le mani piene di vesciche da Anatema!”
“…Ma allora erano due ragazze??”
“Sicuro, una delle sorelle Black, ma l’ ha detto Nora Hatts! E l’altra è la Prefetto di Grifondoro!”
“Ma figurati, quella coi capelli rossi?”
“Sì!”
“Ma Bobby Feldon dice che invece è stato IL Prefetto di Grifondoro, non la ragazza…”
“… E poi dicono che Sirius Black ha tirato una mazzata a Malfoy per difendere la tipa…”
“Ooooooh!”
James stava seduto al tavolo di Grifondoro, mescolando svogliatamente la sua tazza di latte. Non parlava, ma lanciava occhiatacce intorno a sé, chiedendosi scocciato perché mai gli altri non si facessero i fatti loro.
Remus leggeva come al solito la Gazzetta del Profeta, cercando di ignorare i mormorii e i sussurri che riempivano la Sala come un ronzio.
Accanto a lui Peter trangugiava enormi quantità di uova e pancetta, come se il fatto di avere la bocca piena potesse impedire a chicchessia di fargli qualunque domanda sull’episodio di ieri, circa il quale non voleva assolutamente rischiare di pronunciarsi: fare finta di nulla e impegnarsi facendo qualcos’altro era il metodo migliore, in questi casi, secondo lui.
Sirius era l’unico che sembrava abbastanza di buon umore, e stava descrivendo con abbondanza di particolari il duello di Lily a Corinne, che lo ascoltava preoccupata a fianco di sua sorella Susan, e ad una Morgana avidissima di pettegolezzi che pendeva letteralmente dalle sue labbra (Tara aveva fatto colazione molto velocemente, infastidita da quell’atmosfera, e Lily non si era ancora vista). Il bel Grifondoro era talmente lanciato nel suo racconto che, ad un certo momento, con grandissimo disappunto di James, si alzò e prese a mimare la scena facendo finta che il suo cucchiaio fosse la bacchetta di sua cugina.
“Felpato, non riesci proprio a chiudere quella boccaccia?” sbottò allora il ragazzo con gli occhiali.
Sirius si bloccò con la posata alta sulla testa nell’atto di imitare Bella che scagliava un incantesimo. Un’espressione delusa si dipinse sul bel viso del ragazzo (e su quello di un gruppetto di studentesse del tavolo di Tassorosso, accanto al loro, che avevano gli occhi incollati al bel morettino e chiaramente avevano ascoltato tutta la storia bevendosi ogni parola).
“Beh, ma scusa, ne sta parlando tutta la scuola…” cominciò Siri.
“Appunto!” lo troncò James “Non ti ci mettere anche tu!”
“Scusa tanto amico…” disse l’altro scivolando accanto a lui e parlando più a bassa voce “… Ma io sto cercando di fare un po’ di propaganda a Lily. Cosa credi che faranno i nostri amabili Serpeverde? Probabilmente avranno già messo a punto la loro bella storiella su come si sono svolte realmente le cose, ma se questa viene diffusa quando noi abbiamo già detto la verità, nessuno crederà alle loro fandonie… penso che sarebbe meglio per Lily apparire come un eroina, che come una violenta isterica…”
“Il punto è che a Lily non farà certo piacere che tutta la scuola parli del duello! Probabilmente continuerà a tirarsi mille menate da sola, senza che anche gli sconosciuti glielo ricordino ogni santo secondo!” spiegò James, piuttosto rabbuiato, mentre le Tassorosso alle loro spalle avevano cominciato a chiacchierare rumorosamente fra di loro.
“E così è stata davvero la Prefetto!”
“Oh, le toglieranno sicuramente l’incarico!”
“Speriamo che lo diano a Black!”
“O a Potter!”
James si voltò bruscamente: “Nessuno toglierà l’incarico a nessuno! E né io né Sirius diventeremo Prefetti!” disse rivolto alle ragazzine, che rimasero molto male di fronte all’espressione corrucciata di uno dei loro idoli.
Sirius alzò le spalle “Lo vedi? Non puoi fermare le chiacchiere e, a meno che non scoppi un epidemia di Raucedine Gracchiante e tutta la scuola perda la voce, questo sarà l’argomento di conversazione di tutta la prossima settimana…”
James sbuffò contrariato, ficcandosi una cucchiaiata di porridge in bocca e prendendo a masticare con foga.
Remus spuntò da dietro le pagine di giornale “Credete che davvero le toglieranno l’incarico di Prefetto?” chiese agli amici.
Sirius rimase interdetto, e allargò le braccia, Peter bofonchiò qualcosa di diplomatico tipo “Speriamo di no” e James affermò: “Assolutamente no! Non possono! Sarebbe un’ingiustizia, maledizione!”.
Sirius rubò un po’ di pancetta dal piatto di Peter e sentenziò: “Io trovo già abbastanza ingiusto il comportamento di Silente! Insomma, perché ha trattenuto lei nel suo ufficio e Bella no?”
“Silente si è sempre dimostrato un ottimo Preside, se ha fatto così avrà avuto i suoi motivi.” Disse sicuro Remus, piegando accuratamente il giornale.
“E quali?” incalzò Sirius con la bocca piena.
“Probabilmente l’ ha fatto perché Lily è Prefetto e Bella no.” Rispose con semplicità.
“Anche Piton è Prefetto!” esclamò James.
“Sì, ma lui non ha ingaggiato un duello.” Disse il biondino pazientemente.
“Solo perché non ne ha avuto il tempo, è stata Lily a fermarlo…” borbottò James. Si sentiva un po’ in colpa per ciò che era successo… Dopo tutto, se non fosse stato per lui, forse non ci sarebbe mai stato nessun duello… Maledizione a tutti quei dannatissimi Serpeverde!
“Tu che dici, Lunastorta? Tu sei più ferrato di noi in questo campo…” fece Sirius, fregando dell’altra pancetta a Peter. “… Per te, le toglieranno l’incarico?”
Remus rifletté un secondo, poi disse: “Beh, ovviamente spero di no, però… Boh, non credo sia mai capitata una cosa del genere, sicuramente vorranno prendere dei provvedimenti straordinari…” James fece per ribattere, ma l’altro proseguì: “Toglierle l’incarico, non lo so… Non mi sento di escludere che potrebbero farlo, ma… beh, Lily ha buone possibilità di uscirne illesa, secondo me…”
“Cioè?” chiese il ragazzo con gli occhiali, interessato.
“Innanzitutto, è una studentessa modello, ha un’ottima media dei voti e poi non è quasi mai stata messa in punizione…”
“Insomma, se capitava a me o a te, eravamo fottuti, Ramoso…” sogghignò Sirius.
“E poi, devono tenere conto delle attenuanti, cioè che è stata provocata più volte…”
James annuì convinto: “Già è vero! Che poi, mi piacerebbe proprio sapere come diavolo ha fatto Bella a sapere che il punto debole di Lily è la storia di quella Andie McLeer!” aggiunse aggrottando le sopracciglia.
Peter infilò la testa nel piatto e non smise di spazzolare le sue uova finché non suonò la campana di inizio delle lezioni.

Nessuno vide Lily a colazione, e anche ne giorni seguenti era sempre introvabile: la ragazza si aspettava di essere al centro dei pettegolezzi di tutta Hogwarts, insegnanti compresi (la Tarries e la Madison sparlarono dell’accaduto per tutto il giorno, tra una lezione e l’altra), e per tanto decise di starsene il più possibile da sola, lontana da tutto e tutti.
Arrivava giusto dieci secondi prima del suono della campana ad ogni lezione, e si infilava subito nei banchi delle ultime file, preferibilmente vicino a Tara che, fra tutti i suoi compagni di classe, era sicuramente quella che le rivolgeva meno domande.
Lily non voleva per nulla parlare dell’accaduto, se avesse potuto avrebbe rimandato all’infinito il momento di affrontare la cosa.
Era già abbastanza depressa per la cavolata che si rendeva conto di aver combinato, per di più le pesava il fatto di aver fatto perdere ben 50 punti alla sua Casa ( i Grifondoro non facevano che lanciarle occhiate ammirate le prime due ore di scuola, fino a quando qualcuno non sbirciò i risultati dei punti delle varie Case e si accorse del fatto che “l’eroico combattimento” li aveva fatti scendere 10 punti sotto i Corvonero, esattamente a pari merito coi Serpeverde… Cosa che tramutò le occhiate di ammirazione in occhiate di biasimo e rimprovero).
In oltre la rossa temeva fortemente di affrontare le lezioni con Silente e di perdere l’incarico di Prefetto… sì, insomma, era una cosa a cui lei teneva molto e vederlo sfumare così sarebbe stata una vera pena, oltre che una vergogna.
Ad aumentare il suo già pessimo umore, si aggiungevano il parlottare e lo spettegolare degli studenti, che la seguiva praticamente ovunque, nei corridoi, nelle aule, nella biblioteca, nella Sala Comune.
Come ciliegina sulla torta, i Serpeverde non sembravano affatto afflitti dai sensi di colpa come lei, ma anzi non perdevano occasione per punzecchiarla con sottili allusioni, gongolando del fatto che rischiava di rimetterci la sua carica di Prefetto.
Lily cercava semplicemente di evitare i loro sguardi e di essere sorda alle loro frecciatine, che però finiva sempre per ascoltare e incassare.
Anche coi suoi compagni di classe preferiva non parlare: Morgana era logorroica, non faceva altro che cercare di strapparle una qualche news sul duello, Corinne la fissava sempre, compassionevole, senza aprire bocca, Peter sembrava aver perso completamente la capacità di comunicare, e quando le doveva rivolgere la parola, sapeva solo balbettare e incespicare.
Era stufa pure di sentire su di sé gli sguardi preoccupati di James,e del fatto che Sirius continuasse a fare lo scemo prendendola allegramente in giro come se non fosse successo nulla.
Remus aveva diplomaticamente deciso di fare alcun riferimento all’accaduto, ma era sempre assieme a Sirius e James, quindi Lily cercava di evitarlo.
Tara era forse l’unica che non mostrava di essere influenzata dalla vicenda, ma era molto impegnata col quidditch e dunque la rossa passava poco tempo con lei.
Tanto meglio.
Voleva solo che la lasciassero in pace.

Alla fine della settimana, Lily era ancora rabbuiata. Quel Venerdì doveva iniziare a scontare la sua prima punizione nell’Ufficio di Turper e con questa meravigliosa prospettiva si stava avviando alla lezione di Pozioni, quando fu fermata dalla McGranitt.
“Signorina Evans! Le devo parlare!” la chiamò avvicinandosi nel corridoio dell’ala est.
“Sì?” chiese Lily educatamente.
“Il Consiglio Docenti ha valutato la sua situazione…”
“Oh!” –Fantastico, ora mi arriva il colpo di grazia…- si disse Lily, lanciando cupe occhiate al gruppo di amiche di Moira Cotton, che si era fermato davanti all’aula proprio per cercare di carpire qualche informazione.
“… Ma rimanda la decisione alla prossima settimana.” Concluse la professoressa.
Lily spalancò gli occhi: “Ma come…?”
“Se avessimo preso una decisione ora ci avrebbe senza dubbio rimesso. Ha una settimana di tempo per rimediare, a partire da ora.” Tagliò corto la McGranitt, quindi girò sui tacchi si lasciò alle spalle una Lily alquanto spaesata che si chiedeva a che cosa si riferisse la prof.

Purtroppo la risposta ai suoi interrogativi arrivò anche troppo presto. Infatti Turper aveva corretto i compiti della settimana precedente e glieli consegnò. Era stata una verifica molto difficile e la media di classe era bassa. Però Lily rimase di stucco quando, girando il suo figlio, si ritrovò a contemplare…
“UN 4??” esclamò a voce alta incapace di trattenersi. “Oh, merda…”.
Si lasciò andare scivolando sullo schienale della sedia, decisamente abbattuta.
–No, anche questo no…- ripeteva dentro di sé fissando il segno rosso sul suo foglio. Ecco a cosa si riferiva la McGranitt quando l’aveva fermata poco prima: se gli insegnanti avessero dovuto valutare il suo caso il giorno prima, la sua media in pozioni le avrebbe fatto perdere certamente altri punti. La ragazza fece un veloce calcolo: non aveva grandi voti in quella materia, già aveva preso una leggera insufficienza, e ora quel 4 le faceva abbassare ulteriormente la media.
-Perfetto…- si disse fra sé e sé, scoraggiata. Che aveva detto la McGranitt? Una settimana di tempo per recuperare… -Devo farcela, posso recuperare, devo solo mettermi sotto…
Turper, però, demolì le sue speranze spiegando che aveva intenzione sì di fare un compito di recupero per gli insufficienti (praticamente tutti a parte James, Remus, e Piton), ma di approfittare dell’occasione per “fare del ripasso”: in sostanza la verifica sarebbe stata su tutto il programma dall’inizio dell’anno.
Col morale decisamente sottoterra, Lily stava sgattaiolando fuori dall’aula cercando di non essere fermata da nessuno (non ne aveva proprio voglia, in quel momento), quando la voce di Morgana la raggiunse, più acuta del solito: “Liliiiiii! Ehi, Lily!”.
Che poteva fare? Si fermò rassegnata, voltandosi verso la ragazza che, con sua somma sorpresa, era a dir poco furiosa.
“E ora cosa c’è?” chiese la rossa stancamente.
Morgana le piantò in faccia gli occhioni nocciola che luccicavano per la rabbia. “C’è che ho preso 3! 3! Tre, Lily! T-r-e!”
Qualche studente curioso era rimasto indietro per assistere alla scena. Lily si guardò attorno, un po’ imbarazzata.
“Mi dispiace, neanche a me è andata…” cominciò lei, ma l’altra la interruppe subito.
“Oh, al diavolo! Lo sapevi che per me era importante questo compito! Lo sapevi! Ti avevo chiesto di aiutarmi perché avevo già una media mostruosamente bassa!” la ragazza sembrava sull’orlo di una crisi di nervi, i suoi occhi si stavano riempiendo di lacrime “E ora guarda cosa ho ottenuto! Sono irrimediabilmente, irreparabilmente, disperatamente destinata alla bocciatura! Per tutti i centauri imbizzarriti, non ti sei accorta che sui tuoi appunti c’erano tutti, e dico tutti, gli ingredienti sbagliati?!”
Lily si stava innervosendo: era dispiaciuta per l’amica ma, che cavolo, la sua situazione non era meno disastrosa, non se ne rendeva conto?
“No, mi dispiace, non me ne sono accorta e infatti li ho sbagliati anch’io!” sbottò sventolandole sotto il naso il foglio su cui era tracciato il 4.
Ma Morgana non sembrava prestarle attenzione.
“Ho la media del 4,2! Mi dici come cazzo faccio a recuperare?!?” urlò sempre più isterica, mentre le lacrime cominciavano a bagnarle le guance. “Quando lo saprà mio padre! La mia vita è finita! Finita!” strillò.
Sarebbe stata una scena comica, se le circostanze non fossero così tragiche per entrambe.
“Su, Morgana, la situazione non è così disperata come sembra…” le due ragazze si voltarono verso James che si trovava alle loro spalle. Il ragazzo rivolse a Lily un timido sorriso.
“Tu devi solo chiudere la bocca, James! Tu hai preso 7!” esclamò Morgana, puntandogli contro un dito accusatore, come se fosse una sua colpa l’aver preso un bel voto.
James sorrise di rimando, dicendo in tono conciliante “Comunque, via, non è colpa di Lily se hai preso un brutto voto… Può capitare a tutti di sbagliare, no?” e vedendo che Morgana stava per rimettersi a strillare, si affrettò ad aggiungere “E poi, si può sempre trovare una soluzione…”
“Ah, sì?! E quale sarebbe?” urlò con la voce sempre più incrinata la bella ragazza dai lunghi capelli.
“Beh…” James cercò aiuto e vide che Lily lo guardava scettica, con un sopracciglio alzato. Come faceva sempre nei momenti di imbarazzo, il ragazzo sollevò una mano a spettinarsi la chioma ribelle e fece un sorriso sicuro e disinvolto, mentre diceva:” Scommetto che se vuoi, Lily ti presterà ancora i suoi appunti , per la verifica di recupero… Ovviamente dopo averli corretti da tutte quelle castronerie…” strizzò l’occhiolino alle ragazze, pensando che quella battuta sistemasse la faccenda, invece, con suo enorme orrore, Morgana guardò Lily con gli occhi gonfi di lacrime e rabbia e poi corse via urlandole “Grazie tante, ma ne farò a meno!”.
“Morgana!” la chiamò Lily, ma la compagna era già sparita in fondo al corridoio.
James restò un po’ spiazzato, poi mise una mano sulla spalla della rossa “Non te la prendere, lo sai che è fatta così, poi le passa subito…”.
La sua intenzione era di consolarla, ma quella si girò contro di lui scurissima in viso e lo aggredì: “E così i miei appunti sono pieni di castronerie?”
L’altro esitò, poi cercò di rimediare, accorgendosi della gaffe: “Ma no! Figurati, è che… Cioè… Insomma l’ hai detto anche tu… hai sbagliato tutti gli ingredienti, no?”
“Farti gli affari tuoi, tu, mai, eh??” Lily stava di nuovo perdendo la pazienza e così finì per riversare tutta la tensione e il nervosismo accumulati sull’amico.
Di fronte a questa reazione, lui restò folgorato: “Ma… io… Volevo solo aiutarti…”
“Il tuo aiuto me lo puoi anche risparmiare, visto che non fa che mettermi nei guai!” lo zittì lei, secca, poi gli voltò le spalle e fece per andarsene, ma lui la afferrò per il polso, mormorando: “Ehi, aspetta, Lily, io…”
“Lasciami in pace, James!” sbottò lei a voce più alta, liberandosi dalla sua presa con uno strattone. E detto questo si avviò decisa verso l e scale, senza girarsi, lasciando il ragazzo mezzo inebetito e profondamente dispiaciuto in mezzo al corridoio.

Ma Lily non era l’unica ad essere irritata: nella sala Comune dei Serpeverde, a qualche piano di distanza, Bellatrix Black si aggirava fra i divani e le poltrone, semplicemente furibonda.
“Vuoi cercare di calmarti?” le chiese Rufus Lanstrange, comodamente stravaccato su una poltrona, seguendo le mosse della compagna con i profondi occhi grigi.
“Oh, taci!” lo zittì la ragazza fulminandolo con lo sguardo di ghiaccio.
Riprese a camminare nervosamente: “Siete tutti dei deficienti!”
Rufus in genere non permetteva a nessuno di usare quel tono con lui, ma Bella era un caso a parte, era meglio non mettersi contro di lei, e cercare di assecondarla, soprattutto se era di pessimo umore come in quel momento. Così l’altro ignorò le parole che lei gli rivolgeva, cosa che fece aumentare ancora di più la sua rabbia.
“Tu… ok, tu non c’eri e non l’ hai vista, posso anche capire… Ma gli altri!! Loro, loro erano lì, hanno visto come combatteva la Evans, e NON ERA ASSOLUTAMENTE UNA TECNICA NORMALE!” Esclamò Bella in un pauroso crescendo di voce.
Ancora una volta, il ragazzo si limitò a non rispondere, permettendole di proseguire per sfogare tutta l’ira, gli occhi azzurri che saettavano di qua e di là.
“Una Mezzosangue NON PUO’ SAPER COMBATTERE COSI’! Cazzo, qualcuno GLIELO DEVE AVER INSEGNATO!”
“Sono d’accordo…” mormorò Rufus.
“Ah, sì?” sbottò lei, piantandogli in faccia gli occhi di ghiaccio “Però anche tu, come gli altri, non credi sia possibile che sia lei la Figlia di Ilio!”
“Bella…” cominciò l’altro, cauto ”Saper parare degli incantesimi neri, anche difficili ok,… E’ un conto. Essere Mangiamorte, è un altro. Ora, che la Mezzosangue abbia stile, lo hanno visto tutti… Ma da qui a dire che lei potrebbe essere la Mangiamorte che cercano…”
“SIETE SOLO UN BRANCO DI TROLL IDIOTI!” lo interruppe la ragazza “Io vi ho servito la dimostrazione su un piatto d’argento e voi… Non fate che chiudere gli occhi!”
“Ma quale dimostrazione! Malfoy dice che lei non ti ha lanciato nemmeno un incantesimo nero!” sbottò Rufus, che si stava scaldando a sua volta: “Andiamo, quale Mangiamorte in uno scontro si comporterebbe così! La Evans ha solo parato i tuoi colpi, notevole, certamente, ma non ha contrattaccato…”
“Lo stava per fare, quando l’ hanno fermata!”
“Questo lo dici tu, gli altri non lo hanno visto.”
“Quali altri? Ero io che combattevo! Loro si trovavano alle mie spalle, certo che non potevano vedere bene… A parte tua sorella, che però aveva le mani davanti agli occhi per la fifa e quindi non può testimoniare!”
“Lascia stare mia sorella!” esclamò lui.
Inspirò, poi disse, più calmo, avvicinandosi al viso di lei e guardandola dritta negli occhi: “Senti, Bella…. Facciamo così: ci hai provato, ok? Te l’avevo detto che non era possibile che una come la Evans fosse una Mangiamorte… Tu però sei testarda…” sorridendo, fece per farle una carezza, ma lei si scostò bruscamente “…E hai voluto tentare lo stesso…” completò il ragazzo “… Dimostrando un notevole coraggio. Ma anche i migliori possono sbagliare, ricordi?”.
“Oh!” sbuffò lei, girandogli repentinamente le spalle e facendo un gesto come per mandare a quel paese, per poi dirigersi, ancora furiosa, fuori dalla porta della Sala Comune.
Qui quasi si scontrò con Piton, che la stava aprendo per entrare.
“Oh, cercavo proprio te...” disse lui, sorpreso “Ho gli orari della tua punizione…” e le passò un foglio.
La ragazza lo afferrò bruscamente e lo scorse con gli occhi. “Che schifo… Una settimana a pulire le creature magiche con quello scemo del guardiacaccia…”
“Almeno Turper non ha levato una mano su di te…” fece il ragazzo, che aveva ancora le orecchie rosse per gli tirate ricevute “Senti…”
Bella lo fissò negli occhi. “Per la vendetta… direi che non ha funzionato… Dovremmo riprovarci…”
“Oh, fanculo tutto! Io ho chiuso, caro! Ho visto che non serve a nulla! Arrangiati tu, se vuoi!” sbottò lei, quindi si allontanò lasciando Piton costernato e con un palmo di naso.


Ed anche questo è fatto!
Prima di esortarvi per la centomillesima volta a lasciare commenti, voglio ringraziare tutti quelli che hanno commentato, davvero grazie tanto tanto tanto tanto, dal profondo del mio cuore e sinceramente (insomma, non so più che dire per farvi capire che mi date un’immensa soddisfazione!)!
-Sara Potter: mi chiedi se i tuoi commenti mi stimolano? Altro che!! Tu non sai davvero quanto bene mi fanno le tue parole! Sul serio, è come se tutte le volte mi ricaricassi! Sai, sono un tipo abbastanza insicuro, e i tuoi commenti sono preziosissimi per me! Quindi spero davvero che continuerai a recensire! E poi, sono iper stra ultra felice che la mia story ti piaccia! Pensa che quando l’ ho iniziata avevo idea che nessuno l’avrebbe trovata interessante, ce ne sono in giro talmente tante di ff sui Malandrini! Probabilmente ti sarai accorta che procedo più lentamente, ma mi dichiaro innocente: è la simpatia spiccata dei miei prof, unita agli altri tremila impegni, che mi costringe a rallentare il ritmo… Cmq non temete, andrò un po’ più piano, ma non mi fermerò di certo!
Ah! Ho letto pre la tua simpaticissima recensione sull’intervista… Vedrò se riesco a fare quella che proponi tu, per ora preferisco andare avanti con la ff, visto che non ho molto tempo a disposizione per scrivere… Però,in futuro, magari… Mi ha lasciata shockata la tua idea su Silente! Il mitico vecchio gran capo! Tu dici che potrebbe… Noooooo… Mi crollerebbe un mito! (Anche se una frase alla fine del quarto libro mi aveva lasciata alquanto interdetta…)! Bah, staremo a vedere! Tu magari sai qualcosa del sesto libro? Che so, tipo… Quando esce… Si sa il titolo? Girano già voci&pettegolezzi su quello che potrebbe succedere? (Sono più curiosa di Morgana!)
-Sasha: sei troppo gentile! Che carina! Grazie, grazie! E’ bello sapere che la storia ti piace… Un grosso smack!
-Lily (90): sono contenta che continui a seguirmi, sei una delle prime che ha cominciato a farlo e dunque per me è molto importante il tuo parere! Bacione pure a te!
-Lanya e Sylvia: grasssie! Che carine, le due sorelle! Sono felice che abbiate scritto anche dell’intervista e che vi sia piaciuta! La prossima arriverà molto presto e sarà tutta al femminile: Corinne vs Morgana vs Tara… Vi assicuro che ne vedrete delle belle e la consiglio a tutti quelli che hanno letto la ff perché cercherò di approfondire un po’ i personaggi e ciò che è successo nel passato… Non svelo altro, vedrete…
-Angel: Wow, fantastico una nuova lettrice! Sono più che onorata! Grazie per il commento, per me è davvero importante… Quindi, per sdebitarmi almeno in parte, risponderò alla tua domanda che chiede anticipazioni… Allora: beh, come prima cosa il fatto che non abbiate capito il segreto di Lily per voi è un tormento, ma per me è perfetto! Cioè, non prendetevela, ma significa che fila tutto liscio, perché il mistero non si deve chiarire ora, non ancora..
Lily & James (la coppia più magnifica di J.K.Rowling!): se ti piace un po’ di sano romanticismo, non troppo sdolcinato ma abbastanza tenero, d’ora in poi ne vedrai a volontà fra i due… Ma per farli mettere assieme ho deciso di restare il più fedele possibile alla storia della Rowling, per tanto accadrà nel settimo anno, ma non ti dico con precisione quando (cmq non all’ultimo minuto, se no che soddisfazione c’è?)… Come dice Sara Potter (che è una delle più fedeli lettrici!) anche io sono convinta che i grandi amori non nascano di botto, ma vadano costruiti piano piano… Questo è ciò che ho immaginato per Lily e James: da un’amicizia adolescenziale, prima spensierata e fatta di battibecchi, diventano migliori amici, con alti e bassi, poi "molto più che amici ma molto meno che fidanzati" (la parte che mi piace di più), finchè si arriva all'amore unico e sensazionali che li unisce indissolubilmente, fino alla fine...
Oh, che papiro! A momenti ho scritto più nei ringraziamenti che nel cap! vabbè, vi lascio se non la prossima volta mi squartate… E’ solo che ci tenevo davvero a ringraziarvi!
Un bacio!

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Capitolo 12
*** Cap12: LA NOTTE DELLE REGOLE INFRANTE ***


Ciao a tutti!!!! Come al solito, i ringraziamenti alla fine, ma prima ci tengo a ri-ri-ri-dire che… Attendo i vostri pareri! Questo cap è molto importante per me, è uno di quelli che mi piace di più… Spero tanto che piaccia anche a voi…

Cap12: LA NOTTE DELLE REGOLE INFRANTE.

Ecco, ora aveva veramente toccato il fondo.
In meno di una settimana Lily era riuscita a rovinare tutte le cose che in quel periodo sembravano andarle splendidamente bene.
Per prima cosa, aveva litigato pesantemente con quella stronza di Bellatrix Black, talmente pesantemente che avevano ingaggiato un duello, cosa che, come c’era da aspettarsi , non poteva passare inosservata: la McGranitt, infatti, le aveva scoperte in flagrante. Come logica conseguenza, era andata su tutte le furie, aveva tolto 50 punti ad ogni Casa (anzi, 60 contando anche quelli che aveva sottratto per colpa di Sirius e Piton, ma quello era il minimo), e le aveva affibbiato un’orrenda settimana di punizione con il prof più detestabile della scuola, Turper.
Ma non era finita: tralasciando il fatto che lei era ormai al centro delle attenzioni e dei pettegolezzi di tutta Hogwarts, e che veniva additata in mille modi, dalla pazza isterica, alla esaurita stressata, alla deficiente che aveva fatto scendere i Grifondoro sotto i Corvonero, la cosa più grave era che la nostra amica era Prefetto. E i Prefetti dovrebbero sedare le liti, non prendervi parte. Per tanto, il Consiglio docenti l’aveva sospesa temporaneamente dall’incarico, in attesa di decidere se toglierglielo per sempre.
Siccome le disgrazie vengono sempre a braccetto, Lily quella settimana aveva pure preso un insufficienza in Pozioni, il che rendeva ancora più precaria la sua situazione.
Quindi una delle sue amiche, Morgana Freeman, si era infuriata con lei perché aveva copiato i suoi appunti di Pozioni, che erano sbagliati, e così aveva meritato anche lei un votaccio, che per lei significava la bocciatura assicurata in quella materia.
Per finire, aveva litigato pure con James Potter, col quale era finalmente riuscita a stringere una bella amicizia in quel periodo.
Un vero danno. Era solo un danno, da capo a piedi.
Ecco come si sentiva Lily Evans all’inizio della settimana seguente all’episodio del duello.

…Ma nemmeno James era di buon umore in quei giorni…
Nonostante continuasse a fare finta di nulla a tutti i costi, nonostante cercasse di non pensarci e di dirsi che lui non aveva fatto nulla di male, alcune frasi di Lily, e soprattutto lo sguardo che lei gli aveva lanciato nel pronunciarle, continuavano a ritornargli in mente, sempre, perennemente.
“Il tuo aiuto me lo puoi anche risparmiare, visto che non fa che mettermi nei guai!!”
“So difendermi da sola!”
“Lasciami in pace, James!”

E nonostante l’aria indifferente che il ragazzo ostentava ogni volta che lei gli passava accanto mentre i suoi amici lo fissavano di sottecchi nascondendo un malizioso sorrisetto sotto i baffi, James Potter dentro di sé era pieno di dubbi e sensi di colpa.
Dubbi su ciò che doveva fare: come comportarsi, come farle capire che per lui la sua amicizia era importante e che non voleva rovinarla per questo, se chiederle scusa, se fermarla e dirle chiaro e tondo che lui, lui voleva solo aiutarla, dannazione!
E sensi di colpa per ciò che aveva fatto: per aver risposto alla provocazione di Piton, da cui era scaturito tutto, per non averle impedito di combattere come lei aveva fatto nei suoi confronti un centinaio di volte, per averla fatta litigare con quella scema di Morgana, accidenti anche a lei!
E quando James intravedeva Lily, seduta a lezione, con gli occhi verdi che scorrevano un libro e una mano affondata nei capelli, o mentre camminava nei corridoi con la chioma rubina carica dei riflessi di fuoco che le ondeggiava sulle spalle graziose ad ogni passo, beh, tutti i dubbi e sensi di colpa diventavano un turbinio unico che dentro lo agitava come una tempesta.
Eppure il bello, aitante, seducente, sfacciato James Potter, forse per la prima volta nella sua vita, non riusciva, non riusciva proprio a vincere quella cosa che gli impediva di avvicinarsi a lei e di parlarle… Timidezza? Scrupoli? Oppure…

“Senti, Peter! Non è possibile che non riesci a fare quell’esercizio! O hai sbagliato a copiare, oppure se proprio negato!”
La voce di Sirius risuonava alta e potente pure in mezzo al frastuono degli studenti che si muovevano nel corridoio, durante il cambio dell’ora della mattinata.
Peter, fermo accanto a lui, aveva un’espressione abbattutissima, la solita che si ritrovava quando aveva fatto una pessima figura in classe e la prof di turno gli aveva affibbiato compiti supplementari.
“Certo che tu, Siri, sei veramente fallito come consolatore!” mormorò Remus, mentre trafficava con la cinghia della sua borsa, intanto che i tre amici aspettavano James, che si era attardato in fondo all’aula.
“Sono solo realista!” fu la pronta risposta.
“Ok, allora ricordami di non venire da te quando mi servirà una spalla su cui piangere!” ribattè il biondino.
“Uff… Ma dove si è cacciato James?” sbuffò Sirius allungando il collo per sbirciare in direzione della porta dell’aula.
“Eccolo!” esclamò il più piccolo dei tre, indicando un punto in mezzo alla marmaglia di ragazzi.
Eccolo, infatti. James si stava facendo largo tra la folla di Corvonero che andavano nella direzione opposta e cercava di stare dietro alla rossa che camminava zigzagando fra gli studenti pochi m più in là.
“Oh, no! Di nuovo!” gemette Felpato, appoggiandosi stancamente alla parete.
“Poveraccio!” sorrise Remus scotendo la testa.
James ora aveva quasi raggiunto la ragazza dai capelli rubini, che altri non era che Lily, e stava tentando un approccio impacciato. I Malandrini seguivano svogliatamente la scena che avevano visto più volte ripetersi in quei giorni. Ecco che cercava di richiamare la sua attenzione, ma il baccano nello stretto corridoio e l’ingorgo di persone sembravano accanirsi contro di lui.
La bella ragazza non sembrava neppure averlo notato. In effetti non sembrava prestare molta attenzione a ciò che accadeva attorno a lei, da come si muoveva pareva solo che avesse una gran fretta di andarsene di lì.
Ed eccola infatti che spariva dietro l’angolo.
Ed ecco James che rimaneva di nuovo a becco asciutto. Se solo avesse saputo quanto lei desiderava un suo riavvicinamento.
“E’ una tradizione, ormai…” commentò Remus. Nonostante il solito sorriso gentile e la voglia di sdrammatizzare, quel giorno era più pallido del solito.
“Già, mi fa persino pena!” gli rispose Sirius poi chiamò, alzando la sua voce potente: ”James! EHI, JAMES!”
Il ragazzo si voltò e li mise a fuoco dall’altra parte dello stretto passaggio. Senza fretta, superando la folla che si diradava, li raggiunse.
“Senza offesa, ma tu non ci sai proprio fare con le donzelle…” lo accolse Sirius con un bel sorriso sulla sua faccia da schiaffi (James avrebbe proprio voluto mollargliene uno) e una amichevole pacca sulla spalla.
Remus, non visto da Ramoso, lanciò all’altro uno sguardo esasperato che significava “abbi-almeno-la-decenza-di-tacere!”.
Sirius si limitò a rispondere, muto, con un’occhiata tipo “oh, ma non si può più dire niente!”.
James, invece, parlò, cercando di risultare indifferente: “No, è che dovevo chiederle una cosa, ma in questi giorni non riesco mai a beccarla…”
Sirius stava per fare un’altra delle sue divertenti battute, ma l’occhiata di Rem stavolta arrivò in tempo.
Peter provò a prendere il ruolo del consolatore: “Ma, sai, è normale che voglia stare un po’ sola… Dopo quello che è successo… Io mi sarei chiuso in bagno per tutta la settimana al suo posto…”
“Sembra quasi che mi stia evitando però…” mormorò James, sistemandosi meglio la borsa in spalla, gli occhi irriverenti dietro le lenti incredibilmente abbassati a terra.
“Beh, veramente mi sembra che stia evitando un po’ tutti, non solo te…” gli fece notare Remus, mentre si avviavano verso la loro ultima lezione della mattinata.
“Non so Rem… Non vorrei che fosse incazzata con me…” disse l’altro.
“Sei scemo? E perché mai dovrebbe?” esclamò Sirius, quasi scandalizzato.
“Boh…” certo che James era proprio abbacchiato.
“Senti, James…” iniziò Remus col suo tono pacato e rassicurante “Credo che Lily sia solo ancora scombussolata per ciò che è accaduto… Lei… Beh, lo sai, è un po’ orgogliosa, e le scoccia farsi vedere così, perciò preferisce stare sola… Ma, credimi, non penso assolutamente che sia incazzata con te…”
“Sì, dai ascolto al vecchio Sirius!” esclamò il moro mettendogli un braccio attorno alle spalle con fare complice “Le donne sono una delle cose più belle della vita, ma un uomo non deve perdersi a cercare di capire come gira il loro cervello! Perché è impossibile da capire! Sono lunatiche, ecco! E quando sono così è molto meglio lasciare che gli passi da sé il malumore…”
“Grazie mille dell’illuminazione, professor Black…” commentò James, sorridendo canzonatorio.
L’altro lo ignorò. “Quello che ti serve ora… è un po’ di svago, una qualche avventura, così ti levi dalla testa il chiodo fisso di Lily…”
“Lily non è il mio chiodo fisso!” ribattè James punto sul vivo “E’ solo che…”
“Sì, sì… Lo sappiamo…” fece Sirius con un gesto vago “Quello che volevo dire è che devi distrarti un po’, e una bella avventura è ciò che ci vuole… E si dia il caso che stanotte sia luna piena…” aggiunse a voce più bassa, con un’occhiata complice agli altri tre ragazzi.
Rem sorrise sornione e Peter fece un timido occhiolino.
James ebbe un guizzo ribelle negli occhi e sembrò cambiare improvvisamente umore per tornare l’allegro malandrino di sempre. Raddrizzò la schiena e recuperò l’abituale sicurezza, dandosi contegno passandosi la mano destra nei capelli spettinati, mentre scambiava uno sguardo con due ragazze di Tassorosso che uscivano dai bagni femminili.
“Ok” sorrise alla fine, rivolto agli amici “Stanotte si va a caccia di avventure…”

E così quel lunedì notte la bianca luna piena fu l’unica silenziosa spettatrice della abituale fuga dei tre Malandrini, protetti dal magico Mantello dell’Invisibilità. La sua luce perlacea bagnava l’erba dei prati attorno alla scuola, accarezzava le cime degli alberi della foresta e a tratti rivelava le ombre di un cane, un lupo, un cervo e un piccolo topo che si rincorrevano felici in quella notte di inizio Aprile.
Ma la luna dall’alto del suo trono custodiva anche altri segreti.
La sua morbida aura e i suoi raggi vellutati entravano lievi scivolando come silenziose cascatelle dalle finestre del castello, infilandosi nelle fessure delle porte, illuminando gli scuri corridoi.
E così la bella luna fu anche l’unica a vedere una ragazza dai capelli sanguigni vagare senza far rumore nei passaggi del grande castello addormentato per dirigersi verso quella che, già lo sapeva, sarebbe stata una delle lezioni più dure della sua vita.

“Dobbiamo riprovare, signorina Evans.”
La voce del Preside, severa e inflessibile, le ricordava tanto il tono della McGranitt, in quel momento.
Lily era distesa sul pavimento. Dopo una dura lotta non era riuscita a respingere con sufficiente forza un incantesimo particolarmente difficile. Esitò un istante prima di tirarsi su, per riprendere fiato.
Era sfinita, erano due ore che ci provava, non ce la faceva più.
Ma il professore non sembrava del parere di smettere.
“Non è vero che non ci sei riuscita perché non ce la fai. Sai benissimo quel contro incantesimo. E’ solo questione di volontà.” Disse lui porgendole una mano per aiutarla a rialzarsi.
Lily non si mosse e si scostò le ciocche rosse da davanti al viso.
“E’ troppo difficile…” ansimò scoraggiata.
“No. Ripeto, è tutta questione di volontà.”
-Certo, fa presto a parlare lei…- e lo sguardo dei sinceri occhi di Lily tradì anche troppo chiaramente i suoi pensieri.
Silente la fissò coi suoi profondi occhi azzurri e lei arrossì sentendosi scoperta.
“Ti dico questo perché ci credo. Ho visto qual è il tuo potenziale, ti assicuro che lo puoi fare.”
Lei cercò di parlare di qualcos’altro: “E’ che.. In questo periodo sembra che tutto sia contro di me…” borbottò, la voce un po’ insicura: “Voglio dire, io cerco di darmi da fare in tutti i modi e scordare quelle magie… Poi arriva Bella e, neanche me ne accorgo, ci cado un’altra volta… E tutto sembra ricordarmi quello,anche… Anche le lezioni di Penn! Perché ora ci fa studiare le Maledizioni Senza Perdono? Credevo che…”
Il Preside la interruppe calmo e rassicurante: “Sì, lo so, lui mi ha detto che all’inizio dell’anno tu hai cercato di opporti. Probabilmente questo ti fa solo ricordare brutte cose. E questo significa proprio che ancora non hai superato quei traumi…” sospirò, poi riprese:
“Vedi, i programmi scolastici vengono varati dal Ministero dell’Istruzione Magica. L’insegnamento di quegli incantesimi l’ ho aggiunto io in più, perché, Lily, è importante che voi li conosciate. Non per usarli, attenta, ma per difendervi. Purtroppo la situazione nel nostro mondo è sempre più spinosa. E se le cose dovessero precipitare, chi vivrà sulla propria pelle la guerra, in prima linea, saranno quelli della tua generazione. Purtroppo, te lo dico per esperienza, sono sempre i più giovani a pagare per primi…” fece una pausa di silenzio.
“Questo è il motivo per cui devi superare il tuo passato.
E ti assicuro che ce la puoi fare, perché, Lily Evans, io credo in te.”
Io credo in te.
Lily lesse la fiducia del professore nell’azzurro dei suoi occhi.
Finchè ci sarebbe stato qualcuno che credeva in lei, lei non si sarebbe arresa.
Si rialzò in piedi.
Stavolta, finalmente, Albus Silente sorrise da dietro gli occhiali a mezzaluna: “Sbagliare è umano, Lily… E questo noi lo sappiamo bene. L’importante è sapersi rialzare…” Il sorriso si allargò ancora un po’: “…E vedo che tu, questa lezione, la stai imparando bene.”
Lily sentì un po’ di calore gonfiare il suo piccolo cuore, così stretto e sciupato dopo quei giorni.
Il Preside le disse poi che poteva bastare così e che l’avrebbe rivista la prossima settimana.
Uscendo dall’aula la ragazza si ritrovò a pensare che forse ce la poteva ancora fare, a recuperare i danni di quei giorni.
E questo pensiero in testa accese dentro di lei una piccola ma tenace fiammella di speranza che, però, la distrasse mentre ritornava di nascosto al dormitorio, facendola procedere con poca attenzione nei corridoi del castello.

Passi di persone invisibili ma tanto concrete da far un rumore attutito e veloce riempivano l’aria del corridoio davanti al ritratto della Signora Grassa.
“Chi va là?” esclamò il ritratto, guardingo, pensando che fosse uno scherzo di Pix.
“Il Barone ssssanguinario…” sibilò una voce lugubre proveniente da un punto imprecisato nel buio davanti al quadro.
Qualcun altro lì imparte soffocò una risata.
La Signora Grassa sorrise rassicurata. “Potter e Black!”
I due ragazzi si materializzarono di fronte a lei, seguiti da Peter che riprese le sembianza normali con un lieve “plop” dopo la trasformazione in topo.
“Ah, stronzo, mi hai rovinato lo scherzo!” ridacchiò Sirius dando una gomitata all’amico con gli occhiali.
“Ma se non ci sarebbe mai cascato nessuno!” ribattè l’altro ridendo a sua volta.
“A quanto pare avete trovato un buon bottino, stanotte… Siete di buon umore…” li interruppe la donna del quadro, un po’ meno allegra.
“Ottimo!” sorrise il moro, sornione.
“Potrei farvi espellere da questa scuola, se raccontassi di tutte le volte che rientrate a orari indecenti!”
“Oh, andiamo, poi chi le ravviverebbe queste monotone nottate?” fu la scaltra risposta.
“Eh…” si intromise Peter “Forse è meglio se entriamo, se un prof ci becca qui ci sbatte fuori per davvero…” disse preoccupato.
“Giusto!” approvò James e, mentre Siri diceva la parola d’ordine facendo aprire il passaggio segreto, lui tirò fuori la Mappa per cancellarla. Stava per pronunciare la parola magica, quando vide qualcosa che lo fece bloccare.
Nel corridoio esattamente sotto a quello in cui si trovavano i tre, si stava movendo qualcuno.
Qualcuno, che lui non si sarebbe mai aspettato, stava rientrando da un'altra illegale passeggiata.
“Ehi, aspetta, Siri!” esclamò il ragazzo con gli occhiali.
L’amico, già dall’altra parte del passaggio si bloccò.
“Non siamo i soli a essere in giro stanotte…” Gli mise la Mappa davanti al viso. Il puntino con la scritta “Lily Evans” risaltava sulla carta.
Sirius scoppiò a ridere. “Incredibile! Quella ragazza non finirà mai di stupirmi!”
James lo fissò pensieroso.
“Che ci fa lei in giro, di notte?”
“E che ne so? Quello che facciamo anche noi, appena ne abbiamo l’occasione?” suggerì Felpato con uno sguardo malizioso.
James scosse la testa: “Ma figurati! Stiamo parlando di Lily!”
Siri parve ripensarci. “Ah, già…” e scosse il capo, come a bocciare la sua idea. “Beh, che vuoi fare, l’aspetti lì?” chiese vedendo che l’amico non si muoveva.
James lo guardò negli occhi e poi disse deciso: “No. Le vado incontro.”
“Oh, andiamo, saranno affari suoi!”
“Senti, Lily non è il tipo che va in giro la notte, magari è nei guai! Oppure potrebbe comunque aver bisogno d’aiuto, è inesperta! E’ meglio se vado a cercarla…”
“Forse hai ragione…” rifletté Siri “Vuoi che venga con te?”
“ No, vado da solo, passami il Mantello…”
“ Ok.” Rispose l’altro porgendogli il prezioso pezzo di stoffa. “…Però sta’ attento…”
“Va bene, mamma!” e con un occhiolino all’amico, James sparì dietro alle pieghe invisibili del Mantello.

Il ragazzo con gli occhiali si incamminò con passo felpato verso il piano inferiore, scese senza far rumore le scale, e si diresse verso il corridoio dove la mappa gli indicava che si trovava Lily.
Concentratissimo e all’erta, teneva gli occhi incollati sul foglio e le orecchie tese.
Si fermò dietro un angolo.
Tutto era buio, ma si sentivano chiaramente i passi felpati di qualcuno avvicinarsi.
La ragazza sarebbe svoltata di lì fra poco.
Lily camminava silenziosamente, ma prestando poco attenzione attorno a sé, ancora rimuginando le parole di Silente. Se non fosse stato per quello, probabilmente si sarebbe accorta della presenza di qualcuno: aveva sviluppato una specie di sesto senso per queste cose, ormai erano anni che faceva queste lezioni notturne ed era riuscita più volte a sfuggire a Gazza senza rivelare la sua presenza.
James intanto, appiattito contro la parete si domandava dentro di sé che poteva avere da fare Lily a notte fonda in giro per il castello.
Non sembrava in pericolo.
Che avesse un appuntamento? Questo pensiero gli bruciò un pochino (solo poco, poco, ma non lo ammise mai a sé stesso).
No, Lily non avrebbe mai rischiato solo per un appuntamento, specie nella situazione in cui era ora.
E allora che diamine poteva essere?
Forse aveva ragione Siri. Una vocetta cattiva penetrò nei suoi pensieri, fastidiosamente. James cercò di scacciarla.
Perché sei venuto fin qui allora?
Per aiutarla?
Ma non ha bisogno di aiuto. Di nuovo quella fastidiosa vocetta.
Forse doveva lasciar perdere e farsi i fatti suoi.
Soprattutto pensando che lei “non voleva il suo aiuto, visto che non faceva che crearle guai”. Così aveva detto, no?
Bene, allora arrangiati, Lily- pensò James -Vediamo se te la cavi anche da sola.
Il ragazzo fece per girarsi ed andarsene, ma un lieve rumore colpì il suo infallibile udito da Malandrino, e così rimase fermo, all’erta, pronto a cogliere il minimo segnale.
Pam-pam-pam.
Passi! Passi di un gatto!
Mrs. Purr voltò l’angolo e puntò su di lui i misteriosi occhi gialli.
James non mosse un muscolo. Aveva come l’impressione che lei lo potesse vedere.
Gazza allora era da quelle parti.
Già, sentiva altri passi più lontani.
Mrs. Purr fece un sommesso miagolio.
Stupida gatta! James controllò sulla Mappa. Meno di venti secondi e il custode avrebbe svoltato nello stesso corridoio, probabilmente nello stesso momento in cui Lily lo avrebbe fatto all’angolo opposto.
Merda!
Che fare?
Doveva fermarla, accidenti! O lui l’avrebbe sicuramente beccata!
Erano sempre più vicini.
Ancora più vicini.
Mrs. Purr miagolò più forte.
Merda, Lily, fermati!
Stavano per svoltare nel corridoio.
James decise fulmineamente.
Scivolò in un battibaleno dietro all’angolo, appena in tempo per urtare Lily.
La ragazza fu spinta con forza contro il muro da un essere invisibile.
Avrebbe voluto urlare, ma prima di averne la possibilità, la creatura che l’aveva aggredita le fu addosso e la coprì con qualcosa, tappandole la bocca con una mano.
Si sentì mancare l’aria e, presa dal terrore, si divincolò disperatamente, cercando di liberarsi e mugugnando.
“Ferma! Ferma, sta calma! Sono io! James!” la voce di James sussurrava accanto al suo orecchio.
Il ragazzo l’aveva coperta col mantello dell’invisibilità e la teneva schiacciata contro alla parete, premendo con una mano sulla sua bocca, il viso affondato nei capelli di lei, cercando di occupare meno spazio possibile. Se Gazza li avesse urtati nel passare, sarebbero stati scoperti.
Lily si bloccò subito e sentì la voce del custode, cantilenante: “Dov’ è, mio tesoro? Dov’ quel piccolo studentello? Lo troviamo ora, sì sì…”
Il cuore di lei ebbe un tuffo e cominciò a correre come un tamburo. Una nuova ondata di terrore la travolse.
Cercò la mano del ragazzo istintivamente e la strinse forte.
James, colto alla sprovvista, ricambiò la stretta, trasmettendole la sua vicinanza. Pur in quel frangente drammatico, non poté evitare di sentire lo stomaco fare un balzo. Affondò di più il suo viso nella chioma rubina.
Cavoli, aveva un profumo di vaniglia buonissimo…
“Siamo invisibili. Stai ferma e non fiatare, andrà tutto bene.” Le sussurrò.
Lily, ancora con la mano del ragazzo sulla bocca, annuì con forza per mostrargli che aveva capito.
In quel momento, la luce tremolante di una lanterna rischiarò il corridoio, illuminando anche la faccia sporca e rugosa del custode.
La rossa sentiva il suo cuore andare ad un ritmo martellante. BUM-BUM-BUM. Più di tutto aveva paura che Gazza potesse sentire quel rumore.
“Micia, micia, vieni… Dov è lo studentello? Dove si nasconde?” cantilenò l’uomo, passando accanto ai due ragazzi.
Stavolta fu James a dare una stretta alla mano di lei, che ancora teneva fra la sua.
Lily strinse forte gli occhi, pregando che non li toccasse.
“Micia, micia… Dove sarà?” disse ancora, ma ormai il peggio era passato. Li aveva superati. Non li aveva sfiorati.
Ce l’avevano fatta.
Lily si lasciò andare fra le braccia di James, sollevata. Era andata.
Un miagolio sonoro li fece drizzare ancora sull’attenti, trattenendo il fiato e stringendosi di più per la paura.
James ruotò appena la testa.
Mrs. Purr era di fronte a loro, immobile e li guardava fissa coi suoi misteriosi occhi da gatta, miagolando contro i ragazzi.
Anche Gazza, che era ormai a metà corridoio, si bloccò: “Che c’è, carina? Dov è?”. Strizzò gli occhi, scrutando l’angolo che fissava la gatta.
Con sommo orrore dei due ragazzi, il custode fece dietro front e cominciò ad avvicinarsi al loro nascondiglio, lentamente.
Allungò la mano, come se volesse tastare qualcosa, mentre si muoveva lento verso di loro.
James strinse più forte la mano di Lily: “Appena te lo dico io, corri… Non lasciare la mia mano…” bisbigliò.
Di nuovo, la ragazza annuì, in preda al panico e aggrappandosi a lui come la sua unica salvezza.
Gazza era sempre più vicino, fra poco avrebbe sbattuto contro la spalla di James.
“Ora!” disse il ragazzo e spiccò una corsa tenendo saldamente lei per la mano. Lily gli volò dietro, velocissima.
Il custode fece un balzo nel sentire quella voce inaspettata che, ad un metro da lui, rompeva il silenzio della notte. Poi subito capì che qualcuno stava scappando, ma rimase spiazzato e un po’ timoroso nel non vedere nessuno.
Disgraziatamente, però, il mantello di James non era abbastanza grande per due ragazzi che stanno correndo e, benché i due facessero di tutto per stare vicini, presto il pastrano si sollevò rivelando, alla tenue luce della lanterna, due paia di piedi che fuggivano solitari nel corridoio.
“Eccoli! Prendili, prendili!” strillò Gazza e quindi si lanciò all’inseguimento, sbraitando e sbracciandosi.
Lily e James continuarono a correre, voltandosi di tanto in tanto, tenendosi per mano, pestando i piedi con forza sul pavimento di pietra che rimbombava sotto di loro.
TAM-TAM-TAM-TAM!
Ma il povero Mastro Gazza, pur con la sua buona volontà, nella sua impacciata corsa non poteva certo sperare di star dietro ai due che erano veloci come non mai e ben presto lo distanziarono, lasciandolo solo ad imprecare nei corridoi.
I due amici non si accorsero di essere riusciti a seminarlo, e continuarono a correre all’impazzata fino all’entrata della sala Comune, la fecero aprire in fretta e furia, senza ascoltare le proteste della Signora Grassa, e si catapultarono dentro, chiudendosi alle spalle la porta con violenza.
Dentro era buio. La notte velata dalla luce lunare riempiva la Sala.
Soli.
Ansimavano, la schiena appoggiata alla parete, l’uno accanto all’altra.
Si sentivano ancora il cuore in gola per la corsa e lo spavento.
James buttò indietro la testa a soffiò, scostandosi i capelli dalla fronte, mentre un sorriso furbesco ritornava a dipingersi sulla sua faccia.
“Certo che… ce la siamo… vista… proprio brutta…” commentò, ancora col fiatone, ma visibilmente soddisfatto.
Lily poté solo annuire, visto che le mancava l’aria per rispondere.
James voltò appena la testa per guardarla: il petto saliva a scendeva velocemente per l’affanno, lo sguardo dei suoi incredibili occhi era fisso davanti a sé per la paura, e ciocche di capelli rosso scuro le cadevano morbidamente sul viso delicato. Era vestita semplicemente con un paio di comodi jeans e una felpa azzurra troppo larga per lei, le cui maniche le coprivano le mani con molli pieghe. Le stesse pieghe che avvolgevano la mano sinistra di James, ancora stretta in quella destra di Lily.
Il ragazzo sorrise e fece una leggera pressione sul palmo dell’amica. Solo allora lei parve accorgersi del fatto che erano ancora mano nella mano, e dunque subito mollò la presa, imbarazzata.
-Ecco… Ora di sicuro gli dovrò delle spiegazioni.. Merda, è la seconda volta che mi becca quest’anno… Dannazione a me!- pensò Lily.
E invece James non fece storie: non accennò per nulla al fatto che lei si trovasse di nuovo fuori la notte, semplicemente, nascondendo una certa delusione per il fatto che gli aveva lasciato andare la mano, disse:
“Ha ragione Sirius, sei una che non finisce mai di stupire…” e fece un ghigno furbo.
“Vabbè…” aggiunse, stiracchiandosi, non sapendo che altro dire, dato che lei continuava a tacere “Andrò a nanna…”.
Lily era senza parole.
Poi James si fermò, voltandosi improvvisamente: “Ah…” disse, come se gli fosse venuta in mente una cosa importante.
“Beh, direi che ora ho pagato il mio debito… O no?” e cercò i suoi occhi, per avere una conferma, ma Lily li sollevò con uno sguardo interrogativo.
“Posso considerarmi perdonato?” fece lui, spiegandosi, con un dolce sorriso. Quante ragazze avrebbero pagato oro per vedersi rivolgere un sorriso simile!
La rossa però ebbe una reazione imprevedibile. Sospirò, ma non fu un sospiro innamorato, bensì uno di scoraggiamento, come se avesse appena combinato un guaio.
James non capiva: era andata bene, no? “E ora che c’è?” chiese sconcertato, e aspettandosi un rimprovero, magari sulla sua superficialità in una situazione tanto critica.
Ma di nuovo, Lily lo lasciò di stucco: prima che lui avesse avuto il tempo di finire la domanda, lei esplose in un fiume di parole, quelle parole che aveva tenuto dentro per tutti quei giorni, che aveva cercato di soffocare: “Oh, James, mi sento così stronza, così cattiva, sono proprio una… Una scema, ecco! No, stronza è la parola giusta! Sì insomma, non merito questo, non mi merito un bel niente! Io…”
“Ma… ma… Si può sapere che stai dicendo?” la interruppe lui, allibito.
Lily portò le mani davanti agli occhi e si lasciò andare, scivolando accovacciata con la schiena contro la parete.
James realizzò che stava piangendo.
Sommessamente e senza far rumore, però piangeva.
Le lacrime che per troppe giornate aveva cacciato giù in gola le pizzicavo gli occhi crudelmente, e prepotentemente cominciarono a sfuggire al suo controllo.
E allora lui si accucciò subito davanti a lei, allarmato, cercando di capire che stava succedendo.
La rossa scostò le mani dal viso, ma continuò a tenere gli occhi bassi per celare il fatto che erano lucidi.
Tirò su col naso, e disse, con la voce un po’ tremante: “Sto dicendo che non mi merito un amico come te.”
Il cuore del ragazzo fece un balzo a queste parole, molto più repentino e forte di quando aveva udito i passi di Mrs. Purr nel corridoio. Amico…
Sempre un po’ incerta, Lily proseguì: “Io… ti ho trattato di merda in questi ultimi giorni… Sì, proprio di merda! E lo sapevo che tu non cercavi di far altro che aiutarmi, ma era talmente incazzata per… Per… Beh, per tutto! Per quella carogna di Bella, per la McGranitt, anche per Silente… Poi ci si è messo pure Turper con quel suo compito del cazzo, e alla fine anche Morgana!”
Alzò i magnetici occhi verdi come il mare, lucidi e grandi: “Me la sono presa con te che non c’entravi nulla! Proprio con te, che hai cercato di difendermi… e… Ora…” tirò su col naso “… Ora tu, nonostante tutto, mi vieni in aiuto, ancora… E non solo… Non mi chiedi nemmeno spiegazioni… Io… Mi sento una merda, non merito nulla di questo…” completò affranta.
Una lacrima era scivolata sul suo mento.
La mano di James arrivò a raccoglierla, poi delicatamente le alzò il viso, per guardarla ancora in quegli occhi così belli.
“Ehi…” disse, a voce bassa, con un sorriso rassicurante “Va tutto bene, Lily… Non ho fatto nulla di così speciale… L’ hai detto tu, siamo amici… E gli amici si aiutano nel momento del bisogno, no? E per quanto riguarda le spiegazioni… Beh, siamo pari: nemmeno tu saprai mai che ci facevo fuori di notte, ok?”
Lily cercò di trattenere un singhiozzo e le uscì un verso strano: “Non me lo merito comunque…”
“Ehi, smettila di dire così… Tu ti meriti molto di più… Con tutte le volte che ti ho fatto disperare…” James aveva cercato di salvare la sua loquacità in extremis. “… Ora però, smettila di piangere… Ok che la mia vista manda in delirio le pupe, ma così mi sembra esagerato…” disse cercando di sdrammatizzare.
Lily ridacchiò, un po’ più convinta, stropicciandosi gli occhi per cancellare i segni del pianto.
James prese il suo viso fra le mani e coi pollici asciugò le tracce delle lacrime dalle guance.
Si sorrisero a vicenda.
Poi le prese la mano e la aiutò ad alzarsi.
“Co- come hai fatto a trovarmi?” chiese lei timidamente, mentre si avviavano alle scale dei dormitori, di nuovo mano nella mano.
Lui fece un sorriso scaltro.
“No!” lei fece un risolino un po’ nervoso, fermandosi “Non hai capito… Non voglio sapere che stavi facendo… Intendo, se mi hai trovata per caso, oppure…”
“Oppure…?”
“Eh… Boh…” rispose la rossa, non sapendo come spiegarsi.
Di fronte a lei così impacciata, proprio come una bambina in quella felpa troppo larga, James scoppiò nella sua risata schietta e rassicurante: “Vuoi sapere come ho fatto a sapere che eri proprio lì?”
“Beh, sì…” disse lei con un sorriso vergognoso e tenerissimo.
James parve riflettere un attimo.
Era un segreto. Ma poteva fidarsi di lei…
“Se non vuoi dirmelo, fa niente…” disse Lily.
“Eh?” James si riscosse “No… Beh, diciamo che… Dovrebbe essere un segreto, ma… Per te si può anche fare. Io custodisco i tuoi, tu custodisci il mio, giusto?”. E così dicendo tirò fuori da sotto la maglietta nera, che portava sotto la grande camicia a quadri aperta, un foglio piegato in quattro.
Lo passò alla ragazza che lo aprì incuriosita.
Grosse scritte in corsivo apparvero sulla carta ingiallita.

“ I Signori Lunastorta, Codaliscia, Felpato e Ramoso sono lieti di presentarvi
La Mappa del Malandrino!”


“La Mappa del Malandrino?” chiese, sorpresa.
Lui colpì leggermente il foglio scandendo: “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!”. E subito questo si riempì di fiumi di inchiostro che si intrecciavano in un vortice unico, mentre sotto i loro occhi prendeva forma…
“Ma è…” fissava il foglio con occhi sgranati “… La piantina del castello!” esclamò Lily. “E questi… Queste sono le persone che si trovano nei vari luoghi… in questo momento!”. Era estasiata.
“Ma… E’ fantastico, dove l’ hai presa una roba del genere?”
James sorrise orgoglioso dalla reazione di lei. “Veramente non l’ ho presa… bensì l’abbiamo fatta.” Disse soddisfatto.
Lily spalancò ancora di più gli occhi: “L’ avete… fatta?”
“Sì!”
“Cioè, creata con le vostre mani?”
“Sì!”
“Voi?”
“Sì!” “Voi…?”
“Io, Sirius, Remus e Peter!” confermò il ragazzo. “Forte, eh?”
“Oh, altroché! E’ magnifica, complimenti!” era sinceramente ammirata.
James gliela prese gentilmente dalle mani e disse: “Grazie…Fatto il misfatto!”.
Il foglio tornò completamente immacolato.
“Wow…” si lasciò sfuggire la ragazza. “Siete… Sei davvero stupefacente!” aggiunse, sorridente.
A James sembrò il complimento più bello che gli fosse mai stato rivolto.
“Modestamente…” ribattè, ghignando.
Rimasero un po’ in silenzio, non sapendo che altro dirsi.
Lily ora non aveva più segni del pianto.
James le accarezzò una guancia: “Va meglio, adesso?”
“Oh sì…” pausa di silenzio…”…Beh, senti… sarà meglio che vada a dormire, ora…” cominciò Lily, stropicciandosi le mani.“Ehi,…” gli tirò la manica della camicia “Grazie… Di tutto…”
James si perse di nuovo nei suoi occhioni verdi. “Smettila di ringraziarmi, dopo mi monto troppo la testa… No, scherzi a parte, non è nulla, davvero… Anche perché credo che in questi giorni ti ho davvero combinato un po’ di casini, con Morgana e tutto il resto…”
“Ma no…”
“Comunque, visto che ci sono e volevo già dirtelo da un po’, se vuoi ti aiuto io per il compito di Turper… Magari studiamo assieme qualche volta se ti va… Anche se sono sicuro che ti andrà benissimo lo stesso…”
“Scherzi, mi farebbe piacere! Non sono tanto sicura che mi andrà benissimo…” rispose la ragazza, mordendosi un labbro.
“Ok, allora! Domani ti sta bene? Alle cinque e mezza?”
“Si, ok…” annuì.
Lily lo salutò muovendo le dita della mano, e fece per salire le scale del dormitorio.
Poi sembrò ripensarci, si voltò e posò un bacio delicato sulla guancia del ragazzo immobile, alzandosi leggermente sulle punte. “Sei veramente gentile, grazie…” sussurrò al suo orecchio.
Si girò e sparì sulle scale.
James rimase imbambolato davanti alla porta, sfiorandosi con la mano là dove lei lo aveva sfiorato.
E di nuovo, nella notte buia, tornò il silenzio.
E la luna, da lassù, dalla sua bianca aura di luce, dall’alto del cielo blu scuro, sorrise della dolce e inaspettata conclusione di quella notte delle regole infrante.


Eccoci qui! Dai, sono o non sono carini? Spero davvero che vi piacciano! Quindi, sotto coi commenti!
E ora passo ai ringraziamenti: - Titti: grazie x la recensione, mi fa sempre piacere! Lily è la figlia di Ilio? Eeeeeeeh… Prima bisognerà capire chi è questo Ilio, giusto? Beh, vedrete…
- Sarah Potter: ma io sono sempre più commossa! Onorata! Non so più che dire! Paragonarmi addirittura a Ly (per me la sua ff rimane sempre la migliore!) o a Emily Doe! Tu sei davvero troppo gentile! Dopo mi monto la testa come James! Oddio, non capisco più niente! Io brava come Ly?? Magari! Cmq grazie grazie grazie, davvero!
Silente: ebbene sì! Era proprio quella che hai detto tu la frase incriminante! Perché la Rowling l ‘ha scritta? Un motivo ci deve pur essere! Non avevo mai riflettuto sul fatto che Silente avesse potuto aver risparmiato Voldemort di proposito, al Ministero… Uhm… La cosa si fa intrigante…
Dimmi che ne pensi di questo cap! Tvb!
- Lily 90: Grazie, sei carinissima come sempre! Anche per le tue informazioni sul sesto libro, sono andata sul sito ed è davvero interessante!
- Maho: thank you so much!(cambio lingua per variare un po’!) spero che anche questo cap ti sia piaciuto!
- Lanya & Sylvia: tantissimi auguri, stelline! E grazie 1000 per il commento alla intervistuccia! Sono muy felice che vi sia piaciuta!
Un super kisssssss a tutti! Siete meravigliosi!

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Capitolo 13
*** Cap13: SULLA CRESTA DELL'ONDA ***


Cap. 13: SULLA CRESTA DELL’ONDA.

“Accidenti, non vedo nulla!”
Lily cercava disperatamente di alzarsi sulle punte dei piedi per sovrastare la calca di studenti che si era ammassata di fronte alla bacheca dell’aula di Pozioni.
Finalmente quel pomeriggio erano stati esposti i risultati della tanto temuta e difficile verifica di recupero, che aveva coinvolto praticamente tutti gli studenti del loro corso a parte James, Piton e Remus. Ovviamente tutti i ragazzi, che stavano sulle spine da giorni ormai, si erano precipitati a vedere i voti e, dal momento che erano così numerosi, c’era un bel casino nel corridoio dei sotterranei, davanti al laboratorio.
Lily saltellava nervosamente su un piede e sull’altro, allungando il collo inutilmente, visto che aveva piazzato proprio davanti a lei quel colosso di Jeremy Zigger, Tassorosso, che non si sbrigava a leggere il suo risultato e a togliersi di mezzo.
Morgana, che era più alta di lei, avrebbe potuto tranquillamente sbirciare i voti di tutte e due, ma non faceva altro che camminare avanti e indietro per il corridoio: ogni volta che si avvicinava alla bacheca, sembrava avere un attacco di panico, per cui scappava via come se qualcuno la stesse inseguendo, e due metri dopo eccola che si fermava, quasi ripensandoci, per poi tornare indietro guardinga e trepidante e ripetere la scena da capo.
Peter aspettava ai margini della ressa, rosicchiandosi febbrilmente quel poco che si era salvato delle sue unghie, dopo quella settimana di attesa. Poco più in là cinque fortunati che avevano già letto i loro voti scoprendoli positivi festeggiavano esultanti, scambiandosi pacche sulle spalle, due ragazze di Corvonero protestavano idignate, e alla loro destra Shirley Lanstrange piangeva a dirotto accanto ad un Goyle attonito e incredulo e ad un Rosier decisamente su di giri.
C’era un casino pazzesco, e Lily non stava più nella pelle.
“Non ci sto più dentro, se non lo vedo ora, scoppio!”
Una voce rassicurante la raggiunse alle sue spalle: “Aspetta, ti aiuto io, passa di qui…”.
James le passò un braccio attorno alla vita e, mettendosi di fianco a lei, riuscì a farla scivolare davanti a Jeremy Zigger. Ora c’erano solo altri due studenti prima di lei, ma non erano così alti, e, sporgendosi, la ragazza poteva riuscire a vedere qualcosa.
Andersen… Arrow… Baser… Bedews… Black… Black… Bowen… Connolly… Cutter… Donoval… Duran…
Un gomito dal nulla la spintonò proprio quando stava per leggere il suo cognome.
“Ehi!” protestò lei, mentre James le faceva eco: “Merda, sta attento a come ti muovi!”.
Era lì con lei, alle sue spalle.
Era passata una settimana da quella notte, una settimana in cui la loro amicizia si era molto accresciuta e rinforzata. James l’aveva aiutata ogni giorno da allora a studiare Pozioni, le aveva prestato i suoi appunti e le era sempre stato accanto… Insomma si era dimostrato squisitamente gentile. Avevano finito per trascorrere la maggior parte del tempo assieme, studiando formule e definizioni, schemi e ricette, ma anche ridendo, scherzando fra di loro, sgranocchiando dolci nelle pause-studio, parlando del più e del meno, cenando assieme alla sera e sedendosi vicini davanti ad un fuoco della Sala Comune per ridere delle sparate di Sirius.
Cosa era successo fra loro era rimasto segreto a tutti gli altri, o almeno così credevano…
Quello che non sapevano era che gli altri si erano accorti molto prima di loro di ciò che gli stava accadendo.
Comunque in quel momento a loro non importava nulla di tutto ciò.
L’unica cosa che gli interessava era vedere questo benedetto risultato in Pozioni, per scoprire se Lily aveva recuperato il votaccio oppure no. Se i loro sforzi erano valsi a qualcosa oppure no.
Perciò, gli occhi nocciola di James dietro le lenti degli occhiali tondi e quelli verdi di Lily scorrevano simultaneamente il foglio, risalendo l’elenco dei nomi fino al punto in cui lo avevano interrotto, per fermarsi, assieme, nello stesso istante, sulla stessa riga.
Evans…
“7! SETTE! JAMES, James guarda! Ho preso 7!” urlò Lily voltandosi di scatto verso di lui e saltandogli al collo felicissima.
“Sì! Sì!” esultò lui raggiante abbracciandola, per poi batterle un sonoro cinque sulla mano destra. “Lo sapevo, lo sapevo che ce l’avresti fatta!”
“Oh, mio dio, è incredibile! Sette! E’ proprio sette!” rise lei, al settimo cielo “Ho recuperato! Ce l’ ho fatta! Non sono più insufficiente! Sarò ammessa all’esame finale! Ti rendi conto?? E’ magnifico, è…”
James interruppe quel fiume di parole scompigliandole i capelli rubini.
“Sei stata bravissima!!” le disse sorridente.
Lei rispose a sua volta con un bellissimo sorriso.
“Vediamo come sono andati gli altri!” esclamò la ragazza.
Scoprirono che Peter non aveva recuperato per nulla, nonostante Remus gli avesse dato una mano in mille modi in quella settimana; Sirius, invece, aveva preso addirittura 8 e senza nemmeno sbattersi troppo, Corinne era riuscita a strappare un 6 e Tara aveva preso anche lei 7, mentre Morgana…
“Morgana! Morgana, vieni a vedere!” urlò Lily.
L’interessata, che era giunta per l’ennesima volta in prossimità della bacheca, si allontanò repentinamente, come se avesse il fuoco alle calcagna, camminando velocemente all’indietro. Si portò le mani sugli occhi serrandoli con forza e scotendo la lunga chioma castano chiara.
“No, no, no, no! No, ti prego, ti prego, non lo voglio sapere, non lo voglio sapere!”
“Ma dai, vieni! Vieni qui e leggi!”
“No, no, no! Tanto già lo so… Lo so…”
“Ma cosa?!” chiese impaziente James dalle spalle di Lily, che si stava sporgendo oltre le teste degli altri studenti per afferrare l’amica e trascinarla davanti alla bacheca.
Morgana aprì leggermente le dita affusolate della sua mano e lanciò loro uno sguardo spaventato.
“Lo so che era impossibile recuperare… Anche se avessi preso 7 non basterebbe… E nemmeno 8 o 9… Cosa che è comunque impossibile… Oh, insomma, lo so che sarò bocciata, però finchè non lo vedo scritto avrò ancora l’illusione… Lasciatemi ancora due minuti di false speranze, vi prego, non c’è fretta…”
I due ragazzi la fissavano con gli occhi sgranati, poi scoppiarono a ridere e Lily disse: “Quanto sei scema!”
Morgana stava per ribattere, ma da dietro qualcuno la afferrò per i fianchi e la prese in braccio.
La ragazza cominciò a strillare con la sua voce super acuta: “Sirius! SIRIUS! SIRIUS, CHE FAI? Mettimi giù, mettimi subito giù!”
“Oh, andiamo, come si dice, via il dente via il dolore!” rideva il bel ragazzo facendosi largo fra la folla davanti alla bacheca.
“NO! NO! NON LO VOGLIO VEDERE, ti ho detto di no!”
Ora erano proprio davanti al foglio e Sirius depositò delicatamente a terra la ragazza, che teneva gli occhi ostinatamente coperti dalle mani.
“E piantala!” rise lui più forte, afferrandole un polso, mentre James faceva la stessa cosa dall’altra parte.
Morgana fu costretta ad aprire gli occhi e si trovò così di fronte al suo nome, suo malgrado, finendo per leggere avidamente.
Sulla sua riga c’era scritto:
Freeman………………………………… VOTO: 7.
COMMENTO: La verifica di recupero ha dato un risultato molto positivo, contrario a qualsiasi aspettativa.
Consapevole del fatto che comunque questo non avrebbe permesso alla studentessa Freeman
di recuperare la sua gravemente insufficiente media dei voti, il prof Turper ha sottoposto la
questione al consiglio docenti che ha deliberato un compromesso. La signorina Freeman verrà
ammessa all’esame finale di Pozioni, ma con una Lacuna, che comporterà che dovrà seguire dei
corsi di recupero fino alla fine dell’anno. La sua media bassa verrà comunque tenuta in
considerazione.
Lily, James e Sirius fissavano la ragazza sorridenti, aspettandosi l’immancabile strillo di gioia.
Invece Morgana li lasciò tutti di stucco scoppiando a piangere sulla spalla di James.
“Ma che fai? Sei impazzita? Hai letto bene?” balbettò Sirius sconcertato. “Non è che hai sbagliato riga, eh? Hai letto qui, vero?”.
Morgana singhiozzava con tutte le sue forze e all’improvviso allargò le braccia e li stritolò tutti e tre in un abbraccio liberatorio.
“Oh, sì, sì… Oh, so- sono così contenta! Grazie! Grazie, ragazzi! E Lily! Scusa! Scusatemi tutti! Sono una stupida isterica! Grazie, scusate!” Morgana delirava e non capiva più nulla.
“Ormai l’abbiamo persa!” sospirò affranto Sirius, accarezzandole la testa, con fare compassionevole, facendo ridere di gusto James e Lily.
E mentre i ragazzi attorno cominciavo a protestare rumorosamente perché i quattro impedivano a tutti gli altri la visuale dei voti, mentre stava lì, di fronte all’aula che più odiava in tutto il castello, davanti al voto della materia che più destava di tutte, abbracciata ai ragazzi con cui aveva litigato per tutta la settimana, Morgana Freeman, raffinata, ricca, famosa, corteggiata rampolla di casata Freeman, si sentiva felice come non lo era da tanto, perché avvertiva attorno a sé il sincero e caldo affetto di quelli che erano i suoi veri amici.

“E’ fatta, ora tutto quello che devi fare è passare il colloquio col Consiglio Docenti!” esclamò James convinto, mentre camminava a passo spedito verso l’aula insegnanti, accompagnato da Remus, Lily e Sirius.
“La fai facile, tu…” borbottò la ragazza, che era particolarmente tesa e continuava a stropicciarsi le mani nervosamente.
“Oh, via, il peggio è passato! Hai recuperato l’insufficienza di Turper!” le ricordò Siri, tutto allegro, dandole una pacca sulle spalle tanto forte che la fece quasi volare per terra.
“Si, però ora devo affrontare Turper, la McGranitt, e tutti gli altri insegnanti messi assieme!” sbottò lei, appena ebbe riacquistato l’equilibrio.
“Eccoci…”
I quattro si fermarono di fronte ad una porta in legno massiccio, chiusa.
“Incredibile quanto può metter soggezione una porta…” commentò Lily, quasi rivolta a sé stessa “… Fa venir voglia di scappare…”
“Ehi!” esclamò James appoggiandole le mani sulle spalle e spingendola con dolcezza verso la parete.
Lily alzò lo sguardo.
“… Andrà tutto a posto, vedrai… E quando avrai di nuovo la spilla di Prefetto potrai tornare al tuo hobby preferito: rovinare i piani dei Malandrini!”
Lei ridacchiò, più sollevata. Gli occhi di James sapevano infonderle tanta sicurezza…
“Ok.” Disse decisa, tirandosi su. “ Vado!”
“In bocca al lupo!” le fece Remus coi pollici alzati.
“Fagli il culo!” esclamò Sirius col suo ghigno furbo.
E Lily, con un ultimo sorriso nervoso ma determinato ai suoi amici, sistemò le ciocche rosse dietro le orecchie, aprì la porta ed entrò nell’aula insegnanti.

“Ehi, James! Attento!”
L’urlo di Sirius richiamò il ragazzo alla realtà strappandolo improvvisamente dai suoi pensieri. Ebbe appena il tempo di realizzare che si trovava a cento m di altezza su un manico di scopa, che subito dovette fare una virata pazzesca per evitare il bolide del battitore. Erano sul campo da quidditch, per quello che doveva essere l’ultimo allenamento prima della fatidica partita contro i Serpeverde, e stavano tutti dando il massimo.
Sirius volò velocemente verso l’amico, perfetto nella sua divisa da gioco, i capelli neri al vento, e un sorriso affascinante e pieno di soddisfazione per la sua ultima mossa dipinto sul viso.
“Che ti prende, qualcosa non và?”
“Oh, no…” si affrettò a rispondere James. “E’ tutto ok… Anzi, direi che stiamo andando alla grande: Tara non lascia passare nemmeno un tiro, tu ed Erick siete formidabili, e Moira, Sam e Tom stanno andando forte!”
L’amico lo fissò poco convinto: “Non dimentichi qualcuno?”
James gli lanciò uno sguardo sorpreso: “E chi, scusa?”
“Boh…” fece Siri con aria vaga, colpendo con mossa sicura un bolide che arrivava a tutta birra dritto sui suoi denti bianchi e perfetti “Un certo Potter… Credo che sia il Capitano… Di solito non fai che osannarlo …”
“Ah, ah… spiritosone!” e diede al moro una spinta scherzosa.
Sirius ridacchiò.
James sorridendo si voltò verso il campo e planò tranquillamente al centro. Fischiò forte mettendosi due dita in bocca, e subito tutta la squadra si raccolse attorno a lui.
“Bene, ragazzi! Direi che può bastare! Non potrebbe andare meglio di così, sul serio, siamo davvero forti! Tutto ciò che dobbiamo fare è comportarci in partita così come abbiamo fatto finora durante gli allenamenti…” poi spiegò qualcosa circa gli schemi da seguire durante l’incontro, diede alcuni consigli a Tara, e quindi li congedò.
“Ok… Domani riposatevi, mi raccomando… sarà una grande partita… La vittoria ci attende!”
Tutti i ragazzi unirono le mani al centro del cerchio e urlarono in coro “SI!!”, quindi atterrarono dolcemente sull’erba verde del campo e si diressero chiacchierando verso gli spogliatoi.
James e Sirius li guardarono sorridendo , ancora sospesi in aria a cavallo delle loro scope.
“Bel discorso, Capitano…” ghignò Sirius “Ma a me non mi incanti…”
James si voltò sorpreso.
“Quando ti ho chiesto se qualcosa non andava, tu non stavi pensando all’allenamento, caro mio… Ma a qualcos’altro… O a qualcun altro…” sorrise maliziosamente.
Il Cercatore sbuffò. “E va bene, sì, sono preoccupato per lei!” ammise con un certo sforzo.
Sirius scoppiò nella sua risata schietta. “Che idiota che sei!”
“Probabilmente, sì… Dai, piantala, non le toglieranno l’incarico, non è vero?”
Il moro recuperò un po’ di contegno (anche perché rischiava di cadere dalla scopa se continuava a ridere così) e si allungò mettendosi semi sdraiato sul manico. “Non credo proprio… Però, perché non lo chiedi direttamente a lei?” fece furbescamente ammiccando verso le tribune.
James si voltò e vide la rossa e Remus che li salutavano sbracciandosi dall’ultimo anello dello stadio, assieme a Peter e Morgana.
In un attimo fu davanti a loro, facendo una frenata proprio di fronte a Lily, e rimanendo sospeso a mezz’aria fissandola.
Lei si aprì in un bellissimo sorriso, mostrando una fila di denti bianchi e regolari, e tese verso di lui la mano destra aperta, con al centro del palmo la spilla di Prefetto col simbolo di Grifondoro.
“E VAIIII!” esultò il ragazzo.
Sirius, che era arrivato tutto calmo in quel momento, fissò gli amici senza sorpresa, sempre semi stravaccato sulla sua scopa: “Lo avevo detto che ce l’avresti fatta…” disse all’amica alzando un pollice.
“Ti hanno fatto molte domande?”
Lily alzò le spalle: “No, però ho sudato comunque sette camicie, mi sembrava di essere tornata indietro di un anno, quando abbiamo fatto i G.U.F.O.! Credo che ci abbia messo una buona parola Silente, perché non tutti gli insegnanti sembravano favorevoli al verdetto finale…”
“L’ ho sempre detto che Silente è un grande!” esclamò James, molto allegro “Sarebbe stata un’ingiustizia toglierti l’incarico…”
Lei gli sorrise di nuovo, grata.
“Bene! Direi che dobbiamo festeggiare, no?” fece Sirius, stropicciandosi le mani. “Che ne dite di una capatina alle cucine? Qualche Burrobirra e un po’ di dolci…”.
“Io approvo!” disse Morgana, tutta contenta, alzando la mano e aggrappandosi al manico di scopa del moro per dimostrare il proprio entusiasmo.
Sirius quasi perdette l’equilibrio.
“MA SEI IMPAZZITA?”
Gli altri risero e James disse: “Aggiudicato! Prima però portiamo giù le scope e andiamo a farci una doccia…”
Morgana cominciò a cantilenare, insistentemente: “Oh, Sirius, dai, fammi fare un giro dietro di te sulla scopa, daiiiiiii! Ti prego, solo per stavolta, non ho mai provato una Comet 200!”
Il bel battitore dapprima sbuffò, poi si rivolse all’amico accanto:“Ehi, James…” il ragazzo si voltò verso Sirius, che gli ammiccò con uno sguardo significativo “… Sfida finale?”.
Un lampo di eccitazione e di fierezza brillò nei suoi occhi dietro alle lenti, prima che annuisse.
Siri fece montare Morgana, che non aveva colto la frase del compagno e si aspettava un giretto tranquillo sopra lo stadio (“Wow, grazie, che emozione!!”) mentre James porgeva una mano a Lily.
Lei lo fissò senza capire.
“Cosa?”
“Monta, dai, mi serve una compagna per battere Sirius…”
“Ma io non so volare!” Lily aveva un po’ paura del volo.
“Guido io, tranquilla, tu devi solo stare attaccata a me e goderti lo spettacolo…”
La ragazza esitava. Si voltò verso Remus e Peter che si erano seduti per assistere tranquillamente a quello che, evidentemente, per loro, doveva essere uno spettacolo consueto. Il biondino le rispose con uno sguardo calmo.
“Non ti preoccupare, lo fanno sempre, di solito siamo io e Peter i compagni per la gara…”
“Allora, James?” urlò Sirius che si stava scaldando volteggiando sopra gli anelli del Portiere.
Il Cercatore incitò ancora una volta la ragazza con uno sguardo: “Dai…Non ti fidi di me?”
Lily lo guardò negli occhi. In quel momento si sollevò una folata di vento che le scompigliò i capelli sanguigni sciolti sulle spalle, ma non fu per quello che lei avvertì un brivido correrle lungo la schiena.
“Ok…” disse e , afferrata la mano di James, si issò sul manico di scopa, dietro di lui, circondandolo con le braccia.
Il ragazzo partì dirigendosi verso Sirius, che era all’estremità del campo da gioco, con una Morgana tutta eccitata avvinghiata alla sua schiena.
Per quanto stesse volando dolcemente, James si era accorto che non appena si erano mossi Lily aveva incosciamente stretto di più le sue braccia attorno a lui.
“Hai paura?” le chiese.
“Eh?” fece lei “N-no… Sono solo un po’ nervosa… Non ho mai volato sul serio…”
“Perché non vuoi ammettere mai le tue paure?”
“Cosa?” esclamò lei, colta totalmente alla sprovvista. Poi, più decisa, “Ti ho detto che non ho paura!”.
Lui sorrise fra sé e sé.
Lei gli tirò un piccolo pugno sulla schiena: “Perché stai ridendo? Non mi credi?”
“No, no…” fece lui sorridente “Starò a sentire le tue urla durante la corsa…”
“Vedrai che non urlerò!” fu la risposta a tono.
“Vedremo!”
Erano giunti di fronte a Sirius.
“Pronto, Felpato?” chiese James
“Pronto, Ramoso!” rispose l’altro, preparandosi a partire.
“Pronto a cosa?” chiese ingenuamente Morgana, spuntando da dietro la spalla sinistra del suo accompagnatore.
“Facciamo fino al Platano Picchiatore e ritorno, l’arrivo sono Peter e Remus…”
“Ok, il via lo dà Lily…”
La ragazza trasalì. Aveva una paura incredibile, ma il suo orgoglio non le avrebbe mai permesso di mostrarlo. Si schiarì la voce e scandì, ignorando le richieste di spiegazioni di Morgana: “Allora… Pronti… Partenza…”
“…”
-Maledizione, chi gliel’ aveva fatto fare di accettare quel giro in scopa?-
inspirò, come si fa di solito prima di immergersi sott’acqua.
“…VIA!!!”
Le due scope schizzarono in avanti a tutta velocità. Morgana iniziò subito a strillare (“CHE FAIIII! SEI IMPAZZITO??! FERMATIIIII! FERMATI, CRETINO!”), ma Lily non la sentiva: l’aria rimbombava e fischiava nelle sue orecchie attutendo persino gli acuti dell’amica. Il paesaggio era una scia sfuocata che sfrecciava attorno a loro in una macchia indistinta di colore: non riusciva a cogliere nulla, ma ad un certo punto distinse nettamente il verde del prato che si avvicinava precipitosamente. James doveva aver fatto una picchiata. Per quanto fosse terrorizzata, si morse le labbra violentemente e non si lasciò sfuggire nemmeno un gemito. Era peggio che stare sulle montagne russe del luna-park dove andava da bambina!
I ragazzi sfrecciavano velocissimi, sorpassandosi, schivando alberi e facendo repentine virate verso terra, il vento che graffiava la loro faccia e le braccia delle ragazze strette alla loro vita.
Sirius e James si stavano divertendo un mondo.
Morgana e Lily un po’ meno.
La prima continuava a strillare e ad affondare le unghie nel braccio del ragazzo davanti a lei, cosa che rallentò la corsa di Felpato.
Lily non urlava, ma ad un certo punto non resistette più e serrò prepotentemente gli occhi, avvinghiandosi con forza a James. Si strinse forte forte a lui, premendo il viso contro la sua schiena. Il ragazzo sorrise dentro di sé, ma non diminuì la velocità.
Arrivato al Platano Picchiatore, James non poté evitare di far sfoggio della sua abilità nel volo facendo dietro-front con un giro della morte (Lily lo maledisse mentalmente), mentre l’altro preferì andare sul sicuro con una bella virata.
“YUUHUU!”
James adorava il volo, la velocità, il rischio, quel piacevole senso di eccitazione e panico che gli prendeva lo stomaco in quei momenti… fantastico… E quando aveva avvertito le mani di Lily stringerlo con più forza, il suo stomaco aveva fatto un balzo in più, per nulla legato alla gara.
La distanza fra i due corridori era aumentata, ora James conduceva il gioco in testa, ma nonostante ciò continuò la sua corsa a una velocità pazzesca. Fu il primo a tagliare il traguardo, sfrecciando a tutta birra sopra le teste di Remus e Peter.
I due accolsero la performance dell’amico con una serie di ovazioni entusiaste.
James aveva le guance rosse, gli occhi che gli brillavano e l’adrenalina a mille nel sangue.
Si voltò verso Sirius, che stava tentando di calmare una molto isterica Morgana e gli sorrise trionfante.
Poi si ricordò di Lily. La ragazza era ancora disperatamente aggrappata a lui, gli occhi violentemente chiusi.
“Ehi!” La chiamò: “Abbiamo vinto!”
La rossa aprì gli occhi e sospirò di sollievo. “Oh… G-già…” balbettò mentre scendeva dalla scopa, non senza difficoltà.
“Ma voi siete pazzi!” disse rivolta a Remus, con una voce strana il cui tono ricordava uno squittio ”…Ho creduto di morire…”
“Non eri tu quella che non aveva paura di volare?” la canzonò il bel cercatore.
Lily si voltò verso di lui, i capelli rubini tutti spettinati, pallida, ma con gli occhi verdi che brillavano fieramente: “Infatti non aveva paura del volo… ma di te! Sei uno scemo, per poco non ci schiantavamo!” lo accusò.
“Ma se avevo tutto sotto controllo… sei tu che hai troppa fifa…”
“Io?! Ma se non ho nemmeno urlato!” ribattè lei.
James la fissò negli occhi, poi sorrise: “Questo è vero… Non hai urlato… E devo ammettere che hai avuto più fegato di quello che mi aspettavo…” disse quasi con ammirazione.
Lily che stava già per contrattaccare, si bloccò. E sorrise. “Grazie… Sei davvero bravo a volare… Mai fammi fare un’altra volta una cosa del genere e, giuro, ti scaravento giù dalla tua bella scopa…”
James le rivolse un sorrise scaltro: “Questo è niente, miss… Vedrai dopodomani, alla partita…” e detto questo, planò dolcemente sul prato e andò verso gli spogliatoi, seguito da Sirius e dagli strilli di Morgana.

Lo stadio non era mai stato così pieno. Persino da Hogsmeade era venuto qualche curioso per assistere alla finale della Coppa delle Case e si vociferava che da qualche parte ci fosse nascosto un critico di una famosa rivista di quidditch.
La folla era letteralmente in fibrillazione.
Le tifoserie urlavano a squarciagola inni di incoraggiamento e ovunque era uno sventolio di striscioni e bandiere verdi-argento e giallo-oro.
Persino gli insegnanti avevano rinunciato ad ostentare un atteggiamento indifferente e distaccato e incitavano le loro Case con entusiasmo pari a quello degli studenti: addirittura la McGranitt aveva appuntato tre coccarde con lo stemma di Grifondoro al suo cappello, e sedeva accanto all’immancabile Jessie Bandom con un’aria visibilmente fremente, mentre Turper, appostato all’altra estremità del campo, era completamente agghindato coi colori di Serpeverde.
C’era anche Silente, là, sulla tribuna d’onore.
“Siamo noiiii… Siamo noiiii… I campioni delle Case siamo noiiii…”
Morgana e Corinne cantavano tenendosi abbracciate assieme ad un gruppo di ragazzi dell’ultimo anno.
Lily stava aggrappata con le mani alla ringhiera dell’ultimo anello, dondolandosi avanti e indietro per scorgere i giocatori che avrebbero dovuto entrare nel campo a momenti.
Remus batteva le mani e Peter aveva portato un piccolo binocolo che teneva incollato agli occhi perlustrando il terreno di gioco.
La Madison era ferma al centro del prato, anche lei sembrava emozionata.
L’adrenalina era palpabile e quando Jessie annunciò l’inizio della finale, tutto lo stadio esplose in un boato.
“CHE LE SQUADRE FACCIANO IL LORO INGRESSO!” urlò il cronista, rispondendo alle ovazioni della folla.
“PRIMA, I SERPEVERDE! ECCOLI: JASON DURAN, ANDREW CONOLLY, NICHOLAS HAYDREN, LUIS CORR, RODOLPHUS LANSTRANGE, ROGER PREWEET E LUCIUS MALFOY!”
Sette giocatori sfrecciarono in campo salutati dalle urla dei loro compagni e dai fischi dei Grifondoro.
“ED ORA… SIGNORI… ECCO A VOI GLI AVVERSARI… COLORO CHE DETENGONO IL TITOLO DI CAMPIONI DALL’ULTIMA STAGIONE… COLORO CHE CI HANNO GIA’ FATTO SOGNARE IN PASSATO E CHE OGGI, PER NOI, RIPETERANNO LO SPETTACOLO… LORO! I MITICI, GRANDI,… GRI-FON-DO-RO! ! !”
Fu un delirio.
Il pubblico non aveva mai tifato così tanto mentre le sagome dei Grifoni volavano sopra lo stadio per il consueto giro d’ingresso.
“YEEEEEEEHA!” urlò Remus salutando a pugno alzato i due amici che passavano in quel momento sopra la sua testa.
“SIETE I MIGLIORI!” gridò Lily, portandosi le mani a mo’ di megafono attorno alla bocca.
Jessie chiamava i loro nomi mano a mano si schieravano sul campo: “THOMAS O’ NEIL… SAMUEL VANNER… MOIRA COTTON… ERICK COTTON… SIRIUS BLACK… TARA RUBENS E… IL CAPITANO, JAMES POTTER!”
James era carico come non mai. All’eccitazione vibrante della partita, si aggiungeva quell’emozione, quel moto d‘orgoglio per l’accoglienza fatta dalle tribune, e poi… Anche lei.
Stavolta era lì per lui, per fargli il tifo, lo sapeva.
Aveva urlato qualcosa, ma lui non aveva sentito. Le rivolse comunque un bellissimo sorriso, prima di sfrecciare al centro del campo. Per la prima volta da quando giocava a quidditch, James Potter non aveva degnato di uno sguardo il suo iper sfegatato fan club, che si sgolava due anelli più sotto di dove era Lily.
Tutti i giocatori schierati, che si fissavano in cagnesco, prima del fischio della Madison.
E cominciò.
Fu una partita memorabile.
I grifoni difesero il loro titolo con le unghie e coi denti, le serpi attaccarono in tutti i modi per strapparglielo.
Si perse il conto delle azioni mozzafiato che si susseguivano, delle fenomenali battute di bolidi, delle incredibili parate.
Il risultato era quasi sempre pari, un paio di volte i Grifoni tremarono per un lieve vantaggio degli altri, ma si ripresero subito.
I capitani incitavo le squadre, i giocatori saettavo di qua e di là, schivando bolidi e scope avversarie, facendo pericolose e repentine manovre di volo.
I Serpeverde, ovviamente, giocarono anche qualche tiro mancino, per poco non si sfiorò la rissa in campo quando Corr fece il terzo fallo di seguito su Moira, sferrandole una mazzata sulla spalla. Suo cugino Erick perse la testa e si fiondò addosso al cercatore avversario, coprendolo di insulti per la sua vigliaccheria. Se Sirius non avesse avuto i riflessi super pronti e non lo avesse bloccato in tempo, i Grifondoro avrebbero visto uno dei loro battitori finire squalificato.
James chiamò un minuto.
La squadra si radunò attorno a lui.
Erano tutti sudati, sporchi, ammaccati e ansimanti, ma avevano uno sguardo fiero e bellicoso che luccicava nelle loro iridi.
“Allora…” cominciò il capitano, col fiatone “stiamo andando… Alla grande! Ragazzi… Ragazzi, non dobbiamo perdere la concentrazione… Come stai Moira?”
La brunetta annuì con forza stringendo i denti e disse, determinata: “Resisto. Non mi fregano così.”
Erick le batté un leggero colpo sul braccio sano e Sam le passò un braccio attorno al collo abbracciandola.
“Ottimo. Se la prendono con te perché sei la più pericolosa, sei piccola… vai avanti, vai avanti così…” la incoraggiò James.
“Voi!” si rivolse agli altri “Proteggetele le spalle! State alle costole dei Battitori! Fategli il culo, ma, dannazione, non rispondete alle provocazioni, cazzo! E’ CHIARO?” urlò.
I ragazzi annuirono.
La Madison fece cenno che il tempo era quasi scaduto.
“Bene… ragazzi!” James ansimò ancora, poi sfoderò un enorme sorriso. “Ci siamo! Non mollate! Siamo Noi! CHI SIAMO NOI?”
“I MIGLIORI!” risposero in coro, sollevando le mani. Quindi sfrecciarono nuovamente alle loro postazioni.
James volò molto più in alto per avere una maggiore panoramica del campo.
Malfoy, ovviamente, gli andò dietro.
Il Cercatore giallo-rosso cercò di seminarlo con qualche finta, ma niente da fare. Lucius era sempre incollato alla sua scopa.
All’improvviso, uno scoppio di urla: 50 m più sotto Tom e Sam stavano protestando animatamente con l’arbitro.
-No, ragazzi, merda, no!- pensò James, ma purtroppo la Madison aveva già fischiato l’ammonizione alla squadra, assegnando un rigore ai Serpeverde.
Goal.
Ora erano perfettamente pari.
“Merda, JAMES!” la voce di Sirius richiamò l’attenzione del ragazzo “Non teniamo più! Avanti bello, portaci alla vittoria, ci serve il Boccino!”.
Si mise a setacciare il campo con più concentrazione di quanto non avesse fatto finora, saettando qua e là a zig-zag, il vento che fischiava nelle orecchie e Malfoy alle calcagna.
Fu un attimo.
I due Cercatori individuarono la preziosa pallina dorata nello stesso istante, e si lanciarono all’inseguimento.
Di colpo il vociare dello stadio si trasformò in un brusio teso e concitato, e persino l’azione dei cacciatori verdi-argento si interruppe per seguire le mosse dei due giocatori.
Questi sfrecciavano in un vortice di colore, vicinissimi, capovolgendosi più volte, inseguendo quel brillio dorato.
Malfoy diede una gomitata a James, e questo speronò la sua scopa con una repentina leggera virata.
Il boccino deviò verso il suolo.
I Cercatori si tuffarono in picchiata.
“Oddio…” bisbigliò Lily portandosi le mani davanti agli occhi.
Tutti gli altri seguivano la scena col fiato sospeso, senza parlare.
Sirius si sgolava: “VAI!! VAI COSI’, BELLO! VAI!!”
“ATTENTO, MALFOY!”
E infatti, il povero Malfoy non riuscì a controllare la virata finale e si schiantò malamente a terra. James, invece, deviò con sicurezza e continuò la sua corsa, c’era quasi…
Allungò il braccio…
Ci siamo…
Il Boccino…
La vittoria…
“VITTORIA! ! ! ! I NUOVI CANPIONI DELLA COPPA DELLE CASE SI RICONFERMANO I GRIFONDORO! I GRIFONDORO! YEEEEEEEHA!” L’urlo liberatorio di Jessie si unì a quello della folla.
Sulle tribune i Grifoni esultavano abbracciandosi e la McGranitt era letteralmente in delirio.
Ma il caos più grande era in campo.
La squadra giallo-rossa urlava di gioia planando a terra. Tutti e sette corsero verso James saltandogli addosso.
Il primo fu Sirius, che lo strinse con ferocia gridando : “SIAMO I MIGLIORI! I MIGLIORI! I MIGLIORI, BELLO!!”.
Poi arrivarono Sam e Tom, che gli saltarono in groppa uno dopo l’altro, sempre urlando.
Erick stritolò in un abbraccio tutta la squadra, completamente avvinghiata, e vi coinvolse anche Tara che, incredibilmente, gli rispose, commossa e orgogliosa…
Moira, che era quella più malconcia, arrivò zoppicando, piangendo e ridendo allo stesso tempo, e si attaccò al collo di James, singhiozzando: “CE L’ ABBIAMO FATTA, CE L’A BBIAMO FATTA!”.
Silente, intanto, era sceso nel campo portando con sé la gigantesca Coppa delle Case, seguito dagli insegnanti e da un corteo di studenti.
Erick prese in groppa la cugina e si avviò correndo assieme agli altri verso il podio.
La squadra dei Grifoni sfilò sotto al naso dei Serpeverde che erano semplicemente lividi, acclamata dalle ovazioni dello stadio. Quando James sollevò la coppa sopra la propria testa, le urla si moltiplicarono sotto lo sguardo divertito di Silente.
-E’ un sogno…- riusciva solo a pensare il ragazzo. E il sogno gli parve ancora più bello quando scorse Lily e Remus tra la folla urlante.
Corse loro incontro, saltando giù dal podio dopo aver passato la Coppa a Sam, che ora la innalzava con gli occhi lucidi. James abbracciò l’amico e poi fissò la ragazza.
Lei gli fece un sorriso bellissimo, al quale fu spontaneo rispondere.
Poi, siccome ormai era lanciato, e non riusciva a pensare a nulla, proprio a nulla, se non che era tutto pazzescamente meraviglioso, la strinse forte e la sollevò fra le braccia, girando su sé stesso in un impeto di pura euforia.
E mentre il corteo di Grifondoro festanti portava in trionfo la piccola Moira, che stringeva al petto la Coppa singhiozzando di felicità, James le tenne la mano trascinandola in mezzo alla folla, abbracciato a Sirius, al settimo cielo.
In quel momento, sapeva solo che non avrebbe mai dimenticato quel giorno fantastico…


Come sempre, grazie mille per i vostri commenti e recensioni che, non mi stancherò mai di ripetere, per me sono indispensabili! Siete davvero gentili, forse troppo, sono onoratissima e super felice!
-Sara Potter: magari questo cap è un po’ noioso, non so… beh, insomma, non è certo il migliore che ho scritto! Spero che ti sia piaciuto comunque! Attendo il tuo parere! E… L’idea di Silente è intrigante, ma per me è troppo un mito per potere essere cattivo! Invece, a proposito del quinto libro, volevo sapere che ne pensi della scomparsa di Sirius . Non dico scomparsa a caso, perché, dopotutto, chi l’ ha detto che è morto? Non c’è nessun cadavere, e questo secondo me è un indizio non di poco conto: se è vero che la Rowling non scrive niente per niente, allora questo potrebbe essere importante… Per me il mitico Siri scamperà anche stavolta: tu che ne dici? Per te se ne è proprio andato, o tornerà?
-Lily90: sei gentilissima come sempre!
-Lanya&Sylvia: Grazie! Troppo carine! Aspetto la vostra recensione… Com’ è questo cap? Stufa un po’? Un grosso bacio!
-Titti: Bentornata! Sono molto contenta che segui la storia! Dimmi che ne pensi di questo cap!
-Sally90: una nuova commentatrice! Che bello! Grazie, davvero, spero che recensirai ancora… hai visto che ho commentato le tue storie? Mi sono piaciute, ma la più carina è la prima, che è veramente ben fatta, sintetica, ma bella. Un bacio!
So che ora sono più lenta ad aggiornare, ma purtroppo non posso fare altrimenti, riesco a farlo circa ogni dieci giorni, non più settimanalmente, I’m very sorry!
Ah, un ultima cosa… Vi voglio consigliare una one shot che mi è piaciuta un sacco: si intitola “Fiocco azzurro a Godrick’s Hollow” di Daisy e, beh, io la trovo fantastica… Leggetela, ne vale la pena… Un super smack a tutti!

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Capitolo 14
*** Cap14:...SOLO UNO SCHERZO... ***


Ciao! Beh, vi faccio attendere un po’ con gli aggiornamenti, però questo cap capito proprio giusto… Non so, ma secondo ha un’atmosfera che fa molto “Halloween”… Bene, non anticipo altro! Sono curiosissima di sapere i vostri giudizi…

Cap14:…SOLO UNO SCHERZO…
“Wow, Lily, sei la mia salvezza! Sul serio tuo papà fa il… come si dice… mecco…”
“Il meccanico? Sì, giuro, è il suo mestiere… Sono cresciuta sentendolo parlare di motori e passando i pomeriggi di pioggia a osservarlo nella sua officina…”
“Grande!” Sirius le fece un sorrisone, entusiasta.
“Si, beh…” la ragazza camminava al suo fianco, e stava trafficando coi folti capelli rosso scuro mentre si allacciava una bandana nera a disegni bianchi. Indossavano entrambi delle vecchie e larghe salopette blu scuro, tipo quelle dei meccanici… “Non è che ti devi aspettare chissà che cosa, però qualcosina di motori e macchine lo so…”
“Va benissimo! Mi serve assolutamente una consulenza per il lavoro che sto presentando per Babbanologia…”
“E che sarebbe?” chiese lei, dando un ultimo strattone al nodo della bandana.
Il bel ragazzo scostò un ciuffo di capelli neri dalla fronte e , per tutta risposta, aprì con decisione la porta del laboratorio di Babbanologia.
“Ta- dam!” fece con un gesto teatrale mostrando la stramba stanza. Lily pensò che poteva sembrare una via di mezzo fra l’aula di incantesimi, l’officina di suo padre, e la soffitta di casa sua. Sirius la portò in fondo al salone, scavalcando ogni sorta di strani oggetti e polverosi attrezzi. Sollevò una tenda consunta che faceva da separé: lì dietro stava appoggiata al muro una moto. Era enorme e, a giudicare dalla vernice scrostata, piuttosto vecchia, ma decisamente un bel pezzo di moto.
Si accovacciò accanto al bolide e accarezzò la carrozzeria: “Che dici?” chiese all’amica con orgoglio.
“Che è davvero forte…” rispose lei, sincera.
“E’ troppo bella!” esclamò lui “Cioè, lo so, va un po’ rimessa a posto, ma basteranno cipria e rossetti e tornerà splendente… Ho un piccolo problema col radiatore, e volevo installare un dispositivo per il volo… Se esce come dico io, guidare questa bellezza sarà meglio che cavalcare un drago!” Gli occhi blu gli brillavano per l’eccitazione.
“Sì, beh… Ci vorrà un po’ di lavoro… Spero di ricordarmi qualcosa…” mormorò Lily, inginocchiandosi accanto a Sirius e osservando attentamente gli arnesi sparsi lì sotto e i pezzi di ricambio.
“Ma chi te l’ ha data? Non dirmi che te la sei comprata coi tuoi soldi!”
“Ehi, vabbè che sono benestante, ma non mi chiamo Morgana Freeman!” rise lui “No, è un regalo di mio zio Alphard… L’unico parente di cui vado fiero… Era sua, un tempo…”
“Ah…” Lily annuì pensierosa “Quanti anni ha? Dieci, quindici?”
Sirius aggrottò le sopracciglia e stava per rispondere, quando un rumore improvviso li fece sobbalzare.
Qualche attrezzo doveva essere caduto per terra.
Lily cominciò: “ Dev’ essere caduto qualc…”
“Sssssssh!” la zittì Sirius portandosi un dito alla labbra “C’è qualcuno qui…”
Lentamente, il ragazzo scostò la tenda e strisciò rasente al muro fino ad arrivare in prossimità dell’armadio a fianco dell’entrata. In mezzo a tutta la gazzarra di strambi oggetti, motori e libri sparpagliati ovunque nel laboratorio, non si riusciva a vedere la porta da dove c’era la moto. Ma da lì dove si trovava lui ora, sì, e fu molto sorpreso di ritrovarsi davanti…
“Piton!” esclamò il ragazzo. Lily balzò in piedi dal suo angolo e si avvicinò.
“Che cazzo stavi facendo?” chiese in malo modo Sirius, squadrando l’altro con disprezzo.
Piton chiaramente li aveva seguiti e spiati. E sembrava pure arrabbiato che lo avessero scoperto.
“Fatti miei, Black! Sono Prefetto, non devo certo rendere conto a te delle mie azioni!” sbottò, arrogantemente.
“A lui no, ma a me sì!” disse Lily ad alta voce, spuntando alle spalle dell’amico. “Ci stavi spiando, Piton?”
“Fatti gli affari tuoi, stronza!” ringhiò il Serpeverde. Sirius lo afferrò subito per il bavero.
“No!” lo fermò Lily, mettendogli una mano sul braccio. “Non ne vale la pena… Quando uno è cretino, è cretino, che ci vuoi fare Siri…”
Il moro mollò bruscamente la presa, senza però smettere di fissare l’altro, furibondo.
Piton si sistemò la cravatta sciupata dal poco delicato tocco di Sirius, poi li fissò. “Credete di essere al sicuro, vero?” disse, perforandoli con lo sguardo.
Lily gli lanciò un’occhiata allibita. “Beh, sì, in questo momento non ci tremano le gambe per la paura…” rispose ironica.
“Non sto dicendo a te!” sbottò Piton, senza togliere gli occhi di dosso a Sirius.
Il moro si accigliò. “Prima o poi vi incastro… So che avete un segreto…” sussurrò il Prefetto.
“Ma che stronzate spari?”
“Dov è Lupin? Perché è sparito di nuovo?”
Di nuovo? Che centra Remus? Ma Piton è impazzito? Lily non ci capiva nulla, ma Siri montò di nuovo in collera.
“Ora stammi bene a sentire: tieni il tuo lurido sporco naso fuori dagli affari altrui, altrimenti sarà peggio per te, Mocciosus!” disse, alzando la voce.
Piton pensò bene di non tirare troppo la corda. “Ti ho avvertito, Black…” disse, prima di voltarsi e uscire dal laboratorio di Babbanologia.
Siri rimase a fissare la porta in cagnesco. Lily sbuffò e incrociò le braccia.
Mentre tornavano vicino alla moto per cominciare il loro lavoro, la ragazza borbottava: “Piton è pazzo… E’ un ‘isterico, pazzo, con la mania di primeggiare in tutto… scommetto che è così arrabbiato perché gli scotta che abbiamo vinto la Coppa di Quidditch… E’ odioso, davvero…”
L’amico la guardò e sorrise.
“E’… Eh? Che c’è? Perché mi guardi così?” chiese Lily fermando il fiume di improperi che stava per scagliare all’indirizzo del Prefetto di Serpeverde.
“Nulla…” disse l’altro vago continuando a sorridere.
“Dai, dimmi che c’è!” insisté la rossa.
“Pensavo…” disse fermandosi “Che è buffo… Non molto tempo fa questi insulti li rivolgevi a qualcun altro…”
Lily capì l’allusione e, nonostante gli sforzi per fare l’indifferente, non riuscì a non arrossire.
-Merda, beccata…- pensò.
“Ti riferisci a James, vero?” chiese incerta.
“Ovvio, e a chi, se no?” esclamò allegro il moro, prendendo in mano un attrezzo che ricordava una chiave inglese.
“Beh, le cose possono cambiare, no?” disse lei, imbarazzata.
“Eccome!” fece lui, col suo sorriso malizioso e sfacciato.
Cavolo, se erano cambiate… Lily ancora non lo aveva detto a nessuno, era stata ben attenta a non lasciarsi sfuggire nulla di compromettente, ma…
-Oddio,possibile che sia così evidente!-. Alla fine aveva dovuto riconoscerlo… Volente o nolente, lei, Lily Evans, si era presa una bella cotta per quel disgraziato di James Potter! O meglio: per quello strafico, dolce, pazzo, affascinante, disgraziato James Potter! Per il ragazzino viziato che trovava così antipatico all’inizio dell’anno, per quello che si era dimostrato il migliore amico che potesse desiderare di avere accanto nelle difficoltà… Ormai da qualche settimana, la ragazza non riusciva a smettere di pensare a lui, al suo sorriso mascalzone, agli occhi dolci e rassicuranti, a quanto era bello durante la partita di quidditch, quando volava coi capelli ancora più scompigliati del solito e il corpo muscoloso tutto sudato… E a quando le aveva tenuto la mano, quando l’aveva salvata da Gazza, e a quando aveva volato sulla sua scopa abbracciata a lui, e a quando l’aveva presa in braccio dopo la vittoria… Moriva di piacere se ripensava alle sensazioni di quei momenti, quando aveva accarezzato il suo corpo, o quando lui le aveva parlato così teneramente… Ma l’eterno dubbio di Lily era se davvero lui ricambiava la cosa, o se era tutta una montatura mal interpretata da lei… e come cavolo faceva a saperlo? Di sicuro lo sguardo smaliziato di Sirius non l’aiutava a capirci qualcosa.
Lily sbuffò di nuovo: “Piantala di guardarmi così!”
“Così… come?” ridacchiò Sirius.
“Come se… oh, lo sai come! Se vuoi dirmi qualcosa, dilla!” – vediamo se riesco a fargli sputare qualcosa!-pensò lei.
“Niente affatto, signorina!” esclamò quello, lasciandola sorpresa e delusa insieme. “Io sarò una tomba! Certo che so, so di te, e so di lui, ma… Questa faccenda ve la risolverete da soli, quando finalmente vi deciderete a dirvi la verità!” decretò ridendo.
E dopo questa frase sibillina, Sirius le diede una pacca sulle spalle e cominciò a trafficare con la moto.

“La Trasfigurazione Combinata è una magia molto avanzata e si basa essenzialmente sulla legge dello Scambio Diretto fissata dal Mago Ulrich Grimald nel 1543…”
La voce severa della McGranitt stava spiegando la lezione ai ragazzi del 6° anno in uno svogliato martedì pomeriggio.
Nella penultima fila di banchi, Sirius Black sottolineava pigramente il paragrafo in questione sul suo libro.
-Che due palle la McGranitt…- pensava, poco interessato alla Trasfigurazione Combinata. –E’ una brava donna, non dico di no, però, cacchio, che noia mortale!-
Appoggiò la testa sulla mano e lasciò vagare lo sguardo attorno a sé, nell’aula. Ciò che vide era il solito spettacolo stile “pallosa lezione McGranitt”.
Non era l’unico a non appassionarsi alla lezione: Corinne stava scarabocchiando “Daniel t.v.b.” sul suo diario, e Morgana le stava bisbigliando qualcosa a mozziconi, quando la McGranitt si girava dall’altra parte.
Poco più in là Peter leggeva qualcosa sul libro, ma Sirius vedeva che la pagina era sbagliata –Povero Codaliscia! La scuola non è proprio fatta per lui…-
Accanto al piccoletto c’era James, che era incantato a guardare fuori dalla finestra. A Sirius scappò un sorriso: sapeva bene a chi erano rivolte le fantasticherie dell’amico, anche se lui non voleva ammetterlo. Tutte le volte che tiravano fuori la questione “Lily”, Ramoso si scaldava sempre e si ostinava a dire che non era assolutamente vero che lui era perso. “Siete solo invidiosi perché finalmente sono riuscito a colpirla col mio fascino!” diceva nervosamente.
-Eppure si vede che è cotto marcio!- pensò Sirius. James non faceva che parlare di lei, continuava a cercarla e spesso l’amico lo sorprendeva a lanciarle fugaci occhiate.
E poi, anche se questo gli altri potevano solo intuirlo, la pensava sempre. Ormai era al centro delle sue preoccupazioni e delle sue fantasie, perennemente.
Spesso si perdeva a fantasticare su loro due, sperando in un’altra occasione per avvicinarla e riuscire ad avere un contatto con lei, con la sua mano bianca e morbida, coi suoi capelli rossi, così lisci, che sentivano di quel profumo così inconfondibile, dolce e avvolgente. Sì, è vero, moriva dalla voglia di stare con lei.
E poi, i suoi occhi. Dio, che occhi! Non ne aveva mai visti così, mai...
James destava farsi vedere così per una ragazza, cacchio, era sempre stato lui ad averle in pugno! Andiamo, ne aveva fatte passare di donne! Con quante ragazzine era stato, sfruttando la sua popolarità? Quante ne aveva baciate, solo per vantarsi con gli amici? Quanti cuori aveva spezzato?
Eppure… Come lei, nessuna mai lo aveva colpito, ammaliato, affascinato… ma odiava doverlo ammettere. Aveva paura di una bruciante delusione. E magari di fare la figura del debole. Soprattutto di fronte ai ragazzi, soprattutto con Siri…
E così James si illudeva che negando ostinatamente l’evidenza dei suoi sentimenti, potesse nascondere la cosa. Almeno fino a quando lei non fosse caduta ai suoi piedi… Ma andiamo, quando mai lo avrebbe fatto? Lily Evans? Con lui? Naaaaah… Eppure… sarebbe stato fantastico se fosse successo…
Senza smettere di sorridere, Sirius spostò lo sguardo sull’altra “piccioncina”.
-Beh, Ramoso direi che non hai tutti i torti, se ti piace…- sorrise.
Lily era proprio bella, inutile negarlo. Quel giorno aveva i capelli legati in due piccole trecce, un filo di mascara sulle ciglia dei meravigliosi occhi smeraldo e la divisa scolastica che le risaltava il fisico perfetto. Quel viso, i lineamenti semplici, ma delicati e dolci, concentrato sul testo che leggeva…Sottolineava sul libro e ogni tanto scarabocchiava qualcosa, succhiando la punta della penna.
-E poi si è rivelata pure simpatica…-
Tornò a guardare il suo amico.
-Ha ragione Remus, starebbero bene assieme…-
Già, Remus.
Il posto accanto a Siri era vuoto quel giorno, perché la sera ci sarebbe stata luna piena. Improvvisamente, gli vennero in mente le parole di Piton.
Non ci aveva più pensato, possibile che lui sapesse davvero qualcosa di loro? Che odio, quel ragazzo! Sempre a fare il rompicoglioni ficcanaso per il gusto di rovinare i loro piani!
Stronzo! Ne aveva veramente piene le palle di lui! Prima la carognata all’inizio dell’anno, poi la bastardata con Lily… Forse era davvero venuto il momento di dargli una lezione come si deve! Forse… perché no?
Sirius fece un sorriso più sadico, mentre un’ idea prendeva forma nella sua mente…

“Non so se è una buona idea…” mormorò titubante il piccolo Peter, fermo accanto a Sirius davanti alla scalinata che portava ai sotterranei.
Il moro era appoggiato con le spalle alla parete, una sigaretta di contrabbando in mano (era vietato fumare a scuola), la cravatta slacciata spenzolante sul petto, che gli dava quel tocco di trasandata eleganza.
“E’ un piano perfetto, Peter, credimi…” rispose sorridendo malignamente.
“Quando sorridi così non sei per niente rassicurante, sai? Ricordi tanto Bella…” disse sottovoce.
“Piantala!” lo troncò Felpato. Detestava quando lo paragonavano a uno di loro, sapevano che li odiava tutti.
Peter si morse un labbro. “Perché non lo diciamo prima anche a James?” azzardò.
“Ma è possibile che tu abbia sempre bisogno di James per muoverti? Andiamo, tira fuori un po’ di fegato, una buona volta!” sbottò l’altro nervosamente.
Codaliscia ci rimase male… Lui non era un codardo… Non voleva che loro lo vedessero così…
Sirius si accorse che lo aveva ferito, gli dispiaceva e cercò di rimediare. “Senti, Pete, dai… Pensa a tutte le stronzate che ha fatto Piton… Anche contro James… Sono sicuro che anche lui vuole dargli una bella lezione… Vedrai che sarà soddisfatto del nostro piano…”
Il piccoletto guardò l’amico negli occhi… Lui non era un codardo… Non voleva che loro lo vedessero così…
“Ok, Siri…” sospirò alla fine. “Sono con te. Andiamo a cercare Piton.”
“Ottimo!” sorrise il moro, con una pacca sulle spalle del piccoletto. Buttò il mozzicone di sigaretta fuori dalla finestra e si avviò deciso verso i sotterranei.

Peter ora era in Sala Comune, chino sulla Mappa del Malandrino. Era molto tardi, fuori era già scuro e la Sala Comune era deserta.
I sui piccoli occhi scrutavano attentamente la Mappa. Se il pesciolino avesse abboccato, come sosteneva Sirius, allora fra poco lo avrebbe visto uscire dal castello.
Controllò l’orologio. Le undici e trenta.
A che ora sorgeva la luna piena? Mezzanotte o giù di lì, giusto? Sirius era andato a cercare James, ma perché ancora non tornavano?
Peter era estremamente nervoso… Piton fra poco sarebbe uscito dal dormitorio, e loro due non si vedevano… Insomma, non era molto prudente ciò che avevano fatto… Siri aveva detto che comunque era solo uno scherzo, solo per farlo spaventare, ma… oh, cavoli, ma perché non arrivavano quei due?
Guardò meglio la Mappa… Era quello? Sì! Piton stava uscendo ora dalla sua sala Comune.
“Ciao, Peter!” la voce di una ragazza lo fece sobbalzare.
“Oh… Li-Lily… Ciao…” balbettò nervosamente, mentre cercava di coprire la Mappa.
“Sono tornata ora dalla biblioteca… Stavo ripassando il programma di Pozioni… E’ un vero pacco, no?” disse, lasciandosi cadere sul divanetto accanto al compagno di classe.
“G-già…” fece lui, impacciato.
“Ma che hai? Sembri così strano…” chiese lei indagando il suo viso.
“No… Nulla… sono un po’ stanco, sai… Gli esami… Errrr… Continuano a riempirci di compiti, n-no?” balbettò Peter, alla bell’e meglio.
Lily annuì comprensiva: “Già, ti capisco…Però ti conviene andare a riposarti, sai? Hai una faccia…”
Peter si alzò in piedi, facendo scivolare la mappa nella tasca dietro dei pantaloni. “S-sì, infatti stavo per andare…”. Si avviò verso la porta del suo dormitorio.
“Ehi, non è che hai visto James?” chiese la ragazza, facendolo bloccare.
“N-no… Cioè… Io…”
“Ho capito.” Lo interruppe lei. “E’ fuori con Sirius, vero?”
“Errrr…”
“Non ti preoccupare, non li denuncio mica!” disse sorridendo.
“Eh… Sì…” Peter non era proprio capace a mentire a una donna.
“Li ho sentiti parlare del Platano Picchiatore, oggi a pranzo… E’ lì che vanno?”
Peter sobbalzò e la Mappa gli scivolò fuori dalla tasca finendo sul pavimento, senza che lui se ne accorgesse. “Beh… Non so…”
Lily scoppiò a ridere. “Sì, ok, sono lì!”.
Peter ridacchiò nervosamente “Allora… buonanotte, Lily…” disse infine e sparì su per le scale.
Lily scosse la testa sorridendo… Peter è proprio buffo… Poi notò che gli era caduto qualcosa. Si avvicinò e raccolse il foglio. Riconobbe la Mappa del Malandrino.
-Forse dovrei restituirgliela…- pensò, ma poi cedette alla curiosità e la aprì.
-Solo un secondo… vediamo dove sono quei due là…- “Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!” scandì ad alta voce.
-Solo una sbirciatina…- la piantina del castello con tanto di puntini che si muovono comparve sotto i suoi occhi verdi. Lily cercò il Platano Picchiatore.
Eccolo! Ma… Non c’era nessuno… e allora dove…
Poi guardando meglio si rese conto che qualcuno invece si stava avvicinando all’albero, ma da solo. Lesse il nome.
Severus Piton!
Oddio, se Piton era lì, li avrebbe di sicuro scoperti! E per giunta non avevano la Mappa con loro, non potevano sapere che lui era lì!
Lily si morse un labbro. Merda, quello stronzo li avrebbe fatti di sicuro espellere!
Accidenti, che poteva fare? Doveva fermarlo…
Guardò fuori dalle finestre. Non era mai andata fori dal castello di notte…
Oh, andiamo! James l’aveva aiutata quella volta con Gazza, ora toccava a lei!
Piegò la Mappa, la infilò nella tasca della gonna e uscì velocemente dal passaggio del ritratto, diretta al Platano Picchiatore.

Lily correva silenziosa e agile nell’erba alta del prato. Le foglie umide di rugiada le bagnavano le gambe nude e l’aria era fin troppo fresca. Era una notte serena di fine maggio e il cielo blu era trapuntato di stelle che luccicavano come piccoli diamanti.
La ragazza raggiunse il muretto che delimitava la fine della zona. Lo scavalcò senza difficoltà atterrando con un fruscio dall’altra parte.
Il Platano Picchiatore era lì poco distante, ne distingueva la sagoma nera.
Stando lì, nascosta nell’ombra del muretto, Lily si guardò in giro con circospezione.
Accidenti, che freddo che faceva! Si strofinò le braccia per scaldarsi un po’, poi tirò fuori la Mappa.
Era stata veloce ad arrivare fin lì, Piton doveva essere nei paraggi… Sì infatti… Il suo puntino era dal lato della Foresta Proibita…
Eccolo! Il profilo di un ragazzo si stagliò accanto all’albero gigantesco.
Piton gli girava attorno con cautela.
Improvvisamente un ramo, dal nulla, schioccò una sonora frustata nell’aria, mancando di pochi cm il giovane.
“ATTENTO!” urlò Lily.
Piton sobbalzò per lo spavento e la mise a fuoco vicino al muretto di pietre.
“Evans?” chiese stupito. “Ma che diamine ci fai tu qui?”
Lily si avvicinò, cauta “Potrei farti la stessa domanda…” gli rispose secca “ Quel ramo ti stava per staccare la testa.”
L’altro scrollò le spalle “Ah, sì? Beh, scommetto che avresti pianto di disperazione, eh?”
La rossa strinse gli occhi a due fessure… Che arrogante… “No, non sarebbe stata una gran perdita… Ma dal momento che sono una persona civile, ti metto in guardia… Non dovresti essere qui.”
“Questi sono affari miei!” ribattè lui. Poi inaspettatamente ridacchiò malignamente. “Scommetto che sei qui per lui, vero? Quanto sei patetica…”
“Io non sono qui per nessuno!” fece lei
“E allora come hai fatto a trovarmi?”
Lily non trovò una risposta adeguata e prima che potesse pensarla, Piton proseguì: “Allora, nemmeno tu sai qual è il loro segreto… Non è così? Sei qui anche tu per scoprirlo?”
Lei sbuffò: “Piton, tu sei malato… Non so di cosa parli, è mesi che sei fissato con questa storia, non c’è nessun segreto!”
L’altro le voltò le spalle e si avvicinò di nuovo all’albero.
“Ma che fai??” urlò Lily, afferrandolo per il mantello “E’ pericoloso questo platano, non l’ hai visto?”
Lui si voltò e fece un sorriso sgradevole. “Non per chi sa come prenderlo…” sussurrò e si chinò a terra, raccogliendo qualcosa.
Era un lungo bastone rigido.
Lily lo fissò allibita mentre allungava il bastone verso il tronco dell’albero, i cui rami avevano già iniziato a muoversi paurosamente. Piton toccò un nodo dell’albero, a colpo sicuro.
Con somma meraviglia della ragazza, quello bloccò tutti i suoi rami. E con un frusciò spostò una grossa radice rivelando un passaggio segreto.
Non sapeva che dire.
Piton si voltò verso di lei, trionfante. “Allora… Sei ancora convinta che non abbiano un segreto?”
Fece una risata fredda. Lily era assolutamente sorpresa, non si aspettava una cosa del genere… Allora i ragazzi erano lì sotto?
“Beh… Comunque, ora direi di andarcene, Piton… Se ci scoprono, saremo espulsi…”
Il ragazzo, sempre tenendo premuto il nodo sul tronco dell’albero, scoppiò in un’altra risata fredda, buttando indietro la testa per esagerare la reazione.
“Tornatene indietro tu, se vuoi! Io non mi lascerò certo sfuggire questa occasione… Domani mattina sarà qualcun altro ad essere espulso da Hogwarts!” E detto ciò Piton si calò nel passaggio sotto la radice.
Nel momento in cui lasciò cadere il lungo bastone, i rami del platano iniziarono di nuovo a muoversi e fremere.
Lily era completamente spiazzata… Merda, che poteva fare?
Decise fulmineamente. Si mosse in avanti decisa e scese anche lei nel passaggio, giusto in tempo per evitare la bastonata di un ramo particolarmente grosso.

“Ma cazzo,Sirius!”
James entrò nella sala comune sbattendo in malo modo il ritratto-porta alle sue spalle.
Sirius, che era davanti a lui, alzò gli occhi al cielo, sembrava scocciato.
L’altro invece era furioso. Si lasciò cadere su una poltrona e si prese la testa fra le mani, passandosele nei capelli neri che così risultarono ancora più spettinati. “Tu non ti rendi conto di quello che hai fatto!” disse, il viso ancora nascosto dalle mani.
Si sfilò gli occhiali e fissò l’amico in tralice.
“Quante storie, James! E’ solo un scherzo!” minimizzò Felpato, facendo un gesto vago, come per scacciare il problema.
“Solo uno scherzo?! E’ questo il tuo problema: prendi tutto con troppa superficialità! Uno scherzo! Và a chiedere a Remus se è solo uno scherzo trasformarsi in Lupo Mannaro!” urlò, fuori di sé, indicando con un braccio la finestra da cui si vedeva la cupa foresta del castello.
Sirius incrociò le braccia imbronciato. “Comunque stai facendo un sacco di scenate per niente… secondo me non avrà mai il coraggio di premere il nodo…”
James lo fulminò con lo sguardo. “Oh sì, che lo farà! Ci odia, farebbe qualunque cosa per metterci nei guai!”
“Beh, allora è lui che se le va a cercare!”
“Ma cazzo, non capisci che se entra in quel passaggio, è morto?!”
Questa frase urlata sembrò colpire Sirius e far vacillare la sua sicurezza. Guardò fuori dalla finestra, nervoso: “Beh, possiamo sempre fermarlo… La luna piena sorge a mezzanotte e dieci, stasera…”
“E che ore sono, adesso?”
“Dieci alla mezza.”
“Allora non c’è tempo da perdere…” disse James scattando in piedi.
“Ehi, aspetta! Può darsi che non sia neanche andato al Platano….Avevo detto a Peter di controllare la Mappa…”
“E dov’ è Peter?”
Per tutta risposta, la porta che dava alla scala del dormitorio maschile si aprì cigolando e Peter si affacciò timidamente.
“Ragazzi, vi ho sentiti litigare…”
I due si scambiarono uno sguardo in cagnesco.
“Hai visto se Piton è andato al platano?”
“Sì, è là da un bel pezzo, ma…”
“Merda!” imprecò James, dando un calcio allo schienale della sedia.
“Oh, fa piano, o svegliamo tutta la Casa!” lo rimproverò Siri.
“Ragazzi, c’è…”
“Senti, tu devi solo stare zitto per stasera, hai già fatto abbastanza danni!” Si infiammò James.
“James…” Peter non riusciva ad attirare la loro attenzione.
“Ehi, abbassa il tono, amico, ok?” fece l’altro, di rimando.
“Oh, al diavolo!” sbottò Ramoso, poi si diresse verso il ritratto con un’andatura nervosa. “Dammi la Mappa, Peter!” ordinò senza voltarsi.
“E’ questo il problema…” rispose quello con una vocina piccola piccola.
James e Sirius lo fulminarono con lo sguardo teso, in attesa di chiarimenti.
“Mi deve essere caduta quando sono salito in dormitorio,ma appena me ne sono accorto e sono tornato giù per cercarla, beh… Era sparita…” spiegò il piccoletto impacciatamene.
“Che significa sparita?” chiese brusco Sirius.
“Eh… Non c’era più…”
James allargò le braccia, esasperato: “Ci mancava anche questa, dannazione! C’era qualcun altro qui, quando sei salito in dormitorio?”
“Beh… C’era Lily… E’ l’unica che può averla presa…”
James ebbe un tuffo al cuore. In due balzi fu davanti a Codaliscia e lo scrollò per le spalle. “Oddio, Peter… Pensaci… Le hai detto che eravamo al Platano Picchiatore?” Il ragazzo dentro di sé scongiurò per non sentire quella risposta.
“Cre-credo di sì…” balbettò Peter impaurito.
“NO!” urlò l’altro, poi si precipitò verso il buco del ritratto, e si lanciò a corse lungo il corridoio, seguito dagli altri due. Mentre correva parlava agli amici e a sé stesso: “Dobbiamo fare in fretta! Se lei è là, scenderà pure lei con Piton! Forse siamo ancora in tempo, correte!”
“Ehi, James, ragiona, lei non può essere là… Non sa come si usa la Mappa…” disse Sirius andandogli dietro. Ora però anche lui era preoccupato.
“Sì che lo sa!” sbottò Ramoso “Gliel’ ho mostrato io, qualche mese fa…”
Siri rimase di stucco. “Beh, però potevi almeno dircelo questo…” bofonchiò a mezza voce.
James non gli rispose nemmeno. Continuarono a correre.

Lily camminava tenendosi a poca distanza da Piton; entrambi procedevano lentamente, con le bacchette illuminate davanti a sé.
-Che posto lugubre!- pensò la ragazza. Il passaggio sotterraneo era piuttosto stretto, si poteva camminare al massimo due persone vicine. Faceva molto freddo e le pareti di pietra luccicavano per l’umidità condensata.
La rossa non poteva fare a meno di chiedersi che diamine facessero i ragazzi là sotto. Quel posto non le piaceva neanche un po’, ma non aveva intenzione di starci molto. Alla prima occasione buona, avrebbe preso Piton alle spalle, e lo avrebbe immobilizzato con qualche fattura, dopo di che lo avrebbe portato al castello. Questo era il suo piano.
Solo che Piton non le dava modo di agire perché, evidentemente, non si fidava di lei e continuava a girarsi per lanciarle fugaci occhiate per controllarla. Ad un certo punto si fermò e si voltò deciso.
“Che c’è?” chiese lei.
“Nulla. Ora vai avanti tu.” Le rispose secco.
“Non ci penso nemmeno!” ribattè lei. “Non cammino con un pazzo come te alle spalle!”
“Ah sì?” fece lui, senza smettere di fissarla. “Allora facciamo così: Expelliarmus!”
La mossa dell’altro la colse totalmente impreparata e la bacchetta le sfuggì irrimediabilmente dalle mani.
“Questa la tengo io…” disse Piton con un ghigno sgradevole.
Lily aggrottò le sopracciglia e lo incenerì con lo sguardo, e poi fu costretta a seguirlo, se non voleva stare completamente al buio.

La luna piena era ormai sorta. Nella cantina della Stamberga Strillante, Remus si era completamente trasformato.
Il corpo era quello di un grosso lupo, col pelo folto e grigio e due occhi iniettati di sangue.
La metamorfosi era stata particolarmente dolorosa quella volta, e la mancanza di prede lo faceva sentire ancora più irritato.
L’animale ringhiava girando in tondo per la stanza.
Ad un certo punto, una rabbia bestiale lo assalì e per sfogarsi si lanciò contro una sedia, facendola letteralmente a brandelli con gli artigli e le lunghe zanne.
Non aveva assolutamente il controllo di sé.

James fu il primo ad arrivare nei pressi del Platano Picchiatore, subito seguito da Sirius e, un po’ più distante, da Peter. Il ragazzo con gli occhiali, fece un giro attorno all’albero, col fiatone. Siri lo imitò dall’altra parte.
“Piton! Lily!” chiamò, ma non ottenne risposta.
James si fermò e si mise le mani nei capelli, disperato.
“No! CAZZO, NO!” urlò.
Sirius guardò la luna piena che era sorta appena sopra le cime degli alberi della foresta e rabbrividì. No… Non poteva essere… Era un incubo… Non doveva andare così…
James prese il controllo della situazione: “Allora, Peter: trasformati subito e premi il nodo. Io vado giù nel passaggio… Magari non sono ancora arrivati alla Stamberga…” questo lo disse più che altro per far coraggio a sé stesso. “Appena io sono giù, tu ti ritrasformi e corri con Sirius a cercare Silente. Subito! E’ chiaro?”
Peter annuì terrorizzato e Sirius disse risolutamente a James: “Io vengo con te.”
“Non è necessario, Siri…” per quanto fosse incazzato con l’amico, non voleva certo metterlo in pericolo.
“Il danno l’ ho fatto io, non tu.”
“Chi se ne frega!”
“No. Vengo lo stesso.” Disse Felpato, facendo un passo in avanti “Sarò un cretino, ma non lascio andare là sotto il mio migliore amico da solo.”
James lo guardò negli occhi blu con un misto di rabbia e paura. E vi si specchiò scoprendo le stesse emozioni. Sirius…
In quel momento cancellò tutte le parole cattive urlate quella sera, e lo abbracciò picchiandogli una mano sulle ampie spalle.
“Sei un deficiente!” gli bisbigliò all’orecchio. L’altro ricambiò la stretta. Non potevano stare divisi in un momento così. Si aggrappavano l’uno all’altro e uniti erano più forti, lo sapevano. Insieme.
Si staccarono e Siri fece un cenno affermativo a Peter.
Dopo un piccolo “polp” un topolino sfrecciò a zig-zag schivando i fendenti del Platano Picchiatore e premette il nodo sul tronco.
I rami si fermarono e, per la seconda volta quella notte, la radice che rivelava il passaggio segreto si spostò.
James e Sirius si calarono entrambi nel buco.

Lily aveva freddissimo, ora… Dannazione, Piton aveva avuto il buonsenso di portarsi il mantello, ma lei no!
Il ragazzo camminava svelto e lei doveva quasi corricchiare per tenergli dietro.
–Ma dove cavolo finisce questo passaggio?- si domandava la rossa –Non può certo andare avanti all’infinito… E quei due là? Proprio un bello scherzo, questo…- Ormai le pareva chiaro che non c’era nessun altro in quel cunicolo, a parte lei e Piton… probabilmente avevano voluto giocare uno scherzo all’antipatico Serpeverde, e lei ci era cascata in pieno… Che tonta!
“Piton!” provò a chiamarlo, ma quello non si voltò nemmeno.
Allora Lily lo afferrò bruscamente per il mantello. “Piton! Vuoi fermarti un secondo?!”
L’altro, finalmente, la guardò in faccia.
“Senti, è un quarto d’ora che siamo qua sotto… Mi sembra chiaro che ci hanno fatto uno scherzo, non c’è niente di niente qui… Andiamo, la cosa più ovvia da fare è tornare indietro.”
Lui la squadrò diffidente e Lily sospirò. “Se vuoi, puoi tenertela, la mia bacchetta, finchè siamo fuori!”
Ma Piton si era voltato bruscamente: “Aspetta!” disse. Scrutava il fondo del cunicolo stringendo gli occhi:” Mi sembra di aver visto qualcosa là in fondo…” e, senza lasciarle il tempo di rispondere, si mise a correre in quella direzione.
La ragazza non ebbe altra alternativa che seguirlo, cercando di stare il più vicina possibile a lui, di modo che la danzante luce prodotta dalle due bacchette le illuminasse un po’ la strada.
Ehi, aveva ragione lui! Là infondo c’era qualcosa! Una luce!
Lily accelerò il passo.
Si fermò alle spalle di Piton, col fiatone.
“Piton, è solo una finestra!” Era vero. In quel punto il soffitto del passaggio si apriva in una finestra a cielo aperto, chiusa solo da sbarre di ferro, che lasciava entrare la luce della luna piena.
Il ragazzo però non sembrava ascoltare l’altra e guardava dritto davanti a sé.
“E perché dovrebbe esserci una finestra qui?” mormorò più che altro a sé stesso.
Lily sospirò, stanca ed esasperata. “Non lo so! Come faccio a…”
Ma anche lei si bloccò, attratta da qualcosa. Si avvicinò a Piton ed entrambi rimasero immobili ad ammirare l’ enorme cancello che interrompeva bruscamente il loro percorso.
“Ecco!” esclamò allegra Lily, tirando un sospiro di sollievo. “Ora vedi dove va a finire questo passaggio? A un cancello chiuso! Complimenti, ottima scoperta!” disse, più tagliente “Ora possiamo tornare indietro?”
“No!” ribattè lui, secco. “Il passaggio non finisce qui, ma laggiù!” ed indicò puntando l’indice una porta, circa venti metri più avanti. Era vecchia e sembrava in legno.
“Fantastico!” fece la ragazza, sarcastica “Allora diciamo che non termina con un cancello chiuso, ma con una porta chiusa! Ma finiscila, torniamo indietro!” Quella porta le dava una bruttissima sensazione… Avvertiva… Pericolo… Anche quel cancello… Che senso aveva un cancello così, nel bel mezzo di un cunicolo? Le faceva pensare, chissà perché, a una prigione…I battiti del suo cuore cominciarono ad accelerare. Aveva paura.
“Senti, Piton, dammi la bacchetta, andiamo via! Non c’è nulla qui!” disse Lily per l’ennesima volta, quasi supplichevole.
Ma Piton rispose deciso: “Non sono arrivato fin qui per niente! Voglio aprire quella porta!”
Puntò la bacchetta verso il cancello e scandì: “Alohomora!”

Nella stanza il lupo smise improvvisamente di fare a brandelli la sedia.
Il suo acutissimo udito aveva captato qualcosa… rumori… Drizzò le orecchie, all’erta… Pur non avendo il controllo del terribile istinto assassino della belva, Remus era conscio, in quei momenti, di qualcosa… Gli amici… l’unica luce in quel tunnel nero come la pece in cui lui sprofondava ogni luna piena…
Il lupo rimase immobile, fiutando l’aria umida.
L’odore, inconfondibile, insopportabile di prede… Di prede umane… Non erano loro, non erano i suoi amici… Erano altri… Umani…
La belva ebbe un fremito, i peli della schiena si rizzarono e la coda tremò. Ringhiò sommessamente.
Andatevene! Andate via!
Si avvicinavano… L’odore era sempre più penetrante, sempre più insopportabile per lui… Lui aveva fame… Umani…
Il ringhio crebbe di intensità, la morsa della fame e della brama di attaccare era insostenibile.
Il lupo corse nella stanza imparte, quella che aveva una porta di legno chiusa nella parete in fondo.
Annusò di nuovo l’aria.
Erano Lì! Una furia cieca si impadronì di lui. La saliva impastava terribilmente la bocca, non capiva più nulla, solo che moriva dalla voglia di attaccarli.
Buttò indietro il muso e lanciò un ululato. Poi, digrignando i denti si buttò con tutto il suo peso sulla porta, per sfondarla…
Le prede… erano di là…

James correva, pestando forte i piedi sul pavimento di terra e pietre, i polmoni che gli scoppiavano.
-Fa che arriviamo in tempo, fa che arriviamo in tempo!-
Alle sue spalle Sirius, che gli stava attaccato, divorato dalla paura, ora, e dai sensi di colpa.
-Ti prego, fa che siano ancora vivi! Fa che siano vivi!-
Più veloci, più veloci. Anche se non avevano più fiato, non si fermarono.

“Piton!”
Quello si voltò. “Cosa?”
“Non hai sentito?” chiese Lily. La voce le tremò un po’.
L’altro alzò gli occhi al cielo: “No, non ho sentito nulla!”
“C’è qualcosa, dietro quella porta!”
Un tonfo sordo li fece sobbalzare entrambi. Qualcuno picchiava sulla porta di legno.
“Lo sapevo!” esclamò Piton trionfante. Lily lo guardò stralunata. Il cuore le martellava nel petto. Non le diceva niente di buono quel rumore.
Qualcosa cominciò a grattare contro la porta. Sembravano unghie.
“Piton, ti prego, c’è qualcosa di pericoloso lì dietro, andiamo via!” la ragazza era arrivata a supplicarlo. Non le importava che le desse della fifona, voleva solo andarsene di lì. Ma Piton non sembrava dello stesso parere.
Il ragazzo mosse dei passi verso la porta.
Lily invece si mise dietro le sbarre del cancello, vi si aggrappò e cercò di nuovo di dissuaderlo: “Non vorrai aprire la porta?!” disse con una voce più acuta del normale.
“Non farlo, c’è… Qualcosa là dentro!” Il suo istinto le diceva che era così… altrimenti che poteva essere a fare tutto quel casino?
Piton la fissò negli occhi verdi sgranati per la paura.
“E cosa c’è, allora?”
“Non lo so! Che cosa vuoi che ne sappia io?!” urlò lei, la voce sempre più incrinata.
Piton ebbe un attimo di incertezza. Certo che lo sa… è d’accordo con loro, è loro amica… Sta solo bluffando…
“Fra poco vedremo!” disse ad alta voce, per scacciare la paura che stava contagiando anche lui.
In quel momento una voce dal buoi fece fare loro un salto per lo spavento.
“LILY! PITON! FERMI!!”
James che stava arrivando di corsa, tutto trafelato, vide Lily voltarsi verso di lui mentre sul suo bel viso terrorizzato compariva una espressione di vero sollievo e sorpresa.
“James…”
Il ragazzo, ancora incredulo per la fortuna di essere giunto in tempo, fuori di sé per la felicità, la abbracciò d’impulso, senza nemmeno fermarsi, tanto che l’urto fece indietreggiare la ragazza contro le sbarre del cancello; la tenne stretta a sè, quasi volesse essere certo che lei era lì e stava bene.
Lily lo strinse di rimando, un solo pensiero in testa –E’ venuto per me… E’ qui per me…-.
Siri le accarezzò la testa, mormorando col fiatone: “Stai… bene? … Sì?”
Lei sorrise per rispondere affermativamente.
In quell’istante, James lanciò un grido disperato: “PITON! PITON CHE FAI?! FERMO! NON APRIRLA! NON APRIRLA!”
Il ragazzo aveva visto, da sopra la spalla di Lily, che il Serpeverde si era pericolosamente avvicinato all’uscio di legno e aveva messo una mano sul catenaccio. La porta, intanto, aveva ripreso a tremare sotto i colpi sempre più furiosi del Lupo Mannaro.
James si lanciò in avanti, oltre il cancello, spostando Lily in parte per raggiungere Piton, ma lei lo afferrò per le braccia, costringendolo a guardarla negli occhi: “NO! Ti prego, James, non andare!”
Quegli occhi… Quei due smeraldi, in quel momento carichi di paura, lo avrebbero fermato in qualunque situazione, ma quella volta… Quella volta James sapeva che se non avrebbe agito lo avrebbe rimpianto per tutta la vita.
Con fermezza e rapidità, sospinse la ragazza verso Sirius, poi sussurrò all’amico: “Portala via di qui! Subito!” e nella sua voce esprimeva tutto: la paura per lei, il desiderio di proteggerla, il coraggio…
“Jamie…!” tentò di fermarlo Sirius, mentre tratteneva con le braccia una disperata Lily.
“James, no!”
Ma James aveva già superato il cancello di ferro, richiudendolo violentemente alle sue spalle, per riparare i due dall’ altra parte. Si lanciò velocissimo verso Piton.
Questo non realizzava il pericolo che stava correndo, voleva solo aprire quella porta, convinto che così, così avrebbe avuto la sua vendetta, li avrebbe scoperti…
Lily, aggrappata alle sbarre del cancello, vide la scena a rallentatore: James che arrivava, di corsa, e spingeva prepotentemente Piton da una parte, e la mano di Piton… Che rimaneva serrata attorno al catenaccio, tirandolo via… E la porta che si spalancava violentemente… E quegli occhi rossi di sangue e odio che brillavano come due carboni oltre la porta buia.
La ragazza diede un urlo acutissimo e si strinse a Sirius quando l’enorme e rabbioso lupo mannaro fece un balzo nel passaggio,fermandosi di fronte a Piton e James, finiti entrambi per terra.
La belva buttò indietro il muso e lanciò un ululato selvaggio.
Poi, ringhiando, piantò gli occhi iniettati di sangue in faccia ad un Piton pallido come la morte per la paura. Nella testa dell’animale c’era solo l’istinto, la brama, più forte di lui, incontrollabile, di prede umane.
James si alzò in piedi e si parò davanti all’altro, la bacchetta in mano.
Il lupo spostò lo sguardo da un ragazzo all’altro, sempre digrignando le fauci, la saliva che colava dagli angoli della bocca.
L’urlo di Sirius risuonò potente nello stretto passaggio: “NON FARLO, REM!”
Lily, che aveva chiuso gli occhi di fronte alla scena, li riaprì subito. Rem? …REM? No… Non può essere…
“NON FARLO!” gridò di nuovo Siri “ANDIAMO, AMICO, TU PUOI RESISTERE! TU NON SEI QUESTO! TU SEI FORTE, NON LA SCIARTI VINCERE! E’ SOLO JAMES! GUARDALO, REM, GUARDALO NEGLI OCCHI!”
No… Non poteva essere… Rem… Remus, così buono, così dolce… Non poteva essere quel mostro lì… Lily era sconvolta, non poteva accettare una simile idea.
La situazione era tesissima. All’urlo di Sirius, infatti, il ringhio era diminuito.
James non staccò i suoi occhi da quelli del lupo. E cercò in tutti i modi di leggervi qualcosa dell’anima dell’amico.
-Forse ha riconosciuto Sirius! Ha capito, sta cercando di controllarsi! Ti prego, fa che riconosca anche James, ti prego!- scongiurava Lily dentro di sé.
Ma lei non sapeva che i Lupi Mannari non possono riconoscere gli amici, che non sono assolutamente consci di ciò che fanno, che Remus non era lì con loro in quel momento… Lì c’era solo un lupo rabbioso e famelico, i cui occhi non avevano niente a che fare con quelli dolci e malinconici di Remus.
All’improvviso, la belva attaccò James, Lily lanciò un altro grido stringendo più forte la mano di Sirius, mentre quello sentì il suo cuore fermarsi.
-No! No, ti prego!-
Invece, James era stato pronto: non appena il lupo gli fu addosso, il ragazzo puntò la bacchetta allo stomaco dell’animale, urlando: “ Stupeficium!” con quanto fiato aveva in corpo.
Il licantropo fu scagliato violentemente contro la parete del cunicolo dalla forza dell’incantesimo.
James non perse tempo: afferrò Piton, che era paralizzato dalla paura, e si lanciò verso il cancello.
Sirius e Lily lo spalancarono e quindi lo sbatterono con forza per chiuderlo alle loro spalle.
La ragazza si gettò subito fra le braccia di James, che la strinse forte, di nuovo, per farle coraggio, mentre fissava negli occhi Sirius, che lo guardava attonito e spaventatissimo, ancora incredulo per come se l’erano cavata.
Alle loro spalle il Lupo, stordito ma ancora in forze, si rialzò e caricò contro il cancello.
James trascinò la ragazza lontano dalle sbarre, che cigolarono sotto il peso della bestia.
Piton, appiattito contro la parete, gli occhi fuori dalle orbite, fece un verso indistinto, un urlo di paura strozzato.
Sirius lo guardò con disprezzo, ma disse solo: “Andiamo via.”
I quattro, sempre guardandosi nervosamente alle spalle, si incamminarono velocemente verso l’uscita.
Lily era ancora spaventatissima e sconvolta, le veniva anche un po’ da piangere per la tensione, la paura, il sollievo, ma si trattenne.
James non le lasciò mai la mano, tranne ad un certo punto, quando, sentendo che tremava, le passò un braccio attorno alle spalle e la avvicinò a sé, per rassicurarla. Per qualche terribile istante aveva davvero temuto che…

Fuori dal passaggio segreto del Platano trovarono Silente, che stava per scendere a sua volta a cercarli.
Peter era divorato dall’angoscia, e quando vide i suoi amici incolumi, gli si riempirono gli occhi di lacrime.
Il Preside convocò tutti e cinque gli studenti nel suo ufficio, immediatamente. Ascoltò il loro racconto, di come sapessero della condizione di Remus, del fatto che lui aveva svelato loro l’esistenza di quel passaggio… Ad un certo punto James e Sirius si guardarono dritti negli occhi, chiedendosi entrambi tacitamente la stessa cosa. Ed entrambi, in quel momento, decisero di mantenere il segreto sulla loro identità di Animagi.
Sirius confessò risolutamente la sua colpa, accusandosi per primo di superficialità. Fece passare anche Lily come una vittima, non voluta, del suo pericoloso scherzo. Lo spavento era stato enorme anche per lui, e decisamente aveva imparato la lezione.
Anche Silente lo capì, e forse fu per questo che non ci fu alcuna punizione, per nessuno. I fatti di quella sera erano stati una pena più che sufficiente.
Comunque, per principio, il Preside tolse sessanta punti a ciascuna Casa e fece loro comprendere la sua delusione.
Prima di farli andare via, fece anche promettere ad un Piton ancora sotto shock che avrebbe mantenuto il segreto.
Il ragazzo diede la sua parola e, quella volta, nessuno dubitò di lui.


Hello!!!!!!!! Che bello, sono molto fiera di questo cap, e spero che voi lo siate altrettanto!! Non si poteva certo omettere l’episodio dello scherzo di Sirius a Piton, direi che è una delle poche cose certe che conosciamo sul passato dei Malandrini… Sì, lo so che la storia non era andata proprio così, ma… A me è piaciuto scriverla in questo modo, aggiungendo qualcosa di mio…
Ovviamente attendo con trepidazione i vostri pareri! (Devo averlo già detto, vabbè sono un po’ ripetitiva, ma per me è importante!)
E ora passo ai soliti ringraziamenti, anche se devo dire che questa volta sono più pochi del solito (...Forse lo scorso cap non vi aveva soddisfatto, ma potete anche criticare, ci mancherebbe! Però, per piacere, lasciate un parere, anche se magari non è positivo…)
Un grazie di cuore a Sara Potter (come sempre, per fortuna che ci sei tu che mi incoraggi e apprezzi… Che carina, mi fai pure pubblicità! Troppo gentile, non so davvero come ringraziarti… Sono contenta che anche tu pensi, come me, che il fantastico Sirius non ci abbia definitivamente lasciato! Andiamo, stiamo parlando di Sirius, il mitico Sirius, quello che è sopravvissuto agli squallidi insegnamenti della sua famiglia, quello che ha sfidato tutta la casata dei Black, quello che è riuscito a fuggire dal luogo di non ritorno di Azkaban, quello che… Insomma non può, e basta! E’ troppo… Sirius per morire! Giusto? Comunque aspetto con ansia il tuo parere su questo cap… E’ movimentato come piace a te? La mia versione ti ispira o no? )
Per Lily 90: grazie come sempre per la tua gentilezza, spero che la storia continui a piacerti! Un bacio!
Silvia Malfoy/ Aira ( bello Aira come nickname!): Yuppy, un’altra nuova commentatrice! Bene, bene… E così la teoria su Silente è in parte opera tua! Beh, è uno spunto interessante e, anche se non ne sono totalmente convinta, devo ammettere che un po’ di dubbi li suscita il vecchio preside…Sono contenta che la mia ff ti piaccia e spero che mi lascerai un parere anche su questo cap… Un bacione pure a te! Ciao!
Grazie pure a Titti!
And finally -oggi mi do all'inglese- Un grande bacio a Sally 90: la tua recensione mi ha veramente colpito, sei stata carinissima, le tue parole mi hanno fatta davvero sentire importante! E' stupendo sapere che la mia storia sappia regalare tutte queste emozioni! Sarei felice se lasciassi un parere anche su questo cap...
Appello finale: Ma dove sono finite Lanya & Sylvia che di solito mi lasciavano sempre un commentuccio? Fatevi vive, mi raccomando!

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Capitolo 15
*** Cap15: REAZIONI - ULTIMI GIORNI DI UN INTENSO ANNO SCOLASTICO ***


Quando i segreti vengono a galla si tratta solo di imparare ad accettare cambiamenti e novità…


Cap.15: REAZIONI – ULTIMI GIORNI DI UN INTENSO ANNO SCOLASTICO

Quel pomeriggio di maggio c’era un leggero venticello tiepido. Il cielo sereno e azzurro si specchiava nel lago accanto al castello, le cui acque erano insolitamente calme.
Una giornata dal tempo magnifico, che gli studenti pensavano bene di non sprecare trascorrendola sui libri: molti infatti erano a zonzo per il parco, a svagarsi e divertirsi in compagnia e le loro risate riempivano l’aria.
In quell’atmosfera così allegra, chi avrebbe potuto immaginare cosa era capitato solo la sera prima?
Nessuno.
Ma la ragazza seduta sulla riva del lago non riusciva a toglierselo dalla mente.
Accanto a lei stava un bel giovane dai capelli corvini spettinati, che lanciava distrattamente dei ciottoli nell’acqua.
Lily non distoglieva gli occhi dal lago.
Tutto quello che era accaduto , l’aveva lasciata completamente sconvolta… Remus… Un Lupo Mannaro… se glielo avessero detto non ci avrebbe mai creduto… O se anche lo avesse fatto, non avrebbe mai capito quello che significava per davvero… Vederselo sbattere così in faccia all’improvviso, vederlo coi propri occhi in quello stato orrendo, le aveva stampato per sempre in mente la dolorosa condizione dell’amico, gliela aveva fatta comprendere sul serio… Ed era una cosa così orribile, così ingiusta, così inaccettabile…
James l’aveva vista molto pensierosa per tutta la mattinata e aveva intuito il suo stato d’animo. Così alla prima occasione, l’aveva portata lontano da orecchie indiscrete, per parlarle… O semplicemente per starla ad ascoltare… aspettava solo un suo cenno, ora…
“E’ incredibile…” disse lei all’improvviso interrompendo il silenzio che c’era fra di loro, da quando avevano varcato il portone. Un silenzio non di imbarazzo, ma fatto di comprensione e disponibilità.
James lanciò un altro sassolino nell’acqua.
Sempre fissando il lago entrambi, Lily parlò di nuovo: “E… Da quando…?”
“Da prima che arrivasse ad Hogwarts… Era molto piccolo quando è stato morso, credo avesse circa sei anni…” rispose lui.
“Sei anni…” Lily rabbrividì pensando al dolore di un peso così grande da portare per un bimbo di sei anni, e provò un’ondata di compassione e un forte desiderio di star vicino all’amico.
“Non l’avresti mai immaginato, non è così?” domandò James.
La ragazza scosse la testa e i capelli rossi le scivolarono davanti alle spalle, impedendo a lui di vederle il viso.
“E’… E’ davvero una cosa crudele…” sussurrò lei, la voce che le tremava un pochino per la commozione “… E’ proprio vero che le cose peggiori capitano a chi se le merita di meno…”
“Già…” James lanciò un altro sasso che cadde infrangendo i riflessi dell’acqua.
Poi il ragazzo cominciò a parlare: “Capisco la tua reazione… Anche noi siamo rimasti increduli quando lo abbiamo saputo…”
“Ve l’ ha detto lui?”
Scosse la testa: “No. Rem non lo avrebbe mai detto a nessuno… noi ci eravamo accorti delle sue regolari assenze, ma lui faceva di tutto per coprire il segreto… Figurati, ci aveva persino raccontato che stava via perché sua mamma era malata! No, è stato Siri a scoprire la cosa…”
Lily fece un piccolo sbuffo: “…Siri…”
James voltò la testa e la guardò negli occhi. “Ehi, guarda che Sirius non è cattivo… E’ solo un po’…”
“Immaturo.” Completò lei “Lo so.”
Il ragazzo si girò nuovamente verso il lago: “Chissà come giudicheresti me, allora, se ti dicessi cosa abbiamo fatto quando abbiamo saputo del segreto di Remus…”
Lily fece una pausa, poi disse: “Non mi piace giudicare, davvero… Però quello che ha fatto ieri è stato davvero pericoloso…”
“E’ vero.” Confermò lui. “Ma ha imparato la lezione.”
La ragazza annuì “Sì, lo credo anch’ io…”
Ci fu un nuovo momento di silenzio. I ragazzi lasciarono vagare lo sguardo sulle acque, poi lei prese ancora la parola: “Allora non vuoi dirmi che avete fatto quando avete scoperto che Rem era…” abbassò la voce anche se non s’era nessuno nelle vicinanze “…Un Lupo Mannaro?”
James sospirò, raccolse un sasso e cominciò a giocherellarci. Poi disse: “Sì, credo sia giusto che tu sappia, a questo punto…” E sul suo viso affiorò un sorriso furbesco e dolce, mentre si abbandonava ai ricordi: “Eravamo al 2° anno… Quando lo abbiamo saputo, Remus era davvero depresso: era convinto che in quel momento sarebbe finita la nostra amicizia. E invece… beh, noi non ne avevamo alcuna intenzione. Per quanto fossimo stati shockati dalla rivelazione, vedevamo tutta la faccenda come una cosa… Forte, fuori dal normale…” la guardò negli occhi “…Che idioti, vero?”
Lily sorrise “Credo che in quel momento anche questo sia stato importante e positivo per lui…”
“Comunque, noi volevamo davvero bene a Remus… Non avevamo certo intenzione di abbandonarlo, anzi… E così abbiamo trovato il modo di rigirare la frittata a nostro favore.” Il sorriso di James si allargò “Abbiamo inventato i Malandrini! All’inizio era un gioco, capito? Una specie di setta segreta di cui noi eravamo i soci, legati da una promessa…”
“Giuro solennemente di non avere buone intenzioni!” esclamò lei.
Il ragazzo sorrise: “Esatto… Beh, il nostro obbiettivo era solo di… divertirci, infrangendo le regole della scuola, ideando scherzi, e andando a caccia di avventure…” nei suoi occhi comparve un’espressione sognante “Che figata! Abbiamo trasformato gli anni di scuola nell’ avventura più bella della mia vita…”
Anche a Lily venne da sorridere - Che carino che è, quando parla così…-
James riprese: “Solo che a 13-14 anni, questo non ci bastava più… Volevamo qualcosa di ancora più forte… E così a me e Sirius è venuta l’idea più pazza, pericolosa, e straordinaria che potessimo escogitare: ci siamo detti che se avessimo potuto sfruttare le notti di luna piena per stare con Rem, avremmo potuto vivere chissà quali avventure!” vide che lei stava per ribattere, ma proseguì senza lasciarle il tempo per farlo:“… Ovviamente, il problema era che gli esseri umani non possono stare con i Lupi Mannari e raccontarlo il giorno dopo… Però, gli animali sì: loro non vengono attaccati dai Licantropi. Tutto ciò che ci serviva, era ,insomma, diventare animali…”
Lily sgranò gli occhi e disse a voce molto alta: “Mi stai dicendo che voi… Siete degli Animagi? !”
James abbassò il capo e gli scappò un sorriso.
“E così?” incalzò Lily, avvicinandosi di più a lui.
“Sì, …E’ così!”
“Ma… Ma non è…”
“Illegale? Sì. Per questo, ti prego, devi mantenere il segreto!” James mise istintivamente una mano su quella della ragazza e la fissò negli occhi verdi.
Lei sbatté le ciglia due volte, come per cercare di far ordine nella sua testa.
“Ti prego, non è solo per me… Se si sapesse, sai in che guaio si troverebbe Remus?” disse il ragazzo.
Lily sospirò: “Ma, sì, certo che non lo dirò a nessuno… Ma… E’ così assurdo… In meno di ventiquattro ore, vengo a sapere che i miei normalissimi amici e compagni di classe sono in realtà un lupo Mannaro e tre Animagi!”
James ridacchiò: “ Questo era il nostro segreto più grande, non lo sa nessuno, sei l’unica oltre a noi; e Sirius… Beh, non era molto convinto che te lo rivelassi, ma poi ha capito che ormai sapevi troppe cose… Era giusto che conoscessi tutta la storia…”
La ragazza annuì: “Beh, grazie… Per la fiducia, intendo… Ma, cavoli, siete Animagi! Su un libro ho letto che ce ne sono una decina in tutto il mondo, e voi… Come ci siete riusciti da soli?”
Lui alzò le spalle “Studiando…” disse semplicemente “…E lavorando sodo… solo al quinto anno siamo riusciti a trasformarci, ed è stato allora che ci siamo dati quei soprannomi… sai, Felpato, Codaliscia, Ramoso… Derivano dai nostri animali…”
“E Lunastorta?”
“Oh, quello è vecchio… Un risultato della mente bacata e dello spiccato senso dell’umorismo di Sirius…”
“E che avete fatto, una volta che eravate Animagi?” chiese Lily, sempre più curiosa.
James sorrise: “Beh… E’ proprio il caso di dirlo… Ci siamo divertiti di bestia! Ogni luna piena ce la filiamo e andiamo a caccia di avventure… Tu non sai le cose che abbiamo vissuto! E’ fantastico, ogni volta è meglio… sai che una volta ci siamo quasi persi nella Foresta Proibita? E abbiamo incontrato i Centauri? E poi…”
“Ma James, voi uscite di notte con un Lupo Mannaro! E’ molto pericoloso! E se doveste incontrare qualcuno?” lo interruppe lei, severa e un po’ spaventata.
“Ma noi stiamo attenti…” la rassicurò a bassa voce, accarezzandole una mano “… davvero, siamo esperti ormai, non ci avviciniamo mai al paese… E nemmeno al parco della scuola… E poi, se dovesse succedere, io e Siri fermeremmo Remus in tempo…”
Lily alzò gli occhi verdi: “Come è successo ieri?”
James le strinse la mano, abbassando la testa: “Senti, so che deve essere stato terribile per te… E mi dispiace davvero tanto, davvero… Capisco che tu sia spaventata, e magari anche preoccupata perché non sai come comportarti con Rem, ma… Beh, l’unica cosa che ti consiglio di fare è non cambiare la vostra amicizia… Lui è sempre Rem, no?”
La rossa annuì: “Sì, questo è vero… E poi lo posso capire… So cosa vuol dire subire il pregiudizio della gente…”
Lui le sorrise di nuovo: “Ero sicuro che avresti detto così! Povero Rem, non sai che sollievo gli darai… E conoscendolo ora sarà terribilmente preoccupato e dispiaciuto, so che non avrebbe mai voluto che qualcuno venisse a sapere di lui…”
Lily gli lanciò un occhiata furba: “A parte voi, vero?”
“Senti, so cosa pensi: che siamo degli scapestrati scavezzacollo, spericolati, idioti…”
Lei alzò gli occhi al cielo: “Già.” Sbottò “…E che siete anche i migliori amici che Remus potesse sperare di incontrare.”
Questa frase colse James di sorpresa: sul suo viso esplose un sorriso raggiante.
“Però ora mi manca di sapere un ultima cosa…” disse Lily “… Ma che razza di animali sono Codaliscia, Felpato e Ramoso?”
“...Indovina!” fu la risposta
“E che ne so…”
“… Dai!”
“Boh... Tu che sei? Ramoso… Un albero?”
James scoppiò a ridere forte, sdraiandosi sull’erba e tenendosi le mani sulla pancia.

Il giorno dopo, la prima ora di lezione per i Grifondoro 6° anno era Storia della Magia.
Lily arrivò nell’aula all’ultimo momento, tutta trafelata, perché aveva dovuto fare le corse per prepararsi visto che Morgana aveva tenuto occupato il bagno per un’ora. La rossa scivolò dentro la porta, passò velocemente davanti alla cattedra alzando le braccia leggermente, come a scusarsi, ma tanto il professore non la calcolò nemmeno, stava già aprendo i suoi innumerevoli fogli di appunti per sparpagliarli dovunque sulla scrivania. Lily scosse la testa e voltandosi verso i banchi, incrociò lo sguardo di Morgana, alla quale rivolse uno sbuffo esasperato, mentre quella gli rispose con uno scintillante sorriso di scuse. Poi lo sguardo della rossa cadde su uno dei posti ancora liberi: proprio accanto a Remus.
Sirius, che lo stava per occupare, la vide e, colto il cenno di lei, cambiò direzione, mettendosi in parte a Tara.
Lily si sedette accanto al biondino, e immediatamente il monotono ronzio della voce di Rùf riempì l’aula.
“Ehi, ciao…” sussurrò la ragazza al compagno.
Remus sussultò e si girò, non aveva ancora visto che si era messa in parte a lui. Abbassò la testa, arrossendo un po’ imbarazzato e bisbigliò a sua volta: “Ciao…”.
La rossa cominciò a scribacchiare qualcosa sui conflitti delle tribù dei Nani Minatori, poi girò nuovamente la testa e chiese sottovoce: “Come stai?” voleva assolutamente dirgli qualcosa, sarebbe stato inutile far finta di niente.
Remus smise di scrivere, sospirò e sembrava che stesse per parlare, poi scosse la testa. “Come dopo ogni luna piena…” rispose “Ma non ho voglia di parlarne…”
Lily, che lo fissava con gli occhioni verdi, annuì.
Però, accidenti, avrebbe davvero voluto dirgli qualcosa… Che so, fargli sapere che da parte sua non cambiava nulla e che comunque le dispiaceva una cifra, e…
Si mise a scrivere una frase più velocemente.
All’improvviso, Remus si vide spingere sotto il gomito il foglio degli appunti di Lily.
Lesse la frase che lei gli aveva scritto:
Non ne parlerò allora, promesso… Voglio solo dirti che mi dispiace una cifra di aver scoperto il tuo segreto, davvero, non volevo intromettermi e, sul serio, sono mortificata. Scusami…
Il ragazzo sbatté le palpebre e rilesse la riga. Poi scarabocchiò velocemente la risposta:
Ci mancherebbe, lo so che non è colpa tua! E’ che per me è difficile già di per sé, se poi lo devo condividere con altri…
Glielo ripassò.
Capisco e hai ragione. Ho già provato il pregiudizio degli altri.
Quindi sai come mi sento. Sai, per me vuol già dire tanto il fatto che tu mi parli insieme senza essere spaventata o compassionevole. La compassione lo odio più del pregiudizio.
Idem. Non provo compassione, ma ammirazione: sei molto coraggioso. Io non riuscirei mai ad affrontare una cosa tanto orribile come fai tu. Sei davvero forte. Non cambiare, Rem. Sono contenta di avere un amico come te.
Quando Remus lesse l’ultima riga, un sorriso spontaneo, dolce e un po’ triste affiorò sulle sue labbra. Si grattò una guancia, come faceva di solito quando era imbarazzato. Poi, finalmente, guardò negli occhi Lily, che aveva la testa appoggiata sulle braccia incrociate sopra al banco, e gli rispose con un altro sorriso.
Remus prese in mano la penna e tracciò una scritta gigante che occupava tutto il resto della pagina.
GRAZIE
Lily lesse e sempre sorridendo chiuse gli occhi e mosse impercettibilmente la testa, come a dire: “Di nulla”.
I due amici ripresero a scrivere appunti sui nani, ma dopo venti secondi, la voce un po’ nervosa di Remus sussurrò alla rossa.
“Hai… Avuto paura?” Lily si bloccò “…Quando mi hai visto giù nel passaggio, intendo…”
La ragazza rimase interdetta per un istante, poi decise che mentire non sarebbe servito a nulla. “Un po’…” bisbigliò a sua volta.
Remus annuì –Beh, è una vera amica: almeno è sincera…-
Poi Lily si piegò leggermente verso di lui: “Però non so se mi hai fatto più paura tu o trovarmi da sola con quel maniaco di Piton in quel luogo tetro…”
E il ragazzo, incredibilmente sollevato, soffocò una risata tra le pagine del suo quaderno.

Le due settimane seguenti furono piene di impegni per i ragazzi: infatti furono tutti presissimi dallo studio, in vista degli ormai imminenti esami, che cominciarono il 10 Giugno. Le prove riguardavano Trasfigurazione, Incantesimi, Storia della Magia, Pozioni, Difesa contro le Arti Oscure, Astronomia e le varie materie facoltative (Babbanologia, Divinazione, Antiche Rune, Aritmazia, Cura delle Creature Magiche, Erbologia, Alchimia). Anche se quegli anni non c’erano diplomi per loro ( i M.A.G.O. sarebbero stati l’anno prossimo), gli esami non erano da prendersi alla leggera, anche perché non erano proprio una passeggiata.
James, come al solito, ottenne una buona media, senza sbattersi troppo. I pochi ostacoli che trovò furono facilmente superati grazie ai suggerimenti di Remus, in Astronomia, e alla sua spiccata fantasia, in Divinazione, mentre raggiunse addirittura 9 e ½ in Trasfigurazione.
Sirius era un caso più unico che raro: sembrava l’unico a non essere contagiato dall’atmosfera di frenesia e panico generale; prendeva le cose con molta filosofia, all’insegna del motto “tanto me la cavo comunque”. E alla fine, infatti, con grande invidia di molti studiosi dell’ultimo minuto, aveva superato in modo più o meno brillante le varie prove. Grazie all’aiuto di Lily era anche riuscito a mettere in sesto una parte della moto, ma non aveva completato l’opera, e il professore gli concesse di portare avanti il lavoro e presentarlo l’anno seguente. La materia in cui andò meglio fu Incantesimi (9) e quella peggiore Pozioni (6 tirato).
Completamente l’opposto era Morgana che aveva nulleggiato tutto l’anno e si era ridotta ad uno studio esasperato e disperato nelle ultime settimane di scuola. La bella ragazza si aggirava per le aule con le occhiaie fino alle ginocchia e gli occhi gonfi e arrossati di chi ha dormito poco e niente. Il suo umore era pessimo e la tensione era tale che gli altri avevano deciso di evitarla il più possibile per non rischiare di essere investiti da una valanga di insulti solo per averla disturbata. Ovviamente, la situazione portò a non pochi scontri: addirittura una volta lei e Tara ebbero una litigata talmente pesante che Morgana, non riuscendo ad avere la meglio, scoppiò in un pianto isterico e si chiuse nel bagno del loro dormitorio in compagnia dell’ odiato libro di Trasfigurazione, e vi rimase fino al giorno dopo quando Lily aprì la porta con il classico “Alohomora”. Comunque sia, anche Morgana alla fine riuscì a spuntarla ottenendo la sufficienza in tutte le materie.
Lily passava i pomeriggi a ripetere formule e definizioni, e costringendo James a ripassare con lei. Gli esami le andarono bene, soprattutto Difesa contro le Arti Oscure, in cui prese un bel 9.
Remus, diligente e studioso come sempre, non ebbe problemi, Peter andò così e così, ma fu bocciato in Pozioni, Corinne aveva una paura matta della McGranitt, ma riuscì a superare la prova e Tara ebbe voti alti praticamente dappertutto.
E così, finalmente, anche Giugno era arrivato e se ne stava andato, portando via con sé tutta la tensione e il nervosismo per gli esami finali e lasciandosi dietro anche una scia di leggera malinconia per l’anno che stava per terminare.

“Morgana, non avevi promesso di aiutarmi con la Lozione Liscia-capelli?” urlò Corinne davanti allo specchio interno dell’armadio, nella camera delle ragazze. La biondina stava trafficando con lacci e mollette per dividere i suoi voluminosi riccioli in piccole ciocche.
“Eccomi, eccomi!” trillò una voce acuta dal bagno.
Tara alzò gli occhi al cielo, poi sbottò: “Credevo fossi affogata, Morgana… Sai che sei dentro da un’ora?”
“Ho quasi finito!”
“E’ quello che hai detto anche quindici minuti fa…”
“Oh, che palle!”
Lily ridacchiò scotendo la testa, a pancia in giù sul suo letto mentre sfogliava il nuovo numero di “Sweets”.
Nel dormitorio femminile c’era un caos pazzesco: le quattro amiche si stavano preparando per il banchetto finale di quella sera e così la stanza era tutta per aria. E’ vero che alla cena dovevano indossare la divisa scolastica, ma sapevano perfettamente che il dopo-cena era stato organizzato dai malandrini in Sala Comune, perciò si preparavano soprattutto in vista di quella festa, decidendo che vestiti mettersi dopo e facendosi nuove pettinature.
“Se non esci entro dieci secondi raccolgo tutti i tuoi vestiti e li lancio giù dalla finestra!” affermò Tara piazzandosi davanti alla porta della toilette con le mani sui fianchi e un’espressione accigliata.
La porta si spalancò seduta stante, colpendo la mora in pieno viso.
“Eccomi!” strillò l’altra allegramente uscendo avvolta in un vaporoso accappatoio rosa, poi si bloccò accorgendosi di aver fatto un danno.
Tara si teneva le mani sul naso mugugnando. “E, scusa! Ma se ti metti proprio lì!!!” disse Morgana.
Quella non replicò, ma la incenerì con uno sguardo assassino prima di sbattersi la porta del bagno dietro le spalle, facendola sobbalzare.
“Che caratteraccio…” commentò la ragazza dai lunghi capelli castani, scrollando le spalle, mentre si avvicinava allo specchio dove stava Corinne.
“Beh, le è arrivata la porta sul naso…” mormorò Lily , sedendosi vicino a loro per osservare il lavoro di Morgana
“Che carina la tua acconciatura!” esclamò la biondina rivolta alla rossa, che si era fatta tutta la testa a treccine.
“Ti piace? Me le faccio quando i capelli sono bagnati, tra qualche ora, quando si saranno asciugati, me le disfo e dovrebbero uscirmi i capelli tutti mossi…”
“E’ un metodo Babbano?”
“Sì, è più semplice che usare le Lozioni magiche…”
“E’ vero, queste sono così complicate…” annuì Morgana “… Ma non ti preoccupare, Corinne, io sono un’esperta, uscirai uno spettacolo anche tu!”
“E tu invece come ti pettini?”
“Mi tiro su le ciocche davanti e le punto dietro, poi forse mi faccio una treccia, oppure li lascio sciolti, non so…”
Stettero un po’ zitte, osservando le mosse dell’amica, che effettivamente era molto abile coi capelli.
“Non vi dispiace che finisce l’anno?” domandò Corinne.
“A me sì…” mormorò Lily “Non ho voglia di passare un’intera estate a St.Charles, il mio paese… Non c’è mai niente da fare, e poi mi sento tagliata fuori dal nostro mondo… L’unica cosa positiva è che passerò un po’ di tempo coi miei genitori…”
“E con tua sorella…” completò Corinne cogliendo lo sguardo malinconico dell’amica.
La rossa fece schioccare le labbra “Già. Immagino che sarà al settimo cielo per questo…”
“Oh, Elettra dice sempre che mi odia, e di solito ci insultiamo almeno una volta a settimana, però infondo mi manca… E so che anche io manco a lei… Anche se non ce lo diciamo mai, per fare le dure…” disse Morgana.
“No, ma fra noi è diverso… Sai, già non ci somigliamo, poi comunque lei mi capisce ancora di meno perché… Beh, c’è un abisso fra di noi, come una muraglia…”
“Oh, numi! Sembra che siate due estranee, non due sorelle!” esclamò la parrucchiera.
L’altra ridacchiò un po’ forzatamente: “Dopo sette anni di lontananza è più o meno così…”
“Comunque, nemmeno io ho voglia che finisca la scuola!” affermò Morgana.
Corinne alzò le sopracciglia, stupita, guardandola attraverso lo specchio.
“Tre mesi lontana da Matthew Corner? Ma siete impazzite? Non mi passeranno mai!”
Le altre due scoppiarono a ridere, e in quel momento la porta del bagno si spalancò e ne uscì Tara, con la salviettona annodata intorno e un asciugamano sulla testa, che si frizionava i capelli. Si piantò davanti a Morgana e le sbatté a 5 cm dal naso il suo orologio, scandendole nelle orecchie:
“Sette minuti! Esattamente sette minuti!”
Morgana alzò gli occhi al cielo continuando a pettinare Corinne. “Ecco, cosa non mi mancherà di Hogwarts, quest’estate…”

Nella camera maschile, il casino era anche peggio, non tanto per il disordine sparso, visto che tutti avevano bene o male preparato il baule, ficcandoci dentro alla rinfusa gli indumenti, ma per il baccano che ne facevano gli occupanti.
Lo stereo magico di Sirius mandava una canzone rock a tutto volume.
James andava e veniva in continuazione dal bagno, da cui uscivano pesanti nuvolosi di caldo vapore, con una striminzita salvietta allacciata in vita, arraffando tutti i vestiti che gli capitavo sottomano, sia che fossero suoi o no, per poi stenderseli addosso e lanciarsi occhiate critiche dallo specchio sopra il lavandino.
Peter era alla disperata ricerca della sua cravatta e gattonava per la stanza mezzo vestito lamentandosi con l’amico che non faceva che aumentare il disordine.
Sirius era già completamente vestito con la divisa, impeccabile in ogni particolare, dalla camicia stirata a puntino che lasciava semi aperta sul torace per le gioie degli occhi femminili, alla cravatta accuratamente slacciata e lasciata spenzolare, ai capelli il cui ciuffo ricadeva volutamente sui suoi occhi blu: un vero lord, persino in quelle piccole cose si respirava la sua educazione aristocratica. Se ne stava placidamente sdraiato sul suo letto, fumando una sigaretta, mentre osservava divertito il nervoso andirivieni di James.
In quel momento entrò nella stanza Remus, di ritorno dal bagno dei Prefetti dove si era goduto una bella nuotata nella enorme vasca interrata nel pavimento di marmo. Restò un attimo smarrito di fronte a quella scena. Seguì con gli occhi sgranati James sparire per l’ennesima volta dietro la porta della toilette, e lanciò uno sguardo interrogativo a Sirius che gli rispose alzando le spalle con un sorriso sornione.
“E’ un po’ nervoso…” sillabò quello.
“Rem, non è che hai visto la mia cravatta?” piagnucolò Peter ad alta voce, a carponi sul pavimento, mentre controllava sotto il suo letto.
“Eh? No, mi dispiace…”
“Oh, sei qui, Rem!” esclamò James andandogli incontro con una camicia blu appoggiata sul braccio.
“Ehi, ma è la mia!” disse Remus, stupito.
“Oh, già… beh, come mi sta?” chiese l’altro, stendendosela sul dorso nudo.
“Beh… Sì, bella…”
“Ti serve stasera? Lo trovata in giro e m piaceva, se dici che mi sta bene, non è che me la presti?” chiese Ramoso frettolosamente.
Remus fissò Siri sempre più allibito. “Ma che sta succedendo?” domandò sconcertato.
“Eh?” James alzò gli occhi, come a chiedere chiarimenti.
“Da quando in qua ti preoccupi così di cosa indossare? Non eri tu quello che si preparava per ultimo, perché tanto ‘ l’abito non fa il monaco e io sono figo lo stesso’ ?”
“Oh, beh…” James alzò le spalle “Quest’anno la festa sarà spettacolare, no? Per una volta, voglio fare concorrenza a Sirius in bella presenza… Credimi!” esclamò puntando l’indice verso Felpato “Ti ruberò tutti gli sguardi e i sospiri delle ragazze, dovrai accontentare delle briciole, caro mio!” e alzò gli occhi che gli brillavano sognando il suo trionfo.
Sirius, Remus e Peter scoppiarono a ridere.
“Ehi, vedremo chi riderà stasera!” sbottò James.
“Dubito che stregherai tutto il fan club di Sirius Black!” disse Remus.
“No…” sorrise maliziosamente il bel tenebroso “… Ma immagino che a lui basti catturare lo sguardo di un paio di occhi verdi…”
Ci pensò un’improvvisa cuscinata in faccia a zittire Siri.

Il banchetto di fine anno fu una favola…
Lily pensò che non si erano mai divertiti tanto, forse perché non erano mai stati molto affiatati… L’unica cosa che avrebbe potuto guastare l’atmosfera era l’ipotetica vittoria della Coppa delle Case da parte dei Serpeverde ( loro ormai si consideravano fuori gara per via dei punti sottratti per l’episodio di Remus), invece, con somma gioia dei Grifoni e scorno delle Serpi, la Coppa andò a Corvonero.
Finita la succulenta cena, i ragazzi si avviarono alle rispettive Sale Comuni, per proseguire la festa secondo la tradizione, nota persino agli insegnanti, che ovviamente facevano finta di non vedere (ma soprattutto di non sentire il furioso baccano) su concessione di Silente.

La Sala Comune era semplicemente magnifica. Moira, ingaggiata dai Malandrini, l’aveva addobbata con festoni cangianti ed enormi lampadari magici a forma di pallone con specchi colorati che producevano bellissimi giochi di luce. Allo stereo magico stava l’ormai ufficiale dj delle Casa, Sam Weller, che faceva andare brani hip-hop e dance a volontà e, soprattutto, a tutto volume.
I ragazzi ridevano ballando sparpagliati per tutta la Sala, occasionali coppiette erano distribuite sui divanetti e sembravano immuni dalla musica assordante, e davanti alle finestre c’erano due tavoli con di torte, pasticcini, Burrobirre e cinque bottiglie di super alcolici rimediate clandestinamente da Siri.
Questo aveva già invitato a ballare metà delle studenti presenti (aveva scommesso con Remus che entro la serata avrebbe ballato con tutte, Tara compresa), mentre Peter stava, come al solito, vicino al cibo, rimpinzandosi a più non posso e ridendo con Remus e Susan, la sorella minore di Corinne, che a quanto pareva aveva un debole per il biondino.
Lily, Corinne e James si trovavano invece in mezzo ad un folto gruppo di ragazzi che stavano sorseggiando Burrobirre e scherzando fra di loro. Ad un certo punto, Sirius si avvicinò alla rossa e le propose di ballare. Di fronte alle ovazioni della Casa, che ricordava benissimo la loro performance alla festa di Halloween, Lily dovette per forza accettare.
Mentre la ragazza ballava, James non riusciva a toglierle gli occhi di dosso. La trovava semplicemente meravigliosa: non aveva acconciature elaborate come le altre, ma i capelli mossi in piccole onde bastavano a farla sembrare ancora più carina, incorniciandole il viso leggermente truccato: un velo di ombretto scuro sulle palpebre, il mascara che le infoltiva le lunghe ciglia nere facendo sembrare gli occhi ancora più luminosi e un leggero lucida labbra. E poi, stava da dio vestita così: gli anfibi neri, la minigonna di jeans sopra al ginocchio, tutta a pieghe, che le esaltava la vita magra, e la maglietta bianca, un po’ aderente, con lo scollo a barchetta, piena di brillantini che luccicavano sotto la luce colorata mentre lei si muoveva, come tante stelline…
James avrebbe dato qualunque cosa per muoversi come Sirius… Se solo ne fosse stato capace… Non avrebbe avuto vergogna ad invitarla a ballare… Bugia, l’avrebbe avuta comunque, però si sarebbe sentito meno ridicolo e più sicuro di sé…
-Dannazione, e pensare che ho sempre detestato ballare!- pensò in un impeto di leggera rabbia.
Nervoso, voltò le spalle ai due ballerini e andò a servirsi un bicchiere di cocktail, per poi cercarsi un angolo tranquillo dove gustarselo in santa pace.
Anche James era molto affascinante quella sera: la camicia turchese di Remus, lasciata sbottonata sopra, gli stava a pennello, sottolineando le spalle muscolose, e poi si intonava coi jeans chiari che aveva scelto. Peccato che quella sera non gli interessavano le occhiate di ammirazione e desiderio delle ragazzine di cui si circondava di solito… Se solo lei…
“Dov’ eri finito? Non ti trovavo più!” proprio la voce di “lei” lo fece sobbalzare.
Si voltò e le sorrise, non sapendo di provocarle un brivido con quel sorriso. “Stavo riposandomi un po’… Finito il ballo?”
Annuì, appoggiandosi al muro accanto a lui…
-Perché non me lo chiedi tu, di ballare?- pensò Lily, ma ovviamente disse una cosa che non centrava niente coi suoi desideri, e così si misero a chiacchierare del più e del meno.
Stava riprendendosi dalle risate provocate da una battuta di James, quando gli chiese: “Ehi, di’ la verità… Non ti dispiace che finisca la scuola?”
Il ragazzo sorrise furbescamente: “A me? Nemmeno un po’… Mi aspetta un’estate di fancazzismo e divertimento puro assieme a Siri, come potrebbe dispiacermi?”
Lily ridacchiò, un po’ forzatamente –Eh già, come potrebbe dispiacerti?-
“Già, beh… Ti vedrai anche con gli altri? Voi vi potete incontrare quando volete, no?”
James svuotò l’ultimo sorso della bevanda che aveva nel bicchiere: “Sì… Di solito ci troviamo almeno un paio di volte durante le vacanze… Sai, o andiamo a casa mia, o di Remus… Facciamo un po’ di disastri, ci mettiamo nei guai… Così non sentiamo la nostalgia di qui…”
Stavolta la risata fu genuina “Sei incorreggibile!”
James sorrise.
“A quanto pare, sarò l’unica tagliata fuori dal mondo…” sospirò la ragazza “Io dovrò aspettare tre mesi prima di rivedervi tutti…”
“Tre… TRE mesi?” Lui strabuzzò gli occhi… Eggià, la piccola sta con la famiglia Babbana… Non ci aveva più pensato… Tre mesi, senza vedersi? Senza sentirsi? Senza… Eh, no! Come aveva fatto a non pensarci prima! Doveva fare qualcosa, allora! Eh sì, cause di forze maggiore… Se non la prendeva adesso l’occasione, poteva perdere il treno… Sai quante cose succedono in tre mesi? Doveva assolutamente fare qualcosa… Già ma cosa?
“Te ne eri dimenticato?” chiese lei.
“Si… Cioè, no, è che… Non ci avevo pensato… Lily… Cavolo, e ora come faccio? Ormai mi ero assuefatto al fatto che mi rompevi sempre le scatole!” scherzò, per recuperare un po’ di contegno.
“Vuoi dire che ti mancherò?” fece la rossa, segretamente speranzosa.
A questo punto, il ragazzo si mise di fronte a lei, appoggiando una mano sulla parete. La fissò negli occhi… Cavolo, sapeva perfettamente cosa fare e come farlo, ma… Dannazione, non era possibile! Per la prima volta nella vita di James Potter il cuore martellava nel suo petto, e lui aveva le mani sudate, peggio di un ragazzino al suo primo bacio!
La ragazza sgranò le iridi verdi. E sentì una morsa afferrarle lo stomaco.
“… Se mi mancherai?”
Vide il viso del ragazzo avvicinarsi di più, fra poco avrebbe sfiorato il suo.
Gli occhi negli occhi, fissando ognuno l’altro, ipnotizzati.
Erano vicinissimi… Sentiva il suo respiro…
“EHI JAMES!” la molto poco delicata voce di Sirius, che si trovava vicino alla finestra, circondato da quasi tutti i ragazzi, interruppe bruscamente il momento magico, facendo sobbalzare la Lily e allontanare velocemente il ragazzo.
La mano di James, che stava per accarezzare il viso di Lily, salì velocemente a scompigliare i capelli ribelli, come suo solito.
“E’ IL MOMENTO DEI FUOCHI, vieni!”
James incenerì l’amico con lo sguardo… I fuochi! Io ti strozzo…
“ALLORA?” insisté quello.
“Si… Ehm… Arrivo!” rispose lui riluttante.
Tornò a fissare la ragazza e vedendo il suo viso acceso e chinato a terra, arrossì pure lui, imbarazzato, capendo cosa stava per succedere solo pochi attimi prima.
“… Dicevamo? Ah, sì! Il classico momento de-del…” farfugliò lui, tanto per dire qualcosa.
Lily gli venne in aiuto, pure lei un po’ impacciata. “Dei saluti lacrimevoli…”
“…E stucchevoli, già.” Completò James, felice di buttarla sul ridicolo, così entrambi potevano mascherare l’imbarazzo e la delusione.
“ALLORA, ARRIVI O NO?” urlò di nuovo Siri, che stava già per accendere le micce dei Fuochi del Dottor Filibuster comprati da lui.
Evitando di guardare James direttamente negli occhi, Lily disse: “Forse è meglio se rimandiamo i saluti a domani, mi sa che Sirius ha un po’ fretta…”
“Già.” Si affrettò a rispondere James, sollevato per aver trovato una scusa che ponesse fine alla penosa situazione.
E si avviarono assieme ad assistere allo spettacolo pirotecnico organizzato dai Malandrini che illuminò quella notte di Giugno mettendo fine, più o meno felicemente, a quel fantastico anno scolastico.



Posso immaginare le vostre facce deluse & amareggiate… Sono proprio cattiva, vero? Povelini, povelini, nemmeno un bacetto riescono a darsi… ma ce la faranno prima o poi?
Vedremo, vedremo… (come sono sadica!) Scusate se stavolta non scrivo molto, ma ho pochissimo tempo! Voglio cmq ringraziare le mie simpaticissime e grandissime commentatrici, ossia: la mitica Sara Potter, Aira, Enika, Lily 90, Mira82… Un grosso, grossissimo smack! E mi raccomando, lasciate un parere!

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Capitolo 16
*** Cap16: SALUTI&BACI ***


Cap16: SALUTI & BACI

Lily scese dalla carrozza socchiudendo gli occhi davanti all’abbagliante sole estivo che inondava la stazione di Hogsmeade.
Centinaia di studenti formicolavano sul binario, salendo sul treno, trascinando i bagagli, ridendo, chiacchierando a gran voce, tra lo strepitio dei vari animali che portavano nelle gabbie.
Mentre trasportava il suo pesante baule, aiutata da James, sentì una voce possente che la chiamava.
“LILY! EHI, LILY EVANS!”
La rossa si voltò e sorrise di fronte alla facciona piena di Hagrid.
Il gigante la fissò da sotto le cespugliose sopracciglia.
“No, fammi capire… Pensavi di svignartela senza salutarmi?”
Lily mollò il baule e corse ad abbracciarlo, anche se questa era una parola grossa, visto che le sue braccia non arrivavano a stringere tutta la circonferenza dell’amico.
Hagrid restò sorpreso e sembrava commosso. Un po’ imbarazzato le accarezzò la testa.
“Fai la brava, eh? E passa una bella estate, tanto ci si vede presto…” balbettò, la voce un po’ incerta.
La ragazza si staccò e annuì.
“Salve Hagrid!” l’omone fece un ceno a James che si trovava alle sue spalle.
“Arrivo subito…” gli disse Lily e quello alzò le spalle: “Sé, sé… E’ tutta una scusa per sbolognarmi il tuo baule, vero?”
L’altra rispose con una linguaccia, mentre lui si voltava trascinando il suo bagaglio, più quello dell’amica.
Tornò a guardare Hagrid, che accennò di nuovo al moro con il capo: “Siete molto più amici, vero?”
“Già…” confermò lei sorridente, poi si guardò intorno. “E’ incredibile… Sembra ieri che siamo arrivati e ce ne stiamo già andando…”
Eh, sì. Sembra ieri, ma quante cose in quell’anno…
Aveva conosciuto meglio i suoi compagni di classe, aveva riso e si era divertita un mondo, aveva anche pianto e passato momenti brutti. Aveva temuto di perdere l’incarico di Prefetto, perché aveva infranto le regole della scuola… E poi le aveva infrante di nuovo, di notte, assieme a Severus Piton, e stavolta le conseguenze l’avevano spiazzata ancora di più… aveva visto un Lupo Mannaro, aveva duellato con Bellatrix Black, aveva imparato incantesimi potenti… Aveva scoperto di provare qualcosa di più per un amico…
Hagrid sorrise di nuovo, leggendo qualcosa di malinconico negli occhioni verdi della piccola amica. “E, dai Lily! C’è ancora l’anno prossimo! Non essere triste…”
“Non sono triste, è solo che…”
“IN CARROZZA! IL TRENO STA PER PARTIRE!” la voce del controllore la interrupe bruscamente.
“Accidenti, devo andare!”esclamò la rossa, prima di mettersi a correre fino alla porta del vagone, tra i pennacchi di vapore che invadevano il binario.
Il gigante la fece salire issandola con le braccia, ma anziché lasciarla andare la trattenne per un polso, un istante.
Lily si girò.
“Stai attenta, eh? Lo sai, Tu-sai-chi è sempre più pericoloso… E tu… La tua famiglia…”
La ragazza annuì. “Starò attenta. Promesso.”
Il treno cominciò a sferragliare rumorosamente, portando gli studenti verso Londra, mentre Hagrid diventava un puntino sempre più minuscolo all’orizzonte.

“Ehi! Non è possibile, Sirius sta barando!”
la voce acuta di Morgana sovrastava il rumoroso chiacchiericcio nello scompartimento dei ragazzi. Stavano facendo una partita a Briscola Magica, ma la bella ragazza era piuttosto contrariata perché continuava a perdere.
“Secondo me sei tu che no sai giocare…” mormorò distrattamente Tara, immersa nella lettura di “Sweets”.
“Eddai, tocca a Corinne!” disse sbrigativamente Remus tra i sogghigni di Sirius.
La ricciolina tirò la sua carta e di nuovo Morgana protestò vivacemente (“Ma è un complotto!”), facendo scoppiare a ridere James, Peter e Felpato.
L’unica che non diceva nulla era Lily, che se ne stava appoggiata al finestrino, lasciando vagare lo sguardo sul paesaggio che scorreva veloce sotto i suoi occhi, senza prender parte all’atmosfera di allegria generale.
James la fissò di sottecchi e si sentì un po’ dispiaciuto pure lui… Chissà se lei era giù per lo stesso motivo che lui stava nascondendo facendo lo scemo a più non posso…
Anche se i loro occhi non si incrociarono, anche se non dissero nulla, entrambi intuivano ,o forse speravano, che l’altro provasse i loro stessi sentimenti.
Lily pensava che non avrebbe rivisto quel disgraziato di James per tutta estate e con tutta probabilità non si sarebbero nemmeno sentiti… Chissà, forse nel frattempo lui si sarebbe stufato di lei, e non sarebbe mai successo nulla… Che tristezza, eppure era convinta che anche lui sentisse che fra loro qualcosa c’era, ci doveva essere! Se ne era convinta ancora di più dopo la festa della sera prima, perché era certa che prima che arrivasse quel guastafeste di Sirius, quel qualcosa stava aleggiando fra di loro… Non poteva esserselo sognato! Il modo in cui l’aveva guardata, era stato… Beh, era stato breve, ma in quell’attimo, in quegli occhi, e persino nella sua voce, aveva colto la stessa emozione che le faceva battere il cuore a mille, la stessa che le faceva correre brividi freddi lungo la schiena…
Ma forse si era sbagliata… Forse non c’era niente di niente, era solo che lei era cotta marcia (inutile negarlo) e allora si illudeva per ogni cosa stupida. La delusione le metteva addosso un gran dispiacere e una forte amarezza, comunque…
Beh, si era sbagliata. James, che rideva, che scherzava a gran voce con gli altri, che faceva il pagliaccio, evidentemente non era dispiaciuto come lei per quello che… Per quello che aveva potuto succedere e non era successo.

“Morgana, sei veramente un disastro!” rideva a crepapelle Sirius, mentre contava i punti realizzati dall’amica.
James gli andò dietro, continuando a fare lo spiritoso. Rideva, scherzava, alzava la voce, giocava super concentrato, e… continuava, immancabilmente, a lasciarsi sfuggire sguardi verso Lily.
Fra poco sarebbero arrivati alla stazione, avrebbero scaricato i bagagli, Morgana li avrebbe salutati con molte smancerie, e poi… l’estate.
Ma l’estate quell’anno non lo attirava particolarmente. Perché sapeva che gli sarebbe mancato qualcosa: lei. Lei, con il suo sorriso dolce e ironico, la risata limpida, i capelli rosso scuro, gli occhioni verdi severi per un guaio che lui aveva appena combinato, o sorridenti per uno scherzo, o divertiti per le sue battute, o preoccupati per il compito in classe, o attenti alla lezione, o malinconici… Come in quel momento.
-Che ci posso fare Lily, se sono uno stupido?- Lo sapeva che lei era triste perché si aspettava qualcosa che non era stato dichiarato, ma che c’era, eccome! C’era tutte le volte che le stringeva la mano o che, con una banalissima scusa, si metteva accanto a lei cominciando a punzecchiarla, solo per avere l’occasione di starle vicino, e magari di poterla sfiorare.
James non era stupido. Era solo orgoglioso. Sapeva cosa avrebbe voluto, ma non lo ammetteva, perché avrebbe significato esporsi troppo.
E così aveva scelto la via più facile, come al solito: far finta di nulla e far casino per creare una sicurezza che in realtà non sentiva.
Se solo i suoi occhi non continuassero a tradirlo così spesso, scivolando nella direzione di Lily…

Si sa, quando vorremmo che il tempo filasse via veloce, sembra durare un’eternità, e quando vorremmo che trascorra piano piano, vola via senza che ce ne’accorgiamo.
E così l’espresso di Hogwarts, contrariamente ai desideri di Lily, cominciò a rallentare annunciando che erano arrivati alla stazione di Londra.
I ragazzi uscirono dagli scompartimenti più o meno tutti insieme, intasando i corridoi nei vagoni e premendo verso le uscite per poi riversarsi sul binario, dove venivano ghermiti da mamme ansiose e felici, o da fratellini esagitati, o da nonni emozionati, o da papà orgogliosi.
C’era ancora più baraonda di quando erano partiti, il 1° Settembre.
I Grifondoro sesto anno erano fermi in parte al loro vagone. Morgana stava stritolando Corinne, parlando a macchinetta e promettendole che le avrebbe scritto chilometri di lettere, Peter era già stato sequestrato da sua mamma e aveva salutato frettolosamente gli amici, e Remus arrivava in quel momento aiutando Lily a tirar giù dal treno il suo bagaglio.
Sirius e James prendevano allegramente in giro le due ragazze, e Tara si guardava attorno cercando il fratello.
Remus si avvicinò a Lily e appoggiò il baule per terra.
“I tuoi ti aspettano fuori dalla barriera, vero?” le chiese ad alta voce per sovrastare il baccano che c’era sul binario.
La ragazza annuì col capo, senza entusiasmo.
“Beh, se vuoi ti accompagno, penso che anche i miei siano lì, perché c’è meno casino…”
“Come vuoi…” fu la laconica risposta.
“Oh, no!” i due si voltarono verso Tara, che aveva lanciato l’esclamazione portandosi le mani a coprire la bocca.
“Ho dimenticato Nemesi sul treno! Che idiota! Ma come ho fatto? Merda, e ora chi la ripesca più?”
“Tranquilla, vado io a cercarla!” si offrì Lily, lieta di allontanarsi dagli amici, visto che le metteva addosso una gran tristezza doverli salutare sapendo che non avrebbe potuto incontrarli, come invece avrebbero fatto loro durante l’estate.
In due balzi fu sul treno ormai vuoto e si diresse velocemente verso lo scompartimento da loro occupato.
Sul binario James, nel vedere la ragazza salire sul treno, lanciò uno sguardo interrogativo a Remus.
“Va a cercare Nemesi…” rispose l’amico.
“Ah…” fece James.
Rimase un attimo interdetto… Era la sua ultima occasione.
Mentre questo pensiero gli attraversava la mente, i suoi occhi incrociarono lo sguardo blu di Siri. E questo, come a capire cosa passava nel cervello dell’altro, ammiccò con decisione, incoraggiandolo a seguirla.
James, fulmineamente, decise di obbedire al consiglio muto dell’amico.
Evitò agilmente Morgana che gli stava per saltare al collo per salutarlo, schivò una nonnina che si trovava sulla sua strada, e saltò sul treno.
Si mise a correre fermandosi di tanto in tanto per sbirciare nei vari scompartimenti. Doveva fare presto, se beccava il controllore l’avrebbe buttato giù dal treno.
-Ma dove è finita?-
In quel momento andò a sbattere contro qualcuno che usciva da uno scompartimento.
“Ehi!” protestò Lily, che teneva Nemesi in braccio e non aveva ancora realizzato chi l’aveva travolta. Ma nell’alzare gli occhi, ammutolì di colpo.
James recuperò velocemente equilibrio e contegno, passandosi, come al solito, la mano destra nei capelli.
“Sono… venuto a cercarti…”
Lily abbassò gli occhi “Già, e io a riprendere la gatta di Tara…”
Momento di imbarazzato silenzio, poi…
“Sarà meglio che and…” fece lei avviandosi, ma il ragazzo aprì le braccia, come per bloccarla.
“Ti ho mentito, ieri.” Disse risolutamente.
Lily si fermò, spiazzata. Alzò gli occhi verdi, fissandolo.
“Mi hai… mentito?”
“Cioè…” James ridacchiò per nascondere l’imbarazzo “Mettiamola così: non sono riuscito a dirti la verità…”
Lei lo guardò in attesa di spiegazioni.
Il ragazzo si avvicinò e le bisbigliò all’orecchio, con una voce bassa e calda, che le fece vibrare il cuore: “Mi hai chiesto se mi saresti mancata quest’estate… Non ti ho detto che mi mancherai da morire, Lily…”
Il cuore della ragazza si fermò e poi prese a correre più veloce dell’espresso di Hogwarts. Pensò che lui potesse sentire i suoi battiti, vicino com’ era.
Lui si allontanò, ma tenendo gli occhi fissi in quelli di lei.
Poi, piano piano portò il suo viso sempre più vicino a quello della ragazza.
Ora sentivano ognuno il respiro dell’altro sulle labbra.
Lily si appoggiò alla parete dietro di lei e lasciò cadere Nemesi che, fortunatamente, invece di darsela a gambe per i fatti suoi, rimase immobile a gustarsi la scena con la stessa espressione imperturbabile tipica di Tara.
Senza rendersene conto, perduto nelle iridi verdi della ragazza, James fece salire la sua mano, più su, fino ad accarezzarle il fianco… Pochi centimetri di pelle nuda tra il bordo inferiore della maglietta nera e quello superiore dei jeans. La pelle liscia sotto le sue dita gli diede una scarica di nuovi brividi.
Il ragazzo annullò le ultime, piccolissime, interminabili, distanze fra di loro unendo le sue labbra a quelle rosse e morbide di Lily... E lei, sorpresa e incredibilmente felice, schiuse la bocca e rilassò i muscoli del viso rispondendo a quel dolcissimo bacio…
Non era il primo bacio per nessuno dei due, James poi ne aveva distribuiti a decine, ma mai nessuno gli aveva dato emozioni così… Era come essere… al Settimo Cielo, anzi di più, più su… dove solo gli innamorati possono volare… “ben più in alto della notte, ben più lontani che il giorno, nella luce accecante del loro primo amore…” ( Jaques Privett- “I ragazzi che si amano” )…
E in quel momento, mentre le loro bocche si univano, i loro respiri si mescolavano, le loro mani cercavano i soffici capelli dell’altro o stringevano la delicata vita dell’altra, mentre i loro cuori battevano freneticamente, ma con un’incredibile sintonia, essi dimenticarono tutto, gli amici fuori, l’estate lontani, il treno, i genitori…
In quel momento per loro non c’era nessuno… Solo loro…
Lily&James…

“Sirius! Sirius, sono qui!”
Il ragazzo si voltò e mise a fuoco la signora Potter, che si avvicinava il più velocemente possibile facendo lo slalom fra la folla, e si aprì in un sorriso.
“Ciao, Cathrine!” disse allegro, prima di aprire le braccia e lasciarsi stringere dalla madre del suo migliore amico. “Il Signor Potter?” chiese lui.
“E’ fuori dalla stazione che ci aspetta… Fatti vedere un po’… Accidenti, hai intenzione di crescere ancora molto?”
Siri ridacchiò “Magari ancora qualche centimetro…”
“Salve, signora Potter!”
La donna si girò verso Remus: “Oh, ciao! Non ti avevo ancora visto! Come va?”
“Bene, grazie…” rispose educatamente Rem, che teneva per mano una bambina sui 5 anni, coi suoi stessi capelli biondi legati in due minuscole treccine.
“E’ lei la tua sorellina?” domandò la strega accucciandosi per guardare la bimba negli occhi azzurri.
“Sì, lei è Holly… Su, saluta la signora!” fece, spingendola leggermente per incoraggiarla, ma Holly mormorò solo un impercettibile “ ’ao” e strinse più forte la mano del fratello maggiore.
“Non ha proprio intenzione di mollarti, eh?” sorrise Cathrine.
“Fa sempre così quando torno a casa…” disse lui “Ora devo andare, i miei mi aspettano, mi sa che lei gli è sfuggita, saranno preoccupati…”
“Ciao Remus!” Sirius lo abbracciò, dandogli una pacca sulle spalle. “Buone vacanze, tanto ci vediamo presto…”
“Sì, infatti…”
Prima che l’altro sparisse fra la marea di maghi, Siri gli urlò alle spalle: “Ehi, Rem!”
Quello si voltò.
“In bocca al lupo!”
Il biondo scoppiò a ridere. “Davvero spiritoso, Sir! Buone vacanze, cretino!”
Sirius ridacchiò fra sé e sé, ma la voce della signora Potter lo richiamò bruscamente alla realtà.
“E ora, Siri… Ti spiace dirmi dov’è finito quell’impiastro di mio figlio?”
Il moro si morse una labbro “Ehm…”

James non sentiva nemmeno lo scorrere del tempo.
Baciava Lily cingendole la vita, mentre lei teneva le sue braccia attorno al collo, facendo scivolare le dita fra i capelli corvini del ragazzo.
Entrambi avevano completamente abbandonato ogni pensiero, ogni paura, ogni cosa.
Prolungavano quel dolce, incredibile, e ormai insperato bacio, e l’unica cosa che sentivano era che era tutto pazzescamente meraviglioso.
“AVANTI DA QUESTA PARTE, fra un po’ il treno sloggia!”
La voce alta e decisa di una donna infranse brutalmente quella romantica sfera fuori dal tempo e dal mondo, dove i due si trovavano fino a pochi istanti prima.
I ragazzi si staccarono interrompendo improvvisamente quello che volevano non terminasse mai.
La donna del carrello dei dolci spuntò giusto in quel momento vicino a loro, aprendo la porta del vagone.
“Ehi!” esclamò, sorpresa di vederli “Che ci fate voi qui? Non ditemi che anche voi del sesto anno non sapete da che parte si scende! Almeno loro sono primini!” Sbottò indicando col pollice tre ragazzine poco sveglie e impacciate alle sue spalle.
Lily e James non sapevano che rispondere, ancora troppo presi dalle emozioni che travolgevano i loro sensi, strappati a quella atmosfera troppo bruscamente, come due che erano stati improvvisamente svegliati e ancora stanno vivendo il sogno che occupava la loro mente prima che aprissero gli occhi.
“Su, su, smammare, abbiamo da fare qui! Mica possiamo aspettare i vostri comodi!” fece la strega sbrigativamente, costringendoli a muoversi verso l’uscita. Lily si chinò a recuperare Nemesi e si incamminò davanti a James tenendo il viso chino, visto che se lo sentiva in fiamme.
Lui cercò di afferrarle la mano.
Scesero di nuovo sul binario e James le prese delicatamente il braccio.
Lily lo fissò perdendosi nei suoi occhi scuri.
Lui aprì la bocca, ma…
“JAMES! Eccoti, ma dove eri finito?” sua mamma in stile ciclone lo travolse letteralmente abbracciandolo, senza lasciargli via di fuga.
“Ma-mamma…”
A Lily, che aveva la visuale coperta dalla donna, scappò un sorriso. Intravide alle sue spalle Sirius che alzò gli occhi al cielo, come a dire “…Ah! L’affetto materno!”.
In quel momento un paio di mani afferrarono la rossa costringendola a voltarsi.
“Lily, grazie al cielo!” esclamò Tara, strappandole sbrigativamente Nemesi dalle braccia “Scusa, eh, ma devo proprio scappare! Grazie per averla recuperata, eh! Ci vediamo, bella!” la baciò sulle guance e scappò via prima che l’altra potesse replicare.
Lily stava di nuovo per voltarsi e cercare James, ma fu la volta di Morgana di stritolarla per bene, avvinghiandosi a lei senza darle il tempo di parlare.
“Oh, Lily, Lily! Mi mancherai! Mi mancherai! Come farò a non vederti per tre mesi interi! Oh, Numi! Ma ti scriverò, promesso! E farò i compiti! Tu mi scriverai?”
“S-Sì…” stava per soffocare se la stringeva ancora un po’.
Dall’altra parte James riusciva a malapena a rispondere alla raffica di domande di sua madre (“Come stai? Tutto a posto? Sembri dimagrito! O forse sei solo diventato più alto! E gli esami? Tutto bene? Perché non ci hai più scritto?”).
La donna cominciò a trascinarlo verso la barriera, senza smettere di parlare.
Il ragazzo allungava il collo a più non posso guardandosi in giro per scorgere Lily.
Ma questa era troppo impegnata a calmare una Morgana in crisi per gli addii, e non riusciva a cogliere nulla in mezzo alla baraonda dove si trovava.
“Mamma, io…”
“Su, andiamo che tuo padre ci aspetta, abbiamo la macchina in seconda fila! Non vorrai farci beccare una multa dai vigili Babbani!” lo esortò, senza che lui riuscisse ad aprire bocca.
“Ma…”
“Avanti, su!” e spinse il figlio verso la barriera, incurante della resistenza che lui opponeva.
Lily lo individuò giusto in quel momento, quando lui ormai era passato nel mondo Babbano.
Le sfuggì un sospiro.
“Oh, Lily, ti prego, non fare così, fai venire da piangere anche a me!” strillò Morgana, saltandole di nuovo al collo e fraintendendo il gesto dell’altra.
La rossa in quel momento trovò la situazione talmente comica che non riuscì a non scoppiare a ridere, deludendo l’amica, tutta compresa nell’ atmosfera struggente dei saluti.
“No, scusa, è che…”
“Oh, ti capisco! E’ un modo per scaricare la tensione, vero? Per nascondere il dispiacere?” disse con l’aria di una che se ne intende la ragazza dai lunghi capelli.
“Beh…” Lily non voleva certo deluderla, così evitò qualsiasi commento.
“Sì, come James che sul treno si ostinava a fare lo spiritoso quando si vedeva lontano un chilometro che era abbacchiatissimo…”
Stavolta la frase di Morgana la interessò molto di più. “Dici che era abbacchiato?” chiese curiosa.
“Altro che! A proposito, dov’ è? Non sene sarà mica andato!” fece quella, guardandosi intorno.
“Temo di sì…” mormorò Lily
“Ma non l’ ho ancora salutato!” protestò l’altra.
La rossa sospirò di nuovo.
“Già… Nemmeno io…”

Mentre il ragazzo in questione veniva trascinato contro voglia fuori dalla stazione, sommerso dalle domande di sua madre e tra i sogghigni divertiti di Sirius, Lily si decise ad attraversare quella benedetta barriera e ad entrare nel mondo Babbano, dove la aspettava suo papà (Petunia e la mamma erano a casa), che la abbracciò raggiante ed entusiasta.
Mentre anche lei veniva bombardata di domande su come era andato l’anno ecc ecc, si avviò fuori dalla stazione, verso la station wagon bianca del signor Evans, che li aspettava nel parcheggio.
Lungo la strada continuava a guardarsi in giro, per cercare di scorgere una chioma nera e spettinata, ma inutilmente. James era da tutt’altra parte, già sulla strada dove suo papà stava convincendo un riluttante vigile ad avere un po’ di pazienza, che presto avrebbe levato le tende.
E così né l’uno né l’altra riuscirono a incrociarsi.
Entrambi salirono in auto, non prima di essersi guardati intorno l’ultima volta.
Entrambi partecipavano distrattamente alle conversazioni coi genitori, che, avidi di sapere, continuavano a chiacchierare: ciascuno perso nei propri pensieri, il cui protagonista era ovviamente l’altro.

James ad un certo punto non prestò più attenzione alla voce di sua madre, che tanto continuava a parlare vivacemente con Siri.

Lily rispondeva a monosillabi a suo papà, perdendosi via sulle note di “Yesterday”, la canzone che stavano mandando in onda quando lei aveva acceso la radio, come faceva per abitudine nel salire in macchina.

James si lasciò andare sul sedile posteriore, di fianco a Sirius, e fece passare un dito sulle labbra, la dove pochi minuti prima c’erano quelle della ragazza. Le inumidì con la lingua, rivivendo per un istante il dolce sapore di prima. Sentì la testa girare di nuovo presa dal vortice di emozioni che aveva accompagnato quegli istanti con lei.

Lily abbandonò la testa sulla mano, troppo concentrata sul ricordo così vivo e fresco del bacio con James, talmente vivo e fresco che ancora il suo cuore batteva freneticamente e le sembrava di sentire la mano calda di James accarezzarle la vita.

Lui chiuse gli occhi ripromettendo a sé stesso che le avrebbe scritto.

Lei si voltò verso il finestrino e chiuse gli occhi, lasciandosi sommergere dall’ondata di emozioni che facevano ancora vibrare la sua anima... James l’aveva baciata… L’aveva baciata…

Al primo stop la macchina del papà di James si fermò per dare la precedenza ad una station wagon bianca.
Se i due ragazzi non avessero avuto gli occhi chiusi intenti a fantasticare, forse si sarebbero intravisti per un secondo e si sarebbero potuti salutare…
Tutto sommato, almeno in questo, il destino fu gentile: piuttosto che intravedersi per pochi istanti da dietro un vetro senza potersi parlare, per salutarsi solo con un anonimo cenno… Era molto meglio stare con gli occhi chiusi, immersi nei loro sogni, così che sembrava loro di essere ancora lì insieme sul treno, dove i loro cuori erano stai così vicini che ciascuno aveva potuto avvertire le vibranti emozioni dell’altro, senza dover affrontare il pensiero che li attendevano tre mesi di lontananza…



Yuppyyyyyyyy! Allegriaaaaaaaaaaaaaa! I nostri eroi ce l’ hanno fatta!
Fermi! Aspettate ad aprire lo champagne e festeggiare, perchè non è ancora finita! Hi hi hi hi… Lo so, come mi ha scritto Lily2000 sono perfida, ma dovevo tener fede alla versione della Rowling, perciò Lily & James non sono ancora assieme!
Ma lo saranno presto… Più o meno! Dai, non vi posso rivelare tutto se no che gusto c’è?
In compenso si sono dati un bel bacio, no? Spero di essere riuscita a rendere efficacemente l’idea e le loro emozioni, perché volevo proprio che fosse un signor bacio! Spero vivamente che vi abbia soddisfatto…
Ora… beh, ora c’è l’estate per loro (sigh, sob, beati loro…)… Ci deve pur essere un po’ di suspance, insomma deve passare un po’ di tempo… perciò il prossimo aggiornamento sarà un po’ più in ritardo. Ecco, l’ ho detto, mo non vi arrabbiate, almeno ve l’ ho fatto sapere! Sono stata corretta!
Intanto che io mi metto sotto per preparare un settimo anno spettacolare per James, Lily & Company(come è giusto che sia), può darsi che, per farvi trascorrere meglio l’attesa, riesca a pubblicare una one-shot…
E’ un’ideuzza che da un po’ mi frulla nel cervello e, se riesco a rifinirla bene, ve la mando… stavolta i personaggi sono diversi: si tratta (TA-TA-TA-DAM!) di Sirius & Bellatrix… No, non fate quelle facce, non è esattamente quello che pensate voi… E’… beh, lo vedrete, cmq è una cosa un po’ diversa, ma per me verosimile… Insomma, se avrete voglia e se la pubblicherò la leggerete…
Intanto vi invito caldamente a lasciarmi un commento che fa sempre piacere…
Un bacio! E a presto… Non temete, che non mi eclisso, non posso lasciare la storia così…
Ninfea
Ps: i ringraziamenti! Che sbadata! Un grosso, enorme, grazie di cuore a Sara Potter, Aira, Lily2000, Lily90, Enika, Lili (Ma il vostro nickname spopola una cifra!), mira82, Sissy… Siete tutti gentilissimi e i vostri commenti mi fanno stra piacere! Grazie mille!

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Capitolo 17
*** Cap17: SULL'ESPRESSO DI HOGWARTS... 3 MESI DOPO ***


Cap17: SULL’ESPRESSO PER HOGWARTS… TRE MESI DOPO

La notte senza luna avvolgeva il sinistro castello.
Si ergeva imponente e maestoso, affiancato da due alte torri. Era molto vecchio, e sicuramente un tempo doveva essere stato magnifico. Per il momento, però, la sua bellezza era offuscata dai segni dell’età e della scarsa cura. Le pietre nere erano ricoperte da rampicanti e il ponte levatoio sembrava mangiato dai tarli; la natura selvaggia e maestosa circondava il maniero, ma sembrava non essersi addentrata nel cortile interno, che era rimasto incredibilmente sgombro da qualsiasi erbaccia.
Cipressi scuri fiancheggiavano il viale che conduceva all’enorme portone di legno massiccio.
Il vento freddo spazzava le poche foglie che stavano sparse lungo il viale di ghiaia.
Statue inquietanti di Gargoyle in pietra minacciavano l’ingresso.
Avrebbe potuto sembrare disabitato agli occhi di qualunque Babbano, ma i maghi sapevano bene chi lo abitava, e ne pronunciavano il nome con orrore o soggezione velata da una strana forma di rispetto. O meglio, pronunciavano il suo titolo.
Perché in tutto il mondo della magia, solo pochissimi osavano pronunciare il suo vero nome.

In una delle stanze del castello, la fiamma viva e danzante del fuoco illuminava l’ambiente.
Di fronte al caminetto stava una poltrona con accanto un tavolo, su cui era poggiato un calice colmo di un liquido rosso sangue.
Dietro la poltrona, tre uomini incappucciati erano inginocchiati a terra, a capo chino in segno di sottomissione e in assoluto silenzio.
Seduto sulla poltrona con la stessa regalità di un sovrano sul suo trono, stava l’uomo che incuteva più paura di chiunque nel mondo magico: Tom Orvoloson Riddle, Lord Voldemort… Colui che per tutti era Colui-che-Non-Deve-Essere-Nominato. Il suo viso doveva essere illuminato dalle fiamme, ma i tre uomini alle sue spalle non lo potevano vedere. Scorgevano solo la sommità della sua testa e la sua mano destra appoggiata sul bracciolo. E già solo questo, bastava a farli rimanere immobili, per il rispetto e la paura.
I tre uomini videro che Lord Voldemort tamburellò le lunghe dita magre sul bracciolo. Quindi allungò la mano e afferrò il calice per portarlo alla bocca, facendolo scomparire dalla loro visuale.
Si scambiarono occhiate nervose da sotto il cappuccio.
“Siete nervosi, miei fidi Mangiamorte?” la sua voce fredda fece sussultare due dei tre.
Il calice riapparve sostenuto da una mano scheletrica che lo poggiò sul tavolo con un leggero “tic” che riecheggiò nel silenzio della sala.
Uno dei tre maghi, quello che non aveva sussultato, alzò leggermente la testa e parlò: “No, mio Signore. Noi siamo pronti.”
“Tu sei pronto, Lanstrange.” Corresse con voce irritata il Lord, picchiando la mano sul bracciolo. “Tu, sì… Ma in loro… Sento…” inspirò profondamente con le narici e sembrò succhiare tutto il calore dalla stanza. “… Sento proprio tensione, nervosismo… Forse anche paura.”
Uno dei tre tremò lievemente.
“Sì.” Disse di nuovo la gelida voce “Tu hai paura, Rosier Seth. Avverto la tua paura.”
Il padre di Steve Rosier alzò il capo e disse cercò di rispondere con voce tremante: “N- non è paura… Mio Signore… Io sono nervoso… Mi domando…”
Lord Voldemort si erse improvvisamente in piedi, alto e terribile, avvolto nella veste rossa e nera. “Osi contraddirmi?” la sua voce, appena più alta del normale, bastò a zittire il servo.
“Tu hai paura… Perché domani prende inizio il mio piano… Il piano che mi porterà a compiere l’ultima trasformazione, LA Trasformazione… Che mi permetterà di acquisire poteri oscuri talmente grandi che nessuno… Nessuno mai li ha dominati…”
Abbassò lo sguardo sull’uomo che cercava disperatamente di farsi vedere tranquillo.
“Ma io ce la farò. Controllerò quei poteri.”
“Ne sono convinto mio Signore!” si affrettò a dire Rosier, prostrandosi fino a terra.
Lord Voldemort fece un sorriso soddisfatto. Volse loro le spalle avvicinandosi al fuoco, la veste che frusciava sfiorando terra.
“Bene… E allora, miei Mangiamorte… cos’è che vi turba?”
Stavolta prese la parola l’altro mago, quello che ancora non aveva aperto bocca. “Mio signore… E’ il piano di Hogwarts che pare irto di difficoltà… La presenza di Silente potrebbe complicare le cose ai vostri servi laggiù…”
“Capisco, Black… Ritieni che Silente possa scoprire i vostri figli…”
Derrick Black rispose: “Le mie figlie sono in gamba… Ma sono giovani… Mi domando se non sia troppo presto…”
Il Mago Oscuro si voltò: “Non si può aspettare. E’ un’occasione che non capiterà mai più. Durante quest’anno i pianeti si allineeranno… Capita solo una volta ogni cinquecento anni… E se la Trasformazione avverrà allora, io potrò acquistare poteri…” strinse le dita scheletriche in un pugno “… inimmaginabili.” Fissò coi suoi occhi bui e freddi il Mangiamorte. “Per i vostri figli sarà un banco di prova. Se si dimostreranno all’altezza del loro compito, che per altro consiste solo nel non farsi beccare dal loro…Preside” pronunciò la parola quasi schifato “… bene, allora puoi star certo che diventeranno i miei Primi Servitori… In caso contrario… Non c’è posto per che sbaglia fra di noi, lo sai…”
“Li ucciderà?” si lasciò sfuggire Rosier “S-sono solo dei ragazzi…”
Voldemort fece un ghigno freddo, falso e inquietante: “Infatti, Rosier. Solo dei ragazzi.”
Si sedette sulla poltrona e Rosier abbassò la testa tremando. Il lord fece finta di non vederlo.
Ragazzi… Quei ragazzi erano la generazione sulla cui pelle e sul cui sangue si sarebbe fondato il suo regno… Un regno di puro, incontrastato potere, libero da qualunque vincolo, qualunque restrizione, qualunque sudicio, insignificante mezzosangue… Lord Voldemort sentiva che quella generazione non l’avrebbe deluso… Se erano tutti come il giovane Lanstrange, poi… Appena diciassettenne, fresco di studi, e già Mangiamorte. Era davvero curioso di sapere se anche gli altri, che da anni seguiva con interesse, avrebbero mantenuto le loro promesse, più efficacemente, per lo meno, di quei rammolliti leccaculo dei loro genitori.
“Domani è il primo settembre. Ricomincia la scuola, vero?” chiese, e i tre si affrettarono ad annuire. “Forse è meglio ricordare ai nostri giovani Mangiamorte cosa li attende quest’anno…” si tirò su la manica sinistra della veste con uno strattone
“…Perché, dopo quest’anno,…” sguainò la bacchetta
“…Niente…” la poggiò sul Marchio nero che brillava sull’avambraccio sinistro
“… Sarà più…” il Marchio cominciò a brillare sempre più intensamente
“…Come prima!”
Mentre il tatuaggio emanava una luce sempre più forte, Lord Voldemort urlò: “Morsemordre!” In angoli diversi dell’Inghilterra, in città diverse, in case diverse, in letti diversi, Nathan Avery, Antony Donovol, Ernest Nott, Phoebos Mulciber, Bellatrix Black, Steve Rosier, Shirley Lanstrange, Severus Piton, Lucius Malfoy, Narcissa Black e Lily Evans si svegliarono di soprassalto urlando di dolore per la fitta all’avambraccio sinistro.

***


James camminava tranquillo fianco di Sirius, in una soleggiata mattina di fine estate.
Avevano appena oltrepassato la barriera magica e ora stavano percorrendo il binario nove e tre quarti , diretti al solito vagone. Erano arrivati piuttosto in anticipo (colpa della perenne mania frettolosa della mamma di James) e non c’era ancora tutto il solito baccano, tipico del primo settembre.
“Sai che non mi è mai capitato di arrivare così presto alla stazione?” chiese Sirius tra uno sbadiglio e l’altro, indizi del fatto che la notte precedente i due avevano fatto di tutto tranne che dormire.
“Beh, con mia mamma è così, ti ci dovrai abituare…” sbuffò l’altro trascinando con fatica il grosso baule.
“Eppure non mi sembra che tu sia mattiniero come lei…” commentò Sirius, avanzando pigramente.
“No, infatti e per due motivi:
1- ho un padre che è la pigrizia fatta a persona;
2- ho un migliore amico che mi travia impedendomi di riposare adeguatamente la notte…”
Siri sbadigliò di nuovo, sorridendo, per poi dare all’amico una pacca sulla spalla: “Ah, io ti travierei? …Chi è quello che ha avuto la brillante idea di scommettere che si può star svegli 36 ore di fila?”
“Det- tagli…” ansimò il ragazzo, mentre issava il suo bagaglio sul vagone.
Siri alle sue spalle scosse la testa, ghignando.

“Reeeeeeeemuuuus!”
-questa voce è inconfondibile- pensò il ragazzo. E infatti di lì a pochi secondi si vide piombare addosso un ciclone con una massa di lucentissimi capelli castano chiari.
Mentre cercava di non perdere l’equilibrio, Rem salutò l’amica: “Ehi, Morgana!”
Quella si staccò e lo fissò con i caldi occhi nocciola: “Buongiorno!” disse, tutta un sorriso “… passata bene l’estate?”
“Sì, grazie! E tu?”
“Splendidamente!” sospirò, con un teatrale gesto della mano. Poi rimase immobile, come aspettando qualcosa.
Remus, che aveva un animo sensibile e capiva al volo la psicologia delle persone, le disse proprio quello che voleva sentirsi dire: “Ehm… Ti trovo in gran forma!”
La ragazza sembrò al settimo cielo: “Oh, grazie! Hai visto il nuovo taglio di capelli? Li ho scalati un po’, sai, il parrucchiere voleva anche farmi riflessi dorati, che danno un tocco molto romantico, ma poi avrei finito per assomigliare troppo a mia sorella, e capisci bene che…”
Al biondino interessava relativamente la storia dell’acconciatura di Morgana, anche perché temeva che se si fosse lanciata in una conversazione del genere, non sarebbe più riuscito a fermarla. Perciò si affrettò a dire: “Sì, davvero interessante… E se ci avviassimo verso il treno? Lascia, porto io il tuo baule…”
Morgana si sciolse in un sorrisone: “Oh, Remus, sei davvero un perfetto gentiluomo!”

“Susan, perché non accompagni tu Ben in uno dei vagoni dei primini?” chiese Corinne, mentre riprendeva fiato dopo aver trascinato il suo baule e quello di suo fratello sul treno.
Sua sorella alzò gli occhi al cielo e fece per prendere la mano di Ben, un ragazzino che aveva i lineamenti identici ai loro, ma l’espressione meno allegra.
“Ci vado da solo!” sbottò Ben corrucciato “Non ho bisogno delle baby-sitter!”
“No, ma di una guida sì!” ribattè Susan “E’ il tuo primo anno qui, non sei mai salito sul treno!”
“E invece sì! Uno volta ci ho accompagnato Corinne!”
“Dai, piantatela di litigare…” disse la sorella maggiore “Ok, Susan, lascia stare… Se vuole andare da solo, va da solo…”
“Tanto meglio!” fece l’altra voltandogli le spalle e arrampicandosi sul vagone.
Corinne posò una mano sulla spalle del fratellino: “D’accordo, se hai bisogno, cercaci…”
“Con Susan non ci parlo!” ribattè quello testardo.
“Allora cerca me! Però, andiamo, non dovete litigare così già dal primo giorno di scuola! Dovete cercare di andare d’accordo… Me lo prometti?”
L’altro sbuffò, ma poi fissò la sorella negli occhi e annuì: “Ok, Corinne…”
“Fantastico!” fece quella “Dammi un cinque!”
Lui le batté la mano sorridente. Con Corinne era tutto molto più facile che con quell’antipatica di Susan.
“Ora devo andare a cercare Danny… Ci vediamo dopo, ok?” la ragazza gli scompigliò i capelli e poi salì a sua volta.
Ben la imitò ma prese l’altra direzione e cominciò a cercare uno scompartimento libero, borbottando tra sé e sé: “… Donne…”

Tara aprì la porta dello scompartimento proprio nell’ istante in cui il treno dette uno strattone in avanti e iniziò la sua corsa, col risultato che perse l’equilibrio e si trovò fra le braccia nientemeno di… Sirius.
“Wow, la scuola non è ancora cominciata e già piovono donzelle fra le mie braccia!” fu lo spiritoso commento del ragazzo.
La mora si tirò velocemente sù.
Dietro di loro, James e Peter ridacchiavano: “Ciao Tara!”
“Ciao ragazzi!” rispose lei, “Stavo facendo un giro per vedere se trovavo mio fratello, ma evidentemente…” fece girare lo sguardo nella stanzetta “… Qui non c’è… vabbè. Ci vediamo più tardi!” e fece per andarsene.
“Ehi, Tara!” la chiamò James.
“… Non è che hai visto le altre?”
“Morgana sta sfinendo Remus con le sue chiacchiere, due vagoni più giù… A proposito, lui vi cercava… e Corinne credo sia da Daniel.”
“Si, grazie, ma… Lily?” chiese James cercando di suonare indifferente nonostante la faccia di Sirius avesse già iniziato a fare vaghi cenni maliziosi.
“No, lei non l’ ho vista mi dispiace…”
James rimase a fissare pensieroso la mora che si allontanava.

“E’ inaudito!”
Narcissa Black camminava accanto alla sorella nello stretto corridoio del vagone.
“Ti rendi conto che abbiamo rischiato di perdere il treno solo perché quel deficiente dell’Elfo Domestico ci ha svegliate in ritardo?” la bionda sembrava inviperita e non era impeccabile come al solito, ma leggermente scomposta, come se avesse appena corso.
Bella scrollò le spalle: “Gli Elfi sono deficienti.” Decretò senza enfasi.
“Sì ma stavolta ha superato il limite! Spero che papà lo gonfi di frustate!” sibilò Narcissa.
“Se tu lo vuoi, papà lo farà… Fa sempre quello che vuoi tu…” commentò l’altra.
“Cosa vorresti dire, che con te non fa così?”
Bella la fissò con gli occhi di ghiaccio. “Narcissa. Non ne voglio parlare. Ma sai meglio di me come stanno le cose.”
L’altra fece per aprire bocca, ma la mora la anticipò: “Fine-della-questione.” Disse risolutamente, liquidando la faccenda.
La sorella minore scosse la chioma biondissima.
Procedettero per un po’ in silenzio, sbirciando di tanto in tanto negli scompartimenti, alla ricerca dei loro compagni.
Ad un certo punto, una ragazza fece per tagliar loro la strada, involontariamente, uscendo da uno di questi. Bella si bloccò, alzando fieramente la testa, a far capire che pretendeva la precedenza.
La ragazza, però, si era già fermata.
Nel passare, Bella la fissò negli occhi verdi. E Lily non abbassò lo sguardo. Nemmeno di fronte a Narcissa, che le lanciò un’occhiata di sufficienza.
Arrivata di fronte all’ultima porta del vagone, Bella si voltò a fissare la schiena della rossa, che si era diretta dalla parte opposta. Narcissa seguì lo sguardo della sorella e capì.
“Ancora con questa storia!” sbuffò.
Bella le lanciò un’occhiata azzurra. “E perché no? Mi chiedo se anche lei stanotte…” si sfiorò l’avambraccio sinistro.
“No. E sai perché? Perché non è lei la Mangiamorte.” Affermò la bionda.
“Oh, e immagino che tu ne abbia la certezza assoluta…” fece l’altra sarcastica.
Con suo grande stupore, quella ribattè: “Sì. Tu cerchi la Figlia di Ilio, giusto? Beh, non è la Evans. Ho fatto una piccola ricerca: se vai a vedere la parola “Ilio”, rimanda molto al nome latino “Julius”, quindi Giulio, Julian, Julia, Juliette, Jill… Ho controllato il nome della rossa: Lilyan Evans. Figlia di Arthur Evans e Maryann Parker. Come vedi nessuno dei suoi genitori si chiama Julian o Juliette, o… Dunque, la figlia di Ilio non è lei. Dunque, non è una Mangiamorte.”
“Dunque, è un ragionamento troppo semplicistico!” le fece il verso Bellatrix.
“Non è semplicistico, è concreto. Ho ragione io!” e Narcissa le fece una linguaccia.
La mora sbottò: “Ma quando crescerai?”
Narcissa sorrise : “Mai. Spero… Nella nostra famiglia ci sei già tu che sei cresciuta troppo in fretta. La bambina viziata sono io, ricordi?”
“Hai ragione.” Sorrise quella a sua volta, e stranamente non sembrava il solito ghigno freddo e falso.
Poi la bionda si fece seria e abbassò gli occhi verso il braccio sinistro “Mi ha fatto male stanotte.”
“Anche a me.”
Pausa di silenzio.
“Tu hai paura, Bella?”
Si fissarono l’una negli occhi azzurri dell’altra.
“No. Non possiamo aver paura.”
Narcissa sospirò: “Vorrei essere come te…”
Bella le prese la mano, in un gesto affettuoso così inconsueto per lei.
“No. Tu non puoi essere come me. Non lo sei, per tua fortuna… E guarda che dico sul serio.” Fissò la ragazza intensamente “Però, possiamo stare assieme, e spalleggiarci… Nessuno è forte come noi due, le due Black… Perché siamo sorelle, e la forza del nostro legame di sangue, il sangue della nostra famiglia, nessuno mai lo potrà scalfire. Quello che dovremo fare, lo affronteremo insieme. Se staremo assieme, non dovrai avere paura di niente.”
In quel momento Narcissa sentì il legame che la univa a sua sorella più forte che mai.
Sì, sarebbero state unite… Dovevano farlo assolutamente, quell’anno…

Lily si fermò oltre la porta del vagone, e lanciò un’occhiata alle sorelle Black, ferme infondo al passaggio, che la squadravano.
Si voltò e fece scorrere la separé che divideva i due vagoni, dopo di che si lasciò andare con la schiena appoggiata al vetro della porta, che vibrava tutta per lo sferragliare del treno.
Stette lì ferma qualche secondo.
Che avevano le Black? Perché l’avevano fissata così? Centrava qualcosa quello che era successo quella notte?
Quella notte… Si tirò su la manica sinistra e fissò la pelle dell’avambraccio, perfettamente bianca e liscia, senza alcun segno.
-Stanotte, il segno c’era…- pensò la rossa, mentre un brivido correva su per la sua schiena - L’ ho sentito…-
Maledizione, ma che stava succedendo? Aveva così voglia di tornare ad Hogwarts, andava tutto bene, fino a ieri…
Oddio, più o meno bene.
I più erano che aveva davvero voglia di riabbracciare i suoi compagni, e di far ritorno nel suo vero mondo, perché la vita Babbana ora le stava davvero stretta, anche se aveva trascorso una bella estate coi suoi (… Sorvolando sui battibecchi perenni con Petunia…).
I meno erano, o meglio era, perché era solo uno… In una parola, James.
Lily non aveva fatto che pensarci tutta estate, rivivendo in continuazione quegli istanti così dolci rubati all’ ultimo minuto, proprio su quel treno.
Il bacio più bello di tutta la sua vita…
Beh, anche quello con il suo vicino di casa, Ted Moore, a tredici anni, non era stato male, però quello di James… No, quello di James li batteva tutti!
Era stato così intenso, così tenero, ma anche forte e appassionato… Una scarica di emozioni magiche…
Peccato che fosse stato una cosa talmente veloce, come un brevissimo flash da favola. E poi, James si era dileguato, proprio come i principi delle favole. E lei, la bella principessa che palpitava d’amore, lo aveva aspettato con fiducia, ma inutilmente. Non una lettera, un biglietto, nulla. Nulla, per tutta estate. Tre lunghi mesi passati pensando a lui, e solo a lui, al suo sorriso, ai suoi occhi…
Eh, sì. Lily era proprio cotta.
E, come tutte le ragazze cotte, era piena di dubbi e insicurezze (Chissà perché non mi ha mai scritto, chissà se mi pensa, ma perché mi ha baciata, ma gli piacerò davvero, ecc ecc).
Così era stata la sua estate, fino a ieri, un’estate di attesa trepidante in vista dell’inizio dell’ultimo, fantastico anno scolastico.
Fino a quando era arrivato quel flash che squarciando la notte l’aveva strappata dal suo mondo sognante, romantico e sereno, proiettandola di colpo in una visione da incubo. La notte prima, dopo tanto tempo, il marchio nero aveva bruciato di nuovo sulla pelle chiara di Lily.
La rossa coprì il braccio tirando giù la manica della maglietta.
Qualunque cosa volesse dire, per prima cosa avrebbe raccontato l’accaduto a Silente, lui avrebbe senz’altro saputo che cosa fare.
In quel momento, uno scoppio di risa dello scompartimento pochi metri più avanti rispetto a dove era lei, la richiamò alla realtà. Nell’udire quella risata, i cupi pensieri furono dispersi in un battito d’ali. Riconosceva il proprietario di quella voce: James…
Infondo Lily aveva solo -quasi- diciassette anni… Ed era innamorata… Le fu spontaneo cacciare i loschi presagi in quell’istante.
- E’ inutile che mi preoccupo, fra poche ore sarò ad Hogwarts e parlerò con Silente… Intanto è meglio se non ci penso, e se vado dai ragazzi, che non li ho ancora salutati…- si disse.
“E così avete passato tutta l’estate assieme? Che storia!” disse Morgana rivolta ai James e Sirius che avevano deciso di trasferirsi in quello scompartimento per fare il viaggio assieme agli altri due.
“Già!” rispose il moro col suo sorriso sicuro e affascinante, mentre stava semi stravaccato sul sedile osservando con poca attenzione la partita di scacchi che stavano disputando James e Remus, entrambi molto concentrati.
“Immagino che vi sarete divertiti un mondo! Strabello, non avete combinato qualche guai?”
- L’estate non ha certo diminuito la curiosità della ragazza…- pensò James.
“Oh, a decine! Cioè, i guai li combina lui, io vi pongo rimedio…” ghignò Sirius.
“Sèèèèèèè! Ha parlato mister innocenza!” lo prese in giro Remus.
“Guarda che è vero! Se lasciaste fare a me, eviteremmo almeno la metà dei guai che combiniamo! Perché riusciremmo sempre a farla franca!” ribattè Siri.
“Ah, scusa… Certo, tu sei superiore a noi poveri comuni mortali…” fece l’altro sarcastico.
“… E infatti chi è che ti ha salvato il culo non una, ma ben due volte l’ano scorso?” sorrise James.
“Due? E quale sarebbe la seconda?” chiese Siri.
“Ma dai!” si intromise Peter, parlando ovviamente a sproposito “La prima è stato quando abbiamo beccato Piton e Rosier all’inizio dell’anno, l’altra è stata a Maggio, quando Piton stava per scoprire Rem nel pass…”
Un eccesso di tosse di Remus e lo sguardo fulminante di James troncarono le parole in bocca al piccoletto che arrossì e cominciò a balbettare per scusarsi.
Morgana, come c’era da aspettarsi, stava già per chiedere delucidazioni su un argomento che, stranamente, non conosceva, quando la porta dello scompartimento si aprì e una chioma rubina si materializzò davanti ai loro occhi.
Morgana dette uno strillo di gioia e saltò subito al collo dell’amica, mentre i Malandrini esclamarono saluti e benvenuti.
“Oh, la nostra bella Prefetto!” fece Sirius spalancando le braccia e alzandosi per baciarla sulle guance, da perfetto latin lover (O da perfetto marpione, come pensò James in quel momento).
“Ciao Lily!” esclamò il piccolo Peter.
“Guarda chi si rivede!” la salutò il biondo abbracciandola (non appena Morgana l’ebbe lasciata andare).
Lily rispose a tutti, col solito sorriso dolce e solare, quindi si sedette.
Gli occhioni verdi intercettarono lo sguardo di quelli marroni di James.
“Ciao, Lily…” disse il ragazzo.

Eccola lì, esattamente come se la ricordava, con le gambe coperte dai jeans chiari accavallate, gli indescrivibili occhi verdi, la bocca che si apriva continuamente in sorrisi mentre chiacchierava con i ragazzi. Non era cambiata di una virgola, solo i capelli rosso scuro, forse erano un po’ più lunghi di tre mesi fa…
Tre mesi fa…
Su quello stesso treno, quando era riuscito a baciarla.
Già, forse l’unico bacio serio e vero che aveva dato in tutta la sua vita. Un bacio che esprimeva realmente quello che sentiva per lei. Un bacio a cui aveva ripensato continuamente, dopo che era stato costretto in fretta e furia a salutarla, per andare con i suoi.
Quell’estate l’aveva pensata, oh sì… Beh, non sempre sempre magari, però soprattutto i primi giorni l’aveva pensata molto. Aveva anche provato a scriverle un paio di volte, ma quella dannata penna non voleva saperne di mettere giù i suoi pensieri, e il foglio, nonostante la sua buona volontà, rimaneva sempre o ostinatamente bianco, o pieno di cancellature e frasi banali. E intanto i giorni passavano, e non è che poteva starsene sempre chiuso in camera, a tentare di scrivere senza successo lettere d’amore. Anche perché Sirius si sarebbe insospettito. E lui non voleva.
Sirius era suo fratello, sapeva tutto di lui. Era con lui che si confidava, ed era sempre il primo con cui si vantava delle sue conquiste femminili.
Ma non quella volta.
Quella volta non aveva nessuna intenzione di rivelargli del bacio con Lily. Perché avrebbe voluto dire che quel bacio era come tutti gli altri baci che c’erano stati, e lui non voleva parlarne, entrare nei particolari, spifferargli la reazione della pulzella, ridere a crepapelle di quanto sono sceme le ragazze, vantarsi della sua abilità nelle manovre di abbordaggio.
No, niente affatto. Non era stato così, non con lei. E Sirius lo avrebbe capito. E James… Beh, non sapeva nemmeno lui quello che voleva. Non aveva mai pensato di instaurare un rapporto serio con una ragazza, ma in quei mesi invece l’idea lo aveva continuamente martellato, nonostante lui facesse di tutto per non pensarci.
E lui, incapace di prendere una decisione seria (…come la maggior parte dei ragazzi N.di me ), aveva rimandato la questione finchè aveva potuto: dopotutto l’estate era fatta per divertirsi, non per scervellarsi sulle donne! E le occasioni di divertimento non gli erano mancate di certo, con accanto uno come Siri… Insomma, per farla breve , la tattica di James in quei mesi era stata: cercare di non pensarci alla faccenda durante il giorno… per poi finire di sognarsi Lily la notte.
Solo che il Primo settembre era arrivato, alla fine. E ora, volente o nolente, qualcosa avrebbe dovuto fare.
Già… Che cosa?
Per ora si sentiva solo un perfetto pirla, visto che lei era arrivata, bella come al solito, tutti l’avevano abbracciata e lui, lui, cosa aveva fatto?
“Ciao Lily.” Questo le aveva detto! Complimenti, Ramoso! Avrebbero potuto entrare nel Guinnes dei primati per il livello dell’originalità, che in una scala da 1 a 10 sarebbe stato -15.
Le lanciò un’occhiata di sfuggita.
Non l’aveva mai vista con quella maglietta… La stava da dio…

Eccoli lì, tutti su quel treno.
L’espresso sferragliava a gran velocità verso nord trasportando i protagonisti della nostra storia.
Con quel treno cominciava il loro settimo anno ad Hogwarts, ed essi lo attendevano, chi con ansia, chi con eccitazione, chi con curiosità, chi con una punta di preoccupazione.
Sentivano che sarebbe stato un anno differente, e non solo perché ora erano gli studenti più grandi della scuola.
Il destino preparava, all’orizzonte, l’inizio della più sanguinosa delle guerre magiche… Qualcosa stava per stravolgere la loro società, le loro abitudini, il loro mondo… perfino loro stessi e i rapporti fra di loro… Il dramma avrebbe richiesto loro di schierarsi: ognuno di loro stava per essere chiamato a fare la scelta della sua vita… O della sua morte. E questo li avrebbe portati ad unirli, a saldare i loro legami, a crearne di nuovi e inaspettati, ma li avrebbe anche divisi: antichi fantasmi del passato stavano per tornare più vivi che mai, legami di sangue ormai dimenticati avrebbero riscosso il loro tributo, nuove palpitanti emozioni sgorgavano dai loro cuori, e vecchie cicatrici, metaforiche e non, sarebbero tornate a bruciare.

Dopo quell’anno, niente sarebbe più stato come prima.



Helloooooooooooooooo! Sono tornata! Sapete una cosa? Cominciavate a mancarmi, coi vostri commenti!
Siete contenti di risentirmi? Spero proprio di sì!!!
Lo so che vi aspettavate grandi cose da questo cap, magari è un po’ deludente per certi aspetti, ma mi serve da introduzione per il prossimo anno dei Malandrini… Vi anticipo che gli aggiornamenti saranno un po’ più lenti, per cause di forza maggiore… Comunque sia, voglio ringraziare gli affezionati lettori di questa mia ff, e cioè: Sara Potter, Aira, Lily90, Sissy, Enika, Angel...
Un bacio a tutti!

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Capitolo 18
*** Cap18: QUANDO LE CHIACCHIERE DIVENTANO DANNOSE... ***


Cap18: QUANDO LE CHIACCHIERE DIVENTANO DANNOSE…

“PRIMO ANNO! PRIMO ANNO DA QUESTA PARTE!”
La baraonda sul binario era ancora peggio di come la ricordavano. Una folla caotica e rumorosa, nonché molto numerosa, spintonava per scendere dal treno e si riversava sul binario, ammassandosi in quel poco spazio, mentre ognuno cercava fra la confusione generale il proprio baule, o il gufo, o l’amica del cuore che era lì fino ad un attimo prima ma ora era sparita, o il fratello minore che se si perde poi… E tutto il baccano era moltiplicato perché il cielo inclemente aveva deciso di riversare sulla testa dei malaugurati ragazzi un vero e proprio diluvio universale.
“PRIMO ANNO! DI QUI!” Hagrid sovrastava la folla facendo ondeggiare un’enorme lanterna che rischiarava un po’ la fosca atmosfera, dato che il sole era completamente oscurato da pesanti nuvoloni viola e color cemento, e la pioggia scrosciante sfocava i contorni di qualunque cosa.
“DAI, JAMES! MUOVITI, NON VOGLIO FARMI UNA DOCCIA QUI!”
Sirius strattonò sbrigativamente il ragazzo verso la prima carrozza a portata di mano, dove si infilarono in fretta e furia.
“PRIMO ANNO! EHI TU, SEI DEL PRIMO ANNO? PER DI QUA!”
Il fratello minore di Corinne si affrettò a seguire il gigante che gli faceva strada, un po’ intimidito, coprendosi alla bell’e meglio la testa per ripararsi dalla pioggia fittissima. Lily invece aveva rinunciato a cercare di ripararsi dall’acqua, tanto le continue folate di vento sferzavano la sua faccia bagnandola comunque. Si faceva largo fra gli studenti cercando di individuare uno qualsiasi dei suoi compagni, li aveva persi di vista mentre scendevano.
“TARA!” esclamò riconoscendo l’amica dalla treccina colorata che spiccava in mezzo alla gente.
Quella si voltò: “Oh, grazie al cielo! Credevo di aver perso tutti!” le disse “Forza, accaparriamoci una carrozza il più presto possibile, sono praticamente una spugna!”
Correndo sotto la pioggia scrosciante, le due raggiunsero uno dei mezzi e vi si arrampicarono sopra.
Se non che, la carrozza era già occupata da qualcuno. E precisamente dalle ultime persone con cui avrebbero voluto viaggiare: Severus Piton e Steve Rosier.
Ci fu un momento di imbarazzante silenzio, durante il quale i quattro, tutti grondanti e ansimanti, con capelli bagnati appiccicati alla fronte e le mani gelate, si fissarono prima stupiti, poi scocciati.
“L’anno comincia proprio nel peggiore dei modi!” sbuffò Rosier incrociando le braccia e girando decisamente la testa dall’altra parte, ben determinato a fissare solo il paesaggio fuori, dove infuriava la battaglia degli elementi.
Tara lo incenerì con lo sguardo e lo imitò guardando dall’altro finestrino.
Piton e Lily, invece, si ritrovarono a scambiarsi una fugace occhiata.
“Spero che la tua spilla da Prefetto non sia stata rovinata troppo dalla pioggia… sarebbe un vero peccato macchiare così l’immacolata Prefetto Grifondoro…” fece lui con il solito tono odioso.
Lily strinse gli occhi facendo un sorrisino falso e canzonatorio “Uhm… Invece per te sarà stato un vero sollievo, quest’acqua… Almeno così ti sei lavato i capelli e saranno a posto fino al prossimo acquazzone…”. E detto ciò prese a fissare un qualsiasi punto del finestrino che la distraesse dalla visione del ragazzo di fronte a lei.
Finalmente le carrozze si mossero e cominciarono ad arrancare verso il castello, procedendo più lentamente del normale per via del tempaccio.
Un lampo illuminò per un secondo l’interno della carrozza dove erano Lily e Tara.
La rossa notò che Rosier era un po’ nervoso perché sobbalzò.
Piton lo guardò di sfuggita.
“Merda, sembra la fine del mondo…” sussurrò al prefetto di Serpeverde il ragazzo, impressionato, senza staccare gli occhi dal paesaggio.
Quello guardò fuori, verso il lago agitato dalla tempesta.
Lily aguzzò l’udito per capire che cosa stavano bisbigliando: non voleva perdersi Rosier che se la faceva sotto per un temporale.
“… Ti mette addosso un senso di paura… Pare un cattivo presagio…” disse lui.
Il moro lo guardò da sotto all’insù.
“Certo che è un cattivo presagio. Ce ne sarà di paura quest’anno...”
Quella frase detta sottovoce da Piton colpì la ragazza.
Un nuovo lampo illuminò l’ambiente. In quella frazione di secondo, gli occhi verdi di Lily si incrociarono nuovamente con quelli neri di Piton. E la sua espressione non le disse nulla di buono.

La Sala Grande, calda, asciutta e accogliente, non era mai sembrata tanto bella agli occhi degli studenti, tutti completamente zuppi per il temporale di fuori.
Lily si chiedeva come avrebbero fatto i primini ad attraversare il lago mentre si dirigeva al tavolo della sua Casa, sedendosi accanto a Tara.
Sistemò le ciocche bagnate dietro le orecchie, cercando di accomodare i capelli sconvolti dal vento, e intanto alzò lo sguardo verso la persona seduta di fronte a lei.
Due gomiti, le mani, e poi… Oddio ,il suo viso!
Lo stomaco fece un balzo mentre realizzava che quello era James, che le sorrideva asciugandosi le mani col tovagliolo.
Lily recuperò subito il controllo, restituendogli il sorriso: “Una bella lavata, eh?”
“Già… Mi immagino come saranno conciati gli studenti nuovi, sempre che riescano ad arrivare su questa riva del lago…” rispose lui.
In quel momento le porte della Sala si spalancarono e il corteo di primini, più terrorizzati e bagnati del solito, fece il suo ingresso dietro la McGranitt, che portava con sé lo sbrindellato Cappello Parlante.
Mentre lo smistamento prendeva il via, i ragazzi seduti ai tavoli commentavano i nuovi arrivi.
“Senti, ma hanno sbagliato! Quest’anno hanno deciso di aprire le porte di Hogwarts ai bambini di terza elementare?” fece Sirius sporgendosi verso Lily e James.
“Hanno tutti undici anni, furbo!” lo rimbeccò Tara.
“Ma figurati, beccati quello!” esclamò il moro indicando un biondino impacciato che sembrava aver nuotato nel lago prima di venire lì, tanto era fradicio, e che era in quel momento assegnato a Grifondoro. “Avrà al massimo nove anni!”
“Veramente ti assicuro che ne ha undici, è mio fratello…” si intromise Corinne, arrivata in quel momento, che alzò i pollici incoraggiando il piccolo Ben.
“Ben arrivata!” la salutò Lily “Come mai in ritardo?”
La ricciolina alzò le spalle “Abbiamo dovuto aspettare un’altra carrozza, Morgana era livida…”
Remus e James si scambiarono un’occhiata e ridacchiarono, mentre Sirius fissava ancora allibito i primini.
“Ma via, come fanno a essere così piccoli?” disse di nuovo agli amici.
“Felpato, devi sapere che la gente nasce piccola, e poi col tempo cresce… Hai presente quando eri bambino?” disse Remus col tono calmo e canzonatorio di un insegnante che spiega la lezione.
“Noi non eravamo così minuscoli quando siamo arrivati qui!” insistette l’altro testardo.
“No, infatti ci hanno mandati qui già vecchi…” ribattè Ramoso.
“Bah, dite quello che volete, voi forse eravate piccoli, ma io no!”
“Aaaaaaaaaah… capisco…”
“E certo, lui è nato già così, difatti poi non si è più evoluto, anche la sua mente è da sempre ferma a questo livello…”
Siri li ignorò, limitandosi a fissare la nuova studentessa chiamata dalla McGranitt: “Sabine Lafayette!”
Una ragazza dai lunghi capelli biondi si avvicinò con eleganza allo sgabello. Lei invece dimostrava molti più anni rispetto agli altri, doveva averne almeno 15.
“Ehi, spiritosoni, guardate quella, invece! Mi rifiuto di credere che abbia solo dieci anni!” la indicò.
Gli altri Malandrini stavolta dovettero riconoscere che aveva ragione : “In effetti, mi sembra un po’ precoce come bambina…” ammise Ramoso.
Peter emise un piccolo fischio, ad apprezzare la bellezza della ragazza.
“Deve essere nuova…” commentò Remus.
“Già, speriamo che il Cappello ci faccia un bel regalo quest’anno…” fece Siri.
“Ecco l’incallito ruba-cuori che punta la sua prossima preda…” sussurrò James prendendolo in giro.
“Ehi, James, pensa alla tua, di preda!” lo zittì l’amico, facendolo trasalire.
Le speranze di Siri però furono deluse perché la bella studentessa fa assegnata a Corvonero. Ma lui comunque prese nota del suo nome mentalmente, ripromettendosi di avvicinarla alla prima occasione.
I Malandrini andarono avanti a ridere e chiacchierare fino a quando la voce di Tara non li interruppe: “Oh, insomma, volete far silenzio un secondo?”
Silente si era alzato.
Il brusio nella sala si affievolì di colpo e il Preside si aprì in un caloroso sorriso di benvenuto.
“Un altro anno ad Hogwarts! Bentornati a tutti voi! E, ovviamente ben arrivati ai nuovi studenti!” i primini si scambiarono sorrisi tesi e impacciati.
“Vorrei presentare alcune persone nuove, che si affiancheranno a noi per tutto quest’anno…
Vi pregherei di accogliere con un bell’applauso il nuovo insegnante di incantesimi, il professor Vitious…” Silente fece un elegante cenno col braccio indicando un tipo piccoletto e solare che cercò di alzarsi il più possibile per farsi notare dagli studenti che battevano educatamente le mani.
“Fantastico: un professore giovane e inesperto…” ghignò Sirius rivolto ai Malandrini “… carne fresca da macello, no?”
Remus scosse la testa rassegnato.
Il Preside alzò ancora le braccia, per calmare il brusio di curiosità e i pochi battimani che ancora echeggiavano nella sala.
“E ora…” riprese “ un altro applauso per il Signor B. Crouch, Capo dei servizi della Difesa al Ministero della Magia…” La mano del mago accennò al personaggio alla sua sinistra, solo che stavolta la reazione degli studenti fu un po’ meno calorosa.
Al tavolo dei Serpeverde parecchi lo guardarono truci, e molti studenti presero a bisbigliare fra di loro.
Lily era molto sorpresa, e non proprio positivamente.
“Il signor Crouch non passerà ad Hogwarts tutto l’anno, ma avremo il piacere…” Lily spalancò gli occhi a questa parola “… di averlo con noi in molte occasioni: si fermerà spesso per fare dei controlli con lo scopo do garantire una maggior sicurezza alla scuola e contemporaneamente di verificare il perfetto funzionamento di essa… Immagino che non serva rammentarvi la difficile situazione del nostro mondo in questo momento critico… E benché non abbia nessuna intenzione né di spaventarvi né di ingigantire le cose, è comunque bene che voi conosciate la realtà: il pericolo del crescente potere di Lord Voldemort…” un sussulto serpeggiò fra i tavoli, e l’aria si fece all’improvviso più pesante, ma Silente proseguì con la stessa pacatezza “… non è indifferente. Per tanto il ministero ha affidato al signor Crouch quest’ incarico qui ad Hogwarts. Mi preme solo sottolineare quest’ultima cosa: sappiate che finchè starete qui, nulla vi potrà minacciare o farvi del male. Di questo potete star sicuri.”
Lo sguardo di Silente si spostò verso il tavolo dei Grifondoro concentrandosi sulla ragazza dai capelli rossi.
Sospirò sorridendo. “Ed ora, direi di passare ad argomenti più piacevoli, come… Il cibo!” battè le mani e le tavole si imbandirono all’istante.
“Buon appetito, ragazzi!” esclamò.
E molti si sentirono davvero più tranquilli vedendo il solito luccichio azzurro brillare negli occhi del loro Preside.

Così cominciò l’anno scolastico, che portò con sé il solito tranquillo tram tram: lezioni noiose e interessanti vissute nella complicità dei compagni di classe, sporadici scontri coi Serpeverde, normali battibecchi fra amici, l’umore di Morgana variabile come il ventaccio che ancora infuriava contro il castello… Insomma, la normale quotidianità della loro vita di studenti, fatta di compiti in classe risolti con il segreto aiuto di bigliettini e suggerimenti bisbigliati da Remus nel banco dietro, pomeriggi a studiare in biblioteca, dove James finiva sempre per fare troppo baccano ed essere cacciato dalla severa bibliotecaria, serate in Sala Comune a ridere per le scemate di Sirius, o ad ascoltare i racconti delle avventure estive di Morgana pigramente sdraiati sul letto di Corinne…
Le prime due settimane volarono tranquillamente per tutti.
Beh, non proprio per tutti: nonostante l’allegria e l’atmosfera serena, Lily non era perfettamente felice.
Aveva aspettato con tanta ansia quel rientro a scuola, e ora…
Ora aveva trovato le cose che si era aspettata uguali, cambiate, e quelle che avrebbe voluto trasformate, ancora identiche.
La lasciava ancora perplessa la presenza del signor Crouch: inutile ricordare che non aveva precisamente quello che si dice “un buon feeling” con quel personaggio, a suo parere sinistro e ambiguo. Si era ripromessa di chiedere chiarimenti a Silente, ma ancora non era stata convocata dal Preside, e per tanto non aveva nemmeno avuto l’occasione di raccontargli della notte prima del primo giorno di scuola. Quell’episodio era rimasto un suo segreto, e, a pensarci bene, la ragazza non aveva neppure molta voglia di rivelarlo: era molto più comodo evitare di affrontare il problema, come se nulla fosse accaduto, come fosse stato solo un sogno senza importanza…
Lily aveva altri pensieri per la testa. E il primo fra tutti era, inutile dirlo, quel benedetto Potter.
L’orgoglio e la timidezza, nonché la paura di essere respinta, le impedivano di chiedergli chiarimenti, ma la rossa continuava a pensare e ripensare in continuazione al loro bacio, ed era profondamente delusa, oltre che preoccupata, del fatto che lui non si decidesse a chiarire la cosa. Era anche vero che in quei quindici giorni da quando erano arrivati ad Hogwarts, loro due non avevano ancora avuto l’occasione (tu guarda i casi della vita!) di stare un po’ soli… ma il sesto senso della ragazza, nonostante lei cercasse di non ascoltarlo, le diceva che James sembrava proprio evitare con cura le occasioni per restare da solo con lei.
Lily non sapeva proprio come comportarsi: fare la prima mossa, decisamente era fuori discussione… E allora? Non sapeva nemmeno se mostrarsi un po’ sostenuta, o… Non le andava di far finta di niente, che diamine, però non sapeva che altro fare! Diciamo che si affidava al momento: se lui faceva lo spiritoso, rideva delle sue battute, se la rimbeccava, gli lanciava le solite sfrecciatine…
Però non era per niente soddisfatta dell’andazzo delle cose,e sperava vivamente che lui facesse qualcosa, e alla svelta.

L’ultima ora del venerdì era quella che di solito si occupava trascinandosi pigramente dietro al pensiero di cosa fare nel week-end, ovvero di lì a poche ore.
Ma disgraziatamente per i Grifoni del settimo anno le cose non andavano così: con un senso cinico davvero notevole, quell’anno i consiglio docenti aveva assegnato loro all’ultima ora della settimana la lezione della McGranitt, alla quale non passava nemmeno per l’anticamera del cervello la politica adottata da tutti gli altri insegnanti che tenevano le lezioni di quell’ora, ossia “lasciamo-correre-che-tanto-fra-due-ore-la-settimana-lavorativa-è-finita”.
Quindi quel venerdì la professoressa stava spiegando, più arzilla e tenace che mai, un argomento particolarmente complicato che , lei sosteneva, era spesso richiesto all’esame dei M.A.G.O..
Il livello di attenzione era piuttosto basso: solo Tara sottolineava diligentemente seguendo sul libro vicino ad un Peter che sbadigliava assonnato, Lily sfogliava distrattamente le pagine appuntandosi qualcosa qua e là, Morgana accanto a lei aveva la testa appoggiata sulle braccia sul banco, e Corinne guardava fuori dalla finestra, mentre Remus ,suo compagno di banco, aveva il capo che pendeva mollemente sostenuto dal braccio destro.
Due banchi più dietro, Siri e James avevano esaurito tutti i loro passatempi preferiti da usarsi durante lezioni pacco: il primo sembrava concentrato sui riflessi della chioma scura della studentessa davanti a lui (una di Tassorosso), mentre il secondo, il cui banco era pieno di scacchiere di tris, tavole di battaglia navale e macchie varie di inchiostro, nonché una tabellina dove segnare diligentemente i punti dei due giocatori, stava ora riempiendo gli ultimi spazio ancora immacolati della superficie di legno scarabocchiando insistentemente le lettere “L” e “E”.
E fu a questo punto che l’attenzione di tutti fu improvvisamente e bruscamente richiamata all’ordine dall’urlo della professoressa:
“MA INSOMMA, IO PER CHI STO PARLANDO?”
Tutti i ragazzi rizzarono subito la schiena assumendo un espressione innocente e allo stesso tempo vigile che dissimulasse la loro distrazione.
“Sarà meglio che vi diate una svegliata, giovanotti, siete all’ultimo anno e ciò vuol dire una sola cosa, se non l’avete ancora capito: M.A.G.O.! Ossia: lavorare sodo! Ossia: non dormire in classe! Toglietevi dalla testa il pensiero che dato che oramai siete arrivati fin qui, non verrete bocciati! Sappiate che io sono ancora a tempo a bocciarvi tutti e a compromettere senza alcuno scrupolo le vostre future carriere!” fece la prof tutto d’un fiato.
Tutti si affrettarono ad annuire, sperando di calmare la sua furia.
Un timido “toc toc” fece trasalire gli studenti, e la McGranitt abbaiò un irritato: “Avanti!”
Entrò Gazza con Mrs Purr in braccio e una smorfia di disgusto sulla faccia, mentre porgeva un foglio alla prof: “Comunicazione per gli studenti…”
Sirius approfittò dell’attimo in cui gli occhi della prof scorrevano le righe sul foglio per lanciare con la cerbottana una pallina di carta che colpì forte la fronte stempiata dell’irascibile custode.
James rise nascondendo la testa fra le braccia.
“Silenzio!” intimò nuovamente la McGranitt “Potter, visto che hai tanta voglia di parlare, leggi ad alta voce questa comunicazione! Wingardium Leviosa!” Il foglio di diresse verso il ragazzo con gli occhiali alla velocità di un razzo.
Mentre la prof scribacchiava frettolosamente sul registro, James scandì a voce alta: “Per tutti gli studenti che frequentano corsi superiori al secondo anno:
si comunica che è stata stabilita la prima data dell’uscita ad Hogsmeade…” Morgana si agitò tutta sulla sedia e cominciò a bisbigliare con Lily “… essa è stata fissata per sabato 23 settembre. Ricordiamo che l’orario di rientro è per tutti alle 8.00, tranne che per gli studenti del settimo anno, per i quali è alla 11.00.”
“Wow, facciamo le ore piccole quest’anno..” commentò annoiato Sirius.
“Beh, non puoi pretendere di star fuori fino alle due di notte, come quest’estate…” ghignò James, fissando, però, la rossa due file più avanti.
“Qualche progetto in particolare per sabato?” chiese l’altro.
“Oooooh, Sirius, mi fai arrossire, devo interpretarlo come un invito formale?” fece James imitando la voce e il modo di entusiasmarsi di Morgana, con un sorriso irriverente.
“Ma quanto sei idiota da uno a dieci?”
“Direi un buon ventidue!”
La voce della McGranitt, sempre più rigida e severa, li interruppe nuovamente: “E dal momento che il nostro caro Potter ha ancora fiato da sprecare, vedremo di farglielo spendere in modo utile… Alla cattedra, sei interrogato!”
E il ragazzo, sotto lo sguardo adirato della prof, si decise finalmente a chiudere la bocca.

“Che ne dite di Nora Hatts?”
“Per l’amor del cielo, Siri! Potrebbe passare per tua mamma, non per la tua ragazza!”
“Uhm… E allora Giudith Zigger?”
“Bella, ma antipatica da morire!”
“Ma dai?”
“Giuro, le ho parlato assieme una volta e mi è bastato tutta la vita!”
Tre Malandrini erano in biblioteca chini sui loro quaderni di Storia della Magia, ma nella loro mente avevano ben altro che date e nomi di guerrieri… Stavano infatti tenendo un acceso dibattito su chi avrebbero invitato ad Hogsmeade quella prima uscita.
“Tu Remus hai già qualche idea?”
Il biondino fece finta di ignorare la domanda, ma quando gli altri due smisero di scrivere per fissarlo insistentemente, dovette per forza di cose rispondere.
“Credo che chiederò a Susan Watson di uscire con me…” fece, vago.
“Ottima scelta, vecchio mio! Carina, sveglia, simpatica e non troppo assillante! E oltretutto, ci prova con te almeno dalla fine dello scorso anno!” sorrise Sirius dandogli una poderosa pacca sulle spalle a mo’ di incoraggiamento.
“Io, invece, dovrò decidere a trovarmene una alla svelta, altrimenti resto a piedi…” disse poi.
“Il grande Conquistatore che va in bianco! Questa sì che sarebbe una novità!” rise James.
“Ehi, mister simpatia, mi pare che anche tu stia rischiando di andare in bianco!” fu la pronta risposta.
“E cosa te lo fa dire?” chiese lui, imbarazzato.
Siri si infilò la matita dietro l’orecchio sinistro e prese a sfogliare velocemente il volume davanti a lui, rispondendo: “Se non ti decidi a invitare Lily, quella ti scappa da sotto il naso per l’ennesima volta!”
“Siri ha ragione…” si intromise Remus, senza smettere di scrivere “Non capisco che cosa aspetti, secondo me rischi di perderla così…”
James allargò le braccia: “Ehi, ehi, ehi, calma! Ho tutto sotto controllo!”
La sua aria baldanzosa non ingannò nessuno, infatti il moro si limitò a lanciargli un’occhiata scettica, mentre Remus disse solo: “Veramente a me pare più che sia lei ad avere sotto controllo te…”
Il ragazzo con gli occhiali si animò subito: “Ma che stai dicendo? Sappi che, se non te ne sei accorto, la piccola sta completamente cedendo al mio fascino!
Entro domani mattina, prima che partiamo per Hogsmeade, sono sicuro che crollerà ai miei piedi… Probabilmente non dovrò nemmeno invitarla ad uscire, sarà lei a fare la prima mossa…” sorrise passandosi una mano fra i capelli, con un atteggiamento che non gli si vedeva da un bel po’ di tempo.
Il suo migliore amico scambiò uno sguardo d’intesa col biondo di fronte a lui, poi gli piantò in faccia i suoi occhi blu: “James… Quando ti deciderai ad ammettere che ti sei preso una bella cotta? Lily ti piace davvero, avanti, si vede lontano un chilometro!”
L’interessato restò un attimo in silenzio, poi scoppiò in una risata fragorosa quanto forzata, che fece alzare gli occhi al cielo agli altri due.
“Io… Io… Che mi prendo una cotta! Dico, ma… state scherzando, vero?”
Di nuovo, solo sguardi scettici come risposte.
“Andiamo, ragazzi! Credete davvero che faccia tutto questo perché… perché…”
“Perché sei innamorato?” gli venne in aiuto Remus “Ebbene… Sì!”
“No!” ribattè James “No! No! Io, innamorato! Figuratevi!”
Siri sorrise, quasi divertito : “Sei proprio uno scemo! D’accordo, e allora… Perché lo fai?”
La domanda colse James di sorpresa: “Perché… Perché… Che diamine, ragazzi! Perché la Evans è un gran pezzo di figliola! E ora, finalmente, ce l’ ho in pugno! E…” battè un pugno sul tavolo, come se avesse avuto un’illuminazione “… E perché così posso vincere la nostra scommessa, Siri! Finalmente, anche Lily Evans, l’ultima ragazza di Grifondoro che era riuscita a resistere al mio fascino, verrà conquistata ed uscirà ad Hogsmeade con me!” alzò il pugno trionfalmente, ma gli amici non parvero condividere il suo entusiasmo.
Il commento di Siri fu solo un poco convinto “Bah!”, mentre Remus gli sciorinò una delle sue famose perle di saggezza.
“Fa come credi, James, ma ti dico una cosa: puoi mentire a noi e a lei, ma non puoi mentire a te stesso…”
CRASCH-TRA-BUM!
Un improvviso frastuono alle loro spalle, li fece voltare bruscamente. Qualcuno aveva fatto cadere per terra alcuni libri dello scaffale dietro alle loro spalle.
“Accidenti!” esclamò Remus, balzando in piedi.
Gli altri due gli andarono dietro per dargli una mano a raccogliere i pesanti volumi.
“Ma tu guarda che imbranato!” sbuffò Siri, guardandosi in giro per cercare il responsabile di quel danno. Ma il corridoio fra le due alte librerie era vuoto. “Poteva almeno fermarsi a raccogliere anziché darsela a gambe!”
James raccolse un librone consunto: “Ehi, guarda qui, Rem! C’è su come tentare di recuperare questo caso disperato!” fece accennando al moro col pollice.
I tre scoppiarono a ridere di fronte al titolo del capitolo: Mille e uno rimedi contro la sindrome della Scimmia Innamorata!

Ma, nascosta dietro l’altro scaffale che delimitava il corridoio, stava una persona che in quel momento non poteva proprio pensare a ridere: tutta rossa in viso e sconvolta, Lily stringeva i pugni, ansimando leggermente. Strinse forte gli occhi nel sentire la risata di James e poi si voltò dall’altra parte, in un turbinio di capelli rossi, per correre il più velocemente possibile lontano, lontano da lì.


Ciao a tutti! Lo so, sono in ritardassimo! Ma come avevo detto, ora gli aggiornamenti saranno così, sono sommersa da impegni, vi giuro che ho fatto i salti mortali per aggiornare oggi! Consideratelo un piccolo regalo di Natale…
Come vedete non è molto allegra, per essere una puntata “natalizia”, però mi serviva farla così…
Allora: Punto primo: occhio alla biondina che è stata smistata a Corvonero.
Punto secondo:James fa lo stupido, Lily fa la timida, Remus fa il saggio, Sirius ha già capito tutto. Ma le cose precipitano.
Secondo voi che accadrà la prossima volta?
Esatto!!!! Appunto per questo dovrete portare un po’ di pazienza, perché voglio che sia un cap PERFETTO!
Ringrazio tutti quelli che recensiscono: Sara Potter, Sissy, Lily90, Lily2000… Baci a tutti e auguri!

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Capitolo 19
*** Cap19: ...IN UN GIORNO DI PIOGGIA... ***


Cap19: IN UN GIORNO DI PIOGGIA…

Sembrava proprio che quell’anno scolastico il tempo volesse mantenersi sul “temporalesco stabile”, perché anche la mattina dopo, il giorno che avrebbero potuto trascorrere ad Hogsmeade, il cielo era coperto di insistenti nuvole grigie che tentavano, senza successo, di scoraggiare il morale dei ragazzi.
Tara, Morgana, Lily e Corinne stavano sedute a far colazione in una Sala Comune stranamente mezza vuota.
“Allora, che si fa oggi?” chiese Tara mentre imburrava un toast.
“M-m!” mugugnò Morgana per attirare l’attenzione, visto che non poteva parlare per la bocca piena. Deglutì, poi disse: “Io devo assolutamente andare a comprarmi i jeans, la crema per le occhiaie al cetriolo, e anche un paio di ciabatte nuovo!”
“Nient’altro, madamoiselle?” chiese la mora sarcastica.
“Io, ve l’ ho detto, vado con Danny…” fece la ricciolina versandosi del latte.
“Danny, Danny, Danny! Uff, che scatole, da quando c’è lui noi non esistiamo più!” sbottò la ragazza dai capelli lunghi.
Sul viso di Corinne si dipinse un espressione dispiaciuta “Ma… Ve l’avevo detto, mi dispiace… E’ che glielo avevo promesso, ma giuro che la prossima volta esco con voi!” aggiunse convinta.
Tara sorrise: “Ma, via, Corinne, tu ascolti ancora questa qui?”
Una volta tanto “questa qui” non la rimbeccò: “Sì, guarda che stavo solo scherzando!”
La biondina sospirò di sollievo.
“Meno male… Lo sapete quanto ci tengo a voi!” disse, con un sorrisone. Poi il suo volto si illuminò, perché Danny era arrivato all’ingresso, tutto infagottato nel suo mantello, e si era appoggiato allo stipite del portone, per aspettarla. La ragazza, con un’espressione raggiante, salutò le amiche con un bacio e corse verso di lui.
Morgana la seguì con lo sguardo, sospirando.
“Oh, come sono teneri!”
Tara tornò a concentrarsi sul suo toast, ma notando che Lily era stranamente silenziosa le lanciò un’occhiata. E vide che non aveva quasi toccato cibo, stava giocherellando con il cucchiaio e aveva un’espressione cupa e triste.
La mora le sventolò la mano davanti agli occhi.
“Terra chiama Lily! Terra chiama Lily! Lily, se ci sei, dacci un segno di vita!”
La rossa si riscosse dai suoi pensieri.
“Eh?… Scusa, ero distratta… Dicevate?”
“Nulla, parlavamo di dove saremmo andate oggi… Tu hai qualche desiderio particolare?”
Sbuffò, fissando la sua tazza: “Solo uno: il più lontano possibile dai ragazzi.”
Il tono brusco con cui lo disse, fece spalancare gli occhioni di Morgana.
“E perché mai? Non mi pare che ti abbiano fatto disperare!”
Tara alzò gli occhi al cielo.
“Anzi…” proseguì Morgana “… Io ero convinta che ad Hogsmeade ci saresti andata con loro, cioè con lui… ”
La rossa alzò gli occhi verdi, con un lampo di rabbia: “Lui chi?”
La mora fece di proposito cadere la zuccheriera, nel tentativo di far zittire Morgana.
“Oh, che sbadata!” esclamò, cominciando a pulire freneticamente proprio davanti all’amica, ma questa, che non aveva colto nulla, disse solo “Figurati!” e si spostò più in là, mettendosi proprio di fronte a Lily, per continuare a chiacchierare.
“Ma come, non ti ha invitata?”
“Ma di chi parli?” chiese l’altra, nervosa.
“Scusa Morgana, vuoi spostarti che devo pulire?” Tara cercava in tutti i modi di tappare la bocca di quell’addormentata.
“Ma perché te la prendi tanto? Ci sono gli Elfi domestici per questo!”
“Odio il disordine, lo sai!”
“Numi, che pignola!” sbottò scotendo la testa, con la codona di cavallo nella quale aveva raccolto i lucenti capelli che dondolava seguendo i suoi movimenti “Comunque, che stavo dicendo? Ah, sì!”
Lily la fissava ancora con determinazione, leggermente piegata in avanti.
Tara si bloccò pensando –Non sarà così scema da non aver colto i miei segnali…-
E Morgana con un sorriso scintillante, affermò: “ Dicevo, sono piuttosto stupita perché ero convinta che James ti avrebbe invitato ad uscire con lui alla prima occasione, e mi chiedo come…”
BAM!
Tara mollò di nuovo la zuccheriera che cadde sonoramente sulle dita affusolate dell’amica.
“AHIAAA! ODDIO, che male! Ma Tara, ma sei scema??” la aggredì Morgana, strillando.
“Scusa.” Fece quella fra i denti “Ma mi è proprio sfuggito!”
“Comunque, James è un idiota.”
La frase detta da Lily era secca come una frustata, tanto che ebbe il potere di troncare le proteste di Morgana. Non era il solito tono che usava quando parlava del ragazzo, per prenderlo in giro o punzecchiarlo: no, decisamente Lily in quel momento non stava scherzando.
Le altre due fissarono la rossa in silenzio.
Aveva le sopracciglia aggrottate e un’espressione amara brillava nei suoi occhi, nonostante si ostinasse a tenerli puntati sul tavolo.
“Anzi,…” si corresse “E’ un idiota e uno stronzo. Spero solo di non trovarmelo davanti agli occhi almeno oggi.”
Morgana la fissava ancora con gli occhi sgranati cercando di raccapezzarci qualcosa in quella situazione, ma stavolta ebbe il buonsenso di tacere, con gran sollievo di Tara. Questa non parlò, ma sorseggiò pensierosa il suo the. Scrollò il polso sinistro facendo scendere l’orologio d’argento che cozzò tintinnando contro i suoi numerosi bracciali di metallo. Gli lanciò un’occhiata, poi fece un sorriso.
“Direi che ho proprio voglia di una giornata al femminile, solo noi tre! Sicuramente ci divertiremo, non è vero, Morgana?” disse, sottolineando con uno sguardo eloquente le ultime parole.
“Eh? Sì! Infatti! Non abbiamo bisogno di… degli uomini! Che vadano a farsi friggere! Tutti quanti, compreso Ja…”
“Sarà meglio andare!” tagliò corto la mora, alzandosi in piedi.
A Lily scappò un lieve sorriso, il primo da ieri sera. Le sue amiche erano proprio carine, facevano di tutto per metterla a suo agio, anche Morgana, a modo suo…
Si alzò da tavola e infilò il giubbino di jeans che scendeva leggermente stretto lungo i fianchi, esaltando il suo fisico. Trafficò un po’ con la zip che si era inceppata, mentre le sue compagne si erano già incamminate bisbigliando fra di loro.
“Potresti scrivere un libro! ‘Come imbroccare la frase più sbagliata e inopportuna ogni volta a colpo sicuro! I mille consigli di Morgana Freeman!’ ”
“Potevi dirmelo che avevano litigato!”
“Oh, Morgana, ma se ho continuato a farti gesti per farti capire di non toccare l’argomento!”
“Gesti! Alla faccia! Mi hai rotto un’unghia, lo sai?”
La rossa si infilò la borsa a tracolla e accellerò per raggiungerle.
Sull’ingresso aspettò che la ragazza dai lunghi capelli si sistemasse il mantello bianco (“Vi piace? E’ nuovo, me l’ ha regalato mia sorella, l’ ha comprato a…). In quel momento vide, con la coda dell’occhio, l’inconfondibile chioma spettinata di James, che scendeva la scalinata mezzo assonnato e sbadigliante. Senza pensarci due volte, gli voltò repentinamente le spalle, e fece fretta all’amica per uscire alla svelta di lì, sperando che lui non l’avesse vista.

Hogsmeade era carino come sempre: le casette di legno, i numerosi negozi con le coloratissime vetrine dove erano esposti tutti gli oggetti più strani che si possano desiderare, i pub, le stradine coperte di ciottoli.
Il cielo era color piombo e un aria gelida spazzava le vie infilandosi fra i vari edifici, ma nonostante quello gli studenti non avrebbero rinunciato per nulla al mondo ad un giorno di libera uscita.
Un gruppo di sei persone, tutti dotati di sciarpa verde-argento, era all’angolo della piazza centrale del paesino, dove c’era una bacheca per gli annunci pubblici.
I ragazzi erano tutti assorti da un ritaglio di giornale affisso sul legno. Il titolo a lettere cubitali recitava:
didascalia: Nuovo attacco intimidatorio contro i “Mezzosangue”:
ESPLOSIONE DI POLVERI MAGICHE DURANTE IL CONVEGNO SUL ‘DIALOGO NELLA COMUNITA’ MAGICA’.
Sottotitolo: “Il Ministero parla di azione simbolica non mirata a danni fisici delle persone. Intensi momenti di paura per i maghi che quella mattina erano a Diagon Alley.”
Più sotto un immagine mostrava i danni causati dall’esplosione: una grossa buca davanti al teatro di Diagon Alley.
“Finalmente un po’ di movimento…” commentò Malfoy, uno dei sei che stavano leggendo l’articolo.
Narcissa, che era avvinghiata al suo braccio, gli sorrise malignamente.
“Sarà meglio che i Mezzosangue comincino ad adattarsi alla nuova situazione fin da subito, perché presto per loro inizierà un periodo da incubo…” sogghignò Rosier.
Piton puntò il dito verso una riga dell’articolo e lesse: “Il Ministero della Magia invita alla calma e assicura che “le indagini procedono e stiamo seguendo una buona pista”…”
“Il Ministero della Magia è lontano anni luce a scoprire qualunque prova decente.” Tagliò corto Bella, infilandosi un paio di guanti neri di pelle, sicuramente molto costosi.
Narcissa si voltò verso la sorella e le chiese: “Credi che abbia partecipato anche Rufus a quest’azione? Ho sentito che si sta comportando molto bene…”
“Sì, dovrebbe arrivarmi una lettera in questi giorni…” fu la risposta.
“… A proposito, e Shirley Lanstrange che fine ha fatto?” domandò Antony Donovol, uno dell’età di Malfoy, a Rosier.
Ma questo alzò le spalle, senza interessamento.
La bionda Black rispose per lui: “Non sta troppo bene… E così, oggi, il nostro Steve ha un appuntamento con la mora del secondo anno, alle cinque, davanti alla Stamberga Strillante…”
“Ora ti fai anche le ragazzine di dodici anni?” chiese Malfoy con un sorriso sgradevole e malizioso.
L’altro sbuffò, leggermente irritato. “Non mi è chiaro come tu faccia a conoscere i segreti di tutta la scuola, Narcissa, ma comunque sono affari miei.”
Quella fece un sorriso da gattina: “Il segreto è ascoltare, Steve. E leggere tra le righe. Se dovessi sputtanare tutto ciò di cui sono a conoscenza, nove decimi degli studenti di Hogwarts non si farebbero più vedere in giro per la vergogna…”
Bella fissò sua sorella. Non stentava a credere alle sue parole, la piccola aveva sempre avuto un indiscusso fascino e l’abilità per sfruttarlo a dovere. Doveva solo crescere un po’, e disinibirsi ulteriormente, poi sarebbe stata semplicemente perfetta. Una delle migliori. Ovviamente, dopo di lei.
“Mi domando come faccia Shirley ad essere così diversa da Rufus…” riflettè Donovol “ E’ così… Debole… Non si assomigliano per nulla. Persino loro fratello Rabastan, che è al primo anno, ha più carattere di lei…”
Era esattamente quello che pensava Narcissa. Shirley non sarebbe mai stata come loro. Steve stava con lei solo perché doveva starci: da anni le loro famiglie, tra le più ricche e potenti della comunità magica, aveva progettato la futura unione dei loro rampolli. Quando ne era sto fatto cenno ai due interessati, l’anno prima, la ragazza aveva subito accolto il progetto con gioia e in un batter d’occhio si era lasciata affascinare dalla personalità di lui: dopotutto, Steve era sempre forte, deciso (o per lo meno così su mostrava…), insomma sembrava tutto quello che lei non era. Ma Narcissa sapeva perfettamente che non era così per il suo amico: Rosier aveva ben altri gusti in fatto di donne, anzi Shirley spesso lo infastidiva, si vedeva lontano un km… Era una noiosa palla al piede, sempre incollata a lui. Ancora prima del loro fidanzamento ufficiale, che doveva essere quell’anno, non appena entrambi avessero compiuto 18 anni, Steve aveva già fatto le corna alla Lanstrange almeno una decina di volte… Una buona media, insomma…
“Rufus è un grande! Il primo di noi che ha avuto un incarico importante!” esclamò Malfoy all’improvviso, dopo qualche istante di silenzio, con gli occhi che gli brillavano.
“Avremo anche noi i nostri incarichi quest’anno…” Affermò Piton, mentre tutti e sei riprendevano a camminare lungo la via.
“Sì, però non possiamo ancora fare niente di concreto, ed è un vero peccato…” sbuffò Rosier con aria di sufficienza.
“Ne parlate come se sia un divertimento!” Fece Bella seccamente.
“Beh, non proprio, però attaccare mezzosangue è anche un piacere da un certo punto di vista…” ridacchiò Steve.
Bellatrix lo fulminò con gli occhi di ghiaccio: “Guarda che questo non è un gioco. E se no l’ hai ancora capito, te ne accorgerai presto.”
In quel momento lo scampanellio proveniente da un negozio della via attirò la loro attenzione: tre ragazze stavano uscendo dall’erboristeria-profumeria di Madama Cherry. Malfoy fissò quella coi capelli rossi e si aprì in un ghigno.
“Bella ha ragione. Nel mondo vero non è un gioco… Ma noi siamo qui, e possiamo ancora divertirci, cominciando anche a fare qualcosa…”

“Come fa a non piacerti questo profumo? E’ strepitoso!” sospirò Morgana annusandosi il polso per poi cacciarlo sotto il naso di Lily.
“E’… è troppo forte per i miei gusti..” rispose l’amica, evitando il braccio dell’altra.
Tara buttò la sciarpa viola e rosa dietro le spalle, affondandovi poi il collo e il mento. “Che tempo orribile quello inglese!” borbottò.
Lily non rispose, era molto assorta nei suoi pensieri quel giorno, mentre Morgana continuò il suo monologo sui fantastici acquisti di quel giorno, senza che nessuno le prestasse molta attenzione. Ma ad un certo punto, sia la rossa che la mora si fermarono di botto, fissando le figure che si avvicinavano: i Serpeverde avanzavano con uno strano atteggiamento, quasi provocatorio, e occupavano tutta la corsia.
Morgana, che era tutta presa da sé stessa, aveva continuato il suo cammino, ma il braccio di Lily la trattenne.
“Che cosa…?”
L’amica accennò alle sei persone. Morgana spalancò gli occhioni sorpresa.
“Non mi piace l’aria che ostentano.” Fece Tara guardinga.
Lily sospirò, le sopracciglia aggrottate: “Nemmeno a me. Ma facciamo finta di nulla, magari stanno solo facendo un po’ gli sboroni…”
Le tre proseguirono con forzata nochalance; ma quando furono proprio di fronte ai ragazzi, Malfoy mise avanti una mano, come ad intimare l’alt.
Tara lo incenerì con gli occhi, Morgana li alzò al cielo.
E intanto gli altri cinque Serpeverde si erano disposti in cerchio attorno a loro.
Lily istintivamente strinse la mano attorno alla bacchetta che teneva in tasca, e non staccò lo sguardo da quello grigio e gelido del biondo platinato davanti a lei.
Questo fece un sorriso sgradevole.
“Hai letto i giornali stamattina, Prefetto?”
La domanda lasciò la rossa completamente spiazzata.
“Come hai detto?”
Malfoy sorrise di più e replicò: “Mi chiedevo se hai già visto la Gazzetta del Profeta di oggi… Sai in prima pagina c’è un interessante articolo su voi, Mezzosangue…”
Lei aggrottò di più le sopracciglia, mentre si ripeteva “Stai calma-Stai calma-Stai calma…”.
Rosier arrivò alle sue spalle, sporgendosi e sfiorandole i capelli per sussurrare al suo orecchio: “Eh sì… Immagino sarà un bel colpo… Tutti questi atti di terrorismo contro i Mezzosangue, le famiglie Babbane…”
Tara estrasse la bacchetta. “Finitela!” intimò “O giuro che vi faccio pentire di tutte le stronzate che state dicendo!”
“Tara, no!” esclamò Lily facendole abbassare la bacchetta “Non rispondergli, lo fanno apposta, come l’altra volta…”
“Ma stavolta non siamo a scuola, giusto?” Bellatrix fece un passo in avanti “Stavolta non ci sono professori che possono pararti le spalle, Evans!”
Morgana si intromise inaspettatamente. Fece un verso di sufficienza e, scotendo la codona castano chiaro, si intromise fra Lily e la mora Black, mettendole una mano sul petto per spingerla all’indietro… Il tutto con mosse ovviamente molto graziose e teatrali. La guardò dritta negli occhi e disse: “Senti, cocca. Non abbiamo tempo da perdere con gente di mezza tacca come voi, chiaro? Quindi vedi di proseguire la tua strada evitando di intralciarci, e tanti saluti!”
Le altre due Grifondoro la fissarono impressionate.
Malfoy scoppiò a ridere. Sembrava molto divertito. “Come membra di Casata Freeman, una delle famiglie più nobili e antiche delle stirpe magica, fai veramente pena…” e lanciò un sguardo alla sua ragazza.
Morgana stava per rispondergli per le rime, inviperita, ma Lily, che aveva intercettato l’occhiata che si erano scambiati Lucius e Narcissa, la tirò imparte, urlando: “Attenta!”
Appena in tempo. Morgana sentì la forza di un incantesimo sfiorarla con la scia che scottava. Quella volgarissima biondina l’aveva attaccata alle spalle.
“COME OSI??” strillò furiosa, tirando fuori a sua volta la bacchetta. La rossa la imitò e le tre Grifondoro si strinsero le une alle altre, schiena contro schiena, circondate dalle Serpi.
Lily si accorse in quel momento che c’era anche Piton. Ma perché teneva la bacchetta verso il basso? Scacciò il pensiero e si concentrò su Rosier, che invece sembrava proprio in procinto di attaccare. Se avevano pensato che si sarebbe lasciata mettere i piedi in testa da una banda di arroganti come loro, si sbagliavano!
Le tre amiche facevano saettare lo sguardo cercando di anticipare qualsiasi azione degli avversari.
Tara vide Malfoy, proprio di fronte a lei, alzare la bacchetta e prepararsi a lanciare l’incantesimo: la mora puntò a sua volta il braccio davanti a sé.
Ma nessuno attacco arrivò dall’odioso biondino, perché proprio in quel momento, una voce fece trasalire tutti quanti.
“EHI, MALFOY! ABBASSA SUBITO QUELLA BACCHETTA!”
Tutti si girarono verso l’altro capo della stradina, dove erano spuntati Sirius (che aveva intimato quell’ordine al Serpeverde) e James.
Il cuore di Lily fece un balzo inaspettato (-Oh no…-), mentre le altre due ragazze furono molto sollevate dell’arrivo dei rinforzi.
I due si avvicinarono minacciosamente.
“Persino da queste piccolezze si capisce che razza di verme sei, Malfoy!” disse Siri che si era messo in parte a Tara
“… Tu e ovviamente tutti i tuoi degni compari…” gli fece eco James, che aveva cominciato a girare attorno alla sua vittima preferita –inutile specificare chi: Piton -, soffiandogli addosso sprezzante.
“Fate venire il vomito! Non solo cercate uno scontro scorretto e vile perché siete in netta maggioranza, ma vi mettete contro delle ragazze!” esclamò l’aitante morettino indignato.
Narcissa sbuffò con aria piagnucolosa: “Oh, già! Come abbiamo potuto sfiorare le povere, indifese, delicate femminucce di Grifondoro?”.
“Le povere, indifese femminucce di Grifondoro hanno abbastanza carattere per rovinare per sempre il tuo prezioso visetto!” esclamò Lily, infiammandosi.
“… Solo che non lo fanno perché si dimostrano, come sempre, superiori a quelle arroganti, volgari, infide femminucce di Serpeverde…” completò Morgana con evidente soddisfazione.
La bionda sorella Black arricciò il labbro, chiaramente irata per i brucianti insulti a cui non riusciva a trovare una pronta risposta.
James si spostò verso i suoi compagni e quando fu al centro del cerchio si voltò tranquillamente verso i Serpeverde.
Sorrise, sicuro. “Bene, come la mettiamo? Ora siamo pari, nessuno di noi si farà problemi a rispondere ai vostri attacchi… Se volete uno scontro è quello che avrete. Ma vi avvertiamo che Siri e io non saremo così pazienti, delicati e leali come le ragazze…”.
Piton aveva già messo via la bacchetta da un bel pezzo, e piano piano, i suoi compagni giudicarono più saggio imitarlo: chi con sguardi truci, chi con altezzosi, si allontanarono da lì. Bella e Malfoy furono gli ultimi a mettere via le armi. E prima di seguire i suoi amici, Lucius sibilò: “Questo è solo l’inizio, Grifoni! Quest’anno (…) vi tormenteremo allo sfinimento, sappiatelo!”
“E noi saremo qui ad aspettarvi, stronzo!” gli urlò dietro Sirius, di rimando.
“Che pezzo di merda…” sussurrò Tara fissandolo disgustata con gli occhi ridotti a due fessure. “Crede di farci paura, il ragazzino!”
“E’ come hai detto tu…” le rispose James, voltandosi verso di lei “E’ solo un pezzo di merda.” Il ragazzo con gli occhiali le guardò tutte, soffermandosi su Lily (che però, evitò decisamente il suo sguardo) e chiese loro se stavano tutte bene.
Annuirono, e Morgana, sovraeccitata per come aveva gestito la situazione e sorpresa lei per prima della sua audacia, propose: “Dobbiamo festeggiare! Che ne dite di una Burrobirra ai Tre Manici di Scopa? Dai! E non fare quella faccia, Lily! Andiamo, dobbiamo brindare al memorabile giorno in cui la sottoscritta Morgana Freeman ha trionfato su quei luridissimi Serpeverde!” rise di gusto, soddisfatta ed entusiasta, quindi afferrò Tara, che la guardava scettica, e Sirius, che stava facendo l’impossibile per non riderle in faccia, per poi dirigersi decisa verso la via del pub, poco lontano da lì.
James lanciò un’occhiata alla rossa facendole cenno come per invitarla ad avviarsi.
E Lily, per forza di cose, si incamminò dietro all’amica dai capelli lunghi, che continuava a declamare le sue epiche gesta, ma badando bene a mantenersi ad una ragionevole distanza dal ragazzo. Non aveva proprio intenzione di parlargli assieme, anche se lui e Siri le avevano appena salvate da un duello magico.
James, anche se non capiva perché, percepiva il freddo distacco della ragazza, e perciò non si avvicinò a lei, come faceva sempre, affettuosamente.

Il gruppo di amici entrò nel caldo e accogliente pub di madama Brunilde, la rubiconda proprietaria, che, con la sua figura cicciottella e i suoi affettuosi modi di fare, dava la stessa sensazione di calore di una tazza di cioccolata calda.
I Grifondoro presero posto ad un tavolo, dopo essere passati dal bancone per ordinare.
Si tolsero mantelli e giubbini,e cominciarono a chiacchierare animatamente, ridendo alle spalle dei Serpeverde per la magra figura che avevano fatto.
“Ma è vero quello che hanno detto? C’è stato veramente un attacco contro i … Mezzosangue?”
chiese Lily ad un certo punto, interrompendo le risate di Morgana e Sirius.
Calò un silenzio imbarazzato, che però fu subito dissipato da Tara: “Purtroppo sì.” Disse, senza troppi giri di parole. “Ed è una vergogna che il Ministero della Magia non riesca a catturare i colpevoli di queste minacce.”
“Beh, non è così semplice…” si intromise Morgana, con stupore di tutti “Mio papà lavora per il Ministero, lo sai, e non è mica facile scovare questi criminali… E’ gente professionista, che sa il fatto suo… I capi dell’organizzazione non si espongo mai in prima persona, è chiaro, usano sempre dei loro “servi”, che so, piccole spie e delinquenti, per queste azioni. Gli Auror e i Servizi della difesa individuano delle piste, che però si rivelano quasi sempre cieche, perchè portano solo ai personaggi minori di questi giri, ma purtroppo non riescono a raccogliere sufficienti prove per incastrare chi sta sopra di loro… Anche se tutti sanno chi è…”
Nessuno rispose, tutti espressero il loro disprezzo con facce preoccupate, e disgustate.
“Che gente di merda che c’è al mondo…” borbottò Sirius a bassa voce, fra sé e sé.
“Comunque, i nostri Auror si battono per porre fine a queste assurdità… Grazie a loro, noi possiamo stare al sicuro…” affermò James convinto. Dentro di sé pensò con orgoglio a suo padre, che era fra quegli Auror.
Invece la mente di Lily volò fino alla sua famiglia, e la ragazza si chiese se davvero erano al sicuro.
Per fortuna, in quel momento, arrivò la cameriera, Rosmerta, la graziosa figlia della proprietaria, che portava un vassoio con su le loro Burrobirre: l’accoglienza che le riservarono i ragazzi con esclamazioni di autentica soddisfazione dissipò l’atmosfera tesa e malinconica che era nata.
“Le Burrobirre sono la cosa migliore in giornate come questa!” esclamò Sirius, facendo schioccare le labbra, dopo aver essersi scolato tutto il boccale d’un fiato. Poi alzò il braccio e ammiccando con sicurezza verso Rosmerta, ordinò ad alta voce: “Portamene un’altra, tesoro! Era fantastica!”
La ragazza ridacchiò civettuola prima di eseguire prontamente la richiesta, e le guance le si tinsero di chiazze rosa acceso, che la fecero sembrare una di quelle bamboline di porcellana, con le treccione bionde e gli occhioni cerulei.
“Anche Miss Rosmerta rientra nelle innumerevoli adepte della setta ‘Adoratrici di Sirius Black ’?” chiese Tara, con graffiante ironia, mentre sgranocchiava i salatini che erano riposti al centro del tavolo.
James non perse l’occasione per prenderlo in giro: “Per la serie tutte pazze per Sirius… Quante lettere con anonime dichiarazioni d’amore ti sono arrivate dall’inizio della scuola? Sette o otto?”
Sirius scrollò le spalle, poco interessato all’argomento: “Non le conto mai, tanto ci sei tu che lo fai per me… E inutile che fai il superiore, la tua è solo invidia…” fece con un sorriso irriverente.
“Ma come, tutte quelle povere ragazzine ti muoiono dietro e tu nemmeno le prendi in considerazione?” esclamò Morgana scandalizzata.
Il moro alzò gli occhi al cielo: “Beh, non è che posso fare il carino con loro solo perché gli piaccio! Che colpa ne ho se madre natura mi ha dotato di una irresistibile charme?”
“Booooooooooooooh!” fece James per sfottere la modestia dell’amico.
“Ma scusa, se non mi interessano perché dovrei fingere di dar loro attenzione?” proseguì Felpato.
“Già, Siri, mi fai impazzire quando fai il bello senz’anima!”
“No, certo…” rispose Morgana ignorando James che continuava a far lo scemo “Però io dico che potresti per lo meno essere gentile, lo sai quante vanno in depressione solo perché tu non le degni nemmeno di uno sguardo?”
“Ma questi non sono problemi miei!” esclamò il moro scandalizzato “Sono fatti loro se si tirano mille menate! La metà di quelle tipe lì nemmeno le conosco!”
Tara approvò le parole dell’amico annuendo convinta “Già, poi magari ti trovi pure quelle che solo per un tuo saluto si illudono di chissà che, e finiscono per accusarti di averle prese in giro, e… No, hai ragione, è meglio ignorarle…”
A sorpresa, anche Lily si inserì nella discussione: “Infatti. Comunque io stimo molto di più uno che fa capire fin dall’inizio il proprio sincero disinteressamento piuttosto che un bugiardo che ti sfrutta facendoti credere chissà chi, quando poi in realtà non gliene frega niente di te!” e qui, inconsciamente il suo sguardo si rabbuiò e indugiò impercettibilmente verso James, che però era sembrava non aver colto il riferimento, tutto impegnato a finire la sua Burrobirra.
Invece, fu qualcun a notare l’espressione della ragazza: Siri infatti fece saettare lo sguardo da lei all’amico, mentre un pensiero gli attraversava la testa –Lo sapevo! Lily è incazzata! E quell’addormentato di James non ha proprio intenzione di fare qualcosa!-
Il moro restò zitto e pensieroso per qualche istante, mentre le tre ragazze, dopo l’affermazione si Lily, si erano lanciate in un attacco di gruppo contro il mondo maschile in generale che, da come lo dipingevano, sembrava stracolmo di difetti.
… Qui devo fare qualcosa io, se aspetto quello…
E così Siri, attraverso una serie rapida di gesti fece capire a Tara che dovevano lasciare da soli Lily e James. La mora annuì decisa e, con una scusa qualsiasi, trascinò Morgana a salutare un gruppo di ragazzi di Corvonero, amici di suo fratello (anzi, non ci fu nemmeno bisogno di trascinarla, perché come sentì il nome ‘Xander Hallas’, la ragazza si diresse verso il gruppo come se avesse le ali ai piedi).
A questo puntò Felpato girò lo sguardo intorno a sé, per trovare una studentessa con cui attaccare bottone in modo da allontanarsi da quel tavolo, quando individuò, appoggiata al bancone del pub, una bionda che non aveva mai visto.
La riconobbe: era proprio la ragazza nuova, quella francese arrivata all’inizio dell’anno.
Un nuovo acquisto davvero notevole, come notò subito lui, da buon intenditore: era un tipino che non passava inosservato, ma non perché fosse particolarmente avvenente o appariscente, bensì perché tutta la sua figura esprimeva grazia ed eleganza, nella proporzione delle curve morbide e dolci, nella vita delicata, nelle gambe sottili che spuntavano da sotto la gonna a pieghe della divisa. Aveva una cascata di capelli di un biondo caldo e luminoso, folti, e leggermente mossi per l’umidità dell’aria di quel giorno.
Sorrise, decidendo che voleva subito conoscerla.
“Scusate, ma la bionda laggiù mi chiama…” disse alzandosi.
Lily –che sospettava il doppio gioco che stavano mettendo in atto i suoi amici- fissò la ragazza in questione ed esclamò, nel tentativo di trattenerlo: “Ma se nemmeno sa il tuo nome, quella!”
“Appunto…” sorrise Sirius “Fra poco lo saprà!” e, ignorando lo sguardo di Lily che diceva esplicitamente “Prova-a-lascirmi-sola-con-questo-stronzo-e-te-la-faccio-pagare”, il ragazzo si avviò deciso verso la sua meta, sotto lo sguardo divertito di James.
Siri camminò con il solito intercedere che esprimeva sicurezza e disinvoltura, e si sedette sullo sgabello imparte alla ragazza, appoggiando i gomiti sul bancone.
La bionda stava guardando dall’altra parte, in attesa che le fosse servito quello che aveva ordinato.
Il ragazzo tamburellò con le dita sulla superficie di legno lucido.
Madama Brunilde si avvicinò con un bicchiere alto colmo di un liquido rosso con due ciliegie che penzolavano di lato. Sorridendo lo appoggiò davanti alla studentessa, poi andò a servire qualche altro cliente, non prima di aver strizzato l’occhio al malandrino.
Sirius osservò il bicchiere che la ragazza aveva sollevato e portato vicino alla bocca, per poi esclamare: “Molto coreografico come coctail! Non lo mai preso, che cos’è?”
Ovviamente senza dimenticare di accompagnare la sua frase con un seducente e scintillante sorriso.
Lei, contrariamente a quanto accadeva di solito dopo un approccio di questo tipo da parte di Siri, non si versò addosso la bevanda, ne se la fece andare di traverso: semplicemente, terminò con tutta tranquillità di succhiare la cannuccia e poi fissò il ragazzo con profondi occhi neri, sorridendo garbatamente: “Non molto originale, come tecnica di abbordaggio… Comunque il coctail ha un nome strano, non me lo ricordo già più, ma è un leggero liquore alle ciliegie…”
Aveva un accento francese e una leggera erre moscia, oltre a un sorriso candido sottolineato da una piccola fossetta sul lato sinistro.
Siri ridacchiò, divertito e interessato dalla sicurezza della tipa,scosse la testa facendo muovere i capelli nerissimi e lucidi, poi disse: “D’accordo. Tenterò un approccio migliore…” Si alzò in piedi e le porse galantemente la mano: “Sirius Black, studente della casa Grifondoro, settimo anno… Posso avere l’onore di conoscere la più graziosa damigella che vedono i miei occhi in questo pub?”
La ragazza, anche se non si sciolse in sospiri come accadeva solitamente, sembrò piacevolmente colpita dai suoi modi impeccabili, dai quali trasparivano i residui assopiti della sua educazione aristocratica. Rispose, stando al gioco e allungando la mano, in modo che lui potesse afferrarla: “I suoi modi mi lusingano, signor Black… Molto piacere. Sono Sabine Lafayette, appartengo a Corvonero da quindici giorni e sono al sesto anno.”
Il moro seguì la rigorosa etichetta delle presentazioni senza sbagliare una virgola: sorrise amabilmente e portò la mano della ragazza vicino alla bocca per sfiorarla con le labbra, schiuse in un sorriso ironico, che lo rendeva ancora più affascinante.
A questo punto, si fissarono entrambi negli occhi e scoppiarono a ridere insieme.
“Devo dire che è la prima volta che faccio la conoscenza di un ragazzo che si comporta da perfetto gentiluomo!” esclamò allegramente Sabine.
“E sarà anche l’ultima! Non è proprio nel mio stile, sai… Io sono più un tipo da ‘ ehi, bella, ti ho vista tutta sola e ho pensato di venire a conoscerti ’, hai presente?”
La bionda annuì, riprendendo a succhiare la cannuccia : “Ho presente, sì…”
“Già, ma che te lo dico a fare, probabilmente ne hai mille di ragazzi che ti ronzano intorno con scusa molto più originali delle mie per attaccare bottone…” disse il moro mettendosi le mani in tasca.
Lei alzò le sopraciglia, come per riflettere: “No, sai fino ad ora sei il primo ragazzo inglese che attacca bottone con me…”
Sirius spalancò gli occhioni azzurri: “Davvero? E dove cavolo hanno gli occhi tutti i maschi del popolo inglese?” chiese con spontaneità.
Lei sorrise di nuovo.
“Bene allora, direi che ho un buon vantaggio sugli altri!” esclamò lui, sedendosi di nuovo sullo sgabello imparte. Afferrò un salatino dal piatto lì davanti e cominciò: “Allora, Sabine… Come la trovi l’Inghilterra, maschi ciechi e addormentati a parte?”
La bionda rispose: “Beh, tenuto conto che ero partita molto prevenuta perché non ne volevo sapere di trasferirmi, direi che questo posto non è poi così male dopotutto… Il castello poi, è semplicemente fantastico. Non ne avevo mai visto uno così, la scuola dove andavo io ha tutta un’altra atmosfera, molto meno calda…”
“Insomma, Hogwarts ti piace?” domandò lui, continuando a mangiucchiare salatini.
“Sì…” disse lei “Devo ammettere di sì… Anche se non ho ancora legato coi miei compagni… Non che siano stati freddi, o chiusi, ma… beh, non è il massimo venire inseriti di punto in bianco in una classe affiatata che si conosce già da cinque anni…”
“Già capisco…” fece Siri “ma sai, tutto dipende da che Casa ti capita… Beh, modestamente, come avrai sentito la migliore è Grifondoro, ti assicuro che se fossi stata assegnata lì, ti avremmo fatto l’accoglienza più calorosa e indimenticabile della tua vita….”
Lei ridacchiò. “Veramente non ho sentito parlare di Grifondoro come la migliore, ma ho capito che c’è molto agonismo e mi è giunta voce che voi siete i più esaltati…” disse maliziosamente.
“Ehi, ehi… Siamo esaltati, ma ne abbiamo tutte le ragioni: ti hanno detto che abbiamo vinto la Coppa del Quidditch per due anni di seguito? E anche quella delle case per tre anni? Vabbè l’anno scorso ce la siamo lasciati sfuggire, ma solo perché… Ehm… Qualcuno ha avuto la brillante idea di farsi mettere in punizione proprio l’ultima settimana di scuola, ma comunque…”
“Indubbiamente siete la Casa più modesta che ho sentito finora…” completò lei ironica.
Siri sorrise: “Ok, concesso. Ma quanto a calore umano, non abbiamo rivali… Anzi se vuoi una dimostrazione ti presento il mio amico che è la calorosità fatta a persona, è laggiù, a quel tav…” si girò per indicare il tavolo dove stavano Lily e James, ma con sua sorpresa si accorse che era vuoto. “Ma… Dove…” si guardò intorno, cercandolo nel pub, ma senza successo.
Alla fine alzò le spalle, tornando a guardare la sua compagna negli occhi: “Pazienza… si vede che se n’è già andato… Cosa stavi dicendo prima su…”

- Sirius, sei uno stronzo!- pensò Lily puntando gli occhi sulla schiena del compagno che si stava allontanando verso l’avvenente biondina seduta al bancone.
Aveva capito benissimo che lei non era in vena di parlare con James, ma evidentemente aveva deciso di lasciare all’amico la possibilità di divertirsi con lei…
Divertirsi… perché era questo il suo obbiettivo, giusto? Ecco cos’era stato negli ultimi mesi tutto quell’affetto, tutte quelle premure… E ora sperava di portare avanti il suo giochino? Si sbagliava di grosso!
Spostò gli occhi smeraldini in un’altra direzione, ben decisa a non guardare il ragazzo di fronte a lei. –Non hanno capito niente di me… Stupidi. E pensare che li consideravo miei amici…-
Se non fosse che il suo secondo nome era “Orgoglio”, Lily avrebbe volentieri dato sfogo alle lacrime che già da ieri sera, quando era scappata dalla biblioteca, sembravano essersi incastrate nella sua gola.
“Mi sembri un po’ strana…” la voce di James la richiamò alla realtà.
Senza sorridere, la rossa disse solo: “Ti sbagli, va tutto bene.” E gli rivolse un’abbagliante occhiata dai suoi occhioni verdi, che però aveva velato di una luce fredda, che non lasciava trasparire nulla.
James rimase un po’ spiazzato. Stette in silenzio, guardandola per un po’ mentre picchiettava la mano sul ginocchio, seguendo il tempo della musica che il juke-box magico stava cantando a squarciagola. Poi improvvisamente realizzò.
“Ti capisco perfettamente. Anch’io mi comporterei così, nella tua situazione…” esclamò.
-Tu cosa??-
Lo guardò incredula.“Ma davvero?” rispose sarcastica.
Il ragazzo annuì: “Certo. E’ normale preoccuparsi per la propria famiglia, per le persone a cui si vuole bene… Questa cosa dei maghi oscuri che prendono di mira famiglie Babbane è veramente una bastardata…”
-Oh, già. Sta ancora parlando di Lord Voldemort… Nemmeno si sogna perché sto così. -
La rossa fece un grosso sospiro, che lui non seppe bene come interpretare, perché vi aveva colto una nota di esasperazione.
-Forse non le va di parlarne…- James abbassò i suoi occhi scuri sul tavolo dove era appoggiata la mano di lei, che giocherellava nervosamente con un tovagliolo di carta. Quella mano… Da quanto non la sfiorava…
-Che cos’ hai Lily? Perché non mi guardi negli occhi?- Non poteva stare a fissarla così, senza far niente. C’era qualcosa che non andava, forse lei stava solo aspettando un suo avvicinamento, forse…
“Comunque…” riprese il ragazzo “Lo sai che quando hai bisogno di parlare o di sfogarti, io ci sono…” e così dicendo allungò piano il braccio per accarezzare le dita di Lily, solo che questa congelò tutto l’affetto di quel semplice gesto con un micidiale: “Non ci provare, James. ”.
Completamente colto alla sprovvista e imbarazzato, lui si bloccò fissandola in volto.
Gli scappò un mezzo sorriso nervoso: “E perché? Che c’è che non va?”
-CHE C’E’ CHE NON VA? Aveva pure il coraggio di chiederle ‘che c’è che non va’!’-
“Ah!” la rossa allargò improvvisamente le braccia e alzò gli occhi al cielo. “C’è questo, James: non voglio più che tu fai il carino con me, non voglio più che tu mi tieni la mano, non voglio più nemmeno che mi offri il tuo aiuto!” disse fra i denti, lo sguardo che bruciava di rabbia, e forse anche di qualcosa d’altro.
L’amico di fronte a lei sembrava aver perso tutta la sua sicurezza, e il suo cervello era inceppato, incapace di comprendere che diamine stava accadendo. Ma aveva fatto qualcosa di male?
“Io… Io non capisco che ti prende…” balbettò, imbarazzato. In tutta la sua carriera di esperto donnaiolo, non gli era mai capitata una scenata così, dove lui non era perfettamente conscio di quel che succedeva, dove lui, in un modo o nell’altro, non aveva sotto controllo la situazione. “Ma… sei arrabbiata con me?”
- La perspicacia fatta a persona!-
“Vuoi davvero saperlo?”
Il ragazzo alzò un sopracciglio: “Beh, sì, non so perché, ti ho fatto qualcosa?”
Lily si morse le labbra, incrociano le braccia e appoggiandosi allo schienale “Che stupida…” disse con rabbia, rivolta a sé stessa.
“James.” Disse, duramente, anche se la voce cominciava a tradirla “Io non sono come le altre, hai capito? Non sono come loro! Non sono una che corre dietro ai belli e famosi, che si lascia usare perché… Solo perché ti chiami James Potter! Non, non…” fece un gesto esasperato, perché oramai le emozioni stavano sfuggendo al suo controllo, e questa cosa le bruciava ancora di più.
“Non puoi giocare con me… Non ne hai il diritto…”
“Ma io non voglio giocare con te!” esclamò James tutto d’un fiato.
-Bugiardo!-
“Ah, no?” fece Lily alzando la voce “ Non sono il tuo divertimento, io?”
“No!” affermò lui deciso, picchiando un pugno sul tavolo.
La ragazza strinse gli occhi a due fessure: “ Già. Però sono una scommessa… Non è vero?”
Lui rimase a bocca aperta, spaesatissimo.
“… La tua scommessa. Tua e del tuo amico Siri…” il suo sguardo saettò verso il moro seduto a ridere con la ragazza bionda “Beh, hai sbagliato, James. Ma di grosso. Ti farò perdere la scommessa, spero che non ci smenerai troppo…” aggiunse sarcastica, per celare la delusione. Non voleva dargli la soddisfazione di far vedere quanto stava male.
Ma James la colse di sorpresa: non che si aspettasse chissà che, ma almeno un minimo di senso di colpa… Invece il ragazzo con gli occhiali sorrise, nervosamente, e la sua mano salì a spettinarsi i capelli. Come sempre…
Lily si sentì, se possibile, ancora peggio. –Non gliene frega niente… Non gliene frega proprio niente…-. Alzò gli occhi al soffitto, perché non voleva che lui vi leggesse dentro la sua ferita.
Il ragazzo esordì, cautamente: “Lily, ascolta… Ok, hai sentito della scommessa, ma se tu mi lasciassi spiegare: è solo un malinteso, sul serio, io e Siri…”
“Non mi importa, James!”
“Ma lasciami almeno parlare! Vuoi solo aver ragione, non sei nemmeno disposta a poter pensare di aver capito male…”
“Oh, invece ho capito benissimo!” sbottò la rossa, che ora comprendeva di non potersi più trattenere ulteriormente, ma sarebbe morta piuttosto che lasciarsi andare a uno sfogo davanti alla persona che in quel momento detestava di più al mondo.
James, impotente, la vide alzarsi, afferrare rabbiosamente il giubbino di jeans e andare verso la porta.
“Aspetta!”
Lily non lo ascoltava nemmeno. Aprì decisa l’uscio e, benché fuori diluviasse nuovamente, uscì sbattendoselo alle spalle. L’ultima cosa che vide il ragazzo fu un turbinio di capelli rubini.
“Cazzo!” imprecò a voce alta. Si alzò buttando indietro la sedia, e fece per correrle dietro. Si fermò per afferrare il mantello e gettare le monete del conto sul tavolo, poi corse fino alla porta a vetri e la tirò con forza.
Uscì fuori.
-Merda, ci mancava solo il diluvio universale!-. Pioveva come quel giorno che erano arrivati ad Hogwarts, due settimane prime… In due settimane non aveva trovato il coraggio -anzi che coraggio, le palle- per dirle la verità! Per dirla persino a sé stesso! Idiota!
Si sfilò gli occhiali che, per via degli insistenti goccioloni, gli impedivano di vedere al di là del suo naso e strinse gli occhi cercando di mettere a fuoco qualcosa in quella pioggia torrenziale… Eccola! Correva sotto l’acqua, era quasi a metà via.
“LILY! LILY, ASPETTA!”
Si mise a seguirla. Era più veloce di lei, la raggiunse subito. Le afferrò un braccio, costringendola a voltarsi.
“CHE VUOI?” gli urlò contro lei, un po’ per la rabbia e la frustrazione, un po’ per sovrastare il frastuono del temporale.
James ansimava per la corsa.
“LASCIAMI IN PACE!” strillò lei, cercando di divincolarsi.
Ma lui non mollò il suo braccio, la obbligò a guardarlo in viso. Quel viso… Pur così fradicio, era comunque il viso più bello del mondo per James. I capelli rossi erano tutti bagnati, le gocce di pioggia le scivolavano sulla fronte e si fermavano sulle lunghe ciglia scure. Gli occhi avevano un’espressione che non avrebbe mai dimenticato.
James capì perché non voleva guardarlo in faccia: Lily stava piangendo. Le sue lacrime si mescolavano alla pioggia, ma erano molto più amare.
-Sei uno stronzo! Non voglio che mi guardi mentre piango!- Il ragazzo sollevò una mano ad accarezzarle una guancia. Che cosa poteva dirle dopo averla trattata così…
- Non mi toccare… Ti prego, non mi toccare…- “Ascoltami, Lily…” la sua voce calda stava facendo crollare la sua forza di volontà. Lo avrebbe ascoltato ,sì. Come poteva non ascoltarlo, se la fissava così?
“Hai ragione tu.”
-Cosa?-
James riprese, alzando la voce per via del frastuono della pioggia: “Hai tutte le ragioni per essere incazzata. Sono stato stupido e superficiale… Non ti ho capita…” si fermò, come a cercare le parole giuste.
Lily non ci credeva. Stava ammettendo di aver sbagliato. E lei non riusciva più a fingere: ormai l’aveva vista, stava piangendo… Decise di svuotare il sacco, ma per farlo dovette metterci tutta la sua volontà, e nonostante questo la voce le tremava un po’ quando parlò.
“In fondo ho sempre saputo come sei fatto… Sapevo che amavi collezionare ragazze, sapevo che non ti importava di nulla, a parte divertirti coi tuoi amici…”
Lo fissò negli occhi, determinata.
“Ma ho creduto che con me fosse diverso. Sì… Ho creduto che ci fosse qualcosa di vero, che non fosse solo l’avventura di una sera, che… Ci fosse un sentimento fra…” abbassò lo sguardo “… me e te…”
James si sentì fremere dentro.
Fece per parlare, ma lei alzò una mano, fermandolo.
Gli occhi verdi bruciavano e le lacrime lo accusavano senza pietà.
“Io ci credevo. Ci credevo, quando ti davo la mano, ci credevo quando parlavamo dei nostri problemi, io… Ci credevo anche sul treno…”
“ANCH’IO! ANCH’IO CI CREDEVO! e CI CREDO ANCORA, Lily!” James urlò quelle frasi, lei lo doveva sapere, non voleva più far finta di nulla.
“E ALLORA PERCHE’ COI TUOI AMICI NE HAI PARLATO COME SE NON TI IMPORTASSE NIENTE? PERCHE’ NON MI HAI PIU’ DETTO NULLA? ” gridò lei di rimando.
“PERCHE’ SONO UNO SCEMO!”
Il silenzio calò improvvisamente. La pioggia ora sembrava solo un suono attutito e lontano.
James prese il viso della ragazza fra le mani. “Lo sai come sono, Lily… Non volevo ammetterlo, perché significava rinunciare alla mia faccia di… Di James Potter, perché… perché non mi è mai capitato di provare quello che provo con te, e… E, sinceramente, mi fa paura!” senza rendersene conto, stava buttando fuori la verità.
“Ma anche a me fa paura!” lo interruppe lei.
“Non sono mai stato legato davvero a una ragazza, mai! Lo sai, io…”
James fece un sospiro, poi disse: “Non sono bravo a fare discorsi, lo sai che non mi piace parlare di me… E, e non voglio farti grandi promesse, tipo ‘il nostro amore durerà per sempre ’ o… Non voglio nemmeno dirti che ti amo, perché non so nulla dell’amore!”
Allargò le braccia, come a dimostrare la propria vulnerabilità, poi proseguì, più dolcemente: “Non so nulla, Lily… L’unica cosa che mi è perfettamente chiara in questo momento è che… Che voglio stare con te. Voglio provarci, almeno. Perché mi sono accorto che sei troppo, troppo importante, e che… Che ti voglio bene, come non ho mai fatto con nessuna, nessuna, mai…”
Lily non riusciva più a staccare i suoi occhi da quelli scuri e caldi di James, che le sembravano ancora più magnetici ora che non erano nascosti dalle lenti. Il suo cuore, che mentre lui aveva parlato si era quasi fermato, ora stava riprendendo a battere come un tamburo.
Ma come faceva a… Come poteva sapere se ora non stava mentendo? Fece un passo indietro, ma piano, quasi di controvoglia.
“James… io…” cercò di prendere tempo. Una parte di lei avrebbe voluto gettarsi tra le sue braccia e assaporare serena tutta la felicità che aveva sognato negli ultimi mesi, ma l’altra le continuava a sussurrare di stare in guardia. “Come faccio a sapere che questa è la verità? …”
James sorrise con quel suo sorriso mascalzone che le piaceva da impazzire, ora. “Andiamo!” sussurrò prendendole una mano, per avvicinarla ancora a sé. “Credi davvero che se non mi importasse di te, se fossi stata una come tante, come le altre, ti sarei corso dietro, fuori dal pub? Credi che starei sotto questo…” alzò gli occhi al cielo “… Diluvio torrenziale a bagnarmi come una spugna e a tremare per ‘sto freddo polare, se…” poso una mano sulla guancia bagnata della rossa, avvicinandosi al suo viso. “… Se non ti volessi davvero bene?”
Bum-bum-bum! Il cuore ora stava per uscirle dal petto!
Tutta la forza e la determinata rabbia di Lily, tutto il rancore per ciò che era successo, tutto il male, la delusione, la sensazione di essere stata tradita, tutti i pensieri negativi erano come volatilizzati. Erano evaporati, scacciati, assorbiti dai teneri occhioni di James. Quelli verdi di Lily non avevano più nemmeno lacrime, era come se tutto fosse sparito, come se il tempo si fosse fermato, come se… Se in quel momento cominciasse qualcosa di nuovo. Il passato era alle spalle, un ricordo, una cosa superata. Tutto ciò che aveva passato in quei mesi aveva avuto il preciso scopo di condurla fin lì.
Sotto la pioggia.
Spettinata.
Sconvolta.
Col mascara che un po’ era sceso dagli occhi, anche.
Ma con James.
Con James.
Lily passò una mano sul collo di James, fermandosi dietro la nuca.
Avvicinò il suo viso di più, lo avvolse nel verde dei suoi occhi.
“Mi devi promettere…” cominciò, anche se la voce ancora tremava “… Che sarai sincero con me. Non voglio più bugie, voglio che tu mi dica sempre la verità, a costo di farmi del male…”
James percepì cosa stava per dirgli e sentì un’immensa euforia invaderlo, come se la gioia fosse esplosa nel suo petto e lo stesse attraversando come una fiotto caldo ed elettrizzante in tutto il corpo; le abbracciò subito la vita con impeto, ed esclamò: “Non lo farò mai più, giuro!”
“… E che non userai i tuoi soliti rituali da incallito sciupa-femmine con me! Né frasi fatte, né doppi giochi, niente di niente!”
“Obbedisco!”
“E che non mi chiamerai mai piccola, o baby, o le solite cose che hai sempre usato con tutte le altre ragazzine che hai fatto passare…”
“D’accordo, va bene qualunque nome se lo porti tu!”
Le scappò quasi da ridere. –Quanto è scemo…-
“Quanto sei bella quando ridi …” Fece per posare le sue labbra su quelle di Lily, ma lei si scostò, frapponendo una mano.
“Un’ ultima cosa!” disse.
Lui la fissò sbuffando: “E’ veloce? Guarda che non resisto più…”
Lily sorrise, quasi sembrava un sorriso di trionfo. “Non voglio che vai a raccontare le nostre cose a Sirius, è chiaro? Cioè, le cose personali,… capito?”
“Non lo farei mai!” ribattè lui, una mano sul cuore.
“Ah! Hai già detto una bugia!”
Si battè una mano sulla testa. “Maledizione, con te non si può sgarrare di una virgola! Credo che mi dovrò impegnare seriamente, per quanto questo mi risulti difficile… Comunque io a Siri…”
Non potè finire perché fu Lily che, cogliendolo completamente di sorpresa, interruppe il suo discorso con un bacio. Un bacio decisamente sospirato, desiderato e pienamente appagante, per tutta la passione che esprimeva e la scarica di emozioni che regalava ai due.
Quando finalmente si staccarono, un po’ affannati per il desiderio e perché mancava loro l’aria, James la fissò sorpreso e raggiante.
“Wow…” disse in un soffio. Dopo di che, per esprimere la gioia irrefrenabile che lo aveva preso, la sollevò in aria, abbracciandola forte. “Devo prenderlo come un ‘ci devo ancora pensare’ o come un sì?” rise, felice.
La rossa fece finta di riflettere. “Direi come un ci devo ancora pensare…”
“Ah!” esclamò mettendola giù “Bugia! L’ hai detta anche tu!”
“Beh, si vede che qualcosa in comune l’abbiamo…”
James la fissò di nuovo nei suoi fantastici occhioni “E certo! Se no, come faresti a piacermi? In fondo ho sempre pensato che fossi una Malandrina come me…” e detto ciò si unì di nuovo a lei in un altro bellissimo bacio.
Quel giorno diluviava ad Hogsmeade, e faceva un freddo cane.
Ma per due persone, fu uno dei giorni più belli della loro vita.



Ciao a tutti!!! Lo so, vi ho fatti attendere un bel po’, ma almeno spero ne sia valsa la pena… Il cap mi ha fatto sudare un sacco, perciò spero davvero che non vi deluda… Che mi dite? E’ troppo melenso? Noooooo, dai, non sono carucci? Direi che James si è finalmente dato una bella svegliata, e Lily… beh, è il mio idolo quando gli urla “LASCIAMI IN PACE!” (… Sigh, magari ne fossi capace io…)… Sono molto soddisfatta di come mi è uscita in quella parte, no?
Grazie per le vostre bellissime recensioni, per me sono molto importanti! Penso di indovinare se dico che vi piacerebbe che io aggiornassi più alla svelta, ma sono veramente stra presa da mille faccende e più di così non riesco a fare…
Cmq voglio mandare un enorme bacio e un grossissimo grazie di cuore a tutti i commentatori e cioè: Sissy, Sara Potter, Lili, Lily90, Lily2000, Mira'82, Marty91, Srella, Kikka, Lorenza, Primechan! A presto!
Baci, Ninfea.
Ps: sapete che esce Harry Potter 6? (Ovvio che lo sapete, ne parlano tutti…) Sono stra presa bene!!! Yuppy!!
Pps: Per Sara Potter: non so se hai vosto che ti ho risposto tra le recensioni... Mi dispiace se ti ho deluso, ma giuro che non ho trovato la tua ff, se mi scrivi il titolo provo di nuovo... Acceta il cap come omaggio delle mie scuse (Che paroloni! vabbe, a parte che sto facendo la scema, il senso l' hai capito, vero? Sono veramente dispiaciuta che ci sei rimasta male, credimi... Spero che non mi toglierai i tuoi bellissimi commenti per questo...). Un grande smack!

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