Nothing it's like it seems

di louissmile
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** I ***
Capitolo 3: *** II ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Driiiiin
La campanella annunciò la fine della scuola. Alzò lo sguardo assonnato verso l’orologio che segnava le 14 e dieci. Chiuse il libro e lo mise nella borsa buttata per terra, si alzò a malavoglia e si diresse verso l’uscita dell’aula, urtando qualche studente che stava tranquillamente uscendo.
-Ahia cazzo, fai più attenzione!
Alzò lo sguardo sul ragazzo che aveva accanto che aveva urtato non molto gentilmente. Puntò i suoi occhi verde smeraldo attraverso le lenti degli occhiali e gli chiese scusa con un sospirò, prima di dileguarsi tra la massa di persone euforiche, pronte ad andare a casa o ad uscire con gli amici a spassarsela. Il riccio cercò i suoi capelli corvini tra l’ammasso di studenti senza risultato, così si rassegnò e si diresse verso il suo armadietto sbuffando ripensando alla ragazza.
Appena riuscì a sgusciare tra i ragazzi che riempivano i corridoi si buttò verso la porta e al contatto con l’aria frizzante del giardino della scuola inspirò profondamente. Finalmente un’altra giornata era finita. Si sistemò la borsa sulla spalla e si mise a correre a più non posso verso la città e le sue vie, silenziose e vuote a quell’ora del pomeriggio ma che presto sarebbero state ripopolate dal solito chiacchiericcio di gente che parla per la strada, suoni di clacson e motorini impazziti e dal via-vai di automobili. Arrivò davanti al piccolo ristorante con il fiatone e ansimando entrò nel caldo locale. Si sedette al suo solito posto accanto alla finestra dove osservava la gente che passava per le strade. Le piaceva farlo, le piaceva vedere tutte quelle buffe persone e come si comportavano durante le loro giornate. La maggior parte le vedeva tutti i giorni, il vecchio che sistemava i fiori nel negozio davanti, il ragazzo che aspettava l’autobus, la donna che accompagnava il suo bambino a fare una passeggiata, li considerava come amici, nonostante non li avesse mai rivolto la parola e neppure li conoscesse, ma ogni giorno le facevano compagnia mentre mangiava e ogni giorno si immaginava gli stessi soggetti in situazioni diverse, anche irreali, a volte si immaginava il ragazzo fermo ad aspettare l’autobus come un cavaliere coraggioso, pronto a balzare sul suo destriero, il vecchio fiorista come un mago che accudiva le piante da cui prendeva gli ingredienti per le sue pozioni magiche, la donna che portava il bambino se la immaginava come una supereroina che doveva convivere nello stesso tempo con la vita di tutti i giorni, per questo amava quel ristorante, inoltre conosceva il proprietario che era amico di suo padre. E mentre fantasticava sulle persone che vedeva in giro finì velocemente il panino.
-Simon non trovi che le persone siano buffe?
-Perché?
-Sono sempre così indaffarate, non si fermano mai a pensare o semplicemente ad osservare il mondo?
-Non ne hanno il tempo piccola, spesso le cose che li circondano diventano banali, non tutti si emozionano davanti alla vita come te
.
E diede una leggera pacca sulla testa corvina della ragazza che gli sorrise timidamente.
-Beh ora devo andare, ci vediamo domani Simon. Disse sorridendo dolcemente all’uomo di fronte a lei, si alzò ed uscì dal locale mentre Simon le augurava un buon pomeriggio.
Si mise il cappello e ricominciò a correre, certo sarebbe stato più comodo prendere un pullman, ma lei voleva respirare l’aria pura, voleva sentire il vento che le sferzava la faccia e i brividi del freddo. Arrivò ansimando di fronte alla biblioteca. Sì, dopo la scuola si recava sempre in biblioteca, ma non per fare i compiti, bensì per immergersi nella lettura di nuovi libri, di scoprire nuovi mondi lontanissimi, per combattere con maghi, per sognare un principe con le principesse, o anche solo per osservare con gli occhi dello scrittore i dettagli della vita quotidiana che lui vedeva e viveva.
Entrò e fu inebriata dal profumo di libri, da una sensazione di calore dolce e dal silenzio della biblioteca. Era un luogo accogliente, la faceva sentire a casa, e in effetti questa era la sua casa. Posò la borsa sul suo solito tavolo e si avventurò nell’esplorazione degli scaffali della biblioteca. Passeggiando respirava il dolce profumo di libri che invadeva tutto l’edificio finchè non finì a sbattere contro qualcuno. Cadde a terra per l’impatto e le caddero gli occhiali dal viso. Alzò lo sguardo cercando di distinguere qualcosa ma tutto ciò che riuscì a vede fu un ammasso sfocato di marrone e blu. Quella cosa le prese gentilmente la mano e le mise dentro gli occhiali che indossò senza aspettare. Si alzò in piedi e si scusò con quella gentile persona mentre si fissava le punte delle scarpe per l’imbarazzo quando la voce calda e roca del ragazzo la fece sobbalzare, alzò lo sguardo per trovarsi due occhi verde smeraldo che la scrutavano ed un dolce sorriso dipinto sul volto.
Avvampò alla vista del ragazzo che aveva urtato un’ora prima a scuola.
-S-sei tu, mi dispiace, anche per sta mattina …-
Notò che il ragazzo portava gli occhiali e teneva in mano una copia di Harry Potter, il suo libro preferito.
-Ti piace Harry Potter?- gli domandò in modo curioso, senza nascondere una punta di euforia nella voce.
-B-beh sì, è il mio libro preferito… -
Si guardarono entrambi negli occhi, stupiti davanti a loro, così diversi da come apparivano a scuola, e così uguali tra loro. -Allora, che ne dici, potremmo leggere insieme questo pomeriggio … sempre se ti va, comunque piacere, io sono Harry- Sorrise dolcemente alla ragazza che ormai non era più imbarazzata davanti a lui, bensì curiosa di sapere come fosse veramente quel ragazzo che sedeva tutti i giorni svogliato davanti a lei in classe, così annuì sorridendo e incamminandosi insieme al riccio verso uno dei tavoli rimasti liberi nella biblioteca.

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Capitolo 2
*** I ***


Who's gonna make you fall in love?
 

Discussero a lungo sui loro autori preferiti, sugli innumerevoli libri che avevano letto e passarono un pomeriggio fantastico.
-Noel io mi chiedevo se…- alzò lo sguardo imbarazzato e appena scorse gli occhi color nocciola della ragazza sorrise timidamente.
-Sì?- chiese lei sorpresa dall’imbarazzo del riccio.
-Bè tu… verresti ecco… a prendere qualcosa da bere con me?- disse tutto d’un fiato guardandosi le punte dei piedi.
¬-Io?- chiese Noel stupita da quell’invito così strano. –Con molto piacere- sorrise al riccio che piano piano si vece paonazzo in viso e ricambiò dolcemente il sorriso. Chi l’avrebbe mai detto che fosse stato così timido? All’apparenza il ragazzo che entrava sbuffando e si sedeva a malavoglia sul banco davanti a lei non sembrava corrispondere al dolce e timido ragazzo davanti a lei, due persone completamente differenti.
Si alzarono entrambi, raccolsero le loro borse ed uscirono dal caldo e accogliente edificio. Al contatto con la fresca aria della città Noel rabbrividì.
-Tieni- disse il riccio porgendole timidamente la sua giacca –stai tremando…- sussurrò.
Noel accettò quel dono ed indossò la giacca. Il profumo di Harry la invase. Era un misto tra dopobarba e una colonia, un mix delizioso che inebriò la ragazza lasciandola quasi stordita. Barcollò leggermente per poi riprendersi.
–Allora dove si va?- chiese sorridendo dolcemente al riccio.
–Al mio bar preferito, fanno una cioccolata deliziosa lì!- disse euforico il riccio che accortosi di aver esagerato arrossì violentemente e si ricompose.
–Vieni è per di qua…- la guidò tra strade e vie che non aveva mai percorso prima d’ora e affascinata si guardava in torno come una bambina. Intanto Harry la scrutava in silenzio. Quel sorriso, quegli occhi, quelle lentiggini, era bellissima. Sorrise lievemente guardandola finchè lei non si voltò. Voltò il volto imbarazzato verso la strada mentre sorrideva inconsciamente.
Dopo qualche minuto raggiunsero il piccolo bar dalle tende bordeaux che svolazzavano leggermente per via del vento. Era uno di quei tipici bar londinesi dove i turisti si fermavano a prendere un caffè e ripararsi dal vento freddo della città. Harry aprì gentilmente la porta lasciando entrare Noel che venne stordita dal forte profumo di cioccolata. Il ragazzo chiuse la porta dietro di sé e accompagnò la ragazza ad un tavolino al piano superiore, la fece accomodare spostandole gentilmente la sedia per poi sedersi di fronte a lei. Guardò la ragazza mentre si sfilava il suo giubbotto e lo appoggiava sul retro della sedia. Non riusciva a smettere di guardarla, con i suoi capelli corvini che ondeggiavano lentamente era bellissima. Iniziò a fantasticare sulla ragazza finchè la voce del cameriere lo scosse riportandolo alla realtà.
–Volete ordinare?-
-Si grazie, per me una cioccolata- quella voce così armoniosa e delicata lo scosse leggermente –tu Harry? Cosa prendi?- chiese sorridendo, un sorriso che diede i brividi a Harry, nonostante l’immenso calore del locale.
–Per me un cappuccino alla vaniglia grazie…- il cameriere terminò di scrivere le ordinazioni sul blocchetto e li lasciò soli. Noel prese a parlare raccontando al ragazzo quanto si fosse annoiata durante la lezione di chimica o come la prof di greco fosse buffa con quel maglione rosa. Lui l’ascoltava attentamente senza perdersi neppure una parola pronunciata da quella ragazza perfetta, esaminandola e ripetendola nella mente per memorizzarla.
–E poi quando si è appoggiata alla lavagna sporcandosi il maglio di gesso, stavo per scoppiare a riderle in faccia- disse ridendo, e in quel momento Harry pensò che quella risata era il suono più bello che avesse mai sentito, quelle piccole rughe che le spuntavano vicino agli occhi lo facevano impazzire. Presero a sorseggiare lentamente le loro bevande e a chiaccherare allegramente finchè per caso le loro mani si sfiorarono. Quel contatto diede i brividi ad entrambi che arrossirono violentemente abbassando lo sguardo sulle loro tazze. Harry alzò leggermente gli occhi per scorgere la ragazza giocare con il cucchiaino e mescolando la cioccolata ormai quasi fredda. I loro sguardi si incontrarono. Noel non riusciva a non perdersi in quegli occhi verde smeraldo e non riusciva a distogliere lo sguardo dal suo, come se fossero state due calamite. Il cellulare di Harry suonò improvvisamente ed entrambi sobbalzarono per lo spavento. Interruppero il contatto visivo ed Harry rispose imbarazzato alla chiamata.
–Sì, scusa ero impegnato, arrivo subito.- chiuse la chiamata e ripose il telefono nelle tasche dei suoi pantaloni. Si alzò rimettendosi la felpa.
–Scusa era il mio amico Louis, mi ha ricordato che tra poco ci sono gli allenamenti di football… allora beh… ho passato davvero un bel pomeriggio con te… grazie- e sorrise timidamente guardando la ragazza negli occhi. Si alzò anche lei facendo per restituirgli la giacca ma la interruppe.
-Tienila pure, fa ancora freddo e devi tornare a casa… -
-Grazie mille Harry, allora ci vediamo domani a scuola…- fece per andarsene quando gli schioccò velocemente un bacio sulla guancia per poi scappare fuori dal bar. La fissò sbalordito massaggiandosi la guancia nel punto in cui l’aveva baciato sorridendo inconsciamente per poi raccogliere la borsa e avviarsi verso la scuola mentre Noel camminava sulla via di casa ripensando al ragazzo. Quegli occhi verde smeraldo che brillavano, quei dolci ricci che gli ricadevano morbidamente sul contorno del viso delineandolo e incorniciandolo, il suo sorriso perfetto che lasciava scorgere i denti perfettamente allineati e bianchi che illuminavano qualsiasi luogo, la sua voce calda e roca e quelle fossette, quelle adorabili fossette che gli spuntavano ad ogni sorriso, quelle fossette che lo rendevano dolce e bellissimo, adorava quelle fossette. Tutto di lui la faceva impazzire, il modo in cui camminava, il modo in cui sfogliava lentamente le pagine dei libri, il modo con cui i suoi occhi scrutavano attentamente le pagine giallognole per cogliere ogni parola, il modo in cui spostava lentamente di lato i suoi ricci, il modo con cui parlava, lentamente e dolcemente, scandendo ogni parola della frase, ogni parola che usciva da quella sua sottile bocca. Era perfetto. Non riusciva a togliersi l'immagine di quel ragazzo dalla testa, com'era possibile che in un solo pomeriggio si fosse innamorata di lui? Scacciò quello stupido pensiero dalla testa, non poteva essersi innamorata. Eppure... era certa che non aveva mai pensato a nessun ragazzo in quel modo. Il flusso dei suoi pensieri fu interrotto dal suono del cellulare, sua madre la stava chiamando. Prese il telefono e si accorse dell'ora, le 18 e mezza. Sua mamma doveva essere seriamente preoccupata. Rispose al telefono sentendo dall'altra parte una voce ansiosa e preoccupata.
-Dove eri finita? Ti avrò chiamata dieci volte, hai idea di che ore sono?!-
-Mamma calma, mi ero persa in un libro...-
-Va bene, ma torna a casa in fretta e vedi di non stare mai più così tanto tempo fuori casa senza avvertire.-
-Ok mamma- sbuffò dopo aver chiuso la chiamata. Possibile che Harry fosse l'unico dopo i libri ad averle fatto perdere la cognizione del tempo? Le era capitato di leggere e perdersi nel libro dimenticandosi l'ora ma alla seconda chiamata di sua madre si risvegliava, invece con Harry... erano passate ore senza che se ne accorgesse neppure.
Arrivò davanti a casa e fu accolta felicimente dalla madre, che dopo la ramanzina le preparò una deliziosa cena e dopo una calda doccia si gettò sotto le calde coperte, persa nella lettura di un libro.


Salve a tutti c: allora avevo inizialmente pensato a questa storia come una os, ma sotto consiglio di una amica ho deciso di continuarla e farla diventare una fan fiction c: allora beh, non so che dire, questo capitolo mi fa schifo cc però boh... ditemi cosa ne pensate voi c: comunque avevo pensato di non fare il solito harry puttaniere, bensì lo vedevo bene nei panni di un ragazzo timido e impacciato, mi fa troppa tenerezza così ** allora beh, ditemi cosa ne pensate c:
saluti a tutti uu ci vediamo al prossimo capitolo c; 

 

        


 




SaS 

 

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Capitolo 3
*** II ***


Am I invisible?
 

Il trillo della sveglia le risuonò nelle orecchie. Alzò la mano per spegnere quel rumoroso aggeggio per poi alzarsi a malavoglia dal letto. Guardò fuori dalla finestra e notò subito che il tempo non era dei migliori così la voglia di prepararsi per andare a scuola diminuì ancora di più, poi le tornò in mente il ragazzo del giorno precedente, Harry. Lo avrebbe rivisto e magari avrebbero potuto ancora conversare insieme così, motivata si fece una rapida doccia, si asciugò e si infilò un paio di jeans ed il maglione più caldo che aveva. Scese in cucina dove sua mamma aveva preparato la colazione, che terminò in pochi minuti. Si mise in spalla la borsa e con un sonoro ciao uscì di casa. Fischiettò mentre si dirigeva alla stazione dell’autobus e arrivata si sedette su una delle fredde panchine affollate. Ripensò ad Harry e il fatto che tra pochi minuti l’avrebbe rivisto la fece sorridere inconsciamente.
L’autobus si fermò rumorosamente davanti alla fermata e un’orda di ragazzi si diresse verso il piccolo ingresso. Scivolò tra loro finchè non riuscì ad entrare e trovare un posto abbastanza nascosto che nessuno aveva occupato. Si sedette tranquillamente e mise le cuffiette nelle orecchie facendo partire Just the way you are di Bruno Mars, una delle sue canzoni preferite. Rimase a fissare fuori dal finestrino finchè non si dipinse davanti a lei la figura del grigio e sporco edificio che era la scuola. Si alzò e appena le porte furono aperte si fiondò giù dall’autobus.
Entrò nella scuola cercando con lo sguardo una massa informe di ricci che però non vide da nessuna parte così rassegnata si diresse all’armadietto e posò i libri dentro di esso. Rimise in spalla la borsa e camminò lentamente verso la classe. Entrò e si sedette sul suo banco, notando che quello davanti a lei era vuoto. Sbuffò sperando che il ragazzo fosse solo in ritardo e tirò fuori i libri mentre il professore fece il suo ingresso seguito dal riccio tra il chiacchericcio degli studenti strillando.
- Buongiorno!- Si accomodandò alla cattedra.
Harry prese posto davanti a lei, come sempre, ed entusiasta cerco di salutarlo ma ormai la lezione era iniziata così perse l’occasione di parlare col ragazzo. Ora le rimaneva solo l’intervallo, ma già il fatto che era lì, seduto davanti a lei, la rallegrava. Iniziò a fantasticare sul ragazzo mentre il borbottio del professore le faceva da sottofondo ma fu chiamata alla lavagna a risolvere una delle impossibili equazioni. Si alzò e si diresse controvoglia alla lavagna e dopo essersi ingarbugliata parecchie volte riuscì a risolverla e mentre tornava a posto cercò lo sguardo di Harry che però era voltato altrove, quasi come se non volesse vederla. Scacciò dalla mente quel pensiero, stava ricominciando con le sue paranoie così si sedette e pensò fosse solo un caso.
Aspettò con la testa appoggiata su una mano la fine dell’ora per alzarsi e andare a parlare al riccio e così al suono della campanella si alzò per andare a parlare da Harry ma una ragazza le passò davanti fiondandosi davanti ad Harry ed iniziarono a discorrere amichevolmente. Squadrò la ragazza da capo a piedi, era di media altezza, magra, bionda e occhi verdi, insomma era una di quelle ragazze che si vedono in tutti i film, la tipica cheerleader. Seccata si risedette al suo banco e aspettò l’entrata della professoressa di lettere che fece zittire tutti gli alunni e iniziò una nuova lezione sulla Divina Commedia.
Non sapeva perché ma ce l’aveva con Harry, in fondo non l’aveva degnata di uno sguardo da quando erano iniziate le lezioni così aspettò l’intervallo per potergli parlare faccia a faccia e chiedergli delle spiegazioni sul suo insolito comportamento. Stava preparandosi mentalmente il discorso che gli avrebbe fatto quando suonò la campanella che annunciava l’intervallo. Si alzò e uscì dalla classe cercando Harry che l’aveva preceduta. Camminò per i corridoi della scuola con passo veloce finchè non lo vide davanti a sé, con il suo gruppetto di amici. Gli passò davanti e lei fece cenno di saluto sorridendogli come un’ebete ma lui continuò a camminare, facendo finta di niente, passando oltre e lasciandola lì, da sola in mezzo a tutte quelle rumorose persone che si spostavano per i corridoi, l'aveva ignorata, nuovamente.
Salvee c:
perdonatemi il ritardo immenso solo che avevo pensato uno sviluppo diverso della storia, poi mi è venuto in mente questo e alla fine l'ho scritto uu

che dire, spero vi piaccia c: cercherò di fare più in fretta a postare ma non vorrei postare cose alla cavolo, ci tengo a questa ff c:
Harry è stato proprio uno stronzo eè cattivo Hazza uù

okok me ne vado lol al prossimo capitolo c:

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