Un marmocchio problematico: il ritorno

di fliflai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 20 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Tsuna stava camminando per una via decisamente buia e deserta, in piena notte.

Perchè?

Semplicemente stava andando dal suo ragazzo, Kyoya Hibari. Solo non aveva preso in considerazione l'ora e il tipo di quartiere dove si era avventurato.

Quindi non era strano se, proprio in quel momento, un uomo decisamente ubriaco gli si stava avvicinando.

<< Ehi bello, perchè non vieni con me? Ho soldi sai? Molti soldi! >> lo invitò mettendogli una mano sulla spalla.

Tsunayoshi lo guardò perplesso.

<< Soldi? E perchè scusi? Posso seguirla anche se non mi paga sa? >> disse ingenuamente con un bel sorriso.

L'uomo sgranò gli occhi chiedendo con tono meravigliato: << Davvero? >>.

Tsuna annuì convinto. Lo sconosciuto ebbe uno scintillio negli occhi.

<< Va bene, vieni... >> mormorando prendendolo per una mano.

Il castano fece per seguirlo, fiducioso, quando una voce lo fece fermare.

<< Non credo proprio. Lui non va da nessuna parte chiaro erbivoro? >>.

Il quattordicenne si voltò e corse verso il ragazzo che aveva pronunciato quelle parole.

<< Hibari-san! >> esclamò con tono allegro andando ad abbracciarlo.

L'uomo si irrigidì. << Hi-Hibari Kyoya? Mi scusi! Me ne vado subito! >> urlò spaventato correndo via.

Tsuna lo guardò con aria dispiaciuta.

<< Che peccato se ne andato! Era una persona così gentile! >> disse.

Hibari sospirò esasperato. << Non penso. Non era per niente una brava persona >> disse all'orecchio del più piccolo.

Sawada lo guardò corrucciato.

<< Hibari-san smettila di guardare tutti come se fossero cattivi! >> lo sgridò.

Kyoya alzò un sopracciglio. Se mai era lui a essere troppo buono. Ma non lo disse, avrebbe solo irritato di più l'altro.

Tsuna si staccò dopo avergli dato un lieve bacio a stampo.

<< Come mai sei qui Hibari-san? >> gli chiese dopo averlo preso per mano.

Il diciassettenne sospirò. << Ci stavi mettendo troppo tempo e si era già fatto buio >> disse.

Tsunayoshi arrossì un po'. << Ti stavi preoccupando per me... >> mormorò.

Hibari si irrigidì e rispose borbottando: << No, per niente >>.

Però quando vide che il più piccolo stava rabbrividendo dal freddo gli cedette la sua giacca.

Stava proprio diventando un erbivoro, non c'era niente da fare.

 

*-*-*-*

 

Hibari fece entrare Tsunayoshi nella sua casa.

Stavano insieme ormai da due mesi, ma il più piccolo riusciva ancora a perdersi per arrivare da lui. Quindi era costretto ad andarlo a prenderlo tutte le volte. Cioè almeno quattro volte a settimana.

Il castano si diresse subito verso la camera da letto, come suo solito.

E Hibari lo seguì.

La storia era sempre la stessa. Tsuna arrivava ogni giorno alla sera piuttosto tardi, andava in camera da letto, si cambiava, e si metteva a dormire.

E qualche volta riuscivano anche a fare qualcos'altro...

Ma quello a Hibari non importava. Affatto.

Va bene, un po' si, ma non era certo il tipo da chiedere certe cose al suo ragazzo. La maggior parte delle volte era Tsuna che gli faceva capire di stare al gioco. Altrimenti lasciava stare.

<< Hibari-san che fai? Non vieni? >> mormorò il castano già mezzo addormentato. Evidentemente quel giorno non era uno di quelli fortunati.

Pazienza.

Si cambiò e si stese accanto al ragazzo che, come sempre, lo abbracciò.

<< Mmm Hibari-san ho freddo... >> si lamentò il più piccolo.

Kyoya sospirò. Si alzò e prese un'altra coperta. Poi si stese.

<< Hibari-san... mi prendi un bicchiere d'acqua? >> mormorò Tsuna.

Hibari si alzò ed eseguì. Tsuna non lo toccò.

<< Hibari-san... >> bisbigliò ancora il quattordicenne.

<< Si? >> chiese irritato il moro.

<< Abbracciami... >>.

Eseguì.

E così si addormentarono.

 

*-*-*-*

 

La mattina del giorno seguente Tsuna dovette andare a casa, così Kyoya lo accompagnò fino a un certo punto. Quando arrivarono in dei quartieri che il castano conosceva sufficientemente da non perdersi più di una volta il moro lo salutò e si allontanò.

Quindi in quel momento stava camminando da solo, e mentre passava davanti alle bancarelle salutava allegramente tutti i commercianti, conoscendoli uno a uno.

Quando finalmente riuscì ad arrivare davanti a casa sua notò una cosa, o meglio una persona. Un uomo alto, dai capelli neri. Era appoggiato al muro che circondava il suo giardino.

Sembrava aspettare qualcuno.

Si avvicinò e, con la sua consueta gentilezza chiese: << Mi scusi signore, ha bisogno di qualcosa? >>.

Lo sconosciuto lo fissò. Aveva l'impressione di aver già visto quegli occhi da qualche parte...

<< Sei tu Tsunayoshi Sawada? >> chiese avvicinandosi al ragazzo.

Il quattordicenne sorrise e confermò.

L'uomo si abbassò alla sua altezza e gli prese il volto con una mano, stringendogli le guance.

Poi avvicinò il volto al suo. Tsunayoshi sgranò gli occhi sorpreso. Ma che voleva da lui?

<< Certo sei carino... uhm.. non abbastanza però... Sei così basso... e probabilmente anche troppo ingenuo... per non parlare dei tuoi voti a scuola! Non sono per niente belli. E poi sei anche un maschio! >> mormorò lo sconosciuto esaminandolo.

Il castano lo guardò meravigliato, come faceva a sapere dei suoi voti a scuola? E perchè lo stava criticando in quel modo? E poi... ingenuo? Lui? In che senso?

Decise di chiederlo. << Scusi, ma perchè sarei ingenuo? >>.

L'altro lo guardò e sospirò. << Non ci si fa avvicinare così da una persona sconosciuta, non lo sai Sawada? >> rispose.

Tsuna aggrottò la fronte. << E perchè no? Bisogna essere gentili! >> esclamò convinto.

Il moro alzò un sopracciglio e mormorò: << Appunto... >>. Poi si staccò e lo lasciò andare.

<< Comunque non sono venuto per prendere un tè. Ti devo avvertire Tsunayoshi Sawada... >> disse minaccioso avvicinandosi pericolosamente al ragazzo, che lo guardava perplesso.

<< Ti consiglio... no, ti ordino una cosa. Stai lontano da Kyoya Hibari. Chiaro? >> mormorò all'orecchio del castano, che sgranò gli occhi.

Tsuna si mise a tremare. Quell'uomo gli faceva paura. Non stava affatto scherzando.

<< S-scusi... m-ma lei c-chi è? >> domando balbettando.

<< Io? Bè io sono... >> iniziò lo sconosciuto, ma venne interrotto da un'altra voce, ben nota a tutti e due.

<< Tsunayoshi hai dimenticato la sciarpa... ah >> disse Kyoya andando verso i due. Poi quando vide che il più piccolo era in compagnia di una persona si fermò. Quando poi capì chi era quella persona si irrigidì.

<< Ah Kyoya! Stavo cercando giusto te. Ho parlato con questo caro ragazzo riguardo a... >>.

<< Cosa ci fate qui? >> ringhiò il moro prendendo un tremante Tsunayoshi tra le braccia.

L'uomo alzò un sopracciglio. << Lo sai no? Ormai hai l'età quindi è giunto il momento che tu... >> iniziò quello che non era uno sconosciuto per Hibari avvicinandosi.

<< Avevo chiaramente detto di non volerlo fare >> lo interruppe nuovamente il moro.

L'uomo sorrise e disse: << Kyoya, Kyoya tu non puoi decidere. Lo abbiamo già fatto noi per te >>. il tono era quello di un adulto che parlava con un bambino capriccioso.

Hibari sembrò arrabbiarsi, e strinse Tsunayoshi più forte. Il ragazzo gemette di dolore. Ma che stava succedendo? Che legami aveva il suo ragazzo con quell'uomo? E lui che centrava?

Troppe domande e nessuna risposta.

Il Decimo Vonglola era piuttosto confuso. Di quella conversazione non aveva capito assolutamente nulla.

Però aveva un brutto presentimento.

Lo sconosciuto non voleva mica portargli via Hibari... no?

Sentì le lacrime agli occhi al solo pensiero. Il moro lo notò. La sua incazzatura crebbe considerevolmente.

<< Ti morderò a morte >> mormorò arrabbiato.

L'adulto sospirò. << Ancora con questa espressione da bambino? Pensavo che tu l'avessi superato quel periodo ormai! >> disse scocciato guardando con rimprovero il diciassettenne.

Kyoya prese i tonfa con un'aura omicida intorno al corpo.

<< Vattene! >> urlò.

L'uomo fece una faccia contrariata e disse: << Kyoya non puoi darmi del tu! E' molto irrispettoso! >>.

<< Andatevene, padre >> ringhiò l'adolescente.

Tsunayoshi Sawada sgranò gli occhi.

<< P-Padre!? >>.

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


<< P-Padre!? >>.

L'uomo sorrise e disse guardandolo: << Ma come, non te lo aveva detto? Io Sono Hibari Ryu >> si presentò.

Tsuna lo guardò. Ma non era uno il direttore di un'importante agenzia di Tokyo? E che ci faceva lì?

Poi realizzò. Voleva portare Kyoya con sé.

Abbassò il capo e strinse la mano al moro. Lui non voleva, ma se i suoi genitori erano venuti a prenderlo non ci poteva fare niente...

Il moro notò il cambiamento del ragazzo accanto a sé. Non voleva certo che si rattristasse per una cavolata del genere, lui non avrebbe mai seguito quel l'uomo che chiamava padre, tanto meno sua madre. Non li sopportava. Erano incredibilmente egoisti.

<< Tsunayoshi lascia perdere. Qualunque cosa ti abbia detto non ci pensare >> mormorò all'orecchio dell'altro.

Ryu alzò un sopracciglio.

<< Hibari smettila di fare il bambino. Tu adesso vieni con me e tua madre chiaro? >> tuonò arrabbiato.

Tsuna si fece il più piccolo possibile, spaventato.

Kyoya alzò entrambe le sopracciglia.

<< Mpf >> sbuffò incrociando le braccia intorno al castano e girando la testa dall'altra parte.

<< Hi-Hibari-san!? Ma cosa fai? Ignori tuo padre!? >> esclamò Sawada allarmato.

L'uomo non sembrò prenderla bene.

<< Kyoya! Smettila di comportati in maniera così infantile! >> urlò.

<< Non – ci – vengo! >> scandì bene il ragazzo.

<< Ma Hibari-san! Se è per poco tempo perchè non vai con loro? E' da tanto che non li rivedi no? >> disse Tsuna. Lo sapeva benissimo che non era solo un po' di tempo...

Ryu annuì in assenso. << Ma temo che non sarà solo qualche giorno. Fai le valige Kyoya, te ne vai da questo paesino di periferia! >> disse il padre al moro.

Quest'ultimo al solo sentire le parole “paesino di periferia” si arrabbiò. E non poco. << Non osate insultare Namimori! Io non mi muovo! >> ringhiò.

Tsuna si irrigidì. Era in mezzo a due aure omicide decisamente spaventose.

<< Ehm... si... io dovrei andare... sapete com'è mia madre si preoccupa... è stato un piacere signor Hibari... >> disse con un sorriso tirato. Poi si lanciò verso la porta di casa sua.

Kyoya lo afferrò per il colletto e lo riportò esattamente dove era prima. << Tu non ti muovi. Dopo dobbiamo chiarire due cosette >> disse.

<< V-va bene! >> esclamò preoccupato. Raramente Hibari gli faceva paura, ma quella volta era davvero spaventoso.

Il padre del ragazzo sbuffò: << Se è solo per questo lo posso fare io >>.

Si avvicinò al castano ma, appena provò a mettergli una mano sulla sua spalla, un tonfa gli si posò sulla gola.

<< Non – lo – toccare >> scandì il diciassettenne con occhi che lanciavano fiamme.

L'uomo si ritrasse, con un piccolo sorriso sulle labbra.

<< Va bene, come vuoi tu. Sei sempre stato molto possessivo ma mai così tanto da arrabbiarti se qualcuno toccava una cosa che ti apparteneva >> ridacchiò.

Tsuna arrossì a quelle parole.

Hibari raddoppiò lo sguardo inceneritore.

<< Ok, basta scherzare. Devi sapere caro Tsunayoshi, che Kyoya non può stare con uno come te >> iniziò il moro.

Tsuna sentì il cuore battere a mille. << Questa è una sciocchezza! >> mormorò il più grande al suo orecchio.

Tuttavia il Decimo Boss si scansò. Cosa non gli aveva detto?

<< Kyoya non può permettersi di avere una relazione con un ragazzo. Inoltre non sei neanche ricco! Lui ha già la persona con cui è fidanzato da diversi anni, è una bellissima ragazza sai?>> spiegò con tono calmo Hibari adulto.

Tsuna spalancò gli occhi. Indietreggiò un po' verso la casa.

Il moro lo guardò attento. Cosa voleva fare?

<< F-fidanzata? >> mormorò con voce tremante, già sull'orlo delle lacrime.

Perché Hibari-san non glielo aveva detto? Non poteva stare con lui se era già fidanzato!

<< Certo, fidanzata. E tra poco dovranno renderlo pubblico, per ciò tu sei un intralcio. Sei di più Sawada Tsunayoshi >> gli disse con schiettezza.

<< Smettetela padre! Questa è una stupidaggine. Io non sono affatto fidanzato. E non lo sarò mai con una donna. Ve lo dico subito. Non mi interessano le erbivore >>.

Tsuna si fece ancora più piccolo. Effettivamente si sentiva di troppo. Era colpa sua se Hibari aveva litigato con i suoi genitori in quell'ultimo periodo?

<< Zitto Kyoya! No ti ho certo dato la libertà di scelta! Questa unione va fatta! E si farà! >> tuonò all'indirizzo del figlio. Quest'ultimo parve incazzarsi veramente.

Ecco perchè odiava i suoi genitori.

<< Non lo farò >> disse convinto.

Ryu non fece una piega. << Si invece. E dopo ti dovrai anche sposare. Non puoi certo farlo con questo ragazzino! Mettitelo in testa Tsunayoshi. Kyoya non ha bisogno di te >> disse chiaramente.

A quel punto Sawada ritenne più che opportuno scoppiare a piangere.

Hibari guardò suo padre con odio. Per quello non lo avrebbe mai perdonato.

<< Va bene... al-allora v-vado... >> balbettò mettendosi subito dopo a correre verso casa sua.

Kyoya gli fu subito dietro.

<< Tsunayoshi! Non... >> finire la frase gli fu impossibile, perchè si fermò scioccato.

Tsuna gli aveva tirato uno schiaffo, e anche decisamente forte.

<< SEI UN MOSTRO! Potevi anche dirmelo! >> pianse il ragazzo.

Non ricevette risposta.

<< E ora mi sento anche in colpa! Dovresti fare pace con i tuoi genitori Hibari-san, e invece non vuoi per colpa mia! >> singhiozzò ancora.

<< Tsunayoshi, non hai capito io non sono affatto fidanz... >> provò a spiegare.

Il quattordicenne non lo ascoltò neanche. Corse verso la sua casa e vi entrò, sbattendo la porta.

Hibari restò fermo per qualche secondo. Poi si voltò verso suo “padre”, che aveva un'aria piuttosto soddisfatta.

<< Bastardo, ti morderò a morte >>.

 

*-*-*-*

 

Tsunayoshi si rannicchiò sul letto. Aveva fatto una gran cavolata. Ne era consapevole, ma...

Kyoya non ha bisogno di te.

Quelle parole gli rimbombavano nella testa. Lo sapeva benissimo di non essere degno di uno come Hibari Kyoya, ma quella schiettezza glielo aveva fatto capire chiaramente.

Non c'era posto per lui. Non voleva complicare le cose a Hibari, doveva riappacificarsi con i suoi familiari, era giusto.

<< Tsu-kun tutto bene? Ti ho visto correre verso la tua camera >> chiese sua madre aprendo la porta.

Tsuna annuì, raggomitolandosi ancora di più per non farle vedere che stava piangendo.

Ma è difficile tenere le madri all'oscuro di qualcosa. Nana sospirò e si sedette accanto a lui.

<< Cosa è successo? >> domandò accarezzandogli i capelli.

Tsuna mormorò solo: << Hibari-san... >> e poi non aggiunse altro.

Fu abbastanza per far capire a sua madre metà della storia.

<< Vuoi parlarne? >> chiese con tono dolce.

Sawada scosse con forza la testa.

Nana sospirò. << Me ne devo andare? >>.

<< No... >> bisbigliò ancora il ragazzo.

<< Va bene >>.

Tra i due calò il silenzio. Ma non era necessario aggiungere altro.

La donna si alzò solo dopo, quando vide che il figlio si era addormentato.

Sospirò preoccupata. Non vedeva niente di bello all'orizzonte.

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Tsuna arrivò a scuola passando per tutti i cespugli che trovava sulla sua strada. Non voleva certo incontrare Hibari!Sapeva di non essersi comportato bene nei confronti dell'altro, ma ogni volta che pensava alle parole dell'uomo si sentiva male.

Perchè Kyoya non gli aveva detto niente? Era già fidanzato! Voleva dire che si era messo con lui solo per capriccio?

Il castano era fin troppo confuso. Certo, sapeva, o per meglio dire, sperava, che Hibari tenesse ancora almeno un po' a lui, ma non poteva esserne sicuro.

<< D-Decimo... ma che sta facendo? >> chiese la voce perplessa di Gokudera.

Il ragazzo interpellato si mise un dito sulla bocca. << Shhh! Mi nascondo! >> mormorò.

Yamamoto sorrise come suo solito e chiese: << E da chi? >>.

<< Hibari-san! Lui non deve assolutamente vedermi! >> disse.

L'argenteo a quel punto, fiutando la ragione delle azioni del castano, chiese: << Le ha fatto qualcosa? >>.

Tsuna si irrigidì. Poi scosse la testa.

Non voleva certo un'altra rissa.

Alla fine riuscì nella sua impresa con successo.

 

*-*-*-*

 

<< Sawada cosa stai facendo? >> domandò il professore di educazione fisica al suo studente preferito quando lo vide praticamente buttarsi a terra.

<< Prof sono stanco! Posso sedermi? >> chiese con occhioni da cerbiatto.

<< Va bene, come vuoi Tsunayoshi >> acconsentì.

Il ragazzo lo ringraziò con un'enorme sorriso e si sedette.

<< Ma professore! Io prima le ho chiesto la stessa cosa e lei mi ha detto di no! >> protestò un ragazzo.

L'uomo mosse la mano scocciato e rispose: << Non c'entra. Tsunayoshi è davvero stanco! >>.

Lo studente sgranò gli occhi. Ma quello era favoritismo! << Ma anche io sono stanco! >> si lamentò ancora.

Il professore minacciò di fargli fare quaranta flessioni se non avesse smesso subito di lamentarsi.

Nessuno replicò.

 

*-*-*-*

 

Hibari stava dormendo sul tetto. Cosa assolutamente normale. L'unica cosa che stonava era la sua guancia graffiata. E la mano fasciata.

Quando aveva combattuto contro suo padre era stato ferito. Ma in compenso gli aveva procurato un occhio nero.

Quel giorno aveva cercato Tsunayoshi, senza tuttavia trovarlo. E Hibird si era categoricamente rifiutato di aiutarlo. Quel pennuto incominciava a essere fin troppo disubbidiente.

E così si era aggirato per la scuola, senza trovare traccia del quattordicenne. Quando si impegnava era introvabile.

Tuttavia quel pisolino sul tetto della scuola era solo una piccola pausa. Doveva assolutamente ritrovare l'altro e spiegargli. Era fin troppo consapevole di avergli fatto provare un gran dolore, ed era deciso a rimediare.

Doveva spiegargli diverse cose. Per esempio perchè viveva a Namimori. Semplicemente quando era scappato da casa aveva deciso di spendere tutti i soldi dei genitori comprando una casa in un paesino. Una casa che costava molti soldi.

Inoltre lui aveva sempre odiato quella che tutti si ostinavano a chiamare la sua “fidanzata”, era fermamente convinto di voler stare con Tsuna ( ormai mentalmente lo chiamava così ).

Odiava litigare con lui, anche perchè per conquistarlo aveva sudato sette camicie, per cui voleva evitare di ricominciare tutto da capo. Quindi il suo scopo era ritrovarlo il prima possibile.

Detto fatto. Appena si alzò lo vide che camminava solo nel giardino.

Si affrettò a raggiungerlo.

<< Tsunayoshi >> disse solamente. Era abbastanza per far capire all'altro che voleva parlare.

Il castano sin fermò, irrigidendosi.

<< Ah Hibari-san... ecco io... per ieri... non volevo fare quella scenata ma... >> provò a scusarsi con il volto in fiamme.

Era davvero adorabile.

Si avvicinò e fece quello che gli diceva l'istinto. Lo baciò.

Quando si staccarono Tsuna lo guardava con le lacrime agli occhi.

<< Mi dispiace Hibari-san!!! >> scoppiò in lacrime stringendosi a lui.

Dopo poco Kyoya gli alzò il viso e, guardandolo negli occhi mormorò: << Forse è meglio se adesso ci chiariamo >>. Il più piccolo annuì, asciugandosi le lacrime.

<< Non ci posso credere! E quello il bambinetto lagnoso con cui mi tradisci? >> disse una voce estranea al castano, ma di certo non al moro.

Hibari si voltò lentamente.

<< Prova a insultarlo ancora e ti morderò a morte chiaro? >> mormorò minaccioso.

Una ragazza dai lunghi capelli castani raccolti in una coda li stava guardando. Era alta, con delle belle forme, e decisamente bella di viso.

A Tsuna bastò poco per capire chi era.

La castana si avvicinò ai due. << Il signor Hibari mi ha detto come stavano le cose, così ho deciso di venire a controllare personalmente >> fece uno sguardo disgustato << Ma francamente credevo che scherzassero >> finì.

<< Ma chi è? >> chiese Tsuna, pur sapendo la risposta.

Hibari sbuffò scocciato: << Miku Higa. La mia presunta fidanzata >>.

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***


<< Miku Higa. La mia presunta fidanzata >>.

La ragazza sbuffò scocciata da quel onnipresente presunta che Hibari usava quando parlava di lei, anche se accadeva raramente.

<< Ah... si.. forse.. uhm... è meglio se me ne vado allora... >> mormorò Tsuna in imbarazzo.

Kyoya gli afferrò con forza un braccio e disse deciso: << Non è necessario >>.

la ragazza lo guardò piccata. Non che lo amasse, questo certamente no, ma i suoi genitori le avevano sempre detto che da adulta avrebbe dovuto sposare Hibari Kyoya, e lei ne era ancora fortemente convinta. Non aveva intenzione di cambiare il suo futuro. Eppure ora era intralciata da quel... quel... marmocchio.

Quindi doveva solo eliminare il problema. Cosa facile se non per il piccolo particolare che il problema era difeso da Kyoya Hibari. Quello le complicava il progetto.

<< Kyoya mi spieghi cos'ha quel bambinetto più di me? >> chiese guardando il castano che si era praticamente nascosto dietro il diciassettenne dopo aver notato le occhiate omicide che gli stava inviando.

Il ragazzo rispose con tono tranquillo: << Non chiamarmi Kyoya, stupida erbivora. E, se proprio vuoi saperlo, Tsunayoshi è decisamente più carino di te, mi sembra una ragione più che sufficiente >>.

Higa accusò il colpo decisamente male. Il viso le divenne rosso dalla rabbia.

<< C-cosa? Ma come ti permetti? >> esclamò indignata.

<< Sei anche più vecchia di me... >> mormorò Hibari.

La ragazza lo guardò come se fosse impazzito. << Non è assolutamente vero! Ho la tua stessa età! >> ribatté.

Hibari alzò un sopracciglio. << No, sei più grande di quattro giorni >>.

La castana si irritò. << Non è tutta questa differenza! E' molto di più quella con questo ragazzino! Non è possibile che sia più bello di me! Lo hai visto? E' bassissimo! Ed è un uomo!io sono una donna, come pensi di fare figli? >> urlò additando il povero Sawada che sentì ancora una volta le lacrime agli occhi.

<< N-non è colpa mia s-se sono basso... >> si lamentò aggrappandosi a Kyoya.

Quest'ultimo prese i tonfa. << Ti morderò a morte, sappilo >>.

Miku fece un passo indietro, spaventata. << Non vorrai mica picchiare una donna spero! >> domandò con gli occhi sgranati.

Il moro parve non ascoltarla, e avanzò verso di lei. << Perchè non dovrei? >>.

Tsuna lo guardò. Ma lo voleva davvero fare?

La ragazza indietreggiò ancora, finché non inciampò e cadde a terra. Kyoya si avvicinò maggiormente, con quel suo sorriso che sfoggiava solo quando stava per picchiare qualcuno.

<< Non è una brutta idea no? >> chiese chinandosi un po'.

La castana si mise le braccia davanti, come per proteggersi non appena vide che stava per colpirla.

<< No Hibari-san! >>. Il diciassettenne fermò il tonfa appena in tempo per non colpire il volto di Tsuna. Quest'ultimo si era messo davanti alla ragazza.

Lo guardò perplesso. La stava difendendo?

Sawada lo guardava con un po' di rimprovero. << Non è necessario no? >> disse supplicandolo con gli occhi.

<< Sei veramente un illuso, se pensi che ti ascolti ti sbagli. Picchierà anche te >> bisbigliò la ragazza.

Hibari sembrò valutare la situazione. Alla fine si rialzò e mise al loro posto i tonfa con un “e va bene” sbuffato.

La diciassettenne sgranò gli occhi. Ma perchè lo aveva scoltato? Con lei non lo faceva mai!

Tsunayoshi si rialzò con un sorriso aperto, e abbracciò il moro.

<< N-non ci credo... Hibari Kyoya non solo ha ascoltato qualcuno in vita sua, ma si è anche fatto abbracciare... >> bisbigliò la ragazza scioccata.

Il moro la guardò scocciato. Perchè succedeva tutte le volte? Tutte le volte che non faceva qualcosa che a Tsuna non piaceva le persone si stupivano. Non c'era niente di strano a suo parere.

In realtà qualcosa di anormale c'era, solo che Kyoya non lo capiva.

<< Bene, ora vattene stupida erbivora. Io non voglio più vederti >> disse minaccioso. Poi, dopo aver salutato il più piccolo si dileguò.

Così rimasero solo Tsunayoshi e Miku. I due si guardarono.

La ragazza si alzò e, sbuffando si incamminò verso l'uscita della scuola.

<< Ehm... scusi signorina Higa, ma se va da quella parte finisce nel campo da baseball... >> la avvertì il quattordicenne.

Lei si fermò. Si voltò dall'altra parte, con un leggero rossore sulle gote e andò da quella parte.

<< Da quella parte ci sono le piscine... >>.

<< Da quella i bagni maschili... >>.

<< Di là la palestra... >>.

Miku si fermò e si voltò verso di lui.

<< Accompagnami tu! >> disse con tono autoritario guardandolo. Il ragazzo sorrise e le fece strada.

Non parlarono per niente. Anche se Tsuna provava a mettere su un discorso la ragazza non gli rispondeva che con uno sbuffo.

<< Ehm... siamo arrivati >> la informò.

Higa lo guardò. Stava valutando l'ipotesi di ringraziarlo, ma la scartò. Lui era un suo rivale!

Si incamminò dunque verso il cancello. Ma non fece caso a una radice e inciampò cadendo a terra. Cosa non del tutto vera. Era caduta su Tsunayoshi.

Il ragazzo l'aveva rincorsa per dirle di stare attenta per l'appunto a quella radice, ma appena aveva visto che stava cadendo si era lanciato verso di lei. O meglio: sotto di lei.

La castano si alzò confusa. Poi si rese conto di essere a cavalcioni sul ragazzo, che la guardava con un piccolo sorriso nonostante fosse mezzo morto.

Arrossì e si tirò subito su. << S-scusa... >> balbettò. Poi si tappò la bocca con le mani. A chi aveva porto le sue scuse? Al marmocchietto!

Non doveva farlo.

<< Si figuri signorina Higa, lei non si è fatta male vero? >> domandò Tsuna provando ad alzarsi.

Scosse la testa.

<< Menomale! >> disse sollevato il ragazzo mentre le regalava un sorriso a trentadue denti. Era un sorriso sollevato. Per lei.

Sentì il viso andare a fuoco. Ma che le stava succedendo?

<< Tsunayoshi! >> esclamò la voce preoccupata di Kyoya.

<< Hibari-san! Come sei arrivato qui così velocemente? >> domandò genuinamente perplesso il castano.

Il moro non rispose, e lo aiutò ad alzarsi.

<< Decimo! >>.

<< Tsuna! >>.

Ed ecco gli scocciatori. Hibari li guardò male. Poi notò una cosa che non gli piacque per niente.

La ragazza era rossa in volto, e guardava in un modo decisamente particolare il SUO

Tsunayoshi.

Quindi affidò il suo ragazzo ai due Guardiani e prese violentemente per un braccio la sua coetanea, trascinandola fuori dalla scuola.

<< Ahi! Hibari non mi trattare così! >> si lamentò Miku mentre veniva strattonata via dal moro.

Quando la lasciò la ragazza lo fissò negli occhi. E si spaventò.

Kyoya aveva lo sguardo più assassino di sempre, senza contare l'aura omicida che gli circondava il corpo.

Indietreggiò. << H-Hibari? >> chiese con voce tremante.

<< Stai lontana da lui >> mormorò minaccioso il ragazzo.

<< Eh? >> domandò perplessa. Che avesse capito...

<< Ti ho detto di non toccare Tsunayoshi neanche con un dito. Sono stato chiaro? >> ripeté avvicinandosi alla castana.

Higa cambiò subito sguardo. Divenne provocatorio. << E' per caso una sfida Hibari Kyoya? >> domandò con un piccolo ghigno.

<< No. E' un ordine >>.

La ragazza si mise a ridere. << Lo sai vero che ottengo sempre quello che voglio? >> gli ricordò.

Hibari si incazzò ulteriormente.

Lo sapeva benissimo.

<< Tu non lo toccherai. Lui è mio. Se proverai anche solo a guardarlo in modo troppo approfondito io ti morderò a morte. Mi sono spiegato? >> ringhiò.

Il ghigno della ragazza divenne più ampio.

<< Se mi innamoro non ci posso fare niente. E quel ragazzino è davvero carino, avevi proprio ragione. Lo sai che ho un debole per le cose carine. E perciò sarà mio >>.

Kyoya si lanciò verso di lei, ma proprio in quel momento arrivò Tsuna.

<< Hibari-san! Ma che fai? >> gli urlò.

Il moro si fermò. La ragazza riprese la sua solita espressione.

<< Cosa stavate facendo? >> chiese sospettoso il castano.

<< L'erbivora se ne stava andando >> disse Hibari guardandola male.

Miku sorrise al più piccolo. << E' vero. Ma tornerò sicuramente. Ah Tsunayoshi-kun ti volevo ringraziare per prima. Non ti sei fatto troppo male vero? >> chiese con finta preoccupazione avvicinandosi.

Tsunayoshi sorrise e scosse il capo. << Sto bene grazie mille signorina Higa! >>.

<< Non mi chiamare signorina. Basta Higa. O se preferisci Miku >> disse rispondendo a sua vota con un sorriso.

Tsuna spalancò gli occhi. A cosa doveva quel cambiamento improvviso?

Non lo sapeva, ma ne era felice.

<< Bene vado allora! Ci vediamo Tsunayoshi-kun. Hibari... >> li salutò.

Tsuna la salutò a sua volta.

Hibari rimase zitto.

Il castano si accorse che l'altro era sovrappensiero.

Lo abbracciò e lo baciò. << E' successo qualcosa? >> chiese guardandolo dritto negli occhi.

<< No... assolutamente niente >> rispose ricambiando l'abbraccio.

Non era affatto vero.

Kyoya si doveva preparare a una vera e propria guerra.

L'ennesima.

 

 

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


Hibari, dopo l'incontro con Miku, teneva sempre sotto controllo il castano, che sembrava non essersi reso conto di niente.

Il moro era preoccupato. Molto preoccupato. Sapeva benissimo che la ragazza era capace di tutto pur di ottenere ciò che desiderava. Non si sarebbe certo arresa per quelle minacce.

Kyoya si stava ormai chiedendo sempre più spesso perchè si fosse innamorato di uno come Tsunayoshi Sawada.

Quel ragazzo era capace di conquistare qualsiasi persona con un solo sorriso, era mostruoso. Il bello era che non se ne rendeva nemmeno conto.

In quel periodo la sua possessione era salita alle stelle. Tutte le volte che qualche ragazza ( o anche qualche ragazzo, lui non faceva favoritismi ) si avvicinava a Tsuna lui compariva e lo portava via. Sawada non sembrava farci caso.

In quel momento stavano tornando a casa, e Tsunayoshi lo aveva preso per mano.

Non sapevano con precisione dove si stessero dirigendo. Era sempre difficile decidere in che casa andare. Per il moro andava benissimo la sua, dove potevano stare soli, ma il castano aveva comunque esigenza di rivedere la sua famiglia.

<< Hibari-san oggi vieni a casa mia? Mia madre ha chiesto se ti potevo invitare, è tanto che non ti vede! Pensa, oggi c'è anche mio padre! >>.

Kyoya si irrigidì. In quel momento l'unica cosa che voleva evitare era vedere Iemitsu Sawada. Quell'uomo, la prima volta che si erano visti dopo che si era messo insieme a Tsunayoshi, lo aveva preso da parte. Si ricordava bene quello che gli aveva detto. Hibari era fin troppo consapevole della propria forza, e di norma non si faceva spaventare da nulla e da nessuno, ma quella volta si era reso conto che il padre del suo ragazzo faceva sul serio. Non doveva far soffrire suo figlio, o lo avrebbe conciato per le feste.

Il moro si augurò che il quattordicenne non avesse detto niente di quel loro piccolo litigio.

<< Hibari-san? >> domandò Sawada guardandolo perplesso. Evidentemente era stato in silenzio troppo a lungo.

Kyoya lo guardò ancora per qualche secondo. << Va bene >> mormorò. Era evidente che l'altro ci tenesse.

Tsuna sorrise felice e lo condusse verso la sua abitazione.

<< Sono a casa! >> esclamò il ragazzo aprendo la porta.

<< Blutto mostlo bloccolo! Lidammi le mie calamelle! >> urlò I-Pin rincorrendo Lambo.

<< No! Sono di Lambo-san! >> strillò a sua volta il bambino, sfrecciando davanti ai due.

Tsunayoshi li guardò esasperato.

<< Lambo restituisci le caramelle a I-Pin >> disse con rimprovero nella voce il castano.

Il Bovino esitò e lo guardò supplicante.

<< Ora! >> disse Tsuna con aria minacciosa. La stupida mucca eseguì.

Hibari alzò il sopracciglio quando vide che si voltava verso di lui con un sorriso smagliante. Aveva dei strani cambiamenti di carattere...

La seconda scena che si presentò ai loro occhi fu una Bianchi intenta a porgere a Reborn un piatto pieno di cibo dall'aspetto davvero poco rassicurante.

<< Finalmente Tsuna! Ci hai messo molto per tornare ! >> disse il Tutor guardandolo.

Quando poi vide con chi era capì tutto, e decise di non insistere. Non era così meschino.

<< Tsu-kun! >> esclamò Nana andando ad abbracciare il figlio. Poi notò anche Hibari.

<< Hibari! Benvenuto! >> disse con un sorriso.

<< Salve Nana-san >> ricambiò educatamente il saluto il diciassettenne.

<< Caro, è venuto anche Hibari! >> urlò la donna per farsi sentire dal marito che si trovava nell'altra stanza.

Fantastico” pensò il giovane.

<< Salve signor Sawada >> salutò l'uomo che stava venendo verso di loro.

Il padre del castano lo fissò per qualche secondo, poi si aprì in uno dei suoi soliti sorrisi.

Non era difficile capire da chi avesse preso Tsuna in quanto a carattere. In quella famiglia si sorrideva solo, era pazzesco! Ma a Kyoya andava bene così.

A quel punto andarono a mangiare.

Il diciassettenne notò qualcuno che non voleva vedere, assolutamente.
<< Ciao Kyoya! >> salutò allegramente Dino un attimo prima di cadere per terra inciampando sui suoi stessi piedi.

<< Erbivoro cosa ci fai qui? >> chiese mentre vedeva con una certa irritazione Tsunayoshi che accorreva preoccupato il ragazzo più grande.

<< Vengo a trovare il mio fratellino! >> rispose il biondo provando a scompigliare i capelli al castano.

Un mano gli prese con fermezza il polso, fino a fargli male. << Non – lo – toccare >> scandì Hibari con sguardo incazzato.

Cavallone si allontanò. Meglio non sfidarla la sorte.

 

*-*-*-*

 

Hibari si stese nel letto. Aspettava Tsuna. Il quattordicenne era andato a salutare tutti, e a mettere a letto i bambini. Quanto odiava i mocciosi.

Sentì la porta della camera che si apriva. Si voltò da quella parte.

Sawada sospirò sollevato. Aveva finito di fare tutto per quel giorno.

Si era già cambiato, quindi si stese subito accanto all'altro, e lo abbracciò.

<< Hibari-san... >> mormorò.

Kyoya sudò freddo. << Si? >> disse con tono basso.

<< Perchè sento qualcosa che mi preme sulla coscia? >> domando Tsuna guardandolo con un piccolo sorriso.

Ma che domande faceva? Preferì stare zitto.

Tsunayoshi fece un sorrisino nascosto. Gli salì a cavalcioni, si abbassò e lo baciò.

Kyoya non si stupì affatto, non era certo la prima volta che l'altro prendeva in mano la situazione.

Il più piccolo strofinò i loro bacini, facendo fare frizione alle loro erezioni.

<< Hibari-san... >> gemette piano mentre incarnava la schiena.

Tutto quello era incredibilmente piacevole, ma il moro voleva di più. Invertì le posizionie incominciò a baciare il collo del ragazzo steso sotto di sé, mentre incominciava a spogliarlo.

<< Ah... >> gemette piano Tsuna quando il più grande gli baciò un capezzolo.

Hibari scese ancora, fino ad arrivare al membro dell'altro.

Tsunayoshi arrossì. Non si era mai abituato a quel genere di trattamenti, ma tutte le volte che li riceveva provava un gran piacere.

Poco dopo si trovava ansimante sotto il moro. Non ci mise molto a venire.

Kyoya si rialzò e si pulì, poi baciò ancora l'altro.

<< Tsuna... >> sussurrò all'orecchio del ragazzo. Quest'ultimo si aggrappò a lui non appena sentì le dita del più grande che lo penetravano.

<< K-Kyoya... ah... >> gemette il castano all'orecchio dell'altro.

Hibari lo penetrò. Tsuna rafforzò la presa delle braccia sulle sue spalle.

<< Tsuna... >>.

Le spinte divennero più veloci, e i due ragazzi si strinsero.

<< Kyoya! >> urlò Tsunayoshi un attimo prima di venire, seguito dall'altro.

Il più piccolo si strinse a Hibari e, con la testa sul suo petto, si addormentò.

Kyoya gli baciò la fronte. L'altro mugolò nel sonno e si strinse più forte e lui.

Hibari osservò il volto rilassato nel sonno di Sawada. Era carinissimo.

Tsuna era suo. Non lo avrebbe ceduto a nessuno.

Mai.

 

Intanto una certa ragazza stava pensando ad un piano di azione. E lo trovò. Sorrise soddisfatta.

Perfetto.

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


<< Cosa desidera signorina? >> domandò il capo dell'albergo mentre guardava la ragazza castana davanti a sé.

<< Vorrei sapere qual'è la stanza dei signori Hibari, mi stanno aspettando. Sono Miku Higa >> rispose Miku.

L'uomo fece un paio di telefonate. << Prego, è la stanza 123 >> disse accompagnandola all'ascensore.

Quando arrivò bussò educatamente alla porta.

<< Si? >> si sentì una voce femminile provenire all'interno della stanza.

<< Mi scusi signora Hibari, sono Miku, avevamo un appuntamento si ricorda? >> disse la ragazza.

La porta si aprì.

<< Ma certo cara vieni pure >> la accolse Haruka Hibari con un sorriso appena accennato.

Era una donna di media statura, dai capelli castano scuro, gli occhi marroni. Se non la si conosceva dalla descrizione poteva sembrare una donna qualsiasi, ma in realtà i tratti del viso erano molto delicati, e nell'insieme era davvero una bella donna.

Haruka la fece accomodare, poi si sedette su una poltrona davanti a lei.

<< Di cosa mi volevi parlare? Stai tranquilla mio marito in questo momento non c'è, puoi parlare liberamente >>.

Higa la fissò decisa, prima di esporre alla donna il problema. A differenza del padre di Hibari, la madre era molto più disposta al dialogo, o almeno con lei.

<< Lei sa bene che mi devo fidanzare con suo figlio, Kyoya ma... c'è una persona che ci intralcia... >> iniziò.

<< Si, mi è stato riferito. Un certo Tsunayoshi Sawada vero? >> la interruppe la madre di Kyoya.

Miku annuì.

<< Esattamente. Oltre a essere un ragazzo è anche sempre attaccato a Kyoya, e impedisce la nostra unione. E' un grosso problema, anche perchè suo figlio non si vuole staccare da lui e minaccia di picchiare, se non uccidere, chiunque si avvicini troppo a lui. Lei mi può aiutare? >> chiese speranzosa.

La donna ci rifletté un po'. Poi disse con un faccia impassibile: << Se Kyoya non vuole lasciarlo bisogna fare in modo che sia questo Sawada a farlo. Semplicemente deve vedere Kyoya che bacia un'altra ragazza. Ma non puoi essere tu dico bene? >>.

La castana sussultò. Che avesse capito?

Hibari fece una piccola risata saputa. << Mi par di aver capito che questo ragazzino ti interessa. Questo non è un bene mia cara. Tu devi stare con Kyoya, ricordalo >>.

Higa annuì con forza. << Naturalmente. Il mio interesse per Sawada è temporaneo. Mi devo solo divertire un po'. Con Kyoya è impossibile, ho bisogno di qualcuno che si faccia sottomettere >> disse la castana con un piccolo sorrisino.

Haruka scoppiò a ridere. << Sei incorreggibile. E sia ti aiuterò, ma vedi di non tirarla troppo per le lunghe. E non farti odiare troppo da mio figlio. Quando si arrabbia è capace di tutto >> le ricordò.

La donna aveva esperienza. Pochi giorni prima di scappare Hibari le aveva praticamente rotto un braccio.

Miku si alzò, soddisfatta e salutò la donna.

Prossima destinazione: Scuola Namimori.

 

*-*-*-*

 

<< Buon giorno Tsunayoshi-kun! >>.

Il ragazzo si girò con un sorriso.

<< Salve Higa-san! >> rispose allegramente.

La ragazza si avvicinò. Si guardò intorno.

Nessuno.

<< Per caso hai visto Kyoya? >> gli sussurrò all'orecchio con falsa preoccupazione.

Tsuna negò con il capo. << E' successo qualcosa? >> chiese guardandola negli occhi.

Lei sembrò incerta.

<< Non so se te lo posso dire... >> mormorò abbassando gli occhi come per sfuggire a quelli del più piccolo.

<< Higa-san, ti ha fatto qualcosa? >> domandò già preoccupato. Odiava quando Hibari picchiava qualcuno, ma lo detestava ancora di più quando faceva del male a una ragazza. Era imperdonabile!

Miku abbassò il capo, poi lentamente annuì.

<< Mi ha minacciata, e poi mi ha dato uno schiaffo... >> disse con voce incrinata dalle lacrime.

Tsuna si rabbuiò. Chiese dove si trovasse in quel momento il moro.

La ragazza gli fece strada, coprendosi il viso con i capelli per non far vedere il suo sorriso perfido.

<< E' l-lì, dietro quell'angolo >> indicò con mano incerta.

<< Va bene... >> sospirò il castano incamminandosi.

La ragazza ghignò. Tutto andava secondo i piani.

Tsuna intravide il suo ragazzo. Era in compagnia.

<< Hib... ari >> mormorò con tono incredulo.

Il moro stava baciando una ragazza.

Sawada sentì le lacrime agli occhi. Allora era vero che preferiva le donne!

Indietreggiò piano, tremante.

Intanto Kyoya si era staccato dalle labbra dell'altra, e lo aveva visto. Sgranò gli occhi. Sembrava incredulo.

<< Tsunayoshi! >> esclamò raggiungendolo.

L'altro indietreggiò ancora.

<< Non è come pensi! Io... >>.

Il castano gli diede uno schiaffo.

<< S-sei... un mostro... >> balbettò cercando di allontanarsi.

Intanto Miku li aveva raggiunti e li guardava appoggiata al muro.

<< Tsuna mi ascolti almeno? >> tentò Kyoya provando ad alzargli il viso.

Sawada si scostò bruscamente.

<< TI ODIO! >> gli urlò in faccia con le lacrime che gli rigavano il viso prima di scappare.

Hibari era rimasto pietrificato quando aveva sentito quelle parole.

Ti odio...

Quelle parole gli avevano fatto stranamente male. Di solito non soffriva affatto, anzi provava quasi piacere, quando gliele dicevano.

Invece in quel momento quando le aveva dette il quattordicenne aveva sentito male al petto.

<< Ma insomma Kyoya perchè fai soffrire così tanto il povero Tsunayoshi-kun? Sei davvero cattivo! >> gli disse con falso rimprovero Higa.

Si voltò verso di lei. Aveva capito tutto.

<< Brutta stronza ti ammazzo! >> urlò lanciandosi verso di lei.

Una mano si poggiò sulla spalla del ragazzo.

<< Kyoya non devi più dire certe parole. E non dovresti picchiare quella povera ragazza >>.

L'adolescente si girò.

<< Madre... cosa ci fate qui? >> chiese assottigliando gli occhi.

La donna sospirò. Lo guardò. Era da diverso tempo che non vedeva suo figlio. Era davvero cresciuto.

<< Sono qui per impedirti di fare una sciocchezza. Non devi stare con quel Sawada! Tu hai Miku >> gli ricordò.

Lui alzò un sopracciglio.

<< Allora? >>.

<< Lei è una donna >> disse con una logica Haruka.

Il figlio la fissò. Forse l'aveva convinto.

<< E che me ne faccio? >> ringhiò guardando Higa con odio.

<< Kyoya! Ma che domande fai? E' naturale no? Con quel ragazzo non potrai mai avere figli! >> disse la madre con tono ovvio.

<< Chi se ne frega! >> mormorò Hibari superandole per andare a cercare Tsuna.

La donna ci rimase male.

Lo afferrò per una manica.

<< Rifletti caro! Se ho pagato quella ragazza per dirti che quel Sawada era in ospedale in modo da sconvolgerti è stato per il tuo bene! >> disse pentendosi subito dopo.

Hibari si voltò lentamente, con uno sguardo peggio di quelli dei film dell'orrore.

<< Per caso le avete detto anche di baciarmi, madre? >> mormorò con tono minaccioso.

Haruka annuì, leggermente spaventata.

<< Ma è per il tuo bene! >> insistette.

Kyoya la guardò con odio. << Non è vero! >> ringhiò.

Intanto Miku si era staccata dai due, ed era andata da Tsunayoshi per consolarlo... quale momento era migliore per farlo suo?

Il moro capì tutto quando notò l'assenza della ragazza.

Si incazzò come non mai.

<< Non provate a intralciarmi ancora! Madre dite pure a mio padre che non rinuncerò mai a Tsunayoahi! Lui è mio! >> ringhiò.

La donna fu costretta a mollare la presa. Non voleva essere morsa a morte da suo figlio, per nulla al mondo. Aveva già fatto l'esperienza, voleva evitare di ripeterla.

Così rimase ferma a guardare suo figlio correre per andare a cercare il quattordicenne.

Ma che aveva mai di così importante quel ragazzo?

Intanto Kyoya stava cercando Tsuna.

Non avrebbe permesso a Higa di prenderselo.

Mai.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Tsuna si era rifugiato, o per meglio dire nascosto, in un aula vuota ormai da mesi, dove non entrava più nessuno.

Stava piangendo, con le gambe rannicchiate contro il petto e la testa bassa.

Piangeva, non solo perchè aveva visto Hibari baciare un'altra persona, ma anche perchè quella persona era una donna. Quello voleva dire che lo aveva preso in giro? Che preferiva le ragazze?

Se non fossi un maschio forse mi accetterebbe...” penso con tristezza.

Peccato che non potesse cambiare quello che era.

La porta dell'aula si aprì, facendo alzare di scatto la testa al ragazzo.

Miku si avvicinò.

Tsunayoshi la guardò. Non ci aveva pensato, sicuramente anche lei si doveva sentire tradita, dopotutto Kyoya era il suo fidanzato.

La ragazza si sedette accanto a lui e lo abbracciò.

<< Mi dispiace Tsunayoshi-kun... >> gli mormorò all'orecchio. Il castano scosse la testa.

<< Anche tu ci stai male vero Higa-san? Sono stato davvero egoista a pensare solo a me >> bisbigliò lui guardandola.

La diciassettenne si avvicinò un po' mentre diceva che da uno come il moro se lo aspettava.

<< Ora mi sento così sola... però sto meglio sapendo che ci sei tu che mi consoli... >> disse mentre molto lentamente spingeva il castano a terra.

<< Sono felice di poterti aiutare >> rispose il quattordicenne, che non si rendeva conto della situazione.

<< Bene, allora sarebbe molto gentile da parte tua aiutarmi a dimenticare >> disse la ragazza mentre lo spingeva a terra con forza.

Gli legò i polsi sopra la testa con la sciarpa che teneva al collo.

Sawada divenne rosso come un pomodoro. << C-cosa fai? >> chiese.

Higa si mise a cavalcioni sul ragazzo, e cominciò a sbottonargli la camicia.

Tsunayoshi sgranò gli occhi. Poi li chiuse in fretta quando vide che Miku stava facendo la stessa cosa con la sua camicetta, mostrandogli il reggiseno.

Cosa che lui non voleva vedere.

<< H-Higa-san... >> balbettò in imbarazzo.

Lei si chinò e gli morse un orecchio. << Mi devi consolare Tsunayoshi-kun... >> mormorò.

<< S-si m-ma non c-così... >> provò a ribattere. Non riuscì ad andare oltre, troppo imbarazzato da quello che stava accadendo.

La ragazza aveva incominciato a muovere il bacino facendo sfregare le loro intimità.

<< Mmmmh Tsunayoshi... >> gemette piano.

<< N-no! Io non voglio... >> provò a ribellarsi.

<< Shhh... stai zitto... >> mormorò lei.

<< M-ma i-io... >> ritentò Tsuna.

Una benda gli venne legata intorno alla bocca, impedendogli di parlare.

Il castano sentì nuovamente le lacrime agli occhi quando gli venne strappata di dosso la maglietta, lasciandolo a petto nudo.

Una mano gli calò i pantaloni, e stava per fare la stessa cosa con le mutande quando, all'improvviso, qualcosa colpì con forza la testa di Miku, facendola svenire.

<< Farsi sottomettere perfino da una ragazza... è proprio da te Tsunayoshi-kun! Kufufu >>.

Il quattordicenne ringraziò il tempismo di Rokudo Mukuro, ma subito dopo lo maledisse, quando notò come lo stava guardando.

E non ci voleva molto per capire il perchè.

Aveva davanti a sé Tsunayoshi Sawada con in polsi legati sopra la testa, la bocca imbavagliata, la maglietta strappata e i pantaloni calati. Senza dimenticare gli enormi occhi pieni di lacrime che lo stavano implorando.

Cosa poteva desiderare di più Rokudo Mukuro nella sua vita?

<< MMM >> provò a dimenarsi il ragazzo quando vide l'illusionista che si avvicinava.

Ma perchè c'è l'avevano tutti con lui? Che aveva fatto di male?

<< Kufufu... guarda un po' cosa abbiamo qui... >> disse con un sorrisino malizioso il più grande.

Tsuna sudò freddo. Non vedeva Mukuro da diverso tempo, ma quello non era decisamente il momento adatto.

<< Allora Tsunayoshi-kun, che devo fare ora? >> domandò sedendosi accanto a lui.

Proprio niente, perchè in quel momento entrò Takeshi Yamamoto.

Li guardò un po', poi sorrise e disse: << Scusate, ho sbagliato stanza >>.

Dopo di chè uscì.

Poi gli venne in mente una cosa.

<< Aspetta un secondo... >> mormorò a se stesso.

Aprì la porta di scatto.

Ci aveva visto giusto.

<< Che cosa stai facendo a Tsuna? >> chiese incazzato.

Mukuro alzò le sopracciglia.

<< Niente >> rispose calmo.

Yamamoto sembrò valutare la situazione. Decise che non era il meglio per il suo Boss.

Estrasse la spada. << Non ci credo. Guarda come è conciato! >> ringhiò.

Mukuro non fece una piega. << Sembrerà incedibile, ma sono stato proprio io a salvarlo sai? >> rivelò.

Takeshi si sentì preso in giro, e attaccò l'altro.

Tsuna intanto si stava dimenando come un disperato. Ma perchè nessuno veniva a slegarlo? Lui voleva andarsene!

In quel momento Miku riprese conoscenza. La prima cosa che vide fu un Tsunayoshi in lacrime. E poi notò i due ragazzi che si stavano uccidendo tra loro.

Si abbassò verso Tsuna e mormorò: << Ci vediamo... >>. Dopo di chè scappò a gambe levate.

Sawada Tsunayoshi in quel momento capì di essere circondato da pazzi.

Questo lo fece deprimere ancora di più.

Voleva Hibari! Almeno lui lo avrebbe salvato!

Alla fine Mukuro decise che poteva anche andarsene, stava incominciando a diventare troppo debole.

Yamamoto andò dal castano, e lo slegò.

<< Tsuna... tutto bene? >> provò a chiedere mentre vedeva il ragazzo che tremava. La risposta fu un pianto disperato.

Il castano buttò le braccia al collo del Guardiano della Pioggia. << Ma perchè siete tutti pazzi? Perchè? >> singhiozzò.

Takeshi sembrò con capire. Si levò la felpa e la mise al ragazzo, poi lo prese in braccio e lo portò in infermeria. Durante il tragitto incontrarono Gokudera, che si incazzò non poco.

Poi la notizia raggiunse Ryohei, che in tutta risposta si mise ad allenarsi all'estremo dell'estremo.

Ed in fine raggiunse Hibari che, appena seppe quello che era successo, si incazzò come mai in vita sua e andò a mordere a morte quella... preferì non dire la parola.

Così Miku finì in ospedale, con diverse parti del corpo rotte. La madre di Hibari riuscì miracolosamente a scamparla.

 

*-*-*-*

 

Kyoya sospirò, seduto sul suo divano. Si trovava a casa.

Era ormai da due giorni che non vedeva Tsunayoshi e, odiava ammetterlo, gli mancava tantissimo.

Voleva vederlo e, possibilmente, baciarlo. Poi magari si sarebbe anche scusato per la questione del bacio alla ragazza, e gli avrebbe spiegato.

Si alzò, deciso ad andare a casa del ragazzo. Naturalmente prima si informò se il signor Sawada era a casa... non voleva incontrarlo.

Tuttavia in quel momento qualcuno bussò alla sua porta. Scocciato andò ad aprire.

Si ritrovò davanti una ragazza minuta, dai capelli castani legati in due codini.

Aveva due occhi castani, decisamente espressivi, che gli ricordavano qualcuno...

Sgranò gli occhi. Impossibile...

<< Hibari-san... ti volevo chiedere scusa per averti schiaffeggiato per la seconda volta.... adesso ascolterò tutto quello che hai da dirmi >> disse la ragazza guardandolo con un piccolo sorriso imbarazzato.

<< T-Tsunayoshi? >> chiese allucinato.

Lei annuì.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Hibari stava guardando il ragazzo, o forse era meglio dire ragazza, davanti a sé.

Ma cosa stava succedendo?

<< Ehm... Tsunayoshi... mi spiegheresti... ecco... questo? >> chiese guardandolo.

Tsuna fece un piccolo sorriso imbarazzato, guardandosi. Era vestito con una camicetta e una gonna.

<< Ho pensato che tutte le volte qualcuno dice che non possiamo stare insieme perchè sono un ragazzo, quindi eccomi qui! >> spiegò indicandosi.

Hibari alzò un sopracciglio. Ma davvero si preoccupava di una cavolata come quella?

<< Va bene, ma pensi davvero che riuscirai a ingannare tutti vestendoti da ragazza? Non è un'idea stupida? >> chiese.

Il castano annuì convinto.

<< Certo che è un'idea stupida! >> affermò convinto.

Kyoya sospirò rassegnato. Era impossibile capire qualcuno come Tsunayoshi Sawada.

<< E allora spiegami perchè lo hai fatto? >>.

<< Per prima cosa perchè a te piacciono le ragazze e io voglio stare con te, e in secondo luogo perchè non sono vestito da ragazza, sono una ragazza >> spiegò arrossendo.

Il cuore del moro ebbe un tuffo. Voleva stare con lui! Allora lo aveva perdonato!

Hibari si sentì sollevato. Quante volte aveva chiesto scusa a Tsunayoshi in vita sua? Infinite a suo parere.

Poi venne colto da un dubbio.

Sono una ragazza?

E che voleva dire?

<< Cosa hai detto? >> domandò avvicinandosi.

Tsuna lo guardò preoccupato.

<< Si... ho detto che sono una ragazza e che... >> venne interrotto.

<< Cosa vuol dire sono una ragazza? >> chiese avvicinandosi pericolosamente.

Tsuna lo guardò perplesso. Cosa c'era di difficile da capire?

<< Vuol dire che non sono un maschio... >> provò a spiegare.

Hibari lo guardò negli occhi. Sembrava che fosse non solo serio, ma anche sincero.

<< C-come è possibile? >> chiese allucinato.

Quel ragazzo era una continua fonte di sorprese.

<< Ecco... sono andato da Giannini è ho chiesto se aveva qualcosa per trasformarmi... e lui mi ha dato una pillola... però l'effetto dura solo qualche giorno, deve ancora perfezionarla... >> spiegò.

Hibari sentì il cuore a mille.

Cosa aveva fatto? Si era fatto dare qualcosa da Giannini? Quel Giannini? Era pazzo!

<< Non ci credo! >> ringhiò alzandogli la gonna.

Tsuna arrossì di botto.

<< M-ma che fai Hibari-san? >> chiese in imbarazzo.

Niente da fare, Kyoya fissava con orrore quello che c'era sotto la gonna.

O meglio, quello che non c'era.

<< Hi-Hibari-san... scusa potresti... >> provò Tsuna.

Non venne ascoltato.

<< HIBA-CHAN SEI UN MANIACO!!!! >> urlò facendogli mollare la presa.

Kyoya continuava a fissarlo con orrore.

<< Spiegami una cosa. Perchè hai fatto questa... cosa? >> chiese.

Tsuna abbassò gli occhi. << P-perchè a te piacciono le donne... quindi io volevo piacerti... >> disse con le lacrime agli occhi.

Hibari si chiese se al mondo ci fosse qualcuno di più stupido del suo ragazzo.

Riflettendoci bene la risposta era si, a tonnellate, ma in quel momento Tsuna sembrava superarli tutti.

<< A me non piacciono le ragazze >> disse convinto.

Tsuna si mise a piangere. << Q-quindi io non ti piaccio? >> singhiozzò.

Hibari si maledisse per aver detto quella cavolata.

Si sedette accanto alla castana e la abbracciò.

<< Tsunayoshi... tu mi piaci, anche così, ma questo non sei tu. Non ti devi preoccupare per quello che dicono i miei genitori, tu vai bene quando sei un maschio. Quindi non fare più una stupidaggine simile. Hai pensato agli effetti collaterali che può avere su di te quella roba? >> lo consolò.

Il quattordicenne si calmò.

<< D-davvero? >> mormorò guardandolo con gli occhi lucidi.

C-che carino...” pensò Hibari avvicinandosi.

<< Hibari-san? >> chiese incerto l'altro ragazzo.

Kyoya lo baciò. Da quanto tempo voleva farlo.

Tsuna rispose al bacio, e gli circondò il collo con le braccia.

Hibari inconsciamente lo sdraiò sul divano e lo sovrastò.

<< Hibari-san... >> mormorò Tsuna.

Kyoya si rese conto di quello che stava facendo e si tirò subito su.

Non era quello il momento per fare certe cose.

<< Ehm... >> balbettò Tsuna in imbarazzo.

Hibari si girò verso di lui.

<< D-devo andare in bagno... >> disse con una certa urgenza Tsunayoshi.

<< Va bene >> disse.

Poi notò che la ragazza accanto a se non si muoveva.

<< Tsunayoshi, il bagno è da quella parte >> glielo indicò il moro.

<< S-si lo so... >> balbettò il quattordicenne.

Hibari alzò un sopracciglio.

<< E allora? >> chiese perplesso.

Tsunayoshi arrossì.

<< E-ecco... sono diventato così solo oggi per cui... non mi so trattenere... e bé... ho paura che se mi alzo... hai capito no? >> balbettò in imbarazzo.

Kyoya si irrigidì. Aveva capito benissimo. E aveva fatto già l'esperienza.

<< Ho capito, ma se resti qui succederà la stessa cosa. Basta che corri in bagno >> gli consigliò.

Tsuna annuì. Prese un grande respiro e si alzò. Poi si mise a correre verso il bagno, ma inciampò.

Hibari la vide male appena sentì i singhiozzi di Sawada.

<< H-Hibari-san... m-me la sono fatta ad-addosso... >> piagnucolò.

Kyoya sospirò e si alzò.

Aveva l'impressione che quei pochi giorni in cui Tsunayoshi sarebbe stato una ragazza sarebbero passati lentamente.

Molto lentamente.

Troppo lentamente.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Gokudera stava guardando con una certa irritazione una ragazza sconosciuta seduta sulla sedia del suo adorato Decimo. Come si permetteva di occupare il posto del suo Boss? Ne avrebbe pagato le conseguenze.

Si avvicinò con aria minacciosa alla ragazza che, quando sentì il suo sguardo inceneritore sulla schiena, rabbrividì e si voltò.

<< G-Gokudera-Kun perchè mi guardi in quel modo? >> domandò spaventato Tsuna.

Il ragazzo si avvicinò e lo sollevò di peso prendendolo per il colletto.

<< Perché ti sei seduta al posto del Decimo? >> chiese minaccioso.

Tsunayoshi sgranò gli occhi, ma non lo aveva riconosciuto?

<< M-ma Gokudera-kun! Sono io! Tsuna! >> provò a farlo ragionare.

<< Che fai mi prendi in giro? Il Decimo è un maschio! >> ringhiò l'argenteo ancora più arrabbiato.

Il castano sentì le lacrime agli occhi. << Yamamoto salvami! >> implorò guardando il giocatore di baseball che era appena entrato nella classe.

<< Ahahahah Gokudera ma che fai? Non si picchiano le ragazze! >> lo rimproverò con un sorriso.

<< Zitto! Questa qui si è seduta al posto del Decimo! >> disse duro fissandola con odio.

<< Ma io sono Tsuna!!! >> urlò il quattordicenne disperato.

Gokudera la sollevò ancora di più quando sentì quelle parole, e urlò che non poteva riuscire a ingannarlo.

<< Cosa hai fatto al Decimo? >> urlò incazzato scuotendo la povera ragazza avanti e indietro.

<< G-Gokudera-kun basta... >> implorò a corto di fiato.

Non venne ascoltato.

<< Cosa fai erbivoro? Lascia subito andare Tsunayoshi >> disse la voce irritata di Kyoya.

L'italiano si voltò verso di lui. << Ma questo non è il Decimo... >>.

<< B-basta Haya-chan mi fai male... >> si lamentò ancora il castano.

Gokudera sgranò gli occhi. Solo una persona poteva pronunciare quel nome....

guardò allucinato la castana davanti a lui.

<< D-Decimo? >> domandò stupito.

Lei annuì.

L'argenteo la lasciò subito andare.

<< MI PERDONI!!! >> implorò inginocchiandosi ai suo piedi.

<< Ma guarda questi stupidi... >> mormorò Hana mentre guardava quella scena.

Hibari si avvicinò al suo ragazzo e lo aiutò ad alzarsi da terra.

<< G-Grazie... >> mormorò Tsunayoshi appoggiandosi al moro.

<< Tsuna... perchè ti sei vestito così? >> domandò serio per una delle poche volte in vita sua Yamamoto.

La castana lo guardò risoluta.

<< IO SONO UNA DONNA! >> esclamò convinto.

Tutti si voltarono verso di lui.

<< Ma chi è quella pazza? >>.

<< Che voleva dire? Certo che è una donna! >>.

<< Che ci fa al posto di Tsunayoshi? >>.

Gokudera lo guardò come se fosse pazzo.

<< Cosa le è successo Decimo? Chi è che le ha messo in testa un'idea talmente stupida? >> chiese l'italiano.

Sawada si arrabbiò. Ma perchè nessuno ci credeva?

<< Sono una donna! Guarda! >> disse deciso prendendo la mano del Guardiano della Tempesta e mettendosela sul seno.

Haya-chan arrossì come non mai, e per poco non svenne.

Piccolo, ma c'era.

Kyoya si arrabbiò. << Toglile le mani di dosso... >> mormorò minaccioso.

<< Ma io non ho fatto niente! >>.

La classe mormorava. Chi era quella strana ragazza?

Intanto Takeshi era scoppiato a ridere.

La professoressa entrò e, vendo tutta quella confusione, cercò di trovarne l'origine.

Notò subito una ragazza castana, che non aveva mai visto prima. Stava cercando di calmare Hayato Gokudera e Kyoya Hibari.

<< Ragazzi! Andate a sedervi! >> urlò.

Tutti eseguirono.

Anche la ragazza sconosciuta lo fece.

Alla fine si degnò anche l'italiano.

<< Bene... Allora, Hibari cosa ci fai qui? >> chiese guardando il Presidente del Comitato Disciplinare.

Hibari si fece avanti. << Ho portato una nuova studentessa, ma rimarrà solo pochi giorni >> disse con tono che non ammetteva discussioni.

La donna decise di non ribattere.

<< B-bene... chi sei cara? >> chiese il più gentilmente possibile alla ragazza. Sembrava che Kyoya l'avesse messa sotto la sua protezione, e non voleva rischiare.

<< Tsunayoshi Sawada! >> esclamò convinta.

C'era qualcosa che non andava a parere della donna. Lei era una ragazza e si chiamava come un suo studente?

<< Scherzava professoressa. Il suo nome è Sawada Tsukiyama. E' una cugina di Tsunayoshi Sawada >> lo salvò Kyoya guardandolo male. Ma come faceva a essere sempre così stupido?

<< Uhm... bene.... ben venuta signorina Sawada >> disse gentilmente la professoressa.

<< Grazie! >> sorrise Sawada.

A quel punto Hibari uscì. Avrebbe tenuto d'occhio la situazione con Hibird.

Non si poteva fidare di nessuno, tanto meno di Tsunayoshi. Quel ragazzo non si rendeva conto di troppe cose.

Sospirò.

E quello era solo il primo giorno.

Aveva paura di sapere cosa sarebbe successo in quelli successivi.

Molta paura.

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Capitolo 10
*** Capitolo 10 ***


Hibari stava fissando Tsuna con sguardo irritato.

Tsuna stava guardando Hibari con uno sguardo deciso.

<< No >> disse con fermezza il primo.

<< Si invece >> rispose il secondo.

Kyoya lo guardò ancora. Poi scosse la testa. << Non se ne parla >>.

Sawada mise il broncio. << Ma io voglio andare al luna park! >> si impuntò la castana.

Hibari sospirò. Quello era uno digli effetti collaterali di quella maledettissima pillola. Tsunayoshi si era trasformato in una donna da ormai due giorni, e Giannini lo aveva contattato per riferirgli che in quel periodo sarebbe stato proprio come una ragazzina cocciuta nel periodo delle sue cose. Hibari lo aveva maledetto mentalmente. Era lui che doveva sorbirselo però!

<< Tsunayoshi non insistere. Non ho intenzione di andare in un posto così pieno di erbivori! >> ringhiò all'indirizzo della ragazza.

La suddetta ragazza si alzò.

<< Va bene, allora me ne vado >> disse incamminandosi verso la porta.

Hibari si alzò subito, e la fermò afferrandola per un braccio.

<< Dove vai? >> chiese con sguardo indagatore.

<< Da qualcuno che mi porta al luna park >> disse ovvia la castana.

Hibari sentì il sangue ribollire nelle vene. Chi era quella persona?

<< Chi è? >>.

Tsuna parve pensarci un po' su.

Poi fece un piccolo sorriso. << Che ne pensi di Mukuro-san? >>.

<< Andiamo a questo stupido luna park! >> ringhiò Kyoya deciso.

 

*-*-*-*

 

Hibari Kyoya si stava maledicendo per essere stato così manipolabile.

Al luna park ci erano andati, certo, e Tsuna gli aveva fatto fare un sacco di giostre assolutamente inutili.

Adesso stavano camminando vicino al fiume, molto vicino al fiume a parere del moro, tenendosi per mano.

Una sola cosa c'era di positivo in tutta quella giornata sprecata, e cioè il fatto che il quattordicenne aveva costantemente il sorriso stampato sul volto.

<< Spostatevi! >> esclamò una voce maschile. In quel momento un ragazzo gli sfrecciò in mezzo, facendogli separare le mani.

Hibari si incazzò non poco. << Bastardo ti morderò a morte >> mormorò prendendo i tonfa. Stava per lanciarsi nell'inseguimento quando sentì un suono che non gli piacque per niente.

Splash.

Si voltò velocemente e vide Tsunayoshi che stava cadendo dentro il fiume.

<< H-Hibari-san... >> piagnucolò un secondo prima di toccare l'acqua.

Niente di grave, se non fosse che il fiume era piuttosto profondo. Inoltre Hibari non era sicuro che Tsuna sapesse nuotare così bene.

Per cui si tolse velocemente la giacca, buttò le borse per terra, e si buttò per salvare il suo ragazzo.

Quando uscì, aveva in braccio il castano, che stava tremando come una foglia.

<< S-scusa Hibari-san... ti ho fatto bagnare >> balbettò mentre incominciava a starnutire.

A Kyoya non importava, ma si stava preoccupando per il quattordicenne, che continuava a rabbrividire e a starnutire.

<< Non fa niente. Ho portato il cambio >> mormorò stringendoselo contro. Recuperò le borse e si avviò con l'altro per cercare un posto dove cambiarsi.

 

*-*-*-*

 

Alla fine lo trovarono. Era uno spogliatoio dove non c'era nessuno.

Il moro diciassettenne diede il cambio a Tsuna, e poi andò a mettersi il suo.

Quando ebbe finito uscì. Tsunayoshi non c'era. Sospirò, immaginando che per le ragazze ci volesse più tempo.

Ma ce ne stava impiegando troppo. Quanto ci voleva per infilarsi un vestito?

Ormai scocciato, e anche un po' preoccupato, entrò nello spogliatoio femminile.

<< Tsunayoshi? >> chiamò.

<< S-si? >> disse la voce incerta della castana.

<< Ma quanto ci metti? >> chiese.

La testa ancora bagnata dell'altra sbucò da una porta.

Tsuna era rossissimo in viso.

<< Ehm... ecco... >> balbettò.

Hibari incominciava a diventare impaziente.

<< Qual'è il problema? >>.

<< Bé... tu... sei sicuro che questo sia il mio cambio? >> domandò incerto.

Annuì. Certo che ne era sicuro.

<< Ah bene... perchè... sai... hai preso la mia camicia da notte... >> balbettò guardandolo imbarazzato.

Hibari sgranò gli occhi. Cosa aveva fatto? Aveva preso quella cosa decisamente corta che Tsuna non indossava mai?

Ecco perchè era così ben piegata...

<< Sei sicuro? >> chiese.

Il quattordicenne annuì.

Per sottolineare il concetto uscì.

Hibari dovette distogliere lo sguardo.

Quella cosa era sì, cortissima ( insomma copriva a malapena quello che non andava visto! ), ma era anche... come dirlo... trasparente?

Si, quello era il termine giusto.

<< Perfetto... >> mormorò.

Tsuna era diventato di un rosso davvero impensabile, mentre provava a coprirsi come meglio poteva.

<< Hibari-san come faccio? Non non voglio uscire così! >> piagnucolò Sawada.

Quello era certo! Chissà quanti maniaci si sarebbero fermati a guardarlo! Non poteva permetterlo.

Alla fine la soluzione migliore fu quella di far coprire Tsunayoshi con la giacca di Kyoya, tanto gli stava esattamente come un vestito.

E così uscirono.

 

*-*-*-*

 

Hibari si buttò su letto. Era stanchissimo, andarsene da quel luna park era stata una specie di impresa. Tra il vento, che minacciava di far vedere a tutti il vero vestito di Tsuna, la folla, e il traffico per andarsene e tornare a casa, ci avevano messo ben due ore, ed ormai era sera.

Kyoya era stanco morto.

Sentì i passi leggeri del castano che si stavano avvicinando.

La quattordicenne gli salì a cavalcioni e si chinò a baciarlo.

Il moro aprì piano gli occhi. Poi li sgranò. Sawada era vestita con la stessa camicia da notte che aveva indossato per tutto il giorno.

<< Cosa fai Tsunayoshi? >> chiese perplesso.

<< Oggi per te è stata una giornata davvero infernale no? Allora, visto che è colpa mia, mi assicuro di rilassati >> gli bisbigliò all'orecchio.

Ma intendeva in quel senso?

Il diciassettenne non si era mai permesso di mettere le mani addosso alla Tsuna. Ma a quanto pare era diventata piuttosto indipendente...

<< Non penso sia una buona idea... >>.

La castana lo guardò dritto degli occhi. Arrossì un po'. << Tranquillo, lo so che non ti piacciono le donne, quindi non mi spingerò troppo oltre >>.

Non era quello il problema. Non aveva problemi a fare l'amore con Tsunayoshi anche se era una donna, non gli cambiava niente. Ma non si sentiva così sicuro come quando il castano era un maschio.

Tuttavia, arrivati a un punto di non ritorno, fu impossibile per i due trattenersi.

Fu così che Hibari fece sua anche la parte femminile di Tsuna.

E la cosa non gli dispiacque. Affatto.

Tuttavia, anche quando Tsunayoshi si era addormentato ormai da diverso tempo, Kyoya non riusciva a dormire.

Aveva come un brutto presentimento.

Sperò solo che non succedesse nulla, né a lui né a Tsunayoshi.

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Capitolo 11
*** Capitolo 11 ***


Hibari stava sdraiato sul tetto della scuola.

Quella mattina non era per niente tranquillo. Quando Tsuna si era svegliato aveva detto di non sentirsi troppo bene, poco dopo aveva iniziato a vomitare.

Tuttavia aveva deciso di andare lo stesso a scuola, perchè era un po' migliorato.

Ma il moro non era affatto sicuro sulle condizioni del ragazzo, quindi aveva incaricato Hibird di seguire Tsunayoshi e, in caso di bisogno, di venirlo a informare.

Era ormai arrivata l'ultima ora, e Kyoya si era tranquillizzato, non era successo niente per tutto il giorno.

Menomale” pensò sollevato.

Non lo avesse mai fatto.

Proprio in quel momento sentì cinguettare ( con tono piuttosto forte ) il suo canarino.

<< HIBARI! HIBARI! >.

Il Presidente del Comitato Disciplinare si alzò velocemente, con il cuore in gola, e seguì Hibird.

Passò per molti corridoi, buttando a terra poveri studenti e altrettanto innocenti professori, e alla fine arrivò davanti alla porta del bagno maschile.

Che ci faceva il castano lì?

Preferì non indagare, ed entrò.

Tsunayoshi stava praticamente abbracciando la tazza, e stava vomitando.

Ancora? Ma cosa aveva da vomitare ormai?

<< Tsunayoshi! >> esclamò inginocchiandosi accanto a lui.

L'altro non rispose. Non che potesse.

Dopo dieci minuti buoni il castano si staccò dalla tazza e, pulendosi come meglio poteva cercò di alzarsi. Non ci riuscì, perchè le gambe non volevano saperne di reggerlo.

Hibari lo sostenne, e lo pulì meglio con un fazzoletto.

<< Andiamo in infermeria >> disse deciso. Non si aspettava nessuna replica.

Infatti nessuno disse niente, e il quattordicenne si fece trascinare per un lungo tratto.

Alla fine il diciassettenne reputò saggio prenderlo in braccio.

Tsuna si rannicchiò sul suo petto, tremante.

Dire che Kyoya era preoccupato era un eufemismo.

Ma che succedeva?

 

*-*-*-*

 

Shamal era stato categorico. Quello era l'effetto che la pillola produceva quando stava per esaurirsi.

L'unica cosa positiva di quella situazione era che Tsuna stava per tornare un maschio.

<< F-fa male... >> gemette il castano mentre stringeva la mano di Kyoya.

Aveva le lacrime agli occhi e si contorceva sul letto.

Hibari si appuntò mentalmente di mordere a morte Giannini in modo doloroso. Molto doloroso.

<< Hibari-san! >> urlò il quattordicenne rannicchiandosi in posizione fatale.

Stava piangendo, e non aveva la più pallida idea di come consolarlo. Era frustrante.

Ci volle poco per far svenire Tsuna. Evidentemente il dolore era troppo.

Hibari gli accarezzò piano i capelli.

Notò che il piccolo seno era scomparso.

Shamal si avvicinò e, sotto lo sguardo vigile del moro, esaminò Sawada.

<< E' tornato normale >> affermò guardando Hibari.

Quest'ultimo sospirò di sollievo. Non era successo niente. Era stato tutto il giorno con l'idea di aver sbagliato la sera prima.

<< Peccato, da ragazza era molto più carino! >> mormorò con voce bassa l'infermiere. Aveva la bava alla bocca.

<< Ti morderò a morte >> disse incazzato Kyoya avvicinandosi all'uomo.

<< Su su non ti arrabbiare Hibari! Scherzavo... scherzavo! >> esclamò Shamal indietreggiando. Kyoya ne dubitava fortemente, ma in quel momento Tsunayoshi si stava riprendendo. Non aveva tempo da perdere con un insulso maniaco come quello.

 

*-*-*-*

 

Tsuna era sull'orlo della crisi di nervi.

Era da due giorni che non andava a scuola, Shamal gli aveva detto di riposarsi.

E lui lo aveva fatto.

O almeno ci aveva provato.

I Guardiani gli avevano praticamente assediato casa, e non lo stavano aiutando. Affatto.

Come in quel momento.

Tsunayoshi pensava che una frase semplice come “c'è troppa ombra” fosse innocua.

Per niente.

Tutti si erano attivati.

L'unico che voleva fare una cosa decente era, stranamente, Lambo. Quest'ultimo aveva proposto di alzare la tapparella della finestra.

Ma chi la ascoltava la stupida mucca? Nessuno.

Per cui Sasagawa aveva iniziato a prendere i muri a pugni, provocando delle grande crepe.

Poi venne il turno di Takeshi che, estratta la spada, aveva incominciato a tagliare tutto quello che c'era intorno alla finestra che non fosse danneggiato dal Guardiano del Sole.

Ed infine Gokudera, prendendo la dinamite aveva esclamato: << Non si preoccupi Decimo! La elimino io! >>. Detto ciò aveva lanciato le bombe sulla finestra, ottenendo un risultato non difficile da immaginare.

Poi il castano aveva sentito che qualcuno lo stava sollevando.

<< Che succede qui? >> aveva chiesto un incazzato Hibari Kyoya.

La sua salvezza!

O almeno credeva.

<< Kufufu ma guarda un po'.... >> aveva mormorato Mukuro comparendo alle loro spalle. Ma da dove spuntava?

Tsuna era stato adagiato gentilmente su letto ( o almeno quello che ne rimaneva ).

<< Rokudo Mukuro, ti morderò a morte >> ringhiò Hibari.

Ma perchè? Per che cosa continuavano a combattere?

Per Tsuna le ragioni erano talmente tante che evidentemente non ci facevano neanche più caso.

E a quella baraonda si erano aggiunti anche tutti gli altri.

Perchè aveva una famiglia così?

Nana, dal piano di sotto, sorrise la marito.

<< Tsu-kun ha proprio degli amici vivaci! >>.

 

*-*-*-*

 

Miku era stata dimessa dall'ospedale proprio quel giorno e, contro il volere di tutti, si era diretta a casa Sawada.

Quella battaglia aveva deciso che l'avrebbe vinta lei. Non c'era nessun Kyoya Hibari che potesse impedirglielo.

Tsunayoshi sarebbe stato suo. Se lo sarebbe preso con la forza.

Non c'era altra soluzione.

L'unica cosa che la ragazza non aveva calcolato erano gli amici della sua preda.

Così, quando entrò nella “stanza” di Tsuna rimase scioccata.

Ma dove era finita?

 

 

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Capitolo 12
*** Capitolo 12 ***


Tutti si voltarono verso la nuova arrivata.

La ragazza li fissò uno per uno. Erano tutti bei ragazzi.

Poi vide una cosa che la fece irrigidire.

Sudò freddo quando vide lo sguardo inceneritore di Hibari.

Evidentemente era ancora arrabbiato per quella cosuccia da niente...

Ma non era il solo a ricordarsela.

Tsuna sgranò gli occhi, e si buttò addosso a Kyoya piangendo.

<< AIUTAMI HIBA-CHAN!!! QUELLA E' PAZZA!!! >> implorò artigliandosi al ragazzo.

Higa decise che poteva anche andarsene. Tanti saluti a Sawada Tsunayoshi e compagnia bella.

Tutti i Guardiani avevano capito chi era quella e la stavano guardando con odio.

<< Tu sei la maniaca... >> mormorarono in coro.

La ragazza indietreggiò piano verso la porta.

<< Salve! E' stato un piacere conoscervi signori... Arrivederci! >> esclamò prima di fiondarsi verso le scale.

Mukuro produsse un'illusione in modo che la castana credesse di star andando dalla parte sbagliata. Lei ci cascò e finì praticamente abbracciata all'illusionista.

<< Kufufu... bene... salve signorina... >> ridacchiò guardandolo negli occhi.

Higa provò a capire quello che era successo. Ma non era andata verso le scale?

<< Hai cercato di fare del male al Decimo. Meriti di essere punita >> disse con la sua solita aria incazzata Gokudera.

Miku indietreggiò. Sbatté contro qualcuno.

<< Tsuna era davvero spaventato sai? >> disse con un falso sorriso Takeshi.

<< D-davvero? M-mi dispiace... >> balbettò la ragazza cercando una via di fuga.

<< Hai cercato di togliere quello che rende Sawada al massimo! >>. Tra tutte le affermazioni quella era la più insensata, ma nessuno vi fece caso.

<< Ma che vole questo? >> esclamò spaventata la ragazza.

<< Kufufu nonostante tu mi abbia fatto avere una visione di Tsunayoshi-kun davvero indimenticabile mi secca terribilmente che anche tu l'abbia visto >> mormorò l'illusionista con uno suoi sorrisi.

Higa deglutì.

<< F-fantastico... >> sussurrò a se stessa.

<< Ti morderò a morte un'altra volta Higa. Ora sono impegnato >> disse con un piccolo ghigno Hibari. Dopo di chè prese in braccio il castano e si avviò verso le scale.

<< Arrivederci signori Sawada >> disse salutando i due coniugi che li guardarono perplessi.

Quando uscirono Tsuna sentì dei rumori davvero poco rassicuranti provenire dalla sua stanza, e alzò gli occhi.

Rabbrividì.

<< Certe volte fanno paura... >> mormorò.

Kyoya lo abbracciò.

<< Di cosa ti preoccupi? Se lo merita >> gli bisbigliò all'orecchio il diciassettenne.

Tsunayoshi lo fissò.

<< Non ne sono così sicuro >> disse a bassa voce.

Hibari si spazientì.

<< Lascia stare >> disse irritato.

Perchè l'altro si ostinasse a vedere il buono di tutti era per Hibari un mistero.

Sawada annuì. Poi si alzò sulle punte e lo baciò.

Quando si staccarono Kyoya notò che aveva la faccia un po' turbata.

Lo abbracciò, forse era ancora un po' scombussolato dalla pillola.

<< Tsunayoshi cosa c'è? >> gli sussurrò all'orecchio.

Lui lo guardò negli occhi.

<< Mi sento un po' strano... >> mormorò.

Kyoya sospirò. In quel periodo Tsuna era sempre strano.

Però poteva capire che quel cambiamento improvviso da maschio a femmina e viceversa lo avesse sconvolto. Non è un affare da niente perdere una cosa così importante e poi riaverla così all'improvviso.

<< Sarà l'effetto della pillola... >> disse.

Il castano fece una faccia che non esprimeva molta sicurezza, ma annuì.

<< E' sicuramente così... >> sussurrò incerto.

Poi alzò il volto e lo guardò con occhi preoccupati.

<< H-Hibari-san... sono finiti gli effetti collaterali vero? Non dovrò più stare male come prima no? >> chiese aggrappandosi a lui impaurito.

Kyoya non ne era per niente sicuro, ma annuì.

Il castano parve sollevato e gli sorrise.

<< Bene. Allora... >> venne interrotto da una Higa che usciva a rotta di collo dalla casa maledetta. Perchè per lei da quel giorno avrebbe assunto quel nome.

I due la guardarono.

La ragazza aveva la faccia stravolta.

<< S-sono tutti pazzi! C-come fai a stare in loro compagnia Tsuna-kun? >> disse sconvolta avvicinandosi.

Tsuna squittì terrorizzato e si nascose dietro al suo ragazzo.

Sembrava una sua abitudine... non che a Kyoya dispiacesse.

Un pretesto in più per eliminare il fastidiosissimo problema.

La guardò con il suo sorriso da “adesso ti mordo a morte” e prese i tonfa.

<< A-aiuto!!! >> urlò la poveretta scappando a gambe levate.

Kyoya la raggiunse in poco tempo, e la morse a morte.

Quando raggiunse il castano mormorò: << Finalmente.... >>.

Sawada lo guardò un po' contrariato.

<< Cosa ci trovi di bello nel picchiare le persone? >>.

Hibari parve rifletterci su.

<< E' gratificante >> concluse alla fine.

<< S-si... >>,.

Tsunayoshi Sawada si rese conto di avere un ragazzo strano. Molto strano.

 

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Capitolo 13
*** Capitolo 13 ***


Tsuna stava allegramente preparando la colazione per il suo ragazzo.

Hibari quel giorno era nervoso. Doveva incontrare i suoi genitori e far capire loro una volta per tutte che non era interessato a fidanzarsi con Miku Higa.

Anche perchè quest'ultima non voleva più vederlo. Ne lui ne Sawada. Evidentemente era rimasta sconvolta dal trattamento che i Guardiani le avevano riservato.

Meglio così.

<< Buon giorno Hibari-san! >> lo salutò allegramente il castano quando vide Kyoya che entrava in cucina.

Il ragazzo aveva i capelli scompigliati, non aveva dormito molto bene quella notte. O per meglio dire: quella notte non aveva dormito.

La ragione non era certo il pensiero di dover incontrare i genitori, bensì Tsunayoshi.

Quest'ultimo aveva dormito benissimo. Certo perchè lo aveva spinto continuamente per terra durante il sonno.

Dopo un po' Hibari si era scocciato e si era coricato su divano, che percò non era comodo come nelle sue previsioni.

A tutto questo era dovuto il malumore del ragazzo moro.

Tsuna si girò verso i fornelli. Quella mattina il suo ragazzo non era in vena di chiacchiere. Hibari vide una montagna di cibo che gli veniva posata davanti.

Sbattè la testa contro il tavolo. Quella cosa lo irritava terribilmente.

Tsunayoshi lo guardò preoccupato.

<< Non ti piace la colazione Hibari-san? >> domandò con occhi dispiaciuti.

Kyoya, intuendo che il quattordicenne volesse andare a preparare qualcos'altro, si affrettò a mangiare.

Il castano fece un sorriso a trentadue denti e si sedette accanto all'altro.

Hibari notò una cosa.

<< Tsunayoshi... perchè non mangi? >> chiese stupito guardandolo. Di solito doveva sbrigarsi la mattina se voleva trovare ancora qualcosa.

<< Mi sento un po' gonfio... meglio se oggi stò a digiuno, almeno la mattina >> disse il più piccolo con un sorriso.

Kyoya non obbiettò.

 

*-*-*-*

 

Il Presidente del Comitato Disciplinare stava schiacciando un pisolino sul tetto della sua casa.

<< Hibari Kyoya ma ti sembra il caso? >> lo raggiunse la voce del padre.

Il ragazzo aprì un occhio, osservò la coppia che lo stava guardando, e lo richiuse.

I due si guardarono. Li stava ignorando?

La donna, vedendo che il marito era sul punto di fare un tragedia del tipo salire sul tetto, afferrare il figlio, prendere botte e darle, decise di intervenire

<< Kyoya tesoro, perchè non scendi? Così è più facile parlare no? >> provò a farlo ragionare.

Hibari sbadigliò. Hibird gli volò su una spalla.

Silenzio assoluto.

Ryu incominciò a irritarsi seriamente.

<< Adesso vengo a prenderti stupido marmocchio cocciuto! >>.

Kyoya aprì gli occhi di scatto.

Nessuno poteva insultarlo!

Si alzò e, vedendo che il padre si stava arrampicando senza grande difficoltà, si avvicinò.

Dopo di chè afferrò i tonfa.

L'uomo lo raggiunse.

Quella era una sfida aperta.

Lo avevano già fatto in passato, e il risultato era ormai sempre lo stesso. Il figlio batteva il padre.

<< Per favore potete smetterla? >> disse Haruka . Tuttavia non si mosse di un centimetro.

Tsuna le comparve accanto.

<< Salve giovanotto >> lo salutò educatamente lei.

<< Salve signora! >> disse con un sorriso il ragazzo.

La donna parve prendersela. Lei non era una signora!

Hibari madre venne distratta dai movimenti del ragazzo accanto a se.

Aveva portato delle... sedie?

Lo guardò stupito.

Lui la fissò e, con un sorriso le fece cenno di sedersi accanto a lui.

<< Tanto ci metteranno un po' suppongo >> spiegò.

Così Haruka eseguì.

Guardò preoccupata la scena del padre e del figlio che si stavano picchiando a vicenda.

<< Sono impensierita.... non vorrei che si facessero male! Però Kyoya non mi ascolta, non vuole scendere! >>.

Sawada la guardò.

<< Vuole che suo figlio venga qui? >> chiese.

Lei annuì.

<< Hibari-san che ne dici di scendere? E magari portati dietro anche tuo padre! >> urlò il quattordicenne.

Il moro eseguì all'istante.

La donna spalancò gli occhi. Ma perchè ascoltava un ragazzino come quello e non lei? Era sua madre!

E chi era invece quel Sawada per farsi ascoltare da Kyoya?

Tsuna sorrise alzandosi.

<< Cosa vuoi fare Hibari-san? Se vuoi preparo il pranzo anche per i tuoi genitori >> propose abbracciandolo.

L'altro scosse la testa con forza.

<< Non se ne parla nemmeno! Adesso se ne vanno >> disse deciso.

I due sospirarono.

Era una cosa davvero difficile avere come unico figlio Kyoya Hibari.

<< Kyoya non fare il bambino! Adesso noi parliamo chiaro? >> esclamò risoluto il padre.

Il diciassettenne girò la testa dall'altra parte.

<< Hibari-san se non fai come ti dicono ti costringo lo sai? >> lo avvertì Tsunayoshi.

L'altro lo guardò perplesso. E come pensava di riuscirci?

<< Non ci credi? >>.

Hibari scosse la testa.

Tsuna si allontanò e andò verso i genitori del suo ragazzo.

<< Dovete sapere signori Hibari che qualche tempo fa ho preso una pillola che mi ha trasformato in donna e Hiba-chan dopo avermi portato al luna park... >> iniziò.

Kyoya si irrigidì, tappò la bocca Sawada e disse irritato: << Cosa volte dirmi? >>.

I genitori erano rimasti un po' sconvolti da come il castano aveva chiamato loro figlio, ma visto che si era presentata l'occasione per parlare con lui ne approfittarono.

Entrarono dentro la casa.

Tsuna rimase fuori, in compagnia di Hibird, cercandogli di insegnare a dire la parola Hiba-chan... poteva tornargli utile.

Dopo un po' i signori Hibari uscirono, con una faccia stravolta.

Ma che cosa aveva detto Hibari?

Gli passarono accanto e lo salutarono con un sorriso tirato.

<< Arrivederci! >> fece altrettanto Tsunayoshi.

Poi raggiunse il moro. Quest'ultimo stava seduto comodamente sul divano, con un sorriso soddisfatto stampato sul viso.

Il quattordicenne si sedette accanto all'altro.

<< Cosa hai detto ai tuoi genitori? >> domandò curioso.

Il moro lo guardò negli occhi.

<< Fidati Tsunayoshi, tu non vuoi davvero saperlo >>.

Sawada sgranò gli occhi.

<< V-va bene... >> mormorò.

Poi si baciarono.

In quel momento Hibird decise che poteva attuare quello che il ragazzo castano gli aveva fatto imparare.

<< Hiba-chan! Hiba-chan! >> cinguettò.

Tsuna si irrigidì.

Hibari lo guardò male.

<< I-Io non centro niente! Aiuto! Salvatemi! >> urlò mentre si metteva a correre per tutta la casa rincorso dall'altro.

Kyoya giurò di morderlo a morte.

A modo suo naturalmente.

 

 

 

Salve!!!

Ho avuto problemi con la storia e ho dovuto rimettere gli ultimi due capitoli.... spero comunque di ricevere ancora i vostri pareri xD!!!

Baci fliflai =)

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Capitolo 14
*** Capitolo 14 ***


Hibari guardò Reborn seduto davanti a lui.

<< Non se ne parla >> disse deciso.

Il Tutor sbuffò scocciato. Farsi ascoltare da uno come Kyoya Hibari era quasi impossibile in quel periodo. Non che le altre volte fosse una passeggiata.

In più non poteva neanche utilizzare Tsuna per farlo, sopratutto perchè il suo allievo non sapeva, e non doveva sapere, quello che stava succedendo.

Gli altri Guardiani rimasero in silenzio, ascoltando i due.

L'assassino dei Vongola aveva deciso di riunirli tutti a insaputa del loro Boss. Questo non perchè non si fidasse di lui, assolutamente, ma per il suo bene.

Di sicuro non avrebbe approvato il motivo per cui erano tutti riuniti in quel momento.

<< Ragiona Hibari, ti dovrai allontanare solo per qualche giorno, ed è per il bene di Tsuna >> provò a convincerlo il killer.

Tutti aspettavano in silenzio la risposta della Nuvola.

Era l'unico ad non essere ancora convinto.

Il moro parve pensarci su.

Alla fine disse: << Lo farò. Ma solo se mi spiegherai la situazione in modo soddisfacente, bambino >>.

Reborn fece una faccia contrariata. L'unica cosa che non voleva fare era spiegare tutto a Hibari, si sarebbe comportato in maniera troppo impulsiva. Ma il ragazzo non gli lasciava molta scelta.

<< Premetto che non c'è niente di certo. Qualche giorno fa mi è arrivato un messaggio dai Varia, e non era per niente rassicurante >> iniziò.

Kyoya continuò a fissarlo. Lo stava ascoltando.

<< Pare che un certo mafioso, di cui non mi è stato detto il nome, voglia vendicarsi del Nono. E quale mezzo migliore se non ferire, o addirittura uccidere, il suo successore? >> finì.

Come previsto Hibari non la prese bene. Serrò la mascella.

Qualcuno voleva fare del male a Tsunayoshi?

Lo avrebbe morso a morte.

Nessuno si poteva permettere di toccare il SUO Tsuna.

In pochi istanti prese la sua decisione.

<< Lo farò >> affermò deciso.

I ragazzi presenti sospirarono. Erano li da ore ormai, e l'unico problema era la Nuvola.

Quindi fecero per alzarsi, ma la voce di Reborn li fermò.

<< Aspettate, ora è il momento delle domande. Qualcuno deve dire qualcosa? >> chiese guardando i ragazzi che si stavano risedendo.

Ci fu qualche minuto di silenzio, poi una mano si alzò.

Gokudera chiese la parola.

Gli venne concessa.

<< Mi scusi Reborn-san. Noi dobbiamo partire, ma cosa diremo al Decimo? >> domandò rispettoso.

L'Arcobaleno rispose semplicemente che ci avrebbe pensato lui.

Nessuno obbiettò e il silenzio tornò.

<< Kufufu >> si alzò la risatina di Mukuro.

Il killer alzò gli occhi al cielo, esasperato.

<< Cosa c'è Mukuro? >>.

L'illusionista fece un piccolo sorriso.

<< Kufufu Mi chiedevo... chi proteggerà Tsunayoshi-kun? Insomma noi non ci saremo >>.

Il diciassettenne si fece attento. Quel punto gli interessava particolarmente.

<< Ci sarà Iemitsu, e anche Bianchi, mi sembra più sufficiente. Riguardo a me mi dovrò assentare per un po'. Devo fare degli accertamenti su certe questioni... >> spiegò l'assassino.

Il ragazzo non era molto sicuro riguardo la protezione del castano, ma avrebbe comunque lasciato Hibird di guardia, giusto per avere tutti i giorni notizie sull'altro.

Tutti si alzarono.

<< Un ultima cosa. Tsuna non deve sapere assolutamente niente di tutto quello che sta succedendo chiaro? >>.

<< Niente >> ripeté per sottolineare il concetto.

Tutti annuirono. Dopo di chè se ne andarono.

 

*-*-*-*

 

Hibari rientrò a casa.

Sawada lo stava aspettando seduto sul divano, mangiando del gelato. Appena lo vide lasciò perdere tutto e gli andò incontro con un sorriso.

<< Hibari-san! Finalmente, è andato tutto bene? >> domandò abbracciandolo.

Kyoya si morse le labbra mentre ricambiava quell'abbraccio.

Non voleva mentirgli, ma era necessario. Il solo pensiero che qualcuno volesse, potesse, ucciderlo lo faceva arrabbiare.

Non poteva neanche immaginare cosa avrebbe fatto se fosse successa una cosa del genere.

Quindi non lo avrebbe permesso.

Tsuna lo fissò perplesso. Era successo qualcosa?

<< Ehm... cosa ha detto Reborn? >> chiese provando a guardare l'altro negli occhi.

Il moro si allontanò, sbuffando, e si sedette sul divano.

<< Devo partire >> rispose brusco.

L'allegria di Tsunayoshi si spense quando udì quelle parole.

<< P-partire? >> ripeté incerto.

Kyoya lo fissò, in silenzio, dandogli il tempo di assimilare la notizia.

<< Dove vai? >>.

Ecco perfetto. Proprio la domanda che voleva sentire. Che poteva rispondere? “Non ne ho la più pallida idea”? O forse “A mordere a morte quel bastardo che ti vuole ammazzare”?

No, decisamente l'ultima era da scartare.

Tsuna, a quel silenzio, venne colto da dubbi. Molti dubbi.

Andò verso Hibari e si inginocchiò davanti a lui, mentre le lacrime incominciavano a scendere.

<< Devi andare con i tuoi genitori? Non lo fare ti pergo! Ho ancora le pillole giuro! Ti prego Hibari-san! >> implorò disperato.

Ma esisteva qualcuno più stupido di Tsunayoshi Sawada?

Lo fece alzare e lo prese in braccio, facendolo sedere sulle sue ginocchia. Poi gli asciugò le lacrime con i pollici.

<< E' mai possibile che per quanto te lo ripeta tu non riesca a a capirlo? Ti amo. Fine della storia. E non mi piacciono le donne>> disse con tono deciso prima di baciarlo.

Il castano si calmò, e rispose al bacio.

<< Allora dove vai? >>. Non voleva demordere!

Non lo sapeva nemmeno lui, come poteva rispondere alla sua domanda?

<< Questo chiedilo al bambino >> mormorò scocciato. Odiava non sapere le cose.

Il quattordicenne sospirò. Aveva capito, quell'argomento era intoccabile.

Sawada prese un bel respiro e si alzò, con un sorriso. Come sempre.

<< Va bene! Preparo la cena! >> esclamò allegro correndo verso la cucina.

Hibari lo seguì con gli occhi. Quanto gli piaceva Tsunayoshi. In un modo o nell'altro cercava sempre di tirare su il morale a tutti.

Ma lui come stava?

Kyoya se lo domandava spesso, sopratutto perchè in quel periodo l'altro era sempre più strano.

E in quel momento Hibari realizzò di non aver mai provato a capire fino in fondo l'altro.

Si alzò, con la decisione di provare a fare quel passo. Non era sicuro di restare sano di mente dopo esserci riuscito, la mente del castano era davvero complicata, ma avrebbe tentato.

Dopo la missione naturalmente.

 

*-*-*-*

 

Qualcuno bussò alla casa Hibari.

Kyoya incamminò verso la porta, piuttosto scocciato. Odiava chi interrompeva i pochi attimi di pace che aveva, come la mattina.

Tsuna si svegliò e lo salutò con un tono da zombi.

Niente di strano lo faceva tutte le mattine.

Il campanello suonò.

Tsunayoshi si alzò, baciò il moro, e andò ad aprire.

<< Kufufu buon giorno Tsunayoshi-kun >> disse allegro Rokudo.

<< Giorno... >> biascicò di rimando il più piccolo stropicciandosi gli occhi, ancora assonnato.

Kyoya li raggiunse.

<< Cosa ci fai tu qui? >> chiese brusco. Si rese conto di aver fatto una domanda davvero idiota poco dopo averla formulata.

Mukuro la pensò allo stesso modo a giudicare dal suo sorriso che si allargò leggermente.

<< Ma come Hiba-chan così mi ferisci. Non ti ricordi che oggi partiamo per l'allenamento? >> disse con tono provocatorio l'illusionista.

A Kyoya quel nome pronunciato dall'ananas marcia non piaceva per niente.

<< Certo che me lo ricordo Kufu-chan, ma sai tu svegli le persone alle cinque di mattina... >>.

certo che lo sapeva dove andavano. Si come no. E poi lui non aveva bisogno di nessun allenamento!

Sawada li guardò incuriosito.

<< Reborn vi vuole allenare? >> domandò perplesso.

L'ananas annuì. Spiegò che aveva diviso in gruppi tutti i Guardiani , per quel progetto.

Tsuna fece una faccia pensosa. Qualcosa non gli quadrava. Perchè non era stato avvertito?

I due si guardarono.

L'aveva bevuta?

Il castano corrugò la fronte. Ma poi si rilassò. Perchè mai dovevano mentirgli i membri della sua famiglia?

<< Ho capito. E voi due siete nello stesso gruppo? >> chiese con un sorriso.

Era stato davvero stupido a dubitare.

Rokudo ridacchiò con poca allegria: << Certo! >>. Guardò il moro con sfida.

Hibari si chiese il motivo della sua enorme sfortuna. Perchè il bambino voleva che collaborasse, e sottolineava collaborasse, con uno come Rokudo Mukuro?

<< Sono così contento che abbiate fatto pace! >> esclamò con un sorriso felice il castano.

Aveva capito. Tutto. Ma proprio tutto. Ma che ragazzo perspicace che si ritrovava.

<< Si... comunque preparati Hibari. Partiamo ora >> disse sbrigativo l'illusionista.

Era evidente che non vedeva l'ora di liberarsi di quella fastidiosa missione.

Come lui d'altronde.

Hibari rientrò. Mentre si preparava chiamò Hibird.

Il canarino gli volò su una spalla.

<< Tieni d'occhio Tsunayoshi. Se ci sono problemi avvisami. E vieni tutti i giorni a informarmi di cosa ha fatto, con chi ha parlato e chi ha incontrato. Se ci sono persone sospette dimmelo. E vieni solo quando sei certo che Tsunayoshi sia in compagnia chiaro? >> mormorò al pulcino.

Quello cinguettò, dimostrando di aver capito.

Praticamente nessuno lo sapeva, ma Hibari e Hibird avevano una specie di codice segreto, che permetteva loro di comunicare in modo semplice.

Quando finì di prepararsi raggiunse i due, guardò male Rokudo che stava fissando con interesse l'assenza di pantaloni di Tsuna, che ormai dormiva con una camicia del suo ragazzo.

Alla fine salutò il castano baciandolo e si avviò, raccomandando a Tsunayoshi di andare dai genitori durante la sua assenza. L'altro annuì.

Quando li vide scomparire rientrò.

<< Magari dormo ancora un po'... >> sbadigliò prima di rimettersi sotto le coperte.

E intanto qualcuno lo osservava, e non sembrava amichevole.

Affatto.

 

 

 

 

Mi scuso ancora se ho dovuto cancellare alcuni capitoli insieme alle vostre recensioni... ma era tutto accavallato e non ci capivo più niente!

Spero comunque che questo capitolo vi sia piaciuto!

Baci fliflai =)

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Capitolo 15
*** Capitolo 15 ***


Hibari finalmente aveva capito la ragione per cui in quella dannatissima missione era stato affiancato all'ananas marcia. Semplicemente loro erano i due più bravi a trovare informazioni, e all'occorrenza a infiltrarsi nelle basi del nemico. Tutto qui.

Non gli sembrava una buona motivazione, ma il bambino non aveva sentito ragioni.

Comunque Reborn aveva assegnato loro proprio quel compito.

Kyoya non aveva la più pallida idea dei compiti assegnati agli altri erbivori, ma a essere sincero non gli importava affatto.

Lui voleva solo rivedere Tsunayoshi, vivo possibilmente.

<< Kufufu che seccatura >> disse Rokudo saltando agilmente da un ramo all'altro.

<< Taci ananas >> lo ammonì Kyoya facendo altrettanto.

L'illusionista lo guardò, con un piccolo sorriso sul volto.

Quanto lo irritava.

<< Kufufu, chi arriva primo alla base abbraccia Tsunayoshi-kun! >> disse deciso prima di saltare due rami più in là, con una velocità spaventosa.

Hibari si incazzò.

Lo raggiunse in un solo salto.

Tsunayoshi era SUO!

 

*-*-*-*

 

<< Ciao mamma! Sono tornato >> disse allegro Tsuna entrando in casa Sawada seguitò Hibird.

Nana gli andò incontro e lo abbracciò. Era felice di vedere il figlio, era ormai da qualche giorno che non tornava.

<< Salve Tsuna! >> lo ragginse la voce di suo padre.

Tsunayoshi sgranò gli occhi stupito.

<< Papà! Ma oggi non dovevi partire? >> chiese perplesso.

Iemitsu sorrise in modo un po' forzato mentre rispondeva che il suo impegno era stato rimandato.

Tsuna non sembrò insospettirsi.

 

*-*-*-*

 

Dopo pranzo il castano dichiarò di voler uscire, per fare una passeggiata.

Il padre sin offrì subito per accompagnarlo.

<< Ma caro! Mi avevi promesso che avresti pulito tu i piatti! Tsu-kun è abbastanza grande da poter uscire da solo a quest'ora! >> protestò Nana.

Iemitsu si bloccò. Cosa doveva fare?

<< Vado io con lui. Ho proprio bisogno di fare due passi dopo pranzo >> disse Bianchi spuntando dietro la coppia sposata.

L'uomo sospirò sollevato. Si era scordato che c'era anche lei per proteggere Tsunayoshi.

<< Va bene! >> disse con un sorriso il quattordicenne.

Hibird cinguettò qualcosa.

Tsuna lo fissò un po'.

Poi annuì.

<< Saluta Hibari-san da parte mia! >> raccomandò al canarino.

E così Hibird se ne andò

Bianchi era già fuori dalla porta, e lo stava aspettando.

Sawada la raggiunse.

 

*-*-*-*

 

Kyoya stava fulminando Mukuro con lo sguardo.

Rokudo faceva altrettanto.

Alla fine avevano posato il piede all'arrivo esattamente nello stesso secondo. Quindi non aveva vinto nessuno.

A Hibari irritava terribilmente il fatto di non riuscire a superare quell'ananas marcia.

Alla suddetta ananas irritava terribilmente aver perso contro il cane bavoso perchè aveva perso un'occasione per stringere Tsunayoshi a sé.

Ma ci sarebbe riuscito.

<< Tu... stupido Kufu-chan perchè salti così lontano? >> mormorò minaccioso Hibari fissandolo con odio.

<< Kufufu stupido Hiba-chan, perchè sei così veloce? >> disse di rimando Rokudo.

<< Hibari, Hibari >> si sentì il cinguettio del canarino del moro.

Il diciassettenne aspettò che Hibird gli volasse su una mano, poi lo guardò in attesa di notizie.

Mukuro guardò quello strano scambio di informazioni, di cui non capì un gran chè.

Poi il pulcino spiccò nuovamente il volo e se ne andò.

Kyoya sembrava rilassato.

Evidentemente a Namimori tutto era tranquillo. O almeno per ora.

Poi i due decisero che, forse, dovevano sbrigarsi ad entrare in quella maledetta base nemica, prima di farsi scoprire.

Non fu molto difficile, sia perchè Hibari era una persona molto silenziosa, sia perchè, all'occorrenza, Mukuro poteva usare le illusioni.

Così ci misero davvero poco per arrivare dove dovevano arrivare.

I due ragazzi guardarono sconfortati le numerose, molto numerose, carte davanti a loro.

Dovevano guardarle tutte?

Si, sicuro.

Kyoya sbuffò scocciato prima di mettersi al lavoro. Tanto lui era allenato con i moduli... anche se spesso li bruciava o li strappava.

Per Mukuro la faccenda era diversa.

 

*-*-*-*

 

Bianchi stava attenta, molto attenta. Teneva sempre d'occhio il ragazzo castano che ora stava camminando accanto a sé.

In quel preciso momento si trovavano nel centro di Namimori, in mezzo a molte persone. Questo le complicava notevolmente il compito.

Doveva stare molto attenta a non perdere di vista Sawada, per nessuna ragione. Anche solo qualche minuto poteva bastare per far del male al castano.

<< Bianchi-san... tutto bene? E da un po' che non fai altro che girarti >> disse Tsuna preoccupato.

Lei sorrise. Certo che andava tutto bene. Forse però era meglio se tornava a casa. Se voleva essere accompagnata? Certo le avrebbe fatto molto piacere!

Tsunayoshi con un sorriso la prese sotto braccio.

Bianchi si girò ancora una volta.

Si sentiva osservata.

Arrivati a casa la donna andò a stendersi. Venne presto raggiunta dal signor Sawada.

<< Non va bene. Per tutto il tempo siamo stati seguiti da qualcuno. Dobbiamo controllare Tsuna da vicino, molto da vicino. E' meglio se non dorme da solo, ogni momento e buono >> disse Bianchi guardando seria l'uomo. Quest'ultimo annuì.

Intanto Tsunayoshi era steso sul letto di camera sua, stava pensando.

C'era qualcosa che lo inquietava, si sentiva costantemente marcato. Ma probabilmente era solo la sua immaginazione.

<< Senza Hibari-san sono molto più insicuro >> sospirò girandosi dall'altra parte.

<< Tsunayoshi! Tsunayoshi! >>.

Il castano si alzò e aprì la finestra e accolse il pulcino.

<< Allora come stanno Hibari-san e Mukuro-san? >> chiese leggermente turbato. Sapeva per esperienza personale che Reborn non ci andava leggero...

Hibird beccò gentilmente la mano del ragazzo per due volte consecutive.

Il quattordicenne si rilassò.

<< Bene! >>.

 

*-*-*-*

 

In casa Sawada regnava il silenzio. Tutti dormivano.

Tutti tranne Tsunayoshi. E come poteva con suo padre che russava in quel modo?

Per una strana regione quel giorno aveva deciso di dormire nella stessa stanza del figlio.

Tsuna sospirò schiacciandosi il cuscino più forte sulle orecchie. Niente da fare.

Capendo che era ormai impossibile prendere sonno si alzò, scavalcò suo padre, e scese le scale.

Con passi felpati, per non svegliare nessuno, raggiunse la cucina e aprì il frigo, e prese la bottiglia dell'acqua.

Dopo aver bevuto si sedette. Di tornare in camera non se ne parlava. Anche senza suo padre comunque non si sarebbe addormentato.

Una ragione era che mancava Hibari, poi c'era uno strano mal di schiena e tanti pensieri.

Tsuna appoggiò la testa sul tavolo. Stava così comodo...

All'improvviso il telefonino, che teneva sempre con se da quando il moro era partito, vibrò.

Il castano guardò con un misto di meraviglia e di felicità le parole scritte.

Tsunayoshi scusa se ti sveglio ma sono tornato. Vieni da me. Hibari”.

Hibari.

Hibari-san era tornato!

Il quattordicenne si alzò velocemente, prese una giacca e si mise le scarpe. Poi uscì, piano per non svegliare nessuno.

 

*-*-*-*

 

Hibari era sfinito. Avevano fatto tanto lavoro per non trovare... niente.

<< Kufufu, non mi è mai capitato di leggere così tante cose insieme in tutta la mia vita>> si lamentò Mukuro.

<< Questo perchè sei un ignorante... >> sbuffò Hibari guardandolo irritato.

Rokudo non la prese molto bene.

<< Kufufu senti un po'... >> iniziò. Venne interrotto.

<< Hibari! Hibari! >>.

Il moro alzò velocemente il capo e fece posare uno sfinito Hibird sulla sua mano.

L'illusionista guardò i due che comunicavano.

Kyoya sbiancò.

Si alzò subito, buttando tutto all'aria, e disse quasi nel panico: << Non c'è più tempo! Devo andare subito da Tsunayoshi! Tu, stupida ananas marcia, vedi di avvertire il bambino... >> .

Mukuro non aveva mai visto l'altro così sconvolto. Fu per quello che decise di fare, almeno una volta, come gli era stato detto.

 

*-*-*-*

 

Tsunayoshi aprì piano la porta della casa.

Dentro era tutto buio. Non c'era nessuno.

Forse Hibari si era già steso, dopotutto era stato allenato dal più grande assassino del mondo!

Il ragazzo quattordicenne si chiuse la porta alle spalle.

<< Hibari-san? >> bisbigliò entrando nella camera da letto.

Chiuse anche quella porta.

Sentì dei rumori dietro di sé.

Si voltò velocemente.

<< H-Hibari-san? >> disse incerto.

Silenzio.

Tsuna sentì i battiti del cuore accelerare. Le gambe incominciarono a tremare.

Si voltò di scatto quando sentì dei passi che si avvicinavano.

Deglutì.

<< S-sei tu Hibari-san? >>.

Vide una figura davanti a lui, ma al buio non riusciva a distinguere chi era.

<< Hib-Hibari? >>.

<< No >> disse una voce. Tsuna non conosceva la persona a cui apparteneva.

Sgranò gli occhi e si fiondò verso la porta. Tutto inutile, in meno di un secondo era stato sbattuto contro il muro, con violenza.

Il castano si mise a piangere dalla paura.

Notò qualcosa che luccicava nel buio.

Non ci mise molto a capire che era un coltello quando gli venne poggiato sulla gola.

Lo sconosciuto tracciò una linea sulla guancia del ragazzo con l'arma, ferendolo.

Tsuna rimase fermo, paralizzato dalla paura.

Riuscì a distinguere un ghigno tra le lacrime e il buio.

<< Adesso ci divertiamo ti va? >>.

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Capitolo 16
*** Capitolo 16 ***


Tsunayoshi era fermo, spaventato.

<< Adesso ci divertiamo ti va? >>. Quelle parole lo avevano terrorizzato.

Lo sconosciuto sorrise ancora, in modo davvero poco rassicurante.

Fece scorrere il coltello lungo la spalla del ragazzo, procurandogli un'altra ferita.

Il castano gemette dal dolore, mentre il capotto si ruppe.

L'uomo notò qualcosa. Tolse del tutto la giacca al quattordicenne e sorrise.

<< Ma guarda un po'... il Decimo Vongola è un piccolo pervertito. Uscire con soltanto un cappotto e una camicia... >> mormorò divertito all'orecchio di Sawada.

Quest'ultimo nonostante tutto arrossì.

<< Lasciami! >> urlò in un impeto di coraggio, o forse pazzia, tirando all'altro un calcio nello stinco e cercando di spingerlo via.

Poi si fiondò verso il comodino vicino al letto. Cercò con frenesia le pillole per entrare il Hyper-mode.

<< Merda! >> sentì esclamare l'aggressore mentre cercava di raggiungerlo.

Troppo tardi. Tsunayoshi aveva preso la pillola.

Tuttavia ci mise poco a capire che qualcosa non andava... non sentiva le stesse emozioni che provava quando assumeva la pillola.

<< Uhm che scoperta interessante... e così Il Decimo Vongola non riesce più nemmeno a difendersi? >> disse con tono divertito l'uomo.

Tsuna rabbrividì. Perchè non funzionava?

Tremante si rannicchiò in un angolo.

Vide il coltello che si alzava. Chiuse gli occhi.

Sentì uno spostamento d'aria. L'arma si era conficcata a pochi millimetri dalla sua faccia.

Il castano sgranò gli occhi, mentre il cuore gli batteva a mille e il respiro gli diventava affannoso.

Lo sconosciuto si piegò verso di lui.

<< Davvero credevi che ti avrei ucciso senza neanche farti provare un po' di dolore? Sei davvero ingenuo >> sussurrò ancora l'uomo.

Il quattordicenne rabbrividì nuovamente quando il coltello gli ferì la coscia, strisciando per tutta la sua lunghezza.

Incominciò a piangere.

E ne ebbe tutti i motivi quanto l'arma gli si conficcò con forza nella spalla.

Tsuna si piegò su se stesso, urlando di dolore.

Quando il coltello venne estratto, sporco di sangue, l'aggressore sorrise soddisfatto mentre lo ripuliva leccandolo.

Non aveva uno sguardo da persona normale a parere del castano.

Ma da quando in qua lui incontrava persone normali?

<< Hai un buon sapore... >> mormorò al ragazzo.

Aveva l'impressione che quel pazzo volesse gustarne di più, del suo sangue.

E così fu.

Il coltello quella volta si conficcò nella gamba.

Il Decimo Vongola urlò dal dolore.

<< Urla quanto vuoi, mi diverti da morire >> ridacchiò l'uomo.

Tsuna si chiese disperatamente perchè tutti quelli che incontrava erano pazzi.

Il coltello affondò ancora una volta nella gamba della ragazzo.

<< Ti diverti? Stai tranquillo, abbiamo appena iniziato! >>.

 

*-*-*-*

 

Rokudo raggiunse Reborn in poco tempo.

Appena lo vide l'assassino non ci mise molto a capire che qualcosa non andava.

<< Che succede Mukuro? >> domandò allarmato.

Il ragazzo ci pensò su. Effettivamente non lo sapeva nemmeno lui, cosa stava succedendo.

<< Mukuro? >> disse irritato l'assassino guardando male l'illusionista davanti a sé.

Non aveva tempo da perdere.

<< Kufufu. Mi par di aver capito che sta succedendo qualcosa a Tsunayoshi... il cane bavoso è scappato via bianco come un cencio dopo aver comunicato con quella specie di palla gialla... >> rispose calmo il ragazzo.

Reborn si fece serio, prese il cappello e disse frettoloso al sedicenne: << Ricevuto. Io vado dal Nono. Tu... avverti il più velocemente possibile gli altri Guardiani chiaro Mukuro? >>.

L'illusionista guardò con una certa irritazione il bambino che si allontanava.

Ma perchè quel giorno doveva avvertire sempre tutti?

<< Kufufu... alla fine di questa storia pretenderò un pagamento! >> si lamentò dirigendosi il più velocemente possibile dagli altri.

 

*-*-*-*

 

Tsuna era a terra, sfinito.

Era ormai da diverso tempo che si stavano “divertendo” e il ragazzo stava per svenire a causa della troppa perdita di sangue.

Anche l'uomo parve capirlo, perchè si avvicinò con le chiare intenzioni di farla finita.

Tsunayoshi piangeva.

<< K-Kyoya... >> bisbigliò disperato.

Voleva vedere Hibari. Anche solo per una frazione di secondo, ma voleva vederlo.

Aprì piano gli occhi quando sentì il respiro dello sconosciuto vicino all'orecchio.

Sentì la presa forte dell'uomo che lo sollevava e lo poggiava contro il muro come se fosse stato un oggetto.

<< Adesso mi sono scocciato di giocare >> disse ancora una volta con un sorriso sul volto l'aggressore.

A Sawada non importava più un granché. Tanto non riusciva quasi più a tenere gli occhi aperti.

Sentì lo spostamento dell'aria tipico di un oggetto che stava per essere calato con forza.

Si preparò. Chissà se faceva male...

dubitava che potesse procurargli più dolore di quel tempo passato con l'uomo.

Tuttavia non accadde niente.

Tsunayoshi sentì come dei rumori lontani, e delle grida.

Poi una mano gli si poggiò sulla guancia, in modo gentile.

<< Tsuna! >>.

Il ragazzo aprì piano gli occhi. Provò a capire chi era la persona davanti a lui, nonostante la vista annebbiata.

<< H-Hibari... san? >> bisbigliò incredulo.

Era venuto a prenderlo?

Kyoya era sconvolto. Ci aveva messo troppo tempo!

Si maledisse mentalmente, non poteva correre un po' più veloce?

Appena arrivato si era fiondato sull'uomo, e lo aveva... non ucciso ma quasi.

Comunque se lo meritava.

Guardò ancora il ragazzo davanti a sé.

Sawada era pieno di sangue, ed era evidente che teneva gli occhi aperti a forza.

<< K-Kyoya... >> gemette il castano guardandolo con le lacrime agli occhi. << S-sei venuto p-per m-me? >> chiese il quattordicenne con tono basso.

Hibari lo prese piano in braccio, per non fargli meno male possibile.

<< Si, stai tranquillo Tsuna >> mormorò all'orecchio del suo ragazzo.

Il moro aprì la porta con un calcio, sfondandola. Quando era arrivato aveva rotto la finestra, quindi la porta era ancora chiusa.

<< Adesso andiamo all'ospedale... >> disse con tono rassicurante.

Il più piccolo annuì. Appena arrivò al salotto vi trovò, senza un gran stupore, Reborn, in compagnia di Shamal.

Il ferito venne caricato su un furgone, dove l'infermiere ( con la pistola di Reborn puntata alla tempia e un tonfa di Hibari a pochi centimetri dalla testa ) si affrettò a prestargli le prime cure.

A Kyoya la situazione era chiara fin da subito, non aveva bisogno che gli venisse detto niente.

Tsuna rischiava di morire.

 

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Capitolo 17
*** Capitolo 17 ***


Hibari aveva deciso di rimanere accanto a Sawada il più possibile, ma gli era stato impedito.

I medici dovevano essere liberi di ogni presenza estranea che potesse intralciare loro il lavoro. Quindi il moro era uscito, in fondo lo stava facendo per il ferito.

I Guardiani erano tutti seduti contro il muro davanti alla stanza del loro Boss. Si capiva chiaramente che avevano paura ed erano in ansia per la salute del quattordicenne.

Reborn stava parlando con Iemitsu, per cercare di capire la situazione. Perchè Tsunayoshi era uscito a quell'ora, solo, e senza avvertire nessuno?

Probabilmente il modo più semplice per scoprirlo in quel momento era chiederlo all'uomo che aveva tentato di ucciderlo, ma in quel momento era impossibile. Era svenuto poco dopo essere stato massacrato da Hibari. Il ragazzo non c'era andato affatto leggero. Quindi per interrogare l'uomo avrebbero dovuto aspettare ancora un po'.

Dopo ore i dottori uscirono, annunciando che la situazione era più o meno fuori pericolo, ma dovevano tenere il paziente ancora sotto controllo.

<< Non è ancora molto stabile, inoltre abbiamo notato qualcosa di strano. Purtroppo non sappiamo ancora di cosa potrebbe trattarsi. Perciò vorremmo controllarlo nuovamente, non appena si sarà ripreso abbastanza >> disse uno di loro ai ragazzi che praticamente si erano lanciati verso di lui, sapendo che era il capo.

A sentire quelle parole i Guardiani si calmarono, in parte, ma nessuno aveva osato tirare nemmeno un sospiro di sollievo.

Era troppo presto.

In quel momento la porta in fondo al corridoio si aprì.

Qualcuno, seguito da molti uomini, si incamminò verso di loro.

<< Come sta il mio fratellino? >> domandò preoccupato Dino. Appena saputa la notizia il ragazzo si era fiondato verso l'ospedale, inciampando diverse volte, finché Romario non lo aveva raggiunto. Solo per quello era lì, sano e salvo.

Il diciassettenne sbuffò, accarezzando i tonfa. Se quell'erbivoro avesse disturbato il sonno di Tsunayoshi con qualche sua caduta o chissà quale altra cosa lo avrebbe morso a morte. Anche perchè non sapeva fino a dove potesse arrivare la mania di inciampare, rompere, distruggere e altro dell'altro ragazzo. Quindi decise di tenerlo d'occhio.

<< Non è ancora del tutto stabile. Comunque perchè sei venuto Dino? >> chiese Reborn guardando il suo ex allievo.

<< Ordini del Nono. Ho il compito di far disporre i suoi e i miei uomini per tutto l'ospedale, soprattutto su questo piano, per evitare altre possibili aggressioni >> spiegò il biondo. Il killer annuì. Era la cosa giusta da fare, il Nono non poteva premettersi di perdere anche Tsuna.

Ma l'assassino credeva che non fosse solo per quella ragione. Sapeva benissimo che il Nono ci teneva a Tsunayoshi.

E molto.

 

*-*-*-*

 

Tre giorni dopo il castano si svegliò, e tutti i Guardiani andarono a fargli visita, per potergli finalmente parlare.

Kyoya fu l'ultimo. Voleva stare da solo con il suo Tsunayoshi.

Appena entrò nella stanza il ragazzo lo fissò. Aveva gli occhi che gli brillavano dalla gioia.

<< Hibari-san! >> esclamò con le lacrime agli occhi. Hibari non ci pensò neanche un secondo e andò ad abbracciarlo. Lo fece con delicatezza, Tsuna era pieno di bende, e voleva evitare di fargli male.

Quando si staccarono il moro si sedette su una sedia vicino al letto. Si sporse un po' e gli sfiorò le labbra con le sue.

Giusto per avere un'altra prova che fosse lì. Hibari non lo avrebbe mai ammesso, ma in quei tre giorni aveva avuto paura. Molta paura.

<< Come stai? >> chiese, mentre fissava le gambe, le braccia, il petto del ragazzo. Erano tutti bendati.

<< Uhm... va meglio >> rispose Tsuna con un sorriso.

Il moro si rese benissimo conto che l'altro gli stava mentendo, ma stette zitto. Tra poco sarebbero arrivati Reborn e Iemitsu, e non voleva metterlo subito sotto pressione.

Tsunayoshi sembrava in imbarazzo.

Evidentemente si sentiva un po' in colpa. Faceva bene, gli aveva praticamente fatto venire un infarto quando lo aveva visto in quello stato.

La porta si aprì.

<< Allora Tsuna... dobbiamo parlare >> andò subito al punto il Tutor.

Il ragazzo annuì, mentre fissava il bambino e il padre sedersi vicino a lui, dalla parte opposta di Hibari.

Il moro non si mosse. Aveva intenzione di assistere a quella conversazione.

Nessuno disse niente, per cui rimase seduto.

<< Prima di tutto: perchè sei uscito? >> domandò Reborn fissando Sawada.

Tsunayoshi sembrava a disagio.

<< Perchè mi è stato detto di farlo >> rispose.

Il killer fece una faccia pensosa.

<< Da chi? >>.

<< Da Hibari-san. Cioè da qualcuno che si è fermato Hibari-san >> spiegò il quattordicenne.

Iemitsu si chiese l'origine dell'ingenuità, o forse era meglio dire della stupidità, di suo figlio.

<< Ma come ti è venuto in mente di uscire a quell'ora? E senza neanche avvertire? >> lo rimproverò il padre.

Gli occhi castani del ragazzo divennero umidi.

<< Ma Hibari-san era tornato! >> esclamò come se fosse una spiegazione sufficiente.

<< Come hai fatto a credere a una stupidaggine del genere!? >> domandò Hibari guardandolo.

<< Io con gli allenamenti di Reborn potevo anche tornare alle cinque di mattina! Come facevo a sapere che effettivamente non era vero? >> protestò Tsuna.

L'assassino dovette ammettere che era vero.

<< Allora spiegami questo. Perchè non ti è venuto in mente di difenderti? >>.

Tsunayoshi si fece serio.

<< Io ci ho provato >> rispose convinto.

<< Tsunayoshi ti ricordi vero che hai una bottiglietta piena di pillole dentro l'armadietto vicino al letto? >> disse Kyoya fissandolo. Non poteva esserne certo, Tsuna spesso si dimenticava di molte cose.

Il Decimo Vongola annuì.

<< Certo che me lo ricordo! Ho anche preso una pillola! >> si difese.

Stranamente tutti tendevano a pensare che lui non si ricordasse delle cose importanti nel momento del bisogno.

Reborn fece una faccia ironica. << Vuoi dire che, pur avendo preso la pillola, non sei riuscito a difenderti? Allora non ti ho insegnato proprio niente! >>.

Il castano lo guardò male, come poche volte in vita sua.

<< Io l'ho presa la pillola! Solo che non sono entrato in Hyper-mode! >> protestò.

Il killer si irritò. << Non dire stupidaggini! Con quella pillola si entra automaticamente in Hyper-mode! >> lo sgridò. Come si permetteva di rispondergli in quel modo?

<< Lo so! Ma io non sono riuscito a sentire le sensazioni che provo quando la assumo! Non ha funzionato! >>. Il tono era deciso, e il ragazzo incominciò ad agitarsi. Se andava avanti così le ferite si sarebbero riaperte.

Hibari gli poggiò delicetamente una mano sulla spalla, cercando di calmarlo.

<< Va bene Tsunayoshi. Ci crediamo. Adesso calmati >> gli mormorò mentre lo spingeva piano sul materasso.

Il quattordicenne prese un gran respiro. Poi con le lacrime ali occhi guardò Reborn e ripeté: << Io la pillola l'ho presa. E' lei che non ha funzionato... >>.

A quel punto il Tutor non poté fare altro che credergli. In quel momento il suo allievo non era certo in grado di mentire su un fatto così recente e doloroso.

Uscì accompagnato da Iemitsu.

<< Chiama Giannini e Spanner, e se ci riesci anche Shoichi. Quelle pillole vanno esaminate in modo approfondito >> disse a Sawada, che annuì e si dileguò.

Quando Hibari uscì aveva un'espressione strana, persa nel vuoto.

Stava riflettendo, quello era ovvio. Probabilmente sulle parole del suo ragazzo.

C'era qualcosa che non quadrava.

 

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Capitolo 18
*** Capitolo 18 ***


Tsuna stava dormendo tranquillamente, quando un rumore gli fece aprire di scatto gli occhi.

<< C-chi è? >> mormorò guardando spaventato il buio della stanza.

Nessuno rispose.

Il castano si tirò su a sedere, mentre il cuore accelerava di battiti. Gli occhi incominciarono a inumidirsi.

<< Chi è? >> chiese nuovamente, con voce più alta.

La luce si accese.

Il ragazzo guardò con occhi sgranati dallo stupore la persona davanti a sé.

<< Ciao Tsunayoshi >> disse allegro Shoichi.

Il quattordicenne sbatté le palpebre.

<< I-Irie? >> disse stupito.

Ma che ci faceva lì?

L'altro si sedette vicino al castano.

<< Come hai fatto a entrare? >> domandò sinceramente curioso Sawada.

<< Dal condotto dell'aria che c'è qui sopra >> rispose calmo l'altro.

Il castano sorrise. Era proprio vero: conosceva solo persone particolari. Molto particolari.

Si domandò se l'inventore sapesse che la porta esisteva, e che poteva essere usata in casi del genere.

Si udirono altri rumori.

I due si voltarono verso la finestra.

In un attimo Spanner si fiondò nella stanza, vicino ai due ragazzi.

<< Salve Sawada >> disse con la solita espressione calma il biondo.

<< S-Spanner! >> esclamò Tsuna allucinato.

Il biondo non gli rispose nemmeno, prese per un braccio il rosso e si misero a discutere in un angolo della stanza.

Tsunayoshi si chiese con un po' di timore cosa stessero confabulando, lì, rannicchiati a terra. In realtà in quel preciso momento non gli importava molto, voleva solo dormire.

Poco dopo i due gli si affiancarono nuovamente.

<< Ti facciamo solo qualche domanda, poi ti lasciamo riposare >> .

il castano annuì, sbadigliando.

<< Prima di tutto devi dirci se queste sono le pillole che hai preso quel giorno >> disse Spanner mostrandogli un piccolo flacone.

<< C-credo di sì, ma non posso esserne sicuro.... era molto buio. Ma è quasi certamente così, perchè in quel cassetto non c'era altro. O almeno credo >> rispose Tsuna.

I due annuirono guardandosi.

Il castano non capiva per niente il loro modo di comunicare, ma preferì non farci caso. Probabilmente era troppo complicato per lui.

<< Va bene... quindi sei praticamente certo che siano queste pillole che hai ingoiato quella volta giusto? >> domandò Shoichi fissandolo.

Tsunayoshi annuì con più convinzione, ribadendo che dentro il cassetto non c'era altro.

<< Ok. Per caso hai un ipotesi, anche solo un idea, del perchè non abbia funzionato? Per caso hai mangiato cose strane, di cui sei allergico o altro? >> lo interrogò ancora Irie.

<< Non mi pare di aver mangiato albicocche... >> mormorò pensoso il ragazzo.

Dopo aver parlato ancora un po' tra di loro i due si congedarono, permettendo finalmente al povero Tsunayoshi di addormentarsi.

 

*-*-*-*

 

Hibari entrò nell'ospedale, accompagnato da Dino.

Il moro sbuffò irritato dalla presenza dell'altro.

<< Te lo ripeto erbivoro, se osi anche solo fare un piccolo rumore, o qualsiasi altra cosa che potrebbe svegliare Tsunayoshi ti morderò a morte >> mormorò minaccioso all'indirizzo del biondo che sorrise.

<< Certo Kyoya, me lo ricordo, stai certo che non succederà! >> disse ottimista Cavallone.

Non lo avesse mai fatto.

In quel momento passò un infermiera che stava spingendo un carrello pieno di bacinelle. Ed erano piene d'acqua di provenienza incerta.

Dino in inciampò sui suoi stessi piedi, afferrò Kyoya per un braccio cercando qualcosa a cui aggrapparsi, tirandoselo dietro.

I due ragazzi scivolarono e caddero proprio sulla povera donna che passava proprio nell'esatto secondo.

L'infermiera lasciò il carrello, per cercare di non cadere a terra, ma subito dopo si riprese e, disperata, riafferrò quel coso potenzialmente pericoloso a parere di Hibari, che stava per finire giù per le scale, con una conseguenza ovvia.

Il problema era che Dino aveva afferrato la gonna della povera disgraziata con una mano, mentre con l'altra teneva ancora il povero moro. Così tutti e tre, trascinati dal carrello rotolarono giù dalle scale, provocando un chiasso infernale.

Quando finalmente si fermarono il diciassettenne fulminò con gli occhi il biondo, e prese i tonfa.

<< Io ti avevo avvertito >> disse minaccioso avvicinandosi al suo maestro.

<< AHHHH! >> urlò l'infermiera, guardando sconvolta e terrorizzata qualcosa.

I due ragazzi si girarono.

Dino si mise le mani nei capelli, disperato, mentre Hibari si incazzò.

Enzo era diventato gigante.

Cosa poteva succedere di peggio in quella giornata?

<< Stupido animale.... >> sussurrò il Presidente del Comitato Disciplinare della scuola Namimori.

<< E-Enzo calmati! >> provò a fermarlo ( inutilmente ) il padrone.

E infatti non venne ascoltato.

<< Boss! Sta bene? >> chiese Romario, che era accorso non appena aveva sentito tutto quel fracasso.

<< Io si ma... ecco... Enzo... >> mormorò il biondo guardando la sua tartaruga distruggere una parete.

<< Stupido erbivoro! Ma perchè non ne combini mai una giusta? >> ringhiò irritato Hibari.

Dino si scusava, davvero, ma non era colpa sua, la sua era.... una dote naturale, ecco.

Hibari preferì non andare oltre in quel discorso.

Si girò verso la tartaruga gigante.

In un attimo la stese, con una sola mossa.

Poi si girò lentamente verso Cavallone.

 

*-*-*-*

 

<< D-Dino! Ma che ti è successo? >> domandò allucinato Sawada guardando il suo fratellone pieno di lividi e di fasciature.

Il più grande sorrise dolorante.

<< Kyoya mi ha picchiato >> rispose.

Tsuna lo guardò preoccupato.

<< Perchè? >> chiese solo continuando a osservare il biondo.

<< Ma come perchè? Questa mattina ti ho svegliato sicuramente! Sono inciampato, ho trascinato una povera infermiera e Kyoya giù dalle scale, Enzo è diventato gigantesco... e dopotutto Kyoya mi aveva avvertito che se avessi fatto rumore mi avrebbe morso a morte >> spiegò Dino guardando il castano davanti a se. Quest'ultimo lo stava fissando perplesso.

<< Davvero? Io non ho sentito niente! >>.

Il biondo lo guardò allucinato.

<< E' impossibile! >>.

Tsuna scosse la testa. Lui non aveva sentito niente.

Bene.

Quindi sono stato picchiato per niente. Sono sicuro che Kyoya lo sapesse questo piccolo particolare sul sonno di Tsunayoshi...” pensò irritato Cavallone.

In quel momento la porta si aprì e fece il suo ingresso Hibari che, capita la situazione, sorrise sotto i baffi.

Baciò Tsuna e si sedette vicino al ragazzo.

I due non parlavano molto, ma non era necessario.

<< Sawada! Abbiamo lavorato tutta la notte, e siamo arrivarti a una sola conclusione riguardo la pillola >> esclamò Spanner, comparso da chissà dove.

Tutti quelli presenti nella stanza si fecero attenti.

Irie li fisso, dopo di chè disse quello che avevano scoperto.

<< Quella pillola è perfetta >>.

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Capitolo 19
*** Capitolo 19 ***


<< Quella pillola è perfetta >> disse Irie con convinzione.

Nella stanza calò il silenzio.

<< Come? >> disse incredulo Tsuna guardando i due con sguardo spaesato.

<< In quella pillola non c'è niente che non va. Sei proprio sicuro di averla ingoiata Sawada? >>chiese Spanner avvicinandosi al castano.

<< Si! Lo giuro! >> esclamò con gli occhi lucidi il quattordicenne.

Kyoya provò a calmarlo, e gli mise una mano sulla spalla. Tsuna gliela afferrò.

<< Io l'ho presa... mi credi Hibari-san? >> gli chiese fissandolo con occhioni da cerbiatto.

Kyoya lo fissò a sua volta e annuì.

In realtà non ne era del tutto sicuro, ma preferiva assecondare il suo ragazzo per quel momento.

E poi come poteva deluderlo se lo guardava in quel modo? Era impossibile, era troppo carino.

Spanner guardò ancora Shoichi e l'altro fece altrettanto.

<< Allora noi non possiamo fare altro, non abbiamo più niente da analizzare >> sospirò Irie.

<< Non è affatto vero >> li raggiunse la voce di Reborn.

Tutti si voltarono.

Il killer avanzò verso i ragazzi, e si sedette sul letto del suo allievo.

<< Ma perchè spunta sempre all'improvviso? >> si lamentò Dino a cui era venuto un colpo.

I due inventori guardarono l'assassino.

<< Oggi dovete esaminare altre pillole. Per la precisione sono quelle che Tsuna si è fatto dare da Giannini >> spiegò. Non andò oltre per non umiliare troppo il ragazzo, che era arrossito.

Kyoya sbuffò. Preferiva non ricordare quel periodo.

<< Ora uscite, i medici devono visitare nuovamente Tsuna >> disse categorico il bambino.

L'unico che si trattenne più a lungo fu Hibari, fermato da Tsunayoshi.

<< Non voglio! Quelli mi fanno paura! >> piagnucolò il quattordicenne stringendo la mano a Kyoya.

Il moro sospirò. In quel periodo il castano aveva paura di tutti gli uomini che avevano un età superiore ai trent'anni. Sempre che non li conoscesse da diverso tempo.

E, dopotutto, come dargli torto dopo quello che era successo?

L'aggressore si era svegliato il giorno dopo Sawada. Lo avevano immediatamente interrogato e dopo lo avevano mandato in un posto che Hibari non conosceva, e che non voleva conoscere.

Tsuna aveva visto l'uomo solo di sfuggita, scortato dagli uomini del Nono, quando era passato davanti alla sua porta, rimasta aperta. Lo aveva riconosciuto immediatamente non appena quello gli aveva sorriso. O meglio, quello non era un sorriso, ma un ghigno.

Il castano era entrato in crisi e aveva iniziato a tremare e a piangere, terrorizzato.

Si era calmato solo quando Kyoya lo aveva abbracciato, sussurrandogli che andava tutto bene.

Quindi non era affatto strano se il quattordicenne provasse paura nel dover restare da solo con i dottori.

Tuttavia era necessario, o non sarebbe mai guarito.

Alla fine optarono per chiedere a un'infermiera di assistere i medici, in modo da tranquillizzare il ragazzo.

La donna aveva sorriso al castano, dando il suo consenso.

Tsunayoshi si era rilassato immediatamente.

Se era presente una donna andava bene, lo rassicurava la presenza di una figura femminile.

 

*-*-*-*

 

Erano le quattro, Tsuna stava riposando, ma non dormendo.

Era solo, per cui poteva anche rilassarsi.

Gli faceva piacere ricevere le visite della sua Famiglia, davvero, ma era stancante dover stare dietro a quei pazzi anche in ospedale. Soprattutto se si parlava di Lambo.

Quel bambino era distruttivo per davvero. Ma alla fine Hibari aveva eliminato il problema con una sola occhiataccia.

Il castano venne strappato dai suoi pensieri quando sentì la porta della camera che si apriva.

<< Ciao Tsuna-kun! >> disse allegramente Miku.

Il ragazzo rimase pietrificato. Ma non se ne era andata?

<< S-salve signorina Higa >> ricambiò il saluto.

Lei entrò e si chiuse la porta alle spalle.

<< Allora come va Tsuna-kun? >> chiese sedendosi sul letto e accavallando le gambe.

Sawada arrossì e distolse lo sguardo dalle gambe praticamente nude della ragazza.

Lei si avvicinò, e gli accarezzò una guancia. Gli occhi erano inquietanti a parere di Tsunayoshi.

<< Ti ha ridotto proprio male quel balordo >> sussurrò Higa avvicinando il viso a quello del ragazzo.

Tsuna arretrò con il busto.

<< Non così tanto... comunque cosa ci fa qui? >> domandò guardandola negli occhi.

Magari la distraeva.

<< Ho saputo che ti avevano picchiato e quindi sono corsa qui. Ero molto preoccupata sai? >> bisbigliò all'orecchio del giovane, che desiderava solo scappare.

Miku gli mise una mano sul petto, e lui arrossì ancora di più, cercando di scansarsi.

<< Kufufu che cosa sta succedendo qui? >>.

Higa sbiancò di colpo, e si girò lentamente.

Rokudo Mukuro era davanti a loro, e stava sorridendo in modo davvero poco rassicurante.

<< N-non succede niente... ecco... >> balbettò la ragazza spaventata.

Se la ricordava ancora la casa maledetta.

<< Bene. Allora fila via >> disse minaccioso il ragazzo.

Miku eseguì.

Tsuna sospirò di sollievo.

<< Grazie Mukuro-san! >> disse con un sorriso.

L'illusionista si sedette su una sedia.

<< Troppo ingenuo... >> bisbigliò guardandolo.

Il castano lo fissò perplesso.

<< Cosa? >> domandò.

Il sedicenne fece un gesto con una mano, come per dire “lascia stare”.

Sawada non andò oltre.

Nella stanza calò il silenzio.

<< Ehm... c-cosa... come mai sei qui Mukuro-san? >> mormorò incerto il castano, cercando di superare il suo imbarazzo.

Rokudo lo fissò, poi si avvicinò.

Tsunayoshi non sembrava spaventato dalla vicinanza del ragazzo come lo era quando gli si era avvicinato Higa.

Evidentemente ci aveva fatto l'abitudine.

<< Kufufu... niente di importante. Volevo vederti >> sussurrò Kufu-chan guardandolo dritto negli occhi.

Il quattordicenne arrossì, e abbassò il capo.

Mukuro gli faceva soggezione.

Il ragazzo gli si avvicinò ancora e gli sollevò il volto con una mano.

<< Sei davvero carino.... >> sussurrò vicinissimo alle labbra di Tsuna.

Il castano sgranò gli occhi.

<< Ehm non credo... uhm poi... ti potresti allontanare? >> sussurrò Tsunayoshi in imbarazzo.

L'illusionista sorrise.

<< E perchè dovr- >> venne interrotto da un tonfa che gli passò poco sopra la testa.

Rokudo si voltò e fulminò Kyoya con lo sguardo.

<< Il tuo tempismo resta pessimo Hiba-chan... >> ringhiò arrabbiato.

Hibari stava fissando la scena con una faccia abbastanza, anzi molto, paurosa a parere di Sawada.

<< E tu resti sempre lo stesso maniaco Kufu-chan. Ora allontanati >> mormorò incazzato.

Tsuna fissò i due che si fronteggiavano. Si chiese disperato perchè certe cose non cambiavano mai.

 

*-*-*-*

 

Reborn entrò nella stanza, accompagnato da Iemitsu.

I medici stavano borbottando tra di loro, ma appena li videro smisero.

Li fecero accomodare.

<< Di cosa ci dovete parlare? >> chiese l'uomo.

Uno dei dottori si fece avanti.

<< Di suo figlio. Abbiamo effettuato tutte le analisi, e abbiamo scoperto una cosa. E... ecco.. >> disse incerto il medico.

Iemitsu si fece attento.

Che succedeva?

<< Cosa avete scoperto? >> chiese in ansia.

L'uomo parve indeciso, ma appena vide che Reborn gli stava puntando contro la sua fedele pistola decise di dire tutto.

<< E' una cosa piuttosto grave direi >>.

Quando Iemitsu la sentì sbiancò.

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Capitolo 20
*** Capitolo 20 ***


Irie stava guardando Spanner con un'espressione decisamente sconvolta, mentre teneva in mano la pillola di Giannini.

Quella... cosa... era davvero pericolosa.

E non era uno scherzo.

Ma che ci faceva Tsunayoshi con una pillola cambia sesso?

La risposta era abbastanza ovvia, ma i due non riuscivano a capire il motivo delle azioni del castano.

A che scopo diventare una donna? Per quanto ne sapevano a Hibari piacevano i ragazzi...

Spanner si alzò.

<< Dobbiamo subito dare la notizia a Reborn e a Sawada >> disse sbrigativo.

Il rosso annuì e lo seguì.

Quando raggiunsero il killer e Iemitsu spiegarono loro brevemente la situazione.

L'uomo sembrava stravolto, ma i due capirono che non era per quello che stavano raccontando.

<< Scusatelo, ha appena parlato ai medici... >> disse Reborn.

I due lo guardarono curiosi.

E quando gli venne detto tutto ebbero la conferma che avevano ragione riguardo a quella pillola.

 

*-*-*-*

 

Hibari stava baciano Tsuna.

Quello stupido maniaco non perdeva mai tempo! Ma Tsunayoshi era suo. E non lo avrebbe mai ceduto a nessuno.

Kyoya era fermamente convinto che il suo amore verso il castano non avrebbe mai vacillato. Niente lo avrebbe fatto allontanare da Sawada.

O almeno credeva.

In realtà la sua sicurezza si sarebbe incrinata dopo aver sentito una notizia in particolare.

Ma questo lui non lo sapeva.

<< H-Hibari-san... sto soffocando... >> si lamentò debolmente il quattordicenne.

Il moro si staccò e lo fissò negli occhi.

<< Ti amo... >> gli sussurrò all'orecchio.

Tsuna arrossì, imbarazzato.

<< Anche io >> sospirò il ragazzo sulle labbra del diciassettenne.

La porta si aprì violentemente.

Iemitsu Sawada fece la sua comparsa.

<< P-papà! >> esclamò sorpreso Tsuna, allontanandosi da Hibari.

L'uomo fissò la scena con uno strano cipiglio.

Poi si incazzò.

<< Hibari Kyoya io e te dobbiamo scambiarci due paroline >> disse minaccioso facendogli segno di seguirlo.

Kyoya sentì un piccolo brivido lungo la schiena.

Credeva di essersi conquistato la fiducia del padre di Tsunayoshi ormai, cos'era successo così all'improvviso?

Iemitsu lo fissò male. Molto male.

<< Cosa hai fatto a Tsuna? >> gli chiese a bruciapelo, stupendolo.

Ma che voleva? Lui non aveva fatto niente!!!

<< Mi scusi signor Sawada ma cosa intende dire? >> domandò educatamente. Non voleva irritarlo ulteriormente.

Ottenne il risultato opposto.

L'uomo si arrabbiò moltissimo.

<< Non fare il finto tonto! Come è possibile che sia accaduta una cosa del genere? A mio figlio poi! >> si mise a sbraitare Sawada.

A Kyoya la situazione rimaneva senza senso. Non capiva cosa potesse aver fatto di così male a Tsuna.

<< Io non ho fatto niente. L'ho trattato sempre bene... >> provò a difendersi il moro.

Iemitsu si incupì ancora di più.

<< Allora entra in quella maledetta stanza, e senti cosa hanno da dire i medici a proposito della malattia di Tsuna! >> lo incitò.

Hibari eseguì.

Tsunayoshi era ancora seduto sul letto e guardava un medico che provava a dirgli qualcosa.

<< Hibari-san! Eccoti! Non avete litigato tu e papà vero? >> chiese con occhi preoccupati.

No, certo che no. Non avevano litigato. Assolutamente...

<< Allora, la situazione è abbastanza complessa... >> iniziò il medico quando anche il moro si fu seduto.

<< Il fatto è che il signor Sawada qui presente ha... ecco... >> provò a dire.

Hibari lo fissò male. Odiava le persone incerte, naturalmente escludendo il suo ragazzo.

<< Il signor Sawada Tsunayoshi ha un utero >> disse tutto di un fiato l'uomo.

Nella stanza calò il silenzio.

<< C-cosa? >> chiese con voce incerta Tsuna.

Hibari lo fissò e si rese conto che tremava.

Aveva paura?

<< Lei ha un utero. E non è tutto >>.

Kyoya alzò il capo verso il dottore.

Cos'altro voleva da loro due adesso?

<< Non so se congratularmi o no... lei è... uhm... incinto. Si posso dire così >> annunciò il medico.

Ai due ragazzi cadde il mondo addosso.

Tsuna sgranò gli occhi, e si rannicchiò su se stesso, tremante.

Hibari rimase in silenzio.

Incinto? Voleva dire che... insomma... Tsunayoshi aspettava un bambino?

Le cose gli quadrarono in poco tempo.

Il castano era una ragazza, loro due si erano amati. In quel momento Tsuna aveva l'utero.

Probabilmente la ragione per cui quando si era trasformato nuovamente in un ragazzo aveva sofferto così tanto era che l'utero si stava instaurando anche nel suo corpo estraneo. L'organismo si era adattato a qualcosa di nuovo.

E così la gravidanza era andata avanti.

Io non voglio un figlio” pensò subito il diciassettenne.

Nel frattempo erano rimasti soli.

Il quattordicenne lo fissò di nascosto.

Che cosa stava pensando Hibari-san in quel momento?

Era felice? No a giudicare dall'espressione.

Allora lo odiava? Lo detestava? Era indeciso? Insomma che cosa voleva fare?

Tsuna non lo sapeva, ma sperò che volesse rimanere con lui.

<< H-Hibari-san... io.. ecco... non voglio abortire ma.. tu c-cosa vuoi... fare? >> balbettò alzando timidamente lo sguardo sull'altro.

Kyoya stette zitto per un po'.

I battiti del cuore di Tsunayoshi accelerarono. Cosa avrebbe deciso?

Il moro si alzò e si voltò verso di lui.

Il castano sorrise speranzoso.

<< Non lo so davvero Tsunayoshi >> disse prima di andarsene.

Sawada sentì la solitudine che lo avvolgeva.

Hibari se ne era... andato?

Lo odiava?

<< Hibari-san... >> mormorò rannicchiandosi su se stesso mentre una lacrima gli solcava il viso.

 

 

Ed eccoci all'ultimo capitolo di questa storia!!!

Allora, mi pare di aver capito che praticamente tutti avete capito già in precedenza la “malattia” di Tsuna... spero comunque chi vi sia piaciuto il capitolo anche se un po' corto!!!

E ora passiamo ai ringraziamenti.

Grazie mille a:

Akima

Aokiba

BlackStar94

EWILAN

Isifiri

Killer e Hikari

nove_76

ShoKei89

Tsubaki3

Vincent Dimitri Petrenko

Wolfgirl93

per aver messo la mia storia tra le seguite.

Grazie a chi le ha messa tra le ricordate:

Emy Kuran

Mitsuki Loveless

E a chi l'ha messa tra le preferite:

Kiarachan94

Killer e Hikari

Xanxus Superbi

 

Un ringraziamento particolare a tutti quelli che anno recensito:

Isifiri

Wolfgirl93

Mitsuki Loveless

Akima

Aokiba

nove_76

Xanxus Superbi

SweetHell

bilo99

 

Grazie mille!!!!

 

 

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