la ragazza con il cuore di ghiaccio.

di ohmymaljk
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** qualcosa di inaspettato. ***
Capitolo 2: *** zitta, stupida vocina lì dentro! ***
Capitolo 3: *** ripassiamo insieme. ***
Capitolo 4: *** ti aspetto a casa mia. ***
Capitolo 5: *** no harry, non ti perdono. ***
Capitolo 6: *** domani sera. ***
Capitolo 7: *** dimmi che è amore. ***
Capitolo 8: *** dove sei finita mamma? ***
Capitolo 9: *** andiamo al fabric. ***
Capitolo 10: *** caro harry, me la paghi. ***
Capitolo 11: *** ti prometto di essere sincera. ***



Capitolo 1
*** qualcosa di inaspettato. ***



Io sono Ronnie, meglio conosciuta come Ron. La classica ragazza di 19 anni che odia la scuola e c’è l’ha con il resto del mondo.
Si c’è l’ho con tutti, e sapete perché? Un anno fa, o meglio, dieci mesi fa ho perso la mia migliore amica, Eleanor e anche il mio ragazzo Harry.
Eleanor si trasferì lontano da Londra per motivi di lavoro dei suoi, Harry beh, Harry scopava con tutte le ragazze che gli capitavano.
Io la amavo, era tutto per me ma quando lo venni a sapere cominciai a prenderlo a schiaffi e lo buttai fuori di casa.
Per quanto riguarda la mia famiglia, insomma non c’è nemmeno molto da dire sui miei genitori.
Mia mamma se ne andò via quando io avevo 8 anni, e lasciò me, mio fratello e mio padre da soli.
Non che non volessi bene a mio padre, anzi era l’uomo più importante della mia vita e avrei fatto la qualunque per lui.
Oltre a lui, l’unico ragazzo di cui mi fidavo in tutta la scuola e anche in tutta la mia intera vita, era mio fratello, il dolce angelo biondo di nome Niall.
Cosa c’è da aggiungere? Ah sì, da quando successero tutte queste cose ero anche diventata la troietta della scuola.
Cercavo di riprovare quello che provavo pochi mesi prima, ma fino ad adesso nessuno era riuscito a farmi innamorare.
Primo giorno di scuola, dopo due mesi di vacanza.
Probabilmente nuovi compagni e ci saranno anche dei nuovi professori.
Ho visto nell’albo della scuola alcuni dei nomi, tanto per farmene un’idea.
Il professore di Lettere si chiamava Patrick Hesten, sicuramente era il solito blaterone. Quello di Inglese Zayn Malik.
“Zayn Malik? Che cazzo di nome è?” dissi tra me e me.

Prima ora, e ovviamente Inglese. Ero tanto curiosa di vedere questo gran professor Malik, sicuramente era un vecchio strabico da un occhio e anche con poca memoria.
Me ne andai in classe e mi misi a sedere negli ultimi banchi della classe, almeno avrei potuto farmi una bella dormita. La sera prima ero andata in un locale con alcuni amici, avevo bevuto anche qualcosa, ma ero tornata presto. Intorno all’una.
Niall mi aveva fatto il quarto grado, non voleva che me ne andassi in giro a bere.
Mi capitò al lato un’altra ragazza, un’altra molto simile a me. Solo che lei era la ‘bulla’ della scuola. Si chiamava Alicia.
Quando ci capitava di parlare andavamo d’accordo.
“Ei zia, fatto a botte con qualcuno?” mi disse, dandomi una pacca sulla spalla.
“No, ma ieri sera me la sono spassata, e tu?”
“Sapessi, quest’estate ho fatto faville”
“Oh bene.” mi bloccai vedendo un nuovo alunno. Mhm, magari era uno dei tanti che mi sarebbero caduti ai piedi, pensai.
Mi alzai dal mio posto e gli andai vicino, era spaesato. Magari potevo fargli da guida.
“Ciao bellissimo. Non ti ho mai visto, dimmi, sei nuovo?”
“Ehm, ciao. Si sono nuovo, mi chiamo Liam” disse il ragazzo porgendomi la mano.
“Se vuoi.. più tardi ti faccio fare un giretto eh” dissi contraccambiando la stretta di mano e facendo l’occhiolino.
“Mi farebbe molto piacere, ma tu ti chiami?”
“Ronnie, ma per te Ron”
“Salve signorina, è così gentile da andarsi a sedere?” disse una voce alle mie spalle.
Mi girai a vedere chi era quell’idiota che mi aveva appena detto di sedermi, masticando la mia gomma.
Era un ragazzo, non poteva avere più di 20 anni. Alto, capelli neri e un ciuffo biondo. Occhi color caffè e aveva una faccia molto carina.
“Senti carino, io non prendo ordini da nessuno, quindi direi..” stavo per dire, ma il tipo mi fece zittire.
“Signorina, lei sa chi sono io? Penso di no, sono il nuovo professore di Inglese. E per tutto il resto dell’anno prenderà ordini da me, eccome! Che ti piaccia o no, in tal caso, lì c’è la porta e più in fondo la presidenza!” disse.
Il professore di Inglese, un uomo fighissimo. Quello era il tipo di ragazzo che mi sarei portata a letto con piacere.
Il modo in cui mi aveva appena parlato (o meglio sgridata)  mi incantò, i suoi occhi di quel colore bellissimo, mi ci stavo perdendo.
Ma che sto dicendo?! No, lui non può farmi quell’effetto. Io sono Ronnie, la ragazza con il cuore di ghiaccio.
“Mi sta ascoltando?! Si vada a sedere per favore” mi disse ancora.
Senza dir nulla andai zitta al mio posto, e continuavo ad osservalo attentamente.
Fisico perfetto, quella magliettina che aveva metteva in risalto i suoi addominali, insomma, era perfetto.
“Ronnie Lee, chi è?” disse il professor Malik, mentre stavo tra i miei pensieri.
“Ehm, sono io” dissi alzando la mano.
“Ah bene, signorina, io e lei dobbiamo parlare dopo la lezione. Si fermi al suono della campanella”
“Oh perfetto, primo cazziatone al primo giorno di scuola” dissi prendendo un quaderno dallo zaino.
“Come scusi? Ho sentito bene?”
“No, direi di no. Poi dipende da cosa ha sentito, boh non lo so”
Mi lanciò un’occhiata bruttissima, sospirò e cercò di autocontrollarsi.
Durante il corso della lezione non feci altro che contemplare il Malik.
Mi erano piaciuti dei ragazzi precedentemente, ma piaciuti in modo di dire. Tanto per spassarmela un po’.
Con lui era diverso, non appena incrociai il suo sguardo mi persi nei suoi occhi.
No non ci credevo, no! Non potevo farmi quei pensieri su di lui!
Alicia mi diede un forte colpo al braccio con il suo di braccio, facendomi saltare in aria. Quasi non urlavo.
“Cogliona, finiscila di sbavare e non ti chiedo di seguire.. ma almeno contieniti!” disse la ragazza sottovoce.
“Si nota molto? Ti prego dimmi di no”
“Ovvio che si nota, e anche molto. Quindi finiscila e torna in te!”
“La sotto, le vostre discussioni.. potrebbero interessare anche me?” domandò il professore. Ah, sgamate.
“Non penso professore, non penso che i nostri discorsi siano così interessanti per lei” dissi. La mia solita lingua biforcuta, non potevo tacere almeno per una volta?!
Penso che non mi buttò fuori solo perché era il primo giorno di scuola, magari gli facevo anche pena.
La lezione finì e cosa ancora peggiore io dovevo stare lì con lui durante la pausa perché doveva ‘parlarmi’.
Quando tutti gli altri uscirono, e io riposi le mie cose nella cartella mi avvicinai lentamente alla cattedra.
Lui era ancora seduto, batteva le dita sulla cattedra dal nervoso. Uh, lo avevo fatto arrabbiare.
“So che lei non è un ottima alunna, i registri dell’anno scorso parlano chiaro..” cominciò.
“Ma deve sapere che con me nessuno usa questi toni. Chiaro?” disse alzandosi e venendomi vicinissimo.
Sentivo il suo caldo respiro su di me. Mi limitai ad annuire, abbassando lo sguardo, cercando di non perdermi in quegli occhi che si ritrovava.
“Eh, se proprio non vuole farmelo capire che mi va dietro.. non mi guardi con quegli occhi a cuoricino mentre spiego. Chiaro anche questo?” le nostre labbra erano vicinissime, accidenti quanto avrei voluto baciarlo. Ma chissà come avrebbe reagito.
Mi lasciò andare e uscì fuori. Aria, aria pulita e soprattutto mi stavo allontanando da quel professore che tanto mi faceva venire qualcosa di strano lungo il corpo.
Niall mi intravide mentre andavo al mio armadietto e mi raggiunse.
“Ei Ron, come mai non mi hai nemmeno salutato?”
“Tu non puoi capire che mi è successo. No che non puoi” dissi nervosa.
“Sentiamo, che hai combinato stavolta?”
“Io, io.. il professore di inglese, Zayn, Zayn Malik. Oddio che effetto che mi fa, ma non può essere possibile! Io, io.. non provo emozioni, non posso”
“Ooh, quel cuore di ghiaccio si sta sciogliendo grazie a qualcuno!” disse lui con una strana voce.
“Niall smettila! No! Non mi sto innamorando di lui, mi passerà. Mi deve passare.” Dissi.
“Aahahahha, fammi sapere tra una settimana se ti sarai dimenticata di lui.”

Quelle lezioni erano finalmente finite, quella giornata era finita. Per tutto il tempo non feci altro che pensare a quello, e se Niall avesse avuto ragione? Se stessi provando di nuovo qualche emozione?
Mi dirigevo verso la mia macchina, mentre cercavo le chiavi nella borsa notai che qualcuno mi stava decisamente fissando.
“Ei, quando hai finito di contemplarmi il culo mandami una radiografia!” mi girai e avevo di davanti Louis.
Ero stata con lui un paio di giorni durante l’estate, solo un paio di baci, giuro, ma sempre per lo stesso motivo, poi mi lasciò e io decisi di chiudermi ancora più in me stessa.
“Ah, ciao Louis” dissi.
“La mia macchina si è rotta.. non è che mi daresti un passaggio?!”
“Guarda, lì sotto c’è un mezzo molto usato, si chiama autobus”
“Io prendere l’autobus? Nah”
“Allora te la fai a piedi”
“Dai, Ron, Ronnie.. sei ancora arrabbiata?”
“Ehm, fammici pensare, uuh, ho trovato! Direi di sì” dissi seccata.
“Io non mi sto avvicinando a te per rimetterci insieme, ho solo bisogno di un’amica. Qualcuno che mi ascolti. È un brutto periodo per me, so che ti ho fatta soffrire, ma puoi perdonarmi?” disse. Sembrava serio.
“Ma perché?! Perché oggi succedono tutte a me? Prima il professore Malik, poi tu.. Pft, vabbè siccome sono anche un po’ felice ti dico che per me va bene. Ma non vuol dire che ti perdono!” dissi indicandolo con il dito.
Alla fine accettai anche di dargli il passaggio, lungo il tragitto lui si confidò con me, la sua ragazza lo aveva dovuto lasciare per trasferirsi.
Sapevo cosa si provava, mi ero dovuta separare dalla mia migliore amica.
Cercai di consigliarlo, e gli dissi che poteva contare su di me, ma non avrebbe dovuto dire a nessuno a scuola di quella ‘smielosa’ conversazione che avevamo appena avuto.
Lui mi disse di sì e scese dalla macchina, dirigendosi verso casa sua.
Io tornai a casa mia, che era deserta. Mio padre era a lavoro e Niall forse era uscito con qualche amico.
Non avevo nemmeno fame, da un giorno all’altro stava cambiando tutto. Io non potevo diventare di nuovo quella dolce e premurosa ragazza, mi ero creata uno scudo attorno a me, che non permetteva a nessuno di farmi soffrire.
Ma se invece, sarebbe veramente cambiato tutto? Avrei dovuto accettarlo nel bene e nel male?

                                     

-Spazio Autrice-
Salve Directioners! Premetto che questa è la mia prima storia che scrivo solo sui ragazzi, di solito ho incluso anche Miley Cyrus e altri cantanti, quindi diciamo che devo ancora abituarmi. Passando al capitolo!
che ne pensate della storia? In alcune battute ho pensato di mettere un po’ di sarcasmo, sperando di farvi ridere un po’. Ditemi se ci sono riuscita. LOL
Comunque, le vostre recensioni sono ben accette, negative e positive!
Io onestamente me ne aspetto di più negative, non so perché. Ma chissà se sarà così.
Se la storia avrà successo continuerò! ;). Ora la finisco di assillarvi e vi lascio.
Un bacio, Desi. C:

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Capitolo 2
*** zitta, stupida vocina lì dentro! ***


Senza nemmeno accorgermene presi sonno, ma uno di quei sonni proprio profondi.
Mi risvegliai sentendo un rumore che proveniva dall’altra stanza, forse Niall.
Ancora presa dal sonno guardai il cellulare. Le quattro e trenta. Merda, avevo dormito due ore.
Mi misi a sedere sul letto e con fatica cominciai a camminare, o meglio strisciare verso la camera al lato.
Come avevo intuito era Niall, ma con lui c’era anche un altro ragazzo.
Cazzo no, non lui. Con tutti i ragazzi che c’erano a scuola, perché proprio Harry si era dovuto portare a casa?!
Strabuzzai gli occhi, fortuna che non mi aveva ancora vista.
Poi mio fratello si girò, all’inizio mi sorrise come per dire ‘tranquilla, è tutto apposto’ ma poi si mise serio, vedendo che stavo guardando Harry malissimo.
“Ciao Ronnie, tutto bene?” domandò Harry alzandosi dal letto.
“Prima di vedere te dentro la mia casa stavo bene”
Stavo per andarmene ma lui venne a bloccarmi, prendendomi per il polso. Era una stretta dolce, non una di quelle violente.
“Ragazzi, ho dimenticato una cosa in macchina, vado a prenderla” disse Niall andando via.
Bastardo, sei il mio fratellino tanto amato ma questa me la paghi cara.
“Lasciami Harry, io non voglio più avere nulla a che fare con te” dissi.
“Abbiamo rotto dieci mesi fa, ho capito i miei errori.. e sono pronto a cambiare”
“Ma non diciamo cazzate. Tu sei e resterai sempre quel puttaniere di sempre” dissi io lasciando la sua presa.
Mi prese di nuovo, ma questa volta mi mise contro il muro. Le sue braccia facevano in modo che io non potessi muovermi.
Le nostre labbra erano distanti, stavo facendo per spingerlo via da me, ma lui cominciò a baciarmi, le nostre lingue si incontravano e giocavano tra di loro.
Lo spinsi via dopo pochi secondi. Ronnie cosa cazzo hai fatto? Perché lui stava lì a praticamente levarti le tonsille e tu non hai fatto nulla per levartelo di dosso?!
“Scusami.. il fatto è che mi manchi”
“Beh tu no, sto benissimo senza di te”
“Ma finiamola. Lo so che ti manco e muori dalla voglia di tornare con me” disse prendendomi per i fianchi.
“Finiscila tu! Dopo quello che hai fatto non voglio più vederti” dissi lasciando la presa e andando in soggiorno.
Lui questa volta si rassegnò e mi lasciò andare. Nel corridoio incontrai Niall.
Non lo guardai nemmeno. Lui e Harry avevano litigato quando ci lasciammo, perché ora erano tornati amici, e soprattutto perché mi aveva lasciata sola con lui?!
Tutto d’un tratto mi ricordai di un compito che il professore di Lettere ci aveva lasciato da svolgere a casa.
Ci avevano fatto comprare un libro prima che la scuola cominciasse, ogni settimana a casa, dovevamo leggere un capitolo.
Per come lo presi dalla biblioteca lo buttai sullo scaffale che c’era all’entrata, dove c’erano tutti i libri e lì era rimasto.
Ma quel compito dovevo farlo, papà mi aveva detto che voleva che lo rendessi fiero, e voleva che quest’anno almeno alla sufficienza ci arrivassi.
Mi calai per prendere il libro, nello scompartimento dove lo poggiai.
“Ronnie, scusa se dist..”
BOOM! Come feci per alzarmi, colpii uno scaffale con la testa e mi cadde un libro addosso.
“Harry, cosa accidenti vuoi?” dissi mettendomi composta e guardandolo malissimo.
“Niall.. vorrebbe sapere dov’è la cassetta degli attrezzi”
“E che ne so io! Sono cose da maschi, vedetevela voi”
Presi il libro e me ne andai in cucina. Prima di cominciare a leggere presi un succo dal frigo.
Mi accomodai nella sedia e aprii il libro.
Cominciai a leggere la prima riga e già mi ero stancata. Fanculo anche al libro e al professore.
Vedere Harry a casa mia, averlo baciato e poi quel libro in testa.. non mi migliorò l’umore.
Tornai in camera mia, cercando di non badare ad Harry che mentre passavo dal corridoio mi osservava.
Presi le prime cose che mi capitarono dall’armadio, mi vestii e uscii.
Magari andavo all’Hyde Park. Era il mio posto preferito.
Ci andavo quando ero triste o nervosa. Poi c’era anche una bellissima giornata di sole, non faceva molto caldo ma si stava bene.
Perfetto direi.
Per come arrivai mi misi a sedere sul prato, lasciandomi poi cadere sull’erba.
Chiusi gli occhi, cercavo di rilassarmi il più possibile ma proprio non ci riuscivo.
Qualcuno mi oscurò, mi si piazzò davanti.
“Chiunque tu sia, mi stai oscurando dal sole, cortesemente.. ti levi?” dissi ancora tenendo gli occhi chiusi.
Nessuna risposta, ma quel tizio era ancora lì.
“Insomma ti vuoooo..” dissi alzandomi di scatto.
Davanti a me c’era il professor Malik.
“Signorina Lee, cosa ci fa qui? Non dovrebbe essere a casa a fare i compiti che vi ho assegnato?” domandò lui.
Lo fissai un paio di secondi, da come era vestito stava a fare jogging.
“Ho.. ho finito!” bugia. Nemmeno sapevo che c’erano compiti di Inglese.
“Bene, allora dato che ha studiato domani la interrogo”
“Come vuole.” Risposi acida.
“Se non le dispiace, io vado, continuo la mia corsetta”.
Cazzo si che mi dispiace, resta e parliamo, conosciamoci.
“Ehm.. come vuole”
“Non mi sembri convinta. Conosci altre risposte oltre al ‘come vuole’?”
Alzai gli occhi al cielo e sbuffai, senza rispondere, perché onestamente non sapevo che cazzo rispondere e nemmeno avevo il coraggio di guardarlo negli occhi, mi ci sarei persa e avrei fatto la figura della scema.
“Il gatto ti ha mangiato la lingua?” insistette ancora lui.
Ma che gatto e gatto?! Sei tu che mi fai quest’effetto gran figone.
stupida voce lì nella mia testa taci.

Ti piaaace, dai diglielo.
Taci capra.
Perfetto, stavo cominciando a sclerare. Ora litigavo anche con il mio subconscio, lo avevo detto io che riprendere ad innamorarmi non mi avrebbe fatto bene.
Torna alla realtà, cazzo Ronnie!
“No, ero solo immersa nei miei pensieri.”
“Le va di fare una passeggiata? Potremo conoscerci meglio, magari in classe andremo anche più d’accordo” disse ancora.
“Certo, andiamo. Ma la prego professore, non mi dia del lei.”
“Sarà fatto Ronnie.” Disse.
Cominciammo a camminare per il sentiero che c’era all’interno del parco.
Mi sentivo leggermente in imbarazzo e penso che ero anche diventata tutta rossa, rossa come un peperone.
“Forse è inopportuno chiederlo, ma perché hai questo brutto comportamento a scuola? Fino a due anni fa il tuo rendimento era ottimo, è un peccato!”
“Sono successe cose in passato.. che hanno fatto in modo che il mio carattere diventasse così brutto. E mi piace fare la str.. comportarmi così. Almeno la gente non mi mette i piedi in testa, tutti mi rispettano e io non soffro”
“Ci sono altri modi per farsi rispettare dalle persone, non pensi?”
“Si ma questo è il più facile, quindi non scendo dalla piramide”
“Piramide? O meglio.. pensi alle classi sociali?”
“Pft, forse. Ma non facciamo questi ragionamenti ora, sono stanca eh..” mi squillò il telefono.
Non conoscevo il numero, ma risposi ugualmente.
“Ron, non ho finito di parlarti. Ne ho urgente bisogno”
Era Harry.
“Senti brutto.. ehm, Harry io non ho nulla da dirti quindi non ne vedo il motivo, ciao.” Bloccai la chiamata, non permettendogli di rispondere.
“Lui è il ragazzo che ti ha fatta soffrire?” domandò Malik.
“Si, ma non ho voglia di parlarne”
“Ok, scusa se te l’ho chiesto, comunque, ora devo andare.. ho un impegno” disse.
“Un impegno?” accidenti. Era fidanzato.
“Si, ho una riunione a scuola.. e tranquilla, non sto con nessuna.”
“Non.. non volevo saperlo insomma, nemmeno glielo chiesto.”
Ah! Volevi che te lo dicesse.
Zitta tu, non centri nulla.
“Te l’ho letto negli occhi” disse.
Mi salutò con un semplice ‘ciao’ e se ne andò. Restai un paio di minuti a fissarlo, fino a quando non lo vidi più.
è bellissimo, i suoi occhi mi incantano.
No cazzo, non è vero.
la sua voce è così dannatamente perfetta.
Non è vero, è solo uno stupido.. uno stupido non so cosa.
Accidenti, sto litigando ancora con me stessa. Cercai di far andare via tutti quei pensieri, ma con scarsi risultati, e tornai a casa.
Harry era ancora con Niall. Che paio di palle.
Entrai e andai in cucina a prendere qualcosa da mettere sotto i denti, loro erano lì ma feci finta di non vederli.
Harry si avvicinò a me ma lo scansai.
“Bimba.. vieni qui dai!” mi disse.
Mi girai e nel mentre elaborai ciò che mi aveva appena detto, o meglio, come mi aveva appena chiamata.
“Harry mettiti in quella sottospecie di cervello che hai che io non sono più la tua bimba!” urlai.
Niall si alzò e venne accanto a noi preoccupato.
Harry non rispose, disse solo a mio fratello che se ne stava andando, che si sarebbero visti il giorno dopo a scuola.
“Ei Ron, scusa se l’ho invitato a casa.. ma abbiamo fatto pace e poi io avevo bisogno di una mano per montare..”
“Niall, non mi interessa questo. A me interessa il fatto che tu mi hai lasciata sola con lui!”
“Ma.. mi ha detto quando soffre per te, quanto ti ama e quanto vorrebbe riaverti” disse.
“Mi dispiace, ma dì ad Harry che è troppo tardi ormai”
Girai i tacchi e andai in soggiorno, magari in tv c’era qualcosa di interessante.
Sei una stupida, ti stai innamorando e nemmeno te ne rendi conto.
Ma da dove sei uscita tu?! Fino a ieri non ti sei fatta mai sentire!
Oh si che c’ero.
Pft, è inutile.
“Ciao piccola mia! Scusami se ho fatto tardi, ma ho avuto problemi con alcuni professori, fare il collocatore docenti non è un’ottima cosa”
“Ma tranquillo papi, non fa nulla” dissi alzandomi.
Mi scoccò un bacio sulla guancia e poi raggiunse Niall in cucina.
Il resto della serata lo trascorsi con Niall e mio padre. C’era la partita di calcio, onestamente io ero più impegnata a stare su Twitter che a sentire a loro che urlavano ‘passa dai! Passa questa palla! E goaaal!”. 




-Spazio Autrice-
Salve mie care Directioners! Prima di tutto vi ringrazio per aver recensito il primo capitolo, è bello sapere che la storia vi piace! E poi ho anche visto che molti di voi hanno aggiunto la storia alle preferite, seguite e ricordate! Veramente, ve ne sono grata!
Comunque, oltre alla mia storia vi consiglio di leggerne un'altra, anche molto bella! Ecco a voi: You Stole My Heart c: 
Bene, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo e ci rivediamo presto! c; 
Un bacio, la vostra Desi. 

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Capitolo 3
*** ripassiamo insieme. ***


Quando, per grazia del Sacro Santo Signore quella partita di calcio finì, quei due rincoglioniti si andarono a coricare e io potevo finalmente guardare quello che mi pareva.
Rimasi fino all’una e mezza a parlare al telefono con Louis, e il che era strano. Fino ad alcune ore prima, o meglio stamattina io lo odiavo.
“Ma non mi dire.. hai una cotta per il professor Malik?!” disse lui ridendo. Pft, stronzo.
“Senti io non ho una cotta per lui, lo trovo carino”
“Diventi rossa, ti innervosisci, sudi.. ti stai innamorando ragazza!”
Ha ragione Louis, dagli ascolto.
E che cazzo, taci tu, non immischiarti.
“Louis non voglio crederci no, no! Non voglio innamorarmi per poi soffrire, no!”
“Vorrai restare tutta la vita da sola? Zitella in un appartamento di 20 mq, con 30 gatti che ti ronzano intorno tutto il tempo?”
“No. Magari l’appartamento lo prenderò di 50 mq, un po’ più grande. I gatti avranno bisogno di spazio”
“Sei una cogliona! –scoppiò a ridere.- Comunque è tardi. Vado a dormire e dovresti farlo anche tu! Domani mattina ci vediamo sull’autobus?”
“Si certo, a domani Lou!” dissi.
“Ciao Ron, buonanotte”
Bloccò la chiamata.
Spensi la tv, che come avrete potuto capire non la cagai di sbriciolo. Mi alzai strisciando i piedi dalla stanchezza e andandomene nel mio caldo lettuccio.

Drriiiin, Driiiin!
“Fanculo brutta sveglia che ogni mattina mi sveglia!” dissi spegnendola premendo un tasto a caso.
“Oh, cominciamo bene la giornata tesoro!” disse mio padre mentre passava dal corridoio.
“Ciao papà, buongiorno anche a te” risposi mentre ero seduta sul letto.
Mi alzai con molta fatica, maledicendomi di non essere andata a letto più presto la sera prima.
Secondo giorno di scuola, stessa vita, stessi vestiti. Dovevo fare compere, ero stanca di aprire quell’armadio e ritrovarmi sempre le solite cose.
“Buongiorno a tutti e due” dissi entrando in cucina.
“Ciao sorellina, dormito bene?”
“Si, fino a quando la sveglia non ha suonato.. ma dettagli.”
Mentre facevo colazione mio padre se ne andò, era già in ritardo.
Dopo pochi minuti anche io e Niall uscimmo e andammo verso la fermata del bus che passò poco dopo il nostro arrivo lì.
Entrai e dissi a Niall che non mi sarei messa accanto a lui. Mi misi a cercare Tomlinson, ecco. Lo trovai, era messo nel mezzo circondato dai suoi amici idioti.
Li lasciò perdere quando mi vide, e ci sedemmo insieme in due dei posti liberi.
“Buongiorno Ronnie, come hai cominciato la giornata?” disse scoccandomi un bacio sulla guancia.
“Ehm, bene si dai. Tu?”
“Decisamente bene. Ho anche parlato con la mia ex”
“O veramente? Che dice?”
“Che gli manco e che spera di tornare presto per qualche giorno”
Mi limitai a sorridergli.
Dopo 10 minuti arrivammo a quello che io chiamavo carcere, anche se tutti gli studenti usano quel termine per definirlo.
Io e Louis ci separammo, avevamo gli armadietti distanti l’uno dall’altra.
Arrivai fino al mio, e nel mentre mi guardavo intorno, per cercare di beccare Malik.
Lo cerchi vedi? Ti piace ammettilo.
Ah, ma mi lasci in pace?! Sparisci vocina fastidiosa.
Posai i libri che non mi servivano alle prime ore e presi quelli di matematica. Due ore, minchia ammazzatemi.
Andai in classe, e come sempre mi misi negli ultimi banchi, vicino alla finestra. Tanto per prendere aria e non restare a soffocare in mezzo a tutti quei numeri.
La professoressa entrò, si sistemò e poi cominciò a blaterare su argomenti a me del tutto sconosciuti.
Così mi rimmersi nei miei pensieri, pensieri strani e anche molto confusi.
La finestra era ancora aperta e io fissavo fuori, anche se non ero concentrata a guardare il ‘paesaggio’. Capirai, il parcheggio della scuola. Che paesaggio stupendo!
Stavo per prendere sonno quando sentii al mio orecchio uno strano rumore.
‘Bzzzz’
Minchia no, no, no, no! Un’ape! Mi facevo prendere dal panico quando le vedevo, e peggio ancora quando erano accanto a me.
Urlai e per cacciarla via caddi anche all’indietro con la sedia. Fottuti pensieri, fottuta ape.
La professoressa non credette al fatto dell’ape, secondo lei io stavo a scherzare e a fare la scema. ‘Come a sempre’ aveva detto.
Mi aveva mandata in presidenza. Pft, bene. Uscii dall’aula, il bidello mi guardò senza dir nulla.
Era un vecchio sordo, era lì da quando io facevo il primo liceo.
Cominciai  a procedere in avanti lungo il corridoio. Mentre camminavo venni presa per il braccio.
In ben che non si dica mi ritrovai in un ufficio.
Mi voltai e Malik stava chiudendo la porta della stanza. Mi guardai un paio di secondi intorno prima di passare a guardarlo di nuovo.
C’erano scatole ovunque, alcune sue foto sulla scrivania e anche i suoi registri. Era il suo nuovo ufficio.
“Ciao Ronnie. Buongiorno. Come mai sei fuori dalla classe?” domandò andando verso la scrivania.
“Sono.. ehm, la professoressa mi ha mandata in presidenza” dissi andandogli vicino.
“Ronnie, ma come dobbiamo fare con te? Possibile che non puoi stare tranquilla due soli minuti?!” disse lui guardandomi.
“Non è stata colpa mia, è stata l’ape che voleva pungermi” dissi facendo una voce da bimba, lui sembrava divertito.
“Ma quella brutta strega ovviamente non mi ha creduta” aggiunsi con voce seria.
“Se vuoi ti accompagno in presidenza, io ti credo.”
“Come mai tutto questo interesse per me?”
“Voglio solo che tu prenda la retta via, che non ti faccia sospendere al secondo giorno di scuola! Dai, andiamo” disse andando verso la porta.
Venne con me in presidenza e mi aiutò a spiegare alla preside tutta la situazione.
Le spiegai che la professoressa non mi aveva creduto, ma dopo alcune parole del Malik lei mi disse che mi credeva.
“Potrei tenermi un attimo la signorina Lee per farle un discorsetto?” domandò Malik.
“Certo che può, ma credo che per farla mettere a posto c’è bisogno di un miracolo” disse scherzando.
Ritornammo nell’ufficio di Zayn e mi fece accomodare nella poltroncina che c’era davanti alla scrivania.
“Ronnie, promettimi che tenterai di comportarti meglio. I docenti, quasi tutti i docenti, non parlano bene di te, e questo mi preoccupa”
“Ok, va bene. Lo farò.”
“E poi.. so benissimo che nemmeno hai studiato la grammatica che avevo lasciato per oggi, ieri non ti ho vista prendere appunti”
“Cazzo, ma lei legge nel pensiero? Comunque sì è vero, ieri le ho detto una bugia”
“Lo sapevo, le andrebbe di prendere alcune ripetizioni? La posso aiutare, alle tre quando finiscono tutte le lezioni ci ritroviamo in biblioteca. Sono libero”
Il che mi gustava, non avrei mai rifiutato. Io e lui, soli, in biblioteca, soli.
“Certo che mi andrebbe. Quindi ci vediamo lì?” dissi.
Lui annuii e io tornai in classe, ricordai della promessa che gli avevo fatto a quel figone. Dovevo comportarmi bene o avrei perso quel fottuto anno.

Durante l’ora di mensa mi trascinai Louis in cortile per raccontargli che mi sarei vista con il Malik al termine delle lezioni.
“Quindi.. buon divertimento” disse sghignazzando.
“Ma finiscila scemo!” dissi ridendo anche io e dandogli una piccola spinta.
“Si perché siccome le tue intenzioni sono quelle di studiare” disse ricambiando la spinta.
In Louis stavo veramente trovando un buon amico, lui mi capiva e mi consigliava, e ugualmente era per me nei suoi confronti.
Devo dire che stavo anche migliorando con la mia reputazione da ‘troia’ a scuola.
Non andavo con un ragazzo già da tre giorni, e per me era un passo gigantesco.
Forse poi cambiare non era così male, magari se mi circondavo con le persone giuste, non avrei sofferto, e Louis era una di quelle, cominciavo a volergli bene.
“Ei Lou, ti voglio bene” dissi.
“Tra poco piove” disse alzando gli occhi al cielo.
“Uhm?”
“Tu che mi dici ti voglio bene? Insomma, ora scoppia il diluvio!”
“Ma finiscila e approfittane! Non capita spesso di sentirmi dire a qualcuno una cosa del genere”
“Giusto e sai che ti dico? Anche io ti voglio bene, e sono felice di averti come amica” gli sorrisi e notai che ero praticamente in ritardo alla lezione di chimica.
Scappai e mi precipitai in classe. Mancava un’ora al mio incontro con Zayn in biblioteca.

Driiiiiiiiiiin.
Finalmente, quell’ora sembrava non finire più. Uscii dalla classe praticamente volando, e dopo essermi assicurata che tutti se ne fossero andati andai in biblioteca.
In pratica gli unici a scuola eravamo io e Malik, e c’era anche il bidello, ma come ho già detto quello è vecchio e sordo. Già tanto che non dorme sul lavoro.
“Ero convinto che non venissi” disse Zayn, sorpreso di vedermi entrare.
“Veramente? Wow.”
“Vabbè, ora eccoti. Vieni con me, andiamo lì sotto e aiutami a cercare un libro” mi ordinò.
Lo seguii e quando fummo alla fine dello scaffale ci mettemmo a cercare quel famoso libro, anche se avrei preferito attaccarmi a lui e cominciare a baciarlo.
Dopo averlo trovato, tornammo al tavolo che c’era dopo l’entrata, e ci sedemmo vicini.
Mentre spiegava non facevo altro che studiare, beh studiare le sue labbra, studiavo ogni loro movimento. Erano perfette.
Prendilo e bacialo ragazza, sento che anche lui ne ha voglia.
Stupida vocina, quando intervieni tutto va a puttane. Via, shoo!
“Allora, hai capito questa prima parte?”
Con un sorriso da ebete in faccia io annuii.
Lui cominciò a spiegare il secondo argomento, ma gli squillò il telefono. Fanculo.
“Si pronto?”
l’altro tipo parlò.
“Ora? È già pronta? Ma ora non posso venire a prenderla”
parlò ancora.
“Se non la prendo ora.. se ne parla domani. Ok arrivo” disse.
“Scusami Ronnie, devo andare dal meccanico e prendere la macchina” disse alzandosi dalla sedia.
Mi alzai anche io e gli andai vicino.
Ora o mai più Ron, dai.
“Scusami, devo scappare. Ma, ma se ti va.. stasera puoi venire a casa mia e ripassiamo in santa pace da me” disse.
“A casa sua? Ehm, ok.”
Scrisse l’indirizzo su un foglietto e me lo porse.
“Ecco a te, c’è anche il mio numero, fammi sapere prima se verrai, così preparo anche qualcosa da mangiare”
“Va bene” dissi prendendo il biglietto sorridendo.
Se ne andò e io restai per mettere le cose che avevo appena uscito di nuovo dentro la borsa.
Io. Il professor Malik. Soli. A Casa Sua. Quella. Sera. Interessante direi. 




-Spazio Autrice- 
Ei mie care lettrici! Oggi, o meglio, stamattina non avevo nulla di meglio da fare e così ho scritto anche il terzo capitolo. cc: 
Prima di tutto, vi ringrazio per aver continuato a mettere tra le seguite, preferite e ricordate la mia storia! 
Poooi, avete notato che ho fatto pubbicità ad una storia nell'altro spazio autrice? Bene, io accetto di far pubblicità a chiunque, basta che però sia ricambiata!!
Venendo al capitolo, che ne pensate? Fottuta ape.. HAHAHAHAHAH 
Un bacio, la vostra Desi. 

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Capitolo 4
*** ti aspetto a casa mia. ***


Rientro a casa, sono le cinque e mezzo.
L’autobus aveva portato ritardo e così arrivai tardi. L’indomani sarei andata a scuola in macchina, è ufficiale.
Niall era steso sul divano e guardare Grey’s Anatomy mangiando un pacco enorme di patatine.
“Ei sorellina. Come mai così tardi?”
“Mi sono fermata in biblioteca” dissi mettendomi accanto a lui.
“Perché mi guardi in quel modo? Lo fai sempre quando vuoi che ti faccia un favore”
“Grr, mi hai scoperta.” Feci una pausa.
“Senti, io questa sera ho un impegno, ma non dovrei averlo, cioè è difficile da spiegare. Papà non deve sapere che sono uscita con un tipo, saprà che sono in giro con delle amiche. Ma tu, ti prego tappati la bocca e stammi al gioco”
“Lo faccio solo se mi dici chi è il disgraziato che deve sopportarti”
“Non puoi farmi questo. Mi devi un favore, ti ricordo che per colpa tua Harry mi ha sbattuta al muro” dissi. Ah, fottuto.
“Questo è anche vero. Ma sono tuo fratello, ho il diritto di sapere con chi sei. No?”
“Se te lo dico ti incazzi di brutto, ma se proprio vuoi..”
“Dai, dimmelo.”
“Mi vedo con il professor Malik”
“Tu con chi ti vedi?!” domandò lui, quasi affogandosi con una patatina.
“Hai capito bene idiota. Ora che te l’ho detto, e ripeto, mi devi un favore, dovrai coprirmi”
“Lo faccio, ma sappi che non voglio responsabilità” disse serio.
“Ma che responsabilità, non succederà un accidente. Ora vado a prepararmi”
Andai in camera mia per decidere cosa indossare. Volevo essere molto elegante, ma non troppo volgare.
Buttai fuori dall’armadio tutti i vestiti che avevo, non riuscivo a trovare nulla. Stavo per impazzire.
Quando alla fine trovai un abbigliamento soddisfacente, non era molto il mio stile, ma non volevo nemmeno farmi vedere con tutto il culo di fuori per un primo chiamiamolo, appuntamento?
Stavo per fiondarmi dentro la doccia, quando ricordai che dovevo chiamarlo per dirgli che per me andava bene vederci. Lui ovviamente mi disse che andava bene.
Così riattaccai e andai a farmi quella doccia. Mi misi i vestiti, asciugai e piastrai i capelli, mi truccai e voilà, ero pronta.
Si erano fatte le sette e un quarto, era meglio andarmene. Fortuna che mio padre non era tornato, non avrebbe fatto domande.
Presi la macchina e con l’aiuto del navigatore mi incamminai verso casa di Malik.

Zayn Says.
Avevo appena finito di parlare con Ronnie che mi aveva detto che avrebbe cenato con me e poi cominciato a ripassare.
Se vi state chiedendo perché l’ho invitata a casa mia, non lo so nemmeno io.
Il fatto è che, oltre a voler veramente che lei recuperasse tutti quei brutti voti in grammatica inglese, mi faceva piacere passare del tempo con lei.
Non mi era mai successo con un’alunna, ma lei aveva qualcosa di speciale.
Da quanto si diceva in giro per i corridoi, era quella che stava con tutti.
E le voci, purtroppo, erano vere. Sapevo che era diventata così per colpa di Harry, un certo Harry Styles. Anche lui mio nuovo alunno.
Qualcosa mi spingeva a starle vicino, vedevo nei suoi occhi azzurro-verdi che era una ragazza dolce, che quel ghiaccio nel suo cuore si sarebbe sciolto.
E quel ghiaccio volevo farlo sciogliere io.
Nemmeno so per quale strano motivo mi stavo facendo quegli strani pensieri su di lei.
Mi fermai ancora un attimo a pensare. Non me n’ero ancora reso conto? Lei mi piaceva. Eccome. Ma lei era una mia alunna, io il suo professore.
Sapevo di piacerle, lo vedevo da come mi guardava.
Ma questa storia sarebbe andata in porto? Non lo so. Non ne ho la minima idea.
Ritornai alla realtà e cominciai a cucinare. Misi ad arrostire della carne e preparai un’insalata.
Non volevo fare un piatto da gran galà, sapevo, anzi immaginavo che la ragazza si accontentasse di poco.
Avevo preparato tutto, il tavolo, il soggiorno.
Erano le otto meno un quarto e sentii suonare al campanello.
Era lei.
“Calmati Zayn, vai ad aprirle e non farle capire nulla” mi dissi. Ma in realtà ero tutt’altro che calmo.

Ronnie Says.
Ero appena arrivata, avevo parcheggiato la macchina ed ero andata a suonare al campanello.
Mi venne ad aprire dopo alcuni secondi, mi sorrise e rimasi a fissarlo un po’.
“Buonasera Ronnie, entra. Fuori fa freddo” mi disse premuroso.
Sentivo l’odore di carne, vado pazza per la carne.
Mi aiutò a levarmi la giacca e la mise nell’attacca panni. Che gentleman pensai. Bene ora penso anche in Inglese.
Aveva preparato tutto alla perfezione.
Ci accomodammo a tavola e cenammo.
Dopo aver finito lo aiutai a lavare i piatti e ad asciugarli. Successivamente, ci mettemmo comodi sul divano del suo soggiorno.
“Allora Ronnie, ti va di conoscerci un po’?” domandò.
“Certo. Mi dica, cosa vuole sapere?” domandai io.
“Ti ho già detto di non darmi del lei, no? –sorrise.- Comunque, non so.. parlami della tua famiglia ad esempio”
“Ohw, non c’è molto da dire. Abito con mio fratello e mio padre, conoscerà Niall di certo. È un tipo biondino con gli occhi azzurri.
Poi beh, mio padre fa il collocatore ai docenti, per quanto riguarda mia mamma.. ci abbandonò quando io avevo solo 8 anni, non so il motivo, papà non me l’ha mai voluto dire”
“Ah, mi.. mi dispiace” disse avvicinandosi.
“Non fa nulla, ormai non ci faccio più nemmeno caso alla sua assenza”
“Capisco.. beh comunque, si conosco tuo fratello”
“Di lei, cioè.. di te cosa mi dici?”
“Sono un professore, vengo da una famiglia Pakistana, ho tre sorelle e sono cresciuto a Bradford”
“Ah, ecco il perché di questi tratti orientali” dissi sorridendo.
“Già.” Rispose sorridendo a sua volta.
Nella stanza calò il silenzio per un paio di minuti, ci limitavamo solo a guardarci ogni tanto a vicenda.
Diglielo accidenti, digli che ti piace.
Minchia, hai rotto tu. Sparisci e lasciami fare da sola.
Se ti lasciassi fare da sola, combineresti un sacco di guai, dai retta a me.
Sbuffai, cercando di mandar via quella stupida vocina della mia coscienza che mi stressava. Mi litigavo con me stessa, stavo dando di matto.
“Come mai sbuffi?”
“Ehm, nulla. Nulla di particolare”
Figura della scema.
Se non sparisci mi incazzo.
“Allora, passiamo alle ripetizioni, o restiamo qui a fissarci?”
“Direi che è meglio bac.. fare le ripetizioni”
“Come scusa?” domandò con un sorrisetto in faccia.
“Nulla, nulla. Studiamo dai” dissi. Le guance mi stavano andando a fuoco. Che vergogna.
Hai visto? Devi fare attenzione a quello che dici.
Tutta colpa tua, stupida vocina.
Si certo come no, dai la colpa a me ora.

Lui mi sorrise, non prese i libri e ne niente.
Mi mise da parte una ciocca di capelli e faceva per avvicinarsi sempre di più alle mie labbra.
Eravamo quasi sul punto di baciarci, quando mi squillò il telefono. Era Niall.
Che accidenti aveva combinato?
Risposi ed andai in cucina per parlare, mi voleva dire se tutto stava andando bene, cosa stavamo facendo e bla bla bla, ma tagliai quella conversazione il prima possibile e bloccai la chiamata.
Mi girai e a pochi passi da me c’era Zayn. Saltai in aria dallo spavento.
“Scusa, stavo per chiamarti, non avevo intenzione di spaventarti” disse.
“No tranquillo, non fa nulla” risposi sorridendo imbarazzata.
Tornammo in salotto per ripassare, ma dopo mezzoretta mi stancai e lo implorai di chiudere tutti quei dannati libri.
Siccome non ce la faceva più a sentirmi piagnucolare, mi accontentò e posò i libri.
Mi raggiunse sul divano di nuovo e accese la televisione. Davano qualche film horror, io amavo i film horror.
“Ron, nessuno a scuola deve sapere di questa nostra serata, ma non perché io me ne vergogni, affatto. Solo che.. io non dovrei mettermi con una mia alunna. Ok?”
“Certo, lo stesso per me. Io non potrei vedermi con un mio professore”
Ci mettemmo a guardare quel film, lui ogni tanto mi stringeva a se, perché pensava che avevo paura.
Sciocca, ti vuole solo tra le sue braccia.
Ah ecco, mi stavo preoccupando, mi chiedevo dove fossi finita.
Ti manco quando non ci sono, aww.
Ma taci e sparisci, stavo bene senza di te.


Non so come successe, ma entrambi finimmo per addormentarci abbracciati sul divano.
“Ronnie, svegliati sono le otto!” urlò Zayn alzandosi velocemente dal divano.
“Che vuol dire sono le otto?! Oddio faremo tardi a scuola, presto sbrighiamoci” dissi andando a prendere la mia borsa.
“Ei aspetta, io vado con la mia macchina e tu con la tua. Ci vediamo a terza ora e cerca di non farti mandare in presidenza.”
“Cercherò di farlo. Ci vediamo tra poco” dissi.
Uscii mordicchiandomi un po’ il labbro, e andando verso la mia macchina.
Misi in moto e alla velocità della luce mi fiondai a scuola.
Le lezioni quel giorno cominciavano alle 08:20. Io arrivai alle 08:10 per fortuna.
Incontrai Louis nel cortile, che mi domandò il perché del mio ritardo.
“Lou, ho bisogno di parlare con un amico. E ho solo te. Quindi in questi dieci minuti, ascoltami”
Gli raccontai della serata con il Malik, nel mentre lui non diceva nulla e il che mi preoccupava.
“Sei sicura di quello che stai facendo?” mi domandò quando finii di parlare.
“Lui mi piace Louis, come non mi è mai piaciuto nessuno. Sto cambiando per lui, sto diventando quella ragazza che ero qualche mese fa.”
“Beh, allora direi che potrebbe anche andare.. ma ricordati che lui è sempre un professore”
“E che fa? Nessuno a scuola lo saprà, nessuno a parte te ovvio, e poi.. non credo che stiamo insieme, per ora. Ora scappo, ti aggiorno su quello che succede”
“Ok bellissima, oggi ricordati che usciamo alle 11.35! Facciamo mezza!” mi urlò mentre mi allontanavo. Mi voltai per fargli segno dell’ok per poi tornare a correre verso la classe. 




-Spazio Autrice- 
Salve miei cari lettori!
Come ben sapete, prima di cominciare io vi ringrazio sempre per avere recensito, messo nelle preferite, ricordate e seguite la mia storia! Grazie davvero :')
Poooi, una piccola curiosità. Avete comprato Take Me Home?! Io sì, Lunedì. Da allora non faccio altro che ascoltarlo, la mia canzone preferita oltre a lwwy e little things è heart attack!
Parlando del capitolo, cosa ne pensate? So che tutti si aspettavano chissà che, un bacio.. a letto. Beh no, ancora mi sembra troppo presto. Mi dispiace avervi fatto illudere HAHAHAH 
In ogni caso, RECENSITE, RECENSITE, RECENSITE, RECENSITEEEE. *---*
Ci vediamo al prossimo capitolo.
Un bacio, Desi. 

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Capitolo 5
*** no harry, non ti perdono. ***


Quelle due ore di fisica non passavano più. Mi annoiavo, dovevo fare la santarellina ed era più forte di me, ma lo avevo promesso a Zayn.
Così poggiai la testa sul banco e chiusi gli occhi.
Perché Zayn stava per baciarmi, squillò il telefono, ma poi non riprovò ancora a baciarmi?
Forse si vergognava, no. Forse ci aveva ripensato. Boh. Forse non voleva farlo. Sì.
Mentre stavo a pensare mi vibrò il telefono in tasca. Era un numero sconosciuto, diceva: ‘ti aspetto nel bagno dei maschi, è urgente vieni’
Chi minchia è? Pensai.
Ero però curiosa, volevo vedere chi mi aveva scritto.
“Professoressa? Posso andare in bagno?”
“No.”
“Ma, ma è urgente” dissi con una vocina da cucciolo.
Alla fine mi mandò, così corsi verso il bagno dei maschi, fortuna che non c’era nessuno in giro e potevo entrare senza alcun problema.
Spalancai la porta, Harry era davanti a me.
“Non credevo venissi”
“Se sapevo che eri tu non venivo proprio”
“Ronnie quante volte dovrò chiederti scusa pur di farmi perdonare da te?”
“Puoi anche farlo ottomila due cento volte, ma io non ti perdono Harry. Io ti avevo dato il mio cuore, ti amavo e avrei fatto di tutto per te.
Eri il mio pensiero fisso, volevo passare anche il resto della mia vita con te, ma ovviamente hai mandato tutto a puttane. Per colpa tua non mi fido più di nessuno, sono diventata la troia della scuola, sono sempre in presidenza! Non era questo che volevo dalla vita, ora sto cercando di riprendermi, e non voglio te in mezzo alle palle”
“Queste parole mi feriscono..”
“Era quello che volevo fare. Farti soffrire, come tu hai fatto con me. Come ti ho detto ti ho dato il mio cuore, ma tu lo hai fatto rompere in diecimila pezzi, non posso più fidarmi di te”
Gli occhi gli diventarono lucidi, magari era veramente cambiato e mi amava ancora. Mi faceva star male vederlo in quelle condizioni, ma era più forte di me. Non potevo perdonarlo, non potevo più aver fiducia in lui.
Lo lasciai e me ne tornai in classe.
Dopo quell’altra ora avevamo una piccola pausa prima di Inglese.
Andai al mio armadietto e incontrai Niall.
“Ma cosa cazzo hai fatto ieri sera?! Ho dovuto inventare a papà che dormivi da un’amica!”
“Scusami Niall, ci siamo addormentati sul divano guardando un film..”
“Come è andata?”
“Prima che tu chiamassi eravamo vicinissimi sul punto di baciarci, poi quando sono ritornata con lui in soggiorno non si è più avvicinato”
“Ohw, mi dispiace. Conoscendoti lo farei cadere ai tuoi piedi in fretta” disse sghignazzando.
Mi sentii prendere per i fianchi da qualcuno. Mi girai e c’era Louis che sorrideva.
“Ciao Lou, non hai anche tu inglese adesso?”
“Si, solo che la mia professoressa sta male e quindi sono con te”
“Vi lascio, io ho chimica. Ciao ciao!” disse Niall.
“Allora andiamo, se no facciamo tardi”
Entrammo e Malik era già in classe a sistemare alcuni fogli. Quando mi vide mi sorrise, ma gli feci segno di non guardarmi o qualcuno avrebbe capito qualcosa.
Mi misi a sedere con Louis negli ultimi banchi, prima che cominciasse la lezione parlavamo, e devo dire che io non gli levavo gli occhi di dosso. A Zayn ovvio.
La lezione cominciò e Zayn cominciò a spiegare alla lavagna.
Quella forse fu l’unica volta dopo molto tempo che seguii una lezione.
Brava Ronnie, hai visto che sai fare la brava?
Prima che arrivassi tu ero concentrata, shut up.
Si come no, eri concentrata a guardargli il culo.
Ma sta zitta e vai a fanculo anche tu stupida vocina.
Sto impazzendo, parlo con me stessa. Litigo con me stessa. Ho bisogno di uno psicologo, ma se continuo così va a finire che lo psicologo mi strappa la laurea di davanti e va a coltivare patate.
Ricominciai a seguire la lezione, e alla fine quando suonò la campanella tutti si precipitarono fuori. Dissi a Louis di aspettarmi in cortile.
“Ei.. oggi ho visto che stavi attenta.” Disse Malik.
“Beh si, è strano”
“Già, ma è anche meglio così no?”
“Si direi.”
“Senti.. ieri sera sono stato bene con te, ti va di venire di nuovo a casa mia qualche volta?”
“Certo che mi andrebbe. Dimmi quando. Tanto non sono poi così impegnata, oltre a stare coricata tutto il tempo non faccia nulla”
Lui rise un po’ e calò lo sguardo osservando alcuni fogli che aveva tra le mani.
“Ti chiamo nel pomeriggio, ok?”
“Certo, allora aspetto una tua chiamata” dissi sorridendo.
Venne verso di me e mi scoccò un bacio sulla guancia, vicinissimo alla bocca.
Me ne andai sorridendo e raggiunsi Louis in cortile.
“Ei sorellina, io mangio da un amico. Tu che fai?” mi disse Niall vedendomi passare.
“Mangio a casa, ci vediamo dopo” risposi. Poi andai verso Louis.
“Sono sola a pranzo, ti va di farmi compagnia?” domandai.
“Certo, hai la macchina vero?”
“Si certo, è parcheggiata qua vicino. Andiamo” dissi.
Durante il tragitto raccontai a Louis di Harry, che stava cercando in tutti i modi di rimettersi con me.
“Che stronzo, dopo tutto quello che ti ha fatto ha il coraggio di chiederti scusa?”
“La stessa cosa che penso anche io. Non lo perdonerò questa volta, ha tradito la mia fiducia e tornare a fidarmi di lui sarebbe lo sbaglio più grande della mia vita”
“Hai ragione, ti consiglio di lasciarlo sbattere, è anche meglio”
Arrivammo a casa mia e insieme cucinammo pasta con la carbonara, andò a finire che sprecammo un sacco di posate, un sacco di piatti e un sacco di pentole.
In quella cucina non si capiva più nulla. Poi ci rimettemmo a sistemare e a lavare i piatti.
Louis, da gran coglione che era, cominciò a schizzarmi tutta l’acqua con il sapone addosso, era una provocazione. Vuoi la guerra Louis? Guerra sia.
Cominciammo a rincorrerci per tutta la cucina, fino a quando scivolammo per terra e cominciammo a ridere come due idioti.
“Ok, ok stop. Hai vinto tu” dissi tra una risata e l’altra.
“Bene, ora cominciamo a sistemarci” disse lui alzandosi e aiutando me.
Prendemmo alcuni strofinacci e cominciammo ad asciugare tutto.
Poi lavai per terra e sistemammo i piatti. Non potevo crederci, ma la cucina era tornata come nuova.
Appena finito, sentimmo entrare qualcuno. Pensavo mio padre, ma nnno, era Niall con Harry.
Rottura di coglioni.
L’unica cosa sensata che hai detto da quando sei qui a rompermi.
Louis lo guardò malissimo. Non si erano mai potuti vedere.
“Ciao Louis” disse Harry. Stronzo, oltre a provocare non sai fare un cazzo.
“Ciao Styles, tutto apposto?”
“Non potrebbe andare meglio”
“Louis andiamo in camera mia” dissi prendendolo per mano e portandolo via.
“È così antipatico! Un giorno di questi gli do un calcio e lo castro” dissi.
Louis cominciò a ridere per ciò che avevo appena detto.
“Se vuoi ti aiuto, mi farebbe piacere farlo” rispose. Stavolta scoppiammo a ridere entrambi.
Passai il resto del pomeriggio a parlare e a scherzare con lui.
“Wow non posso crederci. Fino a qualche giorno fa ci odiavamo, e ora guardaci. Come se nulla fosse siamo qui. Penso che tu stia diventando proprio la mia migliore amica” disse prendendomi per mano.
“Lo stesso vale per me Lou, è così bello sapere che c’è qualcuno pronto ad aiutarti.”
Lui si limitò a sorridermi.
Sentimmo bussare alla porta. Era Harry con il mio telefono in mano.
“Squillava e ho risposto, tieni, non so chi è” disse seccato.
“Brutto stronzo non permetterti più a toccare il mio telefono!” gli urlai.
Gli chiusi la porta in faccia e misi il telefono all’orecchio.
“Ciao Ronnie, sempre gentile con gli altri” disse Zayn ridendo.
“Pft, con Harry? Non sarò mai gentile”
“Capisco. Cosa facciamo stasera? Usciamo a fare una passeggiata, o vieni di nuovo a casa mia?”
“Mio padre vorrebbe che ceniamo tutti insieme, quindi opterei per la passeggiata dopo cena!”
“Ok, allora ti passo a prendere con la macchina e andiamo al parco?”
“Certo, sai dove sto?”
“No, dovresti dirmelo. Se no posso andarci ad intuito se vuoi!” disse ridendo ancora.
“Beh.. se vuoi. Comunque sto a Chelsea, conosci questo quartiere?”
“Si certo. Vengo da te alle nove, ciao” disse bloccando la chiamata.
Louis mi sorrideva malizioso.
“Ma cosa c’è?! Usciamo per una semplice passeggiata..”
“Vi siete già baciati?”
“Ancora no. Ma non voglio baciarlo io, deve farlo lui”
“E mi sembra anche giusto. Comunque, sono le cinque e devo andarmene. Ci vediamo domani a scuola” disse scoccandomi un bacio sulla guancia.
Andò via da solo, io restai in camera per vedere cosa indossare.

Harry says.
Avevo appena portato il telefono a Ronnie, era andata su tutte le furie quando aveva saputo che avevo risposto al posto suo.
Mi aveva anche sbattuto la porta in faccia. Quasi non mi colpiva dritto sul naso.
E cosa ancora peggiore, era con Louis. Soli, nella sua stanza sul letto.
Ero geloso, la volevo solo per me. Ma da quello che mi aveva detto stamattina non ne voleva sapere più nulla, ma sarebbe stata mia.

Ronnie says.  
Mio padre era rientrato da poco in casa, Harry per grazia divina se n’era già andato da un’ora.
Io avevo cominciato a cucinare, e cercai di fare il più in fretta possibile.
“Ron, come mai tutta questa fretta?” domandò mio padre.
“Direi che devo uscire stasera, ma resterò con voi per cena”
“Ma si può sapere dove vai sempre? Ormai la sera in casa non ci stai più!”
“Esco e basta. Non ho voglia di starmene in casa”
Lui non rispose, si limitò solo a tirare un lungo sospiro.
Ci mettemmo a tavola, mio padre cercò in tutti i modi possibili e immaginari di strapparmi dalla bocca il nome del tizio con cui dovevo uscire.
Niall per fortuna si intromise e cambiò discorso.
“Allora papà, cosa hai fatto oggi in ufficio?”
“Nulla di interessante. È venuto un professore di Inglese della vostra scuola, per chiedermi il trasferimento fisso qui. A quanto pare non vuole andarsene il prossimo anno.”
Strabuzzai gli occhi. Era Zayn?
“Oh, e chi era? Magari lo conosciamo.” Dissi cercando di non far capire che la cosa mi interessante.
“Si chiama Zayn Malik mi pare. A quanto ne so è un tipo molto esigente e severo”
“Capisco. Forse l’ho sentito nominare, sai non conosco tutti” dissi facendo la scema.
Alle otto e mezza finimmo e cominciai a lavare velocemente i patti, mi diedi un ultimo ritocco al trucco e alle nove in puntò uscii di casa.
Stava arrivando una porche nera, vidi che era lui.
Salii in macchina e gli dissi di andar via subito, era meglio che mio padre non mi vedeva.
“Allora.. mio padre ci ha parlato a tavola del fatto che tu hai chiesto il trasferimento fisso qui..”
“Ah si, volevo aspettare di arrivare al parco per dirtelo..”
“Io ho fatto finta di non conoscerti ovviamente.”
Arrivammo al parco e lui parcheggiò la macchina.
Quella sera faceva freddo, menomale che mi ero vestita pesante.
Cominciammo a camminare e piano piano mi prese per mano.
Mi girai e lo fissai, gli sorrisi e lui ricambiò. 




-Spaaazio autrice- 
Buongiorno a tutte mie carissime lettrici! 
Ho visto con molto piacere che la storia vi sta piancendo, molti la recensiscono e la mettono tra le seguite, preferite e ricordate! Vi ringrazio in ogni capitolo e non smetterò mai di farlo!
Comunque, siete curiose di vedere che tipa è Ronnie? Beh, ecco qui!
Poooi, parliamo di un'altra cosa. Oggi è il compleanno di una donna meravigliosa, eee sapete chi è?! Ma ovvio, Miley Cyrus. jfcniudh. Quante Smilers ci sono in giro?!
Parliamo del capitolo, che ne pensate? A me fa molto ridere la parte dello psicologo che va a coltivare le patate HAHAHAAH c':
Secondo voooi, cosa succederà con quei due? Si baceranno? Non si bacerrano? Booh. *RECENSITE, RECENSITE, RECENSITEEE* 
Un bacio, Desi. 

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Capitolo 6
*** domani sera. ***


Cominciammo a passeggiare lungo uno dei viali del parco.
“Ronnie, potrei farti una domanda?”
“Si certo, chiedimi tutto quello che vuoi”
“Cosa è successo con Harry? So che sei cambiata così tanto per colpa sua” disse.
“Beh ecco, stavamo insieme fino a qualche mese fa.. poi ho scoperto che se ne andava con tutte e così l’ho lasciato, e ho smesso di fidarmi della gente!”
“Quindi non ti fidi di me?” rispose ridendo un po’.
“Ecco, con te è diverso. Tu, tu mi capisci.. tu mi piaci” dissi fermandomi.
Lui mi sorrise e mi abbracciò forte. Perché non mi rispondeva?! Perché non mi diceva ‘anche tu mi piaci?’.
Forse non provava lo stesso sentimento per me, forse mi vedeva solo come una sua alunna, un’alunna che voleva aiutare ad andare meglio a scuola e ad essere più rispettosa nei confronti degli altri, ecco.
Sciolse quell’abbraccio e mi fissò un paio di secondi sorridendo.

Zayn says.
Mi aveva appena detto che le piacevo, anche se già lo sapevo. Mi aveva fatto capire che se stava cambiando lo stava facendo per me.
Provo qualcosa verso di lei che non è semplice amicizia, vorrei averla mia, ma come uno stupido mi sono solo soffermato ad abbracciarla. Avrei dovuto baciarla, magari lo avrei fatto quando la accompagnavo a casa.
Quando sciolsi quell’abbraccio vidi nei suoi occhi delusione, era sicuro che si aspettava che la baciassi.
Mi limitai a sorridere, non capendo il perché non mi buttavo a baciarla.
Le ripresi la mano e ricominciammo a camminare.
“Ritornando a parlare di Harry, è stato uno stronzo con te.. vorrei tanto poter fare qualcosa” le dissi.
“Comincia con abbassargli i voti e interrogalo sempre, è negato in grammatica”
“Lo farò tesoro, nessuno può trattarti male.”
Mi fermai ancora una volta, le poggiai le mani sui fianchi e cominciai a sorriderle.
“Veramente mi hai chiamata tesoro?” domandò.
“Si, perché?”
“No.. cioè, nulla” disse imbarazzata.
Calò lo sguardo, no accidenti, volevo perdermi nei suoi occhi, così con il dito gli rialzai il viso.
“Che fai? Ti nascondi?”
Rise un po’. Era ancora più bella quando rideva.
“Zayn, io.. non so come ringraziarti per quello che stai facendo per me”
“Non c’è bisogno che tu lo faccia. Quello che sto facendo per te lo sto facendo con il cuore”.
Dopo le mie parole i suoi occhi diventarono lucidi e sorrise. Si buttò tra le mie braccia e la abbracciai forte, come non avevo mai fatto con nessun’altra.
Mentre eravamo lì a stringerci a vicenda, improvvisamente cominciò a piovere.

Ronnie Says.
Mi ritrovavo tra le sue braccia forti, che mi stringevano al suo caldo corpo.
Avrei tanto voluto baciarlo, averlo mio. Ma non volevo fare passi più lunghi della mia gamba.
Mentre ci abbracciavamo cominciò a piovere, piovere fortissimo.
Cosa naturale a Londra, a che c’è una bellissima notte con le stelle a che scoppia il diluvio universale.
Zayn cominciò a ridere e mi prese per mano, cominciammo a correre verso la sua macchina.
Quando arrivammo ci buttammo tutti e due dentro velocemente, eravamo tutti bagnati.
Continuavamo a ridere come matti, guardandoci a vicenda tutti zuppi d’acqua.
“Oddio, per stasera direi che ho già fatto la doccia” dissi ridendo ancora.
“Stessa cosa vale per me! Mamma mia, non mi era mai successo”
“C’è sempre una prima volta, giusto?”
Lui annuii, sorridendo.
“Direi che.. dovremo tornare a casa” disse lui mettendosi seduto bene.
Ma no, stiamocene anche in macchina, basta che stiamo insieme.
Un’altra cosa sensata! Wow, sto cominciando a preoccuparmi.
Taci e pensa a cosa dirgli per stare ancora un po’ insieme.
“Peccato che siamo tutti bagnati, avremo potuto stare insieme ancora un po’.” Dissi.
“Già, però se restiamo qui così ci becchiamo una brutta febbre entrambi.. non pensi?”
“Purtroppo è vero, dai.. andiamo”
Aveva ragione, non potevo permettermi di prendere l’influenza. Così ritornammo a casa mia.
“Ronnie, domani sera vieni a casa mia. Ok?”
“Mi farebbe molto piacere..” risposi.
“Va bene.. non vedo l’ora che si faccia domani sera in questo caso”
Gli sorrisi e mi avvicinai per dargli un bacio sulla guancia. Lui invece di farselo dare sulla guancia si girò, e senza nemmeno accorgermene ci stavamo baciando sulle labbra.
Mise le sue mani sul mio viso, e con l’altro braccio mi fece segno di mettermi seduta su lui, mentre continuavamo a baciarci.
Così mi misi a cavalcioni su di lui, mise le sue mani dietro la schiena, mentre le nostre lingue si toccavano.
Ero al settimo cielo, avevo immaginato su come baciava, ma non immaginavo che fosse così bravo a farlo.
“Ronnie, vieni con me” mi disse tra un bacio e l’altro.
“Zayn non posso, mio padre mi uccide” risposi staccandomi da lui.
Poggiai la mia fronte sulla sua e notai che stava sorridendo.
“Non devi stare tutta la notte. Solo un paio di ore, per l’una sarai a casa”
Vidi accendere la luce del soggiorno, era mio padre, cazzo avrebbe potuto vederci lì dentro la macchina.
Ripassai al lato del passeggiero e presi Zayn per mano.
“Domani sera sarò da te, te lo prometto”
“Come ti ho già detto, non vedo l’ora che si faccia domani sera”
Gli sorrisi, e prima di andarmene mi stampò un altro bacio sulle labbra.
Me ne rientrai a casa, aveva smesso di piovere.
“Ei Ron! Sei fradicia, dove sei stata?!” domandò mio padre vedendomi tutta bagnata.
“Al parco, ero lì quando ha cominciato a piovere”
“Va subito a metterti qualcosa di asciutto se non vuoi che ti venga qualcosa”
“Ma no papi, mi vado a mettere a letto così, tu che ne pensi?”



Il mattino seguente mi svegliai di buon umore, e lo capì per il semplice fatto che non mandai a fanculo la sveglia.
Non succedeva da tanto, di solito ero sempre scazzata al massimo e non mi si poteva dire nemmeno ‘ciao’.
Mi alzai, mi levai il pigiama e mi vestii in fretta.
Poi andai in cucina, dove c’erano Niall e Harry che facevano colazione.
“Buongiorno anche a te” disse Harry, quando capì che non lo avrei mai salutato.
“Oh, ciao Niall! Dormito bene?” dissi ignorando a quell’altro.
Sentii squillare il mio telefono, era Louis.
“Esci fuori, sono qui con la macchina, oggi facciamo colazione insieme!”
Gli dissi che andavo subito e staccai.
“Ei cucciola, dormito bene?” disse Lou mentre gli davo un bacio sulla guancia.
“Yeeep, ora andiamo che il mio stomaco fa jfhxdsuih”
Lui scoppiò a ridere e ci incamminammo verso un bar lì vicino.
Parcheggiò la macchina il più vicino possibile ed andammo a fare colazione con i cornetti al cioccolato e il cappuccino.
“Louis.. ieri sera Zayn mi ha baciata” dissi dando un morso al cornetto.
“Oddio, ma che mi dici?”
“Si, quando eravamo in macchina, lui mi aveva appena accompagnata a casa, poi mi ha anche chiesto di andare da lui, ma non ho potuto.. vado stasera”
“Mi raccomando, fai la brava!” disse ridendo.
“Io fare la brava? Pft, bella questa” dissi. Scoppiammo a ridere tutti e due.
Erano già le otto meno un quarto quando ci incamminammo per la scuola.
Louis parcheggiò la macchina e ci andammo insieme verso l’entrata.
Lì c’era il Malik che parlava con altri professori, cercò di non fissarmi più di tanto, ma a quanto pare era difficile farlo.
“Buongiorno signorina Lee” mi disse quando passai.
“Buongiorno anche a lei professore” sorrisi ed entrai con Louis.
“Già, fate proprio finta di nulla, da come vi sorridevate.. chi non voleva capire ha capito tutto!”
“Oh Louis è più forte di me! Sai quanto vorrei correre da lui adesso?!”
“Ei frena ragazza, non molestare il prof davanti a tutti” disse Lou ridendo.
Ci dividemmo per andare ognuno ai propri armadietti.
La prima ora avevo letteratura, salvatemi.
Quando entrai in classe, tutti i miei compagni erano a parlare tra di loro.
C’era anche quel tipo, Liam, era seduto nel banco a giocherellare con il telefono.
“Ciao Liam, ti ricordi di me? Sono Ronnie!”
“Ciao Ronnie, tutto apposto?”
“Si certo, ti andrebbe di metterti accanto a me? Non voglio che tu stia solo” gli dissi.
Lui si alzò e ci mettemmo verso gli ultimi banchi, e se volete saperlo, sì gli ultimi banchi erano riservati sempre a me e i miei compagni lo sapevano benissimo.
Quando quell’ora finì, non vedevo l’ora di vedere Zayn varcare quella porta.
Erano passati 5 minuti, ma ancora non si vedeva.
“Ei Ronnie, che fa? Hai smesso di fare la troia qui a scuola?!” mi urlò un mio compagno.
Mi girai e lo guardai malissimo. È vero che fino a poco tempo fa andavo con tutti, ma sentirmelo urlare in faccia mi dava fastidio.
“Wood! –era il suo cognome, stupido direi-. Sei un fottuto bastardo!” dissi cominciando a rincorrerlo per tutta la classe.
“Forse sono l’unico che manca nella tua lista, allora che facciamo stanotte bellissima?!” continuava a provocarmi, nonostante lo stessi inseguendo.
“Se ti prendo ti do un calcio, non ti dico dove mai immaginatelo!”
“Si certo, voglio proprio vedere Lee, o dovrei dire miss. Troietta?”
Eh no cazzo, ora era troppo. Mi fermai un paio di secondi e andai verso il suo banco, prendendo la sua borsa a tracollo della Easpak.
“Ronnie molla la mia borsa!” urlò venendomi incontro.
Io andai verso la finestra e la buttai giù. Così ti impari brutto stronzo!
Tutti i miei compagni si erano messi a ridere, vedendo Wood catapultarsi dalla finestra, io lo guardai ridendo.
Ma tutti smisero di ridere per non so quale strano motivo.
Mi girai e alle mie spalle c’era Zayn.
Diventai di diecimila colori diversi in faccia, verde, giallo, rosso, viola, blu.
In quel momento vedevo solo quanto male mi stesse guardando, forse più che male deluso.
“Signorina Lee, subito con me nel mio ufficio. E lei Wood, rientri immediatamente in classe!” disse furioso.
Lo seguii e quando arrivammo chiuse la porta.
“Ronnie, cosa hai combinato?! Non me lo aspettavo da te!” mi urlò.
“Zayn lasciami spiegare, devi sapere come sono andate le cose! Non gli ho mica buttato lo zaino dalla finestra per divertimento!”
Mi guardò serio e poi si mise seduto sulla scrivania.
“Jackson mi aveva chiamata troia, ha cominciato ad importunarmi. Che dovevo fare? Starmene lì a guardarlo!?” dissi andandogli vicino.
Lui non mi rispose, solo che dopo aver sentito pronunciarmi quella frase passò a guardarmi dolcemente. Come per dirmi ‘scusa, se l’avessi saputo non ti avrei sgridata’.
Scese dalla scrivania e mi abbracciò forte.
“Scusami Ronnie, scusami se mi sono arrabbiato. Wood se la vedrà con me, torniamo in classe.” Disse sciogliendo l’abbraccio.




-Spazio Autrice- 
Buonasera a tutti!
Grazie come sempre per aver recensito lo scorso capitolo e aver aggiunto la storia alle preferite, ricordate e seguite!
Scusate se ho aggiornato così tardi oggi, ma sono stata tutto il tempo in giro per centri commerciali e sono tornata ora a casa.
Domani non penso di poter aggiornare, o forse sì, non lo so. E' il mio compleanno e la mia famiglia sta organizzando un big day, ma io vorrei tanto starmene a letto sotto le coperte e guardare semplicemente un film.. ma pazienza!
Venendo al capitolo! Eeeeccolo qui il bacio tanto atteso! Allora, che ve ne pare?! 
RECENSITE, RECENSITE, RECENSITEEE. 

Un bacio, Desi.
 

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Capitolo 7
*** dimmi che è amore. ***


Stavamo camminando lungo il corridoio che ci avrebbe portato alla classe, non si sentiva far casino, ed era strano, di solito quando un prof si assentava scoppiava la terza guerra mondiale.
Tutti erano in silenzio, nessuno fiatava, a maggior ragione Wood che giocherellava con le mani.
Tornai a sedermi accanto a Liam.
“Allora Jackson, a cosa era dovuto quel complimento fatto alla tua compagnia?” disse Zayn piazzandosi davanti al suo banco.
“Io stavo solamente scherzando, non ero serio”
“Bene, dato che ha scherzato abbastanza qui a scuola a casa invece di fare lo scemo nel pomeriggio farà 6 esercizi in più”
“Ma professore! Non è giusto”
“Non è giusto quello che hai fatto tu.”
Jackson non fiatò più, e Zayn tornò alla cattedra e prese il libro cominciando a spiegare.
Dopo una mezzoretta Liam mi passò un bigliettino.
“Come va? Spero meglio, Wood è stato un idiota”
"Tutto apposto, mi fa piacere che dovrà lavorare più degli altri." risposi scrivendo dietro al fogliettino.
Lui sghignazzò senza farsi vedere dal Malik, e posò il bigliettino nell’astuccio.
Quell’ora passò in fretta, fu la seconda volta che stesi attenta.
Come al solito, feci uscire tutti e poi mi fermai un paio di secondi da Zayn.
“A che ora esci oggi?” domandai.
“Alle quattro e mezza. Tu?”
“Un’ora prima. Allora.. per stasera come ci mettiamo d’accordo?”
“Vieni da me alle otto? Avevo pensato di ordinare una pizza”
“Per me va benissimo, ci vediamo stasera allora”
Zayn venne verso di me e mi scoccò un bacio sulle labbra.
“Dai non ora! Potrebbero vederci..”
“Scusa è che non riesco a starti lontano..”
Gli sorrisi e andai in mensa da Louis che mi aspettava.
“Cosa c’è da mangiare?” domandai guardando un qualcosa di strano nel suo vassoio.
“Non ho idea di cosa sia, l’unica cosa commestibile è questo budino.. tieni, ne ho preso uno anche per te”
Mi misi a sedere accanto a lui e cominciai a mangiare. Quel coso al cioccolato era veramente buono, non avevo mai mangiato qualcosa di commestibile lì.
“Ei ragazzi, possiamo sederci qui con voi?” domandò Niall venendo con Harry.
“Certo che potete” disse Louis.
“Stasera c’è una festa a casa mia, vi va di venire?” domandò Harry.
“Ho.. ho un altro impegno” dissi.
“E quale sarebbe il tuo impegno?” domandò Louis.
“Ma come amore? Te ne sei scordato? Dobbiamo uscire insieme!” risposi. Lui strabuzzò gli occhi.
Speravo solo che mi stesse al gioco. Per fortuna lo capì.
“Ah, è vero cucciola.. scusaci Harry, abbiamo di meglio da fare” disse prendendomi per mano.
Lui ci fulminò con lo sguardo, mentre Niall rideva di nascosto, aveva immaginato tutto.
“Ragazzi cosa avete alla prossima ora?” domandai.
“Penso che abbiamo tutti e tre chimica, giusto?”
Louis e Harry annuirono.
“Tu Ronnie, che materia hai?” domandò Harry.
“Ho educazione fisica, mi secca troppo andare in palestra. Mi sa che salto l’ora. Vado a prendere un libro in biblioteca e vado in cortile a leggere”
“Oh, fai come vuoi” disse Niall.
Il mio sguardo si posò sull’uscita della mensa, dove vidi Liam uscirsene da solo.
“Ragazzi, scusatemi. Devo andare, ci vediamo all’uscita..”
Mi alzai e andai incontro a Liam.
“Ei Liam! Aspetta”
“Ciao Ronnie! Come mai qui?” domandò il ragazzo.
“Ti ho visto uscire da solo, ho pensato di farti compagnia”
“Ohw, grazie. Ho un’ora buca, sto andando in biblioteca, ti va di venire con me?”
“Ah wow, anche io devo andarci.. esco alle tre e mezzo ma salto l’ultima ora”
Insieme andammo a scegliere un libro da leggere, alla fine lui scelse ‘le parole che non ti ho detto’ e io ‘l’ultima canzone’.
Parlammo un po’ nelle scale della scuola, all’entrata.
Liam veniva da Wolverhampton, si era trasferito qui perché avevano dato il trasferimento al padre. Mi aveva detto che lavoro faceva, ma lo avevo già scordato.
“E cosa mi dici di te, Ron?”
“Su di me non c’è molto da dire sai.. sto con mio padre e mio fratello, mia mamma, beh di lei non so molto”
“Ah capisco. Sai.. sento che diventeremo ottimi amici” disse il ragazzo mettendomi una mano sul ginocchio.
“Già, anche io lo sento. Ora però se non ti dispiace, andrei sotto qualche albero, dove i professori non mi possano vedere a leggere questo!” dissi.
“Ah si certo, io entro dentro. Ci vediamo domani Ronnie”
Lo salutai e andai a cercare un posto tranquillo con cui stare, possibilmente sola.
Aprii il libro quando mi misi comoda seduta sotto una quercia lì nel cortile dietro alla scuola.
Più che leggere avevo la testa piena dai pensieri. Non mi ero ancora soffermata sul fatto che mi ero baciata con Zayn.
Il modo in cui eravamo messi la sera prima in macchina, come mi aveva baciata e difesa oggi.. amavo tutto di quell’uomo.
Cercai di tornare alla realtà e cominciai a leggere.
Ero già arrivata a pagina 40, quando mi sentii mettere una mano sulla spalla da qualcuno.
Mi girai, Harry.
“Minchia ma sei uno stalker o cosa?!”
“Voglio solo passare del tempo con te” disse sedendosi.
“Beh, io no. E non ti ho nemmeno invitato a sederti, quindi dileguati”
“Sai Ronnie, questo è un luogo pubblico, non puoi cacciarmi via!”
“Allora me ne vado io”
Feci per alzarmi ma lui mi bloccò.
“Ma mi vuoi lasciare in pace cazzo? Capisci che non voglio più avere nulla a che fare con te? Perché non la finisci di rompere a me e vai a trovarti un’altra da scoparti per una notte e poi lasciarla?! Eh?” gli urlai.
Lui mi guardò un paio di secondi con gli occhi lucidi e poi si alzò mettendosi di fronte a me.
“Ti lascerò in pace se è questo quello che vuoi. Voglio solo farti sapere che sono cambiato, non sono più il puttaniere di prima. Sappi che la mia porta è sempre aperta per te.. Ciao Ronnie”
Se ne andò via mettendo le mani nelle tasche. Un po’ mi fece tenerezza, ma no, non potevo perdonarlo, se avessi potuto gli avrei dato un calcio in culo in quel momento per tutto quello che mi aveva fatto passare.
Mi rimisi a sedere e continuai a leggere. Arrivai a pagina 89 e la campanella suonò.
Mi diressi verso la macchina di Louis ad aspettarlo, dato che io ero venuta con lui e la macchina non c’è l’avevo.
“Ei Ronnie, ti accompagno a casa?”
“Si, grazie..”
“Cosa succede piccola? Perché quella faccia?”
“Quale faccia? Nessuno faccia Louis, sto bene” dissi sorridendo.

Ero appena uscita dalla doccia, mi ero avvolta il telo attorno al corpo. Andai in camera mia a decidere cosa indossare per andare a casa di Zayn.
Optai per un maglioncino di cotone, una giacchetta e un paio di jeans semplici.
Misi le mie amate converse e poi preparai la borsa con il borsellino, il telefono e tutto il resto che le donne mettono nella propria borsa, insomma voi donne potete capirmi!
Presi le chiavi della macchina e mi incamminai verso casa di Zayn.

Zayn says.
Erano già le otto e dieci e Ronnie non spuntava, stavo già cominciando a preoccuparmi. E se non sarebbe venuta? No, non penso.
Cominciai a fare su e giù per la cucina, continuando a fissare l’orologio.
Le otto e un quarto. Se non veniva per cinque minuti la chiamavo.
Din-Don.
Ecco cazzo, era lei. Calmati Zayn, mantieni la calma!
Andai ad aprire, eccola lì davanti ai miei occhi. Bella come sempre, mi fissava con quei suoi occhi, quei due occhi azzurri come il mare.
Ogni volta che li guardavo mi ci perdevo.
“Mi fai entrare, o resto fuori tutta la sera?” domandò la ragazza ridendo.
“Ehm sì, entra pure”
Le levai il cappotto da gentiluomo che ero e la invitai ad entrare in soggiorno e a sedersi sul divano con me.
“Ordiniamo le pizze, o non hai ancora fame?” le domandai.
“Direi di ordinarle, poi magari si fa tardi”
Andai a prendere il telefono in cucina e chiamai alla pizzeria.

Ronnie Says.
Quando finimmo di cenare si erano già fatte le nove, così ci mettemmo sul divano a guardare un film romantico.
Lui voleva vederne uno d’azione, ma alla fine lo avevo convinto.
Dopo 30 minuti mise il film in pausa.
“Vado a bere un attimo, vieni con me?” mi domandò.
Io annuii e mi alzai dal divano con lui.
“Ti stai annoiando, vero?”
“Solo un pochino, ma l’importante è stare insieme.. no?”
Mi avvicinai a lui e lo baciai dolcemente. Mise le sue mani sui miei fianchi e io le braccia sul suo collo.
Mi baciava con foga, con passione. Mai nessuno lo aveva fatto.
Feci un piccolo saltino e mi aggrappai con le gambe alla sua vita, lui andò fino in camera da letto e mi stese sul letto, continuando a baciarmi.
Sembrava proprio che non volesse staccarsi da me.
Cominciò a scendere verso il collo, lasciandomi un succhiotto sotto l’orecchio.
“Il film è ancora messo in pausa..” dissi per scherzare.
“Ma fottitene, e pensa a quello che faremo tra poco” disse continuando a baciarmi.
Risi un po’ e poi gli levai la maglietta, lui la levò a me.

Zayn says.
La stavo baciando lungo il collo, la sentivo già gemere.
Quando ad un certo punto mi disse: “Il film è messo ancora in pausa”
Ma dai, ma che cazzo vai a pensare al film?
Beh ovviamente scherzava, lo so. LOL
“Ma fottitene, e pensa a quello che faremo tra poco” risposi sorridendo malizioso e continuando a baciarla.
Le levai la maglia e lei la levò a me. Velocemente le slacciai il reggiseno, lentamente entrambi ci spogliammo. O meglio, l’una spogliava l’altro.
Quando fummo praticamente nudi, mi poggiai lentamente su di lei, cercando di non farle troppo peso.
Entrai in lei e la sentii gemere. Continuai fino a quando entrambi non arrivammo all’orgasmo.
Mi buttai nel letto accanto a lei, ancora con il fiatone.
“Ei Zayn..” disse con poco fiato.
“Dimmi Ron”
“Dimmi che è stato amore, non una cosa da solo una notte”
La guardai fisso negli occhi, come poteva pensare che l’avevo usata?
“Ronnie, ancora non l’hai capito che ti amo? Non pensare che domani mi scorderò di te.. perché non lo farò”
Lei mi sorrise e mi baciò dolcemente. 




-Spazio Autrice-
Zzzzzalve a tutti (?). (ho mangiato troppi dolci, scusate hahahahah)
Sono di nuovo quii, sicuramente mi vorrete mandare a fanculo dato che è da una settimana che aggiorno tutti i giorni, ma la mia testa ha tante tante idee e quindi scrivo! LOL. 
Cheee ne dite di questo capitolo?! Finalmeeeeente, penseranno alcuni di voi, beh sì finalmente si sono messi insieme! 
Vabbè ho mangiato troppi dolci non sono cosa di fare spazio autrice.. sclero come fa Ronnie con la sua vocina HAHAHA, quindi vi lascio e RECENSITEEE
Un bacio, Desi. 

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Capitolo 8
*** dove sei finita mamma? ***


Mi staccai lentamente da lui, guardandolo negli occhi.
Mi sorrise e mi accarezzò leggermente la guancia.
“Ei Zayn.. che ora è?”
Prese il telefono dal comodino e cliccò un tasto qualsiasi. Erano le 23:45.
“Accidenti, devo andarmene!” dissi alzandomi in fretta e recuperando i miei vestiti. Mi rivestii in un millesimo di secondo e mi girai, Zayn era di fronte a me con solo i boxer.
Saltai in aria, non immaginando di trovarmelo di davanti così in fretta.
“Ormai resta, rimani un altro po’, anche se ritardi per un’altra mezzora non succede nulla” disse lui.
Ci pensai su, magari potevo anche restarmene un po’ con lui.
“Ma sì, che me ne frega. Inventerò qualcosa a mio padre” dissi.
Lui sorrise e mi baciò dolcemente.
“Prima che vai beviamo qualcosa?” domandò.
“Si certo, mi farebbe piacere”
Si rimise i jeans restando a petto nudo.
Non puoi farmi questo Malik, così va a finire che sbavo senza nemmeno accorgermene!
Stavo bene senza di te, perché sei tornata?
Andammo in cucina e uscì dalla dispensa una bottiglia di vodka.
“Oh-oh! Ricordiamoci che io devo guidare!” dissi.
“Ma si tranquilla, giusto un assaggino. Non ti farei mai ubriacare sapendo che devi tornare sola a casa!”
Prese i bicchierini e me ne versò un po’ a me e un poco a lui.
“Come mai tuo padre ti rompe così tanto le palle per tornare presto a casa? Sei maggiorenne, ormai sai badare a te stessa”
“Una volta mi disse che non vuole che io faccia gli stessi errori di mia mamma, vuole proteggermi. Ma onestamente non so che cosa voleva dirmi, non mi ha mai voluto dire perché se n’è andata da casa”
“E tu non hai mai provato a pensarlo?” domandò.
“No.. veramente no. Ma ora.. mi stai veramente facendo venire il dubbio” dissi.
“Non era questo che volevo, però..”
“Secondo te perché mi disse quella cosa? Sii sincero però”
Posò il bicchierino nel lavello, e prima di rispondere prese un lungo sospiro.
“Io.. non voglio fare conclusioni affrettate, ma non pensi che tua mamma aveva problemi con.. ecco..”
“Con la droga?” domandai alzando lo sguardo e scansando una ciocca di capelli.
“Si però, non voglio dire che è sicura come cosa. Solo un pensiero”
“Non lo so, potrebbe anche essere.. ma perché non si è fatta più vedere?”
“Magari, si vergogna. Sai.. cosa potrebbe pensare un figlio che vede ritornare la madre dopo anni dicendo ‘ah scusa, me se sono andata perché avevo cominciato a fumare di brutto’, capisci?”
“Si, il tuo ragionamento non è sbagliato.”
“Perché non provi a parlarne con tuo padre? Ora sei più grande e potrà dirti la verità!”
“Ci.. ci proverò” dissi.
Mi venne accanto e mi abbracciò forte dandomi un bacio sulla testa.
“Ron, ricordati che per te io ci sono sempre, ok?”
“Va bene, grazie Zayn”
“Non c’è bisogno di ringraziarmi.. io lo faccio perché a te ci tengo” rispose.
Gli sorrisi e lui mi baciò dolcemente.
“Ora vado a casa, ci vediamo domani a scuola?”
“Si certo. E ho anche annullato la verifica, quindi fa sonni tranquilli!” disse ridendo.
Gli sorrisi e lo abbracciai un’ultima volta prima di andarmene.
“Ci vediamo domani allora”
“Buona notte piccola mia, ricordati che ti adoro”
Mi accompagnò alla porta e mi baciò dolcemente di nuovo.
Andai verso la mia macchina ed entrai. Misi in moto il motore e feci retromarcia.
Guidai piano fino a casa, dato che ero stanchissima e la vista era andata a farsi fottere.
Quando arrivai vidi che la luce del soggiorno era ancora accesa.
Presi la borsa dal sedile posteriore ed entrai in casa.
Papà e Niall come al solito stavano a guardare una fottutissima partita davanti a un pacco di patatine.
“Ei bimba! Come hai passato la serata?” domandò mio padre.
Stranamente non mi aveva fatto nessuna domanda, di solito mi faceva l’interrogatorio da tipo caserma dei carabinieri.
“Tutto apposto grazie..” risposi andando verso la cucina.
Mi misi a bere un succo e poco dopo arrivò mio padre.
“Ronnie. Che ti succede stasera? Litigato con il nuovo fidanzato” disse lui.
“Ma va, smettila!” risposi ridendo.
“E allora cosa c’è? Sai che a me puoi dire tutto”
“Nulla papà, seriamente. Sono solo stanca. Ho passato una giornata pesante” dissi accennando un sorriso.
“Allora va a riposarti che è meglio piccolina” disse abbracciandomi.
Chiediglielo, devi sapere che fine ha fatto tua madre.
Non ora. Non è il momento cazzo.
Conoscendoti, non sarà mai il momento.
Ti odio. Ti odio. Fottuto odio profondo per te.
Quindi odi te stessa! Prooonto?! Io sono dentro te, sono la voce della tua coscienza!
Fottuta coscienza.
“Si, penso che andrò a dormire. A domani papà” dissi.
Passai dal soggiorno e Niall era ancora appiccicato alla televisione.
“Ei sorellina, non mi dai il bacio della buonanotte?” domandò.
Ahah, stronzo, non me lo dimentico che mi hai lasciata da sola con quel bastardo.
“Ohw si, certo” dissi avvicinandomi a lui e scoccandogli un bacio sulla guancia.
Lui mi sorrise e io andai a dormire. Caddi subito in un sonno profondo, molto profondo.

“Ronnie, dai alzati! Non hai sentito nemmeno la sveglia” disse Niall scuotendomi un po’.
“Ohw, no Niall. Ho un mal di testa tremendo..” dissi mettendo la testa sotto il cuscino.
“Non vuoi venire a scuola?”
“No no no! Mi sta scoppiando la testa!” dissi.
E il che era vero, mi ero veramente svegliata con quel brutto mal di testa. Mi sentivo come se un martello mi stesse dando colpi atroci. (?)
Niall mi lasciò stare e andò a prepararsi.
Mio padre era uscito presto a quanto pare, non ne capivo il motivo. Usciva sempre prima del previsto la mattina, lavorava alle otto ma usciva alle sei certe mattine, boh io non lo capivo.
Ritornai a dormire.
Driin, driiin!
Fottuto campanello, chi cazzo è alle.. dieci?!
Il mal di testa era passato, mi alzai lentamente dal letto e infilai le mie ciabatte, e strisciando i piedi per terra andai a vedere chi era che disturbava la mia quiete mattutina.
Aprii la porta e mi ritrovai a Zayn di davanti.
“Ei piccola, come mai non sei venuta a scuola?”
“Stavo male” risposi imbronciata e tutta assonnata.
Lo feci entrare e si mise a sedere sul divano accanto a me.
I miei capelli erano arruffati e i miei occhi quasi chiusi.
Mi mise un braccio intorno al collo e mi baciò la fronte.
“Hai la febbre?” domandò.
“Non penso, perché?”
“Sei calda in fronte”
“Merda, ci manca solo la febbre. Ma non penso, sarò accaldata dal mio letto, dove ero coricata al caldo prima che venissi tu”
“Scusa se mi preoccupo se non ti vedo a scuola”
“Già, scusami. Di prima mattina non sono molto socievole”
Lui si mise a ridere e levò il braccio dal mio collo.
“Sono le dieci. Non sei di lezione?”
“No, oggi avevo solo due ore.”
“Capisco. E gli altri escono alle quattro, vero?”
“Si, oggi orario prolungato”
“Meglio, almeno me ne sto sola a casa, senza quei due che rompono”
“Beh, mi spiace ma ti farò compagnia fino all’ora di pranzo”
“Vabbè finché sei tu..”
Lui sorrise e mi diede un bacio sulla guancia.
“Mi accompagni di là? Faccio colazione”
Lui annuii e insieme andammo in cucina.

Si erano fatte le dodici, e Zayn dovette andar via perché aveva una riunione con gli altri professori a scuola.
Restai sola a casa, che faccio ora?
Magari avrei potuto andare a sistemare un po’ di cose in camera di mio padre, che era praticamente sottosopra.
Entrai e cominciai a levare tutte le cose da cassetti, le volevo sistemare.
Infondo ai vestiti trova una busta, era nascosta.
Il mittente era Hope Harvey.
Merda, il nome di mia madre.
La aprii in fretta e cominciai a leggerla.
“Amore mio, è passato un anno da quando me ne sono andata e non puoi capire quanto sto male.
Lasciarvi è stata la scelta più dura che io abbia mai dovuto prendere.
Ma cosa avrebbero potuto pensare i nostri figli se avessero saputo che la loro madre era dipendete dalla droga? –merda Zayn aveva ragione.- 
Mi fa ancora più male pensare che non potrò vederli crescere, loro sono i miei piccoli e io non posso stargli accanto.
Per favore, non dir loro la verità. Non voglio che pensino che io sia una cattiva madre.
Magari un giorno quando saranno più grandi tornerò e dirò loro tutta la verità, ma al momento non me la sento.
Spero di rivederti presto, e sono felice di dirti che sto uscendo dal quel brutto giro.
Ti amo ancora e amo ancora anche Niall e Ronnie, prenditi cura di loro”

Scoppiai a piangere quando finii di leggere quella lettera.
Perché mio padre non mi aveva nascosto tutta la verità? Ero grande e avevo il diritto di sapere.
Rimisi la lettera al posto e mi assicurai che tutta la roba fosse come era prima.
Andai in bagno e mi lavai la faccia e sistemai il trucco tutto colato sulle guance.
Forse mio padre si vedeva con mia mamma di nascosto?
Non lo so. Ma so che devo scoprirlo.
Il resto della giornata lo passai con Niall in giro con la macchina, non gli dissi nulla della mamma.
La sera invece la passammo tutti insieme come al solito, pasta al forno e poi un film in televisione.
Il giorno dopo era Sabato, sicuramente mio padre sarebbe uscito come a sempre, per incontrarsi con la persona ‘misteriosa’
Lo sentii alzarsi ed erano le 05:30. Mi vestii in fretta e feci in modo di non farsi sentire e vedere da lui.
Prese le chiavi della macchina e si fiondò fuori. Io uscii dalla finestra e presi anche io la mia macchina.
Speravo solo che non si accorgesse che lo stavo seguendo.
Si fermò vicino l’Hyde Park.
Parcheggiai non molto lontano da dove si era messo lui e lentamente lo seguii.
Vidi che stava raggiungendo una donna seduta su una delle panchine.
Non riuscivo a capire chi era, mi nascosi dietro un albero vicino.
Lui si era già seduto e stavano parlando, si erano anche abbracciati.
Cercai di guardare meglio. Lo immaginavo sì, i miei dubbi erano diventati realtà.
Quella accanto a mio padre era lei, mia mamma.
Era invecchiata, ma non molto. E l’avevo riconosciuta.
Scoppiai in lacrime e mi misi a sedere sotto all’albero, sperando solo che non mi sentissero.
“Ronnie! Cosa ci fai tu qui?!” domandò mio padre correndo verso di me.




-Spazio Atrice- 
Miei cari lettori, saaaaalve. 
Grazie per aver recensito, messo tra le preferite, ricordate e seguite la mia storia siete fantastici! Grazie anche alla mia Cla che in ogni sacro santo capitolo mi corregge tutti gli errori che faccio! LOL 
Comuuunque, che ne pensate del capitolo? A me piace moltissimo, non so a voi. *RECENSITE* . 
Che dite, secondo voi la madre tornerà a casa? Come reagirà Ronnie? E booh, si vedrà! LOL
Ora scappo a pranzare, un bacio. Desi. 

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Capitolo 9
*** andiamo al fabric. ***


Mi alzai di scatto, ancora con le lacrime che rigavano il mio viso.
“Ronnie, non volevo che lo venissi a scoprire così”
Calai lo sguardo quando mi accorsi che mia mamma stava già correndo verso di noi.
“Ronnie, non essere arrabbiata, ti prego” disse ancora lui.
“Papà io non sono arrabbiata! Cazzo! Non so nemmeno perché sto piangendo! Sono solo confusa!” dissi mentre continuavo a piangere.
Mia madre fece alcuni passi verso di me, forse era incerta se abbracciarmi o no.
“Puoi lasciarci da sole?” chiese.
La sua voce era dolce e gentile. Nemmeno la ricordavo, ma a sentirla mi venne in mente quando mi cantava la ninna nanna. La sua dolce e soave voce mi faceva addormentare tutte le sere.
“Certo, io.. sono in macchina” disse mio padre.
Si allontanò.
“Ronnie.. non so da dove cominciare”
“Allora te lo dico io da dove cominciare. Dimmi che mi vuoi bene e che tornerai a stare con noi!” le dissi quasi supplicandola mentre ancora piangevo.
“Ronnie, io non ti voglio bene. Io ti amo, e non ho mai smesso di farlo. Ne a te, ne a tuo fratello. Non c’è un momento della giornata che io non pensi a voi, non sai quanto mi fa star male starvi lontana”
“E allora torna! Torna mamma, sono pronta a vederti di nuovo in giro per casa, ti prego.. ho bisogno di te” dissi andando ad abbracciarla.
Lei mi strinse a se e affondò le sue mani nei miei capelli.
“Non saprei da dove ricominciare. Non sono sicura di voler venire a stare con voi così di botto”
“Mamma ti prego, ho bisogno di te, te l’ho già detto e te lo ripeterò altre diecimila volte”
“Cosa potrà pensare Niall? Sono stata una cattiva mamma”
“Non è vero! Noi non abbiamo mai smesso di credere che un giorno saresti tornata”
“Veramente? Io.. pensavo che.. non mi volevate più nella vostra vita”
“E come avremo potuto mamma? Non devi nemmeno pensarlo. Ti prego torna a casa, ti aiuterò a portare tutte le tue cose, a sistemare tutto.. ma ti prego torna!”
“Hope, ha ragione Ronnie. Abbiamo bisogno di te.” Disse mio padre spuntando.
Vidi che una lacrima le scese lungo il viso e un sorriso le spuntò sul volto.
“Questo è un sì?” risposi sorridendo.
Lei annuii e mi abbracciò ancora più forte.
Avevo ritrovato la mia mamma, la avevo convinta a tornare a casa con noi. Ora dovevo mettermi al lavoro per aiutarla a portare tutte le sue cose a casa nostra.
La volevo in casa nostra la stessa sera, la volevo con me.
Il resto della mattinata lo passammo a casa sua, mio padre era andato in ufficio.
“Ronnie.. non so nulla di te. Ti va di conoscerci meglio?” disse mentre piegava i maglioni e li metteva in valigia.
“Certo che mi va.. ma c’è poco da dirti. Fino a qualche mese fa ero una ragazza dolce, simpatica e gentile.. ma per colpa di uno stronzo sono diventata la troia della scuola, mi hanno espulso dal professionale e mi sono ritrovata nella scuola in cui sono ora, sono sempre in presidenza..”
“Dimmi che quello che mi stai dicendo è uno scherzo!” disse seria.
“No mamma, purtroppo no. Ma.. c’è anche una cosa bella in tutto questo”
“E sarebbe cosa di preciso?”
“Ho conosciuto una persona.. che mi sta aiutando a tornare quella di prima.. ma è una persona con cui io non dovrei stare”
“E chi sarebbe?” disse facendosi ancora più seria.
“Beh.. è il mio professore di Inglese. Ma dovresti conoscerlo mamma, è così bello.. dolce, simpatico e come ti ho già detto grazie a lui ora a scuola faccio la brava e non mi avvicino più a nessun ragazzo!”
“Ah bene allora! Se questo ragazzo ti fa quest’effetto.. meglio così!” rispose sorridendo.
“Però, papà non sa nulla. Quindi ti prego, non dirglielo”
“Il nostro primo segreto?”
Le sorrisi e la abbracciai forte.
Intorno alle due e mezza finimmo di preparare tutta la roba e la caricammo nella mia macchina.
Insieme ci incamminammo verso casa e mi accorsi che la porta di casa era aperta.
Strano.
Uscimmo dalla macchina e andammo verso l’entrata, lei era un po’ scettica sul fatto di entrare.
Entrai per prima e vidi Niall sul divano.
“Niall, vieni un attimo” dissi seria.
Si alzò e nel frattempo mia mamma spuntò alle mie spalle.
“Mamma!” urlò lui saltandole praticamente addosso, per poco non cadevano per terra.
Non riuscii a fare a meno di scoppiare a ridere, mentre li guardavo.
“Vi prego se è un sogno non svegliatemi” disse Niall sciogliendo quell’abbraccio.
“No amore mio, non è un sogno. Io sono tornata e questa volta non vi lascerò!” disse abbracciandolo di nuovo.
Niall ci aiutò ad entrare tutto e a sistemare la sua roba un po’ ovunque per casa, ma alle tre andò via perché aveva gli allenamenti di calcio.
Era strano averla lì, ma ero felicissima. Mi era mancata una figura femminile nel corso della mia crescita, ed era stata dura. Vederla lì era quasi un sogno, finalmente potevo stare di nuovo con la mia mamma.
“Allora, il tuo professore è in servizio oppure lo fai venire così lo conosco?” disse mia mamma mentre metteva a posto alcuni vestiti nell’armadio.
“Oggi è sabato, non lavora. Posso chiamarlo e chiedergli di venire”
“Perfetto” disse lei sorridendo.
Me ne andai in cucina e composi il numero.
“Zayn, ti disturbo?” domandai quando rispose.
“No piccola, dovresti sapere che non disturbi mai..”
“Senti, potresti venire qui da me? Devo.. devo presentarti una persona!”
“Mhmm.. e chi sarebbe?”
“Non è mio padre, tranquillo. Vieni e lo scoprirai”
Lui mi disse che stava arrivando e mentre aspettavamo io e mia mamma preparammo il caffè.
Sentii suonare al campanello, andai ad aprire ed era lui.
“Allora, chi mi devi fare conoscere?” disse entrando.
Mia mamma spuntò dalla porta della cucina e lo osservò sorridente.
“Zayn.. l’altra sera ne parlavamo, e mi sembra strano.. ma lei è mia mamma”
“Tua.. tua mamma?” domandò sorridendo anche lui.
“Si, avrò tempo per spiegarti.. quindi, lei è Hope, mamma, lui è Zayn”
“È davvero un piacere conoscerti, Ron mi ha parlato un po’ di te”
Lui mi sorrise e insieme ci sedemmo in cucina. 
Onestamente mi sentii un po’ in imbarazzo, ma dopo un po’ cominciammo a parlare del più e del meno tutti insieme e quella tensione scomparve.

Erano le sette e mezzo di sera, io e mia mamma eravamo sole in casa da circa due ore e mezzo e avevamo cominciato a fare un po’ di pulizie.
“Mi piace quel ragazzo. A guardarlo, nemmeno sembra un professore” disse mentre spolverava.
“Già, pensa che il primo giorno di scuola lo scambiai per un alunno”
“Ma va.. veramente?”
“Sì, che figura di merda.”
“Ahahah, ma dai!”
Mi squillò il telefono. Era Louis.
Gli avevo detto già tutto di mia mamma, ci eravamo sentiti un’oretta prima.
“Ei Lou, dimmi tutto”
“Ronnie questa sera ti va di uscire un po’?”
“Certo. Ma dove andiamo?”
“Avevo pensato di andare al Fabric, hai presente?”
“Si, a che ora mi vieni a prendere?”
“Alle dieci e mezzo sono da te, quindi fatti trovare pronta” disse, poi bloccò la chiamata.
“Mamma io stasera esco, non ti dispiace vero?”
“Certo che no amore. Sono arrivata qui oggi, non voglio cominciare da subito a segregarti in casa” rispose ridendo.

Erano le dieci e un quarto, ero pronta da dieci minuti.
Mi ero messa un vestitino blu notte molto stretto e corto.
Tacchi neri e accessori vari e non poteva mancare il trucco.
Louis arrivò alle dieci e venti, era in anticipo, ma anche meglio.
“Ei bellezza. Allora andiamo?” disse.
Io annuii ed entrai in macchina, al lato del passeggiero.
“Forse più tardi ci raggiunge mio fratello.. con Harry” dissi acida pronunciando il nome di quello stronzo.
“Ah bene, Zayn che dice del fatto che esci senza di lui?”
“Beh, che deve dire? Mi ha detto di fare la brava”
“Mhm, me lo auguro! Se no tocca a me rincorrerti per tutto il locale”
Mi misi a ridere. Dopo poco arrivammo al locale, stranamente c’era poca gente fuori.
Quando entrammo andammo subito a prendere qualcosa da bere e poi ci buttammo in pista a ballare.
Louis mi prese per un fianco e mi tirò a se, cominciammo a ballare praticamente appiccicati, lui strusciava il suo corpo sul mio e io sul suo.
“Andiamo a prendere qualcos’altro?” domandò urlandomi nell’orecchio.
“Si certo, andiamo” risposi sorridendo.
Mi prese per mano e andammo al bar. Tanto per continuare quella splendida serata presi una vodka liscia.
Tornammo a ballare e penso di aver bevuto altri due o tre bicchierini dopo.
Non ricordavo più nulla.

Harry Says.
Ero appena entrato nel locale con Niall, e la vidi subito. Ronnie stava praticamente appiccicata a Louis, e a quanto pare era anche ubriaca. Tipico di Ronnie.
Mi avvicinai lentamente a lei, magari potevo anche cercare di portarmela a letto, era ubriaca, avrebbe detto di sì a tutto.
“Ei bellissima, balli con me?” domandai andandole dietro.
“Harry, Ronnie è con me e con me resta. Intesi?”
“Vedremo Louis, vedremo..”
Mi allontanai, e andai a prendere qualcosa di non molto forte. Avevo già perso Niall, sicuramente era a caccia di qualche ragazza.
Mentre bevevo il mio drink continuavo a tenere gli occhi fissi su Ronnie, che rideva in continuazione.
Louis la lasciò un attimo sola, forse per andare al bagno.
Quale occasione migliore?
Mi avvicinai a lei velocemente e cominciai a ballarle accanto, poi me la ritrovai appiccicata. Mhm, perfetto.
“Ei bellezza, andiamo in un posto dove nessuno può vederci?” domandai maliziosamente.
Lei prima rise, poi annuii con un sorriso stampato in faccia.
Andammo in un corridoio un po’ più distante dai bagni, lì non ci andava mai nessuno.
“Allora, perché mi hai portata qui?” domandò la ragazza.
“Perché.. voglio stare un po’ con te” dissi.
“Harry, ti chiami Harry vero?” domandò.
Sospirai. Era parecchio ubriaca, lì per lì mi sentii in colpa, ma l’amavo e volevo che fosse di nuovo mia.
Mi avvicinai a lei e cominciai a baciarla.
“Harry che cazzo stai facendo!?” urlò Louis correndo verso di noi.
“Non sto facendo nulla amico, cerca di calmarti”
“Allontanati da Ronnie ora!” disse spingendomi via.
Lo lasciai andare insieme a lei. Il giorno dopo mi avrebbe menato, ne sono sicuro.

Louis Says.
Non trovavo più Ronnie, Harry, Harry l’aveva portata via con lui.
Corsi nel posto dove mi sembrava più che ovvio che quel fottuto bastardo l’avesse portata, e infatti eccolo lì praticamente addosso a lei che la baciava.
Lo spinsi subito via e mi portai Ronnie in macchina.
Era parecchio ubriaca, così decisi di farla dormire da me. Portarla a casa dai genitori, e soprattutto dalla madre che era lì da poco sarebbe stato brutto.
Arrivammo a casa mia, e la aiutai a mettersi nel mio letto.
Prese subito sonno.
La guardai un paio di secondi, e mi accorsi di quanto ero fortunato ad averla come amica, era così bella.
Mi ci coricai al lato e la circondai con un braccio, poi mi addormentai anche io. 




-Spazio Autrice-
Saaaalve a tutti carissimi!
Ho visto con molto piacere che avete continuato ad aggiungere alle preferite, seguite, ricordate la mia storia e avete ancora recensito! Mi fa molto piacere che la storia vi piaccia.
Passando al nostro capitolo, cosa ne pensate di quello che ha fatto Harry? *STROOONZO* HAHAHAHA , come potete ben vedere in nessuno dei miei capitoli si ci annoia mai, facco succedere sempre qualcosa di inaspettato!
Ma ora, cosa farà Ronnie a Harry quando saprà quello che le ha fatto la sera prima? Mhm, non vorrei essere proprio nei suoi panni. 
*RECENSITE* ci sentiamo *RECENSITE* al prossimo *RECENSITE* capitolo, *RECENSITE* aggiornerò domani sicuramente! *RECENSITE*
E se vi va lasciate una recensione, *RECENSITE* ma non siete costrette. *RECENSITEE* HAHAHAHAHAH
Un bacio, Desi. 

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Capitolo 10
*** caro harry, me la paghi. ***


Il sole mi fece svegliare. Quei dannati raggi oltrepassavano la finestra e finivano dritti nei miei occhi.
Mi guardai un paio di secondi attorno, quel giusto per capire che quella non era la mia stanza.
“Buongiorno Ronnie” disse, Louis?!
“Ahh! Che ci faccio in un letto con te?” urlai cadendo a terra.
“Ronnie calmati, sei a casa mia e ti ho portata qui perché eri ubriaca”
“U..ubriaca?” domandai. Cosa cazzo avevo fatto?
“Si e ti ho salvata da un destino peggiore della morte” disse alzandosi dal letto e aiutando me ad alzarmi da terra.
“Tipo quale destino?”
“Vieni, facciamo colazione e ti spiego”
Mi prese per mano e mi portò in cucina.
“Allora, mi spieghi cosa è successo?”
“Vedi.. in discoteca, hai bevuto più del dovuto. È arrivato Harry, e si è avvicinato a te, ma io l’ho cacciato” disse. Il mio volto divento rosso dalla rabbia.
“Poi mi sono assentato due secondi per correre velocemente in bagno, e quando sono tornato quello stronzo ti aveva portato in un corridoio e ti stava praticamente addosso a baciarti”
“Louis, vado a cercarlo. Questa me la paga”
“Aspetta Ronnie, che ne dici di aspettare domani? Oggi è domenica, so che non esce in questo giorno della settimana, ne approfitta per stare con i suoi”
“Oh ma che bravo bimbo” dissi acida.

Nel pomeriggio andai a casa di Zayn senza raccontargli nulla. Chissà che avrebbe fatto.
“Allora, ti sei divertita ieri?”
“Si, ma siamo andati via presto. Ero stanca” dissi mentendo.
“Capisco. Oggi hai ancora intenzione di uscire?” domandò mentre sistemava alcune cose nella cucina.
“Oh no, domani c’è la scuola.. e non posso fare un’altra assenza” ah, altra bugia. Volevo andare a scuola solo per picchiare Harry.
“Oggi ti va di venire a correre con me? C’è una bella giornata e vorrei approfittarne” disse il Malik.
AHAHAHHAAH, CORRERE, IO? AHAHHAHAA.
“Ok vengo, ma solo perché staremo insieme” risposi.
“Meglio così, almeno correre non sarà più così noioso” disse poggiandosi al tavolo, prendendomi per mano e avvicinandomi a lui.
Gli sorrisi e misi le mie braccia intorno al suo collo e cominciammo a baciarci.
“Allora io vado a cambiarmi e poi andiamo a casa tua e ti cambi tu?”
“A casa mia c’è mio padre..”
“Aspetterò fuori con la macchina”
Gli sorrisi ancora una volta e andai in soggiorno, mentre lui andava a cambiarsi.
Dopo 10 minuti, se ne spuntò con una tuta molto ma molto attillata e una felpa blu.
“Mhm, bene” dissi ancora seduta sul divano.
“Dai Ronnie, non ti farai intimidire da una tuta?” disse ridendo.
Lo guardai malissimo e poi mi alzai.
“Ora andiamo a casa da te”
Con la sua macchina andammo a casa mia, e come avevo pensato mio padre era a casa.
Entrai ed erano tutti intenti a guardarsi un film.
“Ronnie carissima! Dove sei stata?”
Guardai mia mamma, che penso, aveva capito.
“A casa.. di amiche. Ma ora vado a correre un po’!”
“Tu correre? Ma dai sorellina, non scherziamo con le cose serie!” disse Niall.
Lo lasciai sbattere e mi andai a mettere anche io una tuta con una maglietta per poter correre.
Quando finii mi precipitai fuori da Zayn che ancora mi aspettava.
“Allora, possiamo andare?” domandò.
“Si presto, smuoviti prima che mio padre ti veda”
Lui rise e mise in moto la macchina.
Arrivammo all’Hyde Park, e parcheggiammo la macchina in un posto vicino.
In uno dei vialetti cominciammo a correre, lui era molto più in forma di me e quindi era tipo 10 metri più avanti.
Io mi fermavo ogni due secondi, pft, non sono una scansafatiche, mi piace solo stare sul divano a guardare dei film polizieschi e divorare patatine, ma lo giuro, non sono affatto scansafatiche.
“Ei Ronnie, già stanca?” disse tornando indietro da me.
“Ma no, volevo solo vedere cosa si prova a stare seduti su questa panchina”
Lui si mise a ridere e si mise seduto accanto a me.
“Se vuoi torniamo a casa mia, per me non è un problema”
“No, affatto! Continuiamo a correre dai”
Dopo un po’ cominciai a prendere il suo ritmo, insomma, non era poi una cosa così impossibile.
Intorno alle sei e trenta, quando già era buio, Zayn mi accompagnò a casa.
“Ci vediamo domani amore” disse dandomi un lungo bacio sulle labbra.
“A domani Zayn..” dissi uscendo dalla macchina.
Entrai e sentii subito un buon odorino, mamma si era data alla cucina, awww.
“Sorellina.. ohw! Ma come puzzi di sudore cazzo” disse Niall molto fine.
“Grazie al cazzo Niall, sono stata a correre!”
Lui mi accennò un sorriso sarcastico e andò in soggiorno.
“Mi è mancato vedervi litigare” disse mia mamma.
Le sorrisi e le andai vicino.
“Però, va a farti una doccia! Veloce!” disse.
Mi misi a ridere e andai a prendere il mio amato pigiama, e poi mi fiondai sotto la doccia.
Dopo 30 minuti di puro relax, uscii ma solo perché mio padre rompeva perché anche lui doveva lavarsi.
Mi asciugai in fretta il corpo e i capelli e mi vestii.
Poi andai di sotto ad aiutare mamma ad apparecchiare la tavola.
“Ei Ron, è da tanto che non passiamo del tempo da soli. Stasera guardiamo un film?” domandò Niall.
“Va bene, basta che non sia horror!”
“Certo, come vuoi. Poi decidiamo insieme”
“Io e vostro padre usciamo a vedere un film al cinema” disse mia mamma mettendo i piatti a tavola.

Dopo cena, i miei uscirono e io restai sola con Niall.
“Ronnie, è da tanto che non parliamo. Qualcosa di nuovo?”
“Mi sono messa con Zayn. Ma dillo a Harry e giuro che questo è l’ultimo pacco di patatine che mangi” gli dissi.
“Uh, ecco perché è così gentile con te!” disse sfottendomi.
“Lo avresti mai immaginato?” domandò serio.
“Immaginato cosa?”
“Di.. cambiare così tanto per un ragazzo”
“No, ma.. è strano doverlo ammettere” risposi.
Passammo il resto della serata a parlare e a guardare il film. Ci addormentammo anche sul divano.
Il mattino seguente mi svegliai tutta storta, mi sgranchii un po’ e poi svegliai Niall.
“Vado a farmi la doccia, tu non ti addormentare!” dissi.
Mi lavai in fretta e poi mi rivestii.
Mentre Niall entrava in bagno sentii suonare al campanello.
“Oh ciao Louis, fai colazione qui con me?” domandai vedendolo lì davanti.
“Si, sono qui per questo” rispose.
Lo feci entrare e poi mi abbracciò.
“Ciao piccioncini” disse mio padre.
“Oh, salve signor Lee. Io, io.. e Ronnie non stiamo insieme”
Che imbarazzo. Lui sorrise e andò in cucina.

Facemmo colazione tutti insieme con Louis e poi andammo dritti a scuola.
Harry era a fare il coglione con alcuni amici all’entrata della scuola.
“Louis, tienimi la borsa, vado giusto a picchiarlo e torno”
Lui si mise a ridere e prese la borsa.
Cominciai ad andare furiosa verso Harry, come si era permesso quello stronzo? Ero ubriaca e ne aveva approfittato della situazione
“Styles! Brutto coglione vieni subito qui!” gli urlai.
Quasi tutti si girarono.
“Ciao bellezza.. come ti procede la vita?” disse avvicinandosi.
“Oh, andrebbe alla grande se non avessi te in mezzo ai piedi!”
“Come mai tutto questo nervosismo oggi? A cosa è dovuto?”
“Io, l’altra sera, ero ubriaca! E tu, tu caro Styles, mi hai baciata.. ovviamente io non ho potuto respingerti, ma ora dimmi una cosa.”
“Cosa devo dirti?”
“Siccome oggi mi sento anche un po’ buona, vuoi che ti prenda a calci un culo o che ti dia direttamente un pugno?”
“Ma nessuno dei due, io opterei per un..”
Baam! Gli mollai uno schiaffo in faccia.
“Non lo hai fatto” mi disse mettendosi la mano sulla guancia.
“Beh, si che l’ho fatto e se vuoi te ne do un altro”
Stava per rispondermi, ma nervoso se ne andò via seguito dai suoi amici.
“Brava Ronnie, potevi dargli un altro paio di schiaffi.. sarebbe stato più divertente” disse Louis venendomi vicino.
“Oh tranquillo, li riceverà presto.” Dissi prendendo la mia borsa e entrando in classe con Louis.




-Spazio Autrice-
Buonasera carissime!
Scusatemi se questo capitolo è un po' più corto del solito, mi rifarò con il prossimo! 
Che ne pensate della reazione di Ronnie? Preferivate che lo prendeva a calci? AHAHAHAHHAHA c':
ps. vi ringrazio per aver messo tra le preferite, seguite e ricordate la mia storia, oh e anche per aver recensito! 
Un bacio, Desi. 

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Capitolo 11
*** ti prometto di essere sincera. ***


Fisica. Quarta ora. Altre tre ore dentro quella prigione, la cosa positiva? Le tre ore successive erano con Zayn.
“Signorina Lee, venga alla lavagna” disse la professoressa.
Merda, non avevo studiato, non sapevo nulla, merda.
Arrivai alla lavagna e presi un gessetto. Fissai un paio di secondi quel nero che avevo di fronte.
“Allora, vediamo Lee, le scelgo un bell’esercizio difficile!”
“Ma professoressa, non può essere clemente?” domandai.
Tutta la classe scoppiò a ridere. Io sbuffai e mi girai di nuovo.
“Ecco il suo esercizio: un'auto parte da ferma con accelerazione uguale a 4 m/s². Si determini quanto tempo impiega a raggiungere la velocità di 120 km/h e quanto spazio percorre durante la fase di accelerazione.”
“Come scusi?” domandai guardandola con due enormi occhi, quello che mi aveva appena dettato era una specie di aramaico antico, ero negata per quella materia. Ma che dico, ero negata in tutte le materie.
“Ha capito benissimo! Dai veloce, svolga l’esercizio!”
Alzai gli occhi al cielo e mi girai verso la lavagna, cominciando a scrivere.. no scherzo, non scrissi nulla.
“Ronnie, hai studiato ieri pomeriggio o hai contato le mosche fuori dalla finestra?”
AHAHAHAHAH. Simpatica lei. (ironico)
“Non ho né studiato, né contato le mosche se proprio vuole saperlo”
“Se ne vada fuori! Subito!” mi disse posando il libro sulla cattedra.
Posai il gessetto vicino al libro e uscii dalla classe.
Buttata fuori dopo tanto tempo, sembrava mi stessi riprendendo e invece ero di nuovo punto e accapo. Speravo solo che Zayn non mi vedesse.
Andai verso la macchina delle bibite e presi una coca-cola.
“Ei Ronnie! Ti hanno buttata fuori?” domandò Louis.
“Ehm, si. Tu perché sei fuori?”
“Ho litigato con un mio compagno e ci hanno buttati tutti e due fuori”
“Ah bene, allora vieni. Andiamo in giro, mi secca troppo starmene qui a non fare nulla”
Lo presi per mano e corremmo verso la palestra, che a quell’ora era vuota.
Entrammo senza farci vedere dai bidelli e prendemmo una palla da basket.
“Allora Lee, fammi vedere cosa sai fare!” mi urlò Louis dall’altro lato del campo.
Gli sorrisi e cominciai a far battere il pallone per terra, poi lo tirai a canestro e lo centrai in pieno.
“Yaaay!” urlai.
“Brava Ronnie, passa qui!” disse avvicinandosi.
Tirò anche lui e fece canestro.
“Woho! Bravo Louis!” dissi battendogli le mani.
“Grazie grazie, grazie!”
“Dai non ti gasare!” gli dissi abbracciandolo.
“Ronnie.. penso ci sia il professore con una classe” disse Louis sentendo delle voci dal corridoio.
Scappammo verso la piccola porta che portava al corridoio degli spogliatoi, sperando che non ci fosse nessuno.
“Vieni, andiamo nello spogliatoio dei ragazzi” disse piano.
“Louis! E se c’è qualcuno? Ti ricordo che noi non potremo stare qui!” gli dissi anch’io sottovoce.
“Non ci sarà nessuno, zitta e vieni” disse prendendomi per mano.
Entrammo e effettivamente non c’era nessuno.
“Bene, ora come c’è ne andiamo?” domandai sedendomi nelle panchine.
“Due minuti, il tempo che tutti entrano in palestra..”
Accavallai le gambe e sbuffai.
“Ahahah! Tu perché sei voluta venire giusto qui? Potevamo benissimo andare in cortile”
Gli sorrisi ironicamente e fissai il soffitto. Un tempo era bianco, ora era tutto grigio, avrebbero dovuto passarci una pennellata, ma anche dieci.
Dopo circa cinque minuti decidemmo di uscire in fretta e tornare all’entrata della scuola.
“Bene, io torno fuori la porta della mia classe, tu che fai?”
“Anche io, non vorrei che la prof mi abbia chiamato” gli risposi.
Mi misi seduta proprio affianco alla porta, sentivo la professoressa che spiegava cose a me del tutto sconosciute.
La porta si aprii di botto. La professoressa che mi guardava.
“Ronnie, in classe. Non ho segnato sul registro il fatto che ti ho buttata fuori, ma la prossima volta studia” mi disse.
Mi alzai, entrai e la campanella suonò.
“Buongiorno a tutti” disse Zayn entrando dalla porta. Era così fottutamente perfetto anche oggi.
Lo guardai, ma senza farci caso, o forse sì, forse non lo stavo facendo notare ma potevo anche sbavare senza rendermene conto.
Ok cazzo, Ronnie riprenditi.
“Allora, cominciamo bene questa settimana. Vi dico che venerdì abbiamo compito” disse strofinandosi le mani.
Tutta la classe urlò: ‘noooo.’
“Sono contento che l’abbiate presa bene, allora.. prendete il libro a pagina 69” disse.
No cazzo, non puoi farmi questo.

Driiin.
Campanella suonata, lezione finita, giornata scolastica finita.
Come al solito feci uscire tutti dalla classe e poi presi le mie cose dal banco e le ficcai in borsa.
Zayn chiuse la porta assicurandosi che fuori non c’era nessuno.
“Allora, mi aiuterai a studiare per il compito.. vero?” domandai poggiando la borsa accanto alla cattedra.
“Come non potrei farlo..” disse tirandomi a sé.
Misi le braccia intorno al suo collo e cominciai a baciarlo dolcemente.
Mi fece sedere sulla cattedra continuando a baciarmi.
“Non adesso Zayn.. non qui” dissi staccandomi.
Lui mi sorrise e guardò un paio di secondi il pavimento.
“Stasera, io e tu a casa mia?” domandò.
Io annuii e tornai a baciarlo.
“Ci vediamo stasera Malik” gli dissi scendendo dalla cattedra e prendendo la mia borsa.
Uscii dalla classe sparata, con certi occhi puntati addosso. Qualcuno si chiedeva perché ero rimasta più del solito in classe con Malik.

“Ei amore, come è andato questo giorno di scuola?” domandò mia mamma vedendomi entrare in casa.
Mi buttai a peso morto sul divano e accesi la tv.
“Woaah, sono stanchissima!” dissi cambiando i vari canali.
“Bene, Niall è di la con il suo amico.. io esco a fare la spesa” mi disse, ma ci feci poco caso.
Se ne uscii prendendo la sua borsetta e lasciandomi sola con Niall e quel suo amico.
Tornai alla realtà e realizzai che quell’amico era Harry.
Andai in camera del mio adorato fratellino, dove stavano giocando alla play station.
Tirai un forte schiaffo sul collo di Harry.
“Che cazzo fai?” mi urlò alzandosi in piedi.
“Così la prossima volta ti impari ad approfittarti di me ubriaca!” dissi io.
Lui non rispose, forse lo stronzo non aveva nulla da dire, e ci credo.
Me ne andai in cucina seguita da lui e Niall.
“Ei amico, so che vuoi mia sorella indietro ma.. non puoi riprendertela così” disse Niall.
Lui lo guardò strano, poi tornò a guardare me.
“Ronnie, facciamo una tregua?” disse venendomi vicino.
“No Harry, no! A me non interessa far tregue con te, o rimetterci insieme o diventare amici. Cosa non ti è chiaro di tutto questo?” dissi.
Lui sospirò e se ne andò con Niall a giocare ai video games. Non si sarebbe arreso facilmente, ne ero sicurissima.
Erano le sei e mezzo, mi arrivò un messaggio da parte di Zayn, dove mi diceva che voleva che mangiassi da lui. Accettai e andai a dire a mia mamma del perché non c’ero quella sera.
Mi fece 494439 raccomandazioni e mi disse anche di divertirmi, le madri ragionano in un modo tutto loro.
Mi andai a preparare e poi presi la macchina dirigendomi verso casa Malik.
“Ei bellezza, vieni entra fa freddo!” disse Zayn vedendomi sul portico di casa sua.
Io entrai e levai la giacca.
Misi il mio telefono sulla tavola della cucina e andai in soggiorno.
Il computer di Zayn era accesso, diedi un occhiata e stava a fare il compito che avremo fatto Venerdì.
“Ei, che fa sbirci?” mi disse ridendo un po’.
“Ehm, no. Davo solo un’occhiata.” Mi alzai e lo raggiunsi sul divano.
“Mi darai una mano a studiare vero?” domandai con occhi da cucciolo.
“A scuola nessuno dovrà saperlo o mi cacceranno via, chiaro?” mi disse sorridendo.
Io annuii e mi poggiai sul suo petto.
Il cuore gli andava a mille.
“Visto che effetto che mi fai?” domandò accarezzandomi i capelli.
“Non lo avrei mai immaginato” risposi rimettendomi seduta composta.
Lui si limitò a sorridermi.
“Allora, prendiamo i libri e cominciamo a ripassare.” Disse alzandosi e andando verso il tavolo dove c’erano i libri.
“Ma dai, di già studiare? Non possiamo farlo nei prossimi giorni?”
“Ti ridurrai a studiare Giovedì, non rimandare sempre!” disse rimettendosi accanto a me e aprendo il libro.
Alla fine ci rinunciai, e cominciai a seguirlo. In un modo o nell’altro mi avrebbe fatto studiare, quindi inutile sprecare voce.
Dopo aver finito di studiare, circa un’ora dopo ci mettemmo a tavola e mangiammo qualcosa, quella sera io non avevo molta fame.
“Vado un attimo al bagno” dissi alzandomi.
Quando ritornai Zayn era alzato con il mio telefono in mano.
“Harry ti ha scritto. Si può sapere cosa è successo l’altra sera in discoteca?” disse passandomelo.
“Ehm, vedi.. io ero diciamo un po’ andata e lui mi ha baciata.. ma Louis mi ha portata via” gli dissi tutto d’un fiato.
“Ron, perché non me lo hai detto prima?” disse sospirando.
“Non lo so, so che dovevo essere sincera con te. Scusami..” dissi abbracciandolo.
“Voglio che tu sia sincera con me, sempre. Qualsiasi cosa accada. Promettilo” disse baciandomi la fronte.
“Va bene, te lo prometto.” Risposi sorridendo.




-Spazio Autrice- 
Excusez-moi mes trésors pour le retard. 
AHAHAHAH no ok, odio il francese, vabbè passiamo al capitolus! (?) 
Molte mi avevano chiesto di fare più momenti romantici tra la coppia Zonnie (che bel nome di coppia, non so manco da dove mi è uscito) ed eccovi accontentatee. :')
Alluuura, che ne pensate? Fatemi sapere *RECENSITE* perché lo sapete, *RECENSITE* è importante per me sapere *RECENSITE* cosa ne pensate. *RECENSITE* 
Vi ringrazio per le otto recensioni nello scorso capitolo, non eravamo arrivati mai a così tante! Molti hanno anche continuato ad aggiungere la storia alle preferite/ricordate/seguite la mia storia e vi ringrazio anche per questo!
Un bacio, Desi. ccc: 

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