You’ve never loved yourself half as much as I love you.

di harold styles
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo. ***
Capitolo 2: *** new school. ***
Capitolo 3: *** niall horan. ***
Capitolo 4: *** and when i saw your face i fell in love. ***
Capitolo 5: *** you look..nice? ***
Capitolo 6: *** he makes me smile. ***
Capitolo 7: *** you give me an heart attack. ***



Capitolo 1
*** prologo. ***


Prologo.



Mi ricordo la prima volta che andai a vedere con mia nonna una gara di canto nella mia città.  
Avevo circa cinque anni.
Non riuscivo a togliere gli occhi di dosso ai cantanti.
Alcuni ragazzi del liceo vicino casa formarono dei gruppi, delle band e io, con la scusa di portare il cane a spasso con mia nonna, andavo ad ascoltarli.
Un giorno quei ragazzi parteciparono anche al Talent Show più importante e famoso
della Gran Bretagna: ‘X Factor’.
 Li vidi in televisione e rimasi come incantata.
Quell’evento mi colpì dritto al cuore e avrei voluto parteciparci un giorno, provare in prima persona
tutte quelle emozioni che provoca il canto.
Mi piaceva, anzi, amavo cantare, raggiungere le note più alte e quelle più basse.
Ma non riuscii a raggiungere il mio unico scopo, quello di diventare famosa, di cantare canzoni mie.
Mia nonna mi diceva sempre ‘Sii sicura di te, andrà tutto bene. Sii sempre te stessa, la vita è breve e bisogna viverla ogni secondo ’ e aveva ragione.
Avevo quattordici anni quando si ammalò, per una grave malattia. Se ne andò in un paio di mesi, lasciandomi sola e da allora è cambiato tutto, anche il mio unico sogno.







 

-Spazio Autrice-

Ed eccomi di nuovo qui, con una nuova fanfiction!
Per il prologo mi sono ispirata al film 'Step Up 2', che non c'entra niente col canto,
ma ho cambiato qualcosina.
Beh che dire.. spero che uscirà bene questa mia terza fanfiction che vedrà 
come protagonista Samantha e un Niall Horan diverso da come lo immaginate!
Mi raccomando, lasciate qualche recensione, ci terrei tanto!! :)
Un bacio, la vostra Claudia.

aaah, seguitemi su twitter, sono @stylesmonkey  

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Capitolo 2
*** new school. ***


Capitolo uno.


Primo giorno di scuola.
Nuova scuola, nuovi compagni, nuovi professori.
Avevo una paura tremenda, soprattutto il fatto che avrei incontrato e conosciuto persone mai viste prima mi terrorizzava. Non ero un tipo che socializzava molto con la gente.
Una delle tante cose che odiavo di me stessa?
Il mio carattere.
Ero troppo timida, chiusa e insicura. Non riuscivo a fidarmi facilmente delle persone.
L’unica persona con cui mi trovavo bene era mia nonna; per me era stata come una migliore amica, le confidavo ogni segreto e passavo la maggior parte del mio tempo con lei, la donna che si era presa cura di me. I miei genitori non li avevo mai conosciuti. A quanto pare mia madre non c’era più e mio padre era sparito dal nulla.
E ora che mia nonna mi aveva lasciata mi sentivo più sola del solito. Nemmeno nella casa-famiglia feci amicizia con qualcuno, perché ero la ‘’nuova arrivata’’ ed era come se non mi accettassero nel loro gruppo.
Per questo ero sicura che non avrei fatto mai amicizia con qualcuno a scuola.
Mi preparai cercando di sembrare decente. Misi dei jeans e una felpa di due taglie più grandi, per coprire i miei orribili fianchi. Ecco un’altra cosa che odiavo di me stessa: il mio fisico.
Dio, quanto lo detestavo.
Non mi ero mai sentita bella, per questo nessun ragazzo mi aveva mai notata.
Uscii da casa di mia nonna –mi trasferii lì appena compiuti i diciassette anni- con lo zaino e poca voglia di andare a scuola.
Appena arrivai vidi tantissime persone nel parcheggio, c’è chi parlava e rideva, chi mangiava qualcosa per colazione, invece io mi diressi immediatamente dentro l’edificio, in segreteria.
-Buongiorno..- la segretaria alzò lo sguardo dal computer su cui stava compilando qualcosa e mi sorrise.
-Buongiorno cara, posso esserti utile?- mi chiese educatamente. Era una bella donna, doveva avere una quarantina d’anni. Capelli lunghi e ricci di un castano chiaro e due occhioni verdi, davvero belli.
-Ehm.. sono Samantha Cox, ho dato i moduli d’iscrizione il mese scorso..-
-Ah si si, aspetti un attimo, devo prendere la lista delle materie..- annuii e la donna andò a frugare tra i cassettoni dello studio.
Prese un foglio e me lo porse.
-Ecco, qui ci sono gli orari scolastici e la mappa della scuola. Arrivederci e buona giornata!-
-La ringrazio. – ed uscii dalla segreteria.
Ormai la campanella era suonata da qualche minuto, tutti i corridoi erano stra-pieni di gente, mentre io cercavo di trovare l’aula di biologia. Mi guardavo intorno ma della classe nemmeno l’ombra.
Mi girai e d’improvviso mi scontrai con qualcosa, o meglio, qualcuno. Tutti i fogli e i libri che tenevo in mano caddero per terra creando disordine.
-Oh scusa..- disse la persona con cui sbattei.
Alzai lo sguardo e non potevo crederci. Era un ragazzo bellissimo, ma che dico.. perfetto!
Alto, magro, capelli castani con un ciuffo alzato arricciato, occhi grandi e marroni e labbra carnose.
Era reale o solo frutto della mia immaginazione?
Lo sconosciuto mi aiutò a raccogliere i fogli da terra e me li porse lentamente.
-Piacere, mi chiamo Ian. Ian Eastwood. – mi strinse la mano non appena ci alzammo.
-Piacere, Samantha..- sorrisi timidamente e continuai la ricerca dell’aula.
-Ti serve aiuto?- mi chiese Ian, seguendomi.
-Mi.. mi sai dire dov’è l’aula di biologia?- chiesi balbettando.
Maledetta timidezza.
-Certo, ci devo andare ora! Seguimi.- sorrise e cominciò a camminare, seguito da me.
Finalmente vidi l’aula e insieme entrammo. Gli unici posti liberi erano quelli alla seconda fila, vicino la finestra.
Il professore non era ancora entrato e tutti i miei nuovi compagni di classe se ne stavano per i fatti loro a chiacchierare.
-Quindi.. sei nuova?- mi chiese il ragazzo. Annuii semplicemente e abbassai lo sguardo.
-Dove andavi prima?-
-Avevo il maestro privato..- sussurrai.
-Ah.. però non ti ho mai vista qui in giro..-
-Beh..io..io non esco quasi mai..-
-Capisco, beh se vuoi un giorno potremmo fare un giro insieme. Sempre se vuoi, cioè non sei obbligata..-
Era divertente.
-Sì, mi piacerebbe.- sorrisi.
Davvero voleva perdere del tempo con.. me?
Sorrise e.. era davvero bello.
In quel momento entrò il professore di biologia. Bassino e paffuto, con i capelli e barba banchi. Sembrava un Babbo Natale in mignatura!
Fortunatamente non mi presentò alla classe e cominciò a parlare del nuovo anno scolastico e degli argomenti che avremmo affrontato durante i prossimi mesi.
L’ora di biologia finì subito e quando uscii, fui seguita nuovamente da Ian. Scoprimmo che avevamo le stesse materie, così avremmo passato tutta la mattinata insieme.
Ian era davvero simpaticissimo e tanto divertente. Non ridevo da quando mia nonna se n’era andata, per questo avrei voluto ringraziarlo.
Passate le ultime ore di inglese e matematica, Ian mi disse che doveva prendere qualcosa dal suo armadietto, così andai con lui.
-Beh che ne pensi della scuola?- mi chiese, con la testa ficcata dentro l’armadietto.
-Non è male, pensavo peggio. –
Non è male perché c’era lui.
-Mi fa piacere.- lo vidi in faccia e stava sorridendo.
-Ehi femminuccia!- sentii urlare qualcuno.
Il sorriso di Ian sparì in un istante e si immobilizzò.
Che cosa gli era successo?!
-Ian.. stai bene?- lui annuì e chiuse velocemente l’armadietto.
-Vieni.. usciamo.. – mi prese per il polso pronto per andarsene, ma davanti a lui si presentò un gruppo di ragazzi, uno più bello dell’altro.
Erano in cinque, e guardavano Ian sogghignando.
-Che fai? Scappi?- disse un ragazzo dai capelli biondi e gli occhi azzurri.
-Lasciatemi in pace. – rispose Ian, stringendomi la mano.
-Ti sei trovato la fidanzatina? Ma che bravo!- parlò sempre lo stesso ragazzo, squadrandomi dalla testa ai piedi.
–Comunque abbiamo visto di meglio!- disse un ragazzo dai capelli ricci, scatenando la risata dei suoi amici.
Ecco. Gli occhi cominciavano a diventare lucidi.
Dovevo andarmene e anche subito.
-Lasciatela in pace, lei è solo un’amica.- rispose Ian, serio.
-Eh beh, chi se la prenderebbe a quella lì. –
Basta, non ce la facevo più.
Scappai dalla presa di Ian e me ne andai all’uscita, con le lacrime che ormai uscivano a dirotto.
Mi fermai dopo essermi allontanata dalla scuola e mi sedetti sul marciapiede davanti ad un negozio d’abbigliamento.
Avevo passato una bella giornata, ma puntualmente qualcuno doveva sempre rovinare tutto.
Questa volta erano soltanto degli stupidi bulletti che avrei sopportato per l’intero anno di scuola.
Ammazzatemi, pensai.
-Samantha! Samantha!- mi voltai ed ecco Ian.
Si stava sbracciando per farsi notare. Mi alzai immediatamente e mi asciugai le lacrime.
-Ehi.. – aveva l’affanno, chissà per quanto aveva corso.
-Scusami se sono scappata, solo che..- non riuscii a continuare perché ricominciai a piangere.
-No.. non piangere.- Ian mi abbracciò e il mio battito cardiaco rallentò.
-Sono solo dei coglioni quelli là, lasciali perdere. Tu sei.. davvero, davvero carina.- sorrisi.
-Grazie per avermi difesa.-
-Dovere. E poi siamo amici.. vero?- risi.
-Lo diventeremo solo se d’ora in poi mi chiamerai Sam. Odio il mio nome.-
-Va bene Sam, ti andrebbe di prendere un gelato?-
-Certo!-
Avevo trovato un amico e mi meravigliai di me stessa.
Anzi, mi meravigliai per aver trovato una bella persona così per caso.
Di sicuro avrei passato molto tempo con Ian, e non c’era cosa più fantastica di questa.










-Spazio Autrice-

Saaaalve!
Sinceramente questo capitolo è una cacchina, ma non ho avuto molto tempo per scrivere tanto!
Allooora, Ian Eastwood è un ballerino di cui sono follemente innamorata (sotto c'è la gif) e Sam boh, mi rispecchia in un certo modo.
Mi potete fare un favore? Uno solo proprio.
Potete farmi un pò di pubblicità per far leggere la mia ff? Ho avvisato molte persone ma nessuna ha letto o recensito. :(
Vi prego, ve ne sarei grata!
Comunque spero vi sia piaciuto, e vi scongiuro, mi metto in ginocchio, potete recensire? P-L-E-A-S-E! ç_ç
I love you.


Questo è Ian. 
QUANTO LO AMO.
io me lo sposo çç

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Capitolo 3
*** niall horan. ***


Capitolo  due.


Un altro giorno di scuola mi aspettava, e non mi andava per niente di andarci!
L’unica cosa positiva era che avrei incontrato Ian, il ragazzo che avevo conosciuto il giorno prima, con cui ‘’accidentalmente’’ mi scontrai nei corridoi della scuola.
Dio, quant’era bello.
Così tanta perfezione non l’avevo mai vista.
E poi era una persona davvero dolce, affidabile, simpatica e divertente!
Cercai di rendermi un po’ più carina e presentabile, con jeans e una maglietta a maniche  lunghe azzurra e scarpe dello stesso colore. Presi dallo stanzino la vecchia piastra che non usavo da anni e mi stirai per bene i capelli. E infine aggiunsi anche un po’ di trucco, con mascara e lucidalabbra.
Quando fui pronta presi lo zaino, la bicicletta e andai a scuola.
Già nel parcheggio c’erano tantissime persone. Lasciai la bicicletta vicino ad un palo con la catena.
-Sam! Sam!- sentii la voce di Ian e mi spuntò subito un sorriso.
Mi voltai ed eccolo lì, di fronte a me, tutto sorridente.
-Ehi ciao!- lo salutai e in cambio lui mi diede un bacio sulla guancia, lasciandomi sorpresa da quel gesto.
Arrossii leggermente.
Sì certo, sembravo un pomodoro con le gambe e le braccia.
-Stai bene oggi!- mi disse, squandrandomi.
Il colorito della mia pelle avrebbe continuato a peggiorare se avesse fatto un altro complimento.
-Ehm..grazie.- sussurrai timidamente; ridacchiò per la mia reazione imbarazzata.
Rideva pure! Mi stavo rendendo ridicola, troppo.
-Ti ho preso la colazione!- esclamò, prendendo dal suo zaino una piccola busta da cui fuoriusciva un buon profumo di cornetti appena sfornati.
-Grazie! In effetti avevo una certa fame..- mi porse il cornetto alla nutella, mentre lui scelse quello alla crema.
Finito di mangiare, ci avviammo verso la classe, quando lui all’improvviso mi bloccò, scoppiando in una fragorosa risata.
Oddio, è impazzito. Pensai.
-Cosa c’è?- chiesi sconcertata.
-Hai la bocca sporca di nutella!- rise ancora e ancora.
Anche se mi stava prendendo in giro, la sua risata era contagiosa e mi ritrovai a ridere anche io.
-Sei uno scemo!- gli tirai un pizzico sul braccio. –Ora me lo dici che sono sporca?-
Subito estrasse dalla tasca del suo giubbotto un pacco di fazzoletti, ne prese uno e cominciò a passarmelo sulla bocca lentamente, sorridendo.
Che imbarazzo. Non potevo arrossire ogni santa volta che me lo ritrovavo così vicino.
-Ecco, ora va bene. – disse, buttando il fazzoletto nella spazzatura.
Lo ringraziai e andammo a prendere i libri dagli armadietti. Gli chiesi che materia dovesse fare  e mi rispose che aveva matematica, mentre io chimica.
-Ci vediamo dopo, bellissima. – persi un battito del mio cuore e, sorridendo come un’ebete, mi avviai verso l’aula di chimica, che stranamente trovai immediatamente.
Il professore era già in classe, ed era appoggiato alla cattedra tenendo in mano il registro.
Lo salutai educatamente e andai a sedermi all’ultimo banco, da sola. Aspettammo qualche minuto per cominciare la lezione, poiché due ragazzi ancora non erano arrivati. Presi a scarabocchiare qualcosa sul diario nuovo.. quando all’improvviso la porta si aprì ed entrarono i due ritardatari.
-Malik, Horan, non cambierete mai, vero?- il prof. si rivolse ai due.
I due ragazzi, scocciati, andarono alla ricerca del posto.
Li avevo riconosciuti. Come dimenticarli? Erano troppo belli per passare inosservati. Ma erano tanto belli quanto stronzi.
Facevano parte del gruppetto formato interamente da bulletti insopportabili e che davano fastidio a Ian, come avevano fatto con me il giorno prima.
Malik doveva essere il moro, alto, con la pelle ambrata e due occhioni marroni e profondi. Horan, invece, era il biondo, un po’ più bassino e magrolino, ma altrettanto bello. Aveva due occhi azzurri da invidiare, e portava anche l’apparecchio.
Ero talmente presa dalla figura di quest’ultimo  che non mi accorsi di Malik che mi stava rivolgendo la parola.
-Quello è il mio posto, ragazzina. – mi disse, con fare minaccioso.
Un po’ di camomilla non avrebbe fatto male a nessuno!
-Si.. scusami, non lo sapevo.. – mi alzai, presi il mio materiale scolastico velocemente e andai a sedermi al banco di fronte.
Al mio fianco si sedette il biondo, che non mi rivolse né  uno sguardo né una parola. Meglio così.
Il professore cominciò la lezione e alcuni ragazzi, come me, prendevano appunti su ciò che diceva. Altri, come Malik e Horan, facevano gli affaracci loro, massaggiando al cellulare o tramite bigliettini con alcune ragazze della classe, che sembravano un ammasso di ochette ninfomani.
Che obbrobrio.  
Già li detestavo. Si credevano i ragazzi più fighi della scuola, più amati e più popolari solo perché –probabilmente- si erano fatti tutta la scuola o perché trattavano male alcune persone, sentendosi ‘superiori’.
-Horan, potrebbe degnarci della sua attenzione?- alzò la voce ad un certo punto il professore.
Il ragazzo al mio fianco sbuffò.
-Certamente.- disse sarcasticamente.
-Faccia poco lo spiritoso e venga a fare l’esercizio alla lavagna. –
Horan andò controvoglia e, ovviamente, non riuscì a svolgere il compito e il prof. gli diede un 4.
-Signorina Cox potrebbe continuare l’esercizio?- annuii e andai alla lavagna anche io.
Riuscii a fare, fortunatamente, tutto e il professore mi mise un 7.
-Horan dovrebbe seguire di più la lezione, sempre se non vuole ripetere di nuovo l’anno. – il ragazzo annuì distrattamente e tornò al suo posto, seguito da me.
-Cox, potrei chiederle un favore?- mi chiese il professore.
-Certo..-
-Potrebbe aiutare in queste settimane il signorino seduto lì vicino a lei a studiare nel pomeriggio?-
Quasi mi strozzai con la mia stessa saliva.
Stava scherzando vero?
Io.. a..dare..ripetizioni..a..quel..bulletto.
Ma nemmeno per sogno!
E il biondino probabilmente era d’accordo con me, visto che scosse immediatamente la testa.
-No, no! Non mi serve una maestrina pure il pomeriggio, posso cavarmela da solo!-
-Sì certo, come no. – il ragazzo sbuffò. –Allora signorina..?-
-Ecco..io...-
-Potrebbe influire sul suo voto, se riuscisse a far mettere apposto la testa di Horan. – disse subito.
-Io.. okay..- risposi con poca enfasi.
Non avevo voglia di passare i pomeriggi con quel ragazzino antipatico e scansafatiche, ma non potevo dire di no a un voto alto.
La campanella finalmente suonò e tutti gli studenti uscirono dalla classe velocemente.
Horan era già andato via quasi correndo e dovetti rincorrerlo per fissare un appuntamento.
Gli punzecchiai una spalla quando si fermò al suo armadietto e lui si voltò con un’espressione incazzata e scocciata sulla faccia.
-Che vuoi?- sì, era furioso.
-Dobbiamo vederci per le lezioni di chimica..- risposi.
-Non ho alcuna intenzione di passare i pomeriggi con una come te. Quindi puoi anche andartene.-
-Se è per questo nemmeno io vorrei passare del tempo con un bulletto da quattro soldi, ma non posso farci niente!-
Oddio, e quel coraggio da dove l’avevo preso?
Mi maledissi immediatamente e abbassai lo sguardo.
-Cos’hai detto, ragazzina?- disse con fare minaccioso.
Mi prese per un polso e me lo strinse, facendomi del male.
-M-mi stai facendo male!- balbettai, con gli occhi colmi di lacrime.
Dopo un paio di secondi mi lasciò andare.
-Sparisci dalla mia vista.- disse, prima di girare i tacchi e andarsene.
Alzai le maniche dalla maglia e vidi che mi lasciò un segno violaceo sul polso.
Stronzo, maledetto.
Mi voltai e mi scontrai con qualcuno.
-Ma io e te dobbiamo sempre incontrarci in questo modo?!- ridacchiò Ian. Risi e ci incamminammo insieme verso la palestra.
-Ehi tutto okay?- mi chiese preoccupato lui.
-Sì perché?-
-Sembri triste..- osservò.
-No, è tutto okay.- mi guardò preoccupato. –Davvero, sto bene! È che il professore mi ha chiesto una cosa che non voglio fare..-
-Cioè?-
-Dare ripetizioni a Horan. Lo conosci, no?-
Ian strinse i pugni e si bloccò in mezzo all’ingresso.
-Non ti lascerò stare da sola con quello.- disse serio.
-Non preoccuparti, dubito che faremo qualche lezione. Dice che non vuole passare del tempo con una come me.- imitai la sua voce.
-Quello lì è davvero un coglione. Sei una ragazza bellissima e simpatica!-
-Grazie..- arrossii, ovviamente! Pft.
-Ma perché Horan e company ti hanno preso di mira?- chiesi curiosa. Intanto ricominciammo a camminare.
-Beh.. da quando hanno scoperto che ballo hanno cominciato a prendermi in giro, perché secondo loro la danza e per le femminucce, quando invece non sanno che ballare per me è come respirare. Se non ballo non vivo.-
Si vedeva che amava ballare dal modo in cui ne parlava, era davvero appassionato, e io potevo capirlo.
Anche io, come lui, avevo una passione, quella di cantare. Cantare era come un modo per sfogarsi e per dimenticare tutto ciò che mi trovavo intorno.
-Ti capisco. – risposi.
-Anche tu balli?- mi chiese.
-No, no. Amo cantare.. con tutta me stessa.-
-Allora un giorno mi farai ascoltare qualcosa!- mi disse sorridendo.
-E tu mi farai vedere qualche coreografia.-
-Ovvio!-
Arrivammo in palestra e ognuno se ne andò per i propri spogliatoi. Mi cambiai di fretta, mettendo  un pantalone della tuta nero e una felpa rosa.
Come già avevo previsto, la lezione di educazione fisica andò uno schifo, perché non ero brava in nessuno sport!
A pallavolo evitavo la palla come la pasta, a basket non riuscii a fare neanche un canestro e cadevo in continuazione.
Che disastro.
Fortunatamente le due di educazione fisica e di inglese passarono subito e uscii subito da scuola.
Ian decise di accompagnarmi fino a casa, così insieme ci avviammo, ma una voce mi chiamava.
-Cox!- era Horan.
Oh no, che voleva da me ora?
Mi voltai e sussurrai qualcosa a Ian per farlo calmare visto che stava andando fuori di testa.
-Cosa c’è?-
-Oggi ci vediamo a casa mia per le ripetizioni.- rispose.
-Pensavo non volessi stare con una come me.-
-Infatti non voglio ma sono costretto visto che le ragazze più carine della scuola sono delle schiappe in chimica.-
Questa era carina, davvero carina.
-Interessante. Beh non so nemmeno dove abiti.-
-Incontriamoci davanti a scuola alle sei e poi andiamo a casa.-
-Okay.-
Mi girai e continuai a camminare.
Dio, quanto mi dava sui nervi quel ragazzo.
-Ma perché non gli hai risposto? Hai sentito cosa ti ha detto?-
-Non è il primo a dirmi certe cose e non sarà nemmeno l’ultimo. – risposi seriamente.
-Quando capirai che sei bella così come sei?- mi chiese.
Mi fermai di colpo e lo abbracciai.
Perché non potevano essere tutti come Ian i ragazzi?
Mi sentivo bene tra le sue braccia, al sicuro.
Sarei potuta stare in quel modo per ore ed ore.. 









-Spazio Autrice-
Hola chicas!
Spero vi piaccia questo capitolo, ci ho messo tanto per scriverlo ç_ç
Avete saputo di Mister X?
Beh vi svelerò un segreto... MISTER X SONO IO.
Ebbene sì, mi dispiace per i problemi che ho creato e per le cazzate che ho detto. ahaha
Il 3 di dicembre Harry svelerà che sta insieme... a me e non con Louis.
Mi dispiace tanto per le Larry Shippers :(

recensite yooo

love you all! <3

This is Ian Eastwood.                                                                                                                   This is Samantha. (immaginatela meno figa ahaha)
  


This is Niall Horan.                                                                                                              This is Zayn Malik.
      


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Capitolo 4
*** and when i saw your face i fell in love. ***


Capitolo tre.

Mi aspettava un pomeriggio molto, ma molto intenso.
Avevo preparato già la borsa con i libri di chimica, la calcolatrice e le penne.
Non volevo andare da Horan per nessun motivo, ma ero stata costretta. Quel ragazzo era egocentrico, presuntuoso, arrogante e antipatico.
Finiti i compiti che avevo anticipato, mi pettinai un po’ i capelli e mi lavai denti.
Arrivai a scuola puntuale; mi guardai intorno per vedere se fosse arrivato Horan, ma di lui nemmeno l’ombra.
Mi sedetti su una panchina che si trovava vicino l’entrata e aspettai per cinque, dieci, quindici, trenta minuti. Non solo dovevo perdere del tempo con lui, ma si prendeva anche il lusso di arrivare in ritardo! Ormai scocciata e infastidita mi alzai, pronta per ritornare a casa.
Ma all’improvviso mi sentii prendere per il braccio, quasi sobbalzai.
Era Niall.
-Ah, eccoti. – dissi fredda.
-Dai sbrighiamoci, ho da fare più tardi. –
Con ‘’ho da fare’’ di sicuro intendeva dire ‘’mi aspettano oche nella camera da letto’’.
-Potresti anche scusarti per aver fatto ritardo, ho dovuto aspettare al freddo per tutto questo tempo.- sbottai ad un certo punto.
-Ero a casa di un amico.- rispose soltanto.
Oh sì Horan, tu sì che ci sai fare con le scuse.
Dopo una decina di minuti arrivammo finalmente a casa sua. L’appartamento si trovava all’ultimo piano di un palazzo molto alto ed era enorme. Il salotto, forse, era più grande della mia casa e si affacciava su tutta la città, c’era una vista molto bella, anche se il tempo lasciava desiderare.
Al centro c’era un tavolino rotondo in legno, sulla quale erano appoggiati posaceneri con sigarette consumate all’interno. Tutto l’arredamento era moderno e bianco, come i muri. Il pavimento era in parquet.
Beh, Horan era ricco sfondato.
-Vieni di qua.- mi disse, avviandosi verso l’ingresso, seguito da me.
Entrammo nell’ultima stanza a destra, la sua cameretta.
Anch’essa era molto grande. Un letto matrimoniale sfatto, una scrivania in legno con computer e cd sparsi ovunque. Notai anche il poster di Michael Bublé sulla porta.
Niall si sedette sulla sedia della scrivania, mentre io mi misi sul bordo del letto, prendendo il libro dalla borsa e cominciando a sfogliare diverse pagine, mano mano gli spiegavo i diversi argomenti.
Dopo aver ripetuto ogni singola pagina mi venne un forte mal di testa. Guardai l’orologio appeso vicino alla finestra ed erano passate già due  ore e mezzo.
-Allora.. hai capito?- gli domandai, finita la spiegazione.
-Sì, diciamo..-
Molto convincente direi. Ma non volevo starmene lì ancora per molto.
-Bene. Allora ci mettiamo d’accordo nei prossimi giorni per le ripetizioni. – lui annuì.
Mentre rimettevo tutto apposto, qualcuno suonò alla porta. Niall andò ad aprire e io gli andai dietro,  da potermene poi andare.
Quando la porta si aprì una ragazza alta, bionda e tanto magra si fiondò sul biondo, baciandolo con foga.
Poi mi ricordai ‘Dai sbrighiamoci, ho da fare’.
Quella lì sembrava quasi un aspira polvere, perché stava ‘aspirando’ la bocca del ragazzo. Dio, ma che schifo.
Poi si accorse di me e potei vederla bene in faccia. Era davvero bella.
-E questa chi è?- era bella, ma non poteva aprire bocca che subito usciva quella voce stridula, da oca.
-E’ la ragazza delle ripetizioni, te ne avevo parlato..-
-Ah.- disse solamente.
-Già, beh, io vado, ci vediamo domani a scuola. – dissi velocemente per poi andarmene.
Non volevo mai più assistere ad una scena così!
Appena mi ritrovai sulla strada del ritorno cominciò a piovere forte. Ci mancava pure quello! Cercai di coprirmi la testa con la borsa, ma ormai ero tutta bagnata fradicia.
-Sam! Sam!- qualcuno mi stava chiamando.
Mi guardai intorno e notai una figura affacciata ad un balcone. Ian, il mio amico.
-Ciao Ian!- lo salutai e lui sorrise.
-Vieni qui, sta piovendo troppo forte!- urlò per farmi sentire.
Annuii e mi precipitai subito al cancello della sua piccola villetta che condivideva con i suoi genitori.
Mi aprì la porta con un gran sorriso, che mi fece sciogliere immediatamente.
-Ma sei tutto fradicia!- mi tolse il cappotto e lo appoggiò alla poltrona del soggiorno. –Vuoi fare una doccia?- mi domandò.
-Se non ti dispiace..- sussurrai. Mi prese per mano, facendomi arrossire, e mi portò in bagno.
-Ti preparo una mia felpa e un pantalone della tuta se vuoi.-
-Oh sì, sì grazie!-
Mi chiusi in bagno quando lui uscì. Mi tolsi la maglietta, le scarpe e anche i jeans rimanendo solo con la biancheria intima.
All’improvviso la porta si aprì e quasi buttai un urlo quando Ian entrò.
-Oddio..- si voltò immediatamente, porgendomi i suoi abiti.
-S..scusami..- risi, notando il suo imbarazzo.
-Non preoccuparti..- uscì nuovamente e questa volta chiusi la porta a chiave.
Mi guardai allo specchio ed ero rossa come un peperone!
Poi, finalmente, entrai nella doccia e mi sentii benissimo sotto l’acqua calda che attraversava tutto il mio corpo, riscaldandomi.
Cominciai a canticchiare qualche canzone di Rihanna, la mia cantante preferita, sforzandomi di non farmi sentire da Ian.
Uscii dopo un quarto d’ora, mi asciugai il corpo e rindossai la biancheria intima e gli abiti di Ian. Il pantalone era un po’ troppo grande ma non mi importava, la felpa mi andava bene invece, e mi piaceva tantissimo. Non che avesse qualcosa di speciale, era una semplice felpa verde, ma si sentiva il profumo di Ian, che avrei riconosciuto tra mille.
Mi misi un asciugamano in testa per far asciugare un po’ i capelli e uscii dal bagno. Ian era nel soggiorno, sdraiato sul divano e guardava la televisione.
-Ehi..- sussurrò appena mi vide, facendomi posto.
Mi sedetti e incrociai le gambe.
-Ma i tuoi genitori non ci sono?- chiesi.
-No..sono partiti per lavoro, che novità.- aveva uno sguardo triste, malinconico.
Ma almeno lui aveva dei genitori.
-Mi dispiace..-
-Non preoccuparti.- sorrise. –Comunque ti ho sentita cantare prima, sei davvero brava!-
-Non è vero. – risi.
-Sì che è vero! Dovresti entrare a far parte del coro della scuola!-
Stava scherzando, vero?
-Certamente. – dissi sarcastica.
Lui si avvicinò pericolosamente a me e quando i nostri visi si trovarono a pochi centimetri di distanza cominciò a farmi il solletico dappertutto, facendomi morire dalle risate.
-No! Smettila Ian!- urlai e poi mi lasciò subito dopo.
-Solo se mi dici che almeno proverai ad entrare nel coro. –
-Va bene, va bene!- fatemi di tutto, tranne che il solletico. –Però anche tu devi farmi vedere qualche coreografia eh!-
-Appena ne inizierò una tu sarai la prima a vederla!- esclamò e poi lo abbracciai istintivamente.
Non so perché lo feci.
Forse perché grazie a lui stavo cominciando a sorridere, cominciavo a vedere il mondo a colori, cominciavo a vivere.
Lo conoscevo da poco, ma era come se fosse mio amico da anni. Era una persona unica, speciale, in grado di farmi sorridere anche nelle giornate ‘no’.
-Ti va di rimanere qui per stasera? Prendiamo una pizza e ti lascio dormire in camera mia, visto che la pioggia non vuole finire.- mi disse lui.
-Okay, grazie.- risposi. Lui sorrise e andò a ordinare due pizze.








-Spazio Autrice.- 
Okay scusatemi per il ritardo!
E scusatemi anche per questo capitolo corto, ma ero proprio senza idee..
Cominciamo bene! ahaha
Volevo ringraziare le 10 ragazze che hanno recensito il capitolo precedente,
e grazie per tutti i complimenti che mi avete fatto. <3
Spero vi piaccia anche questa (ma ne dubito..)

Anyway, ho comprato finalmente Take Me Hoooome!
Le canzoni ormai le conoscevo già e sono tutte bellissime!
Le mie preferite in assoluto sono Kiss You, Little Things e C'mon C'mon :')
Le vostre?

Recensite e ditemi che ne pensate del cd, e anche del concerto che hanno fatto al MGS <3

Un bacio.


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Capitolo 5
*** you look..nice? ***



(ringrazio la meravigliosa autrice Pettyfer per avermi fatto questo banner)

Capitolo quattro.


Mancava una settimana e finalmente iniziavano le vacanze natalizie. Non ne potevo più della scuola.
Sì, andavo bene in quasi tutte le materie e avevo deciso di iscrivermi al corso di arte, ma dover dare ripetizioni il pomeriggio a Niall Horan non era la cosa migliore che potessi fare.
Perché era una capra, non capiva un bel niente! E allora perché continuava a dirmi di voler fare le ripetizioni?
Quel ragazzo era davvero, troppo strano.
Come ogni mattina mi preparai e feci colazione al volo per arrivare in orario a scuola.
Parcheggiai la mia bicicletta al suo solito posto ed entrai nel laboratorio di inglese. I miei compagni avevano già preso posto e non ne era rimasto uno libero per me.
Quando vidi Ian, seduto all’ultimo banco vicino l’angolino. Non si era accorto di me visto che stava facendo qualcosa al computer, così andai direttamente io a salutarlo.
Era bello, che dico, meraviglioso come sempre. Indossava una felpa azzurra, un jeans aderente e non poteva mancare il cappellino hip-hop.
-Ehi..-
Lui si voltò verso di me e mi rivolse uno dei suoi bellissimi sorrisi.
-Sam! Come stai?- mi chiese educatamente.
-Molto bene, tu?-
-Bene.. ti siedi qui?-
-Ehm.. veramente non ci sono sedie, credo che resterò in piedi per quest’ora.- risi .
La professoressa entrò e dopo aver fatto l’appello mi disse che dovevo arrangiarmi per il posto.
-Siediti qui. – mi disse Ian, indicando le sue gambe.
No ma.. scherzava vero?
Diventavo rossa e nervosa quando lo guardavo da lontano, figuriamoci se me lo sarei ritrovato appiccicato a pochi centimetri di distanza.
E poi non volevo dargli fastidio, beh, ero pesante.
-No dai, peso..-
-Ma che dici?! Dai su siediti..- e alla fine mi sedetti sulle sue gambe, rivolta con le spalle al muro alla destra, e alla mia sinistra c’era il bellissimo Ian Eastwood, che mi sorrideva e mi faceva perdere alcuni battiti del mio cuore.
La professoressa cominciò a spiegare la sua lezione e cercai di concentrarmi ma non ci riuscii affatto, soprattutto quando una mano di lui si posò su un fianco.
Non potevo negare di essere emozionata e fuori di me in quell’ora, ma insomma.. mi è sempre stato difficile stare così vicino ad un ragazzo in tutta la mia vita.
Fortunatamente l’ora volò subito via e dopo aver ringraziato il mio amico uscii dall’aula, per andare a lezione di chimica.
Come al solito Niall Horan e il suo gruppo di amici arrivarono in ritardo e il biondino si sedette al mio fianco.
-Buongiorno ragazzi.- ci salutò il professore non appena entrò in classe.
-Volevo ricordarvi che dopodomani ci sarà il compito e mi chiedevo se Horan stia studiando per bene con la aiuto della signorina Cox. –
-Sì professore. – rispose Niall.
-Va tutto alla grande. – mentii. Tutti sapevano che Niall non avrebbe mai e poi mai capito qualcosa di chimica.
-Lo spero. – disse il prof e poi cominciò a spiegare un nuovo argomento.
Mentre osservavo l’uomo scrivere formule alla lavagna, con la coda dell’occhio vidi Niall armeggiare con una penna su un pezzo di foglio e poco dopo me lo passò.
Senza farmi vedere lo aprii e trovai la sua scritta:
‘ Devi aiutarmi in chimica. Sono nella merda. ‘
Ah ma davvero?
Quel ragazzo non poteva essere così.. stupido.
Presi una penna e scrissi sullo stesso fogliettino:
‘ Secondo te cosa ho cercato di fare in questi 3 mesi?’
Glielo passai e dopo che averlo letto scrisse:
‘Ti prego, i miei potrebbero ammazzarmi..’
Sbuffai e continuai a seguire la lezione e ad ignorarlo per tutta l’ora e quando suonò la campanella mi raggiunse nei corridoi e fece sbattere violentemente il mio armadietto. Sussultai.
-Tu devi aiutarmi. – disse.
-E’ dall’inizio dell’anno che cerco di aiutarti!-
-Lo so, ma ho bisogno di te. Solo oggi..per favore.-
L’idea di dover passare un altro pomeriggio con lui mi nauseava, ma dovevo farlo per forza, oppure il professore non sarebbe stato contento.
-E va bene..a che ora vengo?-
Sorrise e.. aspetta.
Stava sorridendo, con me?
Non l’avrei mai detto ma..era bellissimo, come sempre, ma quando sorrideva sembrava un angelo.
-Alle quattro.- annuii e me ne andai in classe.

[…]

 
Arrivata a casa mi fiondai subito in cucina. Avevo una fame tremenda e non vedevo l’ora di mettere qualcosa tra i denti. Preparai gli spaghetti al sugo e due fettine di carne, dopodiché lavai i piatti e mi stesi sul divano a guardare la tv.
D’improvviso sentii il cellulare squillare nella tasca dei miei jeans, lo presi e vidi sullo schermo la scritta ‘Ian’.
-Pronto?-
-Ehi Sam.. sono io!-
-Ciao Ian! Ti serve qualcosa?-
-No..ehm.. volevo chiederti se..insomma..ti andrebbe di uscire stasera.-
-E’..un appuntamento?-
-Beh no..cioè sì, ma se non vuoi venire non mi offendo eh, fai tu e..
-Ian, Ian calmati- ridacchiai. -..Voglio venire..-
Lo sentii sospirare e risi tra me e me.
-Bene, fantastico..allora che ne dici se vengo da te verso le otto e mezzo? Facciamo una passeggiata e ci fermiamo in un ristorante.-
-Per me va benissimo. A  stasera allora?-
-A stasera.. ciao!-
Chi aveva un appuntamento con Ian Eastwood?
Io.
Io.
Io.
Non potevo crederci, cioè, nessun ragazzo mi aveva chiesto mai di uscire. Ero felicissima!
Dopo essermi ‘ripresa’ da questa richiesta, andai a fare i compiti presto, poiché alle quattro dovevo già essere a casa di Niall.
Arrivai lì, come sempre, in orario. Suonai al campanello e nessuno veniva ad aprirmi la porta. Sentii da fuori soltanto delle grida, come se due persone stessero litigando.
E infatti era così.
La porta ad un certo punto si aprì e mi ritrovai di fronte la ragazza del biondino, con i capelli tutti spettinati e un’espressione arrabbiata sul viso.
Mi diede una spallata forte, quasi cadevo, e se ne andò.
-Ehi..ehm..scusa se non ti ho aperto subito, ci sono stati dei problemi..- mi disse Niall facendomi entrare in casa.
-Non preoccuparti. Ma..cosa è successo? Se posso saperlo..-
-Abbiamo litigato per l’ennesima volta perché lei mi  ha tradito.- rispose come se quel fatto non gli dispiacesse affatto.
-Non sembra ti importi..- osservai.
-Beh che posso farci..-
-Mi dispiace.- sussurrai.
Lui mi sorrise.
Due sorrisi in un giorno:un vero record!
E più lo faceva, più lo consideravo bello.
-Studiamo?- chiese lui dopo un po’.
Okay, era decisamente impazzito.
Non poteva essere Niall Horan quello.
Andammo in camera sua e ci sedemmo sul suo letto, con i libri e i quaderni.
Spiegai tutto con calma, facendogli ripetere di volta in volta i vari capitoli.
Ripeto: non poteva essere lui.
Mi disse tutta la lezione come se la sapesse già a memoria.
Incredibile.
-Che ne hai fatto di Niall Horan? Abbiamo finito prima del solito la ripetizione, molto prima.- dissi e lui rise.
Oh, aveva anche la risata perfetta e contagiosa.
-Devo andare ora..- dissi, aiutandolo a  mettere i libri al loro posto.
-Adesso?- mi domandò.
-Già.. dovrei uscire stasera..-
-Uh, un appuntamento Cox?- disse con uno sguardo malizioso.
-Se proprio vuoi saperlo sì. – arrossii. –Quindi..a domani.-
-No aspetta.- mi prese per il polso facendomi voltare.
-Ti andrebbe di rimanere un altro po’? –
Di quale tipo di sostanza stupefacente si faceva ultimamente?
-Ehm.. va bene.. solo se mi prepari un po’ di cioccolata calda.-
-Ci stavo proprio pensando!- sorrise  e insieme andammo in cucina a preparare la cioccolata.
Parlammo del più e del meno  e di come mi trovassi nella nuova scuola.
Dovetti cambiare opinione su di lui.
Niall era diverso dai suoi amici, o almeno sembrava così. Era socievole, divertente e non scontroso e acido come lo era a scuola.
Quella parte di Niall che non avevo mai conosciuto mi piaceva e tanto anche.
Rimasi con lui per molto tempo, non mi accorsi nemmeno dell’orario.
L’orario..
-Oddio Niall!- urlai.
Stavamo sul divano a guardare la televisione.
-Cos’è successo?- si alzò insieme a me e misi subito il giubbotto per andarmene.
-Sono le nove! Io ho l’appuntamento.- spiegai. Lui scoppiò a ridere.
-Per qualche minuto di ritardo, che sarà mai!-
Sì certo, mezz’ora di ritardo.
-Devo andare scusami..- mi fermai all’uscio della porta e gli diedi un bacio amichevole sulle guance.
-Ciao Sam!- sorrise lui.
Uscii quasi scappando dall’appartamento, attraversai tutta la strada di ritorno correndo e avevo già il fiatone dopo pochi minuti.
Quando arrivai al portone di casa mia trovai Ian appoggiato al muro e guardava altrove.
Di sicuro mi odiava a morte.
-Ian! Dio, sono stupida..scusa se sono in ritardo, ma sono andata da Horan per le ripetizioni..- lui mi guardò e poi sorrise.
-Non fa niente dai.-
-Che stupida che sono.. scusa.-
-Smettila di scusarti, non sono arrabbiato!- rise e io tirai un sospiro di sollievo.
Entrammo in casa mia e lo lasciai un attimo in salotto mentre io mi cambiai gli abiti.
Maglia di lana azzurra con un semplice pantalone nero e degli stivaletti dello stesso colore.
Mi truccai leggermente sugli occhi e legai i miei capelli con un elastico.
-Sei bellissima.-
Il mio cuore? Batteva all’impazzata.
-Grazie.- sussurrai.
Mi prese sottobraccio e insieme uscimmo di casa.
Mi portò in giro per la città, guardando le vetrine dei negozi, passeggiando per le strade e ci fermammo a cenare in un pub carino.
Passai una bellissima serata con lui, e di sicuro non sarebbe stata l’ultima.
Ian mi piaceva sempre di più.
Forse era.. amore?









LEGGETE PER FAVORE!



OK MOLTO PROBABILMENTE ORA PENSERETE CHE SONO UNA CACCA... E AVETE RAGIONE!

sono in ritardo di un mese o più... uccidetemi pure :(
solo che non avevo molte idee...per questo il capitolo fa davvero tanto tanto schifo.
Volevo chiedervi una cosa..
Prima di tutto Buon Natale e Buon Anno in ritardo, spero abbiate passato tutte delle belle vacanze :)
Poi.. Volevo sapere se vi piace davvero come storia questa qui, perchè molte mie amiche (e non) mi hanno detto che questa ff
 è poco originale, mi hanno detto anche che assomiglia alla mia seconda ff (quella su Zayn)...Io sinceramente le trovo
molto diverse, solo qualche particolare è uguale ma è questa su Niall è tutta un'altra storia.
Quindi ditemi se pensate che questa fanfiction non sia per niente originale, così non devo cervellarmi ogni volta per scrivere un capitolo
e la elimino direttamente :)

Okay ora la smetto di annoiarvi...e vi auguro anche un buon ri-inizio di scuola (maledetta).
Un bacione! <3














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Capitolo 6
*** he makes me smile. ***


Capitolo 6.


L’appuntamento con Ian era andato più che bene.
Con lui mi sentivo a mio agio e non mi era mai capitata una cosa del genere. Di solito i ragazzi mi evitavano come la peste, ma Ian no, lui era diverso, era fantastico.
Sotto alcuni aspetti eravamo davvero simili, ad esempio entrambi eravamo insicuri, non volevamo mai farci notare, odiavamo avere tutti gli sguardi rivolti verso di  noi, paura di essere giudicati sempre.
Eppure lui era..perfetto.
Bello, intelligente, simpatico e pronto ad aiutare chiunque.
Durante la nostra passeggiata per il centro della città mi raccontò il suo arrivo a scuola.
Appena cominciò a frequentare le stesse lezioni di Niall Horan, Zayn Malik, Harry Styles, Louis Tomlinson e Liam Payne fece amicizia con loro e iniziò ad uscire con essi quasi tutti i giorni, nei locali a bere qualcosa o per rimorchiare qualche ragazza. In pochi mesi divenne uno di loro, uno tra i più ‘popolari’, uno tra i più desiderati dalle studentesse della scuola, proprio come gli altri cinque.
Mi confessò di essere stato uno stronzo con molte ragazze, le usava e le trattava male. Questo fatto non gli piaceva affatto, si sentiva un mostro, ma per essere amico dei popolari doveva comportarsi proprio come loro.
Tutto questo andò avanti finché una sera Zayn invitò tutti i suoi amici a casa per una cena e lì Ian conobbe Doniya Malik, la sorella del pakistano.
Me la descrisse nei minimi particolari. Dall’altezza al fisico slanciato e atletico. Capelli castani lunghi e occhi marroni proprio come al fratello.
Per loro fu come amore a prima vista. Durante la serata tra amici a casa Malik, Ian chiese a Doniya il suo numero di cellulare, e da quel giorno non fecero altro che messaggiarsi di continuo, giorno e notte. Questo durò per diverse settimane, poi decisero di mettersi insieme. Erano davvero innamorati l’una dell’altra, erano inseparabili, Ian addirittura snobbava i ragazzi per stare con lei, ma c’era un problema: Zayn.
Mi disse che Zayn era davvero iperprotettivo nei confronti delle sue tre sorelle, nessuno poteva sfiorarle, nessuno che non fosse di gradimento a Zayn.
Così quando il ragazzo venne a scoprire della storia d’amore tra sua sorella e il mio amico andò su tutte le furie. Cacciò Ian da casa sua e non lo considerò più, proprio come gli altri.
Un giorno Ian mentre tornava a casa da scuola venne preso da Louis e Liam che lo portarono in un vicolo deserto dove nessuno li avrebbe visti. Ad aspettarli c’erano Niall, Harry e Zayn.
Lo presero a calci, pugni e quando ebbero finito il loro ‘lavoro’ lo lasciarono lì per terra, solo e dolorante.
Per giorni questo divenne come una routine, finché non decise di dire tutto al preside e ai suoi genitori, così i ragazzi smisero di dargli botte. Ma ovviamente si limitarono alle parole.
Dopo l’interminabile discorso di Ian rimasi scioccata, ma soprattutto delusa, non da Zayn, Liam, Harry e Louis, ma da Niall.
Davvero lui, che sembrava così simpatico e gentile, aveva ridotto così in passato il mio migliore amico?
Ci rimasi male, ma quello che contava era Ian. Aveva sofferto per tutti quegli anni eppure aveva avuto il coraggio di andare avanti, evitando quei bulletti da quattro soldi.
Ian non meritava una cosa del genere.
Nessuno meritava una cosa del genere.
Quando mi accompagnò al portone di casa mia mi salutò con un abbraccio.
Uno di quegli abbracci di cui non potresti mai staccarti.
-Buonanotte piccola. – mi sussurrò nell’orecchio.
Sorrisi e, dopo avergli dato un bacio sulla guancia, andai a casa mia.
 
Era giovedì, 20 dicembre.
Questo voleva dire che mancavano solo due giorni alla fine della scuola. La settimana sembrava interminabile, non ne potevo più!
L’unica cosa positiva? Avrei rivisto di nuovo il mio Ian.
Il mio Ian?
Sì certo..
Avrei rivisto Ian.
Legai i miei capelli e feci una treccia di lato che ricadeva sulla mia spalla sinistra. Non mi truccai molto e come al solito misi un jeans e una felpa.
Feci colazione velocemente e, prendendo lo zaino, uscii di casa dirigendomi a scuola.
Chi c’era ad aspettarmi davanti all’entrata? Ian.
Dio, quanto amavo quel ragazzo!
Aspetta..amavo?
Ho detto amavo?
Lo salutai facendogli segno con la mano; mi avvicinavo a lui ma all’improvviso qualcuno mi si parò davanti. Sussultai.
-Niall?-
-Buongiorno- sorrise.
-Ti serve qualcosa?- chiesi.
-E’ vietato salutarti?-
Dopo quello che mi aveva raccontato Ian rimasi perplessa dal comportamento di Niall.
Potevo fidarmi di lui oppure era rimasto lo stesso stronzo di prima?
-No, certo che no. Buongiorno.-
-Che hai?- mi fissò per qualche secondo finché non risposi.
-Nulla, ho sonno. Ci vediamo in classe okay?- mi sforzai di sorridergli e corsi da Ian che mi stava ancora aspettando.
Mi abbracciò proprio come la sera prima e rimasi senza fiato.
-Buongiorno!- esclamai.
-‘Giorno.- sorrise. –Che voleva quello?-
-Nulla..sai per il compito di chimica..- mentii.
-Ah, okay, entriamo?- mi prese sottobraccio e mi accompagnò fino alla classe di biologia.
Mi lasciò un piccolo bacio sulla guancia che immediatamente divenne rossa per l’imbarazzo ed entrai in aula.
Quando suonò la campanella entrò Niall insieme ad Harry e si sedettero davanti a me.
Il biondo si voltò e mi sorrise. Non ricambiai.
La professoressa entrò e mentre faceva l’appello Niall mi mandò di fretta un bigliettino su cui aveva scritto:

Mi dici cos’hai? Ho fatto qualcosa di male?

No Niall, hai solo picchiato il mio migliore amico in passato e  lo prendi sempre in giro .
Non hai fatto niente di male!
Risposi con:

Non ne voglio parlare ora, scusa.

Dopo aver letto rimase deluso da ciò che avevo scritto e finalmente lasciò perdere.
Seguii la lezione con attenzione, presi appunti e cercai di non farmi distrarre dai numerosi sguardi che mi lanciava Niall.
 
Non so come riuscii a sopravvivere alle due ore di matematica e due ore di inglese, fatto sta che ero stanchissima e non vedevo l’ora di andare a casa.
-Sam!-
Di nuovo lui…
Mi voltai verso Niall che correva nella mia direzione.
-Vuoi un passaggio?- mi chiese, facendomi vedere la sua bella e lucidata macchina parcheggiata nel parcheggio della scuola.
-Va bene.-
Accettai solo perché ero stanca..
Per tutto il tragitto rimasi in silenzio, a momenti mi addormentavo.
-Allora, vuoi dirmi perché ce l’hai tanto con me?- mi chiese sorridendo.
-Nulla di importante.- cercai di liquidarlo.
-Voglio saperlo lo stesso.- mi disse.
-Okay- sbuffai. –Ian mi ha raccontato cosa gli avete fatto tu e i tuoi amici qualche anno fa.-
-Ah.-
-Eh sì.-
-Eravamo dei coglioni prima.-
-Non mi pare che siate cambiati poi così tanto.-
-Non picchio qualcuno da..da tanto.-
-Ma l’hai fatto lo stesso. Non ti vergogni?- sembrava del tutto indifferente, e questo mi infastidì.
-Te l’ho detto, siamo stati dei coglioni, ma quel che abbiamo fatto è stato fatto e non possiamo farci nulla. E sì, sicuramente ho sbagliato a trattare così il tuo amico e mi dispiace.-
Non sembrava poi così dispiaciuto, ma lasciai lì il discorso.
-Okay.- sussurrai.
Gli dissi dov’era casa mia e arrivammo in meno di un quarto d’ora.
-Grazie per il passaggio.- gli dissi prima di scendere dalla macchina.
-Aspetta..-
-Cosa c’è?-
-Sei ancora arrabbiata per quella cosa?- mi chiese.
-Forse.- sorrisi.
In fondo, pensai, perché essere arrabbiati per qualcosa accaduta anni prima?
Forse Niall diceva la verità, forse era dispiaciuto davvero.
Non mi era mai piaciuto stare col broncio per troppo tempo.
-Mmh.. posso farmi perdonare con una cenetta a casa mia?-
Cosa?
What?
¿Qué?

-Stai scherzando?-
-No.- rise. –Puoi venire a casa mia stasera?-
Poteva essere davvero uno scherzo, eppure mi sembrava davvero serio in quel momento.
Samantha Cox, 17 anni,nata in Mullingar, ragazza più insicura e goffa di questo mondo  era stata appena invitata a cena da Niall Horan, ragazzo più amato dalla ragazze della scuola, il più figo di tutti.
Mi guardai intorno, controllando se ci fossero telecamere che mi riprendevano per ‘Disaster Date’, ma nulla.
C’eravamo solo io e lui.
-Devo pensarci su.. – sorrise.
-Okay, hai facebook, no? Magari mi scrivi lì e mi fai sapere.-
-Ok, ci sentiamo allora.-
-Ciao Sam.- sorrise un’altra volta prima di premere sull’acceleratore  e scattare via dalla strada.
Entrando in casa mi diedi un pizzicotto.
Allora era tutto vero…
Ma c’era solo un problema: e se Ian si fosse arrabbiato?






 

-Spazio Autrice-

Vi ricordate di me? Sono quell'autrice che non aggiorna da troppo tempo.
Spero non vi siate dimenticate nemmeno della fanfiction ç_ç
Comunque questo capitolo mi piace, strano ma vero!
E voi che ne pensate?
Recensite <3

Ora vi lascio con una gif di Ian (stra-figo) e Niall (stra-stra-figo) 

Mwaah 

 

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Capitolo 7
*** you give me an heart attack. ***


Capitolo sette.

 


Niall se ne andò dopo avermi accompagnata a casa.
Misi la giacca al suo posto, indossai una tuta comoda e andai a cucinare qualcosa perché stavo morendo dalla fame.
Dopo pranzo feci quei pochi compiti che ci avevano assegnato per il giorno dopo e poi accesi il mio computer, accedendo poi su face book.
Trovai una decina di notifiche. Erano tutte di Ian.
Quel ragazzo era la dolcezza fatta in persona, metteva ‘mi piace’ a tutte le mie foto e in questo modo mi faceva sentire come importante.
D’improvviso qualcuno mi scrisse in chat: Niall.
-        Hey, allora stasera vieni?
Me n’ero quasi dimenticata che mi aveva invitata a casa sua quella sera.
Ci pensai per qualche secondo e poi risposi:
-        Se  ti dico di no non mi lascerai mai più in pace, vero?
Niall scrisse:
-        Probabilmente no ;)
Ridacchiai.
-        Allora ci vediamo stasera! 
Ma sì, una serata tranquilla con un amico non avrebbe fatto male a nessuno.
Però non volevo che Ian pensasse male. Odiava Niall con tutto se stesso per tutto quello che il biondino gli aveva fatto passare ai primi anni di liceo e non volevo si arrabbiasse con me.
Non potevo litigare con Ian, non con una persona che mi faceva sentire sempre bene.
Però ero affezionata anche a Niall. Si era rivelato un ragazzo simpaticissimo e con lui avevo un buon rapporto d’amicizia;
cosa avrei dovuto fare?
A distrarmi dai miei pensieri fu il campanello di casa che cominciò a suonare.
Chi poteva essere a quell’ora?
Chiusi il pc e andai ad aprire la porta.
Mi trovai davanti Ian con il suo solito sorriso smagliante.
-Ian? Che ci fai qui?-
-Disturbo?- chiese.
-No, certo che no. Entra.- sorrisi e lo feci accomodare.
-Come mai questa visita?-
-Volevo farti una sorpresa..- mi spettinò i capelli e ridacchiò. -..e poi vorrei portarti da una parte..-
-Dove?- chiesi curiosa.
-Te l’ho detto, è una sorpresa!-
-E okay. Aspetta cinque minuti che mi preparo!- sorrisi e andai in camera.
Non vedevo l’ora di scoprire in che posto mi avrebbe portata Ian. Anche se ero più entusiasta del fatto che avrei passato qualche ora con lui.
Dovevo ammetterlo, mi piaceva veramente, ma non sapevo se lui ricambiava il mio sentimento.
Indossai una felpa e dei leggins scuri con le scarpe da ginnastica. Lasciai che i miei capelli ricci ricadessero sulle mie spalle e mi truccai mettendo la matita sugli occhi.
Quando uscii dalla stanza, trovai Ian di spalle, che guardava delle foto.. le mie foto di quando ero piccola.
Bella figuraccia che stavo facendo! Tutte quelle foto erano così imbarazzanti…
-Sono pronta.- dissi, cercando di attirare la sua attenzione. Lui si voltò verso di me e sorrise.
-Stai benissimo.- arrossii. –Comunque guardavo queste foto..- disse. -..eri davvero adorabile da piccola.-
-Ehm..grazie..-
-Questa è tua nonna?- disse, indicando una foto.
Era la foto che feci un mese prima che mia nonna morisse. C’era mia nonna seduta sulla poltrona e io da dietro che l’abbracciavo.
Quanto mi mancava.
Mi mancavano le giornate che trascorrevo con lei al mare, facevamo passeggiate che non finivano mai e, quando ci stancavamo, ci sedevamo all’ombra, sotto ad un’albero.
Oppure d’inverno, quando preparavamo tantissimi dolci e ci ingozzavamo guardando un film la sera.
E ora che non c’era più non facevo più nulla, ero rimasta sola.
-Sì..- risposi. Avevo la voce tremolante e gli occhi lucidi.
Ian corse ad abbracciarmi, accarezzandomi la schiena.
-Mi dispiace, io non volevo..-
-Non preoccuparti.- mi staccai e gli presi le mani. –Va tutto bene.-
O almeno credevo.
-Andiamo?- mi chiese dopo un po’. Annuii e uscimmo di casa.
Passeggiammo per una mezz’oretta e arrivammo in un edificio che conoscevo bene.
La scuola di danza della città, dove da piccola mi esibivo con le mie canzoni.
-Che ci facciamo qui?- chiesi.
Ian rimase in silenzio e dopo avermi presa per mano mi portò all’interno della scuola. Era vuota, ma lui aveva le chiavi.
-Siccome vengo qui ad allenarmi tutti i giorni, il mio maestro di danza mi ha lasciato le chiavi così da poter venire quando voglio.- mi spiegò.
Entrammo nella grande sala di danza e lui si fermò al centro della stanza, lasciandomi vicino alla porta.
-Avevi detto che volevi vedermi ballare, perciò ti ho portata qui.-
-Non vedo l’ora che cominci.- risposi.
Lui sorrise e accese lo stereo.
Partì la canzone ‘Turn up the music’ di Chris Brown e il ragazzo cominciò a danzare.
Era bravissimo, talmente bravo che rimasi a bocca aperta.
Ci metteva così tanta passione e concentrazione, ci metteva tutta l’anima e rimasi come incantata dai suoi movimenti.
La musica finì dopo qualche minuto e applaudii non appena mi raggiunse.
-Allora, che ne pensi?- disse, con l’affanno.
-Sei stato fantastico!- lui mi abbracciò e mi sentii morire.
Mi prese per mano e mi portò al centro della pista. Appoggiò le sue mani su i miei fianchi e io portai le mie dietro al suo collo.
Cominciammo a girare insieme, come se stessimo ballando ma non c’era la musica.
I suoi occhi fissi sui miei occhi, le guance di entrambi incredibilmente rosse per l’imbarazzo.
Spostò il suo sguardo sulle mie labbra, e a quel punto il mio cuore cominciò a battere forte.
Si stava avvicinando, sempre di più e all’improvviso mi sentii in paradiso, trovando le sue labbra sulle mie.
Dopo poco mi staccai e sentivo il viso andare a fuoco.
Ian aveva appena baciato me. Me!
Non riuscivo a crederci ancora.
-Ecco, io..scusami, cioè, non dovevo..- balbettò.
-Ian, s-stai tranquillo, davvero.-
Si calmò per un attimo.
-Andiamo via?- mi chiese.
-Okay.-
Mi prese nuovamente per mano e rimanemmo in un silenzio imbarazzante per tutto il tragitto.
Quando arrivammo davanti a casa mia si decise a parlare.
-Senti Sam, io non dovevo prima e mi dispiace..-
-Ian, davvero, è tutto okay, non preoccuparti.- sorrisi.
-Sicura?- annuii e mi alzai sulle punte lasciandogli un piccolo bacio sulle labbra.
E quel coraggio da dove l’avevo preso?
Facevo passi da gigante!
-Ci vediamo stasera?- mi chiese.
Stavo per rispondere di sì, quando mi è venuto subito in mente Niall. Non potevo dargli buca, volevo davvero passare una serata con lui per divertirmi.
-Mi dispiace, stasera ho da fare, ci vediamo domani a scuola?-
Lui annuì e mi abbracciò. Era la dolcezza fatta in persona.
Quando se ne andò ed io entrai in casa, cominciai a saltellare per tutta la casa ripensando al bacio che avevo dato a Ian.
Dio, com’ero felice. Non me lo sarei mai aspettato.
 
[…]

Ero  arrivata a casa Horan  anche in anticipo, ma mi stavo annoiando troppo a casa.
Non me ne andai a mani vuote, infatti preparai una ciambella per il biondino.
Suonai al campanello e poco dopo Niall mi aprì, ed era senza maglietta.
-Oh, ehm..sei arrivata prima..-
-Già, è un problema?-
-No, assolutamente no! Entra.-
Entrai in salotto e mi voltai a guardarlo.
-Che hai portato? Che buon odorino!- esclamò annusando la scatola che portavo.
-Ho preparato la ciambella. – dissi ridacchiando.
Lui la prese e la portò in cucina.
Poi andammo in camera sua.
-Bene, ti va di vedere un film?- mi chiese, prendendo la custodia con numerosi dvd dentro.
-Sì, basta che non sia un horror.- mi sedetti a gambe incrociate sul suo letto.
-Okay. Mmh ho di tutto..-
-Harry Potter?- chiesi.
-Sì ce l’ho, vada per quello.- sorrisi e aspettai che si sedesse al mio fianco per vedere il film.
 
Era passata quasi un’ora e non avevamo fiatato proprio.
-Ma tu vivi da solo?-
-No..- rispose. -..i miei genitori sono separati, quindi vivo con mio padre, solo che non c’è mai per il lavoro.-  
-E quando sei solo non puoi andare da tua madre?-
-Sì, a volte ci vado ma preferisco passare le serate a divertirmi con i miei amici, sai com’è..-
-Giustamente.-
-E tu invece? Vivi con i tuoi?-
Tasto dolente che non doveva toccare.
Subito mi irrigidii e non risposi.
-Ehi, qualcosa non va?- mi sussurrò guardandomi negli occhi.
-E’ che..mia madre è morta quando ero piccola e non ho mai conosciuto mio padre. Ho vissuto per tutti questi anni con mia nonna, solo che lei è morta poco prima che iniziasse la scuola..- senza accorgermene una lacrima scese e  Niall subito me l’asciugò con un pollice.
Mi abbracciò e mi sussurrò ‘mi dispiace’.
Affondai la testa sul suo petto, sentendo il suo bellissimo profumo.
-Scusami, ho rovinato la serata..- dissi, dopo essermi ripresa.
-Ma cosa dici?! Ora ordiniamo le pizze e ceniamo insieme.- mi fece l’occhiolino e chiamò alla pizzeria più vicina per ordinare le due margherite.
Mentre parlava mi guardai un po’ intorno e notai che c’era una chitarra all’angolo della stanza e sopra una mensola con due foto incorniciate sopra.
Una in cui c’era Niall che suonava la chitarra e nella seconda aveva un microfono in mano.
-Tra mezz’ora arriveranno le pizze.- mi disse.
-Bene.- sorrisi.  –Niall, ma tu canti?-
-Ehm..come fai a saperlo?-
-Ho visto quelle due foto lì sopra.- dissi, indicando la mensola.
-Ah.. comunque sì, cantare è la mia passione, anche suonare la chitarra.-
-Wow.. –
-Non lo sa nessuno, eccetto te ora.-
-Davvero? E perché?-
-Beh, credo che sarebbe strano sentir cantare il capitano della squadra di football della scuola..- rispose.
-Non sarebbe strano, è una bella cosa. –
-Sì, beh, diciamo che mi vergogno, tutto qui.-
-Anche per me cantare è una passione, praticamente è la mia vita.-
-Dici sul serio?-
-Già.- risi dopo aver visto l’espressione del suo viso.
-Magari un giorno potremmo cantare insieme, che ne dici?- mi chiese sorridendo.
-Mi piacerebbe molto.-
E trascorremmo il resto della serata così, in questo modo piacevole, a scherzare, chiacchierare e a conoscerci meglio.
Avrei passato tutta la notte con Niall.






Spazio Autrice.

Madò, sono una cacca proprio.
Non solo sono in ritardo, ma ho scritto anche un capitolo orripilante.
Mi dispiace veramente, spero mi perdonerete :(

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un bacino

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