the promise ring

di Gipsiusy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** To always love you.. ***
Capitolo 2: *** ..to defend you, even if I know you're wrong.. ***
Capitolo 3: *** ..to suprise you.. ***
Capitolo 4: *** ..to always pick uo your phone-call no matter what I'm doing.. ***
Capitolo 5: *** ..to bake you cookies at least twice a year ***
Capitolo 6: *** ..to kiss you, wherever and whenever you want.. ***
Capitolo 7: *** ..but mostly just to make sure that you remember how perfectly imperfectly you are. ***



Capitolo 1
*** To always love you.. ***



Quel San Valentino sarebbe stato tutto perfetto. Doveva esserlo.

Stavano insieme da quasi due anni e ancora non ne avevano passato uno come si deve, era assurdo.

Avevano trascorso momenti più romantici a Natale, non ultimo quello appena passato, probabilmente il migliore di sempre.

Ma quest’anno Blaine Devon Anderson era più che deciso a trascorrere un romantico e perfetto San Valentino con il suo ragazzo a New York, e neppure il fato avverso lo avrebbe fermato.

Organizzò tutto con una precisione maniacale, facendosi aiutare anche da Coop –strano a dirsi ma si era rivelato utile- e da Rachel. Ora non restava che comprare lo champagne, contattare il tecnico che lo avrebbe aiutato e trovare una carrozza.

Sarebbe stato il miglior san valentino di sempre.



Kurt uscì dalla redazione di Vogue.com carico di aspettativa. Blaine gli aveva detto di tenersi pronto, perché sarebbe stata una serata esplosiva, e non vedeva davvero l’ora di vedere il suo adorato ragazzo.

Scese gli ultimi scalini dell’edificio, uscendo per immergersi del tipico freddo di metà febbraio e per poco non urlò per la sorpresa.

Lì, dall’altro lato della strada, c’era Blaine, l’amore della sua vita, che lo attendeva con tanto di fiori e –che gli venisse un colpo- una carrozza.

Erano diverse da quelle di Central Park, era qualcosa di più elegante e sofisticato, nera e un po’ vecchio stile, ma assolutamente perfetta.

Tuttavia queste cose il castano le notò tutte dopo, perché in quel momento era intento a dimostrare al suo ragazzo la gioia di vederlo.

Blaine lo cinse per la vita, sussurrando parole dolci all’orecchio dell’altro, mentre lasciava una leggera scia di baci sul volto.
“Mi sei mancato..” gli disse infine Kurt, sistemandosi abbastanza lontano per osservarlo bene.

“Anche tu, immensamente.. Buon San Valentino, amore!” gli sorrise entusiasta ed euforico, mentre si scostava per indicare la carrozza.

“Vuole salire, monsieur?” gli porse la mano con un breve inchino.

“Con molto piacere..” gli afferrò la mano salendo sul mezzo.

“Allora, dove andiamo?” gli chiese poi.

Se era possibile il sorriso di Blaine si espanse ancora di più.

“Prima tappa, ristorante italiano!” e la carrozza partì, sapendo già tutto l’itinerario del viaggio.


Nel viaggio parlarono del più e del meno, raccontandosi la loro giornata e supportandosi a vicenda.

Blaine lo aggiornò di cosa stesse accadendo a Lima, e gli occhi di Kurt si accesero per i nuovi gossip.

“Credo che un giorno Jake e Ryder si prenderanno a pugni! L’aria nella sala prove a volte diventa irrespirabile. E vuoi sapere come, Finn, ha pensato di risolvere la cosa?”
alzò le sopracciglia, come se fosse una cosa ovvia, ed effettivamente nella mente di Kurt partì un flash.

“No. Non a San Valentino.”

“Oh si, lo ha fatto.”

“Ma è impazzito? Voglio dire, già normalmente San Valentino è territorio minato, ora si mette anche con queste cose..”

“Eh già, una gara per la canzone d’amore più bella e dolce e romantica e tutto il resto. Chi vince riceve una cena per due da ‘Breadstiks’”

“E’ ufficiale, non vuole continuare a vivere. Peccato, è stato bello avere un fratello per un po’..” commentò melodrammaticamente Kurt, facendo ridere l’altro.

“ e tu quale hai scelto?” gli chiese il castano dopo un po’.

“Oh, lo vedrai stasera..” rispose il riccio, stringendolo a se per baciarlo.


Arrivarono al ristorante italiano ma Blaine gli fece cenno di rimanere a bordo.

“ma come, se non dobbiamo mangiarci perché siamo venuti?” chiese Kurt visibilmente disorientato. Il moro saltò giù e prese delle buste da un ragazzo che gli aspettava lì fuori, pagò e si diresse verso la carrozza, aiutato dal cocchiere. Sistemò le buste in modo che non si versassero e tornò su.

“Per noi ho in mente una destinazione leggermente più speciale” gli assicurò. “Ma sai che non sono mai stato un asso in cucina, quindi mi sono dovuto arrangiare..”

“capisco..quindi dove andiamo?” gli chiese l’altro illuminandosi. Gli rivolgeva questa domanda a intervalli regolari, sperando che l’altro cedesse e glielo rivelasse. Blaine sorrise scuotendo la testa e non rispose.

“Può andare..” disse rivolto al cocchiere, che annuì e ripartì.

 
Parlarono del lavoro a Vogue e Kurt quasi saltò dalla carrozza quando ricordò una cosa.

“Aspetta! Dio, come sono sbadato, stavo quasi per dimenticarlo!” Prese la tracolla che aveva abband—appoggiato a terra e si mise a cercare qualcosa all’interno.

“Kurt, cosa..?”

“Ecco! Avevo paura di averlo dimenticato!” tirò fuori un pacchetto rettangolare marrone con un nastro dorato. “Per te! Se non fosse stato San Valentino te l’avrei dato comunque, ma visto che ci siamo..”

Blaine aprì il pacchetto, rivelando un papillon rosso con delle righine blu di pregiata fattura.

“Viene dall’Italia, abbiamo fatto il cambio di stagione e Isabelle mi ha permesso di prenderlo, tanto lì non sarebbe servito a nessuno. Inoltre quando l’ho visto ho pensato immediatamente a te quindi.. ti piace?”

Lo fissò con quei occhi capaci di incantarti, così luminosi e dolci che in quel momento stavano diventando preoccupati, dato che il moro non rispondeva.

“Allora? Se non ti piace potrò sempre vedere di farn---” ma non finì di parlare perché Blaine lo abbracciò di slancio, baciandolo con passione.

“è stupendo! Grazie mille, Kurt!” gli sussurrò poi all’orecchio.

“Sono felice che ti piaccia..” rispose l’altro a bassa voce, continuando a stringerlo. Per un po’ si scambiarono coccole e frasi sdolcinate, incuranti del paesaggio che variava attorno a loro. Infatti erano arrivati quasi fuori New York, o meglio della New York che Kurt conosceva, dal momento che, se l’udito non lo ingannava, sentiva il rumore delle onde.

Un momento, New York ha il mare? Si ritrovò a pensare. Ovvio che avesse il mare, tre quinti di essa erano isole.

Ma loro cosa ci facevano lì?

“Blaine..stiamo andando al mare?” gli chiese dopo un po’.

“Hem..si. Come lo hai capito?”

“Sai com’è, un udito fine come il mio riesce a captare le onde enormi e alla mia pelle non sfugge l’umidità..” commentò ironico.

“Bhe, complimenti perché è esattamente così! Siamo diretti alla spiaggia, ma ovviamente non faremo il bagno.. ci sono solo 10 gradi..”

“sei fortunato, di solito ce ne sono la metà.. Ad ogni modo, cosa ci andiamo a fare al mare senza fare il bagno?” continuò ad osservarlo sospettoso, ma quello anziché rispondere sorrise e si alzò, scendendo dalla carrozza ormai ferma.

“vieni, lo vedrai!” lo tirò fuori dalla carrozza prendendo tutte le buste. Lo condusse lungo la spiaggia deserta e illuminata fiocamente da un quarto di luna, commentando cose come il tempo, il mare e altri argomenti futili, mentre vedeva la pazienza del castano al suo fianco scemare visibilmente. Quasi gli saltava addosso se non avesse rivelato la loro destinazione.

Camminarono per cinque minuti buoni, fino a raggiungere una tovaglia enorme stesa sulla sabbia su cui erano state precedentemente sistemate delle candele –misteriosamente già accese- e un tavolino di quelli piccoli già apparecchiato.

Kurt rimase senza parole a quella vista, gelato sul posto mentre osservava tutto quello che il suo ragazzo –il suo splendido, adorabile ragazzo- aveva fatto per lui, per loro.
Era semplicemente troppo.

“Kurt..Hey amore, tutto bene?” Blaine si era accorto del fatto che il giovane non lo seguisse più da qualche metro, poggiò velocemente le buste e gli andò dinanzi.

“Tesoro, cosa c’è?” gli chiese premuroso. Incontrò il suo sguardo e vide che era semplicemente commosso. Gli occhi, divenuti magnificamente più chiari, stavano a poco a poco raccogliendo le lacrime. Era bellissimo.

Portò le mani vicino al suo viso, accarezzandolo lievemente e dandogli un bacio altrettanto leggero. Questo sembrò riscuoterlo.

“Blaine..è tutto..bellissimo..” disse dopo un po’.

“E’ solo per te, Kurt. All’unico amore della mia vita, che ho rischiato di perdere e che mi terrò stretto per sempre. Ti amo.” Lo abbracciò, mentre sentiva l’altro appoggiarsi a lui, quasi abbandonarsi.

“Vieni, dai. O si raffredda il cibo, e sai quanto odio la pasta appiccicata!” disse cercando di farlo ridere. Lo fece accomodare al suo posto e si posizionò di fronte a lui, prendendo due calici di vetro e riempiendoli di champagne.

“Alla mia anima gemella, buon san Valentino, Kurt.”

Kurt tossì leggermente, guardandolo fisso negli occhi.

“A te, Blaine Anderson, che hai reso la mia vita degna di questo nome. Che mi hai fatto innamorare, gioire, ridere e piangere. A te, l’unico che vorrei e potrei solo amare. Buon San Valentino” e urtò il bicchiere con quello dell’altro, mentre negli occhi di Blaine era balzato qualcosa di molto vicino alla commozione anche per lui. Santo cielo, si stavano trasformando i due donnette isteriche!


Passarono il resto della serata a chiacchierare e ridere, divertendosi come non facevano da tanto insieme. Avevano bisogno di passare una serata tra loro, lontano dalle loro reali vite. Solo Kurt e Blaine, nella bolla privata dove spesso gli altri li accusavano di rifugiarsi, come erano all’inizio.

Ancora giovani, ancora incerti del futuro, ancora solo e sempre loro.

Alla fine Blaine sparecchiò in pochi minuti, sistemò il tavolino a un lato dell’enorme tovaglia e tirò fuori una coperta che porse a Kurt.

“Sta iniziando a fare freddo. Guarda che è elettrica, quindi accendila e preparala, io torno tra un attimo” disse alzandosi.

“Aspetta ma dove vai? Blaine!” lo richiamò l’altro, mentre il moro si addentrava nell’oscurità alle sue spalle. Tornò pochi minuti dopo con in mano un piccolo telecomando e l’aria soddisfatta. Si sistemò accanto a Kurt, baciandolo e stringendolo, mentre questi lo guardava sospettoso.

“Sono andato a controllare l’ultima parte della sorpresa. Pronto?”. Il castano annuì e Blaine premette un tasto su piccolo telecomando, che fece uno strano click.

 
Trenta secondi dopo alle loro spalle si sentì un boato e alto nel cielo splendettero delle luci meravigliose. Delle scie dorate solcarono la volta celeste per poi disperdersi per dare spazio a fontane colorate, botti, girandole e Blaine solo sapeva cos’altro.

Kurt guardò lo spettacolo incantato, mentre il suo volto si illuminava di ogni colore in quella notte stellata. Ad un certo punto si voltò verso Blaine, non credendo che tutto quello potesse essere possibile.

Non per lui, per loro.

Solo per loro.

Incontrò lo sguardo dell’altro che lo osservava, intento a registrare ogni piccola espressione. A Blaine non importava davvero dei fuochi, o della cena, o della spiaggia. A lui bastava vedere l’altro sorridere e sapere di essere lui la causa. Cielo, lo amava così tanto!

“ti stai perdendo lo spettacolo..” gli disse Kurt all’orecchio.

“no, ne sto guardando uno migliore. Attento ora a non perderti il gran finale però” rispose a sua volta, facendo leva con due dita sulla guancia perché si voltasse. In quel momento scoppiarono tre fuochi quasi contemporaneamente. Uno era un cuore enorme, rosso e luminoso, mentre gli altri due erano una K e una B dorate, che rilucevano nel cielo posizionandosi esattamente al centro del cuore.

“Per sempre..” gli sussurrò Blaine all’orecchio, stringendolo a se.

“per sempre..” rispose Kurt, baciandolo appassionatamente. Blaine rispose al bacio con trasporto, facendolo stendere sulla tovaglia.  Attorno a loro tornava la calma e il buio, mentre dentro sentivano un fuoco che li avrebbe bruciati se lo avessero trattenuto. Era ironico come solo qualche mese prima fare una cosa del genere era assurda per entrambi, troppo pudichi e piccoli, in un certo senso. Era ovvio che New York, la lontananza e la passione gli spinsero a osare di più.

Fecero l’amore sulla spiaggia, di notte, e fu meraviglioso. Blaine saggiò la pelle di Kurt, respirando il suo profumo e beandosi dei baci che il castano gli dava come se fossero un soffio d’aria.

Alla fine rimasero lì, sotto la coperta che li scaldava inutilmente, e continuarono a baciarsi e accarezzarsi, fino a che Kurt non gli accennò al fatto che Rachel avrebbe passato la serata e probabilmente la nottata con Brody. In poco Blaine mise tutto in ordine e insieme si diressero verso un’auto che era stata messa lì in precedenza. Doveva chiedergli come aveva fatto, pensò Kurt tra un bacio e l’altro, ma di certo non era quello il momento.


Il mattino dopo fu semplicemente perfetto svegliarsi accoccolati l’uno all’altro. Kurt aprì gli occhi per primo ma, dato come l’altro stava abbracciato a lui, non volle muoversi, preferendo osservarlo. Era bellissimo. Sentì il sonno ghermirlo di nuovo, e si assopì tra le braccia della sua anima gemella.

 
Blaine si svegliò e istintivamente si stiracchiò, sentendo un peso sul braccio sinistro e un profumo familiare invadergli le narici. Sorrise, incontrando gli occhi cristallini di Kurt che lo fissavano.

“Buon giorno..” sussurrò sulle labbra dell’altro.

“Giorno..” rispose il castano sorridendo. “Vorrei svegliarmi ogni giorno così..”

“Sarebbe stupendo, ma abbiamo le nostre tristi vite ad attenderci, e io ho anche un treno da prendere..”

“ E io devo andare a lavoro..che ore sono?” si sollevò per guardare la sveglia. Erano ancora le sette meno venti del mattino, c’era tempo. Sorrise, da lì a cinque minuti sarebbe partita la sua splendida quanto odiata sveglia. Nonostante sarebbe dovuto andare a lavoro alle nove e trenta si alzava sue ore prima per prepararsi al meglio i vestiti e tutto il resto. Pazienza, quel giorno si sarebbe arrangiato.

Sorrise all’indirizzo del suo meraviglioso ragazzo e tornò ad abbracciarlo, mentre sentiva l’altro baciargli il capo e il volto.

“a proposito..” esordì dopo un po’ il castano. “Ieri sera non avresti dovuto cantarmi una canzone?”

“Oh, hai ragione..” si alzò in boxer neri, cercando ovunque la chitarra che aveva insistito perché Kurt tenesse nel suo appartamento. Tornò e si sedette ai piedi del letto, sorridendo al compagno.

“Solo per te..” prese a suonare dolcemente la chitarra, mentre iniziava a cantare soavemente.

I still hear your voice, when you sleep next to me. 
I still feel your touch in my dreams. 
Forgive me my weakness, but I don't know why. 
Without you it's hard to survive. 

 

Blaine cantò inchiodando i suoi occhi color miele alle sorgerti dell’altro, mentre proseguiva nei versi di quella canzone decisa quasi per caso. Voleva che Kurt comprendesse cosa significasse per lui, in quel momento più che mai.

Cause everytime we touch, I get this feeling. 
And everytime we kiss I swear I can fly. 
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side. 
Cause everytime we touch, I feel this static. 
And everytime we kiss, I reach for the sky. 
Can't you hear my heart beat so 
I can't let you go. 
Want you in my life. 

Kurt si sollevò dal letto, portandosi dietro il lenzuolo e si avvicinò di più al ragazzo, che quasi sussurrava ormai le parole,sentendo improvvisamente il fiato venirgli meno.

Your arms are my castle, your heart is my sky. 
They wipe away tears that I cry. 
The good and the bad times, we've been through them all. 
You make me rise when I fall.
   

A quel punto anche il castano cominciò a cantare, accompagnando Blaine in quelle parole che sentiva vere per entrambi. Le mani sulla chitarra continuarono ad andare senza che il moro ci si concentrasse davvero, impegnato com’era nel riuscire a respirare nel sentire l’altro così vicino a se, non solo fisicamente   . Era proprio vero, la musica unisce molto più di qualsiasi cosa,e quando entrambi cantavano sarebbero potuti essere anche ai lati opposti della sala, ma i loro cuori avrebbero continuato a battere all'unisono. Per l'altro e per tutto ciò che rappresentava.


Cause everytime we touch, I get this feeling. 
And everytime we kiss I swear I can fly. 
Can't you feel my heart beat fast, I want this to last.
Need you by my side. 
Cause everytime we touch, I feel this static. 
And everytime we kiss, I reach for the sky. 
Can't you hear my heart beat so 
I can't let you go. 
Want you in my life

 
“Non posso lasciarti andare, davvero” sussurrò Blaine abbracciandolo.

“Ti voglio nella mia vita, ti vorrò sempre..” gli rispose l’altro.
“Ti amo. Ti amerò per sempre, Kurt Hummel..” sussurrò dolcemente il moro avvicinando le labbra a quelle del compagno.
“Anche io..” rispose Kurt, suggellando il bacio dolcemente, godendosi la sensazione di sembrare di volare, e di poterlo fare. Con Blaine.
Solo con lui sarebbe potuto essere felice.
Si, lo avrebbe amato per sempre.

***************************************************************************************
 
Mamma mia che parto!
Ok, mi presento, sono Gip, questa è la terza fic che posto nel fandom di Glee e spero possa riscuotere più successo delle prime due!
E’ una raccolta basata sul famoso “promise-ring”, o meglio sulle promesse che lo compongono. Se non lo conoscete, shame on you! Andate su you tube e digitate klaine box, magari anche sub ita, tanto per essere sicuri, e sorgete e splendete! La più bella scena del secolo! E di sicuro più bella di quelle che stiamo avendo in questi tempi -.-‘.
Se tutto va bene aggiornerò ogni martedì, e sempre se tutto va bene la finirò esattamente l’1-1-13! Buon anno!!
Ok, torniamo seri(per quanto possibile.)
Parliamo di questa shot che avete letto.
Punto primo: nella mia mente Blaine è ricco sfondato, cosa che mi fa molto comodo. Ergo non stupitevi se fa certe cose. Se ne ho l’occasione spiegherò come ha preparato tutto questo, sebbene un indizio l’ho messo all’inizio e non è poi così difficile da scoprire, credo. Si in pratica è una cavolata..
Punto secondo: i fuochi d’artificio sono in realtà la cosa da cui è partito tutto. Mi sono fissata con il fatto che quei due non passano un san Valentino decente e che ci volevo mettere i fuochi d’artificio, che francamente adoro. Il resto è venuto da se. Letteralmente.
Punto terzo: il farfallino di cui ho parlato è questo qui:
 
Carino, no? L’ho scelto per il rosso e il blu, ovviamente Dalton always and forever.
Punto quarto: la canzone. E’ stato quasi un incubo individuare quale potesse essere. Roba che non ci ho dormito la notte.
All’inizio avevo pensato a Bryan Adams, ma un'altra deprimente canzone su quanto B sia devoto a K non mi andava. Poi ho pensato a Always, di Bon Jovi, ma diciamo che ripescare il tradimento non era una cosa carina. E infine Cascada è, perdonatemi il gioco di parole, cascata dal cielo, salvandomi la vita, letteralmente! Credo sia perfetta per loro, soprattutto la versione slowy, che è poi quella che ascoltavo mentre scrivevo. God bless Cascada. Ecco la song: http://www.youtube.com/watch?v=FL0bjwez8mg
*attenzione: angolo di sclero(più del solito) because of Klaine and CrissCofler's news*
Ora permettete questa piccola digressione, ma dato ciò che sta accadendo nel fandom direi che è d'obbligo.
KLAINE! NATALE! CRISSCOFLER! CHRIS CHE NON SA PATTINARE!
vi prego datemi ora l'episodio di Natale..non ce la posso fare ad attendere fino al 10 di dicembreee!!
è una cattiveria assurda, considerando la pausa di 37 giorni subito dopo...
RM è malefico a volte..
ma torniamo al discorso..
CRISSCOFLER IS FUCKING ON!!! Va bene che gli abbia impedito di cadere, e quindi le mani. Va bene il fatto che si girassero intorno e ridessero, si insomma chi non riderebbe con quell'adorabile cucciolo di Darren..
Ma quando questo adorabile cucciolo si è steso e ha cominciato a fare foto al sedere di Chris? ne vogliamo parlare? eh? eh?
Rischio di impazzire grazie a loro..
ma almeno ho ritrovato la voglia di scrivere!!
*fine sclero*
 
Cosa manca? Mi raccomando recensite, fatemi sapere che ne pensate!
Ci vediamo la settimana prossima con “..to defend you, even I know you’re wrong”
Bacioni!
Gip

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Capitolo 2
*** ..to defend you, even if I know you're wrong.. ***



…to defend you even If I know you’re wrong..

“Andiamo Rachel! Avevo detto di volerla fare io!” stava dicendo Kurt mentre Blaine entrava nell’aula di canto.

“Ma è perfetta per me! Lo sai!” ribatté la mora. Evidentemente era da un po’ che litigavano perché attorno a loro si era riunita una folla non indifferente. I litigi per gli assoli erano frequenti al Glee, questo si sapeva, ma mai come in quel periodo,ed erano sempre peggio. C’erano dei momenti in cui sia Rachel che Kurt si sputavano veleno contro, altri in cui rimanevano nel loro angolino a pensare senza neppure preoccuparsi del tema della settimana, e questo era allarmante.

A un certo punto della discussione Kurt non ce la fece più e la mandò al diavolo.

“Sai che ti dico, fa quello che ti pare! Non mi importa!” poi girò i tacchi e se ne andò. Il gruppo guardò la scena shockato. Di solito le uscite drammatiche le faceva Rachel, ma quella volta furono davvero colpiti dal castano, mentre lanciavano occhiate di fuoco alla mora.

Blaine pensò in un primo momento di seguirlo, ma prima che potesse fare un passo si ritrovò a inveire contro Rachel.

“Insomma, cosa ti costava farglielo cantare! Prendi tutte le canzoni migliori perché sei una cantante fantastica, ma qui siamo tra amici, cosa importava se non brillavi al centro del palcoscenico come sempre?!” Ora erano davvero tutti ammutoliti. Tra Blaine e Rachel c’era sempre stato un buon rapporto d’amicizia, e di solito non discutevano, quindi fu strano vedere il moro parlarle con tanto astio, soprattutto considerando che le aveva rinfacciato quello che da tre anni le dicono tutti.

“Sai perfettamente quanto sia sotto pressione per la storia della NYADA. Tu sei certa di essere presa ma Kurt non è come te, e l’ultima cosa che gli serve è che qualcuno gli dimostri quanto sia meglio di lui! Dovresti darti una regolata di tanto in tanto!”  non voleva essere così crudele ma davvero non poteva sopportare di vedere l’amore della sua vita più sotto pressione di quanto non lo sia già, e in un luogo come il Glee club non trovava giusto che dovesse sentirsi così.

Finn gli stava dicendo qualcosa ma lui aveva già girato i tacchi ed era andato a cercare il ragazzo, dicendo a Santana di avvisare Mr. Shue.

Girò la scuola per un po’, decidendo infine di andare nell’auditorium. C’era una piccola zona, nelle quinte, nascosta da tutto e tutti che solo loro conoscevano, da dove si vedeva il palco ma non la platea, dietro a un pannello da cui si tiravano i tendaggi. C’era posto giusto per sedersi a terra e restare immobili.

Gli sorrise e si sedette accanto a lui, sentendolo appoggiarsi alla sua spalla.

“Non volevo essere così esagerato..” disse dopo un po’.

“Sei sotto stress, è normale..”

“si ma Rachel non ne ha colpa. Oddio è sempre la stessa rompiscatole, ma la storia degli assoli è troppo vecchia per litigarci da sopra, non credi?”

“fidati, se n’è pentita anche lei..”

“tu credi?”

“dopo quello che le ho detto, spero proprio di si. Almeno il senso di colpa che sento sarò stato utile..”

Kurt si sollevò sbattendo contro la parete di fronte “cosa le hai detto? Ahi..” si massaggiò la testa tornando ad appoggiarsi.

“Oh, nulla, solo che non trovavo giusto il suo comportamento. E che deve regolarsi.” Commentò Blaine con non-chalance, come se fosse una cosa di tutti i giorni.

Kurt conosceva bene Blaine, e sapeva quanto andasse di solito d’accordo con Rachel e di quanto fosse relativamente tranquillo, quindi si stupì non poco quando il ragazzo gli disse ciò, soprattutto considerando che le volte in cui Blaine si arrabbiava erano contabili sulle dita di una mano.

“Blaine, hai dato contro a Rachel Barry con Finn che ascoltava e che ti avrebbe allegramente spezzato in due..per me?” chiese scandendo parola per parola e guardandolo con tanto d’occhi.

“non sarei così certo sulla storia dello spezzare. Dopotutto faccio boxe da un po’ di anni..ma in generale si, ovviamente l’ho fatto per te.” Gli sorrise mentre l’altro lo abbracciava facendolo quasi cadere sul pavimento.

“Sei il ragazzo più perfettissimamente perfetto dell’universo!” gli sussurrò.

“Ho imparato dal migliore..” rispose il moro. Si scambiarono un tenero bacio, poi Blaine fece forza sulle gambe e si alzò, tirandoselo dietro.

“Andiamo, o prenderanno la nostra assenza come un ammutinamento, e Mr.Shue rischierebbe un infarto..” disse scoppiando a ridere, mente Kurt lo abbracciava, camminando trionfanti per i corridoi.

Nell’aula di canto il fermento non si era minimamente. Come entrarono Rachel si lanciò contro di loro e iniziarono a chiedersi scusa tutti e tre contemporaneamente, per poi scoppiare a
ridere.

“Ad ogni modo, la canzone è tutta tua..è perfetta per te e Blaine!” commentò infine la mora. Blaine a quel punto si riscosse, pensando di non aver capito bene.

“prego? È un duetto?”

“Si, non te l’avevo detto? È What kind of fool, di Barbra e Barry Gibb..” gli rispose Kurt, riprendendo poi a chiacchierare con la mora. Blaine sorrise ancora più ampiamente, capendo perché

Kurt avesse insistito tanto per quella canzone. L’avevano provata una volta in camera sua,e da allora gli ripeteva che doveva cantarla a Glee, ma non si era mai presentata l’occasione.

Era probabilmente l’unica canzone della Streisad che piacesse anche a Blaine, evento più unico che raro.

Presero posto sedendosi, e Blaine ne approfittò per prendergli una mano mentre Mr. Shue cominciava a parlare dell’argomento della settimana.

“Non era necessario, lo sai vero?” gli sussurrò all’orecchio.

“Scherzi vero? Per il mio principe azzurro con la spada tratta questo è il minimo che potessi fare!” gli rispose Kurt ridendo, appoggiando poi il capo sulla sua spalla.
 

Quella sera avevano in programma di vedere un film a casa del castano. Blaine sarebbe passato dal cinese e sarebbero rimasti tutta la serata a coccolarsi e rilassarsi.

Fu Kurt quella volta a decidere il film,e sullo schermo apparvero le prime immagini di “Come d’incanto”.

Blaine sorrise e si voltò verso il ragazzo.

“Oggi sei proprio fissato con i principi azzurri?”

“cosa posso dire? Ho trovato il mio, fammi festeggiare, no?”

“Avrei in mente un altro paio di modi per festeggiare in realtà..” si avvicinò per baciarlo lentamente, sensualmente, facendo scivolare una mano lentamente sul suo petto.
Kurt lo lasciò fare per un po’, ma quando iniziò ad alzargli la maglia dovette ricordargli la presenza di Burt al piano di sotto.
Blaine si allontanò, sbuffando leggermente, e Kurt gli accarezzò il volto dolcemente, baciandolo sulla guancia e rassegnandosi infine a vedere il film.

“Non ti capita mai di pensare a come sarebbe stato se quel giorno avessi fermato qualcun altro?” chiese ad un certo punto Blaine, mentre sullo schermo si agitava la figura dello scoiattolo.

“In realtà lo faccio molto spesso, ma non mi ha mai preoccupato..” rispose il castano sollevandosi per guardarlo negli occhi.

“come mai?”

“perché so che io e te siamo destinati. Saremmo potuti anche andare avanti con le nostre vite fino a novant’anni e incontrarci l’ultimo giorno della nostra vita, ma sono sicuro che ci ameremmo esattamente come ora, o forse di più..” spiegò con dolcezza,e il moro annuì.

“si, sono d’accordo, ma non posso fare a meno di ritenermi estremamente fortunato. Mettiamo caso che avessi fermato qualcun altro? E se poi non fossi mai venuto alla Dalton? E fossi rimasto al McKinley con Karofsky e gli altri bulli? E se…” cominciò a parlare a macchinetta, e Kurt lo zittì con due dita sulle labbra-

“Hey hey calma.. non è successo, quindi non preoccuparti.. Me la sarei cavata comunque, ma grazie per voler sempre esserlo.”

“cosa?”

“Il mio paladino, il mio difensore, il mio eroe!”

“Lo sarò per sempre, lo sai.”

L’azzurro nel dorato, il profumo delicato di vaniglia e pelle, le mani scure e chiare che si incontrano e le labbra delicate che culminano in quello che, non importa realmente quale fosse, sarebbe stato per loro come il primo bacio.


23.31
nonostante il destino infame ed avverso, ce l'ho fatta!
purtroppo per voi XD
spero che questa cosa non vi faccia troppo pena, ringrazio infinitamente Alexa alias Dumbledorefan alias la regina del CrissCofler per la dritta! Senza di lei non avrei saputo che pesci prendere!


PS. La canzone è davvero bella, e Blaine/Darren l’ha cantata davvero, cioè l’anno inserita come bonus track nel cd dei Warblers, ed è un peccato che non canti anche Kurt/Chris. Ci dobbiamo accontentare, ahimé XD
Questa inoltre è la mia pagina su Face, nel caso a qualcuno interessi cosa diavolo faccia quando non vi rompo le scatole XD :the greatest think you'll ever learn is just to love and be loved to return

 
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Alla prossima settimana con qualcosa di più decente!

grazie a chi ha recensito, preferito o chi ha solo letto
bacioni a tutti 
Gip

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Capitolo 3
*** ..to suprise you.. ***


…to surprise you..

“Vieni..dai muoviti! Attento al gradino..ecco..” il moro lo guidava tenendolo per mano ma, per la troppa emozione ed euforia non era di grande aiuto.

“Blaine, se non ti calmi un po’ non farò un altro passo.” Protestò il castano, che non amava non sapere le cose, così come in generale non amava ricevere sorprese, escluse e non sempre quelle del suo adorato ragazzo.

Blaine Anderson e Kurt Hummel vivevano a New York ormai da un paio d’anni, convivendo-ma-non-troppo con la migliore amica del castano, Rachel Barry, che grazie alla July,vedevano malapena la sera quando era del tutto stremata. Kurt aveva rifatto l’audizione alla NYADA, ma alla fine decise di rimanere a Vogue. com, realizzando che la moda era la sua strada.
E lo divenne per davvero.
Infatti il ragazzo, dopo un paio di sconclusionati incidenti, si era trovato in mano un contratto come modello. Inizialmente si era trovato entusiasta che qualcuno apprezzasse la cura con cui trattava il suo corpo, ma la cosa aveva iniziato a portare problemi con Blaine che, anche se insisteva a dire il contrario,era piuttosto geloso. Inoltre Kurt iniziava a stancarsi di quel mondo così finto, così aspro, quindi tornò a lavorare per la moda dall’altro lato del computer, facendosi strada in poco.

Blaine invece fu preso alla NYADA e, nel caso qualcuno se lo stesse domandando, la cosa non comportò alcun problema nella coppia. Kurt era sinceramente felice per lui e per il suo successo,e comunque le loro vite erano decisamente troppo piene per perdersi in questi infantilismi.

Dopo due anni di duro lavoro, ad ogni modo, Blaine decise che era il momento di ripagare tutto quello che avevano sopportato. Anche perché non era possibile per loro vivere ancora con Rachel e Brody. Entrambe le coppie avevano bisogno della propria intimità insomma.

Per questo il ragazzo si era messo d’impegno per cercare la casa perfetta per loro. Sapeva a memoria i gusti del compagno, dato che li ripeteva ogni volta che passava sotto il loro naso un annuncio immobiliare o vedevano una casa in tv.
Aveva girato per mezza New York, visto milioni di case, prima di trovare quella. Quella.

Ora non rimaneva che presentarla alla sua dolce metà, e sapeva già come.


Quindi eccoci di nuovo con Kurt bendato che si faceva guidare per la casa, annusando l’aria per cercare di capire qualcosa, ricavandone solo odore di polvere, fiori e..pizza?

“ECCOCI! Ora ti tolgo la benda!”

“Blaine Anderson, fa che ne sia valsa la…pena..” il moro aveva tolto la benda e ora si spiegava davanti i suoi occhi uno spettacolo stupendo.

C’era un tappeto, e dei divani in pelle, e un caminetto che ardeva allegramente, e della pizza su un tavolino e..c’era Blaine.
Perfetto come sempre, in piedi, leggermente in disparte per permettere al ragazzo di guardare bene la stanza.

“Ti piace?” chiese semplicemente. Per Kurt fu come svegliarsi da uno stato di trance. Si guardò bene intorno, prima di guardare lui e sorridere. Ovvio che gli piacesse, sembrava esattamente come la voleva lui.

“E’.. bellissima,credo.. cosa ci facciamo qui?” chiese poi, sebbene fosse ovvio.

“Tu che ne dici? Compriamo casa!” aprì le braccia indicando la stanza. Poi accese le luci, permettendo al ragazzo di osservare tutto per bene.
C’era un breve corridoio all’ingresso, poi la sala da pranzo alla destra e il salotto a sinistra. La sala da pranzo era abbastanza grande, poi il fatto che non ci fossero muri tra quella e la cucina, e solo un’enorme porta di vetro la separava dal salotto, risultava ancora più grande.
Il tavolo era nero, non troppo lungo e non propriamente di suo gusto, ma si armonizzava perfettamente con la stanza. C’era una veranda che dava sul giardino un po’ smorto ma recuperabile, grande abbastanza da metterci delle sedie sdraio e chissà cos’altro.
La cucina era semplice , sui toni del marrone e del bianco, che alla luce dorata della luce faceva il suo effetto. Scoprì inoltre da dove proveniva il profumo di fiori, dato che c’era un mazzo di iris in un vaso.

Il resto della sala da pranzo era correlato da un divanetto, a cui necessitava un cambio di fodera urgente, e una televisione posizionata esattamente di fronte al divano. Nel complesso la stanza era un po’ spoglia ma assolutamente deliziosa.
Il salotto, invece, aveva i toni decisamente più scuri. A partire dal camino, incassato nel muro e racchiuso in una cornice in metallo, il divanetto in pelle marrone, corredato a una poltroncina e a un tavolino di legno sul quale in quel momento era adagiato il cartone della pizza.
Sulle pareti c’era una libreria discretamente grande e un ripiano vuoto in basso dove sarebbero stati perfettamente i loro dvd.

"Non è il massimo del massimo, lo so, ma il prezzo è abbastanza buono, considerando che è in periferia, ed è ben collegata sia alla NYADA sia alla strada principale che porta a Vogue.."

“E’ stupenda..” mormorò il castano entusiasta, stringendo la mano di Blaine.

Il moro gli diede un bacio leggero sulle labbra, prima di condurlo lungo il corridoio. Da lì si accedeva a due stanze più il bagno in fondo al corridoio. Blaine si fermò davanti alla porta, guardando l’altro negli occhi.

“questa è..sarà..la nostra stanza..” mormorò improvvisamente emozionato.

“Cosa c’è?” gli chiese Kurt intenerito, intuendo il motivo.

“Bhé, sarà casa nostra, e la nostra camera..solo nostra..”

“Lo so’.. sarà diverso, dici?”

“Non lo so. In realtà non so nulla. Ho capito che avevamo bisogno di una casa nostra e mi sono lanciato alla ricerca e non ti ho neppure chiesto cosa ne pensassi e ora siamo qui e..” iniziò ad agitarsi ma Kurt lo abbracciò, cercando di calmarlo.

“Eri sicuro che mi sarebbe piaciuto, così come sei sicuro che preferisco la pizza con le verdure e conosci a memoria l’ordine delle creme che uso. Tu mi conosci più di quanto conosca me stesso,e ti dirò la verità, sono un po’ invidioso, io non sarei mai stato capace di fare tutto questo..”

“Si che lo saresti stato. Sei capace di fare qualsiasi cosa!” ribatté l’altro risoluto.

“Lo sai meglio di me che non è così.. piuttosto che dici, entriamo a vedere la nostra futura camera?”

Blaine gli sorrise ed aprì la porta, facendo passare prima l’altro. La camera presentava un letto a due piazze, semplice e di classe come piaceva a lui, su una parete rivestita in legno su tre lati, mentre sul quarto, ovvero alla destra del letto, si apriva un enorme porta-finestra che dava sul retro del cortile, che era ancora più disastroso dell’avanti, ma nulla di assolutamente irrecuperabile. 
Sul fondo c’era una cassettiera marrone scuro, a sinistra un enorme armadio  e a un lato la porta del bagno. Era semplicemente perfetta.

Nulla di troppo, nulla di inutile, nulla che non adorasse alla follia.
Si lanciò addosso a Blaine, abbracciandolo stretto e sentendo gli occhi riempirsi di lacrime.
Era tutto così..perfetto!
Sapeva di essere ripetitivo ma non esisteva un termine migliore per spiegare tutto..
Blaine lo strinse e restarono così per un po’, godendosi quegli attimi.Poi tornarono nel salotto, spensero le luci e si misero davanti al camino a mangiare la pizza e a fare progetti sulla loro casa.
Non vedevano l’ora di chiudere il contratto e traslocare, ma prima dovevano dare la notizia a Rachel. Persero la serata a parlare di tutto e di niente, coccolandosi e amandosi come mai avevano fatto.

Certo, vivevano già assieme, ma la casa, la Loro casa, era qualcosa di speciale, di più.
Kurt sentì che stavano iniziando un nuovo capitolo della loro vita assieme, ed era felice di poterlo affermare senza alcuna remora o problema.

Si amavano ancora come al liceo, anzi meglio, si amavano da adulti.

Fu questo che riscosse ad un certo punto Kurt, sorprendendolo.

Erano davvero diventati adulti, lo avevano fatto insieme, lo avevano fatto per loro.

“Grazie per la bellissima sorpresa, Blaine” gli sussurrò poi all’orecchio, prima di coricarsi nella “vecchia” casa.

“Quando vuoi, amore. Ce ne saranno quante ne vuoi di sorprese così. Ti amo” disse appoggiando la fronte alla sua

“ti amo anche io..” rispose unendo le loro labbra in un dolce bacio.

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Hey! LET'S HAVE A KIKI! 
chiariamoci, avessi avuto davvero le risorse necessarie, avrei fatto molto meglio, ma questo è ciò che passa il convento XD
A proposito, piccolo appunto: io non sono ne Finchel, ne Brochel, anzi Rachel la lascerei proprio da sola, non perché la odii, ma perché da sola da il meglio di sé. Perciò alterno, tanto per cambiare..
Che ve ne sembra? Io ho adorato scriverla, davvero!
E' stato un po' difficile per me immaginare una casa alla "Kurt", dal momento che tra i due io sono molto più simile a Blaine, ma è stata una sfida interessante! Spero che vi sia piaciuto il modo in cui ho sistemato tutto!
partite sempre dal presupposto che sono due giovani di 22-23 anni, uno va a una scuola importante e l'altro lavora, quindi non mi sono voluta sbilanciare sui "lussi", anche perché non credo avessero troppi soldi da spendere in tal senso..
Non ringrazierò mai abbastanza gli scrittori di Glee per avermi dato dei Prompt tanto belli!
Sapete, inizialmente voleva esserci anche la proposta, si quella vera, ma poi nulla di fatto, non mi andava..
Che dire, ormai me li sogno anche di notte XD

Grazie a chi segue, chi preferisce, chi ricorda e anche chi legge solo!

Lasciatemi un qualche parere!
questa è la mia pagina su Face: the greatest thing you'll ever learn is just to love and be loved in return
Bacioni a tutti!!

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Capitolo 4
*** ..to always pick uo your phone-call no matter what I'm doing.. ***



...To always pick up your phone call no matter what I'm doing..

Kurt si rigirò per l’ennesima volta nel letto, sospirando. Sapeva che non avrebbe chiuso occhio, non dopo quella dannata lettera.
Andava tutto bene, fino a quel momento. Era felice con Blaine, aveva conseguito il diploma, a scuola erano la cosa più vicina ad una celebrità ed avevano vinto le nazionali.

Ma non poteva proprio permettersi di essere felice, a quanto pare, neppure per un momento.

Neppure il tempo di una canzone.

Si sentiva distrutto. Aveva passato il pomeriggio con il padre e il suo ragazzo che cercavano di stargli vicino, Poi Burt è dovuto andare a lavoro e riuscì finalmente a lasciarsi andare. Non poteva crollare davanti al padre, ma sapeva che non avrebbe resistito a lungo, non con la desolazione che sentiva dentro.

Si alzò dal letto e cominciò a fare avanti e indietro, in preda a uno stato di ira contro se stesso.

“Sono un fallito,Blaine,un buono a nulla,un idiota,un illuso,un..” e andò avanti per un bel pezzo, dandosi gli epiteti peggiori, fino a che Blaine non si alzò e lo fronteggiò, facendolo sedere quasi di peso sul letto.

“Allora primo, smetti di insultare il mio meraviglioso ragazzo..” cominciò a dire, ma Kurt lo interruppe.

“Il tuo ragazzo è un idiota illuso senza talento!” Mugugnò il castano mentre si metteva a pancia in su.

“No,non lo è. Tu hai molto talento,lo sai...Se non è andata quest'anno ci riproveremo l'anno prossimo,insieme..” si sdraiò accanto a lui.

“tu sarai preso all’istante..”

“Non è vero,e comunque non mi importa,se non prendono te..”

“Non ti permetterei mai di rinunciare solo perché un senza talento come me non è stato giustamente preso! e sarà così,perché tu hai tutto,bei capelli,occhi grandi,voce meravigliosa e ottima presenza scenica..tutto ciò che serve e che a me manca..”

Blaine lo fece girare,mettendosi su di lui,parlando a pochi centimetri di distanza e cominciò a baciarlo, a sussurrargli parole dolci, e non scesero neppure a cenare, continuando quell’opera di << consolamento >>


 
Tuttavia quando Blaine se ne andò, Kurt ci provò davvero a rimanere calmo, serio e a ripetersi tutte quelle belle cose che il suo ragazzo gli aveva detto, ma lo sconforto e la delusione avevano preso il sopravvento in lui.

Si girò per l’ennesima volta, poi decise di fare un tentativo. Dopotutto Blaine gli aveva promesso che avrebbe tenuto il cellulare acceso, quindi non gli avrebbe dato fastidio, vero?

Digitò il numero, che tanto sapeva a memoria, e attese che il cellulare squillasse. Prima che gli potesse venire qualche desiderio di attaccare, la voce calda dall’altro lato rispose.

Kurt, che succede? Sono le quattro del mattino..” mormorò Blaine, cercando di svegliarsi del tutto.

“scusa, scusa davvero, non volevo disturbarti e..oddio tu stavi dormendo, scusascusascusa! Adesso ti lascio in pace torna a dormire non è success---” Kurt si rese conto che in effetti, sebbene le sue intenzioni fossero nobili, a quell’ora sarebbe stato certamente addormentato.

No, non preoccuparti..mi sono appisolato mentre vedevo le repliche di Friends..Aspettavo la tua chiamata..” lo interruppe l’altro, sorridendo leggermente anche se Kurt non poteva saperlo.

“Cosa? In che senso aspettavi?”

“Ti conosco, amore, so quando sei agitato. E so che avresti chiamato, così come so che ora starai torturando il lenzuolo..” sentì il moro ridacchiare dall’altro capo, e improvvisamente lasciò il lembo del lenzuolo che fino a quel momento aveva stretto così forte da far sbiancare le nocche.

“Si, mi conosci. Non riesco a chiudere occhio.. oltre al fallimento della NYADA mi vengono in mente tutte le brutte esperienze della mia vita, i ricordi di com’era prima di incontrarti e..non voglio, non voglio riviverli.”

Blaine non rispose, anzi sembrava intento a fare qualcosa. Sentì qualche rumore strano, poi un tonfo.

“Blaine..tutto bene?”

si si, non preoccuparti. Piuttosto, la scala è ancora sotto la tua finestra?” Kurt controllò e vide che in effetti era ancora lì, dopo che qualche pomeriggio fa Finn l’aveva usata per aggiustare qualcosa.

“S-ssi, perché?”

“vestiti, sono da te tra dieci minuti, se non cado dalle scale prima!” e attaccò. Kurt guardò il telefono leggermente sorpreso, poi si alzò e si accinse a fare come gli aveva detto il ragazzo. Si vestì e sistemò un paio di cuscini sotto le coperte per simulare un corpo, poi se proprio il padre non ci credeva, sistemò anche un biglietto dove spiegava dov’era e gli ricordava che il suo cuore era alquanto malandato e quindi era inutile infastidirlo troppo.

Si affacciò spesso alla finestra, per individuare l’auto del ragazzo, e quasi gli prese un colpo quando questi bussò alla sua finestra, piano per non svegliare gli altri abitanti della casa.

Il castano aprì la finestra e il moro gli sorrise entusiasta.

“Mi hai fatto prendere un colpo..l’auto?”

“L’ho parcheggiata a qualche isolato da qui, per non destare sospetti..” disse con un ghigno Blaine, sentendosi come una spia di Alias.

“Ottima idea..” annuì il castano, mentre ultimava i preparativi.

“Allora andiamo? Dai scendi, lo sai che tuo padre si alza alle sette!” lo incitò e cominciò a scendere.

“Si arrivo..” si buttò fuori, cercando di ricordare che non soffriva di vertigini quindi non c’era motivo di avere paura. Si sentiva osservato e quando abbassò lo sguardo capì il perché.

“Devi fissarmi ancora a lungo?” chiese ironico.

“Non è colpa mia se il tuo sedere è incantevole..” replicò l’altro, facendolo arrossire fino all’attaccatura dei capelli.

Kurt sorrise imbarazzato, cercando di scendere senza cadere dalla scala. Una volta giù fece per lanciargli una specie di occhiata arrabbiata, ma l’unica cosa che ottenne è di farlo sorridere, e di sentire l’impulso di abbracciarlo, come accadeva ogni volta che incontrava i suoi occhi caldi e rassicuranti. Lo prese per mano e Blaine, come se lo avesse letto nel pensiero, lo abbracciò, depositandogli un leggero bacio sui capelli.

“Andiamo, ti voglio portare in un posto..” si diresse verso l’auto, mentre vedeva Kurt osservarlo curioso.

Lo condusse il un luogo che aveva scovato da poco. Era a una traversa prima di quella che portava a Westerville, e ci era entrato per sbaglio durante la settimana di Whitney, quando aveva la mente troppo confusa per osservare la strada.

E fu anche fortunato che alla fine di un lungo tratto ci fosse stato un bivio che conduceva a casa sua, altrimenti si sarebbe perso del tutto. Oltre che per casa sua, però, questo bivio portava anche verso una collinetta, individuabile da qualsiasi città vicina, ma lontana dalle luci e dal caos.

Cominciò ad andarci quando voleva riflettere, o solo stare tranquillo e passare il tempo mentre Kurt studiava per il diploma. Non che non avesse provato ad aiutarlo, ma ogni volta finivano per fare tutt’altro, quindi era meglio non sfidare la loro poca forza di volontà.

Arrivarono e prese una coperta dal bagagliaio, la stese a terra e fece stendere Kurt accanto a lui.

“Blaine, cosa facciamo qui?” chiese titubante il castano.

“Fa silenzio e alza lo sguardo. Vedi il cielo, vedi le stelle?”

“Si, certo..”

“Ecco, tu sei una di loro. Sai che ci sono alcune costellazioni che noi di solito non vediamo, ad esclusione di alcuni momenti dell’anno? Questo perché la terra gira, e sa qual è il giusto momento per ognuna.”

Si sollevò e lo guardò, accarezzandogli il volto.

“Kurt, ..ricordi quando abbiamo fato West Side Story?tutti guardavano te,fregandosene di chi ci fosse sul palco..Oppure quando mi hai cantato "I have nothing"? stavo per piangere,e come me anche gli altri. Tu sei speciale Kurt,non hai bisogno che te lo dica io..” Gli diede un piccolo bacio.

“Allora perché non mi hanno preso? Perché,se sono così speciale,hanno preferito qualcun'altro?-“Aveva gli occhi lucidi e finalmente stava mostrando tuta la frustrazione,la desolazione e la tristezza che lo attanagliavano. Blaine baciò una piccola lacrima che era scivolata dall'occhio.

“Non so' perché,ma so che se non sono stupidi non lo faranno ancora..Tu brillerai,Kurt Hummel,più di quanto tu non faccia ora. Chiunque ti sarà accanto sarà onorato di esserci,verrai acclamato ovunque..”

“ Ma se...”

“Shh..niente ma..se non va a NY,ce ne andremo in Europa. L'America è grande,ma quelli più famosi vengono da lì. Andremo in un istituto in Germania,o in Francia..o magari in Italia,perché no..” La sua mente era già oltre,pronta a qualsiasi cosa fosse accaduta. Kurt avrebbe voluto essere sicuro come lo era lui.

“ E quando torneremo,magari per la prima di qualche spettacolo di Rachel o di Mercedes,tutti ti vedranno e penseranno che vogliono imitarti. Quelli della NYADA si mangeranno le mani e tu sarai in trionfo.”

“Noi..”lo corresse Kurt.

“Cosa?”

“Noi saremo in trionfo. Senza di te non farei nulla,mai” Blaine gli sorrise e Kurt gli passò le braccia attorno al colo per baciarlo.

“Sarà favoloso..”mormorò sulle sue labbra. Si baciarono dolcemente, stringendosi forte, per poi tornare a guardare il cielo.


 
Il mattino dopo, Blaine entrò nella camera di Kurt per svegliarlo. Erano tornati verso le sei, il tempo di salutarsi e Kurt era crollato dal sonno, cosicché Blaine poté tornare a casa sua un po’ più tranquillo.

Lo chiamò ripetutamente, scuotendolo leggermente e baciandolo stile Disney. Nulla, poteva passare un treno e non lo avrebbe svegliato.

Alla fine, grazie anche alle note di “Animal” che uscirono dal cellulare, riuscì a svegliarlo e ad accoglierlo con un sorriso.

“Blaine..cosa..che ci fai qui? Che ore sono? Che giorno è?”

“Sono venuto a svegliarti. E’ il giorno del matrimonio del secolo e sono le 10,15” rispose l’altro cercando di non ridere al suo disorientamento. Sapeva che senza caffè l’altro non carburava al mattino.

Gli porse il caffè che aveva preso a Lima Bean prima di arrivare e di godette lo spettacolo di Kurt che metabolizzava la sua frase. Tre..due..uno..

“Oddio! Il Matrimonio! Rachel mi ucciderà! È alle undici e io sono ancora qui!” si agitò nel letto e poi fissò lo sguardo su Blaine che se la rideva di gusto.

“Tu cosa ridi? E..aspetta! cosa fai qui! Sono un disastro! E devo alzarmi! Rachel..” fece per alzarsi ma le lenzuola lo imprigionarono ancora di più, rischiando di farlo cadere se non fosse stato per Blaine.

“Ok, ok, calmati ora. Uno, ti ho visto già diverse volte e in condizioni peggiori. Due, Finn ha detto che…”

 
 
Due ore dopo, Blaine e Kurt erano al parco, parlando di ciò che era appena successo.

“È stato un bene per lei..Finn ha agito nel modo giusto..” disse il castano

“Dici?”

“alla fine non le ha detto di non amarla,le ha solo detto di diventare grandiosa e che,se vorrà,lui ci sarà ancora. Inoltre continuo a credere che fossero decisamente troppo giovani..”

“Vero..io però non credo che sarei capace..” mormorò il moro incupito leggermente.

“Di fare cosa?”

“Di..lasciarti..anche se per il tuo bene..non potrei..” Aumentò la stretta alla sua mano.

“Nemmeno io potrei. Ieri sera ne ho avuto la conferma..senza te non potrei andare avanti.” lo guardò negli occhi, mentre accarezzava la mano con il pollice.

“Che intenti dire?”

“Ieri..la cosa che mi ha fato sorridere..che mi ha dato la carica per andare avanti non sono state le tue parole. Cioè,anche quelle,ma'in particolare è stato la sguardo che avevi.” Sorrise dolcemente, perso nei ricordi.

“Da maniaco?” gli chiese per alleviare leggermente la tensione. Kurt gli diede una leggera spinta.

“Idiota. No,mi riferisco alla sicurezza con cui parlavi. In quel momento ho pensato -Wow,lui crede davvero in me,non posso buttarmi giù. Lo amo troppo per deluderlo. - È così,darei tutto pur di non deluderti,perché tu credi in me e io..”

“tu non potresti mai deludermi..” lo strattonò leggermente,tanta era la foga dell'affermazione.

“Dici?Non ne sarei così sicuro..” A quel punto Blaine lo abbracciò,incurante di chi ci potesse essere.

“Fidati,io credo in te,e ti amo..”gli sussurrò dolcemente.

“Ti amo anche io.. grazie..” si strinse a lui e lo baciò. In quel momento si alzò un po' di brezza estiva,tanto per dare atmosfera.

“Di cosa?” gli chiese il moro poi.

“In generale il esistere..ma anche per essere così perfetto..”

“solo per te..”

Si sorrisero compici,continuando a camminare. Quello che gli aspettava sarebbe stato un anno straordinario. Perché? Perché erano insieme.



Yay! Sono felice di questa!
Metà praticamente l’ho scritta a giugno, alla fine della terza stagione sulla mediaset, quando non hanno fatto vedere praticamente nulla di Kurt, NYADA e varie.

Sono felice di averla pubblicata a cavallo tra la 09 e la 10, perché ho sentito dire *spoiler!* che Blaine nel prossimo episodio parlerà del suo futuro.
La 10! la aspetto da Ottobre! dal break-up praticamente! Aspettavo il Natale perché il Natale è il san Valentino dei Klaine e non potevano stare lontani *-*

Bene, spero che vi piaccia!

Lo so, il rispondere sempre al telefono non importa cosa stia facendo non vale se stai aspettando la chiamata, ma in questo caso ho preferito calcare sul fatto che Blaine sa p e r f e t t a m e n t e quando chiamerà Kurt, lo conosce e soprattutto non sarebbe riuscito a dormire tranquillo comunque sapendo l’altro in quello stato.
Questo è Blaine Devon Anderson, gente!

Ora è tempo di ringraziamenti però!
Grazie alla mia beta Sara,che sopporta e supporta i miei vari scleri!
Honey, ti adoro!

E grazie a tutti quelli del gruppo Warblers! Davvero senza di voi avrei smesso di scrivere di loro da tempo!

grazie anche a chi segue, chi preferisce, chi ricorda e chi legge solamente!
RINNOVO l'invito a recensire, è un attimo del vostro tempo e un chilo sulla bilancia della felicità per me!

bene! alla prossima settimana con "..bake you cookies at least twice a year.."
se uscirò viva dalla 4x10!GLEE, ACTUALLY! WHITE CHRISTMAS!!
un bacione a tutti!!
Gip

ps--> qui la mia paginetta di face, dove ogni tanto sclero e scrivo le varie cavolate che mi passano per la mente: The greatest thing you'll ever learn is just to love and be loved in return


P
OST MORTEM: se nella prossima B dice il fatto che non si iscriverebbe mai alla NYADA senza Kurt, io l'avevo detto.

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Capitolo 5
*** ..to bake you cookies at least twice a year ***


 

..to bake you cookie at least twice a year..

 
Kurt aprì gli occhi pian piano, allungando istintivamente il braccio al suo fianco lungo il materasso. Si aspettava di incontrare il corpo caldo e familiare di Blaine, ma la sua mano si scontrò solo con il cuscino.
Non si sarebbe preoccupato, dopotutto poteva essere andato in bagno o qualcosa del genere, ma le lenzuola erano fredde.
Si voltò verso il comodino, cercando con lo sguardo la sveglia, mentre realizzava che doveva essere davvero tardi se Blaine si era alzato.
L’ora che vide gli gelò momentaneamente il sangue nelle vene.
06,47 a.m.
Erano le sette del mattino, di sabato. E Blaine si era alzato già da un po’.
Il sabato era il giorno in cui nessuno dei due lavorava, il giorno in cui si svegliavano, si coccolavano a lungo, mangiavano qualcosa di veloce e poi si vedevano un film o tornavano semplicemente a coccolarsi, e anche oltre.
Beh, diciamo quasi sempre oltre, ma non era colpa loro se durante la settimana facevano giusto in tempo a vedersi e il sesso per messaggi risultava alquanto controproducente.
Ad ogni modo, di solito era lui a dover svegliare il moro con i modi più disparati. E Blaine si faceva svegliare volentieri, perché gli altri giorni Kurt se ne andava quando lui si alzava e facevano appena in tempo a scambiarsi un bacio fugace, con la promessa di vedersi a pranzo.
 
Ora, dove diavolo era il suo ragazzo?
Si alzò, cercando alcuni segni del suo passaggio. I vestiti erano ancora lì, ma anche il pigiama. Dal bagno della camera non proveniva alcun suono, quindi decise di uscire fuori dalla camera, rabbrividendo istintivamente quando uno spiffero d’aria lo raggiunse. Anche dal bagno di fuori niente, idem per la stanza per gli ospiti/studio/qualsiasi cosa, quindi uscì in salotto. La camera presentava i segni della sera precedente, dove si erano sistemati per rilassarsi e parlare della loro giornata. Kurt sorrise, ricordando le crisi del ragazzo quando gli raccontava del nuovo tipo alla NYADA che si prendeva tutti i suoi pezzi preferiti e che aveva fatto il provino per il suo stesso ruolo nello stesso musical.
“Quell’Adam McApple lo vorrei dare in pasto a Fuffy..” aveva commentato, al massimo della sua rabbia. E lui lo aveva baciato, rassicurandolo che nessuno poteva superarlo.
Poi erano andati a letto ed aveva avuto modo di dimostrargli che davvero, almeno per lui, nessuno poteva prendere il suo posto.
Un rumore lo riportò alla realtà, ricordandogli che il suo stesso ragazzo era sparito di sabato mattina. Capì che il trambusto proveniva dalla cucina e si affrettò ad andarci, dove la visione che ebbe fu capace di farlo spaventare in un primo momento. E di sorprenderlo.
Blaine Anderson, 24 anni, assolutamente negato in cucina – non ai livelli di Rachel ma insomma.. - stava tirando fuori qualcosa dal forno, lo controllava, mormorava qualcosa tra se e lo rimetteva dentro.
Kurt si prese un attimo per ammirare come i pantaloni della tuta fasciassero fantasticamente il sedere del ragazzo mentre si chinava e di come la maglia a maniche corte era stata abbandonata sulla sedia, rimanendo lui  in canotta che mostrava egregiamente i muscoli non troppo pronunciati del giovane. Insieme a della farina, un po’ di impasto e diverse bruciature superficiali.
Ma cosa diavolo…?
“Ehm...” tossicchiò per richiamare la sua attenzione, e a Blaine per poco non prese un colpo. Si voltò e incrociò lo sguardo del castano, che con un sopracciglio alzato si chiedeva cosa stesse facendo.
“Kurt! Per Barbra! Perché mi compari alle spalle? Volevi che avessi un infarto?” disse appoggiandosi al piano di cottura e incrociando le braccia. Kurt lo imitò, appoggiandosi a sua volta allo stipite della porta.
“Io, eh? E tu, che sparisci alle sei del mattino?” ribatté. “Ad ogni modo, cosa stavi facendo?” chiese curioso.
“N-niente..” rispose il ricciolo improvvisamente nervoso e intimidito.
Kurt sollevò gli occhi al cielo e si guardò intorno, individuando sul tavolo della farina (un sacchetto mezzo finito e due già lanciati alla rinfusa sul pavimento, vuoti), dell’acqua, delle uova (due confezioni da sei finite), latte (due bottiglie finite), burro e zucchero.
“Blaine stai facendo dei biscotti?” chiese incredulo, gettando uno sguardo al forno davanti a cui Anderson si stava spostando nervosamente.
“Tu non dovevi svegliarti! Avrei messo tutto a posto e poi ti avrei portato la colazione a letto e sarebbe stato tutto perfetto!” sbottò infine imbronciandosi. Era adorabile, soprattutto considerato che aveva buona parte della faccia e dei capelli sporchi di farina, così come la canotta e i pantaloni. Era un disastro insomma, un adorabile, bellissimo, disastro.
“E magari farti anche una doccia prima.. Ma perché hai tentato di distruggere la nostra povera cucina, sperato ingenuamente che io non mi accorgessi della tua assenza e desiderato di venirmi a svegliare?” fece infine avvicinandosi a lui, mentre il moro ridacchiò compiaciuto. Forse non era tutto perduto.
“Kurt.. In che mese siamo?” chiese senza un motivo chiaro, almeno per il castano.
“Marzo.” Rispose immediatamente. Avevano messo una bellissima Katie Holmes in copertina sull’ultimo numero.
“Che giorno è?” continuò imperterrito Blaine.
“Sabato.”
“Numero?”
“Credo… Oh..” era il 21 marzo. Il giorno del suo compleanno.
“Già, oh! Buon compleanno amore!” esclamò entusiasta Blaine abbracciandolo di slancio. Kurt rispose all’abbraccio, sorridendo.
Aveva 25 anni. Wow. Doveva sentirsi diverso?
“Grazie.. E quindi tutto questo per il mio compleanno?” commentò alludendo al disastro che regnava in quel posto.
“Contavo sul fatto che non mi avresti ucciso, considerando l’evento..” scherzò il moro prima che Kurt gli stampasse un bacio sulle labbra che sapevano di farina.
“E’ stupendo.. Ti ringrazio! Allora questi biscotti?”
E’ vero! I biscotti! Li aveva dimenticati nel forno!
Li tirò fuori di corsa e constatò con sollievo che non si erano bruciati. Non tutti almeno.
“Posso?” chiese il festeggiato allungando il braccio sulla sua spalla.
“Attento che scottano..” lo avvertì Blaine, aggiungendo nella sua mente “..E probabilmente hanno un sapore orribile..”
Non era colpa sua, aveva chiesto a Cooper la ricetta dei biscotti che aveva fatto la sua ultima ragazza che gli aveva mandato l’ultima volta e che Kurt aveva mangiato con gusto. Era difficilissimi, non era assolutamente colpa sua.
Aspettò trepidante che Kurt addentasse uno di quelli e che gli desse il suo responso. Il castano masticò con calma, sapendo che l’altro stava per morire in attesa del suo giudizio.
“Sono buoni” disse infine, sorridendo. “Non male come primo tentativo..”
Blaine ricominciò a respirare e rispose al sorriso, per poi intristirsi leggermente.
“A dir la verità..” aprì la pattumiera rivelando diverse teglie di biscotti bruciati o semplicemente esplosi che erano i suoi precedenti tentativi. Kurt li osservò un attimo, poi con uno scatto richiuse la pattumiera e sorrise leggermente malizioso.
“Ho detto, non male come primo tentativo.” Affermò infine. Blaine gli si lanciò praticamente addosso, baciandolo con passione. Era questo uno dei motivi per cui amava tanto il suo ragazzo e che lo convinceva che quello che voleva fare era la cosa giusta.
“Buon compleanno amore..” sussurrò tra un bacio e l’altro.
“Tu che dici.. Torniamo a letto ora?” mormorò Kurt mentre il ragazzo era sceso lungo il collo e lo stava baciando delicatamente.
“Sei tu il festeggiato.. Sei tu a dover decidere..” gli sussurrò Blaine praticamente nell’orecchio, con una voce tale che fece rabbrividire il più grande tanto che, senza indugio, lo prese e lo condusse nella loro camera da letto, sbattendolo sul letto e rituffandosi sulle sue labbra. Le baciò a lungo, per poi passare al resto del volto, mentre con una parte della mente sentiva  le sue mani sotto la maglietta che vagavano e accarezzavano tutto come un tesoro prezioso.
Gli passò le mani tra i capelli, liberi ormai da anni da quell’orribile gel e ora pieni di zucchero e farina, mentre con la lingua scendeva lungo il collo, sfiorando una vena in un modo che sapeva farlo impazzire letteralmente di piacere, per poi dedicarsi al suo petto, decidendo che la canottiera era decisamente di troppo.
Blaine dal canto suo non rimase di certo fermo. Lo aiutò a sfilargli la canotta che aveva e si prodigò per rivelare il fisico dell’altro che sembrava scolpito sul marmo per quanto era bello. Gli baciò il petto, scendendo giù lungo lo sterno e infine lo stomaco, soffiando e succhiando leggermente sull’ombelico. Dio, avrebbe potuto cibarsi di lui per il resto della sua vita.
Incontrò l’intoppo dei pantaloni e si rese conto di aver perso i suoi già da un pezzo, soprattutto quando Kurt sfiorò la sua erezione già pulsante e fremente.
Gemette leggermente, mentre la mano dell’altro si intrufolò nei suoi boxer per dargli piacere, tuttavia non volle essere da meno, sfilando con uno scatto il pantalone del pigiama e i boxer di Kurt, prodigandosi anche lui.
Si amarono con passione e dolcezza inusuali per il resto del mondo eccetto per loro. Alla fine Blaine preparò Kurt con più perizia del solito, deciso a fargli sentire ogni minima sensazione di piacere, ma le preghiere dell’altro lo spinsero a fare svelto, facendogli realizzare quanto anche lui fosse smaniante. Entrò nel compagno con precisione e lo fecero guardandosi negli occhi ininterrottamente, impedendosi di distogliere lo sguardo neppure al momento dell'orgasmo, che venne forte e intenso come sempre.
Blaine si chinò su di lui e gli baciò un po' scompostamente le labbra, per poi uscire il più delicatamente possibile e poi buttarsi sul letto a peso morto.
"Non credo... Di aver mai festeggiato il mio compleanno in modo migliore.." commentò il castano, lanciandogli un occhiata.
"E non è ancora finita!" affermò il moro con una strana luce negli occhi.

*

Dopo aver "festeggiato" altre due o tre volte, dopo una doccia insieme e una separati, dopo essere andati in cucina ed aver costatato che Blaine, per quanto di nobili intenzioni, non ci avrebbe più messo piede, si ritrovarono in camera a parlare del programma della giornata.
"Allora festeggiato, come Santana mi ha chiesto di riferirti, il tuo compleanno ha una data alla cazzo, perciò tutti i nostri amici verranno la settimana prossima a festeggiare, ergo abbiamo la giornata tutta per noi.. Cosa vuoi fare? Io ho solo prenotato per stasera in un posto nuovo, carino, a Little Italy.."
"Non dobbiamo fare niente di ché, davvero... Anzi che ne pensi di un po' di sano e semplice shopping?" commentò Kurt ammirandosi allo specchio, per poi incrociare lo sguardo dell'altro nel riflesso.
"Se è questo che vuoi... Andremo a fare shopping!"
Passarono la mattina in giro per negozi e centri commerciali, dove Kurt ebbe modo di sbizzarrirsi nel vestire se stesso e il proprio ragazzo, insieme a qualche decina di persone che lo riconoscevano quale "il nuovo genio di Vogue" oppure "una stella nascente nel cielo della moda".
A Blaine tutto questo non dava fastidio, anzi amava vederlo muoversi nel proprio ambiente e non si lamentò neppure una volta su quanto stessero spendendo. Per un giorno poteva permetterselo.
Pranzarono velocemente da Rachel, che per l'occasione organizzò un teatrino con la piccola Valerie e Finn, coordinandoli a dovere su dove andare, come muoversi e sull'intonazione da prendere. Il fatto di aver debuttato, fatto faville, essersi felicemente sposata e con una figlia non aveva cambiato di un minimo il suo modo di fare, anzi lo aveva amplificato.
Quel che era peggio era che la piccola, tre anni, occhi della madre e voce dolce come quella del padre, era anche peggio di lei. O era perfetto o non era nulla. Inquietante.
Kurt non perse occasione, in tutta quella mattinata, di vantarsi del suo adorabile ragazzo che quella mattina gli aveva fatto i biscotti senza distruggere l'intera cucina, cosa che, come Finn e Rachel sapevano per esperienza personale, era alle stregue di un miracolo.
"Non sono così esagerato..." aveva commentato il moro guardandoli in volto uno ad uno.
"Lo sono?" disse poi notando le espressioni desolate degli altri. Kurt annuì e gli diede dei colpeti sulla spalla per consolarlo. Poi l'attenzione dei due venne calamitata dalla piccola che mostrava orgogliosa i progressi fatti nella danza, che per qualche miracolo divino non aveva preso dal padre.
 
Il pomeriggio lo passarono in giro per New York come non facevano da tempo, guardando i monumenti,chiaccherando e stando semplicemente insieme. Spesso dimenticavano quanto fosse la città in cui vivevano, ma quella prepotente glielo ricordava rimettendo le loro vite in gioco.
Decisero, verso le sette della sera, di tornare a casa per cambiarsi prima di andare a cena, e qui Kurt ebbe modo di riflettere sullo strano comportamento tenuto dal ragazzo durante tutto il giorno. Era.. Felice, pensieroso, con una strana luce negli occhi. Più di una volta lo aveva sorpreso a guardarlo con uno sguardo da far morire di diabete chiunque che non fosse lui, e sebbene questo gli piacesse non poteva fare a meno di preoccuparsi leggermente.
L'ultima volta che lo aveva visto così poco dopo gli aveva detto di averlo tradito..
Rabbrividì istintivamente, ricordando quei momenti. No, si disse, decisamente non era quello il caso. Dopotutto era il suo compleanno, non gli avrebbe mai fatto una cosa del genere, no?
E poi non aveva avuto il tempo di conoscere nessuno, passava tutto il giorno tra NYADA, lavoro part time al piano bar e casa..
Alla NYADA però c'era quell'Adam di cui parlava spesso..
Basta, idiota. Stai facendo una tragedia nel giorno del tuo compleanno perché il tuo ragazzo si sta comportando in modo perfetto! Riprenditi!
Si sarebbe preso a schiaffi da solo certe volte, davvero.
La voce di Blaine lo riscosse, e si affrettò a sistemarsi la cravatta prima di pensare alla sua.
"Per che ora hai prenotato?" chiese cercando di concentrarsi su quel che faceva. Le labbra dell'altro a pochi centimetri dal suo volto non aiutavano.
"Per le otto e mezza, tranquillo. Kurt?" lo chiamò poi, sorridendo.
"Si?"
"Ti amo." soffiò prima di dargli un lungo, dolce, bacio, che il castano subito ricambiò, stringendolo per la vita.
"Adesso andiamo, sebbene abbia aperto da poco 'peccati di gola' è molto richiesto..." commentò Blaine prendendolo per mano. Kurt per poco non svenne sul pavimento. Peccati di gola aveva si, aperto da poco, ma era di uno dei più rinomati chef italiani famosi in tutto il mondo, quindi aveva il pienone praticamente sempre. Per prenotare dovevi farlo mesi addietro, ed era frequentato sempre da gente dello spettacolo che lo gradiva per la privacy che assicurava.
Come diavolo aveva fatto Blaine ad avere un tavolo?
Quando arrivarono il maître chiese i nomi e li portò ad un tavolo quasi al centro della sala, furono fatti accomodare e Kurt stava letteralmente per morire per tutto questo. Nonostante fosse sabato sera il locale non era molto pieno, permettendo al ragazzo di osservare il posto in tutta tranquillità. Era favoloso.
Mobili in legno, dal gusto classico, lampadari bassi e quasi tutti spenti quelli vicino ai tavoli per favorire la luce infinitamente più intima di alcune candele. C'era un piccolo palco nero, infondo alla sala, dove un pianista piuttosto giovane stava suonando del blues da sottofondo per la serata.
Sorrise a Blaine, raggiante, e il moro gli sorrise di rimando, tornando ad avere quell'espressione adorante che lo aveva caratterizzato tutta la giornata.
Cenarono con tranquillità, dal momento che Blaine gli aveva assicurato che non sarebbe andato in bancarotta per il conto. Questo si univa al mistero del ristorante, ma Kurt decise che gli avrebbe chiesto chiarimenti dopo, o forse domani. Non voleva rovinarsi la serata, perciò staccò il cervello e si lasciò finalmente andare, aiutato dal'ottimo vino e dal cibo superbo.
Lo stesso chef venne da loro a chiedergli come andasse la serata e, dopo il solito giro di convenevoli, li lasciò a se stessi, lanciando una strana occhiata obliqua a Blaine.
Il cervello messo in pausa da Kurt tornò momentaneamente attivo e la sua mente cercò di elaborare e capire cosa stesse accadendo, ma prima che potesse chiedergli qualcosa Blaine si alzò e si avvicinò al pianoforte.
Oddio, proprio come quella volta!
Con sommo sollievo di Kurt, però, Blaine si limitò a farsi passare il microfono e a voltarsi verso di lui.
Prese un respiro profondo e poi cominciò a parlare.
"Buonasera a tutti. Scusate se interrompo in questo modo la vostra cena ma ci terrei a rendere tutti partecipi di una cosa.
Oggi è il compleanno di una persona molto speciale. Una persona che ha sempre lottato per essere ciò che è, che ha avuto paura, che è stata forte per non piegarsi. È il mio ragazzo, Kurt Hummel."
A quel nome la sala si mosse leggermente, riconoscendolo, ma il castano guardava solo lui, come se ci fossero stati solo loro.
"Kurt, in tutta la mia vita sono certo che non incontrerò mai qualcuno come te, qualcuno così unico da bastare a se stesso, che si è costruito la propria vita da solo e, nonostante questo, mi vuole al suo fianco.
In tutti questi anni ti ho visto ridere, piangere, cadere e ritornare in piedi più forte di prima, e questo mi ha fatto innamorare di te ogni giorno di più.
Quando ti vedo ridere, e so di esserne il motivo, sono felice, felice come mai in vita mia. Quando sei triste, quando... Le cose non vanno come dovrebbero, mi sento uno schifo, perché l'unica cosa a cui mi interesso è che tu stia bene. Tu..Tu invece ti preoccupi sempre per tutti! Sei così generoso, altruista e vero..."
Aveva le lacrime agli occhi, per l'intensità con cui stava dicendo quelle cose in cui credeva fermamente. Ma si impose di mantenere la calma, doveva finire di dire ciò che si era prefissato. Era troppo importante per farsi prendere dall'emozione.
Kurt era.. Senza parole. Probabilmente stava piangendo anche lui, ma non poteva in alcun modo distogliere lo sguardo dagli occhi dorati del suo ragazzo.
"Sai, non posso fare a meno di sentirmi fortunato, immensamente innamorato e speciale, perché tu hai scelto me.
Per questo e per milioni di altri motivi che spero di dimostrarti nel corso dei giorni.." scese dal palco e si inginocchiò dinanzi a lui, aprendo una scatolina di velluto blu.
"Kurt Elizabeth Hummel, vorresti farmi l'onore di diventare mio marito?"

*

"Dovremmo dirlo agli altri.."
"Lo faremo sabato, la situazione non credo cambierà molto presto.."
"Sai che Rachel ci ucciderà per questo, vero?'
“Sopravvivremo, lo facciamo sempre. E poi, se non ci ha fatto fuori per essere arrivati in ritardo al suo matrimonio.."
"Vero.."
Silenzio. Silenzio intimo, calmo, rassicurante. Il castano si voltò verso il moro, che gli stava accarezzando la mano sinistra, abbandonata mollemente sul letto.
"Blaine?"
"Si?"
"Ti ho mai detto che amo l'argento?"
Blaine se lo tirò addosso, abbracciandolo stretto.
Rimasero così, a guardarsi per il resto della notte.
I futuri coniugi Anderson-Hummel.




YAAAAAAWN!
finalmente torno dai miei adorati fluffissimi Klaine! dopo una settimana e più passata a uccidermi per la WW mi servivano loro..
la PROPOSTA!! che ne pensate? vi è piaciuto il discorso? 
Io mi sarei sciolta in lacrime da un pezzo se fossi stata Kurt..
che altro dire? non so, mi lascia senza fiato questa shot..
è qualcosa di..adorabile! Lo so che non sta a me giudicare, ma mentre la scrivevo avevo un senso di serenità..
ok, mie idiozie a parte, spero vi sia piaciuta!
un grazie enorme alla mia beta, lovlove890, che stava vomitando arcobaleni mentre la leggeva..
grazie anche a chi recensisce, a chi solo legge, a chi mette nelle preferite,o ricordate, o quel che è..
se volete farmi sapere il vostro parere, Here I am!
ora scappo!
ci vediamo domani, spero, con la Warblers week!
un bacio a tutti!
Gip!

ps-->mia paginetta:http://www.facebook.com/gipsiusyefp

Bye!

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Capitolo 6
*** ..to kiss you, wherever and whenever you want.. ***


Avvertimenti:AU, OOC

Alla mia socia,
alla mia beta-sorellona,
alla mia Sherlock.
Con tutto il mio amore.


Natale. Di nuovo.
Eppure quell’anno era diverso. C’era qualcosa di diverso nell’aria. Anche Rachel, quella mattina, era arrivata con un aria seria che di solito aveva solo quando parlavano del suo personaggio. Soprattutto quando parlavano di farlo morire e tornare in vita, cosa che tra l’altro l’attrice odiava perché diceva che la storia perdeva serietà e altre cose del genere.
Ma stava divagando. Finn Hudson, spilungone star di punta di una delle più importanti serie TV di quel network americano, tornò alle sue considerazioni mentre marciava verso la macchinetta del caffè.
Uhm, forse era solo l’aria natalizia che si respirava. Quella sera ci sarebbe stato l’annuale party pieno di giornalisti e sarebbe stata la prima vera uscita pubblica come parte del cast per alcuni nuovi personaggi.
Si, era sicuramente quello.
Con un alzata di spalle finì il suo caffè e raggiunse i colleghi, già impegnati nella lettura del copione.
 
Finn non aveva la più pallida idea di quanto sbagliasse, perché quella non era una giornata qualsiasi.
No, era il loro anniversario. Non quello ufficiale, quello del loro primo incontro.
La prima volta che Kurt Hummel incontrò Blaine Anderson.

* * * *
Flashback

Esattamente un anno prima, Kurt Hummel, giovanissimo attore sotto l’abile ala del grande manager Mike Chang jr era alla sua prima festa di lavoro. Non sapeva come altro definirla, altrimenti. Doveva andare lì., sorridere a tutti e farsi immortalare come parte del cast di quella benedetta serie tv che faceva impazzire mezza America. Non a torto, la storia era coinvolgente e l’elemento sovrannaturale dei vampiri era abbastanza ben sistemato da posizionare colpi di scena al posto giusto senza doverci rimettere troppi personaggi.
Il fatto che il cast fosse formato da dei giovani uno più talentuoso di un altro e quasi tutti sconosciuti aiutava senz’altro, grazie anche all’abilità del regista, Artie Abrams, stella e luce degli occhi della più importante scuola di cinema del Paese.
Kurt non poteva dire di trovarsi male. Insomma, gente affabile, buon lavoro e in generale il fatto che la serie fosse ambientata a NY offriva l’opportunità di tenere il suo appartamento lì, cosa che adorava perché lo aveva comprato con i suoi risparmi quando era fuggito da Lima.
Lì non era nessuno, anzi no, era quello gay da maltrattare, a cui rendere la vita impossibile, da prendere in giro, da gettare nei cassonetti, da umiliare fino all’osso.
Solo per amore di suo padre aveva finito le superiori il prima possibile, ma l’uomo comprese quando volle andarsene, benedicendo la sua decisione e regalandoli, se non tutto l’appartamento, almeno la caparra.
Non che non avesse voluto. Burt Hummel voleva solo il meglio per il figlio, e se sapeva che nella grande mela lo avrebbe avuto avrebbe mosso mari e monti per arrivarci. Ma fu proprio il ragazzo ad insistere per lavorare e pagarsi la casa e magari anche gli studi, ma su questo fu l’uomo a metterci il punto. Per quelli avrebbero usato il fondo messo per il college da parte.
Quindi Kurt partì da solo alla volta della più bella città del mondo, con tanta paura per quello che lo aspettava ma ancora di più per quello che si lasciava alle spalle. Ed era proprio questo che lo spingeva ad andare avanti.
E lo fece, eccome se lo fece.
Entrò in una delle più importanti scuole per le arti e lo spettacolo. Un talent scout lo notò e lo scritturò per un piccolo musical che gli fece fare un nome e gli fece trovare il suo agente, che era quello che più vicino aveva ad un amico. Neppure, in realtà. Era solo uno con cui lavorava spesso a contatto. Forse un conoscente.
La verità è che da quando aveva diciotto anni che non legava con nessuno, e ora di anni ne aveva ben 25, quasi 26, e poteva tranquillamente dire di essere solo.
Non se ne lamentava, lo aveva scelto lui e gli andava bene. Non aveva avuto uno straccio di ragazzo dai tempi di un certo Jeremiah ai tempi del quarto anno di scuola, ma aveva interrotto i contatti con lui dopo essere stato rinchiuso in un cassonetto nel gelo invernale per tutta la notte.
Forse, si diceva a volte, il gelo di quella notte gli era entrato dentro, come in quella vecchia favola sulla regina delle nevi.
Ad ogni modo, si preparò psicologicamente alla serata promettendosi il resto della notte all’insegna di musical, vecchie edizioni di “X Factor” e ultimo, ma non ultimo, “The Notebook”.
Perché per quanto potesse essere diventato freddo nei confronti del resto del mondo, con la sua ragione di vita non poteva. E la musica lo era, unita al cinema e in minor misura all’arte. Per questo, nonostante lo conoscesse a memoria, piangeva ancora vedendo “mouline rouge” e rideva fino alle lacrime rivedendo vecchie commedie.
Erano la sua sola ancora a quello che era stato una volta, assieme a suo padre.
Padre che avrebbe visto solo a gennaio e che gli mancava da morire.

*

Arrivò al party, salutò un po’ di gente, rispose ad alcune domande dei giornalisti e di colleghi curiosi sullo spettacolo e su cosa significasse per “un artista completo come lui” recitare una serie tv.
E lui, come sempre, dava la stessa risposta: “non voglio precludermi alcuna possibilità. E inoltre chi rinuncerebbe a uno show dove hai il costume di Halloween già fatto?”
Li faceva ridere e loro lo lasciavano in pace.
Stava appunto ripetendo quello all’ennesima tizia rifatta che scriveva per qualche stupido giornale quando sentì un brivido lungo la schiena, insieme a una fastidiosa sensazione di bagnato.
Ringraziò mentalmente di avere la giacca con sé e si voltò per uccidere con lo sguardo, e forse non solo, chiunque avesse osato fargli un affronto del genere.
Ma non poté. In realtà non riusciva a dire nulla, perché tutta la sua attenzione venne catturata dagli occhi più stupefacenti che avesse mai visto in tutta la sua vita.
Erano..dorati. Seriamente, doveva essere un gioco della luce, ma in quel momento lo colpì forte.
Non solo per il colore, si insomma era inusuale, ma per la scintilla che ci leggeva dentro.
Da quando non incontrava davvero lo sguardo di qualcuno? E soprattutto da quando non vedeva quella stessa scintilla nei suoi?
Il possessore di quegli occhi si stava scusando in ogni maniera possibile e immaginabile, spiegando nel mezzo che era nervosissimo perché aveva appena perso il suo amico con cui era venuto e che quello non era assolutamente il suo ambiente, mentre nel mezzo aggiungeva cose che Kurt non riuscì a collegare.
In realtà, rifletté dopo, tutto quello il suo cervello lo aveva metabolizzato dopo, perché in quel momento era intento ad analizzare il ragazzo d’avanti a sé.
Non molto alto, ma ben piazzato, con un gusto abbastanza decente e perfetto nell’accostamento di colori. Capelli scuri, ricci e alquanto ribelli, nonostante il giovane ci passasse ripetutamente la mano cercando di abbassarli, ottenendo l’effetto opposto.
Occhi grandi e dorati- ancora, come era possibile?- contornati da lunghe ciglia. Barba curata e labbra grandi ed invitanti.
“Hey” lo interruppe Kurt ad un certo punto. “è tutto a posto, io sono Kurt.”
“So chi sei” replicò lui sorridendo leggermente imbarazzato. “Oddio adesso però non penserai che ti ho versato la limonata addosso perché volevo attaccare bottone e …oh no lo pensi lo sapevo scusa io..” e ricominciò a sproloquiare finché Kurt, all’estremo della pazienza e del divertimento, prese il bicchiere dalle mani dell’altro in cui era rimasto un fondo di limonata e glielo buttò in faccia, al ché l’altro si fermò di botto.
“Ecco. Io non penso nulla e ora siamo pari. Anzi no, mi devi ancora dire come ti chiami.” Gli disse sbrigativo e il moro scoppiò a ridere, producendo uno dei suoni più belli che avesse mai udito.
“Blaine, Blaine Anderson.”
Ecco come Kurt fece la conoscenza di Blaine.

*

Successivamente scoprì, con suo grande orrore, che lui era niente poco di meno che un amico di Sebastian Smythe, con cui Kurt meno aveva a che fare meglio era.
E non era solo per le ripetute battute che lanciava a sfondo sessuale, anche perché quello lo faceva con tutti, anche con Puck o Sam.
E poi nessuno sapeva che era gay, perciò non c’era il minimo problema.
Non che lo nascondesse ma, come gli aveva fatto notare Mike, era ancora agli inizi nella televisione e sbandierarlo in giro non sempre portava buoni risultati. E Kurt, ripensando al liceo, si ritrovò d’accordo.
Perciò quello era il suo piccolo segreto non molto sporco e ancor meno segreto.
C’era ad esempio Santana Lopez, che nel telefilm era la ex stronza, che faceva insinuazioni e allusioni praticamente sempre, ma nessuno si era preso la briga di chiederglielo, perciò lui non si prese la briga di rispondere.
Tornando a Sebastian, non lo odiava per le battute. Lo odiava perché era un coglione arrivista leccaculo.
Sebastian dal canto suo si divertiva a dargli fastidio, ma ovviamente tutto questo fuori dal set. A lavoro erano più che professionali ed entrambi davano il massimo, ed entrambi prendevano il massimo dall’altro.
Ah, già, Sebastian era il direttore della fotografia. Vice, in realtà, ma il grande capo non si faceva vedere praticamente mai perciò lui aveva tutto il potere.
Questo ovviamente significava che si sentiva il dovere di dare ordini e, come spesso ripetevano costumisti, grafici e qualsiasi parte dello staff avesse a che fare con l’immagine, non lo licenziavano perché era davvero capace nel suo lavoro.
Ad ogni modo, non si sopportavano, questo era quanto.
Ma, come constatò Kurt quella sera stessa, questo non aveva minimamente intaccato l’immagine che si era fatta del giovane di fronte a lui.
Bello, perché era bello. Abbastanza alla mano da evitare troppe figure non proprio gradevoli, evitando di nominare la sua schiena che ora era piena di limonata. Ma soprattutto intelligente.
Per forza, era uno scrittore. E non uno qualunque.
Sebbene andasse ancora all’università,Columbus, aveva vinto diversi concorsi letterari, pubblicato un libro che ha riscosso un discreto successo e nonostante questo non si era mai fatto prendere dalla vita mondana. Anzi, sembrava averla distanziata sempre più, cosa che Bas gli faceva continuamente notare dal momento che lo trovava quasi sempre a casa chino sul pc o sul suo quaderno a scrivere.
Tuttavia quella sera non se ne parlava proprio di non farlo venire. Lo avrebbe convinto in ogni maniera, e quando Sebastian Smythe si metteva in testa qualcosa non c’erano occhi da cucciolo o manifestazioni d’affetto o di rabbia che tengano.
Come volevasi dimostrare, infatti, Blaine Anderson andò al party.
 
I due parlarono tutta la serata, e gradualmente presero a frequentarsi, prima per un caffè, poi una cena o una colazione, parlando di tutto e di nulla e ritrovandosi, con grande sorpresa di Kurt, a chiacchierare come se si conoscessero da una vita.
Non era solo quella strana alchimia a regnare tra loro, ovviamente. C’era anche un desiderio dirompente che il castano non sentiva da anni, quello di approcciarsi, di avvicinarsi a lui, di toccarlo. Ma non lo faceva, forse per rispetto, forse perché non era sicuro di come si sentisse. Era diverso, e questo lo terrorizzava a morte.
Blaine, invece, in questo senso era il suo completo opposto. Spontaneo, allegro, vivo. Non si faceva problemi a toccargli la spalla o a prendergli il braccio quando parlava di qualcosa che lo animava tanto, e proprio perché era così spontaneo, una sera, dopo un’ottima cena e un’ora di film in tv, una vecchia commedia o qualcosa del genere, semplicemente si voltò verso il ragazzo al suo fianco, si appoggiò a un braccio, lo fece delicatamente voltare, e lo baciò.
 
Lì per lì Kurt non rispose, stupito da quel morbido contatto che non sentiva più da troppo tempo,e il moro si allontanò desolato, mentre tipo un milione di voci in testa gli urlavano quanto fosse idiota, e stupido, e quanto si fosse ripromesso di andarci piano perché Kurt gli piaceva davvero e non voleva affrettare le cose e..
E tutti i suoi pensieri si infransero dal momento che sentì di nuovo le labbra dell’altro sulle sue, in modo dapprima esitante, poi molto più passionale rispetto al suo tocco delicato. Voleva di più, volevano di più, e lo ebbero.
Il film alla televisione fu presto dimenticato, i suoni divennero ovattati e il mondo svanì in un’enorme, luccicante, bolla di sapone, rimanendo solo loro e quel divano rosso di pelle.

*

Così ebbe inizio effettivamente quella storia, di cui nessuno era a conoscenza e di cui nessuno si curava.
Ovviamente chi circondava i due poteva notare qualcosa nell’aria, ma la verità era una cosa talmente tanto profonda, intensa e sottile che nessuno ne avrebbe mai realmente capito la consistenza.
Kurt era visto come qualcuno che si stava finalmente lasciando andare, dal momento che lo avevano visto sorridere anche fuori dal set e chiacchierava sempre più spesso con il resto del cast. Nulla di eclatante, eh, ma rispetto al mutismo assoluto era decisamente un passo avanti.
Blaine invece sorrideva continuamente. Non che di solito non lo facesse, ma se prima era preso dall’euforia qualsiasi cosa facesse, preparare un esame o aggiungere un nuovo colpo di scena al suo prossimo racconto, ora sorrideva e basta, seduto alla sua sedia nel solito bar dove si riuniva con il resto della sua combriccola , e li ascoltava parlare, commentando qua e là.
La sera si incontravano, lasciavano lontano le loro rispettive vite e problemi, e si dedicavano a loro stessi.
Stavano così bene da dimenticare il mondo fuori, e Kurt non si sentiva così da troppo tempo.

*

Ovviamente però c’erano dei problemi.
Uno:la gelosia.
Blaine era geloso di Kurt, moltissimo. Ma rispettava lui e il suo lavoro, era un attore e un modello e, per quanto lo infastidisse che tutta America lo vedesse quasi nudo, cosa a cui ricorrevano a volte anche nella serie per alzare gli ascolti, non diceva nulla, concentrandosi sul fatto che potessero vedere ma non toccare, a differenza sua che passava delle ore a baciare e saggiare quella pelle candida..
Kurt invece non era semplicemente geloso. Era anche molto possessivo, fino a livelli che molti avrebbero considerato oppressivo, ma non Blaine. Perché lui era Blaine.
Dopodiché aveva riso, perché quella era stata una delle prime cose che aveva puntualizzato quando avevano iniziato la loro relazione, ed aveva preso il cellulare, presentandogli tutti i suoi amici con delle foto.
Gli aveva parlato di Nick e Jeff, che si morivano troppo dietro per pensare a qualcun altro.
Gli parlò di Wes, David e Flint, che erano etero fino al midollo ed avevano delle ragazze.
Gli parlò di Thad, con cui era amico dai tempi dei videogiochi e delle gare a palle di neve.
E gli parlò di Seb che, oltre ad essere il suo migliore amico, era anche il suo coinquilino.
 
Due:Sebastian Smythe.
Che lui e Kurt non si sopportassero non era un mistero. Insomma, era una cosa che c’era, finché nessuno dei due interferiva con la vita dell’altro erano tutti felici.
Ma ora che c’era anche Blaine, e questo cambiava tutte le carte in tavola, soprattutto dal momento che sapeva di loro, ma sia lui che Kurt avrebbero preferito tenerlo all’oscuro.
Il primo perché li ha scoperti mentre lo facevano nella camera del moro, tornando dal lavoro un po’ prima; l’attore invece non voleva dargli un modo per metterlo alle strette.
Tuttavia, con grande stupore di Hummel, il biondo disse di voler mantenere il segreto e fare come se non sapesse nulla, sarebbe stato meglio per tutti dopotutto.
Blaine per la contentezza lo aveva abbracciato e Kurt, al colmo dell’esasperazione, se l’era tirato indietro verso di se.
Ora, come se il fatto di dovergli un favore non bastasse, non c’era occasione che il biondo non sfruttasse per provarci con Blaine. O meglio, si comportavano come sempre, in quelle rare volte in cui erano tutti e tre nella stessa stanza, ma bastava perché Kurt scattasse.
E a nulla valevano le rassicurazioni del moro sul fatto che non ci fosse davvero nulla, che era assurdo, che erano già stati insieme ai tempi del liceo e avevano capito di essere solo amici..
Forse questo non avrebbe dovuto dirlo, dopotutto. Anche perché il castano iniziò a dare decisamente di matto e gli ordinò di cambiare appartamento.
“Ma non posso permettermelo! Non ho abbastanza denaro! Che diamine possibile che non ti fidi affatto di me?” gli disse lui, e tra di loro aleggiò uno strano silenzio. Il silenzio delle frasi non dette, dei momenti persi, degli sguardi desiderati.
Il momento tuttavia passò senza che Kurt avesse detto nulla, poi sospirò pesantemente e si avvicinò a lui, baciandolo leggermente sul collo mentre Blaine si ostinava a non volerlo guardare.
“E’ che mi fa impazzire il pensiero delle sue mani sul tuo splendido corpo.. Non posso neppure realizzare l’idea che tu faccia qualcosa come il modello, o l’attore..tutto questo splendore sotto gli occhi di tutti..” e mentre parlava gli passava le mani lungo il torace, accarezzandolo e sfiorandolo, fino ad arrivare al collo e al volto. L’altro si abbandonò, sconfitto anche quella volta, al tocco inebriante dell’altro, e lo guardò negli occhi.
“Sono solo tuo, lo sai. Non devi pensare a Sebastian, o a chiunque altro.. sono solo tuo..” gli sussurrò baciandolo ad un millimetro dalle labbra, per poi appropriarsene completamente.
“solo mio..” sussurrò tra un bacio e l’altro il castano.
L’unica cosa buona di quando litigavano, soprattutto per colpa di Sebastian, era il modo in cui facevano pace.

*

Le cose procedevano..bhe, alla grande, semplicemente.
Kurt, con Blaine, aveva riscoperto la voglia di essere il vero se stesso, di volersi lasciar andare e raccontare la verità della sua vita, del suo passato, di sua madre, di tutto.
Non aveva avuto paura, escluso in un primo momento, di aprirsi con lui. E quando Blaine gli aveva detto di aver passato qualcosa di molto simile capì che aveva fatto bene a fidarsi del suo istinto.
Alla fine accadde. La vita reale non è una favola, non c'è il vissero tutti felici e contenti, le cose non vanno bene.
E loro non erano due principi azzurri, non avevano una fata madrina a proteggerli e l'unica cosa in comune con una storia fantastica è stato l'antagonista cattivo.
Così, una discussione partita da un idiozia, un commento di troppo riferito al nuovo protagonista di quella stupida serie, un periodo particolarmente stressante per Kurt e la sessione di esami alle porte, ormai, per Blaine, e i due discussero come non mai, terminando con il moro che apriva la porta dell'appartamento e se ne andò sotto lo sguardo incredulo del ragazzo.
Inutile dire che, neppure alla punta della strada, la mente di Blaine gli urlava contro di tornare indietro e chiedere scusa per esseri comportato come un idiota e implorare il su perdono.
Ma l'orgoglio l'ebbe vinta,  lo fece convincere di aver stupidamente ragione.
Che poi, chi poteva davvero avere ragione in quella stupida situazione?
Era colpa di Kurt se il nuovo arrivato, Adam, era un tipo particolarmente amichevole e lui, per via della vicinanza di Blaine, si fosse sciolto abbastanza da impedirgli di fuggire da lui?
Era forse colpa di Blaine se ormai si addormentava sui libri o sul pc mentre aggiungeva l'ennesimo paragrafo al quel nuovo racconto, ormai più un libro?
Era forse colpa di qualcuno dei due se non erano stati capace di superare insieme quel primo, stupidissimo, ostacolo?
 

*

I giorni che seguirono furono i peggiori, fino a quel momento, nella vita di Kurt. Perché no, neppure le percosse dei bulli a scuola reggevano il confronto con il male che sentiva.
Aveva fatto il grave, orribile errore di fidarsi di qualcuno che non fosse suo padre o se stesso. E ora ne pagava le amare conseguenze.
Eppure ci aveva davvero creduto. Aveva davvero creduto, per un attimo, in Blaine. In quel che rappresentava e in ciò che provava per lui.
Che idiota.
A lavoro tornò ad essere freddo e scontroso con tutti, tanto che sia il nuovo venuto si Sebastian lo lasciarono in pace. Ringraziando il cielo si stava avvicinando il break invernale, e i finali di stagione o di metà non erano mai lieti per il suo personaggio. Ergo non doveva fingere sentimenti che non provava neppure alla lontana.
La sera tornava a casa, solo, sapendo che non ci sarebbe stato nessuno fuori ad aspettare trepidante il suo arrivo perché magari non lo aveva avvisato, insieme a qualche film che non avrebbero visto e una pizza che sarebbe stata mangiata troppo tardi.
Si buttava sul letto e fissava il soffitto, domandandosi se davvero la felicità per lui era di quel mondo.
 

*

Blaine aveva semplicemente smesso di mangiare e dormire. Si alzava dal letto con delle borse sotto gli occhi da far spavento, si sistemava un minimo e andava in biblioteca a studiare. Tornava a casa, lasciava tutto sul letto sfatto, accendeva il portatile e cercava di scrivere. Alla fine, dopo aver scritto poche parole, mandava tutto al diavolo e si sdraiava sul pavimento a fissare il soffitto.
Ripensava a quella dannata giornata ogni giorno della sue esistenza ormai. Aveva immaginato ogni tipo di finale alternativo, ed a volte la sua fantasia prendeva talmente tanto il sopravvento da fargli credere che fosse di nuovo tutto a posto. Ma bastava un'occhiata al suo cellulare muto per ricordare che non era cosi.
E cominciavano i dubbi :perché non era stato abbastanza forte da girarsi e chiedere scusa? perché non l'aveva rincorso? perché nessuno dei due non aveva richiamato l'altro?
Forse doveva...no, se Kurt non lo voleva sentire non poteva chiamarlo. Dopotutto lo capiva, era stato così stupido, così stronzo, così cieco...non si meravigliava che non volesse vederlo mai più.
Intanto i giorni passavano e ottobre lasciò il posto a novembre, senza che nulla cambiasse in lui. Si svegliava, se riusciva ad addormentarsi, sopravviveva, tornava a letto.
Un giorno, un sabato, accadde che per caso Blaine accese la tv, facendo stancamente zapping televisivo. Girò un paio di canali finché non si ritrovò sulla rete che trasmetteva la serie di K--Sebastian, dove lavorava Sebastian. Un paio di riprese panoramiche e nel dettaglio lo fecero congratulare mentalmente con il coinquilino per la bravura, poi però la scena si spostò all'interno e lì comparve il mezzobusto nudo di Kurt in tutto i suo splendore.
Blaine maledisse il talento di Smythe. Sbattergli in faccia così Kurt era..troppo.
L'episodio era appena iniziato, perciò lo seguì per intero, o meglio seguì le scene in cui c'era anche Kurt, osservando i movimenti, la musicalità della voce, l'espressione.
Quando i 40 minuti di trasmissione finirono prese il portatile e si collegò immediatamente a internet, iniziando a vedere tutta la serie dall'inizio, saltando alle scene dove c'era l'ex.
E tu così che lo ritrovò Sebastian quella sera, gli occhi spalancati immersi nello schermo intenti a bearsi di ogni scena, ogni sguardo, ogni minima cosa.
Durante tutta la visione parte della sua mente si era concentrata sui ricordi che lo riguardavano, ricordi piacevoli e dolorosi assieme, legati a particolari momenti della loro vita in cui Kurt gli raccontava del set, delle persone e della serie. E si era ritrovato a ridere, in alcuni momenti drammatici, solo perché gli era tornato in mente uno dei tanti aneddoti in cui Rachel, la ragazza che rischiava di morire e veniva salvata da Finn, ovvero il co-protagonista, e invece di salvarla questo le aveva rotto il naso con una manata maldestra.
Sul set si era riso per mezza giornata, cosa che irritò il regista e la povera attrice.
Alla fine, comunque, Smythe era tornato nel momento sbagliato, dopotutto. Infatti sullo schermo era passata una scena particolarmente toccante di Kurt che dichiarava il suo amore a Rachel e'poi le cancellava la memoria perché Finn, o meglio il suo personaggio, la meritava di più.
Kurt gli aveva confessato, in modo molto riluttante, che per girare quella stupida scena aveva pensato a lui. A lui, Blaine Anderson, ed aveva aggiunto che, al posto del suo personaggio, non lo avrebbe mai lasciato andare.
Non gli aveva mai detto esplicitamente di amarlo, rifletté, ma in quei momenti credeva che non ce ne fosse bisogno.
Ad un certo punto vide lo schermo svanire dalla propria vista e ritrovarsi di fronte Sebastian che lo fissava con sguardo deciso e..micidiale.
"Ascoltami bene, Anderson. Non ne posso più di vederti depresso. Alza il culo da questa sedia e dimenticalo, o alza il culo e riconquistalo, ma alza il culo." dichiarò deciso, prima di allontanarsi.
Blaine si alzò in piedi, con rinnovato vigore.
"Hai ragione! lo faro!"
"lo dimenticherai?" chiese interessato e vagamente stupito il biondo. Sia mai che Blaine ascolti i suoi...
"No, lo riconquisterò. E tu mi aiuterai."
Appunto. Sebastian Smythe non sapeva in che guai si andava a cacciare.

*

Quando il lunedì seguante Kurt Hummel, stella nascente anche nel ramo televisivo, oltre che musicale e teatrale, ad attenderlo trovò una sorpresa. Sull'armadietto dove solitamente erano adagiati i copioni nuovi, nel suo camerino privato, oltre al solito plico di fogli, posta e le solite cose c'era adagiato una rosa bianca, semplice e nuda, ed accanto a quella v'era un biglietto scritto a mano che recitava:
'...mai durante la sua intera e, dopo di questo, altamente misera esistenza aveva visto occhi luminosi e che rispondevano così perfettamente alla definizione di bellezza come i suoi, ed erano tali da portare spontaneamente alle labbra la domanda, forse scontata e banale -ti sei fatto molto male quando sei caduto dal cielo?-'
Lesse quelle parole con un groppo in gola e gli occhi li sentì improvvisamente diventare più caldi, quasi stessero andando a fuoco, mentre si concentrava e rileggeva quelle parole, quasi gli dicessero di più di quel che già raccontavano. Si riscosse ed uscì a chiedere a chiunque incontrasse se avessero visto qualcuno entrare nel suo camerino quella mattina, ma la risposta era sempre negativa.
Alla fine tornò ad osservare il biglietto e la rosa, dal profumo delicato che aveva quasi impregnato anche il foglio, e osservò con più attenzione la grafia, leggermente rotonda e infantile, la penna usata di una strana colorazione rossastra che aveva colato lungo i margini. Sorrise, senza rendersene conto, conservò il biglietto nel portafoglio e regalò la rosa alla prima assistente che incontrò, non prima però di aver preso un petalo ed averlo sistemato in uno dei libri che stava leggendo in quel momento.
 
I biglietti proseguirono per quasi due settimane, e in ogni biglietto era esaltato questo o quel pregio del protagonista, che presumeva essere se stesso, oppure raccontava di come il narratore si stesse innamorando di lui. Quel giorno era toccato alle sue labbra, ed era accompagnato da una rosa rossa:
'.. così sensuali da far arrossire anche il più pudico degli angeli, e così dolci da rendere impossibile staccarsi anche solo per respirare, rendendo la sua vita dipendente da esse e da ogni loro movimento..'
All'inizio Kurt credeva fossero frasi prese da qualche libro o film, ma man mano che andava avanti a leggere notava che c'erano cose che nessuno poteva riprendere, cose su di lui che non c'erano in alcun film,cose che conosceva un'unica persona: Blaine.
Nel suo inconscio aveva sempre saputo, sperato che fosse lui a inviare quei biglietti, assieme a fiori sempre differenti ma mai nessuno che non fosse di suo gradimento.
Quando però lo realizzò pienamente, quella che prima era sottile e semplice curiosità si trasformò in aspettativa e desiderio. Il moro lo stava corteggiando, e lui lo avrebbe lasciato fare.
Non si era mai sentito così, e di complimenti ne riceveva tanti, ogni giorno. Ma la sensazione che aveva leggendo quelle parole, quelle frasi semplici eppure così calde e vicine era qualcosa di sconosciuto. Intenso, intenso e sconosciuto.
Una parte della sua mente lo rimproverò, ci stava ricascando e con tutte le scarpe, ma ancora una volta decise di..di vedere come andava. Evidentemente, rifletté, non si era fatto abbastanza male per decidere di smetterla una volta per tutte.
 
Quel giorno, il biglietto non era arrivato.
Kurt rifletteva su di questo mentre veniva mandato in sala relax a studiare il copione visto che, per quella mattina, non c'era bisogno di lui.
Artie aveva uno sguardo strano mentre lo diceva, ma non ci fece caso, troppo preso da quello a cui pensava.
La sua mente era giunta ad una conclusione orribile ma, prima che trovasse tutti i modi per confutarla, aprì la porta e si trovò di fronte Blaine, in tutta la sua bellezza.
Kurt aveva dimenticato i brividi che sentiva ogni volta che lo osservava, e per quel giorno c’era davvero tanto da osservare. I jeans stretti, che gli aveva consigliato lui stesso, e che, oggettivamente parlando, gli stavano una favola. La camicia a maniche corte rossa con i bottoncini neri e..e niente, era Blaine, anche con un sacco dell’immondizia sarebbe risultato semplicemente magnifico.
Cercò di riacquistare un po’ di contegno, salutandolo nel modo più freddo che poteva.
“Che ci fai qui?” chiese, e il moro anziché rispondergli si alzò e si mise di fronte a lui.
“Non vuoi sapere..” disse “il contenuto dell’ultimo biglietto?”
Prima che se ne rendesse conto il castano annuì. Blaine aprì il foglio, lo guardò un attimo negli occhi, e lesse con la sua voce calda e bella.
Spesso ha girato per il mondo alla ricerca di qualcosa che gli desse vita. Ebbe l’illusione di averla trovata in ciò che faceva per vivere, ma quando alzò lo sguardo per incontrare quegli occhi cristallini l’unico pensiero che gli attraversò la mente fu’ “Oh, eccoti.” . Non aveva mai creduto di poter dire con tanta forza e verità quelle due parole per cui per secoli si era combattuto e tante vite erano state spezzate..’
Smise di leggere, si avvicinò lentamente a lui e soffiò praticamente sulle sue labbra.
“Ti amo..” sussurrò, lasciandogli un lieve bacio a pochi millimetri dalle labbra. Fece per allontanarsi ma Kurt non glielo permise, affondando sulle sue labbra come se fossero una goccia d’acqua nel bel mezzo del deserto. Lo baciò con immediata passione, e Blaine con un gemito dischiuse la bocca rispondendogli quasi immediatamente, stringendo finalmente, di nuovo, quel corpo contro di sé. Si baciarono a lungo, insaziabili, ma poi Kurt decise di interrompere il contatto, per riprendere fiato e un minimo di lucidità.
Evitò di incrociare il suo sguardo, ma impedì all’altro di allontanarsi. Provò veramente a riflettere su quella situazione, mentre cercava di combattere l’impulso che gli diceva di tornare a baciare quelle labbra e fregarsene di tutto il resto. Ma non poteva. Lui gli aveva appena detto di amarlo e Kurt..sapeva che era vero.
Sapeva che era vero da ogni parola letta in quelle settimane.
Sapeva che era vero da ogni sguardo, da ogni momento che avevano passato assieme.
Sapeva che era vero..perché anche lui lo ricambiava.
Tornò a fissare quei pozzi dorati e sorrise, o almeno ci provò perché non sentiva quasi nulla, era completamente assorbito dalla presenza dell’altro.
Blaine semplicemente non sapeva che pensare. Non lo stava più baciando, ne lo guardava negli occhi, ma non lo aveva neppure allontanato. Fece un respiro profondo, avvicinando la sua fronte a quella dell’altro.
“Kurt io..” cominciò a dire, ma il castano lo interruppe.
“Anche io..” sussurrò, ma fu come se lo avesse gridato.
“Cosa?”
“Ti amo anche io.” Affermò sicuro, e vide gli occhi di Blaine aprirsi stupiti. Depositò un bacio sulla sua fronte, sorridendo.
“Kurt ..mi dispiace tantissimo per tutto quello che ho detto. Ti chiedo immensamente scusa non dovevo andarmene così. E volevo tornare solo che per qualche motivo il mio stupido orgoglio me l’ha impedito e mi dispiace tantissimo sono così idiota e stupido e ti amo così tanto..” disse tutto il discorso prendendo due respiri in croce, finché il ragazzo non gli posò due dita sulle labbra per farlo zittire.
“E’ tutto a posto, davvero. Avrei dovuto essere più presente, insistere di più, farti capire..e soprattutto non lasciarti andare..”
Si strinsero forte, a lungo, intuendo che non servivano necessariamente le parole per capirsi. Ricominciarono a baciarsi, ma quando udirono delle voci fuori dalla porta si staccarono di colpo, con il cuore a mille e il fiatone. In un attimo l’intero cast di quella serie tv si riversò nella sala, capeggiata dalla protagonista indiscussa, Rachel Berry, e con Sebastian in fondo che mormorava qualcosa come “Scusa, B, non sono riuscito a trattenerli..”
Rimasero tutti in silenzio, a fissarsi tra di loro. Blaine guardava Kurt, poi Sebastian, infine il gruppo. Kurt guardava Blaine, Sebastian, ma non riusciva ad osservare anche gli altri.
Alla fine Mercedes, truccatrice e in generale amica di tutti esordì dicendo:
“Questo spiega molte cose..”
Quella frase sembrò riscuotere anche gli altri, che cominciarono a parlare tutti assieme. Puck e Finn - il primo aveva una parte minore,se Blaine non sbagliava, come fratello di Rachel- diedero qualcosa a Sam –biondo che impersonava l’unico pienamente umano del gruppo-, mentre le ragazze li aggredirono letteralmente, domandando cose su cose e dicendo supposizioni assurde.
Kurt era indeciso se mandare tutto al diavolo e scappare o sterminare tutti e andarsene indisturbato con Blaine. E dire che era anche contro la violenza.
Ma poi sentì il tocco caldo del ragazzo accanto a se e si rilassò, osservando l’altro sorridere e rispondere a qualche inutile questione con cui lo stava assillando Rachel.
Quello che capì da quella mezz’ora di delirio totale fu che, almeno per il momento, i suoi compagni erano dalla sua parte e non avrebbero detto nulla, erano solo felici per lui.
Non capiva come potessero essere felici per uno che li aveva trattati in modo freddo per anni, ma come gli fece notate Mercedes, erano una famiglia e se uno sta male stanno male tutti, anche chi si tiene in disparte.
Ad ogni modo, alla fine arrivò Artie che non trovando nessuno sul set decise di richiamarli tutti all’ordine, portandosi dietro quella mandria imbufalita tra i borbottii generali. Kurt non perse occasione e, fatto un cenno a Blaine, se la svignarono a velocità sonica, recandosi a casa del castano.

*

Aprirono la porta con violenza, fiondandosi all’interno e buttandosi sul divano, tutto questo senza che le labbra di uno non si fossero mai separate dalla bocca dell’altro. Kurt prese a torturare il collo esposto e infinitamente delizioso del ragazzo sotto di lui, mentre sentiva le sue mani vagare lungo tutto il suo corpo. In poco furono nudi ed intenti ad amarsi sul quel sofà esattamente come la loro prima volta, ed esattamente come allora avvertirono l’urgenza di avvicinarsi, stringersi, sentirsi.
Kurt, in particolare, quando Blaine fu dentro di lui, tornò a sentirsi vivo, completo, vero. Era esattamente tutto ciò che a lui mancava, era esattamente ciò di cui aveva bisogno, era ciò che aveva rischiato stupidamente di perdere.
Alla fine rimasero sul divano a coccolarsi abbracciati, senza parlare, fino a che Kurt non diede una botta sul ventre piatto dell’altro, facendogli male.
“Ahio! E questo per cos’era?” chiese il moro mettendosi seduto di riflesso. Il maggiore lo spinse giù, tornano a stringerlo.
“Non osare mai più andartene, sono stato chiaro?” dichiarò fissandolo negli occhi. Blaine sorrise, e cercò di baciarlo, ma Kurt glielo impedì.
“No, promettilo. Non sono intenzionato a tollerare un'altra volta la tua assenza..” il tono sarebbe voluto essere deciso, ma fu semplicemente implorante.
“Lo prometto.” Disse semplicemente in compagno, baciandolo poi con trasporto.
Non lo avrebbe lasciato mai più, questo era poco ma sicuro.

* * * *

Dopo la loro riconciliazione, Kurt e Blaine andarono definitivamente a vivere assieme. Sebastian accolse la notizia del trasferimento del coinquilino con uno strano ghigno, affermando poi che aveva già un nuovo affittuario.
Quello che Blaine non sapeva era che il nuovo coinquilino era niente poco di meno che Thad Hardwood, suo amico d’infanzia e, a quel che ricordava, fondatore nel fan club anti-Sebastian.
Evidentemente mancava da un bel pezzo nel gruppo, almeno con il pensiero, perché si era perso il momento in cui da essere il primo hater, Thad era diventato l’amante del suo amico biondo.
Ma andava bene, dopotutto gli bastava che fossero felici, per quanto possibile per loro.
La presenza di Blaine, soprattutto con la fine delle lezioni, era diventata costante sul set dove girava Kurt, tanto che quando Rachel volle sapere se fossero andati al suo super-mega-extra-esclusivo party chiese direttamente a lui, ed insieme andarono da Kurt, esibendo i loro migliori occhi da cuccioli abbandonati.
Kurt soppesò la cosa per un attimo, considerando che un party con i suoi colleghi equivaleva ad un suicidio sociale, ed acconsentì solo dietro la promessa che Blaine non avrebbe toccato un goccio d’alcool.
 Tuttavia i suoi piani vennero leggermente inclinati quando seppe che al party sarebbe stata presente anche la stampa e vari giornalisti del web, che non aspettavano altro che gossip.
Poco importava che fosse vero o meno, dal momento che lo avevano più volte accoppiato con Britt, con Santana e, prima che questa rendesse pubblica la sua relazione con Finn, anche con Rachel.
Ma in quel caso si trattava di Blaine, e l’unica cosa che gli premeva era che non dovesse subire l’umiliazione di sentirsi messo in disparte da quegli stupidi giornali o in ridicolo da alcune domande troppo intime.
A quel punto, però, gli venne un idea.
Se tutti avessero saputo che Blaine era il suo ragazzo, si sarebbero tenuti alla larga da lui, vero? Soprattutto se lo affidava alla sua guardia del corpo, no?
Quando sottopose la questione a Blaine, ovviamente fraintese il tutto.
Diciamo che anche la sua scelta di parole non era così cristallina, ecco.
“Blaine..” gli disse un giorno “se non ci fosse nulla da nascondere, non avremmo più questo scomodo problema, no?”
Questi saltò su dalla sedia dove stava studiando e lo guardò stupito.
“Non ho intenzione di venire al party per vederti fare l’etero con qualche sgallettata!”
Kurt lo fece ri- accomodare, dandogli una pacca sul fianco.
“Certo che se proprio idiota a volte.. alla festa ci vado solo per te! Figuriamoci se volessi fare una cosa del genere..”
“ma allora..cosa intendi?”
“Intendo..se lo dicessimo, di noi.. certo se non vuoi non lo farò ma ecco se uscissimo allo scoperto..se uscissi allo scoperto, non avremmo più il problema di farci vedere in pubblico, giusto?”
“Ma..sei sicuro? Dev’esserci un'altra soluzione..” Il moro gli prese una mano, accarezzandola mentre cercava di pensare ad un modo.
“Probabilmente c’è, ma non la voglio. Io ti amo, e tutti lo devono sapere e soprattutto devo essere libero di prenderti per mano dove mi pare e piace!” asserì sicuro, stringendo a sua volta la presa. Si guardarono un istante negli occhi, scorgendo un lampo d’intesa.
“se sei deciso..hai già pensato a come fare?” chiese il moro.
“Ho già qualche idea..” rispose Kurt con un ghigno.

*

Arrivò la sera del party, che ormai aveva radunato qualcosa come trecento partecipanti, nonostante fosse abbastanza esclusivo. Eh si che era Natale, e che quindi la Berry era decisamente più dolce e amorevole, ma aprire l’ingresso a celebrità di cui conosceva malapena il nome era troppo.
Kurt e Blaine si recarono lì sentendo la tensione scorrere tra di loro, e Blaine si passò nuovamente la mano tra i capelli tagliati di fresco.
Fu Kurt ad ordinare quel sacrosanto taglio, nonostante amasse i suoi ricci, ma doveva essere perfetto quella sera. Era troppo importante per non badare ai dettagli.
Il castano decise anche l’outfit di entrambi, indossando lui un pantalone grigio coordinato al gilet e una camicia bianca di Armani, mentre per il compagno total black, con camicia e pantalone nero, cinta nera con fibbia in argento e scarpe nere. Inutile dire che, se non fosse per il suo notevole autocontrollo, gli sarebbe già saltato addosso.
 
“andrà tutto bene..” sussurrò Kurt per l’ennesima volta a se stesso, come un mantra, mentre Blaine chiacchierava amorevolmente con Britt e Santana.
“Andrà tutto bene..” ripeté il castano mentre veniva inondato dai paparazzi e dovette, a malincuore, allontanarsi da Blaine.
“Andrà tutto bene.” Decise infine, quando alle undici e mezzo Puck annunciò che tra poco ci sarebbe stato lo spettacolo pirotecnico diretto da lui. Blaine parlava di football con Sam, e nessuno sembrava toccato da quello che stava per accadere, quando in realtà Kurt aveva predisposto tutto.
“Blaine..” lo chiamò dolcemente mentre intrecciava una mano nella sua. Qualche fotografo aveva già notato il movimento e stava scattando qualche foto. Bene.
“dimmi.” L’altro si voltò e sorrise dolcemente. Altre foro e un cenno da parte di Sam.
“Baciami.” Disse semplicemente.
“Qui? Ora?”
“si, qui ed ora.” Ormai le foto non si contavano più.
Blaine non se lo fece ripetere due volte, con una mano sfiorò la sua guancia e lo baciò dolcemente, mentre il tocco gentile di Kurt lo invitò a continuare. Il moro approfondì leggermente in bacio, e sentirono entrambi la folla attorno a loro ammutolirsi.
Persino Sam, che sapeva tutto, rimase senza parole.
Quando si separarono si guardarono un ultima volta negli occhi prima di rivolgere lo sguardo alla folla circostante. Rachel e Mercedes sorridevano entusiaste, Santana brindava alla loro salute e Puck era semplicemente estasiato.
I fotografi invece stavano per distruggere le loro sofisticatissime macchine fotografiche per riprendere ogni momento di quello spettacolare evento, alcuni avevano addirittura lasciato la macchina posizionata ed allontanato l’occhio per vedere con i propri occhi se quello che stava accadendo era vero.
Nella mente di Kurt ripassarono le immagini del liceo, i bulli che lo indicavano, lo deridevano, gli facevano del male. E lui era solo.
Strinse la presa sulla mano di Blaine, e con la coda dell’occhio vide l’altro drizzare la schiena ed esibire uno sguardo fiero. Anche lui non aveva una storia facile alle spalle.
Ma ora erano insieme, erano adulti e decisi a difendere il loro amore. Avrebbero combattuto se fosse stato necessario, ma non si sarebbero mai arresi.
 
Per loro fortuna, o per un miracolo di Natale, o grazie a quel Dio in cui Kurt non credeva non accadde nulla di tutto ciò.
Qualcuno iniziò a battere le mani, infondo alla sala, e poco a poco tutti si unirono, finché no divenne una vera e propria standing ovation, solo per loro.
Forse il mondo non era così malvagio come credevano.
 
Grazie a Puck riuscirono a sfuggire alle grinfie di tutti, riuscendo finalmente ad appartarsi nel balcone di una camera per vedere i fuochi.
“Non è stato così difficile, no?” disse Blaine, baciandolo leggermente sulla guancia. Kurt si accoccolò meglio al suo petto, alzando il volto per ricambiare il bacio.
“E’ solo l’inizio, domani saremo sommersi..”
“Tu sarai sempre con me?”
“Certamente.”
“Allora non ho paura.”
“Neanche io.”
Si amavano, il mondo là fuori non era più una minaccia.
Erano insieme, quella volta per sempre.
 


Merry Christmas!
Questa shot, oltre ad essere molto speciale per me, è dedicata a persone che definire speciali è quasi un offesa!
Alla mia socia, la mia Giusy, che mi è sempre vicina e mi vuole un mondo di bene, ma sarà sempre di meno rispetto a quello che io voglio a lei.
Alla mia beta-sorellona, Sara, che mi ha spronato a scrivere, a dare il mio meglio e mi ha difesa dagli attiacchi di vari pg non molto contenti del mio operato X°°D.
Alla mia Sherlock. Rita, non hai la più pallida idea di quello che hai rappresentato per me in questo ultimo periodo. Un ancora, un supporto, qualcuno su cui contare sempre e che mi è sempre accanto. I love you, dear.

A queste tre persone dedico e regalo questa shot che di natalizio, in realtà, ha poco e nulla. A loro auguro tutto il bene di questo mondo e anche di più, perché lo meritano, lo meritano alla grande. Siete le migliori!
*si asciuga le lacrime*
Passiamo ad alcuni dettagli tecnici, che è meglio.
La serie tv da cui era partito tutto era, per chi interessasse, The Vampire Diaries, ma ovviamente mentre scrivevo ne ho inventata quasi una a parte..per quel che conta..
Kurt è OOC, ma doveva se consideriamo i suoi anni di liceo senza Glee, senza Blaine, senza nulla. Si insomma, grazie al "Who's Blaine?" della 4x10 abbiamo avuto una mezza idea di quello che sarebbe accaduto.
Blaine..non lo so, vi dirò. Mi sono identificata molto in lui, e forse per questo risulterà leggermete Out of Charcter, ma spero vivamente di no..
Piaciuto il finale? L'ho ripreso alla lettera U.U
Il coming out di questo Kurt, sebbene non abbia avuto ben modo di spiegarlo, è stato un passo molto molto significativo. Non che si vergognasse di ciò che è, ma da qui a lanciarsi in pasto alla stampa..
Ci voleva un Blaine!

Passiamo alle cose belle, per me almeno!
Se tutto va bene, da questa misera(7000 parole!) shot ne trarrò una long! *-*
sono così emozionata!!

Bene, ora scappo, devo ancora digerire il super mega extra pranzo natalizio!
Un bacio a tutti e ancora Buon Natale!

Grazie inoltre a coloro che hanno aggiunto promise nelle seguite/preferiti. Lo apprezzo molto.

E grazie, non smetterò mai di dirlo, alle tre persone a cui è dedicata questa shot.
Semplicemente per esistere :)

Have an extraordinary merry Christmas!
See you at 1th January!

Kiss!
Gip

 

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Capitolo 7
*** ..but mostly just to make sure that you remember how perfectly imperfectly you are. ***




..but mostly just to make sure that you remember
how
p e r f e c t l y
i m p e r f e c t
you are.

 


Alla fine erano arrivati. Ci vollero quasi due anni di preparativi ma, si disse Kurt Hummel guardandosi allo specchio, quel giorno li meritava tutti.

Sarebbe stato tutto perfetto, ne era sicuro. Doveva solo mantenere la calma e finire di sistemarsi i capelli che non ne volevano sapere di stare giù.

Entrò Rachel nel suo meraviglioso abito rosso, da sera, disegnato da lui apposta per l'occasione, seguita da Valerie in rosa, che ormai aveva raggiunto i fantomatici 5 anni e seguiva la mamma come un ombra, inorgoglita dal suo ruolo importante.

"Kurt.." esordì Rachel "qui fuori ci sono Santana, Quinn, Brittany, Tina e Mercedes che volevano sapere come stavi. Sei dentro senza emettere fiato da mezz'ora.."
Kurt si diede un'ennesima lisciata al vestito bianco che aveva deciso per se e cercò di sorridere.

"Sto bene, davvero. Sono solo preoccupato.." disse, mentre entrava nella camera una splendida Santana in abito dorato con una mano in vita.

"E fai bene! Puck sta dando di matto e alterna crisi di pianto perché 'i suoi klaine si stanno per sposare' a crisi di rabbia se una cosa è minimamente fuori posto. Incontrollabile.."
Kurt sorrise ancora più ampiamente, ricordando la reazione del ragazzo alla notizia del matrimonio.
 

Avevano deciso di riferirlo a tutti contemporaneamente, compresi parenti. Invitarono tutti a casa e aspettarono che le acque si fossero calmate quel tanto che bastava per attirare la loro attenzione (per quanto potesse essere possibile considerando che c'erano New Directions, un paio di Warblers ed altri amici incontrati nel corso degli anni ) e glielo dissero.

La prima reazione tu di silenzio totale, universale, cosmico. Probabilmente anche la terra aveva smesso di girare.

Poi Puck saltò in piedi portando con se la piccola Valerie, che stava allegramente giocando sulle ginocchia del suo zio preferito, e li abbracciò sollevandoli entrambi da terra.

Subito dopo vennero sommersi dalle urla, gli applausi e le congratulazioni varie.

Wes e David si ritirarono in disparte per non far vedere la loro commozione. Rachel, Mercedes e in generale tutte le ragazze vollero immediatamente conoscere chi avesse fatto la proposta e come.

Finn e Sam si congratularono con Blaine, dal momento che loro, per qualche ragione, sapevano cosa aveva in mente il ragazzo.

Per quanto riguarda Burt..

Semplicemente scoppiò a ridere, affermando che se lo aspettava da anni, anzi erano anche stranamente in ritardo.

Cooper fu tutto un altro paio di maniche. Era in video-chat, da momento che stava girando un film a Los Angeles e si era giusto liberato un attimo per loro, e quando realizzò la notizia sparì dallo schermo e, da quando aveva capito poi Kurt, era svenuto per la commozione.

La notizia che sarebbe stato uno dei due testimoni, insieme a Rachel, deciso di comune accordo dai due promessi, venne data poi, con molta calma e quando si assicurarono che ebbe mangiato e bevuto qualcosa.

In generale furono tutti estrema'ente felici per loro, tanto che sgomberarono io salotto Hummel-Anderson solo in tarda notte.

Dopo incominciarono le chiamate. I primi furono Nick e Jeff, il primo seccato per non essere stato presente e il secondo che piagnucolava al suo fianco che era estremamente felice per loro.

Poi tu il turno di Thad, che a quanto pare aveva interrotto qualsiasi cosa stesse facendo con Sebastian per congratularsi con loro. Riferì gli auguri anche da parte del biondo, sebbene in quel momento stesse mandando maledizioni ai due in francese. Quando però presero a parlare di cose come date, posti e vestiti non ci vide più, strappò il cellulare di mano si due e si riappropriò del suo ragazzo.

La chiamata infuriata di Santana era stata però la più divertente in assoluto. La mora era arrabbiata non perché lei non fosse stata presente, dal momento che era impegnata per lavoro a Miami, ma perché anche lei e Britt si volevano sposare e se lo avessero fatto subito dopo di loro sarebbe risultato scontato e banale.

Riuscirono a calmarla solo con la promessa che si sarebbero impegnato con tutto loro stessi per rendere il matrimonio delle due ragazze il più fantastico in assoluto.

Andarono a letto all'alba, esausti ma felici, e dormirono due ore in croce quella volta, ma lo avrebbero rifatto per sempre se quello era il misero prezzo per la loro felicità.
 

Cooper andava avanti e indietro fuori dalla porta dove si stava preparando Blaine, aggiustandosi lo smoking già perfetto e la fascia rossa in vita. Sarebbe stato il testimone del matrimonio
del suo unico fratello, il ruolo più importante mai impersonato fin'ora, ed era terrorizzato.

Se avesse fallito Blaine lo avrebbe odiato per il resto della sua vita.

Spiò all'interno e vide lo sposo aggiustarsi il cravattino nero sorridendo tranquillamente, e per l'ennesima volta lo invidiò. Era così tranquillo, sereno, sicuro di sé..

Quel che Cooper non sapeva era che in realtà Blaine stava per morire sul pavimento per l'emozione.

Tutti quei mesi di preparativi, di decisioni, di compromessi.. e se non fosse stato come Kurt desiderava?

E se non fosse stato felice?

Era stupido avere quei dubbi, ma probabilmente non lo avrebbero abbandonato mai per il resto della sua vita..
 

Ogni giorno Kurt si ritagliava un oretta per il matrimonio. Spesso in vivavoce con Rachel e Mercedes e qualche volta lo aiutava anche Blaine.

Decisero la data dopo aver dato uno sguardo al calendario e notando che, se volevano che ci fossero tutti, doveva essere per forza quella. Inoltre, come disse Puck, era una ficata.

Per gli abiti la fantasia di Kurt si sbizzarrì a più non posso, perché sebbene i testimoni fossero solo due, il resto del gruppo sarebbero stati damigelle e paggi o, come li definì Kurt con uno strano ghigno, i suoi nuovi giocattoli.

Creò un abito differente per ogni donna, evidenziando questa o quella caratteristica della ragazza in questione, mentre si sforzò di non esagerare con gli uomini. Non tutti erano inclini
alle sue geniali dee, dopotutto.


Vestì le ragazze di dorato, mentre gli uomini di un neutro nero con cravatta, fiore e cinta abbinato alle donne.

Il risultato fu delizioso. La nuova linea Hummel sarebbe stata un successo planetario.

Per la cerimonia decisero un luogo fuori New York, leggermente isolato ma romantico ed elegante. Nel giardino ci sarebbe stato il patio illuminato dalle candele, sotto espressa richiesta di Blaine la cena che avrebbe seguito, all'interno, sarebbe stata circo data dal calore di un enorme, gigantesco camino alle loro spalle. Romanticissimo.

Quando si arrivò alla scelta del cibo, lasciò tutto alle mani di Mr. Puckerman. Il ragazzo infatti aveva scoperto di cavarsela si fornelli ed aveva aperto un agenzia di catering che, grazie anche al fatto che Rachel e Kurt gli diedero una mano, diventò presto famosa.

L’agente di Kurt e quello di Blaine chiesero ai due se e chi volessero invitare di celebrità al matrimonio, dal momento che loro insieme erano andati a diversi e con alcune star sembravano anche molto intimi. Kurt lasciò una lista misera alla povera donna che gli faceva da manager, affermando che sarebbe stata una cosa privata e quelle poche persone erano le uniche che lo meritassero davvero.

Ad Isabelle Wright, che con il passare degli anni si era affezionata anche a Blaine, venne affidato il compito delicato di dirigere tutto ciò che riguardava le relazioni pubbliche, riuscendo a salvare i due giovani dal venire sommersi, oltre ad aver ricevuto l’esclusiva per Vogue. com di tutto il matrimonio, dal più piccolo accessorio al vestito più sfarzoso. A detta sua quel matrimonio si stava rivelando un grande parco di divertimenti.

Tutti sembravano felici di aiutarli e davvero le cose sembravano andare ognuna per il meglio.
 
 

Una testa mora e riccia entrò nella camera di Kurt, mentre cercava di non inciampare nei suoi stessi piedi. Aveva imparato a camminare solo da quattro anni, dopotutto.

“Tio Kurt, Tio Blaine ha detto che devi andare da lui..” disse la piccola sollevando gli occhi del colore delle foglie a primavera.

“Grazie,Victoria. Adesso vado..” la bimba lo abbagliò con un sorriso e si mise al fianco dell’amica, prendendola per la manina. Erano le due damigelle,loro, mica le ultime venute.
Kurt fece per uscire dalla stanza ma Brittany gli si parò di fronte.

“Unicorno Kurt! Non puoi incontrare Blaine prima del matrimonio!”

“Questo vale per i matrimoni etero, e poi se permetti noi non siamo una coppia normale, no?” ribatté l’altro con una durezza che di solito non usava con la bionda, e questo significava che
era teso come una corda di violino.

Uscì senza dire una parola e si diresse nella stanza dove si erano messi d’accordo per incontrarsi.

Fece un respiro profondo, ricordando quanto vicino ci fossero andati a mandare tutto a monte..
 

Mancavano solo un paio di mesi, Blaine stava cercando di finire ogni progetto avesse in corso, o almeno di portarsi abbastanza avanti per essere libero il mese della loro luna di miele.

Kurt, che aveva unito lavoro e matrimonio, era tranquillamente a pezzi. Tranquillamente nel senso che non aveva neanche la forza di sbraitare dal momento che era sommerso di cose da fare e dormiva due ore a notte.

Stress + poco sonno + tanto lavoro sappiamo tutti a cosa portano.

Così una sera si ritrovarono, finalmente, a parlare e sebbene fosse iniziato in modo banalissimo, il discorso prese presto delle pieghe molto più critiche.

Tanto per capirci..

“Tu non ci sei MAI! Sto facendo tutto io! Se avessi voluto sposarmi con me stesso lo avrei fatto anni fa!” urlò Kurt al colmo della rabbia, alzandosi in piedi.

“Ma cosa stai dicendo? Sei tu che ogni volta che torno la sera mi cacci perché nessuno è capace di reggere il tuo genio..”

“Certo! Se arrivi nel mezzo di tutto, quando sono immerso in tutto è normale che non ho il tempo per spiegarti tutto!! E’ comodo tornare la sera alle nove e fare i tuoi comodi!”

“Scusa se sto lavorando come un pazzo per essere libero dopo! Non ho neanche mangiato per provare il musical!”

“Oh, il poverino non ha mangiato..chissà che grande perdita.. cosa potranno mai essere le mie occhiaie e le due ore di sonno che mi faccio a notte io..”
E via dicendo, rinfacciandosi cose stupide ed altre più serie, finché Kurt non esplose con un:

“BENE! IL MATRIMONIO NON SI FARA’! SONO STUFO DI LAVORARE SOLO PER QUELLO CHE DOVREBBE ESSERE FATTO IN DUE!”Kurt buttò un paio di carte in aria e fece la classica uscita di scena.

“BENE!” ribatté Blaine, voltando le spalle verso la vetrata. Da lì si scorgevano i fiori piantanti con cura da Kurt e il dondolo che aveva costruito lui qualche estate prima per rilassarsi anche all’esterno. Insieme poi lo avevano decorato dipingendoci fiori e altre cose, per poi giungere esattamente al centro dove c’era scritto semplicemente “Klaine”, racchiuso in un cuore rosso.

Kurt fissò lo sguardo sul caminetto acceso e ricordò quando il compagno lo aveva portato a conoscere la casa e della prima volta che provarono ad accendere il fuoco, ottenendo come risultato semplicemente di dar fuoco ad un paio di riviste e alla manica del maglioncino di Blaine.
 

Un momento dopo erano di nuovo l’uno tra le braccia dell’altro, incontrandosi a metà strada e domandandosi scusa in ogni modo possibile.
Perché potevano discutere, urlare, fare quello che volevano, ma loro, e il loro matrimonio, non sarebbe mai stato veramente scalfito.
 

Kurt entrò nella camera, dove Blaine lo attendeva di spalle, guardando fuori dal balcone. Si avvicinò a lui e lo strinse, respirando il suo profumo.

“Quindi ci siamo..pronto?” chiese il moro rigirandosi nel suo abbraccio per cingergli la vita.

“Pronto. Sei bellissimo..perfetto!” affermò sorridendo il castano.

“Sono tutt’altro che perfetto, lo sai bene..tu invece.. Niente, mi lasci senza fiato come sempre..” avvicinò la fronte alla sua.

“Grazie.. perfettamente imperfetto è accettabile per te, allora?” aveva una strana aria più leggera, molto diversa rispetto a quella che aveva avuto fino a quel momento. Ma il solo fatto di vedere Blaine, di sentire il suo profumo, era bastato a calmarlo e a ricordargli che non c’era nulla di cui avere paura.

Il moro rise brevemente. “Non dovevo essere io a ricordarti quanto fossi perfettamente imperfetto?”

“Tu, io, cosa cambia? Stiamo per sposarci, diventeremo una cosa sola..” commentò Kurt fingendosi scocciato, mantenendo tuttavia il sorriso elettrizzato.

“E’ vero..stiamo per sposarci..un ultimo bacio da semplici fidanzati?” propose Blaine con un sorriso vagamente malizioso.

“Accordato..” commentò il ragazzo avvicinando le labbra alle sue. Si baciarono dolcemente e, purtroppo, brevemente perché un attimo dopo la porta della camera venne aperta e una testolina castana e una bionda e riccissima fecero capolino dalla porta.

“TII!!!Mamma sta impazzendo! È arrivato il momento!!” affermò la castana, rimproverando i due.

“papà non sembra stare tanto bene..” commentò la riccia.

I due si staccarono immediatamente e Kurt si avvicinò alle due bambine.

“Valerie, avvisa mamma di preparare nonno Burt, Vicky, impedisci a tuo padre di svenire..” le piccole andarono ad assolvere i loro importanti compiti saltellando e annunciando all’intero universo il loro arrivo. Kurt si voltò verso di Blaine, un ultima volta, gli sorrise ed uscì.
 

Blaine chiuse per l’ultima volta gli occhi, imprimendosi bene nella mente il sorriso di quello che, stentava quasi a crederci, stava davvero divenendo suo marito.

Per lui poteva fare qualsiasi cosa.

Alla fine tutti gli invitati furono sistemati sotto il tendone riscaldato e illuminato solo dalle candele sul pavimento e sul patio, ma che erano abbastanza da far risplendere tutto. Esattamente come da programma, Warblers e New direction iniziarono a cantare a cappella la marcia nuziale mentre il sole alle loro spalle si accingeva a tramontare, rendendo tutto più magico.

Ma di questo Blaine venne a conoscenza dopo, perché in quell’istante era del tutto immerso nello spettacolo di Kurt Hummel, il suo Kurt, venire verso di lui a braccetto con il padre e il sorriso più bello dell’universo. Cercò i suoi occhi e li trovò lì per lui, luminosi e pronti ad indicargli la via

Nella mente del moro tornò la prima volta in cui ebbe la fortuna di incontrarli sulle scale della Dalton, di come divennero lucidi e liquidi poi ed infine di come erano spaventati.

Era felice che, nonostante tutto, fosse riuscito a portar via quella smorfia di terrore dal viso. Non voleva vederla mai più in tutta la sua vita, ed anche oltre. Sposandolo si prefiggeva un unico compito, che poi era lo stesso che aveva sin da quel primo incontro: la sua felicità.

La cerimonia procedette come da stabilito, con le promesse tradizionali – “non c’è nulla di più romantico della tradizione” aveva asserito il castano- fino allo scambio degli anelli, e lì si rese conto che Kurt tremava.

Blaine, senza pensarci troppo, gli strinse la mano che tentava di infilargli l’anello al dito e ricevette un mezzo sorriso di ringraziamento. Anche lui tremava quando inserì quella piccola fede alla mano del marito, e non ebbe il coraggio di lasciarla andare dopo.

Vederle unite, lì, con le fedi e tutti i loro cari attorno era una cosa troppo bella per poterla lasciar scivolar via così.
 

Alla fine andò tutto per il meglio. Gli invitati scivolarono senza problemi all’interno mentre loro si fermavano a fare qualche foto esterna e salutavano –si, salutavano perché tanto non aveva senso fingere di non averli visti- i vari paparazzi che si affacciarono. Si scambiarono anche un lungo, intenso, bacio ed entrarono all’interno, dove vennero assaliti dai loro cari. Per primo

Burt Hummel, che li abbracciò stretti entrambi e si asciugò le lacrime che stavano scorrendo giù dagli occhi.

Poi fu’ il turno di Cooper, che non si limitò a stringerli ma rimase attaccato al fratello finché la figlioletta, di peso, non lo trascinò via affidandolo alle cure di qualche zia lontana.

Finn e Rachel rinnovarono le loro congratulazioni, ma la piccola Valerie e una battagliera Victoria impedirono ai due di stringere i ragazzi perché si arpionarono al petto dei loro zietti e non avevano intenzione di lasciarli, tanto che Puck li abbracciò tutti assieme.

Fu’ delirante, come tutto del resto. Ma si trattava dei Klaine, la normalità non era di casa ormai.

Nick e Jeff si fecero spazio con il piccolo Matthew che si stava appisolando sul braccio del moro, gli occhi azzurri che si guardavano attorno senza realmente vedere e con un espressione tale da sembrare identico a Jeff, nonostante i geni fossero del marito.

Thad e Sebastian non si fecero attendere e, con uno strano ghigno sulle labbra del castano, gli fecero i loro migliori auguri.

Quando Kurt chiese spiegazioni ad Harwood di quello strano sorriso questi scosse la testa e scoppiò a ridere, spiegando che secondo la logica contorta di Smythe era riuscito in qualche maniera innoqua a rovinare la festa. Kurt sbiancò ma, prima che l’abito candido si potesse tingere del sangue di quel mezzo francese da strapazzo, il moro gli spiegò che non aveva fatto nulla di male, tirando fuori dal collo della camicia una collana con un anello e all’interno l’incisione “plus que ma propre vie”.

Le conoscenze di francese del castano bastarono a fargli illuminare il viso con un sorriso di autentica gioia per l’amico, e capì che il ghigno di Seb era solo per nascondere la gioia intensa che provava.

Wes e David, quando giunse il loro turno, furono più pomposi e seri che mai, esprimendo le loro congratulazioni.
Serietà che si sciolse quando videro il piccolo Matthew che sbadigliava e iniziarono quasi –come si usa dire nel gergo comune- vomitare cuoricini per i novelli sposi. E per il piccolo. E per le damigelle. E per qualsiasi cosa vedessero.

Iniziarono, poi, a mangiare qualcosa mentre sul palco si avvicendavano New Directions e Warblers con le canzoni più disparate per accompagnare la cena, più di una volta venne proposto un brindisi agli sposi, che loro giustamente ripagavano con un bacio. Era il loro giorno, al diavolo tutto il resto.

Quando fu il momento di ballare, Rachel prese posto al microfono, iniziando a canta una canzone dai toni dolci e dalle parole semplici e amorevoli. Era il suo personale augurio,e volle vedere i suoi amici ballare su quella musica.

Blaine prese la mano di Kurt e, proprio come tanti anni prima, ballarono sotto lo sguardo commosso di molti, mentre a poco a poco si aggiunsero gli altri. Sam e Mercedes si muovevano completamente immersi nel loro mondo, Cooper aveva preso in braccio la sua piccolina e la faceva volteggiare, Finn cercava di fare lo stesso con Valerie, che tuttavia preferiva portare che essere portata.

Persino Burt e Carole ballarono con loro il primo dei numerosi balli di quella serata, finché non venne proposta una pausa e Blaine, dopo essersi scambiato un occhiata significativa con gli altri Warblers, fece sedere Kurt e andò da loro, intimandogli di avere pazienza.

In poche mosse si tolse la giacca del suo smoking e se ne mise un'altra.

Una che tutti conoscevano e che non pensavano ormai di rivedere più.

Una che, insieme a molti altre, aveva segnato uno dei momenti più significativi della loro esistenza.

Una giacca Blu, con il bordino rosso e la cravatta, sebbene in quel caso non fosse stata messa, a strisce blu e rosse.

Kurt era senza parole. Blaine prese posto al microfono.

“Salve! Siccome mio marito” ricalcò bene quelle parole “ ed io abbiamo deciso di attenerci alle promesse tradizionali, era ovvio, credo, che il vero discorso lo facessimo adesso.

Kurt, io davvero non ho idea di cosa dirti. Ho provato a creare una sottospecie di discorso, qualcosa, ma tutto questo, il matrimonio, noi, i nostri cari, mi tolgono le parole di bocca. Sono felice, felice come mai in vita mia, e tutto questo solo perché sei tu.

Tu che, quasi dieci anni fa, venisti alla Dalton e ci incontrammo – e fonti mi dicono che devo ringraziare Noah per questo-. Tu che con quegli occhi splendidi mi dicesti grazie, quando in realtà sono io a doverlo dire a te.

Tu che, nonostante tutto, mi ami. Mi ami più di qualsiasi altra cosa.

Tu, che io amo più di me stesso.

Ho voluto cantare questa canzone perché, forse il destino o forse il caso, è quella che ti ho cantato la prima volta che ti vidi e, per quel che mi riguarda, mi descrive alla perfezione.

So che il tuo ultimo ricordo non è dei migliori ma.. spero che almeno così possa migliorare. Altrimenti dovrò continuare ad ascoltare Katy Parry di nascosto..” concluse scatenando le risatine nel pubblico e anche in Kurt. Ovviamente non l’ascoltava di nascosto, ma solo perché una volta lo aveva sorpreso con l’Ipod a bassissimo volume per non farsi udire e gli aveva chiarito che andava bene.

Tornò a concentrarsi sul presente, e vide che Nick, Jeff, Thad, Wes, David e anche, sebbene all’epoca non ci fosse, Sebastian che avevano indossato tutti le giacche della Dalton e ad alcuni, tipo i due biondi, andavano anche bene.

I Warblers iniziarono a cantare a cappella e la voce di Blaine si sovrappose subito cominciando a cantare Teenage dream. A differenza, tuttavia, di quella volta la sua attenzione era calamitata su di Kurt che nel frattempo si era alzato, emozionato come non mai, e ormai ballavano su quelle note senza curarsi degli altri.

“My heart stops..when you look at me..just one touch..now baby I believe this is real so take a chance and don't ever look back don't ever look back..” cantarono insieme quell’ultima parte, mentre facevano giravolte e i Warblers, attorno a loro, seguivano la loro coreografia.

Puck stava letteralmente sciogliendosi in lacrime assieme a Tina, Cooper ed anche Burt dovette chiedere alla moglie un fazzoletto.

“..I finally found you..my missing puzzle piece..I'm complete..let's go all..the way tonight..No regrets, just love..” a quel punto avevano smesso di girare e si guardavano solamente negli occhi, sorridendosi.

Terminò la canzone e tutti attorno a loro applaudirono entusiasti, mentre i due novelli sposi si abbracciavano tra le lacrime e si scambiarono un intenso bacio.

Dopodiché fu il turno di Santana e Brittany di cantare,e poi toccò a Mercedes e Tina, Finn ed infine Sam, così il castano ebbe modo di riprendesi da quella che era effettivamente un enorme sorpresa. Si accoccolò tra le braccia di suo marito –era emozionante dirlo- e respirò profondamente.

Ma prima che potesse ringraziare il cielo di avere un po’ di pace, due testoline, una mora e una bionda, tornarono a fargli visita.

“TIO KUUURT!!!” urlò Valerie saltellando.

“Tesoro, non urlare, d’accordo? Dimmi, cosa c’è?”

“TIOO!!! MAMMA MI HA DETTO DI DIRTI DI GUARDARE L’OROLOGIO!!!” continuò la piccola urlando. Ok, era decisamente figlia di Rachel Barry. Il castano guardò l’orologio e si voltò verso la sua migliore amica, che gli sorrideva sorniona. Oh, era il momento.

“adesso è il mio turno..” disse solamente a Blaine, che lo guardava senza capire.

Attese la fine dell’esibizione del biondo e prese posto sul palco anche lui.

“Signori! Salve di nuovo a tutti, sono uno dei due motivi per cui siete qui e inviterei l’altro a seguirmi sul palco.” Allungò una mano verso di Blaine che prontamente la prese.

“Bene! Vorrei avvisarvi che sono le undici e cinquanta del trentuno dicembre. Tra dieci minuti saremo nel nuovo anno e io qui, negli ultimi momenti, voglio parlare a mio marito.” Si girò verso il moro, guardandolo fisso negli occhi.

“A colui che mi ama, e amerà per sempre.

A colui che mi ha sempre difeso.

A colui che mi sorprende ancora.

A colui che risponde sempre al telefono, non importa cosa stia facendo.

A colui che ha provato davvero a farmi i biscotti senza riuscirci, e che ogni volta si impegna per pulire il disastro che combina.

A colui che mi è accanto, sempre e comunque, e che non mi lascerebbe mai, per nulla al mondo.

All’uomo che amo voglio augurare il miglior anno nuovo che si sia mai visto. Che pieno di successi, felice e che la ragione della tua felicità sia io.

Ti amo, Blaine, e da oggi in poi comincerà la nostra vita assieme, nuova ma sempre uguale.

Non sarà facile, non sarà sempre in discesa. Ma io sarò al tuo fianco, per sempre.” Concluse baciandolo e il moro, preso dall’emozione, approfondì il bacio stringendolo a se. Dopo fu lui ad aver bisogno di un momento per riprendesi, e mentre tutti facevano il conto alla rovescia per quel nuovo anno, a lui non interessava.

Era davvero completo, unito all’altra metà di se, alla sua anima gemella.

“BUON ANNOOO!!” esplose attorno a loro, e si ritrovò a baciare quelle labbra che sapeva sarebbero state sue per l’eternità.

Si sorridono, mentre il mondo attorno a loro va avanti, ma non hanno paura.

Esattamente come dieci anni prima, erano sicuri che sarebbero stati insieme.

Esattamente come dieci anni prima, il loro amore era puro e perciò intoccabile.

Esattamente come dieci anni prima, loro erano Blaine a Kurt.



 




 

Bene, ci siamo.
Metto in pausa il mondo, la festa, il giorno e le ore per pubblicare l'ultimo capitolo di questa raccolta.
Ci sono un mondo di cose che vorrei dirvi, e un mondo che ho già dimenticato.
Spero vi sia piaciuta la mia versione del matrimonio Klaine!
Ci ho messo il cuore nel realizzarlo, ed anche un po' di pazzia,lo ammetto.
A proposito di ciò, mi sento in dovere di chiarire perché abbia scelto Cooper e Rachel come testimoni.
Entrambi sono, per così dire, i "rappresentanti" rispettivi di famiglia e amici. Non ho voluto inserire Finn perché non mi piaceva, cioè non lo trovo..adatto? Lui è il fratellastro di Kurt, lo so, ma sinceramente vedo più vicini gli HummelBerry che i Furt.
Forse non gli ho ancora perdonato tutto il casino della seconda stagione..
Inoltre Cooper è, per quanto incasinato e un po' fuori, un fratello maggiore che tiene davvero a Blaine, quindi immagino si sia impegnato con tutto se stesso a ricostruire il suo rapporto con nostro moretto preferito :)
Cosa ne pensate di Puck cuoco? io lo adoro!!
Tornando seri, ho preferito lasciare le promesse di matrimonio senza personalizzazioni per puro gusto personale. Quanti di noi, sin da piccoli, non sognano di ripetere quelle esatte parole all'uomo/donna della nostra vita? Kurt è sicuramente uno di quelli, e francamente io mi emoziono sempre a quel punto, quindi volevo che i miei Klaine dicessero esattamente quelle parole *-*
Piaciuta la sorpresa "Teenage dream"??
Ho sognato quella scena a lungo, non potevo non metterla! E poi avevvo bisogno di riabilitare quella povera canzone!! ahaha!
No, seriamente, era solo un modo per ricordare a tutti che potranno crescere, diventare adulti, invecchiare, ma saranno sempre il sogno l'uno dell'altro.
La data!!
Ho evitato di dirla durante tutto il racconto proprio per la sorpresa finale! Quanto è fico sposarsi a capodanno?
E' cool, è innovativo ed è Klaine!!
..
...
ok, la smetto di dire idiozie. La verità è che sto piangendo come un idiota e non riesco a smettere. Complice anche il poco sonno, probabilmente ma..
è passato un mese e mezzo da quando ho iniziato questa pazzia.
Un mese e mezzo di Klaine in ogni salsa..
un mese e mezzo in cui mi sono sentita meno sola..
Vorrei davvero smetterla, ma non posso e perciò continuerò a lacrimare. Se vedere qualche errore capirete il perché! XD
Grazie a tutti quelli che mi hanno seguita in qualche maniera.
Grazie a chi ha recensito.
Grazie a chi, come lovlove890, mi è stata accato. Sara, ti adoro!!
Grazie anche alla mia adorabile Sherlock che c'è sempre! I <3 you!

Vi auguro un felice, lieto, speciale anno nuovo!
Pieno di Klaine, di serenità e di Klaine!
Ho già detto Klaine?no? ok, anche di Klaine!!

Ci rivediamo presto, e se tutto va bene, con la Anderbros Week!
un bacione enorme a tutti!
di nuovo auguri!
Gip(che sta ancora piangendo..)

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