Estate 1978, Longsea beach.

Al tramonto del trentuno agosto due figure si stringono sulla spiaggia, lui abbraccia lei, facendogli da spalliera. La spiaggia è deserta, e l'unico rumore che si sente è quello delle onde. I riflessi dorati creano una splendida atmosfera.

Eppure è una scena a cui molti non crederebbero. Perchè i due fidanzati che si stringono, sono James Potter e Lily Evans. Mentre lui la stringe e le bacia la testa, lei con l'indice disegna strane forme sulla sabbia, sorridendo. Mentre anche l'ultimo raggio di sole scompare dietro l'orizzonte, un'onda cancella la scritta 'I don't believe it' ('non ci credo') e lei, appoggiandosi al petto di James, senza dire una parola, ricorda il primo luglio di un anno prima, in cui forse le cose avevano cominciato a cambiare.

Estate 1977, Longsea beach (vacanze tra il sesto e il settimo anno di Hogwarts)

La rossa poggiò il suo bagaglio sul letto della sua casa al mare e poi ci si sedette anche lei. Sospirò asciugandosi i rivoli di sudore che le calavano dalla fronte. Veniva direttamente da Hogwarts (attraverso King's Cross) ed era stanca da morire, perchè era dalla sera prima che era in viaggio. Si girò e dalla finestra vide il mare, che la fece sentire subito meglio, e le spalancò un sorriso sulle labbra. Sentendosi improvvisamente più allegra, andò in bagno a farsi la doccia, decidendo che poi si sarebbe andata a fare una passeggiata in riva, sulla spiaggia, da sola, per restare da sola con il mare, come faceva sempre, tutti gli anni, anche se in località diverse.

Infatti era molto che non veniva a Longsea. Beh, ma che importava?? Ora era là e il mare era lo stesso.

Con il suo profumo di salsedine che la inebriava.

Quando finì di farsi la doccia e di sistemare le sue cose, si erano fatte già le otto e dovette cenare, ma poi nessuno le avrebbe potuto levare la sua passeggiata. "Vai, vai!" le disse la madre con un sorriso dopo che Lily le ebbe chiesto se non lo dispiaceva che non l'avrebbe aiutata con i piatti. "Lo so che te e il mare siete una cosa sola... da bambina ti chiamavamo tutti 'la sirenetta' " e, ridendo, la madre la lasciò andare.

Lei aveva indosso una gonnellina bianca di stoffa e una canottierina lilla, perciò il venticello del tramonto la accarezzò facendole provare un piacere assoluto. Si sentiva quasi una bambina. In effetti non veniva su quella riva da quando aveva dieci anni. Insomma, dall'estate prima di Hogwarts. Ma il mare non era cambiato, e neanche quel fresco venticello.

Un passo era un ricordo d'infanzia, mentre i piedi affondavano in quella sabbia morbida. Il vento che la avvolgeva, voleva dirle qualcosa, Lily lo sapeva. Chiuse gli occhi a inalare il profumo del mare e a lasciarsi sfiorare dall'aria, ma non capì quello che sarebbe successo.

"Un soldo per i tuoi pensieri!" disse una voce d'uomo. Lily aprì gli occhi, e quello che vide la lasciò ad occhi aperti.

"James?" chiese a bocca aperta, stupita.

"Proprio io!" rispose lui con le mani dietro la schiena, soddisfatto.

"James Potter?"
"Sì!"

Lily apriva la bocca senza che ne uscisse alcun suono. Non James Potter. Non là. Le avrebbe solo rovinato la vacanza. "Ma che ci fai qua?" lui si limitò a sorridere e a scuotere la testa. "Mi pare sia una località pubblica!" "Voglio dire, ..." abbassò la voce "Non è una località magica!" lui rise.

"A parte che località magiche sul mare quasi non ne esistono, perchè, come tu ben sai, secchioncella, i maghi si sono sempre nascosti dai babbani, quindi si sono sempre infrattati sulle montagne..." Lily sbuffò. Ci voleva anche la lezione di storia da quell'ignorante. "E comunque, io vengo qui da quando sono un bambino. Casa mia è quella là!" e indicò una villa poco lontana, proprio sopra un pezzo di spiaggia e vicino ad un promontorio. Lily era sorpresa.

Si ricordò che da bambina vedeva sempre un bambino giocare da solo su quella spiaggia e si era sempre chiesto perchè e chi diavolo era quel bambino. Avrebbe voluto fargli compagnia, avrebbe voluto giocarci insieme, essere con lui, farsi racontare il suo mondo e perchè giocava da solo. Poi però, non era più tornata. A ogni estate si chiedeva di quel bambino, che a occhio e croce aveva la sua stessa età. E ora scopriva che era James Potter. Se lei fosse stata un pò più decisa, avrebbero potuto essere fidanzatini da bambini. Perchè James da bambino era così dolce mentre giocava da solo. Persino nella notte di S.Lorenzo, mentre il padre dava a Lily il binocolo per vedere le stelle cadenti, lei guardava come prima cosa la spiaggia di quella villa per vedere se quel bambino era ancora da solo come sempre. Ma la sera non lo vedeva.

"Allora eri te!" disse. James annuì. "E io l'ho sempre saputo che eri te. Eri il mio pensiero fisso. Ma non potevo avvicinarmi ai bambini babbani. Mi conosci, essendo semrpe impulsivo, avrei detto qualcosa di arrogante" sottolineò l'ultima parola guardandola negli occhi "Per farmi dire che ero speciale!"

Invece di sconcertarsi, Lily aprì il suo sorriso.

"Mi viene da ridere James, ti giuro!" James sorrise e le si avvicinò. "E te, invece?Insomma, qual'è casa tua?" Lily gli indicò quella villetta poco lontana dalla spiaggia libera in cui ora passeggiavano, a due piani, molto semplice. "Carina come la padrona!" Lily continuava a sorridere.

"Potter, ma mica avrai intenzione anche durante queste vacanze di chiedermi di uscire con te!"

Lui sorrise e le mise un braccio sulle spalle "Dovresti saperlo che non mi arrendo mai, no?" lei fece un mezzo sorriso e scivolò dal suo abbraccio. Ma non fece in tempo a dire nulla che nella spiaggia sbucò una comitiva di ragazzi che ridevano e scherzavano. Evidentemente erano al prologo di una serata insieme. All'improvviso però, una ragazza si bloccò notando Lily e disse qualcosa all'orecchio del suo ragazzo, che sembrava il 'capo' del gruppo

La ragazza era bionda, con gli occhi azzurri. Era molto bella, formosa e snella. Ma era più d'ogni altra cosa solare, le si vedeva dagli occhi, e su per giù aveva la stessa età di Lily. Lui era moro, con gli occhi neri, e bellissimo.

Quei due volti scavarono qualcosa nella memoria di Lily, che non riusciva a ricordare.

Il ragazzo si avvicinava a lei, sicuro e risoluto. Il gruppo guardava e pareva che anche loro, a parte la biondina, si stessero chiedendo cosa stava succedendo. Lily era smarrita. James la guardava e si chiedeva se presto non avrebbe dovuto ricorrere a quelle che lui chiamava 'maniere babbane' per difendere la ragazza.

"Scusa" fece lui avvicinandosi a Lily. "Sì?" disse la ragazza preoccupata. Lui si era avvicinato.

"Sei per caso Lily Evans?" Lily annuì.

"Io sono Mark. Mark Dossery!"

All'improvviso milioni di flashback invasero Lily. La sua prima comitiva dell'estate. Tutti i pomeriggi stavano a casa di Mark a fare merenda e a giocare. Mark. Il suo primo fidanzatino, un bacetto scambiato sulle labbra nel cortile di casa sua, la promessa di mangiare pane e nutella solo con lui....

Ricordi stupidi, che però facevano crescere una tenerezza inaspettata.

"Mark!" disse lei abbracciandolo. Lui ricambiò l'abbraccio e poi la prese per le mani. "Ma fatti guardare Lily! Come sei cambiata! Sei bellissima!" le fece fare un giro mentre ridevano "E tu pure!" "ma dove sei sparita, Lil?" la rossa fece per parlare, ma arrivò la biondina.

"Ciao Lily! Ti ricordi di me? Sono Sheila!" Lily all'improvviso ricominciò a mettere al posto giusto tutte le tessere del puzzle. Sheila, l'eterna innamorata di Mark e la migliore amica di Lily. Che non era stata invidiosa quando i due bambini si erano 'fidanzati'.

"Certo, Sheila!Oddio, quanto siete cambiati ragazzi... ma è passata un'era!" i due risero "Sei te che non sei più tornata!" lei annuì "Giusto!" "E io e Mark ci siamo fidanzati!" disse Sheila sorridendo e prendendo il braccio di Mark.

"Sono felicissima per voi e...." un colpetto di tosse la interruppe da dietro. James si era fatto più avanti. "Ehi, Lil, non mi presenti i tuoi amici?" disse. Lily rimase sconcertata. Aveva paura che James avesse potuto tradire il loro segreto. Ma non poteva escluderlo. In fondo, non era più un bambino, in certe cose avrebbe potuto anche essere maturo. "Oh..." disse "Certo, questo è James! James, Sheila e Mark!"

"Piacere!" disse James.

"Piacere mio!" rispose Sheila.

"E ben ritrovata Lily!" disse Mark.

"Formeremo una splendida comitiva, vero, ragazzi?" disse Lily. Mark e James si guardavano in un modo che non le piaceva nemmeno un pò. Si squadravano mentre dissero "Certo!".

Poi, però, arrivò il resto della comitiva e Lily riconobbe tutti i volti, anche se cresciuti, erano sempre gli stessi.

Rosaline, mora con gli occhi verde mare e cicciottella, ma molto allegra e solare, con quello che ormai era il suo ragazzo, Carl, bellissimo, moro, abbronzato e alto.

Alyna, snella, magra, alta, un pò snob, ma alla fine dolce come il miele e fidanzata con John, uguale a lei.

E poi c'era Shannen, single, come da sempre, sebbene fosse la migliore in quel gruppo.

"Oddio ragazzi, all'improvviso quanti ricordi..." disse Lily che sembrava sul punto di svenire.

Mark le sorrise "Ehi, ora stiamo andando al club a ballare, te e il tuo ragazzo volete venire?" Lily rise "Non è il mio ragazzo, comunque sì!Devo però passare a casa per dirlo a mamma!" Mark annuì. "E tu, James?" James alzò le spalle indifferente "Io posso tornare quando voglio a casa!" stavolta Mark annuì meno soddisfatto.

Mise un braccio attroro alel spalle di Lily e si mosse verso casa di lei, poi seguito da tutti "Mi devi raccontare un sacco di cose, Lil!".

Sheila era rimasta indietro, leggermente in disappunto, mentre li guardava allontanarsi. Ricominciava l'incubo Lily.

James le si avvicinò e le passò un braccio attorno alle spalle "Bè, Sheila, che facciamo?Non vuoi venire?" Sheila lo guardò. James era bello e sembrava anche saperci fare. Passò il suo braccio attorno alla vita di James e disse "E andiamo!" poi lui le disse bisbigliandole nell'orecchio "Dai, che ti prometto che troveremo un pò di tempo per stare da soli!".

La serata sembrava stesse passando normalmente in quel pub che di giorno era il bar della comitiva.

Mark parlava con Lily e i due ridevano, si parlavano di quei sette anni passati senza vedersi. Lily gli aveva detto di essere stata ad una prestigiosa scuola privata, però aveva mantenuti tutti i nomi dei suoi amici e descriveva abbastanza generalmente tutto quello che faceva parte della sua vita a Hogwarts, senza far insospettire Mark che lei stesse mentendo, o senza fargli scoprire il suo segreto. Erano seduti sugli sgabelli accanto al bancone e sembravano allegri più che mai. La musica era alta, la compagnia piacevole, in poche parole c'era tutto quello che Lily si era aspettata ci fosse.

"Una birra?" fece Mark, passandole una bottiglia dal contenuto ambrato. Lei rimase un pò spiazzata. Non aveva praticamente mai bevuto un alcolico, a meno che non fosse una burrobirra calda d'inverno, quando faceva meno dieci. Ma si decise ad accettare. Allungò un braccio a prendere la bottiglia, ma non fece in tempo.

"Ehi, spaccone, non lo sai che Lily non beve?" fece James, che era appena sbucato con Sheila al suo fianco, che era ubriaca e rideva.

"Mark, lo sai che ti lascio??" diceva la bionda, ridendo, mentre era abbracciata a James. Mark rimase un pò spiazzato "Cosa?" lei sbuffò. "E dire che quella ubriaca sono io... ti lascio Mark! Me ne vado con James, che ha un manico di scopa volante!" rideva e con il braccio mimò la scopa volante. Lily guardò in tralice James che era soddisfatto della scena.

Mark era spiazzato.

James e Sheila si baciarono davanti a loro. Fu come se il tempo si fosse fermato. I due, grazie all'illuminazione, divennero verdi, rosa, rossi, arancioni, gialli e blu.... e Lily si sentì qualcosa dentro.

Non aveva mai visto James flirtare con un'altra ragazza. Cioè, sapeva che lui non era precisamente casto e immacolato nel campo sessuale e che non stava proprio aspettando lei, ma vederlo in azione era tutta un'altra cosa.

Sconvolgente, spiazzante....

E così fece l'unica cosa sensata.

I due si staccarono, dopo quella che era sembrata un'eternità. "Visto Mark?" fece Sheila, arrossita, mentre si toglieva i capelli dal viso.

Lily prese l'iniziativa. "Bè, ragazzi, siete arrivati un pò tardi, perchè... come dire?.. Io e Mark ci siamo rimessi insieme!" e si girò a baciare Mark, pregando che il ragazzo fosse d'accordo.

Per fortuna il ragazzo era d'accordo, altrimenti non avrebbe saputo come spiegarlo a James. Dovette anche ammettere che baciare Mark non era male, in fondo era ancora un pò cotta di lui. Fu grazie alla musica se si accorse che il tempo continuava a scorrere e con le labbra si staccò da lui, abbracciandolo e poggiando la sua testa sulla spalla di lui, che finalmente non era più sorpreso o spiazzato, ma soddisfatto.

"Sentito, Sheila?" James strinse la mano a Sheila e le disse "Shey, andiamo in riva al mare... da soli?" Sheila annuì, fissando Mark, e i due se ne andarono.

"Andiamo anche noi?" disse Mark, e sembrava non avesse precisamente voglia di guardare la luna. Questo Lily non poteva proprio farlo, anche se Mark lo aspettava da un'eternità. La rossa gli strinse la mano "Perdonami, Mark... ma, io...." il moro diede un rapido sorso alla birra, finendola, poi la buttò sul bancone e disse "E che problema c'è? Tanto da oggi stiamo insieme!" Lily si accorse in quel momento di quanto aveva mentito spudoratamente, ma in fondo, come si disse dopo quel bacio, non tutti i mali venivano per nuocere.....

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La mattina dopo le otto arrivarono molto prima di quanto Lily volesse. Si era dimenticata di chiudere la serranda della sua finestra, così il sole le scivolò fra le palpebre, prepotente. La rossa si svegliò con un gemito. Ma, appena aperti gli occhi, vide il mare dalla finestra. Non avrebbe potuto spiegare perchè in quel momento le fece tanto piacere, eppure era così.

Si alzò dal letto sorridendo e si affacciò dal terrazzino della sua camera, lasciando il letto leggermente disfatto, ma una camera ordinata. Inspirò, il suo corpo teso sulla ringhiera mentre si sgranchiva.

La sera prima aveva fatto l'una con Mark. E l'aveva incontrato proprio su quella spiaggia dove adesso, figure lontane stavano preparando la sabbia per un'altra giornata.

Il vento cominciò ad avvolgere la ragazza, infiltrandosi fra le pieghe della sua camcia da notte di stoffa bianca. Semplice, come lo era lei. Chissà se Mark sarebbe stato geloso del vento...

Mark. All'inizio lo aveva baciato solo per (cercava di non dirsi che era gelosa di James, anche se si sbagliava di grosso) solo per... bè, per una sensazione di inferiorità. Non gli andava che poi James avesse potuto dirle che lei non riusciva a rimorchiare.

Scosse la testa per cercare di scacciare James dai suoi pensieri.

"Lily!" la madre bussò alla sua camera "Se sei sveglia la colazione è pronta!" in effetti dalla cucina salì un delizioso profumo di bacon e uova. Lo stomaco di Lily brontolò "Arrivo mamma!" disse, scendendo le scale.

In cucina c'erano tutti, dal padre alla sorella maggiore, Petunia, di cinque anni più grande, ventidue compiuti a Gennaio, mentre Lily ne doveva compiere diciassette il tre settembre.

"Buongiorno a tutti!" disse Lily sedendosi. "Ciao Lily!" disse suo padre da sopra il giornale. "Ieri sera ti sei divertita?" disse distrattamente, imburrandosi il pane. Lei annuì.

"Ho ritrovato Mark...e bè... ci siamo fidanzati, sul serio, stavolta!" non aveva problemi a parlare dei suoi rapporti con i ragazzi con i genitori, e questo la faceva preferire rispetto alla scontrosa e misteriosa Petunia, di certo molto invidiosa della sorella.

La madre espresse il suo consenso "Mark è un bravo ragazzo!".

La colazione finì e lei si andò a preparare per andare al mare. Appena stava per uscire, Mark suonò e lei rispose al citofono. "Sì?"

"Sono Mark, Lil. Ti va di andare in spiaggia?" Lily acconsentì e uscì da casa, appena in tempo per vederlo sorpreso.

"Eri già pronta?" lei rise "Andiamo, và!" lui ricambiò il sorriso e le offrì scherzosamente il braccio.

In spiaggia quasi non c'era nessuno quando loro arrivarono, ma a Lily piaceva lo stesso, se non di più. Si sistemarono vicino la riva, sugli asciugamani, e all'improvviso sentirono un grugnito. Lily si girò verso sinistra e quello che vide non le piacque neanche un pò.

Sheila e James dormivano abbracciati e nudi. Sulla spiaggia, senza neanche un'asciugamano.

Non riusciva neanche a voltarsi per l'emozione (rabbia? gelosia? o semplice imbarazzo?) che quella visione le dava. Mark la fece voltare. "Li sveglierò... non ti dispiace se vedo...?" disse timidamente. Lily scosse la testa e si voltò. Poco gli importava di Mark e Sheila in quel momento.

"Ragazzi!" li chiamò Mark, scuotendoli. La prima ad aprire gli occhi fu Sheila, figurarsi! A James ci volevano i cannoni, oppure la dolce voce di una ragazza ben disposta a svegliarlo. Non certo l'urlo di un ragazzo abbastanza incavolato.

Sheila scosse James "Amore... svegliati, amore..." disse la ragazza mentre raccoglieva un asciugamano tiratole da Mark.

"Oh, cazzo!" fece una voce maschile. James si era svegliato. Lui si rivestì davanti a Mark che era tornato a fianco a Lily, livida di rabbia, chissà poi perchè.

Poi, in cinque minuti, gli altri due si erano vestiti ed erano arrivati vicino a loro.

"Scusateci, ma sapete..." James fece un ammicamento a Mark.

"La notte era lunga, il bagno di mezzanotte, un falò e..." Lily stava per scoppiare

"Abbiamo fatto sesso!" disse sorridendo il moro, guardando fisso la rossa che fingeva di non aver sentito. Mark tracciava strano segni sulla sabbia e Sheila li osservava. Calò il silenzio.

"Mark, vieni a farti un bagno con me!" disse la rossa, tendendo la mano verso il suo ragazzo. Quella contromossa fece aggrottare le sopracciglia a James.

Mark accettò. Era quello che gli serviva. "Arrivo Lily" disse e si tuffarono insieme in quell'acqua ancora fredda, ma che appunto per questo, meravigliosa.

Giocarono a schizzarsi vicino la riva, poi, per una finta vendetta, Mark se la caricò sulle spalle e cominciò a camminare.

Lei rideva e gli dava dei pugnetti sulla spalla "Lasciami andare! Dove mi porti?" lui rideva "Ehhh.. vedrai!"

Lily rischiava di cadere, perchè tutti e due erano bagnati e scivolosi.

Mark si dirigeva verso la scogliera ed entrarono in una grotta che rifletteva la luce azzurra che veniva dal mare. Mark poggiò Lily nell'acqua che arrivava all'ombelico. Lei era affascinata, senza parole.

"Ma... questo posto è bellissimo.." il suo eco sembrava discreto. Si guardava intorno cercando di comprendere tutta quella meraviglia solo con gli occhi.

Lui le prese il mento fra pollice e indice. "Questo è stato sempre il mio rifugio segreto. Non lo conosce nessuno!"

Si baciarono.

"Non ho mai portato nessuna qua. Nessuna. Mi ero promesso di portarci solo la ragazza più speciale che io avessi mai incontrato!"

Lily era ferma. Non muoveva un muscolo e guradava i magnetici occhi azzurri di Mark. Era tutta una sensazione bellissima, e lei era felicissima, Mark la ribaciò e le accarezzò i fianchi mentre l'addome di lei si contraeva....

Mark e Lily tornarono ai loro asciugamani e dai loro "amici" sorridenti e felici. Lily si stava strizzando i capelli e sorrideva felicissima. Mark sorrideva al suo fianco e gli fece una carezza sulla schiena. "L'acqua è splendida!" disse Lily guardando James.

Il moro strinse un pò troppo forte Sheila a sè, come se volesse dimostrare qualcosa a qualcuno.

La rossa si sedette sul suo asciugamano e prese il walkman. James la fissava.

I'm walking on sushine, ohoho

Aveva le gambe piegate e ci batteva i palmi delle mani sopra, andando a tempo, mentre anche il viso si muoveva. Aveva gli occhi chiusi e il sorriso disteso sulle labbra. Il corpo luccicante di migliaia di goccioline d'acqua salmastra. Profumava di salsedine in un modo inebriante. Aveva un due pezzi rosa con i bordi neri. I capezzoli si intravedevano dritti attraverso quel tessuto morbido.

La pancia era liscia e morbida e lo slip del costume era leggermente basso. Si intravedeva un ricciolo rosso scuro, quasi castano.

James si bloccò. Mark l'aveva davvero sfiorata fino a là, aveva davvero per primo violato il suo segreto?

James strinse il suo pugno al pensiero. Non poteva essere altrimenti, erano stati più di un'ora via.

Avrebbe dovuto essere lui il primo, lui avrebbe dovuto insegnarle cos'era l'amore fisico... non quello stupido bamboccio che in quel momento aveva preso ad accarezzarle la pancia anche con dei piccoli bacetti. E lei li accoglieva sorridendo.

"Eddai, Mark, mi fai il solletico!" ma lui non si fermava.

James stava per arrabbiarsi sul serio. Si girò verso Sheila che stava sqaudrando Mark come lui stava squadrando Lily.

"Io vado al bar, Shey, vieni con me?" la bionda annuì. Si presero per mano e andarono.

James era a disagio. Non che Sheila non fosse bella nel suo due pezzi rosso, però... per lui Lily era sempre la migliore. "Che vuoi Sheila?" disse lasciandole la mano mentre si avvicinava alla cassa. Lei giocherellava con una ciocca, aveva l'aria triste e alzò le spalle.

James prese due ghiaccioli all'arancia e gliene porse uno. Si sedettero su un muretto là vicino.

"Ti dà fastidio?" disse James "Cosa?" rispose la ragazza, leccandosi le labbra dal succo all'arancia. "Che Mark stia con Lily!"

Lei alzò le spalle. "Come dà fastidio a te!" rimasero per un pò in silenzio.

"Ma io l'ho sempre saputo che quando lei sarebbe tornata, lui ci sarebbe ricaduto. Sono fatti l'uno per l'altra, è così e basta. Non possiamo farci niente!" James aggrottò le sopracciglia.

"Se diciamo così, allora sì che non possiamo proprio farci niente!" Sheila lo guardò "Che vuoi dire?"

"Che io lotterò fino alla morte per avere Lily!" silenzio.

"Aiutami James!" disse poi lei, leccando l'ultimo pezzo di ghiacciolo.

"A fare che?" lei sospirò "A non perdere le speranze!A combattere per avere lui!". James alzò le spalle. "Non c'è un modo. Devi solo non arrenderti, devi essere convinta che ce la farai!" lei lo guardò.

"Sai che in teoria siamo fidanzati?" disse Sheila sorridente. James ricambiò il sorriso. "Lo so. E sei bellissima, Shey, davvero. Mi voglio godere l'estate!" "Hai ragione!" acconsentì lei.

Finì il ghiacciolo e disse "James?" "Sì?" fece quello buttando il suo stecco.

"A me il ghiacciolo all'arancia fa schifo!" e scoppiarono a ridere

Era una bellissima serata. Le stelle brillavano una ad una e il cielo sembrava veramente la magia più grande che esistesse.

Ma, secondo James Potter, il cielo si stava solo prendendo gioco di lui. James e Sheila erano seduti vicini.

Lui sulla ringhiera di cemento del locale, lei su una sedia là vicino. Ormai, più che fidanzati erano diventati migliori amici, e stavano bene insieme. Parlavano di Lily e di Mark ogni volta che ne avevano bisogno e poi, all'occorrenza, si baciavano anche.

Erano tristi perchè era arrivato il 31 luglio, che portava la partenza di Lily e James, si sarebbero divisi per tutto un anno.

Gli oggetti delle loro attenzioni erano poco lontano, mentre ballavano un lento, stretti, corpo a corpo.

James immaginò come sarebbe stato stringere Lily così forte da non farla mai andare via, da sentire il suo cuore battere veloce contro il suo torace, di sentire il suo profumo dolce sulla sua camicia...

Non riusciva ancora a ripensare che Mark l'aveva raggiunta prima di lui, che avesse distrutto quel miracolo di purezza che Lily era per James. Era qualcosa che lo faceva impazzire, anche perchè Mark non la meritava e avendo fatto così, stava facendo soffrire Sheila in un modo pazzesco.

I'm the lie living in your mind, so you can hide, don't cry...

Quella melodia era lenta e avvolgente e gli faceva salire le lacrime agli occhi.

Perchè doveva amare Lily più della sua stessa vita, perchè??

La musica cessò e Lily si staccò da Mark. Si diedero un rapido bacio e poi Mark si allontanò. Lily raggiunse James e Sheila sorridendo.

"Wow!" disse allegra. "Serata fantastica, non trovate?" nessuno rispose e Lily si voltò verso il bordo del terrazzo.

"Quante stelle, non trovate?" Sheila fece un verso d'impazienza e andò via, probabilmente al bagno. James la guardò allontanarsi triste e con la delusione di non poter fare lo stesso. "Cos'ha?" disse Lily. James fece una finta risata.

"Lily, sinceramente a scuola sembri più intelligente, cos'è, prendi una pozione?" non guardava la ragazza, ma le proprie mani che si rigiravano a vicenda. Lei sbuffò "Ma che avete tutti?"

James la guardò furibondo

"Che ho?? Che ho, Lily?" lei indietreggiò per un attimo, spaventata.

"Maledizione, ma non ti accorgi che ogni mio respiro vuole te? Non ti sei chiesta se io potrei anche morire se non posso averti?" negli occhi gli bruciava tutto il dolore provato, il suo petto si alzava e si abbassava troppo velocemente. Si era alzato in piedi.

All'inizio lei era sconvolta, ma poi trovò la forza di rispondergli.

"Non sembravi essere così disperato fra le braccia di Sheila!" Fu un attimo. James le prese i polsi, forte e la portò contro il muro.

"Lasciami, stupido, mi fai male!" disse lei, mentre si divincolava, e così facendo, i suoi seni solleticavano il petto di James.

"Se io sono stato con Sheila, o con Cornelia, o con altre avventure da una notte è stato solo per provare a dimenticarti, maledizione!" ora i suoi occhi si stavano riempendo di lacrime.

Diede un altro strattone alla ragazza e la costrinse a guardarlo negli occhi.

"Ma non capisci Lily, come mi sento?" scivolò una lacrima dai suoi occhi. "Io..." sembrava non riuscisse più a parlare.

"Io ti amo solo perchè sei te!" disse solo. "Lui no!"

Lily era furiosa, anzichè provare commozione, provava rabbia.

"Lui era mio fidanzatino da piccoli, ovvero quando ti mostri esattamente per quello che sei. Non ci sono segreti per noi!" James la risbattè contro la parete "No, ti sbagli. Un segreto c'è. O gli hai detto di essere una strega?" Lily era stata scoperta.

Spalancò i suoi grandi occhi smeraldo e cominciò a respirare a scatti.

Con una violenta mossa si scacciò da dosso James

"Io non ti devo niente sella mia vita, James Potter! Niente!" in quel momento Mark ritornò con due coca-cola in mano e un'espressione perplessa.

"Che succede?" chiese.

Gli occhi di James, che avrebbero dovuto essere brucianti di rabbia, sembravano all'imporvviso freddi e razionali. "Niente!" finse di andarsene e poi pensò con tutte le sue forze Diffindo e si aprì uno spacco nella gonna di Lily.

James sapeva che, se Lily non avesse voluto mostrare le sue grazie a tutto il pub, c'era un unico modo per riparare.

Avanti Lily pensò James con disperato sadochismo.

In effetti la situazione era adeguata, visto che in terrazza in quel momento c'erano solo lei, Mark e James.

Lily si asciugò una lacrima. Prese la bacchetta.

"Ma Lil...che.."

"R-Reparo!" disse lei e, con un flash argentato, la gonna tornò intatta.

Crash. I bicchieri erano volati dalle mani di Mark che aveva preso a tremare e si allontanava. Lily piangeva e singhiozzava.

"Ti prego, Mark, lascia che ti spieghi..."

L'altro si allontanava, impaurito

"Sei... un demonio. Sei... una strega!"

Lei cercava di inseguirlo "No.. io non...!" troppo tardi. Lui era scappato.

James si voltò lentamente. Lily lo guardò furente.

"James Potter, rimpiangerai il giorno in cui mi hai incontrato, te lo giuro!" e andò via, mentre arrivava Sheila.

"Quello che penso è successo?" James annuì. "Avevi ragione riguardo al mio piano!" Sheila annuì. Si avvicinò a lui e gli asciugò una lacrima "Dai, non pensarci... andrà meglio, sei o non sei James Potter?" lui emise un buffo suono, a metà tra una risata e un singhiozzo. "Menomale che ci sei te, Shey!" lei sorrise "Ci andiamo a fare un giro sulla tua Nimbus, campione?" James fece un sorriso pensando al volare. Sheila era fenomenale. "Andiamo!"

Settembre 1977, Hogwarts.

La scuola era ricominciata da pochi giorni, e tutto sembrava essere tornato alla normalità. Lily Evans però, non voleva neanche guardare James Potter. Non era come al solito, lei era molto più intollerante alla presenza del ragazzo del solito, sembrava fosse diventata allergica. Gli bruciava ancora il fatto di Mark, soprattutto perchè lei a lui ci teneva davvero tanto, forse non era amore, ma era comunque una fortissima intesa. E ora si era rovinata per colpa di un ragazzo arrogante, stupido e immaturo.

Dal canto suo, James non invitava più Lily ad uscire con lui e questo sì che era strano. Evitavano di stare nella stessa stanza, se non per le lezioni, in cui erano seduti distanti e non si guardavano neanche. Non che a James questo non dispiacesse, ma non poteva fare altrimenti. Doveva crescere e dimenticare Lily, perchè lei non sembrava sensibile alle sue lacrime, non gliene importava un fico secco.

E così, James, con l'aiuto di Sheila, che ormai era solo un'amica, stava cercando di farcela.

DRIIIIIIIIIIIIIIIIIIN.

La campanella concluse la doppia ora di Trasfigurazione e la giornata scolastica. Lily era al primo banco al centro, James all'ultimo a sinistra. Tutti e due si tuffarono sulle loro borse per riempirle in fretta e uscire dalla classe, sfuggendo ogni possibile occasione che li avrebbe spinti anche solo a dirsi 'buonasera'.

James era già sulla soglia, quando la McGrannit parlò "Evans, Potter, aspettate un momento!" fu come se un coltello gelato entrasse nei due. Non avevano voglia, non avevano assolutamente voglia di ritrovarsi insieme da soli. Rimasero seduti ai loro posti fino a che tutti non furono usciti dall'aula. Sembrava che il gelo si fosse impossessato della stanza.

"Avvicinatevi, ragazzi!" disse la McGrannit perplessa. Lily sbuffò e James trascinò i piedi fino al banco al fianco di Lily, proprio davanti la cattedra. "Eccoci!" disse di malavoglia, evitando di incrociare lo sguardo della rossa.

"Molto bene!" disse la professoressa e sbirciò fra le sue carte.

Il silenzio regnava sovrano, come l'odio reciproco. In fondo, come ha detto una volta qualcuno, tra odio e amore c'è un confine sottile. "Molto bene!" ripetè la professoressa, posando finalmente i suoi appunti. I due si sforzarono di guardare nella stessa direzione. Volevano fare in fretta e andarsene.

"Quest'anno abbiamo i MAGO, mi auguro lo sappiate!" i due annuirono, James piuttosto scocciato.

"Il punto è che rivedevo le medie della classe..." Lily si fece più attenta. Era certa di non avere nessun voto in Trasfigurazione che non si abbassava al di sotto dell'Eccezionale, al massimo solo un Oltre Ogni Previsione, ma era impaurita lo stesso.

"E la sua media, signor Potter, non è il massimo!" James sbiancò "Ma professoressa! Ho A!" la professoressa sbuffò. "Strappato. Se dovessi disgraziatamente prendere una insufficenza nel terzo trimestre, non ti potrei ammettere agli esami." James stava per replicare a tono, ma la McGrannit fiutò il pericolo "Il tuo problema non è la pratica! Hai un cervello niente male, prova ad usarlo anche per studiare la teoria!" a quel punto James si ributtò contro la sedia scoraggiato. Lily intervenì.

"E io cosa c'entro?La mia media è forse scesa?" chiese preoccupata, e come risposta ottenne un verso di disprezzo da James. Ma non era quello il problema in quel momento. La McGrannit scosse la testa.

"No, la sua media è perfettamente ottima, come al solito.. solo, ho pensato che potrebbe fare delle ripetizioni al signor Potter!"

Tonf. Lily Evans si alzò in piedi facendo cadere il banco.

"Coooosa?" urlò la rossa mentre la professoressa la guardava sconcertata. Non era decisamente da lei comportarsi a quel modo.

"Se questo stupido bamboccio non ha ancora imparato come usare i neuroni, non ho intenzione di spiegarglielo!E per quanto mi riguarda può anche essere bocciato!"

"Signorina Evans!" la riprese la professoressa. "Lei farà quello che le dico!E anche lei signor Potter!"

Lily si risedette scocciata.

"Allora... vi incontrerete tre volte a settimana, secondo le vostre esigenze. Lei, signorina Evans, darà al signor Potter un quiz di sedici domande di teoria che elaborerò io. Lo correggerà e poi rivedrete insieme le parti teoriche che lui non avrà studiato. Le sedute saranno di tre ore. Due per il quiz e una per il ripasso. Questo è tutto, non cambierò idea!"

E si alzò

"Ma professoressa, io devo studiare!"

La professoressa si girò lentamente "Ho detto che non cambierò idea!" e se ne andò.

La ragazza deglutì, ma decise di raccogliere la sfida. Senza guardare James, disse "Il primo appuntamento è domani alle sedici. Punto!" e se ne andò, senza curarsi se lui avesse sentito o meno. Non era affar suo.

James aspettò che Lily fosse uscita per sfogarsi. Imperturbò l'aula e poi tirò il suo calamaio di inchiostro addosso alla parete, urlando. Così non funzionava. Doveva levarsi la rossa dalla testa, per sempre. Eppure gli faceva ancora male la sua indifferenza, e di questo non ne era affatto felice, perchè si era stufato di soffrire per qualcuno insensibile.

Prese la borsa e andò in dormitorio, sforzandosi di non pensare.

Appena si poggiò sopra il letto, sentì picchiettare alla finestra. Era il gufo che aveva regalato a Sheila. Proprio quello che gli serviva, una lettera di Sheila. Non era semplicemente la sua migliore amica, era di più... era l'altra sua metà. Ma non l'amava, neanche gli piaceva. Srotolò la lettera dalla zampa e si sdraiò.

"Ciao, campione!

Come va lassù, fra amori e incantesimi?? Ho capito, lascia perdere la prima parte e passa alla seconda...

Mi manca il mio migliore amico, campione....

Mark non mi parla più, perchè dice che non ho pensato a lui quando mi sono messa con te... già, come no! Perchè lui ha pensato a me quando ha... insomma, quando ha fatto quello che ha fatto! Spero che con lei vada tutto bene, perchè è una ragazza favolosa, quando non incanta i ragazzi delle altre.

Lo so che non è colpa sua...

Sai, ho deciso di smettere di pensare a Mark. Basta.

Ieri mi sono messa con Robert, un ragazzo che mi viene dietro da tanto ormai, e mi vuole davvero bene. A me piace, anche se meno di Mark, ma da qualche parte toccherà pure iniziare, no??

Ti presenterei quanlche mia amica, ma non credo che il vostro Ministero perdonerà anche questa eccezione allo Statuto di Segretezza Qualcosa... o roba del genere.

Campione, quand'è che torni e ci facciamo un altro giro fra le stelle con la tua Nimbus?? Non vedo l'ora...

Ti voglio bene, Campione... scrivi presto!

Shey"

James poggiò quella lettera con un sorriso. Sheila era come sempre quella che lo riusciva a mettere di buonumore, sempre e comunque. Prese carta, piuma d'oca e l'inchiostro di Sirius, dato che il suo l'aveva rovesciato in aula, e scrisse.

"Ciao Shey.

Quassù va tutto bene, anche perchè ho smesso di pensare a Lily.

Non è affatto una ragazza fantastica, e credimi vorrei uccidermi per queste parole, perchè non mi guarda neanche più, letteralmente. Sono contento per Robert, speriamo che non ti faccia soffrire, ma per qualunque cosa, scrivi e il tuo Campione arriverà a cavallo della sua Nimbus a farlo nero!!

Non presentarmi altre ragazza, sai com'è... poi sono troppe!

No, scherzo...

Ah, la professoressa di... insomma, la Vicepreside mi ha dato l'ordine di fare ripetizioni con Lily, tre volte a settimana, ogni volta tre ore... che bello. Sembra impossibile pensare che fino a pochi mesi fa avrei dato non so quanto per una cosa del genere.

Sto male, Shey. Voglio parlarle, abbracciarla, piangere davanti a lei e farmi perdonare, ma sono sicuro che non funzionerà.

Magari lei fosse come te.

Ci metterei una firma subito.

Ohi, scrivi subito Shey. Manchi al tuo Campione.

Un bacio (in tutti i sensi)

James"

Rilesse la lettera e poi la legò alla zampa del barbaggianni che le aveva regalato.Diede una carezza al volatile e lo lasciò partire, poi si tuffò sul letto.

Settembre è un mese favoloso.

Quando ti fermi un attimo, e guardi fuori dalla finestra, tutto ti riporta alle illusioni dell'estate appena passata. Ai sogni, alle speranze, a tutto quello che è stato. Tutti i sogni che sono passati e scivolati via, proprio come le foglie che in quel momento un dolce zefiro sta portando via con sè. Ti prometti di non rifare gli stessi errori, o ti prometti di fare altre cose.

E rivivi tutti quei momenti dolci e indimenticabili che ti hanno segnato. Ma non è così meraviglioso, quando magari l'amore che provavi è stato distrutto, disilluso e spezzato.

Così si sentiva Lily Evans. Spezzata. E da James Potter.

Lo stesso James Potter che doveva aiutare a promuovere. Stette mezz'ora in dormitorio a capire cosa la spingeva a dire di sì alla McGrannit (a parte il fatto che Trasfigurazione era una delle materie più importanti) e non trovò risposta. Era stato lui a rovinare tutto con Mark, a farlo andare via. Lily poteva ancora rivedere il terrore negli occhi di Mark quando aveva visto quel semplice gesto con la bacchetta. Era terrore assoluto. Evidentemente aveva fobia del sovrannaturale, ed era possibile, dato che Lily non gliel'aveva mai chiesto... c'erano tante cose che avrebbe voluto chiedergli e che adesso sarebbero state dimenticate, perchè lui non c'era più...

Si asciugò una lacrima con forza, poi raccolse il quiz per James e fece per andare giù in Sala Comune ad incontrarlo.

Naturalmente, il ragazzo tardava; ma poi, la porta del suo dormitorio si aprì.

"Ciao Lily. Scusa il ritardo, ma ho finito tardi gli allenamenti di Quidditch." disse in tono apatico. Lily sbuffò. "Bella scusa, prova ad usarla all'esame!" disse irritata. Lui non rispose e questo le fece aumentare la stizza.

"Dove dobbiamo andare?" lui si era avvicinato non più del necessario per avere un colloquio diretto con Lily, e lei non pretendeva di più. "Nell'aula otto!"

"Bene!"

E si incamminarono in silenzio. Era strano, era molto strano. Prima di allora, non era che si parlassero come amici, ma qualche volta in cui James non faceva il buffone c'era persino un buon dialogo! Invece ora c'era solo odio e freddezza. Non andava, non avrebbero retto. Fu per questo che Lily si fermò ad un certo punto, sulle scale.

"Potter, così non va!" lui si fermò di colpo

"Di che cianci?" aveva un'espressione perplessa e contrariata dal fatto che doveva parlare di altro che non fosse Trasfigurazione.

"Di questa situazione. Non fraintedermi, non ti odio meno di prima, ma se dobbiamo vederci spesso per un anno, bè, non ci tengo ad avere un'esaurimento nervoso solo perchè sua maestà deve tenere il broncio."

Lui aggrottò le sopracciglia.

"Dovremmo conversare?"

"Non proprio. Diciamo un'elegante 'come va?' o roba simile!" James annuì e continuarono a camminare, fino ad arrivare ad un'aula che veniva usata in rarissime occasioni, appunto come quella.

Per venire usata ogni tanto, però, era sempre in perfette condizioni. Il pavimento scintillante era lucidato a specchio e, mentre tutti i banchi erano allineati alle pareti, uno era in mezzo alla stanza, con due sedie, come stesse aspettando loro.

Si sedettero là e Lily posò i libri.

"Questo è il quiz. Vuoi che ti spieghi..."
"Non è un teorema di Artimanzia. Solo uno stupido quiz di teoria!" disse il moro togliendo di mano la pregamena alla rossa, che ci rimase male, ma decise che non era affar suo "Ok. Hai due ore, a partire da adesso!". E calò il silenzio.

Lily studiava altre materie mentre ogni tanto controllava se James avesse foglietti, penne Autocorrettrici, o robe del genere. Per fortuna, per una volta il ragazzo pareva essere stato onesto. Passò mezz'ora, e il silenzio venne interrotto.

"Ci hai fatto sesso, vero?" disse James.

"Di che parli?" disse la rossa, preplessa.

"Niente, lascia stare!" e riprese a scrivere le risposte, come se non avesse mai parlato. Lily rimase lì per lì sconcertata, e per questo decise di approfondire il discorso. Dato quello di cui si sarebbe parlato, chiuse il libro, lo posò e si issò sul tavolo.

"No, dimmi di che diavolo stavi parlando!"

James alzò gli occhi al cielo. Non avrebbe retto ad una conferma della rossa.Tuttavia sapeva che lei non si sarebbe arresa tanto facilmente. "Con Mark, quel giorno al mare... avete...?"

"No!" rispose fulminea la ragazza arrossendo un pò sulle gote.

James, preparato ad un sì, ci mise un pò a registrare quelle parole. Ebbe un'aria vagamente sconcertata, e poi disse, con le sopracciglia aggrottate "No?"

La rossa ribadì "No!" poi aggiunse, quasi arrabbiata "E poi, anche se fosse?"

Fu come se all'improvviso James avesse scoperto il segreto della felicità. Allora quella che aveva davanti era ancora la sua Lily, il suo miracolo di purezza, un guscio che avrebbe schiuso lui.

Lei si sarebbe abbandonata solo fra le sue braccia, avrebbe sospirato solo il suo nome, e sarebbe venuta solo con lui. Poteva ancora sperarci. Il sorriso si spalancò sul suo volto. Il primo sorriso da quell'estate maledetta.

Allora poteva trornare a sperare, più forte che mai, che Lily sarebbe stata sua, prima o poi. Almeno finchè non c'era un altro Mark nei paraggi, non aveva fretta.

"James, anche se fosse?"

Lui rispose sorridendo e questo fece sorridere anche Lily. "Bè... niente è che... insomma, te mi piaci anche perchè non cedi alle lusinghe del primo arrivato.." e lasciò la frase in sospeso. Questo a Lily fece un piacere enorme.

Fu come se, all'improvviso, quel mese di odio non fosse mai venuto, come se adesso si ritrovassero vicini subito dopo quel tramonto in spaiggia. Niente più barriere, nè odi. Solo James e Lily.

Lei ripensò alle parole di James, quella sera infame.

Io ti amo solo perchè sei te!

Quindi l'amava anche per la sua aria che veniva definita 'da santarellina' o da 'Immacolata' e robe varie.. la amava per quella cosa che per lei era importantissima, ma che invece, per gli altri era solo uno stupido dogma.

"Ho detto qualcosa che non va, Lily?" le parole del ragazzo la riportarono alla realtà.

"Eh? No, niente...senti, lascia perdere questo quiz e rivediamo... il capitolo della Trasfigurazione umana!" e, preso il libro, lo aprì alla pagina che serviva. James era così contento che fra loro due si fosse ricreato un'equilibrio, che stette ad ascoltare la spiegazione talmente attento, che al quiz non fece errori.

"Bravo, Potter, lo vedi che un cervello ce l'hai? Solo, prova ad usarlo!" disse Lily, tre ore dopo, dopo avergli messo una E al quiz. E lui era strafelice del fatto che lei era tornata la sua Lily. Prese il compito e lo mise in cartella, pensando di incorniciare il suo primo E di sette anni. Al ritorno fecero la strada insieme, cercando di recuperare un rapporto più o meno decente, e poi arrivarono alla Sala Comune. "James, puoi domani alle sette?" James annuì. Per lui avrebbe anche potuto essere quella notte alle tre, non ci sarebbe stato nessunissimo problema, dopo quella riappacificazione.

"Ok, Evans. A domani!" la rossa lo salutò "A domani, campione di teoria!"

Campione. Gli fece venire in mente Sheila e sorrise "Bè, allora ci vediamo a lezione domani, ciao!" e salì in dormitorio.

Lily lo vide sparire in dormitorio e poi cominciò a pensare.

Pensò che aveva ricevuto la dichiarazione d'amore più bella che avesse mai potuto ricevere. Era così bello, poi, ritrovare un compagno di scuola... forse avrebbe anche potuto dargli un'opportunità, d'altronde Mark non c'era più...

Arrivata al dormitorio, c'era qualcosa che la attendeva. Un gufo aveva una lettera nel becco.

La prese e la lesse.

"Ciao, Lily.

Sono Mark. Lo so che sei sorpresa, lo sono anche io, mentre scrivo, credimi.

Volevo solo... insomma, mi dispiace della mia reazione ai tuoi poteri, è stata esagerata, non siamo più nel Medioevo, in fondo, che cavolo! E io sono stato uno stupido...

Sapevo di doverti mandare la lettera via gufo perchè ne ho parlato con Sheila che ormai è la migliore amica di James.... e volevo parlarti, non potevo aspettare altri sei anni per dirtelo.

Dirti che ti amo.

Ormai ne sono sicuro, Lily, ti amo. Sei speciale, sei la persona di cui ho bisogno, in ogni momento della mia vita.

Non devi rispondere se non vuoi, solo...

Bè, lascia predere, volevo solo tu lo sapessi, ok? E adessio stiamo meglio in due... almeno spero.

Per qualunque cosa, conosci il mio indirizzo.

Mark."

Lily non stava in sè dalla felicità. Il sorriso le si spalancò automatico sul viso e le mani avevano iniziato a tremarle. Fece un salto e poi si lasciò scivolare sulla parete, in modo da mettersi seduta appoggiata al muro. Strinse a sè quella lettera con gli occhi lucidi e le guance rosse, non meno dei capelli.

Mark la amava. Mark la voleva. Aveva superato il suo terrore per dirglielo e adesso.. lui la voleva.

Sembrava una favola. Riguardò a lungo quel 'ti amo' scritto con una grafia corsiva e frettolosa, decisamente maschile.

Lei avrebbe risposto affermativamente a quella lettera. Voleva essere di nuovo stretta fra quelle braccia forti e quelle spalle larghe. Ripensò alla giornata al mare, che bella era stata, con quella grotta...

Ma prima doveva rispondere al ragazzo. In un momento si sedette al tavolo, prese un foglio di pergamena, una piuma e l'inchiostro e pensò alle parole giuste da dirgli.

Ma, senza pensarci, le parole vennero da sole, e mezz'ora dopo aveva finito.

Posò la penna d'oca e si sgranchì le mani, rileggendo la sua lettera.

Ciao Mark.

Come vedi, ti ho risposto.

Non c'era niente che ti dovessi far perdonare. Era normale che tu fossi impaurito, era stato per davvero un colpo. Io personalmente non avrei retto, avrei pensato di essere matta.... ma non posso dire di non essere stata molto male da quando ti sei allontanato da me. Molto molto male. Pensavo sempre a noi, a quei pomeriggi sul lungomare e le mattine in spiaggia...

Perchè anche io ti amo Mark. E anche io ne sono sicura.

Questa cosa dura da troppo tempo per essere un fuoco fatuo e sono convinta che ne trarremo buoni frutti.

Se ti spaventa la magia, sappi solo che per te, potrei essere solo la Lily con cui mangiavi Nutella il pomeriggio.

Semplicemente Lily.

E, credimi, darei via tutto questo, poteri e company, se solo tu lo volessi. Solo una parola e io sarò di nuovo semplice, normale.

Tutto quello che vuoi, amore mio.

Tutto.

La prossima estate tornerò a Longsea, ma dubito che tu possa aspettare così tanto. Ti avviserò tutte le volte che tornerò a casa per andare a trovare i miei, e vorrei che tu passassi.

Dovrei venire il primo finesettimana di ottobre, puoi resistere??

Ci vediamo Mark.

Ti amo

Lily

Ancora inebriata di felicità per quello che le stava succedendo, la ragazza si precipitò verso la Guferia, quasi avesse paura che un secondo di ritardo avrebbe potuto distruggere tutto.

Mentre camminava, e i suoi passi riecheggiavano per i corridoi marmorei, i suoi pensieri percorrevano possibili appuntamenti con Mark. Cosa avrebbero fatto? Dove sarebbero andati? Era però certa che lui l'avrebbe stupita, come per la grotta.

Per tutto il tragitto fabbricò nella sua improbabili appuntamenti che sapevano tanto da film Hollywoodiano anni '40. Ma la riscaldarono, al punto che non sentì nemmeno tanto freddo sulla torre piena di spifferi, dove entrò circa mezz'oretta dopo, per trovare un James che aveva appena fatto partire un gufo.

"Ciao!" gli disse all'improvviso, facendolo sobbalzare.

"Oh, ciao!" le rispose quello, sorridendo. "Ho appena fatto partire un gufo per mia madre, domani è il suo compleanno!" disse lui con noncuranza "E te, invece?Mi cercavi per dichiararmi il tuo amore?"

La rossa fece un finto sorriso

"Hmmm!No, è per Mark!" e prese Daisy, la sua civetta, legandole la pergamena alla zampa che lei tendeva, ubbidiente.

"Cosa?Dopo quella reazione, tu gli scrivi ancora?"

Lily dovette fare un grande sforzo per non urlargli in faccia che la colpa era stata solo sua, ma riuscì a controllarsi. "A parte che era colpa tua.." lui alzò gli occhi al cielo "Ma comunque, è lui che mi ha scritto per primo!" disse con noncuranza, stringendo il nodo della lettera sulla zampina della civetta. James rimase immobile. Si girò lentamente "Ah sì?" finse indifferenza "E che... che voleva?" disse come se non gli importasse. Lei non parve preoccuparsi delle reazioni di James, come non sapesse che lui le faceva il filo da sette anni.

"Oh.. bè.." sorrise e si affacciò alla finestra, fingendo di seguire la traiettoria di Daisy. Abbassò lo sguardo lucido. "Ha detto che mi ama!"

Vuoto. James non sentì altro. Non rabbia, nè gelosia, nè una grande voglia di prendere a cazzotti qualcuno, solo... vuoto.

Era una sensazione mai provata. Il ragazzo si bloccò, come paralizzato. Non sapeva più se aveva un cuore che batteva, il sangue che gli scorreva nelle vene... non sentiva niente.

"E te cosa hai risposto?" si sbrigò a dire. Una improbabile speranza, una fioca candela gli si accese nel petto. Un fuoco fatuo.

"Bè.. che anche io lo amo!".

James credette di svenire. Sentì letteralmente l'anima scivolargli via dal corpo. Era svuotato, era molto peggio di quello che gli era successo prima. Era come sentire l'eco in se stessi, come la sensazione di trovarsi chiusi in un magazzino vuoto, avete presente? Ecco. Molto sgradevole, vero?Era quello gli stava succedendo, e non c'era via d'uscita.

Cominciò a respirare a scatti e uscì infuriato, senza che Lily se ne curasse più di tanto.

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Scusate per questo capitolo corto e inutile, ma vi assicuro che il prossimo sarà meglio.

Volevo ringraziarvi per le recensioni e il fatto che abbiate il coraggio di leggere i miei pastrocchi di idee.

I ringraziamenti principali vanno a:

Lilian Potter per il suo accanito sostegno (se vuoi aprire un fan club non ti ostacolerò!! XD)

Stellina250 per il fatto che mi sopporta

Aly12potter perchè è la mia 'correttrice di bozze' (tvb e in bocca al lupo!)

E Ginny93 per essermi vicina

Grazie ragazze, contnuate così!!

Ah, Ella90... nella recensione già ti ho detto tutto, ma ricordati che ho il cerino pronto (XD).... aggiorna!

James Potter entrò apatico in dormitorio e si buttò sulla poltrona, poggiando la testa sul braccio posato sul bracciolo.

Lo sguardo era vacuo, perso com'era fra i suoi pensieri.

Era successo, Lily si era innamorata. E anche fortemente. E questa cosa lo faceva sentire perso...

Perchè, fra l'altro, questo amore era corrisposto, e quindi presto Lily si sarebbe trovata a vivere un'amore bello, un amore che ti prende e ti illumina lo sguardo, ti arrossa le gote, ti fa stare in pace con il mondo, un amore che... che James non avrebbe mai avuto, perchè avrebbe potuto averlo solo con lei.

E presto Lily avrebbe fatto l'amore, e con un altro.

James non avrebbe saputo dire con precisione perchè avesse questo chiodo fisso, il fatto che lui avrebbe dovuto essere il primo per lei, il primo a raggiungere quei riccioli, il primo a insegnarle come il sesso avesse potuto essere amore, fuso in quella magia che si crea quando la persona che ami è compiaciuta di ogni tuo gesto, e non si vergogna di concedere tutta se stessa.

Ma lui, con Lily, non avrebbe mai scoperto quella magia, no, non l'avrebbe mai fatto.

Ma di una cosa era sicuro. Se non avesse potuto amare Lily, non avrebbe mai amato nessun altra. Mai, nemmeno per gioco, come aveva fatto fino ad allora. Sarebbe stato da solo, sì, ma con l'intensità dei ricordi.

La porta si aprì e lui, con il viso umido, si girò a vedere chi fosse. Il volto di un Sirius soddisfatto gli apparve coperto da allegria, mentre quello si tuffava sul letto.

"Amico mio" disse quello "Il sesso è l'unica cosa per la quale valga la pena vivere!".

James emise un buffo suono, a metà fra una risata e un singhiozzo. Sirius si accorse che qualcosa non andava.

"Cos'hai?" disse. James fece un lento respiro e guardò dritto davanti a sè. "Lily ama un altro. Ed è corrisposta!" gli veniva quasi da ridere adesso, forse perchè quella situazione sembrava così assurda per quello che era lui...

"Solo questo?" Sirius rise "E allora?Prendi una ragazza qualunque e tuffatici dentro, in tutti i sensi!"

In seguito, tutto successe molto rapidamente. James si alzò, scansando la sedia e rigando il pavimento, si tuffò sul letto di Sirius, e gli mise le mani attorno alla gola, prima che quello avesse potuto rendersene conto.

Sirius avrebbe certamente pensato che fosse stato uno scherzo, se non fosse stato per quello sguardo serio e arrabbiato del suo migliore amico. "Ehi, ma che ti prende?" disse Sirius, cercando di smorzare la presa di James attorno al suo collo.

E all'improvviso, lo sguardo di James si svuotò. Si sentì un idiota.

Lui, che adorava il sesso, lo lasciava perdere perchè una stronza non lo aveva tenuto in considerazione, e in più, sempre per la stessa stronza, stava per uccidere il suo migliore amico. Cosa gli prendeva? Quello non era lui.

Si alzò e si mise sul suo letto, arrivandoci con un salto, dato che era quello di fianco. "Niente Sirius, solo... bè, lascia perdere!" disse stendendosi. Sirius non insistette, e lasciò perdere, sia perchè, se non avesse lasciato perdere, si sarebbe ritrovato davvero con le dita di James chiuse attorno alla sua gola senza farlo respirare, e poi perchè... perchè era un buon amico.

"Va bene James. lascio perdere!" tutti e due guardavano il soffitto in silenzio.

Poi, dopo quella che pareva essere stata mezz'ora, James disse

"Allora, con chi l'hai fatto?"
"Susan, amico mio, sempre lei!"

James rise. "E chi mi consigli?" Sirius ci pensò un pò su "Oggi ti ha cercato Dolly Parkteon, la Tassorosso bionda..." James alzò un sopracciglio, riflettendo con se stesso. Avrebbe potuto provarci. In fondo, prima o poi avrebbe trovato una che amava. Non come Lily, magari, ma una che amava.

"La vado a cercare!" disse e si alzò dal letto, andando in giro per il castello, cercando di non pensare che era sempre la solita storia.

Invitava Lily, lei lo mortificava, lui allora andava a cercare una ragazza per fare sesso e per dimostrare a se stesso di essere già perfetto. E la storia si sarebbe sempre ripetuta, come in un circolo vizioso, sempre. Inutile sfuggire.

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Le ripetizioni, quel mese di Settembre erano andate avanti. James era diventato un campione di teoria, al punto che avrebbe potuto contrabattere diversi argomenti con la McGrannit senza rischio di perdere.

Ma Lily non voleva smettere quelle ripetizioni, sia perchè sapeva che una volta smesse le ripetizioni James non avrebbe più studiato, e sia perchè, in fondo le faceva piacere stare insieme al ragazzo tutto quel tempo.

Ma c'era indubbiamente qualcosa di strano. Erano settimane che James... bè era strano.

Non poteva dire che le mettesse il broncio, perchè all'occorrenza sorrideva e parlava, ma all'occorrenza. Ecco, la cosa giusta era dire che non prendeva l'iniziativa. Era sempre Lily ad introdurre un discorso, altrimenti si sarebbe passata la lezione in silenzio funereo.

Come si stava appunto passando quella lezione del 5 ottobre. Erano passate due ore di silenzio assoluto, nelle quali Lily aveva fissato James da sopra il suo libro di Storia della Magia e si era chiesta se avesse fatto bene a dire qualcosa o no. Si sentiva anche un pò stupida, dato che con il ragazzo non c'era mai stato un granchè di rapporto, nonostante tutti quei periodi di confidenza che ogni tanto passavano fra di loro.

James posò il questionario completato davanti a lei, aspettando che lo correggesse, tutto in silenzio.

Sospirando, la ragazza lo prese in mano e cominciò a leggere le domande e le risposte, ma non riusciva a leggerle. Nella mente aveva solo quella cavolo di situazione. Dopo aver letto per la decima volta la prima riga, decise che era ora di prendere in mano la situazione.

Sospirò e posò il foglio sul tavolo. Per un attimo guardò davanti a sè.

"Che c'è?" chiese James, aggrottando le sopracciglia "Che errore ho fatto?" lei si girò piano verso di lui e lo guardò. I capelli di Lily erano raccolti da uno chignon improvvisato, tenuto con una matita, e lo sguardo di James, senza che lui lo comandasse, si perse là, e poi negli occhi della rossa. Non era possibile, per quanto provasse a dimenticarla, ogni giorno la voglia di amarla tornava più viva che mai nel suo cuore. Proprio quando le pupille di James scendevano furtivamente ad esaminare la camicetta, Lily parlò, costringendo gli occhi del ragazzo a tornare verso il suo volto.

"Che ti ho fatto James?Che succede?" chiese, nel tono più calmo e normale del dovuto. Lui fece finta di non capire. "Cosa?" disse, riuscendo ad essere persino sorpreso.

"James..." la rossa alzò gli occhi al cielo, poi tornò a guardare lui. "Ormai sono settimane che, se non sei interpellato, fai passare queste ore in silenzio!"

"Sono ore di lezione, mi pare!".

A questo Lily non riusciva a credere neanche sotto tortura. James Potter che rispettava lo studio? Era più facile che Silente si fosse interessato di magia oscura!

"James, ma ti sembro una cretina?" disse, con tono molto più sicuro e risoluto di prima. James alzò gli occhi al cielo "Ecco. Vedi?" lei era sempre più perplessa "Ma vedi che?"

Lui la guardò negli occhi, sforzandosi di non vedere solo quel verde splendente "Lo vedi che non puoi credere che una persona cambia?" Lily non ci stava capendo più niente.
"Ma di che parli?E poi, cosa c'entra?"

James sbuffò "Niente, Evans, non c'entra niente, tranquilla.." decise di liquidare così il discorso, ma Lily non lo avrebbe lasciato perdere neanche sotto tortura. "No, scusa, adesso tu mi dici cosa intendevi dire!" e poggiò i libri chiusi sul tavolo, fissando il ragazzo.

James prese coraggio e andò dritto al punto.

"Il fatto è che tu etichetti le persone. Io sono un bullo arrogante e scansafatiche, per te, giusto?" la rossa voleva controbattere, ma lui non le diede il tempo

"Giusto! E non pensi che io possa cambiare, perchè ormai rientro in quella categoria di persone, e se cambiassi, ti renderei la vita più difficile, perchè non sapresti più come dovresti comportarti con me!" un minuto di silenzio. Lily abbassò lo sguardo.

"Le persone non sono come i libri, Lily. Non hanno un titolo che le riassume. Non si può etichettare una persona, santa miseria!Non puoi generalizzarla." in effetti quella pecca era reale nella vita della rossa, che si sentì immediatamente una stupida. Un altro momento di silenzio passava intanto. Ma poi James, che aveva preso il via, decise di dire tutto quello che pensava, tanto non avrebbe potuto andare peggio di così.

"Anche riguardo a Mark.." Lily tirò su la testa, improvvisamente molto più attenta.

"Tu lo hai categorizzato come il tuo fidanzato, ed essendo innamorata dell'amore, ora hai deciso di stare con lui, e credi sia la cosa giusta da fare..." lei lo interruppe.

"Ma cosa dici? Cosa vuol dire 'innamorata dell'amore'??Tu vaneggi, James!" il bello è che disse tutto questo senza urlare. Neanche James urlò quando rispose.

"Lily, tu non sai cosa vuol dire essere innamorati delle persone. L'amore è un'altra cosa che non si può etichettare, è qualcosa di... " si interruppe per un attimo. Guardò la ragazza e poi le parole le vennero spontanee.

"Hai mai provato la sensazione di bere dalla sorgente un'acqua fresca e cristallina, dopo una lunga camminata nel deserto? Hai mai sentito di voler fare qualcosa di stupido, qualunque cosa, purchè lei o lui ti noti? Hai mai desiderato la felicità di una persona fino a voler morire, se servisse? Hai mai letto nel cuore di una persona, riuscendo a leggere quello che anche lei non vuole ammettere? Sei mai andata a cercare un motivo per ogni reazione fisica di una persona?Hai mai fatto tutto questo?" e la guardò.

Lily scosse il capo "No. Bè, provo sempre la sensazione di vuoto allo stomaco e sono contenta perchè so di essere innamorata e..."

"Ecco. Hai etichettato l'amore com'era quando eri bambina. E ora confondi l'amore che è alla tua età come una sensazione indefinita che ti dà fastidio quando vedi l'altra persona!"

Lily si fermò a guardarlo. James era strasicuro di quello che diceva, e sembrava perfino un pò più sollevato, adesso. Cos'era che le dava fastidio in quella situazione?

Scosse il capo e disse.

"Potrebbe darsi che hai ragione. Ma ognuno ama in modo diverso, no? Perciò, a meno che tu non fossi il Padre Eterno, non puoi sapere se io amo davvero Mark o no..."

"Come non lo sai te!" centro.

"No, non lo so, ma io sento che è così per adesso. Non ho detto che me lo voglio sposare, perciò per adesso stiamo apposto... e controlliamo la teoria degli Incantesimi di Scambio!"

James neanche sbuffò. Aveva messo il tarlo nell'orecchio di Lily, e questo gli bastava. Forse prima o poi sarebbe rinsavita. Forse.

Finirono la lezione alle sette e tornarono insieme in dormitorio, parlando della prima partita di Quidditch della stagione, che sarebbe stata di lì a tre settimane.

"Nervoso, Capitano?" James alzò le spalle "Sarò nervoso solo se capirei di non avere chance per prendere il boccino!" Lily aggrottò le sopracciglia "Cioè, tu sei sicuro di prendere il boccino!" James annuì.

"Io sono sicuro di fare qualsiasi cosa, prima o poi." Lily era contraria a quella filosofia di vita.

"A parte che non è così che funziona, ma poi, ero io quella che etichettava le cose?" James si ritrovò per la prima volta senza battuta da risposta. Lily annuì (più con se stessa che con altri) e proseguì a camminare.

Arrivarono in Sala Comune dopo poco e stavano per dividersi.

"Lily, domani ci vediamo?" la rossa scosse il capo.

"No, domani vado dai miei, e poi vedo Mark. Ci vediamo lunedì, James!" e lo salutò con la mano, prima di sparire su per le scale del dormitorio. Lui rimase basito a digerire l'informazione e prese dai suoi pantaloni un foglietto di carta.

Lily Evans, sei invitata alla villa Potter di Longsea Beach, il week-end del 14 e 15 ottobre, per festeggiare il compleanno del qui presente Campione, James Potter.

Requisiti minimi: Allegria e voglia di festeggiare.

Prima di strapparlo, James fece una finta risata. Tanto ci avrebbe pensato Mark a portarla a Longsea, lui a cosa serviva? Gettò gli ormai sedici pezzi nel fuoco e rimase a guardarli mentre si consumavano, come le speranze che aveva con Lily.

La sera di venerdì tredici ottobre arrivò presto a Hogwarts. James non stava più nella pelle, alle otto, montando sul treno che lo avrebbe portato a Longsea, da King's Cross, per festeggiare la sua entrata ufficiale nel mondo degli adulti. Diventava maggiorenne, e lo diventava accanto agli amici più sinceri.

Con lui c'erano Sirius, Remus, Peter e Susan. Ma Lily no.

In effetti non la vedeva dal 5 ottobre. Sapeva che il giorno dopo era andata a casa per il fine settimana, e poi la settimana dopo, si era presa la febbre, così non si erano visti, dato che invece di tornare a Hogwarts, la rossa era rimasta a casa sua a Privet Drive. James non si era neanche preoccupato di avvertirla del suo compleanno, dubitava che a lei ne fosse importato qualcosa, dato che aveva passato un intero finesettimana con Mark, senza chiedere sue notizie, anche attraverso Susan, o cose del genere.

E dire che James c'era quasi cascato che lei ci tenesse almeno un pò alla loro amicizia, ma evidentemente era stata solo un impressione, o forse Lily ci provava giusto perchè dovevano passare tutte quelle ore insieme.

Se era così, non c'era niente di cui preoccuparsi, perchè aveva già deciso di parlare con la McGrannit per sospendere quelle lezioni, e se la prof non avesse voluto, bè le avrebbe sospese da solo. Non voleva la pietà da Lily, o avrebbe pianto davanti a lei in momenti ben diversi.

Il treno, con un tremito, si avviò e lui decise di non pensare più a Lily, si doveva divertire, poco ma sicuro. E non era difficile, quando hai due amici pazzi (Susan e Sirius), che poi stanno anche insieme, in più c'era un lupo mannaro, e allora? Chi poteva vantarsi di passare il compleanno con un lupo mannaro e tre Animagus illegali, più lui??

"Proporrei il primo urrà a James!" urlò Sirius, già brillo solo per il fatto di avere la prima vacanza dall'inizio della scuola. "Urrà!" urlarono gli altri amici in coro. "Dai, ragazzi, però... stiamo ancora sul treno!" disse Susan, cercando di fare la brava ragazza, se non altro, cercando di essere educata. Remus le diede man forte "Susan ha ragione ragazzi. In fondo, tra mezz'ora siamo arrivati e potrete fare tutto il casino che volete!"

"Questo è poco ma sicuro!" fece James, che pregustava già la faccia di Sheila. Non gli aveva detto che sarebbe venuto a Longsea e andava a farle una sorpresa. Chissà come l'avrebbe presa la sua Shey! Quella che lo sapeva ascoltare anche quando non le diceva niente, quella che era una vera forza della natura.

"Ehi, ragazzi, ma James non vi sembra troppo pensieroso?" disse Sirius, distraendo il ragazzo da Sheila.

"Cosa?" Remus annuì "Eh già.. James, hai anche imparato a pensare?" Sirius ormai aveva preso il via.

"Avevamo detto, niente Evans questo finesettimana!" James era interdetto. Da una parte voleva uccidere Sirius per avergli ricordato Lily quando per una volta non ci stava pensando, ma dall'altra, gli dava ragione. Così optò per uno sbuffò.

Susan sembrò però molto più scocciata di lui. "Eddai, ragazzi, lasciatelo in pace!Sembra che non siete mai stati innamorati!" buttò a buffo, e siccome tutti i Malandrini avevano i loro segreti, lasciarono perdere il discorso, ma Sirius non si sarebbe mai stato zitto. "Uffa, ma quando si arriva?" disse, come un bambino viziato, stravaccato sul sedile del treno. Susan incrociò gli occhi di James, sorridendo.

Susan era stata la prima che l'aveva capito fino in fondo, la prima che aveva saputo ascoltarlo, in fondo erano amici da vent'anni.... anzi, preciasamente da diciassette. Eppure ora lei e Sheila si trovavano così vicine nel cuore di James che era difficile decidere chi prevalesse.

Sirius si alzò in piedi "Bè, ragazzi, io vado a prendere da mangiare!" e aprì la porta dello scompartimento, venendo seguito a ruota da Remus e Peter.

Quando si chiuse la porta dello scompartimento, James parlò a Susan. "E così... ci hanno lasciati da soli!" Susan alzò le spalle "Comunque ti conosco. Non stavi pensando a Lily, è così??" ma come faceva quella ragazza a capire tutto di lui? Forse erano misteri dell'universo femminile.

"No, pensavo a Sheila!" Susan annuì. "E tu vuoi parlarmi di lei, vero Susie?" un sorriso illuminò il viso della ragazza. "Precisamente, James John Potter!". Lui sorrise di rimando e si mise comodo.

"Sentiamo, allora!"

"Bè, ecco...." Susan non era tipo da messaggi criptici, gli piaceva andare dritta al sodo, non sopportava dover fare dei temporeggiamenti nei discorsi, la rendevano nervosa.

"Io dico che ti ci dovresti mettere, tanto ti piace, no?" James rise. Fragorosamente. E la ragazza si sentì un pò offesa. "Ehi!Dicevo sul serio!" James smise di ridere e la guardò.

"Scusa Susie. Il fatto è che... io... è come se... come se mi mettessi con te! Troppo.. è un rapporto troppo intimo, lei è la mia migliore amica!" un cipiglio severo s'impadronì del viso della mora "Ah, bè, grazie, eh!" e si alzò, facendo finta di andarsene. James la prese per la vita.

"Ma vieni qua, stupida!" e la prese in braccio a sè. Con lei pochissimi gesti erano inopportuni. In fondo, si vedevano nudi dall'età di tre anni, quando potevano vestirsi da soli.

Lei si ostinava a tenere il broncio, come una bambina di tre anni. "Comunque è troppo comodo che io adesso sia la seconda, solo perchè è arrivata una nuova, fresca fresca.." James la interruppe.

"Eh, che ci posso fare, le donne non vivono senza James Potter!" lei fece schioccare la lingua e portò indietro la testa, ma facendo così, diede una capocciata paurosa alla retina portabagagli, e allora chinò di nuovo in avanti la testa, reprimendo un'imprecazione.

"Scema!" le disse ridendo James, allora lei aprì gli occhi, che prima aveva strizzato per reazione alla botta e... vide che lei e James erano distanti al massimo tre centimeri.

Perchè le faceva un'effetto così strano?

Sentiva un caldo innaturale e anche lui... deglutirono, per poi decidere che era tutto troppo bello per resistere...

James teneva una mano fra i capelli di Susan, infrangendoli e in un secondo, erano così vicini che le loro labbra si toccarono, ma per fortuna, la porta di uno scompartimento di un treno regionale risalente forse alla Guerra dei Cent'anni fa un grande rumore, prima che la persona che l'ha aperta possa entrare nello scompartimento. Così i due si staccarono, dopo aver assaggiato un pizzico di quello che volevano.

Per fortuna, perchè era Sirius con in mano panini e bibite, e poi venne seguito da Remus e Peter.

"Ehw. Non potete immaginare quanta fila c'era....!" e si sedette al posto di prima.

"Susan, dai, vieni qui, che sono stato troppo lontano.." Susan si alzò dal grembo di James e andò verso Sirius "Ma perchè non ci facciamo un giro, Sir?Ho un gran caldo..." e in effetti era molto rossa in viso, non certo però per il caldo. Sirius annuì, e la seguì, prendendola per la mano.

James rivolse il suo sguardo alla finestra, pensando a tutto quello che era successo, e poi, con orrore, si rese conto che in quel momento aveva pensato Lily. Allora chi aveva tradito? Susan o Lily?

Dopo circa un quarto d'ora dal bacio mancato con Susan, i Malandrini arrivarono a Longsea, e James li condusse alla piazza sul lungomare, che si affacciava sulla spiaggia dove tutta quella storia infinita era iniziata. Ormai era sera inoltrata, per cui non si poteva godere appieno del mare brillante e chiaro.

Susan sembrava che avesse dimenticato quello che era successo, perchè chiaccherava, rideva e scherzava con tutti, anche con James. E lui le era grato di non averne parlato con Sirius.

Ancora non sapeva perchè aveva cercato di baciare Susan, perchè non la amava, le voleva di certo un gran bene, ma non la amava. Lei era una amica speciale e basta. Solo quello, e non era neanche poco. Perciò non voleva litigare con Sirius per un atto scellerato e non programmato, assolutamente no.

James cercò per prima cosa una cabina telefonica. Sapeva che Sheila abitava al palazzo esattamente davanti la spiaggia, e che era a casa quella sera, per cui era il momento giusto per farle quella sorpresa.

"Ragazzi, aspettate, devo chiamare Sheila!" Sirius alzò gli occhi al cielo, stringendo in mano la prima bottiglia di birra mezza vuota del finesettimana. "Ok, ma sbrigati, che sono stanco!" James sbuffò, avvicinandosi alla cabina.

Il vetro perimentrale e frantumato un pò dovunque, creando però l'effetto ragnatela che a lui piaceva tanto, e il pavimento era stato sostituito da una lastra di legno grezzo. Ma lui era talmente felice di tornare là, che non vide negativamente tutte quelle cose. Con mani tremanti, compose il numero sul telefono, divertito da quel gioco strano fatto con la tessera. Si avvicinò la cornetta all'orecchio e sentì squillare la linea che aveva chiamato. Gli veniva da ridere a quel suono, ma cercò di controllarsi, dato che era già esageratamente esagitato per il fatto di rivedere una delle persone più importanti della sua vita.

"Pronto?" la voce di Sheila, fresca e squillante, lo raggiunse chiara come se lei fosse stata là vicino.

"Shey, indovina chi sono?" una risata venne dalla cornetta

"James!Solo te potevi urlare così al telefono!" James si sentì un completo idiota, e abbassò di scatto la voce.

"Scusa!" disse, per ricevere un'altra risata. "Adesso è troppo bassa. Parla normale!" James arrossì.

Ma perchè non c'era un manuale d'uso di quella cosa??

"Ok. Così va bene?"
"Sì!"

Ora era più sollevato. "Ma, com'è che un Campione di Nimbus chiama al telefono?" James sorrise.

"Un Campione non può voler sentire la sua campionessa?" Sheila stette in silenzio per un momento, e il ragazzo credette che fosse cascata la linea, ed era preoccupatissimo di aver fatto qualcosa di sbagliato.

"Ci sei?" disse preoccupato.

"Sì, scusa, eccomi!" ora era più sollevato.

"Perchè non parli?"
"Perchè cerco di capire cosa stai macchinando!"

Ora toccava a lui ridere "Ma cosa diavolo vuoi che stia combinando?Semplicemente..." un rumore interruppe per un momento la conversazione, segno che la scheda era quasi terminata.

"Bè... se scendi te lo spiego, ok?" sperò che Sheila registrasse quelle parole immediatamente. Ad un certo punto non sentì più niente se non il TU-TU metallico, segno che la conversazione era terminata.

Non potevano essere i soldi, perchè quelli che aveva gli garantivano ancora trenta secondi di chiamata.

Uscì dalla cabina interdetto.

"Bè?" fece Sirius.

Eh già. Bè che? Non lo sapeva neanche James quello che era successo. Sheila aveva capito, oppure era ancora su a chiedersi come mai la conversazione si era interrotta?

Prima che tutto questo potesse venire formulato nella testa di James, all'improvviso, lui si ritrovò un peso in più sulla schiena, e questo peso parlava! Diceva:

"Losapevo, losapevo, losapevo!"

James rise, riconoscendo quel timbro allegro e si girò. Davanti a sè trovò Sheila, forse ancora più bella di come se la ricordava. Gli occhi verde acquamarina brillavano allegri, accesi anche da quel sorriso candido. Lo abbracciò di nuovo "Oddio quanto mi sei mancato!" James rideva stringendola. Poi le prese le mani e le fece fare un giro. "Ma guardati, come sei bella!" lei fece un verso di disprezzo "Sì, proprio una meraviglia!" disse sarcasticamente. Era vestita con una tuta ed aveva le ciabatte ai piedi, ma in quel momento a James non veninva proprio in mente una ragazza più bella. A parte, naturalmente, Lily.

"Piuttosto, ti sei guardato te? Secondo me hai più muscoli!" James raccolse l'adualzione "Ovvio che io sono più bello! Senti, ma con Robert...?" Fu un attimo.

Ci fu un lampo negli occhi di Sheila che diceva tutto. Diceva che Robert nel suo cuore non c'era mai stato, e aveva solo cercato di coprire un bisogno più impellente, che era... che era James. E anche lo sguardo di James diceva tutto. Diceva che lui aveva trovato finalmente la ragazza con cui sarebbe riuscito a dimenticare la rossa che aveva maledetto il suo cuore. E allora si avvicinarono. Lei era talmente impaurita di vederlo fuggire che gli avvicinò la testa, prendendola sul collo. Ma lui non sarebbe scappato. E la baciò.

In quel momento i due non si ricordarono proprio che attorno c'era un gruppo di quattro persone a vederli.

Anzi, forse Sheila non se ne era neanche accorta.

Sirius faceva dei gesti silenziosi verso i due che significavano "Sì, vai così!".

Remus sorrideva e cercava di contenere l'entusiasmo di Sirius.

Peter si meravigliava ancora una volta del potere di conquista di James.

Mentre Susan... forse Susan era l'unica dispiaciuta di quel bacio. Aveva lo sguardo spezzato e Sirius non pareva essersene accorto, intento com'era a festeggiare per il suo migliore amico.

La testa della mora si girò verso il mare e una lacrima le venne portata via dal vento. Aveva sempre saputo di essere lei la 'sostituta' di Lily, non una prima venuta qualunque, e, specialmente prima sul treno, era convinta che magari avessero potuto stare insieme. Non sapeva neanche quello che le prendeva, amava Sirius, solo che... negli ultimi tempi era sembrato un pò distante dal curarsi delle sue emozioni.

Tutta quella storia era ridicola.

Charles Dickens lo avrebbe giudicato un ottimo spunto per un romanzo da minimo ottocento pagine.

La mattina dopo arrivò con una tale fretta che parve innaturale.

E James ci mise un pò a registrare che era il suo compleanno. Avrebbe dovuto essere una giornata molto più felice di qualsiasi altra, eppure stentava a credere che ci sarebbe stata qualcosa più bella del fatto di svegliarsi accanto a Sheila la mattina. Perchè avevano dormito insieme, dato che lei non ce la faceva più a non vederlo a pensarlo senza nemmeno sentire la sua voce....

Povera Sheila, chissà come gli era mancato il profumo del suo James...

Il ragazzo gli posò un leggero bacio sulla fronte, mentre lei ancora dormiva, avvolta da quel sole che risaltava la sua pelle candida e la bocca a bocciolo dischiusa leggermente. Sopra le palpebre abbassate le sopracciglia si aggrottarono. Forse la ragazza stava facendo un incubo.

James fece correre le sue dita tra quei capelli color dell'oro fuso, cercando di trasmettergli dolcezza, e magari lei avrebbe cambiato sogno...

Ma all'improvviso, gli occhi di Sheila si aprirono, rivelando quel verde acquamarina che piaceva a molti.

"Hai fatto un incubo?" le chiese dolcemente lui. Lei annuì, poi si girò per stiracchiarsi. "Ho sognato che ti mettevi con Lily!" fu come se qualcosa si risvegliò in James. Un qualcosa di strano e fastidioso che fece una mezza capriola in se stesso, e troppo nitida gli apparve l'immagine del viso sorridente della rossa.

"Ah sì??" disse sbadigliando, cercando di non far notare il trambusto che l'aveva attraversato. Ma non aveva tenuto conto che Sheila sapeva leggergli dentro. Infatti la ragazza si girò e disse, in un tono che sapeva di supplica "Ti prego, non farmi soffrire. Neanche un pò. Se tu vuoi io rimarrò per sempre la tua Sheila, ma non mentirmi, ti supplico!" James rimase per un attimo a guardarla. Ispirava una tenerezza che lui non aveva mai avuto, aveva l'aria di una cucciola spaurita... quasi una gattina.

Gattina. La sua Susan, la Kitty del gruppo.

Ma cosa gli prendeva? Quella mattina si era svegliato con una grande voglia di stringere Sheila fra le braccia, poi gli tornava in mente Lily, e poi, per una stupida associazione, il suo pensiero era corso al bacio con Susan.

Allora era per davvero un puttaniere, come Lily si ostinava a dire?

Questo non poteva essere possibile, sarebbe morto, piuttosto che ammettere che tutte le cose che Lily sosteneva su di lui erano vere. Ormai era sovrappensiero, perciò un suono lo riportò alla realtà.

"James?" fece Sheila, facendo correre il suo indice sulla mascella di James, ricoperta dalla barba incolta di tre giorni. Quel gesto gli sembrò all'improvviso così... naturale. Ma come faceva a pensare alle altre ragazze quando aveva un angelo nel letto??

"No, non ti mentirò mai, Shey, mai!" e lei si abbandonò tra le sue braccia con un sospiro. Sicuramente sapeva molto di più di quello che sapeva James sulla sua stessa vita.

Poco lontano, Lily sentì un brivido lungo la schiena e si allontanò dalle dolci carezze di Mark. Quello le accarezzò con dolcezza il volto. "Che c'è?" la rossa non rispose.

Per un attimo aveva avvertito una scarica elettrica, un fastidio.... non sapeva perchè ma aveva la strana sensazione che James Potter c'entrasse in qualche maniera. Chiuse gli occhi e agitò il viso.

Ma cosa diavolo andava a pensare? James Potter non poteva essere là, non quel finesettimana, era impossibile, chissà cosa le era preso.

"Amore, che c'é?" ridisse Mark, cercando di guardarla negli occhi. La rossa sorrise tranquillizzandolo. "Niente, è solo che... una scemenza, lascia stare!" e si ripresero a baciare. Lily sapeva che prima o poi questo non sarebbe più bastato a lui. Lo sentiva già impaziente di qualcosa che lei forse non voleva concedere. Ma non era quello il problema in quel momento. Era ancora curiosa di capire com'era potuto accadere che James Potter le fosse entrato a quella maniera nella testa.

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Nel pomeriggio, James era da solo in camera. Sheila era uscita con gli altri per comprare il necessario per la festa e non lo aveva assolutamente voluto, tutt'al più che doveva anche comprargli il regalo.

Così, alle sei, mentre il sole tramontava sul mare, lui era sdraiato sul divano, da solo, e si trovò a chiedere cosa mai ci fosse all'orizzonte. Chissà se qualcuno lo sapeva.

Scosse la testa. Doveva proprio essere sfaccendato se si metteva a fare congetture poetiche sull'orizzonte. Mosse la mano e le lenzuola disordinate gli massaggiarono le mani, non come il ricordo di chi c'era su quelle lenzuola. Con un sospiro, il ragazzo si voltò dando le spalle alla finestra.

In quel momento un cigolio segnalò che la porta si era aperta, e la figura di Susan, entrata in camera sua, si sedette sul letto, poggiandosi su un braccio e guardandolo.

"Miss Io-sono-la-cucciola-di-casa ti ha scaricato, vedo!" James alzò gli occhi al cielo. Susan non poteva proprio sopprtare Sheila. "E' andata a farmi il regalo, Sus! Io non ci devo essere quando mi compra il regalo!" Susan distolse lo sguardo da James e lo portò al tramonto.

"Tanto chiunque è meglio di me, giusto?" la voce aveva cominciato a tremarle, così il ragazzo si mise dritto seduto e le accarezzò un braccio "Ma che dici?" cercò di consolarla.

"Sono secoli che Sirius non se ne accorge più se tremo, o sono spezzata...." la prima lacrima fece capolino da quegli stupendi occhi azzurri. "Ma ci sei sempre tu, e io ho sempre ringraziato il cielo di questo, ma ora... lei.... io ho paura che possa prendere il mio posto!" ormai il pianto sfociava e lei singhiozzava, scuotendo la schiena fragile. James non sapeva che fare, non era mai stato il massimo nel consolare qualcuno, poi Susan si buttò a piangere direttamente fra le sue braccia. E lui le accarezzò i capelli, dicendo le cose che più gli venivano spontanee dal cuore.

"Nessuno prenderà il tuo posto, Sus, nessuno. Lei non sarà mai te!"

La mora si scostò da quelle braccia e si asciugò le lacrime, poi disse, guardando dritto negli occhi James, con i suoi azzurri più fieri e determinati che mai.

"Allora facciamo l'amore James. Adesso, qua!" lui rimase per un pò fermo e immobile, senza sapere che fare, poi, le mani di Susan lo presero per la maglietta e lo trascinarono verso quella bocca piena che lo aspettava. Fu come se dall'episodio sul treno si fossero direttamente ritrovati là, e, almeno per un'altro pò non c'era pericolo che Sirius tornasse.

Così, James, prendendo in mano la situazione, la portò a sdraiarsi sotto di lui.

Non era passata più di un'ora, che erano sdraiati vicini. Ma lui, invece di stringerla fra le braccia, era girato dall'altra parte, senza avere il coraggio di guardarla negli occhi.

Così lei disse quello che le passava per il cuore.

"Vuoi ancora lei?"

Silenzio. Ebbe solo tutto questo in risposta. Non ce la faceva più. Il suo cuore non era un bordello per fare da rifugio a tutti i puttanieri di Hogwarts.

"Vaffanculo, James!" disse e se ne andò, raccogliendo a malapena i vestiti.

Un demente. James quella volta non riusciva a darsi una giustificazione.

Aveva tradito Sheila, e perfino Susan, e tutto senza smettere di pensare a Lily. Ma cosa gli succedeva? Si stava per davvero comportando come un ragazzino immaturo, arrogante e pieno di sè... e ora cosa avrebbe fatto?

Non riusciva a pensarci, in quel momento si sentiva talmente colpevole che non riusciva a pensare.

Si strofinò gli occhi e si rivestì, sarebbe stato troppo complicato spiegare a Sheila il perchè lui era nudo fra le lenzuola di 14 ottobre, fortuna che il letto era già disfatto prima.

Mentire, ancora mentire.

Ma quando avrebbe smesso di mentire per coprire le cavolate che faceva? Forse mai.

In quel momento la porta si aprì e Sheila entrò, allegra e solare come mai. Lo baciò.

Perchè quei brividi spiacevoli al contatto con le labbra di Sheila? Era come se non riuscisse più a mentire, come se da quel momento in poi fosse cresciuto... Tuttavia, pur facendo di niente, come al solito, Sheila si accorse che c'era qualcosa che non andava.

"Tutto apposto?" disse carezzandogli i capelli. James annuì "Sì, tutto a posto!" e la baciò. "Scendiamo?" le disse poi, ma lei scosse la testa. "No, i tuoi amici stanno preparando la festa e credo che ci ammazzeranno se scendiamo!" James sorrise "E perchè te non sei con loro?" il sorriso di Sheila si fece più luminoso "Bè... perchè qualcuno deve pur trattenerti su, no?" e si mise in braccio a lui, baciandolo.

Ma lui non ce la faceva a mentire così ancora...

La verità era che ancora una volta, amava Lily e voleva lei.

E chissà lei dov'era in quel momento!
Così era questo il suo destino? Passare una vita ad aspettare l'unica donna a cui non avrebbe mentito, che non avrebbe fatto soffrire, ma l'unica donna che non lo voleva.

E questo invece era giusto? Passare una vita ad amare in silenzio e da solo un sogno, una chimera?

E se avesse rinunciato per sempre ad amare, e avesse sposato Sheila, solo per avere un pò di compagnia? Un brivido lo percorse. Si sentiva un mostro dopo quella congettura. In un momento si era reso conto di quanto male le avrebbe fatto. Intanto dava dei piccoli bacetti a Sheila e le accarezzava i capelli...

Bussarono "Ehi, James, quaggiù è tutto pronto!"

"Arrivo!" rispose lui. Sheila sorrideva.

Poverina, credeva veramente che lui la amasse. James scosse la testa, cercando di scacciare quei pensieri, poi diede la mano a Sheila e scesero.

Il salone era stato colorato in diverse maniere, e dappertutto c'era scritto 'Buon compleanno, Prongs'!!

Sirius non gli diede neanche il tempo di scendere dalle scale, che gli saltò addosso.

"Ebbravo, Ramoso!!!Auguri!" James rideva, ma stava per soffocare, perciò fece scendere Sirius da lui, contemporaneamente a quando Remus, Peter e Sheila avevano fatto partire il coro

"Perchè è un bravo ragazzo...."

E James si accorse un momento che non era per niente vero. Poi si accorse anche che Susan non c'era e questo lo spezzò in qualche maniera che non si vide neanche dagli occhi. "Ma Susan?" chiese a Sirius, che si limitò ad alzare le spalle. "La vado a cercare!" disse e andò verso la cucina.

Infatti la trovò mentre armeggiava con il forno.

"Sus..." quella non rispose

"Susie..." ripetè James un pò più forte. Quella si girò e non sembrava contenta della presenza del ragazzo vicino a lei "Che c'è James? Sei venuto un'altra volta a scoparmi e a mortificarmi?" James si mise subito sulla difensiva e disse "No..." ma Susan non lo lasciò finire.

Si buttò a percuoterlo di pugni, che gli facevano male più nel cuore che sul corpo. Poi Susan pianse e si buttò fra le sue braccia. Lui la strinse.

"Ti prego, James, dimmi che questo pomeriggio c'era altro che solo testosterone, quando l'abbiamo fatto, ti prego!" per una volta James disse la verità "Certo che c'era altro..." Susan lo baciò.

Fu un momento lento e bellissimo, in cui i battiti di James accellerarono, però...

"Susan, io non tradisco solo Sheila a stare con te. Tradisco anche Sirius!" Susan lo guardò per un momento poi si voltò verso i fornelli e disse "Sali su!"

James, però, non sarebbe salito.

"Susan, mi spieghi..." "SALI SU!" gli urlò contro lei. Poi ripianse. E ancora una volta, James la strinse.

"James, io non ce la faccio più... Sirius è cambiato.... non mi ama più!"

"Ma no..."
"E invece sì!Non è con una scopata al giorno che si vede se ami o no una persona!"

Il corpo di Susan era stretto a lui e si contraeva con i singhiozzi. Lui, incapace di dire o fare altro, le accarezzava i capelli.

"E mi sono sentita molto di più io a farlo con te oggi pomeriggio che con lui per un anno..."
"Porco!" urlò un'altra voce, sulla porta.

James non fece in tempo a girarsi, che una chioma bionda era uscita dalla cucina. Lui corse via da Susan in sighiozzi.

James riuscì a raggiungere Sheila prima che lei se ne andasse, e la prese per un braccio, costringendola a voltarsi. Ma lei si agitava, e i suoi occhi erano pieni di lacrime.

"Lasciami, James!" urlava, piangendo. Ma lui non l'avrebbe lasciata andare.

"No, Sheila, non me ne andrò prima che tu mi abbia ascoltato!" urlava senza nemmeno rendersene conto. Aveva solo paura di perderla.

"E cosa mi dovrai mai dire?" disse lei, staccando il suo braccio dalla presa del ragazzo e fissandolo arrabbiata, con le lacrime che le rigavano il viso. James si sentiva tremendamente colpevole.

Mosse le braccia come ad abbracciarla, ma lei lo respinse con una forza che non sapeva nemmeno lei da dove veniva.

"Stai fermo James, potrei ucciderti!" lui si tirò un pò indietro e lei cominciò a sputargli addosso tutto quanto.

"Stammattina, ti ho chiesto di non mentirmi, stammattina, James!" aveva gli occhi ridotti a fessura, la voce che le tremava, il viso era rosso di rabbia e l'indice era puntato contro di lui.

"E tu vai a letto con lei, dopo avermi detto che mi ami!!"

James non sopportava di vederla così. Non aveva mai sopportato di vederla piangere. "Scu..."
"Non scusarti James! Non mentire ancora!"

Rimanerono immobili in quella strana atmosfera glaciale. Passarono dei minuti in cui lui non sapeva cosa dire per farsi perdonare. Poi lei spezzò il silenzio.

"La verità è che io sono una stupida! Io ti amo, porca miseria!" e lanciò un vaso in una direzione imprecisata. James sobbalzò, e per una volta non ebbe il coraggio di rispondere.

Il rumore richiamò Sirius, Remus e Peter, e persino Susan uscì dalla cucina.

"Che succede?" disse Remus, guardandosi attorno.

"Chiedilo a questi stronzi!" disse Sheila "Che vanno a letto insieme!" La mascella di Sirius crollò a terra per lo stupore e il suo sguardo indugiò sui due che avevano la testa piegata in diverse direzioni. Remus sapeva che non sarebbe dovuto rimanere.

"Credo che la festa non si faccia più!Peter, vieni con me a pulire?" disse, cercando di far capire all'amico che non era il caso di rimanere. Quello lo seguì in fretta, pauroso di beccarsi qualche fattura volante.

James neanche riusciva a piangere. Perdere Susan era brutto, perdere Sheila anche, ma non sopportava di perdere Sirius. Sirius che non riusciva nemmeno a parlare.

"Perchè?" chiese solo, stringendo i pugni al fianco.

Susan cominciò ad urlargli contro.

"Non ci sei mai quando c'è un problema Sirius!Non mi chiedi mai se c'è qualcosa che non va, non ti interessi di me!" se possibile, Sirius impallidì ancora di più "Che cosa?? Ma io ti...!"

"No, tu non mi ami, tu mi vuoi! Mi vuoi e basta!" i denti di Sirius si scoprirono in un ringhio. Poi il suo sguardo si posò su James, che chiuse gli occhi.

"Sirius, io lo so che..."
"Fuori!" disse semplicemente quello

"Cosa?? Ma.."
"Fuori!"

"Lasciami spiegare..."
"HO DETTO FUORIIII!!!" e, prendendolo per il collo lo spinse su per le scale. Non gli aveva fatto niente, ma James sentiva la sua presa come una stretta che non sarebbe mai andata via, mai. Salì le scale, e poi uscì.

Davvero un bel compleanno.

Vagò per le strade cercando di distrarsi, ma tutto gli ricordava quello che era appena successo e non riusciva a non pensare che era successo tutto per colpa di... ma perchè mentire anche a se stesso?

Non era stata Lily, era stato lui a combinare tutti quei casini e ora era solo.

Si sedette su un tronco sulla spiaggia e tirava i bastoncini a lui più prossimi. Non sarebbe tornato a casa quella sera, era poco ma sicuro. Almeno fino a che poteva evitare tutti, doveva farlo. Il brutto sarebbe stato quando sarebbero dovuti rientrare a Hogwarts, dormire e studiare e mangiare negli stessi luoghi.

Sarebbe stato durissimo, ed era solo.

Completamente.

All'improvviso un abbaiare si fece vicino, troppo vicino. Un labrador gli abbaiava contro, il pelo color panna bagnato e sporco, perchè probabilmente si era rotolato a terra fino a quel momento.

"Calmo!" fece James nervoso, alzandosi con la paura di venire morso...

Sette anni a sgattaiolare in segreto con un lupo mannaro, un cane, un gatto e un topo e aveva paura di venire morso da un labrador randagio? Era ridicolo!
Ma cosa era normale quella sera?

James indietreggiò ancora un pò perchè il cane continuava ad avvicinarsi a lui, e lui pregava di rimanere ancora in vita.... poi inciampò su una roccia e cadde all'indietro.

Il cane gli si avvicinò e lui era tremante.

"Fa che mi morda in fretta, ti prego, ti prego..." si ritrovò a pensare, ma poi... il cane lo leccò sul viso e scodinzolò, festante di averlo accanto. James rimase esterefatto per un momento, poi si rialzò e cominciò ad accarezzarlo.

"Ma allora c'è ancora qualcuno che vuole stare con me...." disse ridendo. Sì, rideva.

Si era stufato di piangere e ora voleva godersi quella notte, tanto non era più da solo. Si alzò in piedi e il cane si scostò leggermente. Poi si alzò su due zampe e fece dei gesti inconsulti con le zampe, per poi ricadere su quattro e muoversi un'altro pò, poi abbaiò. E James capì.

Gli stava dicendo di seguirlo.

James cominciò a camminare, ma il cane era troppo veloce, e in breve lo perse, tanto più che si andava creando la nebbiolina dell'aurora.

"Bello, dove sei??" urlò, cercando quel compagno improvvisato. Un bastone gli venne incontro, lanciato con violenza. "Chiunque tu sia, vattene!" disse una voce femminile.

James non ci si soffermò a lungo.

"Scusa!" disse in tono sprezzante "Ma stavo solo cercando il mio cane!"

"Chi quel randagio?" rispose insolente la voce "Lo ritroverai domattina allo stesso punto!" James si arrabbiò contro quella voce. Non capiva che voleva compagnia in quel momento, e voleva il labrador accanto a sè.

"Vattene!" riurlò quella voce, ma all'improvviso, James si fermò. Conosceva quella voce, ma non poteva essere.... o forse sì??

"Ho detto, vattene!"

Andò un pò più avanti, abbastanza da cercare di vedere chi fosse

"Ti consiglio di fermarti là, o potresti vedere cose per le quali ti chiuderai spontaneamente in manicomio, giuro!" per la prima volta sentì la voce singhiozzare e si rese conto di conoscere terribilmente quei singhiozzi "Vattene, ti prego!" ormai il tutto era sfociato in pianto.

E James era più vicino, tanto da poter riconoscere il colore dei capelli della persona che aveva parlato, che era seduta su un tronco e si teneva la testa fra le mani con disperazione.

Sospirò. Ormai era fatta.

"Lily!" fece James, sedendosi accanto a lei e mettendole ua mano sulla schiena scossa dai singhiozzi.

Era proprio Lily, che si stava disperando, ma ancora non aveva riconosciuto James, almeno fino a che lui non si fu seduto accanto a lei, allora si girò e lo guardò a occhi sgranati.

"James??" il ragazzo sorrise "In carne ed ossa!" la ragazza si tirò un pò indietro "Ma tu non dovresti essere a Hogwarts?" l'espressione di James s'intristì leggermente. Magari fosse rimasto a Hogwarts, ora tutti quei casini non sarebbero successi.

"No, sono venuto a Longsea, per festeggiare il mio compleanno..." fece una mezza risata e tirò a vuoto un bastoncino. Lei alzò le spalle, sempre mentre le lacrime le rigavano il viso. "Almeno tu avrai passato una bella giornata..."

Da James si sollevò una fragorosa risata. Già, rideva.

"Splendida!" disse sarcasticamente.

"Che è successo?" s'incuriosì lei.

"Bè vediamo, prima... ho quasi baciato Susan!" la faccia della rossa si spalancò in una smorfia di sorpresa. "Poi mi sono rimesso con Sheila, giurando di amarla, poi sono andato a letto con Susan perchè me lo ha chiesto gentilmente e poi... bè ci hanno scoperto!"

Prima ci fu un momento di silenzio, poi...

Lily scoppiò a ridere.

"Sei sempre il solito!" James si sentiva più sollevato "Speriamo che anche loro la possano prendere così..." si affrettò a dire, poi il suo sguardo tornò sulla rossa "E a te, invece, cosa è successo?" il sorriso di Lily si fermò e l'espressione le si fece arrabbiata. Ma aveva smesso di piangere.

"Il fatto è che voi maschi avete solo testosterone nel cervello!" James la guardò interrogativamente "Che ha fatto quel porco?" Lily sospirò e cominciò a raccontare.

"Erano molte volte che Mark... ci provava. E io non me l'ero mai sentita...." sospirò. James si fece più attento. "Allora stasera è uscito di testa, ha cominciato a tirare oggetti, ha detto che non ci sono mai, che lo voglio fare impazzire che chissà magari a quanti la dò lassù, e tirava oggetti...." aveva ricominciato a piangere e James l'accolse fra le sue braccia. Scoprendo poi che era solo quello che voleva fare con la rossa. Tenerla stretta fra le braccia, quel semplice contatto già lo faceva impazzire.

"E urlava cose terribbili... ha detto che se è così, non lo amo...." e venne presa da un'eccesso di singhiozzi. James la teneva fra le sue braccia, per lei avrebbe voluto tutte le magliette che aveva, compresa la divisa di Quidditch, bagnate di lacrime.

"Quello è un deficente, l'ho sempre detto!" disse, infrangendo le sue mani fra i capelli di lei.

"Perchè, tu non vuoi la stessa cosa?" disse a bruciapelo e James rispose quello che gli veniva dal cuore.

"No. Cioè, anche. Ma la cosa più bella che potrei volere stando con te, è il tuo sguardo e il tuo sorriso illuminati da me!"

Lily si staccò e lo guardò. "Non resisteresti neanche tre giorni senza fare sesso!" lui sorrise

"Ti ho già detto che mi piacciono le scommesse?"
"L'avevo intuito, sì!"

Rimanerono per un pò in silenzio. Poi si sentì un abbaiare felice e il cane tornò, a farsi coccolare, saltava prima su uno e poi su un'altra, correndo, buttandosi a terra e facendosi accarezzare. Ora tutti e due ridevano. Poi, il cucciolone, fece una mossa sbagliata, che li fece cadere uno sopra l'altra e ci fu un momento di imbarazzo totale, in cui le guance di Lily divennero color porpora. Ma James non prolungò quell'attimo, e si alzò in fretta, scrollandosi la sabbia di dosso.

Si risiedettero sul tronco, in silenzio. Ma nessuno dei due voleva che l'altro se ne andasse, era un tacito patto.

"Oh, guarda, James, sta sorgendo il sole!" e all'orizzonte cresceva una mezzaluna dorata, anzi, rosata per il momento. E James riprese i suoi pensieri sull'orizzonte.

Forse laggiù c'era l'amore, ecco perchè il sole sorgeva sempre da laggiù. Non era possibile che, come dicevano i materialisti, l'orizzonte non esisteva e il sole sorgesse solo perchè la Terra girava...

E ora lui, là vicino a Lily, non riusciva a non credere alla presenza di qualcosa di sovrannaturale, qualcosa che governa la tua vita, fino dal concepimento e quel qualcosa è l'amore.

Non riuscendo più a trattenersi, James mise un braccio sulle spalle di Lily, e l'abbracciò. Inaspettatamente, lei si abbandonò su di lui, facendogli mancare qualche battito.

"Sai..." disse lei a occhi bassi, mentre si rigirava fra le dita una ciocca di capelli.

"Mentre ero qui da sola a piangere..." sembrava che gli occhi le si lucidassero solo al ricordo del perchè aveva pianto. "Mi è capitato di pensare che a volte quelli che crediamo di amare sono sempre le persone sbagliate..."
"A volte eh?!" fece lui sarcasticamente. Lei sorrise.

"Dico sul serio. E forse le persone giuste sono proprio quelle che rifiutiamo con insistenza.."
"E ti è venuto in mente qualcuno?" disse sorridendo lui. Ora anche lei sorrideva.

"Mah... un rompiscatole e un arrogante!" disse fingendo di pensare a qualcuno.

"Sono d'accordo!" disse lui a occhi chiusi, respirando i capelli di lei.

"Che si crede di essere chissacchi per il semplice fatto che ci ha azzeccato a dire che io sono innamorata dell'amore..."

"Povero uomo, chissà quante delusioni ha dovuto sopportare da te!" sorrideva contro i capelli della ragazza e questo provocò un dolce brivido alla rossa "Bè, non che non se le sia meritate..." disse, scansandosi scherzosamente. A quel punto James riprese bruscamente controllo di sè. "Dio,.... tu lo vuoi far morire questo ragazzo!" e teneva gli occhi chiusi, estasiato. A quel punto, la rossa si sdraiò su di lui e guardò l'alba. Lui le accarezzava i capelli.

"Qui!" disse lei.

"Qui, cosa vuol dire esattamente?" chiese lui, malizioso, alzando un sopracciglio. Lei rise.

"Scemo, volevo dire che... tutto è iniziato da qui!"

"E tutto cosa?" James ci teneva che lei lo dicesse, che riepilogasse quella storia, così strana che pareva un romanzo dell'Ottocento.

Lei sorrise e riepilogò.

"Era una notte buia e tempestosa.."
"A me sembra di ricordare un tramonto sereno e limpido...."

La rossa sbuffò. "Fammi fare, ok?" James alzò le mani in segno di resa.

"Dicevo, era una notte buia e tempestosa, quella di S.Lorenzo di sette anni fa....e io non vidi un bambino che giocava solo soletto... e sembrava così mansueto... poi, ritrovo un ragazzino arrogante... e poi, come hai detto te.... qualche mese fa era un tramonto sereno e limpido, contento?" James annuì e lei continuò.

"E incontro uno che non si arrende mai, ma proprio mai..."

"E dove sarebbe la parte divertente??"

Senza curarsi di lui, lei continuò. "Ma rincontro anche uno che sembrava dolce, e che invece è solo uno stronzo!"

"Sempre detto!"
"Hai intenzione di commentare per tutto il tempo??"

"Volendo..." Lily lo incenerì con lo sguardo e lui recepì il messaggio.

"Diciamo che a questo punto l'intreccio diventa talmente complicato che... non c'ho capito niente nemmeno io, ma..."

La rossa fece un lungo respiro.

"Ma si arriva a un'alba serena, che adesso mi sta piano piano schiarendo le idee.." la rossa si alzò a guardarlo in viso e lui non poteva fare a meno di aspettare un qualunque suo gesto con trepidazione...

"James, cosa mi dicevi a proposito dell'amore? Com'è?" James la guardò drittà negli occhi, penetrandole nell'anima con il suo sguardo sicuro e determinato

"L'amore non è.... l'amore è solo una sensazione che varia da persona a persona e... per me è una scossa che mi attraversa quando ti vedo!" Lily si morse il labbro inferiore.

Ora sì che era sicura di aver trovato quello che cercava. Sembrava così impossibile... averlo avuto così vicino per tanto tempo e non aver mai riconosciuto che lui era la cosa di cui aveva bisogno....

"Per me è la voglia di stringerti fra le braccia per non farti andare via, e stringerti così forte da farti sfiorare la morte..." si avvicinò.

James però ci pensò un pò su. Non voleva mettersi con Lily quando tutto il resto nella sua vita andava storto.

Lei avrebbe dovuto essere il dolce epilogo di una fantastica giornata, non la consolazione di una giornata in cui aveva perso tutti i suoi amici.

"No, Lil!" la rossa, restò mortificata per un attimo, poi si risiedette scoraggiata sul tronco un pò più lontana da lui "Ah.Ho capito James. Lo so, ti ho fatto troppo male e adesso hai deciso di rinunciare!" chiuse gli occhi e una lacrima le cadde lungo il viso "Dovevo aspettarmelo!" disse alzando il viso verso il cielo e trattenendo le altre lacrime.

"No, non è questo..." lei si girò con l'espressione afflitta "Non mentirmi per non farmi sentire male!"

James le accarezzò il viso.

"No, ti giuro, non è questo... il fatto è che.." come sembrava difficile dirlo, dire che rimandava il momento che aspettava da una vita, proprio quando lo aveva a portata di mano "Voglio prima fare pace con tutti. Susan, Sirius e Sheila. E tu sei così.. bella e inaspettata che non puoi rientrare come la consolazione di una giornata così buia...."

Lily lo guardava mentre lui disegnava con il suo indice il suo profilo, il profilo del suo volto, della sua mascella, e infine delle sue labbra. "Io voglio poter raccontare di te, ricordando questa giornata come la più fantastica e meravigliosa, persino della mia vita futura, ma se non ho loro accanto a me..." Lily chiuse gli occhi. Baciò il dito di James e poi lo sentì che si alzava.

"Ora vado Lily. Ho tante cose da farmi perdonare... ti amo" e sparì, lasciando la sua ombra lunga, disegnata da un sole che ormai era alto e dorato nel cielo azzurro e sereno.

"James?" quello si girò "Sì??"
"Buon compleanno!" gli disse seria. Lui fece una mezza risata e se ne andò. E lei rimase a guardarlo andare via, ma tratteneva le speranze di vederlo tornare, prima o poi.

Era già domenica, e il giorno dopo sarebbero dovuti tornare.

Quanto sembra aspro il dovere, quando il tempo che ti lascia diventa troppo, troppo veloce per poter sistemare tutto....

Dicembre 1977, Hogwarts.

Dicevamo che il tempo sembra più malvagio di un tiranno, quando devi risolvere una cosa. Scorre in fretta e non ti offre nemmeno un'occasione propizia per risolvere i tuoi problemi.

Infatti, quell'autunno melanconico, presagito da un'estate rabbiosa, venne seguito in fretta da un inverno ancora più triste, perchè James non era più riuscito a fare pace con i suoi amici, e il gruppo dei Malandrini si era diviso. Peter aveva trovato amicizia fra i Serpeverde, Remus era rimasto un pò con tutti, Sirius andava molto d'accordo con i Corvonero, e Susan stava un pò dappertutto, d'altronde era la più popolare.

James, invece, era rimasto da solo. Remus gli faceva compagnia, ma si vedeva che non lo aveva perdonato neanche lui. Aveva scritto migliaia di lettere a Sheila, senza ricevere risposta, e ancora non stava con Lily. E non riusciva neanche a parlarle.

"Se questa è vita..." pensò James un giorno, andando da solo dall'aula di Pozioni a quella di Trasfigurazione, dopo aver evitato per l'ennesima volta quella chioma rossa. A dir la verità, Lily non gli aveva mai chiesto niente, e non gli aveva messo fretta, ma lui non sarebbe resistito a dirle di no un'altra volta.

Tremava solo al ricordo di quello che era successo quella mattina di ottobre.

Si era sentito quasi volare, prima di realizzare che se c'era mai stato un momento sbagliato per avere Lily era stato proprio quello. E le immagini di quella mattina, gli sbattevano contro gli occhi appena abbassava le palpebre. La sensazione di meraviglia e stupore quando Lily gli aveva baciato il dito, lo stare bene mentre le accarezzava i capelli quando lei raccontava....

Non sarebbe riuscito a dire di no un'altra volta a questo, non ce l'avrebbe fatta.

Ma perchè hai fatto tutto questo? E non cercare di convincere te e gli altri che è stata tutta colpa di Lily, perchè sai che non è così! Ora Sirius è tornato a Hogwarts, in piena notte, Susan piange forte in camera sua e Sheila è tornata a casa.. non avevo mai visto nessuno dei tre così... afflitti. Dispiaciuti, si sono sentiti traditi, e io cercavo di difenderti, ma dove diavolo sei stato? A cercare quel Mark per menarlo? No, perchè ti mancherebbe solo di far del male a Lily per completare il quadro, e adesso non rispondermi male.

Certo che io continuerò ad essere tuo amico, lo sai, non avrò mai tanta forza da rinunciare al mio migliore amico, ma non chiedermi di farti un applauso.

Adesso vado a dormire e tu fai quello che vuoi, attento a non svegliare Peter.

Questo gli aveva detto Remus quando quella mattina era tornato.

Era tornato triste e avvilito e, siccome era più che d'accordo che avesse dovuto meritarsi solo schiaffi, non gli serviva proprio qualcuno che glielo ricordasse. Così era rimasto a fare colazione da solo, cercando di pensare ad una maniera di fare pace con le persone a lui più care.

Aveva aspettato ore sul divano a fissare il camino spento, fino a che era scesa Susan, che lo aveva maledetto ancora una volta, prima di andare via. Poi era sceso Peter, a cui aveva urlato contro, per il nervosismo che lo invadeva. E poi Remus, che, ancora una volta aveva fatto il grillo parlante.

Eppure il tempo era corso, ma forse troppo veloce perchè le ferite di quelle persone avessero potuto rimaginarsi. Delle volte James avrebbe voluto bestemmiare.

In fondo era stata Susan a chiedergli di fare l'amore, no? E lei lo sapeva che lui non ce l'avrebbe fatta a resisterle...

James si poggiò sul banco alla lezione e cercò di non sentire più nient'altro, se non probabili soluzioni a quell'inutile martirio.

Dopo quella che invece di un'ora parve un secolo, James si decise ad andare a parlare con Sirius. Poteva solo insistere, solo quello. Non c'era un altro modo.

"Sirius, per favore, puoi ascoltarmi?" il moro lo squadrò per intero, da sopra a sotto, con uno sguardo che raggelava. "Un attimo veloce, non ho tempo da perdere. Ho degli amici che mi aspettano, io !" James chiuse gli occhi per un momento, cercando di riflettere con freddezza e non rispondergli.

"Lo so, Sirius, sono stato un coglione, e so che sei arrabbiato..."

"Io non sono arrabbiato, solo.. deluso."

Ci fu un momento di silenzio in cui James abbassò la testa.

"James, io mi fidavo di te. Tu per me eri la mia metà, anzi, forse ti consideravo anche migliore di me stesso. E poi tu mi hai tradito, ti sei portato a letto la donna che amo e con cui adesso non parlo neanche, e tu sai quanto ho sofferto prima di stringere Susan fra le mie braccia! Adesso vieni a chiedermi perdono?? Non funziona così James..."
"Se non per me, fallo per Lunastorta, che è solo quanto me!"

Sirius chiuse le palpebre e si strofinò gli occhi.

"Senti, io non mi diverto con i Corvonero più che con i Malandrini, ok? E non credere che non mi manchino le scorribande notturne, tanto più che mi sembra che abbiamo dovuto fare i turni per non incontrarci, giusto? E questo mi dà fastidio, ma, mettiamola così, tu che avresti fatto se io avessi portato a letto Lily, proprio quando te eri riuscito a conquistarla??"

James rimase in silenzio. Sirius annuì, più con se stesso che con altri e se ne andò.

"Sarò uno stronzo, anzi, lo sono, ma ti voglio bene, Felpato!"

Il ragazzo per un momento si fermò sulla porta, poi scivolò fuori senza nemmeno guardare il ragazzo che un tempo chiamava amico.

James decise di andarsene. Anche per quella volta non ne avrebbe cavato un ragno dal buco.

Arrivò in Sala Comune e stava per prendere le scale del dormitorio, quando lo chiamò una voce a lui ben nota. "James, puoi venire qui un momento, per piacere?" era Susan quella che lo chiamava, e lui non se lo fece ripetere due volte, così, in meno di un secondo, era seduto accanto a lei.

La mora sorrideva, e gli offrì una cioccolata

"Susan, sembra di essere tornati amici..." la ragazza abbandonò il sorriso.

"Io voglio tornare tua amica, perchè..." lasciò un pò la frase in sospeso, poi disse, dopo aver fatto un respiro e essersi strofinata gli occhi "Perchè ti voglio troppo bene James. Non ce la faccio più senza di te e poi..." volse lo sguardo verso il camino "Mi manca Sirius!" James non capiva quel nesso logico.

"Non capisco..." "Bè, sarà più facile riconquistarlo, se si ricostituiscono i Malandrini, come un tempo..." James la guardò. Come quando Susan gli aveva chiesto di fare l'amore, lui non riusciva a dire di no al suo sorriso. Annuì, in fondo sarebbe servito anche a lui, per non dire che lo avrebbe fatto scoppiare di felicità.

"Ma cosa ti fa pensare che Sirius vorrebbe tornare?" Susan scosse le spalle.

"Queste vacanze i Corvonero vanno in settimana bianca, e non l'hanno invitato!" James sospirò. Si poteva provare, e tra poco sarebbe stato libero di amare Lily. Mancava solo ancora un pò, precisamente dieci giorni che dividevano quella giornata dalle vacanze.

Lily si stese in camera.

Quella situazione era ridicola, stava ancora ad aspettare James.

A quanto sapeva sarebbero passati anni prima che lui si sarebbe riconciliato con i suoi amici, e lei non aveva intenzione di fare Penelope, di tessere pazientemente la tela, aspettando il ritorno del suo Ulisse.

No, non poteva sopportarlo. Era bella, giovane e intelligente. E desiderata.

Si guardò allo specchio.

"Così va il mondo, mio giovane Casanova. Tu mi lasci ad aspettare, ma io non ho intenzione di farlo da sola!"

Era determinata, per la prima volta in vita sua, e si sentiva stranamente ribelle. Aveva sentito che quella sera ci sarebbe stato un festino nella Sala Comune di Serpeverde, e ci si poteva divertire.

Aprì il suo armadio e prese il vestito più corto e provocante che aveva, regalatole da sua madre un Natale fa, e mai messo.

Era color oro, arrivava un pò sopra il ginocchio e aveva una scollatura mozzafiato. Senza contare che la scollatura della schiena arrivava sopra il fondoschiena, e in mezzo aveva solo una catenina dorata che congiungeva le due spalline. Era semplice, semplicemente provocante.

Sì, poteva andare bene, e se non si ricordava male, Alice aveva anche un paio di decolteè neri da prestarle. Infatti, Alice, piuttosto che sapere che le compagne di dormitorio le prendevano la roba a sua insaputa, aveva aperto una specie di banco di prestito. C'era uno scatolone con tutte le cose che poteva prestare e un registro in cui segnare chi prendeva cosa e per quanto.

"Alice ti amo!" disse Lily segnando di aver preso le scarpe. Poi si sedette allo specchio che lei e le altre ragazze avevano comprato unendo i fondi e cominciò a truccarsi. Si passò una leggera linea di eye-liner sulle palpebre già ricoperte di un velo opaco di ombretto argentato e si dipinse le labbra di un rosso chiaro. I capelli li tenne sciolti sulle spalle e esaminò il risultato.

Sì, era proprio bella.

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Mezz'ora dopo era dietro l'angolo, superato il quale, dire che non si stava andando alla festa, se non si era Serpeverde, era solo che una palese e pietosa menzogna.

Rimase per un pò con le spalle al muro, chiedendosi se era questo quello che voleva. Chiuse gli occhi per un istante. Ripensò a James, ai mesi che lo aveva aspettato, e chissà quanti altri ne dovevano venire...

Prese fiato e girò l'angolo.

Di solito, quel corridoio, per lei equivaleva al patibolo. Le femmine, si limitavano a storcere il naso, mentre di solito i maschi si sprecavano in volgari e pesanti insulti. Ma quella volta, pareva che i maschi se ne sarebbero solo che rimasti zitti.

Infatti, mentre le femmine avevano storto il naso a quella presenza, i maschi avevano perso le parole e la malvagità nella scollatura di Lily.

In un primo tempo, lei si sentiva a disagio, fissata a quel modo, ma dopo un pò, dovette ammettere che era piacevole e che le piaceva essere al centro dell'attenzione.

"Ma quella è la Evans?"
"Impossibile, una Mezzosangue non può essere così bella!"

Mormoravano le voci attorno a lei, e lei si divertiva a fare un cenno di saluto verso ogni persona che la nominava, e aveva il dubbio se fosse lei o no. E allora le mascelle dei ragazzi, cadevano a terra per lo stupore e venivano mirati dai gomiti delle loro ragazze. E Lily rideva di gusto.

La musica era alta, le luci confuse e inebrianti.

Sì, era proprio quello che voleva.

All'improvviso nella stanza risuonò un rock, ma Lily si avvicinò al bar. Il bar era esattamente al centro della Sala, ed era d'alluminio e circolare. Si sedette su uno sgabello vicino al bancone e ordinò.

"Un'Acquaviola per piacere..." poi però si ricordò che doveva stonarsi "Anzi, un Whisky Incendiario, per favore!" il barista annuì, poi una voce prese il sopravvento.

"La prego, due Whisky, pago io per la signorina!" e allo sgabello vicino a lei venne un ragazzo. Era bello.

Lily si perse nell'intensità dei suoi occhi color acquamarina e poi nella luminosità del suo sorriso. Solo dopo notò che aveva le spalle larghe, i capelli biondi a spazzola ed era un tipo atletico.

"Piacere, madmoiselle, mi chiamo Hernir Boe!" e le fece il baciamano. Lily arrossì lievemente sulle gote, ma decise che in fondo si aspettava proprio una cosa del genere.

"Lily Evans!" disse semplicemente, sorridendo.

Hernir dovette ammettere che quella ragazza era fantastica.

Arrivarono i Whisky, e presero i bicchieri. Bevettero un goccio guardandosi negli occhi, e poi lui prese parola. "Bè... uno schianto come te, viene a questa festa da sola? O sei una sciocca a far soffrire il tuo principe azzurro, oppure lo stai ancora cercando, anche se, dalla tua bellezza lo dubito..."

Lily agitò l'indice da sinistra verso destra, mentre beveva un secondo goccio.

"Sono in cerca!" disse semplicemente, facendo roteare il bicchiere che aveva in mano e scuotendo il liquido ambrato. "in effetti, pensavo di mettermi un cartello al collo.."
"E nascondere quella bella scollatura? Naa!" fece Hernir, indugiando con lo sguardo, proprio nel posto che aveva appena finito di elogiare. Un mite sorriso dipinse le labbra di Lily.

"Bè.. diciamo che non ne vado molto fiera..." e cercò di coprirsi un pò di più. Il ragazzo biondo fece schioccare la lingua.

"Qui tutte portano una scollatura, e a volte devono adattarla con la magia, invece te sei... perfetta. E senza aiuti!" disse l'ultima parte sorridendo. Lily per la prima volta si sentiva così a suo agio, che si scordò persino di essere nel covo delle Serpi. E rispose maliziosamente, come non aveva mai fatto.

"Se ti piace così tanto, la terrò solo per te!" Hernir fece un cenno d'assenso e posò il suo Whisky vuoto, senza smettere di guardarla. La rossa anche lo guardò.

Doveva ammettere che, se non fosse stato per lo stemma di Serpeverde che aveva appeso a una catenina dorata attorno al collo, quel ragazzo sarebbe anche potuto sembrare Grifondoro.

Hernir all'improvviso le mise una mano sulla vita e disse, vicinissimo al suo orecchio, tanto da farla rabbirvidire "Mi concedi il prossimo ballo?", disse, poi si scansò. Lily era ancora un pò trattenuta dai suoi freni inibitori. Lanciò una veloce occhiata al suo bicchiere dal contenuto alcolico, e, trangugiando l'ultimo sorso, disse di sì.

Passarono pochi secondi, e nella stanza partì un lento. Il ragazzo chiamato Hernir, lasciò delle monete sul bancone e la portò a ballare in mezzo alla pista. Le fissò la sua mano sulla sua vita, non troppo in basso, ma comunque non in una posizione da ragazzo casto e puro. Lily aveva l'impressione che se avesse voluto, quel ragazzo sarebbe riuscito a tenerla in pugno. Era bravo a ballare sensualmente e sapeva come guardare, come muoversi, cosa dire.

Once upon a time...

Suonava la canzone, e lei aveva il viso appoggiato praticamente sul petto di quel ragazzo, data la sua altezza. Lei si sentiva inebriata da quel profumo e dalle mani di lui che la stringevano senza dargliene l'impressione. Respirò forte quel buon profumo che la faceva sentire, forse per la prima volta, donna.

E lui sapeva di tenere le redini di quel gioco.

La musica finì e lui la condusse al posto.

"Hai ballato molto bene!" le disse. Aveva abbandonato il tono da maestro di seduzione e aveva riacquistato il suo tono semplice e romantico. Lo aveva naturale, era quella la cosa che lo faceva sembrare migliore di tutti. "Grazie, anche tu!" ora la ragazza si sentiva accaldata, e sapeva che non c'entrava con il ballare. Si sedette accanto a quel ragazzo e sentì un tuffo al cuore.

"Sai perchè ero sicuro che tu avessi già il tuo principe?" disse alla fine di un'altro momento di sguardi, quel seduttore. "No!" disse lei incuriosita.

"Bè, sei Lily Evans, e tutto il castello si aspetta che tu ti metta con James Potter!" a quel nome, il cuore di Lily fece una buffa capriola, ma non voleva pensarci, e così, scoppiò a ridere.

"Chi lo dice deve essere miope!" Hernir parve sollevato da quella reazione.

"Che ne dici, bellezza, andiamo un pò fuori? Fa caldo, non ti sembra?" Lily accettò al volo e si fece prendere il braccio da quel ragazzo straordinario.

Fuori l'aria fresca allentava un pò la tensione, ma non i battiti cardiaci.

Si sedettero su una panca di pietra e lui le mise un braccio sulle spalle, e lei si abbandonò al suo abbraccio.

"Sai Lily.." disse lui, sfiorando il profilo del suo volto. Si fermò un attimo, chiedendosi se era il momento giusto, ma poi non riuscì a dire di no agli occhi curiosi della rossa.
"Sono anni che ti osservo, ti guardo e... ho sempre avuto paura di venire respinto..." Lily lo guardò. Ripensò al ballo e al drink. Doveva stonarsi, e poi, era venuta là con l'intento di scordare James, no?

Hernir si avvicinava esitante al suo volto e lei capì che era questo quello che voleva. Si lasciò prima condurre, e poi prese parte al bacio.

Era fantastico, e lui era bello e dolcissimo....

Sì, avrebbe dimenticato James, ce l'avrebbe fatta.

Erano passati diversi giorni dalla riappacificazione con Susan, che però ancora non aveva portato buoni frutti, e ormai le vacanze erano vicine.

"Personalmente penso che sia troppo orgoglioso..." disse James a Susan un giorno, dopo che Sirius aveva evitato il suo sguardo per l'ennesima volta nel corridoio. "Voglio dire... ormai io, te, Remus e Peter ci frequentiamo regolarmente e manca solo lui per ricostituire ufficialmente i Malandrini... potrebbe anche passarci sopra!". La mora sbuffò.

"Senti James, io voglio come te che Sirius ritorni, anzi, spero di più, ma comunque... credo che stavolta lui abbia più che ragione!" James non si lasciò sfuggire la battuta

"Ah, per quanto mi riguarda..." Susan lo guardò in tralice

"Per quanto ti riguarda che vuol dire, James?"
"Che hai iniziato te!" e tirò fuori il suo sorriso a trentadue denti. La ragazza scosse la testa e lasciò perdere.

Doveva concentrarsi su come fare per avvicinare Sirius. Ce l'avrebbe fatta da sola, se continuava a mettere in mezzo James, la situazione non si sarebbe sbloccata. Aveva un piano perfetto.

Sirius, il giovedì sera, si andava a fare una doccia nel bagno dei Prefetti e lei aveva intenzione di raggiungerlo prima che lui fosse entrato nella vasca, per dirgli chiare e tonde quattro cosucce, e convincerlo a tornare con loro, con i suoi amici da sempre, e il suo amore vero.

L'avrebbe convinto a ricominciare.

"Yuhuu! Susan, ci sei?" la mora scosse la testa, cacciando i suoi pensieri "Eh?" James alzò gli occhi al cielo.

"Dicevo che dopo dobbiamo andare a trovare Remus in infermieria... la luna piena si avvicina.." Susan annuì "Di chi è il turno, questa volta?" "Nostro!" rispose con orgoglio James. Sembrava contento, ma solo Susan sapeva quanto sarebbe stato felice di riavere di nuovo accanto suo fratello, il suo gemello siamese, come era solita definire Sirius. Era sicura che se i due avessero perso un minimo d'interesse verso le ragazze si sarebbero messi insieme. Ma cosa andava a pensare?

Sospirò, cercando di scacciare l'immagine di Sirius e James che si baciavano davanti al lago.

"Bè, James, io... vado!" erano già le sei e Sirius poteva arrivare in qualsiasi momento davanti alla porta di quel bagno. James la fissò

"Non avevi detto di amare Sirius?" Susan spalancò gli occhi "Certo!Questo cosa c'entra?"
James scosse le spalle "Mi era sembrato che avessi un appuntamento con un altro ragazzo!" lo sguardo della ragazza si riempì di furia. Prese James e lo scaraventò contro il muro, con violenza, e lo guardò dritto negli occhi, con tanta determinazione, che per un momento, il ragazzo ebbe paura.

"Ascoltami bene, razza di idiota.." si interruppe per un attimo, forse per cercare le parole giuste.

"Io non dimenticherò mai che Sirius tante volte non c'è stato, ma.... non dimenticherò nemmeno mai di come potrei svenire alle sue carezze, di come mi accende il viso essere con lui e sapere che lui mi vuole e mi ama. E non so se questo puoi lontanamente immaginarlo, ma..." sospirò. "Amare qualcuno è la cosa più bella che ti possa mai capitare, sia esso un grande stronzo o il principe azzurro delle favole, per te sarà sempre perfetto, e per noi donne non sarà mai un bastardo. Non so se qualcuno l'abbia già detto, ma io so per certo che è così e che sarà sempre così, almeno fino a che noi donne non riusciremo a non dare retta al nostro cuore, e a mettere fine alle lotte tra ragione e amore...."

James sorrise, nel vedere la furiosa convinzione della ragazza nelle parole che pronunciava.

"Era quello che volevo sentirti dire!" disse.

Susan si riscosse, e arrossì. Non si ricordava più nemmeno una parola di quello che aveva detto, ma sapeva di aver detto qualcosa di grandioso. Lasciò cadere le braccia che inchiodavano il suo migliore amico al muro, e lo lasciò andare.

"Fra parentesi.." disse James "Se un giorno il caro vecchio Felpato non ti vorrà più.. bè prova a risbattermi contro il muro con quell'espressione... chissà che non dimostri altro che solo terrore e convinzione!" Susan alzò gli occhi al cielo. Solo James poteva essere così idiota e rovinare un momento come quello, che era stato così.. forte da farlo sembrare la cosa più giusta che Susan avesse mai combinato in diciassette anni.

"Devi sempre rovinare tutto, non è vero?" disse poi sorridendo dolcemente. Lui annuì

"Non sono contento altrimenti!"

Con una mezza risata, Susan liquidò il discorso. "Senti, io devo andare adesso.. ci vediamo fra.. un'oretta da Remus!" James annuì sorridendo "A dopo, ciao!" e la ragazza sparì. Voltandosi, a James parve di vedere Lily, ma la evitò. Ormai era un continuo. Non voleva sapere niente di lei e voleva evitarla, fino a che avrebbe potuto dirle in faccia che si era risolto tutto e che potevano stare insieme, e allora, gustando l'espressione di gioia che le si sarebbe dipinta sul volto, l'avrebbe finalmente baciata.

Susan sentì dei passi e si alzò in piedi, davanti alla porta che Sirius avrebbe dovuto passare per forza, a meno che di non essere un fantasma. Infatti, il viso da lei amato spuntò da dietro il muro, sorpreso.

"E tu che ci fai qua?" Susan raccolse tutta la forza che era capace di possedere.

"Sono venuta a dirti quanto ti amo!" disse tutta d'un fiato.

Sirius, davanti a lei, sospirò e si strofinò gli occhi, abbassando la testa. Ma rimase in silenzio. Susan sentì salirle le lacrime.

"Una volta avresti ucciso per sentirmi dire così..."

"Una volta..."
"E cosa è cambiato??"

Il moro la guardò. Non era cambiato proprio niente. Lei era sempre così forte e sicura e determinata e bella che gli faceva rimpiangere ogni più piccolo comportamento sbagliato. E ogni decisione, che come quella, lo facevano stare male.

"Niente. Solo che..."

Susan non lo lasciò finire. Lo baciò con le labbra, e poi appoggiò il suo volto a quello di lui, stringendogli le mani.

"Io voglio ricominciare Sirius. Perdonami, sono stata una stupida..."

Sirius era sussultato ad essere di nuovo in contatto fisico con lei stretto così, ma non poteva lasciarsi convincere. Se l'era promesso, il Sirius di prima non esisteva più, non c'era più. Ora c'era un nuovo Sirius.

Si staccò.

"Come idea non sarebbe male, ma.." Susan lo guardò implorante.

"Ma..?"
"Mi hai tradito con troppa facilità! Chi me lo assicura che non succederà di nuovo?"

Un'espressione di terrore si dipinse sul viso della mora, che prese una mano del ragazzo e se la passò sulla guancia.

"Devi fidarti di me..." Sirius lasciò cadere la mano, scosse la testa e la scansò, per poter entrare nel bagno. Susan lo guardò entrare e si mise istantaneamente a piangere. Non aveva funzionato.

Allora il Sirius che aveva conosciuto ed amato era morto. Lui non se lo sarebbe fatto dire due volte un 'Ricominciamo?' sillabato dalla sua bocca....

Mentre si fu asciugata una lacrima con ferocia, si chiese se esisteva infine un modo per farlo tornare da lei, che non si sarebbe arresa. Come sempre, avrebbe preso quello che voleva quando lo voleva.

E con questa sicurezza, la sicurezza che l'avrebbe stretto di nuovo fra le sue braccia, si avviò verso l'infiermieria. Per fortuna ora doveva occuparsi anche di Remus, altrimenti Sirius Black non avrebbe avuto scampo.

James Potter entrò nell'infermieria proprio mentre si presentava davanti ai suoi occhi uno spettacolo che non gli piaceva neanche un pò. Silente stava incantando Remus.

"Cosa gli state facendo?" aveva urlato, dopo essere entrato come una furia in infermieria. "Signor Potter... si calmi!" gli disse Madama Chips. "Il signor Lupin è..." "Cosa gli avete fatto?" e poi si guardò attorno. Nessuno pareva voler dargli risposta, e allora s'infuriò ancora di più.

"Ho il diritto di sapere cosa sta succedendo! Remus è mio amico, non ha una famiglia, e tutte le persone che gli vogliono bene risiedono in questo castello, e io sono una di quelle! Non mi muoverò di qui se non mi direte cosa sta succedendo!"

"Signor Potter..." lo richiamò l'infermiera.

"E non sto scherzando!".

A quel punto era calato il silenzio nella stanza, e Silente, che era rimasto in silenzio per tutto il tempo, spalancò un mite sorriso. "Certo signor Potter..."
"E non mi dia ragione pensando che sia un povero stupido. Non so che farmene della sua approvazione. Voglio sapere!" Madama Chips era indignata e guardava James dall'alto verso il basso, chiedendosi se era possibile essere così insolenti, o se c'era un limite più alto.

Silente sorrise di nuovo.

"Lungi da me l'idea di darle dello stupido. Infatti, se vuole seguirmi, le spiegherò..." James non lo lasciò finire.

"Voglio sapere tutto qui, e adesso!" Silente non potè trattenere una risata. "Ok. Madama Chips, le dispiacerebbe..." indignata, l'infermiera, girò sui tacchi e sparì dentro. Silente evocò due sedie con la bacchetta vicino al letto di Remus e vi fece sedere James con lui. Poi sospirò.

"Immagino lei sappia il segreto del suo amico.." James annuì sicuro.

"Ecco, lei sa che il giorno prima della luna piena le fitte del signor Lupin sono piuttosto forti, ma... questa volta è peggio!" James non capiva.

"Ma professore, è normale che si senta alcune volte leggermente peggio, voglio dire, credo sia come una malattia cronica, non può mai avere la stessa intensità.." non sapeva perchè, ma continuava a prendere le parole del Preside per forza nel senso positivo. Silente lo guardò fisso e lui abbassò lo sguardo.

"O forse è qualcosa di più..." il Preside annuì.

"Madama Chips ha trovato un'insofferenza alla trasformazione, che si trova di solito alla vigilia dell'ultima trasformazione!" disse mesto.

James ci mise un pò a registrare quelle parole con il giusto senso. Quando, alla fine, ci riuscì, spalancò la bocca. Non poteva essere.

"Ma professore.... Remus ha diciassette anni, è giovane e sano...."

Silente lo guardò triste.

James volse lo sguardo verso il suo amico che sembrava stesse dormendo serenamente.

"Non..." deglutì "Non c'è proprio niente che possiamo fare?" era sicuro di non dover mai pronunciare quelle parole prima al massimo dei sessant'anni.

"Ovviamente..." sospirò Silente, anch'esso mentre guardava Remus addormentato.

"Non è una cosa certa. Se la mattina dopo riprenderà coscienza, allora sarà tutto passato. Ma le probabilità sono poche...."

Le lacrime invasero il viso color del miele di James prima che lui riuscisse a fermarle.

Remus, il caro vecchio Remus, il compagno di mille Malandrinate, anzi, la causa delle Malandrinate... poteva non esserci più. Non riusciva ad immaginarlo. Ormai le lacrime gli appanavano la vista e gli rigavano il viso, silenziosamente, come silenziosamente il Preside si alzò.

"Ah, voglio avvertire lei e i suoi amici che questa volta la trasformazione potrebbe essere più violenta... so che voi non lo accompagnate.." disse esitante, rispettando quel tacito patto in cui aveva deciso di fare finta di non sapere. James annuì fra le lacrime, sempre guardando Remus, e poi Silente uscì.

"Avete presente quelle belve assetate di sangue e insaziabili..." diceva Remus

"Come Peter durante il pranzo di Natale?" aveva precisato Sirius, facendo ridere tutti, tranne Remus.

"Bè, un pò più pericolose..." aveva ricominciato esitante.

"Come James al pranzo di Natale che vede la Evans disponibile.... in piena tempesta ormonale, chi lo ferma più??" la conversazione si era interrotta per un pò, per un conflitto Potter-Black, ed era poi ripresa.

Remus aveva sbuffato "Oh, insomma... io sono..." e fece un bisbiglio impercettibile, anche nello strano silenzio. "Scusa?" disse James. Remus ripetè a voce un pò più alta, ma non abbastanza udibile.

"Sei un Culo Maffalaro? E che è?" chiedeva interrogativo Sirius.

"NON CULO MAFFALARO, SIRIUS, SONO UN LUPO MANNA...." urlò Remus, prima di aver capito di avere urlato il suo segreto. Si tappò la bocca e abbassò la testa, convinto che avrebbe visto solo espressioni di terrore sui volti dei suoi amici.

"Solo questo?" disse Sirius con il sopracciglio alzato. Remus alzò la testa di scatto.

"Come SOLO QUESTO? Sirius, ma hai sentito??" James fece un lento sospiro e si sdraiò sul letto.

"Fosse questa la novità...." disse il moro annoiato. Remus si guardò intorno sconcertato

"Scusate?" disse perplesso. Sirius riprese.

"Bè, lo sappiamo da circa due anni! In fondo, che vuoi che c'entrino tutti quei lividi e quei tagli con una parente malata?" Remus voleva far finta di non capire.

"E non avete avuto paura in tutto questo tempo? Voi non siete normali!" disse convinto

James sbuffò "Ma che problema c'è? Ognuno ha i suoi problemi! Sirius è un rinnegato, Peter non resiste a un succulento banchetto, io sono un puttaniere e tu sei un Lupo Mannaro!" Remus li guardò ridendo.

In teoria era una reazione da sconvolgimento interiore, ma lui non potè fare a meno di ridere.

"E, fra parentesi, noi avremmo escogitato un modo per accompagnarti..." disse James, e a quelle parole, il riso di Remus si arrestò sulle sue labbra.

"Cooosa? Ma non se ne parla neanche! Troppo pericoloso, no ragazzi, non..." Sirius, con un pigro movimento della bacchetta, imbavagliò Remus, che incrociò infuriato le mani sul petto. James riprese, quasi ridendo. "Stammi a sentire, i lupi mannari non aggrediscono gli animali, e noi sappiamo che c'è un modo per diventare gli animali che vogliamo, quando vogliamo!" Sirius sorrise e continuò "Diventeremo Animaghi. Non importa quanto ci metteremo, ma alla fine, potremo accompagnarti! Non dire niente, è deciso!"

"Io mi trasformerò in un cervo!" disse sicuro James, e Sirius si buttò per terra a ridere a crepapelle. "Sì, credo che dato l'interesse della Evans per te, un cornuto sia appropriato!" James lo fermò con un cazzotto "Scemo. Hai mai visto un'animale più fiero di un cervo?" Sirius ancora rideva, seppur di meno, quando disse "E io sarò un cane!" fu il turno di James ridere "Lo vuoi il biscottino?? Eh?? Dai, Sir!" Sirius gli diede una botta alla schiena e lo azzittì.

"Potrei chiamarmi Felpato!" disse soddisfatto "E io Ramoso!" urlò James. "Tu, Remus, sarai il nostro Lunastorta, contento?" Remus (ancora imbavagliato) fece un'espressione soddisfatta.

"E ci scommetto che Peter sarà un topolino con una fantastica.. Codaliscia!" James e Sirius si diedero il cinque.

"Però c'è bisogno di un nome di gruppo... " disse James

"Che ne dici di Malandrini??" rispose Sirius

"Hai imparato una parola nuova e così difficile?? Complimenti!"

"Non è malissimo, non trovi?"
"La parola o il fatto che l'hai imparata nuova?"

Sirius fece una mezza risata e poi si voltò verso Remus "E tu che ne dici?" Remus rispose con un mugugno.

"Bè, lo prendo come un sì!" disse prima di annullare il bavaglio magico.

James mollò un cazzotto al tavolo, cominciando a singhiozzare. Ora tutto era finito, non c'era via di scampo...

In quel frangente entrò Susan, triste per quello che le era successo da poco.

"James!" urlò "Che succede?" in vent'anni non aveva mai visto piangere James, e adesso piangeva anche piuttosto forte.

"La fine, Susan, è la fine, ed è tutta colpa mia!" James pensò che se avesse avuto ancora Sirius accanto a sè, sarebbe stato tutto più semplice. Ora si ritrovava da solo, senza sapere cosa fare, senza aiuti, con la prospettiva della fine imminente delle amicizie più grandi della sua vita e dei giorni in cui aveva sperato di conquistare Lily, ed era tutta colpa sua. In assoluto.

Susan l'abbracciò. Era forse la prima volta che si abbracciavano con affetto così profondo, ed era fantastico.

"Non è la fine.."

"Remus sta morendo. Sirius non tornerà mai più e Lily... non starà tutta la vita ad aspettarmi, finirà per non amarmi più..."

A Susan tremarono le mani per la notizia di Remus, eppure strinse James più forte a sè.

"Stammi a sentire. Remus non morirà.."

"E invece sì!" James sembrava un ragazzino viziato.

"Me lo ha detto Silente...."
"Ha detto che è una cosa certa??"

"No, ma..."
"E allora? Solo quando accadrà sarà una cosa certa... e poi, guardami, io ci sono e ci sarò. Per cui, dov'è il problema?" James la scansò.

"Non dirmi queste cose per farmi contento, non sono un bambino piccolo!" Susan sospirò.

"A me, invece, pare proprio di sì!" disse con tono calmo. James non le rivolgeva lo sguardo, perchè sapeva che si sarebbe fatto contagiare.

"Senti, Remus domani deve trasformarsi... vuoi fargli compagnia triste? E poi, dovrai dirlo a Sirius, in qualche modo, no? Non puoi permettere che non venga in una situazione del genere, fallo per Remus..."

James si passò una mano sul viso e si asciugò le lacrime. Susan aveva ragione, lui doveva reagire, poteva solo fare questo per Remus, e per quanto era vero che il suo nome era James Potter, l'avrebbe fatto.

Si girò verso l'amica, i cui occhi avevano iniziato a luccicare.

"Se non ci fossi te, Susan..." disse, le baciò la fronte e poi se ne andò, capendo che anche l'amica avrebbe voluto restare un pò da sola con Remus a digerire la notizia.

James uscì dall'infermieria con un'espressione mesta e andò a cercare Sirius.

Lo trovò in biblioteca, che stava parlando e ridendo con i suoi amici Corvonero. Gli stessi Corvonero che prendevano sempre in giro quando erano amici. Lo stomaco gli si contrasse.

Ma andò avanti.

"Sirius, scusa, ti posso parlare?" il moro sembrava scocciato.

Due o tre Corvonero ridevano e uno diceva qualcosa all'orecchio di un'altro, e quel qualcosa sembrava essere molto sgarbato nei confronti di James. E il moro si sentiva cedere, per la prima volta. Sirius sbuffò.

"James, mi avete rotto! E te, poi Remus, poi Susan, poi di nuovo te... sono stufo!" disse.

James spalancò gli occhi.

"Vaffanculo!" gli disse in un'uscita spontanea e totalmente libera. Non sopportava più il modo di fingere di Sirius, perchè sapeva che il ragazzo ci stava male quanto lui a non parlarsi più reciprocamente e, soprattutto, per quante ragazze poteva avere, gli mancava Susan.

E James, comunque, non aveva mai sopportato la gente che mentiva sui sentimenti. E in quel momento, Sirius fingeva di grosso. Addirittura rideva.

"Ma vacci te!"

Era troppo. In un momento James si accecò d'ira, e, preso il ragazzo per la collottola, lo sbattè contro un muro lì vicino.

"Adesso ascoltami bene, pezzo di merda..." Sirius aveva la faccia atterrita, più per la sorpresa che per il vero spavento, perchè sapeva che James non gli avrebbe torto un capello.

"Io sono uno stronzo perchè vengo qui a cercare di convincerti di tornare, ma credi che mi faccia piacere? No! E non lo faccio per me, anche se mi manche da morire, e sicuramente per questo sono un'idiota, ma lo faccio per Susan, che non ce la fa più senza di te, e lo faccio soprattutto per Remus, che, porco cazzo, sta morendo!" disse le ultime due parole con rabbia, la rabbia di non poter fare niente, la rabbia di essere inutile per il suo migliore amico.

Sirius spalancò gli occhi, appena James lo mise giù "Cosa?"

"Sta morendo!" disse il moro "Volevo tu sapessi che questa potrebbe essere la sua ultima trasformazione, e volevo tu ci fossi almeno per lui!" e se ne andò.

Sirius restò in una sorta di vuoto interiore. Sembrava che attorno a lui fosse sfumato, non c'era più la biblioteca, non c'erano più gli studenti, non c'erano più i Corvonero...

E in un secondo si svegliò.

I Corvonero? E che ci faceva lui con i Sapientino di Hogwarts?? Non era più Sirius, e inoltre aveva una spasmodica voglia di stringere la sua Susan fra le braccia. Cosa aveva fatto, cosa aveva detto? Era stato un'emerito deficente, e James aveva fatto bene a trattarlo in quel modo. D'altronde gli avevano chiesto scusa, e Susan aveva detto che lo amava, glielo aveva detto in faccia.

E Remus poteva non esserci più...

In un secondo si rese conto delle idiozie che stava facendo e si volse verso i Corvonero.

"Allora, cari signori..." disse calmo. "Non pensate che mi avete fatto fesso questi mesi. So che voi avete voluto la mia compagnia solo per essere popolari, il che poi non vi è servito, ma comunque.... adesso sono guarito dal mio momentaneo momento di pazzia e sono pronto a mandarvi a quel paese, anche perchè non mi avete invitato alla settimana bianca, e non preoccupatevi di come lo so!" prese i libri e disse "Au revoir!" prima di andarsene e lasciare tutti i Corvonero al tavolo con facce di sasso.

James aprì lentamente la porta dell'infermieria. Quella scenata l'aveva fatto sfogare, e ora, almeno la rabbia, era andata via. C'era solo un'immensa tristezza.

Ma, come aveva detto Susan, non era detta l'ultima parola. Anche se quel pensiero era destinato a scacciare la malinconia, quella ritornò, più forte di prima, quando, aperta la porta, James si trovò Susan che accarezzava la mano di un Remus che pareva dormire sereno. Susan si voltò mentre James entrava e disse, con una lacrima solitaria

"Sembra quasi stia sognando..." e poi pianse.

E James l'abbracciò.

Non sapeva che dire, ma nessuna parola sarebbe servita.

Poi la porta della stanza si aprì e vi apparve Sirius, mesto.

Susan lo guardò mentre si asciugava le lacrime, perplessa. Non sapeva che pensare.

James sorrise.

Sapeva che Sirius aveva capito che aveva fatto principalmente cazzate in quell'ultimo periodo della sua vita e che aveva capito che la sua unica vita, o almeno la più bella e degna di essere vissuta, era con i Malandrini.

Si avvicinò al letto del loro amico e lo guardò. "Cazzo, per avere questo sorriso, starà sognando una cosa favolosa..." disse con la voce già leggermente incrinata.

"Per me lo sa che siamo qui a fare pace, è in combutta con Silente..." disse James.

"Sì, certo, è in combutta anche con me!" aggiunse Susan.

Sirius l'abbracciò e James capì che doveva andare fuori e lasciarli da soli.

"Sirius..."

"Perdonami Susan, sono stato un cretino, perdonami per come ti ho trattato, ti prometto che da adesso in poi ci sarò sempre, per qualunque cosa, sarò sempre con te, non sarai più sola...."

Susan annuì, incapace, in quel momento, con Remus di fronte, di sorridere.

"Ti amo, Susan!" le disse, mentre lei era premuta contro il suo corpo, mentre le sue lacrime le bagnavano la maglietta.

"Anche io Sirius, e più di quanto tu possa immaginare!" e Sirius la strinse più forte.

James, fuori la porta, immaginando quello che stava succedendo, sorrise. Ora era quasi fatta. Dopo che Remus ce l'avrebbe fatta, poteva andare da Lily e tutto sarebbe andato per il verso giusto, ce l'avrebbe finalmente fatta. Il suo cuore fece una capriola.

Remus

Aria. Entra aria nelle mie narici, e tanti odori. Allora mi sono svegliato e sono trasformato, perchè i miei sensi sono più acuti del solito.

Infatti sento molti odori... sento l'odore della Stamberga Strillante, del suo lurido parquet, e sento odore... di diversi gruppi sanguigni che scorrono in altri tre corpi.

Inalo una, due, tre volte quest'odore con immensa soddisfazione.

Un ragazzo, o meglio, un Animagus ha paura, l'adrenalina ha un'odore così buono e gustoso che mi lecco le labbra...

Altri due sono tranquilli, si fidano di me...

Male, mai fidarsi di una belva assetata di sangue, specialmente se è il tuo migliore amico... mi sento fissato e per questo mi costringo ad aprire gli occhi. Un cervo ha il muso puntato su di me e mi scruta, come se si aspettasse qualcosa di diverso.

Gli ringhio sul muso, alzandomi. Quello indietreggia in fretta e va a parare i suoi amici, guardandomi con fierezza. Non ha paura, il battito del suo cuore è regolare e il suo sangue scorre ad una normale velocità.

Faccio un ghigno (per quanto possa ghignare da lupo) e mi spingo ancora di più verso di lui che invece di indietreggiare ancora di più, mi viene incontro, pronto a tutto.

Spalanco gli occhi e le fauci, arrabbiato.

Sono una belva assetata di sangue, potrei farti zampillare il sangue dall'arteria carotidea fino a farti rotolare esanime sul parquet cigolante e sporco di questa bicocca, e poi giocare con la tua testa, spaccandola e poi mangiare la tua succulenta carne, succhiare il vigoroso sangue che ti scorre nelle vene fino a non poterne più, lo sai questo?

Certo che lo sai, e allora perchè insisti a sfidarmi?

Ah già, scusa, tu sei un cervo. Tu sei fiero e coraggioso, vero? E daresti la vita per salvare il tuo branco. E allora perchè non metterti alla prova? Mi piace quest'idea.

Lancio un ringhio graffiante e muovo la zampa verso di te, sicuro di graffiarti. Il cane dietro di te si muove leggermente avanti, ma il topo gli mordicchia la zampa, costringendolo a fermarsi. Forse assagerò anche quel cane, dopo di te e prima del topo fifone, che assaggerò solo quando nessuno potrà più difenderlo.

Sposto lo sguardo su di te, sicuro di vederti zampillare di sangue, e invece no. Sei ancora intero e mi guardi con quegli occhi ambrati che sembrano impassibili.

Perchè sei ancora vivo? Eppure ho sentito la mia zampa entrare nella tua carne, ti ho visto stringere gli occhi e accasciarti leggermente a terra, ho assaporato l'odore del tuo sangue che finalmente scorreva libero, fuori di te e ora... sei integro, senza nemmeno un graffio. Ma come può essere?

Un ruggito raggelante parte da me senza nemmeno che io lo comandi.

Ora non mi diverto più a cacciarti, ora voglio ucciderti perchè sono arrabiato e quando sono arrabbiato non ho pietà di nessuno, non avrei pietà nemmeno di me stesso... E tu lo sai, cervo, ossia James.

Conosci ogni mio singolo taglio e graffio, li hai osservati sempre quelle mattine in infermieria quando mi riportavi dopo che, essendomi ritrasformato, mi raccoglievi quando ero privo di conoscenza ai limiti della foresta, nudo. Tu mi vestivi, mi portavi nel castello per farmi curare e restavi con me tutto il tempo che potevi, trascurando anche i tuoi problemi di cuore...

Mi fermo. Tu hai fatto tutto questo per me, sempre, e io adesso ti voglio uccidere? Perchè qualcosa mi dice che è sbagliato??

Uccidere in fondo è divertente, e poi te sei contento di sacrificarti per i tuoi amici, no?? E allora farti mordere.

Mi lancio su di te, e sono sicuro di affondare i miei denti nella tua carne, assaporo addirittura il tuo sangue e la tua carne fresca, sento il cane uggiolare e guaire, ma...

Pochi secondi dopo già non ci sei più e ti ritrovo dall'altra parte della stanza. integro, senza nemmeno un graffio.

La rabbia mi invade senza freni, libera, senza che io possa controllarla, e adesso sono stufo marcio.

Ruggisco così forte da far tremare questa vecchia baracca, e vado per tuffarmi su di te, ma....

All'improvviso mi succede qualcosa di strano.

Sento il mio cuore battere molto, troppo veloce, alternativamente da umano e da mostro, e vedo momenti che appartengono alle due vite, che poi in fondo è una vita sola, è la mia vita e...

Senza poter più formulare un pensiero mi accascio sul parquet, privo di tutte e due le vite e di tutte e due le anime, o almeno è questa l'ultima cosa che sento. Sento l'anima scivolare via.

E poi Rumori indistinti, voci di ragazzi.

"Portiamolo al castello, svelti!"

"Peter, corri ad avvertire Silente e Madama Chips...."
"Ce la faremo e non morirà..."
Come vorrei darvi ragione ragazzi....

Buio. Si spengono finalmente le luci e cala il sipario su questa ridicola farsa a due parti, recitate da un unico attore ormai stanco.

James e Sirius entrarono in infermieria, quella notte, reggendo il loro amico Remus, del tutto privo di sensi.

Ad aspettarli c'era Silente e l'infermiera, a cui avevano raccontato di aver trovato Remus ai margini della foresta, sofferente. Lo poggiarono in fretta su di un lettino, e poi si sedettero attorno a lui.

L'espressione che Lupin aveva sul volto, non era nè sofferente, nè felice. Ed era questo a turbare di più i suoi accompagnatori, perchè non trovavano un'indizio per il quale avrebbero potuto capire se lui fosse ancora vivo, o se stesse lottando, o se già non c'era più niente da fare, ma almeno avrebbero avuto una dannata certezza su quello che stava succedendo.

"Madama Chips" disse Silente "Vada per favore a preparare una Pozione restabilizzatrice, nel caso che il signor Lupin si svegli!" L'infermiera annuì e corse nel suo laboratorio. Poi lo sguardo del Preside si spostò sui ragazzi che si torcevano le mani raccolte nel grembo. Prima però che potesse iniziare a parlare, la porta si spalancò ed entrò Susan.

"Già qui? Qualcosa è andato storto? James..." disse implorante e preoccupata, fissando il volto del moro che gli indicò il Preside pronto a prendere parola. Allora Susan emise un debole "Ah!" e si sedette su un'altra sedia, vicina a Sirius, in modo che il suo ragazzo avesse potuto abbracciarla e giocare con i suoi capelli, rilassandosi e facendo tranquillizzare lei.

Silente provò a riprendere parola, ma venne interrotto da Sirius.

"Mi scusi professore, ma volevo chiedere a James..." si voltò perplesso verso l'amico.

"Ho visto che Remus ti ha ferito e morso più d'una volta, James, come...?" Susan era atterrita.e sconvolta, ma si limitò a guardare James e a sentire in silenzio quello che aveva da dire.

James rispose calmo, pensando che in quel momento avrebbe voluto essere morso, ferito, graffiato, almeno quella disperata sofferenza che provava, avrebbe avuto cause che avrebbero portato meno dolore e angoscia per il futuro.

"Silente mi ha fatto un'incantesimo... simile a quello che si usa sulle Giratempo... in pratica, quando venivo ferito, per il mio fisico, il tempo ritornava indietro, a prima di essere ferito!" e poi sospirò, passandosi una mano sugli occhi, stanco.

Silente, dopo aver indugiando per un attimo sul ragazzo con lo sguardo, riprovò a parlare.

"Adesso posso prendere parola?" disse semplicemente, senza sarcasmo, senza quei suoi sorrisi alcune volte non adatti alla situazione. Ognuno, nella stanza, annuì in silenzio.

James guardava Silente in cerca di appigli di certezze positive.

Susan si lasciava accarezzare i capelli da Sirius, mettendo la sua testa sulla gamba del moro.

E Sirius guardava Remus.

Silente parlò.

"Prima di parlare delle condizioni fisiche del vostro amico, desidero esprimervi i miei complimenti per il coraggio che avete mostrato nello stare vicini al signor Lupin, anche in momenti così delicati, rischiando la vita..." nessuno stava ascoltando quei complimenti, poichè nessuno pareva sentire il bisogno di ricevere ringraziamenti per aver allietato l'ultima ora di uno dei ragazzi più buoni e dolci del mondo, magari anche rischiando la propria, perchè senza Remus, era come se tutto fosse andato, fosse sparito, come se le cazzate dell'adolescenza non avessero senso, anche se lui passava la maggior parte delle volte a criticarle, quelle cazzate....

Silente, vedendo che quel tentativo di tirare un pò su gli animi di ragazzi, sì maggiorenni, ma in fondo ancora molto fragili, cambiò in fretta discorso, decidendo di parlare francamente, come loro avrebbero voluto, anche se gli avesse fatto male. Così fece, pregando che quei ragazzi avessero abbastanza forza da digerire quello che doveva dirgli.

"La prima notizia che vi devo dare, per fortuna, è assai buona. Abbiamo osservato che nell'ultimo giorno, i valori del vostro amico sono variati in modo positivo, e questo accresce di molto le probabilità che si risvegli..."

Nessuno tirò un sospiro di sollievo. Sapevano tutti che c'era ancora una notizia cattiva che doveva arrivare, e la tensione era palpabile. Sembrava come se tutto si fosse fermato, come se l'aria si fosse immobilizzata, come se non c'era altro nel mondo che quel fragile ragazzo, probabilmente, sul suo ultimo letto: uno squallido letto da ospedale, asettico, senza traccia alcuna della vita che aveva vissuto, se non quattro amici con il bene che gli volevano.

La cattiva notizia, alla fine arrivò, raggelante come una pugnalata improvvisa.

"Putroppo, però, questo repentino variamento, potrebbe allungare il tempo d'attesa per la guarigione o no del paziente. Aspetteremo fino a una settimana, poi ci toccherà..."

James tirò indietro la sedia all'improvviso, sgomento, e trattenendo il respiro. Sirius e Susan guardavano il Preside a bocca aperta. Silente dovette ricorrere a tutta la forza in suo possesso per poter dare quella notizia, perchè niente era più difficile di dare l'annuncio di una morte in mezzo all'amore.

"Dovremo addormentarlo. Per sempre!" Per un attimo tutti guardarono il predise, ma poi, si volsero verso il loro amico.

Il silenzio regnò sovrano nella stanza, mentre tutti guardavano Remus incosciente.

Silente si alzò e uscì dalla stanza, senza che nessuno ci facesse caso. Lacrime silenziose calavano sui visi di tre ragazzi (Peter era andato in dormitorio, preso da un'attacco di panico), mentre l'alba saliva dai monti.

James tirò su con il naso, poichè piangeva, mentre per un attimo volgeva lo sguardo verso la finestra, e ripensò all'alba di pochi mesi prima

"Io voglio poter raccontare di te, ricordando questa giornata come la più fantastica e meravigliosa, persino della mia vita futura, ma se non ho loro accanto a me..."

Così aveva detto a Lily, alla sola persona che in quel momento, se avesse accettato di amare allora, avrebbe potuto farlo sentire meglio. Ma senza di lei, tutte le cavolate, come che, nel caso peggiore, Remus sarebbe vissuto nel suo cuore, gli sembravano tutte balle. Gli serviva Lily ora, quando finalmente avrebbe potuto amarla senza problemi, ora che finalmente erano tutti lì... ma lui doveva ancora aspettare. Era talmente arrabiato, da non riuscire nemmeno a sfogarsi con un pugno.

Aveva passato mesi d'inferno, da quell'estate, e ora, quanto altro avrebbe dovuto aspettare per poter vivere di nuovo una vita normale, con tutti i suoi amici, con la donna che amava? Cosa aveva fatto di male per meritarselo?

Non trovò un risposta e si rigirò verso Remus, pregando quel Qualcuno Onnipotente che molti dicono stia in cielo di farlo sopravvivere, perchè James senza gli amici, non era niente. Non era uno studente modello, senza Remus dal quale copiare gli appunti, non era un asso del Quidditch, senza una piccola folla di ammiratori che la mattina prima delle partite lo incitavano, e anche dagli spalti, non era popolare, senza fan come Peter, e non era sicuro delle sue azioni, senza sapere che Sirius approvava ogni suo più singolo comportamento, ma soprattutto, non era un ragazzo onesto, senza Susan che qualche volta stroncava le sue idee più maleducate, volgari e disoneste.

Sospirò. No, senza loro, lui non era niente.

Comunque, anche quella mattina, come da più o meno mille anni, le lezioni ripresero regolari.

E Lily, ancora una volta, c'era.

Quegli ultimi giorni erano stati fantastici assieme a Hernir, che era un ragazzo dolce e comprensivo. Ormai era una settimana che stavano insieme e lei, dal giorno prima, portava già la collana con il mezzo cuore, con scritto il nome di lui. Sì, era proprio riuscita a dimenticare James e sapeva di essere stata una stupida a pensare di amarlo, si era solo lasciata suggestionare dalla spiaggia, dall'alba e dal momento difficile...

L'unico problema era che lei e Boe erano costretti a tenere la relazione segreta, o perlomeno era una delle soluzioni per quella situazione così... insolita. In fondo, non capita spesso che il ragazzo più popolare di Serpeverde sia innamorato della prefettina secchioncella di Grifondoro.

E qualcuno avrebbe potuto fare del male ai due ragazzi, con cattiverie gratuite, qualcuno come i Serpeverde, che non tolleravano uno stravoglimento così radicale nel loro 'regolamento'. Così i due ragazzi trovavano il tempo di stare insieme, di sera vicino al lago, dove, in quella stagione, non c'era nessuno, e tenevano la catenella con il mezzo cuore, nascosta sotto la maglietta, sempre.

Lily si sentiva ridicola, in fondo non stava facendo niente di male, stava solo con il ragazzo che gli piaceva, eppure doveva guardarsi le spalle, doveva stare attenta a quello che diceva, a quello che faceva, stare a ogni minima cosa che avesse potuto destare nelle sue amiche e compagne un minimo sospetto, doveva stare attenta in ogni momento. Non era giusto.

Avrebbe voluto sfogarsi con Remus, ma sapeva che il giorno prima c'era stata luna piena, e quindi avrebbe dovuto aspettare ancora un pò per potergli parlare. Così non si poteva più andare avanti!
Arrivò all'aula di Antiche Rune, come al solito, in anticipo. Si sedette al suo posto, vicino ad Alice e la salutò cordialmente. Notò però, che la ragazza la fissava perplessa con i suoi occhi grandi e vivaci. La rossa si guardò, notando se si era macchiata.

Dato che non trovò nessuna macchia, si volse verso l'amica.
"Alice... ma che ho?" quella si riscosse. "Eh?Niente, niente.." disse rigirandosi sul suo libro, in un tono poco convincente. In quel momento Lily si accorse di avere la catenella fuori la veste e si affrettò a nasconderla.

"Alice, mi spieghi.." insistette perplessa, dopo aver nascosto il ciondolo. Alice sospirò.

"Pensavo lo sapessi, ma se sei qui, evidentemente..."

Lily non ci capiva più un accidente. "Ma di cosa diavolo parli..?"

Alice chiuse il libro e si voltò verso di lei, cercando il modo di dire quello che sapeva alla rossa, senza però farle venire un colpo.
"Remus sta male!"

Quelle tre parole ghiacciarono in un momento il sangue nelle vene della rossa. "Cosa?" Alice annuì

"Lo ha detto stamattina la McGrannit alla Sprite, quando c'era Frank e così lui è venuto a dirmelo, pensavo ti avessero avvisato, perchè la McGrannit ha detto che James, Sirius, Susan e Peter oggi non venivano alle lezioni perchè dovevano restare con lui..." Lily cominciava a sentirsi male

"E così ho pensato che avessero avvertito anche te... Lily, ci sei?"

Ovvio che la rossa non ci fosse in quel momento. Se la professoressa aveva permesso a quei quattro di saltare le lezioni, voleva dire che Remus era davvero in un serio pericolo, e allora perchè doveva venirlo a sapere da Alice?

Non poteva restare là, non ora che Remus aveva bisogno di lei, dopo tante volte che lui c'era stato quando era stata lei ad averne bisogno, bè, ora era lei a dover stare accanto a lui. Si alzò dal banco e prese i libri, mentre diceva ad un'Alice perplessa dalla sua espressione determinata un "Dì al professore che vado da Remus!" non si fermò neanche il tempo necessario per vedere Alice annuire, e uscì dall'aula.

James non aveva dormito neanche un secondo, intento a pensare al suo amico. Susan, verso le cinque, si era addormentata con la testa sulla gamba di Sirius, che a sua volta si era addormentato con la mano fra i capelli della ragazza. Ma almeno, si ritrovò a pensare James, tutti e due avevano qualcuno che li poteva far sentire meglio. Qualcuno da amare, da cui farsi accarezzare e da guardare negli occhi per capire che tutto sarebbe andato bene, ma James era solo. Non aveva nessuno.

Sospirò e si strofinò gli occhi rossi. Il sedere gli faceva male per aver passato tutta la notte seduto su una sedia di legno, ma non gli importava. All'improvviso sentì un picchiettare alla finestra e si alzò frettolosamente. Era il gufo che aveva comprato a Sheila secoli fa. Improvvisamente ansioso, slacciò con foga la lettera dalla zampa dell'animale, che, indignato, gli diede una feroce becchettata sul dito, ma evidentemente, quella notte lo aveva reso insensibile al dolore fisico, perchè non fece neanche un verso di dolore, non fece attenzione alla ferita, che per fortuna non era niente, e aprì la lettera.

"Sì, James, sono io. Sheila.

Lo so che è davvero tanto che non ci sentiamo, ma credo che di questo potresti colpevolizzarti abbastanza, no?

Comunque... Susan mi ha scritto ieri per dirmi come ti sentivi, come ti mancavo e quello che sta succedendo a Remus...

Mi dispiace tanto, Campione.

Fatti forza, che prima o poi tutto si risolve, e stai pure sicuro che qui c'è una persona che non smetterà mai di volerti bene.

Da oggi in poi ti vorrò solo bene. Due volte abbiamo sbagliato, e abbiamo confuso quest'amicizia così grande con l'amore, ma non succederà di nuovo, perchè adesso sono sicura di volerti troppo bene per poterti amare...

Insomma, è quella cosa strana per la quale ti vedo più un fratello che un fidanzato, e quindi...

Non preoccuparti per come mi sono sentita.

Sì, sono stata un pò giù, ma... mi sono ripresa adesso, e mi sono rimessa con Robert, perchè ce la farò a ricominciare, e poi quel ragazzo è così dolce e così... comprensivo. Pensa, quando abbiamo litigato, lui era qui sempre quando ne avevo bisogno, c'era sempre, anche per sentirmi dire parole d'amore verso un'altro che eri te...

E ho deciso di premiarlo, in fondo, mi piace....

Però devi venirmi a trovare quando passa tutto, eh? Ci conto, Campione!

Un bacio,

Shey"

In un'altra situazione, James avrebbe sorriso. Adesso era sì contento, ma tutti i suoi pensieri andavano al suo amico. Per questo lasciò cadere la lettera sul tavolo lì accanto, dove c'erano ancora i vassoi della colazione, perfettamente integri, ed andò a guardare in piedi Remus. Gli passò una mano fra i capelli e parlò piano, a bassa voce.

"Vedi, Lunastò? Tutto sta andando a posto... mi manca solo che tu guarisca e poi potrò mettermi anche con Lily... fai quest'ultimo sforzo, amico mio, fallo per noi, fallo per te, fallo perchè hai tante cosa da fare, tante cose da vedere... e finita la scuola faremo un viaggio lunghissimo, in giro per tutto il mondo... io, te, Sirius, Susan, Peter e se vorrà, anche Lily. Anzi, porteremo anche Sheila, chissà che non succeda qualcosa fra voi due..." non riusicva a non parlare. Doveva parlare con Remus, doveva dirgli tutto quello che pensava, tutte quelle cose sceme che gli passavano per la testa, e che sapeva non sarebbe mai riuscito a dire in una situazione quotidiana.

"Comunque, se tutto questo è uno scherzo, brutto malandrinaccio, vedi di finirla, perchè...perchè, porco cazzo, mi mancheresti davvero tanto e... mi stai facendo arrabbiare. Svegliati, amico mio, perchè sennò... pensa a cosa potrei diventare senza uno come te che mi frena al momento opportuno, che mi fa copiare gli appunti, che mi... che mi vuole bene, E anche se non te l'ho mai detto, anche io ti voglio bene, te ne voglio tanto..." cominciò a piangere nonostante gli sforzi che faceva per non arrendersi alle lacrime.

In quel momento la porta si spalancò ed entrò Lily. James lasciò prima che lei si guardasse intorno, meravigliato dalla sua presenza. Dio, quant'era che non la guardava da così vicino? Quant'era che la evitava? Ora capiva quanto male si era fatto e quanto ne doveva aver fatto a lei. Poi la rossa girò la testa e vide tutti lì accanto. Si avvicinò e vide James piangere, allora lo abbracciò.

E lui si sentì morire fra le braccia di lei che lo teneva stretto.

"Non piangere James, vedrai... tutto si sistemerà!" James annuì, il suo cuore sembrava pronto ad esplodere, per tutte quelle emozioni, tutte insieme. E doveva innanzitutto chiedere scusa a lei, a quella fata che sembrava fatta apposta per rendergli piacevole tutto quello che di spiacevole c'era da dover vivere. Prese ad accarezzargli la schiena, e chiese scusa a lei, forse per la prima volta.

"Mi dispiace rossa se ti ho evitato, se ti ho fatto aspettare, ma ti prometto che appena Remus guarirà, potremmo stare insieme, e ce la faremo, insieme!" disse in mezzo al pianto. E, forse appunto per il pianto, non si accorse che Lily spalancò gli occhi.

Non aveva ancora pensato che James, un giorno, avrebbe potuto richiedere quello che la rossa gli aveva promesso tanto tempo fa.

E si sentì tremendamente in colpa, per aver tradito una persona sincera, una persona che aveva messo gli amici prima di se stesso, rinunciando a quello che aveva desiderato per tutta una vita...

"Lily Evans, vero?" le chiedeva un'antipatico ragazzino moro, sul treno per Hogwarts. "Sì!" rispose lei determinata a fargli fare una brutta figura.

"Vuoi essere la mia ragazza?" chiese sorridendo, mostrando due file di denti candidi, sicuro di fare colpo.

"No!" rispose lei, sicura, senza scomporsi. James spalancò per un attimo gli occhi, accusando il colpo, poi però chiese "E perchè?"

"Perchè io non ho bisogno di nessuno, tantomeno di un ragazzino, prepotente, arrogante e stupido, che pensa che tutto gli sia dovuto!" James era rimasto parecchio colpito dalla fierezza di quella ragazza.

"Scommettiamo che un giorno verrai da me?"
"Non dovrò avere proprio nient'altro e nessun altro a cui pensare!"
"Però arriverai!"
"Buona attesa, chiunque-tu-sia!"

"Aspetterò, allora, e comunque.." prese Lily per un braccio e le sussurrò nell'orecchio

"Mi chiamo James Potter!" Lily si era liberata dalla presa e se ne era andata senza accusare alcuno stravolgimento.

"Perchè tu vuoi stare ancora con me, vero, rossa?" gli disse all'improvviso James, accarezzandole la guancia, e lei tornò alla realtà. Guardò gli occhi di James lucidi e rossi per la notte insonne passata a vegliare sul suo amico, e ci vide dentro un'amore grande, un'amore sconfinato, un'amore... che non si meritava di essere deluso.

"Ma certo, James!... Sicuro che voglio stare con te!" disse velocemente. "Grazie!" le disse James riabbracciandola. E in quel momento, Lily si sentì talmente colpevole che, ne era sicura, non sarebbe più riuscita a guardarsi allo specchio.

Nascose meglio la catenella con il mezzo cuore sotto la camicetta, facendo un movimento furtivo e chiedendosi perchè voleva, ma non riusciva ad amare James Potter, mentre amava Hernir, che era iniziato come una distrazione...

James la lasciò andare e le disse "Se vuoi parlargli..." indicando con il pollice Remus. Lily annuì, gli diede una carezza sulla spalla e poi si mise al letto di Remus, e pensò, parlando con lui silenziosamente.

"Lo vedi in che situazione sto? Sono sicura che lo sai... e allora, ti prego, svegliati... lo so, siamo in tanti a chiedertelo, ma è perchè non ce la facciamo senza di te... sei il dietro le quinte, Rem. Se non ci fosse chi tira il sipario, come farebbe lo spettacolo ad andare in scena??

Ma quanto posso essere malata da uno a dieci? Voglio il mio amico di sempre, voglio il mio Rem, con il quale fare a cuscinate, con il quale mangiare schifezze fino all'alba, voglio il ragazzo che mi ha stretto tutta la notte quando Petunia ha scritto di odiarmi... voglio confidarmi con te, e mi manchi tanto.. e poi, se non rinvieni, a James chi glielo dice che oltre a me, deve perdere pure te?

Ci ho messo tanto a capirlo, ma adesso sono sicura che è un bravo ragazzo, dolce e simpatico e onesto... Hai visto?

Alla fine hai vinto te la scommessa. Eh già, dovrò portarti in giro per la Londra Babbana... poi mi spiegherai perchè... e comunque, potremmo andarci tutti insieme, no?? Sono sicura che Hernir ti piacerebbe...

Ma per fare tutto questo, devi svegliarti, Remus. O qui impazziamo!"

Passò una mano fra i capelli paglierini del ragazzo, pensando che se cera mai stato qualcuno che avesse potuto farle da padre, da fratello, da amico e da tutto quanto quello di cui aveva bisogno, era proprio lui, perchè lui non si allontanava mai, neanche se avevi torto marcio, solo cercava di farti capire la cavolata che avevi fatto, e sopportava ogni tuo più piccolo difetto, senza mai dire nulla, aveva sempre vissuto all'ombra, senza mai lamentarsi, a lui bastavano solo gli amici. E però, loro tutti, non solo James, senza lui non erano niente!

I giorni passarono in fretta, in quella stanzetta comunque troppo piccola per quattro persone.

Lily era sempre là e James pregava, pregava che Remus si svegliasse e che lei rimanesse.

Quante notti (Madama Chips gli aveva dato i letti dell'infermieria) si era sospreso a guardarla e a pensare a tutte le cose che avrebbe fatto con lei, quando finalmente tutto sarebbe passato.

E questo pensiero, lo faceva andare avanti, nell'angoscia che invadeva ogni suo giorno, nella paura di non rivedere più Remus...

Ormai la settimana era passata. Se il ragazzo non si fosse svegliato nelle ventiquattro ore posteriori a quella mattina, sarebbe... avrebbero...

James non riusciva a pensarlo.

Sirius e Susan si facevano forza a vicenda, e Lily aiutava molto tutti quanti, portando da mangiare, parlando tanto per alleviare la tensione e facendo un pò di supporto morale, nonstante stesse male come tutti.

Alcune volte andava via, James immaginava fosse per la troppa tensione che si respirava in quell'ambiente, e la lasciava andare senza fare domande.

Molte notti, i due erano gli unici che non dormivano, e allora parlavano fra di loro, parlavano di tutto, si conoscevano meglio, perchè in fondo la loro amicizia era appena nata, ma tutto questo, senza mai sfiorare il discorso di loro due, perchè lui non voleva forzarla o farla sentire prigioniera di una decisione che avrebbe dovuto prendere in seguito. Ormai, tutti pensieri, tutte le preoccupazioni, andavano a Remus.

Alle otto di quell'ultima giornata di veglia, James venne svegliato da un forte profumo di caffè.

"La colazione, James!" disse Lily, posando un vassoio con quattro tazze di caffellatte e quattro cornetti.

"Grazie!" disse il moro, lanciando una rapida occhiata a Remus, che ovviamente, ancora non si era ripreso. James lo faceva sempre, ogni mattina, era come una speranza....

Lily si sedette sul suo letto, di fronte a lui e lo guardò mangiare, mentre anche lei faceva colazione.

"Oggi è l'ultimo giorno, no?" disse in tono mesto, e James si limitò ad annuire.

Si augurò che Lily non piangesse, perchè se anche lei si fosse dimostrata leggermente più debole del solito, bè, nessuno ce l'avrebbe fatta. La rossa si alzò ed andò al fianco dell'amico che dormiva, in coma.

Gli accarezzò i capelli e ripercorse i ricordi, assieme a James

"Lo sai" disse, il moro si volse improvvisamente a guardarla

"La prima volta che ho incontrato Remus, è stata particolare!" James sorrise "Forse è lui ad essere particolare!" Lily annuì "Oh sì!" e si rituffò nei ricordi.

Qualcuno aveva buttato degli oggetti nella biblioteca, e violentemente, anche. Lily si ritrovò indignata. Quello era un posto per studiare e concentrarsi, e lei ci era venuta apposta a quell'ora, per non trovare distrazioni, la biblioteca, alle otto di sabato mattina, era vuota.

Si alzò, e andò incontro al luogo da dove le era pervenuta la fonte del rumore. Ma, appena arrivata dietro lo scaffale, si nascose meglio, perchè sentiva che quel ragazzo urlava.

"Sono stufo di nasconderlo" diceva furioso, quel ragazzo biondo. Mostrare così tanta furia, doveva essere così insolito per lui, perchè tardava a continuare a urlare, come si fosse vergognato.

"Sono un lupo mannaro!" urlò forte, disperatamente.

Lily si costrinse ad uscire allo scoperto

"E a me cosa può fregarne? Vorrei studiare, se non ti dispiace, grazie!" e si girò, per tornare al suo tavolo, ma quel biondino la fermò "Aspetta!" disse, e girandosi, Lily notò che era lievemente impallidito.

"Hai... hai sentito tutto?" Lily inarcò un sopracciglio "Bè, urlavi!" lui si lasciò sedere per terra.

"Oh, mio Dio!Io pensavo che non ci fosse nessuno!" sembrava sul punto di piangere, e per questo, la rossa gli fu accanto in un minuto.

"Scusa, ma non capisco cosa c'è di male... voglio dire, ti trasformi per una notte al mese in un mostro, ma a parte questo..." Remus, invece di piangere, fece un sorriso.

"Per te sarebbe così semplice convivere con un mostro?" lei si spaventò un pò e si allontanò un pò con la schiena "Bè... non lo è?" Remus scosse la testa

"No. Per questo sono costretto a sfogarmi in una biblioteca vuota!" Lily era piena di tristezza per quel ragazzo. Ovvio che non pensasse che essere un lupo mannaro fosse facile, ma doveva pur aiutare quel ragazzo, no?

"Bè, io conosco un modo migliore!" ora era il turno di Remus di arcuire un sopracciglio

"Ovvero?!"
"Sfogati con un'amica! Tanto ormai, il tuo segreto lo so, no?"

Remus rimase con una faccia di sasso.

"Tu saresti disposta a stare da sola con me?"
"Bè... mi pare che la luna piena ci sia solo una notte al mese, no? E non mi sembri così assetato di sangue adesso, al contrario, mi sembri molto fragile..." Remus sospirò

"E va bene. Sei maledettamente abile nel metterti nei guai!" Lily aveva sorriso

"Lily Evans!" e gli aveva teso la mano, che lui aveva accettato, senza troppi complimenti

"Remus Lupin!" e da allora si erano voluti veramente molto bene.

Lily tornò alla realtà. Le lacrime le erano scese lungo il viso senza che se ne fosse accorta.

Le asciugò in fretta con un violento gesto della mano, e pregò che James non vi si fosse soffermato.

Ovviamente, era una speranza vana. James se ne era accorto, ma aveva previsto che la Evans non avesse voluto, così finse di concentrarsi sul suo caffè.

"James" lo chiamò la rossa e lui voltò improvvisamente la testa

"Ma tu,---" lo voleva chiedere, lo voleva chiedere con tutto il suo cuore, anche se sapeva che la risposta era negativa

"Ma io?" la incalzò James, puntanto le sue iridi nocciola sul suo viso pallido.

"Hai mai amato una delle ragazze con cui sei andato a letto in sei anni?"
James restò spiazzato da quella domanda. Non era una domanda ovvia, anzi, era leggermente sprovvisto.

"Bè..." sapeva che era una cosa terribbile da dire, e così cercò il modo per dire la verità, facendola sembrare più dolce. "No"

La rossa sgranò gli occhi, ma lui proseguì

"Erano tutti tentativi di dimenticarti!" disse in fretta. In fondo era vero.

Lily si rigirò verso Remus e non disse niente. Davvero, non le importava. Non ora che stava con Hernir.

"Questo cambierà qualcosa?" chiese a bruciapelo il moro.

"Eh?" gli rispose perplessa Lily.

"Cambierà qualcosa nella promessa che ci siamo fatti?"

"Oh!" Lily doveva sembrare all'improvviso molto colpevole.

"Bè... non cambierà niente, ma... bè, io pensavo che potessimo aspettare almeno alla conclusione delle vacanze natalizie, sai, un pò di tempo per... insomma, per me."

James sospirò. A cosa gli serviva un pò di tempo? Lui era già molto impaziente. Ma se non gliel'avesse accordato, ogni speranza di stringerla fra le sue braccia sarebbe andata persa.

"Bè, d'accordo!" disse semplicemente, cercando invano di non far notare che gli dispiaceva. E Lily si sentì tremendamente colpevole.

Sapeva che prima o poi avrebbe dovuto dire a James che lei non l'aveva aspettato, ma... preferiva farlo più tardi che poteva.

Sono Remus, e sono nello stesso luogo da una settimana. Una specie di radura bellissima, ma la mia domanda diventa insistente "Che ci faccio qui?" grido al nulla.

L'ho gridato appena mi sono svegliato in questo luogo incantevole, e continuerò a gridarlo, sebbene tutto qua mi fa stare bene. Non sento nè fame, nè sete, e nè sonno. E nonostante questo mi sembra veramente sbagliato, mi consolo con la gioia che mi dà quel prato infinito e bellissimo, una gioia eterna, ma che so sbagliata.

In una settimana non ho visto nessuno in questa radura, e mi sembra infatti di avere un'allucinazione, quando sento una voce chiamare dolcemente il mio nome

"Remus!" dice la voce, in un tono terribbilmente carezzevole, e so di aver riconosciuto la voce, per quanto sembra strano.

"Mamma!" dico, sconvolto. Mia madre è morta anni fa, poco dopo la mia entrata a Hogwarts. Da allora sono i Malandrini la mia famiglia. Corro ad abbracciarla con le lacrime agli occhi.

"Mamma!" lei mi accarezza il viso.

"Ti sono mancata?" mi dice dolce, con un sorriso mite e gentile dipinto sul viso. Annuisco mentre mi stacco e mi asciugo le lacrime.

"Sei andata via tanto tempo fa...." lei sorride

"Ma è nell'ordine naturale delle cose..." nego ostinatamente, scuotendo la testa.

"L'ordine naturale delle cose sarebbe che tu te ne saresti andata quando io sarei stato pronto a stare senza di te!"

Lei non risponde niente, si limita a fissarmi.

"E allora anche tu devi andartene quando le persone che ami sono pronte a perderti!"

La guardo interrogativo. "Ma ormai è una settimana che sono qui, pensavo di essere già morto..." mia madre scuote la testa.

"In verità se non ti riprenderai entro poche ore, sarai morto!"

Avrei dovuto scandalizzarmi per quella notizia, eppure l'idea non è così male. Mi manca da morire mia madre, e poi, già mi ero abituato all'idea di essere morto.

La fisso in silenzio.

"Non mi va di lasciarti di nuovo!"

Lei scuote la testa "Mi ritroverai. E poi, guarda..." muove leggermente la mano nell'aria, e viene come una finestra liquida che dà sulla terra. Su di un letto c'è il mio corpo (a quella vista, ho degli spiacevoli brividi che mi attraversano la schiena) e attorno ci sono tutti, a guardarmi con aria mesta. La cosa incredibile, è che posso sentire ogni singolo pensiero di quelle persone.

Chiedono tutti che io mi svegli.

Nonostante quei pensieri mi danno un'improvvisa felicità, sono ancora restio a tornare laggiù, a tornare a combattere ogni mese con la luna che risveglia un mostro in me.

"Ma mamma, mi sono stufato di litigare con la luna.." in un secondo mi accorgo di come le mie parole suonano così infantili, come avessi otto anni. Mia madre mi sorride.

"E tu pensa che la luna è la tua migliore amica..." faccio una smorfia di sarcasmo

"Eh, come no!"

Lei ride. Dei, da quanto non la sentivo ridere... è un suono così rassicurante, così dolce e così bello.

"Ma scusa, da bambino la luna ti piaceva tanto... non è lei a renderti così cattivo!"
"Ah no?" implicitamente le chiedo di andare avanti

"No! Il tuo problema, figlio mio, è che devi saper vedere il rovescio della medaglia!"

"E cioè?"
"Mettila così: ti dà ventinove giorni di pace e uno solo di dolore! Potrebbe fare il contrario..."

Sorrido. Mi ero dimenticato di come con lei era tutto semplice, era tutto bello e niente andava male. Alzo gli occhi verso il cielo. La luna sta sorgendo, come sulla Terra

"Manca poco, amore mio...." mi sorride con i suoi occhi neri

"Non voglio lasciarti!"
"E vuoi lasciare loro?" fa un gesto verso la finestra sulla Terra. Ora tutti stanno piangendo silenziosamente. In un momento riconsidero tutto. Non ho mai sopportato di vederli piangere, soprattutto Lily.

E ora le lacrime la soffocano, mentre James, che piange anche lui, la tiene stretta a sè, cercando di consolarla...

Quante cose mi sono perso mentre ero quassù...

E in un momento mi manca tutto.

"Torna giù amore mio, fallo per loro!" annuisco.

Chiudo gli occhi e trattengo il fiato, cercando di concentrarmi, e per fortuna, ci riesco. Sento di nuovo ossigeno in me, prima di rivedere la luce.

La luna era sorta da un bel pezzo, quando Madama Chips decise di andare a prendere la pozione per Remus.

Si alzò lievemente, in mezzo al carico silenzio che riempiva quella stanza, e si diresse verso il laboratorio. Ma, simultaneamente a lei, si alzò James, furente, facendo stridere la sua sedia sul pavimento.

"Dove crede di andare?" disse in tono autoritario, tanto che tutti lo guardarono con gli occhi spalancati e lo fissarono, ma non avevano la forza per dirgli niente. La donna voltò lentamente la testa e disse, senza scomporsi:

"A prendere la pozione che farà..."
"Lei si ferma qui!"

La interruppe James, con gli occhi spalancati e un piede leggermente scostato, come per essere pronto a partire all'attacco; sembrava una furia scatenata. Madama Chips spalancò gli occhi e lo fissò sconcertata "Lei non può darmi ordini nella mia infermieria!"
"E lei non può decidere se far morire un mio amico, ha capito?" gli ringhiò contro. Susan si alzò e gli mise una mano sulla spalla, come a cercare di fargli capire che stava esagerando e che doveva calmarsi.

"Io faccio quello che..." il tono della donna non era molto agitato, nonostante la situazione.

James si scrollò di dosso la mano di Susan con violenza e continuò ad urlare contro Madama Chips

"Le sembra giusto uccidere un ragazzo di diciassette anni? Eh? Lo guardi.." e indicò con il braccio il corpo attualmente inerme di Remus Lupin. Le lacrime avevano cominciato a bagnargli le guance, senza che nemmeno se ne rendesse conto. "Io lo so che questo stupido aprirà gli occhi prima della mezzanotte, lo so, me lo sento!"

Madama Chips scosse la testa, con una mano sulla fronte "Sentirselo non basta in medicina, Potter. Ora mi scusi, ma devo fare ciò che, mi creda, farà rabbrividire persino me!" e sparì nel laboratorio.

James si fece cadere pesantemente sulla sedia, asciugandosi le lacrime. Nessuno sapeva cosa fare o cosa dire. Potevano solo continuare a pregare, e intensamente.

"Si sveglierà. Lo so, non ci ha mai lasciato in guai seri!" nessuno rispose a James, più che altro perchè non ci credevano. Lui però, nel suo cuore non perdeva le speranze e lanciava mute preghiere al cielo.

Sembrò che i minuti non passassero mai in quel cubicolo, oppure qualcuno aveva incantato il laboratorio di Madama Chips, perchè pareva veramente che ci stesse mettendo troppo. Non che non facesse piacere agli amici del paziente, ma se dovevano soffrire, preferivano presto e subito.

"Oh!" Lily Evans pronunciò questa sillaba piena di speranza, mentre gli altri avevano le pupille impegnate altrove per la prima volta in una settimana. Tutti si volsero verso Remus, che però, pareva invariabile. Lily arrossì.

"Scusate, credevo... mi era sembrato di vedergli aprire l'occhio, ma deve essere stato solo un gioco di luci!" tutti chinarono il capo, mesti. Pronti alla notizia più brutta della loro vita. Poi sentirono un suono strano, come chi comincia a respirare per la prima volta, o dopo tanto tempo e... non ci credevano.

Alzando la testa, videro che Remus aveva gli occhi aperti e che sbatteva lentamente le palpebre, come a cercare di capire dov'era e perchè. Nessuno attorno a lui muoveva un muscolo.

Lo guardarono rimprendere conoscenza fermi, forse perchè si erano così abituati all'idea di non averlo più, che sembrava un miracolo insperato vederlo respirare, vederlo svegliarsi, vederlo di nuovo fra loro.

Solo Lily, ad un certo punto, si fiondò ad abbracciarlo.

"Remus, oh, Rem!" e, con le lacrime di felicità che le rigavano il viso, lo abbracciò. Lui le mise una mano attorno alle spalle, sentendole sussultare sotto il suo braccio, quando ancora non era pienamente coscente di quello che gli accadeva intorno.

"Non sai quanta paura ho avuto di vederti... di saperti... di..." non riuscì a dirlo, nonostante ora fosse un pericolo scampato, e alzandosi, si richinò ad abbracciarlo, e, senza che se ne accorgesse, il mezzo cuore scivolò dalla sua maglietta.

E non sfuggì agli occhi attenti di James, che guardava sorridendo le persone che amava di più nella sua vita.

Naturalmente, il sorriso per riavere Remus sveglio non poteva gelarglisi sulla faccia, ma...

Quella catenella e quel semplice ciondolo, lo fecero leggermente rabbrividire.Allora lei non voleva del tempo per riflettere, allora lei voleva solo fare finta di amarlo ancora... e che bell'amore che provava, che si dimentica nel giro di due mesi... Ma chi poteva essere stato a farle credere di amarla più di lui, specialmente dopo le spiegazioni di quell'alba, adesso maledetta?

Doveva vederci chiaro. Ma prima doveva occuparsi di Remus.

Si avvicinò e gli diede una pacca sulla spalla "Vecchia pellaccia, volevi farci morire, eh?" Remus sorrise "Sì, ero in combutta con Lucius Malfoy!"

"Sai, Lunastò" disse Sirius sorridendo, mentre stringeva Susan a sè "Devi la vita a James!" Remus sorrise. Sapeva che James era stato quello che non si era mai arreso. POi però, riflettè sul fatto che Sirius, per la prima volta dopo mesi, parlava bene di James. Spalancò gli occhi.

"Devo dedurre che valevo così tanto da farvi riappacificare?" gli altri due Malandrini sorrisero "Mi sa proprio di sì!" Remus spalancò il sorriso ancora debole "Devo stare in pericolo di morte più spesso!"

"No!" questa volta, a parlare, erano state le ragazze

"Se non vuoi vedermi anoressica, no!" disse Susan "Avrò perso venti chili per la tensione!"
"E io? Rischiavo la depressione!" disse Lily, sorridendo. Sirius fece schioccare la lingua

"Ma se eri te il sostengno morale del gruppo!" Lily sorrise, la semplice frase di Sirius gli aveva fatto capire che i suoi sforzi erano stati riconosciuti, e questo gli bastava.

Non si era ancora accorta che la catenella era esposta alla vista di tutti, come il resto del gruppo del resto, a parte James. Quel luccichio che mandava quella semplice collana, sembrava spegnere ogni scintilla del cuore del ragazzo, che comunque non poteva essere triste.

"Quindi.. adesso siamo di nuovo i Malandrini?" chiese Remus.

"Più Malandrini di prima!" disse Sirius.

"Oh, cielo!" li sorprese la voce di Madama Chips, che era finalmente uscita dal suo laboratorio. Si fiondò sul paziente "Come si sente?" chiese, tastando ovunque ci fosse, il battito della pressione. Remus sembrava divertito da quelle attenzioni "Bene, Madama, tutto a posto, è come fossi rinato..."

La donna, ovviamente, non tenne conto di quella frase e gli misurò quante più cose possibili. Mentre faceva tutto questo, Remus guardava il cielo, e pianse solo una lacrima, pensando "Mamma...", e gli sembrò che in quel momento, una stella stesse brillando più delle altre.

Poi si guardò intorno e c'erano tutti i suoi amici che lo guardavano, sorridenti. E ogni dubbio andò via. Sì, aveva fatto la scelta giusta.

Lily Evans, quella notte, spalancò per un attimo gli occhi verdi, quasi inconsapevole di essere sveglia.

Per un attimo si domandò perchè si era svegliata in mezzo alla notte, poi la risposta le giunse all'orecchio molto presto. Ovvero, una scatenata musica rock che veniva dal dormitorio dei ragazzi.

Sbuffando, prese il distintivo da Caposcuola e se lo appuntò sulla camicia da notte bianca (semplice e lunga fino alle caviglie), decisa a far smettere l'ennesimo festino clandestino. Ormai non era neanche più arrabbiata. Questo genere di cose era entrato nella quotidianità.

"Dovrei fare come i cowboy!" pensò mentre andava "Una tacca sulla spilla per ogni festino sospeso!"

Ben presto arrivò alla camera dei ragazzi e bussò. Là la musica era così forte che credette di non aver fatto nessuno rumore. Poi scattò la maniglia e il viso di un Sirius ubriaco gli sorrise. Da dietro si intravedevano luci psichedeliche che procuravano un mal di testa istantaneo solo alla minima percezione.

"Ciao, ci sei anche te?" Lily dovette tirarsi indietro per la puzza d'alcool "No, veramente sono venuta per far finire le festa!"

Il viso di Sirius si torse in una smorfia "Guastafeste!" disse, prima di mettersi a ridere "Ahahaaah... l'hai capita? Guasta-feste!! Ahahaha!" e si allontanò dalla porta, ancora aperta. Lily colse l'occasione per entrare e si avvicinò allo stereo, cercando di spegnerlo.

Purtroppo per lei, James la vide e la prese per il polso.

"Ehi ehi ehi!" disse, girandola verso di lui.

"Cosa credi di fare?" lei gli tenne testa.

"Remus è ancora convalescente, non può stancarsi con queste feste fino a tardi, e soprattutto, non può ingerire nessuna di queste robaccie!" James le ringhiò contro

"Cosa c'è? Sei arrabbiata perchè non abbiamo invitato te e il tuo fidanzatino? O forse lui è qui ma tu non sei venuta per salvare le apparenze?"

Lily sgranò gli occhi. Come aveva fatto James a sapere di lei e... un momento, lui sapeva solo che era fidanzata, e non con chi. Sì, ma il problema restava. Come aveva fatto a scoprirlo? Non le restava altro, se non fare finta di niente fino all'ultimo.

"Ma di che parli? Io non..."
James la scosse ferocemente verso il muro e le si avvicinò. Sembrava che nessuno si stesse accorgendo di loro in quel momento.

Scuotendola, James aveva fatto fuoriuscire dalla camicia da notte la catenella col mezzo cuore, e l'aveva presa in mano.

La rossa era ancora sconvolta per quell'essere stata battuta al muro (non che le ebbe fatto male, ma l'aveva scossa) quando James ricominciò a parlare.

"E questa? L'ho vista, sai?"

Le iridi di Lily si lasciarono improvvisamente andare verso il basso.

"Credevo fossi cambiata Lily... credevo mi avessi capito..."
La rossa cominciò a piangere. Ogni parola di James la faceva sentire colpevole sopra ogni limite.

"Io..." provò a difendersi "Io te l'avrei detto.... e poi" prese forza, in fondo, chi era James Potter per farla sentire in colpa? "Non sono io quella che ha chiesto di aspettare!"

James distrusse la sua furia in un secondo, portandola a sbattere nuovamente contro il muro

"Ma cosa credi?" le stava stringendo il polso così tanto che, se Lily non avesse avuto paura di lui, avrebbe urlato

"Che io mi sia divertito tutto quel tempo senza di te, senza di loro? Credi che io abbia sorriso quando ti ho vista piangere per Mark e finalmente sospirare per me? Io volevo solo che tu non avessi sofferto. Perchè tutto quello che voglio è che io te ci mettessimo insieme in un giorno bello e felice, così tu lo avresti per sempre ricordato come il giorno più bello della tua vita! Io ho fatto tutto questo per te!"

Ora però Lily non aveva intenzione di soccombere, forse semplicemente per il fatto che già sapeva di aver torto

"E hai sbagliato James! La cosa più bella che potevi fare per me era attraversare le difficoltà insieme! Sai, nella gioia e nel dolore, e tutte quelle cose là, che se tu mi amassi per davvero, terresti di conto!"

"Cosa?" James aveva spalancato gli occhi e aveva allentato la presa sul polso della ragazza "Io ti amo! Non mi sembra di essere stato io quello a fidanzarsi con un altro!"

Lily lo respinse indietro, approfittando di quell'attimo di sconcerto.

"Forse è stato perchè tu mi evitavi, e invece lui mi ha fatto sentire una regina! Una regina per davvero James!"

Il ragazzo era sconvolto

"E allora, io? Ti ho ricoperto di attenzioni fino a non poterne più..."
"Forse quelle che tu chiami attenzioni sono solo comportamenti soffocanti e stressanti! Apri gli occhi, Potter! Il mondo non vede tutto come lo vede te!" e, scrollandosi il ragazzo di dosso, Lily se ne andò verso la porta, non prima di aver detto un "Per fortuna!" e poi scomparve verso la sua camera.

James tirò un pugno al muro.

Era stato uno stupido a credere che tutto era a posto, era stato uno stupido a cedere a delle lusinghe momentanee sulla spiaggia, un'idiota a farsi strane idee ed a assecondare tutti, ma proprio tutti, i desideri di Lily.

Susan gli si avvicinò "James, cos'hai?" James dovette ricorrere a tutta la forza in suo possesso per non urlare "Lily. Si è fidanzata!" Susan si morse il labbro inferiore. Sapeva che prima o poi tutto ciò sarebbe accaduto, ma non era comunque pronta a consolare James da questo. Comunque, si fece coraggio, e disse tutto quello che di più sincero le veniva dal cuore, anche se stupido.

"Bè, vedila così" il suo sguardo indugiò per un momento su un Sirius che ballava poco lontano, non proprio sobrio "Almeno non dovrai starle lontano per la puzza d'alcool!"

James si girò verso Susan. Per un attimo si squadrarono, e pareva che lui la volesse uccidere, ma poi...

Lui scoppiò a ridere. Di gusto

"Ma come fai?" le chiese "Cosa?" rispose lei, trascinata dal buon umore del ragazzo

"A trovare sempre le parole giuste!"

Susan sorrise "Bè... diciamo che ormai ti conosco così tanto che non farei fatica a stare nei tuoi panni, signor Potter!"

James alzò un sopracciglio "Attenta, potrebbe venire il giorno in cui ti metterò alla prova!"

Un'altra spinta fece ricominciare le risate "Non provarci!"

"In che senso?" chiese malizioso il ragazzo, alzando un sopracciglio.
"In tutti, sporco malandrinaccio che non sei altro!" James sorrise. A Lily avrebbe pensato in un altro momento, magari dopo il mal di testa che lo aspettava la mattina dopo, per la sbronza che da lì a poco si sarebbe preso.

****

"Lily, hai un'aspetto..." disse Alice la mattina dopo alla sua amica, mentre si spalmava marmellata sul toast, in Sala Grande.

Per tutta risposta, l'altra mugugnò. "Ma non l'hai sentita la musica della festa?" Alice arrossì, segno evidente che la musica della festa l'aveva sentita molto più vicina allo stereo di quanto lo era stata Lily.

"Bè, potevi sempre andare a interromperla!" Lily alzò gli occhi al cielo

"Ci ho provato, ma poi..."
"Incontro di fuoco con il cavaliere dagli occhi nocciola?" disse Alice con il sopracciglio alzato. Lily la fulminò con lo sguardo.

"Scusa, avevo solo tirato a indovinare..." disse la ragazza bionda, posando il coltello.

"E putroppo ci hai azzeccato. Mi ha fatto infuriare!"

"Strano" disse l'altra nel bel mezzo di un mozzico. Invece di strozzarsi, prese tempo con la rossa, segnandole di aspettare, e continuò dopo aver ingoiato "Comunque, mi sembrava che voi foste più amici del solito, da un pò...e poi... non c'era una certa promessa che..." Lily sospirò.

"Appunto! Hai mai provato a spiegare a un ragazzo che non sei fidanzata, quando porti una catenina con un mezzo cuore appesa al collo?" Alice spalancò gli occhi

"Ah! Capito!"

"Ecco!" seguì un momento di totale silenzio, poi una voce molto più calda, morbida e bassa delle altre due, raggiunse le ragazze.

"Dolcezza!" un ragazzo biondo, dai fantastici occhi marroni cangianti in verde, con il simbolo sulla divisa che raffigurava un serpente verde su uno sfondo argenteo, si avvicinò a Lily e la baciò sulle labbra.

"Ciao, Hernir!" lo salutò lei, leggermente assonnata.

"Sei sicura di stare bene, amore? Hai una cera..." Lily fece un verso d'impazienza con la lingua, poi disse

"Bè, se quel cretino di Potter capisse prima che io non intendo marcire per aspettarlo..." era ad occhi bassi, spalmando anche lei la marmellata sul pane già imburrato. Sentì Hernir annuire.

"Dai, tranquilla... senti, dato che la nostra relazione non è proprio ancora segreta... io pensavo che oggi, all'Eclisse, avrei potuto stare con te!"

La rossa spalancò gli occhi ancora sul pane. Era vero, quel giorno era prevista un'eclissi e le lezioni, essendo l'ultimo giorno prima delle vacanze, si sarebbero interrotte all'ora prima di quella dell'eclissi, che era a mezzoggiorno. Silente si era raccomandato di ricordarsi di farsi trovare per le undici e mezza nel cortile, così l'avrebbe potuto incantare per non avere spiacevoli problemi alla vista.

Era un'evento magico perfino per quel castello.

"Lil?" Hernir le agitava una mano davanti agli occhi, che lei strizzò per un attimo, cercando di disincantarsi

"Scusa, Hern, mi ero incantata. Per me va bene, ci troviamo alla porta del cortile alle undici e venti?" Hernir annuì

"Va bene. Ora scusa, ma mi stanno aspettando, e poi... bè, se rimango un'altro pò a questo tavolo, rischio che non ci arrivo alle undici!" Lily rise e poi si tese per baciarlo
"A dopo allora, amore!"
"A dopo, ti amo!"

Le gote di Lily si arrossarono. Hernir era proprio un ragazzo eccezzionale, non ce ne era proprio uno come lui, in tutta Hogwarts.

In quel momento, Alice fece un veloce colpetto di tosse per segnalare che c'era ancora

"Oh, Ali.." disse Lily come se la sua amica fosse appena tornata. la bionda sorrise

"E così è lui... bè, non è Frank, ma è..."
"Meglio!" concluse la rossa per lei. Alice sorrise "Ok. Uno a zero. Comunque Frank è moro!" aggiunse in fretta Alice, come se quello aggiustasse tutto. Lily sorrise bevendo il suo tè, e cercando di allontanare la spiacevole sensazione di essere fissata.

"Ma io lo ammazzo!" aveva quasi gridato James, appena Hernir, accostatosi alla rossa, l'aveva baciata. Fortuna che di mattina buon'ora la Sala Grande non era semplice rumorosa, ma addirittura fracassosa. Sirius l'aveva trattenuto per un braccio.

"Calmo, James!" gli aveva detto, strattonandolo per farlo tornare al posto, dato che il moro si era alzato.

"Devi stare calmo!"
"E vorrei vedere te al posto mio!" Sirius alzò gli occhi al cielo "Io gli avevo già fracassato le scapole,..." Remus gli lanciò un'occhiataccia "Ma per fortuna non ci sono io, e quindi, posso rimproverarti!" concluse, con un finto sorriso stampato sulle labbra. James ricambiò "Spiritoso!" disse. Remus sbuffò

"Basta con queste risse, abbiamo diciassette anni!" gli altri lo guardarono come se fosse un'alieno che indossasse costumi da olandesina degli inizi del novecento.

"Ok, magari le risse no, ma... e comunque" cambiò repentinamente discorso "Lo sapevi che era fidanzata, o no? E allora non prendertela..."
"Non capisci, è un Serpeverde! Ero totalmente impreparato alla notizia!"

Il biondo sollevò direttamente lo sguardo al cielo e lo lasciò per qualche secondo. Ma quando, i suoi amici, si sarebbero resi conto di essere dei ragazzini?

"E comunque, non provare a difenderla, è lei che non ha mantenuto la promessa..."
"Sei monotono, James!" intervenne Susan nel discorso, e mai come quella volta, Remus volle benedirla.

"Da ieri sera non hai parlato d'altro, nonstante eri anche leggermente ubriaco! E stammattina, la prima cosa che hai detto era che avevi il mal di testa perchè era la maledizione della promessa non mantenuta di Lily! Noi ti siamo amici" aggiunse in fretta, notando che James non era proprio entusiasta alla notiza che era in torto marcio "Ma non se ne può più!"

James rimase in silenzio.

Remus e Sirius, ebbero il primitivo impulso di fare un'applauso a Susan, che era riuscita a zittire il più reticente di loro, ma si trattennero (e ce ne volle di forza di volontà).

"Forse avete ragione!" queste tre parole uscirono così confuse dalla bocca del moro, che parvero un'allucinazione. Naturalmente, Sirius non se lo fece ripetere due volte

"Io mica ho capito, sa? Remus, che ha detto?"
James mormorò un "Che avete ragione voi" a viso basso e rosso

"Eh?" fece Sirius, con il sorriso di uno che doveva godersela un mondo.

"Che hai ragione, stramaledetto gay di un Felpato!" e James si alzò, prendendo la borsa. Sirius rise

"Quando vuoi amore!" aggiunse poi, in tono acuto, muovendosi un pò troppo. Perfino James rise.

"Bè, ragazzi, se siete d'accordo, io andrei a lezione!" disse Remus e si avviò per il corridoio. "Jamiiiee!" disse Sirius, prendendogli il braccio "L'eclissi la vediamo insieme, tesoruccio?" poi venne strattonato pesantemente da Susan

"Sirius!Sei il mio ragazzo, cavolo!" Sirius e James si tenevano la pancia dal troppo ridere.

E così, iniziava un'altro giorno.

Nonostante non fossero che le undici, il cortiletto da cui si sarebbe assistito all'eclissi, era già pieno. Per lo più erano coppiette che si erano sedute sull'erba in prima fila. Tra queste, naturalmente, c'erano Lily e Hernir.

Lui era seduto a gambe incrociate, e lei ci era appoggiata sopra, mentre lui la ricopriva di bacetti, nel tentativo di ingannare il tempo, prima del fenomeno. "Sai, non vedo l'ora... deve essere una cosa specialissima.." diceva la rossa, e Hernir annuiva.

Alle undici e mezza, Silente mormorò un complicato incantesimo che avrebbe protetto la vista di tutti, mentre arrivavano gli ultimi ritardatari, fra cui, due sorelle Serpeverde che mormoravano fra loro abbastanza concitatamente.

"Sei sicura Bella?" disse la prima, con una pelle dallo splendido candore e i capelli biondi che le ricadevano elegantemente sulle spalle.

"Assolutamente sì, Cissy!" rispose la seconda, con un perfido sorriso dipinto sulle labbra carnose e dipinte di color mattone.

"Metterò fuori gioco quel Potter, usando la sua bella Capscuola, e poi, di riflesso, lei si autodistruggerà!" era assolutamente certa di avere un piano geniale in mente, peccato che la sorella non ci credesse neanche un pò!

"Ma... puoi dirmi che piano è?" azzardò Narcissa, la bionda, cercando di accettarsi che la sorella non sarebbe finita nei guai con il loro capo, almeno quella volta, dato che ci teneva tanto a essere presa come esempio dal Signore Oscuro.

Bellatrix si girò. Sul viso, un'espressione fiera

"Non te lo dirò sorellina." Narcissa sbuffò "Stupida, vuoi dirmelo? Tanto che paura hai? Se è perfetto come dici..." la mora la interruppe "Fidati. Stavolta non fallirò!" e si girò verso il cielo. Narcissa sospirò. Sperava tanto che la sorella ci fosse riuscita, tanto più che quel Potter era un pò una palla al piede e si era detto che poteva essere pericoloso per il loro gruppo.

A questo pensiero lanciò una veloce occhiata al Marchio che occupava il suo braccio sinistro da poche settimane. Non sapeva ancaora decidere se era una cosa giusta o no, ma cercava di non preoccuparsene. In fondo, stava facendo tutto quello insieme alla sorella, no?

Già. Finchè Bellatrix sarebbe stata con lei, Narcissa non avrebbe mai avuto paura.

"Cos hai intenzione di fare?" chiese a bruciapelo Remus a James, mentre prendevano posto nella radura, e il moro guardava insistentemente una coppietta un pò più avanti che rideva e scherzava. La ragazza aveva capelli rosso fiammeggianti e il ragazzo era di Serpeverde. James sbraitò un "Non sono affari tuoi!" Remus sospirò e guardò Sirius, che cercava solo di godersi l'eclissi con la propria ragazza. Tra i due ci fu un intenso scambio di occhiate, e anche Susan prese le posizioni di Remus, tanto che il ragazzo si sentì costretto ad intervenire

"James, dai, così finirà solo per odiarti di più.."
"E che mi odi allora!"
"Non credo ci sia bisogno di chiderglierlo!" buttò lì Sirius, prima di essersi reso conto di aver detto una cattiveria, e di aver dato forza alle intenzioni di James, che cominciò a camminare verso la coppietta. Remus avrebbe voluto schiaffeggiare Sirius, ma sapeva che prima doveva raccogliere il recordo mondiale e ineguagliabile di motivi per picchiare una persona.

James si avvicinò frettolosamente a Lily e le disse in un tono autoritario, che non ammetteva repliche

"Ti devo parlare. Adesso!"

Hernir si mosse come a rispondergli, ma Lily lo interruppe, ponendogli davanti una mano, e si rivolse a James

"E di cosa dovresti parlarmi?"

James alzò gli occhi al cielo "Non intendo dirlo davanti a lui!"

"Lui, come lo chiami te, è il mio ragazzo, e tra noi non ci sono segreti!" James prese il braccio di Lily e la tirò in piedi "Ma tra me e lui sì, per cui, vieni per favore un attimo di là?" Lily annuì, era proprio impaziente di dare di nuovo uno schiaffo morale a James.

"Torno fra poco, Henrir!" disse la rossa al ragazzo che non poteva far altro che annuire.

Lily e James camminarono poco, arrivarono solo fino al muretto del chiostro, proprio vicino l'angolo che dà sulla porta, poi lui la fermò. "Senti, Ev... anzi, Lily, io sono stato un cretino. Ti ho perso per uno stupido principio.."
"Appunto, James, proprio stupido!" il moro doveva dar fondo a tutta la sua forza per non rispondere

"Sì, e l'ho capito, ma.... ecco, vedi, per amore se ne fanno veramente tante di cose stupide e io... io..." sospirò e si strofinò gli occhi.

"Io ti amo, sul serio, e non so cosa altro vuoi sapere, cos'altro ti serve per... per capirmi, per venire con me!" James le prese la mano e gliela mise sul petto. Lily guardò la sua mano, stretta così forte in quella del ragazzo, come se ne dipendesse la vita, e pensò che nonostante tutto, nonostante la tenerezza per James che in quel momento gli stringeva il cuore, nonostante la sensazione di essere colpevole, era ormai innamorata di Hernir. E James non poteva proprio prenderlo ancora in giro.

Sospirò "Vedi James..." lo guardò per un momento "Io vorrei per davvero stare con te, tu sei così dolce, così..." si interruppe, e riprese dopo una leggera pausa "Ma io ormai amo Hernir!" James abbassò il viso.

Lasciò andare la mano della rossa e disse mesto "Ho capito, Evans. Ho capito!" e se ne andò. Lily lo guardò allontanarsi mentre il cielo cominciava a farsi scuro e pesante, come il suo cuore. Ed era talmente presa da quelle sensazioni, che non si accorse dell'ombra che da dietro gli puntò la bacchetta contro e disse, con odio "Imperio!"

****

Saaaaalve!

Ok, lo so che adesso mi vorrete lanciare adesso le peggio cose, ma risparmiate i pomodori per farci il sugo, grazie! XD

Non vi preocucpate su cosa accadrà, sappiate solo che ho in mente scherzetti molto brutti, sia per Lily che per Jamie....

poveri, nelle mie mani...

Bè, intanto, ringrazio comunque i miei fans....

Vediamo:

Bè, Lilian Potter che è un amore...

Ali12Potter che è la corretrice d bozze...

Stellina250 che mi fa da musa ispiratrice con la sua storia...

Ella90 che non mi fa ancora dormire....

Jaida che si è messa d'accordo con Ella per non farmi dormire...

E tutti quelli che recensiscono.... thanks a lot! Ci vediamo!!

Il corridoio del quarto piano era lungo, e Lily lo percorreva sicura di sè, come non lo era stata mai.

Improvvisamente, però, qualcosa attirò la sua attenzione. James era da solo e raccoglieva i libri dal pavimento. Alla rossa si accese una scintilla negli occhi, lo bloccò al muro e lo baciò.

***

"Ma va, Codaliscia, e tu avresti Eccezionale a Divinazione?" James Potter si era alzato infuriato dal tavolo dove il suo amico aveva sistemato una sfera di vetro che aveva sgraffignato dall'aula della materia.

"Mi sembra impossibile anche a me, ma non avevo mai sbagliato prima d'ora!" Peter continuava a guardare la sfera, rigirandosela fra le mani e cercando di capire dove aveva sbagliato. James fece un verso d'impazienza con la lingua. Sapeva che Divinazione era una scemenza, ma era stato comunque molto tentato appena Peter gli aveva offerto una lettura del futuro, per prepararsi agli esami.

"Bè, a parte il piccolo particolare che lei non è innamorata di me, non fa una piega!" e, sbattendo la prota, il moro si chiuse in bagno.

"Non capisco perchè si infuria così!" disse Peter, mezzo moritficato. Sirius sghignazzò "Lascia stare Codaliscia, vedrai, appena riuscirà a dimenticarsi per il momento che la Evans è innamorata di un Serpeverde, bè, allora tornerà il Malandrino di sempre!" Peter si lasciò andare ad un lieve sorriso, e decise di ricontrollare nella sfera, così, per vedere se aveva visto giusto.

"Stupido, sei un povero idiota!" questo diceva James al suo riflesso nella specchio.

"Cosa pensavi, che avrebbe fatto la suora per tutta la vita? O che sarebbe di sicuro caduta ai tuoi piedi?" si interruppe per un attimo, perchè doveva ammettere che in effetti questo l'aveva pensato più d'una volta. Abbassò per un momento il viso, cercando di trovare la determinazione di prima, e poi lo rialzò.

"E ci soffri anche! Stupido che sei!" disse sbuffando, poi, accorgendosi di come era idiota ad urlare al suo riflesso, decise di farsi una doccia, e aprì l'acqua calda, mentre si spogliava e metteva in bella mostra, purtroppo solo per lo specchio, il suo meraviglioso fisico. Dal giorno dell'eclissi, i rapporti con Lily erano migliorati, perchè lui non la stressava con il suo amore come prima, ma parlavano solamente, come amici, ai pasti. Era già qualcosa, ma la cosa che a James non andava giù era che Lily stava con un Serpeverde. Non un Corvonero, non un Tassorosso, un..Serpeverde.

Decise di non pensarci e si perse nei getti dell'acqua, rilassando ogni muscolo.

Alla camera dei ragazzi bussarono, e Remus andò ad aprire.

"Oh, ciao Lily, come mai qui?" disse allegro il ragazzo alla sua migliore amica.

"Ciao Rem. In effetti..." all'improvviso una voce si svegliò nella testa della ragazza

Devi cercare lui, stupida. Trovalo.

Lily si tenne per un momento la mano sulla fronte. Erano già due giorni che ogni tanto sentiva la testa farlesi pesante, eppure non capiva perchè. Sapeva solo che dopo aveva le idee ben chiare. "Giusto" mugugnò fra sè. Remus la fissava preoccupato. "Lil? Tutto bene?" la rossa si levò la mano dalla fronte e sorrise "Tutto a posto, grazie. Senti, cercavo James!" a quelle parole, una speranza si accese nel cuore di Remus. La cosa più bella che poteva sperare stava per succedere?

"Ora si sta facendo la doccia, ma se vuoi, puoi aspettarlo qui! Ci ucciderebbe se sapesse che ti abbiamo cacciato! In effetti vorrebbe che ti mandassimo nella doccia, però..." la risata argentina e fragorosa di Lily irruppe nella stanza come una cascata d'acqua cristallina "Lo aspetterò, grazie!" e si poggiò sul letto di James

"Ehi, Freccia..." disse Sirius prima di tapparsi la bocca. Remus si battè una mano sulla fronte. Ma quanto era scemo quel ragazzo?

"Cosa?" disse la rossa perplessa, Sirius cominciò improvvisamente a fischiettare, rosso in viso.

"Che succede?" richiese la rossa. E a quel punto, dovette intervenire Remus

"Ehm... ti abbiamo dato un soprannome, sai.. Freccia Rossa, bè, perchè hai fatto centro nel cuore di James e.. non era con cattiveria..." era preoccupatissimo dalla reazione della ragazza, che rise per la seconda volta e gli baciò le guance di Remus, che si tinsero improvvisamente di color porpora. "Tranquillo, Rem. Pensavo molto peggio!" il biondino sorrise, passandosi la mano nel punto in cui quelle labbra soffici lo avevano sfiorato. Strano, non era la prima volta, eppure quella volta era stata speciale...

Forse perchè era all'improvviso. Cercò di scacciare il pensiero.

James posò il tubo della doccia chiudendo l'acqua e scosse la testa, cercando di scacciare tutte le goccioline che altrimenti gli sarebbero finite negli occhi. Il suo corpo atletico, formato da diversi anni di duri allenamenti, anche nelle peggiori condizioni metereologiche, era sparso di migliaia di goccioline, che sembravano tante piccole perle.

Prese l'asciugamano ed era pronto a tornare di là, qunado sentì un suono che lo fece rabbirvidiere.

"Dai, Sir, lascia perdere, quella collanina non è niente, davvero!" era la voce di Lily. E veniva dalla sua stanza.

Avrebbe voluto avere il tempo di chiedersi a quale santo accendere un cero, ma sapeva che non ce ne era. Così, cercò di coprirsi abbastanza con l'asciugamano da viso, operazione totalmente impossibile.

"Bè, ragazzi, io vado. Evidentemente, "

Aspetta Lily, cavolo, aspetta, ci sono quasi si trovò a pensare disperatamente James, mentre faceva delle impossibili manovre con l'asciugamano.

"Evidentemente gli manca ancora tanto..."

Solo cinque minuti, cavolo, chissà da quanto stai aspettando, cosa ti costano cinque minuti in più??

"E poi ho una lezione! Ci vediamo!" e James sentì la porta scattare mentre si chiudeva.

Restò cinque minuti buoni fermo davanti lo specchio a chiedersi quanta sfiga poteva avere e poi avrebbe voluto che sopra di lui ci fosse stato un cartello al neon con una freccia che lo indicava e la scritta che lampeggiava 'Coglione', almeno, non avrebbe dovuto pensarlo. Uscì dal bagno, molto più incavolato di come ci era entrato.

"Ah, James, non indovinerai mai chi è passato..." riuscì a dire Sirius, prima di ritrovarsi un'asciugamano infilato a forza in bocca.

"Allora, Bella, come va questo stratosferico piano per mettere Potter ai ferri corti?" chiese sprezzante Lucius, sedendosi vicino a lei, in un freddo pomeriggio. La mora sbuffò, fissando ostinatamente il camino.

"Certo, se il destino non ci si mettesse in mezzo, bè, sarebbe proprio un piano perfetto!"

Un sorriso dipinse il volto viscido del quasi suo cognato.

"E cosa farebbe il destino per metterti i bastoni fra le ruote?"

Bellatrix si girò verso di lui con la bacchetta sguainata. "Piantala Lucius!" disse rabbiosa, con i denti serrati. Il biondo cambiò espressione "Ehi, calma bambina!"

Gli occhi della mora erano pieni di furia "No che non mi calmo! Lo so che speri nel mio fallimento per avanzare fra i degni del Suo onore, ma non ce la farai, Malfoy!" Lucius alzò un sopracciglio senza scomporsi più di tanto.

"E non squadrarmi con quell'aria di sufficienza, so bene quello che faccio!"

"Ah non ho dubbi, per quanto..." la bacchetta di Bellatrix si abbassò senza che la mora la comandasse

"Per quanto?" Lucius approfittò di quell'attimo di distrazione per strattonare il braccio della ragazza e portarla così vicino da parlarle nell'orecchio "Per quanto ti difendi troppo per essere così sicura!" e poi la lasciò andare, alzandosi.

Bellatrix lo seguì con lo sguardo infuriato, mentre si massaggiava il polso.

"Ehi, Evans!" l'euforica voce di James Potter raggiunse la bella Caposcuola, in mezzo al corridoio del quarto piano.

Quella si girò sorpresa "Ciao James!" il ragazzo finì la sua corsa per raggiungerla, e si fermò davanti a lei.

Un sorriso sornione gli si era dipinto in volto, si passava la mano fra i capelli, e non ci voleva certo un indovino per capire che era felice come una Pasqua. "Senti, mi hanno detto che ieri sei venuta a cercarmi..." la rossa prese un'espressione perplessa in viso.

"A cercare te?"

Non se ne ricordava per niente

"Eh!" disse lui "Ho-- ho anche sentito la tua voce, sai, stavo nella doccia..."

Lily cercò di concentrarsi. Si ricordava che il giorno prima aveva pranzato in una saletta con Hernir, che si era fermata a studiare in biblioteca con Alice, e che era tornata stanca morta in dormitorio verso le sette, si era messa sul letto e la giornata si era conclusa.

"Sai che non mi ricordo??Ma verso che ora?"

James alzò le spalle "Verso... credo le otto, perchè poi sono andato a cena, ma non ti ho vista!"

Già, dopo aveva cenato con le amiche in camera, ma del lasso di tempo precendente non ricordava niente. Scosse la testa

"Ti giuro, non mi ricordo.... non mi starai combinando qualche scherzo, vero?"
James scosse la testa, allibito "Affatto, Lily. Ma ti giuro che c'eri!"

Improvvisamente attorno alla rossa tutto girò velocemente. Le venne un forte cerchio alla testa, e la sensazione soffocante che doveva ricordare qualcosa, ma non sapeva cosa. Gli occhi smeraldo le si spalancarono in mezzo alla lotta per combattere quella sensazione.

I colori cominciarono a sfumare ed impallidì.

"Evans, tutto bene?" James la guardava preoccupato.

Lily non rispose.

Persino le labbra impallidirono. Il sudore comnciò ad imperlarle la fronte e in fretta gli occhi le si chiusero.

"Oh, Porc..." imprecò James, prendendola fra le braccia e portandola in infermieria.

Appena James arrivò, con Lily in braccio, in infermieria trovò Susan, Sirius e Remus, che si voltarono simultaneamente verso di lui e sembrò che avesse puntato un'occhio di bue sopra, ma non gliene fregava più di tanto. Posò la rossa semisvenuta su di un lettino lì accanto.

"Grazie" disse quella con difficoltà, a occhi semiaperti.

"Niente!" disse James, sedendosi su di una sedia al fianco del letto e guardandola mentre era sfinita, stanca. Non ci volle molto, agli altri tre, per vedere che la mano che il ragazzo aveva sulla fronte, tremava.

Remus e Susan si scambiarono un'occhiata d'intesa e si morsero il labbro inferiore. Oltre a essere preoccupato per James, inaspettatamente, a Remus cresceva l'ansia per Lily. D'accordo, era la sua migliore amica, ma non era normale che il cuore batteva così forte, no?? E, tutt'ad un tratto non era più preoccupato per James.

Si avvicinò e guardò la sua amica dormire.

"Che ha?" chiese preoccupato, squadrando il dolce profilo della rossa che aveva la testa rigirata di lato, e il viso imperlato di sudore. Lily, dolce, candida, sincera, amica Lily.... e la ragazza che James amava. Come faceva all'improvviso, a dare così fastidio questa cosa??

"Credo sia stanchezza improvvisa,... non so cos'altro pensare! Mi è praticamente crollata davanti..."
"Tu eri da solo con lei?" queste parole Remus le pronunciò prima di averle pensate, e in un secondo si chiese quanto era stato stupido. James aggrottò le soppracciglia. "Sì, le stavo chiedendo perchè ieri mi aveva cercato..."
Remus si morse il labbro inferiore, stavolta non per preoccupazione, ma per timore di parlare troppo. Annuì e prese una sedia per stare vicino a lei e le prese una mano.

All'improvviso, Madama Chips entrò nell'infermieria dalla sua stanzetta, comunicante e si gettò sulla ragazza.

"Oh cielo!" disse, prima di prendere gli arnesi del mestiere e cominciare a prenderle i battiti cardiaci e a misurargli il polso.

"Allora?" disse poi James. La donna sospirò. "Solo stanchezza. Ultimamente deve aver faticato molto..." James annuì.

"Jamie.." disse Susan, posando una mano sulla spalla dell'amico "Qualcuno dovrebbe andare a dirlo a Hernir..." qualcosa si gelò per un attimo sul viso del ragazzo. Remus lo vide chiaramente fermarsi per un attimo, poi disse semplicemente

"Sì!" e andò.

Remus riposò lo sguardo su Lily che dormiva, sotto pozione. Ordinò al proprio cuore di smetterla di battere così forte, perchè non era lei, non era Lily che poteva amare...che gli poteva anche solo piacere... no, non poteva.

"Ehi, scusa, mi fai entrare?" disse James ad un ragazzino del primo anno di Serpeverde, davanti all'entrata della Sala Comune maggiormente piena di Serpi del castello. Il ragazzo lo squadrò dal basso verso l'alto.

"No!" disse semplicemente

"Mettiamola così" rispose James con calma "Tu non mi fai entrare e io lo dico al Preside..."
"Bè, scusa, farti entrare sarebbe contro il regolamento, non lasciarti fuori..."
James sospirò. Ma doveva beccare proprio un futuro Prefetto?

"Ok, uno a zero! Adesso mi fai entrare?"
"No!"
"E dai!"
"Ma perchè?"
"Perchè...." James non sapeva cosa dire. "Perchè.. è questione di vita o di morte!" il ragazzino alzò un sopracciglio "Ah sì? Bè, in quel caso dovresti avere coraggio, Grifone che non sei altro!" James si rese terribilmente conto di avere la giacca della divisa con lo stemma della sua casa. Si mise una mano sulla fronte, poi riprese

"Lo vedi quanto sono stupido?Dai, fammi entrare..."
"James!!!" una voce familiare lo chiamava da dietro. Una bionda ragazza gli correva incontro, ma non era... non poteva essere...

La ragazza lo abbracciò "Campione, come te la passi?" e invece era proprio Sheila.

"Co-cosa ci fai qua?" disse esterefatto il moretto, fissando la sua amica come a pensare di essere pazzo.

In realtà pensava che tutto era solo uno stano sogno, e pregava di svegliarsi presto. Sheila rise.

"Scusa, ma dovresti vedere la tua faccia in questo momento... sei così buffo!" approfittando di quell'attimo di debolezza, il ragazzino entrò nella sua Sala Comune, e James non se ne accorse.

"Sono una Serpeverde. In incognito. Sono, come dire, una studentessa esterna, su apposita richiesta dei miei genitori!" James non ci stava capendo più niente.

"Eeeh?"

Sheila rise nuovamente. "Siediti James. Aspetta che entriamo nella Sala Comune!" e, preso il moretto sottobraccio, Sheila si diresse verso il ritratto, che riproduceva proprio Salazaar Serpeverde.

"Lui non è di questa Casa, non può entrare!" disse freddo il ritratto. Sheila sbuffò

"Articolo 315 del Regolamento dell' Accademia di Magia e Stregoneria di Hogwarts" cominciò a parlare come un libro stampato

"Uno studente appartenente ad una Casa, può accedere ad un'altra Casa solo in casi straordinari...."

"Conosco il regolamento meglio di te, signorina!" la interruppe bruscamente il quadro, ma lei riprese, irremovibile.

"...quali se accompagnato da amico e/o parente, oppure, in casi di emergenza. Lui è accompagnato da me!" il ritratto, senza poter rispondere, si vide costretto ad aprirsi. Ma prima che si chiudesse, a James parve di sentire un "Un Grifone a Serpeverde! Mon die, come cambiano i tempi!!" e poi lo scatto secco, rese impossibile ascoltare il resto del discorso. Stranamente, la Sala Comune era vuota. Sheila e James si sedettero su dei divani attorno a un tavolino.

"Smarrito, James??" James scosse la testa "Più che altro.. sorpreso!" Sheila annuì sorridendo.

"E allora, cominciamo... bè....Sette anni fa mi arrivò la lettera da Hogwarts, ma i miei..." sospirò e James si chiese se magari non era il caso di chiederle che non faceva niente se voleva interrompere le spiegazioni, ma prima che potesse aprire bocca, Sheila stava continuando

"Sai, mio padre non è magico e..." una lacrima le scese lungo la guancia "E quindi, non vedeva di buon occhio il fatto di spedirmi per nove mesi lontana, sperduta chissà dove... mamma cercò di farlo ragionare, ma lui non volle. Contro le mie volontà, fui costretta a studiare a casa, e a custodire il mio segreto nel mio cuore, senza rivelarlo a nessuno, nemmeno a te!"

James la guardò. Sheila era determinata, e adesso voleva dire addio a quel passato.

"Ma appena maggiorenne, ho deciso che dovevo farla finita con questa farsa. Ho fatto la valigia e sono venuta qui. Mio padre ha accettato la cosa, sa che non può più dirmi niente. Sono stata smistata a Serpeverde e adesso.. sono qui da una settimana!"

James fece un leggero colpo di tosse, per far capire che non sapeva cosa dire. Sheila sorrise

"E tu, invece? Cosa fai qui??"

James si schiarì la voce.

"Lily!" cominciò il discorso così "Si è sentita male, adesso è in infermieria, e adesso devo avvisare.... il suo ragazzo!" per un momento sembrò che Sheila non avesse capito cosa il moro avesse detto, poi alzò un sopracciglio, poi l'altro, e poi scoppiò a ridere. "Lily?" disse, con le lacrime agli occhi "Con un Serpeverde?? E chi sarà mai?"

"Bè..." provò a dire James, ma venne interrotto da una voce da dietro

"Sono io, She!" disse la voce di Hernir, mentre salutava la sua amica.

Il biondo arrivò e le baciò le guance. "Cioè, fermofermofermo... la ragazza di cui mi parlavi è Lily Evans??" disse sorridente Sheila, con gli occhi che brillavano. Hernir arrossì un pò, sedendosi sul divano, e cercò di non darlo a vedere

Scosse la testa, e poi rivolse il suo sguardo a James, poco lontano.

"Allora, Potter, cosa ti porta nei meandri di questa Sala per...me??"

James lo guardò per un momento. Aveva sempre odiato Hernir Boe, un pò perchè semplicemente era Serpeverde, e maggiormente perchè era l'altro storico pretendente a Lily. Ma, appena lo aveva visto arrossire, James aveva dovuto rendersi conto che anche un Serpeverde poteva essere un ragazzo adorabile. Certo, un pò fermo sui suoi ideali, ma comunque, un bravo ragazzo nell'insieme.

E poi, chissà quanto anche lui aveva sofferto per la rossa. E se era toccato a lui, sarebbe toccato in breve anche a se stesso. Poi vide luccicare il serpentello argentato sulla giacca di Sheila, e decise di mettere da parte i pregiudizi.

Sorrise

"Bè, Lily è in infermieria...no, niente di grave!" aggiunse in fretta, vedendo che Hernir stava prendendo un colorito tendente al verde.

"Solo... bè, stanchezza. Dovrà restare un giorno o due a riposo, solo questo. E ci tenevo a dirtelo, sì, insomma, non vorrei tu potessi pensare che la tenessi sotto sequestro!"

Hernir squadrò James per un attimo.

All'improvviso quel Grifondoro sembrava così simpatico... e forse lo era sempre stato. Magari, l'odio delle Case lo aveva accecato decisamente troppo. A quel sorriso del suo rivale, poteva rispondere con una battuta abbastanza cattiva, invece, ricambiò il sorriso

"Grazie!" disse solo

"Se vuoi, possiamo andarci insieme!" disse James repentinamente, come avesse paura di cambiare idea.

"Va bene!" accettò Hernir e si allontanarono.

"Ciao Shey, casomai ci vediamo a cena!" disse James, strizzandole l'occhio. Sheila annuì

"A dopo, Campione. E salutami Lily!" James annuì e se ne andò.

***

Lily fece un gemito e si girò dall'altra parte del letto.

"Tutto bene?" le chiese un Remus abbastanza agitato. Lei annuì, leggermente assonnata.

"Sento solo un gran sonno e un gran mal di testa, ma ho attraversato momenti peggiori..." disse, stendendosi più comodamente sul materasso. "Ma non mi aveva accompagnato James??" chiese perplessa. Cominciava a ricordare qualcosa di quello che era successo.

Le nocche di Remus si strinsero istintivamente e divennero bianche. James. James. Lui, che senza dignità ci provava con Lily ogni singolo attimo della sua vita; lui, che non si curava minimamente di quello che provavano i suoi amici, per lui era tutto scontato..

Se ci fosse riuscito, lo avrebbe picchiato. Peccato che James era molto più esperto di lui in lotte, e Remus non riusciva mai a dare un cazzotto abbastanza forte da far girare la testa a qualcuno. Semplicemente non riusciva a far del male alle persone.

"Allora?" richiese la rossa, con l'espressione assonnata.

"Adesso è andato ad avvertire Hernir!" disse il biondino, cercando di non far notare che stava ringhiando interiormente.

"Cos'hai Rem?? Ti vedo strano!!"

"Niente!" rispose bruscamente lui, prima di pentirsene. Ma per fortuna, la rossa lo conosceva abbastanza per sapere che Remus aveva qualcosa e che quel qualcosa riguardava una ragazza che aveva a che fare con James. Sfortunatamente, però, non aveva abbastanza immaginazione da pensare che quella ragazza era lei.

La porta della stanza bianca si aprì di scatto e fecero comparsa i due ragazzi più belli e popolari di Hogwarts, appartenenti a due Case rivali. "Hernir!" escalmò estasiata Lily, mentre cercava lentamente di sedersi. I capelli scomposti le ricadevano a ciocche sul viso. Hernir le si avvicinò e le diede un dolce bacio sulle labbra.

James sorrideva.

"Poi, mster-io-odio-il-fatto-che-Lily-stia-con-un-Serpeverde, mi spiegherai perchè sorridi al fatto che la tua fiammeggiante Freccia Rossa si stia baciando con mister IoSonoilRagazzoDiLily!"

disse Sirius, curando di non farsi sentire dai due piccioncini. James lo guardò

"Prova a guardare oltre, caro il mio pregiudicoso che non sei altro!"
Sirius storse la bocca "Pregiudicoso??"
James arrossì violentemente "Eh vabbè, insomma, come si dice!"

Sirius spalancò gli occhi e tornò al letto della sua ragazza, che non aveva altro se non qualche grado di febbre.

"Insomma..." stava dicendo Hernir a Lily, con un sorriso dolce, mentre le teneva una mano. "Io ti invito nella mia baita di montagna per le vacanze Natale e tu cosa fai?? Svieni!" Lily sorrise "Sarò allergica alla tua famiglia!" disse semplicemente. Hernir rise di cuore, e le accarezzò il viso

"Ma loro non vengono!" gli occhi di Lily si spalancarono in una sorta di timore "No??" lui continuava ad accarezzarle il viso "No, siamo solo io e te, sperduti in mezzo alla neve..." Lily deglutì. Quelle parole le facevano così paura...

Non voleva lasciare Hernir per un motivo così sciocco, insomma, ci teneva a Hernir... forse, per lui, magari, avrebbe anche potuto sciogliersi... arrossì abbastanza vistosamente, ma lui fece finta di non notarlo

"Bè, comunque, fra due giorni, starò bene, potremo andare!" il biondo annuì "Sì, ma adesso riposati ok!" Lily annuì.

"Senti un pò, Black dei miei stivali, non avevi detto di aver fregato delle chiavi di una casa di montagna dei tuoi..."

La voce di James stuzzicò Sirius, che, fischiettando allegramente, si tolse dal mantello un mazzo di pesanti chiavi. "Già, e sei invitato, insieme alla mia gentile consorte, ovviamente!" e fece un buffo inchino a Susan che sorrise.

"Partiamo dopodomani, così Susan sarà definitivamente guarita, altrimenti, la rapirò!" tutti e tre risero fragorosamente.

Solo una persona pareva non trovare niente di cui essere felice.

Remus Lupin era seduto in mezzo alla stanza, senza amici con cui passare le vacanze, e senza una ragazza.

Solo, completamente.

Doveva aspettarselo, in fondo, accompagnarlo alla Stamberga Strillante, non era altro che un'altro modo di divertirsi in maniera quasi masochista di quelli che per convenienza si dicevano suoi amici. Lui gliene aveva sempre fatti tanti di favori, alcune volte, gli aveva persino fatto levare alcune punizioni. E loro lo ricambiavano così, lasciandolo da solo a Natale.

Il lupo dentro di lui ringhiò che questo lo aspettava per tutta la sua vita. In fondo non era altro che una belva assetata di sangue, non poteva avere amici, no??

Remus dovette ammettere che quel lupo aveva ragione.

In quel momento non pensò ai giorni che i suoi amici avevano passato al suo letto, sperando, non pensò ai loro sorrisi, quando l'avevano visto riprendersi. Ma è sempre così, non pensi mai ai fattori positivi, se almeno un fattore negativo ti sbatte contro gli occhi.

Dicembre era destinato a concludersi così.

Gennaio 1978, King's Cross.

Peccato che i Babbani non possano percorrere il binario 9 e tre quarti. Si perderebbero uno spettacolo degno di nota. Specialmente quella volta. Almeno, specialmente tutte le volte che i Malandrini si riunivano per prendere il treno. Non mancavano mai di far sapere che c'erano. Come quella volta.

"James, ce l'hai fatta a passare!! Cavolo, fa un freddo maledetto in questa stazione, muoio dalla voglia di sedermi sul treno e bere una burrobirra fumante..." diceva Sirius, tremando per il freddo, al suo migliore amico. Quello alzò gli occhi al cielo.

"Santo cielo, Sir, oggi sei intollerante e più gay del solito!" Susan sbuffava, appoggiata sul suo carrello, ma nessuno le dava retta.

"Sì, sono stressante, ma ti prego, James, se non vuoi ritrovarmi con la scritta Findus che mi marchia il sedere, saliamo sul treno!" e prese con violenza il braccio dell'amico, che se lo scrollò di dosso, arrabbiato.

"Uffa, Sirius, se vuoi, sali!! Io devo vedere..." i suoi occhi cominciarono a guardare tutto il binario, per individuare se fosse arrivata Lily. Naturalmente, in mezzo al caos, era impossibile anche per lui, notare se fosse arrivata.

"E dai, avrai tanto tempo per vederla a Hogwarts.."
Susan ne aveva abbastanza. "Senti, James, saliamo. Io questo non lo reggo più!" e, preso il suo carrello, si trascinò sul treno. James, si vide costretto ad annuire, mentre lanciava, l'ultima, disperata occhiata al binario.

Sirius emise un verso di soddisfazione e si lanciò per primo ad occupare lo scomparto, bloccando due ragazzini del primo anno.

"Sbagliato, prendere lo scompartimento dei prefetti è contro il regolamento. Cinquanta punti in meno!" trattenendosi fortemente dal maledire quel finto prefetto, i ragazzini se ne andarono.

"Sirius!" lo rimproverò Susan "Tu non sei un Prefetto, e non hai il diritto di togliere i posti a quei bambini. Il treno non è mai pieno come il primo settembre!" Sirius storse la bocca e si mise a sedere. James guardò Susan come a dire 'Dai, non lo fa apposta', e lei si limitò ad alzare gli occhi al cielo.

James guardò l'ora. Erano le undici meno dieci. Non vedeva l'ora di vedere Lily. Erano circa due settimane buone che non la vedeva e questo lo faceva stare male, sul serio.

Alle undici meno cinque salì Remus sul treno, che, pur non essendo mai il massimo del buonumore, quella volta almeno sorrideva come qualsiasi Malandrino degno di questo nome.
"Ciao ragazzi!" disse, sedendosi. Era pallido ed emaciato, ma era solo perchè mancava una settimana alla luna piena.

"Remmy!" disse Sirius, gettandosi ad abbracciarlo "Mi sei mancato, cucciolotto vorace che non sei altro!" James si stava soffocando dalle risate, così come Susan, ma si avvertì la netta sensazione che Remus si stava soffocando per gli abbracci scherzosi di Sirius.

Per fortuna, si staccarono senza riportare gravi conseguenze.

Il treno partì.

"Evvai, ragazzi, abbiamo gli ultimi sei mesi per fare casino della nostra vita!" esclamò Sirius convinto. E qualcosa si gelò nel petto di James. Sei mesi, solo sei, per conquistare Lily. E cosa erano sei mesi al confronto di sette anni, e per di più, la rossa adesso era fidanzata. Ripensò all'improvvisa comprensione che aveva provato due settimane fa per Hernir Boe e si convinse a darsi dello scemo.

"Insomma, come hai passato le vacanze, Rem??" disse Susan allegramente.

Il biondino sbuffò "Niente di che! Anzi, per fortuna, dopo una settimana, Lily mi ha invitato."

"Urgh!" il verso uscì, leggermente sommesso, dal petto di James. Ma Remus lo ignorò.

"Mi sono divertito e Hernir è proprio simpatico, è stato lui ad insistere per farmi andare là!"

Remus ripensò mentalmente alla bugia più grande che aveva detto:

Mi sono divertito

Bè, certamente non era stata colpa di Lily, ma la vacanza aveva potuto andare meglio. Se solo si fosse risparmiato...

"Lily, ti posso parlare?" le aveva detto un giorno. La rossa aveva annuito, come sempre quando Remus doveva dirle qualcosa. Questa volta, il ragazzo non capiva da dove prendeva il coraggio, ma aveva dovuto dirglielo.

"Lily, tu mi piaci. Molto, e non sono sicuro che mi passerà!" lei lo aveva guardato dolcemente attraverso quelle iridi verdi, leggermente sorpresa. "Bè..." aveva cominciato esitante.

"Tu sei un rgazzo carino e anche molto intelligente, educato, sensibile però... io amo un'altro. Mi dispiace Remus!" Remus era rimasto per un attimo in silenzio.

Lily, dopo essersi torta per un attimo le mani, disse, rossa in viso

"Ma questo non cambierà niente fra di noi, vero??"

Remus l'aveva guardata per un attimo. Aveva squadrato le sue iridi verdi, piene di speranza.

"Perchè, insomma, se io e te non fossimo più amici, bè... ci resterei male, per davvero!" la voce della rossa era sincera e quasi spezzata, come se la paura più grande della sua vita si stesse realizzando. Non poteva farle questo, non in quel momento, in cui sembrava così fragile e piccola...

"No, non cambierà niente, Lil. Ma io non starò con nessun'altra, voglio tu lo sappia!" Lily sembrava smarrita. E non solo per la dichiarazone di Remus.

"Sai, tutto questo è strano!" aveva detto "Perchè, se tu me lo avessi detto... fino a poche settimane fa, bè, allora, ti avrei dato una risposta affermativa... bè, lo so che tutto questo ti fa male..." aveva lo sguardo basso, perchè sapeva, che se avesse guardato negli occhi di Remus, avrebbe trovato qualcosa che si spezzava. Impacciatamente, Remus le aveva messo una mano fra i capelli, e inaspettatamente, lei lo aveva baciato.

E quel momento era diventato magico, nonostante una lacrima, solcava la guancia di Lily.

Poi si erano staccati.

"Scusa, Rem, ma dovevo.. dovevo sapere cosa sarebbe cambiato, dovevo... non lo so!" Remus l'aveva guardata e poi aveva annuito. "Sai che non scorderò mai questo bacio, vero?" Lily lo aveva guardato supplichevole.

"Se tu non lo dimenticherai, non ne avrò la forza nemmeno io!" allora, il biondo l'aveva abbracciata e poi l'aveva lasciata andare.

Una sola settimana era passata da quell'avvenimento.

Una settimana in cui con Lily sembrava non essere cambiato niente, ma in realtà era cambiato tutto.

"E voi, invece, come avete passato le vacanze??"

Risposero tutti sbuffando e ridendo.

"A fare il terzo incomodo!" disse semplicemente James, mentre dava i soldi alla grassa signora con il carrello, per offrire ai suoi amici le Burrobirre. Improvvisamente, due chiome spuntarono nel loro scompartimento. Erano Lily e Hernir.

Il cuore di James si bloccò in gola, appena vide la rossa sorridente, avvicinarglisi per baciarlo sulle guance. Remus la fissò, Era certo che Lily non avesse mai fatto una cosa del genere e perchè lo faceva proprio in quel momento??

"Ciao Jamie, passate bene le vacanze??" James alzò le spalle, mentre gli offriva una Burrobirra e il suo posto a sedere. Hernir sorrideva, mentre prendeva Lily in braccio e James si sedeva sul posto che Susan aveva lasciato libero, andandosi a sedere in braccio a Sirius. "Tutto a posto, e te, Lil??" Lily annuì. Hernir sorrise, cingendole i fianchi.

"Remus è stato con noi, ve lo ha già detto, vero??" tutti sorrisero "A proposito" le fece Susan "Grazie, eh, grazie mille!".

La rossa rise e poi andò ad abbracciarla "Dai!"

Improvvisamente, un'ombra passò davanti lo scompartimento e si fermò, bacchetta alzata.

Lily si irrigidì.

Ricordi i miei comandi?

Una voce le si accese nella testa. Improvvisamente ricordò molte più cose.. c'era lei e il dormitorio dei maschi, la voce di Remus che le diceva che James era nella doccia... ma perchè era andata nel dormitorio dei maschi.. ah, già! Doveva fare quella cosa...

Sì, ora ricordo!!

Si alzò dalle ginocchia di Hernir e si avvicinò di più a James, con gli occhi vitrei. Tutti la guardavano, perchè all'improvviso, sembrava dotata di una nuova determinazione. James se la vide avvicinare e restò immobile per un attimo.

Poi, più veloce di quello che ci avrebbe messo normalmente, Lily gli prese la testa e lo baciò.

Appassionatamente. Ma invece di rispondere, James la staccò. "Lily, ma che..." disse Hernir. Rapidamente, il moro si voltò e vide un'ombra scivolare dal finestrino. Fece un muto gesto a Sirius, mentre la rossa si dimenava dalle sue mani per poterlo baciare.

Sirius si avvicinò sulla parete dello scompartimento lentamente, mentre Hernir e gli altri, smarriti, chiedevano spiegazioni con gli occhi. Sirius spalancò la porta, per mostrare una Bellatrix Black rannicchiata

"Che vuoi, cugino?"

Sirius era accecato dall'ira. Le tirò un cazzotto in faccia

"Cos'è, fare del male gratuito non ti basta più, sei passata alle Imperius, adesso??"

Bellatrix spalancò gli occhi. "Io?? Ti sembro forse una Mangiamorte??"

Sirius le bloccò il braccio e con violenza gli tirò su le maniche, scoprendo il Marchio.

"Sì!" disse solo. Bellatrix prese una smorfia di rabbia e provò ad incantare il cugino, ma la bacchetta le venne rubata da Remus, uscito per vedere cosa succedeva.

La mora si staccò dalle mani del cugino e corse via

"Maledetto!! Non finisce qua, mi hai sentito?? Un giorno io e te faremo i conti!" ma urlava ormai ad una porta chiusa.

Febbraio 1978, Hogwarts.

"Buonasera, Malandrini!" annunciava Lily quella sera, sedendosi accanto a quelli che ormai erano diventati i suoi amici. Grazie a loro aveva scoperto che era stata tenuta sotto Maledizione Imperius, e che aveva baciato James davanti a Hernir. Anche se non era stato quello il motivo della loro rottura.

Infatti, verso fine Gennaio, il padre di Hernir era arrivato a scuola e aveva rimproverato il figlio in Sala d'Ingresso, dicendogli che era già grande e non poteva continuare a stare dietro a delle Mezzosangue, e che doveva sposarsi presto, con la ragazza che gli avrebbe detto lui.

Hernir non si era proprio lasciato comandare senza rispondere, ma sapeva che comunque, non poteva fuggire dalla sua realtà, e si era visto costretto a lasciare la bella rossa, che aveva sempre amato.

Almeno, poteva vivere di ricordi.

Quello stesso giorno, si era vissuta la scena più irreale e strana che Hogwarts avesse mai visto in mille anni. Dopo che il padre di Hernir se ne era andato, naturalmente non prima di aver visto il figlio lasciare Lily, James Potter si era avvicinato al ragazzo, e lo aveva abbracciato fraternamente, davanti a tutti. E senza dire una parola, gli aveva dato una pacca su una spalla e se ne era andato.

Forse fu proprio questo gesto a convincere Lily a diventare ancora di più sua amica, e si era avvicinata al gruppo dei Malandrini più di quanto non avesse mai fatto. E ne aveva fatto far parte anche ad Alice, per non trascurarla. Quella sera, appunto, si erano appena unite al loro gruppo.

" 'Sera Evans e Robins!" disse Sirius, senza guardarle negli occhi, ma afferrando voracemente una coscia di pollo. "Ciao Lil, Alice!" disse Susan, salutandole allegramente, senza avere voglia di constatare ancora una volta che il suo ragazzo era una specie di troglodita. "Ciao Lily, ciao Alice!" le salutò distrattamente Remus. I rapporti che si erano riallacciati con Remus, erano ancora in una fase di ricostruzione.

"Buonasera, ragazze!" fece ammiccante James.

Però, Lily doveva ringraziare James per essere ancora così asfissiante con gli inviti. Faceva quasi pensare che niente fosse successo, e lei ci stava davvero male per la storia di Hernir. Erano stati insieme circa un mese, ma lei si era innamorata davvero. Infatti, teneva ancora la collanina con il cuore sul suo comodino, con una foto di loro due insieme. "Ciao Potter!" rispose lei, sorridente in un modo nuovo. Non aveva mai avuto la benchè minima intenzione di piangere per Boe, anche se questo, alcune volte, portava ad una malinconia interiore, che però, i Malandrini ci mettevano poco a far passare.

"Ehi, ragazzi, ma cosa pensate succederà a San Valentino, esattamente??" le ragazze si scambiarono sguardi sognanti e insieme perplessi. I maschi alzarono le spalle "Perchè?" chiese Alice distrattamente.

"Ieri gli elfi parlavano di una festa strepitosa, e il ritratto di Serpeverde diceva che cose così ai suoi tempi non si erano mai viste..." Lily lo interruppe "Sei stato a Serpeverde e nelle cucine fuori orario??" Sirius, per un momento si era fermato, vistosi scoperto, ma poi si era ributtato a mangiare, come nulla fosse. La rossa non fece altro che alzare gli occhi al cielo e sospirare.

"Bè, qualunque cosa sia, io ci vado comunque con Frank!" disse Alice scrollando le spalle. Lily annuì "E io resterò in dormitorio a piangere sulla fine di una storia..." "A me andrà peggio!" disse Susan.
"Come sarebbe peggio?? Dovrai venirci con me!" disse Sirius, quasi strozzandosi "Appunto!" confermò la ragazza, e tutti risero.

Si erano ormai tutti rimpinzati anche di torta di mele, e stavano per andare nelle loro stanze, quando sentirono una forchetta battere su un bicchiere. Il Preside chiedeva parola, e automaticamente, il silenzio cadde nella Sala.

"Vi ruberò solo pochi istanti!" cominciò Silente, con le iridi azzurre che brillavano dietro gli occhiali a mezzaluna "Come voi certo saprete, mancano due settimane all'evento più atteso dal popolo femminile della nostra scuola..." anche alcune professoresse si aggiustarono sulla sedia.

"E per quest'anno, a parte il consueto ballo, ho avuto un'idea parecchio originale. Saranno le ragazze a invitare i ragazzi!" un mormorio eccitato percorse la stanza, ma Lily sospirò. Almeno gli aveva evitato l'imbarazzo di dire di no a tutti quelli che avrebbero voluto invitarla.

James, invece, guardò verso di lei. Quell'idea lo metteva in una precaria situazione. Si avvicinava la fine, e ogni ora che passava, era un'ora in meno per stare con la rossa. Quel pensiero era praticamente costante e lo soffocava.

"Perciò, potere rosa... avete tempo due settimane!" detto questo, Silente si risiedette e gli studenti furono liberi di andare. Alice, però, trattenne Lily un pò di più.

"Ma prima, stavi dicendo sul serio o no??" la rossa la guardò ad occhi spalancati.

"Secondo te scherzavo?" la moretta alzò le spalle.

"Bè, pensavo che lo stessi dicendo per James..." Lily fece schioccare la lingua e cominciò ad andare verso il dormitorio, mentre Alice la seguiva.

L'essere leggermente irritata, portò la rossa a non guardare chi aveva davanti, e sbattè contro una persona, nonostante la Sala ormai era quasi vuota. "Scusa!" fece, rossa in viso mentre si rialzava e notava che la persona era Hernir, che la guardava in viso. "Oh" sillabò di stupore.

"Scusa a te, Lil!" si guardarono per un lungo attimo, poi la rossa disse, sentendosi il viso in fiamme "Allora... bè, hai da fare a San Valentino?" lui aprì e chiuse la bocca per un attimo, come un pesce rosso.

"Bè... io devo.. andare con.. lei!" e indicò un punto dietro di lui, dove c'era una ragazza molto bella, con l'aria snob e la divisa su cui luccicava un serpentello argentato.

"Leila" riprese "Sai, mio padre... lei è di una famiglia Purosangue, e sai..." Lily annuì, e poi sospirò.

"Allora... buona fortuna, Hernir.. per tutto!" e, senza badare alla risposta del ragazzo, scappò letteralmente verso il dormitorio.

"Ma cos'hai??" disse Alice a Lily, la mattina del 13 febbraio a colazione.

La rossa scosse il capo. La domanda sorgeva spontanea dal fatto che la rossa aveva gli occhi rossi e gonfi, e in più era molto scorbutica. E anche se era venerdì tredici, Alice dubitava che la data influenzasse in qualche modo l'aspetto e il carattere di una persona che era sempre stata scettica riguardo a quelle favolette.

"Niente, Alice, non ho niente, come non avevo niente cinque minuti fa e come non avrò niente fra dieci minuti, capito??" rispose Lily abbastanza sgarbatamente.

Alice spalancò gli occhi e si rituffò sui suoi corn-flakes. Non era decisamente da Lily reagire a quel modo. Bè, ma comunque, non era un suo problema, il problema riguardava solo ed esclusivamente James, sicuramente. Come avesse aperto bocca, l'unica cosa che avrebbe ricevuto in risposta, sarebbero state solo una valanga di parolacce che Lily mai aveva detto tutte insieme. E sicuramente, James avrebbe aperto bocca. Il giorno dopo c'era il ballo di San Valentino, e la rossa ancora non aveva un accompagnatore. Chissà cosa si sarebbe inventato il moro, quella volta! Per fortuna, non toccava a lui invitare, ma toccava solo convincere Lily a farsi invitare.

Oddio, solo. Era anche più difficile.

Senza contare poi, che da quando Lily aveva scoperto che Hernir si era fidanzato, si era scostata dai Malandrini, ed era ripreso tutto come prima. Esattamente come prima.

Esattamente come quando James soffocava Lily di inviti stressanti e lei lo prendeva a parolacce per tutto il castello. Bè, la quiete era durata anche troppo!!

"Allora..." intervenne la rossa, cambiando discorso

"Frank ci farà il favore di tornare per questo fantomatico ballo??" Alice sorrise. Era fidanzata con Frank dal suo primo anno, nonostante lui facesse il secondo. E non si erano mai lasciati, mai un periodo di crisi, mai lontani... almeno fino all'anno scorso, in cui Frank aveva preso i MAGO ed era andato a studiare da Auror.

Gli occhi della sua ragazza si accessero improvvisamente "Sì, tornerà per il ballo... e ci presenterà un suo amico!" disse senza preavviso. Lily quasi si strozzò con la fetta biscottata "Cosa?"

Alice era tornata indifferentemente a mangiare.

"Alice, cos'è questa storia?" l'amica alzò le spalle "Mah... è solo un povero ragazzo che studia fuori sede, che è solo proprio il giorno di San Valentino e che ha deciso di fare un salto al ballo della scuola magica più famosa del mondo con il suo compagno di stanza.." Lily squadrò la sua amica.

"Non ti aspetterai che mi metta con il primo che mi presentate, vero??" Alice la guardò sorridendo.

"Alice??" la moretta alzò le spalle.

"Alice, anche se venisse uno da fuori...io...io.." poi urlò "A questo punto, preferisco mettermi con James Potter, cavoli!" come se nel cervello di quel ragazzo ci fosse stato un radar puntato su Lily Evans (il che non era precisamente da escludere) si presentò vicino a loro in un battibaleno.

"Hi, baby! Stavate parlando di me??"

Alice si buttò letteralmente sul tavolo a ridere, con la pancia che le faceva male e gli occhi che le lacrimavano. Lily, che avrebbe dovuto essere molto più che incavolata, guardandola, cominciò a ridere anche lei. James interpretò il tutto come un segnale positivo e disse

"Bè, tesoro, se volevi invitarmi per S.Valentino, in teoria dovresti fare la fila, però... lo sai che per te trovo sempre tem... URGH!" a far gemere così James era stata l'improvvisa trasformazione del suo perfetto naso in un naso rosso da clown.

Lily ormai rideva più di Alice, e l'unico che non riusciva proprio a ridere, era James.

Alice lo indicava, applaudiva Lily, e continuava a ridere. Lily lo guardava, poi si inchinava all'applauso di Alice e si ributtavano a ridere.

"Ma cosa avete da ridere così tanto..."
"Oddio, oddio... ma lo vedi?? Grande Lily..."
"Grazie, grazie... oddio, mi fa male la pancia..."

Tutte quelle risate, fecero girare l'intera Sala, compresi i professori. E, sempre compresi i professori, tutti cominciarono a ridere. Naturalmente, i Malandrini erano in poleposition per le risate, sorpassati forse solo da Lily e Alice.

"Grazie, eh, grazie tante!" fece James tornato al suo posto, ancora con il naso finto.

"Scusa James, ma sei troppo forte... oddio, mi devo ricordare di fare i complimenti a Lily!" disse Remus, asciugandosi una lacrima. "James, però bisogna dire che ci ha azzeccato!" disse Susan ridendo sotto i baffi.

"Dai, Jamie, non te la prendere... per me sei più sexyy!! Perchè stanotte non te lo metti??" disse Sirius. James stava letteralmente per scoppiare ad urlare, quando una ragazzina del terzo anno, gli corse incontro arrossendo.

"Ehi, faccia da clown..." inutile dire che tutti scoppiarono a ridere ancora più fragorosamente. La ragazzina divenne rossa come una mela matura, all'occhiata assassina di James.

"Ehm... sei tu James Potter, vero??" Susan smise di ridere solo per dire "No, da oggi si chiama IT!" e ripartì a ridere. "Sì, sono io!" disse il moro, fulminando con un'occhiata la sua migliore amica.

"Questo me lo ha dato il professor Lumacorno..." e gli porse il solito rotolino di carta legato da un fiocco.

"Cos'è, James, sei l'attrazione?? Farai i palloncini a forma di animale?? Io voglio la spada, però..." disse Sirius, cercando di respirare fra una risata e l'altra.

"In testa te la dò la spada, se non la smetti!" come al solito, era l'invito per il Ballo di S.Valentino del Lumaclub, ed era destinato a tutti i Malandrini, tranne Peter.

Infuriato, James mise l'invito nella borsa, e prese l'orario. Lesse cos'avevano alla prima ora, e gli venne da ridere. "Cosa c'è, Jamie?" gli chiese Remus, che aveva appena finito di ridere, con grande disappunto di James, senza essersi slogato la mascella.

"Niente, è che..." rise di nuovo "Alla prima ora abbiamo Incantesimi.."

"Eh!" confermò il biondo. "Vitious aveva previsto il ripasso degli Incantesimi Rallegranti!".

"Non ci credo!" disse Remus, controllando il diario. Appena ebbe controllato, riscoppiò a ridere e tutti come lui. Nessuna classe andò meglio a quegli incantesimi, constatò Vitious.

(Il naso andò via con una semplice controfattura del professore a inizio lezione.)

La giornata andò avanti senza particolari avvenimenti, a parte che Lumacorno cominciò a paragonare il ballo della scuola al suo, e cominciò a screditare Silente, perchè non entrava nel vero spirito romantico della festa, come lui.

"Ovvero" puntualizzò Sirius a James sottovoce, sporgendosi un pò dal suo banco che divideva con Susan e che era precisamente dietro a quello dell'amico "Sarà tutto uno strabordare di colore rosa, e stradolcinatezze varie che sarebbero la fine di un diabetico!" James rise sotto i baffi. "Sì" rispose "Ma ci tocca andare, lo sai anche tu!" Sirius annuì.

"E ora è tutto, potete andare!" disse sulla campanella del pranzo il professore.

I Malandrini si alzarono con un sospiro. Quelle due ore di Pozioni erano state più dure del solito, e poi, James aveva una fame nera, dato che a colazione l'appetito gli era leggermente mancato.

Prima di andare, James volse uno sguardo a Lily, che si stava intrattenendo con Alice e il professore, a chiaccherare amabilmente.

"Allora, mia prediletta, ci sarai al ballo??" Lily sorrise verso le galanterie del professore.

"Non credo professore!" rispose, cercando di essere il più garbata possibile "E non credo che andrò nemmeno a quello ufficiale della scuola!" Lumacorno fece un'espressione afflitta. "Ma signorina Evans, è uno spreco! Una bellezza così me la invidiano anche a Beauxbatons!" Alice lanciò un'occhiata a Lily come a dire "Visto?? Devi venire, è destino!" ma Lily si limitò solo a rispondere al complimento. "Mi fa piacere che mi conoscano fino a Beauxbatons e che mi invidino!" Lumacorno sorrise.

"Mia cara, è naturale, una ragazza speciale come lei non può non essere voluta da tutti!" la rossa sorrise.

"Grazie, professore!" disse solo.

"Ma ci sarai al ballo?" insistette Lumacorno. "No, mi dispiace, non credo di avere un cavaliere, o perlomeno," si affrettò ad aggiungere all'espressione allibita del professore "Un cavaliere che io voglia accanto a me!" e distolse lo sguardo verso il parco, per vedere Hernir che, abbracciato con la ragazza saliva per andare a pranzo. Lui non la vide, e si baciò con Grace. Lumacorno la vide indugiare troppo sulla finestra e seguì il suo sguardo.

"Oh, capisco! Bè, per un giovanotto che non sa riconoscere le fortune della vita deve dare un dispiacere al suo professore preferito??" Lily sospirò e si asciugò una lacrima. "Bè, professore, vediamo. Ma non le assicuro niente!" disse alla fine. Lumacorno spalancò il suo sorriso "Già un passo è fatto, no?? Mi basta per ora! Un bacio e a presto!" e le fece il baciamano.

"E saluti a lei, Robuins!" Alice sbuffò e si diresse a pranzo con Lily.

"Mai una volta che si ricordasse il mio nome! Eppure, sono sette anni che vengo ai suoi balli, un pò per Frank e un pò per te!" Lily sorrise, ma senza allegria. "Ma lo hai visto prima?" disse solo, rabbuiandosi "Non lo sopporto!" e alzò gli occhi al cielo deglutendo per cercare di non piangere. "Ma chi, Lumacorno?" disse perplessa l'amica.

"Ma no! Hernir!" Alice sbuffò.

"Cos'hai da sbuffare??" disse arrabbiata la rossa.

"Lily, non te la prendere. Ma io ti voglio bene, e voglio solo dirti che forse... faresti meglio a cercare di ricominciare!" la rossa aveva la rabbia negli occhi che abbassò. Cercava di controllarsi, perchè non le andava proprio per niente di litigare con la sua migliore amica.

E poi perchè, in fondo, sapeva che aveva ragione.

Ma lei non ce la faceva. Forse era una scema, forse si era solo talmente determinata a stare con lui che non riusciva a pensare ad altro, ma lei voleva solo Henrir.

"Cerca solo di guardarti intorno, ok, Lil?" disse Alice sorridendo. Lily annuì e poi attraversarono il portone di quercia della Sala Grande.

***

Era passata solamente mezz'ora dal pranzo. E dopo un'altra mezz'ora, i Grifondoro avrebbero diviso Erbologia con i Tassorosso.

Lily stava appunto rivedendo il suo tema sulle quercie da bacchetta, seduta nel chiostro, quando vide Hernir passarle accanto.

"Ehi, Hernir!" lo chiamò con un sorriso. Sempre sorridendo, lui le si avvicinò.

"Ciao!" e le diede un fresco bacio sulla guancia.

"Ciao... senti, io... " Lily sentiva che stava per arrossire, ma si convinse a trattenersi. Non poteva, quella volta doveva giocarsi il tutto per tutto. "Volevo invitarti per S.Valentino!" disse d'un fiato. Hernir la guardò.

"Senti.." cominciò a dirle, ma lei lo interruppe.

"Non è per ricominciare, è solo per..." lui la fermò.

"Lily, non ci diciamo cavolate. Io... è stato bello, davvero. E tu sei bella per me, ancora! Ma..." Lily lo guardò sentendosi salire le lacrime. "Una volta hai detto d'amarmi!" gli urlò quasi in faccia. Hernir la guardò.

"Hai ragione. E ti amo ancora. Ma mio padre ha ragione, devo crescere. E devo sposarmi la persona più adatta all'orgoglio della mia casata, capisci??" Lily scosse il capo mentre piangeva.

"No che non capisco. Mi hanno sempre detto che il matrimonio è valido solo se fatto per amore!" Hernir la guardò. Era duro sopportare le lacrime di quella ragazza senza poterle asciugare e senza poter fare niente per farle smettere di correre così lungo quella candida e splendida guancia.

"Ecco perchè non funzionerebbe Lil. Io e te... non siamo nati per stare insieme!" disse queste ultime parole guardando verso la fontana ghiacciata al centro del cortile. Sentì Lily singhiozzare furiosamente alla sua destra, ma non poteva fare niente.

"E' finita, Lil, mi dispiace!" con uno scatto degno del più bello e forte tra i felini, la rossa si alzò e cominciò a correre. Non sapeva dove stava andando, voleva solo correre finchè le sarebbe rimasta aria nei polmoni.

A occhi chiusi, singhiozzando e scacciando le lacrime che correvano libere, mentre nella sua mente volavano i ricordi...

Quei baci sul lago ghiacciato, quelle dolci parole davanti un fuoco di un'aula in disuso... era veramente tutto perduto??

Non poteva immaginare di riuscire ad amare un'altro, e poi chi? Chi avrebbe potuto farle dimenticare Hernir, e farle provare sensazioni più belle, al punto di far diventare quei pomeriggi solo ricordi come foto sciupate??

Che ci crediate o no, Dio vi ascolta sempre, e sa sempre mandarvi il miracolo giusto per voi, perchè ve l'ha creato apposta molto prima di quel momento, ha fatto un grandioso progetto, che culmina con la situazione da film che voi avete sempre sognato.

Bisogna solo saper afferrare quell'attimo fuggente, e assecondare quella specie di sesto senso insistente che in quei momenti si fonde con l'istinto.

E James Potter sapeva fare entrambe le cose. Fu così che, in un momento molto opportuno, decise di farsi una passeggiata da solo, per un corridoio che in quel momento era vuoto, ad eccezione di una sola persona che correva senza meta, piangendo come una fontana. E, quando si diceva i miracoli, aveva i capelli rossi e gli occhi verdi.

Siccome la rossa aveva gli occhi chiusi, gli finì addosso. James la bloccò fra le sue braccia e la strinse, senza sapere quello che era successo. "Ehi" le disse, cercando di farsi sentire sopra i singhiozzi di lei.

"Lasciami andare James!" disse lei, dando dei pugnetti isterici alla spalla del ragazzo. Lui la tenne più forte.

"No che non ti lascio andare. Diciamo che solo venti metri più avanti a te tutta a scuola si è riunita, e temo che non potresti averne piacevoli conseguenze!" la rossa si scuoteva, cercando di andare via.

"Non me ne frega niente, voglio solo correre fino a che mi rimane aria nei polmoni e poi forse morirò ma è meglio così!"

"Perchè invece non ti calmi e mi dici cosa è successo??" la voce di James non perdeva il tono dolce. Forse perchè non aveva mai sopportato di vederla piangere, gli faceva male al cuore.

"E a te cosa te ne importa??" disse sgarbatamente lei

"Mi importa, perchè mi fa sentire male il fatto che tu pianga! Ancora liti con quell'ingrato di un Serpeverde??" Lily annuì. James sentì il suo viso muoversi sulla sua spalla.

"Ma non sono affari tuoi James. Se lo vuoi sapere, sono ancora da sola per il ballo di San Valentino, tanto era questo che volevi sapere, no?? E lasciami andare!" con una spinta molto più forte delle altre, Lily se ne andò.

Piangeva ancora, ma si stava calmando.

In fondo, le braccia di James le avevano infuso tepore ed erano riuscite a farle passare la tristezza. Dopo molti passi si fermò dietro un angolo e respirò a occhi aperti.

Aveva smesso di piangere, e cominciò a pensare. A pensare che era stata troppo dura con James, in effetti lui era stato solamente dolce da morire. Bè, ma si sarebbe fatta perdonare in qualche modo. Ora doveva solo andare a Erbologia.

Il corridoio, e poi la porzione di parco che Lily doveva percorrere per andare alla serra numero cinque, quella volta erano sembrati davvero lunghi. Forse perchè in cinque minuti aveva pensato così tante cose da non essere riuscita ad arrivare a una conclusione, fattosta, che emise un sospiro di sollievo appena mise piede nella serra, contemporaneamente allo squillo della campanella.

"Sei tornata, eh?" le disse Alice sorridendo mentre si sistemava i guanti di pelle di drago, e passava alla rossa i suoi.

"Eh già!" disse Lily, senza guardarla.

Anche se le lacrime si erano asciugate, la tristezza della fine definitiva della storia con Hernir, l'aveva lasciata ancora scombussolata, e si sentiva molto fragile, anche se parecchia forza le era stata restituita dalle braccia di James. Per un attimo, aveva dovuto ammettere che era stata una sensazione piacevole, che quel profumo maschile che sapeva di forza e protezione, l'aveva avvolta e attirata...

Ma era sotto shock. E il problema se era o no attratta da James Potter, non sussisteva.

Erano buoni amici a volte. E lui si era dimostrato un ragazzo molto più dolce di quello che insulta Severus Piton fra i corridoi, anzi... doveva ammettere che ormai gli assalti a Severus Piton erano scomparsi, da parecchi mesi.

Bè, ma non era questo che poteva far sbocciare un'amore. Assolutamente no.

"Ragazze, buongiorno!" la professoressa Sprite era entrata nella serra.

Rispose il solito coro di saluto "Buongiorno professoressa!", ma Lily ringraziò per un attimo questo solito coretto, perchè la distrasse dai suoi pensieri e da quella confusione crescente dentro di lei.

"Ehi, psst, James!" Sirius lo chiamava da poco più in là, mentre lasciava lavorare la sua compagna di lavoro, sulla seminazione di un futuro albero da bacchette.

La compagna di lavoro era una ragazza carina, dai lineamenti fini, che però ci provava un pò troppo sfacciatamente, e lui sinceramente aveva altro per la testa. Il suo migliore amico era sparito per il suo solito giretto solitario a caccia della Evans, ed era tornato silenzioso e riflessivo. E non era proprio da James, essere riflessivi.

James Potter, poco più in là, non lo sentiva, immerso com'era nei suoi pensieri. Sirius sbuffò.

"Oh, Sirry, guarda che carino il semetto..." oddio, se quella... Katia, Karine...Christine... bè, insomma, quella, non avesse smesso fra poco, lui sarebbe andato in tilt. Sorrise distrattamente "Sì, carino... James, Ramoso... Pezzo di idiota!!" ma quello non si girava.

"Oh, santa miseria..." e, vedendosi costretto, il bel moro lanciò un pugnetto di terra al suo amico, che finalmente si girò, sorpreso mentre pensava chissà a cosa.

"Che vuoi Felpato?" bisbigliò James, guardando il suo compagno di lavoro che faceva tutto il lavoro, capendo che lasciando fare a lui avrebbe solo rovinato tutto.

"Che diamine ti è successo??Alla passegiata solitaria, intendo!"

James aprì la bocca per rispondere, ma venne anticipato dalla professoressa.

"Dieci punti in meno a Grifondoro, signor Black!" Sirius fece finta di rivoltarsi sconfortato sulla terra, ma immediatamente si rivoltò verso l'amico "Allora??"

James alzò gli occhi al cielo e disse, concludendo.

"Ho inconrtato Lily, ma non è andata bene. Cioè, non lo so. Fine Felpato!"

Sirius alzò un sopracciglio "Ma.."
"Ho detto Fine!"

"Sì, ma.."
"Quale parte della parola fine non hai capito??"

Sirius alzò gli occhi al cielo e si voltò verso quella biondina. In effetti era carina. Ma mai lontanamente come Susan, che da lontano, lo sorvegliava con lo sguardo. No, amava Susan, e non l'avrebbe mai tradita, e si sorprese di come improvvisamente questa affermazione sembrava strana detta da lui.

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"Allora, io vado al ballo, d'accordo Lily?" disse Alice a Lily, che era sdraiata sul letto.

Alice era veramente bella. Si era messa un bell'abito nero e si era truccata veramente bene. Peccato che quel profumo molto, anzi, troppo dolce, avesse riempito la stanza. Lily annuì.

"Salutami Frank!" disse allegra.

"D'accordo... ah, se... insomma, se avessi bisogno di compagnia, bè... in qualche modo avverti!" e, con un ultimo sorriso, Alice se ne andò.

La rossa sospirò e si voltò verso la finestra del dormitorio. La luna era a metà e le stelle erano sempre uguali. Non c'era nemmeno una luce diversa su cui fantasticare...

Maledicendosi per non aver accettato nemmeno un'invito, addirittura, volendo ache accettare un'invito di James, la rossa si ritrovò a pensare che probabilmente, il giorno dopo avrebbero trovato il suo corpo corroso dalla noia.

James Potter camminava velocemente, risalendo la corrente della gente che correva verso i balli, ora uno, ora l'altro. Era sicuro della sua decisione, non voleva nessun'altra accanto a lui, in quel momento.

Erano passati i tempi in cui poteva andare ai balli con una ragazza qualunque e dirsi che il giorno dopo, con Lily, sarebbe andata meglio. Ora il tempo stava scadendo, e ogni secondo era fatale.

Quella sera non sarebbe significata niente senza Lily, e lui andava solo a farle compagnia. Certo, con l'intento magari di farle provare qualche brivido, ma era impossibile, perciò... sospirando, salì le scale del dormitorio femminile, scalando il corrimano, e facendosi un male tremendo, ma comunque c'era riuscito.

E avrebbe passato una notte intera con Lily, che lei avesse voluto o no.

La rossa credette di essersi addormentata, quando sentì un gentile colpo sulla porta.

Si riscosse per un attimo, cercando di svegliarsi, e poi sentì il rumore ancora più nitido. Senza curarsi di essere in camicia da notte, andò ad aprire la porta, convinta che fosse qualche compagna di dormitorio che aveva dimenticato, magari, la sua pochette.

Aprì la porta e un sorridente James Potter le restituì lo sguardo.

This time, This place
Misused Mistakes
Too long, Too late

La faccia di Lily attraversò molte espressioni. Dallo stupore, alla paura immotivata, infine al... sorriso rassegnato. Come aveva potuto pensare che James Potter si fosse arreso all'idea di lasciarla sola soletta nel dormitorio, la sera di S.Valentino??

"Dovevo immaginarmelo! Entra!" e la rossa si scansò per far entrare il ragazzo. James entrò nella stanza felice come non mai. Per una volta aveva capito che aveva fatto il completo idiota per una vita, quando bastava abbassare leggermente la cresta e Lily avrebbe capito chi era molto prima, e non sarebbe andata a cercare persone che alla fine l'avevano solo fatta soffrire.

Avrebbe voluto scusarsi dei suoi comportamenti, ma in fondo sapeva che Lily già aveva intuito il suo stato d'animo.

Who was I to make you wait
Just one chance
Just one breath
Just in case there's just one left
'Cause you know,
you know, you know

Lily si accomodò su un letto là vicino, lasciando il suo per James, e lo guardò sorridere.

"Allora Potter??" gli disse innocentemente. James si passò nervosamente la mano fra i capelli. Lily era davvero troppo bella per lui.

"Allora cosa?"

"Cosa hai intenzione di fare??" richiese lei tranquilla. James alzò un sopracciglio, come se le sue intenzioni fossero palesi, almeno secondo una classica battuta che non si sarebbe mai risparmiato, in nessun caso. Lily congelò la sua espressione.

"Potter!" James rise.

"No, a parte gli scherzi..." rimase per un attimo in silenzio a guardarla. Una ciocca prepotente ricadeva sul viso di Lily, dall'espressione che attendeva il continuo della frase.

"Naturalmente, se riuscirai a conquistarmi, chissà che non si combini niente!" disse inaspettatamente lei. Il cuore di James fece una capriola. Turro ciò era puramente inaspettato.

"D-Dici davvero??" chiese, con il cuore a mille.

La rossa scoppiò a ridere.

"Neanche se mi minacci di morte!" disse alla fine sorridente.

I love you
I have loved you all along
And I miss you
Been far away for far too long
I keep dreaming you'll be with me
and you'll never go
Stop breathing if
I don't see you anymore

James le lanciò un bacio impertinente con la mano e poi disse, sorridendo sornione, con i suoi grandi occhi espressivi da bambinone. "Sei bellissima Evans!" la rossa sbuffò.

"Sì, ma cosa sei venuto a fare, Potter??" James respirò.

"Bè, se Maometto non va alla montagna, la montagna dovrà andare da Maometto!" Lily aggrottò le sopracciglia. Non riusciva a capire "E cioè??" disse, sperando in un chiarimento. James sorrise da trionfatore.

"Porterò il ballo da te!" Lily lo guardò con sentimenti non chiari

"E come farai??"

"Te vatti a preparare, che al resto ci penso io!" disse solamente. E per una volta, anche se vivamente scettica, Lily diede retta al moro "Ok!" disse sospirando e andando in bagno, dopo aver preso l'abito. "Ma non provare a sbirciare!"

James scosse il capo, e la rossa, per niente soddisfatta da quell'aria contenta, sparì in bagno.

Si fece prima una doccia veloce, perdendosi nei getti d'acqua calda che le scorrevano sul corpo e poi, profumata di fragola, si vestì, si truccò e s'improfumò. La visita di James le aveva dato un calore enorme. Sentiva una simpatia molto improvvisa per quel ragazzo e, altrattanto improvvisamente, non si sentiva più lei. Non si sentiva più la Lily Caposcuola di un tempo, ligia alle regole.

Sentiva solo una gran voglia di divertirsi e di lasciare trasparire ogni più piccolo sentimento, come una bambina.

Fragile, ma forte.

Dopo circa un'oretta, aprì la porta e vide che la stanza era completamente cambiata.

I letti erano stati spostati in modo che non avessero dato fastidio, così come tutti i mobili. Al centro c'era un tavolo con due candele come centrotavola, apparecchiato di tutto punto, e sul fondo, un'altoparlante dal quale si diffondeva una leggera musica.

Ai suoi piedi (e di un fantastico abito dorato indossato per l'occasione) c'era un James Potter inginocchiato.

On my knees, I'll ask
Last chance for one last dance
'Cause with you, I'd withstand
All of hell to hold your hand
I'd give it all
I'd give for us
Give anything but I won't give up
'Cause you know,
you know, you know

Come se senza parlare la rossa avesse intuito tutto, annuì e offrì la mano a quel gentiluomo, vestito da sera.

Era vero, James aveva portato il ballo da lei, e la ragazza non avrebbe mai smesso di ringraziarlo. Cominciarono a ballare un valzer insieme, abbracciati. E pareva che ogni distanza, adesso, si stesse appianando. Comprese le distanze figurate.

Il sorriso si allargava sulla bocca di Lily, come la sua felicità nel suo cuore.

Believe it
Hold on to me and, never let me go
Keep breathing
Hold on to me and, never let me go

L'aula di storia della magia non era mai sembrata così stretta a Lily, come quella volta.

O perlomeno, la sua compagna di banco, non faceva che stressarla.

"Dai, mi dici con più particolari quello che è successo??" chiedeva Alice insistentemente, da quando Lily le aveva riferito della sera precedente. "Ma non c'è stato niente!" disse nervosamente la rossa. Alice però, non si arrendeva, e i suoi occhi scuri erano supplichevoli di particolari "Allora dimmi i dettagli di questo niente!".

Lily alzò gli occhi al cielo.

Non era veramente successo niente, l'altra sera.

Dopo aver ballato, James le aveva mostrato una cenetta coi fiocchi, preparata dalla sua elfa domestica, Koki, che probabilmente, era innamorata di lui, dato il biglietto che James trovò nelle costolette di agnello. E questo fece ridere immensamente Lily, oltre che arrossire tremendamente James. Il resto della serata l'avevano passato a chiacchere e champagne.

Ma Lily non si era lasciata trasportare.

Anche se poi, si erano addormentati vicini.

La serata era stata bella, e lei aveva scoperto di volere un gran bene a James, ma tutto si fermava qua, o almeno era questo quello che credeva di provare.

"Ma scusa, se vi siete addormentati abbracciati, qualcosa c'è stato, no??" disse Alice di nuovo.

"No, te lo ripeto per l'ennesima volta, non abbiamo fatto niente!"
"Neanche un bacino piccolo piccolo??"

"No, neanche un sorriso, va bene??" Alice sorrise

"Eddai, non te la prendere, il fatto è che..." Lily la guardò "Hai scommesso con Sirius che io mi metterò con James??" lei alzò le spalle

"Quasi! Cioè... l'ho scommesso con me stessa. E poi, anche Frank dice che sareste proprio carini insieme..." Lily alzò gli occhi al cielo, mentre metteva a posto piuma e pergamena, tanto non sarebbe comunque riuscita a prendere appunti.

Poi si ricordò di una cosa

"Sì, tornerà per il ballo... e ci presenterà un suo amico!"

Erano state queste le parole di Alice pochi giorni prima del ballo. E sicuramente, quello sconosciuto aveva dovuto fare il terzo incomodo. "A proposito.." disse la rossa, voltandosi verso l'amica che la guardò preoccupata.

"Quel ragazzo che dicevi sarebbe venuto al ballo... ieri l'avete fatto annoiare, oppure c'è qualcosa che devi dirmi, Alice Robins?" l'amica sorrise. "Niente da dirti... comunque, si ferma a Hogwarts, deve fare tipo orientamento verso la carriera d'Auror per noi del settimo anno.." Lily sorrise "Davvero?? E scommetto che sai anche a che ora l'abbiamo!" Alice fece l'aria da finta ingenua

"Mi pare di aver sentito alla prossima ora..." Lily sorrise. Era davvero curiosa di conoscere un quasi Auror.

Entrando nell'aula di Trasfigurazione, Lily ebbe un fremito. Lei e Alice erano le uniche a sapere dell'arrivo di quell'amico di Frank.

"Ma scusa, perchè non è venuto direttamente Frank?" disse curiosa Lily, sistemandosi al banco.

"Lo sai com'è fatto! Tra due mesi ha un esame e vuole che vada tutto bene!" Lily sorrise.

Si ricordava anche abbastanza bene Frank.

Un bel ragazzo robusto, con due guance paffute e una passione autentica per sconfiggere il male. Lo aveva conosciuto subito, quando era al primo anno e già era entrata nel Lumaclub, Frank faceva il secondo anno. Erano subito diventati amici e lei gli aveva fatto conoscere Alice. Inutile dire che si erano messi insieme praticamente subito, e non si erano più mollati.

Entrambi volevano un gran bene a Lily e lei lo voleva a loro.

"Posate libri e bacchette!" disse la McGrannit nel suo solito tono autoritario, sedendosi alla cattedra.

"Oggi avremo un ospite speciale. Un'ospite che ci racconterà del suo futuro... prego, Fabian Prewett!" lo sguardo di tutta la classe si volse alla porta dell'aula, compreso quello della rossa.

Il ragazzo che entrò era bello, moro e di corporatura robusta. Parecchie ragazze si voltarono verso l'amica a commentare quella particolare bellezza.

Sirius Black e James Potter invece, lo squadravano con aria competitiva. Non accettavano che l'intera porzione femminile di castello adesso avesse trovato qualcun altro per cui sbavare.

Sorridente, Fabian Prewett era arrivato alla cattedra, aveva fatto il baciamano alla professoressa (che era leggermente arrossita, sotto i sorrisetti di tutte) e si era girato a parlare alla classe.

"Visto?" disse Alice a Lily con l'aria furba. La rossa sorrise "In effetti, magari avrei fatto bene a fare una capatina al ballol ieri sera!"

Alice ricambiò il sorriso "Sì, ma adesso stai con James Potter, no??" disse e la rossa quasì la fulminò con lo sguardo.

"Io non sto con James Potter!"

"Signorina Evans, le dispiace seguire la lezione?" la richiamò la McGrannit, e Lily, mortificata, si voltò verso Fabian che...

intercettò il suo sguardo e le sorrise.

"Non sia così severa, professoressa, sono sicuro che quell'incantevole signorina aveva buoni motivi per non seguire i risultati dei miei MAGO!"

Non esisteva per niente al mondo una reazione più sbagliata che avesse potuto intraprendere Fabian.

Innanzitutto, fece morire di vergogna Lily che arrossì e divenne del preciso pigmento della polpa di un pomodoro maturo, poi fece aumentare l'invidia delle compagne più maliziose nei suoi confronti: non solo era straguardata da James Potter, il sogno proibito di tutte da quando aveva messo più o meno la testa a posto, ora era anche la preferita di quel nuovo e affascinante ragazzo.

E poi, fece montare James Potter su tutte le furie.

Il bel grifone aveva attraversato più o meno tutte le tonalità del verde sul suo viso ed era irrequieto.

Poi, Lily fece l'unica cosa che poteva peggiorare la situazione: risorrise a Fabian.

SKREEK.

Questo rumore, che sconvolse tutta l'aula, fu causato dalla sedia di James Potter, che, furiosamente, aveva trasportato il padrone leggermente fuori dal banco.

"Adesso basta!" disse il moro, raccogliendo tutta, la forza, il coraggio, e la determinazione possibile.

"Signor Potter, si rimetta immediamente al posto!" disse la professoressa minacciosa.

Ma James non pareva darle ascolto. Con puro sgomento della rossa, si avvicinò a lei e si mise in ginocchio.

Tutta la classe trattenne il respiro (forse anche la McGrannit adesso era curiosa, dato che provava con scarsa convinzione a richiamare all'ordine tutti)

"Ascoltami bene, adesso, Evans!" disse semplicemente, con gli occhi nocciola leggermente lucidi. Lily era ammutolita. Non le piaceva essere al centro dell'attenzione.

"Io... ho sopportato di tutto per averti. Di tutto. Sei anni di contrasti, più o meno evidenti, ho litigato con gli amici. Poi quest'estate ti ho incontrato e sembrava che tutto magari poteva andare meglio, ma è arrivato Mark.

E ho aspettato.

Poi Mark l'ho fatto andare via io, e mi dispiace, ma quando tutto pareva di nuovo andare bene, lui è tornato. E allora io, impazzendo per te, ho fatto una miriade di macelli. E ho sbagliato.

E mi dispiace.

Una sera di ottobre eri sola sulla spiaggia, e chi ti ha consolato?? Io. Non m'importava che tu fossi scappata dalle mie braccia tante volte, quello che per me importava era solo stringerti, e mi hai detto che cominciavo a piacerti. Ma ero senza amici, e non l'avrei sopportato. E ti ho chiesto di aspettarmi, d'accordo è colpa mia.

E mi dispiace.

Poi ti sei messa con Hernir Boe e mi hai mentito. Lo sono venuto a sapere grazie alla collana con il mezzo cuore, che ti è uscita dalla veste mentre stringevi Remus che si era appena svegliato. Ma non ho detto niente.

Ho continuato ad aspettare.

Ho aiutato a liberarti dell'Imperius che ti aveva lanciato Bellatrix, ma tu pareva non lo tenessi di conto, ed eri anche fidanzata.

Ho aspettato.

Ti sei lasciata con Hernir e ti avevo a un passo, finalmente, quando il tempo sta per scadere e ogni secondo potrebbe essere quello giusto per perderti. Ma tu eri ancora incatenata a quel ragazzo e mi dispiaceva.

E ho aspettato.

Lui ti ha fatto piangere tremendamente, ti ho incontrato e ti ho stretta, pensando solo alla tua felicità, ma tu ti sei arrabbiata con me, e io mi ero arreso. Non volevo più stringerti, abbracciarti, baciarti, volevo solo... farti felice. Era il primo passo.

E ieri sera ho portato il ballo nella tua stanza. Ci siamo addormentati vicini senza che io pretendessi niente, e non sai quanta fatica ho fatto!! Stammattina mi sono svegliato, decidendo di aspettare, ma non puoi chiedermi di stare ancora una volta

zitto, ad aspetttare

Mentre un'altro prende il posto che io voglio da tanto. No, non intendo aspettare ancora!!"

James era rosso in viso, gli occhi gli luccicavano e aveva il respiro affannato. Guardava solo Lily, che sembrava infuriata.

Il discorso del ragazzo era stato bello, ma lei si era infuriata, perchè l'aveva spostata al centro dell'attenzione.

Quindi, senza dire una parola, rossa in viso come non lo era mai stata, prese i libri e uscì dalla classe.

La porta sbattè dietro le spalle della bella rossa, che non sentiva nient'altro se non il cuore batterle convulsamente dentro il petto, e le lacrime di stizza spingerle ai lati degli occhi.

Cominciò a correre, sapendo che era l'unica cosa che riusciva a tenerla viva, a farla sfogare. Sapeva di aver perso circa venti punti per allontanamento immotivato dalla classe, ma non gli importava. Tutto quello che voleva era solo corrrere.

Ma come aveva potuto James parlarle così??

Mettendola in ridicolo, poi!

Ma chi era James Potter per poterla umiliare in questo modo??

Non era nessuno, e lei non lo voleva al suo fianco, nè in quel momento, nè mai! Se l'obiettivo di quel ragazzo privo di scrupoli era vederla pubblicamente strisciare ai suoi piedi, e a chiedergli scusa, bè, il moretto aveva fatto male i conti!! Questo non sarebbe mai successo.

La rossa si fermò per riprendere fiato. Senza accorgersene, era arrivata nei pressi del campo da Quidditch.

Che strano, non era quasi mai stata là... bè ma ormai c'era arrivata, e pensò che sarebbe stato rilassante sedersi sugli spalti a fissare il vuoto, quando non c'erano quattordici gicatori in campo che rincorrevano tre palle e una folla che urlava i nomi dei loro giocatori preferiti, o quello delle proprie squadre.

La rossa fece un piccolo passo avanti e... si trovò esattamente nel centro dello stadio, e, stanca della corsa, si stese sulla soffice neve che si stava sciogliendo lentamente.

Chiuse gli occhi e si abbandonò ad un sospiro.

Adesso sì che stava bene, nonostante le parole di Potter le risuonassero ancora nell'orecchio e le dessero ancora un tremendo fastidio.

"Lily?? Che ci fai qua??!"

La rossa aprì gli occhi, sperando di aver riconosciuto male quella voce. E invece, per una volta che voleva così tanto avere torto, si ritrovò ad avere ragione. Il biondo Hernir Boe era seduto al suo fianco.

Lei girò la testa di lato.

"Non sono affari tuoi, Boe!"

Poco dopo si pentì della sua affermazione. Era stata cattiva, e lui le aveva solo chiesto cosa c'era che non andava.

Sentì il biondo trasalire, e poi, girandosi, lo vide rannuvolarsi e fissare l'erba.

"Senti Lily..." cominciò esitante lui.

"Io... bè, capisco che adesso mi stai odiando, ma... vorrei tanto saperti spiegare perchè non posso amarti, ma vorrei.."

Senza che nessuna lacrima calasse sul suo viso, Hernir fece un profondo sospiro, come se stesse piangendo, e questo indusse Lily ad abbracciarlo.

Dopo poco, per, Hernir la scansò.

"Scusa Lily. Abbracciarti è stato meraviglioso, ma... ho paura che se restassi troppo abbracciato a te non riuscirei più a prendere quella che deve essere la mia strada..."
Lily lo fissava intenerita. Poi parlò.

"Io sto qui perchè James mi ha pubblicamente umiliata!"

Henrir sorrise "Ma va?! Non è la prima volta!"

La rossa sospirò "Sì, ma stavolta... boh, mi ha bruciato parecchio...e sono dovuta correre via!" Hernir annuì.

"Secondo me, Lil, te sei innamorata!" la rossa spalancò i suoi occhi verdi splendenti sul ragazzo "Di James Potter?? Ma figurati!"

Il biondo sorrise.

"Rivedo in te la stessa luce che c'era nei miei occhi quando giuravo al mondo intero che tu non mi piacevi. Sai, Lily, l'amore è un pò come una malattia... solo se l'hai contratta una volta riesci a riconoscerne i sintomi!" e passò la sua mano facendo una leggera carezza la viso della rossa che per un attimo si mise a riflettere.

In effetti ieri sera non era stata semplicemente felice di avere compagnia, quando James le aveva fatto compagnia.

Era stata felice perchè era stato James a farle compagnia. E ricordò che non aveva provato imbarazzo a dormirgli affianco, ma solo un'improvvisa gioia che era come miele nel suo petto.

E quando poi erano stati da soli con Remus ammalato, tutti quei giorni nell'infermieria da soli, senza lezioni, senza problemi, solo loro due, con un sentimento che li legava... in quei giorni Lily era stata sicura di sentire qualcosa di positivo per James Potter, ma c'era Hernir al suo fianco... possibile che fosse stata stupida e cieca fino a tal punto??

"Tu lo ami, Lily!" disse il biondo Serpeverde, e all'improvviso, come una secchiata d'acqua che ti invade in una giornata calda da farti sciogliere, la verità prese Lily, che, consapevole in un modo tanto veloce di provare una cosa così grande, spalancò gli occhi e la bocca dalla meraviglia.

"Oh mio Dio, è vero... ma allora... devo correre da lui, non c'è altra soluzione... oddio, devo fare in fretta, grazie Hernir!"

E si alzò in fretta, poi, dopo aver baciato le guance del suo ex-ragazzo, tornò a correre verso il castello, questa volta felice, splendente, raggiante, come se non avesse peso, volava quasi sul prato...

James Potter, dopo che Lily se ne fu andata dall'aula, restò per un attimo ancora inginocchiato, poi, con una furia che non gli si era mai vista negli occhi e nel corpo, urlò.

Con quanto fiato aveva in gola, mentre il viso gli si faceva rosso scuro e prendeva a cazzotti un muro.

Urlò forte, urlò violentemente, sperando di esorcizzare, di mandare via tutto quel dolore che sentiva nel petto, e non si curava che ci fosse un'intera aula di studenti a guardare, e una professoressa pronta a dare punizioni.

I ragazzi erano disorientati, mentre le ragazze avevano paura di quella furia uscita così improvvisamente da un corpo bello, da un ragazzo che avevano sempre ammirato e cercato di sedurre.

Ma James non si fermò al primo urlo.

Ne seguì un'altro, assolutamente più agghiacciante del primo, e un'altro cazzotto diretto alla parete.

E poi lacrime, amare lacrime che parevano fatte di sangue e bruciavano come lava ardente, e pareva stessero incidendo le guance del bel cercatore. Una vena pulsava sulla sua tempia.

Persino la McGrannit non punì quel casino che il moro stava procurando, ma si limitò a guardare con curioso interessamento la scena, pensando che ci sono momenti in cui davvero la scuola e il regolamento non contano niente e che tutto quello che usciva da James Potter era un cuore che, ferito molte volte, si era rimarginato altrettante, ma che adesso non ce la faceva più.

I Malandrini, d'altro canto, si guardavano fra di loro, cercando di porre un freno a quella situazione.

In un microsecondo, avevano capito che se Lily se ne fosse andata, la rabbia e la frustrazione avrebbero incendiato James, rendendolo irriconoscibile e rendendo irrefrenabile la sua furia.

Poi Lily se ne era andata e quello che avevano previsto era successo. Susan guardava James spaurita, non riconoscendolo, e lo stesso faceva Remus. Peter aveva preso un'aria interrogativa, sembrava che il problema non lo interessasse poi tanto.

Sirius aveva gli occhi dispiaciuti.

Solo lui più di tutti poteva capire cosa provava James, perchè solo lui riusciva a comprenderlo totalmente. Così, si alzò.

"Cosa hai intenzione di fare?" lo fermò Susan. Lui le accarezzò le mani

"Solo io posso fermarlo!" Susan scosse la testa
"Ma è pazzo! Non.." Sirius le diede un morbido bacio sulle labbra e poi andò verso quella specie di belva umana che stava affogando nelle sue stesse lacrime. Lo circondò con le braccia.

"Adesso basta James!" disse, cercando di fermarlo, quando quello si agitava cercando di liberarsi.

"No Felpato, stavolta lo decido io quando basta, hai capito?" aveva urlato questa frase rocamente, con la voce spezzata dal pianto, e si era liberato.

"Per l'amor del cielo!" riprese Sirius urlando contro di lui "Non lo vedi che sei pazzo??Cerca di calmarti!"

"Io non sono pazzo!" disse con un'altro urlo James, e lanciò un cazzotto a Sirius, colpendo il sopracciglio che cominciò a sanguinare.

Tutta la classe trattenne il respiro, ma i due non parvero accorgersene.

Black si portò una mano al sopracciglio, asciugando il sangue che ne colava, e sorrise ad un James ansimante, fermo davanti a lui. Poi, con un lampo, colpì il labbro dell'amico, che parve riscuotersi.

Anche questo si passò una mano sul sangue che ne usciva, poi, guardò l'amico.

"Grazie Felpato!" disse, in un tono nuovamente normale.

E poi l'abbracciò. E singhiozzò sulla spalla di questo, che lo portò fuori dall'aula.

Dentro l'aula, la McGrannit fece un colpo di tosse e, come se niente fosse successo chiese a Fabian Prewett di continuare il suo discorso. Il ragazzo, leggermente imbarazzato, riprese a parlare e tutte le ragazze ripresero a sospirare per lui.

Insomma, tutto tornò alla normalità, tranne che per Remus, che era ancora agitato, perchè sapeva che tutto quello doveva ancora finire.

Il castello parve scivolare facilmente sotto i piedi di Lily, che felice di quella sua nuova consapevolezza, voleva solo tornare dalla persona che amava il più in fretta possibile.

Sicuramente l'aveva fatto soffrire da morire, ma mai come ora era pronta a chiedere scusa, a inginocchiarsi per implorare il suo perdono, e poi era sicura che lui non l'avesse mai rifiutata, perchè James Potter non rifiutava Lily Evans neanche sotto l'ala della morte, era una regola d'oro di Hogwarts!

Ma un'altra regola d'oro era quella che James non avesse mai chiesto scusa in pubblico, specialmente a lei, e quella era andata in frantumi. E un'altra era che James non piangesse mai in pubblico.

Bè, era proprio una brutta giornata per le regole d'oro, non trovate?

Senza contare che la McGrannit non aveva punito James!

Bè, ma i pensieri della rossa non erano rivolti a questi ragionamenti. Sul suo volto c'era solo l'immensa sicurezza che James le avrebbe detto di sì e sarebbero stati insieme, finalmente.

James piangeva ancora, quando Sirius l'aveva portato fuori dalla classe. Aveva gli occhi rossi e anche il viso e il collo.

Sembrava disperato.

"Dai, James, probabilmente Lily se ne è andata perchè era confusa..." diceva il suo Felpato, l'amico con il quale aveva diviso tutto. Ma adesso James non voleva più pensare a Lily. Fece un sorriso poco convinto e si asciugò una lacrima.

"Mi dispiace per il sopracciglio, Pad!" (NDA: Padfoot è la traduzione di Felpato per chi non lo sapesse) l'altro lo guardò sorridendo e gli diede una pacca sulla spalla "Non fa niente, Ram!Anzi, scusa te per il labbro!" James fece un versetto a metà tra una risata e un pianto, e poi rialzò lo sguardo verso il suo migliore amico.

"Sono sembrato un pazzo là dentro, vero??"

Sirius scosse le spalle "Niente che non si possa rimediare con meno venti punti a Grifondoro e una punizione divisa insieme a pulire i vasi da notte dell'infermieria!" James sorrise e abbracciò Sirius.

"Ti voglio bene, Felpato! Non te l'ho mai detto, ma è così!" e poi, con una velocità simile a quella della luce, si staccò. Sirius sorrideva.

"Non c'era bisogno che me lo dicessi!"

"Sono sembrato una femminuccia, vero?"

Sirius annuì "Peggio della Evans!" e risero assieme.

Lily si fermò per riprendere fiato, proprio dietro l'angolo dove c'era l'aula in cui aveva lasciato James sconvolto.

Se voleva essere abbracciata dal ragazzo che ora si era accorta d'amare, non poteva avere il fiatone. Sorrise con gli occhi lucidi, pensando al loro primo abbraccio, al loro... primo bacio.

Arrossì. Quella visione era così vicina a lei che poteva quasi assaporarla...

Facendo un'ultimo sospiro, la rossa girò l'angolo.

"Ciao James!" disse timidamente, rossa in viso, mentre si torturava le mani.

James la guardò stupito, ma triste.

Cosa voleva ancora Lily Evans da lui?? Non l'aveva già fatto soffrire abbastanza??

"Io rientro!" disse Sirius, intuendo che la faccenda si stava facendo delicata, e privata soprattutto. Lily si avvicinò.

"Sai, ho... ho capito di amarti!" queste parole furono pronunciate in tono incerto.

James spalancò gli occhi, stupito. Cos'era, un miracolo?? Lily che finalmente aveva capito che tra loro c'era qualcosa di grande e infinito che non si sarebbe mai spezzato, che poteva salvarli da tutto, che contava solo lo stare insieme, Lily aveva finalmente capito che c'era amore fra loro due?

James sorrise.

"Le parole di Hernir mi hanno aperto gli occhi!" disse sorridente la rossa.

Ma di questa frase, una sola parola penetrò nel cervello di James: Hernir.

Quindi Lily adesso stava lì a dirgli di amarlo solo perchè Hernir gliel'aveva detto. Non perchè si era resa conto di averlo fatto soffrire immensamente senza alcuna ragione logica. Già, nella vita di Lily contava solo Hernir, nessun altro. Pensava che finalmente la rossa se ne fosse dimenticata del Serpeverde dagli occhi di ghiaccio, ma a quanto pareva, le parole di quello erano ancora bibbia.

Lily si avvicinò per baciarlo, ma lui la scansò.

"No, Evans, per favore non prendermi in giro, almeno non sul nostro amore!"

Lily, stupita, si ritrasse.

"Io.. non ti sto prendendo in giro!"

Aveva il tono divertentemente preoccupato, come se pensasse che James stesse scherzando, ma allo stesso tempo se lo augurava. James alzò gli occhi tristi verso il volto latteo di Lily e quegli occhi smeraldini che tremavano.

"Ah, no?? Non sei venuta solo perchè te l'ha detto quello che per te è una specie di dio vivente??" queste parole, senza che il moro se ne accorgesse, erano cariche di cattiveria. Tutta quella cattiveria la percepì però la rossa, i cui occhi si riempirono di lacrime.

"Ma.. James, io..."

"Per favore, non dirmi che mi ami, odio le bugie sull'amore, in particolare sul tuo amore!"

La rossa cominciò a lacrimare abbastanza vistosamente e, dopo essere indietreggiata lentamente, si voltò e corse via, probabilmente verso il dormitorio.

E James restò lì a pentirsi di quello che aveva fatto.

Molto probabilmente le intenzioni della rossa erano sincere, ma lui non le aveva capite e l'aveva respinta... forse il problema non era Hernir, forse Lily aveva ragione... il problema era lui. Era uno stupido.

Aveva rifiutato Lily.

Ancora il suo ego non ci credeva.

Hai fatto una cazzata.

Ma ha tirato in ballo Boe, e non c'entrava fra noi due...

Resta il fatto che hai fatto una cazzata.

Bè, ma se mi ama veramente, tornerà!

Lily Evans torna da te dopo che l'hai ferita e umiliata?? Ma cosa hai imparato in questi sette anni??

Sfogandosi con un urlo rabbioso, James anche tornò in dormitorio, cercando di non ripetersi quanto avesse fallito e avesse avuto torto.

...Allora, come stai??

             Io me la cavo bene....

I giorni che erano seguiti a quella negazione di un abbraccio, di un bacio, quando tutto sembrava potesse andare bene, erano stati noiosi. Una vera noia.

Nè liti, nè pianti, niente di niente.

Semplicemente, i due, si erano ritrovati ad ignorarsi, come un tempo. Come se da settembre non fosse cambiato nulla.

Naturalmente solo in teoria, perchè tutti i cambiamenti che c'erano stati durante tutti i mesi che erano trascorsi, facevano ancora male nel cuore di tutti e due.

James non aveva nemmeno continuato a frequentare Sheila, che era tornata a studiare a casa sua, e Lily, d'altro canto, sembrava che avesse preso in seria considerazione l'idea di farsi suora.

Non avrebbe avuto più niente a che vedere con i ragazzi, era certo.

Ed era quello che cercava di spiegare ad Alice, che, chissàcome, ma ogni settimana trovava un compagno di studi di Frank che studiava lontano dalla famiglia, era un bravo ragazzo, ed era tutto solo...

"Alice, basta! Non voglio conoscere tutti i futuri Auror del paese!" le disse un giorno mentre, a colazione, Alice intorrempeva la gioia che possono dare i cereali al cioccolato con l'ampliata descrizione di un giovanotto svedese che era abbastanza avanti con il piano di studi e che si sentiva solo, e con cui ci si sarebbe messa direttamente lei se non stesse già con Frank. Peccato che Alice si sarebbe messa con tutti quei ragazzi che le aveva descritto, se non fosse stata con Frank. Suonava un pò come l'ultimo asso nella manica per non far rimanere la sua amica da sola.

Alice fece un sospiro interrompendo di spalmare la marmellata sul pane tostato.

"Uffa! Ma davvero vuoi rimanere, scusa se te lo dico, zitella per tutta la vita!"

Lily annuì vigorosamente

"Oh, sì! Considerato quanti guai mi hanno dato tre ragazzi in nemmeno un'anno, tremo al pensiero di quello che potrebbero fare i ragazzi di tutta una vita!" e poi si rituffò sui cereali.

Alice aveva preso a ridere.
"Sei incredibile quando ti ci metti, lo sai, vero?"

La rossa continuò a mangiare, con un leggero sorriso ora dipinto sul viso. Se non altro era riuscita a far tacere la sua amica, che non era cosa da poco.

"Ciao Lil!" una voce la sorprese da dietro. Si voltò e vide Remus.

"Oh, ciao!" rispose lei allegramente, Remus Lupin era l'unico che anche in quelle situazioni riusciva a farla stare bene. "Che c'è?" chiese innocentemente.

Remus la guardò. Era sicuro di non poter più aspettare. O ora o mai più, quante volte se l'era ripetuto?? E quante volte non aveva dato retta a quell'istinto, perdendo tutto quanto?

Ma questa volta, doveva farcela.

Perdere Lily sarebbe stato troppo.

Così, buttando momentaneamente la sua proverbiale timidezza da una parte, e creandosi il coraggio necessario, Remus guardò la rossa curiosa negli occhi.

"Io volevo solo..." e poi si avvicinò.

Incontrò le dolci labbra fresche di Lily subito.

Lily si staccò però in fretta dalle labbra del suo migliore amico, e lo guardò come se quest'ultimo fosse impazzito.

Nella Sala scese il silenzio, tranne che sul tavolo dei Serpeverde.

Lily e Remus non si erano accorti di niente di tutto questo.

Si guardavano ancora, occhi negli occhi, cercando di non mandarsi via.

"Remus..." disse dolcemente Lily sorridendo.

Remus abbassò la testa.

"Scusa Lily, lo so che non dovevo, ma.... sentivo di doverlo fare. Mi dispiace se ti ho... se ti ho dato fastidio!" e fece per andarsene, ma venne bloccato dalla fresca mano della rossa.

"No, Remus, aspetta..."

Il biondo fece scivolare il suo sguardo sulla rossa che sorrideva come se non fosse successo niente. Remus l'abbracciò.

"Rem... non pensare che un tuo bacio mi dia fastidio...." disse Lily mentre gli accarezzava la schiena.

"Al contrario, mi fa stare bene. Ma... questo non vuol dire che... insomma, che io voglia stare con te! Io ti voglio bene, davvero. Tanto, tanto bene e non è un segreto. Perciò non voglio rinunciare a te. Ma sai anche che adesso amo un'altro ragazzo e che non voglio prenderti in giro. D'accordo Remus?"

Disorientato, il ragazzo con i capelli color paglia, annuì e si scansò dal corpo di quella ragazza.

"Sei fantastica, Lily!" disse Remus sorridendo e andando via.

Lily scivolò con lo sguardo fino a quando il ragazzo si sedette. Vicino vide la sagoma oscura e silenziosa di James Potter. Rabbuiandosi, tornò ai suoi cereali.

Il brusio nella Sala riprendeva, più forte e agitato di prima. Ognuno voleva dire la sua su quello che era appena successo, sebbene a pochi gliene importasse veramente di Remus e Lily, ma era comunque un bel gossip di cui parlare.

Fortuna che i gossip durano un giorno, una settimana al massimo.

Sospirando, posò il cucchiaio e prese la borsa per dirigersi a Erbologia.

"Sbrighiamoci Alice, che tra dieci minuti suona la campanella..." ma l'amica la guardava basita.

"Hai detto di no a Remus Lupin??" Alice era sconvolta

"Cioè, a Remus Lupin?" Lily era ancora più sconvolta di lei "Sì! E non vedo che ci sia di così terribile..." l'amica la indicava e scuoteva il capo "Non è possibile, tu non sei Lily Evans!" la rossa sbuffò.

"Dai, non farne una tragedia! Te l'ho detto che voglio restare una zitella acida, no?" disse sorridendo.

Alice si limitò a scuotere il capo e ad alzarsi per andare con Lily alla lezione.

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"Per questo lavoro, divitevi a squadre da due!" disse la professoressa Sprite ad alta voce, per contrastare il rumore assordante della grandine che batteva sui vetri della serra.

Dovevano piantare dei bulbi di Mandragola.

Lily si volse verso Alice, dopo aver preso il loro bulbo "Su, Alice, diamoci da fare..." disse, mentre prendeva poco convinta il bulbo fra le mani. Un colpo di tosse interruppe il lavoro delle ragazze, che si voltarono, e videro Susan Wolling proprio dietro a loro.

"Ciao!" dissero le due.

"Ciao" rispose sbrigativa la mora, e aggiunse "Alice, ti dispiace se prendo il tuo posto e lavoro io con Lily?" disse sorridendo.

Alice era leggermente perplessa, ma Susan continuò

"Guarda, c'è McLaggen che è rimasto scoppiato!" e indicò il bel biondo scemo di Grifondoro. Alice guardò Lily che annuì e poi si volse sospirando verso quella zucca vuota. Susan si avvicinò a Lily.

"Perfetto!" disse quella ragazza mora "Perfetto!" Lily aveva un'aria scettica verso la ragazza. Non avevano mai avuto tanta confidenza, e sapeva anche perchè lei era là. In fondo era la migliore amica di James Potter, e non era certo un caso se, all'improvviso, una ragazza popolare come Susan Wolling, veniva a piantare bulbi di Mandragola con Lily Evans, la non-popolare per eccellenza, invece di travasarli con il suo ragazzo, Sirius Black.

"Io non tornerò da lui!" disse improvvisamente Lily, bloccando la mora che stava per parlare, mentre gettava la terra nel vaso.

"Eh?" disse questa. Lily si schiarò la voce mentre piantava il primo bulbo e cercava di seppellirlo bene con la terra.

"Dicevo che, qualunque cosa ti abbia detto quella sottospecie di ragazzo che è il tuo migliore amico, io non tornerò strisciando da lui!" Susan abbassò lo sguardo, aiutando Lily.

"Bè, ma non mi manda lui!"
"No?" Susan la guardò. Non riusciva a capire cosa mai trovasse James di tanto attraente in quella rossa determinata. Bè, non era brutta, ma esserne addirittura innamorato... non che lui gliel'avesse detto, ovvio, ma i suoi comportamenti non erano sensati con qualsiasi altra spiegazione, come una partita di Quidditch andata male, o la convinzione di non passare gli esami.. no, James, al fianco di Sirius si distraeva da tutto, tranne che dalla rossa. Forse erano stati proprio i perenni rifiuti che l'avevano portato a questo.

"No, sono venuta qui di mia spontanea volontà!"

Lily alzò le sopracciglia vivamente scettica, mentre prendeva un'altro vaso.

"Credimi, Lily! Posso darti del tu, vero?" Lily annuì in silenzio, volendo vedere cos'altro aveva da dire quella ragazza.

"Vedi, ultimamente, James è...solitario. Sembra quasi ci soffra a stare in gruppo!" la rossa si limitò ad alzare le spalle.

"Mi sembra che la colpa sia sua!" disse poi sepmlicemente.

"Sì, e quando mi ha raccontato quello che era successo avrei voluto veramente picchiarlo, te lo assicuro!" disse Susan sinceramente. Lily sorrise "E allora?" Susan sospirò

"Il punto è che... io penso di non averlo mai visto triste così! Neppure, quando, da piccolo, gli negavano la Nutella!" altre risate da parte di Lily, poi lasciò la mora continuare.

"Sai, nessuno conosce James meglio di me, forse nemmeno Sirius, e per questo, io sono sicura di poter dire che lui è innamorato pazzo di te. Da sempre. E.. sono sicura che anche a te mancano quegli inviti assillanti!" aveva buttato lì la mora mentre concimava un vaso. Lily rimase in silenzio ma aveva l'espressione curiosa che invitava Susan a continuare.

"Io penso che... bè, certamente non devi tornare strisciante ai suoi piedi, perchè so anche io che lui non farebbe che montarsi inutilmente, ma... bè, non lo so, un saluto, un sorriso... sai, per James queste cose contano tanto, sa dargli il giusto valore e quindi... bè, magari a te potrà sembrare che lui torni il solito arrogante e prepotente di prima, ma devi sapere che per James, avere quei comportamenti vuol dire solo che a te ci tiene davvero tanto, e io ti posso assicurare che James è molto maturato in questo periodo... e non lo dico perchè sono sua amica!"

La rossa stava ancora in silenzio.

"Bè, qui abbiamo finito!" disse Susan sull'orlo della campanella.

"E il mio lavoro l'ho fatto. Almeno c'ho provato. Ciao, Evans!"
"Lily" la corresse l'altra "E... porta i miei saluti a James!"

Sorridendo come se fosse stato annunciato che Natale durava tutto l'anno, Susan annuì

"Grazie Lily!" disse e poi tornò dai suoi amici.

"Ma che diavolo è saltato in mente alla tua ragazza, Felpato??" stava dicendo James al suo migliore amico, non appena notò che Susan era andata da Lily. Sirius aveva scosso le spalle.

Poi Susan era tornata da loro quando dovevano uscire dalla serra, con la grandine che non accennava a calare.

"Che cosa diavolo ti è saltato in mente??" urlò James alla sua migliore amica che sbuffò.

"Come sei noioso James! Sembrate cane e gatto (e qui fu interrotta da un piccolo 'wof' prodotto dalle labbra di Sirius, al quale scoccò un'occhiata di rimprovero) e qualcuno doveva pur farvi fare pace, altrimenti, orgogliosi come siete, non ce l'avreste mai fatta... e, a propostio, ci sono riuscita alla grande. Ti porta i suoi saluti!"

Il cervello di James smise di ragionare.

"Cosa?" Susan, piuttosto soddisfatta, ripetè

"Ti porta i suoi saluti!"

A quel punto si vide James correre verso Lily con in mano l'ombrello di Sirius e urlare

"Ehi, rossa, ho un ombrello! Rossa, dai, riparati..."

Sirius guardò Susan allibito

"Ma.... quello era il mio ombrello!" Susan scosse le spalle "Quante storie... piuttosto, vieni sotto il mio, che sennò stasera puzzo di cane bagnato!"

James raggiunse Lily sotto la pioggia e la coprì con l'ombrello.

La ragazza lo guardò. James era sorridente, coperto di piccole goccioline che imperlavano il suo viso, e aveva i capelli bagnati. Sembrava esser tornato un bambino di cinque anni, appena la rossa prese il suo braccio per essere leggermente più protetta dall'ombrello rosso. "Grazie James!" disse questa.

"Ma ti pare!" disse il moro emozionato alla grande, con il respiro che si faceva affannoso. Era troppo per lui avere la rossa a quella distanza ravvicinata. Con lei aveva paura, pensava di non essere all'altezza, di non sapere come lei voleva essere abbracciata e baciata...

"Ma non è che potevi ridiventare quello di prima con un pò più di tranquillità, no eh?" disse all'improvviso Lily interrompendo i suoi pensieri, mentre erano quasi arrivati al portone del castello per andare alla lezione di Trasfigurazione.

"Perchè?" chiese il moro, leggermente sorpreso.

"Bè.." e qui Lily arrossì "Ci guardano tutti!"

Allora James l'abbracciò più forte. "E che guardino allora!" e, come mai prima d'allora, la rossa rise.

Poi entrarono nel castello e comuinciarono a riscaldarsi piano piano, mentre si lasciavano la grandine alle spalle.

"Brr, che razza di freddo!" disse Lily mentre James stava riportando l'ombrello al suo amico.

"Già, è indecente che a Marzo faccia ancora così freddo!" concordò quello che ora, evidentemente, era il suo ragazzo. Lily ci si soffermò a pensare. Ora James era il suo ragazzo, ed associare queste parole le veniva più naturale dell'associare 'mucca-muggito' o cose del genere. Sapeva che con James avrebbe diviso tutto, mentre sentiva la mano di lui stringerle la sua, immediatamente snetì un calore inaspettato all'altezza del petto e capì che non voleva lasciarla.

Ciononostante, al pensiero di un loro eventuale bacio, la rossa tremò. Si chiese subito perchè.

Non sarebbe stato il suo primo bacio, e in fondo, era curiosa di sentire la carezza delle labbra di James, di sentirne il sapore... ma si sentiva spaurita all'idea di baciarlo. Non sapeva nè perchè nè percome, ma sapeva che era così.

Mano nella mano, i due andarono all'aula di Trasfigurazione, un pò dopo gli altri, perchè Sirius non si era fatto vedere.

"Ma quando lo vedo lo ammazzo!" disse James convinto, prima di  aprire la porta dell'aula.

"Buongiorno signor Potter, buongiorno signorina Evans!" disse impassibile la McGrannit.

"Cos'è, non potevate aspettare il pranzo per mettervi insieme??" i due filarono ad un banco un pò più in là, Lily sepolta dalla vergogna, James che quasi rideva.

"James, ma cos'hai da ridere?" disse sottovoce Lily.

"Vedrai Evans, il bello arriva adesso!"

La McGrannit non aveva ancora finito di sgridarli. Adesso si stava lanciando in un sermone che spiegava l'importanza della puntualità. "E poi, naturalmente, vi spetta una punizione! Da lei, signorina Evans, non me lo sarei mai aspettata!"

Lily sbiancò

"Cosa?"

James rideva sotto i baffi.

"Riordinerete l'armadio del professor Lumacorno, domani alle sedici!Senza magia, mi pare ovvio!"

Lily era sconcertata. Poi però, guardo James e non potè fare a meno da ridere.

"Anche se non capisco cosa ci sia di così divertente!"

James le accarezzò il viso

"Ho fatto finire Lily Evans in punizione! Ti rendi conto?? Mi idolatreranno!"

La ragazza sorrise. Era così bello James, quando si perdeva nei suoi, cosiddetti 'record' personali. Non lo avrebbe lasciato mai.

Seguì una lunga interrogazione di Remus Lupin, che prese naturalmente 'E' e poi la campanella del pranzo suonò.

Sempre mano nella mano, i due neo-fidanzatini si avviarono alla Sala Grande.

"...E sarà maestoso, naturalmente!"

"Naturalmente, tutti devono sapere..."
"..Ma sanno già!"
"E' uguale, tutti devono,... ooops, sono arrivati, annuisci e sorridi, Moony!" così dicendo, Sirius volse un grande sorriso al suo migliore amico, che venne a sedersi vicino a loro accompagnato dalla rossa.

"Sei riuscito a far finire la Evans in punizione, grandioso, Ramoso!" disse poi.

"Già, e tutto per aspettare te, pomicione che non sei altro!" disse James in risposta all'amico. Susan rispose al volo.

"Bè, a pomiciare c'ha provato, ma a me non mi andava quindi... chi altri vuole dello stufato di carne??"

tutti a quel tavolo risero.

L'indomani, Lily si svegliò più sorridente.

Dalla mattina prima, appena si era messa con James, tutto il mondo sembrava più roseo. Era una sensazione così bella, dopo aver attraversato momenti di buio totale, sapere di aver fatto la cosa giusta. E in fondo, aveva ragione James.

Chissene fregava se gli altri avessero guardato.

Che guardassero, intanto James era suo e non scappava, poco ma sicuro. E ancora dovevano baciarsi.

Chissà perchè, durante tutta la giornata precedente, non si erano baciati. Per lei non era certo una cosa primaria, ma James l'aveva sorpresa. Era restato senza un bacio, per ben ventiquattro ore, essendo fidanzato con lei!
Quel ragazzo stava veramente maturando.

Dopo essersi vestita, e aver preso la borsa con i libri, scese in Sala Comune, dove, ad aspettarla, c'era un bel ragazzo moro, con i capelli ribelli, la carnagione color del miele e un fisico allenato ben scolpito che l'aspettava. Tutta quella meraviglia era sua.

"Ciao amore!" disse, allegra e frizzantina, andando ad abbracciare il suo ragazzo.

Lui però, la fermò prima che le braccia di lei lo circondassero.

"Ripeti!" disse, con lo sguardo pieno di meraviglia.

Lei corruciò la fronte "Ciao!"

Lui scosse la testa

"No, quello che hai detto dopo!"

E in un secondo di tenerezza, Lily spalancò il suo sorriso "Amore!" e lo abbracciò mentre lui le accarezzava la schiena.

"Non smettere mai di dirmelo, capito, Lil??" Lily annuì.

Poi quel momento, seppur così intenso e felice, finì.

"Ma Sirius e Remus??"

James alzò le spalle.

"Sinceramente, stammattina mi importava solo di te!" e sorrise.

Lily si morse il labbro inferiore dalla contentezza e prese la mano del suo fidanzato. Lo baciò sulla guancia e poi, dopo che con sua grande sorpresa James non aveva provato a baciarla in maniera più profonda e continuata, si avviarono verso la Sala Grande.

****

"Ma insomma, Sirius, siamo sicuri di non aver esagerato?" disse Remus, seduto con Sirius e Susan al tavolo dei Grifoni, mentre aspettava i due novelli fidanzatini.

Sirius sbuffò "Per una volta, caro il mio Lunastorta, fai il cattivo ragazzo! E poi, tranquillo, James non ci strangolerà per così poco!"

Remus lo guardò in tralice.

"No, magari strangolarci no, ma forse impiccarci..." disse tranquillo. Sirius rise.

"Vedi che sei già sulla buona strada? Così mi piaci!"

Remus scosse la testa e poi si rivolse a Susan "Ma come fai a stare con lui?"

Susan alzò le spalle.

"Appena trovo una risposta, ti faccio sapere!"

A quel punto Sirius mise una faccia da cucciolo bastonato che aveva funzionato molto in passato, ma che stavolta non smosse i due. "Siete degli insensibili!" disse alla fine il moro. "Non mi sapete accettare!"

In quel momento, si avvicinarono alla tavola, mano nella mano, James e Lily.

"Eeeeccoli!" disse Sirius col tono di un cacciatore che ha centrato le prede.

"Buongiorno Malandrini!" disse Lily, sedendosi al fianco di Remus. "Buongiorno, Remus!"

Il biondo arrossì leggermente da sopra la sua tazza di caffellatte, ma fece finta di niente.

"Buongiorno a voi, ragazzi! Ah, qualunque cosa succeda: la colpa è tutta di Sirius!"

James e Lily si guardarono con la faccia interrogativa. Davanti a loro Sirius aveva un sorrisone che trasudava innocenza. E questo particolare faceva preoccupare ancora di più James, che sbuffò.

"Oh, andiamo, ragazzi, che avete combinato stavolta??"
"E se te lo dicessi, che sorpresa per i miei due migliori amici sarebbe?"

Lily inarcò le sopracciglia "Da quando sono tua migliore amica, Sir?"

Il moro scosse le spalle "Da quando stai con James. Lui è il mio migliore amico, e di riflesso, adesso lo sei anche te!"

Lily sorrise "Non ti smentisci mai, eh?" poi si rivolse a Susan

"Ma come fai a stare con lui?" e indicava con il dito Sirius, che sorrideva ancora come un bambinone.

"Pare che sia l'indovinello della giornata!" disse semplicemente la ragazza, sorridendo.

Poi, un boato interruppe la quotidiana colazione. La normale luce del sole che era riflessa per magia in quella sala, divenne così accecante da dover chiudere gli occhi, ma quell'effetto durò solo qualche secondo.

Infine, nel cielo azzurro e splendente, si formarono delle parole color oro che, nonostante fosse appena mattina, si leggevano bene.

Dicevano

'EVANS AND POTTER JUST MARRIED!'

Tutta la Sala scoppiò in un fragoroso applauso. Tutta, tranne il tavolo dei professori, che comunque parvero leggermente soddisfatti dalla notizia. E James giurò di vedere la McGrannit passare del denaro al professor Silente.

Ma il suo sguardo indugiò poco sul tavolo dei professori.

Era impaurito dalla reazione di Lily.

A lui personalmente, la trovata di Sirius era piaciuta parecchio, ma questo era proprio il genere di cosa che faceva andare Lily, soprattutto la Lily Prefetto, su tutte le furie. Aveva una paura immensa di perderla.

Ma invece, dovette rendersi conto, che Lily rideva.

Poi, la campanella, interruppe la sua risata, e si volse verso James "Oh, già la campanella! Andiamo, James?"

Il ragazzo si perse in quel sorriso.

"Non ti dà fastidio il fatto che adesso ti guarderanno tutti?"
Lily sorrise "No, che guardino pure! Tanto sei mio, no?? Sono solo invidiosi, perchè noi abbiamo questo grande amore e loro no!"

"Non ti ha dato fastidio nemmeno la scritta?? Insomma, c'è scritto 'appena sposati', e sarebbe un passo grosso, e..."
La rossa lo baciò sulla guancia per zittirlo.

"No, James, non mi ha dato fastidio niente!"

Più in là, avendo percepito quest'affermazione, Sirius fece un verso di trionfo "Ah-ahn! Sentito, Lunas??"

Remus Lupin avvampò "Bè, vabbè, ma che ne sapevo che James avesse reso Lily così..."
"Così come, Remus?" Lily lo guardava aspettando una risposta.

Remus parve impallidire.

"Oh, accidenti a voi!" e cominciò a marciare.

"Evvai, il mio piccolo cucciolo ci ha tirato gli accidenti!! Di qui a due mesi dirà anche qualche parolaccia! Ma bravo!" Sirius canzonava Remus nel percorso verso l'aula di Storia della Magia.

"Taci, Felpato!" rispondeva quest'altro.

Lily squadrava la scena sorridendo.

E James pareva che non ne avesse abbastanza di ringraziare il cielo per avere finalmente la sua rossa stretta a lui.

Quella mattina era passata molto velocemente.

Troppo velocemente, a giudizio di Lily, che si stava in quel momento dirigendo con James verso l'armadio delle pozioni di Lumacorno per scontare la punizione.
"Andiamo, rossa, la prima punizione della tua vita, non sei... come dire, elettrizzata?" diceva James, che pareva godersela un mondo.

"Sinceramente la cosa non mi diverte affatto come sta divertendo te!" rispose lei.

"Chissà quali schifezze troveremo... bleh, non voglio nemmeno pensarci!" finì Lily con una smorfia.

"Forse troverò qualcosa di interessante da sgraff..." cominciò James prima che la rossa lo guardò con il suo sguardo da prefetto

"O forse no!" finì alzando le spalle.

Arrivarono all'armadietto molto prima di quello che Lily si augurava, e ad aspettarli c'era la McGrannit.

"Buonasera professoressa!" disse Lily.

"Buonasera ragazzi!" rispose la professoressa.

"Non credo ci sia bisogno di spiegazioni!" e indicò gli scaffali zeppi di contenitori.

"Il professor Lumacorno non ha specificato alcuna preferenza di ordine, ma voglio una cosa precisa. Quella scala vi aiuterà!" e indicò una vecchia scala a pioli che dava l'idea di essere completamente mangiata dai tarli.

"Se non ci sono domande, io andrei!"

La professoressa diede una rapida occhiata ai due, e visto che non c'erano domande, se ne andò.

A Lily parve che James si fosse trattenuto fortemente dal fare una domanda sarcastica alla professoressa, e sospirò.

"Diamoci da fare, allora!" disse, rimboccandosi le maniche.

"Dai, abbiamo tanto tempo..."
"DIAMOCI-DA-FARE!" ripetè lei in un tono che non ammetteva repliche. James si limitò a sbuffare.

"Con Sirius le punizioni sono più divertenti!" obiettò il moro
"Ovvio, ma se vuoi baciare Sirius da oggi in poi...." rispose la ragazza mentre cercava di capirci qualcosa. Non notò nemmeno la smorfia di James al solo pensiero di pomiciare con il suo amico.

"Allora.." cominciò. James che gli prestava attenzione giusto perchè era lei, senza alcuna voglia di faticare.

"Penso che dovremmo tirare giù tutto e rimetterlo... anzi, etichettarlo, e poi rimetterlo in ordine alfabetico! Sì, sì..."
"Ma è un lavoraccio!" protestò James.

"Invece, se lo etichetti soltanto e poi li rimetti, chennesò, in uno scaffale le cose vive, o che un tempo lo sono state, e in un'altro quelle che non lo sono mai state, è meglio, no?"

Lily lo guardò. "Vedi che quando vuoi sei anche intelligente?" James le fece l'occhiolino.

"Ci esci sabato con me, Evans?"

Lily scoppiò a ridere "Ma ti fa così tanto piacere che io dica di sì a questa domanda?"

"E che ci vuoi fare, ormai...!"

Lily lo guardò. Il sorriso strafottente stampato in viso, sicuro della risposta positiva, la mano che sfrecciava fra i capelli corvini, e gli occhi nocciola puntati su di lei... si chiese come aveva fatto a resistere prima di allora.

"Credo di sì, Potter, se la mia agenda rimane libera!"

James la prese in braccio e le fece fare un giro. Lily rideva, poi lui la mise giù.

"Dai, James, adesso però ci tocca scontare la punizione!"

Incredibilmente James annuì e fecero un'ottimo lavoro, cavandosela solo con due ore.

Fecero vedere l'operato alla McGrannit che li lasciò liberi di andare.

"Ah, signorina Evans, spero che la voglia di fare mattate le sia passata!" disse poi a Lily.

"Sì, professoressa non si preoccupi!" e seguì James fuori, nel parco, camminando mano nella mano.

"Evans?" disse lui, appena furono fuori nel parco a respirare un pò d'aria pulita. Una bella differenza rispetto l'aria che si respirava in uno sgabuzzino chiuso da chissà quanto.

"Che c'è James?" rispose lei, allegra.

"Ci vieni a fare un giro sulla mia Nimbus?!"

Lily si fermò. Le mani avevano cominciato a tremarle e a sudarle, per questo levò la destra dalla presa di James. Era impallidita e si sentiva la bocca secca. Aveva paura di volare, ed era sicura che avrebbe vomitato, persino con James che la teneva al sicuro.

"Ehi, tesoro, che c'è??!" chiese lui, avvicinandosi e accarezzandole una guancia.

"Io... ho p-paura di volare!" disse lei con un fil di voce. Lui sorrise teneramente.

"Non ci crederai mai, ma anche io avevo paura al mio primo volo!"
"E poi come hai fatto?!" Lily stava riacquistando un pò di colore con la sua vicinanza.

"Vieni con me!" le disse James e la baciò sulla guancia.

Lily si infiammò a quel semplice gesto. E pensò che James poteva farle fare qualsiasi cosa. In fondo, volare poteva essere piacevole, no? Bastava che James non la baciasse sulle labbra. Aveva ancora paura.

Seguì James in lungo e in largo per il parco di Hogwarts, poi lui prese la sua scopa, e ci fece salire la rossa, che si sedette all'amazzone, e poi si sedette lui, che ormai avrebbe potuto anche cavalcare il cielo senza l'appoggio delle mani.

E poi decollò.

"James, che scherzo è questo? Dov'è il metodo sicuro per non avere paura?!"

Lily guardava giù e aveva una paura enorme, nonostante fossero solo a cinque metri da terra.

"Calma Evans, calma!" diceva il moro, perchè Lily si dimenava. James la abbracciò.

"Calma!"

E Lily si calmò. O, per meglio dire, si fermò.

"Bene!" e James tirò fuori dalla tasca, un boccino d'oro. Lily aggrottò le sopracciglia.

"Apparte che so da dove viene quel boccino.." James sorrise "Comunque, cosa c'entra con il volare senza paura?" Lily finì la frase ansiosamente. Ma James sembrava essere sicuro di sè.

"Bè... concentrati sul boccino, vedrai che non ti importerà più delle altezze. Con me ha funzionato bene!" aggiunse poi, vedendo l'espressione scettica di Lily. "E poi, non cadrai, perchè ti terrò io!"

Lily sorrise. "Proviamoci!"

James, soddisfatto, liberò il boccino d'oro nell'alto cielo crepuscolare. E Lily si concentrò solo su quello, al punto che fece mille capriole in aria, anche ad altezze notevoli, e non le diedero nessun fastidio.

"Guarda la luna, James!" disse, dopo che il sole fu completamente tramontato. James sorrise.

"Cos'è, vuoi avvicinarti?" Lily annuì, sembrava una bambina.

"Ai tuoi ordini, allora!" e si avvicinarono alla luna. Il sorriso di Lily si era esteso a tutto il viso. Era felice, lo era davvero.

"Oh, James, guarda che bello, io.." e si girò. Ma si trovò veramente a poca distanza da James che le accarezzava i capelli. E aveva paura. Se lei non fosse stata all'altezza, forse lui l'avrebbe lasciata.

Ciononostante, Lily non poteva negare la magia di quell'istante, che era così bello, così travolgente, con quel cuore che batteva troppo forte per i suoi gusti nel suo petto che stava per scoppiare,e quindi...

****

"Ho baciato la Evans!" disse James apatico, entrando in dormitorio e buttandosi sul suo letto.

"Ho baciato al Evans!" ripetè. Sembrava non crederci nemmeno lui.

Silenzio totale nella stanza.

Si udì il rumore di Remus che poggiava il libro sul letto e Sirius che masticava uno stuzzicadenti, tutti e due avevano un'aria sconvolta. Nient'altro.

"Cos'ha fatto?" fece Sirius a Remus "Ti prego, dimmi che ho sentito male!"

"Ha baciato Lily!" ripetè Remus con un sorriso nervoso sulle labbra.

"Allora ho sentito bene. Oddio, la fine del mondo sta arrivando!" disse Sirius.

"Cretini!" disse James.

"No, sul serio, la Evans che si fa baciare, soprattutto da te, è uno dei segni dei tempi!"

James lo guardò. Poi cominciò a ridere.

E dopo di lui, anche Sirius.

"Voi siete proprio scemi!" disse Remus, mettendosi a ridere anche lui.

"Errato: siamo Malandrini!" lo corresse James, dando il cinque a Sirius che era sul letto accanto a lui.

Maggio 1978

La primavera era passata senza lasciare tuttavia molto tempo libero di vedersi ai due ragazzi.

Infatti, era cominciato il ripasso per gli esami, insieme a Maggio.

E Lily era molto nevrotica. Ormai si vedeva solo con Remus per ripassare. Una volta era venuto anche James con loro, ma si era stufato dopo poco ed era corso a fare due tiri di Quidditch insieme a Sirius.

Tanto ormai, riguardo al Quidditch, era diventato davvero il migliore. Aveva vinto la settima coppa consecutiva del torneo scolastico.

E la sera, quando finalmente potevano coccolarsi un pò, Lily tirava fuori tutto il nervosismo di quei giorni.

"Io non ti tradisco con Remus, capito, James?!" disse una sera mentre era in braccio a lui che le baciava il collo.

James annuì. Aveva imparato a sopportare le uscite di Lily con rassegnazione.

"No, perchè so che potrebbe sembrare così, ma è solo che io e Remus.."
"...Dovete studiare! Tranquilla, lo so!" finì James per lei, facendogli un massaggio.

"Non è che mi dici così solo per farmi stare tranquilla?"

James scosse la testa "No, io sono davvero tranquillo!" rispose senza smuoversi.

"Ma... non può essere che tu sia così tranquillo, cioè, nessuno lo sarebbe, con la propria ragazza che sparisce per ore dentro la biblioteca con il suo migliore amico e..."
James cominciava ad avercene abbastanza. "Lily, basta! Io mi fido di te!"

Lily si alzò, e lo guardò ad occhi sbarrati "Vuoi dire che non sei geloso?"

James sbarrò gli occhi "No, io mi fido di te!"

"Allora non mi ami!" urlò lei, con le lacrime di rabbia agli angoli degli occhi.

Lui era sconvolto "Ma no, è che..."
"Se non c'è gelosia, non c'è amore, Potter! Basta, io adesso me ne vado..."
E James la vide marciare verso il dormitorio, fiera e arrabbiata, e fece un sospiro annoiato.

Avrebbe ucciso la McGrannit dopo gli esami, poco ma sicuro, per aver messo tutta quell'ansia a Lily.

Il giorno prima avevano discusso perchè secondo lei a lui non importava che lei fosse diplomata, che secondo lui, lei doveva solo fargli da serva per il resto della sua vita, almeno fino a che non fosse morta di fatiche, e tutto perchè?

Perchè James le aveva chiesto, alle dieci di sera, dopo che lei e lui avevano passato un pomeriggio intero a ripassare, di fare una piccola passeggiata in riva al lago!

Quella situazione lo stava stressando.

"Ehi, Ramoso!" disse Sirius, sedendosi precisamente di fronte a lui, e cadendo nella poltrona, stremato.

"Bella Felpà!" disse James svogliatamente.

"Non ce la faccio più con Susan... è diventata insopportabile con questa storia degli esami! Oggi ha preteso che ripassassimo Astronomia mentre facevamo sesso!"

James scoppiò a ridere.

"E Lily un giorno pretende che io non devo essere geloso di lei e Remus e il giorno dopo pretende che lo sia!"

Sirius sospirò. "Amico mio, impazziremmo con queste donne, qua!"

James annuì, e poi si voltò ad osservare le stelle dalla finestra.

Mancavano tre giorni all'inizio degli esami, e lui non era sicuro che quello che aveva deciso fosse stato accettato da Lily.

Doveva dirglielo, doveva assolutamente dirglielo, ma ancora non c'era un momento buono.

Forse gliel'avrebbe detto dopo gli esami.

***

La mattina dopo, comunque, portò via tutti i litigi.

Lily corse incontro a James, con un sorriso che splendeva sul volto quasi fosse stato annunciato che lei fosse diventata Preside di Hogwarts, e lo abbracciò.

"Ehi, piccola, che è successo?" chiese lui, abbracciandola.

"Oggi sono felice James! E oggi non ho voglia di studiare!"

James sgranò gli occhi. "Chi sei tu, e che ne hai fatto di Lily Evans?!"

Lily sbuffò, poi rispose allegramente "Ho semplicemente capito quanto sia fortunata ad averti accanto e a come ti ho trascurato e fatto innervosire queste giornate!" poi gli posò un dolce bacio a fior di labbra.

"Ehi, rossa, tranquilla! Quando ti ho scelto, lo sapevo che eri così!"

Lily lo guardò per un secondo "Quanto sono fortunata a stare con te! Con te non ci possono mai essere segreti!"

Qualcosa di molto simile a un rimorso si svegliò nello stomaco di James, per quel segreto che viaggiava dentro di lui e poteva rovinare tutto. Ma gliel'avrebbe detto dopo gli esami, era poco ma sicuro.

"Certo, rossa, certo! Ti va di fare una passeggiata sul lago?"

Lily annuì e lui la prese per mano, lontano da quelle mura, ma soprattutto da un ufficio che gli aveva offerto un bivio a cui lui, forse, aveva preso la strada sbagliata.

Persino l'aria profumava di perfezione quel pomeriggio.

Il lago era limpido, con il suo colore verde acqua, sorvegliava tutto attorno a lui.

A quell'ora, però, c'era ben poco da sorvegliare! Erano pochi quelli che alle dieci di mattina di sabato, decidevano di farsi una passeggiata sulle rive dell'elemento più magico di tutto il castello.

Solo Lily Evans e James Potter, che camminavano mano nella mano, e poi si fermarono sotto un faggio.

"E così, domani iniziano gli esami! Ho un pò paura!" disse la rossa, appoggiata sul petto di James, che la coccolava con piccoli bacetti sul collo.

"Bè, io me la caverò, come sempre!" disse invece James, senza distogliersi troppo da quel piacevole impegno.

"Ma tu ce la faresti anche bendata!"

Lily fece una mezza risata, poi si girò a guardarlo.

"E' bello stare insieme, vero?" chiese con un sorriso.

"Molto di più!" rispose lui, ricambiando.

"Cioè... negli ultimi dieci mesi ho avuto tre storie importanti... ma riesco a sentire che questa non finirà!"

James le accarezzò i capelli "Per forza! Non indosso uno stemma con una serpe e non sono un mania..."

Lily lo guardò con un sopracciglio alzato.

"Bè, non sono un Babbano! Mettiamola così!"

Lily rise e poi lo baciò.

Era così strano baciare James, era molto diverso che baciare Hernir o Mark, perchè ogni bacio sembrava essere il primo, e aveva un sapore unico, un sapore che dava dipendenza... e il suo tocco era spettacolare. Faceva venire voglia di non andarsene mai più e faceva battere il cuore come una bambina...

Poi, si staccarono.

"Lily, ti giuro, non riesco a capire come ogni tuo bacio possa farmi perdere il fiato!"

La rossa, sorridendo, si riaccoccolò sul suo petto e si lasciò baciare mentre, davanti a loro, l'acqua si muoveva in piccole increspature mentre si faceva accarezzare dal vento. Poi, improvvisamente, un pensiero la rattristò. Ormai, tutte le volte che leggeva il giornale, era la solita cosa.

"James,... ma hai letto la Gazzetta del Profeta oggi?"

James scosse la testa, sapendo a cosa si riferiva la rossa, e perciò, si fece più attento.

"C'è stata un'altra aggressione di babbani... sempre da parte di questi... Mangiamorte!"

James sospirò. "Un'altra?"

Lily annuì "Ho letto i nomi. Molte persone che conosco sono morte. Sono passati vicino a casa mia! E io ho paura James!" era vero, la rossa non riusciva più a dormire tranquillo, ogni giorno aveva paura di leggere il nome 'Evans' su quelle pagine.

James annuì. Era per difenderla che rischiava di perderla.

"Tranquilla, ci sono persone che stanno cercando di fermarli!"

Lily fece un verso seccato.

"James, qui bisogna combattere contro la Magia Oscura! Ti rendi conto?? Si rischia di morire!! Chi può essere così pazzo da voler rischiare la propria vita per salvare la gente di cui non gliene può fregare di meno?"

Lily era seccata, e triste. Aveva paura.

E James sapeva che doveva dirglielo, doveva per forza farle sapere che...

"Per esempio io!"

Lily si girò verso di lui.

"Tu, cosa?" sperava di aver sentito male.

"Io voglio combattere! Silente mi ha chiesto di far parte dell'Ordine della Fenice e io ho risposto di sì!"

Lily lo guardò ad occhi sgranati. Ma lui non le diede il tempo di parlare. Le prese le mani.

"Lily, amore mio, ascolta! Io voglio poter difendere te e il tuo mondo, voglio poter creare un mondo dove i bambini potranno crescere tranquilli, voglio fermare tutti questi orrori, e diventerò anche Auror dopo la scuola! E ti voglio accanto a me, perchè ho bisogno di te! E poi, te stessa, hai detto che vuoi diventare un'Auror!"

Lily si alzò in piedi, impaurita, spaventata, sia per lei stessa che per lui.
"James, ma non capisci? Schierarsi con Silente è pura pazzia! Ti prenderanno!Fra loro c'è il lupo mannaro che ha morso Remus! Fra loro ci sono funzionari del Ministero, non puoi sapere chi è dalla tua parte e chi no! Rischi la vita sul filo del rasoio!"

James anche si alzò

"Lily, ma io... un giorno vorrei poter andare per strada e sentirmi dire 'grazie James Potter per aver salvato i nostri figli', è la cosa più bella che vorrei potermi sentire dire!"

Lily si allontanò, furiosa.

"Peggio di quello che pensavo, James! Allora non sei cambiato per niente! Ancora una volta torna il tuo voler essere idolatrato, torna ancora quell'incubo... e poi, se dici così non t'importa di noi, del nostro futuro!"
"Ma se è per.." provò ad obiettare lui, ma lei non gliene diede il tempo.
"Se stiamo insieme, metti in mezzo al pericolo anche me, lo capisci? E dovremo nasconderci, senza vivere le nostre vite completamente, senza poter fare tutto alla luce del sole... sei un'egoista James, e io ti odio! Sì, ti odio!"

E poi, piangendo, Lily, correndo, tornò dentro il castello, senza che James avesse potuto fermarla in qualche modo.

James rimase vuoto davanti a quel lago.

Lo sapeva che sarebbe successo così, lo sapeva fin dall'inizio, ma credeva che lei avesse capito. In fondo, era una Grifondoro anche lei. Invece si era fatta vincere dalla paura.

Forse Lily Evans non era tutto questo granchè di donna, forse non lo era mai stata.

E lui aveva sbagliato tutto.

Dopotutto, una persona che mette la sua vita prima di una tragedia quale le mille stragi che si fanno in nome della purezza del sangue, bè, è una persona altamente egoista.

Se era così, bene, James Potter avrebbe continuato per la sua strada da

La notte sembrava non portare proprio consigli, quella volta.

I due ragazzi erano sdraiati sui propri letti, cercando di dormire, ma l'eco delle frasi dette il pomeriggio risuonava ancora nelle loro menti, e nei loro cuori. Essendo però incapaci di rinunciare al proprio orgoglio e alle proprie idee, non riuscirono a partorire una soluzione per quella situazione e furono costretti a soffrire solo al ricordo.

Lily piangeva, e le lacrime le scorrevano sul viso senza che lei potesse fare qualcosa per fermarle.

What have I done?
What if it's too late now?
Did I do all I could, did I?
Did I make it all good, did I?

Si era purtroppo resa conto che l'amore non è pretendere di essere amata sopra ogni cosa e vista sempre come una dea vivente.

Non si ama qualcuno solo perchè ti idolatra, e questa cosa, per quanto avesse potuto sembrare scontata, la sorprese.

Si rese improvvisamente conto che lei non aveva mai dimostrato di amare veramente James e anzi, appena lui gli aveva chiesto di supportarlo, di stargli accanto, lei, per il suo egoismo, gli aveva negato questo desiderio, e l'aveva lasciato da solo.

Somehow it doesn't feel right
Is it really all over?
Did I think it through, did I?
What if all I want is you?

E ora, la realizzazione che con James tutto era finito, all'improvviso, la colpì come un pugnale gelato, gettato nel cuore.

Capì all'improvviso che era una stupida e che voleva solo James.

'Ma non volevi togliertelo da torno?' sibilò una voce maligna dentro di lei.

Era vero, voleva fargli del male fino a poco tempo prima, e adesso c'era riuscita. Aveva avuto torto marcio con quel ragazzo, sin dall'inizio di tutta quella storia.

And now
I won't see you again
The moment was there, but we lost it
Time changed it all
And we let it
We let it happen
And now
I wonder how it would be
If things stayed the same, and we liked it
The end of a search, 'cos we found it
How would it be?
How would it be?
How would it be?
How would it be?

E adesso, James non c'era più.

Solo a pensarci, si sentiva male.

Per anni aveva rincorso quel tipo di amore, senza averlo riconosciuto, l'aveva rincorso da altre parti e ora che aveva capito dov'era il suo cuore, ora che era riuscita a capire che James era senza dubbio l'uomo della sua vita, ora che tutto stava andando bene...

Lei aveva rovinato tutto.

Lei, e solo lei. La colpa non era di nessun altro.

E si sarebbe odiata fino alla morte se James, ragionevolmente non sarebbe voluto tornare con lei.

L'aveva ferito, gli aveva fatto del male e anche abbastanza crudelmente.

Lui voleva solo difendere tutti, compresa lei.

E domani iniziavano gli esami.

"Amore... ehi, amore, a che pensavi?"

Agosto 1978, Longsea Beach.

Lily si riscosse, abbracciata a James.

"Niente, ripercorrevo la nostra storia.." disse sorridendo e guardando l'orizzonte.

Lui rise gentilmente.

"Ci farai notte!"

Lei annuì. "Ma all'improvviso, sento di dover ricapitolare tutto..."
James annuì.
"Se vuoi ti dò una mano... dove sei arrivata?"

Lei lo guardò precisamente dentro gli occhi. Dentro quegli occhi innamorati.

"A quando ti ho lasciato!"

James fece una smorfia di dolore a quel ricordo.

"Ci tenevi così tanto a ricordarmelo, eh?" disse in tono sofferente, mentre anche l'ultimo raggio di sole scompariva sotto al cielo.

"Dai, sei stato te a chiedermi dove ero arrivata!"

James alzò le mani in posizione d'arresa.

"Ok, tanto con te è sempre colpa mia, vero, prefettina?"

Lily sorrise.

"Bè, ammetto che quella volta era stata colpa mia!"

James le prese il mento fra le dita.

"Ah-ah! Ma allora sei diventata un pò Malandrina, eh Evans?"

Lily annuì, mordendosi il labbro inferiore

"Già! E penso che con un bacio, lo sarò ancora di più!" e si sporse ancora un pò verso di lui, con gli occhi chiusi.

James sorrise prima di baciarla, ancora una volta, come fosse stata la prima.

Pochi istanti dopo, erano già separati, e lei si risitemò sul petto di James come fosse stata una solida spalliera.

Lui era appoggiato sulle sue braccia che facevano perno sulla spiaggia.

"E quindi?" chiese lei. "Poi com'è andata a finire?"

James prese fiato.

"Poi ci sono stati gli esami, Prefettina!"

Lily sbuffò "La smetti di chiamarmi così?"

"No!" rispose lui, semplicemente. Gustò l'ennesimo sbuffo da bambina di Lily, e poi continuò a raccontare.

"Il tuo orgoglio non ti faceva chiedere scusa, e aspettavi ancora una volta un mio invito, per poterlo accettare. Ma io non riuscivo a pensare che, dopo tanta fatica, dopo che eravamo stati insieme, io dovessi ricominciare tutto da capo. Ormai mi ero arreso!"

Lily annuì.

"Che giorni terribbili! I pianti e gli esami... il nervosismo!"

"Mezza scuola credeva che ci fossimo lasciati perchè eri incinta!" disse ridendo James, baciandole la testa.Ancora non si stancava di averla vicina.

"Non erano mai più andati lontani dalla verità!" rise lei.

"E Remus mi diceva che ero troppo orgogliosa..."
"E Sirius mi rimproverava di non avere il fegato di affrontarti!"

Lily voltò la testa per guardare James con le sopracciglia aggrottate.

"Bè, credeva che se ti avessi messa alle strette, tu non avresti resistito!"

L'espressione di lei si rilassò in un sorriso.

"E dobbiamo dire che aveva ragione..."

"Già, perchè, se non sbaglio, eri proprio alle strette, quella volta, vero?"....

Giugno 1978

Mentre usciva dall'ufficio del Preside, Lily Evans sentì il battito del suo cuore farsi più leggero, e anche se sapeva il motivo, tutto ciò la preoccupò. In fondo, per la decisione che aveva preso, avrebbe dovuto sentirsi più che mai preoccupata.

Però, avrebbe riavuto accanto il suo James...

James.

Come era stata cattiva, egoista e orgogliosa a perderlo...

Erano stati giorni da inferno.

Senza mai un minuto per poter pensare a ciò che voleva, perchè gli esami erano un continuo ripassare, un continuo studiare, una continua preoccupazione.

E l'amore diventava una cosa secondaria, purtroppo.

Come finiva sempre per ricordare a Remus Lupin, che coglieva ogni momento, per dirgli che era solo un'orgogliosa a non avvicinarsi a James, che sarebbe bastato solo un sorriso, solo una parola, e non avrebbe tolto tanto tempo allo studio.

Ma lei rispondeva che non poteva pensarci, che doveva pensare solo allo studio.

E allora lui, pur non credendo che Lily non pensava per niente a James, anzi, che così era peggio, si stava zitto.

Eh, Remus Remus... finiva sempre per avere ragione.

A volte Lily si chiedeva perchè, con tutto che lui non aveva smesso di pensare a lei (e questo Lily lo sapeva senza che Remus gliel'avesse detto)l'aiutasse così tanto James.

E una volta gliel'aveva anche detto, in biblioteca.

L'aveva guardato negli occhi e gli aveva detto: "Ma perchè continui a voler farmi mettere con James, se ti piaccio?"

Remus l'aveva guardata.

"Per te cosa conta di più nella vita, l'amore e l'amicizia?"

Lily era rimasta boccheggiando per circa dieci minuti, e poi, dopo aver riflettuto, aveva risposto

"L'amicizia! Senza quella, l'amore non serve a niente!"

Remus aveva annuito

"E poi, bè... mi sento in debito con James e gli altri. In fondo, rischiano la vita solo per non farmi morire di solitudine!"

Lily aveva sorriso e aveva baciato le guance di Remus, in uno slancio d'affetto.

"Mi piacerebbe essere innamorata di te, Rem!"

Lui era arrossito.

"Piacerebbe anche a me, sinceramente, Lil! Ma comunque, tu sei di James. Lo sei da sempre! E noi faremo meglio a tornare a Storia della Magia!"

Lily si era morsa il labbro inferiore, ed era tornata a leggere sui Vampiri.

Seza neanche accorgersene, Lily era arrivata al piano terra.

Era il momento di parlare con James. Istantaneamente lo vide avvicinarsi, con i Malandrini al completo

O in quel momento o mai più!

Si nascose dietro una colonna, pronta a uscire fuori nel momento migliore, quando...

"Ma, James, sei proprio sicuro di volerlo fare?" disse Remus.

James marciava davanti a tutti con l'espressione risoluta.

"Ti ho detto di sì Lunastorta. Silente è l'unico che può..."

Susan, di fianco a Sirius, sbuffò "Ma dai James, sei un Malandrino, non puoi..."

James sbuffò.

"Ragazzi, non tornerò indietro. Adesso andrò a parlare con il preside, e speriamo che non sia troppo tardi!"

E arrivò davanti al gargoyle di pietra.

"Filidimenta!" disse e comparve la scala a chiocciola.

Lily trattenne il respiro.

James stava andando a cambiare idea sulla sua decisione di combattere, e solo perchè lei era stata egoista e acida.

Non lo poteva permettere, non adesso....

Così, aspettò l'ultimo gradino della scala a chiocciola e vi salì, senza farsi vedere da James.

Poi, senza che avesse potuto fermarlo, James entrò nell'ufficio del Preside.

Lily decise di aspettarlo fuori, e si mise appoggiata al muro.

Ma ogni minuto che passava era come un'angoscia che la divorava.

Ora si mordeva le unghie, ora si intrecciava i capelli, e quando riguardò l'oroglogio, vide che era passato solo un minuto.

Così, spinta da non sapeva quale forza sconosciuta, bussò alla porta, e quando questa le venne aperta, corse incontro a James.

"Non un'altra parola, James Potter!" disse in tono autoritario

"Ma che.." fece lui, ma prima che avesse potuto parlare, Lily si era seduta accanto a lui e aveva cominciato a parlare ininterrottamente.

"Ascoltami bene.Ok, d'accordo, è colpa mia, e mi dispiace moltissimo, ma non chiedere di ritirarti dall'Ordine della Fenice, perchè.."
"Ma io veramente..." James provò ad interromperla, ma lei non gliene diede il tempo

"Perchè devi continuare a combattere per quello in cui credi!"

"Infatti io.."
"E poi perchè anche io adesso ne faccio parte!"

"Ma io... cosa hai detto, scusa?"

Lily sorrise e provò a baciarlo, ma lui scivolò via da quelle labbra, e indicò Silente, che guardava momentaneamente da un'altra parte, e sembrava molto interessato al trespolo vuoto di Fanny.

"Mi scusi professore!" fece Lily arrossendo.

"Di cosa? Non ho visto niente!" disse in tono cordiale il Preside.

James abbracciò Lily.

"Ora, tornando a noi..."

James zittì il professore con un gesto della mano

"Scusi, professore, ma dovrei spiegare alla mia, nuovamente ragazza, cosa ero venuto a fare!"

Silente annuì "Saggia decisione!"

James guardò Lily, che aveva aggrottato la fronte e disse.

"Bè... non ero venuto qua a dire a Silente di ritirarmi dall'Ordine, assolutamente, non mi era passato nemmeno per la testa, ma ero venuto perchè... tra una settimana c'è la luna piena. E noi Malandrini, volevamo poter restare per quella nottata, per..."
Lanciò un'occhiata al Preside, che, nuovamente, pareva essere attratto dalla libreria alle sue spalle.

Ma James non rischiò

"Per fare compagnia in infermieria a Remus!"

Lily annuì, capendo anche il motivo nascosto.

"Ah, bè, vorrei poter restare anche io!"

Silente fece un colpo di tosse.

"Tornando a noi. bè.... direi che potete. Hogwarts chiude solo il 31 luglio!"

James e Lily sorrisero

"Grazie professore!"

Silente annuì "E andate pure a baciarvi da qualche parte, ragazzi! Beati voi che avete l'età!"

James e Lily annuirono, e uscirono dall'ufficio.

Silente diede una carezza a Fanny.

Poi, appena fuori, James la prese per mano, la guidò correndo attraverso quel castello, sui corridoi e sulle scale, nelle aule e sulla riva del lago....

Fino ad arrivare davanti l'aula in disuso numero 12. Poi si fermò.

"Che c'è qui, James?" chiese lei.

Lui sorrise.

Prese due sedie e la fece sedere davanti a lui.

"Rossa, ti ricordi il nostro terzo anno?"

Lily alzò un sopracciglio

"Quale episodio, in particolare?"
"Quando avevi scoperto che volevamo diventare Animagi illegali!"

Lily sbuffò "Ah, sì! Ero furiosa!"
"E mi hai bloccato esattamente davanti a questa aula. Mi hai urlato che ero pazzo, incosciente, oltre che arrogante, presuntuoso e stupido. Mi dicesti che stavo trascinando i miei amici verso una morte sicura, e che approfittavo di Remus solo per la mia strafottente voglia di infrangere le regole..."
"Com'ero rompiballe!" lo interruppe Lily (=.=° by Autrice+Felpato e Ramoso che stanno prendendo possesso di me, aiuto!Anzi, lasciateli pure fare!! XD)

James, sbuffando, le portò una ciocca di capelli dietro l'orecchio e continuò

"Mi promettesti che mi avresti presto ribloccato davanti a questa porta per darmi la più brutta punizione della mia vita! E ti ricordi cosa risposi io?"

Lily scosse la testa, curiosa

"Ti risposi, che, il giorno che mi avresti fermato davanti a questa porta, sarebbe stato invece, per ricevere il bacio più bello della tua vita!Era una promessa"
Entrambi sorrisero, e Lily si avvicinò.

"E allora, mantieni, anche se è passato un pò..."
James fece per avvicinarsi, poi, di scatto, si alzò in piedi

"Spiacente, promessa scaduta!"

E cominciò a correre "Vediamo se mi prendi, Evans!"

Lily, ridendo, cominciò a correre verso di lui.

"Ehi, non vale, avrai un minuto di vantaggio!"
E nel castello vuoto, le loro risate, suonarono come pioggia d'acqua cristallina nel deserto.

e anche se qualche volta so di esagerare un po'

quando corro la mia vita che più forte non si può

anche se la mia testa è un viavai di fantasie

troppo perse troppo mie

posso farcela con te!

fino a te, io voglio arrivarti dentro

ora che le mani mi portano

fino a te, raggiungerti in ogni senso

fino a che

amarti è l'immenso per me......

Poi, James si nascose e Lily venne presa da lui all'improvviso...

"Adesso mi bacerai?" disse lei

"Come punizione Evans! E non ti ci abituare!"

Lily sorrise sulle labbra di James.

"Va bene! In fondo, meglio te della McGrannit!

"Adesso, zitta, però..."
E poi, finalmente, fu di nuovo solo quel sapore, quel senso di essere uniti.

Tra due minuti è quasi giorno, è quasi casa, è quasi amore....

Dunque, dunque, dunque...

Per le mie note, cosa posso inserire?

Bè, innanzitutto, le mie scuse se vi avesse casomai infastidito quella NDA sulla Lily rompiballe, ma mi è uscita spontanea, perdonatemi!!

E poi, bè... lo so, lo so, aggiorno troppo tardi...

Ehh, ma ormai ho trovato l'amour, e anche se non è proprio James... bè, mi piace davvero tanto, e sinceramente, mi fa dimenticare di Lily e James....

A me personalmente, questo chap piace molto (credetemi, sono la prima censora delle mie opere!)

Ma se voi aveste notato, che esattamente qua sotto c'è una scritta in blu che chiede se volete recensire, bè, clikkate e inserite tutte le vostre opinioni, grazie!
Sì, esatto, anche che sono una vecchia pazza! (Ehhhi, "vekkia" a ki?? XD)

E adesso, come al solito, le dediche!!

A tutti quelli che sapete, e che ormai conoscete meglio di Lily e James (aly12potter; Lilian -ben tornata-; Ginny93; Yle e Stellina250) voglio ringraziare anche nuovi fan (ragazzi, ma fondatelo questo Fan Club!)

-Ginny W

-Annaira (tra parentesi: Ti Amoooooooooo!)

-__darklily__ (le tue storie sono bellissimeee!)

E NarcissaM che deve assolutamente andare avanti con la sua PURELOVE, altrimenti avrà notizie dal mio avvocato! (XD)

Per il resto, credo di aver finito... al prossimo chap, ragazzi, e...

NE VEDRETE DELLE BELLE!

(Ok, contati i Malandrini anche DEI BELLI, ma non era questo il punto...)

EvansLove.

Lily non era mai stata nel castello dopo la chiusura, come in fondo anche i Malandrini, e la cosa le piaceva non poco.

La Sala Grande era stupendamente vuota, e potevano sedersi dove pareva e piaceva a loro, e gli unici professori rimasti, erano Silente e la McGrannit, così per loro era praticamente uno spasso, senza contare che per loro la scuola era finita, dato che erano diplomati, e non potevano neanche togliergli i punti.

E non dovevano seguire le regole.

"E scommetto che è proprio questo punto che te le fa seguire, vero James?" disse una volta a cena, Susan.

"Esatto! Senza il rischio di una punizione, non... bè, non c'è più gusto!" rispose questo, convinto

"Io sono con James!" lo seguì Sirius.

"Ma come fate? Io ho ancora una paura immane di... chennesò, farmi trovare nel dormitorio femminile!" disse Remus, rabbrividendo.

"Questo problema, però, si è risolto, vero?" disse Peter.

Le ragazze annuirono ridendo.

In effetti, ormai dormivano nel dormitorio dei ragazzi, in due letti rimasti vuoti.

"Già.. e non ho proprio detto di essermici abituata!" disse Lily, servendosi di torta alla melassa.

"Ma come farai a mangiare quella schifezza... è troppo dolce!" disse Sirius.

Lily scrollò le spalle "E' la mia preferita!"
"Speriamo non la erediti nostro figlio!" disse James.

Lily gli lanciò un'occhiata di fuoco.

"E quand'è che vorresti esattamente concepire un figlio?" gli disse poi cordialmente

"Fai te, vedrò di essere libero!" liquidò il discorso lui, con il sorriso sulle labbra.

Lily fece un finto sorriso e tornò alla sua torta.

"Scusi, signorina Evans, mi passerebbe il sale?" chiese il professor Silente.

Lily trasalì e poi gli passò il piccolo contenitore.

Quel giorno stavano cenando insieme ai professori.

"Tra parentesi, signorina Evans..." cominciò a parlare la professoressa McGrannit, e tutti si volsero verso di lei.

"Ora che la scuola è finita, glielo posso dire: Io tifavo per la coppia Evans/Potter! E comunque, devo anche ammettere che vostro figliò sarà veramente carino!"

Lily arrossì e si ributtò sulla torta.

"Prof, grande! Me lo da un cinque?" disse James, infervoratosi.

"Ehi, e la coppia Wolling/Black, dove me la mette, prof?"

In un secondo, la vicepreside, si pentì di aver parlato, mentre Silente rideva sotto i baffi.

"Bè, adesso direi di andare in stanza ragazzi! E.. invito il signor Lupin di raggiungere l'infermieria, dato che mancano ventiquattro ore all'arrivo della luna piena..."
Remus annuì

"E buonanotte a tutti!"

Il gruppetto si avviò verso il dormitorio, sempre ridendo e scherzando.

"Bè, ciao Moony, ci vediamo domani!" dissero tutti, salutando il loro amico.

"Ok, ciao ragazzi! Ci vediamo domani... e non mi violentate queste povere ragazze, per piacere!" disse ai suoi due migliori amici.

"Non potremmo neanche volendo, dato che rimane sempre Peter in camera!" disse Sirius.

"Oh-oh, Black, devo pensare che non lo caccieresti dalla stanza?" disse Susan.

"Bè..." fece Peter "Non da quando gli ho passato Storia della Magia!"
Tutti risero, poi, salirono in camera.

Ogni sera, prima che il sonno li assalisse, sedevano sempre tutti insieme in cerchio, per terra.

Le ragazze abbracciate ai loro ragazzi, e parlavano.

O giocavano.

Dipendeva da come girava la serata.

Quella era la loro terzultima notte nel castello, e avevano intenzione di viverle le ultime notti.

"Ragazzi, ieri sera, vicino la statua della strega orba, ho sentito dei rumori strani..." disse Peter.

"Per me era il Barone Sanguinario che voleva maledirti, Worm!" ci rise su Sirius, dato che Peter sembrava terrorizzato.

"Oppure, è Madama Rosmerta che ha scoperto il passaggio e ci porta i suoi amanti segreti.. " disse James, passando a Sirius una bottiglia di burrobirra.

"Voi due siete proprio stupidi!" disse Lily. "Un giorno o l'altro vi succederà veramente qualcosa di brutto e voi penserete ad un brutto scherzo!"

I due risero

"Lily ha ragione!" confermò Susan "Potrebbe essere un... un Mangiamorte!" disse rabbrividendo.

"Ma va, un Mangiamorte a Hogwarts? Con Silente?" ci rise su Sirius

"O peggio, Voldemort stesso!" disse Lily.

"Ma va!! Secondo me, è solo Mocciosus che ha finito le carammelle!" disse James.

Sirius gli diede il cinque "Questa era buona, amico!"

Le ragazze si guardarono sospirando e alzando gli occhi al cielo.

"E non fate così, che almeno vi è passata la paura!" dissero i due

"Mai avuta paura, io!" disse Susan

"Idem!" alzò brevemente la mano Lily, per assentire.

I due baciarono la propria fidanzata. "E dai, lo sappiamo che ormai siete più Malandrine di noi!"

E la serata finì a giochi e scherzi come al solito, e tutti si scordarono dei rumori strani.

"Allora noi andiamo rossa, d'accordo?"

disse James a Lily il giorno seguente, quando i Malandrini si stavano preparando per andare a fare l'ultima delle consuete Malandrinate.

"Sì James, tranquillo!"

Lui la guardò, un pò dispiaciuto di lasciarla da sola

"Sicura che non ti annoi?"

Lily aveva scosso la testa.

"Davvero, James, non preoccuparti, mi finisco di leggere un libro, e poi magari schiaccio un pisolino!"
James annuì, poi si voltò, e fece per andarsene.

"James, non ti stai scordando qualcosa?"

James si girò sorridendo, poi tornò verso di lei e le diede un fresco bacio sulle labbra.

"Buonanotte, amore!"

Lei sembrava una bambina "Buonanotte, James!"

Poi, James se ne andò, non senza che le avesse tirato un'altro bacio con la mano.

Lily sospirò e prese quel libro che aveva lasciato a metà da quasi un anno, e che doveva finire...

In fondo, la storia era avvincente, parlava di principesse, ed eroi, e spade, e draghi da uccidere...

Quasi una favola, in effetti.

Bè, ma le piaceva.

Mezzanotte passò prima che lei posasse il libro.

L'aveva finito, in sole tre ore.

Guardò il soffitto, sbuffando per un secondo. Ora cosa avrebbe fatto?

Stranamente non aveva sonno, forse perchè, ormai, ci era abituata a fare minimo le due, con i Malandrini.

Bè, forse, avrebbe potuto provare ad addormentarsi, sempre meglio che restare a fissare il soffitto come un'ebete.

Si rigirò sul lato destro e, preso il cuscino tra le braccia, chiuse gli occhi, e provò ad addormentarsi.

Poi un rumore.

Impaurita, la rossa si voltò.

"James, accidenti a te, mi hai fatto prendere un colpo!" disse la rossa, vedendo il ragazzo avvicinarsi a lei, con il suo solito sorriso strafottente.

"Scusa Lily, se ti ho messo paura!"

Lei sbuffò e gli diede un leggero bacio sulle labbra.

"Malandrinata finita?" disse poi

"No, in realtà, mi dispiaceva lasciarti da sola!" disse lui, sinceramente.

Lily sorrise.

Che bello che era il suo James, così tenero e romantico, l'aveva perfino chiamata Lily quella sera, non Evans, o Rossa, proprio Lily.

Poi, James sbadigliò.
"Jamie, ti va se stanotte ci addormentiamo stretti stretti?" chiese lei.

Sicuramente non avrebbe dormito per la prima mezz'ora, ma le faceva piacere stare al suo fianco, con la sua mano forte che la stringeva, e attorno tutto silenzio... capitava così raramente.

"Sì!" disse lui, convinto.

Così, spense la luce e si sdraiarono accanto l'uno all'altra, pieni d'amore l'uno per l'altra.

"Buonanotte amore mio!" le disse James, soffiandole nell'orecchio.

"Buonanotte tesoro!" disse lei, e poi chiusero gli occhi.

James si addormentò quasi subito, capì Lily dal respiro, mentre lei, continuò a pensare a quella storia, a quanto lo amasse...

E poi, scivolò in sogni felici e dipinti di rosa.

"Ehi, ben svegliata, Malandrina!"

Lily fu svegliata dall'urlo di Sirius, la mattina seguente, verso le dieci.

"Perchè dici 'ben svegliata' se mi svegli te?" disse sbadigliando.

"Perchè mi porto avanti!" disse lui, facendo l'occhiolino.

La rossa si stiracchiò, rassegnata.

Notò che al suo fianco, James non c'era più. Si strofinò gli occhi.

"Ma James dov'è finito?"

Aveva passato la notte più romantica della sua vita.

"Credo... a prendere la colazione! Non ci andava di scendere oggi!" disse Remus, stanco, con gli occhi gonfi e rossi.

Lily gli sorrise.

"E' sempre così dolce... come ti senti, Rem?"
Il biondo alzò le spalle.

"Come dopo ogni luna piena!" disse sorridendo.

"Ohi, ecco il nostro benefattore!" disse Susan, notando che James rientrava con un mega vassoio carico.

"Ehi, tesoro, ti sei alzata, finalmente!" disse, baciandola sulle labbra.

"Già!" gli rispose Lily "Tutto merito dell'amico tuo, qua..."

Sirius sorrise

"Non ringraziarmi, Ramoso!"

James scosse la testa.

"Eri così dolce, mentre dormivi, lo sai?" disse James nuovamente rivolto a Lily, e gli sfiorò il mento con le dita.

Lily fece un piccolo verso affettuoso e poi disse "E anche tu sei stato dolce a stringermi mentre dormivamo!"

James corrucciò la fronte.

"Ehi, avrai fatto un bel sogno, se hai sognato me!" disse.

Lily sorrise

"Non fare lo scemo! E' stato veramente dolce da parte tua rinunciare alla Malandrinata per non farmi sentire sola!"

James aggrottò le sopracciglia.

"Ma io non ho abbondonato la Malandrinata!" disse lui.

"Ma dai, Jamie, non essere idiota!" disse la ragazza, sedendosi sul letto.

"Mi hai anche stretto per tutta la notte!" disse poi ad alta voce.

Tutti nella stanza la guardavano.

"Ma Lily..." cominciò Susan

"James non si mosso da dove eravamo noi!" disse Remus.

Lily scoppiò a ridere

"Eddai, ragazzi..." poi, vedendo che quelle facce non avevano per niente l'aria dello scherzo, impallidì.

Dopo dieci minuti.

"No, aspetta, Evans, ma si può sapere questo chi cavolo era?"

Lily aveva le lacrime dallo shock.

"Non lo so, Sirius! Era.. James, aveva perfino la sua voce! E... io ero contenta!" disse, rivivendo le immagini della sera prima, cercando di concentrarsi, magari c'era un particolare che non aveva notato, qualcosa che era passata inosservata...

Ma non le venne in mente niente.

James camminava avanti e indietro per la stanza furioso

"Ripetimi ancora cosa ha detto!" disse James.

"Non lo so..." Lily si tirò indietro i capelli "E' arrivato, ha detto che ti dispiaceva lasciarmi da sola, poi ha sbadigliato e gli, anzi, ti ho detto se volevamo addormentarci vicini, e ci siamo abbracciati... lui si è addormentato anche quasi subito..."

Scoppò a piangere.

Susan, seduta accanto a lei, la abbracciò

"Calmati Lily! Stai tranquilla..."

Remus, seduto poco lontano, sul suo letto, aveva la fronte contratta. Evidentemente stava riflettendo su chi avesse potuto essere il falso James.

Peter, era sconvolto, e fissava tutta la scena, lasciando, come al solito, che gli altri trovassero la soluzione.

"E non si è tradito? Neanche una piccola cosa che avrebbe potuto indurti a capire chi era...?" disse James, senza fermarsi.

"Mi sembra ovvio che sia uno a cui piace Lily!" disse Sirius. "O non si sarebbe solo addormentato accanto a lei!"
Un brivido scosse la rossa, pensando a cosa sarebbe potuto succedere.

"Niente, James, te lo giuro... mi ha chiamata Lily, però, e ricordo che ci ho pensato perchè tu non mi chiami quasi mai Lily..."

James si illuminò "E' Hernir!" disse, battendo il pugno destro sul palmo sinistro.

"Tutto torna..."
"James, non fare lo stupido! Hernir si sposa domani!" disse Susan.

Tutti la guardarono, e lei arrossì

"Bè, mio padre è Serpeverde, semplicemente gli è arrivato l'invito... oooh, ma non è questo il punto!" concluse, e tutti tornarono alla questione di prima.

"Sei proprio sicura che quel Mark non sia un mago?"

Lily scosse la testa

"Me ne sarei accorta, lo sapete, per queste cose, ho una specie di sesto senso, so riconoscere chi è un mago e chi no..."
tutti annuirono.

"James, sei sicuro di non sapere eseguire la bilocazione?" disse sorridendo Sirius

James lo fulminò con gli occhi.

"Come non detto. Remus, partorita qualche idea geniale?"
Remus continuò ancora per un secondo a guardare il pavimento, poi scosse la testa, rassegnato.

"Oh, perfetto!" disse James,

Lily continuava a piangere.

Il ragazzo la raggiunse sul letto e si sedette accanto a lei, abbracciandola.

"Vedrai, piccola ci riusciremo. Lo troveremo!"

"E se tornerà?" disse singhiozzando lei.

"Se tornerà lo macellerò a pezzi fino a ridurlo a una poltiglia viola..." disse James,

"James..." disse in tono esasperato lei.

"Bè, se tornerà, avvertici!" disse il ragazzo, semplicemente.

"Ma si presenta con il tuo aspetto! Come faccio a capire se è lui o sei tu?" disse lei, sull'orlo di una crisi di nervi.
"Ehi ehi ehi, tesoro, calma! Ho un'idea! Non ti chiamerò Lily fino a che non sapremmo chi è, ok?"

Lily annuì "Ok!" disse e si asciugò le lacrime "Ok!" ripetè.

"Adesso va meglio?"

la rossa annuì

"Bene!" e si scambiarono un bacio.

Avrebbero affrontato tutto insieme, da quel giorno in poi.

Allora, allora, allora...

Bè, curiosi??

Vi direi di andare al prossimo capitolo, ma mi rifiuto di postarlo prima di domani, perchè vi devo tenere sulle spine!!
Eheheheeheh!! [Me bastard inside!!]

Povera, povera Lily... chi sarà questo fantomatico cavaliere piombato nella notte?

Chissà che non c'entri con i rumori sentiti da Peter...

Bè, insomma, lo saprete alla prossima puntata!!

Chap dedicato alle mie amiche

Kikk@, Sere, Fede, Cri, Giulia, le Bee, Vale, Vale Yu, Susan, Bellatrix, Vane, Marta, Giulia....

Grazie di credere sempre in me!

e al mio Fede, naturalmente (mi piaci da morire, tesoro!)!!

Ci vediamo domani!!

EvansLove

PS: Mi diverto a fare la bastarda! Ehehehehe!! XD [piena risata sadica]

"James, James, dove sei??"

Lily era spaurita, attorno a lei, trenta James, più o meno, ridevano contro di lei.

"Sono io il vero James!"

Un'eco attorno a lei.

Le mani le tremavano, e le caddero i libri dalle braccia.

"James, James, aiutami..."

E in risposta riceveva solo sguardi divertiti.

"Ma io ti sto aiutando..."

Lily cominciò a piangere, le gambe non la sorreggevano più,e cadde.

Una trentina di mani si protesero verso di lei.

"Tesoro, ti sei fatta male??" e poi, tutti e trenta risero.

"No, James, no... io...." piangeva e non riusciva a rialzarsi, perchè qualcosa la teneva a terra.

"Ehi, tesoro, svegliati!"

James scuoteva Lily, che sudava e piangeva nel sonno.

"Amore, amore, è un brutto sogno, svegliati!"

Lily aprì gli occhi e li spalancò per un momento.

"Amore,..." Lily lo guardò.

Poi lo abbracciò e pianse "James, aiuto, non ce la faccio più...."

James le accarezzava la schiena.

"Tesoro, tranquilla, non succede niente...."

E dentro gli bruciava la rabbia di non poter fermare quelle lacrime.

"Tesoro, tranquilla, ti prego!"

Lily tirò su col naso.

Poi si tirò indietro e guardò James negli occhi.

"James, ti amo!"

Il ragazzo si bloccò. Lily non gliel'aveva mai detto. Era una sensazione così bella, sentirselo dire, assolutamente l'unica cosa che ancora non aveva provato. Mai un 'ti amo' sincero, nato da labbra sottili, in un viso che aveva pianto fino a pochi minuti fa sulle sue spalle, ma sopratutto, mai un 'ti amo' dalla ragazza che più che mai amava.

Rimase senza parole, e la guardò.

Lily sorrise e lo baciò, a fondo.

James la seguì, sentendosi quasi prendere il volo.

Lily gli afferrò il collo e si spinse più a fondo nella sua bocca.

James le prese il viso fra le mani.

Poi, dopo un minuto, si staccarono.

"Wow, Evans! Sei... fantastica!" disse lui, accarezzandole la mascella con un dito.

Lei sorrise "E' tutto grazie a te, amore mio!"

Poi, si risporse per ribaciarlo, ma James la bloccò.

"Tesoro, un'altro bacio come quello e... bè, non sarei sicuro delle mie reazioni!"

Lily sorrise e si morse il labbro inferiore.

"Bè, chissà che...."

James la guardò interrogativo

"Chissà che...?" disse, spingendola a continuare.

Lily lo ribaciò, e James non riusciva ad opporsi.

Mentre la assecondava, sentiva un piacere già conosciuto, invaderlo in modo del tutto nuovo.

Poi il bacio finì, e Lily lo guardò dritto negli occhi, vicina al suo viso, mentre gli scansava dal viso una ciocca di capelli.

"James, io... voglio..." e arrossì.

James annuì, felice come non mai.

La prese per la mano e la fece uscire dal dormitorio, dove adesso tutti gli altri stavano dormendo, e la portò verso il dormitorio femminile, che era vuoto.

Mentre la conduceva, tenendola per mano, sentiva il suo stomaco contrarsi.

Stava per fare l'amore con Lily Evans, con la rossa che gli aveva rubato il cuore, si sarebbe veramente perso fra le sue braccia, con le mani che avrebbero frugato e trattenuto quei capelli rossi...

Ma, a metà strada, calò il buio più profondo.

Lily sussultò, e James la sentiva.

La strinse più vicina a lui "Evans, stringiti a me, non è niente...Lumos!"

Ma la bacchetta restava spenta.

Attorno a loro, l'aria si faceva pesante, immobile, Li circondava con malvagità.

"James, ho paura, aiuto James!"

James la stringeva a sè e cercava di guardarsi attorno.

Poi, Lily strillò.

"Aiuto, James, aiuto, mi sta prendendo, aiutami...."

E James sentì la rossa scivolargli dalla sua presa, e la tirava, non la voleva lasciare andare

"Lily, tieniti forte..."
Un'altro urlo.

E la mano di Lily, dopo essere scivolata lungo tutta la lunghezza del braccio di James, sparì nell'oscurità.

"Cazzo.... Lily! Lily!"

Ma era un gridare inutile.

Lily era sparita nell'oscurità, con quella forza malvagia che l'aveva portata via.

E James era smarrito.

Era totalmente impossibile, pensare che fino a qualche secondo fa, Lily gli aveva detto d'amarlo, e stavano andando a fare l'amore...

Davvero non era passato più d'un minuto?

James stentava a crederlo.

Ad ogni modo,senza soffermarsi troppo sul tempo, tornò correndo verso il suo dormitorio.

Accese tutte le luci.

"Caspita, Ramoso, che delicatezza..." disse Sirius, tirandosi il lenzuolo fin sopra la testa.

Peter, Susan e Remus lo imitavano, sbadigliando.

"Lily è stata rapita!" disse lui di getto.

Tutti si alzarono, improvvisamente attenti.

"Cosa? Che diavolo è successo?" disse Remus, scendendo immediatamente dal letto.

"Ma, se un secondo fa dormiva così beata..." disse Peter, imitando l'amico.

"Oddio, ma che è successo?" disse Susan, quasi piangendo.

"Dobbiamo andare a cercarla!" disse Sirius, prendendo la bacchetta.

"Vengo anche io!" disse Remus, e prendendo la bacchetta "Lily no!" ruggì poi, prima di arrivare alla porta.

"Peter, fai compagnia a Susan!" disse Sirius, e poi, tutti e tre, partirono per andare a salvare la rossa.

"Sirius, attento!" fece Susan ad una porta, ormai chiusa.

"Vedrai, ce la faranno!" le disse Peter "Sanno il fatto loro!".

Susan annuì, ma era comunque spaventata.

I suoi migliori amici, più il suo amore erano in pericolo... che sarebbe successo?

Lo sapeva solo Dio!

I tre ragazzi percorrevano i corridoi della loro scuola, a bacchette sguainate e sguardo vigile.

James era attento a scrutare in ogni angolo più buio e a ogni minimo rumore che sentiva, si bloccava.

Sirius era molto attento a ogni lampo di luce e cercava di usare anche l'olfatto (il dono che il cane dentro di lui gli lasciava mentre era umano) il più possibile.

Remus, che non era molto abile nella guerra, stranamente, in quel momento, la sua bocca formava un ringhio.

Sembrava quasi che la bestia dentro di lui stesse per prendere il comando.

La stessa bestia che Lily aveva accolto nel suo cuore per prima, adesso doveva salvare quella ragazza.

Percorsero tre o quattro piani prima di arrendersi.

Sirius si appoggiò per un momento alla parete.

"Ragazzi, così non va! Dobbiamo provare qualche altro metodo!"

James lo guardò rabbioso "E cosa suggerisci?"

Remus sbuffò "Ragazzi, non mi pare il momento di litigare! E Sirius ha ragione, James! Bisogna trovare un'altro modo! Questa scuola è immensa, senza contare i passaggi segreti... potrebbe essere dovunque!"

James urlò "Ma ragazzi, mentre voi pensate a qualche idea geniale, a Lily potrebbe succedere di tutto...."

"Eh, James piantala!" gli urlò contro Sirius "Se non sbaglio, stiamo cercando di aiutarti!"

"Tu non capisci!" il volto di James era livido "Cosa faresti se ci fosse stata Susan, al suo posto?"

Sirius aprì la bocca per rispondere, ma poi girò lo sguardo sul pavimento.

"Finito di litigare?" disse Remus.

"Remus, stai zitto! Te non ti sei mai neanche innamorato!" disse Sirius, arrabbiato con se stesso per non essere riuscito a rispondere a James.

Remus s'infiammò "Ma cosa ne sai, te, Sir?"

Sirius scoppiò in una finta risata "Ah, ma dai, ti sei innamorato! E sentiamo, chi è? Madama Pince?"

Remus, in uno scatto d'ira, prese Sirius per il colletto e lo spinse su per il muro.

"Brutto... io sono innamorato, ok? Di Lily, e non m'importa se ti vada bene o no! Adesso voglio solo salvarla!"

James, che stava andando a separare i suoi amici, prese un'espressione sbigottita.

"Tu...cosa?" fece perplesso.

Remus intanto si era separato da Sirius, che si stava sistemando il colletto.

"Sì, James, sono innamorato di Lily. Lei lo sa. Tranquillo, non te la porterò via!"

Mentre diceva tutto questo, (con il tono più calmo possibile) cercava di concentrarsi, per trovare nella sua mente un'incantesimo, un qualcosa che lo aiutasse a trovare Lily, perchè non gli andava giù che fosse in pericolo.

"Ah... bè... io n-non sapevo, io.. bè, certo che non me la porteria via..." James balbettava frasi insensate.

"Per favore, James, sto cercando di concertrarmi. Vuoi ritrovarla sì o no?"

James chiuse la bocca e cominciò a pensare, forse per la prima volta, a quanto era fortunato ad avere un'amico come Remus.

Perfino lui, si sarebbe messo contro Sirius, se fosse stato innamorato di Susan.

E invece, Remus li aiutava anche a stare insieme.

Sapeva che quando avrebbero ritrovato Lily, la ragazza avrebbe sempre di più amato James, eppure, la aiutava a stare fuori dai guai.

Se invece, Susan avesse rifiutato James e stesse invece con Sirius, James non avrebbe mosso un dito per aiutarla.

Ma Remus era veramente troppo buono e pieno d'amore, nella speranza di ricevere quello che il mondo gli aveva strappato.

James sorrise.

"Ti voglio bene, Lunastorta!"

L'amico sorrise prima di tornare a concentrarsi.

"Chi c'è?" Lily era legata ad una sedia, e gridava spaventata.

Più in là sentiva i topi squittire.

Il posto era solo illuminato malamente dai raggi lunari.

"Piccola Lily, non essere spaventata!" disse dolcemente una voce, senza cattiveria.

"Ti ho salvata dal pericolo!"

Lily piangeva "Ma io volevo stare con James!! Sei tu il pericolo!"

Poi, si pentì di aver parlato così duramente.

La voce, quando parlò, sembrava risentita "Lui stava per prendere possesso di te! Stava per violare la tua purezza!"

Lily scosse la testa "Gliel'ho chiesto io!"

"Perchè ti aveva confuso!! Stavi per perdere la purezza, e si è mai visto un giglio impuro?"

Lily aveva smesso di piangere.

"Ma.. io lo amo!"

Ci fu quasi un verso di pietà.

"Lily, vedi, lui ti ha confuso. Ti ha fatto sua, fino a farti credere che tu lo ami. Ma in realtà tu non lo ami. E io solo ti amo!"

Lily si guardò intorno confusa.

"Ma... chi sei?"

"Non lo saprai mai, piccola, dolce Lily! Se lo sapessi. mi uccideresti, mi odieresti... io voglio solo salvarti!"

Lily scosse il capo. Le catene con cui era legata tintinnarono.

"No, non sono mai stata cattiva, non vedo perchè..."
"Mai una carezza..." continuava la voce "Mai una parola gentile, solo perchè, in tanti anni io ne ho rivolta una sola cattiva a te. E te la sei legata al dito. E mi hai fatto male, Lily, molto male... Ma non importa. Io ti ho salvato!"

Lily non smetteva di chiedere "Ma chi sei?"
"Memoria corta? Non sarò io a ricordartelo... una volta hai detto che ti saresti ricordata di me per sempre, eravamo amici, io e te...

E poi, cosa è cambiato? Nulla. Solo te!"

Lily all'improvivso cominciava a ricordare, e spalancò gli occhi.

"Cominci a ricordare, eh?"

"Oh, ti prego, mi dispiace, mi dispiace davvero tanto!"

Lui fece una risata vuota "No, non ti dispiace. Non ti è mai dispiaciuto! Ma non importa... "
"Ti prego, vieni qui, e parliamone...."
"Non servirebbe!"
"Ti dico di sì... ti prego... queste catene mi fanno male..."

Ci fu un attimo di esitazione da parte della voce.

"E sia! Ma non provare a scappare!"

Lily negò con un cenno del capo, mentre dal fondo appariva la sagoma di quel ragazzo che lei conosceva bene.

"Trovato!" fece Remus, battendo il pugno sinistro sul palmo destro.

"Cosa, Lunas? Parla!" disse James ansioso, precipitandosi lì vicino.

"Vai, parla!" disse Sirius.

"Bè.." cominciò Remus "C'è un incantesimo... più che altro, un.. bè, una specie di conseguenza di un legame affettivo... me l'ha insegnato mamma tanto tempo fa... prima che... mor.."
"Sì?" disse James, cercando di distoglierlo da quel ricordo.

"Ecco, avete presente quando dovete andare al bagno, e vi ritrovate improvvisamente in cucina?"

James e Sirius annuirono.