solo tu...

di ichigo_sakura
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** profumo di cannella ***
Capitolo 3: *** pensando a te... ***
Capitolo 4: *** voci... ***
Capitolo 5: *** sesto senso... ***
Capitolo 6: *** Stalker... ***
Capitolo 7: *** Mi perdoni...? ***
Capitolo 8: *** regalo... ***
Capitolo 9: *** ricordi... ***
Capitolo 10: *** piccolo aiuto... ***
Capitolo 11: *** verità svelata...! ***
Capitolo 12: *** confessione...? ***
Capitolo 13: *** rassegnazione... ***
Capitolo 14: *** ultima speranza... ***
Capitolo 15: *** io e te... ***



Capitolo 1
*** prologo ***


capitolo primo

Nella rumorosa Tokyo, il giorno di Halloween, chiunque cerca un po' di svago o facile divertimento, ma c'è anche chi, nell'ombra, non riesce a trattenere le lacrime.
-Perchè...?!- una ragazza, non particolarmente bella, non alta, non magra, non grassa... una semplice ragazza come sarebbe poruta essere chiunque di voi, si scostava una ciocca ribelle, che già da quella mattina non voleva saperne di starsene insieme alle altre legata ai due codini alti sulla nuca. Tratteneva le lacrime e soffocava i singhiozzi, ma era inutile. sul suo bel visino traspariva ora la sconsolazione e la tristezza più assoluta.
-Perchè non ti amo più, e non voglio neanche più vederti, Strawberry!- lui invece, un ragazzo, bello e affascinante, per quanto gli consentisse il volto ancora troppo infantile da quattordicenne, anche lui triste, ma non per quello che stava facendo altrimenti non l'avrebbe fatto, bensì per la sua bontà di cuore che gli impediva di essere schietto e sicuro come, invece, avrebbe voluto.
-Mark.. tu... davvero... non mi am...- Strawberry faceva fatica a parlare, il fiato le si spezzava in gola -...non mi ami più...?- e come darle torto per tutti i precedenti tre anni aveva dato anima e corpo per quel ragazzo che ora la stava allontanado da se per sempre.
-Ormai non importa più quello che provo... noi non avremo mai un futuro assieme!- Mark lasciò le mani di Strawberry fino ad allora tenute saldamente per evitare reazioni inmpreviste della ragazza. Poi le voltò le spalle e il ragazzo, dai capelli neri come le tenebre che ora avvolgevano il cuore della piccola Strawberry, se ne andò, scomparve tra gli alberi di cigliegio ormai spogli in quella notte scura, senza luna... tanto spaventosa quanto speciale...
Correva veloce, non le importava dei capelli rossi che le frustavano il viso ancora ricolmo di lacrime, non le importava neanche dove stesse andando, voleva solo sfuggire da quei ricordi pesanti come macigni nella sua mente, e dimenticarsi di quegli occhi profondi che l'avevano sempre attirata comeuna calamita tra le sue braccia... ora non c'era più, non avrebbe mai più potuto lasciarsi cadere tra le sue braccia e sentirsi protetta con esse, non avrebbe mai più potuto rivedere la persona che per prima le aveva rubato il cuore, e dopo averlo tenuto un po' in un magico scrigno averlo tirato fuori e pugnalato per un'ora intera.
§No... perchè mi hai fatto questo! Ed ora come farò senza di te... io non voglio mai più soffrire per amore!!!§ fu proprio mentre pensava questo che una raffica di vento, troppo forte e stranamente profumata di cannella, la travolse e la fece scontrare con qualcosa di caldo e all'apparenza forte... che le ricordarono le braccia dalla carnagione scura di Mark, ma quando alzò lo sguardo fu travolta da due enormi occhi brillanti come l'oro...

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Capitolo 2
*** profumo di cannella ***


Strawberry ebbe un lieve sussulto quando si vide persa in quel mare d'oro colato quale erano gli occhi di quella persona, provò una sensazione piacevole come se dopo un lungo viaggio fosse tornata a casa. le fu difficile staccare gli occhi dai suoi, ma quando lo fece non sen ne pentì più di tanto come aveva immaginato.
Il ragazzo era straordinariamente bello sui sedici anni, il volto era pallido e dai lineamenti occidentali senza una minima imperfezione, i capelli lunghi dai riflessi verde scuro gli incorniciavano perfettamente il volto, sembravano disegnati apposta su di lui e infine il sorriso, quel sorriso radiante con i canini brillanti leggermente più affilati del normale. Vestiva con dei jeans neri larghi, davano l'idea di essere vecchi perché erano, ai bordi, sfilacciati e strappati. Sopra una maglietta verde scurissimo larga e un giubbetto di pelle nera con due strisce rosse ai lati e sul collo, aperta sul davanti a mostrare la maglietta. al ragazzo sfuggì una breve risatina seguita da un allegro "Tutto bene?"
-Si... grazie, ti ho travolto, ti sei fatto male?- chiese a sua volta Strawberry con voce mozzata per l'intenso sguardo di poco prima. il ragazzo con gli occhi d'oro rispose con un'altra sonora risata - Tranquilla micetta, sono più robusto di quello che sembro!!!- e continuò a ridacchiare. effettivamente non dava per nulla l'idea di essere un tipo forte si vedeva molto bene che era magro, anche se in alcuni punti la maglietta presentava dei rigonfiamenti a dimostrare la presenza di una consistente muscolatura. § Micetta? § pensò Strawberry... § Perché mai mi avrebbe dovuto chiamare così? § rimase un po' incantata poi come se fosse la cosa più normale del mondo disse a voce piuttosto forte
-Ma certo!!! il campanello!- sul collo della ragazza da qualche anno a questa parte si poteva vedere, sempre, un campanellino giallo legato dietro con un nastro scarlatto. Glielo aveva regalato Mark il giorno in cui si perse al Luna Park, con la promessa che non sarebbe mai più scappata da lui, e invece, ora, era lui ad essersi allontanato da lei. § Un giorno me lo toglierò... quando sarò pronta a dimenticarti per sempre! § la ragazza annuì distrattamente felice del suo proposito. -Cosa dici micetta?- chiese subito il ragazzo stupito e disorientato.
-No... dicevo che ho capito perché mi hai chiamata così!!- Strawberry arrossì quando si accorse della pessima figura che aveva fatto.
-Quindi...? Per quale motivo l'avrei fatto?- chiese lui con un sorriso malizioso che gli affiorava sul volto.
-Per... il... campanello no...? Non è così?- chiese lei con un'espressione da punto interrogativo.
-No! Affatto...- nel frattempo si era alzato e ora porgeva la mano alla ragazza con fare da gentiluomo... lei la afferrò. un miscuglio di sensazioni le si affollarono nella mente e nel cuore: il freddo pungente delle dita del ragazzo e il caldo che si sentiva crescere in corpo come una fiamma viva nel petto provocata dall'imbarazzo, insieme alla sconsolazione che provava in quel momento per via di Mark e la felicità per aver trovato una appoggio in un momento simile, anche se sapeva che non sarebbe dovuta arrivare a conclusione affrettate... in fondo era solo uno ragazzo che aveva avuto la sfortuna di trovarsi di passaggio mentre lei non ci vedeva più dalla tristezza...
-Allora perché mai?- disse mentre si sistemava la gonna tutta sporca e bagnata per via del terreno umido.
-Perché hai degli occhi stupendi, come quelli di un gattino!- disse lui mente si sistemava i lunghi capelli verdi. Strawberry arrossì tutta diventando di un colore molto simile alla passata di pomodoro. vedendo la sua faccia il ragazzo non riuscì a trattenere le risate, e presa da quella felice situazione si mise a ridere anche lei. Un tuono interruppe tutti e due, ormai la luna era completamente sparita e neanche una stella si intravedeva più.
-Ho no!- si fece sfuggire la ragazza...
-Cos'è sei a piedi, micetta?- chiese ancora paonazzo per le risate.
-Sta per piovere e io non ho neppure l'ombrello!!- fissava costantemente il cielo cercando di capire quanto tempo le era rimasto prima che scoppiasse il temporale.
-E allora? Che problema c'è? ti d'ho un passaggio io in moto!- solo allora strawberry notò una moto da cross rosso fiammeggiante parcheggiata a pochi passi da loro.
-No... io... ti ringrazio... ma... HEI!!- non fece in tempo ad opporsi che si trovò con un casco integrale piantato sulla testa, il ragazzo la tirò su di peso e la caricò in moto. poi montò pure lui.
-Allora dove abiti?- chiese accendendo il motore con un sonoro rombo.
-Non te lo dico!! Lasciami!!- urlò la ragazza dimenandosi con, per quanto le permetteva la sua forza, dei pugni sulla schiena.
-Ti avviso: se non me lo dici ti porto a casa mia e...- non lo fece neanche finire che già gli aveva detto indirizzo codice postale numero civico e tutto ciò che gli poteva servire, anche il superfluo. -hahahah!!!- rise lui -Ne ero certo!- mentre correvano sulla strada e il vento soffiava forte un'odore di cannella si diffondeva nei polmoni di Strawberry regalandole una dolce sensazione. Arrivarono a casa di lei giusto in tempo prima che scoppiasse il temporale. Sotto le, per il momento, leggera pioggia si salutarono. -Allora addio micetta!!- stava per ripartire, quando Strawberry lo fermò.
-Sono onorata del complimento che mi hai fatto poco fa, ma il mio nome è Strawberry!-
-Bene.. allora ciao... Strawberry...- Ma lei continuò a trattenerlo per la maglietta.
-E il tuo...??- quasi sussurrò Strawberry accompagnata da un leggero gemito, anche se il ragazzo la capì benissimo e in tono sensuale rispose...
-Il mio nome è Kisshu...-

Ecco il secondo capitolo della mia prima FF!!!!!! non mi pare tanto male... anche se proprio non c'enta nulla con la storia originale! ma lascio a voi i commenti ciaoo!! <3 ichigo_sakura

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Capitolo 3
*** pensando a te... ***


Ormai erano passate alcune settimane, il tempo si faceva sempre più grigio e gelido ogni giorno dopo l'altro.
Per Strawberry la scuola era diventata il maggiore motivo di strazio, e, lo so sembra strano per una quattordicenne, non era sempre stato così: per la maggior parte del tempo dormiva e quando si svegliava era l'ora di pranzo, ovviamente questo comportamento non portava nulla di buono nel suo rendimento scolastico... ma era da tempo che ormai non dormiva più spensierata. Tutti i giorni era costrette a vedere Mark circondato dalle sue innumerevoli fans come sempre, ma da quel momento in poi non avrebbe mai potuto più sperare in uno dei suoi speciali sorrisi che teneva solmente per lei, niente di lui sarebbe stato mai più suo.
Quel giorno pioveva, e Strawberry s'incamminnava verso la scuola con in una mano la cartelletta e nell'altra un'ombrellino rosso cremisi, quasi come i capelli di lei.
Una macchina con i fari accesi le passò di fronte a fari accesi, quei fari gialli, gli ricordarono degli occhi... quegli occhi. Quegli occhi che da qualche giorno non faceva altro che vedere ovunque: occhi come topazi.
-Hei...? HEI!!- urlò una ragazzetta minuta dai corti capelli blu raccolti in due piccoli chinion ai lati.
-Hun? Mina... perchè strilli?- chiese Strawberry ancora avvolta nei suoi pensieri.
-Come "Perchè?"- strillò la piccola ragazza -Ma sei scema?? E' da tre ore che ti chiamo!- Mina la prese pr la guancia e le diede un forte pizzicotto.
-Haia! Ok... scusa, starò più attenta!- fece Strawberry massaggiandosi con forza la guancia quando fu libera dalla presa. 
Ad un tratto suonò frenetica la campanella in lontananza e le due ragazze si affrettarono a raggiungere la scuola, salirono rapidamente le scale e si sedettero giusto in tempo per l'arrivo del professore che con voce sconsolata, di chi deve passare una giornata nella gabbia delle scimmie urlatrici, disse
-Ebbene, vi devo dare una importante comunicazione, da oggi avremo un compagno in più...- si mise apposto gli occhiali e fece cenno ad una ragazza vicino alla porta di aprirla. Con le finestre aperte e la porta spalancata si fece largo una leggera corrente d'aria che portava un profumo buonissimo, un profumo che Strawberry riconobbe all'istante...
-Kisshu, puoi entrare!- 
Cannella...
Il ragazzo, era senza divisa scolastica il che lo rendeva ancora più appariscente, insieme ai suoi capelli verdi e il suo sorriso tanto brillante quanto malizioso. Alzò lo sguardo e scosse leggermente i capelli. Tutta la classe rimase estasiata e senza parole.
-Prof.! ma non ha sbagliato classe...? Sembra più grande!- chiese un ragazzo dal fondo con tono acido della tipica persona invidiosa, molto probabilmente si era accorto dell'abissale differenza di charme.
-No. E' ripetente e viene dall' Europa, anche se parla adeguatamente la nostra lingua...- Precisò il professore aggiustandosi nuovamente gli occhiali.
Poi d'un tratto Kisshu rivolse uno sguardo a Strawberry, che arrossì sotto lo sguardo curioso di tutti i suoi compagni. 
-Presentazioni fatte... ora accomodati accanto a Momomiya...- 
§ No! Non accanto a me!! Cavolo che vergogna!! § non poteva di certo credere che il ragazzo alla quale aveva pensato per parecchi giorni, dopo averlo visto solo una volta in via sua, si sarebbe seduto proprio accanto a lei!
Tutto sommato, però, le prime due ore non le diedero particolari problemi, lui non le parlava e lei non cercava discussioni. Solo qualche volta, di tanto in tanto e per pochi secondi, sentiva il suo sguardo addosso a se.
§ Perché mi fissa??? E che cavolo ci fa qui!!?? § continuava a chiedersi lei, finché non ce la fece più e chiede di uscire.
fuori dalla terrazza all'ultimo piano, c'erano delle enormi pozzanghere grigiastre, ma aveva smesso di piovere, cercava di calmarsi, e sfruttava il vento gelido per farsi passare il rossore dalle guance. Trovò un piccolo specchio naturale nelle pozzanghere dalla quale constatò il terribile stato dei suoi capelli che cercò di sistemare riavvolgendoli nei nastri rossi.
Quando ebbe finito guardò meglio la figura nell'acqua... non c'era solo lei. Si voltò di scatto spaventata e in meno di un secondo sentì nascere un forte caldo all'interno del suo petto... delle labbra erano appoggiate alle sue e sfoggiavano in un bacio  egoista. Il vento sollecitava i suoi occhi a chiudersi, ma questi resistevano a osservare l'autore di quel gesto...
§ Kisshu...! §
 
Ciaoo a tutti!! Scusate se posto a quest'ora, ma ho avuto dei problemi con lo studio... ringrazio tantissimo tutti quelli che hanno recensito, e mi raccomando non vi fermate!! in oltre mi scuso per la conclusione di questo capitolo un po' lasciva, ma non sapevo proprio come terminarlo... alla prossima!! P.S. E' anche parecchio corta... ma penso di rifarmi con la prossima ciao :)<3
ichigo_sakura

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Capitolo 4
*** voci... ***


§ Kisshu...? § 
Strawberry era sconcertata. Non se lo sarebbe mai aspettato. Il bacio continuava a travolgerla, e la lingua di Kisshu si faceva largo nella sua bocca in quello che era diventato… il miglior bacio che avesse mai dato. Con Mark, ogni bacio datogli sembrava forzato, messo in quel punto per riempire gli scomodi spazi vuoti.
Ad un tratto, però, Strawberry sentì che qualcosa le bagnava il viso: la pioggia aveva ricominciato a scendere.
Fu sia un bene, che un male, contemporaneamente.
Un bene perché la fece ritornare in se, uscire da quello stato d’ipnosi che l’appiccicava inesorabilmente al corpo muscoloso e caldo di Kisshu.
Un male perché, Strawberry ancora non lo sapeva, non troppo tardi se ne sarebbe pentita.
Ad ogni modo la rossa, che anche se non sembra è molto forte, diede uno spintone al ragazzo che quasi non cadde indietro, ma non era sorpreso, aveva la faccia di uno che guarda un film già visto decine e decine di volte. Di questo però, la nostra protagonista non si accorse e subito di seguito gli tirò un fortissimo calcio laterale che però, Kisshu, come se nulla fosse, evitò con un lungo balzo all’indietro.
-Mancato!- disse lui con un sorriso malizioso dipinto sul volto, desideroso di un altro assaggio di quello che aveva appena avuto.
§ Ma come ha fatto? § si chiese Strawberry. Una persona comune, e questo lei lo aveva già sperimentato, non l’avrebbe mai evitato a quel modo!
-Ma si può sapere perché l’hai fatto?!- Strawberry aveva lasciato da parte quasi tutto l’imbarazzo ma nella sua testa rimanevano ancora quelle sensazioni provate durante il bacio e sapeva che sarebbe stato difficile dimenticarle.
-Volevo solamente recuperare il tempo perso, micetta!- disse lui passandosi il pollice destro sulle labbra con scaltrezza.
§ “Recuperare il tempo perso” ? § Strawberry non capiva, e quando non capiva, o era confusa, di solito cercava di correre via, e così fece. Dopotutto erano passati diversi minuti da quando era uscita, si sarebbero preoccupati tutti se fosse stata fuori oltre.
 
Nel frattempo Kisshu era rimasto sulla terrazza a fissare il cielo piangente. Si faceva baciare dolcemente da quelle gocce d’acqua che cadevano copiose sulla terra.
-Accidenti… non avrei mai voluto ripetere questa fase…- Sbuffo, anche se non del tutto pentito di quel gesto. –Non importa… ormai è fatt... - fu interrotto da una voce più matura e profonda.
-Hahahah!!!- rise in modo quasi forzato la voce – Ecco qui il nostro “Romeo”! cos’è ti eri stufato di fare il galantuomo e sei passato all’azione…? Fa tanto vecchi tempi!-
Kisshu aggrottò le sopracciglia, in un’espressione davvero irritata.
-Anche se fosse?!- sibilò lui.
-Ricordati che non hai molto tempo!- aggiunse una voce squillante e infantile, ridacchiando.
-Si, lo so! Ma voi ricordatevi di aver promesso che non avreste interferito, quindi andatevene!- e come chiesto le due presenze scomparvero immediatamente.
Kisshu a passi lenti e sconsolati cercò di tornare in classe preparandosi a sfoggiare davanti a tutta l’altra gente un altro dei suoi sorrisi falsi… anche se…

 
Ciaoo a tuttii!! Ringrazio come al solito tutti quelli che seguono la mia storia! Ne sono davvero felice! Che altro dire, recensite che voglio sapere cosa ne pensate!!!!
Ichigo_sakura <3
P.S. avevo intenzione di caricare dei disegni che avevo fatto io sulla storia… ma non so come e se si può fare… nel caso qualcuno lo sapesse me lo potrebbe spiegare? Grazie ☺

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Capitolo 5
*** sesto senso... ***


Era ormai da qualche tempo che Strawberry era rientrata in classe, ma Kisshu, ancora non si vedeva.
§ Avrà deciso di saltare le ultime ore…? § pensò lei.
Così fu. Non lo vide più nessuno durante la giornata scolastica.
Come al solito Strawberry fece metà della strada di ritorno a casa con Mina e Lory fino all’incrocio, dove lasciò che le amiche prendessero la metro lasciando lei sola. In quel momento ebbe un orribile presentimento.
Ogni passo che faceva, ogni volta che respirava, si sentiva controllata, osservata… pedinata.
Non si sa il perché, ma fin dalla più tenera età, Strawberry, aveva sviluppato i cinque sensi in maniera straordinaria, più un sesto senso che mi piace definire quello: “Dei brutti presentimenti”… e ora si era attivato. Accelerò il passo, mancava ormai poco a casa, non si doveva preoccupare, Tokyo non era certo un paesino sperduto, quindi nessuno avrebbe potuto farle del male con anche solo una decina di testimoni accanto a lei.
Eppure, anche con quel pensiero fisso in testa, non riusciva proprio a tranquillizzarsi.
Doveva solamente girare l’angolo e poi si sarebbe trovata di fronte casa! Girò un secondo la testa per vedere se qualcuno la seguiva, ma fu ciò che c’era davanti a lei a sorprenderla.
-Kisshu! Ma allora eri tu!!- chiese lei ansimante per lo spavento, quasi contenta di vedere il volto amico del ragazzo che la stava reggendo, anzi, sorreggendo perché le gambe della rossa tremavano troppo forte e lui se n’era accorto.
-Cosa intendi scusa?- chiese lui aggrottando le sopracciglia
-N…no tranquillo… niente- Dopo qualche secondo si riprese totalmente dallo scombussolamento, anche grazie alla presenza di Kisshu, si rialzò cercando si reggersi da sola su due gambe e realizzo, infine, di essere ancora arrabbiata con lui. –Cosa ci fai qui?- chiese lei in tono schietto e coinciso. 
§ Potrebbe essere stato lui a seguirmi… no… § pensò la ragazza scuotendo impercettibilmente la testa. § Ma non lo devo neppure escludere così su due piedi! § decise lei.
-Io…- cominciò lui, con poca sicurezza, il che era strano considerato il soggetto. –…volevo scusarmi, così ho saltato le ultime ore per venire direttamente qui a casa tua e chiarirmi…- Aveva cambiato completamente espressione, assumendone una più… dolce, dannatamente dolce… irresistibile a tal punto che Strawberry non riuscì a fare a meno di intenerirsi e addolcire lo sguardo di rimando.
-Okay, ti perdono… non importa- sorrise lei.
§ No, non può essere lui, ad avermi seguita! Considerato che era qui già da molto prima! § si convinse lei sollevata.
Lui semplicemente sorrise mostrando i denti aguzzi, riprendendo la solita espressione furbetta e al contempo incredibilmente sexy che aveva sempre.
-Ora devo entrare a casa… o mio padre… ecco… stressa.- conoscendolo il, padre di lei, appena tornata le avrebbe fatto il terzo grado… era un tipetto assai geloso.
-Okay…- sorrise lui e lasciò il tempo alla rossa di sistemarsi i vestiti e i capelli tutti in disordine. –Ci si vede domani a scuola, micetta!- aggiunse appena prima che avesse varcato la soglia.
-Si…- disse -… ci conto…- aggiunse poi, a bassa voce, quando la porta era già quasi chiusa, facendo in modo che Kisshu non potesse sentirla… anche se un poco, in cuor suo ci sperava.
Kisshu s’allontano di qualche passo, non prima di aver rivolto qualche altro sguardo alla finestra che dava nella cucina sperando di vederla, ma nulla. Poi sussurrò mettendosi una mano a scompigliare i capelli.
-Come posso fare?-
 
 
ciao ciao! Sono contenta che la mia storia stia piacendo tanto, mi raccomando continuate a recensire, che mi fa tanto piacere! Mi dispiace di questo capitolo un po’ inconcludente, ma assieme al prossimo assumerà significato per intensificare la storia d’amore dei nostri due piccioncini! Ciao a tutti!
Ichigo_sakura <3
P. S. la domanda del capitolo precedente è ancora valida per chi ne sapesse la risposta, grazie !

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Capitolo 6
*** Stalker... ***


Ormai Strawberry non sapeva più come spiegarselo.
Erano passati un paio di giorni, che a lei erano sembrati i più felici della sua vita: no pensava più a Mark, nonostante fosse sottoposta quotidianamente alla di vederlo circondato da tutte le ragazze più carine della scuola, ma appunto, a parte quello tutto filava liscio come l’olio. Oltretutto aveva le costanti attenzioni di un ragazzo premuroso, simpatico, sexy… terribilmente sexy e un po’ malizioso, il che non sempre guasta, come proprio in questo caso, senza contare che quando voleva era capace di sciogliere il cuore con un solo sguardo dolce…
(mi sembra che non ci sia bisogni di specificare il nome J )
Solo una cosa non quadrava.
Era dal giorno del bacio che si sentiva pedinata, e ormai non sapeva più dove andare a parare: aveva escluso Kisshu, le sue amiche non le contava neppure, in un momento di disperazione, aveva persino ipotizzato che potesse essere Mark, ma poi le si levò subito dalla mente quello stupido pensiero, un gesto del genere da parte sua sarebbe stato improbabile, se non del tutto impossibile.
Quella però era una splendida domenica mattina, soleggiata ma fredda. Strawberry non l’avrebbe di certo sprecata così mugugnando sopra di quello che non era altro che un presentimento infondato. Decise, quindi, di fare una passeggiata per i pressi del parco Inohara, anche se andarci in quel preciso periodo dell’anno, non era per nulla il massimo, per via dei ciliegi: d’estate così ricchi di vita, mentre ora spogli e freddi.
Si vestì tutta pesante, con un paio di jeans larghi, una maglietta gialla con sopra una felpa blu col pelo e sulla testa, per finire, una berrettina nera con tanto di orecchie da gattina che le appiattivano leggermente i capelli rossi.
Uscendo di casa salutò sua mamma e suo papà, che a loro volta la salutarono e le augurarono una buona passeggiata.
Fuori di casa, appena chiusa la porta, la prima cosa che fece fu prendere un’enorme boccata d’aria e ributtarla fuori assieme ad una densa nuvoletta di vapore acqueo.
§ Se cammino un po’ di sicuro mi tranquillizzo § pensò, e così fece. Iniziò a camminare verso la stazione, dove prese il primo diretto per i pressi dell’immenso parco. Una volta arrivata notò che il parco era deserto. I ciliegi non avevano più nemmeno una foglia, il panorama era triste e incantevole in una maniera inverosimile: Sembrava di stare in uno di quei boschi incantati delle fiabe.
La rossa decise di mettersi a sedere ai piedi del più grande e maestoso tra gli alberi, e guardando il celo con quelle poche nuvole che si muovevano svogliatamente su un manto celeste, le venne all’improvviso un attacco di sonno alla quale cedette immediatamente.
 
Buio. Poi, in lontananza una luce.
Qualcuno dalle mani calde le sfiorava i capelli sulla frangia per poi passare ad accarezzarle le labbra con la stessa mano… Mark?
No… aveva gli occhi d’oro…
-Ma tu sei…!- la figura si fece soffusa, fono a scomparire esattamente com’era apparsa…
 
Una raffica di vento gelido la svegliò riportandola alla realtà.
Ancora non era completamente sveglia, e la vista si doveva riabituare alla luce intensa del sole, ma di una cosa era certa, al suo risveglio, una figura si era nascosta dietro all’albero di fronte a lei. Ne era certa, era la persona che la seguiva.
-Ti ho visto!- fece lei mentre si rialzava e assumeva un’espressione seria –Non ti nascondere! Vieni fuori!- urlò verso l’albero con voce decisa.
La figura uscì dal suo nascondiglio.
Era un ragazzo magro impiccato, con lunghe ciocche di capelli neri che gli cascavano sulla fronte e davanti agli occhi. Strawberry lo riconobbe come un compagno di Kendo di Mark… un piuttosto forte, ma che non aveva mai avuto speranze contro il suo ex fidanzato.
-Sai…- iniziò lui –Ti vedevo spesso agli allenamenti, che aspettavi Mark…- disse con le mani dietro la schiena e lo sguardo rivolto verso il basso.
§ Ma dove vuole arrivare questo qui? § si chiese Strawberry.
-Fin da quei tempi mi piacevi…- allora lei capì, e con queste esatte parole lo rifiutò.
-Ecco… io ti ringrazio, ma non mi piaci… quindi me ne vado… ciao!- non fece in tempo  a muovere un solo passo che gli occhi del ragazzo diventarono di ghiaccio da dietro la schiena tirò fuori un coltellaccio da cucina e iniziò a farneticare frasi senza senso del genere: “no…! Perché… tu sei…devi essere mia!”
-Tu sei pazzo!- urlò Strawberry capendo che la situazione era sfuggita al suo controllo.
Il ragazzo corse verso di lei urlando come un forsennato. Lei cercò di fare un passo indietro, ma realizzò di essere in trappola trovando sul suo cammino le radici e il tronco dell’albero che aveva scelto lei prima.
§ Sono spacciata! § pensò la rossa accovacciandosi di riflesso a terra con le braccia a coprirle la testa e le gambe premute contro il petto, aspettando e aspettando un colpò dolorosissimo che, per sua sfacciata fortuna, non arrivò.
Quando riaprì gli occhi, il ragazzo era in ginocchio che soffocava imprecazioni e urla di dolore, il suo braccio armato era girato dietro la schiena, tenuto da qualcuno, per lo shock Strawberry ci mise un po’ a realizzare chi era…
-K…Kisshu!!- urlò lei cecando di trattenere le lacrime che le bruciavano gli occhi.
Kisshu aveva lasciato andare il ragazzo dai capelli neri in quale se ne era scappato via con la così detta: “coda tra le gambe”
-Tutto bene piccola?- Strawberry non riusciva a parlare, le parole le bruciavano troppo nel petto, aveva davvero temuto di morire quella volta. L’unica parola che riusciva a pronunciare, che le dava sollievo come una brocca d’acqua dopo due settimane passate senza bere, era il suo nome, il nome di quell’angelo dalle ali verdi e gli occhi oro, che prontamente, tutte le volte, appariva per aiutarla.
-Kisshu!!!- si buttò tra le sue braccia e pianse, come non aveva mai fatto prima d’ora, inizialmente per la paura e poi per la gioia di trovarsi tra le sue braccia…
 
 
ciaoo a tutti!!!! Mi auguro di non avervi delusi con questo capitolo! Ho visto tutte le ipotesi che avevate fatto sul fatto che potesse essere Ryan, e invece è saltato fuori un personaggio tutto inventato di sana pianta! Ma c’è un motivo se faccio tutto questo, che ovviamente scoprirete seguendomi :P
un bacio a tutti
ichigo_sakura <3
P.S. Recensitee!!

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Capitolo 7
*** Mi perdoni...? ***


I giorni passavano.
Kisshu e Strawberry, non si sa come, avevano iniziato a frequentarsi, uscivano assieme in comitiva, andavano in centro, al cinema, e mano a mano i due avevano cominciato a legarsi sempre di più.
Strawberry si sentiva protetta vicino a lui, come se in fondo, fosse l’unica cosa di cui avesse bisogno. Per Kisshu, invece, dopo quello che era successo sentiva di doversi occupare di lei, tenerla d’occhio, curarla e proteggerla. On avrebbe mai pensato che qualcuno potesse volerle fare del male… ne era rimasto direi “turbato”.
§ Allora forse la storia potrebbe…? § si chiese lui inarcando leggermente le sopracciglia prima di essere interrotto da Strawberry.
-Allora va bene per oggi pomeriggio?- chiese lei, con il sorriso dipinto sul volto, a Kisshu e dei suoi compagni.
-Certo!- risposero Mimì e Megan in coro voltandosi verso la porta per entrare in classe.
-E tu…Kisshu?- chiese lei timidamente senza guardarlo direttamente in volto.
Quel pomeriggio avevano organizzato un’uscita al museo degli animali in via d’estinzione… lui non poteva certamente mancare… (Questa è una frase da prendere un po’ così per il momento… ma voi immaginatevela con un velo di mistero :P )
-Ci sarò di sicuro!- rispose prontamente lui sfoderando uno dei suoi soliti sorrisetti brillanti e maliziosi.
Le ore a scuola passavano lente e strazianti, soprattutto per Kisshu, che ogni giorno che passava diventava sempre più nervoso, anche se lo nascondeva bene.
Quando suonò l’ultima campanella la nostra protagonista fu costretta a ripulire l’aula e a riportare gli strumenti usati nell’ora di scienze nel laboratorio. Tutto questo le impiegò, in realtà, non più di mezz’ora, ma tra una cosa e l’altra Strawberry sentì il bisogno di prendere un boccata d’aria e si recò sulla terrazza dove Kisshu le aveva rubato quel bacio e lei si fermò un secondo a rimuginare sul se fosse una cosa positiva o negativa giocherellando nervosamente col campanello. Decise infine che non aveva tutta quella importanza, il solo pensiero le faceva affluire il sangue alle guance, facendola diventare rossa, e di cero non voleva.
S’appoggiò alla ringhiera e con aria assente si faceva coccolare dalla leggera brezza che le smuoveva i capelli.
Dopo qualche minuto, quando si era finalmente decisa a rientrare, una voce troppo conosciuta la chiamò.
-Strawberry! Cosa ci fai qui?- chiese accennando un lieve sorriso come se fosse sollevato.
-Mark!- esclamò lei, ma senza particolare sorpresa, in fondo non era strano trovarlo a quell’ora ancora a scuola, per via degli allenamenti, ed era ancora meno strano trovarlo li, su quell’enorme terrazza. Era li che spesso si davano appuntamento tra una lezione e l’altra, in che fece riaffiorare alla mente di lei un mare di bei ricordi, ora, però, sfocati.
Mark capendo che Strawberry non avrebbe risposto alla sua precedente domanda proseguì col discorso che si sera preparato (no che l’avesse scritto e poi studiato, ma nel senso che aveva pensato a cosa dirle non appena si fosse presentata l’occasione) .
-Mi dispiace per quello che è successo con Miroka- (il compagno di Kendo del capitolo precedente) –Avevo intuito che aveva qualche interesse nei tuoi confronti, ma mai avrei pensato che potesse arrivare a tanto!- disse sinceramente.
Mosse qualche passo verso Strawberry, con cautela però, come se stesse avvicinando un gattino che sarebbe potuto scappare da un momento all’altro.
-Si… mi sono spaventata, ma per fortuna è intervenuto Kisshu- disse lei abbassando lo sguardo e avviandosi verso la porta –Ci si vede in giro…- aggiunse quando stava per varcare l’ingresso. Mark  però la fermò trattenendola per un braccio.
-No! Aspetta…- disse lui costringendola a voltarsi verso di lui. –Io… volevo chiederti perdono… sono stato uno sciocco, senza di te… nulla ha più significato!- disse lui addolcendo lo sguardo.
Strawberry per un secondo si fece ipnotizzare da quegli occhi così profondi, ma in un secondo momento sentì crescere un fuoco dentro di lei, doloroso e potente chiamato: “ira”.
-Perdono?!- chiese lei con un leggero fondo di sarcasmo –Come potrei mai perdonarti? Mi hai lasciato senza alcuna spiegazione: il giorno prima mi dici “ti amo” e il giorno dopo mi abbandoni così senza neppure un perché! E ora come ora, non mi pare che la tua vita avesse così poco significato quando eri circondato da tutte quelle belle ragazze!- dovette fare una pausa per riprendere fiato.
Gli occhi di Mark si sbarrarono e lasciò la presa, era sinceramente ferito da quelle parole vere. Strawberry se ne accorse, ma non si sentì in colpa, al contrario, si sentiva piacevolmente sollevata.
-Hai ragione…- iniziò lui guardandola fissa nei suoi grandi occhi marrone chiaro –Non avevo nessuna motivazione per lasciarti… è appunto per questo motivo che ti sto chiedendo se vuoi rimetterti con…-
-Perché?!- gli chiese lei allontanandosi di qualche passo da li, le lacrime iniziarono a scendere, era troppo doloroso, ancora non era pronta a tenere un normale discorso con lui… perché voleva rimettersi con lei dopo averla ferita a quel modo? –Perché mai dovrei fidarmi di te?! Se mi hai già lasciata senza un motivo… allora non esiteresti un secondo a lasciarmi se ne trovassi uno , per quanto futile e infondato!- cercò di uscire dalla porta, ma sentì di dovergli dire qualcos’altro, delle parole che gli vennero… spontanee –Io non ti amo più, non venirmi mai più a cercare- disse tranquilla con tono piatto, prima di correre via e scoppiare a piangere, ora i suoi occhi piangevano, ma il suo cuore era finalmente felice e leggero…
 
 
Allora!? Ciao! Cosa ne pensate di questo capitolo?? La questione di Mark mi era rimasta un po’ sullo stomaco… non mi sembrava conclusa, così ora sono felice! ☺ Mi auguro che vi sia piaciuto pure a voi <3 
ringrazio tutte quelle che costantemente recensiscono capitolo dopo capitolo, e anche quelle che si limitano a leggere, vi ringrazio, anche se mi piacerebbe sapere il parere un po’ di tutti <3
Un bacio enorme!
Ichigo_sakura
P.S. Critiche e consigli sono sempre ben accetti :)

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Capitolo 8
*** regalo... ***


Neppure se ne rese conto, ma era corsa dritta verso il luogo dell’appuntamento, perfino in perfetto orario, cosa che in realtà non succedeva spesso.
Visto che ancora non era arrivato nessuno, sapendo perfettamente delle sue condizioni, decise di cercare un bagno pubblico dove potesse sistemarsi. Quando si affacciò allo specchio aveva gli occhi rossi e gonfi per il troppo piangere e i capelli tutti disordinati. Uscì dopo circa un paio di minuti, ancora non era del tutto apposto, ma non le importava più di tanto, rivolse un ultimo sguardo al campanello che aveva al collo. Lo tolse. In realtà il suo istinto le diceva che avrebbe dovuto buttarlo… sbarazzarsene, ma lo tenne in tasca, certo, non l’avrebbe mai più messo, il ricordo l’avrebbe uccisa. Successivamente l’avrebbe chiuso in un portagioie tutto dedicato a lui, i ricordi, belli o brutti che siano non dovrebbero mai essere cestinati.
Uscì fuori e si diresse nuovamente al luogo dell’incontro finché non le suonò il telefono. Era un messaggio:
 
“Abbiamo avuto un contrattempo all’ultimo secondo, ci dispiace ma non potremmo venire oggi.    Mimì & Megan”
 
Sbuffo… ma in fondo non importava, con loro sarebbe uscita un’altra volta, rimase ancora qualche minuto ad aspettare che arrivassero gli altri.
Erano in ritardo.
Iniziò a girarsi un po’ delusa, nessuno era arrivato. Ad un certo punto però si sentì strattonata indietro in mezzo alla calca. Era ancora leggermente scossa dall’avvenimento con lo stalker, così si agitò e girandosi cercò di sfoderare uno dei suoi pugni più potenti, che purtroppo fece centro.
-Haaa!- urlò Kisshu massaggiandosi la guancia rossa –Ma che cavolo Strawberry! Sei diventata matta??-
-Oddio!!!!- s’inginocchiò vicino al ragazzo, che era caduto a terra per il violento impatto, cercando di aiutarlo a rialzarsi con una mano e con l’altra gli accarezzò la guancia.
Kisshu alzò lo sguardo, colpito da quel gesto come il precedente pugno, solo che quello era molto più piacevole.
-Mi dispiace…- cominciò la ragazza abbassando lo sguardo, imbarazzata dai loro volti, nuovamente, così vicini. –Non volevo, perdonami…! Io credevo…-
-Ha… - iniziò lui piegando un po’ la testa all’indietro, finché non scoppiò in una fragorosa risata – E’ ufficiale, dobbiamo smetterla di incontrarci in questo genere di situazioni!- concluse smorzando la risata a metà.
-Pff…!- sorrise lei – Hai ragione!-
Si rialzarono entrambi, e, senza neppure accorgersene cominciarono a camminare.
-Aspetta…! Gli altri dove sono?-in teoria quella uscita era nata come “uscita di gruppo” e invece…
-Kai (personaggio completamente inventato :p) si è sentito male così gli altri due l’hanno accompagnato a casa…-
…Erano rimasti solo loro due…
-E tu, perché sei venuto ugualmente?- chiese lei.
-Io volevo avvisarti… insomma… non avrei potuto darti buca così…- Kisshu si passava una mano nervosamente nei capelli verdi.
-Guarda che ho un telefono…- sorrise lei –Mi potevi chiamare!- fece un’espressione del tipo: “come sei scemo!”
-Ma… io…_ fece un breve pausa e poi sfoderò un sorrisetto malizioso dei suoi –Volevo stare con te!- disse infine cingendo con un braccio le spalle di Strawberry e stringendola a se, facendola arrossire di colpo.
Era imbarazzatissima, ma non si allontanò, rimase lì protetta da quelle calde braccia.
Fu Kisshu, dopo qualche, minuto a staccarsi da lei quando furono nei pressi della mostra. Fecero il biglietto e iniziarono a girare, a guardare tutti gli animali presenti, alcuni erano davvero straordinari, ma un in particolare le fece notare Kisshu…
Il Gatto Selvatico di Iriomote… un gatto estremamente bello, elegante e dallo sguardo magnetico.       
-Non è bellissimo?- chiese Kisshu con tono… come dire… quasi speranzoso…
-Si… è davvero bello!- Strawberry cercava di capire cosa di quel semplice gattino l’attirasse tanto… ma non ci riusciva, un blocco… qualcosa, glielo impediva.
 
Nelle due ore che seguirono guardarono tanti altri animali: il Lorichetto blu, la Neofocena, la Scimmia Leonina, il Lupo Grigio e tantissimi altri… quando si fece tardi andarono a mangiare in una pizzeria ed infine, quando arrivò l’ora per Strawberry di tornare a casa, Kisshu si offrì di accompagnarla.
§ Che bella giornata! § pensava lei mentre si incamminavano § Kisshu è simpatico, intelligente e bellissimo! È proprio bello stare con lui! § poi, quando si rese conto di ciò che aveva appena pensato diventò tutta rossa… come sempre.
-Hei, micetta…! Hai freddo?- ciese lui vedendola arrossire e un po’ ingenuamente pensò che fosse dovuto al freddo.
-N…no…- inconsciamente aveva iniziato a tremare.
Non fece neppure in tempo ad accorgersene, che Kisshu le aveva poggiato sulle spalle la sua giacca di pelle rimanendo semplicemente il maglietta a maniche lunghe.
-Così congelerai…!-
-Sei proprio stupida tu!- disse lui aumentando il passo. Strawberry non capiva. –Invece di preoccuparti per gli altri come fai sempre, dovresti pensare un po’ di più a te stessa!-
Kisshu si voltò proprio difronte a lei e le diede un leggiero bacio sulla fronte…
-Forse, però se cambiassi, non mi piaceresti più di tanto!- rise.
Non sapeva se sentirsi offesa o lusingata quindi optò per la via di mezzo.
-Parla lui! Quello che non si è fatto scrupoli ad accompagnare una ragazza appena conosciuta fino a casa, a salvarle la vita e a prestarle una giacca in una serata gelida e… e tante altre cose, nel giro di un mese!- disse lei con tono scherzoso, ma Kisshu la prese seriamente e si avvicinò di nuovo al suo volto e con voce sensuale le sussurrò delle parole.
-Non l’avrei fatto per chiunque…-
Non fece in tempo ad indietreggiare che Kisshu la precedette.
-Ho una cosuccia per te micetta!- disse frugando nelle tasche dei pantaloni, dalla quale estrasse un pacchettino rosso.
-Ma che è?- chiese lei sorpresa e un po’ curiosa osservando da vicino la scatola rosso vermiglio.
Lui non le rispose, si limitò ad aprire la scatoletta.
La prima cosa che attrasse Strawberry fu un girocollo rosa shocking con del pelo color magenta nella parte superiore e inferiore, ma poi attirò la sua attenzione il vero contenuto, cioè quello che era attaccato al collarino. Un ciondolo.
 
Ciaoo! Allora… non so proprio che dire… se non che mi scuso di aver aggiornato solo ora… è che ho avuto un mucchi di cose da fare prima... <3 e poi, come al solito, RINGRAZIO TUTTI QUELLI CHE MI SEGUONO, RECENSISCONO ecc… grazie davvero di cuore!
Che dire poi…? Continuate a seguirmi!
Ichigo_sakura <3
 
 
 

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Capitolo 9
*** ricordi... ***


La forma era ovale e di colore giallo, al centro c’era inciso un simbolo in rosa: sopra il contorno di un cuore, ma non chiuso alle due estremità, sotto di questo uno più piccolo, ma tutto colorato di rosa ed infine ancora sottostanti due lineette da ambo i lati (scusate la descrizione scadente, ma è difficile da fare! Per chi non l’avesse capito, e mi auguro non siate in molti, è il ciondolo delle Mew Mew :P).
Strawberry non capiva. Quel ciondolo era così strano, era sicura di non averlo mai visto da nessuna parte, altrimenti un gingillo così particolare, se lo sarebbe di sicuro ricordato… allora perché le sembrava così familiare?
Lo prese tra le mani, non prima di aver rivolto un sguardo a Kisshu a mo’ di permesso, e lui annuì. Lo studiò da vicino, nonostante fosse di dimensioni piuttosto grandi non pesava affatto, ma dalla fattura si poteva capire che non era una cosa di poco valore.
Era sicura che quel ciondolo avesse un significato… ma cosa accidenti poteva voler dire?!
Stava andando in panico, c’era qualcosa che le premeva dolorosamente sulle tempie, un pensiero che però non riaffiorava…
-Allora?- la domanda di Kisshu inizialmente poteva sembrare una sostituzione di: “ti piace?” , ma c’era qualcosa di più, Kisshu si aspettava qualcosa di più, una rivelazione, o una conferma… ma nulla di tutto questo arrivò.
-Io…- Strawberry era titubante, le faceva male la testa e iniziava a sentire un caldo febbricitante percorrerle tutto il corpo, finché non riuscì più a reggersi sulle gambe e si lasciò svenire senza più opporre resistenza.
Kisshu la prese al volo, richiuse il medaglione nella scatoletta con la mano sinistra, mentre con la destra evitava che la testa di Strawberry toccasse terra.
Finito di trafficare con la collana prese la rossa con il braccio in precedenza occupato, e le cinse le gambe, sollevandola proprio come fosse una principessa.
§ Non avrei dovuto darle così tante informazioni tutte assieme.. § pensò lui iniziando a muovere i primi passi verso l’ingresso della casa alla quale non mancava poi molto § D’altro canto, il mio tempo sta per scadere… e se questo dovesse succedere io… haaa!!! Non ci devo neanche pensare! Basta! § si impose alla fine.
 
Kisshu dopo aver riaccompagnato Strawberry e, accertatosi che stesse bene, se ne andò.
-Allora… sei proprio agli sgoccioli!- le due voci erano tornate.
-Hahaha!- rise la voce più infantile –Sei proprio ridicolo!-
-Pai, Tart!- urlò Kisshu contro le due figure di fronte a lui –Andatevene via, avete promesso di non intromettervi!- gli ricordò lui tenendo i pugni stretti.
-Noi non ci stiamo intromettendo…- iniziò il ragazzo più grande con i capelli violacei, Pai –Ti ricordo che sei stato tu, a ficcarci tutti e tre in questo casino!-
-Giusto!- confermò il più piccolo, Tart.
-Lo so! È inutile che me lo ricordiate ogni volta, dannazione!- ormai era proprio uscito di se.
-Senti fratellino…- cominciò Pai riferendosi a Kisshu –Non importa, non riuscirai entro il venticinque dicembre! È troppo poco tempo, noi potremm…-
-No! Non voglio che usiate trucchetti con lei, deve ricordare nel modo più normale possibile!-
-Ok, allora ce ne andiamo, ma se sarò costretto a tornare là a causa tua, giuro che ti ammazzo!- Pai sfoderò uno dei suoi sguardi più terribili, e lo rivolse a Kisshu, col supporto del fratellino.
Infine, si dileguarono in silenzio.
-Dannazione Strawberry… ricordati di me!- sussurrò Kisshu guardando verso il cielo stellato e immaginando il volto gentile e un po’ ingenuo della sua micetta.
 
Il giorno dopo Strawberry si svegliò tra le candide coperte della sua cameretta.
Le girava ancora un po’ la testa, ma sopportava.
Sentì un brivido gelido percorrerle la schiena. La finestra era aperta…
 
Ciaoo a tutti! Scusatemi se questo capitolo è un po’ più corto, in origine volevo farlo più lungo ma ho mal di testa e stare davanti al computer non aiuta, quindi scusate anche eventuali errori J! Un grazie a tutti come sempre per che segue e recensisce, e mi raccomando continuate a farlo!!
Bacio <3
Ichigo_sakura
 
 

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Capitolo 10
*** piccolo aiuto... ***


La sera prima, dopo la discussione tra Kisshu, Pai e Tart.
 
 
-Lasciamo fare a Kisshu quello che vuole…- disse Pai, allontanandosi dalla casa della rissa, con Tart affianco a se.
 
-Già! Quello lì è proprio un testardo! Se si fosse fatto aiutare da noi a quest’ora la vecchia (Strawberry) si ricorderebbe tutto!-disse Tart nervosamente calciando un sassolino sull’asfalto ripetutamente.
 
-Hai ragione… ma…- iniziò il fratello più grande fermandosi un secondo a riflettere.
 
-Ma…?- Tart si girò a guardare il fratello con un sorriso furbetto stampato sulle labbra, capendo che il fratello aveva intenzione di passare, finalmente, all’azione.
 
-Ma, ciò non significa che non possiamo intervenire senza rompere la promessa fatta a Kisshu!- sorrise Pai portandosi un dito alla tempia e picchiettandoselo.
 
-Che…?- chiese il fratellino senza aver capito –Come possiam…?-
 
-Ragiona Tart!- lo interruppe Pai riprendendo a camminare nel buio della notte –In questo tempo, il progetto Mew non esiste, giusto?-
Tart annui continuando a non capire.
 
-Ciò non significa che non esiste la Mew Acqua però, che ha grandi poteri curativi e risanatori, non solo fisici ma anche mentali!- terminò il fratello.
 
-Haaa!- s’illuminò il fratellino –No. Scherzo. Non ha capito un accidente!- disse Tart portandosi le mani alla testa e scompigliandosi i capelli.
 
-Oddio che scemo!- prese il fratello per un orecchio e glielo tirò –In questa vita tutte le Mew Mew si incontrate, anche se non hanno i poteri e non si sa bene come si siano conosciute.- fece una breve pausa per far assimilare le notizie a Tart –Queste sono collegate tra di loro, perciò, da un fortissimo legame.-
 
-Ah-ah…- annuì Tart seguendo il gesticolare di Pai.
 
-Se troviamo la Mew Acqua, la potremmo innestare in una qualsiasi delle Mew Mew, c’è una sottile probabilità, del venti percento circa, che tutte le Mew ne risentano degli effetti, senza dunque toccare Strawberry, così non avremo infranto il patto e noi saremo salvi!- concluse Pai lasciando finalmente l’orecchio del fratellino.
 
-Okay, ho capito… ma ora siamo nulla più che semplici esseri umani, come facciamo a trovare la preziosa Acqua?-
 
-Con questo!- Estrasse dalla tasca un piccolo oggettino e lo mostrò a tart il quale sollevò teatralmente le sopracciglia.
 
-Ma questo è il ciondolo Mew!- esclamò –Come fai ad averlo?-
 
-Era di Lory…- lo sguardo sempre impassibile del fratello s’addolcì un po’ –Glielo presi prima che fossimo spediti in quel posto- riprese subito la sua normale espressione –Questo gioiello ha uno speciale meccanismo che riconosce la Mew Acqua e reagisce ad essa.- concluse Pai rimettendosi il ciondolo nella tasca della giacca.
 
-Bene-bene!- Tart iniziò a correre felice, poi frenò di colpo –A chi la iniettiamo però?-
 
-Beh…- disse Pai avvicinandosi nuovamente al fratello e mettendogli una mano sulla spalla gli disse –A questo ci pensi tu!-
 
 
 
ciaoo a tutti!
Questo è il prossimo sono capitoli che non interferiranno con la storia principale di KisshuxIchigo, ma spiegheranno un po’ la situazione incasinata, quindi prendeteli così come sono J.
E mi raccomando, recensite!!!
Ichigo_sakura <3

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Capitolo 11
*** verità svelata...! ***


Per questa volta il commento lo metto all’inizio, innanzi  tutto scusandomi dell’orario, e in secondo luogo augurandovi buona lettura!
Recensite!!
Ichigo_sakura<3
 
Al contrario di ogni previsione trovarono quasi immediatamente l’acqua Mew, perché si trovava esattamente nei posti della vita precedente, quando per la prima volta furono le Mew Mew a trovarla. Ora non restava altro da fare se non innestarla direttamente nel corpo di un’ex Mew.
Tart camminava nervosamente con in mano una piccola boccetta di cristallo contenete la Mew Acqua. Si dirigeva verso la casa dell’unica Mew che conosceva bene: Paddy.
Mentre Pai sarebbe andato a sorvegliare Lory così da constatare in breve tempo se il loro esperimento aveva funzionato.
Tart si trovò davanti ad una grande casa completamente in stile tradizionale. Bussò alla porta. Si sentì un forte “Crash!” di qualcosa che si era rotto e il pianto di un bambino. Dopo qualche secondo una bambina, sui dieci anni con la faccia allegra e sorridente, gli aprì la porta con una mano, mentre con l’altra teneva in braccio un bimbo piccolissimo che singhiozzava e con un ginocchio sanguinante.
§ Allora… anche in questa vita, la madre di Paddy non c’è più… ed è lei a occuparsi di tutto! § il viso di Tart s’addolcì per un secondo per poi tornare immediatamente al suo solito sogghigno furbetto.
-Ciao! Ti posso aiutare?- chiese Paddy rimettendo a terra il bambino..
--Si, sei un’amica della vecchi… ehm… di Strawberry, giusto?- prese lui come scusa per entrare, ovviamente se le avesse fatto recuperare la memoria li davanti a eventuali sguardi curiosi, sarebbero stati guai ora che erano umani.
-Le è successo qualcosa?!- chiese lei lievemente allarmata.
-No, ma fammi entrare che ti spiego!- Paddy lo fece entrare, apparte i sei fratellini la casa era deserta, pur essendo abbastanza grande da contenere una cinquantina di persone. Si misero in cucina dove Tart chiuse la porta.
-Allora che cos…?- Tart la interruppe col rumoroso stappare della bottiglietta.
-Forse… ti farà un po’ male!- detto questo gli gettò addosso il liquido nella boccetta che brillò tra i capelli biondi della bambina.
All’inizio non successe nulla, e la piccola Paddy guardava incuriosita l’altrettanto piccolo Tart.
A quel punto lui tirò fuori un walkie-talkie, quasi un giocattolo e premette il pulsantino rosso.
-Pai…? Mi senti…?- chiese lui seguito da un fastidioso fruscio di sottofondo.
-Si… ha funzionato?- chiese a sua volta Pai.
-No… non…- ma fu interrotto da un urlo della bionda –Scherzavo. Ciao.- salutò di fretta Tart chiudendo bruscamente la conversazione e rimanendo a osservare Paddy basito.
Erano le sette e dieci di sera.
La piccola Paddy si teneva le mani alla testa rotolando per terra e urlando dal dolore.
I fratellini cercavano di aprire la porta avendo avvertito le urla della sorella maggiore, ma non riuscendo si misero a piangere e urlare anche loro.
-Silenzio mocciosi!- li zittì Tart con fare altezzoso e per assurdo funzionò.
Silenzio, finalmente l’aveva ottenuto. Al momento voleva dedicarsi solo a Paddy, sperando che gli effetti dell’Acqua Mew non fossero anche collaterali… non era mai successo precedentemente, ma dalle urla di lei stava iniziando a dubitarne…
-Dai Paddy! Resisti!- non sapendo come comportarsi le mise soltanto una mano sulla testa –Giuro che se ti riprendi io…- ci pensò su un secondo –ti restituisco la caramella che mi avevi dato… anzi, ti regalo tutte quelle che ho!!-
dopo qualche altro secondo, quando Tart ormai aveva iniziato ad arrendersi, non si sentì più un fiato uscire dalla bocca di Paddy… l’intera casa era avvolta nel silenzio più assoluto. Se ne stava lì, ferma immobile, con le mani sulla testa.
-P…Paddy…?- non ci fi bisogno di chiederle se stesse bene.
Tart si trovò coinvolto in un grande e caloroso abbraccio.
-Tart!!!- urlò Paddy felicissima. –Non eravate tornati sul vostro pianeta??!! Che bello, che bello!!! Sono felice che tu sia quii!!!- lo strinse così forte da quasi soffocarlo per poi lasciarlo andare.
-T…ti ricordi di me…? Come alieno intendo…- Paddy neanche lo aveva ascoltato che subito si fiondò in un’altra domanda.
-Uaaa!! Ma dove sono finite le tue orecchie appuntite??- chiese tirandogli le orecchie ormai piccoline e identiche a quelle di qualsiasi essere umano.
-Hai!- urlò lui.
§ Questo lo prendo come un “si” alla mia domanda! § pensò infine lui piantando un piede in faccia a Paddy per allontanarla.
-Hei… ma aspetta…- Fece lei guardandosi allo specchio –Non ho il segno! Quindi non sono una Mew Mew???- chiese lei alzando la frangetta.
-No… lascia che ti spieghi…-
 
 
Dopo la battaglia con Profondo Blu tutto era tornato alla normalità, se non meglio.
La Terra era rinata, gli alieni erano tornati sul loro pianeta e si accingevano a rimetterlo in sesto… Ma Kisshu s’accorgeva giorno dopo giorno, che una vita, per quanto bella sarebbe potuta essere, senza la sua micetta non aveva senso.
§ Se solo ci fosse un modo… rinuncerei a tutto! Sarei disposto a diventare un essere umano, pur di passare una vita felice con i miei fratelli e lei… soprattutto lei! Senza essere nemici, niente più guerre, m’accontenterei anche solo di starle accanto… § in quel preciso momento s’accorse che la Mew Acqua in suo possesso aveva iniziato a risplendere, quasi accecandolo.
Non si sa come… né tanto meno il perché, ma il suo desiderio era stato esaudito. Nella fredda notte del trentuno ottobre 20xx (faccio così per non specificare l’anno XD) si trovava di nuovo sulla terra, niente poteri… certo, ma ora aveva la possibilità di passare la sua vita assieme alla sua amata micetta!
Ad una sola condizione.
Entro il venticinque dicembre 20xx (Natale giusto per intenderci) avrebbe dovuto far innamorare Strawberry di lui… farsi dire le parole “ti amo!”, oltretutto lei si sarebbe dovuta ricordare della vita precedente di Kisshu, perché il “ti amo” doveva essere vero, e non dettato solo da circostanze favorevoli.
Nel caso non ci fosse riuscito lui e i suoi fratelli, che anche se in più piccola parte, ma avevano comunque desiderato di tornare dalle rispettive Mew, sarebbero stati esiliati nel Limbo (luogo di reclusione, mi pare… non ne sono sicura, ma se trovate un termine più adatto, fatemelo presente :P) per sempre…
Appena atterrati sulla terra Kisshu e i suoi fratelli strinsero un patto, secondo la quale non sarebbero dovuti intervenire, nel caso il compito si fosse presentato più duro del previsto. Promesso ciò ognuno, almeno per un po’ prese la propria strada…
 
Tart raccontò tutto questo a parole sue. Quando ebbe finito Paddy non aveva parole.
-Wow…- fu l’unica cosa che riuscì a dire.
 
 

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Capitolo 12
*** confessione...? ***


Strawberry sentì un brivido gelido percorrerle la schiena. La finestra era aperta.
§ Eppure ero sicura… L’avevo chiusa… § decise che non avrebbe avuto importanza, in fondo era una ragazza sbadata, se ne sarebbe potuta tranquillamente scordare.
Si preparò per andare a scuola con la divisa grigia, si legò i capelli in due semplici codini e uscì, non prima di aver dato un’ultima occhiata alla scatoletta rossa che giaceva sul comodino…
§ Non importa! § decise infine.
 
A scuola tutto era normale… stranamente normale, sembrava che mancasse qualcosa… un particolare che però avrebbe fatto la differenza.
Lei e Kisshu si parlavano normalmente, quasi non fosse successo nulla, la sera precedente. Ridevano e scherzavano quasi si fossero legati ancora di più e indissolubilmente. 
-Allora… come ti senti…?- chiese Kisshu accarezzandogli la testa sfoderando un sorriso brillante con in canini aguzzi ben in vista.
-Bene, ora sto bene…- disse lasciandosi coccolare da quelle lievi carezze –Mi dispiace per essere svenuta!- disse quasi se ne fosse ricordata solo in quel momento, alzando la testa di scatto imbarazzata.
-Shhh, micetta! Non m’importa, ho passato una stupenda serata… fosse per me saresti potuta svenire centinaia di volte… perché…- e qui trasformò il suo bel sorriso in uno ancora più bello con sfondo malizioso –poi sono stato ancora io a portarti a casa in braccio… proprio come fossi una sposa!- Strawberry avvampò, oltretutto si era accorta che li stavano guardando tutti in classe, anche il professore che era entrato da poco.
-Ikisatashi! Quando ti deciderai ad indossare la divisa?- chiese il prof leggermente spazientito.
Effettivamente Kisshu, non l’indossava. Portava un paio di Jeans larghi tutti strappati una felpa marrone e la giacca di pelle esattamente come quando si erano incontrati… Ma il suo volto non era lo stesso: era tirato e dimagrito, la pelle era ancora più bianca di quando si erano conosciuti, due piccole occhiaie si erano ormai formate sotto i suoi lucenti occhi ambrati, solo una cosa era rimasta la stessa, appunto i suoi bellissimi occhi, che ancora risplendevano di luce propria e ipnotici attiravano costantemente l’attenzione della nostra Strawberry, che ormai era davvero preoccupata…
§ Cosa gli starà succedendo…? § era la domanda che spesso le si annidava in testa e non si smuoveva.
Il fatto è che Kisshu non sapeva cosa, come fare affinché Strawberry si ricordasse di lui.  Notte dopo notte, perdeva sonno e si trascinava fuori dal suo appartamento, percorreva una lunga strada e, arrampicandosi sul suo balcone come un principe che va a salvare la sua bella principessa nella torre più alta del castello, scostava leggermente la finestra e la osservava con gli occhi di un uomo che dopo tanto vagare nel deserto trovava un’oasi… non un’allucinazione, ma un’oasi vera, fresca e piena di vita. Nonostante questo, però, non si poteva permettere di prenderla con comodità, aveva un ultimatum previsto per il venticinque dicembre che sembrava non volersi far attendere. In alcuni momenti aveva pure pensato di ricorrere ai mezzucci di Pai, per farsi dire “ti amo”, ma al pensiero rabbrividiva… le aveva fatto già così tanto del male nella vita precedente, che ora che gli era stato concesso di rimediare, non l’avrebbe mai più ingannata.
 
-Grazie…- disse lei al termine delle lezioni –Per esserti offerto di riaccompagnarmi a casa!- concluse infine senza guardarlo negli occhi.
-Non avrei mai potuto lasciarti andare a casa da sola… dopotutto, anche se ti ostini a negarlo se ancora convalescente quin…- ma fu interrotto da Strawberry che aumentò il passo e gli si piazzò davanti.
-Non mi trattare come una bambina! Me la potrei cavare benissimo anche da sola…! Non mi serve un babysitter!- si sentiva terribilmente in colpa… lui si occupava sempre di lei e non aveva mai fatto nulla per ricambiarlo… il suo volto s’infiammò nuovamente e per non farlo vedere a Kisshu lo abbassò velocemente.
-Io sono forte…! Quindi se vuoi andare…- disse titubante, a sua volta però fu interrotta da Kisshu che scoppiò in una risata macabra.
-Tu saresti forte?- Strawberry alzò lo sguardo e vide che gli occhi di lui erano diventati più intensi, ma non brillavano più… ora facevano paura.
-S…si…!- disse lei indietreggiando.
Kisshu avanzò a sua volta e mise le mani sul muro senza lasciare vie di scampo a Strawberry.
-Non dire scemenze!- gridò lui avvicinando la testa al suo collo e cominciando a baciarlo
-Kiss…hu… che fai!? Fermo!!!- disse lei cercando di divincolarsi. Si guardò intorno, la strada era deserta.
-Se quella volta, con quel tipo, non ci fossi stato io a quest’ora già non si parlerebbe più neppure del tuo funerale!- fece una breve pausa riprendendo a baciare con più foga quasi fossero morsi, il collo, la spalla il lobo delle orecchie. –Se ti dovesse capitare ancora? Prova a liberarti!- la istigò Kisshu afferrandole le braccia e stringendole.
Strawberry cercò di liberarsi ma fu tutto vano, iniziò ad avere davvero paura.
Kisshu lasciò le sue braccia e rimise le mani sul muro, smettendo anche di morderla –Io non ti farei mai del male… ma un altro al mio posto, pensa come sarebbe capace di ridurti!- le prese il mento tra le mani con delicatezza, asciugandole una lacrima che aveva iniziato a rigarle il volto.
Strawberry lo guardò, capendo che quello che le stava dicendo era vero, lui non le avrebbe fatto del male. Il pensiero la rese piena di felicità che si riversò in lacrime salate.
-Hai ragione… Kisshu…Io, IO…- il campanile sopra le loro teste suonò annunciando le sette e dieci di sera (non so se suonano a quell’ora… ma mi serve per farlo combaciare col capitolo precedente).
Kisshu non voleva illudersi, ma una parte si lui sperava che stesse per dire quelle parole… ma dalla bocca di lei non uscirono altro che urla.
-Strawberry!? Cosa ti prende!!??- chiese lui allarmato.
§ Non ho fatto nulla! Perché sta succedendo questo?? § si chiese prendendo in braccio la bella ragazza e cercando disperatamente aiuto.
 
<3
 
A casa di Paddy.
-Allora…? Lory si è ricordata qualcosa?- disse Tart all’interno del piccolo marchingegno.
-Non so… per il momento sta solo urlando di dolore…- disse seguito da un fruscio –Aspetta!- gridò lui –Mi ha visto! Corre verso di me…- Fece una breve pausa poi aggiunse in un sussurro –Mi ha chiamato per nome…- e Pai riagganciò.
-Senti Paddy…- chiese Tart –Lo possiamo prendere per un si?-
La piccola scimmietta annuì.
 
 
 
Siamo sempre più vicini alla fine ragazze!! Non vedo L’ora XD
Apparte questo, ho ricevuto proprio delle belle recensioni, e colgo l’occasione per ringraziarvi! Non solo voi, ma anche chi ha messo nelle preferite, nelle seguite la mia storia e chi legge la mia storia! Ringrazio *-* vi voglio bene!!!
Al prossimo capitolo
Ichigo_sakura <3

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Capitolo 13
*** rassegnazione... ***


-Ma che cosa è successo? Pai… cosa ci fai qui…?- Quella di Lory fu una domanda pronunciata con voce tenera e titubante, non fraintendete, era felicissima di vedere Pai, ma non si capacitava di come fosse possibile, si ricordava che nei suoi precedenti quattordici anni non aveva mai combattuto contro di loro… eppure se ne ricordava, com’era possibile?
-Quindi tu ti ricordi di me?- chiese lui rompendo impercettibilmente la solita maschera che portava, quella da ragazzo senza sentimenti che solo con lei si scioglieva come neve al sole.
-Si… credo…- la ragazza sembrò notare solo in quel momento lo strano abbigliamento del ragazzo, così formale… umano –Ma che cosa ti è successo? Tart e Kisshu… ci sono anche loro??- era tipico di Lory preoccuparsi per gli altri, e questo Pai lo sapeva, per questo non ci dette troppo peso, anche se avrebbe voluto che ogni suo singolo pensiero fosse rivolto a lui (lo nasconde bene però il nostro Pai :P).
-Si, ci sono…- detto questo si sedette su una panchina li vicino, era stancante camminare e basta… iniziava a sentire la mancanza del volo, cosa che aveva sempre dato per scontato –Non ti siedi?- era più una richiesta che una vera e propria domanda –La storia è lunga…- detto questo si affrettò a raccontarle tutto il casino in cui Kisshu li aveva cacciati, nonostante Lory in passato fosse stata un Mew, sapeva di potersi fidare di lei, in fondo non aveva mai voluto la guerra e ora che non aveva neppure i poteri, anche volendola cosa mai avrebbe potuto fare una ragazza innocua come lei? Senza contare che una mano in più, in caso di emergenza, sarebbe sempre potuta servire, visto che ora erano tutti (ex alieni ed ex Mew) allo stesso livello.
Nel momento esatto in cui finì di raccontare tutto, sentì una chiamata proveniente dal walkie-talkie che lo teneva in contatto con Tart.
-Che succede?- chiese lui lievemente scocciato per essere stato interrotto.
Seguì una breve pausa accompagnata sempre dalle interferenze del giocattolo.
-Abbiamo un problema…- disse la voce preoccupata e leggermente spaventata di Tart.
-di che gener…- iniziò a chiedere Pai, ma fu interrotto da un grido di felicità dall’altra parte dell’apparecchio.
-Loryyy!!!! Ci sei??- urlò Paddy
-S..si!- rispose colta di sprovvista, Lory.
-Ma allora ti sei ricordata di tutto pure tu!!! Che bello che bello!!!- si sentì un forte colpo, Tart le aveva messo un piede in faccia per farla stare zitta, mentre con il tempo guadagnato da quel gesto disse nel walkie-talkie:
-Si tratta di Kisshu!!!- poi riagganciò con un breve grido che lo precedette, probabilmente Paddy si era liberata e si stava vendicando.
-Che idioti!- fu l’unica cosa che riuscì a dire prima di alzarsi, rivolgere uno sfuggevole sorriso a Lory e correre via.
 
-IDIOTI!!!- Kisshu era furioso, avrebbe voluto prenderli per il colletto e colpirli ripetutamente, ma si trattenne e per evitare tutto ciò mise le mani in tasca e strinse i pugni fino a farli sanguinare.
-Volevamo solo aiutar…- cercò di difendersi Tart.
-Non dire stronzate! Siete solo degli egoisti, l’unica cosa è che non volete rimetterci voi, ma non pensate al…-
-Tu hai pensato a noi quando hai espresso questo desiderio?- rispose Pai in tono acido, ma senza scomporsi.
Kisshu non aveva di che ribattere, avevano ragione loro. Ora non poteva fare il codardo, si ritirò in silenzio verso la casa di Strawberry, al suo risveglio si sarebbe trovato li pronto a subirne ogni conseguenza. Basta fuggire, non gli avrebbe detto quelle parole, probabilmente l’avrebbe odiato di più, ma di certo non poteva dire di non averci provato.
 
Faceva estremamente caldo sotto quelle pesanti coperte, e la leggera febbre che le era salita di sicuro non aiutava. Aprì gli occhi stropicciandoli leggermente, in silenzio. S’accorse presto che una delle sue mani era impossibilitata ad ogni movimento, si fermò a guardarla: un’altra mano stringeva la sua, una mano marmorea e sopra di essa poggiava il mento di una persona che riposava, sembrava serena e al contempo preoccupata…
Era quella persona.
Kisshu aprì gli occhi e s’accorse di essere osservato. Strawberry era sveglia, lo fissava.
Che cosa gli avrebbe detto? Come avrebbe potuto reagire?
Erano queste le domande che continuava a farsi, per il momento non avevano risposta… non gli restava altro che aspettare…
 
 
Ciaoo a tutti!!
Scusate l’ora… ma tra allenamenti e compiti… sono sfinita -_-‘… per chi fosse ancora in linea auguro buona lettura <3
Altrimenti aspetto le recensioni domani!!! (anche se non c’è poi molto da dire su questo capitolo… però…)
Ichigo_sakura <3

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Capitolo 14
*** ultima speranza... ***


Le lo fissava e lui fissava lei.
§ Cosa mi potrà mai dire? Forse è meglio che me ne vada subito… § al pensiero del suo bel viso triste e deluso gli sembrò che il suo cuore si stringesse in una morsa… faceva male.
-Kissh…- Strawberry ancora assonnata cercò di parlare, ma fu subito interrotta da Kisshu che, quando s’accorse di non averlo ancora fatto, le lasciò la mano, quella mano calda e morbida che probabilmente non avrebbe mai più avuto l’occasione di toccare.
-Capisco se vuoi che me ne vada.- disse lui alzandosi dalla scomoda sedia sulla quale era rimasto tutto il giorno assaporando i pochi momenti che avrebbe potuto passare con lei.
Il destino non gli avrebbe offerto una terza possibilità…
-Non ho afferrato… di cosa stai parlando?- chiese la ragazza continuando a cercare la sua mano.
… forse il destino aveva avuto una svista…
-Non sei arrabbiata con me…?- chiese a sua volta Kisshu senza lasciare però, che riuscisse a raggiungerlo.
-No, perché dovrei? Sei stato così gentile a portarmi a casa… mica colpa tua se ultimamente non sto benissimo!- fece lei massaggiandosi la nuca imbarazzata. Poi le venne in mente la scena di Kisshu che si avvicinava minaccioso imprigionandola tra il muro e le sue braccia mentre le mordicchiava il collo… il pensiero la fece avvampare.
§ Che si riferisse a quello??? § abbassò la testa d’istinto, anche se Kisshu sembrò non accorgersene § Che vergogna! § pensò infine.
§ Non si ricorda…§ Kisshu era completamente immerso nei suoi pensieri… era confuso: non sapeva se essere felice o triste…
Al contempo, ognuno per i fatti propri, decisero che non avrebbero dato peso ai propri pensieri.
-Forse hai ragione…- disse lui –Come ti senti ora?- chiese infine.
Lei scosse leggermente la testa.
-Sto benissimo!-
 
Com’era possibile? Tutte le Mew si erano ricordate di loro… possibile che lei avesse una memoria più impenetrabile che non le faceva ricordare… oppure non voleva farlo?
 
20 Dicembre 20xx
La scuola stava finendo… il suo tempo stava finendo.
Cinque giorni… cosa mai avrebbe potuto fare in cinque giorni se in tre mesi non era riuscito a farsi dire “Ti amo”! quello che stupiva, è che dalla sua precedente esperienza sulla terra, le ragazze su quell’età lo dicevano spesso, anche a chi non amavano davvero… certamente, non si sarebbe mai accontentato di un "Ti amo" falso… ma era disperato!
La cosa che probabilmente lo infastidiva di più era il fatto che di sicuro a Mark almeno una volta… glielo aveva detto, ne era certo. Nell’altra vita, ogni volta che cercava di portarla via con se gli ripeteva sempre la stessa identica frase: “Io amo solo Mark!”
Il pensiero lo fece rabbrividire.
Era fuori dal cancello della scuola, aveva marinato le ultime due ore, non avrebbe potuto resistere altrimenti ad una di quelle orribili lezioni umane… tutta la preistoria era sbagliata… ma dopo tutto, loro non potevano sapere che prima dei dinosauri e di ogni forma di vita c’erano stati loro. Gli alieni.
Suonò la campanella, la classe di lei fu la prima ad uscire. La vide subito. Si distingueva terribilmente con quei bei codini rossi raccolti sulla nuca all’altezza delle tempie, portava una giacca pesante dello stesso colore della divisa. Si stiracchiava e sbadigliava come al solito dopo una giornata di scuola.
Aspettò che si allontanasse dalle sue amiche per poi raggiungerla.
-Hei micetta!!- le arrivò da dietro abbracciandola.
-Ciao Kisshu!- sorrise lei continuando a camminare. –Non dovresti saltare le ultime ore dell’ultimo giorno di scuola! Ci hanno assegnato un sacco di compiti!-
Kisshu si staccò. –Tu li sai fare?- chiese mostrando un ghigno malizioso.
-In realtà… no…- era una frana a scuola e questo Kisshu l’aveva capito benissimo in tre mesi.
-Ecco! siamo alla pari!- disse lui congiungendo le mani dietro la testa –Io non li farò perché non li ho segnati e tu non li farai perché non ne sei capace… se tiri bene le somme sono stato più intelligente io… non mi sono neppure rotto a segnarli!- spiegò lui come se fosse la cosa più ovvia del mondo.
-Uff!- s’arrese Strawberry alla logica strampalata di quel bellissimo ragazzo.
Ci fu un minuto di silenzio, rotto solo dai pesanti respiri che provenivano da entrambi. Poi Kisshu parlò.
-Per la Vigilia…- iniziò ma titubante fece una breve pausa che fu subito riempita dalla voce di Strawberry.
-No…- ma si chiuse subito la bocca con una mano coperta da un pesante guanto di lana color magenta.
-Cosa…?- chiese lui
-Volevo dire che non ho impegni…- disse scostando leggermente il guanto dalla bocca che ormai si confondeva col colore delle sue guance…
-Ho ho… come siamo egocentriche micetta! Non ti volevo chiedere mica di uscire!- ridacchiò lui.
-Io… scusa… sono saltata immediatamente a conclusioni affrettate e non ci ho pensato, ha ragione, sono un’egocentrica…!- quasi non prese fiato.
Kisshu le mise una mano a scompigliare i capelli color rosso vermiglio.
-Scherzavo!- disse infine ridendo. La ragazza si zittì –Era esattamente quello che avevo intenzione di fare…-
-Hu?- finalmente Strawberry alzò lo sguardo dubbiosa… che la stesse di nuovo prendendo in giro?
-Allora sei libera o hai cambiato ide…-
si convinse che non si stava affatto burlando di lei e si affrettò a rispondere.
-No! Io ci sarò!- disse infine prendendolo per il braccio e stringendosi a lui.
-Quanto entusiasmo micetta!-
§ È la mia ultima possibilità… non posso sprecarla! §
 
 

 
ciaoo!!
Ormai siamo proprio alla fine… non so ancora quanti capitoli farò… ma al massimo ne metto in conto due, anche se quando l’ho iniziata non avevo proprio in mente questo finale… non mi sembra male però… va beh!!! Lascio a voi la parola!
Grazie di tutto <3
Ichigo_sakura

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Capitolo 15
*** io e te... ***


24 Dicembre 20XX, nove e mezza di sera.
Era una serata terribilmente fredda. Le nuvole ricoprivano completamente il cielo di Tokyo.
Le luci erano tutte accese, sia quelle degli enormi edifici in centro che quelle natalizie che addobbavano e illuminavano tutto rendendo l’atmosfera piacevolmente placida e soffusa.
Gente con pacchetti e pacchettini era impegnata negli ultimi preparativi per la festa, eppure nella città sembrava non esserci mai stata tanta quiete, era tutto silenzioso apparte un brusio di sottofondo di tanta gente che parlava, ma non dava fastidio… affatto.
Il campanile sembrava assonnato: muoveva le sue lancette più lentamente del solito segnalando costantemente lo stesso orario.
Era arrivata troppo presto. Il loro appuntamento sarebbe stato un quarto d’ora più tardi, ma voleva disperatamente vederlo, parlargli, stare con lui gli trasmetteva quella grande serenità che con nessun’altro aveva mai provato. Neppure con Mark si era mai sentita tanto protetta.
Si scaldava freneticamente le mani, aveva dimenticato a casa i guanti, le accostò alla bocca scaldandole con il respiro, provocando diverse nuvolette di vapore acqueo.
Seduta su una panchina aspettava, aspettava di vedere, in mezzo alla folla, dal nulla spuntare quei due bellissimi occhi oro accompagnati da un seducente sorriso… ma lui non arrivava.
Si era vestita davvero bene: per l’occasione aveva messo il suo vestito preferito, un vestito color lampone a collo alto e maniche lunghe stretto in vita che s’allargava in una gonna pomposa fino alle ginocchia coperte, poi, da un paio di calzettoni neri.
§ Uffa! È in ritardo! § pensò sotterrando le mani nelle maniche del giubbotto. Guardava la gente che si spingeva per entrare nei negozi, o nei bar a cercare un po’ di tepore.
Strawberry s’alzò e prese a camminare. Si sentiva davvero stupida.
§ Dove diavolo sei? §
 
Ammettiamolo, dall’alto era estremamente più facile trovare i luoghi. Invece in mezzo a tutta quelle persone la vista gli si annebbiava… s’era perso.
Kisshu spintonava la gente cercando un indizio, per capire dove si trovasse… era sicuro di aver già visto quell’edificio.
§ Sono al punto di partenza! § non ne poteva più, era già da mezz’ora che girava in tondo, era partito col buon presupposto di arrivare in anticipo facendo così bella figura ai suoi occhi… e invece, aveva fatto solo la figura del cretino!
Vedendo una ragazza che chiamava con il telefono cellulare gli venne in mente che avrebbe potuto farlo anche lui. Frugò insistente nelle tasche della giacca di pelle, troppo leggera per quella stagione, ma non ci badava, finché si rese conto che lui non aveva mai posseduto un cellulare, non ne aveva mai avuto bisogno. Si morse un labbro fino a farlo sanguinare.
§ Merda!! § si mise la mani nei capelli, letteralmente, non ci poteva credere, stava davvero sprecando così l’unica possibilità che gli rimaneva per stare con la sua adorata gattina?
Rendendosi conto di non poter fare alto ricominciò a camminare.
 
Strawberry non si era nemmeno resa conto di dove fosse andata, fino a quando non si trovò davanti ad un’enorme albero tutto addobbato di mille colori, e un’enorme stella sulla punta, brillava come diamanti.
Le venne addosso una tale tristezza: perché stava passando la serata più bella dell’anno ad aspettare qualcuno che non sarebbe, evidentemente, arrivato?
Senza neppure rendersene conto erano ormai le dieci.
 
§ Le dieci?! § Kisshu era in preda al panico, gli restavano quattro ore per trovare Strawberry, prima di andarsene avrebbe voluto vederla, almeno un’ultima volta… perdersi nei suoi bellissimi occhi nocciola, accarezzare i suoi morbidi capelli rossi, vedere ancora le sue guance paffutelle diventare rosse per l’imbarazzo… baciare le sue morbide labbra al sapore di fragola… il pensiero lo fece sorridere un po’.
-Ma che cosa sto facendo???- urlò rendendosi conto di stare perdendo nuovamente del tempo, incurante degli sguardi curiosi dei passanti.
Poi, all’orizzonte, dietro un’immensa folla, vide un flebile bagliore: qualcosa in alto brillava.
§ Una stella? § pensò Kisshu rivolgendo lo sguardo verso l’enorme albero che da quel punto, però, non sembrava più grande di una persona.
Qualcosa, in quel punto, lo chiamava… non sapeva come, neppure il perché, ma sentiva che doveva proseguire in quella direzione.
Prima camminava, poi aumentò il passo, s’accorse solo quando ormai era arrivato che stava correndo.
Ai piedi dell’albero, bambini, donne e uomini, erano tutti ammucchiati li sotto con gli sguardi rivolti verso l’alto per osservare quel capolavoro di luci e colori.
Tra tutti… Kisshu aveva visto solo lei… i codini rossi che si muovevano al ritmo del vento gelido, le sue mani tenute chiuse lungo i fianchi… non aveva bisogno di vederle il volto, era lei.
La sua micetta speciale.
 
-Sono qui!- una voce affannata si rivolse a lei.
Strawberry si girò, Kisshu aveva il fiatone e nuvolette di fumo uscivano una dopo l’altra veloci dalla sua bocca, per poi trasformarsi in leggere goccioline d’acqua, i capelli erano spettinati e svolazzanti, i suoi occhi la fissavano, la studiavano… Strawberry capì che in quel momento doveva avere la sua stessa identica espressione dipinta sul volto.
-Perché piangi micetta?- chiese lui avvicinandosi.
Non se n’era accorta fino a quel momento, ma le sue guance erano bagnate e la sua vista offuscata, stava davvero piangendo.
Kisshu cercò di avvicinarla… ma lei si scostò.
-BRUTTO IDIOTA!!!!- la gente intorno a loro si fermò a guardare, ma con un semplice sguardo omicida di Kisshu ripresero tutti a camminare.
A quel punto fu lei a fiondarsi tra le sue braccia e affondare la faccia nel petto caldo del ragazzo.
-P-pensavo non… non… saresti p-più venuto!- singhiozzava con voce smorzata, presa in un pianto intenso.
Kisshu l’abbraccio e appoggiò la bocca tra i suoi capelli profumati.
-Anch’io pensavo di non riuscire più a trovarti…- la strinse più forte –Ma sono qui, non ti lascio più!- era consapevole che quella non fosse altro che una palese bugia, anche se non avrebbe voluto che fosse così, ma ormai erano le dieci e mezza.
 
Rimasero abbracciati per diversi minuti, poi Strawberry si staccò, tirò su col naso e alzando lo sguardo verso Kisshu sfoggiò il sorriso più bello che si potesse immaginare, neanche in un sogno sarebbe mai apparso così bello.
-Dove andiamo?- chiese lei prendendolo sotto braccio congiungendo la sua gelida mano con quella di lui, calda.
Gli servì qualche minuto per riprendersi, le strinse la mano.
-So che è un po’ tardi, ma tu non hai fame?- chiese massaggiandosi lo stomaco, quella corsa gli aveva messo appetito.
-Da morire!- fu la sua unica risposta.
S’incamminarono verso bar carinissimo tutto decorato di bianco per la festa, ordinarono da mangiare. Lui finì in fretta e rimase a guardare lei che mangiava la sua fetta di torta al cioccolato. Lei con la forchetta ne prese un pezzo e glielo piazzò davanti al naso sorridendo.
-Fai: “Haaa”!-  disse avvicinando sempre di più la forchetta alle labbra carnose di lui che s’incurvarono in un’espressione sorpresa e lievemente imbarazzata, ma aprì la bocca per farsi imboccare da lei, quella torta aveva il suo stesso sapore: era dolce, ma con quel particolare retrogusto di fragola che la rendeva unica.
Finito entrambi di mangiare iniziarono a vagabondare per la città, con la sola compagnia delle loro parole e dei loro sentimenti. Sul volto di entrambi si leggeva sempre un sorriso, anche solo accennato, ma comunque sincero… neanche un momento di noia, o un brutto pensiero attraversava le loro menti quando stavano assieme.
Così mano nella mano, ogni persona che li guardava si poteva accorgere, che risplendevano come stelle.
 
Si ritrovarono di nuovo a punto di partenza, davanti a quell’abete, ma ormai l’atmosfera era cambiata, non c’era più nessuno, solo loro due gironzolavano ancora per le strade di Tokyo.
§ Ho deciso… devo farlo! § Kisshu strinse i pugni, mentre rivolgeva un ultimo sfuggevole sguardo alla stella per poi guardare Strawberry. § Se gli confesso tutti i miei sentimenti forse lei mi dirà i suoi… non ho altra scelta! § socchiuse gli occhi § Poi… non voglio andare all’altro mondo senza averglielo detto §
-Strawberry…- si girò verso di lei completamente.
 
La rossa guardava ancora la stella, ma proprio mentre si girava il suono di un campanile echeggiò nel silenzio di una città dormiente.
Era mezzanotte.
Una luce abbagliante avvolse la stella che si frantumò in mille pezzi, ma ricadendo sulla terra, Strawberry s’accorse che non erano altro che fiocchi di neve.
No. Non erano solo fiocchi di neve. A contatto con la pelle di Kisshu sprigionavano una luce blu come quella della stella. Rimase a bocca aperta. Il corpo dell’alieno fece sempre più brillante… era la Mew Acqua che lo richiamava.
-Strawberry!- le prese le mani e le tenne strette.
-Kisshu…! Ma che succede…? Non capisco!- la sua espressione era un misto tra il confuso e lo spaventato.
-Strawberry…- continuò imperterrito lui – Io ti…!- un dolore al petto gli smorzò il fiato, laddove aveva quella ferita, quella che si era fatto combattendo contro Profondo Blu… gli faceva male come se fosse stata ancora aperta.
Socchiuse gli occhi -…ti…a…- li chiuse definitivamente e si lasciò avvolgere dalla luce che lo sollevò in aria, ma lei lo bloccò per un braccio.
 
Pochi secondi prima.
Dove aveva già sentito quelle parole? Quelle dolci parole… quella frase che non aveva mai avuto un seguito…
D’un tratto tutta la nebbia formatasi nel corso del tempo si diradò.
Quel giorno, l’ultimo giorno che aveva sentito quelle parole Kisshu era morto. Non poteva permettere che succedesse di nuovo, non avrebbe lasciato che se ne andasse un’altra volta da lei senza una parola.
§ NO! §
S’affrettò a prendere la sua mano e dopo pochi secondi gridò:- IO NON TI LASCIO! NON TE NE ANDRAI DI NUOVO DA ME, NON PRIMA CHE TU SAPPIA CHE…- fece una pausa cercando, con le lacrime agli occhi di trattenere verso di se il corpo di Kisshu, e finché non lo ebbe tra le sue braccia non continuò la frase lo abbracciò forte iniziando a baciarlo.
-TI AMO! Ti amo… quindi apri gli occhi ti prego!!!- ormai il flusso di lacrime non si fermava. –Brutto idiota!! Apri gli occhi!- si era seduta a terra con tra le sue braccia l’alieno che ancora non apriva gli occhi. –Ti amo… ti amo…- ormai i suoi non erano altro che sussurri strozzati, quasi impercettibili.
-Anche io…-
Quello che Strawberry però non sapeva, è che all’udito di un alieno non sfugge nulla.
-Anche io ti amo micetta…- la mano di lui si posò sulla sua guancia e ne asciugò le lacrime –Più della mia stessa vita!-
-Kisshu!-
 
I due s’alzarono in piedi, dell’Acqua Mew non c’era più traccia, ma la neve continuava a scendere candida.
-Quindi…- Disse lui –Ti ricordi di me?- cercò di avvicinarsi alle labbra di lei che da tempo bramava.
-Si… Stupido alieno!- disse lei con foga tirandogli un pugno ben assestato sulla testa obbligandolo ad abbassarsi di una ventina di centimetri.
-HAIA!!! Perché???- fece lui massaggiandosi il punto appena colpito.
-Questo…- iniziò lei muovendo le dita della mano dall’interno verso l’esterno –È per quando te ne sei andato dal pianeta senza dirmi una parola pur sapendo che ero viva!!!!!!-
Strawberry s’avvicinò lo prese per il colletto della giacca e si mise in punta di piedi per riuscire a guardarlo negli occhi ambrati, così limpidi che riusciva a specchiarcisi.
-Questo invece…- fece una pausa arrossendo –È perché sei tornato!!- chiuse gli occhi e s’avvinghio a lui baciandolo.
Kisshu rimase esterrefatto dal quel gesto. Un bacio dolce e al sapore di fragola, che ogni secondo diventava più passionale, più intenso… più loro.
 
In quella notte nevicosa di pieno inverno, quella notte magica, ognuno di loro sapeva di appartenere solo all’altro. Solo loro... solo tu...  
 
 
Ecco la fine della mia prima FF!!
Spero l’abbiate trovata bella fino all’ultima riga!!
Prima di lasciarvi ci sono delle persone che vorrei ringraziare:
 
Raf 96;
la_bella_;
lupa grigia;
Lady S;
Ninfa Azzurra;
 
Che hanno recensito la mia storia!!!
 
La_bella_ (ancora);
lupa grigia (ancora);
marta_2012;
 
Che hanno messo la mai storia tra le preferite!!!
 
CartoonWordl;
la_bella_ (ri-dinuovo XD);
Melody90:
Pannera;
Strawberry_chan93
 
Che l’hanno messa tra le seguite!!!!!
 
Per non dimenticare tutti coloro che hanno letto!!!!!
 
Un grazie infinito!!! Vi voglio bene!!! *-*
 
Alla prossima storia!!!!
ichigo_sakura <3<3
 
 

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