Teen heroes

di f9v5
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La prima mossa dello scienziato ***
Capitolo 2: *** Lavoro di squadra?! Per alcuni è semplice, per altri no! ***
Capitolo 3: *** La maggioranza vince, i sospetti di un rettile ***
Capitolo 4: *** Volpe in trappola ***
Capitolo 5: *** Knuckles vs Stella ***
Capitolo 6: *** La fine dei detective?! ***
Capitolo 7: *** Tradimento?! ***
Capitolo 8: *** Chiarimenti sotto la luna ***
Capitolo 9: *** Casinò Park ***
Capitolo 10: *** La maga diffida del mondo, il mondo non fa niente per farle cambiare idea. ***
Capitolo 11: *** Cyborg vs Omega ***



Capitolo 1
*** La prima mossa dello scienziato ***


Dunque…che dire?
Salve a tutti, F9v5 è di nuovo qui! Quello che vi sto presentando odiernamente è una mia  fanfic “crossover”; protagonisti di questa storia sono Sonic and co. più i Teen Titans, i protagonisti della serie tv ispirata ai fumetti della DC Comics. Questi eventi sono ispirati al videogioco “Sonic Heroes”, quindi nel periodo in cui Sonic e il resto della banda si trovano ancora sulla Terra, dopo “Sonic Adventure 2”; per i secondi gli eventi di questa storia vanno collegati dopo il film “Teen Titans: Trouble in Tokyo”.
Vi avviso: in questo capitolo i Titans ci saranno poco, non ci sarà azione essendo ancora l’inizio, ma già qualche mistero potrebbe sollevarsi da questo capitolo.
Vi lascio all’inizio.

 
 

Si parte! Destinazione Jump City.
(Una linea verticale divide la scena in due parti uguali: sulla sinistra, su uno sfondo rosso, Sonic the hedgehog, sorriso sicuro e braccia incrociate dietro la testa, sulla destra, su uno sfondo blu, Robin, braccia incrociate e sguardo serio.) 



Techno Base - Giorno 1, ore 00:30


-E’ pronta…E’ PRONTA!-
Tuonava, forte e altisonante, per i freddi corridoi della sua base metallica, la voce di Ivo Julian Robotnik, meglio noto a tutti come Eggman.
Il baffuto e grasso scienziato urlava festante e aveva tutti i motivi per farlo; dopo settimane e settimane di lavori, era riuscito a portare a termine la sua opera: costruire un’armata di navi volanti da guerra con cui avrebbe realizzato il suo sogno di conquistare il mondo e rendere schiava l’umanità.
Talmente preso dal suo entusiasmo, non si accorse dell’arrivo dei suoi tre assistenti.
-Dottore, si può sapere cos’è tutto questo schiamazzare nel cuore della notte?- si lamentò un assonnato robot alto e snello, di colore dorato, Decoe.
I suoi due compagni, un robot basso e cicciotello, color argento, Bocoe e un piccolo robottino nero dalle sembianze vagamente simili a quelle di un diavoletto con un razzo sulla schiena, Bokkun, annuirono a sostegno della sua domanda.
-Taci ammasso di bulloni, quello che ho appena compiuto è il passo decisivo verso il mio definitivo trionfo!- tuonò, una seconda volta, il dottore, seduto nella sua solita poltrona all’interno della sala comandi.
Dopo aver digitato alcuni ultimi dettagli salvò le informazioni e spense il computer; si alzò in piedi e fece cenno ai suoi tre assistenti di seguirlo.
-Vedete, miei cari ferri vecchi, il vostro geniale e intelligentissimo padrone (Aggiungerei “modestissimo” -_-) ha appena terminato la costruzione della più grande flotta aerea che si sia mai vista. Grazie ad essa conquisterò il mondo, e stavolta nessuno potrà fermarmi, MUAHAHAHAHA!- detto ciò scoppiò in un’assurda, quanto irritante, risata da tipico scienziato pazzo –Dottor Eggman, ogni volta che ha detto questa frase, poi Sonic e la sua banda l’hanno sempre fatta ricredere, o sbagliò?- salvo cadere a gambe all’aria quando l’evidenza gli venne sbattuta in faccia con tale nonchalance da Bokkun. 
Rialzatosi, si voltò, con una venuzza pulsante in cima alla sua testa pelata, verso i tre rivolgendogli il più minaccioso dei suoi sguardi –Sarà meglio che nessun altro faccia osservazioni del genere, perché se ne sento un’altra vi metto in lista per la rottamazione e credetemi, non sto scherzando.- la minaccia ebbe effetto e i robot si abbracciarono terrorizzati.
-Comunque, per quanto riguarda la palla di spine e la sua combriccola, ho già pensato ad un modo per liberarmi di loro e vi sto portando appunto a vederlo.-
Giunti di fronte ad una porta metallica, il dottore digitò alcuni numeri sulla tastiera posta sul muro accanto la porta.
Dopo un leggero bip, segno che il codice era stato accettato, la porta scorrevole si aprì, consentendo l’ingresso all’uomo e alle tre macchine.
Erano all’interno di una sala semibuia, con pezzi metallici, probabilmente scarti di vecchie invenzioni, sparsi sul pavimento.
Al centro di essa vi erano tre barelle metalliche, tipo quelle dei film di scienza horror, su cui vi si trovavano tre corpi, ciascuno dei quali coperto da un lenzuolo, come a volerne celare la presenza a tutto il mondo.
Il dottore, con un ghigno sicuro in volto, si avviò verso il primo lenzuolo che scostò rapidamente, scoprendo così la figura nascosta.
-AAAAAAAAAAAHHHHHHHHHHHHHH!- urlarono i tre robot in coro; se prima erano ancora mezzi addormentati, la vista di quella creatura, familiare quanto pericolosa, gli diede lo spavento necessario per svegliarsi del tutto.
-Non posso crederci… è lui!- sentenziò un Bocoe che, se avesse potuto, se la sarebbe fatta sotto per la paura.
-Non ho il coraggio di guardare chi sono gli altri due.- continuò un, se possibile, ancor più terrorizzato Decoe.
Il dottor Eggman, in passato, aveva promesso molte volte che un giorno lo avrebbe aggiustato, giurando persino di dargli il libero arbitrio, cosa che lo avrebbe reso ancor più letale, ma, il fatto che dopo due anni non avesse fatto niente, li aveva tranquillizzati sulla possibilità che quell’evenienza non si sarebbe mai verificata, e invece eccolo lì.
-Dottore, ci dica per lo meno che non gli ha dato il libero arbitrio.- pregò un Bokkun tremante come una foglia –E invece sì! Senza il libero arbitrio è quasi riuscito a mettere Sonic all’angolo, quindi potete star certi che, adesso che c’è l’ha, lo ridurrà a brandelli.-
Eggman ne era certo, questa volta neanche il “Grande” Sonic the hedgehog sarebbe riuscito a mettergli i bastoni tra le ruote, non aveva certo riparato e potenziato quei tre per passarsi il tempo e, inoltre, disponeva sempre di una quarta arma segreta; tuttavia, quest’ultima era meglio tenerla nascosta e usarla solo se la situazione si fosse fatta veramente estrema.
Soddisfatto del suo operato, decise di disporre le ultime manovre –Adesso andrò a definire gli ultimi dettagli, partiremo all’alba, voi andate a dormire rottami, non tollererò errori. Per quanto riguarda te, Bokkun, cerca di essere mattiniero, ho un incarico da affidarti.- 
Un Bokkun praticamente addormentato diede un segno d’assenso, quindi aveva recepito, anche se si chiedeva se c’è l’avrebbe fatta ad alzarsi presto.
Quando fu nuovamente da solo, Eggman proruppe nell’ennesima grassa risata –AHAHAHAHAHAHA! Non c’è dubbio, stavolta non posso fallire e non ci sarà nemmeno bisogno degli Smeraldi del Chaos. Preparati Sonic, stavolta sarai tu a ritrovarti col sedere per terra, parola di Eggman!-



Station Square – Giorno 1, ore 06: 45


Un’altra alba sorgeva tranquilla, illuminando lievemente, con i suoi ancora tenui raggi solari, gli edifici e i grattacieli della città.
La minaccia subita settimane prima, però, era ancora impressa nella mente di tutti i suoi abitanti: il perfido dottor Eggman, infiltratosi nella prigione marittima di Prison Island, aveva riportato alla luce il diario di Gerald Robotnik, suo nonno e anch’egli un brillante scienziato, sigillato nei computer della prigione.
Eggman era riuscito ad aprire i files in cui esso era contenuto, e venne così a conoscenza del “Progetto Shadow”, progetto sviluppato da suo nonno per aiutare l’umanità, ma, che il grave incidente in cui Maria, nipote prediletta di Gerald e quindi cugina di Eggman, perse la vita, tramutò in una crudele strategia di vendetta.
Volendo compiere le volontà del defunto parente, Eggman risvegliò la forma di vita perfetta, un riccio antropomorfo di nome Shadow the hedgehog, che gli rivelò dell’esistenza del cannone eclissi con cui avrebbe potuto distruggere la terra.
Eggman si servì dell’aiuto di Shadow, che soffriva di una grave amnesia, e di Rouge the bat, ragazza pipistrello esperta ladra di gioielli, per raccogliere gli smeraldi del Chaos, in modo che il cannone avesse l’energia necessaria al funzionamento.
Alla fine però,dopo ripetuti cambi di eventi, tra cui la redenzione di Shadow, Sonic e la sua banda riuscirono a fermare il cannone, in rotta di collisione con la terra.
Purtroppo, però, quella vittoria non fu completamente felice: desideroso di rimediare ai propri errori e mantenere la promessa fatta a Maria, Shadow sacrificò la sua vita per permettere la buona riuscita della missione, precipitò nello spazio e di lui non si ebbe più traccia.
Erano passate settimane, ma nessuno avrebbe dimenticato quegli istanti di panico e terrore.
Sulla cima di un edificio, fermo ad osservare il sole che sorgeva, stava il riccio più veloce dell’universo, Sonic the hedgehog.
Dopo la sua abituale corsa mattutina, aveva deciso di fermarsi un po’ per riflettere sugli ultimi eventi che avevano coinvolto la sua vita di sedicenne; si ritrovò a pensare a quando venne arrestato per i crimini che poi scoprì essere opera di Shadow, il primo scontro contro il suo alter-ego, conclusosi con una bruciante sconfitta, la fuga da Prison Island insieme a Tails e Amy, l’ennesimo scontro con Shadow sulla colonia spaziale ARK e la loro alleanza contro la Biolizard, contro la quale Shadow era deceduto.
Già, Shadow, malgrado non avesse modo per conoscerlo, Sonic sentiva che loro due, in fondo, erano simili: anteponevano la giustizia sopra ogni altra cosa, non accettavano la sconfitta e affrontavano con la massima determinazione le loro battaglie.
Sonic non lo avrebbe mai dimenticato “Sai, Shadow, sono sicuro che vivere qui ti avrebbe fatto piacere, era questo che volevate tu e la tua amica. Non dimenticherò mai il grande aiuto che mi hai dato, amico.” Pensò un Sonic insolitamente affranto.
Tuttavia, dovette ridestarsi dai suoi pensieri quando un piccolo esserino nero apparve all’improvviso davanti a lui, che identificò rapidamente in Bokkun, il robot-postino, che presentava delle enormi occhiaie.
-Ciao, Sonic, ho qui un messaggio da parte del dottore.- e lentamente estrasse un mini-televisore dalla sua borsa che poggiò ai piedi di Sonic, che conoscendo i messaggi di Eggman, era sull’attenti per scappare alla prima avvisaglia di esplosione.
La tv si accese, mostrando il voltò baffuto del dottore –Ciao, mio caro riccio stracarico di caffeina. Sappi che ho costruito un’enorme flotta aerea con la quale intendo conquistare il mondo; il motivo per cui te lo sto dicendo?! Ovvio! Il mio piano stavolta è così ben riuscito che nemmeno tu potrai ostacolarmi, puoi provarci se vuoi, ma tu e la tua banda non potrete far nulla stavolta…AHAHAHAHAHAHAHAH!- e li la trasmissione si interruppe…stranamente la tv, come accadeva sempre, non esplose.
-Scusa per l’assenza dell’esplosione, ma il dormire poco ha i suoi effetti collaterali e ho scordato di inserirla . Ci vediamo.- detto questo, Bokkun levò le tende.
Sul volto di Sonic spuntò all’istante un sorrisetto arrogante, tipico di quando si divertiva: quindi Eggman lo stava sfidando? Se c’era una cosa che non si sarebbe mai sognato di rifiutare, oltre ad un chili dog, erano le sfide e questa sembrava bella tosta.
-Sembra proprio che ci sarà una festa, di certo non intendo perdermela.-



Angel Island – Giorno 1, ore 06:55


Il rombo di un aereo destò Knuckles the Echidna dal suo sonno, al momento giusto per permettergli di notare il Tornado che atterrava sul suolo erboso, giusto davanti all’altare dello Smeraldo Gigante, in cima al quale si era appisolato. 
Cacciò un breve grugnito alla vista di Sonic e Tails: ogni volta che andavano a trovarlo non era mai per una visita di piacere, semmai per coinvolgerlo in un’assurda impresa da eroe per fermare Eggman, o comunque il nemico di turno.
-Sentiamo…qual è il problema stavolta?- non gli piacevano i giri di parole, quindi subito al sodo ed evitarsi noiose seccature – Anche a noi fa piacere vederti, Knuckster; non fai gli onori di casa?- ma Sonic adorava istigarlo e infatti non perse tempo a procedere col suo tono ironico.
-Sonic, andiamo, evitiamo sceneggiate inutili.- fortuna che c’era sempre Tails a frenarlo o avrebbe continuato fino alla nausea con le provocazioni; l’ennesimo grugnito del rosso li portò a dargli l’attenzione che chiedeva –Allora?!- e questa volta pretendeva una risposta seria, che Tails intendeva dargli.
-Vedi, Knuckles, poco fa Sonic ha ricevuto un messaggio di Eggman, in cui quest’ultimo affermava di aver costruito un’armata potentissima con cui conquisterà il mondo. Abbiamo bisogno del tuo aiuto per fermarlo.- eppure, malgrado l’apparente pericolosità della situazione, Knuckles reagì limitandosi ad un’alzata di spalle –E quindi?! Di che ci preoccupiamo?! Tanto lo dice ogni volta che conquisterà il mondo e ogni volta lo prendiamo a calci mandando i suoi piani all’aria.- peccato che così non aveva detto se la sua collaborazione era garantita.
-In ogni caso, scordatevi di me, non posso aiutarvi!- decretò l’echidna, facendo stupire il volpino, ma non tanto il riccio, che, anzi si aspettava quella risposta; aveva già pensato a come convincerlo, prima però voleva verificare se Knuckles era davvero prevedibile come pensava –E, se non sono indiscreto, posso sapere il perché?- se lo conosceva bene la sua risposta sarebbe stata –Devo rimanere ad Angel Island per sorvegliare lo Smeraldo Gigante, mi sono allontanato già troppe volte in questi ultimi tempi, non posso più permettermi ulteriori rischi allontanandomi di nuovo.- accidenti, era più prevedibile di quanto avesse pensato, forse non era da scartare quella sua ipotesi di mandarlo in vacanza forzata, quella pietra occupava il cento per cento dei suoi pensieri, o si prendeva una pausa, o si cercava un hobby per ammazzare il tempo.
-Ma Knuckles, il tuo aiuto è necessario, per trovare gli Smeraldi prima di Eggman dobbiamo unire le forze.- Tails era sinceramente preoccupato per quella situazione, non era come Sonic, che prendeva le cose alla leggera, ma la sua richiesta ottenne solo l’esito di far voltare il guardiano, che ora gli dava le spalle.
-Andiamo Tails, se Knuckles vuole perdersi la festa affari suoi. Evidentemente, l’idea di affrontare Eggman lo terrorizza.- quando sentì quello che per lui era un insulto, il rosso sentì un brivido salirgli lungo la schiena, quell’idiota stava osando dargli del codardo?!.
Malgrado l’echidna gli desse le spalle, Sonic poteva scommettere che sul suo volto si fosse dipinto uno sguardo di stupore misto a rabbia; sul suo volto, invece, si fece largo un sorrisetto compiaciuto, la sua tattica psicologica stava avendo successo, fare leva sull’orgoglio di Knuckles per spingerlo ad accettare alla loro richiesta, e sembrava proprio che stesse riuscendo; Knuckles aveva abboccato e se c’era una certezza su Knuckles era che lui era identico ad una viriola, se abboccava non riusciva a mollare la presa e finiva per farsi catturare*.
Vedendo che aveva inghiottito, al pescatore Sonic non restava che dare lo strattone –In fondo, posso capirlo, dopo settimane di inattività è normale che possa essersi rammollito e raggrinzito, quindi non c’è niente di strano se ora ha paura di affrontare un avversario che per lui è diventato troppo forte.- e non appena rimontarono sul Tornado, l’echidna si piazzò davanti al velivolo, bloccandogli il passaggio –Voi non andrete da nessuna parte…senza di me.- e tirò fuori dalla tasca dei pantaloni i suoi fidati occhiali viola che vennero piazzati sul suo naso.
-Ma come?! E lo Smeraldo Gigante?- ribattè ironico Sonic –Fanculo lo Smeraldo Gigante! Nessuno può darmi del codardo o del rammollito e non appena troveremo Eggman e compagnia brutta ti farò mangiare quelle parole!- e avrebbe mantenuto quella promessa.
Mentre Tails occupava il suo solito posto di guida Sonic e Knuckles si aggrapparono alle ali, il sedile non piaceva a nessuno dei due, e fu così che il Tornado si alzò in volo, salvò stopparsi a mezz’aria e riscendere comicamente a terra alla domanda di Knuckles –Ma avete idea di dove sia il primo Smeraldo?-.
Sulle fronti di Sonic e Tails spuntarono due comiche gocce di sudore stilizzate –Sonic…ci siamo scordati il radar nel garage!- proprio un bell’inizio, si ritrovò a pensare Knuckles –D’accordo, andiamo a prenderlo e poi mettiamoci alla ricerca.-



Techno Base - Giorno 1, ore 07:15


La flotta aerea, con Eggman e squadriglia robotica annessi, aveva appena preso il volo, partendo per chissà quale misteriosa destinazione, era l’occasione che aspettava per infiltrarsi in una Techno Base ormai deserta.
Entrando furtivamente attraverso il condotto di aerazione, eludendo con eccellente maestria tutti i sistemi di sicurezza, vagando di sala in sala, raggiunse il suo obbiettivo.
-Molto bene, dovrebbe essere qui che Eggman tiene nascosto il suo tesoro.- dall’ombra uscì fuori l’agile figura di Rouge the Bat.
Alle sue orecchie era giunta voce che Eggman fosse riuscito a raccogliere una vasta gamma di gemme e oggetti di valore e che li tenesse nascosti nella sua base; un’occasione che una ladra come lei non poteva certo farsi sfuggire e la partenza di Eggman dovuta ad uno dei strambi piani era come un invito a nozze, unito al fatto che lei aveva una conoscenza pressoché perfetta della struttura della Techno Base le dava l’assoluta garanzia di non incrociare intoppi.
Fino a quel momento era stato così, ma le cose sarebbero presto cambiate.
Nella stanza designata c’era il buio più totale, non che questo fosse un problema per lei, i pipistrelli, in fondo, grazie agli ultrasuoni e alla vista notturna, vedono meglio di notte che di giorno; fu appunto quello che vide che non le piacque: in quella stanza, del famigerato tesoro, non c’era traccia.
Aveva aspettato per giorni e giorni che Eggman si allontanasse e non appena l’occasione le si era presentata ci era rimasta con un pugno di mosche; quel maledetto doveva esserselo portato dietro.
Troppo occupata a maledire lo scienziato, non si accorse di avere compagnia: alle sue spalle, nell’oscurità più completa, si accesero, minacciosi, due enormi occhi rossi.
Questi iniziarono a scrutare attentamente la figura dinanzi a loro, ma non trovandola interessante spostarono la loro attenzione più avanti, la sì che c’era qualcosa di interessante.
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!- sentenziò un’agghiacciante voce metallica e stavolta Rouge non potè non notarla; alle sue spalle si stanziava, possente, la figura di un gigantesco robot alto almeno il doppio di lei (secondo le note ufficiali, Rouge è alta 1,05 metri, quindi 2,10 metri),con delle gambe esili che, malgrado ciò, riuscivano a sostenere l’imponente corpo superiore, con braccia possenti che terminavano con due gigantesche mani, dotata ciascuna di quattro dita, spalliere a rinforzare le spalle minute, col simbolo dell’omega stampato su quella sinistra; i colori più presenti erano il nero e il rosso, tranne la testa e un rettangolo al centro del petto, gialla la prima, grigio-acciaio il secondo.
La ragazza indietreggiò, sinceramente condizionata e sorpresa da quell’imponente figura, ma nel farlo si ritrovò spalle al muro, non aveva via di fuga.
La mano destra del robot si ritirò all’interno del braccio e lasciò il posto a quello che aveva tutta l’aria di essere un cannone, nel quale iniziò a brillare una sempre più lucente luce azzurrina.
Rouge capì che quella poteva essere la sua ora –Togliti di mezzo!- ma le parole del robot le fecero capire che lei non era il bersaglio, bensì ciò che stava dietro di lei.
Senza indugi, prese il volo portandosi fuori dalla traiettoria del raggio d’energia, che colpì quella che, di sfuggita, prima che venisse distrutta, le era sembrata una capsula di stasi.
Ma perché quel robot aveva interesse a distruggere un macchinario?
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!- a sollevarle ogni dubbio fu il rumore di passi proveniente dalla coltre di fumo dove prima stava il macchinario ora in pezzi; l’obbiettivo del robot era chi stava all’interno della capsula.
Un suono, uno schiocco di dita, dalla cortina partì quella che poteva definirsi una saetta che, sfrecciante, colpì il robot in pieno petto, schiantandolo sul muro opposto.
Il fumo si stava diradando, una figura stava cominciando a delinearsi sotto lo sguardo attonito di Rouge.
-Non è possibile! Tu…tu sei…?!-



Jump City - Giorno 1, ore 08:00


Jump City, comunissima città americana come tante altre con un “comunissimo” edificio a forma di T gigante che svettava sulla città, residenza dei famosi Teen Titans, i cinque super-ragazzi, protettori della città.
Proprio in quel momento, sulla cima della T-torre, così si chiamava l’edificio, atterrò l’astronave del gruppo, usata di solito per i viaggi nello spazio (cosa che si poteva intendere, del resto), ma stavolta il suo atterraggio segnava la fine di un viaggio che aveva visto i suoi proprietari protagonisti di una pseudo-vacanza di lavoro a Tokyo.
Era stata senza alcun dubbio una vacanza (anche se Robin non l’avrebbe mai definita tale) particolare: Beast Boy, meglio noto come BB, aveva scoperto che le ragazze del Giappone sapevano essere delle vere bestie, Cyborg si era inimicato un cuoco mangiando una miriade di schifezze indescrivibili, vi basti sapere che la cosa più “commestibile” finita nel suo stomaco era stato un polpo vivo (e aveva ancora il coraggio di dire che la cucina di Stella faceva schifo), rischiando di mandarlo in rovina, Corvina era diventata la sponsor di una marca di chewing-gum e Robin venne arrestato con l’accusa di omicidio volontario che poi non si rivelò tale; incredibile a dirsi, Stella, la più ingenua e quella che più di tutti, sì, anche più di BB, si cacciava nei guai, era quella che se l’era passata meglio.
Per lo meno, la storia si concluse bene: il nemico, un ispettore di polizia che si stava servendo di un’antica maledizione per farsi conoscere come un eroe e poi trasformatosi in un gigantesco blob di inchiostro che creava mostri a destra e a manca era stato battuto e, cosa decisamente più importante, Robin e Stella ora stavano insieme; certo, lui dovette mettere da parte il suo orgoglio, lei dovette salvarlo da un manipolo di soldati d’inchiostro che volevano risbatterlo in gattabuia e dovettero sopportare il fatto di essere stati interrotti da BB sul più bello, ma alla fine il bacio tra i due ci fu, al terzo tentativo, segno che erano consapevoli dei loro sentimenti e del fatto che, qualunque cosa sarebbe accaduta ci sarebbero sempre stati l’uno per l’altra.
Anche se in quel momento, l’unica cosa di cui il gruppo era consapevole era quella di avere un sonno da paura, del resto non è facile riabituarsi al proprio fuso orario.
-Ok, adesso pretendo che nessuno mi svegli per i prossimi…mille anni.- tanto per rendere più chiara l’idea, il caro BB si fece la strada fino a camera sua trasformato in ghiro, Corvina si teletrasportò in camera (fortunata lei che si risparmiava la fatica di camminare), che non volesse essere disturbata era sottinteso.
Rimasero due stremati Robin e Cyborg e una Stella Rubia già addormentatasi nel suo sedile.
-Ci pensi tu alla tua… “amica”?- e qui Cyborg si premurò di farlo anche con le dita il segno delle virgolette, che poteva farci se provocare Robin era divertente.
Un comicamente imbronciato Robin fece un cenno d’assenso al mezzo macchina che prese la via del letto intanto che lui prendeva tra le braccia quella che ora si poteva definire la sua fidanzata e si apprestava a portarla a letto per qualche ora di riposo, malgrado fosse mattina, ma, come ho già detto, è dura affrontare il cambio di fuso orario.
Dopo un’aspra battaglia, sostenuta solo il giorno prima, speravano tutti e cinque in un meritato riposo; non immaginavano che i problemi non avrebbero tardato a presentarsi.
Sopra il cielo della città, nascosta fra le nuvole, si nascondeva la flotta aerea di un certo ciccione baffuto megalomane di nostra conoscenza; questi, nella sua sala di controllo, situata, ovviamente, all’interno della nave più grande, denominata Egg-shark, stava osservando con estremo interesse la città sottostante –Bene, bene, quindi il segnale proviene da qui?!-
-Affermativo, dottor Eggman, ci prepariamo ad un attacco di massa?- chiese Decoe, impegnato con un altro monitor, ma Eggman lo fermò con gesto di diniego –Non lo ritengo necessario, credo che, per stavolta, mi limiterò ad approccio meno violento, manderò una piccola unità alla ricerca dello Smeraldo del Chaos, senza troppi fronzoli.-
Questa sentenza provocò una curiosa domanda di Bokkun –Ma, dottore, non aveva detto che non avevamo bisogno degli smeraldi, che il nostro piano era già infallibile? Cos’è, il pensiero di Sonic le ha fatto salire la paura e adesso preferisce usarli?!- e quello che il piccoletto ci ricavò fu una chiave inglese dritta in testa. 
-Taci, idiota, ogni volta che Sonic prende possesso degli smeraldi riesce a mandare a monte tutto, quindi se li prendiamo prima noi lui non sarà un pericolo serio, si tratta di pura precauzione e, se dovesse ritenersi necessario, userò loro!- un brivido salì sulla schiena metallica dei tre al sentir quel “loro”.
-Quindi, dottore, che sistema adottiamo per la ricerca? I nostri radar riescono a percepire il segnale dello smeraldo, ma non riescono a segnalarci la sua posizione precisa.- quel piccolo contrattempo fece lievemente afflosciare i baffi allo scienziato, ma non a fermarlo –Non importa, ci adatteremo. Preparate una squadra composta da 5 robot E-121 Phi, tra mezz’ora li manderemo in perlustrazione.- e, ne era certo, nessuno lo avrebbe ostacolato.



*Per chi non la conoscesse, la viriola è un pesce estremamente comune nel Mediterraneo; questo pesce ha la bizzarra abitudine di inghiottire sempre l'amo, quindi se una viriola abbocca, è sicuro che non può scappare.






Angolo dell’autore:
Allora? Non è così male, vero?
Se recensite, potresti dirmi qual è stata la parte del capitolo che più vi è piaciuta e quale di meno e il perché; ovviamente non siete obbligati, lo chiedo così da farmi un’idea su eventuali lacune da colmare.
Parlando del capitolo, Eggman, malgrado abbia affermato lui stesso di non averne bisogno, si è messo a cercare gli Smeraldi del Chaos per evitare certi inconvenienti “spinosi” (capito il gioco di parole? ^-^) e, a quanto pare, uno di essi si trova proprio nella città dei Titans, appena tornati dal Giappone (la scena che più mi è piaciuta del film è stata l’ultima!), in questo momento un po’ fuori uso, ma tanto non ci metteranno molto a recuperare.
Ma chi sono le tre “armi segrete” che Eggman conserva tanto gelosamente? E la quarta, che lui stesso ha timore di usare?
Se volete scoprirlo, non vi resta che attendere il prossimo capitolo di “Teen Heroes” (sicuramente avete capito perché questo titolo, ma visto che voglio essere preciso: Teen da “Teen Titans” e Heroes da “Sonic Heroes”).

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Capitolo 2
*** Lavoro di squadra?! Per alcuni è semplice, per altri no! ***


Rieccoci qui!
Spero che il secondo capitolo, che vi state apprestando a leggere, sia di vostro gradimento come spero lo sia stato il primo (Knuckles: Ma chi vuoi che legga, questa storia fa pietà! Io: Non ricordo di aver chiesto la tua opinione, echidna di malafede, torna dentro la storia! Vi avviso che ho dovuto buttarlo fuori con le minacce, minacce di cui è meglio non parlare).
Il Team Sonic è partito dopo qualche piccolo problema tecnico-tattico (Ok, questa è la conferma che guardo troppo “Guida al campionato”) alla volta di Jump City, dove Eggman è gia arrivato, lasciando la sua base in balia di una Rouge frustrata, un robot esaltato e un personaggio misterioso che tanto avrete già capito chi è, pensando che un piccolo squadrone di E-121 Phi possa bastare a risolvergli il problema Smeraldo del Caos, non immaginando che Sonic non è l’unico a potergli creare problemi.
Preparatevi, ci saranno azione, risate e quant’altro nel secondo capitolo di “Teen Heroes”!


Quando una vittoria è troppo facile, è perché qualcuno ha voluto così! 
(Knuckles dorme, sdraiato sull’altare dello Smeraldo Gigante. Sonic, ghignando, con un pennarello gli dipinge la faccia, facendo il segno dell’ok a Tails, pronto a scattare una foto con la macchina fotografica già in posizione.) 


Jump city - Giorno 1, ore 08:30


Bassa statura, gambe e braccia esili, corpo ricoperto da una sorta di armatura metallica grigia, testa rotonda dove vi risiedevano due occhi ovali verde militare e una sorta di codino che partiva dalla fronte; questa era la struttura fisica di un E-121 Phi.
Cinque di questi robot, equivalenti ad un nulla dell’intera armata del loro creatore, erano stati disposti in fila e davanti a loro vi era un compiaciuto Eggman.
Egli si premurò di dargli tutte le istruzioni necessarie affinché non facessero errori e, una volta assicuratosi che tutto fosse a posto, li mandò in missione.
Grazie ai razzi a propulsione sotto le loro scarpe, i cinque automi non ebbero nessun problema nello scendere al suolo, nascondersi in un vicolo e dividersi per iniziare la ricerca, il tutto sotto il costante monitoraggio di Decoe e Bocoe.
-Andate, E-121 Phi e vedete di fare un buon lavoro.- lo scienziato, comodamente spaparanzato sulla sua poltrona, intento a lisciarsi i baffi (che, più che altro, sembrano uno spazzolone swiffer), si mostrava sicuro di sé ed estremamente tranquillo.
-Scusi, dottor Eggman, perché si è limitato a mandare una squadra di pattuglia, di solito lei è più…diretto?- malgrado pensasse che la domanda di Bokkun fosse sensata, Eggman non gliel’avrebbe certo detto -Perché?! L’ultima volta che sono stato diretto sin dall’inizio, mi sono ritrovato inseguito sia da Sonic che dall’esercito. Quindi, attuerò un attacco di massa solo e soltanto se dovesse essere necessario.-
E, inoltre, riteneva davvero che quei cinque fossero sufficienti per lo scopo della ricerca, malgrado Sonic sapesse del suo piano, perché lui aveva deciso così nobilmente di essere “generoso” e rivelarglielo; in fondo, il caro riccio blu non aveva fatto avere nessuna notizia, né nessun altro del suo “clan”, non vedeva motivi per stare in allerta.
Almeno, non c’è ne furono finché, una delle cinque sezioni sullo schermo, ciascuna corrispondente alla visuale di ogni robot Phi, non si spense -Dottor Eggman, abbiamo perso il segnale di uno dei nostri uomini!- annunciò Bocoe, facendo irritare lo scienziato.
-L’ho notato, imbecille, quello che non comprendo è il motivo per cui il segnale si è perso.- cominciò a sfregarsi il mento, rimuginando sulla causa del collegamento perso della sua creazione.
-L’unica soluzione possibile è che il robot sia stato disattivato, ma da chi?-
Malgrado nella sua mente si fosse delineata l’immagine di un familiare riccio che lo prendeva per i fondelli, la sua ipotesi era sbagliata, Sonic, a bordo del Tornado, insieme agli amici di sempre, ovvero Tails e Knuckles, era giunto solo in quel momento in città.
-Knuckles, posso sapere perché abbiamo dovuto portarcelo dietro?- chiese uno snervato Sonic, riferendosi allo Smeraldo Gigante, posizionato sul posto libero dell’aereo, addirittura assicurato con la cintura (su “gentile” richiesta del rosso) e con loro aggrappati alle ali del mezzo.
Quando sembrava che, per una volta, avesse completamente scordato la sua mansione, subito dopo Knuckles aveva obbligato Tails a rivirare su Angel Island per portarsi dietro l’enorme sasso, iniziando un discorso sull’importanza del suo potere, sulla sua sicurezza e altre cavolate che rischiarono al riccio un esaurimento nervoso e che quindi mi guarderò bene dal riportarle in questo contesto.
-Te l’ho già spiegato, quindi evita di rompere!- Tails continuava a chiedersi come quei due facessero ad andare avanti sempre con quella solfa; certo, erano sempre scontri amichevoli, ma non ne avevano mai le tasche piene di quelle litigate; ma erano sempre i Sonic e Knuckles a cui voleva bene e non avrebbe mai cercato di cambiarli -Ragazzi, ormai ci siamo, il segnale è in questa città, sto iniziando la discesa quindi reggetevi.-
E, alla fine, l’unico luogo in cui fu possibile per il volpino far atterrare l’aereo di cui andava tanto fiero fu, indovinate un po’? La torre già citata in precedenza, era l’unico posto adatto, la forma a T dava la distanza necessaria affinché l’aereo facesse la frenata.
-Bene, non perdiamo tempo e andiamo a cercare lo smeraldo, ragazzi!- solo in quel momento lui e Knuckles notarono la sparizione di Tails per poi ritrovarlo mentre analizzava, con gli occhi luccicanti, l’astronave che, solo in quel momento l’avevano notata, stava parcheggiata sulla cima della torre.
-Ragazzi, quest’astronave è da sballo, chissà che tecnologia hanno usato per costruirla?- quando hai un quoziente intellettivo di 300 è normale che tu sia un appassionato di cose come la robotica o comunque la meccanica, Tails non era un’eccezione(la cosa ancor più incredibile è che ha solo 9 anni); ancora un po’ e avrebbe cominciato a sbavare quanto era affascinato dal quel veicolo, per fortuna i suoi due amici più grandi(di età, non di cervello sia chiaro, se la mettiamo in quel senso il più grande è Tails) si sbrigarono ad afferrarlo per le code prima che vi si gettasse addosso per smontarla e analizzarla pezzo per pezzo.
-Andiamo, sottospecie di fusione tra Albert Einstein e Steve Jobs, abbiamo del lavoro da fare!- lo redarguì un Sonic the hedgehog che immaginava cosa sarebbe potuto accadere se Tails avesse messo le mani su quell’affare.
-Volevo tanto dargli un’occhiata più da vicino, uffa.- protestò un Tails che vide le sue speranze cancellate con uno sbuffo, decise comunque di lasciar perdere, al momento; una volta però che si fu rialzato, dovette fare i conti, insieme a Sonic, con la sparizione di Knuckles, stavolta.
-Questa storia sta sfociando nel ridicolo.- pronunciò uno sconsolato Sonic quando vide il suo amico rosso legarsi lo Smeraldo Gigante alla schiena con una corda, che evidentemente si era portato dietro -Knuckles, stai scherzando?!- sperava tanto che gli dicesse sì, ma in cuor suo sentiva che la risposta era un’altra -Col cavolo! Se dovevo lasciarlo incustodito, tanto valeva che rimanesse ad Angel Island.- infatti.
Deciso a sorvolare su quell’inconveniente, il riccio dispose le loro mosse -Ok, ragazzi, per ricoprire un’area più grande nel minor tempo possibile, sarà meglio dividersi: Tails, visto che tu sai volare, farai un’esplorazione aerea, io perlustrerò la città, grazie alla mia supervelocità riuscirò a non farmi notare, tu, Knuckles, andrai nelle fogne.- quest’ultima disposizione sembrò non andare a genio all’echidna -Perché nelle fogne?- questa sembrava una di quelle volte che Sonic lo metteva in situazioni scomode per dispetto -Perché, con quell’enorme sasso sulla schiena, dubito che tu possa riuscire a non farti vedere da qualcuno; certo, è troppo grande per passare da un tombino, ma puoi sempre entrare in un vicolo, spaccare il terreno ed entrare da lì, cercando di non fare troppo rumore, ovviamente.- ma, con quell’ultima spiegazione, Sonic dimostrò ancora una volta il perché era lui il leader del trio: malgrado all’apparenza fosse arrogante e sbruffone, Sonic sapeva sempre come comportarsi nelle varie situazioni e come organizzarsi, sfruttando le abilità sue e dei suoi compagni; infatti, fuori da Station Square, nessun essere umano sapeva di lui e compagni, ogni voce era stata soppressa perché non uscisse fuori dalla città e creare scompiglio, quindi doveva anche far in modo che lui e il suo team non venissero scoperti.
Dovendo riconoscere che aveva ragione, Knuckles accettò la sua parte di lavoro e, una volta che Tails li ebbe portati giù in volo, i tre si divisero per iniziare la ricerca.



Techno Base - Giorno 1, ore 08:45


Le luci della sala di controllo si accesero automaticamente non appena le tre figure entrarono dal portone scorrevole, tre figure che, fino ad un’ora prima, stavano causando scompiglio nella, presunta e comunque ormai demolita, sala del tesoro.
Rouge non poteva negarlo a se stessa, stare in compagnia di quei due la metteva in soggezione e le faceva venire i brividi; quello a cui aveva assistito prima era uno scontro al cardiopalmo che non sembrava potesse avere termine, aveva dovuto farsi coraggio e mettersi in mezzo a quei due per fargli capire che non aveva senso combattere tra di loro e ora eccoli tutti e tre lì nella sala principale della base del dottore.
Era stata lei a proporre di andare lì, non le andava di restare in quella stanza demolita; era rimasta sorpresa dall’incredibile forza di quel robot, che aveva rivelato di chiamarsi E-123 Omega, quindi, se non era tanto arrugginita in lettere, era l’ultimo robot della serie E; non appena la saetta lo colpì portandolo a sfracellarsi sul muro lo aveva già dato per spacciato, considerando d’altronde chi l’aveva colpito, invece si era rialzato senza la minima ammaccatura e, addirittura, più furioso e desideroso di combattere; l’altro personaggio aveva imparato a conoscerlo già in passato, anche se non avrebbe mai pensato di rincontrarlo…vivo.
-Posso sapere come hai fatto a sopravvivere…Shadow?- esattamente! Si trattava proprio di Shadow the hedgehog, il riccio nero che tutti davano per deceduto dopo la battaglia con la Biolizard e che, invece, era lì, vivo e vegeto –Non saprei cosa risponderti; dopo la lotta con la Biolizard ho perso i sensi, mi sono svegliato quando il nostro caro amico di latta qui presente ha cercato di farmi saltare in aria; per dirla in breve, sono sopravvissuto ma non so come.- serio e diretto come sempre. 
Rouge spostò la sua attenzione al robot -Allora, Omega se non sbaglio, perché Eggman avrebbe creato un robot per distruggere gli altri suoi robot? Certo,Eggman è uno svitato, ma non penso fino a questo punto.- la cosa non aveva alcun senso, fu Omega a dare la risposta -Io ignoro quale avrebbe dovuto essere il mio compito; subito dopo avermi creato, Eggman mi ha disattivato e rinchiuso in quella stanza. Quindi, è questo il mio obbiettivo: tutti i robot di Eggman devono essere annientati!- malgrado non potessero trasparire emozioni da quella voce robotica, il modo in cui Omega strinse la mano riuscì a far trasparire un altrimenti celato senso di rabbia; era chiaro cosa volesse: vendetta, contro il suo stesso creatore, per essere stato trattato come spazzatura.
-Sappi che anche io una volta ho cercato vendetta per un torto subito, ma, grazie al cielo, sono stato fermato e ho compreso che alla fine la vendetta non ti farà star meglio; lascia perdere la vendetta, prima che sia tardi.- malgrado l’avvertimento di Shadow, l’automa lo stava volutamente ignorando:se quel riccio aveva rinunciato era un problema suo, ma di certo lui non si sarebbe tirato indietro.
Lo sguardo che i due si rivolsero non prometteva niente di buono; certo, il robot non poteva mostrare espressione, ma , se anziché evitare lo sguardo di Shadow, continuava a sostenerlo senza tentennare, di certo non aveva paura di un secondo confronto con lui.
Per evitare che quell’idea passasse per la testa di entrambi, Rouge si vide costretta a rimettersi in mezzo -Sentite, stavo pensando…che potremmo unire le forze, in fondo tutti e tre, ciascuno per un suo personale motivo, stiamo cercando Eggman, giusto?!- come risultato immediato si ritrovò addosso gli sguardi di entrambi, sicuramente contrari a quella proposta.
Eppure, pensandoci bene, non era una pessima idea, si ritrovarono a pensare entrambi; era vero, cercavano Eggman, tanto valeva combinare i loro sforzi per rendere più efficace la ricerca; Rouge sperava di impossessarsi del tesoro di Eggman, Omega sperava di realizzare la sua vendetta e Shadow voleva sapere perché Eggman gli aveva salvato la vita, non c’era altro motivo per spiegare la sua presenza nella base dello scienziato.
-Per me va bene.- sospirò un convinto ma comunque perplesso Shadow, non era convinto di potersi fidare di quei due al cento per cento, Rouge in particolare, considerando che già una volta gli aveva fatto il doppio gioco. -Affermativo!- anche il robot diede il suo assenso, da quel momento in poi, sarebbero stati un team, il Team Dark.
-Molto bene, compagni.- per Rouge fu una strana sensazione pronunciare quella parola, solitamente abituata a lavorare da sola, ma per il tesoro, ne valeva la pena -Tutto quello che dobbiamo fare è prendere uno dei radar di Eggman, non appena uno smeraldo del Chaos manifesterà la sua presenza ci metteremo in marcia perché, potete starne certi, dove c’è uno smeraldo del Chaos ci sono alte probabilità di trovare Eggman.-

 

T-tower - Giorno 1, ore 09:00


-Bene ragazzi, era ora che arrivaste!- annunciò un serio Cyborg che, tuttavia, sembrava anche felice; doveva essere un qualcosa che lo aveva elettrizzato alla grande se, addirittura, non mostrava più segni di stanchezza o sonno malgrado il viaggio conclusosi solo poco più di un’ora prima.
-Accidenti, avevo chiesto solo di poter dormire un po’, non mi pare di aver fatto una richiesta esagerata…oh bé, visto che sono sveglio.- e, mentre gli altri suoi compagni si accomodavano sul divano al centro della sala, il vegetariano BB si diresse verso il frigo, dal quale tornò con una ciotola di latte e cereali e la bocca già piena, accomodandosi accanto a Corvina.
-Ok, Cyborg, spero che sia stato un motivo valido quello che ti ha portato a svegliarci.- avvisò un contrariato Robin, non certo esente dal volersi fare almeno tre ore di sonno; lo sguardo soddisfatto del ragazzo di colore, comunque, non lasciava trasparire insicurezza -Credetemi, è stato un motivo più che valido; vedete, mentre stavo dormendo i miei sensori hanno captato cinque presenze, come dire, anomale in città, quindi sono andato a dare un’occhiata…e guardate un po’ che cosa ho trovato.- annunciò fieramente liberando la visuale e permettendo agli altri Titans di vedere così la sua “scoperta”: sul tavolo di fronte a loro stava disteso, immobile, un robot di bassa statura grigio-argento(avete capito di chi si tratta?).
-Ho notato questo robot che si aggirava in modo alquanto sospetto all’interno di un vicolo, così gli sono piombato alle spalle, l’ho disattivato e l’ho portato qui per studiarlo.- del resto, la meccanica era sempre stata la sua passione, oltre allo sport, non poteva non approfittarne ora che ne aveva l’occasione -E sei riuscito a scoprire qualcosa?- chiese Corvina, col suo solito tono neutro e cappuccio sempre calato sul volto, cercando di mantenere un’espressione controllata, malgrado accanto a lei ci fosse un BB che mangiava in una maniera che è meglio non dire -Chissà, magari è stato costruito da qualche scienziato malvagio per conquistare il mondo?- propose il ragazzo verde, rimediandoci una sberla da parte della maga in cappuccio, che riteneva quell’ipotesi una scemenza, cosa tipica di BB, soprattutto per il tono ironico con cui era stata pronunciata, segno che BB l’aveva detta per ironizzare.
Tutti si ritrovarono a scartare l’ipotesi, eccetto Stella che, nella sua tipica ingenuità da bambina, ci aveva creduto -Accidenti, magari vorrà conquistare la Terra per fare di noi i suoi schiavi e assoggettarci tutti al suo volere.- una cosa che certamente andava riconosciuta alla giovane aliena era che avesse una grande fantasia, ma Cyborg si occupò di smentirla -Io non credo Stella; come vi ho già detto, ho studiato questo robot e posso dirvi con certezza che possiede delle capacità offensive molto limitate, credo che sia difficile che venga usato per combattere.- come spiegazione era stata piuttosto esauriente.
-Però- si premurò di aggiungere -Devo riconoscere che la tecnologia con cui è stato creato è davvero avanzata ed efficiente, di certo non è stato costruito da una persona qualunque.-
A quel punto nelle teste di tutti e cinque si formulò la stessa domanda: chi possedeva una tecnologia abbastanza potente da creare un robot come quello; nella testa di Robin squillò un campanello d’allarme seguito dalla visualizzazione di una figura a lui terribilmente familiare.
Slado: quello che poteva essere definito a tutti gli effetti il loro, il suo, più acerrimo nemico, non sarebbe stato strano se fosse stato davvero opera sua; tuttavia, non era nello stile dell’uomo mascherato mandare “pattuglie”, ammesso che si trattasse di quello, lui era tipo da agire nell’ombra e, al momento opportuno, attaccare in massa, servendosi dei suoi androidi, e pesantemente, le esplosioni erano praticamente un hobby per lui.
Non ebbe il tempo di esporre eventuali soluzioni che, tutto ad un tratto, gli occhi dell’automa si accesero e il robot si rimise in piedi con un balzo portando il gruppo ad alzare la guardia; ad aggiungere ulteriore “carne al fuoco” furono altri quattro robot, identici al primo; arrivati all’improvviso in volo, i quattro infransero le finestre piazzandosi, perfettamente allineati e immediatamente raggiunti dal loro compagno, di fronte ai cinque sorpresi ragazzi.
-Ok, Cyborg, questo come lo spieghi?!- chiese retoricamente il leader del gruppo, leggermente irritato, mentre estraeva il suo bastone da combattimento -Ehy, io ho supposto che non venissero usati in combattimento, non ho dato nessuna certezza.-
Comunque la situazione, analizzò Robin, non avrebbe dovuto rivelarsi troppo complicata; in base alle ricerche di Cyborg, quei robot avevano una forza d’attacco molto bassa, quindi, anche se ora erano in cinque, non avrebbero dovuto costituire una minaccia seria.
-D’accordo ragazzi, cinque contro cinque, uno ciascuno.- istruzioni semplici e chiare, erano pronti. -Ma non ho ancora finito la colazione.- si lamentò BB, beccandosi un’altra sberla tra capo e collo da un’esasperata Corvina.
-Titans, all’attacco!-
Ora, immagino che i lettori si aspettino la descrizione del combattimento, ma lasciate che ve lo dica, non avrebbe alcun senso parlarvi di uno scontro che, per gli E-121 Phi, perché di loro si trattava, era perso già in partenza; per i Titans sarebbe stato sinceramente più difficile bere un bicchiere d’acqua che sconfiggerli.
I resti fumanti dei robot giacevano inermi sul pavimento mentre i Titans erano rimasti completamente illesi, nessuno di loro aveva riportato ferite di nessun genere; ed era questa la cosa strana, si era rivelato tutto troppo facile; quei robot erano stati usati come “pedine sacrificabili” per un qualche perverso e oscuro motivo.
Robin era seriamente tentato di tirare fuori l’opzione Slado, ma l’attenzione sua e dei suoi compagni venne attirata da quello che sembrava essere un battito di mani in piena regola; lo “spettatore” in questione era un uomo a bordo di una specie di mezza sfera volante, entrato dalla vetrata infranta, calvo e con dei baffi giganteschi -Sei stato tu a mandarci contro quei robot, non è vero?!- Robin puntò furiosamente il dito verso quel misterioso(mica tanto -_-) e bizzarro individuo, che proprio in quel momento smise di applaudire, assumendo un tono di voce pentito e serio -Vi chiedo scusa per l’increscioso incedente, ragazzi miei, ma era necessario mettervi alla prova e, posso dire con certezza, che avete superato il test!-



Station Square - Giorno 1, ore 09:20


Nella zona del porto, da qualche giorno, era apparso misteriosamente uno strano edificio, per essere precisi era solo una piccola casa; per chi non lo sapesse, era la dimora di un gruppo di famosi detective, non proprio famosi, ma le intenzioni erano quelle; da quando erano arrivati sulla Terra avevano cercato di farsi pubblicità, sperando che lì avrebbero avuto più richieste e quindi un incremento del lavoro e dei “liquidi”, di cui, in quel momento, erano un tantino a corto.
Questo gruppo era formato da Vector the crocodile, in quel momento spaparanzato sul divano a ronfare, Espio the chamelion, seduto in un angolo a meditare e Charmy the bee, chiuso dentro un armadietto a dormire anche lui.
Una cosa di cui Espio era certo era che si stava annoiando, solo che il camaleonte era bravo a non farlo notare, ma stava comunque pregando che gli altri due dormissero per un altro po’ e lo lasciassero nella sua pace interiore che, quando erano svegli, non poteva mai raggiungere.
Malgrado questo doveva riconoscere che quella vita era troppo monotona, gli incarichi scarseggiavano, proprio come su Mobius e le poche volte che venivano chiamati era per delle sciocchezze, tipo salvare gattini bloccati sugli alberi; onestamente, lui era un grande ninja, aveva bisogno d’azione, sentiva bisogno d’avventura, sarebbe valsa la pena sopportare quei due casinari, anche se avrebbe continuato a restare al loro fianco ugualmente.
Abbandonando la meditazione, andò fuori per controllare la posta, non poteva mai dirsi che ci fosse una qualche sorpresa e la sorpresa infatti la trovò: un enorme pacco sigillato, posizionato accanto alla cassetta per la posta; con qualche difficoltà lo portò all’interno e lo posizionò al centro della stanza; ora veniva il difficile: svegliare quei due piantagrane dei suoi colleghi.
Si soffermò ad osservare l’imponente figura del coccodrillo, autoproclamatosi leader dell’agenzia Chaotix, cosa tutto sommato giustificata, dato che l’idea di formare un team era stata sua, chiedendosi quale potesse essere il modo più efficace per svegliare quell’ammasso di squame.
Una lampadina gli si accese in testa e un sorrisetto sadico gli spuntò in volto -Vector, questo non ti piacerà!- magicamente si ritrovò tra le mani un gong ed un mestolo, si mise dei tappi nelle orecchie e…SDONGGGGGGGGGGGGGGGG.
Il rettile verde scese dal divano continuando a traballare e con un improvviso mal di testa -Espio, accidentaccio, si può sapere perché l’hai fatto?- qui Vector ebbe comunque una gran faccia tosta, considerato che era lui il maestro degli scherzi-sveglia -Perché è divertente!- il rettile viola provò un gran senso di soddisfazione per essersi vendicato di tutte le volte che quello verde l’aveva interrotto durante le sue meditazioni.
Espio si sentì tentato di usare quell’espediente anche con Charmy, ma il frastuono del gong aveva svegliato anche lui -Bene, visto che siete entrambi in piedi ci tengo ad avvisarvi che, molto probabilmente, ci è stato affidato un incarico.- e ottenne l’effetto di far gasare sia il coccodrillo che l’ape -Alleluia, forse stavolta sarà qualcosa all’altezza di un grande come me.- Vector non stava più nella pelle, ma ci pensò Charmy, col suo solito tono sbeffeggiante, a farlo passare dalla gioia alla furia -Considerato che per te è già un’ardua impresa aiutare una vecchietta ad attraversare la strada, il massimo a cui puoi aspirare è consegnare una pizza…ammesso che il tuo stomaco te lo permetta.-
Quello che né seguì fu un Vector, scalpitante e con gli occhi in fiamme, che inseguiva un Charmy divertito e soddisfatto, una routine abituale; non lo avrebbero mai ammesso, ma si divertivano un mondo, era come un gioco per loro, solo che Charmy era giustificato, aveva 6 anni, Vector, che ne aveva 20, un po’ meno; e, intanto, Espio si ritrovò, come ogni altra volta, a mettersi in disparte e osservare la scena noncurante -Sarà una giornata più lunga del previsto!- 





Angolo dell’autore:
Il Team Chaotix entra in scena! Quale potrebbe essere il ruolo del team più simpatico di Mobius in questa faccenda? A parte me, non lo sa nessuno, posso assicurarvi che qualcosa in comune col gioco c’è, ma non intendo dirvi altro.
Eggman, come avete potuto vedere, ha “messo alla prova” il gruppo dei Titans, Ma quale sarà il suo scopo? Considerato il suo carattere, ci si può aspettare di tutto da quell’uomo.
E che dire del Team Dark? Come avrete notato, a differenza del gioco, qui Shadow non ha perso la memoria…di nuovo; il motivo? Semplice! Shadow si schiera dalla parte del male perché smemorato e confuso, una volta ci può stare, ma diventa snervante usare sempre questa scusa per giustificare certe sue azioni, così non si riesce a dare una caratterizzazione precisa al personaggio, e considerato che Shadow è il mio personaggio preferito, dopo Tails, dell’universo di “Sonic”, non posso tollerare quella che, a mio parere, suona come una presa in giro per questo grande personaggio; in questa storia vi porterò (almeno spero) a conoscere bene il suo vero carattere.
Non ho altro da aggiungere, vi auguro un buon proseguimento di giornata.

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Capitolo 3
*** La maggioranza vince, i sospetti di un rettile ***


Terzo capitolo di “Teen Heroes”, signore e signori.
Quello che vedrete in questo capitolo potrebbe scioccarvi…ok, scherzo ^_^’, non ci sarà niente di scandaloso, vedremo cosa i Chaotix hanno ricevuto e ci sarà un indizio che potrebbe farvi capire chi è il mittente e vedremo cosa Eggman dirà ai Titans, di certo non dirà che è lì per portare “pace e amore”(devo piantarla anche con “I Simpson” oltre che con “Guida al campionato”) e le conseguenze, ovviamente, del suo discorso.
Considerato che non ho altro da dire, vi auguro una buona lettura.



Scienziato?! Sicuro di non essere un attore?!
(Eggman, Decoe e Bocoe vestiti dai tre moschettieri, allineati l’uno accanto all’altro, con Eggman ovviamente al centro. In primo piano, Bokkun nei panni di D’Artagnan.)

 

Station Square - Giorno 1, ore 09:30

-Vi siete dati una calmata?- domanda che Espio poneva a quei due praticamente ogni giorno, ma non c’era modo di evitarlo, considerato l’atteggiamento infantile di Vector che lo portava ad inseguire Charmy per tutta la casa ogni volta che l’ape ironizzava sul coccodrillo e tutte le volte finiva con la casa mezza distrutta(e poi si lamentano di non avere soldi, li spendono sempre in riparazioni), un Vector stanco e con la lingua a penzoloni che sussurrava minacce nei confronti dell’insetto, il quale era tutto contento e rilassato, seduto sulla scrivania a ridersela.
Dato che i “buffoni di corte”, mentalmente li chiamava così, avevano terminato il loro siparietto comico giornaliero, il camaleonte estrasse uno shuriken dal bracciale sul polso e lo usò per aprire il pacco, quello che ci trovarono dentro fece schizzare gli occhi di Vector fuori dalle orbite:uno scatolone pieno di soldi, talmente tanti che avrebbero potuto non solo ripararsi la casa, ma anche comprarsene altre dieci.
-Miseriaccia, non ho mai visto tanti soldi in vita mia. SIAMO RICCHI!- e sotto lo sguardo esterrefatto di Espio, Vector e Charmy iniziarono a ballare la conga, pronunciando assurde esultanze.
“La mia considerazione nei confronti di questi due è scesa notevolmente, e già era in fondo ad un abisso.” si segnò mentalmente, appuntandosi di usare quei soldi per prenotare a Vector un posto in manicomio e uno psichiatra per Charmy, lui si poteva ancora recuperare.
La cosa comunque, non potè non insospettirlo:chi poteva avere interesse a regalargli un mucchio di soldi senza ragione, sicuramente c’era qualcosa che bolliva in pentola e, dando una migliore occhiata, trovò conferma ai suoi sospetti. 
-Ragazzi, guardate qui!- il camaleonte portò su di sé l’attenzione dei colleghi estraendo dallo scatolone quello che sembrava proprio un computer portatile, che il camaleonte poggiò sulla scrivania e aprì; come ad aver previsto tutto, l’apparecchio si accese da solo, mostrando inizialmente uno schermo nero, successivamente apparve al centro esatto dello schermo una S e si sentì una voce, tuttavia non identificabile, sicuramente camuffata -Salve, Team Chaotix, se state ascoltando questa registrazione vuol dire che non avete sprecato il tempo limitandovi a rotolare nei soldi.- Vector e Charmy arrossirono per la vergogna di fronte allo sguardo accusatorio di Espio; tutti e tre, comunque, tornarono immediatamente a prestare attenzione alle parole registrate, riprese in quel momento, consapevoli che, essendo una registrazione, non serviva a nulla porre domande -Ovviamente avrete capito che quei soldi non sono un regalo, possiamo definirli…un anticipo, e posso assicurarvi che, se eseguirete con successo l’incarico che intendo affidarvi, né riceverete molti altri. Comunque, visto che si tratta di questioni importanti, ritengo opportuno parlarne in un luogo più…riservato. Incontriamoci a Jump City, nello scatolone troverete una mappa con le dovute indicazioni, il luogo preciso e la data in cui incontrarci. Mi auguro che ci sarete, buon viaggio.- e lì la trasmissione si interruppe, segno che la registrazione era terminata.
I tre detective restarono in silenzio per qualche secondo, ci pensò Charmy a romperlo -Sentito ragazzi, prepariamo le valige che si parte.- Vector non perse tempo e iniziò a rovistare nella scatola, da cui tirò fuori la mappa, come detto dalla voce -E qui ci sono le istruzioni che ci occorrono; l’appuntamento è domani per le nove di mattina; bè, secondo la mappa, la distanza tra Station Square e questa Jump City è di mezza giornata in auto, se usiamo la Chaotix Car arriveremo verso sera.-
Peccato per loro che Espio non era armato della loro stessa vitalità -Aspettate, non vi sembra strana la cosa; anche io, pur non dandolo a vedere, sono contento che, dopo tanto tempo, abbiamo finalmente un incarico, ma questo “S” non mi ispira la minima fiducia; credo sia meglio rimandargli indietro il pacco aggiungendoci che rifiutiamo, credetemi, è meglio così!-
-Ma andiamo, Espio, cosa vuoi che possa accadere? E poi conosci la nostra politica:non rifiutiamo mai un lavoro se ben pagato e i soldi in questo momento sono un po’ scarsi nelle nostre tasche, quindi dobbiamo accettare!- figurarsi se ora che lo pagavano profumatamente, Vector si tirava indietro, pensando poi al fatto che ne avrebbe ricevuti ancora a lavoro ultimato; e considerato che anche Charmy era più che entusiasta, aveva gia preparato uno zaino con dentro lo stretto necessario per il viaggio, erano due contro uno, ma Espio non era mai stato uno che badava a regole assurde del tipo “la maggioranza vince” -Vi dico che è una pessima idea; noi non andremo, punto e basta!- almeno non all’inizio.
Cinque minuti dopo, infatti, eccolo insieme agli altri due a bordo della Chaotix Car con sguardo rassegnato; se quei due ci si mettevano, non c’era verso di spostarli dalle loro convinzioni -Ancora non ho capito come cavolo avete fatto a convincermi?-
-Non chiedere Espio, a volte certe domande è meglio non porle!- rispose con impertinenza Charmy, senza dare una vera risposta, era proprio bravo, quel ragazzino, a chiudere in fretta i discorsi; il camaleonte si arrese definitivamente, sospirando rassegnato, non potendo comunque evitarsi, mentre l’auto, con Vector alla guida e Charmy accanto a lui, quindi con Espio dietro, partiva verso la loro prossima destinazione, un ultimo pensiero “Eppure, continuo ad avere una pessima sensazione, speriamo bene.”

T-tower - Giorno 1, ore 09:35

-…e quindi, si dice che chi riesce ad impadronirsi dei sette smeraldi del Chaos possa far avverare anche i miracoli.- quella che Eggman aveva appena terminato di spiegare ai Titans era la leggenda dei sette smeraldi, d’altronde, se voleva ottenere la collaborazione di quei cinque ragazzi doveva rivelargli alcuni dettagli importanti, per far sì che non sospettassero nulla.
-Quindi, se ho ben capito, tu vieni da un altro pianeta, chiamato Mobius, su questo pianeta ci sono queste sette gemme e chi riesce a radunarle e a sfruttare il loro potere può fare tutto, come viaggiare nello spazio-tempo, che è quello che è successo a te e spiega perché adesso sei sulla Terra?!- Robin fece una rapida sintesi per dimostrare che aveva compreso, malgrado questo aveva ancora dei dubbi -Ma scusa, che c’entra tutto questo con noi e col nostro…“addestramento non programmato”?- chiese un confuso BB, che di tutto quel discorso in realtà non aveva capito niente, confermando comunque i dubbi del leader e, sicuramente, anche degli altri.
-Ma certo, ragazzi miei, ve lo spiego subito! Io sono finito sulla Terra non per colpa di un incidente, ma per colpa di un essere crudele e spietato.- in quel momento i ragazzi drizzarono le orecchie e si fecero immediatamente seri, segno che quel discorso aveva dato la loro attenzione tutta ad Eggman.
Sorridendo dentro di sé, ma continuando il suo discorso -Vedete, io sono l’unico essere umano su Mobius, tutti gli altri suoi abitanti sono animali antropomorfi, mi rendo conto che potrei sembrarvi pazzo, ma vi assicuro che è tutto vero. Di norma gli abitanti di Mobius sono pacifici e conducono una vita tranquilla e io mi trovavo molto bene in loro compagnia, ma un brutto giorno arrivò lui:Sonic the hedgehog. Era un essere spregevole, dotato di una crudeltà unica; all’inizio, lui e i suoi amici, si conquistarono la mia fiducia, facendomi credere di voler raccogliere gli smeraldi a fin di bene e fui ben lieto di aiutarli, per questo ho costruito degli speciali radar e i robot con cui avete combattuto poco fa, per aiutarli in quello che credevo un gesto nobile; ma quando gli smeraldi vennero recuperati, Sonic assorbì il loro potere e, con la sua banda di amici, inizio a seminare il terrore; io cercai in ogni modo di fermarlo, tanto, pensate, che riuscì a recuperare tutte e sette le gemme, ma Sonic tornò alla carica per rirubarli e continuare quello che, come lui stesso l’ha detto, era il suo “divertimento”; purtroppo, dallo scontrò ne scaturì il Chaos Control che portò me, insieme a Sonic e alla sua banda, qui sulla Terra, dove le nostre lotte hanno continuato a susseguirsi ed eccoci quindi a questo punto; quello che voglio dire è che ormai non sono più in grado di fronteggiare Sonic da solo e chi meglio di voi può aiutarmi a fermare la sua avanzata? Non credo ci sia qualcun altro, ma ho voluto ugualmente mettervi alla prova per essere certo e le mie aspettative non sono state deluse. Allora, accettate di darmi una mano?- in quel momento Eggman si immaginò alla cerimonia degli oscar mentre riceveva l’oscar come miglior attore nei panni di cattivo del film e ne aveva tutte le ragioni; il suo era stato un discorso veramente convincente, le possibilità che capissero che li stava ingannando erano più che remote.
-Dottor Eggman, non c’è neanche bisogno che lei c’è lo chieda; non permetteremo a nessuno di mettere in pericolo la vita di persone innocenti e se questo Sonic pensa di poter venire qui a fare il bello e cattivo tempo, allora ha pensato male!- e infatti, le parole ferme e convinte di Robin, unite allo sguardo determinato suo e dei suoi compagni, diedero allo scienziato la conferma che aveva avuto successo e adesso aveva cinque potenti alleati dalla sua parte, grazie ai quali avrebbe definitivamente cancellato Sonic dalla faccia del pianeta.
Un sorriso soddisfatto spuntò sul suo volto -Molto bene, sapevo di poter contare su di voi; vorrei che prendeste questo…- estrasse dalla tasca uno dei suoi radar cerca-smeraldo che lanciò a Robin -…grazie ad esso potrete localizzare la posizione degli smeraldi quando manifesteranno il loro potere, anche se riesce a localizzarli solo in maniera generica, inoltre potrete usarlo per contattarmi in caso abbiate notizie da riferirmi.-
Eggman rimise in moto il suo Egg-drive, ma poco prima di andarsene diede un’ultima “raccomandazione” -Mi raccomando, ragazzi, fate molta attenzione, Sonic e i suoi amici sono dei gran bugiardi, racconterebbero di tutto per farvi credere di essere i buoni e mettervi contro di me, quindi state molto attenti, buona fortuna.- quindi, passando per le vetrate infrante lasciò la torre, ghignando sinistro, sicuro di essere in una botte di ferro.
Il gruppo dei Titans, intanto, aveva già iniziato a pensare al da farsi -Incredibile, credevo che dopo aver affrontato alieni e mostri di ogni genere niente mi avrebbe più sorpreso.- avrebbe dato serietà questa frase di BB, se non fosse che aveva ripreso a mangiare cereali mentre lo stava dicendo.
-Sei un idiota!- mormorò Corvina a bassa voce, successivamente usò i suoi poteri cinetici per sollevare i frammenti di vetro e riunirli al loro posto, aggiustando la finestra; avere una maga in squadra può servire anche a questo -Allora, qual è il piano?-
E immediatamente gli occhi di tutti si puntarono su Cyborg, era pur sempre lui il cervellone del gruppo -Perché guardate me?- portando una Corvina sempre seria a fare del sarcasmo gratuito nei confronti di BB –Perché, vuoi forse che fissiamo lui?!- la sua serietà dava comunque poco effetto alla battuta, ma lei del resto usava sempre quel tono.
-Bè, non è facile organizzare un piano così su due piedi, non abbiamo idea di quanti siano o che aspetto abbiano i nostri avversari, per non contare che non sappiamo dove si trovino.- i dubbi di Cyborg vennero nuovamente cancellati dalla ragazza dark -A questo posso pensarci io!- gli occhi di Corvina si illuminarono di luce bianca e, per alcuni minuti rimase immobile.
-Che sta facendo, la bella statuina?- visto che Corvina era indisposta, lo sganascione in testa a BB arrivò da Robin e Stella provvide a spiegare -Sta usando i suoi poteri per localizzare la loro anima. Vedete, quella volta che ci siamo scambiate di corpo mi ha spiegato le sue capacità sensitive per permettermi d’usarle e tra queste mi ha appunto parlato della capacità di percepire le anime delle persone.-
Proprio in quel momento l’altra ragazza uscì da quell’apparente stato di trance e fece il suo resoconto -Sono qui, a Jump City e sono in tre e, probabilmente, anche uno dei sette smeraldi si trova qui, è la spiegazione più plausibile al perché le loro anime si trovino in punti diversi, si saranno divisi per cercarlo.- Robin comunque non intendeva più aspettare -Sentite ragazzi, lasciamo perdere piani o cose simili, se hanno già cominciato a cercare noi dobbiamo pensare a trovare quello smeraldo prima di loro, Corvina, dove si trovano esattamente?-
-Uno di loro si trova nelle fogne, un altro si trova in cielo, forse è in grado di volare; e il terzo quello che mi incuriosisce, riesco a percepire la sua anima solo a tratti, come se si spostasse talmente in fretta da rendersi in individuabile e si trova in città!- adesso sapevano la posizione dei tre “invasori”, dovevano decidere come occuparsene.
-Faremo in questo modo:Cyborg, a quello nelle fogne ci penserai tu, se non sbaglio tra i tuoi dati hai inserito anche una mappa delle fogne cittadine, quindi sei quello che può orientarsi più facilmente di tutti, BB, tu ti occuperai di quello in città; se come ha detto Corvina questo elemento si sposta in fretta, grazie alle tue trasformazioni dovresti riuscire a stargli dietro, tu Stella penserai a quello che si trova in cielo, essendo un’esperta di volo e visto che puoi sostenere anche un combattimento a distanza sei la più indicata; io e Corvina andremo a cercare lo smeraldo del Chaos, con le sue capacità sensitive dovrebbe essere semplice riuscire a trovarlo.-
Tuttavia, mentre gli altri andarono avanti, il ragazzo mascherato fermò la ragazza aliena con un cenno, facendole capire che voleva dirle qualcos’altro -Stella, fa attenzione, non abbiamo idea di chi abbiamo di fronte, quindi sta attenta.- alla ragazza non potè non spuntare un sorriso pensando che fosse dolce da parte sua preoccuparsi per lei, ma allo stesso tempo era anche un po’ confusa; non era la prima volta che andavano ad affrontare il “male”(se sapessero che “il male” li ha appena giocati), ogni volta riuscivano a cavarsela -Robin, solo perché adesso noi abbiamo…“cambiato il nostro tipo di relazione” non significa che la nostra vita verrà stravolta, o che dovremo cambiare il modo di svolgere il nostro “lavoro”; andrà tutto bene, vedrai.- le parole della rossa ebbero l’effetto di ridare sicurezza al moro, era incredibile che riuscisse sempre a farlo stare meglio, ma, d’altronde, si era innamorato di lei anche per quello.
-Hai ragione. Andiamo, avanti!-

Eggman-fleet - Giorno 1, ore 09:40

-SONO PROPRIO UN GENIO!- non appena tornato al quartier generale, a bordo dell’Egg-shark, Eggman non riuscì a trattenersi dall’esplodere in una risata di pura e malvagia soddisfazione: quei cinque boccaloni ci erano cascati con tutte le scarpe; e lui che credeva che solo Knuckles fosse tanto stupido da dargli fiducia.
-Allora, dottore, com’è andata?- ad accoglierlo, sul ponte esterno del veicolo volante, stava il robottino Bokkun, sinceramente curioso, anche perché prima il suo costruttore li aveva lasciati lì senza spiegargli nulla, limitandosi a dire che aveva avuto un’idea per sfruttare il ritrovamento dell’E-121 Phi disperso; vedendo il suo padrone tornare indietro da solo, senza neanche uno dei cinque automi al suo seguito, lo portò, inizialmente, a pensare che avesse fallito, ma considerando il gran sorrisone che sporgeva da sotto quei baffoni era più che ovvio che c’erano stati dei risultati che lo avevano esaltato.
Lo scienziato, senza perdere il sorriso, s’incamminò verso l’interno della sua nave senza degnarsi di rispondere al robottino, che continuava a inseguirlo senza smettere di sbraitare e chiedere spiegazioni; a furia di gridare e tutto il resto, Bokkun non si accorse che, camminando camminando, erano entrati di nuovo in quella stanza e che il dottor Eggman aveva di nuovo scostato il lenzuolo, rivelando ancora una volta quella figura.
-NO, la prego, non me lo aizzi contro, prometto che non sarò più così insistente, mi risparmi, farò tutto quello che vorrà.- piagnucolò il demonietto robotico credendo di averlo fatto arrabbiare, ma in realtà non ci stava badando più di tanto a lui, continuando a sorridere e ad osservare fiero l’essere da lui creato -Tsk, credi veramente che, se volessi sbarazzarmi di te, userei lui?! Per favore, basterebbe che avesse in mano un cacciavite e saresti già spacciato! Vedi, piccolo stupido, lui, così come i suoi due compagni, mi serve per un motivo molto più importante che sbarazzarmi dell’immondizia.- e quell’ultimo “apprezzamento” a Bokkun non piacque, ma rimase in silenzio per evitare di fargli “cambiare opinione”.
Ricoperto il corpo del terrore, così lo chiamavano i tre assistenti robot, Eggman e Bokkun lasciarono il ripostiglio della paura, altro soprannome “gentilmente” donato dai tre robot, per tornare alla sala comandi, dove Decoe e Bocoe stavano…giocando a poker, dovevano pur ammazzare il tempo.
-Punto tre chiavi inglesi e la mia collezione di bulloni arrugginiti; ribatti a questo, Decoe!- annunciò sicuro il robot argentato, sicuro di vincere, del resto con un full in mano, formato per di più da tre assi e due re, chiunque dovrebbe sentirsi sicuro.
Gli occhi del dorato mostravano incertezza; non sapeva che fare, ribattere o fermarsi lì per evitare di perdere di più? Decise di rischiare.
-Beccati questo, full!- con la vittoria ormai in tasca, Bocoe cominciò a prendere quello che era, almeno per un robot, un bel bottino, salvo poi sgranare gli occhi quando Decoe girò le carte, con uno sguardo tranquillo che aveva completamente soppiantato quello incerto di poco prima:scala reale?!
-Sai, Bocoe, nel poker bisogna essere bravi a recitare.- decretò e ritirò quello che adesso era diventato il “suo” premio; il bello era che nessuno dei due si era accorto di essere osservato e, quando se ne accorsero, saltarono in aria per la paura e pronunciando all’unisono -Dottore, che piacere vederla! Ci auguriamo che la sua spedizione abbia avuto successo.- anche se stavano solo pregando di non venire smontati e rottamati per aver “osato” non accoglierlo come meritava.
-Ringraziate che sia andata bene, ferri da stiro, la vostra vita è salva; e, Decoe, ricordami di mandarti a Las Vegas o a Montecarlo uno di questi giorni, almeno ti renderai utile.- l’allusione era ovviamente riferita alle abilità recitative del robot più alto, che aveva afferrato anche lui.
Con ancora quello sguardo sicuro e trionfale, Eggman si spaparanzò sulla sua poltrona, poggiando i piedi sulla tastiera -Questa giornata sta procedendo in maniera differente da come aveva previsto, ma la piega che ha preso va benissimo. Ho approfittato della mia “discesa tra i comuni mortali” per rilasciare una miriade di cimici in città, così potrò seguire i miei “alleati” nella loro lotta contro Sonic e company; comunque vada, una delle due fazioni alla fine verrà distrutta, preferirei fosse quella di Sonic, ma in ogni caso, sarà una vittoria per me e, se saremo fortunati, si distruggeranno a vicenda; quello sì che sarebbe prendere due piccioni con una fava.-
Era proprio così, anche se i Titans avessero perso, per lui avrebbe significato un problema in meno, del resto, se avessero saputo le sue vere intenzioni, sicuramente si sarebbero schierati contro di lui; ma con le sue grandi doti d’attore era riuscito ad ingannarli per bene e quella sera, col favore delle tenebre, avrebbe dato una “conferma” sulla veridicità delle parole che aveva detto a quei ragazzi.

Jump City - Giorno 1, ore 09:55

A parte il grande odore pestilenziale che albergava lì, non era stato un problema per Knuckles muoversi per quell’ammasso di tubi di scarico e acque putride; certo, bisognava pur considerare che l’ingombrante Smeraldo Gigante aveva creato un qualche problema di movimento causa le sue grandi dimensioni, ma Knuckles aveva capito in fretta come muoversi malgrado il pesante “souvenir di Angel Island” sulle spalle.
Secondo quanto detto dal radar, lo Smeraldo del Chaos di turno era in quella città, ma non avendo indicazioni precise sulla sua posizione Sonic aveva deciso di dividersi e lui si era beccato il posto peggiore; certo, Sonic aveva saputo dargli un buon perché, eppure continuava a pensare che lo avesse fatto apposta e che in quel momento se la stesse ridendo alle sue spalle.
“Uffa” si ritrovò a pensare dopo più di un’ora di ricerca a vuoto “questa caccia al tesoro si sta rivelando una gran noia, perché non succede mai niente, un qualcosa che dia un po’ d’azione, che mi permetta di fare a pugni con qualcuno?”
Si è soliti dire di fare attenzione a ciò che si esprime, perché potrebbe avverarsi e infatti, circa cinque minuti dopo la richiesta di Knuckles venne esaudita, motivo per cui ora si stava ritrovando a correre in mezzo a quel luogo disgustoso come un forsennato per sfuggire ad una sorta di automa mezzo umano che lo stava bombardando di cannonate lanciate tutte dal suo braccio destro.
-Devo stare più attento quando faccio una richiesta, d’ora in poi!- si appuntò mentre continuava a correre, mentre la parete accanto a lui venne mandata in frantumi dall’ennesimo attacco del suo non ben identificato avversario.
Tanto per peggiorargli ancora la situazione, vi basti sapere che alla fine andò a trovarsi in un vicolo cieco:avrebbe sempre potuto gettarsi nel fiume fognario che scorreva lì accanto, in una situazione normale non ci avrebbe neanche pensato a buttarsi, ma lo Smeraldo Gigante sulla sua schiena lo avrebbe limitato troppo e sarebbe potuto annegare.
Un rumore di passi metallici lo avvisò di essere stato raggiunto, si voltò per poter quindi osservare chi era il suo inseguitore: era un ragazzo che poteva avere all’incirca la sua stessa età, con metà del corpo robotizzato e la pelle scura, il suo braccio destro era stato trasformato di nuovo in cannone ed era puntato su di lui -Ti è andata male, “amico”, non vi permetteremo, a te e ai tuoi compagni, di far del male ad altre persone!-
Far del male ad altre persone?! Ma di che diavolo stava parlando? Non ebbe neanche il tempo di chiederlo, che il cannone del ragazzo meccanico fece nuovamente fuoco e l’echidna venne colpito da una sfera d’energia azzurra, da cui scaturì un immenso polverone che bloccò la visuale, impedendo al mezzo robot di vedere i risultati del suo attacco.
Quando la situazione si ristabilì, Knuckles ne uscì senza neanche un graffio: era stato abbastanza rapido da infilzare il terreno con gli spuntoni sulle nocche, sollevando un pezzo di marmo che aveva usato come scudo, ora finito pezzi, ma sapeva che non poteva proseguire in quella maniera.
D’accordo, lui aveva una scarsa pazienza e quel tipo se l’era andata a cercare, se per un istante aveva pensato di risolvere la cosa a parole, ora quel pensiero venne rapidamente soppiantato dal suo desiderio di lotta che gli fremeva nei pugni, ma c’era ancora il rischio che lo Smeraldo Gigante venisse danneggiato, non poteva permetterlo.
“Spero solo di stare per fare la cosa giusta.” pensò amareggiato e, sotto gli occhi stupiti del ragazzo, si staccò il grosso smeraldo che portava sulla schiena e, con grande rabbia, lo gettò nelle acque fognarie; era l’unica soluzione, se voleva avere salva la vita, ora avrebbe potuto combattere senza restrizioni e lo Smeraldo non si sarebbe danneggiato.
Una volta tornato di sopra avrebbe convinto Sonic e Tails ad andarlo a riprendere, anche con le cattive, ma adesso c’era un'altra cosa di cui voleva occuparsi -Molto bene, “amico”, ora ti faccio a pezzi!-





Angolo dell’autore:
Knuckles vs Cyborg, chi uscirà vincitore dallo scontro? Quale dei due team troverà prima lo Smeraldo del Chaos? Cosa sta progettando Eggman e chi è il misterioso datore di lavoro dei Chaotix?
Se sono riuscito a incuriosirvi, continuate a seguire la storia, presto o tardi ci sarà una risposta per ogni domanda, mi auguro che sarà anche esauriente.

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Capitolo 4
*** Volpe in trappola ***


Salve, cari lettori, sono tornato e questo è il quarto capitolo del mio crossover “Teen Heroes”! Da quello che avete potuto capire dal precedente capitolo c’è sicuramente il fatto che i Titans si sono schierati dalla parte di Eggman; questo, ovviamente, perché il caro dottore ha messo in scena un’interpretazione magistrale, facendosi passare per il buono e screditando Sonic e i suoi amici e, infatti, è subito partita la caccia al mobiano che Cyborg sta portando avanti meglio degli altri, visto che è già riuscito a trovare Knuckles e a metterlo nei guai.
Ma Sonic e Tails non se la passeranno bene ancora per molto e in questo capitolo vedrete.
Ci si vede all’angolo dell’autore!

Ps: approfitto dell’occasione per augurare a tutti un buon Natale e, nel caso non dovessi arrivare a postarne uno nuovo in tempo, felice anno nuovo.




Battaglia animale per vicoli e tetti.
(Su uno sfondo verde BB, trasformato in gorilla, imita King Kong battendosi le mani sul petto.) 


Jump City - Giorno 1, ore 10:00

Se in un primo momento aveva pensato che sarebbe stato uno scherzo, del resto quell’echidna si era limitata a scappare e nient’altro fino a poco prima, ora Cyborg era stato costretto a ricredersi; dopo aver gettato la grossa pietra che aveva con sé nelle acque stagnanti delle fogne, quel rosso animale aveva iniziato a darci giù pesantemente:proprio in quell’attimo il ragazzo robotico, dopo essere stato sollevato di peso si ritrovo a volare e a schiantarsi subito dopo contro un muro, che venne abbattuto dalla forza dell’impatto.
Accidenti, quell’echidna era più forte di quanto avesse immaginato, in forza fisica lo surclassava nettamente, forse era addirittura più forte di Stella e Stella sollevava i camion con una mano, direi quindi che questo la dice lunga sulla forza di Knuckles.
Ma Cyborg non aveva la minima intenzione di arrendersi, non appena Knuckles venne fuori dalla coltre di fumo, creatasi dopo lo schianto del ragazzo, gli sparò contro un’altra sfera di energia; stavolta Knuckles non si limitò a difendersi, come aveva fatto in precedenza, anzi reagì:caricò il pugno destro e rimandò indietro l’attacco, che per poco non colpì il suo stesso, rapido a scansarsi, andando invece a schiantarsi su di un’altra parete causando un'altra esplosione.
Knuckles era perfettamente in grado di respingere i suoi attacchi, se Cyborg voleva riuscire a colpirlo doveva fare in modo che si scoprisse; l’occasione giusta sembrò arrivare quando Knuckles, mai stato uno “stratega”, si gettò a testa bassa cercando di sferrargli un calcio in pieno petto.
Muovendosi più rapidamente di lui, Cyborg afferrò Knuckles per la gamba e, dopo averlo fatto roteare per qualche secondo, lo lanciò verso il muro fognario, in cui andò a conficcarsi.
Ora il suo avversario era bloccato, era l’occasione giusta:aveva di nuovo caricato il cannone, ma Knuckles reagì con una sorprendente velocità, sgusciando rapidamente via,lasciando che il colpo andasse a vuoto e, senza neanche guardare, afferrando un masso dalle macerie e lanciarlo verso il suo avversario, colpendolo in pieno petto.
Cyborg si rialzò a fatica, quell’ultimo colpo aveva danneggiato i suoi circuiti e alcune parti del suo corpo metallico erano ammaccate o scoperte -Ammetto che sei in gamba, questo devo riconoscerlo, ma come vedi non sei al mio livello!- affermò un sicuro Knuckles, convinto che sarebbe uscito vincitore da quello scontro, il suo avversario si stava già stancando, lui era appena all’inizio.
-Non dovresti cantare vittoria troppo presto, ho ancora molti assi nella manica!- e per dimostrare che non stava mentendo, Cyborg convogliò una grande quantità di elettricità nel pugno sinistro, consapevole di star correndo un rischio. 
“Sto consumando un mucchio di energie, se continuo così rischio di entrare in stand-by, devo chiuderla in fretta o questo qui mi distrugge!” doveva quindi passare alle maniere veramente forti, o avrebbe perso.
Intanto, mentre nelle fogne si stava svolgendo il combattimento tra Cyborg e Knuckles, in superficie un cero riccio blu di nostra conoscenza camminava tranquillamente in un vicolo; non stava andando proprio secondo i suoi piani, aveva pensato che trovare quello smeraldo sarebbe stato più facile, invece non si trovava.
In quello stesso momento, Sonic si rese conto di essere osservato; su di un bidone dell’immondizia stava seduto un gattino a dir poco particolare.
-Mi sa che nel cibo per gatti, ultimamente, stanno esagerando con i coloranti!- il motivo di questa sua battuta ironica stava nel fatto che il gatto di fronte a lui era di un insolito, o più che altro improbabile, colore verde.
Era tipico di Sonic ironizzare sulle cose che reputava strane e vedere quel tenero e innocente, all’apparenza, gattino trasformarsi di colpo in un gorilla rabbioso, sempre verde, non scalfì la sua vena ironica, ottenne solo di fargli fare un fischio divertito e fargli spuntare un sorriso combattivo, avendo evidentemente capito come sarebbe andata a parare -Altro che coloranti, con questo qui devono aver esagerato con gli steroidi.- e rapidamente eseguì un salto all’indietro per evitare il gancio destro dell’enorme bestia, che lasciò un solco nel terreno.
Messosi rapidamente in posizione da combattimento, il riccio blu incitò il suo avversario ad attaccarlo, facendogli anche il gesto di farsi avanti -Avanti, vediamo che sai fare, trasformista.-
Proprio come aveva sperato, il suo avversario, cambiato da gorilla a toro, mantenendo tuttavia lo stesso colore, lo caricò a tutta velocità, cercando di infilzarlo con le sue massicce corna; all’ultimo secondo, Sonic saltò in alto atterrando sulla schiena del bovino e afferrandolo per le corna, mentre questi cercava di scrollarselo di dosso -Andale toro, andale!- sembrava proprio la scena tipica di una corrida, solo che il cowboy era un riccio, il toro era verde e, “soprattutto”, non erano in Spagna.
Ad un tratto, il bovino perse del tutto la pazienza, si alzò sulle zampe posteriori e riabbassò le anteriori talmente in fretta da sbalzare Sonic addosso ad un muro; il riccio si rialzò con un rapido colpo di reni, sembrava proprio che fosse uscito illeso; doveva ammettere che quel gioco gli piaceva ed era ancora all’inizio.
Lanciò al suo nemico un ennesimo sguardo di sfida e il toro lasciò il posto ad un ghepardo, evidentemente voleva puntare a batterlo in velocità, messaggio che Sonic recepì e che lo portò a gasarsi -Una gara di velocità?! Ti farò mangiare la polvere della mia polvere bello!-

Eggman-fleet - Giorno 1, ore 10:20

Un sorriso che partiva da un lato della bocca e arrivava fino all’altro, ecco cosa svettava sul volto di un entusiasta Eggman; ogni cosa stava procedendo proprio come pensava, ben presto i suoi avversari si sarebbero messi fuori gioco e, anche se ciò non sarebbe avvenuto, non doveva preoccuparsi di niente, senza contare che dava per scontato che tutti sarebbero usciti vivi da quelle prime schermaglie.
Quello che doveva fare in quel momento era semplicemente stare fermo a godersi quel meraviglioso spettacolo, non doveva preoccuparsi di nient’altro, aveva già pensato alla mossa successiva, certo, avrebbe dovuto aspettare che facesse sera per motivi che sapeva solo lui, ma era necessario avere solo un briciolo di pazienza, i risultati finali l’avrebbero pienamente ripagato.
Sul maxischermo della sua sala di controllo erano trasmessi in diretta dal vivo(altro che differita) gli scontri tra i Teen Titans, tutto ciò possibile grazie alle cimici che aveva precedentemente liberato in tutta la città.
Il piccolo Bokkun, attaccato al maxischermo come il suo capo e i suoi due amici robot, intento ad assistere a quei due combattimenti, si sentì spuntare una lampadina in testa e, nell’arco di pochi secondi era già al centro della sala a gestire un improbabile bancone delle scommesse con Decoe e Bocoe nel ruolo di scommettitori.
-D’accordo, signore e signori, in questo caso robot, fate le vostre scommesse, si accetta di tutto, vi informiamo che in caso di brogli sarete legalmente perseguitati dalla legge robotica e smantellati fino all’ultimo bullone!- nella parte si era calato bene, gli altri due non erano da meno -Io punto venti bulloni sulla sconfitta di Knuckles!- annunciò un Decoe sicuro di sé, ancora galvanizzato dal precedente successo a poker su Bocoe; ma, dando un’occhiata rapida allo schermo, maledì immediatamente la sua avventatezza:Knuckles, in quel momento, stava stravincendo alla grande e il robot dorato cominciò a pensare che la sua fortuna l’avesse già piantato in asso.
Bocoe, invece, vedendo un Sonic impegnato in una corsa alla pari con un ghepardo era più dubbioso.
Eggman fece un verso di dissenso di fronte a quell’improbabile gag -Ehy, Aldo, Giovanni e Giacomo, invece di fare i cretini come al solito, godetevi lo spettacolo e fate silenzio!- ordine a cui i tre obbedirono all’istante, felice o meno, Eggman li avrebbe potuti smontare in ogni caso.
-Dottore, non capisco ancora qual è il suo obbiettivo, non è che potrebbe spiegarmelo?- chiese con voce innocente ed ingenua Bokkun ed Eggman si ritrovò a sospirare, il diavoletto era sempre stato il più lento a capire e finiva sempre per restare indietro.
-Direi che è ovvio, diavoletto cornuto! Quei cinque ragazzi possiedono dei poteri davvero interessanti, di sicuro, se non li avessi convinti della mia “buona fede”, mi avrebbero ostacolato e Sonic e il suo gruppo sono già abbastanza. Quindi, l’importante è che loro continuino a credere che Sonic è il vero nemico e recuperino gli Smeraldi per me. Una volta che saranno tutti e sette nelle nostre mani, i Teen Titans diventeranno superflui e mi sbarazzerò di loro e mi libererò anche di quella palla di spine una volta per tutte. A quel punto, la mia ascesa sarà inarrestabile e potrò finalmente fondare l’Eggman Empire!- quel discorso andò via via in crescendo, l’entusiasmo dello scienziato era alle stelle.
Un piccolo dubbio che l’attanagliava c’era in quel momento, però:solo Sonic e Knuckles erano impegnati a combattere, rispettivamente contro BB e Cyborg, ma Tails sembrava come volatilizzatosi, non poteva essere sparito nel nulla?
Infatti, il volpino non era sparito, era proprio sopra le teste dello scienziato e dei suoi assistenti, nascosto all’interno del condotto di aerazione.
Subito dopo essersi separato da Sonic e Knuckles, il volpino partì per un esplorazione aerea, sperando che una visione dall’alto gli desse una mano, senza, tuttavia, trovare il minimo segnale che indicasse la presenza dello Smeraldo del Chaos.
Mentre era occupato nel suo volo di ricognizione, una strana ombra oscurò la sua visuale e fu così che vide l’immensa flotta aerea di cui Eggman aveva parlato a Sonic.
Servendosi delle nuvole come copertura, ringraziando mentalmente anche il fatto che le sue code fossero silenziose malgrado roteassero, riuscì a farsi strada fino all’Egg-shark e usare il condotto d’aria per infiltrarsi all’interno di esso.
Ed ora eccolo lì, ad ascoltare i folli piani del loro acerrimo nemico; fortuna che aveva portato con sé un registratore tascabile con cui aveva registrato ogni singola parola, altrimenti con le parole sarebbe stato poco credibile, visto che, per i Titans, erano loro i malvagi.
Cercando di non farsi sentire, iniziò a sgusciare silenziosamente per il condotto, cercando di ricordare la strada che aveva percorso in precedenza, ma la fortuna aveva deciso di fargli uno sgambetto:a circa metà percorso si sbilanciò, spostando eccessivamente il peso verso il lato, causando la rottura del condotto e la sua conseguente caduta sul pavimento con ripresa della telecamera annessa.
Immediatamente scattò l’allarme intrusione ed Eggman attivando gli schermi della base mise gli occhi su quel piccolo intruso, quest’ultimo, conscio di essere stato scoperto, iniziò a correre per ritrovare l’uscita, purtroppo per lui, Eggman non era d’accordo -Non ci provare, marmocchio, non ti permetterò di mandare tutto all’aria!- e immediatamente si alzò dalla sua postazione correndo nella stanza che i suoi assistenti tanto temevano; avrebbe dovuto servirsi di lui prima del previsto, ma se voleva evitare che il suo piano andasse a farsi prendere per il fondoschiena non aveva scelta.
Tails, intanto, continuando a correre di stanza in stanza, finì per ritrovarsi in una stanza rotonda grande e chiusa, un vicolo cieco. 
“Accidenti, non ci voleva.” in quel momento maledì la sua impulsività che lo aveva spinto direttamente tra le braccia del nemico, segnandosi che Sonic stava avendo una pessima influenza su di lui e, se fosse riuscito a uscire da quel casino, non avrebbe mancato di farglielo notare.
Come a voler evitare che tornasse indietro per cercare un’altra strada, un muro metallico calò dal tetto della stanza, andando a chiudere l’unica via per uscire da lì.
Facendo appello a tutti i suoi neuroni, pregando gli inviassero una buona idea, sperò di trovare una soluzione e, alla fine, ebbe una pensata, semplice ma forse efficace:cercare i fili che trasmettevano energia al precedentemente citato portone e cercare di invertirne la polarità così da farlo riaprire, il problema stava nel capire in quale punto, all’interno della parete si trovassero i cavi elettrici che gli occorrevano.
Per risolvere quell’inconveniente decise di agire seguendo il metodo “Knuckles”, ovvero spaccare tutto:estrasse il suo cannone laser aprendo un varco rettangolare nella parete(ci tengo a ricordarvi che le pareti sono in metallo), come aveva previsto trovò un immenso groviglio di cavi e controcavi, ma sapeva come riconoscere quelli incriminati, gli bastava il tatto.
Poiché più caldi rispetto agli altri, visto che erano stati attraversati dalla corrente poco prima, vennero facilmente individuati dal volpino che, grazie agli strumenti del mestiere, pinza, forbici e compagnia, riuscì a cambiare la polarità.
Una volta riuniti i cavi, il flusso di corrente riprese a scorrere, stavolta in senso opposto, portando il portone a riaprirsi:Tails era libero!
Si trattenne comunque dal lanciare un urlo di esultanza, certo, ormai Eggman si era accorto della sua presenza, ma meno si faceva notare, più probabilità aveva di riuscire a cavarsela malgrado tutto.
Purtroppo la sua fuga non ebbe modo di riprendere:proprio mentre stava ripercorrendo il corridoio, intenzionato a prendere la prima svolta gli fosse capitata davanti, tutte le luci si spensero di colpo, immergendolo nel buio più totale.
Immediatamente, il volpino si bloccò, come paralizzato, colto da un improvviso senso di paura e nervosismo:aveva superato già da parecchio la paura del buio, cosa tipica dei bambini del resto, questo però non voleva dire che ci si trovasse a suo agio; il buio non gli piaceva, aveva sempre il presentimento che ci fossero insidie e pericoli di ogni genere nascosti ovunque, favoriti da quelle tenebre opprimenti che gli gelavano le ossa.
E, tanto per dare conferma ai suoi sospetti, il silenzio che aleggiava in quel corridoio venne interrotto da un rumore; ad un attento udito, che Tails aveva, sembrava un rumore di passi, passi metallici per l’esattezza, clangori metallici inquietanti e sinistri.
Tails non aveva la benché minima idea di cosa lo aspettava, ma sapeva per certo, che non gli sarebbe piaciuto.

Jump City - Giorno 1, ore 10:40

Non si divertiva in quella maniera da tantissimo tempo, era bello che ci fosse qualcuno che, dopo tanto tempo, riuscisse a offrirgli una sfida degna di quel nome; non aveva idea di chi fosse quel misterioso essere in grado di trasformarsi in tanti animali verdi, ma fintanto che l’avrebbe fatto divertire, Sonic non intendeva certo lamentarsene.
In quel momento stava saltando da un tetto all’altro della città, inseguito dal suo avversario in forma falco, che, seppur con qualche difficoltà, riusciva ancora a stargli dietro.
Ma, mentre il riccio blu era ancora fresco come una rosa e avrebbe potuto continuare a scappare per ore ed ore, BB cominciava a stufarsi di quell’assurdo “guardia e ladri”; tentando di sfondare un colpo da ko, il falco scese in picchiata, cercando di infilzare Sonic con i suoi artigli affilati.
Senza perdere il suo sorriso sicuro, il riccio si limitò a rallentare, dando al rapace l’illusione che si stesse stancando, salvo bloccarsi di colpo e abbassarsi quando questi era a pochi centimetri da lui, mandandolo a schiantarsi contro un cornicione.
Cogliendo l’attimo, poiché il suo avversario era ancora stordito, Sonic si appallottolò e caricò in azione rotante, ma il falco ridivenne un gorilla che riuscì a bloccare l’attaccò, anche se con difficoltà; agendo più in fretta di Sonic, BB stavolta si trasformò in serpente, intrappolando il riccio in una morsa soffocante, stavolta Sonic ebbe poco di che sorridere.
Ancora, qualche secondo e avrebbe rischiato di soffocare, e l’unica soluzione che gli venne in mente fu mordere la pelle del serpente, in corrispondenza del collo; strategia un po’ rozza, ma che funzionò, dato che BB riprese la sua forma normale, lasciando libero il riccio, iniziando a urlare e massaggiarsi il collo -Ma dico, sei impazzito? Hai idea di quanto può far male un morso sul collo?-
“Certo che ne ha di faccia tosta!” pensò un contrariato Sonic, malgrado tutto sempre sorridente e pronto a giustificarsi -Parla quello che fino ad un attimo fa mi stava strozzando. Ammetto che questa tua capacità di trasformati è fica, amico, vorrei tanto poterlo fare anch’io, peccato che non possa e che debba prenderti a calci dove non batte il sole.- neanche il tempo di accorgersene e ritrasformarsi, il ragazzo verde venne colpito da un potente pugno allo stomaco, seguito in rapida successione da una potente scarica che lo scaraventò giù dal palazzo, gettandolo nel vicolo di sotto.
Sonic in primo momento si illuse che fosse finita, ma non fu così:trasformato in gatto un’altra volta, BB atterrò sulle zampe ed illeso.
Il riccio, allora, si gettò dal palazzo in azione rotante, se avesse fatto centro probabilmente sarebbe finita lì, BB si accorse troppo tardi dell’attacco e non avrebbe avuto modo alcuno di evitarlo, se non fosse stato per una sfera verde che, sbucata dal nulla, colpì in pieno il riccio blu, che carambolò un paio di metri prima di fermarsi, presentando qualche lieve bruciatura.
Dinanzi a lui si parò la figura di Stella Rubia, le mani ancora crepitanti di energia, segno che l’attacco precedente era uno dei suoi dardi stella; in quel momento, le cose per Sonic divennero più complicate:aveva due avversari ora da gestire e, non avendo idea di cosa fosse realmente capace la ragazza appena arrivata, non aveva idea di che aspettarsi.
Questo, comunque non bastò a scoraggiarlo, semmai rendeva più interessante la cosa; intanto BB, ripresosi dallo stordimento iniziale, si era affiancato all’amica -Hey, Stella, lo hai già sistemato il tuo?- peccato che l’espressione di comico dispiacere di lei faceva intendere altro -Ehm…veramente non l’ho neanche trovato! Però ho visto che eri nei guai e sono intervenuta!-
Quello che ne seguì fu uno scambio di sguardi tra i tre, malgrado l’idea di affrontare quei due insieme fosse allettante, Sonic sapeva che doveva cercare di mantenere un basso profilo; era stato fortunato fino a quel momento, lo scontro con BB si era tenuto o nei vicoli o sui tetti, ma adesso c’era il rischio che, necessitando di maggior spazio, la situazione si spostasse in strada e attirasse l’attenzione dei civili:certo, non poteva negare che gli avrebbe fatto un gran piacere mostrarsi in pubblico per mostrare la sua magnificenza(in fatto di “modestia”, direi che Sonic e Eggman se la giocano alla pari, voi che dite? -_-), ma aveva, a malincuore, giurato di fare il possibile per passare inosservato.
Dall’altra parte, i due ragazzi non avevano neanche loro una gran voglia di essere visti:certo, erano pur sempre i supereroi ufficiali di Jump City ma, malgrado tutto, i cittadini non li avevano mai visti di buon occhio, anche se col tempo avevano imparato a conviverci con l’indifferenza e gli sguardi storti della gente; del resto, la gente ha paura di chi è diverso e tende ad estraniarlo, loro non erano un eccezione.
Da entrambi i lati, insomma, c’era il desiderio, per un motivo o per l’altro, di restare nascosti e gli eventi successivi sembrarono non voler dare una mano a tutti:il terreno a metà distanza tra Sonic e i due Titans si spacco di colpo e da lì ne uscì, con ancora i pugni alzati, la figura di Knuckles the echidna.
-Ehy, Knuckster, come butta?- chiese amichevolmente il blu, beccandosi una sonora reazione da parte del rosso -Fottiti, Sonic! Per colpa tua ho dovuto gettare lo Smeraldo Gigante nelle acque delle fogne. Adesso tu vai lì sotto e lo riprendi, io ne ho abbastanza di tizi robot che appaiono all’improvviso e ti sparano addosso!- quell’ultima affermazione arrivò anche all’orecchio dei due ragazzi.
Quello che capirono fu, ovviamente, che Cyborg e quell’echidna avevano combattuto e si preoccuparono immediatamente per le sorti del loro amico, perché se il suo avversario era lì, allora Cyborg era stato sconfitto, se non peggio.
-BB, va a cercare Cyborg, qui me ne occupo io!- decretò una Stella a dir poco infuriata; se c’era una cosa che la faceva andare su tutte le furie era che qualcuno facesse del male ad i suoi amici -Ma stella, sicura di potercela fare da sola?- chiese un preoccupato BB, ma bastò fissarla negli occhi, nei quali brillava una spaventosa luce verde, per capire che la ragazza non ammetteva discussioni; trasformatosi in pipistrello, il ragazzi verde volò giù nelle fogne alla ricerca dell’amico, mentre la ragazza aliena rimase in superficie a fronteggiare Sonic e Knuckles.
Anche se sembrava che, durante quel lasso di tempo, i due mobiani non avessero prestato la minima attenzione a loro, anzi, stavano ancora discutendo per la storia dello Smeraldo Gigante, con Knuckles che dava la colpa a Sonic e con quest’ultimo che rispondeva dicendo che, se l’avesse lasciato ad Angel Island, non avrebbe perso quella maledetta pietra.
Troppo occupati a discutere, non si accorsero di Stella e dei due raggi laser che sparò dagli occhi, i quali, ovviamente, fecero centro, mandandoli a schiantarsi sul muro del vicolo in un sonoro botto; Sonic, ancora provato dal colpo preso in precedenza, si rialzò più a fatica, leggermente sanguinante alla testa, Knuckles, a parte qualche bruciatura superficiale, era perfettamente intatto.
Vedendo l’amico messo peggio di lui, decise che ci avrebbe pensato da solo a quell’ennesima seccatura -Sonic, tu resta qui e riprenditi, penso io a quella ragazza!- Sonic si limitò ad annuire, non gli andava molto a genio l’idea di lasciare il “palcoscenico” a qualcuno che non fosse lui, ma doveva pur riconoscere che, in quelle condizioni, avrebbe retto ancora per poco, quindi a malincuore, dovette cedere il passo.
Sapendo di avere il suo consenso, Knuckles saltò il buco nel terreno che aveva precedentemente aperto, piazzandosi di fronte a Stella e iniziando a sgranchirsi le nocche, mentre a quest’ultima le mani crepitavano nuovamente di fuoco verde, ansioso di bruciare per vendicare Cyborg.
Praticamente all’unisono, come se avessero sentito il suono di un immaginario gong, i due contendenti scattarono, correndosi incontro e lanciando in avanti i rispettivi pugni destri; lo scontro tra le nocche dei due avversari causò un’onda d’urto talmente forte da creare un solco sotto i loro piedi e numerose crepe nei muri.
Era solo all’inizio, ma quello scontro minacciava di essere terribilmente diverso da quelli precedenti, ben presto, tutta Jump City avrebbe avuto la possibilità di capirlo.



Angolo dell’autore:
Tails si è cacciato nei guai, né uscirà intero o con le ossa rotte, o magari non né uscirà proprio? Questo solo io lo so, come solo io so come si concluderà lo scontro tra i due membri fisicamente più forti dei due schieramenti, e tutto questo sotto lo sguardo divertito di Eggman che, se non fosse stato per Tails, avrebbe preso pop corn e bibita neanche fosse stato ad un match di wrestling; considerando, comunque chi si scontrerà nel capitolo successivo, diventerà molto peggio. 
Se avete domande, ponetele! Ci vediamo gente!

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Capitolo 5
*** Knuckles vs Stella ***


Salve, sono di nuovo qui col nuovo capitolo di Teen Heroes. Non penso ci sia bisogno di dirvi cosa accadrà in questo capitolo, il titolo dice tutto!
Ma, a discapito di chi non si aspetta altro, vi dico già ora che gli altri due team coinvolti nella storia torneranno all'opera in questo capitolo, non mi andava di lasciarli in riserva.



Caccia al tesoro tra le rovine

(cda:Vector, spaparanzato sulla sua sedia e con le gambe sulla scrivania, ascolta la musica con le sue cuffie; Charmy, seduto sulla scrivania, gioca con la sua console portatile; Espio è seduto in un angolo a meditare.)



Jump city - Giorno 1, ore 10:50


Aveva già perlustrato gran parte delle fogne, eppure non c’era la benché minima traccia del suo amico androide; dopo aver ripreso le sue sembianze umane, BB si avvicinò al bordo del pavimento, osservando con malcelata preoccupazione le acque fognarie che scorrevano inesorabili.
Un terribile pensiero sfiorò la sua mente: e se Cyborg fosse stato buttato nelle acque e fatto annegare?
No! Non voleva neanche pensare a quell’evenienza e in un attimo ritrovò il suo solito ottimismo.
-Smettila, BB! Conosci Cyborg, di sicuro sta bene, magari si è solo nascosto in un angolo per recuperare le forze. E’ questione di pazienza, alla fine lo troverai!- disse il verde a se stesso per incoraggiarsi a dovere e continuare le ricerche.
Eppure le ricerche continuarono a rivelarsi infruttuose; ad un certo punto, l’attenzione del ragazzo venne attirata da un suono, un “BIP” ad intermittenza piuttosto lieve, ma che il suo udito riuscì a captare.
Raggiunta la fonte del rumore, potè constatare con immenso piacere che si trattava proprio del suo amico: era svenuto e piuttosto ammaccato, col suo occhio sinistro che lampeggiava ed emetteva quel suono, evidentemente un segnale che Cyborg aveva installato nei suoi sensori affinché i suoi compagni potessero rintracciarlo nel caso fosse entrato in stand-by.
-Ehy, Cyborg, amico svegliati!- cercò di farlo rinvenire dandogli qualche leggero schiaffetto sul viso, senza sortire però alcun effetto.
Constatando che non serviva a niente, il verdino affannò la sua mente per cercare un metodo alternativo; ad un tratto gli si accese la lampadina “Ma certo! Perché non ci ho pensato subito?”.
Si trasformò in un corvo, si avvicinò al suo orecchio…e iniziò a gracchiare come un forsennato.
Per riprendersi, Cyborg si riprese, l’effetto collaterale fu che l’urlo gli fece fare un balzo in aria con conseguente atterraggio, per di più di sedere, sul povero BB-gazza, il quale, oltre al robotico didietro dell’amico, si vide scorrere davanti tutta la sua vita ad occhi comicamente sgranati.
Fu, per fortuna, abbastanza rapido da tornare all’aspetto umano, ricavandoci un gran dolore di schiena; con tutta quella ferraglia addosso, non si poteva certo dire che Cyborg fosse una piuma.
-Ehy…ma sono ancora vivo! Urrà! Alla faccia tua echidna del malaugurio, il grande Cyborg non se ne va per così poco Booyah!- esultò fortemente il ragazzo di colore, galvanizzato dal ritrovarsi ancora tutto intero malgrado avesse sinceramente temuto di lasciarci la capoccia.
-Mi fa piacere, ma che ne diresti di toglierti di dosso e lasciare che resti vivo anch’io?- solo in quel momento Cyborg si rese conto del suo migliore amico che lo guardava con sguardo annoiato, battendo con comico nervosismo le dita sul pavimento.
-Oh. Scusa amico!-
Una volta rimessosi in piedi ed aver aggiustato quel poco che restava della sua spina dorsale, il verde un sorriso sincero all’amico -Sono contento che tu stia bene, amico! Per un attimo ho temuto il peggio, ma d’altronde me lo sentivo che stavi bene.-
In realtà Cyborg non si era proprio salvato da solo, per questo la sua espressione divenne dubbiosa.
-In realtà, ho rischiato di morire veramente;anzi, sarei morto sicuramente se quell’echidna, Knuckles ha detto di chiamarsi, non mi avesse salvato…-
(Ed ecco che parte un flashback, tranquilli, capirete subito come distinguerli dal resto della storia)


Il pugno sinistro crepitava di energia, tutta l’energia che gli restava, o andava a segno, o ci sarebbe rimasto fregato.
Quell’echidna si era rivelato un avversario più ostico del previsto, aveva sottovalutato il suo potenziale ed eccolo lì in una situazione di assoluto svantaggio.
“D’accordo Cyborg, ti stai giocando tutto, cerca di non fallire!” si spronò mentalmente, al fine di autoconvincersi a prestare la massima attenzione per evitare di finire in guai peggiori.
Dal canto suo, anche Knuckles prestava la massima attenzione al suo avversario, cercando di capire cosa intendesse fare.
Tuttavia, una domanda uscì prepotente dalla sua bocca -Che cosa intendevi prima, quando mi hai accusato di fare del male alle persone?-
-Non fare il finto tonto, non attacca con me. Non so per certo se tu sei Sonic o uno dei suoi amici, ma so che di voi non ci si può fidare e non intendo permetterti di proseguire la tua opera di distruzione!- negli occhi del ragazzo di colore si leggeva tutta la rabbia che provava nei confronti di coloro che in quel momento riteneva malvagi.
Ma Knuckles non era meno arrabbiato di lui -Per prima cosa:io mi chiamo Knuckles, Sonic possiamo definirlo un mio amico, almeno. Secondo:io, Sonic e via dicendo non siamo malvagi! Stiamo dalla parte dei buoni, qualcuno vi ha mentito per mettervi contro di noi!- 
Fu in quel momento che nella mente di Cyborg si fecero risentire le parole del dottor Eggman -Ricordate:Sonic e i suoi amici sono dei gran bugiardi, racconterebbero di tutto per farvi credere che sono io nel torto e mettervi contro di me- e, collegandola all’ultima cosa dettagli da Knuckles, poteva constatare che era vero.
-Basta cosi! Non abbiamo più niente da dirci e ora prendi questo!- e Cyborg partì in quarta verso l’echidna, pronto a calare il pugno sinistro, ricoperto di scariche elettriche, sul suo nemico.
Knuckles, tuttavia, non aveva la benché minima intenzione di schivare l’attacco “Visto che le buone non servono, glielo farò capire con le cattive!”.
Attorno al corpo dell’echidna apparve in un istante una misteriosa aura viola che andò a concentrarsi sul pugno sinistro di Knuckles.
Le sue intenzioni erano chiare; quando Cyborg si fu ormai avvicinato, i pugni sinistri dei contendenti si scontrarono, causando una gigantesca onda d’urto che illuminò a giorno i percorsi fognari.
Il terreno sotto i loro piedi stava tremando e fratturandosi, se quel duello di forza fosse continuato ancora avrebbe finito per disintegrare il pavimento, portandoli a precipitare nelle acque stagnanti.
E, purtroppo per loro, fu questo che avvenne.
Knuckles non ebbe il benché minimo problema, gli bastò qualche bracciate e riuscì a tornare in superficie.
Cyborg, purtroppo non ebbe la stessa fortuna;il ragazzo, che ormai aveva completamente esaurito le forze, era sul punto di svenire.
“Dunque, è così che deve finire la mia vita?” il robot sembrava essersi rassegnato ed era pronto ad accettare il proprio destino, che sembrava proprio essere quello di morire annegato.
Eppure, prima che l’eccessivo peso della stanchezza prendesse il sopravvento sulle sue palpebre(a dire il vero, solo sulla destra, dato che la sinistra è robotizzata) riuscì a notare una figura, che si stava man mano avvicinando a bracciate.




Seaside Hill - Giorno 1, ore 11:00


-Allora, Espio, è qui che indica il radar giusto? Bè, bisogna riconoscere che è un posto davvero incantevole!- esclamò estasiata la voce di Vector the Crocodile, di fronte al panorama che si stagliava di fronte a lui e ai suoi due compagni.
Quella era la zona di Seaside Hill, nota per le spiagge sabbiose, il mare cristallino e il cielo sempre sereno.
Anche la caratteristica che più saltava all’occhio era certamente un’altra:le antiche rovine, residuo di una qualche antica civiltà che aveva, probabilmente, colonizzato e popolato quella zona. Erano costruzione che, malgrado ormai fossero solo resti, lasciavano intendere che anticamente facevano parte di un complesso davvero impressionante e avanzato, relativamente al periodo a cui risalivano, c’era, anzi, da stupirsi che c’è ne fossero ancora alcune in piedi, un particolare riferimento andava fatto per i ponti di roccia, ancora miracolosamente intatti, che collegavano la spiaggia alle isole vicine, ove si potevano scorgere altri resti architettonici, e, soprattutto, all’immenso palazzo che svettava sulla più grande delle isole.
Insomma, sembrava il luogo perfetto per una vacanza, anche se i Chaotix non erano lì per quel motivo.
-Si, sarà anche un bel posto, ma evitiamo di distrarci, siamo qui per un motivo ben preciso!- il camaleonte non ci mise un attimo a smontare eventuali progetti del collega; con un grugnito di sconsolazione estrasse il radar dalla tasca per dare un’altra controllata e avere conferma -Sì! Lo smeraldo si trova in questa zona non c’è dubbio!-
Ecco perché erano lì! Mentre si trovavano in viaggio il radar diede il segno di avvistamento segnaletico, segno che c’era uno smeraldo nei paraggi e Vector aveva fatto una frenata talmente brusca e improvvisa che Charmy sbattè la faccia sul vetro(aveva la brutta abitudine di non mettere la cintura il piccoletto, così impara!)ed Espio rischiò l’infarto.
-Non perdiamo tempo, gente, prima lo troviamo meglio sarà! Immaginatevi la bella figura che faremo, presentandoci al nostro datore di lavoro con già uno Smeraldo del Caos con noi, come minimo ci aumenterà il compenso!- 
Il caro coccodrillo, pensando a tutti i soldi che gli sarebbero finiti in tasca, aveva praticamente la bava alla bocca; un po’ della sua saliva finì addirittura sul casco di Charmy, che stava davanti.
Il bambino si spostò con un verso di disgusto, sinceramente innervosito per quel gesto.
-Che schifo, Vector! Se almeno la tua saliva fosse bevibile, la sete del mondo sarebbe un problema risolto!- decretò infastidita l’apetta.
Ma il verde non gli stava neanche prestando attenzione, concentrato troppo sul suo obbiettivo attuale -Forza, in marcia!-
Espio e Charmy sospirarono sconsolati e seguirono senza discutere il loro autoproclamato leader all’interno delle rovine per ritrovare lo Smeraldo del Caos.
Ma se ritenevano che sarebbe stato, tutto sommato, facile, si sbagliavano, perché non erano da soli lì; sulla cima di un’altura, qualcuno aveva osservato la scena del team di detective che si apprestava ad avventurarsi in quel posto abbandonato.
Una delle tre figure, quella di una ben nota pipistrella bianca, era estremamente contrariata per la presenza di quei tre ficcanaso.
-Dannazione, vuoi vedere che sono qui per metterci i bastoni tra le ruote?- l’esperta ladra Rouge odiava chi osava intralciarla nel suo “lavoro”.
Malgrado questo, i suoi due compagni di viaggio, Shadow e Omega, non sembravano condividere la sua rabbia.
-Non vedo che hai da preoccuparti, basto io da solo a sbarazzarmi di quei tre, se permetti vado e torno.- ma prima che il riccio potesse fare anche un solo passo, il braccio di Rouge scattò per ostruirgli la strada.
Malgrado lo sguardo seccato rivoltole dal nero-rosso, la ragazza riuscì a mantenere la calma, riuscendo a sostenere il suo sguardo -Non è necessario, tesoro! Limitiamoci a seguirli senza farci notare, al momento opportuno interverrò io e prenderò lo Smeraldo. Anzi, tu e Omega restate pure qui, sarete gli assi nella manica del team, interverrete solo se avrò dei problemi.-
Rouge voleva tenersi Shadow e Omega come arma segreta: i Chaotix neanche li conoscevano, Sonic e il resto della sua banda ignoravano l’esistenza di Omega e non immaginavano minimamente che Shadow fosse sopravvissuto alla Biolizard, quindi era meglio che non si scoprissero fin da subito, avrebbero mantenuto il fattore sorpresa.
Peccato che né Shadow né Omega fossero d’accordo nel restarsene nelle retrovie e il robot non si fece tanti problemi a esplicarlo.
-Se troviamo lo smeraldo abbiamo alte probabilità di trovare Eggman, tutti i robot di Eggman devono essere annientati!-
Eppure Shadow gli fece cenno di star fermo, che avesse cambiato idea e deciso di darle retta?
-Lasciala fare, Omega, così vedremo se la nostra “Miss diamante” è all’altezza; ma per ogni evenienza, tieni le armi pronte!- quella che il riccio, in tono volontariamente provocatorio, aveva lanciato era una vera e propria sfida nei confronti della compagna di squadra e il fatto che il robot della serie E, seppur con riluttanza, aveva deciso di acconsentire era segno che pure lui la stava deliberatamente mettendo alla prova per verificare le sue capacità.
In pratica quei due la reputavano una che sapeva solo parlare senza fatti; molto bene, avrebbero visto di che pasta era fatta.
-Tranquilli, tesorini, zia Rouge torna tra poco e non sarà da sola!- la ragazza si congedò da i due in tono frivolo, voleva fargli credere di non aver notato il loro approccio di sfida, prima o poi avrebbe trovato il modo di prendersi una piccola rivincita sui due, rivincita verbale, beninteso.



Jump City - Giorno 1, ore 11:15


Dovette spiccare il volo in fretta per non essere colpita dall’auto che le era stata lanciata contro; quest’ultima andò a schiantarsi al suolo e tutte le persone nei paraggi si dileguarono per non intralciare i due combattenti, bè, più che altro, per non finirci in mezzo.
Non era la prima volta che i cittadini di Jump City si ritrovavano ad assistere ad uno scontro dei Titans contro qualche criminale o assurdo nemico, ma mai finora gli era capitato uno spettacolo così violento:era passata all’incirca mezz’ora e ovunque si intravedevano muri spaccati, auto incendiate, vetri infranti e tutto il resto.
Questo perché il membro più forte fisicamente dei Titans, Stella, stava affrontando qualcuno, Knuckles, che, in quanto a forza fisica, non aveva nulla da invidiarle.
In quel momento il mobiano stava correndo verso la sua avversaria, ridiscesa a terra, schivando i raggi di energia verdi che la ragazza gli stava lanciando.
L’aliena dovette interrompere l’attacco per spostarsi lateralmente ed evitare il gancio destro dell’echidna, per approfittare del suo sbilanciamento e colpirlo in pieno petto con due dardi stella lanciati dagli occhi, illuminati in quel momento di luce verde.
Il corpo di Knuckles venne scagliato contro un muro, in cui si schiantò, lasciando l’impronta del suo corpo, ma riprese abbastanza in fretta da staccare un pezzo di muro e usarlo come scudo per difendersi dal colpo successivo, che causò un gran polverone.
Stella rimase in trepidante attesa, i pugni che ancora fremevano, pronti a colpire non appena il suo nemico sarebbe tornato alla carica.
Ma quando il polverone si diradò non vi era nessuno.
-E’ Sparito?! Com’è possibile?-
Ma dopo aver dato un’attenta occhiata, la ragazza notò che dove prima vi era l’echidna, c’era ora una grossa buca.
Certo! Era sottoterra!
Ma non ebbe neanche il tempo di constatarlo che il terreno intorno a lei iniziò a tremare; alle sue spalle si sollevò una roccia enorme, bloccandole la strada, seguita da altre che andarono a bloccarla ai lati e davanti.
Il suo avversario l’aveva rinchiusa in una prigione di roccia, lasciandole tuttavia lo spazio per muoversi; che aveva in mente? Colpirla di sorpresa non appena avrebbe sfondato il muro?
Si, probabilmente stava pensando a questo Knuckles, mentre, sottoterra attendeva la mossa successiva.
“Speriamo che ci caschi.” ma le sue preghiere non furono esaudite.
La ragazza si era limitata a spiccare il volo e uscire dalla trappola senza far rumore.
Ma Knuckles capì che la sua idea aveva fallito solo in seguito;non potendo capire in quale punto preciso si trovasse il rosso, la ragazza optò per una soluzione più violenta:colpì il terreno con un destro calibrato al massimo della sua forza, spaccando il terreno in tante parti e l’onda d’urto che ne scaturì sbalzò in aria l’echidna, che rantolò per qualche metro prima di fermarsi, apparentemente sconfitta.
Ma Knuckles non si arrendeva per così poco e, con un po’ di fiatone, si rimise in piedi, roteando le braccia, leggermente indolenzite.
“Accidenti! Questa qui è più forte del previsto!”
Datosi una breve scrollata, il rosso volle renderle pan per focaccia:colpì anche lui il terreno con un pugno fortissimo e la sua avversaria non riuscì a reagire in tempo, subendo la stessa sorte toccata a lui poco prima, ma anche lei ci mise poco a rialzarsi.
-Però…il caro Knuckster non ci sta andando piano, e malgrado ciò quella lì lo sta mettendo in difficoltà. Mph, ma scommetto che io saprei cavarmela meglio di lui.- commentò, col suo solito tono interessato-noncurante, l’ormai ripresosi Sonic,con le ferite ormai cicatrizzate, mentre osservava il suo amico-rivale, dall’alto di un edificio, su cui era corso per non andarci di mezzo.
Era seduto proprio sul cornicione e si stava godendo lo spettacolo neanche fosse stato al cinema; ma i suoi pensieri vennero interrotti dal rombo di un aereo, che si rivelò essere il Tornado con Tails a bordo. Fermato il mezzo sulla cima dell’edificio, il ragazzino andò incontro al suo migliore amico.
-Ehilà, scheggia! Di un po’, dov’eri finito? Ancora un po’ e sarei andato a chiamare quelli di “Mistero” per cercarti.- decretò il blu tanto per buttarla sul ridere.
-Scusami, ho avuto un contrattempo.-
L’attenzione del volpino, però, ricadde sulla strada sottostante, dove i due contendenti avevano ripreso il loro massacro.
-SONIC! KNUCKLES E’ NEI GUAI E TU RESTI QUI A GUARDARE?!- l’urlo del volpino non scalfì minimamente l’umore del riccio blu, che si limitò a sturarsi col dito l’orecchio sinistro, leggermente infastidito dalla voce alta di Tails.
-Considerato che è stato lui a chiedermelo e che si incavolerebbe di brutto se interferissi, la risposta alla tua domanda è si! Anzi, se vai a prendermi delle patatine e una coca-cola mi fai un favore!-
Alla fine il blu lo buttò di nuovo sul ridere, era fatto così.
Malgrado questo, però, i suoi sensi erano sempre vigili e ciò gli permise di afferrare il volpino per un braccio e spostarsi all’indietro, giusto il tempo di evitare un arco di energia nera che andò a distruggere il cornicione su cui si trovavano un attimo prima.
A pochi metri d’altezza rispetto al punto colpito, in piedi su uno scudo di energia nero, stavano Corvina e Robin.
-Li ho mancati!- sentenziò la maga col suo tono neutro, accanto a lei Robin soffocò un’imprecazione.
Quando i due animali alzarono lo sguardo verso i due nuovi arrivati Tails ne rimase intimorito, mentre Sonic sorrise, affascinato dall’idea di tornare in pista, era rimasto fermo troppo a lungo e gli andava proprio una nuova sfida.
-Tsk…guarda te quanti clown scappano dal circo al giorno d’oggi!-




Angolo dell’autore:
Soddisfatti del capitolo? Spero di sì!
La lotta è stata brutale ma non troppo, certo non l'ho terminata, ma non aspettatevi chissà cosa, il meglio vorrei tenerlo per dopo, se siete d'accordo.
Inoltre...chi, secondo voi, entrerà in possessesso dello Smeraldo di Seaside Hill?
Se avete voglia di esprimere le vostre opinioni o propositi a riguardo, la cosa non mi farà che piacere!
Arrivederci!

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Capitolo 6
*** La fine dei detective?! ***


Ve la passate bene, gente?
Spero di sì, altrimenti vi passerà la voglia di leggere il nuovo capitolo di “Teen Heroes”, per essere precisi, il sesto.
Ora vedremo come le cose si risolveranno e chi uscirà vincitore tra i due schieramenti che stanno trasformando Jump City in una discarica abusiva gigante.
A detta vostra, come potrebbe finire?
Non dimenticatevi, poi, del Team Chaotix, impegnato nella ricerca di uno Smeraldo del Caos a Seaside Hill e, a sua insaputa, pedinato da Rouge.
Spero che il capitolo vi tenga incollati alla sedia e vi aspetto all’angolo dell’autore.




Ritirata consenziente.
(cda:Corvina e Stella meditano sul tetto della T-tower; la prima, calma e concentrata, osserva, con un occhio aperto, e leggermente infastidita, l’altra, che si è addormentata.) 



Jump City - Giorno 1, ore 11:20



Tra i due era in corso, in quel preciso momento, un’intensa sfida di sguardi.
Lo sguardo deciso e ironico di Sonic affrontava senza indugi quello freddo e serio, costantemente celato dalla maschera, di Robin; quest’ultimo non aveva bisogno di chiederlo, era ovvio che il riccio blu che aveva davanti fosse proprio lui il famigerato distruttore.
-Sonic the hedgehog! Finalmente ci incontriamo!- 
L’espressione divertita del mobiano blu, in perfetto contrasto con quella tesa del volpino accanto a lui, non accennò a diminuire.
-Vedo che conosci il mio nome, a quanto pare sono diventato famoso anche da queste parti; è proprio inutile cercare di restare nell’anonimato, la fama ti raggiunge sempre!- esclamò il riccio, scuotendo le spalle con falsa esasperazione, con il chiaro intento di provocare chi gli stava di fronte.
Provocazioni a cui, tuttavia, Robin non cedette:sapeva bene come funzionavano quei trucchi e sapeva come non cascarci.
Visto che il ragazzo mascherato e la maga oscura non proferirono parola, il riccio volle continuare.
-Se non sono indiscreto, posso sapere il tuo di nome; è maleducato non presentarsi!- come se lui fosse mai stato un maestro di galateo, si ritrovò a pensare Tails.
Mentre Robin e Corvina stavano per raggiungere i due mobiani sul tetto, il primo volle accontentare la sua richiesta -Io sono Robin, il leader dei Teen Titans!-
-Teen Titans?! Da dove l’hai tirato fuori questo nome?! Ti sei ispirato al titolo di un film di terza categoria?! AHAHAHAHAHAHAH!- e lì Sonic scoppiò a ridere come un matto.
Robin al contrario, fece una comica smorfia di rabbia:quel tizio stava dicendo, in pratica, che Teen Titans era un nome di merda.
-Corvina, muoviti a scendere!- ordinò il leader a denti stretti e la ragazza, che non era proprio in vena di contraddirlo, avendo capito come sarebbe andata a parare, lo accontentò.
Una volta ritrovatisi tutti e quattro sul tetto, il breve attimo comico di poco prima venne sostituito da una serietà che poteva anche avere dell’inquietante.
Il silenzio avrebbe regnato sovrano, se non fosse stato per il frastuono causato da Knuckles e Stella che, sotto di loro, stavano ancora combattendo.
Proprio in quel momento, la ragazza stava cadendo malamente in mezzo alla strada, rotolando ancora per qualche metro prima di fermarsi.
Una volta rialzatasi, andò a massaggiare il punto del viso offeso in precedenza dal pugno dell’echidna e doveva riconoscere che pochissime volte le era capitato di provare un dolore tale.
“Accidenti, potrebbe tranquillamente fare a botte con quelli della mia razza e uscirne vincitore in ogni caso. Ma non intendo arrendermi!”
Malgrado la stanchezza , la giovane Tamariana non voleva gettare la spugna; Knuckles, in quel momento, era di fronte a lei, anche lui intento a riprendere fiato, approfittando di quegli istanti di pausa.
Anche lui, pur non dandolo a vedere, era rimasto stupito dalla tenacia di quella ragazza, anche perché non avrebbe mai immaginato che qualcuno potesse rivaleggiare con lui in forza.
Eppure, il rosso sentiva continuamente qualcosa che gli diceva che quello era un combattimento inutile, che stavano andando avanti fino a massacrarsi senza una ragione ovvia.
-Diamoci un taglio, ragazzina!-
La ragazza rimase stupita di fronte a quell’esclamazione; darci un taglio? Se lo poteva scordare, se lo avesse lasciato andare avrebbe continuato a far del male, non poteva permetterlo!
-Scordatelo!- la convinta negazione venne seguita da un dardo stella che l’echidna schivò, semplicemente piegando il volto.
Ormai le energie di lei stavano esaurendosi e anche il suo avversario se n’era reso conto.
-Ascolta, non ha senso continuare:ormai stai esaurendo le forze, non che io sia messo meglio, comunque, ma di questo passo finiremo solo per causare altri disastri e rischieremo di coinvolgere degli innocenti! E questo che vuoi, forse?- al seguito di quella domanda, la ragazza non potè non sgranare lo sguardo.
In quel momento distolse lo sguardo dal mobiano per darsi un’occhiata intorno, constatando che aveva ragione.
Ovunque voltasse lo sguardo non vedeva che distruzione, presa a tal punto dalla foga del combattimento non aveva prestato attenzione a cosa le stava intorno, finendo per danneggiare gravemente la sua città.
Negli occhi delle poche persone che, avendo avuto il coraggio di non fuggire, si erano nascoste nei vicoli o all’interno dei negozi per assistere allo scontro, non poteva vedere altro che paura e sconforto.
A quel punto, consapevole di dover interrompere le ostilità, abbassò le braccia e, con espressione arrendevole, lasciò un ultimo avvertimento all’echidna.
-Va bene, per stavolta mi ritrovo costretta a darti ragione, non voglio che degli innocenti si facciano male per qualcosa che non li riguarda! Ma ti assicuro che, la prossima volta che ci incontreremo, le cose non finiranno allo stesso modo.-
Knuckles si limitò ad un cenno di assenso, per far capire che accettava la sfida.
-SONIC, TAILS!-
L’urlo di richiamo del rosso attirò all’istante l’attenzione degli altri due:Sonic schivò un calcio verticale di Robin e scattò giù dall’edificio, andandolo subito ad affiancarlo; Tails, che in quel momento, tornato a bordo del Tornando, stava tenendo sotto attacco Corvina, la quale, comunque, non avevo perso tempo, innalzando uno scudo di energia, virò, scendendo al loro fianco.
-Che succede Knuckles?-
Intanto che Tails porse la domanda,i tre mobiani vennero accerchiati dai tre ragazzi.
Tuttavia, mentre le espressioni di Robin e Corvina erano minacciose, Stella era piuttosto convinta a non agire.
-Andiamocene!-
-CHE COSA?!- 
Inconsapevolmente, subito dopo la richiesta/ordine di Knuckles, sia Sonic che Robin non persero tempo ad esprimere il loro dissenso, anche se per motivi diversi.
-Ma andiamo, Knuckles, proprio ora che le cose si fanno divertenti?- protestò il blu con tono infantile che nessuno si aspetterebbe da un sedicenne.
-E cosa vi dice che ve lo permetteremo?- la voce di Corvina, stavolta, era leggermente incrinata in tono rabbioso e, per far capire che non stava scherzando, la giovane maga sollevò, tramite la sua magia, i resti di un muro lì vicino e li avrebbe sicuramente lanciati addosso ai tre mobiani, se Stella non le si fosse piazzata davanti.
Bastò un rapido sguardo, un gesto di diniego della tamariana per convincere la dark a non attaccare; tra le due era ormai nata una grande intesa, cominciata dalla loro avventura con le marionette(episodio 7) e sviluppatasi con il tempo, a suon di meditazioni(per Corvina era un’impresa non esplodere, nel tentativo di convincere Stella a fare silenzio e meditare bene) e di shopping(anche se l’aria costantemente annoiata della più bassa delle due rendeva la cosa un mortorio).
-Stella, si può sapere che ti prende?- il tono del ragazzo mascherato non era certo dei più tranquilli e nascondeva a fatica il suo nervosismo per quella situazione di stallo.
-Per favore, Robin, non causiamo altri problemi. Ci occuperemo di loro in un altro momento, qui rischiamo di ferire qualcuno.-
Lo sguardo rassegnato che il ragazzo rivolse alla fidanzata, ormai possiamo ritenerli tali, del resto, le fece capire il suo assenso, ma le stava anche dicendo che quel discorso sarebbe stato ripreso in seguito; successivamente rivolse lo sguardo ai tre animali, ancora fermi davanti a loro.
-Per questa volta vi lasciamo andare, al nostro prossimo incontro sarete meno fortunati!- quella sentenza, che suonava di condanna, non scalfì l’umore del leader del Team Sonic, che non intendeva cedere l’ultima parola.
-Pregate, piuttosto, che la dea bendata sia a favore vostro la prossima volta. Ci vediamo, clown!-
E con l’ultima provocazione, partita come sempre dal riccio blu, il trio mobiano, a bordo del Tornado, lasciò Jump City.
Una volta che ritenne sicura la situazione, il ragazzo in calzamaglia rivolse uno sguardo deluso e arrabbiato verso la rossa, la quale, sconsolata, non ebbe il coraggio di sostenerlo.
-Spero tu sia contenta adesso?-
Proprio in quel momento, due trafelati, e puzzanti di fogna(bé, considerando che c’erano stati), Cyborg e BB arrivarono di corsa, affiancando Corvina che, impassibile, come sempre, osservava lo scambio di sguardi tra i due neo-fidanzati, pregando mentalmente affinché, di lì a breve, non diventassero ex.
E visto che BB non poteva stare zitto e sparare a tutto vapore -Ehy, c’è stata una festa e ce la siamo persa? E che hanno quei due? Cos’è, non si sono accordati su chi dei due doveva dare il colpo di grazia, eh?- si beccò un doppio sganascione dalla maga e dal robot; quest’ultimo, per lo meno, avendo capito che non tirava proprio una bella aria(e non mi riferisco alla puzza di fogna), aveva avuto la decenza di star zitto.
Quella situazione era appena cominciata, ma stava già creando le prime crepe.



Seaside Hill - Giorno 1, ore 11:45



Per la miseria! Era già da parecchio che esploravano quella zona, ma ancora nessuna traccia di smeraldi.
Se c’era una cosa che Vector the crocodile non aveva, quella era la pazienza e non si stava facendo problemi a dimostrare il suo disappunto.
-Uffa, che palle! Dove diavolo è finito questo Smeraldo del Caos? Ma è possibile che ogni volta che si disperdono vanno a finire sempre nei posti più assurdi?-
Sotto questo aspetto, non gli si poteva dar torto, anche se i suoi due compagni avrebbero preferito che esponesse il concetto in modo meno rumoroso.
In quel momento, il Team Chaotix si trovava all’interno delle rovine, per la precisione, all’interno del palazzo principale.
Un edificio, in un certo senso, ingannevole:quando lo avevano osservato dall’esterno, sembrava miracolosamente intatto e sicuro.
Invece, non appena vi furono entrati, constatarono che l’interno cadeva, letteralmente, a pezzi, cosa che causò non pochi, e non sempre molto educati, commenti da parte del coccodrillo, tanto che il camaleonte dovette tappare le orecchie dell’ape perché non sentisse.
In quel momento stavano camminando per un corridoio estremamente buio, causa assenza di finestre.
-Ehy, Vector, questo posto non sarebbe l’ideale per girarci un film, che dici? Uno di quei film d’avventura, dove dei coraggiosi avventurieri si recano alla ricerca di un tesoro nascosto, che poi, se ci rifletti, è proprio il nostro caso!-
Quella nota cinematografica di Charmy non era poi così errata, si ritrovò a pensare Espio;combaciavano le cose, luogo abbandonato e in rovina, atmosfera di mistero, tesoro da trovare.
-Non hai torto, Charmy, ma non è il momento per divulgarci in certe discussioni.- lo riprese educatamente il viola.
-E poi, se fosse come dici tu, ci sarebbero delle trappole segrete in ogni angolo!-
Come si dice in questi casi…va bé, già lo sapete; neanche il tempo di finire di parlare e Vector calpestò una mattonella che si abbassò leggermente sotto il suo peso, ma quel tanto che bastava affinché la trappola potesse attivarsi.
I tre scattarono all’unisono e preoccupati di cosa gli sarebbe potuto accadere, ma Espio ebbe comunque tempo di riprendere Vector -Ma starti zitto, ogni tanto, no, eh?-
Aspettarono qualche secondo, che poi divenne minuto, il minuto divenne due, poi cinque, ma niente.
Sembrava proprio che non fosse accaduto nulla; i tre tirarono un sospiro di sollievo.
-Ci è andata bene ragazzi!-
E, finita la frase di Vector, le orecchie del gruppo vennero allertate da uno strano rumore, proveniente dalle loro spalle, inizialmente lieve ma che, via via, stava aumentando d’intensità.
Quasi con riluttanza, i tre voltarono il capo all’indietro e, se non l’avessero fatto, non avrebbero avuto modo di vedere l’immensa e impetuosa corrente acquatica che giungeva, rapida, verso di loro.
Ovviamente, scoppiarono in urlo di terrore e cominciarono a correre come forsennati(volare, nel caso di Charmy).
-ACCIDENTI A TE, VECTOR, POSSIBILE CHE TU NON TACCIA MAI QUANDO DOVRESTI?!- e qui, il caro rettile verde si beccò un’ennesima strigliata del camaleonte, come se non ne avesse già sentite abbastanza fino a quel momento.
Stavano dando fondo a tutte le loro risorse fisiche, se avessero rallentato, sarebbero stati raggiunti.
Ma non sarebbero riusciti a resistere in eterno e avrebbero finito per annegare.
A quel punto urgeva fare qualcosa, e anche in fretta.
-Charmy, perché non ci sollevi e ci porti via in volo?- fu il suggerimento di Vector, che non era sbagliato, considerato che Charmy, per quanto piccolo, era capace di sollevarli entrambi.
-Credi che non ci abbia già pensato? Ma qui non ci sono finestre! Da dove dovremmo uscire, scusami?- protestò il ragazzino, affiancandosi, in volo, al collega più anziano.
La strada, ad un certo punto, si ritrovò ad un bivio.
-Andiamo a destra!- fu il pronto suggerimento di Vector.
-Allora andremo a sinistra!- ribatterono ape e camaleonte, afferrando il leader del team e trascinandolo per la strada opposta a quella che aveva suggerito, ignorando i suoi lamenti e proteste.
E per fortuna, visto che il torrente impetuoso prese proprio la direzione suggerita da Vector, ma che loro non avevano preso.
Scampati a quel pericolo, i tre si fermarono per riprendere fiato dopo la lunga corsa.
-Grazie al cielo, l’abbiamo scamphphph.- Espio stavolta fu più rapido e chiuse la bocca di Vector, prima che questi terminasse; non c’aveva proprio voglia di farsi una seconda “corsetta!” e, tanto per rendere chiara l’idea, gli lanciò un’occhiataccia che lasciava intendere.
-Guardate là!- 
Charmy che, mentre Espio impediva a Vector di ricacciarli nei casini, si era dato un’occhiata un giro, aveva visto un’abbagliante luce gialla provenire da più avanti e non perse tempo a farlo notare anche agli altri due.
Assicuratisi che non ci fossero più trappole nei paraggi, il famoso(?) trio di detective si diresse, a passo moderato, per ogni evenienza, verso la fonte di quella luce, entrato, in tal modo, nella sala adiacente.
Immaginatevi lo stupore nei loro occhi quando lo videro.
Era proprio lì!
In cima ad un altarino di pietra, esattamente al centro, quasi come se ci fosse stato messo di proposito, esposto in bella vista come un’antica reliquia, stava lo Smeraldo del Caos di colore giallo.
Era indescrivibile l’emozione che stavano provando, in quel momento, anche se Espio riusciva a mascherarlo, mostrando un interesse vago.
Cosa di cui i suoi due amici sembravano incapaci.
-Ragazzi, l’abbiamo trovato!- e Vector e Charmy cominciarono a correre verso l’affascinante, quanto potente, gioiello, ansiosi di impossessarsene e incassare la ricompensa che gli avrebbe fruttato, una volta che l’avrebbero consegnato.
Espio li fissò con uno sguardo fintamente esasperato, era abituato, ormai, alla loro impazienza, ma, un istante dopo, sgranò gli occhi:aveva captato uno strano suono, ma non riusciva a capacitarsi di cosa potesse essere.
Poi dovette aggiungerci anche uno strano odore, che ricordava vagamente qualcosa tipo la polvere da sparo.
Un momento?! Polvere da sparo?!
In un attimo il cervello del camaleonte, approfittando di quei miseri dati, tuttavia sufficienti ad una mente acuta come la sua, riuscì ad elaborare la situazione.
Se le cose stavano davvero in quel modo…non poteva permettersi di perdere tempo.
-RAGAZZI!-
Gli istanti successivi svelarono il motivo della sua inquietudine:il tetto, proprio sotto i tre, gli crollo letteralmente addosso, dopo un’esplosione che aveva dato il colpo di grazia alla sua già incrostata, e quindi, indebolita, struttura.
Il tempo si mosse quasi a rallentatore, in quegli istanti che potevano decidere se tre mobiani sarebbero morti, o sopravvissuti.
Alla fine, le macerie si schiantarono al suolo, il polverone che ne uscì ricoprì l’intera stanza, i Chaotix si trovavano proprio a metà della sala quando avvenne.
Quei miseri istanti furono più che sufficienti, per permettere ad un’aggraziata figura femminile di scendere in picchiata e afferrare al volo la gemma che, fino ad un attimo prima, sembrava destinata ad entrare in possesso di Vector, Espio e Charmy.
Librandosi in alto nel cielo, la familiare figura di Rouge the Bat si allontanò dal luogo del misfatto, col suo scintillante bottino stretto nella mano sinistra.
-Un po’ mi dispiace per quei tre, ma è colpa loro, non dovevano mettersi sulla mia strada!- nella voce della ragazza non sembrava esserci il minimo accenno di rimorso per aver, quasi certamente, stroncato delle vite, tutt’al più, c’era una grande soddisfazione e fierezza per se stessa, per essere riuscita ad impadronirsi dello Smeraldo.
Non vedeva già l’ora di spiattellarlo in faccia ad Omega e Shadow e fargli capire che non era tutte frottole e niente fatti.
Ma le sue speranze furono successivamente abbattute, quando, mostrato lo Smeraldo ai due, questi si limitarono ad un’alzata di spalle.
-Forse ti ho sottovalutata, ma non montarti la testa; ci hai messo troppo per i miei gusti!- le aveva risposto il riccio nero, mantenendo quel suo sguardo costantemente arrabbiato, quasi come se le sue palpebre non fossero in grado di spostarsi.
Omega non disse niente, se non il classico -Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!- tanto per far capire che, il non aver incontrato Eggman, non gli era andato molto a genio.
Alla fine, senza degnarla di uno sguardo, il riccio e il robot si rimisero in cammino, pur non avendo una meta precisa, considerato che avrebbero dovuto aspettare che un altro Smeraldo si rivelasse, lasciandola indietro a sbuffare.
“Accidenti, questi due sembrano proprio incontentabili! Rouge, ragazza mia, sai proprio sceglierteli i compagni di squadra!”
Ripresasi con sarcasmo tra i suoi pensieri, la ladra non ebbe altra scelta che seguire i suoi compagni di Team, chiedendosi cosa diavolo le fosse passato in testa quando aveva proposto a quei due di viaggiare insieme.
Ma, finché avessero continuato a cercare e, soprattutto, trovare, Smeraldi del Caos, avrebbe sopportato qualunque cosa; l’ultima cosa che voleva, era mettersi contro quei due.
D’altronde, bastava un’occhiata, per capire cosa fossero Shadow e Omega: due macchine da guerra inarrestabili che, se si fossero scatenate, avrebbero portato il Caos e la distruzione.




Angolo dell’autore:
Allora, vi è piaciuto il capitolo?
Come potete vedere, il grande scontro l’ho fatto concludere con un nulla di fatto. Siate sinceri, chi se l’aspettava? ^_^
Vi consiglio di non lanciare quei pomodori se non volete grane!
Ciò non significa che la questione è chiusa, siamo ancora all'inizio, dove, tuttavia, c’è già il rischio che qualcosa si frantumi:il rapporto di Robin con Stella, considerato che il primo non ha digerito il fatto che la fidanzata abbia preferito interrompere la battaglia e consentire a Sonic, Knuckles e Tails(?) di andarsene(Sapete, la coppia Robin x Stella è la mia preferita di “Teen Titans, ma non vuol dire che non mi piaccia metterli in situazioni complesse).
Ora scusate se mi fermo qui, ma sotto casa mia c’è un’orda di fan del Team Chaotix, armati di bastoni e tizzoni ardenti, evidentemente ansiosi di spaccarmi la faccia; non li biasimo, considerando che potrei aver trasformato i loro beniamini in carne macinata.
Devo comunque difendermi, proprio in questo momento, mentre scrivo, sto caricando il fucile a canne mozze; ora scusate, devo andare!
NON MI AVRETE MAI VIVO!

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Capitolo 7
*** Tradimento?! ***


Spero di non averci messo troppo ad aggiornare, ho fatto prima che ho potuto!
Allora, in questo nuovo capitolo ci troveremo in un momento di pausa dagli scontri, che sia beninteso, non sarà un capitolo di coccole e abbracci.
Intanto, immagino che molti vi starete chiedendo se i Chaotix sono ancora vivi, in questo capitolo vedrete. Liberarmi dei loro fan è stata più dura del previsto, avevano la pellaccia dura quegli esaltati, ma alla fine ho vinto io!
A proposito, ricordate quando, nel capitolo tre, dissi che qualcosa vi avrebbe scioccati, per ammettere subito dopo che scherzavo? Bè, ve lo ridico: in questo capitolo avverrà qualcosa che potrebbe scioccarvi!
Se sto scherzando di nuovo? Chi può dirlo?(Knuckles –Tu potresti anche farlo, sai?! >_<)
Sta a voi leggere il capitolo e scoprirlo!




Fortuna che esistono gli amici.
(cda:Robin, Cyborg e BB giocano vivacemente ai videogame, sotto lo sguardo divertito di Stella e quello annoiato di Corvina.)



Seaside Hill - Giorno 1, ore 12:30


Un’immensa quantità di macerie andava a formare quella che, fino a pochi minuti prima, era la sala centrale del palazzo di Seaside Hill.
Lo scenario di desolazione, già deprimente di suo, era acuito ancor di più dall’agghiacciante silenzio, tipico di quel luogo.
Il crollo del tetto aveva reso quella stanza a cielo aperto e, adesso, era illuminata dalle luci, calde e confortanti, del sole di mezzogiorno.
Ma ciò non bastava a sminuire l’aura cupa che quel posto emanava; la reputazione, già pessima, di quel posto, che contrastava completamente, con quella delle spiagge all’esterno, avrebbe subito un ulteriore smacco, non appena si sarebbe venuti a sapere che lì, proprio lì, tre vite erano state stroncate.
Era stato proprio in quella stanza che, nello svolgimento del suo compito, il Team Chaotix aveva detto addio al mondo dei vivi.
Per cosa poi erano morti?! Per uno smeraldo?!
Certo, non era un semplice smeraldo, questo lo sapevano anche loro, ma era ugualmente assurdo il fatto che tre esseri viventi avessero rinunciato alla propria esistenza per una gemma.
Evidentemente, era quello che pensava anche una qualche divinità in cielo, perché l’unico modo per spiegare cosa accadde dopo, poteva essere definito solo col sostantivo “miracolo”.
In quel cumulo desolato di macerie, ci fu un punto in cui cominciarono a sentirsi strani rumori.
Al centro della sala, le rocce stavano tremando!
Era come se qualcosa, al di sotto di esse, stesse facendo forza per uscire alla quella prigione rocciosa; il tremolio divenne, via via, sempre più costante e vibrante.
Alla fine, con un urlo liberatorio, Vector the crocodile, allargando le braccia al massimo della forza, scostò definitivamente quei massi da sopra il suo corpo e riuscì ad uscire da quell’inferno.
Una volta che fu fuori, venne rapidamente seguito da Espio e Charmy; tutti e tre presentavano delle minime ferite in diverse parti del corpo ma, considerando la perdita effettiva che avevano rischiato,si poteva dire che erano stati davvero miracolati.
Anche se, in realtà, questo miracolo prendeva il nome di Espio the chamelion: non appena aveva capito che il tetto sarebbe esploso, il rettile viola si era subito precipitato ad avvisare i sue colleghi e, una volta avvenuto il crollo, lui e Charmy si ripararono sotto l’imponente figura del coccodrillo, che fece da scudo ai due amici, ma fu, anche, ben attento, a mettersi in una posizione che lo avrebbe danneggiato il meno possibile.
Una volta accertatisi che il crollo fosse finito, il verde iniziò a spingere massi su massi con la sua invidiabile forza e, alla fine, ne vennero fuori.
-Accidenti, ragazzi, ho visto tutta la mia vita scorrermi davanti…bé, considerato che ho solo 6 anni, non mi ci è voluto molto.- borbottò Charmy, infastidito dalla difficilissima situazione, dalla quale, per fortuna, erano usciti.
Espio non se ne lamentò più di tanto; con la sua solita calma, il camaleonte prese a darsi delle leggere botte per togliersi di dosso la polvere.
Vector la prese un “tantino” peggio -PORCA P*****A, SE SCOPRO CHI C’HA FATTO QUESTO SCHERZO, GLI RESTITUISCO IL FAVORE, CON TANTO DI INTERESSI!-
Espio, allora, con gli occhi socchiusi, anche se la cosa non aveva certo fatto piacere neanche a lui, gli diede una leggere pacca sulla schiena, indicandogli di guardare avanti, verso l’altarino -Ehm, probabilmente è lo stesso, o la stessa, che ha fatto quello!-
Quando Vector alzò lo sguardo, vide il realizzarsi di un incubo:lo Smeraldo del Caos non c’era più!
Per quanto avventato, Vector era pur sempre un detective, non gli ci volle molto per fare due più due a capire come erano andate le cose:l’esplosione, con conseguente frana sulle loro teste, era stata volontariamente provocata da qualcuno; lo stesso qualcuno che poi, approfittando del trambusto, gli aveva fregato la gemma da sotto il naso.
Questo era quello che stava pensando, ma all’esterno non si sarebbe potuto dire; perché, esternamente, il caro Vector era fermo e imbambolato, con la bocca spalancata e gli occhi non certo da meno.
E non accennava a muoversi.
-Vector?! Ci sei?- Charmy, vedendo che il verde sembrava ormai una statua a tutti gli effetti, si alzò in volo, fino a trovarsi di fronte al viso, o, più che altro, al lungo muso del rettile, toccandolo con un dito.
Come fosse stato un manichino, Vector si inclinò, cadendo rovinosamente al suolo, svenuto; ormai anche il suo cervello si era disconnesso, lo shock si fece sentire.
-Fantastico, come lo portiamo sull’auto questo sacco di patate di 200 chili?- 
Insomma, la situazione del Team Chaotix era questa:lo Smeraldo, ormai, l’avevano perso, il loro leader era svenuto come un imbecille, Espio ne rimase alquanto seccato e Charmy alquanto divertito; avrebbe riso meno se avesse saputo la fatica che avrebbero dovuto fare di lì a poco per trascinare il, non certo leggero, peso del rettile, da lì fino alla loro auto.
Raggiunta finalmente la Chaotix Car, il camaleonte e l’ape adagiarono il coccodrillo nei sedili posteriori(malgrado Charmy avesse proposto di infilarlo nel bagagliaio per fargli uno scherzo), incontrando qualche problema di stazza, dato, soprattutto, dalla coda di Vector, che aggiungeva ulteriori centimetri ai già tanti che Vector possedeva.
Sistemato il leader, Espio e Charmy occuparono i posti davanti, col camaleonte alla guida.
-Ehy, Espio, una volta arrivati a Jump City, sarà meglio che il nostro datore di lavoro non sappia di questa...“gita non programmata”, eviteremo una brutta figura.- 
Lanciando un segno d’assenso, Espio mise in moto, ripartendo per la loro meta iniziale; quella fermata a Seaside Hill avrebbe ritardato un po’ l’arrivo, ma vi si poteva facilmente rimediare.



T-tower - Giorno 1, ore 18:00


Non le aveva più rivolto la parola, per tutto il pomeriggio l’aveva ignorata:non rispondeva se cercava di parlargli, prendeva una strada diversa quando avrebbero dovuto incrociarsi per i corridoi e voltava lo sguardo quando lei cercava un contatto tra i loro occhi.
Se c’era qualcosa che faceva soffrire Stella in maniera esorbitante, quella era l’essere ignorata da Robin, perché, ogni volta che accadeva, era perché tra i due era successo qualcosa di grave.
In quel momento, la giovane Tamariana stava contemplando, con malcelata tristezza, il panorama esterno, ormai al tramonto, attraverso la vetrata della sala principale della torre, che, in pratica, era salone, area tv e cucina messi insieme.
Stava pensando a cos’era accaduto quella mattina, dall’incontro con quello scienziato fuori linea, allo scontro con quell’echidna rossa.
Mentre era assorta nei suoi pensieri, non si accorse di Corvina che, malgrado non volesse farlo notare, era preoccupata e le si era affiancata, rimanendo in religioso silenzio.
La maga attendeva che fosse la rossa la prima a parlare, a lei non piaceva aprire le discussione, malgrado fosse lei a dover consolare.
Stella, avendo capito le intenzioni dell’amica, decise di non perdere più tempo.
-Corvina, credi che, adesso, Robin mi odi?- l’unico effetto della domanda fu far innalzare un sopracciglio alla taciturna, chiaro che era convinta di tutt’altro.
-Stella, ricorda che Robin ti ama; il problema è che prende troppo seriamente il suo compito, e a volte finisce per prenderci troppo la mano. Devi solo dargli del tempo per calmarsi.-
Stella sembrava convinta da quelle parole, eppure non completamente, quindi non le restò che chiedere ancora -E se non fosse cosi? Se dopo quello che ho fatto oggi avesse cominciato a vedermi in un’altra maniera?-
Corvina non fu infastidita da quell’ennesima domanda; poteva immaginare che, nella condizione in cui Stella si trovava, si potesse venir colti da insicurezza.
-Stella, come ti ho già detto, Robin ti ama! Tu ami lui?!- chiese la giovane maga, convinta già di sapere la risposta e, infatti, ne ebbe subito dopo la conferma, quando Stella annuì con convinzione e senza la minima incertezza.
-Allora, tutto quello che devi fare è aspettare. Capirete insieme quando sarà il momento giusto per parlare. Si risolverà tutto!- annunciò Corvina, rivolgendo un lieve sorriso, che per lei era già tanto, all’amica.
Confortata da quelle parole, all’apparenza disinteressate, la rossa fece un’espressione speranzosa, confidando che le cose si sarebbero davvero aggiustate.
Situazione all’incirca analoga stava avvenendo nella stanza degli allenamenti.
Il ragazzo-meraviglia, alias Robin, stava esercitandosi col suo sacco da boxe, nel contempo parlava con Cyborg.
-GLI HA PERMESSO DI ANDARSENE, LO CAPISCI?!- urlò nervosamente mentre sferrava un calcio destro.
-E certo che lo capisco, non fai altro che urlarmelo da almeno venti minuti buoni.- spiegò, con leggera ironia, Cyborg; proprio come Robin, anche lui stava allenandosi, usando uno speciale bilanciere, che il mezzo robot aveva appositamente costruito, al fine di sviluppare la sua forza e resistenza.
Se c’era un obbiettivo comune nelle loro teste, era sicuramente quello di migliorarsi per la prossima volta che avessero incontrato Sonic e la sua banda; se dovevano aspettare, tanto valeva approfittare del tempo a disposizione.
-Comunque, Robin, non pensi di aver un tantino esagerato?- chiese educatamente il ragazzo, immaginando, ugualmente, la reazione che avrebbe avuto Robin.
-COME?!- infatti! Il caro leader, infastidito dalla domanda, perse la concentrazione e si beccò il sacco dritto in faccia, con conseguente caduta al suolo.
Sul suo volto svettava una comica espressione di dolore, sulla testa di Cyborg, invece, prese prepotentemente posto una goccia di sudore stilizzato.
Il ragazzo in calzamaglia, ripresosi dalla botta, si sostenne con i gomiti,al fine di riavere un contatto visivo con l’amico -AVREI ESAGERATO?! Scusami tanto, ma non sono stato io quello che si è frapposto fra noi e loro, intimandoci di smettere e lasciandoli andare, o sbaglio?-
Testardo come un mulo, Robin era sempre il solito!
Cyborg si lasciò andare ad un lieve sospiro, poi riprese a parlare -Voglio dire, d’accordo che lei ha voluto che lo scontro si fermasse, ma, da quanto mi ha detto Corvina, tu non hai fatto chissà cosa per contraddirla.-
Robin, in un primo momento sul punto di ribattere, si rese conto che, da ribattere, non c’era nulla.
Visto che Robin non sembrava voler capire come stavano le cose, Cyborg provò a chiarirgli le idee, sperando che stavolta capisse.
-Robin, se ci sono arrivato io, che non ero neanche presente quando è successo, dovresti arrivarci senza problemi anche tu; sei sempre stato un tipo sveglio, dopo tutto.-
In verità, Robin aveva già intuito il perché del comportamento della ragazza, solo che la sua reazione faceva pensare il contrario.
La motivazione era un’altra!
-Cyborg, guarda che l’ho capito, che li ha fatti andare via perché non voleva coinvolgere nessuno, ma è per questo che mi sono arrabbiato:se lasciamo che questa storia si protragga per le lunghe, il rischio che qualcuno rimanga ferito sarà più elevato. Dovevamo risolvere la cosa oggi stesso e non ci sarebbe stato più alcun pericolo!-
Adesso sembrava proprio che la ragione fosse dalla parte del moro.
Cyborg, a quel punto, sospirò sconsolato -Ho capito! Se vogliamo metterla sotto questo aspetto, hai più ragione tu che lei. Ma prova a metterti nei suoi panni, nella situazione i cui si è ritrovata. Ha dovuto agire tempestivamente e ha fatto la scelta che ha reputato più giusta. Cerca di capirlo!-
Quell’ultimo ravvedimento sembrò funzionare:inizialmente confuso, il leader lanciò all’amico un segno di assenso, poi entrambi ripresero il loro allenamento.
-A proposito…dov’è BB?-
Nessuno poteva immaginarlo:in quel momento, il trasformista dei Teen Titans era in camera sua indovinate per fare cosa? Stava studiando!
No, non avete letto male, né siete sotto l’effetto di qualche droga che vi hanno infilato di nascosto nell’acqua potabile.
Il verdino era proprio occupato a studiare una strategia “Accidenti! Quel riccio blu è stato incredibile; non sono riuscito a rispondere ai suoi colpi. Devi farmi venire in mente qualcosa per metterlo all’angolo.”
Immagino che questo, però, potrebbe rovinarvi l’impressione che avete sempre avuto di lui; insomma, lui è il classico ragazzo burlone e mangione che sta alla larga dallo studio come se fosse peste.
Tranquilli, la vostra impressione non cambierà!
-Sonic the hedgehog…io…io riuscirò…A FARE DELLE BATTUTE MIGLIORI DELLE TUE!-
E che ci si poteva aspettare?(non ditemi che c’avete davvero creduto? BB che studia strategie di battaglia?!)



Jump City - Giorno 1, ore 20:30


Il sole era ormai calato sulla città, lasciando spazio ad una luna brillante, i cui tenui raggi illuminavano lievemente il paesaggio.
Peccato che una giornata, quando finisce, non porti anche la fine degli avvenimenti avvenuti durante il suo corso;se così fosse stato, i cittadini di Jump City avrebbero trascorso quelle ultime ore della giornata tranquilli e sereni, tanto il giorno dopo tutto si sarebbe aggiustato e la loro vita avrebbe ripreso a scorrere normalmente.
Purtroppo, però, le cose non vanno così!
Gli eventi di quel giorno, difficilmente, avrebbero lasciato le menti delle persone, ormai vi si erano stampati a fuoco e ce ne sarebbe voluto di tempo, prima che la normalità tornasse a fare da padrona alle loro giornate.
Quel giorno, infatti, la solita monotonia della città era stata sconvolta, una nuova minaccia(loro, almeno, pensavano che lo fosse) si era presentata all’orizzonte:Sonic the hedgehog!
Quel mostro, così lo avevano etichettato gli abitanti, era giunto, insieme alla sua banda a portare il caos tra di loro, neanche l’intervento dei loro eroi, i Teen Titans, era bastato a fermarli.
Ma, per fortuna, era servito perché il trio mobiano venisse allontanato, anche se tutti ritenevano fosse solo una cosa temporanea; come si suol dire, una pausa, prima che l’inferno si riscatenasse.
Insomma, quella sera, i cittadini di Jump City non avrebbero dormito sonni tranquilli.
Il trio di eroi animali(anche se lì non li vedevano in quel modo), in quel momento si trovavo sulle colline poco fuori dalla città, nascosto tra gli alberi della foresta.
Seduti attorno ad un piccolo fuoco, acceso per riscaldarsi e far luce contro l’oscurità notturna, vi erano Sonic, Tails e Knuckles.
-Un chili-dog non sarebbe stato male in questa situazione.- protestò Sonic addentando una mela; pochi minuti prima, infatti, Knuckles era andato in cerca di cibo nella foresta, tornando con una buona dose di frutta, con il disappunto del riccio blu, abituato a cibi sicuramente più…sostanziosi.
-Dai, Sonic, non lamentarti, d’altronde non potevi pretendere di trovare dei chili-dog in un bosco. E poi la frutta fa bene, quindi, analizzando la situazione, non è andata poi così male.- lo redarguì, gentilmente, Tails, per poi dare un piccolo morso ad una banana, masticando con calma per digerire bene.
-Uff, e va bene, suppongo di dovermi accontentare, per stavolta.- alla fine, il blu si convinse e smise di fare i capricci culinari.
Una situazione del genere uno se la immaginerebbe al rovescio:il sedicenne Sonic a redarguire e controllare il novenne Tails, invece era il contrario, con il volpino a tenere a freno il focoso spirito del più grande e impedirgli di fare sciocchezze.
Alla fine, i due amici inseparabili scoppiarono in una sana e genuina risata;da quando si erano incontrati, quando Tails aveva ancora cinque anni e Sonic dodici, l’avventura e il rischio erano entrati a far parte, con prepotenza, della vita di Tails; quando il suo “fratellone” andava a cacciarsi in una delle sue spericolate follie, lui, che lo volesse o meno, ci finiva sempre dentro; il risultato finale, però, ripagava tutti i rischi corsi:la loro amicizia ne usciva ogni volta più salda che mai!
E, infatti, eccoli lì!
A scherzare tra di loro, malgrado la situazione non fosse delle migliori, consapevoli di poter contare l’uno sull’appoggio dell’altro.
Ma c’era qualcuno che, a differenza loro, non riusciva a stare tranquillo:Knuckles, intrappolato nei suoi pensieri, non stava minimamente notando ‘amichevole discussione tra i suoi due amici, non stava neanche mettendo qualcosa sotto i denti.
-Ehy, Knuckster, che ti succede? D’accordo che sei il campione mondiale dell’immusonirsi, ma su con la vita!- 
Quelle parole, pronunciate con pura allegria dal porcospino, lo smossero dai suoi pensieri.
-Cosa? Ah, scusate, stavo pensando ad una cosa.- disse l’echidna, per giustificare il suo silenzio.
-E a cosa stavi pensando? Vuoi parlarne con noi, magari?- propose gentilmente il più piccolo del gruppo.
Visto che non aveva senso tenersi dentro quei dubbi, il rosso decise di vuotare il sacco.
-Non vi è sembrato strano lo svolgersi degli eventi? Intendo dire, quei ragazzi che abbiamo affrontato oggi, in questo il nome non mi viene in mente, non sembravano animati da cattive intenzioni; che abbiano agito credendo di essere nel giusto?-
La spiegazione dell’echidna faceva trasparire i suoi dubbi, portando un po’ di insicurezza anche a Sonic e Tails.
-Quindi, Knuckles, fammi capire:tu pensi che ci abbiano attaccato perché pensavano che fossimo malvagi. Ho capito giusto?- alla domanda del blu, il rosso rispose con un cenno affermativo.
-Può anche darsi, ma come facevano a sapere che saremmo arrivati, qualcuno deve averglielo detto, altrimenti non saprei come spiegarlo. Ma chi può avere interesse a metterci sotto una cattiva luce per crearci problemi?- la soluzione di Tails venne ritenuta la più corretta, ma restava il dubbio sull’identità del misterioso informatore bugiardo.
E’ più corretto dire che il dubbio rimase per qualche secondo; un lampo attraverso la mente dei tre e, in un istante, trovarono il colpevole.
-EGGMAN!-



Egg-fleet - Giorno 1, ore 21:00


Considerato tutto, poteva dire che quella giornata era stata più positiva che negativa, certo, non aveva ancora nessuno Smeraldo del Caos tra le sue mani, ma la cosa importante era che non né avesse nemmeno Sonic; inoltre, Knuckles aveva gettato lo Smeraldo Gigante nelle fogne di Jump City, privando, quindi, il suo gruppo di una potentissima arma.
Eh sì, quella giornata era andata davvero bene…e non era ancora finita.
Se pensate che il dottor Eggman sia uno che ama alloggiarsi sugli allori avete ragione, ma vi conviene sapere anche che lo fa solo quando ha la certezza di poterselo permettere.
In quel momento, la sua posizione era relativamente tranquilla:i Teen Titans lo credevano il buono e si erano offerti di aiutarlo, Sonic e compagnia erano stati messi in fuga e non avevano la benché minima idea di dove fosse nascosto.
Certo, quando Tails aveva scoperto il suo piano, per un istante, vide tutti i suoi progetti crollare come un castello di carta, dovette addirittura ricorrere ad una delle sue armi segrete per evitare complicazioni.
Alla fine, però, il problema venne risolto, il suo piano avrebbe dovuto ricevere qualche minima modifica, ma si poteva stare tranquilli che tutto sarebbe ugualmente filato liscio.
Era questo che pensava il baffuto scienziato, mentre si recava nella sala principale dell’Egg-shark.
Si sedette sulla sua poltrona, e con un sorriso malvagio e crudele, completamente insolito, rispetto ai sorrisi bizzarri e ridicoli a cui ci ha abituato, premette un singolo pulsante, che andò ad attivare un segnale di trasmittenza.
-E’ ora di preparare la prossima fase! I Teen Titans sanno già, per merito mio, della natura malvagia di Sonic, ma è giunto il momento che vi assistano per non avere più alcun dubbio. -



Jump City - Giorno 1, ore 21:05


-Sì…si, certo…tutto come da programma, dottore.-
Nell’oscurità della foresta, l’agente di Eggman stava ascoltando, con minuziosa attenzione, ogni singola parola che gli arrivava dall’altro capo della ricetrasmittente.
Il piano, studiato nei minimi dettagli, era semplice, come idea, ma estremamente complesso da applicare; un solo errore avrebbe compromesso ogni cosa.
Se la sua identità fosse venuta a galla prima del previsto, o nel momento meno opportuno, avrebbe dovuto confrontarsi di persona con Sonic the hedgehog.
Non che la cosa gli dispiacesse, con quel maledetto riccio aveva un conto in sospeso da troppo tempo, farlo fuori anche prima del previsto non gli avrebbe fatto che piacere.
Ma doveva tenere a freno il suo istinto vendicativo, aveva bisogno di Eggman ancora per un po’; poi, una volta ottenute le informazioni di cui necessitava, Eggman avrebbe potuto andare anche a farsi fottere, non gliene sarebbe importato più di tanto.
Ma, al momento, il dottore gli serviva, quindi, tanto valeva assecondarlo; e poi, doveva riconoscerlo, quel piano non era affatto male.
La misteriosa figura, coperta dall’ombra di un grosso albero, che la mimetizzava perfettamente nel buio della sera, si lasciò scappare un sadico sorriso, dovuto al piacere datogli dalla notizia appena ricevuta.
-Eheheheh…con piacere. Non si preoccupi, dottore, dovrò solo aspettare che quei due imbecilli sprofondino nel mondo dei sogni e mi recherò subito da lei per effettuare i preparativi. Chiudo!-
La trasmissione venne interrotta, la figura cominciò a spostarsi e si spostò in direzione di un falò dove due figure discutevano.
Una di queste la notò e la prese, scherzosamente, in giro -Ehy, Tails, ti ci è voluto tutto questo tempo per fare pipì?! Cos’è, ti eri fatto fuori un’intera cisterna d’acqua?!-
Illuminata lievemente dalla luce del focolare, la figura di Tails Prower si andò a riunire a quelle di Sonic the Hedgehog e Knuckles the echidna e, col sorriso timido che lo contraddistingueva, si giustificò così -Chiedo scusa, se ci ho messo un po’ troppo…la stavo trattenendo da molto.-
I due gli rivolsero un sorriso comprensivo, come per dirgli che non importava; non lo fece, per non destare sospetti, ma avrebbe tanto voluto sorridere, in quel momento.
La situazione procedeva alla perfezione, nessuno dei due nutriva il minimo dubbio, chissà le loro facce quando sarebbero venuti a sapere la verità.







Angolo dell’autore:
Che mi dite, vi ho scioccato? Sinceramente chi di voi si sarebbe mai aspettato che Tails avrebbe potuto rivoltarsi contro Sonic e Knuckles e schierarsi anche lui con Eggman, con l’intenzione di usarlo, per giunta?
Scommetto nessuno, e mi immagino già le vostre facce quando scoprirete cos'è accaduto davvero.
Quale potrebbe essere il motivo dell’odio di Tails(?) verso Sonic? Robin e Stella riusciranno ad appianare le loro problematiche e a tornare la coppia romantica-divertente che tutti conosciamo?
Se volete saperlo, non dovete far altro che attendere il prossimo capitolo di “Teen Heroes”!

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Capitolo 8
*** Chiarimenti sotto la luna ***


Ehilà, salve a tutti! Vi dirò, era già da un pò che avevo finito di scrivere il capitolo, ma mi ero completamento scordato di postarlo.
Per tutto ciò c'è una sola parola: “Another”!
Per chi non lo conoscesse, è un anime di 12 episodi(più un OAV), di stile horror-mistero, che ho scoperto per puro caso; vi consiglio di guardarlo, perché ne vale davvero la pena. 
Divertitevi col nuovo capitolo.
Spoiler:in questo capitolo, verrà svelato il perché del misterioso comportamento di Tails(?)!






Sotto la maschera!
(cda:Riparatosi in una grotta per scampare alla pioggia, Sonic osserva, con un sorriso sereno, l’arcobaleno spuntato dopo l’acquazzone all’orizzonte.)



T-tower - Giorno 1, ore 22:30


Era davvero una bella serata!
Se ci si riferiva solo al tempo, quell’affermazione non poteva essere più adatta; d’altronde, con una luna brillante che illumina il cielo notturno e senza la benché minima presenza di nuvole a guastare lo scenario, nessuno avrebbe potuto avere da ridire.
Peccato che, la sua fosse, una questione d’umore e, in quel caso lì, non era una bella serata!
Seduto sul tetto della sua torre-casa, il leader dei supereroi di Jump City stava riflettendo da ormai parecchi minuti, che per lui erano sembrati ore, su tutto quello che gli era capitato in quell’assurda giornata.
Una sua grande capacità era sempre stata una grande concentrazione, cosa che gli impediva di tralasciare anche i minimi dettagli in ciò che faceva, ma che comportava la sgradevole conseguenza di dimenticare difficilmente le cose, belle o brutte che fossero.
In quel momento avrebbe tanto voluto avere una memoria penosa, almeno così avrebbe già dimenticato il motivo per cui lui e la sua fidanzata non si parlavano più da tutto il giorno.
Ecco, si ritrovò a pensare, qui aveva formulato male la frase: era stato lui soltanto a non volerle parlare, lei ci aveva provato in ogni modo e lui, ogni fottutissima volta, la ignorava.
Certe volte si comportava proprio come un bambino, e meno male che rimproverava lei, molte volte, di comportarsi come se avesse molti meno anni di quanti ne aveva in realtà.
Probabilmente, era quello il motivo per cui ora si trovava lì, in cima alla torre ad osservare la luna, voleva riflettere meglio e capire come farsi perdonare per il suo atteggiamento eccessivamente sconsiderato nei suoi confronti.
Il problema era appunto questo: come?
Durante la sua discussione con Cyborg, quel pomeriggio, aveva completamente tralasciato quell’importante dettaglio, fermamente convinto di essere nel giusto.
“Che devo fare?” era talmente assorto nei suoi pensieri, da non notare l’arrivo di una figura.
Quando se ne rese conto, restò enormemente sorpreso nel constatare che si trattava proprio di Stella.
Entrambi restarono come imbambolati, a fissarsi negli occhi (più che altro, occhi nella maschera) per un lasso di tempo da sembrare infinito e che non si rivelò altro che una manciata di miseri secondi.
Alla fine fu lei a interrompere quell’opprimente silenzio -Ciao Robin!-
-Ciao.- lui si limitò a ricambiare il saluto, per il resto non fece nulla di più se non tornare a guardare la luna.
Pensando che non ci fosse bisogno di chiedergli il permesso, la ragazza andò a sedersi accanto a lui; lui non ebbe nulla da ridire, o forse non voleva dire nulla, comunque temeva che la sua presenza lo infastidisse; che fosse ancora arrabbiato con lei?
-Sai, quando sono nervoso, la sera salgo sul tetto per osservare la luna, mi aiuta a riflettere.- disse lui, interrompendo il silenzio che aveva ripreso a fare da padrone.
Lei non capì il motivo di quell’improvvisa confessione. A dire il vero, non capì proprio la confessione: non capiva ancora perfettamente tutte le usanze o le abitudini degli esseri umani, malgrado la sua permanenza sul pianeta non fosse certo recente, infatti si chiedeva ancora come potesse dare conforto l’osservazione di una grossa sfera bianca nel cielo notturno.
Certo che gli umani erano proprio curiosi!
Non ebbe neanche tempo di dire niente, che lui la anticipò -Senti, ho parlato con Cyborg questo pomeriggio e, devo riconoscerlo, mi ha fatto una piccola lavata di capo riguardo a quello che è accaduto oggi.-
Si poteva sentire un leggero dispiacere nel tono del ragazzo mascherato, ma Stella sapeva che, quando usava quel tono, parlava col cuore in mano.
-E…di cosa avete parlato…precisamente?- volle chiedergli la rossa, con un’insolita nota di timidezza nella voce, cosa strana per lei, sempre estroversa e attiva.
-Diciamo, un po’ di tutto. Mi ha anche detto che ha combattuto anche lui contro quell’echidna rosso, con cui successivamente ti sei scontrata anche tu, ma che è stato sconfitto.-
A rimembrare quell’occasione, la ragazza strinse convulsamente i pugni; lo ricordava bene, uno dei nemici più forti che si fosse mai trovata davanti.
-Però, mi ha detto anche di provare a mettermi nei tuoi panni(in un primo momento lei aveva pensato a Robin con i suoi vestiti addosso, per poi ricordarsi che “Mettersi nei panni” era un modo di dire terrestre), per capire come devi esserti sentita in quella situazione, tutt’altro che tranquilla aggiungerei.-
Ma dove voleva arrivare? Non capiva quale fosse l’obiettivo del moro nel parlarle di quei fatti, salvo poi farsene una chiara idea, quando lui le fini di spiegare.
-Quello che voglio dire Stella…è che mi dispiace!-
Immaginatevi lo stupore negli occhi della ragazza dopo quelle parole: l’orgoglioso e fiero Robin che si scusava?! Era più probabile che BB completasse correttamente un’equazione a parentesi graffe, e questo dice tutto!
-Ero così preso dal desiderio di sconfiggere Sonic, che non ho pensato ad altro. Mi sono fatto prendere dalla rabbia e ho finito per trattarti male, te e anche agli altri. Tu avevi agito con buone intenzioni, stavi pensando al bene delle persone e io, stupidamente, ti sono venuto addosso, gettando su di te la colpa. So che, probabilmente, adesso ce l’avrai a morte con me, quindi non ti biasimo se non mi vorrai perdonare per il mio comportamento.-
Non ebbe neanche il tempo di terminare la sua ammissione di colpa, che si ritrovò a terra, abbracciato dalla ragazza che, senza dargli il tempo di reagire, poggiò le sue labbra su quelle di lui.
In un primo momento non si rese conto di cosa stesse accadendo, poi, una volta sentito quel calore che solo la vicinanza di lei sapeva dargli, chiuse gli occhi(anche se con la maschera non si può dire), rispondendo al bacio.
Talmente occupati a “discutere” (e posso garantirvi che avrebbero voluto continuare), non si accorsero di non essere più da soli.
-Ehm, ehm.- i due ragazzi sgranarono gli occhi, labbra ancora incollate, voltandosi lentamente in direzione della voce, che si rivelò appartenere a BB.
Da quanto li stava osservando? Da parecchio, a giudicare dal suo sorrisetto sardonico.
-Credetemi, ragazzi, sono molto dispiaciuto di aver interrotto la vostra…“discussione”, ma il dottor Eggman ci ha appena contattati. Ha detto che si tratta di una cosa che potrebbe essere estremamente importante, quindi, per quando mi addolori(come no -_-), devo chiedervi di seguirmi.- il verde stava trattenendo a fatica la gioia…no, non perché era contento per loro.
“L’avevo detto a Cyborg che stava andando così, ora mi deve una pizza. Ha Ha.”
Intanto che il caro BB(che Robin avrebbe tanto voluto strozzare)rientrava, i due si rialzarono, fissandosi estremamente imbarazzati.
-Quindi...mi hai perdonato?- chiese lui con tono falsamente speranzoso; sapeva già la risposta, ma il sentirglielo dire lo avrebbe aiutato a stare meglio.
-Certo!- il fatto che l’avesse detto con la sua solita gioia da bambina, con le gote leggermente rosse, faceva intendere che, ormai, quell’incidente non era altro che un ricordo.



Egg-fleet - Giorno 1, ore 22:35


Non appena sullo schermo furono visibili le facce di tutti e cinque i Titans, la prima che gli si presentò davanti fu il volto serio e preoccupato di Eggman.
-Salve, ragazzi! Scusate se vi disturbo a quest’ora, presumo che avreste preferito essere già a letto, ma mi ritrovo costretto a prolungare di qualche minuto la vostra attesa. Innanzitutto, è successo qualcosa di importante oggi?-
La sua recita, fino a quel momento, stava andando secondo il programma, lui doveva solo fingersi sorpreso della loro risposta, del resto, sapeva già cosa era accaduto, così da sminuire eventuali sospetti.
-Bè…diciamo che poteva andare meglio: Cyborg è rimasto mezzo danneggiato, ma è già riuscito a ripararsi, Sonic e suoi compagni c’hanno creato grossi problemi, ma alla fine li abbiamo spinti alla ritirata. Purtroppo, per quanto riguarda lo Smeraldo del Chaos, il suo segnale è come sparito e non siamo stati in grado di trovarlo. Ci dispiace.- rispose un affranto Robin.
Lo Smeraldo del Chaos aveva interrotto l’emanazione di energia?!
Questo era alquanto strano e insolito, si ritrovò a pensare Eggman; una volta che uno Smeraldo si rivela non è più in grado di nascondere nuovamente la sua energia.
Poco male, pensò alla fine, ci avrebbe pensato in seguito a quel sasso colorato, al momento doveva assicurarsi di avere perfettamente sotto scacco quei cinque citrulli.
-Non ve ne faccio una colpa, ragazzi. Sonic e la sua banda sono dei tipi insidiosi, ve lo dico per esperienza personale; l’importante è che siate riusciti ad allontanarli e che nessuno di voi si sia ferito gravemente.-
Quelle parole, seppur bugiarde, ebbero l’effetto di rinfrancarli.
-A proposito, cosa voleva comunicarci di tanto urgente?-
Alla domanda di Corvina, l’uomo mostrò un’espressione, se possibile, ancor più seria.
-Non credo proprio che vi piacerà saperlo, visto che potrebbe gravemente complicarci le cose: non più di un’ora fa, un’ingente quantità di robot, che avevo costruito appositamente per affrontare Sonic, è stata rubata e ho ragione di pensare che ci sia il suo zampino dietro.-
Se l’obbiettivo era allarmarli, ci stava riuscendo, ma si affrettò a concludere -Ascoltate, purtroppo non posso permettermi di perdere altro tempo, tutto quello che posso dirvi…è di fare molta più attenzione d’ora in poi. Ora scusate, ma devo chiudere.- e riattaccò, ancor prima di dare ai ragazzi il tempo di ribattere.
A quel punto, non costretto a fare la parte del buono, il dottore si lasciò andare al suo classico ghigno che gli ricopriva mezza faccia.
“Le cose procedono alla perfezione, non nutrono il minimo sospetto.”
Lo scorrere dei suoi pensieri venne interrotto da un rumore metallico, vagamente simile a passi e, in quel momento, capì che il suo agente aveva preparato tutto il necessario, per quando avrebbe dovuto agire.
-Presumo che gli ultimi preparativi siano stati ultimati; ho ragione…Metal Sonic?!-
Proprio così, Metal Sonic, il clone robotico del ben noto riccio, che Eggman aveva più volte giurato di aggiustare e rendere indipendente di volontà; in quel momento il riccio metallico stava a braccia conserte, nascosto in un angolo buio, il quale accentuava ancora di più l’aura di oscurità che aleggiava attorno a quell’inquietante, seppur bassa, figura.
-Si, è tutto pronto dottore, dobbiamo solo attendere il momento giusto, ma sono certo che non dovremo attendere ancora per molto.-
Qui il robot aveva ragione: non ci sarebbe voluto molto, affinché un altro Smeraldo del Chaos manifestasse il suo potere, e a quel punto, sarebbe intervenuto.
Lo scienziato cominciò a digitare alcuni dati sul computer principale, voleva organizzare alla precisione anche i minimi dettagli per assicurarsi che niente potesse andare storto.
-Bene, Metal, direi che puoi andare. Non possiamo correre il rischio che Sonic e Knuckles notino l’assenza del loro caro amico, ho ragione?!- qui il tono dello scienziato era volontariamente canzonatorio, cosa che diede un leggero fastidio all’automa, anche se quest’ultimo fu bravo a nasconderlo, aiutato anche dal fatto di non avere una bocca che, in caso contrario, sarebbe stata contorta in un’espressione di rabbia repressa.
Vi state chiedendo cosa intendesse Eggman col suo ultimo avvertimento?
Eccovi la risposta!
-Stia tranquillo…- sotto lo sguardo compiaciuto del suo creatore, il robot cominciò a liquefarsi, trasformandosi in una specie di sostanza grigio piombo che, successivamente, cominciò a modellarsi, fino a dare all’autore di tutto ciò un nuovo aspetto.
Dove prima vi era Metal Sonic, ora si ergeva la figura di Tails Prower.
-…quei due idioti non si renderanno conto della differenza, non l’hanno notata poco fa, quando ho dovuto recitare bene la parte del “bravo bambino” per tenerli buoni, non lo faranno neppure in seguito.-
A quel punto, non avendo altro da aggiungere, il robot dalle sembianze di volpe cominciò ad incamminarsi per i freddi corridoi dell’Egg-Shark, per tornare a terra e riprendere la sua recita.
Se c’era una cosa che odiava era recitare la parte del buono, ma finché avrebbe vestito il ruolo di Tails, era l’unica scelta che aveva.
E poi, era quello che voleva, una volta raggiunto il suo obiettivo, gliel’avrebbe fatta vedere al caro Eggman.
“Vedrai, grassone, una volta che avrò abbastanza dati nel mio database, la tua presenza diventerà superflua!”



Jump City - Giorno 2, ore 8:50


La sera precedente non era stata delle migliori.
Giunti in città presso mezzanotte, i membri del Team Chaotix, Charmy ed Espio nel caso, dovettero passare una notte quasi insonne, causata dalla combinazione russare di Vector-spazi scomodi nell’auto.
In quel momento, infatti, mentre camminavano per un’oscura grotta nelle vicinanze della città, luogo in cui l’appuntamento i sarebbe svolto(e tutti e tre si chiedevano perché farli riunire in un luogo del genere), Vector era l’unico ad avere un aspetto pimpante.
Espio era sempre serio, come al suo solito, ma, stavolta, camminava con un andamento un po’ mogio; Charmy non riusciva neanche a volare e si trascinava con le suole.
-Allegria, ragazzi, che è una bella giornata!- il rettile verde sprizzava entusiasmo da ogni poro.
Per i suoi compagni non si poteva dire lo stesso.
E poi, come faceva a dire che era una bella giornata, se si trovavano dentro una grotta e non c’era alcun modo di vedere l’esterno?
-Scusa tanto, ma stiamo ancora cercando di riconnettere il cervello dopo che il tuo russare da trombone l’ha mandato in tilt.- seppur stanco, Charmy aveva ancora la forza di scherzare.
Ma la stanchezza gioca brutti scherzi; il piccolo insetto, ancora mezzo addormentato, non notò il sasso sporgente davanti a lui, finendo per inciamparvici, cadendo rovinosamente, causando l’ilarità di Vector.
-Questo, Charmy, si chiama karma; quando sbagli vieni punito: tu mi hai insultato e ti sei beccato la punizione.-
Intanto che ape e coccodrillo continuavano a bisticciare, il camaleonte si guardava circospetto in giro, quel posto non gli piaceva.
Tra l’altro, era ancora vivido nella sua mente il ricordo del giorno prima e di cos’era accaduto a Seaside Hill: per di più, tutto per soddisfare il desiderio di quello schiavista di Vector, che li aveva quasi fatti ammazzare per trovare un maledettissimo Smeraldo del Chaos, convinto che il loro acquirente fosse interessato a quelli.
E, tanto per aggiungere la beffa al danno, non solo gli era crollato un tetto addosso, ma lo smeraldo gli era stato rubato da un ladro a loro ignoto.
Il rettile-ninja, da quel momento, era ancor più guardingo di quanto non fosse di solito, voleva scongiurare che quel fatto si ripetesse.
Senza contare i suoi numerosi dubbi: chi diavolo era quel misterioso “S”? Voleva davvero gli Smeraldi del Caos, e se si, perché?
Tutte queste domande continuavano, insistentemente, a ronzargli per la testa.
Decise, quindi, di provare, un’altra volta, a dissuadere i suoi colleghi dall’accettare quell’incarico, da lui ritenuto troppo strano -Sentite, ragazzi, ve l’ho detto ieri e ve lo ripeto oggi: secondo me, dovremmo lasciar perdere. Ci sono troppe cose che non quadrano in questa faccenda, non vorrei che ci stessimo invischiando in qualcosa più grande di noi.-
Ma, come al solito, il leader non prese in considerazione il suo avvertimento -Ma di che ti preoccupi, Espio? Noi siamo il Team Chaotix, non c’è nulla che non possiamo fare!- la convinzione con cui lo disse non smosse l’umore del camaleonte, sempre convinto che in quella storia ci fosse un gran fregatura dietro.
Dopo qualche minuto di camminata, i tre giunsero in un enorme antro circolare, scavato nella roccia, la cui levigazione era talmente perfetta che sembrava più artificiale che naturale.
Vector riprese la mappa che teneva conservata per dargli un’ulteriore occhiata -Bene, secondo le informazioni dateci, tra cinque minuti, esattamente qui, avvieremo le trattative. Vediamo se ci faranno una proposta che non potremo rifiutare.-
-Hai rivisto “Il padrino” di recente, vero?!- lo ribeccò Charmy.
Non appena passarono i cinque minuti, non appena scoccarono le nove in punto, dalla parte opposta dell’antro roccioso, dall’oscurità emerse una figura che iniziò ad avvicinarsi ai tre detective a passi regolari.
Dall’aspetto, sembrava un normale essere umano, indossava una tuta aderente nera che ricopriva completamente il suo corpo, faccia compresa, gli occhi erano bianchi e vitrei e quella parte di tuta era contrassegnata da un cerchio arancione, portava gli stivali in pelle e una cintura metallica.
-Quindi sei tu “S”?!- chiese retoricamente il camaleonte, senza lasciar trasparire il minimo segno di dubbio, malgrado la sua testa ne fosse piena.
Eppure, non ricevettero alcuna risposta; poi notarono che quel misterioso uomo aveva un portatile fra le mani.
Quando fu a distanza accettabile, aprì il computer e lo posizionò in modo che i Chaotix avessero una perfetta visuale dello schermo.
Immediatamente, sullo schermo apparve la stessa S maiuscola, colorata in un colore vagamente simile al bronzo-arancione.
-Salve, Chaotix. Noto, con piacere, che siete stati puntuali, questa è una buona cosa, almeno compensa la figuraccia che avete fatto ieri.-
E dopo ciò, i tre sgranarono gli occhi:sapeva della loro…gita fuori programma? Oh, ne avrebbe avute di cose da spiegargli, eccome se ne avrebbe avute.





Angolo dell’autore:
L’attesa è stata ripagata? Mi auguro che sia così, perché mi dispiacerebbe deludere le aspettative dei miei lettori.
Per gli amanti della Robin x Stella(di cui faccio, fieramente, parte): visto, li ho fatti riappacificare, certo potevo gestire meglio la situazione, ma le parti romantiche non sono proprio il mio forte.
E che mi dite di Metal Sonic? Scommetto che nessuno di voi immaginava che fosse lui(Claireroxy a parte), dal capitolo 5 in poi, ad affiancare Sonic e Knuckles; ma dov’è il vero Tails? Sonic e Knuckles si accorgeranno dell’impostore, e cosa trama quest’ultimo?
Per non parlare dei Chaotix col dente avvelenato; si, tranquilli, si parlerà anche di loro!
Non vi resta che attendere il prossimo capitolo!
Ps: ricordate l’anime “Another”, che ho citato a inizio capitolo? Vi avviso, se decidete di guardarlo: è bellissimo e con una buona trama, ma, se siete deboli di cuore o facilmente impressionabili, ve lo dico sinceramente, vi converrebbe non guardarlo.

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Capitolo 9
*** Casinò Park ***


Salve a tutti, signore e signori, come va la vita, spero bene. Allora, in questo capitolo che cosa ci aspetta? Bè, intanto vi ricordo che i Chaotix non hanno ancora avuto modo d’incontrare personalmente il loro datore di lavoro e in questo capitolo non accadrà di certo. Intanto i Titans hanno ricevuto un’ulteriore raccomandazione(falsa) da parte di Eggman, con questi che si sta magistralmente prendendo gioco dei nostri giovani eroi, oltre che di Sonic e Knuckles, visto che gli ha appioppato dietro un certo robot incazzato a morte col riccio blu e che non vede l’ora di mettergli le mani attorno al collo. Posso assicurarvi, però, che non c’è solo Metal Sonic che vorrebbe morto qualcuno, non vi faccio spoiler, leggete il capitolo e vedrete. Oh, e ovviamente si comincerà la ricerca del secondo Smeraldo del Chaos(ricordatevi che il primo, attualmente, è in mano al Team Dark).
Ci vediamo!
 
Ps: da questo momento, l’angolo dell’autore sarà solo a inizio capitolo, non vedo perché dovrei assillarvi sia a inizio che a fine capitolo, una volta basta e avanza ^_^’.
E, in ultimo, ringrazio Claireroxy per aver inserito la storia tra le seguite e Vicarious10 per averla inserita tra seguite e preferite, grazie ancora.
 
 
Macchina Assassina
(cda: Il Team Dark si fa strada all’interno di un edificio in fiamme. Omega tiene carico il cannone, Rouge conta i soldi rubati, Shadow cammina imperterrito con un mitra in mano.)
-------------------
 
 
 
Jump City - Giorno 2, ore 9:05
 
 
Se c’era una cosa che Espio the Chamelion non aveva mai sopportato quella erano i clienti troppo misteriosi; guarda caso, la situazione implicava quel fattore.
Non solo quel tipo non gli aveva rivelato il suo vero nome e li aveva fatti incontrare in un posto sul quale si poteva dire tutto, eccetto che fosse rassicurante, ma, una volta sul posto, non si stava neanche mostrando in carne ed ossa.
-Insomma, si può sapere che significa questo? Avevi detto che ti saresti fatto vedere se fossimo arrivati qui entro l’orario stabilito, invece hai mandato questa specie di mimo con un portatile. Esigo delle spiegazioni!- il camaleonte non perse tempo a mostrare il suo disappunto, esprimendo chiaramente che non era propenso a dargli fiducia.
Eppure, dal computer si potè sentire un verso di sufficienza, chiaro che al loro interlocutore non importasse granché dei fastidi del rettile ninja.
-In verità, io ho detto di parlare in un luogo più appartato, motivo per cui ora vi trovate qui, ma non ho mai detto che mi sarei presentato di persona.- e lì i Chaotix capirono di non poter obbiettare niente; i fatti erano quelli!
-D’accordo “S”, 1 a 0 per te! Sentiamo, inoltre, come fai a sapere di quello che è accaduto ieri.- chiese Vector cercando di apparire minaccioso, per quanto potesse servire in una situazione come quella.
-Ho i miei informatori! Purtroppo, devo aggiungere che sono rimasto deluso da voi; ammiro il vostro intuito, per aver compreso da soli che gli Smeraldi del Chaos sono il mio obbiettivo. Tuttavia, non tollero che dei miei sottoposti prendano delle iniziative senza il mio consenso, cosa che voi ieri avete fatto; fallendo, inoltre, avete messo la vostra situazione ancor più a rischio.- decretò “S” con la sua voce calma e controllata, suscitando lo sdegno dei Chaotix che non avevano preso molto bene l’essere chiamati…sottoposti.
-Potremmo anche offenderci, sai?!- chiese retoricamente Charmy, noncurante del fatto che li avrebbe potuti mettere nei guai se fosse stato troppo sgarbato.
Per fortuna, S sembrò non badarci.
-Tornando a noi; nella giornata di oggi voi resterete qui dentro!- decretò l’uomo misterioso con tono imperioso, suscitando lo stupore dei tre mobiani.
-COSA?!-
-Avete capito bene! Qualunque cosa accada, anche se uno smeraldo dovesse manifestarsi, voi non uscirete da qui; ho in serbo qualcosa di speciale per voi tre.- quella sentenza, i Chaotix ancora non lo sapevano, avrebbe portati numerosi cambiamenti.
Dall’oscurità emerse un’altra figura in nero, identica a quella che reggeva il portatile; questa teneva in mano una valigetta che aprì, mostrandone il contenuto ai tre detective:tre paia di guanti d’acciaio, ciascuno per ognuno dei tre.
-Indossateli! Non sono semplici guanti, l’apparenza può sempre ingannare, credetemi. Nell’arco di questa giornata, vi insegnerò tutto quello che dovete sapere su come maneggiare il potere che essi contengono; quando avremo finito, sarete più forti, più veloci e in grado di portare a termine la vostra missione!-
I tre osservarono con sospetto quelli che, all’apparenza, erano solo indumenti; se c’era una cosa che Vector aveva imparato dai gialli che leggeva continuamente, era che fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio.
Eppure, non se la sentì di tirarsi indietro, Charmy come lui.
Solo Espio non li aveva ancora indossati, anzi ora guardava stupito, quasi con rabbia, i suoi due compagni, come a volerli rimproverare per ciò che avevano fatto.
-Siete impazziti?! Vi fidate davvero di lui a tal punto?!- cosa che infatti fece subito dopo.
-Espio, so che detto da me ti sembrerà assurdo, ma più che per soldi, lo stiamo facendo per principio; abbiamo promesso che avremmo svolto quest’incarico e che lo avremmo portato a compimento; che gente saremo, se dovessimo tirarci indietro, solo perché le cose sembrano complicarsi?- il camaleonte rimase sconcertato da quelle parole; non si sarebbe mai immaginato un discorso tanto serio e onorevole, per lo meno, non da Vector.
Ma doveva riconoscerlo: aveva ragione!
Non importa qual è l’incarico che ti chiedono, che sia salvare un gattino intrappolato su un albero o disinnescare un’atomica, se dai la tua parola, devi fare sempre tutto quello che ti è possibile per portarlo a termine.
Espio, alla fine, prese anche lui una decisione; seppur con esitazione, cominciò ad allungare le mani verso quei guanti, che sembravano aspettare solo e soltanto lui.
“Speriamo che sia la cosa giusta da fare.”
 
 
Casinò Park - Giorno 2, ore 19:30
 
 
Casinò Park, un nome che dice tutto, un luogo dove il divertimento fa da padrone: locali notturni, bar, sale giochi, casinò, bancarelle di ogni genere.
Per chilometri e chilometri era questo ad occupare la vista umana, accecata dalle sfavillanti luci del posto.
-Guarda un po’ in che razza di posto ci siamo ritrovati.- brontolò Robin, accompagnato dal resto del gruppo dei Titans.
Quel giorno sembrava che sarebbe passato in modo anonimo, senza scontri di alcun genere, senza Smeraldi del Chaos da cercare e niente ambaradan affine.
Certo, alle 19:00 BB aveva detto -Tranquilli, ragazzi, oggi non accadrà nulla! Possiamo rilassarci, ormai la giornata è bella che andata!- e subito dopo il radar aveva mandato il suo segnale di ricezione, cosa che gli aveva fatto guadagnare quattro paia di occhi incavolati a morte verso di lui, ma non poteva certo essere colpa sua…e poi era Jinx quella che portava sfiga.
Stava di fatto che, in quel momento, i cinque ragazzi si ritrovarono a spostarsi tra l’immensa folla di Casinò Park.
Pur di passare in incognito i cinque ragazzi dovettero pure mettersi, come si suol dire, in borghese; insomma, vestirsi come persone normali.
Decisione che, seppur presa da Robin, incontrava proprio l’ostacolo di quest’ultimo, che si rifiutava categoricamente di togliere la maschera, alla fine quindi dovettero lasciargliela tenere.
Cyborg aveva dovuto ricorrere al suo speciale macchinario di trasformazione per nascondere le sue parti robotiche, cosa che aveva già fatto in passato per infiltrarsi nella scuola di Fratello Blood; in quel momento sembrava proprio un ragazzo normale.
Con BB la cosa sembrava più complicata, un tizio verde non passa certo inosservato, eppure nessuno ci faceva caso, probabilmente in quel posto accadevano cose talmente assurde da far credere la pelle del ragazzo un atto di tintura totale.
-Mi spiegate come faremo a trovare lo Smeraldo del Caos qui?! Questo posto è immenso!- si lamentò proprio quest’ultimo; non che la sua domanda fosse inappropriata.
In mezzo a tutte quelle persone, locali e circolo di gioielli e denaro che poteva esserci in un tale posto era come cercare un ago nel pagliaio.
Nessuno seppe come rispondere a quella domanda, non ne avevano proprio idea!
-Speriamo solo di trovarlo in fretta; restare qui a lungo è l’ultimo dei miei pensieri.- commentò infastidita Corvina.
Aveva sempre odiato posti del genere, troppo caotici e frivoli per i suoi gusti.
Anche Stella non sembrava granché a suo agio, probabilmente perché c’erano una miriade di ragazzi che fischiavano al suo passaggio(e Robin dovette ricorrere a tutto il suo autocontrollo per non fare una strage); decisamente sbagliata la scelta di indossare la minigonna.
-Non c’è scelta…dividiamoci!-
L’intero gruppo, seppur la riluttanza iniziale, dovette concordare con la decisione del leader; era l’unico modo per ampliare l’area delle ricerche.
Restava solo da decidere chi andava con chi.
Per quello ci pensò BB, attraverso un metodo complicatissimo di puro caso.
No, non è ambarabàciccicoccò come potrebbe pensare la maggior parte di voi.
-Ecco ragazzi, estraete la vostra pagliuzza! Chi si becca la più corta va da solo!- per quanto fosse un metodo alquanto stupido(e decisamente da BB)nessuno obbiettò per paura che tirasse fuori una soluzione ancor più idiota.
 
 
-Allora, da che parte andiamo?- chiese una confusa Stella Rubia al suo ragazzo, non essendo mai stata in luoghi del genere non sapeva proprio come orientarsi.
Robin, ringraziando la fortuna che li aveva fatti restare insieme, cercò di farsi strada in mezzo alla folla, tenendo ben salda la mano della ragazza, come terrorizzato che potesse sparire all’improvviso.
Si guardò intorno per cercare un luogo da cui cominciare a cercare.
Alla fine sembrò individuarlo: un bar sulla loro destra.
Avvicinò la ragazza a sé con fare protettivo, sussurrandole alcune raccomandazioni.
-Mi raccomando, stammi sempre vicino, certi posti sono peggiori dei quartieri più malfamati.-
Certo, forse stava un po’ esagerando, ma badate che si tratta di un ragazzo iperprotettivo.
Una volta all’interno, i due si ritrovarono addosso gli occhi di tutti i commensali…e non promettevano nulla di buono.
Ignorando quegli sguardi puntati su di loro, i due ragazzi si diressero al bancone; provare a chiedere informazioni al barista poteva essere un inizio.
Quest’ultimo era un uomo sulla quarantina, dalla pelle pallida e una cicatrice sull’occhio sinistro; estremamente massiccio, cosa che non rendeva più rassicurante la sua aria.
I due ragazzi si sedettero sugli sgabelli del bancone, cercando di sembrare naturali.
-Mi scusi, avrei bisogno di un’informazione.-
 
 
Osservavano quello spettacolo di luci e gente dalla cima di un palazzo.
Rouge sarebbe scesa più che volentieri lì sotto per darsi alla pazza gioia, una come lei, d’altronde, in un luogo del genere, si sentirebbe come a casa.
Ne andava però della loro missione quindi, seppur a malincuore, dovette abbandonare quel proposito.
-Allora, Shadow…come ci muoviamo stavolta?-
Mentre la ragazza gli porse la domanda, il riccio nero continuava a rimirare lo Smeraldo giallo, stretto nel suo pugno, non si fidava a lasciarlo in mano a lei.
Poteva sentirlo, il potere, il potere che quella gemma emanava, era immenso.
“Chissà cosa sarei in grado di fare se li stringessi tutti e sette nelle mie mani?” si chiedeva l’essere immortale.
Non se ne stava rendendo conto, ma un grande desiderio stava nascendo dentro di lui: se gli Smeraldi fossero stati tutti in suo possesso, avrebbe potuto cambiare il mondo.
Mentre osservava quelle persone poteva rendersi conto di come girava quest’ultimo: gente corrotta, avida, spregiudicata, disposta a tutto per il denaro, anche calpestare gli altri, senza alcun rispetto.
Ne era convinto, quel mondo andava cambiato!
-SHADOW?! Ti sei incantato o cosa?- urlò esasperata Rouge, scuotendolo dai suoi pensieri.
Ripresosi in un attimo dalla sorpresa, il riccio riprese il suo cipiglio minaccioso.
-Per il momento limitiamoci ad osservare…non appena accadrà anche la minima cosa che possa voler dire che uno Smeraldo è stato trovato tu e Omega attaccherete! Io mi terrò pronto a supportarvi in caso di necessità.-
-Tutti robot di Eggman devono essere annientati!- quello che ormai sembrava il decreto di Omega suonava come un segno d’assenso.
Non restava che aspettare lo svolgersi degli eventi.
 
 
Egg-fleet - Giorno 2, ore 20:00
 
 
Procedeva a passi cadenzati e lenti, non aveva alcun motivo per andare di fretta dopotutto.
Metal Sonic si era rimesso all’opera: riprese le sembianze di Tails era tornato da Sonic e Knuckles, con i due idioti che non avevano la benché minima idea che il loro amico era in realtà un loro nemico, uno dei peggiori che avessero mai affrontato, per giunta.
Tra l’altro gli aveva affidato un mucchio dei suoi guerrieri robotici, non poteva fallire; e quegli altri sciocchi dei Titans pensavano che Sonic glieli avesse rubati, che stupidi.
Ora, però, c’era un’altra cosa di cui voleva occuparsi.
Entrò ancora una volta in quella stanza, il telone di Metal Sonic era l’unico scostato dei tre, ma ben presto non sarebbe più stato così.
Afferrò il terzo lenzuolo e lo tolse di mezzo con un gesto secco.
Un sorriso di pura soddisfazione svettava sul suo volto.
-Attivati!-
A quel comando vocale, un paio di occhi rossi aprirono i loro orizzonti al mondo, già consapevoli della missione da compiere.
-Immagino tu sia pronto, ti ho costruito apposta per questo scopo, dopo tutto.-
-Certo, dottore.- sussurrò in tono sottile e maligno la piccola figura.
Il dottore gli fece cenno di seguirlo e questi gli si affiancò, mentre uscivano da quella stanza per raggiungerne un’altra, quella in cui risiedeva…il loro ospite.
-Lui…è qui?- chiese il robot con impazienza.
-Ma certo, mio caro. Non aspetta altro che te.-
A quella rivelazione, la figura non riuscì a trattenere un sorriso di sadicità pura, che mise in mostra un’affilata fila di denti acuminati.
Si fermarono dinanzi ad una porta scorrevole…ed entrarono.
Lo scienziato accese le luci di quell’immensa sala spoglia; all’altro capo, incatenata al muro, vi era la figura di una giovane volpe.
-Heylà, Tails! Spero che il soggiorno qui sia di tuo gradimento?- chiese Eggman, fingendosi cordiale.
Il volpino, tenendo gli occhi chiusi in attesa che si riabituassero alla luce, alzò lievemente la testa parlando con voce sommossa.
-Non pensare di cavartela, Eggman. Ti fermeremo anche stavolta!-
Quella promessa, però, non intaccò il buonumore dell’uomo, anzi, questi cominciò a ridere di gusto, la questione lo divertiva.
Non volle neanche prendersi la briga di rispondergli; si voltò, prima di andarsene, però, parlo un’ultima volta con la sua creazione -Mi raccomando, non sfiancarlo troppo velocemente…voglio che soffra, prima di morire.-
-Non intendevo comunque farlo, dottore. Mi divertirò parecchio con lui!.-
Una volta che Eggman lasciò la sala, la misteriosa macchina sciolse le catene del ragazzino: se fosse rimasto immobile sarebbe stato meno divertente torturarlo.
Con grande fatica, Tails riaprì gli occhi; la prima cosa che le sue pupille misero a fuoco fu un ombra che ricordava vagamente la sua.
Non stette neanche a chiedersi perché.
Lo capì subito di chi si trattava.
-Tails Doll!-
Annunciò con una nota di terrore nella voce; ricordava perfettamente di cos’era capace quell’essere che, a parte l’aspetto, non aveva niente in comune con lui.
Il robot di pezza sorrise sardonico -Vedo che ti ricordi di me, allora saprai anche cosa ti aspetta!- il cristallo rosso sulla testa del pupazzo robotico si illuminò di un’inquietante e maligna luce rosse e un’aura del medesimo colore apparì intorno al volpino, sollevandolo in aria, a faccia a faccia col suo interlocutore.
-L’ultima volta mi è andata male, ricordi? Purtroppo per te, stavolta sarà diverso!.- il corpo del volpino venne scagliato ad altissima velocità sul freddo muro metallico della stanza; se non si ruppe la schiena, poco ci era mancato.
Un forte urlo di dolore uscì di prepotenza dalla sua gola, rapidamente seguito da altri.
Il Tails di pezza e metallo lo aveva infatti afferrato per la testa, cominciando a riempirlo di pugni.
Dopo alcuni minuti, Tails Doll volle cambiare metodo, i pugni non lo divertivano più; usò ancora i poteri del suo cristallo per sollevare Tails nuovamente.
Lo portò fin sulla cima della stanza e una volta raggiunto il tetto lo scagliò violentemente al suolo.
Lo fece ancora…e ancora…e ancora.
Se da un lato Tails Doll si stava divertendo un mondo nell’infliggere alla sua controparte quella batosta, Tails non si stava divertendo affatto.
Accidenti, era rimasto per due giorni senza cibo né acqua, non aveva le forze  per reagire.
Diavolo, a che ti serve a fare un quoziente intellettivo di 300 se poi non riesci ad usarlo, si chiedeva, ma in quelle condizioni non poteva rimproverarsi più di molto.
D’un tratto trovò il coraggio per riaprire gli occhi…un attimo, perché tutto gli appariva di un colore rosso vermiglio?
Stava sanguinando?! Da quanto tempo?! Possibile che se ne fosse accorto solo in quel momento?!
“Ma certo, che sciocco! Allora può darsi che sia vero, abbiamo tutti una soglia del dolore superata la quale non sentiamo più niente. Ma che perdo tempo a pensare queste cose, tra poco finirà tutto!” pensò sconsolato, consono che per lui non ci fosse più nulla da fare.
Tails Doll lo afferrò per il bavero, portandoselo faccia a faccia una seconda volta; ora sul suo volto, però, non svettava più il piacere sadico di qualche minuto prima, si intravedeva, anzi, un forte accenno di delusione.
-Sono molto contrariato da te. Pensavo che avresti almeno provato a reagire, invece te ne sei rimasto fermo come uno stoccafisso. Peccato, sarebbe stato più soddisfacente toglierti di torno per sempre, ma, ahimé, non è stato così!-
Coi suoi poteri telecinetici, Tails Doll portò alla sua mano destra una lamiera affilata, staccatasi dal muro in precedenza, con la mano sinistra, intanto, continuava a reggere il corpo quasi esanime di Tails.
-Mi dispiace Tails, ma dobbiamo salutarci!- decretò il robot con un ghigno malefico e un tono che non aveva pressoché nulla di dispiaciuto.
Per Tails Prower…era giunta l’ora di calare il sipario!

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Capitolo 10
*** La maga diffida del mondo, il mondo non fa niente per farle cambiare idea. ***


Dunque, è dal 28 Aprile che non aggiorno…bé dai, ho fatto assenze anche più lunghe di questa (credo).
Come voi lettori ricorderete, abbiamo lasciato i Titans in quell’immenso luogo di divertimento e peccato che è Casinò Park, tutto questo per riuscire a trovare il secondo Chaos Emerald prima di Sonic e company…solo che i nostri giovani eroi ancora non sospettano che ci possa essere anche qualcun altro che gli creerà problemi, ma avranno modo di scoprirlo presto.
Allora, rinnovo i miei ringraziamenti a Claireroxy e Vicarious10, aggiungendo anche quelli a Mixxo98, per aver inserito la storia tra le seguite.
Molto bene, vi lascio al capitolo, arrivederci.
 
 
 
Tiro a segno, Chaos Emerald in palio.
(cda: Omega svetta sulla cima di un mucchio di rottami, tutti robot da lui distrutti, col pugno alzato a simboleggiare la sua  vittoria.)
 
Casinò Park - Giorno 2, ore 20:30
 
 
In tutta onestà, continuava ancora a chiedersi per quale ragione si trovasse ancora lì.
Era sempre stata una ragazza seria e composta, non andava mai in cerca di guai e cercava di mantenere rapporti, se non di amicizia, quantomeno cordiali, con i suoi “colleghi”.
Visti i suoi passati trascorsi, avrebbe potuto dire di non sentirsi bene e che sarebbe stato meglio se fosse rimasta la base per non essere d’impiccio e nessuno avrebbe sospettato che si trattasse di una balla bella e buona.
Con uno sbuffo contrariato, Corvina si appuntò mentalmente di conservarsi quella scusa per la successiva volta in cui le sarebbe capitato di ritrovarsi in un posto che, dal suo punto di vista, aveva del vergognoso.
Il luogo in cui si trovava era la perfetta antitesi della sobrietà e dell’ordine: un inferno in Terra.
Qualcuno avrebbe potuto dirle di avere una mentalità troppo pessimistica nei confronti del prossimo, inteso come l’umanità in generale, ma la visuale di fronte a lei non faceva nulla per sminuire il suo disgusto, seppur malcelato dalla sua maschera di indifferenza.
La ragazza lanciò un ennesimo sospiro, mentre camminava nella calca di gente che era Casinò Park.
Aveva modo di osservare le persone che le passavano accanto, la maggior parte di essi aveva uno sguardo strano.
Lei lo avrebbe definito alienato.
Non si trattava di entrare nella prima sala a tiro, fare una partitina ad un gioco a caso, magari bere un bicchierino e poi andarsene, no.
Nei loro sguardi lei riusciva a comprenderlo: schiavitù.
E’ così che lei riteneva il gioco d’azzardo, una macchina per schiavizzare la gente, un metodo per creare dipendenza e mandare in rovina tutte quelle persone erano schiave.
Chissà, magari una volta erano persone normali che conducevano una vita normale, salvo poi incappare in quel luogo di vizi e tentazioni e finire, inesorabilmente, attirati dentro l’abisso, senza più possibilità di scampo.
Sospirò nuovamente ed entrò in un vicolo, aveva bisogno di staccarsi dalla massa.
Luoghi del genere non facevano proprio per un lupo solitario come lei.
Camminando camminando, andò a ritrovarsi in un vicolo cieco; poco male, avrebbe sempre potuto prendere il volo e passare oltre, non c’era nessuno che potesse vederla.
-Ehy bellezza, te ne vai in giro tutta sola?- una voce rauca e strascicata giunse alle sue spalle.
Cresta verde sparata all’aria, occhi castani con un forte arrossamento e piercing sul labbro inferiore, era l’aspetto di colui che aveva parlato.
Quel tizio poteva avere tra i venti e i venticinque anni, indossava dei jeans e giubbotto di pelle sopra una maglietta banca; in mano teneva una bottiglia mezza vuota.
Aveva un andamento barcollante, chiara prova che fosse ubriaco.
Corvina manteneva un’espressione indifferente, sostenendo senza minimo tentennamento lo sguardo del ragazzo.
Questi allungò all’istante una mano, che prontamente venne allontanata da uno schiaffo della viola.
Se avesse cercato un’altra volta di allungare le mani, non avrebbe dato nessuna garanzia per la sua incolumità.
-Dai, non fare la difficile, scommetto che muori dalla voglia di cavalcare un vero stallone.- l’allusione era piuttosto ovvia e non mancò certo di coglierla.
-Togliti di mezzo!-
Ma quando cercò di passargli accanto questi le bloccò la strada col braccio.
-Non lo ripeterò una seconda ed ultima volta: togliti di mezzo!-
-Oh, la signorina cerca di fare la dura. Non hai motivo di rifiutarti, ti assicuro che godrai come mai in vita tua.-
Immediatamente l’importunatore si ritrovò sollevato per aria ad alcuni metri d’altezza, all’apparenza senza alcuna spiegazione; dopo cominciò velocemente a roteare come una trottola.
Non capiva cosa stesse succedendo, anche perché troppo sballato dall’alcol, si limitava ad urlare in preda allo spavento.
Il giro finì dopo due minuti parsigli un’eternità e, successivamente si ritrovò con la testa infilata in un bidone dell’immondizia.
Corvina a quel punto potè uscire indisturbata dal vicolo.
L’idea di mettersi a volare preferì accantonarla, aveva avuto modo di scoprire che in quel luogo non si riusciva mai a stare soli, meglio non rischiare.
-Tsk, che razza di posto.-
 
 
Se da un lato c’era chi pensava che posti del genere fossero la vergogna del genere umano, dall’altro c’erano alcuni che veneravano tali posti come luoghi di svago e spensieratezza.
Era il caso di BB e, in misura minore, Cyborg.
Giusto in quel momento, il verde e il robot, eccezionalmente camuffato grazie alla sua invenzione, giravano allegri per le bancarelle del posto, gustando dello zucchero filato.
Solo perché erano in missione, non significava che non potessero cercare un po’ di svago anche, magari girando avrebbero anche trovato degli indizi, se non, addirittura, il Chaos Emerald.
I due stavano ringraziando mentalmente di essere capitati in squadra, così da poter dare sfogo alla propria libidine.
Del resto conoscevano bene Robin, lui non avrebbe certo gradito di vederli lì a spassarsela, secondo il suo ragionamento ciò avrebbe significato che i due stavano battendo la fiacca e ignorando la situazione.
Troppo serio.
BB ebbe addirittura un fremito di paura quando misero in campo la possibilità di finire in squadra con Corvina: il mutaforma sapeva bene che finire in gruppo con lei avrebbe significato tirate d’orecchi e sberloni per ogni cosa fatta o detta.
-Questo posto è un paradiso, amico mio, com’è che non ci siamo mai venuti prima?- chiese il verde, ingoiando un boccone.
-Sinceramente non lo so, ma quando questa storia sarà finita, sarà il primo posto in cui andremo.-
-A proposito, Cyborg, pensi che incontreremo ancora Sonic e la sua banda?-
-Hm…sono pronto a scommetterci quello che vuoi, certa gente è disposta a tutto per raggiungere i propri scopi, motivo in più per fermarli.-
Malgrado tutto, Cyborg non era pienamente convinto delle sue parole, ancora rimembrava quando, il giorno prima, quell’echidna rosso di nome Knuckles gli aveva salvato la vita.
Perché l’aveva fatto, erano nemici no? Possibile che tutto fosse stato solo uno scherzo del destino che, tessendo il suo perverso scorrere, aveva messo due gruppi di eroi gli uni contro gli altri? Impossibile, il dottor Eggman gli aveva spiegato come stavano le cose, e aveva spiegato che quei mobiano erano dei bravi attori, esperti nel recitare la parte degli ignari benefattori per poi pugnalare alle spalle.
Ma la domanda non trovava comunque risposta, perché salvarlo? Si sarebbero tolti di mezzo un nemico, un problema in meno.
Continuava a non comprendere.
-Ehy, Cyborg, ci sei? Terra chiama Cyborg, rispondere prego.-
Il ragazzo di colore si riscosse e la prima cosa che vide fu la mano verde che l’amico gli sventolava davanti al volto.
-Eh?! Oh, scusami, ero con la testa altrove.-
-Amico mio, non devi permettere che i tuoi pensieri ti facciano uscire di testa…è compito mio quello!-
I due amici si lasciarono andare ad una grassa risata, per poi rimettersi in camminata, ignorando gli sguardi delle persone che li guardavano come se venissero da un altro pianeta; non se ne curavano.
Cyborg, comunque, si appuntò mentalmente di indagare sulla questione; la volta successiva che avrebbe rincontrato quel Knuckles ci avrebbe parlato.
Ad un tratto l’attenzione dei due venne catturata da un enorme folla, accalcatasi tutta vicino ad un’unica bancarella.
Chissà che aveva quella bancarella di speciale da attirare così tante persone?
I due si lanciarono uno sguardo perplesso e andarono a controllare.
Sgranarono gli occhi quando scoprirono la soluzione; stava lì, sul bancone dei premi, poggiata sul gradino più alto, una brillante gemma che scintillava di luce bianca.
I due si lanciarono un altro sguardo.
-Cyborg…è quello che penso che sia, vero? Non sono affetto da allucinazioni?-
-Se lo fossi allora saremmo in due.-
Rapidamente i due presero a farsi spazio e ad avanzare, scusandosi ogni tanto per uno spintone o un piede pestato accidentalmente.
Una volta arrivati al bancone, poterono vedere che si trattava del tiro a segno: tre bersagli posti ad una distanza ragguardevole e una pistola giocattolo con cui sparare.
Il proprietario, un uomo grasso, basso e calvo, vestito in modo trasandato, si leccava i baffi.
Grazie a quel gioiello avrebbe fatto affari d’oro, le persone avrebbero fatto la fila per vincere quell’ambito premio e i soldi sarebbero affluiti nelle sue tasche in gran quantità.
-Ehm, mi scusi signore, posso sapere dove ha trovato quel girello?- chiese Cyborg.
-Oh, quello dici? Quella che si dice fortuna, ragazzo, l’ho trovato per puro caso in un vicolo non lontano da qui, ovviamente ne ho subito approfittato e l’ho preso. Ora è il primo premio al mio gioco.-
-Non è che potrebbe darcelo, sa, si tratta di una questione importante.- chiese BB con una faccia supplichevole.
-Scordatelo, poppante, se lo volete dovete riuscire a colpire il centro esatto per cinque volte e vale per tutti e tre i bersagli.- fu la rapida risposta del giostraio, ed era ovvio che non ammetteva repliche.
Non potevano certo dirgli le cose come stavano.
Insomma, vai da uno e gli dici –Eh, amico, potresti darmi quella gemma, è un artefatto potentissimo che potrebbe scatenare il caos sulla Terra se finisse nelle man sbagliate, ovvero quelle di un riccio blu che cammina sulle zampe posteriori e che vuole rubarlo, insieme ai suoi amici, per sterminarci tutti.- come minimo ti riderebbero in faccia.
-Ok, BB, con la diplomazia non si risolve niente, ma di certo non possiamo costringerlo a darcelo con la forza. L’unico modo è partecipare e vincere.-
Ma una persona fu più rapida di loro: era una figura bassa, nascosta in un mantello, l’unica cosa che si vedeva erano le mani guantate che poggiavano una banconota sul bancone e afferravano la pistola giocattolo per puntarla verso il bersaglio di destra.
Uno, due, tre, quattro, cinque centri.
Bersaglio al centro.
Uno, due, tre, quattro, cinque centri.
Bersaglio di sinistra.
Uno, due, tre, quattro…cinque.
A quel punto bisognava solo capire chi aveva la bocca più spalancata: Cyborg e BB da un lato o il giostraio dall’altro.
Non poteva crederci, quel diamante avrebbe dovuto fargli fare affari d’oro, invece gli era stato vinto al primo colpo, da una figura incappucciata?!
Seppur con molti ripensamenti e rimpianti, l’uomo dovette cedere il gioiello alla misteriosa figura senza fare storie.
Quest’ultima, intascato il premio vinto cominciò ad allontanarsi.
Cyborg e BB non ebbero nemmeno il bisogno di dirselo per capire quale sarebbe stata la loro prossima mossa.
Partirono subito all’inseguimento della persona incappucciata.
Era una cosa da evitare: quella persona, chiunque egli fosse, non poteva avere idea di che cosa stringesse tra le mani; quello che, all’apparenza, poteva sembrare solo un fantastico diamante per collezionisti era in realtà una delle armi più potenti che si fossero mai viste sulla faccia della Terra.
Vitale era dunque l’importanza di recuperarlo, ad ogni costo.
La misteriosa figura entrò in un vicolo, il ragazzo verde e il robot entrarono subito dopo, ma rimasero ancora a bocca aperta quando videro che davanti a loro non c’era più nessuno.
-Caspita, per essere bassa, quella persona è davvero veloce, chissà cosa mangia la mattina?- chiese BB, che non riuscì a trattenersi dallo scherzarci su.
 
 
Proprio sulle teste dei due membri dei Titans, sul tetto di un edificio, stava la massiccia figura di E-123 Omega.
Il robot della serie E stava scannerizzando i due soggetti che stavano sotto di lui, ma solo il ragazzo di colore aveva suscitato in lui un vago interesse: non era un essere umano comune.
All’apparenza era così, ma Omega disponeva di sensori troppo avanzati per non notare che quel tizio possedeva componenti robotiche alquanto simili alle sue, nascoste dietro ad un banale congegno che fisicamente lo faceva sembrare un comune umano.
Gli erano davvero sciocchi, bastava poco per ingannarli, ma lui non era umano, lo aveva notato subito…e, a dirla tutta, gli sembrava alquanto familiare la tecnologia di cui era disposto quel ragazzo, simile alla sua, di conseguenza simile a quella di…
Ben presto, la figura incappucciata che, solo pochi minuti prima, aveva lasciato BB e Cyborg con un palmo di naso, atterrò elegantemente dietro di lui.
Scostò il mantello, rivelando l’agile figura di Rouge the bat che stringeva in mano il Chaos Emerald bianco.
-Ehilà, robottino, come vedi sono già di ritorno e con un bel bottino al seguito.- si vantò la ragazza, fissando con bramosia il gioiello che splendeva nella sua mano.
Peccato che Omega non la stesse minimamente ascoltando.
Stava solo pensando al passato.
 
 
Giorni, anzi, settimane di duro lavoro, sudore e fatica(da parte di Decoe e Bocoe), ma alla fine lo aveva completato, aveva completato quello che poteva essere definito, a tutti gli effetti, il fiore all’occhiello della serie E.
Ne era convinto, Sonic non sarebbe riuscito a reggere il confronto con la sua ultima creazione, anche lui sarebbe stato spazzato via, insieme alla sua combriccola di bestie pulciose.
-Dottor Eggman, ma siamo sicuri che non finirà come tutte le altre volte…un totale fiasco?- chiese Bokkun, solo per ritrovarsi un cacciavite lanciato in testa.
-Taci idiota, certo che funzionerà, dopo tutto lo costruito io!-
-Ehm, non per sembrare scortesi, ma l’abbiamo montato noi.- protestarono ad un’unica voce i due robot, sdraiati sul pavimento a riprendere fiato, ammesso che ai robot il fiato serva.
-Dettagli ragazzi, dettagli.-
Solo che Eggman non avrebbe mai immaginato che, di lì a qualche giorno, avrebbe ritrovato le informazioni governative a proposito del “Progetto Shadow” creato da suo nonno.
In un attimo, da fiore all’occhiello, quell’imponente robot cromato era diventato uno scarto da discarica e finì per ritrovarsi rinchiuso in una stanza e dimenticato.
Un’atra cosa che Eggman non poteva sapere era che quel robot, nato per mano sua, aveva giurato vendetta per l’affronto dell’abbandono.
Quel robot aveva giurato, non avrebbe dato pace al suo creatore fino a quando quest’ultimo non sarebbe stato distrutto, lui e tutte le altre opere create dalla sua mano.
 
 
-Omega?! Mi stai ascoltando?!-
Stava completamente ignorante la ragazza pipistrello accanto a lui, ora c’era solo una cosa che importava fare.
Attivò di colpo i reattori sulla sua schiena e scattò a tutta velocità verso il suo obbiettivo.
Cyborg e BB in quel momento si trovavano ancora nel vicolo.
-Senti Cyborg, ora che ci inventiamo come scusa? Robin non sarà contento di sapere ciò che è accaduto.-
-Tutto quello che possiamo fare è dirgli la verità e cercare di…aspetta, lo senti questo rumore?-
-Eh?! Quale?-
Tese bene le orecchie, in effetti c’era un rumore…e sembrava anche in rapido avvicinamento; non prometteva nulla di buono.
Quando compresero che veniva da sopra loro, i due si gettarono all’istante fuori dal vicolo, giusto poco prima che una sagoma non ben identificata si schiantasse al suolo alzando un polverone e scatenando un botto che portò il panico anche tra le persone.
 
 
Rouge fissava stupita e seccata quella scena.
Che diavolo gli era preso a quell’ammasso di bulloni?! Non poteva tornare indietro senza di lui, avrebbe fatto meglio ad aspettare che finisse ciò che doveva fare, di qualunque cosa si trattasse.
-Mi auguro per lui che ci sia un buon motivo, o giuro che vado lì e lo smonto con le mie mani.-
 
 
Il rimbombo dell’esplosione si era fatto sentire anche a lunghe distanze, arrivando alle orecchie di Corvina.
In quel momento la ragazza percepì un incremento di energia nel luogo in cui vi era stata l’esplosione, si trovava la vicino.
Sembrava che ci fossero tre forze spirituali in quella zona, ma prestando ben attenzione, ne notò una guarda leggermente distante; sembrava intenzionata a restarlo.
Evidentemente uno degli altri due gruppi aveva scoperto qualcosa di importante, meglio andare a controllare.
 
 
BB e Cyborg non sapevano cosa aspettarsi.
Chi li aveva attaccati, che fosse di nuovo Sonic? Si, chi altri poteva essere se non lui?
Dovettero ricredersi un attimo dopo, all’interno della nube li videro: un paio di occhi rossi si illuminarono minacciosi.
Cyborg sentì un brivido corrergli lungo la schiena quando questi si puntarono su di lui.
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!-

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Capitolo 11
*** Cyborg vs Omega ***


E’ un mese e mezzo che non aggiorno… bé, l’altra volta ho impiegato due mesi, quindi è un miglioramento.
Come avete potuto vedere, la situazione dei Titans non è proprio delle migliori, ma non è neanche troppo drastica.
Avrete anche notato che BB e Cyborg sono stati attaccati da Omega, che ha scambiato Cyborg per un robot di Eggman, avrete capito dunque che non lo lascerà andar via solo perché lui glielo chiederà.
Vedrete in questo capitolo come si svolgeranno le cose.
Ringrazio coloro che hanno inserito la storia tra le preferite (Vicarious10 e Phantom13) e tra le seguite (Vicarious10, Queen_of_Dreams, Mixxo98 e Claireroxy).
Spero che il capitolo possa piacervi, alla prossima.
 
 
 
Capovolgimento di situazione, si torna alla base!
(cda: Robin e Stella, spalle contro spalle, sotto un fascio di luce: lui indossa uno smoking nero, lei un lungo abito viola con lo spacco.)
 
 
 
 
Casinò Park - Giorno 2, ore 22:40
 
 
-Cyborg… è un tuo amico?- quella domanda, all’apparenza scherzosa, lanciata da BB, era solo un modo per nascondere la sua inquietudine.
Una situazione inizialmente gestibile e tranquilla si era trasformata in un attimo in una confusa e potenzialmente pericolosa.
Nell’osservare quell’imponente robot rosso e nero uscire minaccioso dal vicolo e fissarli con sguardo vacuo, nessuno dei due ragazzi riuscì a trattenersi dal deglutire piuttosto rumorosamente.
Se le intenzione di quel misterioso automa, apparso dal nulla, erano quelle che credevano, allora avevano tutti i motivi per essere preoccupati.
Il fatto poi che ci fossero dei civili lì intorno non migliorava certo le cose, il rischio di coinvolgere qualcuno era altissimo, anche perché quel robot, a differenza di Sonic, non sembrava curarsi molto del fatto di stare gli occhi di tutti.
Se Sonic, in un primo momento, aveva cercato di non farsi notare, lui non sembrava proprio averne l’intenzione.
Comunque, le persone stavano già cominciando a scappare, evidentemente avevano capito che la situazione sarebbe degenerata entro breve.
-Chi diavolo sei, lavori per Sonic per caso?- chiese Cyborg, cercando di apparire minaccioso e controllato, ma sentiva lui stesso di non essere sembrato molto convincente, seppur non potesse saperlo con certezza, visto la mancanza di espressività di colui a cui aveva posto la domanda.
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!-
E in un istante il robot attivò i razzi sulla sua schiena e si scagliò ad alta velocità contro il ragazzo di colore, travolgendolo e spingendolo.
Colto alla sprovvista, quest’ultimo non riuscì a reagire prontamente e, in men che non si dica, si ritrovò sbattuto contro un muro, con una potenza tale che, per un attimo, gli sembrò di sentire dolore anche nelle sue parti robotiche.
Riuscì però a riprendersi in tempo per evitare il pugno che l’automa cercò di sferragli, che andò a distruggere il muro. In quegli istanti notò di aver ripreso il suo solito aspetto, il congegno per la trasformazione doveva essere andato distrutto nel precedente impatto.
Il robot fece rientrare la sua mano destra e tirò fuori un cannone mitra e cominciò a sparare contro di lui, che si difese appena in tempo, ergendo le proprie braccia metalliche come uno scudo.
Era consapevole, però, di non poter resistere in eterno, si sentì perciò molto sollevato quando l’automa venne scagliato via dalla carica di un enorme rinoceronte verde, scavando un solco nel suolo.
BB, tornato normale, andò a sincerarsi delle condizioni dell’amico, quest’ultimo, comunque, non presentava alcun danno.
-Ehy, Cyborg, tutto a posto vero?-
-Si, grazie per l’aiuto, non mi ha fatto niente ma, a lungo andare, mi avrebbe potuto danneggiare, anche seriamente.- il ragazzo si rimise in guardia quando sentì i passi dell’automa avvicinarsi.
Non presentava la minima ammaccatura dopo il colpo rifilatogli da BB, chiaro che non fosse un robot qualsiasi.
-Ma si può sapere chi cavolo l’ ha mandata quest’accozzaglia di ferri vecchi?- chiese BB spazientito.
Non che ci volesse un chissà quale genio per capire come stavano le cose: il dottor Eggman gli aveva riferito che Sonic aveva rubato alcuni dei suoi robot, evidentemente doveva essere uno di loro, Sonic, o qualcuno per lui, doveva averlo riprogrammato e mandato contro di loro.
-BB, ascolta, è probabile che quel tizio ammantellato che stavamo seguendo prima fosse proprio Sonic… ci ha attirati in una trappola, voleva che lo seguissimo senza pensare che potesse trattarsi di lui e, quando abbiamo abbassato la guardia, ci ha scagliato contro questo robot. Devi perlustrare la zona e cercarlo, forse è ancora nei paraggi.-
-Cosa, ma amico, sei sicuro di poter tenere testa a questo rottame da solo? Voglio dire, solo un attimo fa ti ha portato a spasso senza tante cerimonie.- gli ricordò il verde, punzecchiandolo sul fatto che, poco prima, non ci aveva fatto esattamente una bella figura.
Cyborg fece per un attimo un’espressione comicamente seccata, per poi tornare serio.
-Lo so, me lo ricordo, ma non mi pare che ci sia molto altro da fare, se c’è anche solo una piccola possibilità di recuperare il Chaos Emerald, allora dobbiamo provarci. Non preoccuparti per me, me la saprò cavare, in un modo o nell’altro.-
Subito il mutaforma prese le sembianze di un pipistrello e cominciò a ispezionare la zona con gli ultrasuoni, lasciando l’amico a vedersela col loro avversario.
Questi non aveva prestato alcuna attenzione al verde mentre si allontanava, chiaro segno che non gli importasse che lui fosse lì o meno, ciò che voleva era distruggere chi gli stava davanti.
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!- recitata ancora la solita frase di rito, si scagliò un’altra volta contro il ragazzo; stavolta questi, però, fu più rapido e si scansò giusto in tempo, mettendo lo sgambetto al robot, che scivolò per qualche metro prima di fermarsi.
Senza dare all’avversario il tempo di rialzarsi, Cyborg lo afferrò per un piede e lo lanciò contro un muro, col quale finì per schiantarsi.
Conscio che molto probabilmente non sarebbe bastato, Cyborg caricò il cannone al plasma e lanciò una sfera di energia che esplose a contatto con il robot.
Non volendo perdere tempo, il ragazzo si lanciò addosso al nemico, cercando di sollevarlo di peso, incontrando però notevoli difficoltà.
“Cavolo, ma quanto pesa questo bestione?” si chiese, sforzandosi di sollevarlo, ma prima di poterci riuscire ricevette un pugno nelle schiena che lo sbattè al tappeto.
Prima che potesse venir colpito ancora, si girò rapidamente e colpì il robot con un doppio calcio in pieno petto, spingendolo via.
Rialzatosi, caricò di energia il pugno sinistro e si lanciò all’attacco con un affondo dritto in faccia, seguito da un manrovescio.
Ma il robot non sembrò accusare il colpo più di tanto, in quanto gli rifilò una potente testata che lo ributtò a terra; per un attimo, Cyborg pensò di vedere le stelle.
La situazione, doveva proprio ammetterlo, non era delle migliori: quel robot non poteva sentire il dolore fisico, quindi qualunque colpo gli avesse rifilato non lo avrebbe potuto danneggiare fisicamente, addirittura non presentava nessuna ammaccatura, malgrado i colpi presi fino a quel momento, chiaro che il materiale che lo componeva doveva possedere un alto livello di resistenza, per non rimanere minimamente scalfito nonostante tutti i suoi attacchi.
La conclusione era ovvia: con mosse sferrate a caso non avrebbe ricavato un ragno dal buco, doveva cercare un punto debole, in cui fosse particolarmente sensibile e colpirlo lì, sperando che l’impatto fosse abbastanza forte da distruggerlo, o almeno disattivarlo temporaneamente.
Cyborg si pigiò la parte metallica del cranio e il suo occhio rosso cominciò a scannerizzare la figura dinanzi a lui, per cercare il tanto sperato punto debole.
Il ragazzo soffocò un’imprecazione quando ricevette il messaggio che l’operazione avrebbe richiesto parecchio tempo.
L’unica cosa che poteva fare era tenere duro fino al completamento della scansione.
I due contendenti caricarono i rispettivi cannoni e fecero fuoco all’unisono, le due sfere di energia si scontrarono creando un botto, la cui onda d’urto costrinse il ragazzo ad ancorarsi bene al terreno per non essere spazzato via.
Per il robot poteva essere paragonata ad un venticello estivo, che tanto non avrebbe potuto sentire.
Questa volta decise di cambiare modalità d’attacco: ritirò il braccio sinistro e al posto di esso spuntò una trivella.
Si scagliò addosso al ragazzo e mirò dritto al centro della testa.
Cyborg ringraziò il cielo di essere stato abbastanza rapido da afferrare il braccio del robot con le mani, bloccando la trivella quando questa era a pochi centimetri dal suo capo.
Adesso erano bloccati in una situazione di stallo: se avesse perso anche solo per un istante la presa, si sarebbe ritrovato senza scampo, ma non poteva neanche tentare di spingerlo via, avrebbe potuto riusare il cannone sul braccio destro e, in quei pochi istanti, non sarebbe stato in grado di difendersi.
Riflettendoci meglio, si poteva dire che solo per lui fosse una situazione di stallo.
-Tutti i robot di Eggman devono essere annientati!-
-Oh, ma insomma, perché continui a ripetere la stessa frase? Chi diavolo sei veramente e perché mi hai attaccato?-
Il robot emise uno strano verso, come se stesse valutando la situazione e se dovesse rispondergli o meno.
Cyborg pregava silenziosamente che lo facesse, avrebbe guadagnato tempo nel trovare il suo punto debole e non avrebbe smosso la situazione in cui si trovavano.
Con uno stridio acuto, il robot decise di accontentare le sue richieste.
-Il mio nome è E-123 Omega, ultimo robot della serie E. Dopo la mia creazione, il dottor Eggman mi ha rinchiuso senza minima esitazione in un magazzino, come se non fossi mai esistito. Deve pagare per quello che mi ha fatto. TUTTI I ROBOT DI EGGMAN DEVONO ESSERE ANNIENTATI!-
Sentendo quelle parole, Cyborg si sentì più confuso di prima.
Quello non sembrava affatto un robot normale, anzi, da come parlava sembrava quasi una persona i cui sentimenti erano stati feriti.
Ma si disse mentalmente che era impossibile, le macchine non erano esseri viventi, non potevano provare emozioni.
Per lui non era lo stesso discorso, lui era un essere umano che, a seguito di un incidente, era stato costretto a robotizzare metà del suo corpo per sopravvivere, ma quello, invece, era un automa in tutto e per tutto, non poteva essere vero.
E poi che significava che Eggman l’aveva rinchiuso senza ritegno in un magazzino? Davanti a loro si era sempre mostrato gentile e accomodante.
Eppure, i suoi dubbi andarono a mischiarsi a quelli precedenti; si ricordò di quando, la mattina del giorno prima, aveva affrontato Knuckles nelle fogne, l’echidna gli aveva detto che qualcuno gli aveva mentito per far si che i Titans andassero contro Sonic e il suo gruppo.
Possibile che fosse vero? E che fosse proprio Eggman colui che li aveva ingannati?
Cyborg dovette mettere da parte tutti i suoi pensieri quando sentì un bip a intermittenza nella sua testa.
“La scansione è finita, meno male, non credo avrei resistito ancora per molto. Dunque, secondo i dati, il suo punto più vulnerabile è… in mezzo agli occhi!”
Continuando a tenere stretto il bracci del robot, Cyborg si lasciò cadere all’indietro; durate la caduta, poggiò le gambe su quello che avrebbe dovuto essere lo stomaco del suo avversario e, servendosi dello slancio, lo spinse all’indietro.
Agì rapidamente, sapeva di avere poche possibilità se avesse mancato il bersaglio, caricò nuovamente di energia il pugno sinistro, ora crepitante di scariche elettriche e corse a tutta velocità verso il robot.
Omega, rialzatosi, cercò di colpirlo con un montante sinistro, ma Cyborg riuscì, all’ultimo secondo, a schivare il colpo.
E in un istante colpì, il pugno colpì esattamente al centro la faccia del robot, in mezzo agli occhi, scatenando un’esplosione di scintille; Omega si ritrovò scagliato nuovamente contro un muro, Cyborg in un primo momento temette che si sarebbe nuovamente ripreso e tornato alla carica.
Era immobile, non si moveva più, forse c’era riuscito.
Avvenne in un attimo.
Gli occhi rossi di Omega risplendettero di una luce accecante per qualche secondo… poi si spensero, il robot cadde al suolo, disattivato.
In un primo momento non ci credette neanche lui, poi scoppiò l’esultanza.
-BOOYAH, ma chi sono? Ma è ovvio, io sono un grande, non c’è storia contro di me, il grande Cyborg non lo batti tanto facilmente, SI’!-
Subito dopo, il ragazzo decise di darsi un po’ di contegno e mettersi alla ricerca dei suoi amici per assicurarsi che stessero bene e, magari, se avessero potuto dargli qualche buona notizia.
 
 
-Maledizione, Omega è stato sconfitto!- sbottò acida Rouge, dalla cima del palazzo dal quale aveva assistito allo scontro.
Alla fine quel robot si era rivelato tutto fumo e niente arrosto, perché cavolo gli aveva proposto di fare squadra?
-Bah, sarà meglio andarsene prima che la situazione degeneri.- neanche il tempo di dirlo, che la ragazza pipistrello si ritrovò davanti un muro fatto di energia nera.
Non capendo come diavolo avesse fatto ad apparire così improvvisamente, si mise rapidamente in guardia; era ovvio che fosse opera di qualcuno, il problema era dove fosse questo qualcuno.
Preferendo però battere in ritirata, Rouge partì in quarta verso il cornicione del palazzo e gettarsi di sotto.
La sua intenzione era spiccare il volo dopo pochi metri, ma neanche il tempo di rendersene conto che finì all’interno di una rete fatta del medesimo materiale del muro che le aveva precedentemente ostruito il cammino.
-Come avevo previsto.- commentò, lievemente soddisfatta, una voce che si rivelò appartenere a Corvina.
Percependo la sua aura, la maga era riuscita a trovare il luogo in cui la ladra si trovava e, facendo rapidamente delle supposizione, aveva avuto la trovata che le aveva permesso di metterla nel sacco.
La mobiana fissò la ragazza di fronte a lei con astio, cercando di nascondere alla bell’è meglio, per quanto potesse muoversi in quella stretta rete, il Chaos Emerald bianco.
-E’ inutile che ci provi, tanto ho percepito la sua energia, nasconderlo non ti cambierebbe nulla.-
Dopo quell’avvertimento, la ragazza decise di tornare a terra e di cercare i suoi compagni, senza dimenticare di portarsi dietro la sua prigioniera.
 
 
 
In un’altra zona di Casinò Park, lontana da dove si era svolto il combattimento, intanto, una persona volò fuori dalla finestra di un bar, le urla che provenivano dall’interno di esso cessarono.
Qualche secondo dopo, ne uscirono le figure di Robin e Stella, il primo a dir poco seccato, la seconda molto divertita.
-Chi se l’immaginava che sarebbe stato così divertente, YUPPIE! Cavoli Robin, gliele hai suonate di brutto.- esultò allegramente lei.
-Per favore non ricordarmelo, se ripenso a quello che ha osato farti quel bastardo mi viene una rabbia.-
Infatti, all’interno di quel bar, l’accoglienza per i due non era stata delle migliori.
Neanche il tempo di chiedere informazioni che i due fidanzati ebbero modo di capire che lì dentro, di informazioni, non ne avrebbero trovate.
Addirittura tutti li fissavano con aria ostile, a lui, lo sguardo che avevano riservato a Stella era un altro: avrete che se la spogliavano con gli occhi.
La cosa aveva innervosito non il ragazzo in calzamaglia, in quel momento, però, senza calzamaglia, poi, quando uno di quei miserabili osò toccare il sedere alla sua ragazza non ci pensò due volte a rifilargli un cazzotto e gettarglisi addosso per cambiargli i connotati.
In breve scoppiò una delle più classiche risse da bar, aggiungendoci il fatto che Stella non si era trattenuta dall’usare la sua forza al completo c’era da sorprendersi che il locale non fosse crollato.
-Ehilà, ragazzi, come vanno le cose?- lì salutò BB, che li raggiunse sotto forma di pipistrello per poi riprendere le sue verdi sembianze.
-Le risse da bar sono uno spasso!- esclamò allegramente la rossa.
-Un disastro: siamo entrati lì dentro per chiedere se qualcuno sapesse qualcosa e, per tutta risposta, ci sono venuti addosso… non rimpiango di averli bastonati a dovere. Tu che puoi dirci?-
Il verde a quella domanda cominciò a grattarsi imbarazzato la testa.
-In verità, non è andata molto bene neanche a me. Mentre perlustravamo la zona abbiamo trovato il Chaos Emerald: era il premio di una bancarella. Il fatto è che una figura incappucciata ci ha preceduti e l’ha vinto. Io e Cyborg l’abbiamo seguita, ma dopo che è entrata in un vicolo abbiamo perso le sue tracce e, tanto per aggiungere carne al fuoco, è apparso dal nulla un robot che sembrava avercela con Cyborg, allora lui mi ha detto di continuare la ricerca mentre lui è rimasto lì a combatterlo.-
-E posso anche garantirvi che l’ho stracciato alla grande.- annunciò un festante Cyborg ripresentatosi in quel momento davanti al gruppo con le sue solite sembianze robotiche, ormai non ci badava più al fatto che qualcuno potesse averlo visto.
-Cyborg, mi par di vedere che è tutto a posto, niente di rotto vero?- gli chiese Robin, cercando di apparire distaccato, ma tanto sapevano che era felice che l’amico fosse ancora intero.
-A proposito, Corvina che fine ha fatto? Non ditemi che in una sala giochi a ubriacarsi e giocare d’azzardo, perché se fosse così devo assolutamente scattarle una foto.-
Subito dopo quella battuta, il verde ricevette uno scappellotto in testa dalla stessa maga sulla quale aveva appena ironizzato, sbucata alle sue spalle con la sua solita flemma.
-Una cosa del genere è talmente improbabile che non potrebbe avvenire neanche nei tuoi sogni.- ci tenne a precisare.
In quel momento, la ragazza aliena notò Rouge rinchiusa nella rete magica che la viola si era portata dietro.
-Ehy, quella chi è?- chiese, mentre la donna pipistrello continuava a dimenarsi per cercare di liberarsi, inutilmente.
-Colei che ha beffato BB e Cyborg. Il Chaos Emerald lo ha lei! Può darsi che sia un’alleata di Sonic, suggerirei di portarla alla base e interrogarla, potrebbe rivelarci qualcosa di importante.-
-Corvina ha ragione, questo fatto potrebbe capovolgere la situazione a nostro vantaggio, dobbiamo cercare di approfittarne il più possibile. Forza ragazzi, si torna a Jump City!-
E così, con un nemico catturato e un Chaos Emerald in mano, i cinque eroi lasciarono quel luogo peccaminoso meglio noto come Casinò Park per ritornare a casa.
La battaglia era ancora lunga, c’erano ancora dei Chaos Emerald da trovare, ma non avrebbero fallito nella loro missione.
 
 
Jump City - Giorno 3, ore 00:00
 
 
In un vicolo, ben nascosti da occhi indiscreti, stavano Sonic e Knuckles.
Visto che per quel giorno non avevano ricevuto segnalazioni di Chaos Emerald, i tre del Team Sonic avevano deciso di approfittarne per andare nelle fogne della città e cercare il Master Emerald che Knuckles era stato costretto a gettare e, visto che c’erano, provare a cercare anche il Chaos Emerald che era stato segnalato in quella città, ma che, misteriosamente, aveva smesso di segnalare la sua presenza.
-Allora, Knuckster, trovato niente?-
-Tanto per cominciare, piantala di chiamarmi in quel modo, comunque no, non ho trovato un accidente… ed è tutta colpa tua!-
Sonic, per tutta risposta, fece un’espressione falsamente colpevole.
-Oh, come mi dispiace, mi dispiace di averti detto di gettare il Master Emerald in un canale di scolo per affrontare un avversario che, altrimenti non avresti mai battuto.-
-Ma taci, idiota, guarda che non mi faccio problemi a suonartele qui. A proposito, dov’è Tails?-
A quella domanda, Sonic si limitò ad un’alzata di spalla.
-Sarà ancora la sotto a perlustrare… e comunque, non vedo perché preoccuparsi, Tails sa badare a se stesso, non è uno sprovveduto.-
A quel punto, i due decisero di tornare giù, presero il primo tombino che gli capitò a tiro e pregarono di ottenere dei risultati quella volta.
Poi avrebbero anche pensato a farsi una doccia, ammesso che Sonic non protestasse troppo.

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