Un'estate senza fine.

di Michs_EndlessSummer
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Un giorno come gli altri. ***
Capitolo 2: *** trentaluglioduemiladodici. ***
Capitolo 4: *** 25novembre,ritorno all'estate. ***
Capitolo 5: *** Mi accontento di poco, vivo di emozioni. ***



Capitolo 1
*** Un giorno come gli altri. ***


Le presentazioni prima di tutto, no?! E presentazione sia! Mi chiamo Michela, vivo a Tivoli, una città non molto grande in provincia di Roma , ho 14 anni (lo so, sono una piccola pulce) e frequento il liceo scientifico, in poche parole ho deciso di suicidarmi scegliendo questa scuola.
Ho una marea di ricordi, pensieri e immagginazioni nella mia testa e, visto che qui nessuno sembra capirmi, ho deciso di scriverlo da qualche parte. Non ho mai parlato a nessuno di tutto ciò, ma prima o poi, se non ne avessi parlato, sarei scoppiata. Sono emozioni troppo forti per tenersele dentro.
Premetto che so che è un sito per fanfiction, ma appunto per farlo leggere a meno persone possbili scriverò imiei testi qui. Mi vergogno da morire. Uh, un'altra premessa, descriverò poche emozioni alla volta, altrimenti che gusto ci sarebbe?! Stavo parlando delle mie emozioni e dei miei ricordi: allora tutto partì da quest'estate.
Era il 20 luglio, lo ricordo come se fosse ora. Ero andata in quel campeggio estivo il 16 luglio, spinta da una mia amica....amica che forse non ringrazierò mai abbastanza. Il primo giorno in quel campeggio mi sembro' divertente, ma non avrei mai immaginato che sarebbe diventato così importante per me. Ero già emozionata dal fatto di trascorrere tutta l'estate con una delle mie migliori amiche, così arrivai nella casa che mi avrebbe fatto da cuccia per un bel po' di tempo, posai la valigia, mi detti una sistemata ai capelli e mi truccai per poi uscire, ma mi truccai davvero poco.
Non sono quel genere di ragazza che si basa molto sull'aspetto fisico, questa società mi fa sempre più schifo. Ma questa è un'altra storia, blablabla. Uscii e Martina, la mia amica, iniziò a presentarmi tutti i suoi amici, sembravano tutti simpaticissimi. Nei loro occhi si poteva vedere la felicità, la voglia di fare nuove conoscenze, la voglia di trascorrere più tempo possibile al di fuori delle loro città,
NEI LORO OCCHI SI VEDEVA L'ESTATE.
Ogni anno penso "Quest'estate dev'essere la più bella in assoluto, deve cambiare tutto!". L'ho pensato per 14 anni e alla fine, dopo così tanto tempo, ormai anche un po' scoraggiata, ci sono riuscita. Quest'estate mi ha cambiato, ma non come cambia una persona qualunque, mi ha cambiato in un modo straordinario. I primi giorni trascorsi lì furono meravigliosi, ma non avrei di certo immaginato che dopo sarebbe successo tutto quello che ho vissuto. Sinceramente ancora stento a crederci.
Torniamo all'inizio, avevo parlato di un certo 20 luglio, no?! Beh, è stato il giorno in cui ho conosciuto Manuel. Un nome così comune per una persona così diversa da tutti gli altri. Ricordo come se fosse ora il momento in cui mi si presentò per la prima volta: eravamo in spiaggia e alcuni amici, alcuni dei tanti, mi avevano nascosto le ciabatte di hollister che mi avevano accompagnato per tutta la mia vacanza e il mio asciugamano che mi supportava durante le giornate in spiaggia e le partite a beachvolley. Federico, uno dei simpaticoni che si divertivano a nascondermi le cose urlò "MANU, VIENI QUI, AIUTAMI, PRENDI QUESTO" e detto ciò gli lanciò il mio asciugamano.
Lui, essendo appena uscito dall'acqua, non capiva niente di quello che gli stava accandendo, ma iniziai a non capire niente neanche io appena i nostri sguardi si incrociarono per la prima volta in assoluto.
E chi se lo sarebbe mai immaginato che sarebbe andata a finire come ci troviamo adesso? Chi avrebbe mai immaginato che saremmo andati così oltre? Che avremmo conosciuto l'amore a 14 anni?.......








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Capitolo 2
*** trentaluglioduemiladodici. ***


Arrivò con tutta la semplicità possibile, sembrava dirmi "Hei bella, sono quello di cui ti innamorerai.", aveva ragione. ECCOME SE NE AVEVA. Si presentò: "piacere, Manuel!", con la bocca pronunciò quelle parole, ma fui di certo molto più interessata alle parole che stavano pronunciando i suoi occhi. Così mi presentai anche io: "piacere, Michela!" e lui mi sorrise, un sorriso da dio, veramente.
Giuro che non avevo mai visto tanta dolcezza e sicurezza allo stesso tempo nei suoi occhi e nel suo sorriso. E da lì tutto iniziò: le serate a venire furono molto più belle di come voi lo possiate immaginare, non so se vi siete mai innamorati, ma ve lo auguro con tutto il cuore. Iniziammo a uscire insieme tutte le sere, a buttarci in acqua a vicenda, a scherzare come due bambini. Una cosa bellissima, indescrivibile.
Nei giorni prima avevo sofferto molto per un ragazzo, uno stronzo assurdo, di cui, a dire la verità ora che ci penso, neanche ero innamorata. Così Martina, in una di quelle notti che passavamo a raccontarci l'una dell'altra e soprattutto a imparare l'una dall'altra, mi disse "Michè, bacia Manuel! Almeno dimentichi quello stronzo e ti diverti, poi ognuno torna a casa sua e ciaociao!". A quelle parole rimasi un po' perplessa: non avevo mai immaginato una storia con lui, lo vedevo come un buonissimo amico. Oltre a parlare con me, parlò anche con Manuel e gli disse le stesse identiche cose. Lui rispose dicendo "cazzo, non ci avevo mai pensato a lei come la mia ragazza..maddai! L'estate è corta, mi diverto un po', si puo' fare."
E passarono i giorni, tra un abbraccio e una risata, finchè il 30 luglio, in spiaggia, dopo aver passato tutto il pomeriggio abbracciati insieme avvolti nel mio asciugamano, bagnato di emozioni, MI BACIO'. Vi lascio immaginare come mi sono potuta senitre dopo quel bacio, è stato il più bello che potessi mai desiderare.
Ne ricordo ancora ogni minimo particolare, gli incroci di sguardi, la paura e la voglia di darci quel bacio che tanto aspettavamo...e all'improvviso, BOOM. E' successo, ed è stato bellissimo.
Non vi dico la sera di quel giorno, che serata mammamia.........e poi mi chiedono anche perchè mi manca l'estate, pft.

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Capitolo 4
*** 25novembre,ritorno all'estate. ***


Tralasciamo per un momento quella lunga estate, e andiamo al 25 novembre.
Io e Manuel, insieme, di nuovo, dopo un mese, poterlo toccare, abbracciare....mammamia.
E' venuto qui e mi sono svegliata alle 7 per andarlo a prendere alla stazione, il suo treno era arrivato e io ancora non lo vedevo. E all'improvviso mi giro e me lo trovo davanti, mi ha stretto così forte da soffocarmi, ma ero felice di soffocare in un certo senso. Soffocavo di emozioni, di Amore con la A maiuscola. Ho visto la felicità nei suoi occhi in quel momento, e credo che si sia vista anche nei miei.
Mezzora di macchina per poi arrivare nella mia città e andare a fare un giro. Ci accendiamo la solita sigaretta come eravamo soliti fare in estate, con i piedi immersi nel mare. Peccato che stavolta i piedi si trovavano dentro caldi stivali, per ripararsi da questo freddo inverno. Erano le unidici e tra un bacio, una foto e una risata non ci eravamo accorti che si erano fatte le otto di sera, quando saremmo dovuti risalire su quella macchina per tornare alla stazione, e salutarci per rivederci chissà quando. Nell'arco della giornata, con le sue parole che ti avvolgevano come una coperta davvero calda, ero scoppiata a piagere sulla sua spalla circa  volte, ma non volevo immaginare che la volta peggiore sarebbe stata alla stazione, anche se ne ero certa. Quel treno, con lui seduto sopra e io sotto inerme, di nuovo. Che cosa orribile. Mi ha chiamato alla porta del treno, ci siamo baciati per l'ultima volta e poi si è andato a sedere. Insieme a lui mi sono seduta anche io, ma nella panchina fuori da quel maledettissimo frecciarossa che lo portava via dalle mie braccia ancora un'altra volta. Potevo vederlo e anche lui riusciva a vedere i miei occhi che non smettevano di piangere.
Erano le 21.38 e quel treno alle 21.40 sarebbe partito, non potevo crederci, non volevo crederci. Era troppo brutta la sensazione. La gente dice che bisogna accettare sia le sensazioni brutte che quelle belle della vita, ma non ne hanno mai provato una che ti porta via la persona che ami per un tempo indeterminato.
Si erano fatte le 21.39 e le porte si erano chiuse e a quel punto, dal finestrino, mentre il treno stava partendo, mi ha detto "MICHELA, PORCODIO, TI AMO MICHELA, IO TI AMO, TE LO GIURO." lanciando dei pugni contro il finestrino come se tutto ciò che avrebbe voluto fare sarebbe stato spaccarlo. E lo volevo anche io, con tutta me stessa, lo volevano anche le mie lacrime, ma quel treno è partito e tutto ciò che mi è rimasto di lui è stato un bacio lanciato dal finestrino di un frecciarossa diretto a Napoli. Tornata in macchina, quei sedili dove prima ero sdraiata sulle sue gambe, ora erano vuoti più che mai, già mi mancava. Mi mancava terribilmente.

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Capitolo 5
*** Mi accontento di poco, vivo di emozioni. ***


Eccoci qua, nuovo giorno, nuove emozioni.  Stavo dicendo?! Ah, ora ricordo. Il 30 luglio. Manuel mi baciò in spiaggia quel pomeriggio, ma fu una specie di bacio rubato. Appena le sue labbra si staccarono dalle mie, non pronunciò alcuna parola, lasciò agli abbracci quella responsabilità. Furono abbracci diversi, speciali, abbracci che sapevano pronunciare milioni di parole anche senza aprire bocca.
Dopo quel bacio, tornai a casa, presa dai pensieri neanche salutai Martina, la mia amica. Ero troppo persa, non facevo più parte di questo mondo, quel bacio mi aveva distaccato da tutto ciò che c'è di reale su questa Terra, mi aveva fatto volare in un universo parallelo, mio e suo. Così andai a farmi una doccia, giusto per togliere il sale del mare impregnato nei capelli e i dubbi una vita impregnati nella mente. Ho sempre amato le docce lunghe e riflessive, sembrano parlarti, sembrano aiutarti nei momenti in cui sei solo confusa o nervosa, semplicemente ti tranquillizzano e ti fanno riflettere. Quasi non volevo mettere lo shampoo sui miei capelli, si riusciva a sentire ancora il suo profumo.
Dopo quella bella rinfrescata tornai a casa, non mangiai neanche, non ne avevo affatto voglia, andai subito in camera e mi sdraiai un po'. Quella doccia non era bastata, avevo bisogno ancora di pensare.Perchè mi aveva dato un bacio e poi era scappato? Cosa voleva dire? Ma le emozioni che avevo sentito io, le aveva sentite anche lui? Tutti quei dubbi potevo solo annullarli guardandolo negli occhi, loro mi avrebbero dato le risposte che cercavo. Non aspettavo altro che vederlo quella sera. Aspettai che Martina finisse di mangiare e mi preparai insieme a lei. Ricordo ancora oggi i vestiti che indossavo. Jeans semplici, Nike e una maglietta blu ricamata. Mi misi giusto un filo di trucco e uscii insieme a lei. Le altre volte, quando dovevo vedere un ragazzo, mi preparavo al meglio, sembravo una modella. Stavolta, invece sentivo di non averne bisogno. Strano, MOLTO STRANO. Non sono mai stata una tipa sicura di sè e questo perciò non mi era mai capitato.....un altro dubbio da risolvere.
Arrivai nel luogo in cui ci trovavamo di solito con i nostri amici e la prima persona che vidi fu Matteo, quello stronzo che mia aveva fatto soffrire come un cucciolo di cane bastonato. Ormai, però, non mi interessava più di lui, fingevo di essergli amica, sarebbe stato troppo lungo spiegargli perchè non volevo più avere a che fare con lui, e sarebbe stato anche troppo da immaturi. Aspettai, scherzando un po' con i miei compagni d'estate, i migliori.
All'improvviso, lo vidi arrivare.
Eccolo lì, era a qualche passo da me, con la sua solita tuta e il suo solito cappello dell'adidas che amavo rubargli.
Si avvicinava, oddio.
Che devo fare?
Devo baciarlo?
Devo solo salutarlo?
Devo sorridergli?
A i u t o.
Oddio, oddio, oddio.
Eccolo, era arrivato.
Era a mezzo centimetro da me, si avvicinò, gli sorrisi, mi sorrise.
Subito dopo, come la cosa più semplice e meravigliosa del mondo, ci fu il nostro vero PRIMO BACIO.
Un'insieme di sensazioni uniche. Ero nelle sue braccia, non avevo bisogno di nient'altro. Stavo bene, ero felice. Un suo minuscolo sorriso sarebbe stato capace di rendermi felice anche per intere settimane e stavamo insieme solo da due giorni.
Come sarebbe andata a finire? mhh....credo di saperlo ora.

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