Il coraggio di cambiare

di Floina92
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


LONDRA 1824


Era la solita mattina grigia di Londra, nei pressi di southwark, quando Ellyson Corwell, seduta davanti la finestra di camera sua, fu distolta dai molteplici pensieri da un tuono. Ultimamente pensava parecchio alla sua vita poco avventurosa, molto spesso monotona e noiosa. Aveva appena compiuto 21 anni e non aveva ancora conosciuto il vero amore, rifletteva. E non solo, perchè chiusa tra quelle quattro mura, ormai troppo strette per lei, non si sentiva realizzata. Il cucito o il ricamo erano hobby divertenti per tutte le sue coetanee, ma non per lei, non per Ellyson. Si ripeteva di non leggere più quei libri tanto affascinanti, tra cavalieri, principesse ed intrepidi duelli che la facevano sognare. Di certo non avrebbe mai preso una spada in mano o fatto del male a qualcuno, no, lei era una donna dolce ed educata. Aveva ricevuto dalla madre un educazione solida, le aveva fatto da mamma, da amica, da chaperon. E da quando era scomparsa, 3 anni prima, aveva lasciato un vuoto incolmabile nel cuore di Elly, come la chiamava lei. Suo padre era spesso assente perchè era un uomo d'affari, lavorava in banca da ormai quasi 30 anni. E sua sorella Mandy, da poco si era sposata con il Duca Roger Tolds. Aveva lasciato la sua camera com'era e capitavano delle volte un cui Ellyson entrava solo per nostalgia della sorella maggiore, di due anni appena. Erano molto diverse... Elly aveva lunghi capelli neri e grandi occhi verdi rifiniti da folte ciglia. La sua carnagione era chiara e aveva labbra rosa. Era più magra del solito, quei pensieri la stavano affliggendo nel corpo e nella mente. Sua sorella invece somigliava al padre, capelli castani e occhi nocciola, una bellissima donna anche lei. Da quando se n'era andata, Ellyson non aveva più nessuno con cui confidarsi o chiaccherare. Si sentiva sola. Dava accesso a strani pensieri. Così decise di scendere giù in cucina a bere del tè. Scese di corsa le scale, sperando che i pensieri potessero andare via alla stessa velocità. Sul divano del salotto il cane stava dormendo beato e la domestica si occupava della casa. Non era molto grande, ma perfetta per una famiglia di quattro persone, arredata finemente e nei minimi dettagli, sui colori del verde e dell'oro. Non molto lontana dal centro della città e dalle altre abitazioni. I loro vicini erano persone deliziose, sempre pronte ad offrire una mano. Elly non si sarebbe mai dimenticata di quanto aveva fatto la sua vicina di casa, se non che amica d'infanzia, quando sua madre stava morendo. Le era stata accanto giorno per giorno. Giudit era poco diversa da lei, ma aveva trovato la forza di lasciare quel posto e cercare fortuna altrove. Si spedivano lettere, che adesso a distanza di sei mesi arrivavano sempre più di rado. Seduta sulla sedia davanti il tavolo, con le mani intorno alla tazza calda, Ellyson guardava la pioggia scendere leggera. Si strinse nel suo abito di lana rosa per prottegersi da quel filo di vento che riusciva a passare dalla finestra. Non si era nemmeno accorta di aver finito il tè. I pensieri avevano sempre la meglio su di lei.
"Signorina Ellyson, posso prendere la vostra tazza vuota?" , sobbalzò Elly a quell'inaspettata domanda
"Certo Jen, tieni pure..." con un forzato sorriso, allungò la tazza verso la domestica, che lavorava li da molto tempo e con cui era nata una piccola amicizia.
"C'è qualcosa che non va? Vi vedo distratta ultimamente..." disse Jen.
"E non sbagli. E' un periodo, passerà come tutto il resto è passato." rispose Elly con l'amaro in bocca.
"Non credo sia solo un periodo. Questa storia va avanti da tre mesi, da quando anche vostra sorella non abita più qui. Forse dovreste cambiare aria. Perchè non parlate con Giudit?" un sorriso si accese su quelle labbra.
"Vedi Jen, io e lei non ci scriviamo più come prima e comunque non potrei lasciare papà solo." 
Jen sbuffò  "Vostro padre è un uomo grande e grosso, sa badare a se stesso al contrario di max, il vostro cucciolone" sorrise ancora, ripensando ai guai che combinava in casa.
Elly pensò a come fosse vero quanto si diceva. Un cane con un semplice sguardo riusciva ad emanare fiducia e dolcezza, e Max ne dava anche troppa. Quando arrivava un ospite spesso le sue feste erano esagerate. Saltava e abbaiava facendo sorridere tutti.
"Come darti torto? Ma dove potrei andare? Sono affezionata a questo posto, qui c'è la mia vita..." Elly non era molto convinta della sua ultima frase e Jen glielo lesse negli occhi.
"Come credete, ma sappiate che vi conosco bene e so che qui non c'è molto per voi. Parlatene con vostro padre". A quelle parole Elly quasi si convinse. E infatti la stessa sera ebbe il coraggio di bussare allo studio di suo padre.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Erano circa le otto di sera, quando dopo aver cenato velocemente, Mr. Manfred Corwell si ritirò nel suo ufficio. Quella sera fu più silenzioso del solito, non accennò a nulla della sua giornata lavorativa, forse era troppo stanco o anche lui assalito dai pensieri e dalla solitudine, si convinse Ellyson. Quando quella casa era abitata dai loro cari echeggiavano risa e chiacchere molto spesso. Mr. Corwell era un uomo colto ed intelligente che amava la moglie e adorava le figlie. Si riunivano in salotto davanti il camino quasi ogni sera, per raccontarsi le cose divertenti che erano successe durante il giorno. Ma da quando tutto questo era andato via, erano rimasti solo silenzi o poche parole. Finita la cena Elly si alzò, si lisciò le piege della gonna e raddrizzò la schiena, si diresse verso la cucina in cerca della domestica.
"Jen ho deciso. Parlerò con mio padre. Gli dirò che voglio cambiare, questa vita mi sta stretta. Dovrà prendere un provvedimento."
Jen allora con un sorriso e un cenno della mano la incitò ad andare dall'altro lato del salotto, dove si trovava suo padre. Così Attraversò la stanza ancora titubante e davanti la porta fece un gran respiro e bussò. La voce roca del padre la invitò ad entrare.
"Ellyson cara, accomodati. Sono nel bel mezzo di un affare importante, ma per te chiudo tutto volentieri. A cosa devo questa tua visita nel mio studio?"
Ellyson per un attimo esitò a parlare. C'era qualcosa di strano nel suo tono di voce. A cena non aveva parlato, teneva lo sguardo fisso sul piatto. Adesso era diverso. Rilassato e quasi sorridente, con la sua amata pipa in mano e mille fogli davanti a se.
"Vede padre, è da un pò che ci rifletto. Io credo di... di aver bisogno di cambiare aria. Non mi sento nel posto giusto."
Negli occhi scuri di Mr. Corwell si accese un lampo. Una smorfia gli segnò le labbra sottili, e sospirò ancora una volta la pipa. Si passò una mano tra i capelli bianchi, ma ancora folti. Nonostante i suoi 54 anni era ancora un bell'uomo. Alto, non molto magro, ma sicuramente elegante. Ellyson voleva scappare, non riusciva ad interpretare quella espressione.
"Vedi Elly..." il cuore le si colmò di gioia nel risentire quel nomignolo, quasi risentì la voce della madre
"C'è una cosa che anche io non ti ho detto. Un uomo come me ha avuto anche i suoi momenti di debolezza."
Ellyson continuava a non capire
"Ci rifletto da parecchio, ma adesso non posso più nasconderlo. Vedi, ho conosciuto una donna meravigliosa. Mi sono innamorato Ellyson. E volevo prensentarla a te e Mandy. Vorrebbe trasferirsi qui da noi, se per te non è un problema."
Lei rimase a bocca aperta per tutto il discorso. Non sapeva cosa rispondere. Un attimo prima voleva scappare e adesso sarebbe dovuta rimanere per fare gli onori di casa ad un ospite inatteso. Non avrebbe accettato mai, ma il bene che voleva a suo padre era infinito, per questo chiuse la bocca e distolse lo sguardo.
"Posso sapere qualcosa in più su questa donna? Come si chiama, quanti anni ha, le sue abitudini?"
Suo padre sorrise, come se avesse scorto negli occhi della figlia la piccola speranza.
"Oh Elly cara, certamente! Si chiama Rose Mellow, abita a qualche isolato da qui. L'ho conosciuta in banca, è una donna dolcissima. Ama vivere in tranquillità, tra il ricamo e il tè. Vedrai ti piacerà e ti terrà compagnia nelle tristi giornate che dici di passare."
Ellyson non era molto contenta di quella proposta, ma sorrise e rispose
"D'accordo. Per amore vostro potremmo fare una "prova"."
Ancora una volta aveva pensato al bene degli altri e non al suo. Voleva cambiare aria, era riuscita a chiederlo al padre, ma lui aveva già dimenticato quella proposta. Aveva persino cominciato a scrivere una lettera a Rose per dirle di fare i bagagli! Sarebbe arrivata il giorno dopo stesso. Diede la buonanotte al padre ed uscì dalla stanza. Uscita dallo studio si appoggiò alla porta e come aveva fatto prima di entrare, anche adesso respirava profondamente. Le lacrime le pungevano gli occhi, era arrivata al limite. Salì le scale per andare in camera sua, ma si scontrò con Jen.
"Allora signorina Elly? Com'è andata?"
"Peggio di quanto mi aspettassi."
"Vostro padre vi ha forse rimproverata? RIbadito di trovare marito?"
rispose la domestica con aria preoccupata. "No, piuttosto cominciate a ripulire la camera degli ospiti. Domani arriva l'amante di mio padre."  Rispose lei in tono secco.

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