TLK: The Missing Prince

di lionelscot
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** A prince called Kopa ***
Capitolo 2: *** A Day in Pridelands ***
Capitolo 3: *** Friends ***
Capitolo 4: *** Cubs Games ***
Capitolo 5: *** Incident ***
Capitolo 6: *** Flower of the past ***
Capitolo 7: *** Regrets ***
Capitolo 8: *** Whispers in a dream ***
Capitolo 9: *** Wigo ***
Capitolo 10: *** Memories ***
Capitolo 11: *** Wind of meeting ***
Capitolo 12: *** The Hunt ***
Capitolo 13: *** Mother's heart ***
Capitolo 14: *** Back to Priderock ***
Capitolo 15: *** Awakening ***



Capitolo 1
*** A prince called Kopa ***


A prince called Kopa



Sotto la luce della Luna, un caldo vento spirava delicato sulla savana, ondeggiando delicatamente l'erba che coi suoi riflessi argentei, pareva un vasto mare verde frusciante.
 
In quella calma atmosfera, dall'alto della Rupe, un giovane cucciolo poneva i suoi occhi cangianti alle stelle, come a cercare in esse consiglio. 

"Ancora sveglio figliolo ?" Il cucciolo si voltò osservando la figura dalla quale proveniva la voce. Nel mezzo dei suoi pensieri, non si era accorto dell'arrivo del padre.

"Papà" rispose "Sì, scusami. E' solo che..."

"Stai ancora pensando a quella cosa, vero ?".

Il piccolo si limitò ad annuire prima di rivolgere nuovamente il suo muso pensieroso alle stelle.
Vedendo il figlio in quello stato, il re li si avvicinò per rincuorarlo.

"Figliolo non devi temere. L'arrivo di tua sorella non cambia quello che io e tua madre proviamo per te, ne ora ne mai. Nulla potrà mai farlo."

Il leoncino resto per un istante a fissare il cielo, prima di annuire rincuorato a quelle parole, facendo sorridere il padre.

"Dai, abbiamo tardato abbastanza per sta sera. E' ora di andare a dormire."

I due discessero la Rupe, avviandosi verso la grotta ove il resto del branco stava dormendo. Sebbene stesse ancora pensando a quelle parole dette poco prima, lo sguardo del cucciolo si soffermò su di una leonessa; aveva il manto chiaro e gli occhi azzurri, era la sola sveglia della grotta e stringeva un piccola pallina di pelo tra le zampe.

"Avete fatto tardi anche sta sera voi due." osservò con sguardo amorevole verso i due la giovane regina.

"Sì... Perdonami Nala, il tempo è volato..."

"Fa nulla Simba." rispose lei mentre il compagno strofinava il muso contro il suo.

Il leoncino saltò sul giaciglio accucciandosi fra i due genitori. Diede uno sguardo alla nuova arrivata e sorridendo, salutò i genitori prima di riposarsi.

"Notte mamma. Notte papà. Notte sorellina."

La coppia di sovrani sorrise e ricambiò l'augurio del cucciolo.

"Buona notte a te, Kopa."


Il silenzio avvolse la Rupe cullati dal caldo abbraccio della notte, anche i sovrani entrarono nel mondo dei sogni, assieme ai loro figli.

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Capitolo 2
*** A Day in Pridelands ***


A Day in Pridelands



Il sole era ormai alto sulle Pridelands ma nonostante il suo calore, la siccità terminata qualche settimana prima pareva ormai solo un ricordo.
Mentre le cacciatrici si erano avviate, Sarabi e Sarafina si occupavano di badare ai cuccioli. Per la nascita della piccola principessa, alla Rupe vi era un gran via vai di amici d'infanzia di Simba e Nala, venuti a congratularsi con i sovrani.

Kopa se ne stava su di una roccia, ad osservare il suo amico Afua corteggiare qualche sua coetanea, mentre gli altri cuccioli giocavano tranquillamente.

"Kopa, come mai non vai a giocare anche tu con i tuoi amici ?"

"Afua si sta già divertendo da solo nonna"

"E a te non piacerebbe fare colpo su qualche leoncina ?"

"Suvvia Sarabi, ricordi come era tuo figlio alla sua età ?"

"Ahahahah, hai ragione Sarafina, ma nostro nipote ha quel ciuffetto che lo rende molto particolare."

Oramai Kopa si era abituato ai discorsi delle nonne, tanto da non prestarci più orecchio.
Mentre le due leonesse discutevano, il principino scese dalla roccia e si avvicinò ad Afua, ma prima di arrivare dall'amico, si ritrovò schienato a terra.

"Atterrato ! Sei troppo distratto principino."

"Buon giorno anche a te, Vitani..." rispose il povero Kopa con ancora la leoncina addosso.

"Ehi Sorellina, la vuoi smettere di atterrare il principino ? Prima o poi si stuferà del tuo trattamento"

"E piantala Nuka !"

Vitani era una leoncina molto particolare, dal manto tendente al dorato, con un ciuffo ribelle che mascherava due occhi color zaffiro, con un carattere molto forte, quasi un maschiaccio, sempre sorvegliata dal fratello Nuka, un giovane leone dal manto scuro, sempre trasandato con le iridi rosse. Nonostante gli altri cuccioli la guardassero con diffida, tra lei e Kopa vi era nata una sincera amicizia, dimostrata a suo modo da lei.

"Ehi ehi signorina, ti sembra questo il modo di trattare il tuo amico ?"

"Zio, mi so difendere anche da solo !"

"Lo vedo, sei talmente bravo da essere a terra."

Mheetu era il solito, poco più grande di Nuka, era il fratello minore di Nala, nonchè zio di Kopa, e di solito si divertiva ad assistere alle cadute in trappola del nipote, per poi salvarlo sempre.

"Andiamo signorina, lascia respirare il principino."

"Se è di ossatura debole, non è certo colpa mia." rispose Vitani lasciando libero il povero Kopa.

"Ragazzi facciamo una gara" propose Afua "L'ultimo che arriva alla pozza dell'acqua è uno gnu !" Prima di finire la frase, il giovane leone era già partito verso il traguardo.

"Ehi non vale ! Aspettami !"

"Dai Nuka, non startene li impalato, inseguiamoli"

"Sì arrivo. Dannate pulci"

Prima di potersi muovere Mheetu fu fermato dalla voce della madre e di Sarabi.

"Mheetu."

"Sì ?"

"Bada a quei quattro mentre noi teniamo d'occhio gli altri"

"Va bene mamma. Vado subito.
Ehi voi, non così di corsa !"

Mentre le sagome dei cuccioli si perdevano nella savana, le due leonesse sorrisero.

"Sai Sarafina, è così bello vederli così felici."

"E' vero, credevo che non sarebbe più accaduto."

"Anche io. Sono però preoccupata, non mi piace che Kopa frequenti i figli di Zira."

"Oh, suvvia Sarabi.I figli non sono i genitori, e poi, cosa potrebbe mai accadere ? Vedrai, andrà tutto per il meglio."

"Forse hai ragione, mi faccio troppi pensieri. E poi, con loro c'è Mheetu, cosa potrebbe mai succedere ?"


Le due leonesse si lasciarono andare ad una risata. I ricordi del regno di Scar erano ormai lontani...

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Capitolo 3
*** Friends ***


Friends



Alla pozza dell'acqua la quiete fu squassata dal rumoroso arrivo del gruppetto di cuccioli. Afua fu il primo a giungere sul luogo, seguito a ruota da Vitani, Kopa e Nuka. Mheetu sopraggiunse dopo pochi istanti.

"Primo ! Ah-ha ! Come sempre, sono il migliore"

"Piantala Afua, sei partito prima di noi. Facile fare così, eh ?"

"Oh, la signorina ha qualcosa da ridire."

"Ti dà forse fastidio sentirti dire la verità ?"

Mentre i due discutevano, Nuka e Mheetu se ne stavano in disparte a ridere. Sembrava che per loro, il passato non esistesse, e nelle loro risate si sentiva la gioia di due giovani che pensavano solo a divertirsi.

Kopa osservava la scena in silenzio, pensieroso.

"Kopa ? Ehi principino ci sei ?" chiese Vitani passando una zampa davanti al muso dell'amico.

"Eh ?! Cosa ? Sì sì, ci sono."

"Sei il solito svampito te. Guarda che siamo a terra, anche se la tua testa è spesso tra le nubi. Mica ti crederai un uccello come Tojo ?"

Le parole di Afua scatenarono l'ilarità generale nel gruppetto, come sempre d'altronde. Il piccolo leone dalle orecchie ciuffate era proprio come suo padre Malka, un leader nato, anche se, il senso dell'orientamento era quello di sua madre. Già, perchè il piccolo Afua era il figlio del principe Malka, il sovrano delle terre a sud ma aveva deciso di vivere nelle Pridelands assieme a sua madre Asali.
Kopa spesso si domandava se non fosse stato meglio se al posto suo, fosse nato l'amico. Lo invidiava per quel carattere aperto e carismatico che lo portava ad essere sempre alla testa del gruppo dei più piccoli. Infondo, si poteva dire che Kopa invidiasse l'amico perchè il piccolo principe non credeva di meritare quel titolo. Essere il discendente di Mohatu e Mufasa lo metteva in ansia. Era fermamente convinto di non poter essere alla loro altezza, temeva di deludere le aspettative dei suoi.
In questi momenti però, si sentiva un leone come tutti gli altri, spensierato e felice.

"Bene, ora che siamo qui, diamo il via ad un'altra sfida."

"Ancora ? Afua, la devi piantare con le tue sfide di corsa o salto."

"Signorina, se mi lasciassi finire ogni tanto...
Una lotta, che ne dite ?"

"Io passo, non mi metto a lottare con una termite."

"Neanche io partecipo, se è per questo."

"Nuka, Mheetu voi siete grandi, non avrebbe senso. Avanti Kopa, tu che ne dici ?"

"Ecco io..."

"Tzè, codardi. Afua, il tuo avversario sarò io."

"Tu signorina ? Credi forse che mi farò intenerire perchè sei femmina ?"

"Che c'è ? Hai forse paura, linciotto ?"

"Fatti sotto !"

Afua non fece in tempo a finire la frase che si ritrovò Vitani addosso, dando il là ad una zuffa tra cuccioli. Kopa li osservava perplesso, mentre Mheetu e Nuka osservavano divertiti la leoncina sovrastare Afua, che alla fine si dovette arrendere.

"Dicevi, Afua ?"

"Dannata ! Va bene hai vinto. Ora però, levati !"

Vitani se ne tornò orgogliosa da Nuka, mentre Afua si rassettava dopo l'ennesima batosta.

"Afua te l'ho sempre detto che non ce la puoi fare a batterla."

"Almeno io ci provo, al contrario tuo Kopa."

Il principino abbassò lo sguardo.

"Ehi, Kopa va tutto bene ? Non starai ancora pensando a tua sorella ?"

"Un po'. Si nota tanto ?"

"Amico mio, un lago calmo è meno trasparente di te. Dai, non è poi così male avere una sorellina. Anche se sta sempre con mio padre, io e Maziwa ci vogliamo molto bene. E poi, vuoi mettere avere una compagna di avventure e di marachelle, oltre che tua alleata contro i genitori ?"

Alle parole dell'amico, Kopa sorrise. Evidentemente, si faceva troppe storie per l'arrivo di sua sorella.

"Hai ragione Afua, grazie."

"E di che. Sei il mio migliore amico." gli rispose Afua, prendendolo fra le zampe e stropicciandoli il ciuffo "Però non devi mai abbassare la guardia, principino."

"Ahahahahahah, ok ok, mi arrendo."

Verso il calar della sera il gruppo si avviò verso la Rupe. Dopo aver salutato i suoi amici, Kopa andò dai genitori, che lo avevano fatto chiamare da Timon e Pumba.

"Mi avevate cercato ?"

"Certo Kopa. Io e tua madre stavamo pensando ad un nome da poter dare a tua sorella. Hai qualche suggerimento ? "

Il piccolo principe si avvicinò alla piccola palla di pelo che la madre teneva tra le zampe e dopo averla osservata per un lungo istante disse:"Che ne dite di Kiara ?"

Nala e Simba si guardarono un attimo in faccia, prima di rispondere al loro primogenito.

"Come mai questo nome ?"

"Non lo so. Ma la sua faccia me lo ispirava."

I due giovani sovrani scoppiarono a ridere.

"Noi avevamo pensato di chiamarla Malaika, veramente."

"Sarà, ma a me questa sa poco di angelo dalla faccia. Comunque, la presentazione è tra qualche settimana, quindi ho tutto il tempo per convincervi su Kiara" sentenziò il piccolo, prima di accomodarsi sul giaciglio affianco alla sorellina, dandole una leccata sulla fronte.
"Notte mamma. Notte papà. Notte sorellinakiara."

"Buona notte a te, Kopa." gli fecero eco i suoi, prima di cadere assieme nuovamente tra le braccia di Morfeo.

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Capitolo 4
*** Cubs Games ***


Cubs Games



Il giorno della presentazione della principessa si avvicinava e nelle Terre si avvertiva un certo movimento per l'evento.
Kopa stava sdraiato all'imboccatura della grotta, con la sorellina tra le zampe. Afua era con suo padre, Mhettu e Nuka a cercare di far colpo su qualche leonessa, mentre il resto del branco era impegnato in una battuta di caccia.
Un soffio di vento alzò il pelo dei due cuccioli facendo scoppiare a ridere la piccola palla di pelo tra le zampe del principino.

"Ma cos'hai da ridere te ? Eh ? Piccola peste !" disse sorridendo il leoncino facendo le smorfie alla sorellina.

"Ehi Kopa..."

Il cucciolo alzò lo sguardo e vide Vitani.

"Ciao Vit"

La leoncina si avvicinò ai due e osservò attentamente la piccola principessina.

"E così, lei è la nuova arrivata"

"Esatto. Lei è la mia sorellina. C'è qualcosa che ti preoccupa ?"

"Eh ? Ah sì, scusa. Ho un problema col mio fratellino"

"Che problema ?"

"Non lo so. Piange ma non capisco perchè. Mia madre è a caccia e Nuka è a fare il cretino da qualche parte."

Il cucciolo sospirò un attimo, prima di alzarsi sulle zampe.

"Andiamo. Vediamo se posso aiutarti"

"Ma con lei come la metti ?" disse Vitani indicando la piccola.

Kopa guardò la sorellina e la prese delicatamente per la collottola, facendo poi un segno all'amica di fargli strada.
Scesero dalla rupe e raggiunsero una grotta laterale che una volta fù di Scar. Il principino avvertì un brivido quando vi entrò. La luce era scarsa, eppure si poteva osservare una piccola palla di pelo agitarsi in un suo angolo.

"Eccolo" disse Vitani indicando il piccolo.

Kopa poggiò a terra la sorellina, che subito iniziò a giochicchiare con la coda della leonessa, e si avvicinò al piccolo.

"Ehi piccolino, che hai ? Perchè piangi ?"

Il cucciolo si voltò verso il principino. I suoi occhi verdi erano colmi di lacrime e lasciavano trasparire la paura della solitudine, ma quando incrociarono quelli cangianti del principe, si calmò, come rasicurato.

"Dai su. Non aver paura, non sei solo.
Ma non esce mai di qui ?"

"Da quando è nato, è sempre stato qui. Sopratutto dopo che nostro padre ha litigato con mamma e se ne è andato"

Alla rupe tutti sapevano di quel litigio, persino Kopa. Sahibu se ne era andato via ormai da qualche settimana.

"Allora direi che è il caso che veda come è bello il mondo la fuori" disse Kopa con un sorriso, prima di prendere delicatamente il cucciolo e portalo fuori, seguito da sua sorella e Vitani.

Appena posato a terra, il piccolo leoncino si mostrò subito felice e incuriosito da tutti quei colori. Anche la sorellina di Kopa appariva interessata, ma non dal mondo, bensì dal piccolo leoncino scuro.

"Ehi voi due, non siete piccoli per certe cose ?" sentenziò Vitani ridendo divertita dai due cuccioli impegnati a giocare assieme.

Kopa sorrideva in disparte a vedere la sorela divertirsi così.

Mentre i due più piccoli si divertivano, Kopa e Vitani si misero a parlare tra loro.

"E' fortunata la piccola"

"Perchè dici così ?"

"Bhè. Ha te come fratello maggiore"

"Davvero ?"

"Certo. Sei molto bravo coi piccoli e poi hai un gran cuore. Sarai sicuramente un gran re."

"Oh. Bhe... Io..." Kopa abbassò lo sguardo. Sentì nuovamente quel peso, quel senso di responsabilità troppo pesante e opprimente per lui. Grande re ? Lui ? La cosa non lo aveva mai convinto, lo sentiva come un dovere imposto, non come un deisderio suo.
Vitani alzò un sopracciglio osservando quella reazione.

"Ehi. Ma che ti prende ?"

"Nulla. E' solo che credo che Afua sarebbe un..."

"Kopa non dire scemenze !" lo interruppe la leoncina "Afua sarà anche simpatico, coraggioso, e anche un po' sbruffone, ma agisce d'impulso e non pensa agli altri, non potrà mai essere un re. Tu invece sei il suo opposto, riflessivo e attento, oltre che di gran cuore. Fidati, sarai un grande re."

Il piccolo principe tirò su lo sguardo, rincuorato e sorpreso dalle parole dell'amica. Anche se con tutti lei era un maschiaccio, quando erano soli si trasformava, diventava tenera, mostrava la vera se stessa.

"Grazie Vit."

"Figurati principino." rispose lei tirandole un buffetto amichevole sul fianco "Solo io posso permettermi di abbarterti."

Kopa non rispose, si lasciò sfuggire un ghigno divertito a quelle parole.

"Ehi ! Che hai da ridere ?"

"Io ? O nulla."

"Ehi ciuffetto, non scherzare, potresti pentirtene.". Il suo tono era fra il serio e lo scherzoso. Infondo, era pur sempre un maschiaccio.

"Ah sì ? E come faresti ?" il principe non ebbe tempo di finire la frase che si trovò con la schiena a terra, lasciandosi scappare solo un "Auch !"

"Così." rispose lei con aria soddisfatta. "Sei di struttura debole mio caro, bisogna che ti irrobustisci un po'." disse liberandolo.

"Se se se. Sai Vit, credo che non vi sarà mai nessuno che riuscirà a schienarti."

Lei voltò lo sguardo a guardare i piccoli giocare, sorridendo.

Verso la fine del pomeriggio i due cucciolotti si appisolarono abbracciati, esausti dai loro giochi. Kopa e Vitani li osservarono sorridendo.

"Guarda guarda. Kopa, mi sa tanto che mio fratello ha fatto colpo. Ci ritroveremo parenti così."

"Oh mamma." rispose lui ridendo sotto i baffi.

"Ehi, che hai da ridere ?"

"Nulla. Stavo immaginando la faccia di papà se vedesse questa scena."

"Stramazzerebbe al suolo per il colpo !"

"Esattamente !"

I due si lasciarono colpire da questo momento di ilarità, prima di prendere i rispettivi fratelli e avviarsi alle proprie dimore.
A fine serata, Kopa si addormetò con un sorriso sul muso, mentre la sua sorellina si destava, causando una bella notte insonne ai genitori.

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Capitolo 5
*** Incident ***


Incident



Il via vai di amici dei sovrani continuò anche nei giorni a venire, perfino Rafiki si vedeva più spesso per i preparativi, mentre i cuccioli continuavano a giocare fra loro.
Con l'arrivo di Malka, Afua cominciò a passare più tempo con lui e sua madre che con gli altri. In fondo, era comprensibile, i due non si vedevano molto spesso. Il padre era divenuto principe di un branco tutto suo, oltre in confine sud delle Pridelands, e la sua relazione con Asali e il suo frutto avevano dovuto passare in secondo piano e la contemporanea nascita di Maziwa da una leonessa del suo nuovo branco, non aveva certo aiutato il ciuffato leone. Così ora si era concesso questo viaggio nella terra del suo amico Simba anche per riallacciare i rapporti con Afua e sua madre.
Anche Nuka e Meethu ultimamente si facevano vedere poco, troppo presi da leoncine e pensieri da adolescenti...
Finiva così che Kopa passava sempre più tempo su qualche roccia a godersi il sole sotto gli occhi delle nonne, incurante dei giochi degl'altri cuccioli.
Un giorno però, scendendo distrattamente dalla Rupe, il principino inciampò. Sul momento pensò che sarebbe atterrato sul suolo, ma l'impatto non fu così duro, fu invece quasi morbido, forse troppo... Quando aprì gli occhi, si trovò muso contro muso con Vitani, lei schienata e i suoi grandi occhi color zaffiro a fissarlo diritto nelle sue pupille.

"Vit !? Scusami... Non volevo ! Sono inciampato e così..."

"Levati, IMMEDIATAMENTE di dosso..."

"Vit..."

"Ti ho detto di levarti di dosso !" li intimò ancora lei, spingendolo via.

Kopa era terrorizzato. Era stato un incidente, nulla di volontario. Ma allora, perchè si sentiva così in imbarazzo, perchè sentiva il petto vibrare come non mai ?

"Vitani, mi dispiace tantissimo... E' stato un incident..."

"PIANTALA !"

La leoncina non gli permise di terminare la frase che gli sferrò una zampata sulla guancia, facendolo cadere. Il punto colpito bruciava e una piccola ferita gli stava arrossando il pelo.

"Se ti azzardi a raccontare a qualcuno di questa cosa, sei un leone morto." disse lei nascondendo lo sguardo nel suo ciuffo, prima di correre via.

Kopa si toccò la guancia, con aria sconsolata. Era stato solo un incidente, nulla di volontario, una cosa innocente. Allora, perchè lei aveva reagito così ? E perchè il suo petto sembrava venir tamburellato da dentro ? Cos'era quella strana sensazione di calore che aveva provato ?
La sera il principe non chiuse occhio. Magari anche lei, o forse no, chi lo sa.

Nei giorni a seguire, i due non si parlarono mai, ne si rivolsero uno sguardo reciproco. Anzi, non riuscivano neanche a stare nello stesso luogo assieme. Nuka, Mheetu e Afua non riuscivano ne a capire cosa fosse accaduto ne ad ottenere dai due interessati una spiegazione.
Alla fine si arresero di capire, non era affar loro. Forse col tempo, le cose sarebbero potute tornare come prima. Così speravano gli amici, così sperava il principino, confidando nella comprensione dell'amica sull'innocenza dell'accaduto.
Ma anche il più innocente dei gesti può parere altro ad occhi rosso rancore...

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Capitolo 6
*** Flower of the past ***


Flower of the past



La notte era stata squassata da un insolito temporale che aveva tamburellato per tutta la notte incessantemente.
L'umidità creatasi aveva fatto alzare una lieve nebbia sulla savana, e la poca luce che filtrava proiettava ombre sinistre.
Dalla sommità della Rupe, Kopa osservava quella scena, quando il suo sguardo fu catturato da un'ombra che si muoveva.
Incuriosito, il piccolo principe scese per inseguire la stessa.

"Cavolo... Ma chi dove sarà finita ? Eppure mi sembrava fosse passata di qu....." prima che potesse completare la frase, il piccolo leoncino si ritrovò a rotolare giù per una parete scoscesa.

"Auch... Ma dove sono capitato ?" guardandosi intorno, il principino si accorse di essere finito in una gola.

"Wow. Devo essere arrivato alla gola. Sarà meglio che cerchi un modo per risalir..." un suono fece interrompere il cucciolo che subito si mise sulla difensiva davanti all'ombra che aveva seguito.

"Kopa ? Ma che ci fai qui a quest'ora ? L'alba ancora non si è levata sulla savana."

"Nonna ?"

Sarabi non si aspettava certo di trovare suo nipote in quel luogo e sul suo volto era palese la sorpresa nel vederlo.

"Immagino che tuo padre non sappia che tu sia qui, vero ?"

"No, lui è la mamma stavano dormendo quando ti ho seguito. Ma dimmi nonna, cosa ci fai qui tu ?"

La leonessa non parlò subito. Sebbene avesse avuto un primo istinto di riportare alla Rupe il nipote, alla fine si convinse a restare in sua compagnia.

"Sono venuta a trovare un caro leone. Vuoi tenermi compagnia ?"

Il piccolo annuì e si incamminò dietro la nonna nella gola.
Dopo qualche minuto, i due giunsero in prossimità di un tronco spezzato, vicino al quale, bagnato dalla rugiada del mattino, si ergeva un piccolo fiore cresciuto nel nulla. La leonessa si avvicinò e pulì delicatamente dalla polvere quei petali
Kopa osservò il tutto inclinando il capo, senza capire.

"Perplesso ?" domandò con sguardo amorevole Sarabi.

"Eh ? Un po' nonna. Cos'ha di tanto importante questo fiore ?"

La leonessa sorrise dolcemente verso il nipote.

"Vedi Kopa, questo fiore è il ricordo di tuo nonno. E' tutto ciò che mi è rimasto di lui..."

Vi fu un attimo di silenzio, mentre alcune lacrime ricche di ricordi rigavano quel muso felino dell'ex sovrana.

"Nonna... Una volta papà mi disse che tutti noi siamo collegati in un grande cerchio. Mi disse che questa cosa gliel'aveva detto il nonno, ma io non sono mai riuscito a capire cosa volesse dire..."

La leonessa sorrise ancora al nipote leccandogli la fronte.

"Piccolo mio. Il cerchio della vita riguarda tutti, poichè tutti noi ne facciamo parte. Tutti noi, nessuno escluso." Sarabi rivolse lo sguardo al fiore

"Vedi, questo è il punto dove tuo nonno morì, e questo fiore sboccia ogni anno sempre in questo punto. Questo fiore è tuo nonno."


Kopa ascoltò attentamente i discorsi della nonna cercando di capirli, mentre la osservava accarezzare delicatamente quei fragili petali.

"Ma che belle parole. Se siamo tutti collegati, spiegatemi perchè non lo avete mai dimostrato a Scar ?"

I due rivolsero i propri sguardi nella direzione ove proveniva la voce. Dinanzi a loro, una leonessa dagli occhi rossi e dal pelo marrone chiaro.

"ZIRA !" ruggì Sarabi "Cosa ci fai qui ?"

"Mia cara Sarabi, sono qui perchè non voglio che il mio sangue si mescoli con quello di sporchi traditori reali !"

"Ma di cosa stai vaneggiando ?"

"Vaneggiando ? Kopa sa benissimo di cosa parlo. Tu, mio caro, devi lasciare in pace mia figlia !"

"Lascia stare mio nipote Zira ! Lui è solo un cucciolo, se hai dei problemi, risolvili con me !"

Sarabi si pose fra il nipote e la Zira.

"Come vuoi tu Sarabi. Prima mi occuperò di te, e poi me la vedrò con quel piccolo insulso principe !" detto ciò, la leonessa si scagliò come una furia verso i due.

"Kopa scappa via !" gridò Sarabi prima di iniziare il corpo a corpo con l'avversaria.

Sarabi era una leonessa esperta, ma l'età si faceva sentire e non ci volle molto prima che Zira la soprafacesse.
La visione della nonna in difficoltà fece scattare qualche cosa nel piccolo Kopa, il quale si lanciò contro Zira.

"Lascia in pace mia nonna !"

"Tu ! Insulso insetto !" Ruggì la leonessa, prima di sferrare a Kopa una zampata ad artigli sguainati facendolo volare qualche metro più avanti.
Ferito e dolorante, il piccolo leone si mise a correre per salvarsi. Inseguito dalla feroce Zira, giunse sino all'orlo di una parete che dava sul bush spinoso vicino al deserto.

"Ora non puoi più sfuggirmi, piccolo principe..."

A quelle parole, il sangue si gelò nelle vene del piccolo leoncino e prima che potesse accennare ad una minima reazione, Zira gli fù addosso.
La stretta delle fauci della leonessa gli faceva mancare il fiato, ad ogni tentativo di respirare, l'aria mancava sempre di più e il bruciore per gli artigli della stessa nella carne era insostenibile. Il piccolo si stava arrendendo.

"Koooooooooopa !"

Sarabi era riuscita a seguire i due e si era gettata sull'avversaria per liberare il nipote, nonostante le ferite. Ma proprio esse non le permettevano di reggere lo scontro.
Alla visione della nonna in difficoltà, Kopa raccolse le sue ultime forze e si lanciò in suo aiuto, afferrando con le fauci l'orecchio di Zira.
La leonessa ruggì per il dolore, e rispose sferrando al piccolo un'ultima artigliata.
Con ancora in bocca il sapore dell'orecchio di Zira, il piccolo si ritrovò nel vuoto, privo di forze e fiato, impossibilitato a trattenere le lacrime, mentre si rassegnava al suo fato.
Passato il groviglio di rami e spine, dopo aver impattato al sulo, la vista divennne pian piano sempre più buia e l'udito calò progressivamente, impedendoli di distinguere quelle voci che provenivano da dove era caduto, molte e confuse, sino a quando non udì più nulla.

"Koooooooooooooopa ! Noooooooo !" furono le urla disperate di Sarabi nel vedere il corpo del nipote precipitare nel vuoto, dimenticandosi per un'istante della rivale.

"Sarabi ! Ora tocca a te !"

La furia cieca di Zira si abbatè nuovamente sull'avversaria, ormai esausta e inerme. Non fosse stato per l'intevento di Simba, probabilmente l'avrebbe finita, ma il suo intervento era ormai tardo. Kopa era ormai sparito in quella selva irta di spine.

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Capitolo 7
*** Regrets ***


Regrets



Un brivido gelido le attraversò la schiena nel sonno, facendola svegliare di soprassalto. Nala aveva avuto un incubo, incubo che si tramutò in realtà quando Zazu irruppe alla Rupe.

"Sire ! Sarabi e Kopa sono nella gola ! Zira li sta uccidendo !"

Quelle parole furono come lame nell'animo dei sovrani. Non persero attimo, lasciando la piccola principessa con le balie, corsero col resto del branco verso la gola, più veloce che potevano, ma al loro arrivo, la scena che li si parò dinanzi, fu qualcosa di atroce.
Simba si sentì il mondo crollargli addosso, ancora una volta, come anni addietro. Non era riuscito a proteggere suo figlio.
Nala non riuscì a proferire parola, non poteva, non vi riusciva. In quel preciso momento stava solo ribollendo e non fosse stato per l'intervento di Simba e delle leonesse, si sarebbe gettata su Zira come una furia.
Nonostante la legge fosse chiara in merito, e dentro se sentisse lo stesso odio che provava la compagna, il re decise di risparmiare la vita dell'accusata. Ella avrebbe dovuto lasciare le Terre del branco per sempre, assieme ai suoi cuccioli. Questa la sua punizione, vivere con quell'errore addosso.

Fu un brusco risveglio per Nuka e Vitani. Le leonesse li prelevarono assieme a Kovu dalla loro grotta e li condussero dalla madre, al confine delle Terre. Vitani capì, capì cosa la madre aveva fatto. Ma perchè ? Perchè era arrivata a tanto ? Non riusciava a capire cosa l'avesse spinta, non poteva sapere che era stata vista, quel giorno.
Il dolore, il vuoto che sentiva dentro di se era enorme, tali da farle spezzare il cuore, da farle dimenticare cosa volesse dire affezionarsi a qualcuno. In quel preciso momento, cominciò a coltivare l'odio dentro di se, un odio che la madre fu abile ad indirizzarle contro i sovrani della Rupe. Perfino Nuka sarebbe cambiato di lì a poco, impazzendo, cercando solo di dimostrare alla madre di essere il degno figlio di Scar.

La notizia dell'accaduto si spare come polline al vento nelle Pridelands e nelle terre vicine. Gli amici e il branco si strinsero intorno ai due sovrani distrutti.
La scomparsa dell'amico fu uno shock per Afua, non poteva e non riusciva a crederci. Il padre Malka decise di portarlo con sé nelle terre a sud, assieme alla madre Asali.
Anche Mheetu lasciò le Pridelands. Era già da tempo che il giovane leone andarsene per trovare un suo branco, ma non così, non con questo dolore addosso. Furono Nala e Sarafina a convincerlo ad andare, altrimenti sarebbe rimasto distrutto da tutto quel dolore, dolore che crebbe ulteriormente quando, una mattina, il corpo di Sarabi fu ritrovato nella gola, accanto a quel fiore a lei tanto caro. Per Simba, quella gola divenne un luogo maledetto, irto di dolorosi ricordi, mentre Nala passò giorni a struggersi per la perdita di suo figlio, smettendo di mangiare e passando le notti a piangere. Fu solo l'amore verso la loro secondo genita a permettere ai due sovrani di riprendersi e sperare per il futuro. La piccola sarebbe stata presentata ufficialmente come futura sovrana della Rupe.
La sera prima della presentazione, i due sovrani si misero ad osservare le stelle assieme.

"Credi che lo rivedremo mai ?"

"Non lo so caro. Ma ora, tuo padre e tua madre sono con lui. Non sarà mai solo." nel lasciar uscire quelle parole, la regina si strinse al compagno strofinandosi nella sua criniera.

"Sei ancora sicuro di volerle dare quel nome ?"

"Sì. Lui avrebbe voluto chiamarla così. Kiara. In questo modo, continuerà a vivere con noi, anche se attraverso un ricordo legato a quel nome."
Simba sorrise rivolgendo uno sguardo amorevole e speranzoso verso la compagna.

"Magari un giorno, le racconteremo di suo fratello. Di come era e di quanto le volesse bene. Ma per ora, sarà meglio non dirglielo."

Nala annuì, anche se a malincuore, ma sapeva che dirlo alla piccola forse, le avrebbe riempito la testa di pensieri, e lei non voleva che accadesse.
Il silenzio avvolse nuovamente la Rupe, mentre i due sovrani rivolsero un ultimo sguardo alle stelle, sperando di scorgere un qualsiasi segno del loro piccolo scomparso, prima di andare a dormire.

Quella sera, tutti coloro che lo avevano conosciuto e che gli volevano bene, rivolsero uno sguardo al cielo, tutti con gli occhi colmi di tristezza e incredulità per quanto accaduto.
Dall'alto del termitaio ove si era stabilita con la madre, la piccola Vitani scrutava con i suoi occhi zaffirini colmi di lacrime, sperando di avere un segno, anche minimo, che Kopa fosse lì.

"Non doveva andare così... IO, non dovevo reagire così... Ho sbagliato, ho sbagliato io quel giorno e ora io... Perdonami Kopa... Ti prego, ti scongiuro con tutta me stessa... Ovunque tu sia, perdonami...".

Le parole erano spezzate dal singhiozzo, un singhiozzo misto di disperazione e rabbia. Ma quella parole non ebbero risposta, e la piccola leonessa sentì il suo cuore straziato piangere con lei, un dolore che non avrebbe mai pensato capace di provare. Un dolore che, così credeva, non le avrebbe mai dato pace...

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Capitolo 8
*** Whispers in a dream ***


Wispers in a dream



Il sole batteva forte, e le ferite non ancora chiuse bruciavano come lame piantate nelle carni. Erano ore ormai che vagava nelle terre di nessuno, senza una meta, solo e senza un passato.
I rami del bush avevano frenato la caduta al suolo, salvandogli il collo e la schiena, ma non dallo svenimento per l'impatto. Non sapeva per quanto avesse dormito, giorni forse, almeno un paio, ma al suo risveglio, Kopa aveva realizzato di essere sopravvissuto. Sul momento pensò di tornare alla Rupe, ma quando udì da alcuni uccelli migratori gli avvenimenti successivi alla sua presunta scomparasa pensò che non meritava quella fortuna e così decise di incamminarsi in quei territori oltre le Pridelands, lontano dalla protezione della famiglia e del branco, lontano da chi conosceva lui e il suo nome, dove avrebbe dovuto contare solo su se stesso. Si sentiva in colpa per la fine di sua nonna, si sentiva un debole. Ma dopo ore passate sotto quella fornace, sentiva le forze mancargli e le ferite ardergli sino all'anima, oppresso dalla sete non riusciva più a camminare. Quando trovò un posto nascosto all'impietoso occhio del sole, il leoncino ne approfittò per bere da una piccola fonte e per riposare.
Era stanco e deperito, e dormire lo avrebbe aiutato a recuperare le forze e magari a rimarginare le ferite.
Una volta addormentato, il principe fece uno strano sogno, se sogno lo si poteva chiamare...

"Kopa..."

Il leoncino si guardò intorno, cercando di capire la direzione di quella voce ovattata che sembrava provenisse da nessuna e da tutte le direzioni.

"Chi c'è ? C'è qualcuno ?" domandò spaventato.

La voce continuò a chiamarlo, e lui continuò a girarsi intorno, sino a quando una figura li si formò dinanzi, una figura a lui familiare.

"No... nonna ?"

La figura sorrise amorevolmente, senza parlare. Il leoncino scoppiò a piangere e si strinse alle sue zampe.

"Nonna, mi... mi dispiace. Non dovevi... non dovi andartene ! Perchè... ? Perchè ti sei sacrificata ? Perchè ?! E' stata solo colpa mia... E' stata solo colpa mia..."

Le parole del cucciolo erano interrotte dai singhiozzi, singhiozzi di disperazione e senso di colpevolezza per qualcosa che era accaduto.
La nonna scosse la testa e rispose sorridendo.

"Kopa, non è stata colpa tua, assolutamente."

"Ma nonna... io..."

"Tua nonna a ragione Kopa. Quanto accaduto, non è colpa tua."

Dietro ai due comparve una figura leonina, maestosa, regale, possente.
Il leoncino rimase sorpreso ed incantato da quell'immagine.
Sarabi intuì la sua sorpresa e rassicurò il piccolo leone.

"Nipote mio, questo è tuo nonno. Non preoccuparti, lui è qui per darti consiglio."

Dopo aver osservato la nonna, il leoncino si avvicinò piano piano, quasi avesse timore, alla figura di Mufasa, il quale gli sorrise dolcemente.

"Nonno... Sono morto, vero ?"

Il leone scoppiò in una fragorosa risata.

"Assolutamente no Kopa. Questo è soltanto un sogno. Tu sei vivo e vegeto, e hai una famiglia che ti aspetta."

"Ma come potrei tornare dopo quanto accaduto ? Ho causato la morte di mia nonna. Ho fatto soffrire i miei e..." si trattenne dal finire la frase, e dal pronunciare il nome di Vitani. Già, la sua amica. Ora per colpa sua, lei era esiliata, chissà dove in quelle lande desolate. Con che coraggio avrebbe potuto continuare a vivere nelle Pridelands, mentre lei pativa quelle sofferenze ? Con che coraggio avrebbe potuto farle anche questo ?
Mufasa intuì, o forse sapeva già tutto, fatto stà che poggiando una delle sue possenti zampe sul nipote, gli sorrise.

"Ascoltami Kopa, so a chi stai pensando e al dolore che lei ha provato. Ma un giorno dovrai tornare a casa e affrontare tutto ciò."

"Non posso. Non posso tornare se non credo in me. E poi, ora sarà Kiara a divenire la futura sovrana, di me non avranno bisogno..."

"Kopa ascoltami. Tua sorella, tua madre, tuo padre, tutti loro, avranno sempre bisogno di te. Ma capisco che per ora tu non voglia tornare. So i dubbi e le paure che ti attanagliano e so quanto sia dura ora per te. Kopa, come dissi a tuo padre, tu devi prendere il tuo posto nel cerchio della vita..."

Il leoncino alzò di colpo lo sguardo e fissò diritto gli occhi del nonno.

"BASTA ! DOVETE SMETTERLA DI RIPETERMI STA STORIA ! TU E MIO PADRE CONTINUATE A RIPETERMI LE STESSE COSE E A CARICARMI DI ASPETTATIVE E RESPONSABILITA'! DOVETE SMETTERLA ! IO NON SONO COME VOI, CAPITELO !"

Il cucciolo riprese un attimo fiato da quello sfogo, respirando affannosamente.

"Io sono solo Kopa, non un re del passato... E ho appena causato tanta sofferenza a tutti... Non sono degno di governare le Pridelands..."

Mufasa osservò gli occhi del cucciolo e sorrise e scuotendo lievemente la testa. C'era qualcosa in quei piccoli occhi cangianti, la luce ardente di una forza tenuta nascosta e repressa, forse per timore.


"Kopa, sei più forte di quanto tu creda. Non devi abbatterti e non permettere a nessuno, te in testa di negarlo."

Il cucciolo osservò il vecchio leone attentamente.

"Cosa vuoi dire nonno ?"

"Nulla Kopa. Dovrai capirlo da solo, ma non alla Rupe. Dovrai farlo fuori, lontano dalla sua protezione..."

Kopa ascoltò in silenzio i discorsi del nonno, cercando di capire. Cosa voleva dire suo nonno ? Cosa aveva visto in lui ?

"Dunque, sarò solo, non è così ?"

Il re e la leonessa si strinsero assieme prima di rispondere.

"No Kopa, non lo sarai mai. Noi veglieremo sempre su di te. E come noi, anche i grandi re del passato. Saremo al tuo fianco, sempre, anche se non potrai vederci. Ogni qual volta avrai bisogno, noi ci saremo. Ricordalo sempre."

Una luce rischiarò la scena, proveniva da dietro le spalle del principino.

"E ora che tu vada. Ricorda il nostro discorso Kopa e vedrai che tutto si sistemerà."

I tre si strinsero in un abbraccio, prima che la luce avvolgesse il gruppo facendo destare il piccolo leone.

La luce dell'alba illuminò i suoi occhi marroni cangianti riportandolo alla realtà. Si stiracchiò e bevve dalla fonte. Le ferite erano ormai guarite e non duolevano più come prima. Uscito dal suo nascondiglio, il piccolo principe salì sopra una roccia e osservò il sole sorgere sul deserto.
Un nuovo giorno era al principio e portava con se il vento di un nuovo inizio, di una nuova avventura, un'avventura alla ricerca di se stessi...

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Capitolo 9
*** Wigo ***


Wigo



Erano ormai passati quattro anni da quando si era staccato dal suo passato, quattro anni di sofferenze e dure lezioni dalla vita, dure forse anche più della stessa secca terra sulla quale i suoi artigli poggiavano in quell'istante.
Era sera e la calura si era tramutata in un freddo abbraccio oscuro, pungente come delle zanne piantate nelle carni, come quelle di quattro anni addietro...
Tante cose però erano cambiate da allora, lo stesso Kopa era cambiato, era cresciuto, e a quel freddo il giovane leone si era ormai abituato. Erano ormai anni che viveva così, tra il caldo cocente del giorno e il freddo quasi soffocante della notte, e pian piano era riuscito a comprendere l'equilibrio che legava tutto. Già, solo laddove il cerchio della vita è interrotto, puoi capire realmente quanto delicato ed importante esso sia.
Quella sera il giovane leone stava rimirando le stelle, quelle stelle che nel cielo limpido e quasi mai nuvoloso delle lande desolate apparivano più grandi e limpide che mai...
Il peggio ormai era alle spalle. Il ricordo di quei primi mesi, da solo in quelle terre, spaventato e incapace ancora di cavarsela da solo, riecheggiava ancora nella sua memoria; ma infondo, era allora solo un cucciolo, ora invece era un giovane leone, e quel piccolo ciuffo che aveva una volta, ormai si era mutato in criniera, ribelle e non ancora folta come quella del padre, ma sufficentemente folta e lunga da cadere a mascherare i suoi occhi cangianti, ora impegnata a scrutare il cielo, quasi stessero cercando nella volta stellata un segno...

"Ehi Kopa... Ancora a rimirare le stelle ? Mantieni i piedi a terra bruno, per ora sei ancora qui tra i mortali."

Kopa si voltò verso il fondo della grotta dove ormai risiedeva. La sagoma di un leone suo coetaneo, dal manto bruno acacia e dalla criniera mora, con due grandi occhi blu marino, che stava in piedi ad osservarlo.

"Msiri... Quante volte devo dirti di non chiamarmi così ? Kopa è un nome che mi lega al passato..."

"E credi che aggirarti come uno spettro, e farti chiamare tale, ti aiuterà ad allontanarti da esso ?"

Wigo, così si faceva chiamare ora il giovane principe, rivolse un sospirante sguardo al cielo, cercando di evitare la discussione.

"Msiri, sei ancora a cercare di convincerlo ? Lo sai benissimo che tanto è inutile. E' più cocciuto di uno gnu lui. E vista l'ora, gradirei dormire un po'. Se aveste tutte queste energie quando bisogna cacciare, forse oggi sareste riusciti ad abbattere quel bufalo !"

Msiri scoppiò a ridere sentendo quelle parole, poichè ne conosceva l'origine.

"Oh, andiamo Dwani ! Non mi sembra che anche tu sia stata di grande aiuto."

La leonessa fece una smorfia sarcastica prima di riappisolarsi. Dwani era un giovane leonessa, molto saccente, l'unica femmina del trio. Due occhi color grano che contrastavano col suo manto bruno scuro.
Il principe si era unito a loro da qualche anno ormai. Erano diventati la sua famiglia, il suo branco, ed erano gli unici a sapere il suo vero nome e parte della sua storia.
Insieme a loro, Kopa aveva quasi dimenticato il suo passato e a farsi una nuova vita. Quasi, perchè non tutto del suo passato poteva essere dimenticato, e mentre le risate dei suoi compagni d'avventura riecheggiavano per la grotta, il giovane principe si perse ancora una volta a rimirare il cielo, sospirando per un vuoto che credeva ormai impossibile da colmare...

Ma quella notte, i suoi non erano i soli occhi a fissare la volta notturna. Due occhi zaffiro, da troppo oscurati dall'odio, quella sera si erano nuovamente rivolti al cielo, a cercare quella parte di se ormai persa da anni....

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Capitolo 10
*** Memories ***


Memories



Erano passati ormai alcuni mesi da quel giorno, quello che avrebbe dovuto proclamare il trionfo di Zira e la fine di Simba, il giorno dove in realtà, essa stessa perì vittima del suo orgoglio e della sua ira, il giorno in cui Vitani si era distaccata da lei, il giorno, dove aveva ripreso possesso della sua vita.
Per quanto potesse dispiacerle, la morte della madre fu come una liberazione per lei e le altre leonesse. Zira sapeva farsi rispettare, lo aveva dimostrato già al primo giorno nelle Outlands, con carisma, forza bruta e orgoglio. Troppo per permetterle di accettare la proposta di Simba.
Il ritorno alla Rupe aveva riempito Vitani di un misto di gioia, tristezza e malinconia...
In quei mesi, la leonessa si era da subito inserita nel branco, e in poco tempo si era irrobustita a sufficenza da poter sovrastare le altre leonesse nella caccia. Si sentiva nuovamente viva e libera, e pian piano aveva rimosso il rancore che serbava in sé.
Oramai era ben voluta, nonostante quel suo carattere deciso mai cambiato da quando era cucciola, soprattutto da Kiara e Kovu. Con la principessa in particolare si era instaurato un legame di amicizia molto forte, tanto da esserne diventata quasi la guardia del corpo, una sorella maggiore.
Alle volte Kiara non capiva questa protezione nei suoi confronti, ma per Vitani proteggere la compagna di suo fratello, era un atto dovuto a Kopa.
Già, Kopa... Da quanto ormai non rimembrava quel ricordo ? Da quando era tornata nelle Pridelands, il ricordo dell'amico era tornato a farsi strada nella sua mente, ogni luogo era un ricordo di lui. Ricordi, già, solo immagini nella sua mente di un passato ormai lontano.
Persino la compagna di Nuka ora aveva qualcosa di lui , due gemellini. Vitani invece, era sola, non aveva nessuno che sapesse come si sentiva realmente, e anche quando Kiara o Kovu cercavano di indagare, lei subito evitava l'argomento, e per i sovrani, il solo ricordo di quel figlio scomparso era troppo straziante. 
Una sera, mentre tutti dormivano, Vitani lasciò la grotta e si avviò nella savana. Non riusciva a prendere sonno e pensò che una camminata serale, l'avrebbe aiutata. Inconsciamente però, stava ripercorrendo i luoghi che da piccola aveva condiviso con Kopa, i luoghi dove avevano giocato assieme. Tutti quei pensieri, la portarono a sdraiarsi in una piccola radura nella savana, un luogo che conosceva bene, poichè in quella radura si era soffermata la sera in cui aveva subito quell'incidente con lui, passandola ad osservare le stelle e a riflettere. 
Il vento attorno a lei faceva ondeggiare l'erba, facendole credere di essere in mezzo ad un mare verde e frusciante, e mentre ascoltava quel calmo suono, rivolse lo sguardo al cielo, venendo catturata dalla sua limpidezza e dalla lucentezza di quegli astri, in mezzo ai quali sperava di scorgere dopo tanto tempo, un segno di lui, del suo perdono.

"Mi manchi. Non so da quanto tempo non venivo a cercarti, ma ora vorrei tanto che tu fossi qui...
Sei ancora vivo nei ricordi di coloro che ti hanno amato e, anche se non ti hanno mai nominato davanti a lei, sei stato una presenza importante per tua sorella. Solo il fatto che porti il nome che tu scegliesti per lei...
Non è facile, sai? Tutte le volte che mi dice che si sente come se dovesse prendere un posto che non è suo, quando parla del diventare regina, vorrei tanto raccontargli di te, di chi eri e quanto le hai voluto bene. Ma non posso, non ce la faccio..."

I sospiri e i singhiozzi interrompevano la preghiera della giovane leonessa, mentre i suoi occhi e il suo volto venivano rigati dalle lacrime.

"Kopa ti prego... Non tacere, ti scongiuro... Ho passato anni a covare rancore... Ma ora vorrei solo che tu mi perdonasti per quella volta, che perdonasti quella mia reazione... Non volevo... Ti prego, non posso perdonarmi di non averti potuto rivedere... Non posso perdonarmi per quello che ti ha fatto mia madre..."

Nel mezzo di quella supplica, una piccola lucciola si sollevò in volo, poggiandosi delicatamente sul naso della leonessa. Per un secondo, sul muso della stessa si dipinse un piccolo sorriso mente il cullare frusciante del vento tra l'erba la fece addormentare con ancora le lacrime in viso, sognando ancora di quando era felice e innocente, di quando ancora quel cucciolo dal ciuffetto castano faceva parte della sua vita. Una vita fa, una vita passata, una vita terminata in un nebuloso giorno di quattro anni addietro, in una gola non molto distante da lei...

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Capitolo 11
*** Wind of meeting ***


Wind of meeting




Il sole stava lentamente facendo capolino all'orizzonte, tingendo coi suoi giovani raggi la desolazione delle terre circostanti con sfumature rosate, poggiandosi sulle palpebre di Wigo, facendolo destare dal suo risposo. Dopo essersi un attimo osservato intorno, il giovane leone sbadigliò e si stiracchiò. Msiri e Dwani dormivano ancora della grossa, e Wigo non volle disturbarli, così uscì dalla grotta e si diresse alla fonte d'acqua lì vicino per abbeverarsi. Una volta giuntovi, osservò attentamente che i coccodrilli che l'abitavano fossero tutti sulla riva a riscaldarsi ai giovani raggi mattutini e, appurata la situazione, si chinò per bere.
Intorno a lui vi era silenzio e calma, ravvivata solo da qualche tortora del deserto che calava sulla pozza per intingervi le sue penne al fine di raccogliere l'acqua per dissetare i propri pulcini, nascosti in un nido, chissà quanto distante da quel luogo.
Ad un tratto, la quiete fu scossa dal suono dello sbattere delle ali delle tortore, spaventate da qualcosa, o meglio, da qualcuno.

"Dannazione, sono scappate di nuovo !"

"Oh, smettila di blaterare Chuki ! E' per colpa tua se sono scappate, fai troppo rumore!"

"Oh, mi scusi tanto, signor Uadui se IO, almeno cerco di rimediare la colazione !"

"Piantala te! Non sai fare altro che creare problemi !"

"Calmatevi voi due ora ! Non sprecate energie in questi futili motivi."

"Scusaci Kisasi..." risposero in coro i due leoni.

Kisasi osservò i suoi fratelli dall'alto in basso, con quei suoi occhi glaciali, azzurri, lievemente celati da una criniera ramata. Non era il più grosso dei tre, ma ciò che non aveva in fisico, lo recuperava in astuzia.
Anche se fisicamente lo sovrastava, perfino il suo colossale fratello Uadui non osava contraddirlo.
Quei tre erano davvero pericolosi, nati e cresciuti in quelle lande desolate che ne avevano forgiati carattere e tempra, privandoli di qualsiasi sentimento che potesse definirsi buono e privi di qualsiasi scrupolo nell'ottenere qualcosa. Wigo aveva modo di vederli in azione varie volte in passato e l'ultima cosa che avrebbe mai voluto era proprio incontrarli. Rimase impassibile nella sua posizione, sino a quando Kisasi non lo notò con la coda dell'occhio.

"Ma bene bene bene. Ragazzi, guardate chi abbiamo trovato. Wigo, anche tu da queste parti ?"

"Ehi Wigo ! Da quanto tempo, che ne dici se vieni qui e rivanghiamo i vecchi tempi, eh ?"

"Dai su, una rimpatriata tra vecchi amici..."

Wigo sollevò il capo dalla fonte e rispose.

"Amici ? Noi ? Lo sapete benissimo che con voi non voglio avere nulla a che fare."

"Oh, il piccolo leoncino fifone ha la lingua pungente fratelli. Orsù, perché non vieni qui e non ce lo dici in faccia ? Cos'è ? Hai forse paura di noi ?"

Wigo ringhiò verso il trio, ma non si azzardò ad avvicinarsi. Sapeva che da solo non avrebbe potuto farcela.

"Ehi voi ! Perché non la finite e ve ne tornate da dove siete venuti ?"

I leoni presenti alla fonte rivolsero il loro sguardo verso la direzione ove proveniva la voce.
Msiri e Dwani erano giunti alle spalle dell'amico e si erano messi in posizione di attacco, pronti ad aiutarlo.

"Oh, vedo che ci sono anche i tuoi amichetti."

"Kisasi, piantala di fare il gradasso, e tornatene da mammina !"

"Ehi tu, leonessa da strapazzo, come osi rivolgerti così a nostro fratello ?"

"Piccola, faresti bene a non scherzare con noi solo perché sei una femmina ! Non avremmo pietà di te comunque !"

"Oh, sto tremando di paura, due leoni grandi e grossi che mi minacciano, aiutatemi..." rispose in maniera sarcastica Dwani.

"Andiamo ragazzi, non ne vale la pena di litigare con quei tre. Andiamocene."

Wigo si voltò e fece per andarsene, seguito con un po' di stupore dai suoi amici, quando sentì la voce di Kisasi

"Ehi Wigo ! Dove credi di andare ? Lo sai che non si danno mai le spalle agli avversari ?"

"Oh, non ti preoccupare Kisasi, lo so benissimo. Fossi in te però, mi preoccuperei di più degli abitanti della fonte..."

A quella frase, Kisasi rivolse immediatamente lo sguardo sulle rive della fonte e poi sulla superficie dell'acqua, balzando di scattò all'indietro, quando capì che i coccodrilli erano tornati in acqua.

"Uadui ! Chuki ! Andiamocene. Lasciamo perdere quelle tre calzette. Sarà per un'altra volta..." dettò ciò, Kisasi si voltò e scomparve nel nulla di quelle aride terre, seguito dai suoi fratelli.
Wigo lo seguì fino a che poté con la coda dell'occhio, poi si diresse dalla parte opposta seguito dagli amici.

"Possibile che tu ti metta sempre nei guai, eh ?"

"Pff ! Ha una calamita per quelli, Msiri. E' inutile che ci pensi."

"Ehi voi due. Non per dire, ma avevo tutto sotto controllo. Non li avrei mai affrontati da solo, e lo sapete bene."

"Oh, vedo che il senso dello humor non lo perdi mai te, eh ?"

"Dicevo sul serio Msiri. Ora, occupiamoci di trovare di che sfamarci, visto che quei tre idioti avranno sicuramente buttato scompiglio nella zona."

I tre si diressero verso la zona delle gole, dove speravano di poter tendere un agguato a qualche incauta creatura.
Quando vi giunsero, il sole era oramai alto nel cielo, ma l'ombra della gola permise ai tre di non cuocersi le cervella come uova sode; ma il luogo non era silenzioso: le sue pareti facevano da eco al suono di una lotta, e dai versi che si potevano udire, doveva trattarsi delle iene.
Il trio fece per andarsene, quando un ruggito catturò l'attenzione di tutti.

"Avete sentito anche voi ?"

"Sì Wigo, quello era il ruggito di un leone."

"Che sia uno di quei tre ?"

"No Dwani, non possono essere loro. Andiamo a vedere !"

I tre amici si diressero verso l'origine di quei versi.
Nella gola, un leone adulto, possente, dal manto chiaro e la criniera bruna era intento a lottare contro un gruppo di iene, ma nonostante la sua stazza, era in netto svantaggio. Wigo fu il primo a gettarsi nella mischia, seguito subito dopo dai suoi amici. Dopo circa una decina di minuti le iene erano fuggite, lasciando al suolo almeno cinque dei loro. Mentre Wigo riprendeva fiato e cercava di levarsi di dosso il sangue degli avversari, gli altri due si occuparono di prestare assistenza al leone appena soccorso.

"Non sei di queste parti, eh ? Non lo sai che le gole sono il terreno di caccia di quelle bestiacce ? Da dove vieni ?"

"Vengo dai monti. Stavo recandomi a trovare mia sorella e la sua famiglia."

"Dunque hai già fatto questa strada altre volte."

"Solo una, quando me ne sono andato dal mio branco di origine per trovarne uno mio." Il leone prese un attimo fiato e poi riprese a parlare.
"Non mi sono ancora presentato, il mio nome è Mheetu, sovrano delle terre montuose. Posso sapere il nome di voi baldi giovani ?"

"Il mio nome è Msiri, lei è Dwani."

"Ciao."

"Salve giovane leonessa."

"E invece lui è Wigo. Ma ora dicci, Mheetu, le terre dove ti stai recando sono distanti ?"

"Le Pridelands ? Se la memoria non mi inganna sono ad almeno due giorni di cammino a est. Infatti, credo che mi rimetterò subito in viaggio."

"In quelle condizioni ? Non credo sia un'idea saggia. Per quanto forte voi siate, sareste facile vittima delle iene." sentenziò Dwani.

Mheetu riflettè un attimo, e poi rispose alla giovane leonessa.

"E se voi mi accompagnaste ? Fare il viaggio in gruppo è sicuramente meglio che farlo da solo. Magari, potreste entrare nelle Pridelands.

Sarebbe per voi un miglioramento della situazione attuale. Cosa ne dite?"


"Che non possiamo. Ci dispiace, ma noi non possiamo proprio aiutarla. Ci perdoni." Rispose Wigo, che era rimasto in silenzio tutto il tempo, impietrito al suono di quei nomi, quello di suo zio e delle sue terre.  Il passato dal quale stava cercando di fuggire, lo aveva trovato anche in quella landa desolata. Fece per andarsene quando la voce di Dwani lo fermò.

"Wigo ! Cosa dici ? Lo sai benissimo che non è un viaggio per leoni soli quello, e tu vorresti che, ferito com’è, lo affronti da solo ? Ma che ti prende ?"

"Dwani ha ragione Wigo, non possiamo lasciarlo da solo." Dicendo ciò, Msiri prese Wigo sotto braccio e si rivolse a lui parlandogli nell'orecchio.

"E poi, può essere una buona opportunità per riprendere contatto col tuo passato. Non credi sia un segno ? Pensaci. Quante possibilità c'erano di incontrare un leone diretto nelle terre da cui provieni ? Secondo me, è il destino che ti dice che devi tornare..."

"Giovane Wigo... So che sono un estraneo, ma non mento quando dico che vi sarò grato per l'aiuto datomi. Non voglio essere un peso, quindi, se per voi è un problema accompagnarmi, io mi avvierò da solo"

"No. Ha ragione Dwani. Non possiamo lasciarla da solo. L'accompagneremo noi."

"Grazie infinite. Vi prometto che saprò sdebitarmi."

"Non lo prenda come un debito. E' un dovere aiutare gli altri, soprattutto quando ne hanno bisogno."

Detto queste ultime parole, Wigo si incamminò dietro algruppo, mentre il suo pensiero si rivolse al nonno.

"Nonno. Lo so che dietro a ciò c'è la tua zampa. Ma perché ora ? Perché farmi tornare ? Cos'hai in mente ?"

Mentre il gruppo procedeva, un vento caldo ma leggero, quasi come il soffio di un familiare, iniziò a soffiare nella direzione ove il passato avrebbe incontrato il presente, scompigliando la criniera del giovane wigo, che ancora cercava di cogliere il perché di quell'inaspettato incontro...

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Capitolo 12
*** The Hunt ***


The Hunt



La pioggia della sera precedente aveva lasciato sulla rupe un velo di umidità quasi respirabile, mentre sul verde delle piante luccicavano come perle al sole nascente le poche gocce rimaste.
Kiara fu la prima a svegliarsi quella mattina e subito si era avviata sulla Rupe ad osservare la savana svegliarsi con l’apparire del nuovo giorno.
Con la solita allegria, la principessa si recò all'interno della grotta per svegliare le cacciatrici, rimanendo poi sorpresa di non trovarvi Vitani. Quando Kovu si svegliò, si vide costretto a tranquillizzare la sua compagna.

"Kiara non preoccuparti per lei. E' una leonessa forte e adulta, sa badare a se stessa, e se anche oggi ha dormito fuori, avrà avuto i suoi validi motivi."

"Sì lo so, ma è la terza sera che lo fa, comincio a preoccuparmi che lei non si trovi bene qui."

"Non devi assolutamente pensarlo, credimi. Mia sorella qui sta benissimo, e si è integrata a meraviglia col gruppo. Probabilmente, avrà altro a cui pensare..."

Nonostante le sue parole, anche Kovu era preoccupato: non aveva mai visto la sorella così, e lei non lo aiutava di certo a capirla, ma cercava comunque di tranquillizzare Kiara non dandolo a vedere.
Anche lui non era tranquillo di quei tempi, soprattutto perchè come la sua compagna nutriva forti dubbi in merito al suo possibile futuro da sovrano. L'addestramento subito dalla madre non era rivolto ad essere un buon re, così come Kiara si era sempre sentita come se quell'aspetto della sua vita le fosse stato scelto dopo e non le fosse designato.
Al risveglio dei sovrani, l'intero branco uscì dalla grotta, pronto per affrontare la giornata, mentre attendevano per diverse ore il ritorno di Vitani, invano.
Kiara allora decise di partire con le cacciatrici per procurare il cibo al branco. Salutati Kovu e i sovrani, la principessa si avviò con le altre nella savana, giungendo sino al confine ovest, vicino alle rive del fiume. Da un po' di giorni una mandria di gnu sostava nell'area e, dopo le abbondanti piogge delle sere precedenti, pascolavano beatamente, ignari delle leonesse.
Kiara e le compagne si schierarono, cercando di nascondersi nell'erba, ma prima che esse sferrassero l'attacco, la mandria cominciò a scappare, facendo disperdere le cacciatrici. La principessa dovette fuggire verso il fiume, finendo bloccata tra la riva ed una parete di roccia assieme a Kike e Kahawia.

"Cosa può averli fatti agitare così ?"

"Non lo so. Ma la cosa non mi piace."

"A chi lo dici... Sembrava quasi che..."

Le tre si ammutolirono di colpo, quando sentirono quei versi, quasi dei sghignazzi, così familiari eppure così rabbrividenti, avvicinarsi a loro.
Dall'alto della parete una sagoma le osservava mentre altre discendevano le rive avvicinandosi lentamente, con i loro denti messi in mostra da quel ghigno, quasi sbeffeggiante, che solo loro potevano avere, le iene.
Dopo la dipartita di Scar, si erano disperse e saltuariamente erano ricomparse, ma mai in gruppi così numerosi.
Kiara e le altre si trovarono circondate da almeno una ventina di quegli esseri, i quali dopo un cenno della sagoma, si lanciarono all'attacco.
Le leonesse si misero sulla difensiva, ma senza via di fuga la lotta sembrava impari, soprattutto quando Kike fu isolata e sopraffatta da quelle belve. Kiara e Kahawia cercarono di resistere, ma sapevano che salvo interventi, nessuna di loro sarebbe uscita da lì.
Quando ormai stavano per essere soggiogate anche loro, un ruggito squarciò l'aria e un leone si gettò nella mischia mettendo a riposo diverse iene prima che potessero reagire.
In pochi istanti il branco di assalitori si disperse, lasciando al suolo almeno mezza dozzina di suoi componenti.
Il leone alzò lo sguardo verso la sagoma che dalla parete osservava la scena, la quale, senza proferire verbo alcuno, se ne andò da lì.
Kahawia si diresse verso la salma di Kike con gli occhi gonfi di lacrime per l'amica, mentre Kiara si avvicinò al leone per ringraziarlo.

"Gra... Grazie. Se non fosse stato per te, non saremmo qui."

Il felino che le si parava davanti era un giovane maschio, possente anche se un po' magro, con un manto bruno sfumato arancio scuro, sormontato da una criniera castana che celava in parte lo sguardo del suo proprietario, e un corpo con discreto numero di segni di vecchie ferite celati sotto il suo manto. Quando il leone voltò la testa per osservare la leonessa, Kiara fu percorsa da una strana sensazione. Era inquietata da quella figura, eppure le metteva sicurezza, come una figura di famiglia...

"Wigo ! Wigo ! Va tutto bene laggiù ?"

I presenti si voltarono, mentre due leoni e una leonessa si avvicinavano a loro.

"Dannazione Wigo, perchè sei scattato in quella maniera ?"

Msiri non fece in tempo a finire la frase che il suo sguardo si posò sulle salme al suolo, capendo cosa fosse accaduto.

"Msiri, guarda quante orme. Ne hai mai viste così tante ?"

"No Dwani, mai prima d'ora."

Kiara fu sorpresa nel vedere tutti quei leoni, per un momento fu dubbiosa, ma prima che potesse proferire parola, sentì il suo nome chiamare.

"Kiara ! Kiara !"

Nala era stata avvisata da Zazu di ciò che stava accadendo al fiume e subito si era diretta sul luogo con le altre leonesse della rupe e le cacciatrici che aveva trovato lungo la strada. Giunta sul posto andò direttamente dalla figlia per accertarsi che stesse bene.

"Tesoro stai bene ?"

"Io sì mamma, ma Kike... Non fosse stato per il loro intervento, ora io e Kahiwa saremmo come lei..."

La regina osservò il gruppo di leoni avanti a lei, soffermandosi su due di loro. Il primo le ricordava Simba da giovane, non fosse stato per quella criniera castana, mentre l'altro aveva il manto e l'aspetto simile a Ni, solo molto più giovane e con un manto simile a quello di sua madre Sarafina.

"Mheetu ? Sei tu ?"

"Ehi Nala, era da un po' che non ci vedevamo, eh ?"

"Mheetu ? Quel Mheetu, mamma ? Lo zio Mheetu ?"

"Esatto Kiara. Lui è mio fratello. Accipicchia se sei cresciuto fratellino !"

I due conversarono per qualche istante, sino a quando non furono interrotti da Kiara.

"Mamma, non credi sarebbe meglio se lo zio continuasse il suo racconto alla Rupe ? E poi, dovrebbe presentarci i suoi amici, no ?"

"Tua figlia ha ragione Nala. Questi giovani mi hanno aiutato con le iene nelle outlands e mi hanno accompagnato sino a qui. Sono Msiri, Dwani e quello che è partito come una furia sulle iene è Wigo."

"Piacere di conoscervi e grazie per aver aiutato mia figlia."

"Piacere nostro." risposero Dwani e Msiri con un lieve inchino del capo.

"Dovere vostra maestà. Solo dovere, non si può lasciare qualcuno alla mercé di quelle bestie." fu la risposta secca di Wigo.

Nala e Kiara osservarono il giovane leone castano senza capire il perchè del suo tono chiuso e distaccato.
Le cacciatrici si occuparono di trasportare il corpo di Kike, mentre il gruppo si avviò verso la Rupe.
Msiri si avvicinò all'amico e iniziò a parlargli piano per non farsi sentire degli altri.

"Wigo scusa, ma Nala non era il nome di...?"

"Sì"

"E dunque tu saresti...?"

"Sarei stato."

"Ma perchè non ce l'hai..."

"Msiri. Cosa avrebbe cambiato ? Non ne voglio parlare. Quello era un altro me, un'altra vita. Capito ?"

Wigo ingoiò ancora una volta le sue emozioni e le parole che avrebbe voluto dire e si avviò verso la Rupe col gruppo, mentre i suoi amici l'osservavano con tristezza, pensando a quanto fosse difficile per lui, così vicino eppure mai così lontano dalla sua famiglia, senza volere e senza poter mostrarsi realmente a loro, come un qualsiasi figlio farebbe, ma non lui...

Mentre il gruppo si recava alla Rupe, sulla riva una sagoma scura osservava le salme rimaste a terra, col cuore ricolmo di sentimenti di vendetta e di odio, cullati a lungo per il momento in cui avrebbe potuto sfogarli verso i leoni di Priderock.

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Capitolo 13
*** Mother's heart ***


Mother's Heart



Nonostante il Sole fosse ormai alto, la sua luce non sembrava in grado di filtrare in quella stretta e tetra gola delle Outlands, eppure nella sua ombra si potevano scorgere dei riflessi giallognoli, in costante movimento, che osservavano il tutto da sopra i loro ridenti ghigni.
Basha era sdraiata a terra, in preda ai suoi pensieri, quando sentì chiamare il suo nome, e allora fu costretta a rizzarsi in piedi.

"Cosa accade ora ? Spero nulla di grave. Il piano ha avuto successo, nevvero ?"

Le due iene che erano giunte si guardarono negli occhi e deglutirono. Sapevano che Basha non era tipo con cui scherzare. Le cicatrici sul corpo della iena erano un monito per tutti: se era stata capace di riunire i vari clan di iene che si erano creati dopo la caduta di Scar e la scomparsa del trio, un motivo c'era.
Il terrore si dipinse sul volto dei due messaggeri, sino a quando uno dei due prese coraggio e riferì quanto aveva da dirgli.

"Il piano è fallito... C'è stato un imprevisto..."

"Un imprevisto ?"

"Un leone, lo stesso che era intervenuto qualche giorno fa nella gola. Abbiamo lottato sino alla fine, ma..."

La seconda iena non fece in tempo a terminare la frase che Basha le fu addosso, e senza lasciare il tempo ad una risposta, spezzo il collo al messaggero con un morso.

"Fino alla fine ? E come mai voi siete ancora qui ? Come può un leone solo, avere la meglio su venti iene ?! Spiegamelo su, dimmi come è possibile ?"

Il primo messaggero si sentì come morire in quel momento: un solo errore e sarebbe finito come l'altro. Mentre le sue paure si impossessavano di lui, una voce si sollevò dall'ombra.

"E dunque, vi siete dimostrati quello che siete sempre stati: un branco di incompetenti. Siete riusciti a farvi prendere a pesci in faccia da un leone venuto da chissà dove..."

Basha si voltò verso la provenienza della voce, vedendo due occhi rossi luccicare nell'ombra. Con un cenno del capo fece allontanare le altre iene dalla zona, restando sola con quella figura, la qual si avvicinò, sempre restando celata nell'ombra.

"Che cosa ci fai qui ? Lo sai benissimo che potrei farti fuori in qualsiasi momento, eppure hai il coraggio di farti vedere qui ! Dimmi, cosa mi impedirebbe di ucciderti ora ?" La iena si mise in posizione di attacco, mostrando i denti.

"Vuoi forse fare la fine del tuo compagno ? Quale era il suo nome? Asante se non erro. E tua figlia ? Furaha ?"

Nell’udire quelle parole, Basha sentì il petto oppresso da una serie di sentimenti di rimorso, tristezza e impotenza, abbassando la guardia; fu in quell'attimo che una zampa felina le afferrò il collo e la premette contro la parete alle sue spalle, facendole mancare il fiato.

"Ricordati, che solo io so dove si trova la tua piccola, e se non farai come dico io, nessuna iena potrà mai trovarla. Te l'ho già detto: quando mi avrete aiutato a vendicarmi della Rupe, lei sarà libera e le Pridelands saranno finalmente vostre. E' chiaro il concetto ?"

Con le lacrime che le rigavano il muso, Basha annuì. Nel momento in cui toccò il suolo, riprese a respirare, lasciandosi andare ai singhiozzi di pianto per il pensiero della figlia. Non poteva agire diversamente, la vita di sua figlia era troppo importante per lei, talmente tanto da obbedire ciecamente a quell'idea folle di estirpare i leoni dalle Pridelands.

"Procederemo come previsto, un paio di leoni in più non sarà un problema per voi. E se lo sarà, sarà tua figlia a pagarne il prezzo."

Mentre la figura si allontanava nell'ombra, la iena non poteva fare altro che stringere i denti e trattenere a forza quell'urlo di rabbia che le veniva da dentro, un urlo così forte che sembrava le facesse esplodere il petto se non fosse stato liberato, ma non poteva assolutamente lasciarlo andare.
I suoi pensieri volarono ad Asante, il solo che l'aveva sempre compresa e consigliata da quando era divenuta capo del suo clan e che le era sempre stata accanto, ma ora non poteva più esserle d'aiuto; lui avrebbe saputo come fare, senzaltro. Lui... Ma lui non c'era più, e ora lei doveva salvare Furaha, la sua piccola, la sua gioia, la sola oltre ad Asante che la vita le aveva donato, colei che ora doveva assolutamente salvare, anche a costo di scendere a patti con l'oscurità pur di farcela...

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Capitolo 14
*** Back to Priderock ***


Back to Priderock



L'emozione che sentiva dentro di sé, cresceva man mano che la figura di roccia che sovrastava la savana si avvicinava, eppure Wigo non faceva altro che inghiottirla e celarla. Era uno straniero agli occhi delle leonesse del branco, perchè avrebbe dovuto mostrarsi emozionato ? No, non poteva e non voleva fare si che il suo passato prendesse il sopravento su di lui. Tenendo lo sguardo in avanti, seguì Nala e Mheetu, che continuarono a conversare, sino alla Rupe.

Kiara continuava ad osservare quel leone dal crine castano mentre camminava. Aveva osservato anche Dwani e Msiri, le erano parsi simpatici, ma Wigo continuava a calamitare tutta la sua attenzione, senza alcun apparente motivo. Eppure le era familiare, era come se nella sua memoria, un piccolo lumino si fosse acceso là dove l'oscurità regnava sovrana, e un soffio sbiadito cercasse di dirle qualche cosa. Ma ora, non riusciva a capire cosa...

Il sole era ormai oltre il mezzogiorno quando il gruppo di leoni giunse a Priderock. Subito Kahawia e le altre leonesse si occuparono del corpo di Kike, mentre Nala e i suoi ospiti si recarono alla grotta. Prima che la regina potesse entrarvi dentro, un piccolo cucciolo dal manto marrone dorato, con un ribelle ciuffetto di peli neri sulla testa, le si fiondò tra le zampe, strofinando il suo musetto contro di esse.

"Mamma ! Sei tornata !"

Nala sorrise al suo piccolo Kengee e gli leccò la testa per rassicurarlo, mentre Timon e Pumba riprendevano fiato, per aver rincorso il piccoletto per tutta la Rupe.

"Non sono ancora riusciti a prendermi quei due." Disse con aria soddisfatta il cucciolo.

"Sono troppo vecchio per badare ai cuccioli, Pumba."

"A chi lo dici Timon. Non mi sento più le zampe dalla fatica."

Il tempo si faceva sentire anche sul suricata e il suo amico facocero, eppure erano ancora loro.
Nala sorrise ai due chiedendo se Simba fosse rientrato, ottenendo un affannato sì dai due. La regina si avviò dentro la grotta, ma prima chiese ai suoi ospiti di attendere un attimo fuori, assieme a Kengee.
Il piccolo osservò con interesse il gruppetto di leoni che gli erano accanto.

"E così voi avreste tirato fuori dai guai mia sorella ? E' sempre la solita, non riesce a non attirare le calamità su di sé." disse il piccolo sghignazzando e ricevendo in risposta un piccolo scappellotto dalla leonessa.

"Questa me la paghi piccolo principe !" disse Kiara afferrando il piccolo.

"Ahia ! Ma non è colpa mia sorellona se sei un'attira guai."

A quella scenetta fecero da sottofondo le risate dei presenti, eccetto per uno, che osservava quella scena in silenzio, cercando di nascondere l'emozione che provava.
Kengee sgattaiolò via dalle zampe della sorella e si nascose tra quelle di Wigo, che lì per lì restò sorpreso.

"Ti prego, nascondimi da lei !" disse il principino mostrando la lingua alla sorella.

"Brutta peste ! Non importunare gli ospiti !" gli fece eco Kiara.

Wigò calò il suo muso per guardare in faccia il piccolo leoncino che usava il suo corpo come nascondiglio, mostrando involontariamente i suoi occhi al piccolo.

"Non preoccuparti, non ti lascio prendere da quella cattivona." disse ammiccando a Kengee.

Msiri e Dwani furono sorpresi da quel gesto dell'amico, così spontaneo e tenero nei confronti di un cucciolo che non conosceva, ma che condivideva lo stesso sangue con lui: era come se per un attimo, Wigo avesse lasciato il posto a Kopa. Anche Kiara osservò quella scena stupita di come suo fratello si fosse improvvisamente calmato alla presenza di quello straniero.

"Mheetu ! Amico mio, da quanto tempo ! Ti trovo in forma, e quanto sei cresciuto !"

Il gruppo si voltò verso l'ingresso della grotta dal quale spuntavano fuori le figure dei due sovrani. Alla loro vista, Wigo si ricompose, inghiottendo nuovamente l'emozione di quel momento, mentre il re salutava il cognato, richiamando a sé il piccolo principe.
Al termine del racconto di Mheetu, Simba rivolse lo sguardo verso i tre giovani leoni, soffermandosi particolarmente sul giovane dalla criniera castana.

"E così, tu hai salvato mia figlia dalle iene, giusto ?"

"Sì padre, lui mi ha aiutata. Non fosse stato per lui, ora non sarei qui probabilmente."

"Dovere vostra maestà. Ho visto che c'era bisogno di aiuto e sono intervenuto, tutto qui."

"Ti sono grato per aver salvato mia figlia, e se posso in qualche modo..."

"Kiara !"

Il discorso fu momentaneamente interrotto dall'arrivo di Kovu, il quale aveva appreso di quanto accaduto alla compagna e si era fiondato alla Rupe subito.

"Stai bene mia cara ?"

"Sì Kovu, sto bene. Se non ci fosse stato lui..."

Kovu osservò Wigo e li si avvicinò, ingelosito probabilmente dallo straniero.

"Tu chi sei ? Non ti ho mai visto da queste parti ?"

"Infatti non lo sono. Vengo dalle Outlands. Il mio nome è Wigo. E tu dovresti essere ?"

"Il compagno di Kiara. Kovu per te. Cosa ci fai da queste parti ? Non sei lontano da casa ?"

"Il tuo tono non mi piace. Cosa vorresti insinuare ?"

"Nulla. Voglio solo capire per quale motivo sei qui."

"Bene, sappi che sono qui perchè ho accompagnato quel leone lì e non ho alcun particolare interesse nell'esserci. Quindi, mio caro cucciolotto, se non ti dispiace, io stavo dialogando col sovrano, e gradirei finire la conversazione."

Nel dire ciò, Wigo mosse la testa verso Kovu, mostrando per un attimo i suoi occhi, un attimo infinitesimale, ma sufficiente per far venire al giovane leone un flash del passato, un qualcosa che lo fece calmare. Era come se per un attimo fosse tornato cucciolo e qualcuno di più grande lo avesse calmato. Una sensazione che non provava da tempo immemore ormai... Anche Kiara percepì la cosa.

"Prego vostra maestà, continui pure. Mi perdoni per il piccolo sfogo."

"Di nulla Wigo, perdona tu il giovane Kovu piuttosto. Volevo solo dirti che tu e i tuoi amici avete tutta la mia gratitudine e che, se volete, potete restare con noi. Giovani coraggiosi come voi, non sono comuni ad incontrarsi in questi tempi."

Prima che Wigo potesse ribattere, Msiri e Dwani lo anticiparono accettando volentieri l'offerta del sovrano. Sapevano che il loro amico avrebbe sicuramente declinato la gentilezza, per fuggire nuovamente al suo passato.
Wigo rimase silente per qualche istante, sino a quando il piccolo Kengee gli si strinse alla zampa e guardandolo con i suoi grandi occhi blu.

"Allora resti con noi Wigo ?"

Il leone non riuscì a mantenere il distacco dalle emozioni e sorridendo annuì al piccolo.

"Va bene, resto. Ma solo per controllare che tu e tua sorella non vi cacciate nei guai."

"Sìììììììììììììììì ! Ho un fratellone ora con cui giocare !"

Wigo inghiottì le emozioni che quelle parole gli facevano nascere dentro: in quell'istante avrebbe voluto raccontare tutto, ma non poteva, non voleva assolutamente riaprire quella vecchia ferita comune ai presenti...

"Allora è deciso. Sarete i nuovi membri del branco. Chiederò ad una leonessa di farvi da guida per queste terre, così che possiate conoscere la vostra nuova casa."

I tre amici accettarono, ma prima che il re potesse chiamare una delle leonesse, una voce irruppe sulla scena.

"Kiara. Stai bene ? Zazu mi ha appena informata delle iene."

I presenti si voltarono verso la proprietaria della voce. Quando si fu voltato, Wigo si irrigidì. Nonostante il tempo, quel ciuffo e quegl'occhi non erano cambiati. Il leone sentì bruciargli la piccola ciccatrice sulla guancia e il cuore gli si fermò per un istante. Era felice che lei fosse tornata a casa, ma era solo quello ?

 

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Capitolo 15
*** Awakening ***


Awakening


Quella mattina si era svegliata col manto ricoperto di perle d'acqua, lasciatele addosso dai temporali della notte precedente. Il suo sonno era stato tanto profondo da non farle neanche avvertire la pioggia. Si guardò attorno, mentre capiva che ormai la mattina era andata e il mezzodì si avvicinava.

"Dannazione, ho dormito troppo. Kiara e le altre saranno già andate a caccia a quest'ora. Dannazione!"

Vitani si stiracchiò sbadigliando, poi si scrollò l'acqua di dosso, lanciando goccioline d'acqua ovunque. Si diresse alla pozza dell'acqua per bere, quando udì Zazu che la chiamava.

"Dannazione. Vuoi vedere che Simba lo ha mandato a cercarmi ? Dovevo tornare alla grotta, almeno mi sarei risparmiata la seccatura di quel pennuto." disse la leonessa alzando gli occhi al cielo.

"Vitani ! Finalmente ti ho trovato."

"Ciao Zazu, buon giorno anche a te. Lo so che non mi sarei dovuta allontanare, adesso vado a raggiungere..."

"Kiara ha subito un attacco durante la battuta di caccia !"

A quelle parole, Vitani avvertì un brivido percorrerle la schiena. Kiara, la sua "sorellina", la sola cosa che le restava di Kopa, aveva subito un attacco e lei non c'era, lei che doveva proteggerla.
Il bucero avvertì l'inquietudine della leonessa, e subito cercò di tranquillizzarla.

"Ora sta bene. E' appena tornata alla Rupe, assieme ai suoi salvatori. Stamani però, la principessa e Kovu erano molto preoccupati per voi. Non è un comportamento consono ad una cacciatrice lasciare la Rupe da sola in piena notte."

Vitani scosse la testa sospirando alle ultime parole del bucero. Quando mai avrebbe smesso di rimproverarla ? Ma almeno le aveva detto che Kiara stava bene, questo le importava. Tirò il capo su dalla pozza d'acqua e si avviò alla Rupe.

"Andiamo bucero brontolone. Mi basta già la ramanzina che mi toccherà subire da Simba."

Giunta alla Rupe, la leonessa evitò le ramanzine delle altre leonesse e le domande su dove fosse stata, prima di recarsi alla grotta, dove la famiglia reale si stava intrattenendo con alcuni ospiti.

"Kiara. Stai bene ? Zazu mi ha appena informata delle iene." disse, ricevendo come prima risposta gli sguardi del gruppo.

"Vitani. Dove sei stata ? Eravamo tutti in pensiero per te stamani."

"Meglio che tu sappia delle iene, perchè se non fosse stato per questi giovani, ora saresti in guai seri."

"Papà ! Sto bene e lei ha una sua vita, non è la mia guardia del corpo ! Se non c'era, avrà avuto i suoi motivi."

"No Kiara, tuo padre a ragione. Dovevo darti una mano durante la battuta, invece che andarmene in giro di notte."

"Sorellona, non essere così severa con te stessa. Anche se tu fossi andata alla battuta, magari non saresti potuta comunque intervenire per aiutare Kiara. Quindi, non preoccuparti." disse Kovu, stemperando gli animi.

"Uhmn... Hai ragione Kovu. Scusami Vitani, sono stato troppo duro con te." replicò Simba "Però, dato che sei qui, potresti fare da guida delle terre ai nostri nuovi compagni." disse indicando col capo i tre nuovi leoni.
Vitani osservo il gruppetto, notando che uno dei tre la stava fissando in maniera incredula.

"Piacere. Io sono Vitani, e voi ?"

"Io sono Msiri, lei è Dwani"

"Piacere"

"E lui è Wigo."

Sentendosi chiamare, Wigo si ricompose e fece un cenno di saluto con un movimento del capo verso la leonessa.
I suoi amici se la risero per un secondo sotto i baffi, prima di scambiarsi uno sguardo di intesa e ringraziare il sovrano per la cortesia.
Vitani sbuffò, ma obbedì. I nuovi arrivati seguirono la leonessa nello scendere dalla Rupe, mentre Kengee riprese a corre per sfuggire al controllo dei suoi babysitters, lasciando soli i sovrani con i due principi e Mheetu.

"Kovu ? Che hai ? Qualcosa ti preoccupa ?"

"Nulla Kiara. E' solo..."

"E' come se quel leone ti dicesse qualcosa, vero ?"

Kovu annuì, capendo che anche la sua compagna aveva avuto la stessa sua sensazione.

"Credo che qui tutti abbiamo avuto la stessa sensazione. Sai Simba, quel giovane mi ricorda te alla sua età."

"Nala... Lo so che pensi ancora a lui, ma ormai devi rassegnarti, non può tornare."

Kiara osservò i genitori parlarsi, restando incuriosita dai loro discorsi.

"Di chi state parlando voi due ?" chiese la principessa.

I sovrani e Mheetu si scambiarono uno sguardo. Forse era il momento di raccontarle la storia del fratello scomparso ? No, sarebbe stato troppo per loro, e non volevano che Kiara vivesse pensando a lui.

"Di un nostro vecchio conoscente che ora purtroppo, non è più tra noi. Non preoccuparti, sono discorsi tra vecchi questi." Rispose Simba con un sorriso paterno "Ora, vai a riposare. Per oggi ne hai avute anche troppe di emozioni."

Kiara sospirò, ma non volle indagare oltre. Qualunque cosa fosse, sembrava dolorosa, soprattutto per i suoi...

Alla fine, la principessa si strofinò al compagno e si avviò con lui ai piedi della Rupe, per distrarsi un po' da quello che le era capitato in quella mezza giornata.

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