Lilian di M i n d (/viewuser.php?uid=18731)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Flashback ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Segreti e bugie ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Influenza sospetta ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Ritorno a Grimmauld Place ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Benvenuta! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il diario ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: La battaglia finale ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Il braccialetto ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: L'albero (epilogo) ***
Capitolo 1 *** Capitolo 1: Flashback ***
Capitolo 1: Flashback
Le
19:30.Il sole stava tramontando,Hermione
aveva ricevuto via Gufo un messaggio di Hagrid,nel quale le chiedeva
se poteva andare alla sua capanna verso le otto perché aveva paura a lasciare la
propria abitazione incustodita con i tempi che correvano.Qualcuno doveva pur
badare a Thor e alle altre "bestioline" come le chiamava lui.La ragazza,seppur
senza entusiasmo aveva accettato,immaginando che sarebbe stata sola e avrebbe
trovato il tempo per studiare.
Così dopo cena,salutò Ron,che da quattro mesi
era il suo ragazzo,e Ginny che si era rimessa con Harry nel corso
dell’estate.Durante la cena aveva notato l’assenza di quest’ultimo,aveva chiesto
il motivo a Ginny la quale però non le aveva saputo dare
risposta.
"Sarà andato ad allenarsi a Quiddich…lo sai che
quando comincia smette molto tardi…"Hermione pensò che probabilmente aveva
ragione.Così si diresse verso la casa del mezzogigante.
Quando arrivò,non c’era traccia del professore
di Cura delle Creature Magiche ma usciva fumo dal camino.
Evitò di bussare,sarebbe stato inutile,ed
entrò.Senza volgere uno sguardo all’interno della casa.Si tolse il
cappotto,ma proprio mentre stava per appoggiarlo sulla sedia...
"Hermione?!"
A quell’esclamazione,la ragazza lanciò un urlo
e scattò istintivamente indietro estraendo la bacchetta,poi riconobbe la persona
e si calmò.
"Harry!"pronunciò ansimando per lo
spavento.
"Che ci fai qui?"chiesero
all’unisono.
"Io…"parlarono ancora contemporaneamente.Si
misero a ridere.
"Prima tu…"disse Hermione.
"Ehm…Hagrid mi ha chiesto di venire a dare
un’occhiata a casa sua,perché doveva uscire…"
"…e non si fidava a lasciare la casa
incustodita…"completò lei.
"Esatto,ma scusa…come lo sai?"
"Perché è la stessa cosa che ha chiesto a
me…"rimasero un minuto in silenzio.
"Beh…probabilmente temeva che uno dei due non
ricevesse il biglietto…l’avrà inviato anche a Ron…"
"Sicuramente…"
Si fissarono,senza sapere cosa
fare.
"A questo punto penso sarebbe più prudente se
restassimo qui tutti e due,così,se per caso qualcuno attaccasse la casa potremo
difenderci più facilmente…"constatò lei sedendosi sul letto.
"Hai ragione"si sedette a sua
volta.
"Niente Quiddich stasera?"domandò con un
sorriso.
"No,ultimamente ci stiamo allenando anche più
del dovuto…se non lasciavo libera questa serata alla squadra,credo che mi
avrebbero ammazzato!"rise lui.
"Già…"
"Allora…come va con Ron?"riprese dopo un
po’.
"Oh…ehm…abbastanza bene…sì…insomma,litighiamo
parecchio ma è normale…"
"Normalissimo,litigavate anche gli anni
scorsi…eppure vi siete messi insieme!"aggiunse lui.
"Infatti…e tu e Ginny?Come va?"lui
arrossì.
"Bene,molto bene…"
"Nessuna lamentela?"
"Effettivamente una"
"Cioè?"
"Mi sta sempre incollata"
"Perché ti ama…"
"Lo so…è solo che…a volte
è…soffocante,ecco"
"Beh,in amore spesso si rischia di ‘soffocare’
l’altro senza accorgersene…prova a dirglielo e vedrai che
migliorerà…"
"Dici?"
"Sì"
"Okay,seguirò il tuo consiglio!"sorrise di
nuovo.Lei ricambiò.
Harry si ricordò di un
fatto.
"Hermione?"
"Sì?"
"Ricordi due anni fa?Al
Ministero?"
"Mh mh"
"Ricordi quando il mangiamorte ti ha
aggredita?"
"Sì…"
"Quando ti ho vista…afflosciata a terra,mi sono
sentito morire…continuavo a pensare che era colpa mia se fossi
morta…"
"Davvero?"stranamente il suo cuore accellerò i
battiti.
"Sì…strano,no?"domandò lui,guardandola
intensamente.
"Già…"non capì più nulla,perdendosi nei suoi
occhi verdi.
Avvicinarono lentamente i loro visi,fino a
sfiorarsi,Hermione sentiva il cuore esploderle.Le loro bocche si toccarono,poco
dopo il bacio divenne appassionato.
Andarono avanti così per molti
minuti.Improvvisamente accadde qualcosa,Hermione si trovò sdraiata sotto
Harry.Il nervosismo la invase,non seppe più cosa fare.Lui interruppe il bacio,la
guardò,il suo sguardo era disorientato,sembrava diventata incapace di
parlare.Cercò di capire i suoi pensieri,ma la ragazza pareva avere la testa
completamente vuota.
"Hermione…di
qualcosa…"sussurrò.
"Ho…paura…"la voce le tremava.Harry
capì.
"Anch’io…"era sincero.
"E’ la prima volta…"riuscì a
dire.
"Non credere che io sia un
esperto…"
"Che facciamo?"domandò
stupidamente,confusa.
"Non lo so…"
Alzò un braccio e con la mano arrivò fino alla
camicia di lui,slacciò un bottone.Era incredula per ciò che aveva appena
fatto,anche Harry era sorpreso.Si disse che doveva fare qualcosa.Così le
accarezzò una guancia riprese a baciarla.Successe tutto in maniera abbastanza
naturale,piano piano anche le paure svanirono.Solo una cosa non andava:non
stavano insieme.
***
Hermione si svegliò di soprassalto.Ci mise
qualche secondo a ricordare dove fosse e perché non avesse i vestiti
addosso.Poi,ricordò ogni cosa.Spaventata si sedette,guardò lui,dormiva
beatamente.
"Cosa ho combinato?!Io e Harry non stiamo
insieme!Ho tradito Ron!"si disgustò di se stessa.
Cercò i suoi vestiti e una volta trovati,li
indossò velocemente.Corse verso la porta e prese il cappotto,fece per aprirla.Si
voltò,guardò Harry,non le sembrava giusto piantarlo senza una
spiegazione.
Si sedette al tavolo e dalla propria borsa
estrasse una pergamena nuova,la piuma e il calamaio.Rifletté su cosa
scrivere:
Ciao Harry,
immagino che svegliandoti ti sentirai confuso
quanto me…mi dispiace di essere andata via così,ma non avrei avuto il coraggio
di guardarti negli occhi.Non fraintendermi,quello che c’è stato fra noi è stato
molto importante ma…io non ti amo.Sono la ragazza di Ron,il tuo migliore amico,e
tu il ragazzo di Ginny,la mia migliore amica.Non voglio che loro soffrano per un
nostro errore,perché abbiamo sbagliato,e sono sicura che mi darai ragione.Vorrei
che rimaessimo amici,perché la tua amicizia è molto importante per me,non voglio
perderla per questo.Nonostante tutto voglio che tu sappia che ti voglio e ti
vorrò sempre bene.
Hermione
Quando finì,piegò il foglio e lo posò sul
comodino accanto al letto di Hagrid,lanciando un’ultima occhiata a Harry per poi
uscire e correre in direzione del castello.
Che ne dite?Aspetto le
recensioni...mi raccomando anche le critche!Sono sempre costruttive e mi aiutano
a migliorare!
Un grazie anche a chi leggerà
solamente!
Ciao!Al prossimo
aggiornamento!^^
Lady
Giuly93
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Capitolo 2 *** Capitolo 2: Segreti e bugie ***
Capitolo 2: Segreti e bugie
Arrivò nella Sala Comune di Grifondoro verso le
quattro di mattina.Non vedeva l’ora di fare un bagno e una bella
dormita.Purtroppo però,non appena ebbe superato il ritratto della Signora
Grassa,una voce a lei familiare,la chiamò.
"Ciao Hermione!"
Oh no!Non poteva essere…!
"Ciao Ron…"lo disse con una voce che non suonava
affatto sua.Il ragazzo era seduto sul divano rosso,il fuoco era
acceso.
"Dov’eri?E’ molto tardi…"
"In biblioteca…a…studiare…"mentì.
"Come al solito…vieni qui…"disse con un
sorriso,indicandole il posto accanto al suo.Lei obbedì.
Ron la strinse a sé e le accarezzò i
capelli,Hermione che era molto stanca e non vedeva l’ora di andare a
dormire,provava quasi fastidio.Lui la sollevò e la fece sedere sulle sue
ginocchia,poi la baciò.Baciava in modo totalmente diverso da Harry,lui baciava
in modo dolce,Ron invece in modo impaziente e agressivo,si meravigliò di sé nel
fare quel confronto.Si divise da lui,lo guardò negli occhi,irritata.
"Ron…sono stanca…voglio andare a
dormire…"disse.
"Va bene…"la fece scendere.
"Buonanotte…"
"Buonanotte"salutò per poi salire nel suo
dormitorio.
***
Da quando era stata eletta Caposcuola,aveva una
stanza privata ed era felice di non dover più litigare con le compagne per il
bagno,avendone uno personale.Entrò,chiuse la porta a chiave e con un incantesimo
accese le candele,illuminando la stanza.Si appoggiò alla porta,scivolando a
terra con un sospiro.Pianse.Non seppe neanche lei perché,forse per ciò che era
successo con Harry,forse per Ron,che quasi la usava come fosse un oggetto o un
gioco da adoperare quando ci si annoia o non si sa cosa fare.Anche per questo
litigavano sempre.Alla fine lui non le chiedeva mai scusa,
semplicemente la chiamava,la baciava,lei se ne
andava e lui non la fermava.A volte pensava che a Ron di lei non importasse
niente,che ci giocasse come il gatto col gomitolo e basta.Odiava studiare in
biblioteca con lei,fare delle passeggiate insieme,sentirla parlare del CREPA o
di qualsiasi altra cosa,odiava discutere con lei su tutti gli argomenti…odiava
tutto.Le uniche cose che amava erano il Quidditch e giocare con gli scacchi dei
maghi.Si asciugò gli occhi con la mano,indossò il pigiama e si stese sul
letto.Si stava assopendo quando le tornò in mente una cosa.Scese dal letto e si
accovacciò cercando qualcosa al disotto del materasso.Lo trovò.Era un piccolo
quaderno di pelle,il suo diario,o meglio,uno dei suoi diari.Da quando
frequentava Hogwarts ne aveva tenuto uno per ogni anno scolastico annotando ogni
giorno quello che succedeva.Era un rito al quale non poteva assolutamente
mancare,nemmeno quando stava male.Lo prese,lo aprì ad una pagina bianca,scrisse
la data,poi:
Caro diario,
oggi è stata una giornata normale,che si è conclusa in un modo
particolare…ho fatto l’amore con Harry-Sembra strano detto
così,vero?Soprattutto perché io sono la ragazza di Ron…però…è successo…non so
come,non so perché…ma è così.E’ stato uno sbaglio,non si ripeterà più,Gli ho
scritto una lettera,non avevo il coraggio di parlargli…lo so,avrei dovuto,ma non
ce la facevo.Harry è stato molto carino…ma basta pensarci!Ovviamente non posso
dirlo a Ron o a Ginny,perciò lo scrivo a te.Con il mio ragazzo va sempre
peggio…non so più che fare.Adesso vado,sono le quattro e un quarto e sono
stanchissima!
Buonanotte!
Hermione
Fece un incantesimo al diario in modo da far diventare
invisibili le parole di quella pagina,aveva il sospetto che Ron leggesse quello
che lei scriveva,perciò era meglio evitare che si trovasse a leggere quella
pagina.Chiuse il diario,lo rimise al suo posto,si sistemò sotto le coperte e si
addormentò,ripensando a ciò che era successo.
***
Si svegliò,come di suo solito,alle 6:30.Fece un bagno,indossò
l’uniforme scolastica e si sistemò i capelli.Era un po’ nervosa,non sapeva come
comportarsi con Harry,né come avrebbe reagito lui.
Le 7:00,decise di andare nel dormitorio maschile a svegliare
Ron.Giunse davanti alla porta,la mano sulla maniglia,esitante.Fece un respiro
profondo e aprì.Il suo ragazzo dormiva,altri si sistemavano le uniformi,nessuna
traccia di Harry.
"Meno male!"pensò sollevata e preoccupata allo stesso
tempo.
Si avvicinò al letto.
"Svegliati Ron!"ordinò,scuotendolo per le spalle.
"Che c’è?"mormorò assonnato.
"Dobbiamo andare a fare colazione e poi a lezione!"
"No…!"si lamentò voltandosi di schiena.
"Ron…per favore!Non voglio fare tardi per colpa tua!"
"Oh…certo…guai a perdersi i primi cinque minuti della lezione di
Erbologia!"disse ironico e irritato mentre si sedeva.
"Sbrigati…ti aspetto giù!"urlò mentre si richiudeva la porta
alle spalle.
Scese le scale scuotendo la testa,furiosa.Dimenticandosi
completamente il suo proposito di evitare Harry per un po’.Non appena ebbe
superato il ritratto,infatti,se lo ritrovò davanti.La faccia seria.Lei si sentì
mancare un battito,dandosi della stupida per non aver pensato alla possibilità
di trovarselo di fronte.Il ragazzo si avvicinò.
"Buongiorno"disse.
"Buongiorno"rispose con un filo di voce.
"Tutto bene?"domandò,precependo la sua rabbia.La guardò da sotto
in su.
"Sì…cosa c’è?"si pentì di averlo chiesto quando lui le mostrò la
sua lettera,estraendola da una tasca della divisa.
"Ah…l’hai trovata…"abbassò lo sguardo.
"Sì…l’ho trovata e ci sono rimasto male!Mi sono svegliato e tu
non c’eri!Poi ho trovato la lettera e ho pensato che non hai nemmeno avuto il
coraggio di parlarmi!"esclamò arrabbiato.
"Mi dispiace…"sussurrò lei,mentre gli occhi le si riempivano di
lacrime.Lui se ne accorse e cambiò tono.
"Scusami…ho esagerato…è solo che…volevo parlarne a
quattrocchi…"disse mortificato.
"Non importa…"infatti era abituata a sopportare le sfuriate di
Ron.
"Comunque io sarò sempre tuo amico…hai ragione,abbiamo
sbagliato…"
"Decisamente…è meglio non parlarne più e
dimenticare…"
"Sì…Hermione?"la chiamò mentre si allontanava.Lei ritornò
dov’era.
"Sei stata bene almeno?"si diede del deficiente.Lei sorrise e
annuì.
"Aspettiamo Ron?"
"Sì…gli ho detto di sbrigarsi…"
Poco dopo il rosso arrivò,salutò i due con un sonoro
sbadiglio.
"Ciao ragazzi,scusate l’attesa…"
Il trio si diresse nella Sala Grande,dove li attendeva un’ottima
colazione.Si sedettero da un lato libero,Hermione vicino a Ron e con davanti
Harry.
"Dov’è mia sorella?"
"Non l’ho vista stamattina…"disse Harry prendendo un fetta di
pane tostato e spalmandoci sopra del burro.
"Quando sarà il prossimo allenamento,Harry?"domandò
l’amico.
"Stasera,alle otto…"
"Bene!Herm…tu verrai a vederci?"
"Forse…volevo studiare un po’…"
"Uffa!Ma stai sempre a studiare!"si beccò
un’occhiataccia.
"Lasciala stare Ron!La sua passione per lo studio è come la tua
passione per il Quidditch…"la difese Harry.
"Cos’è?Ti metti a fare il finosofo?"
"Filosofo…"lo corresse Hermione,spazientita.
"Quello che è…"
"Ti ho solamente fatto un’osservazione…"
In quel momento arrivò Ginny di corsa.
"Ciao!Scusate il ritardo!Quella scema di Milly ha caricato la
sveglia alle sette e dieci!"disse sedendosi accanto ad Harry.
"Chi è Milly?"domandò il fratello.
"Una del mio anno…è nel nostro dormitorio…ciao amore!"il ragazzo
fece appena in tempo a posare la tazza.Ginny gli saltò in braccio e cominciò a
baciarlo.Ron fissava il contenuto del suo piatto con le orecchie rosse.Hermione
invece guardava da tutt’altra parte.Ginny finalmente si staccò dal ragazzo e
prese a mangiare.
"Che lezione avete la prima ora?Noi Pozioni…"
"Erbologia"rispose Hermione.Era l’unica a conoscere l’orario a
memoria.
"Oh cavolo!Sono le sette e cinquantacinque minuti!Ci conviene
avviarci!"esclamò Ginny.
Si alzarono e si diressero verso l’uscita,tutti gli altri
studenti li imitarono.Una volta giunti nella Sala d’Ingresso,si
fermarono.
"Ci vediamo!Ciao Harry!"gli diede un bacio sulla guancia per poi
correre nei sotterranei.I tre uscirono dall’Ingresso,diretti alla
serra.
***
La professoressa Sprite arrivò alle otto in punto.
"Buongiorno ragazzi!"
"Buongiorno professoressa Sprite!"
"Accomodatevi pure…"tutti si sedettero,silenziosi.
"Dunque…oggi,impareremo come la linfa delle piante magiche
riesce a diffondersi più velocemente che in una qualsiasi pianta
babbana,facendola crescere in pochi giorni…sapete già qualcosa
sull’argomento?"
La mano di Hermione saettò per aria.
"Sì,signorina Granger?"
"Ho letto qualcosa sull’argomento…non tutti i tipi di piante
magiche sopportano questa crescita…tramite studi approfonditi si giunge a capire
quali siano quelle adatte e quali no.Le piante adatte prendono il nome di Magix
Plant,sono molto rare,pare che abbiamo il potere di far diventare ricchi ma non
è ancora stato scoperto come questo avviene…"
"Mi servirebbero un paio di quelle piante…"bisbiglio Ron ha
Harry.Lui sorrise.
"Benissimo Signorina Granger!Dieci punti a Grifondoro!"esclamò
contenta la Sprite.Harry guardò Hermione pieno di ammirazione mentre lei,felice
dei punti ottenuti,cominciava a prendere appuntì.
***
"Ti prego…!"
"Te lo ripeto:NO!"esclamò Hermione sbuffando.Erano nella Sala
Comune,stavano studiando.Ron stava supplicando la sua ragazza di fargli copiare
i compiti di Storia della Magia.
"Ma perché?!"
"Perché devi farli da solo,o non imparerai mai…"
"Ma chissene importa!"
"Ronald…come puoi pensare di diventare un bravo Auror se non
studi?"la ragazza era al limite della sopportazione.
"Copiando da te!"
"Scordatelo!"ripeté.
"Uffa!"sbottò il ragazzo.
Harry era sdraiato sul divano,si era alzato di almeno sei
centimetri durante l’estate,tanto che adesso occupava tutti e tre i posti del
divano e aveva i piedi che penzolavano oltre il guanciale,se ne stava appoggiato
alle proprie mani,sorreggendosi con i gomiti,sull’altro guanciale teneva il
libro Astronomia,cercando di ricrdare quello che aveva appena letto.
Con un sospiro,Ron tornò a sedersi sul tappeto,dove aveva
appoggiato pergamene e libri.Hermione era seduta sulla poltrona accanto
all’entrata ed era molto concentrata sul libro che teneva in grembo.
Harry si sorprese a fissarla per qualche minuto.Le guance della
ragazza si stavano tingendo di rosso,sapeva di essere osservata,Harry
sorrise,anche lei a quel punto alzò gli occhi lo guardò un attimo
sorridendogli,per poi ritornare al suo libro.Lui scosse la testa cercando di
concentrarsi nuovamente,voleva molto bene alla sua amica,non sapeva come avrebbe
fatto senza di lei.Ron aveva notato quel veloce scambio di sguardi,guardò prima
lui poi lei per ben due volte,alla fine scosse le spalle,non c’era niente di
male,erano amici e si volevano bene.Dopo molto tempo sentirono il buco del
ritratto aprirsi,poco dopo comparve Ginny nella stanza,nel vederli le si stampò
in faccia un gran sorriso.
"Ciao!"
"Ciao!"rispose il trio.
"Che fate di bello?"
"Bello?Ti sembra bello questo?!"esclamò indignato
Ron,indicando i libri.
"Dipende dai punti di vista…"si sedette accanto ad Harry che
intanto si era raggomitolato sul divano,riuscendo a lasciarle un posto
libero.
"Da quando sei così saggia?"domandò il
fratello,interrogativo.
"Beh…sarà perché ho un ragazzo meraviglioso?"sorrise
maliziosamente,calcando sulla parola.Harry ricambiò il sorriso in maniera
forzata.In realtà quelle allusioni non gli piacevano per niente.Ron ridacchiò
imbarazzato,Hermione non disse nulla,continuando a studiare.
"A proposito…voi due non siete usciti stasera?"
"No,perché la mia ragazza ama di più i libri che me!"
"Non è affatto vero!"Hermione chiuse il libro con violenza e si
alzò in piedi:"Se ben ricordi,io ti avevo proposto di uscire ma tu hai detto che
non volevi perché avevi l’allenamento e dopo saresti stato troppo stanco per
stare con me!"urlò.Anche Ron si alzò,gli altri due rimasero a guardare quella
sfuriata incapaci di dire alcunché.
"E’ vero!L’ho detto!Ma alla nove avevamo finito,siamo tornati
qui e tu avevi già in mano quello stupido libro!Ti avrei anche chiesto di
uscire,ma conoscendoti,mi avresti risposto che preferivi studiare!"
"Sì vede che non mi conosci abbastanza Ronald!Perché se tu me
l’avessi chiesto avrei detto di sì!"la ragazza era sull’orlo delle lacrime.Si
instaurò un imbarazzante silenzio per un po’.Harry però,aveva la strana
sensazione che la cosa non si sarebbe conclusa così,Ron sembrava furioso quasi
quanto Hermione.
"Sei una stupida!"urlò.
"Ah,IO sono una stupida?!"il suo tono era tremolante ma
deciso,si vedeva che stava trattenendo le lacrime.
"Avresti dovuto dirmelo!"proseguì Ron.Fortunatamente in Sala
Comune erano rimasti solamente loro quattro,Harry temette più volte che qualche
studente si svegliasse per venire a vedere chi stava urlando a
quell’ora.
"E a quale scopo!?Per sentirmi ripetere che eri stanco o che non
ne avevi voglia!?"per una frazione di secondo Harry credette che Ron fosse stato
battuto.
"Io ieri sera volevo stare con te!Ma tu non c’eri!!"a questo
punto il moro si sentì preso in causa e volse lo sguardo.
"Avrò il diritto ad avere una mia vita senza che tu mi controlli
ogni secondo!!"
"Siamo fidanzati!Dobbiamo sapere tutto l’uno
dell’altro!!"
"Non necessariamente!"
"Perché?!Hai per caso dei segreti!?"Harry avrebbe tanto
desiderato scomparire,Hermione lo fissò senza sapere cosa dire,lui riconobbe
quello sguardo spaventato,era lo stesso che lei aveva la sera precedente.Ritornò
a guardare il suo ragazzo.
"No…"ma la sua voce era un po’ meno alta.
"Perché l’hai guardato!?"Ron urlò più forte che mai,non sembrava
più in lui.
"Io non ho guardato proprio nessuno!"si difese lei.
"Voi due!Mi state nascondendo qualcosa,per caso?!"stavolta
guardo anche Harry.
"No!"rispose l’amico.
"Ronald!Smettila di fare il bambino!"urlò.In quel momento
però,successe una cosa che fece arrabbiare anche Harry.Ron diede ad Hermione uno
schiaffo molto forte,facendola cadere a terra.Ginny si alzò e corse a
soccorrerla,Harry fece altrettanto ma,al contrario della ragazza,si diresse
verso Ron e gli centrò la bocca con un pugno,anche il ragazzo cadde a terra,il
labbro inferiore sanguinava,guardava Harry con disprezzo e
incredulità.
"Se ti azzardi a toccarla un’altra volta,giuro che non mi
fermerò al primo pugno!"lo minacciò.
Il rosso si alzò e si diresse verso il buco del
ritratto.
"Sei disgustoso Ron!"gli urlò sua sorella vedendo che il
fratello non si era nemmeno preoccupato di come stesse la sua ragazza,che in
quel momento singhiozzava,bagnado di lacrime la divisa dell’amica.Lui non si
fermò e attreversò il ritratto che si richiuse poco dopo.Harry corse al fianco
di Hermione.
"Hermione?Come stai va tutto bene?!"era agitatissimò,la ragazza
aveva una guancia arrossata e non la finiva di piangere e di dire frasi
incomprensibili.
"Harry…non ce la faccio…non…"Ginny la guardava,altrettanto
impensierita.Solo in quel momento,Harry si accorse che molti studenti erano
fermi sul balcone del dormitorio o sulle scale e stavano osservando la scena.Un
chiacchierio confuso invase la sala.
"Ssh…va tutto bene…sta calma…"le sussurrò,spostandole una ciocca
di capelli dal viso.
"Ginny,io la porto fuori,cercherò di calmarla,tu intanto vedi di
trovare il modo di spiegare a quei curiosi cose è accaduto…inventati
qualcosa…"
"Va bene…c’è altro?"
"No,grazie"le sorrise e prese in braccio l’amica.
Proprio mentre attraversava il buco del ritratto sentì Ginny
richiamare l’attenzione dei presenti.
***
L’infermeria e le domande di Madama Chips non erano c’erto
l’ideale per Hermione,nel suo stato.Decise quindi di andare in riva al lago,a
quell’ora non doveva esserci nessuno a domandare spiegazioni
sull’accaduto.Infatti era proprio così,la riva del lago era deserta.Camminò un
po’,Hermione non smetteva di piangere,poi si chinò e la accomodò sull’erba
sedendosi accanto a lei.La lasciò sfogare e ci volle parecchio prima che si
calmasse.
"Grazie…"mormorò mentre si asciugava gli occhi bagnati e
arrossati dal pianto.
"Di niente"rimasero in silenzio.Poco dopo,lui si sentì obbligato
a porle una domanda.
"Ti ha mai picchiata prima?"con un grande sforzo,lei riuscì ad
annuire.Sollevò la manica sinistra della maglietta e Harry poté scorgere dei
lividi violastri al centro del braccio,si ricoprì subito.
"Ma…quando…?"non riusciva a crederci.
"Un mese fa…stavamo litigando…non ricordo più il motivo…ho detto
qualcosa che a lui non andava…e questo è il risultato…"
"Un mese fa l’anno scolastico non era ancora
cominciato…"
"I miei mi avevano chiesto se desideravo invitare Ron a
trascorrere una settimana in montagna…lo sai che adorano sciare…io l’ho
invitato.Quella sera eravamo soli nella casa,i miei erano fuori,con degli
amici…andava tutto bene,era tutto perfetto,poi…una banalità ha scatenato
l’ennesimo litigio…io ho tentato di difendermi e ho ottenuto questi
lividi…"Harry si diede dello stupido:come aveva fatto a non notarli la sera
precedente?
"I tuoi genitori cos’hanno detto?"
"Non lo sanno…"
"L’hai detto a qualcun altro?"
"No"
"Senti Hermione,so che sei una ragazza responsabile e matura e
che sei perfettamente in grado di decidere da sola…ma sono tuo amico e mi sento
in dovere di dirti che non puoi andare avanti a farti maltrattare così!Non devi
permetterglielo!"lei sorrise,ma non rispose.
"Perché non la fai finita?"domandò dopo un po’.
La ragazza chiuse gli occhi e scosse lentamente la
testa.
"Hai paura che ti faccia del male se lo lasci?"scosse di nuovo
la testa.
"No…sono io che non voglio lasciarlo…è vero,Ron è
cambiato,ma…"
"…tu lo ami…"completò lui:"Va bene,fa come vuoi…ma se hai
bisogno io ci sono sempre,okay?"
"Okay…"sorrise.
"Che ne dici?Rientriamo?Fa un po’ freschino…"la fece
ridere.
"D’accordo!"si alzò prima di lei e le porse una mano per
aiutarla,lei accettò l’aiuto e insieme si diressero verso il
castello.
***
Evidentemente Ginny era riuscita ad allontanare gli studenti per
poi andare a dormire.La stanza era vuota e le fiamme nel camino erano
ormai,quasi completamente scomparse.
"Dove sarà Ron?"
"Magari è nel dormitorio…"tentò Harry.
Era quasi mezzanotte.
"Beh…credo sia ora di andare a dormire…"disse Hermione riponendo
i propri libri nella borsa.
"Puoi dare questo a Ron,per favore?"gli porse la pergamena con
su scritti i compiti che lui,un’ora prima,le aveva chiesto.
"Voglio solo evitare che prenda un brutto voto…"si
giustificò,vedendo l’espressione di Harry.
"Ah…va bene…"prese il foglio.E si avviò verso la scalinata del
dormitorio maschile.
"Ehi Harry!Questi non li prendi?"domandò Hermione.Lui si voltò e
la vide con i suoi libri in mano.
"Oh…che sbadato…"lei gli si avvicinò e glieli
restituì,sorridente.
"Allora…buonanotte…"
"Buonanotte…"senza che se ne rendesse conto,Hermione gli diede
un bacio sulla guancia prima di scomparire su per le scale.Harry faticò qualche
minuto a ricordarsi cosa doveva fare,poi gli tornò in mente e cominciò a sua
volta a salire i gradini.
Aprì la porta del dormitorio e fu abbastanza sorpreso di trovare
Ron già addormentato,si comportava come se nulla fosse accaduto.Si spogliò e si
infilò il pigiama,per poi mettersi a letto.
"Mi vuole mollare?"era Ron.
"No…lei ti ama…"
"Mi faccio schifo da solo Harry!"
"Migliorerà…"rispose cercando di sembrare
rassicurante.
"Mi odia…"
"Ti ama…"
"No,non è vero…non è mai stato così…non mi a mai amato come…"ma
non finì la frase.
"Ti ama,te lo assicuro…"
"L’ho picchiata…"
"Me l’ha detto…"
"Ma non volevo…"
"Potevi evitarlo…"
"Sono un mostro…"
"E’ vero…"si guardarono e si misero a ridere.
"Dici che mi ama?"
"Certo"
"Harry?"disse dopo un po’.
"Mh?"
"Dici che è troppo presto per…quello…?"
"Oh…ehm…non lo so…"non sapeva cosa dire e senza volerlo Ron lo
stava mettendo in una situazione difficile.
"Ti prego,dammi un consiglio!Io vorrei,ma ho paura che lei si
tiri indietro!"
"Non lo farà…ti ama…"
"Già…tu credi che sia brava in quello?"
"Ron,ti prego…"lo supplicò,era arrossito,fortunatamente era buio
e lui non poteva vederlo.
"No!Harry!E’importante il tuo giudizio…"
"Suppongo di sì…"
"Come fai a dirlo?"
"Beh…è Hermione,no?E’ brava in tutto quello che fa…"
"Già…è vero…Harry?"
"Dimmi…"
"Tu l’hai mai fatto?"
"Veramente…sì…"
"Avevi paura?"
"Moltissima…"
"Cosa ti preoccupava?"
"Avevo paura…di sbagliare…di tutto insomma…"
"Anch’io ne ho…poi com’è andata?"
"Bene…molto bene,direi…"
"L’amavi?"
"No"
"Avventuretta?"
"No,non la chiamerei così…"
"Chi era?"Harry rimase incerto sulla risposta,non poteva certo
dire che era Hermione.
"Cho"mentì.
"Ah!Allora non c’è stato solo un semplice bacio fra di
voi!"
"Eh no!"
"Perché non me ne hai parlato?"
"Mi vergognavo…"Ron rise.
"Lei ti amava?"
"No…"
"Cavoli che bella prima volta!Almeno siete amici
adesso?"
"Sì,direi di sì…"
"Okay…allora domani lo chiederò a Hermione…un’ultima cosa!Tu con
mia sorella che intenzioni hai?"
"Cosa?"
"Hai capito…"
"Per il momento non è in programma…non preoccuparti…"
"Allora sto tranquillo!Prima di fare qualunque cosa,ricordati di
rispettarla sempre e comunque!"
"Certo!Stai tranquillo!"
"Buonanotte!"
"Buonanotte!"disse lui:"Perdonami se ti ho mentito Ron,ma è
necessario…"pensò tristemente.
***
Il mattino dopo,trovarono Hermione nella Sala Grande che faceva
colazione con Ginny.
"Vai!"disse Harry,incoraggiante all’amico.
Ron si avvicinò,titubante alle due ragazze,deglutì prima di
parlare.
"Hermione,posso parlarti?"lei lo guardò storto.
"Ti giuro che non mi metto a urlare…"
"Va bene…"disse poco convinta.
Si alzarono e si appartarono in un angolo per
chiarirsi.
Harry raggiunse Ginny,si sedette di fronte a lei.
"Ciao!"
"Buongiorno,amore!"
"Grazie per ieri sera!"
"Di niente…Hermione mi ha detto della vostra chiacchierata in
riva al lago…era veramente molto più rilassata…sei davvero bravo!"
"Aveva solo bisogno di sfogarsi e parlare…che ti ha detto su
Ron?"
"Ha detto che lo perdonerà,a patto che lui non la picchi mai
più…"voltarono entrambi la testa verso i due ragazzi.Li videro
abbracciati.Avevano fatto pace.Poco dopo tornarono al tavolo,Ron era
gioioso,Hermione la solita.
"Tutto a posto?"domandò Harry a Hermione.Lei annuì
sorridendogli.
Ron si era messo a parlare del Quidditch con la sorella,gli
altri due mangiavano in silenzio.Harry decise di prendere una fetta di pane
tostato,Hermione doveva aver pensato la stessa cosa perché nell’atto di prendere
le fette le loro mani si sfiorarono.Si guardarono negli occhi,rimasero così per
un minuto abbondante.Poi Harry si staccò da quel lieve tocco e le porse una
fetta.Poi ne prese una per sé.
"Grazie"disse lei sorridendogli nuovamente,lui
ricambiò.
Che cosa le prendeva?Rimanere un minuto con la mano accanto a
quella di Harry improvvisamente le sembrava la cosa più bella del mondo!Eppure
era successo molte volte,negli anni precedenti,che si abbracciassero o che le
loro mani si sfiorassero…e lei non aveva mai fatto caso alle sensazioni che
tutto ciò provocava in lei.
"Hermione…vieni?Ti devo dire una cosa importante!"le disse
Ron,smettendo di conversare con la sorella.
"Ehm…va bene…a dopo!"e si allontanarono.
"Che ore sono?"domandò Harry a Ginny.
"Le sette e venticinque minuti!"
"Io e Ron abbiamo battuto un record stamattina!"
"Già!"
"Harry?"lo chiamò Ginny.
"Sì?"
"Non mi hai ancora dato il bacio del buongiorno…"fece
l’offesa,Harry le si avvicinò e lei non esitò a saltargli addosso.Ginny baciava
in modo molto passionale…a differenza di Hermione…certo lo era anche lei però
sapeva dosarla la passionalità ed era molto più dolce a baciare di Ginny.Ma che
succedeva?Si metteva a fare i confronti!No,questo non lo doveva fare!Scacciò
questi pensieri dalla sua mente e si concentrò sul bacio.
Molti minuti dopo,Harry si staccò dalla ragazza.
"Perché?"domandò lei,cercando di baciarlo di nuovo.
"No,aspetta Ginny…che ore sono?"
"Le sette e quaranta…"
"Oh cavolo!Ho dimenticato la borsa in Sala Comune!Corro a
prenderla!Ci vediamo dopo!"e si allontanò di corsa.
Ginny lo guardò amareggiata,scosse le spalle e si rimise a fare
colazione.
"Quel ragazzo non lo capirò mai!"sbottò prima di mangiare
un’intera fetta di bacon.
Harry percorse tutte le scale di volata.
"Schiopodo Sparacoda!"urlò alla Signora
Grassa.
"Sii un po’ meno aggressivo ragazzo!"lo rimproverò la
donna.
"Mi scusi,ho una certa fretta…"lei lo guardò torva ma lo fece
passare.
Appena arrivato nella Sala Comune,Harry vide Ron e Hermione
seduti sul divano che stavano…amoreggiando.Lei lo vide e si staccò dal suo
ragazzo,entrambi balzarono in piedi.
"H-harry…c-ciao!"balbettò Ron,tutto rosso.
"Non stavamo facendo niente…"disse prontamente
Hermione.
"Sì…ci stavamo solo…"
"…baciando"completò Harry,altrettanto in imbarazzo per aver
interrotto quel "bacio".
"Sì…ehm…io v-vado giù…ci vediamo…dopo…"il rosso se ne
andò.
"Non stavamo facendo niente!"riprese Hermione,notando lo sguardo
sospettoso di Harry.
"A me quello non sembrava esattamente un
‘niente’…"
"Ma scusa,e anche se fosse?Io non devo rendere conto a te di
quello che faccio!"
"Non è molto corretto fare l’amore su un divano dove si siedono
centinaia di persone!"
"Tantomeno nella capanna di Hagrid!"lo guardò furente.Fece per
uscire.
"Ho soltanto cercato di darti un consiglio da amico!Vorrei
evitarti le critche e i commenti di tutta la scuola…perciò ti ho sconsigliato il
divano,trovate un posto dove non potete essere visti…non sparleranno se non
sapranno…"
Hermione si era fermata ad ascoltarlo,si era voltata lentamente
ed era corsa ad abbracciarlo.
"Grazie"sussurrò.
"Di cosa?"
"Di tutto…di essere qui…di esistere…di sopportarmi!Sarei io a
doverti confortare con tutti i problemi che hai passato e che stai
passando…invece è il contrario!"Harry era arrossito.
"Ma Hermione…"
"Mi dispiace di aver detto quella frase,prima…non
intendevo…"
"Lo so"
"Insomma,c’è di peggio!La capanna di Hagrid non è così
male!"
"Hermione,non devi scusarti,va bene così…"
"Sicuro?"
"Certamente…"
"Bene!Oh la campanella!Meglio andare a lezione!"
"Arrivo!"prese i suoi libri e seguì la ragazza oltre il buco del
ritratto.
***
Erano le 22:43.Harry,Ron e Hermione erano nella Sala
Comune,sempre a studiare.Ad un certo punto Ron tentò di attrirare l’attenzione
di Harry per poi fargli segno di andarsene.
"Io vado a dormire…sono molto stanco…"disse cercando di suonare
il più credibile possibile.
"Vai di già?"domandò Hermione alzandosi a sua volta,nessuno dei
due ragazzi comprese il perché di quel gesto.
"Sì…ma voi…ehm…continuate pure!Buonanotte!"e così dicendo sparì
su per la scala.
"Che strano…"mormorò Hermione,confusa.
"Strano?"
"Sì…il comportamento di Harry…"
"Ma no!Vedrai che era solo un po’ stanco…"
"Non vorrei che gli facesse male la cicatrice e che cercasse
di nascondermelo…"
"Non preoccuparti…non credo,si sarebbe visto!"
"Sì…hai ragione…"si risedette sul divano,accanto a
lui.
Andarono avanti a studiare…o meglio,Hermione studiava,Ron
cercava una strategia per affrontare l’argomento sul quale aveva discusso con
Harry la sera precedente.
"Herm?"deglutì più volte,nervoso.Lei alzò gli occhi dal
libro.
"Sì,Ron?"aveva capito che c’era qualcosa che non
andava.
"Tu stai bene insieme a me?"
"Ma che domande fai?Mi sembra ovvio che è così!"
"Bene…insomma…t-tu ed io…stiamo insieme da quattro mesi,ormai
e…a-a parte i litigi…direi che procede bene…no?"balbettò.
"Ron ma che cosa…?Oh!"esclamò,comprendendo dove il ragazzo
volesse arrivare.
"Tu vuoi…"era molto sorpresa.
"Sì…"lui era paonazzo.
"Tu…ehm…accetti?"
"Io…non so…insomma…"guardò il suo ragazzo,imbarazzo a
parte,sembrava molto convinto e speranzoso.Forse era davvero il caso di
farlo…magari avrebbe dimenticato definitivamente la notte trascorsa con
Harry,forse le cose sarebbero migliorate fra lei e Ron…forse sarebbe stata
felice.
"…va bene…"sussurrò.
"Cosa?"
"Ho detto…di sì…"ripeté a voce più alta.
"Davvero?"vide gli occhi del ragazzo illuminarsi di gioia e
sorrise.
"Davvero"
"Okay…ehm…"
"Non qui però…potrebbero vederci e sparlerebbero per
mesi…"ringraziò mentalmente Harry.
"Giusto…allora dove?"
"Direi…nella mia stanza…"
"D’accordo…però…le scale…"ricordava bene la scivolata che aveva
fatto due anni prima nel tentativo di accedere al dormitorio
femminile.
"Non preoccuparti…ci penso io!"si avvicino alla
scala.
"Petrificus Totalus!"disse estraendo la bacchetta e
puntandola sui gradini di pietra.
"Vieni?"
"Certo!"arrivarono nella stanza di Hermione,mentre Hermione
chiudeva a chiave la porta,il ragazzo percorreva con crescente nervosismo,la
stanza.
"Ron…ti fermi,per favore?"dovette domandarglielo.
"Ah…scusa!"Hermione gli si avvicinò,non era affatto nervosa,ma
lui sembrò non farci caso.Lo baciò.
Accadde tutto come due sere precedenti.Hermione era leggermente
più esperta di Ron,ma finse di non sapere nulla per non destare sospetti.C’era
una cosa che non risultava chiara:avendo fatto esattamente come la volta
precedente,per quale motivo aveva aveva provato emozioni totalmente
differenti?
Note
dell'autrice:
So che adesso avete questa
espressione: O_O (se non peggio)
Scusate scusate scusate!Ma
dovevo!Non voglio che pensiate che Hermione stia diventando un pò "facilina" in
questa storia.Ma provate a pensare che cosa provereste a trovarvi nella sua
situazione...personalmente sarei confusa quanto lei e farei di tutto per
dimenticare...prima di dire che mi odiate,ricordatevi di questo:io non scrivo
mai niente per caso.
E adesso,tiratemi pure i
pomodori!^^'
Risposte
alle recensioni:
Evil
Angel:Grazie mille dei complimenti!Sono arrossita quando ho letto la
tua recensione!Spero di averti accontentata aggiornando abbastanza
velocemente.Grazie ancora!
argentlam:Eh,lo so...forse è
successo troppo in fretta,ma dovevo fare così...altrimenti non potevo
continuare!Ti ringrazio della recensione!
Giorgia:La tua recensione mi ha fatto
sorridere...^__^ Comunque,il perché di questo titolo lo scoprirai più avanti,se
vorrai continuare a seguire la storia...grazie anche a te!
Pandora91:Sono contenta che ti sia piaciuto!Eh
sì!Il fatto è già compiuto!Grazie molte per
la recensione!^^
marco:Posso solo risponderti:"Anch'io!"e
ringraziarti!
Un ringraziamento particolare
anche a chi non ha recensito ma ha semplicemente letto!
Al prossimo
capitolo!
Un bacione!
Lady Giuly93
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Capitolo 3 *** Capitolo 3: Influenza sospetta ***
Capitolo 3: Influenza
sospetta
Il mattino dopo, Hermione si svegliò, con gli occhi
ancora appannati, riuscì a scorgere un ammasso di capelli rossi che riconobbe
essere Ron.
"Ron…ma cosa…?" farfugliò disorientata
strofinandosi gli occhi.
"Da quanto mi stai osservando?" domandò.
"Almeno mezz’ora…sei così bella!" disse con un gran
sorriso.
"Piantala!"esclamò irritata mettendosi seduta e
costringendolo a spostarsi.
"Ehi…cos’hai?"
"Niente…non ho dormito bene…" lui sorrise
malizioso, la abbracciò obbligandola a sdraiarsi nuovamente.
"Sei felice?" le domandò.
"Sì…"
"Non mi sembri molto sicura…"
"No, lo sono…sono davvero felice…" disse
sorridendo. Lo diceva ma non ne era così convinta.
"Bene!"
"Allora?Come ti è sembrato?
"Cosa?"
"Quello che è successo…"
"Oh…ehm…bello!"
"Solo?"
"Cosa vuoi che ti risponda?"
"Quello che pensi…"
"Che è stato bello"
"E’ stata la cosa più fantastica della mia vita…"
disse lui. Lei avrebbe voluto poter affermare lo stesso, ma per qualche strana
ragione non ci riusciva.
"Che ore sono?" domandò.
"Quasi le sette…"
"Dobbiamo alzarci…"
"Non mi va…"
"Ron…per favore…"
"Okay, okay" lo vide mettersi seduto e rimanere
fermo per qualche secondo.
"Qualcosa non va?"
"Ehm…non ho la divisa…"
"Aspetta un secondo…" si alzò e avvolgendo la
coperta attorno al proprio corpo si avvicinò alla sedia sulla quale si trovava
la sua divisa scolastica, piegata e pulita. Prese il mantello, ne estrasse la
bacchetta e pronunciò un incantesimo che fece apparire la divisa di Ron infondo
al letto.
"Wow!Quando l’hai imparato?" domandò
Ron.
"Al quarto anno, l’ho letto nel libro di
Incantesimi Avanzati che mi aveva regalato Harry in occasione del mio
compleanno…"
"Oh…io cosa ti avevo regalato?"
"Il maglione che avevi fatto fare apposta da tua
madre…"
"Ah!Sì!Ricordo che non sapevo cosa regalarti…così
ho pensato al maglione…"
"Già" rimasero un po’ in silenzio.
"Hermione, non è che per caso hai vergogna…?"
indicò la coperta.
"No…"
"Insomma…dopo stanotte non dovremmo…"
"Lo so…è solo che…è strano…" lui sorrise per poi
prendere la divisa.
"Sarà meglio cambiarsi o faremo tardi!" detto
questo si chiuse nel bagno per una quindicina di minuti.
***
Mentre Hermione si cambiava, Ron decise di scendere
in Sala Comune, superato l’ultimo scalino, si bloccò vedendo Harry seduto sul
divano. Il moro si voltò e nel vederlo sorrise avvicinandosi.
"Ciao Ron!"
"Ciao!" rispose con un gran sorriso.
"Sei sceso dalle scale del dormitorio femminile…"
fece notare lui.
"Già!"
"E’ successo qualcosa fra te e
Hermione?"
"Beh…sì…ricordi quello di cui abbiamo parlato
l’altra sera?"
"Sì…"
"Ecco…è successo!"
"Un momento!Mi stai dicendo che tu e Hermione avete
fatto…?" non riuscì a completare la frase per la sopresa.
"Sì!"
"Oh…" conosceva esattamente le intenzioni
dell’amico, un po’ meno quelle di Hermione, ma non si aspettava che sarebbe
accaduto così presto.
"Mi sento al settimo cielo Harry! E’ stata una cosa
meravigliosa!" esclamò raggiante.
"Sono felice per te! Dov’è la tua ragazza?" domandò
notando l’assenza di Hermione.
"Si sta…ehm…vestendo…"
"Ah…okay…" rimasero in silenzio finché non la
videro comparire. Indossava l’uniforme e si era fatta le trecce ai capelli.
Quando vide l’amico sorrise.
"Ciao Harry!" disse. Ormai si era convinta che
presto avrebbe dimenticato quella notte. Era molto decisa a cancellarla per
sempre dai suoi ricordi.
"Ciao Hermione!" ricambiò il sorriso.
"Che fate qui immobili come due colonne?" domandò
spostando lo sguardò dal moro al rosso.
"Aspettavamo te…" rispose Ron. I due si sorrisero
in modo talmente intimo che Harry credette di essere di troppo.
"Grazie…allora?Andiamo a mangiare?Ho una fame!"
esclamò lei. I ragazzi risero.
"Harry, mi sa che questa qui non ci lascia
niente…meglio se la precediamo…" sussurrò Ron all’amico, sempre
ridendo.
"Hai ragione Ron!" rideva anche lui.
"Oh fatela finita!" sbottò la ragazza, fingendosi
arrabbiata. Si guardarono e risero.
"Però adesso andiamo davvero…"
"Okay!" Hermione prese la mano di Ron e il trio si
incamminò verso il buco del ritratto. Per qualche strana ragione, Harry desiderò
più che mai che ci fosse anche Ginny lì con loro.
***
Venerdì.Erano passate quasi due settimane da quel
giorno, era tutto normale: il rapporto fra Ron e Hermione andava ancora meglio
di prima da quella notte, da dei litigi di un’ora si era passati a discussioni
di pochi minuti. Ginny passava ogni momento libero con Harry e anche la loro
relazione procedeva bene. Qualcosa era cambiato, però, Harry e Hermione non
riuscivano più a trovare tempo per parlarsi. Fra le lezioni, i compiti, e le
rispettive storie amorose, si parlavano solo per lo stretto necessario. Harry
stava male per questa situazione, da qualche giorno era nervoso e irrequieto.
Ginny gli aveva detto che stava diventando intrattabile ed inavvicinabile, ed
era vero. Si era chiuso in sé stesso, come un riccio, stava spesso da solo e se
qualcuno osava disturbarlo si beccava una bella sfuriata. Certo, poteva parlare
con Ginny, Ron, Neville e Luna, ma non era come parlare con Hermione. Nessuno di
loro riusciva a capirlo quanto lei, non poteva certo mettersi a parlare con
Ginny dei suoi problemi o di Voldemort, gli avrebbe detto che era noioso, con
Ron nemmeno a pensarci, lo avrebbe ascoltato due minuti e poi gli avrebbe
proposto una partita a scacchi, con Luna non era per niente in confidenza, e con
Neville…beh…certo si erano conosciuti meglio negli ultimi anni e il ragazzo
aveva dimostrato di essere degno di fiducia, ma… non era certo che l’avrebbe
compreso fino in fondo. Insomma, nessuno batteva Hermione.
Quella mattina di fine settembre stava
attraversando la Sala Comune, diretto verso l’uscita, era solo, Ron, Ginny e
Hermione dovevano essere già scesi. Proprio a metà strada vide il buco del
ritratto aprirsi e con sua grande sorpresa vide Hermione camminare spedita nella
sua direzione con a tracolla la borsa dei libri. Anche lei sembrò sorpresa di
trovarlo lì, appena lo vide si avvicinò.
"Ciao…"
"Ciao…" mormorarono entrambi. Avevano le facce di
due persone che non si vedevano da secoli.
Si fissarono per un po’. Ad Harry sembrò che
Hermione lo stesse scrutando per vedere se stesse bene.
"Come stai?" le domandò.
"Bene…e tu?"
"Bene anche io…" altro silenzio.
"Eh…Harry io dovrei andare…sono passata per
prendere un libro…"
"Oh!Certo!Scusa…" si spostò.
"Grazie" e senza aggiungere altro imboccò la
scalinata. Lui scosse la testa con rabbia e rassegnazione. Stava perdendo la sua
migliore amica.
Fece per andarsene, ma, poco prima che il ritratto
si spostasse…
"Harry!" l’interpellato riconobbe la voce della
ragazza. Si bloccò e si voltò. Vide Hermione correre nella sua direzione, non
aveva in mano nessun libro. Si fermò molto vicina a lui.
"V-vuoi venire un attimo con me?" ansimava per la
corsa.
"D’accordo…ma dove…?"
"Vieni!" lo prese per un polso e lo trascinò su per
le scala del dormitorio femminile.
Corsero per un lungo e largo corridoio dove vi
erano porte di legno alle pareti e qualche quadro vivente sui muri, su un parete
molto spaziosa vi era una sola porta, Hermione si stava dirigendo in direzione
di essa. Si fermò di colpo e si mise a cercare la bacchetta nel mantello. Harry
si guardò intorno da alcune porte uscivano delle ragazze, alcune lo guardavano e
facevano delle risatine, altre erano stupite e altre ancora lo indicavano, si
sentì molto imbarazzato dalla situazione. Finalmente Hermione trovò la
bacchetta, la puntò sulla maniglia.
"Alohmora…"sussurrò. La porta si aprì. La
ragazza entrò trascinandosi dietro Harry. Richiuse la porta, dopodiché cominciò
a cercare qualcosa in mezzo ad una distesa di libri, pergamene e fogli sparsi su
una scrivania.
"Siediti Harry, il mio letto non ha mai mangiato
nessuno fino ad ora…" Harry si sedette.
E così quella era la stanza di Hermione? Si guardò
attorno. Nella stanza c’erano solo un’armadio, una scrivania, un letto a
baldacchino con ai lati due finestre. Accanto all’armadio c’era una piccola
porta, Harry ipotozzò che conducesse al bagno, e nient’altro.
"Quella di Ginny è totalmente l’opposto…" pensò.
Infatti, la ragazza, pur non essendo Caposcuola era riuscita ad ottenere una
camera privata, la quale era piena di poster e decorazioni a non finire.
Harry guardò la schiena dell’amica ancora impegnata
nella ricerca.
"Hermione?" lei smise di cercare ma non si
voltò.
"Ho bisogno di parlare un po’ con te…" ammise lui.
La ragazza annuì.
"Harry?" lo chiamò poco dopo.
"Sì?"
"Mi sei mancato…" lui sorrise. Hermione si voltò e
corse ad abbracciarlo.
Harry la fece sedere sulle proprie ginocchia, come
una bambina. Le accarezzò i capelli e le guance, lei rimaneva semplicemente
abbracciata a lui e lo lasciava fare. Stava talmente bene insieme ad
Harry, si sentiva protetta e al sicuro, gli voleva
molto bene e lo rispettava, la loro amicizia si era incredibilmente rafforzata
dopo tutti quegli anni.
"Hermione?"
"Sì?"
"Non pensi che adesso dovremo andare?"
"Oh…giusto!" a lui dispiaceva averglielo detto ma
non voleva che Hermione perdesse un pezzo di lezione, conoscendola ci sarebbe
rimasta malissimo. La ragazza si alzò e corse a prendere il libro, poi uscirono
e lei chiuse la porta. Corsero fino ad arrivare alla fine della scalinata
principale, lì trovarono Ron e Ginny.
"Ma dove eravate finiti?" esclamò Ron mentre loro
cercavano di riprendere fiato.
"Scusate, ho dimenticato un libro nel dormitorio,
ho incontrato Harry e gli ho chiesto di venire ad aiutarmi a cercarlo…" in
realtà ne avevano approfittato per parlare un po’.
"Non fa niente…però vi siete persi la
colazione…"
"Oh cavolo!" esclamò Harry che aveva la pancia che
brontolava.
"Sentite…andate a mangiare, dirò alla Professoressa
McGranitt che vi siete svegliati tardi…"
"No…io vengo…non ha importanza" disse il
moro.
"Anch’io…"
"D’accordo…andiamo!" i tre fecero per allontanarsi
ma qualcuno bloccò Harry per un polso, facendolo voltare. Era Ginny.
"Aspetta un attimo…" sussurrò prima di cominciare a
baciarlo. Ron e Hermione rimasero a guardare in silenzio. Poco dopo la rossa si
staccò da Harry.
"Ecco, ora puoi andare…" sorrise e lui ricambiò per
poi allontanarsi con gli amici.
***
Fortunatamente la McGranitt fu abbastanza
comprensiva e non li rimproverò per molto.La lezione era cominciata da una
ventina di minuti, quando erano arrivati però, la maggior parte dei posti erano
già stati occupati e quindi avevano dovuto dividersi. Ron ed Harry erano vicini
mentre Hermione era dalla parte opposta, accanto ad un ragazzo di Grifondoro che
non conosceva, e prendeva appunti come al solito. La McGranitt spiegava come
trasfigurare un gatto e forniva delle dimostrazioni.
Improvvisamente, a Hermione venne la nausea e
cominciò a farle male la pancia.
Inizialmente cercò di ignorare questo malessere,
pensando che fosse una cosa passeggera e che le sarebbe passato poco dopo. Ma
più il tempo passava, più il senso di nausea aumentava così come i dolori di
pancia, impedendole di concentrarsi. Dovette smettere persino di prendere
appunti, respirò profondamente, cercando di calmarsi e ripetendosi che sarebbe
passato in fretta, ma ciò non avveniva. Alla fine, dovette fare una cosa che non
pensava avrebbe mai fatto in vita sua.
"Professoressa, mi scusi, posso andare in bagno?"
domandò alzandosi. La McGranitt smise immediatamente di parlare e guardò
Hermione, vide che era sbiancata in viso.
"Si sente bene Signorina Granger?" domandò
preoccupata. Tutti gli studenti si voltarono a guardarla, a quel punto anche
Harry e Ron notarono l’improvviso cambiamento di colore del viso di
Hermione.
"Sì…ho solo bisogno di andare in bagno…" rispose,
la nausea era talmente forte che credette di star male da un momento
all’altro.
"Va bene" e riprese a spiegare. Hermione uscì
cercando di andare più lenta possibile, non degnò di uno sguardò né Harry né Ron
che la guardavano preoccupati, non era da Hermione uscire durante una
lezione.
Appena si fu richiusa la porta dell’aula alle
spalle cominciò a correre e non appena trovò un bagno vi si introdusse. Non
c’era nessuno e poco dopo comprese anche il perché, era finita nel bagno di
Mirtilla Malcontenta, fortunatamente quest’ultima non era presente. La ragazza
si appoggiò ad uno dei lavandini e accese l’acqua, non riuscì ad evitare di
pensare che, proprio a pochi centimetri da lei, secondo quanto le avevano
raccontato Ginny e i due amici, si trovava l’entrata per la Camera dei Segreti.
Fortunatamente lei non conosceva il serpentese e quindi non avrebbe mai potuto
aprirla.
Chiuse gli occhi e respirò profondamente ma fu
tutto inutile quel fortissimo senso di nausea la costrinse a vomitare per più di
una volta. Ripulì il lavandino e si sciaquò la bocca, fu sollevata nello
scoprire che la nausea si era un po’ attenuata ma in compenso le faceva ancora
male la pancia.
Scoppiò a piangere e si diede della stupida perché
non aveva senso, era sicuramente un’influenza. Rimase lì ancora qualche minuto
poi tornò in classe dove si sforzò di prendere appunti.
La campanella che segnava la fine delle lezioni
suonò e Hermione si ritrovò a pensare che non aveva mai desiderato tanto sentire
quel suono come in quella mattina. Lei, Ron e Harry uscirono dall’aula di
Pozioni, i due amici le domandarono se si sentisse bene dal momento che aveva
sbagliato metà degli ingredienti da aggiungere per completare la pozione, lei
non rispose e si diresse spedita verso l’ingresso del castello. Ginny era già là
ad aspettarli.
"Bene, direi che è ora di pranzo…" disse quando il
trio fu al completo.
"Andiamo a mangiare? Ho una fame!" esclamò
Harry.
"A chi lo dici amico…" disse Ron massaggiandosi la
pancia.
"Voi andate se volete…io non ho fame…" a
quell’affermazione di Hermione i tre si girarono a guadarla.
"Ci vediamo dopo…" e senza badare alla loro
incredulità salì le scale , nessuno dei tre la vide più per tutto il
pomeriggio.
***
Il tramonto. Ginny Weasley bussò alla porta della
stanza della sua migliore amica.
"Hermione? Posso entrare?" non ottenne risposta ed
entrò comunque.
Vide la ragazza stesa sul letto con indosso un
pigiama rosa con disegnate delle fragole rosse.
Aveva in mano la piuma e un rotolo di pergamena,
stava tentando di studiare ma evidentemente non ci riusciva, il foglio era
bagnato dalle sue lacrime, anche in quel momento stava piangendo.
Ginny molto sorpresa si avvicinò sedendolesi
accanto.
"Hermione…cosa ti succede?" domandò
preoccupatissima.
"Non lo so Ginny!Ho la nausea e dei fortissimi
dolori di pancia!"
"Hai la febbre?"
"No" la rossa le mise una mano sulla
fronte.
"Non ce l’hai…" constatò. Rimasero un minuto in
silenzio, Hermione si asciugava gli occhi e Ginny rifletteva.
"Hermione, senti, lo so che sono cose personali
ma…tu e mio fratello per caso nelle ultime settimane
avete…ehm…approfondito la vostra relazione?"
"Perché vuoi saperlo?"
"Tu rispondi"
"Sì…"
"Quanto tempo fa?"
"Più o meno due settimane…" Ginny fece una
smorfia.
"Sei in ritardo con le mestruazioni?"
"Sì…"
"Di quanto?"
"Una settimana…"
"Cosa ti senti?"
"Nausea, dolori di pancia e
nient’altro…"
"Mmm…"
"Cosa c’è?"
"Credo di aver capito cosa ti sta succedendo…ma per
essere maggiormente sicure è meglio andare da Madama Chips…" detto questo si
avvicinò all’armadio e lo aprì, ne estrasse dei jeans blu e una maglietta a
righe.
"Indossa questi, ti aspetto qui…" la bruna prese i
vestiti che l’amica le porgeva e andò in bagno ad indossarli, pochi minuti dopo
uscì.
"Bene, adesso andiamo…"
"D’accordo…ma Ginny…mi spieghi che mi succede?
Perché io non so…"
"Lo scoprirai fra poco…" e detto questo la prese
per mano e si diressero insieme in infermeria.
***
Madama Chips si dimostrò stranamente comprensiva,
le pose le stesse domande di Ginny e lei, un po’ più imbarazzata,
rispose.
"Bene. Ho capito tutto, stando a quanto lei mi ha
detto e se non avete usato precauzioni è mio dovere comunicarle Signorina
Granger che lei è incinta".
Continuò a ripetere quell’ultima parola nella sua
mente per un minuto, proprio come quando uno di quei cd babbani si
inceppava.
"I-incinta?" era talmente sorpresa che aveva
sgranato gli occhi.
"Di due settimane, all’incirca"
"Ne è sicura?" domandò Ginny, vedendo che l’amica
era sotto shock.
"Tutti i suoi sintomi fanno pensare ad una
gravidanza…ma faremo un controllo…"
Madama Chips ci mise pochissimo ad analizzare un
campione di urine di Hermione con la magia.
"Sì…non ci sono dubbi…è incinta" sentenziò alla
fine.
"Professoressa…nel caso in cui…Hermione non volesse
tenerlo…che opzioni ha?"
"Beh…c’è l’aborto…che però nel mondo magico non è
possibile effettuare…le nostre leggi parlano chiaro, ognuno deve prendersi la
responsabilità delle proprie azioni"
"Quindi, se lei volesse abortire dovrebbe andare
nel mondo dei babbani?"
"Esattamente" la rossa guardò l’amica, che aveva
ancora lo sguardo spaventato e fisso davanti a sé.
"Quanti anni ha?" domandò Madama Chips a Ginny,
guardando Hermione compassionevole.
"Diciassette"
"Di chi è il piccolo?"
"Di mio fratello, Ronald Weasley…"
"Ah! Sì, mi ricordo di lui…devo confessare che non
mi sembravano tanto innamorati…"
"Invece lo sono…"
"Beh…capita a tutti di sbagliare"
"Infatti"
"La riporti nel dormitorio e le dia questa…" le
porse una pozione di colore giallastro contenuta in una bottiglietta di
vetro.
"Le attenuerà i dolori di pancia e l’aiuterà a
riposare…mi raccomando, tu e i tuoi amici, fate in modo che riposi e niente
missioni pericolose o che potrebbero danneggiare in qualche modo lei o il
bambino, fatele mangiare tutto quello che desidera, se volete conoscere il sesso
del piccolo dovrete aspettare altre due settimane…poi sarò in grado di dirvelo.
Avvertirò gli insegnanti che sicuramente lo diranno ai genitori, crede che la
prenderanno bene?"
"Non ne ho idea, li conosco solo di
vista…"
"Capisco, bene, ora andate! E mi raccomando!" tornò
nel suo ufficio.
"Hermione? Tutto bene?"
"Sì…ero solo un po’ sorpresa…"
"Che farai?"
"Lo tengo naturalmente!"
"Ne sei certa?"
"Certissima"
"Bene…allora credo sia il caso di dirlo a
Ron…Madama Chips ha detto…"
"Ho sentito…"
"Ah okay. Sei pronta per dirglielo?"
"Ti confesso che sono un po’ nervosa…non mi
aspettavo certo questa notizia, però ne sono felice…è solo un po’
strano…"
"Non preoccuparti! Con il tempo ti ci abituerai!
Adesso andiamo o Madama Chips ritorna e ci sbatte fuori!" risero entrambe e poi
uscirono.
***
Harry e Ron stavano facendo una partita a scacchi
nella Sala Comune.
"Non sei preoccupato per Hermione?" domandò il
rosso all’amico.
"Certo, è strano il suo comportamento così come il
fatto che sia uscita con Ginny senza una parola…"
"Secondo te è grave?"
"No, non credo…lo saprebbe già mezza Hogwarts se
così fosse…"
"Hai ragione…"
Poco dopo entrarono le due ragazze e loro si
alzarono.
"Hermione!" esclamarono in coro, preoccupati.
Notarono che entrambe sorridevano.
"Ciao,futuro papà!" esclamò Ginny
abbracciandolo.
"Che?! Ma cosa…?!"
"Tu sarai padre e io zia…Hermione aspetta un
bambino!" sia il moro che il rosso spalancarono la bocca,
sorpresissimi.
"Tu…tu sei…"
"…incinta?!" completò Harry. Hermione annuì sempre
sorridendo.
Ron l’abbracciò e la strinse forte.
"Cavoli che notizia fantastica!!" esclamò con le
lacrime agli occhi.
"Quando l’hai saputo?"
"Poco fa…" i due andarono avanti a parlare per
qualche minuto poi, Hermione si volse verso Harry con un sorriso, lui ricambiò
anche se in maniera leggermente forzata.
"Congratulazioni Hermione!" disse.
"Grazie" rispose abbracciandolo.
"E’ fantastico…davvero…"
"Già!"
Si fissarono per qualche istante, poi lei tornò a
rivolgersi a tutti e tre.
"Da oggi, temo che dovrete cominciare a sopportare
le mie voglie!"
"Oddio…non farmici pensare!" esclamò Ron. Si misero
a ridere tutti.
"Adesso definiamo i dettagli!" disse Ginny
prendendo Hermione per un braccio e obbligandola a sedersi sul divano,
accanto a lei si sistemò Ron.
Harry li guardò chiacchierare allegramente fra di
loro, tenendosi a distanza. Non sapeva perché ma una parte di lui desiderava che
quel bambino fosse suo, era un pensiero stupido ma vederli lì a fare progetti
sul futuro lo faceva sentire escluso, lui non faceva parte della famiglia che si
stava creando.
Hermione sarebbe diventata madre, Ron padre, Ginny
zia e lui…l’amico di famiglia. Ma gli amici dei genitori non hanno nessun ruolo
a parte andare a trovare la famiglia quando capita o tenere in qualche rara
occasione il bambino, sarebbe stato escluso e magari prima o poi avrebbero perso
i contatti. Loro si trovavano un futuro bello e felice mentre lui non sapeva
neppure se sarebbe soppravvissuto allo scontro finale con Voldemort. Era
ingiusto ma era quello che comportava essere Il Prescelto…non aveva
scelta e lo sapeva. Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive, la
profezia parlava chiaro, uno dei due doveva morire, quindi lui non poteva
permettersi di fare molti progetti e sperare che tutti si sarebbero realizzati.
In quel momento provava uno strano senso di invidia nei loro confronti, quante
volte aveva desiderato essere come tutti gli altri? Non si contavano più. Li
guardò un’ultima volta poi si allontanò salendo le scale che portavano al
dormitorio maschile.
Note
dell'autrice:
E anche il terzo capitolo è terminato!Spero vi
piaccia!Confesso che mi è piaciuto molto scrivere la riflessione finale di
Harry...non so perché...forse mi piace scrivere le riflessioni dei
personaggi!^^
Risposte
alle recensioni:
JosephineAntoniette: Grazie
mille!Inserirò anche i suoi pensieri ma non so ancora quando...
hil: Grazie!Eh...lo so, ma Herm
pensava di sistemare tutto facendo quello che ha fatto...come può stare ancora
con Ron?Beh...quello che è successo con Harry l'ha confusa e l'ha portata a
desiderare che tutto tornasse come prima di quella notte, e tutto ciò comprende
anche ritornare con Ron.
Giorgia: Mi fa piacere che tu non
lo pensi! Anch'io avrei fatto come ha fatto lei...sono contenta che il capitolo
ti sia piaciuto!^^ Grazie della recensione!
Pandora91: Mmm...io non lo
chiamerei esattamente "verificare", ritengo che sia molto diverso,sinceramente,
Hermione anche nei libri della Rowling non mi ha mai dato l'impressione di una ragazza
che fa una cosa e poi la rifà solo per verificare se c'è una
differenza...comunque, grazie del consiglio!^^ Come vedi l'ho seguito e ti
confesso che mi trovo meglio così!
lady86: Sono felice che tu l'abbia
letta e sono contenta che ti piaccia!^__^ Non preoccuparti, alla fine si
chiarirà tutto...promesso!Grazie mille della recensione!
chiara: Sono contenta che ti stia
piacendo...purtroppo non posso dirti se sono o meno della tua stessa opinione
sulla coppia perché se te lo dicessi, il finale diventerebbe quasi ovvio...ma
alla fine lo scoprirai! Grazie anche a te della recensione!^^
E con questo io ho finito!Ci vediamo al prossimo
capitolo!
Ringrazio anche chi ha solamente letto!
Bacioni!
Lady Giuly93
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Capitolo 4 *** Capitolo 4: Ritorno a Grimmauld Place ***
Capitolo 4: Ritorno a Grimmauld
Place
Erano passati quasi tre mesi da quel giorno, la
pancia di Hermione era cresciuta e cominciava a vedersi. Harry e Hermione
stavano spesso insieme e parlavano, ma lui sentiva che si era rotto qualcosa fra
loro, la metà del tempo che lei, prima di sapere di essere incinta, trascorreva
con lui, ora lo passava con Ron o Ginny a comprare vestiti per il bambino o a
fare progetti, il suo peggior timore si stava realizzando. Con Ron parlava
pochissimo ormai, si vedevano poche volte e oltretutto in quel periodo erano
sommersi dai compiti, Ginny ovviamente la incontrava, ma non parlavano più di
tanto…si baciavano, soprattutto.
Dopo pochi giorni sarebbero cominciate le vacanze
natalizie. Era un sabato mattina, Harry fu svegliato da un allegro chiacchierio,
proveniente dalla Sala Comune. Si sedette sul letto ed inforcò gli occhiali per
poi arrivare fino al balconcino che dava sulla sala, riconobbe subito Ron
chiacchierare con un signore che indossava un gillet blu con sotto una camicia
bianca e pantaloni beige, e Hermione che stava parlando con una donna alta,
molto magra e con i capelli castani che indossava un completo azzurro e al collo
una collana con una perla bianca, scorse Ginny seduta sul divano e la Signora
Weasley seduta accanto a lei che parlava, Arthur invece stava attizzando con la
bacchetta il fuoco nel camino. Si appoggiò alla ringhiera e sorrise guardandoli,
Hermione si voltò e gli fece un gran sorriso.
"Harry! Da quanto sei lì?"
"Poco…"
"Harry!" esclamò Ron smettendo di parlare con
quell’uomo, tutti di voltarono nella sua direzione.
"Scendi, voglio presentarti i miei genitori!"
esclamò allegra Hermione. Lui scese le scale e si ritrovò nella Sala Comune con
loro.
"Buongiorno!" disse poco dopo aver superato
l’ultimo gradino, la ragazza lo prese per la manica del pigiama e lo portò di
fronte ai due signori.
"Harry…loro sono mia madre e mio padre, Jane e
Robert…" presentò Hermione con un sorriso, l’uomo gli strinse la mano,
entusiasta.
"Tu devi essere Harry Potter! Hermione ci parla
sempre molto di te…" la ragazza arrossì e fece un timido sorriso.
"Ciao Harry, è un piacere conoscerti…" disse la
Signora Granger, Harry non poté fare a meno di notare che sorrideva esattamente
come l’amica.
"Anche per me!" disse lui, stringendole la
mano.
"Nostra figlia ci ha raccontato di tutte le vostre
avventure, sei il suo idolo, non so come avrebbe fatto se tu non l’avessi
aiutata in tutte quelle occasioni…!"
"Papà…" sibilò la figlia ancora più rossa. La
moglie gli diede una gomitata.
"Oh…beh…il più delle volte è stata lei ad aiutare
me…" disse lui, sorridendole.
"Bene, bene. Sei il ragazzo della sorella di Ron,
giusto?"
"Oh…sì, Signor Granger…" rispose un po’ preso alla
sprovvista.
"Tesoro, non vedi che l’hai messo in imbarazzo?" lo
rimproverò la moglie.
"Non era mia intenzione, stavo solo facendo
conversazione…"
"Scusate, venite qui un momento per favore!"
esclamò Arthur. I Signori Granger e Ron raggiunsero il resto della famiglia di
quest’ultimo. Harry bloccò Hermione per un braccio, lei si voltò a guardarlo,
interrogativa.
"Vieni un momento, per favore…" si allontanarono
dagli altri.
"Che c’è?" domandò lei.
"Hai detto ai tuoi del bambino?"
"Sì…"
"E…come l’hanno presa?"
"Beh, direi piuttosto bene, perché?"
"Perché da come li ho trovati non mi sembrano
molto scossi dalla notizia…"
"Sono felici per me…cosa credevi? Che si sarebbero
messi a piangere e mi avrebbero odiata?"
"No, ma non immaginavo di certo che si
comportassero come se non ti fosse successo nulla…"
"Infatti non mi è successo nulla…" ribatté lei,
irritata.
"Aspetti un bambino! Ti sembra un ‘nulla’
questo?"
"Ma si può sapere che ti prende?"
sbottò.
"Potrei farti la stessa domanda! Forse tu non ti
rendi conto di che cosa voglia dire prendersi cura di un bambino!"
"Oh oh…ha parlato l’esperto!"
"Smettila!"
"Ma smettila tu!"
Lui voltò il capo dall’altra parte,
offeso.
"Senti Harry, non so cosa ti sia preso, ma sappi
che decidendo di tenere questo bambino ho accettato anche le conseguenze, so
esattamente cosa mi aspetta e non preoccuparti, me la caverò, come ho sempre
fatto!" e detto questo raggiunse gli altri. Arthur e Robert fecero un discorso
ciascuno ai futuri genitori. Durante il discorso di Arthur, Hermione continuò a
guardarsi indietro, Harry era seduto sugli scalini di accesso al dormitorio
maschile e teneva lo sguardo fisso a terra. Lei si alzò dal divano, nessuno ci
fece molto caso, erano tutti impegnati ad ascoltare Arthur, si sedette sugli
scalini accanto a lui.
"Harry…che c’è?" domandò dolcemente dopo un po’ di
silenzio. Lui scosse la testa.
"Sento che c’è qualcosa che non va…"
"Sto bene" rispose.
"Ti prego, dimmi cos’hai…mi fai preoccupare…" nel
dire questo, poggiò delicatamente una mano sulla sua e gliela accarezzò. Si
guardarono intensamente per qualche minuto.
"Hermione? Vieni! Tuo padre dice che ci vuole
scattare una foto!" la ragazza tolse subito la mano da quella di Harry ed
entrambi balzarono in piedi.
"Ma…non si possono usare oggetti babbani qui a
Hogwarts!" ribatté lei.
"Ha detto di aver ottenuto un permesso speciale
dalla McGranitt…"
"Oh…va bene, arrivo!" lanciò un’ultima occhiata a
Harry che le fece un cenno col capo come per dirle che andava bene così, poi
uscì insieme ai Weasley e ai suoi genitori.
***
"Evviva! Siamo in vacanza! Niente più
lezioni!"
"Ricordati che abbiamo i compiti da fare
Ron…"
"Sì…ma per quelli c’è tempo! Sapete, io e la mia
famiglia andremo in montagna, partiamo fra due giorni…voi cosa
farete?"
"Io pensavo di tornare in Grimmauld Place…" rispose
Harry.
"Davvero?"
"Sì…per me quel posto è come una seconda casa e
poi, Sirius avrebbe voluto che ci abitassi…" disse tristemente.
"Hermione, tu vieni con noi?" domandò il
rosso.
"Beh…veramente i miei avevano in programma di fare
un viaggio in Ungheria, vogliono partire fra due giorni…"
"Oh…capisco, peccato…quando parti
Harry?"
"Ancora non lo so, ma visto che tu e Hermione
partirete fra due giorni, credo che me ne andrò anch’io…"
"Mi è venuta un’idea! Dato che staremo in montagna
una sola settimana poi potremo andare tutti a Grimmauld Place e trascorrere il
resto delle vacanze là…"
"E’ una buona idea…" commentò Harry.
"Sono d’accordo…" aggiunse Hermione.
"Perfetto, spedisco una lettera a mamma per
dirglielo, a dopo!" e si allontanò. Harry e Hermione si fermarono e si
appoggiarono al parapetto del ponte (NdA: quello che si vede nel quarto film) la
ragazza sospirò e abbassò lo sguardo.
"Non hai voglia di andare con i tuoi…ho
indovinato?"
"Già…sai, ho fatto delle ricerche e in Ungheria non
risulta esserci un passato magico interessante…e dato che a me piace viaggiare
per scoprire più cose sul mondo della magia, credo che mi annoierò...non ho
nemmeno voglia di andare in montagna, i miei mi ci trascinano ogni anno e non ne
posso più…lo sci non fa per me e poi con il bambino non voglio correre rischi…"
disse accarezzandosi la pancia.
"Potresti venire con me…"
"Dove?"
"A Grimmauld Place!" esclamò Harry.
"Beh…sarebbe un’idea…" disse Hermione
pensosa.
"Almeno non passereste il Natale soli…" disse
riferendosi anche al piccolo.
"Sì…hai ragione! Credo che lo dirò ai miei…" si
sorrisero.
"Grazie dell’invito Harry…" sussurrò
Hermione.
"Ma figurati!"
"Comunque, hai saputo se è maschio o femmina?" le
domandò.
"No…non voglio saperlo…"
"Ah…vuoi mantenere l’effetto sorpresa…"
"Già…" qualche minuto dopo ritronò Ron.
"Fatto! Ho usato Leo…"
"Perfetto…senti Ron, io ho deciso di non andare con
i miei…vado direttamente a Grimmauld Place con Harry…quindi ci vedremo
là…"
"Va bene…ma come mai?"
"L’Ungheria non mi ispira…"
"Ah…okay!"
"Vado a spedire anch’io una lettera…mi potresti
prestare Edvige, Harry?"
"Certo!" si allontanò a sua volta. I due ragazzi
rimasero soli.
"E’ fantastico!" disse Ron dopo un po’ di
silenzio.
"Cosa?"
"Il fatto che Hermione aspetti un bambino da
me…"
"Oh…sì…" sorrise Harry.
"Dici che dovrei chiederle di
sposarmi?"
"Non corri un po’ troppo, Ron?"
"Beh…ci ho pensato molto ultimamente…Hermione
aspetta un bambino e siamo innamorati da molti anni perciò pensavo che
magari…"
"Avete diciassette anni Ron!" gli ricordò Harry,
seccato da quella discussione.
"E allora? Anche i tuoi genitori avevano
diciassette anni quando decisero di sposarsi!" sbottò Ron. Si beccò
un’occhiataccia dall’amico.
"Scusa Harry, non intendevo…"
"Lascia perdere!" esclamò infuriato,
allontanandosi.
"Che cos’ è successo? Dov’è Harry?" domandò
Hermione arrivando alcuni minuti dopo.
"E’ andato via…"
"Cos’è successo Ron?!" insistette.
"Ho nominato i suoi genitori e lui si è
arrabbiato…"
"Ma sei proprio un insensibile!"
"Perché?"
"Ma non ci arrivi? Fra poco sarà Natale, e quel
giorno speciale si solito la gente lo passa con i parenti, no? E se ben ricordi
Harry non ha più nessuno, tranne i Drusley che lo trattano come se fosse un cane
e non un essere umano!" esclamò. Ron abbassò lo sguardo.
"E’ vero…non ci avevo pensato…"
"Come al solito!"
E detto questo si allontanò a sua volta,
arrabbiata.
"Ma perché io non ne combino mai una giusta?!"
***
Il giorno della partenza, Harry si alzò di buon
umore, Ron si era scusato e i genitori di Hermione avevano acconsentito alla sua
richiesta di andare a Grimmauld Place. Si vestì e prese il baule che aveva
preparato la sera precedente, poi scese. La Sala Comune era piena di studenti
tutti che indossavano la divisa dei Grifondoro.
"Ciao Harry! Buone vacanze!" gli augurò
Neville.
"Grazie Neville, altrettanto!"
"Buone vacanze Harry!" gli augurarono le sorelle
Patil.
"Grazie anche a voi!"
Scambiò gli auguri anche con i fratelli Canon,
Seamus e Dean, poi raggiunse i suoi amici, notò che i Weasley erano già
arrivati.
"Finalmente sei arrivato! Volevamo salutarti!
Partiamo fra poco!"
"Ciao Harry!" salutarono i gemelli.
"Oh, ciao Fred, ciao George! Come va il
negozio?"
"Alla grande! Gudagnamo un sacco!"
"Mi fa piacere!" sorrise.
"Harry…" era Ginny, aveva gli occhi lucidi, lo
abbracciò.
"Ci vediamo fra una settimana!" e cominciò a
baciarlo, Harry era in imbarazzo dal momento che era presente tutta la sua
famiglia ma rispose comunque.
"O-okay!" disse quando lei si staccò.
"Beh…amico, ci vediamo! E proteggi Herm e il
bambino!"
"Non preoccuparti…lo farò!" gli diede una pacca
sulla spalla, si sorrisero.
"Ciao Harry caro!" lo salutò la Signora Weasley
stringendolo in un soffocante abbraccio.
"Buone vacanze Signora Weasley!" riuscì a dire
Harry. Infine strinse la mano al Signor Weasley.
Hermione arrivò poco dopo e salutò
tutti.
"Allora, ci vediamo la settimana prossima! Ciao!"
tutta la famiglia si allontanò, prima di oltrepassare il ritratto Ron li salutò
nuovamente e loro ricambiarono.
Quando furono usciti, Harry si voltò verso
Hermione.
"Allora, andiamo anche noi?"
"Certo…il mio bambino non vede l’ora di arrivare…"
sorrise lei.
"Beh…di a baby Weasley di non aspettarsi una
reggia…temo che sarà un po’ impolverata!" risero entrambi mentre uscivano dal
buco del ritratto.
Il viaggio in treno durò due ore, durante le quali
i due amici parlarono del più e del meno. Finalmente arrivarono in stazione e
presero un Taxi babbano per arrivare nella zona dove si trovava la
casa.
"Grazie! Arrivederci!" disse Harry pagando il
taxista. Quando quest’ultimo se ne fu andato i due ragazzi si trovarono in
strada.
"Bene andiamo dove in teoria ci dovrebbe essere il
numero dodici…"
Si posizionarono fra l’undici e il tredici e poco
dopo videro comparire la casa.
"Perfetto!"
"Entriamo!" aprirono la porta e non appena si
trovarono all’interno cominciarono a tossire, c’era tantissima
polvere.
"Gratta e netta!" urlò Hermione estraendo la
bacchetta, la polvere sparì.
"Grande!" disse Harry. Tutto era rimasto come
l’avevano lasciato solo che quello non era più il Quartier Generale dell’Ordine
della Fenice.
"Le stanze dovrebbero essere ancora come due anni
fa…"
"Andiamo a posare i bagagli allora!" e così fecero
per poi incontrarsi nuovamente all’ingresso.
"Hai fame?" le domandò Harry.
"Un pò…da quando sono incinta mangio il doppio!"
ironizzò lei facendolo ridere.
"Allora preparo qualcosa…"
"Sai cucinare?" domandò, sorpresa.
"Sì…quando stavo dai Drusley mi obbligavano a
cucinare per loro, quindi…"
"Oh, Harry!" gli occhi di Hermione si fecero lucidi
e lo abbracciò.
"Dev’essere stato terribile per te passare dei mesi
insieme a quelle persone…"
"Lo è stato…ma adesso non tornerò mai più!" affermò
con convinzione. Lei interruppe l’abbraccio e sorrise.
"Cosa volete per pranzo?"
"Mah…non lo so…qualsiasi cosa ci va
bene!"
"Perfetto!"
"E’ carino…"
"Cosa?"
"Come parli al plurale…"
"Beh…non siete in due forse?"
"Già…" sorrise lei.
"Ron non lo fa mai…" aggiunse diventando
triste.
"Come? Mi è sembrato molto preso dal bambino…"
ammise stupito.
"Sì…lo è…però…ho come l’impressione che più di
tanto non gli interessi…"
"Come può non interessargli? E’ suo
figlio!"
"Già…non lo so! Da un po’ di tempo è
strano…"
"In che senso?"
"E’…distante…è sempre pensieroso…"
"Sarà preoccupato per te o per il bambino, di
questi tempi, forse teme che possa accadervi qualcosa…"
"Ne dubito…" mormorò per poi abbassare lo
sguardo.
"Eh?"
"Niente, niente…"
"Qualcosa non va, Herm?" domandò
scrutandola.
"No, no…tutto a posto!" alzò il viso e sorrise, ma
Harry non era convinto.
"Stai mentendo…prima hai detto ‘ne dubito’ per
quale motivo?"
"Beh…perché ci sei tu con noi…" lei arrossì, Harry
si tranquillizzò e ricambiò il sorriso.
"Vado in cucina…" disse dopo un po’.
"Benissimo io e il piccolo o la piccola andiamo in
salotto a rilassarci!"
E così fecero.
***
Erano le nove di sera.Harry e Hermione avevano
terminato di mangiare da poco, lei lo aveva aiutato a lavare i piatti nonostante
avesse rifiutato parecchie volte.
"Che facciamo?" domandò Harry mentre si asciugava
le mani con una salvietta.
"Non ne ho idea…" rispose Hermione che stava
bevendo una cioccolata calda.
"Guardiamo un film?"
"Un film? E’ da molto che non ne vedo uno…" disse
lei interessata.
"Okay, di che genere?"
"Romantico no…"
"Perché?"
"Sono troppo emotiva in questo
periodo…"
"Guarda che se piangi non succede
niente…"
"Non ho voglia di piangere"
"Capito…allora…horror?"
"Horror?!"
"Sì…"
"Oh beh…con tutti gli orrori che ho visto in questi
anni non dovrebbe spaventarmi troppo…va bene!"
Si recarono in salotto dove, con un incantesimo,
Harry fece apparire un cesto pieno di videocassette.
Hermione ne scelse una e misero nel
videoregistratore facendolo partire.
Erano passate due ore, fino a quel momento, la
ragazza aveva saputo limitarsi a chiudere gli occhi o a gridare, lui invece, la
guardava e sorrideva, per nulla spaventato.
"Come fai ad essere così calmo?! Le hanno appena
tagliato la gola!" aveva esclamato con le lacrime agli occhi ad un certo punto.
Non gli aveva dato il tempo di rispondere perché un'altra donna era stata uccisa
con una coltellata al cuore e l’assassino aveva lanciato un grido terrificante
facendo in modo che Hermione sobbalzasse e lo abbracciasse. Stava tremando. Lui
spense subito il televisore.
"Ehi, Hermione, calmati…" le diceva accarezzandole
i capelli.
"L-lo ammetto…questo genere di film non fa per me!"
sussurrò mentre due lacrime le rigavano il volto.
"Direi di terminare il film qui…tutta questa
agitazione potrebbe nuocere al piccolo…" sorrise asciugandole le
lacrime.
"H-hai ragione…che ore sono?" domandò
alzandosi.
"Quasi le undici e dieci…"
"Sono stravolta…"
"A chi lo dici…" sbadigliò lui.
"Allora forse è meglio andare a
dormire…"
"Sono pienamente d’accordo!" si alzò a sua
volta.
Salirono le scale fianco a fianco, Harry spense le
candele con la bacchetta man mano che passavano, giunsero davanti alla porta
della stanza delle ragazze.
"Buonanotte Harry!" sorrise Hermione.
"Buonanotte Hermione e…futuro o futura Weasley!" si
sorrisero di nuovo poi andarono ognuno nelle rispettive stanze.
***
L’ennesimo tuono, seguito da un lampo, fece
sobbalzare Hermione che da qualche ora si agitava nel proprio letto, senza
riuscire a riprendere sonno. Aveva sempre avuto paura dei temporali, fin da
quando era in fasce. Jane le aveva raccontato che, quando aveva sei mesi di
vita, era scoppiato un violentissimo temporale durante la notte e lei continuava
a piangere, non smise nemmeno quando il temporale cessò, tanto che i suoi
genitori dovettero portarla da un pediatra in modo che potesse prescriverle
qualcosa per farla dormire.
Si rigirò ancora per una decina di minuti, poi, con
uno lungo sospiro, si mise a sedere sul bordo del letto e infilò le pantofole
dopodiché si alzò e andò alla finestra, scostò le tende: il cielo era pieno di
nuvole girgie e minacciose, un altro tuono la fece arretrare, spaventata si mise
una mano sul cuore che batteva all’impazzata. Si accarezzò la pancia, non voleva
che il suo bambino si agitasse per una sua stupida paura. Con decisione uscì
dalla stanza e si diresse verso quella dell’amico.
Entrò molto lentamente e lo vide, dormiva e
sembrava non essersi minimamente accorto del temporale, si avvicinò e si sedette
sul bordo del letto.
"Harry!" sussurrò. Lui si mosse ma non si
svegliò.
"Harry!!" insistette. Il moro aprì un
occhio.
"…mione…che succede?" biascicò con la voce
impastata dal sonno.
"Harry…ho paura…"
"Di cosa?" domandò strofinandosi gli
occhi.
"Non hai sentito che c’è il temporale?"
"No…è di quello che hai paura?" lei annuì
timidamente, lui sorrise e l’abbracciò.
"Posso stare qui con te?"
"Certo, vieni…" si spostò un po’ da un lato,
facendole posto, lei si infilò sotto le coperte.
"Grazie…" mormorò.
"Di niente!" sorrise e poi la abbracciò.
La ragazza chiuse gli occhi.
"Adesso cerca di dormire…" le sussurrò Harry, lei
annuì.
Si sentiva così bene in quel momento, protetta, al
sicuro, la paura era svanita, si rilassò e poco dopo si addormentò.
***
La settimana era trascorsa velocemente, anche
troppo. Quel pomeriggio sarebbero arrivati i Weasley.
Harry e Hermione avevano passato la settimana
facendo passeggiate, sistemando la casa, studiando e dando la caccia agli ultimi
Doxy presenti.
Erano le nove del mattino, i due erano comodamente
seduti sul divano del salotto, indecisi su come trascorrere la giornata fino
all’arrivo dei Weasley.
"Che facciamo?"
"Non lo so…"
"Hai fame?"
"Abbiamo appena fatto colazione…"
"Già, vuoi guardare la televisione?"
"Non mi va molto…"
"Neanche a me, i compiti li abbiamo
finiti…cos’altro possiamo fare? Giochiamo a scacchi?"
"Questa settimana mi hai nauseata con quel
gioco…"
"E pensa che sono ossessionato la metà rispetto a
Ron…" sorrise lui.
"Lo so"
"Allora…Quidditch?"
"Mi vuoi far vomitare a tutti i costi?" scherzò
lei.
"Hai ragione, scusa…" rimasero a riflettere un
altro po’. Hermione dietro la schiena aveva un cuscino e le venne un idea folle:
lo prese e diede una cuscinata a Harry.Il ragazzo rimase un pò perplesso
dall'iniziativa, ma poi restituì la cuscinata alla ragazza. Continuarono così
per parecchio tempo, ridevano come matti.
"Ora basta Hermione! Adesso ti faccio vedere io!"
esclamò ridendo Harry. Iniziarono a rincorrersi per tutta la casa, dopo
mezz'ora, Hermione crollò sul divano, esausta, anche Harry si sedette accanto a
lei, aveva il fiatone.
"Sei stanca?"
"E' che da quando sono la mia resistenza fisica è
diminuita..."
"E' comprensibile, dal momento che devi muoverti
per due..." si sorrisero.
"Ah...e comunque..." la bloccò per i polsi e la
guardò con aria di sfida:"Presa!"
"Ah davvero? E tu credi di averla vinta tanto
facilmente?" fece un sorrisino.
"E cosa vorresti fare?"
Proprio in quel momento suono il
campanello.
"Questi devono essere Ron e Ginny..." commentò
Harry, era dispiaciuto che la loro mattinata fosse già finita.
"Già..." si alzò.
"Allora, ricomponiamoci e ritorniamo seri..." così
fece e lui la imitò:"Andiamo..." disse poi.
Si diressero all'ingresso, Harry aprì la porta e si
trovò davanti una Ginny e un Ron entrambi con un sorriso solare. Prima che
potesse dire qualunque cosa, la rossa lo abbracciò con una tale energia da
fargli mancare il respiro.
"Harry! Harry! Mi sei mancato tanto Amore!" lui
sorrise e le diede delle piccole pacche sulla schiena.
"Beh? Non si dà il bacio di benvenuto alla tua
ragazza?" disse, offesa, staccandosi un pò da lui.
"Oh...certo..." le si avvicinò e le diede un veloce
bacio sulla bocca.
"E questo cosa sarebbe?" domandò. Sembrava
arrabbiata.
"Un bacio..." rispose lui, guardò verso Ron e
Hermione, il ragazzo si guardava attorno mentre la ragazza sembrava trattenere a
stento le risate.
"No, caro, quella era la metà della metà di un
bacio..."
"Eh dai Ginny!" si lamentò alzando gli occhi al
cielo.
"Oh, va bene, d'accordo, se non vuoi più baciare la
tua ragazza basta dirlo..." e dopo aver detto questo si diresse con passo fiero
in cucina.
"Io vado a sistemare la mia roba!" urlò Ron che si
trovava già a metà scala.
"Okay!" Hermione si avvicinò al moro, teneva una
mano sulla bocca e si vedeva benissimo che tratteneva le risate. Lui incrociò le
braccia.
"Avanti, ridi..." le intimò. Lei non si trattenne
più e si fece un grande risata.
"Mi spieghi che c'è di tanto
divertente?"
"Ma Harry! L'hai baciata come fa un bambino
dell'asilo con la sua fidanzatina!" non riusciva a smettere di
ridere.
"Beh...mi imbarazzava perché c'eravate tu e
Ron..."
"Potevi dirci di allontanarci..."
"Temevo vi sareste offesi..."
"Sbagliavi..."
"Okay, adesso la smetti di ridere?"
"Ci provo..." tenetò di tornare seria ma ogni tanto
una risatina le scappava.
***
Pranzarono presto, Ginny cucinò, aiutata da
Hermione e Harry, mentre Ron apparecchiava con la bacchetta. Mangiarono bene e
nel pomeriggio Hermione, dal momento che il suo ragazzo era indietro con i
compiti, si offrì di aiutarlo e verso le quattordici i due sparirono in camera
di lei.
"Adesso posso baciarti come si deve..." Harry aveva
decisò di scusarsi, così non appena la porta della camera di Hermione si era
richiusa, cominciò a baciarla come si doveva.
"Lo sai? Sei notevolmente migliorato nel bacio,
rispetto all'anno scorso..."
"Dici?"
"Sì, l'anno scorso mi sembravi più insicuro, pareva
quasi avessi paura di baciare, quest'anno invece sei tutto il
contrario..."
"Wow! Grazie del complimento!" sorrise
lui.
"Prego...anche tu sei indietro con i
compiti?"
"Ehm...veramente io e Hermione li abbiamo terminati
ieri..."
"Perfetto, ti va di darmi una mano? Mi manca ancora
il tema di Trasfigurazione, quello di Incantesimi e la ricerca di Difesa Contro
le Arti Oscure..."
"D'accordo..." salirono in camera di lui, appena
entrata Ginny si sdraiò a pancia in giù sul letto e prese i libri, Harry le si
mise accanto.
"Su quale argomento devi svolgere la
ricerca?"
"Oh...Piton aveva detto di scegliere un
incantesimo e di analizzarlo, descrivendone gli effetti, il
colore..."
"Ho capito...senti, io non me la cavo male in
quella materia...che ne dici di iniziare con la ricerca?"
"Va bene"
"Allora, che incantesimo vorresti fare?"
***
"Ron! Concentrati! Non è difficile!"
Ron e Hermione, nell'altra stanza erano sistemati
più o meno come Harry e Ginny. La ragazza stava tentando di spiegare a Ron come
si trasfigurava un coniglio, ma lui continuava a distrarsi, facendole perdere la
pazienza.
"La fai facile tu che ci riesci già!" esclamò
lui.
"Ma potresti riuscirci anche tu se prestassi più
attenzione!"
"Senti, io non sono un genio!"
"Qui non si tratta di essere un genio o meno! La
verità e che a te non importa niente di imparare questo incantesimo!"
"Infatti, ma dal momento che devo per forza, tu me
lo devi insegnare!"
"Ma come faccio a insegnartelo se non mi
ascolti?!"
"Io ti ascolto!" ribatté infuriato.
"E nello stesso tieni la testa girata dalla parte
opposta!" rimasero un minuto in silenzio, entrambi furiosi.
"Sai, questa gravidanza non è stata esattamente un
toccasana per te...sei ancora più irritante!" lo disse con cattiveria e Hermione
non ce la fece più, uscì dalla stanza sbattendo la porta e corse di sotto
piangendo, uscì in giardino.
Harry aveva sentito la porta dell'altra stanza
sbattere e sia lui che Ginny erano usciti per vedere cos'era successo, erano
entrati in camera di Hermione ed avevano trovato Ron che stava leggendo il libro
di trasfigurazione.
"Cos'è successo ancora?" domandò la rossa con
sguardo irritato.
"E soprattutto, dov'è Hermione?" Harry si guardò
intorno.
"E' uscita, abbiamo litigato..."
"Ancora?!" esclamarono i due.
Il rosso annuì.
"Per quale motivo?" si sedette sul
letto.
"Stavamo studiando ma io non stavo attento, così mi
ha rimproverato e io le ho detto..." si fermò e chinò il capo.
"Cosa? Cosa le hai detto Ron?" Harry stava
cominciando ad arrabbiarsi.
"Che forse la gravidanza non le ha fatto così bene
perché è diventata più irritante..." a quel punto Ginny gli diede uno sberla
sulla nuca.
"Ehi!" urlò lui.
"Te lo sei meritato! Come si fa ad essere così
insensibili?!" sbottò lei. Lui non rispose.
Harry non disse nulla, cercava di mantenere la
calma, altrimenti lo avrebbe preso a pugni.
"Io vado a cercarla...tu occupati di lui per
favore..." disse per poi uscire.
"Mi sento un verme!"
"Ne hai tutte le ragioni!"
"Ma tu sei mia sorella! Dovresti
sostenermi!"
"Sostenerti? E per quale ragione? Per aver offeso
la mia migliore amica? Non mi sembra molto logico..."
"Non capisco perché se la sia presa tanto...era
solo un commento!"
"Ron ma cresci un pò! E' il tuo bambino che porta
in grembo! E tu cosa le dici? Che la gravidanza le ha fatto male?! Un bel
complimento davvero! Dev'essersi sentita molto amata in quel
momento!"
"Non so che farci, sono fatto così!"
"Allora ti consiglio di cambiare caro mio, perché
la pazienza si esaurisce e se mi permetti, Hermione è una santa a sopportarti!"
detto ciò uscì anche lei.
***
Harry la cercò per tutta la casa, poi decise di
andare in giardino, la trovò, appoggiata alla staccionata dietro la casa,
piangeva. Si avvicinò lentamente e vi si appoggiò a sua volta.
"Oh...c-ciao Harry..." farfugliò cercando di
nascondere le lacrime.
"Ciao..." rispose guardando davanti a sé per non
metterla in imbarazzo.
"C-che succede?"
"Niente...sei sparita così sono venuto a
cercarti..."
Silenzio.
Harry non sapeva che dire, tutto sembrava essere
superficiale e stupido.
"Mi dispiace per quello che è successo con Ron..."
la ragazza fece uno sbuffo e sorrise tristemente.
"Non preoccuparti Harry, tanto ormai queste scenate
sono all'ordine del giorno..."
"Ti avevo fatto questa domanda molto tempo fa e te
la ripeto ora: se non stai bene con lui perché non lo lasci?"
"Porto suo figlio in grembo..." rispose.
"Non è una buona ragione, è vero, un figlio a
bisogno di un padre e di una madre, ma lui o lei potrà frequentare Ron anche se
non starete insieme..."
"Non è così semplice Harry. Lo so, tutti lo pensate
ma nessuno lo dice: a Ron non importa niente del bambino, forse e vero, forse
no, non te lo so dire. Sai com'è fatto Ron, non ci dà molto peso perché deve
ancora maturare. Mi domando se sia troppo presto per..." e si accarezzò la
pancia:"...questo"
"Hermione..." lei lo interruppe scuotendo la
testa.
"Non ho intenzione di abortire Harry, proprio
nessuna. Ma devi capire che ho solo diciassette anni, lo so che nel mondo magico
si è già maggiorenni, ma sono ancora una adolescente, non so se ce la
farò...crescere un bambino è una grossa responsabilità, bisogna insegnargli
tutto, coccolarlo, nutrirlo, cambiarlo e se Ron non mi aiuta...non so come
farò...è vero ci sono i miei, ma non voglio dipendere in eterno da
loro..."
"Ti aiuterò io..." affermò Harry.
"Cosa?"
"Se avrai bisogno ti darò una mano..."
"Davvero?"
"Sì. Se hai bisogno, per qualunque cosa, vieni da
me, farò di tutto per aiutare te e il piccolo..."
"Oh...Harry...io..." scoppiò di nuovo a
piangere.
"Hey...hey...adesso cosa c'è da piangere?" lo
abbracciò.
"Grazie! Sei il migliore amico che si possa
trovare! Cerchi sempre di aiutare tutti!"
"Sì, lo so, lo so...ho la mania di fare l'eroe..."
le si staccò e scosse la testa, asciugandosi gli occhi arrossati.
"No invece, ora l'ho capito, non cerchi di fare
l'eroe ma di aiutare la gente...sei una persona da ammirare Harry!"
sorrise.
"Oh, ma dai! Non esagerare..." arrossì.
"Non esagero affatto, sei un ragazzo magnifico, hai
un grande cuore...grazie Harry!"
"Non ho fatto niente..."
"No, con le tue parole mi hai tirata su di morale,
posso farcela, ne sono convinta!" anche lui sorrise.
"Sono felice di sentirtelo dire, adesso però, che
ne dici se preparo una cioccolata calda?"
"Hai appena fatto la felicità del mio bambino, se
mi avresti proposto un caffé, dal momento che non sopporto più neanche l'odore,
saresti finito nella mia lista nera..." risero entrambi.
"Oh, no, no, non ci tengo proprio..." e continuando
a ridere rientrarono in casa.
***
Harry le preparò la cioccolata, Ron e Ginny scesero
poco dopo, il rosso si scusò con Hermione che lo perdonò un’altra
volta.
Era sera, Ron e Harry stavano facendo la terza
partita a scacchi, Ginny finiva il tema di Trasfigurazione, aiutata da
Hermione.
"Molto bene…abbiamo finito. Ragazzi, io sono
stanchissima, vado a dormire!" annunciò.
"Vengo anch’io…" la ragazza si voltò e guardò male
il suo ragazzo.
"Sempre se non è un problema…"
"Nessuno problema, solo che non ero stata informata
di questa cosa…"
"Oh…scusa…"
"Non importa Ron, andiamo, buonanotte!"
"Buonanotte!" risposero in coro gli altri
due.
Li videro sparire su per le scale.
"Andiamo anche noi, Harry?" domandò Ginny dopo un
po’.
"D’accordo…" si alzarono e salirono le scale a loro
volta. Lui aveva la strana sensazione che la sua ragazza, a differenza
dell’amico, avesse in mente qualcosa.
Arrivarono davanti alla porta della camera di lui,
entrarono.
"Sai Harry…" cominciò lei poco dopo avvicinandosi
lentamente:"Mi sei mancato tanto…" lo baciò, era uno dei suoi soliti baci
appassionati, non era una novità per Harry, quindi rispose al bacio. Rimasero
così parecchio, all’improvviso però, Ginny stravolse la situazione ed Harry si
ritrovò sdraiato sul letto sotto di lei, intuendo ciò che la ragazza voleva
fare, si mise a sedere di scatto, interrompendo il bacio e costringendola a
spostarsi accanto a lui per non cadere.
La guardò: sembrava piuttosto confusa e
incredula.
"Che stai facendo!?" le domandò,
arrabbiato.
"Credevo fosse chiaro…"
"Ginny! Hai soltanto sedici anni!"
"E allora?"
Harry scosse la testa, non credeva alle sue
orecchie.
"Sei…sei…troppo piccola!" anche lei si stava
arrabbiando.
"Piccola?" domandò.
"Sì. Insomma, Ginny, questa non è una cosa che si
fa per divertimento, può avere delle conseguenze!"
"Beh…a differenza di qualcuno io sto attenta
a queste cose…" quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.
"Stai insinuando che Hermione è un
irresponsabile!?" domandò, urlando.
"Dico solo che avrebbe potuto evitare di rimanere
incinta!"
"Dimentichi che è coinvolto anche tuo fratello!
Anche lui avrebbe potuto evitarlo!"
"Conosci Ron! Non avrebbe mai pensato di prendere
precauzioni! Hermione invece poteva arrivarci!"
Harry aprì la bocca per ribattere ma disse
soltanto:"A volte mi ricordi proprio tuo fratello…" per poi uscire dalla stanza,
sbattendo la porta.
Corse al piano inferiore deciso a calmarsi, si
diresse in cucina. Si fermò sullo accanto allo stipite della porta e ciò che
vide all’interno della stanza lo fece sorridere.
"Pastasciutta a quest’ora?"
"Il bambino ha fame…" lui si avvicinò, sempre
sorridendo, all’amica che stava mangiando seduta al tavolo.
"Ne è avanzata un po’?"
"Sì, perché?"
"Perché ti faccio compagnia"
"Grazie"
Prese un piatto dalla credenza e una volta arrivato
al fornello, aprì la pentola e vi mise una cucchiaiata di pasta, dopodiché si
sitemò di fronte a lei.
"E’ successo qualcosa, Harry?"
"Cosa te lo fa pensare?"
"Il fatto che stai mangiando un piatto di pasta a
mezzanotte invece di essere a dormire, inoltre non mi risulta che aspetti un
bambino…"
Lui volse lo sguardo altrove, posando la
forchetta.
"Io e Ginny abbiamo litigato…"
"Oh, allora è il giorno dei litigi…" lo disse senza
alcuna ironia:"Per quale motivo?"
"Ecco…lei voleva…fare l’amore con me…" a quel punto
a Hermione andò di traverso la pasta e fu costretta a bere
dell’acqua.
"Ma ha soltanto sedici anni!" esclamò per poi
tossire nuovamente.
"Gliel’ho detto anch’io…ti senti bene?" domandò,
dal momento che l’amica non cessava di tossire.
"Sì, sì…è perché mi ha sorpresa questa
cosa…"
"Ha sorpreso anche me…insomma, non credo che lei
sia abbastanza matura per quel genere di cose e non voglio nemmeno che la prenda
poco seriamente, non sarebbe giusto…"
"Hai ragione…" finalmente aveva smesso di
tossire.
"Ron non ci ha provato?" lei scosse la
testa.
"E’ crollato come ha toccato il letto, ma anche se
ci avesse provato l’avrei sistemato per benino…" risero.
Finirono di mangiare e misero i piatti nel
lavabo.
"Bene, e dopo lo spuntino me ne vado a
letto!"
"Io credo che dormirò sul divano, non mi va di
affrontare Ginny a quest’ora, sono stanco morto…"
"Sei sicuro? Non è molto comodo…"
"Non preoccuparti, andrà benissimo!"
"Se ne sei convinto…allora, buonanotte
Harry!"
"Buonanotte Hermione!" e mentre lei saliva le scale
lui andava alla ricerca di una coperta e un cuscino.
***
In men che non si dica si ritrovarono nuovamente ad
Hogwarts. Quel giorno sarebbero iniziate le lezioni, era un lunedì, Harry e Ron
avevano faticato ad alzarsi, come al solito. Scesero in Sala Comune ma non
trovarono le rispettive ragazze ad attenderli.
"Saranno già in Sala Grande…" ipotizzò il
rosso.
Così, oltrepassarono il ritratto della Signora
Grassa che si era cimentata in uno dei suoi assurdi canti già a quell’ora, e si
avviarono verso la Sala Grande. Lungo un corridoio, videro scendere da una scala
Hermione: aveva a tracolla la borsa dei libri ed indossava la divisa, i capelli
erano sciolti e alcune ciocche le ricadevano sulle spalle, sembrava aver fretta
e non fece caso a loro.
"Hermione!" i due ragazzi richiamarono la sua
attenzione e correndo le si avvicinarono.
"Oh, ciao ragazzi! Non vi avevo visto!"
"Sei andata in infermeria? E’ successo qualcosa al
bambino?" domandò allarmato Harry.
"Sì, già che c’ero ho fatto un salto, ma non
preoccuparti Harry, lui o lei, sta meglio di me…" il ragazzo sospirò sollevato,
Hermione sorrise.
"Hai detto ‘già che c’ero’?" domandò
Ron.
"Sì, la McGranitt mi ha dato un incarico, mi ha
detto di appendere un avviso alla bacheca del secondo piano…"
"Che avviso?"
"Lo scoprirete fra poco, adesso andiamo! Ho una
fame!" e così dicendo li precedette correndo verso la Sala Grande. Mentre i due
ragazzi camminavano, al moro venne spontaneo porre una domanda all’amico:" Ron,
lo so che non è affar mio, ma non ti sei preoccupato per il bambino?"
"No…perché?"
"Beh…se fosse successo qualcosa…"
"Ha detto che sta bene…" lo interruppe lui,
cercando di troncare la conversazione.
"Okay" rispose Harry, intuendo l’intenzione di
chiudere la discussione.
Arrivarono in Sala Grande, immediatamente la loro
attenzione fu catturata da un piccolo gruppo di ragazzi del settimo anno,
accalcati in un angolo della sala, che tentavano di leggere un foglio di
pergamena appeso al muro. I due amici scossero la testa e una volta raggiunto il
tavolo della propria casa si sistemarono vicino a Hermione e Ginny, quest’ultima
ed Harry si erano chiariti e lei gli aveva promesso che non avrebbe più offeso
la sua migliore amica.
"Sono diventati matti?" domandò Ron, fissando il
gruppo.
"No, Ron, è per l’avviso che si trovano là,
dovreste leggerlo anche voi due, potrebbe interessarvi…" disse
Hermione.
"Sapete di cosa parla?" domandò Harry alle
due.
"Sì…"
"D’accordo, allora…noi andiamo a leggerlo…" Harry
si scambiò un occhiata con Ron, dopodiché si alzarono e si avvicinarono al
gruppetto. Pian piano, tutti gli studenti ritornarono ai loro posti, rimasero
solo Harry, Ron e Neville, che era arrivato da poco. Sul foglio, a caratteri
piuttosto grandi, erano scritte queste parole:
Corso
aggiuntivo ad Hogwarts per coloro che desiderano diventare
Auror
La scuola di Magia e Stregoneria di
Hogwarts, offre un corso di preparazione e specializzazione per un totale di
cinque anni oltre i sette, che preparà al meglio gli studenti intenzionati a
diventare Auror e che garantirà agli stessi, un posto di lavoro al Ministero
della Magia una volta terminato il corso.
Gli studenti intenzionati ad aderire
dovranno presentar,e al momento dell’iscrizione, l’attestato del G.U.F.O. e
quello del M.A.G.O. senza i quali non sarà possibile partecipare.
Questo iniziativa è stata organizzata
dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts in collaborazione con il
Ministero della Magia.
Sarà un esperienza straordinaria per
tutti coloro che ne prenderanno parte.
I corsi saranno seguiti da alcuni
Auror del Ministero che si sono gentilmente resi disponibili per svolgere le
lezioni.
Le iscrizioni si terrannò nell’ufficio
della Preside Minerva McGranitt da lunedì al venerdì dalle 15 alle 16, per tutto
l’anno.
Grazie
dell’attenzione
Minverva McGranitt
"Interessante…" commentò Neville a un certo
punto:"…ci penserò…" concluse per poi ritornare al tavolo dei Grifondoro. Harry
e Ron si guardarono.
"Che ne pensi?"
"Beh…non mi sembra una cattiva idea…" ammise il
moro.
"Cosa? Vuoi frequentare per altri cinque anni?!"
domandò Ron, sorpreso.
"Dal momento che voglio diventare Auror mi sarebbe
utile…" anche l’amico sembrò rifletterci.
"Vediamo che ne pensano le ragazze…" ritornarono al
tavolo e si risedettero.
"Avete letto?" domandò Ginny.
"Sì…voi partecipate?"
"Ci stiamo pensando…"
"Anche tu vuoi diventare Auror, Ginny?" domandò il
fratello.
"No…" Ron la guardò interrogativo:"Hermione mi ha
rivelato che fra qualche giorno appenderanno un avviso anche per altri corsi,
fra i quali c’è anche quello per i Guaritori del San Mungo. Ecco, è quello che
voglio fare…"
"La Guaritrice?" la ragazza annuì.
"Contenta tu…allora, partecipiamo?" anche Harry e
Hermione si scambiarono un’occhiata.
"Beh…come dice quel detto ‘tentar non nuoce’…direi
che si potrebbe provare…" il moro annuì.
"Andata?" domandò il rosso.
"Andata!" risposero all’unisono e infine
sorrisero.
Forse non era stata una pessima idea decidere di
partecipare, al massimo avrebbero potuto ritirarsi, però questa cosa li avrebbe
favoriti molto, pensò Harry, dal momento che assicurava un posto di lavoro al
Ministero. In ogni caso non potevano prevedere cosa sarebbe successo in futuro e
quindi non potevano sapere se il corso sarebbe stato gradito da tutti, perciò,
dovevano solo aspettare.
Com’era quel detto babbano? Ah, sì! Ogni cosa a
suo tempo…
Risposte alle
recensioni:
HarryEly: Eh sì, è
incinta! Grazie del complimento e della recensione!
victoria9025: Grazie mille!
Purtroppo però non posso dire nulla...se vorrai scoprirlo dovrai leggere i
prossimi capitoli...^^
Giorgia: Grazie mille anche a te
che continui a seguirmi! Come ho detto agli altri non posso fare anticipazioni,
si scoprirà più avanti...grazie mille della recensione!
JoesphineAntoinette: Sì sì, è
incinta, grazie della recensione!^^
lisepotter: Grazie! Purtroppo non
posso dire niente sulla coppia per la quale parteggio, ma alla fine si scoprirà,
vedrai!
chiara: Grazie mille!^^
marco: Credimi, vorrei dirtelo ma
non posso...:( lo scoprirai alla fine! Grazie anche a te!^^
hil: Grazie, ma devo contraddirti,
non è vero che Harry non conta più niente, e comunque Ginny non ha dato nessuna
notizia, per il resto non posso fare anticipazioni ma grazie della
recensione!^^
granger90: Grazie anche a te! Eh,
non te lo posso dire...mi dispiace...per saperlo devi leggere i prossimi
capitoli..grazie mille ancora!^^
E con ciò io ho concluso anche questo capitolo!
Devo salutarvi velocemente perché devo partire per Parigi!( chissà magari mi
viene l'ispirazione e vado avanti a scrivere là!)
Grazie anche a chi ha solo letto!
Un bacione!
Lady Giuly93
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Capitolo 5 *** Capitolo 5: Benvenuta! ***
Capitolo 5:
Benvenuta!
Erano passati quattro
mesi, la pancia di Hermione era cresciuta parecchio, tanto che un giorno lei e
Ginny erano dovute andare da Madama McClan a comprare dei nuovi vestiti. Tutto
procedeva normalmente e di Voldemort nessuna traccia, nonostante a volte ad
Harry bruciasse la cicatrice non accadeva mai nulla. Il moro aveva indagato
sull’Horcrux mancante, ma aveva ottenuto scarsi risultati.
Per le vacanze pasquali erano tutti
andati alla Tana, i Weasley avevano invitato anche i cognugi Granger, che
avrebbero trascorso le vacanze insieme a loro e sarebbero arrivati quel
giorno.
Erano le cinque del mattino, Harry
aveva fatto un sogno strano, ma non su Voldemort: nel sogno erano in Sala Comune
ad Hogwarts e stavano chiacchierando, a un certo punto era arrivata Ginny con la
faccia imbronciata e lui le aveva domandato cosa avesse, la rossa aveva risposto
dicendo che anche lei voleva un bambimo, rischiando quasi di far svenire Harry,
il quale aveva ribattuto che Ron Hermione non l’avevano esattamente programmato,
era successo e basta, ma Ginny si era messa a piangere e ad accusarlo di non
volere un bambino da lei, a un certo punto gli aveva puntato la bacchetta contro
e l’aveva trasformato in un rospo occhialuto. Lui era scappato e Ginny si era
messo a rincorrerlo,a quel punto la voce di Hermione rimbombava nella sua
testa:"Ma sì Harry, perché no? Siete fidanzati…" ma lui urlava che non se ne
parlava perché Ginny aveva solo sedici anni.
A quel punto si era svegliato ed
aveva deciso di scendere in salotto, dopo aver costatato che difficilmente
avrebbe ripreso sonno. Era stranamente allegro, quello era uno dei rarissimi
sogni normali e non riguardanti Voldemort che aveva fatto.
Scese, indossava una maglietta blu a maniche lunghe e dei
pantaloni grigi, lunghi anch’essi.
Varcò la soglia del salotto e si avvicinò al divano, sul
tavolino erano accese due candele, Harry non capì il motivo, pochi secondi dopo
lo scoprì: Hermione era sdraiata sul divano, avvolta in una coperta, abbracciata
ad uno dei cuscini, i capelli erano leggermente spettinati.
Era distesa a pancia in su e dalla coperta si poteva vedere
benissimo la sua pancia.
Lui le si avvicinò e si inginocchio li accanto, dandole dei
colpetti sulla spalla per farla svegliare.
Lei si mosse leggermente.
"Mmh? Harry…" aprì lentamente gli occhi e lo riconobbe,
sorrise.
"Che ci fai qui?" domandò lui dolcemente, ricambiando il
sorriso.
"Devo essermi addormentata…che ore sono?"
"Le cinque e dieci del mattino…" la vide strofinarsi gli
occhi con una mano.
"Le cinque e dieci?"
"Già…"
"Oh, cavoli…Ron si chiederà che fine ho fatto!"
"Ron?" domandò, con sguardo interrogativo.
"Sì…beh…la Signora Weasley ci ha preparato una camera
matrimoniale…" spiegò.
"Ah…" disse, capendo.
"Ieri sera stavo leggendo e lui ha detto che andava a
dormire, gli ho risposto che l’avrei raggiunto poco dopo, ma evidentemente mi
sono addormentata…" detto questo estrasse il libro da uno dei sedili del
divano.
"Come ci è finito questo, lì?" domandò guardando
l’ggetto.
"Probabilmente nel muoverti è caduto…"
"Ah, giusto, che stupida…"
"Non mi sembri molto sveglia…" constatò
dolcemente.
"Effettivamente metà del mio cervello è ancora nel mondo
dei sogni…ehi! Ma tu che ci fai qui?"
"Brutto sogno" buttò lì.
"Ah…" disse lei sedendosi.
"Io ero diventato un rospo e Ginny mi inseguiva…" Hermione
rise.
"Non è divertente!"
"Invece sì…rospetto…" rise di
nuovo. Harry rimase stupito..
"Rospetto?" domandò.
"Neanche tu sei molto sveglio a quest’ora
Harry…"
"Effettivamente ho un po’ sonno…"
Hermione sorrise e poi ricadde di nuovo sui
cuscini.
"Harry?" chiamò dopo qualche minuto.
"Sì?"
"Vieni qui…"
"Qui dove?" la ragazza indicò il piccolo spazio accanto a
lei sul divano.
"Fa un freddo pazzesco…" commentò.
Effettivamente non faceva caldo, così Harry decise di
sistemarsi accanto a lei.
"Non pensi che Ron avrà da ridire su questa cosa?" le
domandò, serio.
"No, perché? Sei il mio migliore amico…" in quel preciso
istante il moro le vide passare sul volto una smorfia di dolore e la sentì
massaggiarsi la pancia.
"Hermione? Tutto bene?" domandò, preoccupato.
"Sì sì, è solo che il piccolo certe volte
scalcia…"
"Oh…è normale?" si sentì uno stupido ma non sapeva che
altro dire.
"Sì, normalissimo, vuoi sentire?"
"Se non ti dà fastidio…" disse, imbarazzato.
"Nessun fastidio…" detto questo gli prese le mani e gliele
mise sulla propria pancia. Harry attese solo qualche secondo prima di sentire
un piccolo rigonfiamento verso il centro. Sorrise, sbalordito, anche
l'amica sorrideva.
"E’ incredibile! Ti fa male?"
"A volte sì…adesso non molto…"
"Un po’ agitato baby Weasley, eh?" domandò sempre
sorridendo.
Due secondi dopo scoppiarono entrambi a ridere.
Rimasero là ancora un po’, poi entrambi risalirono nelle
rispettive stanze.
***
Le 10:30. Il campanello di casa Weasley suonò, Arthur andò
ad aprire.
"Buongiorno! Che piacere avervi qui!" esclamò felice
l’uomo, spostandosi per lasciar passare i Granger, strinse la mano ad entrambi,
poi prese le loro valigie.
"Le porto nella vostra camera, accomodatevi nel frattempo!"
li invitò ad andare in salotto.
"Molly! Sono arrivati!" urlò in direzione della cucina e
sorridendo cominciò a salire le scale.
Pochi secondi dopo Molly Weasley comparve nel salotto con
un sorriso solare, strinse a sua volta la mano agli ospiti. Poi si accomodò su
una poltrona.
"Allora, il viaggio è stato comodo?"
"Comodissimo, grazie mille dell’invito Molly…" disse Jane
Granger.
"Non devi ringraziarmi Jane! Siamo molto felici di avervi
come ospiti!"
"I ragazzi dove sono?" domandò Robert.
"Oh, sono nelle loro stanze, ora li chiamo, scusate…" si
alzò e si fermò sulla soglia.
"Ragazzi sono arrivati i Granger! Scendete a salutare per
favore!" urlò in direzione delle scale per poi ritornare a sedere.
Qualche minuto dopo dalle scale si sentì un allegro
chiacchierio e nel salotto comparvero Hermione, Ginny e Ron. Fratello e sorella
strinserola mano ai Granger, mentre Jane avvolse in un caloroso abbraccio la
figlia e Robert le diede un bacio sulla fronte. Si accomodarono tutti e
cominciarono a parlare.
"Un momento, dov’è Harry?" domandò la Signora Weasley a un
certo punto, guardandosi in giro.
"Vado a cercarlo…" disse Hermione balzando in piedi, Ginny
la guardò storto, facendola sentire una stupida dal momento che la sua ragazza
non era lei e che forse, la rossa avrebbe preferito andarlo a cercare di pesona,
ma per lei era naturale comportarsi così, inoltre doveva anche parlargli di una
cosa importante.
Abbozzò un sorriso di scusa verso Ginny e uscì dalla
stanza.
La porta della camera di Harry era aperta, lei bussò
comunque. Dalla soglia vide Harry seduto su un lato del letto che si guardava le
mani, aveva uno sguardo triste.
"Harry…?" lo chiamò, dal momento che non rispondeva. Lui
volse appena il capo per riconoscerla e non appena la vide, la sua espressione
mutò forzatamente, fece un sorriso e finse di essere allegro.
"Ah…Hermione, ciao!" esclamò con un tono di voce totalmente
falso.
Nn rispose al saluto, sapeva benissimo che l’amico faceva
finta che andasse tutto bene, ma a lei non la dava a bere. Si diresse spedita
verso il letto e quando fu a due centimetri da lui, si fermò e gli si sedette
accanto. Hermione lo guardò fisso per qualche minuto e comprese cosa non
andava.
"Harry…"
"I tuoi sono arrivati? Stanno bene?" aveva ancora quel
falso sorriso stampato in faccia ed era chiaro che cercava di cambiare
argomento.
"…cosa c’è?" lei non era intenzionata ad
arrendersi.
"Niente" rispose, apparentemente tranquillo.
"Smetti di mentire, con me non attacca…" gli
ricordò.
Il sorriso scomparve dal volto del giovane, lasciando
nuovamente posto alla tristezza, chinò il capo ma non disse nulla. Hermione
decise di prendere il controllo della situazione. Mise le proprie mani su quelle
del ragazzo.
"Harry, guardami, per favore…" obbedì. Lei
sospirò.
"So cosa pensi e so anche che sei convinto di questa cosa
da parecchio tempo, ma non è e non sarà mai come credi…"
"Ah no?" domandò lui con un mezzo sorriso
ironico.
"No. Tu pensi che non essendo imparentato con me o con Ron,
noi ti escluderemo prima o poi, e sostieni che non conterai mai nulla per il
bambino…ma non è così…"
"Sì invece! Hermione, sta già succedendo! Non potremo stare
per sempre insieme noi tre! Tu e Ron state per avere un bambino! Quando il corso
aggiuntivo ad Hogwarts finirà, o forse anche prima, tu e Ron vi sposerete e
andrete a vivere chissà dove! Non potremo più vederci ogni giorno, inoltre
lavorerete e anch’io lavorerò e non avremo molto tempo per…"
"Basta Harry! Smettila!" aveva urlato lei, scoppiando a
piangere. Harry smise di parlare, sentendosi un po’ in colpa.
"Non è detto che ci sposeremo…non ne abbiamo ancora
parlato…" mormorò lei.
"Lo so, ma tu e Ron vi amate da molti anni e
quindi…"
" ‘E quindi’ cosa, Harry?! Dobbiamo sposarci per forza!?"
sbottò lei.
"No, è solo che pensavo…"
"Senti, quando andremo a vivere insieme, con noi ci sarai
anche tu!" Hermione era convinta, ma lui scosse la testa.
"Lo dici ora, ma fra qualche anno vorrai la tua intimità
con la tua famiglia…"
"Ne farai parte anche tu!"
"No, Hermione…"
"Sì, Harry!" a quel punto lo abbracciò, e riprese a
piangere. Lui ricambiò l’abbraccio stando attento a non fare male al
bambino.
"C-come puoi…pensare…ad una cosa simile? Non credo
che…sopporterei un distacco del genere…ti voglio troppo bene…sei come un
fratello per me!" riuscì a dire fra i singhiozzi. Lui non rispose e la strinse
leggermente di più.
"Non ce la farei Harry, morirei…"
"Non dire sciocchezze…" le sussurrò dolcemente
lui.
In realtà, si rese conto solo in quel momento
dell’importanza che Hermione aveve acquisito per lui in quegli anni. Era
diventata un punto di riferimento per tutto, ogni volta che aveva un problema o
doveva parlare con qualcuno, andava da lei. Senza di lei non sapeva come avrebbe
fatto, probabilmente avrebbe continuamente agito d’impulso, continuando a
sbagliare. Per qualche strano motivo, Hermione, riusciva a calmarlo e a farlo
ragionare, cosa che nessun altro aveva il potere di fare. In effetti esercitava
una certa influenza su di lui e anche su parecchie sue convinzioni o idee. Aveva
quasi sempre ragione e lui si era pentito più volte di non averle dato
retta.
Spessissimo si ritrovava a pensare, quando compiva
determinate azioni, a cosa avrebbe detto o fatto Hermione se l’avesse visto e si
ritrovava a sorridere perché a volte, l’immagine che si creava nella mente, era
divertente. In molte occasioni non servivano le parole per capirsi. Si era
creata una grandissima complicità fra loro, una complicità dalla quale Ron,
veniva per la maggior parte delle volte, inconsciamente tenuto in disparte. Non
accadeva di proposito e non aveva mai capito perché questa complicità non
riuscissero a condividerla anche con Ron, succedeva e basta. Anche per lui
Hermione era come una sorella.
Lei interruppe l’abbraccio e si asciugò gli occhi con le
mani.
"Ah…comunque, riprendendo il discorso del bambino, non devi
pensare che per lui o lei non conterai nulla, Harry, sarai come una specie di
zio…"
"Come fai ad esserne certa?"
"Non lo so, lo sento" e detto questo sorrise, Harry
ricambiò.
Hermione lo vide sdraiarsi pesantemente sul letto poco
dopo, lo imitò. Si girarono di fianco per guardarsi negli occhi e poi
scoppiarono a ridere. Pian piano la risata si affievolì e i due si ritrovarono a
fissarsi negli occhi per parecchi minuti, nessun rumore nella stanza, solo
quello dei loro respiri.
Dopo quella che sembrava un eternità, Harry sentì la mano
di Hermione posarsi sulla sua guancia e cominciare ad accarezzarlo. Che cosa
succedeva? Non riusciva a capirlo.
"E’ solo una carezza, Harry, niente
di più…" continuava a ripetersi, mentre il cuore gli pulsava più forte. Di
carezze da Ginny ne aveva ricevute tante, ma nessuna era come quella.
"Che cosa sto facendo?" si
domandò Hermione, che a sua volta aveva il cuore a mille.
Involontariamente, Harry si alzò sui gomiti e le andò più
vicino, poi si girò, trovando il viso di lei più o meno trenta centimetri sotto
il suo, si avvicinò lentamente, separando la distanza che li
divideva.
Era come se il suo corpo si muovesse senza che lui potesse
controllarlo. Hermione pensò per un momento di reagire me sembrava che anche il
suo corpo si rifiutasse di rispondere ai comandi.
Harry si trovò a cinque centimetri dalla bocca di
lei.
4…3…2…
"Harry! Hermione! Dove siete finiti?!" entrambi si
sollevarono di scatto, come se avessero preso la scossa, la voce della Signora
Weasley proveniva dalle scale. Effettivamente era da più di un quarto d’ora che
erano in quella stanza. Harry lanciò una veloce occhiata a Hermione, però non
incontrò i suoi occhi.
"E’ meglio se andiamo Harry…" balbettò, rossa in
viso.
Poi si alzò e uscì dalla stanza, chiudendo la porta, con
poca più energia del normale.
Lui si mise la testa fra le mani.
"Ma che cosa cavolo credevo di
fare?!" si infuriò con se stesso per poi alzarsi e uscire a sua volta dalla
stanza.
***
Quella sera Harry mangiò poco e alle nove andò a letto,
dicendo di essere esausto. Hermione non gli aveva rivolto la parola per tutto il
pomeriggio e non l’aveva più guardato in faccia. Si sentiva un verme. Quella
notte non riuscì a dormire bene, continuava a sognare ciò che era successo in
quella stessa stanza la mattina. Arrivava sempre a pochi centimetri dalla sua
bocca, poi il sogno si interrompeva e lui finiva col domandarsi: se fosse
riuscito a superare quella distanza? Poi si svegliava di sopprassalto e si dava
dell’idiota, come poteva desiderare di baciarla?! Lei era quasi una sorella! E
non si baciano in quel modo le sorelle!
"Devo smetterla o impazzirò…"
pensò e si concentrò con tutte le sue forze per riuscire nel suo intento,
trasformando Hermione in Ginny con l’immaginazione.
"Bene, va meglio…" e in quel sogno cominciò a baciare
Ginny. Senza che lui lo volesse, però, Hermione riprese il posto della rossa,
Harry rabbrividì: vedeva se stesso che stava baciando Hermione! E quello non era
per niente un bacio tra fratello e sorella! Ma perché nel sogno sembravano avere
più di diciassette anni? I due si separarono.
"Ecco, adesso mi da uno schiaffo…" sperò Harry. Ma non
accadde, entrambi aprirono gli occhi e si guardarono, lui non ricordava di aver
mai visto uno sguardo tanto intenso a Hermione e a se stesso.
"Ti amo, Harry…tantissimo…" l’Harry del sogno non sembrava
per niente sorpreso, anzi sorrideva felice. Quello che invece stava facendo il
sogno probabilmente aveva la bocca spalancata dallo stupore: Hermione aveva
veramente detti ‘ti amo’ a lui?!?!
"No…non è possibile…non è…" si
svegliò di sopprassalto e si rese conto di essere tutto sudato, si alzò e si
precipito in bagno, dove si lavò la faccia con l’acqua gelata. Doveva smetterla,
non doveva più pensarci, non sarebbe mai accaduto, non l’avrebbe mai permesso!
Ritronò nella sua stanza e si impose di dormire, erano le
quattro del mattino, e, non appena si fu sistemato nel letto, si
addormentò.
***
"Harry…" una voce che parve venire da molti chilometri di
distanza da dove si trovava, lo stava chiamando. Si rigirò su un fianco,
ignorando il richiamo.
"Harry, svegliati!" esclamò la voce. Lui si limitò ad
aprire un occhio per poi richiuderlo.
"Harry! Per l’amor del cielo!" fu allora che riconobbe a
chi apparteneva la voce, si mise a sedere di scatto.
"Hermione!" disse abbastanza sorpreso di sentirla, dal
momento che temeva che non gli avrebbe più rivolto la parola dopo quello che era
accaduto. Non riusciva a metterla bene a fuoco data l’assenza degli occhiali,
vide la ragazza allungare l’oggetto verso di lui che li prese e, con un flebile
ringraziamento, li inforcò. Riuscì a vederla bene, sorrideva ed era seduta sul
bordo del letto, sembrava che quello che era successo il giorno precedente non
fosse stato altro che un sogno.
"Sono parecchi minuti che tento di svegliarti…i miei
genitori e quelli di Ron e Ginny sono andati a far visita al negozio di Fred e
George e torneranno verso le dieci perciò avevamo pensato di andare a fare
colazione fuori tutti e quattro insieme…"
"Quattro?" la interruppe Harry con un sorriso, era felice
che lei non fosse arrabbiata.
Lo guardò un secondo interrogativa e poi capì, sorridendo a
sua volta.
"Oh…scusa, cinque intendevo…" disse diretta alla sua
pancia. Fece ridere Harry.
"Per me è okay…"
"Bene…" rimasero in silenzio per qualche
secondo.
"Ehm…Hermione…dovrei vestirmi…" la ragazza lo guardò e poi
arrossì, alzandosi velocemente dal letto.
"Oh…sì, certo…che stupida…" balbettò in evidente imbarazzo
dirigendosi verso la porta.
"Ehm…allora ti aspettiamo di sotto…" lui annuì, la ragazza
uscì e richiuse la porta.
Non ci mise molto a vestirsi, indossò un paio di jeans e
una maglietta a mezze maniche bianca.
Gli altri tre lo aspettavano nell’ingresso.
"Finalmente!" esclamò una radiosa Ginny, indossava una
minigonna nera e un top dello stesso colore che si allacciava dietro la schiena
e che le lasciava scoperta la pancia, i capelli erano raccolti in un’unica
treccia ed aveva alcuni capelli lisci che le ricoprivano l’occhio sinistro,
aveva degli stivali di pelle nera ai piedi e una borsa, sempre nera, che teneva
sulla spalla, si era truccata un po’ più pesantemente del solito, ma stava
bene.
Gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, Harry
le fu grato del fatto che non si fosse messa a baciarlo in ben altro modo, si
sentiva imbarazzato davanti ai suoi amici.
"Amico, io sarò lento, ma tu…" Ron gli rivolse un gran
sorriso. Indossava una maglietta a mezze maniche verde con una ‘W’ stampata nel
centro, di color oro e dei pantaloni neri e le scarpe marroni.
"Bella!" commentò Harry guardando la maglietta.
"Me l’hanno data Fred e George, dal momento che sono
abbastanza conosciuti ne hanno fatte stampare un sacco e le tengono in negozio,
per i loro fans…" Harry rise.
"Stai molto bene vestito così, Harry…" disse Hermione
sorridente.
"Oh…ehm…grazie, anche tu…" la ragazza indossava dei jeans a
vita bassa e una maglietta a mezze maniche rosa, talmente larga da coprirle
anche la pancia.
"Non devi ridirlo per forza, so che non è vero…hanno
ragione i Serpeverde stavolta, sembro una balena!" Harry scosse la
testa.
"No, stai bene, davvero!" era sincero e la ragazza gli
sorrise, poco dopo spostò lo sguardo e comincò a guardarsi intorno.
"Non fa un po’ caldo qui dentro?" domandò
distrattamente.
"Io sto benissimo…" disse Ginny e il fratello annuì,
concorde. Effettivamente anche Harry si sentiva un po’ accaldato.
"Hai ragione, Hermione, fa caldo…"
"Sentite, andiamo o stiamo qui tutta la mattinata a
discutere della temperatura?!" sbottò la rossa, sembrava seccata per
qualcosa.
"Va bene, andiamo…" rispose Harry, cercando di capire cosa
le accadeva.
"Qualcosa non va, Ginny?" domandò Hermione,
preoccupata.
"No, tutto apposto…è solo che…ho fame…" farfugliò, poi
prese Harry per un braccio e lo trascinò fuori, i due si incamminarono in
direzione di Londra, seguiti a poca distanza da Ron e Hermione.
"Ginny, dove andiamo?" domandò Hermione, dopo una buona
mezz’ora di cammino per le strette vie di Londra.
"Avevo pensato al Magic Cofee…"
"Ah sì! Ne ho sentito parlare! A quanto pare è uno dei bar
babbani più famosi di Londra!" esclamò la ragazza, raggiante.
Poco dopo giunsero al locale che fortunatamente a quell’ora
era poco affollato. Presero un tavolo da quattro e si sedettero ognuno accanto
ai propri partner, Harry di fronte a Hermione e Ron di fronte alla sorella
minore.
"Cosa prendiamo?"
"Non ne ho idea…"
"Credo che prenderò una cioccolata calda con dei biscotti…"
affermò Hermione.
"Io…latte macchiato!" rispose Ron.
"Okay, per me un the al limone e…Harry?" domandò
Ginny.
"Oh…un caffè…sì, andrà benissimo…"
"Un caffè?" la piccola di casa Weasley sembrava abbastanza
sorpresa, forse perché il suo ragazzo, durante quelle rarissime occasioni in cui
facevano colazione nel mondo babbano, ordinava sempre una spremuta
d’arancia:"Come mai?"
"Perché ho voglia di caffè…" mentì.
"Strano…non hai dormito stanotte?"
"Certo che ho dormito…"voleva aggiungere:"…soltanto tre
ore, però" ma non disse nulla.
"Bene" la sua ragazza sembrava essersi convinta che andasse
tutto a meraviglia.
Fecero colazione chiacchierando fra loro, poi pagarono e
uscirono. Le ragazze decisero di andare per negozi, i ragazzi invece dissero che
sarebbero andati a cercare un negozio di dolciumi, dal momento che Ron sembrava
essere in astinenza.
Dopo aver fatto qualche spesa (Ginny aveva comprato qualche
vestito elegante, Hermione solo un maglione nuovo), le due andarono a sedersi su
una panchina in un parco e la rossa cominciò a raccontare all’amica della sua
relazione con Harry.
"E poi…sapessi come bacia! Ogni volta rimango senza
fiato…insomma, lui è così…wow! E decisamente migliorato dall’anno scorso, non ha
più timore di baciare, è più, esperto, ecco!"
Hermione annuiva di tanto in tanto, e faceva affermazioni
come:" Certo!", "Hai ragione", o "Davvero? Buon per te!" ma non riuscì ad
ascoltare il discorso completo. Ginny le parlava continuamente di Harry in quel
periodo, sapeva le parole dei suoi discorsi a memoria.
"Hermione? Che ne dici di ritornare da Harry e Ron? Abbiamo
ancora un’ora e io pensavo che potremmo, trascorrerla ognuna per conto proprio,
con il rispettivo ragazzo…"
"Buona idea…" rispose lei, senza entusiasmo. Le scocciava
il fatto che erano usciti per stare tutti insieme non per stare a chilometri di
distanza.
Raggiunsero i ragazzi dopo dieci minuti di cammino, Ron
aveva un sacchetto in mano, parecchio ringonfio e masticava con energia una
caramella dall’aria dura e appiccicosa, Harry invece aveva in mano un
lecca-lecca rosso, abbastanza grande.
"Ciao ragazze"
"Ciao!"
"Sempre il solito eh, fratellino?" disse sarcastica Ginny,
alludendo al sacchetto.
"Perché?" lei alzò gli occhi al cielo.
"Ragazzi, mi è venuta voglia di dolci!" esclamò
Ginny.
"Ti accompagno io, Hermione, vuoi qualcosa?" domandò
Ron.
"No, grazie Ron" e detto questo il rosso entro nel negozio
con la sorella.
"E’ buono?" domandò a Harry.
Lui le porse il lecca-lecca.
"Mmh…ciliegia! Niente male!" commentò, assaggiandolo e
rendendolo al moro.
"Che cosa avete comprato?"
"Ginny un sacco di cose, io solo un maglione…" e detto
questo lo estrasse dalla borsa, era bianchissimo e dava l’idea di essere molto
pesante:"…dal momento che per l’inverno prossimo avrò già partorito, penso che
mi andrà bene…" lui sorrise e si mise in bocca il lecca-lecca.
"Harry! Che fai? Lo mangi tutto intero?" rise
Hermione.
"Ngo’" cercò di dire. Si sistemò la maglietta e si mise a
sedere sul marcapiede, imitato da lei, poi si tolse il dolce dalla
bocca.
"Ah…era per la maglietta…" comprese Hermione.
Poco dopo tornarono Ron e Ginny, la quale espose la sua
idea, che fu accolta con entusiasmo da Ron e un po’ meno da Harry che aveva
pensato la stessa cosa di Hermione. Fu così che si allontanarono in direzioni
opposte. Ginny ed Harry si misero a sedere sulla muraglietta di un portico, a
differenza delle altre volte, fu lui che cominciò a baciarla. Lei rispose senza
obbiettare, sembrava stranamente soddisfatta dell’iniziativa.
Dopo molti minuti, Harry si staccò da lei, che lo guardò
con espressione contrariata.
"Non è ora di andare?"
"No…restiamo ancora un po’…"
"Ginny…"
Ma non riuscì a dire altro perché lei riprese a
baciarlo.
"Ron e Hermione ci staranno aspettando…" sussurrò non
appena si fu staccata.
"Oh andiamo, cosa credi che stiano facendo loro in questo
momento?"
Aveva ragione, probabilmente anche loro
erano…impegnati…forse non era il caso di avere così fretta. Harry riprese a
baciare la sua ragazza.
Intanto, Ron e Hermione, erano seduti su un prato, molto
distanti dagli amici, anche loro si stavano baciando.
Improvvisamente, un rumore fortissimo, molto simile a
quello di un esplosione, li fece staccare e voltare.
Nel cielo si innalzava una densa nube di fumo grigio e si
sentiva la gente urlare e correre ovunque.
"Che succede?!" domandò allarmato Ron.
"Harry!" esclamò Hermione, spaventata, alzandosi e correndo
in direzione della nube.
"Pensi che gli sia accaduto qualcosa?!" urlò Ron dietro di
lei.
"Non lo so! Ma un esplosione del genere a quest’ora non è
normale! Probabilmente è opera di Voldemort!"
Arrivarono dopo poco sul luogo dell’esplosione e videro
almeno tre case in fiamme, tutt’intorno gente che urlava e correva in ogni
direzione, bambini che piangevano e chiamavano le madri.
Hermione terrorizzata, continuava a guardarsi intorno,
cercando Harry. Poco dopo vide arrivare lui e Ginny di corsa nella loro
direzione.
"Eccovi!" esclamò, felice la rossa, abbracciando il
fratello.
"Harry! Stai bene?!" domandò Hermione in preda al
panico.
"Sì…" rispose lui, sorridendo.
In quel momento giunsero i pompieri che si impegnarono per
spegnere le fiamme.
"Benny! Stacey!!" i quattro notarono una donna urlare e
piangere in direzione di una delle case in fiamme.
"La prego mi aiuti! I miei bambini sono rimasti nella casa!
Faccia qualcosa, la supplico!!" si era avvicinata ad un pompiere, supplicandolo
di aiutarla.
"Mi dispiace Signora, al momento non possiamo entrare nelle
abitazioni…" era stata la risposta fredda dell’uomo.
La donna si era messa a piangere disperatamente, urlando di
nuovo i nomi dei figli come se quell’appello disperato potesse farli apparire
davanti a lei.
Guardando quella scena, Harry sentì montare la collera, con
decisione corse in direzione della casa e senza alcuna esitazione, superò il
cancello.
"HARRY! NO!" furono le ultime parole che udì prima di
varcare la soglia.
L’interno era completamente in fiamme, divani che
bruciavano, scintille provenienti dalle apparecchiature elettriche, travi cadute
anch’esse in fiamme…
Il fumo rendeva l’aria irrespirabile ed Harry dovette
coprirsi il naso con il proprio braccio per non soffocare.
Percorse in fretta due stanze cercando in ogni angolo e
urlando i nomi dei due bambini, riuscì a vedere in tempo una trave che stava per
crollargli addosso, estrasse la bacchetta e la punto sull’oggetto:"Wingardium Leviosa!" pronunciò, facendo schiantare la
trave contro un muro.
Riprese in fretta la ricerca, con fatica, entrò nella terza
stanza, improvvisamente sentì un singhiozzo.
"Benny?" tentò, cercando di capire da dove provenisse la
voce.
"Sono qui…" bisbigliò una vocina spaventata. Finalmente lo
vide, rannicchiato in un angolo della stanza, con due grossi lacrimoni che gli
scendevano dalle guance. Aveva i capelli castano scuro e gli occhi
azzurri.
Corse verso di lui e si chinò, sorrise cercando di essere
convincente.
"Chi sei?" domandò il piccolo.
"Sono Harry, non aver paura, voglio aiutarti ad uscire di
qui…" disse. Il bambino annuì come per ringraziarlo. Lui lo prese in
braccio.
"Ascoltami Benny…" cominciò, ripercorrendo le stanze
precedenti con il cuore a mille, cercando di restare calmo:" Tu rimani qui…"
disse posandolo nel piccolo spazio tra la scala e il muro di fronte
all’ingresso:"Io trovo tua sorella e poi ce ne andiamo da qui, okay?"
"Sì…"
"Bravo bambino, hai idea di dove potrebbe essere
Stacey?"
"Quando è scoppiato l’incendio era di sopra, in
camera…"
"Grazie, sei stato bravissimo! Torno subito!" e detto
questo superò le scale di corsa e si ritrovò al piano superiore.
La situazione non era molto diversa dall’altro piano, anche
lì il fuoco si stava espandendo rapidamente. Avrebbe potuto usare la magia, ma
non sarebbe servito a molto, il fuoco era troppo esteso e non conosceva un
incantesimo efficace che potesse spegnerlo completamente, inoltre non poteva
farsi vedere dai bambini ad usare la magia.
"Stacey!!" urlò, ma non ottenne risposta. Iniziò a cercarla
in tutte le stanze, pregò che stesse bene.
Aprì la porta della penultima stanza e la trovò,
rannicchiata sul letto, piangente. Metà della camera aveva già preso fuoco e non
mancava molto affinché anche i letti cominciassero a bruciare. Provò a
raggiungerla ma la maggior parte del letto era circondato dalle fiamme, prese un
vaso di fiori che si trovava su un tavolino vicino e lanciò l’acqua all’interno
sulle fiamme, riuscendo ad attenuare in parte il fuoco, era il massimo che
poteva ottenere. Prese la rincorsa e fortunatamente atterò proprio sul letto. La
bambina alzò lo sguardo con espressione interrogativa. Aveva capelli biondi e
mossi, con gli occhi azzurri, sembrava quasi un piccolo angelo.
"Ciao Stacey! Finalmente ti ho trovata!" la gamba gli
doleva, doveva essersi scottato.
La piccola si mise a urlare.
"No, no, tranquilla! Non voglio farti nulla! Voglio
aiutarti!" disse, spiazzato dalla reazione della bambina, la quale, anche dopo
quelle parole non smise di strillare come una sirena.
"Mi chiamò Harry…quanti anni hai?" doveva tentare di
conquistare la sua fiducia, era l’unica possibilità di uscirne vivi.
Lei lo gaurdò torva, poi sollevò timidamente una mano,
spostando il dito pollice sul palmo.
"Quattro…" comprese Harry, guardandosi nervosamente in
giro, anche i mobili si erano incendiati, doveva sbrigarsi.
"Senti Stacey, che ne dici di andarcene da qui? Tuo
fratello ci sta aspettando, vi riporto dalla mamma…vuoi tornare da lei?"
La bambina annuì mentre una lacrima le percorreva una
guancia.
"Puoi fidarti Stacey, e…se non mantengo la promessa poi mi
puoi picchiare…" le sorrise. Vide che la bambina tentò di trattenersi ma non ci
riuscì e ricambiò il sorriso.
Harry fece per prenderla in braccio ma lei lo anticipò,
gattonando arrivò fino a lui e si sistemò sulle sue ginocchia. Proprio in quel
momento le coperte si incendiarono, Harry si sistemò la bambina in braccio e
scattò in piedi prima che le fiamme coprissero tutto il letto. Fece per uscire
ma la voce bambina lo bloccò:
"Voio Potto!" esclamò.
"Cos’è che vuoi?" domandò lui, disorientato.
"Potto!" ripeté la bambina. C’era un problema: Harry non
aveva la più pallida idea di chi fosse quel Potto di cui la piccola parlava.
Prima che potesse fare nulla per fermarla, lei riuscì a rimettere i piedi per
terra e a dirigersi verso l’ultima stanza.
"Stacey! No! Torna qui!" urlò correndole dietro. Appena
varcata la soglia Harry comprese che quella doveva essere la stanza dei giochi,
o almeno, lo era stata. La maggior parte dei giocattoli aveva preso fuoco, come
tutto il resto della casa, lui pregò che ciò che la bambina cercava non fosse
tra quelli, altrimenti non si sarebbe data pace e non ne sarebbero usciti vivi.
Intanto lei si era fermata in piedi, al centro della stanza, e si guardava
attorno, pronunciando il nome del giocattolo. Harry si avvicinò un po’ di più,
se la situazione diventava critica, avrebbe preso la bambina con la forza e al
diavolo Potto! Dopo un minuto, alla fine del quale lui si era ormai deciso ad
agire, la bambina zampettò verso un angolo della camera, si chinò e raccolse
qualcosa da terra per poi ritornare da lui e porgerglielo. Lo prese in mano, era
un coniglio di peluches, di un azzurro un po’ scuro, aveva due grosse perline
nere dove dovevano esserci gli occhi e una bocca rossa, cucita sulla
stoffa.
"Fatto da mamma…" spiegò la bambina con un sorriso. Lui
ricambiò.
"E’ molto brava…" commentò, evidentemente la bambina
adorava quel pupazzo. Glielo restituì e le sussurrò:"Tienilo stretto!" la
piccola obbedì e lo strinse forte mentre lui la riprendeva in braccio e si
precipitava di sotto. L’aria era molto meno respirabile che al paino di sopra,
Harry corse con la bambina fino al punto dove aveva ordinato al fratello di
rimanere, poco prima, era ancora là e tossiva ripetutamente, aveva delle
bruciature un po’ dappertutto.
"Benny, andiamo!" gli intimò, porgendogli la mano, lui la
strinse e tutti e tre corsero verso l’uscita.
Fuori dal cancello si erano radunate un sacco di persone
dai volti preoccupati, come li videro uscire tirarono un sospiro di sollievo e
sorrisero, applaudendo.
La madre dei due corse verso di loro e poco prima che li
raggiungesse, Harry posò a terra la bambina in modo che la madre abbracciasse
entrambi i suoi figli. Piangeva di gioia. Li strinse a sé più volte baciandoli
ripetutamente, Benny era un po’ imbarazzato e Stacey sorrideva.
"Harry!" Hermione gli era letteralmente saltata addosso,
stringendolo così forte da impedirgli quasi di respirare, piangeva anche lei.
Finalmente si staccò e fu il turno di Ginny e Ron.
"Sei un eroe, amico!" esclamò allegro il rosso, dandogli
una manata sulla spalla. Ginny gli diede un bacio sulla guancia e
sorrise.
"Ci hai fatto prendere un colpo! A un certo punto abbiamo
temuto che…" scoppiò a piangere di nuovo e lo abbracciò nuovamente.
"Hermione, calmati…" disse lui, imbarazzato.
"Ti fanno male?" domandò, indicando le
bruciature.
"Un po’, ma l’importante è che i bambini stiano bene…" si
sorrisero tutti e quattro.
Proprio in quel momento, arrivarono Molly,Arthur, Jane e
Robert con una macchina babbana, evidentemente agitati. I quattro fecero per
raggiungerli ma Harry sentì qualcuno tirargli la manica della maglietta, si
voltò e guardò in basso, era Stacey che gli sorrideva, si abbassò per vedere
cosa volesse, la piccola si alzò sulle puntò e gli schioccò un bacio sulla
guancia, arrossendo, per poi ritornare da sua madre. Lui sorrise e si voltò, la
Signora si avvicinò con un sorriso.
"Non saprò mai come sdebitarmi Harry" si domandò come
sapesse il suo nome, evidentemente Benny gliel aveva riferito.
"Con me non ha nessun debito Signora…" sorrise.
"Grazie di cuore…"
"Di nulla"
"Anche mio marito ti sarebbe grato, ma purtroppo è mancato
un anno fa…"
"Mi dispiace…"
"Beh…si deve andare avanti…grazie ancora!"
La donna si volse in direzione dei suoi figli.
"Bambini, credo che andremo stare dalla nonna per un po’…"
annunciò:" Salutate e ringraziate il vostro amico…" i due si diressero verso
Harry e lo abbracciarono, ringraziandolo a turno, poi ritornarono dalla madre,
mentre lui si dirigeva in direzione dei Weasley e dei Granger.
"Harry, eccoti qui! Per fortuna stai bene!" anche Molly lo
abbracciò.
"Adesso andiamo dritti a casa e ti curiamo subito queste
bruciature" disse sorridendogli, lui ricambiò e si diresse come tutti gli altri
in direzione dell’auto.
"Pensate sia opera dei Mangiamorte?" domandò a voce bassa,
una volta che furono partiti.
"E’ molto probabile…" rispose Ginny.
"Sta escogitando qualcosa, me lo sento…" disse Harry
sfiorandosi la cicatrice, che aveva ripreso a bruciare seppur
lievemente.
***
Ed anche le vacanze pasquali finirono in fretta. In un
attimo giunse la fine di maggio, Hermione avrebbe partorito dopo pochi
giorni.
Quella mattina si sarebbe disputata l’ultima partita di
Quidditch dell’anno contro Tassorosso. Harry era molto nervoso, Ron aveva
l’influenza e quindi non poteva giocare, anche perché Madama Chips lo teneva
sotto stretto controllo in infermeria e quindi non aveva alcuna possibilità di
andarsene finché non fosse guarito. Ginny stava sostenendo l’ultimo esame
scritto dei M.A.G.O. ed Harry non era certo che sarebbe riuscita ad assistere
alla partita. L’unica rimasta era Hermione, che tentava in tutti i modi di
tirarlo su di morale.
"Harry, rilassati, andrà tutto bene!" gli stava ripetendo
per l’ennesima volta.
"Ah, davvero? Non so se hai notato Hermione ma non abbiamo
il nostro portiere!"
"C’è Dean al posto di Ron…" gli ricordò la
ragazza.
"Sì, ma Dean non è bravo come Ron!"
"E tu che ne sai?"
"L’ho visto giocare!"
Lei aprì la bocca per ribattere ma tutto quello che ne uscì
fu un gemito, si teneva la pancia con le mani e ad un certo punto dovette
appoggiarsi, Harry notò che non aveva il respiro regolare.
"Hermione? Che cos’hai?" domandò agitato,
avvicinandosi.
"Credo che ci siamo…" mormorò, con espressione
sofferente.
"Cosa?! Sta per nascere!?" la risposta era più che ovvia.
Rimase un attimo come pietrificato, in un’altra occasione, probabilmente sarebbe
svenuto, ma non in quel momento, perché Hermione aveva bisogno di lui. Pensò a
cosa fare, probabilmente andare al San Mungo era la soluzione
migliore.
"Hermione, staccati dalla colonna e appoggiati a me!"
ordinò, ringraziando mentalmente la McGranitt per il permesso di materializzarsi
e smaterializzarsi all’interno della scuola. Lei obbedì.
Non appena si fu appoggiata, Harry si smaterializzò per poi
rimaterializzarsi al San Mungo. Erano finiti in quella che pareva una sala
d’aspetto, fortunatamente all’interno vi erano due guaritrici che corsero subito
in loro aiuto. Si urlarono frasi veloci fra loro e portarono Hermione in una
stanza dove c’erano altre donne incinte, proprio mentre Harry stava per varcare
la soglia, una delle guaritrici lo bloccò.
"Sei il fidanzato?" domandò, freddamente.
"No, sono il suo migliore amico…"
"Immagino che il padre sia scappato da qualche parte…"
disse, alzando gli occhi al cielo, come per far capire che quella storia la
sentiva continuamente.
"No, c’è l’ha il padre…è un altro mio amico…si chiama
Ronald Weasley…"
"Ah, e come mai non è qui?"
"E’ malato…" spiegò sbrigativo, non potendo impedirsi di
pensare che quella donna era un po’ impicciona.
"Capisco. Allora, entri tu con lei in sala
parto?"
"Beh…" non sapeva cosa rispondere, non ci aveva
pensato.
"No, entro da sola, lui deve giocare una partita di
Quidditch molto importante…" Hermione lo precedette, parlava a
fatica.
Tutti si voltarono verso di lei, dando ad Harry il tempo di
entrare.
"Ma…Hermione…" tentò di replicare, ma lei lo interruppe
scuotendo la tesa.
"No, Harry, niente repliche, tu devi giocare a Quidditch, è
l’ultima partita, non preoccuparti per me…"
"Ma…"
"No! Vai a giocare a Quidditch e fa vedere a quei palloni
gonfiati chi è Harry James Potter!" lo disse con un tono che non ammetteva
ulteriori discussioni, nel frattempo la guaritrice la preparava per il
parto.
"Vuoi che avverta qualcuno?" si arrese.
"Sì, i miei genitori…vorranno saperlo…"
"Certo" fece per uscire ma si voltò poco dopo.
"Sta tranquillo Harry, sto bene!" disse con un mezzo
sorriso, lui non ne era molto convinto.
"Vai!" esclamò lei. A quel punto lui fece un bel respiro e
uscì, deciso più che mai ad afferrare il boccino in dieci minuti.
***
Contrariamente alle sue previsioni, la partita si prolungò
per un’ora abbondante, fortunatamente il boccino non tardò a farsi notare ed
Harry, dopo un paio di giravolte pericolosissime, riuscì ad afferrarlo. Non fece
caso ai compagni che urlavano allegri il suo nome, andò dritto verso terra, non
si cambiò nemmeno, si materializzò direttamente al San Mungo, dove corse a
cercare Hermione. Domandò di lei ad almeno tre guaritrici e due guaritori prima
che gli indicassero precisamente dove si trovava.
Entrò nella stanza che gli era stata indicata, c’era un
letto, nel quale giaceva Hermione, che dormiva beatamente, aveva il viso un po’
pallido, Harry si domandò se non fosse troppo tardi.
"Eccola di ritorno, Signor Potter…" quelle parole lo fecero
sussultare, era una delle due guaritrici che era entrata da una porta
secondarian e lo guardava con un largo sorriso.
"Ho fatto un po’ tardi…" farfugliò lui.
"Eh sì, ma succede…comunque…la sua amica ha già partorito…"
Harry la gaurdò con insistenza.
"E’ una bambina bellissima ed è anche in perfetta salute!"
a quell’esclamazione, il ragazzo sorrise, sollevato.
"Dovrebbe congratularsi con i suoi amici…" improvvisamente
si ricordò di aver avvertito solo i signori Granger.
"Mi ha ricordato che devo ancora avvertirli…"
"E allora vada, ma stia ben attento a dosare le parole, o
ai suoi amici verrà un infarto…" rise la donna, lui annuì e corse
fuori.
Ron e Ginny erano rimasti molto sorpresi, quasi increduli,
il moro aveva spiegato loro l’accaduto, e i due gli avevano assicurato che li
avrebbero raggiunti il prima possibile.
Così lui ritornò in stanza, dove trovò Hermione
sveglia.
"Harry…" sussurrò lei con un sorriso, quando lo vide. Lui
si avvicinò e si sedette sul bordo del letto, prendendole la mano.
"Ciao, come ti senti?"
"Così così…è stato parecchio doloroso…"
"Ti hanno detto…"
"…che è femmina? Sì, e ne sono molto felice…"
"L’hai già vista?"
"No, non bene almeno…ero un po’ affaticata…"
sorrise.
"Fra poco la rivedrai…" ricambiò il sorriso.
"Allora, sei diventato ufficialmente lo zio Harry, eh?" lo
prese in giro.
"E tu allora, mamma?" ribatté lui.
Scoppiarono a ridere.
In quel momento entrò la guaritrice castana, quella che
aveva bloccato Harry sulla porta poco più di un’ora prima, teneva un fagottino
racchiuso in molte coperte di pizzo bianche.
"Oh…" esclamò Hermione, mentre la donna gliela posava fra
le braccia:" Harry, guradala! Non sembra un angelo?" lui si fece più vicino e la
osservò meglio: aveva pochi capelli, castani e gli occhi marroni.
"Ti somiglia moltissimo…" constatò con un sorriso mentre la
bambina spostava lo sguardo dall’uno all’altra guardandoli con
curiosità.
"Ciao, piccola mia…" sussurrò Hermione facendole una
carezza, aveva le lacrime agli occhi dalla gioia.
"Ehm…Hermione?" non era intenzionato ad interrompere quel
magico incontro, ma si era accorto che alla neomamma era sfuggito un piccolo
particolare.
"Sì?" disse, continuando a guardare la figlia.
"Hai pensato a un nome?"
"Beh…ci ho pensato, ma non so quale scegliere…"
Lui rimase in silenzio, non gli sembrava corretto dare
suggerimenti dal momento che non era realmente imparentato con la
neonata.
"Che ne pensi di Sarah?"
"Sarah Weasley" ripeté lui, per poi fare una smorfia di
disapprovazione.
"Hai ragione…allora…ehm…Marta?"
"Non suona male…"
"Però non mi piace molto…"
Rimasero in silenzio per un po’.
"Ho trovato! Che ne dici di Lilian?"
"Lilian?"
"Sì…come tua madre…tutti hanno sempre detto che era una
strega eccezionale, io vorrei che la mia bambina diventasse come lei…"
"Non è affatto male…Lilian Jane Weasley…"
"Già…poi si può abbreviare in Lily…Lily è
carino!"
"Sì…"
"Harry…non ti dispiace, vero? Non voglio che il nome che
darò alla bambina ti riporti alla memoria spiacevoli ricordi…"
"No, affatto, Lilian è un nome bellissimo! Anzi, ti dovrei
ringraziare Hermione, mia madre sarebbe stata felice di questa cosa…"
"Non ringraziarmi, tua madre si meriterebbe molto di più
per averti salvato…Harry, non ti sei nemmeno cambiato…" constatò, notando la
divisa. Sorrisero entrambi.
SBAM!
La porta d’ingresso venne aperta con tale violenza da farli
sobbalzare entrambi e da far piangere Lily.
Sulla soglia comparve un Ron tutto sudato e col fiatone e
una Ginny dall’aria furiosa.
"RON! MA CHE DIAVOLO TI SALTA IN TESTA!?" urlò Hermione,
dal momento che Lily non la smetteva di strillare.
"E’ nata?!" domandò il rosso, guardando la bambina e
avvicinandosi a loro.
"Sta bene?!"
"Dopo quello spavento non più…ehi! Attento!" cercò di
prenderla in braccio e per poco non la fece cadere.
"RON! SMETTILA! Datti una calmata! Non vedi che l’hai
spaventata a morte?! Che bella prima impressione!" esclamò Hermione,
riprendendosela, con aria seccata.
"Scusa…" borbottò il ragazzo.
"Non si tratta di scusarsi o meno Ron, tua figlia non è un
giocattolo che se cade si può aggiustare e non si fa male! E’ talmente piccola
che una caduta può esserle fatale!" disse cullandola per calmarla.
"Oh! Ma che amore!" esclamò la sorella, avvicinandosi a sua
volta, Hermione gliela posò fra le braccia e la rossa la cullò un
po’.
"Ciao…ehm…" si fermò, non sapeva come avessero deciso di
chiamarla.
"Avevamo pensato a Lilian…come la madre di Harry…vi piace?"
domandò ai due.
"Secondo me è perfetto!" rispose la ragazza.
"E’ un nome molto bello!" esclamò Ron, guardando la figlia
con un sorriso.
"Bene, allora questa bambina si chiamerà Lilian e il
soprannome sarà Lily!"
"Benvenuta Lily!" esclamarono in coro,
sorridenti.
A quel punto la porta si aprì nuovamente, entrò un’altra
guaritrice, che sorrise nel notare il gruppetto intorno al letto della
paziente.
"Vedo che si festeggia una nascita!" esclamò allegra,
avvicinandosi:"Perdonate l’interruzione, ma dovrei parlare in privato con la
Signorina Granger…"
"Oh, certo! Usciamo ragazzi…" disse Harry:"Ci vediamo dopo
Herm!" i due ragazzi uscirono, Ginny restituì la bambina alla madre, e uscì a
sua volta.
"Come si sente?" domandò la donna, mettendo un po’ in
ordine.
"Meglio adesso che l’ho vista…" rispose, indicando la
figlia.
"Succede a tutte, mi creda…scusi se mi permetto, ma quanti
anni ha?"
"Diciassette…"
"E’ molto giovane…"
"Lo so…"
"Dunque, signorina, mi è stato ordinato di comunicarle che
il padre è…" ma la conversazione fu interrotta da un rumore stridulo proveniente
dal corridoio che costrinse entrambe a tapparsi le orecchie:"…Ronald Weasley…"
completò la guaritrice con un urlo, per farsi sentire. Hermione sorrise:"Inoltre
potrà uscire dall’ospedale fra tre giorni…"
"La ringrazio molto…"
"Dovere, signorina…" con un sorriso la donna uscì e poco
dopo rientrarono i suoi amici.
***
Giunse la sera prima della partenza per le vacanze estive,
Hermione e Lily erano arrivate ad Hogwarts il mattino precedente ed i signori
Granger erano andate a trovarle al San Mungo il secondo giorno. I Serpeverde,
vendendole arrivare non si erano rispariamti la loro quotidiana dose di commenti
sprezzanti, per loro sfortuna, la Preside passava di lì e quindi, tolse venti
punti alla loro casa.
Erano tutti riuniti nella sala comune e si erano presi i
posti migliori, accanto al fuoco, i bagagli erano già pronti, nei loro
dormitori. Stavano chiacchierando tranquillamente, ad un certo punto però, Lily
si mise a piangere. Hermione la cullò un po’, ma lei non smise.
"Che cos’ha?" domandò il rosso.
"Niente Ron, ha solamente fame…" detto questo cominciò a
sbottonarsi la camicia.
"Non la allatterai mica, vero?"
"Certo che sì, Ron!" e infatti lo fece, a quel punto i due
ragazzi si volatarono imbarazzati, Ginny alzò gli occhi al cielo.
"Oh, ma fatela finita!" esclamò.
"Tu non puoi capire sei una donna!" ribatté il
fratello.
"Effettivamente tu, Ron puoi guardare…" disse
Harry.
"Adesso ti schieri dalla loro parte?!"
"No. Sto soltando dicendo che, dal momento che sei il
padre, non ti devi fare troppi problemi a guardare…" Ron lo fulminò con
un’occhiataccia.
"Ha ragione, Ron" disse Hermione.
"Ma volete farmi guardare ad ogni costo?!"
"No, se non te la senti…"
"Non me la sento"
"Va bene"
"La prossima volta però, salite nel dormitorio!" Harry era
d’accordo.
"D’accordo…" ci fu una risata collettiva.
Harry non era mai stato tanto felice, Voldemort non era
riapparso quell’anno ed era strano, ma tutto quell’affetto da parte dei suoi
amici e l’amore di Ginny lo avrebbero sicuramente aiutato ad affrontarlo, quando
sarebbe arrivato il momento.
***
Il viaggio di ritorno si svolse normalmente, nessuno di
loro era triste, dal momento che tutti avrebbero fatto ritorno ad Hogwarts, il
trio avrebbe iniziato il corso per diventare Auror e Ginny avrebbe concluso il
corso ad Hogwarts. Alcuni studenti, quelli che non avrebbero fatto ritrono,
piansero o si commossero, Hogwarts era una seconda casa per tutti. Dopo due ore
arrivarono in stazione, Harry avrebbe passato l’estate in Grimmauld Place, i
Drusley ormai, erano un lontano ed orribile ricordo. I Weasley e i Granger erano
già là ad attenderli. Era il momento dei saluti.
Ginny lo prese da parte e gli diede un lungo
bacio.
"Passa una buona estate amico e fatti vivo qualche volta!
Ci vediamo ad agosto!" salutò Ron. I suoi amici lo avrebbero raggiunto a
Grimmauld Place in agosto, invece i Weasley e i Granger avrebbero trascorso
insieme anche luglio.
"Beh…buone vacanze, Harry!" esclamò Hermione con un
sorriso, dandogli un bacio sulla guancia.
"Anche a te e…" prese in braccio Lily e le fece fare una
giravolta, molto lentamente:"…tu non far disperare troppo la mamma e il papà,
intesi?" la piccola fece una smorfia, simile a un sorriso. Harry la rimise nel
suo seggiolino.
"Ciao, Harry!" lo salutarono tutti nuovamente, prima di
allontanarsi. Li guardò andare via, ad un certo punto però, Lily emise un urlo e
scoppio in lacrime. Hermione la prese in braccio e cercò di calmarla, poi notò
che la bambina gurdava verso Harry, così gli fece cenno di avvicinarsi e lui
capì il problema.
Una volta che li ebbe raggiunti riprese in braccio la
bambina.
"Lily, stai buona, calma…" la cullò un po’ e lei smise di
piangere, realizzò che non sarebbe stata molto facile come partenza:"…ascolta,
lo zio Harry non può venire con voi, ma ci rivedremo presto, okay?" lei lo
guardò con espressione seria, quasi contrariata. Harry la rimise in braccio ad
Hermione che sorrise.
"Ti si è già affezionata…" mormorò con un
sorriso.
Lui fece per allontanarsi di nuovo e la bambina riprese a
piangere, era doloroso, ma non poteva fare altrimenti, doveva abituarsi alla sua
assenza, con gli occhi lucidi si allontanò, sentendo Lily piangere come una
disperata, si sentiva un verme ad ogni passo che compiva. Poco dopo superò la
barriera e il pianto cessò.
Note:
Rieccomi con un nuovo capitolo! Lo so che ci ho messo una
vita! Mi dispiace molto ma sono stati giorni molto impegnativi e il viaggio a
Parigi mi ha distratta parecchio! Scusate! Spero di farmi perdonare postando
questo nuovo capitolo...ditemi cosa ne pensate!^^
Ciao! Un bacione e scusate ancora per l'attesa!
Risposte alle
recensioni:
steg94: Grazie,
troppo buona! Comunque, riguardo la tua osservazione, no, ad Harry non viene il
dubbio...ma questa cosa probabilmente la spiegerò più avanti...grazie della
recensione!^^
HarryEly: Purtroppo
non posso dire nulla, mi dispiace...^^ Ecco qui il capitolo... un pò in ritardo,
ma ce l'ho fatta come puoi vedere...grazie della recensione!
chiara: Eheh...^^
Grazie della recensione!
JosephineAntoniette:
Eh già! Finalmente aggiorno! Lo puoi dire anche di questo capitolo
visto il tempo che ho impiegato ad inserirlo! Grazie della
recensione!^^
marco: Alla tua
domanda, al momento non posso rispondere, ma più avanti si chiarirà tutto...oh
lo so, lo so bene che la speranza è l'ultima a morire, in certi casi non muore
mai!^^ Grazie della recensione!
kuklin: Grazie! Ti
confesso che spesso suonava strano anche a me!^^
lady86: Questa volta
per evitare anticipazioni ho dovuto tapparmi la bocca con la mano, mi dispiace,
ma non posso dire nulla o rovino tutto e nessuno leggerebbe più...comunque, ecco
qua il nuovo capitolo! Spero ti piaccia!^^ Grazie della recensione!
Giorgia: Grazie! Eh
sì...ci ho messo tanto anche per questo purtroppo! Grazie della recensione!
Ciao!^^
granger90:
Beh...qualcosa a Ron è successo, si è preso l'influenza...XD Grazie
anche a te della recensione!^^
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Capitolo 6 *** Capitolo 6: Il diario ***
Capitolo 6: Il diario
Erano passati quasi cinque anni da quel
giorno, e quel cinque, a Giugno del nuovo anno, avrebbe rappresentato l’età di
Lily. Hermione aveva faticato non poco a crescerla, le vacanze estive non erano
state un problema in quei quattro anni, più che altro una grazia, dal momento
che durante quei tre brevi mesi, la ragazza trascorreva molto tempo in compagnia
della figlia. Ma il difficile veniva quando, trascorsi i tre mesi, ricominciava
il corso aggiuntivo per i futuri Auror. Ovviamente Lily aveva il permesso di
soggiornare ad Hogwarts, anche perché Hermione, si era ripetutamente rifiutata
di affidare la figlia ai suoi genitori o a quelli di Ron, perché non sarebbe mai
potuta stare lontana dalla bambina per più di nove mesi considerato poi, che
aveva quattro anni ed aveva bisogno di avere i genitori vicini, inoltre non
voleva essere un peso per nessuno, e non voleva che sua figlia lo diventasse per
i suoi o per i Weasley. Durante i corsi, che erano davvero molto duri ed
impegnativi, Hermione non aveva molto tempo per Lily, fortunatamente la piccola
trovava mille cose da fare e si inventava sempre nuovi giochi, alla ragazza
dispiaceva starle accanto così poco, ma con tutta la fatica fatta per arrivare
fin dov’era giunta, sarebbe stato un imperdonabile sbaglio lasciar perdere tutto
proprio durante quello che sarebbe stato l’ultimo anno.
Anche Harry e Ginny, come gli amici
avevano preso parte ai corsi, Harry a quello per Auror e Ginny a quello per
Guaritori e Guaritrici del San Mungo. La loro relazione era rimasta più o meno
la stessa, così come quella tra Ron e Hermione, con la sola differenza che
l’avevano approfondita, un anno prima. Lui aveva tentato di evitare la cosa, non
era certo che per la ragazza fosse ancora il momento, ma lei aveva insistito,
dicendo che ormai era maggiorenne da tre anni e che non era più un’adolescente,
ed Harry convenne che aveva ragione e che doveva smetterla di essere così
protettivo, così era successo. Anche lui si era veramente impegnato per il
corso, ottenendo ottimi risultati. Il moro aveva un ottimo rapporto con la
bambina, Hermione le aveva raccontato delle loro avventure e da allora Harry era
diventato il suo eroe, lo cercava molto spesso, anche Harry le voleva molto
bene.
Ron, era sempre Ron. Non era un padre
molto affettuoso, certe volte sembrava si dimenticasse di avere una figlia,
certo le voleva bene, ma non era molto presente nella sua vita, non più di
Hermione sicuramente, l’amico a volte sentiva i due genitori litigare per questo
motivo, evidentemente Hermione non riusciva ad accettare il fatto che Ron,
spesso, ignorasse il suo ruolo di padre, lo accusava di essere un bambino e gli
diceva di crescere. Lui ribatteva che non poteva farci nulla se non stava
simpatico a sua figlia. La ragazza insisteva sul fatto che una cosa del genere
non era possibile perché lui era suo padre e che era colpa delle sue ripetute
assenze nella vita della bambina, ed andavano avanti per ore, soprattutto nel
cuore della notte, impedendo ad alcuni studenti di prendere sonno.
Nemmeno su Ginny c’era molto da dire,
era la solita, anche lei si impeganva per ottenere buoni voti e procedeva
piuttosto bene. Era un po’ più matura e lasciava Harry più libero, non
pretendeva di passare ogni minuto con lui. Inoltre, aveva delle nuove amiche
oltre Hermione e passava la metà del tempo che non trascorreva con il ragazzo,
in loro compagnia. Harry le trovava irritanti, un po’ come le amiche di Cho
Chang, che ridevano ogni volta per ogni piccola cosa, ed anche un po’
superficiali. Ma non gli importava, aveva passato solo una giornata in loro
compagnia, due anni prima, quando Ginny lo aveva presentato, e gli era più che
bastata.
Dovette ricredersi sui suoi timori di venire messo
da parte, non era mai accaduto, anzi, Hermione trascorreva moltissimo tempo con
lui, era persino riuscito a convincerlo ad aiutarla a fare i berretti per gli
elfi domestici, più che altro Harry si era lasciato corrompere. Quella sera
infatti Ron e Hermione stavano litigando da più di un’ora, sempre per la
questione di Lilian, lui, non riuscendo a dormire era sceso in Sala Comune, poco
dopo lo aveva raggiunto un’Hermione infuriata che era scoppiata in lacrime e lui
l’aveva consolata, era stato allora che gli aveva riproposto al faccenda dei
berretti ed Harry non aveva potuto far altro che accettare. Trascorreva meno
tempo con Ron, nessuno l’aveva premeditato, ma tra lo studio e il resto
passavano insieme molte meno ore.
Ma tra le altre, c’era una cosa davvero strana:
l’assenza di Voldemort. C’erano stati degli attacchi, presumibilmente eseguiti
dai Mangiamorte, in alcuni villaggi babbani in quegli anni, uno anche a Diagon
Alley, ogni tanto ad Harry bruciava la cicatrice, ma nient’altro. Non che gli
dispiacesse, solo…era troppo strano. Era giunto alla conclusione che un’assenza
così prolungata, poteva significare solo una cosa: stava escogitando un piano,
molto diverso da quelli precedenti, se attendeva tanto a rifarsi vivo, doveva
avere in mente qualcosa che lo avrebbe sconvolto, sembrava quasi che stesse
aspettando l’occasione giusta per metterlo in atto. Era terrorizzato al
pensiero: cosa poteva essere? Fortunatamete per Harry e sfortunatamente per
Voldemort, c’era una nota positiva.
Durante l’estate dopo il settimo anno, Harry e Ron
erano andati alla ricerca degli ultimi Horcrux e li avevano
distrutto.
Primo settembre. Era una mattinata soleggiata e in
cielo c’erano nuvole bianche che sembravano panna montata. Harry si trovava alla
stazione di King's Cross, era arrivato in anticipo di un’ora. Era di umore molto
allegro perché avrebbe rivisto i suoi amici, Lily e Ginny. Quello sarebbe stato
il loro ultimo anno, al termine del quale avrebbero dovuto sostenere un
difficilissimo esame per essere ammessi al ministero. Ginny invece aveva ancora
due anni di studio, dopodiché avrebbe potuto lavorare senza problemi al San
Mungo.
L’Espresso per Hogwarts non era ancora in stazione,
dal momento che erano solo le dieci. Harry si sedette su una panchina. Attese.
Dopo circa un quarto d’ora, sentì un vociare e dei passi dietro di lui,
riconobbe le loro voci, ma non si mosse, voleva vedere se l’avrebbero
cercato.
"Harry non c’è ancora…" disse Ginny, con tono
deluso.
"Mamma, quando arriva lo zio Harry?" domandò una
voce di bambina, che fece sorridere Harry, il quale però non udì risposta e si
domandò il motivo.
"Tana per Harry!" esclamò la voce di una ragazza,
facendolo sobbalzare. Si voltò e vide Hermione che rideva.
"Mi hai fatto prendere un colpo!"
"Che fai? Giochi a nascondino?" rise ancora
lei.
"Come hai fatto ha trovarmi?" le domandò, con
curiosità.
"Harry, Harry…sono capace di trovarti quando ti
nascondi sotto il Mantello dell’Invisibilità, vuoi che non sappia dove ti trovi
quando sei perfettamente visibile?" disse lei, incrociando le braccia, con un
sorriso.
"Mamma, mamma! Lo hai trovato?"
"Sì, tesoro, stava giocando a nascondino…" disse
sarcastica.
A quel punto luì si fece vedere. Si trovò a pochi
metri Lilian, con i capelli castani che le arrivavano alle spalle, insolitamente
lisci, dal momento che li aveva sempre mossi, e i suoi grandi occhi marroni che
lo fissavano pieni di gioia. Era parecchio alta per la sua età, arrivava quasi
al bacino di Harry.
"Zio Harry!" la piccola prese la rincorsa e gli
saltò in braccio, stringendolo forte.
"Lily…mi stai soffocando…" stava fingendo, era
felicissimo di vederla.
"Oh…scusa zio…" disse staccandosi e guardandolo
negli occhi con espressione dispiaciuta. Lui scoppiò a ridere.
"Possibile che ci caschi sempre?" disse tra le
risate. Ben presto contagiò anche la bambina.
Hermione si avvicinò ai due con un sorriso. Lily,
che aveva smesso di ridere da poco, le saltò in braccio.
"Allora Harry, hai passato una buona estate?" gli
domandò.
"Sì, non è stata brutta…voi?"
"Oh…è…stata una bella estate…" ma dal suo tono
comprese che era accaduto qualcosa.
"Hermione…" voleva domandarle se Ron l’avesse
picchiata ancora, ma c’era Lily e non era giusto porle quella domanda, dal
momento che la piccola era ignara di tutto:"…tutto bene?" domandò soltanto,
sperando che lei cogliesse l’allusione. Evidentemente capì ciò che in realtà
avrebbe voluto dire perché gli occhi le si riempirono di lacrime e abbassò lo
sguardo. Lui decise di lasciar perdere almeno fino al loro arrivo ad Hogwarts,
una volta arrivati, avrebbero parlato con più tranquillità.
Nel frattempo si erano avvicinati agli altri
due.
"Ciao amico!" lo salutò Ron con un
sorriso.
"Ciao amore!" disse la sorella, dandogli un veloce
bacio sulle labbra, per poi sorridergli. Lui ricambiò.
"Avete passato una bella estate?" domandò
loro.
"Sì, è stata abbastanza divertente!" rispose
allegro Ron. Ginny annuì, concorde.
"E’ meglio se andiamo a posare i bagagli…"
intervenne Hermione.
"Oh, giusto!" così tutti andarono a posare i propri
bauli nell’apposito scompartimento, dopodiché salirono sul treno. Una volta a
bordo del veicolo, Lily si mise a correre lungo i corridoi, urtando alcuni
studenti di passaggio, guardò in ogni cabina, verso la fine del treno si voltò
verso di loro e agitò le braccia, allegra, facendo segno che c’è n’era una
vuota.
Tutti si diressero da lei e una volta arrivati si
sistemarono sui sedili. Lilian pretese il posto vicino al finestrino e di sedere
accanto ad Harry, mentre Ginny si accomodò accanto alla porta, sempre vicino
lui. Ron e Hermione, invece, si sedettero di fronte a loro, dall’altro lato. Una
volta che il treno fu partito, i due fratelli ed Harry iniziarono a
chiacchierare fra loro, la bambina si mise a giocare con la sua bambola
preferita, di nome Lizzy. Hermione era stranamente silenziosa, aveva estratto un
libro ed aveva cominciato a leggerlo senza dire una parola, Harry aveva notato
che l’amica aveva un atteggiamento diverso, sembrava molto preoccupata e triste
nello stesso tempo, aveva l’aria sfinita, come se non dormisse da giorni. Aveva
gli occhi fissi su una pagina, ma sembrava distratta, pensierosa. Il moro non
riusciva a capire: cosa le prendeva? Riguardava Ron? L’aveva picchiata veramente
di nuovo? Se le cose stavano realmente così, il comportamento del ragazzo non si
spiegava, non sembrava arrabbiato o dispiaciuto, anzi si comportava normalmente.
Ma cos’altro avrebbe potuto turbare tanto Hermione?
Mancava poco all’arrivo, ma a differenza delle
altre volte, non fu Hermione a farlo notare agli altri, bensì Luna Lovegood, che
era passata a salutarli.
"Direi che è meglio se ci cambiamo…fate prima voi?"
domandò Harry alle due ragazze. Dal momento che a Lilian era permesso utilizzare
gli abiti che preferiva in ogni momento e luogo.
"Okay…" rispose Ginny. Hermione non disse nulla,
aveva posato il libro e guardava fuori dal finestrino, con aria distratta. I
ragazzi uscirono.
"Ron…è successo qualcosa con Hermione?" domandò,
poco dopo.
"No, va tutto bene. Perché?"
"Beh…non ti sembra un po’… strana?"
"Effettivamente ha l’aria stanca…sarà un po’
preoccupata per gli esami, dal momento che questo è l’ultimo anno…lo sai com’è
fatta…avrà studiato troppo…" rispose Ron, calmo.
"Forse hai ragione…" attesero in silenzio per altri
cinque minuti.
Proprio come pensava, il problema non era Ron. Ma
allora cosa? Lo studio? Lilian? La sua famiglia? Non riusciva a darsi una
risposta, era meglio domandarlo direttamente a lei.
La porta dello scompartimento si aprì, e ne
uscirono Ginny ed Hermione, che parlavano fra loro e indossavano la divisa
scolastica, e Lily, che in braccio a sua madre, giocava con una ciocca dei suoi
capelli. I due ragazzi entrarono e si cambiarono. Dopodiché il treno non tardò
molto a giungere a destinazione. Scesero dal veicolo e recuperarono i
bagagli.
"Mamma, possiamo andare a trovare Hagrid?" domandò
la bambina, mentre si dirigevano alle carrozze.
"Non adesso tesoro, Hagrid è impegnato a scortare
al castello i bambini del primo anno, lo andrai a trovare con papà nei prossimi
giorni, vero Ron?" domandò al ragazzo, che stava salutando Neville, Dean e
Seamus insieme ad Harry.
"Oh, certo!" esclamò distratto, con un
sorriso.
"Lo zio Harry non viene?" domandò,
delusa.
"Non lo so, ma Lily, devi metterti in testa che
Harry ha una sua vita e non può starti sempre attaccato…"
"Perché tu e lui non vi sposate?"
Hermione rise, divertita dall’ingenua domanda di
sua figlia.
"Perché ridi?"
"Perché le persone non si sposano solo perché gli
va di sposarsi Lily! Due persone per unirsi in matrimonio devono amarsi…"
"E tu non ami lo zio Harry?"
"Certo, ma è un tipo di amore ben diverso…è un po’
difficile da spiegare…" non era sicura che la sua bambina avrebbe capito il
discorso che stava per farle, decise di tentare.
"…io ad Harry voglio bene, lo amo, ma come un
fratello…e come ben sai, tra fratelli non ci si sposa…"
"E per papà?"
"Per papà provo un sentimento molto diverso…è
amore…ma è un tipo di amore, come ti ho già detto, molto differente…"
"Non ci capisco molto…" la fece ridere di
nuovo.
"Capirai quando sarai più grande…"
"Okay…" salirono su una carrozza vuota e gli altri
due li raggiunsero.
"Bentornati ad Hogwarts!" aveva esclamato Ron.
Tutti avevano sorriso.
***
Erano tutti radunati in Sala Grande, la cerimonia
di smistamento era appena terminata, la McGranitt fece il solito discorso di
benvenuto, augurando una buona conclusione dei corsi a coloro che li avrebbero
terminati quell’anno. A quel punto tutti i tipi di cibi possibili ed
immaginabili comparvero davanti agli studenti. Lilian stava elencando a sua
madre ciò che voleva mangiare e lei glielo posava nel piatto, Ron aveva
addentato una gigantesca salsiccia Harry mangiava e chiacchierava con
Ginny.
"Papà, quando andiamo da Hagrid allora?" domandò la
piccola, dopo aver mandato giù un pezzo di pollo.
"Cofa?" aveva un grossa patata in bocca e sembrava
estraneo all’argomento. Hermione comprese che probabilmente quando gli aveva
fatto la domanda non aveva ascoltato.
"Ma sì Ron…non ti ricordi prima? Quando ti
ho detto che l’avresti portata da Hagrid un giorno di questi?"
intervenne, sperando che il ragazzo capisse.
"Oh sì! Ci andiamo domani mattina…" rispose
masticando ed ingiottendo la patata.
"Ron!" lo richiamò la ragazza.
"Che c’è?!"
"Domani mattina c’è il corso!" gli
ricordò.
"Ah già…ehm…allora domani pomeriggio, alle
cinque…"
"Promesso?" domandò la piccola,
speranzosa.
"Promesso!" disse prima di ficcarsi in bocca un
pezzo di pollo.
Il resto della cena fu tranquillo, successivamente
si diressero tutti in Sala Comune, Lilian e sua madre si trattennero fino alle
dieci, quando la ragazza realizzò che la bambina si era addormentata salutò
tutti, la prese in braccio e salì le scalinate del dormitorio femminile per poi
dirigersi nella sua stanza. Non era più Caposcuola, dal momento che aveva
terminato gli anni obbligatori, ma la McGranitt le aveva permesso di tenere la
stanza e di occuparne un’altra per Lilian. Solitamente la piccola dormiva con
lei, quindi l’altra stanza la utilizzava come camera dei giochi e nel letto ci
metteva le bambole a dormire. Una volta entrate, la adagiò sul letto e le tolse
delicatamente il vestitino, cercando di non farla svegliare, poi le mise il
pigiama, ma mentre la adagiava nel letto e la copriva, vide i suoi occhi
aprirsi.
"Mamma?"
"Sì, tesoro?" disse dolcemente accarezzandole una
guancia.
"Credi che papà mi porterà davvero da Hagrid
domani?" il motivo di quella domanda era semplice: Ron non era solito mantenere
la parola data, in molti casi.
"Ma certo che sì!" la bambina sorrise.
"Adesso dormi però che è tardi…"
"Sì, mamma…" si girò su un fianco e chiuse gli
occhi, sorridendo. Hermione si stese accanto a lei, ma non si cambiò. Un’ora
dopo che la bambina si fu addormentata, si alzò, si infilò il cappotto e lasciò
la stanza. Sperò che tutto il resto del gruppo fosse a dormire, scese in fretta
le scale ed arrivò in Sala Comune. Il fuoco era spento e la stanza pareva
deserta, la ragazza tirò un sospiro di sollievo. Mosse qualche passo, ma quando
giunse a pochi centimetri dal divano, il fuoco si riaccese magicamente e un
ragazzo si alzò dal divano e si voltò, era Harry.
"Dove stai andando?" le domandò serio.
"A fare un giro…"
"A quest’ora?"
"Non riesco a dormire. E poi, sono solo le undici e
mezzo" ribatté.
"Lilian?"
"Dorme" rispose irritata.
"Senti Hermione, ti devo parlare…"
"D’accordo…" Harry si sitemò sul divano, lei sulla
poltrona.
"Mi sembri un po’ diversa dal solito…qualcosa non
va?"
"No, va tutto benissimo…" rispose, cercando di
stare calma.
"Non ne sono convinto, hai l’aspetto di una che non
dorme da settimane, sei silenziosa, parli quasi solamente con Lilian e non hai
rivolto la parola a me e Ginny per tutta la sera, che succede?" gli occhi le si
riempriono di lacrime, proprio come alla stazione.
"Niente" mormorò.
"Hermione, abbiamo sempre parlato di tutto…cos’è
che non va?" lei scosse la testa e scoppiò a piangere.
"M-mi dispiace H-Harry…" sussurrò.
"Hermione…" non capiva cosa succedeva. Le andò
vicino e tentò di abbracciarla ma lei lo respinse. Ci rimase molto male, non era
mai accaduto prima, per quale motivo lo respingeva e gli parlava pochissimo?
Aveva deciso di troncare la loro amicizia?
"Hermione…calmati…" ma lei non accennava a smettere
di piangere, così le prese la mano, ma lei la tolse dalle sue e se la mise in
grembo.
"Non toccarmi Harry…per favore…" quelle parole lo
ferirono più di tutto il resto. Perché si comportava così?
"Va bene, non ti tocco…ma mi spieghi che ti
succede?"
"Niente, sono solo un po’ triste ultimamente…tutto
qui…" era chiaro che non voleva parlargliene. Harry si sentì molto triste in
quel momento, aveva mille domande e nessuna risposta.
"D’accordo, non me ne vuoi parlare…ho capito…" si
alzò.
"E’ meglio se andiamo a dormire allora…" si alzò
anche lei, ognuno si diresse verso le scale del proprio dormitorio.
"Buonanotte…" non la guardò nemmeno in faccia e
cominciò a salire le scale.
"Harry!" lo richiamò lei. Lui ridiscese.
"Ti prego non avercela con me…è un solo un brutto
periodo…" disse. Lui sorrise, la sua rabbia svanì.
"Buonanotte…" disse un po’ più
dolcemente.
"Buonanotte…" rispose, sorridendo a sua volta. Si
misero a salire le scale.
Meno di un minuto dopo una porta si richiuse.
Hermione ridiscese in fretta e quando fu all’ultimo gradino, si fermò e sbirciò
la scalinata del dormitorio maschile, non c’era nessuno.
Fece una smorifa triste e rassegnata, percorse
tutta la Sala Comune per poi sparire oltre il quadro della Signora
Grassa.
***
"Mamma! Mamma! Svegliati!" Lilian faceva dei
piccoli saltelli sul letto e spintonava la madre.
"Mmm…Lily…" mormorò aprendo piano gli occhi:"Oddio!
Che ore sono?!" si alzò di scattò e afferrò la propria sveglia sul
comodino:
"Le sette e venti minuti?! Ma è
tardissimo!"
"Ho provato a svegliarti ma dormivi come un ghiro!"
rise la bambina.
"Grazie amore, tu intanto vestiti, la mamma si fa
una doccia veloce e poi viene ad aiutarti!" la bambina annuì e scese dal letto
levandosi la maglietta del pigiama. Hermione si precipitò in bagno, si tolse a
sua volta il pigiama e si infilò sotto la doccia.
"Mamma, quale devo mettere?" Lilian entrò poco dopo
in bagno. Hermione mise fuori la testa dal box doccia. Guardò i vestiti appesi a
due manichini: uno era un completino rosa, senza maniche, con abbinato un
maglioncino bianco, da indossare sotto, sull’altro invece erano sistemati un
paio di jeans blu e una camicina bianca.
"Mmm…il secondo, non è giornata per la
gonna…"
"Va bene!" la piccola uscì ed Hermione finì di
lavarsi.
Cinque minutì dopo uscì dal bagno con indosso
l’accappatoio. La figlia era seduta sul letto, vestita, ma a piedi nudi.
Hermione prese la divisa e la indossò, erano le sette e mezza, lasciò liberi i
capelli, legendoli solamente dietro la testa con un fermaglio, poi aiutò Lily a
mettersi le scarpe, controllando che avesse indossato tutto. Infine mise i libri
necessari nella borsa di cuoio, se la mise a tracolla, prese per mano la bambina
e uscirono di corsa. In due minuti giunsero in Sala Grande, con il fiatone,
scorsero gli altri seduti al centro del tavolo che avevano quasi terminato la
colazione, non c’era da biasimarli dal momento che erano quasi le
7:40.
"Che fine avete fatto?" domandò Ginny mentre
prendevano posto.
"Mamma si è alzata tardi…" spiegò
Lilian.
"Può capitare…" Hermione nel frattempo aveva
versato del succo d’arancia in un bicchiere, la figlia lo bevve tutto in un
colpo, poi addentò un toast con la marmellata di prugne. Hermione imitò la
figlia.
Mancavano dieci minuti all’inizio delle
lezioni.
"Non dovresti riportare Lily al dormitorio?"
sussurrò Ron alla ragazza.
"Oh…sì, la porto subito!"
"Lascia, faccio io…" si offrì Harry
alzandosi.
"Lily hai finito?" la bambina annuì.
"Bene, allora andiamo…" la bambina diede un bacio
alla madre che ricambiò, mentre stava per darlo anche a Ron questi la
interruppe.
"Ah, Lily, oggi alle tre abbiamo un allenamento
speciale di Quidditch, la McGranitt ci ha firmato il permesso di giocare ancora!
Avremo una squadra tutta nostra ovviamente! Harry sarà il Capitano…" e si mise a
parlare di questa nuova iniziativa. Ron tendeva a dimenticare che alla figlia,
come alla madre, non interessava più di tanto il Quidditch, sì, qualche volta
giocava con loro, ma non le piaceva poi molto:"…e così abbiamo questo
allenamento di due ore…ma non preoccuparti, alle quattro andiamo da
Hagrid!"
"Okay…" rispose non avendo capito il senso del
discorso se alla fine le aveva detto che sarebbero andati comunque. Gli diede un
bacio sulla guancia e si fece accompagnare da Harry nella Sala Comune mentre gli
altri tre si avviavano a lezione.
***
Ore 16:00. Erano tutti riuniti in sala comune,
tutti meno Ron,Harry e l’ex squadra di Grifondoro che aveva partecipato agli
allenamenti. Hermione e Ginny studiavano silenziose, sedute sul divano, la rossa
aveva l’aria annoiata, l’amica era concentrata.
Lilian, era seduta su una delle poltrone accanto al
fuoco, poco distante dalle due, sbuffò sonoramente, per l’ennesima volta, senza
distogliere lo sguardo dal ritratto della Signora Grassa.
"Lily, rilassati, sono appena le tre e cinquanta,
vedrai che arriverà!" ripeteva la madre.
Più passavano i minuti più la bambina era inquieta.
Dopo più di mezz’ora, Hermione cominciò a temere che il suo ragazzo si fosse
dimenticato dell’appuntamento con la figlia. Passarono due ore, e non c’erano
più dubbi ormai.
Lilian aveva smesso di fissare il ritratto ed
teneva uno sguardo furioso fisso sui libri sparsi alla rinfusa sopra il
tavolino.
Hermione richiuse il libro con un tonfo, felice di
aver terminato lo studio per quel giorno e fece un sorrisetto trionfante che
svanì non appena vide l’espressione della figlioletta.
Questa non l’avrebbe fatta passare liscia a Ron,
proprio per niente, a costo di litigarci.
"Lily…hai fame? Sono le sei..."
"No…" borbottò in risposta.
"Tesoro, devi mangiare qualcosa…"
"Me l’aveva promesso…" la sentì mormorare. Non
seppe che dire e abbassò lo sguardo, dispiaciuta.
In quel momento un allegro vociare richiamò la loro
attenzione, il ritratto si aprì e poco dopo apparvero tutti i membri della
squadra di Grifondoro che sorreggevano un euforico Ron, per aria.
"Sei stato grande Ron!" diceva qualcuno.
"Ottima quella parata!"
"Avete visto come sono stato bravo a…" ma si
interruppe, il suo sguardo si era posato su Hermione e su sua figlia, che lo
stava fulminando con gli occhi arrabbiati.
"Lily…"
"Sei un mostro! Ti odio!" urlò la bambina mentre
due grosse lacrime le scendevano dalle guance. Dopodiché si voltò e corse su per
la scala del dormitorio femminile. Tutti avevano osservato la scena in silenzio.
A quel punto, Hermione si alzò.
"Ma non ti vergogni?! Hai preferito quello STUPIDO
GIOCO a TUA FIGLIA!!" urlò con tutto il fiato che aveva. Lui non disse
nulla.
"Sei proprio un insensibile, Ron!"
"Solo perché una volta mi sono
dimenticato…"
"NO Ron! Non UNA volta! Molto più di
una!"
"Mi dispiace! Va bene?!" urlò a sua
volta.
"Risparmia il fiato…" sussurrò Hermione con gli
occhi lucidi per poi salire le scale in cerca della figlia.
"Cos’è successo?" Harry era entrato in quel
momento, non indossava la divisa di Quidditch e teneva sottobraccio un alto
libro dall’aria molto vecchia.
"Ron ha mancato l’appuntamento con Lilian e l’ha
fatta arrabbiare…" spiegò Ginny.
"Ma come? Abbiamo concluso alle quattro come
stabilito…" a quel punto tutti i partecipanti all’allenamento, chinarono la
testa con aria colpevole.
"Beh…ecco Harry…noi…non volevamo terminare così
presto l’allenamento perciò…ci siamo allenati fino a poco fa…" confessò
Ron.
"Di chi è stata l’idea?"
"Mia" rispose sempre il rosso.
"Ron! Sapevi di avere un appuntamento con tua
figlia!" lo rimproverò il moro.
"Sì…ma sai, dopo un po’ le cose si sono messe
bene…non riuscivo a fermarmi…"
"Ed hai dato buca a Lilian per questo?!"
"Sì…" mormorò lui.
"Dov’è?"
"Di sopra, con Hermione…"
"Vado a vedere…" detto questo fece un incantesimo
alle scale e cominciò a salirle. Trovò la stanza di Hermione, la porta era
semiaperta, sbirciò all’interno: c’erano Lilian e Hermione sedute sul letto, la
prima piangeva e la madre, con un braccio attorno alle spalle tentava di
consolarla.
"Mamma, perché è così cattivo con me?!" urlò, tra i
singhiozzi.
"Non è cattivo Lilian, si è
dimenticato…"
"Ma me l’aveva promesso!"
"Lo so…" Harry constatò che nemmeno Hermione sapeva
più che dire dal momento che la piccola aveva ragione:"…un giorno di questi ci
andiamo tutte e due, okay?"
"Davvero?"
"Ehi, lo sai che io mantengo le promesse che
faccio…"
"Ti porto io se vuoi…" il moro aprì la porta ed
entrò, vide l’espressione torva di Hermione e sorrise.
"Non è carino origliare, Harry…" lui alzò gli occhi
al cielo.
"Comunque..." continuò, lanciando un’occhiata
veloce all’amica:"…come dicevo, posso portarti io se ti va…" vide dipingersi sul
volto della piccola un bellissimo sorriso.
"Veramente?" lui annuì e sorrise a sua
volta.
"Anche subito se vuoi…"
"Harry…" mormorò Hermione a denti stretti,
lui la guardò:"Tu non dovresti studiare un po’?"
"Ho studiato dalle quattro fino ad ora e credo che
possa bastare…"
"Ah, okay…" notò che la ragazza aveva un
espressione un po’ delusa.
"Mamma posso andare con lo zio?" domandò speranzosa
la piccola, con occhi supplicanti.
"Eh va bene! Però dovrete essere di ritrono fra
un’ora…"
"Grazie!" e detto questo la baciò su una guancia,
saltò giù dal letto e corse alla porta.
"Vieni zio Harry?" domandò.
"Un minuto, aspettami giù…" lei non rispose e corse
di sotto. Una volta che fu uscita, Harry guardò l’amica.
"Non volevo farti rimanere male…"
"Perché pensi che ci sia rimasta male?"
"Beh…dalla tua espressione di poco fa ho dedotto
che magari avresti voluto accompagnare tu, Lilian da Hagrid…" scosse la
testa.
"No, Harry, non è per quello che ho fatto quella
faccia, sono felice che Lily stia un po’ con te, ma…Ron…" a quel punto appoggiò
la mano sulla fronte e sospirò, con aria stanca:"Credevo che la mia vicinanza lo
avrebbe aiutato a maturare, ci contavo davvero molto…si comporta come un
quattordicenne che non pensa ad altro che a divertirsi, invece ha ventitre anni
e in più ha una figlia piccola, che è una grossa responsabilità e non
gliene importa niente. Adesso non voglio esaltarmi, però, in questi ultimi anni
mi sono fatta in quattro per crescerla al meglio, e Ron non ha contirbuito
molto. Le uniche cose che ha fatto per sua figlia sono state l’insegnarle a
giocare a Quidditch o agli scacchi dei maghi, e, nonostante io ritenga che siano
dei passatempi divertenti e piacevoli, questo non l’aiuterà affatto quando dovrà
affrontare Hogwarts. Il Quidditch e gli scacchi sono sport e non materie di
studio, lo sai bene. Un bambino non ha bisogno solo di quel genere di
attenzioni, bisogna insegnargli a parlare, a camminare…tutto. Poi, Lilian è in
quella fascia d’età in qui per ogni cosa che gli altri dicono o fanno ti domandi
il perché e cominci a volere delle spiegazioni, semplici, ma comunque
spiegazioni. Io cerco di fare del mio meglio ma non so se sto andando bene o
no"
"Penso che nessun genitore lo sappia, Hermione.
Suppongo che ognungo educhi i proprio figli come meglio ritiene giusto…non credo
ci sia un metodo comune per tutti, credo che tu debba solo seguire il tuo
metodo. Comunque, se vuoi il parere dello ‘zio Harry’ stai facendo davvero un
eccellente lavoro con Lilian, però…ti do un consiglio, l’estate precedente al
suo primo anno qui, non costrungerla a studiare tutti i libri di testo come
facevi tu, altrimenti, poverina, potrebbe persino decidere di non venirci mai a
studiare qui…" Hermione rise, anche Harry.
"Bene, adesso vado. Per quanto riguarda Ron…vedrai
che maturerà…"
"Lo spero. Ciao!"
"Ciao! Ci vediamo a cena!" e uscì.
**
Harry raggiunse Lilan poco dopo e insieme si
diressero alla casa di Hagrid. Una volta davanti al portone bussarono. Thor si
mise a latrare.
"Zitto, stupida bestiaccia! Chi è?!" urlò una voce
dall’interno.
"Hagrid! Siamo Lilian e Harry!"
"Lilian?!" la porta si aprì e il mezzogigante
comparve loro di fronte, entrambi dovettero alzare le teste per vedergli il
viso.
"Lilian…che piacere rivederti!" sorrise alla
bambina:"…ovviamente vale anche per te Harry!" strizzò l'occhio al
moro, entrambi ricambiarono.
"Volete una tazza di the coi biscotti?"
"No, grazie Hagrid. Abbiamo promesso ad Hermione
che tra un’ora saremo al castello per la cena, e se Lilian quando torna ha già
mangiato, chi la sente la madre?" disse lanciando uno sguardo alla
piccola.
"Giusto, giusto. Quando Hermione si arrabbia è
pericolosa, basti pensare alla storia dei canarini…"
"Hagrid, mi fai vedere gli unicorni? Ci sono
ancora?"
"Certamente. Si trovano in quel recinto laggiù…"
indicò un recinto abbastanza grande, di colore rosso, all’interno vi si
trovavano cinque creature, identiche a cavalli, fatta eccezione per il corno che
spuntava dalla loro fronte, erano tutti bianchissimi, e splendevano alla luce
del sole.
"Allora io vado da loro!"
"Dacci da mangiare Lily!" le urlò Hagrid quando era
già un po’ lontana. Lilian era un’esperta con gli unicorni ormai, quindi non
c’era da preoccuparsi.
"Harry? Ti va di entrare un attimo?"
"Okay" entrarono ed Hagrid porse al ragazzo
un’enorme tazza da the, si sistemarono dietro la finestra, per controllare Lily
che in quel momento stava porgendo un mazzolino d’erba ad uno degli unicorni e
sorrideva.
"Harry, come sta Hermione? L’ultima volta che l’ho
vista non mi era sembrata per niente in forma…"
"In effetti tra i corsi e Lily è un po’ esaurita, e
Ron non le sta dando un grande aiuto"
"Eh…" sospirò Hagrid scuotendo la testa:"Ron è
sempre stato così, chissà, magari non era pronto ad avere una
figlia…"
"Probabilmente è così…" rimasero un po’ in silenzio
a fissare la bambina.
"Hermione è sempre stata una gran coraggiosa, anche
quando decise di non abortire…" continuò il mezzogigante.
"Non avrebbe mai potuto fare una cosa simile, non
sarebbe stato da lei…"
"Già… e pensare che quando eravate piccoli, Ron la
prendeva in giro continuamente…chi se lo immaginava che avrebbero avuto una
figlia e che tu ti saresti messo con Ginny…" Harry sorrise, ma si stupì nel
rendersi conto che come sorriso era parecchio forzato.
"A proposito di Ginny, fra voi va tutto bene
immagino…"
"Oh, benissimo…sì, non potrebbe andare meglio…"
ancora silenzio.
"Harry…" stranamente Hagrid si era messo a
sussurrare.
"Cosa?"
"Non dovrei dirtelo perché ho promesso di non farne
parola, ma…" si alzò e prese una busta che teneva nascosta in una ciotola che
usava come sopprammobile, andò di nuovo a sedersi. La porse a Harry.
"L’ho ricevuta quest’estate da Hermione…tu ne
sapevi niente?"
Harry aprì la busta e lesse:
Ciao Hagrid,
come stai? Spero che
vada tutto bene. Sarai sorpreso di ricevere questa lettera, ma avevo bisogno di
parlare con qualcuno di quanto è successo un paio di giorni fa. Ron mi ha
chiesto di sposarlo. Io non gli ho dato una risposta precisa, il matrimonio è un
grande passo che non va preso alla leggera., gli ho chiesto del tempo per
riflettere. Secondo te ho sbagliato tutto? Probabilmente ti starai
domandando perché non ne ho parlato ad Harry o a Ginny, il motivo è molto
semplice, non voglio che mi diano delle risposte come:"Secondo me dovresti
sposarlo, vi amate già da molti anni ed inoltre avete anche una figlia" questa
sarebbe una risposta di nessun aiuto, e sono certa che se gliene parlassi
risponderebbero così. Non voglio che si montino la testa prima del tempo con i
preparativi, dal momento che non so ancora se lo sposerò. Sono molto insicura,
cosa mi consigli? Ho fatto bene a chiedergli tempo? Pensi che Ron sia abbastanza
maturo? Ti prego, rispondi presto.
Grazie
Hermione
A fine lettura, Harry rimase shockato, tutta via
tentò di non darlo a vedere.
"Hagrid, posso tenerla?" domandò, con una calma
innaturale.
"Non vorrai mica farla vedere a Hermione,
vero?"
"No, no"
"Va bene, tienila pure allora" il ragazzo guardò
l’orologio, erano le 18:40.
"Forse è meglio se cominciamo ad avviarci, grazie
di tutto Hagrid…" disse mentre apriva la porta con il mezzogigante dietro di
lui.
"E’ sempre un piacere avervi qui, tornate quando
volete!" fece un largo sorriso ad Harry che ricambiò, distrattamente.
"Lilian! Forza andiamo!" urlò in direzione della
bambina.
"Perché?! Mancano ancora venti minuti!"
ribatté.
"Non discutere signorina! Tua madre mi ha
raccomandato di essere al castello per cena e ci vogliono almeno dieci minuti
per arrivare!" la piccola sbuffò e uscì dal recinto.
"Va bene! Arrivo…" mormorò. Non appena Harry riuscì
a vederla interamente, gli venne voglia di sparire: aveva pantaloni e camicia
sporchi di fango e erba un po’ dappertutto. Aveva qualche filo d’erba persino
nei capelli.
"Ma che hai fatto?" domandò quando si fu
avvicinata.
"C’era una pozza di fango, sono inciampata e sono
caduta…" spiegò. Lui si nascose il viso fra le mani.
"Scusa…" mormorò la bambina.
"Non importa, ormai il danno è fatto…adesso
andiamo…ciao Hagrid! Grazie ancora!" prese per mano la bambina e salutò
l’amico.
"Ciao Hagrid! Ci vediamo!"
"Ciao Harry! Ciao Lily! A presto!" disse con un
gran sorriso. I due si avviarono al castello mentre Hagrid tornò nella capanna,
borbottando qualcosa contro Thor che aveva ripreso ad abbaiare.
***
Una decina di minuti dopo, Harry e Lilian fecero il
loro ingresso in Sala Grande, scorsero Ron, Hermione e Ginny seduti al tavolo
dei Grifondoro, Hermione leggeva un libro, con il piatto della cena ancora vuoto
(come tutti gli altri), Ron faceva tamburellare le dita sul tavolo, aveva
la testa appoggiata sul palmo dell’altra mano, fissava il piatto ed aveva l’aria
di annoiarsi parecchio. Ginny chiacchierava allegramente con le sorelle Patil,
sedute accanto a lei. Mentre si avvicinavano a loro, Lily guardò
Harry.
"Zio Harry, stai bene?" domandò, notando che era
distratto.
"Sì…" rispose lui senza guardarla.
"Sei arrabbiato perché mi sono sporcata? Non
succederà più, lo prometto!" a quel punto lui la guardò, le sorrise e la prese
in braccio.
"No, non sono arrabbiato Lily, né con te ne con
nessun altro" la rassicurò, lei ricambiò il sorriso e i due raggiunsero gli
altri, poco prima che Harry potesse posare a terra la bambina, Hermione alzò lo
sguardò ed assunse un espressione di disapprovazione nel vedere com’era conciata
la figlia.
"Cos’è successo?" domandò fulminando Harry con lo
sguardo.
"E’ colpa mia, mamma! Stavo giocando nel recinto
degli unicorni e c’era una pozza di fango, non me ne sono accorta, sono
inciampata e ci sono finita dentro…" intervenne subito la piccola. Hermione
distolse lo sguardo da Harry e fissò la figlia.
"Per stavolta chiuderò un occhio, ma che non si
ripeta più che ti veda ritornare conciata così, intesi?" disse
seriamente.
"Certo mamma!" proprio in quel momento davanti ai
loro occhi apparve la cena.
"Lily, va a lavarti almeno le mani…"
"L’accompagno io!" si offrì Ginny.
"Grazie Ginny!"
"Figurati! Torniamo subito!" e detto questo prese
per mano Lily e le due corsero fuori dalla sala.
"Hermione…ho bisogno di parlarti…" mormorò Harry.
Lei lo fissò.
"D’accordo, appena finito di cenare…"
"No. Subito, è urgente!" rimase sorpresa dal suo
comportamento.
"Va bene, Ron, voi cenate pure, vi raggiungiamo
subito…"
"Va bene…" disse mettendo nel proprio piatto una
cucchiaiata di puré di patate.
Harry e Hermione si allontanarono, la condusse in
giardino, si fermarono sotto una delle torri di Hogwarts. Hermione cominciava a
preoccuparsi, che bisogno c’era di allontanarsi tanto? Harry estrasse la lettera
che gli aveva consegnato Hagrid. Lei la riconobbe e sgranò gli occhi.
"Ma chi…?! Hagrid!" esclamò arrabbiata.
"Esatto, Hagrid!" rispose con voce irritata. Lei
non disse nulla.
"Perché hai pensato che ti avrei risposto così!?"
urlò.
"Perché ti conosco!"
"E’ ovvio che alla fine ti avrei cosigliato di
sposarlo, ma solamente dopo aver constatato che Ron sapeva esattamente il
significato simbolico del matrimonio e dopo essere stato sicuro che entrambi lo
volevate! Non ti avrei risposto subito con quella frase!"
"Questo lo stai dicendo ora! Solo dopo aver letto
la lettera e aver capito che quella non era l’unica risposta che avrei voluto
sentire! Ma se te l’avessi detto senza che tu leggessi la lettera avresti
risposto esattamente con quella frase!"
"NON E’ VERO!!"
"SI’ INVECE!!!"
Silenzio.
"C’è dell’altro, vero?" riprese lei, con più
calma:"Questo non è l’unico motivo della tua rabbia, o sbaglio?"
"Sì, non è l’unico motivo! Lo vuoi sapere
l’altro?!" urlava ancora.
"Sentiamo" disse freddamente.
"Mi dà fastidio il fatto che mi hai tenuto nascosto
una cosa così importante! Tra amici non ci devono essere segreti! Come hai
potuto farmi questo?! Ci siamo sempre detti tutto! E tu manchi di dirmi una cosa
così importante! Cavolo Hermione! Ti sposi! Ti sposi e non me l’hai detto! Come
se fossi una qualunque persona e non il tuo migliore amico!"
"Non ho ancora preso una decisione!" ribatté
lei.
"E quando l’avresti presa me lo avresti detto
oppure avrei dovuto aspettare di ricevere l’invito ufficiale per saperlo?!
Sempre se me lo avresti mandato!"
"Non so nemmeno se lo sposerò!"
"Certo che lo sposerai!"
"Come mai sei tanto sicuro?!"
"Perché litigate in continuazione e litigare
secondo alcuni è sinonimo di amore!"
"Non sempre è così…"
"E’ così per voi!"
"E per te?"
"Io non credo a queste sciocchezze ma a quanto pare
per la maggior parte della gente è così!"
"Allora è così davvero, se lo dice la gente come
potrebbe essere il contrario…" gli parve di sentire una nota di ironia nella sua
voce. Altro silenzio.
"Mi hai ferito Hermione, seriamente. Non pensavo
che mi avresti tenuto nascosto una cosa così importante. Tra amici non si devono
avere segreti. Lo sai che significa questo? Che probabilmente tu non ti fidi più
di me e quindi non riesci a confidarti e se le cose stanno così, se manca la
fiducia, non vale la pena di continuare la nostra amicizia!"
"Harry…!" le aveva voltato le spalle. Lei non
riusciva a credere a quello che stava succedendo.
Lui si era messo a correre.
"HARRY!" urlò, più si allontanava più lei sentiva
il suo cuore spezzarsi a metà. Improvvisamente si fermò e si voltò.
"Non parlarmi mai più!" aveva urlato con una tale
rabbia da farla rabbrividire, aveva gli occhi lucidi, si voltò di nuovo e
riprese a correre.
Hermione rimase là, pietrificata. Harry non voleva
più che lei gli rivolgesse la parola e sicuramente nemmeno lui gliel avrebbe più
rivolta. Stavolta era lei nel torto, Harry aveva ragione, il loro rapporto era
sempre stato basato sulla grande fiducia che ognuno nutriva nei confronti
dell’altro, ma lei non si era fidata di lui e gli aveva tenuto nascosta una cosa
così importante. Allora, non pensava che per colpa di quella stupida lettera,
scritta in un momento di confusione totale, avrebbe perso il suo migliore amico,
ma forse avrebbe dovuto rifletterci di più. E adesso era tutto finito,
l’amicizia fra Harry Potter e Hermione Granger finiva in quel preciso istante.
Fine. Quella era la parola esatta.
Hermione si sentì malissimo quando realizzò che era
davvero tutto finito, che non avrebbe mai più potuto parlare con Harry e che lui
non si sarebbe mai più confidato con lei, niente più risate, niente più
preoccupazioni, niente più abbracci…niente di niente. E Lilian? Come si sarebbe
giustificata con lei? Magari Harry avrebbe voluto vederla ancora e di certo lei
non gliel avrebbe impedito, ma sarebbe stato giusto chiamarlo ancora
zio?
Si diresse lentamente in Sala Grande, appena
entrata ricevette un altro duro colpo: dove poco prima erano seduti tutti
insieme c’erano solo Ron e Lilian, che con espressioni tristi, mangiavano in
silenzio. Hermione scorse Harry e Ginny all’inizio del tavolo di Grifondoro,
Ginny gli parlava con serietà ma lui non rispondeva e continuava a cenare.
Sarebbe purtroppo dovuta passare loro in parte per raggiungere la figlia e il
suo ragazzo. Fece un respiro profondo e si incamminò, non li degnò di un solo
sguardo e altrettanto fecero loro. Raggiuse i due.
"Avete litigato?" domandò confuso Ron.
"Sì, abbiamo litigato e di brutto anche" rispose
lei, stancamente, servendosi delle patate e una bistecca.
"L’avevamo capito, Harry è rientrato qualche minuto
fa, aveva una faccia che faceva paura, si è avvicinato e ha detto a Ginny di
andare con lui. Gli abbiamo domandato cos’era successo e dov’eri, ma ha risposto
che non voleva più avere niente a che fare con noi. Era davvero arrabbiato. Ma
che è successo?"
"Te lo spiego dopo…" tagliò un pezzo di carne e lo
mise in bocca.
Improvvisamente si rese conto che Lilian non aveva
detto una parola, pareva davvero molto giù di morale e confusa. Pensò che se le
parole dette da Harry avevano un effetto sconvolgente per un adulto, dovevano
essere ancor più devastanti per una bambina di quattro anni, che gli era
affezionatissima. Provò a farle una carezza ma lei respinse il braccio, notò che
non aveva quasi toccato cibo.
"Lily…" mormorò. Lei scosse la testa come per dire
di lasciarla in pace.
In tutto mangiò tre patate e un pezzetto di
bistecca, non era affatto una cosa positiva, dal momento che mangiava sempre
tutto quello che aveva nel piatto. Arrivarono in Sala Comune nel silenzio più
totale, di Harry e Ginny nessuna traccia, avevano lasciato la Sala Grande alcuni
minuti prima di loro.
Una volta superato il ritratto Ron e Hermione si
fermarono, Lilian no, marciò svelta su per la scalinata che portava al
dormitorio femminile, senza dire nulla. Hermione, preoccupata, guardò
Ron.
"Vado ad aiutarla a sistemarsi, dal momento che
necessita di un bagno, tornerò fra una mezz’oretta credo…"
"D’accordo, io aspetto…" e detto questo ognuno
tornò sui propri passi.
Quando Hermione entrò nella sua stanza trovò Lilian
seduta sul letto, con il broncio.
"Lily…" si sedette accanto a lei, che non rispose,
Hermione vide i suoi occhi farsi sempre più lucidi, poco dopo scoppiò a
piangere. La madre la abbracciò, sentendosi in colpa.
"Mi dispiace piccola, è colpa mia…"
"No, mamma, non sono arrabbiata. Davvero Harry non
mi vuole più parlare?" domandò, triste.
"In quel momento era arrabbiato, non voleva dire
quelle brutte cose, o almeno non erano dirette a te…"
"Allora a chi erano dirette mamma?"
"A me" rispose, con voce triste.
"Perché, cosa hai fatto?"
"Non ho detto una cosa e invece avrei dovuto e
adesso pensa che io non mi fidi più lui" spiegò.
"Oh…è così?"
"Certo che no. Io mi fido di Harry, mi sono sempre
fidata di lui"
"E allora diglielo…"
"Hai ragione. Avrei dovuto dirglielo, ma in quel
momento non ci ho pensato. E adesso non vuole più parlarmi…"
"Glielo dico io se vuoi…con me vuole parlare?" la
bambina la guardò, interrogativa.
"Penso di sì, tu non gli hai fatto nulla. Ti
ringrazio Lily, però credo che se tu gli parlassi la situazione si
complicherebbe maggiormente…"
"Va bene, allora non dirò niente"
"Però puoi continuare a vederlo, anzi, devi. Lui ti
vuole bene e tu non c’entri niente con questa storia"
"D’accordo!"
"Adesso vieni, ci diamo una bella ripulita e poi a
nanna!"
Hermione la aiutò a fare il bagno e ad indossare il
pigiama, dopodiché la mise a letto.
"Mamma…" disse mentre le rimboccava le
coperte.
"Sì, tesoro?"
"A me…piacerebbe avere un papà come Harry…"
sussurrò la piccola. Quelle parole sconvolsero un po’ la ragazza, non era per
nulla un buon segno quando una figlia diceva certe cose.
"Ma tu ce l’hai un papà…" fece presente.
"Lo so"
Hermione non trovava nulla da dire, così decise di
cambiare argomento.
"Adesso
cerca di dormire …" sussurrò dandole un bacio sulla
guancia.
Lei annuì
e si mise comoda chiudendo gli occhi.
"Buonanotte mamma!"
"Buonanotte Lily!" restò accanto a lei finché fu certa che
si fosse addormentata profondamente, poi ridiscese.
Trovò Ron
sdraiato sul tappeto, intento a scrivere su un foglio di pergamena molto lungo,
da un lato teneva un libro di aperto e di tanto in tanto gli dava un'occhiata.
Quando notò che Hermione era scesa si alzò. Entrambi si sedettero sul
divano.
"Allora?
Che è successo? Perché avete litigato?"
"Per
via...della proposta di matrimonio…"
"Oh…"
"Lui è
venuto a saperlo da Hagrid è si è infuriato perché non gliel'ho detto...pensa
che io non mi fidi più di lui e quindi non ritiene giusto proseguire
l'amicizia"
Il rosso
non disse nulla, fece una smorfia e chinò il capo.
"L’ha
saputo e si è arrabbiato?" domandò.
"Sì…" lui
sospirò.
"Ron, che
hai?" scosse la testa.
"Ho solo
sonno…vado a letto…" si alzò e mosse qualche passo.
"E il tuo
tema?" lui si voltò e guardò il foglio sul tappeto.
"Puoi
finirlo tu?"
"Ronald…"
Hermione aveva assunto un tono di rimprovero.
"Lo so,
lo so. Senti, solo per questa volta, okay?"
"Lo
ripeti ogni volta…"
"Hermione, per favore! Quel compito è per domani e io sono
stanco morto!"
"E va
bene! Ma che sia l’ultima volta!"
"Hermione
sei un angelo!" si alzò le diede un veloce baciò sulle labbra e augurandole la
buonanotte sparì su per le scale. Lei, sbuffando, raccolse il foglio da terra,
si sedette sul divano, lesse l’argomento del quale Ron avrebbe dovuto parlare
nel tema ed andò a prendere dei libri in biblioteca, tornata in Sala Comune si
mise al lavoro.
Dopo
un’ora aveva già rempito metà foglio di pergamena. Erano quasi le undici e
cominciava a sentire la stanchezza diffondersi, avrebbe tanto voluto andare a
riposare, ma doveva finire il tema per Ron. Si fece forza e riprese a scrivere.
Pochi minuti dopo sentì il ritratto aprirsi e le risa di una ragazza, a quel
punto apparvero Harry e Ginny. Inizialmente non parvero accorgersi di lei, la
rossa camminava all'indietro e lo tirava per la maglietta, ridevano entrambi e
ogni tanto si avvicinavano per baciarsi. Hermione si sentì davvero di troppo in
quel momento, avrebbe tanto voluto essere invisibile.
Quando si
accorsero di lei si fermarono di bottò, imbarazzati, o almeno, Ginny era
imbarazzata, Harry invece la fissava, serio.
"Ehm...scusate...adesso vado...buonanotte!"
farfugliò.
Raccogliendo le sue cose in fretta e furia si precipitò su
per la scala del dormitorio femminile, sentiva qualcosa allo stomaco,
probabilmente il senso di colpa per averli interrotti. Tornò nella sua camera e
si rimise a scrivere il tema.
***
Intanto
nella Sala Comune, Harry e Ginny, molto imbarazzati per l'accaduto, si stavano
guardando silenziosamente intorno, senza sapere che dire o fare.
"Che ci
faceva Hermione qui a quest'ora?" si domandò Harry, gli sembrava strano che la
ragazza stesse studiando a quell'ora di sera, probabilmente quel compito non era
suo.
"Devo
smetterla di farmi queste domande! Lei non è più mia amica!" si urlò.
Poi si
voltò verso la sua ragazza, le sorrise e lei ricambiò, le si avvicinò piano e
riprese a baciarla.
Al
termine del bacio lo prese per mano e lanciando un incantesimo alle scale del
dormitorio femminile cominciò a salirle, seguita da lui. Si fermarono davanti
alla porta della stanza della ragazza. Una volta che fu aperta, entrarono. Harry
aveva capito le intenzioni di Ginny e decise che non si sarebbe rifiutato quella
volta. In quello stesso momento la rossa uscì dal bagno e gli si avvicinò
sorridente. Quando fu sufficientemente vicina, riprese a baciarlo. Lui la lasciò
fare, non aveva voglia di discutere, di tentare di dissuaderla o di pensare.
Poco dopo finirono entrambi sdraiati sul letto, si baciarono per un po’, ad un
certo punto Harry aprì gli occhi, non seppe nemmeno lui perché lo fece, quello
che vide lo spiazzò: davanti a lui, dove doveva esserci Ginny, c’era Hermione,
che si era staccata da lui e gli sorrideva con una mano posata sulla sua gunacia
sinistra.
"Che ci
fai qui?" domandò, non sapendo che altro dire.
Lei
rise.
"Come che
ci faccio qui, Harry?" la voce era trornata ad essere quella di Ginny, anche il
suo viso ricomparve. Lui scosse vigorosamente la testa, agitato.
"Ti senti
bene?" domandò la rossa, notando che era un po’ strano.
"S-sì…credo…" si mise una mano sulla fronte, pensò che la
sua immaginazione gli stava giocando dei brutti scherzi.
"D’accordo…allora…dove eravamo arrivati?" la ragazza fece
un sorrisino malizioso e ripresero da dove avevano interrotto.
Erano
ormai le quattro del mattino. Ginny dormiva al suo fianco già da un paio d’ore,
lui non riusciva a prendere sonno. Il viso di Hermione gli era apparso altre tre
volte e lui non capiva perché ma la cosa lo turbava molto. Perché proprio
Hermione? Non lo sapeva spiegare, sapeva solo che era arrabbiato ancora di più
con lei. E se fosse stato tutto uno scherzo, architettato dalla ragazza? Era
possibile. Si voltò per guardare Ginny ma al posto del suo viso era ricomparso
quello di Hermione.
Harry non
volse lo sguardo altrove, rimase lì a fissarla. Se era davvero uno scherzo non
avrebbe fatto la figura dell’idota, cascandoci, avrebbe retto il gioco. Si chinò
su di lei e la baciò ripetutamente sulla guancia, poco dopo le palpebre della
ragazza cominciarono a muoversi, si stava svegliando. Aprì lentamente gli occhi
e lo guardò.
"Harry…"
mormorò, la voce era di Hermione.
"E’
Ginny, Harry. Ginny" si ripeteva.
"Ciao
amore…" gli faceva uno strano effetto quella parola, quando,al posto del viso
lentigginoso dell’unica femmina della famiglia Weasley, c’era quello della sua
ex migliore amica.
"Reggi il gioco!" si ripeté, quasi urlando a sé
stesso.
"Ciao…"
rispose l’altra, con la voce impastata dal sonno:"Non riesci a
dormire?"
"Accidenti! Perché non torna ad essere Ginny?!" non era mai
durata tanto a lungo una visione.
"No"
farfugliò, inghiottendo la saliva. Lei gli sorrise, poi cominciò ad avvicinarsi
al suo viso.
"Ritorna
ad essere Ginny! Ritorna ad essere Ginny!" pensava, mentre il viso di Hermione
era a pochi centimetri dal suo.
"Sta
calmo, Harry. Calmo. Adesso finisce. Sì, è tutto finito" si diceva, cercando di
convincersi.
Ma il
viso non ritornava ad essere quello di Ginny. Dieci secondi dopo le labbra della
ragazza sfiorarono le sue. A quel lieve contatto, Harry andò nel panico. L’unica
cosa che riuscì a fare fu voltarsi velocemente dalla parte opposta e chiudere
gli occhi talmente forte che quasi si fece male.
"Harry
che ti succede?" non voleva riaprirli, non voleva vedere di nuovo il viso di
Hermione, li avrebbe sempe tenuti chiusi da quel momento in poi.
"Harry,
stai male?" non si accorse che la voce era ritornata ad essere quella di
Ginny.
"Guardami!" fu costretto a voltarsi, aprì lentamente gli
occhi, pronto a richiuderli all’istante nel caso ci fosse stato ancora il viso
di Hermione. Invece, era ritornato il viso di Ginny, che lo guardava
preoccupata.
"Ginny…"
disse, sollevato di rivedere il suo viso.
"Certo!
Non c’è nessun altro in questa stanza! Stai bene, Harry? Sei strano…"
"Benissimo…" in realtà non ne era sicuro.
"Perché
non hai voluto che ti baciassi?"
E adesso
come poteva giustificarsi? Di certo non rispondendo:"Perché al posto del tuo
viso c’era quello di Hermione…"
"Cosa?"
cercò di guadagnare tempo, mentre elaborava velocemente una bugia
credibile.
"Perché
non hai voluto che ti baciassi?" domandò, spazientita la rossa.
"Stavamo
per baciarci?"
"Sì…"
"Non me
lo ricordo…chissà come mai…" finse di rifletterci un attimo:"Oh…ho capito,
probabilmente stavo sognando, sai a volte mi capita di essere
sonnambulo…"
"Davvero?
Non lo sapevo"
"Sì,
fin’ora mi era capitato solo cinque volte…pensa che una volta ho rischiato di
ammazzare mio cugino Dudley con una teiera, zio Vernon non mi diede da mangiare
per una settimana e mezza…non mi rendo conto di quello che faccio o dico, ma
capita molto raramente" si complimentò con sé stesso per la prontezza di
inventiva, l’immagine di lui che tirava in testa una teiera a Dudley era
talmente divertente che non seppe come fece a trattenersi dal ridere.
"Allora,
sono stata fortunata ad assistere all’evento. Adesso dormiamo però, okay?" disse
dandogli un veloce bacio sulla bocca. Si sdraiarono e lui si girò, voltandole le
spalle, poco dopo la sentì passare un braccio attorno al suo bacino e stringersi
a lui.
"Sto
diventando pazzo" pensò, prima di chiudere gli occhi e di
addormentarsi.
***
Si
svegliarono alle sette e alle 7:25 scesero per fare colazione. Non incorociarono
Ron, Hermione o Lilian in Sala Comune. Li trovarono in Sala Grande, seduti con
Seamus, Dean e Neville, con cui chiacchieravano allegramente. Non appena vide
Hermione, ad Harry ritornarono in mente gli avvenimenti della sera precedente e
sentì montare la collera.
"Harry,
vieni?" era Ginny che si stava dirigendo verso un lato vuoto del
tavolo.
"Arrivo
subito, aspettami lì…" senza aggiungere altro si diresse con passo spedito verso
l’allegro gruppetto. Quando si accorsero che si avvicinava a loro, smisero di
parlare e rimasero a guardare, tutti tranne Hermione, che leggeva tranquilla la
Gazzetta del Profeta che le era stata da poco recapitata da un gufo. Harry la
prese per un braccio e la trascinò fuori dalla Sala Grande, rimase parecchio
stupita da quel gesto, ma non disse nulla e lo seguì. Il moro lasciò il suo
braccio e si voltò a guardarla, la ragazza notò che sembrava parecchio
arrabbiato.
"A che
gioco stai giocando?!" esclamò, fissandola adirato.
"Cosa?"
"Ti
diverti a fare scherzi?!"
"Harry,
ma di che parli…?" domandò, confusa.
"Sto
parlando di ieri sera!" urlò.
"Mi
dispiace, se avessi saputo che stavate entrando me ne sarei andata…"
"I miei
complimenti Hermione! Era tutto molto ben architettato! Ma penso che te lo
saresti potuta risparmiare!"
"Architettato…? Harry…" ma quest’ultimo era già ritornato
in Sala Grande.
"Ma che
gli è perso? Di che stava parlando?" si domandava Hermione, mentre tornava a
sedersi al tavolo.
"Tutto a
posto mamma?"
"Sì,
Lily" non riusciva a capire a cosa si riferisse Harry, ma non era il caso di
darci molto peso, forse voleva solo litigare ancora. Decise di non pensarci
più.
***
Episodi
come quello non si ripeterono più per i mesi successivi, durante i quali non si
rivolsero più la parola. Harry aveva ripreso a frequentare Lilian, pochi giorni
dopo il litigio, ma la bambina non parlava mai dettagliatamente del tempo che
trascorreva con Harry, perché temeva di far soffrire la madre. Il corso per
Auror era davvero molto duro, e gli studenti furono felici più che mai, quando
giunsero le vacanze natalizie. Hermione e Lily avrebbero trascorso le vacanze
dai Weasley, alla Tana.
I
genitori di Hermione non ci sarebbero stati, avevano deciso di rimanere a
Londra, dal momento che Robert aveva molto lavoro da sbrigare anche durante le
vacanze.
Era il
giorno di Natale. Hermione venne svegliata da Lilian che balzò sul letto
all’improvviso.
"Mamma!
Mamma! Svegliati! Dobbiamo aprire i regali!" aveva urlato.
"Mm…okay…adesso mi alzo…" e così aveva fatto, indossando la
vestaglia.
Le due
scesero di sotto, erano presenti tutti i Weasley, evidentemente la piccola aveva
provveduto a svegliare tutti.
"Quella
bambina è veramonte una pesté, Harmione!" le aveva detto Fleur. Lei,
imbarazzatissima, si era limitata a sorridere.
Lilian
era corsa in salotto ed aveva cominciato a scartare i suoi regali, così come
tutti gli altri.
"Guarda
mamma! Hai visto cosa mi ha regalato Harry?" le mostrò un boccino d’oro che
teneva saldamente stretto in mano, impedendogli di volare via.
"Bello!"
commentò con un sorriso.
Scartò i
propri regali: Ron le aveva regalato una felpa marrone, Lily invece alcuni suoi
disegni che ritraevano loro due, in un parco con l’arcobaleno, vicine ad una
cascata, in volo su manico di scopa, nell’ultimo disegno c’erano solo lei ed
Harry, la bambina li aveva disegnati in un prato, si tenevano la mano e
sorridevano, ci aveva anche messo due cuoricini rossi, Hermione sorrise, la sua
bambina aveva una grande fantasia. Si commosse per quel gesto ed andò subito a
darle un grosso bacio.
Scartò
tutti i regali, per la prima volta da quando si conoscevano, non trovò quello di
Harry nel mucchio. Dire che anche lei non gli aveva regalato nulla era un bugia,
ma dire che quel regalo si trovava nel suo baule corrispondeva alla verità. Era
diventata un’abitudine regalare qualcosa anche a lui e non ce l’aveva fatta a
non fargli nulla, d’altra parte non si era sentita di spedirglielo dopo ciò che
era successo.
Il resto
della mattinata lo trascorsero a fare preparativi per il pranzo di Natale. Lei,
Ginny e Fleur aiutarono Molly a preparare il pranzo. Lily giocava a rincorrere
il suo boccino per tutta la casa. Arthur, Ron, Fred, George, Charlie e Bill
giocavano a Quidditch in giardino.
"Ginny,
Harry viene a pranzo da noi?" domandò la donna alla figlia.
"Sì, ha
detto che sarà qui verso le undici…" d’istinto Hermione guardò l’orologio, erano
le dieci e mezzo.
"Sono
felice che abbia deciso di venire! E’ di famiglia ormai!"
"Sì
mamma, lo sanno tutti che è come un figlio per te…" la signora Weasley arrossì e
abbozzò un timido sorriso.
"Comunque…può darsi che un giorno entri a far parte della
famiglia…" fece l’occhiolino alla figlia che arrossì a sua volta.
"Chi lo
sa…" Hermione era rimasta zitta, pensando che la conversazione non la
riguardasse.
"Scerto
che Arrì è diventato proprio un gran bel ragasso…" fece notare Fleur
all’improvviso, controllando che il tacchino fosse pronto per essere
cotto.
"Già,
sotto molti aspetti…" confermò Ginny con un sorrisino. Molly le diede un
schiaffetto sul braccio e sorrise, imbarazzata.
"Oh,
Ginny!" esclamò, come per rimproverarla. Ma si vedeva che era interessata alla
conversazione.
"Dall’ultima volta che l’ho visto, è divantato molto più
alto…" continuò Fleur.
"Sì, ed
ha un fisico da paura…" aggiuse Ginny, con orgoglio. Hermione sentì le guance
andarle in fiamme. Finché si parlava dell’altezza non c’erano problemi, ma non
era certa di voler ascoltare i dettagli dei cambiamenti che il corpo di Harry
aveva subito. La conversazione fu interrotta dal trillo di un
campanello.
"Oh, è in
anticipo…" tutte e tre corsero all’ingresso, solo lei non si mosse. Sentì tutti
salutare Harry calorosamente, dopodiché ognuno tronò a dedicarsi alla propria
attività. Aveva sentito il signor Weasley offrirsi di aiutare Harry a portare di
sopra i bagagli, lui aveva accettato.
Ginny,
Molly e Fleur rientrarono in cucina e si rimisero ai fornelli.
"Hermione, potresti andare a prendere i piatti nella
credenza in sala da pranzo, per favore?" domandò la donna, poco dopo.
"Certo,
Signora Weasley…" e detto questo uscì dalla cucina.
Oltrepassò le scale, diretta in sala da pranzo, ma qualche
metro prima della porta, una voce la fermò.
"Hermione!" alzò lo sguardo e vide Harry scendere di corsa
dalle scale.
Fece
finta di nulla e proseguì, ma poco dopo sentì la mano di lui stringerle il polso
destro. Fu costretta a voltarsi. Notò che lui non sembrava aver voglia di
litigare e ne fu felice, rimase in silenzio, aspettando una spiegazione per quel
gesto.
"Puoi
venire fuori un attimo?" sussurrò.
Lei lo
guardò, incerta.
"Per
favore…" la ragazza annuì.
La
condusse fuori dalla porta, e là si fermarono. Era nevicato nei giorni
precedenti, sul prato era presenti almeno due metri di neve. Il tappetino era
imbiancato, anche se leggermente.
"Che
c’è?" domandò lei, freddamente. Voleva mantenere un certo distacco.
"Volevo
solo darti…" a quel punto, da una tasca estrasse un piccolo pacchettino
rettangolare, incartato con della carta rossa e un fiocco d’oro:"…questo"
terminò, porgendoglielo.
Rimase
sorpresa da quel gesto, era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata da lui, vista
la situazione che si era creata.
"Grazie
Harry…" mormorò, imbarazzata per come l’aveva trattato. Lui sorrise.
Si
ricordò di avere qualcosa anche lei per lui.
"Oh!
Quasi dimenticavo! Tienilo un attimo…" gli rimise il pacchettino in mano e
mentre correva all’interno la sentì urlare:"…torno subito!"
Attese
solo un minuto, dopodiché lo raggiunse, richiudendosi la porta alle spalle. Gli
porse a sua volta un pacchetto, avvolto in una carta blu.
"Oh,
grazie…" anche lui pareva sorpreso.
"Ehm…li
apriamo?" domandò, incerta.
"D’accordo…"
Hermione
scartò il suo, il pacchetto in cui era contenuto il regalo era bianco, lo aprì e
rimase a bocca aperta.
"Harry ma
è…"
"…una
collana, sì…" terminò lui.
Lei la
prese in mano, era d’argento, il ciondolo era a forma di stella, ma era una
stella particolare, all’interno era colorata con i colori dell’arcobaleno e
brillava al sole.
"E’
stupenda…grazie Harry…" sussurrò, con le lacrime agli occhi. Lui sorrise di
nuovo.
"Sono
contento che ti piaccia…" aveva temuto che non le sarebbe piaciuta affatto.
Rimase a guardarla con un sorriso, mentre contemplava la collana.
"Il tuo
non lo apri?" la sentì domandare poco dopo.
"Oh,
certo!" e iniziò a scartarlo, notò che era abbastanza più grande del suo, aveva
una forma strana ed era morbido. Non appena finì di scartarlo fece una faccia
molto sorpresa: era un pupazzo, ma non un pupazzo qualsiasi, era lui con indosso
la divisa di Quidditch la Firebolt in una mano e il boccino d’oro nell’altra. Lo
assalì un dubbio.
"L’hai
fatto tu?" Hermione, che era molto rossa in viso, annuì.
Harry
rimase sbalordito, sapeva che Hermione confezionava berretti per gli elfi
domestici, ma non era al corrente che facesse anche pupazzi.
"E’
fantastico!" ed era quello che pensava, chissà quanto ci aveva lavorato! Lo
guardò ancora, era perfetto, c’erano tutti i dettagli.
"Ti piace
sul serio?" a lei sembrava molto banale rispetto a ciò che le aveva regalato
lui.
"Tantissimo! Ma quanto ci hai messo?"
"Da
settembre fino all’inizio delle vacanze…"
"E’
bellissimo Hermione! Grazie, davvero…"
"Oh,
figurati…" borbottò imbarazzatissima.
Si
guardarono e si sorrisero.
La porta
si aprì ed apparve la testa di Ginny.
"Hermione! Ma che ci fai qui? Ti ho cercata dappertutto…ti
sei scordata i piatti!" esclamò la rossa.
"Oh
cavolo! I piatti!"
"E’ colpa
mia Ginny…" si affrettò subito a precisare Harry.
"…dovevo
parlare a Hermione di una cosa e le ho chiesto di venire con me qui fuori…"
spiegò, dal momento che la ragazza stava spostando lo sguardo dall’uno all’altra
con aria torva.
"Comunque…la mamma mi ha incaricata di domandarti se mi
aiuteresti ad apparecchiare la tavola…" disse, rivolta al ragazzo.
"Certo,
molto volentieri…"
"Molto
bene, andiamo allora!" prima di essere trascinato dentro, Harry riuscì a
lanciare un ultima occhiata a Hermione, e le fece un sorriso di scusa, lei
sorrise a sua volta.
"Hermione! Dove sei?!" era la signora Weasley.
"Arrivo
Signora Weasley!" ed entrò di corsa anche lei.
Verso le
12:15 erano tutti seduti a tavola e si stavano servendo il tacchino. Harry era
seduto tra Ginny e Fred, di fronte c’erano Bill e Fleur, a capotavola il Signor
Weasley alla cui sinistra sedevano Lupin e Tonks seguiti da Ron, Lilian e
Hermione, alla sua destra sedeva la moglie con accanto Moody, e vicino a Fred
c’era il gemello.
Harry
stava guardando Hermione posare il tacchino nel piatto di Lily, evidentemente
lei se ne accorse perché alzò lo sguardo, gli sorrise e lui ricambiò.
A quel
punto Ginny lo fece voltare e gli diede un bacio, lui non capì il perché di quel
comportamento, la sua ragazza era strana da un po’ di tempo. Hermione li vide
baciarsi e distolse lo sguardo per discrezione, non era sicura che lei e Harry
si fossero riappacificati, ma era un buon inizio.
***
Trascorsero i mesi, durante i quali il rapporto di Harry e
Hermione non migliorò molto, ma almeno riuscivano a scambiare qualche parola. La
ragazza era certa che la causa del mancato miglioramento, rispondesse al nome di
Ginny Weasley. Ogni volta che stavano per iniziare una conversazione, se la
rossa era nei paraggi, li interrompeva, trascinando via Harry con una
scusa.
Il moro
era stufo di quel comportamento, la sua ragazza era assurdamente gelosa e troppo
possessiva nei suoi confronti, voleva sempre averlo accanto. Lui desiderava
potersi chiarire con Hermione, ma Ginny non glielo permetteva.
Il corso
Auror era durissimo e talvolta gli studenti si ritrovavano a studiare anche per
tutta la notte.
Una sera,
Harry e Ginny erano seduti tranquillamente in Sala Comune a studiare, fuori
pioveva. Ad un certo punto sentirono un tonfo contro i vetri della finestra, si
precipitarono a vedere e scoprirono che a causarlo era stato un piccolo gufo
nero, dagli occhi rossi, teneva legato ad una zampa un piccolo fogliettino.
Aprirono la finestra e il gufo planò sulla spalla di Harry, che prese il
biglietto.
I due si
sedettero e il gufo volò via.
Tre
giugno. Davanti all’ingresso della tua stupida scuola. Ore 6 in
punto.
Non
tardare Harry Potter, sono stanco di aspettare di poterti
uccidere.
Lord
Voldemort
La
notizia del biglietto di Voldemort si diffuse velocemente in tutta la scuola,
quando i suoi amici lo vennero a sapere gli domandarono come si sentisse,
preoccupatissimi. Solo Hermione non disse nulla, si limitò a salire nel suo
dormitorio, bianchissima in viso.
Più
il tempo passava, più Harry era nervoso, agitato e scontroso.
Arrivò presto la sera del 2 Giugno, troppo presto, se si metteva a
pensare che il mattino seguente avrebbe potuto morire. Erano le nove, aveva
promesso a Lily di passare la serata a giocare con lei, la piccola sapeva che lo
zio avrebbe dovuto affrontare il più malvagio dei maghi, ma non immaginava di
certo che sarebbe potuto morire. Hermione aveva preferito non dire alla figlia
che esisiteva quella possibilità, per non turbarla, tutti si erano trovati
d’accordo con lei. La piccola propose un gioco che Harry non aveva mai
sentito, si facevano degli strani gesti con le mani e si cantava una canzoncina.
Gli aveva rivelato di averlo imparato dalla bambina che abitava vicino ai suoi
nonni materni, che era babbana. Lui accettò di giocare.
Hermione
scese dal dormitorio proprio in quel momento, sentendo le risa della figlia, si
bloccò a metà scala e sbirciò. La scena che le si presento la fece sorridere:
Harry tentava di imparare i gesti e la canzone di quel gioco, ma sbagliava
continuamente e tutto ciò divertiva Lily.
Rimase ad
osservarli per un po’, certo che Lilian somigliava molto ad Harry di carattere,
certe volte persino negli atteggiamenti…sembravano proprio…ma che cosa fossero
non riuscì a pensarlo perché la sua mente fu invasa dai ricordi.
Il
biglietto…la capanna di Hagrid…il bacio…lei che si svegliava e si rivestiva…la
lettera che gli aveva scritto…Ron…il diario…
Non
riuscì a dire nulla, per tutto quel tempo era rimasta con gli occhi sbarrati a
fissare un punto imprecisato davanti a sé.
"Il diario" ripeté. Si voltò e riprese a correre su per
le scale. L’unico suo punto di riferimento, l’oggetto che le avrebbe dato la
conferma di ciò che era realmente accaduto fra lei ed Harry quella notte di
sette anni prima.
Arrivò
nel corridoio e con una corsa giunse alla porta della sua stanza, la spalancò
violentemente, era tutto in oridne come sempre. Si precipitò accanto al letto,
frugò nel suo baule, guardò sotto il materasso. Niente, i suoi vecchi diari non
c’erano. Improvvisamente si ricordò dove li teneva, infondo ai cassetti del suo
armadio. Lì aprì.
"Primo
anno…secondo anno…terzo anno…" mormorava mentre li metteva da parte:"…settimo
anno!" esclamò con un sorriso di sollievo.
Si
sedette sull’ letto e cominciò a sfogliarlo piano, dopo una settimana, trovò una
pagina bianca.
"Oddio…è
questa…" ricordò, agitatissima.
Per poter
vedere cosa c’era scritto doveva ripronunciare la formula al contrario. Ma c’era
un problema, non ricordava quale fosse, talmente era agitata.
"Hermione
calmati, te la devi ricordare…" si impose.
Dopo
molti minuti la ricordò e la ripronunciò al contrario. Piano piano le parole
ricomparvero sulla pagina. La rilesse, e le tornò tutto alla memoria. Richiuse
il diario e sospirò, mettendo la testa fra le mani.
Lilian
poteva essere figlia di Harry.
A quel
pensiero scoppiò a piangere, ma perché le cose dovevano complicarsi
ulteriormente? Erano già abbastanza complicate.
Si disse
che non poteva vivere nel dubbio in eterno, quindi c’era solo una cosa da fare.
Andare al San Mungo e chiedere la cartella di Lily. Da qualche secolo, quando in
quell’ospedale nasceva un bambino, le guaritrici, oltre a lavare i bambini,
facevano un veloce esame del DNA, che, a differenza dei metodi babbani, tramite
l’uso della magia, veniva effettuato in due minuti. Hermione aveva letto da
qualche parte il motivo di tutto ciò: molti secoli prima, una strega
partorì in quell'ospedale, a quei tempi, i nomi dei genitori non venivano
scritti. Tempo dopo si presentarono due maghi, pretendevano di sapere di chi
fosse figlio quel bambino, nessuno glielo seppe dire, così, una volta fuori
dall’ospedale, i due litigarono fuoriosamente ed iniziò un duello, al termine
del quale uno dei due fu ucciso. Per evitare che la storia si ripetesse decisero
di addottare quel metodo, e non accadde più nulla.
Si alzò
dal letto, prese il cappotto e corse in Sala Comune, Lilan e Harry notarono che
aveva uno sguardo strano, quasi preoccupato.
"Hermione, cos’hai?" le domandò Harry.
Lei non
lo degnò di uno sguardo e proseguì.
"Dì a Ron
di mettere a letto Lily fra un’ora!" gli urlò prima di sparire oltre il quadro
della Signora Grassa.
***
Corse per
i corridoi e scese le scale, arrivò all’ingresso e non si fermò, proseguì,
uscendo nel cortile.
Da quando
era nata Lilian aveva il permesso di materializzarsi e smaterializzarsi fuori
dall’edificio, nel caso fosse successa un’emeregenza. Si smaterializzò,
materializzandosi nuovamente davanti all’entrata del San Mungo. Entrò, esitando
più volte.
Si
diresse al banco informazioni.
"Sì?" le
domandò una Guaritrice anziana, dall’aria severa.
"Potremme
farmi vedere la cartella di Lilian Granger, per favore?" dal momento che, quando
era nata la figlia, lei non era ancora sposata, la legge stabiliva che la
piccola avrebbe dovuto prendere il suo cognome, finché la madre non sarebbe
stata sposata.
"Lei è?"
domandò.
"Hermione
Granger, la madre" la donna si allontanò un momento, ritornò poco dopo con la
cartella in mano.
"Grazie,
la riporto subito" la prese ed andò a sedersi su una delle sedie della Sala
d’Attesa.
Rimase a
fissarla, per qualche minuto, terrorizzata all’idea di aprirla e di scoprire il
nome del vero padre della sua bambina. Fece un respiro profondo e la aprì molto
lentamente.
Ciò che
stava cercando era proprio lì, nella prima pagina, in alto c’era il nome
completo del nasciturno, la freccia a sinistra indicava il nome completo della
madre, quella a destra quello del padre, era così per tutti. Iniziò a
leggere:
"Nome
del/della bambino/a: Lilian Jane Granger. Nome della madre: Hermione Jane
Granger. Nome del padre…" a quel punto Hermione chiuse gli occhi, era troppo
agitata, le mani le tremavano e il cuore le batteva forte. Molti minuti dopo li
riaprì, molto lentamente, lesse:" Harry James Potter".
Sentì il
respiro mancarle, fissava incredula quel nome.
"Harry è
il padre di Lilian" si disse, faticava a crederci. Eppure quella Guaritrice le
aveva detto chiaramente Ronald Weasley, che si fosse sbagliata?
"Quel
rumore…" si ricordò che mentre la donna le parlava c’era stato un frastuono che
l’aveva costretta a tapparsi le orecchie, evidentemente la Guaritrice aveva
proseguito, e lei non se ne era resa conto, doveva aver detto qualcosa
come:"…Harry Potter, l’amico di Ronald Weasley"
Dopo
quella che le parve un'eternità si alzò, constatando che aveva le gambe molli.
Ritornò al banco informazioni.
"Mi
scusi" mormorò in direzione della Guaritrice che la aveva dato la
cartella:"potrei tenere il foglio per qualche giorno?"
"Può
tenerlo per non più di due giorni, deve riportarlo qui entro la sera del 4
Giugno, altrimenti manderemo qualcuno a prelevarlo...si sente bene?" domandò,
notando che la ragazza era sbiancata.
"Sì..."
ma era convinta del contrario.
***
Uscì.
L'aria era piuttosto fresca quella sera, seppure fosse già giugno, c'era molto
vento. Non aveva voglia di smaterializzarsi così presto, doveva riflettere un
pò, decise di fare una camminata.
Le vie erano illuminate solo dalle fioche luci dei
lampioni, c'erano poche persone per strada quella sera, di tanto in tanto maghi
e streghe le passavano accanto e le lanciavano occhiate interrogative,
domandandosi probabilmente, cosa ci facesse una strega così giovane, da sola a
quell'ora, con i tempi che correvano, Voldemort poteva spuntare da un momento
all'altro e farle del male, ma non sarebbe successo, ne era certa. Teneva il
foglio, bianco come la neve, stretto in mano, facendo attenzione a non farselo
strappare dal vento.
Che cosa
doveva fare? Dirlo ad Harry? Oppure fingere che nulla fosse successo, inventare
una banale scusa per quell'uscita, e continuare a far vivere tutti
nell'illusione che Lilian fosse figlia di Ron? Si domandò se ce l'avrebbe fatta
a reggere una situazione simile. La risposta era no.
Se
l'avesse detto? Cosa sarebbe accaduto? Ginny si sarebbe infuriata con Harry e
l'avrebbe lasciato? Così che lui l'avrebbe odiata a vita per aver interrotto un
così grande amore? A quel pensiero, rise, e si disgustò di sé stessa, quella tra
Harry e Ginny era sul serio una grande storia d'amore. Rise di nuovo, non poteva
farci nulla.
Ripensò
alla notte trascorsa con Harry, a tutte le emozioni che aveva provato. Con Ron
era stato totalmente differente, non aveva provato nulla di simile.
In quel
momento un altro ricordo le ritornò alla memoria.
Erano
sdraiati l’uno accanto all’altra e si sorridevano, si stavano guardando molto
intensamente. Nessuno aveva parlato. Hermione sentiva di dover dire qualcosa o
sarebbe scoppiata.
"Harry…"
sussurrò. Ma lui le aveva impedito di continuare sfiorandole la bocca con le
dita, le si era avvicinato ed aveva ripreso a baciarla.
Si
domandò che cosa gli avrebbe detto se lui non le avesse impedito di finire la
frase, forse gli avrebbe detto che lo amava. In quel caso era stato meglio che
fosse finita in quel modo perché gli avrebbe detto una bugia. Ma sarebbe stata
proprio una bugia?
"Che cosa
vado a pensare! Certo che sì! Io innamorata di Harry Potter! Figuriamoci!" rise,
ma si accorse con orrore che era una risata falsa, forzata. Provò ad immaginare
lei ed Harry sposati, vivere insieme a Lilian in una bella casa.
"No, non
mi ci vedo, proprio per niente!" ma si vedeva eccome, e quell’immagine le
piaceva tanto, tantissimo. E ne era consapevole.
"Insomma,
basta con queste fantasticherie!" si impose, scuotendo la testa.
Lei non
amava Harry. Punto. Ma era giusto che sapesse che Lilian era sua
figlia.
Si rese
conto di stare camminando da mezz’ora, decise quindi di ritornare ad
Hogwarts.
***
Oltrepassò il buco del ritratto facendo un bel respiro,
pronta al peggio. Scoprì che tutta la famiglia Weasley era radunata nella Sala
Comune, ormai vuota.
"Ma
che…?" farfugliò, vedendo tutti i Weasley.
"Ciao
Hermione! Siamo venuti a farvi una visita…per sapere come stava Harry…" spiegò
Molly con un sorriso.
"Hermione! Tutto bene?" Harry si era alzato e le era andato
incontro, con l’aria preoccupata.
"Cos’è
quello?" domandò indicando il foglio, che teneva ancora saldamente stretto in
mano.
Con un
sospiro, la ragazza glielo mise in mano, tenendo lo sguardo fisso a terra, anche
i Weasley avevano smesso di parlare fra loro e li stavano osservando, era sceso
un silenzio improvviso.
Hermione
vide gli occhi di Harry scorrere le parole sul foglio, finché il suo
sguardo mutò in profonda sorpresa ed incredulità, mentre anche lui ricordava.
Abbassò il foglio e la guardò, con gli occhi sgranati, senza una parola.
Impossibile stabilire se si sentisse confuso, arrabbiato o felice.
Lei aveva
tenuto gli occhi fissi sul pavimento, sentendosi in colpa.
"Che
succede? Cosa avete?" domandò Ron, mentre anche Harry abbassava lo
sguardo.
Prima che
potessero impedirglielo, strappò il foglio dalle mani di Harry e lo lesse, lo
sguardo dapprima incredulo mutò, li fissava furioso, con gli occhi ridotti a
fessure.
"Ron…?"
iniziò la sorella, ma prima che finisse, lui le aveva già passato il foglio. A
fine lettura, nessuno riuscì a capire se la ragazza stesse per scoppiare a
piangere o se volesse urlare, li fissava solamente, incredula. L’incredulità si
dipinse sul volto di tutti i Weasley, quando terminarono di leggere il foglio.
Tutti avevano gli occhi puntati su Harry e Hermione, desiderosi di una
spiegazione.
Si era
creata una tale tensione, che sembrava che tutti i Weasley sperassero che i due
scoppiassero a ridere da un momento all’altro dicendo che era tutto uno scherzo,
ma ciò non avvenne.
"Quando è
successo?" domandò Ron, con tono glaciale. Entrambi compresero a cosa si
riferiva. Si scambiarono un’occhiata, per poi riportare lo sguardo a terra.
"La sera
in cui…" sospirò:"…sono andata da Hagrid…" completò.
"Che ci
facevi tu, là?" domandò il rosso ad
Harry.
"Hagrid
aveva mandato un biglietto anche a me…evidentemente supponeva che uno dei due
avesse altri impegni…" ipotizzò Harry.
"Hagrid
vi ha chiesto di controllare casa sua e voi due avete pensato di…darvi da fare…" rimasero spiazzati, era la prima volta
che il ragazzo usava un’espressione simile.
"No Ron!
Non l’avevamo programmato! Te lo giuro! E’ successo per caso! Quando sono
arrivata Harry era già là!" era sul punto di scoppiare in lacrime.
"Tutto
quello che mi hai detto…che avevi fatto l’amore con Cho…tutte bugie…" continuò
Ron, con la voce che vibrava di rabbia. Quelle parole ferirono Harry più di
qualsiasi altra cosa.
"Avevamo
deciso di non dirvi nulla perché si era trattato di uno sbaglio! Non volevamo
farvi soffrire per un nostro errore!" ribatté il moro. Ron non disse più
nulla.
"Ma
perché l’avete fatto?" domandò Ginny in un sussurro, stava veramente per
piangere. Entrambi la guardrono, non avevano una risposta per quella domanda.
Ron si alzò in piedi con una tale violenza che la Signora Weasley
sussultò.
"Oh,
andiamo Ginny!" urlò:" Sul serio non hai ancora capito il perché?!" quella fu la
frase che fece scoppiare la rossa a piangere. Ron si diresse verso il bucò del
ritratto, furente.
"Mi fate
schifo…" sussurrò,passando accanto ad Harry e Hermione:"…tutti e due…" poco dopo
sentirono il ritratto richiudersi alle sue spalle. Harry e Ginny si gaurdarono,
stava par dire qualcosa ma la rossa lo precedette, imitando il
fratello.
"Noi ce
ne andiamo..." disse Arthur, guardandoli con profondo disprezzo. Bill, Fred,
George, Fleur e Charlie si smaterializzarono con il padre. Rimase solo Molly. Si
alzò.
"Ho messo
Lilian a dormire nella sua stanza" mormorò, piangeva anche lei.
"Grazie"
Hermione le fece un mezzo sorriso mentre una lacrima le percorreva la guancia.
Anche la donna si smaterializzò. La stanza ripiombò nel silenzio. Hermione cercò
lo sguardo di Harry ma non lo trovò, pochi minuti dopo, anche lui uscì, senza
una parola. Rimasta sola, Hermione si sedette sul divano e scoppiò in un pianto
disperato.
***
Harry
trovò Ginny seduta in riva al lago, piangeva ancora. Le si avvicinò e le si
sedette accanto.
"Ciao"
tentò. Lei non rispose e fece uno sbuffo.
"Che vuoi
Harry?" domandò, con asprezza.
"Che
intendeva dire Ron con ‘ sul serio non hai capito il perché?’"
"Ma
smettila Harry…" sussurrò lei.
"Di fare
cosa?" domandò, non capendo.
"Di
fingere di amarmi…"
"Cosa?"
"Tu non
mi ami Harry…" le costava molto ammetterlo, ma era inutile continuare a
fingere.
"Certo
che ti amo!"
"No, tu
ami lei…"
"Lei
chi?"
"Hermione"
Lui
rise.
"Non è
vero"
"E allora
perché quella sera avete fatto l’amore?"
"E’ stato
un errore…"
"No
Harry. Tu lo volevi. Lei lo voleva"
"Sono
tutte bugie…"
"No! E’
la verità! E lo sa tutta la scuola! Solo io sono stata tanto cieca da poter
pensare…che l’avresti dimenticata…che saresti riuscito ad amarmi davvero…ad
amarmi…come ami lei…come hai sempre amato lei..."
"Smettila…"
"Davvero
non te ne accorgi, Harry? Da come la guardi, da come noti ogni minimo
cambiamento in lei, da come le sorridi, da come la proteggi…si capisce che la
ami più di ogni altra cosa…"
"Ho
protetto anche te…"
"Sì, mi
hai lasciata, dicendomi che sarebbe stato pericoloso e che non potevi fare
altrimenti…ma avresti potuto lasciare anche Hermione, dirle che le volevi troppo
bene e che doveva smettere di starti accanto perché poteva morire…ma non l’hai
fatto perché è troppo indispensabile per te, perché senza di lei non sai più chi
sei…perché per vivere hai bisogno di Hermione…" lui non rispose, era senza
parole, tutto quello che aveva detto era vero, se ne stava rendendo
conto.
Ginny gli
sorrise.
"Va da
lei Harry, io starò bene…"
***
Nel
frattempo, dall’altro lato del lago, Ron era seduto su una pietra e fissava
l’acqua mossa dal vento. Hermione l’aveva trovato così, era scesa per chiarire
la situazione.
"Ron…"
"Vattene!" aveva esclamato.
"Ti
prego, fammi parlare! Sarò breve, te lo prometto…"
"D’accordo"
Si
sistemò accantanto a lui, mantenendo una certa distanza. Rimasero in
silenzio.
"Mi
dispiace…" sussurrò dopo un po’.
"No che
non ti dispiace…"
"Sì, è la
verita, forse avrei dovuto lasciare le cose come stavano…"
"Avresti
sbagliato…ed io avrei continuato ad illudermi…"
"Ron…ma
cosa?"
"L’ho
sempre saputo, era una battaglia persa già dall’inizio con Harry. Tu non hai mai
avuto occhi che per lui. Ricordo l’estate che passammo in Grimmauld Place,
durante le vacanze che precedevano il nostro quinto anno…eravamo soli Hermione,
noi due, e non è successo nulla, perché tu avevi in testa solo
Harry…"
"Che
starà facendo? Dove sarà?! Oh Ron! Sono così preoccupata!" camminava avanti e
indietro per la stanza, senza fermarsi un attimo.
"Sicuramente penserà che non ci importa più niente di lui!
Ci odia, sono certa che ci odierà a morte per il resto della nostra vita! E se
commettesse qualche sciocchezza?!"
"…andavi
avanti anche tutto il giorno, io avrei tanto voluto cambiare argomento, ma tu
non facevi che parlare di lui. Quando poi Silente ci disse che rischiava
l’espulsione, ti eri rinchiusa in camera tua per una settimana, a cercare la
prova che avrebbe evitato l’allontanamento di Harry da Hogwarts…e da
te…"
"Volevo
solo…accertarmi che non sarebbe stato espulso…"
"Perché
se così fosse stato si sarebbe allontanato da te…"
"No…"
"Sì,
Hermione, è così…e lo sai. Sono stato un idiota, pensavo che quei litigi
significassero qualcosa, ma non erano nient’altro che litigi fra due amici che
si vogliono bene. Con Harry hai litigato molto raramente e per questioni
veramente importanti, con me litighi ogni giorno…per qualsiasi cosa. Forse un
tempo mi hai amato davvero…chissà…ma sono anni che non è più così, Hermione. Ora
basta con le bugie, basta con i tentativi di recuperare un rapporto che è
terminato poco dopo essere
nato.
Finiamola con questa commedia. Tu hai bisogno di qualcuno in grado di capirti,
di consolarti, di proteggerti e di amarti come meriti. Non di qualcuno che è
convinto di capirti, di saperti consolare, che non riesce a proteggerti e che
non potrà mai amarti come meriti. Tu hai bisogno di qualcuno come
Harry..."
Lei stava
piangendo, commossa dal suo discorso, anche lei si era resa conto che tutto
quello che aveva detto era vero, non c’era cosa più vera al mondo.
Anche a
Ron scesero due lacrime, cercò di nasconderle.
"Mi
dispiace…di averti picchiata…" era sincero. Lei scosse la testa.
"Acqua
passata Ron…grazie di avermi fatto capire quello che provo…sei un vero amico!"
gli sorrise. Lui ricambiò a fatica.
"Che cosa
aspetti? Va da lui!"
Gli
sorrise di nuovo, riconoscente.
"Grazie…"
"VAI!" a
quel punto lei si voltò e corse in direzione del castello.
"E sii
felice…" sussurrò quando fu già lontana.
Si alzò e
camminò fino all’altra parte del lago, dove trovò la sorella, in lacrime, venne
da piangere anche a lui. Le si avvicinò e le mise un braccio attorno alle
spalle.
"G-gli
ho…parlato…" singhiozzò lei.
"Hai
fatto la cosa migliore Ginny…sarebbe successo comunque, prima o poi…è giusto
così…" a quel punto anche lui pianse, stringendosi alla sorella.
***
Il
ritratto si fece da parte e lei entrò di corsa, c'erano un sacco di cose che
voleva dirgli. Una volta che fu nella Sala Comune, il suo sorriso svanì: Harry
era seduto sul divano a fissare il fuoco nel camino, con il viso serio. Forse
non era il caso di parlargli, forse lui amava davvero Ginny. Decise di non
dire nulla e si incamminò verso le scale del suo dormitorio.
"Hermione!" a quell'esclamazione si bloccò immediatamente,
poco dopo lui la fece voltare.
Si
guardarono negli occhi per quella che sembrò un'eternità, poi Harry si chinò sul
di lei e la baciò.
Mentre la
baciava si diede dello stupido, come aveva fatto a non rendersene conto? L'amava
da morire, da così tanto tempo che non ricordava nemmeno da quanto. Una cosa era
certa, con Ginny non aveva mai provato niente del genere, nessuna delle emozioni
che stava provando in quel momento. Hermione baciava meglio di Ginny, senza
dubbio. Non aveva più paura di ammetterlo.
Non era
possibile che lei stesse baciando Harry, il suo migliore amico. Ma quale
migliore amico? L'amore della sua vita. Non le sembrava reale, temeva che fosse
solo un sogno stupendo. Ma come aveva potuto lasciarlo a Ginny per tutti quegli
anni? Non ne aveva idea, sapeva solo che se un'altra si fosse azzardata anche
solo a sfiorarlo con un dito, se ne sarebbe pentita amaramente.
Avrebbero
voluto che quel bacio durasse per sempre, ma dopo un pò dovettero staccarsi per
forza.
Rimansero
comunque vicinissimi l'uno all'altra, guardandosi negli occhi.
"Credo
che dovremo parlare un pò..." sorrise Harry
"Sono
d'accordo..." ricambiò lei.
Si
presero per mano ed andarono a sedersi sul divano rosso, davanti al fuoco. La
Sala Comune era deserta.
"Hermione...mi dispiace per la storia del matrimonio...ma
quando sono venuto a saperlo, non lo so, sono diventato geloso...ero
terrorizzato all'idea che tu sposassi Ron..."
"L'ho
capito Harry, comunque non credo che avrei detto 'sì' alla sua
proposta..."
Rimasero
in silenzio a guardarsi, non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso, come se
si vedessero per la prima volta.
"Harry...perché quella mattina mi dicesti quella
frase...sul fatto dello scherzo ben architettato?" domandò Hermione. Al ragazzo
improvvisamente tornò in mente tutto e si diede una botta sulla fronte con la
mano.
"Ma
certo! Ecco perché succedeva!" comprese.
"Succedeva che cosa?"
"La notte
precedente io e Ginny...insomma hai capito..." lei annuì:"...certe volte però il
tuo viso prendeva il posto di quello di Ginny, io non capivo perché, stavo
impazzendo...così ho pensato che fosse uno scherzo che tu avevi architettato,
non mi ero reso conto che accadeva perché in realtà deisderavo che ci fossi tu
accanto a me..." a quelle parole il cuore della ragazza si riempì di
gioia.
"Devo
scusarmi anch'io Harry..."
"Per
cosa?"
"Per non
aver mai dubitato che Lilian potesse essere tua figlia...è che non ci ho
pensato, perché credevo che ci fossero più possibilità di rimanere incinta la
seconda volta...sono stata stupida..."
"No, non
è vero. Suppongo venga più logico pensare di rimanere incinta la seconda
volta...l'avrebbe pensato chiunque al tuo posto...inoltre, Lilian è la tua
fotocopia, non potevi sospettare che fosse figlia mia..."
"Sarai
rimasto sorpreso di scoprire che è tua figlia..."
"Abbastanza, ma ti confesso, che quando ho saputo della tua
gravidanza, per un momento ho desiderato che il piccolo fosse mio..."
"Sul
serio l'hai desiderato?" domandò, sorridendo ancora.
"Sì...e
sono il ragazzo più felice del mondo, perché ho la figlia migliore del mondo
e..."
"E?"
"...la
ragazza migliore dell'universo..." la vide arrossire. Per poi alzare gli occhi
al cielo.
"Harry,
non ti serve ricorrere ai complimenti...se vuoi fare l'amore con me basta
dirlo..." le venne da ridere ma si trattenne.
"Cosa?
Non mi pare di aver mai accennato a niente del genere. Sinceramente, mia cara
Hermione, mi sembra che sei tu quella che muore dalla voglia di fare l'amore con
me..." lui resse quello strano gioco.
"Io?" si
finse indignata:" Come puoi pensare che io muoia dalla voglia?" ma
effettivamente le cose stavano così, non sapeva nemmeno se avrebbe resistito
altri cinque minuti.
"Hermione...ricordi quel giorno? Quando stavamo per
baciarci?"
"Sì"
"Se
allora ti avessi domandato se volevi fare l'amore con me che avresti
fatto?"
"Ti avrei
dato uno schiaffo..."
"E se te
lo domandassi adesso?" a quel punto lei fece un sorriso malizioso, lo prese per
la maglietta e lo trascinò sopra di sé.
"Abbiamo
già finito di parlare?"
"Per il
momento direi che basta così...ovviamente, se vuoi continuare..." ma non la
lasciò finire e cominciò a baciarla.
"Abbiamo
parlato per dodici anni...direi che per qualche ora possiamo anche smettere no?"
le sorrise.
"E' più
che giusto..." lei ricambiò il sorriso. Si baciarono di nuovo.
"Mmm…non
mi sembra che tu sia intenzionata a fermarmi…"
"Se trovi
un motivo per cui dovrei fermarti fammelo sapere…" e riprese a
baciarlo.
Ma il
motivo c'era e se ne ricordò soltanto pochi minuti dopo. Interruppe il bacio.
Harry la guardò, aveva l’aria preoccupata. Si risedette sul divano e lei lo
imitò.
"Hermione, cosa c’è?" proprio non capiva cosa non andava,
un minuto prima erano così felici.
Lei si
alzò e camminò fino alla finestra, dandogli le spalle e guardando fuori. Non
rispose e abbassò lo sguardo.
Poco dopo
lui le si avvicinò e la abbracciò da dietro.
"Amore,
cosa c’è?" lei rimase stupita, l’aveva chiamata amore? Nessuno l’aveva mai fatto
prima.
"Niente"
farfugliò. Sentiva che quel fragile muro che era riuscita ad ergere fra loro in
quei pochi istanti stava per crollare.
"Ascolta,
se non te la senti non importa…sono successe già una miriade di cose stasera…ti
posso capire…" non la voleva forzare se lei non voleva farlo.
"No Harry
non è per quello…"
"E allora
per cosa? Hermione, io e te parliamo sempre di tutto, che cos’è che ti tormenta
da un po’ di tempo?"
"Non mi
va di parlarne…" sussurrò.
"D’accordo…ma se cambiassi idea, io ci sono…" lei si voltò
e lo abbracciò.
"Grazie…"
rimasero un po’ così.
"Scusa se
prima ho interrotto il nostro momento…"
"Non
scusarti…" lei sorrise.
"…ah,
comunque…dove eravamo rimasti? Ah, sì!" e riprese a baciarlo.
Dopo
qualche minuto, Harry stabilì che toccava a lui la prima mossa, quindi cominciò
a slacciarle la camicietta. Ma al terzo bottone lei lo fermò, smisero di
baciarsi.
"Sto
cominciando ad odiarti, sai?" scherzò lui. Lei rise.
"Seriamente Hermione, lo vuoi fare o no?"
"Ma che
domande fai? Certo che voglio!"
"Allora
qual è il problema?" era confuso.
"Non
possiamo farlo qui…"
"Perché
no?"
"Per
varie ragioni, ci potrebbero vedere e sarebbe imbarazzante, oppure potrebbero
rientrare Ron e Ginny…non mi va di dargli altro dolore…"
"Sì, hai
ragione…"
"Dove andiamo?"
"Stanza
della Necessità?"
"La
nostra non è esattamente una necessità…non credo che funzionerebbe…"
"Camera
mia?" continuò Harry.
"Oh,
certo, con tutti i tuoi amici che ci guardano…"
"Pessima
idea…"
"E se
andassimo in camera mia?"
"C’è
Lilian…"
"No. Hai
sentito la Signora Weasley, Lilian è nella sua stanza…il che vuol dire…che nella
mia non c’è nessuno…"
"Non
sapevo che avete due stanze separate…"
"Infatti
è come se la seconda stanza non esistesse, ci dorme poche volte, di solito dorme
con me…" spiegò Hermione.
"Fai bene
a farla dormire con te, si sentirà più al sicuro accanto a sua
madre…"
"Già…"
"Allora
andiamo nella tua stanza?"
"Certo!
Vieni…" fece un incantesimo alle scale, prese per mano Harry e insieme andarono
di sopra.
Hermione
richiuse la porta alle sue spalle e guardò Harry che la guardava con un
sorriso.
"Che
c’è?" domandò, ricambiando.
"Nulla,
solo che…è strano…"
"Sì,
molto strano"
"E quasi
come se fosse la prima volta…"
"E’
vero…"
"Mi sento
uno scemo…sono agitato per una cosa che ho già fatto…"
"E’
normale Harry…è passato tanto tempo da allora…anch’io sono agitata…" si
abbracciarono.
"Harry?"
chiamò lei, dopo un po’.
"Sì?"
"Quante
volte…l’hai fatto…con Ginny?" quella domanda gli era venuta in mente
all’improvviso, non era certa di volerlo sapere.
"Due…"
"Solo
due?" Hermione sembrava sul punto di scoppiare a ridere, e poco dopo non si
trattenne più.
"Che c’è
da ridere?" l’aveva contagiato, ridevano entrambi.
"No…è
solo che Ginny…non sembra la tipica ragazza da due volte…mi aspettavo qualcosa
come dieci o venti…" rideva talmente tanto che si teneva la pancia ed aveva le
lacrime agli occhi. Pochi minuti dopo ritornarono seri.
"Scusa se
ho riso…"
"No, hai
ragione, Ginny non è il genere di ragazza che lo fa solo due volte…in effetti
spesso ero io a non volere…e stasera credo di aver finalmente capito il perché…"
sorrise.
"E tu con
Ron?"
"Ehm…due…la seconda mi pare che sia successo a fine
luglio…come al solito avevamo litigato ed avevamo tentato di riappacificarci in
un altro modo…il giorno dopo però abbiamo litigato ancora…"
"Non è
servito a molto allora…" non era arrabbiato, stava solo pensando a tutti gli
anni che entrambi avevano trascorso con persone che credevano di amare, quando
avrebbero potuto benissimo trascorrerli insieme, se solo si fossero resi conto
di amarsi prima…
"No,
infatti. E’ stato uno sbaglio pensare di risolvere tutto in quel
modo…"
"Adesso
però non pensiamoci più…tutto questo appartiene al passato…"
"Giusto,
non serve pensarci…" poco dopo ripresero a baciarsi.
Successe
di nuovo, come sette anni prima. Ma allo stesso tempo fu diverso, ed una delle
ragioni era che avevano capito di amarsi e nessuno era stato tradito quella
volta.
***
Hermione
era sveglia da poco, erano le quattro del mattino. Aveva il braccio di Harry
attorno alla vita e non smetteva di accarezzarlglielo. Era felice come non lo
era mai stata ed era una sensazione stranissima per lei, che durante tutti
quegli anni era stata sempre infelice. Ma sapeva anche che si trattava di una
felicità momentanea, che sarebbe cessata poco dopo, perché avrebbe dovuto pagare
le conseguenze delle sue azioni. Non era una novità, sapeva che sarebbe stata
punita, non sapeva in che modo, ma lo sarebbe stata. Non aveva paura, non
più.
Le
4:05…le 4:10…doveva alzarsi.
Spostò
delicatamente il braccio di Harry, facendo attenzione a non svegliarlo, poi si
alzò, scelse dei vestiti dall’armadio e li indossò. Prima di uscire si voltò a
guardare Harry che dormiva pacifico, con il sorriso sulle labbra, non
resistette, gli si avvicinò lentamente e lo baciò velocemente sulle labbra.
Rimase a fissarlo per qualche minuto. Non c’era più tempo, doveva andare. Con un
sospiro di rassegnazione, uscì. Andò anche in camera di Lilian, dormiva,
abbracciata ad uno dei suoi peluches, ignara di tutto ciò che era successo la
sera prima, ignara del fatto che Harry fosse suo padre, ignara di tutto. Si
sedette accanto a lei, le accarezzò i capelli, non poté impedire ad una lacrima
di scendere, le diede un bacio su una guancia e lasciò la sua
cameretta.
Era
pronta, pronta al peggio. Non poteva più tirarsi indietro. Percorse il lungo
corridoio deserto che portava alle scale di accesso ai dormitori, ad ogni passo
che compiva sentiva la felicità calare e il suo posto, venne occupato da una
familiare sensazione di nervosismo.
***
Le 5:13.
Harry aprì lentamente gli occhi, allungò un braccio dalla parte opposta del
letto, si rese conto che Hermione non c’era. Si mise a sedere di scatto,
prendendo gli occhiali, la chiamò, nessuna risposta. Ma dov’era finita? Si alzò,
pronunciò un incantesimo e dei vestiti puliti gli apparvero in mano. Andò a
vestirsi. Più i minuti passavano più il senso di agitazione e paura per lo
scontro finale, aumentavano. Non appena ebbe terminato di vestirsi, lasciò la
stanza della ragazza. In corridoio non si vide anima viva, ma non
c’era da meravigliarsi, vista l’ora. Passando davanti alla prima porta alla sua
destra, si fermò.
"Lily…"
doveva salutarla, non poteva andarsene senza averla salutata. Al pensiero che
avrebbe potuto non rivederla mai più, si sentì gelare. Come avrebbe fatto senza
la sua bambina?
Entrò
nella sua stanza, dormiva, uno dei suoi peluches era caduto a terra, lo raccolse
e glielo rimise accanto. Scostò le coperte e la prese in braccio vide i suoi
occhi aprirsi.
"Zio
Harry…" mormorò, assonnata ed evidentemente confusa.
"Ssh…cerca di dormire…" non fu necessario ripeterlo, la
bambina richiuse gli occhi subito. Lui la strinse e pianse. Il pensiero di lei
che cresceva senza una figura paterna, magari ignorando che lui fosse suo padre,
gli faceva troppo male. Molti minuti dopo la rimise a letto e la coprì per bene,
la baciò sulla guancia e uscì a sua volta.
Rimase
molto sorpreso di trovare tutti quanti nella sala comune, c’erano proprio tutti,
compresi i Weasley.
"Ciao
Harry!" salutò Seamus.
"Volevamo
farti una sorpresa…e anche augurarti buona fortuna!" esclamò Dean.
Ron e
Ginny lo guardavano e sorridevano, lui si sentiva un po’ imbarazzato.
"Ciao…"
"Ciao!"
esclamarono con un sorriso.
"Pensavo
che…" ma Ginny lo interruppe scuotendo la testa.
"Questo
non vuol dire che ci siamo ripresi, ma non potevamo di certo lasciarti
affrontare Voldemort senza averti salutato…" Harry ricambiò il sorriso di Ginny.
"Beh…amico…fagliela vedere a quello là!" lui rise. I due si
abbracciarono amichevolmente.
"Ricordati di tornare però…" si raccomandò, sorridendo. Lui
ricambiò.
"Grazie
ragazzi…" guardò l’uno e l’altra.
"Un’ultima cosa…avete visto Hermione?"
"No,
nessuno l’ha vista…non era con te?" domandò Ginny.
"Sì, era con me…" non riusciva a capire come avesse fatto a
dimenticarsi di salutarlo, ma soprattutto: dov’era finita?
Mancavano
cinque minuti alle sei.
"Ron…finché Hermione non torna tu e Ginny prendetevi cura
di Lilian…e fino a quando non vi diranno che Voldemort è morto oppure che se ne
andato e che non c'è più pericolo, non e ripeto NON permettetele di uscire
dal castello e questo vale anche per Hermione e tutti voi! Sentite, non so
quello che succederà…potrebbe succedere di tutto, potreste sentirmi gridare
aiuto…in questo caso che non vi venga in mente di venire ad aiutarmi! E questo è
un ordine! Non un consiglio!" esclamò, in modo che tutti potessero
sentirlo.
A quel
punto estrasse la bacchetta e iniziò a camminare in direzione del ritratto,
molti ragazzi, al suo passaggio gli diedero delle pacche sulle spalle, come per
incoraggiarlo.
"Vai
Harry!" urlava qualcuno.
"Forza
Harry!"
"Sei
tutti noi!"
Il
ritratto si spostò, a quel punto tutti gridavano il suo nome. Mentre proseguiva
sentiva le voci dei suoi compagni farsi sempre più lontane, finché non le sentì
più. Tesissimo, aprì il portone d’ingresso e uscì, l’aria non era
particolarmente fredda, ma era ancora tutto buio. Voldemort e i Mangiamorte
erano già là. Quando lo vide, al Signore Oscuro si dipinse un ghigno sulla
bocca.
"Harry
Potter…che piacere rivederti dopo tanto tempo…"
disse sarcastico mentre lui scendeva igradini.
"Come sta
la tua preziosa figlioletta?" domandò con cattiveria.
"Come fai
a sapere di…"
"Io so
sempre TUTTO Potter!" urlò.
"Non ho
intenzione di rispondere alle tue domande Voldemort! Combattiamo e facciamola
finita una volta per tutte!" urlò. Lui rise di nuovo.
"Spiacente di deluderti Potter…ma non è con me che dovrai
batterti stavolta!" sempre con quel ghigno si fece da parte a quel punto Harry
vide che c’era un’altra persona dietro di lui, avvolta in un mantello nero con
il cappuccio e la maschera uguale a quella di tutti gli altri
mangiamorte.
"Levati
la maschera!" ordinò.
La
persona obbedì e se la levò.
Harry
sgranò gli occhi, il suo cuore diminuì i battiti mentre la risata malvagia di
Voldemort rompeva il silenzio che si era creato.
Note:
Finalmente sono riuscita a terminare il capitolo! Mi
spiace di avervi fatto aspettare tanto, ma come avrete constatato era un pò
lunghetto da scrivere e dal momento che è un capitolo fondamentale l'ho curato
il meglio possibile.^^ Mmm...chissà dove si sarà cacciata Hermione...e chi è il
misterioso personaggio incappucciato? Malfoy...Piton...ci sono un sacco di
persone da considerare! Per scoprirlo dovrete aspettare il prossimo capitolo!^^
Ormai non manca molto...l'ottavo capitolo e l'epilogo...ma può ancora succedere
di tutto...mi dispiacerà tantissimo lasciare questa storia, ci ho messo l'anima
per scriverla. Adesso posso finalmente levarmi la maschera del mistero e
annunciare a squarcia gola:
"Ebbene sì! Sono una Auror! E da ben sette anni..." da
quando ne avevo 7 in pratica!^^ Incredibile come vola il tempo...
Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì! Io mi sono
divertita a scriverlo...^^
Aspetto con ansia recensioni e consigli, che sono sempre
utilissimi per migliorare!^^
Adesso, passiamo alle vostre recensioni!
Risposte alle recensioni:
Summers84: Anche a me Hermione piace un sacco come
madre! Sono contenta che ti piaccia il nome Lily!
kiraliel: Sono felice che ti piaccia! Nuovo capitolo
inserito!^^
granger90: Eh...ma se Lily avesse gli occhi verdi si
sarebbe capito subito chi era il padre...^^ Comunque hai ragione! La speranza è
sempre l'ultima a morire! Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto!
lisepotter: Facevi bene a sospettare del pezzo con
la guaritrice, infatti, si è scoperto che ha continuato a parlare quando c'era
quel suono e che deve aver detto qualcosa di simile a quello che ha pensato
Hermione. Un pò di cose si sono già risolte!^^ Ron e Hermione non hanno
esattamente litigato ma...almeno lei sta con Harry!^^
Mione09: Oh...grazie, sono lusingata! Ci ho messo un
pò ad aggiornare, ma alla fine ce l'ho fatta!^^
kuklin: Sono contenta che il nome Lilian ti piaccia
quanto piace a me! Come ho già detto, si sono già aggiustate parecchie cose...ma
non tutte...
chiara: Hai fatto bene a continuare a
sperare!^^
Giorgia: Hermione ha spiegato perché non si è posta
il problema...credeva che ci fossero più possibilità di rimanere incinta la
seconda volta, ha certamente commesso un errore nel pensarlo, ma credo sia un
errore che avrebbero commesso molte persone al posto suo...inoltre, lei la notte
trascorsa con Harry la voleva solo dimenticare...No no! Per carità! Non mi ci
metto con la coppia Ron/Hermione! Nemmeno per scherzo! Non mi chiamo Rowling di
cognome (per fortuna).^^"
marco: sul fatto della "bietola di un tonto" ti do
ragione. Ron accetta il nome semplicemente perché gli sta bene e perché, come
tutti, pensa che la madre di Harry fosse una brava donna. Sì, era ammalato, ma
dato che Madama Chips, infondo, non è così severa come sembra (almeno nella mia
storia), l'ha lasciato andare (dopo mille scongiuri) con la promessa che sarebbe
rientrato entro un'ora!^^"
lady86: Eh...Harry si sveglia molto lentamente...ma
quando si sveglia fa sul serio!^^" Lilian ha i capelli castani e gli occhi
marroni.^^
Ele: Grazie mille! Troppo buona! Non sono così
brava...ho letto ff scritte meglio!^^ Comunque, le risposte alle tue domande le
trovi direttamente in questo capitolo!
Grazie di cuore a tutti coloro che hanno recensito! Le
recesioni per una scrittrice sono fondamentali, perché ti danno l'energia e la
carica necessaria per proseguire! Quindi: davvero grazie mille!^^
Grazie anche a chi ha solamente letto! ^^
Direi che per ora è tutto!
Bacioni e...al prossimo capitolo!^^
LadyGiuly93
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Capitolo 7 *** Capitolo 7: La battaglia finale ***
Capitolo 7: La battaglia finale
"Hermione…" sussurrò, incredulo. La ragazza abbassò lo
sguardo:"No…non è possibile…"
Voldemort smise di ridere.
"Sorpreso Harry?" domandò con un ghigno.
Lui lo ignorò, continuava a fissare Hermione con gli occhi
spalancati.
"Tu non puoi…essere una Mangiamorte…"
"Non può Harry?"
"Non ha il Marchio Nero tatuato…" se l’avesse avuto lui
l’avrebbe di certo notato la notte precedente.
"Come sei sciocco Potter!" esclamò il Signore Oscuro. Si
avvicinò alla ragazza e la costrinse ad allungare il braccio destro in avanti,
le scostò la manica della tunica, dopodiché le puntò la bacchetta circa a metà
arto. Pronunciò un incantesimo in serpentese, parole prive di significato, ma
nonostante ciò, poco dopo sul braccio della ragazza apparve il simbolo che anche
tutti gli altri Mangiamorte avevano. Harry non parlava, non si muoveva neppure.
Rimaneva immobile, non credeva a ciò che vedeva, non era possibile...era solo un
incubo.
Dopo qualche minuto di silenzio, Voldemort si avvicinò ad
Hermione.
"Tu, lurida mezzosangue! Sei consapevole che ti aspetta
una punizione per quello che hai fatto?!" disse, gelido. Sentire che veniva
chiamata "lurida mezzosangue" fece montare la collera ad Harry, che tentò di
mantenere la calma. Una punzione? Per cosa?
"Sì…" mormorò lei, sempre con lo sguardo fisso a terra.
"Sì COSA?!" urlò il Signore Oscuro.
"Sì, mio Signore…" forse si sbagliava, ma gli sembrò che
quelle ultime due parole fossero uscite a forza dalla bocca di Hermione, come se
avesse faticato a pronunciarle.
Con un ghigno malvagio, Voldemort riprese la propria bacchetta
e la puntò sulla guancia sinistra di Hermione, la quale nel sentire la
formula dal lui pronunciata, parve terrorizzata. Non ci volle molto a
comprendere il perché: sulla sua guancia iniziò ad crearsi un taglio che
divenne sempre più profondo, la ragazza urlava di dolore, cominciò ad uscire il
sangue dalla ferita. Harry non ce la faceva a vederla soffrire così.
"BASTA! SMETTILA!!!"
"HARRY STANNE FUORI!!" urlò Hermione in risposta. Lui non aveva
intenzione di arrendersi.
"PERCHE’ TI COMPORTI COSI’?!?! NON E’ ME CHE VUOI!? ECCOMI!
SONO QUI! LASCIA IN PACE HERMIONE!!!"
"Lei sapeva che sarebbe stata punita, Harry, ne era pienamente
consapevole, ma evidentemente non le è importato…" constatò Voldemort,
guardandola come se fosse uno schifosissimo scarafaggio.
Tolse la bacchetta dalla guancia della ragazza, che gemette
posandosi una mano sulla ferita e gurdandosi le dita insanguinate. La cosa che
stupì Harry fu che non pianse, non fece nulla, nessuna espressione. Sembrava
avere uno sguardo fiero.
"Perché le hai fatto questo?!" domandò, indicandola al Signore
Oscuro.
"Credevo l’avessi capito Harry! Per ciò che è successo tra te e
lei la scorsa notte…la tua cara amica sapeva che io avrei disapprovato ma non è
servito a fermarla"
"Da quanto sta dalla tua parte?" aveva una strana espressione,
come se qualcuno l’avesse bastonato, ma allo stesso tempo era freddo e
distaccato.
"Mmm…vediamo…da quando aveva undici anni…" il moro sgranò gli
occhi.
"NO! Harry non è come credi! Lui mi ha costretta…" ma prima che
potesse tentare di spiegarsi ulteriormente Voldemort le lanciò un Cruciatus e
lei finì a terra, contorcendosi e urlando. Harry stava male, doveva fare
qualcosa. Strinse la bacchetta e la puntò su Voldemort, lanciando lo stesso
anatema che era stato lanciato ad Hermione. Il Signore Oscuro riuscì
miracolosamente ad evitarlo, creando una barriera che lo rimandò indietro, verso
Harry, che riuscì a chinarsi appena in tempo.
"Suvvia Harry!" di nuovo quella risata:"Credi davvero che io
sia tanto stupido?" non appena ebbe finito quella frase, mosse una mano e un
potente incantesimo fece volare il ragazzo contro una parete del castello.
Ritoccò terra, stordito, gli doleva un braccio e si accorse di avere
una profonda ferita ad una gamba, laddove il tessuto dei pantaloni si
era strappato. Non era sicuro che sarebbe riuscito ad alzarsi, gli faceva male
anche il resto, ma meno del braccio e della gamba. Guardò verso Voldemort e i
Mangiamorte, stavano discutendo e il suo nemico sembrava arrabbiato. Perché non
vedeva Hermione? Non seppe nemmeno lui come ma riuscì ad alzarsi, si tenne il
braccio rotto e camminò con fatica in direzione del punto in cui si trovava
precedentemente. Adesso poteva vederla, a gattoni, sull’erba, respirava
affannosamente e il taglio sulla guancia non smetteva di sanguinare. Tentò di
avvicinarsi, ma poco prima che potesse raggiungerla, fu spinto nuovamente
indietro, con meno forza di prima. Atterrò sull’erba, ma non si fece nulla,
constatò che non si era allontanato da tutti loro, era solamente più lontano da
Hermione.
"Potter! Che piacere rivederti! Ti è andata bene questa
volta!"
Lo costrinse a sedersi sull’erba e fece apparire una specie di
specchio, molto simile ad un pensatoio, che fece fluttuare poco distante da
lui.
"E adesso fa bene attenzione Potter!" i Mangiamorte risero con
lui. Poco dopo cominciò ad apparire qualcosa all’interno dello specchio:
Una ragazzina con i capelli castani e gli occhi nocciola se ne
stava seduta alla sua scrivania e leggeva un libro, il titolo di quella pagina
era:"Harry Potter-Il bambino soppravvissuto" pareva davvero concentrata. Poco
dopo comparve una gigantesca nuvola nera alle sue spalle. La ragazzina
si alzò, terrorizzata. La nuvola lasciò posto alla figura alta di un uomo, non
appena la vide sorrise e si voltò, levandosi il cappuccio che gli ricopriva la
nuca, pian piano, sotto lo sguardo impaurito della bambina, apparve quello che
pareva un viso da dietro la testa dell’uomo. Lei indietreggiò andando a sbattere
contro il muro.
"Hermione Granger" ghignò il voltò appena apparso.
L’uomo prese a percorrere la stanza con circospezione mentre
Hermione tentava velocemente di trovare un modo di scappare o di chiedere
aiuto.
"C-come sai il mio nome?" domandò, sorpresa. Lo sentì
ridere.
"E’ una storia lunga e non ho tempo da perdere…" disse con
fermezza.
"Ma…chi sei?"
"Chi sono io?" ripeté con ironia, vide l’uomo sfiorare il libro
con le dita per poi girarsi, permettendo alla seconda testa di vedere:"Io
sono colui che è stato sconfitto dallo sciocco ragazzino di cui stavi leggendo
poco fa…"
"Harry Potter?"
"Esatto, il bambino che riuscì a sopravvivere all’anatema più
potente e mortale del mondo magico a causa dell’amore di sua madre!" urlò,
mentre l'altro uomo richiudeva il libro con violenza.
"Tu sei…" cominciò, terrorizzata.
"…Lord Voldemort!" terminò.
"C-che cosa vuoi d-da me?" faticava a controllarsi, nel
comprendere chi fosse quello strano spirito si era maggiormente spaventata.
"Voglio che tu…ti unisca a me" rispose, avvicinandolesi.
"No!" non seppe dove trovò il coraggio per affermare una cosa
simile.
"Lo immaginavo…" l’uomo che ospitava Voldemort estrasse una
bacchetta magica, ed Hermione si appiattì il più possibile contro il muro,
temeva avessero intenzione di ucciderla.
Non la direzionò verso di lei, la agitò in aria e comparve una
sfera fluttuante, poco dopo, al suo interno apparvero i suoi genitori, che
sorridenti e abbracciati guardavano verso di lei salutandola con le mani.
"…ma tu non desideri che venga fatto loro del male, vero?" il
Signore Oscuro aveva una voce falsamente dolce.
Altre immagini, in alcune era presente anche lei, era come
guardare un film…ma sul suo passato.
"No…" rispose debolmente, osservando un’immagine di loro tre,
in sala da pranzo che ridevano.
"Per evitare che questo accada devi unirti a me…" di nuovo
quella voce falsa.
Era difficile, molto difficile scegliere tra la propria
salvezza e quella della sua famiglia, ma se lei avesse rifiutato i suoi genitori
sarebbero certamente stati uccisi, anche se non direttamente, era certa che
fosse questo ciò che intendeva dire quell’essere spregevole. Lei non voleva che
morissero, come avrebbe fatto senza di loro? Doveva cercare di capire però, cosa
il Signore Oscuro voleva che lei facesse, senza accettare subito.
"Se per caso io accettassi…cosa dovrei fare?" rise di
nuovo.
"Se per caso tu accettassi dovresti semplicemente trovare…lui…"
l’uomo posseduto si voltò, stringeva in mano una specie di fotografia,
abbastanza piccola, le si avvicinò e gliela mise in mano. La guardò: un ragazzo
più o meno della sua età, moro con gli occhi verdi e gli occhiali rotondi la
fissava, non sorrideva, era serio e anche piuttosto pallido. Quella fotografia
non era una normale fotografia magica, non era animata, da ciò lei dedusse che
era stata scattata da dei babbani. Guardò Voldemort, interrogativa.
"Leggi dietro" voltò la fotografia, scritto velocemente, vi si
torvava il nome del ragazzo: Harry James Potter. Alzò lo sguardo, incredula.
"Voglio che tu lo trovi per me…devi soltanto stringerci
amicizia e tenermi informato su ciò che fa…nient’altro"
Hermione rifletté, non le sembrava un compito molto complicato,
valeva la pena di accettare per salvare i suoi genitori, se si trattava solo di
quello.
"D’accordo, ci sto" rispose, piano.
"Bene!" esclamò con un ghigno malvagio.
"Dove lo trovo?"
"Sarà sull’Espresso per Hogwarts il primo settembre.
Naturalmente, nessuno dovrà mai sapere di questa nostra chiacchierata, anche
perché, se così fosse, l’unica ad avere dei problemi saresti tu…" si riferiva ai
suoi genitori, lo capì.
"Non dirò nulla" rispose, con sicurezza.
"Niente coinvolgimenti di alcun genere Granger! O te ne
pentirai!" e detto questo sparì.
Rimasta sola, Hermione pianse, ormai non poteva più tirarsi
indietro, quel che era fatto era fatto. Ma che cosa intendeva dire Voldemort con
quell’ultima frase?
***
Camminava spedita, spingendo il suo carrello dove erano stati
posti i bagagli, dietro di lei c’erano i suoi genitori. Aveva l’aria
preoccupata, si guardava intorno continuamente. Giunsero tra il binario nove e
dieci, aveva letto del passaggio nascosto dentro quella colonna, quindi, a
differenza di altri studenti non avrebbe avuto problemi.
"Mamma, papà, adesso potete andare, me la caverò da sola…"
"Sicura tesoro?" domandò Jane.
"Sì, mamma"
"Bene piccola, mi raccomando non cacciarti nei guai, segui le
regole, e studia…vedrai che un anno passerà in fretta!"
"Mi sono mai cacciata nei guai fino ad ora papà?" domandò sua
figlia, con un sorrisino.
"No, ma non si sa mai…"
"Oh andiamo! Cosa potrebbe succedere?" rise Hermione.
"Nulla, almeno lo spero…"
"Ciao papà!"
"Ciao piccola!" si abbracciarono.
"Verremo a prenderti quando inizieranno le vacanze di Natale,
tu intanto studia, fa la brava e scrivici mi raccomando!" si raccomandò la
donna, emozionata.
"Certo mamma!" anche Hermione aveva le lacrime agli occhi. Sua
madre si inginocchiò di fronte a lei e le pose entrambe le mani sulle
guance.
"Sarà un’esperienza fantastica! Me lo sento!" affermò, dandole
un bacio sulla fronte.
Lei sorrise. Non appena sua madre la lasciò andare riprese il
carrello e si posizionò di fronte al passaggio, parecchio più distante. Si voltò
ancora verso i suoi genitori e tutti e tre si salutarono agitando le mani. La
ragazza sospirò e corse verso la colonna, poco dopo sparì.
La Signora Granger si strinse al marito.
"Nostra figlia è diventata grande ormai…"
"Già, non è più una bambina…"
Si sorrisero e fianco a fianco si incamminarono verso l’uscita.
Poco dopo, passarono accanto ad un ragazzo moro con gli occhiali che stava
chiedendo informazioni ad un controllore che, evidentemente perplesso, rideva
della sua domanda.
***
Aveva riposto i bagagli e stava salendo sul treno,
fortunatamente trovò uno scompartimento vuoto. Si sedette accanto al finestrino
ed estrasse un libro intitolato "Storia di Hogwarts" il segnalibro si trovava
più o meno alla metà, lo aprì e si immerse nella lettura. Alcuni minuti dopo
entrò un ragazzo abbastanza robusto con le guance paffute e l’aria disorientata,
accompagnato da un’elegante signora che snocciolava rimproveri uno dietro
l’altro al poveretto. Poco dopo se ne andò. Hermione aveva finto di leggere per
tutto il tempo, ma in realtà aveva ascoltato.
"Ehm…c-ciao…" lo sentì dire, titubante. Alzò appena gli occhi
dal libro.
"Ciao"
"Sono Neville Paciock" si presentò.
"Hermione Granger" rispose, tornando a leggere.
Le veniva naturale essere fredda e distaccata con i suoi
coetanei, non sapeva perché ma succedeva ogni volta, voleva far sì che gli altri
la considerassero una persona sicura e intelligente.
"O-okay…" quel ragazzo si comportava davvero come un bambino
piccolo e impaurito.
Trascorsero i minuti, entrarono altre due ragazze che si
presentarono come Calì e Padma Patil e che presero a chiacchierare fra loro. Ad
un certo punto Neville si mise a cercare qualcosa nella tasca dei pantaloni.
"Oh no!" esclamò poco dopo. Le sorella Patil lo fissarono e
anche Hermione.
"Il mio rospo! E’ scomparso!"
"Un rospo?! Bleah!!" Padma assunse un’espressione
disgustata.
"Calamti! Vedrai che sarà qui in giro!" disse Hermione,
chiudendo il libro e alzandosi mentre Neville si guardava attorno, disperato.
Cercarono in tutta la cabina ma non c’era nessuna traccia del rospo.
"Tu continua a cercare qui, io vado fuori a domandare se
qualcuno l’ha visto" detto questo uscì.
Domandò a tutti gli studenti, nessuno l’aveva visto.
"Ma dove si sarà cacciato quel maledetto rospo?!" si era
domandata, con rabbia, facendo la sua apparizione sulla porta dell’ultimo
scompartimento.
All’interno c’erano due ragazzi: uno con i capelli rossi e con
la bacchetta alzata, in direzione di un topo grigio con la testa infilata in una
scatola di Gelatine Tutti i Gusti+1, l’altro era moro con gli occhiali, stava
osservando il rosso con un’espressione tra il curioso e il preoccupato.
"Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha
perso…" quante volte l’aveva ripetuta quella frase durante l’ultima
mezz’ora?
"No" risposero.
"Oh! State facendo magia! Vediamo allora…" il rosso si schiarì
la voce e pronunciò una strana filastrocca che le fece venire da ridere, si
limitò ad un sorriso dal momento che non successe nulla.
"Sei sicuro che sia un vero incantesimo? Beh…non funziona
direi…naturalmente anch’io ho provato a farne alcuni semplici…e mi sono riusciti
sempre!" raggiunse il secondo ragazzo e si sedette sul sedile di fronte
estraendo la bacchetta e puntandola sui suoi occhiali.
"Per esempio…Oculus Reparo!" il moro si tolse gli occhiali con
la bocca spalancata per lo stupore.
"Va meglio, dico bene?" improvvisamente lo riconobbe e si diede
della stupida per non essersene resa conto subito.
"Per tutte le cavallette! Tu sei Harry Potter!" decise che era
meglio presentarsi:" Io sono Hermione Granger e…tu sei?" domandò schifata al
ragazzo con i capelli rossi.
"Ron Weasley"
"Piacere" disse, distogliendo lo sguardo.
"Vi conviene indossare le vostre divise…credo che manchi poco
all’arrivo…" e uscì velocemente dallo scompartimento, facendo notare a quel Ron,
o come diavolo si chiamava che aveva dello sporco sul naso.
Una luce bianco-argentea fece ritornare Harry al presente,
sentì le sue mani nuovamente posate sull’erba umida. Era stato come sognare,
aveva rivisto se stesso e Hermione a undici anni, sapeva cos’era successo.
Hermione si era veramente alleata con Voldemort. Il pensiero gli fece provare
una dolorosa fitta al cuore, si rese conto solo in quel momento, di stare
fissando il terreno, quindi alzò lo sguardo: Hermione era inginocchiata
sull’erba ed aveva la sua stessa espressione disorientata, evidentemente anche
lei aveva rivisto quei momenti, Voldemort attorniato dai suoi Mangiamorte, aveva
un ghigno compiaciuto sulla bocca, si avvicinò al ragazzo di qualche passo.
"Allora Harry, adesso mi credi?! Che effetto ti ha fatto vedere
la tua adorata mezzosangue allearsi con il tuo peggior nemico?"
Non disse nulla, si limitò a lanciare un’occhiata a Hermione e
la vide abbassare gli occhi con aria mortificata. Gli tornò in mente una
frase.
"Cosa intendevi dire con ‘niente coinvolgimenti’?" poteva
essere stato soltanto un modo per intimorirla, ma lui era convinto che ci fosse
ben altro.
"Inizialmente nemmeno la tua cara Hermione lo capì, ma dal
terzo anno iniziò a comprendere il significato delle mie parole…" apparve di
nuovo quella specie di specchio, avvertì la sensazione di poco prima e fu
catapultato in un altro ricordo:
Hermione camminava avanti e indietro per il dormitorio
femminile, con la testa fra le mani.
"Oh no…no…no…no!" ripeteva, con voce terrorizzata:"E se il
Signore Oscuro lo scoprisse?!"
Si fermò, buttandosi sul letto.
"Perché proprio lui? Con tutti i ragazzi che ci sono…"
sospirò.
Bussarono alla porta, poco dopo, la testa di Harry apparve
dall’apertura. Lei si mise a sedere di scatto.
"Hermione, sei pronta? Dobbiamo andare da Hagrid…"
"Sì, arrivo!" si alzò e lo raggiunse, scesero di sotto, Ron li
aspettava appoggiato al divano della sala comune.
"Finalmente! Che stavate facendo?"
"Niente, perché?" domandò Harry. Ron scosse la testa, facendo
capire che non aveva importanza.
Lo precedettero, camminando in direzione del ritratto e
palrando fra loro, il rosso il osservava, erano proprio affiatati…
"Solo amicizia" si ripeté per la millesima volta
quell’anno:"Sono amici, nient’altro" ma più se lo ripeteva, meno ne era
convinto. Certo, Harry era ricco, famoso, bello, proprio il ragazzo ideale.
"E’ per questo che le piace" in realtà era sicuro che ci fosse
qualcos’altro, qualcosa che rendeva Harry speciale per Hermione…ma cosa? E
perché non poteva possederla anche lui questa particolarità?
"Perché tu non sei Harry…" gli disse una vocina, dentro la sua
testa. Forse non c’era nulla di particolare nel suo amico, forse, lui e Hermione
erano semplicemente nati per stare insieme.
"Ronald! Vieni o dobbiamo aspettare che Fierobecco venga
giustiziato prima del nostro arrivo?!" urlò Hermione.
"Arrivo! Arrivo!" e li raggiunse.
Ed eccolo di nuovo al presente. Era tutto molto più chiaro, il
suo nemico doveva aver avuto il sospetto o la sensazione che sarebbe potuto
nascere qualcosa fra lui e la sua migliore amica, quindi l'aveva avvertita di
non commettere l'errore di innamorarsi di lui, ma l'amore non è una cosa che si
può controllare, questo, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, lo ignorava.
"Hai visto abbastanza, Potter" sentenziò Voldemort, lugubre:"
In piedi!" gli lanciò la sua bacchetta.
Trascinò Hermione di fronte a lui, che spalancò gli occhi,
incredulo.
"No…" sussurrò, capendo.
"Sì, Potter…"
Non avrebbe mai potuto colpirla, non ne aveva il coraggio.
"Mezzosangue! Sai che succede se non lo fai!" urlò il Signore
Oscuro.
Hermione aveva la testa leggermente inclinata e gli occhi
chiusi con forza. Puntò la bacchetta su Harry, tremando.
"Expelliarmus!" mentre la luce rossa procedeva nella sua
direzione, lui rimase a fissarla. Hermione aveva lanciato un incantesimo contro
di lui. Come si sentiva strano, era come se gli avessero strappato il cuore dal
petto. La persona di fronte a lui non somigliava affatto alla ragazza con cui
aveva trascorso la notte o alla madre affettuosa che era stata per anni con la
sua bambina.
"Protego!" davanti a lui si creò una barriera quasi
invisibile che respinse l'incatesimo. Decise che non sarebbe rimasto lì a
guardare, se Hermione non si opponeva a Voldemort, lui non avrebbe subito senza
reagire.
"Stupeficium!" proseguirono con incantesimi di attacco e
difesa per diverso tempo, senza passare alle maledizioni senza perdono.
Improvvisamente, dopo aver parato l'ennesimo Expelliarmus, Hermione si fermò,
così fece Harry, decisamente confuso. Che succedeva?
"Fallo!" ordinò Voldemort, lei tremava per la rabbia,
esitando.
"Molto bene..." disse lui molti minuti dopo, fece per
schioccare le dita...
"NO!! D'accordo lo faccio! Ma tu lascia in pace mia
figlia!"
Che cosa c'entrava Lilian in tutta quella storia? Si domandò il
ragazzo.
"Se tu lo farai, lei non sarà toccata...i patti erano
chiari..."
"Quali patti?!" Harry necessitava di una spiegazione.
"Oh, Harry, è vero! Perdonaci! Tu non ne sei al corrente!" lo
schernì il Signore Oscuro:" Tempo fa, io e la tua amica mezzosangue stringemmo
un accordo, lei desiderava tanto ucciderti che io dovetti accontentarla ma le
dissi chiaramente che se si fosse tirata indietro, sua figlia avrebbe dovuto
morire!" Hermione lo fissava con gli occhi spalancati, così anche Harry.
"No Harry! Non è vero! Lui mi ha ricattata! Ha detto che se non
avessi combattuto contro di te avrebbe ucciso Lilian!!" urlò lei, disperata, con
gli occhi lucidi.
"Non ascoltarla Harry, non c'è niente di vero in quello che
dice...lei non ha fatto altro che mentirti..." sussurrò Voldemort, all'orecchio
del ragazzo, che aveva il volto privo di espressione.
"Harry non ascoltarlo! Sta giocando con la tua mente! Vuole che
tu sia invaso dall'odio cosicché possa manipolarti a suo piacimento!"
"Non lasciarti incantare dalle sue parole, vuole solo farti del
male Harry...non ha fatto altro che farti del male...chi ti assicura che lei non
sia più innamorata del tuo migliore amico? Chi ti dà la certezza che quella
bambina sia veramente figlia tua? Uno stupido foglio di pergamena? Unisciti a me
Harry, l'amore provoca solo dolore, nient'altro, se tu unisci a me non soffrirai
mai più per quello stupido sentimento. Lei non ti ha mai amato Harry, infondo al
cuore tu lo sai..."
"Harry, ti prego ascoltami! E' vero, ti ho mentito su tutta
questa storia, ma voglio che tu sappia che sui miei sentimenti per te non ho mai
mentito! Non ho mentito sulla nostra amicizia, piuttosto che negare di amarti
alla follia mi ucciderei! E non ti ho mai mentito su nostra figlia!"
"Oh! Ma che discorso commovente! Mi viene da piangere!" recitò
Voldemort.
Camminò speditò verso Hermione e le diede uno schiaffo tanto
forte da farla cadere. Lei si rialzò subito mentre lui le lanciava la bacchetta.
Gli rivolse un sorrisetto comipiaciuto mentre si posizionava nuovamente di
fronte ad Harry, con l’aria distrutta, come se dovesse morire da un momento
all’altro. Puntò la bacchetta contro di lui. Chiuse gli occhi.
"Crucio!" urlò.
Harry sapeva di non avere speranze, nessun incantesimo di
protezione avrebbe funzionato, inoltre era accaduto tutto troppo in fretta. Si
preparò a sentire un dolore lancinante: quando l’incantesimo lo colpì, non
accadde nulla, anzi, sentiva la mente vuota e il corpo leggero, come se fosse
fatto di aria. Per un attimo pensò di essere morto…ma com’era possibile?
"Contorciti e urla…" era la voce di
Hermione, pareva lontanissima, lui non si oppose, fece quanto lei aveva
detto. Dopo quella che gli parve un’eternità, tornò ad essere padrone di se
stesso, sentendosi un po’ frastornato. Guardò Hermione, sembrava il doppio più
stanca di prima, non realizzò immediatamente quanto fosse accaduto, ma poi
comprese che la ragazza, in qualche modo, doveva aver lanciato il Cruciatus
sottoforma verbale e Imperus subito dopo, in forma non verbale, annullando così
gli effetti del primo ed evitando che Harry sentisse dolore. Il moro si domandò
come avesse fatto, di certo non era una cosa molto facile, tantomeno
rilassante.
Soltanto in quel momento si accorse della risata di
Voldemort.
"Allora Potter, fa male?" lui cercò di assumere un’espressione
sofferente.
"Chiudi la mente, chiudi la mente…" temeva che il suo
nemico sarebbe stato intenzionato a leggergli la mente, se avesse sospettato
qualcosa. Cercò di scacciare ogni emozione, ogni pensiero, ma era complicato,
vista la situazione in cui si trovava. Si rimise in piedi lanciando una rapida
occhiata ad Hermione.
"Lo vedi Potter? La tua amata non prova alcuna pietà per te!" i
suoi occhi si ridussero a fessure. Cominciò a fargli male la testa, si concentrò
su ciò che era accaduto poco prima.
"Hermione non prova alcuna pietà per me..."
"Lei non ti ama..."
"Lei non mi ama..."
La ragazza non riusciva a credere a ciò che udiva, Harry pareva
veramente un robot, che ripeteva tutto quello che veniva detto:"Harry..."
sussurrò.
"E' innamorata del tuo migliore amico..." Voldemort era dietro
ad Harry.
"E' innamorata del mio migliore amico..."
"La bambina che è nata non è figlia tua..."
"La bambina che è nata non è figlia mia..."
"Dimentica Harry, dimentica tutto"
"Dimentico, dimentico tutto"
"E se ti dicessi Hermione Granger?"
"Chi è Hermione Granger?" lei sentì una fitta al cuore.
"Chi sono i tuoi amici Harry?"
"Io non ho amici"
"E tua figlia?"
"Non ho una figlia"
"Che cosa scegli? Odio o amore?"
""Amore" sorrise. Voldemort spalancò gli occhi, spiazzato.
Harry si voltò e con una spinta lo fece cadere, puntandogli la
bacchetta sul viso, con espressione furiosa.
"Credevi che mi sarei lasciato manipolare tanto facilmente?
Pensavi forse che mi sarei schierato dalla tua parte dopo che hai ucciso i miei
genitori e tutti quegli innocenti?! Con quale coraggio credi che potrei
dimenticare mia figlia e Hermione?! Tu non sai cosa sia l'amore, non sai che può
essere anche una cosa bellissima, non lo sai perché non conosci questo
sentimento, per questo provo pena per te, perché chi non ama non è una persona
viva. Chi prova soltanto odio non capirà mai quanto può essere bella la vita.
Adesso tu hai finito di fare del male alla gente, perché questa storia finisce
qui. Questo è per i miei genitori e per tutti coloro che sono morti o che hanno
sofferto per mano di Lord Voldemort! Avada Kedavra!" una luce verde uscì
dalla bacchetta di Harry, colpendo Voldemort che poco dopo chiuse gli occhi. I
Mangiamorte fuggirono, prima che Harry potesse fare qualcosa per fermarli.
Il portone d’ingresso si aprì poco dopo, ne uscì Lilian, di
corsa, ancora con il pigiama addosso. Ron e Ginny evidentemente avevano tentato
di fermarla, ma inutilmente. La seguì tutta la scuola, professori compresi.
Notando Voldemort morto esultarono tutti, più felici che mai. Harry vide sua
figlia sorridere e correre verso di lui, saltandogli in braccio, lui la strinse.
Ron e Ginny lanciarono un’occhiata confusa a Hermione, dal momento che indossava
ancora la tunica nera, che in risposta esibì un sorriso accennato, guardò Harry
e sua figlia e sospirò triste, incamminandosi verso il castello, senza unirsi ai
festeggiamenti. Mentre i suoi due amici si congratulavano, Harry la vide,
camminava a testa bassa, incurante di coloro che le stavano attorno radiosi. La
sua espressione si fece seria e pensierosa, mentre arrivarono gli altri compagni
di Grifondoro festanti, che lo abbracciarono e si congratularono, lo avevano
accerchiato, non aveva possibilità di fuga, perciò rimase con loro, le avrebbe
parlato più tardi.
Note dell’autrice:
E’ un ritardo tremendo, non ho scusanti, più di due mesi sono tantissimi, me
ne rendo conto. Purtroppo ho iniziato il primo anno di superiori a settembre ed
ho fatto veramente fatica ad abituarmi al tutto, essendomi trovata in una classe
senza nessuno/a compagno/a delle medie, avendo cambiato orario (sei ore di
scuola dal lunedì al venerdì più cinque il sabato) e insegnanti, potete
immaginarvi. Per non parlare poi dei compiti…spero quindi che possiate capirmi.
Ma ritorniamo al capitolo!^^ Devo confessarvi che non sarebbe completo…a questo
se ne aggiunge un altro pezzo, perché non li ho uniti entrambi? Beh, ci pensavo
proprio ieri sera e sono arrivata alla conclusione che, essendo molto tempo che
non aggiornavo, sarebbe stato meglio dividere il capitolo, (anche perché temevo
risultasse lungo come quello precedente), in modo da non farvi attendere oltre.
Mi auguro che siate felici di questa cosa!^^
Risposte alle recensioni:
marco: eheh…purtroppo è proprio lei! Preparate le armi?
;) Grazie della recensione!^^
lisepotter: Hermione sì…sotto imperio non direi…riguardo il resto penso
proprio che…lo scoprirai più avanti!^^ Grazie anche a te! Ciao!
Jojipv: anch’io sono un’inguaribile romantica! Eh sì…era proprio ora!^^
Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!
Grazie della recensione! Ciao ciao!
Hil: ci hanno messo un bel po’! Come avrai notato è proprio Hermione…non
hai sbagliato.^^ Grazie anche a te!
kuklin: ci hai azzeccato in pieno! O_o Complimenti!^^
granger90: Sono felice che tu sia felice!^^ E qui si scopre che fine ha
fatto Hermione…grazie anche a te della recensione(fa anche rima!).
Ele: Che dire? Grazie mille! No, Ron proprio no. Eh già…vallo a dire a
lei…:(
principessa: Grazie! Eh sì…è lei!^^ Ciao ciao!
steg94: non importa non preoccuparti!^^ Grazie molte anche a te! Sulla
questione di Hermione: esatto!^^ Ciao!
E ho concluso anche per questo capitolo! Come sempre, grazie a tutti/e coloro
che hanno recensito o semplicemente letto la mia storia!^^ Al prossimo capitolo
(non credo ci metterò molto, l’ho quasi terminato!)! Un bacione!
Lady Giuly93
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Capitolo 8 *** Capitolo 8: Il braccialetto ***
Capitolo 8: Il
braccialetto
I festeggiamenti terminarono verso le
undici di sera, quando Harry si era dichiarato troppo stanco per proseguire.
Lilian era già a letto da un pezzo, o almeno così credeva suo padre, dal momento
che Hermione non si era fatta viva per tutto il giorno e che poco prima delle
nove lui aveva visto la bambina salire al dormitorio. Attese che la sala comune
si svuotasse per poi andare da lei. Bussò alla porta della sua stanza, ma non
ricevette risposta.
"Starà dormendo?" ma un rumore subito
dopo gli suggerì il contrario. Aprì piano la porta, e la vide: c'era il suo
baule per terra già mezzo pieno delle sue cose e di quelle di Lily.
"Hermione..." lei, evidentemente, non
si era accorta della sua presenza perché sussultò.
"Ah, sei tu..." lo disse con un tono
che non gli piacque per niente.
"Che stai facendo?"
"Mi sembra ovvio..."
"Fai i bagagli in
anticipo?"
"No..." lui si sentì
gelare.
"Te ne vai..." comprese. Non rispose
e sistemò l'ultimo maglione all'interno del baule richiudendolo e posandolo a
terra.
"Perché?"
"Non posso più restare"
"E che cosa ne sarà del nostro
rapporto?"
"Quale rapporto Harry?" le rivolse
un'occhiata severa:"Ah, ti riferisci a ieri notte...non ha significato niente
Harry, almeno non per me..."
"Ah no?"
"No" rimasero in silenzio.
"Sei davvero brava a recitare
Hermione..." lo disse con freddezza. La osservò fermarsi e poi voltarsi facendo
un passo verso di lui.
"Ma insomma Harry, si può sapere cosa
sei venuto a fare?! Se io me ne voglio andare me ne vado punto e basta! Non
m'importa cosa pensi tu né quello che provi!"
"D'accordo, ti lascerò andare,
non ti fermerò, ma solo..." a quel puntò le si avvicinò, bloccandola per i polsi
e costringendola a guardarlo in faccia:"...a condizione che tu, qui, adesso, mi
dica che non mi ami, guardandomi negli occhi"
Non ci sarebbe mai riuscita, lui le
leggeva dentro senza bisogno di incantesimi, non poteva mentire, non guardandolo
negli occhi. Poco dopo lui sorrise e la strinse forte, lei ricambiò, scoppiando
a piangere:"Mi dispiace Harry! Mi dispiace da morire! I-io non volevo! Mi ha
costretta! Ho cercato di proteggere te, i miei genitori e Lilian! Poi è saltato
fuori quel patto, che altro potevo fare? Ho pensato che avrei trovato un modo
quando sarebbe stato il momento...mi dispiace di non averti detto nulla ma lui
ha giurato che se avessi parlato avrebbe ucciso i miei genitori, poi Lilian, te
e tutti quanti! Non potevo permettere che delle persone venissero uccise per
colpa mia!" lui le accarezzava i capelli, tentando di calmarla.
"Hai fatto bene Hermione, lo penso
davvero. Nemmeno io avrei permesso che venisse fatto del male alla nostra
bambina..." si sedettero sul letto e molti minuti più tardi Hermione si calmò,
rimasero per un pò abbracciati.
"Hermione?"
"Sì?"
"Quella sera...in sala
comune...perché non volevi che ti toccassi?"
"Avevo paura di farti male, essendo
una Mangiamorte, spesso la cicatrice ti bruciava anche a causa della mia
presenza, perciò non volevo che tu soffrissi per colpa mia..."
"Quindi anche ieri sera..." lei
annuì.
"Voglio che tu sappia tutto Harry,
detesto avere segreti con te. Quella sera, dopo che tu eri salito al dormitorio
io sono scesa di nuovo e sono andata ad uno degli incontri..."
"Incontri?"
"Sì, delle specie di riunioni che si
tenevano quando Voldemort decideva, si discuteva sugli attacchi da effettuare e
spessissimo anche su di te. A me non era mai concesso parlare, ma Voldemort
riteneva che dovessi rimanere informata riguardo i loro piani. Non sai quante
volte, quando parlavano di te, avrei voluto stregarli..." lui sorrise e la
accarezzò ancora.
"Quindi tu...sapevi che il giorno
della Terza Prova al Torneo Tremaghi, avrei incontrato Voldemort in quel
cimitero?"
"Non proprio. Avevo sentito qualcosa,
ma dovevano averne parlato in una riunione alla quale non mi imposero di
partecipare, cosicché non ti potessi avvertire in alcun modo..."
"Quanto duravano le
riunioni?"
"Dipende, spesso anche tutta la
notte"
"Ecco perché eri così
stanca..."
"Prima della fine della vacanze,
Voldemort ci ordinò di riunirci ogni notte, dicendoci che questo sarebbe stato
l'anno in cui sarebbe avvenuta l'ultima battaglia e ci comunicò tutti i
dettagli. Stavo già escogitando un modo per informarti quando ha fatto sapere
che ti avrebbe scritto lui"
"Voldemort ha mai provato a leggerti
nella mente?"
"Ho perso il conto delle volte...ma
fortunatamente riuscivo ad impedirgli di accedere ai miei ricordi tramite
l'Occlumanzia..."
"Dove hai imparato?" domandò,
ammirato.
"Tramite un libro…per questo, al
quinto anno, quando Piton ti stava insegnando a chiudere la mente, ritenevo
fondamentale che lo imparassi…"
"Ora è tutto decisamente più
chiaro"
"Mi arresteranno Harry, me ne devo
andare…" sussurrò piano, qualche minuto dopo.
"Dovranno passare sul mio cadavere
per arrivare a te!"
"Harry, ti prego, cerca di
capire…"
"No!" si stava arrabbiando, si alzò
sistemandosi vicino alla finestra. Sentiva che le lacrime si facevano sempre più
numerose, non sarebbe riuscito a trattenerle oltre.
Hermione poco dopo, notò una lacrima
sulla sua guancia e si alzò, posizionandosi davanti a lui, stava piangendo in
silenzio. Gli rivolse il più dolce dei sorrisi e lo strinse.
"Ti supplico Hermione, resta! Morirò
senza te e Lily! Non finirai ad Azkaban, te lo giuro su me stesso! Farò
qualunque cosa per evitare che questo accada e se non dovessi riuscirci prenderò
il tuo posto! Non permetterò che tu finisca là dentro!" lei era rimasta molto
colpita da quel discorso, sapeva che Harry non mentiva, ma in ogni caso, pur
affermando il contrario, era sempre stata certa che non ce l’avrebbe fatta a
lasciarlo, lo amava troppo.
Alzò lo sguardo e gli sorrise prima
di baciarlo. Le faceva sempre uno strano effetto baciare Harry, era fantastico,
come se tutto il resto del mondo svanisse, nulla contava più quando lo baciava,
solo lui.
Quando si separarono, l’espressione
sul volto di Harry apparve parecchio sorpresa, come se tentasse di trovare una
risposta in quel bacio.
"Non sarei riuscita comunque a
separarmi da te" lui la baciò ancora.
"Dormi con me stanotte" era più
un’affermazione che una domanda. Lui sorrise.
"Non mi sembra di avere altra scelta"
"Vado a cambiarmi"
Non appena si fu richiusa la porta
alle spalle, lui si lasciò cadere sul letto, con un sorriso stampato in faccia.
Non aveva mai provato tanta felicità in vita sua, la sua Hermione non se ne
sarebbe andata e anche la loro bambina sarebbe rimasta, pochi giorni dopo, a
malincuore, avrebbero lasciato Hogwarts, e poi? Già…e poi? Si rese conto solo in
quel momento di non avere nulla di programmato, dove sarebbero andati a vivere?
Beh, c’era Grimmauld Place, per loro sarebbe stata perfetta, si disse che prima
avrebbe dovuto parlarne con Hermione, ma aveva ben altro su cui
riflettere…
Quando uscì dal bagno e lo vide
disteso sul suo letto si sentì strana, non si era ancora abituata al fatto che
fossero una coppia, era successo tutto tanto in fretta! Dalla sera in cui aveva
scoperto che Harry era il padre della sua piccola le sembravano trascorsi secoli
ed invece era passato solo un giorno. Era distrutta, durante quella giornata
aveva provato ogni genere di sentimento: preoccupazione, amore per Harry e per
Lily, odio nei propri confronti e verso Voldemort, tristezza, paura, felicità,
voglia di fuggire da tutto e da tutti…si sentiva sfinita, sia psicologicamente
che fisicamente. Proprio in quel momento lo vide sollevarsi sui
gomiti.
"Che ci fai lì?" domandò, con un
sorriso.
"Ti stavo osservando…" rispose,
portandosi a poca distanza da lui.
"Sono distrutto…"
"Anch’io"
"Che ne dici di dormire un
po’?"
"Ottima idea"
Si sistemarono sotto le coperte e si
abbracciarono, ma invece di addormentarsi parlarono per più di un’ora, di tutto
quello che passava per la testa di entrambi.
"Dovremo dirlo a Lily…" aveva detto a
un certo punto Hermione.
"Hai ragione"
"Gliene parliamo domani
mattina?"
"Perfetto" dopo un po’ notò che lei
iniziò a chiudere gli occhi.
"Hermione?"
"Mm?"
"Ti stai addormentando…" fece notare,
divertito.
"Lo so" sorrise.
"Non ci si addormenta nel bel mezzo
di una conversazione…" ma lei conosceva il reale motivo per il quale aveva
iniziato tutto quel discorso.
Aprì gli occhi e si avvicinò al suo
viso, si rese conto di non avere voglia di staccarsi da lui tanto presto, così
prolungò un po’ il bacio.
"Va meglio adesso?" sorrise, così
fece lui.
"Se ti dicessi di no mi baceresti
ancora?"
Finse di rifletterci:"Può
darsi…"
"No" e lei lo baciò di
nuovo.
"Wow!" esclamò, quando si
staccarono.
"’Wow’ cosa?"
"Da quando baci così bene?" l’aveva
detto apposta per godersi la sua reazione.
Hermione alzò un
sopracciglio.
"Ricordo che al settimo anno baciavi
molto peggio di adesso…" sapeva che così dicendo la irritava, ed era proprio
quello il suo obbiettivo.
"Harry…" disse in tono di
avvertimento.
"No, dico sul serio, al settimo anno
non baciavi bene…" poco dopo un cuscino piombò sulla testa del ragazzo:"Ah, è
così? E tu credi che me ne starò qui buono a subire le tue cuscinate?" si finse
arrabbiato, mentre lei lo guardava con sfida.
"Beh, cara la mia Hermione…" e,
cercando di non farsi notare, afferrò il cuscino che teneva dietro la
schiena:"…ti sbagli di grosso!" e le ritornò la cuscinata.
Presero a rincorrersi, mentre
l’imbottitura che avrebbe dovuto trovarsi all’interno dei cuscini iniziò a
volare per la stanza, finché non si formò un morbido tappeto di piume candide al
posto del pavimento. Per evitare una cuscinata di Hermione, Harry saltò sul
letto, ma lei fu più veloce e saltò contemporaneamente a lui dandogli una spinta
e facendolo cadere, atterrò sulla pancia e lei, che aveva perso l’equilibrio a
sua volta, sulla sua schiena.
"Ho vinto!" esclamò,
felice.
Inaspettatamente, lui si sollevò,
facendola scivolare di lato.
"Ho vinto io…" sussurrò, tenendole i
polsi bloccati contro il materasso, per evitare che potesse
vendicarsi.
"Me la pagherai cara questa…"
sorrise.
Le lasciò i polsi e lei gli cinse il
collo con le braccia.
"Dovremmo dormire già da un paio
d’ore…" gli ricordò, divertita.
"Oh oh…dimenticavo che tu sei stata
una Caposcuola…mi vuoi punire per aver largamente oltrepassato l’orario del
coprifuoco?" domandò, divertito.
"Sì…"
"E qual è la mia
punizione?"
Alzò gli occhi:"Ci devo pensare…ti
farò sapere nei prossimi giorni…"
"Se ti bacio mi punisci?" lei
annuì.
"Preferisco essere punito per il
resto della mia vita anziché evitare di baciarti…"
"Ti ho mai detto che ti amo?"
domandò, dopo il bacio.
"Almeno un milione di
volte…"
"Un milione e uno allora…ti amo da
morire Hermione"
"Anch’io Harry…non ho mai amato
nessuno quanto te!"
Mezz’ora dopo si addormentarono
abbracciati.
***
Si svegliò prima dell’alba,
accorgendosi di non aver mai dormito tanto pacificamente in vita sua. Una cosa
lo tormentava: lui amava moltissimo Hermione e l’avrebbe sposata anche in quel
preciso istante. Ma lei? Certo, sapeva che l’amava. Ma si sentiva pronta per il
matrimonio? Era troppo presto per entrambi? Non riusciva a darsi pace. Voleva
chiederglielo ma aveva paura, se con Ron non si era sentita pronta forse non lo
era neppure con lui.
"Ma che diavolo vado a pensare? Lei
non è mai stata realmente innamorata di Ron, o forse sì, ma per poco tempo, per
questo non aveva accettato, in seguito sua proposta. Basta! Glielo chiederò, se
accetta sarò l’uomo più felice della terra, se le serve del tempo la capirò, se
dice di no aspetterò" la guardò, una manica della maglietta del pigiama le si
era alzata, lasciando intravedere il simbolo della sua appartenenza ai seguaci
di Voldemort. Era certo che Hermione avrebbe voluto farlo sparire per sempre,
gliel’aveva confidato lei stessa la sera precedente. Esisteva un modo per
cancellare quel legame con il Signore Oscuro, se esso era morto? C’era solo una
persona che poteva conoscere la risposta. Si alzò e si vestì in fretta, doveva
sbrigarsi.
Bussò alla porta, poco dopo ne uscì
la McGranitt in vestaglia.
"Potter, che ci fai qui a
quest’ora?"
"Mi scusi professoressa, devo
chiederle un favore, è molto importante!"
"Sentiamo allora…"
"Lei ha saputo che…"
"Sì Potter, ho saputo…" lo interruppe
brusca la Preside:"…sconvolgente devo dire, la signorina Granger si è sempre
dimostrata un’eccellente studentessa…"
"Professoressa…" la
interruppe:"Hermione non l’ha fatto di sua volontà…non l’avrebbe mai fatto, mi
creda, io lo so!"
"Calmati Potter, ti credo, sono certa che la
signorina Granger non abbia agito di sua volontà, come hai detto tu. Sei
venuto solo per dirmi questo?"
"Veramente, io volevo chiedere se fosse possibile
parlare con il Professor Silente, tramite il suo ritratto, devo chiarire una
questione della massima importanza…"
"D’accordo, se è davvero così
urgente…" la McGranitt si scostò, lasciandolo entrare nell’ufficio:"…io
aspetterò qui fuori…" e si richiuse la porta alle spalle. Harry osservò i quadri
sulla parete, dormivano tutti, molti russavano rumorosamente, dopo un po’, trovò
il quadro dove stava Silente, anch’egli dormiva.
"Professor Silente…" sussurrò
piano.
Lui si svegliò:"Harry! Che piacere
rivederti!" esclamò, quando si accorse della sua presenza.
"E’ un piacere anche per me
professore…io…sono venuto a chiederle una cosa…"
"Dimmi pure Harry, ti
ascolto"
"Non so se lei ha saputo di
Hermione…insomma lei è…"
"Una Mangiamorte, sì, lo sapevo già
da tempo…" Harry lo fissò, confuso.
"Ma come…?"
"Ero a conoscenza di tutto sin dal
primo anno Harry, ma non l’ho mai riferito a te o al tuo amico Ronald Weasley
semplicemente perché non volevo che la signorina Granger si trovasse vittima di
critiche da parte dei suoi compagni o peggio, che Voldemort le facesse del male
per impedirle di raccontare la verità…"
"Lei…lei sapeva tutto?"
"Esattamente e so anche che tu sei
venuto qui per domandarmi se ci sia un modo di annullare il legame tra Hermione
e Voldemort"
"Come lo sa?"
"Perché ho visto quanto tieni al lei,
Harry. Ricordo che fosti l’unico ragazzino al primo anno ad aver evitato di
deriderla, una volta io stesso passando per un corridoio la sentii piangere, se
ne stava rinchiusa in un cubicolo del bagno e mi ci volle non poco per
convincerla ad uscire, era imbarazzata a morte poverina. Disse che veniva
continuamente presa in giro dagli altri studenti e che solo un ragazzo era
gentile con lei, non mi rivelò il nome naturalmente, ma osservandoti, compresi
che si riferiva a te…ma basta perdersi nei ricordi, è acqua passata ormai. La
risposta alla tua domanda è sì".
"Cioè…esiste un modo?" Harry aveva
ascoltato il suo racconto, Hermione non gliene aveva mai parlato, ma gli aveva
fatto piacere saperlo.
"Certamente, ma è un rito che
richiede grande complicità e amore tra le due persone che lo
compiono…"
"Cosa dovrei fare?"
"Dovresti versare qualche goccia del
tuo sangue sul suo Marchio. Solo il sangue del Prescelto può
funzionare"
"Devo pronunciare una
formula?"
"No"
"Si tratta solo di questo?" gli
sembrava troppo semplice, non era più abituato alle facili soluzioni.
"Sì, Harry. Ricorda che per te può
sembrare una sciocchezza, perché la signorina Granger ti conosce, ma per un
Mangiamorte che decidesse in un futuro di non essere più un servitore di Lord
Voldemort, anche se ne dubito, diventerebbe davvero complicato…"
"Certo, mi scusi…" farfugliò,
aveva troppa fretta di tornare da Hermione.
"Non fa niente Harry, non fa niente.
E’ dai nostri errori che impariamo qualcosa, ora, faresti meglio a tornare dalla
signorina Granger, dal momento che sembri impaziente di darle la bella notizia…"
Silente gli fece l’occhiolino.
"Non so come ringraziarla
professore…"
"Figurati, per così
poco…"
"Arrivederci e scusi il
disturbo!"
"Arrivederci Harry!" e lui se ne
andò.
"Fatto, grazie professoressa! Mi
scusi!" e detto questo riprese a correre mentre la McGranitt, rientrava nel suo
ufficio scuotendo la testa, divertita.
***
Giunse nella stanza senza curarsi di
aprire la porta silenziosamente, si avvicinò al letto.
"Hermione! Hermione svegliati!"
esclamò, al settimo cielo.
"Mm…? Harry…che c’è? E’ successo
qualcosa?" domandò, con la voce impastata dal sonno.
Lui non diede spiegazioni, e
l’afferrò per un braccio, costringendola a lasciare il letto.
"Ma sei impazzito?!" sbottò con le
braccia incrociate al petto e i piedi uniti per il freddo. La ignorò di nuovo,
cominciando a cercare qualcosa nelle tasche:"Harry, per favore, mi spieghi che
succede?" un secondo dopo lui estrasse un coltellino, quello che gli era stato
donato da Sirius molti anni prima, Hermione vedendolo si spaventò, non per se
stessa ma per lui.
"Che vuoi fare con quello!?" ma era
come se Harry fosse diventato improvvisamene sordo, si sollevò la manica della
felpa, lasciando buona parte del braccio destro scoperta:"Potresti allungare il
braccio per favore?" domandò, gentilmente. Lei gli prose il destro. A quel punto
lui fece un bel respiro e preso il coltello lo affondò nel proprio braccio,
sotto gli occhi terrorizzati di Hermione. Quando il sangue prese a scorrere
fuori dalla ferita che si era aperta, pur sentendo un dolore atroce, le perse il
polso con la mano sinistra mentre con il braccio destro si posizionò proprio
sopra il marchio fatto da Voldemort, Hermione osservava la scena ad occhi
spalancati, troppo shockata per dire alcunché. Alcune gocce di sangue finirono
sul marchio, lei sentì la testa girarle, poi buio.
Harry vide che stava per afflosciarsi
a terra e la sorresse appena in tempo, riportandola sotto le coperte. La sua
ferita sanguinava ancora ma non gli importava. Come se fosse stato cancellato
con un incantesimo particolare, il simbolo dei seguaci di Voldemort scomparve in
pochi secondi. Qualche minuto dopo Hermione aprì gli occhi.
"Harry…" sussurrò sorridendo:"…come
hai fatto?" domandò con voce flebile.
"Me l’ha detto Silente, ho parlato
con lui tramite il suo ritratto nell’ufficio della McGranitt, ero certo che
esistesse un modo per far sparire quel simbolo..."
"Sei un grande mago…"
"…e ti amo da morire…" aggiunse con
un sorriso.
"Mi gira un po’ la testa…"
"Credo sia normale…devi stare
tranquilla per qualche ora…"
"La tua ferita sanguina…"
"Non importa, non
preoccuparti…"
"Potresti prestarmi la tua bacchetta
per favore?" domandò, sollevandosi un po’. Lui gliela porse.
La ragazza puntò la bacchetta sul
braccio di Harry e dopo che ebbe pronunciato l’incantesimo adatto, il taglio si
rimarginò.
"Grazie…" disse, toccandosi il
braccio. Lei sorrise.
"Che ore sono?" domandò
poi.
"Le cinque e un quarto…non è
ancora ora di alzarsi…"
"Allora d’accordo, me ne starò qui
ancora per un po’, a patto che tu mi raggiunga immediatamente…"
precisò.
"Volentieri! Fa freddissimo qui
fuori!" indossò nuovamente il pigiama e la raggiunse.
"Va meglio?" s’informò.
"Non molto…"
"Dormi un po’…quando ti sveglierai
sarà tutto passato…"
"Sicuro di non volere
compagnia?"
"Tranquilla…appena sarai sveglia,
sappi che devo parlarti di una cosa importante…"
"Che cosa?"
"Ssh…lo scoprirai…"
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"Harry?" svegliandosi aveva notato
che lui la stava osservando con un sorriso strano, quasi nervoso.
"Come stai?"
"Meglio, tutto passato per fortuna…"
poi ricordò:"…ma tu non dovevi parlarmi?"
"Sì, e non è un discorso facile,
perciò ti prego, niente interruzioni…" la ragazza annuì:"Come me, sai che noi
due abbiamo superato moltissimi ostacoli in passato e…c’eravamo sempre l’uno per
l’altra. Se ci ripenso, mi rendo conto che sono accadute cose veramente
pazzesche in questi tredici anni, e sono convinto che senza l’aiuto di tutti i
miei amici non ce l’avrei fatta ad arrivare fin qui…ma in particolar modo senza
il tuo aiuto, senza la tua pazienza e la tua comprensione e bravura in ogni cosa
che fai…non ce l’avrei mai fatta. Anche gli altri mi hanno aiutato e sono loro
infinitamente grato, ma…la maggior parte delle volte c’eri tu con me. Sei sempre
stata l’unica persona a comprendermi fino infondo, ci sei sempre per me,
tutt’ora. Sei una ragazza fantastica Hermione, dico davvero, sei…incredibile.
Non riesco a trovare gli aggettivi per descrivere come sei…anche se penso non
basterebbero tutti le parole conosciute per farlo. Durante questi anni, il
nostro rapporto ha raggiunto una tale intensità e una tale complicità che
nemmeno ci siamo resi conto di esserci innamorati. Abbiamo vissuto convinti di
amare i nostri migliori amici, mentre i nostri sentimenti cercavano
insistentemente un modo di manifestarsi, troppo stanchi di essere soffocati.
Poi, è successo. Abbiamo scoperto che la bambina più bella, dolce, simpatica che
esista a questo mondo è nostra figlia, mia e tua, ed è stata la sensazione più
incredibile e sconvolgente che io abbia mai provato. A me non interessa se sei
stata una Mangiamorte, anche perché lo sei stata contro la tua volontà, io ti
amo comunque, non può essere diversamente. Quello che sto cercando di dirti…o
meglio di chiederti…è: Hermione Jane Granger, vuoi sposarmi?" la vide assumere
un’espressione stupita.
"Cosa?"
"Vuoi sposarmi?"
Temeva il peggio, quel ‘cosa?’ che
significato aveva? Forse stava solo cercando di prendere tempo o forse…non
riuscì a terminare il pensiero perché lei parlò:
"M-mi hai chiesto se…voglio sposarti,
ho capito bene?"
"Sì" era confuso.
Accadde una cosa inaspettata, lei
iniziò a piangere. Harry comprese che la risposta era no e si sentì
malissimo.
"Troppo affrettato, troppo
affrettato…" si ripeteva. Per quale altro motivo avrebbe pianto Hermione, se
non per dargli una risposta negativa?
Ma evidentemente era la giornata
delle sorprese, perché Hermione tolse le mani dal viso e alzò la testa, Harry
notò che stava sorridendo. Non ebbe neppure il tempo di tentare di capire che
succedeva perché se la ritrovò addosso, per poco non caddero entrambi. Lo
stringeva forte e piangeva.
"Sì, sì, sì! Mille volte SI’!!!!"
sentì il cuore alleggerirsi, Hermione stava piangendo dalla gioia, non perché
voleva dirgli di no. Anche lui si commosse e la strinse sorridendo. Tornarono a
guardarsi negli occhi.
"Allora, quando ci
sposiamo?"
"Non ne ho idea. Vorrei solo che
fosse il prima possibile!" esclamò, radiosa.
"Sono d’accordo! Ma riuscirai ad
abituarti ad essere chiamata Signora Potter?"
"Non vedo l’ora!"
"Dal momento che sono già vestito
vado a svegliare Lily, così le parliamo, va bene?"
"Benissimo, io vi raggiungo fra
poco…devo sistemare questa stanza…" disse, guardando il lago di piume sul
pavimento.
Dopo averle dato un veloce bacio,
Harry uscì dalla stanza, non appena la porta si fu richiusa tutte le piume
sparirono. Lei scosse la testa e sorrise.
***
Scese in sala comune e vi trovò
entrambi, Lilian indossava un completino blu con degli stivaletti marroni, lei e
il padre erano seduti sul divano rosso, probabilmente gli stava raccontando
qualcosa che era accaduto in uno dei suoi sogni, da come gesticolava. Si
voltarono verso lei e la piccola sorrise.
"Mamma!" con un salto, scavalcò
il divano e una volta che l’ebbe raggiunta si fece prendere in braccio. Hermione
la baciò su una guancia:"Stavo raccontando allo zio Harry di un sogno che ho
fatto stanotte…" spiegò Lilian.
"Davvero? Era un bel
sogno?"
"Sì!"
"Racconta!" disse mentre la posava
sul divano ed andava ad accomodarsi su una poltrona poco distante.
"Nel sogno io ero in un bellissimo
campo di fiori colorati e c’erano mille farfalle e andavo a fare il bagno in un
mare limpido limpido. Ero una principessa! E poi c’eravate tu e lo zio che mi
rimproveravate di continuo perché dicevate che ero troppo attiva!" i due
risero.
"Un bel sogno Lily!" Harry e Hermione
si scambiarono un’occhiata. Era arrivato il momento.
"Lily…" entrambi si fecero
seri.
"Sì, mamma?"
"Io e tuo…ehm…io e Harry dovremmo
parlarti…" anche Lilian si fece seria.
"Va bene" che strano comportamento,
tipico di quando combinava qualche pasticcio, sua madre si faceva seria ed
iniziava a farle la ramanzina, ma era certa di non aver fatto nulla quella
volta.
"E’ un po’ complicato da
spiegare…potresti faticare a capire…ma è comprensibile, vista la tua età…capirai
meglio quando sarai più grande…" iniziò Hermione.
"Capire cosa, mamma?"
"Quello che tua madre sta cercando di
dire Lily è che…insomma, tu consideri Ron tuo padre, giusto?" era difficile
anche per Harry tentare di dare una spiegazione, di certo non avrebbe compreso
se le avessero detto che a diciassette anni avevano fatto l’amore, che sua madre
stava con Ron e lui con Ginny, che avevano pensato si fosse trattato di un
errore e che quando Hermione aveva scoperto di essere incinta, aveva creduto che
lei fosse figlia di Ron ed invece il giorno precedente avevano scoperto che era
figlia sua. Era fuori discussione intavolare un discorso simile con una bambina
di soli cinque anni. Meglio procedere per gradi.
"Sì, Ron è mio
padre"
"Non esattamente" intervenne
Hermione, tesa. Lily la guardò confusa.
"Il fatto è che l’altra sera noi due
abbiamo…ehm…" guardò Harry, in cerca di un aiuto.
"…scoperto…"
"Giusto, abbiamo scoperto che il tuo
vero padre…non è Ron…" se prima la piccola era confusa, in quel momento lo era
più che mai.
"Sai Lily, a volte capita
di…commettere degli errori. Il mio errore in questo caso è stato pensare che Ron
fosse tuo padre per così tanto tempo…"
"Chi è il mio vero papà?" intervenne
a quel punto la bambina.
Hermione guardò Harry, fu allora che
anche gli occhi della bambina si posarono su di lui. In tutta risposta Harry
sorrise a sua figlia. Lilian tornò a guardare la madre in cerca di una conferma,
lei sorrise e annuì.
Rimase incerta, continuando a fissare
Harry, forse stava elaborando ciò che le era stato detto.
Ad un certo punto gli rivolse il più
bello dei sorrisi e lo abbracciò. Hermione sospirò, sollevata che avesse, almeno
in parte, compreso.
"Davvero Harry sei il mio papà?!"
domandò lei con un sorrisone.
"Così dice la carta e quella carta
non mente mai !" Lily lo prese come un ‘sì’ e lo abbracciò di
nuovo.
Hermione stette un po’ a guardarli,
felice. Poi…
"Oh mio Dio!" esclamò. Sia Harry che
Lilian si voltarono, preoccupati.
"Hermione? Ti senti bene?"
"Oh mio Dio! OH MIO DIO!!! Il foglio!
Lo devo riportare subito al San Mungo!!" e così dicendo sfrecciò a tutta
velocità su per le scale. Due minuti dopo ritornò di sotto correndo e
infilandosi il cappotto, teneva il foglio sul quale erano scritti i loro tre
nomi stretto in una mano:"Riporto indietro questo! Ci metto pochissimo!
Aspettatemi prima di scendere a colazione!" e superò rapidamente il ritratto
della Signora Grassa.
"Ma allora…Ron adesso è mio zio,
papà?" Harry rimase stupito, l’aveva veramente chiamato ‘papà’?!
Sorrise:"Sì, Lily"
"Ma adesso tu e la mamma vi sposate?"
domandò, felice.
"Certo!"
"E andiamo a vivere tutti
insieme?!"
"Sicuro! Noi tre, tutti insieme!" le
sorrise ancora Harry.
"Promesso?!"
"Promesso!"
"Che bello, che bello, che bello!"
Attesero il ritorno di Hermione,
fortunatamente non ci mise molto.
"Qualcuno ha fame qui…" fece notare
Harry, calmo.
"Lo so, andiamo!"
Fecero per uscire. Proprio in quel
momento il ritratto della Signora Grassa si fece nuovamente da parte ed
entrarono Ron e Ginny. Si fermarono di fronte a loro.
"Mamma, papà, venite?"
"Va avanti tu, tesoro, arriviamo
subito!" disse Hermione.
"Okay!" e la piccola uscì.
"Ehm…ciao!" salutò Harry, quando
furono rimasti soli.
"Ciao!" rispose Ron,
distaccato.
Erano tutti in imbarazzo.
"Avete già fatto colazione?" domandò
la bruna.
"Sì, poco fa" rispose il
rosso.
"Com’era?"
"La solita"
"Ah, okay…"
"E così…avete detto a Lilian…"
continuò Ron.
"Sì…" lo interruppe Harry.
"Mi sembra che l’abbia presa bene…"
commentò Ginny.
"Così pare" rispose ancora
lui.
Silenzio. Il silenzio più
assoluto.
"Sentite ragazzi, ci dispiace, non
volevamo farvi del male. So che abbiamo sbagliato, avremmo dovuto accorgercene
prima, ma entrambi abbiamo creduto che fosse una cosa passeggera,
un’infatuazione momentanea. So che suona come una giustificazione, so anche che
non abbiamo scusanti per ciò che è accaduto quella sera di sette anni fa. E’
stato un gesto scorretto, vi abbiamo traditi, inutile negarlo. Però, vi chiedo
un favore, provate a pensare, per un solo istante a quello che abbiamo provato
noi. Io ricordo come mi sentivo quando mi sono svegliata, stavo male, non volevo
essere il tipo di persona che tradisce il proprio ragazzo, eppure l’ho fatto.
Amavo e amo, talmente tanto Harry, che ho perso la testa quella sera, non mi è
importato più di nessuno, ed ho sbagliato, avrei dovuto pensare a te, Ron,
pensare che ti stavo tradendo, ma non l’ho fatto. Non sono pentita, non lo sono
mai stata, per Lilian, ma anche perché è uno dei momenti che non scorderò per il
resto della mia vita, uno dei momenti più belli. Non posso immaginare quanto sia
difficile per voi accettare tutto questo, ma noi vi vogliamo bene, ci teniamo
alla vostra amicizia. Se mai ci perdonerete, noi siamo qui"
"Sono d’accordo con tutto quello che
ha detto Hermione. Anch’io tengo moltissimo alla nostra amicizia, è stata molto
importante in tutti questi anni, non ce l’avrei fatta anche senza il vostro
aiuto. Vi ho messo in serio pericolo per più di una volta eppure non mi avete
abbandonato, vuol dire molto tutto questo per me"
"Vi va…di tornare in Sala Grande con
noi? Come ai vecchi tempi!" propose Hermione, speranzosa.
Ron e Ginny si scambiarono uno
sguardo.
"Ma sì…io ho ancora fame…"
"Va bene…" acconsentì la
rossa.
I due sorrisero, certo quello non era
granché, ma era pur sempre un inizio!
Fecero colazione e si divertirono ad
ascoltare Lily raccontare le sue "avventure".
Dopo colazione, Harry, Hermione e la
piccola Lily, decisero di andare a salutare Hagrid…o peggio, a dirgli
addio.
Era davvero difficile, mentre
camminavano in direzione della capanna, i due futuri sposi si sentivano molto
tristi. Conoscevano Hagrid da quando erano arrivati ad Hogwarts, era troppo
strano pensare che non lo avrebbero rivisto più.
"Harry! Hermione! Lily! Che ci fate
voi tre, qui?" esclamò con un sorriso solare il mezzogigante.
"Siamo venuti a salutarti Hagrid!"
esclamò Hermione, fingendosi serena.
Lily stava per precipitarsi dalle
creature magiche di Hagrid, ma Harry l’afferrò per il cappuccio,
bloccandola:"Non si saluta, signorina?" la rimproverò, ma non con eccessiva
durezza.
"Certo, scusa papà…ciao Hagrid!"
rivolse un gran sorriso all’amico, Harry la lasciò andare e lei corse dalle
"adorabili bestioline".
"Papà?" era
confuso.
"Perché non ci fai entrare, così ti
spieghiamo ogni cosa?"
"Sì…d’accordo…venite…" farfugliò,
rientrando.
Si sedettero ed iniziarono a
raccontare quello che avevano scoperto, Hagrid li ascoltò con attenzione, alla
fine disse: "Oh, beh, probabilmente è meglio così…anche per Lily, sapete…Ron non
è che ci piacesse molto come papà…" loro si sorrisero, in quel momento Hagrid si
voltò e vide la bambina in procinto di aprire una cassetta di legno, a giudicare
dalla sua espressione, doveva trattarsi di una creatura pericolosa. Si precipitò
fuori dalla capanna, urlando:"NO LILY!! QUELLO NO, E’ PERICOLOSO!!!" Hermione lo
seguì, preoccupata. Anche Harry si alzò, ma la sua attenzione fu attirata da un
luccichio, controllò fuori dalla finestra: Hagrid e Hermione avevano raggiunto
sua figlia in tempo e il mezzogigante le stava parlando. Lo scintillio proveniva
da sotto il letto di Hagrid, Harry si avvicinò e si chinò, la sua mano toccò
qualcosa di freddo, lo prese: era un braccialetto d’oro, lui sapeva esattamente
a chi apparteneva ed aveva anche una vaga idea di come potesse essere finito là
sotto, sorrise e se lo mise in tasca. Uscì, Hermione gli si avvicinò:"Per
fortuna l’abbiamo fermata in tempo! Quella cassa era zeppa di Schiopodi!"
esclamò:"Cos’hai Harry?" aggiunse, notando il suo sorriso. A quel punto lui
estrasse il braccialetto e glielo mostrò.
"Il mio bracciale!" pochi secondi e
la ragazza lo riconobbe, lo afferrò, osservandolo, sorpresa e felice:"Lo sto
cercando da…"
"…sette anni" completò lui, con un
sorriso
"Come fai a sapere…?"
"L’ho trovato sotto il letto di
Hagrid…" spiegò.
"Ah…quindi…" non finì la frase e
arrossì.
"Esatto"
"E’…rimasto lì per tutto questo
tempo?"
"Così sembra" lei sorrise e lo
riprese.
"Mamma, mamma!!" Lilian giunse di
corsa, pareva sul punto di parlare quando la sua attenzione fu catturata dal
bracciale di sua madre.
"Che cos’è?" Hermione glielo
mostrò.
"Ti piace?"
"Molto" a quel punto la ragazza
si chinò, fece girare l’oggetto attorno al polso della figlia e lo richiuse:"E’
tuo" lei le sorrise:"Davvero?! Grazie mamma!" e prese a saltellare per il prato,
contemplando il suo braccialetto.
" E’ giusto che lo abbia lei" Harry
annuì.
"Sì, hai ragione. Forse è una
sciocchezza ma mi è capitato di pensare che se tu non fossi venuta qui quella
sera, Lily non sarebbe mai nata, probabilmente non sarebbe mai successo nulla
fra di noi. Avremmo continuato a credere di essere soltanto amici, io avrei
sposato Ginny, tu Ron e avremmo commesso l’errore più grande della nostra vita.
Quel bracciale rappresenta il momento in cui il nostro amore ha avuto modo di
esprimersi per la prima volta"
"Non è una sciocchezza Harry, li ho
fatti anch’io questi pensieri e ti assicuro che se dovessi ritornare indietro,
proprio all’istante in cui dovetti decidere se venire qui o no, ci ritornerei,
rifarei tutto…beh…forse una cosa la eviterei…" rifletté, con un
sorriso.
"E cioè?"
"Eviterei di andarmene senza prima
aver confessato di amarti".
Note
dell'autrice:
Ormai manca veramente
pochissimo alla fine...so che anche questo capitolo è lunghissimo, ma l'ho
accorciato il più possibile. ^^" Vi è piaciuto? Aspetto le recensioni per
saperlo. ^^ Un grazie a chi mi segue e in particolare a chi è arrivato intero
fino alla fine del capitolo! Naturalmente un enorme grazie anche a chi legge
solamente e a chi recensisce! Prometto che ci metterò pochissimo ad aggiornare
(forse già domani). Adesso passiamo alle recensioni.
Risposte alle
recensioni:
marco:
Hai pienamente ragione, dopo aver letto la tua recensione mi sono resa conto che
effettivamente, se avessi approfondito di più la battaglia, era meglio, ne terrò
conto! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie
mille!^^
stellina the best:
Quando ho letto la tua recensione sono arrossita, grazie, non so proprio che
altro dire. ^^
Pyros Ikari: Un pò
triste lo è...spero che anche questo capitolo ti piaccia!^^
HarryEly: Eh, lo so,
accidenti a me! Mi sono lasciata andare proprio sul più bello! Penso proprio che
rivedrò quella parte...che altro dirti se non grazie mille? ^^
granger90: Ecco qua il
prossimo capitolo! Dispiace tantissimo anche a me...certe volte sono proprio
cattiva...:( Un gigantesco grazie anche a te!
Suppongo che l'aggiornamento sia
terminato (adesso ricontrollo). Un bacione a tutti/e e buone feste (anche se un
pò in ritardo! ^^"). Al prossimo capitolo! Ciao ciao!
Lady
Giuly93
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Capitolo 9 *** Capitolo 9: L'albero (epilogo) ***
Capitolo 9: L’albero
(epilogo)
Era la mattina della partenza, quel giorno, Harry e Hermione e
tutti gli studenti del loro anno, avrebbero lasciato Hogwarts per non tornare
mai più. La tristezza regnava nel cuore di tutti, erano stati anni faticosi, ma
tra quelle mura, in quello stesso castello, avevano vissuto le avventure più
straordinarie e pericolose di tutta la loro vita.
Dopo colazione, Hermione era tornata nella sua stanza, per
controllare di non aver dimenticato nulla, Lily era in giro per il castello,
aveva detto di voler osservare Hogwarts un’ultima volta, dal momento che anche
lei non l’avrebbe più rivisto per molti anni. Non sapeva dove fosse Harry,
avevano fatto colazione tutti e tre insieme, poi lui si era dileguato, dicendo
di avere delle cose da fare prima di andarsene. C’era tutto, aveva già
ricontrollato una decina di volte, la verità era che non aveva alcuna voglia di
lasciare quella stanza, sapeva che gli sarebbe mancato tutto. Si sdraio sul
letto e sospirò, ogni angolo di quel castello rappresentava un ricordo e, nella
maggior parte di essi era presente Harry. Anche le cose banali, come il
corridoio che avevano percorso centinaia di volte per recarsi a quella
determinata lezione, le sarebbero mancati. Sapeva che quel giorno sarebbe
arrivato, non poteva durare per sempre, quanti studenti prima di lei avevano
formulato gli stessi identici pensieri? Una volta fuori da Hogwarts, le si
prospettava un futuro meraviglioso, un matrimonio certo, una famiglia, sicurezze
che poche ragazze hanno, quando lasciano Hogwarts. Eppure, pensare che non
sarebbe tornata più in quel luogo a settembre era un’immensa fonte di
tristezza.
***
Harry vagava per i giardini del castello. Non aveva esattamente
una meta precisa, camminava e basta. Rifletteva, ricordava, tentava di associare
ogni zona a un evento passato, ma a volte era complicato. Si sentiva vuoto
dentro, aveva sempre considerato Hogwarts la sua vera casa, una specie di
rifugio. Per molti anni là dentro si era ritenuto protetto da ogni pericolo,
persino da Voldemort. In quel posto era cominciata la sua vita, la sua vera
vita, aveva incontrato maghi e streghe fantastici, Silente, la McGranitt, Lupin,
Moody, Sirius…così come aveva incontrato i suoi primi veri amici e il suo primo,
unico vero amore: Hermione. Certo, c’erano state anche Cho e Ginny, ma, con
Hermione era diverso. Dopo la morte di Cedric, Cho si era letteralmente
trasformata in una fontana umana e spesso era pesante da sopportare, certo, lei
aveva amato molto Cedric e quindi bisognava capirla, ma non poteva pretendere
che Harry parlasse solo ed esclusivamente di come era morto il ragazzo o di che
cosa aveva provato lui nel vederlo morire, anche perché il moro desiderava
parlare di argomenti più allegri. Harry rise al ricordo del giorno di San
Valentino, quando erano andati ad Hogsmeade e Cho si era ingelosita dopo aver
saputo che Harry avrebbe incontrato Hermione, ai Tre Manici di Scopa, quello
stesso giorno. Effettivamente la sua gelosia non era del tutto infondata perché,
in un certo senso, a quei tempi si era manifestata una sorta di prima simpatia,
un po’ al di là della semplice amicizia, fra lui e Hermione, una simpatia che
forse era iniziata già dal loro quarto anno, dopo il litigio di Harry con Ron.
Ma, naturalmente nessuno dei due se ne era reso conto, erano entrambi troppo
occupati ad essere amici per accorgersene. Con Ginny invece, si era trattato
perlopiù di un rapporto…fisico, a parte la passione per il Quidditch, non
avevano granché in comune. Hermione era l’unica ragazza con la quale non
condivideva la passione per il Quidditch, ma era la più straordinaria di tutte,
era indescrivibile, la più brava delle studentesse, brillante, intelligente,
saggia, dolce, gentile, coraggiosa, determinata e aveva praticamente quasi
sempre ragione. Agli occhi di altri ragazzi non era certo bella, non quanto
Ginny almeno, ma per Harry invece, era molto meglio di lei. Immerso in quei
pensieri, non si era accorto di essere finito nella Foresta Proibita, divenne un
po’ nervoso, temeva di incontrare qualche creatura non proprio pacifica, non era
dell’umore giusto per lanciare incantesimi. Stranamente pareva tutto tranquillo,
non sapendo nemmeno lui bene il perché, cominciò ad addentrarsi fra gli alberi.
Raggiunse la radura dove una volta aveva incontrato Lunatica Lovegood mentre
nutriva i Thestral, in quel momento non ce n’erano, dovevano essere già stati
portati da Hagrid alle carrozze che avrebbero trasportato gli studenti fino alla
fermata del treno. Proseguì, dopo molto tempo, o almeno così gli era sembrato,
arrivò ad un punto della foresta che gli ricordava qualcosa, si trovava in mezzo
a due cespugli, riusciva a vedere il platano picchiatore in lontananza. C’era
già stato lì? Si sforzò di ricordare…ma certo! La sera in cui lui e
Hermione erano tornati indietro nel tempo! Si erano fermati in quel luogo per
più di un’ora ad aspettare loro stessi che si trovavano nella Stamberga
Strillante! Quanto tempo era passato…vi rimase per qualche minuto e poi
proseguì, passando dietro ai cespugli, inoltrandosi nella foresta. Faticava a
ricordare, forse perché l’ultima volta che era stato lì era sera e non c’era un
sole caldo come quella mattina, solo la luna piena. Aveva la sensazione di aver
già percorso quel sentiero, si trovò in mezzo ad alberi grossi ed alti, alzando
lo sguardo riusciva a vedere solo la luce che si infiltrava a malapena fra le
foglie, solo un albero attirò la sua attenzione. Si avvicinò, toccò il tronco
forte e robusto, era coperto da muschio di colore verde-giallo, gli girò attorno
un paio di volte. Il suo cuore batteva più forte, ma che significato poteva
avere? Era solo un albero, un albero uguale ad altri centinaia che lo
circondavano…poi ricordò, quello era l’albero dove al terzo anno aveva protetto
Hermione, più che altro l’aveva abbracciata, ma sempre per proteggerla, poi era
arrivato Fierobecco che si era infuriato ed aveva scacciato il lupo mannaro che
li inseguiva, il Professor Lupin. Nel frattempo lui l’aveva trascinata con sé e
si era appoggiato all’albero, ricordava che lei avesse detto di aver avuto paura
e che si fosse appoggiata a lui, il resto non era nitido nella sua mente. Lanciò
un’occhiata all’orologio, segnava le dieci e cinque minuti, doveva andar via, o
non avrebbe raggiunto in tempo Hermione e Lily ed avrebbe perso il treno. Fece
per andarsene, ma dopo pochi passi si bloccò. Sentiva il bisogno di fare
qualcosa di simbolico prima di andarsene: prese una pietra appuntita e cominciò
ad incidere lettere sul tronco dell’albero, faticò non poco, ma alla fine
ottenne il risultato che desiderava, sul trono erano incise le parole:"Harry" e
sotto:"Hermione" racchiuse in un cuore. Sorrise soddisfatto. Peccato che non ci
fosse tempo per mostrare a Hermione la sua "opera". Lasciò cadere la pietra e
più triste che mai riprese a correre, rifacendo il percorso al contrario. Ad
ogni passo che compiva, sentiva il suo passato scivolare via e dentro di lui si
faceva strada la consapevolezza che il momento di lasciare per sempre Hogwarts
era ormai giunto.
Mentre stava per uscire dalla foresta sentì qualcuno che lo
chiamava, superata l’ultima fila di alberi vide Hermione, le corse incontro.
"Ma dov’eri finito? Sbrighiamoci, fra venti minuti il treno
parte!" si presero per mano e corsero insieme verso il castello.
***
Sistemò l’ultimo bagaglio nel portabagagli che venne
richiuso.
Si trovavano tutti alla fermata del treno, anche Hagrid era con
loro, desiderava salutarli un’ultima volta. Ron e Ginny erano già a bordo,
avevano già detto addio all’amico. Tutti si voltarono a guardare il mezzogigante
che sospirò, sorridendo a malapena.
"Beh…è arrivato il momento di salutarci, credo" si sforzarono
tutti di fare un sorriso. Hermione lo abbracciò.
"Ciao Hagrid, grazie, per tutto" lui si commosse, anche
Hermione.
"Figurati Hermione" mormorò.
Si separarono e lei si asciugò gli occhi. Era il turno di
Harry. Se prima Hagrid si era solo commosso, adesso piangeva.
"Hagrid ti sarò riconoscente a vita per tutto quello che hai
fatto per me" lui singhiozzò.
"Stammi bene Harry, non cacciarti nei guai" si guardarono e lui
annuì.
A quel punto Hagrid si chinò, per guardare Lily negli occhi,
sembrava che la bambina ce la mettesse tutta per evitare di piangere.
"E tu, signorinella, fa la brava e ubbidisci alla tua mamma e
al tuo papà, d’accordo?" Lily annuì, poi scoppiò a piangere e lo abbracciò,
Hagrid la strinse piano.
"Su, non fare così, io e te ci rivedremo Lily…" sussurrò
Hagrid, che non riusciva a smettere di piangere.
Harry e Hermione li guardavano con le lacrime agli occhi. Lily
lasciò andare Hagrid ed Harry la prese in braccio.
"In carrozza!" sentirono urlare.
Si sorrisero, tristi.
"Scrivete qualche volta"
"Anche tu, Hagrid…" disse Hermione, mentre una lacrima scendeva
sulla guancia.
"Verrai al nostro matrimonio, vero?" domandò Harry.
"Sì, devi esserci!" affermò lei.
"Oh, beh…si vedrà…" sorrise.
"In carrozza!" sentirono ripetere. Molti studenti si
affrettarono a salire sul treno.
"Dobbiamo andare…"
"Andate, andate…" li incitò Hagrid. Lanciarono un’ultima
occhiata al castello, poi salirono sul treno, cercarono in fretta uno
scompartimento vuoto, lo trovarono. Lily corse ad aprire il finestrino, si
affacciò fuori, mentre il treno iniziava a muoversi lentamente.
"Ciao Hagrid!" urlò, agitando una mano. Hagrid
contraccambiò.
Il treno iniziò a muoversi più velocemente, allontanandosi.
"Ci vediamo presto! Promesso!" esclamò, più forte che
poteva.
Il mezzogigante le sorrideva e sventolava una mano a destra e a
sinistra. Lilian continuò a gridare saluti, finché il castello e Hagrid con
esso, non scomparvero alla sua vista.
FINE
Note dell’autrice:
So che probabilmente non è il tipo di finale che vi
aspettavate, ma ho preferito terminare così la mia prima storia.
Quando decisi di pubblicarla, non ero molto sicura, temevo
potesse non piacere e vi confesso che all’inizio pensavo che non l’avrei mai
conclusa, mi è sempre successo con la maggior parte delle cose che ho scritto. E
invece, a quanto pare ci sono riuscita!^^ Non mi sembra vero, mi sembrano
passati anni da quando ho cominciato a scriverla…solitamente sono una che prima
di mettersi a scrivere qualcosa, ci riflette molto, stranamente non è stato il
caso di questa storia. Non è mia intenzione annoiare, ci tengo solo a
ringraziare di nuovo tutte e tutti coloro che hanno seguito questa storia, un
sincero grazie, mi avete aiutata molto! Senza i vostri suggerimenti, i commenti
e il resto, non credo che avrei avuto la forza di arrivare fino in fondo. Ho
messo tutta me stessa in questa fanfiction, volevo ottenere un buon risultato e
sono molto soddisfatta del mio lavoro, mi sono stupita di me stessa in certi
casi…^^" Mi sento molto triste a pensare che sia finita ma, prima o poi doveva
succedere…ç_ç
Non mi resta che augurarvi un sereno e meraviglioso 2008 e
ringraziarvi ancora di cuore!
Risposte alle recensioni:
elena93 : grazie mille! Ciao!^^
granger90: Sono felice che non ti sia
pesato! Un enorme grazie anche a te!^^
marco: Forse mi sono espressa male,
perché intendevo che ho diviso il capitolo in due parti, la seconda era questo
finale. In quanto al resto…beh…come vedi non si sa, lo lascio alla tua
immaginazione. ^^ Ciao e grazie di aver seguito la mia storia!
Jojipv: Ciao Giorgia! Non
preoccuparti! Non fa niente!^^ Sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti!
Grazie anche a te di aver seguito tutta la storia! Un bacione!^^
Buon 2008 a tutti e a tutte!!!
Lady Giuly93
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