Lilian

di M i n d
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1: Flashback ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2: Segreti e bugie ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3: Influenza sospetta ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4: Ritorno a Grimmauld Place ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5: Benvenuta! ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6: Il diario ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7: La battaglia finale ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8: Il braccialetto ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9: L'albero (epilogo) ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1: Flashback ***


 

 

Capitolo 1: Flashback

 

Le 19:30.Il sole stava tramontando,Hermione aveva ricevuto via Gufo un messaggio di Hagrid,nel quale le chiedeva se poteva andare alla sua capanna verso le otto perché aveva paura a lasciare la propria abitazione incustodita con i tempi che correvano.Qualcuno doveva pur badare a Thor e alle altre "bestioline" come le chiamava lui.La ragazza,seppur senza entusiasmo aveva accettato,immaginando che sarebbe stata sola e avrebbe trovato il tempo per studiare.

Così dopo cena,salutò Ron,che da quattro mesi era il suo ragazzo,e Ginny che si era rimessa con Harry nel corso dell’estate.Durante la cena aveva notato l’assenza di quest’ultimo,aveva chiesto il motivo a Ginny la quale però non le aveva saputo dare risposta.

"Sarà andato ad allenarsi a Quiddich…lo sai che quando comincia smette molto tardi…"Hermione pensò che probabilmente aveva ragione.Così si diresse verso la casa del mezzogigante.

Quando arrivò,non c’era traccia del professore di Cura delle Creature Magiche ma usciva fumo dal camino.

Evitò di bussare,sarebbe stato inutile,ed entrò.Senza volgere uno sguardo all’interno della casa.Si tolse il cappotto,ma proprio mentre stava per appoggiarlo sulla sedia...

"Hermione?!"

A quell’esclamazione,la ragazza lanciò un urlo e scattò istintivamente indietro estraendo la bacchetta,poi riconobbe la persona e si calmò.

"Harry!"pronunciò ansimando per lo spavento.

"Che ci fai qui?"chiesero all’unisono.

"Io…"parlarono ancora contemporaneamente.Si misero a ridere.

"Prima tu…"disse Hermione.

"Ehm…Hagrid mi ha chiesto di venire a dare un’occhiata a casa sua,perché doveva uscire…"

"…e non si fidava a lasciare la casa incustodita…"completò lei.

"Esatto,ma scusa…come lo sai?"

"Perché è la stessa cosa che ha chiesto a me…"rimasero un minuto in silenzio.

"Beh…probabilmente temeva che uno dei due non ricevesse il biglietto…l’avrà inviato anche a Ron…"

"Sicuramente…"

Si fissarono,senza sapere cosa fare.

"A questo punto penso sarebbe più prudente se restassimo qui tutti e due,così,se per caso qualcuno attaccasse la casa potremo difenderci più facilmente…"constatò lei sedendosi sul letto.

"Hai ragione"si sedette a sua volta.

"Niente Quiddich stasera?"domandò con un sorriso.

"No,ultimamente ci stiamo allenando anche più del dovuto…se non lasciavo libera questa serata alla squadra,credo che mi avrebbero ammazzato!"rise lui.

"Già…"

"Allora…come va con Ron?"riprese dopo un po’.

"Oh…ehm…abbastanza bene…sì…insomma,litighiamo parecchio ma è normale…"

"Normalissimo,litigavate anche gli anni scorsi…eppure vi siete messi insieme!"aggiunse lui.

"Infatti…e tu e Ginny?Come va?"lui arrossì.

"Bene,molto bene…"

"Nessuna lamentela?"

"Effettivamente una"

"Cioè?"

"Mi sta sempre incollata"

"Perché ti ama…"

"Lo so…è solo che…a volte è…soffocante,ecco"

"Beh,in amore spesso si rischia di ‘soffocare’ l’altro senza accorgersene…prova a dirglielo e vedrai che migliorerà…"

"Dici?"

"Sì"

"Okay,seguirò il tuo consiglio!"sorrise di nuovo.Lei ricambiò.

Harry si ricordò di un fatto.

"Hermione?"

"Sì?"

"Ricordi due anni fa?Al Ministero?"

"Mh mh"

"Ricordi quando il mangiamorte ti ha aggredita?"

"Sì…"

"Quando ti ho vista…afflosciata a terra,mi sono sentito morire…continuavo a pensare che era colpa mia se fossi morta…"

"Davvero?"stranamente il suo cuore accellerò i battiti.

"Sì…strano,no?"domandò lui,guardandola intensamente.

"Già…"non capì più nulla,perdendosi nei suoi occhi verdi.

Avvicinarono lentamente i loro visi,fino a sfiorarsi,Hermione sentiva il cuore esploderle.Le loro bocche si toccarono,poco dopo il bacio divenne appassionato.

Andarono avanti così per molti minuti.Improvvisamente accadde qualcosa,Hermione si trovò sdraiata sotto Harry.Il nervosismo la invase,non seppe più cosa fare.Lui interruppe il bacio,la guardò,il suo sguardo era disorientato,sembrava diventata incapace di parlare.Cercò di capire i suoi pensieri,ma la ragazza pareva avere la testa completamente vuota.

"Hermione…di qualcosa…"sussurrò.

"Ho…paura…"la voce le tremava.Harry capì.

"Anch’io…"era sincero.

"E’ la prima volta…"riuscì a dire.

"Non credere che io sia un esperto…"

"Che facciamo?"domandò stupidamente,confusa.

"Non lo so…"

Alzò un braccio e con la mano arrivò fino alla camicia di lui,slacciò un bottone.Era incredula per ciò che aveva appena fatto,anche Harry era sorpreso.Si disse che doveva fare qualcosa.Così le accarezzò una guancia riprese a baciarla.Successe tutto in maniera abbastanza naturale,piano piano anche le paure svanirono.Solo una cosa non andava:non stavano insieme.

 

***

 

Hermione si svegliò di soprassalto.Ci mise qualche secondo a ricordare dove fosse e perché non avesse i vestiti addosso.Poi,ricordò ogni cosa.Spaventata si sedette,guardò lui,dormiva beatamente.

"Cosa ho combinato?!Io e Harry non stiamo insieme!Ho tradito Ron!"si disgustò di se stessa.

Cercò i suoi vestiti e una volta trovati,li indossò velocemente.Corse verso la porta e prese il cappotto,fece per aprirla.Si voltò,guardò Harry,non le sembrava giusto piantarlo senza una spiegazione.

Si sedette al tavolo e dalla propria borsa estrasse una pergamena nuova,la piuma e il calamaio.Rifletté su cosa scrivere:

 

Ciao Harry,

immagino che svegliandoti ti sentirai confuso quanto me…mi dispiace di essere andata via così,ma non avrei avuto il coraggio di guardarti negli occhi.Non fraintendermi,quello che c’è stato fra noi è stato molto importante ma…io non ti amo.Sono la ragazza di Ron,il tuo migliore amico,e tu il ragazzo di Ginny,la mia migliore amica.Non voglio che loro soffrano per un nostro errore,perché abbiamo sbagliato,e sono sicura che mi darai ragione.Vorrei che rimaessimo amici,perché la tua amicizia è molto importante per me,non voglio perderla per questo.Nonostante tutto voglio che tu sappia che ti voglio e ti vorrò sempre bene.

                                Hermione

 

 

Quando finì,piegò il foglio e lo posò sul comodino accanto al letto di Hagrid,lanciando un’ultima occhiata a Harry per poi uscire e correre in direzione del castello.

 

 

 

Che ne dite?Aspetto le recensioni...mi raccomando anche le critche!Sono sempre costruttive e mi aiutano a migliorare!

Un grazie anche a chi leggerà solamente!

Ciao!Al prossimo aggiornamento!^^

 

Lady Giuly93

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Capitolo 2: Segreti e bugie ***


Capitolo 2: Segreti e bugie

Arrivò nella Sala Comune di Grifondoro verso le quattro di mattina.Non vedeva l’ora di fare un bagno e una bella dormita.Purtroppo però,non appena ebbe superato il ritratto della Signora Grassa,una voce a lei familiare,la chiamò.

"Ciao Hermione!"

Oh no!Non poteva essere…!

"Ciao Ron…"lo disse con una voce che non suonava affatto sua.Il ragazzo era seduto sul divano rosso,il fuoco era acceso.

"Dov’eri?E’ molto tardi…"

"In biblioteca…a…studiare…"mentì.

"Come al solito…vieni qui…"disse con un sorriso,indicandole il posto accanto al suo.Lei obbedì.

Ron la strinse a sé e le accarezzò i capelli,Hermione che era molto stanca e non vedeva l’ora di andare a dormire,provava quasi fastidio.Lui la sollevò e la fece sedere sulle sue ginocchia,poi la baciò.Baciava in modo totalmente diverso da Harry,lui baciava in modo dolce,Ron invece in modo impaziente e agressivo,si meravigliò di sé nel fare quel confronto.Si divise da lui,lo guardò negli occhi,irritata.

"Ron…sono stanca…voglio andare a dormire…"disse.

"Va bene…"la fece scendere.

"Buonanotte…"

"Buonanotte"salutò per poi salire nel suo dormitorio.

***

Da quando era stata eletta Caposcuola,aveva una stanza privata ed era felice di non dover più litigare con le compagne per il bagno,avendone uno personale.Entrò,chiuse la porta a chiave e con un incantesimo accese le candele,illuminando la stanza.Si appoggiò alla porta,scivolando a terra con un sospiro.Pianse.Non seppe neanche lei perché,forse per ciò che era successo con Harry,forse per Ron,che quasi la usava come fosse un oggetto o un gioco da adoperare quando ci si annoia o non si sa cosa fare.Anche per questo litigavano sempre.Alla fine lui non le chiedeva mai scusa,

semplicemente la chiamava,la baciava,lei se ne andava e lui non la fermava.A volte pensava che a Ron di lei non importasse niente,che ci giocasse come il gatto col gomitolo e basta.Odiava studiare in biblioteca con lei,fare delle passeggiate insieme,sentirla parlare del CREPA o di qualsiasi altra cosa,odiava discutere con lei su tutti gli argomenti…odiava tutto.Le uniche cose che amava erano il Quidditch e giocare con gli scacchi dei maghi.Si asciugò gli occhi con la mano,indossò il pigiama e si stese sul letto.Si stava assopendo quando le tornò in mente una cosa.Scese dal letto e si accovacciò cercando qualcosa al disotto del materasso.Lo trovò.Era un piccolo quaderno di pelle,il suo diario,o meglio,uno dei suoi diari.Da quando frequentava Hogwarts ne aveva tenuto uno per ogni anno scolastico annotando ogni giorno quello che succedeva.Era un rito al quale non poteva assolutamente mancare,nemmeno quando stava male.Lo prese,lo aprì ad una pagina bianca,scrisse la data,poi:

Caro diario,

oggi è stata una giornata normale,che si è conclusa in un modo particolare…ho fatto l’amore con Harry-Sembra strano detto così,vero?Soprattutto perché io sono la ragazza di Ron…però…è successo…non so come,non so perché…ma è così.E’ stato uno sbaglio,non si ripeterà più,Gli ho scritto una lettera,non avevo il coraggio di parlargli…lo so,avrei dovuto,ma non ce la facevo.Harry è stato molto carino…ma basta pensarci!Ovviamente non posso dirlo a Ron o a Ginny,perciò lo scrivo a te.Con il mio ragazzo va sempre peggio…non so più che fare.Adesso vado,sono le quattro e un quarto e sono stanchissima!

Buonanotte!

Hermione

Fece un incantesimo al diario in modo da far diventare invisibili le parole di quella pagina,aveva il sospetto che Ron leggesse quello che lei scriveva,perciò era meglio evitare che si trovasse a leggere quella pagina.Chiuse il diario,lo rimise al suo posto,si sistemò sotto le coperte e si addormentò,ripensando a ciò che era successo.

***

Si svegliò,come di suo solito,alle 6:30.Fece un bagno,indossò l’uniforme scolastica e si sistemò i capelli.Era un po’ nervosa,non sapeva come comportarsi con Harry,né come avrebbe reagito lui.

Le 7:00,decise di andare nel dormitorio maschile a svegliare Ron.Giunse davanti alla porta,la mano sulla maniglia,esitante.Fece un respiro profondo e aprì.Il suo ragazzo dormiva,altri si sistemavano le uniformi,nessuna traccia di Harry.

"Meno male!"pensò sollevata e preoccupata allo stesso tempo.

Si avvicinò al letto.

"Svegliati Ron!"ordinò,scuotendolo per le spalle.

"Che c’è?"mormorò assonnato.

"Dobbiamo andare a fare colazione e poi a lezione!"

"No…!"si lamentò voltandosi di schiena.

"Ron…per favore!Non voglio fare tardi per colpa tua!"

"Oh…certo…guai a perdersi i primi cinque minuti della lezione di Erbologia!"disse ironico e irritato mentre si sedeva.

"Sbrigati…ti aspetto giù!"urlò mentre si richiudeva la porta alle spalle.

Scese le scale scuotendo la testa,furiosa.Dimenticandosi completamente il suo proposito di evitare Harry per un po’.Non appena ebbe superato il ritratto,infatti,se lo ritrovò davanti.La faccia seria.Lei si sentì mancare un battito,dandosi della stupida per non aver pensato alla possibilità di trovarselo di fronte.Il ragazzo si avvicinò.

"Buongiorno"disse.

"Buongiorno"rispose con un filo di voce.

"Tutto bene?"domandò,precependo la sua rabbia.La guardò da sotto in su.

"Sì…cosa c’è?"si pentì di averlo chiesto quando lui le mostrò la sua lettera,estraendola da una tasca della divisa.

"Ah…l’hai trovata…"abbassò lo sguardo.

"Sì…l’ho trovata e ci sono rimasto male!Mi sono svegliato e tu non c’eri!Poi ho trovato la lettera e ho pensato che non hai nemmeno avuto il coraggio di parlarmi!"esclamò arrabbiato.

"Mi dispiace…"sussurrò lei,mentre gli occhi le si riempivano di lacrime.Lui se ne accorse e cambiò tono.

"Scusami…ho esagerato…è solo che…volevo parlarne a quattrocchi…"disse mortificato.

"Non importa…"infatti era abituata a sopportare le sfuriate di Ron.

"Comunque io sarò sempre tuo amico…hai ragione,abbiamo sbagliato…"

"Decisamente…è meglio non parlarne più e dimenticare…"

"Sì…Hermione?"la chiamò mentre si allontanava.Lei ritornò dov’era.

"Sei stata bene almeno?"si diede del deficiente.Lei sorrise e annuì.

"Aspettiamo Ron?"

"Sì…gli ho detto di sbrigarsi…"

Poco dopo il rosso arrivò,salutò i due con un sonoro sbadiglio.

"Ciao ragazzi,scusate l’attesa…"

Il trio si diresse nella Sala Grande,dove li attendeva un’ottima colazione.Si sedettero da un lato libero,Hermione vicino a Ron e con davanti Harry.

"Dov’è mia sorella?"

"Non l’ho vista stamattina…"disse Harry prendendo un fetta di pane tostato e spalmandoci sopra del burro.

"Quando sarà il prossimo allenamento,Harry?"domandò l’amico.

"Stasera,alle otto…"

"Bene!Herm…tu verrai a vederci?"

"Forse…volevo studiare un po’…"

"Uffa!Ma stai sempre a studiare!"si beccò un’occhiataccia.

"Lasciala stare Ron!La sua passione per lo studio è come la tua passione per il Quidditch…"la difese Harry.

"Cos’è?Ti metti a fare il finosofo?"

"Filosofo…"lo corresse Hermione,spazientita.

"Quello che è…"

"Ti ho solamente fatto un’osservazione…"

In quel momento arrivò Ginny di corsa.

"Ciao!Scusate il ritardo!Quella scema di Milly ha caricato la sveglia alle sette e dieci!"disse sedendosi accanto ad Harry.

"Chi è Milly?"domandò il fratello.

"Una del mio anno…è nel nostro dormitorio…ciao amore!"il ragazzo fece appena in tempo a posare la tazza.Ginny gli saltò in braccio e cominciò a baciarlo.Ron fissava il contenuto del suo piatto con le orecchie rosse.Hermione invece guardava da tutt’altra parte.Ginny finalmente si staccò dal ragazzo e prese a mangiare.

"Che lezione avete la prima ora?Noi Pozioni…"

"Erbologia"rispose Hermione.Era l’unica a conoscere l’orario a memoria.

"Oh cavolo!Sono le sette e cinquantacinque minuti!Ci conviene avviarci!"esclamò Ginny.

Si alzarono e si diressero verso l’uscita,tutti gli altri studenti li imitarono.Una volta giunti nella Sala d’Ingresso,si fermarono.

"Ci vediamo!Ciao Harry!"gli diede un bacio sulla guancia per poi correre nei sotterranei.I tre uscirono dall’Ingresso,diretti alla serra.

***

La professoressa Sprite arrivò alle otto in punto.

"Buongiorno ragazzi!"

"Buongiorno professoressa Sprite!"

"Accomodatevi pure…"tutti si sedettero,silenziosi.

"Dunque…oggi,impareremo come la linfa delle piante magiche riesce a diffondersi più velocemente che in una qualsiasi pianta babbana,facendola crescere in pochi giorni…sapete già qualcosa sull’argomento?"

La mano di Hermione saettò per aria.

"Sì,signorina Granger?"

"Ho letto qualcosa sull’argomento…non tutti i tipi di piante magiche sopportano questa crescita…tramite studi approfonditi si giunge a capire quali siano quelle adatte e quali no.Le piante adatte prendono il nome di Magix Plant,sono molto rare,pare che abbiamo il potere di far diventare ricchi ma non è ancora stato scoperto come questo avviene…"

"Mi servirebbero un paio di quelle piante…"bisbiglio Ron ha Harry.Lui sorrise.

"Benissimo Signorina Granger!Dieci punti a Grifondoro!"esclamò contenta la Sprite.Harry guardò Hermione pieno di ammirazione mentre lei,felice dei punti ottenuti,cominciava a prendere appuntì.

***

"Ti prego…!"

"Te lo ripeto:NO!"esclamò Hermione sbuffando.Erano nella Sala Comune,stavano studiando.Ron stava supplicando la sua ragazza di fargli copiare i compiti di Storia della Magia.

"Ma perché?!"

"Perché devi farli da solo,o non imparerai mai…"

"Ma chissene importa!"

"Ronald…come puoi pensare di diventare un bravo Auror se non studi?"la ragazza era al limite della sopportazione.

"Copiando da te!"

"Scordatelo!"ripeté.

"Uffa!"sbottò il ragazzo.

Harry era sdraiato sul divano,si era alzato di almeno sei centimetri durante l’estate,tanto che adesso occupava tutti e tre i posti del divano e aveva i piedi che penzolavano oltre il guanciale,se ne stava appoggiato alle proprie mani,sorreggendosi con i gomiti,sull’altro guanciale teneva il libro Astronomia,cercando di ricrdare quello che aveva appena letto.

Con un sospiro,Ron tornò a sedersi sul tappeto,dove aveva appoggiato pergamene e libri.Hermione era seduta sulla poltrona accanto all’entrata ed era molto concentrata sul libro che teneva in grembo.

Harry si sorprese a fissarla per qualche minuto.Le guance della ragazza si stavano tingendo di rosso,sapeva di essere osservata,Harry sorrise,anche lei a quel punto alzò gli occhi lo guardò un attimo sorridendogli,per poi ritornare al suo libro.Lui scosse la testa cercando di concentrarsi nuovamente,voleva molto bene alla sua amica,non sapeva come avrebbe fatto senza di lei.Ron aveva notato quel veloce scambio di sguardi,guardò prima lui poi lei per ben due volte,alla fine scosse le spalle,non c’era niente di male,erano amici e si volevano bene.Dopo molto tempo sentirono il buco del ritratto aprirsi,poco dopo comparve Ginny nella stanza,nel vederli le si stampò in faccia un gran sorriso.

"Ciao!"

"Ciao!"rispose il trio.

"Che fate di bello?"

"Bello?Ti sembra bello questo?!"esclamò indignato Ron,indicando i libri.

"Dipende dai punti di vista…"si sedette accanto ad Harry che intanto si era raggomitolato sul divano,riuscendo a lasciarle un posto libero.

"Da quando sei così saggia?"domandò il fratello,interrogativo.

"Beh…sarà perché ho un ragazzo meraviglioso?"sorrise maliziosamente,calcando sulla parola.Harry ricambiò il sorriso in maniera forzata.In realtà quelle allusioni non gli piacevano per niente.Ron ridacchiò imbarazzato,Hermione non disse nulla,continuando a studiare.

"A proposito…voi due non siete usciti stasera?"

"No,perché la mia ragazza ama di più i libri che me!"

"Non è affatto vero!"Hermione chiuse il libro con violenza e si alzò in piedi:"Se ben ricordi,io ti avevo proposto di uscire ma tu hai detto che non volevi perché avevi l’allenamento e dopo saresti stato troppo stanco per stare con me!"urlò.Anche Ron si alzò,gli altri due rimasero a guardare quella sfuriata incapaci di dire alcunché.

"E’ vero!L’ho detto!Ma alla nove avevamo finito,siamo tornati qui e tu avevi già in mano quello stupido libro!Ti avrei anche chiesto di uscire,ma conoscendoti,mi avresti risposto che preferivi studiare!"

"Sì vede che non mi conosci abbastanza Ronald!Perché se tu me l’avessi chiesto avrei detto di sì!"la ragazza era sull’orlo delle lacrime.Si instaurò un imbarazzante silenzio per un po’.Harry però,aveva la strana sensazione che la cosa non si sarebbe conclusa così,Ron sembrava furioso quasi quanto Hermione.

"Sei una stupida!"urlò.

"Ah,IO sono una stupida?!"il suo tono era tremolante ma deciso,si vedeva che stava trattenendo le lacrime.

"Avresti dovuto dirmelo!"proseguì Ron.Fortunatamente in Sala Comune erano rimasti solamente loro quattro,Harry temette più volte che qualche studente si svegliasse per venire a vedere chi stava urlando a quell’ora.

"E a quale scopo!?Per sentirmi ripetere che eri stanco o che non ne avevi voglia!?"per una frazione di secondo Harry credette che Ron fosse stato battuto.

"Io ieri sera volevo stare con te!Ma tu non c’eri!!"a questo punto il moro si sentì preso in causa e volse lo sguardo.

"Avrò il diritto ad avere una mia vita senza che tu mi controlli ogni secondo!!"

"Siamo fidanzati!Dobbiamo sapere tutto l’uno dell’altro!!"

"Non necessariamente!"

"Perché?!Hai per caso dei segreti!?"Harry avrebbe tanto desiderato scomparire,Hermione lo fissò senza sapere cosa dire,lui riconobbe quello sguardo spaventato,era lo stesso che lei aveva la sera precedente.Ritornò a guardare il suo ragazzo.

"No…"ma la sua voce era un po’ meno alta.

"Perché l’hai guardato!?"Ron urlò più forte che mai,non sembrava più in lui.

"Io non ho guardato proprio nessuno!"si difese lei.

"Voi due!Mi state nascondendo qualcosa,per caso?!"stavolta guardo anche Harry.

"No!"rispose l’amico.

"Ronald!Smettila di fare il bambino!"urlò.In quel momento però,successe una cosa che fece arrabbiare anche Harry.Ron diede ad Hermione uno schiaffo molto forte,facendola cadere a terra.Ginny si alzò e corse a soccorrerla,Harry fece altrettanto ma,al contrario della ragazza,si diresse verso Ron e gli centrò la bocca con un pugno,anche il ragazzo cadde a terra,il labbro inferiore sanguinava,guardava Harry con disprezzo e incredulità.

"Se ti azzardi a toccarla un’altra volta,giuro che non mi fermerò al primo pugno!"lo minacciò.

Il rosso si alzò e si diresse verso il buco del ritratto.

"Sei disgustoso Ron!"gli urlò sua sorella vedendo che il fratello non si era nemmeno preoccupato di come stesse la sua ragazza,che in quel momento singhiozzava,bagnado di lacrime la divisa dell’amica.Lui non si fermò e attreversò il ritratto che si richiuse poco dopo.Harry corse al fianco di Hermione.

"Hermione?Come stai va tutto bene?!"era agitatissimò,la ragazza aveva una guancia arrossata e non la finiva di piangere e di dire frasi incomprensibili.

"Harry…non ce la faccio…non…"Ginny la guardava,altrettanto impensierita.Solo in quel momento,Harry si accorse che molti studenti erano fermi sul balcone del dormitorio o sulle scale e stavano osservando la scena.Un chiacchierio confuso invase la sala.

"Ssh…va tutto bene…sta calma…"le sussurrò,spostandole una ciocca di capelli dal viso.

"Ginny,io la porto fuori,cercherò di calmarla,tu intanto vedi di trovare il modo di spiegare a quei curiosi cose è accaduto…inventati qualcosa…"

"Va bene…c’è altro?"

"No,grazie"le sorrise e prese in braccio l’amica.

Proprio mentre attraversava il buco del ritratto sentì Ginny richiamare l’attenzione dei presenti.

***

L’infermeria e le domande di Madama Chips non erano c’erto l’ideale per Hermione,nel suo stato.Decise quindi di andare in riva al lago,a quell’ora non doveva esserci nessuno a domandare spiegazioni sull’accaduto.Infatti era proprio così,la riva del lago era deserta.Camminò un po’,Hermione non smetteva di piangere,poi si chinò e la accomodò sull’erba sedendosi accanto a lei.La lasciò sfogare e ci volle parecchio prima che si calmasse.

"Grazie…"mormorò mentre si asciugava gli occhi bagnati e arrossati dal pianto.

"Di niente"rimasero in silenzio.Poco dopo,lui si sentì obbligato a porle una domanda.

"Ti ha mai picchiata prima?"con un grande sforzo,lei riuscì ad annuire.Sollevò la manica sinistra della maglietta e Harry poté scorgere dei lividi violastri al centro del braccio,si ricoprì subito.

"Ma…quando…?"non riusciva a crederci.

"Un mese fa…stavamo litigando…non ricordo più il motivo…ho detto qualcosa che a lui non andava…e questo è il risultato…"

"Un mese fa l’anno scolastico non era ancora cominciato…"

"I miei mi avevano chiesto se desideravo invitare Ron a trascorrere una settimana in montagna…lo sai che adorano sciare…io l’ho invitato.Quella sera eravamo soli nella casa,i miei erano fuori,con degli amici…andava tutto bene,era tutto perfetto,poi…una banalità ha scatenato l’ennesimo litigio…io ho tentato di difendermi e ho ottenuto questi lividi…"Harry si diede dello stupido:come aveva fatto a non notarli la sera precedente?

"I tuoi genitori cos’hanno detto?"

"Non lo sanno…"

"L’hai detto a qualcun altro?"

"No"

"Senti Hermione,so che sei una ragazza responsabile e matura e che sei perfettamente in grado di decidere da sola…ma sono tuo amico e mi sento in dovere di dirti che non puoi andare avanti a farti maltrattare così!Non devi permetterglielo!"lei sorrise,ma non rispose.

"Perché non la fai finita?"domandò dopo un po’.

La ragazza chiuse gli occhi e scosse lentamente la testa.

"Hai paura che ti faccia del male se lo lasci?"scosse di nuovo la testa.

"No…sono io che non voglio lasciarlo…è vero,Ron è cambiato,ma…"

"…tu lo ami…"completò lui:"Va bene,fa come vuoi…ma se hai bisogno io ci sono sempre,okay?"

"Okay…"sorrise.

"Che ne dici?Rientriamo?Fa un po’ freschino…"la fece ridere.

"D’accordo!"si alzò prima di lei e le porse una mano per aiutarla,lei accettò l’aiuto e insieme si diressero verso il castello.

***

Evidentemente Ginny era riuscita ad allontanare gli studenti per poi andare a dormire.La stanza era vuota e le fiamme nel camino erano ormai,quasi completamente scomparse.

"Dove sarà Ron?"

"Magari è nel dormitorio…"tentò Harry.

Era quasi mezzanotte.

"Beh…credo sia ora di andare a dormire…"disse Hermione riponendo i propri libri nella borsa.

"Puoi dare questo a Ron,per favore?"gli porse la pergamena con su scritti i compiti che lui,un’ora prima,le aveva chiesto.

"Voglio solo evitare che prenda un brutto voto…"si giustificò,vedendo l’espressione di Harry.

"Ah…va bene…"prese il foglio.E si avviò verso la scalinata del dormitorio maschile.

"Ehi Harry!Questi non li prendi?"domandò Hermione.Lui si voltò e la vide con i suoi libri in mano.

"Oh…che sbadato…"lei gli si avvicinò e glieli restituì,sorridente.

"Allora…buonanotte…"

"Buonanotte…"senza che se ne rendesse conto,Hermione gli diede un bacio sulla guancia prima di scomparire su per le scale.Harry faticò qualche minuto a ricordarsi cosa doveva fare,poi gli tornò in mente e cominciò a sua volta a salire i gradini.

Aprì la porta del dormitorio e fu abbastanza sorpreso di trovare Ron già addormentato,si comportava come se nulla fosse accaduto.Si spogliò e si infilò il pigiama,per poi mettersi a letto.

"Mi vuole mollare?"era Ron.

"No…lei ti ama…"

"Mi faccio schifo da solo Harry!"

"Migliorerà…"rispose cercando di sembrare rassicurante.

"Mi odia…"

"Ti ama…"

"No,non è vero…non è mai stato così…non mi a mai amato come…"ma non finì la frase.

"Ti ama,te lo assicuro…"

"L’ho picchiata…"

"Me l’ha detto…"

"Ma non volevo…"

"Potevi evitarlo…"

"Sono un mostro…"

"E’ vero…"si guardarono e si misero a ridere.

"Dici che mi ama?"

"Certo"

"Harry?"disse dopo un po’.

"Mh?"

"Dici che è troppo presto per…quello…?"

"Oh…ehm…non lo so…"non sapeva cosa dire e senza volerlo Ron lo stava mettendo in una situazione difficile.

"Ti prego,dammi un consiglio!Io vorrei,ma ho paura che lei si tiri indietro!"

"Non lo farà…ti ama…"

"Già…tu credi che sia brava in quello?"

"Ron,ti prego…"lo supplicò,era arrossito,fortunatamente era buio e lui non poteva vederlo.

"No!Harry!E’importante il tuo giudizio…"

"Suppongo di sì…"

"Come fai a dirlo?"

"Beh…è Hermione,no?E’ brava in tutto quello che fa…"

"Già…è vero…Harry?"

"Dimmi…"

"Tu l’hai mai fatto?"

"Veramente…sì…"

"Avevi paura?"

"Moltissima…"

"Cosa ti preoccupava?"

"Avevo paura…di sbagliare…di tutto insomma…"

"Anch’io ne ho…poi com’è andata?"

"Bene…molto bene,direi…"

"L’amavi?"

"No"

"Avventuretta?"

"No,non la chiamerei così…"

"Chi era?"Harry rimase incerto sulla risposta,non poteva certo dire che era Hermione.

"Cho"mentì.

"Ah!Allora non c’è stato solo un semplice bacio fra di voi!"

"Eh no!"

"Perché non me ne hai parlato?"

"Mi vergognavo…"Ron rise.

"Lei ti amava?"

"No…"

"Cavoli che bella prima volta!Almeno siete amici adesso?"

"Sì,direi di sì…"

"Okay…allora domani lo chiederò a Hermione…un’ultima cosa!Tu con mia sorella che intenzioni hai?"

"Cosa?"

"Hai capito…"

"Per il momento non è in programma…non preoccuparti…"

"Allora sto tranquillo!Prima di fare qualunque cosa,ricordati di rispettarla sempre e comunque!"

"Certo!Stai tranquillo!"

"Buonanotte!"

"Buonanotte!"disse lui:"Perdonami se ti ho mentito Ron,ma è necessario…"pensò tristemente.

***

Il mattino dopo,trovarono Hermione nella Sala Grande che faceva colazione con Ginny.

"Vai!"disse Harry,incoraggiante all’amico.

Ron si avvicinò,titubante alle due ragazze,deglutì prima di parlare.

"Hermione,posso parlarti?"lei lo guardò storto.

"Ti giuro che non mi metto a urlare…"

"Va bene…"disse poco convinta.

Si alzarono e si appartarono in un angolo per chiarirsi.

Harry raggiunse Ginny,si sedette di fronte a lei.

"Ciao!"

"Buongiorno,amore!"

"Grazie per ieri sera!"

"Di niente…Hermione mi ha detto della vostra chiacchierata in riva al lago…era veramente molto più rilassata…sei davvero bravo!"

"Aveva solo bisogno di sfogarsi e parlare…che ti ha detto su Ron?"

"Ha detto che lo perdonerà,a patto che lui non la picchi mai più…"voltarono entrambi la testa verso i due ragazzi.Li videro abbracciati.Avevano fatto pace.Poco dopo tornarono al tavolo,Ron era gioioso,Hermione la solita.

"Tutto a posto?"domandò Harry a Hermione.Lei annuì sorridendogli.

Ron si era messo a parlare del Quidditch con la sorella,gli altri due mangiavano in silenzio.Harry decise di prendere una fetta di pane tostato,Hermione doveva aver pensato la stessa cosa perché nell’atto di prendere le fette le loro mani si sfiorarono.Si guardarono negli occhi,rimasero così per un minuto abbondante.Poi Harry si staccò da quel lieve tocco e le porse una fetta.Poi ne prese una per sé.

"Grazie"disse lei sorridendogli nuovamente,lui ricambiò.

Che cosa le prendeva?Rimanere un minuto con la mano accanto a quella di Harry improvvisamente le sembrava la cosa più bella del mondo!Eppure era successo molte volte,negli anni precedenti,che si abbracciassero o che le loro mani si sfiorassero…e lei non aveva mai fatto caso alle sensazioni che tutto ciò provocava in lei.

"Hermione…vieni?Ti devo dire una cosa importante!"le disse Ron,smettendo di conversare con la sorella.

"Ehm…va bene…a dopo!"e si allontanarono.

"Che ore sono?"domandò Harry a Ginny.

"Le sette e venticinque minuti!"

"Io e Ron abbiamo battuto un record stamattina!"

"Già!"

"Harry?"lo chiamò Ginny.

"Sì?"

"Non mi hai ancora dato il bacio del buongiorno…"fece l’offesa,Harry le si avvicinò e lei non esitò a saltargli addosso.Ginny baciava in modo molto passionale…a differenza di Hermione…certo lo era anche lei però sapeva dosarla la passionalità ed era molto più dolce a baciare di Ginny.Ma che succedeva?Si metteva a fare i confronti!No,questo non lo doveva fare!Scacciò questi pensieri dalla sua mente e si concentrò sul bacio.

Molti minuti dopo,Harry si staccò dalla ragazza.

"Perché?"domandò lei,cercando di baciarlo di nuovo.

"No,aspetta Ginny…che ore sono?"

"Le sette e quaranta…"

"Oh cavolo!Ho dimenticato la borsa in Sala Comune!Corro a prenderla!Ci vediamo dopo!"e si allontanò di corsa.

Ginny lo guardò amareggiata,scosse le spalle e si rimise a fare colazione.

"Quel ragazzo non lo capirò mai!"sbottò prima di mangiare un’intera fetta di bacon.

Harry percorse tutte le scale di volata.

"Schiopodo Sparacoda!"urlò alla Signora Grassa.

"Sii un po’ meno aggressivo ragazzo!"lo rimproverò la donna.

"Mi scusi,ho una certa fretta…"lei lo guardò torva ma lo fece passare.

Appena arrivato nella Sala Comune,Harry vide Ron e Hermione seduti sul divano che stavano…amoreggiando.Lei lo vide e si staccò dal suo ragazzo,entrambi balzarono in piedi.

"H-harry…c-ciao!"balbettò Ron,tutto rosso.

"Non stavamo facendo niente…"disse prontamente Hermione.

"Sì…ci stavamo solo…"

"…baciando"completò Harry,altrettanto in imbarazzo per aver interrotto quel "bacio".

"Sì…ehm…io v-vado giù…ci vediamo…dopo…"il rosso se ne andò.

"Non stavamo facendo niente!"riprese Hermione,notando lo sguardo sospettoso di Harry.

"A me quello non sembrava esattamente un ‘niente’…"

"Ma scusa,e anche se fosse?Io non devo rendere conto a te di quello che faccio!"

"Non è molto corretto fare l’amore su un divano dove si siedono centinaia di persone!"

"Tantomeno nella capanna di Hagrid!"lo guardò furente.Fece per uscire.

"Ho soltanto cercato di darti un consiglio da amico!Vorrei evitarti le critche e i commenti di tutta la scuola…perciò ti ho sconsigliato il divano,trovate un posto dove non potete essere visti…non sparleranno se non sapranno…"

Hermione si era fermata ad ascoltarlo,si era voltata lentamente ed era corsa ad abbracciarlo.

"Grazie"sussurrò.

"Di cosa?"

"Di tutto…di essere qui…di esistere…di sopportarmi!Sarei io a doverti confortare con tutti i problemi che hai passato e che stai passando…invece è il contrario!"Harry era arrossito.

"Ma Hermione…"

"Mi dispiace di aver detto quella frase,prima…non intendevo…"

"Lo so"

"Insomma,c’è di peggio!La capanna di Hagrid non è così male!"

"Hermione,non devi scusarti,va bene così…"

"Sicuro?"

"Certamente…"

"Bene!Oh la campanella!Meglio andare a lezione!"

"Arrivo!"prese i suoi libri e seguì la ragazza oltre il buco del ritratto.

***

Erano le 22:43.Harry,Ron e Hermione erano nella Sala Comune,sempre a studiare.Ad un certo punto Ron tentò di attrirare l’attenzione di Harry per poi fargli segno di andarsene.

"Io vado a dormire…sono molto stanco…"disse cercando di suonare il più credibile possibile.

"Vai di già?"domandò Hermione alzandosi a sua volta,nessuno dei due ragazzi comprese il perché di quel gesto.

"Sì…ma voi…ehm…continuate pure!Buonanotte!"e così dicendo sparì su per la scala.

"Che strano…"mormorò Hermione,confusa.

"Strano?"

"Sì…il comportamento di Harry…"

"Ma no!Vedrai che era solo un po’ stanco…"

"Non vorrei che gli facesse male la cicatrice e che cercasse di nascondermelo…"

"Non preoccuparti…non credo,si sarebbe visto!"

"Sì…hai ragione…"si risedette sul divano,accanto a lui.

Andarono avanti a studiare…o meglio,Hermione studiava,Ron cercava una strategia per affrontare l’argomento sul quale aveva discusso con Harry la sera precedente.

"Herm?"deglutì più volte,nervoso.Lei alzò gli occhi dal libro.

"Sì,Ron?"aveva capito che c’era qualcosa che non andava.

"Tu stai bene insieme a me?"

"Ma che domande fai?Mi sembra ovvio che è così!"

"Bene…insomma…t-tu ed io…stiamo insieme da quattro mesi,ormai e…a-a parte i litigi…direi che procede bene…no?"balbettò.

"Ron ma che cosa…?Oh!"esclamò,comprendendo dove il ragazzo volesse arrivare.

"Tu vuoi…"era molto sorpresa.

"Sì…"lui era paonazzo.

"Tu…ehm…accetti?"

"Io…non so…insomma…"guardò il suo ragazzo,imbarazzo a parte,sembrava molto convinto e speranzoso.Forse era davvero il caso di farlo…magari avrebbe dimenticato definitivamente la notte trascorsa con Harry,forse le cose sarebbero migliorate fra lei e Ron…forse sarebbe stata felice.

"…va bene…"sussurrò.

"Cosa?"

"Ho detto…di sì…"ripeté a voce più alta.

"Davvero?"vide gli occhi del ragazzo illuminarsi di gioia e sorrise.

"Davvero"

"Okay…ehm…"

"Non qui però…potrebbero vederci e sparlerebbero per mesi…"ringraziò mentalmente Harry.

"Giusto…allora dove?"

"Direi…nella mia stanza…"

"D’accordo…però…le scale…"ricordava bene la scivolata che aveva fatto due anni prima nel tentativo di accedere al dormitorio femminile.

"Non preoccuparti…ci penso io!"si avvicino alla scala.

"Petrificus Totalus!"disse estraendo la bacchetta e puntandola sui gradini di pietra.

"Vieni?"

"Certo!"arrivarono nella stanza di Hermione,mentre Hermione chiudeva a chiave la porta,il ragazzo percorreva con crescente nervosismo,la stanza.

"Ron…ti fermi,per favore?"dovette domandarglielo.

"Ah…scusa!"Hermione gli si avvicinò,non era affatto nervosa,ma lui sembrò non farci caso.Lo baciò.

Accadde tutto come due sere precedenti.Hermione era leggermente più esperta di Ron,ma finse di non sapere nulla per non destare sospetti.C’era una cosa che non risultava chiara:avendo fatto esattamente come la volta precedente,per quale motivo aveva aveva provato emozioni totalmente differenti?

Note dell'autrice:

So che adesso avete questa espressione: O_O (se non peggio)

Scusate scusate scusate!Ma dovevo!Non voglio che pensiate che Hermione stia diventando un pò "facilina" in questa storia.Ma provate a pensare che cosa provereste a trovarvi nella sua situazione...personalmente sarei confusa quanto lei e farei di tutto per dimenticare...prima di dire che mi odiate,ricordatevi di questo:io non scrivo mai niente per caso.

E adesso,tiratemi pure i pomodori!^^'

Risposte alle recensioni:

Evil Angel:Grazie mille dei complimenti!Sono arrossita quando ho letto la tua recensione!Spero di averti accontentata aggiornando abbastanza velocemente.Grazie ancora!

argentlam:Eh,lo so...forse è successo troppo in fretta,ma dovevo fare così...altrimenti non potevo continuare!Ti ringrazio della recensione!

Giorgia:La tua recensione mi ha fatto sorridere...^__^ Comunque,il perché di questo titolo lo scoprirai più avanti,se vorrai continuare a seguire la storia...grazie anche a te!

Pandora91:Sono contenta che ti sia piaciuto!Eh sì!Il fatto è già compiuto!Grazie molte per la recensione!^^

marco:Posso solo risponderti:"Anch'io!"e ringraziarti!

Un ringraziamento particolare anche a chi non ha recensito ma ha semplicemente letto!

Al prossimo capitolo!

Un bacione!

Lady Giuly93

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Capitolo 3
*** Capitolo 3: Influenza sospetta ***


Capitolo 3: Influenza sospetta

Il mattino dopo, Hermione si svegliò, con gli occhi ancora appannati, riuscì a scorgere un ammasso di capelli rossi che riconobbe essere Ron.

"Ron…ma cosa…?" farfugliò disorientata strofinandosi gli occhi.

"Da quanto mi stai osservando?" domandò.

"Almeno mezz’ora…sei così bella!" disse con un gran sorriso.

"Piantala!"esclamò irritata mettendosi seduta e costringendolo a spostarsi.

"Ehi…cos’hai?"

"Niente…non ho dormito bene…" lui sorrise malizioso, la abbracciò obbligandola a sdraiarsi nuovamente.

"Sei felice?" le domandò.

"Sì…"

"Non mi sembri molto sicura…"

"No, lo sono…sono davvero felice…" disse sorridendo. Lo diceva ma non ne era così convinta.

"Bene!"

"Allora?Come ti è sembrato?

"Cosa?"

"Quello che è successo…"

"Oh…ehm…bello!"

"Solo?"

"Cosa vuoi che ti risponda?"

"Quello che pensi…"

"Che è stato bello"

"E’ stata la cosa più fantastica della mia vita…" disse lui. Lei avrebbe voluto poter affermare lo stesso, ma per qualche strana ragione non ci riusciva.

"Che ore sono?" domandò.

"Quasi le sette…"

"Dobbiamo alzarci…"

"Non mi va…"

"Ron…per favore…"

"Okay, okay" lo vide mettersi seduto e rimanere fermo per qualche secondo.

"Qualcosa non va?"

"Ehm…non ho la divisa…"

"Aspetta un secondo…" si alzò e avvolgendo la coperta attorno al proprio corpo si avvicinò alla sedia sulla quale si trovava la sua divisa scolastica, piegata e pulita. Prese il mantello, ne estrasse la bacchetta e pronunciò un incantesimo che fece apparire la divisa di Ron infondo al letto.

"Wow!Quando l’hai imparato?" domandò Ron.

"Al quarto anno, l’ho letto nel libro di Incantesimi Avanzati che mi aveva regalato Harry in occasione del mio compleanno…"

"Oh…io cosa ti avevo regalato?"

"Il maglione che avevi fatto fare apposta da tua madre…"

"Ah!Sì!Ricordo che non sapevo cosa regalarti…così ho pensato al maglione…"

"Già" rimasero un po’ in silenzio.

"Hermione, non è che per caso hai vergogna…?" indicò la coperta.

"No…"

"Insomma…dopo stanotte non dovremmo…"

"Lo so…è solo che…è strano…" lui sorrise per poi prendere la divisa.

"Sarà meglio cambiarsi o faremo tardi!" detto questo si chiuse nel bagno per una quindicina di minuti.

***

Mentre Hermione si cambiava, Ron decise di scendere in Sala Comune, superato l’ultimo scalino, si bloccò vedendo Harry seduto sul divano. Il moro si voltò e nel vederlo sorrise avvicinandosi.

"Ciao Ron!"

"Ciao!" rispose con un gran sorriso.

"Sei sceso dalle scale del dormitorio femminile…" fece notare lui.

"Già!"

"E’ successo qualcosa fra te e Hermione?"

"Beh…sì…ricordi quello di cui abbiamo parlato l’altra sera?"

"Sì…"

"Ecco…è successo!"

"Un momento!Mi stai dicendo che tu e Hermione avete fatto…?" non riuscì a completare la frase per la sopresa.


"Sì!"

"Oh…" conosceva esattamente le intenzioni dell’amico, un po’ meno quelle di Hermione, ma non si aspettava che sarebbe accaduto così presto.

"Mi sento al settimo cielo Harry! E’ stata una cosa meravigliosa!" esclamò raggiante.

"Sono felice per te! Dov’è la tua ragazza?" domandò notando l’assenza di Hermione.

"Si sta…ehm…vestendo…"

"Ah…okay…" rimasero in silenzio finché non la videro comparire. Indossava l’uniforme e si era fatta le trecce ai capelli. Quando vide l’amico sorrise.

"Ciao Harry!" disse. Ormai si era convinta che presto avrebbe dimenticato quella notte. Era molto decisa a cancellarla per sempre dai suoi ricordi.

"Ciao Hermione!" ricambiò il sorriso.

"Che fate qui immobili come due colonne?" domandò spostando lo sguardò dal moro al rosso.

"Aspettavamo te…" rispose Ron. I due si sorrisero in modo talmente intimo che Harry credette di essere di troppo.

"Grazie…allora?Andiamo a mangiare?Ho una fame!" esclamò lei. I ragazzi risero.

"Harry, mi sa che questa qui non ci lascia niente…meglio se la precediamo…" sussurrò Ron all’amico, sempre ridendo.

"Hai ragione Ron!" rideva anche lui.

"Oh fatela finita!" sbottò la ragazza, fingendosi arrabbiata. Si guardarono e risero.

"Però adesso andiamo davvero…"

"Okay!" Hermione prese la mano di Ron e il trio si incamminò verso il buco del ritratto. Per qualche strana ragione, Harry desiderò più che mai che ci fosse anche Ginny lì con loro.

***

Venerdì.Erano passate quasi due settimane da quel giorno, era tutto normale: il rapporto fra Ron e Hermione andava ancora meglio di prima da quella notte, da dei litigi di un’ora si era passati a discussioni di pochi minuti. Ginny passava ogni momento libero con Harry e anche la loro relazione procedeva bene. Qualcosa era cambiato, però, Harry e Hermione non riuscivano più a trovare tempo per parlarsi. Fra le lezioni, i compiti, e le rispettive storie amorose, si parlavano solo per lo stretto necessario. Harry stava male per questa situazione, da qualche giorno era nervoso e irrequieto. Ginny gli aveva detto che stava diventando intrattabile ed inavvicinabile, ed era vero. Si era chiuso in sé stesso, come un riccio, stava spesso da solo e se qualcuno osava disturbarlo si beccava una bella sfuriata. Certo, poteva parlare con Ginny, Ron, Neville e Luna, ma non era come parlare con Hermione. Nessuno di loro riusciva a capirlo quanto lei, non poteva certo mettersi a parlare con Ginny dei suoi problemi o di Voldemort, gli avrebbe detto che era noioso, con Ron nemmeno a pensarci, lo avrebbe ascoltato due minuti e poi gli avrebbe proposto una partita a scacchi, con Luna non era per niente in confidenza, e con Neville…beh…certo si erano conosciuti meglio negli ultimi anni e il ragazzo aveva dimostrato di essere degno di fiducia, ma… non era certo che l’avrebbe compreso fino in fondo. Insomma, nessuno batteva Hermione.

Quella mattina di fine settembre stava attraversando la Sala Comune, diretto verso l’uscita, era solo, Ron, Ginny e Hermione dovevano essere già scesi. Proprio a metà strada vide il buco del ritratto aprirsi e con sua grande sorpresa vide Hermione camminare spedita nella sua direzione con a tracolla la borsa dei libri. Anche lei sembrò sorpresa di trovarlo lì, appena lo vide si avvicinò.

"Ciao…"

"Ciao…" mormorarono entrambi. Avevano le facce di due persone che non si vedevano da secoli.

Si fissarono per un po’. Ad Harry sembrò che Hermione lo stesse scrutando per vedere se stesse bene.

"Come stai?" le domandò.

"Bene…e tu?"

"Bene anche io…" altro silenzio.

"Eh…Harry io dovrei andare…sono passata per prendere un libro…"

"Oh!Certo!Scusa…" si spostò.

"Grazie" e senza aggiungere altro imboccò la scalinata. Lui scosse la testa con rabbia e rassegnazione. Stava perdendo la sua migliore amica.

Fece per andarsene, ma, poco prima che il ritratto si spostasse…

"Harry!" l’interpellato riconobbe la voce della ragazza. Si bloccò e si voltò. Vide Hermione correre nella sua direzione, non aveva in mano nessun libro. Si fermò molto vicina a lui.

"V-vuoi venire un attimo con me?" ansimava per la corsa.

"D’accordo…ma dove…?"

"Vieni!" lo prese per un polso e lo trascinò su per le scala del dormitorio femminile.

Corsero per un lungo e largo corridoio dove vi erano porte di legno alle pareti e qualche quadro vivente sui muri, su un parete molto spaziosa vi era una sola porta, Hermione si stava dirigendo in direzione di essa. Si fermò di colpo e si mise a cercare la bacchetta nel mantello. Harry si guardò intorno da alcune porte uscivano delle ragazze, alcune lo guardavano e facevano delle risatine, altre erano stupite e altre ancora lo indicavano, si sentì molto imbarazzato dalla situazione. Finalmente Hermione trovò la bacchetta, la puntò sulla maniglia.

"Alohmora…"sussurrò. La porta si aprì. La ragazza entrò trascinandosi dietro Harry. Richiuse la porta, dopodiché cominciò a cercare qualcosa in mezzo ad una distesa di libri, pergamene e fogli sparsi su una scrivania.

"Siediti Harry, il mio letto non ha mai mangiato nessuno fino ad ora…" Harry si sedette.

E così quella era la stanza di Hermione? Si guardò attorno. Nella stanza c’erano solo un’armadio, una scrivania, un letto a baldacchino con ai lati due finestre. Accanto all’armadio c’era una piccola porta, Harry ipotozzò che conducesse al bagno, e nient’altro.

"Quella di Ginny è totalmente l’opposto…" pensò. Infatti, la ragazza, pur non essendo Caposcuola era riuscita ad ottenere una camera privata, la quale era piena di poster e decorazioni a non finire.

Harry guardò la schiena dell’amica ancora impegnata nella ricerca.

"Hermione?" lei smise di cercare ma non si voltò.

"Ho bisogno di parlare un po’ con te…" ammise lui. La ragazza annuì.

"Harry?" lo chiamò poco dopo.

"Sì?"

"Mi sei mancato…" lui sorrise. Hermione si voltò e corse ad abbracciarlo.

Harry la fece sedere sulle proprie ginocchia, come una bambina. Le accarezzò i capelli e le guance, lei rimaneva semplicemente abbracciata a lui e lo lasciava fare. Stava talmente bene insieme ad

Harry, si sentiva protetta e al sicuro, gli voleva molto bene e lo rispettava, la loro amicizia si era incredibilmente rafforzata dopo tutti quegli anni.

"Hermione?"

"Sì?"

"Non pensi che adesso dovremo andare?"

"Oh…giusto!" a lui dispiaceva averglielo detto ma non voleva che Hermione perdesse un pezzo di lezione, conoscendola ci sarebbe rimasta malissimo. La ragazza si alzò e corse a prendere il libro, poi uscirono e lei chiuse la porta. Corsero fino ad arrivare alla fine della scalinata principale, lì trovarono Ron e Ginny.

"Ma dove eravate finiti?" esclamò Ron mentre loro cercavano di riprendere fiato.

"Scusate, ho dimenticato un libro nel dormitorio, ho incontrato Harry e gli ho chiesto di venire ad aiutarmi a cercarlo…" in realtà ne avevano approfittato per parlare un po’.

"Non fa niente…però vi siete persi la colazione…"

"Oh cavolo!" esclamò Harry che aveva la pancia che brontolava.

"Sentite…andate a mangiare, dirò alla Professoressa McGranitt che vi siete svegliati tardi…"

"No…io vengo…non ha importanza" disse il moro.

"Anch’io…"

"D’accordo…andiamo!" i tre fecero per allontanarsi ma qualcuno bloccò Harry per un polso, facendolo voltare. Era Ginny.

"Aspetta un attimo…" sussurrò prima di cominciare a baciarlo. Ron e Hermione rimasero a guardare in silenzio. Poco dopo la rossa si staccò da Harry.

"Ecco, ora puoi andare…" sorrise e lui ricambiò per poi allontanarsi con gli amici.

***

Fortunatamente la McGranitt fu abbastanza comprensiva e non li rimproverò per molto.La lezione era cominciata da una ventina di minuti, quando erano arrivati però, la maggior parte dei posti erano già stati occupati e quindi avevano dovuto dividersi. Ron ed Harry erano vicini mentre Hermione era dalla parte opposta, accanto ad un ragazzo di Grifondoro che non conosceva, e prendeva appunti come al solito. La McGranitt spiegava come trasfigurare un gatto e forniva delle dimostrazioni.

Improvvisamente, a Hermione venne la nausea e cominciò a farle male la pancia.

Inizialmente cercò di ignorare questo malessere, pensando che fosse una cosa passeggera e che le sarebbe passato poco dopo. Ma più il tempo passava, più il senso di nausea aumentava così come i dolori di pancia, impedendole di concentrarsi. Dovette smettere persino di prendere appunti, respirò profondamente, cercando di calmarsi e ripetendosi che sarebbe passato in fretta, ma ciò non avveniva. Alla fine, dovette fare una cosa che non pensava avrebbe mai fatto in vita sua.

"Professoressa, mi scusi, posso andare in bagno?" domandò alzandosi. La McGranitt smise immediatamente di parlare e guardò Hermione, vide che era sbiancata in viso.

"Si sente bene Signorina Granger?" domandò preoccupata. Tutti gli studenti si voltarono a guardarla, a quel punto anche Harry e Ron notarono l’improvviso cambiamento di colore del viso di Hermione.

"Sì…ho solo bisogno di andare in bagno…" rispose, la nausea era talmente forte che credette di star male da un momento all’altro.

"Va bene" e riprese a spiegare. Hermione uscì cercando di andare più lenta possibile, non degnò di uno sguardò né Harry né Ron che la guardavano preoccupati, non era da Hermione uscire durante una lezione.

Appena si fu richiusa la porta dell’aula alle spalle cominciò a correre e non appena trovò un bagno vi si introdusse. Non c’era nessuno e poco dopo comprese anche il perché, era finita nel bagno di Mirtilla Malcontenta, fortunatamente quest’ultima non era presente. La ragazza si appoggiò ad uno dei lavandini e accese l’acqua, non riuscì ad evitare di pensare che, proprio a pochi centimetri da lei, secondo quanto le avevano raccontato Ginny e i due amici, si trovava l’entrata per la Camera dei Segreti. Fortunatamente lei non conosceva il serpentese e quindi non avrebbe mai potuto aprirla.

Chiuse gli occhi e respirò profondamente ma fu tutto inutile quel fortissimo senso di nausea la costrinse a vomitare per più di una volta. Ripulì il lavandino e si sciaquò la bocca, fu sollevata nello scoprire che la nausea si era un po’ attenuata ma in compenso le faceva ancora male la pancia.

Scoppiò a piangere e si diede della stupida perché non aveva senso, era sicuramente un’influenza. Rimase lì ancora qualche minuto poi tornò in classe dove si sforzò di prendere appunti.

La campanella che segnava la fine delle lezioni suonò e Hermione si ritrovò a pensare che non aveva mai desiderato tanto sentire quel suono come in quella mattina. Lei, Ron e Harry uscirono dall’aula di Pozioni, i due amici le domandarono se si sentisse bene dal momento che aveva sbagliato metà degli ingredienti da aggiungere per completare la pozione, lei non rispose e si diresse spedita verso l’ingresso del castello. Ginny era già là ad aspettarli.

"Bene, direi che è ora di pranzo…" disse quando il trio fu al completo.

"Andiamo a mangiare? Ho una fame!" esclamò Harry.

"A chi lo dici amico…" disse Ron massaggiandosi la pancia.

"Voi andate se volete…io non ho fame…" a quell’affermazione di Hermione i tre si girarono a guadarla.

"Ci vediamo dopo…" e senza badare alla loro incredulità salì le scale , nessuno dei tre la vide più per tutto il pomeriggio.

***

Il tramonto. Ginny Weasley bussò alla porta della stanza della sua migliore amica.

"Hermione? Posso entrare?" non ottenne risposta ed entrò comunque.

Vide la ragazza stesa sul letto con indosso un pigiama rosa con disegnate delle fragole rosse.

Aveva in mano la piuma e un rotolo di pergamena, stava tentando di studiare ma evidentemente non ci riusciva, il foglio era bagnato dalle sue lacrime, anche in quel momento stava piangendo.

Ginny molto sorpresa si avvicinò sedendolesi accanto.

"Hermione…cosa ti succede?" domandò preoccupatissima.

"Non lo so Ginny!Ho la nausea e dei fortissimi dolori di pancia!"

"Hai la febbre?"

"No" la rossa le mise una mano sulla fronte.

"Non ce l’hai…" constatò. Rimasero un minuto in silenzio, Hermione si asciugava gli occhi e Ginny rifletteva.

"Hermione, senti, lo so che sono cose personali ma…tu e mio fratello per caso nelle ultime settimane avete…ehm…approfondito la vostra relazione?"

"Perché vuoi saperlo?"

"Tu rispondi"

"Sì…"

"Quanto tempo fa?"

"Più o meno due settimane…" Ginny fece una smorfia.

"Sei in ritardo con le mestruazioni?"

"Sì…"

"Di quanto?"

"Una settimana…"

"Cosa ti senti?"

"Nausea, dolori di pancia e nient’altro…"

"Mmm…"

"Cosa c’è?"

"Credo di aver capito cosa ti sta succedendo…ma per essere maggiormente sicure è meglio andare da Madama Chips…" detto questo si avvicinò all’armadio e lo aprì, ne estrasse dei jeans blu e una maglietta a righe.

"Indossa questi, ti aspetto qui…" la bruna prese i vestiti che l’amica le porgeva e andò in bagno ad indossarli, pochi minuti dopo uscì.

"Bene, adesso andiamo…"

"D’accordo…ma Ginny…mi spieghi che mi succede? Perché io non so…"

"Lo scoprirai fra poco…" e detto questo la prese per mano e si diressero insieme in infermeria.

***

Madama Chips si dimostrò stranamente comprensiva, le pose le stesse domande di Ginny e lei, un po’ più imbarazzata, rispose.

"Bene. Ho capito tutto, stando a quanto lei mi ha detto e se non avete usato precauzioni è mio dovere comunicarle Signorina Granger che lei è incinta".

Continuò a ripetere quell’ultima parola nella sua mente per un minuto, proprio come quando uno di quei cd babbani si inceppava.

"I-incinta?" era talmente sorpresa che aveva sgranato gli occhi.

"Di due settimane, all’incirca"

"Ne è sicura?" domandò Ginny, vedendo che l’amica era sotto shock.

"Tutti i suoi sintomi fanno pensare ad una gravidanza…ma faremo un controllo…"

Madama Chips ci mise pochissimo ad analizzare un campione di urine di Hermione con la magia.

"Sì…non ci sono dubbi…è incinta" sentenziò alla fine.

"Professoressa…nel caso in cui…Hermione non volesse tenerlo…che opzioni ha?"

"Beh…c’è l’aborto…che però nel mondo magico non è possibile effettuare…le nostre leggi parlano chiaro, ognuno deve prendersi la responsabilità delle proprie azioni"

"Quindi, se lei volesse abortire dovrebbe andare nel mondo dei babbani?"

"Esattamente" la rossa guardò l’amica, che aveva ancora lo sguardo spaventato e fisso davanti a sé.

"Quanti anni ha?" domandò Madama Chips a Ginny, guardando Hermione compassionevole.

"Diciassette"

"Di chi è il piccolo?"

"Di mio fratello, Ronald Weasley…"

"Ah! Sì, mi ricordo di lui…devo confessare che non mi sembravano tanto innamorati…"

"Invece lo sono…"

"Beh…capita a tutti di sbagliare"

"Infatti"

"La riporti nel dormitorio e le dia questa…" le porse una pozione di colore giallastro contenuta in una bottiglietta di vetro.

"Le attenuerà i dolori di pancia e l’aiuterà a riposare…mi raccomando, tu e i tuoi amici, fate in modo che riposi e niente missioni pericolose o che potrebbero danneggiare in qualche modo lei o il bambino, fatele mangiare tutto quello che desidera, se volete conoscere il sesso del piccolo dovrete aspettare altre due settimane…poi sarò in grado di dirvelo. Avvertirò gli insegnanti che sicuramente lo diranno ai genitori, crede che la prenderanno bene?"

"Non ne ho idea, li conosco solo di vista…"

"Capisco, bene, ora andate! E mi raccomando!" tornò nel suo ufficio.

"Hermione? Tutto bene?"

"Sì…ero solo un po’ sorpresa…"

"Che farai?"

"Lo tengo naturalmente!"

"Ne sei certa?"

"Certissima"

"Bene…allora credo sia il caso di dirlo a Ron…Madama Chips ha detto…"

"Ho sentito…"

"Ah okay. Sei pronta per dirglielo?"

"Ti confesso che sono un po’ nervosa…non mi aspettavo certo questa notizia, però ne sono felice…è solo un po’ strano…"

"Non preoccuparti! Con il tempo ti ci abituerai! Adesso andiamo o Madama Chips ritorna e ci sbatte fuori!" risero entrambe e poi uscirono.

***

Harry e Ron stavano facendo una partita a scacchi nella Sala Comune.

"Non sei preoccupato per Hermione?" domandò il rosso all’amico.

"Certo, è strano il suo comportamento così come il fatto che sia uscita con Ginny senza una parola…"

"Secondo te è grave?"

"No, non credo…lo saprebbe già mezza Hogwarts se così fosse…"

"Hai ragione…"

Poco dopo entrarono le due ragazze e loro si alzarono.

"Hermione!" esclamarono in coro, preoccupati. Notarono che entrambe sorridevano.

"Ciao,futuro papà!" esclamò Ginny abbracciandolo.

"Che?! Ma cosa…?!"

"Tu sarai padre e io zia…Hermione aspetta un bambino!" sia il moro che il rosso spalancarono la bocca, sorpresissimi.

"Tu…tu sei…"

"…incinta?!" completò Harry. Hermione annuì sempre sorridendo.

Ron l’abbracciò e la strinse forte.

"Cavoli che notizia fantastica!!" esclamò con le lacrime agli occhi.

"Quando l’hai saputo?"

"Poco fa…" i due andarono avanti a parlare per qualche minuto poi, Hermione si volse verso Harry con un sorriso, lui ricambiò anche se in maniera leggermente forzata.

"Congratulazioni Hermione!" disse.

"Grazie" rispose abbracciandolo.

"E’ fantastico…davvero…"

"Già!"

Si fissarono per qualche istante, poi lei tornò a rivolgersi a tutti e tre.

"Da oggi, temo che dovrete cominciare a sopportare le mie voglie!"

"Oddio…non farmici pensare!" esclamò Ron. Si misero a ridere tutti.

"Adesso definiamo i dettagli!" disse Ginny prendendo Hermione per un braccio e obbligandola a sedersi sul divano, accanto a lei si sistemò Ron.

Harry li guardò chiacchierare allegramente fra di loro, tenendosi a distanza. Non sapeva perché ma una parte di lui desiderava che quel bambino fosse suo, era un pensiero stupido ma vederli lì a fare progetti sul futuro lo faceva sentire escluso, lui non faceva parte della famiglia che si stava creando.

Hermione sarebbe diventata madre, Ron padre, Ginny zia e lui…l’amico di famiglia. Ma gli amici dei genitori non hanno nessun ruolo a parte andare a trovare la famiglia quando capita o tenere in qualche rara occasione il bambino, sarebbe stato escluso e magari prima o poi avrebbero perso i contatti. Loro si trovavano un futuro bello e felice mentre lui non sapeva neppure se sarebbe soppravvissuto allo scontro finale con Voldemort. Era ingiusto ma era quello che comportava essere Il Prescelto…non aveva scelta e lo sapeva. Nessuno dei due può vivere se l’altro sopravvive, la profezia parlava chiaro, uno dei due doveva morire, quindi lui non poteva permettersi di fare molti progetti e sperare che tutti si sarebbero realizzati. In quel momento provava uno strano senso di invidia nei loro confronti, quante volte aveva desiderato essere come tutti gli altri? Non si contavano più. Li guardò un’ultima volta poi si allontanò salendo le scale che portavano al dormitorio maschile.

Note dell'autrice:

E anche il terzo capitolo è terminato!Spero vi piaccia!Confesso che mi è piaciuto molto scrivere la riflessione finale di Harry...non so perché...forse mi piace scrivere le riflessioni dei personaggi!^^

Risposte alle recensioni:

JosephineAntoniette: Grazie mille!Inserirò anche i suoi pensieri ma non so ancora quando...

hil: Grazie!Eh...lo so, ma Herm pensava di sistemare tutto facendo quello che ha fatto...come può stare ancora con Ron?Beh...quello che è successo con Harry l'ha confusa e l'ha portata a desiderare che tutto tornasse come prima di quella notte, e tutto ciò comprende anche ritornare con Ron.

Giorgia: Mi fa piacere che tu non lo pensi! Anch'io avrei fatto come ha fatto lei...sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!^^ Grazie della recensione!

Pandora91: Mmm...io non lo chiamerei esattamente "verificare", ritengo che sia molto diverso,sinceramente, Hermione anche nei libri della Rowling non mi ha mai dato l'impressione di una ragazza che fa una cosa e poi la rifà solo per verificare se c'è una differenza...comunque, grazie del consiglio!^^ Come vedi l'ho seguito e ti confesso che mi trovo meglio così!

lady86: Sono felice che tu l'abbia letta e sono contenta che ti piaccia!^__^ Non preoccuparti, alla fine si chiarirà tutto...promesso!Grazie mille della recensione!

chiara: Sono contenta che ti stia piacendo...purtroppo non posso dirti se sono o meno della tua stessa opinione sulla coppia perché se te lo dicessi, il finale diventerebbe quasi ovvio...ma alla fine lo scoprirai! Grazie anche a te della recensione!^^

E con questo io ho finito!Ci vediamo al prossimo capitolo!

Ringrazio anche chi ha solamente letto!

Bacioni!

Lady Giuly93

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Capitolo 4
*** Capitolo 4: Ritorno a Grimmauld Place ***


Capitolo 4: Ritorno a Grimmauld Place

Erano passati quasi tre mesi da quel giorno, la pancia di Hermione era cresciuta e cominciava a vedersi. Harry e Hermione stavano spesso insieme e parlavano, ma lui sentiva che si era rotto qualcosa fra loro, la metà del tempo che lei, prima di sapere di essere incinta, trascorreva con lui, ora lo passava con Ron o Ginny a comprare vestiti per il bambino o a fare progetti, il suo peggior timore si stava realizzando. Con Ron parlava pochissimo ormai, si vedevano poche volte e oltretutto in quel periodo erano sommersi dai compiti, Ginny ovviamente la incontrava, ma non parlavano più di tanto…si baciavano, soprattutto.

Dopo pochi giorni sarebbero cominciate le vacanze natalizie. Era un sabato mattina, Harry fu svegliato da un allegro chiacchierio, proveniente dalla Sala Comune. Si sedette sul letto ed inforcò gli occhiali per poi arrivare fino al balconcino che dava sulla sala, riconobbe subito Ron chiacchierare con un signore che indossava un gillet blu con sotto una camicia bianca e pantaloni beige, e Hermione che stava parlando con una donna alta, molto magra e con i capelli castani che indossava un completo azzurro e al collo una collana con una perla bianca, scorse Ginny seduta sul divano e la Signora Weasley seduta accanto a lei che parlava, Arthur invece stava attizzando con la bacchetta il fuoco nel camino. Si appoggiò alla ringhiera e sorrise guardandoli, Hermione si voltò e gli fece un gran sorriso.

"Harry! Da quanto sei lì?"

"Poco…"

"Harry!" esclamò Ron smettendo di parlare con quell’uomo, tutti di voltarono nella sua direzione.

"Scendi, voglio presentarti i miei genitori!" esclamò allegra Hermione. Lui scese le scale e si ritrovò nella Sala Comune con loro.

"Buongiorno!" disse poco dopo aver superato l’ultimo gradino, la ragazza lo prese per la manica del pigiama e lo portò di fronte ai due signori.

"Harry…loro sono mia madre e mio padre, Jane e Robert…" presentò Hermione con un sorriso, l’uomo gli strinse la mano, entusiasta.

"Tu devi essere Harry Potter! Hermione ci parla sempre molto di te…" la ragazza arrossì e fece un timido sorriso.

"Ciao Harry, è un piacere conoscerti…" disse la Signora Granger, Harry non poté fare a meno di notare che sorrideva esattamente come l’amica.

"Anche per me!" disse lui, stringendole la mano.

"Nostra figlia ci ha raccontato di tutte le vostre avventure, sei il suo idolo, non so come avrebbe fatto se tu non l’avessi aiutata in tutte quelle occasioni…!"

"Papà…" sibilò la figlia ancora più rossa. La moglie gli diede una gomitata.

"Oh…beh…il più delle volte è stata lei ad aiutare me…" disse lui, sorridendole.

"Bene, bene. Sei il ragazzo della sorella di Ron, giusto?"

"Oh…sì, Signor Granger…" rispose un po’ preso alla sprovvista.

"Tesoro, non vedi che l’hai messo in imbarazzo?" lo rimproverò la moglie.

"Non era mia intenzione, stavo solo facendo conversazione…"

"Scusate, venite qui un momento per favore!" esclamò Arthur. I Signori Granger e Ron raggiunsero il resto della famiglia di quest’ultimo. Harry bloccò Hermione per un braccio, lei si voltò a guardarlo, interrogativa.

"Vieni un momento, per favore…" si allontanarono dagli altri.

"Che c’è?" domandò lei.

"Hai detto ai tuoi del bambino?"

"Sì…"

"E…come l’hanno presa?"

"Beh, direi piuttosto bene, perché?"


"Perché da come li ho trovati non mi sembrano molto scossi dalla notizia…"

"Sono felici per me…cosa credevi? Che si sarebbero messi a piangere e mi avrebbero odiata?"

"No, ma non immaginavo di certo che si comportassero come se non ti fosse successo nulla…"

"Infatti non mi è successo nulla…" ribatté lei, irritata.

"Aspetti un bambino! Ti sembra un ‘nulla’ questo?"

"Ma si può sapere che ti prende?" sbottò.

"Potrei farti la stessa domanda! Forse tu non ti rendi conto di che cosa voglia dire prendersi cura di un bambino!"

"Oh oh…ha parlato l’esperto!"

"Smettila!"

"Ma smettila tu!"

Lui voltò il capo dall’altra parte, offeso.

"Senti Harry, non so cosa ti sia preso, ma sappi che decidendo di tenere questo bambino ho accettato anche le conseguenze, so esattamente cosa mi aspetta e non preoccuparti, me la caverò, come ho sempre fatto!" e detto questo raggiunse gli altri. Arthur e Robert fecero un discorso ciascuno ai futuri genitori. Durante il discorso di Arthur, Hermione continuò a guardarsi indietro, Harry era seduto sugli scalini di accesso al dormitorio maschile e teneva lo sguardo fisso a terra. Lei si alzò dal divano, nessuno ci fece molto caso, erano tutti impegnati ad ascoltare Arthur, si sedette sugli scalini accanto a lui.

"Harry…che c’è?" domandò dolcemente dopo un po’ di silenzio. Lui scosse la testa.

"Sento che c’è qualcosa che non va…"

"Sto bene" rispose.

"Ti prego, dimmi cos’hai…mi fai preoccupare…" nel dire questo, poggiò delicatamente una mano sulla sua e gliela accarezzò. Si guardarono intensamente per qualche minuto.

"Hermione? Vieni! Tuo padre dice che ci vuole scattare una foto!" la ragazza tolse subito la mano da quella di Harry ed entrambi balzarono in piedi.

"Ma…non si possono usare oggetti babbani qui a Hogwarts!" ribatté lei.

"Ha detto di aver ottenuto un permesso speciale dalla McGranitt…"

"Oh…va bene, arrivo!" lanciò un’ultima occhiata a Harry che le fece un cenno col capo come per dirle che andava bene così, poi uscì insieme ai Weasley e ai suoi genitori.

***

"Evviva! Siamo in vacanza! Niente più lezioni!"

"Ricordati che abbiamo i compiti da fare Ron…"

"Sì…ma per quelli c’è tempo! Sapete, io e la mia famiglia andremo in montagna, partiamo fra due giorni…voi cosa farete?"

"Io pensavo di tornare in Grimmauld Place…" rispose Harry.

"Davvero?"


"Sì…per me quel posto è come una seconda casa e poi, Sirius avrebbe voluto che ci abitassi…" disse tristemente.

"Hermione, tu vieni con noi?" domandò il rosso.

"Beh…veramente i miei avevano in programma di fare un viaggio in Ungheria, vogliono partire fra due giorni…"

"Oh…capisco, peccato…quando parti Harry?"

"Ancora non lo so, ma visto che tu e Hermione partirete fra due giorni, credo che me ne andrò anch’io…"

"Mi è venuta un’idea! Dato che staremo in montagna una sola settimana poi potremo andare tutti a Grimmauld Place e trascorrere il resto delle vacanze là…"

"E’ una buona idea…" commentò Harry.

"Sono d’accordo…" aggiunse Hermione.

"Perfetto, spedisco una lettera a mamma per dirglielo, a dopo!" e si allontanò. Harry e Hermione si fermarono e si appoggiarono al parapetto del ponte (NdA: quello che si vede nel quarto film) la ragazza sospirò e abbassò lo sguardo.

"Non hai voglia di andare con i tuoi…ho indovinato?"

"Già…sai, ho fatto delle ricerche e in Ungheria non risulta esserci un passato magico interessante…e dato che a me piace viaggiare per scoprire più cose sul mondo della magia, credo che mi annoierò...non ho nemmeno voglia di andare in montagna, i miei mi ci trascinano ogni anno e non ne posso più…lo sci non fa per me e poi con il bambino non voglio correre rischi…" disse accarezzandosi la pancia.

"Potresti venire con me…"

"Dove?"

"A Grimmauld Place!" esclamò Harry.

"Beh…sarebbe un’idea…" disse Hermione pensosa.

"Almeno non passereste il Natale soli…" disse riferendosi anche al piccolo.

"Sì…hai ragione! Credo che lo dirò ai miei…" si sorrisero.

"Grazie dell’invito Harry…" sussurrò Hermione.

"Ma figurati!"

"Comunque, hai saputo se è maschio o femmina?" le domandò.

"No…non voglio saperlo…"

"Ah…vuoi mantenere l’effetto sorpresa…"

"Già…" qualche minuto dopo ritronò Ron.

"Fatto! Ho usato Leo…"

"Perfetto…senti Ron, io ho deciso di non andare con i miei…vado direttamente a Grimmauld Place con Harry…quindi ci vedremo là…"

"Va bene…ma come mai?"

"L’Ungheria non mi ispira…"

"Ah…okay!"

"Vado a spedire anch’io una lettera…mi potresti prestare Edvige, Harry?"

"Certo!" si allontanò a sua volta. I due ragazzi rimasero soli.

"E’ fantastico!" disse Ron dopo un po’ di silenzio.

"Cosa?"

"Il fatto che Hermione aspetti un bambino da me…"

"Oh…sì…" sorrise Harry.

"Dici che dovrei chiederle di sposarmi?"

"Non corri un po’ troppo, Ron?"

"Beh…ci ho pensato molto ultimamente…Hermione aspetta un bambino e siamo innamorati da molti anni perciò pensavo che magari…"

"Avete diciassette anni Ron!" gli ricordò Harry, seccato da quella discussione.

"E allora? Anche i tuoi genitori avevano diciassette anni quando decisero di sposarsi!" sbottò Ron. Si beccò un’occhiataccia dall’amico.

"Scusa Harry, non intendevo…"

"Lascia perdere!" esclamò infuriato, allontanandosi.

"Che cos’ è successo? Dov’è Harry?" domandò Hermione arrivando alcuni minuti dopo.

"E’ andato via…"

"Cos’è successo Ron?!" insistette.

"Ho nominato i suoi genitori e lui si è arrabbiato…"

"Ma sei proprio un insensibile!"

"Perché?"

"Ma non ci arrivi? Fra poco sarà Natale, e quel giorno speciale si solito la gente lo passa con i parenti, no? E se ben ricordi Harry non ha più nessuno, tranne i Drusley che lo trattano come se fosse un cane e non un essere umano!" esclamò. Ron abbassò lo sguardo.

"E’ vero…non ci avevo pensato…"

"Come al solito!"

E detto questo si allontanò a sua volta, arrabbiata.

"Ma perché io non ne combino mai una giusta?!"

***

Il giorno della partenza, Harry si alzò di buon umore, Ron si era scusato e i genitori di Hermione avevano acconsentito alla sua richiesta di andare a Grimmauld Place. Si vestì e prese il baule che aveva preparato la sera precedente, poi scese. La Sala Comune era piena di studenti tutti che indossavano la divisa dei Grifondoro.

"Ciao Harry! Buone vacanze!" gli augurò Neville.

"Grazie Neville, altrettanto!"

"Buone vacanze Harry!" gli augurarono le sorelle Patil.

"Grazie anche a voi!"

Scambiò gli auguri anche con i fratelli Canon, Seamus e Dean, poi raggiunse i suoi amici, notò che i Weasley erano già arrivati.

"Finalmente sei arrivato! Volevamo salutarti! Partiamo fra poco!"

"Ciao Harry!" salutarono i gemelli.

"Oh, ciao Fred, ciao George! Come va il negozio?"

"Alla grande! Gudagnamo un sacco!"

"Mi fa piacere!" sorrise.

"Harry…" era Ginny, aveva gli occhi lucidi, lo abbracciò.

"Ci vediamo fra una settimana!" e cominciò a baciarlo, Harry era in imbarazzo dal momento che era presente tutta la sua famiglia ma rispose comunque.

"O-okay!" disse quando lei si staccò.

"Beh…amico, ci vediamo! E proteggi Herm e il bambino!"

"Non preoccuparti…lo farò!" gli diede una pacca sulla spalla, si sorrisero.

"Ciao Harry caro!" lo salutò la Signora Weasley stringendolo in un soffocante abbraccio.

"Buone vacanze Signora Weasley!" riuscì a dire Harry. Infine strinse la mano al Signor Weasley.

Hermione arrivò poco dopo e salutò tutti.

"Allora, ci vediamo la settimana prossima! Ciao!" tutta la famiglia si allontanò, prima di oltrepassare il ritratto Ron li salutò nuovamente e loro ricambiarono.

Quando furono usciti, Harry si voltò verso Hermione.

"Allora, andiamo anche noi?"

"Certo…il mio bambino non vede l’ora di arrivare…" sorrise lei.

"Beh…di a baby Weasley di non aspettarsi una reggia…temo che sarà un po’ impolverata!" risero entrambi mentre uscivano dal buco del ritratto.

Il viaggio in treno durò due ore, durante le quali i due amici parlarono del più e del meno. Finalmente arrivarono in stazione e presero un Taxi babbano per arrivare nella zona dove si trovava la casa.

"Grazie! Arrivederci!" disse Harry pagando il taxista. Quando quest’ultimo se ne fu andato i due ragazzi si trovarono in strada.

"Bene andiamo dove in teoria ci dovrebbe essere il numero dodici…"

Si posizionarono fra l’undici e il tredici e poco dopo videro comparire la casa.

"Perfetto!"

"Entriamo!" aprirono la porta e non appena si trovarono all’interno cominciarono a tossire, c’era tantissima polvere.

"Gratta e netta!" urlò Hermione estraendo la bacchetta, la polvere sparì.

"Grande!" disse Harry. Tutto era rimasto come l’avevano lasciato solo che quello non era più il Quartier Generale dell’Ordine della Fenice.

"Le stanze dovrebbero essere ancora come due anni fa…"

"Andiamo a posare i bagagli allora!" e così fecero per poi incontrarsi nuovamente all’ingresso.

"Hai fame?" le domandò Harry.

"Un pò…da quando sono incinta mangio il doppio!" ironizzò lei facendolo ridere.

"Allora preparo qualcosa…"

"Sai cucinare?" domandò, sorpresa.

"Sì…quando stavo dai Drusley mi obbligavano a cucinare per loro, quindi…"

"Oh, Harry!" gli occhi di Hermione si fecero lucidi e lo abbracciò.

"Dev’essere stato terribile per te passare dei mesi insieme a quelle persone…"

"Lo è stato…ma adesso non tornerò mai più!" affermò con convinzione. Lei interruppe l’abbraccio e sorrise.

"Cosa volete per pranzo?"

"Mah…non lo so…qualsiasi cosa ci va bene!"

"Perfetto!"

"E’ carino…"

"Cosa?"

"Come parli al plurale…"

"Beh…non siete in due forse?"

"Già…" sorrise lei.

"Ron non lo fa mai…" aggiunse diventando triste.

"Come? Mi è sembrato molto preso dal bambino…" ammise stupito.

"Sì…lo è…però…ho come l’impressione che più di tanto non gli interessi…"

"Come può non interessargli? E’ suo figlio!"

"Già…non lo so! Da un po’ di tempo è strano…"

"In che senso?"

"E’…distante…è sempre pensieroso…"

"Sarà preoccupato per te o per il bambino, di questi tempi, forse teme che possa accadervi qualcosa…"

"Ne dubito…" mormorò per poi abbassare lo sguardo.

"Eh?"

"Niente, niente…"

"Qualcosa non va, Herm?" domandò scrutandola.

"No, no…tutto a posto!" alzò il viso e sorrise, ma Harry non era convinto.

"Stai mentendo…prima hai detto ‘ne dubito’ per quale motivo?"

"Beh…perché ci sei tu con noi…" lei arrossì, Harry si tranquillizzò e ricambiò il sorriso.

"Vado in cucina…" disse dopo un po’.

"Benissimo io e il piccolo o la piccola andiamo in salotto a rilassarci!"

E così fecero.

***

Erano le nove di sera.Harry e Hermione avevano terminato di mangiare da poco, lei lo aveva aiutato a lavare i piatti nonostante avesse rifiutato parecchie volte.

"Che facciamo?" domandò Harry mentre si asciugava le mani con una salvietta.

"Non ne ho idea…" rispose Hermione che stava bevendo una cioccolata calda.

"Guardiamo un film?"

"Un film? E’ da molto che non ne vedo uno…" disse lei interessata.

"Okay, di che genere?"

"Romantico no…"

"Perché?"

"Sono troppo emotiva in questo periodo…"

"Guarda che se piangi non succede niente…"

"Non ho voglia di piangere"

"Capito…allora…horror?"

"Horror?!"

"Sì…"

"Oh beh…con tutti gli orrori che ho visto in questi anni non dovrebbe spaventarmi troppo…va bene!"

Si recarono in salotto dove, con un incantesimo, Harry fece apparire un cesto pieno di videocassette.

Hermione ne scelse una e misero nel videoregistratore facendolo partire.

Erano passate due ore, fino a quel momento, la ragazza aveva saputo limitarsi a chiudere gli occhi o a gridare, lui invece, la guardava e sorrideva, per nulla spaventato.

"Come fai ad essere così calmo?! Le hanno appena tagliato la gola!" aveva esclamato con le lacrime agli occhi ad un certo punto. Non gli aveva dato il tempo di rispondere perché un'altra donna era stata uccisa con una coltellata al cuore e l’assassino aveva lanciato un grido terrificante facendo in modo che Hermione sobbalzasse e lo abbracciasse. Stava tremando. Lui spense subito il televisore.

"Ehi, Hermione, calmati…" le diceva accarezzandole i capelli.

"L-lo ammetto…questo genere di film non fa per me!" sussurrò mentre due lacrime le rigavano il volto.

"Direi di terminare il film qui…tutta questa agitazione potrebbe nuocere al piccolo…" sorrise asciugandole le lacrime.

"H-hai ragione…che ore sono?" domandò alzandosi.

"Quasi le undici e dieci…"

"Sono stravolta…"

"A chi lo dici…" sbadigliò lui.

"Allora forse è meglio andare a dormire…"

"Sono pienamente d’accordo!" si alzò a sua volta.

Salirono le scale fianco a fianco, Harry spense le candele con la bacchetta man mano che passavano, giunsero davanti alla porta della stanza delle ragazze.

"Buonanotte Harry!" sorrise Hermione.

"Buonanotte Hermione e…futuro o futura Weasley!" si sorrisero di nuovo poi andarono ognuno nelle rispettive stanze.

***

L’ennesimo tuono, seguito da un lampo, fece sobbalzare Hermione che da qualche ora si agitava nel proprio letto, senza riuscire a riprendere sonno. Aveva sempre avuto paura dei temporali, fin da quando era in fasce. Jane le aveva raccontato che, quando aveva sei mesi di vita, era scoppiato un violentissimo temporale durante la notte e lei continuava a piangere, non smise nemmeno quando il temporale cessò, tanto che i suoi genitori dovettero portarla da un pediatra in modo che potesse prescriverle qualcosa per farla dormire.

Si rigirò ancora per una decina di minuti, poi, con uno lungo sospiro, si mise a sedere sul bordo del letto e infilò le pantofole dopodiché si alzò e andò alla finestra, scostò le tende: il cielo era pieno di nuvole girgie e minacciose, un altro tuono la fece arretrare, spaventata si mise una mano sul cuore che batteva all’impazzata. Si accarezzò la pancia, non voleva che il suo bambino si agitasse per una sua stupida paura. Con decisione uscì dalla stanza e si diresse verso quella dell’amico.

Entrò molto lentamente e lo vide, dormiva e sembrava non essersi minimamente accorto del temporale, si avvicinò e si sedette sul bordo del letto.

"Harry!" sussurrò. Lui si mosse ma non si svegliò.

"Harry!!" insistette. Il moro aprì un occhio.

"…mione…che succede?" biascicò con la voce impastata dal sonno.

"Harry…ho paura…"

"Di cosa?" domandò strofinandosi gli occhi.

"Non hai sentito che c’è il temporale?"

"No…è di quello che hai paura?" lei annuì timidamente, lui sorrise e l’abbracciò.

"Posso stare qui con te?"

"Certo, vieni…" si spostò un po’ da un lato, facendole posto, lei si infilò sotto le coperte.

"Grazie…" mormorò.

"Di niente!" sorrise e poi la abbracciò.

La ragazza chiuse gli occhi.

"Adesso cerca di dormire…" le sussurrò Harry, lei annuì.

Si sentiva così bene in quel momento, protetta, al sicuro, la paura era svanita, si rilassò e poco dopo si addormentò.

***

La settimana era trascorsa velocemente, anche troppo. Quel pomeriggio sarebbero arrivati i Weasley.

Harry e Hermione avevano passato la settimana facendo passeggiate, sistemando la casa, studiando e dando la caccia agli ultimi Doxy presenti.

Erano le nove del mattino, i due erano comodamente seduti sul divano del salotto, indecisi su come trascorrere la giornata fino all’arrivo dei Weasley.

"Che facciamo?"

"Non lo so…"

"Hai fame?"

"Abbiamo appena fatto colazione…"

"Già, vuoi guardare la televisione?"

"Non mi va molto…"

"Neanche a me, i compiti li abbiamo finiti…cos’altro possiamo fare? Giochiamo a scacchi?"

"Questa settimana mi hai nauseata con quel gioco…"

"E pensa che sono ossessionato la metà rispetto a Ron…" sorrise lui.

"Lo so"

"Allora…Quidditch?"

"Mi vuoi far vomitare a tutti i costi?" scherzò lei.

"Hai ragione, scusa…" rimasero a riflettere un altro po’. Hermione dietro la schiena aveva un cuscino e le venne un idea folle: lo prese e diede una cuscinata a Harry.Il ragazzo rimase un pò perplesso dall'iniziativa, ma poi restituì la cuscinata alla ragazza. Continuarono così per parecchio tempo, ridevano come matti.

"Ora basta Hermione! Adesso ti faccio vedere io!" esclamò ridendo Harry. Iniziarono a rincorrersi per tutta la casa, dopo mezz'ora, Hermione crollò sul divano, esausta, anche Harry si sedette accanto a lei, aveva il fiatone.

"Sei stanca?"

"E' che da quando sono la mia resistenza fisica è diminuita..."

"E' comprensibile, dal momento che devi muoverti per due..." si sorrisero.

"Ah...e comunque..." la bloccò per i polsi e la guardò con aria di sfida:"Presa!"

"Ah davvero? E tu credi di averla vinta tanto facilmente?" fece un sorrisino.

"E cosa vorresti fare?"

Proprio in quel momento suono il campanello.

"Questi devono essere Ron e Ginny..." commentò Harry, era dispiaciuto che la loro mattinata fosse già finita.

"Già..." si alzò.

"Allora, ricomponiamoci e ritorniamo seri..." così fece e lui la imitò:"Andiamo..." disse poi.

Si diressero all'ingresso, Harry aprì la porta e si trovò davanti una Ginny e un Ron entrambi con un sorriso solare. Prima che potesse dire qualunque cosa, la rossa lo abbracciò con una tale energia da fargli mancare il respiro.

"Harry! Harry! Mi sei mancato tanto Amore!" lui sorrise e le diede delle piccole pacche sulla schiena.

"Beh? Non si dà il bacio di benvenuto alla tua ragazza?" disse, offesa, staccandosi un pò da lui.

"Oh...certo..." le si avvicinò e le diede un veloce bacio sulla bocca.

"E questo cosa sarebbe?" domandò. Sembrava arrabbiata.

"Un bacio..." rispose lui, guardò verso Ron e Hermione, il ragazzo si guardava attorno mentre la ragazza sembrava trattenere a stento le risate.

"No, caro, quella era la metà della metà di un bacio..."

"Eh dai Ginny!" si lamentò alzando gli occhi al cielo.

"Oh, va bene, d'accordo, se non vuoi più baciare la tua ragazza basta dirlo..." e dopo aver detto questo si diresse con passo fiero in cucina.

"Io vado a sistemare la mia roba!" urlò Ron che si trovava già a metà scala.

"Okay!" Hermione si avvicinò al moro, teneva una mano sulla bocca e si vedeva benissimo che tratteneva le risate. Lui incrociò le braccia.

"Avanti, ridi..." le intimò. Lei non si trattenne più e si fece un grande risata.

"Mi spieghi che c'è di tanto divertente?"

"Ma Harry! L'hai baciata come fa un bambino dell'asilo con la sua fidanzatina!" non riusciva a smettere di ridere.

"Beh...mi imbarazzava perché c'eravate tu e Ron..."

"Potevi dirci di allontanarci..."


"Temevo vi sareste offesi..."

"Sbagliavi..."

"Okay, adesso la smetti di ridere?"

"Ci provo..." tenetò di tornare seria ma ogni tanto una risatina le scappava.

***

Pranzarono presto, Ginny cucinò, aiutata da Hermione e Harry, mentre Ron apparecchiava con la bacchetta. Mangiarono bene e nel pomeriggio Hermione, dal momento che il suo ragazzo era indietro con i compiti, si offrì di aiutarlo e verso le quattordici i due sparirono in camera di lei.

"Adesso posso baciarti come si deve..." Harry aveva decisò di scusarsi, così non appena la porta della camera di Hermione si era richiusa, cominciò a baciarla come si doveva.

"Lo sai? Sei notevolmente migliorato nel bacio, rispetto all'anno scorso..."

"Dici?"

"Sì, l'anno scorso mi sembravi più insicuro, pareva quasi avessi paura di baciare, quest'anno invece sei tutto il contrario..."

"Wow! Grazie del complimento!" sorrise lui.

"Prego...anche tu sei indietro con i compiti?"

"Ehm...veramente io e Hermione li abbiamo terminati ieri..."

"Perfetto, ti va di darmi una mano? Mi manca ancora il tema di Trasfigurazione, quello di Incantesimi e la ricerca di Difesa Contro le Arti Oscure..."

"D'accordo..." salirono in camera di lui, appena entrata Ginny si sdraiò a pancia in giù sul letto e prese i libri, Harry le si mise accanto.

"Su quale argomento devi svolgere la ricerca?"


"Oh...Piton aveva detto di scegliere un incantesimo e di analizzarlo, descrivendone gli effetti, il colore..."

"Ho capito...senti, io non me la cavo male in quella materia...che ne dici di iniziare con la ricerca?"

"Va bene"

"Allora, che incantesimo vorresti fare?"

***

"Ron! Concentrati! Non è difficile!"

Ron e Hermione, nell'altra stanza erano sistemati più o meno come Harry e Ginny. La ragazza stava tentando di spiegare a Ron come si trasfigurava un coniglio, ma lui continuava a distrarsi, facendole perdere la pazienza.

"La fai facile tu che ci riesci già!" esclamò lui.

"Ma potresti riuscirci anche tu se prestassi più attenzione!"

"Senti, io non sono un genio!"

"Qui non si tratta di essere un genio o meno! La verità e che a te non importa niente di imparare questo incantesimo!"

"Infatti, ma dal momento che devo per forza, tu me lo devi insegnare!"

"Ma come faccio a insegnartelo se non mi ascolti?!"

"Io ti ascolto!" ribatté infuriato.

"E nello stesso tieni la testa girata dalla parte opposta!" rimasero un minuto in silenzio, entrambi furiosi.

"Sai, questa gravidanza non è stata esattamente un toccasana per te...sei ancora più irritante!" lo disse con cattiveria e Hermione non ce la fece più, uscì dalla stanza sbattendo la porta e corse di sotto piangendo, uscì in giardino.

Harry aveva sentito la porta dell'altra stanza sbattere e sia lui che Ginny erano usciti per vedere cos'era successo, erano entrati in camera di Hermione ed avevano trovato Ron che stava leggendo il libro di trasfigurazione.

"Cos'è successo ancora?" domandò la rossa con sguardo irritato.

"E soprattutto, dov'è Hermione?" Harry si guardò intorno.

"E' uscita, abbiamo litigato..."

"Ancora?!" esclamarono i due.

Il rosso annuì.

"Per quale motivo?" si sedette sul letto.

"Stavamo studiando ma io non stavo attento, così mi ha rimproverato e io le ho detto..." si fermò e chinò il capo.

"Cosa? Cosa le hai detto Ron?" Harry stava cominciando ad arrabbiarsi.

"Che forse la gravidanza non le ha fatto così bene perché è diventata più irritante..." a quel punto Ginny gli diede uno sberla sulla nuca.

"Ehi!" urlò lui.

"Te lo sei meritato! Come si fa ad essere così insensibili?!" sbottò lei. Lui non rispose.

Harry non disse nulla, cercava di mantenere la calma, altrimenti lo avrebbe preso a pugni.

"Io vado a cercarla...tu occupati di lui per favore..." disse per poi uscire.

"Mi sento un verme!"

"Ne hai tutte le ragioni!"

"Ma tu sei mia sorella! Dovresti sostenermi!"

"Sostenerti? E per quale ragione? Per aver offeso la mia migliore amica? Non mi sembra molto logico..."

"Non capisco perché se la sia presa tanto...era solo un commento!"

"Ron ma cresci un pò! E' il tuo bambino che porta in grembo! E tu cosa le dici? Che la gravidanza le ha fatto male?! Un bel complimento davvero! Dev'essersi sentita molto amata in quel momento!"

"Non so che farci, sono fatto così!"

"Allora ti consiglio di cambiare caro mio, perché la pazienza si esaurisce e se mi permetti, Hermione è una santa a sopportarti!" detto ciò uscì anche lei.

***

Harry la cercò per tutta la casa, poi decise di andare in giardino, la trovò, appoggiata alla staccionata dietro la casa, piangeva. Si avvicinò lentamente e vi si appoggiò a sua volta.

"Oh...c-ciao Harry..." farfugliò cercando di nascondere le lacrime.

"Ciao..." rispose guardando davanti a sé per non metterla in imbarazzo.

"C-che succede?"

"Niente...sei sparita così sono venuto a cercarti..."

Silenzio.

Harry non sapeva che dire, tutto sembrava essere superficiale e stupido.

"Mi dispiace per quello che è successo con Ron..." la ragazza fece uno sbuffo e sorrise tristemente.

"Non preoccuparti Harry, tanto ormai queste scenate sono all'ordine del giorno..."

"Ti avevo fatto questa domanda molto tempo fa e te la ripeto ora: se non stai bene con lui perché non lo lasci?"

"Porto suo figlio in grembo..." rispose.

"Non è una buona ragione, è vero, un figlio a bisogno di un padre e di una madre, ma lui o lei potrà frequentare Ron anche se non starete insieme..."

"Non è così semplice Harry. Lo so, tutti lo pensate ma nessuno lo dice: a Ron non importa niente del bambino, forse e vero, forse no, non te lo so dire. Sai com'è fatto Ron, non ci dà molto peso perché deve ancora maturare. Mi domando se sia troppo presto per..." e si accarezzò la pancia:"...questo"

"Hermione..." lei lo interruppe scuotendo la testa.

"Non ho intenzione di abortire Harry, proprio nessuna. Ma devi capire che ho solo diciassette anni, lo so che nel mondo magico si è già maggiorenni, ma sono ancora una adolescente, non so se ce la farò...crescere un bambino è una grossa responsabilità, bisogna insegnargli tutto, coccolarlo, nutrirlo, cambiarlo e se Ron non mi aiuta...non so come farò...è vero ci sono i miei, ma non voglio dipendere in eterno da loro..."

"Ti aiuterò io..." affermò Harry.

"Cosa?"

"Se avrai bisogno ti darò una mano..."

"Davvero?"

"Sì. Se hai bisogno, per qualunque cosa, vieni da me, farò di tutto per aiutare te e il piccolo..."

"Oh...Harry...io..." scoppiò di nuovo a piangere.

"Hey...hey...adesso cosa c'è da piangere?" lo abbracciò.

"Grazie! Sei il migliore amico che si possa trovare! Cerchi sempre di aiutare tutti!"

"Sì, lo so, lo so...ho la mania di fare l'eroe..." le si staccò e scosse la testa, asciugandosi gli occhi arrossati.

"No invece, ora l'ho capito, non cerchi di fare l'eroe ma di aiutare la gente...sei una persona da ammirare Harry!" sorrise.

"Oh, ma dai! Non esagerare..." arrossì.

"Non esagero affatto, sei un ragazzo magnifico, hai un grande cuore...grazie Harry!"

"Non ho fatto niente..."

"No, con le tue parole mi hai tirata su di morale, posso farcela, ne sono convinta!" anche lui sorrise.

"Sono felice di sentirtelo dire, adesso però, che ne dici se preparo una cioccolata calda?"

"Hai appena fatto la felicità del mio bambino, se mi avresti proposto un caffé, dal momento che non sopporto più neanche l'odore, saresti finito nella mia lista nera..." risero entrambi.

"Oh, no, no, non ci tengo proprio..." e continuando a ridere rientrarono in casa.

***

Harry le preparò la cioccolata, Ron e Ginny scesero poco dopo, il rosso si scusò con Hermione che lo perdonò un’altra volta.

Era sera, Ron e Harry stavano facendo la terza partita a scacchi, Ginny finiva il tema di Trasfigurazione, aiutata da Hermione.

"Molto bene…abbiamo finito. Ragazzi, io sono stanchissima, vado a dormire!" annunciò.

"Vengo anch’io…" la ragazza si voltò e guardò male il suo ragazzo.

"Sempre se non è un problema…"

"Nessuno problema, solo che non ero stata informata di questa cosa…"

"Oh…scusa…"

"Non importa Ron, andiamo, buonanotte!"

"Buonanotte!" risposero in coro gli altri due.

Li videro sparire su per le scale.

"Andiamo anche noi, Harry?" domandò Ginny dopo un po’.

"D’accordo…" si alzarono e salirono le scale a loro volta. Lui aveva la strana sensazione che la sua ragazza, a differenza dell’amico, avesse in mente qualcosa.

Arrivarono davanti alla porta della camera di lui, entrarono.

"Sai Harry…" cominciò lei poco dopo avvicinandosi lentamente:"Mi sei mancato tanto…" lo baciò, era uno dei suoi soliti baci appassionati, non era una novità per Harry, quindi rispose al bacio. Rimasero così parecchio, all’improvviso però, Ginny stravolse la situazione ed Harry si ritrovò sdraiato sul letto sotto di lei, intuendo ciò che la ragazza voleva fare, si mise a sedere di scatto, interrompendo il bacio e costringendola a spostarsi accanto a lui per non cadere.

La guardò: sembrava piuttosto confusa e incredula.

"Che stai facendo!?" le domandò, arrabbiato.

"Credevo fosse chiaro…"

"Ginny! Hai soltanto sedici anni!"

"E allora?"

Harry scosse la testa, non credeva alle sue orecchie.

"Sei…sei…troppo piccola!" anche lei si stava arrabbiando.

"Piccola?" domandò.

"Sì. Insomma, Ginny, questa non è una cosa che si fa per divertimento, può avere delle conseguenze!"

"Beh…a differenza di qualcuno io sto attenta a queste cose…" quella fu la goccia che fece traboccare il vaso.

"Stai insinuando che Hermione è un irresponsabile!?" domandò, urlando.

"Dico solo che avrebbe potuto evitare di rimanere incinta!"

"Dimentichi che è coinvolto anche tuo fratello! Anche lui avrebbe potuto evitarlo!"

"Conosci Ron! Non avrebbe mai pensato di prendere precauzioni! Hermione invece poteva arrivarci!"

Harry aprì la bocca per ribattere ma disse soltanto:"A volte mi ricordi proprio tuo fratello…" per poi uscire dalla stanza, sbattendo la porta.

Corse al piano inferiore deciso a calmarsi, si diresse in cucina. Si fermò sullo accanto allo stipite della porta e ciò che vide all’interno della stanza lo fece sorridere.

"Pastasciutta a quest’ora?"

"Il bambino ha fame…" lui si avvicinò, sempre sorridendo, all’amica che stava mangiando seduta al tavolo.

"Ne è avanzata un po’?"

"Sì, perché?"

"Perché ti faccio compagnia"

"Grazie"

Prese un piatto dalla credenza e una volta arrivato al fornello, aprì la pentola e vi mise una cucchiaiata di pasta, dopodiché si sitemò di fronte a lei.

"E’ successo qualcosa, Harry?"

"Cosa te lo fa pensare?"

"Il fatto che stai mangiando un piatto di pasta a mezzanotte invece di essere a dormire, inoltre non mi risulta che aspetti un bambino…"

Lui volse lo sguardo altrove, posando la forchetta.

"Io e Ginny abbiamo litigato…"

"Oh, allora è il giorno dei litigi…" lo disse senza alcuna ironia:"Per quale motivo?"

"Ecco…lei voleva…fare l’amore con me…" a quel punto a Hermione andò di traverso la pasta e fu costretta a bere dell’acqua.

"Ma ha soltanto sedici anni!" esclamò per poi tossire nuovamente.

"Gliel’ho detto anch’io…ti senti bene?" domandò, dal momento che l’amica non cessava di tossire.

"Sì, sì…è perché mi ha sorpresa questa cosa…"

"Ha sorpreso anche me…insomma, non credo che lei sia abbastanza matura per quel genere di cose e non voglio nemmeno che la prenda poco seriamente, non sarebbe giusto…"

"Hai ragione…" finalmente aveva smesso di tossire.

"Ron non ci ha provato?" lei scosse la testa.

"E’ crollato come ha toccato il letto, ma anche se ci avesse provato l’avrei sistemato per benino…" risero.

Finirono di mangiare e misero i piatti nel lavabo.

"Bene, e dopo lo spuntino me ne vado a letto!"

"Io credo che dormirò sul divano, non mi va di affrontare Ginny a quest’ora, sono stanco morto…"

"Sei sicuro? Non è molto comodo…"

"Non preoccuparti, andrà benissimo!"

"Se ne sei convinto…allora, buonanotte Harry!"

"Buonanotte Hermione!" e mentre lei saliva le scale lui andava alla ricerca di una coperta e un cuscino.

***

In men che non si dica si ritrovarono nuovamente ad Hogwarts. Quel giorno sarebbero iniziate le lezioni, era un lunedì, Harry e Ron avevano faticato ad alzarsi, come al solito. Scesero in Sala Comune ma non trovarono le rispettive ragazze ad attenderli.

"Saranno già in Sala Grande…" ipotizzò il rosso.

Così, oltrepassarono il ritratto della Signora Grassa che si era cimentata in uno dei suoi assurdi canti già a quell’ora, e si avviarono verso la Sala Grande. Lungo un corridoio, videro scendere da una scala Hermione: aveva a tracolla la borsa dei libri ed indossava la divisa, i capelli erano sciolti e alcune ciocche le ricadevano sulle spalle, sembrava aver fretta e non fece caso a loro.

"Hermione!" i due ragazzi richiamarono la sua attenzione e correndo le si avvicinarono.

"Oh, ciao ragazzi! Non vi avevo visto!"

"Sei andata in infermeria? E’ successo qualcosa al bambino?" domandò allarmato Harry.

"Sì, già che c’ero ho fatto un salto, ma non preoccuparti Harry, lui o lei, sta meglio di me…" il ragazzo sospirò sollevato, Hermione sorrise.

"Hai detto ‘già che c’ero’?" domandò Ron.

"Sì, la McGranitt mi ha dato un incarico, mi ha detto di appendere un avviso alla bacheca del secondo piano…"

"Che avviso?"

"Lo scoprirete fra poco, adesso andiamo! Ho una fame!" e così dicendo li precedette correndo verso la Sala Grande. Mentre i due ragazzi camminavano, al moro venne spontaneo porre una domanda all’amico:" Ron, lo so che non è affar mio, ma non ti sei preoccupato per il bambino?"

"No…perché?"

"Beh…se fosse successo qualcosa…"

"Ha detto che sta bene…" lo interruppe lui, cercando di troncare la conversazione.

"Okay" rispose Harry, intuendo l’intenzione di chiudere la discussione.

Arrivarono in Sala Grande, immediatamente la loro attenzione fu catturata da un piccolo gruppo di ragazzi del settimo anno, accalcati in un angolo della sala, che tentavano di leggere un foglio di pergamena appeso al muro. I due amici scossero la testa e una volta raggiunto il tavolo della propria casa si sistemarono vicino a Hermione e Ginny, quest’ultima ed Harry si erano chiariti e lei gli aveva promesso che non avrebbe più offeso la sua migliore amica.

"Sono diventati matti?" domandò Ron, fissando il gruppo.

"No, Ron, è per l’avviso che si trovano là, dovreste leggerlo anche voi due, potrebbe interessarvi…" disse Hermione.

"Sapete di cosa parla?" domandò Harry alle due.

"Sì…"

"D’accordo, allora…noi andiamo a leggerlo…" Harry si scambiò un occhiata con Ron, dopodiché si alzarono e si avvicinarono al gruppetto. Pian piano, tutti gli studenti ritornarono ai loro posti, rimasero solo Harry, Ron e Neville, che era arrivato da poco. Sul foglio, a caratteri piuttosto grandi, erano scritte queste parole:

Corso aggiuntivo ad Hogwarts per coloro che desiderano diventare Auror

La scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, offre un corso di preparazione e specializzazione per un totale di cinque anni oltre i sette, che preparà al meglio gli studenti intenzionati a diventare Auror e che garantirà agli stessi, un posto di lavoro al Ministero della Magia una volta terminato il corso.

Gli studenti intenzionati ad aderire dovranno presentar,e al momento dell’iscrizione, l’attestato del G.U.F.O. e quello del M.A.G.O. senza i quali non sarà possibile partecipare.

Questo iniziativa è stata organizzata dalla Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts in collaborazione con il Ministero della Magia.

Sarà un esperienza straordinaria per tutti coloro che ne prenderanno parte.

I corsi saranno seguiti da alcuni Auror del Ministero che si sono gentilmente resi disponibili per svolgere le lezioni.

Le iscrizioni si terrannò nell’ufficio della Preside Minerva McGranitt da lunedì al venerdì dalle 15 alle 16, per tutto l’anno.

Grazie dell’attenzione

Minverva McGranitt

"Interessante…" commentò Neville a un certo punto:"…ci penserò…" concluse per poi ritornare al tavolo dei Grifondoro. Harry e Ron si guardarono.

"Che ne pensi?"

"Beh…non mi sembra una cattiva idea…" ammise il moro.

"Cosa? Vuoi frequentare per altri cinque anni?!" domandò Ron, sorpreso.

"Dal momento che voglio diventare Auror mi sarebbe utile…" anche l’amico sembrò rifletterci.

"Vediamo che ne pensano le ragazze…" ritornarono al tavolo e si risedettero.

"Avete letto?" domandò Ginny.

"Sì…voi partecipate?"

"Ci stiamo pensando…"

"Anche tu vuoi diventare Auror, Ginny?" domandò il fratello.

"No…" Ron la guardò interrogativo:"Hermione mi ha rivelato che fra qualche giorno appenderanno un avviso anche per altri corsi, fra i quali c’è anche quello per i Guaritori del San Mungo. Ecco, è quello che voglio fare…"

"La Guaritrice?" la ragazza annuì.

"Contenta tu…allora, partecipiamo?" anche Harry e Hermione si scambiarono un’occhiata.

"Beh…come dice quel detto ‘tentar non nuoce’…direi che si potrebbe provare…" il moro annuì.

"Andata?" domandò il rosso.

"Andata!" risposero all’unisono e infine sorrisero.

Forse non era stata una pessima idea decidere di partecipare, al massimo avrebbero potuto ritirarsi, però questa cosa li avrebbe favoriti molto, pensò Harry, dal momento che assicurava un posto di lavoro al Ministero. In ogni caso non potevano prevedere cosa sarebbe successo in futuro e quindi non potevano sapere se il corso sarebbe stato gradito da tutti, perciò, dovevano solo aspettare.

Com’era quel detto babbano? Ah, sì! Ogni cosa a suo tempo

Risposte alle recensioni:

HarryEly: Eh sì, è incinta! Grazie del complimento e della recensione!

victoria9025: Grazie mille! Purtroppo però non posso dire nulla...se vorrai scoprirlo dovrai leggere i prossimi capitoli...^^

Giorgia: Grazie mille anche a te che continui a seguirmi! Come ho detto agli altri non posso fare anticipazioni, si scoprirà più avanti...grazie mille della recensione!

JoesphineAntoinette: Sì sì, è incinta, grazie della recensione!^^

lisepotter: Grazie! Purtroppo non posso dire niente sulla coppia per la quale parteggio, ma alla fine si scoprirà, vedrai!

chiara: Grazie mille!^^

marco: Credimi, vorrei dirtelo ma non posso...:( lo scoprirai alla fine! Grazie anche a te!^^

hil: Grazie, ma devo contraddirti, non è vero che Harry non conta più niente, e comunque Ginny non ha dato nessuna notizia, per il resto non posso fare anticipazioni ma grazie della recensione!^^

granger90: Grazie anche a te! Eh, non te lo posso dire...mi dispiace...per saperlo devi leggere i prossimi capitoli..grazie mille ancora!^^

E con ciò io ho concluso anche questo capitolo! Devo salutarvi velocemente perché devo partire per Parigi!( chissà magari mi viene l'ispirazione e vado avanti a scrivere là!)

Grazie anche a chi ha solo letto!

Un bacione!

Lady Giuly93

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Capitolo 5
*** Capitolo 5: Benvenuta! ***


Capitolo 5: Benvenuta!

Erano passati quattro mesi, la pancia di Hermione era cresciuta parecchio, tanto che un giorno lei e Ginny erano dovute andare da Madama McClan a comprare dei nuovi vestiti. Tutto procedeva normalmente e di Voldemort nessuna traccia, nonostante a volte ad Harry bruciasse la cicatrice non accadeva mai nulla. Il moro aveva indagato sull’Horcrux mancante, ma aveva ottenuto scarsi risultati.

Per le vacanze pasquali erano tutti andati alla Tana, i Weasley avevano invitato anche i cognugi Granger, che avrebbero trascorso le vacanze insieme a loro e sarebbero arrivati quel giorno.

Erano le cinque del mattino, Harry aveva fatto un sogno strano, ma non su Voldemort: nel sogno erano in Sala Comune ad Hogwarts e stavano chiacchierando, a un certo punto era arrivata Ginny con la faccia imbronciata e lui le aveva domandato cosa avesse, la rossa aveva risposto dicendo che anche lei voleva un bambimo, rischiando quasi di far svenire Harry, il quale aveva ribattuto che Ron Hermione non l’avevano esattamente programmato, era successo e basta, ma Ginny si era messa a piangere e ad accusarlo di non volere un bambino da lei, a un certo punto gli aveva puntato la bacchetta contro e l’aveva trasformato in un rospo occhialuto. Lui era scappato e Ginny si era messo a rincorrerlo,a quel punto la voce di Hermione rimbombava nella sua testa:"Ma sì Harry, perché no? Siete fidanzati…" ma lui urlava che non se ne parlava perché Ginny aveva solo sedici anni.

A quel punto si era svegliato ed aveva deciso di scendere in salotto, dopo aver costatato che difficilmente avrebbe ripreso sonno. Era stranamente allegro, quello era uno dei rarissimi sogni normali e non riguardanti Voldemort che aveva fatto.

Scese, indossava una maglietta blu a maniche lunghe e dei pantaloni grigi, lunghi anch’essi.

Varcò la soglia del salotto e si avvicinò al divano, sul tavolino erano accese due candele, Harry non capì il motivo, pochi secondi dopo lo scoprì: Hermione era sdraiata sul divano, avvolta in una coperta, abbracciata ad uno dei cuscini, i capelli erano leggermente spettinati.

Era distesa a pancia in su e dalla coperta si poteva vedere benissimo la sua pancia.

Lui le si avvicinò e si inginocchio li accanto, dandole dei colpetti sulla spalla per farla svegliare.

Lei si mosse leggermente.

"Mmh? Harry…" aprì lentamente gli occhi e lo riconobbe, sorrise.

"Che ci fai qui?" domandò lui dolcemente, ricambiando il sorriso.

"Devo essermi addormentata…che ore sono?"

"Le cinque e dieci del mattino…" la vide strofinarsi gli occhi con una mano.

"Le cinque e dieci?"

"Già…"

"Oh, cavoli…Ron si chiederà che fine ho fatto!"

"Ron?" domandò, con sguardo interrogativo.

"Sì…beh…la Signora Weasley ci ha preparato una camera matrimoniale…" spiegò.

"Ah…" disse, capendo.

"Ieri sera stavo leggendo e lui ha detto che andava a dormire, gli ho risposto che l’avrei raggiunto poco dopo, ma evidentemente mi sono addormentata…" detto questo estrasse il libro da uno dei sedili del divano.

"Come ci è finito questo, lì?" domandò guardando l’ggetto.

"Probabilmente nel muoverti è caduto…"

"Ah, giusto, che stupida…"

"Non mi sembri molto sveglia…" constatò dolcemente.

"Effettivamente metà del mio cervello è ancora nel mondo dei sogni…ehi! Ma tu che ci fai qui?"

"Brutto sogno" buttò lì.

"Ah…" disse lei sedendosi.

"Io ero diventato un rospo e Ginny mi inseguiva…" Hermione rise.

"Non è divertente!"

"Invece sì…rospetto…" rise di nuovo. Harry rimase stupito..

"Rospetto?" domandò.

"Neanche tu sei molto sveglio a quest’ora Harry…"

"Effettivamente ho un po’ sonno…"

Hermione sorrise e poi ricadde di nuovo sui cuscini.

"Harry?" chiamò dopo qualche minuto.

"Sì?"

"Vieni qui…"

"Qui dove?" la ragazza indicò il piccolo spazio accanto a lei sul divano.

"Fa un freddo pazzesco…" commentò.

Effettivamente non faceva caldo, così Harry decise di sistemarsi accanto a lei.

"Non pensi che Ron avrà da ridire su questa cosa?" le domandò, serio.

"No, perché? Sei il mio migliore amico…" in quel preciso istante il moro le vide passare sul volto una smorfia di dolore e la sentì massaggiarsi la pancia.

"Hermione? Tutto bene?" domandò, preoccupato.

"Sì sì, è solo che il piccolo certe volte scalcia…"

"Oh…è normale?" si sentì uno stupido ma non sapeva che altro dire.

"Sì, normalissimo, vuoi sentire?"

"Se non ti dà fastidio…" disse, imbarazzato.

"Nessun fastidio…" detto questo gli prese le mani e gliele mise sulla propria pancia. Harry attese solo qualche secondo prima di sentire un piccolo rigonfiamento verso il centro. Sorrise, sbalordito, anche l'amica sorrideva.

"E’ incredibile! Ti fa male?"

"A volte sì…adesso non molto…"

"Un po’ agitato baby Weasley, eh?" domandò sempre sorridendo.

Due secondi dopo scoppiarono entrambi a ridere.

Rimasero là ancora un po’, poi entrambi risalirono nelle rispettive stanze.

***

Le 10:30. Il campanello di casa Weasley suonò, Arthur andò ad aprire.

"Buongiorno! Che piacere avervi qui!" esclamò felice l’uomo, spostandosi per lasciar passare i Granger, strinse la mano ad entrambi, poi prese le loro valigie.

"Le porto nella vostra camera, accomodatevi nel frattempo!" li invitò ad andare in salotto.

"Molly! Sono arrivati!" urlò in direzione della cucina e sorridendo cominciò a salire le scale.

Pochi secondi dopo Molly Weasley comparve nel salotto con un sorriso solare, strinse a sua volta la mano agli ospiti. Poi si accomodò su una poltrona.

"Allora, il viaggio è stato comodo?"

"Comodissimo, grazie mille dell’invito Molly…" disse Jane Granger.

"Non devi ringraziarmi Jane! Siamo molto felici di avervi come ospiti!"

"I ragazzi dove sono?" domandò Robert.

"Oh, sono nelle loro stanze, ora li chiamo, scusate…" si alzò e si fermò sulla soglia.

"Ragazzi sono arrivati i Granger! Scendete a salutare per favore!" urlò in direzione delle scale per poi ritornare a sedere.

Qualche minuto dopo dalle scale si sentì un allegro chiacchierio e nel salotto comparvero Hermione, Ginny e Ron. Fratello e sorella strinserola mano ai Granger, mentre Jane avvolse in un caloroso abbraccio la figlia e Robert le diede un bacio sulla fronte. Si accomodarono tutti e cominciarono a parlare.

"Un momento, dov’è Harry?" domandò la Signora Weasley a un certo punto, guardandosi in giro.

"Vado a cercarlo…" disse Hermione balzando in piedi, Ginny la guardò storto, facendola sentire una stupida dal momento che la sua ragazza non era lei e che forse, la rossa avrebbe preferito andarlo a cercare di pesona, ma per lei era naturale comportarsi così, inoltre doveva anche parlargli di una cosa importante.

Abbozzò un sorriso di scusa verso Ginny e uscì dalla stanza.

La porta della camera di Harry era aperta, lei bussò comunque. Dalla soglia vide Harry seduto su un lato del letto che si guardava le mani, aveva uno sguardo triste.

"Harry…?" lo chiamò, dal momento che non rispondeva. Lui volse appena il capo per riconoscerla e non appena la vide, la sua espressione mutò forzatamente, fece un sorriso e finse di essere allegro.

"Ah…Hermione, ciao!" esclamò con un tono di voce totalmente falso.

Nn rispose al saluto, sapeva benissimo che l’amico faceva finta che andasse tutto bene, ma a lei non la dava a bere. Si diresse spedita verso il letto e quando fu a due centimetri da lui, si fermò e gli si sedette accanto. Hermione lo guardò fisso per qualche minuto e comprese cosa non andava.

"Harry…"

"I tuoi sono arrivati? Stanno bene?" aveva ancora quel falso sorriso stampato in faccia ed era chiaro che cercava di cambiare argomento.

"…cosa c’è?" lei non era intenzionata ad arrendersi.

"Niente" rispose, apparentemente tranquillo.

"Smetti di mentire, con me non attacca…" gli ricordò.

Il sorriso scomparve dal volto del giovane, lasciando nuovamente posto alla tristezza, chinò il capo ma non disse nulla. Hermione decise di prendere il controllo della situazione. Mise le proprie mani su quelle del ragazzo.

"Harry, guardami, per favore…" obbedì. Lei sospirò.

"So cosa pensi e so anche che sei convinto di questa cosa da parecchio tempo, ma non è e non sarà mai come credi…"

"Ah no?" domandò lui con un mezzo sorriso ironico.

"No. Tu pensi che non essendo imparentato con me o con Ron, noi ti escluderemo prima o poi, e sostieni che non conterai mai nulla per il bambino…ma non è così…"

"Sì invece! Hermione, sta già succedendo! Non potremo stare per sempre insieme noi tre! Tu e Ron state per avere un bambino! Quando il corso aggiuntivo ad Hogwarts finirà, o forse anche prima, tu e Ron vi sposerete e andrete a vivere chissà dove! Non potremo più vederci ogni giorno, inoltre lavorerete e anch’io lavorerò e non avremo molto tempo per…"

"Basta Harry! Smettila!" aveva urlato lei, scoppiando a piangere. Harry smise di parlare, sentendosi un po’ in colpa.

"Non è detto che ci sposeremo…non ne abbiamo ancora parlato…" mormorò lei.

"Lo so, ma tu e Ron vi amate da molti anni e quindi…"

" ‘E quindi’ cosa, Harry?! Dobbiamo sposarci per forza!?" sbottò lei.

"No, è solo che pensavo…"

"Senti, quando andremo a vivere insieme, con noi ci sarai anche tu!" Hermione era convinta, ma lui scosse la testa.

"Lo dici ora, ma fra qualche anno vorrai la tua intimità con la tua famiglia…"

"Ne farai parte anche tu!"

"No, Hermione…"

"Sì, Harry!" a quel punto lo abbracciò, e riprese a piangere. Lui ricambiò l’abbraccio stando attento a non fare male al bambino.

"C-come puoi…pensare…ad una cosa simile? Non credo che…sopporterei un distacco del genere…ti voglio troppo bene…sei come un fratello per me!" riuscì a dire fra i singhiozzi. Lui non rispose e la strinse leggermente di più.

"Non ce la farei Harry, morirei…"

"Non dire sciocchezze…" le sussurrò dolcemente lui.

In realtà, si rese conto solo in quel momento dell’importanza che Hermione aveve acquisito per lui in quegli anni. Era diventata un punto di riferimento per tutto, ogni volta che aveva un problema o doveva parlare con qualcuno, andava da lei. Senza di lei non sapeva come avrebbe fatto, probabilmente avrebbe continuamente agito d’impulso, continuando a sbagliare. Per qualche strano motivo, Hermione, riusciva a calmarlo e a farlo ragionare, cosa che nessun altro aveva il potere di fare. In effetti esercitava una certa influenza su di lui e anche su parecchie sue convinzioni o idee. Aveva quasi sempre ragione e lui si era pentito più volte di non averle dato retta.

Spessissimo si ritrovava a pensare, quando compiva determinate azioni, a cosa avrebbe detto o fatto Hermione se l’avesse visto e si ritrovava a sorridere perché a volte, l’immagine che si creava nella mente, era divertente. In molte occasioni non servivano le parole per capirsi. Si era creata una grandissima complicità fra loro, una complicità dalla quale Ron, veniva per la maggior parte delle volte, inconsciamente tenuto in disparte. Non accadeva di proposito e non aveva mai capito perché questa complicità non riuscissero a condividerla anche con Ron, succedeva e basta. Anche per lui Hermione era come una sorella.

Lei interruppe l’abbraccio e si asciugò gli occhi con le mani.

"Ah…comunque, riprendendo il discorso del bambino, non devi pensare che per lui o lei non conterai nulla, Harry, sarai come una specie di zio…"

"Come fai ad esserne certa?"

"Non lo so, lo sento" e detto questo sorrise, Harry ricambiò.

Hermione lo vide sdraiarsi pesantemente sul letto poco dopo, lo imitò. Si girarono di fianco per guardarsi negli occhi e poi scoppiarono a ridere. Pian piano la risata si affievolì e i due si ritrovarono a fissarsi negli occhi per parecchi minuti, nessun rumore nella stanza, solo quello dei loro respiri.

Dopo quella che sembrava un eternità, Harry sentì la mano di Hermione posarsi sulla sua guancia e cominciare ad accarezzarlo. Che cosa succedeva? Non riusciva a capirlo.

"E’ solo una carezza, Harry, niente di più…" continuava a ripetersi, mentre il cuore gli pulsava più forte. Di carezze da Ginny ne aveva ricevute tante, ma nessuna era come quella.

"Che cosa sto facendo?" si domandò Hermione, che a sua volta aveva il cuore a mille.

Involontariamente, Harry si alzò sui gomiti e le andò più vicino, poi si girò, trovando il viso di lei più o meno trenta centimetri sotto il suo, si avvicinò lentamente, separando la distanza che li divideva.

Era come se il suo corpo si muovesse senza che lui potesse controllarlo. Hermione pensò per un momento di reagire me sembrava che anche il suo corpo si rifiutasse di rispondere ai comandi.

Harry si trovò a cinque centimetri dalla bocca di lei.

4…3…2…

"Harry! Hermione! Dove siete finiti?!" entrambi si sollevarono di scatto, come se avessero preso la scossa, la voce della Signora Weasley proveniva dalle scale. Effettivamente era da più di un quarto d’ora che erano in quella stanza. Harry lanciò una veloce occhiata a Hermione, però non incontrò i suoi occhi.

"E’ meglio se andiamo Harry…" balbettò, rossa in viso.

Poi si alzò e uscì dalla stanza, chiudendo la porta, con poca più energia del normale.

Lui si mise la testa fra le mani.

"Ma che cosa cavolo credevo di fare?!" si infuriò con se stesso per poi alzarsi e uscire a sua volta dalla stanza.

***

Quella sera Harry mangiò poco e alle nove andò a letto, dicendo di essere esausto. Hermione non gli aveva rivolto la parola per tutto il pomeriggio e non l’aveva più guardato in faccia. Si sentiva un verme. Quella notte non riuscì a dormire bene, continuava a sognare ciò che era successo in quella stessa stanza la mattina. Arrivava sempre a pochi centimetri dalla sua bocca, poi il sogno si interrompeva e lui finiva col domandarsi: se fosse riuscito a superare quella distanza? Poi si svegliava di sopprassalto e si dava dell’idiota, come poteva desiderare di baciarla?! Lei era quasi una sorella! E non si baciano in quel modo le sorelle!

"Devo smetterla o impazzirò…" pensò e si concentrò con tutte le sue forze per riuscire nel suo intento, trasformando Hermione in Ginny con l’immaginazione.

"Bene, va meglio…" e in quel sogno cominciò a baciare Ginny. Senza che lui lo volesse, però, Hermione riprese il posto della rossa, Harry rabbrividì: vedeva se stesso che stava baciando Hermione! E quello non era per niente un bacio tra fratello e sorella! Ma perché nel sogno sembravano avere più di diciassette anni? I due si separarono.

"Ecco, adesso mi da uno schiaffo…" sperò Harry. Ma non accadde, entrambi aprirono gli occhi e si guardarono, lui non ricordava di aver mai visto uno sguardo tanto intenso a Hermione e a se stesso.

"Ti amo, Harry…tantissimo…" l’Harry del sogno non sembrava per niente sorpreso, anzi sorrideva felice. Quello che invece stava facendo il sogno probabilmente aveva la bocca spalancata dallo stupore: Hermione aveva veramente detti ‘ti amo’ a lui?!?!

"No…non è possibile…non è…" si svegliò di sopprassalto e si rese conto di essere tutto sudato, si alzò e si precipito in bagno, dove si lavò la faccia con l’acqua gelata. Doveva smetterla, non doveva più pensarci, non sarebbe mai accaduto, non l’avrebbe mai permesso!

Ritronò nella sua stanza e si impose di dormire, erano le quattro del mattino, e, non appena si fu sistemato nel letto, si addormentò.

***

"Harry…" una voce che parve venire da molti chilometri di distanza da dove si trovava, lo stava chiamando. Si rigirò su un fianco, ignorando il richiamo.

"Harry, svegliati!" esclamò la voce. Lui si limitò ad aprire un occhio per poi richiuderlo.

"Harry! Per l’amor del cielo!" fu allora che riconobbe a chi apparteneva la voce, si mise a sedere di scatto.

"Hermione!" disse abbastanza sorpreso di sentirla, dal momento che temeva che non gli avrebbe più rivolto la parola dopo quello che era accaduto. Non riusciva a metterla bene a fuoco data l’assenza degli occhiali, vide la ragazza allungare l’oggetto verso di lui che li prese e, con un flebile ringraziamento, li inforcò. Riuscì a vederla bene, sorrideva ed era seduta sul bordo del letto, sembrava che quello che era successo il giorno precedente non fosse stato altro che un sogno.

"Sono parecchi minuti che tento di svegliarti…i miei genitori e quelli di Ron e Ginny sono andati a far visita al negozio di Fred e George e torneranno verso le dieci perciò avevamo pensato di andare a fare colazione fuori tutti e quattro insieme…"

"Quattro?" la interruppe Harry con un sorriso, era felice che lei non fosse arrabbiata.

Lo guardò un secondo interrogativa e poi capì, sorridendo a sua volta.

"Oh…scusa, cinque intendevo…" disse diretta alla sua pancia. Fece ridere Harry.

"Per me è okay…"

"Bene…" rimasero in silenzio per qualche secondo.

"Ehm…Hermione…dovrei vestirmi…" la ragazza lo guardò e poi arrossì, alzandosi velocemente dal letto.

"Oh…sì, certo…che stupida…" balbettò in evidente imbarazzo dirigendosi verso la porta.

"Ehm…allora ti aspettiamo di sotto…" lui annuì, la ragazza uscì e richiuse la porta.

Non ci mise molto a vestirsi, indossò un paio di jeans e una maglietta a mezze maniche bianca.

Gli altri tre lo aspettavano nell’ingresso.

"Finalmente!" esclamò una radiosa Ginny, indossava una minigonna nera e un top dello stesso colore che si allacciava dietro la schiena e che le lasciava scoperta la pancia, i capelli erano raccolti in un’unica treccia ed aveva alcuni capelli lisci che le ricoprivano l’occhio sinistro, aveva degli stivali di pelle nera ai piedi e una borsa, sempre nera, che teneva sulla spalla, si era truccata un po’ più pesantemente del solito, ma stava bene.

Gli si avvicinò e gli diede un bacio sulla guancia, Harry le fu grato del fatto che non si fosse messa a baciarlo in ben altro modo, si sentiva imbarazzato davanti ai suoi amici.

"Amico, io sarò lento, ma tu…" Ron gli rivolse un gran sorriso. Indossava una maglietta a mezze maniche verde con una ‘W’ stampata nel centro, di color oro e dei pantaloni neri e le scarpe marroni.

"Bella!" commentò Harry guardando la maglietta.

"Me l’hanno data Fred e George, dal momento che sono abbastanza conosciuti ne hanno fatte stampare un sacco e le tengono in negozio, per i loro fans…" Harry rise.

"Stai molto bene vestito così, Harry…" disse Hermione sorridente.

"Oh…ehm…grazie, anche tu…" la ragazza indossava dei jeans a vita bassa e una maglietta a mezze maniche rosa, talmente larga da coprirle anche la pancia.

"Non devi ridirlo per forza, so che non è vero…hanno ragione i Serpeverde stavolta, sembro una balena!" Harry scosse la testa.

"No, stai bene, davvero!" era sincero e la ragazza gli sorrise, poco dopo spostò lo sguardo e comincò a guardarsi intorno.

"Non fa un po’ caldo qui dentro?" domandò distrattamente.

"Io sto benissimo…" disse Ginny e il fratello annuì, concorde. Effettivamente anche Harry si sentiva un po’ accaldato.

"Hai ragione, Hermione, fa caldo…"

"Sentite, andiamo o stiamo qui tutta la mattinata a discutere della temperatura?!" sbottò la rossa, sembrava seccata per qualcosa.

"Va bene, andiamo…" rispose Harry, cercando di capire cosa le accadeva.

"Qualcosa non va, Ginny?" domandò Hermione, preoccupata.

"No, tutto apposto…è solo che…ho fame…" farfugliò, poi prese Harry per un braccio e lo trascinò fuori, i due si incamminarono in direzione di Londra, seguiti a poca distanza da Ron e Hermione.

"Ginny, dove andiamo?" domandò Hermione, dopo una buona mezz’ora di cammino per le strette vie di Londra.

"Avevo pensato al Magic Cofee…"

"Ah sì! Ne ho sentito parlare! A quanto pare è uno dei bar babbani più famosi di Londra!" esclamò la ragazza, raggiante.

Poco dopo giunsero al locale che fortunatamente a quell’ora era poco affollato. Presero un tavolo da quattro e si sedettero ognuno accanto ai propri partner, Harry di fronte a Hermione e Ron di fronte alla sorella minore.

"Cosa prendiamo?"

"Non ne ho idea…"

"Credo che prenderò una cioccolata calda con dei biscotti…" affermò Hermione.

"Io…latte macchiato!" rispose Ron.

"Okay, per me un the al limone e…Harry?" domandò Ginny.

"Oh…un caffè…sì, andrà benissimo…"

"Un caffè?" la piccola di casa Weasley sembrava abbastanza sorpresa, forse perché il suo ragazzo, durante quelle rarissime occasioni in cui facevano colazione nel mondo babbano, ordinava sempre una spremuta d’arancia:"Come mai?"

"Perché ho voglia di caffè…" mentì.

"Strano…non hai dormito stanotte?"

"Certo che ho dormito…"voleva aggiungere:"…soltanto tre ore, però" ma non disse nulla.

"Bene" la sua ragazza sembrava essersi convinta che andasse tutto a meraviglia.

Fecero colazione chiacchierando fra loro, poi pagarono e uscirono. Le ragazze decisero di andare per negozi, i ragazzi invece dissero che sarebbero andati a cercare un negozio di dolciumi, dal momento che Ron sembrava essere in astinenza.

Dopo aver fatto qualche spesa (Ginny aveva comprato qualche vestito elegante, Hermione solo un maglione nuovo), le due andarono a sedersi su una panchina in un parco e la rossa cominciò a raccontare all’amica della sua relazione con Harry.

"E poi…sapessi come bacia! Ogni volta rimango senza fiato…insomma, lui è così…wow! E decisamente migliorato dall’anno scorso, non ha più timore di baciare, è più, esperto, ecco!"

Hermione annuiva di tanto in tanto, e faceva affermazioni come:" Certo!", "Hai ragione", o "Davvero? Buon per te!" ma non riuscì ad ascoltare il discorso completo. Ginny le parlava continuamente di Harry in quel periodo, sapeva le parole dei suoi discorsi a memoria.

"Hermione? Che ne dici di ritornare da Harry e Ron? Abbiamo ancora un’ora e io pensavo che potremmo, trascorrerla ognuna per conto proprio, con il rispettivo ragazzo…"

"Buona idea…" rispose lei, senza entusiasmo. Le scocciava il fatto che erano usciti per stare tutti insieme non per stare a chilometri di distanza.

Raggiunsero i ragazzi dopo dieci minuti di cammino, Ron aveva un sacchetto in mano, parecchio ringonfio e masticava con energia una caramella dall’aria dura e appiccicosa, Harry invece aveva in mano un lecca-lecca rosso, abbastanza grande.

"Ciao ragazze"

"Ciao!"

"Sempre il solito eh, fratellino?" disse sarcastica Ginny, alludendo al sacchetto.

"Perché?" lei alzò gli occhi al cielo.

"Ragazzi, mi è venuta voglia di dolci!" esclamò Ginny.

"Ti accompagno io, Hermione, vuoi qualcosa?" domandò Ron.

"No, grazie Ron" e detto questo il rosso entro nel negozio con la sorella.

"E’ buono?" domandò a Harry.

Lui le porse il lecca-lecca.

"Mmh…ciliegia! Niente male!" commentò, assaggiandolo e rendendolo al moro.

"Che cosa avete comprato?"

"Ginny un sacco di cose, io solo un maglione…" e detto questo lo estrasse dalla borsa, era bianchissimo e dava l’idea di essere molto pesante:"…dal momento che per l’inverno prossimo avrò già partorito, penso che mi andrà bene…" lui sorrise e si mise in bocca il lecca-lecca.

"Harry! Che fai? Lo mangi tutto intero?" rise Hermione.

"Ngo’" cercò di dire. Si sistemò la maglietta e si mise a sedere sul marcapiede, imitato da lei, poi si tolse il dolce dalla bocca.

"Ah…era per la maglietta…" comprese Hermione.

Poco dopo tornarono Ron e Ginny, la quale espose la sua idea, che fu accolta con entusiasmo da Ron e un po’ meno da Harry che aveva pensato la stessa cosa di Hermione. Fu così che si allontanarono in direzioni opposte. Ginny ed Harry si misero a sedere sulla muraglietta di un portico, a differenza delle altre volte, fu lui che cominciò a baciarla. Lei rispose senza obbiettare, sembrava stranamente soddisfatta dell’iniziativa.

Dopo molti minuti, Harry si staccò da lei, che lo guardò con espressione contrariata.

"Non è ora di andare?"

"No…restiamo ancora un po’…"

"Ginny…"

Ma non riuscì a dire altro perché lei riprese a baciarlo.

"Ron e Hermione ci staranno aspettando…" sussurrò non appena si fu staccata.

"Oh andiamo, cosa credi che stiano facendo loro in questo momento?"

Aveva ragione, probabilmente anche loro erano…impegnati…forse non era il caso di avere così fretta. Harry riprese a baciare la sua ragazza.

Intanto, Ron e Hermione, erano seduti su un prato, molto distanti dagli amici, anche loro si stavano baciando.

Improvvisamente, un rumore fortissimo, molto simile a quello di un esplosione, li fece staccare e voltare.

Nel cielo si innalzava una densa nube di fumo grigio e si sentiva la gente urlare e correre ovunque.

"Che succede?!" domandò allarmato Ron.

"Harry!" esclamò Hermione, spaventata, alzandosi e correndo in direzione della nube.

"Pensi che gli sia accaduto qualcosa?!" urlò Ron dietro di lei.

"Non lo so! Ma un esplosione del genere a quest’ora non è normale! Probabilmente è opera di Voldemort!"

Arrivarono dopo poco sul luogo dell’esplosione e videro almeno tre case in fiamme, tutt’intorno gente che urlava e correva in ogni direzione, bambini che piangevano e chiamavano le madri.

Hermione terrorizzata, continuava a guardarsi intorno, cercando Harry. Poco dopo vide arrivare lui e Ginny di corsa nella loro direzione.

"Eccovi!" esclamò, felice la rossa, abbracciando il fratello.

"Harry! Stai bene?!" domandò Hermione in preda al panico.

"Sì…" rispose lui, sorridendo.

In quel momento giunsero i pompieri che si impegnarono per spegnere le fiamme.

"Benny! Stacey!!" i quattro notarono una donna urlare e piangere in direzione di una delle case in fiamme.

"La prego mi aiuti! I miei bambini sono rimasti nella casa! Faccia qualcosa, la supplico!!" si era avvicinata ad un pompiere, supplicandolo di aiutarla.

"Mi dispiace Signora, al momento non possiamo entrare nelle abitazioni…" era stata la risposta fredda dell’uomo.

La donna si era messa a piangere disperatamente, urlando di nuovo i nomi dei figli come se quell’appello disperato potesse farli apparire davanti a lei.

Guardando quella scena, Harry sentì montare la collera, con decisione corse in direzione della casa e senza alcuna esitazione, superò il cancello.

"HARRY! NO!" furono le ultime parole che udì prima di varcare la soglia.

L’interno era completamente in fiamme, divani che bruciavano, scintille provenienti dalle apparecchiature elettriche, travi cadute anch’esse in fiamme…

Il fumo rendeva l’aria irrespirabile ed Harry dovette coprirsi il naso con il proprio braccio per non soffocare.

Percorse in fretta due stanze cercando in ogni angolo e urlando i nomi dei due bambini, riuscì a vedere in tempo una trave che stava per crollargli addosso, estrasse la bacchetta e la punto sull’oggetto:"Wingardium Leviosa!" pronunciò, facendo schiantare la trave contro un muro.

Riprese in fretta la ricerca, con fatica, entrò nella terza stanza, improvvisamente sentì un singhiozzo.

"Benny?" tentò, cercando di capire da dove provenisse la voce.

"Sono qui…" bisbigliò una vocina spaventata. Finalmente lo vide, rannicchiato in un angolo della stanza, con due grossi lacrimoni che gli scendevano dalle guance. Aveva i capelli castano scuro e gli occhi azzurri.

Corse verso di lui e si chinò, sorrise cercando di essere convincente.

"Chi sei?" domandò il piccolo.

"Sono Harry, non aver paura, voglio aiutarti ad uscire di qui…" disse. Il bambino annuì come per ringraziarlo. Lui lo prese in braccio.

"Ascoltami Benny…" cominciò, ripercorrendo le stanze precedenti con il cuore a mille, cercando di restare calmo:" Tu rimani qui…" disse posandolo nel piccolo spazio tra la scala e il muro di fronte all’ingresso:"Io trovo tua sorella e poi ce ne andiamo da qui, okay?"

"Sì…"

"Bravo bambino, hai idea di dove potrebbe essere Stacey?"

"Quando è scoppiato l’incendio era di sopra, in camera…"

"Grazie, sei stato bravissimo! Torno subito!" e detto questo superò le scale di corsa e si ritrovò al piano superiore.

La situazione non era molto diversa dall’altro piano, anche lì il fuoco si stava espandendo rapidamente. Avrebbe potuto usare la magia, ma non sarebbe servito a molto, il fuoco era troppo esteso e non conosceva un incantesimo efficace che potesse spegnerlo completamente, inoltre non poteva farsi vedere dai bambini ad usare la magia.

"Stacey!!" urlò, ma non ottenne risposta. Iniziò a cercarla in tutte le stanze, pregò che stesse bene.

Aprì la porta della penultima stanza e la trovò, rannicchiata sul letto, piangente. Metà della camera aveva già preso fuoco e non mancava molto affinché anche i letti cominciassero a bruciare. Provò a raggiungerla ma la maggior parte del letto era circondato dalle fiamme, prese un vaso di fiori che si trovava su un tavolino vicino e lanciò l’acqua all’interno sulle fiamme, riuscendo ad attenuare in parte il fuoco, era il massimo che poteva ottenere. Prese la rincorsa e fortunatamente atterò proprio sul letto. La bambina alzò lo sguardo con espressione interrogativa. Aveva capelli biondi e mossi, con gli occhi azzurri, sembrava quasi un piccolo angelo.

"Ciao Stacey! Finalmente ti ho trovata!" la gamba gli doleva, doveva essersi scottato.

La piccola si mise a urlare.

"No, no, tranquilla! Non voglio farti nulla! Voglio aiutarti!" disse, spiazzato dalla reazione della bambina, la quale, anche dopo quelle parole non smise di strillare come una sirena.

"Mi chiamò Harry…quanti anni hai?" doveva tentare di conquistare la sua fiducia, era l’unica possibilità di uscirne vivi.

Lei lo gaurdò torva, poi sollevò timidamente una mano, spostando il dito pollice sul palmo.

"Quattro…" comprese Harry, guardandosi nervosamente in giro, anche i mobili si erano incendiati, doveva sbrigarsi.

"Senti Stacey, che ne dici di andarcene da qui? Tuo fratello ci sta aspettando, vi riporto dalla mamma…vuoi tornare da lei?"

La bambina annuì mentre una lacrima le percorreva una guancia.

"Puoi fidarti Stacey, e…se non mantengo la promessa poi mi puoi picchiare…" le sorrise. Vide che la bambina tentò di trattenersi ma non ci riuscì e ricambiò il sorriso.

Harry fece per prenderla in braccio ma lei lo anticipò, gattonando arrivò fino a lui e si sistemò sulle sue ginocchia. Proprio in quel momento le coperte si incendiarono, Harry si sistemò la bambina in braccio e scattò in piedi prima che le fiamme coprissero tutto il letto. Fece per uscire ma la voce bambina lo bloccò:

"Voio Potto!" esclamò.

"Cos’è che vuoi?" domandò lui, disorientato.

"Potto!" ripeté la bambina. C’era un problema: Harry non aveva la più pallida idea di chi fosse quel Potto di cui la piccola parlava. Prima che potesse fare nulla per fermarla, lei riuscì a rimettere i piedi per terra e a dirigersi verso l’ultima stanza.

"Stacey! No! Torna qui!" urlò correndole dietro. Appena varcata la soglia Harry comprese che quella doveva essere la stanza dei giochi, o almeno, lo era stata. La maggior parte dei giocattoli aveva preso fuoco, come tutto il resto della casa, lui pregò che ciò che la bambina cercava non fosse tra quelli, altrimenti non si sarebbe data pace e non ne sarebbero usciti vivi. Intanto lei si era fermata in piedi, al centro della stanza, e si guardava attorno, pronunciando il nome del giocattolo. Harry si avvicinò un po’ di più, se la situazione diventava critica, avrebbe preso la bambina con la forza e al diavolo Potto! Dopo un minuto, alla fine del quale lui si era ormai deciso ad agire, la bambina zampettò verso un angolo della camera, si chinò e raccolse qualcosa da terra per poi ritornare da lui e porgerglielo. Lo prese in mano, era un coniglio di peluches, di un azzurro un po’ scuro, aveva due grosse perline nere dove dovevano esserci gli occhi e una bocca rossa, cucita sulla stoffa.

"Fatto da mamma…" spiegò la bambina con un sorriso. Lui ricambiò.

"E’ molto brava…" commentò, evidentemente la bambina adorava quel pupazzo. Glielo restituì e le sussurrò:"Tienilo stretto!" la piccola obbedì e lo strinse forte mentre lui la riprendeva in braccio e si precipitava di sotto. L’aria era molto meno respirabile che al paino di sopra, Harry corse con la bambina fino al punto dove aveva ordinato al fratello di rimanere, poco prima, era ancora là e tossiva ripetutamente, aveva delle bruciature un po’ dappertutto.

"Benny, andiamo!" gli intimò, porgendogli la mano, lui la strinse e tutti e tre corsero verso l’uscita.

Fuori dal cancello si erano radunate un sacco di persone dai volti preoccupati, come li videro uscire tirarono un sospiro di sollievo e sorrisero, applaudendo.

La madre dei due corse verso di loro e poco prima che li raggiungesse, Harry posò a terra la bambina in modo che la madre abbracciasse entrambi i suoi figli. Piangeva di gioia. Li strinse a sé più volte baciandoli ripetutamente, Benny era un po’ imbarazzato e Stacey sorrideva.

"Harry!" Hermione gli era letteralmente saltata addosso, stringendolo così forte da impedirgli quasi di respirare, piangeva anche lei. Finalmente si staccò e fu il turno di Ginny e Ron.

"Sei un eroe, amico!" esclamò allegro il rosso, dandogli una manata sulla spalla. Ginny gli diede un bacio sulla guancia e sorrise.

"Ci hai fatto prendere un colpo! A un certo punto abbiamo temuto che…" scoppiò a piangere di nuovo e lo abbracciò nuovamente.

"Hermione, calmati…" disse lui, imbarazzato.

"Ti fanno male?" domandò, indicando le bruciature.

"Un po’, ma l’importante è che i bambini stiano bene…" si sorrisero tutti e quattro.

Proprio in quel momento, arrivarono Molly,Arthur, Jane e Robert con una macchina babbana, evidentemente agitati. I quattro fecero per raggiungerli ma Harry sentì qualcuno tirargli la manica della maglietta, si voltò e guardò in basso, era Stacey che gli sorrideva, si abbassò per vedere cosa volesse, la piccola si alzò sulle puntò e gli schioccò un bacio sulla guancia, arrossendo, per poi ritornare da sua madre. Lui sorrise e si voltò, la Signora si avvicinò con un sorriso.

"Non saprò mai come sdebitarmi Harry" si domandò come sapesse il suo nome, evidentemente Benny gliel aveva riferito.

"Con me non ha nessun debito Signora…" sorrise.

"Grazie di cuore…"

"Di nulla"

"Anche mio marito ti sarebbe grato, ma purtroppo è mancato un anno fa…"

"Mi dispiace…"

"Beh…si deve andare avanti…grazie ancora!"

La donna si volse in direzione dei suoi figli.

"Bambini, credo che andremo stare dalla nonna per un po’…" annunciò:" Salutate e ringraziate il vostro amico…" i due si diressero verso Harry e lo abbracciarono, ringraziandolo a turno, poi ritornarono dalla madre, mentre lui si dirigeva in direzione dei Weasley e dei Granger.

"Harry, eccoti qui! Per fortuna stai bene!" anche Molly lo abbracciò.

"Adesso andiamo dritti a casa e ti curiamo subito queste bruciature" disse sorridendogli, lui ricambiò e si diresse come tutti gli altri in direzione dell’auto.

"Pensate sia opera dei Mangiamorte?" domandò a voce bassa, una volta che furono partiti.

"E’ molto probabile…" rispose Ginny.

"Sta escogitando qualcosa, me lo sento…" disse Harry sfiorandosi la cicatrice, che aveva ripreso a bruciare seppur lievemente.

***

Ed anche le vacanze pasquali finirono in fretta. In un attimo giunse la fine di maggio, Hermione avrebbe partorito dopo pochi giorni.

Quella mattina si sarebbe disputata l’ultima partita di Quidditch dell’anno contro Tassorosso. Harry era molto nervoso, Ron aveva l’influenza e quindi non poteva giocare, anche perché Madama Chips lo teneva sotto stretto controllo in infermeria e quindi non aveva alcuna possibilità di andarsene finché non fosse guarito. Ginny stava sostenendo l’ultimo esame scritto dei M.A.G.O. ed Harry non era certo che sarebbe riuscita ad assistere alla partita. L’unica rimasta era Hermione, che tentava in tutti i modi di tirarlo su di morale.

"Harry, rilassati, andrà tutto bene!" gli stava ripetendo per l’ennesima volta.

"Ah, davvero? Non so se hai notato Hermione ma non abbiamo il nostro portiere!"

"C’è Dean al posto di Ron…" gli ricordò la ragazza.

"Sì, ma Dean non è bravo come Ron!"

"E tu che ne sai?"

"L’ho visto giocare!"

Lei aprì la bocca per ribattere ma tutto quello che ne uscì fu un gemito, si teneva la pancia con le mani e ad un certo punto dovette appoggiarsi, Harry notò che non aveva il respiro regolare.

"Hermione? Che cos’hai?" domandò agitato, avvicinandosi.

"Credo che ci siamo…" mormorò, con espressione sofferente.

"Cosa?! Sta per nascere!?" la risposta era più che ovvia. Rimase un attimo come pietrificato, in un’altra occasione, probabilmente sarebbe svenuto, ma non in quel momento, perché Hermione aveva bisogno di lui. Pensò a cosa fare, probabilmente andare al San Mungo era la soluzione migliore.

"Hermione, staccati dalla colonna e appoggiati a me!" ordinò, ringraziando mentalmente la McGranitt per il permesso di materializzarsi e smaterializzarsi all’interno della scuola. Lei obbedì.

Non appena si fu appoggiata, Harry si smaterializzò per poi rimaterializzarsi al San Mungo. Erano finiti in quella che pareva una sala d’aspetto, fortunatamente all’interno vi erano due guaritrici che corsero subito in loro aiuto. Si urlarono frasi veloci fra loro e portarono Hermione in una stanza dove c’erano altre donne incinte, proprio mentre Harry stava per varcare la soglia, una delle guaritrici lo bloccò.

"Sei il fidanzato?" domandò, freddamente.

"No, sono il suo migliore amico…"

"Immagino che il padre sia scappato da qualche parte…" disse, alzando gli occhi al cielo, come per far capire che quella storia la sentiva continuamente.

"No, c’è l’ha il padre…è un altro mio amico…si chiama Ronald Weasley…"

"Ah, e come mai non è qui?"

"E’ malato…" spiegò sbrigativo, non potendo impedirsi di pensare che quella donna era un po’ impicciona.

"Capisco. Allora, entri tu con lei in sala parto?"

"Beh…" non sapeva cosa rispondere, non ci aveva pensato.

"No, entro da sola, lui deve giocare una partita di Quidditch molto importante…" Hermione lo precedette, parlava a fatica.

Tutti si voltarono verso di lei, dando ad Harry il tempo di entrare.

"Ma…Hermione…" tentò di replicare, ma lei lo interruppe scuotendo la tesa.

"No, Harry, niente repliche, tu devi giocare a Quidditch, è l’ultima partita, non preoccuparti per me…"

"Ma…"

"No! Vai a giocare a Quidditch e fa vedere a quei palloni gonfiati chi è Harry James Potter!" lo disse con un tono che non ammetteva ulteriori discussioni, nel frattempo la guaritrice la preparava per il parto.

"Vuoi che avverta qualcuno?" si arrese.

"Sì, i miei genitori…vorranno saperlo…"

"Certo" fece per uscire ma si voltò poco dopo.

"Sta tranquillo Harry, sto bene!" disse con un mezzo sorriso, lui non ne era molto convinto.

"Vai!" esclamò lei. A quel punto lui fece un bel respiro e uscì, deciso più che mai ad afferrare il boccino in dieci minuti.

***

Contrariamente alle sue previsioni, la partita si prolungò per un’ora abbondante, fortunatamente il boccino non tardò a farsi notare ed Harry, dopo un paio di giravolte pericolosissime, riuscì ad afferrarlo. Non fece caso ai compagni che urlavano allegri il suo nome, andò dritto verso terra, non si cambiò nemmeno, si materializzò direttamente al San Mungo, dove corse a cercare Hermione. Domandò di lei ad almeno tre guaritrici e due guaritori prima che gli indicassero precisamente dove si trovava.

Entrò nella stanza che gli era stata indicata, c’era un letto, nel quale giaceva Hermione, che dormiva beatamente, aveva il viso un po’ pallido, Harry si domandò se non fosse troppo tardi.

"Eccola di ritorno, Signor Potter…" quelle parole lo fecero sussultare, era una delle due guaritrici che era entrata da una porta secondarian e lo guardava con un largo sorriso.

"Ho fatto un po’ tardi…" farfugliò lui.

"Eh sì, ma succede…comunque…la sua amica ha già partorito…" Harry la gaurdò con insistenza.

"E’ una bambina bellissima ed è anche in perfetta salute!" a quell’esclamazione, il ragazzo sorrise, sollevato.

"Dovrebbe congratularsi con i suoi amici…" improvvisamente si ricordò di aver avvertito solo i signori Granger.

"Mi ha ricordato che devo ancora avvertirli…"

"E allora vada, ma stia ben attento a dosare le parole, o ai suoi amici verrà un infarto…" rise la donna, lui annuì e corse fuori.

Ron e Ginny erano rimasti molto sorpresi, quasi increduli, il moro aveva spiegato loro l’accaduto, e i due gli avevano assicurato che li avrebbero raggiunti il prima possibile.

Così lui ritornò in stanza, dove trovò Hermione sveglia.

"Harry…" sussurrò lei con un sorriso, quando lo vide. Lui si avvicinò e si sedette sul bordo del letto, prendendole la mano.

"Ciao, come ti senti?"

"Così così…è stato parecchio doloroso…"

"Ti hanno detto…"

"…che è femmina? Sì, e ne sono molto felice…"

"L’hai già vista?"

"No, non bene almeno…ero un po’ affaticata…" sorrise.

"Fra poco la rivedrai…" ricambiò il sorriso.

"Allora, sei diventato ufficialmente lo zio Harry, eh?" lo prese in giro.

"E tu allora, mamma?" ribatté lui.

Scoppiarono a ridere.

In quel momento entrò la guaritrice castana, quella che aveva bloccato Harry sulla porta poco più di un’ora prima, teneva un fagottino racchiuso in molte coperte di pizzo bianche.

"Oh…" esclamò Hermione, mentre la donna gliela posava fra le braccia:" Harry, guradala! Non sembra un angelo?" lui si fece più vicino e la osservò meglio: aveva pochi capelli, castani e gli occhi marroni.

"Ti somiglia moltissimo…" constatò con un sorriso mentre la bambina spostava lo sguardo dall’uno all’altra guardandoli con curiosità.

"Ciao, piccola mia…" sussurrò Hermione facendole una carezza, aveva le lacrime agli occhi dalla gioia.

"Ehm…Hermione?" non era intenzionato ad interrompere quel magico incontro, ma si era accorto che alla neomamma era sfuggito un piccolo particolare.

"Sì?" disse, continuando a guardare la figlia.

"Hai pensato a un nome?"

"Beh…ci ho pensato, ma non so quale scegliere…"

Lui rimase in silenzio, non gli sembrava corretto dare suggerimenti dal momento che non era realmente imparentato con la neonata.

"Che ne pensi di Sarah?"

"Sarah Weasley" ripeté lui, per poi fare una smorfia di disapprovazione.

"Hai ragione…allora…ehm…Marta?"

"Non suona male…"

"Però non mi piace molto…"

Rimasero in silenzio per un po’.

"Ho trovato! Che ne dici di Lilian?"

"Lilian?"

"Sì…come tua madre…tutti hanno sempre detto che era una strega eccezionale, io vorrei che la mia bambina diventasse come lei…"

"Non è affatto male…Lilian Jane Weasley…"

"Già…poi si può abbreviare in Lily…Lily è carino!"

"Sì…"

"Harry…non ti dispiace, vero? Non voglio che il nome che darò alla bambina ti riporti alla memoria spiacevoli ricordi…"

"No, affatto, Lilian è un nome bellissimo! Anzi, ti dovrei ringraziare Hermione, mia madre sarebbe stata felice di questa cosa…"

"Non ringraziarmi, tua madre si meriterebbe molto di più per averti salvato…Harry, non ti sei nemmeno cambiato…" constatò, notando la divisa. Sorrisero entrambi.

SBAM!

La porta d’ingresso venne aperta con tale violenza da farli sobbalzare entrambi e da far piangere Lily.

Sulla soglia comparve un Ron tutto sudato e col fiatone e una Ginny dall’aria furiosa.

"RON! MA CHE DIAVOLO TI SALTA IN TESTA!?" urlò Hermione, dal momento che Lily non la smetteva di strillare.

"E’ nata?!" domandò il rosso, guardando la bambina e avvicinandosi a loro.

"Sta bene?!"

"Dopo quello spavento non più…ehi! Attento!" cercò di prenderla in braccio e per poco non la fece cadere.

"RON! SMETTILA! Datti una calmata! Non vedi che l’hai spaventata a morte?! Che bella prima impressione!" esclamò Hermione, riprendendosela, con aria seccata.

"Scusa…" borbottò il ragazzo.

"Non si tratta di scusarsi o meno Ron, tua figlia non è un giocattolo che se cade si può aggiustare e non si fa male! E’ talmente piccola che una caduta può esserle fatale!" disse cullandola per calmarla.

"Oh! Ma che amore!" esclamò la sorella, avvicinandosi a sua volta, Hermione gliela posò fra le braccia e la rossa la cullò un po’.

"Ciao…ehm…" si fermò, non sapeva come avessero deciso di chiamarla.

"Avevamo pensato a Lilian…come la madre di Harry…vi piace?" domandò ai due.

"Secondo me è perfetto!" rispose la ragazza.

"E’ un nome molto bello!" esclamò Ron, guardando la figlia con un sorriso.

"Bene, allora questa bambina si chiamerà Lilian e il soprannome sarà Lily!"

"Benvenuta Lily!" esclamarono in coro, sorridenti.

A quel punto la porta si aprì nuovamente, entrò un’altra guaritrice, che sorrise nel notare il gruppetto intorno al letto della paziente.

"Vedo che si festeggia una nascita!" esclamò allegra, avvicinandosi:"Perdonate l’interruzione, ma dovrei parlare in privato con la Signorina Granger…"

"Oh, certo! Usciamo ragazzi…" disse Harry:"Ci vediamo dopo Herm!" i due ragazzi uscirono, Ginny restituì la bambina alla madre, e uscì a sua volta.

"Come si sente?" domandò la donna, mettendo un po’ in ordine.

"Meglio adesso che l’ho vista…" rispose, indicando la figlia.

"Succede a tutte, mi creda…scusi se mi permetto, ma quanti anni ha?"

"Diciassette…"

"E’ molto giovane…"

"Lo so…"

"Dunque, signorina, mi è stato ordinato di comunicarle che il padre è…" ma la conversazione fu interrotta da un rumore stridulo proveniente dal corridoio che costrinse entrambe a tapparsi le orecchie:"…Ronald Weasley…" completò la guaritrice con un urlo, per farsi sentire. Hermione sorrise:"Inoltre potrà uscire dall’ospedale fra tre giorni…"

"La ringrazio molto…"

"Dovere, signorina…" con un sorriso la donna uscì e poco dopo rientrarono i suoi amici.

***

Giunse la sera prima della partenza per le vacanze estive, Hermione e Lily erano arrivate ad Hogwarts il mattino precedente ed i signori Granger erano andate a trovarle al San Mungo il secondo giorno. I Serpeverde, vendendole arrivare non si erano rispariamti la loro quotidiana dose di commenti sprezzanti, per loro sfortuna, la Preside passava di lì e quindi, tolse venti punti alla loro casa.

Erano tutti riuniti nella sala comune e si erano presi i posti migliori, accanto al fuoco, i bagagli erano già pronti, nei loro dormitori. Stavano chiacchierando tranquillamente, ad un certo punto però, Lily si mise a piangere. Hermione la cullò un po’, ma lei non smise.

"Che cos’ha?" domandò il rosso.

"Niente Ron, ha solamente fame…" detto questo cominciò a sbottonarsi la camicia.

"Non la allatterai mica, vero?"

"Certo che sì, Ron!" e infatti lo fece, a quel punto i due ragazzi si volatarono imbarazzati, Ginny alzò gli occhi al cielo.

"Oh, ma fatela finita!" esclamò.

"Tu non puoi capire sei una donna!" ribatté il fratello.

"Effettivamente tu, Ron puoi guardare…" disse Harry.

"Adesso ti schieri dalla loro parte?!"

"No. Sto soltando dicendo che, dal momento che sei il padre, non ti devi fare troppi problemi a guardare…" Ron lo fulminò con un’occhiataccia.

"Ha ragione, Ron" disse Hermione.

"Ma volete farmi guardare ad ogni costo?!"

"No, se non te la senti…"

"Non me la sento"

"Va bene"

"La prossima volta però, salite nel dormitorio!" Harry era d’accordo.

"D’accordo…" ci fu una risata collettiva.

Harry non era mai stato tanto felice, Voldemort non era riapparso quell’anno ed era strano, ma tutto quell’affetto da parte dei suoi amici e l’amore di Ginny lo avrebbero sicuramente aiutato ad affrontarlo, quando sarebbe arrivato il momento.

***

Il viaggio di ritorno si svolse normalmente, nessuno di loro era triste, dal momento che tutti avrebbero fatto ritorno ad Hogwarts, il trio avrebbe iniziato il corso per diventare Auror e Ginny avrebbe concluso il corso ad Hogwarts. Alcuni studenti, quelli che non avrebbero fatto ritrono, piansero o si commossero, Hogwarts era una seconda casa per tutti. Dopo due ore arrivarono in stazione, Harry avrebbe passato l’estate in Grimmauld Place, i Drusley ormai, erano un lontano ed orribile ricordo. I Weasley e i Granger erano già là ad attenderli. Era il momento dei saluti.

Ginny lo prese da parte e gli diede un lungo bacio.

"Passa una buona estate amico e fatti vivo qualche volta! Ci vediamo ad agosto!" salutò Ron. I suoi amici lo avrebbero raggiunto a Grimmauld Place in agosto, invece i Weasley e i Granger avrebbero trascorso insieme anche luglio.

"Beh…buone vacanze, Harry!" esclamò Hermione con un sorriso, dandogli un bacio sulla guancia.

"Anche a te e…" prese in braccio Lily e le fece fare una giravolta, molto lentamente:"…tu non far disperare troppo la mamma e il papà, intesi?" la piccola fece una smorfia, simile a un sorriso. Harry la rimise nel suo seggiolino.

"Ciao, Harry!" lo salutarono tutti nuovamente, prima di allontanarsi. Li guardò andare via, ad un certo punto però, Lily emise un urlo e scoppio in lacrime. Hermione la prese in braccio e cercò di calmarla, poi notò che la bambina gurdava verso Harry, così gli fece cenno di avvicinarsi e lui capì il problema.

Una volta che li ebbe raggiunti riprese in braccio la bambina.

"Lily, stai buona, calma…" la cullò un po’ e lei smise di piangere, realizzò che non sarebbe stata molto facile come partenza:"…ascolta, lo zio Harry non può venire con voi, ma ci rivedremo presto, okay?" lei lo guardò con espressione seria, quasi contrariata. Harry la rimise in braccio ad Hermione che sorrise.

"Ti si è già affezionata…" mormorò con un sorriso.

Lui fece per allontanarsi di nuovo e la bambina riprese a piangere, era doloroso, ma non poteva fare altrimenti, doveva abituarsi alla sua assenza, con gli occhi lucidi si allontanò, sentendo Lily piangere come una disperata, si sentiva un verme ad ogni passo che compiva. Poco dopo superò la barriera e il pianto cessò.

Note:

Rieccomi con un nuovo capitolo! Lo so che ci ho messo una vita! Mi dispiace molto ma sono stati giorni molto impegnativi e il viaggio a Parigi mi ha distratta parecchio! Scusate! Spero di farmi perdonare postando questo nuovo capitolo...ditemi cosa ne pensate!^^

Ciao! Un bacione e scusate ancora per l'attesa!

Risposte alle recensioni:

steg94: Grazie, troppo buona! Comunque, riguardo la tua osservazione, no, ad Harry non viene il dubbio...ma questa cosa probabilmente la spiegerò più avanti...grazie della recensione!^^

HarryEly: Purtroppo non posso dire nulla, mi dispiace...^^ Ecco qui il capitolo... un pò in ritardo, ma ce l'ho fatta come puoi vedere...grazie della recensione!

chiara: Eheh...^^ Grazie della recensione!

JosephineAntoniette: Eh già! Finalmente aggiorno! Lo puoi dire anche di questo capitolo visto il tempo che ho impiegato ad inserirlo! Grazie della recensione!^^

marco: Alla tua domanda, al momento non posso rispondere, ma più avanti si chiarirà tutto...oh lo so, lo so bene che la speranza è l'ultima a morire, in certi casi non muore mai!^^ Grazie della recensione!

kuklin: Grazie! Ti confesso che spesso suonava strano anche a me!^^

lady86: Questa volta per evitare anticipazioni ho dovuto tapparmi la bocca con la mano, mi dispiace, ma non posso dire nulla o rovino tutto e nessuno leggerebbe più...comunque, ecco qua il nuovo capitolo! Spero ti piaccia!^^ Grazie della recensione!

Giorgia: Grazie! Eh sì...ci ho messo tanto anche per questo purtroppo! Grazie della recensione! Ciao!^^

granger90: Beh...qualcosa a Ron è successo, si è preso l'influenza...XD Grazie anche a te della recensione!^^

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Capitolo 6
*** Capitolo 6: Il diario ***


Capitolo 6: Il diario

Erano passati quasi cinque anni da quel giorno, e quel cinque, a Giugno del nuovo anno, avrebbe rappresentato l’età di Lily. Hermione aveva faticato non poco a crescerla, le vacanze estive non erano state un problema in quei quattro anni, più che altro una grazia, dal momento che durante quei tre brevi mesi, la ragazza trascorreva molto tempo in compagnia della figlia. Ma il difficile veniva quando, trascorsi i tre mesi, ricominciava il corso aggiuntivo per i futuri Auror. Ovviamente Lily aveva il permesso di soggiornare ad Hogwarts, anche perché Hermione, si era ripetutamente rifiutata di affidare la figlia ai suoi genitori o a quelli di Ron, perché non sarebbe mai potuta stare lontana dalla bambina per più di nove mesi considerato poi, che aveva quattro anni ed aveva bisogno di avere i genitori vicini, inoltre non voleva essere un peso per nessuno, e non voleva che sua figlia lo diventasse per i suoi o per i Weasley. Durante i corsi, che erano davvero molto duri ed impegnativi, Hermione non aveva molto tempo per Lily, fortunatamente la piccola trovava mille cose da fare e si inventava sempre nuovi giochi, alla ragazza dispiaceva starle accanto così poco, ma con tutta la fatica fatta per arrivare fin dov’era giunta, sarebbe stato un imperdonabile sbaglio lasciar perdere tutto proprio durante quello che sarebbe stato l’ultimo anno.

Anche Harry e Ginny, come gli amici avevano preso parte ai corsi, Harry a quello per Auror e Ginny a quello per Guaritori e Guaritrici del San Mungo. La loro relazione era rimasta più o meno la stessa, così come quella tra Ron e Hermione, con la sola differenza che l’avevano approfondita, un anno prima. Lui aveva tentato di evitare la cosa, non era certo che per la ragazza fosse ancora il momento, ma lei aveva insistito, dicendo che ormai era maggiorenne da tre anni e che non era più un’adolescente, ed Harry convenne che aveva ragione e che doveva smetterla di essere così protettivo, così era successo. Anche lui si era veramente impegnato per il corso, ottenendo ottimi risultati. Il moro aveva un ottimo rapporto con la bambina, Hermione le aveva raccontato delle loro avventure e da allora Harry era diventato il suo eroe, lo cercava molto spesso, anche Harry le voleva molto bene.

Ron, era sempre Ron. Non era un padre molto affettuoso, certe volte sembrava si dimenticasse di avere una figlia, certo le voleva bene, ma non era molto presente nella sua vita, non più di Hermione sicuramente, l’amico a volte sentiva i due genitori litigare per questo motivo, evidentemente Hermione non riusciva ad accettare il fatto che Ron, spesso, ignorasse il suo ruolo di padre, lo accusava di essere un bambino e gli diceva di crescere. Lui ribatteva che non poteva farci nulla se non stava simpatico a sua figlia. La ragazza insisteva sul fatto che una cosa del genere non era possibile perché lui era suo padre e che era colpa delle sue ripetute assenze nella vita della bambina, ed andavano avanti per ore, soprattutto nel cuore della notte, impedendo ad alcuni studenti di prendere sonno.

Nemmeno su Ginny c’era molto da dire, era la solita, anche lei si impeganva per ottenere buoni voti e procedeva piuttosto bene. Era un po’ più matura e lasciava Harry più libero, non pretendeva di passare ogni minuto con lui. Inoltre, aveva delle nuove amiche oltre Hermione e passava la metà del tempo che non trascorreva con il ragazzo, in loro compagnia. Harry le trovava irritanti, un po’ come le amiche di Cho Chang, che ridevano ogni volta per ogni piccola cosa, ed anche un po’ superficiali. Ma non gli importava, aveva passato solo una giornata in loro compagnia, due anni prima, quando Ginny lo aveva presentato, e gli era più che bastata.

Dovette ricredersi sui suoi timori di venire messo da parte, non era mai accaduto, anzi, Hermione trascorreva moltissimo tempo con lui, era persino riuscito a convincerlo ad aiutarla a fare i berretti per gli elfi domestici, più che altro Harry si era lasciato corrompere. Quella sera infatti Ron e Hermione stavano litigando da più di un’ora, sempre per la questione di Lilian, lui, non riuscendo a dormire era sceso in Sala Comune, poco dopo lo aveva raggiunto un’Hermione infuriata che era scoppiata in lacrime e lui l’aveva consolata, era stato allora che gli aveva riproposto al faccenda dei berretti ed Harry non aveva potuto far altro che accettare. Trascorreva meno tempo con Ron, nessuno l’aveva premeditato, ma tra lo studio e il resto passavano insieme molte meno ore.

Ma tra le altre, c’era una cosa davvero strana: l’assenza di Voldemort. C’erano stati degli attacchi, presumibilmente eseguiti dai Mangiamorte, in alcuni villaggi babbani in quegli anni, uno anche a Diagon Alley, ogni tanto ad Harry bruciava la cicatrice, ma nient’altro. Non che gli dispiacesse, solo…era troppo strano. Era giunto alla conclusione che un’assenza così prolungata, poteva significare solo una cosa: stava escogitando un piano, molto diverso da quelli precedenti, se attendeva tanto a rifarsi vivo, doveva avere in mente qualcosa che lo avrebbe sconvolto, sembrava quasi che stesse aspettando l’occasione giusta per metterlo in atto. Era terrorizzato al pensiero: cosa poteva essere? Fortunatamete per Harry e sfortunatamente per Voldemort, c’era una nota positiva.

Durante l’estate dopo il settimo anno, Harry e Ron erano andati alla ricerca degli ultimi Horcrux e li avevano distrutto.

Primo settembre. Era una mattinata soleggiata e in cielo c’erano nuvole bianche che sembravano panna montata. Harry si trovava alla stazione di King's Cross, era arrivato in anticipo di un’ora. Era di umore molto allegro perché avrebbe rivisto i suoi amici, Lily e Ginny. Quello sarebbe stato il loro ultimo anno, al termine del quale avrebbero dovuto sostenere un difficilissimo esame per essere ammessi al ministero. Ginny invece aveva ancora due anni di studio, dopodiché avrebbe potuto lavorare senza problemi al San Mungo.

L’Espresso per Hogwarts non era ancora in stazione, dal momento che erano solo le dieci. Harry si sedette su una panchina. Attese. Dopo circa un quarto d’ora, sentì un vociare e dei passi dietro di lui, riconobbe le loro voci, ma non si mosse, voleva vedere se l’avrebbero cercato.

"Harry non c’è ancora…" disse Ginny, con tono deluso.

"Mamma, quando arriva lo zio Harry?" domandò una voce di bambina, che fece sorridere Harry, il quale però non udì risposta e si domandò il motivo.

"Tana per Harry!" esclamò la voce di una ragazza, facendolo sobbalzare. Si voltò e vide Hermione che rideva.

"Mi hai fatto prendere un colpo!"

"Che fai? Giochi a nascondino?" rise ancora lei.

"Come hai fatto ha trovarmi?" le domandò, con curiosità.

"Harry, Harry…sono capace di trovarti quando ti nascondi sotto il Mantello dell’Invisibilità, vuoi che non sappia dove ti trovi quando sei perfettamente visibile?" disse lei, incrociando le braccia, con un sorriso.

"Mamma, mamma! Lo hai trovato?"

"Sì, tesoro, stava giocando a nascondino…" disse sarcastica.

A quel punto luì si fece vedere. Si trovò a pochi metri Lilian, con i capelli castani che le arrivavano alle spalle, insolitamente lisci, dal momento che li aveva sempre mossi, e i suoi grandi occhi marroni che lo fissavano pieni di gioia. Era parecchio alta per la sua età, arrivava quasi al bacino di Harry.

"Zio Harry!" la piccola prese la rincorsa e gli saltò in braccio, stringendolo forte.

"Lily…mi stai soffocando…" stava fingendo, era felicissimo di vederla.

"Oh…scusa zio…" disse staccandosi e guardandolo negli occhi con espressione dispiaciuta. Lui scoppiò a ridere.

"Possibile che ci caschi sempre?" disse tra le risate. Ben presto contagiò anche la bambina.

Hermione si avvicinò ai due con un sorriso. Lily, che aveva smesso di ridere da poco, le saltò in braccio.

"Allora Harry, hai passato una buona estate?" gli domandò.

"Sì, non è stata brutta…voi?"

"Oh…è…stata una bella estate…" ma dal suo tono comprese che era accaduto qualcosa.

"Hermione…" voleva domandarle se Ron l’avesse picchiata ancora, ma c’era Lily e non era giusto porle quella domanda, dal momento che la piccola era ignara di tutto:"…tutto bene?" domandò soltanto, sperando che lei cogliesse l’allusione. Evidentemente capì ciò che in realtà avrebbe voluto dire perché gli occhi le si riempirono di lacrime e abbassò lo sguardo. Lui decise di lasciar perdere almeno fino al loro arrivo ad Hogwarts, una volta arrivati, avrebbero parlato con più tranquillità.

Nel frattempo si erano avvicinati agli altri due.

"Ciao amico!" lo salutò Ron con un sorriso.

"Ciao amore!" disse la sorella, dandogli un veloce bacio sulle labbra, per poi sorridergli. Lui ricambiò.

"Avete passato una bella estate?" domandò loro.

"Sì, è stata abbastanza divertente!" rispose allegro Ron. Ginny annuì, concorde.

"E’ meglio se andiamo a posare i bagagli…" intervenne Hermione.

"Oh, giusto!" così tutti andarono a posare i propri bauli nell’apposito scompartimento, dopodiché salirono sul treno. Una volta a bordo del veicolo, Lily si mise a correre lungo i corridoi, urtando alcuni studenti di passaggio, guardò in ogni cabina, verso la fine del treno si voltò verso di loro e agitò le braccia, allegra, facendo segno che c’è n’era una vuota.

Tutti si diressero da lei e una volta arrivati si sistemarono sui sedili. Lilian pretese il posto vicino al finestrino e di sedere accanto ad Harry, mentre Ginny si accomodò accanto alla porta, sempre vicino lui. Ron e Hermione, invece, si sedettero di fronte a loro, dall’altro lato. Una volta che il treno fu partito, i due fratelli ed Harry iniziarono a chiacchierare fra loro, la bambina si mise a giocare con la sua bambola preferita, di nome Lizzy. Hermione era stranamente silenziosa, aveva estratto un libro ed aveva cominciato a leggerlo senza dire una parola, Harry aveva notato che l’amica aveva un atteggiamento diverso, sembrava molto preoccupata e triste nello stesso tempo, aveva l’aria sfinita, come se non dormisse da giorni. Aveva gli occhi fissi su una pagina, ma sembrava distratta, pensierosa. Il moro non riusciva a capire: cosa le prendeva? Riguardava Ron? L’aveva picchiata veramente di nuovo? Se le cose stavano realmente così, il comportamento del ragazzo non si spiegava, non sembrava arrabbiato o dispiaciuto, anzi si comportava normalmente. Ma cos’altro avrebbe potuto turbare tanto Hermione?

Mancava poco all’arrivo, ma a differenza delle altre volte, non fu Hermione a farlo notare agli altri, bensì Luna Lovegood, che era passata a salutarli.

"Direi che è meglio se ci cambiamo…fate prima voi?" domandò Harry alle due ragazze. Dal momento che a Lilian era permesso utilizzare gli abiti che preferiva in ogni momento e luogo.

"Okay…" rispose Ginny. Hermione non disse nulla, aveva posato il libro e guardava fuori dal finestrino, con aria distratta. I ragazzi uscirono.

"Ron…è successo qualcosa con Hermione?" domandò, poco dopo.

"No, va tutto bene. Perché?"

"Beh…non ti sembra un po’… strana?"

"Effettivamente ha l’aria stanca…sarà un po’ preoccupata per gli esami, dal momento che questo è l’ultimo anno…lo sai com’è fatta…avrà studiato troppo…" rispose Ron, calmo.

"Forse hai ragione…" attesero in silenzio per altri cinque minuti.

Proprio come pensava, il problema non era Ron. Ma allora cosa? Lo studio? Lilian? La sua famiglia? Non riusciva a darsi una risposta, era meglio domandarlo direttamente a lei.

La porta dello scompartimento si aprì, e ne uscirono Ginny ed Hermione, che parlavano fra loro e indossavano la divisa scolastica, e Lily, che in braccio a sua madre, giocava con una ciocca dei suoi capelli. I due ragazzi entrarono e si cambiarono. Dopodiché il treno non tardò molto a giungere a destinazione. Scesero dal veicolo e recuperarono i bagagli.

"Mamma, possiamo andare a trovare Hagrid?" domandò la bambina, mentre si dirigevano alle carrozze.

"Non adesso tesoro, Hagrid è impegnato a scortare al castello i bambini del primo anno, lo andrai a trovare con papà nei prossimi giorni, vero Ron?" domandò al ragazzo, che stava salutando Neville, Dean e Seamus insieme ad Harry.

"Oh, certo!" esclamò distratto, con un sorriso.

"Lo zio Harry non viene?" domandò, delusa.

"Non lo so, ma Lily, devi metterti in testa che Harry ha una sua vita e non può starti sempre attaccato…"

"Perché tu e lui non vi sposate?"

Hermione rise, divertita dall’ingenua domanda di sua figlia.

"Perché ridi?"

"Perché le persone non si sposano solo perché gli va di sposarsi Lily! Due persone per unirsi in matrimonio devono amarsi…"

"E tu non ami lo zio Harry?"

"Certo, ma è un tipo di amore ben diverso…è un po’ difficile da spiegare…" non era sicura che la sua bambina avrebbe capito il discorso che stava per farle, decise di tentare.

"…io ad Harry voglio bene, lo amo, ma come un fratello…e come ben sai, tra fratelli non ci si sposa…"

"E per papà?"

"Per papà provo un sentimento molto diverso…è amore…ma è un tipo di amore, come ti ho già detto, molto differente…"


"Non ci capisco molto…" la fece ridere di nuovo.

"Capirai quando sarai più grande…"

"Okay…" salirono su una carrozza vuota e gli altri due li raggiunsero.

"Bentornati ad Hogwarts!" aveva esclamato Ron. Tutti avevano sorriso.

***

Erano tutti radunati in Sala Grande, la cerimonia di smistamento era appena terminata, la McGranitt fece il solito discorso di benvenuto, augurando una buona conclusione dei corsi a coloro che li avrebbero terminati quell’anno. A quel punto tutti i tipi di cibi possibili ed immaginabili comparvero davanti agli studenti. Lilian stava elencando a sua madre ciò che voleva mangiare e lei glielo posava nel piatto, Ron aveva addentato una gigantesca salsiccia Harry mangiava e chiacchierava con Ginny.

"Papà, quando andiamo da Hagrid allora?" domandò la piccola, dopo aver mandato giù un pezzo di pollo.

"Cofa?" aveva un grossa patata in bocca e sembrava estraneo all’argomento. Hermione comprese che probabilmente quando gli aveva fatto la domanda non aveva ascoltato.

"Ma sì Ron…non ti ricordi prima? Quando ti ho detto che l’avresti portata da Hagrid un giorno di questi?" intervenne, sperando che il ragazzo capisse.

"Oh sì! Ci andiamo domani mattina…" rispose masticando ed ingiottendo la patata.

"Ron!" lo richiamò la ragazza.

"Che c’è?!"

"Domani mattina c’è il corso!" gli ricordò.

"Ah già…ehm…allora domani pomeriggio, alle cinque…"

"Promesso?" domandò la piccola, speranzosa.

"Promesso!" disse prima di ficcarsi in bocca un pezzo di pollo.

Il resto della cena fu tranquillo, successivamente si diressero tutti in Sala Comune, Lilian e sua madre si trattennero fino alle dieci, quando la ragazza realizzò che la bambina si era addormentata salutò tutti, la prese in braccio e salì le scalinate del dormitorio femminile per poi dirigersi nella sua stanza. Non era più Caposcuola, dal momento che aveva terminato gli anni obbligatori, ma la McGranitt le aveva permesso di tenere la stanza e di occuparne un’altra per Lilian. Solitamente la piccola dormiva con lei, quindi l’altra stanza la utilizzava come camera dei giochi e nel letto ci metteva le bambole a dormire. Una volta entrate, la adagiò sul letto e le tolse delicatamente il vestitino, cercando di non farla svegliare, poi le mise il pigiama, ma mentre la adagiava nel letto e la copriva, vide i suoi occhi aprirsi.

"Mamma?"

"Sì, tesoro?" disse dolcemente accarezzandole una guancia.

"Credi che papà mi porterà davvero da Hagrid domani?" il motivo di quella domanda era semplice: Ron non era solito mantenere la parola data, in molti casi.

"Ma certo che sì!" la bambina sorrise.

"Adesso dormi però che è tardi…"

"Sì, mamma…" si girò su un fianco e chiuse gli occhi, sorridendo. Hermione si stese accanto a lei, ma non si cambiò. Un’ora dopo che la bambina si fu addormentata, si alzò, si infilò il cappotto e lasciò la stanza. Sperò che tutto il resto del gruppo fosse a dormire, scese in fretta le scale ed arrivò in Sala Comune. Il fuoco era spento e la stanza pareva deserta, la ragazza tirò un sospiro di sollievo. Mosse qualche passo, ma quando giunse a pochi centimetri dal divano, il fuoco si riaccese magicamente e un ragazzo si alzò dal divano e si voltò, era Harry.

"Dove stai andando?" le domandò serio.

"A fare un giro…"

"A quest’ora?"

"Non riesco a dormire. E poi, sono solo le undici e mezzo" ribatté.

"Lilian?"

"Dorme" rispose irritata.

"Senti Hermione, ti devo parlare…"

"D’accordo…" Harry si sitemò sul divano, lei sulla poltrona.

"Mi sembri un po’ diversa dal solito…qualcosa non va?"

"No, va tutto benissimo…" rispose, cercando di stare calma.

"Non ne sono convinto, hai l’aspetto di una che non dorme da settimane, sei silenziosa, parli quasi solamente con Lilian e non hai rivolto la parola a me e Ginny per tutta la sera, che succede?" gli occhi le si riempriono di lacrime, proprio come alla stazione.

"Niente" mormorò.

"Hermione, abbiamo sempre parlato di tutto…cos’è che non va?" lei scosse la testa e scoppiò a piangere.

"M-mi dispiace H-Harry…" sussurrò.

"Hermione…" non capiva cosa succedeva. Le andò vicino e tentò di abbracciarla ma lei lo respinse. Ci rimase molto male, non era mai accaduto prima, per quale motivo lo respingeva e gli parlava pochissimo? Aveva deciso di troncare la loro amicizia?

"Hermione…calmati…" ma lei non accennava a smettere di piangere, così le prese la mano, ma lei la tolse dalle sue e se la mise in grembo.

"Non toccarmi Harry…per favore…" quelle parole lo ferirono più di tutto il resto. Perché si comportava così?

"Va bene, non ti tocco…ma mi spieghi che ti succede?"

"Niente, sono solo un po’ triste ultimamente…tutto qui…" era chiaro che non voleva parlargliene. Harry si sentì molto triste in quel momento, aveva mille domande e nessuna risposta.

"D’accordo, non me ne vuoi parlare…ho capito…" si alzò.

"E’ meglio se andiamo a dormire allora…" si alzò anche lei, ognuno si diresse verso le scale del proprio dormitorio.

"Buonanotte…" non la guardò nemmeno in faccia e cominciò a salire le scale.

"Harry!" lo richiamò lei. Lui ridiscese.

"Ti prego non avercela con me…è un solo un brutto periodo…" disse. Lui sorrise, la sua rabbia svanì.

"Buonanotte…" disse un po’ più dolcemente.

"Buonanotte…" rispose, sorridendo a sua volta. Si misero a salire le scale.

Meno di un minuto dopo una porta si richiuse. Hermione ridiscese in fretta e quando fu all’ultimo gradino, si fermò e sbirciò la scalinata del dormitorio maschile, non c’era nessuno.

Fece una smorifa triste e rassegnata, percorse tutta la Sala Comune per poi sparire oltre il quadro della Signora Grassa.

***

"Mamma! Mamma! Svegliati!" Lilian faceva dei piccoli saltelli sul letto e spintonava la madre.

"Mmm…Lily…" mormorò aprendo piano gli occhi:"Oddio! Che ore sono?!" si alzò di scattò e afferrò la propria sveglia sul comodino:

"Le sette e venti minuti?! Ma è tardissimo!"

"Ho provato a svegliarti ma dormivi come un ghiro!" rise la bambina.

"Grazie amore, tu intanto vestiti, la mamma si fa una doccia veloce e poi viene ad aiutarti!" la bambina annuì e scese dal letto levandosi la maglietta del pigiama. Hermione si precipitò in bagno, si tolse a sua volta il pigiama e si infilò sotto la doccia.

"Mamma, quale devo mettere?" Lilian entrò poco dopo in bagno. Hermione mise fuori la testa dal box doccia. Guardò i vestiti appesi a due manichini: uno era un completino rosa, senza maniche, con abbinato un maglioncino bianco, da indossare sotto, sull’altro invece erano sistemati un paio di jeans blu e una camicina bianca.

"Mmm…il secondo, non è giornata per la gonna…"

"Va bene!" la piccola uscì ed Hermione finì di lavarsi.

Cinque minutì dopo uscì dal bagno con indosso l’accappatoio. La figlia era seduta sul letto, vestita, ma a piedi nudi. Hermione prese la divisa e la indossò, erano le sette e mezza, lasciò liberi i capelli, legendoli solamente dietro la testa con un fermaglio, poi aiutò Lily a mettersi le scarpe, controllando che avesse indossato tutto. Infine mise i libri necessari nella borsa di cuoio, se la mise a tracolla, prese per mano la bambina e uscirono di corsa. In due minuti giunsero in Sala Grande, con il fiatone, scorsero gli altri seduti al centro del tavolo che avevano quasi terminato la colazione, non c’era da biasimarli dal momento che erano quasi le 7:40.

"Che fine avete fatto?" domandò Ginny mentre prendevano posto.

"Mamma si è alzata tardi…" spiegò Lilian.

"Può capitare…" Hermione nel frattempo aveva versato del succo d’arancia in un bicchiere, la figlia lo bevve tutto in un colpo, poi addentò un toast con la marmellata di prugne. Hermione imitò la figlia.

Mancavano dieci minuti all’inizio delle lezioni.

"Non dovresti riportare Lily al dormitorio?" sussurrò Ron alla ragazza.

"Oh…sì, la porto subito!"

"Lascia, faccio io…" si offrì Harry alzandosi.

"Lily hai finito?" la bambina annuì.

"Bene, allora andiamo…" la bambina diede un bacio alla madre che ricambiò, mentre stava per darlo anche a Ron questi la interruppe.

"Ah, Lily, oggi alle tre abbiamo un allenamento speciale di Quidditch, la McGranitt ci ha firmato il permesso di giocare ancora! Avremo una squadra tutta nostra ovviamente! Harry sarà il Capitano…" e si mise a parlare di questa nuova iniziativa. Ron tendeva a dimenticare che alla figlia, come alla madre, non interessava più di tanto il Quidditch, sì, qualche volta giocava con loro, ma non le piaceva poi molto:"…e così abbiamo questo allenamento di due ore…ma non preoccuparti, alle quattro andiamo da Hagrid!"

"Okay…" rispose non avendo capito il senso del discorso se alla fine le aveva detto che sarebbero andati comunque. Gli diede un bacio sulla guancia e si fece accompagnare da Harry nella Sala Comune mentre gli altri tre si avviavano a lezione.

***

Ore 16:00. Erano tutti riuniti in sala comune, tutti meno Ron,Harry e l’ex squadra di Grifondoro che aveva partecipato agli allenamenti. Hermione e Ginny studiavano silenziose, sedute sul divano, la rossa aveva l’aria annoiata, l’amica era concentrata.

Lilian, era seduta su una delle poltrone accanto al fuoco, poco distante dalle due, sbuffò sonoramente, per l’ennesima volta, senza distogliere lo sguardo dal ritratto della Signora Grassa.

"Lily, rilassati, sono appena le tre e cinquanta, vedrai che arriverà!" ripeteva la madre.

Più passavano i minuti più la bambina era inquieta. Dopo più di mezz’ora, Hermione cominciò a temere che il suo ragazzo si fosse dimenticato dell’appuntamento con la figlia. Passarono due ore, e non c’erano più dubbi ormai.

Lilian aveva smesso di fissare il ritratto ed teneva uno sguardo furioso fisso sui libri sparsi alla rinfusa sopra il tavolino.

Hermione richiuse il libro con un tonfo, felice di aver terminato lo studio per quel giorno e fece un sorrisetto trionfante che svanì non appena vide l’espressione della figlioletta.

Questa non l’avrebbe fatta passare liscia a Ron, proprio per niente, a costo di litigarci.

"Lily…hai fame? Sono le sei..."

"No…" borbottò in risposta.

"Tesoro, devi mangiare qualcosa…"

"Me l’aveva promesso…" la sentì mormorare. Non seppe che dire e abbassò lo sguardo, dispiaciuta.

In quel momento un allegro vociare richiamò la loro attenzione, il ritratto si aprì e poco dopo apparvero tutti i membri della squadra di Grifondoro che sorreggevano un euforico Ron, per aria.

"Sei stato grande Ron!" diceva qualcuno.

"Ottima quella parata!"

"Avete visto come sono stato bravo a…" ma si interruppe, il suo sguardo si era posato su Hermione e su sua figlia, che lo stava fulminando con gli occhi arrabbiati.

"Lily…"

"Sei un mostro! Ti odio!" urlò la bambina mentre due grosse lacrime le scendevano dalle guance. Dopodiché si voltò e corse su per la scala del dormitorio femminile. Tutti avevano osservato la scena in silenzio. A quel punto, Hermione si alzò.

"Ma non ti vergogni?! Hai preferito quello STUPIDO GIOCO a TUA FIGLIA!!" urlò con tutto il fiato che aveva. Lui non disse nulla.

"Sei proprio un insensibile, Ron!"

"Solo perché una volta mi sono dimenticato…"

"NO Ron! Non UNA volta! Molto più di una!"

"Mi dispiace! Va bene?!" urlò a sua volta.

"Risparmia il fiato…" sussurrò Hermione con gli occhi lucidi per poi salire le scale in cerca della figlia.

"Cos’è successo?" Harry era entrato in quel momento, non indossava la divisa di Quidditch e teneva sottobraccio un alto libro dall’aria molto vecchia.

"Ron ha mancato l’appuntamento con Lilian e l’ha fatta arrabbiare…" spiegò Ginny.

"Ma come? Abbiamo concluso alle quattro come stabilito…" a quel punto tutti i partecipanti all’allenamento, chinarono la testa con aria colpevole.

"Beh…ecco Harry…noi…non volevamo terminare così presto l’allenamento perciò…ci siamo allenati fino a poco fa…" confessò Ron.

"Di chi è stata l’idea?"

"Mia" rispose sempre il rosso.

"Ron! Sapevi di avere un appuntamento con tua figlia!" lo rimproverò il moro.

"Sì…ma sai, dopo un po’ le cose si sono messe bene…non riuscivo a fermarmi…"

"Ed hai dato buca a Lilian per questo?!"

"Sì…" mormorò lui.

"Dov’è?"

"Di sopra, con Hermione…"

"Vado a vedere…" detto questo fece un incantesimo alle scale e cominciò a salirle. Trovò la stanza di Hermione, la porta era semiaperta, sbirciò all’interno: c’erano Lilian e Hermione sedute sul letto, la prima piangeva e la madre, con un braccio attorno alle spalle tentava di consolarla.

"Mamma, perché è così cattivo con me?!" urlò, tra i singhiozzi.

"Non è cattivo Lilian, si è dimenticato…"

"Ma me l’aveva promesso!"

"Lo so…" Harry constatò che nemmeno Hermione sapeva più che dire dal momento che la piccola aveva ragione:"…un giorno di questi ci andiamo tutte e due, okay?"

"Davvero?"

"Ehi, lo sai che io mantengo le promesse che faccio…"

"Ti porto io se vuoi…" il moro aprì la porta ed entrò, vide l’espressione torva di Hermione e sorrise.

"Non è carino origliare, Harry…" lui alzò gli occhi al cielo.

"Comunque..." continuò, lanciando un’occhiata veloce all’amica:"…come dicevo, posso portarti io se ti va…" vide dipingersi sul volto della piccola un bellissimo sorriso.

"Veramente?" lui annuì e sorrise a sua volta.

"Anche subito se vuoi…"

"Harry…" mormorò Hermione a denti stretti, lui la guardò:"Tu non dovresti studiare un po’?"

"Ho studiato dalle quattro fino ad ora e credo che possa bastare…"

"Ah, okay…" notò che la ragazza aveva un espressione un po’ delusa.

"Mamma posso andare con lo zio?" domandò speranzosa la piccola, con occhi supplicanti.

"Eh va bene! Però dovrete essere di ritrono fra un’ora…"

"Grazie!" e detto questo la baciò su una guancia, saltò giù dal letto e corse alla porta.

"Vieni zio Harry?" domandò.

"Un minuto, aspettami giù…" lei non rispose e corse di sotto. Una volta che fu uscita, Harry guardò l’amica.

"Non volevo farti rimanere male…"

"Perché pensi che ci sia rimasta male?"

"Beh…dalla tua espressione di poco fa ho dedotto che magari avresti voluto accompagnare tu, Lilian da Hagrid…" scosse la testa.

"No, Harry, non è per quello che ho fatto quella faccia, sono felice che Lily stia un po’ con te, ma…Ron…" a quel punto appoggiò la mano sulla fronte e sospirò, con aria stanca:"Credevo che la mia vicinanza lo avrebbe aiutato a maturare, ci contavo davvero molto…si comporta come un quattordicenne che non pensa ad altro che a divertirsi, invece ha ventitre anni e in più ha una figlia piccola, che è una grossa responsabilità e non gliene importa niente. Adesso non voglio esaltarmi, però, in questi ultimi anni mi sono fatta in quattro per crescerla al meglio, e Ron non ha contirbuito molto. Le uniche cose che ha fatto per sua figlia sono state l’insegnarle a giocare a Quidditch o agli scacchi dei maghi, e, nonostante io ritenga che siano dei passatempi divertenti e piacevoli, questo non l’aiuterà affatto quando dovrà affrontare Hogwarts. Il Quidditch e gli scacchi sono sport e non materie di studio, lo sai bene. Un bambino non ha bisogno solo di quel genere di attenzioni, bisogna insegnargli a parlare, a camminare…tutto. Poi, Lilian è in quella fascia d’età in qui per ogni cosa che gli altri dicono o fanno ti domandi il perché e cominci a volere delle spiegazioni, semplici, ma comunque spiegazioni. Io cerco di fare del mio meglio ma non so se sto andando bene o no"

"Penso che nessun genitore lo sappia, Hermione. Suppongo che ognungo educhi i proprio figli come meglio ritiene giusto…non credo ci sia un metodo comune per tutti, credo che tu debba solo seguire il tuo metodo. Comunque, se vuoi il parere dello ‘zio Harry’ stai facendo davvero un eccellente lavoro con Lilian, però…ti do un consiglio, l’estate precedente al suo primo anno qui, non costrungerla a studiare tutti i libri di testo come facevi tu, altrimenti, poverina, potrebbe persino decidere di non venirci mai a studiare qui…" Hermione rise, anche Harry.

"Bene, adesso vado. Per quanto riguarda Ron…vedrai che maturerà…"

"Lo spero. Ciao!"

"Ciao! Ci vediamo a cena!" e uscì.

**

Harry raggiunse Lilan poco dopo e insieme si diressero alla casa di Hagrid. Una volta davanti al portone bussarono. Thor si mise a latrare.

"Zitto, stupida bestiaccia! Chi è?!" urlò una voce dall’interno.

"Hagrid! Siamo Lilian e Harry!"

"Lilian?!" la porta si aprì e il mezzogigante comparve loro di fronte, entrambi dovettero alzare le teste per vedergli il viso.

"Lilian…che piacere rivederti!" sorrise alla bambina:"…ovviamente vale anche per te Harry!" strizzò l'occhio al moro, entrambi ricambiarono.

"Volete una tazza di the coi biscotti?"

"No, grazie Hagrid. Abbiamo promesso ad Hermione che tra un’ora saremo al castello per la cena, e se Lilian quando torna ha già mangiato, chi la sente la madre?" disse lanciando uno sguardo alla piccola.

"Giusto, giusto. Quando Hermione si arrabbia è pericolosa, basti pensare alla storia dei canarini…"

"Hagrid, mi fai vedere gli unicorni? Ci sono ancora?"

"Certamente. Si trovano in quel recinto laggiù…" indicò un recinto abbastanza grande, di colore rosso, all’interno vi si trovavano cinque creature, identiche a cavalli, fatta eccezione per il corno che spuntava dalla loro fronte, erano tutti bianchissimi, e splendevano alla luce del sole.

"Allora io vado da loro!"

"Dacci da mangiare Lily!" le urlò Hagrid quando era già un po’ lontana. Lilian era un’esperta con gli unicorni ormai, quindi non c’era da preoccuparsi.

"Harry? Ti va di entrare un attimo?"

"Okay" entrarono ed Hagrid porse al ragazzo un’enorme tazza da the, si sistemarono dietro la finestra, per controllare Lily che in quel momento stava porgendo un mazzolino d’erba ad uno degli unicorni e sorrideva.

"Harry, come sta Hermione? L’ultima volta che l’ho vista non mi era sembrata per niente in forma…"

"In effetti tra i corsi e Lily è un po’ esaurita, e Ron non le sta dando un grande aiuto"

"Eh…" sospirò Hagrid scuotendo la testa:"Ron è sempre stato così, chissà, magari non era pronto ad avere una figlia…"

"Probabilmente è così…" rimasero un po’ in silenzio a fissare la bambina.

"Hermione è sempre stata una gran coraggiosa, anche quando decise di non abortire…" continuò il mezzogigante.

"Non avrebbe mai potuto fare una cosa simile, non sarebbe stato da lei…"

"Già… e pensare che quando eravate piccoli, Ron la prendeva in giro continuamente…chi se lo immaginava che avrebbero avuto una figlia e che tu ti saresti messo con Ginny…" Harry sorrise, ma si stupì nel rendersi conto che come sorriso era parecchio forzato.

"A proposito di Ginny, fra voi va tutto bene immagino…"

"Oh, benissimo…sì, non potrebbe andare meglio…" ancora silenzio.

"Harry…" stranamente Hagrid si era messo a sussurrare.

"Cosa?"

"Non dovrei dirtelo perché ho promesso di non farne parola, ma…" si alzò e prese una busta che teneva nascosta in una ciotola che usava come sopprammobile, andò di nuovo a sedersi. La porse a Harry.

"L’ho ricevuta quest’estate da Hermione…tu ne sapevi niente?"

Harry aprì la busta e lesse:

Ciao Hagrid,

come stai? Spero che vada tutto bene. Sarai sorpreso di ricevere questa lettera, ma avevo bisogno di parlare con qualcuno di quanto è successo un paio di giorni fa. Ron mi ha chiesto di sposarlo. Io non gli ho dato una risposta precisa, il matrimonio è un grande passo che non va preso alla leggera., gli ho chiesto del tempo per riflettere. Secondo te ho sbagliato tutto? Probabilmente ti starai domandando perché non ne ho parlato ad Harry o a Ginny, il motivo è molto semplice, non voglio che mi diano delle risposte come:"Secondo me dovresti sposarlo, vi amate già da molti anni ed inoltre avete anche una figlia" questa sarebbe una risposta di nessun aiuto, e sono certa che se gliene parlassi risponderebbero così. Non voglio che si montino la testa prima del tempo con i preparativi, dal momento che non so ancora se lo sposerò. Sono molto insicura, cosa mi consigli? Ho fatto bene a chiedergli tempo? Pensi che Ron sia abbastanza maturo? Ti prego, rispondi presto.

Grazie

Hermione

A fine lettura, Harry rimase shockato, tutta via tentò di non darlo a vedere.

"Hagrid, posso tenerla?" domandò, con una calma innaturale.

"Non vorrai mica farla vedere a Hermione, vero?"

"No, no"

"Va bene, tienila pure allora" il ragazzo guardò l’orologio, erano le 18:40.

"Forse è meglio se cominciamo ad avviarci, grazie di tutto Hagrid…" disse mentre apriva la porta con il mezzogigante dietro di lui.

"E’ sempre un piacere avervi qui, tornate quando volete!" fece un largo sorriso ad Harry che ricambiò, distrattamente.

"Lilian! Forza andiamo!" urlò in direzione della bambina.

"Perché?! Mancano ancora venti minuti!" ribatté.

"Non discutere signorina! Tua madre mi ha raccomandato di essere al castello per cena e ci vogliono almeno dieci minuti per arrivare!" la piccola sbuffò e uscì dal recinto.

"Va bene! Arrivo…" mormorò. Non appena Harry riuscì a vederla interamente, gli venne voglia di sparire: aveva pantaloni e camicia sporchi di fango e erba un po’ dappertutto. Aveva qualche filo d’erba persino nei capelli.

"Ma che hai fatto?" domandò quando si fu avvicinata.

"C’era una pozza di fango, sono inciampata e sono caduta…" spiegò. Lui si nascose il viso fra le mani.

"Scusa…" mormorò la bambina.

"Non importa, ormai il danno è fatto…adesso andiamo…ciao Hagrid! Grazie ancora!" prese per mano la bambina e salutò l’amico.

"Ciao Hagrid! Ci vediamo!"

"Ciao Harry! Ciao Lily! A presto!" disse con un gran sorriso. I due si avviarono al castello mentre Hagrid tornò nella capanna, borbottando qualcosa contro Thor che aveva ripreso ad abbaiare.

***

Una decina di minuti dopo, Harry e Lilian fecero il loro ingresso in Sala Grande, scorsero Ron, Hermione e Ginny seduti al tavolo dei Grifondoro, Hermione leggeva un libro, con il piatto della cena ancora vuoto (come tutti gli altri), Ron faceva tamburellare le dita sul tavolo, aveva la testa appoggiata sul palmo dell’altra mano, fissava il piatto ed aveva l’aria di annoiarsi parecchio. Ginny chiacchierava allegramente con le sorelle Patil, sedute accanto a lei. Mentre si avvicinavano a loro, Lily guardò Harry.

"Zio Harry, stai bene?" domandò, notando che era distratto.

"Sì…" rispose lui senza guardarla.

"Sei arrabbiato perché mi sono sporcata? Non succederà più, lo prometto!" a quel punto lui la guardò, le sorrise e la prese in braccio.

"No, non sono arrabbiato Lily, né con te ne con nessun altro" la rassicurò, lei ricambiò il sorriso e i due raggiunsero gli altri, poco prima che Harry potesse posare a terra la bambina, Hermione alzò lo sguardò ed assunse un espressione di disapprovazione nel vedere com’era conciata la figlia.

"Cos’è successo?" domandò fulminando Harry con lo sguardo.

"E’ colpa mia, mamma! Stavo giocando nel recinto degli unicorni e c’era una pozza di fango, non me ne sono accorta, sono inciampata e ci sono finita dentro…" intervenne subito la piccola. Hermione distolse lo sguardo da Harry e fissò la figlia.

"Per stavolta chiuderò un occhio, ma che non si ripeta più che ti veda ritornare conciata così, intesi?" disse seriamente.

"Certo mamma!" proprio in quel momento davanti ai loro occhi apparve la cena.

"Lily, va a lavarti almeno le mani…"

"L’accompagno io!" si offrì Ginny.

"Grazie Ginny!"

"Figurati! Torniamo subito!" e detto questo prese per mano Lily e le due corsero fuori dalla sala.

"Hermione…ho bisogno di parlarti…" mormorò Harry. Lei lo fissò.

"D’accordo, appena finito di cenare…"

"No. Subito, è urgente!" rimase sorpresa dal suo comportamento.

"Va bene, Ron, voi cenate pure, vi raggiungiamo subito…"

"Va bene…" disse mettendo nel proprio piatto una cucchiaiata di puré di patate.

Harry e Hermione si allontanarono, la condusse in giardino, si fermarono sotto una delle torri di Hogwarts. Hermione cominciava a preoccuparsi, che bisogno c’era di allontanarsi tanto? Harry estrasse la lettera che gli aveva consegnato Hagrid. Lei la riconobbe e sgranò gli occhi.

"Ma chi…?! Hagrid!" esclamò arrabbiata.

"Esatto, Hagrid!" rispose con voce irritata. Lei non disse nulla.

"Perché hai pensato che ti avrei risposto così!?" urlò.

"Perché ti conosco!"

"E’ ovvio che alla fine ti avrei cosigliato di sposarlo, ma solamente dopo aver constatato che Ron sapeva esattamente il significato simbolico del matrimonio e dopo essere stato sicuro che entrambi lo volevate! Non ti avrei risposto subito con quella frase!"

"Questo lo stai dicendo ora! Solo dopo aver letto la lettera e aver capito che quella non era l’unica risposta che avrei voluto sentire! Ma se te l’avessi detto senza che tu leggessi la lettera avresti risposto esattamente con quella frase!"

"NON E’ VERO!!"

"SI’ INVECE!!!"

Silenzio.

"C’è dell’altro, vero?" riprese lei, con più calma:"Questo non è l’unico motivo della tua rabbia, o sbaglio?"

"Sì, non è l’unico motivo! Lo vuoi sapere l’altro?!" urlava ancora.

"Sentiamo" disse freddamente.

"Mi dà fastidio il fatto che mi hai tenuto nascosto una cosa così importante! Tra amici non ci devono essere segreti! Come hai potuto farmi questo?! Ci siamo sempre detti tutto! E tu manchi di dirmi una cosa così importante! Cavolo Hermione! Ti sposi! Ti sposi e non me l’hai detto! Come se fossi una qualunque persona e non il tuo migliore amico!"

"Non ho ancora preso una decisione!" ribatté lei.

"E quando l’avresti presa me lo avresti detto oppure avrei dovuto aspettare di ricevere l’invito ufficiale per saperlo?! Sempre se me lo avresti mandato!"

"Non so nemmeno se lo sposerò!"

"Certo che lo sposerai!"

"Come mai sei tanto sicuro?!"

"Perché litigate in continuazione e litigare secondo alcuni è sinonimo di amore!"

"Non sempre è così…"

"E’ così per voi!"

"E per te?"

"Io non credo a queste sciocchezze ma a quanto pare per la maggior parte della gente è così!"

"Allora è così davvero, se lo dice la gente come potrebbe essere il contrario…" gli parve di sentire una nota di ironia nella sua voce. Altro silenzio.

"Mi hai ferito Hermione, seriamente. Non pensavo che mi avresti tenuto nascosto una cosa così importante. Tra amici non si devono avere segreti. Lo sai che significa questo? Che probabilmente tu non ti fidi più di me e quindi non riesci a confidarti e se le cose stanno così, se manca la fiducia, non vale la pena di continuare la nostra amicizia!"

"Harry…!" le aveva voltato le spalle. Lei non riusciva a credere a quello che stava succedendo.

Lui si era messo a correre.

"HARRY!" urlò, più si allontanava più lei sentiva il suo cuore spezzarsi a metà. Improvvisamente si fermò e si voltò.

"Non parlarmi mai più!" aveva urlato con una tale rabbia da farla rabbrividire, aveva gli occhi lucidi, si voltò di nuovo e riprese a correre.

Hermione rimase là, pietrificata. Harry non voleva più che lei gli rivolgesse la parola e sicuramente nemmeno lui gliel avrebbe più rivolta. Stavolta era lei nel torto, Harry aveva ragione, il loro rapporto era sempre stato basato sulla grande fiducia che ognuno nutriva nei confronti dell’altro, ma lei non si era fidata di lui e gli aveva tenuto nascosta una cosa così importante. Allora, non pensava che per colpa di quella stupida lettera, scritta in un momento di confusione totale, avrebbe perso il suo migliore amico, ma forse avrebbe dovuto rifletterci di più. E adesso era tutto finito, l’amicizia fra Harry Potter e Hermione Granger finiva in quel preciso istante. Fine. Quella era la parola esatta.

Hermione si sentì malissimo quando realizzò che era davvero tutto finito, che non avrebbe mai più potuto parlare con Harry e che lui non si sarebbe mai più confidato con lei, niente più risate, niente più preoccupazioni, niente più abbracci…niente di niente. E Lilian? Come si sarebbe giustificata con lei? Magari Harry avrebbe voluto vederla ancora e di certo lei non gliel avrebbe impedito, ma sarebbe stato giusto chiamarlo ancora zio?

Si diresse lentamente in Sala Grande, appena entrata ricevette un altro duro colpo: dove poco prima erano seduti tutti insieme c’erano solo Ron e Lilian, che con espressioni tristi, mangiavano in silenzio. Hermione scorse Harry e Ginny all’inizio del tavolo di Grifondoro, Ginny gli parlava con serietà ma lui non rispondeva e continuava a cenare. Sarebbe purtroppo dovuta passare loro in parte per raggiungere la figlia e il suo ragazzo. Fece un respiro profondo e si incamminò, non li degnò di un solo sguardo e altrettanto fecero loro. Raggiuse i due.

"Avete litigato?" domandò confuso Ron.

"Sì, abbiamo litigato e di brutto anche" rispose lei, stancamente, servendosi delle patate e una bistecca.

"L’avevamo capito, Harry è rientrato qualche minuto fa, aveva una faccia che faceva paura, si è avvicinato e ha detto a Ginny di andare con lui. Gli abbiamo domandato cos’era successo e dov’eri, ma ha risposto che non voleva più avere niente a che fare con noi. Era davvero arrabbiato. Ma che è successo?"

"Te lo spiego dopo…" tagliò un pezzo di carne e lo mise in bocca.

Improvvisamente si rese conto che Lilian non aveva detto una parola, pareva davvero molto giù di morale e confusa. Pensò che se le parole dette da Harry avevano un effetto sconvolgente per un adulto, dovevano essere ancor più devastanti per una bambina di quattro anni, che gli era affezionatissima. Provò a farle una carezza ma lei respinse il braccio, notò che non aveva quasi toccato cibo.

"Lily…" mormorò. Lei scosse la testa come per dire di lasciarla in pace.

In tutto mangiò tre patate e un pezzetto di bistecca, non era affatto una cosa positiva, dal momento che mangiava sempre tutto quello che aveva nel piatto. Arrivarono in Sala Comune nel silenzio più totale, di Harry e Ginny nessuna traccia, avevano lasciato la Sala Grande alcuni minuti prima di loro.

Una volta superato il ritratto Ron e Hermione si fermarono, Lilian no, marciò svelta su per la scalinata che portava al dormitorio femminile, senza dire nulla. Hermione, preoccupata, guardò Ron.

"Vado ad aiutarla a sistemarsi, dal momento che necessita di un bagno, tornerò fra una mezz’oretta credo…"

"D’accordo, io aspetto…" e detto questo ognuno tornò sui propri passi.

Quando Hermione entrò nella sua stanza trovò Lilian seduta sul letto, con il broncio.

"Lily…" si sedette accanto a lei, che non rispose, Hermione vide i suoi occhi farsi sempre più lucidi, poco dopo scoppiò a piangere. La madre la abbracciò, sentendosi in colpa.

"Mi dispiace piccola, è colpa mia…"

"No, mamma, non sono arrabbiata. Davvero Harry non mi vuole più parlare?" domandò, triste.

"In quel momento era arrabbiato, non voleva dire quelle brutte cose, o almeno non erano dirette a te…"

"Allora a chi erano dirette mamma?"

"A me" rispose, con voce triste.

"Perché, cosa hai fatto?"

"Non ho detto una cosa e invece avrei dovuto e adesso pensa che io non mi fidi più lui" spiegò.

"Oh…è così?"

"Certo che no. Io mi fido di Harry, mi sono sempre fidata di lui"

"E allora diglielo…"

"Hai ragione. Avrei dovuto dirglielo, ma in quel momento non ci ho pensato. E adesso non vuole più parlarmi…"

"Glielo dico io se vuoi…con me vuole parlare?" la bambina la guardò, interrogativa.

"Penso di sì, tu non gli hai fatto nulla. Ti ringrazio Lily, però credo che se tu gli parlassi la situazione si complicherebbe maggiormente…"

"Va bene, allora non dirò niente"

"Però puoi continuare a vederlo, anzi, devi. Lui ti vuole bene e tu non c’entri niente con questa storia"

"D’accordo!"

"Adesso vieni, ci diamo una bella ripulita e poi a nanna!"

Hermione la aiutò a fare il bagno e ad indossare il pigiama, dopodiché la mise a letto.

"Mamma…" disse mentre le rimboccava le coperte.

"Sì, tesoro?"

"A me…piacerebbe avere un papà come Harry…" sussurrò la piccola. Quelle parole sconvolsero un po’ la ragazza, non era per nulla un buon segno quando una figlia diceva certe cose.

"Ma tu ce l’hai un papà…" fece presente.

"Lo so"

Hermione non trovava nulla da dire, così decise di cambiare argomento.

"Adesso cerca di dormire …" sussurrò dandole un bacio sulla guancia.

Lei annuì e si mise comoda chiudendo gli occhi.

"Buonanotte mamma!"

"Buonanotte Lily!" restò accanto a lei finché fu certa che si fosse addormentata profondamente, poi ridiscese.

Trovò Ron sdraiato sul tappeto, intento a scrivere su un foglio di pergamena molto lungo, da un lato teneva un libro di aperto e di tanto in tanto gli dava un'occhiata. Quando notò che Hermione era scesa si alzò. Entrambi si sedettero sul divano.

"Allora? Che è successo? Perché avete litigato?"

"Per via...della proposta di matrimonio…"

"Oh…"

"Lui è venuto a saperlo da Hagrid è si è infuriato perché non gliel'ho detto...pensa che io non mi fidi più di lui e quindi non ritiene giusto proseguire l'amicizia"

Il rosso non disse nulla, fece una smorfia e chinò il capo.

"L’ha saputo e si è arrabbiato?" domandò.

"Sì…" lui sospirò.

"Ron, che hai?" scosse la testa.

"Ho solo sonno…vado a letto…" si alzò e mosse qualche passo.

"E il tuo tema?" lui si voltò e guardò il foglio sul tappeto.

"Puoi finirlo tu?"

"Ronald…" Hermione aveva assunto un tono di rimprovero.

"Lo so, lo so. Senti, solo per questa volta, okay?"

"Lo ripeti ogni volta…"

"Hermione, per favore! Quel compito è per domani e io sono stanco morto!"

"E va bene! Ma che sia l’ultima volta!"

"Hermione sei un angelo!" si alzò le diede un veloce baciò sulle labbra e augurandole la buonanotte sparì su per le scale. Lei, sbuffando, raccolse il foglio da terra, si sedette sul divano, lesse l’argomento del quale Ron avrebbe dovuto parlare nel tema ed andò a prendere dei libri in biblioteca, tornata in Sala Comune si mise al lavoro.

Dopo un’ora aveva già rempito metà foglio di pergamena. Erano quasi le undici e cominciava a sentire la stanchezza diffondersi, avrebbe tanto voluto andare a riposare, ma doveva finire il tema per Ron. Si fece forza e riprese a scrivere. Pochi minuti dopo sentì il ritratto aprirsi e le risa di una ragazza, a quel punto apparvero Harry e Ginny. Inizialmente non parvero accorgersi di lei, la rossa camminava all'indietro e lo tirava per la maglietta, ridevano entrambi e ogni tanto si avvicinavano per baciarsi. Hermione si sentì davvero di troppo in quel momento, avrebbe tanto voluto essere invisibile.

Quando si accorsero di lei si fermarono di bottò, imbarazzati, o almeno, Ginny era imbarazzata, Harry invece la fissava, serio.

"Ehm...scusate...adesso vado...buonanotte!" farfugliò.

Raccogliendo le sue cose in fretta e furia si precipitò su per la scala del dormitorio femminile, sentiva qualcosa allo stomaco, probabilmente il senso di colpa per averli interrotti. Tornò nella sua camera e si rimise a scrivere il tema.

***

Intanto nella Sala Comune, Harry e Ginny, molto imbarazzati per l'accaduto, si stavano guardando silenziosamente intorno, senza sapere che dire o fare.

"Che ci faceva Hermione qui a quest'ora?" si domandò Harry, gli sembrava strano che la ragazza stesse studiando a quell'ora di sera, probabilmente quel compito non era suo.

"Devo smetterla di farmi queste domande! Lei non è più mia amica!" si urlò.

Poi si voltò verso la sua ragazza, le sorrise e lei ricambiò, le si avvicinò piano e riprese a baciarla.

Al termine del bacio lo prese per mano e lanciando un incantesimo alle scale del dormitorio femminile cominciò a salirle, seguita da lui. Si fermarono davanti alla porta della stanza della ragazza. Una volta che fu aperta, entrarono. Harry aveva capito le intenzioni di Ginny e decise che non si sarebbe rifiutato quella volta. In quello stesso momento la rossa uscì dal bagno e gli si avvicinò sorridente. Quando fu sufficientemente vicina, riprese a baciarlo. Lui la lasciò fare, non aveva voglia di discutere, di tentare di dissuaderla o di pensare. Poco dopo finirono entrambi sdraiati sul letto, si baciarono per un po’, ad un certo punto Harry aprì gli occhi, non seppe nemmeno lui perché lo fece, quello che vide lo spiazzò: davanti a lui, dove doveva esserci Ginny, c’era Hermione, che si era staccata da lui e gli sorrideva con una mano posata sulla sua gunacia sinistra.

"Che ci fai qui?" domandò, non sapendo che altro dire.

Lei rise.

"Come che ci faccio qui, Harry?" la voce era trornata ad essere quella di Ginny, anche il suo viso ricomparve. Lui scosse vigorosamente la testa, agitato.

"Ti senti bene?" domandò la rossa, notando che era un po’ strano.

"S-sì…credo…" si mise una mano sulla fronte, pensò che la sua immaginazione gli stava giocando dei brutti scherzi.

"D’accordo…allora…dove eravamo arrivati?" la ragazza fece un sorrisino malizioso e ripresero da dove avevano interrotto.

Erano ormai le quattro del mattino. Ginny dormiva al suo fianco già da un paio d’ore, lui non riusciva a prendere sonno. Il viso di Hermione gli era apparso altre tre volte e lui non capiva perché ma la cosa lo turbava molto. Perché proprio Hermione? Non lo sapeva spiegare, sapeva solo che era arrabbiato ancora di più con lei. E se fosse stato tutto uno scherzo, architettato dalla ragazza? Era possibile. Si voltò per guardare Ginny ma al posto del suo viso era ricomparso quello di Hermione.

Harry non volse lo sguardo altrove, rimase lì a fissarla. Se era davvero uno scherzo non avrebbe fatto la figura dell’idota, cascandoci, avrebbe retto il gioco. Si chinò su di lei e la baciò ripetutamente sulla guancia, poco dopo le palpebre della ragazza cominciarono a muoversi, si stava svegliando. Aprì lentamente gli occhi e lo guardò.

"Harry…" mormorò, la voce era di Hermione.

"E’ Ginny, Harry. Ginny" si ripeteva.

"Ciao amore…" gli faceva uno strano effetto quella parola, quando,al posto del viso lentigginoso dell’unica femmina della famiglia Weasley, c’era quello della sua ex migliore amica.

"Reggi il gioco!" si ripeté, quasi urlando a sé stesso.

"Ciao…" rispose l’altra, con la voce impastata dal sonno:"Non riesci a dormire?"

"Accidenti! Perché non torna ad essere Ginny?!" non era mai durata tanto a lungo una visione.

"No" farfugliò, inghiottendo la saliva. Lei gli sorrise, poi cominciò ad avvicinarsi al suo viso.

"Ritorna ad essere Ginny! Ritorna ad essere Ginny!" pensava, mentre il viso di Hermione era a pochi centimetri dal suo.

"Sta calmo, Harry. Calmo. Adesso finisce. Sì, è tutto finito" si diceva, cercando di convincersi.

Ma il viso non ritornava ad essere quello di Ginny. Dieci secondi dopo le labbra della ragazza sfiorarono le sue. A quel lieve contatto, Harry andò nel panico. L’unica cosa che riuscì a fare fu voltarsi velocemente dalla parte opposta e chiudere gli occhi talmente forte che quasi si fece male.

"Harry che ti succede?" non voleva riaprirli, non voleva vedere di nuovo il viso di Hermione, li avrebbe sempe tenuti chiusi da quel momento in poi.

"Harry, stai male?" non si accorse che la voce era ritornata ad essere quella di Ginny.

"Guardami!" fu costretto a voltarsi, aprì lentamente gli occhi, pronto a richiuderli all’istante nel caso ci fosse stato ancora il viso di Hermione. Invece, era ritornato il viso di Ginny, che lo guardava preoccupata.

"Ginny…" disse, sollevato di rivedere il suo viso.

"Certo! Non c’è nessun altro in questa stanza! Stai bene, Harry? Sei strano…"

"Benissimo…" in realtà non ne era sicuro.

"Perché non hai voluto che ti baciassi?"

E adesso come poteva giustificarsi? Di certo non rispondendo:"Perché al posto del tuo viso c’era quello di Hermione…"

"Cosa?" cercò di guadagnare tempo, mentre elaborava velocemente una bugia credibile.

"Perché non hai voluto che ti baciassi?" domandò, spazientita la rossa.

"Stavamo per baciarci?"

"Sì…"

"Non me lo ricordo…chissà come mai…" finse di rifletterci un attimo:"Oh…ho capito, probabilmente stavo sognando, sai a volte mi capita di essere sonnambulo…"

"Davvero? Non lo sapevo"

"Sì, fin’ora mi era capitato solo cinque volte…pensa che una volta ho rischiato di ammazzare mio cugino Dudley con una teiera, zio Vernon non mi diede da mangiare per una settimana e mezza…non mi rendo conto di quello che faccio o dico, ma capita molto raramente" si complimentò con sé stesso per la prontezza di inventiva, l’immagine di lui che tirava in testa una teiera a Dudley era talmente divertente che non seppe come fece a trattenersi dal ridere.

"Allora, sono stata fortunata ad assistere all’evento. Adesso dormiamo però, okay?" disse dandogli un veloce bacio sulla bocca. Si sdraiarono e lui si girò, voltandole le spalle, poco dopo la sentì passare un braccio attorno al suo bacino e stringersi a lui.

"Sto diventando pazzo" pensò, prima di chiudere gli occhi e di addormentarsi.

***

Si svegliarono alle sette e alle 7:25 scesero per fare colazione. Non incorociarono Ron, Hermione o Lilian in Sala Comune. Li trovarono in Sala Grande, seduti con Seamus, Dean e Neville, con cui chiacchieravano allegramente. Non appena vide Hermione, ad Harry ritornarono in mente gli avvenimenti della sera precedente e sentì montare la collera.

"Harry, vieni?" era Ginny che si stava dirigendo verso un lato vuoto del tavolo.

"Arrivo subito, aspettami lì…" senza aggiungere altro si diresse con passo spedito verso l’allegro gruppetto. Quando si accorsero che si avvicinava a loro, smisero di parlare e rimasero a guardare, tutti tranne Hermione, che leggeva tranquilla la Gazzetta del Profeta che le era stata da poco recapitata da un gufo. Harry la prese per un braccio e la trascinò fuori dalla Sala Grande, rimase parecchio stupita da quel gesto, ma non disse nulla e lo seguì. Il moro lasciò il suo braccio e si voltò a guardarla, la ragazza notò che sembrava parecchio arrabbiato.

"A che gioco stai giocando?!" esclamò, fissandola adirato.

"Cosa?"

"Ti diverti a fare scherzi?!"

"Harry, ma di che parli…?" domandò, confusa.

"Sto parlando di ieri sera!" urlò.

"Mi dispiace, se avessi saputo che stavate entrando me ne sarei andata…"

"I miei complimenti Hermione! Era tutto molto ben architettato! Ma penso che te lo saresti potuta risparmiare!"

"Architettato…? Harry…" ma quest’ultimo era già ritornato in Sala Grande.

"Ma che gli è perso? Di che stava parlando?" si domandava Hermione, mentre tornava a sedersi al tavolo.

"Tutto a posto mamma?"

"Sì, Lily" non riusciva a capire a cosa si riferisse Harry, ma non era il caso di darci molto peso, forse voleva solo litigare ancora. Decise di non pensarci più.

***

Episodi come quello non si ripeterono più per i mesi successivi, durante i quali non si rivolsero più la parola. Harry aveva ripreso a frequentare Lilian, pochi giorni dopo il litigio, ma la bambina non parlava mai dettagliatamente del tempo che trascorreva con Harry, perché temeva di far soffrire la madre. Il corso per Auror era davvero molto duro, e gli studenti furono felici più che mai, quando giunsero le vacanze natalizie. Hermione e Lily avrebbero trascorso le vacanze dai Weasley, alla Tana.

I genitori di Hermione non ci sarebbero stati, avevano deciso di rimanere a Londra, dal momento che Robert aveva molto lavoro da sbrigare anche durante le vacanze.

Era il giorno di Natale. Hermione venne svegliata da Lilian che balzò sul letto all’improvviso.

"Mamma! Mamma! Svegliati! Dobbiamo aprire i regali!" aveva urlato.

"Mm…okay…adesso mi alzo…" e così aveva fatto, indossando la vestaglia.

Le due scesero di sotto, erano presenti tutti i Weasley, evidentemente la piccola aveva provveduto a svegliare tutti.

"Quella bambina è veramonte una pesté, Harmione!" le aveva detto Fleur. Lei, imbarazzatissima, si era limitata a sorridere.

Lilian era corsa in salotto ed aveva cominciato a scartare i suoi regali, così come tutti gli altri.

"Guarda mamma! Hai visto cosa mi ha regalato Harry?" le mostrò un boccino d’oro che teneva saldamente stretto in mano, impedendogli di volare via.

"Bello!" commentò con un sorriso.

Scartò i propri regali: Ron le aveva regalato una felpa marrone, Lily invece alcuni suoi disegni che ritraevano loro due, in un parco con l’arcobaleno, vicine ad una cascata, in volo su manico di scopa, nell’ultimo disegno c’erano solo lei ed Harry, la bambina li aveva disegnati in un prato, si tenevano la mano e sorridevano, ci aveva anche messo due cuoricini rossi, Hermione sorrise, la sua bambina aveva una grande fantasia. Si commosse per quel gesto ed andò subito a darle un grosso bacio.

Scartò tutti i regali, per la prima volta da quando si conoscevano, non trovò quello di Harry nel mucchio. Dire che anche lei non gli aveva regalato nulla era un bugia, ma dire che quel regalo si trovava nel suo baule corrispondeva alla verità. Era diventata un’abitudine regalare qualcosa anche a lui e non ce l’aveva fatta a non fargli nulla, d’altra parte non si era sentita di spedirglielo dopo ciò che era successo.

Il resto della mattinata lo trascorsero a fare preparativi per il pranzo di Natale. Lei, Ginny e Fleur aiutarono Molly a preparare il pranzo. Lily giocava a rincorrere il suo boccino per tutta la casa. Arthur, Ron, Fred, George, Charlie e Bill giocavano a Quidditch in giardino.

"Ginny, Harry viene a pranzo da noi?" domandò la donna alla figlia.

"Sì, ha detto che sarà qui verso le undici…" d’istinto Hermione guardò l’orologio, erano le dieci e mezzo.

"Sono felice che abbia deciso di venire! E’ di famiglia ormai!"

"Sì mamma, lo sanno tutti che è come un figlio per te…" la signora Weasley arrossì e abbozzò un timido sorriso.

"Comunque…può darsi che un giorno entri a far parte della famiglia…" fece l’occhiolino alla figlia che arrossì a sua volta.

"Chi lo sa…" Hermione era rimasta zitta, pensando che la conversazione non la riguardasse.

"Scerto che Arrì è diventato proprio un gran bel ragasso…" fece notare Fleur all’improvviso, controllando che il tacchino fosse pronto per essere cotto.

"Già, sotto molti aspetti…" confermò Ginny con un sorrisino. Molly le diede un schiaffetto sul braccio e sorrise, imbarazzata.

"Oh, Ginny!" esclamò, come per rimproverarla. Ma si vedeva che era interessata alla conversazione.

"Dall’ultima volta che l’ho visto, è divantato molto più alto…" continuò Fleur.

"Sì, ed ha un fisico da paura…" aggiuse Ginny, con orgoglio. Hermione sentì le guance andarle in fiamme. Finché si parlava dell’altezza non c’erano problemi, ma non era certa di voler ascoltare i dettagli dei cambiamenti che il corpo di Harry aveva subito. La conversazione fu interrotta dal trillo di un campanello.

"Oh, è in anticipo…" tutte e tre corsero all’ingresso, solo lei non si mosse. Sentì tutti salutare Harry calorosamente, dopodiché ognuno tronò a dedicarsi alla propria attività. Aveva sentito il signor Weasley offrirsi di aiutare Harry a portare di sopra i bagagli, lui aveva accettato.

Ginny, Molly e Fleur rientrarono in cucina e si rimisero ai fornelli.

"Hermione, potresti andare a prendere i piatti nella credenza in sala da pranzo, per favore?" domandò la donna, poco dopo.

"Certo, Signora Weasley…" e detto questo uscì dalla cucina.

Oltrepassò le scale, diretta in sala da pranzo, ma qualche metro prima della porta, una voce la fermò.

"Hermione!" alzò lo sguardo e vide Harry scendere di corsa dalle scale.

Fece finta di nulla e proseguì, ma poco dopo sentì la mano di lui stringerle il polso destro. Fu costretta a voltarsi. Notò che lui non sembrava aver voglia di litigare e ne fu felice, rimase in silenzio, aspettando una spiegazione per quel gesto.

"Puoi venire fuori un attimo?" sussurrò.

Lei lo guardò, incerta.

"Per favore…" la ragazza annuì.

La condusse fuori dalla porta, e là si fermarono. Era nevicato nei giorni precedenti, sul prato era presenti almeno due metri di neve. Il tappetino era imbiancato, anche se leggermente.

"Che c’è?" domandò lei, freddamente. Voleva mantenere un certo distacco.

"Volevo solo darti…" a quel punto, da una tasca estrasse un piccolo pacchettino rettangolare, incartato con della carta rossa e un fiocco d’oro:"…questo" terminò, porgendoglielo.

Rimase sorpresa da quel gesto, era l’ultima cosa che si sarebbe aspettata da lui, vista la situazione che si era creata.

"Grazie Harry…" mormorò, imbarazzata per come l’aveva trattato. Lui sorrise.

Si ricordò di avere qualcosa anche lei per lui.

"Oh! Quasi dimenticavo! Tienilo un attimo…" gli rimise il pacchettino in mano e mentre correva all’interno la sentì urlare:"…torno subito!"

Attese solo un minuto, dopodiché lo raggiunse, richiudendosi la porta alle spalle. Gli porse a sua volta un pacchetto, avvolto in una carta blu.

"Oh, grazie…" anche lui pareva sorpreso.

"Ehm…li apriamo?" domandò, incerta.

"D’accordo…"

Hermione scartò il suo, il pacchetto in cui era contenuto il regalo era bianco, lo aprì e rimase a bocca aperta.

"Harry ma è…"

"…una collana, sì…" terminò lui.

Lei la prese in mano, era d’argento, il ciondolo era a forma di stella, ma era una stella particolare, all’interno era colorata con i colori dell’arcobaleno e brillava al sole.

"E’ stupenda…grazie Harry…" sussurrò, con le lacrime agli occhi. Lui sorrise di nuovo.

"Sono contento che ti piaccia…" aveva temuto che non le sarebbe piaciuta affatto. Rimase a guardarla con un sorriso, mentre contemplava la collana.

"Il tuo non lo apri?" la sentì domandare poco dopo.

"Oh, certo!" e iniziò a scartarlo, notò che era abbastanza più grande del suo, aveva una forma strana ed era morbido. Non appena finì di scartarlo fece una faccia molto sorpresa: era un pupazzo, ma non un pupazzo qualsiasi, era lui con indosso la divisa di Quidditch la Firebolt in una mano e il boccino d’oro nell’altra. Lo assalì un dubbio.

"L’hai fatto tu?" Hermione, che era molto rossa in viso, annuì.

Harry rimase sbalordito, sapeva che Hermione confezionava berretti per gli elfi domestici, ma non era al corrente che facesse anche pupazzi.

"E’ fantastico!" ed era quello che pensava, chissà quanto ci aveva lavorato! Lo guardò ancora, era perfetto, c’erano tutti i dettagli.

"Ti piace sul serio?" a lei sembrava molto banale rispetto a ciò che le aveva regalato lui.

"Tantissimo! Ma quanto ci hai messo?"

"Da settembre fino all’inizio delle vacanze…"

"E’ bellissimo Hermione! Grazie, davvero…"

"Oh, figurati…" borbottò imbarazzatissima.

Si guardarono e si sorrisero.

La porta si aprì ed apparve la testa di Ginny.

"Hermione! Ma che ci fai qui? Ti ho cercata dappertutto…ti sei scordata i piatti!" esclamò la rossa.

"Oh cavolo! I piatti!"

"E’ colpa mia Ginny…" si affrettò subito a precisare Harry.

"…dovevo parlare a Hermione di una cosa e le ho chiesto di venire con me qui fuori…" spiegò, dal momento che la ragazza stava spostando lo sguardo dall’uno all’altra con aria torva.

"Comunque…la mamma mi ha incaricata di domandarti se mi aiuteresti ad apparecchiare la tavola…" disse, rivolta al ragazzo.

"Certo, molto volentieri…"

"Molto bene, andiamo allora!" prima di essere trascinato dentro, Harry riuscì a lanciare un ultima occhiata a Hermione, e le fece un sorriso di scusa, lei sorrise a sua volta.

"Hermione! Dove sei?!" era la signora Weasley.

"Arrivo Signora Weasley!" ed entrò di corsa anche lei.

Verso le 12:15 erano tutti seduti a tavola e si stavano servendo il tacchino. Harry era seduto tra Ginny e Fred, di fronte c’erano Bill e Fleur, a capotavola il Signor Weasley alla cui sinistra sedevano Lupin e Tonks seguiti da Ron, Lilian e Hermione, alla sua destra sedeva la moglie con accanto Moody, e vicino a Fred c’era il gemello.

Harry stava guardando Hermione posare il tacchino nel piatto di Lily, evidentemente lei se ne accorse perché alzò lo sguardo, gli sorrise e lui ricambiò.

A quel punto Ginny lo fece voltare e gli diede un bacio, lui non capì il perché di quel comportamento, la sua ragazza era strana da un po’ di tempo. Hermione li vide baciarsi e distolse lo sguardo per discrezione, non era sicura che lei e Harry si fossero riappacificati, ma era un buon inizio.

***

Trascorsero i mesi, durante i quali il rapporto di Harry e Hermione non migliorò molto, ma almeno riuscivano a scambiare qualche parola. La ragazza era certa che la causa del mancato miglioramento, rispondesse al nome di Ginny Weasley. Ogni volta che stavano per iniziare una conversazione, se la rossa era nei paraggi, li interrompeva, trascinando via Harry con una scusa.

Il moro era stufo di quel comportamento, la sua ragazza era assurdamente gelosa e troppo possessiva nei suoi confronti, voleva sempre averlo accanto. Lui desiderava potersi chiarire con Hermione, ma Ginny non glielo permetteva.

Il corso Auror era durissimo e talvolta gli studenti si ritrovavano a studiare anche per tutta la notte.

Una sera, Harry e Ginny erano seduti tranquillamente in Sala Comune a studiare, fuori pioveva. Ad un certo punto sentirono un tonfo contro i vetri della finestra, si precipitarono a vedere e scoprirono che a causarlo era stato un piccolo gufo nero, dagli occhi rossi, teneva legato ad una zampa un piccolo fogliettino. Aprirono la finestra e il gufo planò sulla spalla di Harry, che prese il biglietto.

I due si sedettero e il gufo volò via.

Tre giugno. Davanti all’ingresso della tua stupida scuola. Ore 6 in punto.

Non tardare Harry Potter, sono stanco di aspettare di poterti uccidere.

Lord Voldemort

La notizia del biglietto di Voldemort si diffuse velocemente in tutta la scuola, quando i suoi amici lo vennero a sapere gli domandarono come si sentisse, preoccupatissimi. Solo Hermione non disse nulla, si limitò a salire nel suo dormitorio, bianchissima in viso.

Più il tempo passava, più Harry era nervoso, agitato e scontroso.

Arrivò presto la sera del 2 Giugno, troppo presto, se si metteva a pensare che il mattino seguente avrebbe potuto morire. Erano le nove, aveva promesso a Lily di passare la serata a giocare con lei, la piccola sapeva che lo zio avrebbe dovuto affrontare il più malvagio dei maghi, ma non immaginava di certo che sarebbe potuto morire. Hermione aveva preferito non dire alla figlia che esisiteva quella possibilità, per non turbarla, tutti si erano trovati d’accordo con lei.La piccola propose un gioco che Harry non aveva mai sentito, si facevano degli strani gesti con le mani e si cantava una canzoncina. Gli aveva rivelato di averlo imparato dalla bambina che abitava vicino ai suoi nonni materni, che era babbana. Lui accettò di giocare.

Hermione scese dal dormitorio proprio in quel momento, sentendo le risa della figlia, si bloccò a metà scala e sbirciò. La scena che le si presento la fece sorridere: Harry tentava di imparare i gesti e la canzone di quel gioco, ma sbagliava continuamente e tutto ciò divertiva Lily.

Rimase ad osservarli per un po’, certo che Lilian somigliava molto ad Harry di carattere, certe volte persino negli atteggiamenti…sembravano proprio…ma che cosa fossero non riuscì a pensarlo perché la sua mente fu invasa dai ricordi.

Il biglietto…la capanna di Hagrid…il bacio…lei che si svegliava e si rivestiva…la lettera che gli aveva scritto…Ron…il diario…

Non riuscì a dire nulla, per tutto quel tempo era rimasta con gli occhi sbarrati a fissare un punto imprecisato davanti a sé.

"Il diario" ripeté. Si voltò e riprese a correre su per le scale. L’unico suo punto di riferimento, l’oggetto che le avrebbe dato la conferma di ciò che era realmente accaduto fra lei ed Harry quella notte di sette anni prima.

Arrivò nel corridoio e con una corsa giunse alla porta della sua stanza, la spalancò violentemente, era tutto in oridne come sempre. Si precipitò accanto al letto, frugò nel suo baule, guardò sotto il materasso. Niente, i suoi vecchi diari non c’erano. Improvvisamente si ricordò dove li teneva, infondo ai cassetti del suo armadio. Lì aprì.

"Primo anno…secondo anno…terzo anno…" mormorava mentre li metteva da parte:"…settimo anno!" esclamò con un sorriso di sollievo.

Si sedette sull’ letto e cominciò a sfogliarlo piano, dopo una settimana, trovò una pagina bianca.

"Oddio…è questa…" ricordò, agitatissima.

Per poter vedere cosa c’era scritto doveva ripronunciare la formula al contrario. Ma c’era un problema, non ricordava quale fosse, talmente era agitata.

"Hermione calmati, te la devi ricordare…" si impose.

Dopo molti minuti la ricordò e la ripronunciò al contrario. Piano piano le parole ricomparvero sulla pagina. La rilesse, e le tornò tutto alla memoria. Richiuse il diario e sospirò, mettendo la testa fra le mani.

Lilian poteva essere figlia di Harry.

A quel pensiero scoppiò a piangere, ma perché le cose dovevano complicarsi ulteriormente? Erano già abbastanza complicate.

Si disse che non poteva vivere nel dubbio in eterno, quindi c’era solo una cosa da fare. Andare al San Mungo e chiedere la cartella di Lily. Da qualche secolo, quando in quell’ospedale nasceva un bambino, le guaritrici, oltre a lavare i bambini, facevano un veloce esame del DNA, che, a differenza dei metodi babbani, tramite l’uso della magia, veniva effettuato in due minuti. Hermione aveva letto da qualche parte il motivo di tutto ciò: molti secoli prima, una strega partorì in quell'ospedale, a quei tempi, i nomi dei genitori non venivano scritti. Tempo dopo si presentarono due maghi, pretendevano di sapere di chi fosse figlio quel bambino, nessuno glielo seppe dire, così, una volta fuori dall’ospedale, i due litigarono fuoriosamente ed iniziò un duello, al termine del quale uno dei due fu ucciso. Per evitare che la storia si ripetesse decisero di addottare quel metodo, e non accadde più nulla.

Si alzò dal letto, prese il cappotto e corse in Sala Comune, Lilan e Harry notarono che aveva uno sguardo strano, quasi preoccupato.

"Hermione, cos’hai?" le domandò Harry.

Lei non lo degnò di uno sguardo e proseguì.

"Dì a Ron di mettere a letto Lily fra un’ora!" gli urlò prima di sparire oltre il quadro della Signora Grassa.

***

Corse per i corridoi e scese le scale, arrivò all’ingresso e non si fermò, proseguì, uscendo nel cortile.

Da quando era nata Lilian aveva il permesso di materializzarsi e smaterializzarsi fuori dall’edificio, nel caso fosse successa un’emeregenza. Si smaterializzò, materializzandosi nuovamente davanti all’entrata del San Mungo. Entrò, esitando più volte.

Si diresse al banco informazioni.

"Sì?" le domandò una Guaritrice anziana, dall’aria severa.

"Potremme farmi vedere la cartella di Lilian Granger, per favore?" dal momento che, quando era nata la figlia, lei non era ancora sposata, la legge stabiliva che la piccola avrebbe dovuto prendere il suo cognome, finché la madre non sarebbe stata sposata.

"Lei è?" domandò.

"Hermione Granger, la madre" la donna si allontanò un momento, ritornò poco dopo con la cartella in mano.

"Grazie, la riporto subito" la prese ed andò a sedersi su una delle sedie della Sala d’Attesa.

Rimase a fissarla, per qualche minuto, terrorizzata all’idea di aprirla e di scoprire il nome del vero padre della sua bambina. Fece un respiro profondo e la aprì molto lentamente.

Ciò che stava cercando era proprio lì, nella prima pagina, in alto c’era il nome completo del nasciturno, la freccia a sinistra indicava il nome completo della madre, quella a destra quello del padre, era così per tutti. Iniziò a leggere:

"Nome del/della bambino/a: Lilian Jane Granger. Nome della madre: Hermione Jane Granger. Nome del padre…" a quel punto Hermione chiuse gli occhi, era troppo agitata, le mani le tremavano e il cuore le batteva forte. Molti minuti dopo li riaprì, molto lentamente, lesse:" Harry James Potter".

Sentì il respiro mancarle, fissava incredula quel nome.

"Harry è il padre di Lilian" si disse, faticava a crederci. Eppure quella Guaritrice le aveva detto chiaramente Ronald Weasley, che si fosse sbagliata?

"Quel rumore…" si ricordò che mentre la donna le parlava c’era stato un frastuono che l’aveva costretta a tapparsi le orecchie, evidentemente la Guaritrice aveva proseguito, e lei non se ne era resa conto, doveva aver detto qualcosa come:"…Harry Potter, l’amico di Ronald Weasley"

Dopo quella che le parve un'eternità si alzò, constatando che aveva le gambe molli. Ritornò al banco informazioni.

"Mi scusi" mormorò in direzione della Guaritrice che la aveva dato la cartella:"potrei tenere il foglio per qualche giorno?"

"Può tenerlo per non più di due giorni, deve riportarlo qui entro la sera del 4 Giugno, altrimenti manderemo qualcuno a prelevarlo...si sente bene?" domandò, notando che la ragazza era sbiancata.

"Sì..." ma era convinta del contrario.

***

Uscì. L'aria era piuttosto fresca quella sera, seppure fosse già giugno, c'era molto vento. Non aveva voglia di smaterializzarsi così presto, doveva riflettere un pò, decise di fare una camminata.

Le vie erano illuminate solo dalle fioche luci dei lampioni, c'erano poche persone per strada quella sera, di tanto in tanto maghi e streghe le passavano accanto e le lanciavano occhiate interrogative, domandandosi probabilmente, cosa ci facesse una strega così giovane, da sola a quell'ora, con i tempi che correvano, Voldemort poteva spuntare da un momento all'altro e farle del male, ma non sarebbe successo, ne era certa. Teneva il foglio, bianco come la neve, stretto in mano, facendo attenzione a non farselo strappare dal vento.

Che cosa doveva fare? Dirlo ad Harry? Oppure fingere che nulla fosse successo, inventare una banale scusa per quell'uscita, e continuare a far vivere tutti nell'illusione che Lilian fosse figlia di Ron? Si domandò se ce l'avrebbe fatta a reggere una situazione simile. La risposta era no.

Se l'avesse detto? Cosa sarebbe accaduto? Ginny si sarebbe infuriata con Harry e l'avrebbe lasciato? Così che lui l'avrebbe odiata a vita per aver interrotto un così grande amore? A quel pensiero, rise, e si disgustò di sé stessa, quella tra Harry e Ginny era sul serio una grande storia d'amore. Rise di nuovo, non poteva farci nulla.

Ripensò alla notte trascorsa con Harry, a tutte le emozioni che aveva provato. Con Ron era stato totalmente differente, non aveva provato nulla di simile.

In quel momento un altro ricordo le ritornò alla memoria.

Erano sdraiati l’uno accanto all’altra e si sorridevano, si stavano guardando molto intensamente. Nessuno aveva parlato. Hermione sentiva di dover dire qualcosa o sarebbe scoppiata.

"Harry…" sussurrò. Ma lui le aveva impedito di continuare sfiorandole la bocca con le dita, le si era avvicinato ed aveva ripreso a baciarla.

Si domandò che cosa gli avrebbe detto se lui non le avesse impedito di finire la frase, forse gli avrebbe detto che lo amava. In quel caso era stato meglio che fosse finita in quel modo perché gli avrebbe detto una bugia. Ma sarebbe stata proprio una bugia?

"Che cosa vado a pensare! Certo che sì! Io innamorata di Harry Potter! Figuriamoci!" rise, ma si accorse con orrore che era una risata falsa, forzata. Provò ad immaginare lei ed Harry sposati, vivere insieme a Lilian in una bella casa.

"No, non mi ci vedo, proprio per niente!" ma si vedeva eccome, e quell’immagine le piaceva tanto, tantissimo. E ne era consapevole.

"Insomma, basta con queste fantasticherie!" si impose, scuotendo la testa.

Lei non amava Harry. Punto. Ma era giusto che sapesse che Lilian era sua figlia.

Si rese conto di stare camminando da mezz’ora, decise quindi di ritornare ad Hogwarts.

***

Oltrepassò il buco del ritratto facendo un bel respiro, pronta al peggio. Scoprì che tutta la famiglia Weasley era radunata nella Sala Comune, ormai vuota.

"Ma che…?" farfugliò, vedendo tutti i Weasley.

"Ciao Hermione! Siamo venuti a farvi una visita…per sapere come stava Harry…" spiegò Molly con un sorriso.

"Hermione! Tutto bene?" Harry si era alzato e le era andato incontro, con l’aria preoccupata.

"Cos’è quello?" domandò indicando il foglio, che teneva ancora saldamente stretto in mano.

Con un sospiro, la ragazza glielo mise in mano, tenendo lo sguardo fisso a terra, anche i Weasley avevano smesso di parlare fra loro e li stavano osservando, era sceso un silenzio improvviso.

Hermione vide gli occhi di Harry scorrere le parole sul foglio, finché il suo sguardo mutò in profonda sorpresa ed incredulità, mentre anche lui ricordava. Abbassò il foglio e la guardò, con gli occhi sgranati, senza una parola. Impossibile stabilire se si sentisse confuso, arrabbiato o felice.

Lei aveva tenuto gli occhi fissi sul pavimento, sentendosi in colpa.

"Che succede? Cosa avete?" domandò Ron, mentre anche Harry abbassava lo sguardo.

Prima che potessero impedirglielo, strappò il foglio dalle mani di Harry e lo lesse, lo sguardo dapprima incredulo mutò, li fissava furioso, con gli occhi ridotti a fessure.

"Ron…?" iniziò la sorella, ma prima che finisse, lui le aveva già passato il foglio. A fine lettura, nessuno riuscì a capire se la ragazza stesse per scoppiare a piangere o se volesse urlare, li fissava solamente, incredula. L’incredulità si dipinse sul volto di tutti i Weasley, quando terminarono di leggere il foglio. Tutti avevano gli occhi puntati su Harry e Hermione, desiderosi di una spiegazione.

Si era creata una tale tensione, che sembrava che tutti i Weasley sperassero che i due scoppiassero a ridere da un momento all’altro dicendo che era tutto uno scherzo, ma ciò non avvenne.

"Quando è successo?" domandò Ron, con tono glaciale. Entrambi compresero a cosa si riferiva. Si scambiarono un’occhiata, per poi riportare lo sguardo a terra.

"La sera in cui…" sospirò:"…sono andata da Hagrid…" completò.

"Che ci facevi tu, là?" domandò il rosso ad Harry.

"Hagrid aveva mandato un biglietto anche a me…evidentemente supponeva che uno dei due avesse altri impegni…" ipotizzò Harry.

"Hagrid vi ha chiesto di controllare casa sua e voi due avete pensato di…darvi da fare…" rimasero spiazzati, era la prima volta che il ragazzo usava un’espressione simile.

"No Ron! Non l’avevamo programmato! Te lo giuro! E’ successo per caso! Quando sono arrivata Harry era già là!" era sul punto di scoppiare in lacrime.

"Tutto quello che mi hai detto…che avevi fatto l’amore con Cho…tutte bugie…" continuò Ron, con la voce che vibrava di rabbia. Quelle parole ferirono Harry più di qualsiasi altra cosa.

"Avevamo deciso di non dirvi nulla perché si era trattato di uno sbaglio! Non volevamo farvi soffrire per un nostro errore!" ribatté il moro. Ron non disse più nulla.

"Ma perché l’avete fatto?" domandò Ginny in un sussurro, stava veramente per piangere. Entrambi la guardrono, non avevano una risposta per quella domanda. Ron si alzò in piedi con una tale violenza che la Signora Weasley sussultò.

"Oh, andiamo Ginny!" urlò:" Sul serio non hai ancora capito il perché?!" quella fu la frase che fece scoppiare la rossa a piangere. Ron si diresse verso il bucò del ritratto, furente.

"Mi fate schifo…" sussurrò,passando accanto ad Harry e Hermione:"…tutti e due…" poco dopo sentirono il ritratto richiudersi alle sue spalle. Harry e Ginny si gaurdarono, stava par dire qualcosa ma la rossa lo precedette, imitando il fratello.

"Noi ce ne andiamo..." disse Arthur, guardandoli con profondo disprezzo. Bill, Fred, George, Fleur e Charlie si smaterializzarono con il padre. Rimase solo Molly. Si alzò.

"Ho messo Lilian a dormire nella sua stanza" mormorò, piangeva anche lei.

"Grazie" Hermione le fece un mezzo sorriso mentre una lacrima le percorreva la guancia. Anche la donna si smaterializzò. La stanza ripiombò nel silenzio. Hermione cercò lo sguardo di Harry ma non lo trovò, pochi minuti dopo, anche lui uscì, senza una parola. Rimasta sola, Hermione si sedette sul divano e scoppiò in un pianto disperato.

***

Harry trovò Ginny seduta in riva al lago, piangeva ancora. Le si avvicinò e le si sedette accanto.

"Ciao" tentò. Lei non rispose e fece uno sbuffo.

"Che vuoi Harry?" domandò, con asprezza.

"Che intendeva dire Ron con ‘ sul serio non hai capito il perché?’"

"Ma smettila Harry…" sussurrò lei.

"Di fare cosa?" domandò, non capendo.

"Di fingere di amarmi…"

"Cosa?"

"Tu non mi ami Harry…" le costava molto ammetterlo, ma era inutile continuare a fingere.

"Certo che ti amo!"

"No, tu ami lei…"

"Lei chi?"

"Hermione"

Lui rise.

"Non è vero"

"E allora perché quella sera avete fatto l’amore?"

"E’ stato un errore…"

"No Harry. Tu lo volevi. Lei lo voleva"

"Sono tutte bugie…"

"No! E’ la verità! E lo sa tutta la scuola! Solo io sono stata tanto cieca da poter pensare…che l’avresti dimenticata…che saresti riuscito ad amarmi davvero…ad amarmi…come ami lei…come hai sempre amato lei..."

"Smettila…"

"Davvero non te ne accorgi, Harry? Da come la guardi, da come noti ogni minimo cambiamento in lei, da come le sorridi, da come la proteggi…si capisce che la ami più di ogni altra cosa…"

"Ho protetto anche te…"

"Sì, mi hai lasciata, dicendomi che sarebbe stato pericoloso e che non potevi fare altrimenti…ma avresti potuto lasciare anche Hermione, dirle che le volevi troppo bene e che doveva smettere di starti accanto perché poteva morire…ma non l’hai fatto perché è troppo indispensabile per te, perché senza di lei non sai più chi sei…perché per vivere hai bisogno di Hermione…" lui non rispose, era senza parole, tutto quello che aveva detto era vero, se ne stava rendendo conto.

Ginny gli sorrise.

"Va da lei Harry, io starò bene…"

***

Nel frattempo, dall’altro lato del lago, Ron era seduto su una pietra e fissava l’acqua mossa dal vento. Hermione l’aveva trovato così, era scesa per chiarire la situazione.

"Ron…"

"Vattene!" aveva esclamato.

"Ti prego, fammi parlare! Sarò breve, te lo prometto…"

"D’accordo"

Si sistemò accantanto a lui, mantenendo una certa distanza. Rimasero in silenzio.

"Mi dispiace…" sussurrò dopo un po’.

"No che non ti dispiace…"

"Sì, è la verita, forse avrei dovuto lasciare le cose come stavano…"

"Avresti sbagliato…ed io avrei continuato ad illudermi…"

"Ron…ma cosa?"

"L’ho sempre saputo, era una battaglia persa già dall’inizio con Harry. Tu non hai mai avuto occhi che per lui. Ricordo l’estate che passammo in Grimmauld Place, durante le vacanze che precedevano il nostro quinto anno…eravamo soli Hermione, noi due, e non è successo nulla, perché tu avevi in testa solo Harry…"

"Che starà facendo? Dove sarà?! Oh Ron! Sono così preoccupata!" camminava avanti e indietro per la stanza, senza fermarsi un attimo.

"Sicuramente penserà che non ci importa più niente di lui! Ci odia, sono certa che ci odierà a morte per il resto della nostra vita! E se commettesse qualche sciocchezza?!"

"…andavi avanti anche tutto il giorno, io avrei tanto voluto cambiare argomento, ma tu non facevi che parlare di lui. Quando poi Silente ci disse che rischiava l’espulsione, ti eri rinchiusa in camera tua per una settimana, a cercare la prova che avrebbe evitato l’allontanamento di Harry da Hogwarts…e da te…"

"Volevo solo…accertarmi che non sarebbe stato espulso…"

"Perché se così fosse stato si sarebbe allontanato da te…"

"No…"

"Sì, Hermione, è così…e lo sai. Sono stato un idiota, pensavo che quei litigi significassero qualcosa, ma non erano nient’altro che litigi fra due amici che si vogliono bene. Con Harry hai litigato molto raramente e per questioni veramente importanti, con me litighi ogni giorno…per qualsiasi cosa. Forse un tempo mi hai amato davvero…chissà…ma sono anni che non è più così, Hermione. Ora basta con le bugie, basta con i tentativi di recuperare un rapporto che è terminato poco dopo essere nato. Finiamola con questa commedia. Tu hai bisogno di qualcuno in grado di capirti, di consolarti, di proteggerti e di amarti come meriti. Non di qualcuno che è convinto di capirti, di saperti consolare, che non riesce a proteggerti e che non potrà mai amarti come meriti. Tu hai bisogno di qualcuno come Harry..."

Lei stava piangendo, commossa dal suo discorso, anche lei si era resa conto che tutto quello che aveva detto era vero, non c’era cosa più vera al mondo.

Anche a Ron scesero due lacrime, cercò di nasconderle.

"Mi dispiace…di averti picchiata…" era sincero. Lei scosse la testa.

"Acqua passata Ron…grazie di avermi fatto capire quello che provo…sei un vero amico!" gli sorrise. Lui ricambiò a fatica.

"Che cosa aspetti? Va da lui!"

Gli sorrise di nuovo, riconoscente.

"Grazie…"

"VAI!" a quel punto lei si voltò e corse in direzione del castello.

"E sii felice…" sussurrò quando fu già lontana.

Si alzò e camminò fino all’altra parte del lago, dove trovò la sorella, in lacrime, venne da piangere anche a lui. Le si avvicinò e le mise un braccio attorno alle spalle.

"G-gli ho…parlato…" singhiozzò lei.

"Hai fatto la cosa migliore Ginny…sarebbe successo comunque, prima o poi…è giusto così…" a quel punto anche lui pianse, stringendosi alla sorella.

***

Il ritratto si fece da parte e lei entrò di corsa, c'erano un sacco di cose che voleva dirgli. Una volta che fu nella Sala Comune, il suo sorriso svanì: Harry era seduto sul divano a fissare il fuoco nel camino, con il viso serio. Forse non era il caso di parlargli, forse lui amava davvero Ginny. Decise di non dire nulla e si incamminò verso le scale del suo dormitorio.

"Hermione!" a quell'esclamazione si bloccò immediatamente, poco dopo lui la fece voltare.

Si guardarono negli occhi per quella che sembrò un'eternità, poi Harry si chinò sul di lei e la baciò.

Mentre la baciava si diede dello stupido, come aveva fatto a non rendersene conto? L'amava da morire, da così tanto tempo che non ricordava nemmeno da quanto. Una cosa era certa, con Ginny non aveva mai provato niente del genere, nessuna delle emozioni che stava provando in quel momento. Hermione baciava meglio di Ginny, senza dubbio. Non aveva più paura di ammetterlo.

Non era possibile che lei stesse baciando Harry, il suo migliore amico. Ma quale migliore amico? L'amore della sua vita. Non le sembrava reale, temeva che fosse solo un sogno stupendo. Ma come aveva potuto lasciarlo a Ginny per tutti quegli anni? Non ne aveva idea, sapeva solo che se un'altra si fosse azzardata anche solo a sfiorarlo con un dito, se ne sarebbe pentita amaramente.

Avrebbero voluto che quel bacio durasse per sempre, ma dopo un pò dovettero staccarsi per forza.

Rimansero comunque vicinissimi l'uno all'altra, guardandosi negli occhi.

"Credo che dovremo parlare un pò..." sorrise Harry

"Sono d'accordo..." ricambiò lei.

Si presero per mano ed andarono a sedersi sul divano rosso, davanti al fuoco. La Sala Comune era deserta.

"Hermione...mi dispiace per la storia del matrimonio...ma quando sono venuto a saperlo, non lo so, sono diventato geloso...ero terrorizzato all'idea che tu sposassi Ron..."

"L'ho capito Harry, comunque non credo che avrei detto 'sì' alla sua proposta..."

Rimasero in silenzio a guardarsi, non riuscivano a staccarsi gli occhi di dosso, come se si vedessero per la prima volta.

"Harry...perché quella mattina mi dicesti quella frase...sul fatto dello scherzo ben architettato?" domandò Hermione. Al ragazzo improvvisamente tornò in mente tutto e si diede una botta sulla fronte con la mano.

"Ma certo! Ecco perché succedeva!" comprese.

"Succedeva che cosa?"

"La notte precedente io e Ginny...insomma hai capito..." lei annuì:"...certe volte però il tuo viso prendeva il posto di quello di Ginny, io non capivo perché, stavo impazzendo...così ho pensato che fosse uno scherzo che tu avevi architettato, non mi ero reso conto che accadeva perché in realtà deisderavo che ci fossi tu accanto a me..." a quelle parole il cuore della ragazza si riempì di gioia.

"Devo scusarmi anch'io Harry..."

"Per cosa?"

"Per non aver mai dubitato che Lilian potesse essere tua figlia...è che non ci ho pensato, perché credevo che ci fossero più possibilità di rimanere incinta la seconda volta...sono stata stupida..."

"No, non è vero. Suppongo venga più logico pensare di rimanere incinta la seconda volta...l'avrebbe pensato chiunque al tuo posto...inoltre, Lilian è la tua fotocopia, non potevi sospettare che fosse figlia mia..."

"Sarai rimasto sorpreso di scoprire che è tua figlia..."

"Abbastanza, ma ti confesso, che quando ho saputo della tua gravidanza, per un momento ho desiderato che il piccolo fosse mio..."

"Sul serio l'hai desiderato?" domandò, sorridendo ancora.

"Sì...e sono il ragazzo più felice del mondo, perché ho la figlia migliore del mondo e..."

"E?"

"...la ragazza migliore dell'universo..." la vide arrossire. Per poi alzare gli occhi al cielo.

"Harry, non ti serve ricorrere ai complimenti...se vuoi fare l'amore con me basta dirlo..." le venne da ridere ma si trattenne.

"Cosa? Non mi pare di aver mai accennato a niente del genere. Sinceramente, mia cara Hermione, mi sembra che sei tu quella che muore dalla voglia di fare l'amore con me..." lui resse quello strano gioco.

"Io?" si finse indignata:" Come puoi pensare che io muoia dalla voglia?" ma effettivamente le cose stavano così, non sapeva nemmeno se avrebbe resistito altri cinque minuti.

"Hermione...ricordi quel giorno? Quando stavamo per baciarci?"

"Sì"

"Se allora ti avessi domandato se volevi fare l'amore con me che avresti fatto?"

"Ti avrei dato uno schiaffo..."

"E se te lo domandassi adesso?" a quel punto lei fece un sorriso malizioso, lo prese per la maglietta e lo trascinò sopra di sé.

"Abbiamo già finito di parlare?"

"Per il momento direi che basta così...ovviamente, se vuoi continuare..." ma non la lasciò finire e cominciò a baciarla.

"Abbiamo parlato per dodici anni...direi che per qualche ora possiamo anche smettere no?" le sorrise.

"E' più che giusto..." lei ricambiò il sorriso. Si baciarono di nuovo.

"Mmm…non mi sembra che tu sia intenzionata a fermarmi…"

"Se trovi un motivo per cui dovrei fermarti fammelo sapere…" e riprese a baciarlo.

Ma il motivo c'era e se ne ricordò soltanto pochi minuti dopo. Interruppe il bacio. Harry la guardò, aveva l’aria preoccupata. Si risedette sul divano e lei lo imitò.

"Hermione, cosa c’è?" proprio non capiva cosa non andava, un minuto prima erano così felici.

Lei si alzò e camminò fino alla finestra, dandogli le spalle e guardando fuori. Non rispose e abbassò lo sguardo.

Poco dopo lui le si avvicinò e la abbracciò da dietro.

"Amore, cosa c’è?" lei rimase stupita, l’aveva chiamata amore? Nessuno l’aveva mai fatto prima.

"Niente" farfugliò. Sentiva che quel fragile muro che era riuscita ad ergere fra loro in quei pochi istanti stava per crollare.

"Ascolta, se non te la senti non importa…sono successe già una miriade di cose stasera…ti posso capire…" non la voleva forzare se lei non voleva farlo.

"No Harry non è per quello…"

"E allora per cosa? Hermione, io e te parliamo sempre di tutto, che cos’è che ti tormenta da un po’ di tempo?"

"Non mi va di parlarne…" sussurrò.

"D’accordo…ma se cambiassi idea, io ci sono…" lei si voltò e lo abbracciò.

"Grazie…" rimasero un po’ così.

"Scusa se prima ho interrotto il nostro momento…"

"Non scusarti…" lei sorrise.

"…ah, comunque…dove eravamo rimasti? Ah, sì!" e riprese a baciarlo.

Dopo qualche minuto, Harry stabilì che toccava a lui la prima mossa, quindi cominciò a slacciarle la camicietta. Ma al terzo bottone lei lo fermò, smisero di baciarsi.

"Sto cominciando ad odiarti, sai?" scherzò lui. Lei rise.

"Seriamente Hermione, lo vuoi fare o no?"

"Ma che domande fai? Certo che voglio!"

"Allora qual è il problema?" era confuso.

"Non possiamo farlo qui…"

"Perché no?"

"Per varie ragioni, ci potrebbero vedere e sarebbe imbarazzante, oppure potrebbero rientrare Ron e Ginny…non mi va di dargli altro dolore…"

"Sì, hai ragione…"


"Dove andiamo?"

"Stanza della Necessità?"

"La nostra non è esattamente una necessità…non credo che funzionerebbe…"

"Camera mia?" continuò Harry.

"Oh, certo, con tutti i tuoi amici che ci guardano…"

"Pessima idea…"

"E se andassimo in camera mia?"

"C’è Lilian…"

"No. Hai sentito la Signora Weasley, Lilian è nella sua stanza…il che vuol dire…che nella mia non c’è nessuno…"

"Non sapevo che avete due stanze separate…"

"Infatti è come se la seconda stanza non esistesse, ci dorme poche volte, di solito dorme con me…" spiegò Hermione.

"Fai bene a farla dormire con te, si sentirà più al sicuro accanto a sua madre…"

"Già…"

"Allora andiamo nella tua stanza?"

"Certo! Vieni…" fece un incantesimo alle scale, prese per mano Harry e insieme andarono di sopra.

Hermione richiuse la porta alle sue spalle e guardò Harry che la guardava con un sorriso.

"Che c’è?" domandò, ricambiando.

"Nulla, solo che…è strano…"

"Sì, molto strano"

"E quasi come se fosse la prima volta…"

"E’ vero…"

"Mi sento uno scemo…sono agitato per una cosa che ho già fatto…"

"E’ normale Harry…è passato tanto tempo da allora…anch’io sono agitata…" si abbracciarono.

"Harry?" chiamò lei, dopo un po’.

"Sì?"

"Quante volte…l’hai fatto…con Ginny?" quella domanda gli era venuta in mente all’improvviso, non era certa di volerlo sapere.

"Due…"

"Solo due?" Hermione sembrava sul punto di scoppiare a ridere, e poco dopo non si trattenne più.

"Che c’è da ridere?" l’aveva contagiato, ridevano entrambi.

"No…è solo che Ginny…non sembra la tipica ragazza da due volte…mi aspettavo qualcosa come dieci o venti…" rideva talmente tanto che si teneva la pancia ed aveva le lacrime agli occhi. Pochi minuti dopo ritornarono seri.

"Scusa se ho riso…"

"No, hai ragione, Ginny non è il genere di ragazza che lo fa solo due volte…in effetti spesso ero io a non volere…e stasera credo di aver finalmente capito il perché…" sorrise.

"E tu con Ron?"

"Ehm…due…la seconda mi pare che sia successo a fine luglio…come al solito avevamo litigato ed avevamo tentato di riappacificarci in un altro modo…il giorno dopo però abbiamo litigato ancora…"

"Non è servito a molto allora…" non era arrabbiato, stava solo pensando a tutti gli anni che entrambi avevano trascorso con persone che credevano di amare, quando avrebbero potuto benissimo trascorrerli insieme, se solo si fossero resi conto di amarsi prima…

"No, infatti. E’ stato uno sbaglio pensare di risolvere tutto in quel modo…"

"Adesso però non pensiamoci più…tutto questo appartiene al passato…"

"Giusto, non serve pensarci…" poco dopo ripresero a baciarsi.

Successe di nuovo, come sette anni prima. Ma allo stesso tempo fu diverso, ed una delle ragioni era che avevano capito di amarsi e nessuno era stato tradito quella volta.

***

Hermione era sveglia da poco, erano le quattro del mattino. Aveva il braccio di Harry attorno alla vita e non smetteva di accarezzarlglielo. Era felice come non lo era mai stata ed era una sensazione stranissima per lei, che durante tutti quegli anni era stata sempre infelice. Ma sapeva anche che si trattava di una felicità momentanea, che sarebbe cessata poco dopo, perché avrebbe dovuto pagare le conseguenze delle sue azioni. Non era una novità, sapeva che sarebbe stata punita, non sapeva in che modo, ma lo sarebbe stata. Non aveva paura, non più.

Le 4:05…le 4:10…doveva alzarsi.

Spostò delicatamente il braccio di Harry, facendo attenzione a non svegliarlo, poi si alzò, scelse dei vestiti dall’armadio e li indossò. Prima di uscire si voltò a guardare Harry che dormiva pacifico, con il sorriso sulle labbra, non resistette, gli si avvicinò lentamente e lo baciò velocemente sulle labbra. Rimase a fissarlo per qualche minuto. Non c’era più tempo, doveva andare. Con un sospiro di rassegnazione, uscì. Andò anche in camera di Lilian, dormiva, abbracciata ad uno dei suoi peluches, ignara di tutto ciò che era successo la sera prima, ignara del fatto che Harry fosse suo padre, ignara di tutto. Si sedette accanto a lei, le accarezzò i capelli, non poté impedire ad una lacrima di scendere, le diede un bacio su una guancia e lasciò la sua cameretta.

Era pronta, pronta al peggio. Non poteva più tirarsi indietro. Percorse il lungo corridoio deserto che portava alle scale di accesso ai dormitori, ad ogni passo che compiva sentiva la felicità calare e il suo posto, venne occupato da una familiare sensazione di nervosismo.

***

Le 5:13. Harry aprì lentamente gli occhi, allungò un braccio dalla parte opposta del letto, si rese conto che Hermione non c’era. Si mise a sedere di scatto, prendendo gli occhiali, la chiamò, nessuna risposta. Ma dov’era finita? Si alzò, pronunciò un incantesimo e dei vestiti puliti gli apparvero in mano. Andò a vestirsi. Più i minuti passavano più il senso di agitazione e paura per lo scontro finale, aumentavano. Non appena ebbe terminato di vestirsi, lasciò la stanza della ragazza. In corridoio non si vide anima viva, ma non c’era da meravigliarsi, vista l’ora. Passando davanti alla prima porta alla sua destra, si fermò.

"Lily…" doveva salutarla, non poteva andarsene senza averla salutata. Al pensiero che avrebbe potuto non rivederla mai più, si sentì gelare. Come avrebbe fatto senza la sua bambina?

Entrò nella sua stanza, dormiva, uno dei suoi peluches era caduto a terra, lo raccolse e glielo rimise accanto. Scostò le coperte e la prese in braccio vide i suoi occhi aprirsi.

"Zio Harry…" mormorò, assonnata ed evidentemente confusa.

"Ssh…cerca di dormire…" non fu necessario ripeterlo, la bambina richiuse gli occhi subito. Lui la strinse e pianse. Il pensiero di lei che cresceva senza una figura paterna, magari ignorando che lui fosse suo padre, gli faceva troppo male. Molti minuti dopo la rimise a letto e la coprì per bene, la baciò sulla guancia e uscì a sua volta.

Rimase molto sorpreso di trovare tutti quanti nella sala comune, c’erano proprio tutti, compresi i Weasley.

"Ciao Harry!" salutò Seamus.

"Volevamo farti una sorpresa…e anche augurarti buona fortuna!" esclamò Dean.

Ron e Ginny lo guardavano e sorridevano, lui si sentiva un po’ imbarazzato.

"Ciao…"

"Ciao!" esclamarono con un sorriso.

"Pensavo che…" ma Ginny lo interruppe scuotendo la testa.

"Questo non vuol dire che ci siamo ripresi, ma non potevamo di certo lasciarti affrontare Voldemort senza averti salutato…" Harry ricambiò il sorriso di Ginny.

"Beh…amico…fagliela vedere a quello là!" lui rise. I due si abbracciarono amichevolmente.

"Ricordati di tornare però…" si raccomandò, sorridendo. Lui ricambiò.

"Grazie ragazzi…" guardò l’uno e l’altra.

"Un’ultima cosa…avete visto Hermione?"

"No, nessuno l’ha vista…non era con te?" domandò Ginny.

"Sì, era con me…" non riusciva a capire come avesse fatto a dimenticarsi di salutarlo, ma soprattutto: dov’era finita?

Mancavano cinque minuti alle sei.

"Ron…finché Hermione non torna tu e Ginny prendetevi cura di Lilian…e fino a quando non vi diranno che Voldemort è morto oppure che se ne andato e che non c'è più pericolo, non e ripeto NON permettetele di uscire dal castello e questo vale anche per Hermione e tutti voi! Sentite, non so quello che succederà…potrebbe succedere di tutto, potreste sentirmi gridare aiuto…in questo caso che non vi venga in mente di venire ad aiutarmi! E questo è un ordine! Non un consiglio!" esclamò, in modo che tutti potessero sentirlo.

A quel punto estrasse la bacchetta e iniziò a camminare in direzione del ritratto, molti ragazzi, al suo passaggio gli diedero delle pacche sulle spalle, come per incoraggiarlo.

"Vai Harry!" urlava qualcuno.

"Forza Harry!"

"Sei tutti noi!"

Il ritratto si spostò, a quel punto tutti gridavano il suo nome. Mentre proseguiva sentiva le voci dei suoi compagni farsi sempre più lontane, finché non le sentì più. Tesissimo, aprì il portone d’ingresso e uscì, l’aria non era particolarmente fredda, ma era ancora tutto buio. Voldemort e i Mangiamorte erano già là. Quando lo vide, al Signore Oscuro si dipinse un ghigno sulla bocca.

"Harry Potter…che piacere rivederti dopo tanto tempo…" disse sarcastico mentre lui scendeva igradini.

"Come sta la tua preziosa figlioletta?" domandò con cattiveria.

"Come fai a sapere di…"

"Io so sempre TUTTO Potter!" urlò.

"Non ho intenzione di rispondere alle tue domande Voldemort! Combattiamo e facciamola finita una volta per tutte!" urlò. Lui rise di nuovo.

"Spiacente di deluderti Potter…ma non è con me che dovrai batterti stavolta!" sempre con quel ghigno si fece da parte a quel punto Harry vide che c’era un’altra persona dietro di lui, avvolta in un mantello nero con il cappuccio e la maschera uguale a quella di tutti gli altri mangiamorte.

"Levati la maschera!" ordinò.

La persona obbedì e se la levò.

Harry sgranò gli occhi, il suo cuore diminuì i battiti mentre la risata malvagia di Voldemort rompeva il silenzio che si era creato.

Note:

Finalmente sono riuscita a terminare il capitolo! Mi spiace di avervi fatto aspettare tanto, ma come avrete constatato era un pò lunghetto da scrivere e dal momento che è un capitolo fondamentale l'ho curato il meglio possibile.^^ Mmm...chissà dove si sarà cacciata Hermione...e chi è il misterioso personaggio incappucciato? Malfoy...Piton...ci sono un sacco di persone da considerare! Per scoprirlo dovrete aspettare il prossimo capitolo!^^ Ormai non manca molto...l'ottavo capitolo e l'epilogo...ma può ancora succedere di tutto...mi dispiacerà tantissimo lasciare questa storia, ci ho messo l'anima per scriverla. Adesso posso finalmente levarmi la maschera del mistero e annunciare a squarcia gola:

"Ebbene sì! Sono una Auror! E da ben sette anni..." da quando ne avevo 7 in pratica!^^ Incredibile come vola il tempo...

Vi è piaciuto il capitolo? Spero di sì! Io mi sono divertita a scriverlo...^^

Aspetto con ansia recensioni e consigli, che sono sempre utilissimi per migliorare!^^

Adesso, passiamo alle vostre recensioni!

Risposte alle recensioni:

Summers84: Anche a me Hermione piace un sacco come madre! Sono contenta che ti piaccia il nome Lily!

kiraliel: Sono felice che ti piaccia! Nuovo capitolo inserito!^^

granger90: Eh...ma se Lily avesse gli occhi verdi si sarebbe capito subito chi era il padre...^^ Comunque hai ragione! La speranza è sempre l'ultima a morire! Sono felice che il capitolo ti sia piaciuto!

lisepotter: Facevi bene a sospettare del pezzo con la guaritrice, infatti, si è scoperto che ha continuato a parlare quando c'era quel suono e che deve aver detto qualcosa di simile a quello che ha pensato Hermione. Un pò di cose si sono già risolte!^^ Ron e Hermione non hanno esattamente litigato ma...almeno lei sta con Harry!^^

Mione09: Oh...grazie, sono lusingata! Ci ho messo un pò ad aggiornare, ma alla fine ce l'ho fatta!^^

kuklin: Sono contenta che il nome Lilian ti piaccia quanto piace a me! Come ho già detto, si sono già aggiustate parecchie cose...ma non tutte...

chiara: Hai fatto bene a continuare a sperare!^^

Giorgia: Hermione ha spiegato perché non si è posta il problema...credeva che ci fossero più possibilità di rimanere incinta la seconda volta, ha certamente commesso un errore nel pensarlo, ma credo sia un errore che avrebbero commesso molte persone al posto suo...inoltre, lei la notte trascorsa con Harry la voleva solo dimenticare...No no! Per carità! Non mi ci metto con la coppia Ron/Hermione! Nemmeno per scherzo! Non mi chiamo Rowling di cognome (per fortuna).^^"

marco: sul fatto della "bietola di un tonto" ti do ragione. Ron accetta il nome semplicemente perché gli sta bene e perché, come tutti, pensa che la madre di Harry fosse una brava donna. Sì, era ammalato, ma dato che Madama Chips, infondo, non è così severa come sembra (almeno nella mia storia), l'ha lasciato andare (dopo mille scongiuri) con la promessa che sarebbe rientrato entro un'ora!^^"

lady86: Eh...Harry si sveglia molto lentamente...ma quando si sveglia fa sul serio!^^" Lilian ha i capelli castani e gli occhi marroni.^^

Ele: Grazie mille! Troppo buona! Non sono così brava...ho letto ff scritte meglio!^^ Comunque, le risposte alle tue domande le trovi direttamente in questo capitolo!

Grazie di cuore a tutti coloro che hanno recensito! Le recesioni per una scrittrice sono fondamentali, perché ti danno l'energia e la carica necessaria per proseguire! Quindi: davvero grazie mille!^^

Grazie anche a chi ha solamente letto! ^^

Direi che per ora è tutto!

Bacioni e...al prossimo capitolo!^^

LadyGiuly93

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Capitolo 7
*** Capitolo 7: La battaglia finale ***


Capitolo 7: La battaglia finale

"Hermione…" sussurrò, incredulo. La ragazza abbassò lo sguardo:"No…non è possibile…"

Voldemort smise di ridere.

"Sorpreso Harry?" domandò con un ghigno.

Lui lo ignorò, continuava a fissare Hermione con gli occhi spalancati.

"Tu non puoi…essere una Mangiamorte…"

"Non può Harry?"

"Non ha il Marchio Nero tatuato…" se l’avesse avuto lui l’avrebbe di certo notato la notte precedente.

"Come sei sciocco Potter!" esclamò il Signore Oscuro. Si avvicinò alla ragazza e la costrinse ad allungare il braccio destro in avanti, le scostò la manica della tunica, dopodiché le puntò la bacchetta circa a metà arto. Pronunciò un incantesimo in serpentese, parole prive di significato, ma nonostante ciò, poco dopo sul braccio della ragazza apparve il simbolo che anche tutti gli altri Mangiamorte avevano. Harry non parlava, non si muoveva neppure. Rimaneva immobile, non credeva a ciò che vedeva, non era possibile...era solo un incubo.

Dopo qualche minuto di silenzio, Voldemort si avvicinò ad Hermione.

"Tu, lurida mezzosangue! Sei consapevole che ti aspetta una punizione per quello che hai fatto?!" disse, gelido. Sentire che veniva chiamata "lurida mezzosangue" fece montare la collera ad Harry, che tentò di mantenere la calma. Una punzione? Per cosa?

"Sì…" mormorò lei, sempre con lo sguardo fisso a terra.

"Sì COSA?!" urlò il Signore Oscuro.

"Sì, mio Signore…" forse si sbagliava, ma gli sembrò che quelle ultime due parole fossero uscite a forza dalla bocca di Hermione, come se avesse faticato a pronunciarle.

Con un ghigno malvagio, Voldemort riprese la propria bacchetta e la puntò sulla guancia sinistra di Hermione, la quale nel sentire la formula dal lui pronunciata, parve terrorizzata. Non ci volle molto a comprendere il perché: sulla sua guancia iniziò ad crearsi un taglio che divenne sempre più profondo, la ragazza urlava di dolore, cominciò ad uscire il sangue dalla ferita. Harry non ce la faceva a vederla soffrire così.

"BASTA! SMETTILA!!!"

"HARRY STANNE FUORI!!" urlò Hermione in risposta. Lui non aveva intenzione di arrendersi.

"PERCHE’ TI COMPORTI COSI’?!?! NON E’ ME CHE VUOI!? ECCOMI! SONO QUI! LASCIA IN PACE HERMIONE!!!"

"Lei sapeva che sarebbe stata punita, Harry, ne era pienamente consapevole, ma evidentemente non le è importato…" constatò Voldemort, guardandola come se fosse uno schifosissimo scarafaggio.

Tolse la bacchetta dalla guancia della ragazza, che gemette posandosi una mano sulla ferita e gurdandosi le dita insanguinate. La cosa che stupì Harry fu che non pianse, non fece nulla, nessuna espressione. Sembrava avere uno sguardo fiero.

"Perché le hai fatto questo?!" domandò, indicandola al Signore Oscuro.

"Credevo l’avessi capito Harry! Per ciò che è successo tra te e lei la scorsa notte…la tua cara amica sapeva che io avrei disapprovato ma non è servito a fermarla"

"Da quanto sta dalla tua parte?" aveva una strana espressione, come se qualcuno l’avesse bastonato, ma allo stesso tempo era freddo e distaccato.

"Mmm…vediamo…da quando aveva undici anni…" il moro sgranò gli occhi.

"NO! Harry non è come credi! Lui mi ha costretta…" ma prima che potesse tentare di spiegarsi ulteriormente Voldemort le lanciò un Cruciatus e lei finì a terra, contorcendosi e urlando. Harry stava male, doveva fare qualcosa. Strinse la bacchetta e la puntò su Voldemort, lanciando lo stesso anatema che era stato lanciato ad Hermione. Il Signore Oscuro riuscì miracolosamente ad evitarlo, creando una barriera che lo rimandò indietro, verso Harry, che riuscì a chinarsi appena in tempo.

"Suvvia Harry!" di nuovo quella risata:"Credi davvero che io sia tanto stupido?" non appena ebbe finito quella frase, mosse una mano e un potente incantesimo fece volare il ragazzo contro una parete del castello. Ritoccò terra, stordito, gli doleva un braccio e si accorse di avere una profonda ferita ad una gamba, laddove il tessuto dei pantaloni si era strappato. Non era sicuro che sarebbe riuscito ad alzarsi, gli faceva male anche il resto, ma meno del braccio e della gamba. Guardò verso Voldemort e i Mangiamorte, stavano discutendo e il suo nemico sembrava arrabbiato. Perché non vedeva Hermione? Non seppe nemmeno lui come ma riuscì ad alzarsi, si tenne il braccio rotto e camminò con fatica in direzione del punto in cui si trovava precedentemente. Adesso poteva vederla, a gattoni, sull’erba, respirava affannosamente e il taglio sulla guancia non smetteva di sanguinare. Tentò di avvicinarsi, ma poco prima che potesse raggiungerla, fu spinto nuovamente indietro, con meno forza di prima. Atterrò sull’erba, ma non si fece nulla, constatò che non si era allontanato da tutti loro, era solamente più lontano da Hermione.

"Potter! Che piacere rivederti! Ti è andata bene questa volta!"

Lo costrinse a sedersi sull’erba e fece apparire una specie di specchio, molto simile ad un pensatoio, che fece fluttuare poco distante da lui.

"E adesso fa bene attenzione Potter!" i Mangiamorte risero con lui. Poco dopo cominciò ad apparire qualcosa all’interno dello specchio:

Una ragazzina con i capelli castani e gli occhi nocciola se ne stava seduta alla sua scrivania e leggeva un libro, il titolo di quella pagina era:"Harry Potter-Il bambino soppravvissuto" pareva davvero concentrata. Poco dopo comparve una gigantesca nuvola nera alle sue spalle. La ragazzina si alzò, terrorizzata. La nuvola lasciò posto alla figura alta di un uomo, non appena la vide sorrise e si voltò, levandosi il cappuccio che gli ricopriva la nuca, pian piano, sotto lo sguardo impaurito della bambina, apparve quello che pareva un viso da dietro la testa dell’uomo. Lei indietreggiò andando a sbattere contro il muro.

"Hermione Granger" ghignò il voltò appena apparso.

L’uomo prese a percorrere la stanza con circospezione mentre Hermione tentava velocemente di trovare un modo di scappare o di chiedere aiuto.

"C-come sai il mio nome?" domandò, sorpresa. Lo sentì ridere.

"E’ una storia lunga e non ho tempo da perdere…" disse con fermezza.

"Ma…chi sei?"

"Chi sono io?" ripeté con ironia, vide l’uomo sfiorare il libro con le dita per poi girarsi, permettendo alla seconda testa di vedere:"Io sono colui che è stato sconfitto dallo sciocco ragazzino di cui stavi leggendo poco fa…"

"Harry Potter?"

"Esatto, il bambino che riuscì a sopravvivere all’anatema più potente e mortale del mondo magico a causa dell’amore di sua madre!" urlò, mentre l'altro uomo richiudeva il libro con violenza.

"Tu sei…" cominciò, terrorizzata.

"…Lord Voldemort!" terminò.

"C-che cosa vuoi d-da me?" faticava a controllarsi, nel comprendere chi fosse quello strano spirito si era maggiormente spaventata.

"Voglio che tu…ti unisca a me" rispose, avvicinandolesi.

"No!" non seppe dove trovò il coraggio per affermare una cosa simile.

"Lo immaginavo…" l’uomo che ospitava Voldemort estrasse una bacchetta magica, ed Hermione si appiattì il più possibile contro il muro, temeva avessero intenzione di ucciderla.

Non la direzionò verso di lei, la agitò in aria e comparve una sfera fluttuante, poco dopo, al suo interno apparvero i suoi genitori, che sorridenti e abbracciati guardavano verso di lei salutandola con le mani.

"…ma tu non desideri che venga fatto loro del male, vero?" il Signore Oscuro aveva una voce falsamente dolce.

Altre immagini, in alcune era presente anche lei, era come guardare un film…ma sul suo passato.

"No…" rispose debolmente, osservando un’immagine di loro tre, in sala da pranzo che ridevano.

"Per evitare che questo accada devi unirti a me…" di nuovo quella voce falsa.

Era difficile, molto difficile scegliere tra la propria salvezza e quella della sua famiglia, ma se lei avesse rifiutato i suoi genitori sarebbero certamente stati uccisi, anche se non direttamente, era certa che fosse questo ciò che intendeva dire quell’essere spregevole. Lei non voleva che morissero, come avrebbe fatto senza di loro? Doveva cercare di capire però, cosa il Signore Oscuro voleva che lei facesse, senza accettare subito.

"Se per caso io accettassi…cosa dovrei fare?" rise di nuovo.

"Se per caso tu accettassi dovresti semplicemente trovare…lui…" l’uomo posseduto si voltò, stringeva in mano una specie di fotografia, abbastanza piccola, le si avvicinò e gliela mise in mano. La guardò: un ragazzo più o meno della sua età, moro con gli occhi verdi e gli occhiali rotondi la fissava, non sorrideva, era serio e anche piuttosto pallido. Quella fotografia non era una normale fotografia magica, non era animata, da ciò lei dedusse che era stata scattata da dei babbani. Guardò Voldemort, interrogativa.

"Leggi dietro" voltò la fotografia, scritto velocemente, vi si torvava il nome del ragazzo: Harry James Potter. Alzò lo sguardo, incredula.

"Voglio che tu lo trovi per me…devi soltanto stringerci amicizia e tenermi informato su ciò che fa…nient’altro"

Hermione rifletté, non le sembrava un compito molto complicato, valeva la pena di accettare per salvare i suoi genitori, se si trattava solo di quello.

"D’accordo, ci sto" rispose, piano.

"Bene!" esclamò con un ghigno malvagio.

"Dove lo trovo?"

"Sarà sull’Espresso per Hogwarts il primo settembre. Naturalmente, nessuno dovrà mai sapere di questa nostra chiacchierata, anche perché, se così fosse, l’unica ad avere dei problemi saresti tu…" si riferiva ai suoi genitori, lo capì.

"Non dirò nulla" rispose, con sicurezza.

"Niente coinvolgimenti di alcun genere Granger! O te ne pentirai!" e detto questo sparì.

Rimasta sola, Hermione pianse, ormai non poteva più tirarsi indietro, quel che era fatto era fatto. Ma che cosa intendeva dire Voldemort con quell’ultima frase?

***

Camminava spedita, spingendo il suo carrello dove erano stati posti i bagagli, dietro di lei c’erano i suoi genitori. Aveva l’aria preoccupata, si guardava intorno continuamente. Giunsero tra il binario nove e dieci, aveva letto del passaggio nascosto dentro quella colonna, quindi, a differenza di altri studenti non avrebbe avuto problemi.

"Mamma, papà, adesso potete andare, me la caverò da sola…"

"Sicura tesoro?" domandò Jane.

"Sì, mamma"

"Bene piccola, mi raccomando non cacciarti nei guai, segui le regole, e studia…vedrai che un anno passerà in fretta!"

"Mi sono mai cacciata nei guai fino ad ora papà?" domandò sua figlia, con un sorrisino.

"No, ma non si sa mai…"

"Oh andiamo! Cosa potrebbe succedere?" rise Hermione.

"Nulla, almeno lo spero…"

"Ciao papà!"

"Ciao piccola!" si abbracciarono.

"Verremo a prenderti quando inizieranno le vacanze di Natale, tu intanto studia, fa la brava e scrivici mi raccomando!" si raccomandò la donna, emozionata.

"Certo mamma!" anche Hermione aveva le lacrime agli occhi. Sua madre si inginocchiò di fronte a lei e le pose entrambe le mani sulle guance.

"Sarà un’esperienza fantastica! Me lo sento!" affermò, dandole un bacio sulla fronte.

Lei sorrise. Non appena sua madre la lasciò andare riprese il carrello e si posizionò di fronte al passaggio, parecchio più distante. Si voltò ancora verso i suoi genitori e tutti e tre si salutarono agitando le mani. La ragazza sospirò e corse verso la colonna, poco dopo sparì.

La Signora Granger si strinse al marito.

"Nostra figlia è diventata grande ormai…"

"Già, non è più una bambina…"

Si sorrisero e fianco a fianco si incamminarono verso l’uscita. Poco dopo, passarono accanto ad un ragazzo moro con gli occhiali che stava chiedendo informazioni ad un controllore che, evidentemente perplesso, rideva della sua domanda.

***

Aveva riposto i bagagli e stava salendo sul treno, fortunatamente trovò uno scompartimento vuoto. Si sedette accanto al finestrino ed estrasse un libro intitolato "Storia di Hogwarts" il segnalibro si trovava più o meno alla metà, lo aprì e si immerse nella lettura. Alcuni minuti dopo entrò un ragazzo abbastanza robusto con le guance paffute e l’aria disorientata, accompagnato da un’elegante signora che snocciolava rimproveri uno dietro l’altro al poveretto. Poco dopo se ne andò. Hermione aveva finto di leggere per tutto il tempo, ma in realtà aveva ascoltato.

"Ehm…c-ciao…" lo sentì dire, titubante. Alzò appena gli occhi dal libro.

"Ciao"

"Sono Neville Paciock" si presentò.

"Hermione Granger" rispose, tornando a leggere.

Le veniva naturale essere fredda e distaccata con i suoi coetanei, non sapeva perché ma succedeva ogni volta, voleva far sì che gli altri la considerassero una persona sicura e intelligente.

"O-okay…" quel ragazzo si comportava davvero come un bambino piccolo e impaurito.

Trascorsero i minuti, entrarono altre due ragazze che si presentarono come Calì e Padma Patil e che presero a chiacchierare fra loro. Ad un certo punto Neville si mise a cercare qualcosa nella tasca dei pantaloni.

"Oh no!" esclamò poco dopo. Le sorella Patil lo fissarono e anche Hermione.

"Il mio rospo! E’ scomparso!"

"Un rospo?! Bleah!!" Padma assunse un’espressione disgustata.

"Calamti! Vedrai che sarà qui in giro!" disse Hermione, chiudendo il libro e alzandosi mentre Neville si guardava attorno, disperato. Cercarono in tutta la cabina ma non c’era nessuna traccia del rospo.

"Tu continua a cercare qui, io vado fuori a domandare se qualcuno l’ha visto" detto questo uscì.

Domandò a tutti gli studenti, nessuno l’aveva visto.

"Ma dove si sarà cacciato quel maledetto rospo?!" si era domandata, con rabbia, facendo la sua apparizione sulla porta dell’ultimo scompartimento.

All’interno c’erano due ragazzi: uno con i capelli rossi e con la bacchetta alzata, in direzione di un topo grigio con la testa infilata in una scatola di Gelatine Tutti i Gusti+1, l’altro era moro con gli occhiali, stava osservando il rosso con un’espressione tra il curioso e il preoccupato.

"Qualcuno ha visto un rospo? Un ragazzo di nome Neville l’ha perso…" quante volte l’aveva ripetuta quella frase durante l’ultima mezz’ora?

"No" risposero.

"Oh! State facendo magia! Vediamo allora…" il rosso si schiarì la voce e pronunciò una strana filastrocca che le fece venire da ridere, si limitò ad un sorriso dal momento che non successe nulla.

"Sei sicuro che sia un vero incantesimo? Beh…non funziona direi…naturalmente anch’io ho provato a farne alcuni semplici…e mi sono riusciti sempre!" raggiunse il secondo ragazzo e si sedette sul sedile di fronte estraendo la bacchetta e puntandola sui suoi occhiali.

"Per esempio…Oculus Reparo!" il moro si tolse gli occhiali con la bocca spalancata per lo stupore.

"Va meglio, dico bene?" improvvisamente lo riconobbe e si diede della stupida per non essersene resa conto subito.

"Per tutte le cavallette! Tu sei Harry Potter!" decise che era meglio presentarsi:" Io sono Hermione Granger e…tu sei?" domandò schifata al ragazzo con i capelli rossi.

"Ron Weasley"

"Piacere" disse, distogliendo lo sguardo.

"Vi conviene indossare le vostre divise…credo che manchi poco all’arrivo…" e uscì velocemente dallo scompartimento, facendo notare a quel Ron, o come diavolo si chiamava che aveva dello sporco sul naso.

Una luce bianco-argentea fece ritornare Harry al presente, sentì le sue mani nuovamente posate sull’erba umida. Era stato come sognare, aveva rivisto se stesso e Hermione a undici anni, sapeva cos’era successo. Hermione si era veramente alleata con Voldemort. Il pensiero gli fece provare una dolorosa fitta al cuore, si rese conto solo in quel momento, di stare fissando il terreno, quindi alzò lo sguardo: Hermione era inginocchiata sull’erba ed aveva la sua stessa espressione disorientata, evidentemente anche lei aveva rivisto quei momenti, Voldemort attorniato dai suoi Mangiamorte, aveva un ghigno compiaciuto sulla bocca, si avvicinò al ragazzo di qualche passo.

"Allora Harry, adesso mi credi?! Che effetto ti ha fatto vedere la tua adorata mezzosangue allearsi con il tuo peggior nemico?"

Non disse nulla, si limitò a lanciare un’occhiata a Hermione e la vide abbassare gli occhi con aria mortificata. Gli tornò in mente una frase.

"Cosa intendevi dire con ‘niente coinvolgimenti’?" poteva essere stato soltanto un modo per intimorirla, ma lui era convinto che ci fosse ben altro.

"Inizialmente nemmeno la tua cara Hermione lo capì, ma dal terzo anno iniziò a comprendere il significato delle mie parole…" apparve di nuovo quella specie di specchio, avvertì la sensazione di poco prima e fu catapultato in un altro ricordo:

Hermione camminava avanti e indietro per il dormitorio femminile, con la testa fra le mani.

"Oh no…no…no…no!" ripeteva, con voce terrorizzata:"E se il Signore Oscuro lo scoprisse?!"

Si fermò, buttandosi sul letto.

"Perché proprio lui? Con tutti i ragazzi che ci sono…" sospirò.

Bussarono alla porta, poco dopo, la testa di Harry apparve dall’apertura. Lei si mise a sedere di scatto.

"Hermione, sei pronta? Dobbiamo andare da Hagrid…"

"Sì, arrivo!" si alzò e lo raggiunse, scesero di sotto, Ron li aspettava appoggiato al divano della sala comune.

"Finalmente! Che stavate facendo?"

"Niente, perché?" domandò Harry. Ron scosse la testa, facendo capire che non aveva importanza.

Lo precedettero, camminando in direzione del ritratto e palrando fra loro, il rosso il osservava, erano proprio affiatati…

"Solo amicizia" si ripeté per la millesima volta quell’anno:"Sono amici, nient’altro" ma più se lo ripeteva, meno ne era convinto. Certo, Harry era ricco, famoso, bello, proprio il ragazzo ideale.

"E’ per questo che le piace" in realtà era sicuro che ci fosse qualcos’altro, qualcosa che rendeva Harry speciale per Hermione…ma cosa? E perché non poteva possederla anche lui questa particolarità?

"Perché tu non sei Harry…" gli disse una vocina, dentro la sua testa. Forse non c’era nulla di particolare nel suo amico, forse, lui e Hermione erano semplicemente nati per stare insieme.

"Ronald! Vieni o dobbiamo aspettare che Fierobecco venga giustiziato prima del nostro arrivo?!" urlò Hermione.

"Arrivo! Arrivo!" e li raggiunse.

Ed eccolo di nuovo al presente. Era tutto molto più chiaro, il suo nemico doveva aver avuto il sospetto o la sensazione che sarebbe potuto nascere qualcosa fra lui e la sua migliore amica, quindi l'aveva avvertita di non commettere l'errore di innamorarsi di lui, ma l'amore non è una cosa che si può controllare, questo, Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato, lo ignorava.

"Hai visto abbastanza, Potter" sentenziò Voldemort, lugubre:" In piedi!" gli lanciò la sua bacchetta.

Trascinò Hermione di fronte a lui, che spalancò gli occhi, incredulo.

"No…" sussurrò, capendo.

"Sì, Potter…"

Non avrebbe mai potuto colpirla, non ne aveva il coraggio.

"Mezzosangue! Sai che succede se non lo fai!" urlò il Signore Oscuro.

Hermione aveva la testa leggermente inclinata e gli occhi chiusi con forza. Puntò la bacchetta su Harry, tremando.

"Expelliarmus!" mentre la luce rossa procedeva nella sua direzione, lui rimase a fissarla. Hermione aveva lanciato un incantesimo contro di lui. Come si sentiva strano, era come se gli avessero strappato il cuore dal petto. La persona di fronte a lui non somigliava affatto alla ragazza con cui aveva trascorso la notte o alla madre affettuosa che era stata per anni con la sua bambina.

"Protego!" davanti a lui si creò una barriera quasi invisibile che respinse l'incatesimo. Decise che non sarebbe rimasto lì a guardare, se Hermione non si opponeva a Voldemort, lui non avrebbe subito senza reagire.

"Stupeficium!" proseguirono con incantesimi di attacco e difesa per diverso tempo, senza passare alle maledizioni senza perdono. Improvvisamente, dopo aver parato l'ennesimo Expelliarmus, Hermione si fermò, così fece Harry, decisamente confuso. Che succedeva?

"Fallo!" ordinò Voldemort, lei tremava per la rabbia, esitando.

"Molto bene..." disse lui molti minuti dopo, fece per schioccare le dita...

"NO!! D'accordo lo faccio! Ma tu lascia in pace mia figlia!"

Che cosa c'entrava Lilian in tutta quella storia? Si domandò il ragazzo.

"Se tu lo farai, lei non sarà toccata...i patti erano chiari..."

"Quali patti?!" Harry necessitava di una spiegazione.

"Oh, Harry, è vero! Perdonaci! Tu non ne sei al corrente!" lo schernì il Signore Oscuro:" Tempo fa, io e la tua amica mezzosangue stringemmo un accordo, lei desiderava tanto ucciderti che io dovetti accontentarla ma le dissi chiaramente che se si fosse tirata indietro, sua figlia avrebbe dovuto morire!" Hermione lo fissava con gli occhi spalancati, così anche Harry.

"No Harry! Non è vero! Lui mi ha ricattata! Ha detto che se non avessi combattuto contro di te avrebbe ucciso Lilian!!" urlò lei, disperata, con gli occhi lucidi.

"Non ascoltarla Harry, non c'è niente di vero in quello che dice...lei non ha fatto altro che mentirti..." sussurrò Voldemort, all'orecchio del ragazzo, che aveva il volto privo di espressione.

"Harry non ascoltarlo! Sta giocando con la tua mente! Vuole che tu sia invaso dall'odio cosicché possa manipolarti a suo piacimento!"

"Non lasciarti incantare dalle sue parole, vuole solo farti del male Harry...non ha fatto altro che farti del male...chi ti assicura che lei non sia più innamorata del tuo migliore amico? Chi ti dà la certezza che quella bambina sia veramente figlia tua? Uno stupido foglio di pergamena? Unisciti a me Harry, l'amore provoca solo dolore, nient'altro, se tu unisci a me non soffrirai mai più per quello stupido sentimento. Lei non ti ha mai amato Harry, infondo al cuore tu lo sai..."

"Harry, ti prego ascoltami! E' vero, ti ho mentito su tutta questa storia, ma voglio che tu sappia che sui miei sentimenti per te non ho mai mentito! Non ho mentito sulla nostra amicizia, piuttosto che negare di amarti alla follia mi ucciderei! E non ti ho mai mentito su nostra figlia!"

"Oh! Ma che discorso commovente! Mi viene da piangere!" recitò Voldemort.

Camminò speditò verso Hermione e le diede uno schiaffo tanto forte da farla cadere. Lei si rialzò subito mentre lui le lanciava la bacchetta. Gli rivolse un sorrisetto comipiaciuto mentre si posizionava nuovamente di fronte ad Harry, con l’aria distrutta, come se dovesse morire da un momento all’altro. Puntò la bacchetta contro di lui. Chiuse gli occhi.

"Crucio!" urlò.

Harry sapeva di non avere speranze, nessun incantesimo di protezione avrebbe funzionato, inoltre era accaduto tutto troppo in fretta. Si preparò a sentire un dolore lancinante: quando l’incantesimo lo colpì, non accadde nulla, anzi, sentiva la mente vuota e il corpo leggero, come se fosse fatto di aria. Per un attimo pensò di essere morto…ma com’era possibile?

"Contorciti e urla…" era la voce di Hermione, pareva lontanissima, lui non si oppose, fece quanto lei aveva detto. Dopo quella che gli parve un’eternità, tornò ad essere padrone di se stesso, sentendosi un po’ frastornato. Guardò Hermione, sembrava il doppio più stanca di prima, non realizzò immediatamente quanto fosse accaduto, ma poi comprese che la ragazza, in qualche modo, doveva aver lanciato il Cruciatus sottoforma verbale e Imperus subito dopo, in forma non verbale, annullando così gli effetti del primo ed evitando che Harry sentisse dolore. Il moro si domandò come avesse fatto, di certo non era una cosa molto facile, tantomeno rilassante.

Soltanto in quel momento si accorse della risata di Voldemort.

"Allora Potter, fa male?" lui cercò di assumere un’espressione sofferente.

"Chiudi la mente, chiudi la mente…" temeva che il suo nemico sarebbe stato intenzionato a leggergli la mente, se avesse sospettato qualcosa. Cercò di scacciare ogni emozione, ogni pensiero, ma era complicato, vista la situazione in cui si trovava. Si rimise in piedi lanciando una rapida occhiata ad Hermione.

"Lo vedi Potter? La tua amata non prova alcuna pietà per te!" i suoi occhi si ridussero a fessure. Cominciò a fargli male la testa, si concentrò su ciò che era accaduto poco prima.

"Hermione non prova alcuna pietà per me..."

"Lei non ti ama..."

"Lei non mi ama..."

La ragazza non riusciva a credere a ciò che udiva, Harry pareva veramente un robot, che ripeteva tutto quello che veniva detto:"Harry..." sussurrò.

"E' innamorata del tuo migliore amico..." Voldemort era dietro ad Harry.

"E' innamorata del mio migliore amico..."

"La bambina che è nata non è figlia tua..."

"La bambina che è nata non è figlia mia..."

"Dimentica Harry, dimentica tutto"

"Dimentico, dimentico tutto"

"E se ti dicessi Hermione Granger?"

"Chi è Hermione Granger?" lei sentì una fitta al cuore.

"Chi sono i tuoi amici Harry?"


"Io non ho amici"

"E tua figlia?"

"Non ho una figlia"

"Che cosa scegli? Odio o amore?"

""Amore" sorrise. Voldemort spalancò gli occhi, spiazzato.

Harry si voltò e con una spinta lo fece cadere, puntandogli la bacchetta sul viso, con espressione furiosa.

"Credevi che mi sarei lasciato manipolare tanto facilmente? Pensavi forse che mi sarei schierato dalla tua parte dopo che hai ucciso i miei genitori e tutti quegli innocenti?! Con quale coraggio credi che potrei dimenticare mia figlia e Hermione?! Tu non sai cosa sia l'amore, non sai che può essere anche una cosa bellissima, non lo sai perché non conosci questo sentimento, per questo provo pena per te, perché chi non ama non è una persona viva. Chi prova soltanto odio non capirà mai quanto può essere bella la vita. Adesso tu hai finito di fare del male alla gente, perché questa storia finisce qui. Questo è per i miei genitori e per tutti coloro che sono morti o che hanno sofferto per mano di Lord Voldemort! Avada Kedavra!" una luce verde uscì dalla bacchetta di Harry, colpendo Voldemort che poco dopo chiuse gli occhi. I Mangiamorte fuggirono, prima che Harry potesse fare qualcosa per fermarli.

Il portone d’ingresso si aprì poco dopo, ne uscì Lilian, di corsa, ancora con il pigiama addosso. Ron e Ginny evidentemente avevano tentato di fermarla, ma inutilmente. La seguì tutta la scuola, professori compresi. Notando Voldemort morto esultarono tutti, più felici che mai. Harry vide sua figlia sorridere e correre verso di lui, saltandogli in braccio, lui la strinse. Ron e Ginny lanciarono un’occhiata confusa a Hermione, dal momento che indossava ancora la tunica nera, che in risposta esibì un sorriso accennato, guardò Harry e sua figlia e sospirò triste, incamminandosi verso il castello, senza unirsi ai festeggiamenti. Mentre i suoi due amici si congratulavano, Harry la vide, camminava a testa bassa, incurante di coloro che le stavano attorno radiosi. La sua espressione si fece seria e pensierosa, mentre arrivarono gli altri compagni di Grifondoro festanti, che lo abbracciarono e si congratularono, lo avevano accerchiato, non aveva possibilità di fuga, perciò rimase con loro, le avrebbe parlato più tardi.

Note dell’autrice:

E’ un ritardo tremendo, non ho scusanti, più di due mesi sono tantissimi, me ne rendo conto. Purtroppo ho iniziato il primo anno di superiori a settembre ed ho fatto veramente fatica ad abituarmi al tutto, essendomi trovata in una classe senza nessuno/a compagno/a delle medie, avendo cambiato orario (sei ore di scuola dal lunedì al venerdì più cinque il sabato) e insegnanti, potete immaginarvi. Per non parlare poi dei compiti…spero quindi che possiate capirmi. Ma ritorniamo al capitolo!^^ Devo confessarvi che non sarebbe completo…a questo se ne aggiunge un altro pezzo, perché non li ho uniti entrambi? Beh, ci pensavo proprio ieri sera e sono arrivata alla conclusione che, essendo molto tempo che non aggiornavo, sarebbe stato meglio dividere il capitolo, (anche perché temevo risultasse lungo come quello precedente), in modo da non farvi attendere oltre. Mi auguro che siate felici di questa cosa!^^

Risposte alle recensioni:

marco: eheh…purtroppo è proprio lei! Preparate le armi? ;) Grazie della recensione!^^

lisepotter: Hermione sì…sotto imperio non direi…riguardo il resto penso proprio che…lo scoprirai più avanti!^^ Grazie anche a te! Ciao!

Jojipv: anch’io sono un’inguaribile romantica! Eh sì…era proprio ora!^^ Sono contenta che il capitolo ti sia piaciuto!

Grazie della recensione! Ciao ciao!

Hil: ci hanno messo un bel po’! Come avrai notato è proprio Hermione…non hai sbagliato.^^ Grazie anche a te!

kuklin: ci hai azzeccato in pieno! O_o Complimenti!^^

granger90: Sono felice che tu sia felice!^^ E qui si scopre che fine ha fatto Hermione…grazie anche a te della recensione(fa anche rima!).

Ele: Che dire? Grazie mille! No, Ron proprio no. Eh già…vallo a dire a lei…:(

principessa: Grazie! Eh sì…è lei!^^ Ciao ciao!

steg94: non importa non preoccuparti!^^ Grazie molte anche a te! Sulla questione di Hermione: esatto!^^ Ciao!

E ho concluso anche per questo capitolo! Come sempre, grazie a tutti/e coloro che hanno recensito o semplicemente letto la mia storia!^^ Al prossimo capitolo (non credo ci metterò molto, l’ho quasi terminato!)! Un bacione!

Lady Giuly93

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Capitolo 8
*** Capitolo 8: Il braccialetto ***


Capitolo 8: Il braccialetto

I festeggiamenti terminarono verso le undici di sera, quando Harry si era dichiarato troppo stanco per proseguire. Lilian era già a letto da un pezzo, o almeno così credeva suo padre, dal momento che Hermione non si era fatta viva per tutto il giorno e che poco prima delle nove lui aveva visto la bambina salire al dormitorio. Attese che la sala comune si svuotasse per poi andare da lei. Bussò alla porta della sua stanza, ma non ricevette risposta.

"Starà dormendo?" ma un rumore subito dopo gli suggerì il contrario. Aprì piano la porta, e la vide: c'era il suo baule per terra già mezzo pieno delle sue cose e di quelle di Lily.

"Hermione..." lei, evidentemente, non si era accorta della sua presenza perché sussultò.

"Ah, sei tu..." lo disse con un tono che non gli piacque per niente.

"Che stai facendo?"

"Mi sembra ovvio..."

"Fai i bagagli in anticipo?"

"No..." lui si sentì gelare.

"Te ne vai..." comprese. Non rispose e sistemò l'ultimo maglione all'interno del baule richiudendolo e posandolo a terra.

"Perché?"

"Non posso più restare"

"E che cosa ne sarà del nostro rapporto?"

"Quale rapporto Harry?" le rivolse un'occhiata severa:"Ah, ti riferisci a ieri notte...non ha significato niente Harry, almeno non per me..."


"Ah no?"

"No" rimasero in silenzio.

"Sei davvero brava a recitare Hermione..." lo disse con freddezza. La osservò fermarsi e poi voltarsi facendo un passo verso di lui.

"Ma insomma Harry, si può sapere cosa sei venuto a fare?! Se io me ne voglio andare me ne vado punto e basta! Non m'importa cosa pensi tu né quello che provi!"


"D'accordo, ti lascerò andare, non ti fermerò, ma solo..." a quel puntò le si avvicinò, bloccandola per i polsi e costringendola a guardarlo in faccia:"...a condizione che tu, qui, adesso, mi dica che non mi ami, guardandomi negli occhi"

Non ci sarebbe mai riuscita, lui le leggeva dentro senza bisogno di incantesimi, non poteva mentire, non guardandolo negli occhi. Poco dopo lui sorrise e la strinse forte, lei ricambiò, scoppiando a piangere:"Mi dispiace Harry! Mi dispiace da morire! I-io non volevo! Mi ha costretta! Ho cercato di proteggere te, i miei genitori e Lilian! Poi è saltato fuori quel patto, che altro potevo fare? Ho pensato che avrei trovato un modo quando sarebbe stato il momento...mi dispiace di non averti detto nulla ma lui ha giurato che se avessi parlato avrebbe ucciso i miei genitori, poi Lilian, te e tutti quanti! Non potevo permettere che delle persone venissero uccise per colpa mia!" lui le accarezzava i capelli, tentando di calmarla.

"Hai fatto bene Hermione, lo penso davvero. Nemmeno io avrei permesso che venisse fatto del male alla nostra bambina..." si sedettero sul letto e molti minuti più tardi Hermione si calmò, rimasero per un pò abbracciati.

"Hermione?"

"Sì?"

"Quella sera...in sala comune...perché non volevi che ti toccassi?"

"Avevo paura di farti male, essendo una Mangiamorte, spesso la cicatrice ti bruciava anche a causa della mia presenza, perciò non volevo che tu soffrissi per colpa mia..."

"Quindi anche ieri sera..." lei annuì.

"Voglio che tu sappia tutto Harry, detesto avere segreti con te. Quella sera, dopo che tu eri salito al dormitorio io sono scesa di nuovo e sono andata ad uno degli incontri..."

"Incontri?"

"Sì, delle specie di riunioni che si tenevano quando Voldemort decideva, si discuteva sugli attacchi da effettuare e spessissimo anche su di te. A me non era mai concesso parlare, ma Voldemort riteneva che dovessi rimanere informata riguardo i loro piani. Non sai quante volte, quando parlavano di te, avrei voluto stregarli..." lui sorrise e la accarezzò ancora.

"Quindi tu...sapevi che il giorno della Terza Prova al Torneo Tremaghi, avrei incontrato Voldemort in quel cimitero?"

"Non proprio. Avevo sentito qualcosa, ma dovevano averne parlato in una riunione alla quale non mi imposero di partecipare, cosicché non ti potessi avvertire in alcun modo..."

"Quanto duravano le riunioni?"

"Dipende, spesso anche tutta la notte"

"Ecco perché eri così stanca..."

"Prima della fine della vacanze, Voldemort ci ordinò di riunirci ogni notte, dicendoci che questo sarebbe stato l'anno in cui sarebbe avvenuta l'ultima battaglia e ci comunicò tutti i dettagli. Stavo già escogitando un modo per informarti quando ha fatto sapere che ti avrebbe scritto lui"

"Voldemort ha mai provato a leggerti nella mente?"

"Ho perso il conto delle volte...ma fortunatamente riuscivo ad impedirgli di accedere ai miei ricordi tramite l'Occlumanzia..."

"Dove hai imparato?" domandò, ammirato.

"Tramite un libro…per questo, al quinto anno, quando Piton ti stava insegnando a chiudere la mente, ritenevo fondamentale che lo imparassi…"

"Ora è tutto decisamente più chiaro"

"Mi arresteranno Harry, me ne devo andare…" sussurrò piano, qualche minuto dopo.

"Dovranno passare sul mio cadavere per arrivare a te!"

"Harry, ti prego, cerca di capire…"

"No!" si stava arrabbiando, si alzò sistemandosi vicino alla finestra. Sentiva che le lacrime si facevano sempre più numerose, non sarebbe riuscito a trattenerle oltre.

Hermione poco dopo, notò una lacrima sulla sua guancia e si alzò, posizionandosi davanti a lui, stava piangendo in silenzio. Gli rivolse il più dolce dei sorrisi e lo strinse.

"Ti supplico Hermione, resta! Morirò senza te e Lily! Non finirai ad Azkaban, te lo giuro su me stesso! Farò qualunque cosa per evitare che questo accada e se non dovessi riuscirci prenderò il tuo posto! Non permetterò che tu finisca là dentro!" lei era rimasta molto colpita da quel discorso, sapeva che Harry non mentiva, ma in ogni caso, pur affermando il contrario, era sempre stata certa che non ce l’avrebbe fatta a lasciarlo, lo amava troppo.

Alzò lo sguardo e gli sorrise prima di baciarlo. Le faceva sempre uno strano effetto baciare Harry, era fantastico, come se tutto il resto del mondo svanisse, nulla contava più quando lo baciava, solo lui.

Quando si separarono, l’espressione sul volto di Harry apparve parecchio sorpresa, come se tentasse di trovare una risposta in quel bacio.

"Non sarei riuscita comunque a separarmi da te" lui la baciò ancora.

"Dormi con me stanotte" era più un’affermazione che una domanda. Lui sorrise.

"Non mi sembra di avere altra scelta"

"Vado a cambiarmi"

Non appena si fu richiusa la porta alle spalle, lui si lasciò cadere sul letto, con un sorriso stampato in faccia. Non aveva mai provato tanta felicità in vita sua, la sua Hermione non se ne sarebbe andata e anche la loro bambina sarebbe rimasta, pochi giorni dopo, a malincuore, avrebbero lasciato Hogwarts, e poi? Già…e poi? Si rese conto solo in quel momento di non avere nulla di programmato, dove sarebbero andati a vivere? Beh, c’era Grimmauld Place, per loro sarebbe stata perfetta, si disse che prima avrebbe dovuto parlarne con Hermione, ma aveva ben altro su cui riflettere…

Quando uscì dal bagno e lo vide disteso sul suo letto si sentì strana, non si era ancora abituata al fatto che fossero una coppia, era successo tutto tanto in fretta! Dalla sera in cui aveva scoperto che Harry era il padre della sua piccola le sembravano trascorsi secoli ed invece era passato solo un giorno. Era distrutta, durante quella giornata aveva provato ogni genere di sentimento: preoccupazione, amore per Harry e per Lily, odio nei propri confronti e verso Voldemort, tristezza, paura, felicità, voglia di fuggire da tutto e da tutti…si sentiva sfinita, sia psicologicamente che fisicamente. Proprio in quel momento lo vide sollevarsi sui gomiti.

"Che ci fai lì?" domandò, con un sorriso.

"Ti stavo osservando…" rispose, portandosi a poca distanza da lui.

"Sono distrutto…"

"Anch’io"

"Che ne dici di dormire un po’?"

"Ottima idea"

Si sistemarono sotto le coperte e si abbracciarono, ma invece di addormentarsi parlarono per più di un’ora, di tutto quello che passava per la testa di entrambi.

"Dovremo dirlo a Lily…" aveva detto a un certo punto Hermione.

"Hai ragione"

"Gliene parliamo domani mattina?"

"Perfetto" dopo un po’ notò che lei iniziò a chiudere gli occhi.

"Hermione?"

"Mm?"

"Ti stai addormentando…" fece notare, divertito.

"Lo so" sorrise.

"Non ci si addormenta nel bel mezzo di una conversazione…" ma lei conosceva il reale motivo per il quale aveva iniziato tutto quel discorso.

Aprì gli occhi e si avvicinò al suo viso, si rese conto di non avere voglia di staccarsi da lui tanto presto, così prolungò un po’ il bacio.

"Va meglio adesso?" sorrise, così fece lui.

"Se ti dicessi di no mi baceresti ancora?"

Finse di rifletterci:"Può darsi…"

"No" e lei lo baciò di nuovo.

"Wow!" esclamò, quando si staccarono.

"’Wow’ cosa?"

"Da quando baci così bene?" l’aveva detto apposta per godersi la sua reazione.

Hermione alzò un sopracciglio.

"Ricordo che al settimo anno baciavi molto peggio di adesso…" sapeva che così dicendo la irritava, ed era proprio quello il suo obbiettivo.

"Harry…" disse in tono di avvertimento.

"No, dico sul serio, al settimo anno non baciavi bene…" poco dopo un cuscino piombò sulla testa del ragazzo:"Ah, è così? E tu credi che me ne starò qui buono a subire le tue cuscinate?" si finse arrabbiato, mentre lei lo guardava con sfida.

"Beh, cara la mia Hermione…" e, cercando di non farsi notare, afferrò il cuscino che teneva dietro la schiena:"…ti sbagli di grosso!" e le ritornò la cuscinata.

Presero a rincorrersi, mentre l’imbottitura che avrebbe dovuto trovarsi all’interno dei cuscini iniziò a volare per la stanza, finché non si formò un morbido tappeto di piume candide al posto del pavimento. Per evitare una cuscinata di Hermione, Harry saltò sul letto, ma lei fu più veloce e saltò contemporaneamente a lui dandogli una spinta e facendolo cadere, atterrò sulla pancia e lei, che aveva perso l’equilibrio a sua volta, sulla sua schiena.

"Ho vinto!" esclamò, felice.

Inaspettatamente, lui si sollevò, facendola scivolare di lato.

"Ho vinto io…" sussurrò, tenendole i polsi bloccati contro il materasso, per evitare che potesse vendicarsi.

"Me la pagherai cara questa…" sorrise.

Le lasciò i polsi e lei gli cinse il collo con le braccia.

"Dovremmo dormire già da un paio d’ore…" gli ricordò, divertita.

"Oh oh…dimenticavo che tu sei stata una Caposcuola…mi vuoi punire per aver largamente oltrepassato l’orario del coprifuoco?" domandò, divertito.

"Sì…"

"E qual è la mia punizione?"

Alzò gli occhi:"Ci devo pensare…ti farò sapere nei prossimi giorni…"

"Se ti bacio mi punisci?" lei annuì.

"Preferisco essere punito per il resto della mia vita anziché evitare di baciarti…"

"Ti ho mai detto che ti amo?" domandò, dopo il bacio.

"Almeno un milione di volte…"

"Un milione e uno allora…ti amo da morire Hermione"

"Anch’io Harry…non ho mai amato nessuno quanto te!"

Mezz’ora dopo si addormentarono abbracciati.

***

Si svegliò prima dell’alba, accorgendosi di non aver mai dormito tanto pacificamente in vita sua. Una cosa lo tormentava: lui amava moltissimo Hermione e l’avrebbe sposata anche in quel preciso istante. Ma lei? Certo, sapeva che l’amava. Ma si sentiva pronta per il matrimonio? Era troppo presto per entrambi? Non riusciva a darsi pace. Voleva chiederglielo ma aveva paura, se con Ron non si era sentita pronta forse non lo era neppure con lui.

"Ma che diavolo vado a pensare? Lei non è mai stata realmente innamorata di Ron, o forse sì, ma per poco tempo, per questo non aveva accettato, in seguito sua proposta. Basta! Glielo chiederò, se accetta sarò l’uomo più felice della terra, se le serve del tempo la capirò, se dice di no aspetterò" la guardò, una manica della maglietta del pigiama le si era alzata, lasciando intravedere il simbolo della sua appartenenza ai seguaci di Voldemort. Era certo che Hermione avrebbe voluto farlo sparire per sempre, gliel’aveva confidato lei stessa la sera precedente. Esisteva un modo per cancellare quel legame con il Signore Oscuro, se esso era morto? C’era solo una persona che poteva conoscere la risposta. Si alzò e si vestì in fretta, doveva sbrigarsi.

Bussò alla porta, poco dopo ne uscì la McGranitt in vestaglia.

"Potter, che ci fai qui a quest’ora?"

"Mi scusi professoressa, devo chiederle un favore, è molto importante!"

"Sentiamo allora…"

"Lei ha saputo che…"

"Sì Potter, ho saputo…" lo interruppe brusca la Preside:"…sconvolgente devo dire, la signorina Granger si è sempre dimostrata un’eccellente studentessa…"

"Professoressa…" la interruppe:"Hermione non l’ha fatto di sua volontà…non l’avrebbe mai fatto, mi creda, io lo so!"

"Calmati Potter, ti credo, sono certa che la signorina Granger non abbia agito di sua volontà, come hai detto tu. Sei

venuto solo per dirmi questo?"

"Veramente, io volevo chiedere se fosse possibile parlare con il Professor Silente, tramite il suo ritratto, devo chiarire una questione della massima importanza…"

"D’accordo, se è davvero così urgente…" la McGranitt si scostò, lasciandolo entrare nell’ufficio:"…io aspetterò qui fuori…" e si richiuse la porta alle spalle. Harry osservò i quadri sulla parete, dormivano tutti, molti russavano rumorosamente, dopo un po’, trovò il quadro dove stava Silente, anch’egli dormiva.

"Professor Silente…" sussurrò piano.

Lui si svegliò:"Harry! Che piacere rivederti!" esclamò, quando si accorse della sua presenza.

"E’ un piacere anche per me professore…io…sono venuto a chiederle una cosa…"

"Dimmi pure Harry, ti ascolto"

"Non so se lei ha saputo di Hermione…insomma lei è…"

"Una Mangiamorte, sì, lo sapevo già da tempo…" Harry lo fissò, confuso.

"Ma come…?"

"Ero a conoscenza di tutto sin dal primo anno Harry, ma non l’ho mai riferito a te o al tuo amico Ronald Weasley semplicemente perché non volevo che la signorina Granger si trovasse vittima di critiche da parte dei suoi compagni o peggio, che Voldemort le facesse del male per impedirle di raccontare la verità…"

"Lei…lei sapeva tutto?"

"Esattamente e so anche che tu sei venuto qui per domandarmi se ci sia un modo di annullare il legame tra Hermione e Voldemort"

"Come lo sa?"

"Perché ho visto quanto tieni al lei, Harry. Ricordo che fosti l’unico ragazzino al primo anno ad aver evitato di deriderla, una volta io stesso passando per un corridoio la sentii piangere, se ne stava rinchiusa in un cubicolo del bagno e mi ci volle non poco per convincerla ad uscire, era imbarazzata a morte poverina. Disse che veniva continuamente presa in giro dagli altri studenti e che solo un ragazzo era gentile con lei, non mi rivelò il nome naturalmente, ma osservandoti, compresi che si riferiva a te…ma basta perdersi nei ricordi, è acqua passata ormai. La risposta alla tua domanda è sì".

"Cioè…esiste un modo?" Harry aveva ascoltato il suo racconto, Hermione non gliene aveva mai parlato, ma gli aveva fatto piacere saperlo.

"Certamente, ma è un rito che richiede grande complicità e amore tra le due persone che lo compiono…"

"Cosa dovrei fare?"

"Dovresti versare qualche goccia del tuo sangue sul suo Marchio. Solo il sangue del Prescelto può funzionare"

"Devo pronunciare una formula?"

"No"

"Si tratta solo di questo?" gli sembrava troppo semplice, non era più abituato alle facili soluzioni.

"Sì, Harry. Ricorda che per te può sembrare una sciocchezza, perché la signorina Granger ti conosce, ma per un Mangiamorte che decidesse in un futuro di non essere più un servitore di Lord Voldemort, anche se ne dubito, diventerebbe davvero complicato…"


"Certo, mi scusi…" farfugliò, aveva troppa fretta di tornare da Hermione.

"Non fa niente Harry, non fa niente. E’ dai nostri errori che impariamo qualcosa, ora, faresti meglio a tornare dalla signorina Granger, dal momento che sembri impaziente di darle la bella notizia…" Silente gli fece l’occhiolino.

"Non so come ringraziarla professore…"


"Figurati, per così poco…"

"Arrivederci e scusi il disturbo!"

"Arrivederci Harry!" e lui se ne andò.

"Fatto, grazie professoressa! Mi scusi!" e detto questo riprese a correre mentre la McGranitt, rientrava nel suo ufficio scuotendo la testa, divertita.

***

Giunse nella stanza senza curarsi di aprire la porta silenziosamente, si avvicinò al letto.

"Hermione! Hermione svegliati!" esclamò, al settimo cielo.

"Mm…? Harry…che c’è? E’ successo qualcosa?" domandò, con la voce impastata dal sonno.

Lui non diede spiegazioni, e l’afferrò per un braccio, costringendola a lasciare il letto.

"Ma sei impazzito?!" sbottò con le braccia incrociate al petto e i piedi uniti per il freddo. La ignorò di nuovo, cominciando a cercare qualcosa nelle tasche:"Harry, per favore, mi spieghi che succede?" un secondo dopo lui estrasse un coltellino, quello che gli era stato donato da Sirius molti anni prima, Hermione vedendolo si spaventò, non per se stessa ma per lui.

"Che vuoi fare con quello!?" ma era come se Harry fosse diventato improvvisamene sordo, si sollevò la manica della felpa, lasciando buona parte del braccio destro scoperta:"Potresti allungare il braccio per favore?" domandò, gentilmente. Lei gli prose il destro. A quel punto lui fece un bel respiro e preso il coltello lo affondò nel proprio braccio, sotto gli occhi terrorizzati di Hermione. Quando il sangue prese a scorrere fuori dalla ferita che si era aperta, pur sentendo un dolore atroce, le perse il polso con la mano sinistra mentre con il braccio destro si posizionò proprio sopra il marchio fatto da Voldemort, Hermione osservava la scena ad occhi spalancati, troppo shockata per dire alcunché. Alcune gocce di sangue finirono sul marchio, lei sentì la testa girarle, poi buio.

Harry vide che stava per afflosciarsi a terra e la sorresse appena in tempo, riportandola sotto le coperte. La sua ferita sanguinava ancora ma non gli importava. Come se fosse stato cancellato con un incantesimo particolare, il simbolo dei seguaci di Voldemort scomparve in pochi secondi. Qualche minuto dopo Hermione aprì gli occhi.

"Harry…" sussurrò sorridendo:"…come hai fatto?" domandò con voce flebile.

"Me l’ha detto Silente, ho parlato con lui tramite il suo ritratto nell’ufficio della McGranitt, ero certo che esistesse un modo per far sparire quel simbolo..."

"Sei un grande mago…"

"…e ti amo da morire…" aggiunse con un sorriso.

"Mi gira un po’ la testa…"

"Credo sia normale…devi stare tranquilla per qualche ora…"

"La tua ferita sanguina…"

"Non importa, non preoccuparti…"

"Potresti prestarmi la tua bacchetta per favore?" domandò, sollevandosi un po’. Lui gliela porse.

La ragazza puntò la bacchetta sul braccio di Harry e dopo che ebbe pronunciato l’incantesimo adatto, il taglio si rimarginò.

"Grazie…" disse, toccandosi il braccio. Lei sorrise.

"Che ore sono?" domandò poi.


"Le cinque e un quarto…non è ancora ora di alzarsi…"

"Allora d’accordo, me ne starò qui ancora per un po’, a patto che tu mi raggiunga immediatamente…" precisò.

"Volentieri! Fa freddissimo qui fuori!" indossò nuovamente il pigiama e la raggiunse.

"Va meglio?" s’informò.

"Non molto…"

"Dormi un po’…quando ti sveglierai sarà tutto passato…"

"Sicuro di non volere compagnia?"

"Tranquilla…appena sarai sveglia, sappi che devo parlarti di una cosa importante…"

"Che cosa?"

"Ssh…lo scoprirai…"

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"Harry?" svegliandosi aveva notato che lui la stava osservando con un sorriso strano, quasi nervoso.

"Come stai?"

"Meglio, tutto passato per fortuna…" poi ricordò:"…ma tu non dovevi parlarmi?"


"Sì, e non è un discorso facile, perciò ti prego, niente interruzioni…" la ragazza annuì:"Come me, sai che noi due abbiamo superato moltissimi ostacoli in passato e…c’eravamo sempre l’uno per l’altra. Se ci ripenso, mi rendo conto che sono accadute cose veramente pazzesche in questi tredici anni, e sono convinto che senza l’aiuto di tutti i miei amici non ce l’avrei fatta ad arrivare fin qui…ma in particolar modo senza il tuo aiuto, senza la tua pazienza e la tua comprensione e bravura in ogni cosa che fai…non ce l’avrei mai fatta. Anche gli altri mi hanno aiutato e sono loro infinitamente grato, ma…la maggior parte delle volte c’eri tu con me. Sei sempre stata l’unica persona a comprendermi fino infondo, ci sei sempre per me, tutt’ora. Sei una ragazza fantastica Hermione, dico davvero, sei…incredibile. Non riesco a trovare gli aggettivi per descrivere come sei…anche se penso non basterebbero tutti le parole conosciute per farlo. Durante questi anni, il nostro rapporto ha raggiunto una tale intensità e una tale complicità che nemmeno ci siamo resi conto di esserci innamorati. Abbiamo vissuto convinti di amare i nostri migliori amici, mentre i nostri sentimenti cercavano insistentemente un modo di manifestarsi, troppo stanchi di essere soffocati. Poi, è successo. Abbiamo scoperto che la bambina più bella, dolce, simpatica che esista a questo mondo è nostra figlia, mia e tua, ed è stata la sensazione più incredibile e sconvolgente che io abbia mai provato. A me non interessa se sei stata una Mangiamorte, anche perché lo sei stata contro la tua volontà, io ti amo comunque, non può essere diversamente. Quello che sto cercando di dirti…o meglio di chiederti…è: Hermione Jane Granger, vuoi sposarmi?" la vide assumere un’espressione stupita.

"Cosa?"

"Vuoi sposarmi?"

Temeva il peggio, quel ‘cosa?’ che significato aveva? Forse stava solo cercando di prendere tempo o forse…non riuscì a terminare il pensiero perché lei parlò:

"M-mi hai chiesto se…voglio sposarti, ho capito bene?"

"Sì" era confuso.

Accadde una cosa inaspettata, lei iniziò a piangere. Harry comprese che la risposta era no e si sentì malissimo.

"Troppo affrettato, troppo affrettato…" si ripeteva. Per quale altro motivo avrebbe pianto Hermione, se non per dargli una risposta negativa?

Ma evidentemente era la giornata delle sorprese, perché Hermione tolse le mani dal viso e alzò la testa, Harry notò che stava sorridendo. Non ebbe neppure il tempo di tentare di capire che succedeva perché se la ritrovò addosso, per poco non caddero entrambi. Lo stringeva forte e piangeva.

"Sì, sì, sì! Mille volte SI’!!!!" sentì il cuore alleggerirsi, Hermione stava piangendo dalla gioia, non perché voleva dirgli di no. Anche lui si commosse e la strinse sorridendo. Tornarono a guardarsi negli occhi.

"Allora, quando ci sposiamo?"

"Non ne ho idea. Vorrei solo che fosse il prima possibile!" esclamò, radiosa.

"Sono d’accordo! Ma riuscirai ad abituarti ad essere chiamata Signora Potter?"

"Non vedo l’ora!"

"Dal momento che sono già vestito vado a svegliare Lily, così le parliamo, va bene?"

"Benissimo, io vi raggiungo fra poco…devo sistemare questa stanza…" disse, guardando il lago di piume sul pavimento.

Dopo averle dato un veloce bacio, Harry uscì dalla stanza, non appena la porta si fu richiusa tutte le piume sparirono. Lei scosse la testa e sorrise.

***

Scese in sala comune e vi trovò entrambi, Lilian indossava un completino blu con degli stivaletti marroni, lei e il padre erano seduti sul divano rosso, probabilmente gli stava raccontando qualcosa che era accaduto in uno dei suoi sogni, da come gesticolava. Si voltarono verso lei e la piccola sorrise.


"Mamma!" con un salto, scavalcò il divano e una volta che l’ebbe raggiunta si fece prendere in braccio. Hermione la baciò su una guancia:"Stavo raccontando allo zio Harry di un sogno che ho fatto stanotte…" spiegò Lilian.

"Davvero? Era un bel sogno?"

"Sì!"

"Racconta!" disse mentre la posava sul divano ed andava ad accomodarsi su una poltrona poco distante.

"Nel sogno io ero in un bellissimo campo di fiori colorati e c’erano mille farfalle e andavo a fare il bagno in un mare limpido limpido. Ero una principessa! E poi c’eravate tu e lo zio che mi rimproveravate di continuo perché dicevate che ero troppo attiva!" i due risero.

"Un bel sogno Lily!" Harry e Hermione si scambiarono un’occhiata. Era arrivato il momento.

"Lily…" entrambi si fecero seri.

"Sì, mamma?"

"Io e tuo…ehm…io e Harry dovremmo parlarti…" anche Lilian si fece seria.

"Va bene" che strano comportamento, tipico di quando combinava qualche pasticcio, sua madre si faceva seria ed iniziava a farle la ramanzina, ma era certa di non aver fatto nulla quella volta.

"E’ un po’ complicato da spiegare…potresti faticare a capire…ma è comprensibile, vista la tua età…capirai meglio quando sarai più grande…" iniziò Hermione.

"Capire cosa, mamma?"

"Quello che tua madre sta cercando di dire Lily è che…insomma, tu consideri Ron tuo padre, giusto?" era difficile anche per Harry tentare di dare una spiegazione, di certo non avrebbe compreso se le avessero detto che a diciassette anni avevano fatto l’amore, che sua madre stava con Ron e lui con Ginny, che avevano pensato si fosse trattato di un errore e che quando Hermione aveva scoperto di essere incinta, aveva creduto che lei fosse figlia di Ron ed invece il giorno precedente avevano scoperto che era figlia sua. Era fuori discussione intavolare un discorso simile con una bambina di soli cinque anni. Meglio procedere per gradi.

"Sì, Ron è mio padre"

"Non esattamente" intervenne Hermione, tesa. Lily la guardò confusa.

"Il fatto è che l’altra sera noi due abbiamo…ehm…" guardò Harry, in cerca di un aiuto.

"…scoperto…"

"Giusto, abbiamo scoperto che il tuo vero padre…non è Ron…" se prima la piccola era confusa, in quel momento lo era più che mai.

"Sai Lily, a volte capita di…commettere degli errori. Il mio errore in questo caso è stato pensare che Ron fosse tuo padre per così tanto tempo…"

"Chi è il mio vero papà?" intervenne a quel punto la bambina.

Hermione guardò Harry, fu allora che anche gli occhi della bambina si posarono su di lui. In tutta risposta Harry sorrise a sua figlia. Lilian tornò a guardare la madre in cerca di una conferma, lei sorrise e annuì.

Rimase incerta, continuando a fissare Harry, forse stava elaborando ciò che le era stato detto.

Ad un certo punto gli rivolse il più bello dei sorrisi e lo abbracciò. Hermione sospirò, sollevata che avesse, almeno in parte, compreso.

"Davvero Harry sei il mio papà?!" domandò lei con un sorrisone.

"Così dice la carta e quella carta non mente mai !" Lily lo prese come un ‘sì’ e lo abbracciò di nuovo.

Hermione stette un po’ a guardarli, felice. Poi…

"Oh mio Dio!" esclamò. Sia Harry che Lilian si voltarono, preoccupati.

"Hermione? Ti senti bene?"

"Oh mio Dio! OH MIO DIO!!! Il foglio! Lo devo riportare subito al San Mungo!!" e così dicendo sfrecciò a tutta velocità su per le scale. Due minuti dopo ritornò di sotto correndo e infilandosi il cappotto, teneva il foglio sul quale erano scritti i loro tre nomi stretto in una mano:"Riporto indietro questo! Ci metto pochissimo! Aspettatemi prima di scendere a colazione!" e superò rapidamente il ritratto della Signora Grassa.

"Ma allora…Ron adesso è mio zio, papà?" Harry rimase stupito, l’aveva veramente chiamato ‘papà’?!

Sorrise:"Sì, Lily"

"Ma adesso tu e la mamma vi sposate?" domandò, felice.

"Certo!"

"E andiamo a vivere tutti insieme?!"

"Sicuro! Noi tre, tutti insieme!" le sorrise ancora Harry.

"Promesso?!"

"Promesso!"

"Che bello, che bello, che bello!"

Attesero il ritorno di Hermione, fortunatamente non ci mise molto.

"Qualcuno ha fame qui…" fece notare Harry, calmo.

"Lo so, andiamo!"

Fecero per uscire. Proprio in quel momento il ritratto della Signora Grassa si fece nuovamente da parte ed entrarono Ron e Ginny. Si fermarono di fronte a loro.

"Mamma, papà, venite?"

"Va avanti tu, tesoro, arriviamo subito!" disse Hermione.

"Okay!" e la piccola uscì.

"Ehm…ciao!" salutò Harry, quando furono rimasti soli.

"Ciao!" rispose Ron, distaccato.

Erano tutti in imbarazzo.

"Avete già fatto colazione?" domandò la bruna.

"Sì, poco fa" rispose il rosso.

"Com’era?"

"La solita"

"Ah, okay…"

"E così…avete detto a Lilian…" continuò Ron.

"Sì…" lo interruppe Harry.

"Mi sembra che l’abbia presa bene…" commentò Ginny.

"Così pare" rispose ancora lui.

Silenzio. Il silenzio più assoluto.

"Sentite ragazzi, ci dispiace, non volevamo farvi del male. So che abbiamo sbagliato, avremmo dovuto accorgercene prima, ma entrambi abbiamo creduto che fosse una cosa passeggera, un’infatuazione momentanea. So che suona come una giustificazione, so anche che non abbiamo scusanti per ciò che è accaduto quella sera di sette anni fa. E’ stato un gesto scorretto, vi abbiamo traditi, inutile negarlo. Però, vi chiedo un favore, provate a pensare, per un solo istante a quello che abbiamo provato noi. Io ricordo come mi sentivo quando mi sono svegliata, stavo male, non volevo essere il tipo di persona che tradisce il proprio ragazzo, eppure l’ho fatto. Amavo e amo, talmente tanto Harry, che ho perso la testa quella sera, non mi è importato più di nessuno, ed ho sbagliato, avrei dovuto pensare a te, Ron, pensare che ti stavo tradendo, ma non l’ho fatto. Non sono pentita, non lo sono mai stata, per Lilian, ma anche perché è uno dei momenti che non scorderò per il resto della mia vita, uno dei momenti più belli. Non posso immaginare quanto sia difficile per voi accettare tutto questo, ma noi vi vogliamo bene, ci teniamo alla vostra amicizia. Se mai ci perdonerete, noi siamo qui"

"Sono d’accordo con tutto quello che ha detto Hermione. Anch’io tengo moltissimo alla nostra amicizia, è stata molto importante in tutti questi anni, non ce l’avrei fatta anche senza il vostro aiuto. Vi ho messo in serio pericolo per più di una volta eppure non mi avete abbandonato, vuol dire molto tutto questo per me"

"Vi va…di tornare in Sala Grande con noi? Come ai vecchi tempi!" propose Hermione, speranzosa.

Ron e Ginny si scambiarono uno sguardo.

"Ma sì…io ho ancora fame…"

"Va bene…" acconsentì la rossa.

I due sorrisero, certo quello non era granché, ma era pur sempre un inizio!

Fecero colazione e si divertirono ad ascoltare Lily raccontare le sue "avventure".

Dopo colazione, Harry, Hermione e la piccola Lily, decisero di andare a salutare Hagrid…o peggio, a dirgli addio.

Era davvero difficile, mentre camminavano in direzione della capanna, i due futuri sposi si sentivano molto tristi. Conoscevano Hagrid da quando erano arrivati ad Hogwarts, era troppo strano pensare che non lo avrebbero rivisto più.

"Harry! Hermione! Lily! Che ci fate voi tre, qui?" esclamò con un sorriso solare il mezzogigante.

"Siamo venuti a salutarti Hagrid!" esclamò Hermione, fingendosi serena.

Lily stava per precipitarsi dalle creature magiche di Hagrid, ma Harry l’afferrò per il cappuccio, bloccandola:"Non si saluta, signorina?" la rimproverò, ma non con eccessiva durezza.

"Certo, scusa papà…ciao Hagrid!" rivolse un gran sorriso all’amico, Harry la lasciò andare e lei corse dalle "adorabili bestioline".

"Papà?" era confuso.

"Perché non ci fai entrare, così ti spieghiamo ogni cosa?"

"Sì…d’accordo…venite…" farfugliò, rientrando.

Si sedettero ed iniziarono a raccontare quello che avevano scoperto, Hagrid li ascoltò con attenzione, alla fine disse: "Oh, beh, probabilmente è meglio così…anche per Lily, sapete…Ron non è che ci piacesse molto come papà…" loro si sorrisero, in quel momento Hagrid si voltò e vide la bambina in procinto di aprire una cassetta di legno, a giudicare dalla sua espressione, doveva trattarsi di una creatura pericolosa. Si precipitò fuori dalla capanna, urlando:"NO LILY!! QUELLO NO, E’ PERICOLOSO!!!" Hermione lo seguì, preoccupata. Anche Harry si alzò, ma la sua attenzione fu attirata da un luccichio, controllò fuori dalla finestra: Hagrid e Hermione avevano raggiunto sua figlia in tempo e il mezzogigante le stava parlando. Lo scintillio proveniva da sotto il letto di Hagrid, Harry si avvicinò e si chinò, la sua mano toccò qualcosa di freddo, lo prese: era un braccialetto d’oro, lui sapeva esattamente a chi apparteneva ed aveva anche una vaga idea di come potesse essere finito là sotto, sorrise e se lo mise in tasca. Uscì, Hermione gli si avvicinò:"Per fortuna l’abbiamo fermata in tempo! Quella cassa era zeppa di Schiopodi!" esclamò:"Cos’hai Harry?" aggiunse, notando il suo sorriso. A quel punto lui estrasse il braccialetto e glielo mostrò.

"Il mio bracciale!" pochi secondi e la ragazza lo riconobbe, lo afferrò, osservandolo, sorpresa e felice:"Lo sto cercando da…"

"…sette anni" completò lui, con un sorriso

"Come fai a sapere…?"

"L’ho trovato sotto il letto di Hagrid…" spiegò.

"Ah…quindi…" non finì la frase e arrossì.

"Esatto"

"E’…rimasto lì per tutto questo tempo?"

"Così sembra" lei sorrise e lo riprese.

"Mamma, mamma!!" Lilian giunse di corsa, pareva sul punto di parlare quando la sua attenzione fu catturata dal bracciale di sua madre.

"Che cos’è?" Hermione glielo mostrò.

"Ti piace?"


"Molto" a quel punto la ragazza si chinò, fece girare l’oggetto attorno al polso della figlia e lo richiuse:"E’ tuo" lei le sorrise:"Davvero?! Grazie mamma!" e prese a saltellare per il prato, contemplando il suo braccialetto.

" E’ giusto che lo abbia lei" Harry annuì.

"Sì, hai ragione. Forse è una sciocchezza ma mi è capitato di pensare che se tu non fossi venuta qui quella sera, Lily non sarebbe mai nata, probabilmente non sarebbe mai successo nulla fra di noi. Avremmo continuato a credere di essere soltanto amici, io avrei sposato Ginny, tu Ron e avremmo commesso l’errore più grande della nostra vita. Quel bracciale rappresenta il momento in cui il nostro amore ha avuto modo di esprimersi per la prima volta"

"Non è una sciocchezza Harry, li ho fatti anch’io questi pensieri e ti assicuro che se dovessi ritornare indietro, proprio all’istante in cui dovetti decidere se venire qui o no, ci ritornerei, rifarei tutto…beh…forse una cosa la eviterei…" rifletté, con un sorriso.

"E cioè?"

"Eviterei di andarmene senza prima aver confessato di amarti".

Note dell'autrice:

Ormai manca veramente pochissimo alla fine...so che anche questo capitolo è lunghissimo, ma l'ho accorciato il più possibile. ^^" Vi è piaciuto? Aspetto le recensioni per saperlo. ^^ Un grazie a chi mi segue e in particolare a chi è arrivato intero fino alla fine del capitolo! Naturalmente un enorme grazie anche a chi legge solamente e a chi recensisce! Prometto che ci metterò pochissimo ad aggiornare (forse già domani). Adesso passiamo alle recensioni.

Risposte alle recensioni:

marco: Hai pienamente ragione, dopo aver letto la tua recensione mi sono resa conto che effettivamente, se avessi approfondito di più la battaglia, era meglio, ne terrò conto! Spero che anche questo capitolo ti sia piaciuto! Grazie mille!^^

stellina the best: Quando ho letto la tua recensione sono arrossita, grazie, non so proprio che altro dire. ^^

Pyros Ikari: Un pò triste lo è...spero che anche questo capitolo ti piaccia!^^

HarryEly: Eh, lo so, accidenti a me! Mi sono lasciata andare proprio sul più bello! Penso proprio che rivedrò quella parte...che altro dirti se non grazie mille? ^^

granger90: Ecco qua il prossimo capitolo! Dispiace tantissimo anche a me...certe volte sono proprio cattiva...:( Un gigantesco grazie anche a te!

Suppongo che l'aggiornamento sia terminato (adesso ricontrollo). Un bacione a tutti/e e buone feste (anche se un pò in ritardo! ^^"). Al prossimo capitolo! Ciao ciao!

Lady Giuly93

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Capitolo 9
*** Capitolo 9: L'albero (epilogo) ***


Capitolo 9: L’albero (epilogo)

Era la mattina della partenza, quel giorno, Harry e Hermione e tutti gli studenti del loro anno, avrebbero lasciato Hogwarts per non tornare mai più. La tristezza regnava nel cuore di tutti, erano stati anni faticosi, ma tra quelle mura, in quello stesso castello, avevano vissuto le avventure più straordinarie e pericolose di tutta la loro vita.

Dopo colazione, Hermione era tornata nella sua stanza, per controllare di non aver dimenticato nulla, Lily era in giro per il castello, aveva detto di voler osservare Hogwarts un’ultima volta, dal momento che anche lei non l’avrebbe più rivisto per molti anni. Non sapeva dove fosse Harry, avevano fatto colazione tutti e tre insieme, poi lui si era dileguato, dicendo di avere delle cose da fare prima di andarsene. C’era tutto, aveva già ricontrollato una decina di volte, la verità era che non aveva alcuna voglia di lasciare quella stanza, sapeva che gli sarebbe mancato tutto. Si sdraio sul letto e sospirò, ogni angolo di quel castello rappresentava un ricordo e, nella maggior parte di essi era presente Harry. Anche le cose banali, come il corridoio che avevano percorso centinaia di volte per recarsi a quella determinata lezione, le sarebbero mancati. Sapeva che quel giorno sarebbe arrivato, non poteva durare per sempre, quanti studenti prima di lei avevano formulato gli stessi identici pensieri? Una volta fuori da Hogwarts, le si prospettava un futuro meraviglioso, un matrimonio certo, una famiglia, sicurezze che poche ragazze hanno, quando lasciano Hogwarts. Eppure, pensare che non sarebbe tornata più in quel luogo a settembre era un’immensa fonte di tristezza.

***

Harry vagava per i giardini del castello. Non aveva esattamente una meta precisa, camminava e basta. Rifletteva, ricordava, tentava di associare ogni zona a un evento passato, ma a volte era complicato. Si sentiva vuoto dentro, aveva sempre considerato Hogwarts la sua vera casa, una specie di rifugio. Per molti anni là dentro si era ritenuto protetto da ogni pericolo, persino da Voldemort. In quel posto era cominciata la sua vita, la sua vera vita, aveva incontrato maghi e streghe fantastici, Silente, la McGranitt, Lupin, Moody, Sirius…così come aveva incontrato i suoi primi veri amici e il suo primo, unico vero amore: Hermione. Certo, c’erano state anche Cho e Ginny, ma, con Hermione era diverso. Dopo la morte di Cedric, Cho si era letteralmente trasformata in una fontana umana e spesso era pesante da sopportare, certo, lei aveva amato molto Cedric e quindi bisognava capirla, ma non poteva pretendere che Harry parlasse solo ed esclusivamente di come era morto il ragazzo o di che cosa aveva provato lui nel vederlo morire, anche perché il moro desiderava parlare di argomenti più allegri. Harry rise al ricordo del giorno di San Valentino, quando erano andati ad Hogsmeade e Cho si era ingelosita dopo aver saputo che Harry avrebbe incontrato Hermione, ai Tre Manici di Scopa, quello stesso giorno. Effettivamente la sua gelosia non era del tutto infondata perché, in un certo senso, a quei tempi si era manifestata una sorta di prima simpatia, un po’ al di là della semplice amicizia, fra lui e Hermione, una simpatia che forse era iniziata già dal loro quarto anno, dopo il litigio di Harry con Ron. Ma, naturalmente nessuno dei due se ne era reso conto, erano entrambi troppo occupati ad essere amici per accorgersene. Con Ginny invece, si era trattato perlopiù di un rapporto…fisico, a parte la passione per il Quidditch, non avevano granché in comune. Hermione era l’unica ragazza con la quale non condivideva la passione per il Quidditch, ma era la più straordinaria di tutte, era indescrivibile, la più brava delle studentesse, brillante, intelligente, saggia, dolce, gentile, coraggiosa, determinata e aveva praticamente quasi sempre ragione. Agli occhi di altri ragazzi non era certo bella, non quanto Ginny almeno, ma per Harry invece, era molto meglio di lei. Immerso in quei pensieri, non si era accorto di essere finito nella Foresta Proibita, divenne un po’ nervoso, temeva di incontrare qualche creatura non proprio pacifica, non era dell’umore giusto per lanciare incantesimi. Stranamente pareva tutto tranquillo, non sapendo nemmeno lui bene il perché, cominciò ad addentrarsi fra gli alberi. Raggiunse la radura dove una volta aveva incontrato Lunatica Lovegood mentre nutriva i Thestral, in quel momento non ce n’erano, dovevano essere già stati portati da Hagrid alle carrozze che avrebbero trasportato gli studenti fino alla fermata del treno. Proseguì, dopo molto tempo, o almeno così gli era sembrato, arrivò ad un punto della foresta che gli ricordava qualcosa, si trovava in mezzo a due cespugli, riusciva a vedere il platano picchiatore in lontananza. C’era già stato lì? Si sforzò di ricordare…ma certo! La sera in cui lui e Hermione erano tornati indietro nel tempo! Si erano fermati in quel luogo per più di un’ora ad aspettare loro stessi che si trovavano nella Stamberga Strillante! Quanto tempo era passato…vi rimase per qualche minuto e poi proseguì, passando dietro ai cespugli, inoltrandosi nella foresta. Faticava a ricordare, forse perché l’ultima volta che era stato lì era sera e non c’era un sole caldo come quella mattina, solo la luna piena. Aveva la sensazione di aver già percorso quel sentiero, si trovò in mezzo ad alberi grossi ed alti, alzando lo sguardo riusciva a vedere solo la luce che si infiltrava a malapena fra le foglie, solo un albero attirò la sua attenzione. Si avvicinò, toccò il tronco forte e robusto, era coperto da muschio di colore verde-giallo, gli girò attorno un paio di volte. Il suo cuore batteva più forte, ma che significato poteva avere? Era solo un albero, un albero uguale ad altri centinaia che lo circondavano…poi ricordò, quello era l’albero dove al terzo anno aveva protetto Hermione, più che altro l’aveva abbracciata, ma sempre per proteggerla, poi era arrivato Fierobecco che si era infuriato ed aveva scacciato il lupo mannaro che li inseguiva, il Professor Lupin. Nel frattempo lui l’aveva trascinata con sé e si era appoggiato all’albero, ricordava che lei avesse detto di aver avuto paura e che si fosse appoggiata a lui, il resto non era nitido nella sua mente. Lanciò un’occhiata all’orologio, segnava le dieci e cinque minuti, doveva andar via, o non avrebbe raggiunto in tempo Hermione e Lily ed avrebbe perso il treno. Fece per andarsene, ma dopo pochi passi si bloccò. Sentiva il bisogno di fare qualcosa di simbolico prima di andarsene: prese una pietra appuntita e cominciò ad incidere lettere sul tronco dell’albero, faticò non poco, ma alla fine ottenne il risultato che desiderava, sul trono erano incise le parole:"Harry" e sotto:"Hermione" racchiuse in un cuore. Sorrise soddisfatto. Peccato che non ci fosse tempo per mostrare a Hermione la sua "opera". Lasciò cadere la pietra e più triste che mai riprese a correre, rifacendo il percorso al contrario. Ad ogni passo che compiva, sentiva il suo passato scivolare via e dentro di lui si faceva strada la consapevolezza che il momento di lasciare per sempre Hogwarts era ormai giunto.

Mentre stava per uscire dalla foresta sentì qualcuno che lo chiamava, superata l’ultima fila di alberi vide Hermione, le corse incontro.

"Ma dov’eri finito? Sbrighiamoci, fra venti minuti il treno parte!" si presero per mano e corsero insieme verso il castello.

***

Sistemò l’ultimo bagaglio nel portabagagli che venne richiuso.

Si trovavano tutti alla fermata del treno, anche Hagrid era con loro, desiderava salutarli un’ultima volta. Ron e Ginny erano già a bordo, avevano già detto addio all’amico. Tutti si voltarono a guardare il mezzogigante che sospirò, sorridendo a malapena.

"Beh…è arrivato il momento di salutarci, credo" si sforzarono tutti di fare un sorriso. Hermione lo abbracciò.

"Ciao Hagrid, grazie, per tutto" lui si commosse, anche Hermione.

"Figurati Hermione" mormorò.

Si separarono e lei si asciugò gli occhi. Era il turno di Harry. Se prima Hagrid si era solo commosso, adesso piangeva.

"Hagrid ti sarò riconoscente a vita per tutto quello che hai fatto per me" lui singhiozzò.

"Stammi bene Harry, non cacciarti nei guai" si guardarono e lui annuì.

A quel punto Hagrid si chinò, per guardare Lily negli occhi, sembrava che la bambina ce la mettesse tutta per evitare di piangere.

"E tu, signorinella, fa la brava e ubbidisci alla tua mamma e al tuo papà, d’accordo?" Lily annuì, poi scoppiò a piangere e lo abbracciò, Hagrid la strinse piano.

"Su, non fare così, io e te ci rivedremo Lily…" sussurrò Hagrid, che non riusciva a smettere di piangere.

Harry e Hermione li guardavano con le lacrime agli occhi. Lily lasciò andare Hagrid ed Harry la prese in braccio.

"In carrozza!" sentirono urlare.

Si sorrisero, tristi.

"Scrivete qualche volta"

"Anche tu, Hagrid…" disse Hermione, mentre una lacrima scendeva sulla guancia.

"Verrai al nostro matrimonio, vero?" domandò Harry.

"Sì, devi esserci!" affermò lei.

"Oh, beh…si vedrà…" sorrise.

"In carrozza!" sentirono ripetere. Molti studenti si affrettarono a salire sul treno.

"Dobbiamo andare…"

"Andate, andate…" li incitò Hagrid. Lanciarono un’ultima occhiata al castello, poi salirono sul treno, cercarono in fretta uno scompartimento vuoto, lo trovarono. Lily corse ad aprire il finestrino, si affacciò fuori, mentre il treno iniziava a muoversi lentamente.

"Ciao Hagrid!" urlò, agitando una mano. Hagrid contraccambiò.

Il treno iniziò a muoversi più velocemente, allontanandosi.

"Ci vediamo presto! Promesso!" esclamò, più forte che poteva.

Il mezzogigante le sorrideva e sventolava una mano a destra e a sinistra. Lilian continuò a gridare saluti, finché il castello e Hagrid con esso, non scomparvero alla sua vista.

FINE

Note dell’autrice:

So che probabilmente non è il tipo di finale che vi aspettavate, ma ho preferito terminare così la mia prima storia.

Quando decisi di pubblicarla, non ero molto sicura, temevo potesse non piacere e vi confesso che all’inizio pensavo che non l’avrei mai conclusa, mi è sempre successo con la maggior parte delle cose che ho scritto. E invece, a quanto pare ci sono riuscita!^^ Non mi sembra vero, mi sembrano passati anni da quando ho cominciato a scriverla…solitamente sono una che prima di mettersi a scrivere qualcosa, ci riflette molto, stranamente non è stato il caso di questa storia. Non è mia intenzione annoiare, ci tengo solo a ringraziare di nuovo tutte e tutti coloro che hanno seguito questa storia, un sincero grazie, mi avete aiutata molto! Senza i vostri suggerimenti, i commenti e il resto, non credo che avrei avuto la forza di arrivare fino in fondo. Ho messo tutta me stessa in questa fanfiction, volevo ottenere un buon risultato e sono molto soddisfatta del mio lavoro, mi sono stupita di me stessa in certi casi…^^" Mi sento molto triste a pensare che sia finita ma, prima o poi doveva succedere…ç_ç

Non mi resta che augurarvi un sereno e meraviglioso 2008 e ringraziarvi ancora di cuore!

Risposte alle recensioni:

elena93: grazie mille! Ciao!^^

granger90: Sono felice che non ti sia pesato! Un enorme grazie anche a te!^^

marco: Forse mi sono espressa male, perché intendevo che ho diviso il capitolo in due parti, la seconda era questo finale. In quanto al resto…beh…come vedi non si sa, lo lascio alla tua immaginazione. ^^ Ciao e grazie di aver seguito la mia storia!

Jojipv: Ciao Giorgia! Non preoccuparti! Non fa niente!^^ Sono contenta che i capitoli ti siano piaciuti! Grazie anche a te di aver seguito tutta la storia! Un bacione!^^

Buon 2008 a tutti e a tutte!!!

Lady Giuly93

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