Alice: La nuova generazione

di Pervinca_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1° capitolo: Apri gli occhi. ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** 1° capitolo: Apri gli occhi. ***


Next generation "Guardando la realtà vedremmo che tutto ha un inizio e tutto una fine; ma solo sognando riusciamo a trovare in ogni cosa una goccia d'eternità" (Anonimo)

"Niente dura per sempre, neanche la fredda pioggia di novembre." (Guns n' Roses: "November Rain")

"C'è chi aspetta la pioggia per non piangere da solo" (De Andre': "Il bombarolo")





La ragazza sta piangendo.
Sola,lontano da tutti.
Fiori,fumo,incenso....
La ragazza non vuole vedere la gente nera,in fila accanto a una croce bianca. Quella è la sua lapide. La croce bianca coperta di rose candide,come voleva lei. Erano il suo fiore preferito.
Non vuole vedere la terra smossa,la bara di legno chiusa per sempre. - Liberatela!Lasciatela andare!- vorrebbe urlare. Perchè hanno chiuso lì sua nonna? E' freddo...è buio...claustrofobia. Lasciatela andare...vi prego...
Non vuole vedere la foto incastrata nel marmo. La foto di sua nonna. Non quella che l'ha lasciata,logorata dalla malattia e dal tempo, ma quella che era un tempo. La foto della sua anima,che a differenza dell'aspetto non è mai mutata.
La sua foto,la foto di Alice. La foto della bambina che era riuscita a cambiare il paese delle meraviglie.
Ma la ragazza non vuole vedere nulla,preme il viso tra le ginocchia sola nel suo dolore cieco.

Anche il paese delle meraviglie è in lutto. Anche noi siamo qui.
Nel luogo specifico però,il cimitero di Santa Catrina,ci sono solo quelli che non avrebbero destato troppo l'attenzione. Non li vedi però,ragazza? Nascondi il tuo viso nella gonna per non vederci? Siamo qui anche noi...
Eccola,laggiù,la regina di cuori. Non la riconosci? Anche se litigavano sempre lei e Alice erano diventate amiche. E' laggiù,guarda,quella signora con l'abito lungo e la veletta.
E lì,non lo vedi? E' il gatto del Cheshire...mio padre. Già,quel vecchio marpione alla fine si è accasato. Con una mutaforma,una delle fate del posto. Le hai viste no? Lei si è innamorata di lui,non so come ha fatto,e da allora alterna le forme. Gatta,ninfa,gatta,ninfa. Te la ricordi vero? E' lì giù,con mio padre in braccio. Quella ragazza bionda con i capelli mezzi verdi.
E a noi,non ci vedi? Io e mia sorella,la progenie del gatto.Guardaci,e guardami. Perchè nascondi il tuo viso? Non vuoi guardare Mya,la tua migliore amica? O non vuoi vedere me?
Apri gli occhi per guardare davveroe li vedrai, i nostri due mondi uniti come mai prima,grazie ad Alice. Guarda con l'altra vista,quella che vede oltre questa realtà,e ci vedrai. Come qui,da noi la ricorderemo per sempre.Anche nel mio,nel nostro paese lei vivrà per sempre per noi. Perchè lei è Alice,la bambina che ci ha segnato. La bambina che ha cambiato The Wonderland.

Ma la ragazza piange lo stesso.
Sola,sola e persa nel suo dolore.


Ci sono momenti che bisogna affrontare da soli.Per essere più forti,per crescere.La vita è cattiva.Non puoi sempre rifugiarti da noi,in quest'altro mondo lontano dalle tue sofferenze,ragazza.Forse l'hai capito,e non ci guardi per questo. Sì,ci sono davvero momenti che vanno superati solamente con le nostre forze. Tuttavia ce ne sono altri in cui è impossibile.



La pioggia ha smesso di cadere sulla giovane. Alza lo sguardo,finalmente. E lui è lì. Il cappuccio tirato su,il cappotto lungo,i capelli bagnati di pioggia che gli ricadono a ciocche sul viso.Inginocchiato accanto a lei, la copre con un'ombrello e sorride.
La ragazza non è più sola .
Con slancio lo abbraccia,l'ombrello cade lontano.
E lui la stringe a sè,ascoltando i suoi singhiozzi. La pioggia continua a cadere,ma a loro non importa. Non gli importa di nulla.Nè dell'acqua che gli impregna i vestiti,nè del cappuccio caduto che scopre le orecchie nere e pelose e i capelli di un colore innaturale del "ragazzo",nè delle parole del prete che sembrano un brusio lontano.
Sono solo due anime perse in mare,che si aggrappano l'una a l'altra come ad un salvagente per non affogare nel dolore.


La ragazza piange,ma non più sola .
Ora li vede. Vede il Paese delle Meraviglie come non faceva più dalla malattia delle nonna,un mese prima.
Li vede di nuovo.
Non li ha persi.
E'la sua eredità.



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Spero che questo primo capitolo,più che altro un'introduzione,vi sia piaciuto. Per favore commentate,ditemi pure se vi è parso un'orrore,così potrò migliorare e non propinarvi troppi obbrobri. Comunque grazie mille per avere letto!^^


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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


ghjk,b





La nuova generazione era un disastro. Lo dicevano tutti nel Paese delle meraviglie. Come poteva quella banda di sciamannati gestire quel mondo?
Il passaggio di generazione era un'evento raro nel Wonderland tanto che nessuno ricordava più l'ultimo. I discendenti di qualsiasi creatura di una cera influenza ne prendevano il posto. Non c'erano regole precise,solo che quando una persona era obbligata a cedere il posto,lo dovevano fare tutte le altre. Era questa la pena di raggiungere un po'di potere. Solo la regina,nonostante i tre figli, poteva restare più a lungo sul trono,almeno fino alla maggiore età e al matrimonio della maggiore.
E la nuova generazione era un vero e proprio disastro. Erano troppo,troppo,giovani.
Ma era necessario cambiare.Impossibile evitarlo. Il coniglio guardò il viso freddo e stanco di Alice,la bambina che aveva cambiato quel mondo,logorato dagli anni e dalla malattia. Era in pace,adagiata sul raso bianco,circondata da rose. Sembrava che il tormento dell'essere una donna e contemporaneamente una bambina fosse scomparso.Non portava più la sua croce.
Ma il Coniglio non può fare a meno di ascigursi una lacrima che gli sta inzuppando il pelo.
Attorno a lui c'era una quiete mai sentita,eppure la folla radunata era talmente tanta che non si vedeva dove finiva quell'orda di creature. Ma il silenzio incombeva,ultimo tributo a colmare il vuoto di chi non c'era più.Il rispetto di un mondo intero,un'onore immenso.
Lo meritava Alice,lo meritava davvero.
Guardò nella bolla gigante che galleggiava daventi a lui. La fissavano tutti. All'interno si susseguivano le immagini del funerale nel mondo degli umani. I due mondi non erano mai stati così vicini,incantesimo possibile solo nel dolore.

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Continua a piovere.
Alin guarda fuori dal finestrino,distratta.
Sono tre giorni che dorme sul divano della casa dell'avvocato di sua nonna,è giunta l'ora di trovare un'altra sistemazione. I debitopri hanno portato via tutto quello che avevano.Neanche il vestito che indossa è realmente suo.
Ma ad Alin non importa dove andrà,non le importa più nulla di nulla.
E' sola. Di nuovo completamente sola.
Loro se ne sono andati di nuovo,lasciandola lì a cavallo tra due mondi,senza pace.
Plic,plic,plic.
Il cielo piange per lei,che ha finito le sue lacrime. A che serve piangere?
A nulla,assolutamente inutile. Come lei.
La macchina si ferma sulla sabbia che scricchiola oppressa dalle ruote di gomma. Scrieck.
Scende,non sa neanche quello che sta facendo.Si sente vuota,sperduta,stanca di vivere.
Talmente stanca,da fregarsene anche di quello che le accade attorno.Il suo cuore è anestetizzato.Intorpidito.E' tutto ovattato.
Attraverso la sua nebbia riconosce a malapena il posto.
La piccola spiaggia che bisogna attraversare per raggiungere il vecchio cancello di legno,il numero civico di terracotta,inutile in quel posto sperduto senza altre abitazioni.La grande casa bianca,dalle linee morbide e il grande portico,la finestra della stanza al piano più alto,circondata da buganville che abbracciano l'intonaco e la persiana di legno.
La Casa. Ci ha vissuto per i primi sette anni della sua vita,eppure non ricorda granchè. Solo il runmore del mare,e l'amore per quel luogo.
Come in trance attraversa il grande giardino fino alla fine,dove l'erba si interrompe bruscamente sul mare,per la precisione sopra una scogliera.
Shhh,shhaa,shhh.... le onde infrangonola loro folle corsa sugli scogli,come un suicida incapace di fermarsi nell'euforia del suo ultimo volo,del suo ultimo istante di vita. Come sarebbe semplice lasciarsi andare,e cadere giù,aprire le ali e volare sul mare per poi trovare la pace su quegli scogli aguzzi...sarebbe così semplice....
Qualcuno le mette una mano sulla spalla e la guida nella casa. A giudicare dagli abiti austeri ma disordinati,con la cravatta sciolta e lenta e la camicia fuori dai pantaloni e macchiata di caffè è il più giovane dello studio legale,un ventiseinne fresco di laurea. Alin non ricorda il suo nome.
Una volta entrati suona un cellulare,l'uomo si allontana.
Alin non si muove,rimane in piedi grondante di pioggia,bagnando le mattonelle verde scuro del pavimento. Fa freddo,il grande camino biancosu cui sono appesi antichi utensili in legno è spento.
Il gemito del vento si sente chiaramente,mentre infila i suoi sospiri nelle fessure del grande soffitto di legno.
L'uomo ritorna,le dice qualcosa,ma Alin non lo capisce.O forse non vuole capire.Si limita ad annuire,semplicemente,stanca del ronzio monotono delle parole.
Il tizio se ne va,dopo averle lanciato un'ultimo sguardo impietosito.Povera ragazzina....ha perso tutto.
Alin percepisce la sua pietà,che la colpisce come una lancia nell'anima.
Sì,fa pena.
Si guarda nello specchio,i capelli ricci e scuri sono fradici,la frangia stranamente liscia e troppo lunga le si è appiccicata alla fronte e le copre gli occhi grigi ,arrossati e cerchiati da occhiaie nere per il troppo pianger che spiccano sulla carnagione pallida e insana.
Il vestito nero della figlia dell'avvocato più vecchio,troppo grande per lei, la fa sembrare molto più piccola dei suoi quindici anni.Una figurina che si stringe nelle spalle,tremando vistosamente,come un gattino spaventato.
Povera ragazzina...
Il vento ulula sempre più forte,il mare ruggisce in lontananza.
E improvvisamente lo sente.Così forte da spezzarle il fiato.Lo sente.
Sente il richiamo infrangere la sua coltre di indifferenza,spazzare via la sua barriera di dolore e colpirle il cuore.
Alin senza nemmeno rendersene conto apre la porta e esce fuori sotto la pioggia divenuta sottile.Il cielo è strano,oltre al grigio delle nuvole e del temporale è mista anche una strana sfomatura blu -verdastra,e le nubi girano in costante movimento,come in una spirale.
Sì,una spirale.
Il centro della spirale,il centro di tutto,il centro del richiamo.
Ed Alin risponde.Non può farne a meno.
La sua eredità risponde per lei.
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- Siete tutti pronti?-
- Sì. Ora sta calmo coniglio,è la quarta volta che ce lo chiedi.-
- Piantala di fare lo strafottente. E' un momento cruciale,te ne rendi conto?!- la voce del Coniglio è stridula dall'apprensione,la nota di isterismo non passa inosservata.
Un ragazzino biondo sugli otto anni, dall'aria angelica alza lo sguardo. Gli occhi blu sono attraversati da un lampo di malizia irrequieta,e le lunghe orecchie bianche hanno un fremito.:- Tranquillo zio.Ma sei preoccupato per la buona riuscita del passaggio o per a chi toccherà?-
Il Coniglio guarda suo nipote,poi fa scorrere lo sguardo sui ragazzi radunati attorno a lui. Anche se cercano di fare gli spavaldi è evidente che hanno paura.
Paura per un'incarico troppo grande,paura di fallire,paura di sbagliare.Semplicemente paura. E confusione.
Confusione in un mondo confuso.
- Per entrambi- risponde il Coniglio - Per entrambi...-

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Grazie tantissime a Nicamon,Cami_war,Black Moon, ed Amantha che hanno commentato! Più un ringraziamento particolare a Francesco,che da sempre si sorbisce i miei scritti e i miei deliri,che mi ha aiutato a sopportare le tediosissime lezioni di greco in questo primo anno di classico,che fin dalla prima elementare si è sempre comportato da vero amico,e che è stato per tutto l'anno un fantastico avversario nella "guerra delle palline di carta durante le ore inutili" ^^

Piccolo chiarimento: in questa storia mi sono divertia a portare la popolazione del paese delle meraviglie avanti di una generazione (ma noooo,non si era capito!^^), di conseguenza ho piazzato figli e nipoti a tutto spiano. Perciò il ragazzo-gatto è il figlio del gatto del Cheshire ( e della ninfa dai capelli verdini che lo teneva in braccio al funerale.) ! Almeno uno dei due,visto che ha una gemella ,ma meglio non anticipare troppo^^

Alla prossima,e continuate a commentare!! ( Questa volta aggiornerò più in fretta,promesso! Senza la scuola ho più tempo^^)



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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


successione La pioggia le bagna il viso,il fredo le risveglia l'anima.
Alin segue il richiamo,lo segue senza pensare ad altro. Tutto il suo dolore viene rinchiuso nel suo subconscio mentre la ragazzina corre sotto la pioggia.
Il fango le imbratta i vestiti,ma non le importa. Inciampa,si rialza e continua la sua corsa apparentemente senza meta. Eccole,le scale nascoste dai rami,portano al molo accanto alla scogliera.
Sono rese scivolose dal fango e dall'acqua,pezzi di calce e conchigli si staccano in continuazione.Il mare ha inghiottito buona parte del moletto con la sua furia appassionata.Alin si stringe contro il muro,paralizzata per un'istante dalla paura.
Alin...
Per un solo istante. Il richiamo è troppo forte.Proviene dal faro diroccato ,mezzo distrutto, che osserva tutto dall'isolotto dall'altro lato della scogliera.
Dall'altro lato della scogliera...
Alin lo fa. Si toglie le scarpe con uno strattone e le posa sulle rocce. Poi a piedi scalzi sfida la tempesta.
Pericolo...
Paura...
ALIN!...
Alin continua a seguire il richiamo,arrampicandosi sulla scogliera e percorrendola in laterale.
Quante volte l'aveva già fatto quando era bambina!Ma c'era sempre qualcuno con lei. E il mare era calmo,e riluceva come uno zaffiro sotto la calda luce del sole.
In quel momento invece è scateneto in una danza furiosa,piove ed è sola.
Completamente sola.
Alin..
Il piede scalzo di Alin scivola sulle rocce sdruccevoli e bagnate. La ragazza urla mentre rischiava di perdere l' equilibrio Afferra una radice,e si stringe ancora di più alla parete rocciosa. Oddio,cosa sta facendo?
Non guardare giù...ce la puoi fare...
Una voce come portata dal vento le sfiora l'orecchio. Alin alza lo sgurdo. Non c'è nessuno.
Però,anche se è stata solo un'illusione,la voce ha ragione. Ce la può fare.Deve farcela.
Non sa perchè,non le importa. Deve e basta.
Per lei...per Alice...
La ragazzina riprese il pericoloso percorso.
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- Manca poco....oddio manca così poco...- il coniglio bianco cerca di bloccare l'iperventilazione,mentre l'orologio dorato rischia per l'ennesima volta di cadere a terra.- Sta arrivando a . State pronti .-
Lo strano gruppo radunato nella radura si stringe in un cerchio.

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eccola è dall'altra parte.
Il faro...la luce...il faro...
Corre scalza e infreddolita,la porta non si apre...
Perchè non si apre?
Alin non lo sa,ma DEVE aprirsi.
Gli urla contro, i capelli fradici e appiccicati al viso.
Deve raggiungera...
L'ha vista..
E' lei...
lassù...
lontano...
In cima al faro...
Una figura...
...una donna...
...Alice...

- NONNA!!-

Alin disperata comincia ad arrampicarsi sul faro,sempre puiù velocemente,sempre più ferita,nell'anima e nel corpo,il sangue delle ferite sulle amni macchia i mattoni sconnessi del faro.

_NONNA!-

Ancora poco,più sù,sempre più su...
Ancora e ancora.

-NONNA-
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- E' giusto quello che stiamo facendo?-
Una delle creature del gruppo parla,a bassa voce. Sotto il cappuccio le orecchie sono basse,i capelli bluastri gli coprono gli occhi.
Gli altri guardano terra ,cercando di evitare lo sguardo dei compagni.

No,non è giusto....

Il ragazzino biondo si ritrae leggermente:-Devo proprio?-

Il Coniglio sospira ancora. Cosa può dire?"No,stiamo sbagliando,non forziamo la ragazzina e lasciamo andare tutto"?
No,non può.
La regina si stropiccia le mani,lo sguardo febbrile e nervoso.
- Dobbiamo. Forza,procediamo. Vai, Guida. fa il tuo dovere.-
Il ragazzino chiude gli occhi.La deve portare da loro.

Non è giusto.
E' Necessario...
E tra le due cose scorre un abisso.
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Alin sale ancora,annaspando per cercare un'appiglio.

-NONNA!!-

No,che succede...i mattoni vecchi e logori non la sostengono...
Cade Alin,Cade...
Eppure mancava così poco...
L'aveva quasi raggiunta...
E ora sotto di lei c'è solo il vuoto...

-Nonna...-

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E' passato tanto tempo.Davvero tanto.
E devo dire che mi dispiace.
Credo sia giusto spiegare il perchè di questa morte apparente.
In poche parole è la ragione più semplice del mondo. Sono cresciuta e maturata.
E' sempre questo il motivo per cui abbandono le mie storie. Cresco,il mio stile cambia ,divento "più brava" ,a detta dei pochi eletti che leggono quello che scrivo . Insomma,va a finire che quando rileggo le mie storie,anche solo di poche settimane prima,comincio a trovarle stupide,sciocche,scritte male,confuse.
E allora mi autodeludo e smetto di continuare.
Però,da quando ho cominciato a pubblicare,guardando i commenti mi sento in colpa,perciò rieccomi qua,ci riprovo.
Spero di riuscirci
by
Pervinca


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