I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love

di SmartieMiz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Junior year ***
Capitolo 2: *** Requests of friendship ***
Capitolo 3: *** Nice to meet you ***
Capitolo 4: *** I am a sex machine ready to reload ***
Capitolo 5: *** Chat ***
Capitolo 6: *** I want you ***
Capitolo 7: *** An e-mail ***
Capitolo 8: *** Date ***



Capitolo 1
*** Junior year ***


Questi personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà della Fox; questa storia è stata scritta senza alcuno scopo di lucro.
 



I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love




CAPITOLO 1 - Junior year


Jeff caricò lo zaino sulle spalle, salutò velocemente i suoi genitori e uscì di casa, “pronto” per il primo giorno di scuola del terzo anno.
Ormai l’autunno era alle porte: le foglie rosse e gialle avevano già coperto le vie.
Il ragazzo sospirò: avrebbe dovuto trascorrere un altro anno infernale.
Odiava l’autunno, odiava la scuola. Odiava dover essere sempre preso in giro dai compagni e dover essere sempre intimidito dai bulli. Odiava non saper rispondere ad un insulto e non saper affrontare una lite. Odiava dover essere sempre spintonato contro gli armadietti, buttato nel cassonetto e picchiato dagli altri.
Odiava se stesso.
Dopo dieci minuti arrivò alla sua scuola, il McKinley. Lì fuori incontrò Rachel Berry, la star di punta del Glee Club del McKinley, e Kurt Hummel, l’unico ragazzo gay dichiarato della scuola.
«Ciao!», lo salutarono Kurt e Rachel.
«Ciao», rispose il ragazzo con un cenno.
Jeff entrò al suono della campanella. Cercò di mischiarsi tra gli altri studenti: voleva evitare qualsiasi tipo di contatto con i giocatori di football.
«Buon anno, biondina!».
Jeff si ritrovò immediatamente il viso sporco di granita. Come al solito non disse niente: ormai era abituato alle angherie dei suoi compagni di scuola.


Tutti coloro che conoscevano Blaine Anderson sapevano che era un ragazzo con la testa sulle spalle. Era sicuro di sé e sembrava che non ci fosse niente e nessuno a intimorirlo. Ma presto Blaine dovette ricredersi.
Era il giorno prima dell’inizio delle lezioni alla Dalton Academy. Gli studenti della Dalton erano già andati a scuola per poter sistemare le proprie cose nelle loro camere, e quindi anche Blaine lasciò la propria famiglia e andò a scuola scocciato. Non che gli mancasse la propria famiglia – affatto, preferiva stare alla larga da suo padre –, ma era annoiato dall’idea di dover affrontare un nuovo anno di studio. Fortunatamente lì alla Dalton aveva i suoi amici e quindi c’erano sempre loro a rallegrarlo anche nelle giornate più tristi.
Blaine non conosceva il suo nuovo coinquilino. Sapeva solamente il suo nome e cognome mai sentiti prima e quindi doveva essere un nuovo studente. Aveva provato a cercarlo su Facebook, ma gli usciva circa un milione di risultati.
Il ragazzo si incamminò verso la camera 18, dopodiché estrasse dalla tasca dei pantaloni la copia delle chiavi che aveva dovuto ritirare in segreteria. Inserì le chiavi nella toppa della porta e l’aprì. Vi trovò il suo nuovo compagno di stanza che, steso su un letto, ascoltava la musica.
Era un ragazzo alto, molto alto – sì, Blaine era basso, ma quel ragazzo era decisamente alto – e aveva folti capelli castani e intensi occhi verdi. Non era brutto, anzi: aveva qualcosa di affascinante.
«Ecco Blaine Anderson», affermò il ragazzo steso sul letto spegnendo il proprio lettore mp3.
«Sì», rispose Blaine, anche se quella del ragazzo non era una domanda: «E tu sei Sebastian Smythe».
Il ragazzo spilungone si alzò dal letto e strinse la mano di Blaine.
«Proprio così», rispose.
Blaine ispezionò la loro stanza: come tutte le camere della Dalton aveva le mura verdi e le mattonelle marroncine. Il letto di Blaine era a sinistra mentre quello di Sebastian a destra. Tra i due letti c’era una finestra. La stanza era abbastanza piccola, ma graziosa. C’erano anche una scrivania, una piccola libreria, due comodini e un armadio.
Blaine si accorse che la stanza era quasi vuota. Notò la presenza di qualche libro sulla scrivania e di qualche capo di abbigliamento nell’armadio, poi nient’altro. La valigia di Sebastian era vicina al suo letto e sembrava essere piena.
Il ragazzo venne colto improvvisamente da una strana sensazione. La Dalton era ormai diventata la sua casa, ma a Blaine parve di non sentirsi più a casa. Quel Sebastian lo intimoriva anche se per ora non aveva fatto niente.
L’anno prima Blaine aveva condiviso la stanza con Thad Harwood. Thad era uno studente timido e impacciato, ma era gentilissimo. Sebastian sembrava tutto tranne che timido e gentile.
«Ma qui alla Dalton siete tutti gay, eh?», fece Sebastian con voce scocciata.
Blaine sperò tanto che il suo compagno di stanza non fosse omofobo, ma a quanto pare sembrava di sì.
«No, molti di noi hanno le ragazze», rispose Blaine, poi domandò: «Hai qualche problema contro i gay?».
«No», disse Sebastian: «Io sono gay».
Mm, non ho mai conosciuto un gay così omofobo, pensò Blaine.
Bene, divideva la stanza con un ragazzo gay e “omofobo” e non sembrava per niente un tipo gentile e ospitale come il vecchio compagno di stanza Thad.
Bene, quest’anno è iniziato nel migliore dei modi, pensò Blaine.

Nick Duval aprì la porta della sua stanza – la camera 17 – e vi incontrò un ragazzo ispanico con i capelli e gli occhi scuri: Thad Harwood, il suo migliore amico.
«Nick!», esultò Thad. Il ragazzo si buttò nel vero senso della parola tra le braccia dell’amico. Il moro gli sorrise e l’ispanico ricambiò il sorriso. Si abbracciarono a lungo: fu un abbraccio caloroso che sapeva di casa.
«Nick, come sono felice di vederti», ammise Thad: «Mi raccomando: quest’anno voglio vincere le Nazionali e tutti compreso Blaine vogliamo te come solista!».

Sebastian Smythe era più antipatico di quanto Blaine avesse potuto credere.
«Proprio ieri sono tornato da Parigi», fece il ragazzo: «Praticamente ho vissuto la mia vita lì. Sei mai stato a Parigi?».
«Ehm… no», rispose Blaine sincero.
«Parigi di notte è uno sballo », continuò Sebastian: «Le francesine cadevano tutte ai miei piedi. E anche i ragazzi».
Molto interessante, pensò Blaine.
«Ragazzo, ma tu non te la fai un po’ di vita?», gli domandò Sebastian: «Sembri un vecchio e lo si può notare già dai tuoi vestiti».
In effetti Blaine indossava un gilet e dei pantaloni grigi, una camicia bianca e un papillon nero. In realtà il ragazzo adorava il suo stile retrò, anche se molti sostenevano che fosse ridicolo.
«Ehm, sì… cioè no», farfugliò Blaine senza nemmeno ricordare la domanda. Sebastian aveva la capacità di renderlo il ragazzo più timido e impacciato del mondo. E tutti sapevano che Blaine Anderson era un ragazzo in gamba, sicuro di sé, dolce, gentile e fermo nelle sue idee.
«La tua timida aria da studentello è molto eccitante», disse Sebastian divertito con un sorriso enigmatico.
Era una presa in giro? Un complimento? Boh, Blaine non lo sapeva. E non sapeva nemmeno decifrare i sorrisi di quel ragazzo.
Il ragazzo non rispose e si limitò a riordinare i propri libri sugli scaffali della libreria.
«Ehi, Anderson, ti va di fare un giro per la Dalton? Sai, sono nuovo», gli disse ad un tratto Sebastian.
«D’accordo», rispose Blaine senza smettere di riordinare le proprie cose.

Era sempre così: Nick e Thad non ce la facevano mai a riordinare le proprie cose nella stanza in un giorno. Ci impiegavano sempre una settimana perché quando si incontravano non la smettevano più di parlare.
«Questa ragazza mi ha dato buca», continuò Nick. Stava parlando delle sue interessanti e sfortunate conquiste amorose estive: «Allora l’ho chiamata e lei ha detto che aveva cose più interessanti da fare che uscire con me, come ad esempio scrivere canzoni e cantare Don’t Rain On My Parade al contrario».
«Che ragazza stupida!», commentò Thad accigliato.
«Perché?», chiese il moro incuriosito.
«Perché dai, quale ragazza non vorrebbe uscire con Nick Duval?», rispose Thad con un sorriso.
«Tutte quelle che incontro», rispose lui secco.

Thad Harwood era entusiasta di essere ritornato a scuola. Gli mancava tutto ciò che era collegato alla Dalton: gli amici, le esibizioni dei Warblers, il Lima Bean, i fine settimana a scuola e, perché no, anche i pomeriggi lunghi e noiosi in biblioteca.
Thad stava facendo un giro con Nick per i corridoi della scuola quando vide Blaine.
«Ciao, Blaine!», lo salutarono Thad e Nick con un abbraccio.
«Ehi, ragazzi!», rispose Blaine con un sorriso, poi disse: «Lui è Sebastian Smythe».
Thad rimase a bocca aperta. Un ragazzo alto quasi un metro e novanta era al fianco di Blaine.
Il ragazzo conosceva quei capelli, quegli occhi, quel viso… quel ragazzo.
Thad era meravigliato quanto Sebastian, ma quest’ultimo non mostrò la sua sorpresa.
«Ci conosciamo già», asserì Sebastian impassibile, poi aggiunse: «Ci siamo conosciuti a Parigi».
«Beh, ragazzi… io ora dovrei andare», mentì Thad. Salutò i ragazzi e si allontanò da loro.
Thad arrossì violentemente. Lo studente nuovo era Sebastian Smythe. Non sapeva se esserne felice o addirittura spaventato.

 

Angolo Autrice

Questa è una delle mie prime ff, ma solo ora mi sono decisa a pubblicarla xD
Da come avete capito, Jeff Sterling non frequenta la Dalton Academy e Kurt Hummel non ha mai conosciuto Blaine Anderson. Sebastian Smythe è lo studente nuovo, ma già conosce Thad Harwood.
Ringrazio tutti coloro che leggeranno, al prossimo capitolo! :)

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Capitolo 2
*** Requests of friendship ***


I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love



CAPITOLO 2 - Requests of friendship



Era appena iniziato il quarto e ultimo anno di liceo per Kurt Hummel. Kurt, un ragazzo bello quanto insicuro, era il soggetto preferito da tutta la scuola assieme a Jeff Sterling. Si beccavano di tutto: prese in giro dalle cheerleader, insulti dai giocatori di football, granite da tutti, spinte e botte dai bulli.
Burt Hummel, il padre di Kurt, era un uomo molto protettivo nei confronti del figlio, ma il ragazzo non gli aveva mai detto niente di ciò che succedeva a scuola. Burt Hummel era a conoscenza solamente del fatto che il figlio venisse offeso a causa della sua sessualità, ma non sapeva niente dei pugni, dei calci, delle lacrime e del sapore del sangue che almeno due volte a settimana gli usciva dalla bocca o dal naso.
Dopo una bullata, Kurt aveva sempre cercato di camuffare le lacrime e il sangue in modo che nessuno potesse accorgersi che era stato aggredito. Ma dopo l’ennesima bullata, Kurt decise di iscriversi ad un corso di boxe.
«Un corso di boxe?», Burt Hummel era meravigliato quanto incredulo: «Ma fino a qualche settimana fa non volevi fare danza insieme a quel tuo compagno del Glee Club?».
«Sì, papà, ma ho cambiato idea», asserì Kurt Hummel fintamente entusiasta: «Mi piacerebbe tanto iscrivermi ad un corso di boxe».
Kurt voleva iniziare a praticare la boxe per difendersi dai bulli. Quel corso, se fatto bene, poteva essere un’importante lezione di difesa personale. Una lezione di vita.
Arrivò il primo pomeriggio di corso di boxe. Alle sei in punto Kurt Hummel entrò nell’oscuro maniero – ovvero un edificio bianco – intimorito e impacciato. Incontrò un uomo che sarebbe dovuto essere un coach.
«Ehi, sei nuovo?», gli domandò l’uomo. Doveva avere una trentina di anni.
«Sì», rispose Kurt timidamente.
«Bene, vai là. Io ti raggiungo tra poco», disse l’uomo autoritario e indicando una porticina in fondo al corridoio.
Kurt annuì e ringraziò l’uomo per le indicazioni. Il ragazzo aprì la porta e si ritrovò in una stanza. C’erano almeno una decina di ragazzi e Kurt si sentì osservato.
L’imbarazzo nel volto del ragazzo nuovo era palese. Due ragazzi gli si avvicinarono.
«Ciao, io sono Nick Duval», lo salutò un ragazzetto moro stringendogli la mano.
«Io sono Blaine Anderson», parlò un ragazzo, anch’egli moro, stringendo la mano di Kurt.
Nick aveva occhi e capelli castani e un naso pronunciato. Non era male come ragazzo. Blaine, invece, aveva ricci capelli scuri e bellissimi occhi color nocciola. I suoi occhi avevano sfumature verdi e oro e Kurt si incantò di quei due occhi mozzafiato.
«Ehm, piacere di conoscervi, ragazzi, io sono Kurt Hummel», si presentò il ragazzo cercando di guardare altro, ma gli occhi di Blaine erano così belli che lo attiravano come una calamita.
«È la tua prima volta qui?», gli domandò Blaine curioso: «Mi sembra di non averti mai visto».
«Ehm, sì, è la mia prima volta», rispose Kurt guardando gli altri ragazzi intimorito. C’erano ragazzi pieni di muscoli e fisicamente sembravano i bulli che lo perseguitavano a scuola. Nick e Blaine, invece, erano due ragazzi non molto alti – di certo il secondo non raggiungeva nemmeno un metro e settantacinque – e a vederli non facevano per niente paura. Sembravano allegri e gentili.
«Quei tipi ti fanno paura», notò Blaine leggendo gli occhi azzurri di Kurt con un sorriso: «Non ti preoccupare, non sono cattivi come pensi».
Come aveva fatto Blaine a leggergli la mente?
«Ah, infatti mi stavo preoccupando», rispose Kurt ricambiando il sorriso.
Blaine sorrise di nuovo e Kurt notò che quel ragazzo aveva il sorriso più bello del mondo. Nick si voltò prima verso Blaine e poi verso Kurt e fece un mezzo sorriso.
«Io e Nick abbiamo fatto tre anni di corso, ma ora andiamo qui quando abbiamo bisogno di sfogarci», gli spiegò Blaine: «Però oggi siamo andati qui così, per stare un po’ insieme. E tu? Ti sei iscritto per seguire il corso?».
Kurt annuì.
«Bene. Buona fortuna», lo salutò Blaine con un sorriso dandogli una pacca sulla spalla.
«Grazie», fece Kurt, poi aggiunse: «Ma è difficile imparare a boxare?».
«No, non è difficile», rispose Nick.
«Se te lo dice Nick ci devi credere veramente», scherzò Blaine. Il ragazzo si beccò una gomitata da parte di Nick e Kurt ridacchiò. Sembravano simpatici quei due.

Erano le otto di sera e mancavano due ore all’inizio della festa di inizio anno della Dalton.
Thad doveva parlare con Sebastian, anche se non se la sentiva ancora. Avrebbe avuto Sebastian a scuola per due anni e non poteva vivere tra quelle mura con quel ragazzo senza chiarire ciò che era successo tra loro.
Decise quindi di chiedere aiuto a Blaine o a Nick che forse potevano aiutarlo. Si incamminò verso la stanza 18 e bussò alla porta.
Qualcuno aprì alla porta e a Thad mancò il fiato. Non era Blaine, ma Sebastian.
Bene, pensò Thad furioso, dovevo aspettarmelo.
«Ehm, ciao Seb. Cercavo Blaine», ammise il ragazzo.
«Anderson è a spasso per la Dalton con Duval e Nixon», disse il ragazzo. Sebastian invitò Thad ad entrare in camera e lui, indeciso, decise alla fine di entrare. Il francese chiuse la porta: «Però puoi chiedere a me».
«Ehm, non è la stessa cosa», mormorò Thad.
«Fa’ come vuoi», sbottò Sebastian scocciato.
«Va bene. In realtà dovrei parlare con te», rivelò Thad.
«Mm, bene, vediamo che cosa mi devi dire di così interessante», fece Sebastian cinico camminando avanti e indietro per la stanza scocciato.
«Mi stai facendo venire il mal di testa, non è che puoi sederti e provare ad ascoltarmi?», gli chiese Thad con voce quasi supplichevole.
«Okay», fece Sebastian sedendosi sul suo letto, poi gli intimò: «Spara».
«Beh, che dire… Seb, noi due ci siamo incontrati a Parigi…», iniziò Thad imbarazzato.
«Oh, Parigi, la città dell’amore!», lo schernì Sebastian sarcastico. Si beccò un’occhiataccia da parte di Thad.
«… siamo diventati amici. Una mezza cosa, insomma», continuò Thad timidamente.
«Non siamo diventati amici. Io ti prendevo sempre in giro e tu sospiravi e arrossivi come una tredicenne alla sua prima cotta», lo prese in giro Sebastian.
Ed ecco che Thad arrossì di nuovo all’ennesima presa in giro di quel ragazzo. In effetti aveva ragione.
«Tu mi hai baciato, Sebastian. Quella sera a casa di Thibault, mi hai baciato più volte», disse Thad raccogliendo tutto il suo coraggio.
«Ero ubriaco», rispose Sebastian impassibile.
«Poi mi hai portato nella camera di Thibault», gli ricordò Thad: «e io sono andato via perché non me la sentivo di farlo. Tu eri ubriaco. Ed io ero etero…».
«Hai detto bene, eri etero», disse Sebastian sarcastico.
Thad era sempre stato etero, ma quando aveva incontrato Sebastian aveva avuto dei dubbi. Quel bacio era stata la prova definitiva della sua sessualità. Era gay, forse solo per Sebastian.
«… il problema è che quel bacio ha significato molto per me», continuò Thad timidamente: «So che eri ubriaco, ma per me quei baci sono stati qualcosa di indimenticabile».
«Questo è l’effetto che faccio alla gente», si pavoneggiò Sebastian con un sorriso malizioso.
«Dimmi la verità», gli disse ad un tratto Thad guardandolo negli occhi: «Tu provi qualcosa per me? Qualcosa che non sia attrazione fisica, intendo».
«Intendi qualcosa come sentimenti? Amore?», domandò Sebastian sostenendo il suo sguardo.
Thad annuì.
«No», rispose Sebastian: «Non provo niente per te».
«Bene, abbiamo chiarito. Volevo solamente una risposta», fece Thad cercando di essere calmo: «Allora io vado».
Thad mise la mano sulla maniglia della porta, ma qualcuno gli bloccò delicatamente il polso.
«Cosa vuoi, Sebastian?», domandò Thad confuso.
«Niente, è che sei così carino perché sei timido e impacciato», gli sussurrò Sebastian in corrispondenza dell’orecchio. Thad arrossì: quel contatto così vicino non gli faceva di certo bene!
Sebastian baciò avidamente il collo di Thad. Lui non riusciva a muoversi anche se voleva che la smettesse. Thad non poteva essere la sua ruota di scorta. Non avrebbe permesso di buttare così il suo corpo solo per avere Sebastian. Quel ragazzo non nutriva sentimenti per lui. Perché doveva permettergli di fare cose di cui si sarebbe pentito?
«Lasciami», fece Thad, ma Sebastian continuò a baciarlo: «Ho detto lasciami».
«Ma ti piace. Ammettilo», gli sussurrò il ragazzo.
«A te invece perché piace infastidirmi?», domandò Thad.
Sebastian non rispose. Continuò a baciargli il collo sempre con più foga.
Thad si liberò di Sebastian aprendo la porta. Uscì e camminò nervosamente per i corridoi.

«Mi devi credere, Thad! Blaine guardava quel ragazzo come se fosse l’ottava meraviglia del mondo», scherzò Nick e questa volta fu lui a beccarsi la gomitata di Blaine.
Thad annuì sorridente. In realtà la sua testa era altrove.
«Ma che dici, Nick! Non lo conosco nemmeno quel Kurt», sbottò Blaine.
«Provaci a parlare. Credo che sia un buon compagno per te», Nick gli fece l’occhiolino e Blaine rispose con un’occhiataccia.
«Spero per te che intendevi come amico», fece Blaine.
«Ma è ovvio! Mica uno si innamora del primo che incontra per strada», si intromise Thad.
Beh, con me è successo!, pensò la fastidiosa vocina nella testa di Thad.
«Beh, diciamo che è quello che capitato a Blai… ahi!», ed ecco che Blaine interruppe Nick con l’ennesima gomitata: «Okay, la smetto. Il colpo di fulmine non è il caso suo».
«Già», rispose Blaine, ma il ragazzo avrebbe dovuto ammettere a se stesso che non aveva smesso di pensare a Kurt da quando l’aveva incontrato a boxe.

Tornato a casa, Kurt si era immediatamente fatto uno shampoo e una doccia. Quando era uscito dall’edificio era sudato fradicio e decisamente irriconoscibile. Da una parte era felice di aver iniziato il corso di boxe perché ogni tanto poteva incontrare Blaine e Nick. Si erano dimostrati subito socievoli nei suoi confronti e Kurt aveva vivamente bisogno di qualche amico. Decise che la prossima volta avrebbe chiesto loro che scuola frequentassero e quale fosse il loro numero di cellulare, così avrebbe potuto ogni tanto messaggiare con loro. Non era una cosa cattiva avere il desiderio di stringere nuove conoscenze.
Kurt accedette al suo account di Facebook mentre finiva di asciugare i capelli con il phon.
0 messaggi, 0 notifiche… ma ben 3 richieste d’amicizia.
Wow!, pensò Kurt entusiasta. Le richieste d’amicizia, come le notifiche, erano così rare per lui che saltellava felice quando ne riceveva una.

Nick Duval
Thad Harwood
Blaine Anderson

Kurt non aveva idea di chi fosse Thad Harwood. Nella sua foto del profilo c’era un moretto sorridente abbracciato ad un ragazzo identico a Nick Duval. Oh, un momento, ma quello era Nick Duval!
Thad aveva come amici in comune sia Nick che Blaine, e risultava che tutti e tre frequentassero la Dalton Academy. Bene, la Dalton non era molto vicina da casa sua, ci volevano due ore in macchina per arrivarci. Kurt accettò la richiesta di Nick, di Thad e di… oh, Blaine aveva una bellissima immagine del profilo! Nella foto c’era lui abbracciato a Nick e ad un moretto – sì, ormai aveva capito che lui, Nick e Thad erano un bel trio – ed era incredibilmente carino con quei ricci castani e quegli occhi nocciola.
Kurt accettò entusiasta la richiesta di Blaine. E in quel momento si accorse che proprio Blaine era in linea. Avrebbe voluto tanto contattarlo, oppure inviargli un messag…

Blaine: ciaoawwdsjoskjpdsasod

Bene, il demone che possedeva Blaine Anderson l’aveva appena contattato.

Blaine: ciao Kurt! scusa ma quel cretino di Nick ha pigiato dei tasti a caso… allora, tutto bene?

Kurt ridacchiò. Nick doveva essere piuttosto simpatico.

Kurt: Ciao Blaine! Tutto bene. Te?
Blaine: sisi, tutto bn. allora? che cosa ne pensi della boxe e del corso? :)
Kurt: Mm, penso sia un corso interessante, ma ho ancora molto da imparare. ;)
Blaine: bene, mi fa piacere... che fai? ^_^
Kurt: Niente di che, sto finendo di asciugare i capelli con il phon. Tu?
Blaine: bah, io niente. sto a scuola e ti sto chattando dal pc di Thad, un mio amico XD
Kurt: Ah, bene, salutamelo. E salutami anche questo Thad XD
Blaine: fatto ;) mi dai il tuo numero di cellulare così possiamo mandarci qualche messaggio per tenerci in contatto.

Il cuore di Kurt batté forte. Blaine voleva il suo numero di cellulare. Fantastico! Kurt glielo diede e Blaine gli diede il proprio.

Blaine: grazie! ovviamente ora il tuo numero è anche proprietà di Nick e Thad (quei due vivono in simbiosi) ;)
Kurt: Hahah ok! XD
Blaine: bene… domani è venerdì. Hai da fare?

Cosa? No, Kurt non poteva crederci. Dove voleva arrivare Blaine?

Kurt: No, credo che starò a casa.
Blaine: mm, bene… domani pomeriggio io, Nick e Thad andiamo a prenderci un caffè al Lima Bean. ci chiedevamo se ti facesse piacere venire con noi! :D

Kurt: Certooo! Sarebbe megastrasuperstupendo! NON VEDO L’ORAAAAAA!!!!!!!!!!!!

Kurt cancellò immediatamente le cavolate che la sua povera mente aveva partorito. Il ragazzo non poteva ancora crederci che era stato invitato da Blaine, Nick e Thad per un caffè. Per un semplice caffè.

Kurt: Certo che mi farebbe piacere ;) A che ora?
Blaine: mm… che ne dici delle cinque? ;)
Kurt: Sì, perfetto. Allora ci vediamo =)
Blaine: ok :D
Kurt: Ciao! :)
Blaine: Ciao!! :D :D

La conversazione terminò. E anche qualcos’altro terminò: il battito del cuore di Kurt.

«Oh, Nick, Thad, siete due geni, ma perché dubito sempre di voi!», fece Blaine entusiasta.
In pratica Kurt non aveva chattato con Blaine, ma aveva chattato con la mente di Thad che formulava cosa scrivere, il braccio di Blaine che digitava i tasti e le faccine che sceglieva Nick. L’unica frase che Blaine era riuscito a formulare senza l’aiuto di Nick e di Thad era “grazie! ovviamente ora il tuo numero è anche proprietà di Nick e Thad (quei due vivono in simbiosi) ;)” ed era stata proprio la battuta che aveva fatto ridere Kurt. Bene.
«Sembri una tredicenne alla sua prima cotta», gli disse Nick sorridente. Era contento di vedere Blaine veramente felice per una volta.
«Ma andiamo! È solo un ragazzo carino», disse Blaine impassibile.
«Più che carino», fece Thad che stava sbirciando le foto di Kurt.
Blaine vide la foto che Thad aveva premuto: Kurt guardava chissà che cosa con i suoi grandi e bellissimi occhi azzurri e con dei grandi e doppi occhiali neri. Era un ragazzo stupendo, sembrava un angelo.

«MA CHE HAI FATTO? NICK, SEI IMPAZZITO!», sbraitò Blaine.

 

Angolo Autrice

Kurt e Blaine finalmente si conoscono, ma in circostanze diverse ;)
Thad e Sebastian hanno chiarito... o forse no?
Nel prossimo capitolo ci sarà anche Jeff :3 ♥
Ringrazio tutti coloro che leggono! Ringrazio _doodle che ha recensito lo scorso capitolo :)
Al prossimo capitolo! :D
 

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Capitolo 3
*** Nice to meet you ***


I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love



CAPITOLO 3 - Nice to meet you



«Blaine, è solo un mi piace!», ribatté Nick.
«Sì, e mi spieghi cosa sarebbe questo “stai benissimo in questa foto! :D”?», lo rimbeccò Thad leggendo il commento che aveva appena pubblicato Nick-stupido-ma-perché-non-ti-fai-gli-affari-tuoi-Duval.
«Ma così Kurt penserà chissà che cosa! Bisogna andarci piano con queste cose!», disse Blaine preoccupato.
«Scusa…», mormorò Nick dispiaciuto.
«Cancella subito il commento, prima che Kurt se ne accorga», gli intimò Blaine serio.
«Va beeene», sbuffò Nick fingendo il broncio, poi disse: «Io volevo soltanto aiutarti».

Una notifica.
A Blaine Anderson piace la tua foto.
O MIA GAGA!, Kurt per poco non svenne.
Premette sulla notifica e vide una delle sue 52 foto del profilo, quella con gli occhioni blu in evidenza, gli occhiali neri e 0 mi piace. Ora ce n’era uno ed era di Blaine. Ah, e anche un commento!
Stai benissimo in questa foto! :D
Kurt poteva sul serio morire. Il suo cuore batteva sempre più forte. Il ragazzo decise di ricambiare il mi piace. Sfogliò le foto del profilo di Blaine e non si accorse che non aveva messo un mi piace, ma ben 5.
Oh, cavolo! Sono uno stupido! E ora? Devo cancellare i mi piace prima che li possa vedere!, pensò Kurt quasi disperato.
Ma era inutile perché Blaine, come Kurt, era rimasto in linea.

«Oh-oh! 5 mi piace!», sorrise Thad.
Blaine si era irrigidito quando lesse per ben cinque volte: “A Kurt Hummel piace la tua foto”.
«Okay, questo è proprio cotto di te», fece Nick: «E tu di lui».
Ed ecco che Nick si beccò la terza gomitata.
Il fatto che meravigliò Blaine era che Kurt avesse messo mi piace a delle foto in cui non era venuto nemmeno molto bene. O erano leggermente sfocate, o erano mosse. Insomma, ce n’erano di migliori come quella scattata al mare, ma Kurt aveva messo 5 mi piace a foto che Blaine avrebbe eliminato volentieri se non ci fossero stati i suoi amici.
Solo in quel momento Blaine realizzò che erano le dieci meno cinque.
«Ragazzi, dovremmo incominciare a scendere giù per la festa», asserì Blaine.

Come ogni anno, la sala grande della Dalton Academy era allestita come se fosse una discoteca. Musica, balli e, per la gioia di Sebastian Smythe e per la sfortuna di Thad Harwood, alcolici.
Bene, Sebastian si ubriacherà e potrà farmi qualcosa, pensò Thad inquieto, ma dai, a chi voglio darla a bere! Sono così brutto e antipatico che nessuno proverà ad avvicinarsi a me stasera. Beh, meglio così!
Come ogni anno i Warblers, i membri del Glee Club della Dalton, si sarebbero esibiti con qualche canzone. Sicuramente avrebbe cantato Blaine, il solista del gruppo nonché il cantante più bravo.
Dopo una decina di minuti i Warblers si misero al centro della stanza per cantare. Thad si unì a loro.
Blaine iniziò a cantare con la sua bellissima voce:

Before you met me
I was alright but thing were kinda heavy
You brought me to life
Now every February
You’ll be my Valentine
Valentine

Sebastian seguì l’esibizione estasiato. Blaine Anderson aveva una voce da favola e solo in quel momento si era reso conto che era un moretto niente male e piuttosto affascinante. E solo in quel momento si ricordò che era il suo compagno di stanza.
Bene, pensò Sebastian, mai avuta così tanta fortuna in un giorno solo!
Blaine continuava a cantare e Sebastian gli sorrise sempre più maliziosamente. Chissà cosa stava pensando lo spilungone. Blaine pensò solamente che Sebastian fosse piuttosto inquietante, e quella fu la stessa impressione che ebbe anche Thad.
La festa proseguì tranquilla, fin quando quel genio di Flint non aprì gli alcolici e diede inizio a quello che doveva essere un party alcolico.
Thad odiava gli alcolici. Nick per niente, ma non gli piaceva l’idea di ubriacarsi. L’anno prima si era ubriacato e per sua fortuna non era successo niente di grave o imbarazzante, ma si era sentito male per due giorni di seguito.
Si limitò a dividere una birra con Blaine. Anche quest’ultimo decise di voler rimanere sobrio.
«Beh, ora continueranno a bere alcolici finché non svengono. Torniamo in camera?», domandò Thad ansioso rivolto a Nick e Blaine.
Blaine annuì.
«Possiamo vedere un film», propose Nick, e tutti e due i ragazzi accettarono.

Blaine, Nick e Thad avevano appena finito di vedere un film.
«Bel film», commentò Thad.
«Già», disse Blaine con un sorriso.
«Wow, sono le due!», notò Thad allarmato: «Come faremo domani mattina a svegliarci presto?».
«È sempre stato così tutti gli anni», fece Nick: «Ci sveglieremo con due grosse occhiaie e affronteremo il primo giorno di scuola con un finto sorriso».
Nick e Thad salutarono Blaine. Il solista corse verso la sua stanza e fortunatamente non incontrò nessuno in corridoio. Gli studenti della Dalton si erano appena ritirati nelle proprie camere.
Blaine vi trovò Sebastian che lo aspettava sul letto.
«Ciao», lo salutò Blaine per educazione, poi si chiuse la porta alle spalle.
«Ehi», fece lui.
Sebastian si avvicinò a Blaine e all’improvviso gli baciò il collo. Blaine sentì la presenza della sua viscida lingua sulla sua pelle.
«Bene, sei ubriaco», fece Blaine scocciato.
«Ubriaco di te», rispose lui. Sì, Blaine realizzò che Sebastian non era affatto sobrio.
«Sebastian, smettila», fece Blaine, ma il ragazzo non si fermò. Provò addirittura a sbottonargli il gilet nero che ora indossava il ragazzo. Blaine si ritrasse da Sebastian disgustato, si avvicinò velocemente all’armadio, prese le sue cose e corse in bagno chiudendosi dentro a chiave.
«Aprimi», gli disse Sebastian con il suo tono acido di sempre, ma Blaine sapeva che era comunque ubriaco.
«No», tagliò corto Blaine.
Nel giro di un quarto d’ora Blaine era pronto per andare a dormire, ma non con quell’essere inquietante nella stanza.
Blaine aprì la porta e dovette aspettarselo. Sebastian gli cinse la vita e lo baciò avidamente sul collo.
«Sei bellissimo», gli sussurrò Sebastian in corrispondenza dell’orecchio: «Dai, facciamolo».
Sebastian provò invano a sfilare la t-shirt bianca di Blaine. Il ragazzo uscì fuori dalla stanza 18 e bussò violentemente alla stanza 17.
«Chi è?», rispose la voce assonnata di Nick.
«Sono Blaine. Apri, è urgente!», rispose il ragazzo.
Nick aprì la porta e Blaine entrò subito dentro.
«Chiudi subito a chiave!», gli ordinò il ragazzo preoccupato.
Nick chiuse la porta a chiave e poi domandò:
«Tutto bene? Cos’è successo?».
«Quel Sebastian è ubriaco e ha provato a…», Blaine si fermò, poi disse: «Mi ha baciato sul collo con quella sua lingua viscida e rivoltante e ha detto che voleva farlo con me!».
«Mm, che tipo!», commentò Nick accigliato, poi disse: «Beh, scommetto che vuoi dormire con noi».
«Se per voi non è un problema», fece Blaine.
«Certo che non è un problema!», disse Nick, poi aggiunse: «Come vedi Thad già dorme e si è addormentato nel mio letto. Ti va bene se dormi in quello di Thad?».
«Certo, mi va bene tutto. E tu? Dove dormi?», domandò Blaine curioso.
«Con Thad», rispose lui semplicemente.
«Okay».
Blaine si infilò nel letto di Thad mentre Nick nel suo, al fianco dell’ispanico.
«Buonanotte, Blaine», disse Nick.
«’notte, Nick. E grazie per esserci sempre», rispose Blaine.

La sveglia suonò cinque ore dopo, alle sette del mattino. Nessuno voleva spegnerla. Alla fine Nick allungò il braccio verso il comodino e la spense. Dopo cinque minuti si svegliò completamente, si alzò lentamente dal letto senza far rumore, prese le sue cose e andò in bagno a lavarsi, così Blaine e Thad avrebbero potuto dormire ancora un po’.
In venti minuti era riuscito a farsi una doccia veloce. Era già pronto e indossava la divisa della Dalton.
Nick si avvicinò lentamente al suo letto.
«Thad, svegliati», gli sussurrò il ragazzo per non spaventarlo.
«Dai, ancora cinque minuti, Nick», biascicò Thad.
Nick ridacchiò: nemmeno un megafono nell’orecchio avrebbe svegliato quel dormiglione del suo amico.
«Blaine, svegliati», gli sussurrò Nick.
«Ho sonnhiolono…», Blaine mugugnò qualcosa, ma si svegliò lo stesso, poi con la voce impastata dal sonno disse: «Buongiorno Nick».
«Buongiorno Blaine», lo salutò Nick con un sorriso.
«Beh, che dire… le mie cose stanno in camera. Vado a lavarmi di là, quindi», fece Blaine, poi disse: «Grazie di nuovo, Nick».
«Di niente, Blaine! Se hai problemi con Sebastian puoi sempre venire da noi», lo rassicurò Nick.
Blaine annuì e sorrise di gratitudine. Nick gli aprì la porta con le chiavi e Blaine uscì. Il ragazzo entrò nella stanza 18 che stranamente non trovò chiusa a chiave.
Vi entrò e vide Sebastian con i pantaloni della Dalton ma senza maglietta. Blaine si sentì a disagio.
«Oh, ti stavi vestendo! Scusa, Sebast…».
«Scusa un corno! Sono io che devo scusarmi», fece lui mentre prese la camicia della Dalton e se l’abbottonò davanti al ragazzo: «Ero davvero ubriaco, Blaine. Qualunque cosa ti abbia detto non è vera, okay?».
Blaine annuì.
Quindi non sono bellissimo, pensò Blaine, e subito si pentì dei suoi stupidi pensieri.
«Scusami», fece lui con la sua voce acida, ma almeno scusarsi era già un buon segno.
«Scuse accettate», rispose Blaine con un sorriso, poi aggiunse timidamente: «Posso andare in bagno senza chiudermi dentro o mi puoi violentare da un momento all’altro?».
«Certo che puoi non chiuderti dentro, Blaine», Sebastian ridacchiò.
Blaine sorrise timidamente, prese le sue cose e andò in bagno. Nonostante le parole “rassicuranti” di Sebastian, si chiuse dentro a chiave. Non si fidava di lui e non sia mai entrava mentre si faceva la doccia. Sarebbe stata una situazione assurda e imbarazzante.

Blaine e Sebastian uscirono insieme dalla propria stanza e la chiusero a chiave.
«Sai, devo ammettere che non mi sono comportato nel migliore dei modi con te, compreso l’episodio della mia ubriachezza», disse Sebastian a Blaine: «Che ne diresti se incominciassimo tutto daccapo? Non volevo darti una brutta impressione».
«Beh, che dirti… per me va bene», rispose Blaine imbarazzato: «Sai, non è bello stare in cattivi rapporti con il proprio compagno di stanza. L’anno scorso io e Thad ci siamo trovati bene sin dal primo giorno».
«L’anno scorso stavi in camera con Harwood?», gli domandò Sebastian scettico.
«Sì. Come vi siete conosciuti tu e Thad, se posso sapere?», chiese Blaine curioso.
«A Parigi», rispose lui: «Lui era in vacanza per due settimane e frequentava la mia stessa comitiva. Ci siamo conosciuti grazie a dei nostri amici. Mi sono subito divertito a prenderlo in giro per la sua aria innocente e da ragazzo della porta accanto».
«Mm, ho capito che ti piace punzecchiare la gente», gli disse Blaine.
«Già, è uno dei miei punti forti», rispose Sebastian con la sua solita aria acida: «E niente. Lui mi guardava come una ragazzina in piena crisi di ormoni».
«Che?! Thad… tu?», farfugliò qualcosa Blaine.
«Non saprei. Lui sembrava innamorato di me. Io no, ovvio», fece Sebastian.
In quel preciso istante incontrarono Nick e Thad. Quest’ultimo arrossì violentemente alla vista di Sebastian e Blaine pensò per un momento che le parole dello spilungone fossero vere.
«Ciao ragazzi», li salutò Blaine.
I ragazzi risposero al saluto.
«Andiamo a fare colazione», propose Nick.

Kurt Hummel scese di casa, “pronto” per il secondo giorno di scuola. Il primo non era andato così male: sì, le prese in giro non mancavano, ma nessuno gli aveva fatto del male.
Kurt arrivò a scuola. Non vedeva l’ora che si facessero le cinque per incontrare Blaine, Nick e Thad al Lima Bean. Il ragazzo sospirò e guardò l’ora.
Ce la posso fare anche oggi, pensò Kurt, ma proprio in quel momento tre giocatori di football gli lanciarono una granita violacea addosso.
Bene, granita ai mirtilli. Ora sembro una creatura di Avatar, pensò Kurt. Indossava una delle sue giacche preferite e subito si disperò.
I giocatori di football gli risero in faccia. Kurt fece per andarsene, ma i tre bulli lo presero in braccio e lo buttarono nel cassonetto. Nemmeno quella era una novità: Kurt andava quasi tutti i giorni nel cassonetto. Il ragazzo pianse silenziosamente e, quando vide i tre bulli andare via, uscì dal cassonetto, asciugò le lacrime, entrò nell’edificio e andò subito verso il bagno dei maschi.

Era arrivato il pomeriggio. Fortunatamente i compiti non erano tantissimi essendo agli inizi e Blaine, Nick e Thad li finirono in tempo. Verso le 16.55 andarono via dalla Dalton.
Era venerdì e verso le sei e mezzo ci sarebbero state le audizioni per poter entrare nel Glee Club della Dalton. Thad era eccitato: lui era di nuovo capo-consiglio e lo era assieme a Richard e Flint, due Warblers.
Tutti pensavano che Thad fosse un bravo capo-consiglio e che fosse molto responsabile a differenza degli altri due.
Quella mattina, tra una lezione e l’altra, Thad aveva parlato con Trent, Richard e Flint.
«Bene, oggi ci sono le audizioni. Io sono così contento, e voi?», domandò loro Thad.
«Io sono contentissimo!», lo schernì una voce.
Thad riconobbe subito la voce di Sebastian. Non si voltò perché era rosso come un peperone.
«Farò l’audizione», disse Sebastian: «La mia bravura vi sorprenderà».
«E anche la tua modestia», scherzò Flint.
Sebastian si limitò ad uno dei suoi sorrisetti malefici.
«Beh, che dire, non vediamo l’ora di ascoltarti», gli disse Richard sincero.
«Che canzone porterai?», gli domandò Trent.
«Lo scoprirai tra non molto», si limitò a rispondere Sebastian, poi si rivolse verso Thad e gli disse: «Cos’è tutto questo silenzio, Harwood? Hai per caso perso la lingua?».
Thad arrossì ancora di più.
No, in realtà ho perso la testa. Ho perso la testa per te.
Thad scacciò via gli stupidi pensieri che formulava la vocina malefica nella sua testa. Sebastian era un bastardo e perché lui doveva essere stramegacotto di un essere bastardo come lui?
«No», si limitò a rispondere Thad, poi si alzò dalla sedia e disse ai tre Warblers: «Scusate, ragazzi, ma io vado. Ci vediamo oggi alle audizioni».
I ragazzi si salutarono e Thad si allontanò dalla biblioteca. Ma Sebastian ovviamente lo seguì.
«Sei ancora più carino quando arrossisci», gli disse lo spilungone con la sua voce per niente dolce.
Thad arrossì ancora di più. Non disse niente. Sebastian gli sorrise compiaciuto e ritornò in biblioteca.
Perché si divertiva così tanto a punzecchiare quel ragazzo con frecciatine e battutine imbarazzanti? Thad non lo capiva proprio.

Jeff Sterling aveva tre passioni: la danza, il canto e la chitarra.
Il venerdì era il suo giorno preferito della settimana: l’indomani non ci sarebbero state lezioni e il pomeriggio andava in palestra.
Per lui danzare era tutto; si sentiva più a suo agio su un palco che a scuola. Tramite la danza si sfogava. Tramite essa esprimeva tutto ciò che non diceva con le parole.
Si stava recando in palestra quando si fermò di scatto: fuori l’edificio c’erano quattro ragazzi che tormentavano sempre lui e Kurt, un suo compagno del Glee Club.
Jeff pensò fosse meglio saltare la lezione di danza e tornare a casa. Fece per andarsene quando qualcuno lo strattonò per la spalla.
«Dove credi di andare, biondina?», gli intimò uno dei quattro ragazzi.
Non sono affari tuoi, pensò Jeff adirato, ma le parole gli morirono in gola.
«Mammina e papino non ti hanno insegnato a rispondere alle domande?», continuò il ragazzo. I ragazzi sghignazzarono.
«Io… io non vi devo spiegazioni», mormorò flebilmente Jeff.
«Oh, avete sentito?! La biondina ha finalmente parlato!», esclamò un altro ragazzo fintamente sorpreso.
«Fai danza, vero? Roba proprio da finocchi…», commentò accigliato un altro.
«Ci dispiace così tanto farti saltare una lezione di danza, ma possiamo benissimo dartene un’altra», sghignazzò uno dei ragazzi stringendogli il colletto della maglietta.
«Ehi!», li richiamò un passante. I ragazzi allentarono subito la stretta: «Andate via, subito!».
Molto probabilmente fu lo sguardo minaccioso dell’uomo che convinse i ragazzi ad andare via.
«Io… io vi ringrazio», Jeff ringraziò timidamente l’uomo.
«Tu sei Jeff, vero?», gli chiese l’uomo.
«Sì, come fate a sape…».
«Io sono Burt Hummel, il padre di Kurt», rispose pronto l’uomo porgendogli la mano: «Mio figlio mi ha parlato molto di te…».
«Di me?», domandò Jeff incredulo.
«Sì, mi ha detto che voi due venite sempre derisi dai giocatori di football e dalle cheerleader», rispose Burt: «Un giorno di questi vengo a scuola a parlare col preside di questo problema».
Jeff annuì debolmente. A quanto pare il padre di Kurt non sapeva proprio niente di lui e suo figlio.

Kurt era al Lima Bean ed era seduto ad un tavolo per quattro persone già da dieci minuti.
Questi ora mi danno buca, pensò Kurt sconsolato, poi guardò l’orologio, ah, ora sono le cinque, sono io in anticipo. Bene.
Dopo qualche minuto arrivarono tre ragazzi vestiti in divisa. Indossavano dei pantaloni grigio scuro, una camicia bianca, una cravatta rossa a strisce blu e un blazer blu scuro con il bordino rosso. Sulla giacca c’era una D.
D di Dalton, pensò immediatamente Kurt.
Kurt riconobbe Blaine, Nick e anche Thad. I tre ragazzi si avvicinarono a Kurt e quest’ultimo cercò invano di sfoggiare un sorriso decente.
«Ciao Kurt», lo salutarono Blaine, Nick e Thad.
«Ciao ragazzi», li salutò Kurt.
Nick e Thad si sedettero di fronte a Kurt e a Blaine toccò il posto vicino al ragazzo con gli occhi azzurri.
«Quella è la divisa della Dalton?», domandò Kurt curioso. I ragazzi annuirono.
Kurt si domandò perché quei ragazzi fossero venuti con la divisa.
«Non ce la siamo tolte la divisa perché tanto dopo dobbiamo ritornare a scuola», Blaine sembrava che lo avesse letto di nuovo nel pensiero. Il ragazzo con gli occhi nocciola sembrava piuttosto imbarazzato.
«Alla Dalton si dorme pure», gli spiegò Nick.
«Noi non ci siamo presentati», disse ad un tratto il moro porgendogli la mano: «Io sono Thad Harwood, amico di Blaine e Nick».
«Io sono Kurt Hummel», rispose il ragazzo accettando la stretta.
In quel momento arrivò la cameriera.
«Che cosa volete, ragazzi?», disse la giovane donna con un sorriso rivolto solamente a Blaine.
«Tre cioccolate calde e… Kurt, tu cosa prendi?», gli domandò Blaine.
«Anch’io una cioccolata calda», rispose Kurt: «Io la prendo fondente».
La signorina annuì, sorrise di nuovo a Blaine – o meglio, non aveva mai smesso di sorridergli – e andò via.
«Quella cameriera è cotta di Blaine», spiegò Nick a Kurt ridacchiando.
«È carina», commentò Kurt, e a Blaine cadde l’autostima.
«Sì, ma avrà almeno trent’anni», continuò Nick: «E Blaine ne ha sedici».
«A San Valentino non mi ha fatto pagare il caffè», raccontò Blaine.
«A me e a Thad invece sì», ricordò Nick divertito.
«Ma allora è proprio innamorata di te!», fece Kurt sorridente: «Dai, chi non si in…».
Ops.Kurt si interruppe subito. La sua povera mente cosa cavolo gli stava facendo dire?
Dai, chi non si innamorerebbe di Blaine Anderson?, continuò Kurt mentalmente.
Oh-oh.Kurt era sicurissimo di non essere innamorato di Blaine. Andiamo, non lo conosceva nemmeno! Nonostante ciò, quella frase gli era uscita fuori all’improvviso.
Kurt arrossì violentemente e Blaine, Nick e Thad lo guardarono preoccupati.
«Va tutto bene?», gli chiese Thad premuroso.
«Sì», rispose Kurt, poi mentì: «Ho dimenticato cosa volevo dire».
«Capita», gli disse Blaine con un sorriso caloroso che lo fece sentire subito a suo agio.
La cameriera – con un sorriso da ebete stampato in faccia apposito per Blaine – portò le quattro cioccolate calde. I ragazzi ringraziarono e la cameriera andò via. Blaine mise altro zucchero nella sua cioccolata.
«Ma Bì, è già zuccherata!», asserì Thad.
«Lo sai che a me piace dolcissima», rispose semplicemente Blaine con un sorriso.
Chissà quante calorie!, pensò Kurt.
«Allora, Kurt, che scuola frequenti?», domandò Nick curioso.
Giusto, su Facebook non ho scritto che frequento il liceo McKinley. Non ne vado molto fiero, pensò Kurt.
«Frequento il liceo McKinley», rispose Kurt.
Blaine impallidì.
«L-l-liceo William McKinley, quello di Lima?», farfugliò Blaine.
Kurt annuì e si preoccupò dell’improvviso pallore sul volto di Blaine. Nick e Thad capirono immediatamente perché Blaine era diventato così pallido.
«Ho detto qualcosa di sbagliato?», gli chiese Kurt timidamente.
«Affatto», rispose Blaine: «Ti trovi bene al McKinley?».
Sì, mi trovo benissimo, sono il giocatore di football più bello e popolare della scuola nonché quarterback e sono fidanzato con la cheerleader più figa della scuola, pensò Kurt. Beh, quella descrizione corrispondeva esattamente a Finn Hudson, un suo compagno di scuola. E anche l’oggetto dei suoi interessi amorosi.
Finn Hudson era l’unico giocatore di football che non l’aveva mai preso in giro e che una volta lo aveva persino difeso. E fu proprio quando lo difese che Kurt se ne innamorò. Era dal primo anno che aveva una cotta per quel Finn Hudson, ma non aveva mai avuto il coraggio di dichiararsi a lui. E poi era etero al 100%, quindi Kurt aveva possibilità zero.
«No», ammise Kurt sconsolato, poi aggiunse: «Per niente».
«Nemmeno io», ammise Blaine: «Io frequentavo il McKinley al primo anno. Al secondo ho cambiato scuola e sono andato alla Dalton. A nessuno piaceva il fatto che fossi gay, e figurati, ero l’unico gay dichiarato della scuola assieme ad un altro che non ho mai conosciuto».
L’altro gay dichiarato del McKinley lo stai conoscendo proprio in questo momento, pensò Kurt sorpreso.
Kurt non l’avrebbe mai detto che Blaine fosse gay. Anzi, ad una prima impressione avrebbe affermato più che Nick e Thad fossero gay, ma non lui. Kurt avrebbe tanto voluto parlare dei suoi problemi con qualcuno. E se quella di Blaine era una farsa? E se in realtà aveva scoperto che lui era gay e ora lo stava solamente prendendo in giro? E poi Kurt non aveva mai visto Blaine al McKinley. L’aveva visto e conosciuto per la prima volta a boxe.
Il ragazzo non sapeva né cosa fare né cosa dire. Decise però di non parlare.
«Mi… mi dispiace», ammise infine Kurt dispiaciuto.
«Ho permesso ai bulli di cacciarmi via», ricordò Blaine amareggiato: «Sono un codardo».
«Ma che dici, Blaine!», lo ammonì Thad.
«Non sei un codardo!», esclamò Nick.
«Infatti», confermò Kurt: «Ci sono ragazzi che sopportano senza fare niente. Tu almeno hai avuto il coraggio di cambiare scuola».
Il codardo sono io, pensò Kurt con amarezza.
«A quanto pare a nessuno piace tanto parlare del McKinley», disse Kurt ad un certo punto: «Perché non parliamo della Dalton? La conosco soltanto di nome e saprei anche raggiungerla, ma non ci sono mai andato».
«La Dalton è una scuola maschile», spiegò Blaine: «Alla Dalton vige una “politica” contro il bullismo».
«Ma… ma alla Dalton siete tutti gay?», domandò Kurt imbarazzato.
Blaine e Nick ridacchiarono. Quella era la domanda che veniva sempre posta loro quando gli altri scoprivano che frequentavano la Dalton.
«Questa domanda ce la fanno tutti», sorrise Nick.
Ma qui alla Dalton siete tutti gay, eh?, Blaine pensò alle parole del suo nuovo compagno di stanza. Non c’era paragone tra Kurt e quell’essere viscido di Sebastian.
«No, assolutamente. Cioè, io sono gay e lo sono anche altri, ma moltissimi hanno le ragazze», parlò Blaine: «Nick e Thad, ad esempio, sono etero».
A quell’affermazione Thad deglutì leggermente e chinò il capo per non mostrare il rossore che si era esteso sul suo volto.
«E poi in realtà non abbiamo molta scelta», ridacchiò Nick.

Jeff aveva deciso per la seconda opzione: saltare la lezione di danza. I bulli sarebbero potuti ritornare alla fine della lezione e Jeff non voleva imbattersi in loro anche fuori scuola.
Stava tornando a casa quando incontrò Quinn, Santana e Brittany, tre cheerleader nonché compagne del Glee Club. Quinn era una ragazza bionda davvero bella ed era sempre dolce e gentile nei suoi confronti; Santana era una ragazza ispanica mora, bella ma bastarda; Brittany, invece, era bionda, tenera e ingenua.
«Ciao, Jeff, che ci fai in queste parti?», lo salutò Quinn con un dolce sorriso che fece sciogliere il biondo.
«Io, ehm, ecco…», farfugliò Jeff imbarazzato, poi disse: «Ero andato a fare un servizio…».
«Perché non vieni con noi al Lima Bean? Andiamo a farci un giro», continuò la bionda con un tenero sorriso.
Jeff arrossì violentemente.
«Ci vuole così tanto per avere una risposta?», sbuffò Santana scocciata.
«Ehm, sì, certo, okay», rispose infine il biondo.

Arrivarono al Lima Bean per le sei.
«Un caffè, un cappuccino, una cioccolata calda e tre brioche», ordinò Santana alla cameriera, poi si rivolse verso Jeff e gli chiese: «Tu, biondo? Cosa vuoi?».
«Niente, grazie», rispose gentilmente Jeff.
«Andiamo, sei uno stecchino, mangia qualcosa», cercò di convincerlo Brittany.
«Beh, ecco, io…».
«Cappuccino e brioche anche per lui», lo interruppe Santana.
La cameriera tornò dopo qualche minuto. Quinn incominciò a sorseggiare il suo caffè caldo e Brittany divorò la sua brioche. L’unico che ancora non aveva toccato niente era Jeff.
«Allora? Stai aspettando che si raffreddi?», gli fece notare la mora.
«No», mormorò Jeff, poi tagliò la brioche in vari pezzetti e ne mangiò uno molto lentamente.
Quinn lo guardò stranita, ma non disse niente.
«Ragazze, io vado un attimo in bagno, non mi sento molto bene…», asserì infine il biondo lasciando il tavolo e dirigendosi verso il bagno del bar.

Il bagno del bar era deserto.
Nick sentì uno strano rumore, molto simile a quello di qualcuno che rigurgita.
Non seppe perché, ma si sentì in diritto di aprire le varie porticine del bagno per trovare la persona che stava rigettando. Alla fine la trovò: si trattava di un ragazzo della sua età alto, molto alto, decisamente snello e pallido, dai capelli biondi e gli occhi leggermente arrossati.
«Perché lo fai?», gli chiese Nick serio.
Il ragazzo sobbalzò per poi voltarsi di scatto.
«Scusami, non volevo spaventarti», si scusò Nick sincero guardandolo nei suoi occhi color nocciola.
«Di niente…», rispose il biondo con un languido sorriso.
«Dicevo… allora? Perché lo fai?», ripeté il moro.
«Che cosa?», domandò il biondo con aria stanca.
«Perché ti induci il vomito?», continuò il moro.
«Io…», il ragazzo sembrava essere in difficoltà: «Niente, avevo mal di stomaco…».
«Ne sei proprio sicuro?», insistette Nick.
«No… affatto», ammise infine il biondo: «Lasciami stare, per piacere…».
«Come ti chiami?», continuò il moro imperterrito.
«Jeff…».
«Nick. Piacere di conoscerti. E smettila di farti del male».

 


Angolo Autrice

Mi complimento con tutti coloro che hanno trovato il coraggio di leggere queste 9 pagine! O__O xD
Ahahah, Thad e le sue paranoie, quanto è tenero :33 ♥
Nick, poi, è semplicemente un tesoro. ♥
E così anche Nick e Jeff si incontrano in circostanze molto diverse, e Jeff sembra avere anche lui problemi con i bulli! D:
Ringrazio tutti coloro che leggono! Ringrazio in particolare _doodle che sta recensendo la mia ff! :)
Al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 4
*** I am a sex machine ready to reload ***


I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love



CAPITOLO 4 - I am a sex machine ready to reload

 

«No… non mi sto facendo del male», asserì debolmente il biondo.
«Nemmeno del bene, fidati», rispose il moro serio: «Tu non te ne rendi conto, ma è pericoloso quello che stai facendo».
«Perché ti interessa così tanto quel che faccio? A nessuno interessa quel che faccio, per gli altri posso pure morire, tanto a nessuno importa, o meglio, nessuno se ne accorgerebbe!», si sfogò infine il ragazzo. Si voltò per non farsi vedere da Nick, ma questi capì immediatamente che stava piangendo.
«Non piangere», cercò di confortarlo il ragazzo appoggiando una mano sulla sua spalla: «Se vuoi possiamo parlarne».
«Non ti conosco nemmeno», mormorò Jeff tra un singhiozzo e l’altro.
«Ma possiamo sempre imparare a conoscerci, no?», disse Nick con un sorriso.
Il moro prese un pacchetto di fazzoletti dal blazer e lo porse al biondo.
«G-grazie», sussurrò il biondo prendendo un fazzoletto.
«Dovere», rispose Nick, poi gli chiese: «Da quanto tempo hai questo atteggiamento nei confronti del cibo?».
«Due settimane, credo…», rispose Jeff vago: «Forse anche di più».
«Quanto hai perso in queste due settimane?».
«Non ricordo…».
«Non mentirmi», insistette Nick.
«5 chili, mi sembra…».
Nick sgranò gli occhi sorpreso.
«Perché lo fai?», ripeté il moro stupefatto.
«Io…».
Perché lo faccio?, pensò Jeff perplesso. Forse nemmeno lui lo sapeva.
«Io… io mi sento così confuso…», asserì il biondo asciugandosi le ultime lacrime.
«Capisco che non è facile, ma non devi farlo più. Non voglio spaventarti, ma così rischi di scomparire», gli spiegò Nick serio.
Jeff, non molto convinto, annuì lentamente.
«Seguimi», disse infine il moro con un lieve sorriso.
«Dove andiamo?», chiese il biondo incredulo uscendo dal bagno insieme al moro.
«A mangiare qualcosa», rispose semplicemente Nick.
Nick e Jeff arrivarono al tavolo occupato dalle tre cheerleader.
«Jeff! Tutto bene?», gli chiese la voce preoccupata di Quinn.
«Sì», rispose il biondo sforzando un sorriso e prendendo posto.
«Chi è lui?», chiese Brittany incuriosita.
«Nick Duval, piacere di conoscervi», tagliò corto Nick sedendosi al tavolo e beccandosi un’occhiataccia infastidita da Santana.
«Mangia», gli intimò a bassa voce il moro.
«Senti, Nasolungo, ma che cosa vuoi da noi? Non ti conosciamo nemmeno e tu ti siedi al nostro tavolo come se niente fosse!», sbottò Santana irritata.
«Santana, ma è così che si rimorchia!», mormorò Quinn divertita con un sorriso.
«Non sto rimorchiando proprio nessuna», rispose Nick.
Jeff sorseggiò lentamente il cappuccino e mangiò qualche altro pezzetto di brioche per poi fermarsi.
«Mi sento di vomitare…», mormorò Jeff a Nick.
«Molto probabilmente non sei più abituato a mangiare, ma tu devi essere più forte, okay?», lo rassicurò Nick con un sorriso caloroso.
Non seppe perché, ma Jeff riuscì a trovare un po’ di coraggio in quel sorriso.
«Ti presento i miei amici», disse improvvisamente Nick alzandosi dal tavolo e facendogli cenno di seguirlo.
Jeff annuì e si alzò, ma venne fermato dalla voce di Santana.
«Dove fuggi, biondo? Io di certo non mi metto a pagare il conto per quattro persone!».
Nick sbuffò, aprì il proprio portafoglio e lasciò del denaro sul tavolo.
«Grazie, non dovevi», gli disse Jeff.
«Non fa niente», si limitò a dire il moro accompagnandolo al tavolo dei suoi amici.
«Nick! Che ci facevi con quelle ragazze?», gli chiese Blaine incuriosito.
«No, niente», rispose il moro, poi disse: «Lui è Jeff».
«Jeff! Che ci fai qui?», lo salutò Kurt.
«Vi conoscete?», domandò Nick incredulo.
«Sì, sta al McKinley con me», rispose pronto Kurt.
«Comunque piacere di conoscerti, Thad Harwood», si presentò Thad con un enorme sorriso porgendo la mano al biondo.
«Blaine Anderson», rispose Blaine con un sorriso a trentadue denti.

Jeff e Kurt realizzarono che Nick, Blaine e Thad erano davvero una buona compagnia. Blaine era così carino e gentile, Thad era piuttosto simpatico e Nick era incredibilmente divertente.
I due ragazzi desideravano ardentemente degli amici, e sperarono tanto che quella fosse la volta buona.
Jeff aveva sedici anni ed era al terzo anno, Kurt diciassette ed era all’ultimo anno. Erano sempre stati da soli, non avevano mai avuto un amico.
Un tempo Kurt aveva buoni rapporti con Rachel Berry – una ragazza egocentrica che frequentava il Glee Club proprio come lui – ma avevano litigato perché ad entrambi piaceva lo stesso ragazzo.
Io ho più possibilità di te, Kurt!, gli aveva detto Rachel.
Te l’ho detto sin dal primo momento che mi piace Finn!, gli aveva risposto Kurt.
Ma che c’entra se io ho scoperto di essere innamorata di lui più tardi, io ho comunque più possibilità di te, quindi mettiti da parte!
Quelle frasi avevano spezzato il cuore di Kurt in tanti piccoli frantumi. Tornato a casa si era chiuso in camera e aveva pianto per ore.
Blaine, Nick e Thad gli sembravano tre ragazzi gentili e socievoli, ma Kurt e Jeff sapevano che dovevano essere comunque cauti.
«Beh, noi dovremmo andare», asserì Blaine ad un tratto: «Tra meno di mezz’ora ci sono le audizioni del nostro Glee Club».
«Anche voi avete un Glee Club?», domandò Kurt eccitato.
«Sì, i Warblers», rispose Nick sorridente: «Blaine è il cantante più bravo, te lo assicuro!».
«Ma non è vero!», asserì Blaine con un sorriso impacciato.
«Beh, allora un giorno vi sentirò cantare», rispose Kurt con un sorrisetto: «Anche io e Jeff facciamo parte di un Glee Club. Ci chiamiamo New Directions».
«Bel nome», commentò Thad sincero: «Decisamente meglio di Warblers…».
«Jeff, vuoi qualcosa?», gli chiese Blaine con un sorriso gentile.
«No, niente, grazie, ho già mangiato…», rispose Jeff con altrettanta gentilezza.
La cameriera arrivò per il conto e ognuno pagò il suo. Kurt stava per pagare quando Blaine lo fermò.
«Non ci pensare nemmeno!», lo ammonì Blaine e pagò anche per Kurt.
«No, Blaine, pago io per me!», fece Kurt.
«Non ti preoccupare, offro io», Blaine sfoggiò un sorriso convincente che zittì Kurt.
«Ragazzi, noi andiamo, è stato un piacere conoscervi», asserì Thad sincero.
«Ciao, ragazzi. Ciao Jeff!», lo salutò Nick con un sorriso, poi gli si avvicinò e gli disse: «Hai Facebook, no? Comunque io sono Nick Duval, basta che vedi tra gli amici di Kurt».
Jeff annuì. I ragazzi si salutarono e Kurt e Jeff ritornarono a casa. Il trio, invece, ritornò alla Dalton.

Era in ritardo di dieci minuti ed era così eccitato di sentire Sebastian cantare.
Chissà che canzone canterà, pensò Thad incuriosito.
Ogni volta che pensava a Sebastian era impossibile non arrossire. Sebastian gli piaceva, e non poco. Se ne era proprio innamorato. Avrebbe tanto desiderato che Sebastian si comportasse meglio nei suoi confronti e con gli altri. Due settimane a Parigi gli erano bastate per capire che Sebastian non era affatto bravo con le relazioni: le sue storie duravano circa una notte, iniziavano in un locale e… e finivano in un letto. Anche la “relazione” con lui stava per finire in quel modo, ma Thad riuscì a sfuggirgli e a non cedergli, anche se Sebastian era così bello e… e soprattutto era così ubriaco.
Thad pensò se invece fosse ceduto. Immaginò che incontrare all’improvviso Sebastian alla Dalton non sarebbe stata solamente una sorpresa come lo era in quel momento, ma sarebbe stata una situazione ancora più imbarazzante di quanto già fosse. Sebastian era il tipo di persona che andava a raccontare a tutti le sue avventure amorose e di certo tutti alla Dalton avrebbero saputo che loro l’avevano fatto. Tutti avrebbero pensato che il timido Thad in realtà non lo era affatto e, perché no, l’avrebbero potuto prendere in giro a vita.
Okay, mi sto facendo i film mentali, pensò Thad, fortunatamente alla Dalton a nessuno importa se sei etero, gay o se ti chiami Sebastian Smythe.
E poi c’era un'altra cosa: Thad era sempre stato etero, ma quando aveva incontrato Sebastian aveva avuto dei dubbi. Non sapeva se era il suo fascino, la sua bastardaggine o la sua aria da bello e dannato, ma Thad aveva incominciato ad arrossire ad ogni sua battuta, presa in giro o frecciatina.
Sei così carino perché sei timido e impacciato. Quella frase Sebastian gliel’aveva ripetuta almeno un milione di volte a Parigi e non da ubriaco. E gliel’aveva ripetuta anche alla Dalton.
Sei ancora più carino quando arrossisci, gli aveva detto qualche ora prima.
Thad ricordò la sera a casa di Thibault – un loro amico francese –. Il ragazzo aveva organizzato una festa a casa sua e aveva comprato anche gli alcolici. Thad si rifiutò di bere e si era nascosto in un angolino del salotto di Thibault. Sebastian beveva con una naturalezza che quasi spaventò Thad.
Tutti erano ubriachi, eccetto lui. C’era chi urlava, chi rideva. Erano tutti ubriachi e non capivano nulla. Sebastian, invece, fu l’unico ad avvicinarsi verso quell’angolino e Thad poté sentire ogni battito del suo cuore. Sebastian gli si avvicinò, lo cinse per i fianchi e lo baciò sulle labbra. Fu un bacio lungo, intenso, e per qualche strana ragione Thad non riusciva a staccarsi da lui. Sebastian continuò a baciarlo sulle labbra sempre con più foga. Thad si sentiva strano ma eccitato. La paura si era messa da parte e aveva lasciato spazio ad una strana euforia.
Sebastian sembrava non volerla più smettere e Thad gli si dovette staccare per prendere fiato. Poi Sebastian gli aveva dato la mano – Thad lo considerò un gesto molto dolce – e lo aveva portato nella camera da letto di Thibault.
Il ragazzo alto continuò a baciare Thad e poi si sfilò la maglietta. Lo spinse sul letto, sfilò anche la maglietta del ragazzo e gli accarezzò la schiena e il petto. A quel contatto così intimo Thad sentì uno strano calore percorrergli il corpo. Il ragazzo continuava a baciarlo finché Thad realizzò che Sebastian era davvero così ubriaco.
Thad si alzò dal letto, prese la maglietta e se la infilò.
Dove vai?, gli aveva sussurrato Sebastian.
Non me la sento, Seb, aveva risposto Thad, poi lo salutò, ci vediamo.
E se ne andò dalla casa di Thibault. Era stordito, eccitato, impaurito, euforico, imbarazzato.
Era innamorato.

«Scusatemi tanto per il ritardo!», asserì Thad una volta entrato in aula canto interrompendo il bel mezzo di un’audizione.
«Shhh!», lo zittirono Richard e Flint.
Thad si sedette silenziosamente al tavolo del Consiglio, aspettando impazientemente i ragazzi che finissero le loro audizioni per sentire quella di Sebastian che, per sua sfortuna, era proprio l’ultimo a cantare.
Dopo una breve presentazione, anche il penultimo ragazzo incominciò a cantare. Tutti e quattro i ragazzi erano bravi e talentuosi.
«Ora è il turno di Sebastian Smythe», asserì Thad inespressivo.
Sebastian gli fece un sorriso che Thad considerò bellissimo. Il ragazzo sperò tanto di non esser diventato rosso come sempre.
«Perché sei così rosso? Ti senti bene?», gli chiese Flint preoccupato.
Come non detto.
«Sì, tutto bene», rispose timidamente Thad.
Ogni volta che arrossiva sentiva il calore invadergli il corpo e il cuore accelerare. Questa era la reazione che gli provocava Sebastian Smythe.
Il ragazzo iniziò a cantare.

Tonight I’m gonna have myself a real good time
I feel alive and the world I’ll turn it inside out – yeah
And floating around in ecstasy
So don’t stop me now don’t stop me
‘Cause I’m having a good time having a good time

No.Non poteva essere.
Quella canzone era stupenda e Sebastian aveva una voce maledettamente bella. Sì, non era affatto Freddie Mercury, nessuno sarebbe stato in grado di competere con il re della musica rock, ma per un ragazzo di sedici anni come Sebastian era il massimo.
Thad era arrossito violentemente e molti notarono il rossore del suo viso.

Yeah, I’m a rocket ship on my way to Mars
On a collision course
I am a satellite I’m out of control
I am a sex machine ready to reload
Like an atom bomb about to
Oh oh oh oh oh explode

La voce di Sebastian era tremendamente magnifica, e Thad era tremendamente rosso in viso. Le parole del testo contribuivano a farlo arrossire.
Quando Sebastian terminò la sua esibizione, tutti si misero ad applaudire. Thad applaudì lentamente. Era imbarazzato perché tutti si erano accorti che era diventato rosso come un peperone.
Dopo un quarto d’ora si ebbero gli esiti. I due capi-consiglio discutevano animatamente con i Warblers. Thad, invece, non proferì parola. Alla fine solo tre dei cinque ragazzi passarono e tra questi anche Sebastian Smythe.
Sebastian, con la sua incredibile voce, aveva colpito tutti.
«Domani è sabato e abbiamo deciso di organizzare la prima riunione dell’anno dei Warblers qui alle ore 11.00! Venite tutti!», disse Flint eccitato essendo capo-consiglio.
I ragazzi annuirono dopodiché uscirono tutti dall’aula canto.

Nick e Thad erano appena entrati nella loro stanza.
«Caspita, quel Sebastian è più bravo di quanto avessi mai immaginato!», esclamò Nick.
«Già, ha proprio una bella voce», concordò Thad mordendosi il labbro inferiore.
«Per me è sempre un pervertito, però», asserì Nick accigliato.
Thad sgranò gli occhi.
«Ah, giusto, tu non sai niente perché dormivi», fece Nick, poi spiegò: «Stanotte ci siamo ritirati alle due. Tu ti sei buttato sul mio letto e hai preso subito sonno, io invece dopo un po’. Poi ho sentito qualcuno bussare forte alla porta ed era Blaine. Mi ha detto che Sebastian era ubriaco e l’ha… l’ha…».
«L’ha?», chiese Thad perplesso.
«L’ha baciato sul collo e gli ha detto che voleva fare quella cosa».
«Che cosa?», domandò Thad incredulo, poi all’occhiataccia di Nick disse: «Ah, sì, quella cosa».
«E niente. Blaine è venuto in camera da noi e ha dormito nel tuo letto», concluse Nick: «Quindi Sebastian mi dà l’idea di un pervertito».
«Vabbè, sì, però quando si è ubriachi si perde il controllo», lo difese inutilmente Thad.

«Sei stato grande!», si complimentò Blaine. Era nella propria stanza con Sebastian.
«Ti ringrazio», rispose Sebastian con un sorrisetto: «Ovviamente non sono all’altezza di Freddie Mercury, ma so comunque di essere perfetto».
Blaine inarcò le sopracciglia: Sebastian Smythe non mancava di certo di autostima.
«Anche tu sei molto bravo a cantare. Ieri la tua Teenage Dream è stata formidabile», si congratulò stranamente Sebastian.
Blaine rispose con un sorriso, poi si sedette sul letto e accese il proprio computer portatile.
«Ma non ci sei su Facebook?», domandò Blaine perplesso.
«Certo che ci sono», rispose Sebastian.
Quando il computer ebbe finito di caricare, Blaine andò su Facebook e cercò Sebastian Smythe. Il ragazzo gli si avvicinò e gli indicò quale fosse il suo profilo.
«Okay», rispose Blaine, dopodiché premette su Aggiungi agli amici.
Blaine pensava che aggiungere una persona su Facebook fosse già un inizio. Non voleva essere in cattivi rapporti con il suo compagno di stanza e questo Sebastian l’aveva capito.
«Accetterò quando mi connetterò», asserì Sebastian e Blaine annuì.
Ad un tratto Blaine sentì il rumorino della chat.

Kurt: Ciao :)

«Mm, Kurt Hummel», disse Sebastian sbirciando il profilo di Blaine: «Mettere le faccine è una cosa davvero ridicola».
Blaine fulminò lo sguardo di Sebastian.

Blaine: ehi, Kurt! :D

«Ti piace questo ragazzo», asserì Sebastian.
«Oddio, Sebastian, è solamente un amico!», fece Blaine.
«Calma, Anderson», lo tranquillizzò Sebastian divertito.
Blaine ora non aveva i consigli di Nick e Thad. Come si sarebbe dovuto comportare con Kurt? Non avrebbe mai chiesto aiuto a Sebastian.
Devo essere solamente me stesso, pensò Blaine.

Kurt: Stai alla Dalton, vero?
Blaine: sisi. hai già finito i compiti?

«Che? Rimorchi così i ragazzi? Ma fai proprio pena!», ridacchiò Sebastian.
«Non sto rimorchiando nessuno», rispose Blaine gelido, poi si lasciò sciogliere e ridacchiò anche lui.
In realtà Blaine non sapeva cosa diavolo dire a Kurt. Non avevano molto da dirsi, avevano già parlato tanto al Lima Bean.

Kurt: Sì, vabbè, essendo il secondo giorno di scuola per me non avevo tanti compiti.
Blaine: mm capisco…

«Credo che tu abbia bisogno del mio aiuto per evitare di mostrarti ridicolo», asserì Sebastian divertito.
«Ah, davvero? E cosa mi consiglieresti di fare?», domandò Blaine sarcastico.
«Allora accetti il mio aiuto», disse Sebastian con un sorriso.
«Dai, dimmi cosa devo fare», lo incitò Blaine.
«Innanzitutto, vi siete mai incontrati?», domandò Sebastian.
«Sì, proprio oggi», rispose Blaine.
«Bene, puoi dirgli che oggi era vestito bene ed era piuttosto carino», gli suggerì il ragazzo maliziosamente.
«Che? Ma sei impazzito?!», sbottò Blaine: «Hai detto che mi davi un aiuto per evitare di mostrarmi ridicolo. Ti ho detto che non devo rimorchiare nessuno!».
«Allora puoi dirgli che ti piacciono molto i pantaloni che indossava e che quindi vuoi sapere dove li ha comprati».
«No», fece Blaine: «E poi non ci ho fatto nemmeno caso ai pantaloni».
«Scusa, ma tu cosa guardi di un ragazzo? Ammesso che tu sia gay, ma quello mi sembra piuttosto evidente», fece Sebastian con un sorrisetto che infastidì Blaine.
«Di certo non i pantaloni, ma il carattere, la personalità, cosa che immagino tu non faccia», rispose Blaine con un’occhiataccia.
«Già», affermò Sebastian: «Io guardo altro».
«Me ne sono accorto», rispose Blaine.

Kurt: Che fai?

«Ecco, ora non rispondere con cavolate tipo “chatto con te”!», gli disse Sebastian facendogli il verso: «Rispondi dicendo qualcosa tipo “sto a telefono con un ragazzo”. Ai ragazzi piacciono i ragazzi stronzi!».
«A Kurt no», fece Blaine: «Non mi sembra un ragazzo a cui piacciono i ragazzi bastardi. È timido, è… è tranquillo».
«Pure Harwood sembrava un ragazzo tranquillo», si lasciò sfuggire Sebastian, ma per lui non era un problema parlare dietro degli altri.
«Thad?», domandò Blaine incredulo. Durante l’esibizione di Sebastian non aveva fatto altro che arrossire e tutti se ne erano accorti.
«Devo ammettere che ci sapeva fare quel ragazzo», aggiunse Sebastian.
«Ma allora cos’è successo esattamente tra voi due?».

Blaine: niente di interessante, parlo con il mio compagno di stanza… te?

«Ci siamo baciati a Parigi, ma io ero ubriaco», svelò Sebastian: «Stavamo quasi per farlo, ma lui non ha voluto e se n’è andato».
«Davvero?», Blaine era incredulo: «Ma Thad è etero!».
«Chiunque mi incontra non lo è più», rispose Sebastian semplicemente: «E ora ogni volta che mi guarda arrossisce. Tu pensi che non me ne sia accorto che mi guardava rosso in faccia durante la mia audizione per i Warblers?».
«Ma state insieme?», chiese Blaine.
«No», rispose Sebastian: «Affatto».

Kurt: Leggo Harry Potter e i Doni della Morte.
Blaine: ma io adoro HP! :D :D
Kurt: Davvero? Che bello, ho qualcuno con cui parlarne! :P
Blaine: io già l’ho letto! è stupendo! :D
Kurt: Dimmi solo una cosa! Ma mica Harry muore?! o.O
Blaine: ehm… non proprio!
Kurt: CHE COSA SAREBBE A DIRE NON PROPRIO?! :O
Blaine: no, non muore! sembra che muore ma non muore comunque!
Kurt: Ah, d’accordo! Mi ero preso uno spavento :S

«Vomito», commentò Sebastian inorridito.
Blaine gli fulminò lo sguardo.
«Mai offendere Harry Potter!», gli disse Blaine serio in viso.
Sebastian ridacchiò. Blaine era assurdo, ma si accorse che era incredibilmente carino con quei ricci neri, con quegli occhi nocciola e quei muscoli. Doveva approfondire meglio il loro rapporto così sarebbero diventati “amici”. Era un’idea piuttosto allettante per Sebastian, così decise di sembrare più gentile nei confronti di Blaine. Ovviamente solo per portarselo a letto.
E ovviamente anche per far ingelosire Harwood.



Angolo Autrice


Jeff ha problemi di anoressia, ma ha anche altri problemi con i bulli che verranno poi approfonditi. :(
Nick cerca di aiutarlo *---* ♥
Kurt e Blaine, che dire, sono così dolciosi :D ♥ E Thad continua a farsi film mentali su Sebastian xD ♥
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono! Ringrazio in particolare _doodle che sta recensendo la mia ff! :)
Al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 5
*** Chat ***


I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love




CAPITOLO 5 - Chat

 


Erano le dieci di sera. Secondo il regolamento della Dalton tutti gli studenti dovevano stare nelle proprie camere alle dieci in punto. Beh, di solito questo accadeva – anche se molti studenti erano nelle camere degli altri essendo un po’ tutti amici – ma nessuno osava dormire a quell’ora.
Sebastian era andato in bagno ed era uscito con il petto da fuori e dei pantaloni neri. Blaine entrò in bagno – ovviamente chiudendosi a chiave – e si buttò sotto la doccia.
Sebastian immaginò Blaine sotto il getto caldo dell’acqua e non poté non eccitarsi a quel pensiero.
C’erano delle cose che Sebastian sapeva fare benissimo, come ad esempio umiliare la gente e divertirsi. Il ragazzo pensava sempre e solo a quello, ecco perché non riusciva mai ad avere una relazione stabile. Thad, anche se molto più basso di lui, timido, gentile e impacciato, era molto attraente proprio per la sua aria da ragazzo insicuro ed era pure molto carino. Sebastian, ubriaco com’era, aveva comunque un po’ di lucidità e non era un caso se avesse baciato proprio Thad tra tanti ragazzi carini. E non era un caso che se lo fosse trascinato in stanza da letto.
Non sapeva neanche perché, ma Sebastian sentiva che Thad era diverso e che forse non gli meritava. Ma ora il francese non doveva pensare più a lui: aveva un compagno così figo in camera che lo avrebbe presto allontanato da quel ragazzino in piena crisi di ormoni.
Blaine uscì dal bagno – completamente vestito, per la sfortuna di Sebastian – e, come la sera precedente, indossava una t-shirt bianca e dei vecchi pantaloni grigi appartenenti ad una tuta. Intanto Sebastian si era rivestito e indossava una maglietta grigia a giromaniche e dei pantaloni neri.
Sei figo, pensò Sebastian, sei un gran bel pezzo di figo. Ma Sebastian doveva frenare tutti i suoi pensieri perché doveva dare una buona impressione a Blaine.
C’era uno strano imbarazzo tra Blaine e Sebastian. Quando Blaine era in camera con Thad parlava abbastanza con lui, ma con Sebastian era diverso. Era intimorito da lui e aveva paura di dormire quella notte insieme a lui.
Se hai problemi con Sebastian puoi sempre venire da noi, Blaine ricordò le parole di Nick.
Sebastian si mise a gambe incrociate sul suo letto e accese il proprio computer portatile. Si connesse su Facebook e accettò la richiesta d’amicizia di Blaine. Quest’ultimo si era appena steso sul proprio letto e ascoltava la musica.
Sebastian digitò il nome di Thad Harwood. Lo trovò subito perché aveva come amico in comune Blaine. Non gli aveva inviato la richiesta d’amicizia e Sebastian subito si incantò della sua immagine del profilo. Thad non era un ragazzo stupendo o maledettamente affascinante come lui. Era semplicemente carino e aveva un bellissimo luccichio negli occhi. E delle labbra morbide, anzi, morbidissime.
Sebastian ritornò alla realtà.
Non devo pensare a quel ragazzino, pensò accigliato il francese, ma fu inevitabile premere sul tasto Aggiungi agli amici.
 
Thad era sul suo letto seduto a gambe incrociate con un computer portatile appoggiato sulle gambe e parlava con Nick, il suo compagno di stanza. Thad si connesse su Facebook e notò che gli era arrivata una richiesta d’amicizia.
E chi sarà mai?, pensò Thad curioso. Il ragazzo premette sul tastino delle richieste d’amicizia e, sorpreso, lesse il nome senza non poter arrossire.
 
Sebastian Smythe CONFERMA/NON ORA
(1 amico in comune: Blaine Anderson)
 
Thad accettò la richiesta e cliccò sull’immagine del profilo di Sebastian per ingrandire la foto. La foto era scattata a Parigi e risaliva a quell’estate. Nella foto Sebastian era con la sua comitiva… e c’era anche lui.
Thad non mise nessun mi piace. Non era da lui. Thad però si sentiva eccitato, euforico, innam…
«Thad, ti ho fatto una domanda!», la voce di Nick lo riportò alla realtà.
«Scusa, Nick, che cosa mi hai chiesto?», Thad arrossì immediatamente. Bene, pensare a Sebastian lo portava in un mondo magico fatto di unicorni, cuori e arcobaleni.
«Eri diventato così rosso e mi sono preoccupato», rispose semplicemente Nick: «Ti ho chiesto se ti sentissi bene ma tu non mi hai risposto perché continuavi a guardare qualcosa con uno strano sorriso da… scusami, ma la parola che manca è decisamente “ebete”».
Thad arrossì ancora di più.
«Scusami, Nick, non ti ho proprio sentito», rispose il ragazzo imbarazzato: «Comunque tutto bene, grazie».
La chat emise un rumorino.
 
Sebastian: Harwood.
 
Thad impallidì. E Nick aveva giurato di averlo visto rosso come un peperone fino a un secondo prima.
 
Thad: Smythe.
Sebastian: Come te la spassi?
Thad: direi bn… tu? tutto bn?
Sebastian: Mai stato meglio di così, ho un compagno di stanza davvero carino.
Thad: buon x te, allora…
Sebastian: Geloso?
Thad: xké mai?
Sebastian: Smettila con queste abbreviazioni perché mi fai venire il mal di stomaco.
Thad: ok…
Sebastian: Ho appena messo mi piace alla tua foto del profilo.
 
Thad controllò e vide una notifica.
A Sebastian Smythe piace la tua foto.
 
Thad: beh, che dirti… grazie.
Sebastian: Nessuno mette mi piace ad una foto così per sfizio.
Thad: che vuoi dire?
Sebastian: Non mi piace solamente la tua foto, Harwood. Mi piaci tu.
 
Thad arrossì nuovamente e Nick pensò di avere le allucinazioni.
 
Sebastian: Non hai niente da dire?
Thad: è diverso, non so che dirti.
Sebastian: Mi piaci tantissimo.
Thad: mi hai detto che non eri innamorato di me…
Sebastian: Infatti non lo sono. Ho detto semplicemente che mi piaci.
Thad:
Sebastian: Vorrei tanto baciarti. E dormire con te stanotte.
Thad: certo, dormire. tu la notte vuoi dormire.
Sebastian: Ma come ha fatto a capire il timido Thaddino?
Thad: non sono stupido.
Sebastian: Contaci!
Thad: -.-“
Sebastian: Ti voglio, Harwood. Ti voglio con tutto me stesso.
Thad: sei decisamente rivoltante. :S
Sebastian: Dai, vieni. Mando via Blaine dalla stanza. ;)
Thad: scherzi, vero?
Sebastian: Ti sembro un tipo che scherza?
Thad: ehm, in effetti no…
Sebastian: Dai, Harwood.
Thad: sei inquietante, Sebastian. non costringermi a bloccarti. D:
Sebastian: D’accordo, ti lascio. Buonanotte <3
Thad: ‘notte anche a te…
Sebastian: Sognami. ;)
Thad: -.-“
Sebastian: A domani.
 
Thad si disconnesse da Facebook rosso in viso. Era particolarmente agitato dopo aver avuto una conversazione del genere con il ragazzo di cui era innamorato.
«Con chi chattavi?», domandò Nick incuriosito.
Ah, giusto. Le parole Nick Duval e non riuscire a farsi i fatti propri avevano quasi lo stesso significato.
«Con una persona», tagliò corto Thad.
«Ma no! Con un alieno, guarda», ridacchiò Nick seccato, poi disse con un sorrisetto furbo: «Chi è questa ragazza di cui ti sei cotto, allora?».
«Te lo dirò ma non ora, okay?», disse infine Thad. Sembrava piuttosto serio.
«Okay…», si arrese Nick.
Nick, che era connesso su Facebook dal cellulare, si accorse che il ragazzo che aveva incontrato nel bagno del Lima Bean era in linea.
 
Nick: Ciao Jeff! :D
Jeff: Ciao.
Nick: Come va? Va meglio?
Jeff: Sembra di sì ma… perché questa mia faccenda ti sta così tanto a cuore? Non me l’hai detto più l’altra volta…
Nick: Mi preoccupo, semplice…
Jeff: Sì, ma non ci conosciamo bene…
Nick: Non devo per forza conoscere bene qualcuno per essere preoccupato per lui.
Jeff: Io non capisco… nessuno è preoccupato per me…
Nick: Cosa ti è successo esattamente, Jeff?
Jeff: Niente, cosa dovrebbe essere successo, scusa?
Nick: Jeff, puoi fidarti di me: non parlo dei tuoi problemi agli altri. Non è da me. Sono leale.
Jeff: A scuola ci sono dei bulli che mi tormentano… mi prendono in giro, mi spingono contro gli armadietti… a volte mi picchiano pure…
Nick: Ti picchiano, addirittura?
Jeff: Non sempre…
Nick: In che senso ti prendono in giro?
Jeff: Mi dicono cose molto cattive perché sono dislessico… e perché non so se sono etero, gay o bisex…
Nick: Capisco… sono ignoranti, Jeff. Lasciali marcire nella loro ignoranza.
Jeff: è difficile…
Nick: Lo so, ma non arrenderti mai, altrimenti fai il loro gioco. Parlane con i tuoi genitori e con i tuoi insegnanti, sapranno sicuramente che cosa fare. :)
Jeff: Con mio padre non se ne parla affatto… ha tradito mia madre e non più ho intenzione di parlargli…
Nick: Mi dispiace…
Jeff: Non preoccuparti… io ora devo andare. Ci sentiamo…
Nick: D’accordo. Ciao Jeff, e ricorda quello che ti ho detto! :)
Jeff: Ti ringrazio, Nick… ammiro la tua sensibilità e la tua gentilezza… mi ha fatto davvero piacere scambiare quattro chiacchiere con qualcuno…
Nick: Dovere! Ci sentiamo, allora. Buonanotte :D
Jeff: Grazie, buonanotte anche a te…
 
Jeff, confuso da quella conversazione, spense il pc. Nick sembrava un ragazzo gentile, ma ancora non riusciva a raccapezzarsi del fatto che ci fosse qualcuno così interessato a lui.
 
«Scommetto che chattavi con qualcuno», disse Blaine curioso posando il proprio lettore mp3.
«Proprio così», rispose Sebastian spegnendo il computer.
«… scommetto che chattavi con un ragazzo», aggiunse Blaine.
«Prova a indovinare», lo sfidò Sebastian con un ghigno.
«Boh, qualcuno che hai conosciuto a Parigi. Un francese», provò ad indovinare Blaine.
«L’ho conosciuto a Parigi, ma decisamente non è un francese», fece lo spilungone.
«Ma… ma allora hai chattato con Thad?», domandò Blaine.
«Esattamente», rispose Sebastian.
«Ti piace, in fondo. Anche se molto, molto, molto in fondo», fece Blaine con un sorriso.
«Mi piace, punto. Ma come già ti ho detto non ne sono innamorato», ribadì Sebastian.
«Va bene», concluse Blaine non troppo convinto.
Blaine pensò che Thad e Sebastian fossero davvero una coppia strana. Thad era timido, impacciato, serio, dolce e gentile. Era un bravo ragazzo. Sebastian, invece, sembrava tutto tranne che un bravo ragazzo timido, impacciato, serio, dolce e gentile.
Blaine realizzò che ancora doveva parlarne con Thad.
 
Thad si era svegliato nel cuore della notte arrossito e madido di sudore. Fortunatamente Nick dormiva e quindi avrebbe evitato di farlo preoccupare e di rispondere ad un suo eventuale interrogatorio.
Solo in quel momento Thad realizzò che aveva sognato lui e Sebastian.
Agitato e rosso in viso, provò invano a riaddormentarsi.
 
Era sabato mattina e le lezioni erano sospese. Iniziava così il primo fine settimana alla Dalton. C’era chi lo trascorreva a casa, chi lo trascorreva a scuola, ma essendo il primo weekend quasi tutti gli studenti erano rimasti a scuola per stare con i propri amici.
Blaine si svegliò alle nove e trovò Sebastian già sveglio e in divisa al computer.
«Buongiorno, Anderson», lo salutò Sebastian.
«Ciao, Sebastian», lo salutò Blaine con la voce impastata dal sonno, poi fece un lungo sbadiglio e gli domandò: «Ma tu vai all’incontro di oggi in aula canto?».
«Ovvio», rispose Sebastian guardandolo in volto: «Se ti sbrighi possiamo andarci insieme».
«Va bene», rispose Blaine, dopodiché prese le sue cose e si chiuse in bagno.
Sebastian aveva notato che Blaine, appena sveglio, era ancora più affascinante con i capelli scompigliati e lo sguardo assonnato.
Altro che Harwood!, pensò Sebastian malizioso.
 
Erano le dieci e mezzo e in aula canto erano presenti tutti i Warblers. Richard, Flint e Thad erano seduti alla loro postazione di capi-consiglio e quest’ultimo notò che Sebastian era seduto ad un divanetto vicino. Per sua (s)fortuna era diventato anche lui un Warbler.
«Buongiorno a tutti, Warblers, e benvenuti alla prima riunione dell’anno», disse Thad con un colpetto di tosse e un tono di voce serio e professionale.
«Oggi discuteremo delle Provinciali e incominceremo a pensare a quali canzoni portare!», parlò Flint euforico.
«Qualcuno ha qualcosa da dire?», domandò Richard.
Blaine alzò la mano.
«Parla pure, Warbler Blaine», lo incitò Thad.
«Io vi sono grato di tutti i meravigliosi assoli che mi avete concesso l’anno scorso, ma sono sicuro che perderemo alle Provinci…».
«Che cosa?!», fecero le voci di alcuni Warblers.
«Non sono sicuro di farcela da solo. Secondo me per vincere le Provinciali dobbiamo cambiare un po’ e valorizzare pure le altri voci. Secondo me un duetto è l’ideale poiché valorizzerebbe più membri del gruppo», spiegò Blaine.
Scoppiò subito un putiferio.
«Un duetto ci farà sicuramente perdere!», cercò di spiegare Andrew, un Warbler.
«Secondo me ha ragione Blaine!», parlò Trent.
«Ma che dici! Andrew ha ragione!», parlò un altro Warbler.
«Calma, calma!», provò a tranquillizzarli Richard, ma i Warblers sembravano più agguerriti di prima.
Con Wes e David era tutto più facile!, pensò Thad amareggiato.
«Mozione d’ordine! Ascoltate!», sbraitò Blaine. Riuscì a zittire l’intera aula canto: «Il pubblico sarà annoiato di ascoltare sempre la stessa voce. Per vincere abbiamo bisogno di nuovi voci, e non c’è niente di meglio di un duetto per valorizzare più membri del gruppo allo stesso tempo! Dico bene?».
«D’accordo, ai voti», parlò Thad: «Chi è d’accordo con la proposta del Warbler Blaine di valorizzare anche gli altri membri del gruppo con un duetto alle Provinciali?».
Blaine, Nick, Jeff, Trent, Richard, Flint, Thad, altri due Warblers e i tre ragazzi nuovi, compreso Sebastian, alzarono la mano.
«Bene, allora la proposta del Warbler Blaine è stata accettata», esclamò Flint battendo entusiasta il martelletto.
Andrew e gli altri cinque Warblers rimanenti dovettero accettare in silenzio la sconfitta.
«Io punterei su Nick», parlò Thad con un enorme sorriso sul volto: «Ha davvero una bella voce».
Nick sorrise imbarazzato. Blaine, invece, gli diede un’amichevole pacca sulla spalla.
«Vi ringrazio, ma credo che ci siano voci migli…».
«Shh, non fare il modesto! Sappiamo tutti che hai una bella voce», lo interruppe Flint sorridente.
«Sono d’accordo su Nick, ma punterei anche sul nuovo arrivato Sebastian», aggiunse Richard.
Sebastian non stava per niente simpatico a Nick. Quest’ultimo pensava fosse un bastardo, lo si vedeva da come interagiva con gli altri e anche dall’episodio con Blaine.
«Bene», si limitò a dire Sebastian, poi con un sorriso che non prometteva nulla di buono aggiunse: «Anche Harwood canta molto bene».
Thad arrossì vistosamente e qualcuno ridacchiò.
«Non è vero, io canto maliss…».
«Ma quando mai, Thad! Anche la tua voce non è male!», fece Flint.
Grazie, Sebastian!, pensò Thad furioso.
«Bene, per sabato prossimo preparate una canzone e date un assolo a Nick, un assolo a Sebastian e un assolo a Thad», parlò Richad: «Secondo me ne verrà fuori una splendida esibizione!».



 

Angolo Autrice


Che cosa vi fa pensare "esibizione", "Warblers", "assolo", "Nick", "Sebastian" e "Thad"? ;)
E così il nostro Jeffie si apre un po' a Nick, ma ancora non sappiamo molto sul nostro biondo preferito :( ♥
In questo capitolo non si parla proprio di Kurt, ma tornerà presto! :)
Sebastian vuole provarci con Blaine, ma continua a punzecchiare Thad... come andrà a finire? u.u
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono! Ringrazio in particolare _doodle che sta recensendo la mia ff! :)
Al prossimo capitolo! :D 

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Capitolo 6
*** I want you ***


I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love




CAPITOLO 6 - I want you

 

«Cavolo! Quel Sebastian è davvero un idiota!», sbottò Thad.
«Andiamo, Thad, non ti devi sempre vergognare!», Nick gli diede una pacca sulla spalla e gli sorrise: «Canti davvero bene, fidati».
«Tu canti bene, Nick», lo corresse Thad.
«Noooo, ma quando mai! Tu non sei da meno».
«Su, ragazzi, un po’ più di entusiasmo! Secondo me sarete perfetti», li rassicurò Blaine.
In quel momento passò Sebastian.
«Devo parlarti», fece Sebastian rivolto a Thad. Sembrava serio.
Thad, rosso in viso come sempre, incominciò ad aver paura: che cosa doveva fare?
Blaine diede una pacca sulla spalla a Thad e sfoggiò un sorriso incoraggiante; lui sapeva una mezza cosa di ciò che era successo tra lui e Sebastian.
Thad annuì, salutò i suoi amici e seguì Sebastian.
Sebastian portò Thad alla camera 18.
«Puoi sederti?», gli disse Sebastian quasi con aria impaziente indicandogli il proprio letto.
Thad annuì e si sedette.
«Che cosa devi dirmi?», gli domandò Thad serio cercando di essere calmo.
«Quel che è successo a Parigi mi ha fatto riflettere molto», parlò Sebastian.
«Pensavo avessimo chiuso con quella storia», rispose Thad freddo.
«Harwood, io ti voglio, ti voglio tantissimo», gli disse Sebastian: «Mi secca dirlo, ma tu mi piaci davvero tanto. Perché non mi vuoi?».
«Perché appunto tu mi vuoi soltanto, non sei innamorato di me», rispose Thad gelido: «Non funziona così, Sebastian, o almeno non funziona così con me».
«Harwood… ma perché ti interessa così tanto un amore fatto di sentimenti?», domandò Sebastian: «L’amore fatto di sentimenti è monotono, è noioso! L’amore invece deve essere divertente, spontaneo…».
«E lo chiami pure amore?! Tu mi fai schifo perché pensi sempre e solo a quella cosa e a divertirti», disse Thad inorridito: «Non mi piacciono le persone che la pensano come te!».
Sebastian si sedette al fianco di Thad. Il ragazzo arrossì a quel contatto così vicino.
«Perché arrossisci sempre quando mi guardi? Provi imbarazzo? Forse ti piaccio?», gli sussurrò Sebastian all’orecchio.
Thad non rispose. Arrossì sempre di più.
Sebastian prese il suo viso tra le sue dita e gli baciò le labbra. Le baciò con passione, ma non con amore. Thad, come al solito, non riusciva a controllarsi e a restare lucido. Si lasciò andare a quel bacio disperato e passionale. Sebastian intrecciò le lingue e Thad provò una sensazione piacevole. Il più alto continuò a baciarlo con foga e insistenza, poi passò al collo. Thad sentiva la sua lingua sulla sua pelle, poi sentì un succhiotto: non ne aveva mai avuto uno prima d’ora. Sebastian gli lasciò altri due succhiotti, poi si concentrò sul blazer.
Troppi vestiti, pensò Sebastian.
Il ragazzo lasciò stare per un momento le sue voglie e continuò a baciare Thad: aveva bisogno delle sue labbra sulle sue, aveva bisogno del suo amore, anche se lui non ricambiava.
Continuò a baciarlo disperatamente. Le labbra, il collo…
Sebastian voleva tanto che Thad fosse suo. Lo voleva. Lo desiderava davvero con tutto se stesso.
«Sebastian…», mormorò Thad con un filo di voce.
«Che c’è?», sussurrò Sebastian, dopodiché azzerò di nuovo la distanza tra le loro labbra.
«Non dovremmo baciarci», rispose Thad.
«Ma non farti tutti questi problemi, Harwood. Sei giovane», fece Sebastian, poi ritornò a baciargli il collo. In quel momento desiderò tanto farlo con lui, ma era un po’ rischioso in pieno giorno in una scuola.
Sebastian spinse Thad verso il cuscino, poi continuò a baciarlo. Il francese pensò che Blaine potesse entrare in stanza da un momento all’altro, ma se ne fregò altamente di Anderson e si lasciò andare perché doveva placare le sue voglie; sfilò il blazer di Thad e gli sbottonò la camicia, restando soltanto con la cravatta. Sebastian gli accarezzò la schiena e il petto e lo baciò dappertutto. Il francese pensò che Thad fosse più bello di quanto avesse mai potuto immaginare.
I due ragazzi stavano rivivendo l’episodio di Parigi; la cosa ancora più imbarazzante era che Sebastian non era affatto ubriaco, quindi sapeva ciò che faceva.
Thad non voleva lasciarsi sfuggire Sebastian: lo amava troppo, lo amava disperatamente. Amava un bastardo e lo sapeva benissimo. Sebastian era il suo tutto, ma Thad non voleva vendere il suo corpo a nessuno, in particolare ad uno che voleva solamente farlo con lui e che non nutriva alcun sentimento nei suoi confronti.
Thad doveva sfuggirgli, e in fretta. Sebastian continuò ad accarezzargli la schiena e Thad sentì quel contatto così intimo che sembrava piacergli e spaventarlo allo stesso momento. Sebastian azzerò di nuovo la distanza tra le labbra e poté sentire il respiro affannoso di Thad su di sé. Sebastian si levò il proprio blazer e restò con la camicia e la cravatta
«Facciamolo, Harwood», gli sussurrò Sebastian all’orecchio.
Thad finalmente trovò la forza di alzarsi dal letto.
«Sebastian, tu mi confondi», asserì Thad serio: «Non avremmo mai dovuto baciarci di nuovo».
Il ragazzo prese i suoi vestiti e li indossò imbarazzato e quasi in colpa.
«Ma ti è piaciuto», rispose Sebastian mordicchiandosi il labbro inferiore.
«Mi dispiace, Sebastian, ma se veramente non mi ami e se mi vuoi solamente, non ho intenzione di perdere altro tempo con te!», disse Thad arrabbiato e triste allo stesso tempo.
Thad si rivestì velocemente, poi salutò Sebastian con un ciao e uscì fuori dalla stanza. Lasciò Sebastian solo e dubbioso.
 
Blaine chiacchierava con Nick.
«E se invitassi di nuovo Kurt ad uscire?», gli propose Nick: «Però solo tu e lui».
«Ma Nick, non me la sento di uscire già da solo con Kurt», protestò Blaine, poi aggiunse: «Almeno altre due o tre uscite tutti insieme».
«Ma così non si creerà mai l’atmosfera romantica!», esclamò Nick con un sorriso.
«Lo so, ma per ora il mio intento non è quello», spiegò Blaine leggermente infastidito: «Kurt è solo un amico, lo conosco a stento da due giorni e non voglio dare conclusioni affrettate. Un giorno potrò innamorarmi di lui come potrò non innamorarmi mai».
Nick annuì: Blaine aveva decisamente ragione.
«D’accordo», fece Nick accendendo il suo computer, poi disse: «Potremmo andare di nuovo al Lima Bean, allora».
Blaine annuì. Si connesse su Facebook con il computer di Nick, ma Kurt non era in linea.
«Non è in linea», fece Blaine sconsolato.
«Mandagli un messaggio», gli suggerì l’amico.
 
Ciao Kurt, ti va oggi pomeriggio alle 17.00 di nuovo al Lima Bean con me, Nick e Thad? Sempre se non hai impegni e se ti fa piacere, ovviamente. Fammi sapere! ;)
 
«Pure la faccina?», chiese Blaine perplesso.
«Certo, le faccine sono molto importanti su Facebook e su qualsiasi social network!», rispose Nick convinto.
Blaine ridacchiò per poi premere sul tastino “Invia”; si sentì un eroe.
È uno stupido pulsante! Non sei affatto un eroe, sei sempre il solito codardo!, parlò la vocina della sua testa. La vocina che aveva appena parlato nella sua testa assomigliava stranamente a quella acida e sarcastica di Sebastian.
Blaine sbuffò. Dopo qualche minuto arrivò la risposta di Kurt.
 
Ciao Blaine! Certo che mi fa piacere! Allora ci vediamo alle 17.00 ;)
 
Blaine non poté non sorridere di fronte a quella risposta.
«Hai visto? Anche Kurt ti ha mandato una faccina!», disse Nick sorridente.
 
Thad si rifugiò in biblioteca. Si sedette vicino a Richard, Flint e Trent facendo finta di niente di quel che era successo prima tra lui e Sebastian.
«Ciao ragazzi!», li salutò Thad.
«Ehi, Thad!», risposero i ragazzi.
«Che fate?», domandò Thad fingendo curiosità.
«Leggiamo il settimo libro di Harry Potter», rispose Trent.
«Mm», commentò Thad, poi non disse nient’altro.
«Cosa sono questi succhiotti?», domandò ad un tratto Flint osservando il collo di Thad: «Non ci avevi detto che avessi una ragazza!».
Bene, e ora cosa dico?, pensò Thad in una crisi di panico. Prima era pure tornato nella sua stanza e aveva provato a camuffare i succhiotti di Sebastian con il colletto della camicia e con la cravatta, ma a quanto pare non era servito.
Thad arrossì – cavolo, quanto odiava arrossire! – e si limitò ad un sorriso impacciato.
Ad un tratto ecco Sebastian arrivare in biblioteca e avvicinarsi al tavolo di Thad, Trent, Richard e Flint. Thad roteò gli occhi al cielo: non ne poteva più.
«Ehi, ragazzi, come ve la spassate?», domandò Sebastian.
«Leggiamo Harry Potter», rispose Flint: «Vuoi unirti a noi?».
«No, non mi piacciono questi libri», tagliò corto Sebastian.
«NON TI PIACE HARRY POTTER?!», ecco che Nick comparve quasi dal nulla. Era appena entrato in biblioteca con Blaine: «Ma Sebastian, come fa a non piacerti Harry Potter?».
«Non mi piace, punto».
Nick lo guardò allibito, ma restò zitto.
«Ma come sei silenzioso tu!», disse improvvisamente Sebastian avvicinandosi a Thad, poi gli mise una mano sulla spalla e gli disse: «Sempre zitto, sempre serio. No, la lingua proprio non ce l’hai».
Thad arrossì tremendamente. Si sentiva a disagio. Ripensò alla scena di poco prima che era ancora più imbarazzante di quella di Parigi essendo stati entrambi lucidi. Sebastian lo metteva in imbarazzo; non si sentiva a suo agio con lui. I primi baci erano sempre incerti, poi diventavano sempre più sicuri e più profondi, e alla fine Thad andava via per sfuggire ai pensieri perversi di Sebastian.
Che amore era quello?
«Cosa sono questi succhiotti?», gli domandò Sebastian fintamente sorpreso: «Hai una ragazza? Ammesso che tu sia etero».
Thad continuò a non rispondere.
«Però la lingua ce l’hai con la tua fidanzata, vero?».
Thad avrebbe tanto voluto rispondergli per le rime, ma la timidezza, la vergogna e l’imbarazzo lo bloccavano.
«La finisci, Sebastian?», Blaine difese Thad.
Blaine sapeva di loro, e da una parte era un bene.
Meno male che Sebastian voleva dare una buona impressione a Blaine! Per il povero Blaine restava sempre l’essere viscido più odioso della Terra che si era ritrovato come compagno di stanza.
Thad si alzò e andò via dalla biblioteca. Sebastian invece intavolò un discorso con Richard e Flint.
Blaine e Nick, preoccupati, seguirono Thad.
 
«Nick, vorrei parlare un attimo con Thad in privato», fece Blaine a Nick. Erano di fronte alla stanza 17.
«Va bene», si limitò a dire Nick.
Blaine bussò alla porta.
«Chi è?», fece la voce di Thad.
«Ehi, Thad, sono Blaine. Puoi aprirmi? Vorrei parlarti», rispose il ragazzo.
Thad aprì la porta. Aveva gli occhi arrossati, come se avesse appena finito di piangere.
Blaine e Nick si rattristirono nel vederlo così.
Blaine entrò e salutò Nick, poi chiuse la porta.
«Cosa devi dirmi?», gli domandò Thad assorto nei suoi pensieri.
«Ieri Sebastian mi ha detto un po’ quel che è successo tra te e lui a Parigi», svelò Blaine.
Thad divenne rosso in viso. Lo sapeva, lo sapeva! Sebastian avrebbe di sicuro sputtanato a qualcuno quell’episodio. Meno male che ne era venuto a conoscenza Blaine e non un tipo come Richard o Flint.
«L’hai… l’hai detto a qualcuno?», domandò Thad preoccupato.
«Non mi permetterei mai», ammise Blaine sincero: «Non lo sa neanche Nick».
«Ah, okay», rispose Thad timidamente, poi domandò imbarazzato: «Cosa ti ha detto precisamente?».
«Mi ha detto che vi siete baciati a Parigi, ma lui era ubriaco. Poi ha detto che stavate per fare quella cosa, ma tu ti sei rifiutato e sei andato via», parlò Blaine, poi disse: «Sebastian pensa che tu sia innamorato di lui. Lui ha detto che invece non è innamorato di te, ma non so quanto è vero».
«È vero, lui non mi ama», disse Thad sconsolato: «Mi dispiace che sei venuto a sapere di quell’episodio. Ora non mi vorrai più come amico perch…».
«No, Thad, ma quando mai, non dire così!», lo fermò Blaine: «Io vorrei solamente parlarti. Mi dispiace tantissimo per quel che è successo perché ora Sebastian si comporta male con te».
«Credo che Sebastian sia arrabbiato con me», ammise Thad, poi svelò: «Prima quando mi ha portato in camera vostra abbiamo avuto una discussione, poi lui mi ha baciato e abbiamo perso il controllo. Stavamo rivivendo l’episodio di Parigi, con la differenza che lui non era ubriaco. Alla fine io me ne sono andato di nuovo dicendo che se non mi avesse amato non avrei mai voluto più perdere tempo con lui». 
«Vo… voleva di nuovo farlo?», domandò Blaine intimorito.
Thad annuì mesto.
«È un bastardo», commentò Blaine, poi aggiunse: «Thad, quando avrai bisogno di parlare con qualcuno io ci sarò sempre. Okay?».
Thad annuì, poi sforzò un sorriso di gratitudine che Blaine ricambiò.
«Oggi alle cinque io, Nick e Kurt andiamo al Lima Bean», parlò Blaine: «Vieni con noi se non hai impegni, okay?».
«Okay. Grazie, Blaine».
«E di cosa?», chiese il moro con un sorriso.
«Di esserci sempre», rispose Thad.


 

Angolo Autrice


Buona domenica a tutti! :D
Scusatemi per il ritardo colossale, ma ho avuto molti impegni (scuola, si intende D:).
Beh, che dire... in questo capitolo abbiamo molta, molta, forse anche troppa xD, Thadastian!
Nel prossimo capitolo l'incontro al Lima Bean... e non dimentichiamoci di Jeff, eh, che ricomparirà a breve! ;)
Ringrazio tutti coloro che leggono e recensiscono, al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 7
*** An e-mail ***


I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love




CAPITOLO 7 - An e-mail

 
Erano le cinque del pomeriggio quando Kurt scorse i visi di Blaine, Nick e Thad.
«Ciao, Kurt!», lo salutarono i ragazzi.
«Ciao, ragazzi!», rispose Kurt.
Thad e Nick si sedettero di fronte a Kurt lasciando Blaine solo con il ragazzo.
Questo è senz’altro un piano di Nick, pensò Blaine divertito e imbarazzato allo stesso tempo.
«Tutti daltoniani e io sono l’unica pecora nera del McKinley», scherzò Kurt con un sorriso per rompere il ghiaccio: «E tutti Warblers, giusto?».
«Sì», rispose Thad.
«Non mi avete parlato del vostro Glee Club», fece Kurt, poi aggiunse: «Come fate senza voci femminili?».
«Ce la caviamo», rispose Blaine con un sorriso.
«Odio doverlo ammettere ma nel mio Glee Club c’è una ragazza che ci fa sempre uscire le lacrime dagli occhi quando canta», parlò Kurt.
«È così stonata?», domandò Nick curioso.
«No, il contrario», rispose Kurt: «È… è semplicemente bravissima. Peccato che litighiamo sempre come cani e gatti».
«Come si chiama?», domandò Blaine incuriosito.
«Rachel Berry», rispose Kurt.
«Ma… ma io la conosco!», disse ad un tratto Nick raggiante: «Saremmo dovuti uscire insieme questa estate».
«Davvero?», chiese Kurt incredulo.
«Sì», rispose Nick, poi aggiunse: «Mi ha dato buca ad un appuntamento perché era troppo impegnata a scrivere canzoni e cantare una canzone al contrario. Bah».
«Scommetto che la canzone in questione è Don’t Rain On My Parade della Streisand», disse Kurt convinto.
«Sì, proprio quella!», rispose Nick entusiasta: «Come fai a saperlo?».
«Purtroppo conosco bene quella ragazza», fece Kurt.
La cameriera cotta di Blaine arrivò.
«Ragazzi, cosa desiderate?», ed ecco che la cameriera non smetteva di sorridere al bel moretto.
Blaine ordinò le solite cioccolate calde – per Kurt fondente – e intavolò un discorso piuttosto interessante.
«Non vediamo l’ora delle Provinciali», parlò Blaine entusiasta: «Mancano solamente tre mesi!».
«Tre mesi sono tanti», parlò Kurt.
«Per noi sono pochi. Ci sono certi Warblers che non collaborano e che preferiscono divertirsi anziché rendersi utili», esclamò Thad.
«Già, come ad esempio Richard», fece Nick: «e anche l’odioso arrivato».
Thad arrossì lievemente, ma nascose l’imbarazzo chinando il volto.
«Io detesto Sebastian», parlò Nick: «È più forte di me, ma non lo sopporto! E poi alle prove si incavola per ogni cosa».
«Non devi pensare a ciò che dice quell’insulso essere, Nick. È solo uno stupido ignorante che deve prendersela con il primo che gli capita perché ogni giorno reprime la sua rabbia e le sue voglie», parlò Thad.
Blaine pensò che Thad fosse molto saggio. Beh, c’era da aspettarselo frasi effetto pronunciate da Thad Harwood, studente modello della Dalton Academy con l’impeccabile media dell’A+.
Thad, anche se insicuro, era un ragazzo molto serio, profondo e riflessivo. Quelle caratteristiche lo rendevano un ottimo studente, un efficiente capo-consiglio e… e un ragazzo fragile in amore, o meglio, un ragazzo debole e fragile di fronte a Sebastian Smythe.
Kurt doveva ammettere che stava capendo poco e niente di quella conversazione.
«Mi è dispiaciuto molto per quella scenata che ha fatto a te», ammise Nick ad un certo punto, poi chiese incuriosito: «Ma perché ti stuzzica sempre?».
Sapessi, Nick!, pensò Thad rattristito.
«Perché è un idiota», rispose Blaine al posto suo.
Thad lo ringraziò mentalmente.
«Ragazzi, mi dispiace, a quanto pare a questo Sebastian piace molto rompere le scatole», asserì Kurt deciso.
«Puoi dirlo forte!», fece Nick.
«Bene, parliamo di qualcosa che possa coinvolgere anche Kurt», parlò Thad con tono autoritario e gentile allo stesso tempo: «Potremmo parlare di…».
«Ciao Harwood, ciao altri», li salutò una voce maliziosa.
Una voce inconfondibile. La voce che gli faceva battere il cuore, che lo faceva arrossire e che ora lo stava semplicemente irritando.
Tempismo perfetto!, pensò Thad arrabbiato.
«Ciao!», l’unico che rispose fu proprio Kurt che non c’entrava niente.
In quel momento arrivò la cameriera che lasciò perdere Blaine per sorridere a Sebastian. Quest’ultimo rispose con un sorrisetto malizioso che mandò la cameriera in estasi a tal punto da rovesciare la cioccolata calda addosso a Thad.
«Oh, scusami tantissimo!», si mortificò la cameriera.
«Non si preocc…».
«Mi dispiace tantissimo!», si scusò di nuovo la cameriera interrompendo Thad. La cameriera si avvicinò al bancone e prese un panno intenta a pulire invano le macchie sul blazer del ragazzo.
Sebastian assisteva alla scena divertito.
«Ti riporto la bevanda», fece la cameriera: «Ovviamente offrirà la casa!».
«Per me invece un caffè», esordì Sebastian mandandola in estasi con l’ennesimo sorriso.
La cameriera annuì con un sorriso e corse via. Sebastian prese posto vicino a Blaine e di fronte a Thad.
«Sebastian Smythe», si presentò Sebastian porgendo la mano a Kurt Hummel.
«Kurt Hummel», rispose il ragazzo, poi con un sorriso disse: «Bene, anche tu daltoniano e un Warbler!».
«È un problema?».
«No, certo che no», rispose il ragazzo.
Sì, certo che sì!, pensò Thad irritato. Che ci faceva lì Sebastian?
«Spero per te che si riescano a levare le macchie dal blazer», fece Sebastian rivolto a Thad con noncuranza, poi si rivolse a Kurt: «Che scuola frequenti?».
«Liceo McKinley», rispose Kurt: «Sono all’ultimo anno».
«Fantastico», commentò Sebastian: «E cosa hai intenzione di fare l’anno prossimo?».
«Andrò alla NYADA», rispose Kurt eccitato: «E voi, ragazzi?».
«Noi siamo al terzo anno», rispose Nick.
«Siete tutti del terzo anno?», domandò Kurt incredulo.
Blaine annuì.
«E sapete già cosa volete fare?», domandò Kurt curioso.
«Io no», rispose Thad: «Però mi piacerebbe diventare ballerino… o medico. Sì, lo so, sono due aspirazioni completamente diverse».
«Ballerino, assolutamente. È meglio che faccia un lavoro che abbia a che fare con il corpo che con la mente», gli disse Sebastian sarcastico.
Thad arrossì di rabbia e imbarazzo.
«Anche tu potresti fare un lavoro che abbia a che fare con il corpo. Scommetto che ti riuscirebbe molto bene!», Nick difese Thad con altrettanto sarcasmo.
«No, io credo di voler diventare avvocato», fece Sebastian con un sorrisetto al quale Nick avrebbe tanto voluto dare un bel pugno: «Io sono troppo intelligente rispetto ad altra gente».
«Dai, ragazzi, basta», fu proprio Thad a zittirli, poi si rivolse verso Kurt: «Che cosa si fa di bello alla NYADA?».
«Canto, danza e musical», rispose Kurt eccitato: «Io adoro il canto e i musical!».
«Pffff, roba da ragazzine», commentò Sebastian divertito.
«Sebastian, ti vorresti comportare bene almeno per una volta?», parlò Blaine.
In quel momento arrivò la cameriera con il caffè e la cioccolata calda, sorrise a Sebastian e andò via.
«Mi sto comportando bene», fece Sebastian sorseggiando il caffè: «Meglio di così non posso».
«Quindi alla NYADA si fa pure danza?», domandò Thad interessato.
«Certo», rispose Kurt: «Però credo che per la danza sarebbe meglio la Juilliard».
«Thad alla Juilliard!», Sebastian ridacchiò e Nick gli fulminò lo sguardo.
«E allora? Cosa c’è di strano?», questa volta fu Kurt a prendere le difese di Thad. Anche se lo conosceva da nemmeno cinque minuti, si era già scocciato di lui.
«Thad alla Juilliard è come dire che i pinguini volano e si trovano al Polo Nord, cioè, impossibile!», commentò Sebastian ridacchiando e guardando Thad maliziosamente.
«Ah-ah-ah, molto divertente», commentò Thad irritato. 
 
La mattina seguente i Warblers si allenarono per l’esibizione che avrebbero dovuto portare il sabato dopo. Avevano scelto come canzone Uptown Girl essendo adatta alle tonalità di Nick.
 
Uptown girl
She's been living in her white bread world
As long as anyone with hot blood can
And now she's looking for a downtown man
That's what I am

 
«Osceno, Duval! Sbagli completamente tutto!», commentò Sebastian per la terza volta: «Se la finissi di pensare ai tuoi problemi amorosi potremmo finire prima».
«Nick sta cantando bene. Se tu invece la finissi di darci le tue inutili dritte finiremmo veramente prima!», questa volta a parlare fu Thad.
«Come sei focoso quando ti arrabbi e quando sei così sicuro di te», gli sussurrò Sebastian all’orecchio.
Fortunatamente solo Thad sentì le parole del ragazzo, ma tutti notarono il rossore che si impadronì del suo viso.
«Bene, continuiamo», li incitò Blaine.
 
And when she knows what
She wants from her time
And when she wakes up
And makes up her mind

 
«Coreografia ridicola!», commentò Sebastian inorridito.
«La finisci, Smythe? I tuoi commenti non ci interessano affatto!», lo ammonì Nick.
«Okay, ma stai calmo!», rispose Sebastian fulminandogli lo sguardo.
Il più alto continuò a cantare:
 
She'll see I'm not so tough
Just because
I'm in love

 
with an uptown girl
You know I can't afford to buy her pearls
But maybe someday when my ship comes in
She'll understand what kind of guy I've been
And then I'll win

 
And when she's walking
She's looking so fine


And when she's talking
She'll say that she's mine

She'll say I'm not so tough
Just because
I'm in love with an uptown girl


«No, Harwood, non ci siamo! Sei stato orribile!», commentò Sebastian per l’ennesima volta.
«Me ne frego del tuo giudizio!», disse Thad irritato.
«Sono io il capitano dei Warblers, Sebastian, e so io quando qualcuno sbaglia o meno», si intromise Blaine.
«Ma sbaglio o non sei più il solista?», gli ricordò Sebastian malizioso: «Mi sembra che sei stato proprio tu a rifiutarti di cantare».
«No, semplicemente vorrei che anche gli altri venissero valorizzati per il proprio talento», rispose Blaine irritato, poi aggiunse sarcastico: «Ovviamente se avessi saputo che saresti stato tu uno dei nuovi solisti mi sarei stato zitto».
«Oh, Anderson, hai ancora tanto da imparare», gli disse Sebastian con un sorriso che Blaine, Nick e Thad trovarono tremendamente odioso.
 
She's been living in her white bread world
As long as anyone with hot blood can
And now she's looking for a downtown man
That's what I am

Oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh
Oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh oh
 
Uptown girl
She's my uptown girl
You know I'm in love
With an uptown girl
My uptown girl
You know I'm in love
With an uptown girl

 
I Warblers applaudirono entusiasti. Ovviamente tutti tranne Sebastian.
«Nick, Thad, i miei complimenti!», fece Blaine sorridente ai suoi amici.
«Ti ringraziamo», risposero loro con un sorriso.
«E nessun complimento a me?», si intromise Sebastian con un sorriso sghembo.
«È inutile dirti che sei bravo», rispose Blaine freddo: «Sei bravo quanto gli altri».
 
Non appena Nick e Thad ritornarono in stanza, il primo si accorse di aver ricevuto un’e-mail da Jeff, quel ragazzo che aveva incontrato al bar.
 
Ciao Nick, scusami per il disturbo… ci possiamo incontrare oggi pomeriggio al Lima Bean? Vorrei parlarti.


 

Angolo Autrice


Buona domenica a tutti! :D
Scusatemi per il ritardo D:
Sebastian fa il bastardo con Thad, e questo si era capito xD
Kurt già non sopporta Seb xDD Questo è "amore" a prima vista LOL x)
E il capitolo si conclude con un'e-mail di Jeff... cosa vorrà dire a Nick? D:
Ringrazio tutti coloro che leggono e bellissima90 che ha recensito!
Al prossimo capitolo! :D

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Capitolo 8
*** Date ***


I'll teach you how to fight, I'll teach you how to love




CAPITOLO 8 - Date


Quella domenica pomeriggio Blaine era in camera di Nick e Thad e stavano giocando a Carte Uno.
«Ma tu imbrogli!», scherzò Blaine alla quinta vittoria di Nick.
«No, affatto!», rispose lui.
«Fortunato in gioco sfortunato in amore», gli disse Blaine con un sorriso.
Nick ridacchiò: «In tutta sincerità, preferirei il contrario».
Blaine arrivò al secondo posto e Thad, come al solito, all’ultimo.
Bip-bip.
«È il mio cellulare», fece Blaine prendendo il cellulare dalla tasca.
Blaine lesse il messaggio arrossendo violentemente.
 
Ciao Blaine, come va? Vorrei parlarti… puoi metterti su Facebook? Ah, sempre se per te non è un problema! :)
 
«Oh-oh, chi sarà mai!», scherzò Nick.
«È Kurt», rispose Blaine emozionato.
«E che ti ha scritto?», domandò Thad curioso.
«Niente, mi ha detto che deve parlarmi», disse Blaine serio: «Chissà cosa deve dirmi».
«Il mio computer è acceso», gli disse Nick indicando il proprio computer sulla scrivania.
Blaine lo ringraziò e accedette al suo account su Facebook mentre Nick e Thad sistemarono le carte per riporle.
 
Kurt: Blaine, ciao!
Blaine: ehi, Kurt, dovevi parlarmi? spero non sia successo nulla di grave…
Kurt: no, Blaine, cioè, diciamo…
Blaine: dimmi pure.
Kurt: Mi ritrovo in un grosso casino e vorrei parlarne con te perché sei l’unica persona che in questo periodo considero come un amico (ah, ovviamente anche Nick e Thad, però tu a differenza loro sei gay come me e mi piacerebbe parlare con uno che fa parte della mia stessa “squadra”).
 
Blaine aveva scoperto che Kurt era gay. Non sapeva se esserne felice o meno.
 
Blaine: Kurt, dimmi pure.
Kurt: Allora… mio padre si è innamorato di una donna… e questa donna è nientedimeno la madre di Finn Hudson, un ragazzo che frequenta la mia stessa scuola… ah, Blaine, ovviamente è un segreto quello che sto per dirti!
Blaine: certo, Kurt, puoi fidarti di me.
 
Quelle parole gli uscirono meccanicamente. Finn Hudson… quel nome non gli prometteva niente di buono.
 
Kurt: Bene… mio padre ha deciso di sposare questa donna. Nel frattempo lei e suo figlio sono venuti oggi ad abitare da noi… il problema è che io ho una cotta per questo Finn Hudson sin dal primo anno di liceo e per ora abbiamo solamente una camera, quindi dormiremo nella stessa stanza. Mi consigli di dormire sul divano?
Blaine: perché mai? non credo che perderesti il controllo…
Kurt: Il problema non è quello… Finn è il quarterback ed è fidanzato con Quinn, una cheerleader bionda e decisamente carina… Finn ha sempre sospettato che io provassi qualcosa per lui e quindi penso che l’idea di dormire con me lo spaventi. Io vorrei dimostrargli che in realtà non ho cattive intenzioni… come devo fare?
Blaine: parlargli è la cosa migliore, fidati. digli che ormai è quasi il tuo fratellastro e che sei felice di averlo come fratello.
Kurt: Il problema è che a me non piace quest’idea… io non voglio Finn come fratellastro. Se diventasse il mio fratellastro sarebbe un casino assurdo! Non so che fare… :(
 
«Tutto bene?», domandò Thad a Blaine notando una nota di tristezza nel suo volto.
«Sì», si limitò a rispondere lui in un sussurro.
 
Blaine: Kurt, mi dispiace… ma se è fidanzato dovresti lasciar perdere. è etero al 100%?
Kurt: Sì… io non ho nessuna possibilità, purtroppo.
Blaine: mi dispiace dovertelo dire, ma non puoi rovinare il rapporto tra lui e la sua fidanzata. So che non vuoi questo, ma purtroppo a volte l’amore è difficile e complicato…
 
Blaine non credeva di essere così saggio. Gli si struggeva il cuore a dargli quei consigli. E gli si spezzava il cuore a sentire che Kurt era innamorato. No, Blaine non era innamorato di Kurt, ne era sicuro, ma si sentiva stranamente geloso. Beh, anche Nick e Thad erano spesso fastidiosamente protettivi quando uno dei due ci provava con una ragazza, ma questo perché avevano un rapporto così profondo da renderli quasi fratelli.
Stava per succedere la stessa cosa con Kurt? Sarebbero diventati migliori amici proprio come Nick e Thad? O qualcosa in più? Blaine non lo sapeva, ma da una parte ci sperava.
 
Kurt ancora non sapeva perché aveva detto a Blaine che fosse gay. Non glielo avrebbe voluto dire subito, ma aveva dovuto dirglielo. Blaine era gay come lui e forse gli avrebbe potuto dare dei buoni consigli.
«Kurt», una voce.
Il ragazzo sobbalzò e rimpicciolì giù la finestra di Facebook.
«Ehi, Finn, dimmi pure», rispose Kurt cercando di essere gentile. Purtroppo gli era uscita una voce mielosa e stridula ed era anche arrossito in volto, in particolare sulle guance.
 «Dove devo dormire stanotte?», gli domandò Finn impassibile. L’idea di vivere insieme a Kurt non gli piaceva per niente.
«In camera mia perché abbiamo un divano-letto», rispose Kurt inespressivo, poi aggiunse con una risata: «A meno che non vorrai dormire sul divano in salotto che è solo un semplice divano e non un divano-let…».
«Dormirò in salotto, allora», lo interruppe Finn.
Kurt rimase a bocca aperta. Che cosa? Stava cercando di comportarsi bene!
«Finn, senti», Kurt si alzò dalla sedia girevole: «dormi dove ti pare, ma sta’ sicuro che se dormi nella mia stessa camera non ti succederà niente di male. Sei quasi il mio fratellastro e, se pure non lo fossi stato, non sono il tipo di persona che fa certe cose».
Dove aveva trovato il coraggio per parlargli?
«Capisco», ammise Finn impassibile: «Bene, allora dormirò in camera».
Kurt gli rispose con un sorriso triste.
«Scusami, non volevo sembrarti antipatico», si scusò Finn: «Forse ti ho dato una brutta impressione».
«Non fa niente, avremo di tempo per imparare a volerci bene», gli disse Kurt con un sorriso e Finn venne accolto da panico e angoscia. Che cosa si celava in quella frase innocua? Finn non si fidava ancora di Kurt, aveva ancora un po’ paura, ma sperava tanto di superare tutti i suoi timori.
«… come fratelli. Ovvio», continuò Kurt che notò l’imbarazzo e la paura sul volto di Finn.
«D’accordo, allora», rispose Finn con un sorriso: «Ci vediamo».
 
«Ragazzi, scusatemi tanto, ma io ho un appuntamento. Ci vediamo stasera!», disse loro Nick sistemandosi meglio la sciarpa e incamminandosi verso la porta.
«Appuntamento? Mm…», lo rimbeccò Blaine con un sorriso furbo.
«Mi incontro con un ragazzo, Blaine», rispose Nick secco.
«Ah, okay. A dopo», lo salutarono i ragazzi.
 
Arrivò puntuale al Lima Bean. Jeff lo stava aspettando ad un tavolo.
«Ciao, Jeff!», lo salutò Nick con un sorriso caloroso sedendosi al tavolo.
«Ciao, Nick. Grazie per essere venuto», rispose l’altro inespressivo.
«Di niente», fece Nick sorridente, poi gli chiese serio: «Volevi parlarmi?».
«Sì… cioè, non proprio», rivelò l’altro: «Mi vergogno pure di dirti questa cosa…».
«Che cosa? Non devi provare vergogna», cercò di rassicurarlo Nick.
«Niente, io… io volevo chiederti se volevi diventare mio amico…», svelò Jeff titubante, poi chinò il capo per non leggere l’espressione meravigliata sul volto dell’altro.
Nick era stupefatto perché di solito quella era la richiesta che poteva farti un bambino, ma non un ragazzo della tua stessa età.
«Certo che sì, Jeff», rispose Nick deciso: «Voglio essere tuo amico».
«Veramente?», chiese il biondo alzando leggermente il viso.
Nick non aveva mai visto un paio d’occhi così esitanti e speranzosi: «Certo».
«Grazie, Nick… mi fa piacere», ammise l’altro sempre senza trapelare emozioni.
Nick sorrise lievemente: Jeff era un ragazzo molto insicuro e misterioso, e lui avrebbe fatto di tutto per vedere spuntare un sorriso sincero sul suo volto angelico.
Jeff era molto timido, ma ciò non gli impedì di parlare con Nick per tutto il pomeriggio. Nick era una piacevole compagnia e a Jeff piaceva molto parlare con lui.
Il moro la pensava allo stesso modo; inoltre avevano scoperto di avere molte cose in comune, come ad esempio alcuni gusti musicali e la passione per il canto.
 
Il primo lunedì arrivò. Gli studenti della Dalton avrebbero tanto voluto avere meno compiti, ma purtroppo non era una cosa possibile. Blaine finì i compiti per le cinque e, con un ritardo di dieci minuti, raggiunse la palestra. Qualche settimana prima il coach gli aveva detto che aveva bisogno di tutori per i giovani iscritti e aveva chiesto a Blaine se volesse diventare un tutor. Il ragazzo accettò entusiasta perché amava boxare. Nick non aveva accettato perché aveva diversi impegni durante la settimana.
Per fortuna per le sei e mezzo Blaine avrebbe finito in palestra e avrebbe dovuto raggiungere presto l’aula canto: aveva una riunione con i Warblers.
«Mi scusi per il ritardo!», parlò Blaine. Aveva infilato la divisa nello zainetto così si sarebbe fatto una doccia stesso negli spogliatoi e sarebbe tornato in fretta alla Dalton.
Il coach fece un cenno del capo. Blaine notò che c’erano altri cinque tutor e sei nuovi iscritti. Tra i nuovi iscritti scorse il visino di Kurt che gli fece un sorriso. Blaine ricambiò con un sorriso a trentadue denti.
 
Il tutor di Kurt fu proprio Blaine. Blaine pensò che il coach aveva dovuto notare gli infiniti sorrisini tra lui e Kurt e che quindi aveva immaginato che fossero amici.
«Che fortuna avere te come tutor!», disse Kurt con un sorriso a Blaine.
«Già, una vera fortuna perché io sono un vero esperto», scherzò Blaine: «E ti farò lavorare sodo!».
Kurt gli diede un affettuoso colpetto sulla spalla. Blaine ridacchiò.
«Però devo ammettere che è vero», fece Blaine divertito.
«Staremo a vedere!», rispose Kurt malizioso.
Nella stanza non erano soli. C’erano altri due tutor con i loro corrispondenti allievi.
«Bene, iniziamo», gli disse Blaine.
Il ragazzo gli diede le prime basi e Kurt, anche se non esperto in materia, aveva capito che Blaine era davvero bravo a boxare. Ovviamente mentre Kurt si allenava bombardava Blaine di domande e alla fine parlavano sempre di altre cose che non c’entravano niente con la boxe.
«Ma cosa? Non ti piace Lady Gaga?!», Kurt quasi impazzì.
«Non ho detto che non mi piace, semplicemente preferisco Katy Perry», rispose Blaine.
«Ma… ma Lady Gaga è la regina del pop! È una dea!».
«Per me Katy Perry è una dea», rispose Blaine con un sorriso.
«Per me i Beatles e i Queen sono dei. Ora potreste abbassare il volume delle vostri stridule vocine?!», parlò un tutor infastidito rivolto verso loro. Aveva uno sguardo piuttosto minaccioso.
«Ci scusi!», si scusò Kurt arrossendo violentemente per la vergogna.
Blaine ridacchiò e arrossì lievemente.
«Mi sa che ho urlato troppo», fece Kurt con un sorriso.
«Eh già», confermò Blaine.
 
Sebastian era andato a fare un giro con Nicholas Hudson e James Kirk, due studenti della Dalton nonché Warblers. Il ragazzo non aveva avuto problemi a stringere nuove amicizie. Ovviamente preferiva i divertenti e bei ragazzi francesi e non gli studenti perfettini della Dalton, ma Nicholas e James non erano affatto studenti perfettini come quelle tre sciocche ragazzine caste di Harwood, Anderson e Duval.
Sebastian, Nicholas e James stavano flirtando con delle ragazze incontrate in un negozio di vestiti. Indossavano una divisa da cheerleader rossa e bianca.
«Ehi, ragazze, siete single?», domandò un Nicholas sorridente.
«Staresti cercando di rimorchiare? Se sì mi dispiace ma fai pena», domandò una ragazza con i capelli neri di media lunghezza raccolti in una coda e la pelle olivastra.
I bersagli scelti da Nicholas erano tre ragazze molto carine: due erano bionde e avevano entrambe occhi chiari. La prima era bassina e aveva occhi verdi; l’altra, invece, aveva occhi azzurri ed era piuttosto alta.
«Frequentate il Lima Bean? Io e i miei amici dobbiamo andare a prenderci un caffè e se si va potete seguirci», disse loro Sebastian.
La ragazza con i capelli neri rispose con un sorriso malizioso.
 
Era il secondo caffè della giornata ma a Sebastian non importava affatto. Grazie a lui, i tre ragazzi erano riusciti a portare tre ragazze carine a bere un caffè. Sebastian sapeva rimorchiare e anche molto bene. Era gay, ma non gliene importava più di tanto in quel periodo. Non lo faceva da luglio e sentiva un bisogno incredibile di doverlo fare. Thad si era rifiutato per ben due volte e nessuno si rifiutava a Sebastian Smythe.
«Allora voi frequentate la Dalton?», domandò la ragazza bionda e bassina bevendo il proprio caffelatte.
«Io so che la Dalton è una scuola gay, perché allora voi ci avete invitato qui?», domandò l’altra bionda ingenuamente bevendo una cioccolata calda.
«Forse perché non lo siamo», rispose James con un sorriso.
Ovviamente Nicholas e James sapevano che Sebastian era gay, ma quelli erano dettagli.
Alla fine venne la cameriera per il conto e ovviamente pagarono Sebastian, Nicholas e James.
La cameriera era sempre la stessa, ovvero quella che aveva rovesciato la cioccolata calda addosso ad Harwood per sorridere a Sebastian.
Uscirono dal locale e Sebastian disse:
«Beh, domani pomeriggio non abbiamo niente da fare. Forse andiamo a farci un giro, ovviamente voi se volete potete seguirci. Se poi troviamo delle ragazze più fighe di voi non esitiamo nel darvi buca».
«Come sei figo», esclamò la moretta, poi prese il proprio cellulare e disse a Sebastian: «Questo è il mio numero. Chiamami».
Sebastian rispose con un sorriso malizioso.
«Non so nemmeno come ti chiami», fece la moretta.
«Nemmeno io lo so», rispose lui.
«Santana Lopez», rispose la ragazza porgendogli la mano.
«Sebastian Smythe», disse lo spilungone accettando la stretta.
Nicholas e James assistettero alla scena senza proferire parola. Bene, non erano riusciti a farsi piacere da quelle ragazze!
Dopo un po’ la ragazza bionda con gli azzurri si avvicinò a Nicholas e James e disse:
«Sembrate carini. Io mi chiamo Brittany Pearce».
«Io sono Nicholas Hudson».
«E io James Kirk».
«Lei è Quinn Fabray», continuò la biondina.
«Ragazzi, io devo andare», fece Quinn: «Ciao!».
La ragazza se ne andò senza dare il proprio numero. Forse non era interessata a quei ragazzi.
Brittany diede il suo numero sia a Nicholas che a James.
«Ci vediamo», li salutò la moretta facendo l’occhiolino a Sebastian.
 
«Bravo Kurt!», si complimentò Blaine.
«Ti ringrazio», rispose Kurt affannato e stanco.
«Io direi di andare a farci la doccia», fece Blaine.
Kurt arrossì violentemente e Blaine non capì il perché.
Io direi di andare a farci la doccia. Cosa ho detto di male?, pensò Blaine. Il ragazzo cercò di analizzare la frase e finalmente riuscì a capire dove potesse esserci un doppio senso. Arrossì anche lui.
«Sì, lo credo anche io», disse ad un certo punto Kurt inespressivo, poi aggiunse: «Io preferisco farla a casa. Se vuoi posso aspettarti».
Blaine annuì, dopodiché accompagnò Kurt negli spogliatoi. Ovviamente non era l’unico a farsi la doccia, ma c’erano tanti altri ragazzi. Fortunatamente le docce erano tutte chiuse, ma Kurt l’avrebbe comunque fatta a casa.
«Allora mi aspetti qui fuori?», disse Blaine vedendo Kurt uscire dagli spogliatoi.
«Sì», rispose il ragazzo.
«Grazie», lo ringraziò Blaine con un sorriso.
Dopo circa un quarto d’ora Blaine uscì dagli spogliatoi. Indossava la divisa della Dalton.
«Come sei stato veloce!», si meravigliò Kurt: «Io ci metto minimo un’ora per fare doccia, shampoo e cura di bellezza».
Blaine ridacchiò e Kurt arrossì, poi si lasciò prendere anche lui dalle risate.
«Se non facessi una cura di bellezza ogni giorno, la mia pelle non sarebbe così liscia», ammise Kurt.
«Vanitoso», scherzò Blaine mentre uscivano dalla palestra.
«Non sono vanitoso!», disse Kurt mettendo il broncio, poi cambiò argomento: «Allora ci rivediamo mercoledì e venerdì per la boxe?».
«D’accordo», rispose Blaine, poi disse: «Perché uno di questi weekend non vieni alla Dalton? Mi farebbe piacere se la vedessi!».
 
 


 

Angolo Autrice


Buon pomeriggio a tutti!
Scusatemi per il ritardo colossale! D: Sì, lo so, sono imperdonabile D:
Okay, abbiamo una minuscola scena Niff ♥, ma vi prometto che in futuro ce ne saranno molte, ma molte molte di più! :D
Jeff è un ragazzo insicuro, si è capito, ma Nick riuscirà a conoscerlo meglio ed abbattere le sue barriere di timidezza? (:
E così Sebastian rimorchia Santana *my poor Thadastian feelings! D:*
Per quanto riguarda la Klaine, direi tutto a posto, eccetto per Finn Hudson D: Sembrano molto amici Kurt e Blaine! (: ♥
Ringrazio tutti coloro che leggono e Isuzu e Alice918 che hanno recensito!
Al prossimo capitolo! :D

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