amori in corso

di coldsea
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Ginny ***
Capitolo 2: *** Bill ***
Capitolo 3: *** Percy ***
Capitolo 4: *** Fred e George ***
Capitolo 5: *** George e Fred ***
Capitolo 6: *** Charlie ***
Capitolo 7: *** Ron ***
Capitolo 8: *** Arthur ***



Capitolo 1
*** Ginny ***



Ginny Weasley aveva amato alla follia solo tre cose fino a quel momento: la prima erano le Holyhead Harpies, la sua squadra del cuore di Quidditch (lo sport dei maghi). La seconda erano i libri di Gilderoy Allock, lo scrittore venerato praticamente da qualsiasi componente femminile del Mondo Magico. La terza... be', riguardo a questo il termine “amare alla follia” non era propriamente adatto, ne era più che altro ossessionata: si trattava di un tale ragazzo, più o meno suo coetaneo, probabilmente destinato ad essere il più grande e potente mago della storia. 
Ginny Weasley, giusto per puntualizzare, aveva pianto di felicità solo due volte prima di quel giorno: la prima volta, a soli sei anni, fu perchè Charlie e Bill (i suoi fratelli maggiori) la accompagnarono ad un'amichevole Puddlemore vs. Harpies dove riuscì addirittura a ottenere due autografi.
La seconda volta di anni ne aveva otto, e aveva appena finito di leggere la sua copia (autografata e con dedica) dell'ultimo libro di Allock. 
Ma in una ventosa mattinata settembrina, una di quelle in cui le foglie iniziano a vorticare al di là delle finestre e il cielo s'incupisce promettendo pioggia, si ritrovò in camera sua a ballare (e saltare) come una pazza sul materasso sfondato rimbalzando da una parte all'altra, le mani levate in aria che stringevano una pergamena riempita da una scrittura fitta e disordinata.
Ma cos'era successo di così importante per far piangeredi felicità per la terza volta Ginny Weasley in quel tranquillo mattino di fine estate?
In quei giorni suo fratello Ron aveva appena cominciato a frequentare la Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts, e quando fu recapitata la sua prima lettera Ginny si trovava a casa da sola, perciò la aprì senza troppi complimenti e la lesse avidamente. In fondo era stata a casa da sola anche quando arrivò la prima lettera dei gemelli, due anni prima. E quando prima ancora arrivò quella di Percy (tre intere pergamene!), anche se a quel tempo non sapeva ancora leggere, quindi non conta.
Quel giorno, dunque, lesse e rilesse con calma la lettera di Ron, soffermandosi come in stato di estasi su un paio di righe in particolare: 
Ah, dimenticavo: ricordate quel ragazzino che abbiamo incontrato in stazione? Be', abbiamo fatto amicizia sul treno ed è anche lui in Grifondoro! Praticamente è il mio migliore amico... sapete chi è? Harry Potter! Ne sono sicurissimo, mi ha anche fatto vedere la cicatrice, anche se non credo che ne parli tanto volentieri, di quella volta che è sopravvissuto...”.
Non ci poteva credere... Harry Potter! Proprio colui che aveva desiderato conoscere fin da quando aveva saputo della sua tragica, eroica storia; sapeva tutto su di lui, anche se non aveva mai visto la sua faccia nemmeno in foto, dato che era stato cresciuto dai parenti babbani. Anche per questo si emozionò come non mai leggendo quelle parole: non credeva davvero possibile che potesse accadere. Cioè... Harry, ad Hogwarts! E per di più migliore amico di suo fratello! Per una buona volta Ron aveva combinato qualcosa di buono, pensò, emettendo degli striduli gridolini di esultanza. 
Rotolandosi sulle coperte giallo canarino, Ginny continuava a ripetersi che doveva pazientare solo un anno; infatti il settembre successivo sarebbe partita anche lei alla volta della magnifica, magica, stupefacente Hogwarts. Ma il poter frequentare la famosa scuola era improvvisamente finito tra gli ultimi dei suoi pensieri : l'unica cosa per cui davero Ginny non stava più nella pelle era conoscere Harry. 
E a questo punto la mente di Ginny cominciò a vagare per mari, monti e galassie lontane: una sfilza d'immagini si fece largo nella sua testa: Harry che la prende per mano, Harry che la porta a passeggio per Diagon Alley, lei ed Harry che vincono una partita di Quidditch, Harry che finamente le fa la proposta di matrimonio. Chissà com'era fatto, poi, Harry... forse biondo, con gli occhi azzurri. Oppure moro, proprio come il suo coraggioso padre. Magari aveva i capelli rossi e gli occhi chiari della madre... e di qualsiasi Weasley che si rispetti. In cuor suo,comunque, Ginny sapeva che le sue aspettative non sarebbero mai state tradite: fosse stato addirittura paffuto, timido, goffo e smemorato.
Quando la porta di casa si spalancò, l'euforia e l'energia di Ginny si erano esaurite da svariati minuti, tanto che il rumore la sottrasse dal sonno in cui era inconsapevolmente caduta.
Si precipitò giù per le scale sventolando ancora la lettera, che sarebbe stata custodita dalla ragazzina come una reliquia. Ad entrare era stata sua madre.
Ma', Ma'! Ha scritto Ronald!”
Esclamò in preda, ancora una volta, all'entusiasmo.
Oh, magnifico! Ma... Non pensavo ti mancasse così tanto... Ginny, sicura di star bene? Ti vedo un po' sudaticcia, tesoro!”
Ginny arrossì impercettibilmente: era inutile nascondere qualcosa a sua madre, dato che entrava almeno tre volte al giorno nella sua stanza, dove sulla parete di destra, tra poster e gigantorafie di Glynnis Griffiths e Gilderoy Allock facevano capolino gli innumerevoli articoli del Profeta dedicati al bambino sopravvissuto, tutti piuttosto ingialliti. Scosse energicamente la testa.
Non mi manca Ron! Leggi qua, mamma!”
La signora Weasley fece scorrere gli occhi sulla pergamena mentre Ginny la aiutava con le buste della spesa, spostando silenziosamente la sedia per arrampicarvici e raggiungere gli scaffali più alti. 
Quando la lettura della madre terminò, la stessa nascose un sorrisetto compiaciuto.
Capisco...”.






 


NdA
Allora, premetto subito che è un secolo che non scrivo, ed essendo cambiata la mia "ottica" revisionare un vecchio mio testo senza stravolgerlo è piuttosto difficile, quindi ho cercato di sistemare/correggere quà e la.
mi spiego: questa storia l'ho scritta più di un anno fa per il contest "Riproduzione Casuale" , uno dei tanti dove il giudice si volatilizza prima di dire il vincitore, però mi era costata fatica e mi spiaceva tanto  non pubblicarla.
Il concorso consisteva nello scrivere una soria  ispirata da una canzone scelta dall'iPod della giudicia (eh vabbè); a me era toccata "amori in corso" di Claudio Baglioni. Non è essenziale secondo me che voi la ascoltiate, ma ve lo consiglio dato che a mio parere vi farebbe apprezzare di più questo che sarebbe dovuto essere un lavorone (eheh).

Passiamo al capitolo: di certo non è il massimo, ed è quello che mi piace di meno, ma sono sicura che siete incuriositi dall'evoluzione della storia (lo siete vero? sììì, lo so che lo siete!) quindi andate avanti a leggere, è cosa buona, ma soprattutto commentate perchè è cosa giusta. E io prometto di aggiornare regolarmente (i capitoli sono tutti pronti, quindi devo solo decidere la regolarità, ma penso ogni 7/9 giorni) Amen =)

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Capitolo 2
*** Bill ***


 

 

 

Bill non era affatto tranquillo il pomeriggio precedente la terza prova del Torneo Tremaghi, perciò lasciò la madre ed Harry nella Sala Comune dei Grifondoro e sgusciò nel prato, deserto per via degli esami, in cerca di un po' di tepore primaverile e, magari, di una boccata dalla sua pipa.

Mezzo nascosto contro l'imponente parete in pietra del castello, si ritrovò immerso negli anni passati a rivivere i momenti spensierati trascorsi proprio in quei luoghi.

Proprio per questo per poco non si accorse della bellissima ragazza che percorreva il giardino in direzione del castello.

Lei invece doveva averlo visto, eccome, dato che il suo passo spedito ma grazioso rallentò di parecchio più o meno a cinque metri da Bill, il collo allungato in direzione di lui.

Bill la riconobbe subito: difficile non ricordarsi il visino di Fleur Delacour, specie se lo si ritrova in mezzo ad un prato vuoto. Era bellissima, forse in parte Veela, ed era stata scelta dal calice di fuoco per partecipare al Torneo. Chissà se era simpatica, oltre che splendida...

Ciao!”

Esclamò -ammettiamolo- con una certa faccia tosta.

Bonjour... Sci conosciomo?”

Forse troppo concentrata sul codino rosso fiamma di Bill, Fleur si scordò le buone maniere per cui era famosa, rispondendo con un tono vagamente insolente. Naturalmente Bill questo lo aveva notato.

Ehm, direi di no. O meglio, io so chi sei, ma solo perchè tutti i giornali parlano di te!”

Le sorrise. L'aveva vista per la prima volta la sera precedente, in Sala Grande: spiccava con una bellezza disarmante tra la folla di ragazzini scalmanati, e Bill ebbe per ben tre volte l'impressione che stesse guardando con insistenza verso di lui. Confermò quell'impressione quando, più tardi, si erano trovati entrambi nella sala dove i quattro Campioni avevano avuto l'opportunità di incontrare i loro cari.

Jà, per via de Torneo. E tu invescie...?”

Bill. Io mi chiamo Bill Weasley.”

Le si avvicinò con una mano tesa

Quando lei allungò a sua volta la mano (un po' esitante), lui si chinò da bravo gentiluomo e gliela sfiorò con le labbra. Al che, Fleur non potè che arrossire e ritrarsi di scatto.

Mo tu...” disse poi “Tu sei fratello di... Rudolf! L'ami di Enry!”

Bill scoppiò a ridere per nulla imbarazzato. Un po' per il nome a dir poco storpiato, un po' perchè i gemelli (altri due suoi fratelli minori) gli avevano appena raccontato della piccola gaf che Ron aveva combinato cercando di invitare quella delizia al Ballo del Ceppo.

Lei lo guardò torva, e vedendola Bill si ricompose in fretta per poter giustificare la sua grave mancanza di galanteria.

Scusami, non volevo essere scortese! Comunque sì, lui è mio fratello. Ma si chiama Ron.”

E quella donna è tua madre?”

Faceva sicuramente riferimento a Molly, che durante la visita ad Hogwarts non aveva fatto altro che ficcare il naso tra gli affari degli studenti, rimproverare i figli e salutare calorosamente i professori offrendo loro crostate e dolcetti vari.

Bill annuì imbarazzato.

La tua famillia è un pochino bizarre, ouì?”

Bill si grattò la fronte. Non capiva se fosse un insulto o un semplice tentativo di allungare il più possibile quella conversazione. Probabilmente la seconda.

Sai... credo che in una famiglia come la nostra, è impossibile che non capiti qualcuno di... bizarre, come dici tu!”

Oh. E perchè mai?”

è che siamo in tanti. Tantissimi!”

Accompagnò l'ultima parola con un ampio gesto del braccio. Fleur si fece sfuggire un risolino. Era davvero riuscito a fare quest'effetto su di lei, o semplicemente non era così algida e orgogliosa come si diceva?

Come mai non sei dai tuoi parenti?” chiese Bill seriamente incuriosito.

Oh, io era, ma... dovevo prendere alcone cose ne la cariscia!”

Ora il ragazzo dovette sforzarsi enormemente per reprimere quella che sarebbe stata un'indelicata, offensiva risata, ed evitò di correggere l'errore di lessico, perchè si disse che non era affatto elegante. Non volendo sembrare invadente chiedendole cosa doveva portare dalla carrozza, Bill decise di portare la conversazione su un piano più interessante e serio, e ci sarebbe riuscito se la dannata campana non avesse disgraziatamente suonato in quel preciso momento. Con molte probabilità gli studenti che man mano uscirono festanti e rumorosi dalle porte del castello non la pensavano come lui: negli ultimi dieci minuti non avevano atteso altro che il frastornante suono. Così, Bill decise di tornare dai famigliari: Ron sarebbe stato capace di ripudiarlo come fratello, se lo avesse beccato mentre ci provava con Fleur... Anche se, a dirla tutta, era più terrificante il pensiero di mamma che lo avesse beccato con la pipa in mano.

In ogni caso era meglio finirla lì.

Credo che mi stiano aspettando. Devo andare...”
“Scierto. È stato un piasciere parlare con te! Arrivedorsci, Bill Weaslì.”

Bill sfoderò un sorriso accattivante e prese la via del castello. Dopo un paio di passi però si voltò

Dimenticavo... Auguri per la prova, Fleur!”.

Mentre risaliva controcorrente il fiume di ragazzini, Bill si disse che quella ragazza era da ammirare davvero, e non per la bellezza e le buone maniere, ma per la bella faccia che aveva avuto nel definire quel fac-simile di conversazione “piacevole”!



 

Ok, questo capitolo... be', forse è uno dei miei preferiti, anche se non ammiro particolarmente il pairing, mi sembra che nonostante tutto sia riuscito bene, no?

Non ho molto da dire, anche qui ho dovuto solo rivederlo, e sono consapevole che ci sarebbe ancora molto lavoro da fare, ma come per quello di Ginny non ho voluto fare un torto alla me del settembre 2011 che ha scritto la storia (?). anyway, se il primo capitolo vi ha fatto schifo (sono d'accordo con voi) e siete andati avanti a leggere solo per misericordia e/o inerzia, spero che abbiate apprezzato quest'altra storia e vi dico subito che gli altri episodi saranno molto più simili a questo sebbene la storia “progredirà”...

Ultima cosuccia: ricordatevi di lasciare una recensione, un po' come i cani che fanno puntualmente la cacca davanti al cancello di quello che sta antipatico al padrone =)

... ok questa non ci voleva vabbè, tante coccole (c'è la neeeve!)

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Capitolo 3
*** Percy ***


Ora o mai più”, si disse Percy fermo sulla soglia della Guferia . E in effetti non avrebbe avuto molte altre occasioni di trovare Penelope da sola. La situazione sembrava talmente perfetta che si diede un pizzicotto per essere sicuro di non stare sognando. Nessuna amica a renderla inavvicinabile, nessun Fred a tirargli caccabombe, nessun George a urlare frecciatine imbarazzanti. Calma piatta e atmosfera resa romantica dalla neve che fioccava delicata. Si poteva avere di più? Senza far caso alle cacche di gufo, s'intende...

Si fece coraggio con un respiro profondo e le si avvicinò. Penelope, alle prese con un pacco troppo pesante per la sua civetta, si girò nonappena udì Percy muoversi alle sue spalle.

Ciao Percy!”

C-ciao Penelope! Tutto bene?”

Ehm... sì grazie, anche se... forse i miei regali per i parenti arriveranno un po' in ritardo!”

La ragazza accennò un sorriso imbarazzato indicando l'animale piccolo quanto svogliato. Ma forse (anzi di sicuro) Percy in quel momento era ancor più imbarazzato di lei.

Ti conviene prenderne in prestito uno della scuola. Ti consiglio quello là in fondo.”

Grazie, farò senz'altro così!”

Ehm... allora... hai letto sul profeta ch...”

Si frenò all'improvviso. Per quanto seria e diligente, Penelope era pur sempre una ragazza, e non si attacca bottone con una ragazza parlando di politica!

Che cosa? Cos'è che hanno detto sul profeta? Percy... ci sei?”

Percy in effetti si era imbambolato. Forse aveva appena concretizzato che il momento critico era giunto sul serio, e non poteva sprecare quell'opportunità.

Ho detto il Profeta? No, scusa, volevo dire in bacheca! Hai letto in bacheca che settimana prossima c'è l'uscita a Hogsmeade?”

Lei rise timidamente. Com'era bello vederla ridere!

Certo che ho letto. E comunque, ne parlano tutti!”

Bene! Ehm, volevo dire... ci vai con qualcuno?”

Percy sentì le gote incendiarsi, dannata impacciataggine!

No, sono libera! Cioè... non ho ancora pensato a con chi ci andarò, quindi...”

Bene, allora... So che sei un'appassionata di piume da collezione, solo mi chiedevo se ti andrebbe...”

La sua voce si faceva via via più sommessa, tanto che Penelope corrugò la fronte cercando di capire meglio.

Scusa?”

Ehm, volevo chiederti se ti andrebbe di accompagnarmi a scegliere una piuma per mio padre. Mi serve un consiglio... professionale, diciamo così. Da Prefetto a Prefetto, insomma!”

Percy, mi stai chiedendo di uscire con te?”

Penelope sintetizzò schiettamente. A quelle parole, Percy si scompigliò i capelli, fece un passo indietro, poi affondò la faccia nella sciarpa. Era terribilmente a disagio. Ecco, ora Penny, l'amore della sua vita, avrebbe rifiutato, poi sarebbe corsa a raccontare l'accaduto a tutte le ragazze di Corvonero che, si sa, sono le più pettegole in assoluto, e tutta la scuola avrebbe saputo nel giro di poche ore che Percy Weasley è un emerito idiota, un negato in fatto di donne. Come se già Fred e George non bastassero a umiliarlo.

Questo non poteva accadere, perciò Percy decise che doveva trovare un modo per salvare la situazione. Strofinò goffamente gli occhiali, che nel frattempo si erano appannati, sulla manica. L'unica soluzione possibile ormai era tirarsi indietro.

No, no! Cioè, sì ma... sarebbe un appuntamento... diciamo di lavoro, niente di personale o... di galante. Solo per avere un parere, insomma! Allora, che ne dici?”

Penelope ci pensò un po' su, per un tempo che a Percy parve interminabile, anche perchè l'espressione di lei era totalmente indecifrabile per lui, e non sapeva se si doveva preparare o no all'umiliazione pubblica. Penelope si arricciò una ciocca di capelli neri e lunghi sulle dita, finalmente in procinto di parlare.

Vediamo... Dico che accetto, ma solo se mi prometti che sarà un appuntamento galante!”

Percy tirò un sospiro di sollievo, avrebbe voluto saltare, urlare, baciare il pavimento (gesto molto poco igienico, considerando la quantità di paglia, guano e piume sparse tutt'intorno) o buttarsi tra e braccia di lei, ma riuscì solo a sorridere ebetamente.

Ok. Allora... a-ehm, ci vediamo, eh?”

Certamente! Arrivederci Percy!”

Arrivederci Penelope!”

Percy girò i tacchi e corse fuori, in cerca di uno spazio per sfogare la sua felicità e completamente ignaro del sorriso ebete stampato sulle labbra di Penelope Light.

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA: ebbene sì, è passata l'una di sabato sera e all'insaputa dei miei sto a pubblicare! Ma fatemi dire una cosa, e stavolta sono davvero convinta: questo è un capitolo che amo: l'ho scritto di getto, mi soddisfa in tutto e ho dovuto fare solo un paio di correzioni minime. L'unico dubbio è che forse i dialoghi con tutta questa indecisione risultano un po' esasperanti, non so, ditemelo voi (ma sul serio, recensite, perchè tanto lo so che esistete voi che seguite la storia!).

Stavolta vi voglio fare una piccola “anticipazione”: il quarto capitolo sarà diviso in due parti (e indovinate un po' perchè... MMMMMAH!) e sarà quello con più “teen drama” di tutti... non so nemmeno se esiste la parola teen drama, però si addice molto =) penso che il prossimo lo metterò prima di una settimana, proprio per non farvi perdere il filo, perciò aspetto a farvi gli auguri di natale ^.^

Alles Liebe!!!

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Capitolo 4
*** Fred e George ***


Fred restò per un bel pugno di secondi a bocca spalancata, immobilizzato dalla meraviglia, ma per sua fortuna nessuno se ne rese conto; nemmeno il suo fratello gemello George (che ancora non era sceso in sala comune) se ne sarebbe accorto se fosse stato di fianco a lui. Nessulo lo avrebbe creduto un mollaccione sdolcinato: il primo segnale che la serata del Ballo del Ceppo sarebbe andata alla grande. E comunque, tutti sarrebbero rimasti incantati di fronte a quello che Fred fissava con tutta quella ammirazione: Angelina Johnson, più aggraziata e sorridente del solito, avvolta in un ricco e voluminoso vestito color panna stava scendendo lentamente la scala del dormitorio femminile. Sembrava una principessa, anzi una sposa, con le finissime treccine (Fred andava pazzo per quelle treccine) raccolte da un fermaglio a forma di calla e con dei guanti ricamati che le arrivavano fin sopra al gomito nascondendo la bacchetta, mentre le spalle e la schiena (da ciò che Fred riusciva a vedere) rimanevano completamente scoperte.

A Fred piaceva davvero tanto Angelina. Ed era agitatissimo per il Ballo... Cioè, non che non fossero già amici o che non si trovasse a suo agio con lei, ma averla invitata era tutta un'altra cosa. Come si sarebbe comportato? George continuava a ripetergli di essere se stesso, ma...

Così immerso nei suoi pensieri, sgomitò attraverso la stanza affollata e pervasa da brusii, raggiunse Angelina e le prese la mano per poterla accompagnare nella discesa degli ultimi scalini. Notò che per l'occasione si era addirittura truccata, e considerando che si trattava di Angie, che di femminile aveva dimostrato di avere ben poco a parte il corpo, questo voleva dire tutto.

Entrambi sorridevano, una visibilmente emozionata e l'altro in modo beffardo, poi finalmente Fred trovò qualcosa da dire... solo dopo essersi esibito in un profondo inchino!

Vorrei dirti che sei bellissima, ma...”

Ma?” chiese lei maliziosa

Ma sono un pagliaccio, non un bugiardo, io!”

Ah”

difficile non notare l'ombra di delusione sul viso di lei, e dall'altra parte della stanza Lee Jordan (che era il migliore amico di Fred) si schiaffò teatralmente una mano sulla fronte per farsi notare dal ragazzo, che sembrava non capire di aver praticamente insultato la sua dama.

Ma Fred era tutto tranne che stupido: aveva passato una buona mezz'ora a prepararsi la sua battuta d'esordio; dopo essersi goduto per qualche istante la faccia delusa di lei, riprese:

Infatti! ... Però se vuoi posso dirti che sei stupenda!”

il volto di Angelina era improvvisamente tornato a risplendere della stessa luce di prima, ma con un largo e lusingato sorriso.

Sei sempre il solito, Fred!”

E questo sarebbe un complimento? Me ne aspetto uno al pari di quello che ti ho fatto io!” fece di rimando il ragazzo, fingendosi offeso.

Angelina, allora sul punto di dare una svolta alla conversazione, fu interrotta dall'arrivo di un terzetto che a dir poco stonava in quel mare di coppie quale era divenuta la Sala Comune.

Erano Alicia Spinnett, migliore amica di Angelina, e Katie Bell, alias la sua mancata sorellina minore, accompagnate da un George Weasley in veste di improvvisato playboy: le due ragazze lo avevano preso sottobraccio, e lui sembrava veramente godersi quella situazione da beato tra le donne. L'entrata avrebbe suscitato gelosia e curiosità, in effetti, ma di fatto tutti lì dentro sapevano che i tre ragazzi avevano deciso di partecipare “in amicizia” al Ballo: la prima perchè era appena stata mollata ( il primo che aveva cercato di invitarla... brutta storia davvero, si dice che sia finito dritto in infermeria). Katie invece non aveva alcuna voglia di frequentare qualcuno che non fosse il suo amato capitano di Grifondoro, che però aveva lasciato la scuola un anno prima. Quanto a George... nessuno era riuscito a cavargli di bocca una motivazione che non fosse ironica.

Tornando a noi, appena li vide, Fred alzò l'indice verso di loro, per poi sbracciarsi e poter essere visto e raggiunto. Insieme a Lee, quei cinque formavano un gruppetto molto affiatato.

Che ti dicevo, Angie? Mio fratello è riuscito a legalizzare la bigamia!”

Non illuderti troppo, Fred” fece lei con tono piatto “purtroppo sarai costretto a stare con una sola donna alla volta...”

a questo punto George s'intromise nella conversazione:

Sai, è poco carino da parte tua parlare del vostro matrimonio come se fosse un peso.”

George, non fare l'idiota!” lo riprese Katie ridendo, ma interrotta subito da una Alicia che sembrava doversi rivolgere a una coppia di vecchi sordomuti:

Giusto, sì... ora noi andiamo a spizzicare qualcosa e magari ci vediamo a cena, più tardi, ok?”

Fred ci avrebbe scommesso la sua mazza (quella da battitore) di aver appena intercettato uno scambio furtivo di occhiolini tra le tre ragazze, ma non riuscì a capirne il motivo poiché le sua attenzione fu richiamata da Angelina, che pensierosa domandò:

Non mi hai ancora spiegato perchè non ha voluto invitare... ehm, 'seriamente' una ragazza...”

Mi sembra ovvio: non sapeva decidersi tra le due, no?” scherzò lui: avere la battuta sempre pronta è un vantaggio quando si vuole liquidare un argomento, e a Fred non piaceva affatto l'idea di raccontare in giro i segreti tra lui e George. Nemmeno ad Angelina, per quanto riuscisse ad ammaliarlo.

Che bugiardo!” esclamò lei colpendolo con l'indice sul braccio

Hai ragione, mi dichiaro colpevole, ma sono cose tra fratelli!” si giustificò Fred alzando le spalle. “Allora, hai fame?”

lei non fece in tempo a fare “no” con la testa che lui la condusse, tirandola per un braccio con la foga di chi sta perdendo il treno attraverso il ritratto della Signora Grassa, gridando qualcosa del tipo: “Perfetto, questa gente mi ha rotto. Andiamo a vedere se la tipa di McLuggen si è accorta che gli ho trasfigurato i capelli!”

Forse per l'euforia, forse per la folla che li opprimeva, Fred non si accorse che ad Angelina probabilmente non fregava proprio un bel niente dei capelli di McLuggen.

E quella non fu nemmeno la più grave delle mancanze commesse da Fred durante quella lunghissima serata...

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

NdA ehm... sì. Primo capitolo dedicato ai gemelli. Insomma, dopo l'invito ci voleva l'appuntamento, o sbaglio? Questi sono stati i due capitoli più difficili da scrivere in assoluto, spero solo che la lettura “fili”. Notare il mio OTP del cuore che non ho proprio potuto fare a meno di inserire (olly/katie... non sono tenerissimi?)

Per non perdere il filo, anche se questa è solo una parte per così dire introduttiva e, penso che pubblicherò il prossimo capitolo (decisamente molto più consistente) il 24 (che guarda caso è proprio il giorno del Ballo, eheheh), e poi continuerò con la pubblicazione regolare. Mal che vada vi faccio subito tantissimi, sentitissimi auguri di buone feste, e se vi può interessare oggi (cioè ieri vista l'ora) è il mio compleanno * cheers * e per invogliarvi a continuare la storia, da brava str... vi dirò qual è il FANTASTICO INCREDIBILE MEGAGALATTICO regalo che ho ricevuto solo nelle prossime n.d.a....

 

ancora auguroni, e sentitevi libere di dirmi qualsiasi cosa pensiate di questi racconticini fino ad ora =) 

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Capitolo 5
*** George e Fred ***


Si erano fatte già le dieci; George, Katie e Alicia si erano divertiti come pazzi al Ballo del Ceppo, scatenandosi come peggio potevano. Quando le Sorelle Stravagarie si ritirarono per una pausa, poi, Katie aveva trascinato gli altri due dietro al palco per farsi firmare la propria agenda. Purtroppo, quando ritornarono nella sala la pista da ballo era gremita di coppie che si dondolavano al ritmo di un romantico lento; George provò sì a fare qualche battuta su un paio di ragazzi decisamente troppo scoordinati, ma notò presto che la demoralizzazione cresceva sempre più sui volti delle ragazze, che tra l'altro non volevano smetterla di sospirare e autocommiserarsi. Dopo un'attenta analisi della situazione, dunque, George convenne che la cosa migliore era trascinarle via da quel covo di piccioncini tubanti e sollevare i loro morali con qualche scherzo di primissima qualità.

Fu proprio in quel momento, mentre appendeva delle palline di natale alla gonna di Pansy Parkinson, che si ricordò di un affare che proprio non poteva aspettare; lasciò le due ragazze a malincuore (tra mille scuse e innumerevoli occhiatacce di Alicia) e si ridiresse spedito verso la Sala Grande.

Quando finalmente trovò Fred, grazie al cielo gli passò per la testa di attendere per lo meno che la musica cessasse prima di avvicinarsi a lui e Angelina. Poi si schiarì la voce per interromperli con finezza.

Potrei avere questo ballo, gentilmente?” cominciò con voce profonda

Be'...” Angelina aveva la faccia sollevata di chi stava per perdere le speranze in un intervento divino (in effetti se George le avesse guardato i piedi avrebbe visto i molteplici indizi di continuo pestaggio delle scarpe), ma cercò comunque un qualsiasi segno di consenso da parte di Fred. Prima che potesse dire altro, però, George si schiarì di nuovo la voce

Veramente, Angie cara, è a lui che mi riferisco, non a te!”

Questa era davvero buona, fratello!” osservò Fred battendogli un cinque, piegato in due dalle risate.

Scusa, Angie, sul serio, ci sarebbe una questione urgente, ti dispiace se...”

Tranquillo, andate pure!” rispose lei secca.

Ok. Torno subito!”

E così i gemelli si allontanarono trotterellando in direzione di Ludo Bagman.

 

Mezz'ora di assenza, e George si sentì tirare violentemente il colletto della camicia. Era Alicia, decisamente infuriata. Probabilmente Fred era stato attaccato allo stesso modo, visto che si stava sistemando, imprecando, la cravatta.

Eccovi finalmente, voi due!” sbraitò Alicia. Come facesse ad apparire elegantissima in qualsiasi situazione, George non riusciva proprio a spiegarselo.

Fred, ti conviene filare da Angelina se non vuoi che i tuoi attributi rimpiangano questa serata – Fred corse via senza nemmeno salutarli, peccato andasse per la direzione sbagliata – e tu, George... ho voglia di ballare. Sei ancora il mio mezzo cavaliere, in teoria. Quindi muoviti!”

George ubbidì come un cagnolino. Un po' perchè non sapeva dire di no ad Alicia, un po' perchè quando la rabbia di una ragazza è direttamente proporzionale al costo del suo abito, la scelta migliore è sempre non contraddirla. E che abito, tra l'altro! Blu petrolio, con sottilissime spalline e uno spacco che si intravedeva appena al frusciare della gonna setosa.

Mentre affidava il suo cocktail ad un vassoio, le chiese dove fosse Katie.

Lee è stato scaricato, gli sta facendo un po' di compagnia!”

Povere anime scons...!” sospirò George, ma ricordandosi della situazione analoga di Alicia, evitò di finire la parola. Decise infine che fingere di prendersela con Katie avrebbe evitato un'altra sfuriata.

Quindi quell'infedele ci ha piantati in asso?... vieni, Ali, andiamo a sfogare la nostra indignazione sulla pista da ballo!”

Per sua fortuna, Alicia era troppo occupata a ridere e farsi largo tra la folla per accorgersi che George alzò lo sguardo al cielo in segno di gratitudine. Sì, perchè in cuor suo, George era profondamente grato alla ex-dama di Lee e allo spirto caritatevole di Katie Bell.

Sai, credo che tutta questa seta...”

Raso, è finissimo raso importato”

(la conversazione dei due, tra una giravolta e un magistrale casquet, era finita sull'abito di Alicia) George sospirò dopo l'interruzione di lei.

Comunque sia, credo che tutto questo finissimo raso importato sia sprecato per un semplice amico, no?”

Lei lo fissò torva, cercando, probabilmente le parole per mettere in chiaro le cose fin da subito: era palese che la frase di George aveva un senso molto preciso.

La voce di lei fu però di gran lunga più calma e pacata di quanto George non si aspettasse.

George, qualsiasi cosa stai cercando di dirmi, ti ho già spiegato che è un momento difficile e non voglio vedermi con nessuno, giusto?”

Certo” mormorò lui nascondendo l'amarezza in un ghigno oggettivamente credibile “stavo solo cercando di capire quanto devi essere ricca per permetterti questa meraviglia, ma temo di non saper contare abbastanza...”

risero. Per un pelo!

Alla fine della musica, esausti, si sedettero ai lati della pista. Fu Alicia a rompere il silenzio, assorta. A George però parve un tono fin troppo pensieroso per non essere finto.

Dimmi, George... perchè non hai invitato tu Angelina?”

Cosa?” replicò sorpreso. Come le era saltato in mente?

Avanti, lo sai che ti muore dietro, e tu pure... è solo che Fred si è fatto avanti prima! Voglio dire... voi siete gemelli!”

Grazie per avermelo fatto notare!”

Come vuoi, continua a fare il sarcastico. Ma quando la gelosia ti prenderà, non venire a piangere da me!”

George per la primissima volta in vita sua si sentì arrossire. Alicia proprio non voleva capirla, eh? Ci avrebbe pensato lui, allora, una volta per tutte.

Credimi, Ali, se fosse vero, se mi piacesse Angelina, Fred non glielo avrebbe mai chiesto. Si chiama lealtà tra fratelli. E comunque – una lunga pausa accompagnò il cambiamento improvviso di tono – mi piace un'altra”

E perchè non l'hai invitata? Io e Katie potevamo resistere senza di te, sai?”

Uffa, dov'è la battuta sempre pronta quando serve? Si chiese George.

Alicia cercò di spingerlo a un qualsiasi tipo di confessione (o meglio, voleva esasperarlo fino a che lui non si fosse arreso)

Insomma, avremmo trovato un sostituto al tuo supporto morale, sai?”

A proposito!” esclamò George, illuminato, facendola sobbalzare “credo che Katie e Lee non si faranno vedere per un bel po', quindi, che ne dici di una bella passeggiata al chiar di Luna?”

Mi bruciano i piedi!”

Avanti” fece lui misterioso “se vieni con me, ti dico chi mi piace!”

 

 

Poco più tardi, nella propria stanza, George si distese esausto sul letto, il viso cupo e leggermente più livido sulla guancia destra

Fred... mi sono dichiarato ad Ali!”

Fantastico” si congratulò Fred “...a dire la verità avevo già capito tutto dalla tua faccia allegra, ma volevo che ne parlassi prima tu” ironizzò. Poi tornò (se mai in vita lo era stato) serio. “cos'è successo?”

Eh, io mi sono dichiarato, ma non è che lei l'abbia presa troppo bene!”

Mi spiace, fratello. E che ti ha detto?”

Bah, a quanto pare, sono un senza palle perchè non ho avuto il coraggio di invitarla 'non da amici', e sono diventato improvvisamente un insensibile perchè ho approfittato della sua fragilità per questa 'losca messinscena' – qui il sospiro più enfatizzato di tutta la serata – chi la capisce, quella donna...”

Fred si accasciò sul letto di fianco a lui con la grazia che ci si aspetterebbe da un bolide.

Credo che sia un problema di tutte, non solo Alicia.”

Vuoi dire che è successo qualcosa con Angie?”

Beh, si è un po' arrabbiata perchè non sono stato abbastanza romantico. Ma dico!”

Cosa abbiamo fatto di male, mi chiedo!”

Fred si alzò di scatto sui gomiti

Tu non lo so, ma io non mi sono meritato proprio un bel niente!”

George rimase un bel po' a rimuginare su quelle parole senza capirne il senso.

Mi arrendo, non ho afferrato!”

Fred fece l'indifferente.

Mi sono fatto perdonare. Ti dico solo due parole: 'Luna' e 'vischio'!”

Tutta fortuna... Però potrei provare anch'io, che ne pensi...?”

Temo che dovrai essere più originale, George: se Alicia scoprisse che mi hai copiato (e lo scoprirà) sarebbe davvero la fine. E non è che ora tu stia messo tanto bene!”

concluse Fred con una fraterna pacca sulla spalla.

 

 

 

 

 

NdA: no, questo capitolo non mi convince abbastanza, non so se per la forma o per la trama, visto che a me questi intrecci non mi piacciono mai troppo, comunque...

preciso se a qualcuno dovesse essere sfuggito di mente, che i gemelli si sono assentati per il famoso affare con Ludo Bagman, ma questi sono dettagli! Se avete qualcosa da aggiungere/correggere/dire fatemelo sapere, ok? Se non ho fatto male i conti ci dovremmo sentire verso l'ultimo dell'anno, perciò....

Passate un Buon Natale, che ce lo meritiamo tutti =)

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Capitolo 6
*** Charlie ***


Charlie aveva commesso un grosso errore, e come dopo ogni grosso errore che avesse mai commesso, decise di cercare una soluzione in sella alla sua vecchia Comet.

Ignorò la fitta nebbia e il buio di quella maledettissima sera e volò parecchi metri sopra gli anelli metallici. L'aveva fatta davvero grossa, stavolta. E come biasimare Ninfadora? Nessuno vorrebbe vedere il proprio amato partire e rischiare la vita in Romania per allevare degli insulsi lucertoloni squamosi. E per di più le aveva raccontato i suoi piani per il futuro proprio il giorno di San Valentino. Sciocco idiota demente, della più meschina razza di insensibile!

Per quanto vagasse in tondo, non riusciva a vedere un modo per scusarsi, così come non riusciva a vedere niente che fosse a più di una spanna dal suo naso infreddolito. Poteva andare peggio?

D'un tratto (saranno state le otto di sera), la nebbia cominciò a diradarsi, lasciando spazio a grossi nuvoloni grigi. “Sì” pensò Charlie “può andare peggio”. E in effetti poco dopo un fenomenale acquazzone lo costrinse ad abbassarsi di quota. Però Charlie non sapeva ancora come rimediare, perciò si strinse nel mantello e proseguì nei suoi giri infiniti attorno alle tribune, tenacemente aggrappato al manico di scopa.

Per puro caso, l'occhio di Charlie scovò una macchiolina nera che si stava dirigendo verso il campo di Quidditch, e subito inclinò il suo vecchio manico di scopa per raggiungerla; qualcuno lo stava chiamando

Stupito, si accorse che era Ninfadora a gridare a squarciagola il suo nome. Fu come sentire il proprio cuore ritornare finalmente a battere dopo essere rimasto a lungo soffocato: era venuta apposta, sotto il temporale, a cercare lui!

Charlie!” esclamò preoccupata non appena le si parò davanti “Cosa pensavi di fare? Ti stanno cercando tutti!”

Ah, ma davvero?”

fece lui, ironico: chi avrebbe sprecato un bellissimo San Valentino a cercarlo per il castello quando avrebbe potuto passare la serata più romantica dell'anno a sfinirsi di coccole (o a deprimersi per il proprio amore non corrisposto)?

Poche storie: rischiavi di fare una brutta fine!”

Il freddo stava divorando Charlie, che si sentiva i capelli fin troppo lunghi appiccicarsi fastidiosamente sul viso. Ma, arrabbiata o meno, se la sua Ninfadora era a portata di sussurro Charlie si sentiva inevitabilmente a casa, come un pianeta che ruota attorno al Sole: più le era vicino più sentiva quel dolce, intenso calore bruciargli pelle e membra. Ninfadora era il suo Sole. La sua stella. Fu allora che gli venne una brillante quanto malsana idea.

Tonks, vieni con me!”

Cosa... dove?”

Niente domande, monta!”

replicò spiccio. Se la cavava piuttosto bene con gli incantesimi d'effetto, perciò il suo piano sarebbe riuscito alla perfezione, o almeno così sperava.

Quando lei salì infine sulla sua scopa, affondando le dita nel mantello di Charlie, egli partì in quarta verso la parte opposta rispetto al castello.

Pensavo stessimo tornando dentro!”

Non ho detto che lo avrei fatto.”

Charlie, dove diavolo pensi di andare? E poi... perchè stiamo salendo così in alto?”

la voce di Ninfadora si era fatta più squillante e terrorizzata

Aspetta e vedrai. Non ti sto rapendo, tranquilla!”

Questo dipende dai punti di vista!”

la discussione fu interrotta quando Charlie frenò sinuosamente affiancandosi a uno degli anelli più alti. Si issò senza la minima fatica sulla superficie fredda e bagnata, tenendo Ninfadora ben stretta a sé.

Ninfadora, dal canto suo, continuò a guardarsi intorno, cercando di trovare una spiegazione lontanamente logica, ma ovunque non vedeva altro che buio e gocce che sfrecciavano verso il suolo. L'alternativa era la bella faccia compiaciuta di Charlie.

Sei incredibile, Charles!” esclamò, irritata

Lo so. E sono anche molto stronzo. Però sono un molto stronzo dispiaciuto!”

Dicendo ciò, vide il volto di lei rabbuiarsi: doveva aver ricordato ancora meglio il motivo per cui avevano litigato quel pomeriggio dopo pranzo.

Charlie cercò di non pensarci, puntò la bacchetta in un punto indistinto del cielo, attraverso la pioggia che continuava a scrosciare, e dopo pochi istanti il volto triste di Ninfadora svanì, proprio come facevano le nuvolette dei loro respiri, per lasciare il posto ad un'espressione di sorpresa: era come se miliardi di stelle stessero salutando quei ragazzi, solo che non erano stelle, bensì infinite, minuscole luci tremolanti tanto potenti da trapassare anche lo spesso strato di acqua, nebbia e oscurità. Tremolanti come candele, si avvicinarono e formarono un fedelissimo ritratto della ragazza.

Charlie lo trovava uno spettacolo incantevole. No, non quel magnifico effetto scenografico magistralmente realizzato da lui stesso, ma la reazione che aveva suscitato in Ninfadora, ammutolita:

i suoi occhi erano lucidi, anche se la pioggia rendeva difficile capire se stesse piangendo oppure no. Charlie l'aveva sempre trovata bellissima, qualunque forma assumesse il suo corpo. Finalmente lei si girò verso di lui, sorprendendolo nel suo stato di contemplazione.

Charlie...” le parole vennero fuori flebili ed emozionate “è bellissimo!”.

Sono contento che ti sia piaciuta la sorpresa. Volevo solo... chiederti scusa, ecco.” Anche lui aveva gli occhi lucidi, sinceri. E lei doveva averlo notato, perchè l'unica cosa a frenare la passione del bacio che seguì fu la paura di sbilanciarsi e cadere. Anche se quella, pensò Charlie, non sarebbe stata una fine poi così terribile.

Charlie...” mugugnò ad un tratto Ninfadora, il volto infossato tra la spalla e il collo di lui “cosa facciamo ora?”

Non so. Potremmo... Evitare di pensare agli ultimi avvenimenti e fare la pace. Mi dispiace, Dora, non avrei dovuto ferirti così.”

Sono d'accordo, non parliamone più... Però... forse è meglio fare pace al chiuso, eh? Tra qualche giorno hai la partita, non vorrai mica che il Capitano si prenda un raffreddore!”Charlie sorrise scostandole una ciocca dagli occhi: interrompere così bruscamente i momenti migliori era proprio nel DNA di Tonks. Charlie comunque si era scordato del freddo e dell'acqua, semplicemente standole vicino. Si rese conto che negli ultimi minuti si era sentito più a suo agio di quando passava le serate avvolto in una coperta nella Sala Comune di Grifondoro.

Però non ho voglia di incontrare tutte quelle coppiette per i corridoi. Andiamo in un posto più... appartato.”

Ninfadora ridacchiò

D'accordo. La rimessa delle scope andrà benissimo allora!”

 

 

 

 

 

nda. Dunque, ci siamo lasciati la sera della vigilia con il ballo del ceppo e George che deve trovare un modo per conquistare Alicia e come se non bastasse la fa arrabbiare; qui invece troviamo Charlie e Tonks che per continuità faranno pace...

questo pairing mi piace, ma fino a un certo punto (leggi: fino ai primi anni fuori Hogwarts, perchè poi arriva Remus)... ci avevo anche scritto una ff ma il progetto è fallito miseramente. Ma basta blaterare, spero solo che vi sia piaciuta! ditemi quello che pensate se vi va e buon 2013 a tutti!!!

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Capitolo 7
*** Ron ***


Ginny! Ti prego dimmi che hai visto la sua maglietta!”

Scema, guarda che è lì sopra il baule!”

Hermione e Ginny stavano mettendo a soqquadro il loro dormitorio in cerca dei vestiti giusti da indossare quel pomeriggio, in vista dell'ultima, bramata pausa prima dei M.A.G.O. Ma soprattutto si stavano preparando alll'ultima occasione di vedere i rispettivi ragazzi prima delle vacanze estive.

No, non questa, quella a quadri! Avevo promesso che l'avrei messa. Ma dov'è? Aiutami a cercarla!”

Hermione, calmati, non essere così agitata. Concentrati e pensa a dove l'hai vista l'ultima volta.”

Le due ragazze fecero insieme dei profondi respiri, e subito dopo Hermione si schiaffò una mano sulla fronte coperta dai riccioli.

Ma certo! ACCIO MAGLIETTA!”

Nulla si mosse, a parte la bacchetta di Hermione, e dopo altri venti minuti di ricerche disperate, fu costretta a lasciare il castello senza la maglia che Ron le aveva prestato al loro ultimo incontro.

Quindi le due ragazze arrivarono fino al centro del villaggio, fermandosi davanti ad un vecchio pub dall'insegna sbiadita con l'aria di chi sta aspettando impaziente qualcuno.

E meno male che dovevano essere puntuali!”

Si lamentò Hermione, isterica.

Avanti, lo sai com'è mio fratello, lui nemmeno sa cosa significhi 'puntuale'! Non preoccuparti, arriveranno.”

Infatti, poco dopo, con un sonoro CRACK Ron si materializzò, un po' barcollante, a due metri da loro. Il già scarso equilibrio del ragazzo fu oltretutto messo alla prova da Hermione, che gli saltò al collo appena si accorse della sua presenza. Ron, quasi oppresso dai baci, sorrise: nelle rare volte in cui riuscivano a vedersi, lei aveva sempre mostrato un entusiasmo che lo faceva sentire vivo, amato. La strinse forte ancora per qualche secondo, sollevandola, poi la lasciò e si rivolse alla sorella.

Ciao Ginny. Senti, Harry non è riuscito a venire oggi. Credimi, è proprio dispiaciuto. È che doveva testimoniare a un processo contro...”

Ginny lo interruppe.

I Mangiamorte, vero? Spero non ne siano rimasti molti...”

Ron prese la sorella per le spalle, l'aria affranta. Le iridi chiare si spostavano veloci e circospette, mentre sussurrava.

Già. Ma stavolta è diverso. Si tratta di... Lucius Malfoy!”

Oh!”

Ron lesse lo stupore in faccia alle ragazze. Ora Ginny avrebbe sicuramente compreso.

Ok. Quindi... fa niente, credo che raggiungerò le altre ragazze al parco: hanno organizzato una merenda. Salutami tutti, Ronald. E da' un bacio a Harry da part... be', magari questo no!”

I tre ragazzi scoppiarono a ridere, poi Ginny si rimise sulla strada per il castello, più sconsolata di quanto non sembrasse. Ron adesso era rimasto solo con la donna della sua vita, e avevano davanti un'intera, assolata domenica pomeriggio. Le passò un braccio attorno alle spalle.

Allora piccola, cosa vuoi fare oggi?”

Fammici pensare... Mh, tanto per cominciare, vorrei passare il pomeriggio con un certo Victor Krum, mangiare qualcosa in un ristorante di lusso parigino e se avanza tempo... non so, potremmo salvare il mondo?”

Lo stava prendendo in giro, e in quel momento Ron vide sulle sue labbra un sorriso raggiante come non mai sotto il sole primaverile. Era ovvio che, anche 'stavolta, avrebbero adottato il programma che li aveva sempre accompagnati durante quell'anno scolastico. Un altro rituale che faceva sentire bene Ron durante i loro appuntamenti: ritrovo alle due davanti alla Testa di Porco, poi dritti all'emporio di Zonko, dove Ron avrebbe sbrigato alcune faccende per conto di suo fratello George (includendo un salto all'ufficio postale per le immancabili comunicazioni urgenti). Poi, Hermione avrebbe fatto rifornimento di pergamene e inchiostro da Scrivenshaft. Finite le commissioni, neve o pioggia che fosse, avrebbero risalito la High Street adorabilmente abbracciati fino ad uscire dal villaggio, sul sentiero per la Stramberga Strillante e poi di nuovo indietro per recarsi alla Testa di Porco (decisamente più intima rispetto alla locanda di Madama Piediburro) e poter così finire di raccontare ogni singolo dettaglio delle loro vite.

In quei momenti la felicità era così grande che Ron si sentiva libero dalla pesante lontananza che aveva condizionato il loro rapporto negli ultimi mesi. È vero, non era una situazione definitiva, anzi sarebbe finita solo poche settimane più tardi, ma più Ron cercava di pensare positivo (autocovincendosi che il tempo in realtà scorreva più veloce di come gli sembrava), più si rendeva conto che non era l'attesa per il futuro ad angosciarlo quanto il rimpianto per tutte le giornate come quella che non avrebbe mai recuperato. Strinse ancor di più Hermione tra le sue braccia mentre entravano nella locanda. Due coppe al cioccolato, una sola con sopra la panna montata. Come sempre.

Ronald Weasley, se ti piace così tanto la panna potresti chiederla, anziché rubarla dal mio gelato!”

Lo sgridò affettuosamente Hermione quando lui allungò il cucchiaino al di là del tavolo. Ron amava quel tono fintamente offeso, faceva parte di Hermione. E Ron amava Hermione.

Non c'è più gusto senza rubartela! A proposito, ti ho detto che adoro il tuo regalo di compleanno?”

Certo, me lo hai scritto settimana scorsa, ma... Hey! Stai forse cercando di cambiare argomento? Non mi corromperai così facilmente!”

Risero di nuovo, mentre Ron le rubava un altra cucchiaiata di panna. Poi Ron si rabbuiò all'improvviso.

Credi che Ginny sia ferita, per il fatto che Harry non è qui?”

Ho paura di sì. Ma di certo capirà. Comunque, ha tutto il diritto di essere arrabbiata con il mondo; sapessi quanto ha aspettato questo fine settimana...”

Ci fu una pausa, e i loro occhi si incrociarono per l'ennesimo attimo di silenzio talmente profondo da dire tutto. Questo diceva “Anch'io ho aspettato tantissimo. Mi sei mancato un mondo”.

Hermione arrossì. Era strano come dopo tutti quei mesi insieme affrontassero ancora così timidamente quei preziosi, intensi attimi. D'un tratto, poi, sembrò ricordarsi qualcosa.

Oh, Ronald, mi dispiace tantissimo!”

Per cosa?”

Be', la maglietta che mi hai prestato, a quadri. Credo d averla persa... sono così desolata!”

Ron scoppiò a ridere, sbottonando il maglioncino con una certa difficoltà e scoprendo così una fantasia a quadri beige.

Intendi... questa? Non chiedermi come, ma credo che tu l'abbia usata per imballare il tuo 'fragilissimo' regalo di compleanno!”

Oh, Ronald!”

Però anche tu stai cambiando argomento!”

Cosa?”

Mi stavi dicendo di quanto ti sono mancato.... Be', anche tu mi sei mancata un mondo!”

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

N.d.A: Lo so, sono in ritardo, mi spiace davvero ma ho avuto davvero tanto da fare! no, Ron non ha imparato l'occlumanzia e se Herm vi sembra troppo oca non siete le sole... eh, l'amour! Questo sarebbe sia il capitolo dedicato alla distanza (captain obvious!) che alla “routine”, non so come altro chiamarla... anche se non ho ancora capito se forse non è una cosa poi troppo buona in un rapporto... voi che ne dite? Comunque il prossimo è l'ultimo e sarà decisamente molto meno leggero, e ovviamente coinvolgerà Molly e l'Arturo =) adieu!

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Capitolo 8
*** Arthur ***


Molly, allora sei qui!”

Una forte folata di vento fece svolazzare la frangetta rossa di Arthur, ansimante nonostante fosse ormai abituato a salire centinaia di gradini. Perchè quella volta aveva corso, e anche tanto, per trovare Molly.

Ciao, Arthur. Come hai fatto a... oh, non importa.” mormorò la ragazza, sovrappensiero, continuando a fissare il paesaggio oltre la ringhiera della torre d'astronomia. Era molto bella: gli occhi scuri, profondi ed espressivi, le guance paffute e il nasino all'insù, le labbra sottili... e poi quei boccoli rossi e perfetti; Arthur aveva sempre pensato che esprimessero tutta la vitalità e l'energia di Molly. Si avvicinò di più, certo che non l'avrebbe respinto anche se, se fosse stata in vena di chiacchiere, non si sarebbe nascosta lì.

Novità da casa?” lo sapeva, era difficile per Molly parlare dei fratelli maggiori, ma aveva la sensazione che fossero proprio loro la causa di quella tristezza.

Fabian e Gideon Prewett lavoravano entrambi per il Ministero in un corpo speciale. Fino a quel momento i loro compiti non erano mai stati impegnativi, ma negli ultimi tempi erano stati mandati in luoghi sempre più lontani, e Molly soffriva per questo: sebbene la sua famiglia fosse povera, le era sempre bastato il calore del focolare e dei ricordi. Ma ora che sarebbe potuto mancarle anche quello...

Mi è arrivata una lettera stamattina. Da Fabian. Dice che si trova in una qualche foresta di non-so-dove, per un compito che non mi può rivelare, e sta benissimo. Con la sentita raccomandazione di non provare a rintracciarlo per nesun motivo.”

Hai detto 'si trova'? Pensavo che Gideon fosse con lui!”

Certo, fino a pochi giorni fa. A quanto pare il Ministero non ha ritenuto più prudente farli viaggiare insieme. Arthur, pensi che sia per via di quelle cose... brutte?” l'ultima frase risultò un sussurro involontario nonchè inutile: nessuno avrebbe potuto sentirli, lì dov'erano. Forse quel sussurro era generato dallo spavento.

Arthur le prese la mano non proprio sottile tra le sue. Notò che era gelata, nonostante la temperatura estiva. E tremava.

Non lo so, Molly. Finchè staremo qui a scuola, nessuno ci dirà veramente cosa succede là fuori; né il Profeta né la radio parlano di... beh. Ma ti prometto, Molly, che non devi preoccuparti inutilmente, perchè loro stanno bene. Ok?”

Arthur non era troppo sicuro di quello che stava dicendo, ma era abbastanza chiaro anche per chi era chiuso a Hogwarts che ultimamente qualcosa di molto strano e segreto stava preoccupando il Ministero. E probabilmente era la stessa ragione per cui Gideon e Fabian erano stati spediti chissà dove. Naturalmente non avrebbe mai trovato il coraggio per dire a Molly quello che pensava a proposito, perciò si limitò a rassicurarla rimanendo sul vago.

Non promettere cose che non puoi mantenere, Arthur. È un vizio che conosco troppo bene.” dichiarò Molly con un sorriso amaro. Non stava più guardando il panorama, ora, ma fissava Arthur e aveva sottratto la mano dalle sue lasciandola cadere sulle pieghe della gonna.

Ti riferisci a quella volta che ti promisi una piuma che non potevo permettermi o a quando mi chiedesti di saltare la finale di Quidditch per festeggiare il tuo compleanno?”

Per sua fortuna, il già scarso umorismo di Molly non sembrava essersi spento proprio in quel momento, poiché gli concesse un breve, timido scambio di sorrisi.

Eppure sembra che sia tutto così tranquillo, visto da qui... guarda che belle montagne, Arthur... - si riferiva di certo ai pendii che sovrastavano il Lago Nero, così nitidi e azzurri in quel pomeriggio assolato - sembra che nulla possa turbare quella pace, eppure... forse lassù qualcuno sta piangendo, o... combattendo, o...”

Molly!” Arthur bloccò il pensiero di lei sul nascere: sapeva dove stava andando a parare e no, non le avrebbe mai permesso di farsi del male da sola pronunciando delle parole orribili.

La strinse a sé accarezzandole i capelli con un movimento ripetitivo, come se cullasse un bambino per placarne il pianto. Con Molly era sempre stato così: lei fin troppo attiva, impulsiva, e lui che riusciva sempre a tranquillizzarla con la sua calma e i toni pacati.

Molly, non pensarci. Andrà tutto bene, e anche se non posso prometterlo... be', lo sento.”

Sai, forse ai ragione”

Su cosa?”

Finchè stiamo qui non sapremo mai la verità. Voglio scappare, Arthur, e andare a cercarli!”

Arthur scoppiò a ridere, ma lei ne rimase un po' offesa e rispose secca “Non stavo scherzando, Weasley! I miei fratelli sono là da qualche parte, e io voglio poterli rivedere...”

Non sarà facile trovarli” riflettè lui

...dovessi impiegarci mesi, o anni!”

Non sarà facile comunque.”
“Perchè?” (un'altra sonora risata di Arthur)

Perchè non ti lascerei mai e poi mai scappare da sola, Molly. Lo sai quanto ti amo!” per quanto smosso dalle risate, la sua voce era autentica, sincera.

Vieni con me allora.” Molly alzò le spalle. Fosse la conclusione più naturale del mondo. Lui la prese sul serio, però, e all'improvviso si inginocchiò di fronte a lei stringendole di nuovo le mani. “Molly Prewett, ti voglio fare una promessa che posso e voglio mantenere a qualsiasi costo. Ti giuro, Molly, che qualunque sia la tua destinazione io ti seguirò, andassi sulla Luna. E un giorno ti sposerò, puoi starne certa, e continuerò ad amarti indipendentemente da qualsiasi cosa tu faccia. E se verrà la sciagura peggiore di tutte, allora fuggirò con te per dare ai nostri figli un'esistenza serena, e la nostra casa sarà calda e felice sempre. Sentiti libera di scegliere, ma io ci sarò comunque.”

Molly lo fissò basita ed estasiata per molti minuti, commossa da quella dichiarazione. Non disse niente, nessuna risposta, ma si inginocchiò a sua volta con un leggero tonfo e si gettò tra le braccia di lui senza poter resistere all'impulso di baciarlo.

 

amori
mille miliardi nell' universo
mille miliardi di stelle e di dolori
adesso che ancor prima di trovarti
forse ti ho gia' perso

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

n.d.a. TADAAAAAAN!!!!! eccoci alla fine. Scommetto che siete strafelici che la mia tortura sia terminata!. Forse qui devo qualche spiegazioncina in più sulla storia in generale però... dunque; con Ginny abbiamo visto la fase “ossessionata”, con Bill abbiamo conosciuto la dolce metà, Percy è riuscito ad invitarla e I gemelli ci hanno fatto vedere il primo appuntamento/rifiuto; con Charlie c'è stata la prima crisi di coppia ma anche una riappacificazione, mentre Ron sta vivendo con filosofia l'ostacolo della lontananza e il suo “prossimo lieto fine”... ma l'amore significa anche sopravvivere alla dura realtà, vedi Guerra magica, e qui entrano in gioco loro:la coppia migliore non possono essre che Arthut e Molly, visto che “il loro amore è resistito a due guerre e sette figli”...

questo era un po' il filo che ha ispirato la storia, e spero veramente che sia riuscita a farlo arrivare....

altro appunto: I versi finali sono della canzone di Baglioni che ha “ispirato” la raccolta che ripeto, è stata scritta per il “riproduzione casuale” contest...

ditemi quello che pensate della storia, ci tengo!

Bene, vi ringrazio infinitivamente per chi ha letto, seguito, amato, recensito questa storia. È importante sapere di non scrivere per i muri! Alla prossima e...

 

PEACE!!!

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