Senza di te

di Carrie_brennan
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incroci ***
Capitolo 2: *** Restare a galla ***
Capitolo 3: *** 12 ***



Capitolo 1
*** Incroci ***


Benvenuti!
Questa storia si colloca durante il quarto anno, Kurt non è andato alla Dalton nel terzo anno ma ora, e si parte da un what if che scoprirete in questo capitolo :) il secondo capitolo avrà uno stile leggermente diverso dal primo, perciò...vi consiglio di leggere entrambi per vedere se vi piace :D
1.INCROCI

"Avanti Hummel, vai a dare un'occhiata agli usignoli...che nome...bah!"
 
Puck esortò "amichevolmente" Kurt ad uscire dalla stanza, esasperato dalle proposte, per lui incomprensibili, dell'amico per la loro performance. Era stata una settimana difficile, e quella sottospecie di gara ragazzi contro ragazze aveva solo messo altra benzina sul fuoco per Kurt. Un'ennesima occasione per ricordargli quanto si sentisse fuori posto, quanto si sentisse diverso.

Accettò riluttante l'incarico, e ben consapevole di non dover mettere ulteriormente a rischio la sua incolumità in mezzo a quegli “zotici” dei suoi amici.

Spiare gli usignoli! che mossa intelligente! Raggiunse Westerville, ritrovandosi proiettato in una sorta di dimensione parallela, fatta di edifici lussuosi e tizi in completo. Rimase affascinato dall'eleganza e sontuosità degli arredi, e...


ma erano affreschi quelli sul soffitto?

Scrollò la testa nel tentativo di risvegliarsi da quel sogno ad occhi aperti e si mosse,incuriosito dal grande movimento festoso in cui si ritrovò, lungo una grande scalinatamarmorea, ricurva, che dava su un bel saloncentrale, arricchito da arazzi e tendaggi barocchi. Sforzandosi di ricordare il motivo della sua missione, sebbene non vi credesse nemmeno lui, si strinse maggiormente la tracolla al petto e allungò una mano verso la spalla del ragazzo che lo precedeva nella rumorosa discesa, cercando di attirare la sua attenzione.

Il ragazzo si voltò, rendendo più visibili i suoi ciuffi biondissimi e i lineamenti delicati.

"Scusami..cosa sta succedendo?"

L'altro gli sorrise, divertito

"Beh gli usignoli stanno improvvisando una performance nell'aula magna" rispose entusiasta

"Oh....è c'è tutta questa agitazione?" chiese allora Kurt, perplesso

"Scherzi?Gli usignoli sono delle rock star!"rispose euforico il biondino

"Comunque sono Jeff" continuò, porgendo la mano all'altro ragazzo

"Kurt" rispose lui stringendola e continuando a guardarsi attorno stupito

"Vieni, ti accompagno così puoi sentirli" e con un gesto della mano esortò Kurt a seguirlo. Il ragazzo biondo si fece largo tra la folla di studenti e riuscì a raggiungere l'aula magna, accertandosi di tanto in tanto che l'altro lo seguisse.

Giunto sulla soglia della stanza Kurt si bloccò, guardando meravigliato la sala piena di studenti. Si erano disposti in semicerchio per dare spazio ai membri del glee club, ma Jeff non si fermò tra loro, proseguì andando a raggiungere un gruppo di altri ragazzi, che sembravano parlare tra loro in maniera concitata. Poi, in un perfetta sincronia, ci fu un momento di silenzio, il gruppetto si voltò in modo coordinato e Kurt potè sentire, con sgomento, dei suoni provenire dalle loro labbra.

Stavano cantando la base musicale di teenage dream e Jeff era tra loro!

Kurt sorrise, consapevole che sarebbe stato uno show godibile e inaspettato, ma poi una voce irruppe, iniziando a cantare le parole della canzone. Kurt pur non riuscendo a vedere il solista, era ancora dietro i ragazzi a quanto pare, si sentì stranamente agitato.Quando poi si fece largo tra gli usignoli un ragazzo molto carino, dai capelli neri e gli occhi magnetici, Kurt sentì il respiro accellerare e un presagio di attacco di panico gli cominciò a pulsare nella mente.

Era Blaine Anderson.

Incapace anche solo di muoversi Kurt continuò a seguire con occhi inespressivi l'esibizione, e, proprio quando questa stava per terminare, Blaine incrociò il suo sguardo. Kurt potè cogliere la sua reazione sconcertata dallo spalancarsi degli occhi, quegli occhi,e da come la sua voce iniziò a tremare. Fortunatamente l'esibizione finì subito dopo, e Blaine si voltò alla ricerca di Kurt.

"Kurt!"lo chiamò ad alta voce, cercando di sovrastare gli applausi e le grida dei compagni.

L'altro però, recuperando un briciolo di energia, si voltò guadagnando velocemente l'uscita, e Blaine iniziò a seguirlo facendosi spazio nella confusione, continuando a chiamarlo, allarmato.

Giunto nel corridoio, il respiro affannato, vide che il ragazzo era ormai lontano.

Kurt!” continuò a chiamarlo

Wes proprio in quel momento si affacciò alla porta e colse la preoccupazione negli occhi di Blaine.

"Blaine!che succede?Chi è?" chiese seguendo il suo sguardo.

"E' Kurt!E' Kurt!"gridò Blaine in preda al panico

"Kurt...quel Kurt?"disse Wes sorpreso

"Si...Kurt..il Kurt che è stato massacrato di botte con me, il primo anno di liceo!"

E ormai Blaine piangeva a singhiozzi convulsi.

 

Kurt raggiunse velocemente il suo fuoristrada e si sedette, stremato, sul sedile.

Cercò freneticamente di inserire la chiave nel cruscotto ma si accorse di tremare. Imprecò sottovoce e poggió le mani sul volante, chiudendo istintivamente gli occhi.

"Non è successo niente...e non ti succederà niente per questo, Kurt.... non sverrai.... ne impazzirai..." continuò ripetersi come un mantra. La mano, però, ancora tremava.

Emise un sospiro frustrato e prese il telefono.

"Papà.." disse, riportando alla mente la promessa fatta a se stesso, che non si sarebbe più messo in pericolo, e non avrebbe più fatto soffrire suo padre.

"Scusami..puoi venire a prendermi?" continuò, guardando, senza reale attenzione, l'avvicendarsi delle autovetture sulla strada accanto.

Ascoltò la risposta breve del padre e dopo aver chiuso la chiamata poggiò la testa sulle mani incrociate sul volante.

Sconfitto.

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Capitolo 2
*** Restare a galla ***


Grazie a chi segue questa piccola storia  :) 

2. Restare a galla

 

 

 

Sconfitto”.

 

Kurt impiegò diverso tempo prima di apporre quell'ultimo, pesante, punto finale.

Fu come se schiacciare quel tasto potesse rendere reale il concetto stesso della parola a cui succedeva. Aveva davvero chiaro in testa e nelle ossa la sensazione che aveva provato quando si era abbandonato sullo sterzo della sua auto. L'ansia l'aveva assalito, come ormai non accadeva da tempo, però la saggezza dell'esperienza l'aveva aiutato a contenerla e si era abbandonato, evitando di contrastare quel fiume in piena per non incorrere nell'effetto contrario.

E poi aveva scritto.

E quasi subito dopo. Si sentiva molto orgoglioso di questo. Sapeva di non essere uno scrittore, ne era interessato ad esserlo. Per lui scrivere era stato il mezzo terapeutico che con maggiore peso lo aveva aiutato a superare il dolore. Scriveva descrivendo quanto gli accadeva, e lo faceva in maniera quasi impersonale, come un osservatore esterno, in una sorta di cronaca giornalistica. E un po' alla volta, sotto le sue dita, le cose sembravano diventare più chiare, meno forti, più leggere, più gestibili.

Chiuse il portatile e lo poggiò alla sua destra, sul piumone caldo sotto cui si era rifugiato. Le persiane erano semichiuse e timidi raggi del sole invernale pomeridiano entravano nella stanza, creando una luce malinconica. Kurt poggiò il capo sul cuscino, portando in su il copriletto a coprirgli quasi tutto il viso, e chiuse gli occhi. Solo un'immagine, danzante, nella mente. Un ragazzo dai capelli composti, lo sguardo color miele e un sorriso luminoso. Sentimenti contrastanti gli tormentarono la mente. Dolore, ma anche curiosità e...emozione?

Blaine.

 

"Ehi Kurt..."

Il viso incerto di Rachel e Mercedes fece capolino dalla porta della stanza di Kurt.

Era ormai sera, e le ragazze guardarono, indecise, il loro amico avvolto nelle coperte. Sembrava profondamente addormentato, tanto che sembrò non reagire alla loro presenza.

"Mi spiace, ma non ci serve niente” disse, invece, con tono annoiato, la voce attutita dalla coperta.

E quello fu il segnale, per le due amiche, di potersi distendere in un sorriso.

"Furfante... non stai dormendo allora" disse Mercedes lanciandosi sul letto e seguita a ruota da una trotterellante Rachel. Sollevarono il lenzuolo a forza e lo costrinsero a farsi vedere in viso.

"Violente!" esclamò Kurt ridendo, cercando a tentoni di recuperare il lenzuolo caldo.

Le due ragazze notarono le profonde occhiaie e il viso smunto del loro amico, gli occhi erano rossi e il riflesso della sofferenza era ancora evidente nel suo sguardo, ma la luce non era del tutto spenta, e questo le fece ben sperare.

Si accoccolarono al suo fianco e socchiusero gli occhi.

"Vuoi parlarne?" disse Rachel

Ci fu un po' di silenzio

"E'...è stato uno shock...mi sono sempre chiesto come sarebbe stato rivederlo... Però, si, ora sto bene, e sono fiero di questo...sono più forte di quanto pensavo" concluse il ragazzo.

"tu sei forte, Kurt" terminò Mercedes, guardandolo negli occhi.

"Lo devo soprattutto a voi" continuò lui, stringendosele un po' di più al petto

"Mi siete state sempre vicino..." proseguì commosso.

"Certo, le dive sono sempre in competizione, ma sono comunque una squadra!" terminò Rachel dandogli un pizzicotto al braccio.

"Sapete una cosa ragazze?" disse ancora Kurt.

Loro lo guardarono incuriosite.

"Voglio stracciarlo alle provinciali!" Mercedes si scambiò con Rachel uno sguardo complice

"E noi ti aiuteremo!" esclamarono insieme, con un ghigno soddisfatto.

 

Kurt si guardò di nuovo allo specchio. Le occhiaie erano state perfettamente neutralizzate dal correttore e, in generale, si lesse sul viso un'aria sana. I capelli erano a posto, anche se gli ci era voluto più tempo del previsto, quando era stressato diventavano indomabili. Accarezzò la giacca che aveva appeso all'anta dell'armadio. Avrebbe tanto voluto indossarla per andare a scuola. Ma la rimise al suo posto. Se la sarebbe concessa solo per le sue uscite di shopping, o quando andava in posti più anonimi. Sospirò e prese il suo giaccone grigio, meno appariscente ma sempre di buon gusto, e si concesse il lusso del foulard nuovo che aveva preso solo la settimana scorsa. I foulard potevano essere nascosti in fretta in caso di necessità. Mise sulla spalla la tracolla con tutti i libri e scese le scale.

"Allora figliolo,sei sicuro?" Burt si era affacciato dalla cucina quando aveva sentito il figlio avvicinarsi.

"Si papà, ho perso tre giorni di scuola, poi diventa troppo da recuperare"rispose Kurt, stanco.

"Solo se ti senti pronto Kurt...lo sai che devi essere sincero con me"rispose il padre guardandolo negli occhi

"Sto bene papà...non ho avuto attacchi, ma, comunque, ho chiamato ugualmente il dottore per un controllo, ho appuntamento venerdì...e poi..ho...scritto.." disse abbassando lo sguardo.

Burt annuì, visibilmente sollevato.

"Ok,ok, Kurt. Mi fido di te. Ci vediamo a pranzo,va bene?"

Il ragazzo annuì scambiando un sorriso con il suo papà. Poi prese le chiavi e guadagnò velocemente la porta, raggiungendo Finn, a cui Burt aveva chiesto di accompagnarlo.

 

La mattinata passò in fretta, e il pomeriggio Kurt si ritrovò davanti la porta del Glee. Si guardò furtivamente intorno ed entrò.

"Kurt!Bentornato!" il professor Shuester, nel suo immancabile gilet, accolse calorosamente il ragazzo, invitandolo a sedersi insieme agli altri.Lui annuì senza troppa convinzione e guadagnò il suo posto accanto a Mercedes.

"Allora, dobbiamo decisamente definire la scaletta, mancano due settimane alle provinciali!"

"Prof io avrei una canzone da proporre alle provinciali" disse allora Kurt, sciogliendosi il foulard dal collo..

"D'accordo Kurt...facci sentire di cosa si tratta" rispose entusiasta l'insegnante.

Il ragazzo si alzò e scambio uno sguardo con Mercedes, che sorrise rassicurante. Gli altri sembravano incuriositi. Kurt aveva una splendida voce, ed era molto bravo, ma accadeva abbastanza di rado che si proponesse spontaneamente per un assolo, sebbene più di qualcuno avesse notato il suo sguardo bruciante quando non gli veniva proposto il ruolo principale, o davanti l'ennesima esibizione della zelante Rachel.

La base iniziò e con stupore Tina e Sam mimarono con le labbra "I have nothing", il titolo della canzone di Witney.Houston che Kurt aveva scelto. E fu sbalorditivo. Artie chiuse gli occhi gustandosi l'esibizione e Brittany e Santana si strinsero la mano con affetto.

Quando terminò ci volle qualche istante prima che la magia svanisse. I ragazzi applaudirono entusiasti e Kurt sorrise compiaciuto.

"Kurt...complimenti davvero! Sei stato fantastico!" Will sembrò molto entusiasta della sua esibizione

"però sai bene che è un pezzo interamente da solista..."

"Si... io ho pensato che questa volta potevo cantare io la ballade..." disse, cercando di non guardare gli altri ""...ci terrei molto" continuò, e subito si animò un brusio tra i ragazzi del coro.

"Ehi zuccherino, hai dimenticato che qui non funzionano in questo modo? Non è la lampada di Aladino "chiedi e ti sarà dato"” disse sarcastica Santana.

"Anche a me piacerebbe cantare un assolo" disse Tina, incrociando le braccia al petto.

"Ragazzi calma!" fece Shuester, agitando le mani.

"Secondo me è un idea geniale!" intervenne Rachel.

Tutti si voltarono stupefatti verso la ragazza mora.

"Si...ci pensi mr Shue... Kurt ha una voce davvero particolare, è così rara, gli usignoli sono tutti maschi ma nessuno di loro può eguagliare Kurt... ci distingueremmo da tutti gli altri... possiamo giocare sul fattore sorpresa!"

"Fammi capire...tu stai dicendo che un altro del gruppo può cantare l'assolo? Quello per cui ammazzeresti qualcuno?" ribadì Quinn dando voce alle perplessità di tutti.

"Io sto dicendo che voglio vincere...e se questo significa che Kurt canterà l'assolo, ben venga. Tanto io canterò quasi tutto il brano finale"

"Ah ecco...mi sembrava strano" disse Mercedes, stando al gioco.

"Io sono d'accordo con Rachel" intervenne, poi la ragazza di colore.

"Ma cos'è oggi, vi hanno messo qualche erba nel caffè?" sbottò Santana alzandosi in piedi.

"Lord Tobbington deve aver ripreso a spacciare l'erba gatta" disse pensierosa Brittany

"Ok...ok... riepiloghiamo...per gli altri ragazzi va bene?"

Artie e Mike annuirono convinti, Sam sollevò le spalle con noncuranza.

"Ok...direi che tra “Born this way” dell'inizio e il tuo assolo, queste provinciali saranno molto impegnative per te Kurt, ma abbiamo fiducia in te"

Kurt si alzò in piedi saltellando.

"Grazie ragazzi, farò del mio meglio"

 

"Cosa hai intenzione di fare B.?"

Blaine lesse velocemente il bigliettino appena atterrato sul suo banco. Ovviamente era di Wes, che cercava, in modo piuttosto ridicolo, pensò Blaine, di nascondersi dietro il libro di storia, agli occhi del prof, nel banco dietro il suo.

Il professore stava interrogando Joey e Rick, e il resto della classe si stava discretamente facendo gli affari propri.

"Non lo so... ma non posso far finta che non sia successo niente" gli rispose velocemente, ripiegando il bigliettino e allungandolo verso l'amico.

Voleva rivederlo, voleva rivedere Kurt.

E'vero, pensò, quando si erano rivisti, Kurt era sorpreso ed era scappato, ma non doveva per forza signifcare che lo odiava, no? Blaine scarabocchiò sul quaderno che aveva davanti a se una lettera molto simile ad una kappa e sospirò.
"Speriamo".

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Capitolo 3
*** 12 ***


3. 12

 

Blaine si assicurò che Wes stesse dormendo nel letto poco distante dal suo.

Aveva un respiro profondo e tranquillo e il ragazzo quasi lo invidiò perchè era tanto - non sapeva più da quanto, in realtà - che non dormiva in un modo continuo e riposante, tale da occupare tutta una notte. Ad un certo punto aveva capito che doveva farci l'abitudine, non era mai stato un gran dormiglione, ma si era sentito sempre bene la mattina, pieno di energia e voglia di fare, con un sorriso sul viso con cui avrebbe dato avvio ad una nuova giornata della sua giovane vita.

Il sorriso è importante, Blaine, sorridi e tutto andrà bene...”* gli diceva spesso la madre.

Si chinò sul lavandino del bagno e apri il rubinetto lasciando scorrere l'acqua, passandosene un po' sul volto.

Sollevò lo sguardo allo specchio.

Non aveva un buon colorito, aveva avuto un sonno faticoso, non ricordava cosa stesse sognando, aveva solo addosso una sensazione di angoscia che gli era rimasta sotto pelle.

Sorridi Blaine” si disse, pensando al volto dolce e amorevole della madre, e lo fece, si guardò allo specchio e sorrise, ma poi la sua attenzione fu attirata dal lembo di pelle del fianco, che si intravedeva dalla maglietta appena tirata su. E lo fece di nuovo, sollevò il tessuto fino al petto e le guardò, osservandone il rosa innaturale rispetto alla sua pelle, contando una per una le sue cicatrici.

12.

Erano tante.

Erano ancora troppe.

Dentro facevano male come se un coltello continuasse a riaprirle e a torturarlo.

Rivedere Kurt aveva riacceso alcuni ricordi, col loro carico di dolore, ma nessuna di quelle ferite potevano fare male quanto quella spina che sentiva nel cuore.

L'aveva abbandonato. Aveva abbandonato Kurt quando aveva bisogno di lui. E Blaine sapeva che Kurt lo aveva odiato per questo. Ne era sicuro. E non serviva a niente provare tutto quel dolore e quel rimorso, non era servito a niente la lunga degenza per i traumi che aveva riportato.

Quello rimaneva il dolore più grande. Perchè voleva davvero bene a Kurt. Era il suo migliore amico. Anche alla Dalton aveva degli amici davvero grandi, dei fratelli, ma lui e Kurt... e poi una volta Santana, che era in classe con lui, gli aveva detto che era chiaro anche agli armadietti che Kurt avesse una cotta per lui. Blaine non sapeva se questo fosse vero, ma si era sentito lusingato, e avrebbe indagato. Forse dopo il ballo ne avrebbero potuto parlare.

Quel pensiero lo aveva fatto stare col batticuore per tutti i tre giorni successivi, antecedenti al ballo scolastico, e si accorse di guardare Kurt in modo diverso. Aveva scoperto di amare da morire la sua risata, e come i suoi occhi si accendessero quando gli faceva un complimento per qualcosa che indossava, a come gli piacessero i lunghi pomeriggi con lui al Lima Bean, a parlare di tutto e di niente, a come le loro voci fossero belle insieme, nelle serate passate a cantare sopra alle esibizioni degli attori dei musical. Non sapeva come sarebbe andata, ma l'idea del ballo era diventata assai più piacevole.

Se davvero Kurt provava qualcosa per lui, magari, quando lo avrebbe accompagnato alla porta di casa, lui avrebbe potuto...

Blaine arrossì, e scosse la testa. Anche nella sua stanza della Dalton, anche a 3 anni da quando aveva custodito per la prima volta quei pensieri, la sua reazione era la stessa.

In questo tempo era uscito con qualche ragazzo, niente più che un cinema, o una cena, un pomeriggio al six flags...ma mai, mai aveva provato quel batticuore. Tornò a sedersi sul letto e si asciugò una lacrima. Lo rivoleva così tanto nella sua vita. Ma se Kurt non avesse voluto? Non fosse stato disposto a perdonarlo? Sapeva che ai suoi occhi si era comportato da traditore. Avrebbe accettato le sue spiegazioni? Desiderò che la sua famiglia si fosse trasferita dall'altra parte dell'America, invece che li, a un'ora da Lima. Sarebbe stato più facile cancellare tutti i ricordi, fare finta che quell'anno non ci fosse mai stato.

Rise del suo stesso pensiero, aprendo il cassetto del comodino e tirando fuori quel buffo portachiave a forma di cagnolino, un po' usurato, che stazionava ormai da anni li. Era stato il regalo di Natale di Kurt di quell'anno. Lo guardò con tenerezza e gli fu di nuovo chiaro come quegli anni non fossero stati altro che una semplice attesa per ritrovarsi. Perchè anche se si fosse trasferito in Australia nel frattempo, Blaine prima o poi sarebbe andato a cercare Kurt. Si addormentò con una strana calma ed una nuova determinazione nel cuore. Era pronto. E avrebbe fatto qualcosa, qualsiasi cosa, perchè Kurt gli sorridesse ancora, perchè Kurt sorridesse ancora.

*******************

Non è tenero?”disse Kurt, avvicinandosi il cagnolino dagli occhi grandi al viso, e guardando Blaine con un broncio adorabile

Blaine rise, prendendo tra le mani il portachiavi e accarezzandolo.

Si, è tenero e tu sei matto. E poi io non ti ho ancora fatto il regalo di Natale!” rispose avviandosi insieme a Kurt nel corridoio. La campanella era ormai suonata e finalmente potevano tornare a casa.

Oh, non importa, e poi quella spilla che ho visto l'altro giorno insieme a te, è ancora in vetrina!” rispose Kurt con ironica indifferenza

Ahah... messaggio ricevuto!” rispose Blaine, alzando gli occhi al cielo.

Come mai hai scelto un portachiavi?” chiese poi, mentre cercava di inserire le chiavi dello scooter nell'anello del dono appena ricevuto.

Non lo so...mi era piaciuto perchè ha questi occhioni dolci... e poi così sono sicuro che lo porterai sempre con te”

Blaine sorrise, con tenerezza, un dolce calore sulle guance. Era la prima volta che si sentiva così.

********************

Dai bro, tutto sta a buttarsi!”

Mercedes trascinò per un braccio il suo amico, e Kurt si immaginava già spalmato sul ghiaccio o a provocare una caduta a catena di tutti i poveri ignari pattinatori che lo circondavano tranquilli.

Oh mio dio, ti prego fammi scendere!” urlò vacillando sui pattini

Dai amico ti tengo un po' io” annunciò Finn avvicinandosi per mano con Rachel

No, ormai sono qua, ci devo provare, spero solo di non tornare a casa con la pelle piena di graffi e ammaccature!” esclamò Kurt recuperando un po' di equilibrio

Dai Kurt, non è romantico qua? Pensa a quando verremo la prossima volta, ci saranno anche gli addobbi natalizi!Sarà bellissimo”

Kurt non rispose. È vero era tutto molto romantico, ma senza la persona del cuore diventava semplicemente una cosa triste. È vero aveva dei buoni amici, voleva un bene da morire a Mercedes e a Rachel, e a Finn, aveva un padre che adorava, e Carole era splendida. Ma si sentiva solo. Era normale, no? In fondo era un adolescente come tutti gli altri. Guardò Sam scivolare elegantemente intorno a Mercedes, facendola ridere. Ecco. Voleva quello. Avere sul viso quel sorriso, ricordare cosa si prova. Affannò verso il corrimano che circondava la pista. Con questi pensieri il suo equilibrio avrebbe avuto delle pessime ricadute. Meglio stare in zona di sicurezza. Si avvolse meglio la sciarpa intorno al collo e si staccò dal corrimano. Fece solo in tempo a sentire una voce urlare

Attento!”e poi si ritrovò a terra, dolorante.

Ma che diavolo!” esclamò strofinandosi il sedere

Ehi signorina, che fai non ti reggi in piedi?”

Marvin Page. Perfetto, l'ennesimo gradasso della sua scuola. Kurt si alzò senza proferire parola, aveva imparato che in quei casi era meglio l'indifferenza. Non poteva dare nemmeno colpa alla sfortuna, la probabilità che ci fossero anche i mister simpatia era alta, visto che in quella fascia oraria gli studenti entravano gratis però...

Non dici niente, eh? Bravo...fai bene a startene zitto... e ricordati Hummel.... che ti teniamo d'occhio!”terminò facendo scendere un brivido freddo lungo la schiena del ragazzo.

Kurt tutto bene?” la voce di Finn giunse alle sue orecchie proprio in quell'istante, accanto a lui anche Sam e Mike.

Si, si...” disse velocemente mettendosi meglio in piedi e allontanandosi di qualche passo.

Marvin e il suo amico si misero a ridere e, continuando a guardarlo, si allontanarono. Finn diede loro uno sguardo astioso, prima di riavvicinarsi al fratello.

Mi dispiace Kurt...dio, non so che farei per risparmiarti queste cose!” disse nervoso

lo so Finn, lo so, stai tranquillo. Va tutto bene. E poi questo è l'ultimo anno” rispose Kurt cercando di mettersi sulle labbra un sorriso naturale.

Kurt, se non hai più voglia di restare, io e Mike stiamo andando a casa” gli disse tina, raggiungendoli. Lui annuì e li seguì verso l'uscita della pista. Sulla soglia anche un altro ragazzo aveva visto la scena, e guardò, addolorato, Kurt allontanarsi.

 

 

E' così, Blaine, Kurt ha ancora problemi a scuola, li ho visti, lo hanno spinto a posta, sulla pista di pattinaggio”

Blaine sbattè la mano sul tavolo con stizza.

Ma come è possibile? Dopo quello che è successo! Come possono permettere ancora...”Wes lo guardò con sguardo serio

Blaine... le regole impediscono certi comportamenti ma non è che cambiano la testa delle persone eh...e poi Kurt non vive 24 ore a scuola e sotto gli occhi degli insegnanti”

Che devo fare Wes?Forse potrei andare a trovarlo a scuola, forse accetterebbe di parlarmi...potrei stargli vicino, non farlo sentire solo...io”

Blaine... non voglio scoraggiarti amico, ma è passato tanto tempo e Kurt non sa come sono andate le cose realmente...non so se accetterebbe di parlarti e non voglio vederti soffrire ancora”

Blaine lo guardò con gratitudine.

Forse dovrei aspettare le provinciali, li dovremmo incontrarci per forza...e magari riesco a scambiare qualche parola con lui...” disse infine

Wes annuì “Si...forse è la cosa migliore. Un passo alla volta” concluse dando una pacca sulla spalla dell'amico e lasciando la stanza.

 

Quando Kurt tornò a casa desiderò ardentemente rifugiarsi sotto la doccia calda. Usare il suo bagno schiuma preferito, magari accendere la radio, così da tenere la mente rilassata. Non era successo niente di nuovo, l'ennesimo spintone. Ci era abituato. Ma quel “ti teniamo d'occhio”arrivò alle sue orecchio come la conferma del suo più grande timore. Era da un po' che gli sembrava di percepire come una elettricità nell'aria, quando girava per i corridoi. Gli sguardi di Thomas e Carl, unici sopravvissuti all'espulsione di gruppo degli aggressori, si erano fatti strani e gli sembrava che anche altri lo guardassero diversamente. Forse stava diventando paranoico. Le regole erano chiare, chi avrebbe avuto comportamenti lesivi o di aperta minaccia rischiava l'espulsione, grazie soprattutto alle pressioni fatte da suo padre e dal gruppo di genitori che era riuscito a creare in seguito agli eventi. Erano delle scimmie senza cervello ma non così stupidi da rischiare di perdere l'anno e doversi trasferire.

Prima di andare a dormire avrebbe probabilmente scritto un po', gli piaceva soprattutto inventare di questa fantastica scuola di arti dove faceva muovere alcuni personaggi che aveva inventato. Bryan ovviamente era lui, non gli costava niente ammetterlo. Era una scuola dove ognuno poteva esprimersi liberamente per come era e per le sue capacità, convivendo pacificamente con gli altri. Certo c'erano rivalità e dissidi, ma nulla di veramente personale, nulla di veramente offensivo tale da andare a ledere la dignità delle persone. La cornice era un palazzo d'epoca, con grandi saloni luminosi e arredi di buon gusto. Solo in quel momento si accorse di quanto, per estetica e atmosfera, quello che aveva sempre descritto, gli ricordasse la Dalton. Per la prima volta da quando c'era stato, ripensò al clima allegro di quella scuola. E poi Blaine era il solista, e tutti sembravano pendere dalle labbra. Wow. Sembrava che se la stesse passando davvero bene. Si chiese per un attimo se dovesse provare rabbia per questo, per il fatto che Blaine lo avesse lasciato là all'inferno, mentre lui si era rifugiato in quella specie di paradiso. Ma pur indagandosi a fondo, non trovò rabbia, solo sollievo. Blaine stava bene, questo era l'importante. Non ne era del tutto consapevole ancora, ma, nel suo cuore, una porta si stava aprendo al perdono.

 

La settimana passò veloce, scandita dal manifestarsi dei classici sintomi di pazzia, come da tradizione, del Glee club in versione attesa della gara. Tina era al limite dell'isteria per la questione costumi, Rachel era nella sua fase “pre-gara”per cui si rifiutava di parlare a chiunque, per salvaguardare la voce, esprimendosi solo a gesti, Finn cominciava a sentire lo stress e quindi era più imbranato del solito nelle coreografie, mandando in escandescenze Santana, che passava il tempo sussurrando piani di tortura in spagnolo. Kurt, invece, guardava divertito i suoi compagni. Sentiva dentro di se una strana calma. Sapere di poter cantare, avere un palco tutto per sé, lo rendeva felice come non mai. Certo la paura e l'ansia erano grandi, ma si sentiva straordinariamente lucido, e vivo. Probabilmente a cinque minuti dall'esibizione sarebbe collassato, ma ora, ora si gustava la gioia di stare per fare qualcosa che desiderava profondamente, che amava da sempre, e che, tanto tempo fa, aveva desiderato poter fare per tutta la vita, tanto da prendere opuscoli e informarsi sulle migliori scuole per artisti di musical. Poi però... scrollò la testa.

No. non voglio rovinarmi questo momento.

E tornò a provare dei passi con Mike che gli sorrise amichevole.

Il pomeriggio delle provinciali arrivò e Blaine era nervoso. Non era la prima volta che si esibiva davanti ad un pubblico, ma questa volta tra le persone che avrebbero assistito ci sarebbe stato anche Kurt.

Era stata una settimane difficile. Quasi completamente insonne. I suoi migliori amici erano preoccupati per lui.

"Blaine..non devi farlo per forza..."

"No..va tutto bene ragazzi, sono il solista non posso abbandonarvi cosi"

"Blaine...noi troveremo una soluzione, pensa a te ora" ribadì deciso Wes.

"Io...non posso scappare per sempre...devo farlo"

David lo guardò dispiaciuto. Lui e Wes conoscevano tutta la sua storia e capivano quanto fosse difficile per lui affrontare quella parte dolorosa del suo passato.

"Noi e tutti i warblers saremo accanto a te, ricordalo"gli disse David poggiandogli una mano sulla spalla.

"Grazie ragazzi"rispose sistemandosi nervosamente il nodo della cravatta

"Blaine,ragazzi...è ora" esclamò Nick, apparso davanti a loro, non si sapeva bene da dove

"Andiamo" li esortò Blaine, scambiando un cenno di assenso con i compagni. Erano pronti

 

Gli applausi furono davvero molti, l'esibizione dei Warblers fu impeccabile e Blaine un vero protagonista. Si vedeva chiaramente il suo amore per la musica e Kurt fu davvero colpito dal fascino che emanava. Era nato per stare su un palcoscenico, catturava l'attenzione del pubblico in modo incredibile e sapeva divertire e far emozionare. Ed era davvero carino, lo era sempre stato ma ora era impossibile togliergli gli occhi di dosso. Kurt arrossì. Non c'era spazio per questi pensieri. Era andato a quella gara per batterlo e quello avrebbe fatto. Mercedes lo sollecitò ad alzarsi dalla poltrona, e il gruppo si avviò verso il palcoscenico.

 

Una volta aperto il sipario Blaine vide comparire Kurt, una ragazza di colore e Tina, si ricordava vagamente di lei, forse erano in qualche corso insieme. Partì quella che riconobbe subito come “Born this way” e Kurt cominciò a muoversi e parlare. Il suo sguardo lo immobilizzò, e si ritrovò a seguire incantato tutti i suoi movimenti. Era splendido. Si muoveva con eleganza e sfrontatezza allo stesso tempo, e il titolo della canzone stessa gli sembrò un vero e proprio messaggio di emancipazione. Tutti gli altri ragazzi del Glee si alternarono a lui e poi crearono una scenografia corale e fu tutto molto coinvolgente. Quando la canzone terminò e il pubblico applaudì lui era ancora immobile sulla poltrona. Si sentiva confuso ma anche orgoglioso che Kurt, il suo Kurt, fosse diventato quella creatura fantastica a pochi metri da lui. Ma le sorprese non erano finite. Mentre i suoi compagni si erano disposti alle spalle del ragazzo, Kurt era rimasto al centro del palcoscenico. Un tecnico portò un asta per il microfono e iniziò quella che Blaine percepì come una magia. La sua voce, ora perfettamente udibile in tutte le sue sfumature, era particolare e potente, e l'intensità della sua interpretazione lo toccò in modo quasi doloroso. Blaine non avrebbe voluto, ma si commosse profondamente, tanto che fu costretto ad uscire, sotto gli occhi attenti di Kurt.

 

"Ehi amico, sei stato fantastico" Puck diede una vigorosa pacca sulla spalla di Kurt e lui si ritrovò a tossire ma con un sorriso. Le provinciali erano, comunque, finite bene, con un pareggio, e lui si era tolto la soddisfazione di far vedere a Blaine che era un ragazzo forte, irresistibile. Lo aveva visto arrossire mentre ballava, gli aveva piantato gli occhi addosso e non li aveva tolti fino alla fine, e Blaine, probabilmente, se ne era accorto.

Poi, ad un certo punto, lo aveva anche visto lasciare la sala. Sperava che non gli fosse successo niente e in parte si sentì un po' in colpa. Perchè si, Kurt era consapevole che il suo modo di guardarlo, di cantare, erano mirati a ferirlo, a farlo sentire in colpa, a vendicarsi. Non ne aveva potuto fare a meno. Ma ora non ne era più così orgoglioso. Alzò gli occhi. I Warblers erano a pochi passi da loro, stavano festeggiando, come i suoi amici, e anche Blaine era tra loro, ma il suo sorriso era finto, le spalle scese, in una posa sconfitta, e lo colse a volgere lo sguardo verso di lui più di qualche volta. Aveva la tentazione di dirgli qualcosa, ma poi si diceva che non era giusto, che lui era il traditore, e non lo avrebbe aiutato ad alleggerirsi la coscienza.

Mercedes lo vide in disparte e lo raggiunse. Lo guardò solo un istante e capì al volo i suoi pensieri.

Vuoi andare a parlargli?” gli chiese, facendo cenno verso Blaine.

Lui sbuffò stizzito “Non è giusto!Non sono io quello che ha sbagliato!” disse, duro, eppure con voce tremante.

Però vorresti” proseguì lei guardandolo serio.

Lui sospirò. E annuì.

E anche lui vorrebbe, ha un'aria da cane bastonato...cavolo però è proprio carino, non me lo avevi descritto così bene!” disse sorniona

Lui le diede un buffetto sulla spalla mettendo il broncio

“Giù le mani, tu hai Sam, ti ricordi?”sbottò ironico. Ma poi si bloccò sul posto. Perchè mai doveva importargli che qualcuno mettesse gli occhi su Blaine?

Mercedes gli sorrise comprensiva.

Bro, io non so cosa sia successo allora per cui Blaine è sparito...non ha nessuna scusante per quello che noi sappiamo, ma forse sapere la sua versione dei fatti potrebbe aiutarti a stare meglio”gli disse poggiando una mano sul suo petto, vicino al cuore.

“Altrimenti sarà sempre una ferita aperta...”continuò e vide gli occhi di Kurt inumidirsi.

Che devo fare?” disse, esausto.

Io non lo so Kurt, ma puoi fare un passo alla volta” concluse, prima di fargli una carezza.

Kurt rimase indeciso sul posto, le mani in tasca. Poi sollevò lo sguardo e ci volle poco perchè incrociasse di nuovo quello di Blaine. Il warbler leggendo in quel gesto un incoraggiamento fece per muoversi verso di lui, ma questo si irrigidì, dandogli le spalle.

“Io..ci devo pensare... e poi chi mi dice che lui è ancora il Blaine che conoscevo? E anche io sono cambiato...forse sarebbe meglio lasciare tutto così” concluse prima di allontanarsi da Mercedes e raggiungere l'uscita. La ragazza lo vide avanzare, dispiaciuta del dolore dell'amico. Si voltò verso il ragazzo con i riccioli, anche sotto il gel si vedeva che erano mossi e ribelli, e, una volta accertata che Kurt non la vedesse, gli si avvicinò. Il ragazzo la guardò stupito e in parte guardingo, che lo stesse raggiungendo per fargli una scenata? Anche Wes si accorse del movimento anomalo e lo raggiunse. La ragazza di colore invece fece loro un piccolo sorriso.

“Forse sto sbagliando, ma mi sembri sincero” disse, guardando Blaine negli occhi. Poi si avvicinò al suo orecchio e gli sussurrò una frase “William and Kate my OTP”.

Blaine strabuzzò gli occhi, indeciso se chiedere a Mercedes di ripetere. Ma lei era già lontana. Guardò Wes, e la loro faccia era un grande punto interrogativo.

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