You've got that one thing.

di harrehsdestiny
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tickets. ***
Capitolo 2: *** I've got it. ***



Capitolo 1
*** Tickets. ***


Non era stata una bella giornata, a scuola, in quel periodo ero distratta. okay, lo sono sempre stata, ma la cosa era peggiorata. davanti ai miei non lo ammettevo, ma la causa erano loro. cinque cretini con dei microfoni e una chitarra. Mi prendevano interi pomeriggi. Va bene che preferivo tutto ai compiti, ma loro quelle pagine di esercizi me le facevano proprio dimenticare. Comunque, quel quattro in matematica non era affatto una bella notizia, e sapevo perfettamente che significava una lunga punizione, visto che era già da un po' che i miei voti non erano alti. Così appena tornata a casa pensai di godermi quei pochi minuti di computer che mi rimanevano prima di un lungo periodo di astinenza. Facebook, niente notifiche, così lo chiusi subito ed aprii twitter. Quello si che mi piaceva, almeno li se parlavo dei miei idoli le ragazze capivano, sapevano fino a che punto può spingersi l'amore di una directioner per niall, zayn, harry, liam e louis. Di solito il sito era attivo e veloce, ma la gente parlava in generale, delle sue esperienze e dei suoi idoli. Quel giorno era tutto diverso. La timeline si aggiornava ogni quattro secondi, venti, quaranta, sessanta tweet alla volta. Ragazze che piangevano e urlavano, almeno così leggevo. Non ci misi molto a capire perché, e il mio stomaco fece un salto, arrivò fino al cuore e lo spinse in gola. Erano due tappe. Due occasioni per vedere i miei idoli. Due speranze, due illusioni che per un momento mi resero felice, eccitata, ansiosa, ed entusiasta. Riordinai le idee, dovevo mostrarmi tranquilla e sorridente di fronte a mamma al momento della richiesta. il quattro in matematica potevo risparmiarmelo, dettagli. Salii le scale ed entrai in cucina. 'Ciao mamma.' 'Ehi ciao tesoro! Com'è andata a scuola?' 'Bene grazie.' 'Ottimo' non si girò. 'Mamma?' 'Si?' 'Posso farti una domanda?' 'Certo.' 'Posso andare al concerto dei one direction?' Non avevo mi sentito un silenzio del genere. Di quelli che vorresti prendere una mazza e spaccare un vetro per fare quanto più rumore possibile, di quelli che ti gelano e ti fanno venire voglia di scappare. Dopo quella che mi sembrò un'eternità, mamma si girò. Aveva uno sguardo divertito e stupito allo stesso tempo. Volevo sotterrarmi, sapevo già cosa avrebbe risposto. Invece la sua risposta non era affatto quella che mi aspettavo. 'Beh, se troviamo i biglietti, perché no?' Sentii le farfalle nello stomaco, la voglia di saltare era enorme, le lacrime agli occhi per la gioia. Non credo di averle mai dato un abbraccio simile, le saltai letteralmente addosso e non mi staccavo più. Si mise a ridere, lo feci anche io. Quella notizia mi aveva migliorato la giornata e, anche se non lo sapevo ancora, era la svolta della mia vita. Mi sentivo leggera, felice, fortunata. Ma non era ancora il momento per cantare vittoria: il primo passo, convincere mamma, era stato superato con successo, ma mancava ancora il secondo, e per riuscire in quello non sarebbe servito a niente pregare, chiederlo per favore o fare uno sciopero della fame. Per riuscirci serviva fortuna perché, come me, milioni di ragazze avrebbero dato tutto per vedere i loro idoli cantare a poche decine di metri da loro. No, non sarebbe stato facile avere un biglietto, ma io avrei lottato e ci avrei creduto fino in fondo. Avrei cercato con tutte le mie forze di guadagnarmi quel pezzo di carta e, anche se non lo sapevo ancora, ci sarei riuscita.

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Capitolo 2
*** I've got it. ***


Il tempo passò in fretta, quel giorno non tardò ad arrivare. Era un sabato, e venerdì sera ero andata a letto tardi. Riuscii a dormire, non avevo mai preso dei biglietti per un concerto così importante e così grande, non mi posi minimamente il problema di non riuscire a trovarli. Su Twitter avevo letto di tante ragazze ansiose, ma avevo pensato 'esagerate, i concerti sono due e i posti sono tantissimi, riuscirò a prendere un biglietto' ci feci comunque un pensierino, prima di addormentarmi, ma la stanchezza si fece sentire e dopo circa mezz'ora stavo già dormendo un sonno profondo e senza sogni. Mi alzai alle sette la mattina dopo, i biglietti erano in vendita a partire dalle nove. Allora sì che l'ansia si fece sentire. Non avevo fame, tremavo, avevo paura. Aprii twitter, lessi per l'ennesima volta cosa scrivevano le altre directioners, mi trasmisero un nervosismo ancora maggiore. Ero dai nonni, il computer era lento da loro, in genere la connessione andava e non andava, non era mai fissa, continua e funzionante. Accesi il computer, ci mise venti minuti per finire di caricarsi, e intanto dentro di me pensavo 'ecco. Non ce la farò mai, mai. Non riesce nemmeno ad aprire Internet, figurati se riuscirà a comprare un biglietto'. Il tempo passava, io ero sempre più ansiosa, sentivo un vuoto allo stomaco. Mamma dormiva, e il giorno prima mi aveva detto che doveva essere presente all'acquisto, non avrei preso niente se non ci fosse stata lei a supervisionare. Eppure dormiva, non si poneva minimamente il problema che ritardando di pochi minuti i biglietti sarebbero finiti e io avrei rinunciato al mio sogno. Si alzò un quarto alle nove, con la tranquillità tipica del sabato mattina, e andò a prepararsi un tè. La guardai con gli occhi sbarrati. Quella mattina era la più importante della mia vita fino a quel giorno, e lei non ci faceva caso, si preparava la colazione come se niente fosse. 'Mamma' le dissi con la voce rotta 'i biglietti sono in vendita dalle nove, magari potremmo intanto aprire la pagina del sito, sai, per essere più pronte.'Mi guardò storto, come se avessi appena detto qualcosa di strano, e si avviò verso la stanzetta col computer, tenendo in mano la sua tazza fumante. Voleva prenderli lei i biglietti, disse, io sarei stata presa dall'ansia e avrei impallato tutto. Va bene, glielo lasciai fare, e mi appollaiai sullo sgabello lì vicino, sguardo fisso sulla pagina di ticket one. Mancavano dieci minuti, guardammo i diversi tipi di biglietto. Gradinata non numerata, gradinata numerata, parterre non numerato, parterre numerato. E poi c'era una cosa particolare, si chiamava 'big ticket'. Costava molto più degli altri, ma aveva qualcosa in più: il pass per il back stage. I miei idoli li avrei abbracciati, mi sarei accertata della loro reale esistenza, anche perché ancora non riuscivo a credere che potessero esserci veramente, nel mondo, cinque ragazzi tanto perfetti. Il mio cuore fece un balzo, questo non me lo aspettavo, se fossi riuscita ad averlo dopo sarei potuta morire felice. Sapevo che mamma mi avrebbe riso in faccia, ma se aveva accettato di portarmi al concerto, chissà, magari avrebbe acconsentito a prendere quel biglietto. Così esordii: 'rinuncerò ai regali di compleanno, di natale, alzerò i miei voti, aiuterò in casa, farò tutto quello che vorrai; però ti prego, posso avere il big ticket?'Stavolta non ci fu silenzio, mia madre mi voleva bene, sapeva che le promesse le mantenevo, così mi rispose: 'io te lo prendo, ma sappi che mi ridarai i soldi, e che a rivenderlo ci metto meno di mezzo minuto.'Avevo le lacrime agli occhi e la gola secca, non riuscivo a parlare. Annuii, non riuscivo nemmeno a muovermi, avrei dovuto abbracciarla, ringraziarla, saltarle in braccio, ma non lo feci. Prima dovevo avere la ricevuta di quel biglietto tra le mani. Mancava un minuto, i secondi passarono, ed ecco le nove. Ricaricammo la pagina, ma successe una cosa terribile. 'Sito sovraccarico, la preghiamo di attendere. Riprovi tra quindici, quattordici, tredici..' Arrivato all'uno, però, il sito non si ricaricò, ma ricominciò il suo conto alla rovescia. In quel momento mi convinsi che non ce l'avrei fatta. Era troppo, scoppiai a piangere. Non volevo farlo, volevo essere realistica e razionale, ma ero sicura che non sarei riuscita a prendere proprio nessun biglietto, e le lacrime cominciarono a inondarmi il viso, indesiderate.Mamma mi lanciò un'occhiataccia: 'non sono queste le cose per cui disperarsi'.Non capiva.Il solo risultato che ottenne furono singhiozzi ancora più forti da parte mia. 'Esci dalla stanza, Emma, mi metti ansia.''M-ma mamma..''Esci. Faccio da sola, metti ansia.'In quel momento, però, la pagina si aprì. Potevamo scegliere il tipo di biglietto; mamma cliccò sul big ticket, era tutto surreale. Il sito richiese il nome utente e la password, e mia madre non ricordava la password.Più lenta di un bradipo addormentato e con una pacatezza e una tranquillità rara, decise di iscriversi. Ero basita, stavamo perdendo troppo tempo. 'Mamma, non li prenderemo mai, sbrigati!''Emma vai via di qui, ci penso io.''Ma mamma..''ESCI.'Uscii piangendo come poche volte piansi in vita mia. Dovevo superare l'attesa, chiamai Anne. L'avevo conosciuta su internet, e mai avrei pensato che avrei trovato un'amica così meravigliosa tramite un sito web.Anche lei era sveglia da ore per prendere un biglietto.Rispose al cellulare, era in lacrime anche lei. Non le si caricava nessun sito, non riusciva ad entrare. Mi sentii ancora più male, ed ebbi un'idea.Andai nella stanza del computer, mamma era ancora nel sito ad iscriversi. 'Mamma?''Che c'è?''Se ci riesci, prendine due, di biglietti.''Sei matta? Costano un occhio della testa. Torna in salotto.''Ti scongiuro. Sono per Anne, non riesce ad entrare nel sito, te li faremo riavere.'Non so di preciso cosa successe a mia madre in quel momento, sarà stato il vedermi rossa, piangente, implorante; fatto sta che annuì.Completò l'iscrizione, i biglietti non erano ancora finiti, mise due big ticket nel carrello. Non potevo crederci, non riuscivo a smettere di piangere, tra poco non avrei più avuto lacrime da buttare fuori. Quella scritta mi rimase impressa nella mente, la ricordo nitida e precisa: 'il vostro acquisto è terminato con successo, l'oggetto verrà recapitato alla vostra abitazione entro due settimane'. Richiamai Anne: 'Annie? Ti ho preso il biglietto, big ticket.'Urla, strilli, lacrime, risate.Già assaporavo il suo abbraccio e quello dei miei idoli.Era solo l'inizio di qualcosa di meraviglioso.

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