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di SheWritess
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** West Kensington College. ***
Capitolo 2: *** Alice and Bunny. ***
Capitolo 3: *** The first date. ***



Capitolo 1
*** West Kensington College. ***


"West Kensington College"

Capitolo 1.



*Harry*

Quella fottuta sveglia rompeva il silenzio tombale che trionfava nella mia fredda stanza. 
Non volevo uscire il braccio da sotto le coperte, stavo così bene e al calduccio sotto a quel candido lenzuolo bianco, che mi ricopriva dal petto fino ai talloni, scoprendimi le dita dei piedi.
Ma non sopportavo quell'assillante squillare continuato che disturba la mia tranquillità, provocandomi atteggiamenti di nervosismo, quasi portandomi ad alzarmi e a rompere definitivamente quell'aggeggio infernale.
Tirai per le punte il lenzuolo, sentendomi colpevole per star per lasciare da solo il mio caldo letto, mi coprii il viso e cercai, vagando col mio braccio nel buio, quello stupido ogetto.
Lo afferrai e lo gettai a terra violentamente, senza curarmi del fatto che si sarebbe potuto distruggere facilmente.
Tirai giù le coperte, rassegnato, misi i piedi fuori delicatamente, appoggiandoli sul freddo pavimento,e mi diedi una spinta con le braccia che giacevano ancora sul letto, e mi alzai.
A passi lenti e stanchi, quasi annoiati, mi diressi in bagno, afferrai la maniglia della porta e la tirai verso di me (senza ricordarmi neanche che la porta andava tirata verso l'interno), e per un momento non capii un granchè, mi ritrovai disteso a terra, a fissare i punti di sporco presenti nel tetto, completamente nudo, quasi immobile.
Intanto squillava interrottamente il cellulare. Mi alzai sostenendomi alla maniglia e corsi a rispondere.
-Dove cazzo sei? Ti aspetto davanti al solito posto, fai in fretta o vado da sola!-urlava la squillante voce di El in tono di rimprovero.
-Non vorresti mica lasc...-non riuscii nemmeno a completare la frase che mi riattaccò.
Il suo solito carattere da impaziente e nevrotica non manca mai di sorprendermi!
Però infondo è quello che la rende una ragazza speciale; non è come le altre, lei è diversa.
Non pensa al trucco, allo shopping e ai ragazzi, ma pensa ad essere solo se stessa.
La conosco da ben otto anni, eravamo compagni di banco alle medie. Averla vicina all'inizio fu per me, "un trauma", non la sopportavo proprio.
La sua freddezza, la sua misteriosità, mi infastidiva un pò, rendendola così antipatica sotto ai miei occhi; ma poi fu proprio questo ad incuriosirmi e a spingermi di cercare di scoprirla, perchè Eleonor Jane, è fatta così: è una ragazza da scoprire, proprio come un'indagine di Sherlock Holmes, è intrigante, ti instiga curiosità e ti obbliga, quasi costringe, con quello sguardo così furbo, a conoscerla sempre di più.
Pare, con quell'attegiamento così indifferente, di essere una ragazza piena di sè, che non si importa della gente che la circonda, ma se riesci a conoscerla per bene, potrai certamente capire di che pasta è fatta. Infondo lei è dolce, e molto sensibile.
Riesce sempre a capirmi, anche con un solo semplice sguardo.
Quando io soffro, lei è sempre lì a capirmi, seguendo esattamente questo metodo: inizia facendo battute assurde, che giungeranno sempre poi ad una conclusione ricca di consigli utili.
La adoro, è sempre l'unica che è riuscita a sopportare me, le mie insicurezze e i miei problemi, aiutandomi con tutta se stessa.
Dal giorno in cui ci siamo conosciuti, non ci siamo mai mollati, ed eccoci infatti qui, in ansia per il primo giorno del West Kensington College.
Erano le otto e venticinque, ed ero leggermente in ritardo.
Infilai i miei boxer neri firmati Tommy Hilfiger, presi il primo paio di jeans che trovai infilando un braccio frettolosamente nell'armadio, mentre con l'altro indossavo la bianca maglietta di Armani, stropicciata. 
Diedi una veloce spazzolata alla mia folta chioma riccia, spruzzai velocemente il profumo sui polsi, afferrai la tracolla e corsi verso il TGY Fridays("il solito posto" che intendeva El), nella speranza di trovarla ancora.






*El*

Quel disonesto di Harry! E' sempre il solito dormiglione!
Imposta la sveglia alle otto, e si alza da quel fottuto letto alle otto e un quarto.
Ma quante volte ancora dovrò ripeterglielo di non andare a letto alle due?
Dovrebbe andare ad un ricovero per "drogati di messaggi notturni", glielo porterei, giuro.
Comunque non avrei potuto aspettarlo anche questa volta, non sopratutto per il primo giorno di scuola.
Avevo già atteso per più di mezz'ora, e non vedendo la sua presenza, pigliai la mia borsa blu della Gola, e sospirando, mi avviai al College.
Mi dispiaceva un pò lasciarlo andare da solo, solitamente facevamo sempre la strada insieme, ma stavolta io, non mi sarei mai permessa di arrivare in ritardo il primo giorno di scuola.
Arrivai perfettamente alle otto e trenta, e mi guardai attorno: non c'era nessuno.
Mi precipitai dentro, osservai i corridoi deserti ed ebbi paura. Sapevo di essere arrivata in ritardo, e correvo per i corridoi con un'aria disorientata, alla ricerca della classe, e all'improvviso mi ritrovai a terra, sbalottita.
-Hey, va tutto bene?-chiese con un tono preoccupato una voce calda.
Aprii gli occhi e vidi... vidi il paradiso.
Un ragazzo, proprio su di me, con dei fighissimi capelli castani scompigliati, che lo rendevano sexy, degli occhi color azzurro cristallino che scintillavano come gioielli, e quelle labbra così rosee che quando si aprivano accendevano un sorriso mozzafiato, quasi angelico.
Incarcai le sopracciglia e spalancai gli occhi come per dire: Che è successo?
Rimase così divertito dalla mia espressione che si diede in una dolce risata, riempiendo il silenzio che primeggiava nei corridoi.
Mi tese la mano in segno di aiuto, la afferrai avvertendo dei brividi allo stomaco, e mi rialzai, sistemandomi la gonna scozzese rossa e blu, e la camicietta bianca.
Portò le mani sul mio viso, delicatamente,  scostò i capelli che mi coprivano il viso, mi osservò e mi disse:
-Non ho mai visto una ragazza così bella, e imbranata in questo modo.- disse con un tono divertito.
Portai i capelli dietro l'orecchio e abbassai lo sguardo, imbarazzata.
Lui prese delicatamente il mio viso, portandolo verso il suo.
-Piacere, sono Louis.-disse sorridendo.
Lo osservai.
Il mio sguardo partiva dal suo viso perfetto, e scendeva ad osservare la sua maglietta a righe blu e bianca,  i suoi pantaloni di un rosso sgargiante quasi arancione, e i suoi mocassini grigi.
Smisi di osservarlo, abbassai di nuovo lo sguardo e dissi freddamente:
-Sono in ritardo, devo andare.
E gli rivolsi le spalle.
Lui portò la sua mano sulla mia spalla e disse:
-Hey, almeno permettimi di accompagnarti! -si offrì con un tono amichevole.
-Faccio da sola.-risposi marcando l'ultima parola, per fargli capire cosa intendevo.
-Sai almeno dove andare?- disse lui divertito.
Negai, lui rise, e mettendo sulle spalle la mia borsa, mi diresse in classe.
Entrai senza neanche ringraziarlo e salutarlo, con lo sguardo completamente abbassato verso terra, non avevo il coraggio di osservare il prof negli occhi, imbarazzata com'ero.
-Sei...? 
-Calder... Eleanor Jane Calder.-dissi prendendo un profondo respiro.
Mi accomodai al primo banco, accanto ad Harry che mi guardava con un'aria stranita.
-Sei in ritardo, signorina Calder.-mi rimproverò il prof.
Non risposi, e rivolsi lo sguardo verso Harry.
-Che è successo? Sono arrivato prima di te, mi devo preoccupare?-chiese sorpreso e preoccupato, Harry.
-Ti spiego dopo.-risposi sussurrando.
Qualcuno bussò alla porta.
-Avanti.-rispondeva il prof.



 

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Capitolo 2
*** Alice and Bunny. ***



 

"Alice and Bunny"

*El*

Non alzai neanche lo sguardo per capire chi fosse, ero ancora troppo imbarazzata.
-Potrebbe uscire un istante, Mr. Black?- chiede una voce cortesemente.
Mi sembrava di conoscere quella voce, era familiare. Alzai lo sguardo, la porta era socchiusa,riuscivo ad intravedere solo le dita del ragazzo.
Il prof si alzò violentamente, quasi innervosito e corre dal ragazzo, chiudendo la porta bruscamente.
-Iniziamo bene!-esclama Harry disgustato dagli atteggiamenti del prof.
Non rispondo, e riabbasso lo sguardo.
Afferro una matita e inizio a scarabocchiare il diario.
-Tutto apposto?-mi chiede con un tono preoccupato.
Scosta i miei capelli dal viso, e mi osserva.
I nostri sguardi si dissociano dall'entrata del prof che con un sorrisetto malizioso mi dice:
-Signorina Calder.-marcando il tone di voce sulla prima parola- se mi avessi detto che il tuo ragazzo, ti aveva trattenuta, non ti avrei messo il ritardo! Per stavolta, sei giustificata.-esclama.
L'intera classe si voltò verso me con un'aria sbalottita, Harry si osservò con un'aria dubbiosa. Incarcò le sopracciglia e aprì leggermente le labbra sul punto di iniziare a scaricarmi un'ondata di insulti. Poi prende un respiro profondo e dice:
-Cara El-si sofferma per istanti-c'è niente che dovresti dirmi? Qualcosa che dovrei sapere?-dice ad alta voce, rimproverandomi.
-Posso spiegare Harry, ti spiego dopo.-sussurro seccata nella paura di esser sentita dal prof.
-Il tuo ragazzo eh!?-insiste.
-Signor Styles!-urla il prof impaziente-bene, ho già imparato il tuo nome.-continua.
Harry zittisce all'istante, passa velocemente una mano tra i suoi folti ricci, e abbassa lo sguardo imbarazzato.

Louis? Era forse stato lui a difendermi? E perchè l'avrebbe fatto? Non sono la sua ragazza, non è il mio ragazzo. Perchè avrebbe dovuto difendermi?
Non riuscivo a spiegarmelo. Pensavo ai  suoi occhi color mare, i suoi capelli al vento così sexy, quella voce così calda e amichevole, perchè continuavo a pensare a lui?



*Harry*

Un cretino, ecco cosa sono. Mi preoccupo se arrivo in ritardo, se sta male, se mangia,se non, e lei? Lei mi ricambia in questo modo? Andando a fare la prostituta col primo che capita? E soprattutto non mi dice niente?
Io mi apro con lei, sa tutto di me. Ma è così fredda oggi! 
Se ne sta nel suo mondo con lo sguardo rivolto a terra, ogni talto guarda in alto, tenendo in mano una matita, facendo dei sorrisetti ridicoli e arricciando i capelli.
Dov'è? Non riesco a farla connettere. E' tutta per conto suo, non so cosa le succede, fà la misteriosa, e non mi rivolge la parola. Non si è mai comportata così, il che mi preoccupa.
Ma anche se volesse parlarmi, mi direbbe la verità?


*Louis*
Non so perchè lo stavo facendo, so solo che da quando ho incontrato quella ragazza me ne sono innamorato. Non riesco a togliermela dalla testa. E' stupenda, e misteriosa, mi piace. Il suo viso imbarazzato che chiede spiegazioni, il suo modo di portarsi i capelli dietro le orecchie, il suo sorriso così innoccente, la sua voce timida, questo è quello che la fa bella.
Anche se la conosco da un'ora, sento quasi di amarla.
Sono entrato la seconda ora per lei, beccandomi una valanga di rimproveri da parte del prof per aver saltato il compito della prima ora, ma .. ne è valso la pena.
L'unica cosa che spero è quella di rivederla al più presto, perchè non so come...ne perchè..ma ne sento il bisogno, e mi manca.


*El*

Le prime ore passano, e la campanella della pausa pranzo squilla alle 12.
Io ed Harry non ci rivolgiamo la parola da un pò, sembra arrabbiato, e deluso, ma allo stesso tempo sembra avere voglia di parlarmi, in privato.
Ho paura, non so cosa dirgli. Non so neanch'io perchè Louis l'avesse fatto, e non sapevo come spiegarlo ad Harry. Siamo migliori amici da otto anni, ed è sempre stato facile per me raccontargli delle mie cotte passeggere, ma questa no.. questa volta è diverso. Non è una semplice cotta questa, io sono totalmente innamorata di Louis. E non esagero, sarà stato un colpo di fulmine.
Al sentire la campanella corro via, scappo da Harry, e cerco di nascondermi tra la folla, per non esser ritrovata.
Mi intrufolo in mezzo alla gente sbadatamente, facendo quasi cadere ogni persona che sfioro.
La folla scompare, l'ansia sale. Adesso Harry potrebbe vedermi, che fare? Mi guardo intorno, e all'improvviso mi sento presa per i fianchi da dietro, da qualcuno.
Sto per urlare, ma girandomi mi accorgo della presenza di Louis.
Eccolo lì, proprio come la prima ora, col suo look impeccabile. Quel sorriso sbarazzino, e quelle mani che mostrano insicurezza dentro le sue tasche. 
Sorrido.
-Da chi scappi? Ti sta per caso inseguendo un coniglio affamato?-dice sarcasticamente aspettandosi una mia risata.
Lo persuado, e rido.
-Conigli? Mai sentito dire prima. Di solito si dice "ti stanno mica inseguendo un branco di lupi?". -chiedo io.
-Si dice.. Ma io vengo dal paese delle meraviglie. E so cosa significa essere inseguiti da un coniglio con tanta voglia di carote.-prova a dire seriamente lui, per farmi credere nella favola che si era appena inventato, ma guardandomi negli occhi ride, e perde tutto.
Rido anch'io, ha tanta fantasia.
-E tu chi saresti? Alice?- provo a dire io scherzando.
-No, sono il coniglio che insegue Alice. In questo caso la bella Alice sei tu.-dice lui poi dolcemente.
-Ma la storia non dice che...-non riesco a completare la frase che Louis mi tappa la bocca e prende a parlare.
-La storia dice..La gente dice... Noi possiamo cambiare la realtà lo sai? Mettendoci un pò di fantasia e buon umore, potremmo cambiare tutto!-esclama lui stringendomi le mani.
-Perchè oggi mi hai difesa?-cambio subito argomento presa dall'imbarazzo.
-Coniglio voleva ottenere la fiducia di Alice.-risponde subito con un sorrisetto.
-E perchè?-chiedo confusa.
-Perchè Coniglio trova Alice davvero stupenda, e vorrebbe portarsela al cena. Si chiede se lei accetterebbe.-dice dolcemente, senza smettere di sorridere.
Arrossisco, prendo fiato e rispondo.
-Alice ne sarebbe davvero grata!-esclamo io.
-Ma ad una condizione..-fà misteriosamente.
-Quale?-chiedo curiosa.
-Alice non deve mangiare Coniglio. Non lo farà, vero?-dice mettendo su un finto broncio da cane bastonato.
Cerco di trattenermi, ma scoppio a ridere senza sosta. E' così buffo il modo in cui sa sempre avere una battuta pronta.
-Non lo farà, stai tranquillo.-dico io tra una risata ed un'altra.
-Allora Coniglio sarà onorato di venirla a prenderla alle sette, direttamente a casa.- continua con un tono elegante.
-No. Non a casa, è meglio di no...-interrompo il tutto diventando seria.
-C'è qualche problema?-riacquista la serietà anche lui.
-No è che...-mi fermo abbassando lo sguardo.
-Se non va bene allora ci vediamo qui, davanti al cancello del college.- dice lui riacquistando il sorriso.
-Va benissimo!-esclamo io felice.
-Questo è il mio numero.
Ci scambiamo i numeri, poi ci separiamo, ognuno nella propria classe.




*Harry*
Ho passato l'intera ricreazione alla sua ricerca. Ma perchè lo faccio? Lei se ne sta fregando di me, eppure io ci tengo così tanto che mi preoccupo. Ma devo parlarle. Una volta per tutte.
Alle 12:45 si precipita in classe, dopo la pausa pranzo, si siede accanto a me senza neanche rivolgermi lo sguardo.
-Dobbiamo parlare.-dico seriamente cercando il suo sguardo.
-Ti ho detto va bene, ne parleremo.-risponde scorbuticamente.
-Quando? Dov'eri per la pausa pranzo? Ti ho cercata ovunque! Dovevo parlarti.-dico furioso.
-Lasciami stare,cazzo!-urla lei.
Mi si ferma il cuore all'istante.
Come..come ha potuto dirmi questo?
E' sempre stata così dolce con me, così vicina, non mi ha mai deluso. E ora? Vuole che la lasci stare? Dopo otto anni che siamo migliori amici, adesso vuole rovinare tutto per...per un nonsochè, un ragazzo? Forse, io non lo so, se lei non me lo dice.
Vorrei subito chiarire, e tornare ad essere amici come prima, ma stavolta fa troppo male. Così al finire delle lezioni, corro verso casa da solo, senza curarmi di lei, che solitamente, percorreva la strada con me.
Torno a casa, poggio a terra la tracolla, mi sfilo la giacca, e mi siedo a terra a piangere, quasi disperatamente.
All'improvviso vengo interrotto dallo squillare del telefono.
Ma dalla suoneria riconosco che non è il mio. Apro velocemente la borsa e trovo il cellulare di El.
Dice così:

"Louis ti sta chiamando, rispondi o riattacchi?"

Louis? E chi sarebbe? 

 

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Capitolo 3
*** The first date. ***


“The first date”

Capitolo 3.
 
*Harry*
Rispondo preso dalla curiosità e ansioso di sentire la voce del misterioso ragazzo.
-Pronto?-dico con un tono seccato.
-Emh..mi scusi.. pensavo stessi parlando con El..forse ho sbagl…-lo fermo e prendo a parlare.
-No.-dico con un tono secco- non hai sbagliato.
-Ah.. e lei chi è? Il padre?-chiede cortesemente la calda voce del ragazzo.
-Sono..-mi soffermo pensando. Se gli dicessi che sono il suo ragazzo, lui la lascerebbe stare e lei tornerà ad essere mia amica no?- sono il suo ragazzo. Tu chi sei?-chiedo marcando il suono nella parola ‘tu’, con aria di disprezzo.
-Sono Louis. Ho conosciuto El stamattina.-dice prendendo una pausa.
Non rispondo, aspetto che continui a parlare.
-E’ molto carina, le ho chiesto di uscire. Infatti ho chiamato per mettermi d’accordo per il posto..Ma.. Non mi aveva parlato di te. Non sapevo avesse un ragazzo..-dice lui dispiaciuto.
-Ora lo sai. Hai altro da dire?-chiedo nervoso.
-Vorrei parlarle. Magari sarebbe solo un’uscita tra amici.-prova a proporre.
-So cosa intendono i ragazzi con ‘un’uscita tra amici’. Si fa per dire, lo so benissimo che poi finisce sempre col fare sesso.-dico io orgoglioso di aver espresso questa frase.
-No..Io davvero non..non vorrei mai mettermi tra di voi. Mi dispiace se sto creando qualche disturbo …-risponde calmo.
-Si. Hai proprio rotto le palle, carissimo Louis!- esclamo e chiudo con un ‘Ciao’.
So che mi sono comportato da vero stupido, e che sono stato un’idiota.
Ho trattato quel povero ragazzo davvero male, e sono stato un bugiardo.
Non riuscivo io stesso a spiegarmi perché l’avessi fatto. Magari ero solo geloso e preoccupato del fatto che lei avrebbe potuto avere un ragazzo e scordarsi di me. Ma ho sbagliato. Lei ha la sua vita, e deve godersela, non posso impedirgli questo.. La cosa importante adesso era quella che lei non sarebbe dovuta venire a saperlo, sennò sarebbero stati guai seri.
 
*El*
Non ho più riscontrato Louis, o visto Harry. Sinceramente non mi importa molto di lui adesso, la mia testa è concentrata su Lou. Ma sono consapevole di aver esagerato un po’ nel comportarmi con Harry. Forse l’avevo ferito. Non è mai successo di aver litigato con lui, e vederlo andare via da solo, è una brutta immagine ai miei occhi.
Torno a casa dispiaciuta, getto lo zaino sul letto e frugo cercando il cellulare. Ho bisogno di chiarire con lui, devo scusarmi. Non riesco a trovarlo. Corro in corridoio, afferro il vecchio aggeggio per la cornetta e compongo il numero di casa di Harry. Solitamente risponde immediatamente, ma stavolta ho dovuto aspettare 4 squilli.
-Pronto?-risponde con la voce rauca, come se avesse pianto.
-Harry? Tutto bene?-chiedo preoccupata.
-Si.-risponde freddamente.
-Ti chiamo da casa perché ho perso il cellulare. Devo averlo lasciato a scuola.-lo informo.
-No, ce l’ho io. Non chiedermi perché, era dentro il mio zaino.-dice.
-Più tardi passo a prenderlo allora. Comunque..scusa per prima, ero nervosa. Se vuoi posso spiegarti.-dico con dispiacere.
-Non c’è bisogno.-risponde.
-Ha per caso chiamato qualcuno?-chiedo confusa.
-Sì, il tuo ‘qualcuno’ era per caso un ragazzo che ti piace?-chiede fingendo di non saper niente.
-Come lo sai?-chiedo.
-Ho parlato con il tuo ‘Louis’. Voleva parlarti.-risponde seccato.
-Oh,Louis!-esclamo sospirando- Mi ha chiesto di uscire, ed è così carino!-continuo.
-Sai cosa ne penso di questo argomento.-risponde serio.
-Si, che potrebbe deludermi come ha fatto una volta quel ragazzo di cui mi ero innamorata follemente. Ma Harry, eravamo alle medie.. Ora siamo al college! So come comportarmi!-esclamo io sicura.
-Potrebbe spezzarti il cuore, e sta volta, sei in grado di capire e ti farebbe ancora più male della prima volta.-continua.
-Harry, stai tranquillo. Louis non è fatto così, andrà bene. Fidati di me, non posso restare per sempre una bambina. Sono cresciuta ormai, ho 19 anni.-reclamo.
-Ti lascerò libera di fare quello che tu vuoi, insomma non sono tua madre!-esclama.
-Sei come un fratello però. So che quello che fai è per proteggermi, e lo apprezzo. Ti voglio bene, Harry.- dico dolcemente.
-Anch’io.-risponde.
Riattacca.
Faccio una doccia, prendo i miei vestiti e corro da Harry. Appena la porta si apre, davanti a me c’è la figura buia di Harry. Ha i capelli davanti al viso, e gli occhi lucidi. Tiene lo sguardo abbassato e non spiccica una parola.
Non fiato, e lo abbraccio stringendolo forte al mio petto.
-Ho paura.-dice lui.
-Harry, il passato è passato non succederà più!-lo rassicuro io.
-Non voglio di nuovo vederti soffrire. Con quei tagli ai polsi e …-lo fermo.
-Basta. Stai tranquillo Harry, io sto bene, e qualsiasi cosa accadrà io non mi lascerò abbatere.-continuo.
Mi abbraccia. Sciogliamo l’abbraccio dopo minuti e ci sediamo nel divano. Passiamo ore a chiacchierare, e beviamo una tazza di thè caldo, come eravamo soliti fare.
-Potresti accompagnarmi a scuola, tra mezz’ora?-chiedo timidamente.
-A scuola?-chiede confuso lui.
-Ci siamo dati appuntamento lì con Lou..-continuo.
-Tra mezz’ora?-dice prendendo una pausa. Quasi seccato.- Cosa fai ancora qui? Lì c’è il bagno! Và a cambiarti,scema!-continua aprendo un enorme sorriso.
-Oh, è ritornato il mio migliore amico!!-esclamo felice.
Lo abraccio, poi corro in bagno.
Mi osservo allo specchio, e sorrido. Sono felice. Ho un migliore amico che ci tiene a me, e sto per uscire con il ragazzo che mi piace. Non vorrei niente di meglio. Indosso la maglia nera con i fiori ricamati che traspariscono sulla scollatura, e infilo dei pantaloni blu eleganti. Metto un paio di scarpe nere con il tacco, spruzzo un po’ di profumo, e mi trucco. Esco dal bagno con un portamento maestoso, come se fossi una modella. Harry mi osserva soddisfatto e mi fa i complimenti. Infilo la giacca, e saltiamo su in macchina.
 
*Harry*
Era così carina, e felice. Quello che volevo era la sua felicità, quindi non potevo toglierla. Però dovevo rimediare al grande casino che avevo fatto e parlare con Louis. Ho lasciato El con la scusa di dover andare in bagno, e ho chiamato Louis.
-Scusami per prima..io non sono il suo ragazzo. Sono un suo amico, fa finta che non ti abbia detto niente. A lei piace, ti sta aspettando davanti a scuola, non mancare, e prendi un mazzo di rose, le piaceranno. Trattala bene.-dico frettolosamente.
-Oh va bene, grazie. Arrivo subito! Ciao, e grazie ancora!-esclama felice.
Non so perché ma iniziai a fidarmi di quel ragazzo. La sua voce era così calda e calma, che mi tranquillizzava. Risali in macchina, e accostammo davanti scuola.  El me lo fece notare immediatamente. Lui era lì, voltato di spalle,a bordo di una decappottabile rossa. Indossava una maglia a righe blu e bianca, e dei jeans rosso fuoco, seguiti da un paio di mocassini marroni. Però…Aveva proprio un bel culo!
Salutai El, la raccomandai di star attenta, e andai via.

 
*Louis*
Era stupenda. Non aveva bisogno di indossare minigonne per esserlo. Era perfetta anche con quei jeans blu. Le sorrisi e lei ricambiò.
-Dove mi porta il signor Coniglio?-chiede lei provocandomi una risata.
-Nel paese delle meraviglie.- rispondo stando al gioco.
-Oh, non vedo l’ora allora!-esclama ridendo.
Quel cazzo di sorriso, mi mette i brividi. Poso un braccio attorno ai suoi fianchi, e aprendo lo sportello della macchina, faccio cenno di entrare. Lei, fiera del mio gesto da galantuomo, porta dietro l’orecchio i capelli, e con una gamba alla volta si accomoda in macchina. Salgo, indosso un paio di RayBan, e metto in moto la macchina, col sorriso sulle labbra; ero sicuro che sarebbe stata entusiasta del posto in cui l’avrei portata.
 
*El*
Non sapevo dove aveva intenzione di portarmi, ma ero sicura sarebbe stato un posto magnifico, e anche se non lo fosse stato lui l’avrebbe sicuramente reso un sogno. Con quel suo sorriso angelico riesce a rendere felice chiunque gli sta accanto.
Dopo un quarto d’ora, accosta la macchina, e mi sorride. Mi guardo intorno, vedo una campagna. Non capisco e lo osservo con aria dubbiosa.
-Adesso tocca a te stare al gioco. Indossa questa benda, e non togliertela prima che te lo dico io.- esclama mostrandomi un panno nero.
Sorrido, e indosso la benda, proprio come mi aveva ordinato di fare. Ero curiosa di quello che mi aspettava, adoravo i suoi giochetti romantici. Non vidi nulla, ma sentii il motore della macchina, stava ripartendo. Passarono altri 5 minuti, dopo riaccostò. Scese dalla macchina, aprì lo sportello, e afferrò la mia mano, aiutandomi a rialzarmi. Rimasi stretta a lui, e mi lasciai condurre. Lui camminava con un passo sicuro, consapevole di quello che stava andando a fare. Camminammo per isolati credo, e con le mie zeppe riuscivo a percepire la presenza del prato. Eravamo in un giardino? Questo non lo sapevo. Il vento mi scompigliava i capelli, e sentivo gli uccelli cinguettare. Ci fermammo.
-Togli la benda.-disse dolcemente.
La tolsi lentamente, e aprii gli occhi. La prima cosa che vidi fu l’enome salice piangente che c’era di fronte a me, decorato dalla presenza di ogni specie di uccelli. Alberi a non finire, e il cielo sopra di me era di un azurro chiarissimo, proprio come i suoi occhi. Sorrisi, e dopo un po’ mi accorsi della sua assenza.
-Lou? Dove sei?-chiesi giocosamente come se stessi giocando a nascondino con i miei cuginetti. Mi sentivo ritornare indietro nel tempo.
-Dai Lou! Vieni fuori!-esclamai insistente.
-Boing! Boing!-faceva cercando di imitare il rimbalzo, e saltando in aria come fosse un coniglio.
Lo osservai e mi diedi in una risata a crepapelle. Indossava delle orecchie da coniglietto bianco, e aveva disegnato dei baffi neri sul viso. Teneva in mano una coroncina di plastica, come quella delle bambole.
-Ecco a lei, signorina Alice!-disse porgendomela.
Indossai la corona e risi. Mi afferrò per il braccio e mi trascinò via. Davanti a noi ecco un piccolo tavolino, con su delle tazze di thè,attorno al quale stavano tre ragazzi.
-Loro sono Liam , il saggio gufo, Niall , il simpatico maialino, e Zayn, il vanitoso corvo.- disse indicandomi ad uno ad uno i tre ragazzi.
Uno era biondino, con gli occhi azzurri, l’altro era moro, e l’altro molto scuro di carnagione.
-Ragazzi, vi presento Alice!-continuò indicandomi.
-Oh no, mi chiamo Eleanor. – replicai io.
Ci sedemmo accanto ai ragazzi, e bevemmo il thè. Era tutto così surreale, mi sentivo davvero nella fiaba di Alice, nel paese delle meraviglie.  Spendemmo del tempo in chiacchere, e quando si fece sera, Lou mi prese per mano e mi fece allontanare. Mi portò davanti una cascata che sfociava in una valle enorme. Era stupendo. Mi sorrise e disse:
-Ti sei divertita?
-Sì. Grazie Lou, non sono mai stata così bene. E’ tutto così perfetto, non so davvero come ringraziarti.- dissi stringendo la sua mano.
-Io so come..-disse dolcemente.
Si avvicinò al punto in cui le nostre labbra si sfioravano, e i nostri nasi si toccavano, osservai i suoi occhi nel profondo, e vidi il mio futuro, poi osservai le sue labbra così rosee, e lui faceva lo stesso con me, fino a permettere di farle incontrare. Le nostre lingue giocavano ad acchiapparello, e i nostri cuori, l’uno contro l’altro, sfondavano la maglietta, col battito forte. Portava la sua mano sui miei fianchi, accarezzando la mia schiena, e l’altra sul viso, tra i miei capelli. Io stringevo forte le mie braccia al suo collo, c0me se volessi tenerlo mio per sempre. Poi sentii una voce che mi chiamava da lontano…

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