Non sono gay!

di WestboundSign_
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** ...ingoia? ***
Capitolo 2: *** Etero al centouno percento, sì. ***



Capitolo 1
*** ...ingoia? ***


Ore: 8.30. Casa Scilla.
 
Lo sapevo. Cazzo, lo sapevo.
Cosa avevo fumato quando ho scritto quella scena?
Ma soprattutto: perché l’ho fatta leggere a Claudio?
“Oh mio dio Gu, è fantastica! L’adoreranno!”
Sì, loro, ma io no. ‘Fanculo.
Sono teso come non so cosa, perché oggi gireremo quella scena. Perché oggi? Merda.
Sussulto quando il telefono inizia a vibrare sotto al mio culo. Cazzo, è ancora buio, chi minchia è?
-Guglielmo!- la voce di Helio mi perfora un timpano. –Dove sei finito?
Mi passo una mano nei capelli. –Sono a letto, cazzo. Sono a letto cercando di dormire.
Mi giunge una risata nervosa. –Dormire?! Sono le otto e trenta del mattino e dovresti essere sul set, ora.
Oh, merda.
-Oh, merda. Io… noi… arrivo, dieci minuti e sono lì.
-Ecco, vedi di muoverti, abbiamo già iniziato.
No, no, no.
-Cosa state girando?
-Andrea rimettiti quei cazzo di jeans! No, fermo! Ehm, Guglielmo, sei ancora lì? Scusa, devo andare. Ci vediamo dopo, ciao.
-NO!
Mi appende il telefono in faccia. Fantastico. No, cazzo.
In tre secondi sono già in bagno a pisciare e in mezzo minuto ho già i vestiti addosso.
Mi guardo allo specchio per l’ultima volta prima di uscire di casa.
Non sono gay. Io non sono gay. Guglielmo Scilla non è gay!
Una vocina bussa alla porta del mio cervello. “Le parrucchee Guglielmoo le Barbiee…”
Scuoto energicamente la testa. Sono tutte balle! E poi non c’è nessuna cazzo di vocina, ok?
 
Ore: 9.00. Set di Freaks!.
 
Quando apro la porta della casa sono tutti in fermento. C’è qualcosa di strano…
-Andrea! Esci da quel bagno!
Urla isteriche. Che cazzo…?
Blocco Helio. –Che succede?
-Oh, Guglielmo! Finalmente sei arrivato! Andrea non vuole uscire dal bagno per girare la scena del balcone… hai presente, no?
Sì, ce l’ho fin troppo presente quella cazzo di scena.
-Magari se ci parli tu si decide ad uscire.
Tremo come un coglione e mi avvicino al bagno, mentre Helio fa segno agli altri di stare zitti.
-A-Andrea? Dai, fa’ il bravo ed esci, dobbiamo girare!
-Guglielmo!
Andrea spalanca la porta del bagno all’improvviso e cado addosso a lui, giù fino al suo… i suoi boxer, ecco.
Mi rialzo accompagnato dalle risate di tutto il cast.
-Porco…
-Dio?- Andrea spalanca gli occhi facendo una faccia buffa.
Sorrido.
No, no, no!
È tutto sbagliato!
Io non sono gay!
Helio interrompe il nostro scambio di sguardi. –Forza Andrea, vieni. E tu, Guglielmo, vai a prendere dei caffé.
-Ma…
-Eddai, Gu!- Andrea mi guarda con convinzione.
Arrossisco come un preservativo alla fragola - no aspetta, cosa?! – e mi avvio alla porta.
Da scenografo, ad attore, a schiavetto personale di Helio e Andrea. Mmh, schiavetto
Dio, no! Devo darmi un dannato contegno.
 
Ore: 9.20. Set di Freaks!.
 
Risalgo le scale con un vassoio carico di caffé che neanche Starbucks. Ovviamente, sono in ritardo, dato che nessuno sta più fiatando.
Vedo Helio di fianco alla finestra e mi avvicino piano. –Helio!
-Shh!- mi fa cenno di tacere e indica la finestra. Ed è in quel momento che lo vedo.
È in piedi. È nudo. È…
-PorcaputtanaGuglielmo!
Cosa…? Lo guardo senza capire.
-Brutto…
Noto che sta fissando le mie mani, quindi me le guardo anch’io e scopro che il vassoio mi è scivolato o una cosa del genere, a giudicare dal fatto che la maglietta bianca di Helio ora è marrone e anche la mia. Ed ecco che arriva il dolore. Spalanco gli occhi per non urlare.
Scappo in bagno cercando di staccare dal mio petto quell’affare bollente.
Butto per terra la maglietta e accendo l’acqua. Aah, cazzo. Tampono la pelle con un asciugamano bagnato e chiudo gli occhi. Mi ci vuole una doccia.
Mentre tolgo i jeans mi torna in mente il culo di Poggioli. Da sbranare.
-Basta, cazzo!
Mi detesto.
“Guglieelmo! Dì la verità, non te lo aspettavi così sexy…”
Ecco, la vocina.
Puoi, per piacere, andare a fare in culo?
“Così sodo… così bianco… perfetto…”
Oh, ma per favore! E poi non sono gay!
“Non è che sei bisex?”
Bicosa?! Io sono etero, centouno percento. E sempre lo sarò. Vero? Vocina? Ci sei? Hey? ‘Fanculo.
Metto una mano sull’elastico dei boxer nel momento stesso in cui la porta si apre. Cosa…
-AAAHH!
La mia faccia e quella di Andrea passano tutti i colori dell’arcobaleno mentre ci troviamo nello stesso bagno seminudi.
Si copre il pacco con le mani, gli dev’essere caduto l’asciugamano.
-S-scusa…
Prendo i jeans ed esco velocemente, lasciandolo lì come un coglione. Devo anche trovare una maglietta.
Oh mio dio. Sto tremando. Però… non ce l’aveva piccolo. Hehehe.
Oh cazzo. Basta. Basta Guglielmo, basta.
-Hai una maglietta?
Guardo Claudio sconosolato.
-Che hai fatto? Ecco, tieni.
Me ne passa una delle sue e la infilo. –Vado.
-Dove?
-Non lo so, ciao.
-Aspetta, ci vediamo stasera?
-Stas… ah. Sì, a dopo.
Dobbiamo girare una cazzo di scena la bar, wo-ho.
A dire il vero io non ci sono neanche, in quella scena. Perché devo assistere a tutto ciò che ha a che fare con Poggioli?
Una scarica mi attraversa lo stomaco.
Non sono gay.
 
Ore: 17.00. Casa Scilla.
 
Mi alzo dal divano dolorante.
Ho passato tutto il giorno a cercare su Internet notizie riguardanti le persone bisex. In fondo non è così male essere un bisessuale.
Donne, uomini… puoi farlo con tutti. E quindi non sono gay.
Ed è una bella cosa. Credo. No?
Inoltre la vocina non si è fatta più sentire da stamattina.
Ho anche una fame assurda, visto che è da ieri sera che non mangio e per giunta devo andare sul set.
Per la centesima volta durante tutta la giornata mi passa per la mente l’immagine del culo di Andrea. Del pacco – per quel che ho potuto vedere – di Andrea. Del torace di Andrea. Del piercing di Andrea. Di Andrea.
Non posso però prendermi una cotta per un uomo. Sono Guglielmo Scilla, eccheccazzo!
Esco di casa e prendo il tram. Piove, non me ne sono neanche accorto.
“È l’amooore Guglieelmo!”
Ooh, ‘fanculo.
 
Ore: 23.00. Set di Freaks!.
 
Vedo Andrea sfrecciarmi di fianco nel primo momento di pausa dopo ore di riprese.
Sospiro e lo seguo. In fondo, il miglior modo per capire se sei davvero bisex è provarci. O almeno, questo è quello che c’era scritto sul forum di pianetagay.it.
Non che io frequenti quei siti, eh.
Sta ancora piovendo e in strada non c’è nessuno, a parte Andrea. E io.
Mi fermo dietro di lui, non credo mi abbia visto.
-Vuoi?
…merda.
-No, grazie. Io non fumo.
-Aah, Guglielmo non fuma.
Si gira sorridendo e il modo in cui pronuncia il mio nome mi fa sbocciare fiori nello stomaco.
Accende una sigaretta e per un momento la fiammella dell’accendino gli illumina il viso e gli occhi.
-Come va Gu?
-Immagino… bene. Tu?
-Dopo che avete ammirato tutti il mio culo, guarda…
Scoppio a ridere.
-Dì la verità, non ero eccitante?-. Si avvicina palpandosi il culo. –Vuoi?
Spalanco gli occhi e il sangue inizia a scorrere più velocemente nelle mie vene.
Deglutisco nervoso. -Che cosa?
-Fare un tiro!
Mi soffia il fumo in faccia che arriva dritto nei miei occhi.
Ah, grazie Andrea.
Guardo deluso per terra – no aspetta, deluso? Cosa mi dovevo aspettare? Okay, sì, magari ha degli atteggiamenti un po’ effeminati, ma…
In fondo non voglio davvero saperlo se sono bisex o no.
“Guglielmooo!”
No, ancora la vocina.
-‘Fanculo!
-Cosa?
Oh, merda. Si è girato e mi sta fissando incuriosito.
-Ehm, no, niente…
-Okay.
Finisce la sigaretta e mi guarda.
-Che c’è?
-Niente. -, sorride. Sorrido anch’io. Ci stiamo sorridendo.
Perché, dio?
“Perché vi piaceeeteee!”
Basta, vocina del cazzo. –Basta!
-Tutto bene?
Stupendo, ora pensa che io sia un malato di mente, nevrotico e pazzo. Grazie tante, eh.
-Sì, cioè, no, c’era… c’era… una zanzara.
Ridacchia. Lo faccio ridere, ecco. WOW.
-Beh, io a questo punto vado a casa. Sono stanco.
-Mmh.
-Ciao Gu.
Si allontana. “Non lasciarlo scappareee!”
In un momento di follia, lo rincorro. –Aspetta!
Si volta lentamente. –Sì?
E adesso cosa dico? Merda merda merda. Cosa… VOCINA DOVE CAZZO SEI QUANDO SERVI?!
Vocina? Vocina? Vocina ti prego. VOCINA!
D’accordo. Devo inventarmi qualcosa. No cazzo si sta rigirando. NO CAZZO.
-Hai… sei in macchina?
-Sì, perché?
-No, niente, mi potresti dare un passaggio a casa?
Sorride. –Con piacere!
Tremo e mi affianco a lui.
Silenzio.
-È molto lontana?
-No, ci siamo.
Preme un pulsante sul telecomando ed entriamo nella sua Panda. C’è un buon profumo di vaniglia.
-Sei venuto in tram oggi?
-Mmh, sì.
Di nuovo silenzio. Perfetto.
In cinque minuti arriviamo di fronte a casa mia, non c’è traffico.
-Siamo arrivati!
-Ah, eh, sì.
Prima di uscire cerco le chiavi nei miei jeans. No.
-Sono un coglione.
-Cos’hai?- Mi guarda incuriosito.
-Ho dimenticato le chiavi a casa.
Ridacchia. –Beh, suona, no?
-No, non c’è nessuno! Sono andati al mare, o una cosa del genere…
-Allora puoi entrare, no? Se hai lasciato aperto e non c’è nessuno, vuol dire che nessuno ha chiuso.
Roteo gli occhi. –C’è la vicina… viene ogni sera a vedere se sono vivo, o una cosa del genere, cazzo ridi?- Gli tiro un coppino. –E se non c’è nessuno chiude lei e tutto quanto.
-Beh allora vieni da me. Tanto sono solo.
Esulto dentro di me, mentre l’adrenalina di mischia alla pura paura.
Rimette in moto.
-Guglielmo.
-Sì?
-Ma…
-Mmh?
-La tua vicina ingoia?
 
 
Ommioddio mi sento così fica perché sono la seconda scema che pubblica una fanfiction su Freaks!.
Ringrazio MelodramaticFool_ per avermi dato l’ispirazione e anche il culo di Poggioli.
Ci saranno solo due capitoli, miei cawi.
E una recensione non fa mai male. Ciiao! :3

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Capitolo 2
*** Etero al centouno percento, sì. ***


Ore: 23.20. CasaPoggioli.
 
-Vuoi qualcosa da bere? Che so… un whiskey?
-Se proprio insisti.
Ma sì, dai. Per sciogliere la tensione.

Che cazzo sto dicendo?! Peggio di uno di quei telefilm di merda che guarda mia madre. Stiamo vivendo un clichè? Mi sa di sì: l’ho seguito su per le scale – ascensore fuori uso –, ha aperto la porta, ha pronunciato la tipica e banale frase “Non fare caso al disordine”, ha detto “Siediti pure” e senza neanche guardarmi è sparito in bagno qualche minuto, ne ho approfittato per guardare le foto sulla mensola come un coglione ed ora eccoci qui.
Versa attento due bicchieri e me ne porge uno.
-A noi!-, sorride.
Manda giù tutto d’un fiato e mi sento meglio per qualche secondo.
-È strano sai, non ero mai stato a casa tua.
-Non ti avevo mai invitato.-, mi corregge.
-Già.
Hey cazzo, perché non riesco a parlare normalmente? Cos’è che mi blocca?
“È l’amoooreee!”
No vocina però eh. Esci solo quando ti fa comodo e questa cosa non va bene.
-Hey Gu.
Alzo la testa di scatto. Sono seduto sul divano, mentre lui è di fronte a me in poltrona.
-Dimmi.
-Tu cosa ne pensi dell’amore?
Ecco che ritorna la sensazione di malessere e nervosismo.
-Ergh… non lo so, sai? Non penso di averlo mai incontrato, l’amore vero.- Calco l’accento sulla parola “amore”. –Eppure vorrei tanto, mmh, sposarmi, no?, i bambini, la famiglia…
-Mh-mh.-, annuisce.
A questo punto la domanda mi sorge spontanea: -E tu?
Mi guarda divertito facendo una pausa di qualche secondo. –L’amore? Tutte puttanate.
Sgrano gli occhi.
-Non esiste qualcuno di perfetto per ognuno di noi. A volte basta una sana scopata per risanare tutto! Molti meno problemi, pregiudizi, cuori infranti.
In effetti il suo ragionamento non fa una piega. Aspetta un attimo… -Pregiudizi? Che intendi?
Compare un sorrisetto sul suo viso. –Mh, se sei gay, bisex o lesbica.
Improvvisamente sento il viso bruciare.
Deglutisco piano. –Hai ragione.-, dico, distogliendo lo sguardo.
“Chieeediglielooo Guglieeelmooo!”
Chiedergli cosa?!
“Lo saaaiii!”
Spalanco gli occhi? C-cosa?
“Luuuii èèè…”
-Bisex?-, sussurro.
-Cosa?
I suoi occhi azzurri incrociano sospettosamente i miei, grandi e spaventati peggio di un coniglio.
Tossisco. –Niente.
-No, ripeti.
-Niente.
-Okay.-, sorride.
“Chiediglieeelo! Oora o mai piùùù!”
Fisso il bicchiere vuoto che ho fra le mani. Uhm, okay.
NO!
“Muoooviti!”
Qualcosa mi dice che, forse, dovrei ascoltarla quella cazzo di vocina.
-Andrea…
-Sì?
-Tu sei… non…
-Mh?
Oh cazzo, vocina di merda, sta’ zitta!
“Guglieeelmooo!”
Qualsiasi cosa per farla smettere.
Fisso le mani di Andrea, i suoi occhi e di nuovo il bicchiere.
“Gugl…” la zittisco.  –Tuseibisex?
Oh Gesù. Non credo abbia capito. Ripeto scandendo meglio le parole. –Tu sei…
-…bisex?-, termina la frase.
Neanche quattro ore di lampada renderebbero la mia pelle rossa quanto lo è adesso.
Stupido stupido stupido.
Distolgo lo sguardo.
-Perché ti interessa?
Silenzio.
Non so cosa dire. Non so cosa fare.
-Comunque sì.-, sogghigna mentre si versa un altro bicchiere.
Bene, ho fatto il mio dovere, fottiti vocina.
-E tu?
Deglutisco rumorosamente. Non ci sono vie di fuga, ora. Perché è lui che me lo sta chiedendo e non una voce – o qualsiasi altra cosa sia stata partorita dalla mia mente folle.
Bevo le ultime gocce di whiskey rimaste sul fondo del bicchiere.
“Digli ciò che pensi. Diglielo Guglielmo.”
Frena, questa suonava come un ordine.
“Esatto testa di cazzo, muoviti.”
Non voglio.
“Ti tormenterò per seeeempreee!”
Alzo gli occhi al cielo. Okay.
Andrea mi sta ancora fissando.
-Beh?
“È ora di tirare fuori le palle, cagasotto.”
Hai vinto.
-Speravo me lo facessi scoprire tu.-, sussurro.
Silenzio.
Ecco, lo sapevo.
Mi alzo e poso il bicchiere sul tavolino. Devo andarmene, subito. Ho rovinato tutto.
Mi avvicino alla porta e giro lentamente il chiavistello maledicendomi ancora e ancora per la mia folle stupidità, ma un paio di mani mi afferrano da dietro prima che io possa mettere un piede fuori da casa sua.
-Allora, vuoi davvero scoprire questo tuo lato oscuro, Guglielmo?
Il suo respiro è dolce, buono e mi arriva sul collo. Chiude la porta e inizia ad accarezzarmi il torace, sempre dietro di me.
Mi sto eccitando, cazzo.
-È tutto sbagliato…
-No.
-Invece sì, io sono Guglielmo Scilla e…
-E io sono Andrea Poggioli e siamo due mezzi froci. Ti basta?-, ghigna.
-Ma…
Prima che io abbia il tempo di ribattere e pensare posa le sue labbra sulle mie, zittendomi.
Tremo nonostante ci siano trenta gradi, è la cosa più bella e… bella che abbia mai provato.
Sento la sua lingua aprirmi delicatamente le labbra e da bacio casto si trasforma in una violenta scopata di bocche.
Ci muoviamo suppongo verso la sua camera da letto e all’improvviso si stacca da me buttandomi giù, sul materasso.
-Sei sicuro?-, ansima.
Deglutisco, anche se ormai la mia parte “etero al centouno percento” si è persa nello spazio.
-Scopami.
Mi guarda sorpreso e si slaccia il primo bottone della camicia, temo non abbia capito.
-Voglio che mi scopi.-, ripeto.
Passa le dita sul secondo bottone e a quel punto non resisto.
Mi alzo di scatto e mordendogli quel dannato piercing quasi gli strappo la camicia.
-Hey piano, piano.-, ridacchia.
-Allora?
Si china su di me. –Va bene.-, sussurra.
Ci baciamo ancora, poi inizia a mordermi e succhiarmi il collo.
Gemo come un cane.
-L’hai voluto tu, Gu.
-Mh…
Mi sfila la maglietta e scende giù, sui miei pantaloni.
Se non si sbriga, là sotto esploderà qualcosa.
Lentamente slaccia il bottone, senza smettere di guardarmi negli occhi.
Le sue mani scorrono sulla cerniera.
Una fitta d’apprensione mi fa rivoltare lo stomaco e lo blocco.
-Andrea, non posso…
-Perché?-, mi guarda stupito e vorrei morire.
-Non lo so…
-Guglielmo, è una scopata. Tu ti diverti, io pure e domani amici come sempre! Dai cazzo, esci dalla mentalità etero!
Spalanco gli occhi e lui riprende ad occuparsi dei miei boxer senza darmi il tempo di ribattere.
Ooh, cazzo. Me lo prende in bocca ed è il miglior pompino di sempre.
Sì, ‘fanculo agli etero, etero di merda, aaah!
Gemo forte aggrappandomi ai suoi capelli.
-Oh, sì, aaahhh!
Vengo quasi subito nella sua bocca.
-Da quanto tempo non scopavi?-, dice, staccandosi dal mio cazzo.
Tossisco nervoso. –Ehm…
Si mette a ridere come un coglione. –Okay Gu, preferisco non saperlo, guarda.
-‘Fanculo!
Gli tiro una sberla e lui mi salta addosso.
Scalcio i jeans e le scarpe lontano e finalmente gli sfilo la dannata camicia.
In un attimo siamo entrambi nudi sul suo letto.
Scende con la lingua sul mio corpo e io mi sto di nuovo eccitando.
-Mh…
Prende dal comodino un tubetto bianco.
-Sei pronto?
-Sì.-, ansimo.
Oh santi, no.
Per il cazzo che sono pronto! No, aspetta, no.
Apre il tubetto e mi agito sotto di lui.
-Andrea, aspetta.
-Cosa c’è adesso?-, fa, esasperato.
Non rispondo e lui lo prende come un nonsochecosa, sta di fatto che va avanti.
Mette un dito proprio lì e mi agito ancora.
-Ho paura.-, sussurro chiudendo gli occhi.
Non toglie la mano, ma sento il suo respiro sul collo.
-Andrà tutto bene.-, dice convinto.
Mi bacia mentre mette il primo dito.
Cazzo se fa male.
Cerco di ribellarmi, ma lui non mi lascia andare.
Passa un tempo infinito, credo e finalmente – finalmente? – si inginocchia di fronte a me, che sono ancora sdraiato sul letto.
-Pronto?
Improvvisamente sento di volerlo.
È lì, come un eroe greco, bellissimo, inghiottito dalla passione…
“Che mente perversa, Gu.”
Ooh, sta’ zitta.
Mi guarda preoccupato e io gli sorrido.
-Sì.
 
Ore: 6.30. Casa Poggioli.
 
Un raggio di sole mi colpisce il viso svegliandomi.
Apro piano gli occhi.
Dove sono?
Sento qualcuno respirare di fianco a me e mi giro. Andrea.
No, aspetta, Andrea?!
Un lampo mi attraversa il cervello e ricordo tutto. Io senza chiavi di casa, lui, il suo letto, ehm, il suo cazzo.
Oh merda.
-Mmh? Guglielmo?
Mi nascondo sotto le coperte. Io… non…
-Tutto bene?
Mi scopre, grande.
Tremo. –Immagino di sì?
Sorride e mi dà un bacio sulla fronte.
-Andrea?
-Che c’è?
-Ieri… noi… sai…
-Abbiamo scopato?
Spalanco gli occhi. –Ehm, beh, urgh…-, tossicchio nervoso.
-Smettila di fare la verginella, che tanto non lo sei più.
Lo guardo male. Stronzo.
-Dai, non dirmi che non ti è piaciuto!
Mi passo una mano fra i capelli. In effetti non è stato male. Ora capisco tutti quei gay, quei trans e quei bisessuali.
“In fondo lo volevi davvero…”
Ah, buongiorno anche a te vocina. Stronza.
-Beh?
Evito di rispondergli e chiudo gli occhi. La mia faccia dev’essere di nuovo bordò, visto che quel coglioncello ha iniziato a ridere.
-Va bene, hai ragione.
-Su che cosa?-, mi chiede sogghignando.
Sbuffo e roteo gli occhi. –Lo sai, stronzo.
-No, non direi.
Mi alzo di scatto e gli ficco letteralmente la lingua in bocca. –Questo ti basta?
Sorride e mi trascina sotto le coperte.
“Buongiorno Gu!”
 
Heeey. Questo secondo capitolo fa proprio cagare, ma la mia capacità di scrivere cose sensate è andata momentaneamente a puttane.
Volevate la scena in cui si inculano come cani, ammettetelo. Purtroppo non sono capace di descriverla. Aspettate, cioè, sì, so come funzionano le cose, ma non riesco a metterle nero su bianco. È tutto nella mia mente perversa, che si rifiuta di comporre quattro frasi erotiche. Ehm.
In ogni caso, addio.
  
...se qualcuno facente parte del cast di Freaks! leggerà questa storia, beh, sappiate che vi amo tutti. 
E so che avete scopato, bastardi.

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