Il mistero dei quadri

di Enma_Ai
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


 

I miei nonni erano stati grandi artisti francesi, dipingevano scene romantiche e allo stesso tempo molto cupe e ne avevano ricavato molti soldi vendendo i loro capolavori ai personaggi più illustri. Molte volte capitava che non riuscissero a vendere i loro quadri così li appendevano nella loro casa che dopo un pò iniziò a sembrare un museo d'arte gotica. Quando i nonni morirono lasciarono tutto quando in eredità ai figli e ai nipoti così io e i miei genitori andammo a vivere nella loro villa con il loro titoli nobiliari.


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"A volte mi chiedo perchè non inventano qualcosa di più veloce delle carrozze, madre. I miei amici sarebbero già arrivati in tempo per il tè." Dissi stizzita a mia madre, la duchessa* Brigitte che aveva quel nome perchè era figlia di un duca di origini francesi. Di solito non ero così arrabbiata, anzi tutto il contrario, ma quello era l'unico giorno in cui mia madre mi aveva permesso di invitare i miei migliori amici, Ron e Mary, così volevo passare tutto il tempo possibile con loro per quel fine settimana.

"Stacy sicuramente staranno per arrivare, non potevano di certo prendere un cavallo partendo da *. Tu sei pronta? Sei abbastanza presentabile per i signori Mercall? Ricordati che devono venire anche loro quindi sii più dignitosa quando arrivano, in fondo sei una duchessina. "Si certo, madre" annuii sapendo che acconsentendo senza replicare le avrei fatto piacere. Questo non era decisamente il mio mondo, non adoravo le feste, i balli della crema della società, e neanche vestirmi elegante perchè i vestiti sono davvero molto scomodi. Al contrario ero amante dell'avventura e degli abiti comodi e larghi con cui uscivo con Jerry, il nostro maggiordomo molto giovane, di solito in segreto dai miei genitori, per correre liberamente tra i campi infiniti che c'erano vicino a casa. Quel giorno invece Liza, la mia domestica, mi aveva preparato un vestito di raso color canna da zucchero che risaltava i miei occhi azzurri, con un'ampia scollatura sul davanti, il corpetto molto stretto dietro e un'ampia gonna che scendeva fluidamente sui fianchi. Poi mi raccolse i capelli castani molto chiari in una complicata acconciatura fermata da un nastro dello stesso colore del vestito che lasciava liberi soltanto due boccoli sul davanti per incorniciare il viso.

Finalmente, dopo mezz'ora di impaziente attesa da parte mia, si sentì un nitrire di cavalli e il rumore del campanello di casa. Io e la mia famiglia aspettammo in salotto l'arrivo della famiglia Mercall. Entrarono dall'entrata principale e accompagnati da Jerry arrivarono nell'ampio salotto. "Brigitte!" "Margareth!" mia madre corse incontro all'amica con cui si conoscevano dai tempi della scuola. "Finalmente siamo arrivati è stato un viaggio decisamente estenuante, cara.". "Tranquilla, qui vi riposerete a dovere. Liza per piacere accompagna i signorini Mercall alle rispettive stanze." La domestica annuì, prese le loro valigie e fece cenno ai miei amici di seguirli verso le camere da letto. Visto che erano ospiti di riguardo mia madre aveva deciso di dare loro due stanze separate, dato anche che ormai erano grandi per dormire nella stessa stanza.

"Ecco sono queste due stanze. Se avete bisogno di qualsiasi cosa non esitate a chiamarmi." disse Liza indicando due camere una di fianco all'altra. Appena entrarono, la domestica ritornò immediatamente in cucina per dire al cuoco di incominciare a preparare il tè e tolse dal forno i biscotti al cioccolato e senza che avevano un buonissimo aspetto. Prese un piccolo vassoio d'argento e li dispose, poi prese un secondo vassoio questa volta un pò più grande e prese dalla credenza sette tazze da tè, una teiera e una zuccheriera tutto in porcellana finissima e li mise nel vassoio più grande. Aggiunse un pò di zollette di zucchero nell'apposito contenitore e aspettò che fu pronto il tè. Nel frattempo Ron e Mary videro che nei rispettivi bagni era stata preparata la vasca da bagno per permettere loro di rilassarsi, così ne approfittarono e si immersero nei sali da bagno, poi si cambiarono con dei vestiti più eleganti e puliti dato che per tutto il viaggio avevano indossato sempre gli stessi. Mentre Ron ancora si vestiva, Mary era già pronta così sentendo che il fratello non era ancora uscito dalla stanza si guardò intorno, soffermandosi sui numerosi quadri che aveva notato era piena la casa. In particolare la colpì un quadro con una cornice molto scura e che ritraeva qualcosa di indescrivibile e celeste, così si avvicinò a guardare meglio per capire cosa potesse essere. Da vicino si capiva ancora peggio, e a lei sembrò addirittura che quella cosa si muovesse verso di lei ma non ci fece molto caso. Rinunciando a capire di cosa si trattasse, si girò decisa ad andare a bussare alla porta del fratello per dirgli di sbrigarsi, ma ad un tratto sentì dietro di lei come un soffio fresco e si rigirò spaventata mentre la vista le si annebbiava di celeste e cadde a terra svenuta. Nel mentre Ron si stava finendo di allacciarsi le scarpe e quando finì, visto che non aveva ancora sentito la porta della sorella aprirsi e la cosa gli sembrava molto strana dato che lei lo superava sempre in velocità a prepararsi, decise di andare a chiamarla. Si guardò un'ultima volta allo specchio assicurandosi di essere messo bene e usci dalla stanza. Fece due passi e si ritrovò davanti alla porta della stanza della sorella da cui non proveniva alcun suono se non un leggero frusciare di tende. Magari aveva aperto le finestre per far cambiare l'aria, un'altra cosa a cui lui non aveva pensato. "Mary? Sei pronta?" chiese attraverso la porta, ma non gli arrivò nessuna risposta, solo il rumore continuo del vento. "Mary??" riprovò a chiamarla più forte pensando che forse era in bagno e non l'aveva sentito, ma invece non ricevette di nuovo nessun segno dalla sorella. Preoccupato decise di provare ad aprire la porta ma vide che era chiusa a chiave e non poteva forzare la porta di casa altrui. Decise di rientrare in camera sua per prendere il campanellino e chiamare la domestica per chiederle le chiavi. Liza era ancora in cucina versando il tè quando sentì che la stavano chiamando dalle camere da letto, così chiese al cuoco di finire l'ultima tazza e incominciare a portare in salotto i vassoi. Lui accettò capendo che era urgente così la domestica raggiunse a passo svelto le stanze passando da intricati corridoi prendendo delle scorciatoie per fare prima. Appena arrivò davanti alle camere vide che quella del signorino era socchiusa, così bussò e chiese timidamente "Posso entrare?". La porta si aprì di scatto e le venne un colpo vedendo la faccia del giovane ospite che poteva avere anche la sua stessa età. "Cos'è successo? Ha bisogno di qualcosa?" chiese preoccupata anche lei. "La prego mi dia le chiavi della stanza di mia sorella, l'ho chiamata un paio di volte ma sembra che lei non ci sia." disse Ron ansioso di aprire la stanza. "Ma è sicuro che non sia uscita dalla stanza? Magari non l'ha sentito." "Sono sicurissimo che lei non è mai uscita da quella stanza, la prego." continuò a implorarla e alla fine lei si arrese, prese un mazzo di chiavi che aveva in tasca e cercò quella giusta.


Note: ditemi pure che ne pensate x) commentate in molti vi aspetto con il secondo capitolo ciauuu :*

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Quando fece scattare la serratura lui si precipitò all'interno chiamando per nome la sorella e guardando anche in bagno ma della sorella non c'era traccia. Subito dopo di lui entrò anche Liza e appena varcò la soglia notò che la stanza aveva leggermente cambiato colore ed era più sfocata. Per essere sicura di non vedere male si girò verso lo scuro corridoio e quando si affacciò fuori vide che i colori erano normali, così rientrò nella stanza con una faccia strana. "Cosa c'è?" chiese ancora più preoccupato Ron. "Signorino non ha notato questa nebbiolina azzurrognola che c'è dentro la stanza? A me non sembra normale." affermò Liza. Ron si guardò intorno e in effetti notò che non era normale il colore della stanza. "Tutto questo non è per niente normale. Secondo me è meglio che chiamiamo la signorina Stacy e andiamo insieme a cercare vostra sorella senza però dire nulla ai vostri genitori e ai miei padroni. Forse può essere uscita in giardino passando per la finestra." riflettè Liza. In effetti, notò Ron, la finestra era spalancata come aveva immaginato sentendo il rumore del vento fuori dalla stanza, ma continuava a chiedersi il perchè di questo gesto da parte della sorella. Prima di partire era così entusiasta di andare per tre giorni a vivere da Stacy, dopo tanto tempo che non si vedevano. La prima volta si erano conosciuti ad una festa in maschera nella villa della regina in persona che aveva riunito tutte le famiglie importanti del regno. C'erano stati musica, brindisi e un abbondante buffet in cui Mary aveva conosciuto Stacy e da quel momento erano sempre state insieme per tutta la festa a raccontarsi un sacco di cose. Poi erano partite le danze e Mary aveva presentato il fratello alla nuova amica e li aveva incoraggiati a ballare insieme. Accettarono entrambi, un pò timidi ma parlando riuscirono anche loro a conoscersi e a diventare amici. Tutto questo era successo due anni fa, quando avevano tutti quattordici anni. In questi due anni si erano rivisti poco, solo ad alcune feste importanti dato che abitavano abbastanza lontani per incontrarsi più spesso. Poi era successo che due mesi fa, ci era arrivata a casa una lettera dalla famiglia Winterhall che ci invitava a trascorrere il fine settimana con loro a partire dal ventotto luglio pomeriggio perchè quella domenica, il trenta, era il diciassettesimo compleanno di Stacy e visto che le loro famiglie si conoscevano bene avevano deciso di invitarli. Mentre pensava questo erano arrivati nel corridoio che portava al salotto. "Rimanga qui così non desteremo sospetti se chiamiamo senza preavviso la signorina" sussurò piano la domestica. Ron annuì così la domestica si lisciò il grembiule, si mise a posto i capelli che si erano leggermente scompigliati nella corsa ed entrò in salotto. "La signorina Stacy è richiesta nella camera della signorina Mary da essa." annunciò Liza. "Ma, Liza, Stacy sta raccontando di sè ai signori Mercall!" la fulminò la signora Winterhall. "Capisco signora, ma è veramente urgente, la prego." la implorò la domestica. Brigitte fece un lungo sospiro e finalmente acconsentì. "Va bene ma non le faccia rimanere troppo in quelle stanze, sennò il tè si raffredda." Liza annuì e mi guardò come per dire di muovermi. Io mi alzai scusandomi, andai velocemente verso di lei e andammo nel corridoio buio dove vidi Ron con una strana faccia. "Cos'è successo, Ron? Mary sta male?" domandai molto preoccupata. "Non troviamo più la signorina Mary, nella sua stanza non c'è, e visto che abbiamo trovato la finestra aperta abbiamo pensato che poteva essere andata nel giardino, dato che le stanze sono al piano terra, anche se non sappiammo ancora il perchè." disse Liza amareggiata. "Forza allora, andiamo in giardino a vedere!" dissi sempre più preoccupata. Ci precipitammo all'ingresso e aprimmo il pesante portone cercando di fare meno rumore possibile per non destare sospetti. Quando ci girammo per essere sicuri che nessuno ci stesse seguendo notammo un'ombra dietro l'angolo del corridoio, ma quando ci avvicinammo vedemmo che era solo Jerry e ci scappò all'unisono un sospiro di sollievo. Così uscimmo ma appena mettemmo piede fuori sentimmo uno stranissimo rumore, un gorgoglio che proveniva da dentro la casa come se stessero svuotando un vasca gigante. Ci girammo di scatto, ma non notando niente di strano iniziammo un giro nell'immenso giardino per controllare ogni minima parte. Guardammo dentro la fontana gigante in mezzo al giardino, tra gli alberi, dietro il pozzo e addirittura nella stalliera, ma di Mary nessuna traccia. "Dove può essere finita?" chiese Ron. "Proprio non ne ho idea ma speriamo che non le sia successo niente di grave" risposi pensierosa. Secondo Ron poteva essersi rifugiata da qualche parte perchè era troppo emozionata, ma io non ne ero così convinta perchè so che non si sarebbe mai comportata in modo così da bambina, soprattutto perchè sicuramente i suoi genitori le avevano impartito delle regole a riguardo. Alla fine rientrammo in casa, decisamente preoccupati e pensando a che fine potesse aver fatto la sorella di Ron. Neanche fatto un passo che una strana nebbiolina celeste ci annebbiò la vista. "Cosa cavolo sta succedendo qui?" esclamò Ron. "Non lo so, ma continuamo ad andare avanti per cercare una finestra, forza." dissi io convinta, infatti mi era venuta un'idea che poteva andare bene. Continuammo ad avanzare a tentoni per cercare una finestra così da far uscire la strana cosa che ci stava leggermente avvolgendo. "Ne ho trovata una!" esclamò felice Liza. Provammo ad aprirla e anche se all'inizio non faceva a causa degli anni, dopo un ce la facemmo. La finestra fece uno strano rumore e si aprì, mentre la strana nebbiolina scivolava fuori a spirali lente e celesti. Quando finalmente ebbimo una visuale completa di ciò che ci circondava, vedemmo che la mia casa era completamente cambiata, non c'era più niente che ricordava quello che c'era prima. Anzi, non ci trovavamo più in una casa, ma in un castello decisamente molto buio e gotico. "Cosa facciamo?" chiese Liza un pò impaurita. "Non ne ho idea proviamo a cercare qui se riusciamo a trovare un modo per uscire" risposi sbadigliando. Quella notte nessuno di noi aveva dormito bene per l'emozione, quindi eravamo decisamente distrutti e non vedevamo l'ora di farci una bella dormita. Cominciammo dalla cucina, che era molto in disordine, con pentole, coltelli e piatti sporchi dappertutto. Mi girai e vedei Liza che si tratteneva dal dare una bella ripulita. "Ma da quanto qui non vengono a fare un pò di pulizie?" chiese un pò arrabbiata. Lei era una maniaca dell'ordine e ritrovarsi in una stanza come quella doveva essere stato un trauma. Guardammo anche dentro una porticina vicino ai fornelli, ma appena aperta notammo che era solo una dispensa piena di chissà cosa da anni. Poi uscimmo dalla cucina e percorremmo un lungo corridoio su un logoro tappeto rosso, con dei candelabri di ottone alle pareti e delle tende color cremisi alla nostra sinistra. Arrivammo in un grande salone che in passato doveva essere servito per le cerimonie e le feste. Eravamo in una stanza veramente enorme, il soffitto affrescato era altissimo e c'erano ancora alcuni divanetti di velluto celeste disposti intorno alla sala, che scoprimmo essere una vera e propria sala da ballo grazie ai resti di un'orchestra in un angolo. Anche lì non notammo nulla di strano o di particolare così uscimmo ed entrammo nella sala che c'era poco più avanti. Appena entrarono videro che si trattava di una modesta camera con un letto a baldacchino di un colore simile all'acquamarina, con lenzuola e cuscini puliti tanto che sembrava che nessuno lo avesse mai usato. C'era anche un grande armadio di legno scuro che all'interno portava cappotti pesanti e coperte. Notai che c'era troppo silenzio così mi girai verso gli altri e li vidi incantati a guardare il letto. "Dai non vorrete veramente coricarvi in un momento come questo?" dissi scettica. "Dai, Stacy, solo un attimino per riposarci che siamo tutti veramente stanchi" mi pregarono Liza e Ron. Così per accontentarli mi sdraiai con loro sopra di esso, ma invece di trovare un morbido materasso ci ritrovammo a sprofondare in una viscida gelatina azzurrognola che ci rendeva impossibile liberarci. "Ehi cosa sta succedendo?" esclamò allarmato Ron. Dopo inutili tentativi di risalire alla base del letto ci arrendemmo e ci lasciammo sprofondare. Atterrammo malamente e dopo esserci ripresi dalla caduta vedimo che ci trovavamo in una stanza enorme, tutta con una leggera nebbiolina celeste come quella che avevamo trovato entrando in quella che non era più una casa. Alle pareti della stanza erano appesi un'infinità di quadri di tutte le misure che io riconobbi subito perchè li avevo già visti dentro la mia casa. In particolare c'era un quadro davanti a noi da cui continuavano a uscire spirali di nebbia. Piano piano si iniziò a formare qualcosa di materiale lì davanti a loro, che di forma e dimensioni poteva sembrare un umano, ma dopo un pò vedemmo che era un essere incorporeo e celeste che fluttuava proprio lì davanti a loro. "Oddio e questo cosa sarebbe?" chiese Ron spaventato, visto che era anche il più vicino ad esso. Osservando bene videro che era trasparente e non aveva nulla all'interno del corpo, come se vivesse di aria propria. O era più probalile che non gli serviva respirare. Rmasero a fissarlo per cinque minuti e lui nel frattempo non si mosse di un millimetro. A un certo punto vidi che qualcuno stava allungando la mano verso l'essere, mi girai e vidi la mano di Liza passarmi a fianco e raggiungere il "corpo" di quella cosa. Appena lo sfiorò si dissolse ed apparve in altro punto della stanza, con una faccia indifferente. "Ma chi sei?" chiese Ron. "Mi spiace ma non potete toccarmi, ordine del re Mìrius." affermò l'essere. Appena annuimmo continuò "Sono Phil, del regno dei ......., sono stato incaricato di essere la vostra guida nel gioco che avete appena intrapreso. Il gioco si chiama "The mistery of the art", perchè da adesso dovrete passare di quadro in quadro e risolvere gli enigmi che ci sono dentro di ognuno. Solo se riuscirete a completarli tutti arriverete all'ultimo quadro in cui, se risolto, potrete riavere la vostra amica." "Mary!" esplose Ron correndo furioso verso l'essere. "Dimmi subito dov'è mia sorella!" "Gliel'ho detto signorino, dovrete completare tutti i livelli per rivederla. Fino ad allora non potete far altro che andare avanti nel gioco e non pensare a lei se non per darvi coraggio." disse Phil tranquillo. "D'accordo, ma potrei chiedere perchè ci fate questo? Vi abbiamo causato qualche problema?" chiese rassegnato Ron. "No, non ci avete causato alcun problema." rispose Phil. "E allora perchè?" chiese esasperato. "Il perchè non possiamo dirvelo, spiacente." affermò l'essere. "Va bene allora quando si incomincia?" chiese Ron impaziente di ritrovare sua sorella. "Anche adesso se volete, ditemi quando siete pronti." rispose Phil. Ci guardammo negli occhi e annuimmo decisi. "Siamo pronti." dissimo all'unisono, preparandoci ad affrontare qualunque cosa pur di recuperare Mary. "Benissimo." Davanti a noi si aprì un varco azzurro. "Entrate, prego. Ricordate che i livelli sono in ordine di difficoltà. Il primo è il più facile. Ah, ricordatevi anche che io appena entrerete scomparirò; potete chiedere il mio aiuto solo una volta per ogni quadro, ma questo può variare da come vanno le cose." ci fece cenno di entrare nel varco. "Ok" dissimo. Oddio non sapevo cosa ci aspettasse. Visto che nessuno si faceva avanti per entrare, mi feci coraggio e attraversai il varco. Sentii come una ventata d'aria fresca e poi tutto si fece buio.

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