Non è più la Terra che ti tiene attaccata a sè. E' lei ಌ

di Hilarie Winfort
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ಌ ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ಌ ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ಌ ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ಌ ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ಌ ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Capitolo Finale ***



Capitolo 1
*** Prologo ಌ ***


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Non uno: un milione. Non di corda, ma d'acciaio.
Un milione di cavi d'acciaio che mi legavano a una cosa sola.
Al centro esatto dell'
universo.

Finalmente capii che l'universo ruotava attorno a
quel punto.
Non avevo mai colto la simmetria dell'universo, che adesso mi era chiara.

Ora non era più la forza di gravità a imbrigliarmi. Era la bambina fra le braccia della vampira bionda.

Renesmee.


Non è un colpo di fulmine, davvero. E' più... uno spostamento di gravità.
Quando vedi
lei, all'improvviso non è più la Terra che ti tiene attaccata a sé.

E'
lei.

E
niente conta più di lei. Sai che per lei faresti qualsiasi cosa, per lei saresti qualsiasi cosa...
Diventi
tutto ciò di cui ha bisogno, che sia un protettore, un amante, un amico, o un fratello.



Grazie
Stephenie Meyer
 

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ಌ ***


Capitolo 1 ಌ

"Tranquilla tesoro, andrà tutto bene"
Mi rassicurarono ancora una volta mamma e papà.
Il giorno dopo avrei iniziato il primo anno nella scuola superiore di Forks.
Non ero mai stata troppo brava a relazionarmi con gli umani, ero abituata a vivere
nel mio mondo, con vampiri e licantropi.
E non era mai stato facile nascondere il fatto che fossi metà umana e metà vampira.
Sospirai e cercai di convincermi che sarebbe andato tutto bene.
"E dai Nessie, non ti facevo così fifona",mi schernì una voce familiare.
Jacob Black fece il suo ingresso trionfale nella stanza, con un sorriso stampato sulle labbra.
"Jacob!",esclamai andandogli incontro.
"Buongiorno Nessie",sussurrò stringendomi in un abbraccio.
Jacob era il mio migliore amico, c'era sempre stato, era presente in ogni ricordo che avessi.
"Sei cresciuta ancora!",esclamò con una strana espressione.
Finsi di non notare lo sguardo carico di apprensione dei miei genitori.
Era così ormai da un pò con Jacob, da quando avevo cominciato ad entrare nell'adolescenza.
"Vedrai, ti divertirai",disse cambiando argomento.
"Lo so, insomma non è la prima volta che vado a scuola"
Deglutii e aggiunsi:"Ma è la prima volta che ci vado così"
Mi riferivo al cambiamento del mio corpo.
In un paio di settimane ero cresciuta notevolmente.
"Stai diventando una donna",disse Jacob in un sussurro.
Chinò la testa ed evitò di incontrare il mio sguardo.
E di nuovo i miei genitori cambiarono di espressione.
Mi alzai dal divano e mi diressi verso la mia camera facendo segno a Jacob di seguirmi.
Passavamo interi pomeriggi nella mia camera a guardare film, giocare a carte o a scacchi.
"Sei sicura di voler restare in camera?"
Lo fissai per un secondo, chiedendomi come mai fosse così strano negli ultimi tempi.
"Si, abbiamo ancora una sfida aperta a scacchi"
Sorrise e si sedette accanto a me sul divanetto.
"Lo so. Ma.. preferirei restare fuori. Potremmo correre un po' nella foresta,
o andare a trovare i nonni o gli zii."
Non mi andava proprio di stare fuori quel giorno, avevo voglia solo di stare tranquilla
con Jacob nella mia camera a giocare, come facevamo prima.
"Ok",dissi in un sussurro.
Mi alzai dal divano di malavoglia pronta ad uscire dalla stanza.
"O forse potremmo restare qui, se non hai troppa paura di perdere"
La sua voce mi fece bloccare sulla soglia di uscita.
Mi voltai e con un sorriso mi avvicinai a lui.
"Grazie",sussurrai prima di stampargli un bacio sulla guancia.
"Tra qualche minuto non mi sarai più così riconoscente"
Scoppiammo entrambi a ridere e iniziammo a giocare.
Passammo gran parte del pomeriggio a chiacchierare e a giocare.
Jacob era una delle persone più importanti della mia vita.
"E ora di cena",la voce di mia madre mi fece tornare alla realtà.
Quasi tutte le sere la mamma preparava da mangiare solo per me e Jacob, o qualche altro lupo
che si fermava a cena. Mamma e papà dovevano cacciare per nutrirsi e di tanto in tanto lo facevo anche io,
ma preferivo di gran lunga il cibo umano.
Io e Jacob ci avvicinammo affammati alla tavola.
"Vieni un secondo Jacob?",la voce di mio padre costrinse Jacob ad alzarsi da tavola.
"Tu comincia pure a mangiare",aggiunse rivolto a me e addolcendo il tono di voce.
Di cosa dovevano discutere all'ora di cena?
Aspettai che se ne andassero e poi mi alzai da tavola.
Li seguii, erano andati in soggiorno.
Mi fermai sulla soglia facendo attenzione a non farmi vedere.
Mamma e papà erano davanti a lui e lo fissavano con quella espressione.
Non riuscivo a distinguere chiaramente quello che dicevano perché ero lontana,
avevano programmato tutto in modo che non potessi sentirli.
"Ormai e cresciuta, non puoi Jake",disse mia madre preoccupata.
Cercai di sforzare l'udito, stavano parlando di me!
Mio padre si limitava a fissarlo in modo torvo.
"Lo so! Cosa credete? Mi fissate in quel modo, come se non sapessi che..."
Non riuscii a capire il resto della frase.
"E allora perché ci sei andato?!"
Mio padre aveva uno sguardo che non gli avevo mai visto.
"Sentite, so che... che è diventata grande. Ma mi conoscete, io... io non potrei mai fare.."
Di nuovo non riuscii a capire il resto della frase.
"Solo, cerca di..."
Salii di corsa le scale quando li vidi abbandonare la stanza.
Quando mi videro seduta a tavola, con il cibo intatto e il respiro affannato mi guardarono sospettosi.
Passai il resto della serata a chiedermi il motivo della discussione.

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ಌ ***


Capitolo 2 ಌ

Presi un respiro profondo e aprii la porta.
Si, era il primo giorno di scuola ed ero in ritardo.
"Buongiorno",mormorai entrando nell'aula.
Con sollievo individuai un posto ancora libero e mi precipitai a sedermi.
Feci appena caso al ragazzo seduto accanto a me.
Il professore prese a leggere i nomi sul registro per individuarci.
"Renesmee Carlie Cullen"
Quando disse il mio nome, alzai una mano titubante.
"Che nome insolito",disse il professore con un sorriso.
"Già",mormorai nascondendo la testa dietro lo zaino.
Quando ebbe finito l'appello si alzò dalla sedia e cominciò a fare avanti e indietro per l'aula.
"Bene, io sono il professor Morgan e vi insegnerò storia. Prendete questi e aprite a pagina diciannove"
Cominciò a distribuire i libri ad ogni studente.
Appena presi il mio lo aprii, avevo sempre amato i libri.
Spesso andavo a trovare i nonni e mi rifugiavo nella biblioteca di nonno Carlisle.
Passavo interi pomeriggi a leggere.
"A che pagina ha detto di aprire?",sussurrò una voce al mio fianco.
"Diciannove credo"
Mi voltai verso il mio compagno con un sorriso.
Fui trafitta da due splendidi occhi blu.
Aveva i capelli castani e i lineamenti del suo viso erano molto dolci.
"Mi chiamo Harry",disse porgendomi la mano.
"Renesmee",risposi con un sorriso.
Per il resto della lezione non parlai più con quel ragazzo,
ero troppo impegnata a farmi trasportare dalla storia.
Quando la campanella suonò ritirai in fretta i libri nello zaino, ero affamatissima e non vedevo
l'ora di andare in mensa. Con la cartina in mano mi feca strada tra i corridoi alla ricerca della mensa.
Quando entrai mi resi conto che non sapevo dove mi sarei seduta.
Presi un vassoio e lo riempii, poi mi diressi a uno dei pochi tavoli ancora vuoti.
Era in un angolo, vicino alla vetrata.
Con uno sguardo percorsi la stanza, immaginai di vederci i miei genitori,
loro si erano visti per la prima volta proprio in quella mensa.
Mamma e papà mi avevano raccontato un sacco di volte la loro storia, ma io amavo ascoltarla ogni volta.
"E' libero?",una voce mi distolse dai miei pensieri.
Harry stava davanti a me con il suo vassoio in mano, aspettando una risposta.
"Certo",risposi con un sorriso.
Si sedette accanto a me e iniziò a mangiare.
Io non dissi niente, mi limitavo a sollevare qualche volta lo sguardo dal piatto.
"Sei una ragazza di poche parole",disse ad un tratto accennando un sorriso.
"Già, scusa. E' che... non sono abituata a queste cose",dissi con un sorriso sincero.
Sospirò e si fece più vicino a me.
"Ti capisco, neanche io lo sono"
Per il resto del pranzo non parlammo più, non ce n'era bisogno, ci eravamo capiti senza bisogno di parole.
La giornata passò in modo sorprendentemente piacevole e veloce.
In un batter d'occhio era già ora di andare a casa.
Uscii dal portone e cercai Jacob tra i ragazzi nel parcheggio, ma non lo vidi.
"Ci vediamo domani",disse Harry con un sorriso.
"Si",risposi con meno entusiasmo.
Jacob aveva promesso che sarebbe venuto. Dov'era?
Entrò all'improvviso nel parcheggio sgommando con la moto.
"Che c'è? Pensavi che non sarei venuto?",disse scoppiando a ridere.
Con un sorriso salii dietro di lui sulla moto e mi allacciai alla sua vita.
Sfrecciammo per le strade finché non raggiungemmo La Push.
"Pensavo andassimo a casa",dissi una volta scesa dalla moto.
"Lo so, ma ho pensato che avessi voglia di andarci correndo"
Gli sorrisi, Jacob sapeva sempre ciò che volevo.
Con un balzo si trasformò e mi fece segno di salire sulla sua schiena.
"Vediamo chi arriva prima",dissi ignorando il suo invito con aria di sfida.
Con un ringhio cominciò a correre seguito da me.
Vinsi io, non poteva battere la mia velocità da vampira.
Gli feci una linguaccia e lui si limitò a sorridere.
"Allora, com'è andata?",chiese una volta seduti in salotto.
Avvicinai la mano al suo viso e gli feci vedere l'intera giornata.
"Visto? Non è stato terribile come credevi",sussurrò con un sorriso.
"Già, è stato... accettabile"
Dopo un breve silenzio disse:"Non credevo ti piacessero gli occhi blu"
Arrossii lievemente e deglutii.
"Oh, non è che... che mi piacciono. Sono... sono carini"
Scoppiò in una risata fragorosa.
"Sto scherzando, rilassati!",disse cominciando a farmi il solletico.
Mi lasciai trasportare dal suo tocco e cominciai a divincolarmi ridendo istericamente.
Sapeva l'effetto che mi faceva il solletico!
"Ti voglio Bene Ness",sussurrò mettendo fine alla sua tortura.
Lo fissai per un secondo, cercando di riprendere fiato.
"Anche io Jake, tanto",dissi appoggiando la testa nell'incavo del suo collo.

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ಌ ***


Capitolo 3 ಌ

I giorni seguenti passarono con facilità.
Mi sorpresi di essere così felice di dovere andare a scuola.
Amavo ascoltare storie, era merito di Carlisle, non mi perdevo mai un suo racconto.
Infatti a scuola ero la più interessata alle lezioni di storia.
"Siamo fieri di te",aveva detto papà stringendomi in un abbraccio.
"E' merito dell'apprendimento da vampira",dissi con un sorriso.
"E' merito tuo"
Gli sorrisi e mi sedetti accanto a lui al piano.
Iniziammo a suonare la melodia che mi era tanto familiare, la nostra canzone.
Quella che aveva composto tanti anni prima per me.
La mamma ci guardava dalla soglia della porta, sorridendo.
Poco dopo mi alzai e mi sedetti accanto a Jacob.
Papà prese a muovere le dita sul piano con sicurezza, dando vita alla ninna nanna
che aveva scritto molti anni prima per la mamma, e che continuava a suonarle spesso.
La mamma si avvicinò a lui, fissava la scena rapita con lo sguardo perso su papà.
Se avesse potuto, in quel momento avrebbe sicuramente pianto.
"Ti amo",sussurrò baciandolo sulle labbra.
"Più della mia stessa vita",rispose papà in francese strappandole un altro bacio.
Con un sorriso aprii il medaglione che tenevo al collo, più della mia stessa vita.
Mi voltai verso Jacob e notai che mi stava fissando.
I suoi occhi scuri ardevano sotto la luce fioca.
Mi alzai di scatto dalla sedia, sentendomi stranamente in soggezione.
Un sorso d'acqua, avevo bisogno di bere.
Andai in cucina e mi sedetti al tavolo, era incredibile che dopo tutti quegli anni
i miei genitori continuavano ad amarsi come il primo giorno, come quando
si erano visti la prima volta.
Ammirai mio padre per l'autocontrollo che aveva avuto nel resistere alla sete.
Doveva essere stato difficilissimo per lui resistere alla tentazione.
"A cosa pensi?",la voce di Jacob mi fece sussultare.
"A mamma e papà"
Si sedette accanto a me e attese che continuassi.
"Insomma, papà è davvero unico. Ha resistito per tutto quel tempo, l'amore
che provava era persino più forte della sete"
"Già. Ci ho messo un pò di anni per capirlo"
Lo fissai per un secondo chiedendomi il significato di quella frase.
"Io ero innamorato di Bella molti anni fa. O meglio, pensavo di esserlo. In realtà ero solo
un ragazzino immaturo che credeva di poter fare qualunque cosa. La verità è che io non ho mai
provato per lei quello che prova tuo padre. Non avevo mai provato davvero l'amore.
L'amore vero, quello che non ti fa dormire la notte. Ma pensavo di essere innamorato di tua madre e
così per tanto tempo non ho fatto altro che cercare di dividere i tuoi genitori. Ma fu proprio tuo padre
ad aprirmi gli occhi, avrei potuto vivere mille anni ma non sarei mai riuscito a comprendere quello che provava. E' davvero incredibile il loro legame, ma ero troppo stupido per capirlo"
Lo scrutai per un secondo, sorpresa.
Mi fissò per un tempo che parve interminabile e poi sussurrò:
"I tuoi genitori hanno fatto tanto per me, non puoi immaginare quello che hanno fatto.
Soprattutto tuo padre, anche quando volevo levargli la cosa più importante della sua vita non mi
ha impedito di provarci. Se tua madre avesse scelto me, lui l'avrebbe accettato, questo è l'amore.
Io invece per un sacco di tempo non desideravo altro che ucciderlo. Ora lo considero un amico prezioso"
"Sei davvero saggio, Jacob Black"
Sorrise e mi scompigliò i capelli sulla testa.
"Credo che andrò a dormire",dissi ad un tratto.
"Anche io, ho bisogno di una bella dormita",disse sbadigliando.
Mi avvicinai a lui e attesi che dicesse qualcosa.
Quella sera mi sentivo stranamente a disagio con lui.
"Beh... allora ci vediamo domani",dissi voltandomi in direzione delle scale.
"E non mi abbracci?",sentii la sua voce dietro di me.
Mi voltai accennando un sorriso.
"Certo",dissi in un sussurro prima di cingergli il collo con le braccia.
"Buona notte Nessie",mi sussurrò in un orecchio.
Rabbrividii a quel contatto e mi sentii improvvisamente accaldata.
Avvicinò le labbra alla mia guancia e vi lasciò l'impronta del suo passaggio.
Mosse lentamente le labbra depositandone uno anche sull'altra guancia.
Mi allontanai di scatto da lui, quella sera Jacob era decisamente strano.
Quello non era il suo solito bacio della buona notte.
"Notte Jake",dissi accennando un sorriso.
Rimase fermo sul posto per un secondo, senza che ne comprendessi il motivo.
Con un ultimo sguardo abbandonò la stanza e uscì dalla porta.
Sospirai di sollievo e mi accasciai sulla sedia.
"Tutto bene?",mi chiese la mamma entrando in cucina.
"Si, solo che... niente"
Si sedette accanto a me e mi prese la mano.
"Sai che puoi dirmi tutto amore",disse con un sorriso.
Presi un respiro profondo e avvicinai la mano alla sua guancia.
Si fece risucchiare dal mio ricordo.
Io attesi in ansia che vedesse quello che era successo.
"Capisco. Beh... Jacob ti ha dato il bacio della buonanotte"
"Si, ma non ti è sembrato strano? Era... diverso, non so nemmeno io come spiegarlo"
Mia madre rifletteva sulla risposta da darmi.
Si alzò dalla sedia come se non riuscisse più a trattenersi.
"Ecco... no. Jacob ti vuole molto bene lo sai, magari era solo un
po' stanco per questo ti è sembrato strano"
Annuii con la testa e mi calmai, la mamma aveva ragione, non c'era nulla di strano in Jacob.
Mi sorrise e poi disse:"E' ora di andare a letto"
Mi alzai dalla sedia, aveva ragione era molto tardi.
"Ah, Renesmee. Non farlo vedere a papà"
Non chiesi la ragione, mi limitai ad annuire.
Le diedi un bacio sulla guancia e mi diressi in salotto per salutare papà.
Mi avvicinai a lui e con un sorriso mi arrampicai sulle sue spalle.
"Notte papà",dissi con un bacio sulla guancia.
Sorrise e mi fece scendere dalla sua schiena.
"Buonanotte scimmietta, fai tanti bei sogni",rispose accarezzandomi una guancia.

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ಌ ***


Capitolo 4 ಌ

Jacob era sempre più strano, non riuscivo a capire il motivo del suo cambiamento.
Non voleva più stare a giocare e guardare film nella mia camera.
"Usciamo un po' ti va?"
Lo seguii al piano di sotto, i miei genitori erano andati a caccia e c'eravamo solo noi due.
"Ma perché non stiamo qui tranquilli? Possiamo guardare un bel film sul divano, abbiamo già corso prima"
Lo fissai e per un secondo non rispose.
"Perché non capisci?! Perché diavolo non riesci a capire quello che dico?! Non voglio stare in casa! Non voglio passare la giornata chiuso in camera a guardare stupidi film o a giocare a stupidi giochi!"
Non riuscivo a credere alle mie orecchie.
Jacob trovava stupide quelle cose, le cose che avevamo sempre fatto insieme.
Forse avevo insistito troppo, ma quella reazione non me la sarei mai aspettata.
Per un secondo non riuscii a uscirmi alcun suono dalla gola.
Scoppiai in lacrime senza rendermene conto.
Mi allontanai da lui, non riuscivo nemmeno a guardarlo.
"Perché non te ne vai allora?! Va fuori a correre, non voglio costringerti a guardare stupidi film con me!!"
Nascosi la testa tra le mani incapace di guardarlo negli occhi.
"Sai che non intendevo quello"
Lo fissai in modo torvo, non sapevo cosa fossi capace di fare in quel momento.
"Ah davvero? Perché io invece ho sentito che trovi stupido il nostro modo di passare il tempo! Che trovi stupide le cose che abbiamo sempre fatto insieme! Potevi dirlo, chissà che tortura dev'essere stare in camera a giocare con me, per non parlare di quando guardiamo i film chissà che incubo!"
Provò a dire qualcosa ma io non glielo permisi.
"Sai una cosa? Ho ricevuto il messaggio! Vattene, nessuno ti costringe a stare qui. Ho capito, l'ho capito già da un po' ma mi sembrava impossibile, invece è proprio come pensavo"
Si avvicinò a me e sussurrò:"di cosa stai parlando?"
Scoppiai in una risata isterica.
"Sto parlando di come mi guardi! Di come mi saluti prima di andare a dormire!"
Deglutì e chinò la testa senza guardarmi.
"Di come non sei più tu ormai da molto tempo! Ho capito, non mi vuoi più bene.
Pensavo di essere la tua migliore amica, ma è evidente che mi sbagliavo"
Pronunciai l'ultima frase con un sussurro.
Mi allontanai da lui e corsi in camera mia in lacrime.
Perché era andata a finire così? Perché Jacob non mi voleva più bene?
"Nessie apri la porta!",la sua voce mi fece sussultare.
"V-vattene via, f-finalmente sei libero",sussurrai singhiozzando.
"Nessie apri, lasciami spiegare non è come pensi!"
Non avevo mai litigato con Jacob, il vechio Jacob era sempre pronto a sostenermi.
Quello nuovo era diverso, non riuscivo a capire cosa fosse successo.
Dopo qualche minuto mi convinsi ad aprire la porta.
"Ah no? e com'è?",sussurrai asciugandomi il viso con la manica della felpa.
Irruppe nella stanza e mi prese le mani.
"Come hai potuto solo pensare che io non ti voglia bene?! Come?!"
Urlava e nello stesso tempo mi strattonava, era disperato.
"Dimmelo tu",sussurrai tirando su con il naso.
Sospirò e mi prese il viso tra le mani.
"Hai ragione, sono stato orribile prima. Non trovo affatto stupide le cose che facciamo insieme, ero solo un po'... un po' arrabbiato. Non con te! Io ti voglio bene, più di ogni altra cosa, più della mia stessa vita"
Disse citando la frase incisa sul mio medaglione.
"Hai capito?! Non devi mai dubitare di questo"
Annuii con la testa e mi appoggiai al suo petto.
Cominciò a massaggiarmi la testa e ben presto mi calmai.
"Ma allora cos'hai in questo periodo? E' successo qualcosa?"
Scosse la testa e ricominciò con le sue carezze.
"No, cucciola. Non è niente"
Sorrisi del suo tono di voce dolce.
"Posso fare qualcosa per aiutarti?"
Sospirò e accennò un sorriso.
"No",sussurrò con voce roca.
Non feci domande sulla sua risposta, mi tenni stretta a lui timorosa di perderlo.
In quel momento mi sentivo cose se fosse potuto scomparire dalla mia vita da un momento all'altro.
"Jacob?",dissi ad un tratto rompendo il silenzio.
"Si?",rispose sdraiandosi accanto a me sul letto.
"Posso farti una domanda?"
Mi sorrise e mi fece accoccolare tra le sue braccia.
"Certo"
Cercai di trovare le parole adatte.
"Ti sei mai innamorato? Dopo la mamma intendo, quando hai capito che con lei non era amore... Sei riuscito a trovarlo?"
Per qualche secondo non rispose, mi voltai verso di lui timorosa di aver fatto male a fargli quella domanda.
"Si, poi l'ho trovato"
Accarezzai il profilo della sua guancia.
"E com'è finita?"
Cominciò a ridere senza che capissi il motivo.
"Non lo so Nessie, devo ancora scoprirlo"

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


Capitolo 6 ಌ


Continuavo a fissare i miei genitori, incredula.
Pensavano davvero di potermi tenere fuori?
Di potermi proteggere per tutta la vita?
"Io ci sarò",dissi determinata.
Non ce l'avrebbero fatta, non sarebbero riusciti a convincermi.
"Tu non sai di cosa parli",disse papà in tono duro.
"E comunque non spetta a te decidere", aggiunse
subito dopo addolcendo il tono di voce.
Incrociai le braccia al petto, sbuffando.
Mi stavo comportando come una bambina, me ne
rendevo perfettamente conto ma non riuscivo a
credere che i miei genitori volessero mandarmi chissà dove e combattere i Volturi da soli.
Ero cresciuta con la paura che un giorno potessero
tornare e sembrava proprio che stesse per accadere
date le visione di zia Alice.
"Ma io li ho già combattuti, ricordate? Sono riuscita a
convincerli. Gli ho fatto capire che non rappresento alcun pericolo!"
Mamma mi guardò, contrariata.
"Non è per questo che vengono. Non è per controllare che tu sia innocua, almeno non solo"
Cosa intendeva?
Cosa sarebbero venuti a fare allora?
Capivo perché volessero tenermi fuori, sapevo che volevano proteggermi.
Mia madre aveva rischiato tutto dandomi alla luce, la
stavo uccidendo ma lei continuò a combattere.
"E perché allora?"
Jacob parlò per la prima volta da quando era iniziata la conversazione.
"Non credete che debba saperlo?"
Fantastico, persino Jacob lo sapeva.
Papà si alzò dal divano e prese a camminare avanti e indietro per la stanza.
"Loro vogliono me.... e zia Alice"
Lo fissai, incredula.
"Vogliono che ci uniamo a loro, l'hanno sempre voluto. Gli farebbero comodi i nostri poteri..."
Si interruppe, sospirando.
"E farebbero qualunque cosa pur di convincerci. Qualunque"
Capii.
Avrebbero cercato di uccidermi. Di ucciderci tutti.
Papà non avrebbe più avuto motivo di desistere se non avesse più avuto nulla per cui combattere, nulla per cui restare a Forks.
Mi sentii una stupida.
Avevo insistito inutilmente, avevano ragione i miei genitori.
"Scusatemi... non immaginavo"
Papà sorrise e anche mamma.
"Lo so, piccola, lo so", sussurrò quest'ultima accarezzandomi dolcemente una guancia.
"Jacob. Sai cosa fare"
Rimasi sorpresa dal cambiamento repentino del tono di voce di papà.
Fissava Jacob con una strana espressione che non gli avevo mai visto.
Jake annuì, ricambiando lo sguardo con la stessa intensità.
"Stavolta andremo fino in fondo"
Non capii il significato di quello che sembrava essere un patto solenne, ma non mi importava.
Avrei capito più avanti.

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


Capitolo 7


"Sarà solo per qualche giorno, te lo prometto"
continuava a sussurrare mia madre, accarezzandomi dolcemente la testa.
"Lo so mamma"
Sospirò, poi mi prese il viso tra le mani, fissandomi negli occhi.
"E non dimenticare... con Jacob sei al sicuro,
fidati sempre di lui e fai ciò che dice"
Alzai gli occhi al cielo, prima di spostarli di nuovo su mia madre.
"Si, lo hai già detto"
Mi guardò senza tradire la minima ombra di scherno,
convincendomi a stringerla in un abbraccio.
"Tranquilla mamma, Jake è il mio migliore
amico. Mi fido di lui"
Ero sincera. Non mi spaventava la prospettiva di affrontare
un lungo viaggio se Jacob si trovava al mio fianco,
ma ero spaventata per la mia famiglia che sarebbe rimasta
a Forks in attesa dei Volturi.
Al solo pensiero rabbrividii e la strinsi più forte tra le braccia.
"Chiamami appena arrivi, non dimenticarlo" ordinò
lanciando poi un'occhiata in direzione di Jacob,
che stringeva tra le mani la sua valigia.
Annuii, prima di raccogliere la mia borsa
da terra e avvicinarmi a mio padre.
"Ci vediamo presto piccola mia" mormorò,
prima di stringermi forte tra le braccia.
"Plus que ma propre vite" proseguì,
citando la frase incisa sul medaglione che portavo al collo.
"Vi voglio bene" sussurrai, correndo con
lo sguardo su tutti i presenti, trattenendo a stento le lacrime.
C'erano proprio tutti: zia Alice, zio Jasper e zio Emmett,
zia Rosalie, nonno Carlisle e nonna Esme... e anche Charlie.
"Sei pronta?" udii la voce di Jacob e annuii con la testa,
prima di seguirlo nell'oscurità della notte, senza guardare indietro.

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


Capitolo 8


Erano ore ormai che viaggiavamo, il freddo avvolgeva l'abitacolo
della macchina provocandomi spasmi e rendendomi inquieta.
Jacob mi cinse con un braccio, mantenendo lo sguardo
ben fisso sulla strada davanti a sè.
"Appoggiati a me. Ho abbastanza calore per tutti e due"
sussurrò abbozzando un sorriso.
Posai la testa sulla sua spalla, socchiudendo gli occhi.
"Dove stiamo andando?" mormorai con uno sbadiglio.
"Tranquilla, i tuoi hanno pensato a tutto"
Sbuffai. "Si, lo hai già detto.
Ma sono ore che viaggiamo, vorrei sapere almeno dove siamo diretti"
Sorrise, o almeno così mi parve di vedere nell'oscurità dell'abitacolo.
"Siamo partiti da un'ora Nessie e tu sei esausta.
Non ci vorrà ancora molto, non è troppo distante
da Forks. Fammi un favore, cerca di riposarti"
Chiusi di nuovo gli occhi, irritata ma consapevole
della stanchezza che si insinuava in me.
Erano giorni che non dormivo.
"Non so se riuscirò a riposarmi, con questa situazione..."
mormorai all'ennesimo tentativo di rilassarmi.
"Non ti devi preoccupare di nulla. La tua famiglia
non corre alcun pericolo, parleranno e
troveranno un compromesso. Sta tranquilla"
Cercai di convincermi che fosse vero,
quelle parole pronunciate dalla calda voce di Jacob
suonavano così reali, quasi solenni.
Sapevo che non era così semplice ma per quella sera
mi accontentai, dimenticai i Volturi mentre l'ansia
si dissolveva lentamente dal mio corpo,
godendomi il trepore della calda pelle di Jacob.

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Capitolo 9
*** Capitolo 9 ***


Capitolo 9


~Aprii gli occhi di scatto, un dolore lancinante alla testa.
Cercai di abituarmi alla luce irradiata dalla finestra, assottigliando gli occhi il più possibile.
Dove mi trovavo?
Cominciai a perlustrare la stanza, era piccola ma molto accogliente.
Mi lasciai cullare dal suono del fuoco scoppiettante nel caminetto e mi accorsi di trovarmi in una casetta, una casetta fatta di legno.
Come ci ero arrivata?
Mi guardai intorno in cerca di Jacob, ma di lui non c'era traccia.
Mi alzai lentamente, accorgendomi solo in quel momento di aver dormito su un piccolo divano rosso.
Il mio borsone era poggiato sul pavimento, contro una parete.
Tirai fuori la spazzola, decisa a districare tutti i nodi che si erano insidiati nei miei capelli.
La cucina si intravedeva dal corridoio, sembrava incredibilmente luminosa.
Mi diressi lì, lo stomaco improvvisamente in subbuglio.
La cucina era composta principalmente da un enorme finestra, abbastanza grande da illuminare l'intera stanza e i mobili.
Mi avvicinai rapidamente al piccolo frigo e ingurgitai quasi un'intera bottiglia di latte.
Dove diavolo era Jacob?
Decisi di uscire di casa, improvvisamente curiosa di osservare il panorama che si stagliava fuori.
Vegetazione, un'infinita distesa di prato e alberi, ideale per cacciare.
Erano ormai parecchi giorni che non andavo a caccia ma fortunatamente il cibo umano mi saziava.
Cominciai a perlustrare la zona, sentendomi improvvisamente inquieta per l'assenza di Jacob.
Che gli fosse successo qualcosa?
Scossi la testa, continuando a camminare.
L'auto era accostata alla casa, ma nemmeno lì c'era traccia di Jacob.
Continuai a camminare ancora, perdendo il senso del tempo, finché mi accorsi che la luce del giorno stava lasciando spazio all'oscurità.
Dov'ero? Quanto mi ero allontanata dalla casa?
E dove accidenti era Jacob?
Deglutii, stringendomi nel cappotto, camminando senza sapere dove dirigermi.
Il rumore dei miei stessi passi mi allarmava e desiderai con tutta me stessa di non essermi mai allontanata da casa.

 

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Capitolo 10
*** Capitolo Finale ***


Capitolo Finale


~All'improvviso una voce echeggiò tra gli alberi, facendomi sobbalzare.
Non so quanto tempo fosse passato. Ore? Giorni?
Esclusi l'ultima ipotesi, anche se mi sembrava fosse passato tantissimo tempo da quando avevo iniziato a camminare.
L'oscurità non aveva ancora preso il sopravvento sul sole, rendendomi facile seguire il sentiero, anche se non avevo idea di dove mi avrebbe condotta.
Ad un tratto sentii dei passi dietro di me, rapidi e pesanti sul terreno.
Deglutii col cuore in gola, prima di accelerare il passo.
Lanciai un urlo quando sentii una mano posarsi sulla mia spalla, mi voltai preparandomi a lottare.
"Che diavolo ci fai qui fuori?", sbottò Jacob.
Respirai profondamente, chiudendo gli occhi.
"Hai idea di quanto possa essere pericoloso?", continuò lui imperterrito. "Hai una vaga idea di quanto tempo è che ti cerco? Sono tornato a casa e tu non c'eri!"
Sospirai, cercando di sostenere il passo di Jacob, che nel frattempo aveva cominciato a camminare.
"Sono uscita per cercarti e... senti chi parla!"
Si voltò, fissandomi in modo truce.
"Ero uscito a cercare qualcosa da mangiare. per te! Non dovevi allontanarti Renesmee! Ho lasciato un biglietto sul tavolino accanto al divano"
Scossi la testa, irritata.
"Non l'ho visto il biglietto! E poi... poi non ho fatto niente di sbagliato. Ho fatto solo un giro"
Mi accorsi solo in quel momento che eravamo di fronte alla casetta di legno.
Lo seguii all'interno e mi sedetti davanti al caminetto, in cerca di un po' di calore.
"Un giro? Hai fatto un giro? Hai idea di quanti succhiasangue siano in agguato in attesa di trovarti? Eh?!"
Sbuffai, posizionandomi meglio sul divano.
"Lo so, ma..."
Mi interruppe, sfregandosi le mani davanti al fuoco. "Lo sai? E quindi dimmi perché hai deciso di fare una scampagnata!"
"Non ho fatto nessuna scampagnata, cercavo te!"
Mi fissò con sguardo truce, sprofondando sul divano accanto a me.
"Non dovevi uscire! perché sei così... così... ingenua? Il mondo non è un posto sicuro, là fuori potrebbe accaderti di tutto! Io ho il compito di proteggerti, io devo proteggerti"
Mi alzai di scatto, improvvisamente furiosa.
"Non sono una stupida, Jacob Black! So com'è il mondo. E non ti ho chiesto io di proteggermi, non ti ho chiesto di stare qui con me, non ti ho chiesto nulla!"
Strinse i pugni sui fianchi, alzandosi anche lui dal divano.
"A volte sembra che... che non ti importi di nessuno", mormorò facendosi più vicino.
"Non ti preoccupi mai delle conseguenze o delle persone che tengono a te! Agisci senza pensare, senza..."
Lo interruppi, stanca. "Non è vero! Nulla di tutto questo è vero! Se sono qui... sono qui per la mia famiglia! Sarei rimasta con loro ad affrontare i Volturi! Sarei pronta a tutto.."
"Infatti! Saresti rimasta lì! E il tuo comportamento di oggi..", si interruppe improvvisamente.
Sollevai lo sguardo, trovandomelo improvvisamente davanti.
posò una mano sul mio mento, intento a sollevarmi la faccia, poi mi prese il viso tra le mani.
Continuai a sostenere il suo sguardo, confusa dal suo repentino cambiamento.
Aprii la bocca per dire qualcosa, ma lui me la richiuse con una mano.
Continuò a fissarmi con un'espressione indecifrabile, finché non sentii le sue labbra calde sulle mie.
Sgranai gli occhi, sorpresa, mentre lui si faceva strada sulla mia bocca.
Mi ritrovai improvvisamente schiacciata contro la parete, il peso del suo corpo sul mio.
"Ci sono tante cose che devo dirti", sussurrò senza scostarsi.
Deglutii, sentendomi all'improvviso accaldata.
"Non abbiamo alcuna fretta", risposi accennando un sorriso e indicando la casa a nostra disposizione.
Sorrise, cingendomi la vita con le mani.
Sospirai. Tutte le emozioni e i sentimenti che avevo sempre represso, ora mi erano improvvisamente chiare.
Ed ero pronta. Ero pronta ad affrontare qualunque cosa mi avrebbe riservato la vita, persino i Volturi.
Cullata dal dolce respiro di Jacob.
 

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