Nulla è per sempre

di Love_Ade
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Era davvero amore? ***
Capitolo 2: *** La convivenza tra Conan e Shinichi ***
Capitolo 3: *** Quando si apre una porta si spezza un cuore ***
Capitolo 4: *** Finalmente il lieto fine ***



Capitolo 1
*** Era davvero amore? ***


Nulla è per sempre
 
 
Era davvero amore? 

Finalmente grazie ad un nuovo antidoto di Ai ero tornato Shinichi e finalmente dopo tanto, troppo tempo ero felice.
Ran però non c’era, era partita per una piccola vacanza di 7 giorni con Goro, io ho finto un malessere per poterle poi fare una sorpresa al suo ritorno: Shinichi era tornato.
Il mio piano prevedeva di raccontarle che Conan era andato da sua madre che si era trasferita a Londra o New York e io cioè veramente io sarei ‘riapparso’ per rimanere per sempre accanto alla persona che credevo di amare, si credevo.
La vacanza di Ran sembrava non finire mai e quei 7 gironi parevano mesi, la mia mente era unicamente incentrata a ‘speriamo che questa volta duri per sempre’, sbagliavo anche questa volta.
Il ritorno al mio ‘non veramente io’ avvenne a casa del professore Agasa e di Ai, stavo per fare una doccia quando il mio cuore iniziò a spingere contro il torace come se se ne volesse andare per non soffrire più, il dolore questa volta fu insopportabile e svenni, svenni sotto il gelido getto d’acqua che avevo aperto poco prima di svenire. Il risveglio non fu dei migliori.
Quando aprii gli occhi ero nel letto di Ai con indosso i vestiti di Conan che in quel momento era tornato ad essere me.
Il cuore tornò a dolermi, non per l’antidoto ma per l’odio che in quel momento provavo e la tristezza che mi provocava nel veder quel piccolo corpo che non mi è mai appartenuto “tutto bene?” mi chiese la ‘piccola’ scienziata che entrò di soppiatto nella sua camera  “no” risposi con amarezza, quasi odio verso colei che ancora mi aveva illuso “non doveva essere per sempre?” le chiedo cercando di non sembrar troppo sgarbato “nulla è per sempre” mi rispose lei porgendomi gli occhiali, la rabbia in quel momento pervase il mio corpo, presi gli occhiali e gli scaraventa con forza contro la parete facendoli frantumare in mille pezzi “vado a prendere il paio di scorta” aggiunse lei per niente stupita per la scena appena assistita.
Non la capisco Ai.
È sempre fredda e distaccata ma nonostante questo e permissiva e sensibile; è speciale e me ne accorsi per la prima volta quel giorno.
 
Era passato solo un giorno dalla partenza di Ran e a me pareva fosse passato un secolo, il mio piccolo corpo si rifiutava di mentire, ero stanco di dover rifar tutto, tutto da capo.
La scuola, i giochi e i piccoli amici a cui facevo da ‘baby-sitter’ non volevo più vederli, volevo tornare a essere Shinichi, per sempre.
Non portavo ne occhiali ne papillon, mi ero perfino stancato di risolvere casi, la mia ragione di vita, la ragione della mia prima e seconda vita.
Tornai a casa del professore dopo una passeggiata e la persona che trovai in casa mi lasciò perplesso. Ai non c’era, al suo posto era ‘tornata’ Shiho.
“A-Ai-chan?” chiesi titubante, ero sorpreso di vedere colei che amava così tanto la sua nuova vita tornare a quella vecchia “Shinichi-kun” rispose lei senza voltarsi dal tavolo ‘scientifico’ su cui stava lavorando “sto testando la durata della ‘trasformazione’, tu sei ancora troppo scosso per reggere ad un nuovo tentativo” disse con tono freddo e assente la scienziata “è da 3 ore che sono così” concluse lei “con me è durato 8 ore” dissi io con tono perplesso “ho aggiunto una tossina per prolungare il tutto, forse fino a 24 ore” disse dopo minuti di silenzio “ma non è pericoloso?” le chiesi preoccupato “secondo te perché lo sto provando io?” rispose per poi tacere.
Me ne andai, quella sua risposta mi inquietò e allo stesso tempo sorprese.
Ci teneva così tanto a me o nascondeva qualcosa?
 
Urli strazianti mi svegliarono durante la notte, corsi in camera di Ai e la vidi sul pavimento intenta a contorcersi dal dolore “è durato solo 12 ore” disse con un filo di voce prima di perdere i sensi. Ai era tornata.
“Ai-chan” avevo iniziato a ripeterle da ormai ore, niente, non apriva gli occhi.
“Conan-kun” sentii sussurrare all’improvviso, Ai finalmente si era svegliata; mi alzai dal bordo del letto su cui mi ero appisolato, andai in cucina e tornai poco dopo da Ai con un vassoio colmo di prelibatezze per la colazione “Ai-cha…” non ebbi tempo di concludere la frase che la di nuovo piccola scienziata era scoppiata a piangere “perché sono ancora viva?” mi chiedette lasciandomi perplesso  “co-cosa?” le chiedi dopo secondi di stupore “perché dopo tutto il male che ho fatto, le persone che ho ucciso, perché, perché sono ancora viva? Perché ho avuto un’altra possibilità? Perché sono felice anche se ho ucciso molta gente, perché?” mi fece una lunga sfilza di domande una dietro l’altra, seguite da piccole goccioline che gli discendevano senza sosta quel suo cupo viso contornato da una folta chioma dorata.
Scoppiai a ridere.
Il labbro superiore mi si era inarcato involontariamente e senza controllo scoppiai a ridere “cosa c’è!” gridò lei esasperata per poi assumere la sua solita espressione indispettita “sei felice” riuscii a risponderle dopo aver trattenuto le lacrime dalle troppa rise “cosa?” mi chiedette con un’espressione che in volto le avevo visto raramente, stupore.
Ci guardammo perplessi negli occhi per qualche secondo per poi scoppiare a ridere come forsennati. Ai era felice, e ciò lo rendeva anche me.
Per qualche ora ero riuscito a non pensare a Ran e quando il suo volto mi affiorò nella mente quello di Ai lo spazzo via dandomi sollievo.
Non sapevo se il sentimento che in quei giorni provavo per Ai era amore o semplice affetto, ma tutto ad un tratto ero felice solo se lei era con me.
Ai si alzò lentamente dal letto, si asciugò gli occhi e ritorno in laboratorio, mi voltai e vidi che lentamente si portava alle sue rosee labbra una piccola pillola bianca “ma sei impazzita!” lei urlai stupito e preoccupato per poi strappargli la pillola dalle mani “Conan-kun” disse lei con tono infastidito “è una pastiglia per il mal di testa!”. Forse iniziavo ad amarla. 







Kon'nichiwa! questo è il prologo della storia, spero che vi sia piaciuto!! :D recensite per favore!! xDxD

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Capitolo 2
*** La convivenza tra Conan e Shinichi ***


La convivenza tra Conan e Shinichi
 
Due giorni dopo la partenza della 'non quasi più mia Ran' lei si fece sentire con una telefonata.
“Questo si che è un paradosso, ora è Shinichi che aspetta le chiamata di Ran” mi disse Ai con il suo solito tono da saputella nel vedermi precipitare al telefono.
Era vero, Ran mi mancava, mi mancava però come amica, come sorella e il pensiero che un così all’apparenza grande amore potesse essere spazzato via dal tempo mi lasciava perplesso, perplesso e sollevato. Oramai essere Conan non mi pesava poi così tanto.
Mi rimisi gli occhiali.
 
“Conan-kun!” gridò la ragazza dall’altra parte della cornetta “Ran-nechan” gridai io con la mia voce da bambino “ho una sorpresa per te” le dissi fingendo innocenza nel mio tono di voce “Ran-chan!” risalutai io con la mia vera voce, la voce di Shinichi “Shi-Shinichi-kun?” chiese lei perplessa per poi ripetere il mio nome con entusiasmo e commozione “ti aspetto quando finisce la vacanza, ti devo parlare” le dissi con tono che passò dal entusiasmo al serio; riattaccai senza sentir risposata. Sospirai.
Poteva davvero finire tutto così? Era davvero vero che nulla è per sempre? Un lungo e doloroso amore poteva finire per …“Conan-kun” sentii chiamare in quel momento preciso facendomi sparire le incertezze “si, Ai-chan?” risposi dopo un altro sospiro, questa volta di sollievo “Agasa si fermerà a Parigi per altri 15 giorni, il convegno di informatica sembra piacergli molto” continuò la bionda con tono privo di emozioni. Cenammo.
La sera era passata tranquillamente, ma la sera dei pensieri che mai in precedenza mi erano balenati nella mente mi avevano turbato.
Quella notte un nodo alla gola mi fece perdere qualche battito, Ran sarebbe tornata tra quattro giorni e tra quattro giorni le avrei detto addio, avrei detto addio alla donna che credevo di amare, alla donna che ho fatto incredibilmente soffrire. Ma davvero non amavo più Ran? Davvero stavo iniziando ad amare Ai?
 
“Conan-kun?” sentii ripetere all'improvviso, la voce era quella di Ai “co-cosa c’è?” le risposi con tono addormentato e allo stesso tempo infastidito “dobbiamo andare a scuola!” gridò lei furiosa “non ci vado più a scuola, cos’è hai perso la memoria?” le domandai io per poi rigirarmi nel letto “Conan-kun!” sentii urlare nuovamente per poi ricevere un doloroso colpo nella schiena “non fare il bambino e alzati, ora sei Conan e devi comportarti come tale!” mi intimò la scienziata non accorgendosi del paradosso appena accennato. Mi alzai.
Era da una settimana circa che non andavo alla scuola elementare e per giustificarmi finsi un passato malanno, incontrare i Giovani detective mi provocò un nodo alla gola.
Era di nuovo tutto come prima.
Io volevo ancora essere Shinichi e il fatto di dover fingere, il fatto di dover rifare tutto da capo mi esasperava, mi tormentava, mi logorava dentro.
“Conan-kun, finalmente sei guarito!” gridò una dolce bambina che mi abbracciò con affetto “ti sei perso tre casi molto complicati, ma c’è ne hanno sottoposto uno appena pochi minuti fa’” aggiunse un Mitsuhiko molto fiero “non ho voglia di risolvere casi” risposi io lasciando i tre bambini a bocca aperta, con passo veloce sparii all'orizzonte.
Non volevo approfondire l’argomento.
La scuola era finita da qualche ora e io stavo passeggiando tranquillo per le via si Beika “aiuto!” sentii gridare e senza ragionare iniziai a correre verso quel grido.
Arrivato sul punto il mio sangue si raggelò, ai mie piedi c’era riversa al suolo una donna ormai esanime, con un lungo e affilato coltello in ficcato nel torace. C’era un nuovo caso.
Chiamai la polizia che arrivò in pochi minuti, non sapevo che fare.
Shinichi nella mia mente mi spingeva a chiedere a indagare, mentre Conan pensava solo ad andarsene a voler cambiar vita. Vinse Shinichi, restai.
“Ispettore Megure” chiamai io con quella voce da bambino che ormai mi apparteneva “Conan-kun, sei stato tu a chiamarci?” mi chiedette lui con tono sorpreso e allo stesso tempo rassegnato, annuii.
La vittima era una giovane donna sulla trentina. Era stata uccisa apparentemente per una rapina. Non era così.
Le ore passarono e il resto del mondo per me non esisteva più, adesso c’era solo Narumi che chiedeva giustizia per quel pugnale che le aveva trafitto il cuore.
Il caso non fu difficile come pensavo.
Ci misi un giorno per capire come era accaduto il fatto, finsi la voce di Megure e risolsi il tutto.
L’omicida era la sorella, lo aveva fatto perché si era segretamente innamorata di Gidayo, futuro marito della sorella.
L’omicida era stata scaltra, aveva finto di essere stata a casa di una sua amica per avere un alibi, secondo quello che ci aveva raccontato lei si era addormentata e l’amica aveva confermato perché non l’aveva mai vista uscire dalla stanza in cui si era coricata.
Elementare, Machiko, la sorella maggiore era andata da poco a vedere un film di avventura dove c’erano trucchi che facevano partire coltelli dai muri per uccidere o comunque scoraggiare il protagonista ed i suoi aiutanti. Machiko si limitò a seguire le ‘istruzioni’ dategli dal film.
Gli è bastato premere un pulsante da casa dell’amica, esso aveva fatto partire un semplice meccanismo di leve che aveva preso in pieno la sorella.
Machiko sapeva dove si trovava grazie ad una piccola telecamera che aveva piazzato nel vicolo in cui Narumi passava abitualmente. 




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Kon'nichiwa!! grazie mille per aver letto il "prologo" della mia long -Arigato- :D
Spero che il primo capitolo vi sia piaciuto, lo so che non è molto lungo ma credo che pubblicherò tutti i giorni C:
Sayonaraaaa xDxD

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Capitolo 3
*** Quando si apre una porta si spezza un cuore ***


Quando si apre una porta si spezza un cuore
 
 “E così Shinichi è tornato!” esultò ironica la scienziata tornata nuovamente ‘adulta’ dopo avermi visto varcare la soglia alludendo al caso appena risolto “non essere sciocca, sono ancora Conan-kun!” le gridai io con rabbia, il mio viso era passato da rabbia a stupore quando la vidi sorridere. Cosa nascondeva?
“Ho creato un nuovo antidoto, dura per due giorni” disse lei all’improvviso facendomi apparire in volto un enorme sorriso, senza aspettare neanche un secondo le presi dalle mani la pastiglia e la ingoiai “ricorda che più il potere dell’ antidoto è duraturo più è dolorosa la trasformazione”.
Non mentiva, quello fu il dolore più insopportabile e lacerante che avessi mai sentito, per ora.
Uscii dal bagno sudato e dolorante, ma soprattutto ne uscii come Shinichi, uno Shinichi che sarebbe restato tale per 24 ore, forse.
“Sei sicura che durerà per 24 ore?” le chiesi io con speranza “non proprio, io l’ho presa 3 ore fa ma secondo i miei calcoli dovrei restare così fino a domani” mi disse lei con tono freddo e distaccato, normale per quando era Ai e ancora di più quando era Shiho.
Restammo a guardarci per minuti, era la prima volta che Shinichi e Shiho si incontravano e sembravano trovarsi bene insieme. Molto bene.
“Sei bellissima” mi scappò dalla bocca dopo qualche minuto che la fissavo in viso, era davvero bellissima ma il fatto di averglielo detto mi provocò imbarazzo e lo stesso ad Ai, o meglio Shiho “cosa?” mi chiese lei stupita per poi avvicinarsi a me lentamente. Fu un attimo.
Un attimo prima ci guardavamo negli occhi con stupore e quello dopo le nostre labbra si stavano assaporando dolcemente. Cosa stava succedendo?
Il giorno dopo sarebbe arrivata Ran e questo sembrava semplificarmi ciò che le dovevo dire. Amavo Shiho, ne ero quasi completamente certo.
Le nostre labbra si staccarono solo per permetterci di guardarci negli occhi, i miei occhi cobalto che si specchiavano nei suoi meravigliosi occhi celesti. Era davvero bellissima.
Lentamente i nostri corpi si avvicinavano sempre di più, ci dirigemmo in camera da letto.
Ormai era sera e lentamente iniziai a sfilargli quella camicetta che si era messa appena 3 ore fa. Stava succedendo davvero.
I nostri corpi non riuscivano a stare distanti e dopo pochi minuti eravamo nudi uno di fronte all'altro.
Quella notte fu una delle più belle della mia vita, fu intensa e stancante, ma anche straordinariamente speciale. Io amavo Shiho.
 
Il risveglio ce lo diede il campanello, aprii di scatto gli occhi e voltandomi vidi Shiho che dormiva serenamente accoccolata al mio fianco. Mi alzai lentamente per infilarmi i boxer ed andare ad aprire la porta.  Restai di sasso, non poteva succedere così!
Era Ran, una Ran incredibilmente imbarazzata nel vedermi quasi nudo, una Ran incredibilmente contenta nel vedere il suo tanto amato Shinichi “ti devo parlare” dissi io con tono serio e amareggiato, Ran se ne era accorta “è successo qual…” non ebbe finito la frase che divenne improvvisamente rossa in viso per poi spalancare le sue labbra in un espressione disperata, mi voltai di scatto e vidi una nuda e assonnata Shiho intenta a strofinarsi gli occhi “cosa c’è Shinichi-kun?” mi chiese lei per poi accorgersi di Ran e scappare in camera rossa dalla vergogna. Non poteva essere successo davvero!
“Shi-Shinichi-kun!” gridò Ran con le lacrime in volto che iniziarono a sgorgare inesorabili. Scappò via singhiozzando.
“Shinichi-kun, non sai quanto mi dispiace!” disse Shiho tornata vestita dalla stanza “non importa” risposi dopo aver sospirato “ti amo” le dissi senza pensare.
Io amavo davvero Shiho, solo non capivo perché le lo avevo detto li in quella situazione “lo spero” disse lei con quel tono che mi ha fatto innamorare di lei, feci un finto broncio arrabbiato che venne spazzato via da due piccole ma enormi parole che Shiho usò come seconda risposta “anche io, ora vai da Ran, sarà distrutta!” continuò lei saggiamente per poi dirigersi in cucina per la colazione. Mi vestii e andai all'agenzia.
 
 “Ran-chan” chiamai con tono basso e dispiaciuto dopo esser entrato nell’ufficio del padre “vattene via investigatore da strapazzo!” urlo arrabbiato Kogoro sovrastando la voce tremolante di Ran “no, aspetta papà”  intervenne lei, le feci il segno di seguirmi fuori dall’ufficio. Mi segui con il volto basso.
“Non sai quanto mi dispiace Ran-chan, non volevo che lo scoprissi così” le dissi io abbassando lo sguardo sinceramente dispiaciuto “lo immagino” rispondette lei fredda “e così non mi ami più?” mi chiese con un po' di imbarazzo dopo minuti di silenzio, senza dover pensare neanche un secondo risposi “no” le lacrime dalla mia ex-amata iniziarono a sgorgare come in una cascara “Ran-chan, non piangere” cercai di consolarla.
Sapevo che in quel momento Ran mi odiava come non aveva mai odiato nessuno e ciò mi toglieva il respiro dal dolore. Non volevo veder così distrutta la donna che fino a pochi giorni o forse settimane amavo ma a cui non ho mai smesso di voler bene “vattene” disse lei con tono soffocato dal dolore, annui e me ne andai.
Sarei tornato Conan poche ore dopo e non potevo permettere che lei mi odiasse.
Tornai da Shiho.
 
Arrivato a casa di Agasa notai che una piccola lacrima scendeva lenta dal viso di Shiho “cosa c’è?” le chiesi preoccupato ma allo stesso tempo esasperato, ero stanco di vedere le donne a cui tenevo di più soffrire per colpa mia “tu la ami ancora?” mi chiese lei con un insicurezza che Ai-chan non aveva mai mostrato prima “no” le risposi con una sicurezza tale che le bastò per togliersi ogni dubbio, sorrise e sospiro sollevata.
Mi avvicinai e iniziai a baciarla con desiderio, Ran l’avevo amata è vero, ma in quel momento avevo bisogno di amare Shiho, di amarla sotto ogni aspetto. 




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Piaciuto il 2° chap???ditemi di sììì :D (spero che i fan di RanxShinichi ora non mi odino...xP)
Sayounara...xDxD

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Capitolo 4
*** Finalmente il lieto fine ***


Finalmente il lieto fine
 
-drin drin-
Sobbalzai, era il mio cellulare o meglio, il cellulare di Conan “no, mi sono dimenticato di avvertire Ran che Conan non c’è!” urlai rammaricato nel vedere la foto di Ran mentre suonava il telefono “Ran-nechan!” salutai cercando di sembrare il più possibile felice “Conan-kun, dove sei?” chiese lei con voce tremolante, stava piangendo “sono a casa dei miei a New York, non te l’ha detto Shinichi-niichan?” chiedetti io fintamente perplesso “no, non me l’ha detto, tra quanto torni piccolo mio?” chiese lei con tono dolce e premuroso “domani, stai bene?” le chiesi recitando ma seriamente preoccupato “tranquillo” concluse per poi riattaccare.
“Devo assolutamente riuscire a parlare con Ran, mi fa troppo male sapere che mi odia” pensai ad alta voce attirando l’attenzione di Ai “lasciala un po’ da sola, quando si calmerà chiarirete” rispose lei ovvia e un po’ scocciata “ti amo” le dissi quando i nostri sguardi si incontrarono, la amavo davvero.
 
-toc toc-
Mi alzai di scatto dal divano “forse è Ran”, questo pensiero svanì appena sentii la voce di chi bussava. Era maschile.
Andai ad aprire la porta e rimasi un po’ perplesso, il ragazzo che mi si era parato davanti mi era molto famigliare, alto, moro con carnagione scura e l’accento dell’ovest “Heiji-kun!” dissi ad alta voce sorpreso di vederlo. Aveva un espressione cupa.
“Cos’è sta storia che hai lasciato Ran?” iniziò dopo esser entrato in casa “come…” non finii la frase “Ran ha chiamato Kazuha dicendole che Shinichi l’aveva lasciata e per cui eccomi qui” mi disse concludendo in pochi secondi “è vero?” mi chiese conferma per poi tacere nel vedere la ragazza che sorseggia sul tavolo un the “ma ma quella è Ai-chan!” esclamò perplesso dopo averla osservata per bene “e quindi hai lasciato Ran per Ai?” mi chiese lui con tono retorico e un filo di perplessità “io amo Shiho-chan” risposi con tono fermo dopo aver afferrato la mano della ragazza che ormai offesa mi aveva raggiunto all’uscio della porta.
Heiji sorrise soddisfatto per poi abbracciarci. Rimanemmo perplessi.
“Era ciò che volevo sentirti dire” iniziò cono tono sollevato “mi dispiace per Ran stavate bene insieme, ma sapere che l’hai lasciata per un buon motivo mi rasserena” concluse lui dopo essersi fatto apparire in volto un’espressione infantile “Shinichi-kun!” gridò lui dopo avermi dato una dolorosa pacca sulla spalla “e…Conan-kun?” mi chiese dopo esser tornato serio “dovrebbe tornare tra qualche ora insieme ad Ai-chan” gli risposi io sorridendo dopo aver cercato lo sguardo trasparente di Shiho “non intendevo quello, se scoprono che Shiho e Shinichi sono ancora vivi sarete finiti!” disse lui quasi urlando con tono cupo.
Il mio cuore perse qualche battito insieme a quello di Shiho, com’era possibile che non ci avevamo pensato?
 
Heiji se ne era andato già da un po’, io e Shiho ci eravamo guardati negli occhi per minuti, lunghi minuti che a par mio erano serviti per mettere insieme un’idea se così si poteva chiamare “ho deciso!” le dissi io con tono ‘illuminato’ cercando di nascondere il mio dispiacere “cosa?” chiese lei con tono scocciato, quella era la mia quinta ‘illuminazione’, “avremo 8 anni insieme e qualche volta per salutare o per ‘stare insieme’ torneremo ad essere Shinichi e Shiho!” le dissi io con tono risolutivo.
Il suo volto si incupì più del normale, una lacrima le scivolò su quel suo meraviglioso volto lasciandomi un po’ perplesso e poi amareggiato “mai!” disse lei con tono tremolante ma sicuro per poi alzarsi e dirigersi in camera da letto.
 
 “Shiho-chan” chiamai mentre bussavo ripetutamente sulla porta che ci divideva “Shiho-chan!” insistetti per poi accasciarmi con la schiena rivolta alla porta.
“Lo so che pensi che per me sia un grande sacrificio, lo so ma non è così! Ciò che voglio è solo stare con te Shiho, e se per stare con te dovrò essere Conan sarò Conan, e poi potremo ritornare ‘normali’ quando volgiamo, no?” cercai di convincerla con parole in cui credevo realmente “ti amo!” gridai con convinzione “Shiho-chan!” continuai con tono che man mano diventava sempre più preoccupato, all’improvviso sentii un tonfo e con una spallata riuscii ad aprire la porta.
Shiho era al suolo senza sensi, o meglio, Ai era al suolo senza sensi.
Con delicatezza la presi in braccio e la poggiai sul letto mettendole poi un panno umido sulla fronte per farla risvegliare. Funzionò.
Lentamente aprii gli occhi e dopo vari tentativi riuscii a parlare “anch’io ti amo” disse sorridendomi per poi sollevarsi dal letto “ma non posso chiederti di rinunciare a ciò che vuoi” continuò con tono serio “io voglio te!” risposi dopo averle sollevato il mento in modo che mi potesse vedere l’anima attraverso gli occhi “io ti amo Shiho-chan, io ti amo come non ho mai amato Ran, io ti amo come non ho mai amato nessuno!” conclusi per poi baciare quella ‘bambina’ con passione per più minuti. La amavo davvero, la amo davvero.
Ai si limitò ad annuire e a sorridermi, lo so che si sentiva in colpa ma le sarebbe passato, devo aver capito che tutto ciò che le avevo detto era sincero.
“Shinichi-kun, vai da Ran prima che torni piccolo!” disse lei con apprensione facendomi saltare sulla sedia. Me ne ero completamente dimenticato!
 
Arrivai a casa di Ran e il mio cuore iniziò a battere all’impazzata, sapevo che probabilmente allora mi odiava e ne aveva tutto il diritto, in quel momento mi odiavo anche io, non riuscivo ad immaginare che Ran potesse odiarmi. Bussai.
Mi aprii Kogoro che mi chiuse la porta in faccia appena capii chi ero, ribussai e quella volta bloccai la porta con il piede. Entrai.
“Ran-chan” dissi con tono colmo di rammarico nel vederla in lacrime tra le bracciai di Kazuha e Sonoko, le due ragazze stranamente non parlarono, si alzarono lentamente e se ne andarono in camera portandosi con loro un Kogoro molto arrabbiato “non volevo che lo scoprissi così” gli dissi io sincero, lei non rispose “rivoglio la mia amica Ran, rivoglio poterti raccontare tutto” iniziai io per poi essere bruscamente interrotto da un violento e doloroso pugno in viso datomi da Ran. Tacqui.
Il viso mi doleva, ma il cuore ancora di più, ma non potevo permettermi di non risolvere questa situazione, tra poche ore sarei ritornato Conan e prima di tornare Shinichi avrei dovuto aspettare mesi “come osi venire da me e dirmi che rivuoi la tua amica, come!” iniziò lei con una rabbia che non le avevo mai visto mostrare per nessuno “come osi tornare dopo mesi e mesi e dirmi che non mi ami più, anzi no, tu non me l’hai detto, prima me l’hai fatto vedere!” continuò per poi fermarsi di colpo per colpa della lacrime che le appannavano la vista “Ran-chan, io non volevo” non finii “però l’hai fatto” disse con tono freddo privo di ogni sentimento. Me ne andai.
Il tempo di tornare a casa e ritornai Conan senza aver concluso niente con Ran anzi, avevo capito che mi odiava, mi odiava davvero.
 
Era passato un mese da quel triste giorno, io sempre come Conan-kun ero costretto a vivere con Ran, ogni sera la sentivo piangere e ogni giorno la sentivo imprecare contro Shinichi.
Il pomeriggio lo passavo a casa di Agasa e della mia amata Ai, poi un giorno qualcosa cambiò, qualcosa cambiò in meglio.
“Shinichi-kun” urlò il professor Agasa dalla cucina “squilla il tuo telefono” aggiunse con tono sempre cordiale, corsi in cucina e il mio sguardo si soffermò a lungo sulla foto che era apparsa sullo schermo del mio telefono, a chiamarmi era Ran, a chiamare Shinichi era Ran!
Mi schiarii la voce e risposi con tono amareggiato, non fingevo “Shinichi-kun, puoi venire a casa mia domani?” mi chiese lei con tono abbastanza sereno, erano gironi che non la sentivo più piangere “posso anche stasera” ribattei con un pizzico di aspettativa, volevo sentire un cenno di gioia nel sentirmi. Nulla.
Presi l’antidoto e insieme a me Ai, era da un po’ che non stavamo insieme, il dolore fu come al solito intenso e insopportabile. Shinichi e Shiho erano tornati.
 
Andai a casa di Ran, bussai e sospirai come per voler cacciar via tutto il dispiacere che in quel momento il mio cuore provava “Ran-ch…” non finii la frase, la mia voce fu soffocata da un abbraccio. Ran mi aveva appena abbracciato, dopo mesi di silenzio e odio lei mi aveva abbracciato.
“Cosa significa?” le chiesi io con tono perplesso ma anche sereno “ieri sera insieme a Conan-chan ho visto un film, più o meno narrava ciò che ci era successo” iniziò lei facendomi tornare in mente quel noiosissimo film che mi ero dovuto sorbire ieri sera “la protagonista aveva lasciato Eichi Kiyokawa perché si era innamorato all’improvviso di Tokie, lei voleva ancora molto bene al suo ex ragazzo, ma quello che provava per Tokie era amore e ciò non era deciso dalla volontà di Eichi” continuò mentre inesorabili le scivolano dal volto delle lacrime salate “tu ami quella ragazza?” mi chiese poi, lasciandomi perplesso “si, la amo moltissimo” risposi a bassa voce per l’imbarazzo “lei lo sa?” aggiunse mentre si asciugava le lacrime “sì” risposi con il sorriso in volto, lei sorrise a sua volta e lentamente si avvicinò a me “si felice Shinichi-kun, si felice come non lo sei mai stato con me” mi sussurrò all'orecchio per poi liberarmi dal suo abbraccio.
Tornai a casa perplesso, non avevo capito se quell’ultima frase dettami a bassa voce era un augurio, un’approvazione una felicitazione o un addio. L’ignoto mi aveva sempre intrigato, ma questa volta mi spaventava e basta.
Il giorno dopo bussarono alla porta di quella casa che si era tramutata ‘nostra’, Shiho andò ad aprire la porta per poi diventare rossa, era Ran. Sorrideva.
“Ciao!, tu sei?” saluto e chiese Ran con cortesia, non c’era rancore nel suo tono, anzi era un tono amichevole. Era ed è una donna davvero speciale.
 
Dopo quel giorno le cose iniziarono ad andare finalmente bene: Ran si era fidanzata, lui era un ragazzo simpatico che sicuramente non sarebbe diventato un bambino, io e lei eravamo tornati ad essere amici per la pelle; io e Shiho ci amiamo e come noi anche Conan e Ai.
È vero che nulla è per sempre?  









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Come credo avrete capito, questo era l'ultimo chap -lacrime-, quindi spero che vi sia piaciuta la mia "long" e spero di leggere un po' di commenti...ameno per la fine!!!
Arigato lettori e sayounara xDxD

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