Bastardo in trappola

di vampirettafolle
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Edric ti presento Brenda ***
Capitolo 2: *** La verità è che non gli piaci abbastanza ***
Capitolo 3: *** Bastardo senza gloria ***
Capitolo 4: *** Ragione e sentimento ***
Capitolo 5: *** Come d'incanto ***
Capitolo 6: *** Quel mostro di ex Prima parte ***
Capitolo 7: *** Orgoglio e Pregiudizio Seconda parte ***
Capitolo 8: *** La mia stronza ex-ragazza ***



Capitolo 1
*** Edric ti presento Brenda ***


BO1
Buonasera a tutti. Ho deciso di pubblicare questa mia vecchia storia scritta tempo fa in un'altra categoria; dato che i personaggi erano OOC ho deciso di modificarla per presentarla tra le originali. Quindi per non sapere subito come finisce vi consiglio di non correre subito a leggere l'altra versione.
Si tratta di una commedia romantica leggera e senza pretese. Spero che sia una lettura piacevole, fatemi sapere cosa ne pensate. Buona lettura!







BASTARDO IN TRAPPOLA


Capitolo 1   Edric ti presento Brenda

Ore 6.30. Vengo svegliata improvvisamente da una canzone che mi bombarda le orecchie; con il cuore in gola per lo spavento, mi accorgo che si tratta del mio cellulare, che suona ad alto volume qualcosa di Bob Sinclar, una di quelle canzoni da festa o discoteca che di certo io non avrei mai impostato come sveglia…
Dopo aver indossato la mia vestaglia, mi dirigo in cucina, ancora assonnata.
“Allycia, non azzardarti mai più a cambiare le impostazioni del mio cellulare!”
“Però, siamo loquaci stamattina!”. Ally mi sorride mostrandomi i suoi denti maledettamente bianchi senza smettere i suoi quotidiani esercizi di stretching: dice che l’aiutano ad affrontare meglio la giornata e, soprattutto, suo padre.
Io non rispondo nulla, in effetti, solitamente al mattino non parlo mai. Vado verso il frigo e comincio a preparare qualcosa per colazione, mentre Allycia va a farsi una doccia.
“Sai Brenda” mi urla dal bagno, “dovresti abituarti a svegliarti con canzoni ritmate, ti danno la carica giusta per far fronte ai problemi di tutti i giorni!”
Sarà, penso tra me e me ancora senza parlare. Ally è fatta così, ha bisogno di espedienti per andare avanti e riuscire a districarsi fra i vari impegni di una vita che non la soddisfa pienamente. Eppure è sempre così esuberante, sorridente e così sicura che un giorno riuscirà a realizzare i suoi sogni; dice che per lei arriverà una “grande svolta”. Anch’io sogno una svolta, ma forse è ancora presto per me: sono appena laureata e ancora inesperta, difatti oggi devo limitarmi ad accompagnare il signor Hartley in un hotel perché LUI deve intervistare un attore televisivo.
“Allycia vuoi muoverti, ho bisogno del bagno o farò tardi!”. Sbuffo. Tutte le mattine la stessa storia…

Io e Ally ci salutiamo davanti al portone e saliamo nelle nostre rispettive macchine: lei si dirige verso lo studio legale del padre, presso cui lavora come avvocato, mentre io vado verso la redazione dell’Us Weekly, un settimanale di gossip che da qualche mese mi permette di pagare l’affitto.
Arrivata in redazione, mi dirigo verso la scrivania, così nell’attesa di accompagnare il mio capo posso completare alcuni articoletti da pubblicare nel prossimo numero. Mentre cammino verso la mia sedia, dietro di me sento un fischio di apprezzamento: mi giro e vedo Mike, un mio collega.
“Accidenti, sei bellissima stamattina!”. Gli sorrido.
“Tra un’ora devo accompagnare il signor Hartley in un albergo di lusso, ho pensato che fosse necessario un certo abbigliamento!”.  Per l’occasione, ho scelto un pantalone attillato beige, una maglia dolcevita a giro ma scollata sulla schiena, con una fantasia sul celeste, e delle scarpe tacco 12 che, so già, mi uccideranno entro poche ore. Ho anche legato i miei lunghi capelli castani in una coda alta e ho messo un po’ di trucco in più del solito.
“Chi deve intervistare oggi il nostro signor Hartley?”
“Oh, un attore televisivo, Chad Michael e qualcosa…”
“Murray”. Mike completa la mia frase.
“Lo conosci?!”. Io non m’intendo molto di tv, sto imparando poco a poco grazie a questo lavoro.
“Mia sorella ne va pazza, anzi, già che ci sei, cerca di strappargli un autografo per lei…”.
“Vedrò cosa posso fare!”.
Mike fa per andarsene, poi sembra ripensarci e si volta nuovamente verso di me.
“Sai, dovresti vestire sempre così…” Mi strizza l’occhio e si allontana.
Dopo un’ora di lavoro più o meno intenso, vengo invitata dalla segretaria del signor Hartley ad aspettare fuori l’arrivo di un taxi che ci accompagni all’hotel dove si dovrà svolgere l’intervista. Kite Hartley mi raggiunge frettolosamente dopo cinque minuti, lamentando che “siamo” già in ritardo; evito di fargli notare che io sono stata lì ad aspettarlo e salgo nell’autovettura gialla. L’intenso traffico ci impedisce di arrivare subito a destinazione e dà anche modo al signor Hartley di lamentarsi a lungo con l’autista, come se fosse colpa sua. Lo guardo e penso che non abbia senso essere così nervosi per una semplice intervista a un attore; per me questi sono sempre stati futili argomenti di cui mai avrei voluto scrivere, ma purtroppo all’inizio non sono riuscita a trovare di meglio. Si sa, è necessario fare prima della gavetta per arrivare più in alto, un domani.
L’arrivo all’hotel interrompe il flusso dei miei pensieri. Scendo dal taxi e osservo l’entrata dell’edificio, cercando già di sbirciare la lussuosa hall in cui sto per mettere piede.
“Wow! Signorina, oggi è favolosa!”. Il signor Hartley si è finalmente accorto del mio abbigliamento.
“La ringrazio, signore!”
“Ha un’aria molto… professionale”. Per un attimo assume un’espressione gentile, ma la serenità sparisce dal suo volto nel momento in cui anche lui guarda l’edificio.
“Sbrighiamoci, siamo in ritardo!”. Alzo gli occhi al cielo e lo seguo nell’hotel.
La hall dell’albergo mi lascia a bocca aperta. Al centro della sala un enorme acquario con pesci coloratissimi cattura subito la mia attenzione; sulla sinistra, accanto alla reception, si trova un meraviglioso pianoforte; a destra ci sono alcune poltrone e divanetti intorno a dei tavolini; il pavimento è coperto da un tappeto rosso decorato, mentre sui muri sono appesi alcuni quadri grandissimi dai colori caldi. In fondo, una maestosa scalinata porta ai piani superiori.
Ci accomodiamo su uno dei divanetti sulla destra, in attesa che arrivi questo famoso attore a concedere la sua intervista. Mentre aspettiamo, il signor Hartley riceve una chiamata sul suo cellulare. La telefonata è breve; Hartley ascolta il suo interlocutore annuendo con espressione leggermente scettica e infine chiude in modo secco la chiamata. Non sopporta di essere interrotto durante il suo lavoro, anche se in questo momento non è che stia facendo gran che: la nostra star si fa attendere.
“Signorina Shaw” mi dice quasi sussurrando, “ho appena ricevuto una, diciamo, soffiata. Mi dicono che Jamey Campbell alloggia in questo hotel proprio mentre noi siamo qui.”. Non sembra molto convinto delle sue stesse parole. A quanto pare non crede che una tale fortuna possa capitare proprio a noi: Jamey Campbell è uno degli attori-promessa del cinema moderno, un divo in ascesa, già famosissimo. Perfino io lo conosco.
Il signor Hartley riprende.
“Che ne dice di andare a “controllare”? Magari riesce ad avere uno scoop per il prossimo numero…”. Lo guardo. Dalla sua espressione deduco che vuole semplicemente sbarazzarsi di me e che non presta molta fede a questa notizia. Pur essendo certa a mia volta che sarà una perdita di tempo, accetto: è pur sempre un mio superiore, devo obbedire.
Mi alzo dal divano e mi allontano di alcuni passi, pensando a come scoprire se la soffiata abbia o no fondamento. Mi avvicino alla hall. Dietro il bancone c’è un ragazzo dall’aspetto pulito al quale decido di chiedere se per caso il famoso attore Jamey Campbell alloggi davvero nell’albergo. Il ragazzo viene messo un po’ a disagio dalla mia domanda e capisco che la notizia non è poi del tutto infondata… Ripensando ai complimenti di Mike di quella mattina, decido di sfoggiare un po’ di charme per convincere il ragazzo a darmi qualche informazione in più.
“Mi scusi, non mi sono presentata! Sono Brenda Shaw, lavoro per la rivista Us Weekly.” Sorrido ampiamente.
“Ehm… per la verità… il signor Campbell non gradisce paparazzi in ques…”.
“Oh, ma non si preoccupi, sarò molto… come dire… discreta!”.
Il ragazzo mi guarda incerto. Forse si sta interrogando su quanto i paparazzi possano essere discreti.
“Senta… ehm…” guardo il cartellino appeso alla sua giacca, “Josh… se lei mi aiuta magari in questi giorni potremmo incontrarci per un caffè, non so…”. Gli lancio uno sguardo eloquente, sperando che l’imbarazzo per un comportamento per me nuovo non mi tradisca.
Lui ride ed io mi sento un po’ sollevata.
“Che ne dice, allora?”. Incalzo.
“Mi segua, l’accompagno.” Gli sorrido.
Entriamo in uno degli ascensori dell’edificio, diretti all’ultimo piano. Mentre saliamo Josh fa alcune domande su di me, sul mio lavoro, sui miei studi appena conclusi. Infine, l’ascensore si apre. Lui mi indica il fondo del corridoio.
“Di là troverà la suite. Mi raccomando, non dica a nessuno che l’ho portata io dal signor Campbell, ne va del mio lavoro…”
“Non si preoccupi. Grazie mille per l’aiuto!”
Sorride.
“Di niente. Comunque… non credo di poter accettare il suo invito per un caffè… Sono fidanzato, alla mia ragazza non piacerebbe.”
Rido e penso che mi sia andata bene, in fondo non ho corrotto nessuno per ottenere questo scoop.
Dopo che le porte dell’ascensore si sono richiuse, mi avvio lentamente lungo il corridoio. Non so bene cosa fare, non credo servirebbe a qualcosa bussare alla porta della suite… Penso alla digitale che porto sempre con me in borsa: forse dovrei tirarla fuori. Mentre la cerco, sento un rumore di porte che si aprono e si richiudono. E’ lui! Jamey Campbell è appena uscito dalla sua camera e si dirige verso l’ascensore. Dal vivo è molto più affascinante: più alto di me di tutta la testa, fisico modellato al punto giusto (non troppo magro né eccessivamente muscoloso), sorriso da pubblicità di un dentifricio, e poi, la camicia bianca che indossa… Istintivamente cambio idea e lascio perdere la ricerca della macchina fotografica. Se si accorge che voglio solo uno scoop chiama la sicurezza e mi fa allontanare…
In mancanza di altre idee e piuttosto imbarazzata, gli rivolgo la parola pur non sapendo ancora dove andare a parare.
“Buongiorno! Sei Jamey Campbell vero?”.
“Ehm… si. Tu chi sei?”
La mia capacità di parlare sembra svanire improvvisamente. Lo guardo e penso di avere davanti un gran bel ragazzo, oltre che un attore famosissimo. Di colpo mi riprendo.
“Ehm… io… i-io sono Brenda Shaw.”
“Bene, Brenda Shaw, io stavo giusto andando giù al bar a prendere qualcosa. Vieni con me?”.
Wow, io pensavo che avrei avuto a che fare con un divo arrogante e capriccioso e invece lui invita me, comune mortale, al bar con lui. Mi sa che Mike aveva ragione, devo vestirmi così più spesso… Incredula, accetto la proposta e per un po’ dimentico il motivo per il quale sono lì, almeno fin quando, scesi nella hall, vedo il signor Hartley finalmente alle prese con la sua intervista. Ma lui, di spalle, non mi nota mentre mi dirigo al bar dell’albergo con Jamey Campbell…
Seduti al bancone, lui ordina qualcosa per entrambi. Fa un po’ Lost in Translation, penso, anche se lì il protagonista era un attore ormai quasi alla fine della sua carriera. Io qui ho di fronte una giovanissima star…
“Allora, Brenda, anche tu alloggi in questo hotel?”.
“Io… ecco… per la verità… no…”.
Lui ride.
“Lo sospettavo!”.
“Ah, però, come hai fatto?”. Chiedo sarcastica, ridendo a mia volta.
La conversazione prosegue con questo tono leggero per un po’. Jamey sembra una persona davvero piacevole e simpatica e dà l’impressione di avere i piedi per terra.
Dopo un po’, mi chiede del mio lavoro.
“Cos’è che fai di preciso nella vita?”.
“Oh, io lavoro per la rivista Us Weekly. Anzi, se devo essere sincera, ero venuta da te per strapparti un’intervista…”.
“Ma perché non l’hai detto subito!” esclama, “Ah Brenda, Brenda, nel tuo lavoro bisogna essere più spregiudicate!”
Già, penso, a disagio.
“Vieni con me, cerchiamo una sala per questa intervista.”. Oggi dev’essere il mio giorno fortunato!
Dopo aver parlato con il personale dell’hotel, riusciamo ad avere una  magnifica saletta tutta per noi e così cominciamo l’intervista.
Jamey mi concede altre due ore del suo tempo, rispondendo in maniera all’apparenza spontanea e, spesso, divertita alle mie domande. Sembra più che altro una conversazione tra due persone comuni e il tempo passa in maniera molto piacevole. Alla fine, lui si congeda.
“Adesso devo proprio andare, Brenda.”.
“Si certo, anzi, grazie mille, davvero!”
“Che ne dici di rivederci in questi giorni, quando sono meno impegnato? Niente interviste. Come due amici!”.
Lo guardo stupita.
“Oh… ehm… d’accordo, mi farebbe molto piacere!”. Mi chiede il numero, dopo di che usciamo dalla sala.
Il signor Hartley mi aspetta impaziente nella hall, palesemente incapace di stare seduto e fermo. Quando vede me e Jamey salutarci con un sorriso, si immobilizza, incredulo.
“Ma… ma… allora era vero?”. Boccheggia quando mi avvicino.
“Verissimo, altro che!”. Io sono raggiante, sebbene una parte di me sia ancora incredula per la magnifica mattinata appena trascorsa.

Mi trovo sotto l’ombrello davanti ad una pizzeria. Piove a dirotto da due ore, ma mi consolo pensando che tra qualche settimana arriverà l’aria primaverile. Guardo impazientemente l’orologio. Sono le 21.25. Allycia avrebbe dovuto essere qui già 10 minuti fa. Non vedo l’ora di raccontarle quello che mi è successo oggi! Dopo qualche altro minuto, eccola che arriva nella sua macchina.
“Scusami tanto, mio padre oggi… vabbè lasciamo perdere! Piuttosto, entriamo, così mi racconti, al telefono sembravi così allegra!”.
Davanti a due belle pizze calde con mozzarella filante, le racconto per filo e per segno la mia giornata. Ally rimane a bocca aperta per tutto il tempo, alla fine esclama: “Non posso crederci! Jamey Campbell?! O mio Dio, Brenda… wow!”.
“Già!” dico pensierosa, “Spero che questa intervista mi frutti anche una promozione… Fin ora non mi sono mai occupata di cose così “rilevanti”… Sarebbe magnifico poter passare in una sezione più importante della rivista…”. Assumo un’espressione sognante, forse un po’ ebete.
“Vedrai, sicuramente terranno conto di questo scoop!”. Allycia mi rincuora sorridente. “Mal che vada… Ti farai consolare da Jamey!”.
“Mmm… non sarebbe una cattiva idea!”. Rispondo e scoppiamo entrambe a ridere.

Come promesso, Jamey mi ha contattata dopo un paio di giorni per incontrarci di nuovo. Ormai siamo entrati in confidenza come due buoni amici. Ci incontriamo appena lui ha un momento libero (cosa che in realtà ultimamente non capita molto spesso) e passiamo insieme delle ore piacevolissime. Lui è una persona meravigliosa, abbastanza semplice per essere così giovane e famoso. Conoscendolo meglio è proprio un ragazzino, non uno di quelli sciocchi che combinano un sacco di guai,ma uno di quelli che ti tiene sempre allegra e che è pronto a farti sorridere. Grazie a lui, come Allycia ha previsto con il suo incrollabile ottimismo, ho ottenuto una promozione e adesso intervisto periodicamente personaggi famosi del cinema e non solo. Jamey spesso mi “aiuta” ,sotto mia costrizione e bronci a regola d’arte,presentandomi alcuni suoi colleghi (attori e registi per lo più) che puntualmente qualche settimana dopo finiscono sulla mia rivista.
Un bel pomeriggio di fine giugno io e Jamey siamo seduti al tavolino di un bar molto chic a sorseggiare un caffè, mentre lui mi parla del suo nuovo progetto di lavoro.
“Sai, è un film molto importante per me” mi dice, “finalmente un ruolo più impegnato. Mi servirà per scrollarmi di dosso l’immagine di attore-da-commedie-per-ragazzine.”
“Capisco.” Dico. E’ vero, anche a me servirebbe un passo del genere. Certamente la promozione è stata molto importante, ma io vorrei “scrollarmi di dosso l’immagine di giornalista-di-riviste-di-gossip” e scrivere di economia, attualità, fatti importanti.
“Hai qualche Brenda donna come partner stavolta?”
“No, donna no. Ma in compenso, lavoro con Edric Ward. In effetti è lui il vero protagonista.”
“Edric Ward…? Ma io lo a-d-o-r-o!!! E’ fantastico, Jamey!”
Edric Ward è uno degli attori più famosi e talentuosi dell’Hollywood di oggi, senza contare che è bellissimo. Ma che dico, è in testa alla classifica dell’uomo più sexy del mondo da qualche anno ormai! Io stravedo per lui!
“Jamey…” lo guardo con un misto di malizia e supplica, “non è che, ecco… potresti farmelo incontrare? Voglio dire, dopo che iniziate a lavorare insieme, prendete un po’ di confidenza magari…”
“Brenda, ma hai capito di chi stiamo parlando? Lui ormai è una star affermata e ricercatissima, come pensi di ottenere così facilmente un’intervista da lui?!”
“Ma io non ti parlo da giornalista! Ti parlo da fan! Io stravedo per lui, è uno dei miei attori preferiti! Ti prego, lo so che sono già in debito con te, però…”. Gli faccio gli occhi dolci.
Lui fa un sospiro. “Vedrò. Ma non ti prometto niente.” Trattengo a stento la voglia di urlare e saltello sulla sedia come una bambina. Il cameriere del bar mi guarda come se fossi una disturbata così decido di smettere.
“Jamey sei un tesoro!”.

Dopo circa un mesetto, Jamey decide finalmente di portarmi con lui sul set. E’ una Brenda mattinata soleggiata e io sono di ottimo umore.
Arrivati negli studi cinematografici, Jamey mi conduce da lui, Edric Ward, intento a ripassare qualche battuta delle scene da girare quel giorno. Quando ci vede, interrompe la sua occupazione e ci sorride. Ancora non ci credo: l’uomo più sexy del mondo è qui, davanti a me, che mi tende la mano cordialmente, con quel suo fantastico sorriso che per poco non mi fa svenire, quegli occhi verde smeraldo dallo sguardo profondo, i capelli un po’ spettinati. E’ perfino più alto di Jamey e un po’ più magro. E’ meraviglioso. Forse troppo, perché al momento mi sento un po’ stordita.
“Tu sei Brenda, vero? Jamey ha detto che volevi incontrarmi ma, non mi ha detto che eri così carina!”.
Vorrei tanto rispondere qualcosa, qualsiasi cosa, ma ho la bocca asciutta e il cervello momentaneamente in standby. Jamey corre in mio aiuto.
“Sì è proprio lei. E’ una tua ammiratrice. Oggi rimarrà qui ad osservare il nostro lavoro, così potrà scrivere anche un articolo per il suo giornale su come procede la lavorazione del film. Ma niente interviste oggi, questo lo sa bene.”. Edric ride, divertito da quel patto. O forse, divertito da me che ancora non sono capace di proferire una parola.
“Brenda, mi piacerebbe davvero ehm, come dire… continuare questa conversazione…”. E’ pure spiritoso… “Adesso però il lavoro ci aspetta. Magari ci ribecchiamo più tardi.” Mi fa l’occhiolino.
“Si, certo. A dopo allora.”. Finalmente mi sono decisa a parlare!
Anche Jamey mi saluta. “A dopo, Bre.”.
Mentre la lavorazione del film procede, io sono seduta dietro le cineprese e ogni tanto prendo qualche appunto per l’articolo che scriverò. Per la verità, vengo spesso distratta dalla bellezza di Edric e mi fermo più volte ad osservarlo come sotto l’effetto di qualche sostanza stupefacente. E’ davvero favoloso!
Durante la pausa pranzo scambiamo qualche parola e io finalmente mi sciolgo un po’, così che alla fine della giornata sono ritornata più o meno me stessa e accetto ben volentieri l’invito di Edric e Jamey di andare insieme a mangiare qualcosa fuori.
Arrivati in un locale molto carino nel pieno centro della città, prendiamo posto intorno ad un tavolo per quattro.
“Ci raggiungerà un mio amico tra un po’” mi spiega Edric.
E difatti, dopo qualche minuto ecco che arriva un bel ragazzo alto, muscoloso, molto carino. Mi sento abbastanza fortunata questa sera…!
“Ciao Ed, Jamey… Non mi presentate la vostra amica?” dice, spostando lo sguardo su di me. “Va bhe, faccio da solo! Piacere, io sono Ethan!”
“Piacere, Brenda!”.
Durante la serata, ho modo di conoscere un po’ meglio i ragazzi appena conosciuti. Ethan è il migliore amico di Edric e suona come chitarrista in una band, per altro non molto famosa, ma nonostante ciò dice di essere abbastanza soddisfatto perché quando suona si sente se stesso e gli sembra di non aver bisogno di altro. Edric, un po’ come Jamey, sembra davvero un tipo a posto, senza troppi capricci, non un “montato” di quelli a cui la fama ha dato alla testa. Mi chiede di me, di quello che faccio, di come vivo. Io spiego del mio lavoro non esattamente gratificante, racconto che vivo con Allycia e che lei mi è stata presentata da Jared, il suo ragazzo nonché mio compagno al college; parlo un po’ della mia famiglia, che ho lasciato ad Albany, dove sono nata, per trasferirmi dalla parte opposta degli Stati Uniti per l’università e inseguire le mie ambizioni. Edric mi ascolta interessato e sembra non sopportare gran che Ethan, che ogni tanto ci interrompe con qualche battuta delle sue, così che la serata passa tra una risata e l’altra. A me sembra di essere tra persone che conosco da una vita.
“Ho un’idea.” Esclamo a fine serata. “Jamey, che ne dici se si uniscono anche loro alla cena di domani sera?”
“Perché no?”. Risponde Jamey.
Mi rivolgo agli altri due ragazzi. “Ho invitato Jamey a casa mia per domani sera. Perché non venite anche voi? Vi presento Allycia. Sa cucinare ottimi dolci!”.
“Bhe, se ci sono i dolci, io ci sto allora!” risponde subito Ethan.
Edric ride e accetta anche lui l’invito. “Mi farebbe davvero piacere, Brenda!” Mi guarda con quei suoi occhi profondi che sembrano volermi dire tante cose... Ma sono solo mie fantasie, come al solito.
“Perfetto, Ally sarà contenta!” Contentissima direi. Tre fighi pazzeschi in un colpo solo, di cui due famosissimi…







Note:
I titoli di tutti i capitoli saranno tratti da famosi film:
Edric ti presento Brenda-Harry ti presento Sally diretto da Rob Reiner.
Che ne pensate?

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Capitolo 2
*** La verità è che non gli piaci abbastanza ***


2 BITC

Capitolo 2  La verità è che non gli piaci abbastanza

La mia famosa carne al cartoccio è quasi pronta.
Gli stuzzichini sono già sul tavolino del soggiorno.
La cucina è uno splendore, come il resto della casa. È tutto il pomeriggio che spolvero e rassetto casa, facendo sparire tutti gli indumenti che Allycia sparge per l’appartamento. Ha una stanza tutta per sé adibita ad armadio, ma i suoi vestiti continuano a dimorare dappertutto.
Ma oggi finalmente riuscirò ad ottenere l’attenzione di Ally. L’ho minacciata per il disordine, costringendola a riporre gli abiti nel suo armadio a patto che stasera fossi riuscita a sorprenderla. Pensa di avere la vittoria in pugno ,ma ancora non sa che l’ospite speciale non è Jamey.
Sarà una serata perfetta a partire dal mio fantastico vestito nero stile mogliettina americana con una fantastica e vaporosa gonna. I complimenti che Mike mi rivolge ogni giorno a lavoro mi hanno fatto rivalutare il mio corpo.
Alle otto in punto suonano al campanello. Tolgo il grembiule, spengo il forno e corro per quanto i miei unici tacchi dodici me lo permettono  ad aprire prima di Allycia.
“Salve ragazzi…è stato facile trovare l’appartamento?”domando educatamente.
“Ehi piccola donna”mi saluta a gran voce Ethan.
“Non è stato difficile abbiamo semplicemente seguito Jamey”risponde cordialmente Edric alla mia ovvia domanda.
“Ehm ragazzi, vi avevo detto che abito con una ragazza giusto? Bhe lei non sa che siete voi gli ospiti perciò se sviene o urla-cosa più probabile- non vi spaventate” è il discorso più lungo che io abbia mai fatto.”Allycia?”
“Eccomi…perché non mi hai detto prima che erano già saliti e…”
“Oh mio Dio, oh mio Dio Edric Ward !!”inizia a trillare e saltellare raggiungendolo e slogandogli un polso.
“E tu invece chi sei?”chiede sempre tutta euforica ad Ethan che scoppia in una grassa risata.

“Questa volta hai superato te stessa Brenda”mi fa i complimenti Jamey.
“Complimenti, è la prima volta che mangio un piatto simile”si aggiunge ora anche Edric.
“Ci credo …non fai un pasto decente da quando te ne sei andato di casa”e Ethan scoppia nell’ennesima risata.
È una serata grandiosa. Allycia è al settimo cielo e sicuramente domani mattina appena si sveglierà chiamerà Jared e gli farà un resoconto dettagliato della serata.
E poi Edric è cosi dolce. È proprio un ragazzo serio. Non si è montato la testa. Mi ha detto che ha accettato di girare questo thriller al fianco di Jamey per lasciarsi alle spalle la parte del classico bello e dannato nella quale era rimasto intrappolato a causa di film precedenti. Ho scoperto anche che abbiamo gli stessi gusti letterari e musicali, anche se abbiamo idee divergenti sui film. Siamo entrambi propensi per film impegnativi, ma quando si tratta di vedere qualcosa di leggero lui si butta su una Brenda commedia demenziale o un film dell’orrore io scelgo una commedia romantica o un bel musical.

“Ehi Brenda, Jamey mi ha detto che una sua intervista ti ha portato ad un aumento di stipendio”mi interrompe Ethan dalla mia lista dei pro e contro su Edric e per adesso la colonna dei contro è immacolata.
“Beh sì, ora sono responsabile di un settore tutto mio al giornale. E state attenti ogni parola che stasera direte potrà essere usata contro di voi sulla rivista”
“E dai Brenda, avevi detto che quello che ci saremmo detti stasera sarebbe rimasto tra noi” piagnucola agitato Jamey che ha appena confessato di aver mangiato a pranzo un hamburger e che il suo personal trainer non lo doveva venire a sapere.
“Eheheh allora non ti dirò che Edric ha la patente di don Giovanni” confessa Ethan tra le risa e sorseggiando il sorbetto al limone.
“Ethan”lo ammonisce Edric.
Mmm strano. A dire il vero da quando lavoro per quella rivista se ne sentono di tutti i colori per ogni tipo di celebrità ,ma sulla vita intima di Edric Ward  niente…
Avrà esagerato Ethan, i giornali di gossip non mentono mai o per lo meno camuffano un po’ la verità.
“Vado a prendere qualcosa da bere” dico, dirigendomi in cucina per riprendere fiato.
Mi piace troppo ,mi piace troppo.
Calmati Brenda, non crearti false speranze
Tornata in salotto e vedendo Ethan e Jamey intenti a chiacchierare animatamente con Allycia, mi accorgo che Edric non c’è più.
“Se ti stai chiedendo dov’è Edric è fuori al balcone a fumare”credo che Ethan legga nella mente.
“Allycia l’ha sbattuto fuori perché non vuole che i suoi vestiti si impregnino di fumo”
Mi dirigo con due bicchieri di prosecco sul balcone.
“Ehi”mi faccio notare.
“Ehi”risponde . Mi ha notato.
“Pausa sigaretta?”
“Beh il brutto vizio di fumare non riesco ancora a togliermelo…anzi stasera ho resistito. Di solito tra un boccone e l’altro mi fumo una sigaretta”
“Strano…sulle riviste di gossip ti dipingono come il ventottenne…”
“Ancora ventisette grazie” mi corregge prontamente lui.
“Credevo che solo le donne ci tenessero all’età”lo schernisco.
“Comunque il punto è che ti hanno sempre dipinto come il ragazzo perfetto, che non fuma,non si droga,non beve…”
“Le riviste raccontano quello che i nostri manager vogliono. Lì sopra non ci troverai mai il vero Edric”
“Bhe, potresti raccontarmelo tu chi è veramente Edric Ward” lo incito ad aprirsi,ma il suo sopracciglio alzato mi suggerisce che non si è convinto.
“Chi mi dice che domani mattina non troverò un bell’articolo su di me?”
Eravamo affacciati al balcone,appoggiati alla ringhiera e Edric mi si era avvicinato pericolosamente per guardarmi dritto negli occhi. Abbasso lo sguardo imbarazzata e decido di farlo aprire un po’.
“Va bene, tu fammi un paio di domande sul mio passato, sulla mia vita e dopo che io ti avrò mostrato uno squarcio della mia vita toccherà a te” annuisce e subito si cimenta nelle domande.
“Quanti anni hai?”
“Ma non si può chiedere l’età ad una do…”
”Come faccio ad aprirmi se non vuoi dirmi la verità” risponde strafottente. Vuole incastrarmi.
“Ventiquattro compiuti a settembre”
“Perché ti sei allontanata così tanto da Albany?”
“È un piccolo paesino che non offre nessuna occasione sia lavorativa che affettiva”sospiro al ricordo.
“Ora sono curioso…che intendi con l’ultima frase?”
“Ecco, ho avuto un solo ragazzo a Albany, ci siamo incontrati al liceo e siamo rimasti insieme per tutti e cinque gli anni. Nella mia città o ti trovi un ragazzo con cui passare il resto della tua vita oppure sei una sgualdrina o una zitella. Beh, dopo il liceo volevo lasciarlo per andare al college e inseguire i miei sogni,ma Tayler- questo è il suo nome- non era per niente attento ai miei sogni, così diffuse la notizia che sarei andata a lavorare con lui nell’impresa della sua famiglia e che naturalmente ci saremmo sposati. È cosi ottuso che ha capito che lo volevo lasciare solo quando sono salita sull’aereo per Boston”
”Sei andata cosi lontano per lui”
“Oddio no, l’ho fatto per me e per mio padre, lui vuole grandi cose per me”
“Va bene ultima domanda…quindi è stato questo Tayler l’ultimo che hai baciato?”
“NO” urlo ridendo al solo pensiero che secondo lui non dovrei baciare da circa 5 anni. Forse sarebbe stato meglio se fossi rimasta in silenzio. Ora mi sta guardando con uno sguardo malizioso.
“O-ora tocca a me”faccio un respiro profondo e comincio con le domande.
“Dimmi, tu come sei finito a New York?”
“In realtà ci sono nato e mi sono allontanato a causa del lavoro” ancora non riesce a sciogliersi un po’. È perso nei suoi ricordi fissando il vuoto di fronte a sé.
“Sono il più piccolo della mia famiglia. Ognuno dei membri è un’artista e invece io a 18 volevo ancora divertirmi ed è stato cosi che ho scoperto la passione per la recitazione”
“Posso farti una domanda forse un po’ indiscreta?”chiedo titubante.
“Spara”
“Ma ti piace seriamente essere un attore?”
“Sinceramente?” mi guarda dritto negli occhi.
“Non proprio…è come dire…pesante. Non posso portare una camicia fuori posto che subito vengo sbattuto in prima pagina, senza parlare dei trucchi del mestiere che sono costretto ad imparare come creare un look di capelli spettinato che in realtà è ordinato”
“Già trovo difficile  partecipare a tutti quegli eventi, avere qualcuno che ogni mattina magari ti pettina e ti porta la colazione” sdrammatizzo io.
“Vedendola da questo punto di vista la mia vita è un vero sballo” afferma serio per poi scoppiare insieme a me in una fragorosa risata.
Ci siamo dimenticati degli altri in salotto. ci siamo dimenticati persino del freddo che infuria sul balcone.
“Brenda, devo dirti la verità non sei come tutte le ragazze che incontro”
“Modelle ,attrici, soubrette?”
“No ,vera, hai avuto problemi reali e sani. Sei semplice, ma allo stesso tempo misteriosa. Hai un ottimo senso dell’umorismo e saresti capace, se te lo chiedessi, di intraprendere un discorso sulla mancanza di risorse rinnovabili sul pianeta”
“Mi stai dicendo che sono una ragazza intelligente?”
“Ti sto dicendo che sei una ragazza affascinante”
Siamo tornati a guardarci negli occhi. I nostri corpi erano vicini già prima. Le braccia incrociate sulla ringhiera,i gomiti che si sfiorano e ora le nostre labbra che si avvicinano. Quelle labbra piccole, ma carnose vogliono baciare me.
O meglio volevano.
“Ma che cazzo…”  imprechiamo all’unisono, dopo che la mia adorata vicina del piano di sopra ci ha buttato una secchiata di acqua fredda addosso.
“Non si fuma signorino” lo ammonisce la dolce quanto stronza e distruggi sogni vecchietta del piano superiore.
Io ed Edric ci guardiamo e scoppiamo a ridere, ci ha beccati in pieno e ora ci conviene proprio entrare se non vogliamo beccarci pure un malanno. Forse anche la vecchia è una fan di Edric Ward e voleva solo infrangere i miei sogni per averlo tutto per sé.

“Ragazzi abbiamo deciso di fare un giro per qualche pub dato che è ancora presto. Ma che diavolo vi è successo?”ci avvisa Jamey prima di  guardarci con un sopracciglio alzato.
“La vicina” rispondo con una scrollata di spalle.”Ah già quella simpatica vecchietta “ride Jamey al ricordo del suo primo incontro con la signora Rottemaier. No, non è uno scherzo si chiama veramente così e come se non bastasse è stata una tata. Ha un’ aspetto austero come il suo carattere. Non riesce proprio a sopportare me ed Allycia. Dice che è indecente per due ragazze vivere insieme e far entrare in  casa tutti gli uomini che vogliamo. Il realtà tutti gli uomini si riducono a Jared, il fidanzato di Ally. E allora la cara vecchietta ci fa tanti begli scherzi come ritirare la posta al posto nostro per poi lamentarsi con noi che paghiamo le bollette in ritardo; oppure chiederci qualche strano ingrediente indispensabile per le sue ricette e lamentarsi che non siamo delle brave donne di casa. Il primo incontro tra Jamey e la signora Rottemaier è stato comico. Probabilmente lo aveva visto arrivare dalla finestra , prima che bussasse alla mia porta lo raggiunse e gli fece un lungo discorso sulla promiscuità della mia casa, ma dato che Jamey era intenzionato ad entrare gli diede dei preservativi perché non si sa mai quale malattie io ed Allycia possiamo trasmettergli, dato che siamo delle ragazze promiscue. Certo è una vicina ficcanaso, ma riserva lo stesso trattamento a coloro che sono al di sotto dei 35 anni nell’edificio perciò ci ridiamo semplicemente su.
“Volete perciò bere qualcosa da qualche parte” Edric interrompe il flusso dei miei pensieri.
“Sì, la notte è ancora giovane divertiamoci” risponde Ethan.
“Se non vi dispiace, potete già avviarvi? Dateci il tempo di asciugarci e vi raggiungiamo” non potevamo certo uscire tutti bagnati.
“Ok, fate presto. Noi prendiamo la macchina di Jamey” mi fa l’occhiolino Allycia prima di chiudersi la porta alle spalle.
“Vieni in bagno con me, ti do degli asciugamani” gli mostro la strada per il bagno e prendo degli asciugamani puliti per asciugarsi i capelli, ma la sua maglia è completamente zuppa.
“Edric, se non ti dispiace potresti darmi la tua maglia almeno tento di asciugarla un po’ con il phon” solo il pensiero di lui a petto nudo mi fa diventare color rosso cardinale.
“Meno male che me lo hai chiesto, me la volevo proprio togliere la t-shirt è fradicia e fredda”
“Già la simpaticona ci ha tirato una secchiata di acqua gelida”e mentre si toglie la maglia io mi riscaldo mettendo le mani sotto l’acqua bollente.
“Non vi deve proprio sopportare la vecchietta cos’è fate un sacco di festini? Sesso, droga e rock’n roll?” mi stava prendendo in giro alla grande. Se la stava ridendo di gusto, aveva capito benissimo che non ero una persona da festini.
“La prossima volta se vuoi quando folleggio ti invito” e lo schizzo con l’acqua che ancora scorre dal rubinetto.
“Non ci riprovare” ma un altro schizzo lo prende in pieno in volto.
“Sei proprio una ragazzaccia, ma io sono molto peggio di te” non faccio in tempo a voltarmi che ha preso in mano la doccia e mi sta completamente inzuppando.
“E-dric…no…s-smettilaaa” cerco di afferrare il doccino, ma furbamente tende il braccio verso l’alto. Sa che il mio metro e sessantadue non può raggiungere il suo metro e ottantasette. allora prendo la prima cosa che trovo a portata di mano e gliela lancio contro.
“NO” urla afferrandomi per il vestito e finendo tutti e due a terra.
Petto contro petto.
Fronte contro fronte.
Naso contro naso.
Io sopra di lui a cavalcioni.
le sue mani sulla mia vita.
E finalmente la sua bocca sulla mia.
Non è un bacio gentile, ma aggressivo. Volevamo baciarci già prima e la secchiata  ha aumentato la nostra voglia. C’era già prima eccitazione nell’aria e ora noi non abbiamo intenzione di negarla.
Con un braccio mi reggo, mentre l’altro è arpionato ai suoi capelli fradici. Un suo braccio, invece, mi circonda la vita e l’altro sprona la mia nuca ad avvicinarsi sempre più a lui e ad approfondire il bacio.
“Dio …è da quando sono entrato in questa casa che volevo baciarti” ansima sul mio collo mentre lo bacia.”Non c’è problema possiamo rimediare ora” ehi, ma di chi è quella voce che ha parlato…la mia?
Non sono mai stata cosi sfacciata in vita mia, neppure sul lavoro, per questo all’inizio ero l’ultima ruota del carro. Ma la mia sfacciataggine di prima non è nulla in confronto a quello che sto facendo ora. Edric cercava di alzarmi la gonna, ma dato che i tulle si sono appiccicati alle gambe come una seconda pelle, mi sono scostata da lui per abbassare la zip del vestito.
“Ferma…quello voglio farlo io” mi sussurra con voce roca all’orecchio. Mi abbassa la zip completamente, ma non mi toglie il vestito anzi bacia tutta la colonna vertebrale in tutta la sua lunghezza.

“A-andiamo in c-camera da lettooo” ansimo quando mordicchia la base del collo.
Come un automa mi alzo e lo prendo per mano guidandolo verso la mia stanza.
Non sono una ragazza che va a letto con il primo che incontra per strada. Ma ho avuto le mie esperienze. Beh a dire il vero non molte, due. La mia prima volta è stata con Tayler ed è stata talmente traumatica che poco dopo sono partita per Boston. No, non è stato violento è che…non è stato niente. Non mi sono accorta né quando è iniziato né quando è finito l’atto. La seconda volta è stato con il porta lettere della rivista per cui lavoro. Un bel ragazzo, forse anche troppo. Tutta quella bellezza stanca. Ci siamo visti un paio di volte, lo abbiamo fatto un paio di volte, lui è stato trasferito e io non l’ho più cercato. Almeno mi ha lasciato un bel ricordo del sesso.
Però con Edric è diverso, mi piace troppo, il che lo trovo un po’ un problema. Ma anche se sarà solo una notte e via lo voglio fare, ma credo che forse ci vedremo qualche altra volta. Lui è cosi dolce.
Non mi abbandonerebbe mai il giorno dopo senza neppure salutare.

Entrati nella mia stanza mi afferra per la vita e ritorna a baciarmi con passione.
Sono completamente impazzita. Non riesco più a controllare il mio corpo. Lancio le scarpe da qualche parte nella stanza. Salgo in piedi sul letto e mi sfilo, con un po’ di fatica il vestito. Resta a guardarmi come paralizzato. Ero così euforica nel pomeriggio che ho voluto indossare un completino intimo di pizzo nero, balconcino e brasiliana. Da paralisi per lui. Da prurito per me.
Mi afferra per i glutei e mi riavvicina di nuovo alle sue labbra. Allaccio le mia gambe al suo bacino e con un colpo di reni lo istigo a buttarsi sul letto con me sotto e lui sopra.
C’è vera e proprio frenesia. Slaccia il mio reggiseno e comincia a baciarmi il seno e a morderlo scherzosamente.
Sbottono i suoi pantaloni e con le gambe cerco di farglieli scivolare via. Torna sul mio collo e io strizzo una sua natica. Mmm soda. Sembriamo due assetati di fronte ad un’oasi nel deserto. È come se non facessimo sesso da anni. Per me è vero, per lui non credo proprio. Ma questa sua frenesia nei miei confronti mi piace. Come mi piace il modo in cui mi tocca, mi accarezza, mi bacia, mi guarda.
È proprio una serata fantastica.

Il risveglio dopo una notte di sesso selvaggio o dopo una sbornia è indifferente. Ossa a pezzi e mal di testa. Però nel caso del sesso il ricordo della notte prima allevia qualsiasi male. Il vomito della sbornia no.
È stata una nottata di puro fuoco. Non c’è parte del mio corpo che non ha toccato e parte del suo corpo che io non ho sbirciato. Allungo un braccio alla mia destra per augurargli un buongiorno e vederlo andare via dispiaciuta quando mi accorgo del vuoto al mio fianco. Mi alzo di scatto, ricordandomi di essere nuda e perciò coprendomi subito.
Il mio letto è vuoto.
Ispeziono la stanza.
I suoi vestiti non ci sono.
Corro alla finestra e apro le tende.
Niente. nessun messaggio, nessun biglietto.
Mi risiedo sul letto incavolata e delusa. Va bene, per lui sono una delle tante,ma almeno farsi vedere al risveglio?!
Improvvisamente mi ricordo che Jamey mi ha dato il  numero di cellulare di Edric. Scatto alla borsa e afferro il cellulare. Non so precisamente cosa mi voglia sentir dire, probabilmente che non sono una stupida ragazzina ingenua.
Trovo il numero e lo chiamo.
“Pronto?”
“Edric?”chiedo titubante.
“No, sono il suo manager. Con chi parlo?”
“Ehm ieri mi sono vista con Edric e lo cercavo. Sono Brenda”
“Ah”risponde soltanto il mio interlocutore.
“Senta signorina, l’avverto fin da subito che se vuole parlare con Edric deve farlo tramite me e se lo vuole rivedere per altri motivi le garantisco che Edric…non replica mai con la stessa partner”
Gli chiudo il telefono in faccia indignata per avermi trattato da sgualdrina.
Immaginavo che Edric fosse andato a letto con parecchie donne. Sapevo che non avrebbe mai intrapreso una relazione con un’anonima ragazza come me, ma che fosse un puttaniere stronzo che non ha neppure le palle di dirti al risveglio ‘è stato bello , ma addio’ proprio no.
Gliela avrei fatta pagare non solo a nome mio, ma anche di tutte quelle che sono state fregate come me.






Note:
La verità è che non gli piaci abbastanza diretto da Ken Kwapis.

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Capitolo 3
*** Bastardo senza gloria ***


BO3
Vorrei ringraziare tutti coloro che mi stanno seguendo, grazie anche per le recensioni; mi piace sapere cosa ne pensate. Buona lettura.





Capitolo 3
   Bastardo senza gloria

Questa mattina arrivo in redazione più grintosa che mai, con un sorriso stampato in faccia e il passo deciso. Mike, vedendomi arrivare, fa capolino dalla sua scrivania.
“Sei allegra stamattina?”. Sorride.
“NO! PER NIENTE!”. Sbotto isterica. Mike non sorride più.
“Ma sembri così al…”
“ESATTO! SEMBRO! S-E-M-B-R-O! MA NON LO SONO!”. Mike mi guarda allibito, decide che forse è meglio star zitto per un po’ e riprende il suo lavoro.
“Tira una brutta aria?”. La mia assistente mi raggiunge, un po’ intimidita, e mi porge alcuni fogli.
“Si…”. Respiro più lentamente per calmarmi e guardo le carte che mi ha appena dato. Riguardano l’articolo che avevo iniziato a scrivere per il prossimo numero su James McAvoy. Jamey me lo ha presentato ad una premiere.
“Tiara scusami, ma devi procurarmi altri documenti… Non preoccuparti, questi li tengo per il prossimo articolo, ma per questa settimana ho deciso di cambiare. Allora vediamo… Mi servirebbero immagini di…uomini. Si. Uomini con una tipica faccia da verme bastardo schifoso.” Socchiudo gli occhi in uno sguardo assassino. “Non credo sarà difficile, ce ne sono così tanti in giro.” Risatina isterica.
“Brenda…sei…sei sicura di stare bene?” Tiara mi guarda con apprensione.
“Si! Certo! Benissimo! Ma starò meglio dopo che uscirà questo numero del giornale! A proposito, devi anche trovarmi…” Continuo a darle istruzioni sull’aspetto grafico dell’articolo con tono fermo e deciso. Alla fine, la congedo con un sorriso e lei si allontana preoccupata, forse, per la mia salute mentale. Dopo di che mi metto al lavoro al computer e inizio a scrivere dal nulla un nuovo pezzo per il prossimo numero. Ho meno di ventiquattro ore prima della consegna dell’articolo. Basteranno. Ho già tutto in testa…

All’ora della pausa pranzo stacco finalmente mani e occhi dal pc. Intravedo Mike che si avvicina con cautela.
“Oh andiamo, non ti mangio mica!” gli dico.
“No?!” Mi guarda incerto.
“Certo che no, non fare lo stupido!” Gli regalo il primo sorriso sincero della giornata e lui, più rilassato, mi raggiunge.
“Andiamo a mangiare qualcosa insieme?” propongo.
“Si volentieri. Quindi hai finito di scrivere l’articolo su McAvoy?”
“No.” Rispondo con fare pratico, mentre ci avviamo verso un fast food nelle vicinanze. “Ne ho iniziato uno nuovo stamattina.” Mike apre e chiude gli occhi, incredulo. Sembra un lampione con due lampadine quasi fulminate. Così ha l’aria stupida, per la verità, e a me scappa una risata.
“Che c’è?”
“Sei pazza?!?! Non riuscirai a finirlo in tempo!”
“L’ho già finito, invece!” Ecco che Mike riparte con il lampeggiamento degli occhi. Mi fingo indignata per la sua reazione. “Per chi mi hai preso? Ho una laurea in lettere, io!” Ridiamo insieme e ci sediamo ad un tavolo del fast food.
“Su cosa lo hai scritto?” mi domanda incuriosito.
“Aspetta e vedrai!”. Sorrido maliziosa e mi viene un’idea. “Mike, tu ti sei mai comportato male con una donna? Da vero bastardo?”
“Bè…” si sposta sulla punta della sedia, poi si riappoggia alla spalliera ma dopo ritorna in avanti. È in evidente stato di disagio. Ho colpito nel segno! Gli uomini sono tutti uguali. Cerco di non assumere un’aria accusatoria.
“Su, dai, la nostra amicizia certo non si sciuperà per questo! A me puoi dirlo! Non ti giudico!”
“Come mai ci tieni così tanto a saperlo?”. Mike indaga.
“Ehm… così… io… voglio solo sapere quello che passa nella testa a voi uomini.. per eventuali future esperienze…” Forse non ci crede, ma non lo dà a vedere. Fa un sospiro di rassegnazione.
“Va bene… però… non raccontarlo in giro… Io… una volta ho tradito la mia ragazza con la sua peggior nemica…” Un classico alla rovescia. Mike nota la mia espressione indignata e cerca subito di scusarsi: “No no ma guarda… noi avevamo litigato… e poi è successo solo una volta… Ma scusa, non avevi detto che non mi avresti giudicato?”
“Sì Mike, ma tradire una donna con la sua peggior nemica… e poi un tradimento è sempre un tradimento, con chicchessia!” Ecco qua. Gli uomini. Vabbè, se non altro questa confessione fornirà materiale succulento anche per il prossimo numero del giornale…Raccoglierò più testimonianze possibili, ovviamente mantenendo poi nell’anonimato le ragazze dirette interessate. Chiederei a Mike il numero di questa povera ragazza tradita per avere la sua versione dei fatti… ma non mi sembra il caso.
“Brenda ma che ti succede? Oggi sei strana… Sei venuta in ufficio con un sorriso enorme ma in realtà eri isterica, hai scritto su quel computer come una forsennata per 4 ore di fila, e adesso hai… quella faccia… non lo so, diabolica, ma in certi momenti ti perdi nei tuoi pensieri e allora assumi un’aria triste.” Lo guardo, meravigliata. Non capisco come sia riuscito a fare un’analisi dettagliata di me in poco tempo. Voglio dire, per 4 ore siamo stati ognuno occupato con il suo lavoro, certo Mike non mi ha fissata ed analizzata per tutta la mattina. Forse gli uomini non sono poi tutti così uguali.
“Mike sei davvero un caro ragazzo… Ma non devi preoccuparti per me. Sto bene.” Mi scruta attentamente.
“Come vuoi. Ma se hai bisogno di parlare…”
“Ok grazie. Lo apprezzo.” Sì, ho bisogno di parlare, ha ragione. Devo sfogarmi con qualcuno. Non che Mike non sia un buon amico, ma in questo momento sento il bisogno di Allycia o Jamey. Tutta la tristezza, che durante la mattinata ho cercato di scacciare via, adesso sembra minacciare di piombarmi addosso, accompagnata dall’umiliazione per essere stata trattata come una sgualdrina.
“Mike scusami, prima di tornare al lavoro devo fare una telefonata. Ci rivediamo più tardi in redazione.”
“Ok, non preoccuparti.” Mi guarda, ancora un po’ preoccupato, mentre mi allontano di qualche metro.
Prendo il cellulare e chiamo Allycia, sperando che sia ancora in pausa pranzo anche lei. Da quando hanno lasciato me e Edric da soli a casa, non ho più visto o sentito né lei né Jamey. Probabilmente hanno intuito qualcosa e non hanno voluto disturbarci, tant’è che non hanno nemmeno provato a telefonare. Allycia deve aver passato la notte da Jared.
“Brenda? Sei tu?” Allycia risponde alla chiamata raggiante. “Mio Dio, Brenda, devi raccontarmi tutto! Non ho voluto chiamare per non disturbarti, però voglio sapere ogni minimo particolare, cioè forse non proprio ogni minimo particolare, però qualche dettaglio…” Allycia parla come un bolide sparato a velocità supersonica, senza riprendere fiato. Devo fermare il suo entusiasmo.
“Allycia…ALLYCIA! Taci per favore! Ascolta… io…” Non so da dove cominciare. Le lacrime mi escono improvvisamente e io non riesco a trattenerle, mi bagnano le guance e qualcuna cade sulla sciarpetta Burberry che Allycia mi ha regalato lo scorso Natale. Vedi un po’ se per un bastardo devo rovinare pure una sciarpa firmata…
“Tesoro che succede? Va tutto bene?” La voce all’altro capo del telefono lascia trasparire preoccupazione.
“No Allycia, veramente no…” riesco a dire tra i singhiozzi. “Lui… Edric… stamattina mi sono svegliata e… non l’ho più trovato… Se n’è andato, capisci? Senza un biglietto o altro! Ho provato a chiamarlo ma il suo agente non me l’ha passato, ed è stato abbastanza chiaro sulle sue abitudini con le donne! È UNO STRONZO!” Singhiozzo più forte, qualche passante si gira a guardarmi, ma non m’importa.
“Oh… Brenda… tesoro… non piangere… Magari lui se n’è andato così perché non voleva rogne con i paparazzi, si farà risentire…”
“No Allycia, davvero, non è così. Ti ho detto quello che mi ha riferito il suo agente…”
“Oh Brenda…” Sento una voce urlare dal telefono, distante da Allycia. “Cazzo. ARRIVO PAPÀ! Brenda, tesoro, ora devo lasciarti, però ne riparliamo stasera a casa, davanti ad una Brenda tazza di cioccolata calda fumante, ok? Non abbatterti, non vale la pena piangere per lui, d’accordo? Fatti forza e se hai bisogno chiamami, per qualunque cosa.”
“Si… grazie Allycia. A stasera.”
Dopo aver chiuso la telefonata, mi prende l’impulso di chiamare Jamey. Magari ha parlato con Edric. Anzi, forse no. Se l’avesse saputo, prima lo avrebbe sbranato, poi sarebbe corso da me o mi avrebbe almeno chiamata. Probabilmente anche lui, come Allycia, vive nell’illusione che io abbia passato una fantastica nottata con Edric (il che è vero, in effetti) e che adesso stia gongolando nel ripensarci, con due cuoricini al posto degli occhi. La rabbia mi rimonta dentro.

Dopo il lavoro io e Allycia passiamo la serata insieme a casa, come promesso. Lei ha rinunciato ad uscire con Jared per rimanere con me; è proprio una cara amica. Siamo sedute sul tappeto del salottino davanti ad una Brenda tazza stracolma della cioccolata calda che Allycia ha appena preparato; la tv, tenuta a basso volume, trasmette un film in bianco e nero che noi in realtà non stiamo guardando. Ho raccontato per filo e per segno ad Allycia la mia serata con Edric, le ho detto di come, al mattino, io non l’abbia più trovato e della telefonata con il suo agente. Allycia sembra essere rimasta senza parole; nemmeno lei riesce più a trovare scuse per il comportamento di Edric.
“Che verme bastardo schifoso!” esclama dopo un po’.
“Già, l’ho detto anch’io.” Fisso la tv con sguardo vacuo. “Comunque… ho già preparato la mia vendetta. Sai, la rabbia che ho dentro mi dà anche la grinta per vendicarmi e reagire…!” In effetti è tutto il giorno che sono un po’ lunatica: passo dalla rabbia alla tristezza e poi di nuovo alla rabbia, con intermezzi di scatti isterici. Non credo di aver mai provato tanti sentimenti insieme in tutta la mia vita.
“Bene! Che trattamento gli hai riservato?”
Passo ad Allycia l’articolo che ho scritto stamattina e che ho stampato apposta per farlo vedere a lei.
“Tieni, leggi qua. Sei l’unica persona a cui lo dico in anteprima! Neanche Jamey lo sa…” Alla fine ho deciso di non chiamarlo più. Nemmeno lui si è fatto sentire. In questi giorni è super-impegnato. E comunque lo verrà a sapere presto. Legge i miei articoli tutte le settimane.
Allycia legge il titolo ad alta voce: “Un vero bastardo: ecco il vero volto di Edric Ward.” Mi guarda con un’espressione indecifrabile. “Gli rovini la reputazione?”
“Si esatto! È l’unica arma che ho e intendo usarla al meglio. Il giornale esce tra due giorni. Tu che ne dici?”
“Ti appoggio pienamente, è ovvio!” Mi sorride.
“Perfetto, sapevo di poter contare su di te! Avanti, leggi!”
Allycia riprende a leggere ad alta voce il mio articolo:

Voi, donne e ragazzine, che avete sempre pensato che Edric Ward fosse l’uomo dei vostri sogni, il tanto agognato uomo perfetto, dovrete ricredervi. L’ormai famoso attore hollywoodiano, infatti, non è altro che uno dei tanti uomini infami, traditori ed egoisti che popolano il nostro mondo. Sappiamo da fonti attendibilissime che Edric Ward è solito illudere qualsiasi ragazza gli capiti a tiro, farle credere di essere interessato a lei, solo ed esclusivamente per portarsela a letto, per poi abbandonarla alla prima occasione. E per “prima occasione” intendo “il mattino dopo”. Senza un biglietto o una qualche minima spiegazione del suo comportamento da vero bastardo. E non cercate di contattarlo dopo la prima notte perché non vi sentirete certo meglio: il suo agente sarà pronto a sottolinearvi quali sono le abitudini del sopraccitato uomo (se così può essere definito), vi dirà come lui non passi mai più di una notte con la stessa donna e come quindi sia inutile cercarlo. Edric Ward è infatti talmente bastardo da non avere nemmeno il coraggio di affrontare di persona le sue “vittime” ma lascia questo compito al suo agente, come se questi  non avesse di meglio da fare. Un “uomo” senza palle, dunque, di quelli ai quali augureresti i peggiori mali del mondo per quello che ti hanno fatto, di quelli che meriterebbero di restare impotenti a vita. Uno che dovrebbe subire le dieci piaghe d’Egitto una per una, e magari un’eventuale undicesima inventata appositamente per lui. Uno così dovrebbe essere sottoposto a tutte le pene dell’Inferno dantesco, girone per girone, per tutta l’eternità; oppure essere legato ad una roccia, in un luogo sperduto, con un corvo che gli mangia continuamente il fegato.

Allycia alza gli occhi dal foglio e mi guarda con espressione divertita. L’articolo continua con questo tono (e qualche parolaccia sparsa qua e là) per un bel po’. In certi punti ho esagerato un tantino, ingigantendo alcuni particolari, ma non m’importa: tutto è necessario per rovinare la reputazione di quel verme. Allycia è arrivata alla fine del pezzo:

Sicuramente molte di voi avranno incontrato “uomini” come lui, che vi hanno illuse, sfruttate e poi abbandonate senza troppi complimenti. Saremmo liete di raccogliere le vostre testimonianze ed eventualmente pubblicarle nei prossimi numeri, perché no, facendo anche nome e cognome del bastardo di turno, infangando in questo modo la sua reputazione, così che le donne stiano ben attente a girare al largo. Perché, alla fine, si è solo un… bastardo senza gloria!

“Vedo che non hai intenzione di finirla qui!”
“No, assolutamente!” rispondo, “sto già raccogliendo testimonianze per il prossimo numero, anche dalla voce diretta degli uomini che si sono macchiati di questo orrendo crimine…!” Scoppiamo a ridere.
Allycia si alza dal tappeto con le due tazze in mano.
“Vado a preparare un'altra dose abbondante di cioccolata. È il miglior rimedio contro i mali d’amore!”
“Ma qui la malata d’amore sono io! Tu non dovresti mangiare tutta questa cioccolata! Tra te e Jared va a meraviglia.”
Allycia fa un gesto evasivo. “Che c’entra… che c’entra… La cioccolata è pur sempre…cioccolata, no?” Ridiamo. Allycia è proprio adorabile.

Un suono assordante mi sveglia con un soprassalto. Ci metto un po’ a capire che qualcuno mi sta chiamando al cellulare. Guardo il display. È Jamey.
“Pronto?” dico con voce gracchiante.
“Brenda? Stavi dormendo? Sono le 9.00! Non dovresti essere al lavoro?”
“Oggi ho la mattinata libera… Cosa c’è?”
“Brenda, ho comprato il tuo giornale stamattina... Ma cosa diavolo è successo con Edric? Qui hai scritto delle cose… strane… Credevo che aveste passato una bella serata…”
“Jamey, la serata sarà stata pure bella sul momento, ma il risveglio no. Lui non ti ha detto niente? Nemmeno una parola?”
“Brenda, noi non parliamo delle nostre uscite con le donne…”
“No e immagino che lui non ti abbia detto niente anche perché è un vigliacco. Lo uccideresti se sapessi cosa è successo.”
“Ma COSA  è successo? Non so se ho capito bene, ma… da quello che hai scritto qui… deduco che si sia comportato piuttosto male…”
“Si esatto. Prendi quello che ho scritto e applicalo parola per parola a me. Ecco cosa è successo. Mi ha usata e se ne è andato, senza lasciare traccia.” Un attimo di silenzio, poi esplode.
“Porca puttana! Che stronzo! Ma che razza di uomo è? Non doveva farti una cosa del genere! Approfittare del tuo interesse! Di te! Quando lo vedo io…”
“NO!” Stringo il telefono nella mano, un po’ spaventata da quello che potrebbe succedere se lui si immischiasse. Rischierebbe di rovinare anche la propria reputazione. “Jamey non fare niente di stupido, ti prego! Lascia stare!”
“Ma…”
“No, Jamey. Niente “ma”. Gliela farò pagare, ma a modo mio.” Jamey rimane in silenzio per un po’.
“Brenda, ma tu stai… stai bene?” dice alla fine. Io sospiro.
“No… no, per niente. Ma passerà. Non è proprio l’uomo per me. A quanto pare non lo è per nessuna. Non vale la pena correre dietro ad uno così.”
“Già… scusami, era una domanda stupida. Davvero, Brenda, non lo credevo un tipo del genere. Non avrei mai pensato che si potesse comportare così. Con te, poi! Sa bene quanto io tenga a te! È come se avesse fatto anche a me un torto!”
Sono un po’ commossa da queste parole; in un momento così ho bisogno di sentirmi dire certe cose. Mi scappa un sorriso.
“Jamey, io… ti voglio bene, lo sai, ma tu stanne fuori, d’accordo? Continua a non parlarne, con Edric, comportati come se niente sia successo. Concentrati sulla tua carriera.” Jamey non risponde nulla. Dopo un po’ mi saluta e chiudiamo la chiamata. Spero davvero che non si immischi.
Visto che la chiamata di Jamey mi ha ormai svegliata, mi alzo dal letto e vado in cucina per fare colazione. Sul forno trovo un biglietto. È di Allycia.

Nel forno ci sono due cornetti: uno al cioccolato e uno alla crema. Non sapevo quale avresti preferito stamattina! Se vuoi il mio consiglio, mangiali entrambi! Un bacione.
Allycia

Allycia crede fermamente che grassi e calorie guariscano le “ferite del cuore” e aumentino la serotonina. Da parte mia, penso che la settimana prossima sarò già diventata una balena e la mia serotonina scenderà non appena mi guarderò allo specchio… Ma sì, che mi importa! Seguirò il consiglio di Allycia: mangerò entrambi i cornetti! A cominciare da quello al cioccolato!
Mentre sono a metà del secondo cornetto, ricevo un’altra chiamata sul cellulare. È un numero che non conosco. Rispondo lo stesso, magari è qualcuno dalla redazione.
“Pronto?”
“Brenda, sei tu vero?” Oh mio Dio, non ci credo. Che bel coraggio, non ha nemmeno chiamato dal suo numero.
“Brenda ci sei? Sono Edric.” Si, l’avevo capito…
“Si, ci sono.” Rispondo con tono secco. “Cosa diavolo vuoi?”
“Ehi, non rivolgerti a me con quel tono!”
“Cosa?! È il colmo, quest…” Mi interrompe.
“Comunque il problema è un altro, al momento. Ho scoperto quello che hai scritto su di me su quel tuo fottutissimo giornale! Come ti è venuto in mente, hai scritto una marea di cazzate! Potrei anche denunciarti!”
Nonostante tutto, mi viene da ridere. “Denunciarmi?! Ti ricordi che vivo con Allycia, vero? E che suo padre è uno dei migliori legali esistenti sulla faccia della terra? Piuttosto, fai una chiacchierata con il tuo agente, che è stato così gentile da informarmi sulle tue abitudini sessuali! Sei solo un vigliacco! Sfrutti le persone per tuo interesse personale, non ti curi dei loro sentimenti, hai anche la faccia tosta di chiamarmi e minacciarmi! Però, complimenti!” Sono furiosa. Ma come si permette?!
“Sei un egoista!” Continuo. “Un infame! Un bastardo!” Gli sto urlando contro tutta la mia rabbia. Ad un certo punto mi accorgo che sono scattata in piedi e che ho il respiro affannoso. Edric ha ascoltato in silenzio i miei insulti ma non credo che l’abbiano scalfito in qualche modo. Infatti, quando riprende a parlare, lo fa con il tono sfacciato di sempre, e la cosa mi innervosisce ancora di più.
“Tu pensi di sapere tutto di me, di conoscermi? Beh, ti dimostrerò che sbagli.”
“Ah si? E come? Facendo opere di bene?”
Ride. Quel bastardo! Ride! Cosa mi tocca sopportare!
“Più o meno. Facciamo una scommessa.”
“No, senti, non ho tempo da perdere con te!”
“No no, concedimi questa possibilità.” E’ divertito. “Dammi un mese. Noi ci frequentiamo in questo periodo di tempo, come due persone normali. Se alla fine la tua opinione su di me rimane la stessa, ti tieni il tuo articolo e potrai scrivere quello che vorrai sul mio conto. Io non mi opporrò. Ma” fa una pausa “se io riuscirò a dimostrarti che sono l’esatto contrario di quello che ora pensi, cosa che certamente accadrà, dovrai rimangiarti tutto pubblicamente.”
È una sfida. Bene. Come vuole, accetto.
“Perfetto. Ci sto. Sono proprio curiosa di vedere cosa farai per farmi cambiare idea. Ti avverto, sarà difficile.”
Ride di nuovo di gusto. “Brenda, io avverto te: stai attenta, perché potresti finire con l’innamorarti di me…”
Questa volta sono io a ridere. “Cosa?! Mio Dio, Edric, vedi che ho ragione? Sei solo un povero egoista!”
“Attenta Brenda, non si gioca con il fuoco...!”
Basta. Non lo sopporto più. Gli chiudo il telefono in faccia. Che sfacciataggine. Io, innamorarmi di lui?! Dopo quello che mi ha fatto?! È assurdo!






Note:
Bastardi senza gloria diretto da Quentin Tarantino.


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Capitolo 4
*** Ragione e sentimento ***


BT4
Scusate il ritardo, spero che mi perdonerete. Un grazie a tutti e buona lettura.






Capitolo 4
  Ragione e sentimento

È a dir poco assurdo. Che sbruffone. Crede veramente che alla fine cadrò tra le sue braccia?!
È convinto che con la sua bella faccia,quello sguardo magnetico e quella parlantina impeccabile possa avere ogni donna ai suoi piedi.
Devo immediatamente chiamare Allycia per raccontarle l’assurdità e consigliarmi il miglior modo per proseguire la mia vendetta.
All'improvviso bussano insistentemente alla mia porta, mi avvolgo alla meglio nella mia vestaglia blu notte stile geisha e corro ad aprire.
“Jamey?!” entra immediatamente senza che lo inviti. Fa sempre cosi quando mi viene a trovare. Non vuole che qualche paparazzo ci trovi insieme non sarebbe salutare per la mia carriera e vita privata dice.
“Senti ho bisogno di parlarti. Non faccio altro che leggere e rileggere l’articolo e mi sento sempre più incazzato…”
“Jamey, per piacere non ti immischiare”
“Tesoro non posso: tu sei importante per me e poi…” oh oh sento odore di sensi di colpa!
“ Te l’ho presentato io” sputa tutto di un fiato, come se fosse veleno.
“Jamey non la devi minimamente pensare una cosa simile…sono stata solo una stupida fan che si è lasciata travolgere dall’evento” afferro le sue grandi e calde mani nelle mie piccole e come sempre fredde. Mi rivolgo a lui con un tono dolcissimo quasi come una mamma al suo bambino piccolo.
Jamey riveste un ruolo importante nella mia vita. È il primo amico maschio che io abbia veramente mai avuto. A Albany era disdicevole un’amicizia tra due persone di sesso opposto oltre che impossibile, data la scarsa scelta di ragazzi intelligenti. Io e Jamey abbiamo subito legato. Lui con me può comportarsi da ragazzino di 22 anni senza sembrare sempre un attore strafigo pronto a firmare autografi e io posso vivere quelle esperienze che, da figlia unica che sono, non ho mai provato. Mi protegge, mi coccola, mi sgrida, litighiamo, lo rimprovero e ci abbracciamo, come ora…
“Jamey Jamey Jamey”sospiro.
”Sono una donna adulta, me la so cavare non ti preoccupare e soprattutto non prenderti colpe che non hai. Il mio orgoglio è stato ferito e ora voglio solo ricambiargli il favore, ma non ti preoccupare non ne uscirò colpita”
“Scusa se te lo dico ma sei tanto bella quanto ingenua. Ora è il tuo orgoglio ad essere ferito, ma se dopo fosse il tuo cuore?” non mi scosto dal suo forte abbraccio anzi lo intensifico. Rifugio il mio naso freddo tra il suo braccio e il suo petto muscoloso fasciato da una polo nera.
Sento il suo battito dovuto alla corsa precedente per sfuggire a sguardi indiscreti e percepisco anche il suo sospiro di rassegnazione dovuto alla mia non risposta. Non voglio pensare alle conseguenze. Non ora almeno…
“Promettimi almeno che starai attenta”
“Sì, lo prometto”
”Ma dimmi un po’ ” mi interrompo per allontanarmi dal suo petto accogliente ”tu sei venuto fin qua solo per questo?”
“Certamente” risponde indignato, perché non dovevo dubitare del suo buon cuore.
“Anche se sarei venuto più volentieri per avvertirti che gli ho spaccato la faccia” sorride sognando ad occhi aperti mentre sono io ora a lanciargli un sguardo esasperato.
“Va bene lasciamo stare da parte tu sai chi e dimmi che cos’hai per colazione, ho una fame” e così, trascinandomi per mano, ci dirigiamo in cucina.

Quando Allycia è tornata per l’ora di pranzo le ho raccontato tutto e subito si è proposta come mia consulente per la vendetta che ha ribattezzato : Bastardo in trappola.
Addirittura voleva rinunciare al suo appuntamento con Jared , ma alla fine siamo arrivate ad un accordo: Jared passerà del tempo con me ed Allycia. Poverino!!
“Allora Brenda, hai già in mente qualcosa per l’appuntamento?”
“A dire il vero no. Gli ho solo mandato un sms che lo volevo vedere stasera”
“STASERA?? Ma dico sei I-M-P-A-Z-Z-I-T-A?? è troppo presto, abbiamo bisogno di tanto tempo per prepararci” urla Allycia, camminando avanti e indietro per il salotto scavalcando ogni volta le gambe di Jared seduto sul divano.
“Prima di tutto, MI devo preparare solo IO, secondo, prima ci incontriamo e meglio è…non voglio dargli il tempo di escogitare un qualche subdolo piano per farmi cascare ai suoi piedi” rispondo mentre offro a Jared dei biscotti al cioccolato.
“Ok stiamo calmi” fa un respiro profondo e si siede al fianco di Jared.
“Il piano è questo lo devi mettere in imbarazzo e per farlo lo devi portare in un luogo che magari frequenta sempre” esordisce eccitata Allycia.
“E io come faccio a sapere che posti frequenta?” il  sorriso vittorioso scompare dalla sua faccia.
“Bè…basta che lo porti  in un ristorante frequentato da celebrità. Lì sarà costretto a portare la sua solita maschera di attore bello e tenebroso” ci consiglia Jared con noncuranza.
Quel ragazzo è un genio. Se non lo avesse appena fatto Allycia, lo ricoprirei  di baci. Beh, magari solo un abbraccio.
“Perfetto” Allycia salta giù dal divano ”ora passiamo all’aspetto. Primo ceretta,secondo bagno rilassante,terzo acconciatura e make-up, quarto abito e quinto, e più importante, ti addestrerò ad essere una femme fatal… e lui cascherà, oh si se cascherà nella trappola ahahahahaha” Allycia scoppia in una risata sadica alla Crudelia de Mon facendo strabuzzare gli occhi sia a me che a Jared.
Mentre mi trascina in camera da letto per modellarmi come creta si rivolge al poveretto sul divano ”Ah tesoro tu, invece, ti occuperai di trovare il ristorante e prenotare per due” Jared sospira e ritorna a mangiucchiare il suo biscotto.

Nonostante sia andata dall’estetista una settimana fa, Allycia ha insistito a togliermi i peli sulle gambe che solo pensavano di uscire per il prossimo anno. Cerco di farle capire che è inutile che mi speli totalmente dato che non ho assolutamente intenzione di concludere qualcosa stasera, ma lei mi ha guardato con gli occhi fuori dalle orbite, perciò ora sono stesa a pancia in giù mentre Allycia mi strappa la pelle del sedere.
Mentre, finalmente, mi godo un bagno rilassante per riprendermi da quella torturatrice della mia coinquilina, quest’ultima sta scegliendo attentamente il mio abbigliamento: un tubino nero allacciato dietro al collo che mette in risalto non solo il mio sedere ma anche il mio decolté con un gioco di intrecci. Naturalmente abbinato con un paio di  decolté nere con tacco dorato che richiama la clutches  a cofanetto. Mi ha addirittura scelto biancheria sexy. Dice che noi donne dobbiamo essere sempre perfette. Metti il caso che mi rompo una gamba e vado all’ospedale, almeno avrò la ceretta fatta e un paio di slip da far prendere un infarto al dottore.
“Bene bel pesce lesso, ora è il momento del meke-up” batte Allycia le mani felice.
“Niente acconciature complicate. Voglio i capelli sciolti e un trucco semplicemente luminoso”
Dopo un’ora di phon e fondotinta, Jared bussa educatamente alla mia porta. Mi sono dimenticata che fosse ancora in casa. Chissà cosa ha fatto in tutto questo tempo in salotto da solo.
“Ragazze posso?”
“Certo tesoro, stai attento a non inciampare tra gli abiti sparsi sul pavimento” lo avverte Allycia intenta ad arrotolare una mia ciocca che proprio non vuole stare a posto.
“Sono riuscito a prenotare all’Alto”io ed Allycia ci blocchiamo improvvisamente e lo guardiamo allibite. Ha prenotate in uno dei migliori ristoranti newyorkesi eletti da Forbes. È il ristorante frequentato assiduamente da Brad Pitt e Angelina Jolie.
“Che c’è? Anch’io ho delle conoscenze importanti” ribatte offeso.
“Oh amore” Allycia gli si butta al collo baciandolo con foga ”appena Brenda se ne va ci divertiamo” sorridono complici.
“Appunto, appena Brenda S-E-N-E-V-A io invece sono ancora Q-U-A” ribatto contrariata di fronte alla loro smielata scenetta.

Sono prontissima. Ho detto a Edric che ci saremmo visti direttamente al ristorante, ma naturalmente lui non sa quale sia, infatti ho contattato un taxi che lo prenderà e lo porterà direttamente al nostro luogo d’incontro. Voglio fargli venire un colpo. Sono sicura che non mi riconoscerà, sono bellissima.

Il mio taxi mi ha portato con un po’ di anticipo come avevo previsto. Il tavolo è al centro della sala. Perfetto. Il cameriere mi fa accomodare sulla poltrona in velluto rosso e ordino già qualcosa da bere che verrà servito naturalmente una volta arrivato il mio accompagnatore.
Eccolo è arrivato e naturalmente non mi ha riconosciuta in quanto do le spalle all’entrata. Ma io riesco perfettamente a vederlo dalle vetrate blu notte di fronte a me, nonostante la luce soffusa.
Mi volto leggermente e i nostri sguardi si incrociano. Gli faccio un sorriso di incoraggiamento e viene finalmente guidato dal cameriere al tavolo. È bellissimo come al solito. È impeccabile, nonostante indossi un look un po’ troppo casual per il posto.
Ma ciò che mi colpisce di più è il suo atteggiamento di disagio per la sorpresa che gli ho fatto.
“Buonasera” mi fa un perfetto baciamano da far voltare un paio di signore qualche tavolo più in là.
“Buonasera a te” rispondo sorridendogli per lo sguardo di apprezzamento nei confronti del mio abbigliamento.
“Sai, non ti avevo riconosciuta. Anzi, appena ti ho vista ho pensato subito di farce un pensierino a quella brunetta al centro della sala”
“Ehi non è educato. Anche se tecnicamente la persona su cui hai fatto il pensierino sono io, tu non ne eri a conoscenza, perciò è come se avessi apprezzato un'altra donna in mia presenza”prendo fiato e parlo più lentamente”non dovevi farmi ricredere sul tuo conto?” batto le ciglia e uso un tono seducente.
“giusto e voglio rendere la scommessa più interessante” gli faccio un cenno con la testa affinché prosegua ”se a fine appuntamento ti avrò impressionato, tu mi dovrai dare un bacio” pensa di fregarmi, ma non ci riuscirà ”certo” rispondo entusiasta.
“Si parla di un bacio vero, a labbra schiuse e con la lingua, non sulla guancia o la fronte”
“Ma…” cerco di ribattere perché mi ha incastrata ”niente ma, ormai hai accettato“ speriamo bene,anche se non credo proprio che possa impressionarmi, positivamente almeno.
“Scusate, siete pronti per ordinare?” ci interrompe un cameriere molto carino.
“Certo, allora io prendo il polpo alla piastra con piselli e per il signore…nodini di vitello con cipolline e pancetta e poi passiamo direttamente al dolce. Tortino al cioccolato per me e per lui panna cotta al cocco. Per il vino, porti qualcosa che ben si accompagni sia con il pesce e con la carne” chiudo velocemente il menù prima che Edric possa ribattere e lo porgo al cameriere.
“Mi consenta di dirle che ha fatto uno ottima scelta di piatti” e con un piccolo inchino e un gran sorriso rivolto a me si congeda.
“Devo proprio dire che il cameriere ha ragione “ esordisce Edric con un sorriso malizioso su quella faccia da schiaffi. Mi sembra di essermi persa qualcosa.
“Come scusa?”
“Il cameriere sta spargendo la voce che al tavolo 9 c’è una bellissima signorina in nero” lo guardo a bocca aperta. Mi ero accorta dello sguardo del cameriere, ma non pensavo che mi sarei dovuta preoccupare di rifiutare un suo probabile invito a fine serata.
“Comunque” continua Edric, arrivando al nocciolo della questione ”lo sai che hai ordinato tutti cibi che io odio?”
“Certo. Ne sono perfettamente consapevole” rispondo mentre appoggio il tovagliolo sulle mie gambe.
“E come fai a sapere questi piccoli particolari della mia vita?”
“Perché IO quando parlo con una persona l’ascolto senza secondi fini” lancio la prima frecciatina.
Improvvisamente scoppia a ridere, ma si ricompone subito all’arrivo del cameriere.
“Potevi almeno dirmi che avevi prenotato in un posto del genere. Credo che il mio abbigliamento non sia adatto”si guarda i jeans blu scuro abbinato con una giacca di velluto nera che abbraccia le sue spalle coperte da una splendida camicia blu notte.
“Non potevo mica perdermi le occhiate indignate delle signore qui presenti per il tuo abbigliamento inappropriato” ribatto sorridente invitandolo a brindare”bon apetit”
La serata procede proprio bene. Edric ha lasciato i suoi piatti quasi intatti scusandosi con lo chef per il suo comportamento maleducato. Come se non bastasse a metà serata il nostro cameriere di fiducia ha avuto il coraggio di dire a Edric di trovare una cravatta da indossare, in quanto questo ristorante richiede un look elegante. E io, prontamente, ho estratto una bellissima cravatta gialla a pois verdi dalla pochette.
“Stai scherzando vero?!” mi  guarda contrariato.
“Signore la prego, la indossi” lo supplica il cameriere. Prende con uno scatto di stizza la cravatta  e va alla toilette degli uomini a sistemarsi.
La seconda parte della cena è molto silenziosa. Edric sta letteralmente morendo di fame e il mio enorme budino al cioccolato non aiuta. Mi sento un po’ in colpa. Io speravo che questi innocenti scherzi ci avrebbero portato ad una lunga sequenza di battute e punzecchiamenti, invece da parte sua ho una faccia a dir poco incazzata e credo anche uno stomaco che brontola.
Prendo la sua forchetta da dolce e l’affondo nel mio budino e l’allungo alla sua bocca.
“Fai ahhhhh”
“Mi prendi in giro?” risponde con un tono piuttosto duro. E va bene me lo merito
“È buono, non lo vuoi assaggiare?” insisto io innocentemente.
Alla fine cede. La fame è troppa. E afferra il boccone che gli porgo.
“Ottimo. Lo potevi prendere anche per me” risponde con un bel broncio da bambino. Gli offro tutto il mio dolce. Non mi va di vincere così. Dov’è il divertimento. Gli sguardi di sfida, le battute.
“Grazie” risponde sincero sorridendomi. Oddio. Ho sentito come un tuffo al cuore.
Forse mi è andato qualcosa di traverso.
“Sai perché odio il cocco? È una storia divertente. Avevo 16 anni, ero in vacanza ai tropici con i miei genitori, avevo incontrato una fantastica bagnina sulla spiaggia e dopo nemmeno un’ora che ci eravamo visti lo stavamo facendo sotto una palma, ma improvvisamente mi è caduta in testa una noce di cocco. Grazie al cielo non mi sono fatto niente a parte un bernoccolo. Tutto è partito da quella volta”
“Se vuoi con il budino do l’ultimo tocco alla tua camicia già deturpata da quell’orribile cravatta” rispondo acida. Non solo il danno, ma anche la beffa. Prima mi umilia con la sua fuga e poi mette il dito nella piaga raccontandomi le sue scappatelle.
“Dai, non fare quella faccia scherzavo! In realtà avevo tre anni durante quella vacanza e una mattina avevo letteralmente scocciato i miei genitori perché volevo un cocco vero. Appena me lo hanno comprato me lo sono dato contro la testa. Avevo visto il film di Tarzan e mi ero convinto che potessi anch’io aprire cosi un cocco” ci guardiamo seri per un momento e poi scoppiamo a ridere.
“Come pensavi di proseguire la serata?”
“Veramente, dopo averti umiliato a morte al ristorante, pensavo di abbandonarti in mezzo la strada e prendere l’ultimo taxi rimasto per fuggire lontano da te”
“E se lo prendessimo insieme questo taxi, per fuggire insieme?” ha lo sguardo un po’ allarmato.
“Edric, io e te stasera non finiremo a letto” ribatto puntandogli un dito contro. Ma lui non mi ascolta si sfila la cravatta lasciandola sul tavolo insieme al conto e mi prende per mano.
“Scusi, avete un’uscita secondaria?” chiede preoccupato Edric al cameriere. Non capisco come mai abbia tutta questa fretta finché non vedo due persone sospette. Sembrano avere delle macchine fotografiche. Potrebbero essere dei paparazzi.
Edric mi tiene ancora per mano mentre imbocchiamo un’altra uscita per poi essere finalmente fuori dal locale. Ma fuori si sono appostati un paio di fotografi. Maledizione, lo hanno rintracciato.
“Ok, utilizziamo un vecchio trucco” finalmente mi rivolge la parola.
“Edric, lascia stare, torniamo a casa ognuno per proprio conto”
“Non se ne parla, ti ho promesso che avremmo avuto un appuntamento e lo avremo” afferma deciso.
Fermiamo un taxi proprio sotto il naso dei paparazzi. Il clamore che si crea lo avevo visto solo nei telegiornali o nei film. Apriamo lo sportello. Entriamo. Usciamo dall’altro sportello e ci infiliamo nel locale di fronte. Però semplice, ma geniale.
Il locale-rifugio  è un pub. Ma non un pub normale dove la gente si fa un bicchierino con gli amici, ma un pub-karaoke. Mi ridesta dai miei pensieri la mano di Edric che mi guida ad uno dei tavolini sotto il piccolo palco.
“Restiamo per un po’ qui. Finché non si sono calmate le acque”
“Lo fai spesso?”
“scappare dai paparazzi? Continuamente” risponde triste.
”No, intendevo escogitare questi piccoli trucchi”
“Quello di stasera è il mio preferito. Fa uscire di testa i paparazzi” ride divertito.
“Mi sa che questa serata non è proprio andata come speravo” si guarda intorno come alla ricerca di un’idea.
“Per me si”
”L’ho notato, solo che ci tenevo veramente a mostrarti un po’ di me”
”E io ci devo credere?” lo guardo con un sopracciglio alzato. Mi guarda anche lui con un sorriso che non riesco veramente a decifrare.
“Mi è venuta un’idea e alla fine resterai cosi di stucco e mi darai quel bacio”
“sogna Ward” si alza dal tavolino e si dirige verso il palco dove inizia a parlottare con il pianista-dj. Oddio. Io odio cantare. Sicuramente vuole farmela pagare per la cena. Scatto dalla sedia e non mi curo degli sguardi affamati degli uomini e invidiosi delle donne. Di certo il mio abbigliamento non è proprio adatto per il luogo.
Afferro Edric per il gomito e lo porto e voltarsi verso di me.
“Io non canto sia chiaro” lo minaccio.
Ma come se non avessi aperto bocca sale sul palco e annuncia un fantastico duetto tra me e lui. Il poco pubblico presente applaude entusiasta dato che finalmente ha riconosciuto Edric. Salgo riluttante sul palco mimandogli tutte le parolacce presenti nel mio vocabolario. Certo lui crede di stupirmi facendomi fare la cosa che più odio al mondo? Cantare di fronte ad un pubblico?
Magari sarò buona e invece di un pugno sui denti lo mordo.
“Signori mi raccomando che questo piccolo spettacolo resti tra noi”e fa l’occhiolino ad un gruppo di ragazzine in prima fila mandandole furori di testa.
Appena la musica parte comprendo subito quale sia la canzone: Total eclipse of the heart.
No no no. Io la adoro, ma è una canzone talmente triste che ogni volta che la sento scoppio a piangere. Ma finita la canzone io glielo faccio ingoiare il microfono.

Ed: Turn around

Brenda: every now and then I get a little bit lonely and you're never coming around

Ok Brenda, stai calma sei partita bene. Non farti distrarre da Edric. Dal modo in cui canta, suona, si lascia trasportare dalle note.

Turn around

Every now and then I get a little bit tired of listening to the sound of my tears
Turn around

Every now and then I get a little bit nervous that the best of all the years have gone by.
Every now and then I get a
little bit terrified and then I see the look in your eyes

Ed: Turn around bright eyes

Oddio mi guarda dritta negli occhi. Forza Brenda, fai uscire quella voce.

Brenda: Every now and
then I fall apart

And I need you now tonight
And I need you more than ever
And if you'll only hold me tight
We'll be holding on forever
And we'll only be making it right
Cause we'll never be wrong together
We can take it to the end of the line

Un momento. Ma questa canzone ha un doppio senso. Lo sta facendo apposta .questa canzone dice che io ho bisogno di lui. Che nel mio cuore c’è un’eclissi che non mi consente di vedere. Mi sta facendo cantare una canzone d’amore per farmi dire queste parole che MAI potrei dirgli.
Che bastardo!!

Your love is like a shadow on me all of the time
I don't know what to do and I'm always in the dark
We're living in a powder keg and giving off sparks
I really need you tonight
Forever's gonna start tonight

Once upon a time I was falling in love
But now I'm only falling apart
There's nothing I can do
A total eclipse of the heart

Once upon a time there was light in my life
Now there's only love in the dark
Nothing I can say
Total eclipse of the heart

Ed: Turn around bright eyes

Brenda: Every now and then I fall apart

Turnaround bright eyes

Every now and then I fall apart

And I need you now tonight
And I need you more than ever
And if you'll only hold me tight
We'll be holding on forever
And we'll only be making it right
Cause we'll never be wrong together
We can take it to the end of the line
Your love is like a shadow on me all of the time
I don't know what to do, I'm always in the dark
We're living in a powder keg and giving off sparks..
I really need you tonight
Forever's gonna start tonight

Once upon a time I was falling in love
Now I'm only falling apart
There's nothing I can do
Total eclipse of the heart ..
Total eclipse of the heart..
A Total eclipse of the heart ..

Però credo che sia proprio facile innamorarsi di Edric e…no no no. Brenda non lasciarti trasportare dalla canzone.

Ed: Turn around bright eyes

Con un sorriso che illumina la sala viene verso di me e mi prende la mano per la seconda volta. Alza le nostri mani intrecciate in segno di vittoria e facciamo un inchino.
Beh, lo devo ammettere mi sono divertita, ma di fronte a lui non lo ammetterò mai.
“Sei bravissima, non capisco perché tu odi cantare in pubblico”
”Allora lo sapevi?”
“Certo me lo hai raccontato alla cena” uh allora mi ascoltava per davvero, non stava solo puntando le tette.
”E allora perché hai insistito tanto stasera?”
”Avevi bisogno di superare questa tua assurda paura” risponde come se fosse la cosa più ovvia del mondo. Mi sento un po’ in imbarazzo, in fin dei conti mi ha veramente stupita.
“F-forse è meglio che vada” mi accarezza dolcemente la guancia e sorride.
”Ti accompagno al taxi”. Ma appena usciamo dal locale ci investe una vera e proprio tempesta di pioggia. Le strade sono completamente allagate. Il traffico è inimmaginabile, c’è gente che corre ovunque, cercando riparo.
”Maledizione, non abbiamo nemmeno un ombrello” impreca Edric estraendo dalla tasca del jeans un cellulare e chiamando un taxi. Siamo rimasti mano nella mano uno accanto all’altra sotto la tettoia del locale. Nonostante ciò io mi sto  letteralmente inzuppando. All’improvviso sento un tessuto caldo accarezzarmi la nuca. È la giacca di Edric. Si è levato la giacca per coprirmi.
Si appoggia con la schiena al muro ormai bagnato e mi posiziona davanti a se tra le sue gambe con la giacca in testa.
“Spero che tu non prenda freddo. Dovevi portarti almeno una giacca anche se devo ammettere che preferisco le tue spalle nude” non  riesco a controbattere. È stato troppo dolce nei miei confronti come adesso che con la sua mano ha fatto poggiare la mia testa sul suo petto per ripararmi ancora di più dalla pioggia che cade fitta sulla tettoia poco stabile.
“Mi aspettavo qualche risposta pungente o per lo meno uno sguardo contrariato e invece ottengo che ti stringi di più a me” alzo lo sguardo per incontrare i suoi fantastici occhi verdi che hanno fatto sognare migliaia di telespettatrici e che ora guardano solo me con tanta serenità.
“Sei adorabile quando arrossisci così. Sembri proprio una bambina”
Il tempo si è fermato. La sua mano sinistra intensifica la sua presa sul mio fianco, mentre la destra ritorna sulla mia guancia avvicinando il mio viso sempre di più al suo. E ci baciamo. Le nostre labbra si incontrano,si schiudono, si assaggiano. Questa volta non c’è foga come la scorsa volta. È dolce, ma sensuale allo stesso tempo. Mi aggrappo alla sua camicia e vado in punta di piedi per approfondire il bacio. Da parte sua, sento il braccio sinistro che ora avvolge completamente la mia vita. Dopo un tempo infinito ci stacchiamo ansanti. Non ho la forza di guadarlo negli occhi. Da un lato mi sento felice per averlo baciato, ma dall’altro sento di non aver fatto la cosa giusta. Mi sono di nuovo lasciata andare. Si prenderà di nuovo gioco di me.
“Brenda è arrivato il tuo taxi” finalmente ho il coraggio di guardarlo in faccia. Ha le guance rosse, penso per il freddo, e un sorriso adorabile che lo fa sembrare un angelo.
“Torna a casa e fai un bagno caldo, sei fredda” sfiora il mio naso con il suo.
“Ci sentiamo” mi rassicura ”E il prossimo appuntamento sarà organizzato interamente da me” ecco di nuovo lo sguardo malizioso. Non riesco ad emettere neppure mezzo suono. Lo saluto semplicemente con un gesto della mano e salgo sul taxi senza voltarmi. Ho ancora indosso la sua giacca che profuma di lui…profuma di…di bastardo. Non mi devo lasciar abbindolare da un paio di sguardi. È stato bravo stasera, ma lo sarà altrettanto la prossima? Un bip mi ridesta dai miei piani di battaglia.
È un messaggio di Edric:

Girati, occhi lucenti
(Turn around bright eyes)

Mi volto e vedo che è sotto la pioggia e mi saluta sbracciandosi.






Note:
Vorrei ribadire che si tratta di una semplicissima commedia romantica con tutti i clichè che ne comporta, senza pretese, con l'unico scopo di divertire e dare al lettore una lettura piacevole.
Ragione e sentimento diretto da Ang Lee.

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Capitolo 5
*** Come d'incanto ***


BO5


Capitolo 5 Come d’incanto


Lo devo ammettere, è stato un appuntamento perfetto. Beh, non è che io sappia veramente come dovrebbe essere un appuntamento ‘perfetto’. Non ho molti termini di paragone, se non quelli accumulati dai film, libri o mie personali fantasie. Ma non devo lasciarmi andare. È stato dolcissimo  è vero, ma la scommessa è ancora aperta. E lui è un ottimo attore, potrebbe aver recitato ieri sera. Non devo dare niente per scontato.
Questa sera è il suo turno. Sono proprio curiosa di sapere come mi sorprenderà. E anche un po’ impaziente di passare un’altra serata divertente in sua compagnia. In fin dei conti, credo di essere la prima donna che esce dalla camera da letto con Edric Ward.
D’altronde non c’è niente di male se approfitto della sua amicizia per divertirmi come non mai, no?! La vibrazione di un cellulare al mio fianco mi fa scattare dal divano sul quale sono sdraiata mentre mi faccio del male vedendo il film ‘I love shopping’.
“Ehi Jamey, che mi dici di bello?”rispondo allegra.
“Veramente sono io che dovrei farti questa domanda” risponde in modo serio.
“Oh Jamey ancora? Sono stata prudente, ho passato una piacevole serata torturandolo un po’ ”rispondo un po’ seccata per la sua insistenza. Capisco che ci tenga a me. Che, come un fratello maggiore,anche se io sono più grande di lui all’anagrafe, voglia proteggermi. Ma ora è davvero paranoico. Se non sapessi che ha cura di me come un’amica penserei che sia geloso.
“Quindi avete trascorso la serata facendo una piacevole cena a lume di candela, vi siete tenuti la mano, scambiati parole dolci e dati il bacio della buona notte?”
Mi alzo dal divano e mi avvio al frigo per prendere il succo alla pera che adoro tanto. Quando mi irrito mi viene una gran sete. Ed ora sono proprio irritata dalla poca stima che Jamey sta dimostrando nei miei confronti.
“Senti Jamey, io non ho voglia di litigare con te. Il motivo di queste uscite te l’ho spiegato. E poi non hai alcuna ragione di essere cosi ossessivo. Non sono tua”
“Bene” risponde secco. Dall’altro capo del telefono si sente un gran frastuono, probabilmente è sul set.
Sospiro rassegnata. Meglio che mi scusi subito con lui. È capace di tenere il muso più di una donna.
“Jamey senti…”
“Ehi bellissima!!!”una voce più squillante di quella del mio amico mi chiama.
“Edric?!”perché risponde dal cellulare di Jamey?
“Si si…Gioacchino sta buono, sto parlando con una bellissima ragazza dal tuo telefono…”mi viene da ridere. Solo il pensiero della faccia di Jamey…
“Occhi lucenti ti devo fare una proposta indecente” che sbruffone. Non mi stancherò mai di ripeterlo.
“Non farò sesso con te in cambio di soldi” ribatto decisa, cercando di non ridere.
“E va bene Demi Moore…ma la mia proposta non riguarda il sesso” sento le bestemmie di Jamey dall’altro capo del telefono ”alle 4 fatti trovare pronta. Indossa abiti comodi”
“Frena frena Robert Redford, dove andiamo e perché vieni da me, lo sai che non devi più mettere piede in questa casa!”
”Tesoro non…ehi” sento dei rumori nella cornetta.
“Utilizza il tuo cellulare” Jamey è ritornato. Questa è la prima volta che lo sento gridare. È sempre stato una persona molto calma e affabile. Però la storia di Edric e me lo ha trasformato in un ragazzo diffidente e angoscioso. Mi sento un po’ in colpa. Non avrei dovuto coinvolgerlo.
“Jamey?” domando timorosa e con una voce dolce come il miele ”Scusami per essere stata scontrosa prima, tu… lo sai che ti voglio bene perciò non litighiamo” sento un sospiro dall’altro lato.
“Scusami tu tesoro, ora per farmi perdonare sai che faccio? Ti ripasso il bastardo impossibile che vuole finire di parlare con te” dal suo tono capisco che lo fa solo per me. Non di certo per Edric. Ha perso completamente fiducia in lui come persona, nonostante lo apprezzi molto come artista.
“Allora, ritornando a noi” mi richiama Edric con voce argentina ”tu fatti trovare pronta per quell’ora, al resto ci penso io”
“Guarda che se mi fai un brutto scherzo, sappi che non dedicherò un solo articolo alla tua brutta faccia, ma un numero intero della rivista” lo minaccio con decisione, anche se il suo buon umore ha contagiato anche me. Ma è meglio che faccia capire chi ha il coltello dalla parte del manico.
“Oggi realizzerò il tuo sogno di bambina” e con questa criptica frase chiude la chiamata.
Ma che avrà voluto dire?
Alle quattro in punto si presenta alla mia finestra. Si. alla finestra. Si è precipitato al mio appartamento con un elicottero privato richiamando alle persiane tutti i vicini curiosi e non.
salgo di corsa le scale che mi portano al terrazzo del condominio  impaziente sul da farsi. Spero solo che Edric non mi abbia sorpresa con l’elicottero solo per mostrare la sua sfacciata ricchezza. Ma quanto caspita guadagnerà?
“My lady è pronta per ritornare bambina?”
“Che scherzo è questo?” appena ho aperto la porta del terrazzo mi sono ricomposta e mi sono avviata verso di lui come se non mi toccasse minimamente un elicottero privato su un palazzo pubblico.
“Ti porterò in un posto dove l’età che hai non ha più valore” con un balzo sale sull’elicottero che continua a far ruotare le sue eliche tenendosi pronto alla partenza. Edric mi tende la mano sinistra mentre con  l’altra si sostiene in equilibrio sull’elicottero. La sua camicia celeste mezza aperta sul petto svolazza allegra sul suo torace scolpito. Mi sta letteralmente abbacinando con la sua postura perfetta, il sorriso smagliante e i capelli al vento.
“Ti fidi di me?” mi domanda sporgendosi ancora di più verso di me. Mi sento tanto la principessa Jasmine di  Aladdin. Forse l’elicottero è il nostro tappeto volante. E poi voleremo sul mondo intonando dolci note d’amore. Stop. La mia fantasia è partita per la tangente. Concentriamoci sul fatto che non ho la più pallida idea di dove mi stia portando. Potrebbe essere uno scherzo di cattivo gusto.
“Accetto solo se mi dici dove mi porti”
“Nel suo castello principessa” afferra la mia mano e mi trascina all’interno. Appena chiude lo sportello l’elicottero decolla allontanandosi sempre più dal mio condominio e dagli sguardi curiosi dei vicini.

È un pazzo. Il suo elicottero, che scopro gli è stato prestato da Jhon Travolta, ci porta all’aeroporto di New York per un volo diretto  a PARIGI. Dopo meno di due ore di viaggio ci aspetta fuori dall’aeroporto un taxi, che ci porta niente di meno che a …DISNEYLAND PARIS. Oh mio dio. È da quando avevo cinque anni che scocciavo mia madre affinché mi ci portasse. Naturalmente la risposta era ‘vediamo l’anno prossimo’. Ma era un anno che non arrivava mai.
“È da quando avevo cinque anni che mettevo in croce  i miei per portarmici” esordisce Edric all’improvviso, interrompendo il mio flusso di pensieri che mi ha portato a spiaccicare la faccia al finestrino del taxi.
“Anche io“ rispondo senza aggiungere nient’altro. Non so che dire, sono proprio colpita.
“È la mia prima volta e spero che sia anche la tua” pronuncia questa frase con un sorriso talmente dolce che sento i denti del giudizio voler uscire fuori per ammirare questa bellezza ultraterrena che è Edric. Mi tende la mano per uscire dal taxi.
“Ci divertiremo tutta la notte e domani cenerentola tornerai a casa prima di perdere la scarpetta”
Ci dirigiamo mano nella mano verso la reception dell’hotel. Oggi sfrutterò a dovere la scommessa per godermi a pieno i privilegi di frequentare Edric Ward. D’altronde è solo un gioco, no?

Il primo luogo che frequentiamo è  le Passage Enchanté d'Aladdin. Visitiamo la città incantata di Agrabah ed ammiriamo le scene in miniatura che illustrano l'emozionante storia di Aladino e del suo amico genio. Sembra di essere nel bel mezzo del mercato di Agrabah. Ho comprato un divertente turbante blu per Jamey; sarà perfetto come mio personale Aladin. Subito dopo Edric decide di visitare Adventurland. Saliamo sul veliero di the Pirates of Carrabien. Il pirata che è in lui si mostra immediatamente. Corre subito a poppa e chiede a dei turisti di farci una foto. Io naturalmente non voglio salire, ho paura di cadere in acqua. Ma lui mi afferra come un sacco di patate e mi posiziona davanti a lui riproducendo la scena di Titanic che ha poco a che fare con i pirati. Non resistiamo e decidiamo di affrontare the Tample of the Peril di Indiana Jones. Non ho fatto altro che gridare per tutta la corsa. Le montagne russe non sono il mio forte. Invece Edric si sta divertendo come un bambino in un…parco divertimento. “Ti prego Edric, andiamo a Fantasyland” lo prego con le mani giunte e il broncio. Ormai la scommessa è passata in secondo piano. Ci comportiamo oggi come due veri amici.
“Facciamo un giro sul Mad Hatter’s tea cups” mentre ci avviamo ammiro le famiglie che tutte insieme si divertono felici.
“Edric, grazie. Credo che sia la giornata più bella della mia vita”
”Anche la mia. Sai la mia famiglia non mi ci ha mai portato, perché è sempre stata occupata dai vari hobby o meglio talenti dei miei fratelli. E una volta diventato grande pensavo che ci potessi andare da solo, con qualche amico, ma a quel punto ero io quello impegnato. Ma ti devo ringraziare anche io. Grazie a te ho coronato il mio sogno di bambino” mi fermo un attimo a riflettere.
“Edric, ma perché ti confidi con me? Io sono il tuo peggior nemico” non capisco il suo atteggiamento. Mi confonde. Non riesco a credere che l’Edric che mi ha lasciata da sola quella mattina sia lo stesso di ieri sera sotto la pioggia e di adesso nel parco. Saliamo su una tazzina rosa e Edric inizia a girare per prendere velocità.
“Credo perché sei l’unica che conosce le due facce di Edric Ward” mentre mi risponde fa la linguaccia ad un bambino nella tazzina azzurra accanto.”Tu sei l’unica che ha voluto conoscere l’altro Edric. Tutti gli altri a priori non hanno voluto oppure hanno fatto finta di niente” ”E perché mai?” chiedo, ormai curiosa per la piega che il discorso ha preso.
“Non credo che sia più conveniente un attore bastardo e donnaiolo che uno dolce e buono?” ”Allora lo stupido sei tu, non gli altri. Devi imporre il tuo vero te stesso. Anche se io non sono cosi sicura che sia questo ancora” mi guarda con la fronte corrucciata e poi scoppia in una fragorosa risata.”Oh Brenda, non viviamo tutti nel paese delle meraviglie” e continua a ridere nonostante abbia messo il broncio perché ride della mia ingenuità.
Siamo tornati in hotel. Edric ha detto che ha preparato una fantastica sorpresa per la mia prima e ultima notte a Disneyland. Arrivata in camera trovo un enorme scatolone bianco sul letto accompagnato da un biglietto e una rosa rossa. Apro il biglietto trepidante:
Questa rosa incantata ti indicherà dove trovarmi.
Edric
Non ho la più pallida idea di che significhi questo messaggio che passa subito in secondo piano quando noto il contenuto del pacco. È un vestito da sera. Dorato. Stretto, stile sirena e con morbide manichine che avvolgono le mie spalle. Ci sono anche un paio di sandali impreziositi da brillanti e uno splendido collier di diamanti. Oh mio dio, Edric mi vuole morta. Nessuno ha mai fatto cosi tanto per me. Neppure nelle mie fantasie.
Sistemo tutto sul letto riflettendo sulla rosa ‘incantata’ che accompagna il messaggio. Ma il panorama che si vede dal balcone della mia suite mi distoglie totalmente dall’enigma. Si vede il castello della Brenda e la Bestia…castello? Bestia?  Rosa incantata? Ora conosco la meta della mia serata.
Una carrozza mi aspetta fuori l’hotel e mi conduce al mio castello. Era una vita che sognavo di dirlo. Arrivata a destinazione, due maggiordomi mi conducono da un’entrata secondaria ad una bellissima stanza al primo piano. Finalmente dopo un quarto d’ora mi consentono di uscire e lì il mio cuore si ferma. Edric vestito di tutto punto in una giacca di velluto blu è uscito esattamente dalla stanza opposta alla mia. Con un gesto della mano mi invita a intraprendere insieme la scalinata che ci porterà nella scintillante sala da ballo gremita di spettatori. Siamo noi l’attrazione? Scendiamo mano nella mano, sorridenti, la splendente scalinata. Siamo in una bolla. Dove io sono Belle e lui la Bestia. Vuole che faccia uscire il principe che è in lui?!
Mi invita a ballare e, titubante per l’emozione, accetto. È bellissimo. Tutti intorno a noi applaudono. Ci sono tutti, Gaston, Lumiere, anche Chicco!! È la mia favola preferita questa.
“Come fai a sapere che adoro questa favola?” chiedo emozionata.
“Perché è anche la mia. Viene prima della Carica dei 101 e gli Aristogatti” sorride raggiante ondeggiando perfettamente. Dopo aver volteggiato per un tempo interminabile e aver goduto della compagnia di altri ballerini, Edric mi riporta al primo piano dove c’è una saletta tutta per noi con la nostra cena.
“Oh Edric, non avrei mai pensato che potessi organizzare una cosa simile”
“Devo dire la verità, sei tu che mi ispiri e poi è divertente e piacevole passare del tempo con te” uh una dichiarazione in piena regola. Faccio finta di non capire. Non voglio rovinarmi  e rovinargli la serata. Certo, sono attratta da lui, ma sono ancora troppo ferita.
“Sai che questo non basterà per farti perdonare” ”Infatti stasera non cerco il tuo perdono, ma cerco di farti felice” e va bene questa gliela devo. Come sa usare lui le parole non le sa usare nessuno.”Perciò mia Brenda divertiamoci. La notte è nostra e le stelle sono tue” terminata questa frase il cielo si costella di fantastici giochi di luci colorate. Miriadi di fuochi d’artificio riempiono il manto scuro della notte:
Quando sembra che non succeda più ti riporta via, come la marea, la felicità
Questa frase appare nel cielo e mi colpisce dritto nel cuore.
“Edric è bellissimo grazie” lo abbraccio di slancio. In questo momento non mi interessa di niente. Le bugie, l’umiliazione, la scommessa. Dimentico tutto questa sera. Quello che sta succedendo ora è la realtà non una farsa. Sono felice e purtroppo grazie a lui.
Ricambia l’abbraccio cullandomi in una lenta danza dettata dal suono dei fuochi d’artificio e dalle urla di gioia dei turisti. ”C'è una bestia che si addormenterà ogni volta che, Brenda come sei, le sorriderai”canticchia al mio orecchio. Mi discosto appena per guardarlo in volto.
”Oggi sei stato perfetto”
”Quindi se ti chiedo di darmi il bacetto che mi spetta ogni qual volta ti sorprendo perdo punti?” sorride beffardo. Ma ho capito che lo ha detto per sdrammattizare.
Mi metto in punta di piedi e poggio delicatamente le mie labbra sulle sue. Non ricambia subito, stupito dal mio gesto, ma si riprende alla svelta e non si lascia scappare l’occasione. Mi avvolge con le sue braccia  e le sue labbra. Ci assaporiamo lentamente e dolcemente. Credo che entrambi vorremmo che questo momento non smettesse mai.
Sono io la prima a staccarsi.
”Devo andare, domani mattina si torna alla realtà presto” mi guarda non deluso, ma triste.
”Vai” sciolgo le nostre mani che combattono per restare ancora un attimo unite e gli volto le spalle. Poco prima di chiudere la porta sento lo squillo di un cellulare. Quello di Edric.
“Pronto?” risponde con una voce lontana.”Capisco” una pausa e un sospiro.
”No Ethan, l’ho lasciata andare” ancora una snervante pausa.
”L’ho lasciata andare perché l’amo”.
Il mio cuore perde un battito e questa volte ne conosco il motivo.
È ancora troppo presto per porre fine alla scommessa e frequentarsi come due normali amici?






Note:
Come d'incanto diretto da Kevin Lima.
Non fatevi ingannare dalle apparenze, forse entrambi vi possono sembrare incoerenti, ma abbiate pazienza che niente è come sembra e soprattutto ne devono ancora succedere delle belle.
Grazie a tutti voi che leggete questa piccola storiella.

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Capitolo 6
*** Quel mostro di ex Prima parte ***


BO 6







Capitolo 6   Quel mostro di ex     Prima parte

 
“Fammi capire… lui… ti ha portata a DISNEYLAND?!” Allycia marca l’ultima parola con tutta l’incredulità di cui è capace. Io non rispondo, ma sorridendo mi butto all’indietro sul letto. Stamattina mi ha svegliata prestissimo per ascoltare tutti i particolari della mia seconda uscita post-scommessa con Edric. Non che io abbia dormito molto… Non ho fatto altro che ripensare a quello che è successo ieri e ancora mi chiedo se sia accaduto davvero. E poi, quella telefonata con Ethan… Ancora non so se raccontare ad Allycia quello che ho sentito uscire dalla bocca di Edric. Lei sicuramente mi chiederebbe che effetto hanno fatto su di me quelle parole. È una domanda a cui non so rispondere. O forse non voglio. Non lo so! Mi sento così frastornata, come dopo una sbronza!
“Ecco il lato positivo di uscire con un uomo ricco!” esclama Allycia, pensierosa.
Rido. “Ma va’, ti lamenti sempre! Povero Jared, lui sì che è un ragazzo d’oro!”
Anche Allycia ride. “Si si lo so perfettamente! Era solo per scherzare! Beh, comunque fai in modo di suggerirgli che per il mio compleanno anche io voglio andare a Disneyland…”
Le lancio un cuscino e iniziamo una lotta in pieno stile pigiama party. Quando finalmente ci stanchiamo di combattere e ci buttiamo sfinite sul letto, Allycia riprende l’argomento.
“Comunque… non fargli capire quanto ti sia piaciuta veramente la giornata di ieri. La scommessa è ancora aperta.”
“Credo lo sappia già…”
Allycia sospira. “Come sospettavo. In effetti te lo si legge in faccia!”
“Non si può mica rimanere indifferenti di fronte ad un appuntamento del genere, no?”
“No, hai ragione. Ma, Brenda… ricordati il motivo per cui stai uscendo con lui. Non mi va di vederti soffrire di nuovo.” Mi scruta con sguardo indagatore. Ho quasi l’impressione che legga i miei pensieri. Forse ci riesce davvero. Nel dubbio, distolgo i miei occhi da lei e prendo a fissare un punto qualunque del soffitto.
“Mi sembra quasi di sentire Jamey, da come parli.”
“Entrambi teniamo a te, lo sai. Anzi, dovresti chiamarlo. Ieri ti cercava ma a quanto pare eri troppo occupata per sentire il cellulare… così ha telefonato qui a casa.” Già, infatti avevo trovato 8 chiamate senza risposta e 5 messaggi non letti quando sono tornata a casa…
“Ok, lo chiamerò.”
“Fallo ora. Io vado a preparare la colazione.”

Quando Allycia esce dalla camera, prendo il cellulare, ma non per chiamare Jamey. Istintivamente, cerco nella rubrica il numero di Edric e premo la cornetta verde. All’improvviso mi rendo conto che sto facendo la cosa sbagliata. Non devo cercarlo. Non così presto dopo l’appuntamento. Chiudo la chiamata immediatamente dopo averla aperta. Aspetterò che mi cerchi lui.

Edric si fa vivo nel pomeriggio, quando sono appena tornata a casa dopo il lavoro. Il mio cuore sobbalza alla vista del nome che lampeggia sul display, ma non rispondo subito. Aspetto per qualche secondo, poi apro la chiamata.
“Pronto?”
“Salve, principessa! Come sta oggi?”
“Starei meglio se non mi facessero male i piedi. Credo che tu mi abbia fatto recapitare per sbaglio le scarpette di cristallo di un’altra principessa…”
Ride. “Sono mortificato. Non capiterà più.” dice con tono pomposo. “Per farmi perdonare questa svista, ti preparerò un’altra bella sorpresa per stasera. Passo a prenderti alle 8 e mezza. In macchina, stavolta. Si torna alla realtà!”
“Mmm come vuoi, cercherò di abituarmici di nuovo…”
“Bene! A stasera allora.”
Chiudo la chiamata. Chissà che avrà preparato stavolta. Sicuramente qualcosa di più “comune” di un’improvvisa scampagnata dall’altra parte dell’Oceano. Mentre sono immersa nei miei pensieri, Allycia irrompe nel salotto e mi fa sobbalzare dalla paura. Non mi ero accorta che fosse rientrata.
“Sei già tornata dalla redazione?”
“Si, ho finito prima.”
“Stavi parlando con Jamey?”
“No. Con Edric.” Allycia apre bocca per ribattere ma prima che possa dire qualunque cosa aggiungo: “Con Jamey ho parlato stamattina.” Infatti l’ho chiamato mentre ero in pausa pranzo. Non è stata una chiacchierata molto lunga, a quanto pare lui aveva da fare sul set. Ma quei pochi minuti mi sono bastati per capire quanto fosse poco felice del mio appuntamento di ieri: il suo tono è diventato freddo non appena ho pronunciato la parola “Disneyland”.
“Vado a prepararmi per stasera.” Non ho nemmeno finito di pronunciare la frase che già Allycia si è fiondata in camera mia. La rincorro e la trovo con la testa nel mio armadio, mentre tira fuori un paio di jeans attillatissimi che nemmeno ricordavo di avere. Nell’attesa che tiri fuori la maglia giusta da abbinare, vado a farmi una doccia.

Allycia mi aiuta come sempre in tutti preparativi per la serata: glielo lascio fare, si diverte troppo. Finalmente, quando si è asciugata anche la seconda passata del suo smalto Chanel color rosa pastello, posso considerarmi pronta.

Allycia esce di casa, Jared l’aspetta fuori. Io vado a sedermi sul divano del salotto per aspettare Edric. L’attesa è piuttosto logorante: sono un po’ nervosa. Accendo la tv e dopo un po’ di zapping mi fermo su un canale dove danno per la decima volta “Il diario di Bridget Jones”. Adoro questo film, ma non riesco a non guardare continuamente l’orologio, piuttosto che la tv. Edric avrebbe dovuto essere qui già 15 minuti fa. Poteva almeno avvisarmi che avrebbe fatto ritardo. Dopo altri 15 minuti provo a chiamarlo. Niente. Staccato. Cerco di non pensare male di Edric. Magari ha avuto un imprevisto e non ha potuto avvertirmi subito. Ma quando vedo in tv Colin Firth e Hugh Grant che se le suonano di santa ragione fuori da un ristorante, mi accorgo che il film è quasi finito e lui ancora non si è fatto vivo. Provo a richiamare, ma risulta ancora irraggiungibile. Ma che fine ha fatto, maledizione?! Pensa di riuscire a farmi cambiare idea comportandosi in questo modo?! Poi all’improvviso mi assale la paura che possa essere successo qualcosa: mi passano per la mente immagini terrificanti di un incidente d’auto. Maledizione, non so che fare…

“Brenda? Brenda, svegliati.”
Apro gli occhi e vengo inondata dalla luce del sole. Allycia è inginocchiata accanto a me. Dopo un po’ realizzo di essere ancora nel salotto, stesa sul divano.
“Perché hai dormito qui?” La domanda di Allycia mi risveglia qualcosa nella mente.
“Io… stavo aspettando Edric ma… lui non è arrivato…” Le spiego sommariamente di ieri sera. “Allycia, non so cosa pensare. E se fosse successo qualcosa?”
Lei si morde un labbro, pensierosa.
“Non lo so… L’avremmo saputo dalla tv, no?”
“Forse…”

Edric non si fa vivo nemmeno durante la mattinata e risulta ancora irreperibile. Chiamo Jamey per chiedere se ha avuto sue notizie, ma mi dice che per oggi non è impegnato sul set e non ha né visto né sentito Edric; cerca di rassicurarmi, secondo lui non è successo niente di grave, o si sarebbe saputo.
La situazione rimane tale e quale anche per tutto il giorno successivo e fino alla mattinata dopo. Almeno fin quando non ricevo una chiamata di Jamey: mi dice, un po’ titubante, che il motivo per cui Edric non si è fatto più vivo è scritto proprio sul mio giornale. Lui… No, non ci posso credere.
Sono corsa nella prima edicola che ho trovato e ho comprato il giornale per il quale lavoro. Non mi ci è voluto molto per trovare l’articolo di cui parlava Jamey: le coordinate erano già sulla prima pagina, che evidentemente è stata cambiata quasi all’ultimo momento per dare aggiornamenti sugli ultimi gossip:

RITORNO DI FIAMMA PER EDRIC WARD: SORPRESO A CENA CON LA SUA EX!

Il titolo dell’articolo riprende la copertina. Guardo incredula le foto che occupano ben quattro pagine del settimanale. Edric è stato immortalato con una ragazza bionda mentre andava in giro per la città, nelle stesse ore e probabilmente negli stessi luoghi in cui avrebbe dovuto essere con me... Scorro velocemente le righe dell’articolo, quasi incapace di apprendere realmente il significato di quello che leggo.

Il primo amore non si scorda mai: dopo averla mollata sette anni fa, il famosissimo Edric Ward non ha saputo resistere ancora una volta al fascino della modella Rosamary Hill. Il giovane attore è stato sorpreso l’altra sera durante una cenetta romantica con la sua bellissima ex, che, come tutti sanno…

Di seguito sono elencati svariati nomi di uomini più o meno famosi con cui questa Rosamary ha avuto delle relazioni. Una mangia-uomini praticamente. La guardo nelle foto e, nonostante la rabbia che provo in questo momento, non posso fare a meno di notare che in effetti è bellissima…
Brutto stronzo vigliacco! Altro che incidente d’auto…






Note:
Quel mostro di suocera diretto da Robert Luketic.
Il capitolo è molto breve, ma ho deciso di dividerlo perchè ci voleva la giusta pausa per passare alla parte successiva che non tarderà ad arrivare.
Grazie a tutti della pazienza.

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Capitolo 7
*** Orgoglio e Pregiudizio Seconda parte ***


BO7
Se non avete letto il capitolo precedente correte, perchè quest ultimo è la seconda parte dell'altro.
Buona lettura.







Capitolo 6    Orgoglio e Pregiudizio    Seconda parte

Sono chiusa in camera mia esattamente da 3 ore e 20 minuti. Allycia è tornata e mi ha trovata in cucina, in lacrime. Guardando il giornale ancora aperto sul tavolo ha capito cosa è successo. Ha tentato di consolarmi, ma io non ho la forza di parlare né di vedere nessuno. Dopo il quarto messaggio di Jamey ho spento anche il cellulare.    Per tutta la giornata non ho fatto altro che pensare e pensare, ma non sono giunta a nessuna conclusione. Non riesco a capire che cosa diavolo passi per la testa a quella sottospecie di essere di sesso maschile che è quel bastardo. Appuntamento da favola, dice ad Ethan che mi ama, e poi?! Paparazzato con la sua ex mentre avrebbe dovuto essere con me. È soltanto un lurido verme schifoso in cerca di fama. Forse ha capito che è meglio per la sua carriera farsi beccare con una modella bionda e altissima piuttosto che frequentare una povera comune mortale come me.

La scommessa è finita. Sono solo un’illusa.
Eppure… le parole di Edric dette al telefono ad Ethan non fanno che tornarmi in mente. Sembrava così sincero… E poi, perché avrebbe dovuto dire una cosa simile se non fosse stata vera? Perché? Non ci sto capendo più niente. Basta. Devo parlargli e capire cosa sta succedendo. Devo sapere cosa prova veramente. Non accetterò scuse stupide e banali. Voglio la verità.
Prendo il cellulare e chiamo il suo numero. Dopo pochi secondi mi risponde una voce registrata. Non è raggiungibile.
Sono passati due giorni ed Edric non si è fatto vivo per niente. Ho provato a richiamarlo decine di volte ma quando non era irraggiungibile, comunque non rispondeva. Dopo qualche squillo la chiamata si chiudeva. O forse la chiudeva lui. Ma io sono determinata ad avere quella che probabilmente sarà la mia ultima “chiacchierata” con lui. Devo sapere. Dopo il millesimo tentativo, si degna di rispondere.
“EDRIC!” lo aggredisco. “MA CHE CAZZO SUCCEDE???”
“Brenda, per piacere…”
“ADESSO MI DEVI DELLE SPIEGAZIONI! DOBBIAMO PARLARE. SUBITO!”
“No, Brenda scusami. Ma sei capitata nel momento sbagliato.”
“MA CHE CA…” ma ha già chiuso la chiamata. Mi ha chiuso il telefono in faccia!!!  Sono così incazzata che rischio di stritolare il cellulare tra le mani. Non è cambiato affatto.
A quanto pare non vuole più avere niente a che fare con me. Si è divertito fin quando ha potuto. Ma appena è tornata la sua ex si è dimenticato totalmente di me. È un vigliacco schifoso. Altro che Disneyland, il vero Edric è quello che mi ha lasciata senza spiegazione dopo una notte di sesso. Non c’è nessun lato nascosto da scoprire. Non so se arrabbiarmi di più con lui che mi ha trattata così, o con me stessa, per esserci cascata non una, ma ben due volte.
“Basta deprimersi, Brenda. Oggi tu esci da questa casa e vieni con me, Jared e Jamey a mangiare una bella pizza gigante supercondita.” Allycia comincia a tirarmi per il braccio e alla fine sono costretta ad alzarmi dal divano, dove ho passato i tre quarti del mio tempo in questi ultimi giorni. Mi spinge in bagno. “Doccia.” mi ordina. “Nel frattempo vado a selezionare il nostro abbigliamento per stasera.” Ed esce chiudendo la porta. La mia doccia dura ben mezz’ora. Non riesco a fare le cose velocemente in questo periodo. Mi sento svuotata. Faccio tutto come un automa, ma a rallentatore. Quando Allycia viene a bussare alla porta, finalmente esco dal bagno in accappatoio e vengo portata in camera dalla mia coinquilina. Sul mio letto è steso un vestitino che non ho mai visto: ha una fantasia sul blu, è stretto sui fianchi e si intreccia intorno al collo, lasciando le spalle scoperte.
“Un piccolo regalo da parte mia!” esclama Allycia prima che io possa aprire bocca. “Devi rinnovare il tuo guardaroba. In questi giorni usciamo a fare shopping!”
“Grazie Allycia! È bellissimo.”
Ci prepariamo entrambe e alle 9 in punto Jared, che è passato prima a prendere Jamey, arriva da noi con la sua macchina e tutti e quattro ci avviamo verso il centro.
La serata trascorre molto piacevolmente: non puoi annoiarti con Allycia e Jamey. Per un po’ riesco a dimenticare i miei problemi. Soprattutto quando Jared e Jamey cominciano a gareggiare a chi racconta le barzellette più divertenti. Credo abbiamo bevuto un bicchiere di troppo…! Li vedo un po’ brilli.
“Ordinerei dell’acqua!” esclama Allycia, guardando divertita i due che adesso stanno giocando a braccio di ferro. Dopo enormi sforzi da parte di entrambi, Jamey vince, ma schiaccia la mano di Jared sul tavolo con così tanta forza, che fa saltare la birra dal suo bicchiere e si macchia la camicia. Scoppiamo a ridere, mentre tutti intorno ci guardano dagli altri tavoli. Improvvisamente mi squilla il cellulare. Lo tiro fuori dalla borsa. Ci metto un po’ a capire che è Edric a chiamarmi… Ma prima che possa fare qualunque cosa, Jamey, seduto accanto a me, mi strappa il telefono dalle mani.
“Da’ qua.” E chiude la chiamata. Lo fisso come imbambolata e mi rendo conto che al nostro tavolo è calato il silenzio.
“Ehm… andiamo a pagare il conto.” esclama infine Jared. Ci alziamo e, dopo aver pagato, usciamo dalla pizzeria e andiamo a farci un giro per le vie del centro. Fino a quando torniamo a casa, Edric riprova a chiamarmi non so quante altre volte. Alla fine spengo il cellulare. Non ci voglio parlare. Non mi va di ascoltare altre cazzate.
A quanto pare Edric vuole a tutti i costi parlare con me. Non fa che telefonarmi. Ma io non ho alcuna intenzione di rispondere. Sono stata costretta a togliere la suoneria perché continua a chiamarmi anche mentre sono al lavoro.
Stasera sono tornata a casa esausta. Oggi ho lavorato tantissimo. Almeno quando ero concentrata, tra una chiamata e l’altra di Edric…
Allycia non è ancora rientrata. Mentre tiro fuori dal frigo un succo di frutta, suona il campanello. Lascio la bottiglia sul tavolo, vado verso la porta e guardo dallo spioncino. O mio Dio. Mi perseguita! Ma che avrà di così importante da dirmi? Avrebbe potuto parlare con me quando l’ho cercato io. Invece mi ha chiuso il telefono in faccia. Ora che vuole?!
“So che ci sei!”
“Vattene!”
“No, Brenda, devo parlarti. E tu mi devi ascoltare. È importante!”
“Non mi interessa! Hai avuto tante occasioni per dimostrarmi chi sei. Beh, ci sei riuscito. Ho capito chi sei e che non voglio più avere niente a che fare con te!”
“No, tu non hai capito un bel niente!” e si attacca al campanello. Mi sta facendo venire mal di testa. Apro la porta con un gesto violento.
“Smettila! Che diavolo vuoi?”
“Fammi entrare, ti prego.” Ha il fiatone. Sembra che sia venuto fin qui a piedi. Sbuffando, lo lascio passare.
“Ti concedo dieci minuti, poi te ne devi andare.”
Ci sediamo in cucina e mi verso un bicchiere di succo, ma a lui non offro niente.
“Brenda, innanzitutto vorrei dirti che quello che hai letto sul giornale non è affatto vero.”
“Vorresti dire che non sei andato a cena con la tua ex la sera in cui avresti dovuto uscire con me?” rispondo sarcastica.
“Sono uscito con lei quella sera ma tanto per cominciare non era una cena romantica come probabilmente hai letto da qualche parte.”
“E cosa mi dici delle dolci effusioni che vi siete scambiati? Eh?”
“Brenda, non tutto quello che è scritto sui giornali è vero!” Si scalda. “I paparazzi inventano. E adesso lasciami parlare. Non mi interrompere. Mi dispiace da morire di averti dato buca senza avvisarti. Ma Rosamary è piombata a casa mia, così, senza preavviso. Non mi ha dato il tempo di spiegarle niente e mi ha trascinato in giro per la città. Sono sicuro al 99% che è stata lei stessa a chiamare i paparazzi. Ad ogni modo, mi ha anche preso il cellulare, l’ha spento e se l’è messo in borsa. Quindi per l’ennesima volta ti chiedo scusa.” Fa una pausa. Io non replico, ho la sensazione che il suo discorso non sia finito qui. Infatti dopo un po’ riprende.
“Devi capire che tipo è Rosamary. E capirai così anche perché mi sono tenuto a distanza da te in questi giorni.
Io e Rosamary siamo stati insieme per molto tempo, al liceo. Stavamo bene. Ci amavamo. Insieme, trascorrevamo dei momenti bellissimi.  Non era facile per me ritagliare del tempo per stare con lei, ma ci riuscivo, in qualche modo. All’epoca studiavo recitazione. La mia è una famiglia di artisti” pronuncia la parola quasi con disprezzo. “Ci si aspettava che anche io entrassi in quel campo. Rosamary sognava di diventare una modella, ma in realtà sembrava non prendere mai davvero sul serio il suo futuro. Saltava i provini. Si comportava come se la carriera fosse una cosa ancora lontana. Non ci dava ancora peso. Era un po’ superficiale. Di questo me ne sono sempre reso conto. Ma spesso, ero portato ad ignorare i suoi piccoli difetti. Ero davvero innamorato di lei. E lei di me.
Alla fine, dopo mille provini e un duro lavoro, io riuscii ad ottenere una piccola parte in una famosa sit-com. Le mie conoscenze erano ancora poche, tuttavia feci in modo di aiutare Rosamary a realizzare il suo sogno. Ad entrare nel mondo della moda. Non avevo dubbi che avrebbe subito sfondato. E infatti fu così. Ebbe subito un gran successo. Sfilate, servizi fotografici per importanti riviste: tutto ciò che aveva sempre sognato, l’aveva ottenuto. La fama le fece presto dimenticare che ero stato io a darle la spinta che da sola non aveva mai avuto il coraggio di darsi. D’altra parte, mentre lei, già famosa, girava per il mondo e guadagnava milioni, io recitavo ancora piccole parti, se e quando riuscivo ad ottenerle. Evidentemente, per una star del suo calibro stare con un attore da quattro soldi non giovava. Ma non poteva lasciarmi. No. Tutti l’avrebbero etichettata come una persona superficiale, avida di fama e denaro, che stava solo con persone ricche e piene di conoscenze utili. Allora decise di rilasciare un’intervista, in cui raccontò della nostra relazione. O meglio, di quella che spacciò per la nostra relazione. Non parlò certo dei bellissimi momenti che avevamo passato, di come eravamo praticamente cresciuti insieme, men che meno di come l’avevo aiutata nella sua carriera.
Disse che lei conosceva il “vero me”, che io non ero affatto il ragazzo di una volta, dolce  e romantico. Anzi, ammise che io ero un vero stronzo, un approfittatore, che cercavo di sfruttare il successo della mia ragazza per sfondare come attore, che litigavo sempre con lei perché non riusciva ad aiutarmi. Insomma, passò per la vittima della situazione. Puoi immaginare come crebbe la sua notorietà dopo questa intervista. Tutti parlavano di lei come di una che si era fatta le ossa da sola e che era stata maltrattata da un fidanzato bastardo. Non avrei mai pensato che Rosamary potesse arrivare a tanto. Mai. La conoscevo da una vita, sapevo che certe volte era un po’ frivola. Ma che diamine, diceva di amarmi e io avevo sempre fatto tanto per lei.
Ovviamente la lasciai. Avrei potuto usare la sua stessa arma per vendicarmi. Magari avrei anche ottenuto più visibilità. Ma un comportamento del genere non rientrava nel mio codice morale. Così la lasciai per l’appunto. E questo non fece che accrescere la mia fama di “bastardo”. Come se non bastasse, la mia carriera andava sempre peggio.
Alla fine, dopo non so quanti altri provini, ottenni una parte importante. Indovina un po’? Interpretavo proprio un giovane stronzo, il personaggio di cui portavo l’etichetta. Fu quasi inevitabile per me cominciare ad identificarmi in quella parte, altrimenti non sarei riuscito ad ottenere nessun contratto. Dovevo stare al gioco, recitare anche nella vita reale. Alla fine dimenticai il normale e semplice ragazzo che ero stato e finalmente riuscii ad avere successo anch’io.”
Finalmente Edric si ferma. Ha raccontato questa storia tutta d’un fiato. Io ho ascoltato, rapita ed incredula, trattenendo il respiro. Non so che dire. Mi sento un po’ Lizzy Bennet, che all’inizio non sopporta Mr Darcy, che tutti descrivono come una persona arrogante e presuntuosa, poi cambia totalmente idea su di lui e finisce con l’innamorarsene. Io ho cambiato idea su Edric così tante volte che ho perso il conto…
Adesso sono senza parole. Dopo un po’ d’esitazione, faccio per alzarmi, tanto per fare qualcosa.
“Vado a prenderti un bicchie…”
“No, Brenda, aspetta. Siediti.” Mi fissa con i suoi occhi penetranti e io ricado sulla sedia. Lui riprende a parlare.
“Ci tenevo davvero a raccontarti tutto questo, Brenda.” Fa una pausa. Guardandolo meglio, mi accorgo che ha l’aria stanca, ma scorgo una certa determinazione nel suo sguardo. “Volevo che tu capissi. Volevo che sapessi che io sono diverso da quello che tutti credono.” Si passa una mano tra i capelli come se gli dessero fastidio e fa un lungo respiro. “Ormai non mi importa più di quello che pensano gli altri, di quello che scrivono i giornali. Ma tu… tu non devi avere una cattiva opinione di me. Devi sapere chi sono.”






Note:
Orgoglio e pregiudizio diretto da Joe Wright.
Anche questo è molto breve, ma come ho già detto precedentemente ho voluto dividere questo capitolo per dare la giusta pausa e poi si svolge in un momento diverso dalla prima parte.
Mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate, ora stiamo entrando nel vivo del racconto e vorrei conoscere i vostri pensieri; forza fatevi avanti Grazie a tutti.

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Capitolo 8
*** La mia stronza ex-ragazza ***


BO7







Capitolo 7 La mia stronza ex-ragazza


Edric è ancora seduto sul divano e mi guarda fisso negli occhi con sguardo incerto sul da farsi. Anch’io sono parecchio confusa. Credo alle sue parole. Non ci sarebbe motivo di raccontare una fandonia di tale portata per screditare una persona che non conosco e non conoscerò mai, ma non comprendo perché si faccia manipolare cosi dalla sua ex.
“Edric, grazie di esserti aperto con me come se fossimo amici di vecchia data e perciò in nome della nostra ‘vecchia-nuova amicizia’ vorrei sapere perché ti lasci mettere i piedi in testa dalla tua ex?” mi sporgo dalla sedia per ascoltare meglio. Lui nel frattempo chiude gli occhi e si massaggia con l’indice e il pollice la base del naso. Sta rassettando le idee.
“Io l’amavo veramente, è stata la prima e lei mi ricambiava ne sono sicuro” fa un sospiro ”quando mi ha lasciato in pasto agli squali sono rimasto troppo scioccato. Anche se il suo amore per me si era esaurito, ci doveva pur essere un brandello del suo cuore che diceva almeno di volermi bene. Si è trasformata. E’ diventata una donna avida di potere, pericolosa. Se ha fatto questo a me figuriamoci alle persone a cui voglio veramente bene.”
“Perciò io…rientrerei in questo gruppo…” suggerisco incerta.
“Brenda, ho voluto tenere lontana da te Rosamary. Se venisse a sapere di te, si sentirebbe minacciata. Mi considera una sua proprietà. Io non  faccio niente per tenerla lontana perché non solo è stata capace di rovinare la mia vita lavorativa, ma anche quella affettiva” lo guardo con un grande punto interrogativo sulla fronte e rimpicciolendo gli occhi.
“Credo che dai miei discorsi si noti una certa amarezza nei confronti dei miei familiari. Il nostro rapporto si è definitivamente sgretolato quando ho lasciato Rosamary” scuote la testa e sorride amaramente ”probabilmente nemmeno i miei genitori conoscevano il vero Edric e si sono lasciati abbindolare dalle doti recitative della mia presunta ragazza.” ora si è piegato anche lui leggermente in avanti e afferra le mie mani.
“Preferisco tenerla a bada che vederla distruggere le persone a me care” dichiara deciso con una luce nuova negli occhi. Io ho ancora le labbra serrate e la mente vuota.
“Io ti a…voglio bene Brenda. Si. Ci tengo a te” si riprende subito mentre parla, sperando che io non abbia colto la vera frase che avrebbe voluto pronunciare.
“Eccome se lo so” sussurro a me stessa.
”Come?”mi chiede Edric che per fortuna non mi ha ascoltato troppo attento a riflettere sulla sua quasi confessione. Improvvisamente mi alzo e mi dirigo al telefono ordinando una pizza gigante e due birre.
”Stasera resti qua e mangiamo una stupenda pizza comprata” spezzo finalmente l’imbarazzo che si è creato tra noi. Edric si alza anche lui dal divano e si dirige verso il bancone della cucina, proprio di fronte a me.
“Quindi mi credi?” chiede titubante, ma con un tono di voce solido.
”Certo e soprattutto grazie di essere tornato e di avermi spiegato ogni cosa. Lo apprezzo molto…anche il fatto di far parte delle persone a te care” le ultime parole sono state pronunciate con un tono di voce decisamente più basso.
”Credo che debba avvertire il mio agente che stasera non sarò a cena da lui”e mentre Edric ritorna in salotto per chiamare il suo manager, io mi dirigo al mio cellulare in camera da letto. Mando un sms ad Allycia dicendole di non preoccuparsi per me perché ho risolto. Mentre lo scrivo mi arriva un sms di Jack:
Tesoro, stasera non lavoro vuoi che passi da te?
Se gli dicessi che ho risolto con Edric si precipiterebbe qua e mi farebbe una scenata. E se gli dicessi che voglio stare da sola si presenterebbe qua a farmi una scenata. Perché in entrambi i casi c’entra Edric. Perciò gli mando una piccola bugia:
Non ti preoccupare per me. Stasera serata ragazze con Allycia. Kiss
“Brenda hanno citofonato. Non vorrei rispondere ancora la nostra cenetta intima diventasse un mega party del vicinato con attrazione : me” l’entrata di Edric mi ha fatto letteralmente saltare. Quando vedo che si sta guardando in torno con l’aria di chi ci è già stato mi riprendo. Mando l’sms. Spengo il cellulare e lo spingo dal petto ad indietreggiare.
”Edric lo sai che la mia stanza per te è off  limits”.

Siamo seduti ai piedi del divano sul tappeto mentre mangiamo la pizza. Ho messo un dvd: il ritratto di Dorian Grey. Edric, dopo che ha scovato la mia collezione segreta dei suoi film, ha insistito tantissimo nel vederne uno. Ma solo il pensiero di vedere con LUI un film in cui LUI è il protagonista mi mette in agitazione lo stomaco. Così ha proposto di vedere un film con un altro attore che a me piace molto. E ho preso questo. Adoro Ben Barnes.
“Oddio, ma come ti può piacere uno sbarbato come quello?”
”Quello che non ha ben lo compensa Colin” Edric mi guarda sospettoso.
”Non sapevo che ti piacessero i giochetti a tre” lo guardo a bocca aperta e gli tiro un pizzicotto.
”Tutta invidia la tua, vorresti essere uno dei due, eh?!” lo stuzzico io.
”Naturalmente no, la mia donna non si divide con nessuno” MIA? In un certo senso sono lusingata. Accortosi della gaffe riporta lo sguardo al film e, mettendosi una mano nei capelli, cerca di nascondere il rossore sulle sue guance. Inizio a pensare che quella notte di passione sia servita a qualcosa. E non sono più sicura che valga la pena continuare la scommessa.

Nonostante sia rimasta alzata fino a tardi per Edric,questa mattina alle sei ero già in piedi. Mi sono alzata più serena. E’ bello chiarirsi con una persona a cui ci tieni davvero. Già…io so perfettamente cosa prova lui e me lo ha dimostrato anche ieri a parole. Ma io? Forse ho bisogno di maggiori sicurezze. Non riesco a lanciarmi senza paracadute. L’ho fatto una volta e non sono caduta tra le braccia di Edric, ma direttamente sul pavimento freddo e duro. Aspetterò. Aspetterò un segnale. Che grande cavolate che noi donne ci raccontiamo.
Finisco di asciugarmi i capelli. Non mi preoccupo del rumore, tanto Allycia è già sveglia. Infilo un vestito di jersey blu scuro e anche, purtroppo, un paio di stivali col tacco. Afferro il cellulare dal groviglio di lenzuola e lo accendo. Un messaggio da Jamey:
Divertitevi ragazze e mi raccomando Brenda, Edric non è l’unico uomo sulla terra. Un bacio.
Sbuffo un po’ all’sms di Jamey. Quando capirà che non sono la sua bambina da proteggere. La luce lampeggiante del cellulare mi avverte della presenza di un secondo sms. Edric:
Serata fantastica. Dobbiamo assolutamente mangiare un’altra pizza insieme e vedere un film. Kiss kiss
Che carino. Più tardi, lo chiamo cosi ci mettiamo d’accordo. Spero di non sembrare appiccicosa. Ma no che non lo sono!
Più tardi in ufficio mi occupo di dare una bella pulitina al  mio computer. Metto da parte le notizie che possono essermi in futuro utili ed elimino le grosse bufale che i giornalisti come me alle volte raccontano. Tra le mie e-mail ne noto un paio, le ultime arrivate, che sono state mandate da un indirizzo che non conosco. Il contenuto è piuttosto criptico:
Attenta a te / lascialo
Dovrei stare attenta a cosa? E chi dovrei lasciare? Non mi pare ultimamente di aver scritto un articolo compromettente su qualcuno. Beh a parte Edric. Cerco di risalire al proprietario dell’e-mail, ma l’indirizzo è protetto. Nonostante la confusione iniziale nella mia testa vortica un’idea più chiara delle altre: e-mail intimidatoria. Ma io non ho nemici. Non sono poi un pezzo tanto importante del giornale. Ho un settore mio, ma l’ultima parola spetta sempre al grande capo. E non mi pare neppure di aver fatto un torto a qualcuno ultimamente.
Per adesso lascio stare. Non c’è niente di cui preoccuparsi veramente.
È passata una settimana da quelle ignote e-mails e non è ho ricevute più nessuna. L’ho detto ad Allycia e naturalmente ha preso la cosa troppo seriamente. Sono riuscita a calmarla e ad aspettare prima di agire. Anche se ha accettato, Allycia è attenta come una sentinella. Ogni volta che mi arriva un e-mail a casa controlla, quando mi arriva un sms lo legge per prima. E lancia strani sorrisini quando è arrivato un sms di Edric. Ultimamente ci siamo sentiti e visti spesso. Ci confidiamo di più. E’ proprio piacevole passare del tempo con lui e anche se non lo abbiamo detto a parole credo che abbiamo messo fine alla scommessa. Ora ci frequentiamo come…amici?!
È lunedì mattina e Allycia ha deciso di darmi un passaggio alla redazione con la sua auto. Una volta salita in ufficio e aver salutato Mike, accendo il mio pc. Nel frattempo che si avvia controllo i miei messaggi sul telefonino. Ne trovo uno molto mal scritto da mio padre. E’ un miracolo che sia riuscito a capire dove trovare la casella dei messaggi. Ma è un po’ strano che non mi abbia chiamato direttamente come fa ogni giorno.
Indouina chi è venutm a tpovarci?
Non capisco il suo messaggio. Chi mai a Albany potrebbe andare a trovare Cal? Billy? No, si vedono abitualmente. Le figlie di Billy che sono andate a vivere in Europa? Questo è il massimo della conoscenza di papà. Mentre tento di capire chi sia il misterioso invitato di Cal il pc si è completamente avviato.
Lo spavento mi porta a scattare sulla sedia con le rotelle e lanciare un urlo. La schermata normale del desktop si è improvvisamente bloccata ed il mouse ha preso vita propria. Clicca  su un nuovo documento di world e il computer posseduto scrive:
ATTENTA_ATTENTA_ATTENTA_ATTENTA_ATTENTA_
Riempie almeno metà pagina la scritta. E’ una minaccia. Allycia aveva ragione. I miei colleghi si avvicinano alla mia scrivania cercando di capire come mai la calma e ben educata Brenda Shaw sia saltata dalla sedia lanciandola addosso al fattorino che consegna la posta. Lo stupore lo leggo anche nelle loro facce. Il computer è ancora controllato da qualcun altro.
“Chi è lo stupido che sta facendo questo scherzo a Brenda?” grida Mike, facendo distogliere lo sguardo dei colleghi dallo schermo a lui. Meno male che la cavalleria non è morta. Mike in fin dei conti è un bravo ragazzo e sta cercando di aiutarmi. Nessuno però del reparto risponde e dalle loro facce capisco che anche loro trovano lo scherzo di cattivo gusto. Non riesco a capire perché devo stare attenta. A che cosa poi. Afferro la borsa e il soprabito e mi avvio verso l’uscita riferendo a gran voce a Mike che sarei tornata più tardi e che ora dovevo risolvere il mistero del computer posseduto.
“Vado a cercare un esorcista” ho gridato a tutti allegramente come se tutto ciò non ma avesse toccato più di tanto. Ho solo cercato di distogliere l’attenzione da me. Devo trovare Allycia.
Ho parlato con Allycia, ha detto che avrebbe mandato un suo amico specializzato in informatica all’ufficio. Si è spaventata anche lei. Ha capito benissimo che si tratta di stalking. Il problema è che non capiamo chi sia. Fra poco mi raggiungerà a casa non vuole lasciarmi troppo tempo da sola. Nel frattempo mi blinderò dentro casa e magari chiamerò Jamey o Edric. Forse è meglio di no. Non potevo avere amici non famosi?
Arrivata al pianerottolo noto che la porta di casa è socchiusa. Io ed Allycia stamattina siamo uscite insieme e io sono la prima a tornare. La cosa giusta da fare sarebbe scappare e chiamare la polizia. Il ladro o il molestatore o quel che sia potrebbe essere ancora dentro. Ma non riesco a schiodarmi dal pianerottolo. Apro la porta cautamente ed entro. Ispeziono lentamente la stanza fino a quando il mio sguardo si posa sulla mia sinistra. Seduta sul divano bianco di casa mia c’è una modella: Rosamary Hill. Sembra quasi un fotomontaggio. Sembra che sia stata aggiunta in un secondo momento. Lei, bellissima con quei lunghi capelli biondi sempre con la piega pronta come se avesse un parrucchiere tascabile. Lei con un vestito rosso fuoco da premier. Lei con due occhi color ghiaccio incorniciati da un perfetto eleyner. Lì, irreale nel mio salotto reale.
“Buonasera Brenda” accavalla le gambe e appoggia la testa al suo braccio destro posto a sua volta sullo schienale del divano. Mi riprendo dallo schok  di avere una modella in casa e mi concentro sul fatto che è un’intrusa.
”Come sei entrata in casa mia?” incrocio le braccia sotto al petto e la guardo dura. E’ lei che mi ha mandato le e-mail. E’ lei che voleva e vuole spaventarmi.
“Precisiamo che questa non è casa tua, ma della dottoressa Allycia Brandon”
”Vedo che ti sei informata sul mio conto e potrei sapere perché?” si alza con un movimento fluido si sistema i capelli nello specchio vicino al divano e poi torna finalmente a guardarmi.
“Volevo conoscere la nuova puttanella di Edric. Ti ho avvertita cara, ma tu non mi hai dato retta ed hai continuato a vederlo”
”Non credo che siano affari tuoi, d’altronde non state più insieme” ribatto sfacciata e noto un lieve increspamento nelle sue labbra scarlatte. Non è abituata ad essere interrotta.
“Lui resterà per sempre mio. Può divertirsi con chi vuole, ma poi torna sempre da me”
”Vuoi dire che sei tu che torni sempre da lui” un leggero aggrottamento della sua fronte. La sto facendo innervosire.
“Senti un po’ ragazzina, Edric mi ha detto di scomparire come il suo solito, ma ha aggiunto che era il momento che ci rifacessimo una vita. Questo mi ha fatto capire che aveva conosciuto qualcuna. So quello che vuoi ma non lo avrai”
”Mi dispiace, ma quello che hai avuto tu l’ho avuto anch’io e anche di più, ma io non me ne faccio niente di una notte di sesso e di un bacio ogni tanto o dei suoi soldi, io voglio lui tutti giorni così com’è non come lo vogliono le telecamere o tu” vedo i suoi occhi sgranare, ha capito che Edric mi ha raccontato tutto. Sta per ribattere quando dalla porta di ingresso irrompe Allycia con il fiato corto.
“Se non vuoi fare la fine di Naomi Cambell e dedicare tutti i tuoi pomeriggi al servizio sociale, ti pregherei di andartene. Ti stai facendo carico di numerosi reati il più grave è l’irruzione in una proprietà privata. Ma se vuoi posso continuare, di certo lo scherzetto del computer non è legale e abbiamo rintracciato anche il tecnico che hai ingaggiato in nero” Rosamary guarda con una faccia nera Allycia. Prende la sua pochette leopardata all’ultima moda e si dirige alla porta scontrandosi di proposito con Allycia. Prima di andarsene definitivamente cerca di concludere in bellezza,ma riesco ad anticiparla.
”Ah Rosamary?” si volta completamente verso di me con aria di superiorità.
 ”Non racconterò niente ad Edric perché non voglio inquinare l’immagine che deriva dai suoi ricordi di te, ma sappi che hai perso perché ora l’unica cosa che Edric vuole da TE è che tu stia lontana da ME” sgrana gli occhi come se la verità fosse stata una torta in faccia. Vorrebbe ribattere, ma non sa cosa dire. Poi Allycia si avvicina alla porta, la spalanca, e la invita ad uscire con un gesto teatrale del braccio. La porta si richiude e mi sento sollevata. So che non tornerà. Noi donne non amiamo essere umiliate due volte. Però adesso sono più preoccupata per le parole che io ho detto. Voglio veramente Edric tutti giorni? Penso proprio di si.
”Tesoro?” si avvicina lentamente Allycia e mi abbraccia. Ci siamo prese uno bello spavento. Credo che sia l’incubo di ogni donna trovarsi in casa la ex super top model del tuo pseudo amico.
“Primo cambiamo serratura, vorrei evitare ospiti indesiderati” borbotta Allycia sulla mia spalla ”E due chiama Jamey” la afferro per le spalle per guardarla dritto negli occhi. Ho un brutto presentimento.
“Ero agitata Brenda. Ho chiesto a Jamey se sospettasse di qualcuno o avesse visto negli ultimi tempi strani movimenti e naturalmente si è arrabbiato con te perché non gli hai detto niente” ora ho una nuova gatta da pelare.

Ho invitato a pranzo Jamey per raccontargli ogni cosa e l’ho pregato non solo di non farne parola con Edric, ma anche di non farmi la predica.
“Non capisco perché non hai chiesto la mia protezione” ribatte come se non avessi mai aperto bocca.
“Non mi pare che la tua professione sia quella del bodyguard” osservo le mie fettuccine annoiata. Jamey sbuffa e sono convinta che mi terrà il broncio a tempo indeterminato. Ma invece mi stupisce, afferra la mia mano libera e mi sorride affettuosamente.
”Scusami,  è che volevo farti capire che puoi contare sempre su di me. Non dimenticarlo”
”Lo so” ribatto anch’io con tono solenne e con animo più rilassato. Improvvisamente sento vibrare il mio cellulare. E’ un numero che non conosco. Faccio cenno a Jamey che devo rispondere.
“Pronto?”
“Brenda?!” mamma?!
“Mamma?! Ma da che numero mi chiami?” non la sento da mesi, ma è normale fra noi.
“Oh Isa corri subito a Albany, Cal sta male”
”Male? Ma l’ho sentito l’altro ieri per telefono e stava benissimo anche se mi sembrava un po’ nervoso” rifletto ancora nel caso mi sia persa qualche particolare dalle sue parole.
“Ha avuto un malore stamattina e lo abbiamo ricoverato d’urgenza all’ospedale. Oh Isa, sai che non sono brava con queste cose vieni tu” non solo il suo comportamento infantile mi irrita, ma mi spaventa anche.”Stai calma, è grave? E poi tu che ci fai a Albany?”sento un attimo di silenzio dall’altra parte della cornetta e poi un singhiozzo.
”Parto subito” rispondo e chiudo senza aspettare alcuna risposta.
Papà da quel che ricordo non è mai stato male e ora sono veramente preoccupata soprattutto perché Regina è lì. Jamey mi guarda perplesso. Non mi sono accorta che ho gli occhi lucidi.
”Jamey accompagnami a Albany. Papà sta male” non dico nient’altro, chiede il conto e mi porta a casa a fare i bagagli.






Note:
La mia super ex ragazza diretto da Rupert Leitman.
Ho notato che negli ultimi capitoli non ho ricevuto neppure una recensione, naturalmente capisco che la storia può piacere come può non piacere. Io sono la prima a dire che si tratta di una commedia molto semplice e piacevole (almeno spero), ma i pareri non servono solo per sentirsi dire è bella la tua storia, continua così, servono anche per crescere; non dimenticatelo mai. Dopo questo non vi preoccupate io non obbligo nessuno e so che gli ultimi due capitoli erano lenti e noiosi (purtoppo bisognava arrivare con calma a questo punto), nonostante ciò io proseguo e se volete esprimere il vostro parere io sono qui.
Comunque voglio ringraziarvi tutti, grazie lettori silenziosi ;-)

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