Alexandra Malfoy

di Drevious
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La nuova arrivata ***
Capitolo 2: *** Sentimenti nuovi ***
Capitolo 3: *** Zabini ***
Capitolo 4: *** L'incontro ***
Capitolo 5: *** Verso Hogwarts ***
Capitolo 6: *** L'inizio delle lezioni ***
Capitolo 7: *** Malintesi ***



Capitolo 1
*** La nuova arrivata ***


Alexandra Black

Capitolo I

 

Alexandra Malfoy

 

Alexandra si rigirava nel suo letto a baldacchino non riuscendo a prendere sonno. Nella sua mente si formavano immagini e suoni del giorno appena trascorso.

Nello spazio di alcune ore la sua vita era stata stravolta. Che ci faceva lì a Malfoy Manor? Perché le avevano nascosta la verità così a lungo?

La scoperta di avere un fratello maggiore e di appartenere niente meno al casato dei Malfoy, per lei era stato uno choc.

Sua madre, una strega molto avvenente, era stata l’amante di Malfoy Senior e da questa relazione era nata lei. Suo padre le era molto affezionato, anche se non vivevano nella stessa casa. Per lei era naturale non vivere sotto lo stesso tetto, ma con il crescere tante domande cominciarono ad affollarsi nella sua testolina. Domande alle quali erano precluse le risposte.

Aveva provato a chiedere spiegazioni sul perché non vivessero insieme e perché lei non sapeva il cognome del padre. La secca risposta fu “Non sono cose che riguardano una bambina!”.

Non solo! Suo padre si era rifiutato di andarla a trovare per un mese. Alexandra, che gli era molto affezionata si sentì lacerare l’anima e capì che se voleva continuare a vederlo non doveva fare più domande. Così fu fino al suo undicesimo compleanno.

Un giorno suo padre si presentò con una pergamena in mano.

“Alexandra è ora che tu vada a scuola” le disse “ insieme a tua madre abbiamo deciso che il primo settembre partirai per Durmstrang”.

Alexandra che fino allora era stata seguita nella sua istruzione solo da tutori privati, non sapeva se essere felice della novità. Guardando quegli occhi di ghiaccio e il viso di suo padre, sapeva solo che avrebbe ubbidito.

“Come volete padre” rispose guardandolo dritto in faccia.

L’uomo si alzò dalla soffice poltrona e si diresse verso la finestra. Con tutta calma si accese la pipa e tirò una boccata di fumo.

“Questa”disse, mostrando la pergamena" è l'avviso dell'inizio delle lezioni". Inutile dirti che da te esigo il massimo. Non mi accontenterò che tu sia solo brava. Dovrai primeggiare sempre e in ogni modo"le disse tirando fuori della bocca una nuvoletta di fumo denso.

“Sei nata per dare lustro e onore alla mia casata. Tu sei una Malfoy e come tale dovrai comportarti in ogni situazione”.

Alexandra lo guardava basita. Aveva sentito parlare dei Malfoy. A detta di tutti era una delle famiglie più potenti, famigerate e ricche del mondo magico. Sulle sue spalle sembrava essere calato un peso che non si sentiva pronta a sostenere, ma suo padre continuò imperterrito.

“ora sai. Appartieni ad una delle famiglie più nobili e di sangue puro che esistono. Tutti i membri sono sempre appartenuti alla casa sei Serpeverde, quindi vedi di non deludermi”.

“ Cos'è la casa dei serpeverde?"osò chiedere.

“A scuola sarete smistati in quattro case: grifondoro, tassorosso, corvonero e serpeverde, in base alle vostre qualità e attitudini. Tu dovrai” e pose l’accento su dovrai” far parte dei serpeverde come i tuoi predecessori. Il resto ti sarà spiegato al momento opportuno.

Si avvicinò guardandola dritta negli occhi. Sul suo volto era dipinta un’espressione indecifrabile.

Alexandra era sempre stata affascinata da lui. Alto, spalle larghe, lineamenti duri e marcati, i bei capelli lunghi, di un biondo quasi bianco, erano raccolti in un codino legato da un nastro. E poi quegli occhi! Grigio-verdi come il mare in tempesta, che sapevano scrutarle in fondo all’anima.

Sapeva che la stava studiando e che doveva sostenere quello sguardo indagatore.

“ Si, padre non ti deluderò”.

“Sappi anche che hai un fratello”

“Un fratello?” le sfuggì dalle labbra senza rendersene conto.

“Si, un fratello maggiore” disse fissandola “ il suo nome Lucius. E’ il mio primogenito e se non mi deluderai, potrai conoscerlo alla fine del primo anno di scuola”.

“Frequenta anche lui la mia scuola?”

“No. Lui è al sesto anno a Hogwarts, un’altra scuola di magia, ovviamente è un serpeverde”

“Perché allora non mi avete iscritta allo stesso istituto?”

Malfoy Senior si girò di scatto e l’espressione che si dipinse sul suo volto, le fece capire di essersi spinta troppo in là.

“Perdonatemi, padre” si scusò Alexandra.

“Bene, figlia mia. Ora va e ricorda: non deludermi!”.

Purtroppo le cose non erano andate esattamente secondo i desideri di Malfoy Senior. Alexandra si era distinta in tutto, surclassando i suoi compagni e ottenendo addirittura di saltare dal primo al terzo anno nell’arco di un paio di mesi. Inoltre, era stata assegnata alla casa dei grifondoro.

Alla notizia suo padre era andato su tutte le furie e aveva preteso che si sottoponesse nuovamente allo smistamento. Il responso, però, era sempre quello: grifondoro, grifondoro, grifondoro.

L’orgoglioso Malfoy era stato costretto a capitolare davanti all’evidenza.

“Non tollererò un’altra delusione” le aveva sibilato in faccia con calma glaciale. Per Alexandra era stato peggio di uno schiaffo in pieno viso. Vide il padre voltarsi e sparire oltre la porta dell’ufficio del preside. Alexandra si sentiva morire, ma era determinata a costringere suo padre ad essere fiero di lei. Non avrebbe ceduto! Si sarebbe riscattata ai suoi occhi!

Arrivò infine l’estate. Al suo rientro fu condotta a Malfoy Manor dove le fu annunciata la dipartita di sua madre avvenuta in circostanze misteriose. Non aveva versato una lacrima in pubblico. Aveva mantenuto un’espressione impassibile. Rimasta sola, pianse tutte le lacrime che aveva. Si era rifugiata sulle rive del laghetto privato di Malfoy Manor per paura che qualcuno udisse i suoi singhiozzi. Un rumore le giunse improvviso alle spalle. Si girò di scatto e rimase impietrita. Dritto di fronte a lei, su un cavallo bianco c’era….no, non poteva essere…suo padre!

Batté le palpebre per mettere bene a fuoco l’immagine. Era la fotocopia di suo padre, solo molto più giovane. All’improvviso comprese. Doveva essere suo fratello maggiore.

Il giovane scese dal suo destriero e lentamente si avvicinò. Era incredibile la somiglianza! Alto, imponente, elegante nei movimenti. Il suo volto sembrava essere scolpito da un’artista. Era semplicemente perfetto! Aveva lineamenti mascolini, il mento volitivo e una bocca ben disegnata.

Alexandra si alzò per fronteggiarlo. Si sentiva una nullità rispetto a lui. In fondo non aveva nulla nella sua figura che ricordava i Malfoy. Tanto lui era biondo, quanto lei aveva il capello rosso-fiamma. Suo fratello li aveva lisci, setosi e lucenti e lei invece aveva splendidi boccoli che le incorniciavano il viso e le ricadevano morbidi sulle spalle. Gli occhi d’Alexandra erano allegri e lucenti di un verde chiarissimo, quelli del giovane glaciali e grigioverde, come il mare in tempesta.

Entrambi alti per la loro età, avevano la stessa bocca e un portamento fiero, ma le somiglianze finivano lì. Si piantò davanti a lei con una mano poggiata al fianco.

“Così sei tu la bastardella!”

Alexandra rimase di sasso. Con un sorrisetto Lucius continuò”E tu saresti mia sorella? Una Malfoy?” rise sguaiatamente.

“Fossi in te non mi affezionerei tanto a questo posto, perché non ci resterai per molto” le disse.

Alexandra lo guardò fisso negli occhi con aria di sfida”Davvero?”

“Sì davvero” fece eco lui.

“Al contrario del tuo aspetto, hai dei modi davvero poco eleganti. Uno stalliere ha modi più signorili dei tuoi” frecciò Alexandra.

“Stai attenta ragazzina! Sono Lucius Malfoy, primogenito e unico erede dell’illustre casato dei Malfoy” disse fissandola con odio.

”Io sono…” non le fece finire la frase.

“So chi sei. Alexandra Victoria Malfoy, la mia sorellastra.”.

La guardò negli occhi, poi le voltò le spalle e disse” mi dispiace per tua madre”. Saltò in groppa al suo cavallo e galoppò verso il castello.

“Aspetta!” gli urlò dietro Alexandra, ma ormai era troppo lontano.

Lucius aveva spronato il suo cavallo al galoppo. Nella sua mente un solo pensiero fisso: Alexandra.

L’aveva vista piangere disperata, ma quando si era accorta della sua presenza, aveva alzato lo sguardo e ricacciato le lacrime. Il suo volto sembrava sereno. Possibile che un istante prima piangesse disperata? Solo una Malfoy ha questa forza. Solo un’educazione ferrea come quella impartita ai rampolli di casa Malfoy poteva sortire quegli effetti. Per di più lo aveva fronteggiato con una fierezza esemplare.

“Accidenti!” urlò Lucius. Nonostante tutto, sapeva di essere stato segnato da quell’incontro.

Galoppò tutto il pomeriggio, poi tornò al castello si fece una doccia e andò nel salone da pranzo. Entrando notò che Alexandra non c’era.

“Dov’è la ragazzina?”

“Non sta bene, cenerà nella sua stanza” fu la secca risposta di Malfoy Senior.

“Capisco” sbuffò Lucius.

Cenarono in silenzio, poi suo padre andò nello studio per sorseggiare l’abituale whisky incendiario.

Lucius si diresse alle cucine, prese un paio di dolcetti alla mela, un po’di frutta e s’avviò verso i piani superiori. Arrivò davanti ad una porta, posò il cesto lì davanti, bussò e si nascose.

Dopo qualche minuto l’uscio si aprì e apparve sulla soglia Alexandra.

“Ma cosa…”non finì la frase. A terra c’era un cesto pieno di cose buone. Si guardò intorno, ma il corridoio sembrava deserto. Lo raccolse e sorrise.

“Grazie, chiunque tu sia” disse ad alta voce sperando che qualcuno la udisse. All’improvviso Lucius udì il tipico brontolìo dello stomaco di chi non ha mangiato.

“Lo sapevo, l’ha spedita a letto senza cena” sorrise tra sé Lucius. La porta si richiuse e uscì dal suo nascondiglio. Era incantevole con indosso la camicia da notte e la vestaglia blu-mare con i ricami in pizzo, che le aderiva al corpo, carezzando e mettendo in risalto i seni tondi e le curve morbide dei fianchi. I capelli erano raccolti sulla nuca e un paio di riccioli le ricadevano morbidi sul collo e sulle orecchie.

“Dannazione Lucius! E’ tua sorella!” si disse.

Corse nella sua stanza, si gettò sul letto e tentò di addormentarsi. Il profumo di muschio bianco e l’immagine di Alexandra lo abbandonarono solo all’alba, quando troppo esausto per resistere si abbandonò al sonno.

 

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Capitolo 2
*** Sentimenti nuovi ***


Capitolo II

Capitolo II

Sentimenti nuovi

 

 

Il mattino seguente, Lucius si svegliò con il corpo dolorante. Aveva dormito scomodo e male. Dopo essersi lavato scese in salotto per fare colazione.

“Buongiorno!” lo salutò Alexandra.

Senza dire una parola occupò il suo posto cominciando ad imburrarsi il pane tostato.

“Prendi queste, sono già pronte” disse sua sorella offrendogli delle tartine già imburrate e spalmate con una generosa dose di marmellata d’arancia.

“Grazie faccio da me” le rispose lui gelido senza neanche guardarla.

“Come preferisci”.

Finito di fare colazione, uscirono sull’ampia balconata.

Era una mattinata incantevole. Il cielo era azzurro e limpido e le fronde degli alberi erano accarezzate da un leggero venticello. Il sole riscaldava con il suo leggiadro tepore e nell’aria si udiva il cinguettio degli uccelli.

Alexandra inspirò il dolce aroma dell’aria e dell’erba fresca di rugiada. D’improvviso Lucius parlò: ” Sai cavalcare?”

Lei si voltò a guardarlo. Teneva lo sguardo fisso verso l’orizzonte.

“Si, perché?”

“Allora andiamo verso le scuderie. E’ desiderio di nostro padre che ti mostri Malfoy Manor” mentì Lucius.

“Dovrò indossare l’abito da cavallerizza. Non ci metterò molto” e fece per andarsene, ma una mano la trattenne prontamente.

“Lascia stare. Non è necessario. "Andiamo ora”le disse trascinandola verso le scuderie.

“Piano! Mi fai male!” piagnucolò Alexandra.

“Stammi a sentire! Non ho voglia di passare tutto il giorno con te, quindi sbrighiamo questa faccenda, poi ognuno fa quello che vuole” esplose Lucius con rabbia.

“Nessuno ti ha chiesto niente! Che credi! Non salto mica di gioia a stare qui! Odio questo posto!” rispose Alexandra”e poi sono certa che accetti di farmi da guida turistica solo per vantarti dei possedimenti che un giorno saranno tuoi!”

“Vipera” sibilò Lucius avvicinandocisi pericolosamente.

Sua sorella sapeva essere tagliente ed incisiva quando voleva.

Arrivati davanti alle scuderie, Lucius chiamò un elfo domestico e si fece portare due destrieri sellati di tutto punto.

“Sali” ordinò a sua sorella.

Alexandra non se lo fece ripetere due volte. Montò in sella al suo cavallo e partì al galoppo.

“Ehi ragazzina! Dove diavolo vai?” gli urlò dietro Lucius.

“Prendimi se ci riesci!” gridò lei di rimando.

“Fermati!Piccola peste!” continuò Lucius lanciando il suo destriero all’inseguimento.

Si fermarono nei pressi di una radura.

“Si può sapere che ti è saltato in mente?” esordì il giovane Malfoy.

“A me? Tu piuttosto!” disse Alexandra scendendo da cavallo e parandosi di fronte al fratello con le mani sui fianchi.

“Che vuoi dire?”

“Semplicemente che non riesco a capirti! Prima mi tratti male. Poi all’improvviso diventi gentile! Sei uno psicopatico o cosa?” chiese Alex.

“Io gentile? Di grazia, quando sarei stato gentile con te?” domandò divertito Lucius.

“Ieri sera, per esempio, quando mi hai portato il cesto con la roba da mangiare”.

Lucius scese da cavallo e la guardò. Possibile? L’aveva forse visto?

“ Mi dispiace per te, ma non ho fatto niente di tutto ciò” mentì Lucius.

“Bugiardo!”

“Come osi!” ringhiò il giovane Malfoy.

“Te lo ripeto: sei un bugiardo! Ieri sera nel corridoio, che a prima vista sembrava deserto, ho avvertito l’aroma di un profumo, la stessa flagranza che sento addosso a te. Non posso sbagliarmi.”Si avvicinò al fratello e inalò il suo profumo.

“Si. Ne sono certa” sentenziò lei, ancora con gli occhi chiusi.

Dannata ragazzina!L’aveva messo nel sacco. E ora?

Lucius la guardò. Il volto di lei appena qualche centimetro distante dal suo. Sarebbe stato così facile…Allontanò certi pensieri e sospirando confessò”D’accordo. Hai vinto. L’ammetto. Sono stato io a portarti da mangiare.”.

“Lo sapevo! Lo sapevo!” gioì Alexandra buttandogli le braccia al collo.

Lucius rimase di stucco. Come in un sogno le sue braccia si mossero autonomamente stringendo forte la ragazza. Non fosse stata sua sorella! Rimasero lì, abbracciati l’uno all’altra.

“Allora per noi c’è una speranza” sussurrò Alexandra con la testa posata sul petto di Lucius.

“Una speranza?” gli fece eco lui, ancora stordito da quel contatto inatteso.

“Certo, di andare d’accordo”

E che ti credevi? bisbigliò la voce della coscienza di Lucius. Era rimasto inebriato dal profumo che si sprigionava dai capelli della giovane e dalla sensazione del suo corpo stretto a lui.

Desiderava baciarla e toccarla. Iniziarla a quelle nuove e meravigliose carezze che si scambiano gli innamorati. La voleva. Adesso! Subito! La guardava con occhi pieni di desiderio…

 Di colpo si staccò da lei.

“Cos’hai?” domandò spiazzata Alexandra.

“Nulla. Andiamo ora” e rimontò in sella al suo destriero. Alexandra lo seguì.

“Ho fatto qualcosa che ti ha irritato?”

“No, niente” rispose lui senza guardarla.

Continuarono a cavalcare appaiati e Lucius le mostrò gli immensi possedimenti dei Malfoy (almeno quelli che formavano la tenuta). Mangiarono in silenzio il cibo che avevano portato, poi verso il tramonto fecero rientro al castello.

“Domani verrà a farmi visita un compagno di studi” esordì Lucius.

“Oh!” fece Alexandra non sapendo cosa rispondere esattamente.

Lui la guardò di sottecchi. “Non mi aspetto che resti chiusa in casa tutto il giorno. Vedi solo di comportarti come si deve e di non starci troppo tra i piedi”.

“Sempre gentile, eh?”

“Smettila!”

“No! Smettila tu! Insomma! Prima gentile, ora scorbutico. Parola mia! Non ti capisco. In ogni caso stai tranquillo, non ti romperò le scatole, se è questo quel che vuoi, fratellone”. Scese da cavallo, lo legò allo steccato e scomparve inghiottita dall’androne del palazzo.

 

 

Giunta nella sua stanza, s’immerse nella vasca d’acqua calda profumata all’essenza di muschio bianco, preparata per lei dagli elfi domestici. Solo allora, Alex lasciò vagare i suoi pensieri. Non riusciva a capire lo strano comportamento del fratello. Nel bosco si era dimostrato gentile e tenero. Ora si comportava con distacco.

“Alla faccia dei lunatici!” pensò Alex.

 

Lucius dal canto suo era tormentato. Non aveva mai desiderato nessuna così intensamente, neanche la sua Narcissa. Al solo ricordo del corpo di Alexandra premuto contro il suo, la sua virilità si risvegliò. Socchiuse gli occhi sibilando tra i denti “Strega!”.

E' tua sorella! E’ tua sorella! Continuava a ripetersi, ma il suo corpo non sentiva ragioni.

Dovette ricorrere alla classica doccia fredda per alleviare quella sofferenza.

“Devo starle lontano” si ripromise il rampollo dei Malfoy.

 

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Capitolo 3
*** Zabini ***


III Capitolo

III Capitolo

Zabini

 

L’indomani, puntuale come un orologio, arrivò Zabini. Fu annunciato da un gufo che recava un messaggio ‘Arrivo alle 10. P.Z’.

Lucius si recò nel salone e alle dieci spaccate apparve Zabini.

“Ciao Phil” salutò Lucius.

“Ciao Lucius, come stai? rispose l’altro dandogli una pacca amichevole sulle spalle.

Lucius stava per rispondere, quando udirono un baccano infernale.

“Fermati, brutto pennuto!” sentirono gridare.

Lucius si coprì il volto con una mano e scosse la testa. Sapeva a chi apparteneva quella voce.

Dalla porta sfrecciò un gufo che tentava di sfuggire ad una quanto mai scatenata Alexandra.

“Fermati bestiaccia!” urlò Alexandra correndogli dietro. Con un salto agguantò l’animale e ricadde sul pavimento.

“Quante storie per farti medicare un’ala!” sbottò spazientita la giovane rivolta al gufo. Qualcuno si schiarì la voce. Alex alzò gli occhi e desiderò non averlo fatto. Davanti a lei c’era suo fratello con il suo ospite.

“Ops!” fece la ragazza imbarazzata.

“Mi sembrava averti avvertita dell’arrivo di un mio amico” cominciò Lucius con le braccia conserte.

“Si, ma…”

“Niente ma! Fila nella tua stanza e restaci!”.

“Non posso. Mi dispiace. Ho lezione di storia con il professor Hector tra pochi minuti” rispose, Alexandra alzandosi e rivolgendo a Philidor uno dei suoi più riusciti sorrisi.

“Sono desolata. Vi prego di perdonarmi” si giustificò, cercando di calmare il gufo che teneva in braccio. Poi dopo essersi presentata, uscì sparendo oltre la porta. Philidor si stava divertendo un mondo a studiare le espressioni che si susseguivano sul volto dell’amico.

“Capiscila, è ancora una bambina”.

“A me non sembra” rispose Phil con un filo di malizia nella voce.

Lucius gli lanciò uno sguardo di fuoco.

“Che vuoi dire?”

“Calma! Calma!” fece Philidor alzando le mani, come per mettere più distanza che poteva tra sé e l’amico.

“Ne discutiamo davanti ad una tazza di tè?” propose Zabini.

“Da questa parte.” Indicò Lucius conducendolo nella biblioteca.

Si accomodarono in poltrona e fu servita la colazione. Una schiera d’elfi domestici apparve ricurva sotto il peso d’enormi vassoi d’argento stracolmi d’ogni ben di Dio. Biscotti, torte, marmellate, tartine…

Zabini stava sorseggiando la bevanda nera, quando all’improvviso risuonò nell’aria la musica di un pianoforte. A Lucius, quasi andò di traverso il caffé. Uscì a passo svelto diretto verso la sala della musica. Zabini lo fece tornare indietro.

“ Lascia stare. Se non altro ci movimenta la giornata!” scherzò.

“Non aveva lezione di storia?” brontolò il bel Malfoy, mentre Zabini lo conduceva a forza per un braccio fuori del palazzo.

“ E che ne so! Lascia stare e spostiamoci sulla terrazza. Va bene?” consigliò Phil.

“Sarà meglio” borbottò Lucius, e seguì l’amico senza obiettare.

Dopo un’oretta, dalla loro postazione videro Alexandra gironzolare per il roseto. Phil si accorse che il suo amico non le staccava gli occhi di dosso.

“E’ molto bella” cominciò Zabini.

“Chi?”

“Andiamo! Non fingere di non capire. Lo sai perfettamente di chi stiamo parlando. Di tua sorella. Fa venire voglia di…”lasciando in sospeso la frase.

“Ricordati che è mia sorella!” lo interruppe Lucius.

“Ricordalo tu, piuttosto.” Lo rimbrottò Phil.

“Che vuoi dire?”

“Lo sai benissimo”

“Non so di che parli” rispose Malfoy facendo spallucce.

“Guarda che non sono mica stupido! Si vede lontano un miglio che ti piace”

“Non dire assurdità Phil”

“Si. Si. Staremo a vedere. Lo vuoi un consiglio d’amico? Stai lontano da lei. E’ tua sorella.”

“Solo da parte di padre” gli ricordò Lucius.

“E’ pur sempre tua So-rel-la”.

Lui e Phil erano cresciuti insieme e nessuno lo conosceva bene come lui. Era davvero così evidente? Lucius scosse la testa.

“Lasciala stare. Ascoltami per una volta. Alexandra non è per te. Finirai solo per farti del male e perderla per sempre”. Lo ammonì Phil.

“Tu non capisci…”

“No, Lucius. Sei tu a non capire”. La voce di Phil era sinceramente preoccupata.”Da quanto tempo tu e Narcissa non state insieme?”

Il biondo si accigliò. “Mi dici che c’entra?”.

“Rispondi” incalzò Zabini.

“E’ un pò”

“Lo sapevo. Lasciami indovinare. Più o meno da quando è arrivata Alexandra. Giusto?”

Lucius fece mente locale. Era esattamente come aveva detto Phil. Il pensiero di Alexandra lo aveva assorbito completamente.

“Sai cosa devi fare? Vai da Narcissa, la porti a cena fuori e poi fai l’amore con lei per tutta la notte. Vedrai che tra le sue braccia ritroverai il buon senso”. Gli consigliò Philidor.

Lucius annuì. “Hai ragione. Seguirò il tuo consiglio”.

“Bene. Ora devo proprio lasciarti. Ci vediamo!” salutò Zabini. Con uno schiocco delle dita si smaterializzò.

Lucius chiuse gli occhi. Con un sospiro prese piuma e pergamena e cominciò una lettera per Narcissa.

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Capitolo 4
*** L'incontro ***


IV capitolo

IV capitolo

L’incontro

 

Passò circa un mese. Alexandra si era perfettamente integrata nella vita dei Malfoy( fatta eccezione per la sua matrigna che ancora non voleva vederla). La persona con cui andava più d’accordo era proprio suo fratello.

Un giorno Lucius e Alexandra, furono convocati da Malfoy Senior nel suo studio.

“Dunque ”esordì “sabato daremo un ballo per presentare ufficialmente Alexandra in società come membro del casato dei Malfoy”.

La giovane s'irrigidì.

“Sarà un’occasione molto importante perché” e si rivolse direttamente alla figlia”conoscerai le famiglie più importanti e in vista del mondo magico”. Si voltò verso il suo primogenito.

“Lucius. Il tuo compito sarà quello di vegliare su tua sorella e gli farai da cavaliere”.

“Padre ma Narcissa…”

“Narcissa capirà!” tagliò corto Malfoy Senior “Ora andate. E’ tutto.”.

Uscendo dallo studio, Alex domandò: “ Chi è Narcissa?”

“La mia ragazza” rispose semplicemente Lucius.

“Santa puzzola! Non mi avevi detto di essere fidanzato. Dai racconta!” lo incoraggiò Alexandra.

Lucius la guardò sbalordito.

“Non avrai intenzione di utilizzare questo linguaggio la sera della festa, mi auguro.”. Scoppiando in una sincera risata. La ragazza si unì a lui.

 

La settimana passò in fretta tra le prove degli abiti, i preparativi del banchetto e mille altri impegni.

Arrivò la sera della festa. Alexandra si rimirava nello specchio. Era splendida!

Per l’occasione le era stato confezionato un abito di raso verde acqua (come i suoi occhi), impreziosito con dei ricami d’argento. L’ampia scollatura valorizzava il suo decolletè e la stoffa metteva in risalto la sua figura slanciata. I capelli erano raccolti sulla testa e tenuti da fermagli di strass. Due tirabaci le incorniciavano il viso e un filo di lucida-labbra le esaltava le labbra. Si udì bussare alla porta. “ Avanti!”

Sull’uscio apparve Lucius in un completo nero da gran sera.

“Posso sorellina?” le chiese.

“Non fare lo scemo! Entra.” Sorrise la giovane voltandosi.

Suo fratello era bello in abiti comuni, ma con indosso quel completo, era a dir poco divino!

“Hai intenzione di far perdere la testa a tutte le invitate?” scherzò Alex.

“Io? Ti sei vista allo specchio? Sei favolosa”

Qualcosa il lui si risvegliò.‘Non ora!’ si disse mentalmente Lucius. La sua virilità si stava destando alla vista della ragazza.

“Ti ho portato un regalino. Voglio che lo indossi stasera!” e si avvicinò.

“Voltati e chiudi gli occhi” ordinò. Alexandra ubbidì. Suo fratello era in piedi dietro di lei. Lo sentì armeggiare con il cofanetto e sussultò, quando, inavvertitamente, Lucius le sfiorò la spalla con le dita. Sentì qualcosa di freddo sulla sua pelle.

“Adesso puoi guardare” le disse Lucius.

Alexandra aprì gli occhi e rimase senza fiato. Sul suo decolletè faceva bella mostra di sé un girocollo d’argento con uno smeraldo a forma di goccia.

“E’ stupenda! Grazie.”

“Questi sono gli orecchini. Indossali e scendiamo” disse porgendo il cofanetto.

“Non sarà troppo?” chiese la giovane.

“Niente è troppo per te”. La frase uscì spontanea dalle labbra di Lucius.

Alexandra lo fissava senza capire.

“Andiamo?” fece lui porgendole il braccio.

“Si. Grazie ancora” sussurrò lei stampandogli un sonoro bacio sulla guancia.

Arrivarono fino alla scalinata di marmo che conduceva al piano di sotto.

“Ho paura” sussurrò Alex a suo fratello.

“Stammi vicino e sorridi. Andrà tutto bene” la rassicurò lui stringendole la mano.

Discesero la scalinata. Quando fecero il loro ingresso nel salone tutti si voltarono a guardarli. I rampolli Malfoy erano uno spettacolo per gli occhi. Decisamente incantevoli!

“Lucius” sussurrò intimorita Alex.

“Adesso viene la parte difficile. Ricorda quello che ti ho detto e andrà tutto per il meglio”.

La condusse nella sala da ballo e la presentò a tutti gli ospiti. Dopo un po’ Alex cominciò a sentirsi strana. Le girava la testa e le mancava l’aria, ma continuò a sorridere a tutti quelli che le venivano presentati. Quanti erano?

“Abbiamo quasi finito. Mancano solo i Black”. Disse Lucius come a leggerle nel pensiero.

“Meno male!”

Suo fratello le sorrise. Poi volgendosi verso un invitato”Oh! Buonasera Regolus. Lady Black non è tra noi stasera?”. S’informò Lucius.

“Buonasera” rispose il nuovo arrivato facendo scivolare lo sguardo su Alexandra e indugiando sulla scollatura della giovane. Alexandra si mosse a disagio, ma non lo dette a vedere.  Non fossero stati al centro della sala da ballo, Lucius gli avrebbe lanciato un bel crucio. Come osava fissarla così spudoratamente? Nessuno di questi pensieri trapelò sul volto del bel Malfoy.

”Ti presento mia sorella. Alexandra Victoria Malfoy”

“Molto lieta. Signor…” rispose la fanciulla lasciando in sospeso la frase.

“Black. Regolus Black”. Le prese la mano e gliela baciò.

Ad Alexandra venne l’istinto di ritrarla per la repulsione che provava per quell’individuo, ma non lo fece. Fu Lucius a toglierla d’impiccio.

“Non è venuto neanche tuo fratello?”

“E’ fuori. Lo sai com’è fatto. Sarà dietro a qualche gonnella”rispose senza smettere di fissare La giovane.

‘ Se non la pianta di spogliarla con gli occhi, giuro che lo ammazzo!’ pensò Lucius.

“Scusaci. Dobbiamo proprio continuare con il giro delle presentazioni. A più tardi”. Così dicendo condusse via la ragazza. Alexandra era ben felice di filarsela. Non gli piaceva quell’uomo. Neanche un po’.

“Vado a prendere una boccata d’aria” disse a suo fratello.

“Vengo con te”.

“No. Ho privato Narcissa della tua compagnia anche troppo. Va da lei. Ti raggiungo tra poco”

“Sei sicura? Potrei…” tentò Lucius.

“Tranquillo fratellone! Se qualcuno si avvicina con cattive intenzioni lo schianto.” Scherzò lei. Si voltò e uscì in giardino.

Una dolce brezza estiva le accarezzò il volto. Si diresse verso una panchina di marmo e fu allora che lo vide. Era alto, spalle larghe capelli neri e lunghi fino alle spalle. Stava camminando verso di lei con le mani in tasca. Ad Alex cadde il ventaglio. Lo sconosciuto alzò lo sguardo e si chinò a raccogliere l’oggetto. Nell’istante in cui incrociò il suo sguardo, Alex si sentì arrossire. Aveva due occhi grigi meravigliosi!

“Milady?”. Una voce calda e sensuale la richiamò alla realtà. “Le è caduto…vi sentite bene?” s’informò lo sconosciuto. Alex si riscosse.

“Eh? Si, certo. Grazie” farfugliò cercando disperatamente di rammentare se erano stati presentati nel salone. ‘No. Sicuramente mi sarei ricordata di lui’ rifletté mentalmente Alexandra.

“Dovete essere la sorella di Lucius, suppongo” continuò lo sconosciuto con la sua voce calda e profonda.

“Ehm, si”farfugliò lei in preda ad un crescente imbarazzo.

“Lasciate che mi presenti. Mi chiamo Sirius Black, lieto di fare la vostra conoscenza.”. Così dicendo le prese la mano. Con un movimento elegante e sensuale la portò alle labbra e la sfiorò con un bacio. ‘Santa puzzola! Che fico!’ pensò Alex.

Sirius la stava fissando. La giovane si riebbe in fretta e rispose con un amabile sorriso.

“Piacere mio. Sono Alexandra Victoria Malfoy, ma potete chiamarmi semplicemente Alexandra”.

“Sarà meglio” scherzò lui “posso darti del tu?”. Azzardò.

“Magari…” fece la ragazza sospirando di sollievo.

 Non le erano mai piaciute quelle maniere pompose!

Dal salone giunse un dolce suono di valzer.

“Balli?”

“Come?”

L’affascinante giovane, le sorrise porgendole la mano.

“Hai voglia di ballare con me?” ripetè nuovamente.

Alexandra si sentiva un’idiota. Come poteva rifiutare? Annuì e posò la sua manina su quella di lui. In men che non si dica si ritrovò a volteggiare tra le sue braccia nel giardino.

“Balliamo qui?”

“Dentro c’è troppa gente e poi qui si sta meglio, non trovi?”. Rispose Sirius fissandola negli occhi e continuando a farla danzare. Alexandra rise di cuore tirando la testa indietro.

“Vero” rise.

A Sirius venne l’istinto di baciare quel collo leggiadro.

‘Mio Dio! Quanto è bella!’ pensò il giovane Black.

Danzando, Alex perse l’equilibrio e inciampò su di una radice.

“Attenta!” le gridò Sirius stringendola ancora di più per non farla cadere.

“Ah!” strillò Alexandra. Un istante dopo si ritrovò a terra tirandosi il giovane dietro. Il momento era quanto mai imbarazzante! Alex con la schiena a terra e Sirius che la sovrastava! Il giovane poteva sentire il ritmico alzarsi e abbassarsi dei seni sotto di lui. Alzò lo sguardo. Erano vicinissimi! La ragazza aveva una bocca sensuale e ben disegnata. Desiderò ardentemente posare le labbra su quelle di lei, ma non lo fece.

“Stai bene?”. Chiese lui con la voce resa un po’ roca dall’eccitazione che provava.

‘Meglio di così!’ pensò tra sé Alex. “Mi dispiace. Sono un imbranata”. Rispose invece.

Sirius l’aiutò a rialzarsi. Improvvisamente udirono una voce chiamare.

“Alexandra! Alexandra! Dove sei ?”. Era suo fratello!!!

“ Ora che gli dico?”

“Vieni con me” le disse Sirius prendendole la mano.

La giovane non sapeva che fare.

“Vuoi che ti trovi sola con me con il vestito sgualcito e delle foglie tra i capelli?”.

“No! Sarebbe un catastrofe.”

“Allora seguimi”.

Si nascosero a ridosso di un gazebo ricoperto da rose rosse.

“E’ rientrato” la informò Sirius facendo capolino dal loro nascondiglio.

“Meno male!” sospirò Alex.

Sirius era in piedi di fronte a lei e la guardava con aria divertita.

“Ti ho salvato. Merito un premio”.

“Cosa?”

Alexandra era poggiata di spalle ad una colonna del gazebo. Intuendo le intenzioni del giovane, tentò la ritirata verso destra, ma il braccio di Sirius lo impedì. Alexandra cominciò ad ansimare.

“Lasciami passare” gli ordinò. Lo fissava dritto negli occhi.

“E la mia ricompensa?”

Tentò allora di sgattaiolare verso sinistra. Sirius (che se lo aspettava) la bloccò di nuovo.

“Lasciami passare, Sirius Black o giuro che ti affatturo!”. La ragazza aveva l’aria di chi voleva mantenere la minaccia.

“Siamo soli” gli ricordò Sirius avvicinandosi sempre di più. Le sue labbra erano ad un soffio da quella della giovane. “E poi muori anche tu dalla voglia di darmi un bacio, mia adorata…”. Non terminò la frase.

Alexandra gli mollò un ceffone.

“Non osare mai più” gli sibilò furente e corse via.

"Chi si crede di essere quel pallone gonfiato! Aveva ragione quello lì… quel Regolo o come diavolo si chiama! E’ proprio un donnaiolo! Che rabbia!” rimuginava tra sé Alex.

Entrò nel salone e raggiunse suo fratello. La serata terminò e la giovane, esausta, risalì nella sua stanza. Fuori infuriava una tempesta in piena regola. Il cielo era squarciato da saette e i tuoni rimbombavano assordanti. Alexandra non riusciva a prender sonno. Si alzò e imboccò il passaggio segreto che la conduceva direttamente nella stanza di suo fratello.

“Lucius?” chiamò esitante. Apparve suo fratello.

“Alex! Che succede?” si informò.

Un nuovo boato e Alexandra si rifugiò terrorizzata tra le braccia di Lucius.

“Posso rimanere con te stanotte?”. Era spaventata e tremava.

“Non credo sia una buona idea” fece lui.

“Ti supplico! Ho il terrore dei temporali!”. Alexandra si strinse ancora di più al suo petto.

‘Dannazione!’ pensò Lucius. Proprio non ci voleva! Il suo desiderio si stava ridestando.

“D’accordo. Infilati nel letto che ti raggiungo” sospirò al fine sconfitto.

Alex salì sull’enorme lettone del fratello.

“Buonanotte!” gli disse rannicchiandosi contro di lui.

Dopo pochi minuti, il respiro lento e regolare della ragazza, fecero capire a Lucius che si era addormentata. Non riusciva a crederci! Stretta a lui c’era Alex. Riusciva a percepire la morbidezza della sua pelle attraverso la stoffa leggera della camicia da notte. Un’ondata di desiderio struggente lo travolse. ‘Ti voglio…’ le sussurrò sfiorandole le labbra con un dito. Lei non si mosse. Dolce e fiduciosa si era rifugiata tra le braccia del suo peggior nemico. ‘Sarai mia e di nessun altro…’. Si fece più audace. Le lambì un seno con una mano, scivolando giù per i fianchi. Inaspettatamente riprese il controllo di se. ‘Che cazzo sto facendo!’ si maledì Lucius. Sapeva che avrebbe passato un’altra notte in bianco a fantasticare di fare l’amore con la sua Alexandra.

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Capitolo 5
*** Verso Hogwarts ***


V capitolo

V capitolo

Verso Hogwarts

 

“Insomma sei…pronta?”. Lucius entrò di corsa nella stanza della sorella e rimase senza parole alla vista dello spettacolo che si trovò davanti. Alexandra aveva riempito oltre ogni misura il suo baule e ci stava saltando sopra per chiuderlo.

"Sei ammattita?”.

“Parli bene tu! Ti basta una maglietta, un pantalone e la tua dannata scopa di quidditch!”.

“Santo cielo! Ci hai messo tutto il castello lì dentro? Potevi fare un incantesimo per rimpicciolire tutta questa roba e farcela entrare comodamente”.

Alexandra smise di forzare il baule e lo fissò arrabbiata.

“Quante volte devo ricordarti che a noi maghi minorenni non è permesso far magie fuori da scuola?”.

Chiamarono gli elfi domestici, che nonostante i loro sforzi, non riuscirono a spostare di molto lo scrigno.

“Fuori dei piedi sudice e inutili creature!” abbaiò Lucius.

“Wingardium Leviosa!” disse il biondo indirizzando la punta della sua meravigliosa bacchetta d’argento verso il baule. Con movimenti eleganti e precisi fece fluttuare l’ingombrante oggetto per tutto il tragitto e lo posò sul tetto della carrozza.

“Non è venuto nessuno a salutarci” osservò Alex un po’ delusa.

Che ti aspettavi?Salta ” fece suo fratello tenendo aperto lo sportello della vettura e aspettando che lei salisse.

Alexandra sospirò e montò sulla carrozza seguita da Lucius. Così il viaggio per King Kross ebbe inizio.

 

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“Wow!E’bellissimo!” mormorò Alex quando giunsero davanti all’espresso per Hogwarts.

“Sembra deserto, non c’è nessuno” osservò lei.

“Siamo arrivati in anticipo. Un Malfoy arriva sempre prima di tutti gli altri in qualunque situazione” le ricordò suo fratello.

“Sembri papà” lo prese in giro Alex.

Salirono in treno e scelsero un ampio scompartimento. Poco dopo si cominciò a udire il tipico mormorio della stazione che si riempiva. Alex era euforica. D’improvviso la porta dello scompartimento si spalancò ed entrò Zabini seguito dalla fidanzata di Lucius (Narcissa)  e da due ceffi che furono presentati come Tiger e Goyle. Suo fratello era il leader del gruppo, sembrava che tutti pendessero dalle sue labbra. Narcissa lo guardava con occhi adoranti mentre conversava amabilmente con Philidor. Tiger e Goyle avevano stampati in faccia un sorriso da ebeti.

“Vado a fare un giro” annunciò ad un certo punto Alex. Si alzò e uscì dallo scompartimento. Per lei era tutto così nuovo! Stava fantasticando sulla sua nuova vita a Hogwarts, quando una voce la richiamò alla realtà.

“Ciao!”

Alex si voltò e si trovò di fronte…Sirius Black! Come osava rivolgerle la parola?

Era scortato da due ragazzi, molto affascinanti anche loro. Uno aveva capelli neri e ribelli con due straordinari occhi scuri. Portava gli occhiali che gli conferivano un certo fascino. L’altro aveva capelli e occhi castani, che emanavano dei riflessi dorati. Entrambi avevano un corpo atletico e armonioso. “Ti trovo bene” continuò Sirius.

“Ti presento James Potter”disse indicando il moro”e Remus Lupin, i miei amici” terminò facendo cenno al castano.

“Piacere!” risposero all’unisono i due.

Alex più per costrizione che per piacere rispose con un debole “Ciao”.

“Ragazzi lei è la sorella di Lucius, Alexandra” presentò Sirius.

“Cos’è? Hai perso la lingua?” chiese ironico in direzione della ragazza.

La giovane lo fissò con odio, girò sui tacchi e se ne andò senza proferir parola.

“Carina, ma che caratterino!” considerò James.

“Se è come il fratello ci darà del filo da torcere” fece Remus.

“Lei è diversa. Aspettate e vedrete” concluse Sirius rientrando nello scomparto e accomodandosi sul sedile. Non ebbero modo di incontrarsi se non quando giunsero al castello nella Sala Grande.

Dopo il consueto discorso di benvenuto del preside Dippet, iniziò lo Smistamento. La professoressa McGranitt convocò uno per uno tutti gli studenti del primo anno. Man mano che il cappello parlante li valutava furono destinati alle varie case. Giunse infine il turno di Alexandra. Con passo sicuro percorse la sala e molti ragazzi la seguirono con lo sguardo.

“Si accomodi signorina Malfoy” la invitò la McGranitt e senza tante cerimonie le mise il cappello in testa. Alexandra udì una voce.

“Mm…una Malfoy, eh? Di regola ti assegnerei a serpeverde. Vediamo…” prese tempo il cappello parlante.

“Spedendomi in quella casa, faresti felice mio padre”

“Eh eh!Vedo che sei leale e sincera. La tua bocca non conosce menzogna se non a fin di bene. Ti piacciono le sfide e hai un certo sprezzo per le regole. Ami l’avventura, sei altruista e coraggiosa. Caratteristiche che non hanno nulla a che vedere con i serpeverde. Senza ombra di dubbio. GRIFONDORO!”.

Il brusio iniziale si tramutò in un vociare concitato e il preside impose il silenzio.

“Molto bene, signorina. Si accomodi al tavolo dei grifondoro” le disse la McGranitt indicandole la direzione. Alex si tolse il cappello, delicatamente lo posò sullo sgabello e fece come le era stato detto. Sirius le mostrò un posto di fronte a lui, l’unico rimasto in verità. A malincuore la giovane si sedette. Salutò i suoi nuovi compagni.

“Ci ritroviamo di nuovo, eh?”

“Purtroppo” fu la risposta di Alex.

“Sempre acida come uno yogurt andato a male?” la provocò Sirius.

“Ok. Chiariamo un punto. Apparteniamo alla stessa casa, ma non sono obbligata ad avere a che fare con te!”. Una voce la interruppe. Era la professoressa McGranitt.

“Signorina Malfoy, è stata assegnata al gruppo di studenti del quarto anno. Signorina Evans faccia gli onori di casa, prego”disse l’insegnante indicando una ragazza dai capelli rossi seduta lì vicino.

Sirius aveva le lacrime agli occhi dal ridere. Alexandra l’espressione di chi aveva appena ricevuto un pugno nello stomaco.

“Smettila di ridere” sbuffò Alex.

“Scusa. Pensavo a quello che hai detto poco fa. Purtroppo per te, dovrai avere a che fare con me” le rispose continuando a ridere.

“Ride bene chi ride ultimo, caro il mio Sirius”sibilò tra i denti Alexandra.

“Lascialo stare è fatto così”. Una voce argentina e dolce le giunse alle orecchie. Era la ragazza dai capelli rossi.”Mi chiamo Lily Evans”.

“Piacere Alexandra Malfoy. Spero diventeremo amiche.”

“Ne sono certa”le rispose Lily con un sorriso.

“Sono quattro anni che lo sopporto. E’così pieno di sé, che a volte ti fa venire voglia di affatturarlo” le confidò.

“Non faccio fatica a crederti”. Entrambe scoppiarono a ridere.

Finito di cenare salirono alla torre dei grifondoro. Sirius non staccava gli occhi da Alex. Sembrava ancora più carina dall’ultima volta che l’aveva vista. Fu distolto dai suoi pensieri da un grosso sospiro di James. Si voltò. L’amico sembrava sprofondato in un mondo tutto suo. Sospirò di nuovo.

“James. Vuoi smetterla di tormentarti? E’ evidente che ti piace Lily, quindi falla finita e parlale”.

“Sembra facile!Ogni volta che la guardo non riesco a spiccicare parola. Lo sai, no?”rispose James cestinando l’ennesima lettera d’amore.

“Sirius, ti prego, cambiamo discorso. Chi è la fortunata del momento?”

“Una biondina di corvonero. Si chiama Alice McGregor”.

Remus che fino a quel momento era rimasto in disparte, si alzò dalla poltrona e li raggiunse.

“Sirius, che intenzioni hai?”

“Che cosa intendi dire, Remus?”

“ Semplicemente che se continui a cambiare ragazza a questo ritmo, quando frequenterai il settimo anno ti saranno rimasti solo i ragazzi con cui metterti!”, lo prese in giro Remus.

Sirius rise allegramente.

“Stai attento, allora. Potrei iniziare proprio da te. Begli occhioni!”

“Non scherzare. Dico sul serio”

“Anche io!”rispose il giovane Black.

James aveva sgranato gli occhi e aveva un’espressione sconvolta in viso. Poi tutti e tre, scoppiarono a ridere a crepapelle.

Contemporaneamente su al dormitorio delle ragazze, Alexandra e Lily si divertivano un mondo.

Si erano infilate il pigiama e stavano chiacchierando a gambe incrociate sul lettone di Alex. Verso le due del mattino si addormentarono stanche e felici.

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Capitolo 6
*** L'inizio delle lezioni ***


CAPITOLO SESTO L’INIZIO DELLE LEZIONI Alexandra aprì gli occhi e vide Lily stesa lì vicina. Si mise seduta e si stiracchiò. “Sveglia dormigliona!”. Lily si girò dall’altra parte infilando la testa sotto il cuscino. Alex la scosse per una spalla. “Alzati o faremo tardi”. “Ok, arrivo” farfugliò l’amica con la voce ancora impastata dal sonno. Si cambiarono e scesero a far colazione. Dopo aver mangiato tartine con marmellata d’arancia, succo di zucca e caffé a volontà, poi si diressero verso l’aula di trasfigurazione. Poco più tardi furono raggiunte da tutti i grifondoro al completo e dai corvonero del quarto anno. “Allora” cominciò la McGranitt “Buongiorno a tutti. Cominciamo con qualche esercizio pratico per appurare quello che è rimasto nelle vostre testoline durante l’estate e quello che è andato perduto”. Prese il registro e fece scivolare l’indice lungo la lista. “Signor Black. Trasfiguri la sua piuma in un fiore”. Sirius aveva l’aria di un condannato a morte. La McGranitt si parò davanti al banco di Sirius e James. “Stiamo aspettando” lo incitò la prof. Sirius inspirò profondamente e puntando la sua bacchetta magica verso la piuma, recitò la formula dell’incantesimo. La piuma cominciò a contorcersi e prese la forma di una margherita. La McGranitt lo guardava. “Molto bene. Signorina Malfoy, vuol provare lei?”. “Si, professoressa”. Fece un movimento elegante con il polso e davanti a lei apparve una splendida e profumata rosa rossa, particolareggiata di spine e petali vellutati. “Ottimo. Noto con piacere che la valutazione dei miei colleghi di Durmstrang sul suo conto è esatta”. Si rivolse alla classe. “chi sa dirmi dove ha sbagliato il Signor Black?”. Le mani di Alexandra e di Lily scattarono prontamente in alto. “Nessuno?” fece speranzosa la professoressa rivolta ai suoi alunni. “Molto bene. Prego Signorina Malfoy”. “Il Signor Black, ha dimenticato che nel trasfigurare un oggetto, bisogna tenerne presenti anche le minime caratteristiche. Nel nostro caso, il profumo, il colore, la morbidezza dei petali…” “Basta così, grazie. Spiegazione molto esauriente. Dieci punti a Grifondoro!”. Disse la professoressa. Remus si rivolse agli altri malandrini. “Sembra che abbiamo un’altra so-tutto-io” “Già” rispose Sirius amareggiato. “Oltre che carina è anche intelligente” notò James. “Ma tu non eri cotto di Lily?” “Che c’entra! Dico solo la verità, Sirius” “Piantatela voi due e seguite la lezione” li rimbeccò Remus. Troppo tardi! La McGranitt procedeva a passo di marcia verso di loro. “Vi avevo avvertito! Ora dividiamo la coppia inseparabile. Ne ho abbastanza!”. Si volse verso Lily. “Signorina Evans, Signor Potter, scambiatevi di posto”. “Ma ... professoressa.” Tentò Sirius. “Poche storie! Voglio trovarvi sempre così nelle mie ore di lezione. Sono stata chiara?”. Ordinò la McGranitt con un tono che non ammetteva repliche. “Si, Signora” risposero in coro i malandrini con l’aria di cani bastonati. James si accomodò vocino ad Alexandra. Non si scambiarono una parola fino alla fine della lezione. Sirius continuava a lanciare sguardi truci in direzione della McGranitt. Finita la lezione, lasciarono l’aula diretti verso i sotterranei per la doppia ora di pozioni. Sirius si affiancò a Remus nel corridoio. Alexandra parlava con James, che sembrava averla presa in gran simpatia. “Vai avanti, ti raggiungo subito. Devo chiedere un paio di cose alla prof” disse Lily rivolta ad Alex. “Ok”. Entrando nell’aula di pozioni, trovarono ad aspettarli il professor Lumacorno. “Benvenuti ragazzi! Chi sa dirmi” chiese mostrando in alto una fialetta contenente un liquido rosato “cos’è?” Le mani delle due grifondoro scattarono pronte. “Signorina…” fece verso Alex “ Malfoy, Alexandra” concluse. “Oh! La sorella del Signor Lucius Malfoy, presumo”. Disse socchiudendo i suoi occhietti miopi. “Si” rispose lei in imbarazzo. “Prego, c’illumini” la incitò Lumacorno. Alexandra, dopo aver enunciato il nome della pozione, si lanciò in una semplice ma accurata spiegazione sulle sue peculiarità e sulla preparazione. Lumacorno non stava più nella pelle dalla felicità. “Mi aspetto grandi cose da lei, signorina Malfoy. Dieci punti a Grifondoro!”. I Serpeverde schiumavano do rabbia. I Grifondoro erano al settimo cielo. “Tutti gli ingredienti sono nell’armadio delle scorte. Prendeteli e aprite il libro alla pagina 859. Per la fine della lezione, mi aspetto un dignitoso tentativo di preparazione”. Detto ciò, rivolse completamente la sua attenzione alla scatola d’ananas candito che era sulla sua scrivania. Ben presto l’aula fu satura di vapori e profumi. Remus e James consultandosi, erano riusciti ad ottenere una fanghiglia violacea che gorgogliava, mentre ribolliva. Quella di Sirius e Peter sembrava catrame liquido. “Dove abbiamo sbagliato?”, Si chiese Sirius rimestando febbrilmente nel suo calderone. Guardò nella direzione di Lily e Alexandra. La loro pozione aveva assunto una lieve sfumatura lilla, che cambiò al rosa confetto appena Lily aggiunse le radici di ninfea. Fu James a rompere gli indugi. “Come avete fatto?” Alexandra si voltò e sorrise. “Senti James, aggiungi alla tua pozione il contenuto di questa fialetta. Aggiungi la radice dopo aver girato per sette volte in senso orario”. Bisbigliò porgendogli la fialetta. “Che roba è?” fece scettico James. “Te lo spiego dopo”. Sussurrò Alex, talmente vicina al viso del ragazzo da poter sentire la sua fragranza. James che aveva assunto il colorito di un pomodoro maturo, annuì e si allontanò. Seguì le istruzioni che gli erano state impartite e la pozione diventò esattamente color rosa confetto. James era raggiante. Sirius era inviperito. “Dammi qua!” disse strappando di mano all’amico la fialetta. Alex e Lily lo guardarono inorridite. “No! Sirius, NO!” gridarono ad una sola voce. Troppo tardi! Si udì uno scoppio e una densa nube nera invase l’aula di pozioni. “Si salvi chi può!” urlò Lumacorno correndo fuori dell’aula in preda al panico con parecchi alunni alle calcagna. Alexandra si portò davanti a Sirius. Era furibonda! “Razza di deficiente! Vuoi ammazzarci tutti?” “Sta zitta!Brutta pipistrella!”, le urlò in faccia lui livido di rabbia. “Se volevi un consiglio potevi venire da noi come ha fatto James! Avremmo corretto anche la tua di pozione”. “Perché ha funzionato con la pozione di James?”, chiese tossendo per il fumo ancora presente nell’aria. “Perché l’antidoto era tarato per la sua pozione, non per la tua! Razza di scemo!”. “Stai attenta a quello che dici!”. Le afferrò un polso stringendo con forza. “Lasciami Sirius! Mi stai facendo male”reagì Alexandra tentando di sottrarsi alla stretta. “Lasciala!” ordinò una voce. Era James! “Sirius, lasciala!” gli ringhiò contro il malandrino. Si guardarono in cagnesco per un lungo istante. Poi il giovane Black lasciò la presa con indolenza. Alex si massaggiò il polso indolenzito. “Grazie” mormorò grata verso James. “Di niente” rispose lui gentilmente. Nell’aula scese il silenzio. Era la prima volta che James e Sirius si erano guardati in modo ostile. Tutto per lei…

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Capitolo 7
*** Malintesi ***


CAPITOLO SETTIMO

CAPITOLO SETTIMO

Malintesi

 

James e Sirius dal giorno dell’incidente nel laboratorio di pozioni, avevano mantenuto un atteggiamento gentile ma distaccato. In realtà avevano avuto poche occasioni per parlarsi. James, con l’incarico di capitano della squadra di quiddicht, era interamente assorbito nella preparazione dei provini. Sirius, con Remus e Peter, era impegnato a studiare trasfigurazione umana per diventare animagus, oltre a portare avanti il progetto della mappa del malandrino. Questa mappa doveva indicare tutti i passaggi segreti nascosti nei vari piani del castello. Segnalava la presenza, tramite un cartiglio, di chiunque si trovava nel piano senza possibilità d’errore.

L’amicizia tra Alex e Lily si rafforzava ogni giorno di più. James che normalmente era piuttosto riservato, cominciò a trascorrere sempre più tempo con la giovane Malfoy. Scherzavano, ridevano, parlavano. Una strana coppia a detta di tutti, quella formata dai due giovani.

“Che ne pensi di Alex e di James?”fece all’improvviso Remus rivolto a Sirius.

“Che devo pensare?”

“James sembra a suo agio con lei, più che con qualunque altra ragazza. Non credi che tra loro possa esserci del tenero?”insinuò Remus.

Sirius alzò gli occhi da “trasfigurazione umana” e li fissò in quelli dell’amico.

“Non lo so”

“Si può sapere che ti è saltato in mente di torcere il braccio a quel modo ad Alexandra?”

“Non ho voglia di parlarne”rispose riprendendo la lettura del libro.

“Perché?”

Sirius sbuffò e sbatté il tomo sul tavolo.

“Perché non lo so neppure io! Va bene?”

“No. Non va per niente bene. Quella ragazza non ti aveva fatto nulla!”

“Ho agito d’istinto. Ero solo arrabbiato, tutto qui”.

“Ma perché? Che ti ha fatto?”incalzò Remus.

“E’ inutile che insisti, lo so dove vuoi andare a parare. Non chiederò scusa né ad Alex né a James!”

“Ma Sirius…”

“Fine della discussione Remus!”. Si alzò e si diresse fuori della Sala Comune dei Grifondoro, diretto verso il campo di quiddicht. L’orgoglio dei Black aveva nuovamente preso il sopravvento su di lui. In realtà non sapeva perché si era comportato a quel modo e questo lo infastidiva ancora di più. Si fermò di colpo. Davanti a lui a circa cinquanta passi, c’erano Alex e James da soli. Strano!

Istintivamente si riparò dietro un albero. Preso dalla curiosità si avvicinò furtivamente per ascoltare la loro conversazione.

“Alexandra, per favore ripensaci!”stava implorando James.

“No, non posso James. Mi dispiace”, rispose la ragazza scuotendo i riccioli.

James si avvicinò e le prese una mano tra le sue. Possibile che l’impacciato James stesse dichiarando il suo amore ad una ragazza? Non voleva origliare, non voleva stare lì, ma le sue gambe non vollero saperne di muoversi.

“Saremmo una coppia fantastica!Non vuoi neanche pensarci su?”.

Alexandra guardò il bel viso del giovane, ma continuò decisa.

“No. E poi non credo che Sirius approverebbe”

“Sirius? Che c’entra lui in tutto questo?”

“E’ il tuo migliore amico e poi non mi sopporta. Finiremmo a litigare tutto il tempo e a renderti la vita impossibile”

“La questione riguarda soltanto noi. Pensaci. Giuramelo” chiese speranzoso.

“James…”

“Giuramelo Alexandra”

Alex si arrese. “Ok, d’accordo ci penserò, ma non ti garantisco niente!”

“Fantastico!Grazie!”, gioì James e istintivamente le diede un bacio sulla guancia.

Alex lo fissò sgomenta a questa manifestazione d’affetto. James divenne rosso come il sole al tramonto. Si schiarì la voce:

“Emh..va-vado…ci…ci vediamo su alla torre” balbettò imbarazzato il capitano dei grifondoro.

Corse via per raggiungere il resto della squadra.

Sirius era rimasto sbalordito. Tutto all’improvviso gli fu chiaro. Non era arrabbiato con lei, ma con il suo migliore amico. James era migliorato tantissimo in pozioni e anche nelle altre materie, grazie all’aiuto di Alex e Lily. Nel quiddicht era un portento, ma questo Sirius lo sapeva da sempre. La cosa che proprio non riusciva a tollerare, era che James lo aveva battuto sul tempo. Lui voleva Alexandra. Era geloso di loro due, ecco la verità! La stramaledetta, amara verità!

Corse a perdifiato in direzione del castello fin sulla torre dei grifondoro. Attraversò come un razzo la sala comune e si rinchiuse nel dormitorio. Al suo passaggio molti studenti si voltarono a guardarlo e Remus gli corse dietro. Provò ad entrare nel dormitori, ma la porta era bloccata.

“Sirius? Cos’è successo? Aprimi!”. Gridò Remus dando dei pesanti pugni sulla porta di legno massello.

“Vattene!”

“Apri! Non fare lo scemo!” insisté Remus.

“Vattene via! Non voglio vedere nessuno!”

Continuarono per buona mezz’ora a urlarsi attraverso la porta, poi Remus si arrese.

Il giovane Black non scese neanche per la cena. Lupin mangiò pochissimo e raccontò a James lo strano comportamento dell’amico. Risalirono su al dormitorio portando qualche cosa da mangiare nel caso in cui Sirius avesse fame. La porta era ancora chiusa a chiave.

“Hai deciso di farci dormire nella sala comune?” gli urlò James.

Nessuna risposta.

“Sirius?Sirius? Stai male?”chiesero preoccupati i due malandrini.

“Apri dannazione!” imprecò James.

“Guarda che butto giù la porta! Uno…due…”.Non terminò il conteggio. La porta si aprì cigolando.

“Era ora!” sbuffò James entrando con Remus alle calcagna. Sirius era in piedi a braccia incrociate e aveva un piede poggiato muro.

“Allora?” chiese Sirius a James.

“Allora che?” tentò di capire James.

“Non fare lo scemo con me James, non ti conviene. Qual è la risposta?”

“Si può sapere di che diavolo parli?”

“Di Alexandra, dannazione! Te l’ha data o no una risposta?” sbraitò Sirius.

“Ehi! Un momento, come fai a …”

Sirius non rispose.

“Certo! E’ chiaro! Hai visto tutto, che ne pensi? E’ fantastica, vero?”

“Rispondimi”sibilò a denti stretti Sirius.

James si accomodò sulla sponda del letto.

“No, deve ancora pensarci”.

“Ma davvero…” fece ironico Sirius.

“Già”.

“Sei sicuro di quello che stai facendo, James?”, Sirius guardò intensamente il suo amico.

“Vuoi scherzare? Certo! La voglio! Nessuna è come lei!”.

Remus era rimasto in disparte. Ancora non aveva la più pallida idea di cosa stavano dicendo.

“Ragazzi, non è che mi rendereste partecipe della discussione?”, chiese.

“Insomma, che ne pensi?”. Incalzò James.

“Da quando t’interessa la mia opinione, Potter?”

“Da quando mi chiami Potter?”, rispose James sgranando gli occhi.

“Volete spiegarmi!” ululò Remus sull’orlo di una crisi di nervi.

James raccontò l’accaduto. A mano a mano che l’amico procedeva nella spiegazione, Sirius si sentiva sempre più idiota.

“Mi mancava una persona per simulare una partita di quiddicht e le ho chiesto di giocare come cercatrice. Devo ammettere che ha talento. Così le ho domandato di entrare a far parte della squadra” terminò James.

“Non dirmi, Sirius, che hai fatto tutto questo casino perché non la vuoi in squadra!”fece Remus al colmo dell’indignazione.

“Emh…io…veramente…”farfugliò Sirius imbarazzassimo. Per la prima volta in vita sua, non sapeva che rispondere.

“Forse se le parlassi tu, accetterebbe” disse James massaggiandosi il mento con fare pensoso “a quanto ho capito, ci tiene al tuo parere”.

(Sono un perfetto imbecille!) si disse Sirius mentalmente. Scosse la testa, poi si rivolse a James.

“Proverò. E visto che mi trovo le chiederò anche scusa per l’altro giorno”.

James e Remus si guardarono sbalorditi.

“Jamy corri a chiamare Madama Chips! Sirius sta delirando!!”

“Come sarebbe a dire!”, fece lui stizzito.

“Da quando ti conosciamo non ti abbiamo mai sentito chiedere scusa a nessuno. Nemmeno agli insegnanti, quando ti beccavano a infrangere le regole della scuola!”.

Sirius sorrise e s’infilò sotto le lenzuola.

“C’è sempre una prima volta. Buonanotte!”.

Chiuse le tendine del suo letto e si addormentò serenamente.

 

 

 

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