BRIGHT HEARTS - Il nuovo potere dei Digimon Tamers

di Francesca Akira89
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Inizio ***
Capitolo 2: *** Misteriouse gems ***
Capitolo 3: *** Bright Hearts ***
Capitolo 4: *** Bad dreams ***
Capitolo 5: *** PARTENZA!!! ***
Capitolo 6: *** Il Nemico ***
Capitolo 7: *** Il castello oscuro ***
Capitolo 8: *** Segui il tuo cuore ***
Capitolo 9: *** La battaglia finale - Epilogo ***



Capitolo 1
*** Inizio ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

 

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei Digimon Tamers

 

Capitolo 1

 

Jeri correva ansimando lungo la strada; era stanchissima e sentiva un dolore per tutto il corpo, ma non poteva riposarsi… Doveva sbrigarsi… Doveva raggiungere gli altri …. Loro…. dovevano sapere.

Era l’unica che poteva avvisarli, lo sapeva.

Ma il guaio è che lo sapeva anche Lui.

In un attimo, una lunga striscia di luce infuocata le si avvolse intorno alle gambe prima che avesse il tempo di accorgersene.

Tentò di urlare, ma il nastro di fuoco salì a velocità sorprendente lungo il suo corpo fino ad avvolgerla completamente, tappandole la bocca.

Con un sordo mugolio, la figuretta esile della ragazza ormai avvolta in un bozzolo iridescente, venne trascinata verso l’ombra della strada e… scomparve.

 

   Shinjuku. Ore 12.30

 

-         Takato… scusa…

 

Un ragazzo dai capelli castano dorato alzò lo sguardo in su.

Un ragazzo cinese dai capelli corti e scuri e una ragazza dallo sguardo serio lo osservavano dall’alto con un’ espressione assolutamente sconvolta.

 

-         Sì, Henry… Rika? Cosa c’è?- domandò, raddrizzandosi gli occhiali da pilota che gli erano scivolati sul naso.

 

I due ragazzi si scambiarono uno sguardo stupefatto.

 

-         Takato…- cominciò Henry, con molto tatto.

 

-         Che accidenti stai facendo?!- sbottò Rika, senza tanti preanboli.

 

Takato fece leva sulle sue due esili ginocchia e si raddrizzò fino a sedersi sulla sbarra:

 

-         Niente di particolare…- disse, un po’ affannato, strofinandosi una mano sulla fronte molto rossa- Cercavo di diventare più intelligente!

 

Rika guardò Henry e si portò il dito alla fronte con un mezzo giro, alzando contemporaneamente gli occhi al cielo.

Henry non potè fare a meno di sorridere.

 

-         Cercavi di diventare più intelligente attaccandoti a testa in giù alla sbarra per le flessioni?- chiese poi educatamente il moretto, rivolgendosi a Takato.

 

-         Ryo sostiene che funziona!- disse Takato, cominciando ad arrossire.

 

-         Ryo!… Oh, guarda, adesso sì che è tutto chiaro!- esclamò Rika, nascondendo la faccia tra le mani, col tono di chi è al l’ orlo dell’esasperazione.

 

Proprio in quel momento, un suono tra una pernacchia e un soffocamento giunse alle spalle dei tre amici. Rika e Henry si voltarono e videro un ragazzo alto e abbronzato, piegato in due in una crisi di risate trattenute.

 

-         Io non ci trovo proprio niente da ridere!- protestò Takato, arrabbiato, scendendo con un salto dalla sbarra.

 

-         Mmmpffff … Ah… Ah…! No… coff... Ah.. ah... scusatemi ragazzi... Coff… coff… comunque, Takato… eri bellissimo nell’imitazione di un pipistrello!. Ah,ah,ah!

 

-         Non dovresti prendere in giro i tuoi amici… soprattutto se siamo noi!- disse Henry, in tono di disapprovazione.

 

-         Io non ho preso in giro nessuno!…- esclamò Ryo, riprendendosi e prendendo un tono da dignità offesa- Facendo affluire più sangue al cervello si migliorano le facoltà intellettive; l’ho letto su Topolino!

 

Rika gli tirò contro la cartella, ma il ragazzo c’ era  abituato e l’afferrò al volo.

 

-         Non ti sarai arrabbiata, principessa! Era solo uno scherzo!- disse, porgendole la cartella con un inchino galante.

 

Rika l’ afferrò e cominciò a inseguire Ryo per tutta la strada che li separava dalle loro abitazioni.

Ogni tanto Ryo rallentava e lasciava che l’ amica gli sferrasse un colpo, che prontamente schivava, e poi si allontanava di nuovo di corsa.

 

-         Secondo te quei due la smetteranno mai?- chiese Takato a Henry, ancora piuttosto avvilito per la beffa ricevuta.

 

-         Mi sembra piuttosto improbabile!- rispose l’ amico.

 

Arrivati all’ incrocio, Rika lasciò finalmente perdere il suo inseguimento, anche perché da quel punto Ryo doveva prendere un’ altra strada:

 

-         A presto, ragazzi! Ci rivediamo domani su questi schermi!- esclamò il brunetto, saltellando via allegramente.

 

-         Addio!- gli strillò dietro Rika.

 

Andato via Ryo, i tre ragazzi ripresero la strada di casa in quasi perfetto silenzio, Rika in testa al gruppo.

 

-         E’ tutto a posto, Takato?- chiese Henry- Sei stranamente silenzioso…

 

Takato scosse un po’ la testa, come per snebbiarsela:

 

-         Mmm… Sì…- borbottò- Sono solo ancora un po’ stordito…

 

-         Così impari a dare retta a quella polpetta!- replicò Rika, con la sua solita gentilezza.

 

-         Avete sentito Jeri, ultimamente?- chiese Henry, per cambiare discorso.

 

Sia Rika che Takato scossero la testa:

 

-         No… è un po’ che non la sento, a dire il vero…

 

-         Sarà incasinata!…- fece Takato- Sai che è andata a una delle scuole medie più impegnative della città?

 

-         Sì, me l’ ha detto… Dicono che lì prendano solo i ragazzi con un quoziente intellettivo superiore alla media… Inoltre, non basta avere tutti i voti alti, per essere ammessi, bisogna anche avere la condotta in regola!…- disse Rika, pensierosa.

 

-         Un po’ la invidio…- borbottò Takato.

 

Henry lo guardò, incuriosito:

 

-         Ti hanno riportato qualche verifica corretta, oggi?- chiese.

 

-         No, perché?

 

-         Bè, allora come ti è venuta questa fissa di diventare più intelligente?

 

Takato arrossì leggermente:

 

-         Non so… Così… Non mi sembra di essere granchè.. e allora…

 

-         Ma dai, che sciocchezza!- disse Henry- Stai benissimo così come sei!

 

-         Lo pensi davvero?- chiese Takato, illuminandosi.

 

-         Certo!

 

-         Allora… Credete che sono già abbastanza intelligente, così?- domandò, guardandoli speranzoso.

 

Henry lo guardò, un po’ imbarazzato. Fissò lui, poi il cielo, poi Rika e infine i suoi piedi.

 

-         Magari prima…- disse Rika, acida- Prima che ti vedessimo appeso a testa in giù alla sbarra di ginnastica!

 

Takato diventò rosso fuoco e abbassò il capo, mortificato.

Non ebbe più il coraggio di dire una parola, e la passeggiata proseguì in assoluto silenzio.

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Capitolo 2
*** Misteriouse gems ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei Digimon Tamers

 

 

Capitolo 2

 

 

Almeno una ventina, o forse più,  di uomini e di donne in tuta bianca, vociferava per un’ ampia sala ricca di computer e apparecchiature scientifiche, chi impegnato con queste ultime, chi mostrando tabulati ai colleghi.

Un folto gruppetto di persone, invece, era impegnato ad osservare qualcosa tenuto accuratamente sotto vetro.

 

-         Qualcuno ha capito di cosa si tratta?

 

La voce che aveva appena pronunciato questa domanda apparteneva a una giovane donna dai capelli tagliati in uno sbarazzino caschetto dorato, che distolse lo sguardo dall’ oggetto in questione per rivolgerlo ansioso alla collega che le stava accanto.

Lei attese un po’,  poi si tolse i grandi occhiali infrarossi e la guardò:

 

-         Non ne ho la minima idea…- sospirò, stancamente- Sono  inavvicinabili per un’ esame accurato… L’ unica cosa certa è che provengono dalla rete digitale…

 

-         Ma allora…- osservò l’ amica, timidamente- E’ probabile che provengano da…

 

-         Digiwordl.- concluse Reyca Ootori  (avevate capito che era lei, no?^^ nda)- Lo so.

 

Ci fu una pausa.

 

-         Avete avvisato il signor Wong e gli altri pioneri digitali?- chiese la bionda a voce bassa, come se le mancasse il coraggio.

 

Reyka scosse la testa.

 

-         Yamachi… che ne pensa?

 

-         E’ convinto che  ci sia un motivo ben definito se sono arrivate qui nel mondo reale, ma prima di mettere in allarme Wong e gli altri vuole essere sicuro che sia davvero necessario. Preferiamo non coinvolgerli di nuovo negli affari di nostra responsabilità.

 

 

-         E i ragazzi? Pensate che debbano essere avvisati?

 

 

Reyca attese un po’, prima di rispondere:

 

-         Forse…- sospirò, infine- Ma per il momento lasciamoli tranquilli… Strapparli di nuovo alla loro vita spensierata, dopo tutto quello che hanno passato, sarebbe troppo crudele.

 

*****

 

“Non riesco davvero a capire…” Ryo passeggiava cupo per la strada deserta, con la cartella gettata di traverso sulla spalla “Perché si comporta così con me? Con Henry e Takato non fa così… Takato qualche volta la fa arrabbiare, è vero, ma non è la stesso. Con me è sempre arrabbiata! Va in bestia non appena mi vede, anzi, forse persino prima!”

 

Sospirò, e si passò una mano tra i capelli castani, alzando gli occhi blu al cielo limpido.

Era una bella giornata, senza nemmeno una nuvola; il cielo color pervinca intenso, e le stelle luminose come non mai.

Stelle? In pieno giorno?

Ryo strizzò  gli occhi e li schermò con una mano , socchiudendoli, mentre scrutava più attentamente il cielo.

C’ era una stella. Una stella luminosissima, proprio accanto al sole. Che strano…

Ma un attimo… Non era possibile…

Si stava muovendo?!…

Ryo spalancò gli occhi, pietrificato, mentre la “stella” si ingrandiva sempre di più in tutto il suo fosco splendore, dirigendosi proprio su di lui. Si guardò  disperatamente intorno alla ricerca di un rifugio, ma non ce n’erano, perciò, in mancanza di meglio, si gettò a terra proteggendosi  la testa con le mani.

Un attimo dopo, avvertì una stranissima sensazione, come se il suo intero corpo galleggiasse. Sembrava che l’ aria fosse diventata tutt’ aduntratto più calda…

Durò solo pochi  secondi, in cui la luce intorno a lui aumentò notevolmente; poi, bagliore e calore svanirono.

Ryo rimase ancora per qualche secondo sdraiato immobile, stordito.

Poi si alzò a fatica e si guardò intorno con aria un po’ stupida.

Non sembrava fosse successo nulla.

Confuso, alzò gli occhi al cielo, ma anche quello era tornato normale: niente più stelle abbaglianti, né niente.

Niente di niente.

Avvertì un improvviso prurito al dorso della mano destra e, istintivamente, se la grattò con l’ altra.

Con sua grande sorpresa, le sue dita si scontrarono con una superficia liscia, fredda e… stranamente sferica.

Alzò di scattò la mano e osservò, sgomento, ciò che era appena apparso sul suo dorso: una gemma rotonda, liscia… di un luminoso colore nero.

 

*****

 

-         Ciao Takato! Ci vediamo domani!- esclamò Henry, varcando la soglia di casa.

 

-         Sì, va bene. A domani!

 

Henry chiuse la porta con un sospiro stanco:

 

“E anche questa giornata è finita! Non vedo l’ ora di togliermi questa divisa!..”

 

Sbuffando, il ragazzo si tolse le scarpe e cominciò a slacciarsi la cravatta, entrando in cucina.

Ben in vista sul frigorifero, era attaccato un foglio giallo spiegazzato, su cui spiccava  una calligrafia disordinata che Henry riconobbe per quella di sua madre.

 

-         “Ho portato Suzie dal medico. Tua sorella è venuta con noi. Papà è a una riunione di lavoro. La   tua cena è in frigo e blabla…”- lesse, con voce annoiata.

 

Sospirando per la terza volta, abbandonò il foglio sul tavolo e uscì dalla cucina, per andare a gettarsi sul letto in camera sua.

 

“Che noia! Oggi non ho neanche lezione di arti marziali…” si sollevò coi gomiti sul letto e lanciò un’ occhiata curiosa al computer  “Chissà  se è arrivata qualche e-mail… Vale la pena controllare…”

 

Si alzò senza troppa fretta e andò ad accendere il computer:

 

“Ok, vediamo… Clicchete e connetti…”

 

Per un breve istante, lo schermo mostrò la solita casella di posta;  poi…

 

ERROR ERROR ERROR

 

Cosa succede?” pensò Henry, premendo due tasti per interrompere l’ operazione.

 

Fu un errore.

Non appena toccò la tastiera, le finestre “ERROR” si dissolsero in minuscoli puntini, lasciando il posto a una luce bianca accesa e fluorescente, quasi inquietante, che invase tutta la stanza.

 

-         Ma che diavolo…?- boccheggiò Henry, incrociando le braccia davanti al viso per proteggersi dalla luce abbagliante.

 

Sentì gli occhi bruciare e gli scesero alcune lacrime. Un attimo dopo, la luce venne risucchiata di nuovo nel computer. Il ragazzo sentì la temperatura afosa tornare velocemente normale e il bruciore calmarsi. Poi più niente.

Riabbassò le braccia e si passò il dorso della mano sugli occhi lacrimanti, che urtarono qualcosa di duro.

Confuso, aspettò che che i suoi occhi grigi si fossero riabituati alla penombra della stanza, poi sollevò il braccio e fissò il dorso della sua mano, senza fiato.

Le sue dita sfiorarono timidamente quella gemma liscia, bianca, luminosa come la luna.

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Bright Hearts ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei Digimon Tamers

 

 

Capitolo 3

 

 

-          Sta tranquillo… Sono sicuro che non è niente di grave!- il signor Wong si agitava per la stanza- Adesso andremo a Sefiro e si risolverà tutto! Sono certo che c’ è una spiegazione! Non preoccuparti!

 

-          Io non mi preoccupo… Sei tu quello che si agita!- rispose Henry, dondolando i piedi sulla sedia, mentre osservava il padre mettersi la giacca e cercare le chiavi della macchina.

 

Quando finalmente suo padre era tornato a casa, il giorno prima, era mezzanotte passata, e lui ormai si era addormentato da un pezzo.

Ma appena svegliato, era subito corso a mostrargli la novità che gli era comparsa sulla mano, e la sua reazione: bè, l’avete appena vista!

 

-          Bene!- esclamò il signor Wong- Io comincio a tirare la macchina fuori dal garage, tu raggiungimi! E non correre, per le scale!

 

Lo trattava come se fosse stato malato. O ritardato.

 Eppure gli aveva spiegato che, a parte lo sgomento iniziale, la misteriosa gemma non gli aveva causato alcun danno.

Anzi, se possibile, si sentiva più carico di energia del solito.

Ancora non riusciva a credere di essere riuscito a dormire così tranquillamente, quella notte, nonostante ciò che, contro ogni logica o ragione, gli brillava sulla mano.

 

-          Ok, ok…- rispose Henry, mentre il signor Wong usciva velocemente- Ma non preoccuparti tanto...- un po’ si sentiva in colpa per essere così tranquillo. Sapeva che il padre aveva ragione a preoccuparsi tanto.

 

Eppure a lui non riusciva di stare in pensiero.

Era come se lui e quella gemma fossero stati insieme da sempre.

Sentiva che, in un certo senso, gli apparteneva.

Ma non riusciva a spiegare quella sensazione.

Né capiva perché fosse apparsa all’ improvviso e con quale scopo.

 

Scese le scale piuttosto tranquillamente, tenendosi al corrimano; aveva avvolto la mano destra in una lunga striscia di garza, in modo da nascondere la gemma bianca alla vista.

 

Arrivato in cortile, sentì chiaramente i rumori della macchina di suo padre che tentava di mettersi in moto e si spegneva, oppure andava a urtare contro il muro del garage, e le imprecazioni di suo padre che seguivano queste operazioni.

 

“La gatta frettolosa fa i gattini ciechi!” pensò, sorridendo tra sé.

 

Si appoggiò al muretto, sospirando lievemente.

 

-          HENRY!

 

Si voltò.

Ryo lo stava raggiungendo di corsa.

Gli andò incontro.

 

-          Ciao, Ryo!- esclamò, quando furono di fronte- Come mai qui a quest’ ora?

 

Ryo appoggiò le mani alle ginocchia, mentre riprendeva fiato. A quanto pareva, aveva corso per tutta la strada da casa sua fino al palazzo dove abitava Henry.

 

-          Oh, Henry!- esclamò, non appena fu in grado di parlare- Mi è successa una cosa pazzesca! Non sapevo cosa fare… Tu eri il più vicino, e allora…!

 

-          Ehi, ehi… Sta calmo, Ryo! Non è da te comportarsi così!- osservò Henry, prendendogli le mani che aveva poggiato sulle sue spalle.

 

Fu allora che lo notò: la mano destra dell’ amico era coperta da uno spesso guanto, ma sul dorso, al tatto, si poteva avvertire una lieve rotondità.

Un’ orribile sensazione di consapevolezza si insinuò nella mente di Henry.

 

-          E’ successo anche a te?!- chiese, senza pensarci due volte.

 

Ryo capì all’ istante a che si riferiva:

 

-          Vuoi dire che anche tu…?

 

Henry annuì e Ryo fece un respiro profondo:

 

-          Pazzesco!- ripetè, scuotendo la testa.

 

-          Bè…- fece Henry- Se prima avevamo dei dubbi, adesso possiamo dirlo con certezza! C’ entrano qualcosa i digimon!

 

-          Sì, deve essere per forza così. Non può essere una coincidenza!- disse Ryo, come ragionando ad alta voce- Ma allora… Pensi che anche Takato e Rika abbiano… una di queste?…

 

-          Bè, lo scopriremo presto! Guarda!

 

Ryo si voltò e vide i due amici che si dirigevano verso di loro.

Non sembravano avere niente di insolito: Rika aveva l’ espressione scostante e fiera di sempre, ma Takato sembrava più ansioso del solito. Ma le mani erano nude, e non avevano nulla di strano.

Camminavano entrambi a passo svelto.

 

-          Ciao!- disse Rika spiccia, fermandosi accanto a loro- Dormito bene?

 

Prima che Ryo o Henry potessero rispondere, Takato balbettò:

 

-          Ragazzi, devo dirvi una cosa…- saltellava da un piede all’ altro come se fosse sui carboni ardenti.

 

-          Mm?- fece Rika, stupita, guardandolo.

 

-          Anche noi dobbiamo dirvi una cosa…- intervenne Ryo, e Henry annuì.

 

-          Uh?- fece Rika, spostando lo sguardo verso di loro.

 

-          Ma la mia è importante!- disse Takato.

 

-          Anche la nostra lo è!

 

-          Ehi, uno alla volta, ragazzi!- protestò Rika.

 

Proprio in quel momento, il padre di Henry uscì sgommando dal garage:

 

-          Sbrigati, Henry!- gridò, dal finestrino- Entra in macchina!

 

-          Dove andate?- chiese Rika, curiosa, rivolta al cinese.

 

-          A Sefiro.- rispose lui.

 

-          COSA?!

 

Henry non si scompose, e andò ad aprire la portiera posteriore della macchina, seguito a ruota da Ryo:

 

-          Senti, papà…- disse il ragazzo, mentre entrava- Possiamo portare anche Ryo e gli altri? Anche lui… ha una di quelle cose…

 

-          Cose? Quali cose?- chiese Rika, insinuandosi sul seggiolino accanto ai due ragazzi.

 

-          Ti spieghiamo strada facendo…- disse Ryo.

 

-          D’ accordo, però sbrighiamoci!- disse il signor Wong, sbrigativo.

 

-          Ehi, aspettatemi, non vorrete mica lasciarmi qui!- esclamò Takato, saltando in macchina anche lui, un attimo prima che Henry chiudesse la portiera.

 

-          Ehi, sta attento a dove ti siedi!- sbottò Rika, scrollandoselo di dosso e mandandolo a sbattere contro il finestrino.

 

-          Le tue maniere gentile andrebbero esposte in un manuale…- mormorò Takato, intontito, mentre Ryo e Henry ridacchiavano.

 

 

******

 

-          Questo posto non è cambiato!- osservò Rika, guardandosi intorno.

 

-          Già…- Takato guardava Ryo e Henry a occhi sgranati, e, più precisamente,  guardava le loro mani destre, che i due ragazzi avevano lasciato scoperte per farle esaminare dalla signora Ootori- Ma come è successo?- chiese.

 

-          Te lo abbiamo già spiegato due volte!- sbuffò Ryo.

 

-          Piuttosto…- chiese Henry- Di cos’ è che ci volevi parlare, prima che arrivassimo qui?

 

-          Ah, sì…- disse Takato, rammentandosi e prendendo di nuovo un’ aria preoccupata- Quasi me ne scordavo… Sono stato a casa di Jeri… stamattina!

 

-          E allora?- chiese Rika.

 

Takato sospirò, abbassò e alzò lo sguardo:

 

-          Mi hanno detto…. Che Jeri è sparita!

 

-          Che cosa?- strillarono insieme Henry, Rika e Ryo.

 

-          Ma scusa.. In che senso sparita?- chiese Ryo.

 

-          La sua matrigna mi ha detto che era uscita domenica mattina, e che da allora non è più tornata a casa! Stanno già mettendo i manifesti…- spiegò, con una voce che sembrava un pigolio.

 

-          Quindi è scomparsa da quasi due giorni…- riflettè Henry, ad alta voce.

 

Non poterono soffermarsi oltre a pensare a Jeri, perché proprio in quel momento comparve Yamaki. (che razza di nome! Pare la marca di una macchina fotografica! ^^” nda)  

 

Aveva appena finito di parlare con il signor Wong, che, a quanto pareva, si era allontanato per fare una telefonata.

 

-          Bene, bene… Vediamo…- Yamaki prese Henry per il polso e gli alzò il braccio destro in modo da osservare bene la gemma sulla sua mano- Oh, sì…- fece, togliendosi gli occhiali da sole- Avrei dovuto immaginarlo…- mormorò, con l’aria di chi vede i suoi peggiori dubbi realizzati.

 

I Tamer lo guardarono decisamente confusi:

 

-          Cosa…?

 

-          Megumi!- ordinò l’ uomo, ignorando i ragazzi- Falle portare qui!

 

La ragazza annuì e si allontanò.

 

-          Falle portare qui… Cosa?- chiese Ryo.

 

Yamaki eluse la domanda e chiese:

 

-          Come sono comparse sulla vostra mano, queste gemme?

 

-          Bè, non nello stesso modo…- cominciò Henry.

 

-          Ma probabilmente nello stesso momento!- aggiunse Ryo.

 

-          A me è venuta fuori dal computer….- spiegò Henry- Mentre a Ryo, a quel che ho capito, è piombata addosso… ehm… dal cielo!

 

-          Esatto!- annuì Ryo.

 

-          Quindi…- disse Yamaki- Non avete fatto nulla di particolare? Di… diverso dal solito?- chiese.

 

I ragazzi scossero la testa:

 

-          No!

 

-          Come vi sentite adesso?

 

Ryo e Henry si scambiarono un’ occhiata; buffo che Yamaki si preoccupasse della loro salute:

 

-          Bene…- disse Henry.

 

-          Sì, nonostante tutto… Bene!- approvò Ryo.

 

-          Perfetto…- disse Yamaki- Vorrei che deste un’ occhiata a una cosa…

 

Megumi e Reika ricomparvero con altri due ricercatori, che portavano con gran cura due bacheche di vetro, contenenti due sfere luminose:  una rossa e l’ altra azzurra.

 

-          Ma… Cosa sono?- chiese Rika, avvicinandosi al banco dove le avevano poggiate.

 

-          Veramente speravamo che poteste dircelo voi…- disse Reika- Sono arrivate dalla rete digitale qualche giorno fa… Vi ricordano qualcosa?

 

Anche Takato e gli altri due si avvicinarono per vedere meglio.

 

-          A me… Sembra di averle già viste…- mormorò Takato, osservando rapito i bagliori della sfera azzurra- Ma non ricordo.. quando…

 

-          Qualunque cosa siano, sono davvero splendide…- osservò Rika, sfiorando la bacheca che proteggeva la sfera  rossa (o che forse proteggeva l’ esterno da lei, chissà).

 

Fu un attimo.

Appena Rika staccò le dita dal vetro che avvolgeva la sfera, questa emise un bagliore accecante; i ragazzi e i ricercatori di Sefiro chiusero in fretta gli occhi, si udì un rumore di vetri infranti, e un attimo dopo le bacheche erano sparite, così come la luce.

 

-          Che… che è successo?- balbettò Megumi.

 

-          Le bacheche sono andate in pezzi…- mormorò Reika, con aria quasi spaventata.

 

 Takato si avvicinò di più alla sfera, ora libera dalla sua gabbia di vetro. Non ne aveva staccato gli occhi un attimo, e il suo sguardo risplendeva del suo bagliore azzurro- Che strano… Sembrano sfere piene d’acqua luminosa… Ma che cosa…- allungò lentamente una mano per toccarla.

 

-          NO! Fermo, Takato non la toccare!- gridò Yamaki.

 

Troppo tardi.

Appena Takato posò la mano sulla sfera azzurra, questa emise una luce uguale a quella della sfera rossa, se non più accecante.

Il ragazzo sentì un protettivo calore avvolgerlo, mentre una strana cavità si apriva nella sua mano, con un dolce bruciore. Il suo corpo risplendeva. Si sentiva di galleggiare, mentre una scarica di energia gli attraversava il corpo e gli annebbiava la mente.

Poi tutto svanì.

 

Takato ricadde a terra, con un mugolio di dolore.

 

-          Takato!- esclamò una voce concitata, che non riconobbe subito come quella di Henry- Stai bene?

 

Si sentì tirare su.

 

-          Sì…- mormorò, strizzando gli occhi- Sì, sto bene…

 

-          Takato…- balbettò Ryo, con voce incredula- La tua mano…

 

Takato alzò la mano destra all’ altezza degli occhi, e, per un lungo istante rimase a rimirare la gemma azzurra che vi era comparsa. La puntellò con le dita, cercando di staccarla, ma non ci riuscì:

 

-          Pazzesco!- esclamò poi- La sfera… Si è entegrata alla mia mano!

 

-          Bè…- balbettò Ryo- Adesso mi sa tanto che non ci sono più dubbi! C’ entrano i digimon!

 

-          Ehi! Aspettate un attimo!- esclamò Takato- Ora che ci penso…- guardò la sfera rossa, l’ unica ancora rimasta- Ma sì! Ora ricordo dove le ho già viste! Sono i cuori iridescenti dei quattro supremi!

 

-          Ma sì, hai ragione!- esclamò Ryo, ricordando.

 

-          I quattro supremi?- chiese Yamaki.

 

-          Sono quattro digimon di livello mega, che controllano l’ equilibrio di Digiworld!- spiegò Henry- Ognuno di loro ha diversi cuori iridescenti che ruotano attorno alla loro aurea; nessuno ne sa molto, so solo che sono fonti di energia…

 

-          Quindi il cuore rosso deve essere quello di Zukyhaomon…- disse Ryo, riflettendo ad alta voce- Quello che è appena entrato nella mano di Takato quello di Hasulongmon, quello di Henry quello di Bayhiumon e il mio…

 

-          Ma..- intervenne Rika, interrompendolo- Ma, se sono dei quattro supremi, perché sono arrivati qui? Ci dev’ essere un motivo, non può essere che si siano… diciamo… staccati per caso…

 

-          E se c’entrasse anche con la scomparsa di Jeri?- chiese Takato, preoccupato.

 

-          Ehi, una cosa alla volta, ragazzi!- esclamò Henry- Prima di trovare la soluzione dobbiamo capire qual’ è il problema!

 

-          Secondo me ce li hanno mandati perché hanno bisogno di noi… Forse è arrivati un nuovo nemico!- disse Ryo.

 

-          Oh, no!- balbettò Takato, atterrito.

 

-          Ragazzi…- intervenne Reika Ootori- Ragazzi, calmatevi…

 

Ma fermare un fiume in piena sarebbe stato più facile.

 

-          Bè, se ce li hanno mandati….- osservò Rika- Vuol dire che il cuore rosso è il mio! Sono l’ ultima rimasta…- allungò una mano per toccarlo.

 

-          No, aspetta Rika…- balbettò Henry- Potrebbe essere pericoloso!

 

-          Sciocchezze!- disse Rika- Non ho alcuna intenzione di essere lasciata fuori!

 

-          E non cambierai idea, vero? Sei sempre la solita cocciuta!- sbottò Ryo.

 

Reika Ootori lanciò un’ occhiata preoccupata a Yamaki, ma lui annuì:

 

-          Dobbiamo lasciarli fare…- le mormorò nell’ orecchio- Sono loro i prescelti…

 

Rika appoggiò con determinazione la mano sul cuore iridescente di Zukyhamon, senza alcuna apparente paura: una abbagliante luce rossa la avvolse come in un bozzolo, mentre sentiva la sfera entrare lentamente dentro di lei.

 

-          Tutto qui?- fece, quando il procedimento fu finito, osservando con interesse la gemma rossa che luccicava sul dorso della sua mano- Bè, pensavo peggio!

 

-          Bene…- chiese Takato, battendo la mano sul banco- E ora cosa facciam…- nell’ istante in cui la gemma azzurra cozzò contro il tavolo, ne partì un raggio luminoso che centrò  alcuni computer lì di fronte; questi si accesero per un attimo, poi  i loro monitor saltarono in mille pezzi con un acre odore di bruciato.

 

Megumi strillò e abbracciò il collega che le stava vicino.

Tutto il personale di Sefiro – Tamer compresi –  rimase immobilizzato nei propri posti mentre un lieve fumo puzzolente riempiva la stanza.

Poi Reika si avvicinò lentamente ai computer in frantumi:

 

-          Fuso…- mormorò, esaminandoli- Tutto fuso… Che strano! Si direbbe un sovraccarico energetico, eppure questi computer non funzionavano già da un bel po’!

 

-          Sono mortificato….- balbettò Takato.

 

-          Ma…- fece Ryo, guardando l’ amico, esterrefatto- Ma come è successo?

 

-          Evidentemente questi… cuori iridescenti hanno poteri speciali…- disse Yamaki, con una calma ammirevole- Sarà meglio che per stanotte vi fermate qui, almeno finchè non avremo chiarito bene gli effetti di queste gemme…

 

Rika aprì la bocca per protestare, ma poi lasciò perdere.

 

In quel momento, ricomparve il signor Wong:

 

-          Fatto!- esclamò- Ho telefonato a Shibumi e agli altri… Saranno qui appena possibile! Ma…- osservò sorpreso il pallore dei ragazzi e dei ricercatori- Ma cos’ è successo?

 

-          Spiega tu!- mormorò Reika al marito, stancamente.

 

 

 

NOTA DELL’ AUTRICE:

 

Eccovi il sospirato terzo capitolo!… Mmmm… ho paura di aver fatto un po’ di confusione…!

Ho accoppiato ogni cuore iridescente col digiprescelto che mi sembrava avere il carattere più simile al supremo corrispondente!^^

Bè, ciò che è fatto, è fatto! ;)

Ringrazio moltissimo Sora89 (questa ff è dedicata a lei; infatti fu lei a consigliarmi di scrivere una ff sui Tamer), Melania, Kibiusa, e tutti quelli che recensiscono le mie ff! (se ho dimenticato di citare qualcuno mi dispiace… Lo metterò nel prossimo capitolo!) ^^ Ciao!

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Bad dreams ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei Digimon Tamer

 

 

Capitolo 4

 

 

-         Dove… Dove mi trovo? Qualcuno mi sente?

 

Henry si guardò disperatamente intorno, mentre correva alla cieca per quel posto buio e grigio…

Sentiva le pietre scricchiolare sotto i suoi passi… Forti correnti d’ aria calda lo colpivano di tanto in tanto… Era strano, stava sudando, eppure aveva i brividi…

Non capiva dove si trovasse, sapeva solo che era arrivato lì seguendo una richiesta d’aiuto…

AIUTO AIUTO AIUTO

Quella voce disperata continuava a risuonargli nella testa…

Da dietro le sue spalle venne un gemito. Si voltò di scatto: stesa sul freddo pavimento di pietra, vi era una figuretta esile, i capelli rossi le ricadevano disordinati sul viso… I suoi occhi si aprirono per un istante, lasciando intravedere da sotto le palpebre semicalate due iridi ambrate.

 

Henry spalancò la bocca e gridò:

 

-         Jeri!!!

 

Si rizzò di colpo a sedere sul suo letto, ansimante e cosparso di sudore freddo.

Stupidi letti di Sefiro, pensò, massaggiandosi la schiena. Erano duri come il cemento e altrettanto scomodi.

Gettò un’ occhiata  ai due letti accanto al suo. A quanto pare Ryo e Takato si erano già alzati. Doveva aver dormito proprio tanto…

Dopo essersi ricomposto, uscì dal dormitorio e andò dritto filato nell’ ala destra dell’ istituzione; era lì, infatti, che i Tamers e i ricercatori di Sefiro svolgevano l’ allenamento ai loro nuovi poteri.

I rumori di cose infrante lo condussero fino a una saletta laterale, dove, come previsto, Henry trovò tutti e tre i suoi amici.

 

-         Ehi, Henry!- esclamò Takato, allegro- Guarda cosa riesco a fare!

 

Una scarica azzurra parti dalla sua mano mandando in frantumi una vaso e un monitor da computer.

 

-         Congratulazioni! Non ho mai visto nulla di più stupido!- commentò Rika, disgustata.

 

-         Sei invidiosa!- ribattè Takato, limitandosi a sorriderle.

 

-         Sì… Credo di aver capito…- mormorò Reika Ootori, osservando i tabulati del suo computer- E’ una specie di scarica d’ energia! Senti, Takato…

 

-         Sì?- chiese lui.

 

-         Prova ad abbassare la potenza del tuo raggio, e a toccare quel computer!

 

-         Uh? D’ accordo…- Takato si concentrò e obbedì. Il computer si accese.

 

-         Uao! Incredibile!- esclamò Megumi, eccitata- Funziona senza che la spina sia attaccata!

 

-         Come pensavo…- disse Reika, sorridendo- Il raggio della gemma di Takato fornisce al computer l’ energia necessaria a funzionare…

 

-         Complimenti, Takato! Hai un futuro come batteria!- commentò Rika, con una risatina.

 

-         Oh, sta zitta!- sbottò Takato. Il computer aumentò ancora di più la luce sul suo monitor e dopo un po’ esplose- Ops…

 

-         Ti sei fatto male?- chiese Ryo, correndo da lui.

 

-         No, no…! Sto benissimo!- Takato si alzò e si scrollò di dosso i frammenti di vetro e di fili elettrici.

 

-         Chissà cosa succederebbe se quel raggio colpisse un essere vivente…- disse uno dei ricercatori, pensieroso.

 

-         Vuoi provare tu?- chiese Megumi, sorridendo tranquilla.

 

-         Oh, lasciami stare, Rika! Non è divertente!- sbottò Takato, mentre la ragazza lo faceva levitare al di sopra della sua testa.

 

-         Questo lo dici tu!- rispose lei- E poi, ora tocca a me esercitarmi, no?

 

-         Io però non ho usato i miei poteri con te!- ribattè lui.

 

-         E dai, Rika! Lascialo stare!- intervenne Henry. Un attimo dopo, si sentì attraversare la testa da un pensiero non suo: “Guarda come si lamenta! Vorrei esserci io, al suo posto!”

 

Henry guardò perplesso Ryo, che gli stava accanto e osservava come lui Rika e Takato che litigavano.

 

-         Scusa, hai detto qualcosa?- gli chiese.

 

-         Io? Proprio niente, Henry! Stavo solo pensando! – “Vorrei sapere quando si deciderà Henry  a mostrare i suoi poteri… Finora ognuno di noi ne ha scoperto almeno uno, ma lui no!”

 

“E’ pazzesco!” pensò Henry “Questa è la voce di Ryo, ma lui non sta parlando! E’ come se sentissi i suoi pensieri!” fu colpito da un’ illuminazione “Che sia questo il mio potere?”

 

Diresse lo sguardo verso Rika, e in un secondo si sentì soffocare da un sentimento di imbarazzo: “Ma che cos’ avranno quei due da guardarmi così?!”

 

Distolse lo sguardo da lei e gettò un’ occhiata a Takato: “Ma perché devo sempre fare queste figuracce? Giuro che se questa matta non mi mette subito a terra…!”

 

Ormai completamente assorbito, si voltò e si concentrò prima su Reika e poi su Megumi:

 

“Questi ragazzi non si rendono conto del potere che hanno tra le mani, o non sarebbero così tranquilli! E’ una cosa sconvolgente, inspiegabile! Del resto a Digiworld non ci sono schemi, tutto è possibile! Ma non si dovrebbe lasciare a dei ragazzini una responsabilità simile!”

 

“Dove accidenti avrò messo gli occhiali? Li perdo sempre!…”

 

Henry ebbe il sussulto di una risata mal repressa, e Ryo, Rika e Takato lo guardarono in modo strano:

 

-         Ma… Che cos’ hai?

 

Henry esitò un secondo, poi sorrise:

 

-         Credo di aver appena scoperto qual’ è il mio potere!

 

-         Ah, sì?- chiese Ryo “Era ora!”

 

-         E quale sarebbe?- chiese Rika “Io non ho visto niente, come ha fatto a scoprirlo senza fare nulla?”

 

“ Uhm… Conoscendo Henry, sarà qualcosa di molto particolare…” pensò Takato.

 

-         Sì, hai ragione!- approvò Henry, sorridendo a Takato, che aggrottò la fronte, confuso. Guardò tranquillo i tre amici, e disse:- Tenetevi forte! La gemma di Bayhiumon consente di leggere nel pensiero!

 

-         Cosa?!

 

Rika lasciò cadere a terra Takato.

 

-         AHI!!!- fece lui.

 

-         Scusa..- balbettò Rika, arrossendo lievemente.

 

Anche Ryo arrossì, mentre guardava Henry:

 

-         Ma scusa… In che senso? Vuol dire che tu hai sentito tutti i nostri pensieri?

 

Henry annuì e Ryo diventò color fuoco.

 

-         Interessante…- commentò Reika Ootori, che a quanto sembra aveva ascoltato le chiacchiere dei Tamers- Chissà quanto questo potere riesce ad arrivare lontano…

 

-         Riesci a sentire cosa sta pensando tuo padre, in questo momento?- chiese Takato.

 

-         Aspetta…- mormorò Henry. In realtà non aveva ancora capito come si facesse a controllare quel potere. Cercò di concentrarsi sull’ immagine di suo padre, e un attimo dopo sentì dei sussurri soffocati e disconnessi nella sua testa, come se venissero da una radio non ben sintonizzata. Chiuse gli occhi e prese le tempie tra le mani. La gemma brillò. Un attimo dopo, la voce di suo padre risuonò nella sua mente:

 

“Sono preoccupato per il mio Henry. Perché saranno arrivati questi cuori iridescenti? Cos’ altro vuole il mondo digitale da noi? Non credo che mia moglie reggerebbe, se Henry dovesse partire di nuovo! Ma che cosa combinano i miei compagni? Shibumi, Dolfin e gli altri dovrebbero essere già arrivati da un pezzo…”

 

Il contatto si interruppe, e la voce scomparve.

Henry riaprì gli occhi con un sussulto, e vide tutti gli altri – ricercatori e Tamers – che lo fissavano.

 

-          Eri praticamente in trance!- gli disse Rika- Sembravi così… Così lontano!

 

-          Ho sentito i pensieri di mio padre…- disse Henry, respirando profondamente. Si sentiva di colpo immensamente stanco- Erano fiebili, però… Come se parlasse a bassa voce…

 

-          Erano pensieri!- osservò Ryo- Come poteva farli a bassa voce?

 

-          Forse è perché era lontano!- disse Takato.

 

-          Evidentemente questo potere ha dei limiti di distanza!- affermò Reika, prendendo un appunto- O forse è solo questione di allenamento… Ah, Henry…

 

-          Sì?- chiese lui, spossato.

 

-          Devi farmi la promessa di non usare mai più il tuo potere su di noi!- disse la signora Ootori.

 

Il tono della voce era pacato, ma lui notò un certo rossore, sulle sue guance.

 

-          Va bene…- promise Henry.

 

-          E neanche su di noi!- precisò Ryo, accalorato.

 

-          D’ accordo!- Henry sorrise, e l’ amico arrossì.

 

-          Bè, ragazzi… Questi poteri sono a dir poco strabilianti!- esclamò Rika- Se ci sono stati mandati, un motivo ci dev’ essere, e bello grave! Forse è arrivato davvero un nuovo nemico a Digiwordl, e questo è un modo indiretto dei supremi per farcelo sapere!

 

-          Se è così, dobbiamo scoprirlo!- disse Ryo, deciso.

 

-          Sì, ma come?- fece Takato- E se anche la scomparsa di Jeri fosse connessa a questa storia?- aggiunse, guardando gli altri quasi con spavento.

 

“Jeri?” venne da pensare a Henry “E se…” – Ehi, ragazzi, ascoltate!- esclamò il cinese- Io stanotte ho fatto uno strano sogno… C’ era una voce che mi chiedeva aiuto… E ora che ci penso…- aggrottò la fronte- Sembrava proprio la voce di Jeri!

 

-          Cosa?- disse Ryo- Ma come…

 

-          Ecco, adesso io stavo pensando, bè… Il mio potere è quello di essere telepatico, no? Bene, e se durante il sonno mi fossi messo involontariamente in contatto con la mente di Jeri? Potrebbe essere stata davvero lei a chiedere aiuto!

 

-          E’ possibile…- mormorò Rika scioccata, quasi tra sé.

 

-          Cosa?- Takato corse da lui- E ti ricordi dove ti trovavi?

 

-          Bè… Era un posto buio… Pietroso… Anzi a pensarci…- socchiuse gli occhi- Poteva anche essere Digiwordl!…

 

-          Allora è vero! C’ è un nuovo nemico! E ha rapito Jeri!- esclamò Takato, in preda al panico.

 

-          Sta calmo! E’ solo un’ ipotesi!- osservò Ryo, appoggiandogli una mano sulla spalla.

 

-          Vero…- disse Rika, poco convinta- In fondo… Può anche essere che il sogno di Henry, fosse solo un… sogno!

 

-          L’ hai detto tu che ci dev’ essere un motivo se i cuori dei supremi sono arrivati a noi!- sbottò Takato, in crisi nervosa- E mi sembra lecito pensare che ci sia una connessione, visto che Jeri è scomparsa lo stesso giorno in cui sono apparse queste stupide gemme!

 

Ryo tentò un’ altra ipotesi:

 

-          Forse Henry si è sbagliato…- azzardò- Forse il posto dove Henry ha visto Jeri non era Digiwordl! In fondo questo particolare gli è venuto in mente solo dopo!

 

-          L’ ho visto, Ryo! Era Digiwordl!- rispose Henry, secco- Solo che lì per lì non ci ho fatto caso! Sai quando si nota una cosa, ma senza farci troppo caso?

 

-          L’ unico modo per toglierci il dubbio, è partire per il Mondo Digitale!- affermò Takato, convinto.

 

-          E come?

 

I tre tamers si voltarono verso la signora Ootori. Fino a quel momento era rimasta in silenzio ad ascoltarli, ma ora non era più riuscita a trattenersi:

 

-          Lo sapete anche voi che il varco si è chiuso! Non c’ è più alcun modo di entrare a Digiwordl!- disse.

 

-          E’ vero, purtroppo…- mormorò Henry, mordendosi il labbro.

 

-          No, invece!- esclamò Takato.

 

Tutti si voltarono verso di lui.

 

-          C’ è un varco ancora aperto! Quello sotto il rifugio di Ghilmon!- spiegò- Sono  tornato lì più volte, a controllare! Non si è mai chiuso!

 

-          Cosa? E perché non ce lo hai mai detto?- sbottò Rika- Tutte quelle volte che siamo andati lì a giocare… Perché non ce ne hai mai parlato?

 

-          Pensavo fosse meglio per tutti che non si sapesse…- mormorò Takato- Ma adesso…

 

-          Questo vuol dire che abbiamo ancora una carta da giocare!- esclamò Ryo- Vorrà dire che andremo a Digiwordl a controllare che tutto sia a posto, e se lo è, chiederemo spiegazioni ai supremi riguardo queste gemme! Tu sei d’ accordo?- aggiunse, rivolto a Rika.

 

Lei annuì.

 

-          Lo siamo tutti, a questo punto!- affermò Henry- Bisognerà parlarne con mio padre e il signor Yamachi, però… Mi scusi, signorina, può chiamarli?

 

-          Ma…- balbettò Reika Ootori, spiazzata- Non so se… Aspettate, adesso vedo…- premette alcuni tasti su una specie di interfono là vicino e cominciò a chiedere qui e là del marito, mentre i tre Tamers la guardavano decisi.

 

 

 

NOTA DELL’  AUTRICE:

 

Fine quarto capitolo! Che ve ne sembra? ^^

Saluto qui chi ho dimenticato la volta scorsa: mille grazie per le recensioni a Katia e Kibiusa (e anche a  tutti gli altri che ho già nominato nel 3° capitolo, naturalmente! ^^)

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Capitolo 5
*** PARTENZA!!! ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei digimon Tamers

 

 

Capitolo 5

 

 

Un forte tuono smosse i loro pensieri e portò il loro sguardo fuori dalla finestra, il cui vetro era increspato di goccioline perlacee.

Il ticchettio della pioggia contro i vetri era costante, quasi ossessivo.

 

-         La giornata sarà una tragedia ancor peggiore di quella che si preannunciava!- sospirò  Henry, in tono stanco.

 

-         In linea con il mio umore…- commentò Rika. Stava stesa sul letto, i capelli sciolti che le ricadevano sul viso, il mento appoggiato sui palmi ripiegati. Sul dorso della sua mano, s’ intravedeva un fosco bagliore rosso, che le illuminava il viso da sotto in su, cosicchè il suo viso di solito esangue pareva in fiamme, anche a causa dei capelli rossi striati di biondo che glielo incorniciavano.

 

-         Bè, per questo posso fare qualcosa io…- Ryo si avvicinò alla finestra e la aprì.

 

-         Ma che fai?! Ti inzupperai!- esclamò Rika.

 

Ryo non diede segno di aver sentito e sporse fuori il braccio destro: la gemma nera sulla sua mano diede un lampo, e un attimo dopo le nuvole erano state spazzate via.

Soddisfatto, il ragazzo richiuse la finestra e si sedette sul letto.

 

-         Riesci a usare il tuo potere sulle nuvole, Ryo?- chiese Henry, sorpreso.

 

-         Non proprio… Ma posso chiedere loro di andare a depositare la loro pioggia da qualche altra parte!- rispose Ryo, con un sorriso. Sfiorò la gemma, e un attimo dopo dal suo braccio si levò un lieve fumo, segno che l’ acqua che vi si era depositata aveva cominciato a evaporare.

 

-         Che fine ha fatto tuo padre?- chiese Takato a Henry, dopo un po’.

 

-         Sta ancora discutendo con gli altri pioneri digitali riguardo la nostra… partenza…

 

Il signor Wong aveva detto ai Tamer che, prima di dare il suo consenso alla loro decisione di attraversare il varco per Digiworld, aveva intenzione di parlarne a Shibumi e agli altri suoi colleghi. Questi erano arrivati ormai da tre giorni, e dopo ore di discussioni e ipotesi, era stata finalmente presa la decisione: Takato, Henry e gli altri sarebbero partiti per Digiworld  proprio quella mattina.

 

-         Non lo trovate incredibile?- domandò Rika, dopo tre minuti di silenzio di tomba.

 

-         Che cosa?- chiese Takato.

 

-         Insomma… Fra meno di un’ ora partiremo per Digiworld… Praticamente abbiamo dei poteri magici: possiamo controllare gli elementi, far levitare gli oggetti e altre cose di questo tipo… Eppure ce ne stiamo qui, tranquilli, come se non fosse accaduto nulla di straordinario!

 

I tre ragazzi restarono in silenzio ad ascoltare il suo sfogo, poi Takato disse:

 

-         Bè, magari siamo ancora dei bambini superficiali e non ci rendiamo bene conto della gravità della situazione!

 

-         Parla per te!- replicò Rika, sgarbatamente.

 

-         Su, ragazzi… Adesso questo non ha importanza! Dobbiamo pensare… riflettere…- Henry sospirò- Regioniamo: mettiamo che a Digiworld ci sia davvero un nuovo nemico… E’ solo un’ ipotesi…- precisò, accigliato, visto che Ryo aveva aperto la bocca per protestare- Noi come ci comporteremmo?

 

-         Bè, se è così non possiamo certo tirarci indietro!- osservò Rika.

 

-         Io voglio solo trovare Jeri. Mi interessa solo questo!- disse Takato, deciso.

 

-         Già, ma mettiamo che…

 

La porta della loro stanza si aprì e Henry non completò la frase.

Era la signorina Megumi.

 

-         E’ ora?- chiese Ryo, prima che potesse proferire parola.

 

Lei annuì:

 

-         Seguitemi…

 

I quattro Tamers non si concessero neanche un attimo di riflessione e le andarono dietro.

La signorina Megumi li portò nell’ area centrale di Sefiro; appena entrati, tutti i ricercatori, i pioneri digitali e anche Yamaki e il signor Wong si voltarono a guardarli.

Shibumi fu il primo ad andare verso di loro:

 

-         E’ tutto pronto!- disse, piuttosto brusco- Queste sono le vostre carte per le digimodifiche e le digevoluzioni…- gli porse quattro sacchetti di pelle così colmi da essere chiusi a fatica.

 

-         E’ una vita che non le uso…- commentò Henry, prendendo il suo.

 

-         Lì ci sono i vostri zaini…- disse Reyka Ootori, con voce insolitamente tremante- Sono stati riempiti di tutto ciò di cui potreste aver bisogno, anche se non sappiamo alla lunga quanto potrà servire… Il mondo digitale è diventato quasi inaccessibile da quando è stato innestato il processo di regredimento…- s’ interruppe.

 

-         D’ accordo, grazie…- disse Takato, serio.

 

-         I nostri genitori sono stati avvertiti?- chiese Rika- Non sappiamo quando torneremo… 

 

-         Sono stati avvisati, sì…- disse piano Dolfin- Ma gli abbiamo consigliato di non venire… E’ penoso per loro…

 

-         Lo è per tutti, Dolfin…- disse Megumi, brusca.

 

Il signor Wong non sembrava molto ansioso di far sentire la sua opinione. Era in piedi in un angolo, con lo sguardo fisso a terra.

 

-         Non dovete preoccuparvi…- disse Ryo, con più decisione di quanta non se ne sentisse addosso- Torneremo, ve l’ assicuro… Come l’ ultima volta…

 

-         Ne siamo convinti, ragazzi…- disse Reika, tentando un sorriso.

 

-         Bene!- disse Takato, mettendosi lo zaino in spalla- Noi siamo pronti!

 

-         Vi accompagniamo noi, fino al varco!- si offrì Megumi, e Reika fece un cenno di assenso.

 

Takato annuì a sua volta, per ringraziare:

 

-         L’ ingresso per Digiwordl è nella vecchia rimessa, nel parco…- spiegò.

 

Megumi e Reika annuirono e uscirono per andare a prendere la macchina.

I ragazzi fecero per seguirle…

 

-         Henry, aspetta…- Henry si fermò. Suo padre gli aveva posato una mano sulla spalla:

 

-         Henry, abbiamo preparato un’ arca simile a quella dell’ ultima volta… E’ un modello meno intelligente, ma vi consentirà di tornare a casa… Il problema, è che non sappiamo come fare a sapere quando sarà il momento di mandarvela; per quanto ne sappiamo, i computer portatili che vi abbiamo dato potrebbero non prendere…

 

-         E allora?- chiese Henry.

 

-         Ricordi quelle analisi che ti abbiamo fatto, qualche giorno fa?- chiese Yamaki.

 

Il ragazzo annuì, perplesso e anche un po’ preoccupato.

 

-         Sulla base dei dati ottenuti, ti abbiamo preparato questo speciale bracciale!- glielo mostrò- Intensificherà l’ energia del tuo bright hearts, in modo da permetterti di inviare un messaggio telepatico nel Mondo Reale e avvertirci di mandare l’ arca… Tutto chiaro?

 

-         Sì!- Henry annuì, e s’ infilò il bracciale al polso destro- Mi sembra una soluzione perfetta!

 

-         Bene…- il signor Wong strinse suo figlio in un breve abbraccio- Henry, fa attenzione!

 

-         Certo…- mormormò lui, con una voce che non sembrava affatto la sua.

 

*****

 

-         Siamo arrivati!…

 

I quattro Tamers scesero dall’ auto di Sefiro e si guardarono intorno.

Proprio davanti a loro, c’ era la vecchia rimessa, ancora più malridotta di quanto non si ricordassero.

 

-         Ci siamo…- mormorò Takato, deglutendo- Il varco è lì sotto!

 

-         Mi sporcherò tutta!- fu il lagnoso e poco opportuno commento di Rika, mentre si legava i capelli nella solita coda. La ragazza controllò che la cintura con le digicarte fosse a posto, poi si sistemò lo zaino.

 

-         Allora…- disse Reika Ootori- Mi raccomando, ragazzi, niente mosse avventate! Al primo accenno di pericolo, avvertiteci e vi invieremo l’ arca per farvi venir via da lì!- l’ ultima frase era rivolta ad Henry, che annuì.

 

Nessuno optò per la seconda possibilità: quella che si ritrovassero così nei guai da non riuscire nemmeno a lanciare un  S.O.S. .

 

-         D’ accordo…- mormorò Ryo, con un respiro profondo- Andiamo…

 

Prima che entrassero nella rimessa, sentirono una moltitudine di voci che chiamavano i loro nomi. Si voltarono, e videro le loro famiglie, più Kenta, Kasu, Elis e i loro compagni di scuola, che li salutavano da sopra la strada.

 

-         Papà? Mamma?- balbettò Takato.

 

-         Pensavate di andarvene senza salutare, eh?- gridò il signor Kanbara.

 

-         Ci sono proprio tutti!- mormorò Ryo, incredulo- Ciao papà! Torniamo presto! Te lo giuro!- gridò.

 

-         Takato! Se provi a farmi lo scherzo di non tornare, te la vedrai con me!- gridò sua madre, con le lacrime agli occhi.

 

-         Lo stesso vale per te, signorina! Hai ancora la scuola da frequentare, non star via troppo a lungo!- esclamò la nonna di Rika.

 

-         Coraggio, ragazzi!-  gridarono Kenta e Kasu- Mettetecela tutta!

 

-         E se per caso incontrate Dobermon, ditegli che gli voglio tanto bene!- aggiunse Elis.

 

-         State tranquilli!- gridò Rika- Staremo bene, non ci succederà niente!

 

-         Torna presto, fratellino!- strillò Suzie, saltellando tra le braccia della madre- Da un bacio da parte mia a Lopmon e a Terriermon!

 

-         Non fate sciocchezze! Siate prudenti!- gridò la signora Wong con voce rotta, stringendo forte la sua figlia minore .

 

-         Mamma, andrà tutto bene, non ti preoccupare!- gridò Henry.

 

-         Aspettateci! Torneremo!-  assentì Ryo.

 

-         Mamma, papà! A presto!

 

-         State attenti! Ragazzi!

 

-         Dobbiamo andare…- mormorò Rika, asciugandosi le lacrime con la manica.

 

-         Sì…- Takato si risistemò lo zaino in spalla- Su, andiamo…

 

-         A presto!- gridò Henry, per l’ ultima volta, mente entravano nella rimessa.

 

-         Il varco è qui sotto…- disse Takato, indicando lo scavo che tanto tempo prima Ghilmon aveva fatto. Si tolse lo zaino per poterci entrare meglio:- Uff…- borbottò, mentre vi si infilava- O lo scavo si è rimpicciolito, dall’ ultima volta che ci siamo stati, o sono io a essere cresciuto senza accorgermene… Passami lo zaino, dopo…- scivolò a fatica all’ interno, sporcandosi tutti i capelli di terra- Fatto, adesso tocca a voi!- esclamò, da sotto.

 

Rika si sedette a terra e cominciò a infilarsi, rabbrividendo al contatto con la terra umida: essendo la più piccola di corporatura, comunque, riuscì a passarvi senza troppi danni.

Poi fu il turno di Henry: allargò alla bell’ e meglio il passaggio con i piedi, e vi s’ infilò.

Ryo gli lanciò lo zaino da sopra, e a giudicare dal rumore che si sentì, doveva aver fatto un centro a dir poco perfetto.

 

-         Maggiore delicatezza sarebbe stata preferibile…- bofonchiò la voce del cinese, da sotto.

 

-         Manco solo io…- disse Ryo, prendendo un respiro. Si legò lo zaino al polso per non perderlo, e s’ infilò nel passaggio a testa bassa.

 

-         Ehi, attento a dove cadi!- strillò Rika, evitandolo per un pelo.

 

-         Scusa…- borbottò Ryo, massaggiandosi il capo e alzandosi in piedi- E allora…?

 

La domanda gli morì in gola: davanti a loro, in tutti i suoi colori elettronici variopinti e luccicanti, si stagliava il varco per Digiworld.

 

-         Siamo sempre sicuri di volerlo fare?- chiese Henry, voltandosi verso gli altri.

 

Loro annuirono.

 

-         Dobbiamo farlo…- mormorò Rika, sfiorando la sua gemma- Non staremmo più in pace con noi stessi, altrimenti!

 

-         E’ così…- disse Ryo, annuendo.

 

-         Allora, andiamo!- esclamò Takato, con una determinazione che faceva paura.

 

I ragazzi sospirarono profondamente e avanzarono nel varco, dove, con una luce abbagliante, scomparvero.

 

 

 

Nota dell’ autrice:

 

Uff… Scusate. Lo so che questo capitolo è a dir poco deludente…

Bè, requiem… Abbiate pietà di una povera autrice distrutta! ;__;

 

 

 

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Capitolo 6
*** Il Nemico ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei digimon tamers

 

 
Capitolo 6

 

 

Rika aprì gli occhi e si rivoltò sulla schiena, mugolando. Il sole la colpiva dritta in faccia e per un attimo non riuscì a vedere niente. Aveva fatto un sogno pazzesco: lei, Ryo, Henry e Takato si erano ritrovati con dei superpoteri, e poi… poi…

 

-         Buongiorno!- la salutò una voce allegra- Dormito bene?

 

La faccia sorridente di Ryo prese il posto del sole, sopra di lei, facendola svegliare del tutto.

 

-         Ryo!- esclamò, tirandosi su- Cosa…?- la coperta le cadde di dosso e s’ interruppe, rendendosi conto che il posto dove era distesa non era il materasso del suo letto ma un terreno secco e ben battuto. Scostò lo sguardo e vide Takato e Henry attorno a un piccolo fuocherello, con in mano alcuni bicchieri di metallo gentilmente forniti dal personale di Sefiro.- Oh, cielo!- borbottò, strofinandosi un occhio-  Allora è vero! Non ho sognato…- fece uno sbadiglio e si alzò.

 

-         Hai fame?- chiese Ryo, porgendole una tazza- Abbiamo scaldato un po’ di latte… E lì c’ è il pane…

 

-         Niente marmellata, però!…- precisò Takato, sbuffando- Ricordati che questo non è un pick-nick!

 

-         Lo so benissimo!- Rika si sedette e gli fece una linguaccia.

 

-         Dalla faccia che avevi quando ti sei svegliata, sembrava fossi sul punto di ordinare la colazione a letto!- rispose lui.

 

-         Oh, suvvia ragazzi! Non è il caso di litigare!- intervenne Henry. Aveva il computer portatile aperto davanti e un’ espressione nervosa.

 

Ryo lo guardò come a fargli una muta domanda, ma lui scosse la testa:

 

-         Niente!- sospirò- Non va! Ho cercato di contattare il mondo reale ma senza risultato!

 

-         Sentite, come siamo arrivati qui? Ho come un vuoto di memoria!- balbettò Rika, guardandosi attorno. Erano in quello che sembrava una specie di deserto roccioso, tipo un paesaggio da California. Ogni tanto c’ era qualche pianta grassa o secca, e più distante si intravedeva una macchiolina verde che doveva essere una foresta, ma niente di più.

 

-         Non ricordi? Siamo arrivati qui attraverso il varco sotto la rimessa… Non abbiamo visto anima viva, e siccome era già buio abbiamo deciso di accamparci qui!- disse Ryo.

 

-         Ah, sì!- fece Rika, rammentandosi. Si guardò intorno:- Finora avete visto nessun digimon?

 

-         Neanche un’ anima!- sostenne Takato- Del resto questo settore è una landa desolata! Perché qualcuno dovrebbe gironzolare qui intorno?

 

-         Solo perché non li vediamo non è detto che non ci siano!- gli fece notare Ryo.

 

-         Non c’ è un modo per entrare in contatto coi nostri digimon?- chiese Rika, spasientita dalla troppa calma di quel luogo.

 

I ragazzi scossero la testa.

 

-         L’ unico modo è metterci in cammino e chiedere in giro!- disse Ryo.

 

-         Secondo me stiamo sottovalutando i nostri amici…- la voce tranquilla di Henry fece voltare dalla sua parte gli altri Tamers.

 

-         Che vuoi dire?- chiese Takato.

 

-          Non credo che un avvenimento come l’ arrivo di esseri umani nel mondo digitale possa sfuggire ai supremi…

 

-         In che senso?- chiese Rika- Come fai a dirlo?

 

-         Non so… E’ una sensazione…- Henry si rivoltò sulla pancia e sospirò- Credimi… Loro sanno che siamo qui!

 

-         Ma non abbiamo ancora visto nessuno!- osservò Ryo.

 

-         Appunto…- disse Henry, lanciandogli un sorriso- E la cosa non ti sembra strana? Siamo stati qui tutta la notte e non un’ anima c’ è passata accanto né niente… Non è naturale! Credo proprio che qui a Digiworld ci siano guai, e grossi anche!

 

Uno scalpiccio alle loro spalle lo fece interrompere, e tutti e quattro i tamers si voltarono; una striscia di  polvere si levava dietro… Che cosa? Cos’ era quella specie di figura pelosa bianca e marrone che si dirigeva a tutta velocità verso di loro?

Ryo si alzò in piedi, in guardia, mentre la figura si avvicinava sempre più, fino a raggiungere forma e dimensione: si trattava di un grosso e alto coniglio dalle orecchie appiattite lungo il collo, probabilemente gettate indietro dal vento provocato dalla sua corsa; i suoi piedi si muovevano così velocemente da dare l’ impressione che non toccassero nemmeno terra.

Senza che i tamers fossero neanche riusciti a scambiarsi uno sguardo o a parlare, il coniglio gigante li raggiunse e si fermò a pochi passi da loro, senza nessun segno di stanchezza.

Takato fu il primo a riaversi dalla sopresa:

 

-         Antilamon!- esclamò- Cosa…?  Dove…?- balbettò senza sapere esattamente quale delle numerose domande che gli si affollavano in mente farle.

 

-         Digimon Tamers…- disse Antilamon, con una gravità che li stupì e stroncò sul nascere qualsiasi discorso- Siamo davvero felici di rivedervi dopo tanto tempo… Avremmo voluto accogliervi prima, ma Lui ci controlla, e avrebbe potuto accorgersi del vostro arrivo, cosa che speriamo non sappia già… Abbiamo dovuto aspettare il momento favorevole…

 

-         Abbiamo?- chiese Ryo- Tu, e chi?

 

Antilamon non rispose ma inclinò leggermente la testa da un lato:

 

-         Vi stanno aspettando… Il mio compito è portarvi al Rifugio…- s’ inginocchiò- Salite in groppa; conosco le strade più nascoste, dove non verremo attaccati…

 

-         Eh?..  Come sarebbe?- esclamò Takato.

 

Il cuore dei quattro tamers batteva all’ impazzata. Già quel comportamento lasciava presagire che le cose non andavano affatto bene, lì a Digiworld… “Le strade più nascoste, dove non verremo attaccati… Lui ci controlla…”; “Lui” chi?!

 

Antilamon li guardò con volto privo di espressione:

 

-         Tutti i vostri dubbi verranno chiariti in seguito!

 

-         Da chi?- chiese Ryo, insolente- Vuoi spiegarci cosa sta succedendo?!

 

Lo sguardo del digimon si fece ancora più vuoto, più spento:

 

-         Dobbiamo andarcene da qui… Siamo troppo allo scoperto…

 

-         Noi non ci muoviamo da qui finchè non ci avrai spiegato che sta succedendo!- esclamò Takato, con fare petulante.

 

-         No!

 

La voce pacata di Henry fece trasalire tutti. Il ragazzo si era alzato, e osservava Antilamon coi suoi occhi grigi e seri:

 

-         Ascoltiamola, ragazzi… Dobbiamo andarcene subito da qui!…

 

I ragazzi non replicarono e si limitarono a guardarlo impotenti. Takato cominciò a raccogliere gli zaini e le altre cose, e gli altri due lo imitarono.

Antilamon e Henry si scambiarono uno sguardo d’ intesa. I Tamers sapevano bene che l’ amico poteva leggere i pensieri, e che quindi, probabilmente, aveva letto anche quelli di Antilamon.

E quello che Henry vi aveva letto,  erano ansia e paura di essere scoperti, ma soprattutto un sordo terrore che gli aveva perforato il cuore e gli aveva fatto intendere, per la prima volta, il rischio che stavano correndo senza saperlo.

C’ era in ballo qualcosa di grosso, molto più grosso dell’ ultima volta… quando l’ unico motivo che li aveva spinti a partire a Digiworld era stato – diciamolo – una sorta di gioco, di curiosità…

Henry si aggrappò al collo di Antilamon e le si issò in groppa:

 

-         Non siamo troppo pesanti?- chiese Rika, preoccupata, mentre saliva anche lei sul dorso del digimon, seguita dagli altri due ragazzi.

 

-         Tranquilla… Non lo avverto nemmeno il vostro peso…

 

-         Come mai hanno mandato proprio te, a prenderci?- chiese Takato, raddrizzandosi.

 

-         Perché io sono la più veloce…- Antilamon si piegò in avanti- Reggetevi forte!- avvertì.

 

L’ avviso arrivò appena in tempo. I ragazzi si attaccarono alla pelliccia del digimon un attimo prima di venire sbalzati indietro dall’ accellerata.

 

-         Lo zaino!- strillò Rika, mentre il suo zainetto rotolava via per tutta la strada dietro di loro, fino a diventare un puntino lontano.

 

-         Dimenticalo!- disse Antilamon- Non abbiamo tempo per fermarci, adesso… Siamo nel punto peggiore… Questo settore è completamente scoperto…

 

Accecati dal vento e dalla polvere, i Tamers non riuscirono a rispondere, né a rendersi conto di ciò che succedeva a pochi metri da loro. Solo quando il calore del sole cedette il posto a una fresca umidità, i quattro ragazzi capirono di essere entrati nella foresta vista in lontananza.

 

-         Ecco…- disse Antilamon, senza però rallentare- Adesso siamo al sicuro… Non ci troveranno… Trattenete il respiro…

 

I quattro Tamers non si concessero neanche di chiederle perché e serrarono immediatamente naso e bocca. Un attimo dopo avvertirono l’ acqua gelida rallentare i loro movimenti e attutire tutti i suoni… La sensazione durò solo un attimo… Poi Antilamon si fermò.

 Takato aprì gli occhi, e si ritrovò immerso fino alla vita in una sorgente… Voltandosi, notò una piccola cascata che celava il passaggio… Sembrava non ci fossero altre uscita da quel luogo…

Già, e poi cos’ era quel luogo?

Si voltò di nuovo e, rimanendo a bocca aperta, vide una folla incredibile di digimon che li osservava, chi incuriosito, chi addirittura adorante…

Vedendo che i suoi tre compagni erano già usciti dall’ acqua, insieme ad Antilamon, si affrettò a fare altrettanto.

Si sentì sfiorare da una zampa:

 

-         Ghilmon!- esclamò, sorpreso, abbassando lo sguardo verso di lui.

 

-         E’ bello rivederti, Takato!- disse il digimon drago, abbracciandolo affettuosamente.

 

Henry era già ben stretto nell’ abbraccio di Terriermon, che gli si era attaccato con le orecchie alla testa come era solito fare quando il suo tamer era bambino.

 

-         Imperialdramon!- esclamò Ryo, squadrando il suo digimon dalla testa ai piedi e facendogli un cenno soddisfatto:- Vedo che hai ripreso la tua bella stazza!…- gli fece l’ occhiolino.

 

-         Ciao…- mormorò Rika, guardando impacciata Renamon.

 

-         Ciao, Rika…- rispose lei.

 

La ragazza distolse lo sguardo:

 

-         Come… stai? Va tutto bene?…

 

-         Sì…

 

-         Non va bene un bel niente, invece!- bofonchiò un digimon peloso, lì vicino- Siamo costretti a starcene qui rintanati, e il nostro mondo va incontro alla distruzione!

 

-         Cos’ è questa storia, Ghilmon!- chiese Takato, guardando il suo digimon.

 

-         Abbiamo tentato di avvertirmi…- balbettò lui, abbassando le orecchie, tristemente- Ma non siamo mai riusciti a metterci in contatto…

 

-         Ora però siete qui!- disse allegro Terriermon.

 

-         Sarebbe stato meglio di no!- disse Renamon, brusca- Già troppe volte siete stati coinvolti nei nostri problemi… Questa volta si tratta di un nemico anche troppo pericoloso!

 

-         Perché?- balbettò Rika- Di che digimon si tratta, stavolta?

 

La folla di digimon fu percorsa da un mormorio infastidito:

 

-         Noi non pronunciamo il suo nome!…- disse qualcuno.

 

-         Adesso basta…- una voce pacata mise tutti a tacere.

 

Si voltarono tutti verso il digimon che aveva appena parlato:

 

-         Beelzemon!..- esclamò Henry, sorpreso.

 

-         I ragazzi hanno appena affrontato un viaggio brusco e stancante… Lasciateli respirare!- disse il digimon, con un tono che non ammetteva repliche.

 

Borbottando, la folla si diradò.

Non che lì ci fosse molto spazio, del resto; si limitarono a mettersi un po’ scostati da loro e a occuparsi degli affari propri.

 

-         Beelzemon si occupa dello sfollamento dei digimon… E’ lui che ha trovato questo posto nascosto e vi ha condotto i digimon superstiti…- sussurrò Antilamon, che nel frattempo era tornata Lopmon.

 

-         Vuoi dire che tutti gli altri digimon sono stati catturati? Tutti?!- chiese Takato, incredulo.

 

Lopmon scosse la testa, triste:

 

-         Bè, immagino che ce ne sia ancora qualcuno in giro, nascosto qui e là… Ma la maggior parte sono stati catturati da… Lui…- sospirò- Sono tempi difficili!- aggiunse, come se non l’ avessero già capito da soli.

 

Beelzemon sorrise incoraggiante:

 

-         Seguitemi…- disse- Credo che vi dobbiamo qualche spiegazione…

 

-         Puoi dirlo forte!- fece Ryo a bassa voce, andandogli dietro.

 

Un attimo dopo erano tutti seduti in circolo, senza alcun fuoco per non rilevare la loro presenza.

Beelzemon, con l’ aiuto di Lopmon e dei loro digimon, spiegò loro la situazione: Digiworld era stata attaccata da questo nemico –  il digimon più spaventoso e potente mai arrivato nel Mondo Digitale, anche più potente dei supremi –  che in breve tempo era riuscito a mettere le mani su tutto catturando e soggiogando i digimon che non accettavano spontaneamente il suo dominio.

Per sfuggire alla cattura, i pochi digimon rimasti, per lo più i più deboli e non in grado di tenergli testa, erano stati costretti a nascondersi in “rifugi” come quello in cui si trovavano, e già uscire per procurarsi il cibo era di per sé pericoloso.

Il loro racconto fece capire a Takato e agli altri quanto fossero stati fortunati a non essersi imbattuti in una pattuglia del Nemico.

 

-         Da quanto va avanti questa storia?- chiese Rika.

 

-         Non saprei quantificartelo…- disse Renamon, pensierosa- Il nostro tempo scorre in maniera diversa… Da un bel po’ comunque…

 

-         Queste sono opera vostra?- chiese Henry, alzando la mano per mostrare la sua gemma.

 

Ci fu un silenzio imbarazzato:

 

-         I supremi hanno ritenuto fosse la cosa più sensata da fare…- disse Terriermon in fretta, a bassa voce- Da soli non possiamo farcela… E i digivice non sarebbero serviti a molto, contro un nemico del genere… Donandovi i poteri dei loro cuori iridescenti speravano di rendervi, al contempo, in grado di sconfiggerLo, e in più…- abbassò ulteriormente la voce, arrossendo dalla vergogna- Speravano aveste colto l’ SOS e foste venuti qui… Visto che noi non riuscivamo a chiamarvi!

 

-         Bè, ha funzionato!- disse Ryo, dandogli una pacca amichevole.

 

-         Mi dispiace davvero che siate stati di nuovo coinvolti, ragazzi…- disse Beelzemon, sinceramente- Ma non potevamo fare altrimenti… Anche perché…- la sua voce si spezzò.

 

-         Cosa?- chiese Rika.

 

Il digimon abbassò lo sguardo, e poi lo rialzò:

 

-         Riteniamo che… Abbiamo visto i digimon nemici portare con loro una ragazzina umana… Credo proprio che si trattasse di Jeri…

 

-         Cosa?!

 

Takato scattò in piedi, facendo trasalire tutti:

 

-         Allora avevo ragione!- gridò- Si trova qui! E’ stata rapita! Dov’ è? Dove l’ hanno portata?

 

-         Takato… Calmati!- intervenne Ryo, alzandosi e posandogli le mani sulle spalle.

 

-         Credo l’ abbiano portata al castello…- disse Ghilmon, a voce bassa, e gli altri annuirono.

 

-         Al castello?- fece Henry, con occhi vacui.

 

Terriermon annuì:

 

-         La base del Nemico… E’ lì che si trova il suo esercito, e anche lui…

 

-         No, fatemi capire…- disse Rika, guardandoli incredula- Voi sapete dov’ è… E non siete andati subito a farlo fuori?…

 

-         Abbiamo tentato…- disse Imperialdramon, a denti stretti- Non credere che sia una cosa così facile penetrare nel quartier generale nemico…

 

-         Oh, entrare, per essere facile è facile…- disse Terriermon- E’ uscire che si rivela complicato!

 

-         Bè, facile o no… Non ha importanza!- disse Takato- Io da qui non me ne vado finchè non ho ritrovato Jeri!

 

-         Perché, secondo te NOI, invece, lo faremmo?- chiese Rika, guardandolo con disprezzo.

 

-         A questo punto siamo in ballo…- disse Ryo- Conviene ballare!

 

-         State calmi, se vogliamo attaccare il Nemico, dobbiamo prima fare un piano dettagliato della situazione! Non si va allo sbaraglio!- disse Henry. Si rivolse a Beelzemon:- Tu puoi fornirci tutti i dati possibili su.. Lui?- chiese.

 

Beelzemon fece un segno d’ assenso, con una smorfia grave che gli deformava il viso:

 

-         Se è per questo so anche come farvi entrare alla base… Ma non credo…

 

-         Se siamo stati chiamati, un motivo ci sarà!- osservò Ryo.

 

-         Giusto, e poi Jeri ha bisogno di noi!- disse Takato.

 

I  sei digimon fecero un sospiro profondo e non risposero.

 

-         Bè…- fece poi Renamon- Immagino che non abbiamo molta scelta, no?

 

Ghilmon scosse la testa.

 

-         D’ accordo..- Beelzemon si sporse un po’ in avanti, di pessimo umore- Ora aprite bene le orecchie…

 

 

 

NOTA DELL’ AUTRICE:

 

Fine sesto capitolo!^^

Chiedo scusa se ve l’ ho fatto tanto attendere, ma tirare su due ff contemporaneamente non è un compito facile! X-(

Ti si ingarbugliano tutte le idee, eccetera!

Spero vi piaccia; grazie a tutti quelli che mi recensiscono…

Un bacio, vostra Francesca akira89

Alla prossima!

 

 

 

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Capitolo 7
*** Il castello oscuro ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei Digimon Tamers

 

 

Capitolo 7

 

 

Neanche tre giorni dopo, i Tamers, col sostegno dei loro digimon, si apprestavano a lasciare il rifugio. Dovevano agire in fretta, su questo erano tutti d’ accordo; mentre loro stavano lì a conversare, Jeri con tutta probabilità stava rischiando la vita.

Nella mente di Henry spiccava ancora il ricordo del viso pallido ed emanciato dell’ amica, apparsogli in sogno; i suoi occhi di solito brillanti erano spenti… E tutto il suo essere chiedeva aiuto…

Adesso che era arrivato a Digiworld la sentiva ancor più chiaramente…

Si era ben guardato, però, da esporre la descrizione dello stato di Jeri a Takato e gli altri. Il suo amico era già fin troppo scosso, e anche Rika era molto affezionata alla ragazza dagli occhi d’ ambra. Ryo non la conosceva bene quanto loro tre, ma se c’ era da salvare una damigella in pericolo non perdeva certo tempo in inutili riflessioni!

Le informazioni fornite da Beelzemon furono molto utili per far capire ai Digimon Tamers che entrare nella base del Nemico non era affatto difficile. Anzi, forse era la parte più facile di un piano assolutamente folle.

In realtà non avevano un vero e proprio “piano”…

Non avevano la più pallida idea di cosa avrebbero fatto una volta dentro…

 

-         Andiamo lì, liberiamo più digimon possibile, chiediamo loro dov’ è Jeri, la prendiamo e poi scappiamo!- aveva detto Ryo, spiccio e ottimista.

 

-         E se Lui non è d’ accordo?- chiese Takato, con un sorriso così  sarcastico da risultare inquietante, sul suo viso di solito tanto infantile e innocente.

 

Ryo si strinse nelle spalle.

 

-         Davvero, ragazzi… Penso dovremmo formare un piano d’ azione!…- disse Henry- Come ci comporteremo, una volta che saremo penetrati nel quartier generale nemico?

 

-         Ciò che facciamo sempre, ‘ry…- disse Ryo, impaziente- Improvvisiamo!..

 

Avevano continuato a parlare per ore e ore, senza ottenere niente…

E siccome era chiaro che avrebbero continuato a non ottenere niente, avevano deciso di lasciar perdere piani complicati e lasciar fare all’ istinto, nei minimi possibili…

Beelzemon li aveva chiamati pazzi, e la tensione era salita così tanto, al rifugio, che Lopmon e Terriermon avevano litigato e si erano presi reciprocamente a schiaffi con le orecchie…

Perfino Renamon perse la sua solitaria flemma, e diede un morso a Ghilmon che aveva preso un pezzo di carne dal suo pranzo “per assaggiarlo”…

E Cyberdramon, cercando di proteggere Ghilmon, si era mosso così in fretta che aveva fatto cadere nella sorgente il povero Andromon, dove i circuiti del digimon androide si era inzuppati quasi irrimediabilmente.

Alla fine dei tre giorni, fu chiaro a tutti che i Tamers dovevano andarsene, fosse solo per preservare la pace nel Rifugio.

Quindi, zaino in spalla e digimon al seguito, Rika, Henry, Takato e Ryo partirono alla volta della base del Nemico.

Beelzemon e Antilamon e un altro paio di digimon offertisi di di accompagnarli, si avviarono con loro…

Non sarebbero entrati, però. Su questo Beelzemon era d’ accordo coi Tamers; un gruppetto piccolo e discreto aveva certo più possibilità di passare inosservato di una squadra grande e rumorosa. Inoltre, girava voce che nessun digimon avesse voluto rischiare la pelle in “quell’ assurda impresa da follia umana”.

 

-         Siamo arrivati!- disse la voce di Antilamon, risvegliando i digiprescelti dai loro pensieri.

 

Rika alzò lo sguardo insieme agli altri:

 

-         Questa è la base del Nemico…?- sussurrò, spalancando gli occhi.

 

L’ edificio che si stagliava davanti a loro era un castello enorme, di colore nero-violaceo, uno strano connubio  di antico e moderno…

La sua immagine sfocata tremolava e si accendeva come da dietro una fitta nebbia.

Era attorniato da nubi spesse e minacciose, nere, violette e gialle, che variavano gradualmente di colore a differenza dell’ altezza che riuscivano a raggiungere; e proprio sopra il castello, nel punto in cui avrebbe dovuto esserci il cielo, si apriva un buco nero, di un’ oscurità così intensa da riuscire a essere ipnotizzante.

 

-         Fa venire i brividi, eh?- chiese Terriermon, facendola riscuotere.

 

Rika distolse lo sguardo da quell’ immagine così inquietante, cercando di non pensare che avrebbe dovuto entrarci.

 

-         E ci credo che tutti sanno dov’ è!- esclamò Ryo- Come si potrebbe nascondere un castello così grosso?

 

Il piccolo Betamon, parte del gruppo di accompagnamento, piagnucolò:

 

-         Nessuno di noi aveva mai osato spingersi così vicino alla Base del Nemico! Oh, passeremo un brutto guaio!

 

Ignorandolo, Beelzemon si avvicinò ai Digimon Tamers:

 

-         C’ è un passaggio, per entrare!- disse, brusco- Dietro la terza torre, troverete un statua a forma di drago… Lì c’ è il passaggio che serve a svuotare le segrete quando viene la piena, o una tempesta di sabbia…

 

-         La piena…?- chiese Henry, vacuo.

 

-         Ogni tanto, nel nostro mondo, il mare sotterraneo che scorre sotto di noi torna in superficie, inondando buona parte di Digiworld… Tutti i digimon hanno degli appositi rifugi per queste occasioni…

 

-         No, fammi capire… Qui sotto c’ è il mare?!- chiese Rika, incredula,  pestando un piede sul terreno sabbioso.

 

Renamon annuì:

 

-         Il passaggio serve a buttare fuori l’ acqua, in modo che non provochi l’ erosione delle fondamenta…

 

-         Vogliamo entrare, o perdiamo ancora tempo a discutere?- sbottò Takato, nervoso. Senza attendere risposta, si diresse con una prudente corsa verso il castello, seguito da Ghilmon.

 

-         Takato, sei impazzito? Torna qui!- gridò Henry.

 

-         Ma non ci sono sentinelle?- chiese Ryo a Beelzemon.

 

Lui fece un tetro sorriso:

 

-         Il Nemico si sente molto sicuro di sé…- disse, con cupo sarcasmo- Accetta sempre di buon grado coloro che vengono per sfidarlo, o per liberare i prigionieri… Ogni tanto c’ è un pazzo che ci prova…

 

Ryo sentì un brivido salirgli su per la schiena e non disse nulla.

 

-         E’ meglio andare…- disse Rika- Non vedo più Takato…

 

I Tamers scambiarono un’ occhiata con i loro digimon, i quali annuirono. Ryo salì in groppa a Cyberdramon.

 

-         Buona fortuna…- mormorò Antilamon, mentre i ragazzi si dirigevano verso il castello oscuro.

 

 

 

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Capitolo 8
*** Segui il tuo cuore ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

 

 

 

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei Digimon Tamers

 

 

Capitolo 8

 

-         Takato!

 

Henry lo afferrò per un braccio, frenando la sua corsa.

 

-         Sei impazzito a correre avanti in questo modo?!- sbottò Rika, scendendo dalla groppa di Kiubimon con un salto e avvicinandosi di corsa a loro.

 

Takato li ignorò e, strattonato il braccio, si avvicinò alla parete del castello.

-         Ecco il drago..- mormorò Kiubimon, individuando la statua scolpita nella pietra nero violacea.

 

-         Già…- Takato stava percorrendo con le mani tutta la parete, quasi accarezzandola. Affrettò un po’ il passo:- E qui c’ è il passaggio! Presto, venite!

 

Gli altri ragazzi corsero da lui.

 

-         Ma c’ è una grata!- osservò Ryo. Si avvicinò e infilò le dita tra i fili di ferro arrugginito, intrecciati a rombo, strattonandola con forza:- E sembra anche piuttosto robusta… Come facciamo?

 

-         Bè, a questo posso pensare io!- esclamò Ghilmon.

 

Prima che qualcuno potesse fermarlo, il digimon drago si scagliò contro la grata, caricando l’ attacco:

 

-         Idrosfera!

 

-         Eh?!.. No, fermo! Aspetta…!- gridò Henry.

 

Troppo tardi.

L’ Idrosfera di Ghilmon colpì in pieno la grata, facendola saltare in mille pezzi.

Un secondo dopo, c’ era solo un buco fumante, attorniato dai bordi anneriti e torti di ciò che restava della grata.

 

-         La prossima volta avvertici!- sbottò Henry- Avrebbe potuto essere pericoloso!

 

-         Che t’importa? Abbiamo via libera, no?!- fece Takato, lanciandosi dentro.

 

-         Momentai, Henry! Non è successo nulla!- osservò Terriermon, dando un colpetto con le orecchie al suo domatore e avviandosi anche lui oltre il passaggio, insieme a Rika, Ryo e i rispettivi digimon.

 

Imbronciato, Henry li seguì.

Uno sgretolio alle sue spalle lo fece irrigidire. Si voltò…

 

-         Aspettate…!

 

-         ATTENTO!- Ryo lo afferrò per un braccio e lo tirò via un secondo prima che l’ ingresso crollasse, bloccando ogni via d’ uscita.

 

-         Oh, no..- balbettò Terriermon, atterrito.

 

-         L’ attacco di Ghilmon deve aver intaccato le colonne portanti…- disse Ryo, esaminando le macerie con aria saputa. Abbassò lo sguardo su Henry:- Stai bene?

 

Henry annuì, un po’ scosso:

 

-         Sì..- mormorò- Grazie…- aggiunse.

 

-         Figurati…

 

Intanto, a pochi passi da loro…

 

-         TAKATO!!!- sbottò Rika, inviperita.

 

-         Ma io che c’ entro?!- protestò lui, costernato.

 

-         Il digimon è il tuo!

 

-         E questo che significa, scusa?

 

-         Oh, su ragazzi.. Basta!- esclamò Ryo. Si avvicinò e posò una mano sulla spalla di Rika- Quel che è fatto è fatto… Pensiamo a cercare Jeri, adesso!

 

-         Sì, infatti!- approvò Takato, annuendo.

 

Rika, che era rimasta rigida nel suo tocco, si liberò della sua mano con un colpetto della spalla e si allontanò.

 

-         Cosa le è preso?- chiese Takato, stupito.

 

-         Mah..?!- fece Ryo, incrociando le braccia con un falso tono noncurante.

 

Henry, che era rimasto indietro ad osservare la scena, concentrò lo sguardo sulla ragazza dai capelli di fiamma, che in quel momento gli dava le spalle, impegnata a montare in groppa a Kiubimon. Un lieve sorriso divertito e ironico gli sfiorò le labbra, mentre spostava lo sguardo sul brunetto che se ne stava a braccia conserte, fissando con aria contrariata un punto imprecisato del soffitto.

Ridacchiò silenziosamente e scosse la testa.

 

-         E’ meglio se andiamo…- osservò pacatamente qualche secondo dopo, gli occhi grigi di nuovo seri.

 

*****

 

-         Non si vede niente…- balbettò Rika, tremando. Aveva parlato a voce abbastanza bassa da non farsi sentire, e senza farsi notare, si posizionò a camminare ben dietro le spalle degli altri.

 

Non avevano la minima idea di dove stessero andando; erano quasi venti minuti che camminavano incessantemente per i corridoi di pietra, freddi e umidi, i loro passi che riecheggiavano battendo contro le pietre grandi e irregolari del pavimento. Agli angoli dove si scontravano e si separavano soffitto e pareti, c’ era un alone d’ umidità, che gocciolavano calde e vischiose lacrime d’ acqua malsana.

Ad un certo punto Rika, esausta, aveva poggiato una mano su una delle pareti, ma l’ aveva ritirata subito, rabbrividendo disgustata, avvertendo l’ umido cisposo bagnarle il palmo e le dita.

C’ era un forte odore di chiuso, ma presumibilmente, come disse Henry, doveva essere dovuto al fatto che si trovavano con tutta probabilità sotto terra.

 

-         Fa venire i brividi!- assentì Terriermon, riferendosi alla sua ultima frase. (con quelle orecchie sente anche i bisbigli più piccoli!^^ Questa affermazione non è mia; lo dice lo stesso Terriermon nel terzo film! Nda)

 

-         Avremmo dovuto portarci una torcia..- borbottò Ryo, seccato- Qualcuno sa almeno da quanto tempo stiamo camminando?

 

-         Esattamente diciassette minuti…- disse Henry, controllando l’ orologio dal display luminoso- Speriamo solo non ci porti sfortuna…

 

Ryo sbuffò, insieme a Rika.

 

-         Questo corridoio sembra non finire mai…- balbettò Takato, che apriva la fila con Ghilmon- Vorrei sapere…

 

Si bloccò.

 

-         Che cosa c’ è?- chiesero gli altri, fermandosi a loro volta.

 

Takato allungò il braccio, puntando il dito davanti a loro:

 

-         Sono delle scale!

 

Gli altri seguirono il suo sguardo, con un sussulto.

 

-         E’ vero!- esclamò Rika.

 

-         Finalmente…! Sbrighiamoci, forza!- Ryo si lanciò verso l’ arco, entro cui si alzava una stretta e lugubre scala dagli alti gradini di pietra.

 

-         Aspetta un secondo, Ryo!- esclamò Henry, andandogli dietro.

 

-         Tanto non ti ascolta!- ribatté Rika, correndo insieme agli altri.

 

Salirono con rapide e attente falcate gli scalini diritti, stretti e alti, appoggiandosi alle pareti grondanti d’ umidità. L’ aria che li attendeva una volta sopra era più limpida, ma appena appena.

 

-         State tutti bene?- chiese Ryo, voltandosi ad osservare gli altri.

 

Rika – l’ ultima – riemerse dalla scala, e annuì:

 

-         Sì.. Lì ci dovrebbe essere un’ altra scala, se vedo bene…- mormorò, avviandosi per la strada davanti a lei.

 

-         Oh…- un flebile respiro, una vocetta debole e roca, li fece immobilizzare tutti all’ istante:- Chi.. Chi c’ è?

 

I digimon tamers si voltarono verso la direzione da cui proveniva la voce: intravidero delle cancellate dalle sbarre grosse e robuste, celate dall’ oscurità, e le vaghe forme ammucchiate che si stagliavano confusamente dentro. Due piccoli occhietti bianchi dall’ iride verde spento li osservavano spaventati e deboli attraverso uno degli spiragli:

 

-         Chi siete?- chiese impaurito il piccolo digimon a cui appartenevano- Non fatevi del male.. vi prego…

 

-         Non ti facciamo niente…- sussurrò Takato, superato il primo momento di sorpresa. Si avvicinò alla cella, fino a sfiorare le robuste sbarre di piombo. Il digimon indietreggiò, preoccupato. Gli altri mugugnarono passivamente dai loro angoli, ma parecchi non aprirono nemmeno gli occhi- Sei un Otamamon, vero?

 

Il piccolino annuì, tremante.

 

-         Tranquillo…- mormorò Rika, avvicinandosi a sua volta e cercando di dare alla sua voce inorridita e disgustata un tono rassicurante. Arricciò il naso di fronte alla puzza di corpi non lavati che si mescolava all’ odore di chiuso e sudore- Adesso vi facciamo uscire di qui…

 

-         Neanche per sogno!- sbottò una voce.

 

Si voltarono tutti, sorpresi. Era stato Ryo a parlare.

 

-         Perché?- chiese Takato, costernato.

 

-         Se li liberiamo creeremo troppo caos! Se vogliamo sperare di battere il Nemico dobbiamo sfruttare l’ effetto sorpresa, se invece ci mettiamo ad aprire tutte le celle si accorgerà subito della nostra presenza e sarà la fine!

 

Rika lo fissò, disgustata:

 

-         Avresti davvero il coraggio di lasciarli qui? Dopo tutto quello che hanno passato?

 

-         Sto cercando di ragionare in maniera logica, Rika! Se non battiamo il Nemico non servirà a nulla liberarli! Avremo tutto il tempo, dopo…

 

-         Qui non si tratta di logica, ma di cuore!- sbraitò Rika- Ma come puoi…! Insomma, è mai possibile che tu debba sempre ragionare in base a piani d’ attacco e di logica? Ci sono cose più importanti di queste! Cerca di seguire il tuo cuore, ogni tanto!

 

Detta, o meglio urlata quest’ ultima frase, Rika gli voltò le spalle e andò ad aiutare i loro digimon a rompere le sbarre.

 

“Cercare di seguire.. il mio cuore?” pensò Ryo, estremamente confuso.

 

Aveva la deprimente sensazione che Rika avesse detto qualcosa di fondamentale importanza, e che questo qualcosa gli fosse sfuggito di mano.

Dischiuse per qualche secondo le labbra, come a voler chiedere cosa significasse, di spiegarsi meglio... Ma non lo fece.

Forse era un po’ la vergogna di ammettere un’ insicurezza, forse Rika si sarebbe limitata a ridergli in faccia senza rispondergli, ma niente gli impediva di provare a chiedere.

La verità, però, è che ne aveva troppa paura.

 

******

 

-         Allora? A che punto siamo?- chiese Henry, impaziente.

 

-         Abbiamo quasi finito!- disse Takato, sorreggendo con sforzo una cancellata semi-abbattuta e appoggiandola a terra.

 

-         Un po’ di pazienza.. Non è facile rompere le sbarre senza rischiare di fare del male ai digimon  all’ interno della cella…- bofonchiò Cyberdramon, occupato insieme a Ghilmon e agli altri due digimon.

 

-         Fatto…!- esclamò Kiubimon, scalciando via l’ ultima  inferriata- Questa era l’ ultima!

 

-         Ce la fai a rialzarti..?- chiese Rika, gentilmente, sorreggendo un piccolo Mamemon.

 

-         S..sì… grazie…- balbettò quello. Il suo corpo emanò una scarica che fece prendere la scossa alla Tamer, provocandole un brivido convulso su per il braccio- Mi dispiace…- balbettò il digimon, spaventato- Sono qui da così tanto tempo che…

 

-         Non è nulla…

 

-         Stai bene, Rika?- Ryo le si avvicinò in un attimo e le prese la mano, esaminandola.

 

Quando rialzò gli occhi da lì (non avendovi ritrovato alcun danno particolare), incrociò lo sguardo violetto di Rika.

La ragazza lo fissò per qualche istante, corrucciata, poi sbatté le ciglia e si riprese il braccio, un lieve rossore che le imporporava le guance.

Ci fu un attimo di silenzio.

 

-         Ehm…- fece Ryo, per spezzare l’ imbarazzo- Hai notato che strano? Sembra che il tuo Bright Heart sia diventato più luminoso…

 

Rika fissò la gemma, perplessa, e anche gli altri due digiprescelti si fecero avanti con aria interrogativa.

 

-         Sì.. E’ vero…- borbottò lei, infine, vagamente sorpresa- Chissà perché…

 

-         Forse è stata la scarica di Mamemon…- suggerì Takato.

 

-         E’ possibile…- disse Henry, pensieroso (e quando mai no.. nda)- Forse la scarica elettrica le ha dato maggior energia…

 

-         Ci penseremo un’ altra volta! Ora sbrighiamoci!- esclamò Cyberdramon, sbrigativo- Ehi, voi…- ringhiò (non è questione di stato d’animo; lui parla così! ^^; nda), all’ indirizzo dei digimon liberati- Sapete dov’ è il Nemico?

 

I piccoli digimon si scambiarono un’ occhiata preoccupata:

 

-         Sì…- balbettò infine uno di loro- Ma non avrete mica intenzione di andare ad affrontarlo…?!

 

-         Certo che sì, ancora non l’ avevate capito?- chiese Terriermon.

 

-         Oh, no!- balbettò Botamon- Vi prego, non fatelo! Vi ucciderà, come ha fatto con tutti gli altri…

 

-         Ma noi non siamo come tutti gli altri! Noi siamo i prescelti!- esclamò Ryo, facendogli l’ occhiolino- Lo rispediremo nella fogna da cui è venuto, e naturalmente esigo di trovarvi in prima fila ad applaudirci, quando torneremo!

 

Rika sbuffò, alzando gli occhi al cielo, e lui le sorrise strizzando l’occhio e tirando fuori un po’ di lingua.

I digimon li fissarono con un misto di paura e compassione.

 

-         Se salite le scale ci arrivate…- borbottò poi uno di loro- Non è davvero difficile da trovare, no davvero…

 

-         Bene!- disse Takato, sbrigativo- Voi nel frattempo cercate un posto sicuro… Quelli di voi che sanno volare possono dare un passaggio agli altri per cercare di scappare da qualche finestra, o roba del genere…

 

I digimon annuirono e se la squagliarono, lanciando finché gli fu possibile occhiate circospette e nervose dietro di loro.

 

-         Devono aver pensato che ci siamo bevuti il cervello…- disse Terriermon, quando furono scomparsi.

 

-         E mica hanno torto…- osservò Cyberdramon, però a bassa voce.

 

-         Muoviamoci!- esclamò Rika, seguita a ruota da Takato, lanciandosi di corsa su per la stretta e angusta scalinata.

 

Ryo stava per seguirli, quando…

 

-         Ryo..- la voce di Henry lo bloccò. Si voltò: il cinese lo stava osservando con un’ espressione quanto mai accigliata, seria, ma anche tranquilla:

 

-         Rika è stata piuttosto esplicita, nel dirti cosa pensa, mi sembra…- disse, facendolo sobbalzare- Perché non cerchi di esserlo anche tu e ti dai una mossa?

 

Prima che potesse rispondere (ma in fondo non c’ era proprio niente da replicare), Henry, con il suo passo rapido e tranquillo, lo sorpassò e seguì gli altri sulla scalinata.

 

 

Continua… Forse.

 

 

NOTA DELL’ AUTRICE

 

Salve amici!^^

Lo so… E’ più di un anno che non aggiorno questa fic, ma avevo da fare con altre quattro ff (ora 3) questo senza contare le one-shot, con la scuola, con la famiglia e con la noia e mancanza d’ispirazione… Se poi aggiungi che la terza serie non è delle mie preferite… Uffi… )°.°(

Il “forse” là sopra si riferisce al fatto che se ho un altro blocco potrei seriamente pensare di cestinare questa fic e passare ad altre a me più piacevoli… -__- Ma considerato che la mia etica me lo impedisce, e non mi sentirei in pace con me stessa ad andare avanti con “La Regina dei Digimon” (love…! *^^*), a cui voglio dedicarmi completamente senza altri pensieri, e per “Dietro un velo di ghiaccio” (Beyblade) senza prima finire questa… Credo che continuerò…

In pratica, comunque, il prossimo sarà l’ epilogo, quindi a meno che non mi venga “un delirio d’ ispirazione” (potrebbe anche succedere, non credetevi…), aggiornerò tra un bel po’, perché è lunghetto… (RyoXRika a tutto spiano!!! -.^)

Ringrazio tutti quelli che recensiranno perché dimostreranno di essere molto pazienti! ^^”

Ciao a tutti! A quando mi tornerà l’ ispirazione! ^___^ (ß faccia tosta)

 

 

 

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Capitolo 9
*** La battaglia finale - Epilogo ***


Nome o Nick: Francy Akira’89

BRIGHT HEARTS

Il nuovo potere dei Digimon Tamers

Capitolo 9

- Eccola!- esclamò Rika- Deve essere quella la porta!

Gli altri ragazzi le si avvicinarono, leggermente nervosi.

- Assomiglia un po’ alla porta del palazzo di Zukiahomon…- osservò Terriermon.

- A me sembra molto più pesante di quella… Come faremo a spalancarla?- chiese Takato, preoccupato.

Non aveva ancora finito di dirlo che, con un pesante tonfo, le due strette e alte porte si aprirono del tutto davanti ai loro occhi.

Per qualche istante i tamers restarono immobili, paralizzati, ancora incerti su cosa fosse meglio fare.

- Ehm…- fece Henry, cercando di scherzare- Avete presente “chiedete, e vi sarà dato”?

Ryo respirò a fondo per due secondi:

- Penso che… Dovremmo entrare…- balbettò, esitando e voltandosi verso gli altri.

- Sì, credo anch’io…- fece Rika, con un sospiro.

- Ehm…

- Vado avanti io?- chiese il “tamer leggendario”. (è così che Kazu e Kenta chiamavano Ryo. Nda)

Gli altri si fissarono per qualche secondo, poi Henry annuì.

- D’accordo…

Ryo chiamò a sé Cyberdramon e avanzò cautamente con lui nella Sala del Nemico, seguito dagli altri.

Non avevano fatto in tempo ad entrare che raffiche di vento potentissimo li colpirono da tutti i lati… Dall’ alto, dal basso, da destra, da sinistra… (ok, abbiamo capito… -.-“ ndLettori) (era per dare bene l’idea!^^ nda)

Sbatterono gli uni contro gli altri tra gemiti e urli di dolore, ma non caddero… In effetti, la direzione incrociata del vento li teneva praticamente sospesi in aria, mentre soffi furiosi simili a lamine di vento fendevano dolorosamente i loro volti e le loro mani scoperte, senza però lasciarvi alcun segno visibile se non un lieve rossore irritato…

- Hen..ry..!- soffiò tra i denti Takato, cercando di muovere alcuni passi indietro per uscire dalla stanza.

- Cerchiamo di restare uniti!- urlò Henry, tentando di raggiungere la sua mano.

- Magari è proprio l’ ultima cosa che dovremmo cercare di fare!- gridò Ryo, sentendosi dolorosamente cozzare la nuca contro quella di qualcuno dei suoi compagni.

- Piantatela!- strillò Rika- Questo non mi sembra proprio il momento adatto per litigare! Vediamo di riuscire a toglierci di qui, piuttosto!

Tentarono di spingersi indietro puntando i piedi con tutte le loro forze, ma prima che ci riuscissero avvertire il pavimento di pietra staccarsi da sotto i loro piedi.

Spalancarono gli occhi, e si resero conto di essersi sollevati in aria.

- Ghilmon, fa qualcosa!- urlò Takato, stridulo.

- Siete voi i Digimon Tamers, no?! Fate voi qualcosa!- strepitò quello.

- Tamers..?

A Rika si mozzò il fiato, al suono di quella voce bassa e maligna, che risuonò confondendosi col mormorio del vento. Tentò di riaprire gli occhi, ma il vento tagliente e gelido glieli fece lacrimare.

- Ragazzi… umani? Questa sì che è una sorpresa… Non mi aspettavo davvero una visita simile…

Henry aprì la bocca, tentando invano di parlare. Da dove proveniva quella voce? Era strana.. Come incorporea… Ma…

- Chi..?

Il vento si acquietò di colpo, e i quattro tamers si ritrovarono senza più sostegno a parecchi metri dal suolo.

Conseguenza:

- AAAAAAAH!!!!!!!!!!!!

Ryo si agganciò a Cyberdramon, insieme a Henry, mentre Terriermon usò le sue grandi orecchie come paracadute.

Renamon ricadde in perfetto equilibrio sul ginocchio sinistro e la zampa destra (conoscete la posa tipica, no? nda) mentre Ghilmon fu meno fortunato e cozzò sonoramente con la testa contro il pavimento di pietra.

- G.. grazie, Rika…- balbettò Takato.

Era agganciato alla meglio alla vita della ragazza, la quale levitava tranquilla nell’ aria grazie al suo potere.

- Ehi! Guarda dove metti le mani!- strillò, mollandogli un pugno che per poco non lo fece cadere di sotto, quando Takato tentò di risalire con le braccia lungo il suo busto per aggrapparsi meglio.

Henry e Ryo ridacchiarono, mentre i due scendevano a terra.

Appena posatasi, Rika si scrollò di dosso il ragazzo, un lieve rossore pudibondo appena presente sugli zigomi. (avete presente? =^^= nda)

- Oh, andiamo Rika!- protestò Takato, rialzandosi e correndo dietro alla ragazza, che si era allontanata- Non avrai pensato davvero che volessi toccarti! Cosa vuoi che me ne importi a me delle tue…

S’ interruppe davanti all’ occhiataccia fulminante di Rika:

- Sì..? Continua pure!

- Ehm…- Takato avvampò notevolmente, prendendo un colorito che avrebbe fatto invidia ad un pomodoro.

- Sta tranquilla, Rika! A Takato interessano solo quelle di Jeri!- ridacchiò Ryo, raggiungendoli- Già m’immagino quando la troveremo!- fece un sospiro languido:- Oh, amore… Oh, tesoro…

- Ma insomma!!!- strillò il diretto interessato a quel punto, rosso come un peperone- Che razza di porcate vi vengono in mente!?! Ma per chi mi avete preso?!

Ryo rise ancora più forte e si allontanò lasciando l’ amico in balia di Rika, che lo stava ancora punzecchiando cercando di spingerlo a dire *quella parola*… (Cristo, ma quanto avete? Sei anni? -.-“ nda) (guarda che sei tu a scrivere, mica noi! è///é ndpersonaggi)

Si avvicinò a Henry, che scrutava pensieroso l’ aria nuovamente placida e silenziosa attorno a sé. (certo ce in questa fic noi praticamente non esistiamo!! ç-ç Ci avrai menzionati sì e no un paio di volte dall’inizio! ndGhilmon&co.) (che vuoi; è la vita! V.V nda)

Gli diede un colpetto sulla spalla, per richiamare la sua attenzione e gli sorrise:

- Sembra tutto tranquillo!- disse, a mò di consolazione.

- Allora è il caso di cominciare a preoccuparsi!- ribatté l’ altro, secco.

- Però qui non c’ è nessuno!- osservò Ryo- Forse le indicazioni dei digimon erano sbagliate, o forse abbiamo imboccato la strada sbagliata…

Un fragore infernale accolse le sue parole: un enorme digimon aveva appena sfondato una delle pareti ad est.

- Stavi dicendo, Ryo?- chiese Henry.

- Che forse è il caso di…

Un’ immensa palla di fuoco venne lanciata nella loro direzione.

- …SCAPPARE!!!

I due tamers saltarono appena in tempo da un lato senza essere colpiti, ma il calore provocato dall’ esplosione li raggiunse in un attimo…

- Breeze!!- gridò Ryo, toccando il pavimento. La gemma brillò e un alone ghiacciato si rilasciò dalla sua mano, raffreddando il suolo incandescente un secondo prima che giungesse a loro, col rischio di bruciarli vivi.

- Terrier tornado!- strillò Terriermon, colpendo il digimon e slanciandolo in aria.

- Sfera idroelettrica!- ruggì Cyberdramon.

- Idrosfera!

- Pioggia di diamanti!

Il digimon esplose prima ancora di toccare terra.

- Bè, non sembrava granché…- disse Ryo, osservando soddisfatto i loro digimon assorbirne i dati- No?

Henry gettò un’ occhiata al buco fumante nel pavimento a pochi metri da loro.

- Certo, Ryo.. Certo!- disse, dandosi un paio di colpetti per far cadere la fuliggine dai pantaloni bruciacchiati- Comunque.. E’ chiaro che non era lui il Nemico… E’ evidente che deve essersi accorto del nostro arrivo e abbia preferito metterci alla prova, prima di scontrarsi contro di noi…

- Bè, fantastico! Vuol dire che ha una gran paura di noi!- esclamò Ryo, esultante.

Il cinese non rispose, ma disse:

- Da quand’è che dobbiamo dire qualcosa, quando utilizziamo i nostri poteri?- chiese, prendendogli la mano con il Bright Heart.

- Oh.. No, è che mi sembrava ci stesse bene!- rispose lui, con un sorrisetto.

Henry sospirò rassegnato, e gettò un’ occhiata ai digimon.

Corrugò le sopracciglia:

- Ehi.. Un attimo…- esclamò, spalancando di colpo gli occhi.

Lui e Ryo si scambiarono un’ occhiata allarmata:

- CHE FINE HANNO FATTO RIKA E TAKATO?!

*****

Takato tossicchiò.

L’ aria umida impregnata di polvere gli stava facendo ardere la gola, per non parlare del dolore alle braccia.

Certo, non era proprio il massimo starsene appesi ad un muro grondante di bollente umidità, tra l’ altro con la maglietta fradicia appiccicata addosso che lo faceva rabbrividire ad ogni folata di vento e due manette d’acciaio che gli stavano segando i polsi, eppure sentiva che in quel momento quello era l’ultimo dei suoi problemi.

Sentì un mugolio alla sua sinistra.

- Rika?- sussurrò, cercando di voltarsi verso di lei; le catene non erano abbastanza lunghe da permettergli di guardarla in faccia, ma a giudicare dalla tosse asciutta e le imprecazioni non proprio educate che udì poco dopo, l’ amica doveva essere rinvenuta:- Stai bene?

- Come posso star bene?! Ti rendi conto in che situazione siamo? E tutto perché tu ci hai fatto allontanare dagli altri...

Continuò a sbraitare per una buona mezz’ ora, e Takato tirò segretamente un sospiro di sollievo.

Almeno, per il momento (perché ci vuoi terrorizzare? ç.ç ndTakato), erano tutti e due in buona salute, nonostante la botta presa e il fatto che fossero entrambi incatenati per i polsi ad una parete, senza la minima idea di come avessero fatto ad arrivarci.

Rika si fermò solo quando si accorse che le mancava il fiato.

Solo allora parve rendersi davvero conto della situazione in cui si trovavano:

- Cos’ è successo?- chiese, impaziente- L’ ultima cosa che ricordo è quell’ enorme affare che spuntava dalla parete… Poi i frammenti del muro che ci finivano addosso e…

- Non ricordo molto bene nemmeno io…- mormorò Takato- Dovevamo essere svenuti… Ma nel dormiveglia, o giù di lì, ho sentito dei rumori di battaglia.. Poi qualcuno ci ha sollevato… e il dolore ai polsi mi ha svegliato...

La ragazza si guardò intorno, socchiudendo gli occhi di fronte a quel buio impenetrabile:

- Hai idea di dove siamo..?

- No…

Ci fu una pausa.

Poi Rika tirò un calcio col tallone contro il muro di pietra, provocando un tonfo che riecheggiò nel silenzio. Qualche sassolino sgretolatosi dalla parete le scivolò nei capelli, contribuendo a scompigliare ancora di più la sua adorata coda: ormai molti ciuffi le ricadevano intorno il viso, e l’ elegante nodo era molle, pronto a disfarsi.

Fortuna che non aveva con sé uno specchio, o in quel momento avrebbe strillato ancora di più!

- Ma che cosa combinano Ryo ed Henry?!- sbottò, furente- Dove cavolo sono?

- In un mondo migliore, mi sa…

Sia Takato che Rika sussultarono, al suono di quella voce melliflua.

Si voltarono verso la direzione da cui proveniva, e pochi secondi dopo dalle tenebre videro spuntare un non tanto enorme quanto impressionante digimon oscuro, che si fermò a fissarli con un ghigno carico di gioia maligna.

Era simile ad un essere mitologico, il corpo taurino e flessuoso, dotato di quattro lunghe e robuste zampe dagli zoccoli pesanti… Il busto superiore, dalla vita al collo, simile a quello di un essere umano che fosse stato pestato a sangue, per tutte le variazioni bluastre e violacee che costituivano il suo colore, ma il suo viso era irsuto, peloso, dal muso allungato, una dentatura possente e occhi rossi sprizzanti odio e malvagità. A completare il quadro, due corna grandi, grigiastre e arricciate, simile a quelle degli arieti, facevano bella mostra in cima al capo ispido, sopra le orecchie, o forse al posto di quelle.

Takato e Rika rimasero totalmente immobili, senza respiro, troppo agghiacciati per parlare.

- Sempre che abbiano fatto i bravi…- sussurrò sarcasticamente il digimon, o meglio il Nemico, (c’ eravate arrivati, no? -.^ nda) riferendosi al suo precedente discorso.

*****

- Che accidenti vuol dire: “Li ho persi di vista durante la battaglia” ?!- urlò Ryo, fuori di sé.

- Quello che ho detto!- replicò Ghilmon- Quel mostro è spuntato all’ improvviso, ci siamo tutti precipitati ad attaccarlo, e quando mi sono voltato, Takato non c’ era più!

- E neppure Rika! Mi spieghi come facciamo adesso?! Potrebbero essere ovunque! Potrebbero essere in pericolo! Non bastava Jeri, adesso ci siamo ritrovati in due!

Avvertì la pressione della mano di Henry sulla sua spalla incitarlo tacitamente a darsi una calmata.

La scostò con un gesto secco, e si voltò verso di lui, furente:

- Non hanno neanche i digimon con sé!

- Ma hanno i Bright Hearts…- osservò placido Henry- Vedrai, sono assolutamente in grado di badare a loro stessi…

L’ appunto di Henry riguardo ai cuori iridescenti riuscì a calmarlo, almeno in parte, ma non era troppo d’ accordo con quell’ ultima affermazione:

- Se così fosse non li avrebbero nemmeno portati via!- disse, veemente.

Rimase in silenzio per qualche secondo, tirando dei profondi respiri nel tentativo di calmarsi. Poi si voltò verso il cinese:

- Sei in grado di rintracciarli?- chiese, brusco.

- Posso provare a mettermi in contatto con la loro mente…- rispose Henry, con calma olimpica.

- Bene!- sbottò l’ altro- Allora muoviamoci!

Henry fece un cenno d’ assenso.

Prima di seguire Ryo e gli altri attraverso il varco creatosi nella parete, però, la sua attenzione fu catturata da una lieve, quasi impercettibile vibrazione del suolo. Abbassò lo sguardo, interrogativo, e i suoi occhi risalirono fino alle pareti, che si stavano sgretolando lentamente, dall’ effetto di crepe che sembravano venir su dal pavimento…

- Henry! Ti muovi?!

Il ragazzo trasalì alla voce impaziente e furibonda dell’ amico, e si affrettò a raggiungerlo attraverso il passaggio.

*****

- C.. che cosa significa?- balbettò Takato.

- Oh, potrebbero anche essere sopravvissuti…- disse il Nemico- Ma in fondo… Non è che la loro situazione cambierebbe di molto, se anche così fosse…- ghignò, davanti le loro facce atterrite.

- Cosa vuoi da noi?- sibilò Rika, furiosa- Perché ci hai portato qui?

- Semplice curiosità… Voi siete esseri umani, gli unici che abbia mai visto, a parte quella ragazzina…

Takato non ci mise molto a capire di chi stesse parlando:

- Jeri!- sbottò, strattonando le catene in maniera così violenta da far trasalire Rika- Che cosa le hai fatto?!

- Sta calmo, moccioso… La tua amichetta sta bene, almeno per ora…- ridacchiò- Come ti ho già detto sono un tipo piuttosto curioso, e non ho voluto eliminare subito quell’ esemplare di creature che vivono nel Mondo Reale…

- Perché l’ hai catturata? Dov’ è adesso?

- Non penserai che l’ abbia fatto per puro divertimento, vero?- chiese lui, con falsa innocenza- Per un caso sfortunato, quella piccola sciocca è arrivata nel nostro mondo proprio mentre i miei soldati stavano attaccando un villaggio… Ha capito tutto al volo e ha cercato di fuggire per chiedere aiuto… Bè, non potevo certo permettere che i miei piani fossero anche solo lontanamente minacciati da un inutile essere umano…- sorrise affabile- Quanto a “dov’ è?”… Al momento si trova in una spaziosa cella quattro stanze più avanti…

- Perché ci stai dicendo queste cose?- chiese Rika, perplessa.

- Perché non dovrei? Tanto non uscirete vivi da qui…- allungò una mano fino al suo viso.

Avvertendo i suoi gelidi polpastrelli zampettarle su una guancia, la ragazza provò l’ istintivo impulso di mordergliela, ma lui la ritirò istantaneamente con una bassa risata:

- Ma che caratterino!- sussurrò, ammiccante- Sai, se fossi in te cercherei d’essere più carina! Non sei esattamente nella posizione per ribellarti!

- Ryo e gli altri verranno ad aiutarci!- ribatté Rika, furente.

A proposito, come mai aveva detto “Ryo” e non “Henry”, o più normalmente “Renamon” ?

Sentì un lieve rossore salirle alle guance, al pensiero.

Se ne accorse pure Takato, ma ebbe la presenza di spirito di non fare commenti.

- Oh, sono certo che verranno ad aiutarvi!- replicò il Nemico, dolcemente- Soprattutto il brunetto… Sono certo che sarebbe disposto a morire per salvarti..- Rika stava per replicare qualcosa, ma l’ espressione del digimon la frenò:- E.. sai una cosa? E’ proprio quello che accadrà!- scoppiò in una risata malvagia.

****

- Allora?- la voce di Ryo scattò impaziente.

- Siamo vicini…- mormorò Henry, la gemma brillante sulla sua mano e gli occhi grigi remoti- Avverto chiaramente i loro impulsi psichici…

Renamon annuì:

- E’ vero…- assentì- A questo punto li sento anch’ io! Per di qua!- esclamò, lanciandosi in un corridoio con gli altri alle calcagna.

- Henry?- chiese Terriermon.

Henry, che si era incantato a guardare con occhi irrequieti i detriti che scivolavano giù dalla parete sul viscido pavimento, si volse verso di lui.

- Arrivo…- lo rassicurò. Gettò un’ ultima occhiata furtiva al pavimento; le pozzanghere d’acqua vischiosa che si erano formate agli angoli del corridoio di pietra erano leggermente increspate e tremolanti, come se qualcuno si fosse divertito a lanciarci dentro un sassolino.

*****

- E tu come fai a sapere queste cose su di noi, me lo spieghi?- chiese Takato, con un tono acido e sarcastico.

Il Nemico ghignò e si chinò su di lui, facendolo appiattire contro la parete con un repentino gemito d’ orrore:

- Perché io so tutto….

- Davvero?! Sapevi anche questo?

All’ urlo di quella voce familiare, Rika sussultò e si voltò così di scatto da farsi male ai polsi incatenati e al collo:

- RYO!!!- strillò.

Il ragazzo la guardò, e per un secondo sul suo viso si alternarono gioia, amore e pietà… Tre sentimenti che le fecero stringere il cuore…

“Io.. io sto piangendo! Ma perché? Che cosa mi succede?” pensò, confusa, le guance bagnate.

Poi gli occhi blu di Ryo si scostarono dai suoi per tornare al digimon oscuro, e la rabbia tese i bei lineamenti del Tamer.

Stava per urlare qualcos’ altro, ma il Nemico lo prevenne:

- Come potete essere qui?!- sibilò, chiaramente sorpreso e furioso.

Gli occhi rossi ed elettrici scrutarono il ragazzo e lo sguardo scese fino al luccichio che s’ intravedeva sulla mano abbronzata:

- Ma certo…- sussurrò subito, gelido- Avrei dovuto capirlo… Che cosa credono di fare quegli idioti dei Supremi?!

- Lasciali andare, subito!- gridò Ryo.

Henry spuntò alle sue spalle, insieme agli altri digimon, ma prima di riuscire a fare alcunché, il Nemico, con un guizzo improvviso, si lanciò su Rika, strappandola dalla parete e provocandole un gemito di dolore e paura.

- Rika!- gridò Ryo, scagliandosi verso di loro e sentendosi trattenere dal robusto braccio di Cyberdramon.

- Aspetta… Dobbiamo agire lentamente altrimenti rischiamo di metterla in pericolo…- gli ringhiò il digimon all’ orecchio.

- Vi consiglio di non tentare colpi di testa o giochetti mentali…- il Nemico lanciò un’ occhiata carica di malignità a Henry, che stava osservando la scena con volto impassibile, (non sono mica un tale menefreghista! ç.ç ndHenry) (considerato che mi stai incredibilmente antipatico ti tratto pure troppo bene! -.- nda) ma il fremere dei suoi occhi grigi tradiva il suo nervosismo- O il collo della vostra amichetta farà una brutta fine…

Rika mandò un gemito soffocato, mentre la pressione del braccio ruvido e ghiacciato del digimon contro la sua gola si accentuava ulteriormente.

- Lasciala stare!- sibilò Ryo, con voce lievemente tremante- ..Prendi me, al suo posto!

Il Nemico scoppiò in una sonora risata:

- Molto romantico!- sogghignò, ma il sorriso gli morì sulle labbra in un singulto di dolore. Il corpo del digimon s’ irrigidì, mentre la presa al collo di Rika si allentava; Takato era riuscito a liberare parzialmente la mano destra e aveva lanciato una scarica contro il Nemico:

- Scappa! ADESSO!- urlò, pur consapevole che avrebbe pagato caro quell’ ultimo atto.

Rapida, senza lasciarsi nemmeno il tempo di sospirare di sollievo, la Tamer saltò in avanti, ricadendo giusto fra le braccia di Ryo, che si affrettò ad allontanarla da lì, mentre i digimon proiettavano i loro attacchi contro il Nemico.

Lui li evitò tutti, e si volse verso Takato, afferrandolo per i capelli:

- Stupido moccioso!- sibilò- Mi hai preso di sorpresa… ma adesso…- gettò un’ occhiataccia ai digimon nuovamente immobili, spaventati- Non provateci…- le sue dita si strinsero forte attorno alla gola del Tamer, che tossì.

I ragazzi e i digimon rimasero a fissarli immobili, i contratti lineamenti del viso che tradivano un’ esasperata concentrazione… Poi, inaspettatamente, il Nemico ghignò e allontanò bruscamente da sé il digiprescelto, facendolo rotolare sul pavimento di pietra con un grido di dolore…

- Vediamo… cosa sapete fare…- sussurrò, beffardo, mentre i Tamers si precipitavano a soccorrere il loro amico.

- S.. sto bene…- assicurò Takato, rialzandosi tremando e asciugandosi con la mano il sangue che gli scendeva dalla bocca abbastanza copiosamente, dimostrando che in realtà non stava affatto bene- Muoviamoci…

Istantaneamente, Ghilmon, Renamon, Cyberdramon e Terriermon digevolsero a livello evoluto.

- Ideogramma rovente!

- Cannone ultrasonico!

- Attacco rapido!

- Energia elettromolecolare!

Il Nemico ghignò:

- E’ tutto qui quello che sapete fare?- sibilò, allargando le braccia:- VORTICE INFERNALE!!!

I digimon Tamers si coprirono il viso, mentre lo stesso vento forte che li aveva sorpresi all’ inizio minacciava di scagliarli di nuovo in aria.

Ma stavolta i loro digimon gli si pararono davanti, proteggendoli.

Il Vortice Infernale si disperse.

Il Nemico fece una smorfia, chiaramente infastidito.

- Se fossi in te aspetterei a cantar vittoria!- urlò Rapidmon, alzando le braccia, pronto a ripetere l’ attacco- Non hai ancora visto il meglio!

Sprazzi di luce ed energia risuonarono per l’ hangar, illuminando a giorno le tenebre…

Henry si accorse troppo tardi che un attacco di Taomon gli era stato rilanciato contro; tentò di saltare, ma l’ ideogramma rovente colpì il pavimento sotto cui si trovava, mancandolo di pochi centimetri e mandandolo a sbattere contro una parete.

Un forte dolore al viso e al braccio, e pochi secondi dopo il volto ansioso di Takato che si chinava su di lui:

- Stai bene?- balbettò, nervoso.

Henry si alzò sui gomiti, cupo:

- Più o meno…- un lieve ronzio gli fece abbassare lo sguardo. Spalancò gli occhi, portando le dita al bracciale di Yamachi, che aveva preso ad emanare scintille:- Oh no…

- Che succede?

Poco distante…

- E’ tutto ok, Rika?- chiese Ryo, fissandola confuso. Da quando l’ aveva presa in braccio, allontanandola dal campo di battaglia, la ragazza non si era più mossa- Ti fanno male i polsi?

Toccò lievemente con le dita i polsi feriti e ancora appesantiti dalle catene, facendola trasalire leggermente.

Scostò all’ istante la mano:

- Scusami…- mormorò, rialzandosi.

Nel momento in cui si allontanò da lei, Rika sentì il cuore darle un balzo nel petto. Allungò il braccio trattenendolo per il polsino della giacca.

Ryo, che stava fissando con preoccupata gravità i loro digimon che combattevano contro il Nemico, abbassò nuovamente lo sguardo su di lei, perplesso, e Rika arrossì.

Non lo sapeva neanche lei perché l’ aveva fatto…

O forse sì?

Già, forse in realtà lo sapeva. Ma non aveva la forza nemmeno di pensare quel concetto così chiaro e semplice.

- Cosa sta succedendo?- sussurrò invece.

Ryo sospirò e scosse la testa, sconsolato:

- I nostri digimon l’ hanno fatto stancare, ma anche loro sono a pezzi… Non potranno andare avanti così ancora per molto…

- Hanno bisogno del potere dei nostri Bright Hearts!- Takato li raggiunse, e gli lanciò un’ occhiata irrequieta- Se avete finito con le effusioni, voi due, sarebbe ora di darsi una mossa!- incrociò le braccia, con un sorriso ironico simile ad un ghigno- E poi sono io quello che si mette a pensare alle porcherie durante i combattimenti! Forza Ryo, che aspetti? Baciala!- cinguettò, voltandosi per raggiungere i digimon- Muovetevi!

Completamente avvampati, i due ragazzi si scambiarono un’ occhiata.

- Idiota…- bofonchiò Rika.

- Non ha tutti i torti, però…- fece Ryo. Lei lo fissò sbalordita, e lui arrossì:- Cioè.. Riguardo al fatto di sbrigarsi…

- Ah..

Con una risata forzata, il ragazzo l’ aiutò ad alzarsi e insieme si diressero verso gli altri.

Il Nemico ghignò, vedendoli arrivare:

- Cosa pensate di fare?- sibilò- Ormai sono io il vincitore!

Senza ascoltarlo, i quattro Tamer alzarono le braccia destre…

Quattro scintille luminose di colore diverso si accesero nell’ oscurità…

Quattro digimon si misero in posizione, pronti ad attaccare, circondati da un alone di energia…

- Cosa…?- sussurrò il Nemico, ponendosi sulla difensiva.

- Combiniamo la nostra energia agli attacchi dei nostri digimon!- gridò Takato. I ragazzi e i digimon, determinati, raccolsero le energie:- Pronti…

- Cosa credete di fare?!- ringhiò il Nemico, slanciandosi verso di loro.

- …ORA!!!

Gli attacchi e i fasci d’ energia dei Bright Hearts lo raggiunsero, perforando il suo scudo.

Gli occhi rossi del digimon oscuro si spalancarono, sgomenti:

- No..- protese inutilmente le braccia in avanti, come in un ultimo tentativo di salvarsi- NO! NON RIMANDATEMI INDIETRO!!! NON LA’!!!

Rika corrugò le sopracciglia, perplessa, ma prima che potesse proferir parola un’ esplosione di luce invase l’ hangar, accecando i digimon e i Tamers.

I ragazzi chiusero gli occhi, ripiegandosi su se stessi come in cerca di protezione, e in quei pochi istanti, l’ unica cosa che furono certi di sentire, nella confusione del momento, fu il grido di morte del Nemico.

La luce se ne andò improvvisamente come era venuta, ma solo dopo un paio di minuti i ragazzi ebbero la forza e il coraggio di riaprire gli occhi; nella stanza regnava nuova calma, e davanti a loro luccicavano sparsi nell’ aria i dati del digimon oscuro ormai distrutto.

Rapidi, i loro digimon si affrettarono ad acquisirli, per impedire qualunque possibile riconfigurazione.

I ragazzi stavano già per abbandonarsi ad urla di gioia, quando Takato se ne venne fuori con una domanda assurda:

- Chissà come si chiamava…

Gli altri lo fissarono, interrogativi:

- Eh?!- fece Rika.

- Bè.. In effetti è vero…- osservò Ryo, dandosi dei colpetti sulla spalla per far cadere la polvere- Alla fine non abbiamo mai saputo il suo nome…

- Voi due siete pazzi!- sentenziò Rika, scuotendo la testa. Ma lo disse con scarsa convinzione. Si sentiva abbastanza conciliante, in quel momento.- Dov’ è che non lo dovevamo rimandare?- chiese, volgendosi verso Taomon.

- Nel mondo della Notte, probabilmente…

- Il.. cosa?- chiese Ryo.

Rapidmon regredì e il piccolo Terriermon ricadde dolcemente sul pavimento di pietra:

- Il mondo della Notte… E’ probabile provenisse da lì…- spiegò- Avete presente il settimo strato di Digiworld?

- Quello di cui ci parlò Hasulongmon durante il nostro primo viaggio qui?- chiese Takato.

Taomon annuì:

- E’ là che vengono confinati i digimon oscuri che vengono eliminati senza possibilità di rinascita… - (Uhm.. Questa l’ ho già sentita… -.-° ndGatomon di TheDigistory - altra mia fic) - I problemi avuti con il D-Reaper avevano creato qualche distorsione nell’ equilibrio in cui sono disposti i sette strati… Per questo il mondo della Notte è entrato per qualche secondo in contatto con il nostro… Dev’ essere per questo che il Nemico è riuscito a tornare… Era già stato sconfitto dal digimon sacro Lucemon moltissimi anni fa.. molto prima che noi venissimo programmati… Per questo era diventato una specie di leggenda…

- Mamma mia, mi sembra una lezione di storia!- fece Takato, grattandosi il capo.

- Ma perché non ci avete dato subito tutte queste informazioni, scusa?- sbottò Rika, arrabbiata.

- Bè..- Taomon abbassò lo sguardo.

- Perché pensavamo di dovercela cavare da soli!- disse Terriermon- Ma poi…

- Oh, basta! E’ tutto passato!- esclamò Ryo, stanco di ascoltare quelle discussioni. Si voltò:- Henry?

Il cinese si riscosse e lo fissò.

- C’ è qualcosa che non va?- chiese, fissandolo preoccupato- Hai una faccia! Non ti rendi conto che abbiamo vinto?

Henry strinse le labbra, tentando un sorriso:

- Non so…- mormorò, stringendosi nelle braccia- Ho l’ impressione che ci sia qualcosa che non va…

Non aveva nemmeno finito di dirlo, che una scossa improvvisa, un rombo come di tuono, sconquassarono l’ intero castello, facendoli finire a gambe all’ aria:

- Aaah!

- Che cosa succede?

- Il terremoto!

- Te l’ ha mai detto nessuno che sei un vero iettatore, Henry?!- urlò Ryo, furioso, rialzandosi sui gomiti.

- Ma che sta…?- esalò Rika.

Una nuova scossa fece tremare le pareti, e pezzi di soffitto si staccarono infrangendosi al suolo.

Stralunata, Taomon guardò il pavimento e le pareti vibranti:

- Oh, santo cielo…- sussurrò, capendo- La piena! Abbiamo bloccato il passaggio, – (cap 7 e 8 nda) – e adesso l’ acqua ha intaccato le colonne portanti del castello!

- Ah, è così?- chiese Rika, gettando un’ occhiataccia a Ghilmon e a Takato, il quale rispose con un gesto con la mano non propriamente gentile.

- E’ pericoloso restare qui! Dobbiamo andarcene subito!- ringhiò Cyberdramon.

- Cosa? Non esiste!- urlò Takato, balzando in piedi nonostante i sussulti del suolo- Io non me ne vado senza Jeri! Vado a cercarla!

Prima che qualcuno potesse fermarlo, il ragazzo si lanciò fuori dall’ hangar.

- Aspettami, Takato!- schiamazzò Ghilmon, andandogli dietro.

- Siete impazziti?!- urlò Henry.

- Tornate subito qui!- gridò Rika- Non sappiamo nemmeno se la storia di quel mostro fosse vera! Jeri potrebbe non essere dove…- s’ interruppe, perché era chiaro che Takato non poteva più sentirla:- Oh! Stupido!

Uno spuntone si staccò dal muro, colpendo in pieno Taomon:

- TAOMON!!- gridò Terriermon, vedendo la sua amica regredire- Tutto bene, Renamon?

Il digimon si rialzò, tutto sporco di detriti:

- S..sì..- balbettò- Ma dobbiamo andarcene subito…

- Ma… e Takato e Ghilmon? E Jeri?- chiese Rika, angosciata.

Ryo, che era rimasto per tutto il tempo a fissare con espressione pensierosa il punto in cui Takato era scomparso, abbandonò il suo posto e prese a correre per uscire fuori dall’ hangar.

- Cosa diamine stai facendo?!- esclamò Rika.

- Quello che mi hai insegnato!- gridò Ryo, di rimando- Sto seguendo il mio cuore!

Rika rimase immobile. Erano successe tante cose quel giorno… Brutte e belle…

Ma una bellissima che aveva appena capito… No, in realtà che sospettava già da tempo… Non gliel’ aveva ancora detta

La ragazza strinse i pugni, e serrò gli occhi umidi:

- RYO!- gridò- TI AMO!

Il ragazzo non si fermò, ma fece una specie di piroetta a mezz’ aria:

- Anch’ io ti amo!- urlò, raggiante. Fece un sorriso, quel sorriso arrogante che lei aveva imparato ad odiare e amare:- Non pensare di cavartela così! Ora non posso, ma quando torno voglio due baci.. sulle labbra!- fece un ultimo gesto con la mano in segno di saluto, prima di sparire nell’ oscurità del corridoio pericolante.

- Che razza d’ idiota…- sussurrò Rika, con un sorriso dolcissimo sulle labbra.

- A-ehm…!- Henry si schiarì la gola, mentre un blocco di pietra si staccava dalla parete per schiantarsi vicino a loro- Non per rovinare l’ idillio, ma dovremmo decidere cosa fare…

Rika lo fissò in silenzio, assorta.

*****

- Jeri! JERI!

La voce dolce e squillante di Takato la raggiunse, risuonando sommessa nella sua mente e risvegliandola da quel sonno simile alla morte.

Jeri aprì gli occhi lentamente, feriti dalla pur debole luce che aleggiava in quel luogo… Le sembrava di sentire dei fragori attorno a sé… E il pavimento tremava…

Ma tutto questo non ebbe più alcuna importanza quando, finalmente, il viso preoccupato e sollevato di Takato (perdonate la rima… X-( nda) si mise a fuoco davanti a lei.

- Oh, Takato!- strillò, sollevandosi di scatto ad abbracciarlo- Ho avuto così paura!

A questo punto, se ben conoscete Takato, dovreste sapere che queste parole bastarono a farlo sciogliere, e non esitò nemmeno per un secondo a posare le sue labbra morbide su quelle della ragazza fra le sue braccia. (Che romantico… Con il terremoto e una pioggia di spuntoni che rischiano di schiacciarci da un momento all’ altro… V.V ndTaky&Jeri) (Non vi lamentate… Il bacetto non era nemmeno previsto…! Nda)

Lei sembrò un po’ sorprendersi, ma dopo pochi attimi in cui Takato si maledì per la sua impulsività, sorrise dolcemente e si accoccolò di nuovo contro la sua spalla, con un sospiro languido. (bleaaaah…!!!! >:-D:::: ndchiunque_legga)

Rimasero così per ancora qualche minuto, incuranti del fragore della roccia, fino a che un rumore di passi gli fece alzare lo sguardo:

- Ryo!- esclamò Takato, sorpreso.

- Ah, siete qui!- sospirò lui, sollevato.

L’ arrivo di Ryo sembrò far ricordare a Jeri dove si trovavano:

- Oh, mio Dio!- esclamò, cercando di alzarsi ma barcollando e ricadendo di nuovo. Fortunatamente Takato fu pronto a sorreggerla- Mi ero dimenticata! Io.. Ero andata alla rimessa di Ghilmon, e ho trovato il passaggio… Non avrei dovuto.. lo so… Ma mi ci sono infilata dentro e… quando sono arrivata a Digiworld… Ho cercato di venire ad avvertirvi, ma non… Lui…

- Shh…- sussurrò il ragazzo, dolcemente, posandole un dito sulle labbra:- Non ha importanza… Sappiamo già tutto, il Nemico è stato sconfitto… Non abbiamo più niente da temere…

Lei lo fissò quasi incredula e spostò lo sguardo su Ryo, che fece un cenno di assenso:

- E’ vero!.. Uh…?- si voltò, sorpreso, avvertendo la pressione di una mano sulla spalla.

Rika lo stava fissando con occhi fiammeggianti:

- Che ci fai qui?- chiese, sorpreso.

- Non ha voluto saperne di andarsene…- spiegò Henry, raggiungendoli insieme ai digimon- Dopo la tua dichiarazione

- Credevi di scappartene in questo modo, eh?- sbottò Rika, afferrando il brunetto per il bavero della giacca- E piantarmi in quel modo?! Brutto, stupido, presuntuoso…

Continuò affettuosamente ad insultarlo, mentre Jeri mormorava al suo ragazzo:

- Che cosa succede adesso?

- Sta tranquilla… Andrà tutto bene… Ci sono io qui con te, adesso…- sussurrò Takato, premuroso.

Henry gettò un’ occhiata ad entrambe le coppie e si grattò la testa, alzando gli occhi al cielo e sbuffando, mentre i digimon ridacchiano divertiti e imbarazzati.

- Ehiehiehi… Calma, piccola! Avremo modo di riparlarne nel mondo reale… Ora è il caso di andarcene…- si voltò verso Henry- Dai.. Manda un messaggio telepatico a quelli di Sefiro dicendogli di inviarci l’ Arca! E’ pericoloso restare ancora qui…- gettò un’ ultima occhiata furba verso Rika- E poi io sto ancora aspettando i miei due baci…

Rika gli fece cenno di finirla, ma rideva anche lei.

- Henry…?- chiese Takato, fissandolo interrogativo.

Ryo smise di ridere e lo fissò, confuso:

- Bè? Cosa aspetti? Anzi.. Mi spieghi perché non l’ hai fatto subito?

Henry, che stava osservando con sguardo assente una pozzanghera d’ acqua viscida che ballonzolava, alzò gli occhi e lo fissò:

- Perché non potevo né prima, né adesso…- disse, in tono incolore.

- Cosa significa?- esclamò Takato, balzando in piedi.

Il cinese sospirò:

- Quello che ho detto… La botta che ho preso durante la battaglia ha danneggiato il sistema d’ alimentazione del bracciale datomi da mio padre… Il mio Bright Heart da solo non può mandare un messaggio fin nel mondo reale…

- Cosa?!- strillò Rika- Vuol dire che siamo bloccati qui?

- Ma non è possibile…- mormorò Ryo- Dopo tutto quello che abbiamo passato… Potrebbe andar peggio di così?

- Non posso crederci!- sibilò Takato- Abbiamo sconfitto il Nemico più potente di Digiworld… Possiamo volare, leggere il pensiero e controllare gli elementi… Eppure… con tutti questi poteri…- s’ interruppe, teso, e gettò un’ occhiata sconsolata al suo Bright Hearts- Nemmeno la mia scarica energetica può esserci d’ aiuto, in una situazione simile…

Henry sussultò:

- Cosa..?- sbottò, voltandosi verso Takato. I suoi occhi s’ illuminarono all’ istante:- Ma sì.. Certo..!

Gli altri lo fissarono, preoccupati e incerti.

- Henry… tutto a posto ?- chiese Takato, avvicinandosi a lui.

Invece di rispondere, il cinese gli prese la mano con la gemma e l’ attirò a sé:

- Colpiscimi con il tuo potere, alla massima forza!- ordinò.

Takato lo fissò scioccato, e fece qualche cauto passo indietro..

- Rettifico. Il panico ha fatto uscire Henry di testa. ADESSO non può più andare peggio.- mormorò Ryo, incredulo, passandosi una mano sulla faccia. Rika gli pestò automaticamente un piede, ma anche lei stava fissando il loro compagno sbigottita.

- Sono in perfetto possesso delle mie facoltà mentali, grazie per la fiducia! Non capite?! Takato... Se mi colpisci con la tua scarica, questa mi ricaricherà per qualche secondo dell’ energia sufficiente a mandare un S.O.S. !- esclamò Henry, raggiante.

- Che… razza di ragionamente sarebbe...?- balbettò l’ amico, stralunato.

- No!- Ryo scosse la testa, facendosi avanti- E’ troppo rischioso, e non abbiamo certezze che funzioni!

- Restare qui è molto più pericoloso!- sbottò Henry, di rimando, indicando i pezzi di pietra che continuavano a staccarsi dal soffitto. un miracolo che non siano ancora ridotti a una frittella… -.-“ ndlettori_sarcastici) (:-P nda)

Ci fu una pausa, poi Henry esclamò:

- Oh, andiamo ragazzi! Siamo sempre usciti dalle nostre avventure tutti interi, perché stavolta dovrebbe essere diverso?

Takato si limitò a fissarlo, mentre Rika e Ryo si scambiavano un’ occhiata. Jeri nascose il viso fra le braccia.

- Ma.. Henry…- balbettò Terriermon, pallido.

Henry lo ignorò e posò una mano sulla spalla di Takato:

- Takato, tu ti fidi di me?- chiese, con un sorriso complice, che si erano scambiati tante volte.

- Che domande…- borbottò lui, distogliendo lo sguardo.

Il cinese strinse gli occhi e scostò il viso per fissarli in quello dell’ amico:

- Se ti fidi di me devi farlo!- mormorò, determinato.

I due Tamers si scrutarono per qualche secondo:

- Sei il mio migliore amico. Non lo chiederei a nessun altro. Mi fido di te più che di chiunque altro... quindi, anche tu devi fidarti di me. Va bene?- chiese Henry.

- V..va bene.- assentì Takato. Era impallidito notevolmente, ma si sforzò di restituirgli il sorriso.- Riesci sempre a fregarmi...- borbottò, a mezza voce.

Rika li fissò stralunata e fece un passo avanti, ma si sentì trattenere da Ryo: lo guardò, e lui scosse la testa, con aria decisa.

Nemmeno i digimon avevano la forza di intervenire.

Henry e Takato si allontanarono per quanto gli era possibile l’ uno dall’ altro.

- Sei pronto?- chiese il giapponese, con voce risoluta ma leggermente tremante- …ORA!!!

Un enorme raggio azzurro contornato da scariche di elettricità partì dalla sua mano, investendo in pieno il Tamer cinese.

- HENRY!!- gridò Terriermon, correndo da lui.

Prima ancora di essere a metà strada, Takato si stava già chinando sull’ amico, pallido come un cencio:

- Stai bene?!- balbettò, sollevandolo per le spalle.

Henry mugolò e riaprì gli occhi, tossicchiando:

- Oh…- gemette, massaggiandosi la tempia, la gemma che brillava nuovamente di una luce spettrale sulla sua mano- Caspita, quello sì che era... un attacco...- ridacchiò.

Takato fece a sua volta una risata che sembrò un singhiozzo, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime di sollievo. Si passò un braccio dell’ amico attorno alle spalle e l’ aiutò ad alzarsi:

- Non farmi fare MAI PIU’ una cosa del genere…!- disse con enfasi.

Lui si limitò a sorridere, gli occhi grigi semichiusi ma con una luce nuova che vi brillava dentro.

Chissà perché, ma in quel momento Takato ebbe l’ impressione che avesse aspettato tutta la vita il momento in cui gli sarebbe stato concesso di fare una follia.

Scosse la testa, sospirando sconsolato:

- Io e Ryo non siamo gli unici pazzi del gruppo, lo sai…- mormorò, facendolo di nuovo ridacchiare, ma stavolta con aria vagamente colpevole.

- Ve le rinfaccierete dopo queste cose, ragazzi! Guardate chi è arrivato!- la voce di Ryo li riportò alla realtà.

Accanto ai loro amici c’ era una perfetta copia dell’ Arca, proprio come se la ricordavano.

- Ehi, sono stati proprio fulminei, stavolta!- esclamò Takato, raggiungendoli con Henry in spalla.

- E meno male!- replicò Renamon, sollevata ma apparentemente per nulla divertita. La digimon aiutò Jeri ad alzarsi:- Su, sbrighiamoci!

- Noi dobbiamo scendere non appena l’ arca esce dal castello!- ricordò Terriermon, balzandoci dentro.

- Mmm… Peccato…- mugolò Ghilmon.

- Lo sai che non possiamo tornare nel Mondo Reale!- disse Renamon, in tono di rimprovero, sistemandosi a sedere su uno dei sedili e aiutando Jeri a fare lo stesso. (solo per dare un piccolo appunto… ^^” nda)

Rika diede una manata sul cofano dell’ Arca, allegra:

- Chi l’ avrebbe mai detto che un giorno avrei avuto l'occasione di risalire su questa carabattola?

Ryo l’ abbracciò da dietro e la fece dolcemente voltare verso di lui:

- La vita è fatta di sorprese…!- sussurrò, accostando le labbra alle sue.

FINE

NOTA DELL’ AUTRICE

Tà-da!

Mi scuso per ieri, che avevo aggiunto un capitolo ma poi ci ho ripensato e l’ ho cancellato! ^^”

Comunque, ecco a voi con un giorno di ritardo l’ ultimo capitolo di BH…

Vi è piaciuto? Mi sa di no… :’-(

Lo so che la morte del Nemico è incredibilmente banale, ma avevo esaurito le idee… -__-“ Questa non è proprio una delle mie fic migliori…

Per l’ ultima parte – da quando Henry dice che non può chiamare l’ Arca in poi – mi sono ispirata all’ ultima pagina di una storia a fumetti che ho letto su Paperinik (non ricordo il numero però)… (Buuuu!!!! Copionaaaa!!! >:-O ndlettori) (ç.ç ma mi era piaciuta tanto. E poi è ‘ispirata’ !! >.<;;; nda)

Ok… Anche questa fic è finita! Vi invito tutti a leggera la mia nuova fic “La Regina dei Digimon”, una cross-over delle quattro serie… Adesso che potrò tornare a dedicarmici quasi completamente (ho un’altra fic in corso anche nella sezione beyblade), confido di aggiornarla molto più velocemente di quanto abbia fatto con Bright Hearts!

Grazie per avermi seguito, arrivederci a tutti! ^^

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